Falling

di Screec_94_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Falling (prologo)

Salve a tutti! Oggi inizio a pubblicare un progetto a cui sto lavorando da un po' e che spero di riuscire a portare a termine senza stravolgere la mia idea di partenza, prima di iniziare volevo ringraziare 1rebeccam,  per il prezioso aiuto che mi ha dato e che continua a darmi, e samek che, come sempre, mi incoraggia e sprona a portare avanti nuove idee. Detto questo passiamo alla storia. 
E' ambientata in un periodo non ben definito, ma sicuramente dopo i primi episodi della quarta stagione, a cui però non ci sono riferenze dirette.
Alternerò un capitolo nel "presente" ad uno nel "passato", in modo da portare avanti la storia parallelamente e chiarire alcune situazioni. 
Ovviamente Castle non mi appartine, altrimenti non mi metterei di certo a scrivere fanfiction.

Ok, ho finito, quindi vi lascio alla storia. Buona lettura!

Falling

Prologo


Si, erano stati a letto insieme qualche volta, ma niente di serio, o almeno così pensava la detective. Era stato in quei momenti in cui aveva bisogno di sentirsi amata, di capire che erano rimasti vivi entrambi, che era successo.

Ne avevano mai parlato? No. D'altronde non avevano mai parlato di molte cose che erano successe tra di loro.

Voleva parlarne? No, era più semplice così.

Era come un tacito accordo tra di loro, si comportavano come se niente fosse mai successo, o almeno lei faceva così, non poteva dire lo stesso per lo scrittore, che più volte aveva cercato di portare il loro rapporto ad un livello più alto, ottenendo un pugno di mosche; non che lei non lo volesse, solo che era più forte di lei, quando le cose si complicavano, scappava.

Certo, non andava a genio neanche a lei questa situazione di amanti occasionali, ma aveva bisogno di lui; magari se avesse avuto meno paura non si sarebbe ritrovata in una situazione come quella in cui era ora.


Odiava le sale d'attesa, forse per via dell'aria triste delle persone che aspettavano, o dei poster che illustravano i pericoli di alcune malattie o il contatto con alcune sostanze, o forse per il semplice fatto di dover stare lì, seduta, ad aspettare che accada qualcosa, ma quel giorno nessuno di questi motivi era quello reale; le persone che aspettavano erano felici, quasi tutte avevano dei bei sorrisi stampati in faccia o chiacchieravano allegramente con la persona al loro fianco, tutti tranne lei; lei non sorrideva e non aveva nessuno con cui parlare, aspettava il suo turno in disparte, tentando di resistere alla vocina dentro la sua testa che le diceva di alzarsi e uscire da quel posto. Continuava a ripetersi che era l'unica soluzione, la sua unica possibilità e che doveva farlo, ma in verità sapeva bene che non era così, che avrebbe potuto escogitare un altro piano, che aveva altre opzioni; certo, avrebbe dovuto rinunciare a una parte della sua vita, ma così non stava facendo lo stesso? Avrebbe potuto trovare un altro lavoro, persino cambiare città, ma ciò avrebbe significato perdere i suoi amici, che negli ultimi anni erano diventati come una famiglia per lei. Finalmente l'infermiera chiamò il suo nome ed entrò nella sala d'esame.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Falling (capitolo 1)

Ed ecco che come al solito non seguo le mie idee iniziali! Volevo pubblicare una volta a settimana, ma c'erano il prologo lì, solo soletto, e Skipper (il pinguino che ha preso posto accanto al computer) che continuavano a sussurrarmi "Pubblica, pubblica, pubblica" e chi può dire di no ad un adorabile pinguino? Quindi ecco a voi il primo capitolo!
Cosa dovete assolutamente sapere prima di  iniziare a leggere: è ambientato 3 mesi prima del prologo e fa un po' di luce su quello che è successo tra Castle e Beckett.
Prima di lasciarvi in pace voglio ringraziare nuovamente
1rebeccam e tutte le altre persone che hanno commentato cioè: dilpa93kate95Luli87angeladmadeitpossible  (che supplico di lasciarmi in vita fino alla fine della storia).
Ok, ora ho davvero finito! 
A presto,

Silvia e Skipper il pinguino tentatore!

Falling

Capitolo 1

Era successo tutto così in fretta. Non avevi avuto neanche il tempo di accorgerti della presenza del sospettato, che il colpo di pistola era partito. Non sapevi come mai eri ancora viva. Fortuna? No!Non esiste la fortuna in un mestiere come il tuo, esistono solo i giubbotti antiproiettile e i partner che ti guardano le spalle e proprio in quel caso entrambi ti avevano salvato. Come al solito Castle non ti aveva ascoltato e ti aveva seguito in silenzio come un'ombra fino all'interno dell'edificio in cui dovevate fare irruzione e ancora una volta ti aveva salvato la vita, colpendo alle spalle il tiratore e facendo deviare il proiettile che si era conficcato nel tuo giubbotto all'altezza della vita. Incrociando lo sguardo preoccupato dello scrittore, mentre Esposito ammanetta l'aggressore e Ryan lo accompagna in centrale, non puoi fare a meno di notare come i suoi occhi,in questo momento,siano di un colore più scuro. Forse ha a che fare con la poca luce, ma è come se riuscissi a guardare nel profondo della sua anima e leggere chiaramente tutti i sentimenti contrapposti che sta
provando al momento. Paura, perché ti ha quasi perso un'altra volta, gioia, perché sei viva e forse anche un po' di orgoglio per aver interpretato ancora una volta la parte dell'eroe. Quando lui si avvicina a te per assicurarsi che tu stia bene,non puoi fare a meno di sorridergli, poi, improvvisamente, senti la sua mano calda sulla tua guancia, il pollice ti accarezza dolcemente, questo gesto ti lascia sorpresa, non te lo aspettavi. Ma non è né il luogo né il momento adatto per rimanere incantata dal fascino dell'uomo che hai davanti, così, facendo un passo indietro, ti allontani da lui e segui i tuoi colleghi fuori dall'edificio, pronta ad interrogare l'uomo che ti ha sparato.
Lui rimane lì, immobile, per un paio di secondi, prima di raggiungerti nell'auto e di sedersi al tuo fianco, come sempre. Ormai è la vostra normalità. Ti sembrerebbe strano non averlo accanto a te, non vederlo entrare nel distretto con due caffè in mano, non sentire le sue strampalate teorie o non sentirlo lamentarsi sul fatto che non lo lasci mai guidare. Quel giorno però c’è qualcosa di diverso. Lui rimane in silenzio per tutto il viaggio di ritorno, è troppo intento a fissarti per fare altro, come se volesse controllare millimetro per millimetro il tuo viso per accertarsi che tu stia veramente bene e che questa non sia solo un'illusione.
-Sto bene- sussurri, più per rassicurare te stessa che lui. Con la coda dell'occhio puoi vedere che, anche se ha smesso di fissarti intensamente come prima, continua guardarti, cercando di non farsi notare.


Ormai è tardi e sei rimasta sola al distretto; sei arrabbiata, non siete riusciti ad incastrare il bastardo che ha ammazzato la vostra vittima, che ha distrutto una famiglia. Quello che avete arrestato era solo un complice, un pesce piccolo accusato di concorso in omicidio, resistenza all'arresto e tentato omicidio, ma si rifiuta di rivelare il nome del suo capo, anche sotto la promessa di un accordo. Vorresti urlare, ma non servirebbe a nessuno; invece rimani lì a fissare quella lavagna bianca che contiene tutti i dati che avete raccolto, cercando di capire cosa non avete notato prima, anche il minimo particolare può esservi utile per portare un po' di luce nel buio in cui brancolate, ma sei troppo stanca per riflettere, l'effetto del quarto caffè della sera sta ormai svanendo. Continuando così rischieresti di addormentarti sulla tua scrivania e non te lo puoi permettere. Ti passi le mani sugli occhi e fai alcune circonduzioni con il collo, quasi come se ti potessero aiutare a rimanere sveglia e a liberare la mente per riesaminare il caso; prendendo in mano i fascicoli riguardanti il caso, il tuo sguardo cade sul cellulare e un'idea nasce nella tua mente. Componi il numero che ormai conosci a memoria e attendi in linea, sai che non è ancora addormentato, prima che se ne andasse ti ha detto che avrebbe passato la notte a scrivere perché questo caso l'aveva ispirato. Non sai bene perché lo stai chiamando, ma la sua voce ti rilassa. Anche se affermi sempre il contrario, lui ha un effetto calmante su di te e ti aiuta a pensare con più lucidità, aprendo la mente a nuove teorie. Quando finalmente lo scrittore risponde al telefono, gli proponi di raggiungerti per lavorare al caso insieme e lui accetta, ma ad una condizione, che l'incontro si svolga a casa tua, non c'è nessun doppio senso nella sua richiesta, sottolinea, vuole solo assicurarsi che tu dorma almeno un paio d'ore, prima di tornare al distretto la mattina successiva. Non pensi a cosa potrebbe accadere, per una volta accetti senza valutare i pro e i contro e, dopo aver chiuso la chiamata, afferri tutto il materiale sul caso, il cappotto e la borsa e ti dirigi verso il tuo appartamento.

Hai avuto solo il tempo di toglierti le scarpe che suonano alla porta, per una volta Castle non è in ritardo. Aprendo la porta ed invitandolo ad entrare gli sorridi, perché quella scena ti sembra così familiare? Non te lo sai spiegare. Seduti sul divano iniziate a ricostruire l'accaduto quando per sbaglio vi sfiorate le dita, è un gesto normale, non dovrebbe turbarvi, ma sollevando lo sguardo i vostri occhi si incrociano e da lì tutto ha inizio. Come spinti da una forza invisibile, vi avvicinate l'uno all'altra, lentamente, senza fretta, quasi per dare spazio ai ripensamenti, prima di superare la linea dell'amicizia e navigare in acque inesplorate. Finalmente le labbra si sfiorano e la calma, che aveva caratterizzato i secondi prima di questo contatto, si perde, ora la foga domina la scena. Avete aspettato a lungo, forse troppo a lungo, è come se voleste recuperare tutto il tempo perso ed esprimere tutta in una volta la vostra passione repressa; i baci sono sempre più lunghi e appassionati, sembra quasi che tu voglia divorargli le labbra, non che lui se ne lamenti. Sai bene dove andrete a finire e non fai niente per impedirlo; lo avvicini più a te prendendolo per il colletto della camicia e lui ti cinge la vita, come per non farti scappare, se prima eravate seduti alle due estremità del divano, ora ti ritrovi accomodata sulle sue ginocchia; mentre lui risale la tua schiena con una mano, tu giochi con i suoi capelli e con il primo bottone della sua camicia. Durante un momento di lucidità lui tenta di allontanarsi da te, non vuole spingerti, non vuole correre, ma tu non gli permetti di scappare, non sei più una bambina, puoi fare le tue scelte e la tua scelta è di andare fino in fondo con lui questa notte. Per dimostraglielo ti metti in piedi, tirandolo su con te e, senza interrompere i vostri baci, lo conduci verso la tua camera da letto. Durante il tragitto lui perde la camicia e tu puoi sentire il suo petto alzarsi e abbassarsi in modo irregolare sotto la tua mano, insieme al battito accelerato del suo cuore; lo spingi all'indietro e lui ti trascina con se sul letto; i vestiti vengono rimossi, le dita si intrecciano e passate ad essere da due individui ad uno solo.



Quando ti svegli, il sole sta sorgendo e insieme a lui, nella tua mente riaffiorano i dubbi che ti eri lasciata alle spalle la notte precedente. Rimani a guardare per qualche minuto lo scrittore e più lo osservi, più sei sicura di non essere pronta per intraprendere un rapporto serio con lui, così fai l'unica cosa che ti viene in mente al momento, ti vesti e, senza guardare indietro, esci dal tuo appartamento, diretta al distretto. Sai che quando si sveglierà si girerà dalla parte del letto dove si aspetta di trovarti e che, sentendola fredda, girovagherà per casa chiamando inutilmente il tuo nome, nella vana speranza che tu non l'abbia fatto, che tu non te ne sia andata via prima che si svegliasse, per evitare un'altra discussione impegnativa. Accortosi dell'evidenza dei fatti, si sarebbe chiuso dietro alle spalle la porta di quell'appartamento che gli aveva portato tante speranze.


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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Falling capitolo 2

Ciao a tutti! So benissimo che oggi è Giovedì e non Venerdì, ma domani avrò una giornata talmente pesante che non credo che mi connetterò, quindi ho pensato di anticipare di qualche ora la pubblicazione di questo secondo capitolo.
Dunque, ci troviamo nuovamente nel "presente",  inizia circa un'ora dopo il prologo. Cosa farà Kate? Sta a voi scoprirlo! 
Come sempre grazie a 1rebeccammadeitpossibledilpa93bice_94 kate95. Spero che anche questo capitolo vi piaccia!
Buona lettura,

Silvia ^_^

Falling

Capitolo 2


Doveva pensare. I suoi sospetti e timori erano stati confermati e ora doveva elaborare una strategia d'azione. Sapeva di avere varie possibilità, ma voleva evitare quella più drastica, che però avrebbe potuto risolvere molti dei suoi problemi, senza che nessuno se ne accorgesse. Lei però non sarebbe stata bene, non era quel tipo di persona, avrebbe vissuto il resto della sua vita con i sensi di colpa, chiedendosi cosa sarebbe successo se avesse agito in modo diverso. Il vento autunnale faceva frusciare le foglie degli alberi del piccolo parco dove stava passeggiando; non c'era molta gente lì insieme a lei, era il posto perfetto per stare in tranquillità, vi erano solo alcuni anziani che davano da mangiare a dei piccioni e uno spazzino che raggruppava le foglie che cadono dagli alberi. Lo scricchiolio delle foglie secche sotto le sue scarpe è era l'unico rumore che l'accompagnava lungo il suo percorso. Il vento iniziava a diventare più forte, quindi preferì sedersi su una panchina in un punto riparato, piuttosto che continuare a camminare e rischiare di prendersi un malanno. Tirò fuori dalla borsa la sciarpa che si portava sempre appresso e la indossò; il contatto con il tessuto le riscaldò immediatamente la gola. Il foglio che le aveva dato il medico richiamò la sua attenzione. Era stata talmente sconvolta, senza sapere bene perché, in fondo si aspettava quella notizia, che aveva ignorato tutto quello che l'uomo le aveva detto e l'aveva infilato in borsa senza neanche guardare cosa aveva scritto. Aveva un appuntamento per tre giorni dopo, tre giorni per decidere cosa fare, tre giorni per decidere sul proprio futuro, tre giorni e poi tutto sarebbe cambiato, in un modo o nell'altro. Piegò accuratamente il documento e lo ripose in una tasca esterna della borsa, fu allora che notò il suo telefono. L'aveva messo in silenzioso prima di entrare in ospedale e non aveva notato le chiamate perse, 7 da Laine, 5 da Castle e 4 da Ryan e Esposito. Non aveva voglia di richiamare i ragazzi, aveva bisogno di parlare con la sua amica, magari a cena. La chiamata durò solo qualche minuto, il tempo sufficiente a rassicurarla che stava bene, che non era in pericolo di vita e che non c'era bisogno di inviare una squadra di soccorso, promettendole di raccontarle tutto la sera stessa a casa sua. Aveva fatto bene a farle quella promessa? Voleva il parere di una persona cara, che le volesse bene, senza coinvolgere suo padre o, peggio, Castle. Chi poteva essere meglio della sua migliore amica?

Era ormai ora di pranzo e, pur non essendo per niente affamata, decise di prendere un taxi e tornare a casa, magari un bagno caldo l'avrebbe aiutata.



Era ormai sera e la patologa aspettava che la sua amica aprisse la porta; era curiosa, molto curiosa , ma anche preoccupata. Kate non si prendeva mai un giorno libero, neanche se stava male, doveva essere successo qualcosa di veramente sconvolgente per farla rimanere a casa.
Quando Kate aprì la porta, Laine le sorrise e entrò nell'appartamento.
-Ciao Laine, grazie per essere venuta.- sussurrò Kate.
-Non dirlo neanche per scherzo, tesoro. Ho sentito il tono che avevi al telefono, non stai bene e si vede, quindi ora ci sediamo, passiamo una serata insieme, beviamo un po' di vino-disse mostrando la bottiglia di rosso che aveva portato- e se ne hai voglia mi racconti tutto, non sentirti obbligata a fare niente, ok?- concluse sorridendo.
Si misero a mangiare e a guardare un film, anche se Kate aveva la testa da tutt'altra parte, infatti si stava già preparando psicologicamente a confidare tutto alla sua amica, in fondo era lì per quello e parlare con qualcuno non le avrebbe fatto male.
Quando i titoli di coda scorsero sullo schermo, la detective decise che era il momento giusto.
-Laine- disse attirando l'attenzione della sua amica- sono incinta...-. Ecco, l'aveva detto, ora non era più la sola a saperlo e questo la spaventava ancora di più, rendeva il tutto più reale. Una sensazione di panico la pervase, era tutto reale, non era un sogno, non poteva tornare indietro, non si sarebbe svegliata, no. Questa volta non era tutto frutto della sua immaginazione, era la vita vera, la realtà. Venne distolta dai suoi pensieri dalla mano di Laine posata sul suo ginocchio.
-Kate, guardami, respira e raccontami tutto,- le disse dolcemente- ma fai con calma, prenditi il tuo tempo, non sono qui per giudicarti, va bene?-
La detective sospirò e iniziò il suo racconto, omettendo le informazioni che l'amica bramava di più, il nome del padre e cosa avesse deciso di fare. Infine con un ultimo respiro profondo, rivelò tutto.
-E' di Castle...- sussurrò impercettibilmente, come se qualcun altro potesse sentire- è proprio per questo motivo che non so cosa fare. Cosa succede se non mi vuole, se crede che l'abbia ingannato, che voglia approfittare di lui? E se mi succede qualcosa? Non voglio lasciare un bambino da solo, il mio è un lavoro pericoloso e impegnativo, non ho molto tempo libero e un bambino richiede un grande dispendio di energie e non so se ce la farei, però senza questo lavoro non riuscirei a mantenerlo.- disse, quasi cercando di giustificarsi.
-Tesoro, io ti voglio bene, ma certe volte ti crei troppi problemi! Credi davvero che Castle ti lascerebbe sola?
Quell'uomo ti ama! Se potesse, adorerebbe la terra dove cammini! E ti prego non tirare fuori queste stronzate sul tuo lavoro, sai quanti agenti hanno una famiglia? E poi pensi davvero che, se anche lui non volesse avere nulla a che fare con te, rimarresti sola? Non dimenticarti di me, tuo padre e Ryan ed Esposito! Non saresti mai sola! Ora, so che questa è una tua scelta e nessuno deve intromettersi, però rispondi ad una semplice domanda: vuoi questo bambino? Ma non voglio la risposta della detective Beckett o di Kate la ribelle, ma quella di Katie.- le fece notare, guardandola negli occhi.
Kate si prese qualche secondo per riflettere, aveva ragione Laine, quella era la domanda a cui doveva rispondere prima di prendere qualsiasi decisione, ma si accorse di conoscere già la risposta, non aveva bisogno di riflettere.



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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Falling (capitolo 3)

Ciao a tutti!! Non so bene come ho fatto a sopravvivere alla giornata di studio di oggi e non so neanche se riuscirò a rimanere in vita dopo le tre interrogazioni di domani, quindi se non sentirete più niente da me, sappiate che vi ho voluto bene! Ok, vaneggi a parte, ecco a voi il nuovo capitolo. Cosa devo aggiungere? Siamo in un passato che va da 1 mese e mezzo dopo il  primo capitolo e un giorno prima del prologo, detto così è un po' confusionario, ma leggendo di dovrebbe capire meglio! 

Un grazie enorme a 1rebeccam, senza la quale questo capitolo, per non parlare della storia in generale, sarebbe rimasto ad ammuffire nel mio pc, a kate95dilpa93, angelad e tutte le persone che continuano a leggere ^_^

Buona lettura!

Silvia

Falling

Capitolo 3


Ti svegli con il suo odore intorno a te, ma non lo trovi dall'altra parte del letto e il suo posto è freddo; si deve essere alzato da un po'. E' strano, di solito sei tu che scappi via o ti alzi prima che lui si svegli, ma oggi vi siete scambiati i ruoli,quindi puoi prenderti un attimo per riflettere, prima di svegliarti definitivamente. La notte appena passata è iniziata in modo inaspettato, un temporale estivo ha sconvolto i tuoi piani. Volevi tornare da sola a casa e rilassarti guardando un film, bevendo un buon bicchiere di vino, invece, uscendo dal distretto,lui ti ha seguita,si è offerto di accompagnarti fino a casa, e tu non glielo hai impedito. La notte è passata diversamente dal solito. Da quando ti hanno sparato e quasi ucciso, il suono dei tuoni ti ricorda la sensazione del proiettile che penetra la tua carne, spaventandoti; questo non accade di mattina perché sei circondata da altre persone, ma di notte, quando sei sola nel tuo letto, gli incubi ti assalgono e Rick lo sa bene. “Abbracciami” gli hai semplicemente detto prima di addormentarti e lui l'ha fatto, ti ha tenuto al sicuro senza chiedere spiegazioni.

Improvvisamente senti provenire dei rumori dalla cucina e il tuo istinto prende il sopravvento. Dirigendoti silenziosamente verso la sala, riesci ad identificare il rumore che ti ha svegliato. La sua voce. Probabilmente sta lasciando un messaggio in segreteria ad Alexis ed a Martha e questo può significare solo una cosa. Vuole parlare con te senza essere interrotto da nessuno e stavolta non potrai scappare dalle sue domande, sarai costretta a rispondergli, questa volta sei tu ad essere sotto interrogatorio. Quando gira la testa per guardarti, nei suoi occhi vedi solo delusione e rabbia; è così che inizia la discussione. Ti dice che non riesce più a sopportare questa situazione, che non sa più cosa siete e, onestamente, neanche tu lo sai. Ti rinfaccia il voler camuffare i tuoi sentimenti, sapete benissimo entrambi che siete sempre stati qualcosa di più e che quello che avete silenziosamente deciso di diventare non sarebbe mai bastato a nessuno dei due. Ti ripete quelle due semplici parole che ti spaventano come non mai, ti ripete che ti ama, ma aggiunge che non sa più cosa fare, che si sente usato, che credeva che le cose sarebbero andare diversamente perché pensava che tu fossi pronta, invece, evidentemente, non lo sei. E' stufo di lasciarti giocare con i vostri sentimenti ed è questo che ti fa scattare; tu non stai giocando, eri seria quando gli avevi detto che non ci sarebbero stati coinvolgimenti sentimentali, ma evidentemente lui non ha capito cosa cercavi, o almeno così gli dici, perché in verità lui ha capito meglio di te quello che vuoi ed è proprio per questo che ha accettato le tue condizioni, proprio per dimostrarti che non andavano bene neanche a te. Ma ora è stanco, stanco di aspettare che tu la smetta di fingere di non capire, fingere di non ricordare, fingere di non provare per lui ciò che lui prova per te ed è proprio per questo che esce da quella porta, sbattendola. Ti passi una mano tra i capelli, sai che non tornerà indietro e che probabilmente non lo vedrai più neanche al distretto, sai che hai tirato troppo la corda e che tutto quello che ti ha detto è vero, ma non puoi fare a meno di essere arrabbiata con lui. Non sai bene perché, forse perché pensi che anche lui ti abbia abbandonata, lui che ti aveva detto che per te ci sarebbe sempre stato, che ti avrebbe aiutato ad abbattere quel muro, e che invece se ne è andato.

I giorni successivi non viene al distretto, non si fa sentire, non risponde né alle tue chiamate, né ai tuoi messaggi, una volta passi addirittura a casa sua, ma non ti apre nessuno. I ragazzi continuano a domandarti il perché della sua mancanza, a chiederti cosa è successo tra voi due e tu continui ad evitare la risposta, perché dirlo a qualcuno distruggerebbe anche le tue ultime speranze di rivederlo. Inaspettatamente, ricevi una chiamata da Martha, forse l'unica persona che conosce tutto, escludendo voi diretti interessati. Ti dice che Rick è partito per un tour per tutto il Paese per presentare il suo nuovo libro e non sa quando ritornerà, aggiunge che ti vorrebbe aiutare, ma veramente non sa altro. Ormai, con Alexis al college, chiama poco anche a casa e lo fa giusto per assicurarle che sta bene, senza però dire quando tornerà.

Da quel giorno passi spesso a trovare Martha al loft e lei ti accoglie sempre a braccia aperte. Parlate di tutto e di niente, degli spettacoli a cui lei partecipa, di come sta Alexis, della vita al distretto, ma nell'aria aleggiano sempre quelle domande che non osi fare, perché sai che lei non può risponderti. Dov'è Rick? Quando tornerà? Perché tu speri ancora che ritorni, speri di svegliarti un giorno e, entrando al 12°, di trovarlo seduto accanto alla tua scrivania, con due caffè in mano, come se niente fosse successo, pronto a fare battute idiote per alleggerire la tensione, formulare strane teorie sul vostro caso più recente, ma sai che queste sono solo fantasie.

La situazione ti pesa più di quanto tu voglia dare a vedere, una costante emicrania ti assale e ti sembra che il mondo si muova troppo velocemente per te, è come se non riuscissi a tenere il passo con quello che accade, come se le immagini ti scorressero davanti come quando guardi un film, come se vivessi sempre le stesse situazioni. Hai un caso, ti rechi sulla scena del crimine, parli con i testimoni, vai all'obitorio per sapere cosa è successo, interroghi i sospettati, li fai crollare, vai a casa e il giorno dopo inizia tutto da capo, come un CD rotto che suona imperterrito la stessa parte della stessa canzone. Certo cambiano i nomi, ma le azioni sono sempre le stesse, non ti è mai pesata questa routine, anzi, in questo modo eri certa di sapere cosa ti avrebbe aspettato il giorno dopo e quello dopo ancora, ma ora, ogni giorno che passa, stai sempre più male, non vorresti neanche alzarti dal letto e questo non è da te. Pensi a tutti i giorni di riposo che dovresti recuperare e l'idea di prenderti una settimana libera ti stuzzica, poi un dubbio ti assale, lo stesso dubbio che hai messo da parte giorni prima, ma che ti sta logorando dentro ed è per questo che decidi di chiamare il tuo medico e fissare un appuntamento per l’indomani, perché sai che lasciando passare del tempo le cose non miglioreranno, anzi, se possibile, peggioreranno ancora.

Domani sarà il giorno in cui scoprirai la verità, ma stanotte sarà un'altra notte passata da sola nel tuo appartamento a pensare cosa potrebbe essere stato e cosa non è, a lasciarti cadere nel buio.


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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Falling (capitolo 4)

Salve a tutti! Mi sono appena ricordata che oggi è venerdì e quindi devo postare un nuovo capitolo! Cosa devo dire? Credo che ormai abbiate capito l'alternanza  temporale dei capitoli, quindi vi lascio ringraziando come sempre chi recensisce, aggiunge la mia storia tra le seguite ecc. Grazie!!! (scusate se non ho taggato nessuno, ma sono un po' di corsa!)
Inoltre colgo l'occasione per farvi i miei più grandi auguri di Buon Natale! 
Non so se Lunedì sarò in grado di postare un altro capitolo, comunque al massimo il prossimo dovrebbe arrivare mercoledì!
A presto!!

Silvia

Falling

Capitolo 4


Era stanca, dolorante e affaticata, ma si sentiva più felice di quanto lo fosse mai stata in vita sua. Tra le braccia teneva il suo bambino, che dormiva beatamente avvolto in una coperta celeste, piccolo e indifeso. Sembrava un piccolo angelo, accarezzandogli dolcemente la guancia con un dito, poteva sentire la morbidezza della sua pelle, che rendeva il tutto reale. Finalmente aveva suo figlio, il loro figlio, ma lui ancora non lo sapeva. Aveva provato in tutti i modi a contattarlo, era persino andata fino agli Hamptons, sperando di trovarlo per raccontagli della piccola vita che cresceva dentro di lei, quella vita che avevano creato con il loro amore, ma inutilmente. Sembrava che fosse stato ingoiato dal centro della Terra.
Quando la porta della sua camera di ospedale si aprì, invece di veder tornare Laine e suo padre come si sarebbe aspettata, entrò proprio lui, l'oggetto dei suoi pensieri e delle sue preoccupazioni, l'uomo che amava, ma che era scomparso mesi prima, Richard Castle.
-Allora è vero...- sussurrò avvicinandosi al letto -Come... Perché non me l'hai detto? Perché mi hai tenuto all'oscuro?- le chiese lui deluso.
-Rick, io ho cercato di rintracciarti, ti avrò lasciato centinaia di messaggi in segreteria, ho tentato di scoprire dove eri, ma nessuno lo sapeva di preciso, neanche tua madre! Non mi hai mai richiamata Rick, in 7 mesi non mi hai mai richiamata! Come potevo dirtelo se non rispondevi alle mie telefonate? Con un messaggio in segreteria? Ciao Rick, sono Kate, come stai? O a proposito, sono incinta di tuo figlio! Avresti preferito questo?-
-Si! Sei solo un'egoista Kate! Non hai pensato che magari avrei preferito saperlo da te, anche da un messaggio in segreteria piuttosto che da Esposito?- le urlò contro, svegliando il bambino.
-Rick, ti prego, calmati! Te lo volevo dire, veramente! Volevo che tu fossi insieme a me durante questi mesi, non lontano da casa. Volevo solo stare tra le tue braccia e sentirmi dire che sarebbe andato tutto bene, sentirmi al sicuro. So che potrei occuparmi di nostro figlio da sola, ma non voglio farlo, voglio che ci sia anche tu.- rispose lei con le lacrime agli occhi, cullando il neonato per tentare di calmarlo.
-Kate, sei davvero così presuntuosa? Credi davvero di essere in grado di crescere un bambino da sola? In fondo, cosa ne sai dell'essere madre? Come farai una volta tornata al lavoro? Come potrai permetterti tutte le spese con il tuo stipendio da detective? Un bambino costa, specialmente uno piccolo. Sai cosa penso? Forse mio figlio merita di meglio, qualcosa che tu non gli potrai mai dare- disse tentando di prendere il piccolo dalle sue braccia, mentre lei lo guardava terrorizzata, stringendo il figlio forte a sé- Si, credo proprio che starebbe meglio con me, non combattermi Kate, lo sai bene anche tu che ho ragione, sai che non riuscirai a fare tutto, in fondo, sei umana anche tu.- finalmente riuscì a strappare il bambino dalle braccia della madre e si diresse verso la porta.
-No Rick! No! Non il mio bambino! Ti prego! Non portarmelo via!- urlò tentando di raggiungerlo, inutilmente- Rick! Non puoi farlo! Ti supplico! E' tutto quello che ho! Ho puoi portarmi via anche lui! Rick! Fermati!- cercò di fare qualche passo verso lui, ma le gambe le cedettero e cadde a terra. -Rick, è il mio bambino! Ti prego! Torna indietro!- urlò piangendo, ma era troppo tardi, era di nuovo sola nella sua stanza d'ospedale, senza l'unico raggio di sole che era entrato nella sua vita da poco meno di 6 ore. Senza il suo bambino.



Si svegliò di soprassalto e il buio l'accolse. Immediatamente si portò una mano al ventre, un senso di calma la pervase quando poté sentire la piccola sporgenza che si stava iniziando a formare. Era stato solo un incubo, un terribile incubo. Si asciugò il sudore che le imperlava la fronte e le lacrime che le rigavano il viso; le era sembrato tutto così reale. Guardò la sveglia sul comodino, segnava le 3 del mattino, sapeva che con questo stato d'animo non sarebbe riuscita a tornare a dormire, quindi decise di alzarsi e prepararsi una tisana calda, magari sarebbe servita a calmarla.
Mentre aspettava che l'acqua bollisse, si avvolse in una coperta e, sedendosi sul divano, si portò le gambe al petto come per proteggersi.
-Nessuno ti porterà via da me, te lo prometto...- sussurrò accarezzandosi la pancia.
Prima di rimanere incinta le era sembrato stupido parlare ad una persona che non può né sentirti né tanto meno capirti, ma ora farlo la rassicurava, era come sapere di non essere mai sola, di avere almeno una certezza nel mare di menzogne e mezze verità in cui navigava.
-Riuscirò a mettere le cose a posto con il tuo papà. Sai, lui è un uomo tanto buono, è molto giocherellone, certe volte si comporta come un bambino e mi fa arrabbiare, ma lo perdono sempre perché in fondo senza di lui mi annoierei. E' sempre stato lì quando ho avuto bisogno di avere qualcuno al mio fianco, mi ha salvato la vita tante volte e se non è qui ora è solo colpa mia, la mamma ha fatto tanti errori nella sua vita, ma forse questo è stato il più grande. Non dovevo trattare così il tuo papà, lui mi amava, forse mi ama ancora, e io non volevo ammettere a me stessa di amarlo,ed è per questo che se ne è andato, è per questo che siamo qui solo io e te, è per questo che lui non è qui a parlare con te, ad accarezzarti attraverso la mia pelle, a condividere la mia felicità. Si, sono felice che tu ci sia, ma sono anche un po' triste, perchè vorrei che la mia mamma fosse qui, sarebbe stata tanto felice anche lei. Ma forse se lei fosse ancora viva non avrei conosciuto il tuo papà, di sicuro non sarei diventata una detective e non mi sarei innamorata di lui, probabilmente sarebbe rimasto solo il mio scrittore preferito, mentre ora è molto di più, è il mio partner, il mio migliore amico, l'altra metà della mia mela.-.
Il fischio del bollitore interruppe i suoi pensieri, riportandola alla realtà.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Falling (capitolo 5) Si, finalmente ce l'ho fatta, ecco a voi un nuovo capitolo! Ci troviamo pochi giorni prima del quarto capitolo, si lo so, facendo riferimenti temporali del genere si perde il filo, rischio di perderlo anche io! Comunque sto pensando di inserire nelle note del prossimo capitolo uno specchietto dove riassumo la sequenza temporale degli eventi, fatemi sapere se è necessario o no.
Grazie mille a 1rebeccamdilpa93angelad e kate95!
Concludo porgendomi i miei auguri di un Buon Anno Nuovo!
A presto! Silvia
PS Quasi dimenticavo, questo week-end non sarò a casa, quindi è molto improbabile che lunedì riesca a postare un nuovo capitolo...

Falling


Capitolo 5


Hai sempre pensato che andare in giro per il Paese per firmare libri fosse divertente. Incontrare i fan, specialmente le donne, pazzi di te, essere circondato da gente che ti ammira, ma solitamente non sei da solo, c'è sempre Alexis con te, qualche volta anche tua madre, ma in questo tour sei da solo. Ti domandi perché hai accettato, poi ti ricordi, Kate. Avevi bisogno di cambiare aria, non potevi sopportare la situazione e sei scappato. Buffo, è una delle tante cose che le hai rinfacciato e ora usi la stessa tattica. Forse sei stato troppo duro con lei, ma ne avevate bisogno entrambi, dovevi dare un taglio netto a quello che stava succedendo, ma ormai è passato più di un mese e lei è come l'acqua per te, puoi sopravvivere senza per un paio di giorni, ma poi muori. Ti manca sentire la sua voce, anche quando ti sgridava al distretto, ma come potresti chiamarla? Cosa dimostreresti? Solo che sei il suo cagnolino fedele, che torna sempre indietro dal suo padrone. No, non puoi farlo.

Aprendo la casella di posta elettronica noti una sua e-mail. Sei indeciso. Vorresti aprirla, ma hai paura. Paura di non poterti fermare dal correre da lei per riaverla tra le tue braccia, per stringerla a te senza mai lasciarla andare, per guardare nei suoi occhi verde smeraldo e dirle che va tutto bene e che la perdoni, perché la ami. Sei combattuto, ma infine prendi la tua decisione e sposti l'e-mail nel cestino.


Hai appena finito di inviare un messaggio di posta a Rick, sperando che lui lo legga prima di cancellarlo. Ti sei scusata per l'ennesima volta con lui, pregandolo di chiamarti o almeno di rispondere alle tue chiamate, perché dovevate discutere di questioni importanti. Non gli hai detto niente del bambino, non ti sembra giusto che lo venga a sapere così, anche se vorresti renderlo partecipe della tua decisione, una scelta della quale subirai le conseguenze, non per forza negative, per almeno i prossimi 18 anni, se non per il resto della tua vita.

Il tuo sguardo cade sulle immagini della tua ecografia di stamattina e un sorriso ti illumina il volto, prendi in mano l'immagine e tracci il contorno del tuo bambino, sei all'incirca incinta di 8 settimane e,come ti ha spiegato il medico, gli arti del piccolo si stanno iniziando a formare. Otto settimane, significa che è successo all’incirca a metà luglio. Hai la certezza che questo bambino è il frutto del vostro amore e questo ti rassicura, ti da speranza, perché se c’è una cosa di cui non puoi dubitare e quanto lui ti ama, anche se in questo momento avresti bisogno di sentirglielo dire. Sai che riuscirai a farlo tornare da te, riuscirai a risolvere i problemi che vi separano. Devi riuscirci, devi combattere per voi, fino ad ora lo ha fatto lui per tutti e due, ora tocca a te, perché ora hai un motivo in più!


Potrebbe non vedere subito la tua e-mail, perciò decidi di aspettare una settimana prima di lanciare la tua offensiva.

Sei pronta anche a fare ore di fila insieme a tutti i suoi fans pur di non farti più ignorare, in fondo deve pur esserci da qualche parte un calendario con tutti i suoi appuntamenti per le firme dei libri e tu lo troverai. Ecco che torna a galla il tuo lato da detective e questa volta non lo reprimerai. Tenterai con ogni mezzo di portare a casa Richard Castle lo scrittore, il tuo scrittore, l'uomo che ami e padre del tuo bambino.

Peccato che questa tua determinazione verrà messa a dura prova dal muro che hai dentro e dall'indifferenza che continuerai a ricevere come risposta, nonostante i tuoi continui tentativi di entrare in contatto.

Peccato che gli incubi continueranno a tormentarti e non riguarderanno più solo il cecchino o la morte di tua madre, ma anche la tua gravidanza, Castle, la tua famiglia e persino il capitano Gates.

Ma non sei la sola che avrà degli incubi, dall'altra parte del Paese, infatti, Castle non riuscirà a prendere sonno pensando che possa capitarti qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, senza che lui abbia la possibilità di salvarti, di starti accanto, di controllare che tu stia bene, che tu sia ancora lì, con lui.

Sonni agitati aspettano entrambi, ma di chi è la colpa? Si potrebbe incolpare la paura o la lontananza, ma sapete entrambi che la colpa è dell'amore che vi lega, che tutti gli altri sentimenti e sensazioni sono causati da quest'emozione, perché se non vi amaste, se non voleste soltanto il bene per l'altro, non avreste paura di perderlo e non avreste questi terribili incubi.


Prima di andare a letto entrambi guardate la luna piena che spunta da dietro i grattacieli, è un miracolo che non sia oscurata da delle nuvole. Entrambi ricordate quando lui aveva sostenuto, che con la luna piena, tutti i pazzoidi di questo mondo escono allo scoperto e questo strappa un sorriso a tutti e due, riportando alla mente tanti altri momenti trascorsi di notte, sia come partner, sia come amanti.


E' ormai tardi e decidi di lasciarti andare tra le braccia di Morfeo. Indossi una sua maglietta al posto del pigiama, probabilmente l’ha dimenticata dopo uno dei vostri tanti incontri notturni e tu non ti sei preoccupata di rendergliela. Immergi il naso nella stoffa e senti ancora il suo profumo, è tenue ma lo senti. Non che tu abbia bisogno di risentirlo, ormai è impresso a fuoco nella tua mente e niente potrebbe cancellarlo, come niente potrà mai cancellare i ricordi di lui e te insieme, di voi. Un sorriso ti illumina il viso mentre ti addormenti.


Non riesci a prendere sonno, senti l'ispirazione che prende possesso di te e devi scrivere, non il capitolo di un nuovo libro, semplicemente quello che ti passa per la testa, poi magari non verrà mai pubblicato, ma suona così bene nella tua mente che sarebbe un peccato dimenticarlo e lasciarlo finire nell'oblio. Senza accorgertene passano le ore e quando l'aurora sorge, stai ancora battendo i tasti del tuo portatile, nella tua stanza d'albergo. Hai finito per scrivere una storia, non un poliziesco come tuo solito, somiglia tanto a una di quelle favole che inventavi per Alexis quando era piccola e voleva sentire qualcosa di diverso dai classici. Sarà pure una favola, una sciocchezza, per la quale Alexis è ormai troppo grande, ma continui a scriverle per il semplice piacere di farlo, ti aiuta a tornare indietro nel tempo, non sai che presto potrebbero di nuovo esserti utili.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Falling (capitolo 6) Lo so, lo so, dovevo pubblicare ieri, ma non ce l'ho fatta, se dovete incolpare qualcuno, incolpate mia sorella che non mi lascia dormire perchè ha paura del vento!
Comunque, ecco a voi il sesto capitolo, cosa accadrà? Beh, dovete leggere per scoprirlo! *risata malvagia che va bene con tutto*
Come sempre grazie mille a 1rebeccam, dilpa93angelad, madeitpossible e tutti coloro che leggono la mia storia.
Ok, ho finito, vi lascio al capitolo!
A Venerdì prossimo!
Silvia. ^_^


Falling


Capitolo 6





Una fitta pioggia affliggeva Denver quel giorno. La detective aspettava pazientemente nell'ombra il momento giusto per avvicinare il suo obbiettivo.
La libreria era colma di gente e lui non rimaneva solo neanche per pochi secondi, erano proprio queste condizioni che le causavano, pian piano, la perdita del coraggio, quello stesso coraggio che l'aveva spinta a chiedere due giorni di permesso da lavoro per raggiungerlo in Colorado, solamente per poterci parlare, e lasciavano spazio alla paura e al ripensamento.
Stava per uscire dal locale, quando, con la coda dell'occhio, lui riconobbe la sua figura familiare e cercò il suo sguardo, a quel punto non poteva più farsi indietro.
Quando finalmente i loro occhi si incontrarono, lo scrittore iniziò a farsi largo tra la folla, ignorando completamente le persone che gli rivolgevano la parola o lo fermavano per scattare delle foto, si sarebbe scusato dopo, il suo unico pensiero era quello di raggiungere la donna che non sarebbe dovuta essere lì, ma che, per qualche arcano motivo, era presente, non che gli dispiacesse.
Quando finalmente la raggiunse, non ebbe tempo di formulare neanche una parola, perché la detective lo anticipò.
-Rick, possiamo parlare in un posto più tranquillo, prometto che ti spiegherò tutto: perché sono qui, perché ti ho chiamato così spesso da quando te ne sei andato e molto altro, poi me ne andrò e sparirò dalla tua vita, se vorrai questo.-.
Senza fiatare, Castle la prese per mano e la condusse, passando attraverso i vari reparti della libreria, fino al magazzino, situato sul retro del locale.
Solo due persone, oltre loro, occupavano lo spazio, ma erano troppo prese dal loro compito, cioè svuotare un camion contenente vari scatoloni di libri, per notare la loro presenza.
-Qui possiamo parlare- le disse lo scrittore, mollando la presa.
Kate iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore e a passarsi una mano nei capelli, improvvisamente la gola le si era seccata e, anche ben sapendo cosa doveva dire, non riusciva a spiccicare parola, chiunque avrebbe potuto capire che era nervosa. Per cercare di tranquillizzarla Rick le accarezzò delicatamente la guancia destra e lei, abbandonandosi al suo dolce tocco, dopo aver preso un respiro profondo, iniziò il suo discorso.
-Rick, so di aver fatto molti errori, lo sappiamo entrambi, ma il più grande l'ho fatto lasciandoti andare via da me, rovinando quello che avevamo con la mia testardaggine. Non avevo il diritto di chiederti di ignorare quello che provavi per me, senza che neanche io rispettassi questa mia stessa richiesta, eppure tu hai accettato questa assurda condizione per riuscire a starmi vicino, pensando che le cose sarebbero migliorate, che avrei cambiato idea, quando invece sin dall'inizio sapevo che non sarei riuscita a trattenere i miei sentimenti per te, sono troppo forti. Quando te ne sei andato, sono finalmente riuscita ad ammettere a me stessa quanto... quanto ti amo.- disse, lasciando lo scrittore stupito ma allo stesso tempo felice, lui avrebbe voluto rassicurarla, ma lei non glielo permise- Ti prego, lasciami finire. Ho capito quanto sono stata egoista e codarda e quanto tu avessi ragione, tutto questo grazie a quello che ho scoperto due settimane fa. Non ti chiamavo solo perché volevo chiederti scusa, per dirti quanto avevi ragione o per chiederti un'altra possibilità; ti ho chiamato e sono venuta qui per dirti che, durante uno dei nostri incontri, se così si possono chiamare, abbiamo creato qualcosa di nostro...- lo guardò negli occhi e vide una scintilla comparire nel suo sguardo a quella notizia, quando realizzò quello che gli stava dicendo.
-Sei incinta...- il suo tono non era triste, ma neanche felice, semplicemente sconvolto- Sei incinta!- esclamò sprizzando gioia da tutti i pori quando lei annuì.
-Rick, voglio dirti solo che se non vuoi aver più niente a che fare con me, posso cavarmela da sola, non sei obbligato a stare con me solo perchè sono incinta...- disse lei distogliendo lo sguardo.
-Kate, guardami.- disse prendendole delicatamente il viso tra le mani- ti sembra che non sia felice? Non ti abbandonerei mai! Né te, né questo bambino! Ti starò sempre vicino, always! Mi dovrai sopportare per un bel po'!- rise, stringendola tra le sue braccia- Ti amo, non dimenticarlo, mai. So che quella mattina, quando sono andato via dal tuo appartamento, sono stato brusco e anche un po' stronzo forse, ma ero così arrabbiato! Non volevo permetterti di rovinare la nostra storia ancora prima che nascesse.- detto questo la strinse a se, posandole un bacio sulla fronte.
Prima che potessero continuare il loro discorso, l'agente di Rick, Paula, entrò come una furia nella stanza.
-Ecco dove ti eri cacciato! Sciagurato di uno scrittore! Lì fuori ti stanno tutti cercando! Sei scomparso nel nulla! Forse te ne sei dimenticato, ma siamo qui per pubblicizzare il TUO libro, non il mio o di quel mingherlino del commesso! Muoviti a venire fuori da questa stanza! Potrai vedere la tua amichetta stasera!- gli urlò contro.
-Non parlare così! Non è la mia “amichetta”, come l'hai chiamata tu! E' la mia Musa, la mia migliore amica e la donna che amo, quindi torna lì fuori e io ti raggiungerò tra cinque minuti.- le disse deciso. Quando l'agente se ne andò sbuffando,  si rivolse nuovamente a Kate.- Ora devo andare, ma mi consenti di invitarti a cena stasera? Se mi dai l'indirizzo dell'hotel dove alloggi, posso passare a prenderti, facciamo alle 8?- le chiese con un tono dolce e gentile.
-Va bene, comunque non c'era bisogno che mi difendessi così...-.
-Paula ha sbagliato, non doveva permettersi di rivolgersi a te così, punto e basta. Ci vediamo stasera allora?- chiese spostandole una ciocca di capelli che le scendeva sul viso.
-Va bene, ti invio per messaggio il nome dell'hotel, alle 8 quindi?-.
-Si, ma se vuoi puoi anche rimanere qui per un altro po'... io di certo non mi lamento!- disse sorridendo.
-No, preferisco tornare in hotel, non credo di stare molto simpatica alla tua agente.- scherzò lei.
-A chi, Paula? Lei non sopporta nessuno! Va dritta per la sua strada, tipo un uragano!-rise- comunque se davvero te ne vuoi andare, prima devi lasciarmi fare una cosa.- aggiunse, guadagnandosi un'occhiata curiosa da parte della detective.
Piano piano lo scrittore spostò la sua mano sul fianco della donna, dirigendosi verso il suo ventre e, alzando di qualche centimetro la maglietta che indossava, iniziò ad accarezzarle dolcemente la pelle sotto all'ombelico, poi si abbassò fino a raggiungere con la bocca il livello della mano.
-Ehi piccolo, mi senti? Io sono il tuo papà e voglio tanto tanto tanto bene a te, ma anche alla tua mamma. Mi prometti di fare il bravo fino a quando non sarai nato? Poi ci penseremo insieme a far impazzire la mamma!- alzò lo sguardo verso Kate, che aveva gli occhi lucidi, ma sorrideva- Non so se sono gli ormoni, ma ho fatto commuovere la mamma, devo segnare questo giorno sul calendario!- si rialzò e venne catturato dall'abbraccio della detective, che gli stringeva le braccia intorno al collo.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Falling (capitolo 7)

Salve a tutti! Si, sono ancora viva! Scusate per il ritardo colossale, ma nella mia scuola il quadrimestre finiva sabato 21, vi lascio solo immaginare le mie ultime due settimane!
Beh, cosa dire? Ecco l'ultimo capitolo al passato di questa storia. Si, sta finendo, il prossimo sarà l'ultimo capitolo *me triste*.
Grazie mille a 1rebeccamKitt, Luli87, Carola_29, angelad e dilpa93, grazie grazie grazie!
Ora, se non vi dispiace, vado a nascondermi da qualche parte, in attesa dell'ira di madeitpossible!
A presto!!!
Silvia

Falling

Capitolo 7


Sei appena salita sull'aereo che ti porterà a Denver, tra tre ore e mezzo lo raggiungerai, ma sei sicura che riuscirai a rivelargli il perché della tua visita? Si, ci devi riuscire, è la cosa giusta da fare.
Riponi il piccolo trolley che hai portato con te nella cappelliera e prendi posto accanto al finestrino, fortunatamente l'ala dell'aereo non ti impedisce la visuale, almeno potrai goderti il viaggio.
Rivolgi la tua attenzione al libro che hai precedentemente sfilato dal tuo bagaglio, un suo libro, l'ultimo libro della serie di “Nikky Heat”. Anche questa volta, come le altre, ti ha fatto ottenere una copia in anteprima, è vero, non te l'ha consegnata lui di persona, lo ha fatto un semplice postino, ma pensi che questo significa solo che tiene ancora a te.
Anche se il pensiero di non essere più nel suo cuore, ti ha sfiorata, lo hai scacciato subito dalla tua mente, perché… sai bene che lui tiene a te. E’ qualcosa di cui non puoi dubitare, lui ti ama, punto. Non avrebbe potuto fingere per tutto questo tempo, nessuno ne sarebbe capace. Ti ama e te l'ha dimostrato ogni volta che ti ha portato il caffè al distretto, che ti chiedeva come stavi, che rimaneva con te a lavorare ad un caso fino a quando non lo costringevi ad andarsene, ogni volta che ti accarezzava la guancia, ogni volta che ti baciava. Perché hai paura della sua reazione, allora? Forse perché tutto questo ha sconvolto anche te, che l'hai provocato. Forse, ma riflettendoci ti rendi conto che la sua, paradossalmente, non è la reazione che ti preoccupa di più, sei più in pensiero per quello che penserà Alexis. Sai che Martha e tuo padre la prenderanno bene, lei ti adora e lui sa come sei fatta, conosce la tua parte ribelle ed è venuto a patti con la realtà da tempo, in più Rick gli è simpatico, ha fiducia in lui; ma Alexis è un'incognita, ha 19 anni e non sai come potrebbe reagire. Sei cosciente che lei è una persona molto matura, ma sono sempre stati solo lei, suo padre e sua nonna, questo stravolgerà il mondo di tutti voi e hai paura che lei, pur essendo al college, sarà quella che ne soffrirà di più.
Cerchi di scacciare via questi pensieri concentrandoti sull'hostess, che segnala le varie uscite di emergenza e ascoltando il messaggio del capitano, proveniente dall'alto-parlante. Chissà come mai non si capisce mai quello che dicono, ti chiedi, riesci solo a distinguere il nome dell'aeroporto e poche altre parole.
Ripensi alla sera precedente, Laine è rimasta a dormire da te, offrendosi di accompagnarti stamattina per assicurarsi che non cambiassi idea all'ultimo momento. Saranno state le 11 e 30, avevate finito di cenare da un po' e stavate guardando una puntata di Temptation Lane, quando hai espresso ad alta voce il tuo dubbio più grande. “Forse non dovrei andare. Forse non dovrei dirglielo” avevi detto “Non ho il diritto di rovinargli la vita così” e a quel punto l'unica cosa che la patologa aveva potuto fare, era stato spegnere la televisione, guardarti negli occhi e prepararti una bella cioccolata calda. Una volta tornata da te con due grandi tazze piene di quel delizioso liquido bollente, si era seduta sul divano, al tuo fianco e, dopo aver sorseggiato la bevanda, ti ha chiesto, con la voce più calma che avessi mai sentito, il perché di quelle tue affermazioni. Ti ha ascoltato in silenzio, senza spiccicare parola, fino a quando non le hai esposto tutte le tue paure e preoccupazioni, a quel punto, porgendoti la tua tazza e posando la sua sul tavolino basso situato davanti al divano, aveva iniziato a dissolvere tutti i tuoi dubbi, facendoti sentire più
tranquilla. Ti ha assicurato che Castle non avrebbe mai potuto considerare questo bambino, vostro figlio, un terribile errore, che non sarebbe scappato via e non avrebbe mai pensato che la sua vita sarebbe stata rovinata; anzi, conoscendolo ti avrebbe stretto a se, impedendoti di lasciarti andare per paura di perderti, perdervi, nuovamente. Non eri riuscita a trattenere le lacrime e Laine, per sdrammatizzare, aveva iniziato a parlare con tuo figlio, sostenendo che sarebbe diventata la sua zia preferita e che non vedeva l'ora di incontrarlo, a poco erano servite le tue osservazioni sul fatto che sarebbe stata la sua unica zia e che ci sarebbero voluti mesi e mesi prima che nascesse.
Parlare con lei ti ha aiutato molto, anche se i tuoi dubbi sono sempre lì, sono un po' più facili da sopportare. E' più forte di te, non puoi fare a meno di pensare allo scenario peggiore, forse perché hai paura di essere felice. A causa del tuo lavoro, sei abituata a vedere così tante situazioni terribili, che non credi più sia possibile essere pienamente felici nemmeno per un momento. Ma la tua paura più grande è credere di non meritarti una persona come lui, dopo tutto quello che ti è successo, pensi che lui si meriti qualcosa di più di te, di meno danneggiato, di meno pericoloso, di meno temporaneo.
Leggi per l'ennesima volta la frase stampata sulla prima pagina del libro. “La fine non è altro che l'inizio di qualcos'altro. Sempre.” Quanto ha ragione, la fine della vostra amicizia, non solo ha fatto evolvere e elevare il vostro rapporto ad altri livelli, ma ha anche dato la vita a un essere completamente nuovo. Poi c'è quel sempre, il vostro sempre, quello che vi siete promessi senza che nessuno lo sapesse. Un giuramento messo a dura prova dalle circostanze, ma che, hai la certezza, verrà rispettato sempre. Una semplice parola che per voi significa tutto. Lui ci sarà sempre, anche, come in questo caso, dopo un feroce litigio, lui ti ascolterà, accetterà le tue scuse; lui ti consolerà sempre, quando non vorrai alzarti dal letto, quando non vorrai andare a dormire per paura degli incubi. Lui combatterà al tuo fianco sempre, giorno dopo giorno, anche quando non dovrebbe, lui ti proteggerà sempre, quando un criminale tenterà di ucciderti, quando rischierai di perderti nei meandri del caso di tua madre. Voi sarete legati indissolubilmente dal legame più forte al mondo, l'amore, sempre.


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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Falling

 

Capitolo 8

                                                                      
La forte luce del lampadario illuminava la camera d'albergo di Richard Castle mentre questo si preparava per una delle sere più importanti della sua vita. Il silenzio surreale che si era venuto a creare fu interrotto dalle note di una dolce e allegra melodia che proveniva dal suo computer portatile. Lo scrittore, cercando di decidere quale cravatta indossare davanti allo specchio, iniziò a canticchiare il testo simpatico della canzone.
- When the moon hits you eye like a big pizza pie, that's amoreeeee - provò la cravatta che teneva nella mano destra - When the world seems to shine like you've had too much wine , that's amoreeee - no, quella cravatta viola era troppo sgargiante, aveva bisogno di qualcosa che non dicesse "Guardatemi, sono uno scrittore famoso, venite a rovinarmi la serata"- Bells will ring ting-a-ling-a-ling, ting-a-ling-a-ling and you'll sing "Vita bella" - decise di tentare con la cravatta blu - Hearts will play tippy-tippy-tay, tippy-tippy-tay like a gay tarantella – soddisfatto della sua scelta, si ammirò allo specchio when the stars make you drool just like a pasta fazool, that's amoreeeeee- stava decisamente bene, l'abito blu notte con righine grigie e la camicia azzurra gli donavano molto e la cravatta era un tocco di classe, era elegante ma non troppo, insomma, perfetto per un'uscita del genere, però mancava qualcosa, un tocco "alla Castle", sapeva che molto probabilmente durante e dopo la cena avrebbero parlato di argomenti seri e cercato di risolvere questioni importanti, gli serviva qualcosa per sdrammatizzare. Voltandosi verso l'armadio aperto, vide spuntare da un cassetto un fazzoletto da taschino, un regalo di Alexis, ovviamente non era un semplice lembo di stoffa, era quello che gli serviva, ora l'abito aveva la sua firma.


Quando aveva accettato l'invito a cena di Castle, era talmente ipnotizzata dalle sue parole e dal suo sguardo che aveva dimenticato un "piccolo dettaglio", non si era portata nessun vestito elegante, in fondo doveva stare via solamente due giorni, pensava che non le sarebbe servito.
Aprendo il piccolo trolley che si era portata, notò, piegato in maniera impeccabile, un capo che non si ricordava di aver portato. Tirandolo fuori e posandolo sul letto, si rese conto che altro non era che un lungo abito da sera nero, quell’abito che lui gli aveva regalato poco prima di partire, quando aveva accettato di accompagnarlo alla festa per la presentazione dell’ultimo libro della serie di Nikky Heat, festa che poi era stata cancellata e sostituita con il tour per il Paese.
Tornando con lo sguardo alla valigia, notò un bigliettino per terra, probabilmente si trovava dentro in mezzo al vestito ed era caduto quando l’aveva poggiato sul letto. Poté riconoscere la calligrafia ordinata della dottoressa Parrish, ovviamente era stata lei a mettere di nascosto il vestito in borsa! Scosse la testa e iniziò a leggere: “ pensavi veramente che ti avrei fatto incontrare il tuo scrittore senza un abito elegante a portata di mano? Chiamala intuizione, ma penso che ti sarà utile! PS. Ricordati che mi dovrai raccontare tutto appena tornata a New York!”. Sì, era proprio nello stile di Laine e in questo caso aveva avuto ragione, fortunatamente ci aveva pensato lei. Terminò di prepararsi quando ormai mancavano pochi minuti alle otto. Il cellulare squillò, aveva ricevuto un messaggio da Richard “Sto uscendo adesso dal mio albergo, vuoi che ti aspetti fuori o che ti faccia chiamare in camera quando arrivo?”, rispose velocemente che l’avrebbe aspettato fuori. Prese la giacca e la pochette e uscì dalla camera, sperando che andasse tutto bene.

Prima di scendere dall’elegante automobile che aveva affittato per la sera, Rick riconobbe la figura della sua Musa che lo aspettava davanti all’ingresso della hall. Era splendida come sempre e quando si avvicinò non poté fare a meno di rimanere senza parole. I capelli lunghi e mossi erano lasciati sciolti e le scendevano dolcemente sulle spalle, anche se la giacca copriva in parte il suo vestito, lui l’aveva perfettamente riconosciuto e si ricordava benissimo il modello e poteva già immaginarsi come il corpetto l’avrebbe fasciata e come il tessuto sarebbe caduto dolcemente dalla vita in giù. Quando la donna si voltò vedendolo, uscì dall’auto e le si avvicinò sorridendole, una volta davanti a lei le accarezzò la guancia e poi, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio le diede un casto bacio a fior di labbra.
-Sei davvero fantastica Kate… - le disse, guardandola negli occhi.
-Anche tu non sei male Castle- rispose sorridendo la detective.
-Oh no, non Castle, non siamo al distretto, non siamo qui come Castle e Beckett, siamo solo Rick e Kate, tu ora non sei una detective e io non sono uno scrittore, siamo solo due persone che si amano che vanno a cena insieme, beh, facciamo due e mezzo.- aggiunse accarezzandole il dorso della mano- Per te va bene?- chiese infine.
-Più che bene, Rick. Sai qualche volta mi dimentico quanto dolce tu possa essere.-.
-Il mio obbiettivo d’ora in poi sarà non fartelo dimenticare mai più. Da oggi per sempre. O almeno fino a quando non mi sparerai perché no mi sopporti più!- disse, guadagnandosi un colpo sul petto da Kate.- Bene, ora che abbiamo rotto un po’ il ghiaccio, le dispiacerebbe seguirmi fino alla nostra vettura, signorina?- chiese lui con fare cavalleresco.
- Oh mio bel cavaliere, la seguirò con molto piacere.- scherzò lei, porgendogli la mano.

Più la sera andava avanti, più i due amanti riuscivano a ritrovarsi, ripresero a scherzare tra di loro, a flirtare come loro solito, sempre però avendo ben presente l’obbiettivo della serata.
Il ristorante dove avevano consumato la cena era uno dei più eleganti di Denver, il servizio era ottimo e grazie a uno dei suoi contatti Rick era riuscito a farsi riservare un tavolo in disparte, in modo che potessero passare una serata tranquilla, senza essere disturbati. Più la cena andava avanti, più gli argomenti che affrontavano erano personali e dovevano essere trattati con le pinze, quindi, se mentre mangiavano gli antipasti, Rick aveva chiesto notizie dei ragazzi e di Laine, quando erano ormai arrivati al dolce, parlavano del periodo passato da quando Kate aveva scoperto del bambino, fino alla sua decisione di raggiungerlo a Denver. Molte delle ferite che si erano inferti vennero ricucite quella sera e molte decisioni vennero prese. Rick ribadì le sue intenzioni, voleva essere lì per Kate e per il loro bambino e i suoi occhi lo dimostravano brillando ogni volta che ripensava al bambino che la detective portava in grembo, il loro figlio, suo e della donna che amava. Rimase sorpreso quando, mentre aspettavano il conto, lei gli fece scivolare tra le mani la sua prima ecografia, una lacrima scivolò sulla guancia di Rick, seguita da un’altra e un’altra ancora, mentre tracciava il piccolo profilo dell’immagine con un dito.
-E’ così piccolo- disse lo scrittore guardando Kate- così piccolo ma così vero. Sarei voluto essere lì con te.- aggiunse.
-La prossima volta, se vorrai, ci sarai, nel frattempo puoi tenerla se vuoi, ne ho una copia a casa.- gli sussurrò, poi prendendogli il fazzoletto dal taschino, gli asciugò le lacrime. Guardando bene il pezzo di tessuto azzurro, rise.
- Pinguini, Rick? Ti facevo tipo da orsetti- disse facendolo ridere.
-No, gli orsetti si abbinano solo con l’abito marrone e gli alieni con quello nero, sai, sono un regalo di Alexis, come hai notato, sono molto utili per sdrammatizzare!-.
Così si concluse la loro cena, con risate e amore, come dovrebbe sempre essere quando due persone che si amano si incontrano.

L’indomani la detective Beckett tornò a New York, ma questa volta non era sola durante il viaggio in aereo, aveva al suo fianco l’uomo che amava.

 

NA O mio Dio, non ci posso credere, ho finito!!! Cosa posso dire? Questa ff è nata dalla scena di Rick che canta “That’s amore”, si, io ho scritto una long di 8 capitoli per inserire questa scena, lo so, non sono normale…

Iniziamo con i ringraziamenti: ovviamente grazie a Rebecca, anzi, se la storia vi è piaciuta, dovete ringraziarla anche voi, probabilmente senza il suo aiuto non l’avrei mai postata, quindi davvero grazie!

Grazie anche a dilpa93, Carola_29,  angelad,  valeeeP e per ultima, ma non per importanza a  madeitpossible spero che quest’ultimo capitolo vi sia piaciuto e scusate se non ho risposto alle vostre recensioni, sono stata malata tutta la settimana…

Grazie mille a chiunque sta leggendo questa nota, a chi ha recensito, a chi ha aggiunto questa storia tra le preferite o le seguite e anche a chi ha solo utilizzato qualche minuto del suo tempo per leggerla.

 Con cosa vi lascio? Con una piccola conversazione tra me e una delle mie migliori amiche, stavamo “discutendo” su dove avrebbe trovato il vestito Kate, mi ringrazierete per aver fatto intervenire Laine!

Io: Scusa, ma tu per due giorni, metteresti in valigia un abito da sera? Mica ti puoi portare tutto l’armadio in viaggio!

Lei: magari chiede a hermione come si fa l’incantesimo che ha usato per la borsa nel settimo libro ed è a posto

Io: O si fa prestare i topini di cenerentola

Lei: Anche o chiama le fate di aurora

Io: E ma poi litigano sul colore

Lei: Si allora solo serena

Io: E se glielo facesse recapitare Castle?

Lei: Naa ma che cavolo! Deve essere una sorpresa! Io dico che le deve arrivare in un pacco col paracadute … si si mi piace

Io: Ahahah e chi lo manda?

Lei: Mah… molly weasley? Magari con una strillettera

Io: xD oppure Laine si catapulta lì xD

Lei: Si, con una strillettera!

Io:  Ma così si prende un colpo!

Lei: Naa ma è una detective! Non si può spaventare così! Eh.. è solo una lettera volante e parlante, che cavolo..

Io: Rimango dell’idea che sia meglio far atterrare Laine con il paracadute

Lei: Ma è troppo banale!

Io: E se insieme a Laine e la strillettera arrivassero anche serena e i topini?

Lei: Tombola… visto che ci sei fai partorire Kate,chiama il bimbetto Harry e fai arrivare Voldy…

Io: E ma è presto, al massimo faccio resuscitare la madre di Kate

Ah, l’arte di mischiare i fandom! Comunque io sono scusata, avevo la febbre!

Va bene, ora vi lascio veramente, ma  non vi libererete di me così facilmente, sentirete ancora parlare di me su questo fandom, magari a proposito di piume, alcol, divani e panna spray.

 

 

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