Legami
Spezzati?
“Ino
saremo amiche per sempre vero?”
“Certo
che si! Cosa credevi Fronte spaziosa?!!”
<<
Ino ti prego! Sarà la decima volta che te lo ripeto!! Non ci
ha nemmeno rivolto la parola! Si è avvicinato per rimproverare
Naruto ed è finita li! Non ha detto nient'altro. >>
“sei
stata tu ad impedirlo” le suggerii la vocina nella sua testa.
Ino
si era avvicinata in tutta furia al loro banco prima che Sasuke
potesse proferire parola e lui si era semplicemente limitato a fare
dietrofront e ritornare al suo banco senza degnarla di un solo
sguardo. Si era sentita una stupida, aveva ingenuamente creduto che
ci fosse un dettaglio nei suoi occhi o nei suoi assurdi capelli che
potesse catturare la sua attenzione. Una fantasia sciocca ed inutile
si era detta, se nemmeno Ino aveva destato interesse in quel ragazzo
dall'aspetto così nobile come poteva anche solo pensare di
riuscirci lei?
Ino
però non era del suo stesso avviso. Sapeva che Sakura non era
affatto conscia del suo potenziale, non sapeva acconciarsi come
sapeva fare lei né tanto meno sapeva vestirsi alla moda come
lei. Per farla breve Sakura non sapeva mettersi nella giusta luce e a
lei, molto egoisticamente, andava bene così, non voleva che la
sua amica fosse una rivale, non avrebbe potuto accettarlo e la loro
amicizia avrebbe finito per sgretolarsi e non era quello che voleva.
Per
questo quando aveva visto il nuovo studente vicino al loro tavolo si
era acceso in lei uno strano sentimento, come un campanello
d'allarme. Sentiva che quello era un segnale di cattivo presagio.
Durante
la strada di ritorno non aveva fatto altro che tormentarla, prima
chiedendole fino alla nausea dettagli sul loro “incontro”
e poi tartassandola con i suoi nuovi progetti per conquistare il
misterioso e dannatamente bello compagno di classe. La verità
era che in un certo qual modo voleva “marcare il territorio”
voleva che lei intuisse che Sasuke Uchiha era un suo obbiettivo e che
l'avrebbe raggiunto a qualsiasi costo.
Durante
il tragitto in treno fu una fortuna per Sakura dover rimanere quasi
in silenzio, parlare ad alta voce in treno era segno di grande
maleducazione e mai come quella volta Sakura fu grata che nel suo
paese ci fossero tante formalità. Ebbe quindi tempo per
chiedersi se il suo interesse nei confronti del nuovo compagno non
avrebbe rappresentato un ostacolo nella sua profonda amicizia che la
legava ad Ino, non voleva perderla perciò disse a se stessa
che non avrebbe permesso a niente e nessuno di separarla dalla sua
amica.
Quell'ultimo
pensiero le riportò il sorriso sul viso e i suoi occhi
brillarono di nuovo.
<<
Ino-pig! Scendiamo una fermata prima? Voglio provare i takoyaki di
quel negozio sul volantino!! >>
<<
Dovresti pensare un po' di più alla tua linea Sakura! >>
<<
Avanti non farti pregare! >>
<<
E va bene fronte spaziosa! Facciamo come vuoi tu. >>
Si
guardarono e si sorrisero come se ne avessero un disperato bisogno.
Non
sapevano ancora che da li a poco la loro amicizia si sarebbe
incrinata..
<<
Naruto! Quante volte devo dirti di tenere in ordine la tua stanza?!
Non puoi passare tutto il giorno con quella chitarra! I vicini si
lamentano sai?! >>
<<
Avanti zio!! Lo sai che ho un sogno da realizzare no? Come faccio a
diventare un chitarrista di fama mondiale se non mi esercito??! Non
posso perdere il mio tempo con cose
come pulire la mia camera! >> Fece un sorriso a trentadue denti
e gli occhi da cucciolo randagio sperando di convincere suo zio a
perorare la sua causa. Suo zio però non era un tipetto per
niente facile.
Jiraya
era il tutore di Naruto sin dal giorno della sua nascita. Il destino
pareva aver deciso di riservargli una vita di sofferenze sin
dall'inizio della sua vita. I suoi genitori erano morti entrambi :
sua madre Kushina dandolo alla luce e suo padre Minato in uno strano
incidente stradale, proprio mentre correva in ospedale per
raggiungere la sua famiglia. Jiraya ,che da sempre era stato come un
padre per Minato, aveva preso istantaneamente la decisione di
prendersi cura per il resto della sua vita di quello sfortunato
fagottino piagnucolante che gli avevano messo in braccio le
infermiere non appena ricevuta la notizia della morte dei suoi
genitori.
La
sua vita era dovuta cambiare radicalmente, aveva dovuto rinunciare a
molti dei suoi discutibili divertimenti e diventare dall'oggi al
domani una persona responsabile e rispettabile. E Jiraya ci era
riuscito. Grazie alla sua tenacia ora era un famoso scrittore di
fama nazionale e questo gli permetteva di dare al suo protetto tutto
quello di cui aveva bisogno. Non aveva cambiato del tutto la sua
natura, manteneva sempre quello spirito da “scapolo
incorreggibile”,che tanto piaceva alle donne, e così più
che un padre aveva finito per diventare “lo zio scapestrato”
di Naruto.
<<
Non provarci nemmeno ragazzino! Metterai in ordine la tua stanza e
poi potrai provare a conseguire i tuoi sogni! >>
<<
Ma- >>
<<
Niente “MA”! >> e il suo tono non ammetteva
repliche, sebbene sul suo volto ci fosse un sorriso divertito.
Naruto
fece come suo zio gli aveva intimato, senza però rinunciare ad
un teatrale broncio e a qualche borbottio.
La
sua stanza era davvero un gigantesco disastro, doveva ammetterlo,
metterla in ordine sarebbe stata un impresa titanica. Mutande e
calzini erano sparsi un po' dappertutto così come le scatole
vuote di ramen istantaneo ; il suo letto era totalmente sfatto e la
sua scrivania era piena di indumenti,giornali e scartoffie di ogni
genere.
Iniziò
la sua impresa canticchiando le note di una canzone che aveva
prodotto nella sua mente e senza che fosse arrivato nemmeno a metà
dell'opera dovette smettere immediatamente per prendere la chitarra e
provare il nuovo pezzo giunto nella sua mente da un improvvisa
ispirazione.
Jiraya
sorrise e pensò che suo “nipote” era senza
speranza.
Il
suono della campanella che richiamava gli studenti ai loro posti
riecheggiava prepotente nelle aule costringendo tutti a interrompere
le proprie chiacchiere e sedersi nel proprio banco. Sakura si
imponeva con tutte le sue forze di non guardare quella schiena,
eppure i suoi occhi erano attratte da quella postazione come fosse
una calamità e tutto quello che riusciva a fare ,era impedire
qualsiasi movimento della testa in quella direzione nella speranza
che la sua amica non si accorgesse di dove, o meglio a chi, la sua
attenzione era rivolta.
La
scena del giorno prima si ripeté come un deja-vù :
Naruto entrò in ritardo con eccessive manifestazioni di
mortificazione e si sedette sotto lo sguardo intimidatorio del
professor Hatake mentre Hinata Hyuga lo guardava con il solito dolce
sorriso.
<<
Haruno. Hai svolto gli esercizi che vi avevo assegnato per oggi? >>
chiese l'affascinante professore proprio mentre Sakura studiava i
capelli color ebano di Sasuke Uchiha, immaginandosi involontariamente
di poterli carezzare, le sembravano così tanto setosi che il
pensiero delle sue dita tra i suoi capelli le era saltato alla mente
in modo del tutto naturale.
<<
Haruno mi rendo conto che il tuo nuovo compagno sia sicuramente più
interessante delle domande che ti rivolgo ma gradirei che mi si
prestasse attenzione. >> Un nuovo record da evitare. Due
rimproveri due figuracce in due giorni, dove sarebbe arrivata di
questo passo?
<<
Sumimasen!!!I- io ero distratta. Ma ho svolto i compiti assegnati! >>
<<
Bene vediamo. Portami il tuo quaderno. >> Alzarsi dal suo banco
e sfilare sotto lo sguardo derisorio di tutti era un fastidio che
poteva sopportare ma quello che proprio non voleva era sentirsi
addosso lo sguardo indagatore di Ino, per non parlare poi di come
l'avrebbe guardata Sasuke Uchiha. Si alzò con una lentezza
snervante e con il cuore che minacciava di uscirle dal petto, si
avvicinò al professore e gli diede il suo quaderno.
Passarono
una manciata di secondi che a lei parvero un eternità e
finalmente arrivò il verdetto.
<<
Ben fatto Haruno!! Sei distratta ma hai delle ottime capacità!
Ora puoi tornare al tuo posto. >> Nel dare la schiena al
professor Hatake Kakashi non potè impedirsi di guardare il
ragazzo che occupava i suoi pensieri e che era diventato una minaccia
per la sua preziosa amicizia.
Nulla.
Non uno sguardo, non un sorriso, nessuna espressione che tradisse un
pensiero fatto, nessun commento volto a farsi beffe di lei. Solo il
nulla. Sfogliava il suo quaderno come se lei non avesse mai fatto
quella pessima figura, come se lei non esistesse. L'espressione di
delusione che aleggiava sul suo viso fu quello che la tradì
più di tutto.
Ino
non era affatto una sciocca, nonostante facesse di tutto per
sembrarlo. Sapeva che la sua amica non era indifferente al fascino
dell' Uchiha e questo era un problema. Credeva che la conversazione
del pomeriggio precedente fosse bastata a darle un chiaro
avvertimento, di solito funzionava.. Se un ragazzo che le piaceva, si
accorgeva essere lo stesso che piaceva alla sua amica le bastava
dirlo per prima e “marchiarlo” così come “sua
proprietà”, Sakura si faceva indietro subito non
ritenendosi all'altezza della sua migliore amica di sempre. Questa
volta però era diverso. Non solo Sakura continuava a coltivare
interesse ma cercava appositamente di nasconderlo a lei. Era come se
non fosse capace di frenare il suo interesse. Decise che avrebbe
ribadito con modi meno leggeri che Sasuke Uchiha doveva essere suo.
Al
cambio dell'ora fu un uomo dallo strano taglio di capelli, un taglio
a “scodella” e vestito di un' allarmante tutina verde, a
fare il suo ingresso lanciando una strana occhiataccia al professor
Hatake che invece si apprestava a lasciare l'aula, nessuno degli
studenti riuscì a cogliere la frase che il buffo uomo aveva
lanciato verso l'affascinante insegnante di Inglese. Qualcuno giurò
in seguito di aver captato un “ti batterò” ma in
realtà non vi diedero alcun peso. La classe era in attesa di
ascoltare la presentazione del nuovo insegnante che continuava a
fissarli come se li stesse studiando uno ad uno.
<<
Sono Gai Maito, il vostro insegnate di Educazione fisica!!! Voi tutti
avete una virtù che non dovete assolutamente sprecare: La
Giovinezza!!! Perciò quest'anno ci impegneremo affinché
le fiamme della vostra giovinezza divampino intorno a voi!! >>
improvvisamente assunse una posa a dir poco bizzarra. Braccio teso,
occhiolino e mano chiusa fatta eccezione per il pollice. Risolini
divertiti si fecero sentire e l'insegnante tornò a ricomporsi
quasi subito.
Il
“maestro Gai”,così si faceva chiamare dai suoi
alunni era un uomo di buon cuore che amava l attività fisica e
cercava disperatamente di trasmettere la sua passione ai suoi
studenti. Si vociferava che da sempre Maito Gai, per motivi di natura
sconosciuta,fosse da sempre in competizione con il collega Hatake
Kakashi,pettegolezzo che divertiva gran parte della scuola.
<<
N- non d-dovremo mica i-indossare queste vero? >> Chiese
allarmata negli spogliatoi Hinata Hyuga di fronte alle tradizionali
uniformi da ginnastica composte da dei cortissimi pantaloncini blu e
delle t shirt bianche.
<<
Ditemi che questo è solo un incubo! >> la seguì
Sakura.
<<
Quanto siete noiose! Tutte queste storie per un uniforme che vi darà
un occasione d'oro! >> esclamò controcorrente Ino.
<<
Ma di che cosa parli Ino-Pig!!! >> rispose piccata la sua amica
d infanzia
<<
Queste “divise” lasceranno le vostre gambe scoperte e
metteranno in risalto le vostre curve!! Niente di meglio per
catturare l'attenzione di Naruto su Hinata e di qualche altro bel
ragazzo su di te Sakura! >> L'aveva fatto volutamente. Quel
“qualche altro bel ragazzo” stava per “cercatene un
altro” e Sakura cominciava a capire che Ino sospettava. Quanto
a lei non poteva farci proprio nulla. Il ragazzo dai capelli corvini
occupava i suoi pensieri e i suoi occhi erano un mistero che voleva
scoprire a tutti i costi. La verità era che Sasuke le piaceva
dall'istante che aveva messo piede in classe. Erano passati solo
pochi giorni e non conosceva nulla di lui, ma era proprio quello il
punto. Sakura voleva conoscerlo. Non le importava che fosse
freddo e nemmeno che la ignorasse completamente, lei voleva risolvere
quel mistero che Sasuke Uchiha era ai suoi occhi.
<<
Non ho nulla da mostrare io! Le mie gambe non sono affusolate come le
tue,sono decisamente poco aggraziate e non ho nemmeno curve da
mettere in risalto! Sarà un occasione per voi due ma di certo
non per me!! >> Piagnucolò Sakura.
<<
Fronte spaziosa quand'è che comincerai a vedere quello che
vedo io! Forse sarà anche vero che per adesso se ancora un
bocciolo mia cara ma tu diventerai uno splendido fiore! Quindi sii
orgogliosa di te stessa! Non piacerai mai a nessuno se prima non
piaci a te stessa!! >> ed eccola li la sua amica, pronta a
infonderle coraggio. Si sentii subito in colpa. Come se la stesse
tradendo. Perchè lei voleva piacere allo stesso ragazzo per
cui Ino si stava prendendo una cotta. Eliminò il pensiero
dalla sua mente e sorrise di cuore ad Ino.
Hinata
in tutto questo si era limitata a passare dal bianco pallido al rosa
violaceo e infine al rosso paonazzo. La sua mente si era fermata alla
frase di Ino che la riguardava,quella che asseriva che lei sarebbe
stata in grado di attirare l'attenzione di Naruto. Non le sembrava
possibile, non era da lei, lei era la ragazza che passava inosservata
a tutti, era quella timida che si vergognava di dire anche solo un
ciao! Come si poteva sperare che lei fosse in grado di catturare lo
sguardo di Naruto? No non sarebbe uscita con quella divisa. Non ci
sarebbe riuscita.
<<
Hinata ti senti bene? >> Chieserò all'unisono le due
ragazze vedendo il colorito dell'amica e la sua faccia.. disperata?
<<
N-n-n-n-n-on p-p-p-p-osso!!! >>
<<
Ah no! Non ti permetterò di svignartela mia cara! >>
sorrise beffarda la mezzo sangue preparandosi a costringere la nuova
amica ad indossare quelle vesti con la complicità di una
Sakura di ormai ottimo umore.
La
tennero per mano mentre entravano nella palestra cercando di darle
coraggio.
La
spaziosa palestra scolastica era già preparata per la prima
lezione dell'anno: i pavimenti erano stati accuratamente puliti e la
rete da pallavolo era stata affissata al muro,i palloni erano stati
gonfiati e deposti nel apposito cesto.
Quando
Ino fece il suo ingresso si guadagnò lo sguardo di tutta la
componente maschile, ma lei aveva occhi per uno solo: Sasuke. Lui
sembrava impegnato però nei suoi esercizi di stretching e non
fece caso alle occhiate roventi che la bionda dagli occhi cerulei gli
mandava, deludendo così le aspettative di lei.
Hinata
era di tutt'altro stampo. Non riusciva ad alzare lo sguardo da terra
e camminava così, senza accorgersi dei numerosi sguardi
incantati che i suoi compagni di classe le rivolgevano. Hinata era di
una bellezza sconvolgente, era una bellezza diversa da quella di Ino,
non era di quella bellezza appariscente di cui tutti si accorgono
subito, la sua era una bellezza silenziosa ma regale.
Il
suo corpo era armonioso e i lineamenti del suo viso erano dolci,
anche così con quell'abbigliamento che di nobile non aveva
nulla, Hinata sembrava una dama di alto rango. Nemmeno a Naruto
sfuggì tanta bellezza. La guardò incuriosito per un
attimo soltanto quel tanto che bastava ad Hinata per andare in
tachicardia non appena si era accorta dello sguardo di Naruto.
Triste
a dirsi per lei Naruto non spiccava per la sua argutezza nelle
faccende sentimentali e non notò che il viso di Hinata si era
illuminato al solo vederlo, ne tanto meno quel sorriso timido
spuntato solo dopo aver incontrato i suoi occhi color del cielo. Si
limitò a sorriderle e a spostare lo sguardo alla ricerca
dell'unica faccia amica che conoscesse e alla fine la trovò:
un imbarazzatissima Sakura che correva dietro alle sue amiche.
<<
SAKUUURAAA CHAAAAAAN!! >> urlò il biondo pieno di
piercing sbraitando come un ossesso lasciando così che tutti
si voltassero a guardare l'oggetto di tanta agitazione.
Sakura
sentii il suo viso in fiamme ed era certa di avere lo stesso identico
colore in viso di quello di Hinata. Naruto corse nella sua direzione
con il sorriso più smagliante che avesse.
<<
Sakura- chan! Cavoli sei uno schianto!!! >>
Sakura
non era bella come le sue amiche, si aveva un bel viso, dei colori
particolari, dei capelli lunghi ma non era quello che si sarebbe
dovuto definire “uno schianto”. Il suo fisico era magro,
atletico forse,ma insignificante. Il suo seno era acerbo ed era
convinta di non avere nessun sex appeal. Non capiva proprio come
Naruto potesse vederla in quel modo!
Si
sbagliava. Qualcun altro la pensava esattamente come il biondino.
<<
Naruto ti ho già detto mille volte di non urlare!!! E poi ma
che vai dicendo! >>
<<
Dico la verità!! Devi credermi!!! >>
<<
Smettila mi metti in imbarazzo! >>
<<
Sasukeeee!! Lei piace a me capito??!! >> si rivolse al ragazzo
che solo ora si era accorta si trovava dietro di loro. Sakura si
irrigidì completamente e d'istinto cercò gli occhi di
Ino.
Si
sentiva imbarazzata e voleva solo sprofondare in un buco qualunque.
Cominciò a pensare che Naruto fosse un vero e proprio idiota.
Le si era dichiarato così! In quel modo poi!! E davanti a
Sasuke!
<<
E allora? Ti ho già detto di non mettermi in mezzo a queste
pagliacciate! >>
Per
un breve frangente aveva quasi sperato che si desse inizio ad un
“duello” per la conquista del suo cuore ma era stato un
pensiero stupido e frivolo. Sasuke non la degnava nemmeno di uno
sguardo e forse non ricordava nemmeno il suo nome, come poteva anche
solo fantasticare che lui ribattesse a quella dichiarazione con un
altra della stessa natura?
Il
ragazzo dai tanti piercing mise il braccio intorno alla ragazza dai
capelli rosa e con sguardo di sfida disse al suo acerrimo rivale: <<
Bene perchè lei sarà mia capito? >> disse con il
più solare dei sorrisi.
<<
Usarankatoichi pensi che me ne freghi qualcosa? >>
Il
primo pensiero di Sakura fu che avrebbe ucciso Naruto oppure inferto
una punizione di portata apocalittica per l' umiliazione a cui
l'aveva sottoposta, il secondo andò ad Hinata..
Si
divincolò dall'abbraccio di Naruto e gli sferrò un
poderoso pugno in testa.
<<
Sei proprio uno stupido Naruto!! >>
Corse
da Hinata e si affrettò a scusarsi ma l'animo gentile e buono
della Hyuga non glielo permise neanche.
<<
Non devi scusarti Sakura n-non è colpa t-tua >>
L'abbraccio
forte istintivamente e le disse che non doveva assolutamente
arrendersi. Naruto si sarebbe innamorato di lei ne era certa! Doveva
andare così!
Ino
aveva assistito alla scena del tutto contrariata, lei sarebbe dovuta
essere al centro dell'attenzione non Sakura. Certo Sasuke non si era
mostrato per niente interessato all'amica ma restava comunque il
fatto che lei, Ino Yamananka era stata ignorata. Era furiosa.
Per
tutta la lezione cerco di mettersi in mostra, sapeva come muoversi,
come parlare e come comportarsi.
<<
Sasuke-kun sei così bravo! Mi insegneresti ti prego! >>
gli disse ad un tratto Ino nel bel mezzo della partita di pallavolo
appena iniziata, attaccandosi al suo braccio facendo ben attenzione
che i suoi seni fossero a stretto contatto con l'arto.
<<
C'è l'insegnate per questo. Non mi seccare. >> le
rispose severo,mentre toglieva il braccio dalla stretta di lei in
modo non del tutto gentile. Sapeva essere un vero e proprio cafone
non c'era dubbio ma Sakura si sentii quasi sollevata.
Distrarsi
durante una partita può essere un pericolo, tuttavia fu quella
sua distrazione ad essere proprio “la sua fortuna”.
<<
Ehi Teme!!Prendi questa se ci riesci!! >> la voce di Naruto era
stata l'ultima cosa che aveva sentito prima che la palla le
atterrasse forte in faccia come un pugno.
Poi
il blackout.
<<
Naruto sei il solito deficiente!! >> aveva sbottato il freddo
Uchiha.
<<
Oh Kami!! Sakura-chan stai bene?? >> si era avvicinato il
biondo
<<
Non vedi che è svenuta????!!! >> l'aggredì la
Yamananka già piuttosto incattivita.
<<
B-b-b-bisogna portarla in infermeria >> azzardò Hinata.
<<
Professor Gai venga qui! >> chiamò infine un loro
compagno.
<<
Che succede qui? >> chiese il professore allarmato.
<<
Ho colpito per sbaglio con la palla Haruno. >> confessò
Naruto.
<<
Potresti portarla in infermeria? >>
<<
Certo! Io ci va- - >>
<<
E' meglio che ce la porti io. Nel suo stato di demenza attuale
potrebbe fare altri danni. >> fu un uscita del tutto
inaspettata per tutti. Persino per lui stesso. Perchè
prendersi il peso di una scocciatura simile? Una volta sveglia
sarebbe diventata appiccicosa e smielata come tutte quelle ragazzine
viziate. E allora perchè? Forse perchè in fondo quella
palla era diretta a lui e in un certo senso si sentiva responsabile.
Certo se l'era cercata! Se non si fosse distratta tutto quello non
sarebbe accaduto ma dopotutto questo non era abbastanza come
giustificazione per impedirgli di farle la cortesia di farla arrivare
incolume in infermeria. Naruto preso da chissà quali ormoni
impazziti avrebbe persino potuto lasciare che cadesse di nuovo a
terra!
Con
quel pensiero in mente la prese in braccio e la portò
via,fuori dalla palestra.
Si
svegliò sola in un letto,alla sua destra una finestra che dava
sul cortile e alla sua sinistra una tenda che la divideva da un altro
letto. Era in infermeria. Si chiese subito cosa le fosse accaduto e
soprattutto chi l'avesse portata li ma non c'era nessuno a rispondere
alle sue domande, nemmeno la responsabile del reparto. Si alzò
cautamente cercando di capire se fosse in grado di alzarsi in piedi,
la testa le girava un pochino ma poteva camminare. Non fece in tempo
a mettere un piede in terra che una donna giovane dai capelli biondi
legati in due semplici code laterali entrò nella stanza,
bloccando il suo progetto di alzarsi in piedi.
<<
Sakura Haruno dove credi di andare? >>
<<
Oh Buongiorno! Gommenasai Sensei! >>
<<
Non fa nulla Haruno. Piuttosto sarà meglio che tu rimanga a
riposo ancora un po'. Da quanto mi hanno detto hai preso una bella
botta. >> le disse la sensualissima donna che aveva di fronte.
Era di gran bell'aspetto. Aveva due occhi grandi color miele,una
bocca sottile ma ben disegnata e un corpo asciutto e formoso ma c'era
qualcosa nel suo modo di porsi che trasmetteva un indiscutibile
autorità.
<<
Lei è l infermiera? >> chiese da subito incuriosita.
<<
A dire il vero sono una dottoressa e preside di questa scuola. >>
precisò la donna.
<<
M-mi scusi. Sono stata impertinente. >> rispose intimidita.
<<
No affatto. Il mio nome è Senju Tsunade. Il tuo nome lo so
già. E' stato il tuo compagno ad informarmi. >>
<<
Oh. Chissà come si sarà colpevolizzato! >>
espresse il suo pensiero ad alta voce.
<> le rispose la preside.
Sakura
pensò a Naruto e non riusciva proprio a conciliare
l'affermazione della preside con l'immagine che aveva del suo
compagno fuori di testa.
<<
Non è stato Naruto Uzumaki a portarmi? >> chiese
dubbiosa.
<<
No ha detto di chiamarsi Uchiha. >> la informò.
Il
suo cuore perse un battito e le mani iniziarono a tremarle
dall'emozione. Inizialmente si sentì felice al pensiero che
fosse stato proprio il ragazzo che le riempiva la mente a prendersi
cura di lei, ma subito dopo si sentì pervasa da una forte
vergogna. Doveva essergli sembrata una scema totale. Non appena lo
avesse visto gli avrebbe rivolto le sue scuse e lo avrebbe
ringraziato nel modo più cortese ed elegante che conoscesse.
Sperava così di rimediare all'ennesima pessima figura fatta.
Sakura
ringraziò la dottoressa/preside e una volta pronta si diresse
in classe.
Era
già suonata la campanella che segnava l'inizio dell'intervallo
e Sasuke ringraziava il cielo che Naruto fosse sparito ad abbuffarsi
chissà dove; la classe era ormai quasi vuota,solo pochi
elementi rimasti e per sua fortuna non troppo rumorosi. Tutto quello
che desiderava era potersene stare per conto proprio senza che
qualche oca bionda starnazzante gli si appiccicasse addosso, e non si
riferiva soltanto alla ragazza dalle origini miste; Naruto era stato
un' insopportabile costante da che aveva messo piede nell'istituzione
“Scuola”, sin dall'asilo non faceva altro che ripetere
che voleva essere suo amico e che erano legati l'uno all'altra dalla
rivalità -certo le parole non erano proprio quelle,se non
ricordava male erano state qualcosa come “Un giorno sarò
più migliore di te anche se tu sei il mio amichetto!” -
e altri ragionamenti contorti di vario tipo. Successivamente lo aveva
seguito anche alle elementari e quando Naruto si era accorto che con
Sasuke condivideva una grande passione aveva deciso nell'immediato
istante che avrebbe battuto il suo “amico” in bravura.
Insomma per Sasuke, Naruto, era un vero e proprio tormento. Quando
credeva quindi di poter starsene in santa pace, ecco che una testa
rosa faceva capolino nel suo raggio visivo.
Entrare
in classe con le gambe che le tremavano senza cadere era stato un
grosso problema . Avvicinarsi al dio greco che sedeva a ben 3 banchi
di distanza da lei senza che il lo stomaco eseguisse delle capriole a
prova di olimpiadi era stato impossibile.
<<
Sasuke-kun. Ecco io...ho saputo che sei stato tu a portarmi in
infermeria.. >>
<<
... >>
Il
fatto che non la guardasse e che continuasse a leggere il libro di
Storia non le rendeva affatto le cose facili.
<<
Beh..insomma..volevo dirti che mi dispiace di averti dato disturbo..e
che- >>
<<
In effetti dovresti guardare la palla mentre si gioca una partita. >>
Aveva
usato un tono sgradevolmente glaciale, quel tanto che serviva a farle
capire che non doveva farsi “strane idee” ; Sakura da
parte sua si era sentita gelare al pensiero che lui si fosse accorto
della sua insana curiosità durante l'ora di educazione fisica
e che la causa della sua distrazione era proprio lui. Fece appello a
tutte le sue forze per continuare il discorso che si era preparata.
<<
Grazie. >>
<<
... >>
<<
… >>
<<
Non c'è di ché >>
Era
stato un brevissimo istante ma il fatto che si fosse verificato
costituiva per Sakura un piccolo miracolo. Sasuke Uchiha aveva alzato
lo sguardo e i suoi occhi color della pece si erano incastrati nei
suoi smeraldini. Una frazione di un secondo ma era stato abbastanza
da far capire a Sakura che quella volta non avrebbe potuto
rinunciare. Non ne sarebbe stata capace. Questa volta non avrebbe
ceduto il passo a Ino. Il vero problema sarebbe stato
affrontarla
***
Ino
era in attesa che l'auto di suo padre venisse a prenderla fuori
scuola, era pensierosa , aveva uno strano presentimento che non la
lasciava andare da un paio di giorni a quella parte. La macchina
arrivò dopo pochi minuti ma prima che potesse aprire lo
sportello senti urlare il suo nome a squarciagola.
<<
IIINOOOOOO!!!! >> La sua adorabile amica la stava chiamando
sbracciando più che potesse e correndo il più veloce
possibile che sapesse fare. Si ritrovò a sorridere dolcemente
pensando che nonostante fosse assolutamente sgraziata, Sakura, era
davvero bellissima. I capelli lunghi rosa pallido ondeggiavano al
ritmo della sua corsa, gli occhi stranamente lucidi, la sua figura
esile ma proporzionata in movimento..si la sua amica non era affatto
consapevole della sua bellezza. Lei invece si e ne aveva paura. Era
stata abituata a primeggiare non a condividere, non sopportava
perdere e nemmeno pareggiare lei doveva vincere,sempre. Per questo la
sua amicizia con Sakura era da sempre stata speciale, Ino era brava a
socializzare ma quanto a farsi delle amiche era una vera frana. Era
competitiva e la competitività è un forte ostacolo per
un amicizia che sia sincera. Sakura però era diversa, a lei
non era mai importato “arrivare prima” , lei cedeva
sempre se la sapeva felice, a lei bastava esserle amica.
<<
Fronte spaziosa! Smettila di urlare in quel modo! >>
<<
Scu...hami.. >> aveva corso così tanto da non avere
fiato nemmeno per parlare.
<<
Dai sali in macchina, ti accompagniamo a casa! >>
Per
tutto il tragitto non avevano aperto bocca ed Ino cominciò a
sospettare che i suoi brutti presentimenti purtroppo potevano
corrispondere a realtà. Sakura era strana.
<<
Bene siamo arrivate! >> cinguettò nervosamente la
bionda.
<<
Ino puoi scendere insieme a me? >> chiese di risposta la rosa
con il viso basso.
<<
Certo.. >> cominciò a sentirsi realmente turbata. Era
troppo strana.
Sakura
aspettò di essere nel viale di casa prima di voltarsi e
guardare dritta negli occhi la sua amica di sempre.
<<
Ino a me piace Sasuke-kun. >> una pugnalata non del tutto
inaspettata.
<<
Oh. >> fu il solo commento che le usci dalla bocca.
<<
Sei arrabbiata? >> chiese timorosa.
<<
No. >> rispose facendo spallucce.
<<
Oh menomale >> disse quasi sospirando.
<<
Perchè tu non mi sarai d'intralcio. >>
Fu
come se il vento avesse smesso di soffiare tra le foglie degli
alberi, come se il tempo si fosse fermato. Sakura sentiva solo il
rumore del suo cuore che pulsava forte all'interno della propria
cassa toracica.
<<
Questa volta non posso Ino. Non posso rinunciare. >>
<<
Che cosa significa?! Non crederai mica di avere delle possibilità?!
Non dovresti illuderti solo perchè è stato gentil-- >>
<<
Non posso fingere. Non posso fingere di non desiderare di avere
quelle possibilità che dici che non posso avere. Non posso
fingere che non sia nella mia testa e di non immaginarmi scene
romantiche insieme a lui. Non posso fingere di non essere gelosa di
te né di essere felice quando ti avvicini a lui. Questa volta
non posso rinunciare Ino. Non ci riesco. >>
Era
stato un discorso fatto tutto d'un fiato, un discorso che le spezzava
il cuore e che la faceva sentire triste ma anche incredibilmente
forte.
<<
Sai cosa significa?! Che io e te saremo rivali. >>
<<
... >> silenzio.
<<
Non posso essere amica di una mia rivale. Lo sai vero? >>
<<
Si. >>
<<
Quindi rinunci a me...Bene. Ora devo andare. >>
<<
Aspetta! >>
Tirò
fuori dalla tasca il nastro che Ino le aveva regalato ai tempi della
prima elementare,quando l'aveva trovata in lacrime dopo l'ennesimo
dispetto delle loro coetanee.
“Ino
dicono che sono brutta perchè ho la fronte spaziosa”
“Stupidaggini! Ecco metti questo! ” “Grazie
Ino-chan!” “Ecco vedi sei carina quando sorridi e con
questo sei persino bella!”
Era
il simbolo della loro amicizia e lei glielo stava restituendo. Lottò
per non farsi venire le lacrime agli occhi.
<<
Non lo voglio! Era un regalo. Non lo voglio indietro. >>
Fu
l'ultima cosa che le disse prima di girarsi e tornare alla sua auto.
Aprì la portiera e sparì all'interno del veicolo
lasciandola li sola a chiedersi se aveva fatto la cosa giusta.
Aveva
sacrificato un legame prezioso ma per cosa?
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