Keep calm and be yourself

di Essemcgregor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Giugno ***
Capitolo 2: *** Agosto ***
Capitolo 3: *** Settembre ***
Capitolo 4: *** Novembre ***
Capitolo 5: *** Dicembre ***
Capitolo 6: *** Merry Christmas Part 1. ***
Capitolo 7: *** Merry Christmas part 2. ***
Capitolo 8: *** Gennaio ***
Capitolo 9: *** Febbraio ***
Capitolo 10: *** Marzo ***
Capitolo 11: *** Aprile ***
Capitolo 12: *** Maggio ***
Capitolo 13: *** Giugno part 1 ***
Capitolo 14: *** Giugno Part 2. ***
Capitolo 15: *** Luglio ***
Capitolo 16: *** Warblers ***
Capitolo 17: *** Jonas? ***
Capitolo 18: *** Let's party started ***
Capitolo 19: *** Coffee, Horror and Stuff ***
Capitolo 20: *** Surprise! Surprise! ***
Capitolo 21: *** Courage! ***
Capitolo 22: *** You're not alone ***
Capitolo 23: *** Kurt's Letter ***
Capitolo 24: *** Audition ***
Capitolo 25: *** Duets ***
Capitolo 26: *** Autumn Festival ***
Capitolo 27: *** New Kid ***
Capitolo 28: *** Is not easy ***



Capitolo 1
*** Giugno ***




Giugno, inizio dell’estate, inizio della mia nuova vita.

 
Gay, frocio, checca. Quanti altri appellativi devo riportare per far rendere l’idea? Sì Blaine Anderson è gay e non si vergogna di esserlo. Sono fiero di ciò che sono da quando ho deciso di fare coming out alle medie.
Non voglio sentirmi dire cose del tipo “se non sei mai stato con un ragazzo non puoi dire di esserlo. Sei solo confuso è solo un momento passeggero della tua adolescenza.”
Sono le classiche frasi che mi hanno sempre fatto arrabbiare. Non è divertente avere questa particolarità, non è divertente non avere amici maschi ed essere guardato come uno scarafaggio dalle altre ragazze.
Ora vi chiederete perché ho deciso di scrivere in un diario tutto ciò che è successo della mia vita. La verità è che non voglio dimenticare, non voglio lasciare che eventi che mi hanno distrutto vengano cancellati dalla mia memoria. Voglio che ogni singolo istante venga impresso nella mia mente.
Quando finii le medie, avevo ancora i lividi ovunque dovuto al pestaggio subito dopo il ballo scolastico.
Riportai un trauma cranico e numerose mini fratture, nonché qualche costola rotta.
Alle medie non ero proprio massiccio. Anzi non lo sono mai stato.
Ero mingherlino e basso, troppo magro forse. Anche se i bulli non erano altro che ragazzini come me, non riuscii ad affrontarli, non riuscii a proteggere me ed il mio accompagnatore.
Mi sentii male per giorni. Inutile dire che non vidi mai più questo ragazzo, non lo sentii né tantomeno seppi che fine avesse fatto. I suoi genitori mi vietarono di avere altri contatti con lui.
Mio padre cercò di proteggermi il più possibile, ma la verità era che non mi aveva mai accettato. Mia madre invece divenne super protettiva, nessuno doveva toccare la sua ragione di vita.
Sono figlio unico, quindi penso che possiate capire.
Cominciai la mia avventura in un liceo poco lontano dalla mia città. Vivevo fuori Lima, perciò ogni giorno ero costretto a prendere l’autobus per raggiungerlo. Mi ero rifiutato di farmi accompagnare, nonostante fossi ricco non volevo spiccare più di quanto non facessi già.
I primi giorni furono tranquilli, me ne stavo al mio posto, ero felice. Quando scoprii l’esistenza di un Glee club, fui così interessato che mi iscrissi per le audizioni.
Suono il pianoforte e la chitarra, spesso e volentieri quando sono solo a casa suono per ore.
Per l’audizione mi chiesero di portare una canzone per testare la mia bravura. Non mi sembrava fosse un tipo di club esigente, però portai comunque una delle mie canzoni preferite: Secret dei One Republic.
 
Ero da solo su di un palco e come unico strumento un pianoforte. Mi rifiutai di portare un cd con la base, volevo suonare e cantare, come facevo a casa.
Le mani presero a sfiorare i tasti fino a che una dolce melodia cominciò ad espandersi nell’aria. Oltre a me una ragazza della scuola volle seguirmi suoando il suo violino.
 
I need another story
Something to get off my chest
My life gets kinda boring
Need something that

I can confessTil’all my sleeve
are stained red
From all the truth that I’ve said
Come by it honestly I swear
Thought you saw me wink, no
I’ve been on the brink, so

 
Era ciò di cui avevo bisogno, voltare pagina, cominciare un’altra storia, vivere in un luogo dove venivo accettato per quello che ero. Forse era solo un’utopia ma sognare non faceva male. Avevo scelto quella canzone perché sentivo che dentro di me era ciò che volevo urlare al mondo.
 
Tell me what you want to hear
Something that were like those years
Sick of all the insincere
So I’m gonna give all my secrets away
This time, don’t need another perfect line
Don’t care if critics never jump in line
I’m gonna give all my secrets away

 
La mia canzone lasciò la maggior parte dei ragazzi a bocca aperta, e tutti furono d’accordo nell’accogliermi tra loro. Finalmente mi sentii parte di qualcosa, mi sentivo a mio agio. Cantare era la mia unica valvola di sfogo, la cosa che mi riusciva meglio.
Conobbi tutti i componenti del mio Glee club, li ricordo però poco, ora come ora sono come facce sfocate nella mia memoria. Avrei voluto fare una foto insieme a tutti loro, ma per mia sfortuna le cose andarono in modo diverso. Le audizioni erano aperte, e nonostante ci fossero sempre pochissime persone, c’era sempre il cretino di turno che voleva sfottere gli studenti che volevano partecipare al Glee.
Tutto sommato il club era molto rispettato, nessuno si permetteva di dire o fare qualcosa contro i componenti. Alcuni di loro erano anche popolari a scuola, e venivano idolatrati manco fossero rockstar.
Avevo notato che in quella scuola vi erano ragazzi di ogni razza e credo religioso, e pensavo che nonostante quei quattro cretini che giravano per i corridoi mormorando parole sprezzanti, la tolleranza fosse molto più alta di quanto pensassi.
Mi sbagliavo di grosso.
Ero andato alle prove del Glee, sudai parecchio perché avevamo provato sia canto che coreografia. Non ero di certo il solista, il coordinatore del Club decise di volermi far fare prima un po’ di gavetta e la cosa non mi dispiaceva. Mi ero talmente sbizzarrito e ballato con foga, che pensai di dovermi almeno asciugare il sudore prima di tornare a casa.
Andai in bagno e posai la borsa a terra, dopo aver passato il mio asciugamano in ogni parte scoperta del mio corpo, decisi di spruzzarmi un po’ di profumo.
Scelta sbagliata. Entrarono in bagno alcuni ragazzi. Non sapevo chi fossero, ma non mi piaceva come mi guardavano. Avevo già riposto il profumo e l’asciugamano in borsa, mi stavo solo sistemando i capelli.
- Ma senti senti.-
Uno di loro prese ad annusare l’aria. Non mi posso scordare di certo il suo ghigno malefico.
- Qualcuno si è profumato per bene.-
Uno di loro venne accanto a me e cominciò a fissarmi.
Posai le mani sul lavandino sperando che andassero via il prima possibile o che almeno entrassero in uno dei gabinetti.
- Ragazzi, questa puzza orribile viene da qui.-
Non feci in tempo a svignarmela, i ragazzi mi presero per le spalle sbattendomi contro una parte libera di muro.
Lo scontro fu così violento che grugnii di dolore. I ragazzi risero di me, ed uno di loro prese a frugare nella mia borsa. Cacciarono la mia boccetta di profumo, non era un profumo qualsiasi, era una boccetta di Chanel che mia madre mi aveva regalato al mio scorso compleanno.
- Oddio che roba da checche.-
I ragazzi risero a quella battuta ed uno di loro mi si avvicinò.
- Cos’è sei gay?-
Ero fin troppo spaventato, mi sentivo come un coniglio di fronte i fari di un automobile. I ragazzi presero a ridere e cominciarono a snocciolare una dopo l’altra delle battute abbastanza spinte. Se c’era una cosa che odiavo era chi mi toccava il viso. Non lo potevo sopportare. Uno dei bestioni prese il mio viso tra le mani come a volerlo esaminare, con quel fastidioso ghigno divertito.
La reazione fu immediata, senza pensare sputai contro di lui.
Non ricordo molto altro di quei momenti, mi sollevarono di peso  e dopo avermi lanciato contro il muro, mi sollevarono come un sacco di patate per inserire la mia testa dentro lo sciacquone del bagno.
I bagni non erano proprio puliti, soprattutto non dopo un giorno di scuola, dove chissà quanti ragazzi ne avevano usufruito. La puzza acre e disgustosa colpì diretta il mio naso, mi ritrovai a trattenere dei conati di vomito.
Il resto fu solo buio. Sentii lo sciacquone più e più volte scaricare acqua sul mio volto. Parte di quell’acqua andò a finirmi nel naso e più e più volte temetti di soffocare.
Persi i sensi, e l’ultima cosa che mi ricordo fu solo il rumore di una porta che sbatte e voci allarmate.
I miei pensieri erano confusi, il mal di testa non mi permetteva di certo di organizzarli meglio. Volevo urlare, sfogare la rabbia che avevo in corpo. Era andato tutto benissimo, mi ero ambientato ed ero entrato a far parte del Glee Club. Avevo degli amici, e proprio quegli amici erano al mio capezzale in infermieria.
- Blaine…-
Aprii gli occhi, erano tutti lì che mi guardavano scioccati.
- Giuro che se non li espellono a vita li uccido.-
- Ce la pagheranno.-

Sentii altre frasi unirsi sempre di più al crescente mormorio che crearono i compagni del Glee. Furono interrotti dall’infermiera che intimò loro di andare via.
La donna si avvicinò a me accarezzandomi la testa dolcemente.
- I tuoi genitori sono in Presidenza a parlare con il Preside, appena finiscono vengono qui.-
Morale della favola? Avevo troppa paura di tornare a scuola, anche se quei ragazzi erano stati espulsi. Nei corridoi alcuni ragazzi continuavano a guardarmi torvo, alcuni mi minacciavano tramite bigliettini anonimi. Fu troppo.
Mia madre decise di ritirarmi da scuola, aveva trovato una scuola adatta a me: Dalton Academy.
- Ti troverai bene tesoro mio.-
Mio padre non disse nulla al riguardo, preferì assecondare la scelta di mia madre. E così lasciai i miei amici del Glee, ed il liceo pubblico. Sarei andato in un’accademia privata come ogni figlio di papà, ed era una cosa che non riuscivo a digerire.

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Capitolo 2
*** Agosto ***


 
Agosto: sono gay, qualche problema?
 
Ok è ufficiale, odio i cambiamenti.
L’unica cosa che mi consola è che in quella benedetta scuola non c’è tolleranza per i bulli. Sopportai di buon grando anche le divise, era un modo per mischiarmi con gli altri, e anche se non le trovavo proprio bellissime, mi sarei adeguato. Giacca blu bordata di rosso, camicia bianca e cravatta a strisce oblique blu e rosse. Ok la parte di sopra è accettabile, ma non parliamo del pantalone e delle scarpe! Pantalone di un grigio topo molto deprimente, e scarpe lucide nere. Ok ho detto abbastanza.
Non avevo dubbi sul fatto che la scuola mi sarebbe piaciuta, tra l’altro i miei genitori avevano deciso di pagare la retta completa, ovvero avrei vissuto lì a scuola, esclusi i giorni di festa.
Era una novità per me, avrei cambiato drasticamente vita. Mia madre non era d’accordo ma mio padre pensò fosse la cosa migliore da fare. Il viaggio fino alla Dalton era lunghetto e potevo comunque tornare a casa per il finesettimana.
Passai il resto dell’estate riprendendomi dallo scontro con quei bulli, sentii ancora per un po’ gli amici del Glee ma presto i rapporti si gelarono com’era giusto che fosse.
Da una parte preferii non sentirli più, soffrivo sapendo che non li avrei più rivisti e nemmeno avrei più cantato con loro. Mia madre divenne iperprotettiva, mi obbligò a fare un po’ di palestra per scaricare i nervi, più un corso di autodifesa. La cura del corpo divenne presto un passatempo, non mi pesava affatto, a nessuno importava se ero gay o meno e tutti erano molto gentili.
Ad agosto ero pronto per ricominciare da capo, di nuovo. L’unica nota negativa era che non sarei stato a casa durante la settimana, sarei stato lontano da casa ed avrei dovuto condividere la mia stanza con un altro ragazzo.
La mia prima visita alla Dalton fu breve, il tempo dell’iscrizione, un breve giro della scuola e l’acquisto della divisa. La seconda visita fu più lunga. Dovetti portare la mia roba nella mia stanza. Mi accoppiarono insieme ad un ragazzo di nome  Thad Harwood, un ragazzo non molto alto, moro dall’aria simpatica. Quando mi vide mi venne incontro sorridendomi e salutando anche i miei genitori.
- E così tu sei Blaine! Piacere di conoscerti.-
Strinsi la sua mano e mormorai un “piacere mio” tenendo lo sguardo basso. Quando entrai nella stanza, notai che vi erano due letti disposti in modo da creare uno spazio personale ad entrambi. La stanza era quadrata, i due letti erano disposti adiacenti alle pareti, e le due scrivanie erano disposte adiacenti alle pareti opposte. Gli armadi erano disposti ai piedi dei letti, ed al centro vi era un grosso tappeto ricoperto in quel momento di palline di carta e vestiti.
- Scusami sono arrivato ieri e non ho ancora finito di mettere a posto.-
 Declinai le sue scuse con un sorriso, avrei fatto lo stesso casino anche io tra qualche giorno. Mi limitai a trascinare gli scatoloni e le valigie in un angolo, mentre il mio futuro compagno di stanza era sdraiato sul letto leggendo una rivista. I miei genitori rimasero fuori, avevano deciso di lasciarmi ambientare da solo. O meglio li avevo costretti ad aspettarmi fuori i dormitori per evitare scene imbarazzanti dove mia madre mi stringeva e piangeva preoccupata.
- Cavolo quello è il tuo guardaroba?-
Gli occhi di Thad scivolarono sui miei abiti, pantaloni a sigaretta alcuni un po’ aderenti, sciarpe e maglie di vari colori.
- Hey amico fa tanto gay.-
La sua battuta mi fece alzare la testa di scatto dalla mia valigia.
- Hai qualcosa contro i gay?-
Il mio tono fu freddo e duro, ed il ragazzo alzò le mani in segno difensivo.
- E-era solo una battuta! Non ti scaldare.-
Portai il mio sguardo di nuovo sui miei abiti.
- Allora non farle almeno con me visto che lo sono.-
Thad si portò le mani alla bocca e si sedette sul letto a disagio.
- Non volevo, scusami. Io non ho niente contro i gay, era solo una battuta per rompere il ghiaccio non potevo immaginare.-
Disse quelle parole tutte d’un fiato. Sentivo nel suo tono che era davvero dispiaciuto, così decisi di sorridergli e di lasciar correre.
Il ragazzo si tranquillizzò un poco e tornò a leggere la sua rivista evitando di parlare di nuovo con me.
Il trasferimento fu ufficiale la settimana seguente, e trovai in camera un Thad ancora dispiaciuto per ciò che era successo.
Fece di tutto per aiutarmi con i vestiti e con le altre cose. Lo assicurai che potevo fare da solo e mi dispiaceva che si sentisse ancora a disagio con me. Fui costretto a fermarlo facendolo sedere sul letto.
- Facciamo così, partiamo da capo. Piacere mi chiamo Blaine sono il tuo nuovo compagno di stanza.-
Dapprima il ragazzo mi guardò perplesso, poi stette al gioco e mi strinse la mano.
- Thad.-
Fu così che abbattemmo entrambi l’imbarazzo per quel piccolo incidente, Thad si dimostrò un buon amico, mi fece conoscere i alcuni ragazzi della scuola, compreso il suo gruppo di amici. Conobbi Wesley Montgomery e David Thompson. Invece in giro per la scuola, conobbi Jeff Sterling e Nick Duval.
Jeff e Nick li conobbi alla mensa, ebbi un piccolo incontro scontro con loro, che incluse i nostri vassoi del pranzo.
Entrambi i ragazzi mi buttarono a terra mentre ero intento a tenere d’occhio la porta della mensa in attesa di Wes David e Thad. Il mio pranzo andò a farsi benedire, ma in compenso conobbi questi due simpatici ragazzi.
Come inizio non è male, se penso che nella prima settimana che sto qui non ho ricevuto insulti da parte di nessuno, nessun tipo di battuta, a parte quella di Thad, e nessun altro tipo di cose sgradevoli.
Che altro aggiungere? A parte i nuovi amici e l’atmosfera bellissima, mi manca casa mia. Mio padre continua ad essere ancora un po’ freddo con me, ma ha capito almeno che sono il suo unico figlio e che il minimo che possa fare è accettarmi per quello che sono. Il suo ulivo di pace venne rappresentato da un piccolo regalo: una macchina nuova. Lo presi come un buon segno e lo chiamai per ringraziarlo.
Sapevo che le cose tra noi non sarebbero cambiate, ma almeno avrei avuto un minimo di dialogo con lui e un trattamento abbastanza civile.
Dimenticavo di aggiungere che stasera Jeff e Nick hanno deciso di voler provare la mia macchina nuova, così mi hanno chiesto di portarli alla Crawford Country Day School.
Non so cosa aspettarmi, visto che è una scuola femminile. Non ho detto di no solo perché voglio comportarmi da bravo amico. Ora vado, sento che mi bussano alla porta. Se non mi vedete tornare e leggete questo diario, sapete dove venire a salvarmi!





Questo piccolo angolo è per i ringraziamenti:

Fragola: grazie per il tuo commentino sei adorabile come sempre <3 e sai quanto ti voglio bene!

Grazie a ColferAddicted: non ricevo mai molti commenti e vedere che almeno due persone mi hanno commentato il capitolo mi ha fatto piacere.
Non reputo la mia Fan Fiction bellissima, ma spero sia gradevole per la maggior parte dei fan di Glee :)

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Capitolo 3
*** Settembre ***




Settembre: La mia passione? La musica

 
 
Dalton Academy. Un edificio antichissimo, ristrutturato appositamente per diventare una delle Accademie maschili private, più famose di tutto l’Ohio.
Si sapeva che gli unici in grado di potersi pagare la retta della scuola erano solo i classici figli di papà. Un po’ come lo ero io. Mi ero sempre rifiutato di iscrivermi ad un’accademia privata, pensavo fosse una sorta di scuola di bon ton, dove i ragazzi erano tutti dei grandissimi snob che bevono il thè con il mignolo alzato.
Non mi ero accorto però che era tutto diverso, a cominciare dagli studenti.
Ormai era un mesetto circa che mi trovavo a scuola, le lezioni erano cominciate e come potei notare, erano di livello superiore a quella di una scuola pubblica.
Non mi trovai male, avevo il mio gruppo di amici, studiavo sempre con loro e in quel modo non rischiavo mai di andare impreparato il giorno dopo.
Thad e Wes erano due secchioni, David invece prendeva una B qualche volta, ma pure la sua pagella era cosparsa di A, e con loro al mio fianco, anche io riuscivo a fare le mie belle figure.
Esplorai meglio la scuola, conoscendone a memoria i corridoi, le strade più veloci per raggiungere la mensa, la cucina, e i dormitori. Le aule erano disposte sul primo piano dell’edificio, e sul secondo. Non mi ero mai reso conto di quanto fosse grande questa scuola.
Non avevamo armadietti, e i libri che non dovevamo usare li portavamo direttamente in camera, o li tenevamo in borsa.
Avevamo zone studio e biblioteche, insomma tutta un’altra cosa rispetto alla scuola che avevo lasciato.
Ogni oggetto, pezzo di mobilio, esprimeva lo sfarzo della scuola.
- Thad senti ora mi spieghi cos’è questa storia dei nomi.-
Avevo notato che i dormitori erano disposti in due ali: la ovest e la est. E ogni piano aveva una targhetta con un nome.
Io alloggiavo nell’ala est, ed il piano dove eravamo io e Thad, portava il nome di Spencer.
Il piano di sopra invece era Hamilton, mentre gli altri due piani dell’ala ovest si chiamavano: Gordon e Cavendish.
Wes e David sentirono la domanda e risposero al posto di Thad.
- Facile, sono i primi quattro presidi della Dalton, tutti e quattro inglesi e tutti e quattro appartenenti alla nobiltà inglese.-
- Tradizione di scuola, il preside deve essere Inglese di discendenza nobile.-
Wes scrollò le spalle.
Non mi pareva però che il preside avesse discendenze particolari, ed il suo cognome non era di certo di origini inglesi.
- Ovviamente come ogni tradizione, alla fine muore con il passare degli anni.-
Thad mi sorrise dopo aver visto la mia espressione confusa.
Finimmo di studiare e verso le 17 come quasi ogni sera, i miei amici si assentarono, a quanto pare partecipavano tutti al Glee Club della scuola: i Warblers.
Ne approfittai per tornare in camera, e rilassarmi un po’ prima di cena. Avevo studiato talmente tanto che pensavo che la testa mi sarebbe scoppiata.
Il modo migliore per me di rilassarmi era unire le due cose che amo di più: un bagno caldo e la musica.
Per mia sfortuna la Dalton non è fornita di vasche da bagno, speravo in una bella Jacuzzi, perciò mi accontentai della doccia.
Canto spesso sotto la doccia perché l’acustica è migliore. Di solito accendo il mio Mac e canto la prima canzone che parte dal mio iTunes.
La base partì, riconobbi la canzone, e senza troppo sforzo cominciai a cantarla insieme al cantante.
 
If it's gonna be a rainy day
There's nothing we can do to make it change
We can pray for sunny weather
But that won't stop the rain
Feeling like you got no place to run
I can be your shelter 'til it's done
We can make this last forever
So please don't stop the rain ….
 
- Blaine?-
Una voce mi fece saltare nella doccia. Avevo ormai finito e mi stavo giusto avvolgendo nel mio asciugamano. James Morrison continuava a cantare mentre la mia voce era scomparsa di botto.
Thad era lì di fronte a me con la bocca aperta.
- Perché cavolo non mi hai detto che canti così bene?-
Il mio primo istinto fu quello di sbottare in modo poco educato addosso a Thad per aver infranto la mia privacy, ma mi ricordai subito che non era un comportamento ammesso in una scuola del genere.
- Ok prima che mi arrabbi per bene, rispondo alla tua domanda. Magari perché non me l’hai mai chiesto?-
Thad fu colto di sorpresa dalla mia risposta e scosse la testa.
- Bè che aspetti a fare un’audizione per entrare negli Warblers? La tua voce è incredibile!-
 Sospirai.
- Canto su basi musicali non riuscirei mai a cantare con un coro a cappella.-
La verità era che non mi andava di unirmi ad un altro Glee Club, volevo solo starmene in pace in una scuola dove per mia fortuna non c’era nessun bullo e omofobo.
Thad inarcò un sopracciglio.
- Bene, allora mettiamola così. Ti aspetto in Aula Magna tra 10 minuti, non un minuto in più, non uno in meno, o uno squadrone di Warblers ti verrà a prendere di peso per portarti giù.-
Una cosa era sicura, le minacce funzionavano sempre, soprattutto dopo aver scoperto che anche Trent Nixon era parte dei Warblers, e Trent era grosso il doppio di me.
Mi asciugai in fretta, lasciai i capelli senza gel per la troppa fretta, ed indossai la divisa il più in fretta possibile. La cravatta era allentata e i primi bottini della camicia erano aperti.
Quando entrai in aula, notai Thad, Wes e David seduti ad un tavolo intenti ad ascoltare un gruppo di ragazzi discutere sull’armonizzazione di un canto.
Quando i tre mi videro, fecero un grosso sorriso.
- Il look “disordinato” ti dona molto sai?- disse David ridendo.
Mi sistemai i capelli alla bell’e meglio e risistemai il mio abbigliamento. Non ci fu nessuna presentazione, ma con un gesto di Wes partì il coro a cappella. Riconobbi la melodia, stavano formando con le loro voci la base per poter cantare “Please don’t stop the rain”.
Un pianoforte nella stanza prese ad accompagnarmi mentre cominciavo a cantare.
 
I don't know where I crossed the line
Was it something that I said
Or didn't say this time
And I don't know if it's me or you
But I can see the skies are changing
In all the shades of blue
And I don't know which way it's gonna go.
 
Le voci dei corisi si fecero più forti, ed alcuni di loro cominciarono ad accompagnarmi nel ritornello cantando a diverse tonalità.
Per quanto potesse sembrare poco adatto ad una canzone del genere, non era così. Le voci erano così ben amalgamate che sembrava incorniciassero la mia voce.
 
If it's gonna be a rainy day
There's nothing we can do to make it change
We can pray for sunny weather
But that won't stop the rain
Feeling like you got no place to run
I can be your shelter 'til it's done
We can make this last forever
So please don't stop the rain
 
(Let it fall, let it fall, let it fall)
Please don't stop the rain
(Let it fall, let it fall, let it fall)
Please don't stop the rain
 
 
La canzone finì con il coro che modulò le ultime note fino ad affievolirsi.
Un boato scoppiò nell’aula magna, e vari fogli vennero lanciati in aria in segno di festa.
Wes, David e Thad sorrisero, la mia esibizione era piaciuta, e a quanto pareva dai loro sguardi, la mia ammissione all’interno del Glee Club era sicuro.
Quando Wes domandò quanti del gruppo fossero concordi nell’accettarmi nel Glee, tutte le mani si alzarono.
- Blaine Anderson, benvenuto tra i Warblers!-
 
Fu così che entrai a far parte di quel pazzo gruppo di ragazzi. Pensavo fossero il classico coro di ragazzi che rimanevo fermi durante le esibizioni, invece fui piacevolmente sorpreso di vedere David coordinare le coreografie. Non erano niente di particolare, piccole giravolte, passi di danza che prevedevano una camminata ritmata, muovendoci uniti in gruppo o divisi in più gruppetti, talvolta un po’ di movenze hip-hop, ma solo qualche accenno.
Talvolta David ed altri due ragazzi di nome Nick e Jeff, si esibivano in un po’ di break dance, e tutti noi rimanevamo incantati a guardare la loro bravura.
Fui battezzato Blaine Warbler, non mi dispiaceva come soprannome, talvolta invece mi chiamavano Blaine Hopper.
- Ragazzi d’ora in poi ognuno di noi verserà dei soldi settimanalmente, dobbiamo costituire un fondo cassa in caso Blaine Hopper rompa qualche pezzo di mobilio di questa sala.-
Quella era una delle classiche frasi di Wes, accompagnate ovviamente da qualche battutina di David e Thad.
Provammo canzoni su canzoni e la maggior parte delle volte mi capitavano pezzi da solista. La mia felicità aveva raggiunto quasi il culmine. Avevo dei nuovi amici, i Warblers si erano rivelati una seconda famiglia per me, e quasi non mi dispiacque rimanere a scuola anche alcuni finesettimana.
Scoprii che il dormitorio Spencer era un piano riservato esclusivamente ai Warblers. Vi erano anche altri studenti che non facevano parte del gruppo, ma erano davvero pochi.
E quando chiesi spiegazioni, la risposta fu semplice.
- Noi proviamo spesso anche nei dormitori, penso tu abbia anche notato che non siamo persone molto tranquille. Jeff e Nick poi amano dare dei party notturni, quindi puoi immaginare la reazione degli altri studenti.-
Li guardai perplesso.
- Il Preside non dice nulla?-
Wes mi guardò e fece l’occhiolino.
- La maggior parte degli studenti ci coprono, siamo famosi a scuola. Andare contro di noi è come andare contro i vip della scuola.-
Era vero, a scuola ora tutti mi conoscevano come Blaine Warbler, e questo soprannome era spesso utilizzato anche dagli insegnanti.
Che cosa potevo chiedere di meglio? Bè veramente una cosa che potevo chiedere ci sarebbe stata. Mi mancava l’amore. Il vero amore quello che ti fa sciogliere con uno sguardo, quell’amore romantico e passionale dei film.
Ok ammetto sono un romanticone, amo San Valentino, per quanto non abbia mai avuto modo di festeggiarlo.
Mi sono sempre preso cotte per le persone sbagliate, e di conseguenza non ho mai avuto un ragazzo.
Diciamo che in un mese molte cose sono cambiate.
 
P.s. Ho scoperto da poco dell’esistenza di una competizione per il canto corale.
Ne parlai con Wes, David e Thad, era una competizione che avevo scoperto per caso girando su internet.
- Ragazzi potremmo partecipare!-
Thad e Wes si guardarono e David sospirò.
- Magari per il prossimo anno…-
Così ci siamo messi d’accordo per andare a vedere questa competizione, preparandoci al prossimo anno in cui a quanto pare i Warblers avrebbero partecipato.





Un grazie particolare a:

ColferAddicted: Povero Thad che figura che gli ho fatto fare xD

AyaBlack: Fratellino! Grazie per il commento :D Mi fa piacere che la FF ti piaccia. Jeff e Nick li farò abbastanza vivaci e pazzerelli!

SandraPattinson: grazie grazie grazie :D Spero che continuerai a seguire la FF! ^^

Grazie anche a chi segue la mia FF :D

BeccaJamieThomas93
IstillRemember
JuliaSnape
Lalla2095
natalie91
_firework

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Capitolo 4
*** Novembre ***



Ecco un altro capitolo!
Vorrei ringraziare ColferAddicted, la mia Fragolina e SandraPattinson per i loro commenti. 
Giuro mi fate felice :D :D :D

Ringrazio tutti coloro che seguono questa fan fiction, sperando se ne aggiungano sempre di più. 
E se la trovate abbastanza leggibile, lasciate un commentino! 
Ma sì anche se non vi piace lasciatelo lo stesso. :D 


-sirymcgregor-



Novembre: New Directions
 
Ok ok lo so non ti ho aggiornato a dovere e mi dispiace.
Solo che non mi ero reso conto di quanto questa scuola fosse maledettamente pesante. Ogni pomeriggio ho almeno 3 ore di compiti, e le restanti ore della giornata le spendo per le prove con i Warblers.
La sera torno in camera, sempre più stanco e a malapena ho la forza di pensare.
Volevo riferirti come primo avvenimento strano, della serie nevicate in piena estate, il regalo di mio padre: un televisore al plasma per la mia stanza. Non ho ancora capito se è per farsi perdonare del suo menefreghismo nei miei confronti, o per l’ultimo voto preso al compito di Filosofia.
Certi misteri ho deciso proprio di non volerli svelare.
Ah c’è stato anche un piccolo cambiamento, o meglio un piccolo trasferimento.
Thad non ce la fa più a rimanere sveglio di notte, a quanto pare quando sono agitato mi metto a cantare nel sonno, o dire cose senza senso, e per quel motivo ha chiesto con molta insistenza di potermi assegnare una camera singola.
Il regalo fu davvero ben accetto, ora avevo una stanza tutta per me, seppur piccola e in fondo al corridoio. La stanza comprendeva un letto singolo, una scrivania e un armadio, nonché di una graziosa cassettiera che già sapevo come utilizzare ( infatti il mio televisore nuovo ha gradito la nuova postazione!).
La bacheca sopra la scrivania l’avevo riempita con le poche foto che mi ero fatto con i Warblers, la maggior parte delle quali erano con Thad, David e Wes.
Una foto invece era stata scattata di nascosto durante le prove quando per la prima volta azzardai un salto sulla poltrona durante un’esibizione. Per mia fortuna gli insegnanti non erano presenti, e le mie scarpe erano pulitissime.
La scrivania era ingombrata dal mio Mac, dagli spartiti e dalla mia stampante e nonostante fosse una scrivani abbastanza grande, dovetti trovare un altro posto per i miei libri.
Dato che non erano ammessi altri mobili, li accatastai accanto l’armadio insieme alla mia borsa di scuola.
Quando i Warblers scoprirono che avevo una stanza tutta per me, con annesso un televisore al plasma, decisero di farmi un regalo, un regalo interessato: una Playstation 3.
Ovviamente insieme alla Playstation portarono una gran quantità di giochi, di conseguenza la mia camera era sottoposta ad un via vai continuo di ragazzi.
L’ultimo videogioco acquistato per la Play fu Assassin’s Creed, l’ultimo capitolo uscito della saga. Risultati? Wes e David si comportavano come Ezio, assaltando gli altri Warblers spuntando a sorpresa dalle camere, o salendo sui mobili per poi gettarsi su di loro come un falco sulla sua preda.
E poi sarei io la cavalletta!
Avevano preso ad indossare felpe con cappuccio imitando spesso e volentieri le mosse di Ezio. E questa loro mania non è ancora passata.
Quando non giocavamo alla Playstation guardavamo tutti insieme un film, oppure dei video su Mtv.
La mia privacy era a serio rischio, l’ultimo episodio avvenne con Jeff e Nick. Ero andato a farmi una doccia in un momento di calma apparente e quando uscii dal bagno con indosso un asciugamano piccolo che mi cingeva la vita, trovai i visi sconcertati di Jeff e Nick che mi fissavano.
Penso che i due poveretti ancora si siano ripresi.
Passiamo alle novità più importanti, o almeno alle novità che io reputo in cima alla mia lista. Spero che Wes e David non mettano le mani su questo diario!
In una delle riunioni dei Warblers, dove per l’ennesima volta provai un pezzo da solista, discutemmo della possibilità di partecipare al concorso per gruppi di canto coreografato.
Inutile dire che la proposta fu accolta da tutti, anche se alcuni erano abbastanza timorosi, riguardo non so quale tipo di disgrazia avvenuta ai Warblers la prima volta che hanno cantato all’aperto.
- Non cantiamo all’aperto… siamo in un edificio.- puntualizzò un ragazzo che conoscevo con il nome di Flint Wilson.
Il mormorio si calmò solo dopo che Wes li richiamò sbattendo il suo martelletto.
Insomma non riporto qui tutti i diverbi inutili di quella riunione, so soltanto che abbiamo passato due ore a spiegare agli altri Warblers che era un’occasione d’oro per portare lustro all’accademia.
Non sapevamo però cosa aspettarci, così per precauzione io David e Wes decidemmo di assistere almeno alle provinciali.
 
 
- Ok abbiamo poco tempo dobbiamo andare!-
Quel giorno eravamo emozionati, era la prima volta che assistevamo ad esibizioni di altri Glee di altre scuole. L’unico Glee con cui avevamo a che fare era quello della scuola femminile gemellata alla nostra.
Ed era un vero strazio almeno per me, vedere quelle stupide ragazzine ch pensavano fosse una cosa carina muovere il fondoschiena come se fossero gatte in calore, e guardare con sguardi languidi il pubblico.
David, Wes ed altri Warblers però non la pensavano come me.
Durante il viaggio trovammo molto traffico, ed il risultato fu che arrivammo a competizione già iniziata.
- Non ci siamo persi molto, un coro di sordi e uno di … ragazze in riformatorio.-
Trovammo i nostri posti a sedere quasi subito, erano molto vicini al palco.
Quando realizzai ciò che aveva detto Wes, lo guardai allibito. Come facevano dei sordi a cantare?
Nel frattempo lanciavo occhiate sul palco, in attesa di vedere il prossimo e ultimo gruppo che si sarebbe esibito.
- Wes se erano le ragazze della Jane Addams Academy, direi che ci siamo persi una bella esibizione, saranno anche cattivelle, ma sono dei bocconcini!-
Zittii David con una gomitata. La musica partì ed una ragazza sbucò dal fondo della sala cantando. Non era molto alta, ed i suoi capelli scuri erano fermati in testa da un cerchietto rosso, che richiamava la fascia sul suo vestito lungo fino a sopra il ginocchio. La sua voce era fenomenale, sia io che Wes ci guardammo preoccupati, la sua performance fu strepitosa.
Scoprimmo ben presto che la canzone era il pezzo d’apertura. Gli altri coristi spuntarono sempre dal fondo della sala, camminarono fino al palco per poi allinearsi dietro la solista in perfetta formazione.
Proprio quando passarono accanto alle nostre poltrone, non potei non sentire un odore famigliare, un profumo di Chanel da uomo. Tra l’altro il mio preferito.
Adocchiai subito il ragazzo che lo portava, e tenni lo sguardo fisso su di lui fino a che non riuscii a guardarlo bene in faccia una volta schierato con gli altri. Per mia fortuna era disposto sulla prima fila accanto ad un ragazzo in carrozzella. Anche da qui riuscivo a vedere i suoi occhi azzurri, illuminati da qualcosa che non seppi dire cos’era. La luce risaltava il colore chiaro della sua pelle così simile a porcellana.
I capelli castani erano lisci disposti con una riga di lato.
- Hey quello lì ha la tua stessa pettinatura, ma usa meno gel.- disse David ridacchiando.
Proprio in quel momento la solista presentò il gruppo come i New Directions. Ero così concentrato su di loro che dimenticai di rispondere alle battutine che Wes e David cominciarono a fare sui miei capelli.
La mia attenzione venne di nuovo catturata dal ragazzo Chanel, che chissà per quale ragione puntò il suo sguardo verso di noi. Che si fosse accorto delle battutine quando era passato? No impossibile.
Seguii incantato ogni suo passo, il suo corpo che si muoveva in modo sinuoso molto più di quanto riuscissero a fare le ragazze su quel palco. Era magia pura. Quel ragazzo era un angelo.
- Terra chiama Blaine, terra chiama Blaine!-
Wes sventolava una mano davanti il mio viso, mi riscossi sbattendo più e più volte gli occhi.
- Guarda che se lasci la bocca aperta, prima cosa ci entrano le mosche, seconda cosa comincia ad uscire la saliva, ed è disgustoso.-
Ero incantato da quel ragazzo, dovevo sapere chi fosse. Presi Wes per il braccio e lo tirai verso di me.
- Guarda quel ragazzo, il magrolino con la pettinatura come la mia.-
Wes annuì.
- Non è un angelo?-
David si sporse oltre Wes e mi guardò con il sopracciglio inarcato.
Entrambi cominciarono a tirarmi gomitate ridacchiando.
Quando finirono la loro esibizione, mi alzai in piedi come tanti altri, applaudendo forte e urlando come un matto. Li vidi poi ritornare nei camerini. Seguii finchè potei, quel ragazzo, e la voglia di seguirlo e presentarmi era troppo forte.
- Blaine sono del McKinley, c’è scritto sul volantino e se vuoi possiamo fare un viaggetto a Lima per farti conoscere questo benedetto ragazzo.-
Il loro tono era malizioso, avevano capito benissimo cosa stessi provando in quel momento. Il mio cuore prese a battere un po’ più forte, si calmò solo quando smisi di pensare a lui.
 
I vincitori furono i New Directions, intravidi quegli occhi da angelo in mezzo al gruppo, sorrideva e saltellava per la felicità, abbracciando felice anche alcune ragazze. Era semplicemente stupendo.
Quando andammo via dopo la proclamazione dei vincitori, i ragazzi salirono sul loro autobus e con loro andò via anche lui.

La riunione successiva alle provinciali, ci vide coinvolti in un dibattito acceso: eravamo in grado o meno di competere ad un concorso del genere?
Passai una mano sul volto, era troppo. Amo le sfide, partecipare per me non significa vincere, ma mettersi alla prova, migliorarsi. Perché invece loro erano solo preoccupati di non poter vincere e non riportare il trofeo a scuola?
Alzai la mano, era la prima volta che parlavo davanti il consiglio e gli altri Warbler.
- Blaine Warblers a te la parola.-
La voce di Wes ed un suo gesto mi invitarono ad alzarmi e parlare.
- Mi rivolgo a tutti voi. Cosa vi fa pensare che bisogna partecipare a dei concorsi solo per vincere?-
Un mormorio sparso interruppe il mio intervento, ma il martelletto di Wes riportò l’aula nel silenzio più assoluto.
- Penso sia giunto il momento per i Warblers di spiegare le ali e cominciare a volare. Gli uccelli sono animali liberi, e la loro massima espressione è il volo. Noi siamo Warblers, la nostra massima espressione è il canto.
Con il canto noi suscitiamo emozioni, parliamo di noi stessi delle nostre vite. Non siete stufi di cantare sempre a spettacolini di bassa lega? Ai classici spettacoli di Natale, Pasqua, Ringraziamento?-
I ragazzi si guardarono gli uni gli altri facendo cenni di assenso.
- Togliamoci queste catene, smettiamo di pensare alle leggende del passato. Stiamo vivendo nel presente, e in questo presente i Warbler si prepareranno per partecipare alle provinciali dell’anno prossimo!-
I ragazzi si alzarono in piedi applaudendo, e a nulla servì il martelletto di Wes, ognuno di loro lanciò urli di gioia e di consenso alle mie parole. Mi sentii un generale che portava i suoi uomini in battaglia.
Li avevo caricati ora erano inarrestabili. La calma giunse dopo un po’ che i tre ragazzi del consiglio cominciarono ad urlare per farsi sentire.
- Prima di decidere altro, dobbiamo eleggere un solista. Apriremo delle audizioni per chiunque voglia proporsi.-
Il martelletto sbatté due volte sul tavolo e la riunione venne sciolta.
Tutti e tre i membri del consiglio furono così soddisfatti che vollero organizzare una festa nel piano Spencer. Una festa “all Warblers”.
Il corridoio era gremito di persone, i mobili erano usati come tavolini, e la musica era sparata a tutto volume grazie alle casse supersoniche di Jeff.
Alla festa si unirono anche i ragazzi del piano di sopra, ed il corridoio in quel momento parve davvero troppo piccolo per contenere tutte quelle persone.
Fui al centro dell’attenzione per quasi tutto il tempo. Ragazzi che mi davano pacche sulle spalle, matricole che mi chiedevano consigli di ogni tipo. Era incredibile quanto quel discorso avesse colpito tutti quanti.
Mi divincolai sul presto adducendo una stupida scusa riguardo un piccolo malore, temevo tra l’altro che Wes e David mi volessero far ballare sul cubo improvvisato costuito da un paio di comodini.
In realtà stavo benissimo, ma non riuscivo a distogliere la mia mente dal ragazzo visto alle provinciali. Avrei voluto guardarlo meglio, tuffarmi in quegli occhi chiari.
Quando sorrideva pareva imbarazzato, quasi a vergognarsi della curva che le sue labbra assumevano, creando due piccole fossette sulle guance.
Uscii dall’unica finestra che avevo nella stanza, poggiandomi alla balaustra del balconcino. Chissà se anche lui in quel momento stava guardando la stessa luna e le stesse stelle che c’erano in cielo.
Avevo deciso di andare a Lima al McKinley, avrei portato con me Jeff e Nick, dopo tutto mi dovevano un favore, e sicuramente la visita al McKinley non sarebbe stata devastante come quella avuta alla Crawford Country Day School.
Mi ricordai che si avvicinavano le vacanze di Natale, chissà se era il caso di lasciargli un regalo nell’armadietto.
Ok basta sto delirando.
 
Premetti il tasto play sul mio iPhone, avevo trovato la canzone adatta.
Guardando la luna, mi persi nei miei pensieri mentre cercavo di fissare nella mia mente l’immagine di lui.
 
I can feel you all around
In the silence I hear the sound
Of your footsteps on the ground
And my heart slows down
So now I'm

I'm waiting for the moonlight
So I can find you
In this perfect dream
Don't think that you can
Hide there in the shadows
Girl your not invisible
Your all that I can see
Ohhh Oh yeah 

 
p.s. Jeff e Nick hanno acconsentito ad accompagnarmi! So che dovrò sorbirmi per tutto il viaggio di andata e di ritorno le loro occhiate e domandine ridicole, ma almeno riuscirò a scoprire qualcosa di più su quel ragazzo.
Speriamo bene!
 
p.p.s Oh cavolo, rileggendo il tutto spero davvero che nessuno metta le mani su questo diario!

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Capitolo 5
*** Dicembre ***


Non so come ringraziarvi davvero! 
Scusate se non rispondo ancora ai vostri commenti, è che sono le tre del mattino e vorrei andare a dormire xD 
Ringrazio comunque tantissimo: 
ColferAddicted
Gleekinn518
Sandra Pattinson
livelikeagangsta
Evy78
e per finire la mia Fragola. ( anche se ancora leggi la FF tanto so che la leggerai presto xD )
e ringrazio tutti coloro che hanno inserito la mia FF tra le seguite e tra i preferiti!


Dicembre: visita Natalizia

 
Ah l’aria di Dicembre è sempre così… così… maledettamente festosa!
Mi sento ridicolo a dirlo ma anche il Natale mi piace. Non so perché forse sarà per l’atmosfera, i regali sotto l’albero, la gioia che si prova in quel giorno in particolare.
Uscire poi a fare acquisti è uno spasso, con tutte quelle lucine colorate! Adoro le decorazioni.
A casa mia ogni anno addobbo l’albero con i miei genitori, una tradizione che non è andata persa come tante altre, e dato che amo le lucine e gli addobbi in modo smisurato, cerco di nascondere ogni singolo spazietto libero con angioletti, palline decorative, bastoncini di zucchero, fiocchetti ecc ecc.
Prima però di perdermi nel mio solito delirio natalizio, sarà meglio riportare qui alcuni eventi importanti avvenuti in questo mese.
Tra l’altro mi sono appena ricordato che tra poco verranno a chiamarmi per fare uno scherzo a Wes e David. Gli altri Warblers vogliono vendicarsi di tutti gli attacchi stile Ezio Auditore, subiti fin’ora.
Mi sto preoccupando, Nick e Jeff dopo aver visto Harry Potter con me e gli altri, hanno sviluppato una sorta di sindrome da bacchetta magica e tendono a riproporre in versione reale gli incantesimi.
Sono preoccupato, parlavano dell’incantesimo Pietrificante…
Comunque sia come accennato prima, era mio intento andare al McKinley per cercare quel ragazzo. Non riesco ancora a togliermi di mente il suo viso d’angelo.
Nei giorni passati ci sono state nevicate abbondanti, tempeste di neve notturna improvvisa, che più volte ci lasciarono barricati a scuola con più di un metro di neve davanti al portone d’ingresso della Dalton.
Chiusero la scuola per un paio di giorni, i professori non riuscivano a raggiungere in auto l’Accademia.
Nonostante gli spazzaneve avessero lavorato per ore per pulire le strade, era impossibile evitare la formazione di ghiaccio, nonostante i kili di sale sparsi.
Fu così che un bel venerdì, invece che passare la mattinata in completo isolamento alla Dalton, ci avventurammo di fuori per partire alla volta di Lima.
- Ok adesso spiegaci bene chi dobbiamo cercare.-
 Sospirai.
- Non conosco il suo nome, l’ho visto alle provinciali. So soltanto che ha degli occhi azzurri stupendi e che portava il mio profumo preferito.-
Nick alzò gli occhi al cielo.
- Le informazioni che ci hai fornito non sono d’aiuto.-
- So che fa parte del Glee Club della scuola, sarà più facile cercarlo no? Basterà beccare l’aula dove provano di solito.-
Parlavo come se fosse tutto facile. Non mi ero reso conto di quanto fosse grande quella scuola. Arrivammo le prime ore del pomeriggio, e quando trovammo il McKinley, mi stupii di vedere quanta gente ci fosse, e di quanto fosse grande quella scuola.
Mi tornarono a mente i giorni in cui frequentavo la mia vecchia scuola, i giorni in cui mi divertivo al Glee Club con i miei vecchi amici. Scossi la testa e scacciai quei pensieri.
- Scuole pubbliche… puàh!-
Guardai Jeff di sbieco.
- Guarda che anche io frequentavo una scuola pubblica, non grande come questa ma era pur sempre pubblica.-
Jeff e Nick si guardarono in giro e videro alcuni giocatori di Football chiacchierare vicino un bidone della spazzatura. Si avvicinarono cauti e quando ebbero la loro attenzione ci parlarono.
Rimasi in disparte ad aspettare, con lo sguardo che andava in ogni direzione con la speranza di vedere quel ragazzo.
Quando mi voltai di nuovo, vidi i ragazzi diventare d’un tratto minacciosi, battevano il pugno contro la mano e indicavano il bidone gigante dietro di loro.
Jeff e Nick presero a correre verso di me spaventati, seguiti dal gruppo di giocatori. Presero entrambe le mie braccia e mi trascinarono con loro.
- Che succede?- chiesi correndo con loro.
- Zitto e scappa!- risposero entrambi.
Entrammo a scuola, era un vero labirinto, molto più grande della mia vecchia scuola. Salimmo le scale arrivando al primo piano, guardando ogni tanto dietro di noi giusto per assicurarci di tenere la giusta distanza da loro.
Provammo a seminarli per il corridoio, ma non ci riuscimmo. Non so che strada prendemmo, ero talmente spaventato che aprii la prima porta che mi capitò a tiro. La chiudemmo dietro le nostre spalle, e sentimmo la mandria di giocatori andare oltre, convinti che avevamo preso un’altra direzione.
- Oddio ce la siamo vista brutta.- disse Jeff.
Alzai lo sguardo, e quello che vidi non mi piacque affatto. Sia chiaro, essere gay non vuol dire essere schifato dalle ragazze, anzi. Se vedo una bella ragazza in giro non ho difficoltà ad ammetterlo, l’unica differenza e che non mi fanno né caldo né freddo, e non arrivo a fare certi pensieri se ne vedo una.
Capii che eravamo nello spogliatoio delle Cheerleader, la maggior parte di loro erano mezze nude, e dallo sguardo di Jeff e Nick parevano capitati in paradiso. Peccato che le ragazze non la pensassero allo stesso modo. Presero ad urlare come delle pazze, parevano tanti allarmi antifurto. Mi arrivò addosso il primo asciugamano, seguito da altri asciugamani e oggetti che le ragazze cominciarono a tirarci contro.
- Meglio farsi pestare!-
Uscii fuori seguito dagli altri due, respiravamo a fatica. Dopo quella mega corsa ci mancavano quelle oche isteriche. Almeno eravamo riusciti a seminare quei ragazzi.
Aprimmo la prima porta che trovammo lungo il corridoio, una grossa porta antipanico, e ci ritrovammo nella palestra.
- Sentite io mi vado a sedere, ho il fiatone e non ho forza di proseguire la ricerca.-
Jeff si piegò in due, aveva il fiatone e pareva stesse per stramazzare a terra.
Ci accomodammo nei posti lasciati liberi nella seconda fila, erano giusto tre. Non era facile cercare in mezzo a quel casino la persona che occupava da giorni la mia testa.
Quel giorno però, sembrava quasi che la fortuna fosse dalla mia.
Una donna entrò e si posizionò di fronte il gruppo di ragazzi della banda scolastica, che parevano fermi in mezzo al campo per un’esibizione pre-partita.
- Cinque sei sette e otto!-
Le trombe della banda cominciarono a suonare, riconobbi l’intro, era di una canzone di Madonna e Justin Timberlake. Le Cheerleaders cominciarono ad entrare a passo quasi marziale, ma ciò che vidi poi mi tolse praticamente il respiro.
Era lui, di fronte a me, insieme ad una ragazza dalla pelle scura. Entrambi indossavano dei microfoni e l’uniforme delle Cheerleaders.
Jeff e Nick si guardarono preoccupati, mentre io indicavo il ragazzo che piano piano camminavano verso di noi.
- Oh Vogue! È proprio lui!-
Jeff e Nick scrutarono il ragazzo castano e snello che in quel preciso istante si era piegato sulle gambe e rialzato velocemente cantando. La sua voce era divina, di una delicatezza incredibile.
Non riuscii però a sentire il suo nome, ero sicuro che la ragazza lo avesse nominato all’inizio dell’esibizione. Quanto avrei voluto il tasto rewind per tornare un poco indietro.
Seguivo le sue mosse, muoveva il corpo a ritmo cercando di essere sensuale, le Cheerleader danzavano intorno ai due cantanti ballando in modo superbo.
- Bè… canta benissimo.-
- Già un’ottima interpretazione di Justin Timberlake.-
Affondai la testa tra le mani, che mi importava di Justin Timberlake! Lui era semplicemente un angelo!
Sarei rimasto a fissarlo per ore, se non fosse per i ragazzi di prima. Erano entrati in campo indossando la divisa da basket.
- Ragazzi… penso sia ora di andare.-
Due di loro ci videro e fecero cenno agli altri. Li vedemmo confabulare per un attimo ed annuire insieme.
Mentre tutti gli altri si preparavano per la partita, due di loro che a quanto pare non avrebbero dovuto giocare subito, si diressero verso di noi.
- Scappa!-
L’urlo di Jeff fece sobbalzare alcune persone, riuscimmo a scendere dagli spalti e imboccare il portone d’uscita dalla palestra.
Giuro che non avevo mai corso così tanto in vita mia. Riuscimmo in tempo a raggiungere la macchina di Jeff nel parcheggio della scuola. E prima che i due energumeni riuscissero ad aprire la porte della macchina, accendemmo il motore e partimmo, lasciando dietro di noi una nuvola di fumo di scarico e polvere.
 
Non ci potevo credere, ero di nuovo a scuola, nella sala di ritrovo degli Spencer, sano e salvo! Mi accasciai in poltrona osservando la finestra, spostai poi lo sguardo agli addobbi natalizi della sala. Vischio ovunque, pungitopo disposto sui mobili e qualche festone rosso e oro qua e là. Pareva di essere nel dormitorio di Grifondoro.
Un piccolo albero di Natale era messo in un angolo, pensai che aveva fin troppi pochi addobbi, ed era poco natalizio.
Tra l’altro aveva pure ricominciato a nevicare, l’indomani saremmo rimasti intrappolati di nuovo a scuola.
Pensai al viaggio di ritorno, eravamo eccitatissimi dopo aver seminato quei due giocatori.
Arrivammo per tempo per le prove dei Warblers, ma sia io che Jeff che Nick eravamo così stanchi che a malapena riuscivamo a cantare.
Non lasciai spiegazioni a David e Wes, e scartai le domande di Thad liquidandolo con un “sono stanco ci vediamo dopo”.
Dovevo immaginare però che Jeff e Nick avrebbero vuotato il sacco, così la mia spedizione al McKinley era, nel giro di poche ore, sulla bocca di tutti i ragazzi del dormitorio Spencer.
David e Wes mi raggiunsero nella sala ritrovo, e si sedettero sulla poltrona di fronte la mia.
- Perché non ci hai detto nulla?-
Sospirai, ecco che cominciava il terzo grado.
- Volevo che non si sapesse, tra l’altro se ve l’avessi detto me lo avreste impedito. Lo so che ormai parlo sempre e solo di lui, e so che vi sto assillando da matti. Per questo ho evitato di coinvolgervi e di sbrigarmela da solo.-
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo rammaricato.
- Senti ci dispiace se ti abbiamo dato questa impressione, però Blaine pensaci, è un ragazzo che vive e studia a Lima, quante possibilità ci sono che vi incrociate di nuovo?-
David mi guardò e concluse la frase.
- Dopo quest’ultima volta?-
Sospirai, forse avevano ragione, forse ero davvero pazzo a correre dietro quel ragazzo che neanche sapeva della mia esistenza. Eppure non me la sentivo di abbandonare tutto.
Dopo aver sentito la sua voce poi, ero ancora più determinato a conoscerlo, volevo sentirlo cantare di nuovo. Ci si poteva innamorare di un ragazzo dopo averlo sentito cantare?
Wes e David mi guardarono, dolcemente.
- Blaine sei nostro amico, noi ti supporteremo sempre.-
Sorrisi e annuii.
- A proposito hai scelto che pezzo cantare per le audizioni.-
Alzai lo sguardo su di loro leggermente perplesso.
- Quali audizioni?-
- Ma come non vuoi proporti come solista dei Warblers?-
Non ci avevo pensato affatto. Mi piaceva cantare con loro come solista, ma diventare l’unico e solo solista del gruppo forse era troppo. Ero da poco arrivato poi, che diritto avevo di pretendere una parte del genere?
- Bene prepara un pezzo, settimana prossima ti vogliamo alle audizioni. Anzi considerati già segnato!-
Si alzarono e dopo un’amichevole pacca sulla spalla, andarono via.
Sprofondai in poltrona, dovevo pure trovare una canzone adatta da cantare per le audizioni, il che significava tornare in camera, e setacciare iTunes e Youtube in cerca di qualcosa di decente.
- Scusaci Blaine…-
La voce era di Jeff.
- So che non dovevamo dirlo agli altri.-
Aggiunse Nick.
Mi alzai e sorrisi ad entrambi.
- Ragazzi grazie, oggi siete stati davvero fantastici. Io... non ho parole grazie.-
I due ragazzi sorrisero e mi strinsero in un mega abbraccio. Risi insieme a loro mentre tossivo, era una sorta di risata soffocata. Per essere dei ragazzi magrolini, ne hanno di forza.
Sorrisi ad entrambi e ad abbraccio finito feci per lasciare la sala.
- Dove vai?-
- Wes e David mi hanno scritto per le audizioni, devo cercare una canzone decente da cantare.-
Non ero molto entusiasta della cosa. Nick e Jeff si guardarono e sorrisero.
- Forse abbiamo ciò che fa per te.-
 
In camera mia regnava il solito caos, anche il letto era cosparso non solo di vestiti, ma anche di spartiti e libri aperti. Mentre Jeff cercava la canzone su Youtube dal mio Mac, io rimettevo a posto gli abiti che quella mattina avevo provato e riprovato per poi scartarli.
- Complimenti per il tuo guardaroba.-
La faccia di Nick era stupita.
- Cioè scusa se te lo dico ma somiglia molto all’armadio di mia sorella.-
Sorrisi.
- Se è davvero così allora ha buon gusto.-
Jeff si alzò esultante.
- Eccola! Bene Blaine ascoltala un attimo.-
Mi bastò guardare il titolo, la conoscevo a memoria, perciò con un paio di click cercai la base da Karaoke.
La canzone mi piaceva, e mi faceva pensare proprio a lui, a quell’angelo dagli occhi blu.
Mi sarebbe piaciuto cantargliela.
- Non so se ti piace Katy Perry…-
Alzai un sopracciglio, presi una penna trovata sulla scrivania, e feci cenno a Jeff di far partire la base.
 
 
Do you ever feel like a plastic bag
Drifting throught the wind
Wanting to start again
 
Do you ever feel, feel so paper thin
Like a house of cards
One blow from caving in
 
Do you ever feel already buried deep
Six feet under scream
But no one seems to hear a thing
 
Do you know that tehre’s still a chance for you
Cause there’s a spark in you
 
You just gotta ignite the light
And let it shine
Just own the night
Like the Fourth of July
 
Cause baby you’re a firework
Come on show ‘em what your worth
Make ‘em go “Oh, oh, oh!”
As you shoot across the sky-y-y
 
Baby you’re a firework
Come on let your colors burst
Make ‘em go “Oh, oh, oh!”
You’re gunna leave ‘em fallin’ down-own-own.
 
Entrambi i ragazzi mi guardarono a bocca aperta, a quanto pare gli ero piaciuto e anche molto.
- Vai così Blaine!-
- Vincerai sicuro tu!-
Sorrisi, avevo trovato due nuovi amici, e dopo quella pazza avventura al McKinley ne ero più che sicuro.
Mi aiutarono a provare la canzone, e ascoltarono pazienti i miei deliri sul mio angelo dagli occhi blu.
Mi sentivo contento, e Wes e David ora sapevano con chi lamentarsi. Aver trovato in Nick e Jeff due nuovi amici di certo non impediva di assillare anche loro.
Ecco parli del diavolo! Jeff e Nick sono appena entrati bussando ( in realtà hanno aperto la porta e basta ).
Oh cavolo! Mi hanno chiesto se ho un rotolo di carta igienica da prestargli.
Meglio che vada prima che mi agguantino per trascinarmi fuori.
 
p.s. Mi stavo quasi dimenticando, Jeff e Nick hanno trovato su Youtube un video pazzesco, non smetterò mai di ringraziarli! E grazie a Dio che i video da Youtube si possono anche scaricare!

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Capitolo 6
*** Merry Christmas Part 1. ***


Vorrei per prima cosa ringraziare tutti coloro che hanno lasciato i commenti. 

livelikeagangsta
ColferAddicted
GleeKinn518


Siccome questo finesettimana sarò via, non so quando potrò aggiornare la mia Fanfiction. 
Se riesco l'aggiorno domani prima che parto. 
Ho deciso di dividere il Natale in due parti, perchè la storia stava venendo lunghetta. 
Spero vi piaccia lo stesso e che qualcun altro cominci a seguire la mia FF.

Grazie anche alle 10 persone che stanno seguendo la FF, spero di non lasciarvi delusi!


 

 


Merry Christmas! Part 1.


Ah finalmente Natale!
Stamattina mi sono svegliato sul tardi, e per prima cosa sono sceso in sala per controllare i regali sotto l’albero di Natale. Lo so che sembra stupido e so anche che può sembrare una cosa da bambini, ma i miei genitori i regali li mettono ancora lì. Stanotte li ho pure sentiti bisticciare mentre cercavano di scendere le scale senza far rumore.
Non vi dico quanto ho riso, avevo le lacrime agli occhi, soprattutto quando mio padre ha cominciato ad imprecare dopo che un pacco gli è caduto sui piedi.
Comunque sia, parlando di cose serie (o meglio parlando del mio angelo dagli occhi blu!).
Ho scoperto, o meglio, Jeff e Nick hanno scoperto un interessantissimo video su Youtube. Stavano facendo alcune ricerche sul gruppo delle New Directions del McKinley, e hanno trovato un blog di un certo Jacob, che a quanto pare frequenta il McKinley e si ritiene una sorta di Gossip Girl (per la cronaca io non me lo vedo, ma David e Wes passano le serate a guardarsi le puntate sul mio televisore… ).
Jeff e Nick hanno trovato un interessante link ad un canale Youtube, dove c’è un video di una pubblicità. La pubblicità parte con un gruppo di ragazzi su una pila di materassi, quando riconosco il gruppo quasi mi viene un colpo. La prima della fila era la solista delle New Directions, e il ragazzo della terza fila era…
- Oddio sta per morire!-
Jeff mi prese per le spalle in un gesto molto teatrale, mentre Nick dava gomitate a Wes David e Thad.
Eravamo in camera mia, e Jeff aveva collegato il mio Mac al televisore, così tutti noi potevamo guardare comodamente il video.
- Guarda Wes è proprio lui!-
David rideva, e indicava il ragazzo che in quel momento era ripreso mentre saltellava sul materasso, e devo dire che lo faceva con stile!
I commenti piovvero a dirotto, la canzone era perfetta per quella pubblicità, ed i ragazzi sapevano come muoversi, in pratica la coreografia era perfetta a mio parere, in più erano tutti vestiti con pigiami blu, che trovavo leggermente deprimenti, perché sembravano pigiami da ospedale.
- Oddio ragazzi sentite che voce ha la ragazza di colore!-
Era proprio vero, e se non ricordavo male era proprio la ragazza che era con lui a cantare all’esibizione delle cheerleaders.
David lanciò uno sguardo come a dire “ti aspettavi non fosse brava?”.
La canzone e il loro modo di ballare quasi ci trascinarono tutti, io rimasi seduto in contemplazione, mentre Jeff e Nick presero a saltare per la stanza cantando anche loro la canzone.
- Hahah, guarda come spunta da dietro il materasso!-
Wes lo indicò sorridendomi, lui ci rideva ma non sapeva come mi stavo sentendo io, il moto di ammirazione per quel ragazzo saliva sempre di più!
Quando lo vidi indietreggiare tra le pile di materassi facendo segno di raggiungerlo, ammetto che ebbi quasi la tentazione di sfondare il televisore e buttarmi dentro.
Quel sorriso da furbetto poi era intrigante, mi era sembrato fin da subito un tipo timido, ma chissà forse non era così.
Da allora mi ero scaricato quel video usando un programma consigliatomi da Wes, e non facevo altro che guardarlo mettendo il fermo immagine ogni qualvolta si intravedeva lui.
Atteggiamento da maniaco? Può darsi.
I giorni seguenti dalla scoperta di quel video, dovetti concentrarmi per le audizioni dei Warblers, come mi ricordavano ogni giorno i tre membri del consiglio.
La lista per i provino era cortissima, c’eravamo solo io e Jamie, un ragazzo entrato da poco nei Warblers, come me.
Jamie era il classico ragazzo belloccio, i cappelli castani erano portati corti e i suoi occhi azzurri erano in grado di sciogliere qualsiasi ragazza. Era più alto di me e più atletico, caratteristica che ovviamente non sfuggiva a nessuno, era la persona più simile ad un adone greco che conoscessi.
Ne rimasi affascinato pure io, ma non capii mai se fosse gay o meno. 
Tornando alla competizione, mi sembrò strano che nessun altro voleva tentare.
Secondo Jeff e Nick nessuno voleva competere con me, adorarono la mia voce la prima volta che mi sentirono cantare, ed erano convinti che ero adatto come solista.
- E poi si possono fare altre audizioni se la maggioranza del gruppo cambiasse idea.-
Quella cosa mi mise doppiamente in agitazione. Cantavo giorno e notte, ogni pausa era buona per provare, dalla pausa pranzo alla pausa tra una lezione e l’altra. Sia Jeff che Nick mi rimasero accanto tutto il tempo, Wes David e Thad a causa del loro ruolo nel consiglio, non potevano assistere durante le prove di nessun candidato, per quanto fossimo diventati amici.
Quando arrivò il giorno fatidico, mi tremavano le gambe, il mio stomaco venne attanagliato da un grosso magone. Come potevo cantare se la voce non voleva uscire?
Jamie non era tanto teso come me, pareva più rilassato almeno in apparenza. Sospirai, avevo deciso di accompagnarmi con il pianoforte, per eseguire una versione più armonica di Fireworks.
Mentre ripassavo con calma la melodia e rileggevo gli spartiti, venne lanciata una moneta in aria per decidere chi avrebbe cominciato per prima.
- Jamie McKnight tocca a te.-
Il ragazzo si alzò con un sorriso sulle labbra, aveva portato con sé uno stereo portatile, e inserito un disco fece partire la base.
In quel momento il sangue si gelò nelle vene, stava per cantare Fireworks.
Lanciai uno sguardo ai miei due amici, che sedevano affianco a me. Loro due erano esterrefatti, proprio come lo ero io. Jamie cominciò a cantare, la sua voce era spettacolare, si adattava perfettamente a quella canzone, e vidi che anche gli altri Warblers ne erano affascinati.
- Non hai un pezzo di riserva?-
La voce di Nick mi scosse.
No che non avevo un pezzo di riserva, che ne sapevo io che mi avrebbe giocato un tiro basso? Non sapevo cosa poter cantare, in quel momento di tutte le canzoni che amavo, non me ne veniva una in mente.
La rabbia cominciò a salire dentro di me, avevo lavorato giorni e giorni su quella canzone, e la cosa grave è che non potevo provare di aver scelto prima io quella canzone.
Strinsi i pugni e digrignai i denti, Wes David e Thad erano in contemplazione di Jamie, tutti erano rapiti da lui.
Quando finì di cantare, tutti si alzarono in piedi applaudendo e urlando, solo io rimasi seduto con lo sguardo basso, sguardo che venne interpretato male dagli altri.
- Cinque minuti e riprenderemo le audizioni.-
I tre ragazzi si avvicinarono a me preoccupati.
- Hey Blaine guarda che lo so che andrai meglio di lui.-
Thad mi sorrise incoraggiante.
- Noi crediamo in te e anche se non sembra facciamo il tifo per te.-
Mi alzai, era troppo, non volevo sollevare un polverone, tantomeno far scoppiare uno scandalo nel bel mezzo dell’audizione, non avevo modo dimostrare che lui aveva rubato la mia idea.
- Scusate.-
Mi diressi verso la porta della sala e uscii fuori. Sentii Nick e Jeff dire ai tre del consiglio che ero solo teso, poi mi raggiunsero anche loro fuori la sala.
- Sono spacciato.- dissi stringendo i pugni.
Jeff scosse la testa.
- No che non lo sei, abbiamo cinque minuti, prendi il tuo iPhone e scorri tutte le canzoni che hai messo nell’iPod. Sicuro ce ne sta una che potrebbe andare bene al momento.
Ti procuriamo la base in 5 minuti netti. Sono riuscito a prendere del tempo con Wes, dicendo che ti senti male.-
Sospirai e sorrisi ad entrambi i miei amici.
- Siete grandi ragazzi.-
Misi le cuffie e cominciai a scorrere le tracce che avevo inserito di recente nel mio iPod. Avevo il volume al massimo e non sentii cosa stavano confabulando quei due. Nick annuiva e gesticolava, e Jeff rispondeva.
Poi vidi Nick farmi un cenno di saluto e sparire, quando però mi tolsi le cuffie Jeff le rimise al suo posto.
- Concentrati.-
 
 
Un quarto d’ora dopo mi ritrovai in sala, Jeff andò a prendermi al volo la chitarra, e riuscì a procurarmi anche uno spartito. Non mi serviva, quella canzone la sentii la prima volta nel film Cinderella Story, non vado pazzo per Hilary Duff ma il film mi era piaciuto. Colpa del mio lato romantico.
Wes alzò una mano come a dirmi che potevo cominciare, così strimpellai l’intro della canzone.
 
 
The strands in your eyes that color them wonderful
Stop me and steal my breath.
And emeralds from mountains thrust toward the sky
Never revealing their depth.
Tell me that we belong together,
Dress it up with the trappings of love.
I'll be captivated,
I'll hang from your lips,
Instead of the gallows of heartache that hang from above.
 
Ok stavo cantando ufficialmente una ballad romantica davanti ai Warblers, e ovviamente il viso di quell’angelo entrò prepotentemente nei miei pensieri. Lo immaginai lì nella sala insieme agli altri studenti, che mi guarda con quei suoi occhi blu così belli e disarmanti, con quel sorriso stiracchiato che dopo averlo visto una volta, mi avevo rapito.
 
Tell me that we belong together
Dress it up with the trappings of love
I'll be captivated,
I'll hang from your lips
Instead of the gallows
Of heartache that hang from above
 
I'll be your cryin' shoulder
I'll be love suicide
I'll be better when I'm older
I'll be the greatest fan of your life
 
Mi guardai intorno, tutti quanti ondeggiavano a tempo di musica.
Sapevo che la mia perfomance non era stata bella tanto quanto quella di Jamie, ma le battaglie non vanno combattute solo per essere vinte.
 
And rain falls angry on the tin roof
As we lie awake in my bed.
You're my survival, you're my living proof.
My love is alive -- not dead.
Tell me that we belong together.
Dress it up with the trappings of love.
I'll be captivated,
I'll hang from your lips,
Instead of the gallows of heartache that hang from above
 
Lo sguardo di Jamie era impagabile, apriva e chiudeva la bocca con disappunto. Pensava di avermi fregato e di avermi messo fuori gioco. Devo ricordarmi di ringraziare Jeff e Nick per questo piccolo miracolo.
 
I'll be your crying shoulder,
I'll be love's suicide
I'll be better when I'm older,
I'll be the greatest fan of your...
I'll be your crying shoulder,
I'll be love's suicide
I'll be better when I'm older,
I'll be the greatest fan of your life.
 
The greatest fan of your life.
...greatest fan of your life.
 
Chiusi la performance suonando dolcemente le ultime note della canzone, per poi alzare lo sguardo dritto verso Jeff che sorrideva e alzava un pollice in alto.
Accanto a lui c’era Nick, non l’avevo visto tornare, aveva con lui una borsa e applaudiva come tutti gli altri.
Wes sbattè il martello e dopo aver ottenuto silenzio, invitarono me e Jamie ad uscire fuori per aspettare il giudizio.
Era l’occasione che cercavo, rimanere solo con lui.
- Complimenti per la tua performance.-
Il ragazzo alzò gli occhi sorridendomi, come se per lui fosse stato tutto normale.
- Complimenti a te per la tua.-
Non ero abbastanza soddisfatto, volevo sapere la verità.
- Visto che c’eri perché non hai arrangiato la canzone di Katy Perry come l’avevo arrangiata io? Tanto valeva copiare tutto no?-
Il suo sguardo si fece più sottile.
- Non sei l’unico a cui piace Katy Perry sai?-
Sorrisi.
- Sapevi anche che è contro le regole cantare la stessa canzone?-
Ridacchiò.
- Non hai di certo appeso al muro la notizia di quale canzone avresti cantato.-
Mi avvicinai minaccioso.
- Neanche tu ti sei sforzato di fare altrettanto.-
- Ah no? Mi sono preso invece la briga di mandare una mail a Wes con su scritto quale canzone avrei cantato.-
Touchè, io non avevo fatto una cosa del genere perché non mi sembrava si dovesse fare. Rimasi in silenzio e dovetti guardare il mio avversario sorridere amabilmente con l’espressione di chi ha vinto la partita.
Le porte si aprirono e Thad si parò di fronte a noi.
- Entrate.-
Era una partita persa, e lo sguardo di Thad non era proprio dei migliori.
I miei sforzi erano stati vani, perché non avevo pensato neanche io ad una cosa del genere? Incontrai lo sguardo impenetrabile di Wes e David, per poi spostarmi allo sguardo triste di Nick e Jeff. Sapevo già qual’era il verdetto.
- Jamie McKnight… complimenti. Sei il nuovo solista dei Warblers.-
Wes battè due volte il martelletto, e le audizioni giunsero al termine.
 

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Capitolo 7
*** Merry Christmas part 2. ***


Ragazzi grazie di tutto!
Grazie per i commenti e per il vostro supporto. 
Sappiate che questo capitolo è stato il più difficile da fare. Nel senso che ero indecisa perciò sappiate che potrebbe subire variazioni
o la diretta cancellazione. 
Anyway spero continuerete a recensire la mia fanfiction!
Perdonate gli errori grammaticali e perdonatemi se in questo capitolo non vi ringrazio uno ad uno. 

Ma ci tengo comunque a dirvi che mi fate davvero felice!


P.s. la canzone che canta Blaine la trovate qui ---> http://www.youtube.com/watch?v=HMqGhvXikVQ&feature=fvwrel  





Merry Christmas Part 2.

 
Natale!
Ok basta smetto di essere così felice.
Ok non ci riesco! Ho ricevuto dei regali troppo belli! Mia madre la adoro, quando devo fare shopping vado sempre con lei. Non sbaglia mai un regalo. Da lei ricevetti una boccetta di profumo Chanel da uomo, il mio preferito, lo stesso profumo di lui.
Mio padre invece mi aveva regalato la maglia della mia squadra di football preferita. Ci hai provato papà, per tua fortuna adoro il football!
 
So this is Christmas
And what have you done
Another year over
And a new one just begun
 
Questa era una delle canzoni che preferivo di più nel periodo Natalizio. La sentivo sempre la vigilia di Natale, e la cantavo a squarciagola fino a che avevo voce.
 
And so this is Christmas
I hope you have fun
The near and the dear one
The old and the young
 
Sorrisi perdendo il mio sguardo fuori dalla finestra, sarebbe stato un natale perfetto. Non la pensavo così però, i giorni passati.  

Era ormai quasi un mese che il mio umore subiva sbalzi degni di una donna in preda alle tempeste ormonali. Pensavo che quella sconfitta non mi avrebbe scalfito, ma non era la sconfitta che bruciava, ma l’ingiustizia subita.
Mi ripetevo sempre che non era importante vincere, ma partecipare e dare il meglio di me.
- Che razza di cantante è un cantante che non ha nemmeno una canzone di riserva da portare ad un provino?-
Quelle parole mi perforarono, lasciandomi interdetto.
- Ti credi bravo, un bravo cantante, pensi quindi di sfondare? Invece non sei stato in grado nemmeno di improvvisare. Non sei stato in grado nemmeno di ottenere il ruolo di solista.-
Quel sorriso poi, il sorriso di chi sa di aver già vinto.
Quelle furono le parole che Jamie mi rivolse una volta che fu proclamato solista dei Warblers.
Tornai in camera, ero furioso. Non sapevo cosa fare, cominciai a camminare in avanti e dietro per la stanza cercando di calmare i nervi, fino a quando non trovai i miei spartiti, spartiti sui quali avevo lavorato duramente in quell’ultimo mese. Cominciai a stracciare i fogli uno per uno, ritenendomi soddisfatto solo quando riuscii ad ottenere pezzi piccoli come coriandoli.
I libri di scuola che erano ancora sul letto, e in un gesto repentino, li gettai a terra scagliandoli in malo modo contro il pavimento. La mia furia non si era calmata, e prima ancora che me ne rendessi conto, mi ritrovai a prendere a pugni uno dei pochi pezzi di muro liberi della stanza. Le nocche cominciarono a sanguinare, ed il dolore prese a farsi sentire, ma mi fermai solo quando sentii delle voci dietro di me.
- Blaine cosa cavolo…-
Nick e Jeff mi guardarono esterrefatti. Fissarono prima il casino sul pavimento, poi il muro con le macchie di sangue, e le mie nocche ormai sbucciate.
- Calmati ora.-
Nick avanzò verso di me tenendo le mani in avanti, quasi avessero a che fare con un pazzo.
- Calmarmi? Mi devo calmare?! Io non mi calmo. Ho lavorato a quel pezzo per un mese! Giorno e notte.-
Jeff affiancò Nick.
- C’eravamo anche noi con te Blaine… ora calmati però.-
Respiravo a fatica, alzavo ed abbassavo le spalle a scatti.
I due ragazzi chiusero la porta a chiavi in modo che nessuno entrasse e vedesse il casino che avevo creato nella mia stanza. Mi sedetti sul letto, non mi era mai successo nulla del genere, non era da me perdere il controllo.
- S-scusate.-
I due ragazzi a quanto pare erano decisi a non lasciare alcuna traccia, e presero a pulire in fretta la mia stanza, rimettendo in ordine i libri e facendo sparire sia le macchie di sangue dal muro, che le i pezzettini di spartiti a terra.
Nessuno di noi parlò, nemmeno quando pensarono a pulirmi e disinfettarmi la ferita.
- Non lasceremo che Jamie McKnight la passi liscia, e questa è una promessa.-
Quando alzai di nuovo lo sguardo vidi i due ragazzi uscire dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Non seppi cosa era successo fino a quando il giorno dopo, non ci fu una riunione di emergenza dei Warblers.
Quando entrai nell’aula magna, dove di solito ci riunivamo, tutti gli sguardi vennero puntati su di me.
- Blaine Anderson, abbiamo ricevuto una segnalazione riguardo le audizioni avvenute ieri.-
Wes alzò una mano invitandomi ad avanzare.
-Jamie McKnight, sei pregato di avvicinarti.-
Evitai di guardare Jamie in volto, ero certo che se lo avessi guardato ci avrei visto le fiamme dell’inferno, ero sicuro che ora ribolliva di rabbia, e quel pensiero mi rese soddisfatto.
- La canzone che ieri McKnight ha cantato, abbiamo saputo che era stata preparata con molto anticipo da Anderson.-
Il mormorio dei Warblers si diffuse per la stanza.
- Non ci sono prove.-
La voce di Jamie si levò chiara sulle altre.
- Invece ci sono.-
David spinse un foglio sul tavolo, entrambi ci avvicinammo a guardare, era una mail che avevo scritto a Jeff, in cui gli chiedevo se poteva trovarmi una base decente da Karaoke della canzone Fireworks, per una rielaborazione della melodia.
Jamie non si scompose e guardò dritto in faccia David.
- Avevo comunicato in largo anticipo la mia scelta di cantare quella canzone. E fino a prova contraria non c’è nessun’altra prova che io abbia rubato la canzone di Anderson.-
Thad lo guardò con aria di sfida.
- Sai benissimo che mentire di fronte al consiglio, significa espulsione immediata dai Warblers?-
Il mormorio si alzò nuovamente, e Wes dovette sbattere il suo martelletto sul tavolo per ripristinare il silenzio nell’aula.
- Abbiamo una prova più che sufficiente, speravo di non dover coinvolgere un altro membro del gruppo che ovviamente ha agito in buona fede.-
Mi stavo chiedendo cosa stesse succedendo, temevo fosse un brutto sogno, e che forse guardare Law and Order mi avesse davvero fatto male. O forse era colpa delle nottate passate a giocare ad Ace Attorney con Jeff e Nick.
Ok se Wes si fosse alzato di colpo urlando “Obiezione”, tirandosi i capelli all’indietro stile porcospino, allora era solo un brutto sogno.
- Andrew potresti portarci il tuo computer?-
Uno dei Warblers si alzò e portò il suo portatile al tavolo del consiglio, e dopo aver maneggiato un po’, si voltò verso di noi indicando lo schermo.
- Sono capace di forzare le mail di chiunque, purchè siano mail con domini come Yahoo, Hotmail, Gmail ecc.-
Alcuni ragazzi annuirono mentre altri si guardavano perplessi.
- McKnight mi aveva confidato di aver perso la password per la sua mail, e dopo avermi dato il suo indirizzo, forzai la mail per recuperare la password e cambiarla.-
La sua spiegazione fu concisa e breve, ma ciò che mi chiedevo, era che cosa centrasse con tutto il resto.
In quel momento si alzò Jeff che chiese parola.
Il consiglio acconsentì con un gesto della mano.
- La mail in questione era una mail provvisoria che avevo creato per scambiarmi alcune informazioni con Blaine Anderson. Entrambi avevamo creato una seconda mail sotto mio suggerimento. Volevamo evitare il furto di informazioni.-
Un brusìo si alzò dal gruppo dei Warblers.
- Guarderò anche troppi telefilm, ma si dice “fidarsi è bene non fidarsi è meglio”.
Guardai Jamie, il suo sguardo era basso, pareva non avesse alcuna obiezione da sollevare, era stato messo con le spalle al muro.
Mi sentii uno stupido, avrei dovuto pensarci fin da prima, ma a causa della mia impulsività non ero rimasto lucido abbastanza da ragionare su cose del genere, mentre Nick e Jeff si erano subito dati da fare per scoprire la verità.
- Perché?-
Jamie alzò lo sguardo verso di me.
- Perché l’hai fatto?-
Sorrise piano e puntò il suo sguardo verso il mio.
- Perché volevo vincere. Ho sentito te e Sterling parlare in un’aula vuota, e per puro caso siete stati così stupidi da comunicarvi la mail a voce, sapevo che stavate complottando qualcosa, e si sa, per distruggere il proprio avversario bisogna prima distruggere le sue sicurezze.-
Parlava con calma, senza una punta d’irritazione nella voce.
- Ho architettato questo piano perché sappiamo entrambi quanto tu non sia capace di essere il solista del gruppo. Giri ancora attaccato alle gonne del consiglio, e ti sei fatto strada solo per questo.-
Quelle parole furono la goccia che fece traboccare il vaso. Ma prima di sbottare contro di lui, una vocina dentro di me mi suggerì qualcosa di meglio.
Un sorriso si fece largo sul mio volto, e dopo aver chiesto parola al consiglio, mi rivolsi al resto dei Warblers.
- Membri del Consiglio, Warblers, penso che le accuse del signor McKnight siano molto offensive, perciò ho una proposta da fare.-
Jeff e Nick si guardarono cercando di capire che intenzioni avessi.
- Una sfida tra me e McKnight. I giudici assoluti saranno i membri dei Warblers.-
Mi voltai verso il consiglio, Wes stava per aprire bocca e controbattere, ma David lo fermò.
- Anderson ha ragione, è l’unico modo per sfatare questa diceria. E sfida sia.-
Nick mi passò la chitarra presente in stanza, c’era una canzone che in quell’ultimo periodo mi ispirava parecchio, e pensai che in quel momento fosse giusto cantarla.
 
I guess i've sacrifices everything for my dreams
and now it's completely out of control
things are not at all as they seem
but it is hard to navigate in a chaotic mind
it's easier to ask for forgiveness
and for permission
 
Guardai Jamie che in quel momento incrociò il mio sguardo, lui stava per rovinare i miei sogni, stava per frantumare le mie speranze con un soffio.
 
I am holding on to someone
I can't hold no more
oh and sadly I've been here before
I can't let go no
I am reaching out for someone
I can't reach no more
oh it feels like my heart is nailed to the floor
oh yeah oh yeah oh yeah mmh mmh
 
Al contrario di quanto diceva la canzone però, io avevo trovato chi aveva afferrato la mia mano, guardai Jeff e Nick, ed entrambi ricambiarono il mio sguardo
 
if you put my heart under a microscope
you probably gonna wonder
why it's in such a critical condition …
 
I Warblers applaudirono così forte che quasi pensai che venisse giù l’aula. Era il turno di Jamie, ma con mia grande sorpresa non si volle esibire.
Il suo sguardo era fisso nel mio, non riuscii a leggervi nulla, non percepivo rabbia, ma solo determinazione.
Wes sbattè il suo martelletto, la mia testa stava quasi per scoppiare, troppe le emozioni al suo interno.
- Penso che il verdetto sia unanime! Blaine Anderson vince la sfida!-
Altri applausi, urla, e di colpo mi ritrovai sommerso dagli abbracci di tutti, compresi Nick e Jeff che parevano intenzionati a soffocarmi.
La riunione si concluse così, David finì di riportare tutto a verbale, mentre le sorti di Jamie si sarebbero decise la riunione successiva.
Jeff propose un mega party serale al piano Spencer, e tutto il gruppo lo seguì felice, compresi i membri del consiglio.
Quando rimanemmo soli io e Jamie, mi sentii a disagio. Lui non smise di guardarmi un attimo, sembrava volesse perforarmi con lo sguardo. Quando si avvicinò ebbi paura in una sua reazione violenta.
Si limitò però ad avvicinarsi al mio viso e a sussurrarmi alcune parole all’orecchio:
- Sei stato incredibile, mi sbagliavo su di te, non hai fatto impazzire solo i Warblers…-  

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Capitolo 8
*** Gennaio ***


Per prima cosa ringrazio chi ha recensito e chi ha aggiunto la storia tra i favoriti e le seguite. 
Doppio ringraziamento a ColferAddicted per il consiglio ( anche se non ho capito se lo sto seguendo nel modo giusto o meno D: )
Comunque sia questo capitolo è un pò un mix dato che Blaine ( che Dio lo abbia in gloria )
ogni tanto si dimentica le cose da scrivere e le riporta un pò a muzzo dove capita. ( tenero lui )
Spero che il capitolo vi piaccia, nel prossimo ci sarà una bella caccia a Kurt :D 





Gennaio: After party

 
Le vacanze di Natale sono state grandiose!
Mi sono reso conto di non aver dato affatto spazio al resoconto delle mie vacanze, in parte perché ero concentrato a scrivere ciò che era successo nei giorni precedenti alle feste.
In sostanza i Warblers mi hanno fatto una sorpresa, a Natale si sono presentati sotto casa mia, con un gran quantitativo di spumante e dolcetti natalizi vari.
Ero insieme a Braxton, il mio cugino preferito, e stavamo giusto parlando di Jamie e dell’audizione, quando sentii suonare il campanello.
Quando l’aprii, fui travolto dai Warblers.
- Non potevamo lasciarti passare un Natale da solo con i tuoi noiosi parenti!-
Jeff e Nick erano i primi del gruppo, dietro di loro c’erano Thad, David e Wes che sorridevano con le bottiglie in mano. Non mancavano Andrew, Flint e Trent. Insomma metà gruppo era lì davanti il portone di casa.
Presentai i Warblers ai miei genitori e parenti, mio padre e mia madre furono molto felici di conoscerli. Mio padre soprattutto. Sarà stato il clima natalizio, non lo so, ma pareva seriamente interessato ai miei amici e a cosa facevano. Quando gli altri capirono che erano miei compagni di scuola e che facevano tutti parte dei Warblers, chiesero all’unisono una piccola esibizione, così per accontentarli ci esibimmo per loro cantando a cappella Jingle Bells. Fu un successone!
- Blaine mi ha parlato un sacco di voi!-
Brax era felice di poterli conoscere soprattutto Nick e Jeff, dopo che ho passato giorni a parlare di loro al telefono.
- Mi auguro per lui che abbia parlato bene di noi.- rispose Nick ridendo.
Passammo la serata insieme, lasciando i miei genitori e parenti in sala, e chiudendoci nella mia saletta personale, con tanto di televisore gigante al plasma, playstation e console da DJ.
In un angolo c’erano un tavolo con le sedie, e un piano cucina con il frigorifero. I miei genitori avevano pensato a quello spazio per quando mi sarebbe venuto in mente di ospitare qualcuno ed avere un po’ di privacy.
Mentre la maggior parte dei ragazzi era impegnata a giocare alla playstation, io mi ritrovai con Brax, Jeff e Nick a parlare del più e del meno.
- Allora questo ragazzo di cui mi parlavi?-
Brax arrivò al sodo, e Nick e Jeff risero sotto i baffi.
- Bè non sa neanche che esisto quindi penso di non aver fatto progressi.-
Raccontai lui della visita al McKinley e dell’incontro – scontro con i giocatori della squadra di Football.
- Cosa gli avete detto? Per avervi dato la caccia per tutta la scuola doveva essere qualcosa di grave.-
La domanda che Brax rivolse ai due ragazzi era in realtà una domanda che mi ponevo da quasi un mese.
I due ragazzi risero rimanendo un po’ sul vago, per poi decidersi a vuotare il sacco dopo che io e mio cugino insistemmo un po’.
- Per prima cosa gli abbiamo chiesto dove si trovasse l’aula canto del Glee Club. Loro hanno cominciato a ridere e darci dei gay, femminucce e cose del genere.-
Nick annuì.
- Poi io e Jeff rispondemmo per le rime dicendo loro che mettersi accanto al cassonetto della spazzatura non aiutava a coprire il loro odore di fogna.-
Cominciai a ridere insieme a Brax, mentre i due ragazzi scrollarono le spalle come se la loro fosse stata la reazione più normale del mondo.
Parlammo ancora del mio angelo dagli occhi blu, parlai a lungo anche di Jamie, e ragguagliai Jeff e Nick riguardo gli ultimi avvenimenti.
- Senti amico, secondo me prova qualcosa per te.-
Alzai un sopracciglio mentre Jeff proseguiva nella spiegazione della sua teoria.
- Si sa che Jamie McKnight è un tipo tosto, uno che abbatte e distrugge i suoi avversari. Sapevamo che avrebbe usato metodi anche scorretti pur di distruggerti alle audizioni. E se non ha approfittato di quell’ultima sfida per umiliarti…. Bè vuol dire che c’è qualcosa di strano.-
Non avevo mai pensato al Glee Club come un campo di battaglia, perlomeno non i Warblers. Le canzoni che il gruppo cantava avevano effetto proprio perché erano un gruppo unito.
- Ogni audizione è un campo di battaglia, per quanto i Warblers siano un gruppo unito, come ogni gruppo ha le sue regole e le sue gerarchie, e di solito il solista è in cima alla piramide insieme al consiglio.-
Nick annuì.
- E se Jamie McKnight ha rinunciato a questo ruolo, è perché gli piaci.-
 
“Sei stato incredibile, mi sbagliavo su di te, non hai fatto impazzire solo i Warblers…”
 
Sdraiato sul letto pensavo e ripensavo a quella frase.
Quella notte rimasero a dormire a casa mia Braxton, Jeff e Nick mentre gli altri Warblers li avrei rivisti direttamente a Capodanno, ad una festa organizzata da Wes.
Mentre io ero sul letto, gli altri tre dormivano sui tre letti, messi in camera mia per l’occasione.
- Non dormi?-
Il viso di Nick emerse dal buio, facendosi illuminare dai raggi lunari che penetravano dalle tende della finestra, semi aperte.
- No effettivamente non dormo.-
Si alzò e mi trascinò giù da letto fino in cucina, camminammo per i corridoi bui facendoci guidare dalla luce della luna che penetrava dalle finestre. Nick non accese la luce, era comodo rimanere nella semioscurità, aprì il frigo e prese la bottiglietta di latte, dopo aver preso due bicchieri dalla credenza, vi versò il contenuto.
Sorrisi, quel gesto mi era familiare, anche mia madre mi faceva bere del latte prima di andare a dormire, era il suo modo per augurarmi una dolce buona notte.
- Mia madre mi faceva bere del latte caldo quando ero agitato.- spiegò Nick.
Alzammo i nostri bicchieri e brindammo.
- Mi vuoi dire perché sei così agitato?-
La verità era che non lo sapevo neanche io. Avevo ottenuto il ruolo da solista, e questa volta in una sfida corretta senza colpi bassi. Eppure non riuscivo a togliermi dalla testa il viso di Jamie. Il suo sguardo penetrante, quel sorriso irritante, e la sicurezza che ostentava ogni qualvolta era con noi.
Ecco mi sarebbe piaciuto essere così sicuro come lo era lui.
- Ma non saprei, sono successe così tante cose in un anno che fatico a digerirle. –
Era vero, da gay, checca, femminuccia, membro del Glee Club della mia ex scuola, ero diventato una sorta di rockstar, solista di Warblers, nonché uno dei ragazzi più famosi della Dalton.
Avevo cominciato ad accettare i miei limiti, a capire in cosa potevo migliorare, e in più, cosa non meno importante, mi ero preso una bella cotta per un ragazzo.
- Ah la tua prima cotta!-
Nick mi guardò con sguardo finto – romantico, e non potei fare a meno di ridere.
- Tu ci ridi, ma è davvero la mia prima cotta.-
Anche solo a pensarci mi veniva da arrossire.
- Hai poi conosciuto me Jeff e gli altri Warblers.-
Anche quello lo consideravo un dono. Avevo prima pochi amici, e di sicuro non erano amici così matti.
Passai in rassegna tutto ciò che avevamo fatto insieme, dagli scherzi notturni, alle riunioni infinite in cui dovevamo decidere come arrangiare le melodie delle canzoni.
Dal ricordo di Wes e David che giravano incappucciati come Ezio di Assassin’s Creed, allo scherzo della Pastoia total body di Nick e Jeff.
Da allora tutti i Warblers nascondono in punti strategici i rotoli di carta igienica.
- Quest’anno sta per finire e nel prossimo anno, grazie a te, riusciremo a sfondare.-
Nick credeva veramente in me, così come gli altri membri del gruppo, vedeva in me qualcosa che forse io non ero ancora in grado di vedere.
Era la prima volta che facevo il bilancio dell’anno appena passato, e rileggere i vecchi scritti di questo diario, mi è stato davvero di aiuto.
Non ero più il ragazzo timido e spaventato di prima, i Warblers erano riusciti a cacciare in me delle doti che non pensavo di avere.
Propositi per il nuovo anno? Diventare il leader ed il solista che tutti loro si aspettano di avere.
 
Capodanno
 
- 3… 2… 1…. AUGURI!-
Le urla e gli applausi riempirono la stanza, coprendo addirittura il volume già molto alto del programma televisivo che stavamo seguendo per poter festeggiare puntuali l’arrivo del nuovo anno.
Fiumi di spumante furono riversati nei vari bicchieri di carta, per poi venire alzati in alto unendoli in un brindisi collettivo.
- Buon Anno Blaine!-
Wes e David mi strinsero in un abbraccio, nel quale poi si unirono anche Jeff Nick e Thad.
Eravamo tutti a casa di Wes nella sua enorme taverna. Oltre ai Warblers e altri studenti della Dalton, c’erano anche alcune studentesse della Crawford Country Day.
Dopo il brindisi uscii fuori in giardino, da una parte perché dentro quella stanza cominciava a fare davvero molto caldo e dall’altra per evitare la ressa di ragazze urlanti che a quanto pare avevano deciso di rimediare a qualunque costo un cavaliere per il ballo che sarebbe cominciato di lì a poco.
- Pensavo fossi interessato al ballo.-
Trasalii e mi voltai di scatto, Jamie era dietro di me, con il suo bicchiere pieno di spumante in mano, ed un sorriso docile sul volto.
- No grazie.-
- Come mai? Non ti piace ballare? O non ti piacciono le ragazze?-
La sua domanda pareva seria, non c’era malizia nel suo tono di voce.
- Non mi piace molto ballare, e non mi piacciono le ragazze. Dato che non penso ci siano ragazzi gay qui in giro preferisco evitare.-
Jamie si stava avvicinando sempre di più, il suo sguardo fisso nel mio come quel giorno dentro quell’aula.
Finì di bere il suo spumante e posò il bicchiere di carta sulla panchina in pietra vicino a lui. Osservai ogni suo singolo movimento, non sapendo cosa aspettarmi da lui.
Era più alto di me, la mia fronte arrivava alla sua bocca, perciò quando fu molto vicino, cominciai ad indietreggiare sentendomi sempre più in imbarazzo.
- Ti va di ballare?-
La musica era già partita e la sala era illuminata solo da qualche luce colorata soffusa. Dentro la sala si intravedevano coppie di ragazzi che ballavano stretti, mentre altri erano in piedi o seduti a bordo pista.
- No preferisco di no.-
Prima che potessi andare via, sentii la sua mano afferrare la mia tirandomi verso di lui.
- Solo un ballo. E poi hai detto tu che evitavi di ballare solo per assenza di ragazzi gay, e visto che io lo sono, perché privarti e privarmi di questo piacere?-
Sbattei gli occhi perplesso.
- Tu sei gay?-
Il ragazzo scrollò le spalle e annuì.
- Non lo sa quasi nessuno ma sì sono gay. E visto che per una volta vedo un vantaggio ad ammettere di esserlo, ne approfitto no?-
Perché quando parlava mi confondeva sempre di più? Mi tirò a sé velocemente, annullando la distanza che c’era tra noi, ormai solo alcuni centimetri distavano tra me e lui, e più il suo viso si avvicinava al mio, più saliva l’agitazione.
- Blaine! Proprio te cercavo!-
La voce di David fece sussultare entrambi, Jamie si stacco subito da me lasciandomi andare, mentre io a passi decisi raggiunsi il Warbler.
- Senti abbiamo bisogno di te per cantare una canzone.-
Annui allontanandomi da Jamie, felice come non mai di quell’interruzione.
Quando fummo dentro scoprii che in realtà era stata tutta una scusa, Wes teneva Jamie sott’occhio da un po’, vedeva che mi fissava con insistenza, e temendo una qualsiasi vendetta nei miei confronti, aveva ordinato ad altri ragazzi di non perderlo di vista.
- Non stava succedendo nulla, davvero.-
O meglio stava succedendo qualcosa che non volevo proprio accadesse.

Non vidi più Jamie fino al mio ritorno a scuola, e dopo quell’esperienza piuttosto imbarazzante, presi ad evitarlo accuratamente.
Non fu difficile, avevo talmente tanti compiti arretrati, che passavo la maggior parte del tempo in biblioteca, in un tavolo appartato, insieme ad alcuni amici, nel disperato tentativo di un recupero dell’ultimo minuto.
Oltre ai compiti, c’erano anche le prove giornaliere dei Warblers, e data la vicina festa di San Valentino, avevamo messo su un bel repertorio di canzoni adatte all’occasione.
- Tra l’altro…-
La voce di David richiamò l’attenzione di tutti.
- Abbiamo ottenuto un ingaggio proprio per San Valentino.-
Alcuni ragazzi cominciarono a lamentarsi, la maggior parte di loro aveva la ragazza, e il giorno di San Valentino era una festa a cui non volevano rinunciare, o meglio, era una festa a cui le loro ragazze non volevano rinunciare.
- Ci richiederà solo qualche ora di tempo. C’è una piccola fiera a Lima, e hanno richiesto la nostra presenza per un breve intrattenimento pomeridiano.-
Quando nominò Lima, drizzai la testa, era la mia occasione per rivedere quel ragazzo, e quando notai lo sguardo di Jeff e Nick, capii che anche loro pensavano la stessa cosa.
- Blaine debutterai come cantante solista, perciò preparati.-
Il sorriso di Wes era a trentadue denti.
- La scaletta la decideremo nella prossima riunione. È tutto.-
Presi la borsa e mi alzai di corsa, per me Lima era uguale a “angelo dagli occhi blu”. Di colpo la mia mente fu offuscata da lui, dal suo sguardo e dal suo sorriso furbetto.
- Blaine ho un’idea!-
Mi voltai, Jeff e Nick mi stavano guardando sorridendo, e quando sorridevano in quel modo c’era davvero da preoccuparsi.
 
p.s. sia chiaro Jamie non mi piace, o perlomeno non mi piace tanto quanto mi piaccia il mio angelo.
Anche se mi fa tremare le gambe quando mi guarda in quel modo non vuol dire nulla giusto?
 
p.p.s. Stanotte Jeff e Nick hanno voluto sperimentare la loro nuova polvere urticante usando come cavia il ragazzo sopracitato. Per nostra fortuna è uno dei pochi Warblers che si trova in un altro dormitorio, e le urla di rabbia non si sono sentite tanto.    

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Capitolo 9
*** Febbraio ***


Ok premetto che questo capitolo non mi soddisfa. 
Comunque sia lo voglio dedicare lo stesso a Lilly Hummel e ColferAddicted. 
A Lilly perchè mi sostiene a distanza, e perchè dopo aver reso onore a Kurt e Blaine cantando Candles, era il mimino che potevo fare XD
A ColferAddicted perchè mi sostiene con la sua positività e i suoi consigli. Grazie davvero. 

Ringrazio un sacco Gleekinn, livelikeagangsta e Evy per i loro commenti. 
Grazie a chi segue la mia FF e l'ha inserita nei preferiti *^*
Spero di ricevere sempre più commenti e spero che questo capitolo non vi deluda. 
Siccome non ne sono soddisfatta può essere che in un momento di pazzia lo cancelli per poterlo riscrivere xD



Il disegno appartiene alla mia Beta: Lilly ( JustAGuy su EFP)
Grazie davvero tanto !!! :)
Penso che abbiate capito a che scena si riferisca vero? ;)







Febbraio: Be my Valentine

 
Il mese di Febbraio è magico!
Non mi vergogno affatto di ammettere che la festa di San Valentino è la mia preferita, anche se fino ad ora non ho mai avuto modo di festeggiarlo insieme a qualcun altro.
Wes, David e Thad avevano già le loro ragazze, e da giorni si stavano scervellando per capire quale regalo comprare per l’occasione. Nick e Jeff invece stavano cercando di convincere due studentesse della Crawford Country Day, ad uscire con loro la sera di San Valentino.
Mi divertiva vedere tutti i loro tentativi, mentre quelle ragazze continuavano a fare le preziose, assicurandosi sempre di più l’attenzione dei miei due amici.
Mi ritrovai con Trent in biblioteca, anche lui era riuscito a rimediare un appuntamento, e aveva a quanto pare capito che tutti i Warblers dopo l’esibizione al festival, si sarebbero intrattenuti alla fiera, per passare una romantica serata in dolce compagnia.
- E tu?-
La domanda di Trent mi fece sorridere.
- Io … penso tornerò alla Dalton, non ho nessuno con cui festeggiare.-
Tuttavia non mi sentivo così triste. Non mi andava di uscire con un ragazzo per non essere solo il giorno di San Valentino. Non mi andava di sussurrare un “ti amo” a qualcuno che poi non avrei rivisto più, o con il quale avrei poi interrotto i contatti.
Passare il San Valentino da solo era il miglior modo per rispettare questa festività, prima o poi sarebbe arrivato anche il mio turno, e avrei passato anche io questo giorno speciale con qualcuno che davvero mi ha rapito il cuore.
Durante le prove dei Warblers provammo parecchie canzoni, alcune delle quali vennero scartate perché poco adatte.
- “Your Song” versione Moulin Rouge è perfetta. Non trovi Blaine?-
Alzai lo sguardo verso Wes Thad e David ed annuì. Ogni canzone era approvata prima dal consiglio e poi da me. Si doveva discutere riguardo ad ogni cosa, a partire dall’armonizzazione, fino alla tonalità della canzone.
Lavorammo sodo per le due settimane antecedenti a San Valentino, e riuscimmo a preparare un bel repertorio di canzoni che avremmo poi spedito ai responsabili della fiera, affinché approvassero la scelta.   
L’ultima sera di prove, ero troppo distrutto anche solo per andare a cena, così mi ritrovai solo nella sala di ritrovo degli Spencer.
Il mezzo busto del ex rettore della Dalton, pareva squadrami, quasi a chiedermi come mai fossi lì invece che essere a cena. Mi sedetti in poltrona, e cominciai ad osservare le fiamme del fuoco danzare e scoppiettare.
Anche se dimostravo il contrario, mi sentivo un po’ triste sapendo che a San Valentino sarei stato da solo. Non avevo neanche i miei amici a farmi compagnia, dato che tutti sarebbero usciti con le proprie ragazze.
Presi la chitarra e cominciai a strimpellare qualche nota, poi di colpo le mani presero a suonare una melodia a me conosciuta, di una canzone che avevo sentito tempo fa, e che in quel momento pensai rispecchiasse a fondo il mio stato d’animo.
 
I want someone to love me
For who I am.
I want someone to need me.
Is that so bad?
I want someone to love me
For who I am.
 
 
Quanto avrei davvero voluto qualcuno che mi amasse, che mi facesse sentire speciale, era forse troppo?
 
Nothing makes sense.
Nothing makes sense anymore.
Nothing is right.
Nothing is right when you're gone.
Losing my breath.
Losing my right to be wrong.
I'm frightened to death.
I'm frightened that I won't be strong.
 
 
Pensai a lui, ai suoi occhi blu, e alla voglia che avevo di rivederlo.
Perché non mi è concesso essere felice?
 
I want someone to love me
For who I am.
I want someone to need me.
Is that so bad?
I wanna break all the madness
But it's all I have.
I want someone to love me
For who I am.
 
 
Smisi di cantare quando sentii il cigolio della porta che si apriva.
Quando mi voltai trattenni il fiato, era Jamie, questa volta però non sorrideva. Avanzò piano verso di me e un passo dopo l’altro, fino a che non raggiunse la poltrona di fronte la mia.
Si sedette lentamente, mentre il mio sguardo lo seguiva in tutte le sue mosse. Ora ci separava solo un tavolino basso di legno.
- Mi piace come canti, quella canzone è molto bella.-
Feci una smorfia, di sicuro non era venuto lì in quel momento per farmi un complimento. Annuii assecondandolo, per poi tornare alla mia chitarra.
- Senti possiamo parlare?-
Alzai nuovamente lo sguardo verso di lui.
- Non lo stiamo già facendo?-
Jamie indicò la mia chitarra.
- Se suoni mi rimane un po’ difficile.-
Posai lentamente la chitarra al mio fianco, poggiandola contro la poltrona, mi accomodai incrociando le gambe e feci a lui un gesto con la mano perché continuasse a parlare.
- Mi stai evitando da un bel po’ di giorni, e mi chiedevo se ci fosse un motivo in particolare.-
Alzai un sopracciglio, da quando in qua dovevo dargli delle spiegazioni? Non mi pareva di aver stretto con lui un particolare rapporto di amicizia, e tantomeno era mia intenzione incoraggiare il suo comportamento strano nei miei confronti.
- Penso che avrai capito ormai no?-
Continuavo a non capire di cosa stava parlando. Mi ricordai però le ultime parole di Jeff:
 
“E se Jamie McKnight ha rinunciato a questo ruolo, è perché gli piaci.”
 
Quella piccola consapevolezza si fece spazio dentro di me, e finalmente mi decisi a dare ascolto quella vocina che da tempo sussurrava questa verità.
 
- Mi piaci Blaine, sei il primo ragazzo che mi ha rapito il cuore. Mi piace il tuo modo di fare, la tua grinta, il tuo carisma.-

Ok era una sorta di dichiarazione in piena regola, tra l’altro avrei tanto voluto che ci fosse stata un’altra persona al suo posto.
 
- Volevo… chiederti se ti va di uscire con me la sera di San Valentino…-

Aprii e chiusi la bocca, cosa avrei dovuto dirgli? La risposta era NO. Ma volevo davvero passare un San Valentino da solo? Sarei stato in grado di infrangere una delle mie regole per sentirmi meno solo?
 
- Non devi darmi subito una risposta, quando vuoi sai dove trovarmi.-
Spostai il mio sguardo altrove, e così come era entrato, andò via.
Sentii di nuovo la porta cigolare e questa volta chiudersi. Rimasi solo con la mia chitarra, e con i mille pensieri che affollavano la mia mente. Immaginai la sera di San Valentino, camminare accanto a Jamie McKnight, il ragazzo che aveva fatto di tutto per distruggermi durante le audizioni, il ragazzo che dopo la sonora sconfitta subita durante la nostra ultima sfida, avrebbe dovuto odiarmi e non amarmi.
Mancava solo un giorno a San Valentino, cosa avrei dovuto fare?
 
San Valentino
 
Mi svegliai quella mattina sentendo uno strano odore nella mia camera.
Sulla mia scrivania c’era un grosso vassoio con cappuccino medio, un cornetto integrale e un gran quantitativo di dolcetti a forma di cuore.
Alzai un sopracciglio, chi era il matto che aveva fatto una cosa del genere?
Un bigliettino rosso era attaccato con lo scotch alla tazza del cappuccino.

 “Siamo tutti innamorati della tua voce, sposaci!

I Warblers ”

 
 
Risi di gusto leggendo quel bigliettino, e prima di consumare la colazione, lo appesi alla bacheca sopra la scrivania, accanto alle foto che avevo scattato a Natale e Capodanno.
In quel momento sentii bussare la porta e pochi secondi dopo entrarono Jeff e Nick.
- Buongiorno!-
Quando videro il sorriso sul mio volto, cominciarono a ridere.
- Piaciuto il regalino?-
Andai verso di loro e li abbracciai.
- Voi siete matti!-
Poco dopo entrarono anche gli altri Warblers, c’erano proprio tutti, tranne le matricole del primo anno e Jamie, poiché le loro stanze si trovavano in altri dormitori.
Ognuno di loro si era portato qualcosa dalle cucine per fare colazione insieme, mi sedetti sul letto insieme a Jeff e Nick, mentre Wes Thad e David si sedettero a terra di fronte a noi.
Gli altri Warblers presero posto negli angoli liberi della stanza, e dopo un brindisi generale con le nostre bevande, cominciammo a mangiare.
- L’idea è stata di Trent, sapeva che non avevi alcun appuntamento per oggi e ha pensato di farti sentire il nostro affetto.-
Il ragazzone seduto poco distante da noi mi sorrise, alzando il suo bicchiere.
- Grazie Trent… sono senza parole.-
Gli altri Warblers mi guardarono sorridendo, più di una volta mi avevano dimostrato il loro affetto, ma quel giorno avevano raggiunto l’apice. Per evitare di piangere diedi un morso al cornetto, e bevvi un po’ di cappuccino, che quasi mi andò di traverso.
Quando finimmo di fare colazione, ci rendemmo conto che le lezioni sarebbero cominciate di lì a poco e nessuno di noi voleva fare tardi.
- Ci vediamo in classe!-
I Warblers mi salutarono e uscirono di corsa dalla mia stanza.
La giornata di oggi fu la meno pesante mai avuta dall’inizio delle lezioni.
Nessun insegnate assegnò dei compiti da fare per il giorno dopo, e il coprifuoco fu allungato fino a mezzanotte, in modo tale che ogni ragazzo potesse festeggiare come si deve il giorno di San Valentino.
 
- Blaine dobbiamo andare subito! Thad sta sbraitando da un’ora.-
Trent mi lanciò quest’avviso mentre correva con il cappotto in mano. Ci stavamo tutti riunendo nel piazzale scolastico per andare insieme.
Mi sentivo super agitato, e se il mio angelo dagli occhi blu fosse venuto alla fiera con il suo ragazzo? Sempre se aveva un ragazzo. Un tipo così doveva avercelo per forza.
Cominciai a farmi castelli mentali uno dopo l’altro, a partire dalla vista di lui e del suo ragazzo insieme, alla possibilità di stonare durante l’esibizione.
Nick e Jeff cercarono in tutti i modi di farmi calmare, ma fu tutto inutile. Quando arrivammo a Lima erano le prime ore del pomeriggio, noi Warblers avevamo avuto un permesso speciale per saltare le lezioni, per via della fiera. Anche se la nostra esibizione doveva tenersi nel tardo pomeriggio, andammo prima per organizzarci con i tecnici del suono e per prendere le misure con il palco.
Ci inoltrammo nel parco dove avrebbe avuto luogo la fiera, e fummo subito attratti dalle varie bancarelle che c’erano lungo il viale principale. Ogni bancarella era ornata da cuori e festoni di tutti i colori, anche i pali della luce erano sommersi di cuoricini, e ogni bancarella offriva cioccolatini a forma di cuore.
- Basta distrazioni, andiamo a provare.-
Jamie mi affiancò per tutto il tragitto fino al palco, non disse nulla
Le prove durarono un’oretta, accennammo solo qualche pezzo del nostro repertorio, giusto per permettere ai tecnici del suono di sistemare al meglio i microfoni.
Quando finimmo era pomeriggio inoltrato, e poiché prima di noi si sarebbero esibiti altri musicisti e cantanti, pensammo di occupare il tempo libero andando in caffetteria.
- Non vedo l’ora che venga Shelby, la colpirò con le mie movenze da ballerino.-
Jeff era seduto accanto a me e chiacchierava con Nick riguardo le due ragazze con le quali sarebbero usciti quella sera.
- Sempre se non rimangono affascinate dal nostro Blaine.- aggiunse Wes divertito.
Le ragazze di Jeff e Nick arrivarono in anticipo, erano due ragazze simpatiche e molto carine. Non dissero molto, forse si sentiva in imbarazzo trovandosi in un gruppo numeroso di ragazzi.
Attraversammo il parco per raggiungere nuovamente il palco, la strada principale era gremita di persone, dalle coppie alle famiglie.
Salimmo sul palco, di fronte a noi c’era un piazzale vuoto dove fino a poco fa c’erano numerose coppie che ballavano.
Quell’atmosfera mi piaceva molto, mi faceva sentire vivo. Le luci decorative vennero accese, e con il rosso del tramonto il parco era ancora più suggestivo. Rinunciammo a vestirci con le divise, indossavamo dei cappotti neri e delle sciarpe per proteggerci dal freddo, perciò nessuno avrebbe potuto vedere la nostra divisa.
Ci disponemmo come previsto, indossavamo dei microfoni ad archetto, sembravamo tanti addetti al call center, senza però le cuffie.
- Blaine hai libertà di movimento, purchè non ti allontani troppo o il suono poi viene disturbato.-
Annuii, ero teso, la mia prima performance da solista. Jeff e Nick mi fecero segni di incoraggiamento, e dopo alcuni secondi, ad un cenno del tecnico del suono, il coro dietro di me cominciò l’armonizzazione della base, accanto a me Wes e David mi sorrisero.
 
If our arms were reaching out
If our words could only bridge the doubt
Will we lose this chance again?
Strange roads with different signs
Don't even know where we divide
Are you my enemy or my friend?
 
 
Mentre cantavo chiusi gli occhi, cominciai a rilassarmi, immaginando di cantare quella canzone a lui, a quel ragazzo che non riuscivo a togliermi dalla mente.
Quando riaprii gli occhi, riuscii ad intravederlo in mezzo la folla. Era lì a qualche metro da me e parlava con un gruppo di amici.
Indossava una giacca corta grigia, pantaloni neri ed una vistosa sciarpa rossa.
Indietreggiai verso il gruppo e approfittando della possibilità di poterci muovere, feci segno agli altri Warblers di seguirmi.
 
'Cause I don't know you
And you don't know me
It's the same sun rising
We all just look to the sky
If we try
We can work it out somehow
If you don't know me
And I don't know you
How can we be fighting
We're all connected it's true
Reaching out
It's only love that pulls us through
 
Scesi dal palco cantando, i Warblers erano dietro di me.
I ragazzi si sparpagliarono nella pista, camminando tra le coppie che ballavano. Mi disposi proprio sotto il palco, lo sguardo fisso su di lui.
I suoi amici parlavano e ridevano, seguivano i nostri movimenti tenendo il ritmo e canticchiando a loro volta.
 
 
We all grieve in different ways
If one tear could wash away the pain
We're all free to have the faith we believe, yeah
The world sleeps at different times
With one turn your day is now my night
We all live sharing the air that we breathe
 
 
I ragazzi continuarono con la loro coreografia, mentre piano piano mi avvicinai al gruppetto dove c’era lui. Lo vidi alzare lo sguardo per un attimo e incrociarlo con il mio.
Sentii il cuore balzarmi in petto, non ricordavo quanto fossero belli i suoi occhi. Guardava me e i Warblers con interesse, seguendo la canzone e battendo il tempo con il piede.
 
 
Reaching out, reaching high
Reaching out
Touching you, touching me
 
If your arms were reaching out
If our words could only bridge the doubt
 
 
Ero vicinissimo, stesi la mia mano verso di lui, Nick e Jeff erano dietro di me come due guardie del corpo, li sentivo cantare sommessamente il ritornello mentre io facevo il contro canto.
Il sangue si gelò nelle vene quando lo vidi voltarsi, annuire e seguire il suo gruppo di amici.
Jeff e Nick mi spinsero, mi feci largo tra la folla, ma non riuscii a trovarlo. C’erano troppe persone, e la folla si stava accalcando verso di noi, attirati dalla nostra canzone.
- Dai Blaine andiamo…-
Jeff e Nick mi diedero una pacca, entrambi mi sorrisero.
- Almeno l’hai rivisto.-
Non mi bastava, volevo sapere come si chiamava, volevo perdermi ancora un po’ nei suoi occhi celesti.
Tornai indietro controvoglia, avevamo un’esibizione da concludere.
Cantammo ancora per un paio d’ore, e quando finimmo, ricevemmo i complimenti da parecchie persone. Mi voltai per incontrare lo sguardo di Wes David e Thad, tutti e tre si complimentarono con me, venne poi il turno di Nick e Jeff che vollero presentarmi le loro due ragazze.
- Sei stato fantastico Blaine!-
Shelby sorrise in modo molto esplicito.
- Grazie. Ragazzi io vado ci vediamo dopo ok?-
Quando però mi voltai, mi scontrai con Jamie.
- Sei stato grande.-
Annuii e ricambiai il sorriso. Scese su di noi un silenzio abbastanza imbarazzante, da parte mie cercavo le parole per dirgli che stavo per tornare a scuola. Nonostante il suo trattamento durante le audizioni, non mi andava di ricambiarlo con la stessa moneta.
- Senti ti va di fare un giro?-
Lo guardai inarcando un sopracciglio ma prima che potessi rispondere mi fermò.
- Ti prego… da … amici.-
Il suo sguardo supplichevole mi fece tenerezza.
- Ok va bene… ma non mi sto molto, sono stanco vorrei tornare il prima possibile in Accademia.-
Un piccolo sorriso comparve sul suo volto, annuì e mi fece cenno verso la strada principale del parco.
Ormai il sole era scomparso dietro l’orizzonte, in giro si vedevano quasi esclusivamente coppiette. Anche se mi scoccia ammetterlo, le due ore passate con Jamie non erano state così brutte.
Passeggiamo a lungo, comprammo un paio di bastoni di zucchero filato ( io il mio l’ho buttato, era troppo dolce perfino per me ) e ci fermammo ad una bancarella che aveva allestito una piccolo tiro al bersaglio.
- Se riesci a far cadere tutte le latte vinci un peluche.-
Decisi di tentare solo perché Jamie voleva a tutti i costi sfidarmi.
- Non te la starai facendo sotto per caso?-
Presi una palla che mi porse la signora della bancarella e la lanciai contro la pila di lattine. In un primo momento pensai di averle buttate giù tutte, e invece non riuscii a buttare giù le lattine alla base.
Al contrario di me Jamie riuscii a buttarle giù tutte, con mio grande disappunto.
- Ecco a te giovanotto.-
La signora porse a Jamie un peluche a forma di delfino, grande tanto quanto un cucciolo di Labrador.
- Prendilo, te lo regalo.-
Rimasi interdetto, non volevo accettare un regalo del genere.
- Dai a me prenderebbero solo in giro se avessi in camera un peluche.-
Lo guardai ridendo.
- Chi ti dice che invece a me non direbbero nulla?-
Lui scrollò le spalle.
- Non saprei hai la faccia da peluche.-
Concludemmo la nostra serata dopo quella partita, alla fine accettai il suo dono, e infilai il delfino nella borsa di scuola che mi ero portato, insieme agli spartiti.
Jamie mi accompagnò fino alla macchina che avevo parcheggiato fuori il parco, e rimase in silenzio a guardarmi mentre poggiavo la borsa sul sedile del passeggero.
- Sono stato bene.-
Prima che potesse dire o fare qualcosa di sconveniente, decisi di mettere le mani avanti.
- Senti a me piace… un altro ragazzo.-
Lui annuì.
- Lo so è il ragazzo che hai continuato a fissare per tutta la prima canzone che abbiamo cantato.-
Non mi ero accorto che fosse così palese. Non avevo detto a tutti della mia cotta per quel ragazzo, e gli altri Warblers avevano promesso che non l’avrebbero detto a nessuno.
- Ti ho osservato durante la nostra esibizione.-
Mi sentii davvero in imbarazzo, sapevo come ci si sentiva ad essere rifiutati, e sapere che Jamie in quel momento si stava sentendo in quel modo, mi dispiaceva.
- Sappi solo che non rinuncio così facilmente a te. Mi piacciono le sfide.-
Detto questo mi lanciò un’ultima occhiata e andò via. Passai tutto il viaggio di ritorno pensando alla serata appena passata, e l’unica nota positiva di questo viaggio a Lima era solo lui, il mio angelo.
Ormai sono più che convinto che il destino sia contro di me, non riuscirò mai a parlarci, possibile che ero destinato all’infelicità?
Tra poco torneranno Jeff e Nick, mi hanno appena mandato un messaggio che suonava abbastanza minaccioso.
 
“Ti abbiamo visto con Jamie McKnight. Stiamo tornando, rimani sveglio o ti sveglieremo noi. Ci devi delle spiegazioni!”
 
Sarà una lunghissima serata! 


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Capitolo 10
*** Marzo ***




Ok è tardissimo, ringrazio solo chi continua a recensire.
Questo capitolo è per tutti voi che mi sostenete.
GRAZIE!

p.s. scusate per il calo di qualità ^^


Marzo: Una sonora sconfitta


Si dice Marzo tempo pazzo.
Eravamo chiusi nella sala comune di Spencer, fuori pioveva e sapevamo fin da subito che per tutto quel pomeriggio avremmo soltanto studiato.
Nick e Jeff erano spariti come loro solito, ed ero con Wes David e Thad impegnati nello studio approfondito di Storia. Quelle date non volevano proprio tornarmi in mente.
Aspettavamo tutti con ansia le 17, orario in cui smettevamo di studiare per provare con i Warblers.
Dopo il successone di San Valentino, ci avevano chiamati in altri posti per poter cantare, avevamo anche in programma alcune serate nei locali, oltre che le solite esibizioni negli ospizi della città.  
Ma tornando indietro nel tempo, forse è il caso che riporti qui cosa è successo dopo quella fatidica serata di San Valentino.
Nick e Jeff mi avevano mandato quel messaggio minatorio, per quel motivo mi costrinsi a non andare a letto, o meglio a rimanere sveglio dato che nel letto c’ero già.
Quando entrarono in camera parevano due furie, entrambi si fiondarono su di me bloccandomi con le spalle sul letto.
- Ora ci dici tutto, perché sei uscito con lui? Cosa voleva da te? Ti ha torto un capello? Ti ha baciato?-
Le domande a raffica dei due non mi permisero di parlare. Alzai le mani chiedendo una tregua, e i due mi lasciarono andare permettendomi di sedermi sul letto poggiando la schiena contro la testiera del letto.
- Posso parlare?-
Incrociarono entrambi le braccia, non so perché li trovai buffi e mi fecero ridere, sarà per la loro faccia semi arrabbiata, o per il modo in cui avevano incrociato le braccia.
- Ok non è successo nulla. Alla fine dell’esibizione mi ha pregato di stare con lui alla fiera, e ho acconsentito perché mi dispiaceva dirgli di no.-
Jeff prese a camminare per la stanza, come se stesse cercando qualcosa. Non ci feci troppo caso e continuai a guardare Nick che invece era ancora intento a farmi il terzo grado sulla serata con Jamie.
- Ok vi siete baciati per caso?-
Arrossii fino alla punta dei capelli.
- No certo che no!-
Ma come cavolo gli venivano in mente certe cose. Sobbalzai quando Jeff esultò dopo aver trovato evidentemente quello che cercava.
- Eccolo! E cosa hai da dire riguardo questo peluche?-
Aveva cacciato dalla mia borsa il delfino che Jamie aveva vinto al tiro al bersaglio. Ma come facevano loro a sapere del peluche? Coincidenza o…
- Mi stavate seguendo!-
Nick fece un piccolo sorriso complice a Jeff.
- Temiamo per la tua incolumità, amico.-
Mi alzai dal letto e strappai il peluche dalle mani di Jeff per poi posarlo sulla stampante. Questa storia cominciava davvero ad irritarmi, roteai gli occhi al cielo guardando i miei due amici.
- Non stiamo insieme, non ho intenzione di mettermi con lui perché mi piace un’altra persona, e lui lo sa perché gliel’ho detto.-
Ma lui aveva davvero capito che mi piaceva un altro? Probabilmente no data la sua risposta. Non si voleva arrendere, sicuramente perché lui come Wes David ed altri ragazzi, pensavano che la mia era una battaglia persa.
I giorni seguenti furono giorni senza alcuna novità, a parte lo studio e le riunioni dei Warblers. L’unica nota positiva è che dopo la serata di San Valentino, alcuni locali avevano chiesto la nostra presenza in alcune serate in particolare. Una ventata di novità, almeno non dovevamo cantare sempre e solo per un gruppo di anziani.
- Blaine! Ti sei per caso dimenticato di qualcosa importante vero?-
Eravamo nuovamente in sala Spencer, avevamo da poco cenato e visto che il giorno dopo non avevamo lezioni, e non sarei tornato a casa per il weekend, avevamo pensato di intrattenerci in sala Spencer per una partita a scacchi.
O meglio Nick e Jeff giocavano a scacchi, io li guardavo strimpellando la chitarra.
Jeff cominciò ad agitare tre biglietti in aria, alzai lo sguardo perplesso non riuscivo a capire.
- Tre biglietti per le regionali di quest’anno, un’altra possibilità di rivedere il tuo angelo!-
Sbuffai, che senso aveva vederlo e non poterci parlare? Sarebbe stata solo una tortura.
- Dai Blaine! Andiamoci! Che ne sai che stavolta non riesci a parlarci?-
Presi la chitarra e la posai in un angolo della stanza, mi avvicinai alla scacchiera e guardai i pezzi disposti su di essa.
- Wes David e Thad?-
- Loro non vengono, hanno detto di accompagnarti, andiamo noi tre a vedere cosa fanno i nostri avversari dell’anno prossimo.-
Non ero così entusiasta di andare, ma non mi pentii affatto di esserci andato, sapevo che Nick e Jeff sono pazzi fino al midollo, ma non pensavo lo fossero fino a quel punto. Ma come sempre sto saltando avanti, è che sono stanco e avrei tante cose da dire…
Ok partiamo con ordine. Il giorno delle regionali pioveva, e non volendo arrivare tardi come accadde la prima volta, partimmo direttamente dalla mattina. Arrivammo in largo anticipo, e sia Nick che Jeff sapevano che i concorrenti erano obbligati ad arrivare prima per sistemare vestiti trucco e microfoni.
Mentre eravamo in macchina presero una mappa del Teatro dove si sarebbe svolta la competizione.
- Allora guarda noi siamo qui, i concorrenti entrano da qui dietro, ma attento, da questo punto – indicò un pallino sulla mappa – è possibile entrare dietro le quinte.-
- Jeff ci saranno delle persone a guardia di quella porta non pensi?-
Nick annuì.
- Per questo abbiamo ideato un piano a prova di bomba.-
Quando parlavano in questi termini c’era da preoccuparsi, però entrambi mi chiesero di fidarmi di loro, non potevo fare altrimenti. Il cuore cominciò a battermi forte, poteva funzionare, doveva funzionare.
Ci avviammo nel teatro un’ora prima dell’inizio della gara, per confonderci tutti e tre indossammo jeans con camicia bianca e giacca nera.
Sotto consiglio di Jeff e Nick evitai di mettere il gel ai capelli, e per questa volta soltanto li lasciai liberi di cadere dove meglio credevano.
- Ma come sei bello ricciolone mio!-
Jeff fece finta di saltarmi addosso e mi scansai ridendo osservando la gente nell’atrio che ci guardava in modo strano.
Mostrammo i nostri biglietti all’inserviente all’ingresso del teatro, e prendemmo posto. Jeff e Nick avevano superato loro stessi, occupavamo dei posti quasi vicino al palco, e riuscivo a vedere benissimo ogni singolo volto dei concorrenti.
Quando l’esibizione cominciò, vennero salutati prima i giudici di gara, e fui stupito nel vedere quali fossero i giudici della gara.
- Accidenti Olivia Newton –John!-
Anche io rimasi a bocca aperta vedendo quali giudici ci fossero per le regionali, c’era anche Sue Sylvester, Nick e Jeff la guardavano ogni giorno in televisione, aspettavano sempre di vedere il telegiornale per l’angolo di Sue.
I primi a gareggiare furono gli Aural Intensity, e a quanto pare portarono un mash-up con una delle canzoni della Newton-John.
- Casualità? O soffiata?-
Nick diede voce ai miei pensieri, gli altri concorrenti cosa avrebbero portato? Sarebbe stato difficile battere una performance come la loro, soprattutto perché in quel modo si erano assicurati già un voto di uno dei giurati.
I concorrenti che avrebbero gareggiato dopo sarebbero stati proprio le New Directions.
Rimasi in tensione fino a che gli Aural Intensity non ebbero finito, e fino quando non presentarono il Glee Club del McKinley.
Le luci ad occhio di bue si spostarono verso le porte d’ingresso del teatro, dove uscirono i due solisti. La solista era la stessa delle provinciali, l’altro ragazzo ricordo di averlo visto di sfuggita.
La canzone era molto bella, anche loro avevano optato per un mash-up, ma il modo in cui lo interpretarono mi diede da pensare, che la canzone non fosse stata una scelta a caso.
- Scommetto che quei due stanno insieme.-
Jeff fece quel commento dopo aver visto il modo in cui si guardavano.
- Ragazzi non può essere recitazione, comunque sia sono incredibili e lei ha una voce.-
Non riuscii però ad intravedere il mio angelo dagli occhi blu, le luci erano concentrate sui due solisti, e si alzarono solo quando finirono il loro pezzo da solisti.
Cominciarono subito a cantare unendosi al resto del coro, e fu quando tutti i ragazzi avanzarono verso li pubblico, che riuscii a vederlo. Era accanto al solista maschile, non potei non dare retta al mio cuore che prese a battere fort.
La camicia nera gli stava a pennello, fasciava perfettamente il suo fisico, lo guardai fino a che non riprese a muoversi, lasciando spazio alle ragazze che, capitanate dalla solista, avanzarono per prendersi la loro parte di riflettori.
- Blaine respira, non morire… e tieniti pronto.-
Osservai il mio angelo spostarsi sullo sfondo e ballare insieme agli altri ragazzi, poi non capii più nulla. Jeff cominciò a tirarmi per una manica, tutto il pubblico era in piedi e ballava sul posto sulle note di quella canzone.
- Muoviti o mandi all’aria il mio piano!-
Ci spostammo verso il palco, cominciò il secondo pezzo della loro esibizione, e quasi ebbi la tentazione di salire sul palco e ballare con loro.
- Don’t stop believin’-
Jeff mi fece l’occhiolino e mi trascinò sulla porta laterale del teatro.
- Svelto stanno tornando dietro le quinte!-
Non eravamo i soli che si volevano intrufolare dietro le quinte, una donna con un abito giallo stava seguendo la nostra stessa strada. Le porte che davano dietro le quinte erano libere, nessuno in vista.
La donna entrò e noi la seguimmo, ci nascondemmo dietro un portabiti di scena, e aspettamo di vedere il gruppo arrivare.
Riconobbi i due solisti, ma nessuna traccia di lui. La donna fermò una ragazza, ed in quel momento si girò anche il ragazzo che da giorni occupava i miei pensieri.
- No dove vai!- gemetti quando lo vidi proseguire.
Jeff e Nick mi fecero cenno di stare zitto e di andare negli altri camerini. Mi spostai indietreggiando piano, gli altri camerini dovevano essere degli altri concorrenti che ora erano sul palco.
Cominciai a camminare avanti e dietro torturandomi i capelli.
- Hey!-
Una voce mi fece voltare. Era lui, il mio angelo.
- C-ciao.-
Dietro le sue spalle c’erano Jeff e Nick che mi facevano cenni di vittoria. Ma come avevano fatto?
- I tuoi amici mi hanno detto che mi volevi parlare.-
Il suo sguardo era sospettoso, mi persi per un attimo in quegli occhi azzurri come il mare. Era bellissimo.
- Come… ti chiami?-
Lui sorrise leggermente.
- Kurt.-
Avrei voluto parlare con lui ancora e ancora, ma prima che potessi dire altro, i suoi amici lo vennero a chiamare allarmati.
- Quinn sta per partorire noi andiamo all’ospedale!-
Kurt mi guardò indeciso, aprì e chiuse la bocca, poi mi sorrise debolmente ancora una volta.
- Scusami devo andare.-
Non fui capace di fermarlo, seguì il resto del gruppo e sparì dalla mia vista velocemente. Alzai la mano e l’abbassai quando non lo vidi più.
Jeff e Nick mi guardarono felici, avevo ottenuto quello che volevo, o no?
- Amico dobbiamo andare, sta succedendo un casino qui dietro.-
Sentivo le urla di una ragazza riempire il dietro le quinte, e visto il casino ne approfittammo per tornare indietro.
Prima della proclamazione ci fu più di mezz’ora di pausa, aspettammo fino a che non ci chiesero di tornare ai nostri posti. Individuai Kurt nel gruppo, era teso, riuscivo a sentire ogni fibra del suo corpo come se fosse la mia.
Gli Aural Intensity festeggiarono quando vennero proclamati secondi, ma il mio corpo fremeva per sapere chi fossero stati i vincitori.
Quando udii il nome del Glee vincente, mi sentii morire dentro. Non erano le New Directions.
Vidi Kurt sbiancare, e rimanere con lo sguardo fisso verso i vincitori, la mano del loro professore posata sulla sua spalla.
- Andiamo ragazzi.-
Trascinai il gruppo fuori dal teatro, non volevo andarmene, non prima di avergli detto un’ultima cosa.
Spostai i miei riccioli dal viso più volte, quel giorno non volevano saperne di stare al loro posto.
- Dove cavolo vai Blaine!-
Uscii fuori, sentivo il cuore battere a mille, avevo poco tempo. Individuai il loro autobus dietro il teatro, e se i miei conti erano giusti, sarebbero usciti di lì a poco.
Mi appostai vicino la porta, facendo cenno a Jeff e Nick  di assecondarmi. Quando le porte si aprirono, uscì l’intero gruppo, lo sguardo basso e il morale a terra.
- Kurt!-
La mia voce si era abbassata di mezzo tono, lui si voltò verso di me rivolgendomi un debole sorriso.
Si avvicinò a me mentre gli altri continuavano verso l’autobus.
- Ti aspettiamo alla macchina.-
Jeff e Nick ci lasciarono soli.
- Sì?-
- Volevo dirti… che… siete stati grandiosi. Tu sei stato grandioso. Meritavate molto più degli altri gruppi. Meritavate di vincere.-
Un altro sorriso stiracchiato.
- Grazie.-
- Kurt muoviti dobbiamo andare!-
Mi voltai verso la ragazza di colore che lo chiamava con insistenza.
- Devo andare.-
Annuii.
- Ciao allora.-
Mi voltai anche io sentendolo sussurrare un ciao, e corsi più in fretta che potevo per raggiungere i miei due amici.
Mi ero sbagliato, il destino non era contro di me, aspettava solo il momento giusto per farmelo conoscere.
Spero di averti donato un piccolo sorriso Kurt.

don't give up
'cos you have friends
don't give up
you're not beaten yet
don't give up
I know you can make it good

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Capitolo 11
*** Aprile ***


Ciao a tutti :D
Per prima cosa grazie a tutti coloro che seguono questa FF e la recensiscono ogni volta!
Le vostre recensioni sono una manna dal cielo perchè prendo spunto anche da ciò che dite voi. 
Questo capitolo boh, mi è uscito così, spero vi piaccia. 
Mi sono sempre chiesta come fosse il rapporto tra Blaine e il padre, 
visto che in Glee si parla anche molto del rapporto tra Kurt e Burt. 
Ho voluto inserirlo anche per Blaine. 
Spero vi piaccia e che non vi lasci deluse :)
Questo capitolo è per Lilly ( ormai sei lettrice fissa xD ) ColferAddicted, GleeKinn, Evy e livelikeagangsta.
Grazie ragazze :D

S.

p.s. ecco a voi la canzone che cantano i Warblers --->http://www.youtube.com/watch?v=aCHg5r6rFoI





Aprile: Amami per quello che sono


 
Kurt Kurt Kurt!
Che bel nome che ha. Un nome poco comune tra l’altro. Sì mi piace gli si addice.
Dovrei smettere di parlare di lui, o meglio di scrivere di lui perché non darei spazio al resoconto degli ultimi avvenimenti. Ma dopo tutto che sarà mai successo di nuovo?
Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt Kurt.
Tra poco riempio una pagina intera con il suo nome, con tanto di cuoricini.
Roba sdolcinata? Per fortuna sono Sugarproof-resist, l’alternativa al Waterproof resist. Che battuta pessima ma come mi vengono in mente? Sarà perché sono felice, sarà perché non faccio che pensare a lui e a quando ci ho parlato.
Va bene smetto, altrimenti come dice Nick, comincio a diventare noioso patetico e… oddio non ricordo cos’altro mi dice.
Sono talmente palloso che i Warblers non vengono più a passare le serate in camera mia. A quanto pare li ho talmente annoiati con questa storia che si sono stufati di stare con me. Meglio così, ho la camera tutta per me, di nuovo.
Partiamo con ordine: l’ultima riunione dei Warblers è stata totalmente concentrata sulle Regionali e sulle esibizioni dei vari Glee. Per nostra fortuna qualche pazzoide ha registrato le varie esibizioni e prima che venissero cancellate, le abbiamo scaricate. Tutti quanti erano concordi che gli Aural Intensity hanno avuto una soffiata, riguardo le New Directions ci furono commenti positivi, le coreografie erano buone, il gruppo era molto unito e si vedeva, e le canzoni venivano cantate con passione, ma i Vocal Adrenaline avevano messo su un’esibizione davvero impeccabile. Anche se mi scocciava ammetterlo, erano più organizzati, le coregrafie più impegnative, anche se c’era da dirlo, non cantavano con passione, era quasi un’esibizione fatta da robot.
Era un pezzo di ghiaccio, purtroppo una competizione non si vinceva solo cantando con passione.
- Tu cosa ne pensi Blaine?-
Guardai scombussolato gli altri membri del gruppo, cosa dovevo dire? Il mio giudizio era di parte, molto di parte e sia Nick che Jeff ne erano consapevoli, Wes David e Thad invece mi guardarono incuriositi, aspettavano una mia risposta.
- Ok… io penso che la migliore esibizione sia stata quella dei Vocal Adrenalin.-
Jeff e Nick aprirono e chiusero la bocca.
- Aspettate però, parlo a livello tecnico. Se devo parlare di emozione, di passione, io avrei dato come vincitori assoluti le New Directions. Hanno cantato e ballato trasmettendo al pubblico le loro emozioni, ed è questo forse che bisogna imparare a giudicare. Non si vince una competizione solo con la passione, ma penso sia da premiare chi riesce a smuovere anche solo con una canzone e semplici gesti, un intero pubblico.-
Mi alzai in piedi.
- Loro hanno trasmesso emozioni, i Vocal Adrenalin avevano solo un sorrisetto stampato in faccia, e cantavano solo per vincere, non ho avvertito passione non ho avvertito nulla.-
Scrollai le spalle e mi sedetti. Wes sbattè il martelletto e mi guardò attentamente.
- Grazie Blaine Warbler, concordo con te su certi punti, ma se fossi stato parte di una giuria come hai detto tu, avrei osservato la tecnica e basta.-
La riunione proseguì analizzando passo passo ogni singolo aspetto di quella gara, ma nella mia mente uno solo era il pensiero: le New Directions non avrebbero continuato la loro avventura.
Non sopportavo le competizioni solo per quel motivo, non importava quanta passione ci metti, devi solo essere perfetto, avere il sorriso pronto, ed eseguire il tuo pezzo nel modo migliore possibile.
Forse è stato quello il problema del gruppo, poca tecnica, coreografia troppo semplice, come potevano utilizzare tutti questi elementi a nostro vantaggio? Forse avevano dato troppa visibilità ai solisti, ma non mi sembrava.
Secondo il me il problema è stata la giuria, non so perché ma me lo sentivo.
 
- Blaine vieni a vedere!-
Ero sul mio letto a pancia sotto, guardavo fisso il vuoto e sognavo ad occhi aperti innumerevoli volte la conversazione con Kurt. Avrei potuto dirgli di più ma non ero proprio riuscito a spiccicare più di quelle due parole.
Immaginai di parlare ancora con lui, mi ero già preparato un bel filmino mentale in cui gli chiedevo addirittura il suo numero di telefono.
- Cosa c’è Jeff?-
Siccome in camera c’erano anche Wes, David e Thad evitai di parlare di Kurt, preferii buttarmi sul letto mentre loro tre giocavano a PES in un torneo all’ultimo sangue.
- Rigore! Maledetto… odio il football inglese.-
Alzai un sopracciglio in direzione di Wes, stavano torturando il mio povero Joystick.
- Dai alzati dal letto e vieni qui, ho trovato un’informazione interessante.-
David in quel momento non stava giocando, così venne a vedere pure lui. Nick e Jeff dividevano la sedia della scrivania in due, mentre io e David ci appostammo alle loro spalle.
Sullo schermo si vedeva il blog di un certo Jacob, invitato speciale al McKinley.
- No vi prego non sarà mica riguardo Kurt per caso?-
David lo disse ridendo, ma mi diede una gomitata amichevole.
- No David leggi! Sono post vecchi e raccontano una bella storiella riguardo Sue Sylvester, una dei giudici delle regionali, nonché allenatrice dei Cheerios, le Cheerleader del McKinley.-
Guardai bene l’immagine della donna.
- Cosa centra con le New Directions o con la competizione?-
Nick indicò un punto sullo schermo, ed io e David ci accingemmo a leggere. A quanto pareva l’allenatrice delle Cheerios aveva il dente avvelenato contro Will Schuester, insegnante di Spagnolo nonché direttore del Glee Club.
Più e più volte nel suo blog vennero fuori varie notizie riguardo gli scontri che ebbero i due.
- Accidenti quella Sue deve essere un osso duro. Sbaglio o la coach ha vinto diversi premi partecipando a competizioni per Cheerleader?-
Leggemmo ancora, a quanto pareva al McKinley c’è stata una bella gara a chi si accaparrava per primo i finanziamenti della scuola.
Lessi altre informazioni riguardo il Glee, riguardo i suoi componenti, e lessi anche commenti poco carini nei loro confronti.
- Cavoli qui ci trattano da rockstar, lì invece sono l’ultima ruota del carro. Che schifo.-
Wes e Thad misero il gioco in pausa per unirsi a noi.
- Quindi pensi che Sue Sylvester possa aver influito parecchio sulle votazioni?-
Guardai Wes con un sorriso amaro sul volto.
- Se è davvero così cattiva tanto quanto è irriverente in televisione, allora penso proprio di sì.-
Non avevamo di quei problemi alla Dalton, forse perchè al contrario loro, ci potevamo permettere certe spese grazie al fondo cassa formato dopo mesi e mesi di lavoro e versamenti personali.
Wes e Thad tornarono al loro torneo, mentre io rimasi con Nick e Jeff. Il blog di quel Jacob era molto interessante, potevo tenermi informato su cosa succedeva in quella scuola, per quanto il suo blog fosse pieno di allusioni poco ortodosse, riguardo la solista delle New Directions: Rachel Berry.
- Hey Blaine tutto ok? Hai lo sguardo perso.-
Era vero, stavo pensando di nuovo a lui, da quando ci avevo parlato non avevo smesso un attimo di pensare a quel suo sorriso timido e dolce, nei suoi occhi chiari potei leggere la tensione, la preoccupazione, e devo dire che rimasi davvero colpito quando tutti i ragazzi si erano fiondati in ospedale per assistere al parto di una componente del gruppo.
 
Standing, on the edge of forever,
At the start of whatever,
Shouting love at the world.
Back then, we were like cavemen,
We’d beam at the moon and the stars,
Then we forgave them.
 
We will meet you where the lights are,
The defenders, of the faith we are.
Where the thunder turns around they’ll run
so hard we’ll tear the ground away.
 
Sentendomi cantare, sia Wes David e Thad, che Nick e Jeff, lasciarono quello che stavano facendo, cominciando un’armonizzazione improvvisata della canzone.
A poco a poco si unirono a noi anche altri Warblers, che attirati dalla musica, vollero unirsi a noi.
Ci ritrovammo tutti compressati nella mia stanza, ma non importava, a noi bastava la musica e il canto.
 
You know no one dies,
in these love town lies,
Through our love drowned eyes,
we’ll watch you sleep tonight.
 
Mi chinai verso di loro che erano di fronte a me, quasi a voler sussurrare loro un segreto.
 
Although no one understood
we were holding back the flood,
Learning how to dance the rain.
We were holding back the flood
they said we’d never dance again.
 
Parte del gruppo cominciò a cantare con me facendo il controcanto mentre altri continuavano l’armonizzazione. Saltai sul mio letto camminando piano, come se fosse un palco improvvisato.
 
Bleeding, but none of us leaving,
Watch your mouth son or
you’ll find yourself floating home.
Here we come now on a dark star,
seeing demons, not what we are.
Tiny minds and eager hands hands
will try to strike but now will end today.
 
There’s progress now where there once was none,
where there once was ah,
then everything came along.
 
Saltai nuovamente giù dal letto, il gruppo si aprì in due, formando un mini corridoio dove camminai lentamente, cantando e guardandoli uno per uno.
 
Although no one understood,
we were holding back the flood
learning how to dance the rain.
There was more of them than us
now they’ll never dance again.
 
Cantammo il ritornello insieme ripetendolo due volte, mentre piano piano mi abbassavo verso il terreno, mentre loro su di me si chiudevano a capanna.
 
We will meet you where the lights are,
The defenders, of the faith we are.
Where the thunder turns around they’ll run so hard
we’ll tear the ground away.
 
Ruppi la formazione, e uscendo per il corriodio, camminai all’indietro facendo cenno al gruppo di seguirmi.
Jeff e Nick insieme a David erano i primi della fila, improvvisarono qualche passo di break dance mentre dietro i Warblers cominciarono a cantare con me il ritornello.
 
Although no one understood,
there was more of them than us
learning how to dance the rain.
(learning how to dance the rain)
There was more of them than us
now they’ll never dance again.
 
Now we’ll never dance again.
 
Percorremmo tutto il corridoio fino alle scale, dalle varie camere spuntarono altri studenti, che costeggiarono il corridoio battendo le mani a tempo e muovendosi a ritmo di musica.
Terminammo il pezzo arrivando sulle scale, mi disposi sui primi gradini che portavano al piano superiore, mentre gli altri Warblers rimasero dinanzi a me finendo il canto in formazione unendo le loro mani all’altezza del ventre come eravamo soliti fare.
Un applauso partì dagli altri ragazzi che presero a saltare ed esultare. Alcuni ragazzi di Hamilton erano sulle scale che dividevano i due piani, ed applaudirono anche loro.
- Amico abbiamo un bel pezzo d’apertura per questa sera.-
Risi alle parole di Wes e mi unii ai festeggiamenti di tutti i Warblers. Ecco cosa mi piaceva di questo gruppo, l’unità. Mi dispiaceva che solo io cantassi pezzi da solista, ma nessuno me lo fece mai pesare, anzi parevano tutti felici di farmi esibire e di mettermi al centro dell’attenzione.
Una vocina nella mia testa per l’ennesima volta mi rassicurò: “se fanno così è perché te lo meriti no?”.
Probabilmente era così, e nessuno dopo Jamie azzardò a sfidarmi per ottenere un ruolo da solista, anzi nessuno votò più per avere altre audizioni.
Wes e David spesso mi consultavano prima delle riunioni per decidere i pezzi da poter inserire nella bozza delle scaletta che poi andava sottoposta al resto dei Warblers. Anche se cantavamo negli ospizi o nei supermercati o nei locali, non voleva dire che ci lasciavamo andare e cantavo la prima canzone che ci veniva in mente.

Cominciai a sentirmi importante, prendevo spesso e volentieri parola durante le riunioni, e anche se non sempre le mie idee venivano accettate, per me era importante espormi e far sentire la mia voce in capitolo.


Anche la situazione a casa mia era migliorata, mio padre era cambiato nei miei confronti, forse non vedendomi tutti i giorni a casa, aveva cominciato a sentire la mia mancanza.
Da quando aveva visto tutti i Warblers a Natale, era come se gli fosse scattata una molla dentro di lui. Mia madre diceva che i miei amici avevano mostrato un affetto così forte nei miei confronti, che diede da pensare a mio padre.
Non ci credo neanche io a ciò che è successo giusto qualche giorno fa, perciò lo riporto adesso prima che me ne dimentichi, anche se è difficile dimenticare un evento del genere.
Alla Dalton sono ammesse visite solamente di pomeriggio, quando le lezioni erano finite. Mi ritrovai quel giorno in una delle tante sale Lettura che c’erano a scuola. Mi ero seduto su un tavolo circolare insieme ad alcuni Warblers, ed ognuno di noi era intento a memorizzare la lezione di letteratura di oggi.
Quando la porta si aprii e vidi mio padre, quasi mi prese un colpo. Si guardava intorno leggermente imbarazzato, mentre alcuni studenti lo fissavano incuriositi.
Mi alzai di scatto abbandonando i miei libri e la mia borsa e gli andai incontro.
- Papà… cosa ci fai qui?-
Lui mi guardò stiracchiando le sue labbra in un sorriso.
- Cercavo proprio te, ti devo parlare.-
I Warblers mi guardarono mi voltai verso di loro facendo cenno loro che sarei tornato subito, e dopo il loro cenno di saluto, uscimmo dalla sala.
Non sapevo dove portarlo, perciò optai per l’aula dove provavamo con i Warblers. Di solito era un’aula che usavamo solo noi per le prove, o per le lezioni di musica.
Come sospettavo in quel momento era vuota, scesi i tre scalini che portavano nell’aula, e indicai a mio padre i due divani in sala.
Ci sedemmo uno di fronte all’altro, lui in visibilissimo imbarazzo, io leggermente in tensione. Mio padre non veniva mai alla Dalton, ci era venuto solo per iscrivermi.
- Papà è successo qualcosa? Ti confesso che questa tua visita m’inquieta.-
Alzò lo sguardo verso di me, avevamo gli stessi occhi, di un castano nocciola screziato di verde, talvolta quando il sole li colpiva, prendevano una colorazione verde oliva.
- Blaine io… ti devo le mie scuse.-
Per evitare di aprire e chiudere la bocca come un povero imbecille, decisi di annuire e basta.
- So che non sono stato un padre modello per te, ti confesso che dopo il tuo coming out, mi sono sentito strano. Non approvavo i gay, e vedere due uomini mano nella mano talvolta mi disgustava. Sapere poi che mio figlio è uno di loro mi aveva sconvolto.-
Non sapevo se farlo andare avanti o meno, sapevo che mio padre fosse poco tollerante, ma non pensavo che questa sua intolleranza si sarebbe estesa anche fino a me.
- Vedere i tuoi amici il giorno di Natale venire a festeggiare con te, mi ha dato da pensare. Loro ti amano più di quanto ti ami io, io che sono tuo padre.-
I suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime, e mi ritrovai sorpreso quando sentii scendere dai miei una piccola lacrima.
- Per questo Blaine ti voglio porgere le mie scuse. Mi sono fatto condizionare da stupidi pregiudizi. Non importa chi ami, non importa se ami un uomo o una donna, ma tu sei mio figlio, sangue del mio sangue. Sei il mio bambino e non posso allontanarti come se fossi un verme.-
Altre lacrime presero a scendere dalle mie guance, tuffandosi nel vuoto fino ad atterrare sui miei pantaloni.
Avevo i pugni stretti sulle mie ginocchia, dovevo cercare di contenermi.
- Ti voglio bene Blaine. Non m’interessa chi ami, non m’interessa se sei gay o etero. Sei comunque mio figlio. Riuscirai mai a perdonarmi?-
Non potei sentire altro, mi alzai e mi fiondai su di lui. Ci ritrovammo in piedi accanto alle poltrone, stretti in un abbraccio che pensavo di non poter ricevere più da lui. Le lacrime andarono a bagnare la sua giacca, e le sue lacrime bagnarono la mia. Rimanemmo così per alcuni minuti, fino a che non decidemmo di sciogliere quell’abbraccio che aveva suggellato la nostra riappacificazione meglio di qualunque altra parola.
- Ti voglio bene anche io papà.-
Fu uno dei momenti più belli della mia vita. Mio padre aveva distrutto le sue barriere omofobe, dettate solo dai pregiudizi e la paura proveniente dall’ignoranza.
Mio padre non avrebbe più visto i gay come una minaccia, avrebbe cominciato a rispettarli così come in quel giorno rispettò me, chiedendomi scusa.
Inutile dire che da quel giorno mi chiamò quasi ogni giorno, azzardando ogni tanto a qualche battuta su una mia eventuale cotta per uno dei miei amici alla Dalton.
Era cambiato, voleva sapere ogni cosa di me e mi pregava di tornare a casa ogni finesettimana. Avevo raggiunto un altro livello di felicità, quel tipo di felicità che solo l’amore di un padre poteva farmi raggiungere.
Avevo ritrovato la mia famiglia, e grazie a quella riappacificazione anche i rapporti tra mia madre e mio padre migliorarono di molto.
Raccontai ovviamente tutto ai Warblers, ringraziandoli per il loro sostegno e il loro affetto nei miei confronti.
Se tutto ciò era successo era grazie a loro.
Quando ci unimmo tutti in un mega abbraccio di turno, non potei fare a meno di incrociare lo sguardo di Jamie.
Lui non aveva ancora fatto coming out, sebbene la maggior parte del gruppo avesse capito quale fosse il suo orientamento sessuale.
Dopo aver distolto lo sguardo da me, capii che anche in lui qualcosa si era smosso, forse non avrebbe fatto coming out il giorno dopo, o in questo mese, ma forse aveva capito che non c’era nulla di male ad essere stessi.
La verità rende liberi, sebbene a volte il prezzo da pagare è molto alto.
 
p.s. Pensavo di essere lo stalker più stalker del mondo, ma mi sbagliavo, Nick e Jeff riescono a fare di peggio. Hanno trovato un video molto interessante di Kurt, e… se il mio cuore batte ancora è solo un miracolo! 

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Capitolo 12
*** Maggio ***


Mi sento un pò idiota, questo capitolo non mi soddisfa. 
La verità che è Blaine è confuso e di conseguenza ho dovuto rendere il capitolo alla meglio. 
Jamie mi sta sulle scatole xD anche se è un personaggio partorito dalla mia mente malata!
Comunque sia il capitolo lo dedico alle 4 ragazze che recensiscono sempre, e a Lilly :D Birbantella hahaha
Spero che a voi soddisfi, i capitoli esitivi cercherò di farli meglio, anche i Warblers vanno in vacanza :D

Grazie ancora a voi che mi seguite! 

S.




Maggio: Single Ladies


Avevo già accennato alla modalità Stalking di Jeff e Nick.
Sono come i cani da tartufi, fiutano una pista e la seguono fino alla fine, e di solito trovano ciò che stanno cercando. Hanno un talento naturale.
Da quando avevo fatto pace con mio padre, tutto era roseo. Non tornavo a casa tutti i finesettimana perché non mi era possibile, ma quando tornavo, era sempre una festa.
Mi ritrovai un sabato pomeriggio in Aula Magna, ero seduto al pianoforte, picchiettando distrattamente qualche tasto pensieroso.
Pensavo alla mia famiglia, ormai riunita, a Kurt e al suo sorriso disarmante. Chissà cosa stava facendo in quel momento, sicuro era in giro per Lima, magari con la sua amica dalla pelle color cacao.
In quel finesettimana non c’erano tutti i Warblers, questo voleva dire niente prove e pomeriggi completamente liberi.
Ebbi improvvisamente voglia di cantare, e la prima canzone che mi venne in mente mi fece sorridere, non pensavo avrei mai detto quelle parole, eppure molte cose erano cambiate.
Cominciai un arrangiamento della melodia con il pianoforte, rendendo più melodica la canzone che stavo per cantare.
 
Here is a song
From the wrong side of town
Where I'm bound
To the ground
By the loneliest sound
That pounds from within
And is pinning me down
 
Here is a page
From the emptiest stage
A cage or the heaviest cross ever made
A gauge of the deadliest trap ever laid
 
Grazie papà.
 
And I thank you
From bringing me here
For showing me home
For singing these tears
Finally I've found
That I belong here
 
Conclusi la canzone dopo un giro melodico improvvisato, dopo che mi accorsi che non ero l’unica persona dentro quell’aula.
Jeff e Nick si erano seduti in poltrona con lo sguardo puntato verso di me. I loro sorrisi m’insospettirono, che cosa avevano combinato questa volta?
Di solito il weekend si annoiavano, giocare alla Playstation per loro era solo una perdita di tempo, ed erano famosi per i vari casini che avevano combinato a scuola. Dagli scherzi notturni, ai gavettoni con acqua gelata contro le matricole.
- Abbiamo trovato una cosuccia per te.-
Una cosuccia per me. Incrociai le braccia e mi sedetti sulla seduta del pianoforte in modo tale da poterli guardare bene in volto.
- Cos’è?-
L’ultima volta che avevano detto una cosa del genere, erano entrati di nascosto nella camera di Jamie McKnight, per organizzargli un bello scherzo notturno. Le sveglie nascoste che cominciarono a suonare alle tre del mattino, non avevano svegliato solo lui, ma tutto il dormitorio di Gordon.
Le urla e il casino si era sentito fino al piano di sopra, e sia i Cavendish, che i Gordon vennero a lezione il giorno stesso, nervosi come non mai.
- Non t’interessa sapere cosa abbiamo trovato?-
Inclinai la testa di lato.
- Non mi interessa partecipare alle vostre cospirazioni contro altri studenti di questa scuola.-
I due si guardarono feriti.
- Bè questo è perfido da parte tua e noi ci stavamo solo assicurando che McKnight e gli altri studenti di Gordon si svegliassero in tempo per le lezioni.-
Ammetto che anche io se avessi sentito suonare la sveglia alle 3 del mattino non avrei dato solo di matto, ma avrei messo a ferro e fuoco la scuola fino a trovare il colpevole.
Sorvolai su quel pensiero, e soprattutto distolsi la mia mente da Jamie, era diventato un pensiero quasi fisso, da dopo la festa di San Valentino.
- Allora di cosa si tratta?-
Jeff aprì la sua borsa e vi estrasse il suo portatile.
- Poi non dire che non ti vogliamo bene.-
Mi avvicinai e vidi che stava entrando con il suo account di Youtube.
- Non avendo nulla da fare…-
-  … ed essendo che i finesettimana alla Dalton sono noiosi…-
- … abbiamo deciso di fare un po’ di ricerche, e tutto per rendere felice il nostro Usignolo dalle corde vocali d’oro.-
Quando parlavano alternandosi mi faceva ridere. Erano così in sintonia che l’uno capiva al volo ciò che voleva dire l’altro. Un rapporto del genere non si vedeva spesso. A volte pensai che tra loro ci fosse più di un’amicizia, soprattutto quando entravo in camera loro e li trovavo entrambi davanti al pc con le teste vicine.
Fin qui tutto normale, ma quando li sentivo anche sussurrare e ridacchiare, sembravano davvero una coppia.
Poi scoprii che in realtà erano concentrati a rimorchiare due ragazze ed erano sempre incollati al pc e ai propri cellulari per questo.
- Ecco a te.-
Nick mi fece posto tra lui e Jeff in poltrona, il pc era sul tavolino da caffè basso, ed entrambi mi guardavano con sguardo estasiato.
- Canale di Chewby LuPone?-
Inarcai un sopracciglio, l’ultimo video si intitolava “Regionali”, ma non era il video che mi volevano far vedere. Scorsero la lista fino ai primi video pubblicati dall’utente, cominciavo a spazientirmi, stavo quasi pensando che fosse una sorta di presa in giro, almeno fino a quando non vidi l’anteprima del video.
- Oh… mio…-
Jeff mi diede una pacca sulle spalle.
- Esatto mio caro, hai riconosciuto il bel tipetto al centro?-
Aprii e chiusi la bocca, ecco a parte la faccia da pesce ero quasi sicuro che mi stesse venendo una sorta d’infarto. O ero io che mi stavo dimenticando di respirare? Ecco Blaine respira, respira.
- Blaine… respira! Cavolo amico ci stai facendo spaventare!-
Nick mi diede continui colpetti dietro la schiena e dopo essersi assicurato che non avessi una paresi facciale, si buttò sul divano.
Kurt indossava un pantolone nero attillato, una maglia del medesimo colore super attillata, e un gilet con tanto di strass. Per non parlare della cravatta che gli dava un tocco di classe in più.
Notai solo dopo la mano sinistra inguantata.
- Oddio mio… è semplicemente… stupendo.-
Mi piacevano le sue movenze così fluide, il suo sguardo furbetto e...
- Ok sto per morire! Ma avete che … fondoschiena che ha?-
Jeff e Nick stavano guardando il video con me.
- No noi abbiamo visto le due ballerine e lasciatemelo dire, sono uno schianto.-
Jeff mise le sue mani sulle mie spalle.
- Io ci sto facendo un pensierino su quelle due.-
Tralascio gli altri commenti, diciamo che più andava avanti il video più si facevano spinti. Dopo tutto non sono commenti rilevanti, e poi la cosa più importante era lui: Kurt. Un angelo caduto dal cielo.
Si muoveva molto meglio delle altre due, era talmente sexy che quasi stavo per svenire.
- Che fate?-
Una voce ci fece sobbalzare, Jeff chiuse di scatto il suo portatile e la canzone Single Ladies si interruppe di colpo.
- Ah ciao Jamie!-
Che nervi! Proprio adesso doveva entrare? Incollai sul mio viso un’espressione innocente, mentre Jeff e Nick si guardarono scocciati. Jamie parve non notare gli altri due, i suoi occhi erano puntati su di me.
- Vi ho disturbato?-
- Noooo stavamo solo guardando un video di estrema importanza.-
Lanciai uno sguardo a Jeff, non era il caso di trattarlo così male, non lo stava facendo apposta dopo tutto. Il Warbler lo guardò inarcando un sopracciglio ma evitò di rispondere. Non ero di certo pronto ad una rissa, e conoscendo Jeff e Nick non ci avrebbero messo nulla a scatenarla.
- Single Ladies? Volete per caso proporre questo pezzo al consiglio? Magari facendoci vestire con tutine aderenti e muovendoci come Beyoncè nel suo video. Sexy direi.-
Ecco la battutina che Jamie doveva evitare.
- Simpatico lui, perché non ne parliamo da veri uomini? Altro che tutine.-
Nick e Jeff si alzarono in piedi, si posero dinanzi a Jamie guardandolo torvo.
- Stai oltrepassando i limiti.-
Jamie fece battere il suo petto contro quello degli altri due.
- I limiti non li decidete voi e se voglio parlare con Blaine non sono affari vostri.-
Da piccole spinte si arrivò ad una rissa vera e propria. Prima però che si potessero fare male sul serio, mi interposi tra loro cercando di farli smettere. Riuscii a spingere Nick contro la poltrona, ma prima che potessi tirar via anche Jeff, mi arrivò una ginocchiata dritta nello stomaco.
Mi fermai piegato in due cadendo sul pavimento. Jeff guardò Jamie incredulo e si chinò su di me preoccupato. Nick fece lo stesso, non prima di aver urlato qualcosa contro Jamie.
- S-sto bene… Jeff levati, mi devo alzare.-
Entrambi mi aiutarono a mettermi in piedi e sedermi sul divano. Mi faceva fin troppo male lo stomaco, per non parlare del resto della cassa toracica. Era giunto il momento di fare un po’ di palestra.
L’ho già inserito nei propositi estivi, anche perché sono fin troppo magro, con un fisico a dir poco imbarazzante.
Mi feci accompagnare da Jeff e Nick in camera, liquidarono Jamie con qualche parola sprezzante.
- Ragazzi ma perché lo trattate così?-
Nick e Jeff si guardarono.
- Non ci piace come si è comportato con te, e meno ti sta addosso meglio è.-
Mi sdraiai e passai il pomeriggio a letto, con quel dolore fisso allo stomaco. Da una parte la solitudine mi aiutò a pensare.
Presi il computer e lo portai a letto, in quel momento avevo bisogno di riguardare i video di Kurt, avevo bisogno di vederlo. Volevo parlarci di nuovo, conoscerlo meglio, e magari dirgli pure come mi chiamo visto che quel giorno non ho fatto in tempo.
Mi loggai su Skype giusto per vedere se mio cugino era in linea, volevo raccontargli l’accaduto.
Proprio quando avviai il video di Single Ladies per vederlo tutto con calma, sentii un rumore famigliare.
 
Only You In My Mind:Blaine sono Jamie aggiungimi.

 Ok come cavolo aveva fatto a trovare il mio account Skype? Non mi pareva di averglielo dato. Cliccai sul tasto “aggiungi”, quel ragazzo era una continua fonte di sorprese.
 
Hopping Anderson:Ok sei un Hacker ora ne ho la certezza.
 
Only You In My Mind: ma va! Sei l’unico con un nome del genere su skype. E se come nome reale ci metti Blaine Anderson allora il gioco è fatto.
 
Hopping Anderson:ah… bè hai ragione.
 
Only You In My Mind:Come stai? Scusa per la ginocchiata.
 
Hopping Anderson:Molto meglio grazie. Non ti preoccupare non ti devi scusare.
 
Only You In My Mind:è colpa mia, non dovevo farmi provocare.
Hopper Anderson:è acqua passata.
 
Only You In My Mind: senti io… Blaine so che non ho speranze con te ma vorrei chiederti se mi puoi dare una possibilità.
 
Hopper Anderson:leggo un controsenso in tutto questo.
 
Only You In My Mind:Proviamo a stare insieme. A me non interessa se pensi ad un altro, voglio solo provare a vedere se riesco a fartelo dimenticare.
 
Hopper Anderson:sono andato contro la mia regola numero 1 a San Valentino, non voglio infrangerne altre.
 
Only You In My Mind:sarebbero?
 
Hopper Anderson:Sono uscito con te anche se non stiamo insieme, e sono uscito con te solo per non restare solo il giorno di San Valentino. Squallido direi. Non mi metterò con te solo per provare. Se sto con una persona è perché provo qualcosa per questa persona.
 
Only You In My Mind: Spiegami quando lo rivedrai quel ragazzo? Non andate a scuola insieme, non hai neanche il suo numero di cellulare.
 
Hopper Anderson:Non sono affari che ti riguardano. Jamie piantala di fare così non stai andando da nessuna parte.
 
Only You In My Mind:…. Va bene. La pianto. Ma non mi arrendo. So che hai ancora il delfino che ti ho regalato.
 
Hopper Anderson:e con ciò? Non ha nessun significato.
 
Only You In My Mind:Se ce l’hai ancora è perché tutto sommato ci tieni a quel delfino il che vuol dire che tieni a me.

Hopper Anderson: devo andare. Fatti tutti i castelli per aria che vuoi ma non venirmi a chiedere poi perché ti evito. Ciao.

 
Chiusi Skype e feci ripartire il video di Single Ladies. Non sapevo perché ma la mia mente in quel momento vagava altrove. Non riuscivo a concentrarmi sul video, ed era come se non lo vedessi affatto.
La conversazione con Jamie mi aveva turbato, forse Nick e Jeff avevano ragione, più mi stava alla larga e meglio era. Pensavo che avesse capito e invece non era vero.
Non dissi nulla di quella conversazione a Jeff e Nick, ma per giorni e giorni mi scervellai per trovare un modo per allontanare Jamie una volta per tutte.
Forse con un finto fidanzato…
Ok Blaine basta, guardi troppi film adolescenziali. Non posso credere di aver pensato ad una cosa così stupida e frivola. Ok troverò un modo per uscire fuori da questa situazione. Devo trovare un modo.
Ora è meglio che ritorno a studiare, scrivere non mi ha aiutato, sono ancora più confuso di prima. 

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Capitolo 13
*** Giugno part 1 ***


 Oook grazie a tutti per i vostri commentini *^*
mi sa che ho risposto a tutti vero? 
Comunque sia non so di preciso cosa abbia fatto Kurt d'estate ma mi piace pensare che sia successo quel che è successo. 
No non faccio spoiler. 
Spero che la FF continui a piacevervi, sono tesa io stessa perchè non vedo l'ora di scrivere i capitoli in cui comparirà Kurt alla Dalton!
Grazie ancora e se continuate a lasciare commenti sappiate che mi fa solo piacere.
I vostri consigii a pareri sono utilissimi!

Siry



Giugno: ESTATE con i Warblers!
 
Mare, sole, fresco…
Dio benedica la casa di Flint al lago! Anche se era un po’ lontanuccia, valeva proprio la pena andarci.
Ovviamente Flint ha invitato tutti i Warblers a passare l’estate a casa sua, il che voleva dire Jamie McKnight, perché lui ovviamente nonostante tutto non si sarebbe mai perso una vacanza da passare insieme, soprattutto se c’ero io. Ma sto divagando come al solito, la mia mente non riesce a partorire nulla di decente in tarda notte.
Sono costretto ad aggiornare il mio diario a notte fonda, o meglio alle prime luci dell’alba, quando sono sicuro al 100% che tutti dormano.
Il mese di Maggio eravamo fin troppo occupati a recuperare i voti scolastici per uscire dall’anno scolastico con una buona media. Non mi dovevo preoccupare tanto, con Wes, David e Thad ero riuscito a recuperare il programma scolastico e mettermi a pari, e per mia fortuna i voti alti superavano quelli bassi, di conseguenza la mia media non era così cattiva.
Non avrei avuto sicuramente tutte A, ma era sempre meglio di niente.
Nick e Jeff mi aiutarono con la matematica, materia in cui ero profondamente carente, e se non fosse stato per loro, avrei preso una misera C.
Per fortuna il mese di Maggio era passato senza mietere vittime, almeno tra noi Warblers, e con il mese di Giugno tutti quanti cominciammo a rilassarci e a pensare alle vacanze estive.
Il caldo cominciava a farsi sentire, e la voglia di studiare scemava sempre di più.
La sera mi ritrovavo spesso e volentieri a chiacchierare con gli altri Warblers fino a che non c’era l’ora del coprifuoco e dovevamo chiuderci in camera, ma anche chiusi in camera, avevamo i nostri metodi di comunicazione.
Dio benedica Skype e Msn!
 
Street Dancer:Allora che si fa per vacanze?


Stalking is not a Crime:Io sono libero, che ne dite di una vacanza, tutti insieme?
 
I’m the Boss:Non male come idea Jeff. Vediamo cosa dicono gli altri.
 
I’m Blonde and I’m cool:Io ci sto. Scusate ho visto solo adesso il pc.
 
I’m the Boss:Blaine è morto?
 
Street Dancer:non penso eravamo tutti insieme prima…

Stalking is not a Crime: scommetto che sta parlando in privato con qualcuno asd.
 
I’m the Boss:basta allusioni.
 
Cool and Fresh:Andrew è tra di voi! Cosa mi sono perso?
 
I’m the Boss:la morte di Anderson.
 
Cool and Fresh:O.O

BigMac: Blaine è morto?

 
Street Dancer:no Trent tranquillo. Scherziamo.
 
Wonderful Hair: scusate il ritardo ero a farmi una doccia.
 
I’m the Boss:tranquillo Luke. Scusate ma i miei compari?
 
TomTom:sono quiiii.
 
Stop Talking:eccomi pure io.
 
TomTom:che razza di nick hai messo?
 
Stop Talking:bè? Quando parlo io, dovete tutti stare zitti.
 
BigMac:vai con il casinoooo! Intasiamo la chat!
 
Captain Kirk:dai ragazzi decidiamo e basta. Blaine dove cavolo è?
 
Leave me Alone!:scusate eccomi.
 
BigMac:Blaine tutto ok?
 
Leave me Alone!:si certo. Datemi tempo di leggere eh!
 
I love Dolphins:eccomi anche io. Comunque al contrario di Blaine ho letto tutto. Comunque concordo, io ci sto.
 
Merda se c’è lui io non vado… forse è meglio.
 
Leave me Alone!:ehm io devo chiedere ai miei sapete… forse quest’anno vado in vacanza con loro.
 
Street Dancer:io e te dobbiamo parlare.
 
Stalking is not a Crime:volevi dire noi due semmai >.> Blaine PRIVATE CHAT NOW!
 
E fu così che dovetti sorbirmi i due Warblers per un’oretta circa. Avevano capito che non sarei venuto a causa di Jamie, non volevano sentire ragioni.
 
Leave me Alone!:Ragazzi lo sapete perché non vengo perciò stop.
 
Street Dancer:non fare l’idiota Blaine! Siamo tutti, sicuro 100% pensa a quanto ne gioveremmo a passare la vacanza insieme! Il gruppo si unirebbe di più.
 
Stalking is not a Crime:Nick ha ragione, Blaine ci siamo noi con te, immagina come si sentirebbero Wes, Thad e David!
 
Inutile che riporti per intero tutto ciò che ci siamo detti, anche perché quando ho stampato la cronologia di quella conversazione vi dico solo che è lunga più di 50 pagine.
 
Street Dancer:torniamo di là, e TU VIENI IN VACANZA CON NOI CHIARO?
 
Leave me Alone!: …….
 
Tornando alla conversazione con gli altri:
 
I’m a crazy boy:Yeeeeah allora ragazzi tutti da me a Toledo ok?
 
Leave me Alone!:ok cosa ci siamo persi?
 
I’m a crazy boy:Blaineuccio è vero che tu vieni?
 
Leave me Alone!:…. Si.

I’m the Boss:yeah!
 
Stop Talking:sono fiero di te figliolo.
 
Leave me Alone!:O.O what the… figliolo???


TomTom:Hahaha sì Blaine abbiamo deciso che sei nostro figlio, e per nostro intendo mio, di Thad e Wes.
 
Leave me Alone!:Voi sì che considerate il triangolo!…. Comunque sia mi fate sapere i dettagli domani? Io vado a dormire.
 
I love Dolphins:Ci divertiremo sicuro. Sono felice che vieni Blaine.
 
Leave me Alone!:già!
 
I’m the Boss:non voglio vedere risse discussioni, ginocchiate e cose del genere, sono stato chiaro?
 
Street Dancer:sì… va bene

Stalking is not a Crime: ok….

I love Dolphins: sì… scusate ragazzi.
 
Street Dancer:….

Stalking is not a Crime: … non importa acqua passata.
 
Warbler #3:ed è così che Jesse vi dice ciao!
 
I’m the Boss:Jesse… pessima imitazione asd!
 
TomTom:bene le adesioni alla vacanza è meglio se le confermiamo nell’ultima riunione dei Warblers. Ragazzi sono commosso… quest’anno è stato bellissimo con voi.
 
I’m the Boss:ok non piangere ora…
 
Stop Talking:dai David… contegno amico!
 
Leave me Alone!:ci vediamo domani buona notte!
 
Una vacanza con Jamie McKnight non era nelle mie previsioni. Avevo fatto di tutto per evitarlo in quei giorni e ci ero riuscito, lui non aveva chiesto nulla, ma mi accorgevo delle occhiate che mi tirava.
Wes David e Thad mi chiesero più volte cosa ci fosse tra noi, non seppi dar loro risposta, ma intuivano che non era nulla di buono.
Nick e Jeff ormai avevano creato una sorta di barriera difensiva con Trent e Richard. Non potevo andare da qualche parte che mi ritrovavo almeno con due di loro dietro di me.
Comunque sia, i miei genitori non fecero storie, ed avevo la loro benedizione per queste due settimane di vacanza con i Warblers.
 
Partimmo il giorno dopo la fine della scuola, idea di Wes ovviamente.
- Così non sappiamo i voti delle pagelle non passeremo la vacanza a farci pippe mentali con frasi come “se avessi studiato di più” o “se mi fossi applicato meglio in quella materia”… sapete come si dice? “Se mio nonno avesse avuto tre palle avrebbe avuto un flipper”.-
Organizzammo le macchine, e avendo dato disponibilità a portare la mia, caricai con me Nick, Jeff, Flint e Ethan.
Inutile dire che con Nick e Jeff era uno spasso continuo, ma non pensavo che anche Flint ed Ethan fossero come loro. Perlomeno il livello di pazzia era lo stesso.
- Abbiamo i nostri cellulari e spero per voi che abbiate il wireless perché in questi giorni ci sarà un’agguerrita lotta al rimorchio.-
Sgranai gli occhi sentendo quelle parole.
- Allora so per certo che alcune ragazze della Crawford Country Day verranno in vacanza a Toledo…-
- Flint! Allora hai organizzato questa vacanza solo per rimorchiare???-
Lo guardai indignato e lui sghignazzò.
- Ho unito l’utile al dilettevole no?-
Non ci potevo credere, incastrato in una vacanza dove loro rimorchiavano e io facevo il gay solitario a casa o in riva al lago.
- Blaine ci saranno ragazzi che giocano nel tuo stesso team non disperare.-
Sopirai.
- Prevedo lunghe serate solitarie in compagnia di Jamie.-
Jeff mi guardò storto.
- Tu vieni con noi, faremo a turno. Una sera stiamo noi con te e una sera Trent e Richard.-
Flint ci guardò curioso.
- Oddio non mi dire che la faida tra te e Jamie è ancora in corso!-
Non volevo rivelare nulla di Jamie, glielo dovevo, non aveva fatto coming out e di certo non sarei stato io a forzarlo a fare. Lanciai un’occhiata significativa a Nick e Jeff che capirono al volo.
- Sì ogni tanto bisticciano.-
Cominciarono a parlare della rissa, con Nick che era convinto che se non mi fossi messo in mezzo, loro avrebbero dato il benservito a Jamie, ma purtroppo per loro non era stato possibile. 
Quando arrivammo a Toledo nella villetta sul lago dei genitori di Flint, ero esausto. Avevamo riso cantato e lo ammetto anche spettegolato.
Flint ci mostrò casa sua, avevamo a disposizione tre camere, oltre che il salotto, e siccome i letti non erano abbastanza per tutti, la maggior parte di noi si sarebbe sistemata sul pavimento.
Portai la mia valigia in una delle camere, ammetto che mi ero portato una valigia enorme, ma non mi andava di passare due settimane vestito sempre allo stesso modo.
- Ok Blaine il tuo armadio, ovvero la tua valigia, mettila in questo angolo così non da fastidio a nessuno.-
Cacciai la lingua in direzione di Flint che rise e propose a tutti di andare al lago a farci un ben bagnetto rinfrescante.
Ci divertimmo come pazzi, la mattina in spiaggia a prendere il sole e la sera in terrazza a cantare canzoni su canzoni, o in giro per Toledo. La città non era niente male, i divertimenti non mancavano.
Il secondo giorno però ero talmente stanco da voler rimanere a casa, mentre gli altri erano andati in spiaggia per un falò organizzato dalle ragazze della Crawford Country Day.
Anche Jamie pareva fosse andato, e mi liberai di Nick e Jeff dicendo loro che ero al sicuro in casa da solo, e che non correvo pericoli.
La fortuna era che la villetta era proprio vicino la spiaggia, o meglio sulla spiaggia. Basta uscire di casa per accedere al lago.
Non avevo proprio voglia di starmene da solo, così ne approfittai per godermi un po’ di mare notturno. La spiaggia era deserta, portai con me la mia chitarra, e mi diressi verso la riva.
La luce della luna illuminava il mare, rilanciando riflessi argentati, mi sedetti sulla sabbia ignorando la sabbia che mi avrebbe sporcato i pantaloni. Presi la chitarra e cominciai a pizzicare le corde, e piano piano, mi accorsi di non essere solo. Intorno a me c’erano tante piccole lucciole, sorrisi.
 
You would not believe your eyes
If ten million fireflies
Lit up the world as I fell asleep
 
'Cause they'd fill the open air
And leave teardrops everywhere
You'd think me rude
But I would just stand and stare
 
I'd like to make myself believe
That planet Earth turns slowly
It's hard to say that I'd rather stay
Awake when I'm asleep
'Cause everything is never as it seems
 
Continuai a cantare senza pensare a nulla, senza pensare al fatto che forse non ero solo.
Infatti non ero solo, e me ne sarei accorto troppo tardi.
 
'Cause I'd get a thousand hugs
From ten thousand lightning bugs
As they tried to teach me how to dance
 
A foxtrot above my head
A sock hop beneath my bed
A disco ball is just hanging by a thread
 
I'd like to make myself believe
That planet Earth turns slowly
It's hard to say that I'd rather stay
Awake when I'm asleep
'Cause everything is never as it seems
When I fall asleep
 
Delle chiacchiere dietro di me mi fecero voltare, erano un ragazzo con forse suo padre, parlavano in modo molto acceso, o così mi è sembrato.
 
- Voglio sapere cosa ne pensi di questa situazione, lo sai che ho preso un periodo di pausa con lei ma solo per quello che era successo con Finn.-
Continuai strimpellare la chitarra senza cantare.
- Papà abbiamo solo avuto un piccolo litigio, non devi smettere di frequentare Carol solo per questo per favore.-
L’uomo annuì, riuscii a vedere la sua testa immersa nell’oscurità.
- Mi spieghi perché siamo qui?-
La sua voce mi era famigliare, era una voce diversa da tutte le altre, cristallina e delicata. Ma dove l’avevo già sentita? Mi alzai issando in spalla mia chitarra, approfittando del tragitto per tornare in casa per vedere meglio i due tipi.
- Volevo passare un weekend padre e figlio spero non ti dispiaccia.-
Il ragazzo scosse la testa poi mi vide arrivare.
- Mi sa che abbiamo disturbato il ragazzo…- sussurrò verso suo padre.
L’uomo mi guardò, così allentai il passo leggermente imbarazzato.
- Oh… scusaci.-
Feci altri due passi sorridendo, sapevo però che  il mio viso non vedesse bene.
- No scusatemi voi volevo andare via perché … non volevo origliare.-
Quando fui abbastanza vicino da vedere la faccia dei due rimasi a bocca aperta. Era lui: Kurt.
Aprii e chiusi la bocca mentre fissavo il ragazzo, lui invece fece un debole sorriso a suo padre.
- Scusaci ti abbiamo disturbato. Comunque complimenti hai una bellissima voce.-
Oddio mio Kurt ha detto che ho una bellissima voce. Mi avvicinai ancora di più per guardare meglio il suo viso, la luce della luna si rifletteva nei suoi occhi chiari, li ricordavo celesti, in quel momento mi sembravano quasi argentati.
Suo padre si schiarì la voce ed io mi riscossi dai miei pensieri.
- Scusatemi voi… -
Kurt mi rivolse un sorriso ed il mio cuore diede un balzo. Cercai di dire qualcosa di sensato ma non sapevo cosa. Il padre di Kurt gli diede una pacca sulla spalla.
- Noi andiamo allora, a presto!-
Kurt annuì e si avviò con suo padre nella direzione da dove erano venuti.
- Ciao!-
Rimasi lì fermo come un imbecille, tornai a casa maledicendomi e prendendomi a calci mentalmente. Cosa mi costava dirgli: “Piacere io mi chiamo Blaine. Sei qui in vacanza?”.
Invece come un incapace ero solo riuscito ad aprire e chiudere la bocca come un pesce fuor d’acqua.
Rimasi in terrazza aspettando il ritorno degli altri, non dovetti aspettare molto, il primo a tornare però fu Jamie. Sospirai e lo salutai con un cenno. Lui ricambiò imbarazzato e mi raggiunse in terrazza.
- Ti ho visto parlare con quel ragazzo. Alla fine l’hai rivisto.-
Ok era uno stalker, ne avevo avuto la prova.
- Allora come è andata? Vi siete scambiati i numeri di telefono?-
Scossi la testa.
- No c’era suo padre. Non mi sembrava il caso.-
Come se io e lui ci fossimo parlati dicendo cose interessanti. Però lui non lo sapeva, e dire una piccola bugia a fin di bene non faceva così male.
- Scusa se te lo dico ma sembravi un ebete. Aprivi e chiudevi la bocca con lo sguardo perso.-
Ma come ha fatto a vedermi dannazione?
- Guarda che non mi devi mentire per far sì che io perda le speranze. Anche se ti ci fossi scambiato il numero di telefono io non mi sarei arreso comunque.-
La conversazione era strana, lui parlava dei suoi sentimenti come se mi stesse raccontando la sua giornata. Mi limitai a scrollare le spalle sperando di chiudere la conversazione, ma come ben sapevo, la conversazione non era affatto chiusa.
- Siamo andati al falò, si sono divertiti tutti tranne io. Avrei preferito ci fossi tu, almeno ci saremmo fatti compagnia.-
Lo guardai inarcando un sopracciglio.
- Non hai il coraggio di fare coming out ma hai il coraggio di farti vedere con me in pose compromettenti?-
Lui rise.
- Che pose compromettenti?-
Sbuffai.
- Se ci vedevano al falò seduti l’uno accanto all’altro che cosa avrebbero pensato gli altri?-
- Non mi interessa di cosa pensano gli altri, e poi possiamo sempre dire che siamo amici.-
- Uhm se lo dici tu.-
Mi alzai e feci per tornare dentro, ma sentii la mia mano venire afferrata dalla sua, mi tirò verso di sè, i suoi occhi azzurri inchiodarono i miei, eravamo fermi. Si alzò lentamente tenendo sempre salda la mia mano, io cercai in tutti i modi di divincolarmi senza successo. La sua presa era molto salda.
- Se è il mio coming out che vuoi, allora lo farò.-
Sentimmo delle voci giungere dalla porta d’ingresso, lasciò la mia mano solo quando Jeff e Nick sbucarono in terrazza ridendo e scherzando. Rimasero basiti vedendo la mia mano nella sua, e approfittando della disattenzione di Jamie, riuscii a sciogliere la sua presa.
I due ragazzi si guardarono, mi aspettava una nottata molto lunga, perché sapevo benissimo che Nick e Jeff non mi avrebbero lasciato andare fino a che non gli avessi raccontato tutto per filo e per segno.
Insomma avevo rivisto Kurt, avevo fatto per l’ennesima volta la figura dell’imbecille, ed ero di nuovo punto e a capo con Jamie. Questione di Karma negativo?
Forse devo fare un po’ di feng shui per allontanare questa sfiga che mi aleggia intorno.
Lo inserirò tra i vari propositi.

 
P.s. Ho anche cominciato palestra yeah. Solo che per via della vacanza, ci sono andato solo un paio di volte prima di partire. È già un inizio no?
 
p.p.s. IL MIO DIARIO COMPIE UN ANNO!!! Auguri ammasso di carte e cuio! Hahaha quante cose sono successe in un anno…! 





Leggendina di fine capitolo xD

I nickname dei Warblers penso si capisca di chi sono: 


Stalking is not a Crime: Jeff

I’m the Boss:  Wes

I’m Blonde and I’m cool: James Kirk

Street Dancer: Nick

Cool and Fresh: Andrew Stuart

BigMac: Trent Nixon 

Wonderful Hair: Luke Wright 

TomTom: David 

Stop Talking: Thad 

Captain Kirk: Richard James

I’m a crazy boy: Flint Wilson

Warbler #3: Jesse L. Martie

e ultimi ma non meno importanti: 

Leave me Alone!: Blaine 

I love Dolphins: Jamie

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Capitolo 14
*** Giugno Part 2. ***


Allora la storia o meglio, la parte con solo Blaine sta giugendo al termine. 
Siccome le cose cambieranno un poco quando Kurt andrà alla Dalton, pensavo di finire con il prossimo capitolo, 
e cominciare con una nuova FF. 
Ora vi spiego, curerò la storia sia dal punto di vista di Blaine che da quello di Kurt. 
Cosa mi consigliate? 
Dovrei fare una FF a parte o continuare con questa? 
Intanto vi ringrazio, tutti voi che mi avete seguita in questa folle avventura uscendone vivi xD
Comunque sia non è ancora finita, perlomeno la storia non è ancora finita, anche se dovesse continuare in una FF a parte. 
Spero di ricevere tanti commenti con delle risposte e consigli su cosa sia meglio fare. 

Grazie ancora di cuore a tutti voi :)



Ecco le canzoni usate nella FF

http://www.youtube.com/watch?v=XfbBEAuARfk questa è quella cantata da Jamie al falò

Questa invece è quella che canta quando è solo con Blaine. http://www.youtube.com/watch?v=Tgcc5V9Hu3g





Giugno part 2.

 
Non ho finito di aggiornare il diario per il semplice motivo che…. Avevo troppo sonno.
Penso sia il caso di riportare per filo e per segno la conversazione avuta con Nick e Jeff. Ovviamente non riuscivamo a stare da soli, i ragazzi vollero fare il gioco della bottiglia.
Attenzione, non il classico gioco in cui dovevi baciare qualcuno, era peggio: Obbligo, verità, tre cose.
Tre opzioni, e tutte e tre pericolose. Immaginate cosa possano fare un gruppo di ragazzi mezzi ubriachi a notte fonda, durante un gioco del genere.
Vi dico solo che fui costretto a fare un mini spogliarello sulle note di Single Ladies. Eravamo tutti maschi e lo facevano solo per ridere, anche se lo sguardo di Jamie non mi piacque molto.
Comunque sia fui costretto a chattare dal mio I phone per tranquillizzare Nick e Jeff, che anche se stavano dando il meglio di loro nel gioco, erano piuttosto “preoccupati” per me.
 
Stalking is not a Crime: Allora tenero e dolce Blaine dallo sguardo magnetico e i riccioli imbalsamati, cosa è successo con Jamie?
 
I love your smile: Nulla! Jeff stai rompendo sai?
 
Street Dancer: Blaine noi lo facciamo per te, Jamie che ti tiene la mano non è un buon segno.
 
Stalking is not a Crime: ed il tuo nick… è per Jamie? Ti stai innamorando di lui?
 
I love your smile: no ho rivisto semplicemente Kurt in spiaggia… è in vacanza con il padre qui.
 
Street Dancer: ….
 
Stalking is not a Crime: ….
 
I love your smile: Ok visto che i puntini di sospensione vanno di moda li metto anche io. …..
 
Street Dancer: e quando ce lo avresti detto?
 
I love your smile: quando ve lo dicevo secondo voi?
 
Stalking is not a Crime ha aggiunto I’m the Boss, Stop Talking e TomTom alla conversazione.
 
I love your smile: Ma no! Cos’è una mega conferenza ora? Ma si gridatelo al mondo!
 
I’m the Boss: che cosa devono gridare?
 
Stalking is not a Crime: Blaine ha rivisto Kurt!

TomTom: davvero?
 
Stop Talking: e quando ce lo avresti detto?
 
I love your smile: sto cominciando ad odiarvi.
 
I love your smile si è disconnesso.

 
Pensate che mi fossi liberato di loro? Ma va!
Finimmo il gioco della bottiglia quando la maggior parte del gruppo crollò a terra prima in preda alle risate, per poi cadere tra le braccia di Morfeo.
Pensate che forse non era stato così immediato, e invece era stato proprio così. Un secondo prima ridevano come matti, il secondo dopo, russavano.
Non pensavo di averlo mai detto ma, Dio benedica l’alcool! Non avrei sopportato un altro giro di bottiglia, non dopo aver fatto uno spogliarello, baciato i capelli di Luke ( non ce l’ho con i suoi capelli, ma quasi soffocavo!) e aver ballato un tango improvvisato con Richard.
Non mi dà affatto fastidio ballare con un ragazzo, solo che è imbarazzante quando il ragazzo in questione è davvero molto alto. La mia fronte gli arrivava alla bocca.
- Che dolce il nostro nanerottolo!-
- Blaine sei una perfetta dama.-
Assolutamente ridicolo. Poi conduceva lui e non sapendo nulla di tango non ti dico cosa è potuto succedere. Durante il casquet, Richard perse l’equilibrio, e mi ritrovai a terra con lui sopra di me che rideva in modo spastico.
Comunque sia rimanemmo io Jeff Nick Thad Wes e David. Ci spostammo in terrazza per  evitare di svegliare gli altri. Non si sarebbero svegliati neanche con le cannonate ma non si sa mai.
- Allora? Hai rivisto Kurt.-
Fui felice che per una volta non si parlasse di me e Jamie. Quando Wes nominò Kurt non potei fare a meno di aprirmi in un grosso sorriso.
- Sì… e… cioè stato fantastico. Ho sentito il mio cuore battere a mille.-
I ragazzi si guardarono ridendo.
- Ci dispiace se ti diamo poca corda con l’argomento, ho come l’impressione che tu ti sia preso una bella cotta per lui.-
Scrollai le spalle, non la definivo cotta, non lo conoscevo non ci avevo mai parlato, di lui sapevo solo il nome, sapevo solo che era bellissimo e che era capace di dimenare il suo fondoschiena e il suo bacino meglio di Jennifer Lopez.
Wes e Thad mi guardarono come se fossi la cosa più interessante mai vista prima d’ora, i loro sguardi mi stavano mettendo a disagio.
- No non sono innamorato né tantomeno mi sono preso una cotta. La chiamo piuttosto ammirazione.-
David rise.
- Blaine la smetti di leggere Jane Austen?-
Ma perché ce l’avevano con le mie letture istruttive? Orgoglio e Pregiudizio era una delle mie letture preferite, e ammetto che la prima volta che lo lessi capii il motivo per cui Elizabeth si era presa una bella sbandata per Darcy, chi non si sarebbe innamorato di un uomo del genere?
- Seriamente, sembra che il destino stia giocando al gatto e al topo con me. Ci incontriamo ma non riesco a parlarci né tantomeno a presentarmi. È frustrante! Lo vedo solo qualche secondo e poi via!-
Nick e Jeff presero a sbadigliare, e poco dopo si addormentarono sui lettini dove si erano stesi. Notai solo allora la dolce espressione che avevano sul viso. Sembravano due angioletti.
Wes Thad e David si alzarono ed io feci lo stesso. Ero stanco e in più volevo aggiornarti il prima possibile.
- Noi andiamo Blaine, se ti va riprendiamo la discussione domani. –
- Non ti scordare del falò ok?-
Annuì verso Thad e dopo averli salutati, mi rintanai in una delle camere libere per godermi almeno per quella notte una sana dormita su un letto.
 
Era tardo pomeriggio, i ragazzi avevano organizzato un altro falò per invitare le ragazze della Crawford Country Day.
Ma perché gli ormoni dei Warblers vanno in confusione totale quando si parla di ragazze? In questi casi sono così felice di essere gay. Almeno i miei ormoni non impazziscono, e non mi metto a fare figure da idiota.
Fu questa la risposta che diedi a Flint e ad alcuni dei ragazzi, quando mi parlarono del falò, la metà del gruppo era andata in spiaggia per mia fortuna.
Alcuni di loro inarcarono il sopracciglio.
- Vogliamo parlare di quando hai visto Kurt la prima volta?-
La voce era di Wes.
- Ma dai, quella non vale! E poi non mi sono messo a urlare o fare il cretino.-
Incrociai le braccia al petto.
- Ma siamo dovuti venire con te al McKinley e quasi rischiavamo di farci pestare dai giocatori di football.-
Jeff e Nick mi guardarono divertiti.
Evitai di rispondere che la colpa non era di certo mia, non ero io che ero andato a offenderli, ma come dice il detto: mai disturbare il cane che dorme, o che mangia. Insomma è meglio non disturbarlo in nessuno dei due casi.
- E ricordi quando hai visto il video di Kurt? Quello con le New Directions? Sai la pubblicità dei materassi.-
Thad e David si diedero il cinque, ok era vero mi ero letteralmente sciolto quando avevo visto quel video, ma non avevo avuto di certo reazioni esagerate.
Li guardai indignato quando Wes David e Thad si unirono per fare varie fasi della mia reazione a quel video.
- Ommioddio com’è bello!-
- Guarda come salta bene sul materasso!-
- Ooooh io adoro il suo sguardo furbetto.-
Inutile dire che divenni rosso fino alla punta dei capelli. Gli altri si unirono una sana risata collettiva, Wes mi diede una pacca sulla spalla, divertito dal mio sguardo.
- Dai Orsacchiotto vieni al falò e stai con noi, non fare l’asociale. Poi che ne sai che in giro non ci sia un altro ragazzo gay… Le ragazze penso inviteranno qualcun altro.-
Dovetti accettare, e soprattutto dovetti accettare il fatto che sì anche a me gli ormoni partivano quando vedevo il mio angelo dagli occhi blu. Chissà se l’avrei rivisto quella sera, dopo tutto era lì in vacanza e magari qualcuno si sarebbe preso la briga di invitarlo.
Tra l’altro entrai in crisi perché non sapevo cosa mettermi. In spiaggia mi sarei sporcato perciò non dovevo mettere nessun capo di abbigliamento che mi avrebbe fatto diventare isterico se li avessi ritrovati sporchi di sabbia e acqua marina. I ragazzi si erano messi pantaloncini corti e maglietta o jeans e camicia. Per non discostarmi troppo dal loro stile, optai per una camicia bianca e un pantalone nero. Se si sporcava le macchie non si vedevano.
Scendemmo in spiaggia, il falò era organizzato proprio sotto casa di Flint, e aiutai gli altri ragazzi a portare il vascone di ghaccio con le bibite, e i marshmallows da arrostire sul fuoco.
Le ragazze avrebbero portato panini e altra roba da mangiare.
- Blaine mi presti la chitarra dopo?-
Flint aveva intenzione di cantare una serenata in privata sede ad una delle ragazze, perciò annuii e gli dissi che l’avevo lasciata all’ingresso semmai dovesse servirgli.
Alcuni ragazzi erano già arrivati ma Kurt non c'era.
Mi passai una mano sul volto, no che non poteva esserci lui. Non conosceva nessuno di quei ragazzi, probabilmente manco era a conoscenza di una scuola femminile o della Dalton stessa, come potevo sperare di trovarlo? Jamie camminava poco distante da me, portava un altro vascone con del ghiaccio insieme a Richard, e ogni tanto mi guardava.
Il falò ebbe inizio non appena arrivarono le ragazze, mi occupai volentieri alla sua accensione, e dovetti insistere un pochino per poter gettare un po’ di alcool sulla catasta di legna.
- Si accenderà prima!-
Ethan sospirò e mi lasciò fare. In pochi minuti la legna ardeva nel cerchio di pietra che avevamo messo tutto intorno per evitare che si espandesse altrove.
Mi sedetti a terra accanto ad una delle ragazze della Crawford, avevano invitato anche un altro paio di ragazzi ma nessuno di loro pareva essere abbordabile.
- Come ti chiami?-
La ragazza accanto a me mi guardava sorridendo, ricambiai il sorriso e le porsi la mano.
- Blaine.-
Lei sorrise stringendola.
- Katy.-
L’avevo vista un paio di volte quando siamo andati in visita alla loro scuola, per recite scolastiche e cose del genere.
- Sai ti ho visto cantare la sera di San Valentino, sei fantastico lo sai? Ho amato la tua esibizione.-
La guardai perplesso.
- La nostra esibizione vorrai dire.-
- Sì sì quello.-
Ok conoscevo quello sguardo, occhi languidi, sorrisetto pieno di aspettative, corpo rivolto verso di me. Bene la ragazza si era presa una sorta di cotta per me. O voleva semplicemente passare una serata con un ragazzo carino.
Le altre sue amiche erano tutte in compagnia di qualcuno, anche Jamie pareva assaltato da una ragazza, al contrario di me però pareva a suo agio.
- Ehm… grazie.-
Distolsi lo sguardo, infilzando il mio bastoncino con due marshmallow e li misi accanto al fuoco guardando intensamente l’andamento delle fiamme.
La ragazza pareva leggermente delusa dal mio comportamento, sospirai e mi voltai verso di lei, forse era il caso di intavolare conversazione. Proprio quando stavo per cominciare a parlare, la mia attenzione fu richiamata da qualcuno che aveva cominciato a suonare la chitarra.
Katy sorrise e si aggrappò al mio braccio, la lasciai fare, era solo per una sera e fino a quando si limitava a starmi addosso non era un problema.
Non so da dove avesse preso quella chitarra, fatto sta che stava cominciando a strimpellare una canzone e guardava dritto verso di me.
 
Mmmm ..... Mmmmm.... Yeah....Mmmmm....Yeah, Yeah, Yeah
Mmmm...Yeah....Mmmm..... Yeah, Yeah…
 
Mi guardai intorno e incrociai lo sguardo di Jeff e Nick, entrambi fecero spallucce, Wes Thad e David guardarono Jamie confusi.
Gli altri Warblers erano insieme alle proprie ragazze, mentre la ragazza che prima era addosso a Jamie, sorrideva radiosa.
 
Baby I just don't get it
Do you enjoy being hurt?
I know you smelled the perfume, the make-up on his shirt
You don't believe his stories
You know that they're all lies
Bad as you are, you stick around and I just don't know why
 
Jamie si era chinato verso la ragazza con cui stava al falò, e tirai un sospiro di sollievo.
Katy dondolava attaccata al mio braccio e sorrise.
- Non trovi che sia romantico dedicare una serenata a qualcuno?-
Le sorrisi in risposta.
- Sì effettivamente è molto romantico.-
Ma puoi anche scordarti che io faccia una cosa del genere per te!
Jamie continuò a cantare camminando a cerchio attorno alla fiamma, si stava avvicinando pericolosamente a me.
Trattenni il fiato, cosa stava facendo?
 
 - Se è il mio coming out che vuoi, allora lo farò.-
 
Quelle parole mi riecheggiarono nella mente. Oddio non lo stava facendo vero? E invece sì lo stava facendo.
Katy non si era accorta di nulla, ma continuava a sorridere rapita dalla canzone. Jamie arrivò verso di noi e si chinò leggermente per potermi guardare negli occhi.
La cosa bella è che alcuni Warblers seguivano al sua canzone facendogli da coro. Non avevano capito cosa stava succedendo?
 
If I was ya man (baby you)
Never worry bout (what I do)
I'd be coming home (back to you)
Every night, doin' you right
You're the type of woman (deserves good thangs)
Fistful of diamonds (hand full of rings)
Baby you're a star (I just want to show you, you are)
 
Si voltò a guardare Katy che ridacchiava come una scema. Lui le fece l’occhiolino per poi tornare a guardare me.
Il suo sguardo era chiaro. Quella canzone era per me, ed il bello era che pochi se n’erano accorti.
Wes e Thad si avvicinarono a me con le loro ragazze, posizionandosi alle mie spalle come se fossero interessati alla canzone.
 
You should let me love you
Let me be the one to give you everything you want and need
Baby good love and protection
Make me your selection
Show you the way love's supposed to be
Baby you should let me love you, love you, love you
 
Si alzò e dopo avermi lanciato un altro sguardo, si spostò cantando e guardando le altre coppie che c’erano attorno al falò. Non era stato di certo un modo proprio esplicito di far capire cosa sentiva in quel momento, poiché pareva che solo alcuni dei Warblers l’avessero capito.
- Oddio… Blaine ma che quel ragazzo è innamorato di te?-
Le mie ultime parole famose. Sorrisi a Katy scrollando le spalle.

Your true beauty's description looks so good that it hurts
You're a dime plus ninety-nine and it's a shame
Don't even know what you're worth
Everywhere you go they stop and stare
Cause you're bad and it shows
From your head to your toes, Out of control, baby you know 
 
Questa volta non si preoccupò tanto di nascondere i suoi sguardi, anzi fece di tutto per non togliermi mai gli occhi di dosso anche quando si trovava lontano. Mentre cantava percorreva il perimetro del cerchio che avevamo formato intorno al fuoco. Mi sentii a disagio, e per cercare di non destare ulteriori sospetti, misi un braccio sulle spalle di Katy.
- Scusa Katy ti dispiace se ti rubiamo Blaine per un attimo?-
Wes sorrise alla ragazza, che era diventata rossa per via di quel mio gesto. Mi alzai e fui trascinato da Wes dove erano anche Jeff e Nick.
- Scusate ma Jamie è gay?-
La domanda di Wes non trovò risposta, sia Nick che Jeff scrollarono le spalle, Thad e David nel frattempo tenevano d’occhio Jamie, che stava tornando di nuovo verso di me, seguito da alcuni Warblers che cantavano con lui armonizzando il canto con la voce.
 
If I was ya man (baby you)
Never worry bout (what I do)
I'd be coming home (back to you)
Every night doin' you right
You're the type of woman (deserves good thangs)
Fistful of diamonds (hand full of rings)
Baby you're a star (I just want to show you, you are)
 
You should let me love you
Let me be the one to give you everything you want and need
Ooh Baby good love and protection
Make me your selection
Show you the way love's supposed to be
Baby you should let me....
 
Questa volta era esplicito, si fermò dinanzi a me, mentre Wes Nick e Jeff erano alle mie spalle, mi guardò dritto negli occhi mentre finiva di cantare la canzone. Il coro di Warblers erano dietro di lui, si disposero in una fila sola, e tutti guardavano prima me poi lui con sguardi perplessi.
Richard diede una gomitata a Luke che scrollò le spalle, tutti quanti si stavano ponendo la stessa domanda.
Una volta finita la canzone Jamie sorrise e avvicinò il suo viso al mio, cominciai a sudare freddo.
- Allora come ti sembra questo come Coming Out?-
 
Casa di Flint: 2 del mattino.
- Ragazzi ora basta…-
Ero stanco, eravamo ancora tutti in piedi a discutere di ciò che era successo al falò. Inutile dire che quando avevano tutti capito che la canzone era dedicata a me, si scatenò il putiferio. La ragazza che era attaccata a Jamie si sentì offesa, Katy invece mi guardò schifata e andò a consolare la sua amica. Che poi che centravo io in tutto quello?
- Jamie… non potevi scegliere momento meno adatto per fare il tuo coming out.-
Il ragazzo guardò Flint.
- Scusa se ho rovinato il vostro momento di gloria. Voi potete rimorchiare e io no?-
Flint si sentì colpito sul vivo.
- Certo che puoi, ma non facendo prima credere ad un ragazza che sei interessato a lei e poi buttarti su un ragazzo. Scusami se te lo dico, ma cosa avrebbe dovuto pensare quella ragazza secondo te?-
Jamie alzò le braccia al cielo esasperato.
- Ma chi le ha detto nulla! Si è attaccata lei a me io la stavo ignorando.-
La conversazione andò avanti ancora per un po’. Io mi limitavo a rimanere seduto sul divano del salotto, mentre attorno a me si scatenava l’inferno. I Warblers erano scatenati, chi era dalla parte di Flint e sosteneva la sua tesi, chi invece era dalla parte di Jamie e sosteneva che non c’erano regole quando si parlava di sentimenti, e che se Jamie se la sentiva era giusto che avesse colto l’occasione per mostrare i suoi sentimenti.
Cominciarono tutti a parlare gesticolare, saltare per attirare l’attenzione, mentre io, la persona al centro di quel casino, non solo non venivo interpellato, ma venivo ignorato.
- Ho detto basta!-
I ragazzi smisero di parlare e mi fissarono basiti. Non mi avevano mai visto così arrabbiato, e non dovevo essere un bello spettacolo.
- Jamie ha fatto coming out perché l’avevo sfidato a farlo, e non è colpa sua, la colpa è solo mia.-
I Warblers si guardarono e rimasero in silenzio per alcuni secondi.
- Però poteva scegliere un momento diverso.-
Flint insisteva ancora con quella storia, così mi alzai per spiegare meglio la situazione.
- Jamie voleva attirare la mia attenzione con un gesto estremo, è da tempo che so dei suoi sentimenti nei miei confronti. Non ho mai detto nulla al riguardo per rispetto nei suoi confronti.-
Wes e David si fecero avanti, intuivo che Wes sentisse la mancanza del suo martelletto.
- Basta ragazzi, non possiamo metterci a litigare. Siamo una squadra, e se Jamie ha voluto fare una scelta del genere dobbiamo rispettarlo. Non è facile per un gay fare coming out, e la storia di Blaine ne è l’esatto esempio, perciò rispettiamolo.-
Flint abbassò lo sguardo annuendo e lo alzò soltanto per chiedere scusa a Jamie. Il litigio così come era cominciato era terminato. Era bastato far presente agli altri il nostro spirito di squadra, il nostro essere una famiglia unita, sempre e comunque ed era per questo che il nostro Glee era così forte.
Eravamo tutti in sintonia, e non permettevamo a niente e nessuno di minare questo rapporto.
Sorrisi a Wes che mi fece l’occhiolino, Nick e Jeff mi guardarono con una smorfia.
Verso le tre del mattino tutti andarono a dormire, la nottata era stato movimentata, e alla fine di quella mega discussione, e dopo un mega abbraccio di gruppo, ci demmo tutti la buona notte.
Decisi di rimanere in salotto, lasciando il letto a qualcun altro, ma come prevedevo quella notte non riuscivo a dormire. Mi alzai dal pavimento, e mi recai sulla terrazzina della casa.
Uscito fuori, sentii subito l’odore di spiaggia, notai i rimasugli del nostro falò e ripensai nuovamente a tutta quella serata. 
 
I will be king
And you
You will be queen
Though nothing will
Drive them away
We can beat them
Just for one day
We can be Heroes
Just for one day
 
Mi voltai, Jamie era dietro di me e sorrideva. Mi voltai verso di lui sorridendo a mia volta. Non scherzava quando diceva che non si sarebbe arreso.
- Jamie io ti spezzerei il cuore stando con te perché non provo nulla del genere nei tuoi confronti.-
Lo guardai avvicinarsi sempre di più verso di me.
- Ed è l’ennesima volta che te lo dico.-
Non me l’aspettavo, il suo scatto fu repentino, si avvicinò in un attimo, vidi solo quel lampo azzurro nei suoi occhi, ed il viso che si tuffava nel mio.
Fu un attimo, riuscii a scansarmi per miracolo, e le sue labbra invece che colpire le mie, colpirono la mia guancia.
Sperai che fosse finito lì, invece continuò a baciarmi, scendendo piano piano sul mio collo.
Cercai di divincolarmi, ma mi accorsi solo in quel momento che mi aveva spinto contro la ringhiera del terrazzo. La sua presa era forte, e per quanto mi agitassi non c’era via di fuga per me.
Era più alto di me, mi sovrastava, ed era come se fossi in preda alla furia della marea, non accennava a fermarsi. Sentivo le sue labbra correre sul mio collo fino ad arrivare a lobo dell’orecchio.
- Se continui di questo passo finirai per ucciderlo.-
La voce apparteneva a Wes.
Jamie si staccò da me, immaginai il suo viso rosso per la vergogna. Io ne approfittai per sgattaiolare verso Wes, che era in piedi sull’uscio della porta – finestra.
- Come ho detto prima siamo una squadra, e non vorrei che niente e nessuno rovinasse questo rapporto.-
Jamie lo guardò interdetto.
- Questo vuol dire, niente rapporti sentimentali tra Warblers.-
Lo sguardo serio di Wes congelò entrambi. Jamie lo guardò come se fosse pazzo, io invece lo guardai incuriosito, da quando c’era una regola del genere?
- Un rapporto sentimentale può andare a finire male, perciò Jamie, è ora di finirla qua. Il Glee funziona perché siamo uniti, se dovesse succedere qualcosa tra te e Blaine, perderemmo o te o lui. Lui è il nostro attuale solista, tu sei uno dei migliori cantanti della scuola.-
Mi lanciò uno sguardo inespressivo.
- Questa regola non è stata decisa dal consiglio e nemmeno approvata dai Warblers, ma come attuale presidente vi chiedo rispettarla per il bene del gruppo.-
Quando Wes voltò le spalle per andare via, ne approfittai per seguirlo. Tornai nel mio angolino del salotto dove avevo allestito il mio giaciglio, mi accoccolai contro i cuscini.  
Mi sembrava tutto irreale, ero sicuro che avrei aperto gli occhi il giorno dopo vedendo che non era vero nulla, che Jamie non aveva provato a baciarmi, e che il falò lo dovevamo ancora fare.
Mi sentivo uno stupido, era anche colpa mia. Per provocare Jamie avevo scatenato una reazione a catena che era finita come avevo previsto, entrambi ne stavamo soffrendo. O perlomeno io ne stavo soffrendo.
Il mio viso era rivolto verso il muro, sentii i passi di Jamie e feci di tutto per non voltarmi a guardare. Con che faccia l'avrei rivisto il giorno dopo?
Le parole di Wes mi risuonarono nella mente, aveva ragione, tutto ciò che aveva detto era più che giusto.
I Warblers prima di tutto, il Glee era una sorta di fratellanza, ci univa uno statuto vecchio di chissà quanti anni, ma non era lo statuto in sé per sé ad unirci, ma il nostro affetto reciproco. Diventare un Warbler significava entrare a far parte della famiglia.
In cuor mio sapevo che in quel modo Jamie avrebbe smesso con quei suoi atteggiamenti, ma sapevo anche, che poteva decidere di lasciare il Glee per inseguire me.
Chiusi gli occhi cercando di non pensare, perché dovevo sempre essere io la causa? 

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Capitolo 15
*** Luglio ***


Grazie a tutti quelli che hanno seguito fin'ora, 
che mi hanno supportata in questo progetto. 
Come avevo accennato non sapevo se continuare in questa FF o cominciarne un'altra. 
Forse ho trovato un modo per inserire Kurt nel diario in modo da non stravolgere troppo la FF. 
Ovviamente anno nuovo vita nuova. 
I capitoli non saranno più mensili, e spero di farli il più dettagliati possibili. 
Dopo tutto Blaine cambia e cambierà anche il suo modo di tenere il diario :)
Grazie a tutti voi davvero di cuore, spero che continuerete a lasciare recensioni!

Siry

La canzone che canta Blaine con Jamie è ---> http://www.youtube.com/watch?v=HgzGwKwLmgM

E l'ultima canzone citata è ---> http://www.youtube.com/watch?v=1TO48Cnl66w


 






Luglio: Nuovo anno, nuovo inizio.

 
Mi ero ripromesso di fare una sorta di bilancio dell’anno passato.
Allora vediamo:
 
- Da perseguitato dai bulli, a solista dei Warblers.
 
- Non avevo amici, e adesso mi ritrovo con una banda scatenata di ragazzi pronta a fare tutto per me.
 
- Non avevo neanche minimamente pensato che avrei potuto perdere la testa per un ragazzo, ed è successo!

- Non pensavo neanche che sarei mai stato corteggiato da qualcuno. Eppure …eppure…
 
- Eeeee… notizia non meno importante, la palestra sta cominciando a sortire i suoi effetti ed il mio povero fisico stile grissino, sta cominciando a diventare qualcosa di più guardabile.
 
Ma come sto scrivendo? Comunque sia la palestra davvero mi sta aiutando molto, e purtroppo per me non riesco a staccarmi dallo specchio mentre ammiro i miei addominali sempre più formati.
Io e il mio specchio ormai facciamo coppia fissa.
 
Tornando ai miei ultimi aggiornamenti, dopo il richiamo di Wes, Jamie ha cominciato ad evitarmi. Da una parte ne fui felice, dall’altra invece mi sentii in colpa.
Non parlammo per tutto il resto della settimana, ed il mio umore benomale ne risentì. Ne parlai a lungo con Wes, chiedendo spiegazioni anche riguardo ciò che ci aveva detto quella famosa sera.
- Bè l’ho detto perché per prima cosa, avevo visto che Jamie non aveva intenzioni così pulite nei tuoi confronti. Intendo in quel senso.-
Lo guardai perplesso.
- Ehm io te ne sono grato ma… non era così esagerato.-
Wes inarcò un sopracciglio.
- Blaine… senti… se non ti fermavo, lui ti avrebbe sicuramente sbattuto su un tavolo o per terra e ti avrebbe spogliato nel giro di qualche secondo.-
Ok mi sentii davvero uno stupido, la verità era che non sapevo nulla di sesso. A lezione a scuola avevo seguito una lezione di educazione sessuale, il problema era che andava bene per gli etero e non per i gay.
Seguii solo la lezione sulle malattie veneree, ma almeno fino a quel momento non avevo per niente pensato a come due gay potessero fare certe cose.
- Non hai mai… fatto… sesso?-
Quella parola mi fece sussultare, stavo pensando a ciò che sarebbe potuto succedere se Wes non ci avesse interrotti.
- No… io no.-
Il Warbler annuì mordendosi il labbro inferiore.
- Senti amico te lo dico per te, forse è il caso che ti informi.-
Aveva ragione, completamente ragione. Fui strappato dai miei pensieri quasi subito, poiché Wes voleva continuare il discorso rispondendomi alla mia seconda domanda.
- Non è una regola fissa Blaine. Ma l’ho fatto perché conosco Jamie. So che tu ci tieni a noi più di ogni altra cosa, ma se il tuo rapporto con Jamie andasse a male, e credimi penso che sarà così semmai vi metteste insieme, allora o tu o lui lascerete il Glee per forza di cose. I vostri rapporti si congelerebbero e porterebbero alla scissione del gruppo. Da parte tua so che non c’è sentimento e Jamie non si rende conto di quanto male si potrebbe fare costringendoti a questo rapporto forzato.-
Inutile dirlo, Wes aveva capito tutto. Non avevo un rapporto stretto con lui come l’avevo con Nick e Jeff, ma mi accorsi che non gli bastava molto per capire le persone. Forse era per questo che era diventato capo del Consiglio. Se io sapevo cantare, allora lui sapeva come prendere ogni singola persona.
Riusciva a tenerci uniti, ad accordarci su tutto mediando ogni qualvolta c’era una discussione in atto.
Questo era Wes.
 
Acchiappai Jeff e Nick un pomeriggio in cui tutti quanti avevano deciso di andare in spiaggia, avevamo casa tutta per noi ed ero sicuro che se avessimo parlato di quell’argomento nessuno avrebbe sentito.
Erano sulla terrazza pronti per una giornata in spiaggia, e furono quasi sorpresi quando li presi per la collotta e li trascinai nuovamente in salotto.
Non furono molto contenti della mia mossa, volevano anche loro andare al mare per incontrare le due ragazze della Crawford con cui uscivano ogni tanto.
- Spero per te che sia una cosa importante.-
Lo sguardo assassino di Jeff era molto espressivo, per quel motivo andai subito al sodo.
- Sesso.-
I due si guardarono perplessi.
- Non siamo gay e … ehm in genere non ci piacciono le cose a tre.-
La risposta di Jeff mi fece arrossire.
- Ma che hai capito idiota, il problema è che non so… nulla sul sesso.-
Rimasero dapprima in silenzio, poi scoppiarono a ridere. Ma che c’era di così sbagliato? Non era certo una mia priorità. E al posto dei filmini porno o roba del genere ero più interessato alla rivista Rolling Stones, Vogue ed altre letture più costruttive.  
- Mai fatto educazione sessuale?-
Nick mi guardò sorridendo.
- Non per i gay.-
I due ragazzi mi guardarono con la bocca aperta, per poi abbassare lo sguardo, visibilmente imbarazzati.
Avevano finalmente capito il punto. Jeff alzò di nuovo lo sguardo verso di me con aria perplessa.
- Scusami ma… quindi tu non hai mai avuto un ragazzo, ergo non hai mai fatto sesso giusto?-
Annuii lentamente.
- E per quale motivo ora vuoi sapere queste cose?-
Nick subì l’occhiataccia di Jeff e scrollò le spalle.
- No, intendo, ti sei ricordato solo ora dei tuoi istinti primordiali?-
Spiegai loro cosa era successo con Jamie, nonostante mi fossi ripromesso di non dirlo a nessuno, ma non c’era altro modo per fargli capire in che modo ci fossi arrivato. Era inutile nascondergli la verità, anche loro avevano notato che Jamie mi evitava e non sarebbe stato possibile eludere le loro domande all’infinito.
Perché loro ne facevano tante di domande.
Jeff e Nick prima mi guardarono stupiti, poi picchiarono un pugno contro una mano.
- Ok è morto. Nessuno abusa di te!-
Li fermai inchiodandoli sul divano.
- State buoni non è successo nulla, solo che vorrei capire…insomma, voglio saperne di più.-
Abbassai lo sguardo, e lo rialzai solo quando vidi Nick andare a prendere il suo portatile, e Jeff a prendere qualcosa da sgranocchiare.
Rimasi fermo tra la poltrona e il tavolino basso da caffè, mi sentivo nel completo imbarazzo. Non sapevo perché per gli altri era così naturale, mentre per me non lo era affatto. Ma sapevo che era uno scoglio che avrei dovuto affrontare prima o poi, e visto che non volevo affrontarlo impreparato, era meglio cominciare con l’informazione a partire da quel preciso istante.
Mi fecero sedere in poltrona e cominciarono sondare internet in cerca di siti adatti all’occorrenza.
Quando lessi la pagina del primo sito che Nick aveva aperto, mi sentii quasi svenire.
- O cavolo.-
Jeff mi guardò.
- Eddai Blaine non fare il bambino. Anche io quando ero piccolo dicevo “che schifo” se pensavo che prima o poi avrei baciato una ragazza, e ora guardami - indicò se stesso – sono un baciatore instancabile e credimi baciare le ragazze è una delle tante cose che mi piace fare di più al mondo.-
Passammo in rassegna ogni sito utile, sgranocchiando le patatine e bevendo quello che Jeff aveva preso dalla cucina. Non pensavo che sarebbe stato un lavoro lungo, e per un paio d’ore non feci altro che leggere informazioni al riguardo.
Se devo dire la verità, su internet puoi davvero trovare di tutto! Mi tuffai in un forum per gay e lesbiche, leggendo tutte le loro discussioni, i loro problemi. Anche se io al contrario di loro non avrei mai messo così a nudo la mia vita sentimentale o sessuale.
- Ma cos’è questa roba? Sensualità, pose sexy…-
- Guarda Blaine che di quella roba, ne sei fornito in abbondanza.-
Io fornito di cosa? Nick doveva aver bevuto troppa coca cola.
- Tu non ti rendi conto di quello che succede alle ragazze quando ti vedono cantare, emani sex- appeal da tutti i pori.-
Ecco una cosa di cui potei ritenermi sorpreso. Chi se lo sarebbe mai immaginato.
- Il problema è che tu le ragazze non le guardi per niente.-
Io le ragazze non le guardo per niente, e grazie che non le guardo! Sarebbe come un maschio che guarda un maschio, parlo dal punto di vista etero.
- Quando ti muovi, sorridi, ammicchi, le ragazze si sciolgono. Io non so come tu faccia ma secondo me è un dono naturale.-
Ok so che intrinseco in tutti noi c’è quella sorta di sex-appeal naturale che ti porta a flirtare quando vedi qualcuno flirtare, o a reagire a certi impulsi, ma cosa avevo a che fare io con le ragazze? Non mi interessava di certo piacere a loro.
Ammetto che il primo istinto che provavo quando cantavo era di piacere al pubblico, e allora mi ritrovavo a sorridere, ammiccare alle ragazze e lasciarmi trasportare dalla canzone.
Rimasi fermo a pensarci per qualche secondo, fino a che Nick e Jeff annuirono chiudendo il portatile.
- Ok basta informazioni per oggi, mi sa che ti sei acculturato abbastanza.-
- E poi quando sarà, verrà naturale.-
I miei due amici mi guardarono sorridendomi. Oltre a loro solo Wes sapeva di questo mio piccolo segreto. Sapevo che l’avrebbero mantenuto, non c’era bisogno di chiedere, bastava uno sguardo.
Quella sera non ci furono altri falò, ma era prevista una mega gita in centro, dato che non ero uscito per niente quel giorno, sentii il bisogno di mettere il muso fuori di casa.
Ci organizzammo con le macchine e decidemmo di andare anche a cena fuori. C’era un ristorantino niente male a detta di Flint, dove avremmo trovato tutta la tranquillità che volevamo.
- Ragazzi si mangia benissimo! Poi il pesce è sempre fresco!-
Flint continuò a snocciolare le qualità del ristorante per tutto il tragitto in macchina, e avendolo in macchina con me, imparai quasi a memoria tutto il menù. O almeno quella parte di menù che lui conosceva.
Jeff e Nick si informarono per bene, mentre Richard come me preferiva rimanere in silenzio, ridendo ogni tanto quando uno di loro diceva qualche cavolata.
Per quel viaggio Richard sedeva davanti con me, e Nick Jeff e Flint erano seduti sui sedili posteriori.
- Allora Blaine come va? Ho visto che in questi giorni Jamie non ti da più fastidio.-
Oramai la storia tra me e Jamie era di dominio pubblico, perlomeno non sapevano tutti i dettagli per mia fortuna.
Strinsi le mani sul volante con un po’ più di forza, nel frattempo cercavo di non perdere di vista la macchina di fronte a me, guidata da Wes, che non sapevo perché, aveva cominciato a fare zig zag.
- Ehm… sì diciamo che gli ho detto di no e … ora penso siamo amici come prima.-
Richard notò la mia difficoltà e decise di troncare il discorso.
Nick e Jeff intanto parlavano con Flint facendo sempre più chiasso.
- Vedo che ci stai male.-
Richard era così, diretto. Come me non amava i giri di parole, e anche se non parlavamo tantissimo, eravamo abbastanza amici. Nonostante tutto, si era quasi formato uno spaccato nei Warblers. Sentivo che una parte di loro era con me, l’altra parte parteggiava per Jamie. Chissà se anche lui se n’era accorto, se anche a lui facevano queste domande.
Per la prima volta in vita mia sentii che solo lui poteva capirmi e provai il forte desiderio di parlarci, anche solo per chiedergli come stava.

Arrivammo al ristorante in perfetto orario, erano le otto e mezza e il locale era quasi pieno.
Il locale era abbastanza grande, ben illuminato. A parte il bancone del bar, notai altri banconi espositivi coperti da grosse vetrate, con esposto ogni tipo di pesce.
In un grosso vascone invece, c’erano delle aragoste ancora vive con le chele tenute da grossi mollettoni.
- Prego seguitemi.-
Un cameriere ci venne incontro e dopo aver riconosciuto Flint, ci accompagnò al nostro tavolo.
- Vieni qui spesso?-
Guardai Flint sorridendo e lui annuì.
- Sì certo, siamo clienti fissi.-
Ci accomodammo sulla terrazza che dava sul mare. L’intera terrazza era coperta da una tettoia, ed era illuminata in parte da luci al neon e in parte da fiaccole. La vista sul mare era incredibile, e per nostra fortuna non faceva affatto caldo. Mi maledissi, non avevo portato una felpa e conoscendomi sarei morto di freddo poche ore dopo.
Capitai al tavolo vicino a Richard, Flint, Jeff e Nick, poco più avanti c’erano Wes, David e Thad, con Trent, James ed Ethan.
Come mio solito cacciai il mio iPhone e lo posai sulla tavola, avevo internet gratuito, perciò mi loggai nel servizio di chat per poi lasciare tutto in stand by.
Jamie era capitato dal lato opposto al mio, gli lanciai un debole sorriso per poi dedicarmi completamente agli altri.
Mille pensieri cominciarono ad affollare la mia mente, ma per non estraniarmi, cercai in tutti i modi di parlare ridere e scherzare con tutti gli altri.
Eppure non ce la facevo, dovevo chiarire con lui, glielo dovevo, o lo dovevo a me stesso? Il mio egoismo aveva già ferito altre persone, cosa dovevo fare? Presi il cellulare più volte, indeciso sul da farsi. Non era su Skype, quindi al massimo potevo mandargli un messaggio chiedendogli di connettersi.
Lo presi e lo mollai sul tavolo diverse volte, nel frattempo mascheravo la mia indecisione dando corda a Richard che stuzzicava Jeff riguardo un’uscita che aveva fatto con una ragazza, che a quanto pare doveva essere stato molto imbarazzante.
Sentii la vibrazione del cellulare e lo presi in mano velocemente. Avevo ricevuto una notifica di Chat ed era da parte di Jamie.
 
I still believe: perché fissi il telefono? Se mi devi dire qualcosa fallo subito no?
 
Single Mister: Volevo parlarti ma… non so con che faccia ci sarei riuscito dopo tutto il casino.

I still believe: perché?
 
Single Mister: fai finta di nulla?
 
I still believe: non ti seguo.
 
Single Mister: Come aveva predetto Wes i Warblers si stanno spaccando in due, chi parteggia per me, chi parteggia per te.
 
I still believe: non ci avevo fatto caso.
 
Single Mister: Sì che ci hai fatto caso. Jamie senti non possiamo tornare amici?
 
I still believe: mi sembra di vivere in un film. Sai bene che la risposta è: non posso perché ti amo, vero?
 
Single Mister: ti sei innamorato di me solo perché ho saputo tenerti testa quel giorno. Non ero stato uno di quelli che ha incassato e portato a casa.
 
I still believe: … e con questo? Non dovrei più provare qualcosa per te per questo motivo?
 
Single Mister: ti sto solo dicendo di… tornare amici. Per favore.
 
I still believe: non lo siamo mai stati amici.
 
Single Mister: lo so ma cavolo non possiamo mandare tutto in rovina! Entrambi siamo importanti nel gruppo.
 
I still believe: lascia che ci pensi su.
 
Cosa cavolo doveva pensare? Posai il telefono sul tavolo passandomi poi una mano sul viso, Jamie invece era inespressivo come se nulla fosse successo. Trent mi guardò mentre masticava piano il suo boccone di pesce, poi guardò Jamie e diede una gomitata a Thad.
Entrambi presero a fissarci.
- Che ne dite di un po’ di Karaoke?-
Luke si alzò in piedi indicando l’interno del locale dove avevano preso a cantare. Tutti i ragazzi ne erano entusiasti, e abbandonato il tavolo si fiondarono dentro.
Jamie era tra questi, mentre io rimasi al tavolo con Richard. Jeff e Nick alla parola Karaoke, avevano preso Flint e lo avevano trascinato nel locale.
Mi alzai anche io lentamente, era il caso di andare altrimenti gli altri si sarebbero insospettiti. Richard mi seguì e nel frattempo parlammo del più e del meno.
- Ah ecco il nostro Warbler solista! Vai bello facci sentire un pezzo!-
Wes mi prese per un braccio e mi tirò verso il piccolo palco dove avevano allestito il Karaoke. Il presentatore aveva in mano il microfono, era accompagnato da una ragazza che mi sorrise in modo molto eloquente.
I ragazzi cominciarono ad applaudire e fare casino, mentre la ragazza si avvicinò a me con il chiaro intento di voler cantare un duetto.
Guardai disperatamente i ragazzi, non era proprio mia intenzione cantare un duetto con lei e dal modo in cui mi guardava erano chiare le sue intenzioni. Non aveva per caso capito che ero solo un povero 15enne?
Sussurrai il titolo della canzone che volevo cantare e il ragazzo annuì.
- Scusami non è un duetto.-
La ragazza mi guardò delusa e tornò al suo posto. La base partì ed i Warblers la riconobbero subito, cominciarono ad urlare entusiasti.
 
Tonight I'm gonna have myself a real good time
I feel alive and the world I'll turn it inside out - yeah
And floating around in ecstasy
So don't stop me now don't stop me
'Cause I'm having a good time having a good time
 
Cantai sulla base lenta del pianoforte, gli altri Warblers cantavano con me facendo loro le parti del coro.
Appena però cominciò la parte ritmata, tutti cominciarono a saltare entusiasti improvvisando un ballo impazzito.
Trascinarono anche le persone sedute ai tavoli. Quello che non mi aspettavo era la mossa di Jamie.
Andò verso la ragazza che voleva duettare con me, strappò lei il microfono e si affiancò a me per cantare.
Lo guardai e cominciò a cantare lui la seconda strofa, accennando ad un balletto.
 
I'm a shooting star leaping through the sky
Like a tiger defying the laws of gravity
I'm a racing car passing by like Lady Godiva
I'm gonna go go go
There's no stopping me
 
I'm burnin' through the sky yeah
Two hundred degrees
That's why they call me Mister Fahrenheit
I'm trav'ling at the speed of light
I wanna make a supersonic man out of you
 
Inziai a ballare con lui, in uno strano scatenato twist, che presto imitarono anche gli altri Warblers.
Durante le ultime frasi della terza strofa, imitammo tutti un superman, il pugno alzato in aria, girando su noi stessi.
 
Don't stop me now I'm having such a good time
I'm having a ball
Don't stop me now
If you wanna have a good time just give me a call
Don't stop me now ('Cause I'm having a good time)
Don't stop me now (Yes I'm havin' a good time)
I don't want to stop at all
 
Le nostre voci si unirono, quella strofa la cantammo insieme, io facevo il contro canto e lui la voce principale.
Yeah, I'm a rocket ship on my way to Mars
On a collision course
I am a satellite I'm out of control
I am a sex machine ready to reload
Like an atom bomb about to
Oh oh oh oh oh explode
 
I'm burnin' through the sky yeah
Two hundred degrees
That's why they call me Mister Fahrenheit
I'm trav'ling at the speed of light
I wanna make a supersonic woman of you
 
Stavamo cominciando a divertirci come matti, non potevo di certo saltare sui tavoli, ma improvvisai una sorta di scivolata. Saltai dal palco, come atterrai a terra, piegai le ginocchia fino a farle toccare sul pavimento. I Warblers dinanzi a me mi incitavano alzando il pugno e cantando con noi.
 
Don't stop me don't stop me
Don't stop me hey hey hey
Don't stop me don't stop me
Ooh ooh ooh, I like it
Don't stop me don't stop me
Have a good time good time
Don't stop me don't stop me ah
Oh yeah
Alright
 
Questa strofa la cantammo tutti in coro, Jamie saltò dal palco, e mentre cantavamo faceva finta di riavvolgere il filo di una canna da pesca, mentre io mi rialzavo piano come se fossi un pesce preso all’amo.
 
Oh, I'm burnin' through the sky yeah
Two hundred degrees
That's why they call me Mister Fahrenheit
I'm trav'ling at the speed of light
I wanna make a supersonic man out of you
 
E via ad imitare di nuovo superman girando su noi stessi.
Altre persone si erano uniti a noi ed al nostro pazzo ballo. Jeff  Nick e David coinvolsero alcune persone in uno scatenato twist, mentre io e Jamie presi a braccetto, imitammo una sorta di can can.
 
Don't stop me now I'm having such a good time
I'm having a ball
Don't stop me now
If you wanna have a good time (wooh)
Just give me a call (alright)
Don't stop me now ('cause I'm having a good time - yeah yeah)
Don't stop me now (yes I'm havin' a good time)
I don't want to stop at all
La da da da daah
Da da da haa
Ha da da ha ha haaa
Ha da daa ha da da aaa
Ooh ooh ooh
 
L’ultimo pezzo decisamente più melodico, lo cantammo in coppia tornando sul palco, ci guardammo per alcuni secondi per poi portare il nostro sguardo verso il pubblico.
Le nostre voci scemarono piano piano insieme fino a divenire quasi un sussurro.
Ci guardammo, era la prima volta che cantavamo insieme, ed entrambi avevamo sentito quella scarica di adrenalina che emozionava, eccitava e faceva star bene.
- Sei grande.-
Sorrisi a Jamie.
- No tu sei grande…-
Le sue parole mi fecero sorridere di nuovo, poi in un gesto inaspettato mi abbracciò.
- Non posso smettere di amarti, ma posso provare ad esserti amico.-
Fu la conclusione migliore della serata, i clienti presero ad applaudirci e noi facemmo lo stesso con loro e con chi aveva ballato con noi.
Quando tornammo a casa eravamo in fibrillazione, rientrai dentro con Jamie, ed entrambi eravamo troppo presi a parlare di come era stata quella piccola esibizione, e che volend,o potevamo esibirci di nuovo in un duetto.
Le nostre voci legavano perfettamente, e anche gli altri Warblers se n’erano accorti.
Era proprio vero che la musica lega le persone più di ogni altra cosa. Era nato un legame tra me e Jamie, e non era di tipo sentimentale. Era un nuovo inizio per me e anche per lui.
 
Le vacanze giunsero al termine, ma come aveva detto Jeff, aveva portato all’unità di gruppo. Imparammo tutti a conoscerci un po’ meglio ed eravamo sempre più convinti che al ritorno a scuola, saremmo stati più uniti che mai.
Lasciammo la villa di Flint con tristezza, avevamo passato dei momenti stupendi insieme, e non potevo di certo dimenticarli facilmente. In più li ho riportato nel diario, almeno quelli più importanti. Così che un giorno rileggendoli, mi sarei ricordato di quelle due settimane passate insieme, e di quel legame profondo che in quei giorni ci aveva legati.
Non sapevo se saremmo rimasti amici per sempre, ma certe persone incrociano la tua vita lasciando un segno, ed ognuno di loro lasciò dentro di me un segno, che non avrei mai voluto dimenticare.
Mi sentivo pronto ad affrontare un nuovo anno, mi sentivo pronto ad affrontare ogni situazione. Non ero più il ragazzino spaventato che girava per i corridoi per paura dei bulli, o il ragazzo timido appena entrato nei Warblers, insicuro di se stesso.
In pochi giorni avevo conosciuto alcune cose di me stesso che fino a prima ignoravo. Dovevo lavorare molto su di me, sul mio carattere. Acquistai piano la sicurezza in me stesso, la mia identità, sapevo chi ero e chi dovevo essere.
Mi lasciai alle spalle non solo la vacanza, ma anche il vecchio Blaine.
E non lo feci con rimpianto, ma con la voglia di ricominciare. Non so cosa mi aspetta il futuro, so solo che voglio godere di ogni attimo di ogni avvenimento, di ogni dono che riceverò.
Non so se rivedrò mai Kurt, per come il destino si è divertito a giocare con me, è una probabilità che non escludo.
Avremmo poi partecipato al concorso di Canto Coreografato, e le New Directions sicuramente avrebbero partecipato come l’anno scorso, quindi una possibilità l’avevo.
Chiudo con questo capitolo una parte della mia vita, sperando di riaprirne un altro, ricco di sorprese e nuove esperienze.
 
I want to thank you
for giving me the best day of my life
Oh just to be with you
is having the best day of my life

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Capitolo 16
*** Warblers ***


Ok intanto vi ringrazio ancora per i comment, giuro mi fate felice :D
Questo capitolo è un pò strano lo so, ed è cortissimo. Ma volevo fare una cosa del genere da tempo, e ho trovato carino farlo adesso, come stacco. 
In questo modo distacco l'anno passato dal nuovo. 
Che poi è da fessi non pensare che questo diario sarebbe stato lontano da mani e occhi indiscreti. 
Diciamo che forse Jeff e Nick sapevano della sua esistenza da un bel pò. 
Scusate se non risponde ai vostri commenti, però apprezzo le vostre recensioni e i vostri consigli :) 
Se scrivo  e porto avanti questa FF è solo grazie a voi!

S.






Warblers Special Chapter:

 
Jeff: Pensavi di esserti liberati di noi vero Blaine? E invece no! Caro il mio Usignolo, la prossima volta nascondi il tuo diario lontano da occhi e mani indiscrete.
 
Nick: Per mani indiscrete parliamo tutti di Jeff.
 
Jeff:
Ricordami di toglierti dalla lista di amici a cui farò il regalo di Natale.
 
Nick: T_T non lo fare ti prego… ti preeeego!
 
Wes: Per prima cosa voi due piantatela, se continuate a passarvi il diario in questo modo lo strapperete pure. E poi Blaine si arrabbierà. Comunque sia, non abbiamo letto il tuo diario, ma solo le ultime cose.
 
Thad: Ehm… scusa Blaine io l’ho letto quasi tutto.
 
David: Idem.
 
Wes
: Tornando a noi, so quanto è stato difficile per te questo anno, e abbiamo pensato di lasciarti un pensiero prima che tu torni a casa. Scommetto che non aprirai il diario fino a quando non torniamo a scuola, o fino a quando non avrai qualcosa da dire, e siccome sappiamo che senza di noi non avrai molto di cui scrivere, passerà qualche giorno o magari un mesetto intero prima che tu veda queste note.
 
Flint: Sei un grande Blaine. Adoriamo la tua voce, adoriamo tutto di te.
 
Luke: Quando mi hai baciato i capelli poi… Wow!
 
Richard:
Ricordate il gioco della bottiglia? Io che cosa ho fatto?
 
James: Non lo ricordi? Hai ballato con Blaine un tango, poi quando hai provato a fargli fare un casquet, sei caduto con lui sotto di te e ridevi in modo davvero inquietante.
 
Richard
: …. Oh….
 
Ethan: Comunque ti volevamo dire grazie di tutto Blaine. Sei una parte importante di questo gruppo.
 
Nicholas: e leggendo le prime pagine abbiamo intuito che la tua vita nella tua vecchia scuola non fosse così facile.
 
Cameron: Ti proteggeremo da chiunque voglia farti del male.
 
Trent: Sai che adoro il modo in cui cucini? A quando una cena a casa tua?
 
Jessie: Ed è così che Jess ti dice ciao!
 
Jeff: BASTA!
 
Andrew: Uhm non saprei cosa dirti Blaine ma sono felice di averti tra noi davvero.
 
John: Ok tocca a me? Ti dico solo che sei diventato il mio mito personale. Quella canzone dei Quinn l’hai cantata benissimo! Woooaaaah!
 
Wes: ok lasciamo spazio a Nick e Jeff penso che gli vogliano dire qualcosa di più… personale e lungo. Comunque sia Blaine, hai dalla tua parte un gruppo di ragazzi che puoi considerare la tua seconda famiglia. E lo sai se qualcosa non va… Cinguetta e saremo da te!
 
Jamie: mancavo solo io… volevo dirti che… ci vediamo a scuola tra un paio di mesi. I miei propositi rimangono sempre gli stessi anche se come promesso cercherò di esserti più amico.
Mi è piaciuto cantare con te e lo rifarei ancora. Sempre se tu vuoi. A presto.

Jeff e Nick: Ok questa battuta era un po’… pessima. Va bene mio caro dolce ricciolino imbalsamato, stiamo scrivendo in due. Ovvero Nick scrive e io lo schiavizzo.
Perciò se leggi cose strane, incongruenze e parole messe a caso è perché parlando insieme non riusciamo ad organizzare una frase di senso logico.
 
Jeff sei un idiota.

Visto? Nick a cuccia. Scrivi e taci.
 
Comunque sia, sapevamo in parte ciò che hai passato nella tua vecchia scuola, ricordi quando ce lo raccontasti?
 
Io no… non me lo ricordo.
 
Nick basta scrivi solo quello che detto io.
 
Non è giusto però Jeff! Anche io voglio la mia parte.
 
Tornando a noi, non so come dirtelo ma siamo felici che ti sia ripreso del tutto. Sai la prima volta che ti abbiamo visto eri come un cucciolo di foca bisognoso di coccole. Bè non proprio però ci hai fatto una strana impressione. Te ne stavi sempre per fatti tuoi, forse tu non te ne sei reso conto ma io e Nick ti abbiamo puntato dal primo giorno che ti abbiamo visto.
 
Non ti abbiamo puntato in quel senso. Volevamo solo conoscerti. Per stringere amicizia eh.
 
Nick dannazione basta! Lo sa che non siamo gay, la finisci di fare il cretino?
 
Ma ma ma ma ma D:
 
Ok riprendendo il discorso, siamo entrambi felici di averti visto cambiato. Non so quanto bene ti abbia fatto unirti ai Warblers. Siamo all’apparenza un gruppo di damerini composti, ci hanno anche detto che sembriamo il classico gruppo di ragazzi snob che prendono il thè con il mignolo alzato.
Ah poveri individui! Non so che fine abbiano fatto, so solo che l’ultima volta che qualcuno ha detto una cosa del genere, ha subito l’ira di Wes.
 
Il suo martelletto lo porta ovunque.
 
Come dice Nick, ha fatto un uso improprio del suo martelletto, ma per la prima volta nella mia vita, mai visto uso migliore! Da quando comunque sei entrato nel Warblers, ne abbiamo passate tante, insieme. Abbiamo riso, scherzato e passato momenti meno piacevoli, ma il bello è stato passarlo tutti quanti insieme.
Anche quando ti abbiamo aiutato con il tuo pezzo per l’audizione, lo abbiamo fatto perché ci sembravi così solo.
Avevi cominciato da poco a parlare anche con Wes David e Thad, ma per tua fortuna poi hai capito benissimo a chi affiliarti.
Ups dietro di me c’è Wes che legge quello che scrivo, speriamo che non legga questo pezzo, altrimenti mi userà come base per picchiare il suo martelletto l’anno prossimo.
 
Ok basta Jeff parlo io.
Volevo dirti, a parte tutto quello che ha detto Jeff, che l’amicizia che ci lega spero non finisca mai. Lo so è sentimentale, ma è quello che sento in questo momento. Se hai bisogno di me, chiamami ad ogni ora del giorno e della notte. Ti voglio tanto bene Blaine!

Scusalo Blaine è mezzo bevuto, o forse no. Ok io sarò meno sentimentale, voglio solo dirti che ti considero un grande amico, e che sappi che verrò con te ogni volta che vorrai fare un incursione al McKinley. Amico mi sono divertito come un matto quel giorno!

Blaine qui Wes. Senti perdonali stanno facendo un casino lo so.
Senti mi dispiace per il tuo diario, non volevano che leggessero, ma sai come sono fatti. Come risarcimento sappi che ti lasceremo cantare tutti gli assoli che vuoi, promesso!
 
Sei grande amico!

I Warblers.
 






Ok cosa potevo dire dopo aver letto una cosa del genere?
Ok in primis mi sono incavolato come un matto, sapere che avevano letto le mie cose, i miei segreti ( non ho segreti ma vabbè ), insomma hanno letto parte della mia vita, i miei scleri su Kurt, mi ha leggermente irritato.
Ma non potevo tralasciare le bellissime parole che mi avevano dedicato.
Ero felice con loro, ed era vero ero cambiato.
Lessi il tutto alcuni giorni dopo essere tornato a casa, i primi giorni ero troppo impegnato in palestra.
Ah ho imparato un’importante lezione: sfondarsi di addominali non aiuta ad avere risultati migliori, ma aiuta a renderti impossibilitato per un intero weekend.
Come detto da Wes tutto sommato non era successo nulla, andai in vacanza con i miei genitori, e per la prima volta in vita mia mi sentii davvero in famiglia.
Dovevo tutto ai miei amici, era anche grazie a loro se la mia vita era cambiata.
Ho ancora tante altre pagine da riempire, e tante cose da raccontare. Non vedo l’ora di riprendere scuola, la Dalton mi manca, mi mancano i pomeriggi passati a cantare con i Warblers, e sì, mi mancano anche le esibizioni nei parchi a tema, nei Luna Park, e nei locali. 
Da pazzi vero?
 
p.s. ricordarsi di spiegare alle ragazze che se un ragazzo dice di essere gay, non è per rifiutarle in modo gentile, e non è neanche perché trovino la ragazza in questione abbastanza brutta da preferire di diventare gay. Basta questa storia mi sta uccidendo.
 
p.p.s. Siccome so che i Warblers leggeranno ancora il diario ( Jeff e Nick vi conosco, so che cercherete il diario e lo troverete come vostro solito ), eviterò di scrivere cose interessanti.
 





 

Il ritorno dei Warblers

 
Jeff: ok ci conosci
 
Nick: eddai Blaine non privarci di tale divertimento!
 
Jeff: ... ma come parli?

Wes: Ok Blaine mi assicurerò che non leggano più promesso.
 
Jeff: Ah sì sbaglio o stai sbirciando quello che ha scritto sopra?
 
Wes:
… spioni.
 
Thad e David: ci pensiamo noi a loro
 
Richard: spioni state leggendo pure voi.
 
Jamie: c’è una festa nel diario di Blaine e nessuno mi dice nulla?

Ethan: ragazzi mi dite cosa succede?
 
Jamie:
hey Blaine, hai ancora il delfino?
 
Wes: quale delfino?

Jamie: Niente
 
Jeff e Nick: Noooo ancora questa storia!

Richard: che storia?

Andrew: Uh?
 
Wes: basta ci stiamo affolando tutti in camera sua, se sale e ci becca sono cavoli amari. Fuori di qui!
 
Jeff e Nick: Wes ci fai pura! Bastava dircelo a voce! Che senso ha scriverlo?

Wes: così Blaine sa che vi sto cacciando. Ora andate via.
 
Thad: tra l’altro avete visto com’è cambiato fisicamente? In due mesi sembra un altro.
 
David: sì diciamo che è diventato più adulto
 
Andrew: quei muscoli alle braccia che spiccavano sotto la sua canotta non mi danno sicurezza. Se ci becca ci fa neri.
 
Richard: io vado ciao ciao!
 
Wes: è stato bello vedervi… Ups… Blaine è lungo il corridoio! D:
 





Ecco lo sapevo. Di nuovo loro.
Ragazzi giuro che se non la smettete vi ammazzo. Ma cavolo non faccio in tempo a tornare che vi fiondate sul mio diario! Perché sto scrivendo? Perché so che tanto lo leggerete. Di nuovo.
Davvero sono cambiato? Wow finalmente qualche risultato! Pensavo che andare in palestra tutti i giorni fosse inutile e invece... ok devo procurarmi uno specchio al volo.
 
p.s. x Jamie: si ce l’ho ancora è in valigia.
p.p.s. non fatevi strane idee
p.p.p.s. Jeff e Nick non vi azzardate a toccarlo!

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Capitolo 17
*** Jonas? ***


Per prima cosa ringrazio ancora chi continua a recensire e commentare.
Spero soltanto che non abbiate smesso di commentare a causa di un calo della qualità della FF :(
Ce la metto tutta per renderla ... leggibile!
Comunque sia ok lo ammetto un pò mi piacciono i Jonas. I'm Guilty.
Spero che questo capitolo vi piaccia, volevo movimentare un pò le cose, povero Blaine se no canta sempre nei parchi a tema xD
Grazie ancora a tutti voi che recensite, che seguite, e che avete inserito la storia nelle preferite *^*

S. 



Il suono della mia chitarra riempì la sala dove di solito provavamo noi Warblers.
Era passato un anno da quando ero entrato nel loro gruppo, ed ora ero pronto a passare un altro fantastico anno con i miei amici. La sala era vuota, ero seduto in poltrona strimpellavo la chitarra pensieroso.
Il ritorno a scuola era sempre stato traumatico per me, invece in quel momento ero solo felice, avrei rivisto i miei amici, e anche se quella scuola ci ammazzava ogni giorno di studio, potevo sempre contare sulle prove dei Warblers, le ore migliori della giornata.
Suonavo la chitarra giusto per controllare che non si fosse scordata durante il viaggio in macchina, e proprio mentre strimpellavo, la melodia di una canzone cominciò a farsi strada nella mia mente.
 
Never thought I'd say I'm sorry
Never thought I'd be the one to bring you down
Now when I look out my window
But there doesn't seem to be anyone around
 
And I, I think I'll change my ways
So all your words get noticed
Tomorrow's a brand new day
Tomorrow's a new day

Era la prima volta che suonavo e cantavo questa canzone, non sapevo perché ma mi faceva pensare a Jamie.
Tutto ciò che era successo tra di noi mi aveva dato molto da pensare, anche se ora siamo amici, non escludo il fatto che lui nutra ancora speranze su di me, su di noi.
E poi c’era lui Kurt. Ormai durante l’estate mi stavo convincendo che non era possibile provare un sentimento così forte per qualcuno che non conoscevo e che non sapeva neanche della mia esistenza.
 
We said we'd take little time
For both of us to see
And wonder what it'd be like to carry on
Ya, I know I got crazy
Well I guess that's just me
If I could turn back time before
The wrong
 
And I, I think I'll change my ways
So all your words get noticed
Tomorrow's a brand new day
Tomorrow's a new day
 
Non era soltanto un nuovo anno, per me era la rinascita. Avevo ormai deciso che il vecchio Blaine doveva morire, ed il nuovo Blaine sarebbe rinato dalle ceneri dell’ultimo.
Alzai lo sguardo e vidi alcuni Warblers entrare nella stanza, cominciarono ad armonizzare la base con la loro voce, abbandonai la chitarra mentre Jeff prendeva la chitarra elettrica lasciata nella sala.
Mi spostai per fare spazio a Jeff e alla sua chitarra, mentre gli altri Warblers si univano per formare una melodia che facesse da base.
 
Ya, And I, I think I'll change my ways
So all your words get noticed
I think I'll change my ways
I think I'll change my ways
Ahhhhh, Ahhhhh
I think I'll change my ways
 
Never thought I'd say I'm sorry
Never thought I'd be the one
To bring you down
 
Cantai le ultime due strofe con foga, sentivo ogni singola parola di quella canzone, mi rispecchiava. I Warblers presero a girarmi intorno, mentre continuavano a cantare con me.
Indicai me stesso quando cantavo “I think I’ll change my ways”, dopo tutto era quello che volevo, volevo cambiare i miei modi di fare.
L’ultima strofa venne accompagnata solo dalla chitarra elettrica di Jeff, fino a che la mia voce non si affievolì mentre cantavo l’ultima parola.
Abbassai la testa e dopo un secondo l’urlo dei Warblers esplose nella sala.
- Blaine! Amico è bello rivederti.-
Wes e David mi strinsero in un grosso abbraccio, Thad invece mi diede una grossa pacca sulla spalla, mentre Nick e Jeff non facevano altro che saltarmi addosso felici.
Richard e Andrew si unirono al casino che stavano creando gli altri Warblers, e tutti quanti cominciammo a saltare urlando e cantando manco fossimo allo stadio.
- Siamo noi, siamo noi! Il Glee più forte dello Stato siamo noi!!!-
Cantavamo quelle parole tutti insieme, saltando e scatenandoci, fino a che non venne uno dei responsabili ad intimarci di tacere.
Ci fermammo di colpo e ci guardammo divertiti. Avevo sentito la mancanza di ognuno di loro, soprattutto di quei pazzi di Jeff e Nick.
Notai solo in quel momento Jamie nel gruppo di Warblers, mi sorrise e venne verso di me.
- Come hai passato le vacanze?-
- Molto bene Jamie grazie.-
Il leggero rossore sulle sue guance confermò la mia teoria, la sua cotta per me non era passata. Diedi lui una pacca sulla spalla seguita da un sorrisone, Cameron e Luke cominciarono a fare casino chiedendo a tutti i Warblers se era il caso di organizzare una festa di inizio anno, o meno.
Mentre gli altri urlavano le loro risposte, Jamie mi prese da parte.
- Finalmente anche io sono in Spencer.-
Lo guardi sorridendo stupito.
- Davvero! Ma è fantastico! Ora sì che siamo tutti sullo stesso “piano”.-
Mi resi conto troppo tardi della battuta scandente, feci un sorrisi imbarazzato e dopo un cenno di saluto passai a salutare gli altri Warblers.
Trent, John e Cameron cominciarono a fare la lista della spesa per quella sera. Era una sorta di tradizione tra studenti fare una festicciola d’inizio anno, benomale i professori ci lasciavano fare.
Ripresi possesso della mia vecchia camera, rimisi al suo posto anche il televisore che mi aveva regalato mio padre, e la playstation 3 che mi avevano regalato i Warblers l’anno scorso. Nulla era stato spostato nella camera, ogni cosa era al suo posto, l’unica cosa cambiata forse era la bacheca che in quel momento era vuota. L’avrei riempita di nuove foto e nuovi ricordi.
Il mio diario lo riposi come sempre al solito cassetto, l’unico che potevo chiudere a chiave, speravo solo che le zampacce di Jeff e Nick non ci arrivassero. Temevo che qualcuno potesse scassinare la serratura, sapevo che Ethan era molto bravo in questo.
Le lezioni ricominciarono con il loro solito ritmo, compiti, roba da studiare, anche troppa. Le riunioni dei Warblers ora erano incentrate specialmente sulla competizione a cui ci eravamo iscritti sotto mio suggerimento.
Tutti i Warblers erano d’accordo, Wes inoltre avrebbe aperto le audizioni per scegliere un secondo solista che magari cantasse nel pezzo d’apertura.
- Ovviamente il secondo pezzo vorremmo assegnarlo a Blaine.-
Solo un ragazzo alzò la mano: Nicholas.
- Non ce l’ho con te Blaine lo sai, ti stimo molto, ma mi chiedevo… Jamie non potrebbe ritornare a cantare qualche pezzo da solista?-
Annuii interessato alla proposta, dopo tutto Jamie era stato solista prima di me, poteva benissimo approfittare di questa situazione. Quando spostai però lo sguardo su di lui, pareva molto imbarazzato.
Non mi sarebbe dispiaciuta un’altra gara tra me e lui, magari senza colpi bassi come la prima volta. Mi stupii quando alzandosi in piedi, diede un secco “no” come risposta.
- Jamie perché no? Hai una voce stupenda e lo sai.-
Lui sorrise di rimando, ed un ombra di tristezza passò sul suo volto.
- Non voglio fare il solista, ho avuto la mia opportunità, anche se in modo scorretto, ora preferisco scontare la mia “pena” rinunciando a questa di opportunità.-
Abbassai lo sguardo, un’altra conseguenza non prevista, non capivo il perché di quella risposta, alzai lo sguardo giusto in tempo per vedere Thad che inarcava un sopracciglio.
- Nessuno ti ha mai inflitto punizioni.-
Lui scrollò le spalle.
- Diciamo che è una punizione che mi sono auto-inflitto. Blaine è molto più bravo di me, il gruppo funziona con lui come solista.-
Tutti quanti furono concordi con quell’affermazione. Non fui molto convinto di ciò che disse ma lasciai correre, da una parte non avevo voglia di rimettermi a discutere con lui, e dall’altra non avevo proprio voglia di giocare al detective con lui. Se voleva attirare la mia attenzione c’era riuscito.
Wes catturò di nuovo la nostra attenzione parlando di una probabile lista di canzoni che potevamo cantare alle regionali, David invece voleva consultarsi con Nick e Jeff riguardo delle possibili coreografie da poter fare, entrambi furono concordi nel collaborare alla creazione delle coreografie insieme a Luke e John, altri due validi ballerini.
Insomma tutti i Warblers erano d’accordo per quella competizione, finalmente facevamo qualcosa di diverso che non comprendeva serate nei locali, o nei parchi a tema.
Uscii felice dalla prima riunione dell’anno dei Warblers, e dopo aver guardato ancora una volta nella sala dove ormai era appeso uno stendardo con lo stemma dei Warblers, andai in camera con un senso di appagamento.
Quando entrai in camera trovai le mie valigie ad aspettarmi, ed il mio armadio aperto pronto per essere riempito.
Proprio mentre appendevo le ultime cose, Nick e Jeff entrarono in camera sorridenti come sempre.
- Allora caro il mio uccellino come hai passato l’estate? Ti siamo mancati vero? E il tuo angelo dagli occhi blu?-
Ridacchiai, sì mi erano mancati ma era il caso di dirlo? Si sarebbero montati la testa e non avrebbero più finito di vantarsi. Riguardo a Kurt poi, non sapevo neanche io cosa dire. Non sapevo neanche cosa provavo per lui. Non potevo dimenticare i suoi occhi azzurri, il suo sorriso sghembo e quell’aria dolce e birichina. Anche se era incredibilmente sexy, anche se cantava come un angelo, anche se era il ragazzo più bello mai visto, avevo cominciato a smettere di pensare a lui.
- Kurt bè… sempre a Lima e io sono qui.-
Gli sguardi confusi dei due mi fecero sorridere.
- Scusate mi sono spiegato male. Voglio dire che mi arrendo, lui non lo rivedrò mai, e … forse sono ridicolo a portare avanti questa storia. Non mi sono mai presentato, so solo il suo nome e basta. Non ha senso tutto questo.-
I due ragazzi chiusero la porta e mi spinsero contro il letto per farmi sedere.
- Ok ripeti quello che hai detto. Non sei più interessato a Kurt?-
Annuii, non ero interessato, almeno non così tanto. Che senso aveva vivere di sogni? Mi alzi dal letto e misi la valigia quasi vuota nell’armadio, come ultima cosa cacciai il delfino che mi aveva regalato Jamie a quella famosa festa di San Valentino.
I due ragazzi fissarono prima me e poi il peluche che posai sulla scrivania vicino al pc.
- Oh no… Oh no! Ti stai … prendendo una cotta per Jamie?-
Jeff si alzò incredulo fissando il delfino con orrore, manco fosse un insetto da schiacciare.
Non risposi alla sua domanda, in verità non sapevo cosa provavo per Jamie, ogni tanto l’ho pensato nei mesi passati era vero, ma non pensavo fosse un sentimento così forte, almeno non per il momento.
- Amico no… sveglia non puoi buttarti su di lui! Ragiona!-
Ragionare? Cosa dovevo ragionare? Anzi avevo pensato fin troppo in quel periodo, e ammettere che pensare a Kurt ed essere ossessionato da lui mi stava solo facendo del male, era stato il frutto di due mesi passato da solo. Avevo avuto fin troppo tempo per pensare.
 


 
 - Allora verrai alla festa?-
La voce di Jamie mi inseguì mentre stavo uscendo dalla mensa con l’intenzione di rifugiarmi in camera e stare solo.
- Ehm non saprei. Sono stanco vorrei solo andare a dormire.-
Il ragazzo si affiancò a me accompagnandomi nel primo piano dove c’erano le nostre stanze, lui a quanto pare condivideva la stanza insieme ad Andrew, e la loro stanza era la più vicina alle scale, ergo era dalla parte opposta del corridoio da dove ero io.
Parlammo del più e del meno, delle nostre vacanze e di cosa ci aspettavamo da questo nuovo anno scolastico. Quando arrivammo di fronte la sua stanza, lui si poggiò contro la porta chiusa guardandomi interessato.
 - Perché non vieni alla festa?-
- Non mi va.-
La festa sarebbe stata affollatissima, avevano invitato anche gli altri dormitori, e non avevo affatto voglia di ritrovarmi in quel pigia pigia assurdo nel corridoio. L’ultima volta che avevo partecipato ad una festa del genere, riuscivo a vedere le bottiglie di birra passare sulla folla, stile cantante rockstar quando si lancia sulla folla di fan.
Scacciai quell’immagine dalla mia testa mentre Jamie continuava a pregarmi di andare alla festa, così avrebbe avuto compagnia.
- Scusami davvero ma non ho proprio voglia.-
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli, per poi prendere le chiavi della stanza e giocherellarci.
- Speravo in una chiacchierata tra amici.-
Alzai un sopracciglio, perché quella fatta fin’ora non lo era stata? Sorvolai, ero fin troppo assonnato e volevo solo andare a letto. Lo salutai sorridendo ignorando la sua ultima frase, e mi chiusi in camera.
Come previsto la festa aveva raggiunto livelli quasi insopportabili, la musica era sparata a palla, e se qualcuno voleva dormire era quasi impossibile. Sentii un paio di volte qualcosa, o qualcuno sbattere contro la porta.
- Domani li uccido tutti.-
Non riuscii a godermi il mio film, era un film stupido era vero, White Chicks, me lo stavo vedendo solo perché Thad aveva dimenticato il dvd in camera mia quel pomeriggio.
Dopo l’ennesima botta contro la porta della mia camera, ficcai la testa sotto il mio cuscino, pensai che non mi sarei mai addormentato, ma mi sbagliavo. Alcuni minuti dopo, nonostante la musica ad alto volume ed il forte vociare che sentivo benissimo, caddi in un sonno profondo.
 



- Ho avuto una mezza idea.-
Jeff e Nick erano arrivati in mensa, assonnati come non mai, stavano dormendo in piedi. Mi guardarono come se fossi una sorta di alieno, e dopo aver posato i loro vassoi sul tavolo, chinarono la testa sperando in un piccolo pisolino di qualche minuto.
- Eh no ora vi svegliate.-
I due mi guardarono leggermente irritati.
- Ho avuto un’idea e ora mi ascoltate.-
- Da quando sei così egoista? Non vedi che siamo distrutti?-
Li guardai sorridendo amabilmente.
- Così imparate a non fare tardi di notte.-
Nick si rimise in posizione eretta, anche se dal suo sguardo potevo capire che in realtà stava dormendo in piedi.
- Dai spiegaci tutto.-
Diede una gomitata a Jeff che si alzò di scatto sbattendo gli occhi.
La maggior parte degli studenti era ridotta come loro, vidi entrare Wes, David e Thad, e mai come oggi notai la forte somiglianza che avevano con gli zombie.
Al tavolo del buffet i ragazzi accalcati prendevano brioches, pane, o altro con lentezza esasperante. La giornata di oggi sarebbe stata divertente se la maggior parte dei ragazzi era conciata in questo modo.
Non vedo l’ora di andare a lezione di Fisica! Il professore darà di matto.
Mi assicurai che i due ragazzi mi stessero ascoltando, l’idea che avevo era davvero pazza, ma volevo provarla con loro due. Sapevo che mi avrebbero appoggiato.
- Ehm… conoscete i Jonas Brothers vero?-
I due ragazzi mi guardarono come se fossi pazzo.
- Ti prego non dirci quello che ci stai per dire.-
- O meglio non chiederci quello che ci stai per chiedere!-
Sbuffai, ma cosa avevano contro di loro? Erano un gruppo di cantanti come un altro. E anche se non mi piacessero proprio tutte le canzoni, non li trovavo così male.
- Sono bravissimi cantanti e se cantiamo una delle loro canzoni ad una serata vedrete la gente che impazzisce.-
Jeff e Nick si guardarono.
- Guarda che solo delle ragazzine possono impazzire per loro.-
Il mio viso si aprì in un grosso sorriso, era proprio quello il punto, ma loro non potevano saperlo.
- Mi hanno chiesto di cantare in una festa di una ragazza, e penso che cantare i Jonas sia … adatto.-
I due ragazzi cominciarono a sbattere la testa contro il tavolo.
- E metti caso che amano Hannah Montana? Che fai ti metti la sua parrucca e fai finta di essere lei?-
Quella battuta non mi fece per niente ridere.
E poi con la parrucca io non sto per niente bene, per quanto poi vestiti di Miley Cyrus siano molto belli, dubitavo di riuscire a mettere roba del genere.
- Oh cavolo Blaine scherzavo! Tu ci stai pensando veramente.-
Lasciai correre, agitai una mano per far capire loro che quella parentesi era chiusa, e tornai al discorso principale.
- La madre di questa ragazza mi ha detto che gli piacciono molto i Jonas, perciò ve lo chiedo per favore, mi aiutate?-
Trent e Richard mi passarono accanto, seguiti da un Flint che aveva la faccia di un morto riesumato.
Di solito il momento della colazione era invivibile, sembravano tutti degli avvoltoi che non mangiano da giorni. In quel momento invece c’era abbastanza silenzio, e i ragazzi non sembravano rendersi conto di quello che stavano facendo. L’esempio lampante era di Trent, che aveva preso un solo cornetto al posto dei soliti due.
Richard aveva messo il caffè nella tazza del succo di frutta, e ora portava in giro un bicchiere con una sostanza dal colore disgustoso.
Flint invece non solo barcollava, ma andava in giro con il suo piatto completamente vuoto, andando a chiedere ai tavoli l’elemosina. Era riuscito ad ottenere qualche pasticcino e due fette biscottate.
Tutti e tre ci salutarono con poco entusiasmo. Mi stavo seriamente chiedendo che cosa abbiano combinato la sera precedente. Spostai di nuovo lo sguardo sui due amici che mi guardavano in modo indecifrabile.
Addentai il mio cornetto e bevvi un po’ del mio cappuccino, era diventato una sorta di gioco di sguardi, forse si aspettavano che io l’abbassassi per primo?
Mi accorsi solo dopo che stavano dormendo ad occhi aperti. Me ne accorsi dalla bava che stava uscendo da un angolo della bocca di Nick.
Battei forte le mani di fronte i loro visi, e come se si fossero risvegliati dall’ipnosi, sussultarono per poi guardarsi intorno.
- Sì, cioè no, cioè… va bene Blaine sono con te.-
Jeff lanciò una gomitata a Nick che sobbalzò di nuovo per poi annuire.
- Ok ok…si ci sto.-
Sorrisi, avevo già preparato una serie di canzoni da dover cantare. La maggior parte era dell’ultimo cd dei Jonas, cd che mi ero procurato tramite mio cugino Braxton. Che Dio benedica sua sorella e la sua amichetta.
I due ragazzi ripresero il loro pisolino, avevo avuto la loro risposta positiva, quindi ero pronto a partire con il mio progetto: Jonas Warblers Brothers.


 
Aspettai Jeff e Nick in aula magna, quel pomeriggio niente prove, causa malessere degli altri componenti del gruppo. David tra l’altro non riusciva a smettere di vomitare e quel pomeriggio sicuro lo stava passando abbracciando la tazza del bagno.
I due Warblers arrivarono saltellando, a quanto pare si erano ripresi.
- Dopo un buon sonnellino pomeridiano.-
Annuii lentamente, era quasi ora di cena effettivamente, quindi un paio d’ore avevano di sicuro dormito.
- Ok diamoci da fare.-
Porsi a loro dei fogli, erano spariti con le note delle canzoni che avremmo cantato. Nick era forte alla batteria, Jeff avrebbe suonato la chitarra elettrica e io mi sarei messo alla tastiera.
- Ok io sarò Nick, tu Jeff sarai Joe e tu Nick sarai Kevin.-
Jeff mi guardò perplesso.
- Scusami a parte il fatto che non so niente di loro e quindi non so manco che faccia abbiano, ma poi perché dobbiamo far finta che siamo loro?-
Scrollai le spalle, era un’idea venutami al momento.
- Per essere più realistici?-
Nick sbuffò, si recò nell’angolo dove c’era la batteria e prese le bacchette le fece roteare tra le mani.
- Prepariamoci e basta ok?-
Sghignazzai, ero sicuro che ci saremmo divertiti, e per la prima volta avrebbero provato l’ebbrezza di venire travolti da un gruppo di ragazze urlanti e deliranti.
Presi il primo foglio e cominciai a suonare con la tastiera l’intro della canzone, Nick partì con la batteria seguito poi da Jeff.
 
Mic check, can you hear me
Gotta know if I'm coming in clearly
Static through the speakers
In a second, your heart will be fearless…
 
- Mi sento così idiota…-
Guardai Nick sorridendo.
- No invece sei figo.-
Jeff fece un verso simile ad un lamento e a uno sbuffo.
- Ne parliamo dopo la festa. Riprendiamo!-
 
 
p.s. Non sono fan dei Jonas, mi piacciono alcune canzoni ma di certo non sono il mio genere di gruppo musicale.
p.p.s. La ragazza che fa il compleanno è un’amica di famiglia. Mi aveva chiesto di fare delle cover di Justin Bieber, e per quanto quel ragazzo vada alla grande in questo momento, non mi piace più di tanto.



 

 

 

 Lo so lo so è triste come disegno ma spero vi piaccia comunque xD
Fatto by me! 
Se non vi piace potete dirmelo è la prima volta che disegno Blaine xD
Indovinate chi è il delfino? XD  

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Capitolo 18
*** Let's party started ***


Con mio grande dispiacere ho notato che i recensori sono diminuti. 
Sarà per un calo della qualità della FF? D: 
Bè spero di recuperare con questo capitolo. 
Spero che qualcun altro cominci a recensire, visto che ho visto che in tanti seguono la  FF :D 
Ovviamente vi ringrazio di tutto cuore, sia voi che seguite, e sia voi che avete messo la storia tra le preferite... GRAZIE!
E ai miei recensori, un grazie dal profondo del cuore. Giuro i vostri commenti mi fanno davvero molto piacere <3

un grazie enorme come il mondo alla mia Beta: Lilly. 
Non fa niente che mi hai detto che sorpresa mi volevi fare, 
sappi che presto farò una statua in tuo onore xD
Comunque sia questo capitolo è per te!

S. p.s. ecco i link delle due canzoni:

Summer Rain: http://www.youtube.com/watch?v=OydraTDDvbo
Chillin' in the Summertime: http://www.youtube.com/watch?v=2_aSu72Uf8U

 



Let's Party Started


 
Jeff e Nick sono fantastici, non vorrei esagerare ma sono davvero un dono mandato dal cielo, ovviamente farò i dovuti ringraziamenti a chi di dovere. Non solo mi hanno salvato da una fine atroce, che vedeva me stesso da solo su un piccolo palco, a cantare canzoni di Justin Bieber, cercando di imitare la sua voce. ( non ce l’ho contro di lui ma non sono proprio adatto a cantare Justin Bieber).
Non che i Jonas siano meglio. Ho sviluppato una strana allergia dopo che ho sentito mia cugina e quell’oca della sua amica, parlare di Nick Kevin e Jonas per tutta la serata della vigilia di Natale, o quasi.
Brax ed io stavamo per rischiare il suicidio.
Tornando a noi e alla nostra festa, di comune accordo avevamo deciso di impare e memorizzare solo le canzoni dell’ultimo cd dei Jonas: Jonas L.A.
- Ci pagheranno almeno?-
La preoccupazione di Nick erano i soldi, non sempre ma quasi.
Sfogliai la pila di spartiti che avevamo predisposto per quel pomeriggio, Nick avrebbe suonato la batteria, Jeff la chitarra elettrica e io la tastiera.
Avevamo passato i giorni che ci separavano dalla festa a provare senza sosta, in più avevamo le riunione dei Warblers e le prove con loro, per non parlare degli impegni scolastici, perciò eravamo arrivati al fatidico giorno, stressati come non mai.
Wes David e Thad spesso e volentieri ci davano una mano con l’arraggiamento di alcune canzoni, consigliandoci anche su come cantarle.
Richard e Flint spesso e volentieri rimanevano a farci compagnia, portandoci qualcosa da bere o da mangiare dalla mensa, quando saltavamo la cena per provare.
- Ragazzi fate una pausa, state impazzendo così.-
Richard era seriamente preoccupato, soprattutto per Nick che in quei giorni aveva cominciato ad assumere colori del viso sempre più chiari.
Jeff era il più tranquillo, almeno in apparenza, era bravo a nascondere nervosismi o stati d’animo, e di fronte a noi perlomeno non dava a vedere nulla.
Lo ritrovai per un giorno a tirare calci e pugni contro il cassonetto della spazzatura fuori scuola.
Alcuni Warblers ci sostennero aiutandoci anche a fare i compiti e permettendoci di copiare quelli che non riuscivamo a fare.
Nick era sempre più nervoso, la mattina era intrattabile. Jeff aveva addirittura chiesto asilo politico, dicendo che avrebbe preferito mille volte, dormire con me che con lui.
Se non fosse per il pagamento e per l’occasione che avevamo di renderci visibili in una festa dove ci sarebbero stati anche persone di un certo livello, di sicuro non ci saremmo dati così tanto da fare.
Per l’occasione avevo fatto un’eccezione alla regola, avevo lasciato i miei capelli ricci e ribelli liberi di cadere dove meglio credevano.
Sia Jeff che Nick rimasero sconvolti quando mi videro.
- Pioverà! Pioverà!-
Jeff passò una mano tra i miei capelli con lo sguardo rapito.
- Allora sono veri, non sono riproduzioni fedeli in porcellana.-
Le loro battute da una parte mi fecero ridere, dall’altra mi fece venire voglia di tornare in camera e domarli con il gel.
- Se mi vedevate prima di venire qui alla Dalton, li avevo pure più lunghi.-
Andammo con la mia macchina, volevo scomodare i due il meno possibile, dopo tutto erano stati gentili a non lasciarmi da solo in questa impresa.
- Blaine accidenti se non guidi più lentamente rischio di vomitare anche l’anima.-
- Nick respira profondamente, siamo quasi arrivati.-
Jeff lanciò uno sguardo al suo amico, pentendosi amaramente di essersi seduto al fianco del guidatore.
Il viaggio non era molto lungo, ma eravamo stremati, quel finesettimana pareva non voler arrivare mai.
La villa dove dovevamo andare e situata poco fuori Lima, e stare in macchina per un’oretta buona, era una tortura per tutti e tre, quando in realtà avremmo voluto solo stare a letto e dormire fino al lunedì successivo.
 

 
Arrivammo in anticipo come richiesto, parcheggiai la macchina nel grande parcheggio della villa, suonammo al portone di casa.
La padrona di casa ci accolse con un grosso sorriso, snocciolando ringraziamenti e raccomandazioni, mentre ci accompagnava in giardino.
Ero fin troppo abituato alle ville giganti con giardini immensi, anche casa mia era fornita di un giardino simile, che tra l’altro trovavo inutile perché poco sfruttato.
Nick e Jeff spostarono il loro sguardo dai grandi gazebi, all’enorme piscina, ornata con palloncini. Il piccolo palco era stato posizionato in un angolo del giardino delimitato da paraventi. 
La madre della festeggiata ci mostrò l’attrezzatura che aveva affittato, tra cui casse, mixer e microfoni.
Sul palco c’erano già una tastiera, una chitarra e una batteria, tutti e tre ringraziammo e cominciammo a provare.
La prima ora la passammo a sistemare le casse, e calibrare il suono, dopodiché ci spostammo in un angolo del giardino, a sistemare spartiti e decidendo l’ordine delle canzoni.
La madre ci chiese anche di intonare una canzone di tanti auguri, in quel momento avrei voluto sotterrarmi a terra. Perché cavolo non usavano una base come facevano in tutte le stramaledette feste di compleanno?
Jeff e Nick si guardarono rassegnati, e ci spostammo vicino al palco mentre i primi invitati cominciarono ad entrare.
La festa era di una bambina, o meglio ragazzina di 13 anni, prima che venisse presa dalla folla di invitati, venne a ringraziarci di persona. A quanto pare la madre l’aveva obbligata.
Cominciò a sbattere le ciglia in modo alquanto preoccupante, guardando tutti e tre con un sorriso che non nascondeva di certo le sue intenzioni.
Il suo nome era Ashley, volle sapere anche i nostri nomi, e dopo che fu raggiunta dalle sue amiche, cominciò a vantarsi ridendo e scherzando con loro proprio di fronte a noi.
- Sai bene che ti ucciderò vero? Ci manca solo che una di queste ragazze si dichiari.-
Jeff salì sul palco esasperato, seguito da Nick.
Liquidai gentilmente la festeggiata, mentre il giardino si stava riempiendo di genitori e parenti della ragazzina.
Il padre venne a salutarci e ringraziarci, dicendo che potevamo cominciare quando volevamo.

Dopo un mio cenno Jeff partì con la chitarra, battei il tempo con il piede, Nick si introdusse con la batteria, e poco dopo di lui cominciai a cantare.
 
it’s time for something
it’s time for change
it’s time to get things rearranged
oh yeahh
 
the summer heat
has been getting me
and last summers love is gone, gone, gone
 
Le nostre voci si unirono, Jeff e Nick cominciarono a cantare insieme a me. Nick che aveva più libertà di movimento, si muoveva sul palco una volta avvicinandosi a me, una volta avvicinandosi a Jeff.
 
I've been saving my love for a rainy day
And it's really coming down today!
 
Then out of the blue you came
You shine a little light on a clouded day
Baby you can make a broken heart go away
 
Sorrisi a Nick che intanto faceva le facce strane a Jeff. Per sua fortuna il Warbler era impegnato con entrambe le mani altrimenti già immaginavo che tipo di gesto avrebbe potuto fargli in risposta.
Si limitò a cacciargli la lingua, per poi riportare la sua concentrazione sulla batteria.
 
I'm not gonna lie, this feeling inside
I can't explain oooh
I'm gonna blame it
On the summer rain
Yeah yeah
I’m gonna blame it

On the summer rain
 
I'm blind for somethings
Yeah blind as love
But I can see us giving it up
When you're next to me
The butterflies are flying
I know everything is fine, fine, fine, fine
 
Le ragazze con la festeggiata cominciarono a ballare di fronte a noi, cercando attirare la nostra attenzione. Il mio sguardo un paio di volte andò su di loro e accennai ad un piccolo sorriso.
La festeggiata mi guardava sorridendo, mentre le sue amiche cominciavano a fare le stupide guardando prima me poi lei.
- Guarda che i rapporti di questo tipo non funzionano mai… pedofilo.-
Per fortuna di Nick stavo cantando e non potevo rispondergli per le rime.
 
I've been saving my love for a rainy day
And now I'm looking for a better fate !
 
Then out of the blue you came
You shine a little light on a clouded day
You can make a broken heart go away
 
Fu in quel momento che lo vidi, era uno dei camerieri che girava con un vassoio di tartine in mano. Portava un gilet nero con sotto camicia bianca, ed un paio di pantaloni neri, come gli altri camerieri presenti.
I suoi capelli castano biondo, mossi, ricadevano morbidi incorniciando il viso. Quando alzò lo sguardo verso di noi mi persi in quegli occhi azzurri come il cielo in quel momento.
 
I'm not gonna lie, this feeling inside
I can't explain
I'm gonna blame it
On the summer rain
 
I wanna live this day forever
Yeah that will be alright
I said I love this stormy weather
You are the sunlight (yeah baby)
So come on and shine on me
Shine on me
 
Quel ragazzo era semplicemente bellissimo e speravo solo fosse gay. Lo speravo con tutte le mie forze.
Si avvicinò al gruppo di ragazzine che ballavano in modo per loro sensuale, di fronte a noi, e alzò lo sguardo verso di me. I nostri occhi si incrociarono e proprio quando cantavo “so come on and shine on me”, accennò ad un timido sorriso. Non so cosa avrei dato per sapere cosa stava pensando.
 
Cause out of the blue you came
You shine a little light on a clouded day
You can make a broken heart go away
 
I'm not gonna lie, this feeling inside
I can't explain
Yeeah!
(I'm gonna blame it)
(On the summer rain)
 
Finimmo di cantare la canzone, mentre il biondino era già andato via continuando a svolgere il suo lavoro.
Alla fine della canzone, le ragazze saltellarono entusiaste e ridacchianti. Nick sorrise e si chinò verso di loro scambiando due chiacchiere, e inutile dirlo le ragazze andarono in estasi.
Jeff anche abbandonò la sua postazione e si avvicinò a me con in mano le bacchette.
- Allora … hai finito di flirtare con quel tizio?-
Feci finta di niente, e in modo a parer mio discreto, cominciai a seguire con lo sguardo quel bellissimo cameriere.
Jeff diede una bacchettata sulla schiena di Nick, che fu costretto ad alzarsi. Il suo sguardo assassino colpì il biondo che pareva però fare finta di nulla.
- Il nostro Usignolo ha appena adocchiato una probabile preda.-
Nick sorrise malizioso.
- E bravo Blaine, ti dai da fare subito.-
Le ragazze presero a saltellare richiedendo a gran voce un'altra canzone dei Jonas. Nick e Jeff andarono verso di loro per scambiare due chiacchiere, e chiedere loro che pezzo avessero voglia di sentire, specificando che il nostro repertorio si limitava ad un solo cd del gruppo.
Le ragazzine parvero non farci molto caso, Ashley e le sue amiche erano più intente a flirtare con i due Warblers, sicuramente immaginandosi loro in abito da sposa, con Nick o Jeff che le attendevano all’altare.
Quella visione mi fece ridere.
- Posso portarti qualcosa da bere?-
Quando mi voltai quasi mi venne un colpo. Il ragazzo che prima avevo guardato con molta insistenza ora era lì accanto al palco, e stava parlando con me.
Mi passai una mano tra i capelli, avevo già cominciato a sudare, e in quel momento tutto potevo essere, tranne che presentabile.
Sentivo la mia camicia attaccarsi al mio corpo, cattivo segno!
- Ehm… sì se mi porti anche un asciugamano ti sarà grato per il resto della mia vita!-
Il ragazzo di fronte a me ridacchiò, poi lanciò uno sguardo alla mia fronte imperlata di sudore.
- Vedrò cosa posso fare.-
Lo vidi andare via e mi incantai a guardarlo, fino a che Ashley non mi chiamò.
Andai verso di lei sorridendo e mi chinai insieme a Jeff e Nick.
- Blaine, ci canti Chillin’ in the Summertime?-
La ragazza cominciò a sbattere le ciglia, e sia Nick che Jeff cominciarono a ridere in modo abbastanza spastico, rotolandosi sul palco.
Proprio quando ero in procinto di saltar loro addosso e picchiarli finchè ne avevo le forze, fui chiamato da lui, il cameriere di prima.
- Mi dispiace non avervi potuto prendere altro.-
Sul vassoio aveva tre bottiglie di acqua e uno strofinaccio bianco.
- Ah ti ringrazio.-
Feci lui cenno di spostarci altrove, e presi lo strofinaccio, che usai per asciugarmi il sudore almeno sulla fronte e sul collo. Mi sentivo in imbarazzo dopo tutto lui mi stava guardando, e non era il solo, sia Jeff che Nick ci guardavano ridendo e parlottando.
Presi una delle bottiglie di acqua e bevvi una grossa sorsata.
- Io comunque sono Jeremiah.-
Strinsi la sua mano incantato.
- Blaine.-
Indicò Jeff e Nick con la testa e mi guardò con quei suoi fantastici occhi azzurri, temevo di perdermi nei suoi occhi e cominciare a fare lo sguardo da idiota.
- Siete parte di un gruppo?-
Scossi la testa, da un parte come un cenno di diniego e dall’altro per rispondere negativamente alla sua domanda.
- Ehm veramente vado ancora a scuola, ho 16 anni e siamo parte del Glee della scuola: i Warblers.-
Jeremiah annuì sorridendo.
- Io ho già finito scuola, ho 18 anni e … lavoro al Gap a Lima.-
Inarcai un sopracciglio, e la domanda tacita venne avvertita da Jeremiah che scrollò le spalle rispondendomi.
- Lavoro part time per guadagnare qualcosa in più.-
Capivo la situazione, o meglio non la capivo, i miei genitori erano così ricchi che la mia paghetta mensile avrebbe fatto impallidire chiunque persona se solo fossero venuti a conoscenza a quanto ammontava.
- Quindi lavori come commesso?-
- Veramente sono il vice manager, mi ritengo fortunato.-
Quando mi sorrise il mio cuore diede un balzo, i miei due amici si avvicinarono dandomi una pacca sulla spalla.
- Dobbiamo riprendere, o le ragazzine qui rischiano di saltarci addosso.-
Jeremiah sorrise, e dopo averci augurato buon lavoro, andò via. Strinsi nella mano lo straccio con il quale mi ero asciugato il sudore, e lo posai sulle spalle.
Guardai Ashley e sorrisi.
- Ok questa è per te Ashley, auguri di buon compleanno.-
Cominciai a suonare l’arrangiamento con la tastiera, Ashley mi rivolse un altro sorriso compiaciuto e carico di aspettative, mentre le sue amiche saltellavano attorno a lei ridendo.
Feci cenno a Jeff di cominciare a cantare, io e Nick avremmo fatto da coro.
 
It was a beautiful day
I throw my worries away
Nothing new just the same old same
so imma start a new page
 
I turn the radio on
and it's my favorite song
It's so good to sing along
and it feels so right this can't be wrong  
 
Dopo che Jeff cantò le prime strofe, feci cenno a Nick di cominciare a cantare.
Mi piaceva sentire le loro voci, erano molto belle, e le canzone dei Jonas le riuscivano a cantare perfettamente.
 
I just want a good time
Oh oh
I don't wanna fuss and fight, no
Life's too short to waste time
Oh no
Every little thing's gonna be alright
 
Cantammo insieme in ritornello, e proprio in quel momento vidi nuovamente Jeremiah che teneva il tempo con la testa, mentre passava distrattamente tra gli invitati con un vassoio pieno di qualcos altro che non ero riuscito a catalogare.
 
Cause we're chillin in the summertime
not a cloud in the sky
Everybody's feeling fine
and everything will be alright
Cause we're soaking up the sweet sunshine
not a worry on my mind
Everybody's feeling fine
and everything will be al right
 

 
- Grazie ragazzi, come promesso ecco a voi la vostra paga.-
Il padre della festeggiata ci sorrise placido, mentre sua figlia era al suo fianco, attaccata alla sua giacca che sorrideva in maniera molto inquietante.
Nick e Jeff sorrisero e intascarono la paga senza aggiungere altro lasciando a me ovviamente i vari salamelecchi del caso.
Salutammo la madre di Ashley che non ebbe molto tempo da dedicarci, ci abbracciò uno ad uno e poi andò subito via a salutare altri ospiti.
Jeremiah tornò non appena vide che stavano andando via.
- Hey complimenti siete stati bravissimi! Il repertorio non era male, avete per caso preparato un intero cd dei Jonas Brothers?-
Annuii sorridendo, mentre Nick e Jeff si dileguarono silenziosamente.
- La festeggiata mi ha permesso di scegliere tra i Jonas e Justin Bieber.-
Jeremiah alzò un sopracciglio divertito.
- Avrei fatto la tua stessa scelta.-
Continuare a sorridergli come uno scemo forse non era il caso, perciò pensai velocemente a qualcosa di intelligente da dire.
- Senti … ti andrebbe di scambiarci i numeri di telefono? Se capito a Lima ci possiamo prendere un caffè insieme.-
Il ragazzo mi guardò perplesso poi accettò. Registrai il suo numero e lui registrò il mio, poi mi salutò frettolosamente perché doveva tornare a lavoro.
- Ci vediamo presto!-
Mi sentii morire dentro, quel saluto aveva un solo significato “aspetto presto una tua chiamata”.
Tenni in mano lo straccio che mi aveva dato, e lo imboscai nella borsa che portavo a tracolla dove avevo il quaderno con gli spartiti, poi raggiunsi in fretta Jeff e Nick che avevano l’aria di chi volesse tornare di volata alla Dalton.


 
- Quando la smetti di sospirare come un cretino?-
Questa volta Nick si era seduto davanti. Eravamo tutti sollevati, quella tortura era giunta al termine, e sia Nick che Jeff avevano fatto le loro conquiste.
Quando mi comunicarono di aver dato alle ragazze il loro contatto msn, pensavo stessero scherzando.
- Tanto lo usiamo davvero poco e noi ci stiamo solo la sera per parlare con gli altri Warblers dopo il coprifuoco, quindi figurati se ci beccheranno mai.-
La loro teoria non era poi da buttare.
- E abbiamo evitato loro di dargli il numero di cellulare, così non ci ritroveremo squilli e chiamate anonime ad orari imprevisti.-
Li guardai stupiti.
- Wow un piano davvero dettagliato, complimenti.-
Nick e Jeff alzarono il dito medio di fronte la mia battuta ironica.
- E tu con Jeremiah? Quando comincerete a vomitare arcobaleni insieme? Immaginando magari il vostro matrimonio?-
Lanciai uno sguardo assassino a Jeff, che stava in quel momento sul sedile posteriore trattenendo le risate.
Nick invece fece un grosso sbadiglio, e si addormentò poco dopo.
- Ci siamo scambiati i numeri di cellulare, nulla di più.-
Speravo che la pensasse davvero di più ma non sapevo che la mente di Jeff funzionasse come la mente di una ragazzina in preda agli ormoni.
Appena tornati a scuola cominciò a sparare ai quattro venti del ragazzo conosciuto alla festa, con il quale mi sarei sposato e con il quale avrei avuto tanti bambini.
Per mia fortuna le notizie vennero soltanto divulgate ai Warblers, che si sa sono abbastanza bravi a mantenere i segreti. Almeno spero.
Incontrai Jamie la domenica a pranzo, si sedette accanto a me con il suo classico sorriso stampato sul volto, eppure sapevo che qualcosa non andava. Nonostante il suo sorriso era teso.
- Tutto ok?-
Lui mi guardò annuendo e prese a mangiare il suo pasto.
- Così hai conosciuto un ragazzo alla festa.-
La frase mi arrivò dritta alle orecchie come una fucilata. Posai la forchetta sul piatto voltandomi a guardare Jamie. Al tavolo eravamo per mia fortuna da soli, gli altri evitarono di sedersi al nostro tavolo non appena videro Jamie accanto a me. Chissà se anche loro avevano avvertito aria di tempesta.
- Bè sì.-
- E ti piace?-
- Lo trovo attraente.-
Jamie lasciò la forchetta che cadde rumorosamente sul piatto, facendo far girare alcuni studenti nella nostra direzione.
Lo sguardo di Thad, Wes e David era fisso su di noi, erano seduti al tavolo con Jeff e Nick che a quanto pare ci tenevano ad aggiornare i tre come si deve.
Richard e Flint erano seduti con Trent, Cameron, James ed Ethan, e tutti loro ci guardavano impalati, quasi si aspettassero di vedere succedere qualcosa di catastrofico.
- Jamie mi spieghi cosa c’è che non va?-
Il ragazzo si voltò guardandomi per la prima volta con sguardo ferito e deluso.
- Prima c’era Kurt, e ok ho accettato tutto questo, aspettando con pazienza che la cotta per lui ti passasse, e ora invece ecco che ce n’è un altro.-
Aprii e chiusi la bocca, era questo dunque che passava per la testa a Jamie?
- Io… Jamie non è colpa mia….-
Non sapevo che altro dire, ogni cosa che volevo dirgli poteva soltanto ferirlo più di quanto non avessi già fatto in quel momento.
- Io ti sto aspettando da tanto Blaine… quando arriva il mio turno?-
I suoi occhi inchiodarono i miei, non sapevo cosa rispondere, nemmeno riuscii ad abbassare lo sguardo, lasciando che lui sondasse i miei occhi in cerca di risposte che non riuscivo a dargli a voce.
- Vorrei odiarti e tu non sai quanto… ma ti amo.-
Mi lasciò da solo con un senso di colpa grande tanto quanto il pianeta Terra. Abbassi lo sguardo e allontanai il vassoio da me. Mi alzai prima che qualcun altro potesse raggiungermi al tavolo, lasciai tutto lì e uscii fuori dalla mensa.
Sentivo gli sguardi di tutti addosso, evitai di guardarli e feci finta di nulla.
Una volta uscito dalla mensa, preferii non tornare in camera, uscii fuori da scuola, e raggiunsi il parco sul retro dell'edificio, scegliendo una panchina abbastanza nascosta dai cespugli.
Alcune lacrime scesero lente sul mio viso.
Le lasciai cadere.
Non importava per quale motivo avevo questa voglia pazza di piangere, sapevo solo che avevo voglia di farlo.
Presi il cellulare, mandai un messaggio alla prima persona che mi venne in mente.
 
“Ti va di prendere un caffè oggi pomeriggio?
- Blaine”

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Capitolo 19
*** Coffee, Horror and Stuff ***


Capitolo più o meno di transizione :p
Perchè nel prossimo... indovinate??? Hahaha siii farà la sua prima comparsa il nostro angioletto dagli occhi blu!
Che dire spero che non vi annoi come capitolo, dovevo chiudere ( si fa per dire ) la questione Jamie/Jeremiah.
In più o un'altra idea per una FF ma non la metto in pratica solo perchè sarebbe una sorta di suicidio xD
Comunque sia ringrazio
Juls, Lilly ( amori... vi adoro! <3 )
Evy, GleeKinn, ElyCecy, DaltonWarbler, Endgame_Klaine e Livelikeagangsta 
per i vostri commentini!!!
Ringrazio ancora chi segue, chi ha messo le storie tra le preferite, tra le seguite e tra le ricordate!
Spero continuiate a commentare ^^

Ecco la canzone che canta Jamie... Scusate avevo dimenticato di metterla! http://www.youtube.com/watch?v=j-fWDrZSiZs&ob=av2e



Coffee Horror and Stuff

 
Mi resi conto di ciò che avevo fatto dopo aver premuto il tasto invio. Avevo ormai compiuto quel passo di non ritorno che poteva solo portarmi ad un passo dal toccare il cielo, o continuare ad affondarmi come stavo già facendo in quel momento.
Avevo cominciato a pensare seriamente ad un rito scaccia sfiga, ed era per quel motivo che quella sera, mi ritrovai in camera con Jeff e Nick ( ormai inquilini notturni fissi ) e Flint e Richard.
Me li consigliarono James ed Ethan, che a quanto pareva avevano una volta usufruito dei loro servizi per fare una sorta di pozione per far innamorare di loro due ragazze.
Diciamo che sono stato così stupido da credere a ciò che stavano dicendo, dando un minimo di fiducia a Flint e Richard, che quella sera si presentarono da me avvolti da mantelli neri con cappuccio.
Da fonti certe, ho scoperto che avevano rubato quei mantelli dal camerino del costumista della scuola. Se non sbaglio erano i mantelli usati per una riproduzione teatrale del Gobbo di Notre Dame. Non ricordo bene.
Fatto sta che entrambi entrarono in camera mia con sguardo spiritato e l’aria di chi è stato posseduto.
Mi stavo sentendo davvero ridicolo, soprattutto perché con loro avevano portato un cestino di vimini, simile a quello che si usa per i picnic, dove dentro ci vera una grande quantità di ampolline con varie polverine, nonché una bella bambolina vodoo.
- No ragazzi ma che volete fare riti … di dubbia provenienza, in camera mia? Ci manca solo che mi chiediate di cominciare a fumare erba o bere assenzio o cose del genere.-
 Richard agitò la mano in risposta alle mie lamentele. Jeff e Nick si sedettero sul letto matrimoniale che avevano formato unendo il mio letto ad un letto avanzato da una delle camere.
Il letto era per Jeff, poiché un paio di notti prima della festa a base di Jonas, avevo dovuto ospitarlo da me per via delle crisi nervose di Nick.
- Uomo di poca fede. Se non ti fidi di noi, ce ne andiamo.-
La risposta di Flint mi fece sospirare, tra l’altro aveva puntato il suo dito contro di me in modo accusatorio.
- Ok ok va bene… fate con comodo.-
Cominciarono a ballare in cerchio, spandendo in camera mia quello che penso fosse sale, per poi appendere aglio ovunque. In pochi secondi la mia camera sembrava quasi un alimentari, dato che dopo l’aglio, seguì la cipolla, un paio di salami appesi alle finestre, e tre barattoli di vetro con dentro dell’aceto.
- Per allontanare gli spiriti maligni, i vampiri, e qualunque malocchio.-
Ero quasi in preda ad un crisi di nervi, di solito sono una persona ordinata, o comunque mi piace tenere la mia camera in ordine, e soprattutto profumata.
In quel momento aveva un odore improponibile, e l’aceto cominciava a darmi alla testa. Dovetti mantenere tutto il mio self-control per evitare di dare addosso ai due Warblers che continuavano a ballare in cerchio continuando ad appendere roba e buttando sale al centro della stanza.
- Blaine il tuo telefono squilla!-
Nick lo prese guardando lo schermo.
- Un messaggio! Posso leggerlo?-
Ero troppo occupato a cercare di evitare che la mia stanza cominciasse a puzzare anche di incenso, perciò feci un gesto con la mano a Nick, che cominciò a leggere il messaggio.
- Scusa se ti rispondo solo adesso, ma ero a lavoro. Comunque certo che mi va! Allora a domani, fammi sapere a che ora e dove. J –
Mi fermai al centro della stanza incredulo, allora non ero così sfigato!
- Non vorrei dire una cavolata, ma J. sta per… Jeremiah? O Jamie?-
Presi il cellulare strappandolo dalle mani di Nick, e dopo aver letto il messaggio per assicurarmi che lui non si fosse inventato nulla, cominciai a ballare una strana danza tribale al centro della stanza.
Aveva detto di sì! Sarei uscito con lui! Anche se solo per un caffè, era pur sempre un appuntamento!
- Sì! Uscirò con Jeremiah domani pomeriggio!-
Richard e Flint si guardarono con aria di chi la sapeva lunga.
- Bè direi che ci puoi ringraziare, è merito nostro se lui ha risposto positivamente al messaggio.-
Li guardai fulminandoli.
- Non penso proprio. E seconda cosa, dato che domani c’è la maratona cinema, come pensate di farla in questa stanza con questo puzzo?-
Dallo sguardo di Flint e Richard intuì che si erano completamente dimenticata della serata cinema. Era una serata che organizzavamo quando la maggior parte dei Warblers rimaneva per il week-end a scuola, e il giorno seguente era in programma una mega maratona di film di Scream.
Non amavo molto i film horror, e l’ultima volta tra l’altro avevano tutti deciso di vedere i primi 4 film di Saw. Quella saga non ha una fine! Fatto sta che ci siamo addormentati tutti in camera mia, con il televisore acceso, ed il mattino seguente ci svegliammo sotto le urla disperate di una poveretta che stava per essere torturata e infine uccisa in qualche modo atroce.
Non volevo ripetere l’esperienza, e avevo proposto una mega maratona di Harry Potter, o magari di Scary Movie. Mi piacevano i film demenziali.
- Dai Blaine non fare il guastafeste, e giuro che in questo film urlano poco.-
Le ultime parole famose di Thad. Me le sono segnate giusto in caso la serata vada a finire male.
Tornando a noi, Richard e Flint si offrirono di ripulire la stanza, dopo tutto neanche loro volevano passare una serata inspirando esalazioni di incenso e aceto.
Passai la notte in camera di Jeff e Nick, non ne potevo più di quella puzza orribile. La mattina seguente spruzzai deodorante per tutta la camera, lasciando ovviamente le finestre aperte, con la speranza che una volta ritornato alla Dalton, quel puzzo fosse sparito.
Jeremiah mi chiese di vederci verso le 6 del pomeriggio, ora in cui finiva il turno da Gap, e mi assicurò che c’era una caffetteria dove poter prendere un caffè, indisturbati.
Quel pomeriggio lo passai scegliendo cosa mettere, visto che era Sabato potevo permettermi di vestirmi come volevo, e per l’occasione, optai per una maglia a righe bianca e nera, con sopra un cardigan di colore nero.
Ero agitato, era il mio primo appuntamento, se così potevo chiamarlo. Quello con Jamie non potevo considerarlo tale. O sì?
 

 
- Allora cosa prendiamo?-
Ero seduto con lui, in un bar, e stavamo chiacchierando amabilmente. O meglio lui chiacchierava, io annuivo ed evitavo di parlare per non dire cavolate.
Più che altro ero occupato ad osservare i suoi bellissimi ricci castano biondo, i suoi occhi azzurri di una dolcezza disarmante, ed il suo sorriso. Stavo ancora cercando qualcosa che non mi piacesse di lui. Era più alto di me, ma la cosa non mi disturbava. Anzi, mi piacevano i ragazzi più alti di me.
Quando però mi chiese cosa prendere, mi sembrò quasi da stupido non rispondere, soprattutto perché in quel caso gli avrei davvero fatto l’impressione di un deficiente.
- Per me un cappuccino medio.-
Jeremiah sorrise e invece per lui ordinò un semplice caffè.
- Allora hai fatto parlare solo me, e non mi sembra giusto. Perché non mi parli un po’ di te?-
Mai nessuno mi aveva detto una cosa del genere, soprattutto non con quel tono così dolce. Sembrava realmente interessato in quello che facevo, così gli parlai dei Warblers.
Mi aveva visto con Jeff e Nick, perciò mi sembrava la cosa più sensata da fare.
- Frequentando la Dalton sono entrato a far parte del Glee Club della scuola: i Warblers.-
Mi guardò con interesse.
- Il Glee? Non è roba da sfigati?-
Feci un piccolo sorriso.
- Forse in altre scuole sì, ma alla Dalton siamo popolari quanto le cheerleaders in una scuola statale.-
Mi resi conto solo dopo del paragone che avevo fatto, in pratica era come dire che eravamo un branco di gay che cantavano canzoni allegre. Aprii e chiusi la bocca in leggero imbarazzo, mentre Jeremiah a stento trattenne una risata.
- Non volevo offenderti eh! Conosco la Dalton per fama. Ma è vero che lo frequentano solo ragazzi gay?-
Lo chiese senza malizia, in modo del tutto neutro.
- No assolutamente no. Si dicono tante cose della Dalton e non tutte sono vere.-
Arrivarono le nostre ordinazioni, e prima di rispondermi, Jeremiah bevve un po’ del suo caffè. Feci lo stesso, abbassando il mio sguardo sulla tazza.
Avevo tanto cose in mente da potergli dire, invece in quel momento era come se mi fossi scordato ogni cosa. Il mio cervello non riusciva a pensare ad una cosa sensata da dirgli.
- Allora sentiamo queste voci sulla Dalton, sfatate da uno dei ragazzi più popolari della scuola.-
Mi sorrise divertito, e non potei non ricambiare il suo sorriso.
- Come fai a sapere che sono il ragazzo più popolare della scuola?-
Lui scrollò le spalle.
- Dalla voce che ti ritrovi non puoi non essere il leader di quel gruppo, o perlomeno la voce solista.-
Il suo complimento mi fece davvero piacere, talmente tanto che sicuramente mi ritrovai ad arrossire come una scolaretta. Mi sentii lusingato, allora stava davvero ascoltando le canzoni alla festa.
- Certo sentirti cantare i Jonas Brothers non era proprio il massimo, ma la tua voce mi piace e molto.-
Sentivo quasi il bisogno di avvicinarmi a lui, a quegli occhi celesti come il cielo in un giorno di sole, e a quella labbra rosee e morbide. Mentre la mia mente scorreva vari scenari che vedevano me e Jeremiah come protagonisti, lui continuò a parlare dicendo quanto non sopportasse Disney Channel e tutti gli artisti che escono da quel canale. Non li considerava affatto artisti, soprattutto non dopo averli visti recitare in serie tv ridicole.
Annuii a tutto ciò che diceva, mollando ogni tanto un “sono d’accordo”, e lasciandolo parlare.
- Blaine hai fatto parlare solo me non è giusto! Allora facciamo così la prossima volta preparati perché ti sommergerò di domande.-
In quel momento mi resi conto che era ora di tornare alla Dalton, era quasi ora di cena, e anche lui sicuramente doveva andare via. Eravamo stati lì in quella caffetteria per due ore buone, mi accorsi solo allora che non avevo bevuto quasi nulla del mio cappuccino, e lui non aveva bevuto quasi nulla del suo caffè.
Quel ragazzo mi prendeva troppo, e se mi voleva rivedere, poteva solo significare che forse sotto sotto anche lui era interessato a me.
- Allora … ci sentiamo presto.-
Si alzò sorridendo, poi andò alla cassa per pagare le nostre due ordinazioni. Quel gesto non mi lasciò dubbi, se non fosse stato interessato a me che bisogno c’era di pagarmi il caffè?
- Purtroppo domani ho da fare, ma ci possiamo vedere la prossima.-
Ero troppo incredulo, lui voleva rivedermi. Domani aveva da fare, dopo tutto era domenica e sicuramente doveva uscire con la sua ragazza. Quel pensiero mi mise in agitazione, come potevo scoprire se aveva la ragazza o meno? Magari facendo una battuta allusiva?
- La prossima volta però permettimi di offrire almeno.-
Lui annuì e insieme ci incamminammo fuori la caffetteria. Il centro commerciale era sempre pieno, in quel momento più che mai. Seguimmo la scia di gente che si dirigeva alle scale mobili, per poter raggiungere l’uscita.
- Grazie per la chiacchierata, ne avevo bisogno.-
Scrutò il mio viso perplesso. Non gli avevo detto tra l’altro il motivo per cui avevo bisogno di uscire, e in quel momento sembrava quasi non avere importanza. Non mi interessava di Jamie, non era colpa mia, non potevo farmelo piacere quando in realtà lo vedevo solo come possibile amico e nulla più. Perché mi dovevo sentire in colpa per lui?
- La prossima volta però mi spieghi cosa è successo ok?-
Annuii, pur di vederlo mi sarei anche inventato una storia sul posto. Lo vidi scendere velocemente gli ultimi gradini delle scale mobili, e andare a passo veloce verso l’uscita del centro commerciale.
Rimasi imbambolato a guardarlo andare via, fino a che non fu inghiottito dalla folla all’ingresso.
Non sapevo come descrivere quell’incontro. Ero stato incredibilmente bene, avevamo parlato del più e del meno, o meglio lui aveva parlato del più e del meno, e ho avuto modo di ammirare per più di una mezz’ora scarsa, i suoi lineamenti perfetti.
Adoravo poi la piccola fossetta che aveva sul mento, lo rendeva ancora più carino.
Il ritorno alla Dalton fu un po’ difficile, per poco non rischiavo di fare un qualche incidente, avevo la testa tra le nuvole, ripercorrendo mentalmente quel pomeriggio, e si sa alla guida è meglio essere concentrati, soprattutto se si vaga in una grande città nell’ora di punta.



- Dove cavolo eri finito?-
Stavo quasi per ringraziare David della bella accoglienza, ma preferii fiondarmi in camera e avviare i preparativi per la serata cinema. Ethan e James arrivarono con i dvd, li avevano scaricati da internet e messi su dvd.
Collegammo il pc di Wes al proiettore che avevamo preso in prestito dalla scuola ( un tacito prestito devo dire ), e ci preparammo a proiettare il film contro il muro di fronte il mio letto.
Ho un televisore è vero, ma non è molto grande, e per questo era un peccato non utilizzare quella parete bianca e spaziosa.
- Che bello stasera non finiremo con il ciecarci per vedere il film.-
Cameron si sedette a terra, poggiando la schiena contro i due letti uniti da Jeff e Nick.
La maggior parte dei ragazzi si era portata cuscini vari, per potersi sdraiare comodamente a terra, senza rischiare dolori a schiena e fondoschiena.
Ethan stava distribuendo la roba da mangiare e le bibite insieme a Trent, Andrew invece, cercava in tutti i modi di far funzionare il proiettore insieme a Richard, mentre i tre capi del consiglio, davano loro direttive e leggevano le istruzioni trovate nella scatola del proiettore.
Nicholas, James e Flint invece smanettavano con il computer, mandando maledizioni ogni cinque secondi.
Prevedevo che quella serata non sarebbe finita facilmente.
Per mia fortuna mancava Jamie, che quel finesettimana era tornato a casa sua. Era partito venerdì sera dopo cena, senza preavviso. Sospettavo infatti fosse partito a causa mia.
- Non essere triste Blaine.-
Jeff mi trascinò sul letto, ci sdraiammo io lui e Nick, fecero sdraiare me al centro, mentre loro due si strinsero ai miei lati, accarezzandomi il braccio e consolandomi in modo alquanto inquietante.
Quando presero anche ad accarezzarmi al testa, decisi di mettere fine a quella situazione.
- Ok basta, mi state spaventando. Comincio ad avere dubbi sulla vostra sessualità.-
Jeff mi guardò offeso e Nick incrociò le braccia stizzito. La cosa buona era che almeno avevano smesso di accarezzarmi.
- Dai non vi offendete, ma non dovete consolarmi. Anche perché non capisco perché voi mi state consolando.-
- Sembri triste.-
Le parole di Nick mi fecero sorridere.
- Hai una faccia affranta, sembra ti sia morto il gatto.-
Jeff mi guardò perplesso.
- No cioè… sto cercando di non sembrare troppo felice, altrimenti cominciano a farmi domande, poi non dovrei esserlo dopo tutto il casino successo con Jamie.-
I due ragazzi guardarono il gruppo di Warblers che finalmente erano riusciti far proiettare il film sul muro, Blaine fece cenno a Trent di spegnere le luci della camera, e in un secondo si ritrovarono immersi nell’oscurità.
La scritta rossa del titolo apparve insieme ad un urlo raggelante.
- Cosa avevi detto Thad?-
Il moro non si voltò e mi lanciò un paio di pop corn contro. Lo sapevo che io che non era una buona idea vedersi quel film.
- Allora come è andata?-
La voce di Jeff era un sussurro contro il mio orecchio, udibile però anche da Nick che si era gettato su di me per sentire la conversazione.
Prima di rispondergli seguii la prima scena del film, non per masochismo, a me non piacciono questi film, ma giusto per capire se quel film avesse un senso. La ragazza che a quanto pare era sola in casa, cominciò a ricevere chiamate da parte di uno sconosciuto che voleva parlare con lei, e dopo un paio di tentativi finalmente, lo sconosciuto era riuscito ad attaccare bottone come si deve.
- Quella cretina deve per forza giocherellare con il coltello mentre parla di film horror con questo mezzo Stalker?-
Jeff mi guardò sorridendo.
- Io sono uno stalker, vuol dire che sono un assassino?-
Nick sbuffò.
- Ci vuoi dire come è andata con Jeremiah si o no?-
 
“Non mi hai mai detto il tuo nome?”
“Perché lo vuoi sapere?”
“Perché vorrei sapere chi sto guardando in questo momento…”
 
- Merda merda! Sto cominciando a farmela addosso.-
Dopo una gomitata da parte di Nick, cominciai il mio racconto.
- Siamo andati a prendere un caffè, lui è stato gentile con me ha pure voluto offrire. Gli ho parlato dei Warblers, e lui mi ha fatto i complimenti per la voce. Poi niente di che ha parlato soprattutto lui, io non sono stato capace di dire molte cose.-
Lo sguardo era fisso contro il video proiettato sul muro. Mi sentivo teso, era un effetto spiacevole che mi facevano i film horror. In quel momento la voce dello stalker era inquietante, e lo scoppiettìo dei pop corn cominciava a darmi sui nervi.

“Se riattacchi un’altra volta ti sbudello come un brazino hai capito?”

Si levò un coro di “woooaaaah” da parte dei ragazzi sdraiati a terra, mentre da parte mia cominciai solo a sudare freddo. Accidenti a loro e ai film horror.
- Direi comportamento da perfetto gentiluomo.-
Nick continuava a parlare insieme a Jeff, commentando ciò che avevo detto.
- Sai se … insomma gioca nel tuo stesso team?-
 
“Ma che cosa vuoi?”

La voce piagnucolante della ragazza mi mise ancora più angoscia.
 
“Voglio vedere come sono fatte le tue budella!”
 
- Oh merda no!-
Jeff e Nick si guardarono confusi.
- Hey amico succede che il tipo che adocchi sia etero, ma non penso sia il caso di prendertela così tanto.-
Non avendo alcuna risposta da parte mia, continuarono a parlare della questione, accennando anche a Jamie, a quanto fosse ingiusto che lui se la sia presa con me. Dopo tutto io ho tutto il diritto di innamorarmi di chi mi pare, e Jamie non aveva di certo staccato un bigliettino con su scritto il numero del suo turno.
- L’amore non è un gioco!-
Il film intanto andava avanti, e la protagonista bionda in quel momento guardò in diretta l’omicidio del ragazzo con cui usciva, che era legato e imbavagliato nella sua veranda. Il rumore splatter fece capire che l’assassino aveva fatto proprio quello che voleva fare anche a lei.
- Che schifo!-
Quelle parole mi uscirono di bocca senza che me ne rendessi conto.
- Dai Blaine ok che la delusione scotta, ma dire che l’amore fa addirittura schifo!-
Mi voltai verso Jeff che in quel momento pareva scioccato dalla mia reazione. Solo in quel momento mi ricordai che loro stavano parlando di Jamie, di Jeremiah e di quello che a quanto pare era diventato il triangolo amoroso più famoso della Dalton, nonché forse il primo.
- Ma… non parlavo di questo… parlavo del film!-
Avevo detto quelle parole a voce troppo alta, e mi arrivò una scarica di popcorn da parte di tutti i Warblers, che a quanto pare seguivano interessati il film.
I due mi guardarono sospirando.
- Se vuoi vedere il film non parliamo.-
- Scusami Nick è che… volevo capire se avesse un senso questo film, comunque sia, io non so cosa fare riguardo il fatto Jamie. Il nostro rapporto è nato in modo strano c’è poca chiarezza tra noi.-
Entrambi annuirono, il film era passato più o meno nel vivo della situazione, l’assassino si mostrò essere un tizio alto, con una tunica nera con cappuccio e la maschera simile all’urlo di Munch.
Lo trovai davvero di cattivo gusto, anche se giustamente il film si chiamava Scream, era il caso di inserire un motivo valido, oltre ai soliti urli che caratterizzano la maggior parte del film.
Stavo giusto guardando gli ultimi istanti di vita della ragazza con un senso di rigetto che stava affiorando mano a mano che le scene andavano avanti, quando sentii il mio cellulare vibrare.

“Scusa per ieri… non ho alcun diritto su di te e lo so. Mi sono comportato male. Come procede la serata film? Mi sto perdendo qualcosa di divertente? Perdonami se puoi. Jamie”
 
- Parli del diavolo…-
Feci guardare il mio cellulare ad entrambi i ragazzi, che lessero il messaggio interessati. 
Gli sbalzi di umore di Jamie mi stavano mandando al manicomio, non capivo mai cosa gli passasse per la testa. Il momento prima era felice di essere mio amico, il momento dopo invece era incavolato nero perché non lo consideravo come lui avrebbe voluto.
Sospirai posando il mio cellulare sul comodino, Jeff però lo riprese e mi guardò serio.
- Rispondi al messaggio.-
- Jeff non ha senso, ha detto di amarmi. Che gli dico a fare, che non si deve preoccupare, e che comunque ci tengo un sacco a lui come amico? Gli faccio solo del male.-
In quel preciso istante vidi la ragazza correre per il giardino, con l’assassino alle calcagna. Chissà perché immaginavo già cosa sarebbe successo, per evitare di guardare la scena, risposi al messaggio di Jamie.

“Non ti preoccupare. Jamie mi dispiace che tu soffri, non vorrei fosse accaduto tutto questo. Io non posso essere in grado di darti ciò che tu vuoi.”
 
La risposta non tardò ad arrivare, ed erano solo poche parole.

“Sò che solo tu puoi darmi ciò di cui ho bisogno.”
 





Le regionali si avvicinavano sempre di più e Wes aveva già in mente qualcosa da provare. Aveva stilato una scaletta con Wes Thad e David, alla quale poi avremmo aggiunto altre canzoni semmai fossero state proposte nella riunione di quel giorno.
Passai tutta la domenica a studiare, anche se continuava a tornarmi in mente ciò che Jamie mi aveva scritto via messaggio. Non gli avevo più risposto, e lui non si fece sentire affatto quella domenica.
Le lezioni si facevano sempre più dure, ormai l’anno scolastico era cominciato e dovevamo tenere il passo con il programma. A parte le mie difficoltà con alcune materie, riuscivo a tenere il passo, rispetto all’anno scorso, dove faticavo per quasi tutte le materie.
Appena pranzo mi recai in sala prove, avevo bisogno di provare una canzone che da giorni avevo in mente, volevo proporla per le regionali.
 
I know you think that I shouldn't still love you,
Or tell you that.
But if I didn't say it, well I'd still have felt it
where's the sense in that?

I promise I'm not trying to make your life harder
Or return to where we were

 
Riconobbi la voce di Jamie, la sentivo fin dal corridoio. La porta dell’aula era aperta, lui era seduto al pianoforte, riuscivo a vedere le sue spalle e le sue braccia muoversi, mentre le sue dita scorrevano lungo la tastiera del piano.
Non mi sentì arrivare, e facendo meno rumore possibile, mi avvicinai a lui, rimanendo a debita distanza, ascoltando la sua canzone.
 
I will go down with this ship
And I won't put my hands up and surrender
There will be no white flag above my door
I'm in love and always will be

I know I left too much mess and
destruction to come back again
And I caused nothing but trouble
I understand if you can't talk to me again
And if you live by the rules of "it's over"
then I'm sure that that makes sense

 
Quando sentii per la prima volta questa canzone, mi colpì per la sua tristezza e malinconia. Mi piacque fin da subito. Ma mai come in quel momento, sentii la disperazione ed il dolore che la cantante voleva trasmettere. Forse perché conoscevo la nostra situazione, forse perché sentivo che quella canzone era per me.
 
I will go down with this ship
And I won't put my hands up and surrender
There will be no white flag above my door
I'm in love and always will be

 
- Puoi anche avvicinarti se vuoi.-
Jamie continuava a suonare, e quando sentii la sua voce sobbalzai. Aveva interrotto la canzone e in quel momento era passato a suonare altro. La melodia della canzone si trasformò in qualcos altro che non avevo mai sentito.
Mi avvicinai a lui mi portai al fianco del pianoforte, posando le mani sulla sua superficie liscia.
Il ragazzo alzò lo sguardo con un debole sorriso.
- Questa canzone è per te.-
Annuii.
- Ti chiedo solo di lasciarmi la speranza, quella minima speranza che un giorno tu mi amerai. O che almeno troverò un'altra persona che mi faccia battere il cuore come fai tu.-
Lo guardai sorridendo.
- Troverai una persona che ti amerà molto più di quanto stia facendo io, una persona che vivrà solo per te. Non potrà mai farti battere il cuore come sto facendo io, perché il tuo cuore per questa persona batterà più forte di adesso.-
La canzone era molto bella, e per smorzare il discorso volli buttarla sul ridere, e alleggerire un po’ la tensione che si era creata tra noi.
- Perché non la proponi al consiglio? Adoro questa canzone.-
Lui scosse la testa.
- L’ho cantata per te. –
Questo mise fine alla chiacchierata. Annuii nuovamente, indietreggiando fino a che non mi voltai per uscire dall’aula. Lui aveva ammesso che non avrebbe mai e poi mai accettato di essere solo un amico, e io mai e poi mai avrei potuto provare un sentimento più forte per lui.
Quando fui vicino la porta, Jamie riprese a suonare e cantare la canzone, come se nulla fosse successo, come se io non fossi mai entrato in quell’aula.
Forse era davvero così, non era mai successo nulla. 

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Capitolo 20
*** Surprise! Surprise! ***


Ok ok vi autorizzo a picchiarmi virtualmente semmai il capitolo non vi piace. 
Ci ho provato. Ho provato a descriverlo al meglio. Ma l'ora è tarda e personalmente oggi è stato una giornata schifosa. 
Sono stata preoccupatissima per una cosa in famiglia ma vabbè. Forse non è il massimo e il capitolo forse subirà delle modifiche.
Volevo comunque aggiornare al più presto e non interrompere la mia tabella di marcia. 
Grazie a chi continua a seguire e recensire ^^
Spero che si aggiungano più rencensori andando avanti! 
Grazie a tutti!

S.

 



 

 


Surprise Surprise!

 
- Sei un mostro Blaine.-
Jeff girava per la mia camera pensieroso.
- Già un mostro senza cuore.-
Nick era fermo di fronte a me, lo sguardo severo sul volto, sembrava davvero arrabbiato. Entrambi cominciarono a guardarmi male, le braccia conserte e gli occhi iniettati di sangue.
- Ragazzi… cosa sta succedendo? State bene?-
- Mai stati meglio.-
Il loro sorriso rivelò una serie di denti bianchi e aguzzi, gli occhi erano sempre più rossi, ma la loro voce era cambiata, era diventata più roca e profonda, innaturale per loro.
Mi alzai dal letto dove ero seduto, ma prima che potessi fare qualcosa, mi saltarono addosso.
 
- Noooooo!-
Mi alzai di scatto dal letto, mi accorsi solo in quel momento che ero sudato. Respiravo a fatica. Guardai fuori dalla finestra, la luce della luna penetrava illuminando parte della mia stanza. Il letto che da giorni ormai giaceva inutilizzato in un angolo della mia stanza, non era vuoto come mi aspettavo, c’erano due figure rannicchiate sopra, e in quel momento entrambe le figure mi guardarono preoccupate.
- Ancora incubi?-
Annuii sdraiandomi di nuovo stancamente sul letto. In quelle notti Nick e Jeff avevano messo le tende nella mia stanza, a causa di questi incubi notturni che ormai mi assalivano ogni notte.
Da quando avevo avuto quell’ultimo incontro con Jamie, gli incubi continuavano a perseguitarmi. Non dormivo bene la notte e il giorno ero sempre più stanco. Riuscivo a malapena a mantenere la mia ottima media scolastica, le mie energie le utilizzavo per lo studio, ed il resto della giornata lo passavo dormendo ad occhi aperti.
Non erano solo Jeff e Nick i preoccupati per la mia salute, ma anche gli altri Warblers.
Ultimo esempio, è stato nell’ultima riunione dei Warblers.

 
- Cosa ne dite? Blaine come solista va bene vero?-
Tutti alzarono le mani tranne io. Wes pensò che fosse per evitare di autovotarmi o cose del genere, e passò oltre.
Solo Thad si accorse di qualcosa.
- Propongo di far ballare Blaine nudo alla festa di stanotte.-
I ragazzi cominciarono a mormorare tra di loro, Wes e David lo guardarono scioccati. Thad li zittì con uno sguardo eloquente. Il Warbler era famoso perché non parlava mai a vanvera, ed ogni cosa che diceva lo diceva per un motivo.
- Blaine sei d’accordo?-
Fu in quel momento che mi svegliai dalla mia trance, scossi la testa sorridendo.
- Sì certo che sono d’accordo.-
Richard mi guardò a bocca aperta, apriva e chiudeva la bocca incapace di articolare alcun suono. Trent era diventato rosso pomodoro, Nick e Jeff mi guardarono come se non mi avessero mai visto prima, e alcuni dei Warblers cominciarono a ridere e parlottare sommessamente.
- Blaine dimmi che non hai appena accettato di ballare nudo alla festa di stasera.-
Sgranai gli occhi, Jeff mi guardava preoccupato.
- Ma cosa? No certo che non ballo nudo alla festa di stasera!-
Thad scosse la testa e fece cenno a Wes di chiudere la riunione. Due colpi di martelletto sciolsero la riunione di Warblers, e mentre il gruppo defluiva verso l’uscita, Wes, David e Thad mi chiesero di rimanere per poter scambiare due parole con loro. Guardai Jeff e Nick e chiesi loro di aspettarmi fuori.
Quando furommo soli, i tre del consiglio si avvicinarono con sguardo preoccupato.
- Qualcosa non va Blaine? Sembri strano questi giorni.-
Sospirai, non potevo nascondere loro la mia situazione, anche se gli avessi mentito, loro si sarebbero accorti che dicevo una menzogna.
- Il solito casino con Jamie. Mi sento in colpa.-
Wes alzò gli occhi al cielo e sospirò.
- Mi chiedo se questa storia avrà mai una fine.-
David mi guardò perplesso.
- Blaine Jamie non ti guarda e non ti parla da giorni.-
- Certo, dopo che mi ha dedicato White Flag dicendomi che mi avrebbe lasciato stare, mi ha fatto sentire in colpa per via di Jeremiah.-
I tre furono molto comprensivi nei miei confronti, ma mi diedero una sorta di ultimatum.
- Abbiamo bisogno di te nel pieno delle tue forze per le Provinciali quindi vedi cosa vuoi fare.-
Wes lo disse in modo duro, ma sapevo che lo faceva perché voleva che mi riprendessi. Thad e David mi diedero una pacca sulla spalla e lasciarono con Wes la sala.
Quella sera Jeff e Nick decisero di rimanere entrambi a dormire da me, stringendosi nel lettino singolo che avevo in camera. Non volevo che rimanessero a dormire, con o senza loro, avrei avuto comunque i miei incubi, come si era rivelato quella notte. 


 
- Vuoi parlarne?-
Jeff si era seduto sul mio letto preoccupato. Ormai avevo perso quel minimo sonno che mi era rimasto. Portai le gambe al petto stringendole contro di me, poi guardai i miei due amici.
- Ho sognato voi due e… avevate gli occhi iniettati di sangue e i denti aguzzi.-
Mi allarmai di colpo pensando al mio incubo, e li indicai.
- Mostratemi i denti.-
I due rivelarono una perfetta fila di denti bianchi e soprattutto non aguzzi.
Sbattei la testa contro il cuscino esasperato. Mi stavo facendo prendere troppo da quegli eventi, dovevo reagire, Jamie mi stava mandando al manicomio.
Non era colpa mia, non era colpa mia né ciò che era successo con lui, né il fatto che fossi cotto di Jeremiah. Si dice che al cuore non si comanda.
- Blaine tranquillo. Secondo me ti stai facendo prendere troppo la mano.-
La frase di Nick provocò una smorfia sul mio volto. Capitain ovvio è tra di noi.
- Senti cerca di dormire, domani se vuoi ne parliamo meglio ok?-
Domani, domani il giorno in cui i Warblers si esibivano per la prima volta con un probabile pezzo per le regionali. Mi sentii morire, me ne stavo dimenticando.
 

 
La sveglia quella mattina mi fece balzare giù dal letto, avevo dormito fino al suono del cellulare. Quando aprii gli occhi, i raggi del sole filtravano dalla finestra colpendo le mie coperte, e illuminando la stanza. Notai Jeff e Nick rannicchiati nel letto in una strana posizione. Siccome in due era praticamente impossibile che ci entrassero comodamente nel letto, si era addormentati ai lati opposti. La testa di Jeff era a livello piedi di Nick e viceversa, il che rendeva tutto più esilarante.
Nick aveva il suo piede sulla faccia di Jeff, mentre il piede di Jeff era praticamente nella bocca dell’altro.
Andai in bagno per una doccia veloce e per sistemarmi i capelli come ogni mattina, quando tornai in camera notai che dormivano ancora.
- Nicky… Jeffy? Se non vi svegliate ora faremo ritardo per la lezione!-
I due sobbalzarono quando presi a scuoterli violentemente. Nick cadde dal letto quando notò di avere il piede di Jeff in bocca.
- Oddio dovrò lavarmi la bocca duecento volte con il colluttorio!-
Jeff scattò in piedi con gli occhi ancora gonfi di sonno. Cominciò a camminare come uno zombie barcollante, borbottò qualcosa che riguardava ad una puzza orrenda, e uscì dalla camera senza aggiungere altro. 
Nick invece andò nel mio bagno per poi uscire con la mia bottiglietta di colluttorio.
- Nick quella bottiglietta si chiama Pietro!-
Nick si voltò spaesato.
- Vuol dire che torna indietro!-
Quando capii la battuta, alzò il dito medio ed uscì dalla stanza.
Quando scesi per fare colazione, mi sedetti ad un tavolo da solo, come ero solito fare ultimamente. Il buffer era pieno di cibo di ogni tipo come al solito, Richard aveva preso la sua colazione insieme a Flint, colazione italiana per loro come sempre: ovvero cornetto e cappuccino. Trent invece aveva dato sfogo alle sue fantasie più estreme, come ogni mattina d’altronde, e nel suo piatto si poteva intravedere una bella quintalata di uova e pancetta, a nell’altro invece fette biscottate e un paio di fette di torta.
Ethan e James invece avevano optato per un paio di pancake a testa, mi passarono vicino e mi salutarono con un cenno e un sorriso.
Quando mi alzai dal mio tavolo per prendere la mia solita colazione: cereali e latte, notai Wes alzarsi e venire verso di me.
- Blaine buongiorno, come va oggi?-
Ci pensai su, mia madre diceva che cominciare la giornata con un sorriso era sempre propizio. Decisi di seguire il suo consiglio e di pensare positivo.
- Molto meglio grazie.-
Il ragazzo mi seguì al tavolo dove cominciai a mangiare la mia colazione.
- Per oggi è tutto ok allora? Te la senti?-
Lo guardai perplesso.
- Ma certo Wes! Sono carico davvero.-
Il warbler mi guardò sorridendo, sentivo che aveva i suoi dubbi, ma non alzò obiezioni, fidandosi delle mie parole. Avrei davvero voluto essere carico, in quel momento sentii la responsabilità di tutta l’esibizione sulle mie spalle. Mi incollai un sorriso forzato sul volto, e cercai di pensare positivo.
Jeff e Nick arrivarono poco dopo, perfetti come sempre, ma dal loro guardo intuivo che stavano per morire di sonno. Facemmo colazione in silenzio, o meglio io finii la mia colazione in silenzio, loro due invece presero a parlare del più e del meno come erano soliti fare, ma non si sforzarono di coinvolgermi più di tanto.
Passammo le lezioni a dormire in classe, occupammo gli ultimi banchi, per nostra fortuna i Warblers che erano in classe con noi, ci coprirono, perciò riuscimmo a recuperare almeno un paio d’ore di sonno.
- Ok ragazzi forza e coraggio, dopo pranzo abbiamo l’esibizione.-
Jeff si trascinò in mensa, lo seguii insieme a Nick, cercando di darmi una svegliata. Avevo bisogno di una dose massiccia di caffeina, forse però non sarebbe stato saggio sostituire il caffè all’acqua durante i pasti.



 
- Ragazzi c’è l’esibizione dei Warblers! Dai andiamo!-
- Aspettatemi! In aula Magna giusto?-
- Muovetevi dai. Si esibiranno con un possibile pezzo che porteranno alle Provinciali.-
I ragazzi erano in estasi,  le esibizioni dei Warblers erano sempre seguitissime dalla scuola, gli studenti andavano in fibrillazione ogni qualvolta davamo annunci del genere.
Sarebbe poi stata la prima esibizione dell’anno, la prima esibizione di Blaine Anderson come solista ufficiale del gruppo.
La maggior parte dei ragazzi mi lanciò occhiate curiose uscendo della mensa, mentre altri mi salutarono con pacche sulle spalla e una quantità enorme di “Buona fortuna”.
- Andate avanti, ho dimenticato gli spartiti in mensa.-
Ero solito lasciare qualcosa sulla sedia vuota accanto alla mia, e quel giorno infelice lasciai alcuni spartiti che mi servivano per le prove dei Warblers di quella sera.
Tornai indietro scontrandomi più volte con i ragazzi che invece uscivano di corsa per poter accaparrarsi i posti migliori per assistere all’esibizione.
Trovai i miei spariti come previsto sulla sedia che prima occupavo, e come alzai lo sguardo incontrai per un attimo quello di Jamie.
Ci fermammo un secondo, mentre i nostri occhi erano legati, in un lungo e silenzioso incontro. Deglutii, non sapevo come interpretare quello sguardo. Distolsi lo sguardo solo dopo che le sue labbra si stirarono in un debole sorriso, che interpretai come una sorta di “buona fortuna” da parte sua.    
Scossi la testa, mi dovevo riprendere prima dell’esibizione.
Sentii vibrare il cellulare nella tasca del pantalone, lo presi al volo e notai che il messaggio era di Jeff.
Pensai fosse un messaggio da parte di Wes che mi stava maledicendo per il mio ritardo, invece il messaggio era di tutt’altro avviso.
 
“Avvistato angelo dagli occhi blu all’interno della scuola. Possibile spia delle New Directions?”
 
Alle parole “Angelo dagli occhi blu” persi il controllo. Non potevo credere che Kurt era a scuola, alla Dalton! Non poteva essere. Se Jeff l’aveva visto voleva dire che anche lui si stava dirigendo verso l’aula magna, voleva dire che anche lui avrebbe assistito all’esibizione dei Warblers.
 
“Cosa facciamo? Se è davvero una spia vale la pena fare il pezzo?”

La risposta non tardò ad arrivare.
 
“Wes ha detto che non lo porteremo alle Provinciali, ha in mente altro. Comunque sia muoviti a venire, ti stanno dando per disperso.”
 
Misi il cellulare in tasca, correndo come un matto verso le scalinate che portavano al piano inferiore. Urtai un paio di volte dei ragazzi ai quali chiesi scusa in modo frettoloso.
Quando poi allungai lo sguardo lo vidi, un ragazzo con un cappotto impermeabile nero, i capelli acconciati in modo perfetto, di quel colore castano che non potevo scordare.
Corsi per le scale il più velocemente possibile, quando gli passai accanto gli lanciai uno sguardo veloce, giusto il tempo per guardare di nuovo i suoi occhi, quegli occhi.
- Scusami?-
Nascosi un sorriso sentendolo chiamarmi, finii di scendere le scale e mi voltai sorpreso.
- Posso farti una domanda? Sono nuovo di qui…-
Mi persi per un attimo nel suo viso, nei lineamenti che rispetto all’anno scorso erano cambiati, erano più marcati, ma allo stesso tempo dolci e delicati.
- Piacere … Blaine.-
Grande Blaine! Ci sei riuscito! Finalmente ti sei presentato. Ma perché non ci sono riuscito prima? Forse perché in quel momento non sentivo il mio cuore battere fortissimo come prima, non sentivo più l’agitazione che sentivo prima.
- Eh… Kurt! Cos’è tutta questa confusione?-
Non potei fare a meno di sorridere per l’abbigliamento di Kurt, aveva indossato una cravatta rossa e da sotto l’impermeabile si notava una camicia bianca. Ottimo tentativo di mimetizzazione.
- I Warblers! Ogni tanto improvvisano un’esibizione in aula magna.-
Ma perché parlavo di loro come se non ne facessi parte? Realizzai alla fine che il mio scopo era impressionarlo. Volevo fargli un bello scherzetto, o magari una piccola sorpresa.
- La scuola va in tilt per ascoltarli.-
Ammiccai leggermente.
- Vuoi dire che… Il Glee Club qui è popolare?-
- I Warblers qui sono … come rock-star!-
In effetti fu proprio quella la prima impressione che ebbi di quel gruppo così composto di ragazzi, che nell’arco di un anno, divennero una seconda famiglia per me. Ne parlavo con orgoglio, orgoglio che forse Kurt non riusciva ad avvertire.
- Seguimi, conosco una scorciatoia!-
Bè non era proprio una scorciatoia, o forse sì. Lo sarebbe stata se l’avessimo fatta correndo. Perlomeno era poco affollata, e permetteva alla nostra piccola spia un piccolo giro turistico della scuola.
Presi di getto la sua mano, ed una piccola scossa elettrica mi colpì in pieno, era una bella sensazione.
Lo trascinai per i corridoi vuoti, e lo vidi ammirare le pareti dipinte, e il mobilio antico della scuola. Chissà cosa stava pensando. Ciò che però vidi fu solo ammirazione nei suoi occhi.
Aspetta di sentire i Warblers cantare piccolo angelo dagli occhi blu… ti sconvolgeremo.
 

 
La sala era gremita di studenti, alcuni di loro aiutavano Wes e gli altri a spostare scacchiere e mobili che potessero intralciare il nostro raggio di azione, tutti gli altri invece presero posto lasciando abbastanza spazio per la nostra esibizione. Alcuni di loro erano seduti, altri invece erano ancora in piedi. Quando lascia la mano di Kurt vidi Wes che fece cenno agli alti per mettersi in posizione.
- Ooh… mi sento un pinguino all’equatore!-
- La prossima volta ricordati la giacca novellino…. E sarai uno di noi.-
Ammicai di nuovo, ok ero impazzito. Kurt invece mi guardava quasi stupito, e non potei non notare tenerezza a vedere quel suo sguardo smarrito.   
- Ora se vuoi scusarmi.-
I Warblers avevano cominiciato a confluire al centro della sala, diedi al volo la mia borsa ad uno dei ragazzi che la posò sul tavolo dietro di loro.
 
Before you met me, I was a wreck
But things were kinda heavy, you brought me to life
Now every February you’ll be my valentine, valentine

 
Mentre cantavo la prima strofa, i Warblers si disposero dietro di me, mentre Richard venne verso di me imitando il suono della batteria, e girandomi intorno divertito.
Cantai un pezzo guardandolo negli occhi e muovendo qualche passo a ritmo con lui, poi lo lasciai raggiungere il resto del gruppo.
Non potei però fare a meno di guardare Kurt alle parole “You’ll be my Valentine”. Il suo sguardo colpito mi fece sorridere.
Cosa stavo facendo?

Let’s go all the way tonight
No regrets, just love
We can dance until we die
You and I, we’ll be young forever

 
Durante la strofa ondeggiavamo facendo due passi da un lato e due passi dall’altro, mentre scoccavamo le dita, guardando il pubblico e guardandoci tra di noi.
Non potevo smettere di guardare Kurt, di ammiccare verso di lui, di colpirlo con il mio sguardo.
 
You make me feel like I’m living a teenage dream
The way you turn me on, I can’t sleep
Let’s runaway and don’t ever look back
Don’t ever look back

 
Alle parole “You make me” ognuno di noi indicò a caso verso il pubblico, io invece puntai il mio dito dritto verso Kurt, che aveva sempre più, lo sguardo rapito e stupito.
 
Let’s go all the way tonight
No regrets, just love
We can dance until we die
You and I, we’ll be young forever

 
Continuavo ad ondeggiare, a guardarmi con gli altri e a guardare lui, Kurt. Il ragazzo che fino all’anno prima mi aveva fatto perdere il controllo.
Lui era lì di fronte a me e mi guardava come io guardavo lui quando lo vidi esibirsi per la prima volta alle provinciali.
 
You make me feel like I’m living a teenage dream
The way you turn me on, I can’t sleep
Let’s runaway and don’t ever look back
Don’t ever look back
 
My heart stops when you look at me
Just one touch, now baby I believe
This is real, so take a chance
And don’t ever look back, don’t ever look back
 
Il suo sguardo percorreva tutta la stanza, lui era l’unico fermo come una statua, quasi timoroso a muoversi o fare altro. Mentre gli altri studenti si scatenavano ballando sul posto e muovendosi a ritmo di musica, lui era fermo.
Di una cosa ero sicuro, io stavo cantando quella canzone per lui.
 
I’ma get your heart racing in my skin-tight jeans
Be your teenage dream tonight
Let you put your hands on me in my skin-tight jeans
Be your teenage dream tonight

 
Lo guardavo fisso, il mio sguardo correva dai piedi fino alla punta dei capelli. Ed i suoi occhi sgranati per la sorpresa o forse per lo sgomento di essersi trovato di fronte ad un gruppo ben affiatato come il nostro, mi fecero sorridere. Mi sentii orgoglioso e carico. Il ragazzo che prima ammiravo da lontano, ora ammirava me, e guardava solo me.
 
Yeeaaaahhh!!! You make me feel like I’m living a teenage dream
The way you turn me on, I can’t sleep
Let’s runaway and don’t ever look back
Don’t ever look back

 
Mi guardai con Nick e continuai a cantare. L’adrenalina nel mio corpo cominciava a farsi sentire. O forse era la troppa caffeina assunta quel giorno?
 
My heart stops when you look at me
Just one touch, now baby I believe
This is real, so take a chance
And don’t ever look back, don’t ever look back

 
“My heart stops when you look at me” a quelle parole non potei fare a meno di guardarlo per poi indicare me stesso. Aveva cominciato a sorridere ondeggiando anche lui a ritmo di musica.
 
I’ma get your heart racing in my skin-tight jeans
Be your teenage dream tonight
Let you put your hands on me in my skin-tight jeans
Be your teenage dream tonight

 
Quell’ultima strofa la cantai solo per lui, volevo essere il suo sogno adolescenziale. Puntai il mio sguardo nel suo, lo vidi sorridere di nuovo. Quando finimmo di cantare cominciò ad applaudire forte, leggevo nel suo sguardo stupore e forse anche un po’ di imbarazzo.
Wes e David mi fecero cenno, e Thad andò verso di lui, lo fermai in tempo. Volevo parlare io con lui.
Ripresi la mia borsa e mi avviai sorridendo verso Kurt.
- Allora ti siamo piaciuti?-
Lui annuì arrossendo.
- Sei stato fantastico… cioè voi siete fantastici.-
Inclinai la testa di lato.
- I miei compagni ti vorrebbero parlare. Sai… è la prima volta che … il componente di un Glee avversario ci viene a “spiare”.-
Lo vidi sbiancare e aprire e chiudere la bocca senza emettere alcun suono. In quel momento si avvicinarono Wes David e Thad, tutti e tre con un debole sorriso sul volto.
Kurt sembrava avere l’aria di un condannato a morte, e tutti i tre i ragazzi lo intuirono.
- Ti va di prendere un caffè?-  

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Capitolo 21
*** Courage! ***


Per prima cosa ringrazio chi ha recensito la mia FF e chi la sta seguendo. Un grazie dal profondo del mio cuore davvero!
Ringrazio _Silv che ha cominciato a leggere la FF e ha lasciato un commento all'ultimo capitolo. 
La statua la farò lo stesso sappilo xD 
Ringrazio Lilly per il bellissimo disegno che ha fatto per la FF. 
Che dire grazie ancora a tutti voi che seguite e commentate, davvero mi fate non solo felice, ma mi iniettate un pò di autostima!
Grazie 

S.





Courage!

 
Wes lasciò che Thad finisse di dare gli ultimi avvisi ai Warbler riguardo la riunione della sera stessa, io Wes e David invece portammo Kurt in caffetteria.
Camminai al suo fianco, ma non disse una sola parola. Pareva un condannato a morte, che sapeva di che morte doveva morire.
Il suo sguardo era basso, sembrava davvero pentito di ciò che aveva fatto, Wes e David invece erano tranquilli, non era arrabbiati, dopo tutto non ce n’era motivo. E poi sapendo la cotta stratosferica che ho avuto per lui l’anno scorso, non si sarebbero mai azzardati a trattarlo male. Anche se per Wes e David era impossibile trattare male chiunque.
Kurt guardava con ammirazione ogni angolo della scuola, tra l’altro essendo costruita su un’antico maniero, conservava affreschi e tavolta anche mobili di quel tempo. La caffetteria era posta in un grosso stanzone del piano terra, probabilmente una volta era stata una sorta di salottino, era arredata con vari tavoli in legno massello, e come la mensa, c’erano un paio di baristi che si occupavano delle ordinazioni.
Presi cappuccino per tutti, sperando che anche a Kurt piacesse, e mi diressi al tavolo dove si erano accomodati Wes e David. Kurt aveva ancora lo sguardo basso, e dalle espressioni dei due Warblers, pareva facesse loro tanta tenerezza.
- Cappuccino?-
- Ti ringrazio…-
Kurt pareva ancora interdetto, nei suoi occhi leggevo un po’ di paura.
- Loro sono Wes e David.-
Introdussi i miei due amici, che sorridevano nei confronti di Kurt.
- Siete gentili ad offrire un cappuccino alla spia della concorrenza prima di picchiarla.-
Guardai Kurt sconvolto, aveva proprio detto quello che aveva detto? Come poteva pensare che lo avremmo picchiato? Non riuscii a rispondere, di colpo vari ricordi appartenenti al passato riaffiorarono nella mia mente, ed un senso spiacevole di disagio si fece strada dentro di me.
- Noi non vogliamo picchiarti.-
- Sei stato così imbranato come spia, da farci… tenerezza!-
Sorrisi, Wes e David sapevano sempre come mettere a proprio agio le persone.
- Il che mi porta a credere che spiarci non è il vero motivo per cui tu sei qui.-
Gli altri due mi guardarono annuendo, mentre Kurt ricambiava il nostro sguardo titubante, quasi avesse paura di chiedere quello che stava per chiedere.
-Ragazzi posso farvi una domanda? Qui siete tutti gay?-
Non riuscimmo a trattenere una sana risata, girano voci strane sulla Dalton, una delle quali dice che questa è una scuola per soli Gay. Tra poco ci tocca andare e appendere dei cartelli per tutta Westerville per tranquillizzare gli abitanti che non siamo una congrega di gay.
Anche se neanche la Crawford Country Day se la passa meglio. Nonostante spesso e volentieri si vedano ragazze della Crawford e ragazzi della Dalton uscire insieme, quelle voci continuavano a girare.
-Bè no… cioè io sì ma loro due hanno le ragazze.-
Lo sguardo di Kurt si fece più serio, forse triste. Si diceva che gli occhi sono lo specchio dell’anima, avevo trovato un bellissimo esempio in Kurt. In quegli occhi azzurro chiaro, riuscivo a leggere una marea di emozioni tutte insieme. Sentivo la sua preoccupazione, sentivo il suo dolore.
-Questa non è scuola gay, ma non tolleriamo nessun tipo di discriminazione.-
David cominciò la frase spiegando in parole povere la politica della Dalton.
-Trattiamo tutti allo stesso modo indipendentemente.. molto semplice.-
Wes lo disse con talmente tanta facilità che per Kurt non sembrava vero. Non poteva credere che esistesse una scuola di quel tipo. Vidi i suoi occhi diventare lucidi, inclinai la testa di lato, dovetti resistere all’impulso di andare lì e stringerlo tra le mie braccia. 
-Ci lascereste soli?-
Guardai Wes e David che presero i loro bicchieri.
-Certo… -
-Stammi bene Kurt.-
Entrambi andarono via sorridendo, lanciandoci solo un’occhiata prima di lasciare la caffetteria. Ora eravamo da soli. Non immaginavo di certo il nostro primo incontro in quel modo.
Lui con gli occhi lucidi, e io dall’altra parte del tavolo ad infondergli coraggio e consolarlo.
-Direi che hai problemi alla tua scuola.-
La mia affermazione fece alzare lui lo sguardo, cercava di trattenere le lacrime, forse perché piangere davanti uno sconosciuto non era proprio il massimo.
- Sì perché… sono l’unico gay dichiarato dalle mie parti.-
Lo disse come se fosse un crimine, come se avesse fatto qualcosa di sbagliato sapendo di per certo che per lui era stato inevitabile.
-Ho cercato… ho cercato di farmi forza ma… c’è un uomo di Neanderthal la cui missione è rendere la mia vita un inferno totale.-
Una lacrima scese dai suoi occhi, volevo asciugarla, prendergli la mano, dirgli che non era solo. Ma rimasi al mio posto, mentre ascoltavo il suo racconto, ripercorrendo piano la mia di vita.
Era come rivedere me stesso l’anno precedente, spaventato a morte come lo era lui in questo momento.
- Ma sembra che nessuno se ne accorga…-
Stessa storia, solo un anno dopo la mia. Quanti altri ragazzi avrebbero subito quel trattamento?
-So come ti senti. All’altra scuola m’insultavano, ed era veramente insopportabile. Ne ho parlato al Consiglio d’Istituto, loro mi hanno ascoltato certo,  ma si vedeva che a loro non gli importava niente.
Come a dire “senti visto che sei gay abituati ad una vita deprimete. Ci dispiace ma non possiamo farci nulla”.
Me ne sono andato e sono venuto qui, niente più rogne. –
Non sapevo perché ma mi sembrò la cosa più giusta da fare raccontargli parte della mia vita. Pochi sapevano del veero motivo per cui ero iscritto alla Dalton, anche se ora a nessuno frega più nulla, i primi tempi sono stato adocchiato indicato, come il ragazzo nuovo dal passato oscuro. Solo alcuni dei Warblers sapevano tutta la storia.
Volevo infondergli coraggio, quel coraggio che io non ho avuto.
-Tu hai due alternative: mi piacerebbe dirti di venire qui, ma la retta della Dalton è esorbitante e so che non è alla portata di tutti. Oppure, puoi rifiutarti di fare la vittima. Il pregiudizio nasce dall’ignoranza, Kurt, e questa è la tua occasione per insegnarlo a quel tipo.-
Non fare come me Kurt, non scappare. Combatti, fatti valere.
- Come?-
La sua domanda fu quasi un sussurro, mi guardava con uno sprazzo di speranza negli occhi, lo guardai dolcemente, avrei voluto andare da lui nella sua scuola, e affrontare il tipo che lo tormentava. Ma sapevo di non poterlo fare.
Era la sua battaglia e non la mia, e combatterla per lui non avrebbe avuto alcun senso.
-Lo puoi affrontare, anzi sfidalo tu. Io sono scappato, Kurt, senza farmi valere, ho permesso ai bulli di cacciarmi via. E questo è il rimpianto più grande… più grande di tutti.-
Rimanemmo in silenzio per alcuni attimi, Kurt finì di bere il suo cappuccino ed io finii il mio. Quando ci alzammo mi lanciò uno sguardo grato.
Non disse nulla, mi sorrise e basta. Quel sorriso valeva molto più di mille parole.
Era giunto per lui il momento di andare via, così lo accompagnai fuori dal cancello della scuola, sotto gli occhi curiosi di tutti che si chiedevano chi fosse il ragazzo accanto a me.
Quando mi fermai al cancello, gli presi il braccio fermandolo.
- Kurt non sei solo… davvero.-
Lui mi sorrise di nuovo, non piangeva più, i suoi occhi erano tornati di quel bellissimo celeste che ho amato fin da subito. Lasciai il suo braccio lentamente, avevo quasi paura che scappasse.
- Senti … se ti va ti do il mio numero di telefono, mi puoi chiamare a qualsiasi ora, in qualunque momento, e se avrai bisogno di me, io correrò da te.-
Annui lentamente, mentre prese il cellulare per segnarsi il mio numero. Non mi presi il suo, avrei aspettato con calma che fosse lui a chiamarmi o messaggiarmi. Non volevo sembrargli invadente.
Eppure volevo aiutarlo, volevo che non si sentisse solo come mi ero sentito io quando dovetti affrontare i bulli della mia scuola. Ero terrorizzato a quel tempo. La Dalton mi aveva aiutato a recuperare me stesso, i Warblers mi avevano aiutato a crescere ad essere più forte.
- Grazie Blaine davvero. Ma eviterò di disturbarti.-
Lo guardai severo.
- Non ti azzardare. Chiamami davvero quando vuoi anche solo per fare una chiacchierata. Ci terrei davvero tanto.-
Il suo sguardo era disarmante, con quegli occhi poteva anche chiedermi di ballargli nudo davanti, e io l’avrei fatto.
Se mi avesse chiamato anche all’una di notte, probabilmente avrei lasciato la Dalton a quell’ora per correre da lui. Sentii dei fruscii dietro di me, e quando mi voltai, scorsi due figure familiari che si nascondevano dietro dei cespugli che costeggiavano il viale principale.
Kurt sussultò, stringendo sempre più forte la borsa che portava appesa ad un braccio.
- Tranquillo Kurt, sono Jeff e Nick altri due Warblers, nonché i miei migliori amici. Penso siano qui soltanto per vederti più da vicino.-
Il ragazzo si tranquillizzò sorridendomi debolmente.
- Avessi incontrato prima uno come te Blaine…-
Sorrisi, non si ricordava di me per caso?
- Ma io e te…-
Kurt mi guardò incuriosito, in quel momento non me la sentii di dirgli tutta la verità. Forse un giorno l’avrei fatto, ma di sicuro non quello. Le emozioni forti per quel giorno potevano bastare.
Lo salutai dandogli una pacca sulla spalla e facendogli l’occhiolino.
- Mandami un messaggio quando arrivi a casa sano e salvo ok?-
Lui annuì, un leggero rossore si diffuse sulle guance, lo trovai adorabile da matti.
Quando poi tornai indietro, fui accolto da Jeff e Nick, che sbucarono da dietro un siepe, con il sorriso di chi la sapeva lunga.
- Wes e David non ci hanno voluto dire nulla, perciò tu ora mio caro Warbler, ci racconterai tutto.-
 

 
Camera mia non era mai stata così caotica. Jeff e Nick avevano portato anche le loro cose, ergo avevo vestiti di loro due ovunque, nonché libri di scuola e giochi vari per la playstation. La mia scrivania era suolo pubblico, e oltre le mie cose, c’erano i disegni di Nick ( disegna benissimo! Mi ha anche fatto un ritratto. ) gli spartiti di Jeff, e film dvd ancora da vedere.
- Mi spiegate perché ora vi siete trasferiti da me? Non avete una camera vostra?-
Jeff si sedette su uno dei due pouf che avevano da poco comprato per la mia stanza.
- Perché hai ancora gli incubi, non dormi bene la notte, e perché ci piace dormire insieme a te.-
Mi sedetti sul letto prendendo la mia chitarra, cominciai a strimpellare qualcosa nel frattempo che i miei pensieri andavano verso Kurt. Non avevo smesso un attimo di pensare alla conversazione che avevamo avuto quel pomeriggio, e più ci pensavo più il mio istinto di andare al McKinley era forte.
- Allora ci vuoi dire di cosa avete parlato sì o no?-
Sbuffai, quando voleva Jeff era davvero insistente.
- Ok ok abbiamo parlato dei casini che ha a scuola. A quanto pare è l’unico gay dichiarato e un bullo lo tormenta.-
Nick mi guardò sorridendo, armeggiò con una palla di stoffa mentre prendeva posto ai piedi del mio letto.
- In pratica ti ricorda te stesso.-
Sì mi ricordava me stesso. Mi ricordava il vecchio me stesso.
- Voglio aiutarlo, gli ho dato il mio numero di cellulare così in caso abbia problemi può sempre chiamarmi.-
Il mio tono era stato così spiccio e pratico, che i due quasi non ebbero l’impressione di parlare con me. Alla mente riaffiorarono vecchi ricordi, i video che avevo scaricato da Youtube dove c’era lui, l’ammirazione che avevo nei suoi confronti, in quel momento pareva quasi tutto un ricordo.
- Scusa ma parliamo sempre con lo stesso Blaine che l’hanno scorso avrebbe dato qualsiasi cosa pur di parlare con il suo angelo dagli occhi blu?-
Arrossii ne ero sicuro, era vero avrei dato qualsiasi cosa per parlarci, ma in quel momento, non sapevo cosa ma qualcosa era cambiato. Forse centrava Jeremiah, forse centrava Jamie, oppure era solo una cotta passeggera.
- Penso sempre che lui sia un angelo, solo che… non lo so. Ho deciso di dedicarmi solo ai Warblers e allo studio.-
Fino a quel momento l’amore mi aveva solo creato problemi, Wes aveva ragione, dovevo concentrarmi solo sulla gara che avremmo avuto di lì a poco.
Jeff e Nick si guardarono e preferirono non farmi più domande, annuirono e basta, e decisero di sfidarsi in un torneo all’ultimo sangue di PES.
Presi il cellulare, e scorsi la rubrica fino a quando non trovai il numero di cellulare che mi interessava, presi coraggio e cominciai a scrivere un messaggio.
 

 
Non sapevo quanto tempo era passato dall’ultima volta che mi ero appostato fuori dal Gap dove lavorava Jeremiah.
Era un classico pomeriggio feriale, e nonostante fosse a malapena primo pomeriggio, tutto il centro commerciale era abbastanza pieno. Di certo non c’era la calca che si trovava i giorni festivi, ma c’era comunque molta gente. Il Gap perlomeno era pieno, e quasi pensai che Jeremiah avrebbe riportato un po’ di ritardo.
Lanciai un’occhiata all’interno del negozio, ma pareva che non ci fosse traccia di lui, né alla cassa, nè in giro intento a servire i clienti.
Pensavo fosse andato via ma mi sbagliavo. Jeremiah mi raggiunse subito dopo aver passato in rassegna il negozio con lo sguardo. Quel giorno indossava una maglia a maniche lunghe bianca, ed un paio di jeans aderenti. Se prima avevo qualche dubbio, quella visuale li aveva spazzati tutti, ero cotto di Jeremiah.
Si passò una mano tra i suoi riccioli castano biondi, e quando puntò i suoi occhi azzurri nei miei, il mio cuore diede un balzo.
- Ciao Blaine! È tanto che non ci si sente come va?-
Riuscii ad annuire e rispondere in modo quasi normale.
- Tutto bene grazie. Caffè?-
Annuì e mi condusse nella stessa caffetteria dove avevamo preso il caffè la prima volta. Al contrario però della prima volta, ordinai io e pagai al suo posto.
- Grazie Blaine ma non dovevi davvero.-
Sorrisi.
- Avevo un debito con te che dovevo estinguere.-
Ci sedemmo ad un tavolo in un angolo del locale, eravamo lontani dagli altri tavoli occupati, e in quel modo potevamo chiacchierare in tranquillità. Aprii il coperchio della mia tazza di cappuccino, e la stessa cosa fece Jeremiah. Come girò il bicchiere, si soffermò a leggere qualcosa che non aveva notato prima, ed un piccolo sorriso comparve sul suo volto.
Incrociò il mio sguardo curioso e ridacchiò.
- Devi sapere che ogni volta che vengo qui a prendere il caffè, la cameriera mi lascia il suo numero di cellulare scritto sulla tazza.-
Voltò la tazza per farmi vedere il nome della cameriera con sotto il numero di cellulare. Sospirò mentre beveva una buona sorsata del suo caffè.
- Non trovo ancora il coraggio di dirle che non sono interessato a lei.-
Quella dichiarazione da una parte mi lasciò speranzoso, dall’altra invece mi fece affondare ancora di più. Probabilmente aveva la ragazza, e i miei castelli per aria andavano a farsi benedire.
Annuii senza dire nulla, bevvi anche io un po’ del mio cappuccino. Stavamo per crollare in quel silenzio imbarazzato, salvato per fortuna da una domanda di Jeremiah.
- Allora che mi racconti? Novità?-
Chissà perché in quel momento la prima novità che mi veniva da raccontargli, era quella riguardante Kurt.
Non sapevo però che cosa pensasse lui riguardo i ragazzi gay, cosa quindi poteva pensare riguardo a me. Presi coraggio e cominciai a parlare cercando di omettere alcuni particolari.
- Bè a parte una piccola incursione a scuola da parte di una spia di un Glee avversario, direi nulla di che.-
Lui rise.
- Addirittura venite spiati? Dovete essere proprio bravi allora.-
- Bè penso di sì. Comunque sia, si chiama Kurt, era venuto a sentirci cantare. Era stato fortunato, quel giorno ci eravamo esibiti davanti il resto della scuola cantando Teenage Dream di Katy Perry.-
Jeremiah annuì.
- Mi piace come cantante e Teenage Dream è proprio una bella canzone. Poi cosa è successo?-
Scrollai le spalle mentre giocherellavo con il coperchio della mia tazza.
- Nulla di che, lo abbiamo preso da parte e ci abbiamo parlato. Alla fine non era venuto a spiarci, ma era solo incuriosito dalla scuola. Mi ha raccontato di lui, del bullo che lo perseguita.-
Jeremiah emise un verso di stizza alla parola “bullo”.
- Non ci posso credere che quel povero ragazzo venga perseguitato dai bulli e nessuno faccia nulla. Anche a io a scuola ero perseguitato dai bulli.-
Non ci potevo credere, lui perseguitato dai bulli. Lo disse con semplicità, ma leggevo nei suoi occhi ancora la rabbia ed il dolore per quei giorni. Stringeva un po’ più forte la sua tazza, mentre sembrava assorto nei suoi ricordi.
- Capisco cosa voglia dire e cosa stia passando quel ragazzo.-
Annuii.
- Mi sono offerto di aiutarlo, gli ho lasciato il mio numero di cellulare per qualsiasi evenienza. Se quel bullo gli da ancora fastidio cercherò di fare qualcosa per farlo smettere.-
Il riccio di fronte a me sorrise dolcemente, sembrava colpito dalle mie parole.
- Ci fossero più persone come te Blaine. A causa dei bulli sono stato lasciato dal mio ragazzo al liceo.-
Lo disse con un sospiro, massaggiandosi il collo, lo sguardo perso nel vuoto in un espressione mista tra rabbia e dolore.
- Ragazzo?-
Mi soffermai solo su quella parola. Ero io ad aver capito male o aveva detto proprio ragazzo? Jeremiah travisò il mio sguardo perché di colpo tornò in posizione eretta, lo sguardo assottigliato e la bocca piegata in una smorfia.
- No no … non fraintendere… cioè io … -
Lo dissi balbettando, non sapevo come spiegargli che il mio era solo sgomento per quella rivelazione.
- Sono gay, la cosa ti da fastidio?-
Lo disse con voce tagliente, la smorfia sul suo volto non accennava ad andare via, in quel momento mi sentii davvero un’idiota. Dovevo dar retta al mio istinto, non mi ero sbagliato su di lui.
- No no anzi! Sono gay anche io, non vedo come possa darmi fastidio sapendo che lo sei anche tu.-
Il ragazzo si aprì in un espressione di sorpresa.
- Ok tutto mi aspettavo tranne che tu mi dicessi che sei gay.-
Scrollai le spalle.
- Vuol dire che lo nascondo bene allora.-
L’atmosfera ritornò ad essere quella di prima, il sorriso comparve di nuovo sul volto di Jeremiah, che in quel momento si era rilassato nuovamente, e aveva ripreso a bere sereno il suo caffè. Dentro di me mille emozioni si scatenarono, e nella mia mente presero forma vari scenari di me e Jeremiah insieme.
Io e lui mano per mano in giro per la città, al parco, in spiaggia. Insomma ovunque.
- Anche il tuo amico è… gay?-
Tornai sul pianeta Terra giusto in tempo per sentire quella domanda.
- Kurt dici? Bè sì anche lui.-
Il riccio annuì e mi guardò in un modo strano che non seppi interpretare.
- Lo ripeto di nuovo, ci fossero più ragazzi come te in giro, mi dispiace solo averti conosciuto ora.-
Quella frase mi fece arrossire, cercai di nasconderlo tuffando la mia faccia contro il bicchiere, bevendo lentamente un sorso di cappuccino. Non sapevo perché ma quel ragazzo mi piaceva sempre di più.
Mi parlò di lui, del suo coming out, della reazione della sua famiglia, al contrario di me però con loro non aveva avuto alcun problema. Anzi, accettarono la sua situazione molto più facilmente della mia.
Raccontai lui anche del mio coming out, i problemi avuti alla mia vecchia scuola, i problemi con mio padre. Per la prima volta mi sentivo capito, compreso.
- Mi dispiace per il tuo amico, spero che si risolva la sua situazione almeno…-
L’interesse di Jeremiah nei confronti di Kurt mi fece sorridere. Quel ragazzo era semplicemente bellissimo e adorabile, incarnava più o meno il mio ragazzo ideale.
Proprio in quel momento guardò l’orologio, sbuffando guardando l’orario.
- Mi piacerebbe rimanere qui a parlare ancora, ma devo proprio andare. E tu penso debba ritornare a scuola vero?-
Annuii, ci alzammo insieme lasciando i nostri bicchieri sul tavolo, presi la mia borsa e il cappotto, e dopo che Jeremiah prese le sue cose, ci avviammo insieme verso l’uscita del centro commerciale.
Ci separammo solo una volta usciti, poiché lui aveva la macchina nel parcheggio dipendenti e io nel parcheggio clienti.
- A presto! E grazie per il caffè.-
Dopo aver ammiccato, mi sfiorò la spalla con la mano e andò via. In quel momento mi sentii morire. Avevo trovato un ragazzo a dir poco perfetto, tra l’altro gay.
Dovevo solo appurare che non fosse impegnato. Mentre tornavo in macchina, sentii il cellulare squillare, era un messaggio di Kurt.
 
“Grazie ancora per ieri… Kurt”

Il giorno prima non mi aveva mandato un messaggio, e non avendo il suo di numero, non potevo contattarlo in alcun modo. Leggere quel messaggio mi fece sorridere, risposi subito prima di rimettermi in macchina.
 
“Spero che la giornata di oggi sia andata bene. L’ho fatto con piacere. Non sei solo.”
 
La sua risposta arrivò proprio mentre ero in macchina, diretto a Westerville. Controllai la strada prima di prendere il telefono e di leggere il messaggio. I miei occhi schizzavano dalla strada al cellulare, mentre leggevo a pezzi il suo messaggio.
 
“Il solito. A volte temo di non potercela fare. Sapere che ci sei anche tu mi aiuta molto.”

Cosa rispondere ad un messaggio del genere? A volte le parole non riuscivano ad esprimere i sentimenti di una persona. Ed in quel momento l’unica cosa che sentivo, era di volerlo spronare a non cedere, volevo che lui combattesse, che non si arrendesse come avevo fatto io.
Mi venne in mente solo una parola, e fu quella che scrissi velocemente prima di tornare a concentrarmi sulla guida.
 
“Courage!”


 

- Vai! Oggi le lezioni finiscono prima!-
Quando raggiunsi il corridoio che portava in mensa, vidi Ethan e James saltellare allegri. Dietro di loro c’erano Trent Flint e Richard, seguiti da Luke, Cameron e Jesse.
I ragazzi parevano felici per qualcosa, quando mi videro vennero subito a darmi la buona notizia.
- A causa dell’assenza del prof di Storia, saltiamo l’ultima ora di lezione.-
La notizia mi rese felice, e cominciai a saltellare anch’io. Da una parte dovevo sfogare la felicità per quello che era successo con Jeremiah, e dall’altra volevo unirmi anche io ai loro saltelli senza senso.
Non eravamo i soli ad essere felici, anche altri studenti presero a saltellare e improvvisare balletti di gioia per quella bellissima notizia. E a quanto pare non avremmo seguito le lezioni di storia fino a che non si sarebbe trovato un supplente. E si sapeva per una scuola privata era sempre difficile trovare un supplente.
Seguii il gruppo di Warblers che aveva deciso di recarsi a mensa per fare colazione, e prima che me ne rendessi conto, fui affiancato da Wes.
- Accidenti, quando fai così mi sembri un samurai. Sei talmente silenzioso.-
Quando mi ero accorto della sua presenza sobbalzai.
- Hai ancora quell’espressione beata stampata sul viso, perché ho come l’impressione ci siano altri guai in arrivo?-
Wes aveva quel dannato sesto senso capace di avvertire qualunque cosa. Si mormorava che riuscisse a far parlare chiunque, tanto era bravo a capire le persone.
- Sono uscito con Jeremiah tutto qua.-
Inclinò la testa di lato.
- E Kurt?-
Di nuovo quella domanda, solo che con lui non potevo evadere.
- Kurt cosa?
- Lo sai cosa. Pensavo che dopo l’altro giorno, fosse scattato qualcosa tra di voi.-
Mi fermai di fronte il tavolo del buffet, quel giorno presi un cornetto e un cappuccino, unendomi a Richard e Flint con la loro colazione “all’Italiana”.
- Siamo amici credo. Gli ho chiesto di chiamarmi per qualunque evenienza.-
Proprio in quel momento il cellulare prese a squillare. Quando lo presi notai che il numero era di Kurt. Wes si sporse verso il mio cellulare sorridendo.
- Parli del diavolo…-
Premetti il tasto verde del telefono sorridendo.
- Hey Kurt! Io e Wes stavamo giusto parlando di te.-
La voce di Kurt al telefono mi fece preoccupare, tremava e sembrava sul punto di piangere.
Wes sentì parte della conversazione, e mi guardò preoccupato.
- Kurt calmati… spiegati meglio.-
La sua voce era balbettante, riuscivo a capire poco, e le uniche parole che capii fu “Karofsky” “baciato” “shockato”.
-Karofsky? Chi cavolo è Karofsky?-
Wes aveva il suo orecchio teso vicino al mio cellulare ascoltando la conversazione. Scossi le spalle, non mi aveva nominato un nome del genere.
Kurt continuava a balbettare anche sul fatto che in quel momento era chiuso in aula canto, e che di lì a poco avrebbe cominciato lezione, e che aveva paura.
- Kurt calmati ok? Senti io finisco lezione un’ora prima oggi, fai conto che per l’ora di pranzo sono da te ok?-
Aspettai la sua risposta che venne dopo qualche secondo di silenzio.
- Grazie.-
Fu quasi un sussurro, ma sentii la sua voce tornare calma.
- Non ti preoccupare, ci vediamo dopo ok?-
Wes mi guardò preoccupato.
- Vuoi che veniamo con te?-
Scossi la testa, era una cosa che dovevo risolvere da solo. Sarei tornato di nuovo al McKinley, e quella volta senza Jeff e Nick. Se avessero saputo cosa avrei fatto, avrebbero insistito per venire con me, ma non era il caso.
Kurt non li conosceva neanche, e forse si sarebbero sentito in imbarazzo con loro.
Wes annuì, sospirai guardando la mia colazione, mi si era chiuso lo stomaco. 

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Capitolo 22
*** You're not alone ***


Come posso ringraziare tutti voi recensori? 
Spero che questo capitolo vi piaccia. Non ho voluto aggiungere troppo allo scontro Blaine/Karofsky.
Ma se lo gradite posso sempre organizzare un incontro di boxe tra i due xD
Scherzi a parte, anche questo capitolo non mi soddisfa molto, e chiedo scusa a tutte coloro che amano Jamie. 
Quando ci vuole ci vuole! E finalmente Blaine sta prendendo in mano la situazione. 
Che l'abbia fatto nel modo sbagliato però è un altro dettaglio xD
A voi il giudizio e spero mi lasciate un commento che questo capitolo vi piaccia o meno !!

S
.




p.s. Il disegno in fondo alla pagina è il disegno relativo al capitolo di San Valentino, ed è stato fatto dalla mia Beta: Lilly ( JustAGuy su Efp :D)
Grazie Lilluzzi <3
Se non vi ricordate il capitolo, rileggetelo :D e provate ad indovinare a quale scena si riferisce ;)






You’re not Alone


Quel giorno le lezioni parevano non voler finire più. Una dopo l’altra si susseguirono ad un ritmo più che lento. Seguii poco e niente, il mio pensiero fisso andava a Kurt, e a come stava in quel momento. Nei pochi momenti in cui potevo usare il cellulare di nascosto, azzardai a mandare lui alcuni messaggi per accertarmi che stesse bene. Erano messaggi corti, era vero, e le risposte lo erano altrettanto, ma era l’unico modo che avevo per fargli sentire la mia vicinanza.
Jeff e Nick si accorsero delle mie manovre dalla seconda ora, quando avevo cominciato a trafficare con il cellulare durante il cambio dell’ora, andando a sbattere quasi contro ogni studente che veniva contro.
Scrivevo e cancellavo, scrivevo e cancellavo, fino a che Nick non decise di chiedermi cosa stessi facendo.
- Ah no nulla mando un messaggio a Kurt.-
I due drizzarono le orecchie bloccandomi nel bel mezzo del corridoio.
- Kurt? Kuuurt? Che dolci! Sto per vomitare arcobaleni!-
Jeff cominciava a fare la faccia da innamorato, sbattendo le ciglia strusciandosi contro di me. Nick invece mi diede una pacca sulla spalla complimentandosi per la conquista.
- Ma che avete capito?-
Entrambi mi guardarono perplessi.
- Non vi siete messi insieme dopo un intero anno di peripezie?-
Scossi la testa, e mi incamminai con loro due alla lezione successiva, entrambi parlottarono fitto mentre si sedevano ai banchi dietro il mio. Stavo aspettando che venisse Trent, o Andrew, di solito erano loro i miei compagni di banco per la lezione di Letteratura, ma quella mattina con mia grande sorpresa, Jamie si sedette accanto a me.
Nei giorni passati non ebbi modo di parlare con lui, nemmeno ci eravamo tanto guardati in faccia. E il motivo era ovvio. Perciò fui sorpreso quando si sedette al mio fianco, rivolgendomi tra l’altro la parola.
- Come va?-
Mi rivolse un grosso sorriso, ed in quel momento fissai disarmato i suoi occhi celesti, uno strano magone nello stomaco ed un senso di colpa che non accennava ad andare via. Pensavo che con lui tutto si fosse risolto, non mi parlava non mi guardava, nonostante facesse un po’ male, sapevo che fosse meglio così.
- Bene grazie.-
Mi voltai quando il professore entrò in aula, poggiò la sua borsa sulla cattedra, e senza molte cerimonie, cominciò suo resconto parlando di uno dei tanti scrittori americani di cui avrei imparato qualcosa quel giorno, e che avrei poi lasciato nel dimenticatoio, come le altre lezioni di letteratura.
Jamie prendeva appunti, mentre io ansioso martellavo il quaderno con la matita, guardando di tanto in tanto l’orologio, impaziente di andare via. Mi aspettava un’altra ora, un’altra ora ancora e poi sarei stato libero.
- Come mai sei agitato?-
Jamie mi lanciò un’occhiata, sussurrandole quasi quelle parole, che ovviamente nessuno sentì, tranne io.
- Non è niente tranquillo.-
Decisi di troncare la conversazione sorridendo, non mi andava di raccontargli di Kurt, anche se per come giravano le notizie tra i Warblers, sicuramente lui era venuto a conoscenza di tutto.
- So di Kurt, è carino il modo in cui ti prendi cura di lui… -
Lo disse quasi a farmi notare che io non mi ero preso cura di lui come stavo facendo con Kurt. Mi voltai stizzito verso di lui, cosa stava insinuando? Mi ero stufato del suo modo di fare, del suo continuo farmi sentire in colpa.
- Hai finito di torturarmi? O vuoi farmi pagare a vita il fatto che non abbia scelto te?-
Mi voltai poi di scatto giusto in tempo per assumere la mia faccia da “studente attento che segue la lezione”. Il professore mi guardò un attimo per poi riprendere il suo monologo.
Jamie rimase forse sconcertato da ciò che avevo detto, o forse era solo indignato, fatto sta che non parlò per tutto il resto dell’ora.
Immaginavo che Jeff e Nick abbiamo carpito parte della conversazione, o perlomeno abbiano intuito che le cose tra me e Jamie si erano di nuovo incrinate.
Quando la lezione finì, uscii dalla classe il più velocemente possibile, un’ultima ora e avrei raggiunto Kurt a scuola. Dovevo resistere all’impulso di non andare a quell’ultima ora di lezione.
- Blaine aspetta!-
Continuai a camminare mentre Jamie mi raggiunse senza sforzo. La sfiga di essere bassi consisteva anche nell’avere gambe più corte. E Jamie con una sua falcata copriva due dei miei passi.
Non rallentai l’andatura, Jamie intanto cercava di guardarmi negli occhi.
- Hai capito male, volevo solo dire che si vede che ci tieni a lui.-
- Jamie a cosa stai puntando? Prima non mi parli, poi mi parli, poi mi dedichi una canzone, e poi mi ignori per tipo un mese. Non so a che gioco stai giocando ma sappi che mi sono stufato.-
Mi fermai di scatto guardando Jamie negli occhi. Pareva scioccato. Lo guardavo dal basso verso l’alto, lui era uno dei ragazzi più alti tra i Warblers, e quando ero con lui mi sentivo davvero un nano.
- Non sto giocando a nessun gioco. Senti cosa faresti tu se il ragazzo che ti piace tutti guarda tranne che te?-
Sospirai, scossi la testa e alzai le braccia al cielo per poi farle ricadere a peso morto.
- Jamie cavolo vuoi cominciare a pensare con la testa invece che gli ormoni?-
Strinse la cinghia della borsa di scuola che portava su una spalla. Spostò il peso da un piede all’altro guardandomi, sembrava quasi offeso e arrabbiato per ciò che avevo detto.
Aprì bocca, poi la richiuse, con le mani fece un gesto di stizza, andò avanti per poi tornare indietro. Era paonazzo dalla rabbia.
- Cosa ne sai tu dei miei sentimenti? Ti diverti a giocarci come meglio credi?-
Lo guardai arrabbiato.
- Sei un’idiota ecco cosa sei. Continui a venirmi dietro cercando di farmi pena con i tuoi modi di fare. Smettila! Non posso amarti non ce la faccio, non sei il mio tipo!-
- Hai appena detto che al cuore non si comanda, perché io dovrei comandare al mio?-
Ecco, lui sì che sapeva come rigirare la frittata.
- Perché se avessi un minimo di cervello ti guarderesti intorno e ameresti una persona che davvero può ricambiare il tuo sentimento. In cosa trovi soddisfazione amando me? Sai benissimo che non riuscirò mai ad amarti ma pare che tu ti crogioli bene in questa storia. Sembra di vivere in una telenovela con te, dannazione!-
Jamie mi guardò ferito, forse avevo sbagliato a sfogare la mai rabbia e la mia frustrazione su di lui, ma era da tempo che volevo dirgli quelle cose, da tempo volevo aprirgli gli occhi, e non avevo mai trovato il coraggio di farlo.
Non disse altro, semplicemente si voltò e andò via. Quante altre volte ancora avrei avuto questo tipo di scontri con lui? In quel momento si avvicinò a me Richard, che guardò prima me e poi Jamie.
- Qualcosa non va?-
Sospirai.
- Tutto non va.-
Non notai però lo sguardo che mi lanciò Cameron, il cugino di Richard. Da poco avevo scoperto il tipo di parentela che li legava, pensavo all’inizio che fossero omonimi, e invece mi sbagliavo di grosso.
I cugini James mi accompagnarono in classe, e quel giorno Richard si sedette accanto a me.
Ero teso, volevo che quell’ora passasse il prima possibile, e per uno scherzo del destino, pareva non voler passare mai. Per mia fortuna Richard aveva voglia di parlare, così nel modo meno rumoroso possibile, cominciammo a parlare del più e del meno.
Gli confidai quello che avevo intenzione di fare, ovvero di andare da Kurt e aiutarlo ad affrontare il bullo, Richard fu d’accordo, annuì sorridendo.
- È davvero un bel gesto. Quindi tu e Kurt…-
Lo guardai esasperato.
- Non è successo nulla tra di noi e poi… mi piace un altro.-
Il ragazzo mi guardò pensieroso, come se fosse indeciso se chiedermi o meno una cosa. Si voltò del tutto quando il professore cominciò a guardare nella nostra direzione. Per fortuna non si era accorto di nulla, e voltatosi di nuovo verso la lavagna, prese a scrivervi sopra.
- Senti appena hai tempo ho bisogno di parlarti di una cosa ok?-
 

 
Quando la campanella suonò, fui il primo ad alzarmi e schizzare fuori dalla classe. Uscii dalla porta di scuola evitando accuratamente di farmi vedere da Nick e Jeff, e pensai di esserci riuscito.
Raggiunsi la macchina che era parcheggiata all’interno del campus, posai la mia borsa sul sedile accanto quello del guidatore, e mi diressi fuori il campus, per raggiungere l’autostrada.  
Durante il viaggio cercai di immaginare come sarebbe andato il nostro incontro. Come avrei trovato Kurt, cosa avrei potuto fare per tirarlo su di morale, e soprattutto, cosa fare se i giocatori di football dell’ultima volta mi avessero riconosciuto.
Il viaggio durò un’oretta, schiacciai a tavoletta l’acceleratore, troppa era la fretta di raggiungere il McKinley, e quando meno me l’aspettavo, mi ritrovai di fronte la scuola, in cerca di un parcheggio.

“Sono qui… dove ti posso trovare?”
 
La risposta non tardò ad arrivare, per mia fortuna. Cominciavo a sentirmi osservato, troppo osservato.
 
“Aula canto al primo piano. Ti aspetto lì.”
 
- Scusatemi sapete dirmi dove si trova l’aula del Glee Club della scuola?-
Un gruppo di ragazzi guardò prima me, poi la mia auto. Probabilmente la mia divisa e l’auto avevano permesso una rapida etichettatura.
- Primo piano.-
Il gruppo di ragazzi si avvicinò alla macchina per guardarla meglio, mi chiesi cosa c’era di così esaltante in un'Audi. Quando poi volsi il mio sguardo tutto intorno, capii che forse non era una macchina che si vedeva tutti i giorni in quella scuola.
Mi avviai velocemente al suo interno, facendomi strada, anche se a fatica, tra il gruppo di ragazzi che c’era in giro.
Non mi ero accorto di quanto fosse enorme quella scuola e di quanti ragazzi la frequentassero. Senza Jeff e Nick sembrava tutto diverso.
L’atrio era pieno di ragazzi, si sentivano risate, urla, chitarre che suonavano, e chi più ne ha più ne metta. Localizzai le scale che portavano ai piani superiori, e le imboccai velocemente, scansandomi più volte per non urtare altri studenti.
Quando riuscii a toccare con il piede il primo piano, mi scansai velocemente dalle scale, evitando di farmi travolgere da un gruppo di studenti che scendeva le scale correndo.
In quel momento dovetti riconoscere che amavo la Dalton e la sua tranquillità.
- Scusami sai dov’è l’Aula del Glee?-
Una ragazza bionda mi guardò perplessa, aveva bellissimi occhi azzurri, stile Bambi. Dalla sua divisa capii che era una ragazza Cheerleader. Inclinò la testa di lato, mentre una ragazza dai capelli scuri la affiancò subito.
- Cosa ti serve saperlo? Chi sei?-
Il tono della mora mi fece trasalire. Anche lei era una Cheerleader, e a quanto pare non gli piaceva il fatto che cercassi quell’aula.
- Ehm, sono un amico di Kurt, mi ha dato appuntamento in quell’aula.-
Le due ragazze mi guardarono a bocca aperta, a quanto pare conoscevano Kurt, e a quanto pare erano membri del Glee Club. Indicarono un’aula dietro di loro, intravidi la porta aperta, e mentre con lo sguardo cercavo di vedere al suo interno, ringraziai velocemente le due ragazze e corsi lì.
Non appena entrai mi colpì subito la presenza di un bellissimo pianoforte a coda e una serie di strumenti. Dal lato opposto invece c’erano delle sedie disposte su dei gradoni.
Quando spostai lo sguardo cercando Kurt, lo intravidi riemergere dal pianoforte, con un libro in mano.
- Hey.-
Quando mi vide arrossì leggermente.
- Ciao.-
Mi sedetti sulla panca del pianoforte accanto a lui, aveva lo sguardo basso e picchiettava i tasti sconsolato.
Vederlo in quel modo non mi piaceva per niente, volevo consolarlo, abbracciarlo magari, ma sapevo che se qualcuno ci avrebbe visto, sarebbe stato peggio.
Mi limitai a prendergli la mano e stringerla leggermente.
- Allora mi vuoi dire chi è il tipo che ti molesta?-
Lui senza alzare lo sguardo, mi rispose.
- Karofsky, Dave Karofsky. Ho fatto come hai detto tu, l’ho affrontato dopo che per l’ennesima volta mi aveva sbattuto contro gli armadietti e… alla fine mi ha baciato.-
Pareva che quel ricordo fosse per lui una sorta di veleno, parlarne lo faceva stare male. Sempre tenendolo per mano, lo feci alzare dallo sgabello conducendolo verso l’uscita dell’aula. Lui prese velocemente la sua borsa e il suo libro e mi seguii.
Lasciai la sua mano e lo guardai per bene. Adoravo il modo in cui si vestiva, era sempre attento ai particolari, per non parlare del fatto che usava sempre abiti ricercati.
Il cappotto blu che portava quel giorno non faceva altro che risaltare il colore dei suoi occhi, e la sciarpa grigia e nera, richiamavano il suo pantalone scuro e le sue scarpe.
Era incredibile come curasse alla perfezione il suo abbigliamento, era una dote che ammiravo di lui.
Mi condusse fuori, cominciammo a salire una sorta di scalinata di ferro, sembrava una scala antincendio. Salimmo le scale attenti a non urtare altri studenti.
 - Grazie di essere venuto.-
Mi guardò con un leggero sorriso.
-Sta tranquillo lascia parlare me.-
- Eccolo è lui.-
Kurt mi indicò un ragazzone con il giubbotto della squadra di Football, venire verso di noi.
Lo guardai, sarebbe stata una bella sfida, mi balenò per la testa la possibilità di finire a pezzi sotto i suoi pugni, ma era un rischio che per Kurt avrei voluto correre.
- Ci penso io… Scusa?-
Il ragazzo ci guardò spaesato, il suo sguardo andò prima da Kurt e poi a me.
- Ciao damigelle … è il tuo fidanzato Kurt?-
Lo disse con disprezzo simile a qualcosa che forse era… incredulità?
- Senti io e Kurt ti vorremmo parlare.-
Il ragazzo pareva essere divertito da quella cosa, il tono della sua voce era ironico.
- Devo andare in classe.-
Detto questo diede un spintone a Kurt, che accusò il colpo con un leggero “mmph”.
Ragazzi come lui erano solo confusi, sapevo che dopo aver dato quel bacio, si era esposto parecchio nei confronti di Kurt, e la paura si sa, cambia le persone.
E se prima Kurt era solo il ragazzo contro cui faceva i suoi atti di bullismo, adesso era il suo obiettivo. Doveva farlo stare zitto.
- So quello che hai fatto a Kurt.-
Il ragazzo si voltò con una finta espressione sul volto. Se voleva fare finta di non sapere nulla, allora gli avrei sbattuto la verità in faccia. 
- Ah si …e cioè?-
-Mi hai dato un bacio.-
La voce di Kurt era ferma, ma sentivo che dentro tremava di paura, aveva paura della reazione di quel ragazzo.
-Non so di cosa parli.-
Si guardava intorno, spaventato dal fatto che qualcuno potesse sentire ciò che aveva detto Kurt. Lessi la paura nei suoi occhi, e piano piano crebbe in me la preoccupazione di ciò che lui potesse fare a Kurt dopo quella chiacchierata.
-A quanto pare sei un po’ confuso e … è assolutamente normale, è una realtà molto difficile da accettare, però devi sapere che non sei da solo.-
Fu un attimo, corse verso di me prendendomi per la camicia e spingendomi contro la parete di metallo che delimitava le scale. Alzai le braccia in alto in segno di resa, mentre il mio cuore prese a battere veloce.
-Ti conviene lasciarmi in pace…-
Ringhiò quelle parole facendole suonare come una minaccia, ma nei suoi occhi leggevo una crescente paura.
-La devi smettere!-
Kurt spinse via Karofsky, che stupito da quel gesto, rimase fermo per alcuni secondi, per poi andare via stizzito da quella situazione.
Non era finita lì, lo sapevo bene.
-Non farà coming out per ora.-
Buttai la situazione sul ridere, nonostante l’attacco di quel bestione mi ricordasse tremendamente il giorno in cui alcuni bulli della scuola, decisero di usare la mia testa al posto dello scopettino del bagno.
-Che c’è?-
Kurt si era andato a sedere sugli scalini in metallo, lo sguardo basso e l’espressione triste, più di prima. Avevo ammirato tantissimo quel gesto di coraggio. Il fatto che mi abbia difeso quando Karofsky mi aveva messo le mani addosso, mi aveva fatto piacere.
-Perché quella faccia?-
Glielo chiesi dolcemente andando a sedermi al suo fianco, cercando di guardarlo negli occhi.
-Perché fino a ieri non avevo mai ricevuto un bacio, almeno non quel tipo di bacio.-
Il suo primo bacio, rubato da una persona orribile come lui. Non potevo crederci. Rimasi in silenzio alcuni secondi, in quel caso non c’era bisogno di parlare, nessun tipo di parole avrebbe potuto aiutare Kurt a dimenticare.
Voltai più volte la testa verso di lui, fino a quando non decisi di fare l’unica cosa che potevo fare in quel momento.
-Vieni con me ti offro il pranzo.-
 

 
La mensa del McKinley era molto più grande della nostra, era gremita di gente di ogni tipo, e al contrario della nostra saletta, era fatta di pannelli a vetro che lasciavano penetrare la luce per tutto lo stanzone.
In un mobiletto vicino il self service, c’erano vassoi e vettovaglie.
Kurt ed io facemmo al fila con il nostro vassoio, aspettando il nostro turno. Mentre facevamo la fila, azzardai ad intavolare un discorso qualsiasi con lui, e quasi grato forse, che avessi fatto la prima mossa, non si tirò indietro, anzi fece di tutto per parlare con me anche delle cavolate.
Scoprii così che anche lui piaceva Vogue, che odiava lavorare nell’officina del padre, e che aveva una passione smisurata per le sciarpe.
Quando ammisi con lui che mi piaceva molto il football, inclinò la testa di lato perplesso.
- Anche te piace per via delle sciarpe?-
La sua battuta mi fece ridere.
- No a me piace proprio come sport, ma non mi metterei mai a praticarlo.-
Lui sorrise, avevamo riempito i nostri vassoi con il piatto del giorno, un pasticcio di pasta. O meglio, un ammasso informe che somigliava molto ad un pasticcio di pasta.
Come secondo prendemmo entrambi un’insalata, Kurt perché era sua abitudine, io perché il secondo offerto dalla mensa, non mi attirava granché.
- Allora come si sta alla Dalton?-
La domanda di Kurt mi fece alzare lo sguardo dal piatto. Aveva interrotto la mia analisi approfondita del pasticcio. Volevo accertarmi che non ci fossero forme di vita estranee.
- Si sta bene. Io perlomeno non mi lamento, essendo gay una scuola maschile è tutto ciò che potrei desiderare, ma gli altri ragazzi si lamentano per l’assenza di ragazze.-
Kurt sorrise debolmente.
- Sarebbe un sogno per me poter frequentare una scuola del genere, non sobbalzare più per il rumore di un armadietto che si chiude, non avere il batticuore di continuo.-
Lo capivo, era stato lo stesso per me. Mi stavo chiedendo che cosa avesse passato Kurt fino a quel momento. Cominciai a provare curiosità per la sua storia.
- Ho sempre Mercedes e gli altri del Glee Club a sostenermi, ma non mi va di chiedere aiuto a loro. Non voglio che anche loro subiscano atti di bullismo proteggendomi.-
Inclinai la testa di lato, quando parlava del Glee i suoi occhi si illuminavano, o era solo una mia impressione?
Entrambi cominciammo a mangiare la pasta, e sebbene il suo aspetto non fosse proprio dei migliori, il sapore non era niente male.
- Siete molto affiati come gruppo.-
Capii solo un secondo dopo che stava parlando dei Warblers.
- Sì lo siamo, siamo come una grande famiglia. Abbiamo passato anche l’estate insieme e sai ti ho anche…-
Kurt mi guardò curioso.
- Ti ho anche?-
Gaffe, mega gaffe! Continuavo non volergli ancora dire tutta la verità. Il perché non lo sapevo dire, sapevo solo che non era il momento, non volevo che sapesse.
- Ho dicevo, lì ho anche conosciuto altri ragazzi e ragazze. C’erano anche le ragazze della nostra scuola gemella, la Crawford Country Day, una scuola femminile.-
Kurt parve interessato a quella notizia, era buffo per lui sapere che in una città sola ci fossero due scuole private, una maschile e una femminile.
Scrollai le spalle divertito, in effetti in molti facevano battute su Westerville per via di queste due scuole private, ma la preparazione era di gran lunga superiore ad una scuola pubblica.
Ci facevano sgobbare sui libri era vero, ma uscendo dalla Dalton si avevano più possibilità di poter rientrare in università importanti.
Per mia fortuna ero riuscito a sviare l’argomento, e Kurt non pensò più a quella piccola gaffe.
Quando finimmo di pranzare, mi accompagnò al parcheggio, mi assicurò che a quell’ora non ci sarebbe stato pericolo di incontrare Karofsky in giro perché era agli allenamenti di Football.
Prima però di andare via, ebbi una richiesta da fargli.
- Kurt senti… non lo sa nessuno di questa cosa.-
Ci pensai, non era proprio vero.
- Ok nessuno a parte i Warblers. Sto tenendo un diario, sai ci scrivo un po’ quello che è mi successo fin’ora. Un modo per non dimenticare.-
Kurt mi guardò come se fossi pazzo.
- Non mi guardare così, non ci sono solo cose brutte, ma anche cose belle. Dalle mie esperienze nella mia ex scuola, fino ad oggi. Anche alla Dalton non sono stato immune dai problemi. Non di questo tipo, ma abbastanza rilevanti.-
Pensai a Jamie.
- Se ti va… potresti fare una cosa del genere anche tu. Scrivi ciò che ti è successo fino ad’ora, magari parti dal nostro incontro, come vuoi. Ma fidati scrivere ti farà bene.-
Il ragazzo fece una smorfia.
- In casa mia tenere le cose nascoste è un problema, e se mio padre venisse a sapere certe cose…-
- Allora manda tutto a me. Le metterò io al sicuro per te.-
Il suo sguardo era poco convinto, come se la mia idea non fosse delle migliori. Indugiò ancora un po’ accanto alla mia macchina pensieroso.
Alcuni ragazzi ritardatari, presero a correre verso la scuola, per le attività pomeridiane, Kurt li guardò andare via per poi tornare a guardarmi.
- Ci penserò su ok?-
Ricambiai il suo sorriso, misi una mano sulla sua spalla e la strinsi leggermente.
- Chiamami se hai bisogno ok? Kurt davvero mi arrabbio se non lo fai. Anzi stasera ti chiamo io ok?-
Il ragazzo annuì con un grosso sorriso, vederlo sorridere mi faceva stare bene.
Proprio mentre stavo per salutarlo, il mio telefono prese a squillare. Kurt fece per andarsene ma lo fermai con un gesto.
- Dove… Sei… Finito????-
La voce di Jeff esplose dal telefono. Lo allontanai dal mio orecchio mentre lui e Nick mi facevano una ramanzina stile mamma chioccia con il pulcino.
Frasi come “ci siamo preoccupati a morte” “Non ti abbiamo visto a pranzo” e “abbiamo minacciato di morte tutti i Warblers per sapere dove sei!”, furono ripetute all'infinito.
Kurt mi guardava ridendo, e a quanto pare la sua risata cristallina si era sentita nonostante le urla in sottofondo di Jeff.
- Blainuccio… chi c’è con te?-
Jeff prese il telefono al volo, sentii Nick imprecare.
- Sei per caso con… -
Risposi prima che potessero farlo loro.
- Sì sono con Kurt, no non è una fuga romantica, sì sarò a scuola per le prove. Va bene così?-
Jeff continuava a parlare agitato mentre Nick suggeriva cosa dirmi.
- Jeff ci vediamo dopo e non mi chiamate che sono in macchina! Fate i bravi!-
Chiusi la telefonata e guardai Kurt che non riusciva a smettere di ridere. Jeff e Nick mi facevano esasperare ma ammettevo anche io che stare con loro era come vivere in un cartone animato.
Kurt mi promise che avrebbe pensato seriamente alla mia proposta, prima di lasciarmi però mi prese la mano stringendola.
- Grazie ancora Blaine io… ti sono riconoscente per tutto.-
Sorrisi.
- Kurt hai dimostrato di avere coraggio molto più di me. Ti ammiro molto lo sai? La tua forza interiore è incredibile. Non hai bisogno di me, ma semmai dovessi averne bisogno sai sempre dove trovarmi. Per te ci sarò sempre.-
Un ultimo sguardo e poi entrai in macchina per andare via.
- Non sarai mai solo Kurt.-



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Capitolo 23
*** Kurt's Letter ***


Ed eccomi di nuovo a voi con un aggiornamento fatto in super ritardo. 
Ok ammetto che ho avuto delle giornate un pò... difficili. Vi chiedo di perdonarmi. 
Poi per un motivo e un altro mi è sparita l'ispirazione e la sera tutto volevo fare tranne che scrivere. 
Sono ancora in vacanza mentalmente xD
Mi sono rimessa a forza su questo capitolo per renderlo meno stupido possibile, 
e guarda caso l'ispirazione si è degnata di tornare a farmi visita. Meno male. 
Ok capitolo direi poco... poco tutto. Non sono affatto soddisfatta del mio operato ma vabbè. 
Mi affido ai vostri commenti!

p.s. capitolo non betato ( come gli altri del resto xD La mia Beta quando può mi correggerà xD )

S.

 


Kurt’s Letter

 
On the edge of something real
I have a choice, but I don’t know what to feel
Getting tired of all this fear
Before I choose, let me know that you’ll be here
Let me know that you’ll be here
 
Sala prove di Warblers, fissavo il vuoto, mentre seduto in poltrona le mie mani scorrevano veloci sulla chitarra, suonando un’accordo dopo l’altro. Avevo scoperto quella canzone durante la preparazione di quella famosa festa.
L’avevamo cantata un paio di volte, e mi era piaciuta.
Chissà perché in quel momento mi fece pensare a Kurt.
Anche quel giorno avevo evitato il pranzo per potermi rifugiare nella sala.
 
Cause I’m not afraid to fall
If you’re the one who catches me
Tell that you’ll be there when I’m
About to lose it all
You’re the one who helps me see
That sometimes it’s ok to fall
 
Io ho sempre avuto paura di cadere, di cadere e di farmi male per l’ennesima volta, ma con i Warblers tutto era diverso. Avevo imparato con loro che cadere non era sempre così terribile, non quando c’erano amici come loro che erano sempre disposti ad aiutarti.
Volevo essere per Kurt ciò che i Warblers erano stati per me.
 
When I’m far away from where you are (where you are)
It’s ok, cause we’re under the same stars
I’m laying down this heavy load (heavy load)
Maybe now I can finally let this go
I can finally let you know
But I’m not afraid to fall
If you’re the one who catches me
Tell that you’ll be there when I’m
About to lose it all
You’re the one who helps me see
That sometimes it’s ok
To fall Oh Oh
 
Mille ricordi si affacciarono nella mia mente, la prima volta che lo vidi, che incrociai suoi occhi azzurri, la prima volta che ci parlai. Non sapevo nulla di lui allora.
Un tempo ero io che lo guardavo con ammirazione, mentre giorni fa, era proprio lui che mi guardava con lo stesso sguardo di ammirazione che io riservavo sempre e solo per lui.
Non volevo deluderlo, volevo essere la sua roccia, la sua fortezza.
 
Not afraid to fall
If you’re the one who catches me
Tell that you’ll be there when I’m
 
About to lose it all
You’re the one who helps me see
That sometimes it’s ok to fall
 
- Riminiscenze da Jonas?-
Alzai lo sguardo, Richard era in piedi davanti la porta aperta e mi guardava sorridendo. Sospirai e abbassai lo sguardo, dopo quella festa mi ero riscoperto a sentire ogni tanto il cd di quel gruppo musicale, prima di andare a dormire. Ovviamente era una di quelle cose da diario segreto, che non vorrei finissero nelle mani sbagliate.
Mi sono scordato che ormai il mio diario è di pubblico dominio.
Dettagli.
Posai la chitarra a terra mentre il Warbler entrò nella stanza indicando la poltrona di fronte quella dove era seduto io, chiedendomi con un gesto se poteva sedersi.
Annuii facendo lui cenno di accomodarsi, e quando si fu seduto, cacciò dalla sua borsa di cuoio, una busta con un paio di tramezzini.
- Non so cosa ti stia succendo ma ormai sono un paio di giorni che non mangi, cosa ti prende?-
Alzai le mani per poi farle ricadere sul divano stancamente.
- Non saprei, non ho tanta fame. Ultiamamente mi viene solo da chiudermi qui dentro e suonare e cantare. Sarà per le provinciali alle porte.-
Il ragazzo annuì passandosi una mano sul mento. Le Provicinciali spaventavano tutti, ognuno di noi era preso da quella sfida, e sapere che avremmo affrontato le New Directions, mi metteva ancora più in agitazione.
Erano bravissimi e tutti noi lo ammettevamo, soprattutto dopo aver visto la pubblicità dei materassi, e l’esibizione di Kurt e Mercedes dal vivo.
- Senti Blaine io ti devo parlare di una cosa.-
Drizzai le orecchie, di solito Richard non parlava tanto con me, perlomeno non di cose personali e non con quel tono di voce. Quando alzai lo sguardo lo vidi torturarsi le mani, lo sguardo basso, il corpo teso.
Inclinai la testa di lato curioso, non sapevo cosa fare per tranquillizzarlo, addentai il tramezzino mentre aspettavo che dicesse qualcosa.
- Tu… come hai capito di essere gay?-
Domanda che mi aspettavo da tutti tranne che da lui. Evitai di aprire la bocca per non far cadere briciole di tramezzino sul pavimento. Di solito domande come quelle non mi imbarazzavano, cercavo sempre di rispondere nel modo più accurato possibile, ma Richard, lui non credevo fosse gay, o perlomeno non avevo mai visto in lui alcun segnale.
Incartai il tramezzino, pulendomi con un fazzolettino la bocca, posai la chitarra a terra e mi alzai facendo cenno a Richard di fare lo stesso.
- Andiamo in caffetteria, penso sia il caso di parlare di questo davanti una bella tazza di cappuccino.-



Forse era stata la scelta più appropriata, Richard mi sorrise riconoscente, e mentre procedevamo verso la caffetteria, parlammo del più e del meno.
A quanto pare il Warbler aveva apprezzato la mia piccola performance, trovava che le canzoni dei Jonas fossero adatte a me, erano nella mia tonalità. Lo guardai apprezzando i suoi complimenti, almeno lui non si era messo a ridere.
Arrivammo in caffetteria, in quel momento era quasi vuota, scelsi un tavolino ad un angolo della stanza, abbastanza lontano dagli altri. Ci sedemmo uno di fronte all’altro, controllai che non ci fossero orecchie indiscrete in giro, e presi respiro per rispondere alla sua domanda.
- Non lo so, mi è successo alle scuole medie credo, se non prima. Sapevo soltanto che provavo molta più, simpatia nei confronti dei bambini, più che delle bambine.-
Cercai di essere più esatto, non riuscivo a trovare un esempio adatto a quella situazione, mi venne solo un suggerimento da dargli, il più ovvio e anche il più… forse poco ortodosso, dipendeva tutto dai punti di vista.
- Senti so che è… strano. Ma perché non provi a baciare un ragazzo? Magari uno per il quale senti qualcosa. Di solito funziona.-
Richard annuì soppesando le mie parole, quando però ripensò a tutta la frase, alzò le mani e si sporse verso di me.
- Non penserai mica che sono… gay?-
In quel momento rimasi confuso, lo guardai inarcando un sopracciglio, per quale motivo allora mi stava facendo quella domanda? Se non era per lui per chi era? Il viso del Warbler divenne rosso pomodoro, se fosse stato possibile, avrei visto anche il fumo uscirgli dalle orecchie.
- Non sono gay Blaine! Ti parlo per conto di … un amico.-
Lo guardai sorridendo, decisi di bermi la storia dell’amico. Probabilmente si sentiva in imbarazzo, avevo sentito anche nei film di gente che usava una scusa come quella, e poi alla fine parlando, si veniva a scoprire che in realtà era riferito a loro stessi.
Rigirai la cannuccia nel mio cappuccino mentre Richard si ricomponeva, tossicchiò appena e posò nuovamente le mani sul tavolo, mentre torturava un muffin su un piattino.
- Ok … ehm… -
Non seppi mai cosa voleva dirmi, perché in quel preciso istante arrivò Cameron con un mucchio di lettere in mano.
Scartabellò nel mucchio e trovò quella che cercava, mi sorrise e lasciò sul tavolo una busta con il mio nome e l’indirizzo della scuola. Era color avorio, e la scrittura che c’era sopra era elegante ed ordinata, ma non era familiare. Chi mai poteva avermi scritto a una lettera?
Era raro che ricevevo posta a scuola, se non da parte dei miei genitori quando erano in vacanza e decidevano di mandarmi una cartolina.
- Voltala e vedi chi te la manda.-
Anche Richard era curioso. Feci come aveva detto, e quando lessi il nome del mittente, il mio cuore diede un balzo. Alla fine l’aveva scritta! Mi alzai di scatto prendendo il bicchiere ancora colmo di cappuccino.
- Rich senti, possiamo parlarne dopo?-
Il ragazzo parve sollevato da quella interruzione, mi rivolse un sorriso raggiante e annuì. Mi alzai dal tavolo e quasi mi scontrai contro Cameron, che veniva dalla direzione opposta e pareva intento a raggiungere il tavolo dove era seduto il cugino.
- Ciao Cam! Scusami vado di fretta.-
Il ragazzo declinò le mie scuse con un gesto della mano e un sorriso, poi mi salutò mentre camminavo velocemente verso l’uscita della caffetteria.
Non ci potevo credere che l’avesse fatto, la curiosità era troppo grande, non potevo aspettare la fine delle lezioni pomeridiane. Non potevo darmi per malato, non potevo permettermi troppe assenze, e già averne fatta una ingiustificata quando ero andato a Lima, mi aveva messo in una situazione un po’ delicata.
Fui salvato in corner dai ragazzi che riuscirono ad inventare una scusa plausibile.
Certo, ora Wes passava per il tiranno capo dei Warblers che costringeva gli appartenenti al Glee a fare le prove anche se affetti da un grave virus intestinale, ma pareva che a lui non dispiacesse così tanto.
Ora andava in giro per i corridoi atteggiandosi e mettendo paura ogni tanto alle matricole.
Avevo mezz’ora prima dell’inizio delle lezioni, entrai in classe e occupai un posto in fondo all’aula, non c’era nessuno e almeno per una trentina di minuti avrei avuto tutta la privacy che volevo. Salvo imprevisti.
Guardai fuori dai finestroni dell’aula, dove arrivavano i raggi del sole, quell’aula era una sauna il pomeriggio, per fortuna avevano acceso l’aria condizionata.
Spiegai per bene la lettera di Kurt, rimanendo colpito dalla sua calligrafia ordinatissima ed elegante, nulla in confronto alla mia che poteva essere definita come una calligrafia discendente dai geroglifici egizi.
Annusai la carta in cerca di quel profumo, magari il suo profumo, ma riuscii a sentire solo odore di inchiostro.
 
Caro Blaine,
non ti aspettavi questa lettera vero? Ho pensato tutto il pomeriggio alla tua proposta e la sera stessa mi sono impegnato a scrivere questa lettera. Non so quando ti verrà recapitata, spero il prima possibile.
Mi hai chiesto di parlarti di me, o perlomeno di raccontare la mia storia. Non credo di poterti raccontare tutto, anche perché per quanto certe esperienze non riuscirò mai a scacciarle via completamente, evito di riportarle alla mente, per una sorta di autodifesa.
Sono gay da sempre credo, non mi pare di aver avuto mai dubbi al riguardo, ma ho fatto outing l’anno scorso, dicendolo per prima a mio padre.

Se non fosse stato per la mia amica Mercedes, forse non avrei mai trovato il coraggio di fare un passo del genere.
Accadde un fatto insolito tra me e lei, uscivamo spesso insieme, andavano a fare shopping e ci divertivamo tantissimo. Forse feci qualcosa di sbagliato, fatto sta che lei fraintese tutto.
Mercedes pensava che tra me e lei ci fosse qualcosa che andava ben oltre l’amicizia, mentre il mio cuore in quei giorni apparteneva ad un altro.
Altro scherzo del destino, lei fraintese di nuovo tutto pensando che l’oggetto dei miei desideri era una ragazza.
Fatto sta che alla fine, dopo avermi distrutto la macchina, le confessai che ero gay.
Lei la prima cosa che mi disse è che non dovevo nascondermi con chi mi voleva bene.

 
Sorrisi leggendo quelle parole, era proprio quello che feci io a suo a tempo, pensavo che mio padre e mia madre fossero orgogliosi di me e mi accettassero per quello che ero.
Alzai lo sguardo dalla lettera quando vidi Jeff e Nick entrare in aula.
Stavano parlando fitto dandosi ogni tanto un colpetto sulla nuca, quando mi videro sorrisero, e quando videro cosa stavo facendo, quel sorriso si allargò ancora di più.
Entrambi mi guardarono curiosi, e si avvicinarono velocemente per sbirciare la lettera di Kurt.
- Alt! Non si legge.-
I due si guardarono allibiti.
- Come non si legge? I fatti tuoi sono i fatti nostri perciò dai, da parte di chi è?-
Il loro tono malizioso mi fece capire che qualche sospetto lo avessero già. Sorrisi bonario e infilai la lettera nella sua busta per poi riporla nello zaino.
- Lo sapete di chi è, e aggiungo di nuovo, che non potete leggerla.-
Jeff aprì la bocca stupefatto, Nick invece stava ponderando un modo per rubarmi la lettera, glielo si leggeva in faccia. Possibile che l’unica soluzione fosse nascondermela nella mia biancheria? Di sicuro quei due le mani lì non me le avrebbero messe. O sì?
- Siamo già passati alle lettere romantiche eh? Buono a sapersi.-
Inutile dire che quando quei due si mettono in testa qualcosa, non è facile persuaderli. Fatto sta che non finii di leggere la lettera perché gli altri studenti cominciarono a prendere posto in aula.
Jamie mi salutò, entrò insieme a Cameron e Richard, stava parlando con i due, incrociò il mio sguardo e sorrise.
Prima le domande di Richard, ora loro due che entrano in classe insieme, non ci voleva uno stupido per fare due più due. Aprii la bocca stupefatto e picchiettai le spalle di Jeff e Nick, con un gesto della testa indicai Richard e Jamie.
- Non vorrai dirmi che…-
Jeff indicava prima me, poi loro.
- No… Richard? Non si stava sentendo con una tipa?-
Scrollai le spalle, succedeva spesso così, ti senti con una ragazza, ci esci e poi ti rendi conto che sono meglio i maschi. Quando il professore entrò, tutti e tre prendemmo posto, e dato che il mio posto rimase libero, lo occupò in gran fretta Jamie, che mi rivolse un sorriso.
Ormai il nostro rapporto era fatto di sguardi e sorrisi, nulla di più. Rimasi leggermente sorpreso quando mi rivolse la parola, la prima volta dopo non so quanti giorni.
- Come stai?-
Mi guardai intorno per poi portare lo sguardo su di lui.
- Ehm bene credo.-
Jamie annuì.
- Ho saputo del casino accaduto al McKinley, spero che quell’energumeno non ti abbia fatto male.-
La storia della mia fuga a Lima era conosciuta solo dai membri dei Warblers, poiché tra di noi si sapeva, non era possibile mantenere alcun tipo di segreto.
- Grazie Jamie, sei gentile a preoccuparti per me.-
Il ragazzo sorrise, mi lanciò una gomitata complice facendomi l’occhiolino.
- Dopo tutto il primo amore non si scorda mai, no?-
Forse la mia faccia sconvolta era davvero buffa, perché provocò in lui una risatina che dovette soffocare per non farsi sentire dal professore che era appena entrato in aula.
- Blaine sto scherzando!-
Sospirai, mi resi conto di essere felice che il rapporto con Jamie fosse quasi tornato alla normalità, per quanto il nostro rapporto possa essere definito normale.
Era tutto così strano, era come se tra me e Jamie non fosse mai successo nulla, come se gli avvenimenti dell’anno scorso non fossero mai stati vissuti.
Non parlammo molto, per lo più prendemmo appunti, ogni tanto una battuta sul professore, e per il resto, silenzio assoluto. Non che mi dispiacesse.
Alla fine della lezione mi salutò velocemente, per poi recarsi da Richard e Cameron, Richard lo salutò con un sorriso, e dopo un breve scambio di battute andarono via insieme.
- Ok, questa proprio… io devo parlare con Richard.-
Jeff era di fianco a me, e guardava la scena molto interessato, sospirai e gli diedi un pugno sul braccio.
- Fatti gli affari tuoi, e andiamo alla prossima lezione dai.-
 

 
 
Mio padre fu stupendo, ovviamente ci mise tempo per digerire la notizia, ma mi disse anche che aveva dei sospetti da molto tempo, e tutto a causa delle mie richieste strambe da bambino. Sorvolo su questo particolare anche perché mi vergognerei a riferirti certe cose.
 
Ammetto che immaginai il suo viso arrossire mentre scriveva quelle parole, e quella vista mi piacque davvero tanto.
 
Comunque sia, la mia vita da allora è cambiata. Non dovevo nascondermi più potevo mostrare al mondo chi fosse il vero Kurt Hummel, ciò che però non tenni in considerazione, era il fatto che il mondo non era ancora pronto a vedere il vero me.
Cominciarono i problemi, le battutine prima solo mormorate, ora erano quasi gridate nel corridoio. Ogni battuta era un colpo al petto, ogni granitata mi feriva più di quanto facesse prima.
Amavo un ragazzo che non ricambiava affatto i miei sentimenti, ero e sono l’unico gay dichiarato della scuola, e come ultima news, un gorilla di forma quasi umana, ha deciso di rendermi la vita un inferno.

Non so perché ci odiano Blaine, non so perché non riescono ad accettare la possibilità, che gli uomini non devono per forza amare solo le donne.
Incontrarti è stata una sorta di benedizione. Sia chiaro, non credo in Dio, o perlomeno vorrei credere che esista un Dio che ci ami tutto allo stesso modo, ma da come vanno le cose ora, mi rimane difficile credere nella sua esistenza.
Non so chi mi ha mandato questo dono, non so chi ha permesso ai nostri destini di incrociarsi, so solo che sono felice che sia accaduto.
 
I had a dream my life would be
So different from this hell I'm living
So different now from what it seemed
Now life has killed the dream I dreamed


Kurt.
 
Quelle parole mi fecero sorridere, la vita di Kurt non era stata facile come non lo è stata la mia, al contrario di me però lui ha avuto il coraggio di combattere, ha avuto il coraggio di rimanere nel suo inferno personale, cercando di cambiare le cose. Volevo mandargli un messaggio, volevo fargli capire che la sua lettera era arrivata, e che l’avevo letta, magari per ringraziarlo della fiducia che aveva riposto in me confidandomi certe cose.
Avevo sentito tempo fa una canzone che mi piacque davvero molto, e per quanto forse non fosse completamente adatta a noi, riportai nel messaggio solo la prima parte.

There’s a place out there for us.
More than just a prayer or anything we ever dreamed of.
So when you feel like givin' up cause you don’t fit in down here.
Fear is crashing in, close your eyes and take my hand…

 
 

 
Wes battè il martelletto due volte, tutti i Warblers si zittirono, volsero tutti lo sguardo verso il Warbler che in quel momento si schiarì la voce. Thad e David erano al suo fianco, ed entrambi avevano le mani poggiate sul tavolo di legno scuro. Pensavo che quel giorno avremmo deciso la scaletta per le regionali, e invece si parlò di tutt altro.
A quanto pare il preside della Dalton e la preside della Crawford Country Day, avevano organizzato una sorta di Festival Autunnale, e i due Glee Club dovevano preparare dei numeri per esibirsi durante il festival.
La mia disperazione fu evidente, perché due festosi Jeff e Nick, incollarono sul viso la loro espressione più seria per consolarmi. Non riuscivano però a trattenere un grosso sorriso, per loro quella era una buona opportunità per rimorchiare, per me invece era solo una tortura.
Le ragazze di quella scuola, erano tra le più frivole e viziate mai viste in vita mia. Le poche volte che le nostre scuole si incontravano, era una tortura, dovevo subire le loro occhiatine e i loro tentativi di approccio.
Eviterò di riportare le mie esperienze passate con quelle ragazze, tendo a rimuovere particolari ricordi spiacevoli.
- Ehm… Blaine?-
Alzai lo sguardo, Wes aveva lo sguardo dispiaciuto, mentre David e Thad non riuscivano a trattenere le risate. Cosa ci trovavano di così divertente nel vedermi così depresso?
- Dovrai cantare un duetto con la solista del loro Glee.-
Alzai gli occhi al cielo mimando in modo alquanto teatrale una sorta di impiccagione tirando in alto la mia cravatta. Jeff e Nick di fianco a me non smettevano di ridere.
La riunione la passammo a discutere su quali canzoni proporre al Glee Club della Crawford, e soprattutto dovevamo indire nuove audizioni, poichè nella scaletta vi erano parecchi duetti, e io per primo mi stavo rifiutando di cantarli tutti. Meno contatti avevo con le ragazze della Crawford, e meglio era.
Per tutto il tempo rimasi abbacchiato seduto sulla poltrona, annuendo ogni tanto quando carpivo stralci di conversazioni al riguardo. 
Il Festival avrebbe distolto la nostra attenzione dalle regionali, per quanto Wes mi tranquillizzasse riguardo la scaletta, che a quanto pare aveva elaborato con David e Thad,  non mi sentivo così tranquillo.
Lanciai un ultimo sguardo ai Warblers, erano tutti emozionati, quasi vedevo i loro ormoni impazzire per la stanza.
Scambiai uno sguardo con Jamie, che scrollò le spalle divertito, era l’unico della stanza che mi poteva capire. Finita la riunione pensavo che ormai fossi libero di andare a rifugiarmi in camera per rilassarmi, ascoltando un po’ di musica, o uccidendomi di videogiochi fino a notte fonda in solitaria solitudine, ma non ebbi tutta questa fortuna.
- Blaine per favore ci devi aiutare.-
Jeff e Nick si presentarono dietro di me con la faccia da cucciolo bastonato, che usavano ogni qualvolta avevano bisogno di qualcosa.
Sorrisi e scompigliai ad entrambi i capelli, cosa che diede loro molto fastidio, lo si leggeva sui loro volti, ma evitarono di dire qualcosa al riguardo.
- Ci vediamo dopo cena in camera mia, portate le canzoni che volete fare per il provino e ci lavoriamo su.-
Jeff e Nick batterono il cinque, mi rivolsero un sorriso radioso che valeva più di mille parole, poi si fiondarono sul foglio delle audizioni, litigando per poter scrivere per prima il proprio nome.
Li guardai bisticciare per alcuni secondi, dopodiché voltai le spalle al gruppo di Warblers, per poter uscire dall’aula.
Una volta fuori, presi un grosso respiro, avevo ancora qualche ora di svago prima di cena.
Presi il cellulare incerto se chiamare mia madre e mio padre, non li sentivo da un po’, e dato che non avevo intenzione di tornare a casa, pensai potesse far loro piacere sapere del festival. Ci saremmo potuti vedere lì.
Per fortuna non erano in casa, così evitai di perdermi in chiacchiere, e soprattutto evitai di sentire mia madre che con tono supplichevole mi pregava di tornare a casa per quel weekend.
Anche se ormai avevo più che recuperato il rapporto con mio padre, preferivo passare i weekend alla Dalton, piuttosto che a casa.
In quel momento sentii il bisogno di una persona amica con cui parlare, una persona che capisse perfettamente cosa sentissi in quel momento.
E per la prima volta, invece che pensare a Jeremiah, pensai a Kurt.

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Capitolo 24
*** Audition ***


Capitolo ovviamente non betato. Ma che lo dico a fare? Datelo per scontato xD
Allora non so che dire, spero solo che vi piaccia. 
L'ho scritto in momenti poco opportuni della giornata, ovvero prima di andare a dormire. 
Pensavo di postarlo ieri, ma non ero sicura di ciò che avevo scritto fin'ora. 
Mi affido ai vostri commenti, anche perchè l'ispirazione la prendo anche da voi miei cari recensori :3

S.

 


Audition

 
Blaine ha aggiunto Blonde and Cool e I’m the Best alla conversazione.
 
 
Blaine: Se avete già pronto il pezzo, mandatemelo via mail, appena torno gli do uno sguardo.
 
Blonde and Cool: dove sei finito? È tutto il pomeriggio che ti cerchiamo.
 
Blaine: Sono a Lima con Kurt. Ci vediamo stasera, torno entro il coprifuoco.
 
I’m the Best: Cioè a mezzanotte? Guarda che ti aspettiamo.
 
Blaine: il tuo nickname è un’iniezione di autostima.
 
I’m the Best: vincerò io quelle audizioni. Il tuo invece… molto fantasioso direi.
 
Blaine: sono dal cellulare, questo offre la casa!
 
Blonde and Cool:  Concordo con Nick, e sono in disaccordo sulla sua prima affermazione. Lo vedremo chi vincerà.
 
I’m the Best: intanto facciamo fuori Jamie.
 
Blonde and Cool: che ne dici del diuretico nel suo pranzo? Qualche goccia nell’acqua…

I’m the Best: io opto per il diuretico nelle polpettine che serviranno lunedì in mensa.
 
Blonde and Cool: ma dai che schifo! Polpette al diuretico…
 
Blaine: invece che ingegnarvi ad ideare piani del genere, lavorate sul pezzo da portare per l’audizione. Ci vediamo più tardi.
 
Blaine si è disconnesso.
 



Il Bel Grissino era un ristorante rinomato a Lima, Kurt aveva detto lui che qualche volta ci era andato con la sua famiglia, e aveva sempre mangiato bene. Per quella sera aveva deciso di fargli una sorpresa e portarlo lì. Avevano appuntamento sotto casa sua per le sette, ma come prevedeva, Kurt era in ritardo.
Al suo squillo aveva risposto con un semplice messaggio: “sto arrivando”.
Il venerdì sera era una di quelle sere in cui gli studenti della Dalton potevano rientrare a mezzanotte, dato che il giorno dopo non avevano lezione, e non erano costretti ad indossare la divisa scolastica.
Visto che era la prima volta che Kurt lo avrebbe visto senza divisa, aveva impiegato quasi tutto il pomeriggio a scegliere cosa mettersi, incurante delle continue passate di Nick e Jeff che bussavano ogni cinque minuti.
Si sistemò meglio i capelli anche quella sera incatenati sotto strati di gel, e mandò l’ultimo messaggio di Chat a Jeff e Nick per poi disconnettersi.
La macchina odorava troppo di Davidoff Adventure, e sperava vivamente che a Kurt non desse fastidio. Nonostante avesse i finestrini della macchina aperti, pareva che l’odore pungente non volesse andare via.
Le luci sulle strade cominciarono ad accendersi, illuminando il viale di villette dove viveva Kurt, guardò per un po’ alcune macchine scorrere lente lungo la strada, mentre la radio trasmetteva una canzone melodica che Blaine non conosceva.
- Scusa il ritardo!-
Blaine sobbalzò quando sentì la portiera aprirsi di scatto, mentre un trafelato Kurt entrava di fretta e di furia. La prima cosa che riuscì a percepire prima di guardarlo, fu l’odore del suo profumo.
Era un profumo familiare, lo colpì subito la sua nota dolce che sfumava quasi nell’acre, e mentre il suo sguardo si spostava sui suoi occhi, non poté fare a meno di sentire i loro due profumi aleggiare in macchina, incontrarsi e mischiarsi, dando vita ad un profumo del tutto nuovo, molto piacevole.
- Troppo profumo?- chiese titubante Kurt mentre annusava l’aria, preoccupato.
Scossi la testa.
 - Almeno abbiamo una cosa in comune, anche io metto sempre quintali di profumo quando esco.-
Quella risposta spazzò via ogni singolo dubbio dal suo viso, mi piaceva vederlo sorridere, era davvero dolce. Adoravo quella fossetta che si creava sulla sua guancia, e quegli occhi azzurri che pareva si illuminassero.
- Allora dove andiamo di bello?-
Posò le mani sulle gambe sorridendo, lo sguardo fisso di fronte a sé. Notai un leggero rossore fiorire sulle sue guance.
- Voglio farti una mezza.. sorpresa. In realtà non lo è, ma spero ti piaccia lo stesso il pensiero.-
Kurt mi guardò carico di aspettative, e lentamente mi spostai dal ciglio della strada per poi prendere la strada per il Bel Grissino. Avevo speso parte del pomeriggio memorizzando la strada per il ristorante, per evitare di usare il navigatore, e quando raggiungemmo la meta, Kurt sgranò gli occhi.
L’insegna del Bel Grissino troneggiava sull’ingresso del locale, mi ritrovai a fissarla quasi orgoglioso di aver raggiungo la meta senza alcun bisogno di aiuto. Certo mi ero perso un paio di volte e forse avevo allungato il tragitto, ma Kurt non aveva sospettato di nulla e questo dopo tutto era il mio obiettivo.
- Mi porti davvero al Bel Grissino?-
Annuii lentamente, non riuscivo a leggere alcun tipo di reazione sul suo viso, se non evidente sorpresa.
- Io… adoro questo ristorante.-
 

 
Avevo prenotato un tavolo sotto il mio nome, quando entrammo mi rivolsi ad un cameriere, e dopo avergli dato il mio nominativo, ci portò in un tavolino più o meno appartato del locale.
Kurt guardava tutto con attenzione, rimanendo sempre dietro di me, seguendomi in silenzio.
Quando ci sedemmo, cominciò a giocherellare con i grissini messi in un contenitore di vimini, e mentre lo osservavo divertito, quasi non mi accorsi del cameriere che passando ci lasciò due menù sul tavolo.
Inclinai la testa guardando Kurt che pareva quasi intenzionato a non voler parlare per primo.
- A cosa pensi?-
Il ragazzo alzò lo sguardo lentamente, non riuscì a nascondere un sorriso, e nemmeno il rossore che di nuovo si affacciò sulle sue guance.
- Come fai a sapere che è il mio ristorante preferito?-
La domanda era semplice, e la risposta ancora di più.
- Me l’hai mezzo accennato tu, perlomeno da come me ne parlasti intuii che fosse il tuo ristorante preferito. Ho rischiato però di toppare in pieno, non ne ero certo al cento per cento.-
Il ragazzo sorrise felice, poi mangiucchiò il grissino che aveva preso in mano, mordichiandolo lentamente, sembrava quasi un cricetino.
- Sai perché si chiama Bel Grissino?-
Scossi la testa, prendendo a mia volta un grissino e staccandone un pezzo con la bocca.
- I grissini sono gratis, e li servono di continuo, se dovessi finirli te li rimettono nel contenitore, senza che tu dica nulla.-
Guardai il contenitore di grissini, non erano grissini sottili, e il loro spessore poteva mettere a serio rischio la fame che avevo in quel momento, e abbuffarmi di grissini non era proprio il programma che avevo per la serata. Eppure volevo vedere se quella piccola leggenda fosse vera.
Kurt guardava i grissini come me, forse anche lui pensava la stessa identica cosa.
- Proviamo?-
Alzai lo sguardo verso di lui, aveva gli occhi sui grissini. Ve n’erano cinque a testa, per un totale di dieci grissini, in quel momento pensai che mangiarli non avrebbe compromesso di molto il mio appettito.
Kurt ne prese uno e lo guardò con aria di sfida, feci lo stesso, poi ci guardammo. In un gesto secco, staccamo il primo pezzo di grissino, per poi finirlo di mangiare con avidità.
Volevamo terminarli prima che ritornasse il cameriere per prendere gli ordini. Ci guardavamo e mangiavamo grissini, era come se si fosse instaurata una sorta di sfida per vedere chi li finiva prima.
Kurt infilò l’ultimo pezzo di grissino in bocca, alzando le braccia al cielo esultando, io sbuffai protestando per la sconfitta ricevuta.
Le sue guance rossee erano gonfie, mentre cercava di masticare a fatica tutti quei grissini infilati in bocca, trovai la cosa stranamente interessante.
- Hai una cosa sul mento…-
Mi sporsi facendo finta di togliere una macchia, ma il mio dito andò dritto sul collo, solleticandolo leggermente. Non mi aspettavo di certo una sorta di eruzione di grissini! In un lampo Kurt cominciò a tossicchiare, rischiando di sputare tutti i grissini che aveva in bocca, complessate nelle sue guance.
La sua espressione da pesce palla arrabbiato mi fece ancora più ridere. Da tempo ormai, non stavo così bene con qualcuno che non fossero i miei amici della Dalton. 
In quel momento il cameriere arrivò chiedendoci se avevamo scelto cosa ordinare, Kurt ingoiò gli ultimi rimasugli di grissino e ordinò un doppio menù di qualcosa che non avevo capito cosa fosse.
Prima che potessimo ricominciare a parlare, un cameriere tornò al nostro tavolo, mettendo una decina di grissini nell’apposito contenitore, facendo esplodere me e Kurt in una sonora risata.
Non parlammo del Glee, non parlammo di scuola, l’unico accenno fatto fu riguardo il festival autunnale, dove mi toccava duettare con una ragazza del Glee della nostra scuola gemella.
- Ti va di venire al festival? Ci sarò anche io e… magari dopo la mia esibizione… potremmo passare del tempo insieme…-
Quella proposta gli sembrò qualcosa di abbastanza osceno detto in quel modo. Kurt rimase dapprima interdetto, poi spostò lo sguardo altrove passandosi una mano sul viso, ed in quel momento Blaine sentì il suo cuore perdere un battito. Si era appena autoproclamato idiota dell’anno. Si conoscevano da veramente pochissimo tempo, e Kurt poteva avere di meglio da fare piuttosto che uscire con lui.
- Scusami mi rendo conto che hai da fare altro…-
Stupido tentativo di riprendermi.
- Certo che mi va! Sarebbe davvero carino!-
Passammo il resto della cena parlando del più e del meno, cadendo a volte in un silenzio confortante, nessuno dei due aveva nulla da dire, ed entrambi godevamo della compagnia reciproca.
Avevo trovato qualcuno che capisse perfettamente come ci si poteva sentire ad essere l’unico gay dichiarato in una scuola di persone intolleranti.
Cercai di consigliarlo il più possibile, ascoltai i suoi sfoghi, e ritornai con la mente al passato, alla mai vecchia vita, Kurt non poteva di certo immaginare quanto fossimo affini, quanto le nostre storie potessero coincidere.
Quando parlammo della famiglia, mi raccontò meglio di come Burt, suo padre, reagì al suo coming out, e un piccolo sorriso si formò sul mio volto.
- Sei fortunato Kurt, tuo padre deve essere un uomo speciale.-
Pagai il conto per entrambi, sotto proteste di Kurt che voleva pagare la sua parte, e lo condussi fuori mentre ancora borbottava qualcosa.
- Sì mio padre è fantastico… non potrei desiderarne uno migliore.-
Camminavamo lungo la strada, entrambi avevamo le mani in tasca, l’argomento famiglia diede il via ad un’altra serie di argomenti di cui entrambi parlammo con piacere.
Kurt mi rivelò che sua  madre era morta quando lui era piccolo, e che da allora si prendeva lui cura di suo padre, io da parte mia, feci alcune domande riguardo la lettera che mi aveva mandato.
Scoprii che era così facile parlare con lui, scoprii che mi piaceva stare sentirlo parlare di se stesso, della sua famiglia e dei suoi amici.
Mi raccontò di come il Glee Club fosse diventata una sorta di seconda famiglia, e come ogni famiglia che si rispetti, ognuno di loro portava al suo interno i propri drammi, i proprio problemi. Ognuno di loro aveva un carattere particolare: dalla dolce Mercedes alla logorroica ed egocentrica Rachel, dalla terribile Santana al ballerino e silenzioso Mike.
Riuscivo a vedere quanto Kurt parlasse con affetto di ogni singolo membro del Glee, nonostante i problemi e le discussioni, si volevano bene.
- Devo andare Kurt… ti riporto a casa.-
Spiegai lui gli orari imposti dalla Dalton, e di come funzionasse come scuola. Notai il suo interesse al riguardo, e durante il viaggio di ritorno, soddisfai ogni sua singola curiosità riguardo la scuola.
Quando mi fermai sotto casa sua, stavo ancora spiegando la storia dei dormitori ed il nome che portavano. Raccontai lui del piano di Spencer, dove dormivano tutti i Warblers, e delle mega feste che ogni tanto organizzavano Nick e Jeff con l’aiuto degli altri.
- Grazie per la bella serata Blaine… allora … ci vediamo al festival?-
Lo guardai sorridendo.
- Se ti va possiamo anche vederci prima.-
Kurt annuì lentamente e dopo un altro saluto veloce, uscì dalla macchina correndo verso il portone di casa. La luce al suo interno mi fece pensare che forse suo padre era ancora sveglio, e per quanto potessi pensare che fosse una persona fantastica, pensai fosse meglio evitarlo almeno per il momento.
 

 
Quella notte la passai in balia di Nick e Jeff, che mi costrinsero a rimanere sveglio quasi tutta la notte ad esaminare le varie possibili canzoni che potevano cantare alle audizioni, per poi affrontare il grande dilemma: usare la base della canzone, o arrangiare la canzone con strumenti musicali?
Quando mi svegliai il giorno seguente perciò non mi stupii di trovare entrambi i miei amici, strizzati nel letto singolo che avevo spostato a ridosso dell’unica parete libera della stanza.
Li guardai sorridendo, e dopo aver eseguito il mio solito rito di stiracchiata mattutina più mega sbaglidio scaccia sonno, mi avvicinai al mio portatile per garantire loro un “dolce risveglio”.
Forever as One degli Headhunterz esplose dalle casse collegate al mio portatile, con il volume al massimo.
Sia Jeff che Nick cascarono fuori dal letto impanicati, urlando cose senza senso riguardo la voce assatanata che stava dicendo cose senza senso.
- Ok Blaine cos’è questa roba? E tu la chiami musica?-
Ridacchiai, avevo due canzoni nella mia playlist che non erano proprio il mio genere, e le sentivo di solito quando ero giù di morale, le avevo pescate su internet mentre cercavo musica hardstyle.
- Grazie per il dolce risveglio eh… ora starò di malumore per il resto del giorno.-
La voce di Nick era scocciata, si alzò in piedi guardandomi in tralice per poi chiudersi nel mio bagno.
Jeff invece si ributtò nel letto a pancia in giù, mormorando qualcosa riguardo al dormire e per evitare che cadesse nuovamente in un sogno profondo, arrotolai il giornale del giorno prima, picchiandolo sul fondoschiena.
- Svegliati e splendi mio caro, oggi è un nuovo giorno e dobbiamo lavorare alla vostra canzone. Stanotte mi è venuta un’idea.-
Costrinsi i due a tornare nella loro camera, per darsi una lavata, dando loro appuntamento in sala prove tra mezz’ora.
Quella mezz’ora la passai su internet, specialmente su Youtube. Avevo trovato la canzone adatta alla loro audizione, sperando che il consiglio accettasse un’audizione in coppia.
La mia mente cominciò a lavorare al riguardo, stampai il testo della canzone, la inserii nella su iTunes, e mi procurai la base.
Quando arrivai in sala prove, trovai i due Warblers con indosso la camicia della divisa, i primi due bottoni aperti, e la cravatta allentata.
Ero fin troppo contento di aver trovato un modo per rendere la loro aduzione indimenticabile, e se le ragazze della Crawford fossero state disponibili, e soprattutto se potessero evitare di fare le oche a tempo pieno, ero sicuro sarebbe stato un gran pezzo d’apertura.
- Ok ragazzi… vi devo far sentire una canzone, e voi dovete dirmi cosa ne pensate.-
Nick e Jeff si sedettero sulla poltrona, di fronte il tavolino basso su cui avevo posato il computer, e dopo aver scelto la traccia dal mio iTunes, premetti play.
Passai le cuffie dell’ipod attaccate al mio computer ai due, che mi guardarono scettici. Mi divertii però a guardare le loro espressioni, che da scettiche passarono gradualmente a stupite, per poi aprirsi in un grosso sorriso compiaciuto. Quando la canzone terminò, si alzarono da dove erano seduti per stringermi in abbraccio stritolatore.
Si fermarono solo quando mi sentirono tossicchiare, la loro stretta rischiava di mandarmi al Creatore.
- Siete pronti? Perché Lunedì si va in scena!-
 

 
Le audizioni rientrano tra quegli eventi importanti che i Warblers vivono con molta ansia. Quel giorno infatti, sia Jeff che Nick erano intrattabili, ma nessuno ci fece molto caso.
L’ansia da prestazione era talmente normale tra di noi che quasi non ci badavamo, di solito passavamo sopra le risposte acide e gli sguardi assassini, ma i professori non erano dello stesso avviso, perciò lasciammo in pace sia Jeff che Nick per tutta la durata delle lezioni.
Jamie era l’unico apparentemente tranquillo, seguiva le lezioni come al solito, parlava e rideva con tutti, sembrava che non fosse affatto coinvolto nelle audizioni.
Il pomeriggio arrivò lentamente, ed entrambi i due Warblers parevano sul punto di esplodere, durante il pranzo in mensa, li costrinsi ad ingerire qualcosa solo dicendo loro che sarebbero crollati durante l’esibizione se non avessero pranzato.
L’inizio riunione fu scandito da una tensione palpabile, i tre ragazzi segnati nella lista delle audizioni vennero fatti uscire fuori, e mentre Wes faceva il suo classico discorso di apertura, sentii la tensione crescere sempre di più dentro di me, teso perché volevo che Nick e Jeff sfondassero con quella canzone.
- Bene… Blaine fai pure entrare Jamie. Se vogliono anche Nick e Jeff possono assistere.-
Chiamai Jamie e quando chiesi ai due se volevano assistere, scossero la testa, dicendo che era meglio per loro se rimanevano all’oscuro di tutto.
Trovai sciocca la loro scelta ma la rispettai, chiusi le porte alle mie spalle, e mi avviai al mio solito posto sul bracciolo del divano.
Jamie lanciò uno sguardo ai tre del consiglio, aveva in mano un cd con la base musicale, dopo un cenno di consenso da parte di Wes, inserì il cd, premette play e si posizionò al centro della stanza.
Il mio cuore batteva all’impazzata, ero curioso di sapere quale canzone avrebbe portato in questa aduzione. Mi sentivo teso, avevo paura che si comportasse come nella prima audizione, ma quando sentii l’intro della canzone, mi rilassai.
 
Look into my eyes - you will see
What you mean to me
Search your heart - search your soul
And when you find me there you'll search no more
 
Don't tell me it's not worth tryin' for
You can't tell me it's not worth dyin' for
You know it's true
Everything I do, I do it for you
 
La canzone la conoscevo, era una delle mie canzoni preferite. La voce di Jamie era perfetta per quella canzone, sebbene meno roca di quella di Bryan Adams.
Mentre cantava girava intorno la stanza, guardando i ragazzi nella stanza, ma ciò che mi colpì, fu quando guardò direttamente un solo Warbler mentre cantava le parole Everything I do, I do it for you.
 
Look into your heart - you will find
There's nothin' there to hide
Take me as I am - take my life
I would give it all - I would sacrifice

Don't tell me it's not worth fightin' for
I can't help it - there's nothin' I want more
Ya know it's true
Everything I do - I do it for you

 
Jamie si spostò, tornò al suo posto di partenza, cantando muovendo piano le braccia, ogni tanto chiudeva gli occhi. Ero sicuro solo di una cosa, quella canzone non era una canzone scelta a caso, quella canzone aveva un significato profondo per lui. E dal modo in cui guardava Richard, sembrava che i miei dubbi avessero trovato una risposta.
 
There's no love - like your love
And no other - could give more love
There's nowhere - unless you're there
All the time - all the way

Oh - you can't tell me it's not worth tryin' for
I can't help it - there's nothin' I want more
I would fight for you - I'd lie for you
Walk the wire for you - ya I'd die for you

Ya know it's true
Everything I do - I do it for you.

 
Le ultime note suonate dal piano, furono coperte da un fragoroso applauso da parte dei Warblers, applauso al quale mi unii anche io. La canzone era stata eseguita in modo perfetto, e quasi temetti per Jeff e Nick.
Jamie aveva dalla sua una carta vincente, sapeva come emozionare le persone, ogni canzone che cantava le sentiva nel profondo, ed il pubblico non poteva rimanere impassibile, il pubblico lo sentiva, così come lo sentivano in quel momento i Warblers.
- Ok ok… basta ora! Ordine!-
Il martelletto di Wes sbattè diverse volte sul tavolo, prima che l’ordine e il silenzio tornassero sovrani della stanza.
Jamie venne verso di me sorridendo.
- Ti sono piaciuto?-
Quella domanda era stata posta senza malizia nella voce, senza risentimento per gli eventi passati.
- Davvero molto.-
In quel momento i nostri sguardi si incatenarono, e per un brevissimo istante, che a me parve quasi un’ora, ci scambiammo quei classici messaggi silenziosi che dicevano tutto e niente.
Sentivo che quello per lui era stato un modo per riscattarsi, per dimostrare a tutti chi fosse veramente. In quel momento sorrisi, e quando Wes si schiarì la voce, tornammo alla realtà.
- Ok, Jamie se vuoi puoi rimanere, ora è il turno di Jeff e Nick.-
Annuii e dopo che Jamie si fu sistemato sul bracciolo di un divano, andai a chiamare i due Warblers. Li ritrovai in un angolo del corridoio che parlottavano tra di loro, quando mi video mi gettarono le braccia al collo disperati.
Pensai che fosse successo qualcosa, ma quando cominciarono a mugugnare piagnucolando il motivo della loro disperazione, fui costretto e scuoterli entrambi prendendoli per le spalle.
- Ok calmatevi. Abbiamo provato questo pezzo da tanto e ora dovete solo darci dentro chiaro?-
Jeff lanciò uno sguardo alla sala, notò il viso di Wes che si sporse oltre il tavolo per capire cosa stesse succedendo.
- Non possiamo Blaine, l’esibizione di Jamie è stata perfetta!-
Li guardai irritato.
- Da quando siete diventati uccellini rammolliti?-
La risposta venne all’unisono da entrambi.
- Da quando abbiamo sentito te e ora Jamie, cantare.-
Li guardai allibito, certo cantavo bene, o perlomeno mi impegnavo, e dai miei ingaggi estivi, seppur imbarazzanti, pareva che anche altri apprezzassero la mia voce.
- Voi siete così… carismatici!-
Nick sbuffò e mi guardò tristemente.
- Ok vi rivelo un segreto. Ogni canzone che voi cantate, fatela vostra.-
I loro sguardi mi fecero sorridere.
- Per un cantante, ogni canzone è un po’ il proprio figlio, la sentono loro e trasmettono al pubblico un messaggio. Questo è il segreto, trasmettere un messaggio.-
I due ragazzi mi guardarono sorridendo, forse non ero stato molto bravo con le parole, e il paragone con l’amore di una madre per il figlio forse era troppo esagerato, ma era così che mi sentivo ogni volta che cantavo.
- Grazie Blaine.-
Jeff mi sorrise prima di entrare insieme a Nick dentro la stanza, entrambi si presentarono di fronte al consiglio, nessuno di loro sapeva del nostro progetto, perciò spettò a loro avanzare quella proposta.
Nick prese la parola, spiegò in poche parole che per l’audizione aveva in programma un duetto, e che loro volevano cantare insieme.
I tre del consiglio si guardarono stupiti.
- Non posso accettarlo. Jamie ha cantato da solo, perciò dovete cantare da soli, in singolo.-
Nick e Jeff si guardarono persi, e mi lanciarono uno sguardo disperato. Era la loro unica occasione.
Jamie mi guardò con aria interrogativa, fu in quel momento che alzai la mano prendendo la parola.
- Sono stato io a proporre questo duetto.-
Wes sbattè il martelletto perché il vociare degli altri Warblers era diventato quasi insostenibile. Chi era d’accordo, chi invece non lo era, i Warblers avevano cominciato a discuterne tra di loro, ed i toni di voce cominciavano ad alzarsi sempre di più.
- Diamogli una possibilità!- Trent si era alzato per dire la sua per poi tornare a sedersi.
- No, non se ne parla, Jamie ha cantato da solo!-
James guardò Trent irritato, e in quel momento intervenne anche Luke che cerava di calmare le acque.
Jessie ed Andrew cominciarono a discuterne, mentre Trent e James cominciarono a squadrarsi in malo modo.
Wes battè un’altra volta il martelletto, il suo sguardo si posò su di me sospirando, avevano accettato sempre le mie stranezze, e non ero sicuro che avrebbero accettato anche questa ennesima follia. Guardai dispiaciuto Jamie, mi sentii in colpa nei suoi confronti, era come se in quel momento fossi io quello che giocava sporco.
Thad e David parlottarono tra di loro, mentre Wes ascoltava il loro chiacchiericcio assorto, dopo aver discusso per alcuni minuti, Wes si alzò e mi invitò ad uscire dalla stanza.
Lo seguii teso, non era da Wes prendermi da parte nel bel mezzo di una riunione dei Warblers, tantomeno nel bel mezzo di un’audizione.
- Cosa ti salta in mente? Blaine pensavo che la correttezza fosse uno dei tuoi sani principi! Stai giocando sporco contro Jamie.-
Prima che andasse avanti con le accuse, alzai le mani per calmarlo.
- Ho solo avuto un’idea per un pezzo che potrebbero cantare loro due tutto qui. Ci sono tanti pezzi da fare come solista, ho visto la scaletta che mi hai mandato e se posso essere sincero, vorrei che uno dei miei tre pezzi, fosse assegnato a Jamie.-
Wes inarcò un sopracciglio.
- Ascolta, Jeff e Nick hanno talento, vorrei che tu prendessi in considerazione la nostra proposta, ti ripeto, affida un mio assolo a Jamie, non mi interessa.-
Non sapevo se il mio discorso era stato convincente, ma volevo che Jeff e Nick avessero la loro possibilità. Era solo uno stupido festival, non era una competizione e loro due meritavano una possibilità.
Sospirai mentre Wes mi guardava incerto, era come se cercasse di capire cosa avessi in mente.
- Ok… ti ho sempre dato fiducia, e non dartela ora sarebbe stupido. Sono una persona molto coerente. Ma in questo caso dichiaro chiuse le audizioni, non avrebbe più molto senso. Jamie avrà uno dei tuoi assoli, e dopo aver sentito Jeff e Nick cantare, prenderemo una decisione votando per alzata di mano.-
In quel momento sentii la terra crollare sotto i piedi, ma non avevo altra scelta, per quanto Jeff e Nick siano bravi, non sono bravi ad improvvisare. Sarebbero entrati nel panico e avrebbero rovinato la loro audizione.
Annuii, ed dopo quel consenso, Wes mi lasciò fuori nel corridoio, per poter tornare dentro e parlarne con David e Thad.
Dopo alcuni minuti udii Wes comunicare al resto del gruppo la decisione appena presa. Dovevo rientrare, e non sapevo con che faccia guardare Jeff e Nick. Avevo oltrepassato un limite, e me n’ero reso conto solo in quel momento. Avanzai per raggiungere la sala, chiusi la porta alle mie spalle sentendo un magone allo stomaco, e mentre tornavo al mio posto a sedere, fui quasi certo che gli occhi di tutti, invece che essere puntati su Jeff e Nick, erano puntati su di me. 

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Capitolo 25
*** Duets ***


Capitolo non betato. La mia Beta non riesce a connettersi ad internet :( 
Comunque sia non so perchè ma questo capitolo mi è risultato difficile da scrivere. 
Volevo mettere l'avanti veloce, ma non mi andava di saltare subito al festival senza manco descrivere una piccola parte
delle torture che doveva subire il povero Blaine XD
A me il capitolo non piace molto ma... spero a voi sì. 
Se mi lasciate un commentino mi fa piacere, anche se dalla diminuzione dei commenti ho come l'impressione che la storia abbia perso d'interesse. 
Anyway grazie a chi ha commentanto, chi ha messo la storia tra le preferite e le ricordate :3 appena posso rifaccio la lista di ringraziamenti. 

S. 

Questa è la canzone che cantano in duetto Jeff e Nick: http://www.youtube.com/watch?v=WQnAxOQxQIU&ob=av3e



Duets

 
L’atmosfera nella sala dei Warblers era tesa, se non tesissima. Jeff e Nick guardavano i membri del consiglio, entrambi con il batticuore. Cominciai a pensare alle mille maledizioni che i due sicuramente mi stavano lanciando, e non li biasimavo.
Lo sguardo di tutti cominciò a vagare da me a loro, mentre un leggero mormorio cominciò a spargersi per la sala. Jamie teneva gli occhi puntati sui membri del consiglio, le sopracciglia aggrottate e l’espressione pensierosa.
Durante il dibattito Jamie non disse nulla al riguardo, come di solito agivo io quando c’era in ballo qualcosa che mi riguardava, come me lasciava gli altri decidere.
In quel momento però desiderai non l’avesse fatto, desiderai avesse dato l’ok per l’esibizione dei miei due amici, ma sapevo che in fondo, lui non avrebbe mai permesso di sua spontanea volontà una cosa del genere, sarebbero stati avvantaggiati, perché si sa i duetti se cantati bene, sortivano il loro effetto.
Quando Wes finì di parlare con Thad e David, alzarono lo sguardo verso i due Warblers.
Wes battè due volte il martelletto, era il suo modo per attirare l’attenzione. 
- Le aduzioni le chiudiamo con la vittoria di Jamie.-
Un grido di protestà si alzò dal gruppo di Warblers, mentre alcuni si congratularono con Jamie, Wes dovette sbattere quel martello più e più volte per riportare la calma in sala.
Jeff e Nick si guardarono sconsolati evitai il loro sguardo, per non leggervi dentro quell’odio profondo che in quel momento dovevano provare nei miei confronti.
- Per favore fatemi finire di parlare! Abbiamo trovato un compromesso con Blaine, lui cederà uno dei suoi assoli a Jamie, in modo da poter lasciare spazio ad un eventuale duetto.-
Tenni lo sguardo basso, mentre sentii la mano di Jamie toccare la mia per un secondo, lo presi come una sorta di gesto di consolazione o qualcosa del genere. Difficile capire se fosse stato solo un caso o se l’avesse fatto di proposito.
- Jeff e Nick, a voi…-
In quel momento alzai lo sguardo, sentivo che avrebbero avuto bisogno di tutto il sostegno morale che potessi fornirgli, ed in quel momento incrociai gli sguardi dei due Warblers.
Jeff era teso, riuscivo a vedere le sue spalle muoversi  scatti mentre respirava, mentre Nick chiudeva gli occhi più e più volte in un vano tentativo di rilassarsi.
Con mane tremante Jeff si sistemò i capelli, mentre con un cenno della testa, feci cenno ai due di cominciare.
La canzone era bellissima, sapevo che ce l’avrebbero fatta, il segreto era trasmettere emozioni, e loro se volevano sapevano farlo.
La base partì, e i due cantanti si misero un affianco all’altro, gli occhi chiusi mentre respiravano profondamente.
Jeff partì cantando la prima parte.
 
I'll be your dream
I'll be your wish
I'll be your fantasy.
I'll be your hope
I'll be your love
Be everything that you need.
 
La canzone prevedeva che le loro voci si alternassero durante le strofe, e mentre Jeff teneva lunga l’ultima nota di quella strofa, Nick si sovrappose cominciando a cantare la seconda.
 
I love you more with every breath
Truly madly deeply do..
I will be strong I will be faithful
'Cos I'm counting on a new beginning.
A reason for living.
A deeper meaning.
 
In quel momento le loro voci si sarebbero unite per cantare il ritornello insieme, e come se entrambi volessero farsi forza per cantare quella canzone, si guardarono. Sorrisero l’uno all’altro, il loro destino era legato da quella canzone, entrambi sarebbero usciti vincitori, o sarebbero affondati.

I want to stand with you on a mountain.
I want to bathe with you in the sea.
I want to lay like this forever.
Until the sky falls down on me...  
 
Entrambi si separarono alla fine del ritornello, cominciarono a camminare per la stanza, Jeff andò a destra e Nick a sinistra. Si guardavano mentre camminavano e cantavano la canzone, come se in quel modo si infondessero coraggio a vicenda. Mimavano la canzone con qualche gesto, mentre lo sguardo di tutti noi andavano seguivano i due cantanti.
 
And when the stars are shining brightly
In the velvet sky,
I'll make a wish
Send it to heaven
Then make you want to cry.
 
Jeff finì la sua strofa, poi alzò la mano come ad invitare Nick a cantare, proprio nel momento in cui subentrò nella canzone con la sua voce.
 
The tears of joy
For all the pleasure and the certainty.
That we're surrounded
By the comfort and protection of
The highest power.
In lonely hours.
The tears devour you.
 
Continuavano a camminare lentamente, mentre i loro sguardi rimanevano incatenati, in quel momento Jamie si sporse verso di me sussurrandomi alcune parole all’orecchio.
- Non è che stanno insieme? Non so sembrano quasi che … si stiano mangiando con gli occhi.-
Risi a quelle parole.
- No no. Sono solo grandi amici, e si vogliono davvero bene.-
Jamie scrollò le spalle poco convinto, mentre io tornai a seguire la loro esibizione, godendomi a fondo le loro voci che intrecciate, mi piacevano davvero tanto, e a giudicare i visi degli altri, anche a loro non dispiacevano.
 
I want to stand with you on a mountain,
I want to bathe with you in the sea.
I want to lay like this forever,
Until the sky falls down on me...
 
In quel momento si incontrarono a metà strada, dalla parte opposta della stanza. Camminarono in circolo guardandosi e finendo il ritornello, per poi proseguire il loro cammino. Come sole e luna che si uniscono in un eclissi che dura qualche minuto, per poi riprendere il loro cammino, attendendo solo un nuovo momento per incontrarsi di nuovo.
 
Oh can't you see it baby?
You don't have to close your eyes
'Cos it's standing right before you.
All that you need will surely come...
 
Le loro voci si incontrarono di nuovo, Nick faceva il controcanto cantando solo alcuni pezzi di strofa.
 
 
I'll be your dream
I'll be your wish
I'll be your fantasy.
I'll be your hope
I'll be your love
Be everything that you need.
I'll love you more with every breath
Truly madly deeply do...

Cantarono quell’ultima strofa fermi, dietro le due poltrone in cui la maggior parte di noi sedeva, alzando una mano quasi tentando di congiungerle, ben sapendo della distanza che li separava.
Ci stavano mettendo il cuore quella canzone, erano riusciti a farla propria, e mentre cantavano quell’ultima strofa, non potei fare a meno di sorridere.
- I miei complimenti Anderson, il hai istruiti per bene.-
La voce di Jamie arrivò al mio orecchio come un soffio. Non mi voltai né gli risposi, volevo solo godermi la loro esibizione fino all’ultimo.
La sala esplose in un grosso applauso, sia io che Jamie ci alzammo in piedi, mentre i due Warblers si guardavano intorno stupiti, quasi imbarazzati.
Rimasi composto sorridendo, mentre dentro di me il mio cuore faceva capriole su capriole, tanto ero felice. Gli altri Warblers invece si scatenarono come meglio poterono, alcuni assaltando i due cantanti e abbracciandoli.
- Ok ora basta Warblers! Ordine!-
Quando si furono calmati, Wes invitò i due ragazzi ad uscire fuori. Sentii la mano di Nick posarsi sulla mia spalla per un attimo quando mi passò dietro, poi entrambi uscirono dalla sala chiudendosi la porta alle spalle.
L’ordine si ristabilì non appena la porta fu chiusa dietro di loro. Il silenzio tornò a regnare sovrano, mentre i tre membri del consiglio discutevano tra di loro.
- Non mettiamo in alcun dubbio l’esibizione che credo, sia piaciuta a tutti.-
I Warblers annuirono, e dopo quel gesto di assenso, Wes proseguì.
- Il problema sono il numero di esibizioni, non sappiamo dove inserirlo.-
Mostrò al gruppo il foglio che aveva in mano, indicando la scaletta che avevano stabilito insieme al Glee della Crawford. La scaletta era stata impostata in modo da aver spazio per ognuno dei due gruppi, alternando le esibizioni di soli Warblers e sole Crawford, con esibizioni di gruppo e duetti.
Mi alzai dalla mia postazione per leggere la scaletta, sapevo che rinunciando a quegli assoli che avevo nelle esibizioni dei Warblers, ci sarebbe stato posto anche per loro.
- Cancellate questo assolo e lasciate spazio a Jeff e Nick.-
Thad mi guardò perplesso.
- Blaine così ti rimane un solo assolo da fare, se l’altro lo lasci a Jamie.-
Scrollai le spalle.
- Non mi importa. Tutti dobbiamo avere l’opportunità di cantare. Anzi se qualcuno vuole vi cedo il posto!-
 

 
- Hey.-
Trovai Jeff e Nick seduti sulle sedie in corridoio mentre si torturavano le mani, alzarono lo sguardo quando sentirono la mia voce, lanciandomi un debole sorriso.
Il corridoio era deserto, fasci di luce soffusa penetravano dai finestroni, andando ad illuminare alcune zone del corridoio, più di altre. Sembrava quasi una scena idilliaca.
- Grazie Blaine.-
La voce di Nick mi riportò a loro.
- Grazie di cosa? Vi ho messo nei casini e l’unica cosa che potevo fare era rimediare.-
Jeff scosse la testa.
- Hai creduto in noi, secondo me se avessimo cantato soli non ce l’avremmo mai fatta, le nostre audizioni sono sempre andate male ricordi?-
Abbassai lo sguardo imbarazzato.
- Il consiglio vi vuole dentro, hanno finito di deliberare.-
I due si alzarono e dopo un lungo sguardo, mi seguirono dentro la sala, dove gli altri Warblers attendevano. Jeff e Nick si posero di fronte il consiglio, dando le spalle a noi altri. Presi di nuovo il mio posto sul bracciolo, accanto a Jamie, e aspettai anche io che il consiglio parlasse.
I Warblers parevano in tensione, la votazione era stata quasi unanime, dico quasi, perché non tutti erano proprio d’accordo ad inserire il duetto sacrificando un mio assolo.
Dopo tutto avevamo apportato modifiche alla scaletta senza interpellare il gruppo della Crawford. Non mi interessava cosa avrebbero detto quel mucchio di galline parlanti, le esibizioni di noi Warblers non erano affari loro.
- Siete stati grandiosi, e questo pensiero è unanime. Perciò… avete ottenuto un piccolo spazio per il vostro duetto.-
Wes lo disse sorridendo, e i due Warblers quasi collassarono di fronte a loro.
Jeff e Nick si guardarono stupiti, per poi stringersi in un abbraccio. La maggior parte del gruppo cominciò a fischiare urlando cose senza senso, qualcuno però fui quasi sicuro stesse gridando “bacio!”.
Rimasi seduto sul bracciolo della mia poltrona, mentre gli altri Warblers andarono verso Jeff e Nick per abbracciarli a loro volta. Era la prima volta che ottenevano una parte, e sarebbe stata la prima volta che avrebbero cantato di fronte ad un pubblico.
Il consiglio sciolse la riunione in quel momento, dato che era impossibile continuare, mi alzai per raggiungere i miei due amici, e mi ritrovai invece di fronte David, che mi diede una pacca amichevole sulla spalla.
- Blaine, volevo dirti che è stato carino da parte tua rinunciare ai tuoi assoli.-
Thad si unì al ragazzo annuendo.
Non riuscii a dire nulla, ma sorrisi soddisfatto per poi mettermi in fila come gli altri per congratularmi con i due Warblers.
Quella giornata non poteva essere più perfetta, i miei amici avevano ottenuto il loro assolo, ed io ero riuscito a recuperare al mio errore. Quasi mi presi a calci da solo quando mi resi conto che non avevo pensato alle conseguenze.
Prima però che potessi abbracciare i miei amici, Jamie mi toccò la spalla, facendomi segno di seguirlo. Uscimmo fuori dall’aula, rifugiandoci in una delle aule vuote che c’erano lungo il corridoio.   
Le aule erano ancora illuminate dalla luce del sole, di rado le tende venivano usate, e le aule di rado si ritrovavano immerse nel buio. Passai la mano sulla cattedra, mentre con uno slancio mi ci sedetti sopra.
Jamie si sedette di fronte a me, occupando uno dei banchi della prima fila.
- Avrei una proposta da farti.-
Alzai lo sguardo verso di lui.
- Sentiamo.-
Mi guardò negli occhi per alcuni secondi, si inumidì le labbra lentamente e si sistemò meglio sul banco. Sembrava quasi volesse torturarmi facendomi aspettare, o forse non trovava le parole adatte per dirmi ciò che mi stava per dire.
- Un duetto.-
Per poco non cascai dalla cattedra dopo aver sentito quella piccola e semplice parola. Un duetto. Due persone che cantano la stessa canzone. Per me un duetto è qualcosa di speciale, una sorta di bacio canoro, l’ho sempre visto così. Cantando in duetto è inevitabile instaurare un rapporto con l’altra persona, un rapporto profondo che dura tanto quanto al durata di una canzone.
Per questo non ero così felice di duettare con le ragazze della Crawford, sapere che in quei minuti avrei instaurato una sorta di rapporto con loro, mi faceva venire i brividi.
- Ehm… scusa Jamie ma penso io debba rifiutare.-
Il Warbler rimase impassibile, inclinò solo la testa di lato con incollata sul viso, una buffa espressione curiosa.
- Il tuo assolo dovresti godertelo, invece che trasformarlo in un duetto.-
Jamie mi guardò sorridendo.
- Il mio … desiderio più grande è sempre stato quello di duettare con te.-
 

 
Quella sera mi ritrovai con Kurt in una dei locali di Westerville dove ogni tanto andavo a cena con Nick e Jeff.
Kurt era stato così gentile da volermi raggiungere per passare del tempo insieme. Chiesi lui della sua giornata, e di come andassero le cose a scuola. Da quello che mi diceva, quel tipo pareva aver smesso di dargli fastidio, almeno per il momento.
Fui felice di sentirglielo dire, anche se non potevo attribuire a me stesso il merito di quell’evento eccezionale.
- Allora brindiamo a questa buona notizia!-
Entrambi alzammo i nostri bicchieri di coca cola e li facemmo tintinnare l’uno contro l’altro.
- A te invece come va?-
Sospirai, da cosa potevo cominciare? Dall’audizione di Jeff e Nick, alla proposta di Jamie, alle prove con le Crawford Girls.
Feci un breve riassunto di tutto, cercando anche di spiegare brevemente che tipo rapporto ci fosse tra me e Jamie. Mi rendevo conto che quell’accozzaglia di nozioni, per Kurt potevano risultare difficili da capire, ma al contrario di quanto pensassi, aveva seguito alla perfezione il mio discorso contorto, facendomi anche domande sui vari argomenti toccati.
- E ora… Jamie sta tornando ad interessarsi a te?-
Bella domanda.
- Non credo.-
Volevo davvero crederci a quello che avevo appena detto. Allora per quale motivo durante la sua audizione aveva cantato quella canzone per Richard? Sempre se l’aveva cantata per lui.
- E le prove con le ragazze della Crawford?-
Altro tasto dolente.
- Posso trasferirmi nella tua scuola?-
Kurt rise e abbassò lo sguardo.
- Non credo ti piacerebbe ricevere una granita in faccia ogni giorno.-
Quando Kurt mi raccontò per la prima volta delle granite in faccia, non riuscivo a crederci. Non doveva esserea piacevole ricevere un bicchiere di granita in faccia, e sapere che per Kurt era quasi una routine quotidiana, mi faceva male. Avrei voluto beccarmi io quelle granite al posto suo.
Cademmo in un silenzio imbarazzato, rotto soltando dal cameriere che venne a portare le nostre ordinazioni.
- Dicevi delle prove con le ragazze della Crawford?-
Annuii, mi ero quasi dimenticato di quella sua domanda.
- Diciamo che sono un gruppo di galline esaltate, come tutti gli adolescenti hanno gli ormoni pronti a partire non appena sentono l’odore di un dopobarba maschile.-
Kurt rise addentando il suo hamburger, poi alzò lo sguardo su di me pensieroso.
- Dì loro che sei gay, dopo tutto è la verità.-
Feci una piccola smorfia.
- Non penso servi a qualcosa.-
Non ricordo l’ultima volta che avevo usato la carta della mia omosessualità, mi pare che la ragazza a cui l’avevo detto era scoppiata a ridere e ovviamente non aveva creduto ad una sola parola.
- Provaci lo stesso.-
Di solito non parlavamo mai del Glee, e quella sera era stata un’eccezione. Lui mi raccontò dei suoi discorsi con Mercedes, del fatto che non voleva dire in giro che si frequentasse con me, il tutto per evitare un qualche scandalo avvenuto l’anno passato, quando la solista delle New Directions, si era frequentata con un ragazzo del Glee avversario.
- E non parlo di un Glee qualunque! Parlo dei Vocal Adrenaline!-
Conoscevo il gruppo, e avevo sentito parlare del loro solista, Jessie St. James. Era la punta di diamante del Glee quando frequentava ancora le scuole superiori.
Sapevo che i Vocal Adrenaline avevano conquistato una vittoria dopo l’altra nel corso degli anni, e sembravano imbattibili.
E pensandoci bene era uno dei quei Glee che avremmo trovato durante le nazionali se ci fossimo arrivati.
- La vostra solista… Rachel giusto?-
Kurt annuì. Avevo talmente tanto sentito parlare di lei e dei suoi orrendi maglioni con le renne, che non potevo non ricordare il suo nome.
Pensai a lungo riguardo a ciò che aveva detto riguardo la sua amica Mercedes.
- Invitala ad uscire con noi se ti va. È la tua migliore amica, non ti giudicherà mai.-
Kurt sembrò soppesare la proposta, rispose con un vago “vedremo”, per poi tornare al suo hamburger. Addentai anche io il mio, mentre mi persi di nuovo nei miei pensieri. In quel momento squillò il cellulare, presi sbuffando il cellulare convinto che fossero Nick e Jeff, invece con mia grande sorpresa, il numero che comparve sul display era il numero di mio padre.
- Pronto?-
Kurt mi guardò con aria interrogativa.
- Ciao papà! Sì sono felice che hai ricevuto il mio messaggio. Sì lo so che eravate fuori… non vi preoccupate.-
Alzai lo sguardo al cielo, e Kurt ridacchiò. Non potevano cogliere un’occasione più scomoda per chiamarmi.
Mio padre era con mia madre, e la sentivo in sottofondo che suggeriva le domande da farmi.
Riuscii ad estorcere loro la preziosa informazioni che sarebbero venuti al Festival, aspettavano solo informazioni più precise al riguardo, informazioni che poi avrei fornito loro a tempo debito.
- Blaine come mai hai fretta? Hai da fare?-
La voce di mia madre si sentiva lontana, sapevo che cercava di parlare avvicinando il viso al telefono che papà aveva attaccato all’orecchio.
- Sì mamma sono a cena… con un amico.-
Le fece un verso simile ad un risatina, e lasciò che mio padre mi salutasse. Balbettò qualcosa riguardo il fatto che ci saremmo sentiti presto e dopo avermi augurato la buona notte, chiuse la chiamata.
- I tuoi genitori sembrano adorabili.-
Sorrisi.
- Lo sono infatti.-
O meglio, lo sono da un po’ di tempo a questa parte. Evitai di raccontare a Kurt alcuni particolari del mio passato, e conclusi la conversazione al riguardo con un sorriso.
Kurt non toccò più l’argomento, così tornammo a parlare dei provini con le ragazze della Crawford.
- Ho un’idea. Una bella secchiata di acqua fredda per calmare i bollenti spiriti. E se hai bisogno di un testimone che confermi il tuo essere gay, lascia che quelle galline mi chiamino.-
Cominciò a strofinare le mani come Montgomery Burns, e non potei fare a meno di ridere.
L’idea però non mi dispiaceva affatto, la inserii tra le possibili alternative in caso di emergenza. Sorrisi a Kurt, e quando lo vidi ricambiare il mio sorriso, sentii il mio cuore dare un balzo.
 

 
- Benvenuti alla Crawford Country Day School.-
Una donna elegantemente vestita, ci accolse non appena scendemmo dall’autobus della scuola. Notammo tutti gruppi di ragazze affacciate alle finestre delle aule, che ridevano e ci indicavano.
L’edificio era molto simile a quello della Dalton, sebbene sembrasse più piccolo. La donna che ci aveva accolti ci guardò con sguardo critico, osservando in malo modo i ragazzi che portavano la cravatta allentata e i primi bottoni di della camicia aperti.
- Sono la direttrice del Glee di questa scuola. Siamo felici di collaborare con la Dalton per questo Festival. Penso sia inutile ricordarvi che siete qui solo per provare con il Glee Club della scuola, desidero vedervi solo in teatro e non in giro per la scuola.-
Le parole della donna furono accolte con il consenso generale. Wes si fece avanti e assicurò la donna che l’unico scopo di quella visita erano le prove. Si incamminò poi insieme a lei per parlare di alcuni dettagli riguardo le varie esibizioni, lasciando il resto del gruppo indietro.
- Facile per lui, è fidanzato, sai che gli importa di rimorchiare le ragazze.-
Voltai il mio sguardo verso Nick che pareva imbronciato per quella clausola. Sospirai e seguii David e Thad che si stavano avviando verso il teatro della scuola.
Il teatro era un edificio simile ad una grossa palestra, l’interno era disposto proprio come un teatro vero e proprio. Le poltrone rosse vellutate erano poste in modo da garantire una buona visibilità a tutti gli spettatori, il corridoio centrale era illuminato da luci messe a terra, così come i corridoi laterali. I settori erano separati da corridoi orizzontali delimitati da cordoni di raso rosso.
C’erano dei finestroni alti in cima all’edificio dal quale in questo momento entrava un po’ di luce, nonostante ciò le luci del teatro erano tutte accese. Notai le pensanti tende di colore rosso scuro, che sicuramente venivano utilizzate per coprire le finestre durante gli spettacoli.
Wes e la direttrice erano giunti ai piedi del palco, era di legno scuro, il resto del palco era celato dietro un pesante tendone rosso bordato d’oro.
- Dalton Academy?-
Una ragazza era comparsa sul palco, i capelli scuri erano ornati dal frontino della divisa della scuola, i suoi occhi azzurri scrutarono il gruppo di ragazzi, mentre aveva una mano posata sul fianco.
- Sono Roxel, rappresentante del Glee Club di questa scuola.-
Scese dal palco per avvicinarsi a noi, nel frattempo ci eravamo seduti sulle poltrone delle prime file del teatro, Nick e Jeff occupavano le poltrone accanto alla mia, ed entrambi avevano lo sguardo fisso su Roxel.
- Chi è il vostro rappresentante?-
David e Thad si alzarono in piedi per poi andarle incontro.
- Io sono David e lui e Thad, insieme a Wes siamo i membri del consiglio dei Warblers.-
La ragazza annuì stringendo loro la mano. Il suo sguardo andò verso Wes che stava ancora parlando con la direttrice del Glee, scosse la testa sospirando.
- Ho ricevuto la vostra modifica della scaletta, ovviamente non abbiamo problemi al riguardo e volevamo chiedervi di farci sentire questo duetto, inserito all’ultimo momento.-
David e Thad fecero un cenno a Nick e Jeff, che scattarono sull’attenti. Jeff pareva in trans, non distoglieva il suo sguardo da Roxel, Nick invece pareva in soggezione.
- Prima che di cominciare, vorrei presentarvi il resto del Glee.-
Wes aveva tornò da noi, e assistette alla presentazione del gruppo. Le ragazze uscirono da dietro la tenda rossa e sfilarono di fronte a noi, posizionandosi dietro Roxel, in fila.   
Tutte loro sorridevano e ammiccavano verso di noi, sorrisi e ammiccamente che vennero largamente ricambiati dai Warblers che cominciarono a sgomitare e ridere.
- Smettetela, siamo qui per lavorare e non per altro.-
Le ragazze tornarono al loro posto, notai lo sguardo perso di Jeff e prima che la ragazza lo notasse, diedi lui una gomitata. Wes David e Thad lanciarono occhiate di rimprovero ai Warblers, che si zittirono non appena intercettarono lo sguardo assassino di Thad.
- Bene, Sharon è la nostra punta di diamante, sarà lei a duettare con il vostro solista.-
In quel momento mi alzai in piedi sentendomi chiamato in causa, ed alcune ragazze mi lanciarono sguardi di approvazione, poi cominciarono a parlottare con quella che doveva essere Sharon, che divenne rossa come un peperone. La ragazza avanzò per rendersi visibile a tutti, spostò con un gesto della mano i suoi lunghi capelli biondi, puntando il suo sguardo da cerbiatta dritto verso di me. In quel momento mi sentii leggermente a disagio, quello sguardo non prometteva nulla di buono.
Perchè non erano tutte come Roxel?
Wes prese la situazione in mano e con un cenno della mano invitò Nick e Jeff a salire sul palco.
- Nick e Jeff provate il vostro duetto.-
Wes portò il disco con la base alla direttrice, che lo inserì nel lettore cd.
Le ragazze si sedettero nelle poltroncine libere, prendendo posto tra noi Warblers. Roxel non ebbe nulla da ridire, si sedette insieme a David Wes e Thad in prima fila, molto probabilmente perché voleva discutere tranquillamente con i tre del consiglio riguardo le esibizioni.
- Sei Blaine giusto?-
Mi voltai e notai che Sharon si era seduta proprio accanto a me. Sbattè le sue ciglia cariche di mascara, e in quel momento mi sembrò davvero la versione umanizzata di Bambi. Azzardai un sorriso e annuii, nel frattempo presi il cellulare cercando alla svelta il numero di Kurt, per chiamarlo in caso di emergenza.
- Sono Sharon piacere. Dobbiamo duettare insieme da quello che ho capito.-
Lo disse con tono finto sorpreso, era chiaro come il sole che lo sapeva benissimo, ma chissà perché le ragazze pensavano che fare le finte tonte aumentava l’interesse dei ragazzi nei loro confronti.
Mi voltai per vedere l’esibizione di Jeff e Nick, e notai intanto gli altri Warblers parlottare con le altre ragazze del Glee, tutte loro scuotevano i capelli, ridevano e ogni tanto posavano la loro mano sul loro braccio.
Inutile dire che tutti loro parevano sotto un qualche incantesimo. Sospirai e mi concentrai su Jeff e Nick, che a quanto pareva come unici spettatori avevano soltanto David, Wes, Thad e Roxel.
- Allora… di che anno sei?-
Sarebbero state prove molto ma molto lunghe.  

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Capitolo 26
*** Autumn Festival ***


Autumn Festival

 
 
Riassunto puntata precedente.
Jeff e Nick hanno ottenuto una parte nel Festival d’Autunno, Jeff si è preso una bella cotta per Roxel, Sharon si è presa una bella cotta per me, e… notizia delle notizie, Richard James sta uscendo con una delle Crawford Girls!
La notizia ha sconvolto sia me che Jeff che Nick.
Jamie tra l’altro non pareva tanto dispiaciuto, anzi. Il fatto che Richard stesse uscendo con una di quelle ragazze può significare solo una cosa, noi abbiamo preso un granchio, o lui sta cercando di nascondere la sua relazione con Jamie.
Ne parlai anche con Kurt, e per lui era più che normale forse che Richard volesse nascondersi. Anche lui aveva fatto una cosa del genere con Mercedes, approfittando della ragazza che pensava che a lui piacesse Rachel.
Aggiornavo ormai Kurt riguardo le prove e i gossip alla Dalton, mentre lui mi parlava di come andava a scuola e di come andava l’organizzazione del matrimonio.
 
Kurt: sto urlando contro Finn. Quel ragazzo mi farà perdere la pazienza prima o poi.
 
Am I so Sexy?: E come mai? Io sto cercando di sfuggire da Sharon.
 
Kurt: Blaine… cambia nick, questo è inquietante!
 
Blaine_blaime_it_on_Kurt: Va bene questo?
 
Kurt: meglio. Comunque dicevo, sto finendo di organizzare la lista invitati, e la disposizione dei tavoli. Devo ricordarmi di non mettere Santana e Rachel vicine o si scannano.
 
Blaine_blaime_it_on_Kurt: nel vostro Glee non ci si annoia mai! :D
 
Kurt: senti chi parla! Gossip Girl è niente in confronto alle dinamiche del vostro Glee.

Blaine_blaime_it_on_Kurt: … Kurt sei un po’… acido oggi. Qualcosa non va?
 
Kurt:
 
Blaine_blaime_it_on_Kurt: dai parlami, che succede?
 
Kurt: solo stress pre-matrimonio.

Blaine_blaime_it_on_Kurt: Sicuro?
 
Kurt: sicuro. Senti ora devo andare, tienimi aggiornato sugli eventi e sulla Jichard ok?
 
Blaine_blaime_it_on_Kurt: sicuro! Allora a stasera
 
Kurt si è disconnesso.
 
Quell’ultima chiacchierata mi aveva messo una piccola pulce nell’orecchio. Kurt mi nascondeva qualcosa. Non potevo credere che fosse stressato nell’organizzazione del matrimonio, lui era nato per fare il wedding planner. Avevo paura che ci fosse qualcos’altro, e che quel qualcos’altro rispondeva al bullo cavernicolo che lo perseguitava a scuola.
Le nostre chiamate erano ridotte al minimo, anche se avessi voluto indagare, non ne avevo il tempo. Riuscivamo a malapena a raccontarci le ultime news.
Jeff e Nick mi consigliarono di non preoccuparmi, dopotutto quando Kurt aveva bisogno di aiuto, mi aveva chiamato. Di sicuro lo avrebbe fatto di nuovo se fosse successo qualcosa.
Ritornando al gossip scolastico, Kurt mi sa tanto che con quella battuta ci ha preso in pieno, quando avevo visto Richard entrare abbracciato ad una delle Crawford girl, seguito da Cameron e Jamie, non potei fare a meno di fissarlo perplesso.
Due erano le possibilità: avevamo preso un granchio, lui voleva nascondere il suo rapporto con Jamie usando la classica “ragazza fantoccio”.
I giorni passavano, e le prove diventavano sempre più pesanti, con Sharon dovetti provare varie canzoni, visto che la maggior parte dei duetti li dovevo cantare con lei, e la sfortuna era che aveva davvero una voce niente male.
Se solo si limitasse a cantare e basta, senza venirmi addosso ogni volta!
Roxel pareva non farci molto caso, assisteva alle prove parlando per lo più con il Consiglio, e gestendo insieme a loro la scaletta per il festival.
Avevamo scoperto che la fiera si sarebbe svolta nello stesso parco dove avevamo cantato per il giorno di San Valentino, grazie ad una gentile concessione del comune.
Quel parco custodiva parecchi ricordi, ricordi che avevo quasi messo da parte in un angolo della mia mente e che in quel momento spingevano per tornare a galla.
Incrociai lo sguardo di Jamie e feci un piccolo sorriso, avevo ancora il delfino che mi aveva regalato l’anno prima, e l’avevo rimesso proprio nello stesso posto che aveva occupato per tutto l’anno precedente.
Venni scosso dai miei pensieri dai piagnucolii di Jeff che era seduto poco distante da me.
Avevano finito di provare il loro duetto, nonostante tutti gli sforzi di Jeff di farsi notare da Roxel, dalla ragazza a malapena aveva ricevuto uno sguardo.
Nick era accanto a lui che lo consolava dandogli leggere pacche sulla spalla, mormorando ogni tanto qualche parola di conforto.
- Dai Jeff tirati su! Ci sarà pure un modo per attirare la sua attenzione no?-
Jeff tirò su di naso.
- Tu come fai ad attirare le attenzioni delle ragazze? Sharon pare abbia occhi solo per te, per non parlare delle altre Crawford Girl, quando canti si sciolgono come neve al sole.-
Battei una mano sulla fronte.
- Cerca di ottenere un duetto con lei no? Prova a parlarne con il consiglio.-
L’idea poteva funzionare, di solito i sentimenti si riescono ad esprimere meglio cantando, o perlomeno quello era il mio caso. Guardai Jeff alzarsi risoluto e andare a parlare con Thad e Wes, poi spostai lo sguardo su Nick.
- Tu invece? Ultimamente ti vedo solo.-
Nick sospirò sedendosi accanto a me.
- Sto messo peggio di Jeff, abbiamo adocchiato le uniche due ragazze decenti di tutta la scuola. Arien è peggio di Roxel.-
Lo guardai spostare lo sguardo sulla ragazza dai capelli neri che in quel momento stava ridendo e scherzando con Roxel. Era la prima volta che vedevo Roxel sorridere, o meglio ridere.
In quel momento tornò Jeff abbastanza abbattuto.
Nick si spostò di lato permettendo al ragazzo di sedersi in mezzo. Dalla faccia non sembrava fosse andato tutto bene.
- Se Roxel accetta sì, altrimenti no.-
Mi resi conto che il Consiglio poteva arrivare fino ad un certo punto e non potevano di certo costringere Roxel a cantare se non voleva. Era la prima volta che vedevo Jeff così triste, di solito passava da una ragazza all’altra senza farsi troppi problemi, Roxel sembrava davvero averlo colpito.
Avrei voluto chiamare Kurt e chiedergli consiglio, di solito lui era bravissimo a capire le ragazze, al contrario di me. Per me le ragazze erano un mistero che ho rinunciato a capire da qualche tempo ormai.
L’umore di Jeff non migliorò, e mentre tornavano alla Dalton, pareva affondare sempre di più e Nick lo seguiva a ruota.
Era incredibile come l’umore dell’uno influisse sull’umore dell’altro. Rimasi a guardarli, mentre il rumore dell’autobus della scuola, venne piano coperto dal suono di una chitarra, che proveniva dal fondo del veicolo.
Thad aveva cominciato a strimpellare qualcosa canticchiando qualcosa insieme a Flint, James ed Ethan.
- Che hanno fatto?-
La voce di Jamie mi fece sobbalzare, era seduto sulla fila di sedili di fronte al mio, in quel momento era appoggiato con le braccia contro lo schienale del sedile, fissando i due con aria interrogativa.
Scrollai le spalle ed accennai ad un piccolo sorriso.
- Problemi di cuore.-
Il ragazzo annuì di rimando, tenne lo sguardo fisso sui miei due amici per un po’, dopodiché lo spostò su di me.
- Non ti preoccupare per loro… domani gli passerà, almeno spero…-
Nick e Jeff il giorno seguente parevano di umore anche peggiore, non sapevo come aiutarli.
La notte non dormivano più di tanto, passavano la maggior parte del tempo a giocare ad Angry Birds sul cellulare al massimo del volume. Avevo cominciato a sognare quei poveri uccellini schiantarsi contro blocchi in cemento e legno per distruggere dei porcellini verdi.
Dovevo fare qualcosa per loro, erano i miei migliori amici dopo tutto, ed era giunto il momento di fare qualcosa di buono per loro.
Siccome era chiaro che non fossi capace di fare qualcosa senza cacciarmi nei guai, chiesi consiglio all’unica persona che sapevo mi avrebbe potuto aiutare.
 

 
Avevo ideato un piano, e tutto grazie a Kurt! Quel ragazzo è davvero un genio. Mi è dispiaciuto disturbarlo nel bel mezzo dei preparativi del matrimonio. Ero più che sicuro che fosse al ristorante, lo sentivo borbottare ordini a Finn, oltre che parlottare ogni tanto con il gestore del locale.
Lo sentii discutere sulla scelta dei piatti e bicchieri da usare, nonché la scelta degli addobbi della sala.
Rimasi ad ascoltarlo alcuni minuti, mentre discuteva riguardo ogni singolo dettaglio. A quanto pareva per il matrimonio aveva coinvolto tutti i membri del Glee, e ognuno di loro avrebbe cantato un pezzo.
Si assicurò che la pista da ballo fosse posta di fronte il tavolo degli sposi, perché era intenzionato a far ballare suo padre con la sua futura moglie.
- Scusami se ti disturbo in un momento del genere.-
La voce di Kurt si fece più bassa fino a tornare di volume normale. Stava sbottando di nuovo contro Finn.
- Mangiano il glitter con il mangime… ovvio che glielo daremo due giorni prima.-
Non potei trattenere una risata, non capivo per quale arcano motivo degli uccellini dovessero mangiare del glitter, ma evitai di chiedere e mi concentrai sul motivo per cui l’avevo chiamato.
- Allora riguardo Roxel e Arien…-
Kurt mugugnò qualcosa di incomprensibile prima di rispondere alla mia domanda.
- Se loro hanno detto, e cito le testuali parole: “No! A meno che non sia un’emergenza”, direi che l’unica soluzione è creare questa emergenza.-
In quel momento una piccola lampadina si illuminò nel mio cervello, un piano prese forma nella mia mente, mentre sentivo Kurt mormorare qualcosa.
Smisi di ascoltarlo per un momento, giusto il tempo di concentrarmi su quel piano. Dovevo fare le cose per bene e per farle per bene dovevo trovare un buon complice.
-  Kurt grazie mille davvero! Mi è venuta un’idea. Quando verrai al festival ti ringrazierò di persona!-
Il ragazzo dall’altro capo del telefono declinò i miei ringraziamenti, e dopo un rapido saluto riattaccammo. Il problema ora era cercare un complice, e nonostante cercassi in tutti i modi di pensare a qualcun altro, la prima persona a cui pensai, fu proprio lui.
Cosa non si fa per amicizia? Mi ritrovai in un lampo davanti quella porta di legno, una porta identica a tutte le altre del dormitorio. Mi feci coraggio e bussai un paio di volte.
Quando mi ritrovai davanti Trent, tirai un sospiro di sollievo. Il ragazzo mi salutò con un grosso sorriso invitandomi ad entrare.
Sentivo il rumore delle ventole dei due pc portatili della stanza, a quanto pare stavano entrambi studiando.
- Scusate il disturbo. Ti posso parlare?-
Jamie chiuse il suo portatile con uno scatto, si alzò senza aggiungere niente e mi invitò ad uscire fuori dalla stanza.
Salutammo Trent, e ci dirigemmo verso le scale di marmo che portavano al piano terra.
Jamie si sedette sulle scale, e lo imitai sedendomi dal lato opposto.
- Allora, qual è il piano?-
Mi ero già preparato il discorso, soprattutto la parte in cui gli spiegavo il motivo per cui chiedevo a lui quel piccolo favore. Tutto inutile, avevo passato un pomeriggio a farmi castelli mentali. Lui già sapeva tutto.
Spiegai velocemente il mio piano, piano che fu esaminato passo passo, e corretto laddove presentava delle pecche. Il Festival sarebbe due giorni dopo, in quei due giorni avremmo dovuto fare delle prove con le Crawford Girls, ed era proprio in quel momento che dovevo attuare la prima parte del mio piano, anche se l’idea, non mi entusiasmava affatto.
- Devo proprio?-
Jamie mi spinse dentro il teatro, sotto gli sguardi stupiti di Jeff, Nick ed altri Warblers.
- Pensa a Jeff e Nick, è l’unico modo.-
Sharon prese la mia mano trascinandomi subito sul palco, a quanto pare Roxel voleva essere sicura che le punte di diamante dei due Glee, conoscessero a menadito i pezzi da cantare.
Come diceva una canzone dei Queen: The Show Must Go On.
Jeff e Nick, questo lo faccio per voi!
 

 
Il festival d’Autunno era celebrato ogni anno a Westerville, e da come ne parlavano gli altri studenti della Dalton, era una sorta di festival grandioso, più grande tra l’altro del festival di San Valentino a cui partecipammo l’anno scorso. Festoni luminosi erano appesi lungo le strade, e non solo lungo il viale principale del parco, c’erano attrazioni di ogni tipo posizionate nel grande parcheggio adiacente al parco, e un gran numero di bancarelle.
I Warblers erano vestiti con la divisa della scuola, ed attendevano di venire presentati sotto il grande palco allestito nella piazza centrale del parco.
Come da programma, ci ritrovammo per le due del pomeriggio sotto il palco, dovevamo sistemare le attrezzature, provare i microfoni e fare alcune prove prima dell’esibizione vera e propria.
Jamie continuava a mormorare istruzioni al mio orecchio, mentre sostavamo poco distanti dal palco. Non ero poi così sicuro che il piano avesse funzionato, e da una parte ero pure scaramantico, e se si fosse avverato tutto?
Ricevetti un messaggio di Kurt, diceva che stava facendo tardi perché Finn si era svegliato solo in quel momento, e conoscendo i tempi lunghi del fratello, prevedeva che arrivassero a Westerville nel tardo pomeriggio.
- Ok Anderson, vai… è il tuo turno.-
Roxel indicò la scaletta che portava sul palco, deglutii e cominciai a salire seguito da tutti i Warblers. Non sapevo perché ma prima di ogni esibizione mi sentivo davvero nervoso.
- Mi sto per sentire male.-
Mormorai quelle parole a Jamie che camminava quasi di fianco a me.
- Magari ti sentissi male per davvero!-
Lanciai al ragazzo un’occhiataccia, poi lo vidi prendere posto all’ultima fila accanto a Richard. Accanto a me ritrovai come al solito Jeff e Nick, ci scambiammo un veloce sguardo e un piccolo sorriso, poi cominciammo a cantare. La canzone scelta dai Warblers era stata Viva la Vida dei Coldplay.
Il gruppo cominciò a modulare la base con la voce, la folla sotto di noi ci guardava incuriosita, quando arrivò il mio turno di cantare, mi feci avanti, come facevamo di solito.
 
I hear Jerusalem bells are ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror my sword and shield
My missionaries in a foreign field
For some reason I can not explain
Once you know there was never, never an honest word
That was when I ruled the world
 
 
Quando fu il turno delle Crawford Girls, lasciammo il palco. Sharon mi lanciò un’occhiata sorridendo, quasi mi sentii in colpa per quello che stavo per fare. Lei contava davvero di duettare con me.
Jamie si affiancò a me in un baleno, tirandomi una pacca sulla spalla con un gran sorriso sul viso.
- Sei stato grande! Le ragazze lì sotto ti guardavano entusiaste.-
Lo ringraziai con un sorriso, Jeff e Nick passarono di fianco a noi, entrambi mi lanciarono un’occhiata incuriosita. – Ok sei pronto? Dopo il vostro primo duetto…-
Lo interruppi alzando la mano.
- Meno ne parliamo meglio è.-
Jamie alzò le mani in segno di resa.
- Ok ok come vuoi!-
Alzai lo sguardo verso il palco, le ragazze della Crawford ce la stavano davvero mettendo tutta, avevano scelto un pezzo a dir poco fantastico. Adoravo le Destiny’s Child.
 
I'm a survivor (what),
I'm not gonna give up (what),
I'm not gon' stop (what),
I'm gonna work harder (what),
I'm a survivor (what),
I'm gonna make it (what),
I will survive (what),
Keep on survivin' (what)
 
Insieme a Sharon cantavano Roxel ed Arien, tutte loro insieme alle altre ragazze si muovevano in modo sinuoso, ipnotizzando il pubblico con il loro movimento di fianchi.
Non solo il pubblico pareva apprezzare, gran parte dei Warblers era accalcato nei pressi del palco, occupando i posti più visibili che c’erano per poter guardare l’esibizione.
- Buona fortuna Blaine!-
Jeff e Nick erano dietro di me, mi sorrisero ed entrambi mi diedero una grossa pacca sulla spalla.
- Senti volevamo chiederti scusa, per come ci siamo comportati. Questa storia di Roxel e Arien ci ha fatti uscire un po’ fuori di testa e non ci siamo comportati da buoni amici.-
Nick annuiva alle parole di Jeff.
- E poi … abbiamo visto come ti sei avvicinato a Jamie…-
Guardai Nick che indicò con un cenno del capo, il Warbler poco distante da noi, alle prese con una ragazza che stava facendo di tutto per attirare la sua attenzione.
- Guarda che non…-
Non feci in tempo a finire la frase che mi ritrovai i miei due amici, aggrappati alle mie spalle, mentre piagnucolavano qualcosa di incomprensibile.
- Se smettete di piagnucolare forse capisco cosa volete dirmi…-
Jeff tirò su con il naso guardandomi con gli occhi quasi lucidi.
- Non ci sostituire! Recuperiamo tutto promesso!-
Nick annuì alle parole dell’amico, entrambi avevano cominciato a fare la loro faccia da cuccioli bastonati.
- Ma io e Jamie parliamo e basta, nessuno potrà mai sostituirvi lo sapete!-
In quel momento mi ritrovai Sharon aggrappata al mio braccio, avevano finito la loro esibizione, ed era giunto il momento del duetto tra me e la Crawford Girl.
Jeff e Nick guardarono la ragazza con il loro migliore sguardo omicida, avevano interrotto quello che doveva essere il momento più commovente della giornata, almeno a detta loro.
Fui trascinato da Sharon sul palco e come stabilito, Sharon andò dall’altro lato del palco, mentre io rimasi dove ero. Quando partì la base, un brivido percorse la mia schiena, Sharon pareva proprio intenzionata ad interpretare la canzone, lanciandomi sguardi languidi.
 
 
I know I stand in line
Until you think you have the time
To spend an evening with me
And if we go someplace to dance
I know that there's a chance
You won't be leaving with me
 
Then afterwards we drop into a quiet little place
And have a drink or two
And then I go and spoil it all
By saying something stupid
Like I love you…
 
 
Fu una delle esibizioni più imbarazzanti della mai vita. Sharon non faceva altro che venirmi incontro, strusciarsi per un po’ per poi andare via da me. In quel momento mi resi conto che una probabile carriera da attore era fuori discussione. Non ce la facevo proprio a fingere di essere innamorato di lei, era più forte di me. L’amore era un sentimento talmente bello e spontaneo, che ridurlo ad una finzione era solo offensivo.
Scesi dal palco con la Crawford Girl che mi guardava raggiante.
- Abbiamo fatto una bella impressione non è vero? Siamo una coppia fantastica sai?-
La guardai impallidendo, non riuscii a rispondere perciò mi limitai a farmi trascinare al di sotto del palco, mentre Jeff e Nick vi salirono per il loro duetto.
Jamie mi lanciò un’occhiata, e approfittando del mio colorito pallido, si avvicinò con aria preoccupata.
Sharon continuava il suo sproloquio sul prossimo duetto, sul fatto che tra noi c’era davvero sintonia e che era davvero un peccato non poter cantare ancora insieme.
- Blaine tutto ok?-
Incrociai i suoi occhi, Sharon si aggrappò ancora di più al mio braccio guardandolo dal basso verso l’alto.
- Ehm.. in effetti … non mi sento molto bene.-
Jamie mi guardò attentamente, passò la sua mano sulla mia fronte, lanciando poi un sguardo preoccupato a David e Thad. Mi impegnai a fare la faccia più sofferente possibile, cosa che non mi riusciva difficile pensando a ciò che mi aspettava se avessi cantato il secondo duetto con Sharon.
- Che succede? Blaine stai bene? Hai uno strano colorito.-
Thad mi guardò inclinando la testa di lato, David scappò a chiamare Wes, mentre Jamie continuava a guardarmi in modo eloquente. Sharon mi accarezzava il braccio, preoccupata, sussurrando parole di incoraggiamento. Sperava che nell’arco di alcuni minuti mi sentissi meglio.
- No… Anderson dimmi che riesci a cantare!-
La voce secca di Roxel arrivò alle mie orecchie come un colpo di pistola. Sobbalzai e mi voltai verso di lei, i suoi occhi azzurri cominciarono a scrutarmi da capo a piedi, quasi a voler capire quanto mi stessi sentendo male.
- Ok… hai due minuti netti per farti passare quest’ansia da prestazione.-
Wes si alzò in mia difesa.
- No Blaine non può cantare. Dovremo trovare un’alternativa.-
Roxel guardò Wes quasi a volerlo uccidere con lo sguardo, Sharon mollò il mio braccio allontanandosi un poco, mentre Jamie cominciò a tirarmi indietro. Wes sostenne lo sguardo di Roxel, dietro di lui c’erano David e Thad pronti a sostenerlo. Arien posò le mani sulle spalle di Roxel quasi a volerla calmare.
Jamie mi portò via, trascinandomi verso il pubblico seduto di fronte al palco.
In quel momento incontrammo Kurt, Finn e Mercedes, tutti e tre si guardavano spaesati. Finn puntò il suo sguardo sul palco, dove Jeff e Nick stavano finendo di cantare la loro canzone, Mercedes guardava nella nostra direzione dando poi una gomitata a Kurt.
- Blaine!-
Il ragazzo mi lanciò uno di quei sorrisi luminosi, sembrava davvero felice di vedermi. Mi avvicinai al gruppo seguito da Jamie, Mercedes era proprio come Kurt l’aveva descritta, mi rivolse un grosso sorriso, Finn continuava a guardare verso il palco e quando spostò lo sguardo verso di noi, fece un timido sorriso.
- Lui è mio fratello Finn, oramai è ufficiale, e lei è Mercedes.-
Kurt indicò i due ed io strinsi la mano ad entrambi, beccandomi poi un’occhiata da parte di Mercedes, quasi a volermi squadrare da capo a piedi.
Quando mi ricordai di Jamie alle mie spalle, lo presentai al gruppetto.
- Blaine forse è meglio che vai…-
Jamie guardò verso il palco, la scaletta pareva cambiata, ora c’erano di nuovo le Crawford Girls a cantare. Jamie ci salutò di nuovo velocemente, e dopo avermi lanciato un’occhiata, andò via.
Kurt mi guardò sospettoso, mentre Mercedes e Finn presero posto in mezzo alla folla.
- Ok ho finto un malore per aiutare Jeff e Nick.-
Kurt aprì la bocca e la richiuse subito dopo.
- Blaine… così hai solo peggiorato la situazione.-
Prendemmo posto accanto a Mercedes e Finn, sentivo il cuore martellarmi nel petto.
 
I opened my eyes, last night and saw you in the low light
Walking down by the bay, on the shore
Staring up at the planes that aren’t there anymore
 
I was feeling the night, grow old and you were looking so cold
Like an introvert, I drew my over shirt
Around my arms and began to shiver violently
Before you happened to look and see
the tunnels all around me
Running into the dark underground
All the subways around create a great sound
To my motion fatigue, farewell
With your ear to a seashell
You can hear the waves in underwater caves
As if you actually were inside the Saltwater Room
 
Nick e Jeff si alternarono nel cantare quelle strofe, fu in quel momento che sul palco salirono Roxel ed Arien.
 
Time together is just never quite enough
When you and I are alone, I’ve never felt so at home
What will it take to make or break this hint of love?
we need time, only time
 
Kurt mi guardò stupito, alla fine ce l’avevano fatta. Jeff si avvicinò a Roxel, le loro voci si intrecciarono in quel primo ritornello, mentre Nick ed Arien erano fermi dall’altro lato del palco, entrambi si guardavano timidamente.
 
When we're apart whatever are you thinking of?
If this is what I call home, why does it feel so alone?
So tell me darling do you wish we'd fall in love?
All the time, all the time

 
La seconda parte di ritornello la cantarono Nick e Arien. Le loro voci si legarono come quelle di Jeff  e Roxel. Entrambi i Warbler giravano intorno alle ragazze, era come se con quella canzone, entrambi stessero cercando di trasmettere loro ciò che sentivano dentro.
Era diventato un gioco di sguardi, Jeff era quasi incantato da Roxel, girava intorno a lei quasi fosse il sole del suo universo.
- Kurt?-
Mi voltai verso il ragazzo sorridendogli.
- Ti va di andare a cena da qualche parte?-
Il ragazzo annuì sorridendo, propose a Mercedes e Finn di andare via da lì, ed entrambi non fecero obiezioni. Ci alzammo dai nostri posti a sedere, e ci dirigemmo fuori dal parco, accompagnati dalle note della canzone che i due Warblers e le due Crawford Girls, stavano ancora cantando.
Come suggerito da Jamie proposi loro di tornare a Lima, era ormai ora di cena, e non volevo che si allontanassero troppo da casa, soprattutto per Kurt.

So tell me darling do you wish we’d fall in love?
All the time…

 
 

 
Avevo proposto di andare dal Bel Grissino, so quanto Kurt amasse quel locale, e mi sarebbe piaciuto portarlo di nuovo lì. Finn ci lasciò di fronte al locale, aveva ricevuto una chiamata urgente da parte di Rachel e doveva andare d’urgenza da lei. La mora inventò una scusa non appena arrivammo di fronte al locale, a quanto pare voleva lasciarci soli. Ammiccò a Kurt ed entrò in macchina con Finn, che si era offerto di darle uno strappo a casa.
Kurt sorrise un’ultima volta all’amica, prima di abbandonare quella maschera, rivelando il suo verso stato d’animo.
Entrammo nel locale in silenzio, e non proferii parola fino a quando non ci fummo accomodati al nostra tavolo per due.
- Qualcosa non va?-
Kurt alzò lo sguardo verso di me sorridendo.
- No no, va tutto bene. Sono solo un po’ stanco.-
Prendemmo entrambi il menù, mentre vagliavo la possibilità di prendere qualcosa di diverso da ciò che avevo ordinato l’ultima volta, notai che Kurt non solo era distratto, ma faceva finta di leggere con il menù tenuto al contrario.
- Allora.. il matrimonio com’è andato?-
Quella domanda non cadde a vuoto, Kurt si riscosse dai suoi pensieri e azzardò ad un sorriso.
- Non ti dico quanto sono stati felici Burt e Carole, e Finn mi ha anche invitato a ballare con lui! Roba da non crederci.-
Snocciolò uno dopo l’altro gli avvenimenti più importanti avvenuti durante la festa, elencò una per una le canzoni cantate dal Glee, per poi passare al lungo elenco di regali che la coppia aveva ricevuto.
Ascoltai il tutto con la massima attenzione, Kurt però sembrava diverso, era come se parlasse in modo forzato, come e volesse parlare per evitare di pensare.
La luce che prima vedevo nei suoi occhi era sparita, il bel celeste che mi aveva colpito fin dal primo giorno, in quel momento era diventato spento, tendente al grigio.
- Smettila di nasconderti. È chiaro che c’è qualcosa che non va.-
Pensavo lui avesse smentito il tutto, pensavo che mi avrebbe risposto con una scusa qualunque, invece non fu così. I suoi occhi si riempirono di lacrime proprio come il primo giorno che ci eravamo conosciuti, quando lui mi raccontò per la prima volta di Karofksy.
In quel momento ricollegai ogni singolo momento, tutte quelle stranezze, il suo fare così ritroso, le chiamate brevi.
Raccontò della piccola rissa che alcuni membri del Glee Club avevano scatenato dentro gli spogliatoi, e tutto per proteggere lui.
- Penso che sia stato espulso da scuola a vita.-
Continuavo a capire.
- Ma quel… quella sottospecie di cavernicolo che cosa ti ha fatto questa volta? Ti spintona ancora?-
Piccole lacrime presero a solcare il suo viso già troppo pallido.
- Mi ha minacciato di morte.-
In quel momento era come se il mondo mi fosse caduto addosso, non sapevo nulla di tutto ciò. E da quello che mi stava dicendo lui in quel momento, neanche Finn e la sua famiglia sapeva nulla.
Cominciai a prendermela con me stesso, dovevo sentire che c’era qualcosa che non va, sarei dovuto andare a Lima per vederlo, per farlo parlare. Avrei voluto proteggerlo, e invece no, ero lontano miglia da lui, inconsapevole di tutto ciò che lui stava passando.
- Vivevo con la paura di andare a scuola il giorno dopo, ma ora che è stato espulso io… mi sento tranquillo.-
Si asciugò le lacrime, poi mi rivolse un piccolo sorriso.
- Non volevo farti preoccupare.-
Mi sporsi verso di lui, cacciai dalla tasca un fazzoletto di carta, con il quale asciugai le lacrime sul suo viso. Vidi le sue guance imporporarsi leggermente, mentre con quel semplice gesto, speravo di spazzare via anche quei brutti ricordi.
- Io… sono stato uno stupido, dovevo saperlo che c’era qualcosa che non andava.-
Kurt declinò le mie scuse con un gesto della mano, prese il fazzoletto dalle mie mani finendo di pulirsi il viso da solo. I suoi occhi si tuffarono nei miei, riuscivo a leggere la paura dentro di lui, riuscivo a leggerci il terrore, terrore che ancora lo abbandonava.
- La prossima volta che ti sentirò strano al telefono, giuro che prendo la macchina e vengo a Lima. E questa è una sorta di promessa sappilo. Non ti lascerò più da solo.-
Kurt rise mentre finiva di asciugare qualche piccola lacrima, che ancora si ostinava a scendere lungo le sue guance.
- There’s a place out there for us. More than just a prayer or anything we ever dreamed of.-
Un piccolo sorriso si aprì sul mio volto.
- So when you feel like givin' up cause you don’t fit in down here. Fear is crashing in, close your eyes and take my hand.-
Il suono del mio cellulare mi fece sobbalzare, presi il cellulare e lessi il messaggio. Alzai lo sguardo verso Kurt sorridendo, lui mi guardò con aria interrogativa, così tesi lui il cellulare per permettergli di leggere il messaggio.
Il viso di Kurt si aprì in un grosso sorriso mano a mano che leggeva il messaggio.
Entrambi scoppiammo a ridere senza un motivo preciso, forse ne avevamo solo bisogno. Lui ne aveva bisogno e io insieme a lui. Perché avevo capito che mai e poi mai avrei voluto che il sorriso mancasse sul suo volto angelico.
E fu in quel momento che promisi a me stesso, che avrei fatto di tutto per farlo sempre sorridere.
 
 
Blaine Anderson… sei la persona migliore che conosciamo! Ovviamente dopo Ezio Auditore!
Davvero, grazie di tutto.

Jeff & Nick.


 



Ooook potete uccidermi trucidarmi fare quello che volete xD
Per i pochi lettori che continuano a seguirmi e commentare, grazie ancora di cuore *^*

Ho avuto problemi al lavoro, tornavo a casa stanca morta e di scrivere proprio non mi veniva voglia. Comunque sia eccomi qui di nuovo!
Vi sono mancata? *rumore di grilli*

Ah visto che ci sono pubblicizzo anche la mia pagina Facebook :D

http://www.facebook.com/pages/Siry-Mcgregor-EFP-/284606581556135

Comunque sia, il capitolo è uscito un pò così, pieno di canzoncine che vi elenco qui sotto: 

- Viva la Vida dei Coldplay
- Survivor delle Destiny's Child
- Something Stupid di Robbie Williams Feat. Nicole Kidman ( io amo quella donna )
- Saltwater Room di Owl City ( grazie mille a Stepanda per avermi fatto conoscere questa canzone! )

Ci sta un piccolo accenno ad un capitolo precedente, ma penso si capisca. 
Perdonatemi per gli strafalcioni, capitolo non betato, ho finito ora di scriverlo, e l'ho scritto tra una chattata e l'altra. 
Perciò vi chiedo perdono! 

P.s il nick di Blaine: Blame it on Kurt è una piccola dedica a Medea00
Grazie per quella fantastica FF! ( Blaime it on Blaine... anche se è terminata... leggetela! )


Spero mi lasciate un commentino ino ino :) ci terrei tanto!

S.

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Capitolo 27
*** New Kid ***


New Kid

 
Blonde Mushroom: allora dorme?

Black Mushroom: aaawww che cosa dolce!
 
Blaine_blaime_it_on_Kurt  ha cambiato il suo nome in: Super Mario Bros
 
Super Mario Bros: ora sì che mi sento in tema. Comunque sia sì, dorme, e con i vostri messaggi rischiavate di svegliarlo.
 
Blonde Mushroom: uh?

Black Mushroom: abbassa il volume del computer, no?
 
Super Mario Bros: che volete?
 
Blonde Mushroom: sapere come va.
 
Black Mushroom: e sapere che stai combinando.
 
Super Mario Bros: Va tutto bene. Ah riguardo l’audizione… o provino… mi sembra un po’ stupido farlo no?

Black Mushroom: Dovrebbe in realtà farlo, come tutti.

Blonde Mushroom: Hai ancora quei video?

Black Mushroom: Se hai quei video basterà farli guardare al gruppo.

Super Mario Bros: Penso di sì. Ok domani ci metteremo d’accordo. Vado ad aggiornare il mio diario così domani avrete qualcosa di nuovo da leggere.

Blonde Mushroom: Malfidato.

Super Mario Bros: Realista.

Black Mushroom: touchè.
 
 
Ho troppo sonno, ma penso sia il caso di aggiornarlo, riportando almeno gli ultimi avvenimenti importanti di questi giorni.
Non posso neanche fare troppo rumore, altrimenti rischio di svegliare il mio compagno di stanza. Sì, perché ora ho un nuovo compagno di stanza. Addio pace e tranquillità!
Scherzi a parte, non potevo desiderare compagno di stanza migliore, e soprattutto da quando lui è qui, le incursioni nella mia camera per vedere film o giocare alla playstation, sono diminuiti di molto.
Ciò che ancora non riesco a placare, sono i sensi di colpa, ma forse quelli piano piano spariranno. Forse.
 


 
Il giorno dopo il festival, c’è stata una piccola riunione dei Warblers, una riunione “speciale” se possiamo intenderla così. Per la prima volta non si tenne nella sala di musica della scuola, ma in uno dei tanti localini di Westerville, e non eravamo solo noi ragazzi, ma c’erano anche le ragazze della Crawford.
Wes, David e Thad avevano organizzato quel piccolo meeting insieme a Roxel, avevano scelto un pub abbastanza tranquillo, dove poter pranzare tutti quanti insieme.
L’interno del locale era quasi tutto in legno, all’ingresso c’era un grosso contenitore dove si potevano prendere manciate di noccioline da poter portare al tavolo in attesa dell’arrivo delle ordinazioni. Ogni ragazzo passando ne prese una bella manciata.
Quando ci riunimmo tutti intorno al lungo tavolo di legno scuro, prendemmo posto: le ragazze si sedettero tutte insieme ad un lato, i ragazzi invece dall’altro. I primi minuti non si sentì altro che il grattare delle sedie di legno sul pavimento, e il vociare di ragazzi e ragazze che parlavano tra di loro. Ad una delle estremità del tavolo, sedevano Roxel e Arien, insieme ai membri del consiglio dei Warblers, anche loro parlottavano e ridevano tra di loro.
Jeff continuava a lanciare occhiate a Roxel, occhiate ovviamente non ricambiate, l’unico che forse aveva qualche speranza era Nick, ma era talmente tanto timido che a malapena riusciva a guardare Arien quel giorno.
Era incredibile come il vivace e casinista Nick si trasformasse in un cucciolo spaventato di fronte ad una ragazza.
Wes si alzò in piedi richiamando l’attenzione generale.
- La collaborazione tra Warblers e Crawford Girls è andata alla grande. Io, come rappresentante del Consiglio, vorrei ringraziare di cuore voi ragazze della Crawford per la bellissima esperienza.-
Un piccolo applauso si alzò dal gruppo di ragazzi, sedato subito dopo da un gesto di Roxel.
- Siamo felici del risultato, volevo anche comunicarvi che il comune di Westerville ha donato una generosa somma di denaro ad entrambe le scuole. Meglio di così non poteva andare.-
La ragazza si sedette con un piccolo sorriso, accompagnata da un piccolo applauso.
La comunicazione più importante, la diede David, che annunciò la preparazione di un piccolo spettacolo di Natale al quale non tutti potevano partecipare, spettacolo che sarebbe stato realizzato sempre in collaborazione con le Crawford Girls.
I dettagli per le audizioni sarebbero stati dati a breve.
- Parteciperai?-
Jeff si sporse verso di me con aria interrogativa.
- Ma sì, penso di sì. E voi?-
Sia Nick che Jeff scrollarono le spalle.
- Tentar non nuoce, poi se in questo modo riesco a stare con Roxel…-
Scossi la testa, in quel momento però lo sguardo andò verso due persone in particolare, Jamie e Cameron. Jeff e Nick seguirono il mio sguardo, dopodiché mi lanciarono una gomitata.
- Non dirmi che ci stai ripensando?-
- A cosa?
- A Jamie.-
Da poco avevo scoperto che l’oggetto del desiderio di Jamie non era Richard, felicemente accoppiato con una delle ragazze della Crawford, ma il timido e silenzioso Cameron.
Insieme erano davvero molto carini, l’esuberanza di Jamie era compensata dal carattere calmo di Cameron, mentre Cameron, sarebbe uscito un po’ dal suo guscio grazie a Jamie.
Erano una coppia equilibrata, ed il modo in cui Jamie rivolgeva le sue attenzioni a Cameron, era davvero dolce.
- Sono carini, insieme.-
Nick e Jeff mi guardarono poco convinti.
- Non mi piace Jamie, non mi è mai piaciuto sotto quel punto di vista e non penso mi piacerà mai.-
I due annuirono poco convinti, ma non vi prestai molta attenzione. C’era ancora una persona che ancora occupava il mio cuore e la mia mente, una persona che tra l’altro non sentivo da tempo.
Presi il cellulare e digitai un messaggio velocemente. Nessuno dei ragazzi mi stava guardando, ognuno era impegnato a flirtare con le ragazze della Crawford, purtroppo non mi accorsi di una presenza alle mie spalle, fino a quando non mi saltò letteralmente addosso.
- Blaine! Dolce che sei! Mi stavi mandando un messaggio per sapere che fine avessi fatto?-
Sharon. Pensavo, anzi speravo di non vederla più e invece eccola qui, con le braccia attorno al mio collo e il suo viso attaccato al mio.
- Ah… Sharon ciao! Che bello vederti…-
Nascosi il cellulare sotto il tavolo, e dopo aver finito di digitare il messaggio lo inviai. La ragazza nel frattempo aveva preso posto accanto a me, intimando Flint di farle spazio. Il Warbler mi guardò perplesso, ed io scrollai le spalle in risposta.
Dopo il gesto di Sharon, le altre ragazze presero coraggio, alzandosi e prendendo posto accanto ai ragazzi, sembrava quasi che non aspettassero altro. Mi ritrovai seduto di fronte a Nick e Jeff, entrambi impegnati a dirmi stupidaggini e ad escludere Sharon dai nostri discorsi.
- Allora ti proporrai per lo spettacolo natalizio?-
La voce di Sharon suonò melliflua, spostò il mio viso verso il suo per potermi guardare negli occhi.
- Uh sì certo, anche Jeff e Nick…-
- A me non interessa cosa faranno loro, voglio sapere cosa farai tu.-
Non feci un tempo a rispondere, che James e Nicholas, cominciarono una sorta di battaglia con le molliche di pane.
Guardai prima Sharon, poi Jeff e Nick. Sharon aveva l’espressione perplessa, Jeff e Nick invece ammiccarono, sapevano già a cosa saremmo andati incontro.
Nicholas per sbaglio colpì Richard. Il castano stava chiacchierando con una delle Crawford, ma quando venne colpito dalla mollica di pane, fece un piccolo ghigno, prendendo una delle noccioline sul tavolo, gettandola contro Nicholas. La nocciolina non colpì il destinatario, ma il ragazzo accanto a lui: Ethan.
Piano piano in modo abbastanza silenzioso, cominciò quella che definirei una vera e propria battaglia del cibo.
Cominciarono a volare noccioline, briciole di pane, tovaglioli sporchi.
Il tutto, condito dalle urla concitate dei ragazzi e le urla di terrore delle ragazze. Quello che doveva essere un pranzo per festeggiare il successo avuto al festival, si era trasformato in una guerra.
Finito il pranzo, uscimmo dal locale, pieni di briciole e noccioline, e altre strane macchie sugli abiti di dubbia provenienza. Le ragazze erano tutte salve, grazie alla loro brillante idea di rifugiarsi sotto il tavolo, mente noi ragazzi davamo sfogo ai nostri istinti repressi.
La Dalton era fin troppo rigida nelle sue regole, e ogni tanto era necessario sfogarsi in qualche modo. 
Tutto sommato alle ragazze non aveva dato fastidio il nostro comportamento che loro ritenevano molto virile e da macho ( questione di gusti ), e non vedevano l’ora di organizzare nuovamente un’uscita tutti insieme.
Il mio verso di disappunto, esternato una volta che le ragazze erano andate via, fu colto da Jamie, che si avvicinò ridacchiando.
- Non ti sei divertito? Stavo cominciando a pensare che stessi cedendo alle avances di Sharon.-
Lo guardai con un sorriso.
- Invece che parlare di me perché non parliamo di te e Cam?-
Jamie scrollò le spalle e fece un sorriso.
- Sapevo che prima o poi mi avresti chiesto di lui.-
Non riuscivo a capire, inclinai la testa di lato.
- In che senso?-
- Nel senso che … sai riguardo il fatto che io più e più volte ci ho provato con te, mentre ora sto con Cam… Si dice che tu sia geloso. Che le mie attenzioni ti facessero piacere. Cose del genere.-
Si dice? Chi è che dice quelle cose?
Non mi lasciai andare ad una risata isterica solo perché non eravamo io e lui da soli, e le altre persone intorno a noi potevano capire male.
- Sono felice per te e Cam, ma non direi proprio di aver mai provato gelosia nei tuoi confronti.-
Jamie annuì abbassando lo sguardo. Gli altri ragazzi ci avevano ormai distanziato di un po’, mentre noi due rallentammo sempre di più il passo.
- Io invece sì. Ero geloso di Kurt, e penso di esserlo tutt’ora.-
Quella dichiarazione mi lasciò interdetto. Mi fermai di colpo guardandolo, Jamie mosse qualche passo in avanti, prima di fermarsi anche lui. Si poi voltò lentamente verso di me con un piccolo sorriso.
- Le attenzioni che tu hai dedicato a lui, avrei tanto voluto essere io a riceverle.-
Continuavo a non capire, non immaginavo di aver rivolto a Kurt chissà quali attenzioni. L’anno scorso mi piaceva, avrei dato di tutto per poterlo conoscere, parlare con lui, stringergli anche solo la mano. Sentimenti svaniti dopo aver conosciuto Jeremiah.  
Jamie scrollò le spalle e lanciato uno sguardo a Cameron, sospirò.
- Cam… Cam è dolcissimo. Mi piace come ragazzo e penso di poter trovare la felicità con lui, quella felicità che pensavo di poter trovare con te. Spero… spero che Kurt si renda conto di quanto tu sia speciale.-
Mi rivolse un ultimo sorriso per poi tornare dal resto del gruppo e da Cameron. Lo vidi cercare la mano del suo ragazzo e stringerla dolcemente. In quel momento Jeff e Nick spuntarono alle mie spalle, entrambi mi diedero una pacca sulla spalla e senza dire nulla, cominciarono a camminare al mio fianco.
Non so come, ma ebbi l’impressione che avessero sentito la piccola chiacchierata avuta con Jamie.
Ripresi a camminare sorridendo ai miei due amici, Jamie era una sorta di mistero, non riuscivo a capirlo. Ogni giorno riusciva a sorprendermi, e quel giorno non fece eccezione. 
 



La Dalton era un porto sicuro per me, era stupido dirlo, ma solo vedere la facciata del palazzo antico, mi rassicurava. Era il luogo dove avevo passato i momenti più belli della mia vita, dove avevo conosciuto quei ragazzi che ora sono mie amici, dove avevo acquistato fiducia in me stesso.
Una scuola normale, dove nessuno mi trattava come il diverso. Una scuola che aveva tirato fuori il meglio di me.
Diventare poi solista dei Warbler, aveva davvero influito molto sulla mia autostima. Di colpo ero diventato il ragazzo più popolare della scuola.
- Ho trovato il frutto dell’Eden!-
E non mi dispiaceva neanche imbattermi nei comportamenti assurdi di alcuni componenti del Glee.
Wes e David continuano a giocare ad Assassin’s Creed, certo, hanno smesso di andare in giro come degli incappucciati, usando delle penne nascoste nelle maniche della divisa come lame celate, ma erano ancora fortemente influenzati dal videogioco, tant’è che ogni graffito che trovavamo in giro per Westerville, per loro era un glifo da decifrare.
- Ragazzi non crederete davvero che quello sia un Frutto dell’Eden? È una stupida mela che qualcuno ha dipinto d’oro!-
Inutile cercare di convincerli del contrario, mi arresi quando cominciarono a portare in giro quella mela, quasi fosse il tesoro più importante del mondo.
Erano da poco finite le lezioni, avevamo fatto la nostra solita riunione pomeridiana, e tutti quanti ci stavamo accingendo a tornare alle nostre stanze, chi per studiare, chi per fare altro.
Quando il telefono prese a vibrare nella mai tasca, cacciai di tasca il cellulare, non riuscendo a nascondere un’espressione delusa vedendo che era una chiamata da parte di Kurt.
- Kurt! Come va? Non sai cosa sta succedendo qui!-
Il mio resoconto fu interrotto da un piccolo singhiozzo da parte del ragazzo dall’altro lato del telefono.
- Stai… piangendo?-
Sentii delle voci in sottofondo ma non capii di chi fossero, le uniche parole che Kurt riuscì a pronunciare furono poche, ma mi lasciarono stordito, quasi avessi ricevuto un pugno in faccia.
- Mi trasferisco alla Dalton.-
In quel momento fu come cadere dentro un baratro. Chiusi la chiamata dopo qualche secondo di silenzio, silenzio in cui Kurt mi salutò velocemente tra un singhiozzo e un altro. Che cosa poteva essere successo? Mi aveva detto che Karofsky era stato espulso da scuola, mi aveva detto che ora era al sicuro, che non dovevo preoccuparmi.
Mossi i primi passi verso il dormitorio, incurante di Jeff e Nick che cominciarono a seguirmi preoccupati.
A quanto pare Kurt non era molto distante da Westerville quando mi aveva chiamato, perché dopo una mezz’ora circa, un trafelato Richard, mi comunicò di aver visto Kurt davanti la Dalton.
Mi fiondai fuori il dormitorio con lui incurante dei ragazzi che stavo urtando lungo il mio percorso, fino a raggiungere l’ingresso della scuola.
Arrivai giusto in tempo per vedere Kurt stringere la mano del Preside. 
Il sole stava tramontando piano dietro l’orizzonte, e un colore rossastro colpì il viso di lui, evidenziando le guance arrossate e gli occhi leggermente lucidi.
- Cosa ci fa qui alla Dalton?-
Jeff comparve alle mie spalle guardando la scena con aria interrogativa.
- Kurt si trasferisce qui.-
Quando il gruppetto entrò a scuola, mi morsi il labbro inferiore, cosa non avrei dato per poter sentire o almeno vedere quello che stava succedendo nello studio del preside.
Diedi un calcio ad un piccolo sassolino del viale, la finestra del preside era fin troppo alta e non mi sembrava il caso di saltellare come un canguro per poter vedere cosa accadeva al suo interno.
In quel momento Nick tirò il mio braccio trascinandomi con lui, aveva intravisto Jamie incamminarsi verso il dormitorio.
- Jamie abbiamo bisogno di te!-
La voce di Nick fece voltare il moro, che ci guardò con curiosità.
Cercai di persuadere Nick a non chiedere nulla a Jamie, ma fu tutto inutile. Il ragazzo non batté ciglio quando Nick spiegò lui che tipo di favore ci serviva.
Mi sentii in colpa, soprattutto sapendo che Jamie doveva rimanere fermo in ginocchio, mentre io mi mettevo in piedi sopra di lui. Non sto descrivendo una scena porno, Jamie aveva accettato di fungere da rialzo per permettermi di vedere cosa accadeva dentro l’ufficio del Preside.
Quando salii sulla sua schiena, a malapena riuscivo ad arrivare alla finestra, ma in qualche modo riuscii a raggiungerla alzandomi in punta di piedi.
- Non puoi alzarti un po’ di più?-
Jamie fece un piccolo mugolio di protesta.
- Cresci Blaine! E per “cresci”, intendo in altezza!-
Appoggiai le mani alla finestra, tutto quello che riuscii a vedere fu Kurt, le mani strette in grembo, mentre la testa del preside copriva a tratti la figura della donna accanto a lui.
Suo padre era seduto dall’altro lato, lo sguardo fisso sul preside. Annuiva ogni tanto lanciando piccole occhiate al figlio. Quando Kurt alzò lo sguardo, ci volle poche che spalancasse la bocca lasciando cadere la mascella in un’espressione di stupore.
Misi il dito sulle labbra, sperando che la sua espressione non mi tradisse, per mia fortuna non accadde nulla. Il preside parlava e gesticolava, i due coniugi annuivano,  Kurt mi lanciò un’altra occhiata e avrei giurato di averlo visto trattenere una risata!
- Blaine… non ce la faccio…-
Jamie non riuscì a terminare la frase, che mi ritrovai seduto sopra di lui, mentre lui era a terra a pancia in giù. Oltre che essere basso, pesavo pure.
Mi rialzai aiutando Jamie a rimettersi in piedi, il Warbler si accarezzò la schiena dolorante, trascinandosi poi verso l’ingresso di scuola. Nick e Jeff cercarono di sollevarmi fino a farmi raggiungere la finestra.
Cercai di aggrappar mici per poter vedere Kurt, ma senza risultato.
- Dai mettetevi a terra carponi.-
I due si guardarono spaventati.
- Cretini fatemi salire sulla vostra schiena! Possibile che non riusciate a fare pensieri un po’ più … puliti?-
I due si misero carponi ridacchiando, salii sulla loro schiena, un piede sulla schiena di Nick uno su quella di Jeff.
- Nick ti puoi alzare un po’? Jeff è più alto.-
Nick sbuffò, tentò di livellarsi a Jeff alzandosi un poco, ma il risultato fu disastroso. Non riuscimmo a tenere quella posizione perché Nick si appoggiò inavvertitamente a Jeff, entrambi persero l’equilibrio, e prima che potessi rendermi conto, mi ritrovai addosso ai due.
Jamie tornò poco dopo, trovando me Jeff e Nick a terra, i due Warblers mugugnavano qualche imprecazione, mentre io cercavo di rimettermi in piedi.
- Come cavolo fanno le cheerleaders?-
Jamie fu dapprima sconvolto da una crisi di ridarella, poi ci aiutò ad alzarci, comunicandoci che il preside aveva lasciato il suo studio e stava per portare Kurt a visitare i dormitori.
- Ergo se passano di qui e vi vedono in questo groviglio umano, possono anche pensare ad una mega ammucchiata gay.-
Sentimmo le voci provenire da dietro l’angolo, il preside stava raccontando loro dell’illustre storia della Dalton. Jamie prese il mio braccio, io afferrai quello di Nick e Nick quello di Jeff e come una catena umana, scappammo verso i dormitori.
Gli studenti che incrociammo ci guardarono senza capire, scrollarono le spalle e continuarono nella loro passeggiata. Effettivamente visti in quel modo, sembravamo quattro deficienti che correvano ridendo come bambini. Mentre correvo però il sorriso scomparve dal mio volto se pensavo di nuovo agli occhi lucidi di Kurt.
Era colpa mia se lui era qui.
 


 
- E questa è la sua stanza, spero non le dispiaccia condividerla con un altro studente.-
Il preside era fermo dietro la porta della mia camera, guardai con orrore Jamie, Jeff e Nick seduti sul mio letto.
Dopo la folle corsa fino al dormitorio, ci chiudemmo tutti nella mia camera per riprendere fiato, non pensai minimamente al fatto che la mia era un delle poche stanze rimaste singole. Ed il preside a quanto pare aveva fatto la stessa pensata.
Bastò uno sguardo di puro terrore sul mio viso, per creare una sorta di fuggi fuggi generale. Il problema era che i tre si fecero prendere dal panico, correndo in modo disordinato nella stanza, sbattendo gli uni contro gli altri, come tanti criceti impazziti.
Trascinai Jamie nell’armadio, e spinsi Nick e Jeff sotto i due letti della stanza, poi mi diede una guardata alla specchio, togliendo i rimasugli di erba sulla divisa.
Mi sistemai poi giacca e cravatta e andai ad aprire, non prima di essermi assicurato che non si vedessero i miei amici nei loro nascondigli.
- Signor preside, buonasera.-
Il preside era un uomo grassottello, i capelli brizzolati erano tenuti fermi e tirati all’indietro dal gel, gli occhi castani mi squadrarono da dietro le lenti dei suoi occhiali.
- Signor Anderson, spero di non disturbarla.-
Indicai la mia scrivania con dei libri aperti.
- Studiavo. Nessun disturbo ovviamente. Prego.-
Feci finta di non essermi accorto delle persone dietro di lui, Kurt mi lanciò un’altra occhiata che non riuscii ad interpretare. Lasciai che il preside mostrasse lui e i suoi genitori la stanza, rimasi tutto il tempo, fermo in un angolo, appoggiato contro il mio armadio mentre i miei occhi saettavano sui due letti, dove sotto vi erano nascosti Nick e Jeff.
- Signor Anderson, le presento il suo nuovo compagno di stanza Kurt Hummel.-
Kurt arrossì avanzando verso di me, strinsi la sua mano come se non lo avessi mai visto in vita mia, stessa cosa feci con i suoi genitori.
- Il signor Hummel era un membro del Glee club della sua scuola, e il signor Anderson è l’attuale solista del Glee Club di questa scuola, credo che vi troverete molto bene insieme!-
Annuii a quelle parole, tenendo il mio sguardo fisso in quello di Kurt, cercai di infondergli coraggio, di mandargli dei messaggi silenziosi. Il contatto visivo si interruppe quando il preside richiamò la loro attenzione. Kurt doveva andare a ritirare la divisa e i libri di testo, a quanto pare avrebbe cominciato lezione già da domani.
Quando la porta finalmente si richiuse, tirai un sospiro di sollievo.
- Blaine spostati, non riesco ad aprire!-
Mi accorsi solo in quel momento che mi ero appoggiato inavvertitamente sulle ante del mio armadio, impedendo a Jamie di venire fuori.
Mi spostai velocemente, andando a dare poi una mano a Jeff e Nick che strisciarono fuori da sotto i letti.
I due si dileguarono borbottando qualcosa riguardo la divisa impolverata e sulla poca pulizia del sotto-letto, mentre Jamie indugiò alcuni minuti nella stanza, indeciso se andare via o meno.
- Cosa c’è?-
- Smettila di piangerti addosso.-
Alzai lo sguardo verso di lui, e mi sentii trafiggere dai suoi occhi.
- Non è colpa tua.-
Kurt si stava trasferendo alla Dalton perché aveva paura del bullo che lo perseguitava da tempo, aveva paura perché dopo averlo affrontato, la situazione era peggiorata. Ed era peggiorata a causa mia e dei miei stupidi consigli. La voglia di riscattarmi era così forte, che aveva incoraggiato Kurt a fare ciò che io non ero stato in grado di fare, senza pensare alle conseguenze.
- Kurt ha deciso di affrontare quella situazione, non perché sei stato tu a consigliarglielo, ma perché lo voleva.-
Non risposi, mantenni il mio sguardo basso. Sentii poco dopo i passi di Jamie avviarsi verso la porta, la aprii lentamente e la richiuse con altrettanta lentezza alle sue spalle.
Se non era colpa mia allora perché mi sentivo morire? Perché i sensi di colpa non accennavano a placarsi?
Mi appoggiai contro il letto, sedendomi a terra, le braccia intorno alle mie gambe piegate, la testa su di esse.
Non so per quanto tempo rimasi in quella posizione, mi riscossi solo quando sentii la porta aprirsi di nuovo, mentre una lieve luce proveniente dal corridoio, penetrò nel buio della stanza.
Alzai lo sguardo, una figura esile si stagliava all’ingresso, riuscii ad intravedere il profilo di un paio di valigie trolley piuttosto grandi, mentre un paio di occhi mi scrutavano silenziosi.
- Posso entrare?-
La voce flebile di Kurt mi costrinse ad alzarmi, andai verso di lui lentamente, invitandolo con un gesto ad entrare. Chiusa la porta alle sue spalle e la stanza piombò di nuovo nella semioscurità.
L’unica luce proveniva dai lampioni del grande parco della scuola. Presi uno dei trolley di Kurt trascinandolo verso il centro della stanza, mentre il suo proprietario mosse i suoi primi passi nella stanza, trascinando l’altro.
Solo in quel momento mi resi conto che sul braccio, teneva delle buste in plastica trasparente, con dentro le divise.
- Stai… stai bene?-
Kurt annuì debolmente.
- Ora che sono qui, sto bene.-
Avrei voluto abbracciarlo, chiedergli almeno scusa, ma tutto ciò che riuscii a fare fu soltanto annuire.
Lo guardai entrare nella stanza, sistemare in un angolo le sue valigie, e posare sul letto le buste di plastica trasparente.
Tra noi scese uno strano silenzio che nessuno dei due voleva spezzare. Non era mai successo, tutte le volte che eravamo usciti, non facevamo altro che parlare, in quel momento invece, era tutto il contrario.
Kurt si sedette sul suo letto, io mi sedetti sul mio, i nostri sguardi si incontrarono ed un piccolo sorriso comparve sul suo volto, insieme ad un leggero rossore sulle guance.
- Sono felice di essere capitato in stanza con te, in realtà ci speravo.-
Annuii, era l’unica cosa buona che era successa in tutta quella giornata. Averlo sempre accanto a me, anche di notte, mi faceva sentire meglio. Anche se la Dalton era diversa dal McKinley, non doveva preoccuparsi di voltare l’angolo e trovare due energumeni pronti a tirarti una granita in faccia, o a sbatterti contro gli armadietti.
- Kurt io… mi dispiace.-
Il ragazzo inarcò un sopracciglio.
- Non dovevo spingerti ad affrontare Karofsky. O perlomeno avrei dovuto affrontarlo io, avrei dovuto proteggerti.-
Non riuscii a vedere l’espressione del suo viso, lo vidi solo alzarsi dal letto per venire a sedersi accanto a me, sul mio.
- Blaine la situazione non poteva andare avanti in quel modo, era un qualcosa che volevo fare da tempo, e tu mi hai finalmente donato il coraggio di cui avevo bisogno.-
Feci un piccolo sorriso rivolgendo il mio sguardo in basso.
- Non devi sentirti in colpa, ho lottato per me stesso, per te, per tutti i ragazzi che come noi subiscono atti di bullismo per cosa poi? Perché siamo noi stessi.-
Le sue parole furono quasi come un balsamo sulla mia ferita ancora aperta. Mi sentii stringere la mano, ed il calore piano piano si irradiò per tutto il resto del corpo.
Alzai lo sguardo verso di lui, sorrideva, i suoi occhi azzurri erano limpidi come il mare dopo una burrasca. Non c’era più quel rossore visto in precedenza, c’era solo quell’azzurro intenso che mi aveva fatto capitolare la prima volta che lo vidi.
- Ti… ti lascio disfare i bagagli, sono sicuro che hai bisogno di un po’ di privacy.-
Lasciai che la sua mano scivolasse lentamente dalla mia, camminai fino alla porta della stanza, aprendola e richiudendola dietro di me, senza mai voltarmi indietro.
Mi faceva male sapere che in quel momento era stato lui a consolare me e non il contrario. Presi un grosso respiro, e mossi i miei passi verso le scale che portavano al piano di sotto.
Se c’era una cosa che riusciva a tirarmi su di morale, era la musica. E proprio in quel momento, alla mente mi ritornò una canzone sentita tempo addietro, una canzone perfetta per me in quel momento. 
Perché mi sentivo dentro una tempesta, con i miei sentimenti e i miei pensieri che vorticavano confusi nella mia mente.
Percorsi strade e corridoi a me famigliari, in silenzio, senza neanche pensare troppo a dove stavo andando, perché sapevo che i miei mi stavano portando nella giusta direzione.
Con le braccia spalancai le porte di legno scuro, scendendo quei pochi gradini bassi che mi portarono dritto in aula di musica.
Richiusi piano la porta alle mie spalle, cominciando ad intonare quella canzone, che da quando avevo lasciato la stanza, premeva per uscire.
 
how long have I
been in this storm
so overwhelmed by the ocean's shapeless form
water's getting harder to tread
with these waves crashing over my head

 
Accarezzai le poltrone dove di solito sedevano tutti i Warblers, e quasi me li immaginai seduti lì, mentre intonavano una melodia di base, che si intrecciava al mio canto solitario.
Quasi li immaginai seguirmi con lo sguardo, i loro volti illuminati dall’unica lampada accesa della stanza, mentre piano piano mi diressi verso il pianoforte.
 
if I could just see you
everything will be alright
if I'd see you
the storminess will turn to light

 
Perché i miei sensi di colpa non si erano calmati? Perché vedendo il tuo viso non potevo fare altro che provare tristezza?
Mi sedetti lentamente sulla panca davanti lo strumento, accarezzai piano il coperchio che copriva quei tasti in mogano bianchi e neri, fino a sollevarlo.
Le mani cominciarono a correre piano sul piano, producendo una dolce melodia che accompagnava la mia voce.
Il suono del pianoforte riempì la stanza, che in quel momento mi sembrava così vuota e grigia, tingendola di colori immaginari.
 
and I will walk on water
and you will catch me if I fall
and I will get lost into your eyes
and everything will be alright
and everything will be al right

 
Avrei dovuto prenderti, avrei dovuto proteggerti, non ero stato capace per l’ennesima volta di aiutare qualcuno.
Ed ora eravamo due fuggitivi, due fuggitivi in cerca di un posto sicuro dove niente e nessuno ci avrebbe potuto ferire, sperando che il mondo cambi anche senza di noi, senza il nostro contributo.
In quel momento il mio cellulare squillò, era posato sul leggio del pianoforte, e la sua vibrazione venne attutita dalla superfiche in legno scuro.
“Quando vuoi. Sai dove trovarmi.”
Un piccolo sorriso si aprì sul mio volto, forse quella giornata si sarebbe conclusa meglio di come era cominciata.    
 
I know you didn't
bring me out here to drown
so why am I 10 feet under and upside down
barely surviving has become my purpose
cause I'm so used to living underneath the surface

if I could just see you
everything will be alright
if I see you
the storminess will turn to light

 

 

Ok per prima cosa ringrazio ancora chi sta seguendo la mia FF. 
Cercherò di procedere più velocemente di così anche se il capitolo di Natale volevo farlo coincidere proprio con il Natale. 
Ma ora come ora se ritardo ad aggiornare penso perderò sempre più lettori. 
Spero che la storia non vi stia annoiando e se è così per favore ditemelo! :)
La canzone è Storm dei Lifehouse, ho cominciato ad amare questo gruppo e chissà forse anche il prossimo capitolo conterrà una loro canzone. 
Dipende da come mi gira. 

Spero che questo capitolo vi soddisfi, e spero in un leggero aumento dei miei lettori e dei commentini :3

p.s. si è capito chi sono Black e blonde mushroom vero? In caso la risposta sia no, sono Jeff e Nick xD e Super Mario vabbè si sa chi è! :p

S.

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Capitolo 28
*** Is not easy ***


Is not easy 

Wes, David e Thad erano seduti come al loro solito dietro il grosso tavolo di legno massello, Wes rigirava il suo martelletto tra le mani mentre con Jeff e Nick stavo proponendo l’idea che avevamo avuto riguardo l’audizione di Kurt. I Warblers erano tutti in silenzio, i loro sguardi erano fissi su di noi, mentre in mano stringevo il mio computer portatile. Non capivo perché fossi così teso, neanche quando avevo fatto la mia prima audizione in quello stato. Posai il portatile sul tavolo del Consiglio con mani tremanti, osservai i tre ragazzi passare dall’altro lato, andandosi a sedere sul tavolinetto basso in legno.
Noi prendemmo posto a terra e dopo un cenno di assenso da parte di Wes, feci partire il video.
Avevo scelto di far vedere a tutti la performance di Kurt al McKinley, insieme alla sua amica, quando era entrato nei Cheerios: cantavano 4 Minutes di Madonna e Justin Timberlake.
I ragazzi rimasero impressionati tanto quanto lo fummo noi quando lo vedemmo quel giorno alla sua scuola, Nick e Jeff esultarono dandosi poderose pacche sulle spalle, io rimasi in tensione fino a che il video non finì e fino a che il Consiglio non tornò al suo posto.
Come sempre l’ammissione di un membro nei Warblers, andava votato per alzata di mano. Quando il Consiglio fece la fatidica domanda, tutti quanti alzarono la mano, tranne una persona: Jamie.
Non era la prima volta che mi dava contro, lui sapeva come tutti d’altronde, quanto fosse importante per me che Kurt fosse ammesso al Glee non era un potenziale membro con una voce incredibile e avrebbe solo giovato ai Warblers, era anche mio amico. Non era di certo il motivo principale per cui volevo fosse ammesso, ma avevo sperato di potergli fare una sorpresa, come confidato ad alcuni di loro.
Mi voltai a guardarlo con un piccolo sorriso sul volto.
- Chi è contrario?-
Domanda stupida, come previsto solo Jamie alzò la mano.
Wes batté il martelletto sul piano in legno con un grosso sorriso sul volto.
- Blaine, a te l’onore di dargli la notizia.-
La riunione si sciolse e tirai un sospiro di sollievo, Nick e Jeff mi saltarono addosso felici, mentre gli altri Warblers si congratularono con me per l’ammissione di Kurt.
Uscimmo dalla sala ridendo e scherzando, non vedevo l’ora di dare a Kurt la bella notizia, ero quasi sicuro che si fosse rifugiato in biblioteca, l’avevo sentito lamentarsi stamattina di quanto le lezioni della Dalton fossero pesanti e soprattutto di quanto avanti fossimo con il programma.
Salutai Nick e Jeff che dissero che sarebbero andati in caffetteria a prendersi qualcosa e mi diressi verso la biblioteca. In quel momento sentii qualcuno bussare alla mia spalla, mi girai e vidi Jamie.
- Oh ciao!-
Jamie fece un piccolo sorriso.
- Posso parlarti?-   
Annuii voltandomi verso di lui. Quando Jamie mi chiedeva se poteva parlarmi, non era mai per qualcosa di buono. Le ultime esperienze lo confermavano, ma non c’era mai stata volta in cui le cose con Jamie fossero andate bene quando aveva cominciato un discorso con “posso parlarti”.
Mi preparai al peggio e lo guardai con un piccolo sorriso.
- Vorrei spiegarti il motivo per cui il mio voto è stato contrario.-
Lo incoraggiai ad andare avanti con un cenno della mano.
- Prima cosa: avrei preferito che Kurt avesse fatto un provino come tutti quanti gli altri. Siamo o non siamo tutti uguali?-
La risposta sarebbe stata semplice. Il talento di Kurt era indiscutibile e vedere un video o sentirlo dal vivo, per quanto pensassi che da vivo rendesse meglio, ma non pensavo fosse così differente per la maggior parte di loro.
- Capisco.-
Jamie però non aveva finito di parlare. Abbassò lo sguardo per un momento, poi lo rialzò per controllare che fossimo realmente soli.
- Seconda cosa… sono geloso.-
Aprii la bocca interdetto, rimanemmo a fissarci per alcuni secondi fino a che non trovai il coraggio di chiedergli il motivo della sua gelosia. Non immaginavo che la sua risposta potesse farmi pentire così tanto di averglielo chiesto. Avrei voluto non sapere, forse era meglio.
- Mi piaci Blaine. Mi piaci ancora e tanto.-
Lo disse con calma, senza provare a baciarmi, saltarmi addosso o altro. Lo disse come se fosse la cosa più naturale e scontata del mondo. Sentii il sangue gelarmi nelle vene, pensavo che i suoi sentimenti per me si fossero raffreddati.
- Forse è meglio che vada, ci vediamo in giro.-
Indietreggiò di alcuni passi per poi percorrere a ritroso il corridoio verso le scale che portavano all’ingresso. Mi voltai di scatto deciso a raggiungere Kurt il prima possibile, volevo togliermi quella sensazione disagio da dosso.
I miei piedi fecero dietrofront, senza manco pensarci cominciai a percorrere la strada che portava in biblioteca.
Le parole di Jamie continuarono a ronzarmi fastidiosamente in testa, mi ero quasi illuso che provasse sentimenti sinceri per Cameron. Invece era solo un rimpiazzo.
Ricambiai il saluto di alcuni studenti che incrociai nel corridoio, non mi fermai però a parlare con nessuno. Speravo solo che il mio finto sorrise non mi tradisse, speravo soprattutto che Kurt non si accorgesse di niente.
Quando giunsi di fronte la biblioteca, entrai a testa bassa pensieroso, mi fermai solo quando urtai la spalla di qualcuno che in quel momento stava uscendo.
- Cavolo!-
Il rumore di libri che cadevano a terra mi fece voltare. Mi accorsi che la persona che avevo urtato era proprio Kurt. Mi affrettai a raccogliere i suoi libri tenendoli tra le mie braccia, mi presi mentalmente a calci, dovevo rimanere concentrato sul presente.
Lui mi guardò con un piccolo sorriso.
- Scusami Kurt. Ero sovrappensiero e… scusami davvero.-
Agitò la mano come a cancellare quello che era appena successo.
- Dai, dammi i libri posso portarli da solo.-
Scossi la testa.
- Ti accompagno, dovunque tu debba andare.-
A quanto pareva stava tornando in camera, aveva preso alcuni libri in prestito per alcuni approfondimenti che doveva fare per una ricerca che gli avevano assegnato il giorno stesso. Dovevo distrarmi, perciò cominciai a parlare con Kurt del più e del meno: parlammo della Dalton, della sua scuola e delle grosse differenze che c’erano. Parlammo dei rispettivi Glee Club, ammise che era rimasto davvero colpito dalla mia esibizione, a detta sua, era la migliore cover di Katy Perry che avesse sentito fin’ora.
Raggiungemmo i dormitori in poco tempo e dopo essere entrati in camera, posai i libri sul suo letto. Avevamo ancora qualche ora che potevamo sfruttare per studiare, ma a quanto pareva Kurt aveva fatto già tutti i suoi compiti per il giorno dopo e io quel giorno, non avevo così tanta voglia di studiare.
Presi fiato e mi decisi a dargli quella notizia che, prima della dichiarazione di Jamie, mi aveva incollato sul viso un sorriso da lato a lato.
- Senti ti devo dare una notizia.-
Kurt si sedette sul suo letto guardandomi con aria interrogativa.
- Sei stato ammesso nel Glee Club della scuola. Benvenuto tra i Warblers!-
L’espressione sul suo viso era dapprima sorpresa, poi radiosa, infine sospettosa.
- Non è uno scherzo vero?-
Misi una mano sul cuore e l’altra la alzai come se stessi facendo una sorta di giuramento.
- Parola di Warbler.-
Di colpo Kurt cominciò a saltellare emettendo piccole grida di gioia, lo vidi afferrare il cellulare cominciando a scrivere un messaggio, a quanto pareva voleva dare la buona notizia ai suoi amici.
Rimasi a guardarlo incantato, ogni cosa di lui mi affascinava: dal modo in cui muoveva le mani sul telefono, il modo che aveva di muoversi sul posto, incapace di trattenere la gioia, a quel sorriso che illuminava tutta la stanza.
Non mi ero accorto del mio stato di trance fino a quando non sentii la porta sbattere. Sia io che Kurt rimanemmo paralizzati, fino a quando non vedemmo Wes e Thad fare capolino nella stanza.
- Ragazzi… possiamo?-
Kurt mi guardò perplesso, forse era abituato ad avere più privacy. Lanciai uno sguardo assassino ai due Warbler, sguardo che ignorarono andando verso Kurt.
- Benvenuto tra i Warbler!-
Wes mi lanciò un’occhiata perplessa.
- Gliel’hai detto vero?-
Alzai le braccia incredulo.
- Potevi chiedermelo prima! Per tua fortuna sì, gliel’ho detto.-
Wes elargì uno dei suoi migliori sorrisi, avanzò verso Kurt stringendogli la mano energicamente, poi fu il turno di Thad. Kurt continuava a guardarli perplessi, dal suo viso trapelava una chiara domanda.
- Ehm… siete qui per… congratularvi con me?-
Era incredibilmente cortese ed educato, io avrei usato altre parole e soprattutto non avrei adottato quel tono calmo e composto. I due ragazzi rovistarono in giro per la stanza fino a che non presero i due joystick della mia Playstation. Poco dopo entrò anche David, seguì lo stesso rituale eseguito da Wes prima, strinse la mano di Kurt e si unì agli altri. Lo vidi sventolare la custodia di un videogioco che ovviamente evitai di chiedere cosa fosse.
Quando i tre cominciarono a giocare felici e beati, mi avvicinai ad un Kurt ancora scioccato.
- Fanno sempre così?-
Indicò i tre Warblers perplesso.
- Quasi sempre. Ora che sei un Warbler, abituati a questo tipo di stranezze.-
Kurt lanciò uno sguardo ai ragazzi seduti davanti la playstation felici come bambini il giorno di Natale.
Aprii la bocca per chiedergli se gli andava di andare giù in caffetteria a prendere qualcosa da bere, quando un urlo di esultanza da parte dei tre, mi fece inorridire.
- Ezio Auditore è tornato Bitches!-
Guardai Kurt sconvolto.
- Ditemi che è un incubo.-
 

 
Pensavo che da allora in avanti, tutto sarebbe andato per il meglio. Certo c’era quel piccolo piccolissimo particolare negativo di nome Jamie, ma cercavo di non pensarci.
Salutava Kurt quando lo incrociava lungo i corridoi, gli rivolgeva la parola quel tanto che bastava, fin qui nulla di strano. La novità era un’altra: dall’arrivo di Kurt e dopo avermi confessato nuovamente i suoi sentimenti, lui e Cameron erano sempre più distanti, fino a quando non sono venuto a sapere della loro rottura definitiva.
Richard mi guardava in cagnesco ogni volta che m’incrociava lungo i corridoi, non ci volle un genio per capire il motivo.
Cameron non stava proprio bene, credeva davvero in quel rapporto, al contrario del cugino però, non mi addossava la colpa di tutto. Ma partiamo con ordine.
Jamie si era lasciato con Cameron il giorno dopo l’arrivo di Kurt alla Dalton, quella sera parlammo proprio di loro, gli raccontai gli ultimi sviluppi con Jamie, il fatto che mi sentissi molto più tranquillo quando si era messo con Cameron. Evitai di raccontargli ciò che mi avevo detto il giorno stesso, non volevo che Kurt si sentisse poco a suo agio o magari non accettato.
In Kurt non avevo trovato solo un perfetto compagno di stanza, era super ordinato e non invadeva mai i miei spazi, ma anche un ottimo amico e confidente.
Ascoltò tutta la storia senza battere ciglio, aspettò che finissi di parlare e solo allora prese la parola.
- Non sono così sicuro che Jamie ti lascerà andare così facilmente, il primo amore non si scorda mai.-
Lo disse con un sospiro. Che fosse uscito di recente da una storia d’amore andata a male?
Quando feci lui quella domanda, si limitò a sorridere e rispondermi che si trattava una storia vecchia dell’anno scorso e che non valeva davvero la pena di raccontare.
Andammo a dormire sul tardi, solo quando lui crollò dalla stanchezza. Lo vidi tentennare quando gli parlai delle ultime prove dei Warblers e della decisione di gareggiare nella competizione di canto corale coreografato, alla quale anche le New Direction parteciparono l’anno scorso, fino a quando non scivolò piano sul cuscino chiudendo gli occhi.
Sorrisi dolcemente e spensi la luce.
Quella notte dormii poco e niente, un po’ per le parole di Jamie un po’ per le parole di Kurt. In più il giorno dopo sarebbe stato il primo giorno effettivo da Warbler. Mi sentivo emozionato quasi quanto una mamma con il figlio al suo primo giorno di scuola.
Le sue prime prove insieme a tutti quanti noi.
Quando Wes aprì la riunione annunciando la novità e dando il benvenuto a Kurt nei Warblers, dovetti cercare di trattenermi per non saltare di qua e di là per la felicità.
La maggior parte dei Warblers applaudì, tutti tranne Cameron Richard e Flint. Flint e Richard mi guardavano con sguardo assassino, Cameron invece ogni tanto lanciava occhiate verso Jamie.
- Bene riguardo le provinciali…-
Wes aprì le prove con l’intenzione di leggerci la scaletta di canzoni che avremmo potuto cantare per la prima competizione. Kurt intervenne subito avanzando un suo suggerimento, bloccato subitaneamente da Wes non appena ebbe finito di parlare.
Mi passai una mano sul viso, questo era un altro piccolo problema.
L’individualità di Kurt poteva diventare un serio problema, ma non volli preoccuparmene in quel momento.
Quando finimmo le prove, Kurt uscì velocemente dall’aula, accampando la scusa dello studio. Ero quasi sicuro che si fosse sentito in imbarazzo, il modo in cui Wes l’aveva liquidato per quanto cortese possa essere stato, suonava tanto come “sei l’ultimo arrivato stai al tuo posto”.
Quando feci per uscire, mi ritrovai bloccato da Flint e Richard, entrambi mi guardavano irritati. Cameron era dietro di loro davvero in imbarazzo.
- Sì?-
Richard mi sovrastò con la sua altezza, fui costretto a guardarlo dal basso verso l’alto, il che era molto imbarazzante.
- Ti schiaccio come un insetto, nano.-
Qualcosa non andava, di solito andavo molto d’accordo con Richard, non c’erano mai state discussioni tra di noi, così come con Flint, che in quel momento mi guardava anche lui come se fossi davvero un insetto da schiacciare.
Wes e Thad si fermarono in aula, avevano fiutato qualcosa che non andava, cominciarono a guardarci con circospezione, mentre gli altri membri del Glee uscivano lentamente.
- Per colpa tua Jamie ha lasciato Cameron.-
Li guardai con aria sorpresa.
- Lui … cosa?-
Cameron mormorò qualcosa ai due, che non capii perché la voce di Richard sovrastò la sua.
- Ha detto a Cameron cosa vi siete detti ieri lungo il corridoio! Ovviamente il piccolo Anderson non è felice quando non è al centro dell’attenzione non è vero?-
Non potevo lasciarmi insultare in quel modo, soprattutto non per qualcosa che non avevo fatto. Flint si parò dinanzi a me puntandomi in dito contro.
- Tu e le tue maledette manie di protagonismo. Cos’è Hummel non ti si fila e hai deciso di prenderti Jamie? Magari non c’è posto per il tuo ego nella vita del tuo angelo dagli occhi blu, visto che il suo ego è grosso quasi quanto il tuo.-
Il suo era un chiaro riferimento a quello che era successo prima, senza pensarci diedi uno spintone a Flint e quasi cadde per terra, Richard mi prese velocemente per il bavero della giacca sollevandomi da terra. Lo guardai in cagnesco deciso sferrargli una ginocchiata nella sua zona calda, ma per fortuna Wes e Thad interferirono intimando a Richard di mettermi giù. Wes bloccò un tentativo di Flint di buttarmi a terra, mentre Thad cacciò dall’aula i due Warblers.
Prima di andare via però, Richard mi scoccò uno sguardo di puro odio, Flint invece sputò a terra, gesto che per sua fortuna, nessuno aveva visto.
Non era mai successo nulla di simile prima d’ora, non avevamo mai litigato, tantomeno avevo mai litigato con loro.
Mi accasciai sulla poltrona sconvolto, buttai la testa tra le mani e sospirai.
Cameron era ancora nella stanza, lo sentii borbottare qualcosa a Wes e Thad.
I due capi del Consiglio si sedettero di fronte a me, facendo sedere Cameron al mio fianco. Il ragazzo moro mi posò una mano sulla spalla, sussultai a quel gesto e mi scansai di scatto.
- Cameron, cosa succede? Cos’era quella scenata?-
Alzai lo sguardo, i due Warblers fissavano Cameron che deglutì e scrollò le spalle, evitò accuratamente il mio sguardo puntandolo contro il tavolino di legno di fronte a noi.
- Jamie… mi ha lasciato. Perché ha detto di essere ancora innamorato di Blaine.-
Cameron sembrava fosse davvero innamorato di lui e per quel motivo e in quel momento, sentii la rabbia nei confronti di Jamie crescere sempre di più. Raccontò di come il giorno prima, Jamie gli aveva dato appuntamento al parco dopo cena. Disse che gli confessò di non aver mai provato sentimenti di quel tipo per lui, che l’aveva usato per dimenticarmi, ma che non ci era riuscito. Con l’arrivo di Kurt alla Dalton, non riusciva a continuare a regger quella farsa. Cameron aveva confidato tutto a Richard e lui perse le staffe non tanto con Jamie ma con me, convinto che fossi io la causa di tutto, aveva provato a spiegare tutto al cugino, ma non c’era stato verso.
Per lui Jamie era seriamente innamorato di Cameron e l’unico da incolpare ero io.
- Cam senti puoi parlare con Richard e Flint?-
Cameron annuì.
- Scusami Blaine è colpa mia. Non dovevo dire nulla.-
Scossi la testa.
- Sono solo felice che tu non ce l’abbia con me Cam.-
Mi sentivo in colpa, avevo smesso di tenere a distanza Jamie e forse era stato un grosso errore. Pensare che lui avesse smesso di pensare a me sotto quel punto di vista.
- Sono stato stupido io, non ti preoccupare.-
I due capo consiglio ci lasciarono andare poco dopo, Cameron decise che sarebbe andato a parlare con Richard quella sera stessa, mentre io, andai a cercare Kurt. Non sapevo se raccontargli, o no, cosa era successo.
Lo incrociai sulle scale per andare nell’atrio d’ingresso, lui scendeva ed io salivo.
Incrociò per un attimo il mio sguardo e azzardò ad un piccolo sorriso senza fermarsi.
- Devo andare a prendere delle cose in biblioteca.-
Lo afferrai per il braccio e lo fermai. Lasciai che alcuni studenti passassero oltre di noi, poi lo costrinsi a guardarmi.
- Kurt cosa succede?-
Una cosa incredibile di Kurt era che non poteva nascondere nulla, il suo viso era una sorta di libro aperto. Dal modo in cui il suo sguardo sfuggiva al mio, capii che c’era qualcosa che non andava. Il suo piede batteva a terra irrequieto, altro segnale.
Non riuscì a resistere al mio sguardo indagatore, mi trascinò in biblioteca con lui e mentre prendeva alcuni libri, si voltò a guardarmi in cagnesco.
- Tu! Ieri avevamo parlato di Jamie, perché non mi hai detto del casino successo con Cameron?-
Alzai le mani in segno di resa, cercando di calmarlo.
- Prima cosa, si sono lasciati oggi e tu eri andato via. Mi sono ritrovato in una sorta di mini-rissa con Richard e Flint e tutto a causa di quello… di quello…-
Avrei voluto dire “stronzo”, ma mi trattenni, ricordandomi che a scuola non era saggio usare un certo tipo di linguaggio, o sarei finito per una buona settimana in punizione. Avrei rimandato gli epiteti a quando saremmo stati barricati in camera da soli.
Trascinai Kurt in un angolo della biblioteca, raccontandogli tutto, della chiacchierata del giorno prima con Jamie e di ciò che era successo dopo che lui aveva lasciato l’aula. Il viso di Kurt passò dall’arrabbiato allo stupito. Quando terminai il racconto pareva solo in apprensione per ciò che era successo. Evitai di riferirgli le battute di Flint al suo riguardo.
- Scusami Blaine, è che… Richard e Flint sono venuti a parlare pure con me.-
Un leggero fremito percorse la mia schiena, cosa gli avevano detto?
- Mi hanno… mi hanno detto che… ho un ego troppo grosso per far parte del Glee e che… che dovevo abbassare le mie mire, che se ci stavo provando con te avrei dovuto mettermi in fila visto che prima di me c’è Jamie.-
Abbozzò ad un piccolo sorriso, ed io lo abbracciai.
- Sono abituato a questo tipo di critiche, dopo tutto ero una sorta di Drama Queen nel mio vecchio Glee, ero sempre in competizione con Rachel e sono abituato a questo tipo di battute. La loro è solo invidia.-
Era incredibile come Kurt riuscisse a ribaltare la situazione, di come riuscisse a vedere sempre il lato positivo delle cose, di come riuscisse a sorridere anche quando era difficile. Mi staccai da lui sorridendo.
- Per quello che possono dire, io ti trovo fantastico.-
Kurt sorrise debolmente.
- Mi troverei fantastico anche io se fossi in te.-
Ci guardammo per un secondo poi scoppiammo a ridere, ed in quel momento la tensione, la rabbia e la frustrazione sparirono in un istante e almeno per qualche minuto il nostro cielo tornò sereno.


 
Quella notte fu una delle notti peggiori mai passate in vita mia in quella scuola. Non riuscii a rilassarmi, al contrario di Kurt ero teso come una corda di violino, non sopportavo gli sguardi degli altri studenti quando entrai con Kurt a mensa quella sera a cena. Mangiai poco e niente e a fine cena mi rifugiai in camera.
Ero fin troppo nervoso per dormire, quando poi presi sonno, non feci altro che avere incubi.
Sognai Jamie e Cameron, entrambi mi accusavano di aver provocato io la rottura tra di loro, oltre che la scissione dei Warblers, e per quel motivo venivo espulso a vita dal Glee.
L’altro sogno riguardava Kurt, eravamo lungo il corridoio della Dalton, diceva che non riusciva a continuare a studiare in un posto dove il bullismo era quasi simile a quello che subiva nella sua vecchia scuola. La chiara dimostrazione che non ero stato capace di proteggerlo come mi ero ripromesso.
Mi svegliai di soprassalto, madido di sudore. Avevo il cuore che batteva forte, il mio corpo era scosso da spami che non ne volevano assolutamente sapere di andare via.
Mi rifiutai di continuare a dormire, perciò mi alzai dal letto molto presto. Il sole non era ancora sorto e Kurt dormiva ancora, il suo corpo si abbassava e si rialzava lentamente a ritmo con il suo respiro.
Mi feci la doccia velocemente, pettinai i capelli, come al solito, e indossata la divisa sgattaiolai fuori dalla camera.
I turni di guardia lungo i corridoi del dormitorio erano finiti da un pezzo, perciò non ebbi problemi a raggiungere il piano terra.
Fuori era ancora buio, si vedeva solo una piccola striscia di blu misto al rosso, segno che il sole si stava apprestando a sorgere.
Scesi le scale che portavano in aula di musica, a quell’ora della notte nessuno mi avrebbe sentito suonare. Quando entrai nell’aula, fui felice di vederla semi immersa nell’oscurità.
Poggiai la mia giaccia su uno dei divani, mentre raggiunsi lentamente il pianoforte.
Passai la mia mano sul legno di mogano nero, sollevai il coperchio e scoprii i tasti. Respirai profondamente mentre picchiettavo a caso qualche tasto.
Mi sedetti sulla panca sorridendo, la musica era davvero la mia compagna di vita, l’unica compagna che non mi avrebbe mai voltato le spalle, che ci sarebbe sempre stata nel momento del bisogno.
Un amore platonico fatto solo di note e melodie, ma era stato proprio quell’amore a sostenermi a darmi coraggio.
 
I can't stand to fly
I'm not that naive
I'm just out to find
The better part of me
 
 
Cominciai a cantare la canzone sommessamente, aggiungendo mano a mano la musica al pianoforte, prima un tasto, poi l’altro, fino a che non legai quelle notine fino a formare la melodia della canzone.
Mi lasciai trasportare, indugiai un po’ sulle parole, giocando con esse facendole poi rincorrere dalla melodia riprodotta dal pianoforte.
 
 
I'm more than a bird
I'm more than a plane
More than some pretty face beside a train
And it's not easy to be me
 
 
Lasciai che la musica incorniciasse le ultime parole della canzone. Chiusi gli occhi continuando a cantare.
 
 
Wish that I could cry
Fall upon my knees
Find a way to lie
About a home I'll never see


Feci un piccolo sorriso mentre pensavo a casa mia. Mi mancavano mamma e papà. Una volta pensavo che mai e poi mai sarei riuscito ad avere una famiglia normale, una famiglia dove potermi rifugiare quando avevo dei problemi. Ed ora che avevo questa famiglia, erano distanti da me.
Quasi potevo vederli accanto al pianoforte, mentre il loro sguardo scorreva lento dal pianoforte fino a me, con quel sorriso che ricordo, mi rivolgevano sempre quando ero bambino, e che per molti anni, venne a mancare.
 
 
It may sound absurd but don't be naive
Even Heroes have the right to bleed
I may be disturbed but won't you conceed
Even Heroes have the right to dream but
It's not easy to be me
 
Up, up and away away from me
It's all right
You can all sleep sound tonight
I'm not crazy or anything
 
 
 
Buttai nella canzone tutta la rabbia, la frustrazione. La musica era come una medicina, era la mia medicina. Il rimedio ad ogni male.
Suonai con più foga il pianoforte, come se quel gesto riuscisse ad estrarre quel veleno annidato nel mio corpo.
 
 
I can't stand to fly
I'm not that naive
Men weren't meant to ride
With clouds between their knees
 
 
Aula di musica: audizioni per il ruolo di solista dei Warblers. Portai quella canzone, la stessa canzone che avevo suonato qualche ora prima. Ignorai lo sguardo degli altri, ignorai la situazione. Eravamo solo io, il pianoforte e la canzone.
Non m’interessava vincere, in quel momento speravo solo di arrivare fino alla fine senza commettere errori, mentre cercavo di ignorare il più possibile gli sguardi sprezzanti di Flint e Richard.
 
I'm only a man in a silly red sheet
Digging for kryptonite on this one way street
Only a man in a funny red sheet
Looking for special things inside of me, INSIDE OF ME
INSIDE OF ME
INSIDE OF ME
INSIDE OF ME
 
 
Finita la canzone, mi alzai dalla panca del pianoforte, non ci fu alcun applauso, nessun complimento. Sentivo la stanza carica di elettricità. Mi andai a sedere al mio solito posto, sul bracciolo della poltrona, lo sguardo basso.
Il triangolo Jamie-Cameron-Blaine era di dominio pubblico. Richard e Flint sparsero la voce tra i Warblers e mai come quel giorno, sentii il Glee diviso in due.
Nick e Jeff mi diedero una pacca di incoraggiamento, lanciai loro un piccolo sorriso, avevo come la netta sensazione che quelle audizioni non sarebbero andate per il verso giusto.
- Blaine devi accomodarti fuori al corridoio durante la votazione.-
La voce di Wes mi riportò alla realtà, mi alzai meccanicamente e sotto lo sguardo di tutti uscii dall’aula, chiudendomi la porta alle mie spalle.
Non potei fare a meno di pensare di essere di nuovo lì, fuori quella porta, ad aspettare che venisse emesso il verdetto. Sorrisi, quante cose erano cambiate in un anno.
Non dovetti aspettare per molto, quando rientrai, notai che gli sguardi dei membri del Consiglio erano furenti.
Incrociai lo sguardo di Nick e Jeff, anche loro avevano la medesima espressione sul volto.
- La maggioranza ha votato contro. Secondo le regole questo vuol dire che quest’anno avremo un nuovo solista.-
Non mi aspettavo un verdetto diverso. Nick fece per alzarsi in piedi, ma lo bloccai posando una mano sulla sua spalla. Il moro mi guardò frustrato, scossi la testa in risposta al suo gesto.
In quel modo non avrebbe migliorato la situazione, anzi, l’avrebbe solo peggiorata.
Era chiaro che il voto era stato influenzato da quella situazione e mi fu ancora più chiaro dopo aver visto la maggior parte dei visi dei membri del Glee.
Richard e Flint sorrisero soddisfatti, Cameron aveva lo sguardo puntato verso Jamie e Jamie invece guardava un punto a caso della stanza, la sua classica espressione tranquilla sul volto.
Incrociai per un attimo lo sguardo di Kurt, sembrava affranto, ma quando incrociò il mio sguardo, mi lanciò un piccolo sorriso di incoraggiamento.
 

 
Non mi feci vedere per il resto della giornata. Mi rifugiai sul tetto della scuola, nessuno poteva immaginare che mi trovassi lì, da una parte perché era proibito starci, dall’altra perché per andarci ci servivano le chiavi e nessuno sapeva che avevo rubato le chiavi di riserva.
Anche l’anno precedente era cominciato in quel modo, ma tutto per via di Jamie, che aveva barato durante le audizioni. Quell’anno invece non pensavo ci fosse alcun angelo a salvarmi.
Poggiai le braccia sulla balaustra della terrazza, finalmente quella giornata era finita. Non vedevo l’ora di rifugiarmi in camera. Non sarei sceso per la cena, non mi andava di sentire gli occhi di mezzo Glee puntati su di me. Un conto era se mi guardavano durante un’esibizione, un conto era se mi guardavano a causa delle voci maligne che Richard e Flint stavano spargendo su di me.
Jamie non aveva mosso un dito al riguardo, non rispondeva alle domande che gli altri studenti rivolgevano lui e a malapena salutava Cameron,Richard e Flint.
Non potevo credere che stesse succedendo, ci trovavamo quasi di fronte una scissione dei Warblers, proprio come quell’incubo avuto quella stessa notte. Gli altri membri di sicuro non avrebbero sopportato di cantare in un gruppo dove io ero la voce solista, o forse non avrebbero sopportato di cantare in un gruppo dove c’ero semplicemente io. Solista o meno.
Tornai in camera quando ormai il sole era già sceso, aprii lentamente la porta e la trovai vuota e immersa nel buio. Kurt di sicuro era andato a cena, così ne approfittai per mettere un po’ di musica ad alto volume.
 
There’s a place out there for us.
More than just a prayer or anything we ever dreamed of.
So when you feel like givin' up cause you don’t fit in down here.
Fear is crashing in, close your eyes and take my hand yeah.

 
 
Adoravo questa canzone e ricordo che mandai un messaggio giusto pochi giorni prima, a Kurt, proprio con alcune parole della canzone.
Ero appena uscito dalla doccia e mentre mi asciugavo, cominciai a cantarla.

 
We could be the kings and queens
of anything if we believe
It's written in the stars that shine above.
A world where you and i belong
where faith and love will keep us strong,
exactly who we are is just enough.
There's a place for us

 
Mi voltai di scatto quando sentii una seconda voce unirsi alla mia, Kurt era in piedi poco distante da me, la borsa sulla sua spalla, perfetto nella divisa scolastica, come sempre.
La stanza era ancora immersa nella semioscurità, solo la lampada sulla mia scrivania era accesa, ed era l’unica fonte di luce oltre lo schermo del mio computer.
Gli occhi di Kurt incrociarono i miei mentre le nostre voci si legarono durante il ritornello.
 
 
Where the water meets the sky,
when your heart is free, and all comes back to life,
when these broken hands are whole again
We'll find what we’ve been waiting for,
We were made for so much more

Cominciai a cantare la seconda strofa, incurante del fatto che fossi ancora avvolto nel mio accappatoio con i capelli ancora gocciolanti, Kurt rimase fermo dov’era mentre io cominciai a girargli intorno. La sua voce si unì alla mia nelle due strofe finali, ed insieme cominciammo a cantare nuovamente il ritornello.
 
 
We could be the kings and queens
of anything if we believe
It's written in the stars that shine above.
A world where you and i belong
where faith and love will keep us strong,
exactly who we are is just enough.
There's a place for us

 

Sorrisi, non mi era mai capitato di cantare con lui e in quel momento mi accorsi di quanto la sua voce fosse giusta con la mia, di quanto era così facile per entrambi cantare un duetto insieme. Ed era proprio quello di cui avevo bisogno in quel momento.
 
So hold on, hold on.
Ther's a place for us.

We could be the kings and queens
of anything if we believe
It's written in the stars that shine above.
A world where you and i belong
where faith and love will keep us strong,
exactly who we are is just enough.

There's a place for us.
 
 
Finimmo di cantare la canzone, i nostri visi vicinissimi. Aspettai che l’ultima nota della canzone si perdesse in quella camera semibuia, prima di buttare le mie braccia al suo collo per poi stringerlo a me.
Non sapevo come ringraziarlo, non sapevo come dimostrargli la mia gratitudine.
Mi staccai da lui pochi secondi dopo, solo allora mi accorsi che avevo potuto bagnare la sua divisa.

- Scusami…-

Kurt mi zittì con un gesto della mano.
 
- So che non è stato facile per te. Ti sei ritrovato in una situazione tutt’altro che piacevole. E come questa canzone ha aiutato me in quel momento difficile, spero aiuti te in questo momento.-




Angolo di Siry

Bene se siete arrivati fin qui e siete ancora vivi e sopratutto non avete voglia di ammazzarmi per quanto è scritto male questo capitolo... COMPLIMENTI! :D
Non so io spero vivamente che vi piaccia. Ho apportato un pò di modifiche un pò di tensione nel gruppo e boh un pò di scenette Klainose come al solito. 
Un piccolo accenno alla Furt ci sta benissimo non trovate? 
Dopo tutto è parte del passato di Kurt. 

Anche voi fan della Furt? Ho le FF che fanno al caso vostro ;) 

Dopo questo piccolo accenno di pubblicità volevo solo aggiungere una piccola cosa: HO FINITO AC REVELATIONS! 
Se non siete fan di Assassin's Creed vi prego di perdonare il mio sclero. 
Se come me siete Fan... penso possiate capire :D Sto ancora con i brividi per il finale da urlo!
Comunque sia spero il capitolo vi sia piaciuto e che lo commentiate in tanti *w*


Ah prima che me ne dimentichi xD
Le canzoni sono: 

Five for Fighting: Superman ( is not easy ) --> http://www.youtube.com/watch?v=GRz4FY0ZcwI
Sonohra: There's a place for us ---> http://www.youtube.com/watch?v=1cjQ5K6qYM4&ob=av2n



S.

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