love me back to life

di LUNATICGIRL82
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** incontro col passato ***
Capitolo 2: *** ricordi e verita' ***
Capitolo 3: *** non scappero' via da te... ***
Capitolo 4: *** arrivo alla Maison ***
Capitolo 5: *** inaspettatamente ***
Capitolo 6: *** your honesty like a back that hides a knife!! ***
Capitolo 7: *** perche tu non sei diverso dagli altri... ***
Capitolo 8: *** confessione ***
Capitolo 9: *** the promise of an end.. ***



Capitolo 1
*** incontro col passato ***


 No, non sono piu’ quella di una volta, tante cose sono cambiate in me, nella mia vita, nella mia persona, nel mio essere. Prima ero considerata la tipica brava ragazza da prendere come esempio, pulita,  semplice, senza troppe pretese, evitavo  le cattive compagnie, niente alcol, niente droga, niente sesso occasionale, ma poi la  vita ti mette davanti a improvvisi cambiamenti, e se vuoi sopravvivere devi cambiare anche tu insieme a loro.
Non ricordo da quanto tempo ormai abbia cominciato questo tipo di vita, ogni sera in un locale diverso, con uomini diversi, ero entrata nel giro per sbaglio, o per disperazione, avevo bisogno di soldi, e tanti, dovevo pagare un grosso debito se non volevo finire in carcere, cosi da li e’cominciato tutto.
Ho venduto la mia casa, insieme alla mia anima e a tutti i ricordi che erano custoditi la, ma me lo sono ripromessa, un giorno l avrei riavuta indietro, cosi come tutta la mia vita.
Una sera come le altre, mi stavo recando per “lavoro”, presso un locale, dovevo dare compagnia ad un grosso e importante uomo d’affari, avrei dovuto per l ennesima volta indossare una maschera, una per ogni occasione, dovevo essere disponibile, andare oltre i miei limiti, recitare una farsa sceneggiata in maniera subdola, si dovevo essere qualcun altro. Lo facevo e mi sentivo un vuoto dentro l'anima, sensi di colpa, mi sentivo inutile, incapace di vivere, mi sentivo imprigionata, rinchiusa in una maschera piu piccola di me, in un tunnel buio infinito senza via d'uscita. La mia vita era diventata tutta una finzione, ormai vivevano due persone differenti in me, mi sentivo rompere in mille pezzi ogni volta che dovevo nascondermi, guardarmi allo specchioe vedere l altra me mi faceva schifo. Indossare abiti che non mi appartenevano, si perche i miei clienti avevano anche la  liberta’ di poter farmi regali di tutti i tipi, dai vestiti che avrei dovuto indossare per loro, alla biancheria intima, fino a giochi perversi per il loro piacere. Dietro la mia maschera si nascondeva la noncuranza, insieme al desiderio di non essere scoperta, sotto quel punto di vista mi stava bene, la vera me in quelle occasioni non doveva venire mai fuori, quella era la mia scelta, era impenetrabile, nessuno era mai riuscito a togliermela e a scoprirmi..
Indossavo un vestito nero aderente senza maniche, le spalle nude, tacchi alti, capelli lunghi scuri erano sciolti con delle ciocche cadenti davanti al viso. Piu mi guardavo piu mi facevo schifo, o forse era tutta finzione?D’altronde a qualunque donna piaceva essere ricoperta da regali costosi, e essere desiderata da uomini importanti che pagherebbero oro per passare una serata con te.
Dovevo pensare che era solo un gioco, che tutto prima o poi sarebbe finito, quel pensiero faceva crescere in me la speranza che tutto cio’finisse al piu presto..
Arrivai al locale con una limousine, scesi sistemandomi bene il vestito che lasciava poco coperta la mia pelle,  guardai avanti ed entrai. Lui era gia seduto al suo tavolo insieme ad altri, lo raggiunsi sfoggiando il piu falso dei miei sorrisi per farmi entrare nelle sue grazie, mi saluto’ con un  bacio sulla guancia e mi sposto’ indietro la sedia per farmi sedere senza neanche presentarmi a coloro che avrebbero cenato con noi, ma probabilmente neanche si ricordava il mio nome…
Prese posto anche lui, sistemandosi bene la sedia accanto me, sussurrandomi “sei bellissima…”. Non lo guardai neanche , accennai un lieve sorriso spostando lo sguardo altrove. Per tutta la cena, non parlai, non ero li di certo per quello, ogni tanto lui mi sfiorava la guancia con la mano, oppure la posava sul mio ginocchio. “Scusa torno tra poco..”, gli dissi piano all orecchio..”dove vai?”, mi alzai prendendo la borsetta, “devo andare alla toilet..”, risposi quasi ignorandolo. Feci per allontanarmi ma lui mi prese per il polso, cosi davanti a tutti..”torna presto non farmi aspettare troppo!”, mi ordino’. Annui alzando un sopracciglio, quel gesto mi aveva infastidita..Percorsi la sala del grande ristorante di Los Angeles quasi come se intorno a me non ci fosse niente, ignoravo tutto e tutti, mi sentivo la testa vuota, ecco che il senso di colpa e di  rimorso stava tornando. Non riuscivo a fingere per troppo tempo, dovevo levarmi la maschera per qualche minuto e ritornare me stessa, cosi mi chiusi in bagno, sbattendo forte la porta dietro di me. Ero cosi presa da mille pensieri, che non mi accorsi che qualcuno da un tavolo mi stava osservando. Quel qualcuno era l uomo che mi aveva sconvolto la vita, l aveva resa meravigliosa e poi l aveva distrutta come se niente fosse. Vivevo di lui, la notte quando non era al mio fianco era un incubo,  la sensazione di immaginarlo dall altra parte del mondo, lontano da me, chissa’con chi, chissa’ a fare cosa mi distruggeva. Forse anche per colpa sua ero cambiata. Le storie importanti ti segnano dentro, ti fanno vedere il mondo in maniera diversa, ti possono rendere migliore, oppure la persona peggiore che possa esistere. Arrivai in  bagno,  posai la borsetta vicino il lavandino, rimasi in piedi di fronte allo specchio, tenevo la testa bassa, non avevo il coraggio di guardarmi, gli occhi erano chiusi, feci dei respiri profondi per riuscire a stare meglio. Passo’ qualche minuto prima che qualcuno busso’ alla mia porta, quel tocco mi fece sobbalzare, per un momento mi ero esternata dal mondo, alzai la testa, senza pensarci troppo, apri’il rubinetto e cominciai a buttarmi l acqua sul viso, anche un po sui polsi, dovevo calmarmi e rilassarmi, la serata era appena cominciata, non potevo sbagliare o quello mi avrebbe subito rimpiazzata con qualcun'altra. Con una mano mi portai i capelli dietro le orecchie, e cominciai ad asciugare il trucco sbavato che mi colava dagli occhi, con delicatezza e precisione mi truccai nuovamente, quando senti’il mio cellulare vibrare, mi era arrivato un sms..”dove sei?vieni subito qui, mi stai facendo fare la figura dello sfigato, sbrigati!”. Non persi tempo e rimisi tutto dentro la borsa, apri’ la porta e  mi fermai per guardarmi  un'altra volta allo specchio della stanza principale della toilet, poi presi un respiro profondo e raggiunsi la porta per uscire, alzai lo sguardo che prima era sul pavimento, ma mi fermai di scatto quando davanti a me mi ritrovai shannon ad aspettarmi, poggiato al muro..Il cuore mi salto’ in gola, comincio’ a battere forte, la gola divenne secca, ma riusci’ a controllarmi comunque, anche se dentro di me si era appena abbattuto un uragano di infinite emozioni. Lo fissai ancora e ancora, anche lui non distolse lo sguardo dai miei occhi verdi come smeraldi, la mia bocca era semi aperta, avrebbe dovuto uscire qualche suono, o qualche parola in quel momento, ma mi cadde la borsetta ai piedi, non ci feci caso, non m importava, lui se ne acccorse invece e si chino’ per raccoglierla, la prese e lentamente si rialzo’ davanti a me sussurandomi a voce bassa ”come stai Monica?”. Quel suo sorriso, quel suo fottutissimo sorriso che ogni volta mi faceva perdere il fiato, quando shannon sorrideva gli si illumnava il viso e io stavo bene, toccavo il paradiso, non avevo bisogno di niente in quei momenti, il suo sorriso era la mia felicita’. Continuavo a guardarlo, mi sentivo le gambe tremare, mi sentivo come la prima volta che lo incontrai, mi sentivo una ragazzina timida e impacciata, quando mi resi conto che grazie a lui ero diventata una donna. Finalmente dopo qualche attimo di esitazione riusci’ a parlare, mi leccai le labbra secche..”sto bene shannon…e tu?”, gli risposi abbassando lo sguardo. Lui mi porse la borsa e senti le sue dita sfiorarmi il dorso della mano…”anche io sto bene, cavolo quanto tempo e’ passato!!”, mi disse sorridendo. Quel tempo che non avrebbe mai dovuto trovare una fine, doveva rimanere per sempre…”si sono passati quattro anni?”, gli chiesi confusa. Lui annui fissandomi dalla testa ai piedi..”cavolo, certo che sei molto cambiata da allora monica!”. Si lo ero, prima non avrei mai indossato dei vestiti cosi corti e aderenti, neanche se me lo avesse chiesto lui, prima ero l esatto opposto, e questa cosa lo faceva impazzire perche era consapevole che soltanto grazie a lui riusci’ a scoprirmi veramente donna.
Sorrisi, non volevo dargli spiegazioni, non era nel il luogo ne il momento adatto, i nostri sguardi si attraevano come una calamita, stavo rivivendo la magia dei suoi occhi, tutti i momenti vissuti insieme a shannon mi tornarono in mente, quando all improvviso quella magia fu interrotta…”monica!ti sto ancora aspettando…”, mi voltai alla mia destra e vidi il mio cliente in piedi con una mano poggiata al muro e con la faccia alquanto incazzata. Shannon vide che si stava avvicinando e mi chiese a bassa voce chi fosse. Non risposi, non volevo dirgli niente,  avevo di nuovo indossato la maschera per non fargli capire , volevo dargli l impressione che quello fosse il mio fidanzato e che stessimo insieme, ma qualcuno parlo’ troppo presto..”cos’e’ hai gia adescato il tuo prossimo cliente?non perdi tempo Monica…ma ricordati che stanotte sei mia..”, disse avvicinandosi a me accarezzandomi la guancia. Io degluti’piu volte tenendo sempre lo sguardo fisso in un punto qualsiasi del pavimento, quando lo senti’allontanarsi, chiusi gli occhi,”ti aspetto di la, non tardare, la cena e’quasi finita!”. Pregavo soltanto che shannon non mi facesse domande..”cos’e’ questa storia del cliente?chi e’quello?”, attendeva una risposta che tardo’ ad arrivare. Rimasi zitta, con le lacrime agli occhi, non riuscivo a guardarlo..”perche non mi rispondi monica?”, mi chiese avvicinandosi tenendo le mani dentro le tasche…
Feci no con la testa, “scusa devo andare..”, risposi cercando di evitarlo, mi mossi di qualche passo e mi allontanai. Lui non mi chiese niente, e forse era meglio cosi, fui rincuorata per questo, non dovevo inventarmi nessuna scusa questa volta, non ne avevo piu nessun diritto, perche non stavamo piu assieme. Raggiunsi il tavolo e mi sedetti.
Ero nervosa, scossa, triste, e si vedeva..”cerca di contenerti”, mi disse Kevin, il cliente, asciugandosi gli angoli della bocca con il tovagliolo. Sospirai e andai avanti, quando ad un tratto vidi shannon passare proprio davanti al tavolo, guardo’ me, poi tutti gli altri, c’erano uomini con rispettive “compagne”, che non conoscevo, probabilmente facevano parte di un'altra agenzia. Capi’che era confuso, si fermo, un ultimo sguardo prima di sedersi al suo tavolo. Lo segui’con lo sguardo, non era poi cosi tanto lontano dal nostro. La serata sarebbe stata piu lunga del previsto e io non sapevo per quanto tempo sarei stata in grado di continuare a giocare…

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Capitolo 2
*** ricordi e verita' ***


 Lui era a pochi metri da me, come potevo evitarlo?come potevo ignorare il suo sguardo, la sua presenza, perfino il suo profumo che amavo tanto riusciva ad arrivare a me e a riempire le mie narici fino ad arrivare in fondo alla mia anima. Per un attimo chiusi gli occhi godendo a pieno di quel momento che mi riporto’ indietro col tempo, facendomi ricordare quando shannon mi trovava a letto che dormivo, e lui delicatamente si accucciava vicino a me, i nostri corpi aderivano perfettamente, potevo sentire il suo petto respirare contro la mia schiena, piano senza fare rumore per non svegliarmi, posava una  mano sulla mia guancia e cominciava ad accarezzarla dolcemente, l altra mano era sul mio ventre. Quel leggero tocco ogni volta mi faceva sobbalzare e mi svegliavo, sapevo che era lui,..”scusa amore..”, mi diceva sempre, “non volevo svegliarti, ma lo sai che non posso stare lontano da te..”, aspettava un mio sorriso di approvazione per abbracciarmi ancora piu forte, poi mi giravo per incontrare il suo sguardo, che riusciva  a portar via dalla mia anima tutta la mia tristezza e la malinconia che colmavano ormai ogni giorno della mia vita.
I miei occhi si fecero lucidi, piccole e timide lacrime uscirono lente, lacrime che dicevano piu di ogni parola. Non potevo farmi travolgere un'altra volta dai ricordi, non davanti a lui, non davanti a quelli che erano seduti al tavolo con me. Tornai alla realta’, avrei voluto tanto scappare e correre da shannon, pregarlo di portarmi via e di salvarmi, ma non ne avevo piu nessun diritto. Kevin mi osservava spazientito.”cosa ti succede?perche sei cosi assente?guarda le tue colleghe come giocano con i loro clienti!”, sospirai, sapevo dentro di me, che il mio atteggiamento era sbagliato, ma la presenza di shannon mi limitava nel comportamento, nei gesti e nelle parole..”scusami e’che non mi sento troppo bene..”, sussurrai a bassa voce guardandolo, sperando che ci potesse credere e che potesse capirmi. Il mio sguardo andava prima su di lui poi su di shan, di continuo..”perche’ continui a guardare quell’uomo monica?”, mi chiese sospettoso, “no, ma che stai dicendo, non guardo nessuno kevin..”, risposi deglutendo fissando il piatto che il cameriere mi aveva appena portato, “non hai mangiato niente, la tua presenza qui stasera e’ al quanto inutile, quindi per me puoi anche andartene!”, mi disse alzandosi raggiungendo il bancone del bar. Lo segui’ subito alzandomi anche io, “kevin aspetta!”, non mi rispose..”monica riferiro’ alla tua agenzia di questo tuo comportamento, mi dispiace..”, disse acido mentre si beveva un drink. Se l avesse fatto probabilmente sarei stata licenziata subito…”ti prego kevin non farlo!questo lavoro mi serve, ti prometto che non succedera’ piu..”, lo guardai con gli occhi dolci, sperando di poterlo convincere, non accorgendomi che shannon mi era appena passato accanto, avendo visto tutta la scena, e avendomi vista agitata venne in mio aiuto..”tutto bene monica?”, mi chiese all improvviso. “lo vedi che avevo ragione?pensi che sia uno stupido?sai bene che sei impegnata con me tutta la notte fino a domani mattina, ti ho pagata per questo, stai provando a lasciarmi in asso?ti faccio cosi schifo monica?”. Ormai quel che era stato detto l aveva sentito pure shan, che mi guardava con aria sospettosa, e prendendomi per il braccio mi tiro’ per appartarci e parlare..”dove stai andando ?”, gli chiesi fredda, “shannon mi stai facendo male al braccio!”, mi ignoro’ fino a quando arrivammo dentro uno stanzino piccolo e buio, mi prese per i polsi sbattendomi al muro. Sapeva che con me funzionavano solo le maniere forti, ormai mi conosceva bene, sapeva che se me lo avesse solo chiesto una volta o due, non gli avrei detto la verita’, quindi preferi non perdere tempo, “monica, chi cazzo e’ quello?perche continua a dire che devi stare con lui stanotte?”, come potevo dire come stavano le cose?Mi avrebbe presa per una poco di buono, anche se sapeva che non lo ero mai stata..”shannon e’una lunga storia per favore non chiedermi altro!”, gli risposi con voce tremante. “non ho fretta, se non mi dici tutto e lo sai che io ti conosco abbastanza bene e capisco quando tu menti, di qui non usciamo!”, mi ordino’convinto con quello sguardo felino. I battiti del mio cuore acceleravano ogni volta che i miei occhi sprofondavano nei suoi. Abbassai la testa, cosi insieme al mio sguardo, non potevo lasciarmi andare, ma shan si avvicino lentamente poggiando la sua fronte sulla mia..”lo so che stai soffrendo, riconosco questo sguardo, ti ho conosciuta cosi, piccola e indifesa contro tutti, contro la vita che ti avrebbe portata via, non permettero’ a nessuno di rovinarti ancora una volta, lo sai quanto io tenga a te..”, la mia espressione in viso cambio’, scoppiai in lacrime al suono di quelle parole, al suono della sua voce che mi aveva sempre aiutata a capire cos’era giusto e cos’era sbagliato, lui che non mi aveva mai giudicata, sapevo benissimo che una spiegazione glie la dovevo..Annui, ancora con il viso bagnato mi lasciai scivolare contro la parete fino a raggiungere il pavimento sul quale mi sedetti, shan rimase in piedi con le braccia lungo i fianchi, si allontano’ da me per potermi guardare meglio..Presi coraggio e cominciai a raccontargli tutto

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Capitolo 3
*** non scappero' via da te... ***


Raga volevo sapere cosa ne pensate di questa ff, non so se continuarla se non piace a nessuno...Potrei concentrarmi su qualcos altro magari, quindi sinceramente fatemi sapere se e'il caso che io continui ad aggirnarla oppure no, grazie :)
 



Fissavo il pavimento, il mio sguardo era immobilizzato, i miei occhi erano sgranati lucidi, la testa poggiata al muro, respirai profondamente,
 
insicura s e stessi facendo la cosa giusta, ma non riusci’a parlare, fui colta da una crisi di pianto improvvisa, Da quanto tempo non lo
 
facevo?Da quanto tempo tenevo tutto dentro?il mio carattere forte mi impediva di lasciarmi andare, forse per orgoglio non volevo farmi
 
vedere debole agli occhi di coloro che mi avevano ferita. Mi misi le mani sul viso per coprirmi, i singhiozzi si facevano sempre piu frequenti,
 
facevo fatica quasi a respirare, shannon senza perdere tempo venne accanto a me e mi abbraccio’ senza dire niente. Mi lasciai avvolgere da
 
quelle braccia che tanto conoscevo, mi lasciai toccare da quelle mani che tante volte avevano asciugato le mie lacrime, il suo tocco ogni
 
volta guariva il mio dolore, poggiai la mia testa nell incavo del suo collo, la mia mano era sul suo braccio,lo stringeva, non avrei desiderato
 
niente altro in quell istante che fermare il tempo e tornare a qualche anno prima, quando tutto era diverso, quando la mia vita era bella e
 
non dovevo nascondermi dietro una maschera. “cos’e’ che ti fa tanto stare male?”, chiese shannon staccandosi e prendendomi il viso tra le
 
sue mani, costringendomi a guardarlo, tirai su col naso, mi leccai le lacrime che furiose scendevano  sulle mie labbra..”non posso, non ci
 
riesco…”. Non volevo deluderlo, la donna che aveva davanti non era piu la persona che si ricordava…”non importa cosa sia successo monica,
 
parlami, sfogati ti prego, non posso vederti cosi..”, mi sussurro’ a bassa voce, lui mi conosceva bene, non era stata una passeggiata stare
 
con me, se li ricordava  bene i nostri litigi, i miei silenzi, quelle parole dette che ci ferivano l anima, forse mai pensate veramente, ma che
 
ci rinfacciavamo sempre…”mi dispiace che dopo tutti questi anni il destino ci abbia fatto incontrare in questa circostanza, anche se a
 
pensarci bene, non e’ molto diversa dall’ultima volta che si siamo visti..”, gli risposi allontanandomi da lui asciugandomi le lacrime.
"Devi chiudere col passato Monica, non puoi pensarci sempre, devi voltare pagina e fartene una ragione..", sentenzio' shannon alterato. Gli
 
davo le spalle, non volevo fargli capire quanto potessi ancora soffrirne per la fine della nostra storia, strinsi i pugni, e ancora una volta le
 
lacrime invasero i miei occhi. Lui si alzo e si avvicino' insicuro, mi tocco'una spalla con la mano ma mi scansai di scatto, mi voltai..."non hai
 
mai mantenuto la promessa, mi avevi detto che saresti cambiato, per me, per la nostra relazione, ma non lo hai mai fatto, e non c hai mai
 
provato..", risposi col cuore trafitto, sapevo quale sarebbe stata la sua risposta, me lo ripeteva sempre, "sono fatto cosi lo sai, e'la mia
 
natura, ho bisogno del contatto fisico con le persone, con i miei fans, sono un animale da palcoscenico", lo interruppi, "anche con quelle
 
sgallettate che ti sbavavano dietro ogni volta in discoteca?", lo fulminai con lo sguardo, "c'ero anche io sai, forse non lo ricordi, pensi che
 
avrei potuto sopportare per molto tempo vederti strusciare con loro, pensi che sarei stata sempre ferma li a guardare e a convincermi che lo
 
stavi facendo solo per il tuo lavoro?", shan abbasso' lo sguardo per un attimo, mi avvicinai a lui, "guardami!lo sai che non hai scuse, lo sai che
 
hai sbagliato, stavi con me, non eri single, quei comportamenti erano fuori luogo, ma a te cosa importava di come potessi sentirmi io? un bel
 
niente!Prima o poi sarebbe finita, ho sopportato finche' ho potuto e tu non hai fatto niente per farmi restare quella sera quando dopo aver
 
litigato decisi di andarmene...".
Non sapendo come rispondere shannon cambio' discorso..."non siamo qui per parlare di questo Monica, vorrei solo capire che cosa ti
 
tormenta, perche ti sei ridotta cosi..", mi disse preoccupato. "sai cosa ti dico?tu non hai nessun diritto di sapere, tu sei fuori dalla mia vita
 
non ho bisogno di te per toccare il fondo ancora una volta!", risposi puntandogli il dito. Andai verso la porta per uscire e lasciarlo solo, ma
 
mi prese per il polso e mi tiro' a se con forza, i nostri corpi erano vicinissimi, quel suo gesto inaspettato mi era parso una crudelta'nei miei
 
confronti, sapeva che quando mi stava cosi vicino sarei stata come una marionetta nelle sue mani, poteva fare quello che voleva, ma la
 
ragazza che ero una volta, era cresciuta, e non gli avrei piu dato questa soddisfazione.."lasciami stare, devo andarmene da qui...", gli dissi
 
in faccia, sentivo il suo respiro sul mio viso ansimante, non avrei sopportato il suo contatto ancora per molto...Shannon stringeva ancora di
 
piu i miei polsi, forse perche aveva capito.."devi andare da lui?", mi chiese sussurrando. "anche se cosi fosse a te cosa importa?", risposi quasi
 
poggiando la mia testa sulla sua guancia.."non e'il tuo uomo quello, dimmi che non lo e'!", chiese allontanandosi di pochi centimetri per
 
guardarmi negli occhi. Lo stesso feci io, mi avrebbe tormentata fino a quando non gli avrei detto la verita', e prima o poi sarebbe venuta a
 
galla, "se hai intenzioni di sparire e di non farti vedere piu'non ha senso che ti dica niente!", involontariamente gli avevo fatto capire che
 
avevo bisogno di aiuto, del suo aiuto. Fece un passo verso di me, attendeva una risposta impaziente, indietreggiavo fissandolo triste, finche'
 
non toccai la maniglia della porta e l apri' velocemente per scappare via, dimenticandomi la borsetta in quella stanza, shan la prese senza
 
affrettarsi a correre per farmela riavere, camminava seguendomi con lo sguardo, Kevin mi aspettava fuori dal ristorante, lo raggiunsi
 
scusandomi di avergli fatto perdere tempo ma avevo una questione da risolvere. Mi cinse la vita con un braccio accompagnandomi in
 
macchina, saremmo andati a casa sua quella sera. Shannon entro' nella sua macchina e frugo' nella mia borsa tra le tante cose trovo' un
 
bigliettino da visita,  era quello della "casa" in cui lavoravo io, dove mi esibivo tre volte a settimana la sera. Tutto gli fu piu chiaro questa
 
volta..."non puo essere..", disse tra se, "la mia monica non puo fare questo!", digrigno' i denti, voleva capirne di piu su questa storia, accese
 
il motore e parti' per raggiungere " la Maison..", pensando che ci stessimo diriggendo anche noi li, ma non era cosi...

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Capitolo 4
*** arrivo alla Maison ***


"Non voglio perderti questa volta..", erano le parole che rimbombavano nella testa di Shannon, intento a
 
guidare e a raggiungere al piu presto il posto. Dopo venti minuti finalmente trovo' la strada principale e  la
 
percorse tutta, lentamente, non c'era traffico, aveva tutto il tempo che voleva, si guardava prima a destra poi
 
a sinistra, fin quando non si accorse dell insegna luminosa rossa che lampeggiava in alto, sul primo piano
 
di un palazzo. "LA MAISON"
La fissava, deglutiva e aveva la gola secca, per qualche secondo sperava di stare vivendo solo un incubo,
 
che tutto quello che era successo prima non era reale, ma le luci abbaglianti di una macchina sulla corsia
 
opposta lo fecero tornare alla realta'. Fece una manovra brusca per non finirgli addosso e poi si fermo',
 
spense il motore e rimase ancora per qualche istante con le mani sul volante, chiuse gli occhi respiro'
 
profondamente e poco dopo decise di scendere dal veicolo. Tutto stava scorrendo lentamente, c era
 
freddo,  in quella notte buia cosi tanto freddo, che si insinuava tra le ossa dell uomo. Shan cammino'per
 
circa dieci metri fin quando si trovo'davanti al portone del palazzo, soltanto qualche scalino lo separava
 
dallo scoprire la verita' di un un mondo nuovo, un mondo del quale non ne sapeva l esistenza se non per
 
sentito dire. Era inutile aspettare ancora, di fronte a se avrebbe trovato tutte le risposte o quasi. Sali
 
lentamente, tenendo le mani in tasca per non sentire ancora piu freddo, arrivo' davanti il portone, c'era un
 
campanello col nome uguale a quello scritto sul bigliettino, si, esisteva veramente, non esito' a suonare,
 
dopo qualche secondo una donna si presento' davanti a lui, bella, capelli lunghi lisci scuri, occhi neri,
 
truccata, indossava un vestito elegante corto e degli stivali con tacchi altissimi.."Buonasera, ha un
 
appuntamento?", gli chiese cordialmente con quelle labbra carnose e rosse, "no, cerco un'amica..", rispose
 
quasi intimidito, "qui tutti cercano un'amica, come la vuole, rossa, bionda o mora?", evidentemente aveva
 
frainteso la frase.."no, intendo dire che cerco una persona che conosco penso che lavori qui, si chiama
 
Monica..", disse con convinzione..La donna ci penso' su un attimo, "si, abbiamo una Monica che lavora per
 
noi, ma per il momento e'fuori e credo che ci rimarra' tutta la notte..", rispose sorridendo accarezzandogli il
 
braccio, "ma se vuole posso farla intrattenere in qualche modo dalle mie ragazze, magari in attesa che
 
ritorni la sua amica..", domando' ammiccando, con lo sguardo super sexy leccandosi le labbra. Shannon
 
continuava a vedere ragazze semi nude passare e ripassare dietro la donna, "comunque io sono Stephanie,
 
la maitresse di questa casa, loro sono le mie figlie, "confesso'chiamandone una e facendola avvicinare, "lei
 
e' Christine, per esempio, vedi, e'molto bella,", raccontava, toccandole i capelli, le guance fino a scendere
 
sulle labbra, baciandole con dolcezza. Era una ragazza non molto alta, capelli scuri, ricci e occhi verdi
 
come smeraldi, indossava un corpetto nero con dei laccetti davanti che si stringevano tirandoli,
calze autoreggenti e slip neri con i bordi bordeaux, le unghie delle mani erano dello stesso colore della biancheria intima, gambe perfette, leggermente tonificate e muscolose, stivaletti fino alle caviglie che tiravi su la cerniera per chiuderli ai lati.
 
Shannon alla visione di quelle due figure femminili cosi vicine, cosi in sintonia, e cosi succubi l una dell
 
altra, non pote' fare a meno di sentire la carica erotica che gli trasmettevano. Avrebbe voluto tanto liberare il
 
suo isitino animale e farle sue, insieme, sullo stesso letto, non sarebbe stata una situazione nuova per lui,
 
ma non era li per quello, lui cercava Monica, la sua Monica, e avrebbe aspettato anche tutta la notte fuori al
 
freddo per vederla e portarla via da li. "Vieni, ti faccio fare un giro turistico della nostra "Maison", gli disse
 
christine prendendolo per mano. Lui entro', si fece trascinare nel mondo della lussuria piu sfrenata. All’
 
ingresso si trovavano il salone e il bar, dove ammirare e scegliere le ragazze. Ai piani superiori, le camere da
 
letto dove consumare il proprio momento di passione.
Tutto questo per 500$ a notte, e per non piu di 15 giorni, dopo di che la ragazza veniva cambiata come uno
 
straccio, per una nuova. Ma c'erano dei clienti particolari, che richiedevano di poter portare la ragazza
 
anche al di fuori, ed eventualmente usarla come accompagnatrice per i ricconi durante le cene di lavoro, o
 
per le celebrita' soltanto per soddisfare i propri istinti in totale liberta', Shannon aveva capito che Monica per
 
quella sera non l avrebbe vista tornare..."allora, cosa ne dici Shannon?ti va di divertirti un po?", gli chiese
 
sensuale la giovane donna, non poteva avere piu di 25 anni, strusciando tutte le sue grazie, sul corpo
 
muscoloso dell uomo. "Non ci posso credere..", sentenzio lui a bassa voce, "cosa intendi ?", chiese
 
Christine allontanandosi e con aria perplessa, "forse non ti piaccio?non sono abbastanza sexy per te?", gli
 
disse notando la presenza della Maitresse dietro una colonna, si scambiavano sguardi insistenti, voleva che
 
la ragazza riuscisse a convincerlo, a persuaderlo in ogni modo, con ogni mezzo possibile, tanto che
 
christine decise di slacciarsi il corpetto e scoprire i suoi seni nudi davanti al batterista, il quale degluti' forte
 
leccandosi le labbra, la guardava con aria animalesca, lei gli si avvicino' di nuovo, i loro corpi erano
 
 si sfioravano, la sua bocca di rosa era sul suo collo, e la sua mano si stava insinuando dentro i
 
pantaloni di Shan che chiuse gli occhi lasciando cadere indietro la testa, per il piacere che stava sentendo in quel
 
momento, ma improvvisamente ebbe l immagine di Monica davanti a se, cosi bella, dolce e semplice come
 
soltanto lei poteva esserlo, riusciva perfino a sentire il suo profumo . Scosto' la giovane facendola
 
indietreggiare, "dammi il numero di telefono e l indirizzo di monica..!", ordino' guardandola in attesa di una
 
risposta. "non ti do proprio niente bello mio!", disse sgarbatamente lei, ma shan vedendola in procinto di
 
andarsene la afferro' per il polso sbattendola contro il muro, bloccandola completamente, "ti ho detto di
 
andare di la, chiedere a chi di dovere queste informazioni, scrivile su un foglietto e ritorna qua!" Christine
 
trovava la situazione molto eccitante, pensava che l uomo stesse soltanto facendo finta di giocare un po con
 
lei, ne approfitto' per mettergli le mani addosso, ma fu spinta nuovamente contro la parete solo che stavolta , il
 
batterista le aveva messo le mani al collo, senza stringere troppo la presa, voleva solo convincerla a fare cio
 
che le aveva detto e il piu'presto possibile.."tu sei pazzo, lasciami stare!", disse lei con voce un po
 
strozzata, lui la guardo' con sguardo incattivito, poi la lascio' andare, la vide camminare un po barcollante,
 
forse le tremavano le gambe  e aveva paura. Aspetto' li, che tornasse, con il fogliettino, e cosi fu dopo dieci
 
minuti torno' la giovane, gli diede cio'che voleva e lo invito' ad andarsene. Shan senza pensarci due volte,
 
raggiunse la porta di uscita, prese le chiavi della macchina dalla tasca, la raggiunse e filo' dritto al
 
suo appartamento. Doveva pensare come l indomani avrebbe potuto contattare Monica, se tramite telefono, oppure
 
vederla di presenza. La notte sarebbe stata lunga e insonne per il bel batterista, ma ancora non aveva
 
scoperto proprio tutto sulla seconda vita del suo amore...

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Capitolo 5
*** inaspettatamente ***


Dall'altra parte della citta'...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Erano le sette e mezza del mattino, Monica si era svegliata tra le lenzuola bianche di seta della camera
 
d albergo a 5 stelle in cui l aveva portata  Kevin, avevano passato la notte la, tra bottiglie di
 
champagne e fragole con panna, ma lei non aveva beveuto, lei era astemia, in piu tutto quel lusso le
 
faceva schifo, non aveva mai sopportato la gente ricca e prepotente, convinta di poter ottenere cio che
 
voleva buttandoti in faccia i suoi soldi. Si trovava in bagno di fronte lo specchio, si era appena fatta una
 
doccia, ora toccava vestirsi truccarsi e lasciarsi dietro i ricordi di una notte trasgressiva passata con uno
 
sconosciuto solo per soldi, solo per quei fottutissimi soldi!Si guardava, non si riconosceva piu, quei capelli
 
cosi lunghi, morbidi, quegli occhi ben truccati, quelle labbra carnose messe in evidenza per gli altri, non
 
era mai stata quella la vera Monica.
A shannon piaceva  l altra Monica, quella vera,  per la sua genuinita', per la sua
 
semplicita', nel vestirsi, nel parlare, nei modi di fare e di atteggiarsi, lei era bella, veramente bella, poteva
 
permettersi di andare in giro come se fosse la top model piu famosa del mondo, e sapeva di esserlo,
 
sapeva che ovunque andava tutti si giravano a guardarla, ma a lei non importava anzi le dava fastidio,
 
madre natura era stata buona con lei, che colpa ne aveva?A lei interessava essere la piu bella, la piu
 
desiderata, solo da shan. Ma ora lui non c'era e fingere di essere qualcun altro era difficile, ma  c'era
 
abituata, quella era la sua vita, anche se non sapeva per quanto ancora lo sarebbe stata .
Il suo obiettivo era quello di estinguere il debito, facendo due conti in un anno ci sarebbe riuscita, ma avrebbe dovuto lavorare
 
intensamente. Si morse un labbro, aveva dei segni sul collo, e sui polsi, l uomo quella notte non era stato
 
proprio gentile con lei. Prese i vestiti e se li mise, cosi insieme alle scarpe. torno' in stanza e lo vide
 
sveglio, si fermo'un attimo, lui le sorrise e le fece cenno di sedersi accanto battendo la mano sul
 
materasso. "devo andare..."rispose  evitando il suo sguardo e raccogliendo il resto delle sue cose che era
 
sparso sul pavimento, inginocchiandosi prese gli orecchini, e poi la borsa che era vicina al letto, quando
 
improvvisamente vide l uomo proprio di fronte, lei alzo' la testa e  degluti'.."sei stata fantastica stanotte,
 
non vedo l ora di rivederti..", esclamo' l uomo passandole l assegno da 1500$, Moni lo prese e lo
 
conservo' bene dentro la tasca interna della borsetta. Prima di lasciare definitivamente la stanza, controllo
 
che anche il cellulare fosse stato preso, ma frugando bene non riusci' a trovarlo.."ti manca qualcosa
 
Monica?", chiese il cliente intento a rivestirsi, "non trovo il telefono..", "intendi questo?", era sotto il
 
cuscino..."ti ci sei addormentata sopra e neanche te lo ricordavi...", sorrise sarcasticamente. Monica annui
 
seria e infastidita,"grazie...", rispose mentre l uomo le passava il cellulare. Lei lo tenne in mano tutto il
 
tempo e quando fu fuori l albergo, s senti' finalmente libera. Aveva la mattina e il pomeriggio liberi prima
 
di tornare la sera al solito squallido lavoro, ora doveva andare in banca per scambiare l assegno. Assorta
 
tra mille pensieri all improvviso mentre camminava per strada senti'il cellulare squillare e vibrare, vide un
 
numero sconosciuto e non rispose, non lo faceva mai, ma era Shannon che provava a chiamarla,
 
nascondendosi, perche aveva ancora lo stesso numero, e se Monica se lo fosse ricordata sicuramente non
 
avrebbe accettato . "Cazzo Monica rispondi!", disse Shan sbuffando al fianco del fratello..
"Monica?chi e' una nuova ragazza che ti sei portato a letto?", chiese curioso Jared.
Shan lo fulmino' con lo sguardo, "no, non ci crederai mai, ma ieri sera al ristorante ho incontrato Monica,
 
la mia Monica..", "dici sul serio?Monica!la nostra monica vorrai dire..oddio quanto tempo, e come sta?mi
 
e'mancata molto in passato mi piacerebbe rivederla..". Jay aveva legato molto con lei, erano come un
 
fratello e una sorella, la adorava, perche le poteva parlare di tutto, senza essere giudicato, lei l ascoltava e
 
stava zitta, per poi dargli dei piccoli consigli, in piu era stata l unica a stare accanto al fratello per amore,
 
non per fama o soldi, no, lei avrebbe dato la vita per Shan, ma quest ultimo la deluse molto e lui non fu
 
mai perdonato
"Lei ti ha vista?vi siete parlati?raccontami tutto!", ordino Jared al fratello.
Shannon per quanto potesse fidarsi di lui, non voleva raccontargli niente di quello che aveva visto la sera
 
precedente, di dove lavorasse la ragazza, dell incontro con Kevin, della chiacchierata..Penso bene di
 
tenersi la cosa per se.."ci siamo incontrati al ristorante, abbiamo parlato poco perche lei stava per andare
 
ed era in compagnia..", disse abbassando lo sguardo muovendo le mani nervosamente.."compagnia
 
maschile shan?", "si...ma non penso stesse insieme a quello o almeno credo..", "o almeno speri.."rispose Jared.
Erano gia le nove passate e il batterista non poteva stare con le mani in mano ad aspettare, cosa poi?se
 
voleva rivederla doveva darsi una mossa e andare sotto casa sua, si! "jay devo uscire, non so quando
 
torno, ci sentiamo piu tardi..", gli disse al fratello dandogli una pacca sulla spalla. Jared lo guardo' stranito
 
ma non disse niente, sorrise e annui, si fidava, quella era la sua vita e doveva viverla come meglio potesse
 
fare.
Shannon guido'per circa mezzora alla ricerca della residenza di Monica col biglietto in mano, nervoso, il
 
cuore gli batteva a mille, stava facendo tanta strada solo per poterle parlare, sperava che lei fosse la, e si lo
 
era.
Parcheggio la macchina poco lontano, e poi camminando'a piedi raggiunse il piccolo palazzo. C erano due
 
piani, compreso il piano terra con un piccolo giardino. Controllo'tra i cognomi, e c'era il suo, era indeciso
 
se suonare o aspettarla tipo stalker seduto da qualche parte. Nell indecisione preferi trovarsi un posto
 
tranquillo dove potesse avere la visuale libera sull entrata, cosi se l avesse vista le sarebbe andato
 
incontro. Si guardo' intorno, dando le spalle al portone, qualcuno stava aprendolo per uscire, sara' stato il
 
sesto senso, ma lui chuise gli occhi, e il cuore gli salto' in gola, era proprio Monica... Rimase di schiena per
 
qualche secondo, lei che stava portando fuori la spazzatura lo riconobbe quasi subito, la triad sotto l
 
orecchio, la conosceva bene, tutte le volte che voleva sedurlo la toccava con la punta della lingua
 
percorrendola tutta, lo faceva impazzire. Quella triad era il suo orgoglio e la sua vita, il significato che
 
rappresentava per lui, la cosa piu importante, la musica, i sacrifici, la band, tutto era racchiuso in quel piccolo disegno marchiato a vita sulla sua pelle.
Fu shan a voltarsi e la vide li, ferma con gli occhi sgranati su di lui, incredula, le braccia lungo i fianchi, il
 
sacco della spazzatura le cadde sul piede, solo allora Moni distolse lo sguardo dall uomo. Si chino' per
 
raccoglierlo per poi rialzarsi ed evitarlo, ma incontro' di nuovo i suoi occhi da felino,  incontrollabili su di
 
lei, dolci, languidi, desiderosi, sensuali, la sua luce, quanto le erano mancati? Se fosse stata la vecchia
 
Monica avrebbe ceduto e abbassato lo sguardo, ma lei ora era diversa, riusci' a sostenerlo passandogli
 
accanto come se non esistesse..."monica..", le sussurro' all orecchio, lei fu colta da un brivido  improvviso,
 
di quelli che non sentiva da tant tempo, no, perche solo lui riusciva a farla volare cosi in alto da perdere il
 
contatto con la realta.
Di scatto si volto' per affrontarlo ancora una volta, "chi ti ha detto dove abito?", chiese con le lacrime agli
 
occhi stringendo i denti. Shan noto' la sua espressione nel volto ed era piu che sicuro che in quel
 
momento Monica non era contenta di vederlo. "non importa, dobbiamo parlare..", le disse sicuro
 
afferrandole un polso delicatamente in modo che lei potesse guardarlo negli occhi..Lei abbasso' lo
 
sguardo, quel gesto cosi intimo l aveva spiazzata, non si erano lasciati con toni dolci e parole d amore  l ultima
 
volta.."non ne sento il bisogno di parlarti shannon, perfavore vai via..", gli rispose sperando che l uomo
 
riuscisse a capirla. Lui che l aveva abbandonata cosi, da un giorno all altro per paura di amarla troppo, per
 
paura che il suo sentimento verso la donna prendesse il  sopravvento su tutto, soprattutto sulla sua
 
musica, sulla band, no questo non poteva succedere..."so a cosa stai pensando, ma non  devi pensare al
 
passato, siamo qui , voglio sapere cosa nascondi, cosa succede nella tua vita, ti prego saliamo su da te,
 
non sono stupido ti conosco e tu stai soffrendo, lasciati aiutare..", "aiutami a dimenticarti shan", questo e'
 
quello che avrebbe voluto confessargli. Il mascara nero colava sotto i  suoi occhi lucidi, rendendoli ancora
 
piu belli,  sinceri, ma tristi allo stesso momento..Monica fece un passo indietro muovendo la tsta a destra
 
e a sinistra.."no, ti prego io in ginocchio, vattene non  peggiorare le cose", poso'una mano su quella del
 
batterista che teneva ancora il suo polso provando a staccarla e ci riusci', solo che shannon d impulso la
 
tiro' a se e l avvolse tra le sue braccia. La donna chiuse gli occhi, non avrebbe voluto cedere, ma le era mancato quel momento, quando arrivava lui, la sua vita si frantumava in mille pezzi quando l abbracciava le si freddava la pelle, i suoi baci le dicevano che avrebbe corso  intorno alle stelle,
quando il suo corpo la raggiungeva toccandola non c era piu via di fuga ne rimedio, e lei lo sapeva che rivivere tutte quelle l avrebbero fatta morire ancora una volta nei giorni seguenti.
Shannon la teneva stretta a se, la sua mano sulla sua nuca, la sua nuca tra l incavo del suo collo, un braccio intorno alla vita di Monica,"ti
 
prego lasciami andare, ti prego..",  gli  disse con voce strozzata dal pianto, L uomo l avvicino' ancora di
 
piu a se.."non voglio farti soffrire questa volta, sono qui per te, per aiutarti...ti supplico, non  lo capisci che
 
fai stare male pure me?", rispose ora allontanandosi. Anche lui in quei pochi istanti aveva rivissuto quei
 
momenti trascorsi insieme a lei, momenti d'amore, momenti sinceri, momenti di fragilita' e di insicurezza,
 
delusione, gelosia, passione sfrenata, si perche Monica per Shannon era tutto questo, un uragano
 
indomabile, incontrollabile che solo uno come lui poteva gestire. Col dorso della mano la donna cerco' di
 
asciugare le lacrime che le proibivano di vedere davanti a se, degluti nel vedere il batterista quasi nelle
 
sue stesse condizioni.."perche?a che scopo?dopo che ti avro'raccontato tutto cosa cambiera'?sai cosa?un
 
bel niente!tu farai la tua parte, mi consolerai, mi darei un consiglio forse e poi te ne andrai..", gli
 
confesso'apertamente senza peli sulla lingua, si perche quello era cio che pensava veramente, era cio che
 
il suo cuore sentiva dentro e doveva esternarlo. Shannon fece un passo in avanti insicuro, "sei ancora
 
innamorata di me Monica?", perche quella domanda?LA donna lo guardo' stranita, cosa c'entrava?"no
 
perche se e' cosi sappi che lo stesso e' per me!". Quelle parole la colpirono nell anima, come un coltello
 
inaspettato sulla tua schiena, non avrebbe mai pensato che fosse cosi, ci sperava, ci aveva sperato negli
 
anni che forse un giorno lui sarebbe tornato a cercarla, ma il  tempo le aveva dimostrato che non fu cosi.
 
Allora se non  fosse stato per quell incontro al ristorante non  sarebbe cambiato niente?Stava
 
cominciando a piovere improvvisamente e  nuvoloni grigi apparsero in cielo, scatenando una serie di
 
fulmini e Monica penso' bene di rimandere a un altra volta la conversazione. Convinta piu che mai, si
 
avvicino' a shannon con aria seria.."se hai intenzione di rovinarmi la vita un'altra volta domani pomeriggio
 
non ti fare vedere al parco seduto sulla nostra panchina preferita..", l'uomo annui, rimanendo con la bocca
 
semichiusa, non si aspettava una reazione del genere. Era stata chiara lei, ma Shannon sapeva cio che
 
faceva, e sarebbe andato li come aveva deciso lei...

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Capitolo 6
*** your honesty like a back that hides a knife!! ***



Quell incontro aveva scosso sia Monica che Shannon, il cuore della donna era stato divorato dai ricordi del
 
passato,  dalla presenza dell uomo, che aveva deciso di raggiungerla, consapevole di averlo voluto fare
 
solo  per aiutarla. E cosa dire del batterista?La persona che era stata capace di amare soltanto una donna
 
in tutta la sua vita, rivederla dopo tempo, cosa gli aveva provocato dentro?L'amore per Monica l aveva
 
cambiato in meglio?in peggio?Era diventato egoista e amare significava vivere, dover anche trascurare e
 
rinunciare a tante altre cose, non poter piu apprezzare la bellezza della vita a 360 gradi, e  questo lo
 
faceva sentire perduto. Ma quei sentimenti che fino ad allora non aveva mai provato per nessun altra,
 
erano difficili da capire, da sentire, da leggere, lo facevano soffrire, piangere, ma aveva avuto coraggio
 
riuscendo a stringerli, a farli suoi, dentro aveva provato la gioia di vivere, di amare e la forza della vita, solo
 
grazie a lei!Ma come tutto anche le belle cose prima o poi finiscono. Shannon se la ricordava bene la
 
litigata dell ultima volta, quella sera a casa sua, sarebbe stata l ultima insieme a lei..
 
"Lo capisco che e'il tuo lavoro, lo capisco che devi intrattenere la gente, ok, sono sempre stata dalla parte
 
tua, non ti ho mai messo ostacoli tra il nostro rapporto e il tuo lavoro, sopporto anche il fatto di dover
 
stare mesi e mesi senza vederci, ma a tutto c'e' un limite!". Il discorso venne fuori dopo una serata passata
 
fuori insieme agli amici, lui per tutto il tempo o quasi l aveva ignorata, l aveva lasciata li seduta in un
 
angolino sul divano, senza neanche preoccuparsi di come potesse sentirsi . Le altre donne la guardavano
 
e ridevano, come se conoscessero bene quel comportamento del batterista. "povera ragazza, finira' tutto
 
anche per lei prima o poi..", una biondina aveva appena sussurrato all amica, ma Monica se ne accorse,
 
anche se era un po lontana dalle dueperche era capace di leggere le labbra.  Non poteva piu sopportare
 
altre umiliazioni,  non se lo meritava, perche lei era la donna che le era stata a fianco per un anno e
 
mezzo, perche lei era arrivata in quel posto insieme a lui non per essere messa in un angolo come una
 
bambola, che non sente e non vede niente, ma per condividere e festeggiare uno dei momenti piu
 
importanti della carriera della band, di cui shannon ne faceva parte, e l uomo l aveva esclusa.
Troppo impegnato a rilasciare interviste, a farsi fotografare, a fare impazzire le sue care echelon, a fare
 
autografi e quant altro, si lui era molto bravo in quello. Ad un certo punto della serata, Monica stufa di
 
tutto decise di alzarsi e andarsene, la sua assenza non l avrebbe notata nessuno.
Si alzo sistemandosi bene il vestito che le arrivava fin su le ginocchia, prese la borsa e tento' di intrufolarsi
 
tra la folla di persone che riempiva il locale, non voleva farsi notare da shannon, cosi camminava con la
 
testa bassa, lo sguardo sempre dritto sul pavimento, fin quando si scontro'con Jared, che l aveva vista
 
sgattaiolare via.."dove vai?", le chiese fermandola per il braccio. Lei si volto' per capire chi la stesse
 
toccando in quel momento tra la confusione non aveva riconosciuto la voce, lo vide li preoccupato per lei,
 
quella reazione l aveva spaesata, se la sarebbe aspettata dal fratello non da JAred, si schiari' la voce con
 
un colpo di tosse..."sto andando alla toilet..", rispose sperando di essere stata convincente.."con il cappotto
 
addosso?", ottima osservazione, dentro il locale c'era il riscaldamento si poteva stare benissimo anche
 
senza.."no e'che sento freddo, poi volevo prendere una boccata d aria fuori..", disse accennando un
 
sorriso. Jay annui' e la lascio andare, almeno cosi credette Monica, che una volta mischiatasi con la folla si
 
perse e l uomo non la vide piu. Si guardo' intorno, in punta di piedi per controllare meglio, la vide, alla
 
toilet non c'era mai arrivata, stava uscendo fuori e di corsa, decise di seguirla. Usci' anche Jared, si fermo'
 
sul marciapiede e guardo' prima a destra, poi a sinistra, lei stava camminando a piedi verso la
 
metropolitana. Corse, la raggiunse spaventandola a morte.."Monica!", le si piazzo' davanti, voleva saperne
 
di piu. "ma stai andando da qualche parte?", la donna non sapeva cosa rispondere, non voleva dirgli che
 
stava morendo dentro per colpa di shannon, ma Jared non era stupido, e le donne le capiva al volo.."no
 
stavo soltando facendo una passeggiata..", rispose mettendosi una ciocca di capelli dietro l orecchio.
"Stavi correndo Moni...da chi stai scappando?", chiese avvicinandosi posandole le mani sulle spalle.
Lacrime improvvise le scesero dagli occhi diventati ormai rossi per lo sforzo di trattenerle, chi meglio di
 
Jared poteva capirla?Loro si dicevano tutto, ma qualcosa gli era sfuggito. Senza dirle niente, neanche una
 
parola, la prese e l avvicino' a se per abbracciarla e consolarla, passandole una mano sui capelli per
 
tranquillizzarla, sussurrandole all orecchio che qualunque fosse il problema, ci sarebbe stato lui ad aiutarla.
 
Monica non poteva piu tenere tutto dentro, voleva parlare e sfogarsi, decise di farlo proprio con lui. "jared
 
e' shannon...", disse lievemente spostandosi da lui e guardandolo negli occhi.
"cosa e'successo?avete litigato?", "no, cioe' ultimamente abbiamo sempre avuto discussioni, sai, non mi
 
sono mai messa tra lui e la vostra carriera, non gli ho mai chiesto di scegliere, ma penso che ormai tutta
 
questa situazione mi comincia a pesare..", disse tremente anche per il freddo.
Jay le suggeri' di rientrare e di parlarne da qualche parte dove nessuno potesse disturbarli, cosi
 
raggiunsero una piccola saletta vicino la quale ci stava in piedi uno della security, "non faccia entrare
 
nessuno perfavore!", gli ordino' il cantante, aprendo la porta e facendo passare per prima Monica
 
mettendole una mano dietro la schiena.
Si accese la luce, e si trovarono davanti una scena che mai si aspettavano di vedere, Shannon si stava
 
baciando con un altra donna..!Erano li attaccati al muro, lui le teneva bloccati i polsi contro la parete,  lei
 
gli stava divorando la bocca..Monica rimase immobile, ma in quel momento non provo' nessun tipo di
 
sentimento, era confusa, voleva solo andare via da li, i due se ne accorsero che non erano piu soli ,
 
Shannon guardo' il fratello per prima, poi vide Monica correre via, si stacco' dalla ragazza con la quale
 
stava flirtando, ma Jared lo fermo' con la mano, "ma che cazzo ti salta in mente?", gli disse fulminandolo
 
con gli occhi, ma il batterista doveva parlare con  la sua donna. Monica era fuori per strada, incurante che
 
le macchine potessero investirla, le lacrime le impedivano di vedere davanti a se, camminava veloce,
 
senza meta, ma prima o poi si sarebbe resa conto che doveva fermarsi. Shannon dietro di lei che urlava il
 
suo nome, ma la donna faceva finta di non  sentire, lo ignorava, o almeno ci provava, la sua voce le si
 
insinuava dentro la testa prepotentemente, come se una mano di ghiaccio si posasse sul cuore per poi
 
schiantarsi in un profondo abisso.  In quel momento le stava crollando il mondo addosso, l unica persona
 
di cui si fidava, che amava, che rispettava, l'aveva appena tradita, pugnalata al cuore, aveva vissuta solo di
 
false speranza che lui potesse essere veramente diverso dagli altri, invece era stata solo una stupida
 
ingenua a crederci. Dopo aver corso per quasi cinque minuti Monica vide una macchina affiancarsi a lei,
 
qualcuno abbasso' il vetro del finestrino, era Jared.."monica sali, shannon vuole parlarti ma non sei
 
costretta se non te la senti, ti porto a casa..", le chiese dolcemente. La donna guardo dietro di se, vide il
 
batterista ormai troppo stanco per  raggiungerla, era fermo ansimante, che la fissava, sperava tornasse
 
indietro per dargli un opportunita' di chiarimento, ma quello che aveva fatto shan era stato un errore
 
troppo grosso, uno di quelli per cui una donna ferita e umiliata non poteva perdonare facilmente.
 
Allungo' la mano verso lo sportello della bmw di Jay, lancio'un ultimo sguardo disgustato all uomo ed
 
entro', "andiamo via, parti...", gli supplico chiudendo gli occhi. Solo il rumore del motore della macchina le
 
aveva fatto rendere conto che si stava allontando da shannon lasciandolo solo. IL batterista si mise le mani
 
dietro la nuca, i gomiti larghi, si mordicchio' il labbro inferiore, fece qualche passo indietro prima di
 
ritornare al locale camminando, mani in tasca e testa bassa. Doveva pensare e agire presto o l avrebbe
 
persa..

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Capitolo 7
*** perche tu non sei diverso dagli altri... ***


  Jared rimase in silenzio ad ascoltare il pianto di Monica per quasi tutta la durata del viaggio. Provo’ a consolarla in qualche modo, anche se le sue erano le solite frasi banali e di circostanza, ma era pur sempre la verita’. L uomo non riusci piu a sopportare di vederla dannarsi e maledire se stessa per essere stata con Shannon, per non essere stata piu furba e maliziosa nel capire che uno come lui non poteva essere fedele  no, e il pensiero di chissa quante altre volte l aveva tradita quando era in tour con i ragazzi la faceva stare ancora peggio.  Jared decise di sostare per qualche minuto vicino ad una caffetteria, a quell ora non c’era nessuno..”Monica ti va di bere qualcosa?”, la donna lo guardo perplessa, in quel momento  avrebbe voluto solo sprofondare…”Jared non mi va niente grazie..!”,  gli rispose comunque in maniera garbata in fondo lo vedeva comportarsi in maniera ambigua, era quasi assente..”hey tutto ok?”, gli chiese posando una mano sulla sua spalla, l altra mano era impegnata a tenere stretto un fazzoletto. Jay sospiro’ chiudendo gli occhi insicuro se dirle veramente cio che pensava , cosi fissando la strada le rispose apertamente..”no Monica, sono incazzato con shannon, non me l aspettavo da lui un comportamento del genere…”, la verita  era che anche lui era stato ferito dal fratello, nonostante sapesse che non era  un uomo perfetto, quello di cui una donna poteva fidarsi, ma con lei gli aveva detto che era diverso, che non sentiva il bisogno di cercare qualcun'altra, allora perche lo aveva fatto quella sera?.”non e’colpa tua, non prendertela piu di tanto, la colpa e’stata solo mia..in fondo un po lo capisco, e’piu facile indossare una maschera e fare finta di essere quello che non si e’, ma  prima o poi la vera natura di una persona viene fuori e allora bisogna essere capaci di saper perdonare Jared..”, perche lo stava  dicendo proprio a lui?Lo fissava, la donna  aveva le guance rosse, gli occhi lucidi, le lacrime le scendevano giu fino al collo, avrebbe voluto tanto non vederla in quello stato..”come potro’ perdonarlo e avere la morte nel cuore?”Jared rimase a bocca aperta, non aveva mai sentito nessuna donna provare dei sentimenti cosi forti per qualcuno, pensava a suo fratello e a quanto potesse essere stupido nell aver fatto quel gesto, Monica lo amava veramente, e Jay avrebbe voluto essere al posto suo per  capire come ci si potesse sentire ad avere qualcuno accanto che ti completa, che ti manca quando non c’e’, che ti fa ridere e piangere allo stesso tempo,  qualcuno con cui condividere ogni momento della tua giornata senza annoiarsi mai, perche loro due erano questo, erano stati  due corpi e un anima, ma quella sera tutto stava per cambiare. Monica attendeva una risposta…”sei cosi innamorata che gia pensi di perdonarlo…il tuo cuore sta scoppiando, sei delusa, shannon ti ha deluso, ma se senti di doverlo fare io non sono nessuno per impedirtelo, dovete parlarne e capire se vale la pena dargli un'altra occasione..”, disse tutto cio’ con un tono di voce duro, quasi infastidito. Monica sapeva che aveva ragione, ma quando sarebbe stata in grado di volerlo vedere e di volergli parlare?”solo che per ora non me la sento, possiamo andare da qualche parte perfavore?”, “andiamo a casa se vuoi Moni ..”, la donna annui, “ma non a casa tua andiamo al mio appartamento, anche se non ci abito piu da mesi, ho comunque tenuto alcune cose in caso ne avessi avuto il bisogno..”. Il cantante accese il motore della macchina e parti, la strada non sarebbe stata lunga dopo un quarto d’ora erano gia arrivati.
 
A CASA DI MONICA
 
“no perfavore non accendere le luci, accendi solo quella della lampada piccola sopra il mobiletto, e’meno forte..”disse a Jared che l accontento’ subito. Monica si tolse il cappotto posandolo delicatamente sulla poltrona rimanendo solo con il vestito aderente che aveva voluto indossare per shannon. Jay la guardava incantato, il potere della sua bellezza lo terrorizzava quasi, il fascino con cui si muoveva, con cui parlava, con cui sorrideva era una violenza  quasi fisica e mentale per lui. I suoi lineamenti mediterranei, gli occhi verdi, i capelli lucidi e morbidi lunghi, quelle spalle nude, le curve decise e provocanti, era troppo pure per lui. Avrebbe voluto anche se solo per un breve istante, prenderla e farla sua, facendole dimenticare tutto, suo fratello, il dolore che la stava lacerando l anima, farle sentire l amore di cui aveva veramente bisogno, il suo corpo caldo e pronto a darle vita, le mani su di lei, la sua bocca, le sue labbra umide, i suoi baci, il suo profumo, il contatto di due corpi che si cercano..Tutti quei pensieri lo stavano facendo impazzire,allora cosa avrebbe dovuto fare?sottrarsi alla passione o abbandonarsi ciecamente?quali delle tue scelte sarebbe stata meno distruttiva per entrambi? Lei era seduta sul divano, le braccia intorno alle sue gambe quasi nude, il vestito era salito ancora di piu, il mento sulle ginocchia, i capelli le cadevano su di un lato, li tra il  silenzio delle 4 mura pensando a cosa fare, ma Monica dentro si stava torturando ripensando a quella scena, chiuse e strinse gli occhi per trattenere le lacrime, Jared se ne accorse e reagi d impulso, quello che stava per fare poteva compromettere il loro rapporto.. Le si avvicino’ la prese per il braccio costrigendola ad alzarsi, con  gentilezza la tiro’ su e  aspetto’ che la donna fu completamente in piedi davanti a lui, ora si, aveva la sua attenzione, non disse niente, le prese il viso tra le mani, lentamente comincio’ ad avvicinarsi, Monica degluti’, aveva capito tutto e le stava piacendo, in quell istante dimentico shannon, ricambio’ il gesto, apri’ leggermente le labbra carnose e si avvicino’, entrambi sentivano i loro respiri caldi e cosi vicini sulla pelle, i loro nasi si sfioravano, l attesa li stava uccidendo. Jared era uno degli uomini piu desiderati del mondo, ma lei non ci aveva mai fatto caso, si era bello e affascinante, a lei piacevano i suoi modi gentili ed educati di approcciarsi con la gente, con le donne, ma l amore per shannon  la limitava a vedere oltre.  Monica comicio’ a toccare la sua bocca, prima le labbra poi i bordi, sembrava la stesse disegnando sulla sua faccia. Le bocche si incontrarono, lottando debolmente,  mordendosi le labbra, un dolore dolce, Jared la sentiva tremare contro di lui come il riflesso della luna sull acqua. Monica inconsciamente sapeva che quello che stava facendo era sbagliato e allora non avrebbe piu dovuto essere arrabbiata con shannon, perche anche lei lo stava tradendo anche se in un momento di debolezza. Quel bacio li stava devastando, Jared comincio’ a succhiarle il labbro inferiore, le stava facendo capire di desiderarla, la stava baciando, mordicchiando, assaggiando, le mani dell uomo erano tra i suoi capelli poi scivolarono sulla sua schiena, la passione li stava travolgendo, ormai  tutto era piu chiaro, quando ad un tratto il cellulare di Monica comincio’ a  squillare insistentemente, la donna si allontano’ dall uomo, l incanto ormai si era spezzato era il momento di affrontare la realta’, shannon la stava chiamando, prese il telefono leggendo il suo nome sul display, ma decise di non rispondere. Tiro’ l apparecchio sul divano..”e’lui?”, chiese  Jay curioso ma conoscendo gia la risposta , Moni annui’ e cosi di istinto si mise le mani sul viso coprendoselo,  quell uomo aveva il diritto di spiegarsi  e di chiederle scusa e questo lei lo sapeva, ma cosa avrebbe detto Monica e come avrebbe reagito? Il cantante la guardava  e sentiva dentro di se la rabbia che egoisticamente si stava insinuando tra di se per la rottura di quel meraviglioso momento. “spegni il telefono monica o ti assillera’ per tutta la notte..”, le consiglio’ sperando che lo avrebbe fatto  veramente. “puoi farlo tu perfavore?”. Ci provo’ ma quando stava per spegnerlo shannon aveva deciso di presentarsi a casa di Monica, busso’ alla porta battendo forte i pugni..”apri lo so che sei li dentro, anzi lo so che ci siete tutti e due..!”, grido’il batterista. Jared e Monica si guardarono,  l uomo le disse di rimanere ferma la e che avrebbe pensato a tutto lui. Raggiunse la porta e l apri’ma  Il fratello maggiore non gli diede il tempo di aprirla del tutto  che subito gli si scaglio’ contro spingendolo dritto verso il  muro, lo prese per la maglietta e coi pugni lo teneva fermo, “cosa cazzo ci fai qui?perche sei con lei?”, disse a Jared a pochi millimetri di distanza dalla sua faccia, la donna appena vide la scena si alzo’ subito e raggiunse i due fratelli, “shannon che stai facendo lascialo stare!”, gli ordino quasi supplicandolo, sapendo di cosa fosse  capace il suo uomo  quando era ubriaco, ma si trattava di suo fratello non poteva e non doveva perdere il controllo. Jay non conosceva questo lato di shan, non lo aveva mai visto in quelle condizioni, sapeva che ogni tanto alzava un po troppo il gomito ma niente di piu. Guardo’ Monica sconcertato..”come fai a stare con uno cosi?tu meriti di meglio!”, il batterista guardo’ la donna  incredulo, lei non stava dicendo niente per difenderlo..”monica..”sussurro’ a bassa voce, lei degluti indietreggiando di qualche passo, come se percepisse i prossimi movimenti dell uomo. “non farlo shannon ti prego possiamo parlare ok? Adesso qui, sono disposta ad ascoltarti..”, provo a calmarlo in qualche modo…”si shan sono proprio curioso di sentire che scusa hai da dirle..”, gli rispose Jay a denti stretti. IL fratello maggiore fece finta di allontanarsi per poi colpire  con un pugno sullo stomaco Jared, che si piego’ in due per il dolore, “shannon!”, urlo’ monica che corse verso il cantante per aiutarlo. “non ci posso credere…cos’e’ questa farsa?davvero pensi che io sia stupido?”, “a cosa ti riferisci?”, “sento il suo odore su di te puttana!”, Monica doveva inventarsi una scusa per far sembrare cio che era evidente qualcosa di diverso, “si e’ vero, lui mi ha consolata, mi ha abbracciata mi ha ascoltata senza mai lasciarmi sola, e tu dov’eri quando avevo piu bisogno di te?”, sputo’ tutte le parole che le vennero dal cuore in faccia a shannon  che non sapendo cosa dire decise bene di sviare l argomento, “hai fatto sesso con lui?dimmelo Monica!”, le urlo’contro prendendola per il collo facendola rialzare..”che cazzo…”, disse  Jared  che anche se era mal concio si butto’ sul fratello, non doveva neanche sfiorarla con un dito a Monica . I due cominciarono a dimenarsi e a tirarsi pugni, ma shannon era il piu forte e non aveva intenzioni di fermarsi, jared  non riusciva a difendersi, non era un tipo violento, non lo sarebbe stato  neanche con suo fratello. La donna si avvento’ sul batterista provando a tirarlo via per un braccio, “basta!fermati! lo stai ammazzando!”, urlo’ piangendo.  Il cantante senza muovere neanche un muscolo della faccia sussurro’ qualcosa al fratello..”la stai ferendo di nuovo, sei una delusione!”, il batterista si fermo’, si volto’ verso Monica che era in ginocchio sul pavimento disperata e impaurita, capi che ancora una volta aveva oltrepassato il limite, non voleva vederla cosi, le si avvicino’, inginocchiandosi anche lui vicino a lei , con una mano le fece una carezza su una guanci a, “scusami non volevo..”. La donna chiuse gli occhi, non voleva vedere, voleva che tutto finisse il prima possibile..”ti prego vattene!”, riusci a dirgli solo questo, “vattene shannon..”. Lui si alzo’ diede un occhiata al fratello minore che era seduto sul pavimento poggiato  con la schiena al muro..”si, me ne vado…mi dispiace..”, lievemente quel filo di voce sembrava essere sincero e monica era disperata come non mai.
 
  

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Capitolo 8
*** confessione ***


 Monica non capiva il perche del comportamento di shannon nei confronti del fratello, aveva frainteso tutto, e poi lui l aveva tradita con un   altra donna un ora prima, adesso poteva capire come si era sentita prima lei , anche se nel caso di moni  e di jared c era stato soltanto  un fraintendimento, tutto era frutto della mente del batterista, ubriaco com'era aveva visto cioe che in realta' non esisteva. "Mi dispiace jay, e'tutta colpa mia..", disse Monica al cantante avvicinandosi per aiutarlo. Lui la guardo' negli occhi, poteva leggerci soltanto  tristezza e delusione, "non essere   stupida, tu non c entri niente, hai visto com'era ubriaco?non era in se e sono molto preoccupato che possa succedergli    qualcosa in quelle condizioni.."rispose alzandosi lentamente ma rimanendo poggiato al muro, chiuse gli occhi e all improvviso senti la mano di Monica sul suo viso. Gli stava asciugando il sangue che usciva dal labbro con un fazzoletto, in quel momento le parve cosi bella, cosi dolce e premurosa, ma anche fragile piena di rabbia e tormento. Quei suoi occhi cosi grandi e affascinanti, avrebbe fatto di tutto per poter essere  guardato almeno una volta con la stessa passione e lo stesso sentimento con cui guardava shannon. Si perche lui era l oggetto del suo       desiderio, era il centro  della sua vita ed era pronta a sacrificarsi, a  mentirsi e a negare se stessa,  a fare le valigie  e partire solo per     stare vicino al suo amore.  Lo sapeva benissimo Jared che non era facile far parte della vita di qualcuno che la maggior parte del tempo sta dall altro capo del mondo per chissa quanto tempo, qualcuno che puoi sentire soltanto tramite telefono, ma che non puoi vedere o toccare o semplicemente accarezzare quando piu ne hai voglia, quando piu ne hai bisogno, e pensava che chi fosse riuscita a far parte delle loro vite, entrarci e viverle fino in fondo, lo avrebbe fatto solo per amore, quello vero, quello che ti fa respirare solo per essere vissuto, quello che ti fa amare la vita  anche nei momenti piu tristi e bui. Lei era disposta a prendere per mano il cielo e  seguire il suo uomo fino all inferno. La mano di Jared raggiunse la guancia della donna, il suo sguardo, i suoi occhi cosi azzurri e sereni come il cielo, le fecero incollare lo sguardo sul pavimento, non riusciva a sostenerlo, anche se le infondevano tranquillita' e serenita, ma allo stesso tempo erano pieni di lussuria e      vogliosi di lei, dolci   pieni di luce che nascondevano sogni meravigliosi. Le mise due dita sotto il mento costringendola ad alzare la testa e a guardarlo, rimasero  in silenzio per qualche secondo, monica non avrebbe sopportato per molto tutto questo, voleva dire qualcosa ma il nodo in gola glie lo impediva, cosi sospiro' profondamente e chiuse gli occhi,  quando Jared si decise di rompere improvvisamente il silenzio..      "vorrei essere io al suo posto...", confesso alla donna che sgrano' gli occhi al suono di quelle prime parole. Le prese il viso tra le mani dolcemente come se fosse tanto fragile da potersi rompere al suo tocco, " non ti meriti uno come lui, se solo tu potessi capire quello che sto     provando in questo momento, forse ti renderesti conto del grande errore che hai fatto nello scegliere lui..", le disse aspettando una          risposta. Monica e shannon, o monica e jared? Sapeva dell interesse di quest ultimo nei suoi confronti, ma per lei jay era un enigma, una   persona troppo stravagante e ambigua, diversa e cosi lontana da lei, la maggior parte delle volte non riusciva a capire se i suoi comportamenti fossero veri, naturali o era soltanto paura di esporsi troppo con la gente. Jared era una di quelle persone che stava li, guardandoti in      silenzio, sembrando di non interessarsi minimamente agli altri, ma invece lui studiava tutti, non giudicava nessuno e riusciva a dare tanto di se stesso agli altri, ma non tutti erano ingrado di capire cio, e molte volte aveva sofferto, tanto da decidere di  rimanere diffidente e quasi  indifferente con  la maggior parte delle persone che incontrava. Ma Monica era diversa, lei c'era per tutti, lei amava tutti e aveva tanto     amore da dare, quel cuore era un libro aperto, tutti potevano leggerci dentro, e capire quanti buoni sentimenti avesse dentro di se, ma a    volte li donava alle persone sbagliate. Poteva lasciarsi scappare una persona cosi?Anche se cio significava mettersi contro il fratello, contro il sangue del suo sangue, ma doveva capire che intenzioni avesse shannon  verso monica.."monica tu mi piaci, forse piu di quanto tu possa   comprendere, ma il rapporto tra te e shannon mi ha sempre ostacolato nell esporrermi di piu, e ora che e'successo tutto questo, sento il    dovere e il bisogno  di dirtelo, so che mi odierai, so che non e' questo cio che vuoi sentire, ti chiedo di..", fu fermato dalla donna che lo      guardava in maniera confusa, "cosa mi chiedi jared?non puoi e non devi chiedermi niente!come fai a essere cosi insensibile?", gli rispose     allontanandosi cercando la sua borsa e la chiavi di casa, voleva uscire e raggiungere shannon, doveva parlargli e chiarire una volta e per      tutte.."dove vai?",  monica si fermo' davanti la porta e prima di aprirla si giro' verso il cantante che era li, in penombra in attesa di una       risposta, "vado da tuo fratello, ho bisogno di lui...". Questa fu l unica cosa che fu in grado di dire, prima di abbandonare l appartamento e    lasciare jared solo, confuso e arrabbiato con se stesso, tanto da dare un pugno contro il muro. Forse aveva sbaglaito a dichiararsi cosi       apertamente con lei, Monica non sarebbe mai caduta tra le sue braccia, lei era fedele e sicura del suo amore per shannon.  Avere Jared Leto davanti non le aveva impedito di cedere alla tentazione, perche lei non era come le altre, questo aspetto della sua personalo intrigava piu di quanto lui stesso riuscisse a credere. Che fare ora? Jay era troppo stanco per tornare a casa sua, decise di passare la notte a casa di  Monica, sul suo letto, tra le sue lenzuola che profumavano di lei, ci si distese su lentamente, toccandole con i palmi delle mani, come se     stesse cercando qualcosa, ma cosa ?Per quanto potesse sembrare perverso, voleva un suo indumento personale e stringerlo a se, come se fosse la cosa piu preziosa che potesse esistere. Si alzo' e apri un cassetto del mobile alto che c'era vicino lo specchio, trovo' delle           magliettine, degli slip, reggiseni, calze da donna, autoreggenti, quel mondo lo stava facendo impazzire ed eccitare, pensandola mentre         indossava qualcosa di sexy per lui. Prese soltanto un fazzoletto di quelli che si mettono al collo, era di seta, leggero, profumato, di colore  nero trasparente, con dei piccoli firoi disegnati di color argento. Ritorno' a lett o, teneva quel fazzoletto tra le sue mani, se lo porto all       altezza del petto vicino al cuore, si sarebbe addormentato cosi, sperando che al ritorno Monica potesse portargli notizie del fratello...

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Capitolo 9
*** the promise of an end.. ***


Monica credeva fermamente in quello che stava facendo che secondo lei aveva un senso, ma cosa avrebbe ottenuto andando da shannon provando a parlargli, e a chiarirsi le idee?Era questo cio che voleva?Questi pensieri la guidarono fino alla casa del batterista, una casa persa in mezzo alle campagne di Hollywood. Arrivo davanti al grande cancello automatico che trovo chiuso, e non sapeva come poter entrare. Se avesse suonato il campanello shan probabilmente lui non l avrebbe fatta entrare e l avrebbe lasciata li fuori ignorandola. In quelle condizioni l uomo era sempre stato una persona imprevedibile, nervosa dalla quale potevi ottenere ben poco se il tuo intento era di andare a parlarci,  anche se in realta’prima l aveva cercata lui, ma dopo quello che era successo chissa se sarebbe stato disponibile ad un chiarimento con Monica. La donna decise di scendere dalla macchina e scavalcare il cancello alto di ferro, certo al buio sarebbe stata una bella impresa, le luci dei lampioni del vialetto non erano accese e forse shan ancora non era rientrato a casa, ma lei conosceva ogni centimetro di quel posto, e con un po di fortuna sarebbe riuscita ad entrare. Si avvicino’ e aggrappandosi fortemente con le sue piccole mani, comincio a salire fino ad  arrivare alla cima, poi scavalco’ e scese giu fino a toccare terra, ce l aveva fatta, anche se per quella bravata si era procurata qualche graffio sulle braccia, e infatti il sangue comincio a uscire fuori dai taglietti. Cammino’ con passo veloce verso la porta della villa di shannon, tenendosi stretta alla sua borsa, quando all improvviso si accorse di un ombra che correva verso di lei.  Era il cane dell uomo, che teneva sempre nel giardino libero di scorazzare quando lui era via, gli faceva da guardia, ma per fortuna l’animale  l aveva riconosciuta, Monica l accarezzo’ per tranquillizzarla, Tammy, cosi si chiamava, una femmina di rottweiler con delle zampone cosi grosse che avrebbe potuto aggredirla e buttarla giu, ma invece decise di seguirla, rimanendole accanto quasi come se avesse voluto proteggerla da qualcuno o  qualcosa . Le due arrivarono fino all arcata principale esterna della casa, tammy si accuccio’ per osservare tutta la scena, e Monica era ormai davanti la porta, le tremavano le mani e il cuore le batteva forte, l ansia la stava divorando, l unica cosa da fare era bussare ed affrontarlo. Suono’ piu volte consecutivamente ma nessuno venne ad aprirle, << shannon non sei ancora tornata a casa…>> pronuncio’ la donna a voce bassa. Sicuramente era in giro a sbronzarsi ancora di piu, a combinare qualche casino in un bar o chissa dove. Si sedette accanto al cane, tenendosi compagnia a vicenda per quasi venti minuti, quando all improvviso si vide in lontananza il cancello aprirsi e una macchina entrare, Monica aspetto’ che l uomo uscisse dalla vettura per poi alzarsi di scatto, ma shannon le passo’ accanto ignorandola. Puzzava di alcol e di donna, di un profumo che non era il suo..
”posso sentire ancora l odore di quella stronza su di te..”, gli disse a bassa voce seguendolo con lo sguardo.
“che sei venuta a fare?”, le  chiese rimanendo girato di spalle.
“non hai neanche le palle per guardarmi negli occhi vero?”un sorrisetto spontaneo  e malizioso le si presento sulla bocca.
Il batterista non le rispose, prese le chiavi ed entro’ dentro provando a chiuderle la porta in faccia, ma monica gli si scaglio’contro, e con le braccia fece forza per aprire la porta del tutto. Quel gesto colse shan alla sprovvista, la donna non gli lascio’ il tempo per reagire e se la ritrovo’ davanti a se, dopo che aveva sbattuto forte la porta chiudendola. I due si ritrovarono l uno di fronte all altra, immobili, le lacrime silenziose di monica scendevano piene di rabbia, l espressione impassibile di shan l aveva ferita dentro, sembrava che niente stesse accadendo. Le lacrime proseguirono la loro devastante corsa, la donna non le asciugo’, ce ne sarebbero state altre, e altre ancora, che prima o poi si sarebbero asciugate da sole, fino a diventare parte di quel viso di pietra.
Shannon era stato fuori per quasi un ora dopo l accaduto a casa di monica, doveva pensare, decidere cosa fare, sperare di poter cambiare per lei, volerci riuscire dannatamente, ma se non ce l aveva fatta in quei mesi che era stato con lei, come poteva essere sicuro che col tempo sarebbe diventato l uomo perfetto che Monica voleva?Una decisione l aveva presa e quello era il momento giusto per dire la verita’


“e’tutto inutile Monica..”, le disse sconfitto abbassando lo sguardo.
“cosa e’ inutile shan?cosa stai cercando di dirmi?”, gli si avvicino’ ancora di piu con quel suo viso serio e triste.
“mio fratello ha ragione, sono solo un perdente, non mi meriti, tu meriti di piu!”, confesso’ tirando su col naso..”siediti Monica dobbiamo parlare, devi sapere cosa sento io dentro, non e’facile per me..”, fu interrotto dalla voce della givane intenta a sedersi sul divano..
“cosi stai gettando la spugna?ti stai arrendendo?e’questo cio che vuoi dirmi?”. L uomo annui con la testa, mai come in quel momento gli mancarono le parole, ma il suo silenzio le aveva fatto capire tutto.
“mi hai presa in giro tutto questo tempo allora, eh shan?perche?perche proprio io?non l hai capito che io sono diversa dalle altre e che non mi merito tutto questo?”.
Si sedette anche il batterista, vicino a lei, ma senza guardarla
“ci ho provato, pensavo potesse essere piu facile avendo  qualcuno accanto che pensi di amare, credevo che potesse essere una cosa automatica non dover piu sentire la necessita di guardare le altre, di poter resistere alle tentazioni, o di evitarle, ed e’stato cosi all inizio, ma poi ho capito che quella persona non ero io, non sono fatto per amare una sola donna per tanto tempo, e mi dispiace che sia tu a doverne soffrire per questo..”
Monica chiuse gli occhi sperando che in quel modo potesse non sentire quelle parole che le stavano trafiggendo il cuore, ma le orecchie ci sentivano benissimo.
”non sai cosa signifca soffrire, non sai e non puoi capire come mi senta io in questo momento, non dire piu niente, finiamola qui..!”. Monica si alzo’ lentamente, shan le prese una mano, non voleva dirle addio in quel modo..
“Aspetta ti prego!”..
“lascia stare, non ti preoccupare se staro’ male per chissa quanto tempo, non ho paura di questo, ma avrei preferito che tu mi avessi strappato il cuore e me lo avessi buttato sotto una macchina, forse avrei patito meno dolore…”.
Shannon poteva sembrare un superficiale, egoista animale, ma non lo era, quelle parole non l avevano lasciato indifferente, ma era ora di lasciarla andare. Senza fare rumore decise di seguirla, di accompagnarla in macchina, le stava dietro come se fosse legato ancora a lei da un filo indistruttibile, quello del loro amore..
“abbiamo fatto le nostre scelte monica, non pensare di essere l unica a soffrirne..”, le sussurro’ all orecchio prima di vederla salire nella sua adorata Jeep color perla. Un ultimo sguardo prima di lasciarsi definitivamente, quello piu dolorso e il piu sincero forse, le lacrime non l avevano mai abbandonata, lui la stava odiando in quel momento, cosa le avrebbe detto ora?Le lacrime non potevano mentire, alzo’gli occhi verso il cielo perche non voleva crederci, sperava che potesse piovere all improvviso per poter mischiare le gocce scese dai suoi  occhi con quelle scese dal cielo. Tutto era finito, tutto faceva parte del passato ormai. Non si sarebbero piu svegliati l uno accanto all altra, non si sarebbero piu coccolati a letto prima di addormentarsi, lui non avrebbe piu sentito il suo profumo nell aria ogni qualvolta avesse varcato la soglia di casa sua, e tutte le cenette romantiche che le aveva preparato?Non era da lui essere cosi diverso da cio che era stato prima. Quella donna l aveva cambiato in parte doveva ammetterlo a se stesso, anche suo fratello se ne era accorto, e non c era da vergognarsene. Quale corpo sarebbe stato accanto al suo nelle notti fredde d inverno, dove l amore che li aveva legati era stato  cosi forte e intenso, come il fuoco, dove la passione li aveva travolti come un uragano di immense emozioni, dove la lontananza che li separava era solo relativa per loro due che viaggiavano sulla stessa frequenza dell anima, perche la distanza fisica non li aveva mai separati, il cuore e la mente erano rimasti sempre vicini. Uno Shannon sconsolato e triste come non mai aveva fatto capolino dentro di se, sconfortato si sedette sullo scalino di casa sua, porto’ le mani sul viso cercando di controllare le lacrime che inesorabili cominciarono a scendere sulle sue guance e nessuna Monica sarebbe piu stata li ad asciugarle via bagnandosi della sua sofferenza.
 
Da allora la vita di Monica era cambiata, la storia con shannon l aveva segnata e  resa una persona diversa, diffidente ed egoista. Nessuno era riuscita a consolarla, neanche gli amici piu cari, si sentiva vuota e inutile, e se l era ripromesso a se stessa, perche se l amore portava una persona a sentirsi in quel modo,  non valeva la pena di essere considerato tale, era troppo anche per lei. Chiudendo la parentesi di quel grande amore, altri problemi entrarono a far parte della sua vita, come i soldi, il lavoro che aveva perso, la famiglia che le aveva voltato le spalle. Qualcuno l aveva “raccolta” nel periodo piu difficile della sua esistenza, portandola a far parte di una grande famiglia, quella donna Stephanie , la sua maitresse la considerava come una delle sue tante figlie, insieme alle altre ragazze che lavoravano per lei. Le trattava bene, non le faceva mancare niente, praticamente vivevano in quella casa che  era sempre piena di uomini  di tutti i tipi e di tutti i generi, ma con una cosa in comune, il denaro, cio che mancava a Monica per sopravvivere, e del quale aveva cominciato ad esserne dipendente, poco le importava se doveva vendere il suo corpo ed essere trattata come un oggetto sessuale per il piacere degli altri, era un circolo vizioso dal quale ormai era praticamente impossibile uscirne. Era il paradiso di cui tutti avevano bisogno..
 

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