Red alert

di mey chan
(/viewuser.php?uid=63446)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il buongiorno si vede sempre dal mattino ***
Capitolo 3: *** La libreria di villa Uchiha ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Uzumaki Naruto è in difficoltà. In seria difficoltà. Mai in vita sua si era trovato in una sfida così pericolosa, così perfida, così-

“Allora Naruto, è semplicissimo. Devi dirmi dov’è l’asso, ok? Presta attenzione.”

Ino sa essere molto subdola quando vuole.

L’ha ricattato, ecco cos’ha fatto! Gli ha promesso delle foto in bikini di Sakura se solo fosse riuscito a indovinare almeno una volta su tre. Se invece non ce l’avesse fatta, allora avrebbe dovuto acconsentire a una richiesta della ragazza.

Ok, le prime due possibilità sono già sfumate.

Ma è all’ultima che un vero eroe sa farsi riconoscere, no?

“Questa qui!” pronuncia fiero, toccando la carta centrale.

Ino ghigna.

“Oh, questa? Bene, girala.”

Naruto lo fa. Piano, pianissimo.

“Ma che peccato, Naruto.”

La regina di cuori lo osserva. Sembra sorridergli la colpevole della sua sconfitta.

Adesso lo sa. È spacciato.

Coraggioso alza lo sguardo verso la ragazza che ghigna ancora in maniera più maligna.

“Vediamo…” Ino porta l’indice al mento, sfiorando la pelle con l’unghia laccata di viola.

Naruto deglutisce, timoroso. Ha perso a quello stramaledettissimo gioco, dannazione!

“Come punizione potresti… ma certo! Sasuke-kun?!”

Cosa c’entra adesso il teme?

Osserva l’Uchiha, intento a leggere uno dei suoi incomprensibili libri, voltarsi giusto un poco.

“Sasuke-kun! Naruto ha perso al gioco delle tre carte e deve fare penitenza! Cosa ne diresti di averlo
 come servitore personale per ventiquattro ore?”

“Ehi, aspetta! Cosa diavolo-”

“Zitto Naruto! Ho vinto io e decido io! E se ti ordino di stare al servizio di Sasuke-kun tu devi
 starci, chiaro?”

Il biondo sbuffa.

“Come se non sapessi che è solo un trucchetto per farti bella ai suoi occh-”

“NARUTO!” l’urlo, naturalmente, è seguito da un pugno dritto dritto sul viso di Uzumaki.

“Va bene.” Una voce pacata lo distrae.

Aspettate, cos’ha appena detto il teme? Va bene?

Ino, raggiante, sbatte le mani come a fine di uno spettacolo.

“Perfetto Sasuke-kun! E tu Naruto comportati bene, mi raccomando!”

Irritato, sposta gli occhi verso il moro.

Sasuke lo guarda con un cipiglio inarcato.

“Cos’è quella faccia, dobe? Non è colpa mia se sei un inetto.”

“Ma io ti-”

Manco il tempo di finire la frase che si ritrova una cartella sbattuta in faccia.

“Forza, devo andare a casa, ho già perso fin troppo tempo. Muoviti.”

Pure lo zaino deve portargli?

Sta per ribattere, anche se l’altro gli ha già dato le spalle, quando la voce sognante di Ino lo raggiunge.

“Oh, quant’è figo!”

Non si azzarda a ribattere. Il pugno giornaliero l’ha già preso.

Osserva comunque il moro che, ammettiamolo, è un bel ragazzo. Sakura è stracotta di lui.

Qualche punto debole però dovrà pure averc-

Ma certo. Andrà nella casa del nemico. Il luogo dove ogni segreto più inconfessabile è nascosto.

Ci penserà lui a rendere Uchiha Sasuke impresentabile di fronte a tutta la popolazione femminile.

“Dobe, allora?”

“Eccomi!”

Corre.

Oh sì. Verso la vittoria.

















È un’idea davvero buffa, lo ammetto ^^”
Beh, il bello comunque inizierà nel prossimo capitolo, e chissà chi rimarrà fregato ancora una volta, mh, Naruto?
Spero vi piaccia, è molto leggera, sì XD
Gli altri capitoli saranno più lunghi di questo prologo che mi serviva solo a introdurre la situazione in cui i due si ritrovano. Poi i fatti andranno più lenti, ogni cosa e nuovo sentimento a suo tempo!
A presto! =D

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il buongiorno si vede sempre dal mattino ***


“Siamo arrivati.”

La voce di Sasuke è pacata, lenta.

Naruto, fiatone e occhi adirati, è al suo fianco.

Vorrebbe, non sa, urlare e spaccare un timpano a quel borioso che sa solo atteggiarsi a primadonna.

Perché non è stato il signorino Uchiha quello a portare due zaini.
Non è stato lui a restare in piedi perché l’autobus era pieno e naturalmente il diritto di occupare l’ultimo posto disponibile evidentemente non gli spettava. E, soprattutto, non è stato lui quello che scendendo dall’autobus ha fatto un volo che manco ai campionati ha mai visto compiere. Le guance bruciano, il naso è screpolato e la fronte corrucciata.

“Se hai finito di viaggiare con la testa vuota che ti ritrovi, puoi anche seguirmi, usuratonkachi.”

Il biondo a quell’insulto si riprende, lanciando un’occhiataccia all’altro che, solo ora nota, ha aperto il cancello e sta percorrendo l’immenso giardino della villa. Oh sì, una villa in tutto e per tutto. Non era mai stato in quella zona della città, tra l’altro molto lussuosa e con gente ricca e spocchiosa. Ammette però che l’abitazione del compagno è qualcosa di straordinario. Chissà come facevano a pulire tutte le stranze…

“Ohi, Naruto. Sbrigati.”

Promettendosi di conciarlo per le feste una volta finita quella storia, lo raggiunge in fretta, sorridendo beato.

“Senti un po’ teme, in quanti siete in questa casa così grande? Hai un fratello, giusto?”

Sasuke lo scruta, torvo.

“Al momento è all’estero.”

“Quindi ci sono solo i tuoi ad aspettarti?”

“Non sono a casa.”

“E dove-”

“E poi cos’altro, dobe? Smettila, è snervante.”

Chiude così il discorso, dandogli le spalle e avviandosi verso la porta.

Naruto gli caccia dietro un insulto, seguendolo poi dentro le mura della villa.

L’entrata già di per sé è stupenda, costata, stupito. Pavimenti lucidissimi e bianchi, pareti senza nemmeno una ragnatela, ampie finestre e scale che portano al piano superiore.

Sasuke nota il suo entusiasmo e fa mostra di un piccolo sorrisetto ironico, levandosi nello stesso tempo il giubbotto e le scarpe.

“Ti piace?”

“Se mi piace? Altroché!”

“Non ne dubitavo. Levati anche tu la roba e dammela, ti reggo gli zaini.”

“Oh, ehm, certo.”

Un poco imbarazzato ubbidisce, riponendo poi la veste vicino a quella di Sasuke, attaccata a un pregiato attaccapanni marrone lucente, e le scarpe all’ingresso, prendendo un paio di ciabatte.

Fa per alzare gli occhi al soffitto quando proprio dall’alto gli piovono le cartelle, lanciate con grazie dall’Uchiha.

“Ahi! Ma dico, ti pare il modo?!”

“Non sei qui per gongolarti, dobe. Andiamo in camera mia.”

Anche stavolta esegue il comando, e dopo aver salito una scala che sembrava avere più gradini di uno di quei… uhm, monumenti? Insomma, quegli edifici che si studiano a storia dell’arte. Qualche sorta di chiesa forse, solo parecchio importante.

Poco dopo, percorso un lungo corridoio e superata qualche stanza, arrivano in quella dell’Uchiha.

Camera?

Può benissimo essere un appartamento quella stanza!

Grande, pulita, ordinata, piena di libri e con qualche dvd.

Però, uhm, un po’ troppo…

“Ancora imbambolato?”

“Stavo solo pensando che questa stanza è davvero enorme e ben tenuta. Solo che sembra una di quelle inserite nei depliant. Non sa di vissuta.”

Sasuke si acciglia, andandosi poi a sedere sul letto a due piazze, chiudendo gli occhi.

“Teme?” pronuncia allora Naruto, quasi intimorito dalla mancata reazione dell’amico.

“La biblioteca al terzo piano ha bisogno di una sistemata. Basta che continui su per la scalinata e ce l’hai davanti. I volumi non sono perfettamente in ordine. Vai a dare un’occhiata e sii veloce.”

Il biondo, tempo un attimo, strabuzza gli occhi.

“Che…?”

“Se ti stancherai per questa cosetta, potrai sempre andare a bere qualcosa in cucina e recuperare il poco fiato che hai. Hai visto dove si trova, no? Bene. Sono le 16.02, domani a quest’ora sarai ufficialmente libero. Divertiti, dobe.”

Detto ciò afferra un libro dalla cartella, quello che stava leggendo prima a scuola, coricandosi e perdendosi completamente tra le pagine stampate.

Naruto resta qualche secondo a osservarlo, scioccato.

Quando poi realizza il tutto, sente fumare il cervello e prega qualsiasi divinità di non perdere le staffe. Deve attuare il suo piano. Ora.

“Buona lettura eh.” borbotta, uscendo poi e richiudendo la porta alle spalle.

Vediamo un po’… da dove poteva cominciare? Mica si sarebbe rotto il cervello e la schiena trasportando quei mattoni comunemente chiamati libri! Voleva trovare qualcosa d’imbarazzante riguardo Sasuke, solo che la camera del moro, stanza ideale, era occupata proprio dal proprietario.
Avrebbe trovato il modo di entrarci dopo.

Con passo felpato, non si sa mai, l’Uchiha ha un udito fin troppo fine e pure un sesto senso, invece che salire preferisce scenderle le scale, optando per cercare il salotto che, pensa, sarà vicino alla cucina.

Torna dunque al posto di partenza, spingendo piano una porta socchiusa.

Bingo.

Abituato, anzi, rassegnato a tutto lo sfarzo di villa Uchiha, Naruto comincia subito a scrutare ogni piccola parte della stanza. Quadri, mobili, televisione, divano… mobili? Ma certo. Nei cassetti potrebbe trovare qualcosa, e forse se ha fortuna proprio quella che gli è appena venuta in mente: l’album di famiglia. Sua madre, oh, e non può rabbrividire, tiene tutte le sue foto da piccolo in un album a parte, vantandosene con l’orgoglio che la caratterizza. Alcune sono davvero da sotterrarsi e non sbucare più per settimane intere.

Ridacchiando apre un cassetto a caso, cominciando a rovistare e stando attento a non spostare nulla dalla sua posizione originale.

Fogli, penne, spine elettriche, cataloghi-

“Cosa stai facendo?”

Dio!

Un singulto gli si blocca in gola e il cuore batte furioso.

Si gira di scatto, trovando il volto di Sasuke davanti. Gelido, schivo e, peggio di tutte, incazzato nero.

“Io, ehm, come dire-”

“Naruto, cosa stavi facendo? Rispondi. Adesso.”

Inghiotte aspra saliva, premurandosi almeno di richiudere il cassetto con un colpo secco.

“Volevo solo…”

“Farti i fatti altrui?”

“No! Cioè, non è come sembra. Stavo cercando una cosa.”

Il moro arcua un sopracciglio, emettendo un basso ringhio.

“Certo. Stavi cercando una cosa qui, a casa mia, dove non sei mai venuto.”

Il biondo si gratta una guancia, sentendosi fastidiosamente colto in flagrante.

“Ti assicuro che non volevo rubare nulla. Mi serviva il tuo album di famiglia.”

Confessa, liberandosi quasi da quell’ansia che lo guardo dell’altro gli fa stranamente provare.

“Motivo?”

“Ridicolizzarti davanti alle ragazze. In particolare di fronte a Sakura-chan.”

Così schietto che Uchiha ha quasi difficoltà a mostrarsi impassibile. Quasi, ribadiamo, perché ci riesce anche stavolta.

“Sai che questo ti potrebbe venire a costare caro?”

“Eh?”

“Pensa se in giro si sapesse che stavi rovistando tra le cose personali di Uchiha Sasuke.”

E lo pensa Naruto. Vede tutta la popolazione femminile della scuola armata di forconi, pronta a scannarlo per aver osato fare una cosa tanto spregevole al loro Sasuke-kun.

Rabbrividisce, deglutendo.

“Non lo farai, vero?” chiede, titubante.

Sasuke ghigna, appoggiandosi allo stipite della porta.

“Perché non dovrei?”

“Quelle mi ammazzano.” Afferma, tremendamente serio.

“Mi risparmierebbero la fatica.”

“Ehi!”

“Tuttavia,” ammette, incrociando le braccia al petto “potrei concederti un’alternativa. Aumentiamo le ventiquattro ore al mio servizio e terrò la bocca chiusa. Una settimana, prendere o lasciare.”

“Che?!”

“Deicidi, dobe. E poi non ti lamentare.”

Naruto respira, imponendosi di calmarsi.

Poteva morire di fatica sottostando ai comandi dell’Uchiha oppure morire e basta, nel vero senso della parola.

“Accetto.” Grugnisce dopo poco tempo.

Vorrebbe prendere a pugni il bel visino del moro, soddisfatto ai livelli massimi.

“Perfetto. Se non ti spiace, ora puoi dedicarti alla biblioteca. E verrò anch’io, non si sa mai. Posso sempre leggere lì. Sei pregato di non eccedere con gli ansimi comunque. Sai, è poco piacevole leggere mentre un dobe ti riempie le orecchie di sbuffi e lamentele.”

Detto ciò gli dà le spalle, precedendolo.

Ok, adesso è confermato.

Lui non sopporta Sasuke Uchiha.

Riuscirà a spuntarla in quei giorni e gli farà rimpiangere di aver osato sfidare Uzumaki Naruto.

Stringe le nocche della mano destra, mordendosi la lingua un poco.

Sto arrivando, Sasuke.
















Eccomi qui **
Sono felice che la storia piaccia e spero lo stesso per questo capitolo!
Le cose si stanno movimentando e per ora è Sasuke a essere in vantaggio.
Durerà la situazione o Naruto riuscirà a riscattarsi? XD
Ringrazio ancora chi ha lasciato una recensione, i preferiti, le ricordate e le seguite.
Un bacio, al prossimo capitolo ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La libreria di villa Uchiha ***


È immensa.

Decisamente troppo grande.

Naruto Uzumaki è sfinito. Letteralmente sfinito. Da incessanti minuti sta sistemando libri su libri, ordinando la famosa libreria di villa Uchiha.
Quella stanza è incredibile; non aveva mai visto niente di più grande.

Anzi, una sì, quella della Disney, nel film-

“Quello che hai in mano è il diciassettesimo volume. Avevo l’impressione che non sapessi contare ma vederlo con i miei occhi è tutta un’altra questione.”

Il biondo sussulta, stringendo inconsciamente la presa sul libro tra le mani, notando un 17 stampato a caratteri piccolissimi in alto. Porta dunque gli occhi azzurri sul primo piano dello scaffale, considerando effettivamente di essersi fermato al quattordici.

‘Caratteristiche del pianeta terra e dei suoi abitanti.’

Certo, perché l’Uchiha è un ragazzo diligente e studioso. Quei libri gli mangeranno il cervello prima o poi. Oh, e lui non lo aiuterà affatto, può anche supplicarlo! D’altronde se l’è sicuramente cercata, chi mai sano di mente andrebbe a leggersi tutte quelle pagine e-

“Ora hai perso anche la parola?”

Sasuke, accidenti, gli è arrivato alle spalle come uno di quei gatti silenziosi!

Trattiene lo stupore nei polmoni e gli rivolge un’occhiataccia.

“Mi dici cosa me ne dovrebbe fregare se la tua fantomatica libreria è ordinata male? Sarà colpa di chi li prende e poi li mette dove capita!”

Sasuke annuisce.

“Complimenti, deduzione interessante. Ieri ho sfogliato uno di questi volumi e non l’ho rimesso al giusto posto.”

Naruto spalanca gli occhi, agitando le braccia e con esse il prezioso tomo numero 17.

“Visto?! Non puoi dunque farmi rimediare a un tuo errore!”

“Hai perso. Posso eccome dobe.”

“Ma hai ammesso tu stesso che-”

“Naruto, stai rovinando il libro.”

Il biondo getta un’occhiata al suddetto, notandolo in perfetto stato.

“Eh?”

“Lo stavi agitando come un’idiota.”

“Hai paura gli venga il mal di stomaco?” chiede di getto, non trattenendo una risatina.

“La mia paura,” comincia l’altro, regalandogli uno sguardo che ha il risultato di farlo sudare giusto un pochetto “è che le pagine siano stropicciate o strappate.”

“Questo non è possibile, non mi metto mica a rovinarti i libri!”

Uchiha pondera sette secondi se concedergli il beneficio del dubbio oppure no. Lo scruta, pare un agente di polizia nel farlo, e arriva alla conclusione che non se la sente di lasciarlo solo nella sua libreria.

“Ohi teme, se non ti fidi, posso anche andarmene eh!”

“No. Se ti controllo, non succederà niente.”

Il biondo sbuffa, roteando gli occhi due o tre volte.

“Sasuke, lo hai letto proprio tutto questo?”

“Mmh.”

“Quanto ci hai messo?”

“Due ore e trentacinque minuti.”

“Cazzo!” esclama, mordendosi poi un labbro vedendo la faccia corrucciata dell’altro.

“Scusa.” Bofonchia, sperando di non averlo fatto ulteriormente irritare.

“Non dirmi che t’interessa. Non capiresti una parola in un libro che non abbia le figure.”

“Dannato bastardo! Ah sì?! Stai a vedere!”

Di scatto lo apre a caso, cominciando a leggere mentalmente le prime righe di una pagina.

Sasuke osserva ogni sua espressione.

Determinata.
Concentrata.
Corrucciata.
Meno concentrata.
Abbastanza irritata.
Ancora meno concentrata.
Irritata.
Non concentrata.



“Eh…”

Scoraggiata.

“Ma cosa diavolo vuol dire che le piante devon-”

“Naruto? Torna a lavoro. Non basterebbe un anno per fartelo comprendere.”

“Ma stavo leggendo!”

“Non capirai mai, è inutile.”

“Fanculo teme! Te la farò vedere io! Sai che ti dico?! Dopo lo continuo!”

D’istinto piega la pagina cui era capitato, la centoquarantadue, formando il classico becco in cima.

Non fa in tempo a passarci sopra le dita per imprimerlo bene che qualcosa, veloce, gli porta via il libro dalle mani.

Ma che…?

Alza gli occhi, vedendo Sasuke a un palmo dal suo viso.

Gli occhi sembrano lanciare scariche elettriche e la mascella, spaventosamente contratta, può giurare di sentirla stridere.

“Sa-Sasuke?” balbetta, confuso.

“Non osare.” È un sibilo ma taglia l’aria come una lama che recide un filo.

“Cosa?” domanda di slancio.

“Questo.”

Con un lento movimento leva il segno alla pagina, irritandosi nel vederla ormai non più perfettamente liscia.

“Lo sapevo,” sussurra “rimarrà.”

Naruto sbatte gli occhi, capendo finalmente il motivo di tanto sconvolgimento.

“Un becco… reagisci così per un misero orecchio a una pagina?” chiede, stupito.

Uchiha allora lo guarda dritto negli occhi azzurri, ghiacciandolo.

“Non mi aspetto che un inetto come te capisca.” Dice e fa male il tono che usa. Non è arrabbiato, sconvolto o agitato. È sprezzante.

“Vuoi smetterla con questa storia del ‘lasciatemi stare, nessuno può comprendermi’? Accidenti, non atteggiarti a povera vittima indifesa! Se ti danno noia i becchi bastava dirlo, personalmente li faccio sempre ed ho agito d’istinto! Non è mica caduto il mondo, non fare di ogni minima cosa una tragedia, non vivrai bene così!”

Sasuke non mostra alcun segno d’interessamento al discorso ed è con tono neutro che adesso si ritrova a porgere una risposta.

“Nessuno ha chiesto il tuo parere. Non deve importarti di come vivo, passo le mie giornate o altro. Chiaro?”

Naruto non fa in tempo a boccheggiare che un’altra volta si ritrova le spalle dell’altro in bella vista che, lentamente, si allontanano fino a una poltrona più avanti. Lo osserva sedersi, poggiare il diciassettesimo volume sul tavolino di legno pregiato lì accanto e prendere tra le mani il libro che stava leggendo prima in camera.

Un freddo “Sbrigati adesso, non ti voglio qui a riordinare fino all’ora di cena.” gli giunge alle orecchie, e Naruto non sa come si risponde a una persona che non ti mostra manco il volto, nascondendosi dietro pagine stampate.

Decide di voltarsi anche lui, frustrato e un po’ amareggiato.

Riprende il lavoro, pensieroso e con la voglia di urlare che preme per uscire dalla gola.

Sistema un volume, un altro e poi un altro ancora e un pensiero sorge nella sua mente, facendolo fermare qualche secondo, perplesso, girandosi verso la figura seduta a pochi metri da lui.

Ma tu, Sasuke, hai mai letto un libro con immagini colorate?



















Perdono, le vacanze prosciugano il tempo nel mio caso ^^”
Vi piace? Naruto inconsciamente si sta avvicinando con il pensiero a Sasuke, forse vuole imparare a comprendere certi lati di lui così particolari.
Una piccola nota: quando faccio riferimento alla biblioteca del capolavoro Disney, si tratta della Bella e la Bestia, i cui diritti non mi appartengono.
Che dire del becco in cima alle pagine? Io, uhm, Sasuke mi scannerebbe, non ho problemi a farne, anzi, un librino che ho è pieno zeppo di becchi, note e sottolineature XD
Ringrazio le seguite, le ricordate, le preferite e naturalmente poi ringrazierò uno ad uno chi recensisce :D
Un bacio a tutti e ancora buone feste!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=890935