Anta no Onegai Kanaimashyou

di Herit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A ***
Capitolo 2: *** B ***
Capitolo 3: *** C ***
Capitolo 4: *** D ***
Capitolo 5: *** E ***
Capitolo 6: *** F ***
Capitolo 7: *** G ***
Capitolo 8: *** H ***
Capitolo 9: *** I ***
Capitolo 10: *** J-K ***
Capitolo 11: *** L ***
Capitolo 12: *** M ***
Capitolo 13: *** N ***
Capitolo 14: *** O ***
Capitolo 15: *** P ***
Capitolo 16: *** Q ***
Capitolo 17: *** R ***
Capitolo 18: *** S ***
Capitolo 19: *** T ***
Capitolo 20: *** U ***



Capitolo 1
*** A ***


Dunque, siccome sono demente ed ho riletto solo ora che il contest è una Challenge senza scadenza, ho pensato bene che seguirò buona buona le regole e che anche le lettere dell'alfabeto inglese, da me inizialmente omesse, troveranno spezio per sé, e nel loro ordine. Vi troverete quindi ad affrontare al bruttezza di 52 drable, divise in 26 capitoli. La raccolta è conclusa, ma posterò i cari capitoli con calma, così che possiate leggerli tranquillamente :)
Il titolo è preso dalla celeberrima frase che Yuuko-san (amo quella donna) recita alla fine di ogni preview dell'anime: "Esaudirò il tuo desiderio".
Il titolo in giapponese, inoltre, contiene esattamente 26 lettere *-*
Lascio tutto alla vostra fervida immaginazione fin quando non posto XD
Uh ._. CONTIENE pesanti SPOILER delle ultime scan pubblicate, quindi più o meno dal 190° al 210° capitolo ._. siete avvertiti u_u


Amore. Se c'era una parola che sicuramente non poteva descrivere il rapporto suo e di Dōmeki, era sicuramente quella. Era certo di aver provato amore, Watanuki. Aveva amato Himawari-chan, e di quello ne era certo. L'aveva amata, nonostante tutto, anche quando gli aveva comunicato che di lì a poco si sarebbe sposata. Aveva amato Yūko-san, che nonostante tutto gli aveva fatto da madre e da sorella maggiore. L'amava ancora, per questo era divenuto lui il proprietario del negozio: per poterla attendere. Amava Kohane-chan, che ormai era cresciuta, facendosi una bella ragazza. Ma per Lui. Per Lui cosa provava?


Abbraccio. Capitava sempre più spesso che gli venisse voglia di abbracciarlo. Non sapeva spiegarsi nemmeno lui perché, ma sentiva di desiderarlo. Dieci anni a fargli da silenzioso guardiano, stavano divenendo deleteri. Spesso a cena si ritrovava a fissarlo con quella faccia annoiata che sapeva l'avrebbe fatto andare in bestia e dentro di sé sorrideva, nel vederlo reagire come sempre, sbraitandogli contro. Era l'unico contatto che potesse realmente avere con lui senza lasciare ferite troppo profonde. Fu per questo che si stupì quando Watanuki gli si avvicinò silenzioso, e gli avvolse il collo con le braccia seriche che si ritrovava.




Recensiteeeeeeeeeee che sono affamata di commenti e soprattutto è la prima volta che tratto Drable o simil tali ._. quindi vi pregooooo, ho tanto bisogno di consigli T^T (Si gioca la carta della pietà/pena).

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Capitolo 2
*** B ***



Bisogno. Non avrebbe saputo spiegare il motivo di quel gesto. L'aveva fatto d'istinto, con il cuore stretto in una morsa pressante. L'aveva fatto spontaneamente, con il cuore leggero, come se la capacità di Dōmeki di scacciare gli spiriti avesse funzionato anche su quella. L'aveva abbracciato senza fretta, ma con bisogno, spinto da quelle elucubrazioni che lo stavano facendo dare di matto. Ecco perché l'aveva fatto! A forza di farsi domande sciocche, aveva finito per impazzire definitivamente. Quella faccia annoiata con cui l'aveva guardato l'altro, poi, gli aveva fatto perdere completamente la ragione. E lui stava mentendo a se stesso.


Buono. Dovette ammetterlo. Profumava di buono. Aveva profumo fresco, Watanuki. Quella freschezza che lui stava perdendo, invece. L'uno intrappolato nella sua apparenza da diciassettenne chissà per quanto tempo. Lui che invece continuava a crescere e che ormai aveva deciso la sua strada. Una strada che l'avrebbe tenuto vicino al ragazzo, perché quella era la sua scelta. Attendere assieme a lui, perché in realtà lui solo aveva la chiave per spezzare quella stasi. Eppure, nel suo coraggio, si era ritrovato un codardo. Cosa sarebbe successo se avesse fatto dischiudere quell'uovo che la strega gli aveva affidato? L'avrebbe perso?








Arigatou Gosaimashita a chi a recensito il primo capitoletto di questa raccolta, che in realtà è un intero racconto O.ò
Sono masikista e mi piacciono le cose strane, sì, avete ragione v.v Visti gli imprevisti sviluppi della storia, credo che verso la fine sarò costretta a sollevare il rating a Rosso O_O""" Non volevo una PWP, ma mi sa che è quello che è diventata T^T non mi linciateeeeee çAç Che altro dire? che dopo questa vado a sotterrarmi nella neve -_-""" 

Bye bye

Herì




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Capitolo 3
*** C ***



Contatto. Si stupì quando l'abbraccio non venne infranto dall'altro che invece ricambiò dopo pochi istanti di esitazione. Silenzioso. Sempre. Sempre il solito maledetto taciturno! Non si degnava nemmeno di chiedergli il perché di quel gesto che a lui invece era costato tanta fatica. Sollevò lo sguardo per osservare l'uomo in volto, accoccolandosi come un gattino sornione sulla sua spalla, ringraziando che Maru e Moro fossero impegnate in altro e che Mokona fosse a tracannare Sake. Dōmeki l'osservava dall'alto, serafico con le mani che lente e forse timide gli carezzavano piano la schiena. Sì, quel contatto era decisamente piacevole.


Coincidenze. Ricordava che Yūko l'aveva ripetuto spesso a Watanuki, prima di scomparire. E quindi prima che il ragazzo diventasse il proprietario del negozio dove venivano realizzati i desideri. Le Coincidenze non esistono; esiste solo l'Inevitabile. -Oi, cosa succede?- Non riuscì a trattenersi oltre. Quella domanda doveva fargliela. L'altro per tutta risposta scosse le spalle allontanandosi un poco dalla sua per drizzarsi. -Avevo bisogno di abbracciare qualcuno. Tu o altri sarebbe stato uguale.- Bugia. E quando le sue labbra sfiorarono inavvertitamente quelle del giovane, nel momento in cui si mosse, dovette per forza interrogarsi: anche quello era stato inevitabile?


Grazie di cuiore a quelli che leggono e recensiscono questa storiella un po' idiota, forse. Grazie davvero çç

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Capitolo 4
*** D ***


Desiderio. Yūko-san prima, lui poi. Sapevano capire i desideri della gente. D'altronde, solo chi ne possedeva uno poteva entrare nel negozio. Eccezione fatta per davvero poche persone: Kohane-chan e quell'idiota che ora assecondava quel suo capriccio. Osservò di nuovo Dōmeki che non sembrava aver preso ancora botta di quanto aveva appena fatto. Almeno a giudicare da quello sguardo apparentemente freddo che gli stava rivolgendo. -Sto esaudendo un desiderio.- Gli comunicò semplicemente, badando bene a non specificare di chi dei due fosse. Lui voleva capire quale sentimento potesse legarli ancora. L'altro voleva capire... quanto lo desiderava.


Distacco. Non gli piaceva per niente ricevere delle risposte simili da Watanuki: non era da lui. Era cambiato forse troppo da quando era divenuto il proprietario del negozio. Troppo calmo. Troppo sibillino. Aveva perso la sua spontaneità. E stava rischiando di perdere quella purezza che teneva a lui legati spiriti vari e persone. Lo fissò per qualche istante, prima di afferrarlo per la collottola e scostarlo da sé. Fu un distacco delicato. Non brusco, ma ebbe il potere di separare i loro corpi e le loro anime, troncando il nodo che avevano creato i gesti e le parole dell'altro.






Vi lascio una piccola nota a piè pagina per specificare alcune cosine che non ho fatto prima. Nei nomi di Yuuko e Doumeki, come avrete potuto notare utilizzo lettere con un trattino orizzontale sopra. YūkoDōmeki. Ciò perché in giappone gli allungamenti dati dai dittonghi Uu e Ou vengono trasposti in Rōmaji (il nostro alfabeto) in quel modo :) Così come ho scelto di inserire i suffissi -san e -chan a seconda, poiché queste shot rispecchiano i pensieri dei personaggi ed in originale, anche nei pensieri, Watanuki tende ad utilizzare i suffissi per i suoi conoscenti anche quando pensa. 

Grazie a tutti quelli che leggeranno anche questi piccoli obrobri. Ancora di più a chi li commenterà >_< Daisukidayou! <3 


Herì

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Capitolo 5
*** E ***


Esitazione. -E di chi sarebbe questo desiderio?- Domandò scettico Dōmeki seguitando a fissarlo. Gli concesse un'alzata labile delle spalle sottili: non voleva rispondergli. Non poteva rispondere nemmeno lui, alla fine. Sapeva bene quali fossero i sentimenti dell'altro verso di lui. Eppure non riusciva a comprendere i propri. Avrebbe voluto azzardare un “il tuo”, ma sapeva bene che l'altro avrebbe negato, probabilmente restandosene in silenzio. Avrebbe ripiegato e si sarebbe diretto verso la sua stanza, scomparendo fino al giorno successivo. Forse oltre. E se gli avesse detto che il desiderio era suo? Esitò. Il gioco valeva la candela?


Eco. Attendeva in silenzio senza distaccare lo sguardo dall'altro. Attendeva continuando a tenerlo a distanza di sicurezza stringendolo per il bavero della maglia in stile simil cinese che portava addosso. Attendeva ben conscio che quella risposta non sarebbe mai arrivata poiché Watanuki aveva allontanato lo sguardo dal suo, come sempre capitava quando cercava di nascondergli qualcosa. “Il tuo.” Quelle due parole risuonarono nella sua testa come una lontana eco che si disperse in poco. Si chiese se fosse stata solo la sua impressione o se veramente fosse riuscito a cogliere quel pensiero sfuggente dell'altro. Lo liberò e si allontanò.  

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Capitolo 6
*** F ***


Fallimento. Sgranò gli occhi quando non avvertì più la mano di Dōmeki tenergli la maglia e li sollevò, trovandolo poco distante. I piatti della cena in mano e lo sguardo assorto in quanto stava facendo. Si sentì piccolo rispetto a quel corpo cresciuto ancor di più in quei dieci anni. Tanto piccolo nel proprio, fermo ancora a dieci anni prima. L'aveva allontanato. Che avesse capito, come aveva capito lui? Sbuffò prorompendo in un broncio piuttosto infantile. Aveva deciso di esaudire un suo desiderio: se non l'avesse fatto, avrebbe commesso il suo primo fallimento. E lui era troppo orgoglioso per accettarlo.


Ferita. Quando il piatto gli cadde dalle mani, frantumandosi contro il pavimento, il suo primo istinto fu quello di chinarsi a raccogliere i cocci. Erano però troppo, troppo vicini a Watanuki che l'osservava perplesso: non era da lui. Tentennò per qualche istante, incerto, prima di emettere un suono contrariato ed allontanarsi verso la cucina. Non avrebbe assolutamente avuto la forza di controllarsi. Era stato solo un istante, ma si erano baciati, e questo gli aveva fatto andare il sangue alla testa. Ora ne voleva un altro e non avrebbe potuto affrontare un possibile rifiuto. Una possibile ferita per entrambi.







Bene o fanciullie fanciulle belli che seguite questa storia. Sappiate che sto combattendo con la forte voglia di sbattere la testa al muro dopo recenti scan che ho potuto leggere in merito ad Holic e per le quali sto già programmando di prendere i beglietti per Tōkyō, sì da poter tirare una craniata di livello esponenziale alle CLAMP. Non me ne vogliate, eh v.v Ma ne sento davvero la necessità. **Si trattiene dallo sfogarsi troppo per non spoilerare**  

Dunque dunue... come avrete notato, tra gli avvertimenti da questo aggiornamento ho messo "What If..." proprio per i sopracitati motivi. Sì, esatto, lo sclero dell'autrice u_ù
Ne approfitto anche per ringraziare quelli che stanno seguendo questa raccolta. Quelli che l'hanno messa tra i preferiti/seguiti/da ricordare/recensire xD E soprattutto quelli che la recensiscono sempre con una parola gentile. Vi ringrazio davvero çAç **s'inchina**

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Capitolo 7
*** G ***


Gocce. Sangue caldo che colava lungo il suo mignolo. Quel mignolo che Yūko-san gli aveva detto non avrebbe più potuto usare. Si era tagliato in modo assolutamente stupido nel raccogliere i resti del piatto, imprecando contro Dōmeki. Imprecazioni che arrivarono chiare e tonde alle orecchie dell'uomo di ritorno nella stanza. -Ahō.- Commentò Shizuka con tono piatto ed apatico, mentre l'altro gli rivolgeva uno sguardo obliquo cercando di fermare quelle gocce rosse con la mano. E quelle che sgorgavano dal cuore? -Se più idiota tu che l'hai rotto!- Gli imprecò contro, pur senza la veemenza che era solito usare anni addietro.


Grande. La prima impressione che ebbe quando strinse la mano di Watanuki nella propria per controllare le condizioni di quel mignolo fu che fosse particolarmente piccola confronto alla sua. Le dita magre e sottili, rispetto alle sue, lunghe sì, ma segnate dai lunghi allenamenti con l'arco. Era rimasta piccola così come il suo proprietario, rinchiuso in sembianze da diciassettenne mentre lui era diventato grande. -Sei rumoroso.- Serafico in quello che sembrava essere un copione provato talmente tante volte da uscire spontaneo. Raccolse una salvietta dal tavolo, avvolgendo il dito del ragazzo limitando i contatti al minimo. 







Ci sono?
Sì e sono viva! XD Visto che non posso non rendere la vita difficile a questi due, Wata-chan doveva farsi male xD Shizuka-san cerca di non ferirlo in alcun modo, e l'idiota si ferisce da solo, ovvio v_v Di nuovo grazie a coloro che recensiscono e seguono la Fic *O* Chiedo scusa per il ritardo abissale u_u" Mi ero dimenticata della sua esistenza nella stesura di un'originale per un contest ^^"
Gomenne >_<""

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Capitolo 8
*** H ***



Haruka-san. A lui l'aveva spiegato in tutti i modi. Parlare con Shizuka era difficile. Così com'era difficile da comprendere il suo comportamento. Lo fissava mentre gli puliva il dito dal sangue, per poi prendersi cura del taglio che sembrava più profondo di quanto entrambi non si sarebbero aspettati. Himawari-chan non l'aveva fatto di proposito, lo sapeva. Ma quel dito menomato talvolta era davvero scomodo. L'osservava con aspettativa. In attesa di qualcosa. Cosa stava aspettando poi? -Lascia. Faccio da me.- Aveva decretato cercando di sottrarsi alle cure dell'altro. Troppo orgoglioso. E si stupì quando avvertì la sua presa farsi più presente.


Hana. Ai suoi occhi Watanuki era e restava sempre un benemerito idiota. L'aveva fermato d'istinto prima che potesse allontanarsi da lui. Prima di perdere quell'unico contatto che precedentemente si era ostinato a fuggire. -Ahō.- Gli aveva ripetuto -protestato- senza troppi complimenti. La voce sempre incolore. E l'aveva tirato di nuovo a sé. Forse cogliendolo di sorpresa. Forse con un po' troppa forza. Tanto che se l'era ritrovato addosso andando a sbattere contro il tavolo. Il vaso con i fiori portati da Kohane che campeggiava sopra questo barcollò pericolosamente, riversando il proprio contenuto sul ripiano, e su di loro, bagnandoli.






In un momento di demenza senile precoce (a vent'anni... che cosa triste çç), causata probabilmente da strani individui fuori di crapa quanto me, con cui parlo su MSN (guarda un fan-writer a caso), ho completamente dimenticato di spiegare il significato di quelle tre letterine e mezzo che pronuncia Doumeki-nii-san. "Ahō" si può tradurre tranquillamente in italiano con "idiota". Lo dice spessissimo nell'anime ed io lo trovo semplicemente adorabile *A*
v_v questo è quanto v_v

Alla prossima ^^



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Capitolo 9
*** I ***





Incidente.
Fradici. A causa di quel piccolo incidente ora lo erano entrambi. Ma quanta acqua poteva contenere un vaso? Quello che avevano divelto, sicuramente tanta. Inoltre... puzzavano anche di Sake. Dovevano aver rovesciato pure quello. Sbuffò seccato a ridosso del torace di Dōmeki, arpionando la sua camicia con la mano libera. Non si sarebbe mosso di lì, nonostante il crescente imbarazzo. -Oi, alzati.- Era stato perentorio l'uomo, nel parlargli. Nella voce una certa urgenza. -Ti ho detto migliaia di volte di non chiamarmi “Oi”!- Per un istante la veemenza di un tempo nella sua voce, nonostante fosse rimasto immobile dov'era.


Indecisione. -Fastidioso.- Ribatté serafico portandosi la mano con cui non intrappolava il polso di Watanuki verso l'orecchio analogo per proteggerlo dalla voce del ragazzo. E gli scappò da sorridere nel riconoscere quella reazione. Nel sentirla vicina a quello che era un bel ricordo dei tempi del liceo. Specie quando sentì l'altro grugnire insulti a bassa voce. E ringraziò che almeno quello non fosse completamente cambiato. Attese prima di riabbassare la mano con cautela, per poi avvicinarla di nuovo al corpo esile del proprietario del negozio. La tenne sospesa a mezz'aria qualche istante, indeciso: una carezza che male avrebbe fatto?


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Capitolo 10
*** J-K ***




Jishin. Quante volte aveva predetto terremoti, lui? Quante volte ne aveva sentito parlare ai notiziari? Eppure era tranquillo, da quando era diventato il proprietario del negozio dove vengono esauditi i desideri. Era tranquillo perché, in quel luogo che esiste e non esiste, l'effetto di quegli eventi non si sentiva. Viveva in un luogo “asettico”, immune anche a quelle scosse telluriche. Era tranquillo, perché era sicuro di essere protetto. In salvo da tutto ciò che potesse scuoterlo. Non aveva mai pensato a quale terremoto avrebbe potuto scatenare in lui il suo rivale. Il suo nemico naturale. -Dōmeki...- Lo chiamò.

Jiai.
Non aveva mai fatto troppo caso al significato di quella parola. Era un termine distante dal suo modo di mostrarsi agli altri. Certo, lui provava affetto. A modo suo, impacciato e talvolta brusco, lo dimostrava anche. Non era mai stato bravo a parlare. Per questo preferiva esprimere i suoi sentimenti con i gesti. Con la sua silenziosa presenza. E quando Watanuki pronunciò il suo nome con quel tono basso si premurò di far scendere gli occhi verso di lui, lì, posato sul suo petto, pregando che il suo cuore non lo tradisse proprio in quel momento.



Kohane-chan gli aveva sorriso qualche giorno prima. Gli aveva sorriso con quegli occhi grandi che potevano vedere tutto. Con quegli occhi non erano mai cambiati, mantenendo quella sapienza adulta e quella profondità che li rendeva affascinanti agli occhi degli estranei. Di un fascino così profondo da spaventare quasi. L'aveva osservato a lungo, prima di prendere parola. -Ti sei mai chiesto perché Dōmeki può ancora entrare in questo negozio?- Lui le aveva risposto con un'espressione perplessa, per poi sorriderle a sua volta. -Perché era un cliente di Yūko-san.- Rimase perplesso... di Yūko-san, non suo. A ripensarci faceva ancora male.

Kuro.
Lo aveva osservato a lungo, mentre attendevano che Watanuki tornasse con la cena. Kohane si era fermata al negozio, quella sera, ed il proprietario si era chiuso in cucina entusiasta. -Ti ha fatto un discorso strano.- Non suonava come una domanda, quanto come una generale constatazione. Aveva annuito, lui, sorseggiando il suo sake. -Non ha ancora capito.- Un cenno di dissenso con il capo. -Cosa farai con quell'uovo?- Una domanda, questa volta, dalla medium. -A volte vorrei che ne nascesse una farfalla. A volte che non ne nascesse nulla.- Kohane avvertì quella tristezza di un denso colore nero.












Chiedo scusa per il ritardo colossale! 
In realtà avevo deciso che avrei aggiornato tutte le mie storie la domenica, ma visto che questa qui è da più di una settimana che non l'aggiorno, e che la fine reale di Holic mi ha lasciato l'amarissimo in bocca T^T Ho deciso di tirarmi un po' su il morale, cambiando drasticamente anche i piani che avevo per il finale di questa raccolta che ho provveduto anche a modificare ancora preda di un istinto omicida verso le CLAMP v_v" 
Dōmeki Aishiteruyou! ç___ç 
Questa volta per farmi perdonare (o forse più per pigrizia xD) vi regalo due capitoli al prezzo di uno! Contenti? In realrà l'ho fatto perché non succede nulla di particolare in queste quattro Drabble, quindi piuttosto di farmi scarnificare, preferisco accorciare i tempi della mia agonia X°°


Buona lettura e grazie a tutti quelli che leggono, recensiscono (Ragazzi, accetto anche recensioni negative >__< so che la raccolta fa 'cchifo!), ed un bacio a quelli che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ da ricordare *-* Daisuki dayou! <3

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Capitolo 11
*** L ***




    Limite. Dovette riconoscere che il torace di  Dōmeki fosse più ampio di quanto non ricordasse. Erano state rare le occasioni in cui erano stati così vicini. Ai tempi del liceo non lo voleva nemmeno attorno, preferendo decisamente la compagnia di Himawari-chan. Eppure se ora gli avessero chiesto di rinunciare ad averlo vicino, avrebbe sicuramente rifiutato. Aveva superato il limite. Era arrivato ad aver necessità di averlo accanto. Appartenenza. Esigenza. Non era forse amore anche quello? Per ogni desiderio realizzato c'è un prezzo. Per ogni sentimento provato, ce n'è uno a contraccambiarlo. Ed il cuore di entrambi, batteva fin troppo forte.

    Liberazione.  Quando Watanuki si sollevò dal suo corpo, per lui fu come perdere un pezzo. Era leggero ed emanava un tepore piacevole. E con i vestiti bagnati, la cosa non gli dispiaceva affatto. Lo stava fissando assorto. Voleva capire che intenzioni avesse il ragazzo. Sembrava voler restare il più attaccato possibile a lui, nonostante il suo busto fosse sollevato, sostenuto dalle braccia, e si stesse protendendo verso il suo viso. L'osservò settico. -Che vuoi fare?- Gli domandò senza però ottenere risposta. E quando le labbra del proprietario del negozio toccarono nuovamente le sue, fu una liberazione. Limiti che venivano -finalmente- varcati.







Yeeeeeeeeeh!
Finalmente aggiorno! *-*
Probabilmente non capite la felicità della cosa, ma me è felice picché finalmente è riuscita a risistemare questa cosa che a mio parere avevo fatto finire in modo forse più scabroso di quanto le CLAMP stesse non abbiano fatto al vero HOLIC ._. Quindi, ond'evitare di essere inforcata viva, ho modificato tutto xD Yeeeeh! XD
L'istinto omicida nei confronti delle CLAMP persiste comunque <_<"


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Capitolo 12
*** M ***





    Maru, Moro e Mokona. Ringraziò che quelle tre pesti fossero occupate in ben altre faccende, in quel momento. Da che era divenuto il proprietario del negozio gli era proibito allontanarsi da questo. E soprattutto... gli era difficoltoso avere un briciolo di tempo per la vita privata. Sempre che quello che stava facendo si potesse considerare tale. Non era la prima volta che baciava qualcuno. Nell'ultimo periodo, anche la Jorōgumo si era fatta beffe di lui cogliendolo di sorpresa, in quel modo. La sensazione che però seppe dargli quel contatto, non aveva nulla a che fare con quello che provava ora.

    Mio. Era sempre stato una persona tranquilla che non sapeva cosa fosse la foga e raramente dimostrava apertamente rabbia o fastidio. Con Watanuki poi cercava di restare ancor più quieto e distaccato: non poteva certo lasciar trapelare i suoi sentimenti. Solo una volta. Una soltanto. Si era lasciato andare, ed allora l'aveva letteralmente sbattuto al muro per la rabbia. Aria di nuovo nei polmoni. -Qual'è il prezzo per realizzare il mio desiderio?- Glielo chiese carezzandogli il volto, privandolo lentamente degli occhiali, così da poter cogliere meglio il suo sguardo bicromatico. -Che tu realizzi il mio.- Semplice. Conciso. Semplicemente Watanuki.

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Capitolo 13
*** N ***





    Niente.  Dōmeki lo fissò apatico senza riuscire a capire se lo stesse prendendo in giro o cos'altro e lui gli sorrise. Uno di quei sorrisini sornioni di chi sapeva e si divertiva a tenere gli altri sulle spine. -Non è troppo basso?- Domandò quasi disinteressato. Addolcì quel sorriso, lui, dissentendo con il capo. -Sono io che so valutare il prezzo di un desiderio.- Ricordò utilizzando il solito tono accondiscendente con cui trattava con un cliente. Ma  l'uomo non aveva niente a che fare con i suoi clienti e trattarlo così gli fece provare una strana morsa allo stomaco.

     Nessuno. Emise un brontolio quando colse la risposta di Watanuki. Non amava quando faceva così: usciva dal suo personaggio caotico ed assurdo. Eppure averlo posato su di sé così: quella calma lasciva lo faceva desistere da qualunque buon intento di allontanarlo prima che il suo corpo agisse da solo. Posò i suoi occhiali a terra e lasciò scorrere le mani lungo la sua schiena, sopra la maglia. Ne toccò le vertebre. Arrivò quindi al bavero dell'indumento e l'allargò per liberargli il collo, prima di bacarglielo con urgenza. Quel corpo candido non era stato sfiorato ancora da nessuno. Era suo.

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Capitolo 14
*** O ***



Ostinato. Dōmeki sapeva essere davvero tremendamente ostinato. Ed ancora una volta si era dimostrato tale in quella domanda tremendamente fuori luogo, dopo quanto lui aveva appena decretato. -E quale sarebbe questo tuo desiderio?- Avrebbe voluto prenderlo a sberle. A pugni. A pedate, se solo non fosse stato completamente preso da quel delirio che gli stava mettendo sottosopra lo stomaco. E soprattutto... da quelle mani che, curiose, gli stavano scivolando lungo il corpo. Esplorandolo minuziosamente e senza alcuna fretta, facendogli risalire brividi lungo la spina dorsale. Per non parlare di quelle labbra che stavano scendendo sempre più verso il basso.


Occasione. Se Watanuki avesse potuto leggergli il pensiero si sarebbe senza dubbio compiaciuto del fatto che l'arciere si stesse dando prepotentemente del “baka!”. Sapeva qual'era il desiderio dell'altro: l'aveva sempre espresso liberamente, senza remora alcuna. E allora, perché diamine gli aveva fatto quella domanda? Ormai era convinto di essersi giocato quell'unica occasione di averlo, ma non poté fare a meno di porsi un quesito dopo l'altro. Sapeva che lui era in grado di far tornare Yūko, perché quello stupido gioco cui non riusciva a sottrarsi? Fu forse per questo che quando l'altro gli sussurrò -Voglio te...- si sorprese terribilmente.


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Capitolo 15
*** P ***



    Perplessità. Si sentì forte di un sorriso quando riuscì a cogliere quella sana perplessità negli occhi del compagno che si sgranavano alle sue parole. Ma fu lui a restare veramente perplesso quando sentì la sua presa attorno al proprio corpo venir meno. Si rese conto solo in quel momento di avere davvero il fiato corto, ma non parve darvi troppa bada, concentrato ad osservare il volto di  Dōmeki con quelle sopracciglia aggrottate e lo sguardo impassibile. Cupo in quell'istante. -Menti.- Lo accusò il suo improvvisato amante e lui si ritrovò sgomento, prima di esplodere in una risata leggera. Apparentemente frivola.

    Possesso. Sollevò un sopracciglio quel tanto che bastò a Watanuki per cessare di ridere. Risata che ricordava troppo quella della Strega delle Dimensioni. -Non mento,  Dōmeki.- Lo vide dissentire e sedersi sul suo ventre senza pesargli particolarmente, leggero com'era. -Un desiderio deve essere pagato con qualcosa del medesimo valore. Non più, né meno. Tu vuoi me, così come io voglio te.- Gli spiegò, ma lui non lo risparmiò da un'occhiata indagatrice. Poteva davvero possederlo? Si drizzò a sedere, prima che l'altro riprendesse a parlare. Lo baciò con foga, prima che la propria e la sua decisione potessero vacillare di nuovo.

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Capitolo 16
*** Q ***


    Qualcosa. Terribilmente differente da come se l'era immaginato. I baci di  Dōmeki ad infiammargli la pelle. Il sangue che gli confluiva in modo prepotente dove lo toccava. Verso l'addome poi, annodandogli lo stomaco. Scendendo in fine verso il suo bassoventre, facendogli sfuggire gemiti rochi che soffocava contro la spalla del suo amante, quando le sue carezze arrivarono lì. Ma quand'era finito sotto all'altro? E poi... con Himawari sarebbe stato uguale? Sospirò pesantemente. No. Con lei sarebbe mancato quel qualcosa che ora lo stava facendo fremere tra le braccia dell'uomo. Lo stava amando con il corpo. Ma con il cuore?

    Qualcuno. Era strano stringere così a sé il corpo di un altro uomo -Ragazzino. Non era tipo da perdersi in fantasie erotiche. Non era tipo da interessarsi a fatti che trattassero l'amore o surrogati. Non era tipo, ciò non stava però a significare che non ne avesse fatte o che non si fosse mai domandato cosa si provasse ad innamorarsi. Peccato che tali interrogativi si fossero fatti più pressanti dopo che aveva conosciuto Watanuki. Qualcuno -suo nonno forse- gli aveva detto che non si poteva scegliere chi amare. E che l'amore travolge le persone senza chiedere il permesso. Dannatamente vero.





Ragazzi... vive le pippe mentali! XD
Grazie millissime a tutti quelli che leggono e commentano questa raccolta :***

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Capitolo 17
*** R ***








Rischiare.
-Dō...- Un gemito più intenso quando le dita dell'uomo scivolarono all'interno della sua apertura, portandolo ad inarcare maggiormente la schiena. Un sussulto prepotente, tanto da farlo vibrare con forza, affatto preparato ad una cosa simile. Lo sentì fermarsi tra un sospiro ed un altro carezzandolo con calma. Accorto. Nessuna richiesta di perdono. Si strinse maggiormente a lui, Watanuki. Un invito a proseguire con quanto stava facendo. Perché il gioco valeva la candela. Valeva la pena rischiare quella follia. Valeva la pena rischiare solo perché era Dōmeki. Ed era insolito trovarsi a sospirare il suo nome con quel tono... innamorato..?


Richiesta. Immobile. Statico per qualche attimo, prima di riprendere da dove si era interrotto. Osservò ansimante Watanuki sotto di lui, tremante e scosso. Tirato come una corda di violino prima. Raggomitolato ad aggrapparsi alle sue spalle poi. Accennò un sorriso tirato. Come sembrava piccino il ragazzo confronto a lui. E sospirò. -Ho una richiesta da farti.- Esordio che riuscì a fargli ottenere un po' d'attenzione da parte dell'altro. -Quale richiesta?- L'alito caldo del proprietario del negozio gli solleticò il lobo dell'orecchio, assieme a piccoli baci. Un sussurro contro il suo capo. Segreto. E poi... -... Non lo dimenticare.- Una richiesta disperata.

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Capitolo 18
*** S ***


    Sentimenti. Aveva cominciato tutto quello per cercare di capire quali sentimenti lo legassero ancora a Dōmeki e si era sentito strano quando l'uomo gli aveva sussurrato che lui lo stava facendo perché innamorato. Intuirlo. Capirlo era un conto. Sentirlo dire dalle sue labbra, seppure in un soffio, gli aveva fatto perdere un battito di quel cuore che andava troppo velocemente. Sorrise. Senza ironia e senza malizia. Stringendosi a lui, intrecciando le braccia attorno alla sua schiena. -Lo so.- Non se la sentì di dirgli che i suoi sentimenti erano ricambiati: non era stupido, l'arciere, e certamente se n'era reso conto.


    Semplice. Era sorpreso per quanto fosse stato semplice aprirsi, per una volta, nel trasporto del momento. Non si era illuso che anche Watanuki gli avrebbe detto che provava lo stesso. Non sarebbe servito: non si sarebbe mai offerto a lui, così, in un rapporto privo di un qualunque sentimento, solo per accontentare un capriccio. Lo sapeva. Lo conosceva. Lo sentì inarcarsi in un'ondata di piacere che ebbe l'effetto calmante della risacca. Poche altre spinte all'interno di quel corpo pallido aperto lì, per lui, e lo seguì nell'apice del piacere, illudendosi, ora sì, di sentirsi dire “ti amo”.






Happy Herbst!


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Capitolo 19
*** T ***


    Tu. Sospirò pesantemente quando riuscì a riportare i propri battiti cardiaci ad un livello accettabile. Era di nuovo steso sopra il torace di Dōmeki. Le braccia incrociate mentre osservava il volto dell'uomo, assorto. Aveva esaudito il suo desiderio. Ora quel negozio non era più solo casa sua, ma era divenuto anche un cliente a tutti gli effetti. Arrossì. Così sembrava quasi una prostituta. Si diede dell'idiota per aver pensato ancora all'uomo come un semplice avventore. Lui non era uno dei tanti Tu che entravano lì. Era un Tu, che assieme ad un Io, formava un Noi. L'aveva legato a sé.


    Tutto. Chiuse gli occhi stringendo a sé Watanuki come chi ha paura di perdere qualcosa di prezioso. Gli carezzò il capo senza fretta. E gli venne da ridere quando, con l'occhio destro che condividevano, vide la propria figura dal punto di vista del ragazzo. Non avrebbe mai potuto immaginarsi con il volto così arrossato e quell'espressione appagata. Riuscire a vedersi così attraverso gli occhi del suo amante, poi, gli diede una certezza: era riuscito ad emozionarlo. Non erano più un tu ed un io singoli. Era un tutt'uno. Sospirò, allungando una mano verso la propria giacca riversa a terra.








*Si guarda attorno conscia di essere in un ritardo terribile*
Perdonate il ritardo, ragazze >_< e ragazzi >_<
Ho avuto un paio di problemi che mi hanno costretta a non scrivere per un breve lsso di tempo ._. mi dispiace T^T
Diciamo che ci si è messo pure di metto un certo blocco della scrittrice ._. e quindi ciao... tutte le mie storie sono rimaste in stallo per un sacco ç_ç
Ecco qui il nuovo capitoletto >_<
Buon Week End <3

Herì

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Capitolo 20
*** U ***






    Uovo. Mugugnò contrariato,quando sentì Dōmeki muoversi sotto di lui. Scostò lo sguardo in direzione del braccio dell'altro per capire cosa stesse facendo ed in breve si ritrovò coperto dalla sua giacca. -Cosa c'è qui?- Domandò aggrottando le sopracciglia e frugando con noncuranza dentro la tasca interna dell'indumento. Una curiosità sincera sul volto, quando nella mano si ritrovò un uovo. Le sopracciglia aggrottate in segno di palese perplessità. -Perché porti con te un uovo come questo?- Chiese senza distaccare lo sguardo bicromatico dall'oggetto, studiandolo assorto. -Non c'è magia. Ma è strano...- Commentò, dedicando solo in quel momento la propria attenzione all'altro.

    Unico. -Me lo chiese la strega.- Dōmeki l'aveva sempre portato con sé, da che Yūko gliel'aveva affidato. -Non so a cosa serva.- Ammise con tono piatto. Un tremito nello sguardo curioso del mago lo fece temere. Gli ricordò che nel suo cuore lui non era l'unico. Quella donna gli sarebbe sempre stata davanti. Il sorriso di Watanuki, però, lo spiazzò. Era un sorriso dolce, ma non distante come quando lo dedicava a Himawari, tagliando fuori lui. -Yuuko mi manca. Ma questo uovo non affievolirà questa mancanza.- Considerò il ragazzo, raggomitolandosi contro di lui. L'uovo stretto tra le mani ed il petto.














*Herit si trattiene dal fare scenate isteriche causa ultimo ova di Holic uscito*.
(Chi non vuole spoiler, ignori qui sotto, prego)
MA POSSIBILE CHE SIANO STATI COSI' ST****I DA FARMI VEDERE PERFINO DOMEKI CHE PORTA LA LETTERA DI PRESENTAZIONE ALLE NOZZE SUE E DI kOHANE A WATANUKI?!?! Ma mi stanno prendendo per il didietro e qui non ci capiamo!
*Herit grida in preda ad una crisi isterica.* >______<
Bene... ora è il momento di chiedere scusa per il ritardo di pubblicazione, mi sa. Scusatemi ç_ç
*herit scappa*

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