Regalo di Natale

di Margaret Gaiottina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte prima ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***
Capitolo 3: *** Parte 3- Fine ***



Capitolo 1
*** Parte prima ***


Parte I



Matthew sollevò il polso per dare l’ennesima occhiata all’orologio. Più lo guardava più si innervosiva. Le diciannove e quindici, un quarto d’ora di ritardo. Prese un bel respiro gonfiando il petto e poi lo lasciò andare sbuffando. Mise giù lo zaino che teneva caricato sulla spalla e affondò le mani nelle tasche dei jeans. Se Christabel ci avesse messo ancora molto non sarebbero mai arrivati in tempo con quel maledetto tempo.

In tempo per festeggiare il Natale con la loro famiglia, i Rochester, a Forres. Lui e Christabel volevano esserci a tutti i costi, ci tenevano troppo a rientrare in famiglia e fare la vigilia insieme. Era Chris che lo voleva più di tutti, ma anche a lui andava , sì e parecchio.

I fiocchi cadevano senza tregua dietro il vetro andando a cementarsi sul bianco del prato che circondava la scuola.

Che poi la famiglia di lui fosse anche quella di lei, era tutto un altro discorso. Matthew era sempre vissuto con i Rochester, una famiglia di vampiri scozzesi anche se era un vampiro particolare lui, un mutaforma. Era come un fratello per Ethan e Tristan.

Che poi Tristan fosse anche il padre di Christabel, anche quella era tutta un’altra faccenda ancora.

Insomma, stare tra i parenti vampiri a Natale era molto meglio che stare a scuola con gli umani ad Aberdeen. Certo lui e Christabel erano vampiri mutaforma, una razza particolare che poteva trasformarsi in ogni bestia conosciuta, lui dalla nascita, lei per necessità, ma pur sempre di vampiri si trattava.

Matthew diede l’ennesima occhiata al quadrante del Rolex d’acciaio che teneva agganciato al polso e poi sbuffando salì i primi tra gradini della scala. Sarebbe andato a prenderla per i capelli quella ragazzina capricciosa che lo faceva impazzire e poi…

-         Matthew, perché torni su, hai dimenticato qualcosa? Spero di no perché è già tardi…-

Parlava veloce Christabel, tutta frettolosa mentre faceva vibrare le ginocchia scendendo i gradini a due a due.

Quando la vide tutta l’impazienza gli fluì via dall’animo come acqua che scorre.

Christabel era così delicata nel corpo e forte nello stesso tempo. Con quel maglione di lana rosso a fantasia di cristalli di neve bianchi, i jeans scuri e gli scarponcini da montagna, era pronta per uscire al freddo. Anche se quelli come loro di freddo non ne sentivano mai.

Scendeva le scale con uno zainetto grigio issato sulla spalla.

-         Ce ne hai messo di tempo…- borbottò Matthew bloccandosi di colpo senza riuscire a smettere di fissarla. Ma la voce non fu di rimprovero, era tutto passato in una frazione di secondo.

Lui e Christabel stavano insieme da quella notte in cui l’aveva trasformata in succhiasangue. Era la sua ragazza, anche se di momenti di intimità era davvero difficile averne perché in quel maledetto collegio erano sorvegliati speciali e quando tornavano a casa la situazione diventava quasi peggio. Il risultato era che il sangue gli ribolliva ogni volta che  lei le compariva davanti agli occhi o peggio quando si sfioravano.

-         Oh amore, lo so…- non c’era nessuno a vista e Christabel gli si gettò fra le braccia suscitandogli una valanga di sensazioni, dentro e fuori, non tutte nobilissime a dire il vero.

Mattehw era il ragazzo più in vista della scuola. Alto più di un metro e ottanta, di una bellezza tale da sembrare quasi impossibile che zigomi potessero essere più scolpiti e labbra più mascoline, pur essendo piene e invitanti. Veniva voglia di succhiarle e farsi risucchiare da quel sorriso peccaminoso.

Christabel si strinse alle sue spalle robuste seppellendo il viso nella felpa blu del suo amore. Sapeva di uomo pulito e di un profumo oscuro. Profumo di vampiro pericoloso. Le vennero in mente i pomeriggi passati con lui a Rochester manor, la loro casa di Forres, anzi più che casa si trattava di un vero e proprio castello, quando lui si trasformava in cane o aquila e lei mandava gridolini esagitati e si divertiva come una matta.

Ma si trattava del passato, ora era una vampira, come Matthew. Grazie a lui che le aveva salvato la vita mentre era sul letto di morte. E lui era suo, soprattutto.

Si staccò per un attimo e lo guardò in quegli occhi neri e profondi circondati da ciglia scure e folte, poi posò le labbra sulle sue per un bacio fugace.

- Sei arrabbiato perché ho tardato Matth?-

Lui la strinse ancora un po’ guardandola negli occhi e tirandole un riccio color caramello tenendolo tra il pollice e l’indice.

-         Non per quello, solo perché hai invitato Gregory e Hanna a tornare a casa con noi, costringendo tutti e due a viaggiare con due umani fastidiosi.-

La guardò duro.

-         In macchina per due ore...- rincarò la dose.

Per un attimo un lampo di rimprovero passò per quei begli occhi neri. Christabel gli premette le labbra sulle sue una seconda volta e poi gli posò una mano sul petto. Sul cuore che non batteva.

-         Matthew ci stiamo ogni giorno fra gli umani a scuola, che sarà mai se diamo un passaggio a due poveretti che abitano vicino a noi?-

Sì, che male poteva mai esserci…

-         Stanno per arrivare- brontolò Matthew senza voltarsi. Poi si sporse in avanti in modo che Christabel potesse sentire tutta la frangranza sprigionata dal collo, punto a cui lei arrivava con la sua altezza e bisbigliò- senza di loro avremmo potuto trasformarci in pantere e correre a casa nella neve- si scostò sorridendole tentatore.

Christabel rabbrividì al pensiero audace, improvvisamente quasi pentita per il suo slancio di generosità.

Ma Gregory glielo aveva chiesto con tanta gentilezza e lei non aveva avuto la prontezza di rispondere che non era possibile.

-         Ehm…disturbiamo?-

La voce di Hanna risuonò come un trillo di campane.

-         No, no, nessun disturbo- i due vampiri sciolsero l’abbraccio e ai loro occhi apparve Hanna in minigonna e calze di lana a righe colorate. Era una compagna di classe di Chris, aveva un giubbotto di pelle rivestito all’interno di pelliccia allacciato fino al collo e i capelli neri lunghi sciolti quasi fino al fondoschiena. Era una bella ragazza, con quegli occhi scuri un po’ allungati che le davano un aspetto quasi esotico. Gregory invece non aveva lo stesso aspetto glamour, anzi sembrava proprio uno sfigato con due valigie in mano e uno zaino sulle spalle. Gli occhiali gli erano scivolati quasi sulla punta del naso e un ciuffo di capelli castani gli era caduto sulla fronte. Non sembravano una coppia molto ben assortita. L’unica cosa che lui aveva in più erano i soldi. Più soldi di Hanna. Non che lei non li avesse, ma la famiglia di lui ne aveva molte volte di più. Forse quello era un buon motivo per mettersi con un tipo così.

- Vogliamo andare?- cinguettò Hanna – per stasera saremo tutti a casa a festeggiare il Natale!-

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Capitolo 2
*** Parte 2 ***



Christabel e Hanna erano sedute dietro mentre i ragazzi stavano davanti. Ovviamente era Matt a guidare, d’altra parte era suo il Mercedes classe GL 450, era stato un regalo di suo fratello Ethan. Gregory aveva insistito per mettere un cd di musica natalizia che si era portato dietro. Matthew aveva fatto una smorfia, era talmente esasperato che sembrava stesse scoppiando. Hanna non smetteva di parlare. Dopo appena un quarto d’ora di viaggio la macchina sembrava essere diventata una pentola a pressione:

-         …dovresti usare lo shampoo che usa Matthew, senti che capelli!-

e dicendolo aveva passato il palmo aperto sulla testa del vampiro. Lui aveva irrigidito le spalle, troppo educato per darle una botta sulla mano, mentre Christabel aveva sentito un ruggito salirle dal petto e una fiamma bruciarle nello stomaco. Come si permetteva quella sfrontata? Gregory non se ne era neanche accorto, intento com’era a muovere le spalle ossute al ritmo di quella musica straziante.

Proprio in quel preciso istante il suv si spense.

-         Che succede?- la voce di Gregory era piuttosto allarmata, si era fermato con gli indici a mezz’aria.

-         Perché ti sei fermato?- Hanna aveva un tono più perentorio, per la più sciocca delle domande.

-         Non mi sono fermato…- Matthew si lasciò sfuggire un’imprecazione. Ci mancava solo la macchina che si spegneva nella neve.

-         Ma la macchina si è fermata!- insistette Hanna continuando a dare prova di quanto acume fosse dotata.

-         Deve esserci un guasto- fece Gregory sempre più in ansia.

-         Esce fumo!-

-         Dannazione il motore sta fondendo!-

I due si alternavano nelle esclamazioni allarmate.

Lentamente Matthew si girò con un unico movimento fluido verso il sedile posteriore e, ignorando deliberatamente Hanna, andò a piantare gli occhi neri in quelli color caramello di Christabel. La sua era un’espressione interrogativa con le sopracciglia aggrottate come se le stesse domandando “perché”?

Lei alzò gli occhi al cielo e poi sbuffò. Poi si sistemò meglio sul sedile più per mascherare l’imbarazzo che per necessità.

-         Non l’ho fatto apposta- bisbigliò a mezza bocca.

Matthew la fissò per un secondo poi le fece cenno con le dita di avvicinarsi e lei obbedì mantenendo lo sguardo basso. Quando furono talmente vicini da sfiorarsi, Matthew le incollò le labbra all’orecchio.

-         Perché hai fuso il motore Chris?-

Lei deglutì imbarazzata:

-         Ho già detto che mi dispiace e che non l’ho fatto apposta è solo che ho avuto un eccesso di rabbia, ecco!-

-         Perché?- domandò Matthew cercando di tenere basso il tono della voce anche se era talmente esasperato che avrebbe voluto gridare. In che situazione assurda li aveva cacciati tutti quanti, lì nella neve con due umani, la vigilia di Natale e con una fretta boia di raggiungere Forres per scaricarli e farsi la festa in pace con la famiglia.

Christabel si vergognava ad ammettere che aveva avuto un eccesso di rabbia perché Hanna aveva passato la mano nei capelli di Matthew in quella maniera così intima. Non aveva saputo dominarsi ed aveva mandato tutto in malora.

E così stette zitta.

- Ma vi pare il momento di pomiciare! Matthew fa qualcosa!-

Mattehw aveva la tentazione fortissima di farla davvero qualcosa, magari affondare i denti nel collo di quella umana dal cervello di gallina e prosciugarla tutta, quella stupida.

-Siamo bloccati, nella neve!- Gregory si stava agitando, gli occhiali iniziavano a tremargli sul naso e non solo per il freddo. Ci mancava solo che tirasse fuori dalla tasca del giubbotto un inalatore e poi il quadretto era davvero completo.

Matthew aprì lo sportello e scese solo con la felpa. Il bianco e il silenzio erano accecanti. Un paesaggio quasi da favola. Aprì lo sportello di Christabel e le offrì la mano per scendere.

-         C’è una casa laggiù- disse guardandola un po’ di traverso, ma senza essere capace di serbarle rancore.

Anche gli altri due erano scesi e rabbrividivano. Hanna si strinse i lembi del giubbotto imbottito battendo i denti.

-         Dove? Non vedo niente!- ovviamente lei non poteva vederla in quanto  Matt poteva avvertire appena l’odore di chi l’abitava.

Matthew si mise in coda gruppo lasciando che Hanna lo superasse irrigidita dal freddo:

-         Da questa parte, spero solo che chiunque ci abiti non ci rifiuterà un po’ di aiuto.- Formarono una piccola processione, Gregory e Hanna davanti, desiderosi di mettersi al caldo e anche piuttosto spaventati e i due vampiri dietro.

Christabel rallentò deliberatamente portandosi accanto a Matthew.

-         Sono stata una sciocca Matth, lo so, ma quella vuole metterti le mani addosso…lo sento…- imbronciò le labbra.

Lui la circondò in un abbraccio facendola quasi scomparire sotto il suo bicipite:

-         La prossima volta, che ne so, potresti romperle il phon quando è uscita dalla doccia o una roba simile. E magari lasciare in pace le macchine altrui…- gli veniva anche da ridere un po’, nonostante tutto, non riusciva a mascherare una punta di compiacimento.

L’espressione cupa di Christabel si trasformò in un sorriso da bambina:

-         Perché non ci trasformiamo in leopardi della neve, dai!-

Matthew alzò un sopracciglio mentre affondava gli scarponi nel manto bianco. Per un attimo l’entusiasmo di Christabel lo aveva fatto vacillare. Poi era tornato di colpo con i piedi per terra.

- Ma qui neanche ci sono!-

- E smettila di essere serio dai!- Christabel si abbassò e poi svelta si drizzò infilandogli qualcosa di ghiacciato sotto la felpa che lo fece rabbrividire appena, una manciata di neve morbida e fredda

-         Ah si…vediamo cosa fai adesso…-

Matthew le prese la mano trascinadola dietro il tronco ruvido di un grosso pino. Lei ridacchiò mentre cercava di liberarsi puntando i piedi e lasciando solchi profondi sul suolo.

-Stai ferma, piccola sabotatrice di SUV!-

Christabel represse un gridolino e gettò indietro con la testa, gli occhi lucidi per l’allegria.

Poi Matthew la addossò ad un tronco tenendola ferma per le braccia. Le riservò uno sguardo prepotente e malizioso nel più assoluto silenzio. Poi quando lei smise di divincolarsi le lasciò i polsi e fece un passo indietro.

E Matthew iniziò a spogliarsi tra quel bianco accecante. Ma che faceva? Via la felpa. Non portava nulla sotto, la indossava a pelle sopra quel magnifico disegno di muscoli definiti.

-         Ci cercheranno- sospirò Christabel deglutendo, la saliva diventata improvvisamente troppo poca in bocca, ma la voce era poco convinta.

-         No…-rispose Matthew sicuro mentre la felpa cadeva silenziosa sulla neve – e poi non mi interessa per niente, lasciali pure cercare…-

Con il petto scoperto i muscoli si alzavano e si abbassavano al ritmo del respiro. Stavano talmente tanto in mezzo agli umani che anche fingere di aver bisogno di respirare era diventato un punto di forza.

Christabel non riusciva a staccare gli occhi da quel corpo magnifico. Se c’era qualcosa che davvero le andava in quel momento era accostarsi al suo collo forte e tastare la sensibilità della pelle con la lingua per poi affondare le zanne che già le pulsavano. Il sangue di Matthew sarebbe scivolato sulla sua bocca, docile, avrebbe fluito in lei come attirato da un richiamo.

Lo avevano fatto, poche volte, ma era stato meraviglioso e il ricordo era ancora più delizioso ogni volta che lo rievocava.

Poi Matthew passò ai jeans e con essi tirò giù anche i boxer che portava sotto. Ma non fu un colpo secco bensì un lento scivolare seducente che le tolse il fiato.

Christabel trattenne il respiro. Matt mise le mani sui fianchi fermando lo sguardo su di lei, consapevole degli occhi che lo stavano misurando e che lei non batteva neanche le ciglia pur di non smettere di guardare.

Il petto gli si gonfiò di un desiderio primitivo. Ma lo ingoiò come un boccone da mandare giù a forza.

Mentre si metteva carponi il suo corpo rimpicciolì e si coprì di una pelliccia bianco sporco quasi panna, spruzzata qua e là di macchie regolari. Il viso si accorciò e appiattì, e nel giro di pochi secondi assunse la forma di un felino.

Il leopardo delle nevi si avvicinò alla ragazza ed aprì la bocca come se stesse sbadigliando ma era per mostrarle bene le zanne affilate e poi ruggire nella sua direzione.

-Ok, ok- mormorò divertita Christabel arretrando di qualche passo, le mani in avanti come per proteggersi.

-Li so fare anche io questi trucchetti, sai?-

Carezzò il muso dell’animale che si poggiò sulla mano di lei chiudendo gli occhi ed emettendo un suono arrotato simile a fusa di un gatto. Solo che si trattava di un gatto capace di staccare un braccio a morsi, se gli fosse andato. Christabel crollò in ginocchio sul manto nevoso inzuppandosi le ginocchia. Ma era stata troppo forte la tentazione di strofinare anche il viso su quel muso morbido. Poi iniziò a sfilarsi il maglione. Il leopardo drizzò il collo e si mise a guardarla con attenzione ritto sulle zampe posteriori.

- Ti piace lo spettacolo eh gattone?-

Christabel si denudò completamente continuando a parlare:

-         Sei tu che hai voluto il gioco sporco caro mio…- mentre l’animale non batteva neanche le palpebre talmente la guardava fisso.

Poi si accucciò anche lei a quattro zampe e dove prima c’era la ragazza dai capelli color caramello, uscì un bellissimo esemplare femmina, un poco più piccolo del primo, ma ugualmente perfetto.

La femmina emise una specie di sibilo, forse un richiamo e poi trotterellò affondando le zampe nella neve fino a raggiungere i due ragazzi umani che barcollavano tremando in quel mare bianc

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Capitolo 3
*** Parte 3- Fine ***


-         Ma che ti è preso?-

Matthew si alzò in piedi e per poco non diede la testa sul soffitto troppo basso. Era arrabbiato. Lo si vedeva dagli occhi che erano diventati come carboni scuri.

-         Attento!- Christabel allungò una braccio per massaggiarlo lì dove sarebbe spuntato un bernoccolo, ma nel farlo avvertì in maniera inequivocabile la consapevolezza della sua nudità. E anche Matthew lo era, e non c’era modo di far finta che non fosse così. Per un momento rimase imbambolata a fissarlo, imbarazzata perché lei era nuda e lui era arrabbiato. Ma anche lui era nudo. Lui parve intuire il turbinio dei suoi pensieri.

-         Avvolgiti qui- le disse un po’ meno burbero dell’istante prima passandole una delle coperte piegate. Chistabel obbedì e lui fece lo stesso drappeggiandosi il telo di lana sui fianchi. Ora andava decisamente  meglio e guardarlo negli occhi non la faceva più sentire poi tanto in imbarazzo.

-         Perché diamine non sei scappata quando lo hai visto?-

-         Hai sentito Todd? Ha detto di aver pregato tanto per avere un regalo così.- replicò lei con voce un po’ incrinata. Sapeva che non era una buona scusa, e le bruciava da morire ammettere che avrebbe dovuto divincolarsi dall’abbraccio del bambino, marciare dritta verso Rochester Manor a godersi il Natale in pace.

-         Ma che dici?-

-         Oh uffa Matthew, non volevo dargli questa delusione, va bene?-

Christabel aveva alzato progressivamente la voce. Era consapevole che non era stato poi così sensato il modo in cui si era comportata, ma non voleva ammettere di aver agito avventatamente giocandosi il Natale di entrambi.

Matthew buttò fuori un lungo respiro mettendo le mani sui fianchi.

-         Amore, ma noi non siamo animali, noi siamo vampiri.-

Il tono era conciliante.Troppo conciliante.

- Lo so…- l’atteggiamento aggressivo di Christabel si era del tutto afflosciato e anche le sue sopracciglia tendevano all’ingiù.-… Ma solo per questa sera è la vigilia di Natale…Poi domani mattina lo saluteremo e andremo via. Pensa che delusione se lui scendendo non…-

Piccoli passi felpati nella neve interruppero la conversazione.

- Sta arrivando!-

Christabel lo guardò con occhi che volevano implorare, ma che non l’avrebbero mai fatto. Matthew scuoteva la testa mentre la sua figura diventava quella di un quadrupede.

I due vampiri ripresero la forma di leopardi e Matthew si appiattì subito dietro la parete accanto al cancelletto di rete per non farsi vedere.

La testa rossiccia di Todd fece capolino e si schiacciò contro la rete. Ciuffi di capelli rossi sbucavano dentro:

-         Lo so che non sei reale, che sei solo un sogno, sono anche andato a controllare su internet e un leopardo come te qui non esiste. Rachel per poco non si è fatta venire una crisi isterica…- Todd storse un po’ la bocca con un’espressione che era del tipo: “roba da femmine, puah!”

-E poi ci sono due tipi che si sono persi nella neve e che sono venuti a casa nostra, lei è un’isterica e lui sembra uno scemo.- Todd allungò un braccio. Era abbastanza magro per entrare nelle maglie della rete e le toccò il collo morbido.

-         Lo so che domattina non ci sarai più, perché sei troppo bella per essere vera ma…- guardò verso il cielo tirando su con il naso- anche se domani non ci sarai più io sarò felice lo stesso, grazie Babbo Natale.-

Quando il bambino fu fuori dalla loro portata, un altro lampo di luce annunciò la ripresa della forma umana per i due vampiri. Stavolta fu Chris ad acciuffare una coperta per sè e ad allungarne una a Matt. Non prima di aver lanciato uno sguardo finto casuale al suo basso ventre.

Lui seguì il percorso degli occhi di lei, e il suo sguardo si illuminò per un attimo, poi fu diretto verso il cielo.

-         E’ quasi mezzanotte e ormai è praticamente Natale-

Non c’era accusa nelle sue parole, era solo una constatazione, un dato di fatto.

- Allora a questo punto ci conviene rimanere qui-

- Rimanere qui…e che cosa facciamo…- Christabel finse indifferenza mentre uno strano languore iniziava a riscaldarle la pelle nonostante il gelo.

Matthew si guardò intorno sorridendo appena.

-         Diciamo che siamo al chiuso, che ci sono le coperte, che è Natale…-

-         Che cosa hai in mente…- ridacchiò Christabel improvvisamente coraggiosa.

Matthew annullò la distanza tra loro allacciando le braccia intorno alla pelle nuda della sua vita.

-         Senti il programma amore mio. Domattina ce ne andremo in direzione Forres a passare il Natale in famiglia. Il vantaggio di essere vampiri è anche quello di non dormire. Ma questa vigilia passiamola io e te e domani salutiamo il nostro amico e…magari mi faccio vedere anche io così sarà più che contento.-

-         E Hanna e Gregory?-

-         Ci penseranno queste brave persone o al massimo domani manderemo qualcuno a prenderli.-

Il pensiero di aver barattato una serata in famiglia nella confortevole casa di Forres con una serata romantica in una cuccia solo con Matthew la riempì di emozione. Le occasioni per stare da soli non erano poi tantissime, tra la supersorveglianza a scuola e quella straordinaria a casa.

-         Sono felice Matt-

-         Di cosa?-

-         Di aver fatto la mia buona azione.-

Lui sorrise scoprendo i denti bianchi e regolari che usava con una forza micidiale.

-         Allora Buon Natale amore-

-         Buon Natale.-

Fine

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