Dodici anni di Sanae78 (/viewuser.php?uid=19371)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tsubasa ***
Capitolo 2: *** Credere di amare ***
Capitolo 3: *** La partenza di Tsubasa ***
Capitolo 4: *** Il trasferimento ***
Capitolo 5: *** La nuova scuola ***
Capitolo 6: *** L' ultima arrivata ***
Capitolo 7: *** Sentirsi difesa ***
Capitolo 8: *** Jun Misugi ***
Capitolo 9: *** La squadra di calcio ***
Capitolo 10: *** Diventare manager ***
Capitolo 11: *** Attimi ***
Capitolo 12: *** Un grande segreto ***
Capitolo 13: *** Un' amica speciale ***
Capitolo 14: *** Notizie di Tsubasa ***
Capitolo 15: *** Tsubasa e Jun ***
Capitolo 16: *** Andare da Tsubasa ***
Capitolo 17: *** Lo scontro con Anego ***
Capitolo 18: *** Quella luce negli occhi ***
Capitolo 19: *** Emozioni in movimento ***
Capitolo 20: *** Sulla via del ritorno ***
Capitolo 21: *** Al campionato nazionale ***
Capitolo 22: *** Tacere e sopportare ***
Capitolo 23: *** Per amore ***
Capitolo 24: *** La speranza nel futuro ***
Capitolo 25: *** Anego, una nuova amica ***
Capitolo 26: *** Sogni in sospeso ***
Capitolo 27: *** Buone nuove ***
Capitolo 28: *** La decisione ***
Capitolo 29: *** Il regalo ***
Capitolo 30: *** Crescere ***
Capitolo 1 *** Tsubasa ***
Dodici anni 01
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 1
Tsubasa
Anche quel
giorno Tsubasa se ne stava in disparte col suo amico pallone e lei lo stava
osservando da dietro ad un muro.
Yayoi e Tsubasa
si conoscevano da molto tempo, dal giorno in cui Tsubasa aveva salvato Yayoi e
delle sue amiche dall’ aggressione di un cane.
Tutti
pensavano che quel ragazzino fosse strano, perché passava le giornate a
calciare quella palla.
A quei tempi
in Giappone il calcio non era uno sport famoso e veniva praticato solo da
pochi.
Nella loro
scuola non c’ era nemmeno un club di calcio e perciò Tsubasa era costretto a
giocare sempre da solo.
Yayoi si era sempre
sentita attratta da quel ragazzino così carino, dolce e vivace ed aveva
iniziato a pensare di volergli bene in un modo un po’ speciale.
A lei piaceva
osservarlo mentre palleggiava, perché si vedeva che questo gioco lo rendeva
davvero felice.
Vorrei tanto dirglielo …
Dirgli che mi sono innamorata di lui e vedere
come reagisce.
A scuola tutti lo prendono in giro, perché
ama il calcio, ma a lui non importa e continua a fare ciò che ama.
Lo ammiro molto per questo!
Quando gioca con il pallone, sembra non
esistere nient’ altro per lui.
Chissà se nel suo cuore ci sarà un posticino
anche per me?
Temeva di
disturbarlo e continuava a starsene nascosta.
Era una
ragazzina molto timida e non sapeva se sarebbe mai stata in grado di dichiarargli
il suo amore.
No, non posso più aspettare!
Voglio dirglielo … voglio dirgli che gli
voglio bene!
Sento che devo farlo.
Lentamente era
uscita dal suo rifugio e si era avvicinata a Tsubasa che nel frattempo si era
accorto della sua presenza.
“Ciao Yayoi,
che ci fai qui?”
“Ciao
Tsubasa!”
Yayoi era
molto emozionata e per un attimo si era zittita.
“Che c’è
Yayoi? Stai bene?”
“Ecco Tsubasa
… io …”
“Sapessi come
sono emozionato Yayoi …”
“Emozionato?”
Yayoi non
riusciva a capire cosa stesse accadendo, era andata da Tsubasa per dirgli ciò
che provava per lui, ma a quanto pare anche lui aveva qualcosa da dirle.
“Si, tra poco
mi trasferirò con la mia famiglia a Nankatsu … non trovi che sia una cosa
bellissima?”
Yayoi non
riusciva a credere a ciò che stava sentendo.
Tsubasa le
aveva appena detto che a breve se ne sarebbe andato e quindi lei non avrebbe
più potuto vederlo.
“A Nankatsu?”
“Si, è una
città rinomata per il calcio ed io entrerò finalmente a far parte di una grande
squadra, la Shutetsu
… ma ci pensi, giocherò a calcio come si deve e potrò diventare un calciatore
professionista.”
La voce e gli
occhi di Tsubasa esprimevano una grande gioia, che contrastava con il
sentimento di tristezza in cui era caduta la ragazzina dai lunghi capelli
ramati.
“Non vedo l’
ora!”
“Si, è
bellissimo Tsubasa! Sono felice per te!” aveva detto la ragazzina con un filo
di voce.
“Scusami
Yayoi, avevi bisogno di dirmi qualcosa?”
“Ecco …”
Yayoi non se
la sentiva più di confessargli i propri sentimenti e stava cercando il modo di
svincolarsi da quella situazione in cui si era messa.
“Niente,
volevo solo farti una saluto … dopo le lezioni scappi qui a giocare ed è
difficile scambiare due parole con te … ma quando partirete Tsubasa?”
“Partiremo tra
una settimana e papà ci raggiungerà già nella nostra nuova casa.”
“Mi spiace
solo che non potremo più essere amici Tsubasa …”
“Non dire
questo Yayoi! Per me sei una cara amica d’ infanzia e presto ci rivedremo, ne
sono sicuro!.”
“Ti ringrazio
Tsubasa … ora è meglio che vada, stammi bene!”
Si era girata
e se ne era andata via correndo.
Non aveva
neanche dodici anni, ma pensava già di amare e stava per perdere la persona che
amava.
Aveva il cuore
a pezzi e le lacrime avevano iniziato a rigarle il viso.
Continua …
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Capitolo 2 *** Credere di amare ***
Dodici anni 02
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 2
Credere di amare
Yayoi aveva
corso fino a casa, era salita in camera sua e si era gettata sul letto in
lacrime.
Voleva dire a
Tsubasa che lo amava e lui le aveva spezzato il cuore dicendole che stava per
partire.
Non sapeva
proprio cosa fare.
Doveva ancora
dirlo a Tsubasa o forse doveva aspettare.
In fondo non
aveva nemmeno dodici anni e non riusciva ancora a capire se il sentimento che
provava per quel ragazzino fosse amore o una bella amicizia.
Era sicura che
le sarebbe mancato, anche se non ne capiva bene il perché.
Ad un certo
punto si era tirata su e si era resa conto che in suo cuore non è che poi le
facesse così male.
Ma che voleva
dire?
Forse non
amava davvero Tsubasa.
Aveva perfino
messo una mano sul cuore accorgendosi che il suo battito era tornato regolare.
Eppure lei si
emozionava, quando vedeva Tsubasa e più di una volta era arrossita in sua
presenza.
Era decisa a
capirne di più e di parlarne con sua madre, senza farsi scoprire.
“Ciao mamma!”
“Sei già a
casa Yayoi! Prima mi era parso di averti sentita.”
“Ero andata in
camera mia.”
“Capisco.”
La signora
Aoba si era messa ad osservare la figlia ed aveva subito notato i suoi occhi arrossati.
“Stai bene
Yayoi?”
Yayoi non
riusciva a capire il senso della domanda.
“Perché me lo
chiedi mamma?”
“Hai gli occhi
un po’ rossi.”
“Dici
davvero?”
Yayoi si era
resa conto di essere scesa senza asciugarsi le lacrime e lavarsi il viso.
“Non è niente,
forse ho un po’ di raffreddore.” era stata vaga e sperava che in quel modo che
sua madre non capisse.
“Ho appena
preparato il the, ti andrebbe di farmi compagnia?”
“Molto
volentieri mamma.”
Si erano
sedute al tavolo ed avevano iniziato a bere dalle tazze fumanti.
“E’ buonissimo
mamma, grazie!”
“Prego!”
Era arrivato
il momento di indagare.
“Senti mamma,
posso chiederti una cosa?”
“Chiedi pure
cara.”
Yayoi doveva
trovare le parole giuste per domandare senza farsi capire.
“Ecco, mi
chiedevo … cosa significa amare? Come si fa a capire di essere innamorati?”
Gli occhi ed i
gesti di Yayoi avevano fatto intuire a sua madre ciò che probabilmente stava
provando la figlia e si era intenerita per quello che le stava domandando.
“L’ amore è
una cosa bellissima Yayoi … come mai t’ interessa saperlo? Non sei ancora
troppo giovane per queste cose.”
“Ma, non è per
me. A scuola c’ è una mia amica che pensa di amare un certo ragazzo che sta per
trasferirsi in un’ altra città …”
“Ti spiegherò
cosa significa amare per me, ovvero ti spiegherò ciò che provo per il tuo
papà.”
“Grazie
mamma!”
La ragazzina
ascoltava con attenzione e trepidazione le parole della donna con la speranza
di fare luce sui propri sentimenti.
“Per me amare
significa desiderare la felicità della persona amata, anche se può significare
dover sacrificare la propria. Sentire di essere parte di uno stesso cuore con
questa persona che diventa la più importante e la cui vicinanza ci rende felici
e completi. Capisci Yayoi?”
“Credo di si
…”
Quelle parole
stavano rimbombando nella mente della ragazzina che lentamente si stava
rendendo conto che forse quello che provava per Tsubasa era un sentimento
diverso.
“Grazie mamma!
Adesso vado a studiare!”
Yayoi si era
alzata e se ne era andata, consapevole di aver fatto chiarezza nel proprio
cuore.
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Capitolo 3 *** La partenza di Tsubasa ***
Dodici anni 03
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 3
La partenza di Tsubasa
Yayoi si era
alzata più presto del solito quella mattina e si stava dirigendo di corsa verso
la casa di Tsubasa.
Quel giorno
Tsubasa non sarebbe stato presente, perché doveva partire.
Il giorno
prima a scuola aveva salutato tutti.
Yayoi
ricordava ancora com’ era avvenuto.
Le lezioni
erano quasi terminate ed il maestro aveva chiamato Tsubasa.
“Per favore
Tsubasa vieni qui!”
Tsubasa si era
alzato ed era andato vicino alla cattedra girandosi verso i suoi compagni.
“Bene ragazzi.
Ho chiamato Tsubasa, perché purtroppo ci deve salutare. Infatti domani mattina
si trasferirà assieme a tutta la sua famiglia a Nankatsu.”
I suoi
compagni di classe era rimasti tutti stupiti sentendo quella notizia e Yayoi si
era resa conto di essere l’ unica informata della cosa.
“Tsubasa
vorresti dire qualcosa ai tuoi compagni per salutarli?”
“Si! La
ringrazio!”
Il ragazzino
aveva preso fiato ed aveva iniziato un discorso deciso e pieno di ottimismo.
“Ci tengo a
ringraziare sia voi che il maestro per essermi stati vicini in questi anni e
voglio dirvi che sono onorato di potermi trasferire a Nankatsu, perché lì potrò
finalmente realizzare il mio sogno più grande … giocare a calcio!”
“Ohhh!”
Tsubasa era
già così determinato nonostante la sua giovane età e sembrava aver già deciso
la strada che avrebbe percorso nella vita.
Quei ragazzini
non si aspettavano che fosse così gentile con loro, perché non avevano fatto
altro che lasciarlo in disparte e prenderlo in giro per quella sua strana
passione.
“Grazie
Tsubasa!”
“Prego!”
Poi lui aveva
fatto un inchino e se ne era tornato al suo banco, dove l’ aspettava un suo
amico inseparabile, il pallone.
Lo teneva
anche lì in classe e non gli importava, se gli altri pensavano che fosse
strano.
Quel discorso
aveva fatto capire a Yayoi che il suo amico probabilmente era più maturo della
sua età e l’ aveva ammirato per come aveva affrontato quella situazione con il
sorriso.
Si era
chiesta, se anche lei un giorno avrebbe creduto così tanto in qualcosa.
Poco dopo
tutti si erano alzati ed erano andati a salutare Tsubasa, mentre lei era
rimasta in silenzio nel suo banco.
In quel
preciso momento stava correndo per andare a salutare il suo amico, perché si
era pentita di non averlo fatto prima.
Sperava di
arrivare e di trovarlo ancora lì, ma quando aveva svoltato l’ angolo, aveva
visto il camion dei traslochi passarle davanti con Tsubasa e sua madre all’
interno.
Allora si era
messa a rincorrerlo riuscendo ad attirare la loro attenzione.
“Ciao
Tsubasaaa!” aveva urlato più forte che poteva.
Tsubasa e sua
madre l’ avevano salutata con il gesto della mano, cosa che aveva fatto anche
lei a sua volta.
Era stato
tutto così veloce e lei aveva visto il suo amico sparire all’ orizzonte.
Era rimasta
per un po’ immobile e dispiaciuta per non essere riuscita a parlargli, anche se
ancora una volta si era resa conto che il suo cuore non le faceva poi così
tanto male.
Tsubasa le aveva
detto che si sarebbero rivisti ed anche lei era sicuro che sarebbe accaduto.
Lentamente era
tornata sui suoi passi dirigendosi verso la scuola, rendendosi conto di quanto iniziasse
ad essere complicata la sua vita.
Continua …
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Capitolo 4 *** Il trasferimento ***
Dodici anni 04
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 4
Il trasferimento
Durante il
tragitto verso la scuola; Yayoi si era resa conto di aver perso l ‘unico amico
che avesse.
Era molto
timida e faticava a legare perfino con le altre ragazzine, ma con Tsubasa era
diverso, forse perché loro due si conoscevano fin da piccoli e con lui si
sentiva a suo agio.
Quella
partenza l’ aveva fatta sentire un po’ più sola, anche se si era resa conto che
quel senso di tristezza non aveva nulla a che fare con quello che le aveva
raccontato sua madre.
Adesso sono sola …
La sera,
durante la cena con i suoi genitori, era rimasta quasi sempre in silenzio e
loro si erano preoccupati per lei.
“Che hai
piccola? Sei così taciturna.”
“Nulla papà …
oggi è partito un mio amico e sono un po’ dispiaciuta.”
“Un tuo
amico?”
“Si, mamma!”
“E chi?”
“Tsubasa
Ozora, quel ragazzo che conosco fin dai tempi dell’ asilo.”
“Tsubasa
Ozora?”
“Ma non ti
ricordi caro? E’ quel ragazzino che ha salvato Yayoi, quand’ era piccola, dall’
attacco di un cane feroce.”
“Davvero?”
“Si, papà. Lui
mi ha slavato tirando il pallone addosso a quel cane che poi si è calmato.”
“Ora si che mi
ricordo!” aveva esclamato il signor Aoba “E’ quel ragazzino che se ne va in
giro sempre con quel pallone, vero?”
“Si, è proprio
lui!”
“Deve amare
proprio tanto quello sport e sembra anche piuttosto bravo.”
“Si, papà!
Tsubasa è destinato a diventare un calciatore professionista.”
“Sono felice
per lui, ma dov’ è che è andato?”
“Oggi si è
trasferito con la sua famiglia a Nankatsu e credo che per un po’ non ci potremo
vedere …”
“E’ sempre
triste, quando gli amici si allontanano.”
“Si, lo è
papà!”
Sentendo
quelle parole la signora Aoba, si era ricordata di una conversazione che aveva
avuto con la figlia circa una settimana prima, rendendosi conto che forse Yayoi
credeva o aveva creduto di amare quel ragazzino.
Le aveva fatto
quelle domande, perché si era sentita confusa ed aveva bisogno di capire quali
fossero i suoi reali sentimenti.
Poco dopo
aveva guardato suo marito, cercando di fargli capire, che forse quello era il
momento giusto per parlare a Yayoi di una cosa che riguardava la loro famiglia.
“Per favore
Yayoi, ascoltaci, dobbiamo dirti una cosa.”
“Che c’è
papà?”
Era già da
qualche giorno che i suoi parlavano di nascosto e lei era sicura che stessero
progettando qualcosa, ma non era riuscita a capire cosa.
“Forse avrai
notato che io e la mamma abbiamo parlato parecchio in questi giorni …”
“Si … non
avrete mica intenzioni di separarvi, vero?”
“No, stai
tranquilla!”
Yayoi aveva
tirato un sospiro di sollievo: “Menomale!”
“E’ successa
una cosa bella a papà …”
“Una cosa
bella?”
“Si, papà ha
avuto una promozione sul lavoro.”
“E’ bellissimo
papà!”
“Grazie
piccola!”
“Si, però per
questo motivo dovremo trasferirci a Tokyo entro la fine del mese …”
La ragazzina
non riusciva a credere a quello che stava accadendo, presto anche lei avrebbe
traslocato e la sua vita sarebbe cambiata.
Era rimasta un
attimo in silenzio cercando di capire le proprie emozioni.
“So che non
sarà facile per te piccola, ma vedrai che anche là ti troverai bene e ti farai
dei nuovi amici …”
Sua madre
stava cercando di rassicurarla.
All
‘improvviso Yayoi si era alzata ed aveva abbracciato il padre: “Va bene per me,
non preoccupatevi!”
Aveva
ripensato al bel discorso di Tsubasa ed aveva iniziato a sperare di trovare
anche lei qualcosa che riempisse così tanto la sua vita.
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Capitolo 5 *** La nuova scuola ***
Dodici anni 05
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 5
La nuova scuola
I giorni del
trasloco erano stati frenetici, tra gli scatoloni da imballare e tutto il
resto, però adesso la famiglia Aoba si era trasferita nella nuova casa di Tokyo
e Yayoi poteva iniziare a frequentare la sua nuova scuola.
Il suo primo
giorno di scuola, aveva dovuto compilare dei moduli e poi insieme all’
insegnante era entrata in classe.
Si era
ripromessa di essere coraggiosa e determinata come il suo amico Tusbasa, anche
se per lei la cosa era tutt’ altro che facile.
Avevano tutti
gli occhi puntati contro e si sentiva in grande imbarazzo.
“Hai visto è
la ragazza nuova …”
“Ha i capelli
color carota.”
“Certo che è
proprio strana.”
Stavano tutti
parlando di lei e Yayoi doveva starsene vicina alla cattedra, nell’ attesa di
venire presentata dal maestro.
“Silenzio,
ragazzi!”
Per un attimo avevano
taciuto tutti, curiosi di sapere chi fosse la nuova arrivata.
“Vi presento Yayoi
Aoba che da oggi frequenterà la nostra scuola e starà in questa classe. Mi
raccomando aiutatela ad ambientarsi.”
Lei era lì
ferma, indifesa ed impaurita, mentre gli altri alunni continuavano a parlare
sottovoce.
“Hai sentito
anche il nome è strano.”
“Ma che fa lì
ferma?”
“Perché non
dice nulla?”
Poi la
ragazzina si era fatta coraggio e balbettando, con la testa bassa, si era
presentata.
“Ciao a tutti
… mi chiamo Yayoi Aoba … sono felice di
conoscervi …”
Avrebbe voluto
scappare, ma doveva starsene lì e sopportare tutto quello che le stava
accadendo.
“E’ proprio
stupida!”
Adesso
ridevano anche di lei.
“Ora basta! Smettetela!”
Aveva rialzato
la testa ed aveva visto il ragazzo che l’ aveva appena difesa.
Era alto, con
un bel viso ed i capelli corti. Sembrava più grande della loro età.
“Benvenuta tra
noi Yayoi! Vedrai che ti troverai bene qui!”
Non poteva
credere alle sue orecchie, le stava dando il benvenuto e tutti gli altri se ne
stavano zitti con tono rispettoso.
“Grazie!” gli
aveva risposto e per un attimo i loro sguardi si erano incrociati.
“Bene Aoba,
ora puoi andare a sederti.”
Finalmente
aveva potuto andare al suo banco, anche se non sapeva ancora quale fosse.
Si stava
movendo goffamente tra i banchi, quando quel ragazzo tanto gentile aveva
attirato di nuovo la sua attenzione.
“Se vuoi puoi
sederti vicina a me, qui c’ è un banco libero. Io sono Jun Misugi, piacere di
conoscerti!”
“Grazie!”
Si era seduta
subito a quel banco ed aveva guardato Misugi, lui le aveva sorriso e lei si era
sentito a suo agio.
Sentirlo lì
vicino, la faceva sentire al sicuro.
Poco dopo la
lezione era iniziata.
Per un attimo
si era ritrovata a pensare a Tsubasa, chiedendosi, se anche lui avesse avuto
delle difficoltà ad integrarsi, e se si fosse già fatto dei nuovi amici a
Nankatsu.
Quella sera
era tornata a casa e si era resa conto che nei suoi pensieri non c’ era
Tsubasa, ma Jun Misugi, e che il suo cuore batteva in un modo strano, quando
pensava a quel ragazzo.
Non riusciva a
capire ancora il perché, ma era sicura che si sarebbe trovata bene in quel
posto.
Continua …
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Capitolo 6 *** L' ultima arrivata ***
Dodici anni 06
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 6
L’ ultima arrivata
Jun era
rimasto molto colpito da quella ragazzina dai capelli rossi che era arrivata
nella sua classe.
Da come Aoba
si muoveva vicino all’ insegnante, aveva capito che stava cercando di vincere
la propria timidezza per presentarsi a tutti e non appena gli altri l’ avevano
derisa, l’ aveva difesa senza pensarci.
Poi lei si era
seduta la suo fianco e lui aveva capito che lei si sentiva a suo agio per
merito suo.
Durante la
lezione Yayoi si era rilassata e gli aveva sorriso più volte.
Non aveva mai
dato molto peso alle ragazze, ma Aoba era così dolce e carina che l’ aveva
colpito.
Sapeva che tra
loro si era formato una sorta di legame e che lei, in un certo senso, lo
considerava un amico.
La sera, dopo
essere rientrato a casa, anche lui non aveva fatto altro che pensare a lei ed a
cena ne aveva parlato ai suoi.
“Com ‘è andata
oggi Jun?”
“Bene, ho una
nuova compagna di classe.”
“Si, e come si
chiama?”
“Mamma, si
chiama Yayoi Aoba e si è appena trasferita nella nostra scuola. “Voglio
aiutarla ad ambientarsi.”
“Davvero Jun?”
“Si, papà!”
“Bravo
figliolo, di certo si sentirà un po’ spaesata.”
“Oggi, era
molto intimidita, eppure ha dimostrato tanto coraggio. Gli altri l’ hanno anche
un po’ presa in giro ed io l’ ho difesa.”
“L’ hai
difesa?”
“Si, mamma. Ho
detto loro di smetterla e di stare zitti.”
“E dimmi un
po’ com’ è?”
“E’ graziosa,
gentile ed ha dei lunghi capelli rossi.”
I signori
Misugi erano sempre felici di ascoltare ciò che aveva da raccontare loro il
figlio e stavolta, quella ragazzina, sembrava proprio aveva attirato la sua
attenzione.
Era bello per
loro vederlo sereno, nonostante i suoi problemi di salute.
La mattina
seguente lui e Yayoi si erano incrociati sulla strada verso la scuola.
“Ciao Aoba!”
“Ciao Misugi!”
Aoba gli era
corsa incontro sorridendo, contenta di vederlo.
“Ti va, se
facciamo la strada insieme?”
“Si. Grazie,
Misugi!”
Yayoi teneva
la cartella tra le mani, davanti a sé, accorgendosi di essere emozionata per la
vicinanza del ragazzo.
“Ecco io …
volevo ringraziarti per ieri …”
“Ringraziarmi?
E di cosa?”
“Volevo
ringraziarti per avermi dato il benvenuto.” la ragazzina si era fatta forza e
si era messa di fronte a lui “L’ ho apprezzato molto … dico davvero!”
“Ascoltami
Aoba, tu sei appena arrivata ed era giusto farti sentire la benvenuta.”
“Capisco …”
“I nostri
compagni di classe si sono comportati male con te, ma in fondo non sono cattivi
e sono sicuro che presto ti farai dei nuovi amici, oltre a me.”
Misugi le
aveva appena detto che la considerava un’ amica e questo aveva reso felice
Yayoi.
La ragazzina
si era accorta di conoscerlo appena, ma di sentirlo già come una persona a lei
molto cara, un po’ come lo era Tusbasa.
“Tu piuttosto
dimmi, ti è dispiaciuto doverti trasferire?”
“Ad essere
sincera no, perché un mio caro amico d’ infanzia si era appena trasferito anche
lui.”
“Un tuo caro
amico?”
“Si, si chiama
Tsubasa ed adora giocare a calcio. Adesso vive con la sua famiglia a Nankatsu,
dove potrà realizzare il suo sogno di diventare un calciatore.”
Dal tono della
voce si capiva quanto Yayoi si sentisse a suo agio e quanta fiducia avesse nel suo
amico.
Le parole di
Yayoi avevano fatto sorridere Jun.
“Che ti
prende? Che c’ è da ridere?”
“Nulla … è
solo che anch’ io amo molto il calcio e sono il capitano della squadra della
nostra scuola, la Musashi.
Non trovi che sia una strana coincidenza, vero?”
“Già.”
Questa
scoperta aveva stupito anche Yayoi.
Forse le piaceva
un altro ragazzo con la testa nel pallone e stavolta sentiva che dentro il suo
cuore stava accadendo qualcosa di diverso.
Continua …
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Capitolo 7 *** Sentirsi difesa ***
Dodici anni 07
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 7
Sentirsi difesa
Avevano
chiacchierato per tutta la strada e poi erano entrati in classe assieme,
suscitando la curiosità degli altri alunni.
Dai loro
atteggiamenti si capiva quanto fossero già in sintonia e questo aveva fatto
ingelosire, molte ragazze, che speravano di riuscire ad attirare l’ attenzione
di Misugi.
Un gruppetto
in particolare si era messo a parlare in disparte.
“Avete visto la
nuova arrivata?”
“Ma chi si
crede di essere?”
“E’ carina, ma
niente di che.”
“Guardate come
sta appiccicata a Misugi.”
“E’ la cosa
assurda è che a lui la cosa non sembra dare fastidio.”
Jun aveva
molte ammiratrici a scuola ed in tante ambivano ad essere la sua ragazza, anche
se lui sembrava avere in testa solo il pallone.
Non capivano
come Aoba, senza fare nulla, fosse riuscita dove loro avevano fallito.
“Cosa ci
troverà mai in lei?”
“Non saprei, è
così insignificante.”
“Dobbiamo darle
una bella lezione, così imparerà a stare al suo posto.”
“Che ne dite?
Siete tutte d’ accordo?”
“Si, dobbiamo
fargliela pagare!”
Yayoi era
serena, ignara di quello che stavano tramando alle sue spalle.
Sentiva che
Misugi aveva ragione e sperava che quel giorno avrebbe portato qualche nuovo
amico nella sua vita.
Varcando la
porta, per un attimo, si era sentita osservata, anche se in un modo diverso
rispetto al giorno prima.
Ma poi si era
detta che era stata solo una sua impressione, dovuta alla sua timidezza.
In fondo che motivo
potevano avere per avercela con lei, la conoscevano appena e lei non aveva
fatto loro nulla di male.
All’
intervallo, una di quelle ragazze, era andata da Yayoi fingendo di voler
diventare sua amica e l’ aveva convinta a seguirla.
Jun con la
coda dell’ occhio aveva notato la scena, ma aveva pensato che fosse un bene per
Aoba legare anche con qualche altra ragazza.
“Ma dove
stiamo andando?”
“Non
preoccuparti … vedrai che ti piacerà …”
Yayoi era
decisa a fidarsi, anche se non capiva bene cosa volesse quella ragazza da lei.
All’
improvviso si era ritrovata in una zona del cortile, l’ altra ragazzina si era
allontanata un poco da lei ed un mucchio di altre ragazzine l ‘avevano
circondata.
Tutte tenevano
dei palloncini pieni d’ acqua in mano e la guardavano con fare minaccioso.
Aveva capito
di essere in pericolo, ma non poteva fuggire, perché le impedivano il passaggio.
Nel frattempo
Jun aveva sentito alcuni ragazzi della sua classe parlare.
“Certo che le
ragazze sono proprio crudeli. Hai sentito quello che vogliono fare all’ ultima
arrivata?”
Jun ci aveva
visto giusto ed adesso Yayoi era in balia di quelle smorfiose.
Aveva
costretto quel ragazzo a rivelargli il piano delle ragazze e si era precipitato
in suo soccorso, sperando di riuscire a fare in tempo.
Avevano
iniziato a colpirla una alla volta.
I colpi
facevano male, i suoi vestiti erano zuppi e come se non bastasse le stavano
dicendo un mucchio di cattiverie.
Yayoi era come
in trans, cercava di essere forte, ma non capiva come si potesse resistere a
così tanta cattiveria.
“Adesso basta!
Smettetelaaa!”
Misugi era
apparso davanti a lei e la stava proteggendo con il suo corpo.
Lei gli si era
aggrappata in cerca di protezione ed era sparita dietro alla sua schiena.
“Dovete
smetterla di avercela con Aoba, perché lei non ha colpe. Ma credete davvero che
io potrei interessarmi a delle oche come voi? Aoba merita tutto il vostro
rispetto!”
Le ragazzine
si erano ammutolite, consapevoli della figuraccia che avevano appena fatto e
lentamente se ne erano andate.
La parole di
Jun le avevano colpite nel profondo e di sicuro non avrebbero più tormentato
Yayoi.
Jun si era
girato verso Yayoi per cercare di tranquillizzarla: “Coraggio, è tutto finito!”
Lei l’ aveva
guardato ed in lacrime si era gettata tra le sue braccia.
Jun senza
accorgersene l’ aveva stretta a sé dicendo: “Va tutto bene!”
Continua …
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Capitolo 8 *** Jun Misugi ***
Dodici anni 08
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 8
Jun Misugi
Misugi aveva
preso Yayoi per mano e l’ aveva accompagnata a casa.
Non voleva che
nessuno la vedesse in quello stato, perché sarebbe stato troppo umiliante per
lei.
La ragazzina
come un automa l’ aveva seguito senza fiatare, lasciandosi guidare.
“Siamo
arrivati … i miei dovrebbero tornare tra un’ ora …”
“Bene, così
puoi cambiarti quegli abiti bagnati.”
“Si … sai non
vorrei che si preoccupassero …”
Yayoi teneva
la testa bassa per non mostrare gli occhi ancora arrossati.
“Yayoi per
favore guardami!”
Jun le aveva
messo le mani sulle spalle e lei aveva rialzato la testa.
“So che oggi è
stato terribile, ma vedrai che nessuno oserà più farti del male, perché ci sarò
io a proteggerti.”
Misugi le
stava dicendo che l’ avrebbe protetta e questo l’ aveva fatta sentire meglio.
“Domani vieni
a scuola a testa alta e vedrai che andrà tutto bene … scusami, ma ora devo
andare agli allenamenti, a presto!”
Si era
allontanato sorridendo e lei era rimasta lì ferma davanti al cancello.
Poi era
entrata in casa e si era cambiata.
Continuava a pensare
a quello che Misugi aveva appena fatto per lei.
Come un cavaliere
coraggioso era arrivato in suo aiuto ed era stato così gentile da accompagnarla
fino a casa.
Lei non aveva
fatto niente per attirare la sua attenzione, eppure quel ragazzo sembrava
averla presa sotto la sua ala protettiva.
Era la prima
volta che un ragazzo si comportava in questo modo con lei e questo un po’ la
spiazzava.
Non riusciva a
toglierselo dalla mente ed il suo cuore batteva sempre in modo più strano.
Il giorno
seguente si era presentata a scuola, come se nulla fosse, e durante l’
intervallo era stata avvicinata da alcune delle ragazze che l’ avevano
aggredite.
“Ecco Aoba …
noi volevamo scusarci con te …”
Jun dal suo
banco teneva sotto controllo la situazione e lei si sentiva al sicuro.
Alla fine si
era limitata a dire loro: “Va bene.”
Non sapeva
quanto fossero sincere quelle scuse, ma le aveva comunque fatto piacere a
riceverle.
Era decisa a
tirare fuori la grinta per farsi rispettare.
Durante le
lezione, a volte si girava per vedere cosa combinava Misugi.
Il ragazzo era
sempre attento, intento a scrivere appunti.
Si era resa
conto di non sapere quasi nulla di lui.
Al termine
delle lezioni si era recata in biblioteca per trovare delle informazioni sulla
squadra di calcio.
Il custode era
stato molto gentile con lei e l’ aveva accompagnata, dove poteva trovare quello
che stava cercando.
“Ecco qui ci
sono molti articoli che parlano della nostra squadra di calcio ed, particolare,
del nostro giovane fenomeno, Jun Misugi.”
L’ uomo le
aveva tirato fuori un librone, dove vi erano conservati moltissimi articoli.
Lei si era
seduta e si era smesso a sfogliarlo, scoprendo pieno zeppo di articoli su Jun.
E’ già così famoso?
Scrivono tutti di lui, descrivendolo come la
giovane promessa del calcio Giapponese.
Lo chiamano il ‘principe del calcio’ per la
tecnica e la raffinatezza con cui gioca.
E’ un campione …
Eppure non si atteggia da privilegiato e s’
impegna al massimo dando il buon esempio.
Quando parla di calcio, gli si illuminano
gli occhi, proprio come accade a Tsubasa.
Aveva sentito
dire in giro che la squadra di calcio si allenava nel pomeriggio e l’ indomani
era decisa ad assistere al loro allenamento.
Fino ad ora
aveva solo visto Tsubasa giocare da solo con il pallone ed era curiosa di
vedere come fosse il gioco di una squadra.
Continua …
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Capitolo 9 *** La squadra di calcio ***
Dodici anni 09
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 9
La squadra di calcio
Jun era appena
scappato via e lei si trovava in corridoio, quando era stata quasi travolta da
un gruppo di ragazzine che correvano.
“Dai
sbrighiamoci, tra poco ci sono gli allenamenti!”
“Si, andiamo a
vedere Jun!
“E’ troppo
bello!”
“E’
bellissimo!”
A quanto pare
Yayoi non sarebbe stata l’ unica ad assistere e si era anche resa conto di
quante ammiratrice avesse Misugi.
“Mah …”
In quell’
istante aveva capito, perché quelle ragazze ce l’ avevano così tanto con lei,
ormai le era tutto chiaro: a loro piaceva Misugi.
Forse credono che io faccia la smorfiosa con
Jun, ma non è così.
Lui è stato solo gentile con me ed è mio amico,
nulla di più.
Era arrivata
al campo e si era messa ad osservare quello che stava accadendo.
Misugi era
vicino alla panchina dell’ allenatore e stava dirigendo l’ allenamento.
“Forza passa!”
“Non così,
dovete rientrare al mio segnale, altrimenti la tecnica del fuorigioco non ci
riuscirà mai.”
Il ragazzo dirigeva
tutto con tono deciso ed i suoi compagni seguivano alla lettera le sue
direttive.
A bordo campo
un gruppo di sue fans lo stava incitando a gran voce con degli striscioni,
nonostante lui non stesse giocando.
“Sei
bellissimooo Junnn!”
“Ti amooo!”
Gli stavano
inviando delle vere e proprie dichiarazioni d’ amore, a cui lui non sembrava
per niente interessato.
“Bene adesso
facciamo una pausa!”
Senza che se
ne accorgesse Misugi era comparso alle sue spalle: “Ciao Aoba! Che ci fai qui?”
“Ciao Misugi!
Volevo vedere come si allena una squadra di calcio.”
“Cosa?”
“Voglio
cercare di capire bene in cosa consiste questo sport.”
“Ok, ho
capito, ma perché?”
“Ricordi che
ti ho parlato di quel mio caro amico che ama il calcio …”
“Si, mi
ricordo, se non sbaglio hai detto che si chiama Tsubasa.”
Yayoi si era
girata per parlargli e lui in quel modo aveva potuto vedere quanto fosse dolce
il suo viso.
“Ti ho detto
che anche lui ama il calcio come te, però lui non ha mai potuto giocare in una
squadra.”
“Come mai?”
“Nella nostra
vecchia scuola non c’ era un club di calcio. Tsubasa era costretto a giocare da
solo e spesso gli altri ragazzi lo prendevano in gir per questo motivo.”
“Purtroppo il
calcio è uno sport ancora poco capito nel nostro paese. Chissà come sarà stato
triste per lui.”
“Triste? Io
non direi. Tsubasa è sempre felice, quando può giocare con il suo amico
pallone.”
“Il suo amico
pallone?”
“Si, per
Tsubasa il pallone è un amico e, quand’ era piccolo, gli ha anche salvato la
vita.”
“Gli ha
salvato la vita?”
“Si, la madre
di Tsubasa lo racconta sempre a tutti. Tsubasa stava per essere travolto da un
camion ed il pallone lo ha protetto, facendolo rimbalzare indenne al sicuro.”
Quelle parole
avevano colpito molto Jun, perché anche a lui il pallone, in un certo senso,
aveva salvato la vita.
Quel gioco
così semplice l’ aveva aiutato a sentirsi meno solo e lo aveva aiutato ad
affrontare la terribile malattia contro cui stava combattendo da anni.
“Tutto bene
Jun?”
“Si, è molto
bello quello che accaduto al tuo amico.”
“E’ vero, è
una storia che colpisce.”
“Sembri tenere
molto a lui Aoba.”
“Ecco …
Tsubasa è un caro amico …”
Quell
‘osservazione di Misugi l’ aveva fatta sentire in imbarazzo, anche se in parte
lui aveva indovinato, visto che lei, poco tempo prima, aveva creduto di amare
Tsubasa.
Invece Jun
aveva provato un po’ d’ invidia per quel ragazzo che sembrava occupare un posto
speciale nel cuore di Aoba.
“Capisco … e
dimmi che ne pensi del calcio?”
“Mi sembra uno
sport di squadra molto interessante e vi divertite parecchio, dico bene?”
“Si, è uno
sport molto divertente.”
“Senti Jun, io
volevo chiederti una cosa …”
“Dimmi pure.”
“Mi piacerebbe
conoscere meglio il calcio, potresti aiutarmi a farlo?”
“Certo. Ti
spiegherò tutto quello che vorrai sapere durante l’ intervallo.”
“Grazie!”
Poco dopo
erano ripresi gli allenamenti e Yayoi aveva potuto osservare Jun in azione.
Continua …
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Capitolo 10 *** Diventare manager ***
Dodici anni 10
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 10
Diventare manager
“Hai sentito?”
“S, stanno
cercando una manager che segua la squadra della Musashi durante il torneo
nazionale.”
“Faranno una
selezione e sceglieranno una ragazza … ma ci pensi potremo stare vicine a Jun?”
“Si, sarebbe
bellissimo! Anch’ io voglio provarci!”
Quel giorno si
era diffusa la notizia che stavano cercando una manager per la squadra della Musashi
e moltissime ragazze erano intenzionate a partecipare alla selezione.
L’ annuncio
diceva che ogni ragazza avrebbe dovuto affrontare un breve colloquio con l’
allenatore, anche se non erano elencati i requisiti richiesti.
Alla fine
delle lezioni c’ era già una lunga fila di ragazzine eccitate di fronte all’
ufficio del mister e Yayoi le stava osservando da lontano.
Anche a lei
sarebbe piaciuto essere scelta e poter così passare più tempo insieme a Jun.
Sono proprio tante.
Vorrei
partecipare anch’ io … in fondo tentar non nuoce.
In questi giorni Jun mi ha spiegato un sacco
di cose sul calcio e mi piacerebbe molto poter accompagnarlo al campionato
nazionale.
Comunque adesso c’è troppa gente, meglio
tornare più tardi …
Si era
allontanata, dirigendosi verso il campo di calcio, dove la squadra si stava
allenando.
Come al solito
Misugi aveva tutto sotto controllo e stava facendo sgobbare i suo compagni,
nonostante l ‘assenza del mister.
Quel giorno
stranamente era tutto tranquillo, infatti non c’ era nessuna ragazzina urlante
nei dintorni.
Yayoi si era
fatta coraggio e si era avvicinata a Jun che si trovava vicino alla panchina.
“Ciao Jun!”
“Ciao Yayoi!”
“Oggi si che
ci possiamo allenare bene, senza essere disturbati dalle urla di quelle
ragazzine.”
“Hai ragione,
è tutto così silenzioso. Però quelle ragazze vengono qui per fare il tifo per
te, sicuro che non ti manchino?”
“Per carità è
piacevole avere delle ammiratrici, ma spesso preferirei non averne nessuna …
sono così pressanti e mi seguono ovunque …”
“Dovresti
sentirti onorato per la loro ammirazione, pensa che adesso sono tutte in fila
per disputarsi il posto da manager.”
“Davvero?”
“Si, c’ è una
fila lunghissima di ragazze che attendono di fare il colloquio.”
“Oh mamma,
speriamo in bene …”
“Che c’ è?”
“Nulla, mi
chiedevo solo, se tra quelle ragazze ce ne sia una che ne capisca almeno
qualcosa di calcio …”
“Temi che l’
entusiasmo possa non bastare?”
“Non è questo.
Fare la manager è un vero e proprio lavoro, pieno di responsabilità e sarebbe
meglio, se venisse assegnato a qualcuno di responsabile … come te …”
“Come me?”
“Si, tu sei
affidabile, ne capisci abbastanza di calcio e credo che potresti essere d’
aiuto alla nostra squadra.”
“Dici
davvero?”
“Si, penso che
dovresti provare.”
Yayoi si
sentiva lusingata, perché Jun le aveva fatto capire che credeva in lei e che
gli avrebbe fatto piacere averla vicina.
“Capisco … sai
in realtà ci volevo già provare, ma tutte quelle persone mi avevano un po’
intimorita … aspetterò che si calmino le acque e poi ci proverò …”
Era une
bellissima giornata ed il sole faceva risplendere i capelli ramati della
ragazzina, era raro avere i capelli di quel colore e Jun aveva notato che
assumevano dei riflessi particolari a seconda della luce.
A scuola Aoba
era considerata una ragazza molto carina e diversi ragazzi, a sua insaputa, le andavano
dietro.
Yayoi si era
recata dal mister alla fine dell’ allenamento, in quel momento non c’ era più
nessuno e lei aveva bussato educatamente alla porta.
“Prego
,entra!”
“Grazie!”
L’ allenatore
era seduto alla sua scrivania su cui c’ era una pila di fogli, le domande per
il posto da manager probabilmente.
“Sei qui anche
tu per il posto da manager?”
“Si.”
L’ uomo era
stufo, per tutto il pomeriggio si era sorbito delle ragazzine noiose e non
vedeva l’ ora di correre a casa.
“Bene, vediamo
si sbrigarci! Per favore siediti, così ti faccio un paio di domande e ci
liberiamo alla svelta.”
“Va bene!”
“Come ti
chiami?”
“Yayoi Aoba.”
“Quanti anni
hai?”
“Undici anni,
ne compirò dodici tra qualche mese.”
“Come mai vuoi
diventare la manager per della Musashi?”
“Amo questo
sport e mi piacerebbe conoscerlo meglio seguendo la squadra della Mambo durante
il campionato.”
Yayoi si era
sentita un po’ in colpa, perché aveva in parte mentito, ma non poteva certo
dire a quella persona la sua vera motivazione.
“Sai dirmi
cos’è il fuorigioco?”
La ragazzina
non si aspettava quella domanda, ma pochi secondi dopo aveva risposto senza
esitazione illustrando a perfezione quella tecnica di gioco.
L’ allenatore
era incredulo per aver trovato una ragazzina che capiva qualcosa di calcio.
Yayoi ancora
non lo sapeva, ma grazie a ciò che le aveva insegnato Jun si era appena meritata
l’ incarico.
Continua …
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Capitolo 11 *** Attimi ***
Dodici anni 12
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 11
Attimi
“Ragazzi sono
felice di presentarvi Yayoi Aoba che da oggi sarà la manager della nostra
squadra.”
Il giorno
prima l’ allenatore della Musashi aveva convocato Yayoi nel suo ufficio e le
aveva dato la bella notizia: aveva vinto la selezione.
“Dice
davvero?”
“Si, Aoba.
Questa è la tua divisa. Inizi già domani, mi raccomando cerca di essere
puntuale.”
Adesso Yayoi
se ne stava lì sorridente, con indosso la camicetta gialla con i colori della Musashi
e la gonna bianca, mentre tutti i giocatori la stavano guardando.
“Salve a
tutti! Mi chiamo Yayoi Aoba e sono felice di essere diventata la manager di
questa grande squadra.”
Jun se ne
stava più indietro ammirandola con orgoglio.
Yayoi era più
sicura e serena, rispetto a quando si era presentata tutta intimidita nella sua
classe.
Diventando
manager della Musashi la ragazzina si era guadagnata il rispetto di tutte le
ragazze della scuola che la guardavano con ammirazione.
Davanti all’
allenatore lei si era limitata ad essere se stessa ed era stato proprio questo
suo atteggiamento a farle assegnare quell’ incarico così ambito.
“Hai visto
com’ è carina?”
“Si, al
campionato nazionale saremo la squadra più invidiata.”
“E’ in classe
con il capitano, vero?”
“Si, è non è
da molto che si è trasferita nella nostra scuola.”
Quei discorsi
avevano un po’ infastidito Jun, anche se erano più che comprensibili, dato che
Aoba era una ragazza molto dolce e carina.
In quei giorni
si era accorto di provare qualcosa per quella ragazzina, sebbene non sapesse
ancora dare una spiegazione ai propri sentimenti.
Una cosa era
certa, starle vicino faceva bene al suo cuore e questo non lo poteva negare in
alcun modo.
Nonostante
questo aveva deciso di mantenere un atteggiamento da amico con Yayoi, visto che
di fatto loro due erano amici.
Quel
pomeriggio era stato intenso e lungo per Yayoi: il mister le aveva assegnato i
suoi compiti e lei aveva già dovuto svolgere diverse mansioni.
“Tutto bene
Yayoi?”
Jun si era
accorto che la ragazzina iniziava ad essere un po’ affaticata.
“Si.” gli
stava sorridendo, mentre teneva in mano una pila di asciugamani sporchi “Avevi
ragione capitano, questo è un vero e proprio lavoro ed io sono decisa a
svolgerlo al meglio. Ora scusami, ma devo andare a lavare questi.”
“Sembra che
Aoba se la cavi proprio bene Misugi. Sono contento che la scuola abbia deciso
di assegnarci una manager per aiutarci.”
“Siamo proprio
fortunati mister.”
Jun era tornato
dai suoi compagni, accorgendosi che Yayoi l’ aveva chiamato capitano, era la
prima volta che lo faceva ed a lui aveva fatto piacere.
Poco dopo l’
allenatore aveva fischiato per decretare la fine dell’ allenamento.
Nel giro di
una quarantina di minuti tutti i giocatori si erano lavati, cambiati e se ne
erano andati.
Al campo erano
rimasti solo Jun e Yayoi per vedere le ultime cose insieme all’ allenatore.
Yayoi stava
raccogliendo dei palloni e Jun stava camminando davanti a lei, quando era
accaduta una cosa terribile.
Il ragazzo
aveva sentito una fitta forte al cuore e si era accasciato a terra svenendo.
Yayoi l’ aveva
visto cadere ed allarmata era corsa in suo aiuto: “Jun che hai?” lo spavento
era stato talmente grande che si era messa ad urlare attirando l’ attenzione
dell’ allenatore.
“Presto Aoba,
aiutami. Dobbiamo portarlo subito in infermeria!”
La ragazzina
credeva di essere in un incubo da cui sperava di risvegliarsi il prima
possibile.
In infermeria
il dottore l’ aveva visitato e la scuola aveva subito avvisato la famiglia
Misugi.
Lei era lì su
una sedia, accanto al lettino, su cui avevano adagiato Jun.
Dopo un po’
Misugi aveva aperto gli occhi.
“Jun
finalmente, come stai?”
Misugi era
dispiaciuto che Yayoi l’ avesse visto in quella che era la triste realtà della
sua vita ed aveva deciso di dirle la verità.
Lentamente si
era messo a sedere tenendosi una mano sul petto: “Aspetta Jun, rimani ancora sdraiato.”
lei si era alzata per aiutarlo a sistemarsi.
“Sto meglio,
non preoccuparti.” i suoi occhi erano diventati tristi “Devi sapere che il mio
cuore a volte fa i capricci.”
“I capricci?”
Yayoi non riusciva a capire cosa volesse dirle, perché lei pensava che avesse
avuto solo un malessere.
Poi l’ aveva
guardata negli occhi rivelandole la triste verità: “Soffro di una grave
malattia al cuore Yayoi.”
Non era
possibile, Yayoi sperava di aver capito male, Jun non poteva essere malato.
Continua …
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Capitolo 12 *** Un grande segreto ***
Dodici anni 12
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 12
Un grande segreto
“ Sono malato
da molto tempo, da quand’ ero piccolo…”
Yayoi lo
ascoltava in silenzio, sentendosi avvolgere da una grande tristezza.
“Forse avrai
notato che non mi alleno come gli altri ed in tanti pensano che non lo faccio,
perché non ne ho bisogno. Ma non è così, è solo che posso giocare a calcio per
non più di quindici minuti al giorno …”
Adesso le
stava diventando tutto chiaro, ecco perché Misugi se ne stava sempre vicino al
mister, limitandosi solo a svolgere alcune fasi dell’ allenamento.
“Ma non devi
preoccuparti, perché io sto bene anche così ed intendo continuare a giocare a
calcio …”
“Sei sicuro
che non sia troppo pericoloso per te?”
“Non è la cosa
migliore per il mio cuore, però non voglio rinunciare all’ unica cosa che mi da
un po’ di gioia nella vita.”
“Gioia nella
vita …”
“Cerca di
capire Yayoi, quando gioco a calcio mi sento davvero vivo e mi sembra di non essere
più malato …”
“Oh Jun …”
“Molte persone
mi invidiano, perché non sanno come stanno realmente le cose … vorrei tanto
poter star bene e giocare quanto gli altri, ma non posso …”
Yayoi si era
resa conto che Tsubasa invece andava avanti all ‘infinito a calciare il suo
amico pallone, ma Tsubasa non aveva mal di cuore.
“Come per il
tuo amico Tsubasa, anche per me il pallone è un carissimo amico di cui non
voglio fare a meno.”
“Credo che
andreste d’ accordo voi due.”
“Cosa?”
“Tu e Tsubasa
intendo, vi ho osservati ed i vostri occhi brillano allo stesso modo, quando
calciate un pallone.”
“Mi piacerebbe
poter essere come lui … scommetto che è capace di giocare a calcio per ore ed
ore …”
“E’ vero, hai
indovinato. Ma come hai fatto?”
“Anch’ io amo
il calcio e mi piacerebbe giocarci senza dovermi preoccupare del mio cuore … mi
hai detto che adesso gioca in una squadra anche lui e forse lo incontreremo al
campionato nazionale. Sono sicuro che potrebbe essere molto divertente
affrontarlo come avversario.”
Il peggio era
passato e le parole di Yayoi stavano aiutando il cuore di Jun a sentirsi
meglio.
“Grazie
Yayoi!”
“E di cosa?”
“Quello, che
mi hai appena detto, ha fatto sentire meglio il mio cuore.”
Ora era Yayoi
che sosteneva Jun ed in un certo senso ricambiava la grande gentilezza che lui
aveva avuto nei suoi confronti.
“Senti Yayoi,
ti devo chiedere di promettermi una cosa.”
“Cosa Jun?”
“Devi
promettermi che non parlerai a nessuno della mia malattia … solo l’ allenatore
è a conoscenza di questa cosa …”
Nessuno lo
sapeva e Jun le stava chiedendo di aiutare a proteggere questo suo segreto.
Probabilmente
il ragazzo temeva, che se si fosse scoperto, questo avrebbe portato ad un
cambiamento di atteggiamenti nei suo confronti che lui non desiderava
Non voleva che
le altre persone lo compatissero, lui voleva solo giocare a calcio con la Musashi.
Yayoi non era
convinta che fosse giusto tenerlo segreto, però per far felice Jun aveva
accettato.
“Stai
tranquillo capitano, non lo dirò a nessuno!”
“Grazie Yayoi!”
“E di che …
tra amici ci si aiuta.”
“Domani, non
so se potrò venire a scuola …”
“Non
preoccuparti. Aiuterò io il mister e poi passerò da te ad aggiornarti sulle
lezioni.”
“Grazie
ancora!”
Yayoi aveva
iniziato a sorridergli come faceva sempre, perché sapeva che a Jun serviva il
suo sorriso e non la sua preoccupazione.
“Jun sono
venuti a prenderti i tuoi. Ti accompagno alla macchina”
L’ allenatore
era entrato nella stanza interrompendoli.
“Va bene
mister!”
“Ciao Jun!”
“Stammi bene
Yayoi!”
Quella sera
Yayoi non era riuscita a chiudere occhio, perché continuava a pensare a Jun ed
a quanto fosse dolorosa la sua vita.
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Capitolo 13 *** Un' amica speciale ***
Dodici anni 13
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 13
Un’ amica speciale
“Il capitano
non è venuto oggi.”
“Chissà come
mai?”
“Sarà anche un
campione, ma non ha nessun diritto di comportarsi così.”
“Noi ci
impegniamo sempre durante gli allenamenti e le partite e lui pensa di potersela
cavare giocando per pochi minuti.”
Stavano
parlando male di Jun e Yayoi avrebbe tanto voluto dire loro di smetterla,
perché Jun non si meritava tutte quelle cattiverie.
Ma non poteva
farlo e quindi, a malincuore, era rimasta in disparte domandandosi come facesse
Jun a sopportare quegli atteggiamenti.
Per un attimo
aveva ripensato alla sua aggressione ed a quanto si fosse sentita fragile ed
indifesa, ed aveva capito che Jun ogni giorno era costretto ad affrontare delle
difficoltà ben maggiori.
Riusciva
comunque a sorridere di quel poco che la sua malattia gli permetteva di fare ed
era sempre gentile con tutti.
Possibile che Jun debba soffrire cos tanto?
Come vorrei che potesse giocare anche lui a
calcio senza doversi preoccupare della sua malattia.
Lui è un campione e non ha bisogno di
dimostrare nulla a nessuno.
L’ invidia è proprio una brutta cosa …
Eppure questi ragazzi non sono cattivi e le
cose che dicono possono essere addirittura comprensibili dal loro punto di
vista.
Questi sono i compagni di squadra di Jun e
lui ha grande fiducia in loro.
E’ stato Jun ad insegnarmi che il calcio è
prima di tutto un gioco di squadra e che le partite si vincono in undici e non
da soli.
Spero che possa tornare a scuola al più
presto.
Aveva
continuato a svolgere le sue mansioni in silenzio, occupandosi dei vari compiti
che le aveva assegnato il mister e cercando di aiutare gli altri ragazzi.
Alla fine
degli allenamenti era andata dal mister.
“Salve mister.
Se non le serve altro, io andrei.”
“Per oggi
abbiamo finito, grazie Aoba!”
“Arrivederci!”
Yayoi si era girata e se ne stava andando.
“Aspetta un
attimo Aoba.”
“Che c’è?”
“Pensi di
andare da Misugi?”
“Si, gli ho
promesso che sarei andata da lui per aggiornarlo sulle lezioni e su come si è
svolto l’ allenamento.”
“Capisco … ma
sai dove abita?”
No, Yayoi non
lo sapeva, perché si era dimenticata di chiederlo.
“A dire il
vero, no …”
“Stai
tranquilla, ti spiego io come arrivare a casa Misugi.”
Poco dopo
Yayoi era davanti a villa Misugi.
La proprietà
era enorme, circondata da un immenso giardino.
Jun è anche ricco.
Ecco perché il giorno prima è venuto una
macchina a prenderlo a scuola.
La ragazzina
era stupita davanti a così tanto lusso.
A me non importa che sia ricco … voglio
vederlo!
Aveva suonato
il campanello, l’ avevano fatta entrare e la signora Misugi l’ aveva accolta.
“Ciao, sei un’
amica di Jun?”
“Si. Mi chiamo
Yayoi Aoba, sono nella sua stessa classe e sono la manager della Musashi. Sono
felice di conoscerla!”
Yayoi si era
presentata educatamente facendo l’ inchino.
“Il piacere è
mio Yayoi. Sono sicura che Jun sarà felice di vederti.”
“Grazie! Come
sta?”
“Sta molto
meglio e credo che forse già domani potrà tornare a scuola”
“E’ una
notizia bellissima!”
Il viso di
Yayoi si era illuminato dalla gioia.
“Vieni che ti
accompagno da lui.”
“Grazie!”
La signora
Misugi aveva lasciato i due ragazzi a parlare in camera da soli.
La visita di
quella ragazzina aveva tirato su di morale Jun e sua madre aveva intuito che
per il figlio Yayoi fosse un’ amica speciale.
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Capitolo 14 *** Notizie di Tsubasa ***
Dodici anni 14
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Capitolo 14
Notizie di Tsubasa
Yayoi era
quasi arrivata a scuola, quando davanti al cancello si era fermata una grossa
macchina scura.
Si era aperta una
portiera ed era sceso Jun.
“Grazie per
avermi accompagnato! Ci vediamo stasera!”
Jun aveva
salutato l’ autista che se ne era andato poco dopo.
“Jun che bello
vederti, come stai?” Yayoi gli era corsa incontro sorridendogli.
“Meglio,
grazie!”
“Verrai all’
allenamento oggi?”
“Si, verrò ad
assistere. Il medico mi ha detto che non devo allenarmi per qualche giorno.”
“Ok … l’
importante e che tu sia tornato.”
“Che c’è
Yayoi?”
“Ecco … quando
tu non c’ eri …”
“Ti è successo
qualcosa?”
“No, ormai
nessuno mi da più fastidio.”
“E allora che
ti prende?”
La sera prima
aveva preferito non dire nulla a Jun, ma ora sentiva di doverlo informare su quale
fosse la reale situazione della squadra.
“Forza parla.”
“Gli altri
ragazzi della squadra hanno sparlato di te … si lamentavano del fatto che
giochi pochissimo e che non ti alleni quasi mai …”
Jun aveva
capito che questa cosa infastidiva molto Yayoi e che la faceva addirittura
arrabbiare.
“So che dicono
queste cose su di me, ma non m’ importa.”
“Ma non è
giusto, forse se loro sapessero …”
“No, nessuno
deve sapere … devi mantenere la promessa che mi hai fatto!” la sua voce era
dura.
Jun non si era
mai rivolto a lei in tono così duro e questo suo atteggiamento aveva un po’
intimorito Yayoi.
“Scusami
Yayoi, non volevo spaventarti … ma ti prego di mantenere la promessa che mi hai
fatto … a me sta bene così …”
“Va bene Jun,
lo farò.”
Jun sapeva che
Yayoi si preoccupava per lui, ma per lui la cosa migliore era che nessuno fosse
a conoscenza della sua malattia.
“Guarda che ti
ho portato Yayoi!”
Jun aveva
aperto la sua cartella tirando fuori un giornale sportivo.
“Di che si
tratta?” aveva chiesto la ragazzina incuriosita.
“Questo è una
rivista che parla dei vari campionati regionali giovanili …” Jun aveva aperto
una pagina in cui aveva messo un segno “ … qui c’è un articolo che parla di Tsubasa,
Tsubasa Ozora.”
“Parlano di
Tsubasa … dici davvero?”
Era passato
qualche mese da quando Yayoi e Tsubasa si erano salutati e lei in quei tempi
non aveva quasi pensato a lui.
“Si, parla
della squadra della Nankatsu, la squadra dove ora milita Tsubasa.”
“Fammi vedere,
per favore!”
Yayoi si era
avvicinata a Jun per poter leggere e guardare meglio.
“Dicono che la
sua squadra sia molto forte e che potrebbe essere una delle favorite per la
vittoria del campionato nazionale.”
“Sono felice
di sapere che Tsubasa stia riuscendo a realizzare i suoi obiettivi.”
“Come sai tra
poco inizieranno i vari tornei regionali di qualificazione e credo che Tsubasa
ed i suoi compagni si faranno valere.”
“E’ vero,
anche voi tra poco inizierete il vostro girone di qualificazione.”
“Sarà
bellissimo poter giocare delle vere partite!”
Tra poco
avrebbero iniziato a fare sul serio e Yayoi avrebbe potuto stare vicino a Jun
durante le partite.
L’ idea di
poter stare vicini rendeva felici entrambi.
Continua …
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Capitolo 15 *** Tsubasa e Jun ***
Dodici anni 15
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 15
Tsubasa e Jun
“Allora
vediamo un po’ che dicono di Tsubasa …”
Jun era stato
così gentile da regalare a Yayoi il giornale in cui c’ era l’ articolo sul suo
amico Tsubasa, in modo che potesse leggerselo con calma.
“Tsubasa sta
proprio bene con la divisa di questa squadra … è davvero un ragazzo molto
carino!”
L’ articolo
parlava della città di Nankatsu e delle sue squadre di calcio.
In particolare
si soffermava su una partita che si era disputata qualche giorno prima e che
aveva visto la squadra della Shutetsu e quella della Nankatsu per il torneo tra
le scuole.
Tsubasa era
citato come giocatore della Nankatsu.
“Aspetta un
momento, ci dev’ essere un errore! Tsubasa non voleva andare a giocare nella
Shutetsu …”
Yayoi si era
ricordata del giorno in cui aveva tentato di rivelare a Tsubasa i suoi sentimenti
e di come lui le avesse parlato del suo imminente trasferimento.
“Che strano,
dev’ essere successo qualcosa che ha convinto Tsubasa a scegliere l’ altra
squadra … non importa. Quando lo incontrerò, gli chiederò.”
C’ era scritto
che, per la prima volta in tanti anni, il torneo era stato deciso dalla partita
di calcio e per questo motivo tante persone erano accorse allo stadio per
sostenere le due squadre.
La partita era
finita dopo i tempi supplementari con un risultato finale di due a due, cosa
che aveva portato entrambe le scuole a vincere la competizione.
Durante l’
incontro si erano distinti due giocatori: Genzo Wakabayashi, il famoso
portiere, e Tsubasa Ozora della Nankatsu.
La città di
Nankatsu aveva deciso di selezionare i migliori giocatori di tutte le squadre
cittadine e da questa selezione era nata la Nankastu, di cui faceva parte anche Tsubasa.
Yayoi stava
osservando la foto di Tsubasa per capire se suscitasse qualcosa di particolare
in lei, dato che era arrivata a convincersi di essere innamorata di lui.
“Niente da
fare!”
Guardare quell’
immagine non faceva sobbalzare il suo cuore, perché per lei Tsubasa non era
altro che un caro amico.
Si era
sbagliata, quando aveva creduto di amarlo.
Ci teneva a
rivederlo ed era felice che stesse facendo carriera.
Per capire gli
scherzi che le stava giocando il suo cuore si era messa a fissare un’ altra
foto che c’ era una fotografia.
Era la foto
della squadra della Musashi, in cui compariva anche lei.
I suoi occhi
si erano subito posati su un viso che aveva sempre in mente, il viso del suo
amato capitano Jun Misugi, ed il suo cuore aveva iniziato a battere in modo
strano.
“Ma perché
quando penso a Jun mi sento così?”
Non sapeva
spiegarsi quello che le stava accadendo, perché non le era mai capitato di
sentirsi così.
Si era resa
conto di essere infastidita dagli atteggiamenti che le ammiratrici di Jun
avevano verso il ragazzo.
Avrebbe voluto
dire a quelle ragazzine di smetterla, ma sapeva che non poteva farlo.
In fondo
sapeva che un po’ la invidiavano, perché nessun altra era vicina a Misugi più
di lei.
Lei era vicina
al capitano della Mambo più di quanto loro immaginassero e custodiva anche un
suo grande segreto.
Jun le aveva
detto più volte che sentirla parlare di Tsubasa lo faceva star meglio e, a dir
la verità, Yayoi non capiva bene a cosa si riferisse.
“Accidenti …
ci mancava un altro patito di calcio …”
Si era gettata
sul letto, nascondendo il viso nel cuscino e chiedendosi che cosa potesse fare
per fare stare meglio il suo cuore.
Continua …
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Capitolo 16 *** Andare da Tsubasa ***
Dodici anni 16
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 16
Andare da Tsubasa
“Siamo in
perfetto orario. Arriveremo allo stadio giusto in tempo per assistere al calcio
d’ inizio e vedere in azione il tuo amico Tsubasa, non sei contenta Yayoi?”
“Si, certo!”
Yayoi gli
aveva appena sorriso, anche se non si era ancora resa conto di come lei e Jun
fossero finiti insieme su quel treno.
Quel
pomeriggio anche la Musashi
avrebbe disputato la finale per accedere al campionato nazione e sia lei che
Jun, ovvero la manager ed il capitano, sarebbero mancati.
Era successo
tutto all’ improvviso e lei si sentiva così strana a fare quel viaggio a due.
“Ho una grande
notizia per te Yayoi! Domani andremo ad assistere alla finale della Nankatsu,
come osservatori per la Musashi.”
Yayoi temeva
di aver capito male, o meglio aveva capito, ma non sapeva cosa dire.
“Non sei
felice? Andremo a vedere Tsubasa … non preoccuparti, ho già parlato io con il
mister e lui ci ha dato il permesso. Tanto i ragazzi non avranno alcun problema
a battere gli avversari ed a qualificarsi.”
Dopo la
sorpresa iniziale si erano messi d’ accordo ed avevano avvisato i rispettivi
genitori su quello che avrebbero fatto.
Quella sera il
padre di Yayoi era rimasto un pochino interdetto, ma poi sua madre era riuscita
a tranquillizzarlo.
Questa cosa in
realtà innervosiva molto anche la ragazzina, perché di fatto lei e Jun
sarebbero usciti insieme, da amici ovviamente.
“A quanto pare
la Nankatsu
ha sofferto molto durante la semifinale e sarà interessante vedere, se
riusciranno a ritrovare la loro carica offensiva.”
Erano seduti
l’ uno di fianco all’ altra. Yayoi a volte guardava fuori dal finestrino, un
po’ per nascondere le sue emozioni, mentre Jun era preso dalle notizie sportive.
“La squadra di
Tsubasa vincerà, ne sono sicura!”
“Ne sei sicura?”
“Si. Tsubasa è
un vero e proprio talento del calcio e porterà la sua squadra al campionato
nazionale.”
“Però
Wakabayashi è ancora infortunato e questo indebolisce molto la difesa della
squadra.”
“Non importa,
Tsubasa ce la farà comunque.”
Yayoi sembrava
riporre una grande fiducia nel suo amico e questo infastidiva parecchio Jun,
anche se cercava di non darlo a vedere.
“Sappi che
anche la squadra avversaria ha un buon livello di gioco e, di sicuro, avranno
messo appunto qualche strategia di gioco, per mettere in difficoltà Tsubasa e i
suoi compagni.”
“Tanto sarà
tutto inutile, Tsubasa vincerà!” aveva ribadito Yayoi con tono risoluto.
“Immagino che
tu sarai molto felice di poterlo rivedere?” il tono di Jun era strano.
“Si, grazie
per avermi fatta venire con te!”
“Sei sicura
che questo Tsubasa sia solo un amico per te?”
Yayoi non
capiva, perché Jun alludesse in quel modo a Tsubasa.
Le aveva
sempre detto che gli faceva piacere sentirla parlare di lui.
“Si, è un
amico, un amico d’ infanzia.”
“A me sembra
che per te sia più che un semplice amico.”
Ma cosa stava
dicendo Jun, possibile che non avesse capito che, nel suo cuore c’ era un
ragazzo, ma non era Tsubasa.
“Jun, Tsubasa
un giorno mi ha salvata.”
“Ti ha
salvata?”
“Si, proprio
come hai fatto tu quel giorno a scuola.”
“Davvero?”
“Si, eravamo
molto piccoli e lui tirando il suo pallone è riuscito a calmare un cane che
stava per aggredirmi.”
“Con il
pallone?”
“Si, il
pallone è una presenza costante nella vita Tsubasa. Quel giorno ci siamo
conosciuti e siamo diventati amici.”
A quel punto
Jun si era zittito, evitando di proseguire oltre.
Erano tornati
tranquilli e Yayoi aveva iniziato ad emozionarsi all’ idea che presto avrebbe
rivisto quel suo caro amico.
Continua …
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Capitolo 17 *** Lo scontro con Anego ***
Dodici anni 17
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 17
Lo scontro con Anego
Tsubasa era
sceso in campo per il riscaldamento e Yayoi, non appena l’ aveva visto, si era
messa a salutarlo gridando per attirare la sua attenzione.
Il ragazzo si
era subito accorto di lei e l’ aveva salutata con un gesto della mano.
Era così
felice di rivederlo e non vedeva l’ ora di ammirarlo in azione insieme ai suoi
compagni di squadra.
All’
improvviso davanti a lei si era materializzata una strana ragazzina.
“Ma si può
sapere tu che vuoi da Tsubasa?” le aveva urlato contro con tono arrabbiato.
Yayoi non
aveva mai visto una ragazzina così.
L’ aveva
osservata bene rendendosi conto che nella sua scuola non ce n’ erano di simili.
Indossava la
divisa maschile delle medie, delle scarpe da ginnastica e portava una fascetta
rossa sulla nuca.
Alcuni ragazzi
l’ avevano seguita per cercare di calmarla e, dai loro atteggiamenti, si capiva
chiaramente che lei era il loro capo, la chiamavano Anego.
“Piacere di
conoscerti, io sono Yayoi Aoba.”
Si era
presentata in tono gentile, spiegandole di essere un’ amica d’ infanzia di
Tsubasa e di essere venuta per assistere alla finale regionale.
Le sue
affermazioni avevano spiazzato un po’ l’ altra ragazzina che ad un certo punto
si era ammutolita.
Poi la partita
era iniziata ed Anego era tornata con i suoi compagni alla sua postazione,
mentre lei era andata a sedersi vicino.
“A quanto pare
non sarai l’ unica a tifare per Tsubasa … voi donne, siete tutte matte!” le aveva
detto Misugi con tono piuttosto ironico.
Jun aveva
tante ammiratrici, ma a lui non importava.
Si era accorto
di provare qualcosa per Yayoi che lo considerava un amico e sembrava essere
attratta da Tsubasa.
Il capitano della
Mambo aveva aperto il suo quaderno ed aveva iniziato a prendere appunti.
Allora siamo venuti davvero per osservare la Nankatsu.
Credevo che mi avesse portata qui per farmi
incontrare Tsubasa, perché sapeva quanto ci tenessi a rivederlo.
Si erano messi
a guardare la partita ed ad osservare in particolare i movimenti di Tsubasa.
Era strano per
Yayoi vederlo giocare insieme ad altri ragazzi che sembravano contare molto su
di lui.
Da dove erano
seduti potevano vedere anche il gruppo dei tifosi della Nankatsu.
Anego dirigeva
tutto il tifo sventolando una grande forza una bandiera su cui troneggiava la
scritta ‘Forza, Tsubasa!’.
Deve averla fatta lei stessa, perché si vede
che è stata cucita a mano.
Chissà quanto tempo ci avrà messo per farla?
Quella bandiera emana amore, l’ amore di
quella ragazzina per Tsubasa.
Deve volergli davvero bene.
Mi sono resa conto di considerare Tsubasa un
amico, ma basta guardarla per capire che per lei è diverso.
Probabilmente prova gli stessi sentimenti
che io provo per Jun.
Credo di poterla capire …
Anche se si
erano conosciute in maniera un po’ brusca, Yayoi sentiva di rispettare Anego e
l’ aveva trovata perfino simpatica.
Per il momento
però non le avrebbe detto niente, perché voleva che continuasse a pensare che
anche a lei piacesse Tsubasa, proprio come sembrava credere anche Jun.
Un po’ la
invidiava, perché aveva il coraggio di fare quello che a lei non riusciva.
Quante volte
si era dovuta trattenere per non dire nulla a tutte quelle ragazze, che
tifavano per il suo capitano, di smetterla, ma si era limitata a guardarle in
silenzio.
Se solo avesse
potuto, si sarebbe comportata anche lei allo stesso modo.
“Bellissima
azione!”
Da quando
erano iniziato le ostilità, Jun sembrava pensare solo a quello che stava
accadendo in campo e non le aveva rivolto quasi la parola.
Il calcio
aveva il potere di stregare tutti quei ragazzi trasportandoli in un modo a cui,
a volte non era permesso entrare.
Continua …
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Capitolo 18 *** Quella luce negli occhi ***
Dodici anni 18
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 18
Quella luce negli occhi
“Il portiere
della Shimizu non è affatto male, sembra quasi che voglia dimostrare di essere
all’ altezza di Wakabayashi. Se la situazione non si sblocca, potrebbero finire
pari.”
“Dici davvero
Jun?”
“Si. Fino ad
ora ha parato tutti i tiri della Nankatsu, mantenendo la sua porta inviolata ed
ha uno stile molto simile a quello di Wakabayashi.”
Per quella
finale era stato schierato anche Wakabayashi, nonostante non fosse ancora
guarito da un recente infortunio.
Jun stava
seguendo con molta attenzione tutto quello che avveniva in campo, mentre Yayoi
era più interessata ad osservare Tsubasa.
“Sono sicura
che prima o poi Tsubasa riuscirà a fargli goal e porterà la sua squadra al
campionato nazionale.”
“Vedremo …”
Yayoi credeva
molto in quel suo amico e Misugi si era messo ad osservarlo per capire cosa ci
fosse di così tanto speciale in lui.
Tsubasa si
divertiva sul serio con il pallone e questo appariva da tutto quello che
faceva.
Si batteva,
sosteneva la squadra e, se cadeva, si rialzava sempre con un sorriso.
Il pallone
rimaneva attaccato ai suoi piedi ed era in grado di eseguire delle tecniche di
gioco molto difficili per la sua giovane età.
Però c’ era
qualcos’ altro che aveva colpito Jun: lo sguardo di Tsubasa.
Dagli occhi di
quel ragazzino traspariva l’ amore che aveva per il calcio e la determinazione
che lo spingeva sempre a battersi lealmente fino in fondo per raggiungere i
propri obiettivi.
A differenza
di lui, Tsubasa godeva di ottima salute e probabilmente avrebbe potuto giocare
a calcio senza fermarsi mai.
“Quegli occhi
…” aveva sussurrato sottovoce.
“Hai detto
qualcosa Jun?”
“No, niente
Yayoi.”
Per un attimo Jun
aveva finto di scrivere qualche appunto sul suo quaderno, ma in realtà
continuare a pensare a Tsubasa.
Lo stile di
gioco di Tsubasa era ancora piuttosto acerbo, ma il suo talento calcistico era
indiscutibile e poteva solo crescere con gli anni.
Quel ragazzo
aveva la stoffa del campione e presto tutti avrebbero parlato di lui.
“Accidenti, ma
perché Tsubasa non riesce a segnare?”
“Non è detto
che ci riesca in questa partita. Lo vedi anche tu che quel portiere è piuttosto
bravino.”
Jun sembrava
dirle apposta quelle cose per farla arrabbiare.
“Forza
Tsubasa!” Yayoi dalla sua postazione continuava ad incitare il suo amico.
Come aveva
previsto Jun il primo tempo era finito con un pareggio a reti inviolate.
“Accidenti,
avevi ragione!”
“Si, per il
momento, anche se mi aspetto che il tuo amico Tsubasa mi faccia vedere qualcosa
di più nel secondo tempo.”
“Qualcosa di
più?”
Yayoi a volte
non riusciva a capire quello che le diceva Jun.
Durante la
partita l’ aveva osservato ed aveva visto una luce diversa nei suoi occhi.
Ed il suo
sguardo s’ illuminava, quando guardava giocare Tsubasa.
Lo sapevo che gli avrebbe fatto bene veder
giocare Tsubasa.
Sembra così contento di essere qui e forse
lo è perfino più di me.
Sono felice che siamo venuti a vedere questa
partita!
“Ecco, il
gioco riprende … voglio proprio vedere se Tsubasa riuscirà a sbloccare questa
situazione.”
Jun aveva
iniziato a pensare a quanto sarebbe stato bello scontrarsi in partita con quel
piccolo fenomeno e sperava, anche lui come Yayoi, che la Nankatsu riuscisse ad
accedere alla fase finale del torneo.
Continua …
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Capitolo 19 *** Emozioni in movimento ***
Dodici anni 19
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 19
Emozioni in movimento
“Che goal
magnifico!” aveva esclamato Jun alzandosi in piedi.
“Hai visto, te
lo dicevo io che Tsubasa è troppo forte e che avrebbe di sicuro segnato.”
“Comunque per
ora la Nankatsu
è solo in vantaggio di un punto e ci sono diversi minuti da giocare.”
“Uffi … tanto
Tsubasa vincerà!”
Anche Jun
pensava che la Nankatsu
sarebbe passata alla fase finale, però si divertiva a stuzzicare in quel modo
Yayoi che, da arrabbiata, era ancora più carina.
“Nella
Nankatsu ci sono anche altri giocatori degni di nota: Genzo Wakabayashi e Taro
Misaki.”
“Se lo dici,
ma il più bravo rimane Tsubasa!”
Jun era felice
di essere andato ad assistere a quella partita e di poter ammirare un giocatore
del calibro di Tsubasa Ozora, anche se non era l’ unico giocatore di valore di
quella squadra.
Si era
appuntato diverse informazioni interessanti sul suo quaderno che contava di
rivedere con calma una volta tornato a casa.
Genzo
Wakabayashi era già piuttosto famoso anche lui ed era considerato il miglior
portiere giapponese a livello giovanile.
Anche Taro
Misaki si distingueva per la sua tecnica di gioco e per la capacità di giocare
in coppia con il suo capitano.
Quei due formavano
una coppia offensiva ben equilibrata efficace e difficile da contrastare.
“E con questo
sono due!” Yayoi si era alzata in piedi per gridare.
“Già un altro
magnifico goal, nulla da dire.”
“Bene, mi fa
piacere che lo ammetta anche tu.”
“Ormai credo
che per la Shimizu
ci siano poche speranze di recuperare, sono riusciti a reggere solo un tempo
con la Nankatsu,
nonostante abbiano una buona difesa.”
“Questo
significa che la Nankatsu
vincerà.”
“Si, stavolta
possiamo dirlo con una certezza quasi assoluta.”
Mancava solo
un minuto al termine della partita, Wakabayashi aveva passato la palla a
Tsubasa che aveva tirato dalla posizione in cui si trovava riuscendo a segnare
un altro magnifico goal.
Grazie a
quella sua magnifica tripletta di Tsubasa la Nankatsu si era guadagnata
il biglietto d’ accesso per la fase finale del torneo.
“Tsubasa è
bravissimo, vero?”
“Si. E’
riuscito a tirare direttamente in porta da quella posizione, è un fenomeno!”
I giocatori
della Nankatsu stavano festeggiando la loro vittoria, mentre quelli della
Shimizu erano sconsolati.
“Adesso però
dobbiamo andare Yayoi.”
“Va bene!”
Si erano
alzati e si erano diretti verso una delle uscite.
“Sei sicura di
non voler aspettare Tsubasa per salutarlo?”
“No, perché lo
saluterò adesso!”
La ragazzina
si era girata indietro gridando per salutare Tsubasa che l’ aveva salutata a
sua volta.
Poi gli aveva
detto che adesso era la manager della Musashi e che presto si sarebbero
incontrati al campionato nazionale.
Tsubasa si era
subito accorto del ragazzo alto che le stava vicino.
“Ma quello è
Jun Misugi!” aveva esclamato Wakabayashi.
“E chi
sarebbe?”
“E’ il
principe del calcio.”
“Il principe
del calcio?”
“Si, quando lo
vedrai giocare, capirai anche tu, perché lo chiamano così.”
Per un attimo Tsubasa
e quel ragazzo si erano fissati ed ad entrambi era stato subito tutto chiaro:
presto si sarebbero incontrati sul campo.
Tsubasa non lo
sapeva ancora, ma Misugi stava già pensando ad una possibile tattica da
utilizzare per neutralizzare il gioco della Nankatsu.
Quello sarebbe
stato l’ ultimo campionato nazionale a cui Jun avrebbe potuto partecipare ed
aveva intenzione di mettersi alla prova con delle sfide.
Continua …
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Capitolo 20 *** Sulla via del ritorno ***
Dodici anni 20
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 20
Sulla via del ritorno
“Accidenti, l’
abbiamo perso!”
Arrivati alla
stazione, Jun a Yayoi avevano visto il treno che dovevano prendere sparire all’
orizzonte.
“E adesso che
facciamo?”
“Stai
tranquilla Yayoi, dovrebbe essercene un altro circa tra un’ ora. Fammi
controllare.”
“Ok!”
Jun si era
segnato su un foglietto gli orari dei treni che avrebbero potuto prendere per
il ritorno.
“Si, ce n’ è
uno tra cinquanta minuti. Che c’è sembri preoccupata?”
“E’ solo che
avevo detto ai miei che sarei tornata entro le sei, ma ora penso che tarderò.”
“Potresti fare
loro una telefonata, così non si preoccuperanno per il tuo ritardo.”
“Si, hai
ragione Jun. Farò così.”
“Dentro in
stazione c’è un telefono e potresti chiamare da lì.”
“Ci vado
subito!”
Yayoi si era
diretta verso l’ ingresso della sala d’ aspetto, ma poi si era girata verso Jun
che aveva capito di che si trattava.
“Vuoi che
venga con te?”
“Si.Grazie
Jun!”
Jun era lì
appoggiato alla porta di vetro.
Erano in un
posto sconosciuto e la vicinanza del ragazzo la faceva sentire al sicuro.
“Ciao mamma,
sono Yayoi! Ti chiamo per avvisarvi che tarderò di un’ oretta, perché abbiamo
perso il treno.”
“Capisco. Ti
aspetteremo per cenare.”
“Grazie
mamma!”
“Com’è andata
oggi?”
“Bene, sono
contentissima! Ho rivisto Tsubasa e la partita è piaciuta molto anche a Jun.”
“Mi fa
piacere. Dopo mi racconterai tutto con calma. Ciao piccola!”
“Ciao mamma!”
Aveva riagganciato
la cornetta ed era tornata da Jun.
“Come va?”
“Meglio, mamma
ha detto che mi aspetteranno per la cena. Tu non avvisi i tuoi?”
“No, non
serve. Avevo già detto ai miei che forse avrei tardato e poi sai io sono un
ragazzo, quindi si preoccupano un po’ meno per me.”
Jun non aveva
tutti i torti, i suoi genitori erano tranquilli perché c’ era Jun insieme a
lei. Se fosse stata da sola, poteva essere pericoloso.
“Potremmo andare
ad aspettare il treno sopra su una della panchine del binario. Ti va?”
“Si, ok!”
Si erano
seduti e Jun si era messo quasi subito a guardare i suoi appunti.
Ne aveva
scritti molti ed era riuscito a seguire la partita senza perdere nemmeno un’
azione di gioco.
“Hai scritto
tanto ed in maniera così precisa.”
“Si. Mi
serviranno per studiare il gioco della Nankatsu. In realtà è molto più
complesso di quanto sembri, sebbene si basi su tre giocatori in particolare.”
“Tsubasa,
Wakabashi e Misaki, dico bene?”
“Si, e tu come
fai a saperlo?”
“Me l’ hai
detto tu alla fine del primo tempo.”
“Mi sembrava
strano che te ne fossi accorta da sola.”
“Che vorresti
dire?”
“Niente, è che
eri troppo presa a tifare per Tsubasa.”
“Cerca di
capire, era la prima volta che lo vedevo giocare in una vera squadra e ci
tenevo a tifare per lui.”
“Per essere
uno, che gioca da poco in una vera squadra, sembra essersi inserito piuttosto
bene.”
“E’ vero,
tutti i suoi compagni contano molto su di lui.”
“La Nankatsu è una squadra
che rientra nella rosa delle favorite per il titolo, anche se credo che ci
possa essere un modo per metterli in difficoltà.”
“Che vuoi dire
Jun? Stai già pensando ad una tattica per batterli?”
“Si. Mi
piacerebbe molto poter affrontare Tsubasa durante una partita e sono sicuro che
sarebbe anche divertente.”
“Magari la Musashi e la Nankatsu si affronteranno
al torneo nazionale, se avremo fortuna con il sorteggio.”
“Sarebbe bello
…”
La voce di Jun
era diventata malinconica e Yayoi aveva iniziato a temere che non stesse bene.
“Stai bene
Jun?”
“Si, il mio
cuore non fa i capricci … Yayoi, questo sarà l’ ultimo campionato nazionale a
cui potrò partecipare …”
In quel
momento un treno merci era sfrecciato davanti a loro e Yayoi aveva ricacciato
indietro le lacrime.
Ancora una
volta si era confidato con lei, rivelandole un’ altra dolorosa verità.
“Yayoi vorrei
tanto poter continuare a giocare a calcio …”
Jun sentiva il
bisogno di dirlo a qualcuno e di Yayoi poteva fidarsi.
Continua …
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Capitolo 21 *** Al campionato nazionale ***
Dodici anni 21
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 21
Al campionato nazionale
Yayoi si
trovava all’ ingresso della palazzina, dove alloggiavano tutte le squadre
partecipati al torneo nazionale giovanile di calcio.
La Musashi, essendo di Tokyo,
era stata la prima ad arrivare quella mattina, poi, a scaglioni, erano giunte
quasi tutte le squadre provenienti dalle varie regioni del paese.
“Che fai qui
Yayoi?”
Jun era
apparso alle sue spalle facendola sobbalzare.
“Ecco io …”
“Ma che hai? I
ragazzi si sono tutti sistemati ed il mister ci ha dato un paio d’ ore di
libertà.”
“Capisco.”
Yayoi si era
rimessa a guardare il punto dove si fermavano i vari pullman delle squadre.
Il ragazzo,
incuriosito da quel suo strano atteggiamento, le si era avvicinato per capire
cosa stesse osservando.
“Ma dove
sono?”
“Chi?”
“Le altre
managers.”
“Le altre
managers?”
“Si. Sono già
arrivate diverse squadre, ma non ne ho vista ancora nessuna.”
Adesso Jun
iniziava a capire, Yayoi era l’ unica ragazzina in un dormitorio pieno di
giovani calciatori e di allenatori, ed, era evidente, che questo la mettesse un
pochino a disagio.
“Temo che non
ne vedrai nemmeno una.”
Yayoi si era
girata di scatto verso di lui: “Che vuoi dire?
”
“Voglio dire
che tu sei l’ unica manager presente a questo campionato nazionale.”
“L’ unica?
Dici davvero?”
“Si. Di solito
le managers ci sono nei club dalle medie in su e noi della Musashi possiamo
definirci dei pionieri in questo senso.”
“Non lo sapevo
… credevo che qui ce ne sarebbero state altre …”
“Vedila in
maniera positiva, tu sei l’ unico membro della Musashi che avrà a sua
disposizione una bella camera singola. Pensa che noi ragazzi dormiamo tutti
nella stessa stanza.”
Quando il loro
allenatore le aveva comunicato che avrebbe avuto una stanza tutta per lei, si
era sentita sollevata.
Non aveva
ancora compiuto dodici anni e l’ idea di dover dormire insieme a dei ragazzi un
po’ la intimoriva.
“Ne sei
proprio sicuro Jun? La
Nankatsu non ha la manager?”
“La Nankatsu? Perché me lo
chiedi?”
“Perché
credevo che loro ne avrebbero avuta una.”
Dopo che
avevano assistito alla partita di Tsubasa, lei aveva ripensato più volte a
quella ragazzina, che si era arrabbiata con lei e che sembrava tenere molto al
suo amico.
“No, loro non
ce l’ hanno. C’ era una ragazzina che si era offerta di farlo, ma il loro
allenatore le ha detto che non avevano bisogno di lei.”
Quindi Anego
ci aveva provato, anche se le era andata male.
Yayoi era
curiosa di rivederla e di vedere come avrebbe incoraggiato Tsubasa durante le
partite.
“Ti va di fare
una passeggiata?”
“Si, va bene!”
Quel complesso
sportivo era pieno di magnifici campi da calcio e l’ indomani sarebbe iniziata
la lotta per la conquista del titolo.
“Forza, andiamo
lassù!”
“Ok!”
Da quella
posizione potevano vedere tutto, i campi ed anche il palazzetto dove
alloggiavano.
“E’ bellissimo
Jun!”
“Finalmente
rivedo il tuo sorriso. Vedrai che ti troverai bene qui Yayoi, anche se sarai
circondata da un mucchio di fanatici del calcio.”
“Grazie Jun!”
“Non vedo l’
ora di iniziare a giocare e di divertirmi con il mio amico pallone!”
Jun era
sereno, nonostante tutto, Yayoi lo capiva dai suoi occhi.
Lei invece non
lo era, avrebbe tanto voluto che Jun avesse ancora la possibilità di fare ciò
che più gli dava gioia, giocare a pallone.
Continua …
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Capitolo 22 *** Tacere e sopportare ***
Dodici anni 22
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 22
Tacere e sopportare
Erano passate
diverse ore da quando era andata a dormire, ma Yayoi non riusciva a prendere
sonno.
Si era
rigirata più volte tra le coperte, cercando di addormentarsi senza successo.
Alla fine
aveva aperto gli occhi e si era alzata per guardare fuori dalla finestra.
“Il cielo è
pieno di stelle … domani sarà bello…”
Continuava a
pensare a quello che le aveva detto Jun, quando stavano tornando al ritiro.
“Con tutta
probabilità noi e la Nankatsu
ci incontreremo in semifinale ed io ho deciso di giocare tutta quella partita.”
“Dici davvero?”
“Si, ormai ho
deciso e nessuno potrà farmi cambiare idea.”
Yayoi non si
dava pace, perché in questo modo Jun poteva rischiare la vita e non capiva cosa
lo spingesse a correre un rischio simile.
Per un attimo
aveva chiuso gli occhi ed aveva unito le mani in posizione di preghiera.
“Se non posso
impedirgli di giocare, voglio almeno che vinca …”
Voleva aiutare
il suo capitano a realizzare quel sogno.
“Ma certo,
posso fare così … sono sicura che lui mi aiuterà …”
Nella sua
mente si era materializzata un’ idea che era determinata a mettere in pratica
il prima possibile.
Aveva deciso
di agire, anche se farlo avrebbe significato venire meno alla promessa che
aveva fatto a Jun.
“So che così
deluderò Jun, ma preferisco perderlo, piuttosto che lasciargli correre un
simile pericolo … non voglio che muoia!”
Anche lei
aveva deciso e non aveva nessuna intenzione di tirarsi indietro.
Alla fine era
ritornata nel suo letto, lentamente i suoi occhi si erano chiusi e si era
addormentata.
“Drinnn!”
Un’ altra
mattina era arrivata e quel giorno si sarebbero disputati i quarti di finale.
Yayoi si era
stiracchiata ancora frastornata per la brutta notte che aveva avuto.
“Fatti forza
Yayoi! Vedrai che tutto andrà bene!”
Era stata l
‘ultima a scendere per la colazione e gli altri avevano già quasi tutti finito.
Jun stava
discutendo qualche tattica con l’ allenatore, come al solito il calcio era il
primo dei suoi pensieri anche la mattina.
Era sereno ed
era difficile credere che stesse tanto male.
Sembrava non
rendersi conto di quello che stava per accadergli.
“Oh Jun …”
aveva detto sottovoce
Poi era andata
a prendersi qualcosa da mangiare, sedendosi in disparte per non parlare con
nessuno.
Non era
riuscita a mangiare, il suo stomaco si era chiuso e non le andava niente.
“Non mi va
proprio.”
“Che ti prende
Yayoi?”
Alzando la
testa si era ritrovato Jun davanti, seduto sulla sedia di fronte alla sua.
“Niente.”
“Non stai
bene?”
“No, perché?”
“Non hai
mangiato nulla e non è una buona cosa.”
Jun si
preoccupava sempre per lei e questo le faceva molto piacere.
“Ho solo
dormito male stanotte …”
“Capisco,
cerca di riprenderti però, perché oggi ci aspettano i quarti di finale ed
avremo bisogno anche di tutto il tuo sostegno.”
“Ok capitano!”
lei gli aveva sorriso.
Yayoi doveva
cercare di mascherare il suo stato d’ animo per non insospettire Jun.
“Andrà tutto
bene, vincerete!”
“Grazie Yayoi!
Andremo in semifinale, così io potrò battermi con Tsubasa … non vedo l’ ora!”
Continua …
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Capitolo 23 *** Per amore ***
Dodici anni 23
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 23
Per amore
La Nankatsu aveva già
guadagnato l’ accesso alla semifinale, mentre la Musashi doveva battere la Hitachi per ottenerlo
Tsubasa era
andato con i suoi compagni di squadra ad assistere all’ incontro per studiare
meglio i possibili avversari e Jun Misugi in particolare.
Yayoi era
seduta in panchina, vicina a Jun ed al mister.
Come al solito
Jun avrebbe giocato solo gli undici quindici minuti.
Non appena
aveva visto Tsubasa, aveva pensato ad un modo per avvicinarlo e parlargli.
Yayoi guardava
a malapena quello che avveniva in campo, perché era troppo presa da quello che
stava per fare.
Coraggio Yayoi, devi farlo per Jun!
Vedrai che Tsubasa ti aiuterà!
Il primo tempo
era finito con un pareggio di uno ad uno e Yayoi era riuscita ad allontanarsi
un attimo.
Si era alzata,
aveva avvisato Jun ed era andata da Tsubasa.
Jun aveva
subito notato la cosa e si era chiesto di cos’ avrebbero parlato quei due, temendo
che Yayoi potesse rivelare a Tsubasa il suo segreto.
“Ciao
Tsubasa!”
“Ciao Yayoi!”
“Avrei bisogno
di parlarti.”
“Parlarmi?”
“Si.”
“Va bene!”
Si erano
allontanati, mentre alcuni giocatori della Nankatsu facevano delle strane
battutine.
“Attento
Tsubasa!”
“Così farai
piangere Anego!”
Per un attimo
Tsubasa era arrossito e Yayoi aveva capito che probabilmente per lui, Anego,
non era solo il capo dei tifosi della Nankatsu.
Mesi prima
aveva cercato di rivelare i propri sentimenti a Tsubasa, mentre ora gli doveva
parlare del ragazzo di cui si era innamorata per davvero.
Erano andati
in un posto tranquillo e lei l’ aveva pregato di far vincere la partita a
Misugi, perché era malato di cuore e perché quella sarebbe stata l’ ultima
partita che avrebbe potuto giocare.
Tsubasa le
aveva risposto che gli dispiaceva, ma lui non poteva proprio farlo.
Non sarebbe
stato giusto nei confronti di Misugi e lui doveva vincere quel campionato
nazionale per realizzare il suo sogno di andare a giocare in Brasile.
Poco dopo si
erano salutati, Tsubasa era tornato dai suoi amici e Yayoi si era diretta,
delusa ed amareggiata, verso la sua panchina.
Il secondo
tempo era già iniziato da circa cinque minuti e la Musashi si trovava sotto
di un goal.
La squadra
aveva bisogno di Misugi e lui era pronto ad entrare.
Si era tolto
la tuta ed aveva fatto il su o ingresso in campo.
In campo Jun
aveva preso in mano il controllo del gioco, dirigendo alla perfezione i suoi
compagni e riportando in poco tempo il risultato in parità con un magnifico
goal.
La Musashi si trasformava con
lui in campo e diventava molto più forte.
Misugi era
riuscito condurre la sua squadra alla vittoria e alla fine il risultato era:
Musashi 6 – Hitachi 2.
Tsubasa l
‘aveva osservato giocare ammirato, domandandosi come fosse possibile che quel
ragazzo soffrisse di cuore.
Ancora una
volta i loro sguardi si erano incrociati ed entrambi erano ansiosi d’
incontrarsi sul campo.
Alla sera
tutti i giocatori della Musashi erano contenti, convinti che grazie al loro
capitano avrebbero battuto la
Nankatsu e vinto il campionato nazionale.
Jun camminava
vicino Yayoi.
“Senti Yayoi
prima che hai detto a Tsubasa? Non gli avrai mica parlato della mia malattia?”
Possibile che Jun abbia capito?
Yayoi si
sentiva in imbarazzo e poco dopo aveva detto una mezza verità.
“No, volevo
solo chiedergli, se è vero che vuole andare in Brasile e lui me l’ ha
confermato.”
“In Brasile?”
“Si, se
vincerà questo campionato andrà a giocare in Brasile.”
“Grazie Yayoi,
questa notizia mi spingerà a dare il massimo domani!”
Yayoi si
sentiva in colpa, consapevole di essere venuta meno alla promessa che aveva
fatto a Jun.
Ormai non le
restava che assistere alla semifinale pregando che andasse tutto bene.
Continua …
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Capitolo 24 *** La speranza nel futuro ***
Dodici anni 24
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 24
La speranza nel futuro
Chissà come sta Jun?
Vorrei tanto vederlo.
Yayoi era
seduta una sedia, vicino alla camera, dov’ era stato ricoverato Jun, dopo che
era svenuto in campo.
Jun si era
appoggiato a lei, mettendole un braccio sulle spalle, stavano tornando insieme
verso la panchina, quando all’ improvviso lui aveva perso i sensi.
La partita si
era conclusa con la vittoria della Nankatsu e Jun era riuscito a resistere fino
all’ ultimo.
Durante l’
incontro era emersa la triste realtà della sua esistenza ed ormai tutti
sapevano che il principe del calcio era malato.
“Dove sono?”
Lentamente Jun
aveva aperto gli occhi, riconoscendo i volti familiari di suo padre e di suo
padre.
“Papà, mamma,
dove sono?”
Aveva cercato
di tirarsi su, ma sua madre gliel’ aveva impedito: “Ti prego Jun, rimani
sdraiato.”
Sua madre
aveva gli occhi rossi, doveva aver pianto tanto.
La signora
Misugi era continuamente in ansia per le condizioni di salute e, durante quella
semifinale, aveva temuto di perderlo per sempre.
“Dove sono gli
altri?”
“I tuoi
compagni stanno aspettando qui fuori. Sono venuti tutti in ospedale per vedere
come stavi.”
Gli aveva
risposto suo padre, l’ uomo era l’ unico che aveva compreso la sua decisione di
giocare tutta la partita e l’ aveva appoggiato.
“Ricordo solo
che ero con Yayoi …”
Non faceva
altro che pensare a Yayoi, la dolce Yayoi che voleva che vincesse quella
partita.
Per aiutarlo
era perfino arrivata a domandare a Tsubasa di lasciarlo vincere e lui le aveva
dato uno schiaffo.
Era così
pentito di averlo fatto, ma in quel momento si era sentito tradito ed ancora
una volta prigioniero del suo cuore.
Era
arrabbiato, perché non avrebbe più potuto giocare a calcio e questa cosa stava
diventando insopportabile per lui.
Tuttavia
battersi con Tsubasa gli aveva ridato la speranza, la speranza che prima o poi
anche lui sarebbe tornato a giocare e forse, in un futuro, sarebbe diventato un
calciatore professionista.
Non doveva
arrendersi, ma combattere.
“Voglio vedere
Yayoi! Chiamatela per favore!”
“Va bene Jun!”
Suo padre era
uscito dalla porta e Yayoi gli era subito corsa incontro: “Signor Misugi, come
sta Jun?”
“Sta meglio
cara! Si è svegliato e vorrebbe vederti.”
“Vuole
vedermi?”
“Si, Per
favore vieni con me.”
“Ciao Yayoi!”
“Ciao
capitano!”
Una nuova luce
brillava negli occhi di Jun e non sembrava uno che aveva appena perso la
partita più importante di tutta la sua vita.
“Mamma, papà,
per favore uscite! Voglio restare solo con Yayoi!”
“Andiamo a
prenderci un caffè cara!”
“Va bene!”
“Avvicinati
Yayoi!”
Yayoi non
sapeva cos’ aspettarsi, perché non avevano ancora avuto modo di chiarirsi con
lui.
“Dimmi Jun.”
La ragazzina
teneva lo sguardo basso e si sentiva in imbarazzo.
“Scusami se ti
ho schiaffeggiata Yayoi! In quel momento ero arrabbiato, ma non con te.”
Yayoi aveva
rialzato gli occhi ed i loro sguardi si erano incontrati: “L’ avevo capito, ma
so di aver tradito la tua fiducia rivelando il tuo segreto a Tsubasa e per
questo ti chiedo scusa.”
“Lo hai fatto
perché volevi che fossi felice e pensavi che questa sarebbe stata l’ ultima
partita che avrei giocato.”
“Che vuoi dire
Jun?”
“Giocare con
Tsubasa mi ha permesso di sperare nel futuro. Non voglio arrendermi, mi curerò
e, se sarà necessario, mi sottoporrò a qualche intervento … Yayoi voglio
tornare a giocare, non voglio rinunciare al calcio!”
Era andato
tutto bene e Yayoi si era sentiva sollevata.
Si era
avvicinata a lui e gli aveva preso una mano: “Si, tu tornerai. Ed io ti aiuterò
a realizzare questo sogno!”
Ancora una
volta Yayoi gli aveva sorriso e lui aveva avuto la certezza che ce l’ avrebbe
fatta: “Grazie Yayoi!”
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Capitolo 25 *** Anego, una nuova amica ***
Dodici anni 25
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 25
Anego, una nuova amica
“Che hai? Sei
strana …”
Jun aveva
notato che Yayoi sembrava stranamente contenta.
Era dovuta
andare un salto al campo per svolgere delle commissioni per l’ allenatore ed
era appena rientrata.
“Niente … è
che adesso ho un’ amica …”
Jun non
riusciva a capire, perché anche a scuola la ragazzina non aveva legato con
nessuno in particolare, tranne lui.
Yayoi era così
contenta che non riusciva a stare ferma e continuava a muoversi per tutta la
stanza come se stesse ballando.
“Un’ amica?”
“Si, siamo
diventate amiche poco fa.”
“Poco fa?”
“Non sarà mica
una delle tifose sella Musashi?”
“No, in realtà
è il capo dei tifosi della Nankatsu?”
“Il capo dei
tifosi della Nankatsu?”
“Si.”
Yayoi si era
seduta vicino al letto di Jun.
“Ma non era la
tua rivale in amore?”
Possibile che
Jun continuasse con questa storia, ormai doveva aver capito che il cuore di
Yayoi batteva solo per lui.
“No, ti ho già
spiegato più volte che Tsubasa è un caro amico per me, anche se … anche se una
volta credevo che mi piacesse, ma mi sbagliavo …”
“Capisco.”
Sentirglielo
dire aveva tranquillizzato Jun, che , in un certo senso, aveva bisogno di avere
una conferma a ciò che già sapeva.
“Allora che mi
dicevi di Anego …”
Quella
ragazzina così particolare aveva colpito anche Jun che aveva subito pensato che
lei e Tsubasa avrebbero formato di certo una bella coppia.
“In realtà non
si chiama Anego. La chiamano così gli altri ragazzi del gruppo dei tifosi, il
suo vero nome e Sanae.”
“Sanae è un
nome molto carino e credo che le stia bene.”
“Già, lo penso
anch’ io … penso che lei e Tsubasa starebbero bene insieme, tu che ne dici
Jun?”
Jun si era
messo a ridere.
“Ora che c’è?
Perché stai ridendo?”
“Niente, è
solo che avevo pensato anch’ io la stessa cosa, quando siamo andati a vedere
Tsubasa insieme a Shizuoka.”
“A lei piace
molto, ma lui partirà presto per il Brasile …”
“E’ vero. Se
vincerà il campionato, Tsubasa andrà in Brasile per realizzare il suo sogno.”
“Uffi, non è
giusto!”
“Non
prendertela Yayoi, magari c’ è una speranza per quei due, anche se credo che
Tsubasa insieme alla sua squadra vincerà il titolo.”
“Speriamo
Jun.”
In quel
momento Yayoi si era domandata, se ci sarebbe stata una speranza anche per lei
e Jun.
Per ora poteva
restargli accanto come amica e questo le bastava.
“Yayoi domani
vorrei seguire la finale alla televisione, ti andrebbe di farmi compagnia?”
“Si, molto
volentieri, però mi devi promettere una cosa?”
“Cosa?”
“Mi devi
promettere che tiferai con me per Tsubasa, ok?”
“Va bene lo
farò!”
“Dici sul
serio?”
“Si. Tu oggi
hai trovato un’ amica ed io un amico.”
Erano in un
ospedale, ma si sentivano felici, perché erano in sintonia e non avevano
bisogno di altro.
Continua …
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Capitolo 26 *** Sogni in sospeso ***
Dodici anni 26
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 26
Sogni in sospeso
Jun e Yayoi
avevano seguito alla televisione in ospedale la finale del campionato giovanile
ed entrambi avevano tifato per il loro amico Tsubasa.
“Tsubasa ha
vinto, ce l’ ha fatta Yayoi! E’ stata una partita davvero entusiasmante e tutti
i giocatori si sono impegnati al massimo fino alla fine.”
“Ad un certo
punto ho creduto che non sarebbero più riusciti a giocare … sembravano
distrutti …”
La ragazzina stava
fissando ancora la schermo, dove si vedeva Tsubasa sorridere con la coppa in
mano.
“Che c’ è Yayoi?”
“Nulla, è solo
che adesso Tsubasa se ne andrà in Brasile e un po’ mi dispiace …”
“Dispiace
anche a me, ma, se questo il suo sogno, è giusto che parta. Vedrai che tornerà
e noi lo rivedremo.”
“Hai ragione
Jun!”
A Yayoi era
tornato il sorriso, anche se continuava a pensare a chi avrebbe sofferto per
quella partenza.
Circa una
settimana più tardi a casa Aoba era arrivata una lettera per lei, una lettera
di Sanae.
“Che bello mi
ha scritto Sanae!”
Era la prima
volta che le scriveva un’ amica e questa cosa la rendeva davvero felice.
Mi ha scritto la mia amica Sanae.
Non mi aspettavo che lo facesse così presto,
mi ha anticipato.
Dovevo scriverle io per aggiornarla sulle
condizioni di Jun ed invece mi ha scritto prima lei.
Chissà come sta?
Immagino che sarà un po’ triste per via
della partenza di Tsubasa.
“Vediamo che
dice!”
Aveva aperto
la busta e l’ aveva letta tutta d’ un fiato.
Cara Yayoi,
come stai?
Come sta Jun?
Spero che Jun stia meglio e che tu possa
darmi delle buone notizie sulle sue condizioni di salute.
Io sto bene e presto capirai il perché.
Purtroppo il giorno della finale la persona,
che doveva portare Tsubasa in Brasile, è partito all’ improvviso senza di lui.
Tsubasa era sconvolto ed ha pianto tanto.
Se devo essere sincera, sono felice che
Tsubasa rimanga ancora per un po’ con noi, almeno per durata delle medie.
Per il momento ha lasciato in sospeso questo
suo sogno ed ha deciso che, se vincerà per tre volte di seguito il campionato
nazionale, andrà in Brasile.
E’ tipico di Tsubasa, non si arrende mai,
anche quando tutto sembra perduto.
Io continuerò a stargli vicina il più
possibile ed a tifare per lui.
Ho deciso di diventare la manager del club
di calcio per aiutarlo anche dal campo.
Quest’ anno purtroppo mi sono dovuta
limitare a fare la tifosa, ma alle medie sarà diverso.
La
Nankastu rimarrà
unita e quasi tutti ci iscriveremo alla stessa scuola.
Nel frattempo altri giocatori della nostra
squadra sono partiti: Wakabayashi è andato a giocare in Germania, mentre Misaki
ha ripreso a seguire suo padre in giro per il paese.
Spero di avere presto tue notizie … ti
abbraccio forte!
La
tua amica Sanae
PS
Saluta Jun da parte mia e da parte di Tsubasa.
Il giorno
seguente Yayoi era entrata di corsa nella stanza di Jun.
“Jun, ti devo
dare una grande notizia!”
Yayoi
sprizzava gioia da tutti i pori e si capiva che era accaduta qualcosa di bello.
“Che ti prende
Yayoi?”
“Tsubasa non è
partito per il Brasile e rimarrà in Giappone ancora per tre anni.”
“Dici
davvero?”
“Si, me l’ ha
scritto Sanae in una lettera.”
“Questo
significa che forse potrò giocare ancora a calcio contro di lui.”
“Si, potrai
farlo Jun!”
Ancora una
volta i loro sguardi si erano incrociati ed i loro cuori si erano sentiti
uniti.
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Capitolo 27 *** Buone nuove ***
Dodici anni 27
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 27
Buone nuove
“Sanaeee c’ è
una lettera per te!”
La sorella gli
era andata incontro per vedere di cosa si trattasse: “Fammi vedere!”
Da qualche
tempo giorno Sanae aveva riposto nell ‘armadio la divisa maschile delle medie,
iniziando ad indossare dei vestitini leggeri piuttosto corti.
Quei vestiti facevano
risaltare la sua femminilità e tutti i ragazzi della Nankatsu l ‘avevano notato,
Tsubasa in particolare.
“Che bello è
di Yayoi!”
Yayoi le aveva
risposto quasi subito.
“E chi sarebbe
sta Yayoi?”
L’
atteggiamento di Sanae aveva incuriosito il suo fratellino.
“Chi é Yayoi?”
“E’ una mia
amica.”
Sanae cercava
di svincolarsi, ma Atsushi continuava a fare domande.
“Ma i tuoi
amici non sono solo maschi?”
“No, ti
sbagli. Adesso ho anche un’ amica.”
“E la
conosco?”
“No, non la
conosci.”
“Dove vive?”
“A Tokyo.”
“Ecco perché
ti scrive.”
“Ok, però
adesso lasciami in pace che voglio leggerla.”
La ragazzina
si era allontanata da Atsushi raggiungendo il giardino.
Si era seduta
sotto un albero e l’ aveva aperta..
“Finalmente un
po’ di tranquillità … vediamo che dice!”
Sanae sperava
di ricevere delle buone notizie di Misugi, così da poterle dire a Tsubasa.
L’ aveva letta
tutta d’ un fiato e poi se n’ era uscita correndo tenendo la lettera in mano.
“Ciao a tutti!
Io esco! Ci vediamo dopo!”
“Ma dove vai?”
Sanae era
passata come une furia davanti a suo fratello e si era diretta verso il campo
di allenamento.
Sono sicura di trovarlo lì!
Tsubasa si starà allenando a tirare in
porta.
Ormai sono giorni che passa le giornate così
e con lui c’ è solo il manuale che gli ha lasciato Roberto.
Non vedo l’ ora di raccontargli ciò che mi
ha scritto Yayoi.
Tsubasa era
proprio lì che tirava palloni in continuazioni, concentrato in modo da poter
eseguire al meglio il suo tiro.
Accidenti non va ancora bene, ma non devo
mollare, voglio riuscirci e ci riuscirò!”
“Ciao
Tsubasaaa!”
Ad un certo
punto si era voltato, riconoscendo la voce di Anego.
“Anego?”
Lei nel
frattempo l’ aveva raggiunto.
“Ciao
Tsubasa!”
“Ciao Anego …
volevo dire Sanae … scusami ma mi devo ancora abituare al tuo vero nome.”
“Non importa!”
Sanae era lì
davanti a lui e non la smetteva di sorridere.
Con quel
vestito era proprio carina e non passava inosservata.
In realtà
Tsubasa pensava che fosse carina anche nelle vesti di Anego.
“Che hai
Sanae?”
“Ti porto
delle buone nuove su Jun Misugi.”
“Davvero?”
“Yayoi mi ha
scritto e dice che Jun si curerà e, non appena potrà, tornerà a giocare a
calcio … non è una bellissima notizia?”
“Certo che lo
è! Ma ne sei sicura?”
“Si, leggi tu
stesso.”
Gli aveva
mostrato quello che diceva l’ amica.
“E da quand’ è
che saresti diventata amica di Yayoi?”
“Dalla semifinale
… ma questi non sono affari tuoi.”
“Ok, messaggio
ricevuto!”
Erano rimasti
a lungo a parlare e poi Tsubasa aveva ripreso il suo allenamento, mentre Sanae
lo osservava ed incitava.
Anche tra loro
c’ era più di una semplice amicizia e forse prima o poi l’ avrebbero capito
entrambi, ma a quell’ età non potevano essere altro che amici.
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Capitolo 28 *** La decisione ***
Dodici anni 28
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 28
La decisione
“Come sta
Jun?”
“Meglio mamma
e tra poco potranno iniziare a fargli la terapia, non è stupendo?”
“Si, sono
felice per lui, piccola!”
Il viso di
Yayoi si illuminava, quando parlava di quel suo amico.
Ormai
trascorreva tutti i pomeriggi in ospedale con lui e questa cosa iniziava a
preoccupare un po’ i suoi genitori.
I signori Aoba
erano molto orgogliosi di avere una figlia così generosa e coraggiosa, anche se
iniziavano a preoccuparsi, perché l’ ospedale è un luogo pieno di sofferenza.
Quella sera a
cena avevano deciso di parlarle per convincerla ad andarci un po’ meno.
“Senti Yayoi,
noi vorremmo dirti una cosa …”
Suo padre aveva
iniziato il discorso, sicuro che sarebbe stato aiutato a continuarlo dalla
moglie.
“Che c’è
papà?”
“Io e la mamma
abbiamo parlato in questi giorni e volevamo dirti che dovresti andare un po’
meno in ospedale.”
Yayoi non
riusciva a credere che le stessero dicendo quelle cose: “Ma che dici papà?”
La ragazzina
era scattata in piedi furibonda appoggiando le mani sul tavolo.
“Cerca di
calmarti cara!”
“Ma mamma,
come posso calmarmi? Mi avete appena fatto capire che non volete che vada a
trovare Jun!”
“Hai capito
male, non intendevamo dire questo, però l’ ospedale non è certo il posto
migliore per passare le proprie giornate.”
“Capisco … ma
io non sto male e ci vado per stare vicina ad un ragazzo che è malato per
davvero … come pensate che si senta Jun a stare in quel posto? Lui vorrebbe
poter vivere come gli altri, ma non può!”
I signori Aoba
si erano ammutoliti di fronte alle profonde verità che la figlia aveva appena
detto loro.
“Scusaci
Yayoi, è solo che siamo preoccupati per te … abbiamo paura che quel posto ti
renda triste …”
Yayoi si era
rimessa a sedere rendendosi conto che i suoi genitori pensavano al suo bene.
“Lo so papà,
ma voi non dovete preoccuparvi. Quando sono con Jun, sono felice e mi fa
piacere poter passare del tempo in sua compagnia. Jun è l’ unico amico che ho
qui. Tsubasa e Sanae sono lontani e con gli altri ragazzi della mia scuola ho
solo un rapporto cordiale, nulla di più.”
“Aspetta un
attimo! Tsubasa me lo ricordo, ma chi sarebbe questa Sanae?”
“Caro, devi
sapere che Yayoi ha un’ amica che vive a Nankatsu e si scrivono delle lettere.”
“E’ vero
quello che dice la mamma?”
“Si, proprio
qualche giorno fa ho ricevuto una sua lettera.”
“E dove l’ hai
conosciuta?”
“Al campionato
nazionale, dopo la semifinale.”
“Mi fa piacere
che tu inizi ad avere anche qualche amica …”
Suo padre era
consapevole di quanto fosse timida la figlia e questa notizia lo rincuorava
molto, perché significa che Yayoi stava iniziando ad aprirsi.
“Cambiando
discorso signorina ... ti ricordi cosa succede dopodomani?”
Yayoi
ultimamente era stata così presa da Jun da dimenticarsi di tutto il resto.
“A dire il
vero no, che succede papà?”
“Non te lo
ricordi?”
“Cara, tra
qualche giorno compirai dodici anni e noi vorremmo sapere, se desideri qualcosa
di particolare in regalo o se vuoi organizzare una festa …”
Tra poco compirò dodici anni!
Finirò le elementari ed andrò alle medie.
Il tempo è volato …
“Non me lo
ricordavo proprio … comunque non voglio nessuna festa, anche se siete liberi di
regalarmi ciò che preferite …”
“Sicura di non
voler festeggiare?”
“Si, papà!
Anche quel giorno andrò da Jun e lui sarebbe l’ unico che avrei voluto invitare
… purtroppo Tsubasa e Sanae vivono lontani …”
“Va bene
piccola! Vorrà dire che io e la mamma ti troveremo un regalo speciale.”
“Grazie!”
Quel
chiarimento aveva fatto bene a tutti e poco dopo avevano ripreso a cenare.
Continua …
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I personaggi presenti in questa
storia appartengono a Yoichi Takahashi.
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Capitolo 29 *** Il regalo ***
Dodici anni 29
Ringrazio tutte le persone che leggono le mie
storie … buona lettura!
Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 29
Il regalo
“Adesso devo
andare Jun, ma tornerò domani.”
“Grazie
Yayoi!”
“A domani!”
“Ciao Yayoi!”
La ragazzina
si era alzata e poco dopo era sparita tra i corridoi dell’ ospedale.
Ormai Yayoi
conosceva tutti le infermiere ed i dottori che si stavano occupando di Jun e
loro conoscevano lei.
“Salve
dottore!”
Ne aveva
appena incrociato uno.
“Ciao Yayoi,
stai andando a casa?”
“Si, dottore!”
“Però domani
tornerai, vero?”
“Si, alla
solita ora.”
“Bene, penso
che tu sia la medicina migliore per curare Jun.”
“Lo pensa sul
serio?”
“Si, perché
quando sta con te è felice e questo aiuta il suo cuore a guarire.”
Anche Jun le
ripeteva spesso queste cose.
Aiuto il cuore di Jun a stare meglio.
Anche lui spesso me lo dice.
Il mio sorriso e la mia vicinanza gli fanno
bene.
Ed io sono felice, perché posso stargli
vicina aiutandolo!
“Tutto bene
piccola?”
“Si, è solo
che lo dice anche Jun …”
“Capisco, è
molto fortunato ad avere un’ amica come te!”
“Lo spero, di
certo sono fortunata io ad avere un amico come lui!”
Tutti all’ ospedale
si erano accorti del particolare legame che univa quei due ragazzini e si
auguravano che potesse diventare qualcosa di più importante in futuro.
“Mi scusi, ma
devo proprio scappare, perché tra poco sarà buio.”
“Stai attenta,
mi raccomando!”
“Si, stia
tranquillo dottore … arrivederci!”
Qualche minuto
dopo suo padre la vedeva uscire dall’ ingresso.
Si era
nascosto per non farsi vedere dalla figlia e poi era entrato.
“Accidenti …
chissà dove sarà la stanza di Jun?”
In quel
momento non c’ era nessuno a cui chiedere e lui non sapeva come fare.
“Ha bisogno di
qualcosa?”
Si era girato
imbattendosi nel dottore con cui aveva appena parlato Yayoi.
“Si, sto cercando
la stanza di Jun Misugi.”
Le visite a
Jun venivano filtrate e non tutti erano autorizzati a recarsi nella sua stanza.
“Mi spiace, ma
non so se posso dirglielo. Lei chi è?”
“Sono il padre
di Yayoi, la ragazzina che passa i pomeriggi a fargli compagnia.”
“Il padre di
Yayoi?”
“Tra l’ altro
mia figlia è appena uscita e ci è mancato poco che ci incrociassimo. Pensa di
potermelo dire?”
“Credo di si …
venga con me che l’ accompagno!”
“La
ringrazio!”
“Jun hai
visite.”
La porta della
sua camera si era aperta ed erano entrati il suo medico curante ed un signore
che non conosceva.
“Ti presento
il signor Aoba.”
“Piacere di
conoscerti Jun!”
“Il piacere è
mio! Se cerca sua figlia è appena andata via.”
“In realtà l’
ho vista uscire … ti andrebbe di organizzare una sorpresa speciale per lei?”
“Si, certo! Mi
dica!”
“Tra poco
compirà dodici anni e pensavo che sarebbe bello organizzare una festa per lei
qui … lei non ne vuole sapere, perché vuole stare con te, ma credo che così
potremmo renderla felice …”
Le parole del
signor Aoba avevano incuriosito anche il dottore.
“Spero che
inviterete anche noi dottori ed infermieri … sa, siamo tutti molto affezionati
a sua figlia …”
“Sarete i
benvenuti!”
“Grazie!”
“Che ne pensi
Jun?”
“Signor Aoba
penso che regaleremo a Yayoi la festa più bella di tutta la sua vita ed anche i
miei ci aiuteranno.”
“Ottimo,
diamoci da fare!”
I preparativi
incalzavano e dovevano organizzare il tutto senza che Yayoi se ne accorgesse.
Continua …
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Capitolo 30 *** Crescere ***
Dodici anni 30
Ringrazio tutte le persone che leggono le mie
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Sanae78
Dodici anni
di Sanae78
Capitolo 30
Crescere
Era il giorno
del suo compleanno e Yayoi era in camera sua a prepararsi per andare in
ospedale da Jun.
Aveva tirato
fuori diversi vestiti e li stava provando cercando di capire quale le stesse
meglio.
“Proviamo
questo.”
Si trattava di
un vestitino rosa con il collo alla marinara e le maniche corte a sbuffo.
Era subito
andata a guardarsi allo specchio.
“Mi sta bene,
però così sembro ancora una bambina di undici anni.”
Non era per
niente convinta di volerlo indossare, perché quel giorno voleva apparire graziosa
e più grande.
Poi aveva
visto una camicetta verde sbracciata che sua madre le aveva comprato il mese
prima.
“Magari quella
con la gonnellina bianca …”
Li aveva
indossati e si era specchiata.
“Ecco così si
che sembro più grande!”
Quell’
abbinamento di colori le donava molto e metteva in risalto il particolare
colore dei suoi capelli.
I suoi le
avevano lasciato detto che sarebbero rientrati la sera, quindi era in casa da
sola.
“Chissà dove
sono andati? A comprarmi un bel regalo, spero.”
Aveva detto
loro di non fare nulla di speciale per quell’ occasione, ma così si sentiva un
po’ trascurata.
“Te la sei
voluta Yayoi!” si era detta fissandosi dritta negli occhi attraverso lo
specchio.
“Chissà se Jun
mi troverà carina?”
Si era fatta
bella per sembrare più matura, anche se in realtà desiderava avere un po’ di
attenzione da parte di Misugi.
In quei giorni
era stato un po’ strano con lei e le aveva chiesto di andare a trovarlo in un
orario insolito.
“Speriamo che
non ci siano delle complicazioni …”
Yayoi temeva
che le condizioni di salute di Jun fossero peggiorate e che lui non volesse
parlargliene.
“Forse non si
fida più di me …”
“Accidenti,
devo smetterla di parlare da sola!”
Aveva guardato
l’ orologio ed aveva capito che rischiava di fare tardi: “E’ meglio che vada!”
Aveva
riordinato velocemente la sua camera e si era diretta verso l’ ospedale.
Una volta entrata,
si era sentita osservata ed aveva l’ impressione che tutti gli occhi fossero
puntati su di lei.
“Ma che hanno
tutti?”
Questa cosa la
faceva sentire un po’ in imbarazzo e poi un brutto pensiero era apparso nella
sua mente.
Che sia successo qualcosa a Jun …
Aveva
raggiunto di corsa la camera del ragazzo entrando in preda alla preoccupazione:
“Jun, come stai?”
In quel
momento aveva sentito tante persone che ripetevano all ‘unisono: “Buon
compleanno Yayoi!”
Non capiva e
poco dopo si era resa conto che la camera era piena di persone, c’ erano i suoi
genitori, quelli di Jun e tutto lo staff medico che si prendeva cura del
ragazzo.
La camera era
stata addobbata a festa e c’ era uno striscione con la scritta ‘Tanti auguri
Yayoi!”.
In quel
momento stavano intonando una canzone per lei.
“Tanti auguri
a te … tanti auguri a te … mille giorni felici … tanti auguri a te …”
Yayoi era così
felice e non si aspettava nulla del genere.
Alla fine
tutti avevano gridato: “Auguri Yayoi!”
“Grazie a
tutti!”
Il suo sguardo
si era subito posato su Jun che le sorrideva con dolcezza.
Era stata una
sorpresa bellissima per lei.
Aveva dodici
anni ed iniziava a capire cosa fosse l ‘amore.
La persona che
amava era lì vicino a lei a condividere quello splendido momento.
Non avrebbe
potuto chiedere niente di più.
Fine
Disclaimer
I personaggi presenti in questa
storia appartengono a Yoichi Takahashi.
Ciao a tutti,
non so come verrà preso questo finale, posso
solo limitarmi a sottolineare il fatto che in questa storia Jun e Yayoi hanno
solo dodici anni ed il loro amore è appena sbocciato.
Ancora grazie a tutti!
Sanae78
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