Quando l'amore va oltre, ti colpisce,ti lascia il segno ma soprattutto ti fa vincere ogni tua paura.

di Blue Crystal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Se solo avessi vinto la mia stupida paura. ***
Capitolo 2: *** "Se la vita ti da cento motivi per piangere, tu dagliene centouno per sorridere".. Al limite finisci per mangiare cose surgelate.. ***
Capitolo 3: *** Come una sequenza di un film. ***
Capitolo 4: *** Vi è mai capitato di avere una sorta di colpo di fulmine? ***
Capitolo 5: *** Più lo guardo, più mi perdo nel colore dei suoi occhi. ***



Capitolo 1
*** Se solo avessi vinto la mia stupida paura. ***


«Dai, buttati!» mi stava gridando Davide già immerso nella grande distesa d'acqua a un metro dai miei piedi.
«No, ho paura!» risposi io con le braccia conserte mentre l'obiettivo della videocamera tende ad avvicinarsi sempre più al mio volto.
A riprendere era mia madre, mentre mio padre, vicino a me, stava gonfiando i miei braccioli rosa di Barbie.
«Fai come vuoi.. Io vado giù e vedo se ci sono dei pesciolini!» si sistema la macchina sugli occhi e si immerge completamente in acqua, andando molto in fondo.


Suona il telefono quindi metto in pausa il video e mi precipito a rispondere.
«Pronto?»
«Sha! Non puoi capire quello che è successo!» la voce proveniente dal telefono era quella della mia migliore amica, Giulia. La sua voce oggi è allegra, segno di buona notizia!! Siamo amiche dalle elementari e ci siamo sempre dette tutto, o quasi...
«Cosa?» chiedo incuriosita.
«Ecco oggi... Dopo la scuola... Diego, quello della IIA, mi ha chieesto il mio numero di cellulare e poco fa mi ha mandato un messaggio..»
«Ah si?» fingo un po' di entusiasmo «e che dice?»
«Che gli piaccio!» mi urla come una di quelle pazze che stanno nel manicomio di fronte casa mia quando vedono passare gente nuova, «e che si vuole mettere con me! Con meeee! Capisci??? Con M-E!»
«Ah wow.. Bello! Cioè sono contenta per te!»
«Sapevo che mi avresti appoggiata.. Grazie, grazie, grazie, grazie! Ti voglio bene! Ora vado, ci vediamo domani a scuola!» e riattacca senza nemmeno darmi il tempo di salutare.
Torno alla visione del filmino che si conclude, dopo pochi secondi, con la voce di mia madre che mi dice di salutare e io che faccio "ciao" con la mano.
Dopo questo, lo schermo diventa tutto nero.
Nel video avevo sette anni. Ora ne ho quindici.
Mia madre è morta quattro anni fa mentre Davide, il bambino che si vede all'inizio del filmino, quel giorno è scomparso, dopo essere sceso sott'acqua.
Ricordo perfettamente la scena: in spiaggia tutti allarmati, i miei genitori e i suoi, Alberto e Margherita, che lo cercavano disperatamente, sia nell'acqua che fuori, sulla spiaggia. Mentre io, che non capivo cosa stesse succedendo, immobile su quello scoglio con i miei braccioli in mano.
Capii solo dopo cosa fosse successo e, dopo tutti questi anni passati, continuo a chiedermi cosa sarebbe successo se mi fossi buttata anch'io.. Se solo avessi vinto la mia stupida paura.
Dopotutto era uno scoglio alto poco meno di un metro, non sarei mica affogata con tutti i braccioli!
Ma parliamo del presente: mi chiamo Sharon, ho quindici anni, frequento il liceo linguistico della mia città e la mia migliore amica si chiama Giulia.
Lei sa tutto di me, tranne che da un paio di mesi ho una cotta per quello che, cinque minuti fa, è diventato il suo fidanzato: Diego.
Non è il classico figo della scuola, però è molto simpatico (e carino! perchè ho detto che "non è il classico figo bla bla bla"  significa che sia brutto). 
Ora capisco perchè ultimamente si era avvicinato a noi.. Per Giulia, non per me!
Lei è bella, lui pure.. Si, stanno bene insieme!
Che altro dire sulla mia vita??
Allora.. Ho perso due persone importanti nella mia vita, il mio Principe Azzurro ha appena preso il suo cavallo per accompagnare la Principessa-Mia migliore amica al ballo, abito vicino ad un manicomio per pazzi (cosa che ha segnato profondamente la mia infanzia!), nella mia città Facebook non va ancora di moda perchè la rete locale è lentissima (quindi noi ragazzi utilizziamo il computer solo per le ricerche scolastiche) e che proprio adesso dal balcone del manicomio una signora sta lanciando verso il mio gatto un piatto di ceram..
Cosa?!? Povero Romeo, vado a salvarlo!

Questa è la mia vita.
In poche parole, una noia mortale.


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Capitolo 2
*** "Se la vita ti da cento motivi per piangere, tu dagliene centouno per sorridere".. Al limite finisci per mangiare cose surgelate.. ***


Parlare della propria vita può essere interessante, se si avesse realmente qualcosa da raccontare.. O mi sbaglio???
Tanto, a quanto pare, sono l'unica della mia classe che non ha ancora scritto una parola sul foglio..
"Parla di cosa vorresti fare una volta finiti gli esami di maturità"
Quello che vorrei fare.. Già, bella domanda.
Per sapere cosa fare da grandi, bisogna sapere cosa sto facendo io adesso. Ecco, esattamente nulla!
Non so da dove iniziare..
Magari se fossi stata una delle mie compagne di scuola avrei sicuramente detto "Quello che farò io da grande sarà dicuramente l'attrice/cantante/stilista" o cose del genere.
Di certo, fino a 4 anni fa, avevo una certezza.
Fare la ballerina.
A mia madre piaceva molto quello sport e, prima che lei mi lasciasse così, senza alcun preavviso, ben 2 volte a settimana stavo chiusa nella saletta della scuola di danza a provare. Da piccola pensava lei a tutto: chignon perfetto senza un capello fuori posto, scarpette sempre pulite e cucite bene, scaldamuscoli che profumavano di ammorbidente, borsone sempre in ordine. E a tutto questo misi fine 4 anni fa.
Dopo il "trauma", se così possiamo definirlo, non ho voluto più fare nulla.. E adesso sinceramente me ne pento.
Solo adesso, grazie ad uno stupidissimo compito in classe. Non mi era mai capitato di soffermarmi a pensare così a lungo su qualcosa ma, evidentemente, le verifiche scritte servono a qualcosa.
Ho deciso, oggi farò un salto nella mia vecchia scuola di danza.
Dopo quasi 2 ore consegno il compito: tre pagine di tema, con tanto di ringraziamenti finali nei confronti della prof che ha dato questa traccia da seguire. Almeno si sentirà gratificata da qualcuno, dopotutto qualcuno dovrà pur farlo!!

Uscendo da scuola sola, perchè Giulia non si era presentata per saltare il compito, sbatto contro qualcuno.
«Scusa» mi affretto a dire senza nemmeno vedere chi fosse.
«No, scusami tu.. Non ti avevo vista» dice portandosi una mano dietro la testa, imbarazzato.
Era Diego e, appena incrocio il suo sguardo, mi sento avvampare. Abbasso subito lo sguardo e cerco di spostarmi ma mi trovavo in mezzo ad una mandria di pecore (ecco l'unico termine per definire gli alunni del mio liceo) che spingono a destra e a manca per uscire da scuola.

«Giulia oggi non è venuta??» mi chiede guardando alle mie spalle come per vedere se fosse dietro di me.
«No no.. Sta.. male!» dico velocemente pensando che se gli avessi detto "no, non è venuta per paura del compito" l'avrebbe presa per scema.
«Ah, capito.. Beh, se la vedi me la saluti??»
«Certo!» dico sforzandomi di sorridere. Ma non è semplice parlare con il ragazzo che ti piace che è contemporaneamente il fidanzato della tua migliore amica che non sa nulla della tua "cotta". «Ma.. penso che la sentirai prima tu. Dopotutto siete fidanzati..»
COSA CAVOLO HO DETTO?!?!

«Ah si, ma..»
MA??? Aspetto qualche frazione di secondo, ma capisco che non ne vuole parlare. 
«Beh, fai finta che non ti ho detto niente.. Adesso vado. Ciao Diego».
Non gli do nemmeno il tempo di rispondere e scappo via.
Il cortile della scuola era deserto ormai: in pochi secondi erano evaporati tutti, tranne io e lui.

«Ciao Sharon!» sento in lontananza, mi volto e vedo che mi fa un cenno con la mano.
Sorrido e, nel mio cuore, mi sciolgo.

Rietro a casa, poggio il cellulare sul tavolo mentre scaravento per terra il mio zaino e mi fiondo a preparare il pranzo per me e mio padre che, come ogni giorno, rientrava a casa un'ora e mezza dopo di me.
Accendo il fornetto per farlo riscaldare mentre preparo delle cotolette con la ricetta che mi aveva passato Giulia.
Mi diceva sempre: 
«Falle così, vengono buonissime!»
Eppure era la centesima volta che le preparavo in quel modo e ogni volta io e mio padre finivamo per mangiate bastoncini Findus o Sofficini.
Ma tento per la centounesima volta, chissà forse sarà la volta buona.
In fondo, come dice quel detto "Se la vita ti da cento motivi per piangere, tu dagliene centouno per sorridere".. Al limite finisci per mangiare cose surgelate.. Non male come finale!!!
Mentre mi cemento per l'ennesima volta nella ricetta sento il mio cellulare vibrare ma, con le mani fatte d'olio, mi è impossibile prenderlo..

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Capitolo 3
*** Come una sequenza di un film. ***



Sento la chiave girare nella serratura della porta.. Deve essere arrivato papà e le cotolette oggi sono decisamente pessime.
Ne ho appena assaggiata una e subito l'ho sputata via, quindi meglio buttarle prima che le veda.. Altrimenti finisce che vomita per tutta la giornata..!
«Sharooon! Sono a casaaa!!» dice dirigendosi verso la cucina.

«Ciao papi..!» e gli stampo un bacino sulla guancia.
«Che cosa ha cucinato di buono la mia bambina??»
«Papà.. Ho quindici anni!!!»
«Giusto, scusa!!» dice sorridendo «Ma per me sarai sempre la mia bambina!»
«Ecco, allora preparati a portarmi al Mc Donald's perchè» mi interrompe e continua lui la frase: «.. perchè le cotolette che ho cucinato oggi sono vomitevoli e nel frigorifero non c'è nulla!» dice imitando la mia voce.
«Esatto.. Spiritoso!!!» 
Così ci prepariamo e usciamo alla ricerca di un ristorante perchè, come tutti i padri, anche il mio odia il Mc Donald's..

«Ti ricordi quando ti ci ho portata da piccola e ti sei sentita male???» mi dice con un tono di rimprovero (a modo suo!) per convincermi della sua teoria sui cibi-spazzatura..
«Certo che mi ricordo.. Sono stata una settimana e mezza a casa.. Davanti alla TV senza scuola, compiti e bla bla bla.. Si stava da Dio! Coccolata dalla mattina alla sera..» dico sorridendo come se ciò che avessi detto fosse stato realmente sensato.
«Ma smettila dai!» per quanto provasse a stare serio, non ci riusciva..
Lo conosco troppo bene mio padre.. Prima o poi cederà..


«Contenta??» mi dice guardando la mia faccia soddisfatta «ma sappi che siamo qui perchè tutti gli altri posti erano al pieno..»
«Si papino caroooo! Come sei gentile» dico guardando la lunga fila alle casse del Mc e tutte le persone che ridevano e scherzavano tra di loro, bambini che giocavano con i gadget usciti dall'Happy Meal e ragazzi che si rubavano tra di loro le patatine fritte.
Finalmente arriva il nostro turno e dopo la nostra ordinazione andiamo a sederci nel primo tavolo che troviamo libero.

«Papà.. Sai, oggi ho pensato una cosa..» dico dopo aver dato il primo morso al mio panino.
«Cosa tesoro?»
«Riprendere gli studi di danza..» dico con voce tremolante.
Si blocca per un secondo, alza lo sguardo dalla sua porzione di patatine e lo poggia su di me incrociando i miei occhi.

«Ma.. è una bellissima notizia, Sha!» dice sorridendomi, secondo me poco convinto.
«Sei sicuro papà?» 
«Si, certo!!! Anzi, sai che ti dico? Oggi ti accompagno da...»
«Papà papà!» lo interrompo «frena l'entusiasmo! E' solo un'idea molto vaga.. Oggi vado nella scuola, mi informo un po', vedo se c'è Mia e..»
«Aspetta.. Hai intenzione di tornare con Mia??»
Mia, per chi non lo sapesse, era la mia insegnante di danza.
Mi ha sempre seguita lei da quando portavo le scarpette senza la punta fino a quando non decisi di buttare all'aria tutto..

«Si» rispondo «Perchè??»
«Perchè pensavo volessi cambiare aria.. Poi sei tu quella che se ne intende.. Quindi sta a te la scelta!»
Mio padre sta cercando di incoraggiarmi, ma non è mai stato il suo forte ad essere sincera! Apprezzo comunque il suo sforzo e lo ringrazio, mentre la nostra discussione si protrae fino a quando non arriviamo a casa.
Durante il tragitto con la macchina mi chiede il perchè di questa decisione e io inizio a spiegarglielo, raccontandogli anche della noia che mi ha fatto compagnia oggi in classe (del resto come tutti i giorni) e da vari argomenti che, uno dietro l'altro, sono entrati a far parte della nostra discussione.
Rientrando a casa mi accorgo che, sbadatamente, avevo lasciato il cellulare sul tavolo e che ormai erano arrivati 7 messaggi e 3 chiamate perse.
Le chiamate erano tutte di Giulia, mentre i mittenti dei messaggi erano la Vodafone e.. Giulia, ovviamente!
- Oggi esco con Diego e un suo amico.. Vuoi venire??? -
- Shaaaaaaarooon!! Rispondi!!! -
- Ma dove cavolo sei?? Ti sto chiamando a casa!!! -
- Ho capito, devo andare a "Chi l'ha visto" per poterti rintracciare -
- Vodafone ti regala 50 minuti di chiamare gratis verso tutti. Chiama il 42070 per attivare la promozione! -
- Signorina Sharon, la avverto.. Il ragazzo che verrà oggi è moltoooo carino!! (E non sto parlando del mio Diego!) Risponda il prima possibile, la sua amica Giulia! -
- Sentiiii!! Ti ho dato pure del lei.. Fai finta di aver letto almeno un mio messaggio e rispondimi!!! Ti do 1 ora di tempo.. Allo scadere dei 60 minuti mi presento sotto casa tua e vengo a rapirti.. Baci! -

Le rispondo subito, dopo averli letti uno a uno e essermi fatta qualche risata.
- Giulia mi dispiace ma non posso! Ho un altro impegno.. Sarà x la prossima volta.. P.S. Non ti ho risposto perchè ero fuori con mio papà :D -
Spengo il cellulare, mi lego i capelli in una coda di cavallo e, dopo aver preso la mia borsa viola che avevo usato la sera prima per andare a fare un po' di compere, esco di casa con una meta ben precisa: la mia vecchia scuola di danza.
Decido di percorrere la strada a piedi.
Prendere un poco di aria mi farà bene, penso.
E intanto, nella mia mente e nel mio cuore, iniziano a "scorrere" come una sequenza di un film vecchie emozioni e vecchi ricordi che, a poco a poco, svaniscono per lasciar spazio a quelli nuovi.

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Capitolo 4
*** Vi è mai capitato di avere una sorta di colpo di fulmine? ***


Le strade della mia città alle 4 di pomeriggio sono completamente vuote..
SI vede solo qualche macchina sporadica con qualche donna dentro che parla con i figli nei sedili posteriori e l'autobus che accompagna i ragazzi delle scuole medie alle proprie case. Per il resto, silenzio.
Oltre qualche clacson non si sente nulla.
I vetri delle auto fanno si che le persone all'interno, viste da fuori, sembrano far parte di un film muto.
E forse è meglio così.
Ho già troppi pensieri per la testa, e sentire quelli altrui non mi sembra una delle cose migliori.
Svolto a destra, poi a sinistra e di nuovo a destra.
Qualche gatto salta da una parte all'altra di un muretto mentre le foglie degli alberi, accartocciare e fragili allo stesso tempo, sembrano seguire il mio stesso tragitto e mi accompagnano fino all'entrata della scuola di danza.
Faccio un respiro profondo e suono il campanello, visto che la porta era bloccata.
Arriva una ragazza alta e snella della mia  ad aprirmi, con le scarpette con la mezzapunta e un tutù impeccabilmente pulito, senza alcun filo che esce dalle spalline.
Deve essere sicuramente nuova, penso.
«Ciao» mi accoglie con un sorriso leggero e apre la porta per farmi entrare 
«Come posso aiutarti?»
«Volevo venire a salutare Mia.. Insegna ancora qui??»
«Certo, è mia zia!» dice chiudendo la porta e facendomi strada mentre mi spiega lungo il corridoio come è strutturata la scuola «questo è il camerino, qui c'è il bagno, qui..»
«E' cambiato tutto» penso ad alta voce.
«Allora non è la prima volta che vieni!?» dice sorpresa.
«Come scusa?» chiedo.
Ero immersa nei miei pensieri, e non l'avevo nemmeno sentita.
Guardare la disposizione diversa dei mobili, delle salette, degli specchi e dei quadri mi ha fatto capire come tutto va avanti, anche se ti fermi.
Il mondo intorno a me non si era fatto alcuno scrupolo, ed aveva continuato a vivere.
Dovevo rimettermi al passo, subito. Non potevo restare indietro, no. Assolutamente no!

«Dicevo non è la prima volta che vieni, visto che hai detto che è cambiato tutto!» mi ripete entrando nella saletta da ballo, dove Mia non c'era.
«No no.. Ma.. Mia??» chiedo guardando ogni angolo della sala.
Almeno quella era rimasta sempre la stessa.
Le sbarre in legno, lo stereo nell'angolo in fondo della stanza, gli specchi perfettamente lucidi..

«E' uscita un attimo.. Dovrebbe tornare tra 10 minuti. Se vuoi, puoi aspettarla qui.» dice avvicinandomi la sedia.
«Grazie..» e mi siedo.
«Se non ti dispiace, io continuo a provare.. Altrimenti chi la sente mia zia!!!» e, senza darmi nemmeno il tempo di replicare, aziona la musica e inizia a fare esercizi al centro della sala. 
Prima posizione, Pliè, Grand Pliè, Arabesque.. 

Quanti ricordi.
Inizia a scendermi qualche lacrima, ma quella ragazza fortunatamente non se ne accorge.
«Comunque io sono Clara.. Tu?» mi chiede mentre esegue una sorta di Relevè alla sbarra.
«Sharon, piacere.»
«Sharon???» sento una voce alle mie spalle.
La voce, inconfondibile. Era Mia.
Mi alzo e corro ad abbracciarla.
Era sempre la stessa di 4 anni prima.
Capelli perfettamente legati, trucco sempre delicato e leggere, rossetto rosso passato perfettamente.

«Miaaaa!! Che bello rivederti!» dico abbracciandola.
«Sharon.. Fatti vedere.. Che ti sei fatta bella!! Come stai? E' da una vita che non ci vediamo..»
«Lo so, scusa. Ma ho preferito fermarmi un attimo.. Dopo quello che è successo..»
«Tesoro, lo so.. Ma ora stai meglio» e sorride leggermente «ti si legge in viso.. Che è successo.. Hai trovato il fidanzato??»
«Ma no!!» e arrossisco.
«Clara.. Puoi andare adesso.. Ci vediamo domani. Puntuale eh!» dice rivolgendosi alla nipote.
«Certo zia. Ciao.. E' stato un piacere conoscerti, Sharon.» dice guardandomi come se avesse visto un fantasma.
«E' stato un piacere anche per me!» e sorrido aspettando che si giri ed esca dalla porta principale.
Parlare con Mia è stato, per me, sempre come parlare con una sorella maggiore.
I suoi consigli, le sue opinioni.
Tutto era diventato indispensabile per me.
E ora, dopo quattro anni, l'ho finalmente capito.
Le ho parlato di tutto ciò che era successo negli ultimi tempi, fino ad arrivare ad oggi.

«Quindi pensi di ritornare qui?» dice guardandomi fissa negli occhi e sorridendo.
«Se per te va bene..» mi interrompo e insieme diciamo "SI" ad alta voce ridendo e abbracciandoci.
«Ti aspetto domani allora.. Ti entrano ancora le scarpette?? Credo di no, giusto?» chiede guardandomi i piedi.
«Esatto, ma domani mattina uscirò a comprarle, visto che non ho scuola..»
«Perfetto!!!» dice soddisfatta. «Vieni qua» continua «guarda qui!».
Mi porge una cornice con una foto.
Eravamo io e lei sul palco, durante una premiazione.
Miglior ballerina dell'anno della scuola. 
Premio inventato da Mia per spronare tutti i suoi allievi. Che ricordi!
Scoppio quasi a piangere, mentre qualcuno suona alla porta.

«Beh Mia, io vado.. Si è fatto tardi!»
«Aspetta, ti accompagno.. Così vedo pure chi è..» dice seguendomi nel corridoio stretto.
Mi precede e apre la porta, mentre un ragazzo, forse qualche anno più grande di me, la saluta porgendole un pacchetto.

«E' da parte di mia sorella, ha la febbre e non è potuta venire!!» dice mentre Mia afferra il pacchetto.
«Tranquillo Davide! Anzi, salutamela tanto..» 
«Certo!» il ragazzo sorride e si allontana.
«Emh.. Mia, adesso scappo.. Ci vediamo domani!!» dico dandole un bacio sull guancia e uscendo.

Davide.
Quel ragazzo aveva lo stesso colore degli occhi del mio amico Davide.
No, non può essere lui.
Mentre penso ciò cammino e, svoltando un angolo, sbatto contro qualcuno.
Lui.
Da vicino era ancor più carino.
Occhi azzurri, capelli sbarazzini neri con qualche ciuffetto fuori posto, pelle di un colorito stupendo e un sorriso bellissimo.

«Scusa, non ti avevo vista» dice diventando leggermente rosso.

Vi è mai capitato di avere una sorta di colpo di fulmine?
Se la risposta è si, allora potete capire come mi sento ora.

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Capitolo 5
*** Più lo guardo, più mi perdo nel colore dei suoi occhi. ***


«Scusa, non ti avevo vista» dice diventando leggermente rosso. 
«Tranquillo» rispondo cercando di mantenere la calma più assoluta anche se già sentivo le mie guance surriscaldarsi.

Più lo guardo, più mi perdo nel colore dei suoi occhi.
Ma, in fondo in fondo, nemmeno lo conosco. Distolgo lo sguardo sperando che quindi si sposti, ma resta li impalato.
«Ma tu non sei la ragazza di prima?»
«S-si.. » e sorrido in modo quasi impercettibile mentre, fortunatamente, mi squilla il telefono. «Scusa un attimo..»
Rispondo e sento mio padre che mi dice di passare da casa entro cinque minuti perchè lui deve scappare urgentemente al lavoro. Chiudo la chiamata e mi volto verso Davide che aveva già intuito il fatto che dovessi andare via.

«Scusa, devo andare.. Ciao!!» gli dico sorridendo e salutandolo con la mano..
«Posso sapere almeno come ti chiami?» mi dice prima che potessi voltarmi per andare via.
«Emh.. Sharon.. Mi chiamo Sharon..»
«Bel nome.. Ci vediamo allora..»
Entrambi sorridiamo e mi volto per proseguire verso la strada di casa mia.
 
Torno a casa e fortunatamente trovo in un mio vecchio armadio tutti gli accessori che mi sarebbero serviti per ballare.
Scaldamuscoli, retine per capelli, fermagli, body e calze.
Mancano solo le scarpette, ma a quelle ci penserò domani..
Sono stanchissima, meglio dormire un po' di più oggi, quindi vado a letto ma mentre sto per addormentarmi mi vibra il cellulare.
Un messaggio.

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