It's going to be worth it.

di ImNoneSpecial
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io mi chiamo Harry, Harry Styles ***
Capitolo 2: *** 2. E' un dovere Milady ***
Capitolo 3: *** 3. Alex ***
Capitolo 4: *** 4. Tutta colpa di Alex, e di quello stupido sms ***
Capitolo 5: *** 5. Bellissima ***
Capitolo 6: *** 6. Una stella è sempre sola perchè pensa solo a splendere ***



Capitolo 1
*** Io mi chiamo Harry, Harry Styles ***


Lei uscii di casa piangendo, non ce la faceva più.
Camminò per le strade di Londra a testa bassa, con il cappuccio calato sugli occhi per ripararsi dalla pioggia che cadeva costantemente da quella mattina, ma anche per non far vedere le lacrime che scorrevano a fiumi dai suoi occhi. Andò al laghetto nel parco, dove andava sempre quando aveva bisogno di pensare. Si sedette sul bordo del piccolo pontile di legno e lasciò le gambe penzolare a pochi centimetri dall’acqua. Finalmente sola poté abbassare il cappuccio e lasciare che l’acqua fresca di fine settembre le rinfrescasse la mente. Troppe preoccupazioni quell’estate, troppi litigi e troppe lacrime. Ma finalmente era a casa, dai suoi vecchi amici che le volevano bene anche se era un po’ grassa e anche se non era niente di speciale, soltanto se stessa.
Aveva sempre avuto un sacco di amici, ma mai nessuno aveva saputo il suo segreto.
Lo teneva per se, e poi di notte piangeva tutte le sue lacrime abbracciata ad un cuscino.
La scuola era ricominciata, dandole un po’ di sollievo da quell’inferno che era casa sua.
Perché lei anche se abbastanza popolare era una sfigata in incognito, una di quelle che si innamora perdutamente del suo idolo, una di quelle che leggono decine e decine di libri, una di quelle a cui la musica Hause non piace, una di quelle che sogna ancora il principe azzurro.
Inspirò profondamente e il profumo della pioggia le inondò le narici, schiarendole un po’ le idee.
Spostò lo sguardo verso il cielo e restò a fissare le nuvole.
Erano così grigie e pesanti, assomigliavano ai battiti del suo cuore.
Lui uscì di casa più confuso che mai.
Ma che cavolo stava facendo?
Lui, una pop star di fama mondiale, iniziava ad odiare la sua vita.
Di chi si poteva fidare adesso?
Non poteva più parlare con nessuno senza che questo non saltasse dalla gioia per aver incontrato il suo idolo.
Certo c’erano gli altri membri del suo gruppo, ma lui non era mai riuscito a non conoscere altre persone. Lui aveva bisogno di qualcuno con cui ricominciare, aveva bisogno di lei.
Ma lei chi poi? Boh, qualcuna con cui parlare, parlare veramente.
I suoi piedi lo portarono fino al parco, e poi seguendo un sentierino poco battuto arrivò al laghetto.
Distolse lo sguardo dalle sue All Star ormai completamente fradice e guardò dritto davanti a se.
Non la notò subito, ma quando la vide fu come paralizzato.
Aveva le gambe a penzoloni, e le punte delle sue scarpe quasi sfioravano il pelo dell’acqua.
Lui seguì il suo sguardo che era rivolto verso l’alto e sospirò rendendosi conto che la ragazza stava guardando le nuvole.
Decise di osservare meglio Lei.
I capelli marroni erano tutti bagnati e quindi appiccicati alla faccia e  le ricadevano sulle spalle a ciocche, gli occhi erano gonfi e le guancie arrossate. Si, stava decisamente piangendo.
“tutto bene?” azzardò lui insicuro.
La ragazza sobbalzò e si girò di scatto a guardarlo in cagnesco.
Ma dopo alcuni istanti il suo sguardo si addolcì un po’.
“No, non sto bene..” sospirò lei rigirandosi verso la superficie piatta del laghetto.
Il ragazzo fece un respiro profondo e si mise a sedere affianco a lei.
“E tu? Stai bene?” gli chiese la ragazza senza guardarlo.
“No, senò non sarei qui.” Rispose osservandola attentamente.
Quella ragazza non aveva i capelli biondi, non aveva gli occhi chiari e neanche un fisico asciutto; eppure qualcosa nel suo “no, non sto bene” lo aveva colpito.
Forse la rassegnazione con cui lo aveva detto, forse il fatto che non lo aveva guardato in faccia, forse perché sembrava farle così male che nemmeno riusciva a respirare.
I due restarono in silenzio per un po’, con lo sguardo che vagava oltre il laghetto, oltre le cime degli alberi e oltre a quelle nuvole così grigie e opprimenti, in quel momento sembrava potessero vedere di più. Poi smise di piovere così il ragazzo sorrise e si girò verso di lei “piacere, io mi chiamo Harry, Harry Styles.”
 
Ed in quel momento Harry odiò il suo nome, la sua fama, odiò i suoi inconfondibili occhi e i suoi ricci tanto famosi. Odiò il fatto che di li a poco il suo nome avrebbe rovinato tutto. Lui era “quello famoso” e lei era una probabile fan urlante.
Ed invece lei non lo guardò neanche, non ne rimase per niente scossa, continuò a guardare fisso davanti a se, cercando di non far notare le lacrime che non riusciva a fermare.
“E tu? Come ti chiami?” chiese ancora un po’ incerto lui.
“Amy..” disse lei con un filo di voce.
“Amy?” chiese Harry aspettandosi un seguito.
“Cosa ti importa di sapere il mio cognome?” chiese lei a metà fra il divertito e l’indispettito.
“non lo so.. emh.. per facebook?” rispose lui con aria innocente.
“non lo ho!” disse lei con aria trionfale.
Harry pensò che lei era una tipa tosta, ma che c’era anche dell’altro sotto a quella corazza.
Amy pensò che lui era un’idiota, ma che nonostante tutto sembrava soffrisse per qualcosa.
“senti ti va qualcosa di caldo?” chiese lui dopo altri minuti di silenzio. Lei lo guardò inarcando un sopraciglio. “offro io ovviamente!” aggiunse poi lui precipitosamente.
Lei non poté far altro che sorridergli, così Harry si alzò in piedi e la aiutò ad alzarsi.
Si avviarono verso il centro del parco, superarono la vecchia quercia, e seguendo il sentiero principale si diressero verso lo starbucks dall’altra parte della strada.
“che cosa volete ordinare?” chiese la cameriera sorridendo ad Harry ed ignorando completamente Amy. “Io una cioccolata calda grande e tu?” chiese Harry senza degnare di uno sguardo la cameriera dai  lunghi capelli biondi. “un cappuccino medio per favore” rispose lei guardando la ragazza. “ok va bene, arrivano subito!” disse ancora la cameriera con quel sorriso nauseante e con eccessiva felicità. Dopo qualche minuto si sedettero ad uno dei pochi tavolini liberi nel locale affollato. Sorseggiarono lentamente la loro bevanda finchè una ragazzina non si avvicinò timidamente con carta e penna in mano. “Ciao Harry..” disse senza fiato. Lui la guardò con curiosità e per un secondo l’idea che qualcuno si era accorto di lui lo fece andare in panico, ma poi si accorse che nessun’altro guardava in quella direzione. “non è che puoi farmi un autografo?” chiese ancora la ragazzina con un po’ più di coraggio. Amy guardò la scena allibita, chiedendosi chi fosse quel ragazzo che le stava offrendo da bere. “Ti prego, non dire a nessuno che sono qui!” disse lui facendo gli occhioni da cucciolo subito dopo aver firmato il pezzo di carta. “Certo Harry! E Grazie mille, per tutto quello che fate per noi fans!” disse la ragazzina andandosene. Harry si rigirò lentamente verso Amy e con un po’ di paura si accorse che i suoi sospetti erano realtà: Lei lo guardava sconcertata, senza capire. “ti prego dimmi a cosa pensi..” implorò lui. “Mi chiedo da chi mi sono fatta offrire un cappuccino” disse Amy irritata. “Faccio parte di una band..” rispose lui con un filo di voce. Ecco, lo sapeva, tutto era rovinato. “Oh bene! Senti, la tua buona azione del giorno l’hai fatta: mi hai raccolta dalla strada; adesso puoi anche chiamare i giornalisti e dare la notizia, io me ne vado. Non ho bisogno di te, io non ho bisogno di nessuno.” disse Amy prendendo il suo cappuccino ed uscendo di fretta dallo Starbucks senza nemmeno dare l’opportunità a lui di rispondere.
‘odio la mia vita’ pensò Harry prendendosi la testa fra le mani e chiudendo gli occhi.
 
NOTA DELL'AUTRICE: allooora! prima di tutto vi ringrazio di essere qui! Volevo solo dire che questa è la prima storia che pubblico qui su EFP (ma non è la prima Fan Fiction che scrivo), ed è la prima volta che scrivo in questo Fandom. Sono molto ben accette le critiche. Peace & Love -Mo.

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Capitolo 2
*** 2. E' un dovere Milady ***


Capitolo 2: È  un dovere Milady. 
 
Passarono diversi giorni e la depressione di Harry aumentò sempre più.
La band aveva appena finito un tour di Fan Event in tutta Europa e per un po’ sarebbero rimasti  a Londra, aspettando l’uscita del loro primo, attesissimo, CD.
“STANNO CADENDOOOO!” urlò Louis entrando di corsa in casa con due buste della spesa stracolme e lasciandole cadere sul tavolo.
Harry non si mosse neanche, rimase seduto sul divano con le gambe strette fra le braccia, la tv accesa e lo sguardo perso fuori dalla finestra. Louis sospirò, era da un paio di giorni che non riusciva a capire che cosa passasse nella testa dell’amico.  Mise via la spesa e salutò Zayn che era sceso a vedere che cosa aveva provocato tutto quel fracasso. I due borbottarono qualche parola sul fatto che Harry era strano, ma lui non ci fece nemmeno caso.
“Esco” disse all’improvviso il riccio alzandosi dal divano e prendendo la giacca.
“Dove vai?” chiese Niall che stava scendendo le scale proprio in quel momento.
“Non lo so..” rispose Harry chiudendosi la porta alle spalle.
“dobbiamo scoprire che cos’ha quel ragazzo” constatò Zayn.
“già!” acconsentì Niall rubando un biscotto dalle mani di Louis e ficcandoselo in bocca intero.
“Hey! Quello era mio!” protestò lui.
“adesso non più!” rispose l’altro con la bocca piena.
“Bambini” borbottò Zayn afferrando direttamente tutto il pacchetto e lasciandosi cadere di peso sul divano.
 
La vita di Amy scorse normalmente, era abituata a fingere che andasse tutto bene.
Quella sera tornò a casa e non cenò neanche, si mise direttamente a letto dicendo che era stanca per la corsa che aveva fatto per evitare la pioggia.
Era brava anche a dire bugie, pensò mettendosi a letto dopo essersi asciugata i capelli.
Si addormentò subito, ma il suo ultimo pensiero furono quegli occhi verdi così profondi da poterci annegare.  
La vita continuò ed lei si rifiutò di fare ricerche su Harry, non voleva sapere più niente di lui, voleva solo dimenticare quegli occhi.
Pioveva da tutto il giorno ed Amy si trovava sull’autobus, nell’ultimo posto infondo, affianco al finestrino. Doveva arrivare fino a capolinea per essere finalmente a casa così si lasciò andare e chiuse gli occhi.
Harry salì sull’autobus con il cappuccio calato sugli occhi e si immobilizzò di colpo.
“Oh insomma ragazzo datti una mossa e vai avanti prima che il signor autista chiuda le porte lasciandomi qui!” si lamentò una signora anziana molto poco cordialmente. Lui si spostò meccanicamente e si sedette affianco a lei.
Si, Amy era li, seduta su quell’autobus con la testa appoggiata al finestrino e gli occhi chiusi.
Appena Harry sfiorò la sua borsa con il gomito la mano di lei scattò verso la cerniera e si girò di scatto verso di lui. “Ah, adesso sei anche un ladro?” chiese lei con disprezzo. “Bei riflessi!” rispose Harry sorridendole, ignorando la sua frecciatina e il suo sguardo assassino.
“Non sto scherzando” disse lei seriamente. “Ok scusa non volevo, ti ho sfiorato per sbaglio la borsa con il gomito” si scusò Harry con aria innocente. “Cosa ci fai qui?” chiese lei di rimando. “Sai di solito ci si sposta con l’autobus, ma poi non so, ci si dorme anche come vedo!” provò a scherzare lui. “Non sei divertente. Vattene.” Sibilò lei guardandolo malissimo. “Senti io sono salito qui sull’autobus per tornare a casa, devo arrivare fino a capolinea e non ho voglia di farlo litigando con te. L’autobus è pieno e questo è l’unico posto che ho trovato. Non so perché eri così triste quel giorno o perché adesso sei così dura con me, so solo che non sei l’unica al mondo che sta male, ok? Volevo trovare un’amica, non hai voluto? va bene, ma adesso finiamola!” disse Harry tutto di un fiato, ma senza un minimo di rabbia. Lei lo guardò sbalordita, come se non se lo aspettasse.
“scusami è che è tutto così… difficile..” mormorò lei spostando lo sguardo fuori dal finestrino. 
Harry sorrise e le porse la mano. “Ok ricominciamo: Piacere io mi chiamo Harry!”. Lei gli sorrise. “Ed il cognome?” chiese maliziosa. “Non è importante!” rispose lui sorridendole dolcemente.
“allora? Come ti chiami?” chiese Harry insistente. “Amy” disse lei sorridendogli ampiamente.
“Dove scendi?” gli chiese lui cordialmente. “Capolinea, come te” disse lei perdendosi in quegli occhi che tanto aveva cercato di dimenticare.
Dopo venti minuti scesero dall’autobus ridendo ed Amy era quasi riuscita a dimenticare la prima ed ultima volta che si erano incontrati.
“Io adesso vado a destra” disse Harry mettendosi le mani in tasca. “Ed io a sinistra” rispose Amy sorridendo. “Ok allora … ci vediamo.” Disse Harry facendole un cenno con la testa. Lei lo salutò con la mano in silenzio, ma fu la prima a voltarsi ed ad andare per la sua strada. 
“Hey guarda chi c’è Mark, la piccola Amy!” disse un ragazzo dirigendosi verso di lei.
Harry nel sentire nominare la ragazza si girò di colpo, ma restò a guardarla da lontano.
“Che vuoi Nick?” chiese lei senza smettere un attimo di camminare furiosamente.
“cos’è adesso giri con i damerini e snobbi noi? Ti abbiamo visto sul autobus con quel idiota.” Rispose il ragazzo. “Harry non è nessuno per me, conosco a malapena il suo nome. Non ci vedremo più, è soltanto un idiota. Mi dovresti conoscere Nick, a me non me ne frega niente di nessuno, e adesso levati dal cazzo e fammi andare a casa!” disse Amy con freddezza. “oh-oh adesso si che ti riconosco cara, piccola Amy, pensavo di averti persa!” rispose quel viscido di Nick accarezzandole una guancia. Lei fece un passo indietro schifata. “Cos’è adesso mi schifi anche? Dopo tutto quello che abbiamo fatto?” chiese il ragazzo arrabbiandosi. “sei soltanto uno stronzo Nick, adesso puoi anche andartene.” Disse Amy provando a girargli attorno, ma lui la bloccò.
Harry, anche se con il cuore a pezzi per le parole di lei, si fece avanti ed afferrò la mano del ragazzo prima che colpisse Amy. “Non provarci neanche.” Sibilò furioso. “oh guarda, ecco il tuo amichetto!” disse Nick senza neanche degnare di uno sguardo il suo rivale. “Non sono il suo amichetto ed adesso vattene!” sibilò sempre più furioso Harry. Dopodichè fece un movimento così fulmineo che Nick quasi non se ne rese neanche conto, ma di sicuro se ne accorse dopo, quando si ritrovò il braccio bloccato dietro la schiena. “Adesso prendi il tuo amico e ve ne andate di corsa ok?” disse serio Harry. Nick annuì e quando l’altro lo liberò dalla sua morsa di ferro corse via assieme al suo amico. “Tutto bene?” chiese poi lui girandosi soddisfatto a guardarla. “Non ho bisogno che tu mi protegga da nessuno, ma grazie.” Disse lei abbassando lo sguardo a terra sull’ultima frase. “E’ un dovere Milady!” disse lui sorridendo e facendole alzare lo sguardo con due dita sotto il mento. “Non puoi baciarmi adesso.” Disse lei senza distogliere lo sguardo. “Non avevo intenzione di farlo” sussurrò lui senza fiato. Lei si avvicinò ancora di più alla sua bocca. “Non ci credi neanche tu Styles.” Lo provocò lei. “Non dire cazzate Amy, io non sono così” disse Harry senza allontanarsi di un millimetro da lei. “Staremo a vedere” sussurrò lei avvicinandosi ancora un po’ per poi riallontanarsi. “Ti accompagno a casa” disse Harry risoluto. “Abito qui vicino, non ce né bisogno.” Rispose lei incamminandosi. “Ed invece si, non si sa mai!” disse lui malizioso. Amy sorrise, ma non protestò. Dopo qualche minuto che camminavano lei si fermò davanti ad una piccola scalinata che conduceva alla porta di una villetta popolare. “Grazie mille, credo di saper salire le scale da sola.” Disse girandosi verso di lui. “Ok, allora ci vediamo Amy” disse Harry avvicinandosi pericolosamente alla sua bocca, per poi darle un leggero bacio sulla guancia. “ciao” mormorò lei girandosi e salendo le scale di corsa. Inciampò dopo pochi scalini ed Harry soffocò una risata. Amy entrò in casa senza neanche girarsi a guardarlo, si vergognava troppo.



 NOTA DELL'AUTRICE:
7 recensioni nel primo capitolo! ma voi siete veramente djhgkdshgk *_*
sinceramente non me ne aspettavo neanche mezza!
In primo luogo però chiedo perdono, perchè volevo postare ieri sera, ma poi sono arrivata alle 18:00 a casa ed ero stanchissima e dovevo studiare inglese!
Anyway, passiamo al capitolo di quest'oggi!
mi dispiace se c'è qualche parolaccia, ma vi renderete presto conto che sono fondamentali per rimanere "fedele" a caratteraccio di Amy!
A proposito di Amy: che ne pensate di lei? è troppo cattiva? oppure lo è troppo poco?
e di Harry?
fatemi sapere cosa ne pensate!
E non siate troppo buone: le critiche mi servono per migliorare!
QUESTO: http://twitter.com/#!/ImNoneSpecial è il mio account di Twitter!
se volete followarmi potete farlo, e se volete essere followate anche voi basta scrivermi!
Ok adesso vi lascio,
aggiornerò presto, promesso!
#MuchLove
-Mo.









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Capitolo 3
*** 3. Alex ***


Capitolo 3: Alex.

Tutto quello che voleva era essere felice. Ma non ci riusciva più da tempo ormai. E poi la sua mente era troppo occupata
a cercare di dimenticare Harry per permetterle di accorgersi di qualunque altra cosa.
Era così distratta che quella settimana aveva già rotto due bicchieri e un piatto, al caffè dove lavorava.
E non si accorse neanche di quando quella domenica, esattamente tre giorni dopo l’ultima volta che lo aveva visto,
lui era entrato nel bar con i suoi Ray-Ban a goccia scuri ed un cappellino di cotone grigio sulla testa.
Il locale era vuoto a quell’ora di domenica mattina ed Amy dava le spalle al bancone, cercando quelle
maledette bustine di zucchero che poco prima le erano cadute . “emh, emh” si schiarì la voce lui.
Lei fece un balzo da terra e si girò di scatto. Lo fissò per qualche istante, incredula. “mi spii?”.
“Ho i miei giri..” rispose semplicemente lui dandosi un occhiata attorno. C’era soltanto un vecchietto che beveva
un caffè leggendosi un giornale, così sospirò e si tolse occhiali e cappello. “Lo prendo come un si..” disse Amy
alzando gli occhi al cielo e abbassandosi di nuovo a cercare le bustine di zucchero.
“Non chiedi neanche al cliente che cosa vuole?” chiese lui divertito appoggiando un gomito al bancone.
“Che cosa vuole signore?” chiese lei forzando un sorriso in modo teatrale. “Un cappuccino e due brioche al cioccolato,
grazie signorina” disse lui facendo la faccia da angioletto. “Ingordo..” borbottò lei andando a preparare il cappuccino.
Lo sentì sorridere, e percepì perfettamente i suoi occhi che la seguivano in ogni suo movimento.  Harry la osservò attentamente,
il modo in cui prendeva la tazza, in cui si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.  La aveva pensata per tutto il tempo che
non si erano visti ed era giunto alla conclusione che si, forse era da pazzi, ma doveva assolutamente rivederla.
Harry la fissò per quasi due ore, ma poi una ragazzina gli chiese un autografo e vide Amy sbuffare alquanto irritata.
‘Lui non è un ragazzo normale, mettitelo in testa’ continuava a ripetersi mentre metteva i piatti sporchi nella lavastoviglie.
Stava concentrandosi completamente per evitare di guardare Lui, quando sentì la sua voce dall’altra parte del bancone che
le chiedeva quant’è che doveva pagare. “ 6 sterline” disse lei sbuffando e chiudendo la lavastoviglie con un calcio. Harry pagò e lei
gli consegnò lo scontrino, sulla quale lui ci scrisse qualcosa e gli lo riconsegnò. “Come fai a sapere che non venderò questo scontrino
con sopra il tuo numero di cellulare alla ragazzina che mi offre più soldi?” chiese lei in modo provocatorio. “puoi venderlo,
puoi buttarlo, puoi anche dargli fuoco, ma io sarei molto felice se tu mi inviassi un sms..” disse lui a metà fra il serio e il provocatorio.
Amy inarcò un sopraciglio e guardò Harry voltarsi ed uscire dal negozio.
Nel momento in cui Lui uscì dalla porta a vetri del negozio
Amy pensò che lo odiava. Si, lo odiava perché riusciva sempre a sconvolgere la situazione,
ad aggirare tutti i suoi principi ed ad intrufolarsi nella sua vita. 
 
Quella sera Amy era seduta sull’autobus mentre tornava a casa e distrattamente si chiese che cosa stesse facendo Harry in quel momento.
‘No! La devo smettere, non è possibile!’ si rimproverò.  Entrò in casa, salì le scale di corsa e si lanciò sul letto sfinita.
Dopo qualche minuto in cui era rimasta ferma immobile sul letto decise di afferrare il suo diario e di iniziare a scrivere:
 
 
“ Caro diario,
non lo sopporto più! Lui è così … odioso! Non si è fatto vedere per giorni e poi oggi si è
presentato a lavoro e mi ha fissata per tutto il tempo, ah la sai una cosa? Mi ha anche lasciato
il suo numero su uno scontrino. Ma chi lo vuole il suo numero? Io no di certo! Forse non ha capito
che io non sono una di quelle ragazzine che impazziscono per lui, non può farsi il figo in questo
modo con me!                             
 Però è così carino.. con quegli occhi verdi e i ricci, e le sue labbra sono così..
 MA CHE CAVOLO STO SCRIVENDO? A volte mi chiedo che cosa mi passi per la testa. E la risposta
in questi ultimi giorni è sempre la stessa: Lui. E lo odio per questo, lo odio profondamente.
Come può entrare nella mia vita così? Credendo di farmi un favore a provare ad aiutarmi.
A me non me ne frega niente se lui è Harry Styles, è soltanto un’altra persona che rompe le scatole
in una maniera assurda. Ritornando alla questione principale … cosa me ne faccio del suo numero?
Lo butto? Lo vendo? Oppure gli invio un sms?  Magari chiedo ad Alex, lui saprà di sicuro cosa fare.
Ma se poi lui mi costringe ad inviare un sms ad Harry? Non potrei mai farlo, mi vergognerei troppo!
E poi cosa dovrei scrivergli? Secondo me se gli scrivo un paio di insulti capisce subito chi sono.
Boh.. Alex saprà cosa fare,
lui sa sempre cosa fare. Però non mi permetterà di scrivergli insulti.
Appena racconterò tutto ad Alex lui dirà  “Oddio Amy, è troppo figo, non puoi lasciartelo sfuggire così!”.
E’ questa la sfortuna di avere come migliore amico un gay.
Però Alex è decisamente l’unica cosa decente che c’è nella mia vita, quindi lo devo sopportare.
Oh cazzo. Alex lo so che tu leggerai queste parole (anche perché non ti fai mai gli affaracci tuoi e leggi sempre
il mio diario) quindi ti prego, ti prego, ti prego NON TI ARRABBIARE!
Adesso vado, ho delirato fin troppo per oggi!
Amy.”

 
“vengo a casa tua, sono li fra 15 minuti. Intanto fai una ricerca in internet su un certo Harry Styles. È importante”. Amy rilesse l’sms e
lo inviò al suo migliore amico. Entrò nel bagno e si risistemò un po’ il trucco che dopo una giornata di lavoro era alquanto rovinato.
Si guardò allo specchio e sospirò. Quante volte aveva desiderato che l’immagine dello specchio cambiasse? Che lei fosse più bella
e soprattutto più magra? Quante volte aveva detestato l’immagine di se stessa?
Lei non era magra e non era bella, e si odiava per questo. Sospirò di nuovo ed uscì dal bagno dirigendosi in camera sua.
Afferrò la borsa e ci buttò dentro il suo diario, il portafoglio, il cellulare, dei fazzoletti di carta e anche il famoso scontrino.
Si mise l’mp3 in tasca e le cuffie nelle orecchie nel tentativo di soffocare i suoi pensieri insistenti. Ma ormai era troppo tardi:
un turbine di pensieri confusi prese forma nella sua testa. ‘no.. non posso pensarci adesso!’ pensò lei scuotendo la testa.
Mentre usciva di casa le arrivò un sms da parte di Alex“da quando ti interessi a quel figo di Harry Styles? Mi preoccupi.”.
Sorrise e gli rispose al messaggio. “Poi ti spiego. Novità in arrivo, che a te piaceranno di sicuro! :D”. Alzò lo sguardo dallo
schermo del cellulare e vide l’autobus girare l’angolo e dirigersi alla fermata a 100 metri di distanza da casa sua. “Merda”
mormorò lei iniziando a correre velocemente verso la fermata. Per fortuna l’autista la vide e la aspettò così che in 10 minuti
fu a casa del suo migliore amico.
Alex aprì la porta dopo pochi secondi, ed Amy lo guardò quasi con timore, aspettandosi il vomito di parole con cui
effettivamente l’accolse l’amico:
“Oddio, meno male che sei arrivata Amy: non ce la facevo più ad aspettare! Harry Styles? Novità? Mi spaventi!
E poi su tesoro non fare quella faccia ed entra!” disse lui facendola entrare e chiudendosi la porta alle spalle.
Alex era un bel ragazzo, ed era proprio un peccato che fosse gay.
Era abbastanza alto, con il corpo sottile ed esile;  aveva capelli biondo scuro e profondi occhi marroni.
Amava indossare jeans chiari strettissimi con magliette extra large, solitamente bianche, ma con qualche stampa.
Amy si ricordò quando lui le disse del suo orientamento sessuale: C’era girato attorno per venti minuti, poi all’ennesima
incitazione di lei, le aveva urlato in faccia che era gay. Amy era scoppiata a ridere, dicendo che lo sapeva già da tempo.
“Allora? Ti vuoi riprendere? Dimmi cosa centra quel figo di Harry Styles con te! Insomma non ti sei mai interessata a quel
tipo di musica, e poi mi è arrivato a quel messaggio e.. ma che cavolo ne sai tu di XFactor e del..”
“aspetta! Aspetta! – lo interruppe Amy fermandosi di colpo davanti al divano, senza neanche sedersi – hai detto XFactor?
Harry Styles ha partecipato ad XFactor?”.
“oh mon dieux, ma dove vivi?” chiese Alex sedendosi elegantemente sul divano e accavallando le gambe.
Amy sbuffò e si lasciò cadere pesantemente sul divano. “ok dai, riempimi la testa con le tue stronzate su quell’idiota di Harry Styles…
ma ti prego, ti supplico, sii breve e coinciso!” gli disse lei guardandolo con occhi dolci. Lui scoppiò a ridere, incrociò le mani sulle
ginocchia e si protese verso la sua migliore amica. “Ha fatto i provini per XFactor come solista, e lo hanno fatto anche Niall Horan,
Zayn Malik, Louis Tomlinson e Liam Payne. Ricordati questi nomi baby, perché ti serviranno dopo. Insomma,
avevano fatto tutti il provino come solisti e vennero chiamati assieme ad altri per essere eliminati, ma i giudici ebbero
una sottospecie di illuminazione: decisero di unire i quattro ragazzi che ti ho nominato prima ed Harry in una band.
I One Direction. E ci hanno visto lungo direi! Sono arrivati terzi, ma hanno avuto un successo planetario.
Adesso facciamo una cosa… Ridimmi i nomi di tutti e 5!” Spiegò lui. “Allora… Harry… emh… Miall ?” chiese lei incerta.
 “No santo cielo! Niall! Con la N. – sbuffò – dai continua.”. “allora … Harry, Niall … L-Louis … Liam? Si mi sembra così.
E poi ce n’era un altro con la Z …” riprovò lei. “Zayn!” concluse Alex. con aria scocciata. Amy scoppiò a ridere.
“Ma quanto ti amo?” chiese poi lei retoricamente. “Perché?” chiese lui avvicinandosi. “Perché si un personaggio Alex!
A parte che sei la personificazione dell’idea che ha la gente dei gay, sei davvero fantastico!”  spiegò Amy sorridendo.
“Lo so! Lo so! Gli autografi dopo, fai pure le foto, ma senza flash!” si atteggiò lui gesticolando come sempre.
Amy non ce la fece e scoppiò a ridere sguaiatamente piegandosi su se stessa tenendo le mani sulla pancia.
Anche Alex si unì a lei, ma dopo qualche istante si ricordò improvvisamente di qualcosa e diventò di nuovo serio.
“Adesso che ti ho raccontato tutta la storia Baby, mi devi spiegare tutto! Insomma non puoi mica lasciarmi qui col dubbio!”. 
Amy sospirò ed iniziò a raccontare “La settimana scorsa…” “Aspetta, aspetta! – la interruppe Alex – mi stai dicendo che
qualunque cosa sia successa, è accaduta una settimana fa e tu me la racconti solo adesso?”. Amy sbuffò. 
“Senti Cocco non rompere, se  vuoi sapere cosa è successo stai zitto, sorridi e annuisci!”.
Lui fece il gesto di chiudersi la bocca con una chiave e di lanciarsela alle spalle.
Così lei gli raccontò tutto, ma tralasciò fatto che stesse piangendo. Appena  finì di spiegare
Alex non ce la fece più e si alzò per iniziare a saltellare lanciando gridolini soffocati. “Oddio ma stai scherzando?
Hai il numero di Harry Styles? Oddio Harry Styles! Ma ti rendi conto?! Harry Styles!”. Non riusciva proprio a crederci,
la sua migliore amica aveva conosciuto e fatto sicuramente colpo su un super famoso e super figo, di nome Harry Styles.
Lei, la sua migliore amica,  la stessa ragazza un po’ grassa ma bellissima che lui conosce bene, la stessa lunatica che lo
fa impazzire, la stessa Amy che si fa sempre male. ‘Lo sapevo!  Pensò Alex – la vita non poteva fare schifo per sempre’.
Ma il suo entusiasmo fu spento subito dopo che si accorse dello scarso entusiasmo della sua migliore amica.
“Uffa, sempre la solita storia!” si lamentò. “Si lo so,  sono una guastafeste ma…”. “Ma cosa? Cosa c’è di così difficile?
Prendi il cellulare e gli invii un messaggio!” ribatté Alex deciso. “Ma sei scemo o cosa? È una super star! Ha una fama mondiale,
lo hai detto tu! Io non credo nelle favole, lo sai. E non credo che Harry Styles si possa interessare ad una come me!
Sono un caso clinico cazzo, confronto a tutte quelle che potrebbe avere lui io non sono niente! E poi, come se mi
importasse di quello che potrebbe succedere fra me e Harry! Il problema non si pone: non succederà mai niente!”
urlò Amy.
Alex la fissò, e lei non poté non notare che gli occhi di lui avevano un taglio simile a quello di Harry.
Lui sorrise, afferrò la borsa di lei, ci frugò dentro e tirò fuori il famoso scontrino e il cellulare di Amy.
“Cosa hai intenzione di fare?” chiese lei allarmata. Il sorrisetto di lui si allargò.
“Adesso inviamo un messaggio al tuo amichetto!”.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      Lei si rimpossessò del suo cellulare poco dopo e rilesse quello che il suo migliore amico aveva scritto ad Harry.
“Alex, io ti odio! Ma cosa diavolo c’hai in quella testa? Ti sembra il caso di scrivergli un messaggio del genere
dopo che ti ho detto che non me ne frega niente di lui?”

 
 NOTA DELL'AUTRICE:


Buonaseraaa!
Innanzi tutto mi dispiace, volevo postare ieri sera, ma poi Lunedì
ho avuto un piccolo incidente che riguardava il mignolo della
mia mano destra e un bicchiere rotto e quindi non ho più continuato.
Comunque sia non è niente di grave, cioè è un taglio profondo e non posso
scrivere (a mano), però non ho i punti (per fortuna!).
Passiamo al capitolo:
Continuo, o meglio: Amy continua a maltrattare Harry,
ma adesso ha il suo numero di cellulare!
Cosa ne pensate di Alex?
è ispirato ad un mio amico, anzi diciamo che è proprio lui!
siete curiose di sapere cosa ha scritto Alex ad Harry da parte di Amy?
Spero di si!
E cosa ne pensate del diario di Amy?
Il quarto capitolo lo ho già quasi finito, quindi spero di riuscire a postarlo entro la viglia!
Anyway,
anche se le recensioni sono passate da 8 a 5 nel secondo capitolo
so benissimo che capita spesso di non "avere voglia" di recensire o anche
solo di non avere il tempo!
Ci terrei molto a sapere cosa ne pensate di questo capitolo e sopratutto di Alex!
QUESTO E' IL MIO ACCOUNT DI TWITTER: http://twitter.com/#!/ImNoneSpecial
Peace, Love & Music
-Mo.


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Capitolo 4
*** 4. Tutta colpa di Alex, e di quello stupido sms ***


LOOK AT ME_:

Questa volta lo metto all'inizio perchè.. boh, perchè si! ù.ù
Prima di tutto vorrei ringraziare le 7 sante persone che hanno messo questa storia fra le preferite, quella persona che la ha messa fra le ricordate, e in generale tutte e 9 che la seguono! E anche alle ragazze che mi dicono cosa ne pensano tramite twitter e facebook.
Mi dispiace, avevo detto che forse aggiornavo prima di natale, ma davvero non ce l'ho fatta!
Mi scuso, perchè questo capitolo non è un gran che, ma è piuttosto di passaggio.
un enorme grazie a tutte voi che continuate a seguire questa storia, ma sopratutto grazie a
Sara, che anche se non le piacciono i One Direction legge questa storia per me,
a Nicole che odia leggere le "cose lunghe" ma si sforza (?) solo per me,
e alla Mavy che.. beh lei c'è sempre stata, in ogni mia fissa <3
Ok, vi lascio al capitolo.

#MuchLove
-Mo.

Capitolo 4: Tutta colpa di Alex, e di quello stupido sms.
Il suo cellulare vibrò ed Harry mise in pausa la PlayStation per vedere chi gli aveva scritto.
“Hey ma che ti prende? Non hai mai messo in pausa un videogame per rispondere al cellulare! Stai aspettando un messaggio importante?” si informò Liam abbastanza infastidito. Ad Harry scappò un sorriso. “Diciamo di si…” ma poi si concentrò totalmente sul cellulare senza prestare attenzione all’occhiata curiosa dell’amico. Odiò la decisione di aver messo la password per i messaggi perché questo lo rallentava, doveva assolutamente scoprire chi gli aveva scritto. E aveva bisogno che fosse lei a farlo. Aprì il messaggio ed un sorriso gli uscì spontaneo. “Ciao Harry, sono Amy.. quella del parco, dell’autobus e del bar… mi dispiace se ti ho trattato un po’ male l’ultima volta, sono un’idiota. Ti va di uscire un giorno di questi?”. Lui alzò lo sguardo dal cellulare e guardò il suo amico, che lo stava ancora fissando. “Allora?” chiese Liam. Harry non ce la fece più, doveva assolutamente condividere la sua felicità per quell’sms con qualcuno, e Liam era la persona giusta.
Deglutì forte ed iniziò a raccontargli tutto nei minimi particolari, senza tralasciare il fatto che pensava che Amy fosse perfetta. “E adesso sorridi come un ebete per un suo sms? Oddio Harry, ti sei preso proprio una bella sbandata!” commentò infine Liam. “Lo so..” sorrise l’altro, tornando a concentrarsi sul piccolo schermo del cellulare e rileggendo per la quarta volta quel messaggio. Respirò profondamente e con un sorriso malizioso digitò velocemente la risposta. “Mi sembrava di aver capito che volevi vendere il mio numero alla migliore fan offerente!”.
Dopodichè come se niente fosse rimise in Play il gioco ed iniziò schiacciare con energia i tasti del controller. Liam diede un occhiata preoccupata al suo amico. Quella Amy non le sembrava per niente la ‘ragazza perfetta’ che vedeva Harry. Anzi vedeva soltanto una ragazza arrabbiata con il mondo che avrebbe solo spezzato il cuore ad uno dei suoi migliori amici. Il ragazzo si perse nelle proprie riflessioni e quasi non si accorse di quando Harry rimise il gioco in pausa per leggere un altro sms. A giudicare dal sorriso enorme che si stese sul volto del ragazzo si doveva trattare ancora di Amy. “ Scusa, è stato il mio migliore amico. A me non me ne frega niente di te”. Pur non sapendo il perché Harry sorrise ancora più ampiamente quando finì di leggere il messaggio, nonostante la ragazza dicesse esplicitamente che non gli interessava uscire con lui.
Digitò la risposta e si rimise a giocare al videogame allegramente.
Liam era confuso dal comportamento dell’amico:  era sicuro di quello che aveva letto sullo schermo del cellulare di Harry, eppure aveva un sorrisetto contento.
Le possibilità erano due: o era diventato scemo oppure aveva in mente qualcosa.
Ma visto che Harry scemo lo era già di suo, Liam optò per la seconda opzione. E questo non lo tranquillizzava proprio per niente.
 
Alex lanciò un grido acuto ed Amy fissò basita lo schermo del cellulare.
Visto che il suo migliore amico era troppo occupato a festeggiare da solo lei ne approfittò per rispondere male a quell’sms. “Ma sei scemo o cosa?”.
“Oddio Amy! Oddio! Oddio! Non ci credo! Io lo sapevo, lo sapevo!”.
Alex era super eccitato e continuava a ripetere sempre le stesse parole girando in cerchio nel grande salone di casa sua. Mentre il suo migliore amico sclerava Amy si guardò attorno.
Era possibile che quella casa fosse sempre perfettamente in ordine?
Il divano color panna era immacolato, sul pavimento non c’era neanche un granello di polvere, la libreria era perfettamente pulita, divisa in due dal grande televisore al plasma.
Ecco, se c’era una cosa che le piaceva di quella casa era la libreria. Il lato destro era sommerso di libri di ogni genere, tutti rigorosamente in ordine per autore; il lato sinistro era pieno di cd di ogni genere, dal rock più duro al country, dai Coldplay ai Linking Park, fino ad arrivare a Pink e ai Jonas Brothers. Era davvero fantastica. Si riprese dalle sue riflessioni solo quando il cellulare la avvisò dell’arrivo di un nuovo messaggio. “Cosa! Allora, ti va bene o no?” chiedeva il messaggio. Anche Alex finalmente si accorse che la sua amica aveva già risposto al messaggio così si calmò ed aspettò che lei lo aggiornasse. Amy prima di rispondere alla domanda silenziosa che gli aveva fatto Alex rispose al messaggio di Harry con un “Vaffanculo.”. Dopodichè lasciò il cellulare all’amico e si alzò dal divano per poi avvicinarsi alla libreria dalla parte dei cd. Non si era avvicinata con un’idea precisa, ma appena si era trovata di fronte a tutte quelle copertine colorate la sua mente aveva iniziato a cercare la sezione della lettera ‘O’ .  “Cooooosa?” urlò Alex. Amy si spaventò e si girò di scatto, fulminandolo con lo sguardo. “Harry Styles, e dico Harry Styles, una star internazionale, oltre che un figo della madonna, ti chiede di uscire e tu gli chiedi se è scemo? E poi lui ti chiede la conferma e tu lo mandi a quel paese? - Alex urlava fuori di se gesticolando nervosamente - Ma dico Amy, sei impazzita?”. Lei sbuffò e diede le spalle al suo migliore amico e si concentrò sui cd rimettendosi alla ricerca della sezione giusta. Poi la sua mano scattò sicura verso un cd chiamato Up All Night e lo sfilò lentamente dallo scaffale. Ad Alex spuntò un sorriso orgoglioso sul viso ed aspettò in silenzio, osservando le mosse della sua migliore amica.
Amy osservò l’oggetto che aveva in mano e quasi le venne un colpo.
Lui era li, assieme ad altri quattro ragazzi, ed avevano tutti un sorriso stampato in faccia.
Aprì la copertina e sfilò il libretto, per poi aprirlo e cercare una sua foto.
Eccolo, di nuovo con quegli occhi ipnotici. Ma poi pensò che quella foto era un torto all’umanità, perché non rendeva minimante giustizia ai bellissimi occhi di Harry. Sospirò. Ma poi un altro messaggio la distrasse. “Lo prendo come un sì! Allora domani  ti vengo a prendere a casa alle 7pm!”. Sbuffò spazientita. Quel ragazzo riusciva proprio a farle saltare i nervi. Alex sbirciò il messaggio e si lanciò in una danza di festeggiamento. Amy non sapendo cosa rispondere scrisse solamente dei puntini di sospensione. “Questo me lo presti?” chiese poi riferendosi al cd che aveva ancora in mano. Alex si diede una calmata ed annuì energicamente. “Sei un pazzo..” Sospirò lei scuotendo la testa. “Me lo devi far conoscere! Farò in modo di essere a casa tua proprio verso le 7pm di domani!” disse lui deciso. “E perché dovresti?” chiese Amy scettica. “A) perché sono il tuo migliore amico, B) perché ti devo aiutare con il vestito e con il trucco, C) perché è Harry Styles, non il primo sfigato che passa per strada!” elencò lui tenendo il conto con le dita. Lei sorrise. “L’opzione A) è quella che mi piace di più”. I due si abbracciarono stretti. “Ah e il cd lo rivoglio indietro!” puntualizzò Alex sciogliendo l’abbraccio.
 
“Ci vediamo a scuola Alex!” disse Amy mezz’ora dopo uscendo da casa dell’amico.
“Posso venire a pranzo da te? Dobbiamo decidere un sacco di cose entro le 7pm!” chiese lui.
Amy sorrise ed in quel momento fu sicura che le cose non sarebbero mai cambiate.
Lei avrebbe continuato ad essere il solito maschiaccio, ed Alex sarebbe sempre stata la solita femminuccia. Era strana la vita, perché mischiava tutto e tutti apparentemente a caso, ma poi ci si accorgeva che tutto aveva senso. Lei ed Alex si completavano.
“Va bene” sospirò dando un bacio sulla guancia all’amico.
Dieci minuti dopo scese dall’autobus e si diresse verso casa sua.
Le luci erano accese, segno che sua madre non era ancora andata a lavorare.
Aprì la porta con la propria chiave ed entrò silenziosamente. “Ciao Jane” disse Amy affacciandosi dalla porta della cucina. Sua madre era ancora giovane, quasi ragazza, poiché aveva avuto la figlia a soli 16 anni; aveva capelli biondi ed occhi verdi, con un fisico praticamente perfetto. La osservò bene mentre era seduta al tavolo della cucina mentre con una mano teneva uno specchietto e con l’altra si passava la matita sull’occhio destro. “Amy! Dove sei stata tutto il pomeriggio? Insomma è domenica, domani c’è scuola, non hai compiti da fare?” chiese Jane senza neanche degnarla di uno sguardo. “Io lavoro, e poi sono stata da Alex. E no, non ho compiti poiché la scuola è cominciata soltanto da una settimana. E poi cos’è, adesso inizi a ricordarti che hai una figlia?” chiese Amy freddamente. “Perché sei così cattiva con me? Cercavo solo di interessarmi alla tua vita!” ribatté l’altra. “si.. okay.. ciao Jane, buon lavoro” rispose di nuovo Amy andandosene dalla cucina e salendo le scale di corsa. Si chiuse la porta di camera sua alle spalle e sospirò. Il letto era ancora disfatto e sulla sedia nell’angolo opposto a quello in cui si trovava lei c’era una montagna di vestiti, per non parlare della sua scrivania in cui c’erano accatastati un sacco di libri e di cd. “Il cd!” sussurrò poi lei sbattendosi una mano sulla fronte. Infilò una mano nella borsa ed affidandosi al suo tatto si mise alla ricerca di quel benedetto cd. Quando finalmente lo estrasse dalla borsa rimase per qualche istante a fissarlo. Voleva veramente iniziare questa storia? Non poteva più negare la fama di Harry, ormai aveva il suo cd fra le mani. Sospirò e mise il cd nello stereo. Tanto ormai cosa poteva fare? Doveva solo aspettare e vedere come sarebbe andata a finire.
Che poi era tutta colpa di Alex, e di quello stupido sms.
 
 




 .









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Capitolo 5
*** 5. Bellissima ***


Capitolo 5: Bellissima.
La campanella che segnalava la fine della quarta ora fece scappare un sospiro di sollievo ad Amy e fece andare in ansia Alex, che pensava dalla sera prima a cosa avrebbe indossato la sua migliore amica all’appuntamento che avrebbe avuto. I due amici si alzarono velocemente dalle sedie e assieme a tutti gli studenti si riversarono nel corridoio. “Allora? Eccitata per questa sera?” chiese Alex prendendola per mano. “Veramente sono stressata. E non centra il fatto che io esca con Harry, sei tu che mi metti ansia! E senza contare che tutto questo casino è solo colpa tua!” disse Amy lasciandosi trascinare in mezzo alla folla di studenti. “Certo, certo” mormorò Alex senza nemmeno starla a sentire. Questo era proprio tipico di lui. Era la persona più testarda sulla faccia del pianeta, addirittura più testarda di Amy. Se aveva in mente qualcosa nessuno lo poteva fermare.  Si fermarono davanti ai loro armadietti e presero i libri per la lezione successiva: Letteratura. Stavano analizzando con la professoressa Cooman il libro preferito di Alex, ossia Orgoglio e Pregiudizio.  Amy si lasciò trascinare di nuovo fra la folla fino ad arrivare alla giusta aula, la 105B e si lasciò cadere pesantemente su una sedia in ultima fila, affianco alla finestra. “Alex?” chiese lei girandosi verso di lui, che si era seduto al suo fianco e stava sfogliando la sua copia di Orgoglio e Pregiudizio. “Dimmi…” rispose senza neanche alzare lo sguardo dal libro. “Ho voglia di alcolici.” Disse semplicemente lei. Alex alzò finalmente lo sguardo dal libro e sorrise. “Non oggi baby, ti ricordo che abbiamo un appuntamento sta sera! Domani, domani abbiamo tutto il tempo che vuoi per ubriacarci”. Amy inarcò un sopraciglio. “Abbiamo? Noi? Non mi sembra che tu sia stato invitato…” puntualizzò. Lui stava per ribattere, ma fu interrotto dall’entrata della professoressa Cooman che zittì subito la classe. La Cooman era severa e pazza, ma Amy non poteva negare che le stesse abbastanza simpatica; era strana, e maledettamente brava a spiegare le cose.  La professoressa non perse tempo e fece subito aprire i libri a pagina 24. “Signorina Moore, le va di leggere?” chiese poi la Cooman riferendosi ad Amy. Lei sospirò. Non capiva come mai questi professori si divertivano a chiedere gentilmente se aveva voglia di fare qualcosa, se poi era un obbligo. Iniziò a leggere. “Il signor Darcy era in piedi li vicino, silenziosamente indignato per quel modo di passare la serata che escludeva ogni conversazione, ed era troppo immerso nei suoi pensieri per accorgersi che Sir Lucas gli era accanto, finché questi gli rivolse la parola: << Piacevole passatempo per la gioventù, non è vero, signor Darcy? Dopo tutto non c’è niente che valga il ballo. Lo considero uno degli svaghi più raffinati delle società civili>>. << Certamente signore; e ha anche il merito di essere in voga nelle civiltà meno civili del mondo. Non c’è selvaggio che non sappia ballare.>>    Sir Lucas si limitò a sorridere …”. “Bene signorina Moore, cosa ci può dire di questo pezzo?” la interruppe la Cooman. “Beh… Secondo me Darcy ha ragione: il ballo è una dei passatempi meno adatti per una società. Non c’è comunicazione fra le persone, nel mondo del ballo si è soli. Certo magari in un ballo a coppie si può interloquire, ma è diverso. Per esempio: in una cena all’epoca era molto più facile parlare e conoscersi che durante un ballo, dove si dovevano rispettare determinate regole di comportamento” commentò Amy. Un’altra cosa che le piaceva della Cooman era che qualsiasi cosa tu dicessi a lei andava bene, l’importante era che non si trattasse di qualcosa di particolarmente sciocco e superficiale. La professoressa diede poca importanza a quello che disse Amy e passò oltre, facendo continuare a leggere un altro alunno. La lezione passò veloce ed Amy per quanto si sforzasse non riuscì proprio a seguirla. La sua mente vagava, andava avanti nel tempo cercando di immaginarsi come sarebbe stata la sua serata. La campanella suonò ed Alex saltò in piedi, quasi come una molla, mentre lei era solamente un fascio di nervi. Presero il pullman assieme e in meno di mezz’ora furono a casa.
Dopo aver mangiato una pizza e dopo vari lamenti di Amy, si diressero in camera della ragazza per scegliere il vestito che avrebbe indossato lei quella sera. Amy infilò nello stereo il suo cd preferito, quello dei Simple Plan,  ed Alex spalancò le ante dell’armadio con immensa soddisfazione. Dopo un po’ che aveva fissato l’intero guardaroba dell’amica, la sua espressione passò da rilassata a preoccupata in meno di un secondo, irrigidì le spalle e si voltò velocemente verso Amy. “Abbiamo un enorme problema!” disse spalancando gli occhi. Lei lo guardò con aria interrogativa così che lui continuò a parlare. “Non sappiamo dove ti porta! Cioè come faccio a sapere come vestirti se non so dove vai? Ho assolutamente bisogno di saperlo”. Amy scoppiò a ridere. “Alex calmati, adesso gli scrivo un sms e glie lo chiedo, non è una tragedia!”. Lui si lasciò cadere di peso sul letto e lei prese il cellulare dalla tasca. Digitò velocemente il messaggio e lo inviò. “Posso sapere dove hai intenzione di portarmi questa sera? È importante.” I due amici restarono in silenzio per qualche minuto, aspettando una risposta di Harry. Nella mente di Alex scorreva velocemente tutto l’inventario del guardaroba che aveva davanti e cercava invano di pensare a dove sarebbero andati a cena, mentre Amy sembrava tranquillissima, anche se in realtà pensava con orrore ad una serata galante alla quale lei non sarebbe stata adatta. Non avrebbe fatto di sicuro bella figura, non aveva la giusta educazione, era abbastanza scortese, bruttina e di sicuro, assolutamente, completamente inadatta a qualsiasi situazione elegante. Praticamente non aveva chance. La suoneria del cellulare la distolse dai suoi pensieri. “Sei in ansia eh? Comunque non pensavo a niente di elegante. Ti piacciono i film?”. Alex lesse il messaggio e sorrise, fiondandosi di nuovo verso l’armadio della sua migliore amica. Amy ne restò infastidita. Possibile che quel ragazzo non riuscisse mai a dare una risposta esatta ad una domanda? Sospirò e gli rispose “è un modo per dirmi che mi porti al cinema?”. ‘Ma da quand’è che mi faccio tutti questi problemi?’ si chiese Amy. Non lo sapeva proprio. Odiava quel ragazzo, forse lo aveva già detto, forse non riusciva a pensare ad altro se non a quelle due parole. Ti odio. Lei non era così, non si era mai fatta problemi a dire quello che pensava, non era mai stata in ansia. Lo odiava. E mentre pensava a tutto questo l’idea di dare buca ad Harry si fece spazio nella sua mente. Ma dovette abbandonare il piano geniale che già le si stava progettando nella mente, perché Alex non glie lo avrebbe mai permesso. “Sei Capitan Ovvio! Comunque sia, che film ti piacciono?”. Amy gonfiò le guance indispettita dal soprannome che le era appena stato dato. “Horror – Splatter . stai attento: potrei prendere spunto per ucciderti :P”. Sorrise, soddisfatta della sua risposta e spostò l’attenzione al suo migliore amico che le stava mostrando vari accostamenti. Sbuffò. Sarebbe stato un pomeriggio molto lungo.
Harry lesse il messaggio e sorrise. “Hei ragazzi, che si fa sta sera?” chiese Niall entrando in cucina. “Harry esce con una ragazza!” disse subito Liam, che fu fulminato con un occhiata da quest’ultimo.  “Oh oh! – intervenne Louis – con chi mi tradisci?”. Harry non fece nemmeno in tempo a rispondere che si intromise Zayn. “Dove la porti?”.  Il riccio sbuffò. “Si chiama Amy” iniziò a dire, ma fu interrotto nuovamente da Niall che esclamò “Ooooh! Quella degli sms! Vero Liam?”. Lui annuì, e stava per fare un commento, ma fu interrotto anche lui da Louis e Zayn che ridevano per non si sa quale motivo. Harry si spazientì subito e si mise in piedi sulla sedia. “Si chiama Amy e la porto al cinema. Questo è tutto quello che potete sapere!”. Tutti si zittirono per poi scoppiare a ridere nuovamente. Harry pensò che erano tutti da rinchiudere in un manicomio, ma poi realizzò che probabilmente anche lui sarebbe stato internato, e allora si trattenne dal chiamare uno psicologo. “Che cosa la porti a vedere?” chiese Lou, cercando di sovrastare con le voci le risa degli amici.    “Un Horror..” rispose Harry. Tutti risero ancora più forte . “Oddio Hazza, non c’è modo più scontato per provarci con una ragazza! Sei veramente pessimo!” commentò Zayn. Lui scese dalla sedia su cui si era mezzo per attirare l’attenzione degli amici e sbuffò. “Prima di tutto io ho proposto il cinema e lei ha proposto l’horror! E comunque saranno un po’ cazzi miei di quello che faccio, no?” disse irritato.  “Hei, stavamo solo scherzando!” rispose accigliato Louis, alzando le mani in segno di resa. “Si emh.. scusate.. sono solo un po’.. teso.” Mormorò Harry arretrando un po’, per poi girarsi e prendere le chiavi della sua macchina. “Io vado – continuò lui – Magari non distruggete la casa mentre non ci sono, ok?”. Tutti risero e lui uscì di casa felice.                            Guidò per circa un quarto d’ora e parcheggiò proprio davanti a casa di Amy. Cosa doveva fare? Scendere e bussare alla sua porta? Fargli uno squillo con il cellulare? Inviargli un messaggio? Pensò che la cosa più educata da fare era quella di andare a bussare, così prese un respiro profondo e scese dalla macchina. L’aria di inizio settembre era fresca, ma si stava bene anche in maglietta a maniche corte. Arrivato davanti alla porta prese un paio di respiri, si stampò un sorriso cordiale in faccia, e suonò il campanello. Ad aprirgli la porta fu un ragazzo, e questo lo infastidì moltissimo. Cosa ci faceva a casa di Amy? Chi era? Cosa significava per lei? Mentre una serie di domande si rincorrevano nella testa di Harry, lui si costrinse a sorridere ancora di più e si presentò. “Oh si, lo so benissimo chi sei! Direi che non ci posso ancora credere e ben poco!” rispose il ragazzo davanti a lui. “E comunque – continuò – Io sono Alex, piacere!”. Gli strinse la mano e lo fece accomodare in casa. “emh.. Amy?” chiese Harry un po’ imbarazzato. “Oh, sta arrivando. E di sopra, se vuoi andare su puoi..” rispose l’altro con nonchalance. “No no, sono qui!” disse una voce che proveniva dalle scale. Harry che si era seduto su una poltrona si alzò subito in piedi, seguito da Alex.  Amy indossava una canottiera senza spalline bianca con una gonna nera a vita alta e delle decolté non troppo alte. Harry deglutì rumorosamente. “Sei .. sei bellissima Amy.” Sussurrò. Ad Alex scappò un sorriso. Era vero, era davvero bellissima.


NOTA DELL'AUTRICE:

BUON ANNO A TUTTE VOI!
 


Ok, detto questo, volevo ringraziarvi a voi per le bellissima recensioni che mi lasciate, siete davvero gjhgks *_*
Non credo di meritare tutti i complimenti che mi fate, però vabbè.
Passiamo al capitolo:
Lo so, lo so, vi aspettavate l'appuntamento, ma come nelle migliori telenovelas mi sono fermata proprio nel momento più bello!
ahah
ma non disperatevi, ci sarà tutto nel prossimo capitolo, e spero che riuscirò a farmi perdonare!
PASSIAMO ALLE NOTIZIE TRISTI:
il 2 parto, vado in piemonte dove NON avrò internet e quindi non potrò aggiornare. Non so bene quando tornerò, ma credo i il 7 o l'8.
Anyway mi porterò avanti con i capitoli, così da non farvi aspettare troppo!
E comunque visto che per l'appuntamento di Amy ed Harry sono abbastanza ispirata, spero di riuscire a scriverlo l'1, così da potervelo postare prima che io parta!
Che ne pensate di questo capitolo?
Fatemi sapere!
Peace, Love & Music
-Mo.



 


 






 

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Capitolo 6
*** 6. Una stella è sempre sola perchè pensa solo a splendere ***


IMPORTANTE:
 

Come ho già detto nel capitolo precedente: domani mattina parto e tornerò il 7.
Dov'è il problema?
Il problema consiste nel fatto che dove vado non ho internet e quindi non portro aggiornare!
Ma mi porterò dietro il portatitle e andrò avanti nella storia, così da poter postare più velocemente una volta tornata!
Anyway, passiamo al capitolo!
Devo ammettere che me lo ero immaginata in modo abbastanza diverso, e non è un gran che (secondo me!) ma tocca a voi commentare!
Ho cercato di seguire i consigli che mi hanno dato, e spero di esserci riuscita!
Ringrazio moltissimo:
_Arual_ che anche se non le piacciono i One Direction, è qui per me ^^
e Jackelvi che è una nuova Directioner, e che è stata MODESTAMENTE "infettata" da me ù.ù
Questa Fanfiction è nei preferiti di 9 persone, è ricordata da 3 persone, ed è seguita da 14 persone.
E anche se può sembrare che non sia molto, per me è importantissimo!

VI AUGURO BUONE VACANZE :D
-Mo.


P.S. la frase " una stella è sempre sola perchè pensa solo a splendere" la ho presa dalla canzone Ultimi Giorni - Guè.
Sinceramente non è il mio genere, ma me l'ha fatta sentire mio fratello e questa frase mi ha colpito molto, tanto da decidere di inserirla qui.


Capitolo 6: Una stella è sempre sola perché pensa solo a splendere.
 
In auto c’era un silenzio imbarazzato, che fu interrotto da Harry:
 “E’ meglio se mi fermo qui con la macchina, il cinema non è molto lontano e più avanti non troverò mai parcheggio.”
 “Certo non c’è problema” rispose Amy tenendo lo sguardo fisso davanti a se.
Una volta parcheggiata l’auto Harry uscì velocemente dall’abitacolo per andare ad aprire la porta ad Amy che stava cercando di recuperare la borsetta appoggiata precedentemente per terra.
“Oh .. – disse lei tirandosi su – grazie”.
 Lui sorrise e le porse una mano per aiutarla a scendere. Si trovarono uno di fronte all’altra a pochi centimetri di distanza. Harry le prese la mano.
“A cosa pensi?” chiese poi lui.
 Sul volto di Amy comparve un sorriso ironico. “Che anche con i tacchi non sono più alta di te!”.
Lui scoppiò a ridere assieme a lei e poi si diressero verso il cinema. Harry si tirò su il cappuccio della felpa per non farsi riconoscere, ma non riusciva a staccare gli occhi da Amy. Il modo in cui camminava, i suoi capelli, i suoi occhi.
“Perché mi fissi?” chiese un po’ incerta lei.
 “Non lo so, ma non riesco a smettere di farlo”.
 Lei arrossì violentemente, ma non disse niente.
“Non è strano? Stiamo uscendo assieme, ma io non so nemmeno quanti anni hai!” constatò Amy dopo qualche istante di silenzio imbarazzato.
 “In effetti si… io ho 17 anni, tu?” disse lui tranquillamente.
 “Devo farne 16 fra un paio di settimane”.
“Oddio ma sto uscendo con una bambina praticamente!” esclamò Harry sorpreso.
“Ma certo che no genio! Ho soltanto un anno in meno di te, ma sono nata ad ottobre!”disse lei ridendo.
“Ah già, hai ragione! – ammise lui – che giorno sei nata?”.
“Il 3 ottobre … tu?” chiese Amy.
 “Non ti sei informata sul mio conto?” chiese Harry di rimando.
 “Solo lo stretto indispensabile..” mormorò lei.
“E cioè?” chiese curioso lui.
“Come sono nati i One Direction e i nomi dei componenti della band”.
Ormai erano arrivati davanti al cinema, entrarono e presero i biglietti.
“Davvero Harry, non c’era bisogno che pagassi tu per me!” disse Amy sincera.
“Oh non c’è problema. Anzi, adesso ci prendiamo due panini per cena, e i popcorn per il film!” esclamò lui dirigendosi verso il bar del cinema.
Lei sbuffò, ma non potè fare altro che seguirlo. Mangiarono un panino e poi, presi i popcorn, entrarono nella sala e si sedettero in dei posti abbastanza in fondo.
“Comunque io sono nato l’1 febbraio” disse Harry mentre aspettavano che il film iniziasse.
Amy sorrise senza staccare lo sguardo dallo schermo.
 “Lo so… me lo ha detto Alex”.
 Lui la guardò sorpresa. “E allora perché me lo hai chiesto?”.
“Volevo fare un po’ di conversazione!” si giustificò lei.
 “Capito. Ma senti ..” iniziò a chiedere Harry.
 “sssh! Sta iniziando il film! Ricordatelo, me lo dici dopo!” disse lei sistemandosi sulla poltroncina.
Dopo circa metà del film Harry penso che era arrivato il momento di fare la sua mossa. Guardò Amy con la coda dell’occhio e la vide completamente assorta dal film, così si stiracchiò e passò il braccio dietro alle spalle della ragazza.
Amy sorrise, non le dispiaceva per niente quel contatto fra loro. Si girò verso di lui e lo guardò inarcando un sopraciglio.
 “Harry?” chiese lei.
Lui si girò incuriosito, anche se sapeva benissimo che era stato ‘beccato’.
“E’ la mossa più vecchia del mondo!” gli fece presente lei.
Lui rise e fece per togliere il braccio dalle spalle della ragazza, ma lei lo fermò.
“Non ho detto che mi dispiaceva…” mormorò.
Harry sorrise e strinse un po’ la presa.
 
Quando il film finì e le luci si accesero i due erano ancora abbracciati, e la testa della ragazza era appoggiata alla spalla di Harry. Si alzarono ed uscirono dal cinema assieme, uno affianco all’altra.
“Ti va di prendere un gelato?” chiese lui.
“No Harry, mi dispiace, ma domani io ho scuola, preferirei tornare a casa..” rispose Amy.
“Ah già che tu vai a scuola! – rise – allora ti riporto a casa! Dai andiamo!”.
Si incamminarono in silenzio, ma questa volta senza imbarazzo, erano tutte e due tranquilli e a proprio agio.
“Posso farti una domanda?” chiese Amy dopo un po’.
“Certo, tutto quello che vuoi.”
“Perché eri al parco quel giorno?” domandò lei.
Harry prese un respiro profondo. “Diciamo che la vita per i personaggi famosi non è esattamente semplice. Ed io sono solo all’inizio. Insomma ho 17 anni e non so più di chi fidarmi. Certo, ci sono quelli della band, ma è strano non conoscere più nuove persone”.
“Beh, ma insomma… cantare davanti a milioni di fan urlanti non è quello che hai sempre sognato?” chiese Amy incuriosita.
Ad Harry scappò una risata. “Oh, certo. Non c’è niente di meglio. E poi, insomma, mi ci vedi a me in giacca e cravatta per andare in ufficio?”
Anche Amy rise. “No, direi di no. Ma riconosco che l’essere famosi ha anche i suoi lati negativi. Per esempio fan urlanti che ti pedinano, e che sanno ogni singola cosa di te. Non è inquietante?” chiese lei.
“Si, abbastanza. Insomma, non è facile trovare qualcuno che ti chiede il nome.. qualcuno come te.” Disse Harry abbassando lo sguardo.
Ormai erano arrivati alla macchina, così salirono ed Harry riaccompagnò a casa Amy.
Arrivati davanti alla porta di casa della ragazza si guardarono negli occhi e si salutarono.
“Quando ci rivediamo?” chiese lui prendendole una mano.
Lei sorrise ed abbassò lo sguardo. “Quando vuoi..”.
“Ma tornando al discorso di prima – disse ancora Amy – devi ricordarti che una stella è sempre sola perché pensa solo a splendere. Non sono solo gli altri di cui non ti puoi fidare Harry, tu hai paura di fidarti di te stesso, di quello che stai diventando”.
E così dicendo gli diede un bacio sulla guancia ed entrò in casa.

 












 

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