And if you gonna like that?

di Haribo96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Forse dovrei crederci. ***
Capitolo 3: *** Ma che diavolo fai? ***
Capitolo 4: *** Do you think so? ***
Capitolo 5: *** Why to me?! ***
Capitolo 6: *** Do you know that is real? ***
Capitolo 7: *** Two new Weasleys. ***
Capitolo 8: *** Gita a Natale. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Ted Lupin aveva finito la scuola da parecchio tempo ormai. Ora viveva in una villetta simile a Villa Conchiglia, in Francia con la sua dolce metà Victoire Weasley. Ormai avevano più di vent'anni e Victoire aspettava due gemelli, niente poteva andare storto, no? Si amavano e presto ci sarebbe stato anche il matrimonio. Ma non è di questo che dobbiamo parlare, almeno non ora.
La sua "dolce e innocente" sorellina, Dominique, con il suo carattere glaciale si era fidanzata con il bel e gioioso Potter. Insomma, tutto il contrario, no? Bhè, gli opposti si attraggono e lei lo sa bene. Insomma, dopo neanche un mese, il giorno del loro primo mesiversario l'ha tradito, niente popo' di meno che con Fred Jr Weasley, suo cugino. Pare una cavolata, ma la notizia si è sparsa in fretta. Lei ha chiesto scusa e bla bla bla, ma il giovane Potter ha fatto la scelta giusta, l'ha lasciata e... bhè questo non possiamo sapere se sia giusto o meno però ha cominciato ad ignorarla ed evitarla. Ci sono voluti ben 2 mesi e qualcosa in più, per far sì che James perdonasse il cugino e gira voce che non l'abbia fatto completamente. Ma veniamo al dunque. 
Forse quello sarebbe stato il giorno giusto per il perdono, ecco perchè Fred, aveva chiesto a James di incontrarsi ad Hogsmeade, davanti Mielandia.
James, indossava una felpa arancione e nera con lo stemma dei Cannoni davanti e il suo nome scritto dietro, segno che era stato accettato nella squadra alle selezioni.
Aveva il suo solito sorriso da sbruffone, cosa che faceva scattare la scintilla in molte ragazze e odio nei ragazzi.
Fred, al contrario, aveva una felpa nera pesante, borse sotto gli occhi e le mani congelate. I capelli scompigliati dal vento che andavano da tutte le parti e il solito orecchino luccicante all'orecchio sinistro.
Era appoggiato al muro e aspettava con ansia il cugino. Non aveva fatto altro che chiedergli scusa, era sempre stato il suo "mentore" di scherzi e tutto, infatti erano cresciuti insieme e si portavano qualche quasi un anno, ma James era sempre quello più grande dopo Ted e Victoire.
James e Fred erano migliori amici prima che succedesse e il giovane Potter non gli aveva rivolto più la parola anche se lui cercava in tutti i modi di convincerlo che non l'aveva fatto a posta. La scusa più banale del mondo. James si avvicinò al cugino alzando leggermente lo sguardo per poi guardare altrove.
"Che vuoi, Weasley?" Ormai lo chiamava per cognome, non voleva neanche parlarci con lui.
"Parlare, James." Fred non si dava per vinto. Non si sarebbe mai arreso, di fronte a niente.
Quando lo chiamò per nome, James rabbrividì, ma non rispose, continuando a guardare dall'altro lato. 
"Senti, devi davvero scusarmi! Mi ha usato, ha usato tutti e due!" James fece una smorfia e schioccò la lingua, in attesa del continuo. "E' sua la colpa, credimi ti prego! Lo sai che non ti farei mai una cosa del genere!"
Quelle parole suscitarono in Potter una strana reazione, di odio e rabbia e tristezza, per aver perso il proprio migliore amico. 
"L'hai fatto. Sei andato a letto con lei appena te l'ha chiesto. Ed eravamo fidanzati, volevamo sposarci. Lo sapevi che l'amavo come chissà cosa, ti ho sempre raccontato tutto, ma forse non avrei dovuto fidarmi di te." Lo disse con asprezza e rabbia, se fosse stato una donna avrebbe pianto e gli avrebbe puntato il dito contro, ma ora aveva solo voglia di tirargli un bel pugno sul naso.
Fred continuava a guardarlo, non poteva credere alle sue parole. "Te lo giuro, io non ho mai voluto farlo, un'altra possibilità, ti prego." Continuava a guardarlo con quell'aria piena di speranza... 
James gli rivolse un rapido sguardo, carico d'odio e gli sferrò un pugno dritto in faccia, sfogandosi. Si sentì anche un sonoro "crak". Sollievo. Non l'aveva ancora perdonato, ma almeno si era sfogato un po'. 
"Ci penserò." Detto questo, si girò ed entrò dentro Mielandia, lasciando il cugino con le mani in faccia, le mani insanguinate. Se lo meritava davvero. Entra nel passaggio dietro il negozio e va a sbattere contro una persona, una ragazza più che altro.
"Ma che modi!" Esclamò girandosi e facendo volteggiare dei bellissimi capelli biondi ed ondulati. A James venne un tuffo al cuore, prima d'odio- pensava fosse la cugina- poi d'altro. Una sensazione che aveva provato solo una volta nella vita. Stava succedendo un'altra volta, ne era convinto.
 
Bien, ne parlerò meglio nel prossimo capitolo!  :3

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Capitolo 2
*** Forse dovrei crederci. ***


Rimasero a fissarsi per quello che sembrava un'eternità. Gli occhi nocciola screziati di verde incontrarono quelli color cioccolato della ragazza ed entrambi ammutolirono. Rimasero in silenzio per tutto il percorso che riportava ad Hogwarts. Non pensava che qualcun altro conoscesse quel passaggio segreto, insomma era sempre stato un fatto di famiglia, la mappa e il resto. James la seguiva, come se fosse attratto da chissacchè. Non poteva succedere di nuovo, insomma, stava ancora male per Dominique, come avrebbe reagito di fronte a questo, ora? Eppure, forse questa era un'occasione per ricominciare tutto da capo, di far finta che non era successo nulla. Ma non era facile come si era prefissato. La ragazza davanti a lui, comunque, non gli aveva più rivolto la parola da quando si erano scontrati. Appena si ritrovarono dietro la statua della Strega Orba, le si mise davanti, impedendole di andare da un'altra parte. Lei alzò lo sguardo confusa, e solo in quel momento James notò che aveva le guance rosse, e un altro brivido gli percosse tutta la colonna vertebrale. Lui le porse la mano, con un piccolo sorriso stampato in volto. Non sorrideva da più di tre mesi, ormai. Aveva persino perso i contatti con Louis, che dava ragione alla sorella. L'unica che lo capiva era Lily, sua sorella e Rose che però ancora capiva da che parte stare. 
"Io sono James." 
"Lo sapevo già, chi eri." Rispose la ragazza, cercando di non incontrare i suoi occhi. 
"Bhè, allora dimmi il tuo nome, io non ti conosco." James era calmo, o almeno cercava di esserlo. Aveva sempre mascherato al meglio i suoi sentimenti. 
"Melanie." 
Lui rimase in attesa del suo cognome, gli pareva di averla già vista, forse anche a qualche partita. Massì, era il portiere dei Corvonero, come dimenticarselo. Era anche piuttosto brava.
"Melanie  Jordan." Era la figlia di Lee Jordan? Il commentatore delle partite, nonchè migliore amico di suo zio George? Sorella dell'altro Fred Jr Jordan? Non riusciva a crederci. Non assomigliava per niente al padre, aveva sicuramente ripreso tutto dalla madre. La fissa, mentre il cuore era andato premetteva di uscire dal petto. "Ora, se non ti dispiace, me ne vado. Ho altro da fare." disse, piuttosto scocciata e raggirandolo per uscire dalla stanza. Le afferrò il polso, con un gesto istintivo, costringendola a girare almeno il viso verso di lui. 
"E se mi dispiacesse?" Inarcò un sopracciglio, con il solito sorriso da Malandrino. 
"Dovrai fartene una ragione." 
Ne seguì un lungo silenzio, dove la ragazza non fece assolutamente nulla per liberarsi ed andarsene via. 
"Mi prometti che ci rivedremo? Domani, al campo di Quidditch?" Aveva un'espressione parecchio speranzosa, solo al pensiero di lasciarla andare via, gli si spezzava il cuore. Ma non poteva essere successo di nuovo, no? Insomma, la conosceva a malapena.
"Non faccio promesse agli sconosciuti." La ragazza cercò di rimanere seria, e distaccata, ma si lasciò sfuggire un piccolo sorriso, prima di girarsi e dirigersi alla Torre dei Corvonero. 
James la seguì con lo sguardo, fino a quando lei sparì dietro il corridoio del sesto piano. 
 
 
Nel frattempo, nella Sala Comune dei Serpeverde...
Romeo era disteso sul divanetto davanti al fuoco, come se fosse una cosa di sua proprietà. Era sempre stato un tipo piuttosto schietto, ma non aveva ripreso assolutamente niente dai suoi genitori. Era anche un metaformagus sin dalla nascita, cosa davvero non gradita alla madre. Sì, era il figlio di Bellatrix e Rodolphus Lestrange. Scappò di casa a 15 anni, ancora prima di suo "zio", Sirius Black, sempre stato una figura di riferimento per lui. I ragazzi, a scuola, gli stavano alla larga, sapendo che era loro figlio, ma non sapevano che era stato rinnegato da loro. Perchè non aveva quel che si suol dire "voglia di uccidere". Non era considerato un ottimo Lestrange. Il Marchio Nero gli è stato impresso sul braccio sinistro, e, anche se non faceva parte dei Mangiamorte a tutti gli effetti, quel marchio se lo sarebbe dovuto portare dietro per il resto della sua vita, anche se Voldemort era ormai morto e non sarebbe mai più tornato. Era stato rinnegato, questo è vero, però era anche vero che lui aveva rinnegato i propri genitori. Aveva iniziato ad odiarli quando seppe il significato del marchio, da allora non li ebbe più perdonati. 
Il fato vuole che, Lucy Weasley, secondogenita di Percy Weasley, fu smistata nei Serpeverde. Strano per un Weasley, no? Ma quella è stata la scelta di Lucy e tutt'ora non se ne pente. 
"Senti, principino, togli i piedi da lì, che anche gli altri vogliono sedersi." 
Romeo alzò lo sguardo e rimase a fissare la ragazza. Inarcò un sopracciglio ma lasciò i piedi al suo posto, mentre i capelli, vagavano dal verde al blu liberamente.
"Se ti siedi tu, li tolgo, altrimenti no." Era sempre stato un tipo piuttosto esplicito, si capiva sempre quello che voleva dire.
"Solo perchè tu sei un Lestrange, non vuol dire che debba sottostare ai tuoi ordini." Disse Lucy, in tono seccato.
Romeo sospirò, alzandosi, mentre i capelli assumevano una tonalità sul rosso acceso.
"Io non sono un Lestrange." scandì bene le parole e rimase lì a guardarla negli occhi, la colpì con la spalla e salì al suo dormitorio, piuttosto seccato. Voleva fare il "gentile" ma se era questo il risultato, si sarebbe limitato a rimanere in disparte.

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Capitolo 3
*** Ma che diavolo fai? ***


"Ehi, Weasley."
Una voce glaciale, ecco cos'era. Odiosa, e parecchio. Lucy si girò di malavoglia ritrovandosi faccia a faccia con quel gellato di Scorpius Malfoy. Lo guardò dall'alto in basso, non capendo che diavolo volesse da lei. Per di più, quel Romeo era stato così strano. Che significava che non era un Lestrange? Lo era eccome. 
"Non ho tempo da perdere, Malfoy." Gli rivolse a sua volta uno sguardo a dir poco disprezzante. Si girò, facendo volteggiare i capelli e dirigendosi verso l'uscita della Sala Comune. 
"Sì che ce l'hai." 
Se solo sapesse quanto lo odiava. Lucy davvero non lo sopportava. 
"Ma che diavolo vuoi?" Si rigirò di scatto, piuttosto scocciata. 
"Parlare di tua cugina." 
"Mia cugina?" La ragazza inarcò un sopracciglio. Era una Serpeverde, ma era rimasta in contatto con gli altri membri della sua famiglia. Soprattutto Albus. 
"Lily." Lucy non rispose e rimase a fissarlo. Lui le afferrò un braccio con forza e lei si divincolò, liberandoselo.
"Tieni giù le mani, gellato." Sbuffò sonoramente per poi aggiungere. "Se vuoi parlare con mia cugina, parlaci. Ma non farti tante speranze, lei ama Lysander, ormai." Sghignazzò e si voltò nuovamente, uscendo dalla Sala Comune dopo aver lasciato Scorpius a bocca aperta. 
 
NELLA SALA COMUNE DEI GRIFONDORO.
"James questa me la paghi!" 
Si girarono tutti, vedendo James fare un salto atletico e sfuggire alla sorella per un soffio. Rideva come un pazzo e sicuramente ce le avrebbe prese da Lily, arrabbiata come non mai. Il ragazzo cercava di parlare, ma non riusciva a causa delle troppe risate. Non rideva così da parecchio tempo ormai, ma quella ragazza dai capelli biondi gli aveva ridato  il sorriso ed il buon umore. Esce dalla Sala Comune come una frezza, mentre Rose gli urlava dietro qualcosa di incomprensibile e Lily gli correva dietro, convinta di poterlo uccidere con le proprie mani. James, voltò la testa verso la sorella, continuando a correre e finì addosso ad un ragazzo, in seguito ci fu un gran trambusto perchè Lily cadde addosso a loro. James si mise una mano fra i capelli, massaggiandosi la testa. Erano in due, ma la ragazza era ancora in piedi. Aveva lunghi capelli biondi ed era... Melanie. Il ragazzo invece era Lysander, un suo caro amico. 
Lily diventò rossa come non mai quando Lys le prese la mano per rimetterla in piedi e a James per un momento non venne un infarto dopo aver riconosciuto la ragazza. Non era Melanie. Era Dominique. Come aveva fatto a confonderle? La prima era molto, ma molto più attraente e gentile. La seconda... bhè, la seconda era una stronza. Comunque aveva un'espressione affranta. Il sorriso gli si spense sul volto, si alzò e dopo aver stretto la mano a Lysander e dato uno sguardo alla sorella, partì per il cortile. 
Lily rimase a guardare il fratello andare via, si aggiustò i capelli e diede un bacio sulla guancia al ragazzo e dopo salutò la cugina. 
"Scusate, devo proprio andare." detto questo, Dominique, sorrise ad entrambi e scomparse dietro l'angolo. Lily pensò che stesse andando da Fred, ma mai da James. Poi si rese conto di essere rimasta da sola con Lysander e cercò di nascondere l'imbarazzo, riuscendoci a meraviglia. 
"Scusalo, lo stavo inseguendo perchè... vabbè lasciamo perdere." Rise.
"Uhm, ora che siamo soli, posso dirti una cosa."
Lily inarcò un sopracciglio come risposta, parecchio curiosa.
Lui le cinse la vita e la attirò a sè, dandole un bacio sulle labbra. Non erano parole vere e proprie, ma si capivano benissimo. La ragazza mise le mani sulle sue spalle, sorridendo sulle sue labbra.
Rimasero così abbracciati per parecchio tempo. Le vacanze di Natale si avvicinavano, e loro non si sarebbero rivisti quella volta. Almeno così pensavano. 
 
James era seduto sull'erba, in riva al Lago Nero. C'aveva passato tanti di quei bei momenti lì. Le ginocchia piegate e i gomiti poggiati su di esse. Nella mano destra, tra l'indice e il medio aveva una sigaretta. Fumava di nascosto e neanche troppo spesso. Solo quando si sentiva parecchio confuso o stressato. In quel momento era entrambe le cose insieme. Si lasciò sfuggire un sospiro e sobbalzò quando la faccia di una ragazza gli si mise davanti.
"Ciao anche a te, Potter." 
Ora non aveva dubbi. Era proprio Melanie questa volta.
"Oh, Jordan." Inarcò un sopracciglio, arretrando un po' e prendendo una bella boccata di fumo, continuando a guardare il Lago.
"Cosa c'è di tanto interessante nel Lago, Potter?"
"La smetti di chiamarmi Potter? Mi da fastidio." Non voleva essere sgarbato, soprattutto con lei. 
"Okay, scusa James." La ragazza sorrise. "Forse dovrei dirti che prima ti ho mentito. Cioè, ieri sera. Non mi chiamo Melanie, sono Elizabeth." Ah ecco. Ora sì che si ricordava, l'aveva sentita nominare qualche volta. 
James continuò a fumare e dopo aver spento la sigaretta sotto il suo piede, torno ad osservare la ragazza.
"Non fa niente." Detto questo tornò ad osservare il lago. Ma fu interrotto da qualcosa di ancora più glaciale. La voce di Dominique. Non si girò nemmeno.
"James? Smettila di ignorarmi, mi ferisci." 
Il ragazzo non rispose e Elizabeth parve decisamente in imbarazzo.
"James." Pronunciò di nuovo il suo nome ed al ragazzo vennero i brividi. Si alzò proprio mentre Elizabeth faceva lo stesso e diceva "Vi lascio da soli"
"No. Resta." Le rivolse uno sguardo e poi tornò a guardare la cugina, nonchè sua ex fidanzata e continuò "Ti ferisco? Cosa pensi, che siccome io sia un maschio non abbia sentimenti? Che abbia un cuore di pietra come il tuo, Dominique? Sei tu quella che mi ha tradito, sei tu quella che mi ha ferito. Hai fatto tutto tu." Non sapeva da quanto tempo si era tenuto dentro quelle cose, ma forse era meglio sfogarsi un po'. 
"E m'ignori solo per questo?" rispose lei, di nuovo glaciale.
"SOLO?" Ora iniziava ad urlare, e a pentirsi di aver detto ad Elizabeth di rimanere a guardare la litigata. "Io con te ci ho chiuso. Non sei più nè mia cugina, nè mia amica." Prese per il polso Elizabeth e la trascinò via con sè. Si fermò poi a metà strada, dove Dominique poteva ancora vederli. Si avvicinò al suo viso e le diede un bacio piuttosto passionale. La ragazza strabuzzò gli occhi e James sperò che la cugina ci fosse rimasta male. Le alzò il medio e se ne andò dopo aver rivolto un sorriso soddisfatto ad Elizabeth, lasciandole entrambe a fissarlo sconcertate. 

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Capitolo 4
*** Do you think so? ***


Le ragazze continuavano a fissarle sconvolte, nessuno capiva se a Dominique piacesse ancora James o meno, ma rimaneva il fatto che Elizabeth era sotto shock. Era rimasta a guardare il punto dove se n'era andato e a massaggiarsi il polso che le aveva afferrato dolcemente. Sarebbe potuta svenire, ma non avrebbe dato questa soddisfazione a nessuno. Non si sentiva più le gambe, ma riuscì comunque ad entrare nel castello e una volta entrata nel suo dormitorio e chiusa la porta, si buttò sul letto a pancia in su, iniziando a fantasticare su Potter. Come aveva potuto farle quell'effetto con un solo e semplice bacio? 
Dominique, invece, era rimasta sull'erba del cortile, aveva sempre fatto quello che voleva. Ferito chi gli pareva e piaceva e non si era mai immaginata che qualcuno avrebbe potuto mai vendicarsi. Non era accettabile, assolutamente non era accettabile. Odiava essere superata ed ignorata, cosa che suo cugino faceva alla perfezione. Dalla parte sua, Fred, era convinto che la ragazza lo amasse davvero e non aveva ancora compreso che era solo una delle sue innumerevoli vittime. 
 
 
Lily e Lysander, negli ultimi giorni stavano avendo parecchie incomprensioni, concluse dai litigi. Albus non faceva che consolare la sorella, ormai. Era sempre stato molto gentile e James continuava a chiedersi come avesse fatto ad essere smistato in Serpeverde. 
Ma passiamo al "dolce" Lestrange Jr. Era in cortile ed aveva visto tutta la scenata di Potter, Jordan e Weasley. E non aveva potuto far a meno di trattenere una risata, continuava a fissare la Weasley che sembrava un'anima in pena e che poi furiosa si era avviata per il castello, in cerca del cugino. Secondo Romeo, non l'avrebbe mai trovato, Potter conosceva tutti i passaggi segreti, in quel momento poteva trovarsi a Diagon Alley. Sospirò e solo in quel momento si accorse dell'altra presenza, l'altra Weasley, Lucy. 
"Che significa che non sei un Lestrange? Ho controllato, è il tuo cognome." La ragazza aveva un'espressione di sfida, sapeva di aver controllato bene e di non essersi sbagliata, lei non poteva sbagliare. 
Dal canto suo, il ragazzo, era un tantino irritato dal fatto che la ragazza avesse indagato sul suo conto. 
"Che te ne frega?" Utilizzava spesso un linguaggio scurrile, ma mai troppo volgare, aveva sempre un'immagine da portare avanti.  I capelli avevano assunto una strana sfumatura viola, tra il felice e l'arrabbiato. 
"Voglio sapere perchè mi hai detto quella frase. Ora." Non era una domanda, era una pretesa. E quando lei voleva una cosa, la otteneva sempre, a tutti i costi. 
Il ragazzo sbuffò, e guardò altrove. Perchè mai avrebbe dovuto spiegarle tutta la storia? La conosceva appena, invece lei era come se lo conoscesse perfettamente e la cosa lo spaventava un po'. Alzò la manica sinistra della maglia, per farle vedere il Marchio Nero. L'avevano marchiato quando aveva solo due anni, convinti che sarebbe stato il degno successore dei suoi genitori. Ma lui non voleva. 
La ragazza fece un'espressione sinceramente stupita, quella cosa non la sapeva. 
Romeo ridacchiò soddisfatto, convinto che ora lei fosse convinta e che se ne potesse andare, invece lei si sedette davanti a lui. 
"Voglio sapere." insistette la ragazza.
Da una parte era lusingato dal fatto che provasse tanto interesse per quello che poteva dire, dall'altra era innervosito per la sua testardaggine.
"In parole povere, mi hanno fatto questo marchio quando avevo due anni, non mi sono dimostrato all'altezza, li ho rinnegati, e me ne sono andato da casa." Aveva riassunto 17 anni in cinque secondi, fantastico. Sospira, per ora abitava nella casa dello zio Sirius, ormai morto. 
"Mi..mi dispiace Lestrange." Lucy si accorse subito dopo del suo errore, aveva fatto uscire le parole di bocca troppo presto, non c'aveva neanche riflettuto. Romeo le scoccò un'occhiataccia, ridacchiò appena e si alzò, intento a lasciarsi alle spalle quell'inutile conversazione. 
"NON SONO UN LESTRANGE." Per quante volte avrebbe dovuto ripeterle quelle parole? Dannazione, iniziava a scocciarsi seriamente. I capelli dal viola erano diventati neri, le scoccò un'occhiata praticamente di fuoco e fece per tornare al castello.
"Romeo! Scusa." Lucy non l'aveva mai detto in vita sua, non aveva mai chiesto scusa a nessuno, ma le interessava quel ragazzo, non sapeva sotto quale punto di vista, ma era così. Il ragazzo si ritrovò al suo fianco, continuando a guardare davanti a sè, con sguardo assente. 
Come farsi perdonare? Non c'aveva mai pensato prima, non era mai stato necessario, ma lui se ne fregava dei suoi modi e delle sue minacce. Lo abbracciò. Era l'unica cosa buona che le fosse venuta in mente. Lui rimase impassibile, nessuno gli aveva mai dimostrato affetto. Tutte le ragazze con cui era stato, erano delle stronze inimmaginabili, quindi non sapeva proprio come comportarsi. Era più alto forse di sette centimetri e iniziò ad accarezzarle i capelli, per poi sospirare. 
"Non fa niente, Weasley" 
"Lucy"
"D'accordo, Lucy. Ci vediamo a cena." Sciolse l'abbraccio e pronunciò quella frase come se fosse la promessa di un appuntamento. 
"Ci conto." Rispose lei con un sorriso sincero. Di solito ne lanciava tanti sarcastici o finti, ma quel ragazzo era speciale e se ne meritava uno sincero. 
Lui partì in direzione del campo di Quidditch, perchè tra poco sarebbero iniziati gli allenamenti e lei tornò nel castello. Era felice, dopo tutto quel tempo, era tornata ad essere felice e la stessa cosa era per lui. 
 
Aula di Trasfigurazione, dopo le lezioni, qualche minuto prima di cena.
"Allora, ti muovi?" Lily era parecchio irritata dal suo comportamento. Le cose tra di loro non erano delle migliori.  
"La vuoi piantare?" Lysander per la prima volta stava per prendere a parolacce la ragazza. 
"Sei una lumaca, se ne sono andati tutti!" La ragazza iniziava a perdere la pazienza, quanto c'avrebbe messo a rimettere a posto l'aula? Erano in punizione e lei aveva già finito la sua parte. Perchè erano in punizione? Perchè continuavano a bisticciare durante tutte le lezioni che avevano insieme. 
Il ragazzo si limitò a sbuffare e a mettere a posto l'ultimo libro sullo scaffale. 
"Si può sapere che ti prende di questi giorni? Sei nei tuoi giorni?" 
Lily per tutta risposta era scoppiata a ridere, come faceva ad essere così idiota a volte? Iniziava a non sopportarlo più. Però era vero, era nei suoi giorni, ma non significava niente. 
"Sai che ti dico? Non ti sopporto più." Non capiva neanche lei che le stesse prendendo, si ricordava solo che il giorno prima aveva incontrato Scorpius Malfoy per i corridoi e gli aveva mostrato il dito medio, non appena le aveva rivolto un occhiolino. 
Lysander rimase in silenzio, in attesa di una risposta. 
La ragazza sbuffò sonoramente e lo guardò negli occhi, a due centimetri dalle sue labbra.
"Mi sono stufata, tra noi è finita." Detto questo, prese la sua borsa con i libri ed uscì dall'aula, lasciando il ragazzo che aveva praticamente la bocca fino a terra. 
L'avrebbe lasciata da sola fino a quando non sarebbe stata in grado di ragionare, da quando quel Malfoy le aveva rivolto la parola erano caduti in un litigio dopo l'altro. 





BEEENE. Spero di poter aggiornare il più presto possibile, a presto :3

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Capitolo 5
*** Why to me?! ***


La cena era passata tra le solite fragorose risate di tutti gli studenti, avevano sempre qualcosa di cui parlare e non c'era mai un momento di silenzio. 
Lucy e il caro Romeo-non-chiamatemi-Lestrange, avevano passato la cena a ridere e a scherzare e non c'era stato un momento in cui al ragazzo si fossero incupiti i capelli. Erano stati per tutto il tempo verdi e blu, così accesi che nessuno li aveva mai visti, tranne sulla testa di Ted Lupin. 
Elizabeth non aveva fatto altro che guardare il tavolo dei Grifondoro, non riusciva a smettere di staccare gli occhi da quel ragazzo che l'aveva baciata. Sapeva che era per ripicca, ma sentiva ancora il sapore delle sue labbra sulle proprie e non riusciva a ragionare appieno. 
Il ragazzo, da parte sua, era troppo concentrato sul cibo ed ad evitare lo sguardo di suo cugino Fred, per capire che la ragazza lo stava fissando. 
Scorpius era seduto vicino a Romeo, infondo erano sempre cugini, ed avevano un buon rapporto anche se quest'ultimo era più grande.
"Meo, dimmi un po', da quando frequenti una Weasley?" Il metaformago aveva sempre odiato quell'insopportabile nomignolo, sembrava il nome di un gatto. Inarcò un sopracciglio, visibilmente scocciato dall'essere stato interrotto dalla discussione con Lucy.
"Scorp, lo sanno tutti che ti piace la Potter. Tutti tranne te e lei." Ridacchiò allegramente, piuttosto soddisfatto e la ragazza al suo fianco osservo Scorpius. 
"Romeo ha ragione, Malfoy. Dovresti parlarle, altrimenti continuerà a mandarti all'altro paese."
Scorpius non fece altro che continuare a chiedere informazioni a Lucy e lei parve parecchio più tranquilla visto che al suo fianco c'era anche Romeo, che sorrideva di gioia come non mai. 

Al tavolo dei Grifondoro c'era una gran confusione, tutti spettegolavano come non mai. James era seduto tra Roxanne e Fred Jordan, il fratello di Elizabeth. 
"Jay, non hai mangiato niente!" Disse la cugina con tono sarcastico, si era già spazzolato via 3 piatti di cibo, più il dolce e ora era definitavamente pieno. 
"James..." Riconobbe subito quella voce, suo cugino, Fred. Non alzò neanche lo sguardo, gli aveva riferito esplicitamente che con lui non voleva avere niente a che vedere. Lily alzò la testa, le erano sempre piaciuti i litigi ma se si trattava di quei due non poteva stare tranquilla, finiva sempre male le poche volte che discutevano. 
"Fred, non qui." Gli parlava come se lo stesse pregando di non creare macelli, i ragazzi la ignorarono. 
"Non mi merito quello che stai facendo." 
James continuava a non rispondere, i pugni stretti e a fissare il piatto, come se potesse rispondere lui al suo posto. 
"James." Insistette Fred. 
Non avrebbe resistito ancora a lungo, si alza di scatto, facendo rigirare parecchi occhi nella sua direzione. Stava per tirargli un altro pugno dritto in faccia, ma gli si fermò ad un centimetro, gli lanciò un'occhiata di fuoco e tirandogli una spallata, lasciò la Sala Grande. Ai professori avrebbe detto che si sentiva poco bene e la McGranitt era facile da corrompere su quel fronte. 
Prima di uscire dalla sala, sentì di nuovo la voce del cugino. "Scappi?!" Era un urlo, buttato per tutta la stanza e che costrinse James a fermarsi un momento prima di chiudere la porta. Gli studenti si erano zittiti, curiosi come sempre di sapere che cosa stesse succedendo. James avrebbe voluto rispondere, ma sapeva che ne sarebbe uscito una lista di parole scurrili e si sarebbe beccato una punizione. Si limitò ad uscire dalla Sala e a chiudere violentemente il portone, salendo al dormitorio, mentre una fitta gli saliva dalla schiena fino alla spalla. Era da tempo ormai che gli doleva e gli dava dei problemi. Una volta era caduto durante un allenamento, sempre per un litigio con il cugino e si era slogata; era guarito, o almeno così pensava. Si buttò sul letto, sfogandosi contro il cuscino e prendendolo a pugni, ringraziando di non essere in stanza con Fred. 

Elizabeth aveva osservato tutta la scena. Era seduta vicino a Dominique, anche se non voleva, ma era l'ultimo posto rimasto libero e aveva dovuto accettare, altrimenti non avrebbe mangiato. Non era difficile capire perchè nessuno si volesse sedere al suo fianco. Da un lato c'era Lorcan Scamandro, dall'altro lei. Entrambe avevano assistito all'uscita di James con la bocca spalancata. Dominique era soddisfatta che Fred lo avesse trattato male, Elizabeth non sapeva più cosa pensare. Un momento prima era al settimo cielo e in quel momento aveva più di mille pensieri che le confondevano il cervello. Quando la cena finì e salì al dormitorio, era stanca morta, e ci mise meno di cinque minuti per addormentarsi. 


Quella domenica si sarebbe disputata Grifondoro contro Serpeverde. La partita più attesa da tutti, era l'ultima prima delle vacanze Natalizie. Gli studenti erano già sugli spalti, in gran fermento ed eccitazione. Fred Jordan aveva preso il posto di suo padre come commentatore delle partite e ora stava leggendo la formazione delle squadre: 
"Per Serpeverde, i gemelli Cameron e Daniel Nott, insieme a Susan Crounch, cacciatori. Albus Potter, Cercatore. Romeo Lestrange insieme con Scorpius Malfoy, battitori. Come portiere,  Jason Parkinson." Disse tutto con un tono piuttosto annoiato, alchè la professoressa McGranitt lo guardò male, ma subito si riprese appena continuò con l'altra squadra. "Per Grifondoro, Lily Potter, Hugo Weasley e Molly Weasley, cacciatori. James Potter, cercatore. Roxanne e Fred Weasley, battitori. Forza ragazzi!" A quel commento si sentì un urlo della McGrannit di disapprovazione, e poi Jordan continuò "Simon Baston, portiere." si sentì il ragazzo ridacchiare e i giocatori si misero in posizione. 
"I capitani si stringano la mano!" Madama Bumb osservava tutti i giocatori, mentre James e Romeo si stringevano la mano e si lanciavano un pesante sguardo di sfida. Tornarono ai loro posti e la partita iniziò. 
"La pluffa entra subito in possesso dei Grifondoro, ma Nott interviene al passaggio tra Weasley e Potter, quello è Cameron o Daniel?!"
"JORDAN!"
"Mi scusi professoressa! E Grifondoro segna! 10-0 per loro! La pluffa è in possesso dei Serpeverde, oddio quel bolide è stato davvero scorretto!..." Continuava a parlare, ma James non stava ascoltando. Il boccino. Dove diavolo era il boccino. Non poteva farsi battere da suo fratello. Si fece un giro sul campo, tirava un vento spaventoso ed aveva inziato a piovere, ma sapeva che la partita non sarebbe stata rimandata e non gli dispiaceva affatto. Si distrasse un attimo, un secondo per vedere Elizabeth accanto a Dominique, sorridergli raggiante ed incoraggiante allo stesso tempo. Quel secondo bastò a suo fratello per individuare il boccino. Erano alla stessa distanza, ce l'avrebbe potuta fare. Si lanciò contro il boccino, spronando la scopa ad andare più veloce.
"Fred, il bolide!" Roxanne urlava, anche altri urlavano allo stesso modo, ma Fred sembrava imbabolato. James doveva decidere in fretta. Il boccino e la vittoria della partita, o la vita del cugino. Il bolide gli stava per finire dritto in faccia e Roxanne era troppo lontana per rimandarlo al mittente. Lanciò un ultimo sguardo al boccino e spinse da parte Fred, nell'esatto momento in cui il bolide lo centrò in pieno sulla spalla. Era forse a due, tre metri da terra, ma la forza del bolide lo aveva disarcionato dalla scopa. Sentì un silenzio irreale. Era appeso con una sola mano, ma non aveva più le forze, non si sentiva più la spalla, non si sentiva più niente, si lasciò cadere nel vuoto. 

La partita fu rinviata, Albus aveva visto cadere il fratello a terra e non aveva voluto prendere il boccino che aveva praticamente sotto il naso. La sua lealtà era infinita, anche se era un Serpeverde. Teneva a suo fratello. Si difendeva dicendo che senza una competizione non c'era gusto e con il consenso di Romeo, accettarono di rinviare la partita. I Serpeverde tornarono negli spogliatoi e James fu portato in infermeria, privo di sensi. Albus e tutti i cugini si fiondarono lì dentro, ma Madama Chips non volle fare entrare nessuno mentre lo curava. 
Erano passate ore ormai, e l'infermiera era ancora immersa nel curare il suo paziente. Quando aprì le porte dell'infermeria e si ritrovò di fronte quella banda di ragazzi si trovò costretta a far entrare solo 5 persone per volta, lei sarebbe stata nel suo ufficio e avrebbe sentito. 
Fred non si poteva sentire più in colpa di così. Entrarono prima Albus, Lily, Rose, Hugo e Louis, che aveva osservato la partita al fianco della sorella. 
Lily non aveva mai visto il fratello in quelle condizioni, ora capiva perchè fosse stato smistato in quella nobile casata. Albus prese una sedia e si sedette al suo fianco. Rose come sempre, era preoccupata più che mai. Sapeva che era di routine finire lì, ma sta volta aveva un brutto presentimento. Abbracciò il fratello, continuando a guardare il cugino. Fu Louis a spezzare quel silenzio, rivolto a Madama Chips. 
"Si riprenderà?"
"Certo, ma la sua spalla è in condizioni gravi, gliel'ho curata, ma non deve muoverla altrimenti peggiorerà."
Rose si morse il labbro e il tempo a loro disposizione finì, l'infermiera cacciò via tutti e lasciò entrare le ultime persone, Fred Weasley, Elizabeth e Dominique. Gli altri se n'erano già andati, ormai. Fred sembrava uno zombie, come se gli avessero lanciato sulle spalle un macigno. 
"James... è stata colpa mia, svegliati, svegliati!" Ormai lo pregava, era il suo migliore amico, lo sarebbe stato anche se lui non lo considerava tale, gli voleva un bene infinito. 
Elizabeth rimase a fissarlo ai piedi del letto, immobile, come se interiormente avesse mille conflitti interiori. La più stupefacente fu la Weasley. 
Dominique si avvicinò al cugino e gli accarezzò la guancia, come facevano sempre quando erano soli e lui era sempre in quel dannatissimo letto d'infermeria. 
"Apri gli occhi, Jamie. Non andare via. Jamie." Continuava a pronunciare il suo nome e a tenergli stretta una mano, l'altra era stretta da Fred. 
Dopo tutte le peripezie, ora non le importava della vendetta, voleva che suo cugino tornasse come prima, allegro e sorridente. 
James, lentamente aprì gli occhi, riprendendo lentamente i sensi. Non si era mai sentito così male. Non riusciva a muovere neanche un muscolo. Aveva sentito tante voci negli ultimi secondi, ma non ricordava granchè. Un dolore lancinante alla spalla e alla testa lo costrinsero in una smorfia. Quando si accorse delle due persone che gli tenevano le mani, strabuzzò gli occhi e alzò entrambe le braccia. 
Fu in quel momento che fece l'atto più stupido di tutta la sua vita. Una scossa enorme gli perforò il braccio destro, e dalla spalla in poi non sentì più nulla. Se la toccò con il braccio sinistro. Si sentiva la testa fasciata, doveva aver battuto la testa e sentiva anche un gran bernoccolo dietro. Poi si ricordò del bolide e del cugino imbabolato. Se non fosse stato per lui, sarebbe fuori a festeggiare la sua vittoria. Lanciò un urlo lancinante, che avrebbe potuto spaccare i vetri, stringendosi la spalla con la mano. Gli occhi chiusi. Si sentiva uno schifo, il braccio aveva perso ogni sensibilità, la testa era un pallone in procinto di scoppiare. Madama Chips accorse e lui riuscì a sentire solo "Dobbiamo portarlo al San Mungo, in fretta!", prima di perdere di nuovo i sensi. 

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Capitolo 6
*** Do you know that is real? ***


 James ormai dormiva da tre giorni. Tre instancabili e maledettissimi giorni. I guaritori del San Mungo, erano convinti che avesse fatto progressi, non aveva traumi di nessun genere, esteriormente stava bene, tranne per la spalla. Come se si fosse spaccato durante la Materializzazione. Quando l'avevano portato via dall'infermeria dalla scuola, Madama Chips aveva notato che la fasciatura che gli aveva fatto alla spalla era sporca. Di sangue. 

[" Si riprenderà, vero? " Roxanne ed Elizabeth, insieme a Rose erano in singhiozzi crescenti, dopo il secondo giorno.
"Sì, ma la spalla..." I guaritori, dal canto loro avevano cercato di curarla come potevano.
"Tornerà a giocare?" Fred prese parola.
"Forse, o forse la sua carriera da giocatore di Quidditch è finita."]


 

Roxanne era vicino al letto del cugino e gli stringeva la mano. Erano sempre stati migliori amici e si erano sempre supportati a vicenda, per qualsiasi problema. James l'aveva aiutata a mettersi con Lorcan e lei l'aveva confortato quando il ragazzo aveva scoperto del tradimento. Fred, dal canto suo era sempre nella stanza del cugino. Si sentiva in colpa, doveva stare lui in quel letto, invece era troppo intento a fissare la sua ragazza per accorgersi di tutto il resto. Ogni tanto gli lanciava un'occhiata, come per sperare che aprisse gli occhi da un momento all'altro. Per quanto riguarda Louis, era sempre stato dalla parte della sorella, perciò aveva perso i contatti con lui da quel fatidico giorno, iniziavano ad odiarsi cordialmente e lui gli faceva visita solo se doveva andare con una delle sorelle. 
Harry e Ginny erano stati da lui tutto il pomeriggio. La madre era seriamente preoccupata ed Harry tentava di consolarla dicendole che erano cose che succedevano, nel Quidditch, anche se aveva un brutto presentimento anche lui. Lily, dal canto suo, cercava di mostrare il lato più forte di lei, ma se James ed Albus erano ultraprotettivi nei suoi confronti, lei lo era con i suoi fratelli, anche se erano più grandi. Hugo stava sempre con Lily, perciò si era completamente stanziato nella camera di James. La mattina del quarto giorno, erano tutti tornati ad Hogwarts, visto che c'era lezione. 

 

["James, ti prego, rimettiti. Mi sembri uno... non lo so. Torna in te, Potter." Elizabeth non era mai stata così male per qualcuno in vita sua. 
Lei gli prese la mano e continuò a guardarlo. 
Lui sussurrò qualcosa di incomprensibile, strinse leggermente la mano e girò a testa, continuando a dormire profondamente.]

 

Quando James si svegliò, erano passati 5 giorni da quando era caduto dalla scopa. Il dolore alla testa, quantomeno era passato, rimaneva solo il dolore assurdo alla spalla. Girò lentamente il collo, riuscendo a capire di trovarsi al San Mungo e che non era solo nella stanza. Pensava fosse Albus, ma più metteva a fuoco, più si ritrovava deluso. Quando Fred capì finalmente che il cugino era tornato in sè, si volse a grandi passi verso il suo letto, incontrando i suoi occhi azzurri. Era incredibile il fatto, che avesse ereditato gli occhi del nonno materno, ma la genetica era strana, a volte. 
"Jamie, scusa."
Quante volte aveva sentito quelle parole uscire dalla sua bocca, negli ultimi tre mesi? Troppe. Quella tortura doveva finire. 
James non rispose e girò il collo dall'altro lato. Fred iniziò a spazientirsi. 
"Guardami dannazione! Sono rimasto in questo fottuto ospedale per farti compagnia, per ricucire i rapporti. Smettila di ignorarmi!"
Un guaritore guardò l'interno della stanza con circospezione, poi passò oltre. James volse il capo verso il cugino, incontrando i suoi occhi nocciola. 
"Niente ti trattiene, la porta è questa. Ringrazia che abbia un braccio fuori uso, altrimenti ti avrei già preso a pugni. Vattene." Aveva la voce roca, la gola secca e delle lacrime sulle ciglia, come gli succedeva dopo essersi svegliato. 
Fred rimase interdetto e ci mise un po' prima di rispondere. "Smettila di trattarmi così, smettila di fare il duro. Tu non sei nessuno. Non ho bisogno di te." L'ultima frase non era vera, ma avrebbe detto qualsiasi cosa.
James sbattè le palbebre e rigirò il collo verso la porta.
"Vattene." ripetè una seconda volta, fissando la porta. 
Fred se ne andò sbattendola fortemente. Non era ancora pronto per perdonarlo del tutto.  
Quello stesso giorno, i guaritori avvisarono la sua famiglia e che anche la mattina seguente sarebbe potuto tornare a scuola, a patto che non giocasse e che non sforzasse troppo la spalla. 

 

Nei giorni seguenti,James cercò sempre di evitare il cugino, che continua a cercare di ristabilire un rapporto decente. Il baule era già pronto, essendo il 23 Dicembre, quella sera sarebbero tornati a casa con il treno. Era ora di colazione, e come sempre, James era seduto vicino a Roxanne e Hugo, sta volta. Fred Jordan era già ripartito. Essendosi ferito alla spalla destra, non poteva nè scrivere nè mangiare. Con la sinistra era un vero disastro. Roxanne si divertiva ad imboccarlo e James a volte, pensò di sputarle addosso il cibo per il troppo ridere. Ma si riavvicinò parecchio a lei. Osservo il suo gufo, Chester, planare sulla sua testa e lasciare una lettera color vaniglia, decorata con filetti d'oro. Sopra, uno stemma con una L e una W.  Roxanne aprì la lettera e James diede al gufo uno dei biscotti, lasciandolo ripartire verso la Guferia. 
"E' l'invito al matrimonio!"
James si girò verso la cugina nello stesso istante di Hugo. 
"Teddì?" Hugo imitò l'accento francese che Fleur e la sorella continuavano ad avere e James scoppiò a ridere, sputtacchiando acqua. 
"Ottimo, quando?" James riprese il bicchiere con l'acqua, il braccio tremolante. 
"Il 27 Dicembre." Roxanne sembrava tranquillissima, e il ragazzo risputò di nuovo l'acqua che andò a finire tutta in faccia a Fred. 


Romeo dovette insistere per convincere Lucy che non sarebbe stata una buona idea andare a cena dalla sua famiglia. Lui sarebbe rimasto al castello, come tutti gli anni. 
"Non voglio che tu rimanga qui da solo."
"Credimi, starò bene." Ridacchiò allegramente, come suo solito. 
"Rimarrò con te." 
"Devi andare dalla tua famiglia." 
"Voglio stare con te." 
A quelle parole, Romeo dovette sforzarsi di non far cambiare il colore dei capelli. Quella ragazza gli faceva uno strano effetto, troppo spesso per i suoi gusti. Anche se si fosse concentrato al massimo, non ce l'avrebbe fatta. I capelli che erano blu, assunsero una strana sfumatura sul blu. Lei gli scompigliò e i capelli e gli diede un bacio sulla guancia, alchè il ragazzo dovette sul serio trattenersi dall'istinto che aveva dentro. 
"E' deciso allora. A sta sera." Lei gli fece l'occhilino e corse nella sua stanza. Lui rimase a guardarla con la coda dell'occhio, lasciando diventare i capelli rossi-arancioni dall'imbarazzo. 




 

 

Ho deciso di levare la Lily/Scorpius che avevo messo all'inizio... magari dopo aver finito la storia farò dei missing moments e li inserirò lì, ma dopo diventa troppo complicato ad avere tre pairing da seguire completamente per me.  I'm sorry >.<
Comunque, nel prossimo capitolo vedremo cosa succede di così emozionante a Natale alla Tana e al matrimonio di Ted e Victoire. A presto ;)

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Capitolo 7
*** Two new Weasleys. ***


Il giorno di Natale. La Tana, come al solito era stracolma di parenti e sprizzava allegria da tutti i pori. Bhè, non per tutti, ovviamente. James, che di solito era sempre l'anima delle feste e delle riunioni familiari, se ne stava seduto sul divano, la spalla fasciata che gli impediva grandi movimenti. Due giorni e ci sarebbe stato il matrimonio di sua cugina con Ted. Il ragazzo era rimasto stupito quando Ted si era avvicinato per chiedergli di fare il suo testimone. Insomma, erano sempre stati grandi amici, ma non c'aveva mai pensato a questo, gli era sempre parsa una cosa troppo romantica e sentimentale, il matrimonio. Dopo qualche titubazione, aveva accettato e aveva visto i capelli di Ted diventare blu come non mai e James gli aveva regalato uno dei pochi sorrisi veri della giornata. 
Non era da lui essere triste, di solito stava sempre al centro dell'attenzione o a ridere come un matto per qualcosa. Ma in quel periodo, senza Fred, il suo ex migliore amico, Elizabeth, che era diventata la sua migliore amica insieme a Roxanne, non riusciva più a stare felice.
A quel punto, mentre James fissava per terra un punto indefinito e fisso, vicino a lui ci si sedette Roxanne. 
"James..." la sua voce era quasi un sussurro.
"Uhm?" 
"Che ti succede in questi giorni? Sei strano, sembri cupo e depresso."
Perchè non raccontarglielo? Tanto era sempre stata un'ottima ascoltatrice e i suoi consigli erano sempre buoni, per qualsiasi cosa. 
Fu così che James si mise a raccontare tutto. Dal pugno a Fred, fino a quando gli aveva salvato la vita sul campo da Quidditch e l'aveva mandato fuori dalla sua stanza al San Mungo. La ragazza ascoltava interessata, in silenzio per non interromperlo. 
"Dovresti dargli un'altra possibilità. Anche se non lo dimostra, ci tiene davvero a te, ti vuole molto bene. A casa, prima di venire qui, l'ho trovato a riguardare delle foto, James. Dove eravate insieme. So che per te è difficile, non so se io ce la farei. Ma tu sei forte, se lo rifacesse, tronca i rapporti una volta per tutte. Sappi che ti aiuterò sempre, non voglio vederti così depresso." 
Il ragazzo ascoltava le sue parole rapito. Avevano la stessa età e sembrava che ne avesse passate tremila di vicende come quella. Senza altri preambolì, l'abbracciò entusiasta e le diede un bacio sulla guancia.
"Grazie Rox, non so come farei senza di te, a volte." Si alzò di scatto dalla poltrona e decise di andare a cercare Fred che però, era sparito nel nulla, lasciando la cugina con la guancia in fiamme, dove le labbra di James avevano incontrato la sua pelle.

27 Dicembre. Il giorno del matrimonio. Fred era ancora sparito nel nulla e James aiutava Ted prima di andare in giardino e aspettare la sposa. Era più emozionato lui che Ted, a momenti. Fuori, erano presenti tantissime persone con i capelli rossi e biondi, più la nonna di Ted. Era anziana, ma aveva ancora parecchie forze.
"James! Possiamo andare." Ted era alquanto emozionato, i capelli che vagavano dal blu al verde e al rosso e sembrava che avesse chiamato James già da tempo. 
Il ragazzo scosse la testa. "Sì, scusa Teddy." 
Si avviarono velocemente nel cortile e si misero ai loro posti. Louis arrivò con qualche minuti di ritardo. 
"Scusate, ma abbiamo dovuto convincere Dominique a venire e abbiamo fatto tardi." Si aggiustò la cravatta e si sistemò vicino a James. 
Ted si limitò a fargli un sorriso. Non lo vedeva così felice da quando si era messo con Victoire. 
Dopo una mezz'ora, iniziò la marca nuziale e arrivò Victoire con un abito da sposa tradizionale della Francia, color panna e il velo sorretto da Roxanne. Doveva esserci anche Dominique, ma ancora non era arrivata nel giardino, così fu sostituita da un'amica di Vic. Il vestito le copriva come poteva la grande pancia. Avrebbe partorito tra qualche giorno, sicuramente. 
La cerimonia si svolse lenta e noiosa, come tutti i matrimoni. Notò Fleur e Molly Sr, piangere commosse. E alla fine i tipico lungo bacio. James sorrise, anche se di solito gli sarebbe spuntato un gran sorriso, quello era parecchio ridott. Fu in quel momento che notò Fred. Dietro parecchie file degli invitati, c'era anche lui, seduto vicino ad un amico di Ted, in giacca e cravatta. Applaudì insieme agli altri e si congratulò con i due, poi si allontanò dal ricevimento, seguendo il cugino che si era alzato ed era andato via dalla cerimonia, prima del bacio. 
Quando lo raggiunse, aveva una sigaretta tra le dita, appena accesa ed era seduto con le ginocchie piegate e i gomiti poggiati lì sopra. 
"Fred." 
Il ragazzo si girò, osservò il cugino e tornò a guardare di fronte a sè.
Sembrava che i ruoli si erano inveriti, ora era Fred che ignorava James. Quest'ultimo sospirò e si sedette al suo fianco. Dopo qualche attimo, che sembrò un'eternità, Fred parlò. 
"Mi era sembrato chiaro, il tuo messaggio, al San Mungo." Disse con voce piatta.
"Infatti non ero intenzionato a perdonarti, ma tua sorella mi ha fatto cambiare idea."
Fred, per tutta risposta alzò un sopracciglio, confuso. Perchè Roxanne si era messa in mezzo? Fece cadere la cenere a terra, e prese un'altra bella boccata di fumo. 
"Ho deciso di perdonarti e di darti un'altra possibilità. E' inutile rimanere così, insomma, stiamo male entrambi. Solo... non deludermi un'altra volta, okay?" James si alzò, mordendosi il labbro inferiore e fece per tornare al ricevimento, ma venne bloccato da una stretta di Fred, un abbraccio. Entrambi rimasero in silezio. Dopo aver sciolto l'abbraccio, James guardò il cugino negli occhi. 
"Allora, torniamo da loro?" Sorrise, decisamente più felice di qualche minuto prima e insieme al cugino, tornarono dagli altri ed era tutto in subbuglio. 
"James!James!" Il ragazzo si sentì chiamare da Ted e accorse. Victoire giaceva a terra, sembrava in preda al dolore e i capelli di Ted erano neri come la pece. 
Lui e Ted presero con cura la ragazza e si smaterializzarono al San Mungo, dove poi, accorsero anche gli altri. 

Ted era dentro con la sua sposa, James e tutti gli altri cugini erano in sala d'attesa. Molly Sr piangeva emozionata come quando Ted e Victoire si erano scambiati gli anelli. 
Rimasero fuori ad aspettare fino a chissà quando. Percy era ancora infuriato perchè sua figlia minore non era venuta a mangiare alla Tana. Gli aveva riferito, all'ultimo momento, che sarebbe rimasta a scuola, con una persona speciale. Non aveva aggiunto altro. 
Quando Ted uscì da quella maledettissima sala, ostentava un sorriso che sarebbe potuto arrivare fino al cielo. 
Era incredibile che proprio nel giorno del matrimonio, i bambini avevano deciso di nascere. James si svegliò di soprassalto, facendo fare lo stesso a Fred. 
"Sono due bambine splendide." Sembrava commosso, ma poi i guaritori lo chiamarono dentro e lui corse come un fulmine. 
James aveva la cravatta slacciata, la camicia con i primi bottoni slacciati e gli occhi ancora impastati dal sonno. 
Aspettarono un'altra mezz'ora e quando Ted uscì di nuovo, annunciò una cosa sorprendente. Neanche lui ci credeva. 
"C'è... oh insomma, non voglio dirvelo, dovete vederlo voi!" Detto questo tornò dentro, per dare sostegno alla ragazza, evidentemente sfinita. 
James, Fred e Louis, si offrirono per andare a vedere che diavolo volesse dire Ted, non era stato molto espressivo e si stavano preoccupando. Arrivarono alla Nursery dove c'erano già le due bambine di Ted, lavate e che piangevano ancora. Evidentemente ancora decidevano bene i nomi, perchè apparse solo dopo. 
Ninfadora Jr Lupin. Isabelle Lupin. Remus Thomas Lupin. 
Un momento. Chi era quell'altro? Tutta la famiglia sapeva che ci sarebbero state due gemelle e basta. Forse c'era un errore con il cognome. Quando però Ted arrivò dietro di loro, per osservare le sue figlie sorrise raggiante. I capelli che ostentavano un azzurro color del cielo. 
"Non ce l'aspettavamo, ma siamo felici lo stesso." Disse Ted. In quel momento arrivò Hugo. La faccia quasi schiacciata contro il vetro. Solo in quel momento, si notò che il bimbo, ultimo arrivato, aveva deciso di cambiare il colore dei suoi capelli, ostentando un blu striato di verde. La bimba che si trovava alla sua destra, sua sorella li aveva viola e l'altra biondi, ma non li cambiava. Era una cosa strabiliante. Due su tre possedevano il dono del padre. La cosa che stupiva di più era che la bambina con i capelli viola, si chiamava come sua nonna paterna. 

Tornarono ad Hogwarts per l'inizio del nuovo anno e il ripartire delle lezioni. 
Fred e James non facevano altro che scherzare e ridere insieme e a volte ci si aggiungeva anche Louis o Hugo. 
Le ragazze, al contrario, non facevano altro che spettegolare sui nuovi cuginetti. Tutti tranne Dominique. James aveva perdonato Fred, ma lei... non ce l'avrebbe mai fatta. 
Albus, Fred e James, giunsero in Sala Grande. C'erano poche persone, visto che la cena era conclusa da parecchio tempo. Hugo sbucò da chissà dove e diede un'occhiata al tavolo dei Serpeverde, in seguito una gomitata nel fianco di James. 
Alzò lo sguardo e notò sua cugina Lucy sulle gambe di un tipo, capelli biondi. Non poteva essere Malfoy! Lucy lo odiava. Ma no, i suoi capelli cambiarono colore, quindi per fortuna non era Malfoy. La cosa più stupefacente era che i due si stavano baciando. Sembrava un bacio piuttosto passionale, ma a quanto ricordassero, Albus, Hugo, Fred e James, Lucy non era mai stata in grado di spiegare i suoi sentimenti, più o meno come James. 
I quattro fecero finta di niente e si sedettero al tavolo dei Grifondoro, visto che Albus non voleva andare lì, al suo tavolo, e disturbarli. 


Nel prossimo capitolo si spiegherà meglio che cosa hanno fatto Lucy e Romeo che sono rimasti al castello durante le vacanze. 
Spero che vi sia piaciuto! :3 Recensite, se volete. 




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Capitolo 8
*** Gita a Natale. ***


Lucy era davvero emozionata dal fatto di poter finalmente rimanere a casa per le vacanze di Natale. Non che non sopportasse la sua enorme famiglia, ma al castello c'era qualcosa di meglio, e questo meglio era il Lestrange. 
Non lo avrebbe mai ammesso, e sicuramente non con lui. Odiava esprimere i suoi sentimenti. Erano segreti e custoditi con la massima sicurezza. 
Era il giorno di Natale, e i pochi rimasti al castello avevano organizzato una piccola gita per passarlo insieme. Loro due, più Scorpius, erano gli unici Serpeverde, ma avevano deciso di andarci lo stesso, giusto per svagarsi un po'. Romeo e Scorpius erano già davanti alla passaporta con gli altri, ma Lucy era in ritardo. 
-Dov'è la tua ragazza, Meo?- Chiese uno Scorpius divertito. 
Il metaformago gli lanciò un'occhiata di sbieco: -Smettila di chiamarmi così, non sono un gatto.- Rispose con voce atona. 
E poi non era la sua ragazza.. solo.. un'amica. Forse l'unica vera. Ecco perché quando vede una chioma rossa in avvicinamento non può far altro che sorridere allegro, suscitando una certa perplessità nel cugino. Lucy iniziò a correre e si fiondò tra le braccia del ragazzo, che rimase leggermente stupido. Doveva ancora abituarsi ai suoi strani modi di fare. Erano alquanto bizzarri. Ma tutto sommato gli piacevano quelle attenzioni mai ricevute da nessuno. I suoi capelli diventarono subito di un blu elettrico, e la ragazza li scompigliò con fare divertito. Poi Scorpius li tirò entrambi verso una scatola vecchia, costringendoli a prenderla, dato che era la loro passaporta. 
Romeo si sentì mancare la terra sotto i piedi, e una morsa all'ombellico, come se fosse stato risucchiato da quella scatola logora, più o meno come la materializzazione. Tuttavia, si ritrovò con i piedi a terra, e si trovò costretto a togliersi la giacca. Avevano deciso una meta un po' più calda. Un bel giro in barca. Uno dei ragazzi, aveva il padre babbano molto ricco, che aveva prestato loro una barca abbastanza grande. 
Il ragazzo si rigirò, ma non servì cercare i suoi due amici, perché aveva Scorpius davanti e Lucy gli aveva già afferrato la mano, facendogli tornare i capelli del blu elettrico di prima. Si sedettero sulla barca, accanto a qualche ragazzo di Corvonero, con grande disappunto di Scorpius. Ecco perché i due ragazzi non andavano granché d'accordo, a volte. Anzi, qualche volta il Lestrange, si era chiesto se non fosse stato adottato. Non assomigliava per niente ai suoi genitori, preferiva sua cugina Ninfadora, ormai morta, e sua zia Andromeda. 
La Weasley aveva un capello di paglia, piuttosto piccolo, ma era davvero carino, le dava un'aria semplice. Un maglione verde acceso e dei jeans attillati, con delle converse. Ecco quello che adorava in lei. La sua semplicità. 
Una folata di vento tolse il cappello dalla testa della ragazza, che cadde in acqua insieme all'oggetto, mentre cercava di prenderlo. 
-Lucy!- Gridò il ragazzo mettendosi in piedi. 
A quel punto, la ragazza decise di fargli un bello scherzo, anche se forse un po' meschino. 
-Aiuto, non so nuotare!- Si immerse facendo sul serio finta di affogare. 
Romeo si tolse la sciarpa delle Serpi e ignorò la stretta di Scorpius, che sicuramente una cosa del genere, non l'avrebbe mai fatta. Si tuffò e la raggiunse, prendendo poi anche il cappello, ma quando le fu vicino, la ragazza scoppiò a ridere. 
Lui le lanciò un'occhiata arrabbiata, mentre qualche ciuffo dei suoi capelli-ora castani- si tingevano di rosso, ma poi iniziò a ridere insieme a lei. 
-Idiota-. Disse alla fine con fare divertito, trasportandola di nuovo verso la barca e aiutandola a risalire, salendo dietro di lei.
Quando arrivarono alla spiaggia, si erano già asciugati, e non ebbe neanche il bisogno di rimettersi la sciarpa. 
Era ormai tarda sera. Avevano speso tutta la giornata ad 'esplorare' i dintorni, ma Romeo poteva affermare che quello era il miglior Natale che avesse mai passato. 
Erano seduti intorno al fuoco, Scorpius aveva già fatto conquista su una Corvonero, ma il metaformago era certo che l'unica a cui andasse veramente dietro era solo Lily Potter. Lucy stava facendo diventare neri qualche marshmallow, quando il ragazzo si trovò in mano una chitarra, datagli da un ragazzo Tassorosso che stava suonando fino a quel momento. 
-Dai, suonaci qualcosa!- Disse infatti. 
-Io? Ma perché proprio io?- chiese Romeo. 
-Mm... bhé, perché ti ho sentito suonare, so che sei bravo.- rispose senza difficoltà. 
Lui suonava solo nella sua stanza, come aveva fatto lui a sentirlo? Non voleva suonare davanti a loro, ecco perché si voltò subito a guardare  Lucy con l'aria di uno che voleva essere salvato da un triste destino, ma la ragazza si limitò a rivolgergli un piccolo sorriso. 
-D'accordo, va bene..- disse non proprio convinto, posando la chitarra sulle proprie gambe e iniziando a suonare una melodia lenta che si era inventato lui in quel preciso istante. Era una musica allegra, non ne aveva mai scritta una del genere. Sorrise vedendo che tutti apprezzavano, persino suo cugino, che poi comunque riprese a pomiciare con quella ragazza. Lucy passò per un attimo davanti a lui, mentre suonava e posò le labbra sulle sue per un secondo, ma che ai due sembrò un'eternità. Si levò un coro di 'ooh', da parte dei pochi Grifondoro che c'erano. Anche perché i suoi capelli erano diventati viola, dato che cercava di nascondere l'imbarazzo. Poi lei gli si sedette accanto, e mise un braccio intorno alle sue spalle, mentre lui continuava a suonare, decisamente molto più motivato. 



Non scrivevo da non so quanto e mi scuso con quelli che stavano seguendo la storia, che penso siano comunque pochi.. ma vabbé. Nel prossimo capitolo, vedremo cosa succederà, una volta tornati ad Hogwarts, cosa che ho già accennato, nel capitolo precedente ;) 

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