La felicità prima della tempesta.

di Eikochan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Di cugini, nuove conoscenze e chioschi di ramen. ***
Capitolo 2: *** I'll always protect you. ***



Capitolo 1
*** 1. Di cugini, nuove conoscenze e chioschi di ramen. ***


“Itachi ha ucciso i suoi amici, ha ucciso i suoi superiori, ha ucciso la sua amata, ha ucciso suo padre, ha ucciso sua madre ma non ha saputo uccidere il suo fratellino.” – Tobi; cap. 400

 

DI CUGINI, NUOVE CONOSCENZE E CHIOSCHI DI ONIGIRI:

 

Si massaggiò stancamente le orecchie, aveva ancora i timpani indolenziti dal ciarlare di suo cugino Shisui: era stata decisamente una pessima idea ubbidire a sua madre che gli ordinava di andare ad avvisare gli zii che quella sera erano invitati a cena. Come era possibile che un bambino di appena sette anni sproloquiasse di cose inutili, senza riprendere fiato, per sette minuti contati? Alla fine era riuscito a sfuggire da quella casa, non prima di sentire il cugino urlargli dietro: “Tranquillo Itachi, continuiamo il discorso stasera!”
Valutando se scappare in un altro paese e darsi alla macchia o se fare affidamento al suo proverbiale autocontrollo, prese a cullare il fratellino per farlo addormentare.
Cinque minuti dopo osservava il piccolo Sasuke, gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta, dormire beatamente tra le sue braccia; era pressoché arrivato a casa quando si senti piombare qualcosa addosso. Pronto all’azione si girò a guardare chi lo stava attaccando ma vide solo una bambina, di circa cinque anni, che piangeva disperatamente sul suo vestitino bianco a pois neri: aveva lunghi capelli ebano e un paio di grandi occhi –sempre neri- contornati da folte ciglia, in quel momento luccicanti di lacrime; non vi erano dubbi che era un’Uchiha… un’Uchiha parecchio sconvolta a dire la verità.
“Hei, tutto bene?” le chiese senza scomporsi Itachi. “Perché piangi?”
“Perché ho deciso che non torno più a casa… non sopporto più i miei genitori!” disse l’altra, tra un singhiozzo e l’altro.
“Potresti parlare piano? Il mio fratellino si è appena addormentato..” le chiese lui pacato, prima di aggiungere: “E perché non li sopporti più?”
“Continuano a litigare e si lanciano addosso tutti quei kunai..”
“ Bè.. pensa a chi i genitori non li ha nemmeno.”
“Meglio non averli che averli come i miei.” ribattè ostinata l’altra.
Sembrava davvero sconvolta con i capelli arruffati, il viso paffuto tutto rosso dallo sforzo e il vestitino sporcato di terra; Itachi ebbe un moto di compassione.
“Senti, io sto andando a mangiare un po’ di onigiri” mentì lui “ti va di venire con me?”
“Va bene.”
Per un po’ camminarono in silenzio, una asciugandosi le lacrime, l’altro che la osservava di soppiatto.
“E’ carino il tuo fratellino.. quanti anni ha?” gli chiese, guardando il bambino che dormiva con un dito in bocca in braccio a Itachi.
“Appena un anno…”
“E come si chiama?”
“Sasuke.”
“Un bel nome” approvò la bambina. “E tu come ti chiami? Sei un Uchiha vero?”
“Io sono Itachi e, si, sono del clan. Te, invece?” rispose l’altro, sempre nel suo modo fin troppo calmo per un bambino di soli sei anni.
“Io sono Uchiha Miku. Piacere.” aggiunse poi, porgendoli la mano graffiata, che venne stretta dal moro.
“Sei caduta?” le chiese, indicandole con un cenno la mano graffiata e sporca di terra.
“Eh già.” sorrise l’altra. “Poco prima di incontrare te.. stavo correndo e non vedevo bene per via delle lacrime e cosi ho fatto una caduta a terra, peggio di un sacco di patate!” E rise, con la sua voce limpida e cristallina. L’altro fu sollevato dal vedere che le stava tornando il buon umore.
Chiacchierando arrivarono al chiosco di onigiri, appena fuori dal quartiere degli Uchiha.
“Due porzioni di onigiri, per piacere.”
“Oh.. ciao Itachi.” lo salutò cordialmente il negoziante. “Vedo che hai portato anche Sasuke e una tua amica oggi..”
“Eh già. Questa è Miku.” fece le presentazioni il moro.
“Itachi.. prendi solo una porzione per te. Io non ho soldi con me..” aggiunse timidamente l’altra.
“Tranquilla. Sta volta offro io.” si intromise di nuovo il negoziante, prima di porgere ai ragazzini due onigiri.
“Grazie mille, signore.” ringraziò Miku, addentando con gusto il cibo.
“Ti ringrazio, Takumi-san.”
I due consumarono il loro spuntino seduti su una panchina, in perfetto silenzio, ognuno perso nei proprio pensieri. Poi la bambina butto via il tovagliolino e si girò verso Itachi.
“Ora devo proprio andare.”
“Tornerai a casa?” si informò, un po’ preoccupato l’altro.
“Si, almeno fino a quando non sarò in grado di provvedere a me stessa.”
“Bene.”
“Ciao allora.”
Poi la ragazzina si girò in un turbine di capelli neri e sorrisi, e partì correndo verso il quartiere degli Uchiha; Itachi la osservo allontanarsi e quasi si prese un colpo quando la vide ruzzolare rovinosamente a terra, ma Miku, alzandosi di scatto, si girò e gli fece il segno dell’ok con la mano, prima di ripartire a razzo verso casa.
Itachi si concesse un sorrisino, poi si alzò e si diresse verso casa, sempre tenendo in braccio l’amato fratellino.

 
Erano le dieci del mattino e Itachi era ancora a letto, tormentato dagli incubi della sera prima: Shisui che per tre ore ininterrotte gli urlava in un orecchio. Stava giusto per rigirarsi nel letto e concedersi un’altra mezz’oretta di sonno, quando un vagito disperato ruppe il silenzio della casa.
“Mamma, vado io a vedere cos’ha Sasuke.”
“Ok, fai attenzione però!” le rispose Mikoto, dal piano di sotto.
Itachi entrò nella stanza del fratellino, che stava piangendo disperatamente, delicatamente lo prese in braccio e iniziò a cullarlo; Sasuke, sentendo la voce del fratello e il calore del contatto si tranquillizzò subito.
“Che ne dici? E’ ora della colazione, giusto?”
Scese al piano di sotto, facendo attenzione a dove appoggiava i piedi in modo da non rovinare giù dalle scale.. non che ce ne fosse bisogno date le sue capacità di ninja.
“E’ ora della pappa, Sasuke!” gli venne incontro Mikoto, con i capelli raccolti in una coda e il grembiule stretto in vita. “Dammi pure il piccolo. Per te c’è del latte caldo in cucina.”
“Grazie, mamma.”  
Aveva appena finito di fare colazione quando bussarono alla porta. Quando aprì si trovò appoggiato allo stipite il suo migliore amico, nonché cugino, altresì definito come Shisui Uchiha.
“Sei ancora in pigiama, Itachi?” gli domandò lui, senza nemmeno degnarsi di salutarlo prima.
“Mi sono appena svegliato..” gli rispose l’altro.
“Fai schifo… Mia mamma mi ha tirato giù dal letto due ore fa! Comunque andiamo a giocare fuori! E’ una giornata bellissima..” scalpitò l’amico, agitandosi sul posto.
“Si, lascia almeno che mi cambi..” aggiunse, indicando eloquentemente il pigiama con gli stemmi Uchiha che indossava.
“Fai veloce però; non metterci mezz’ora come sempre.. peggio delle femmine sei!” lo canzonò Shisui, seguendolo al piano di sopra. Itachi, del resto, mantenne la sua solita aria tranquilla e sorvolò sulla frecciatina del cugino.
Si stava cambiando quando suonarono nuovamente alla porta, dal piano di sotto si sentì Mikoto andare ad aprire.
“Itachi!” lo chiamò trenta secondi dopo. “C’è una persona per te.”
“Arrivo subito, mamma.” Si infilò veloce la maglia con lo stemma Uchiha sulla schiena e poi scese al piano di sotto, sempre seguito da Shisui.
In mezzo al tappeto del salotto c’era Miku, i capelli tenuti insieme da un fermaglio a forma di giglio e in mano una scatoletta.
“Ciao Itachi.” lo salutò lei, un po’ imbarazzata.
Itachi aveva appena aperto la bocca per pronunciare un piccolo “Ci..” che Shisui si piazzò davanti a lui, coprendogli la visuale, e si presentò con fare da marpione alla ragazzina: “Sono Shisui Uchiha, l’Uchiha più carino del clan e cugino di quel musone di Itachi.. piacere di fare la tua conoscenza.”
“Piacere di conoscerti, Shisui. Io sono Miku Uchiha.” lo salutò lei, poi si sporse a guardare l’altro moro e gli porse la scatoletta che teneva in mano. “Questi sono per te, un paio di onigiri fatti da me, sono per ringraziarti di ieri..”
“Grazie, non dovevi!” le sorrise lui, prendendo un’onigiri e offrendo gli altri due alla sua nuova amica e al cugino; di sicuro quello era l’inizio di una lunga amicizia.

 
SPAZIO AUTRICE:
Eh si, una nuova storia per Eikochan.. che culo, direte voi!
Questa storia, che non penso sarà molto lunga, mi è saltata in mente leggendo quello che dice Tobi a  Itachi… ho voluto quindi immaginare l’amata di Itachi. Spero vi piacerà, questo era solo un piccolo capitolo di presentazione; gli altri saranno più lunghi.
Beh.. fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto e se l’idea vi intriga.

Un bacio, Eikochan.

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Capitolo 2
*** I'll always protect you. ***


I’LL ALWAYS PROTECT YOU.

 
NOTE AUTRICE:
Questo capitolo si colloca circa un anno dopo il precedente.

 

1.
“Itachi, è vero che la prossima settimana frequenterai l’accademia?”
Miku lo stava guardando, da sopra il disegno che stava completando, con quegli occhioni neri che lo facevano sempre sentire accolto.
“Si.” sospirò l’altro. “Papà mi ha iscritto prima…”
“Non usare quel tono!” lo rimproverò lei. “Dovresti esserne contento.”
“Si, sono felice di essere riuscito a entrare anticipatamente ma da una parte non mi va, perché cosi passerò sempre meno tempo con te e con Sasuke.” E poi anche perché diventare ninja non rientrava proprio nelle sue aspirazione, ma si tenne questo pensiero per sé.
Intanto, manco avesse avuto un radar, il nanerottolo appena nominato era entrato in soggiorno, dove i due bambini stavano disegnando, e si avvicinò al suo nii-san con passo malfermo: aveva imparato a camminare già da mesi però era ancora piuttosto insicuro. Il fratello, attento come sempre, lo prese in braccio e gli lasciò pasticciare il disegno che aveva appena finito, senza dire nulla.
“Fra due anni anche io entrerò all’accademia e allora passeremo ancora più tempo assieme.” lo rassicurò l’amica, sistemandosi il fermaglio a forma di giglio che le teneva ferma la coda alta. “E poi se studi già da ora poi mi aiuterai con gli allenamenti vero? Così diventerò la prima della classe.”
Il viso della ragazzina si aprì in un grandissimo sorriso, che lasciava intravedere i due buchi degli incisivi da latte appena caduti; Itachi adorava quando gli sorrideva, gli occhi le si illuminavano di una luce pura ed innocente. Se tutte le persone fossero come Miku era certo che non sarebbero mai scoppiate le guerre.
“E poi mi farai da guarda del corpo!”  si entusiasmò ancora la piccola Uchiha, che continuava senza sosta il suo monologo sui vantaggi di entrare anticipatamente all’Accademia. “Così mi proteggerai da tuuuuuuutte le cose brutte!”
“Puoi stare tranquilla che non ti succederà mai nulla. Se sei con me non ti accadrà mai niente di male.”
Itachi le aveva risposto con un’espressione così seria e risoluta che Miku ammutolì un secondo, prima di rivolgerli l’ennesimo, dolcissimo, sorriso. Del resto l’Uchiha si era ripromesso già da tempo di proteggere quella bambina così innocente; lei non sapeva ancora cosa succedeva di davvero brutto nel mondo ma lui si, e non avrebbe mai lasciato che queste le cancellassero il sorriso dal viso.
In quel momento entrò nella stanza Mikoto, in mano due borse della spesa, e si rivolse alla bambina.
“Miku, la mamma ti sta aspettando a casa. Ti conviene andare..”
“Grazie, Mikoto!” la ringraziò saltando giù dalla sedia su cui si era appollaiata.
“Cosa hai disegnato di bello?”
“Mi dispiace ma non te lo posso dire.” si scusò la bambina, guardando Mikoto dal basso verso l’alto. “E’ un segreto. Non lo deve vedere nessuno.”
Poi si girò verso i due fratelli.
“Ciao Itachi” salutò l’amico e poi si rivolse all’Uchiha Junior. “E tu, Sasuke, non fare disperare il povero Itachi!”
E poi uscì dalla porta con la sua camminata maldestra.

 

2.

Il primo giorno di scuola era appena finito, e non poteva di certo dire che gli fosse piaciuto, tra l’altro tutti gli altri lo guardavano male perché era di un anno più piccolo. Si avviò a casa da solo, Shisui era stato trattenuto in classe per una punizione: lo scemo si era messo a fare il pagliaccio in mezzo alla lezione e Iruka non l’aveva presa per niente bene.
Era quasi arrivato al quartiere degli Uchiha quando vide tre ragazzini spintonare una bambina. La riconobbe in un battito di ciglia: quel giglio bianchissimo appuntato sulla chioma nera non lasciava dubbi: Miku Uchiha era appena stata spintonata da uno dei tre ed  era caduta per terra.
Itachi mollò per terra la cartella e spiccò una corsa verso il punto in cui i tre ragazzi ora si  stavano avvicinando pericolosamente all’amica. In meno di cinque secondi si era frapposto tra i tre e Miku.
“Cosa pensate di fare?”
“Spostati, moccioso.” sibilò malamente il più grande dei tre, un biondino dagli occhi verdi di circa undici anni.
“Vattene te.” Itachi sostenne il suo sguardo.
“Cosa avresti intenzione di farmi? Non sei nemmeno capace di combattere.” malignò l’amico in seconda fila.
A quelle parole Itachi sentì la rabbia, sentimento che provava di solito reprimeva, montare inesorabilmente, scorrergli nelle vene e arrivare fino alle punta delle dita, depositarsi nella gambe, pronte a scattare, riempirgli il cervello ed arrivare infine agli occhi. In quel momento scattò qualcosa e, alla vista degli sguardi spaventati dei tre capì cosa dovesse essere successo: lo Sharingan si era attivato per la prima volta.
Il biondino, che era di gran lunga il più coraggioso dei tre, sfilò dal marsupio un kunai e glielo lanciò contro. Itachi non ebbe nessun problema a stopparlo per il manico e a rilanciarlo fulmineamente contro il ragazzo: quello Sharingan era proprio un portento. Il kunai nel frattempo si era impiantato a fondo nella gamba del capo-branco e tutti e tre guardavano allibiti il moro.
“Maledetto Uchiha! Me la pagherai..” e detto questo se la svignarono tutti e tre.
Itachi si girò verso Miku, pietrificata a terra, e le porse la mano.
“Hai lo Sharingan.” sussurrò allibita lei, prendo la mano di Itachi ed alzandosi.
“Già.”
“Che foooorza!” Per Miku era semplice esaltarsi ed emozionarsi per ogni cosa. “In ogni caso, grazie davvero Itachi. Quegli scemi  volevano rubarmi i soldi..” ed accennò con la testa al borsellino che portava nella mano destra.
“Non devi ringraziarmi, Miku.”
La ragazzina lo ringraziò con il solito sorrisone. Poi seguì Itachi che si era già incamminato e quando lo raggiunse gli prese la mano ed il moro non staccò la sua: adorava il calore di quella manina ancora sporca di terra.
Erano appena entrati nel quartiere Uchiha che videro Shisui venirli incontro sventolando il palmo in segno di saluto; poi quando vide le mani dei due intrecciati si bloccò di colpo.
“Perché vi state tenendo la mano?!” domandò sospettoso.
“Perché Itachi mi ha salvato e adesso siamo fidanzati.. come i grandi!” annuì, tutta convinta la mora.
Itachi si stava domando quando mai avesse dato la sua approvazione all’essere fidanzati ma sorvolò sull’affermazione: del resto lo sapeva che sarebbe stata una cosa passeggerà data dal “salvataggio” di poco prima; il giorno dopo probabilmente se ne sarebbe già dimenticata.
“Non puoi stare con Itachiiiii..” piagnucolava intanto Shisui.
“Perché no?”
“PERCHE’ DEVI STAREEEE CON ME!”
Probabilmente la dignità made in Uchiha non era, stranamente, arrivata al patrimonio genetico del cugino.

 
SPAZIO AUTRICE:
Secondo capitolo postato! Spero vi piaccia, non ho molto da dire in realtà.. faccio solo delle precisazioni: Miku Uchiha è la più piccola e in questo capitolo ha 6 anni, Itachi invece ne ha 7 mentre Shisui 8.
La storia racconterà di vari episodi dell’amicizia/amore tra Miku e Itachi in successione temporale.
Baci, Eikochan.

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