Controllo del tempo

di starmoon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Prime scoperte ***
Capitolo 3: *** Piccoli frammenti del futuro ***
Capitolo 4: *** Nuovi pericoli ***
Capitolo 5: *** Nuovi pericoli 2 ***
Capitolo 6: *** Natale si avvicina ***
Capitolo 7: *** La realtà fa male ***
Capitolo 8: *** Back Home ***
Capitolo 9: *** Normalità ***
Capitolo 10: *** Scoperte ***
Capitolo 11: *** primi problemi ***
Capitolo 12: *** Un cavaliere anche per me ***
Capitolo 13: *** I balli a MysticFalls non portano mai niente di buono ***
Capitolo 14: *** Sacrificio ***
Capitolo 15: *** Il passato ***



Capitolo 1
*** prologo ***


 PROLOGO
 
Ormai la paura è con loro, ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, e l’unico modo per sapere cosa accadrà è sbirciare nel futuro, ma Elena è una semplice umana, ecco perché adesso stava nella sua macchina in direzione di casa di Bonnie. Se sarebbe riuscita a convincerla ad aiutarla forse avrebbe potuto evitare altre tragedie.
-Bonnie, bonnie apri
-Elena cosa è successo? Come mai qui alle…cavolo sono le sette di mattina cosa è successo
-si si scusa se ti ho svegliato ma questa notte non ho chiuso occhio
-entra dai
-grazie
-allora?
Disse Bonnie sedendosi nel divano di casa sua
-si be…io devo, ok devo chiederti una cosa
-dimmi pure
-ho bisogno che tu faccia un incantesimo
-cosa? Un incantesimo? Perché?
-perché nella situazione in cui siamo ora, non possiamo sapere cosa succederà e io voglio saperlo
-Elena mi stai chiedendo di guardare nel futuro?- disse scettica l’amica
-esattamente
-ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo?
-si lo so che è rischioso,ma siamo ogni giorno in pericolo e io voglio sapere  se finirà tutto questo
-ok ti aiuterò ma non ti assicurerò nulla
-ok
-bene vado a preparare tutto arrivo subito
Dopo dieci minuti Bonnie entrò nel salotto con l’enorme libro e due candele.
-sei pronta?- disse ad Elena
-si
-bene chiudi gli occhi
Bonnie incominciò a formulare qualcosa in una strana lingua, Elena si sentiva la testa pesante, poi una scossa elettrica le pervase in tutto il corpo, ma poi niente,non successe niente.
-non ha funzionato- disse Elena nervosa
-calmati non posso controllare incantesimi che non conosco
-no non è per te e che credevo che…
Stava incominciando a delirare,ma Bonnie le prese per le spalle e l’abbracciò
-sta tranquilla questi incantesimi sono delicati, non si gioca con il futuro ma se ci tieni domani potremmo fare un altro tentativo.
-d’accordo- disse distaccandosi dall’abbraccio –adesso vado a casa
-ci vediamo domani
Elena entrò in macchina,ma non andò a casa.
Adesso si trovava di fronte a quell’enorme porta che mai come ore le faceva paura, esitando alzo il braccio, anche se sapeva che non ce n’era bisogno, infatti prima ancora che la mano toccasse la porta, essa si aprì.
  • che stavi facendo qua fuori impalata?- domandò lui scrutandola negli occhi
  • niente posso?
  • Entra- disse facendo spazio per falla passare
  • Come mai da queste parti?
  • Avevo bisogno di parlarti
  • Non hai il tuo ragazzo?- disse Damon prendendo il suo solito liquore
  • Io è lui non stiamo più insieme, tuo fratello non..
  • Non
  • Non riesco ad amarlo più
Damon alza lo sguardo di poco per poi tornare al suo bicchiere
-sai oggi sono andata da Bonnie e volevo conoscere il futuro
Lui alzò le sopracciglia non capendo
-volevo sapere se un giorno potrei vivere come una normale essere umana
Damon si sedette vicino a lei
-allora non dovresti essere qui- disse passando un braccio sul divano
-lo so, ma sai cos’è che ho capito venendo qua..
-no cosa?
I'll fly with you    
Sottofondo
 
-che non ho più tempo…- disse piano avvicinandosi pericolosamente
Damon non capiva cosa stava succedendo, eppure era ben chiaro ai suoi occhi, ma la sua mente era troppo offuscata del comportamento insolito di Elena, ma era sicuro che non fosse Katherine.
Poi mandò tutto a farsi benedire e la baciò, con una tale passione che solo lui ha, e stranamente lei non lo respinse anzi, lo assecondò.
Poi lui si sdraiò su di lei, ma prima di ribaciarla la guardò negli occhi, come per avere il consenso anche solo per sfiorarla.
-mi dispiace- disse lei semplicemente, alzando la testa di poco per baciarlo, lui con la sua velocità da vampiro la prese in braccio e Elena si ritrovò in un letto, probabilmente quello di Damon.
 
Pov Elena
Non ci credo, sono qui, con lui, e sto per farlo, io mi sono innamorata di lui, di Damon, il cattivo, quello che finge di esserlo, quello stronzo, quello che se potesse ti regalerebbe la luna, chiudo gli occhi non voglio perdermi niente, domani non so cosa succederà, voglio vivere questo momento con lui, voglio solo lui, e un piacere immenso che non voglio perdere, è un amore a cui non posso rinunciare.
Pov Damon
Ero convinto che lei non mi amasse, e questo non è un suo momento di debolezza, ne sono sicuro lei non è come le altre, lei è diversa e questo essere diversa che mi ha fatto innamorare di lei, e adesso è qui e io non posso permettermi di lasciarla andare, non posso perdere di nuovo l’amore,non ci sto più a essere l’unico imbecille a soffrire.
 
Elena e Damon si ritrovarono addormentati uno tra le braccia dell’altro.
Elena sentì un leggero spifferò, poi tentò di aprire gli occhi, ma qualcosa glielo impediva, un calore forte le percorse il corpo,scattò in piedi, cercò di chiamare Damon,ma quello che vide fu impressionante, lui stava dormendo tranquillo con lei tra le sue braccia.
-Katherine- disse poi però vide che indossava il braccialetto di verbena – oddio che sta succedendo? DAMON…DAMON
Tutto sembrò girarle attorno, si mise le mani alla testa e si accasciò a terra, poi un dolere forte alla testa le fece perdere i sensi.
 

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Capitolo 2
*** Prime scoperte ***


                        Iridescent  
 

                                                                                                                                     Linkin park

                                      Prime scoperte                                

Elena aprì gli occhi, si trovava alla pensione, nella camera di Damon, ma era tutto molto più scuro, le tende chiuse e di Damon nessuna traccia, si girò attorno, usci dalla stanza, la casa sembrava quella dei film di paura, incominciò a spaventarsi, uscii correndo da li ma fuori la sua macchina non c’era, corse nel bosco adesso doveva raggiungere casa sua, ma quando dopo un ora arrivò li davanti, vide che era tutta chiusa,poi un auto arrivò, lei si nascose dietro ad un albero del vialetto di fronte.
Un uomo molto affascinante scese dalla macchina e dopo di lui un ragazzo,una ragazza con in braccio un bambino di poco più che un annetto.
-che sta succedendo?- disse appoggiando la spalla alla corteccia.
-sto sognando? È un incubo…
-papà ma la mamma non viene? –disse la ragazza
-no per adesso no poi vedremo
-ancora non capisco perché ci hai portati qui- disse il ragazzo
-non devi capire niente per ora- disse uscendo le chiavi dalla tasca
Elena guardava quell’uomo come se lo conoscesse, il suo modo di parlare, i suoi modi di fare, quando un pensiero le balenò in mente, quando capì chi era, di istinto corse vicino il vialetto di casa sua,e l’intera famiglia si girò, i ragazzi sembravamo perplessi, mentre Jeremy la guardava scettico.
-entrate ragazzi
-ok- disse la ragazza
I ragazzi entrarono in casa
-katherine si può sapere adesso perché sei tornata?
-katherine? No no Jeremy sono io Elena
- Kath non fare questi scherzi sai bene che Elena…-Jeremy non finì di parlare e abbassò la testa 
– Elena cosa?
-lo sai non hai bisogno che te lo dica-disse entrando in casa sbattendo la porta
Era cresciuto, e a Elena faceva una strana impressione vederlo adulto, ma in quel momento aveva altre cosa di cui occuparsi, andò verso casa di Caroline, ma li non c’era nessuno, solo lo sceriffo che parcheggiava la macchina e entrava in casa che per fortuna non la notata, andò da Bonnie, si sporse dalla finestra e la vide, indossava un grembiulino da cucina, e in viso i segni di una vita difficile, poi un uomo entrò in casa e l’abbracciò mentre lei mescolava qualcosa in una pentola, entrarono due ragazzi maschi, e una ragazza dopo di lei, uno era di carnagione chiara, un amico forse e gli altri due scura proprio come la madre, sospirando Elena indietreggiò, ma Bonnie si girò in quel momento e corse fuori, ma quando uscì non vide nulla
-cosa c’è tesoro?
-credevo di aver visto lei
-mi dispiace per quello che è successo, ma ormai sono passati 17 anni
Pov Elena
Cosa? 17 anni no  non può essere vero, allora l’incantesimo ha funzionato, ma adesso come torno indietro? E Damon dov’è? Perché non c’è?
-Elena?- disse una voce a lei familiare
-Tyler?- disse lei girandosi di colpo, lui non era cambiato per niente, nessun segno del tempo, ma lui era un ibrido.
-è impossibile- disse lui avvicinandosi
-lo so lo so mi devi aiutare- disse lei sicura
-tu sei morta- disse lui incredulo ancora di averla davanti mentre Elena era immobile, come una statua, non riusciva più a sentire nulla, doveva essere morta, era questo il suo destino? Era davvero questo che doveva vedere, se l’avrebbe saputo non avrebbe mai chiesto di fare quell’incantesimo.
-morta …- disse non credendo ancora alle sue orecchie.
 
 
 
 
 
-no no non può essere questo è solo un incubo- disse mettendosi le mani ai capelli
-vieni andiamo alla pensione- la prese per un braccio e l’accompagnò fino allo sportello della macchina
-cosa è successo?- disse lei ancora sotto shock
-mi spieghi come fai ad essere qui?
-nel passato ho chiesto a Bonnie di fare un incantesimo e sono finita nel futuro ma qui cosa è successo?
-non posso dirti molto io sono tornato qui dopo tutti questi anni…ma tu e altri siete morti nella battaglia
-Damon? Lui sta bene vero??
Ma Tyler non rispose
-dimmi che non è morto??
-Elena Damon è sparito appena te ne sei andata, ma hai lasciato qualcosa qui
-cosa?
-non so se un bene che tu sappia tutte queste cose del futuro
-da quando sei cosi filosofo forza dimmi cosa è successo…a proposito perché tu sei qui?
-sono venuto a controllare Klaus vuole sempre tutto sotto controllo
-è ancora vivo quindi abbiamo perso- disse sconfitta
-perso? Non direi la battaglia è finita ma nessuno a vinto nemmeno Klaus
-cosa vuoi dire?
-Elena non posso dirti molto è già successo che qualcuno a interferito con il tempo e non è finita bene
-qualcun altro?
-per favore Elena non chiedermi altro
-ok ma Stefan? Alaric? Tutti gli altri?
-alcuni hanno deciso di fare una vita normale, Alaric ogni tanto fa visita a Jeremy, Bonnie deve controllare i poteri dei figli, Matt ha una famiglia tutta sua, Jeremy con qualche difficoltà ma sta bene…Stefan è in giro per l’America…- di colpo smise di parlare
-capisco
-adesso che farai?
-devo chiedere aiuto a Bonnie se lei ha fatto l’incantesimo può anche spezzarlo
-mi sembra una buona idea
-dove eri diretto dopo?
-New York Klaus deve sbrigare delle cose
-sei ancora sotto il suo controllo?
-già ma non è più come prima insomma non c’è ne andiamo in giro ha uccidere gente innocente
-Klaus? Stai scherzando vero?
-beh diciamo che io non lo faccio più
-ora sembra più logico
-comunque siamo arrivati
-perché mi hai portata qua?
-perché non devono vederti
-non posso restare qui per sempre
-dobbiamo trovare una soluzione per camuffarti
-perché ci tieni tanto a questa storia del tempo?
Lui non rispose si limitò ad abbassare il capo e guardare il camino
-quando sarai nel passato non dovrai in alcun modo tentare di cambiare il futuro ecco perché
-come potrei impedirlo non morendo? Non posso controllare questo ma aspetta c’è qualcos’altro vero?
-lascia stare Elena si sta facendo tardi io dovrò partire tra qualche giorno, vedrò se riuscirò a portarti qualcosa da mangiare- disse uscendo dalla porta
Elena si sentiva sola, ma quella casa profumava ancora di lui, senza volerlo incominciò a salire le scale, per poi fissare la porta aperta davanti a lei, aveva ancora l’immagine di loro due abbracciati, erano felici, lui era felice, lei lo era, come non lo era mai stata e adesso? Adesso si trovava nel futuro, aveva bisogno di averlo vicino, aveva bisogno di lui.
Si sdraiò nel letto, le sembrava di averlo accanto, ma quando si volto non c’era nessuno, in quella stanza era sola, gli occhi le pizzicavano, erano lacrime, stava per piangere, si buttò sul cuscino di Damon in lacrime e pianse, pianse per tutto, per lui, per lei, per la sua stupidità, fino a quando si addormentò
 
 
 
Elena si alza dal letto, il sole era coperto dall’enormi tende cosi con passo lento si avvicinò e le spalancò, adesso doveva trovare una soluzione.
Sentì dei passi e delle voci,uscendo dalla stanza si nascose tra le scale
-è venendo qua cosa mi volevi dimostrare?- disse una voce
-che questa casa è infestata
-stai scherzando vero?- disse quella che sembrava la voce di una ragazza
-per niente- disse invece la voce di un ragazzo
-e voi che ci fate qui?- disse una voce che già aveva sentito il giorno prima
“Tyler” pensò Elena
-cosa ci fai tu?- disse sempre il ragazzo
-questa non è casa vostra andate via- disse alzando il tono della voce
-e tu chi saresti per impedircelo?
Tyler si avvicinò e guardandoli negli occhi disse- adesso voi tornate a casa è dimenticate questa casa
I ragazzi come ipnotizzati andarono via
- Elena
-chi erano?- disse lei scendendo
-i figli di Bonnie e un loro amico
-ecco perché le loro voci erano familiari comunque cosa mi hai portato?- disse prendendo lo scatolone
-sono vestiti e da mangiare
-grazie
-di niente farò venire io qui Bonnie ok?

3 Door Down - Here without you

-ok
Tyler se ne andò, lei salì su nella stanza di Damon per sistemare quei vestiti, posò l’enorme scatolone sul letto, si avvicinò all’enorme armadio e aprì l’anta, quello che vide le fece riempire gli occhi di lacrime, le sue camicie, i suo vestiti, c’era persino quella camicia blu che lui amava tanto e che gli stava divinamente, la prese tra le mani, si tolse la maglietta e la mise, poi si sdraiò sul letto, era un modo per averlo vicino.
-non credevo che mi potessi mancare così- disse chiudendo gli occhi
-Elena
-Damon! Sei tu sei qui?
-ti prometto che non ti lascerò mai più
-aiutami Damon ho bisogno di te - l’immagine di Damon si faceva sempre più sfocata fino a svanire nel nulla
-no no DAMON NON  LASCIARMI
Elena si svegliò di colpo
-era un incubo
Era come se stesse vivendo quell’incubo, si sentiva sola e stranamente non sentì il bisogno di avere Stefan al suo fianco e si sentiva in colpa per questo, avevano affrontato tanto per stare insieme, ma lei sognava di lui, lei voleva solo lui, lo ha capito all’ultimo momento e quel momento è stato spazzato via da qualcosa che potrebbe rompere per sempre quello che si era creato, per questo Elena voleva tornare a tutti i costi, voleva potergli dire ciò che non gli aveva mai detto. Nonostante fosse lontano lo poteva sentire, nei suoi ricordi, dentro di lei, i loro battibecchi, i loro sorrisi, tutto le mancava, ma non si arrende, Elena vuole tornare da lui.





Ciaoo grazie per i consigli che mi avete dato ^.^ spero che vi piaccia anche questo capitolo, anche se a me non piace molto :S

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Capitolo 3
*** Piccoli frammenti del futuro ***


  
                                 Piccoli frammenti del futuro
 
 
I giorni passarono e oggi era il giorno di rivedere Bonnie, Tyler non le aveva ancora detto niente riguardo il futuro, quindi sperava che Bonnie la sua migliore amica di sempre potesse aiutarla.
Era nervosa, non sapeva cosa dire, sapeva solo che per la sua amica lei era morta, non doveva essere li. Prese coraggio e scese dalle scale, ma appena gli occhi scuri di lei incontrarono il volto dell’amica, non poté fare a meno di correre ad abbracciarla.
-non ci posso credere- disse in lacrime Bonnie- sei tu sei qui- disse stringendola a se
-lo so è incredibile, ma Bonnie non posso restare
-lo so il tempo non è un gioco quindi facciamolo subito
-aspetta devo prima saperlo
-cosa?
-perché?
-cosa?
-Bonnie mi conosci non c’è bisogno che te lo spieghi
-quando c’è stata la battaglia, per porre fine a tutto ti sei sacrificata
-quindi è questo l’unico modo per porre fine a tutto
-no Elena quello che hai fatto è stato da irresponsabile perché le conseguenze le abbiamo pagate tutti noi- disse Tyler
-Tyler- lo rimproverò Bonnie- scusate io esco
-cosa gli è preso?
-sono successe troppe cose quando ci hai lasciati
-tipo?
-non posso dirtelo Elena potrebbe cambiare il futuro
-non mi sembra che sia cosi tranquillo
-Elena per favore non posso se potessi ti direi tutto ma ha ragione Tyler in fondo
-senti Bonnie io ho bisogno di saperlo
-no non ne hai bisogno le risposte le hai già trovate
-a si ho trovato le risposte? Cosa ho trovato che morirò? Torno nel passato con questa notizia e che gli dico agli altri ei ragazzi sapete ho trovato il modo per salvarvi tutti, sapete qual è? io dovrò morire…- disse alzando la voce e iniziando ad agitarsi
-mi sembri Damon- disse Bonnie guardandola negli occhi
-perché se ne andato via?- disse Elena con le lacrime agli occhi
-era questo che volevi sapere vero?-lei annui
-non voglio difenderlo,lo sai tra me e lui non c’è mai stata simpatia, ma quando sei morta lui ha deciso di andare via, probabilmente stare qui gli faceva troppo male, gli ricordava te- disse lei guardandola negli occhi.
-capisco- disse lei abbassando il capo – quindi se ne andato per me
-esatto, ma se devo essere sincera ha scelto la scelta giusta, sai non è stato facile rimanere in questa città senza di te. Per questo Jeremy è andato via
-anche lui
-già si è sposato è ha avuto una famiglia, dovresti vederlo nei panni da papà impacciato
-immagino- disse sforzando un sorriso
-comunque sono qui per l’incantesimo, quindi Elena tieniti pronta- disse aprendo il libro che Elena solo ora notava, come quella mattina incominciò a formulare strane frasi, ma nessun cambiamento, nemmeno uno.
-perché non funziona?- disse Elena
-non lo so c’è qualcosa che ti trattiene qui, Elena è come se tu fossi già qui e questo rende le cose difficili
-non ti capisco Bonnie
-è come se una parte di te è qui nel futuro e non so cosa sia ma è cosi non riesco a mandarti indietro.
Elena sgranò gli occhi era bloccata nel futuro, un futuro dove lei non dovrebbe esistere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Jeremy era seduto sul divano a guardare vecchi album fotografici, quelli del matrimonio, quelli dei primi anni dei suoi figli e quelli più vecchi, quelli pieni di ricordi, guardava la foto di famiglia, desiderava con tutto se stesso poter entrare in quella foto, almeno per abbracciarli ancora. Era cosi concentrato che non si accorse che il telefono squillava, il piccolo Roby lo guardava dalla sua culla, Jeremy dopo minuti immensi immerso in quella foto decise di prendere il piccolo in braccio e fargli vedere le vecchie foto, Roby guardava assorto tutte le figure, poi si soffermò su una in particolare…
-Juliet- disse con voce dolce e un po’ impacciata, indicando con il ditino la figura di Elena
-no tesore questa non è Juliet, lei è Elena
Il piccolo lo guardava perplesso
-mia sorella
Roby fece un sorriso, per poi tornare a guardare le figure
-mamma!!- disse osservando l’album sul tavolino
-si quella è la mamma- disse Jeremy rimettendo il piccolo nella culla
- e adesso noi ci prepariamo per uscire
DRIIN DRIIN
-ancora…- disse Jeremy andando in cucina per rispondere al telefono
- pronto’
- Jeremy? – al sentire quella voce familiare Jeremy ebbe un colpo.
 
 
 
 
 
 
 
Per Elena incominciava ad essere pesante restare in quella casa, non aveva nessuno, non c’era niente da fare cosi decise di scrivere, cercò in tutta la casa qualcosa, ma nulla era come se tutto fosse sparito, solo vecchi libri.
-ma hanno portato via tutto…
Rassegnata si diresse nella camera di Damon, si sedette sul letto con la testa appoggiata alle ginocchia, scrutò ogni minimo particolare della stanza, finché i suoi occhi non arrivarono al cassettino che aveva di fianco il letto, il primo era leggermente aperto,allungò un braccio e aprì il cassetto che rivelò un libriccino e una fotografia.
Le labbra di Elena si dischiusero involontariamente,non poteva credere a ciò che stava guardando, c’era lei con un vestito da sposa meraviglioso e accanto a lei con il suo sorriso meraviglioso c’era lui.
Gli occhi le se riempirono di lacrime, quella foto trasmetteva tutta la loro felicità, e lei la poteva vedere solo attraverso una stupida fotografia, si stava perdendo tutto, stava perdendo lui e questo le faceva male, si sentì una stupida, aveva perso tutto, per essere stata troppo curiosa.
-non posso crederci- disse fra le lacrime
-Damon mi dispiace
 
 
 
 
Jeremy era in macchina con il piccolo Roby,la sua destinazione la conosceva a memoria,ma non gli era sembrato mai cosi difficile percorrerla.
 
 
 
 
-Papà?? Papà ci sei?
-inutile che lo chiami non vedi che non risponde nessuno e poi non c’e nemmeno la macchina- disse il fratello raggiungendola
- James ogni tanto un po’ di gentilezza usala- disse la sorella aprendo la porta mentre lui aveva già raggiunto le scale
-come vuoi Juliet
-scemo- disse lei mentre buttava giù lo zaino pesante
-la casa è tutta in disordine- disse avvicinandosi al divano pieno di scatole
-e questi?- disse avvicinandosi al tavolino
-non sono i nostri album- prese il primo e lo aprì, era quello di suo padre, ma ciò che la fece sorprendere fu la vista di quella ragazza troppo simile a lei, prese una foto e la osservò meglio
-incredibile
 
 
 
 
Tyler usciva dalla sua decapottabile nera nuova.
-finalmente- disse una voce proveniente da dietro a una macchina.
-perché hai voluto che ci incontrassimo qui?- domandò l’ibrido all’altro ibrido
- perchè cosi posso tenerli sotto controllo- disse indicando con il capo dei ragazzi.
-ancora non sanno controllarsi…novità?- domandò tranquillo
Tyler era indeciso se dirglielo o meno, ma optò per la seconda opzione
-nessuna
-perfetto
 
 
 
 
Jeremy prese il bambino in braccio e scese dalla macchina
-mi serve una baby-setter
Jeremy si muoveva tra le piante, nel bosco, fino a che non riconobbe una figura a lui conosciuta
-Stefan- disse mentre gli andava incontro
-Jeremy sei arrivato finalmente
-ho fatto il più presto possibile
-bene eccoti l’assegno
-come mai me lo ha mandato tramite te? Di solito si limita a spedirlo
-voleva assicurarsi che stesse bene
- o si ci credo
-sarai anche cresciuto, ma sei sempre cocciuto- disse ridendo
Jeremy alzò le sopracciglia e poi scosse la testa con un sorriso divertito
-comunque insieme all’assegno ti ha mandato questa?
-cos’è?
-una lettera, non so cosa ci sia scritto ma sappiamo bene entrambi a chi è riferita.
-grazie adesso devo andare o incominceranno a insospettirsi
- si certo…a comunque si è fatta davvero bella- disse mentre Jeremy era di spalle
- lo so è come sua madre- disse lui mentre si incamminava

 
 










Spera vi sia piaciuto anche questo capitolo, al più presto pubblicherò il prossimo, grazie a tutti quelli che seguono la mia storia ^.^

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Capitolo 4
*** Nuovi pericoli ***


                                                            Nuovi pericoli
 
 
Il sole era appena sorto, la luce passava attraverso le tende rendendola più lieve, ma non bastò per non svegliare Elena.
Si alzò dal letto quasi controvoglia, ogni mattina sperava di svegliarsi tra le braccia di Damon e che tutto fosse solo un sogno, un incubo.
Tyler era partito, Bonnie non sapeva come rintracciarla, quindi decise che era ora di uscire da quella pensione, era ora di cercare una speranza, qualsiasi fosse stata.
 
Nella stesso momento nella sua vecchia stanza un'altra ragazza si stava alzando, i capelli castani dai riflessi biondi erano ancora più chiari con la luce del sole, mentre gli occhi castani si riflettevano nello specchio.
Il suo sguardo passò dal suo riflesso a quello del cellulare, ma il display non dava alcun segno.
-dovevo aspettarmelo- sussurrò piano, prima di prendere lo spazzolino e lavarsi i denti.
-JULY!!!!
-che c’è papà?- disse lei seccata dalla poca delicatezza con cui suo padre la chiamava alle sette di mattina
-hai viso la mia cravatta nuova?- domandò un po’ imbarazzato, lo sguardo della figlia ricadde sulla tasca del pantalone scuro del padre, il padre seguì lo stesso percorso…
-ohh sii credo di averla lasciata ancora negli scatoloni- disse imbarazzato più che mai, mentre la figlia scuoteva la testa rassegnata.
 
-sono stato bene con te ieri- dice James tranquillamente
-no ma che dici- disse lui
Sua sorella passò dalla sua camera
-ancora a fare il casca morto?- disse il padre alle sue spalle
-che vuoi farci c’è la nel sangue- disse ridendo
-ma che volete voi due- disse lui sbattendo la porta mentre padre e figlia se la ridevano
 
-C’è NESSUNO IN CASA??
-AAAA ZIOOOO- disse Juliet correndo veloce per le scale e abbracciandolo
-ma guarda come ti sei fatta grande
-e tu non sei invecchiato per niente cos’è sei un vampiro??- disse scherzando, il volto di Alaric si fece serio
-è fissata con queste serie non farci caso- disse Jeremy per tranquillizzarlo.
-eii zio come mai da queste parti?- disse James scendendo le scale
- dovevo ritirare delle carte per la scuola e ho deciso di passare da voi.
Improvvisamente sentono piangere Roby
-vado io- disse Juliet
Juliet salì sopra
-tutto bene Rob…- si fermò di colpo quando vide ciò che le si presentò davanti
 
-io faccio colazione- disse James andando in cucina
- ora che siamo soli possiamo parlare
-AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH
-JULY- Jeremy si precipita di sopra, seguito da Alaric e James
-cosa è successo?- disse con quel poco di fiato rimasto per colpa della corsa
-c’era un uomo…e e voleva prendere Roby
Jeremy e Alaric si guardarono in faccia, era chiaro a entrambi che un nuovo pericolo si nascondeva dietro l’angolo.
 
 
 
Elena camminava nervosamente per le vie di quella cittadina, gli occhiali da sole incominciavano a darle fastidio, e l’enorme cappotto non era di certo il suo genere di stile.
Si sentiva un’estranea, era come se quella città non gli appartenesse più, erano tutti andati avanti, mentre lei era morta, ogni passo era una tortura, ogni sguardo che incrociava era un peso che non riusciva ad affrontare. Camminava senza una meta.
Senza rendersene conto si ritrovò nella sua vecchia scuola,ma c’era qualcosa di diverso, tutto era diverso: i ragazzi, i professori, l’atmosfera.
Distrattamente si diresse verso la porta principale, ma si fermò di colpo quando vide chi le stava venendo incontro, con la testa fissa sul suo telefono, Alaric avanzava con una camminatura nervosa, quasi quanto la sua. Vide le rughe sul suo volto, l’andatura da uomo raffinato, quell’aria di un uomo che lo aveva sempre distinto da tutti.
Elena si trovò in difficoltà, Rick stava per alzare lo sguardo, ma qualcuno gli poggiò una mano sulla spalla, e lui si voltò indietro, gli sembrò di aver visto qualcuno di familiare e si rigirò di colpo, ma di fronte a lui c’era solo una folla di ragazzi.
-Alaric tutto bene?- disse una voce familiare
-Matt cosa ci fai qui?
-sono passato a vedere come se la cavano quelle pesti dei miei figli- disse sereno
-e da tanto che non li vedo
-già ma li riconoscerai subito
- certo che sei cambiato molto da quando ti sei sposato
- beh con una moglie come la mia è impossibile non essere cosi
- devo dirle di mettere meno zucchero nel tuo caffè
Matt rise di gusto, quando una macchina lo distrasse
-eccola, devo andare a lavoro, ci vediamo Rick
- ci vediamo- Alaric tornò immediatamente al suo telefono – finalmente rispondi…abbiamo un problema- disse con tono serio
 
 
 
 
-cavolo c’è mancato poco- disse Elena
 
- James di dico che c’è qualcosa di strano
- Juliet a da questa mattina che ti porti la testa
- quello è saltato fuori dal nulla e poi e scappato fuori dalla finestra
- Juliet mi stai facendo venire un emicrania
- non ti sembra strano
Un clacson distrasse James
-ecco la mia bambolina- disse lui salendo sulla decappottabile
-ci vediamo sta sera sorellina- disse poco prima che la macchina sfrecciasse via
-ma…James- disse Juliet guardando quella macchina sparire
Elena aveva sentito tutta la discussione
Pov Elena
Quindi ci sono ancora vampiri in questa città, non è servito a nulla il mio sacrificio o come lo chiamano loro. Dovevo aspettarmelo, per quanto mi sforzi è tutto in utile, anzi peggioro solo le cose.
 
Elena tornò a casa sconfitta dall’ennesima volta in cui quel mondo la stava distruggendo.
-se solo riuscissi a tornare indietro potrei evitare un sacco di cose.
 
 
 
 
 
 
Tyler era seduto sul divano di quell’appartamento nuovo, che Klaus gli aveva affidato.
Lo sguardo rivolto al telegiornale
-in Messico ci sono state diverse morti, non si sa la causa ne chi sia stato, la polizia non ha rilasciato alcuna informazione, ma si sospetta essere stato un animale.
Gli occhi di Tyler si soffermarono sulla foto della vittima, quel modo di uccidere…
-vampiri…
era troppo chiaro ai suoi occhi di cosa si trattasse, ma non capiva chi, Klaus era impossibile, da tanto tempo non aveva fatto una cosa del genere,senza uno scopo poi, Stefan era improbabile visto il suo ritorno alla dieta animale, Damon forse, ma quel modo di uccidere non era nel suo stile.
flashback

  • chi sono quelli?
  • Sono cacciatori
  • Cacciatori?
  • Esatto ed’ è meglio che ci sbrighiamo- disse Rebekah alzandosi da quel nascondiglio
- ma certo…- disse alzandosi dal divano e uscendo dall’appartamento.







Angolo autrice: per chi è arrivato fin qui e a letto la mia storia vi ringrazio di cuore *.* parlando della storia mi piacerebbe sapere cosa ne pensiate :) rispetto ai capitoli precedenti questo è molto più corto e Elena qui non è molto presente ma mi rifarò nel prossimo capitolo promesso ;D

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Capitolo 5
*** Nuovi pericoli 2 ***


                                                       Nuovi pericoli 2
Un ragazzo dagli occhi di ghiaccio fissava intensamente le onde che si infrangevano nello scontrarsi con gli scogli, i suoi pensieri vagavano libero, ma finivano sempre sulla stessa metà.
Ormai era abituato a questo vagare, ma una volta raggiunta la metà il suo cuore smetteva di battere e si formava un buco dentro di se, perché i suoi pensieri andavano sempre a quel volto, quel sorriso, che non avrebbe dimenticato, saranno anche passati anni, ma non lo avrebbe fatto…
I suoi pensieri vennero interrotti da una chioma bionda che gli si parò davanti , impedendo il continuo vagare. Lui chiuse gli occhi rassegnato, per poi alzarli controvoglia.
-cosa vuoi?
-stai ancora pensando a lei?- disse con un tono di acidità
-mi stupisco che tu parli così della tua migliore amica- disse lui rivolgendo un sorriso amaro
 – Caroline
 
 
 
 
 
 
Elena era andata a fare un po’ di spese, non poteva morire di fame per aspettare Tyler.

  • c’è quasi tutto- disse mentre prendeva i cereali
  • noo non ci credo sono finiti- disse una voce dietro di lei, che la fece paralizzare “Jeremy”
  • e adesso che gli dico a quelli, Roby siamo consumati- dice lui riferendosi al piccolo dentro il carrello, che per tutta risposta rideva di gusto
  • si bravo bravo ridi, ma guarda che razza di mostriciattolo o per figlio- disse arruffandogli i capelli
per tutto il tempo Elena rimase immobile, l’ansia le percorreva per tutto il corpo, non sapeva cosa sarebbe potuto succedere se lui l’avrebbe rivista, l’avrebbe nuovamente scambiata per Katherine o questa volta avrebbe capito che era veramente sua sorella. Poi senti il carrello allontanarsi e fece un sospiro di sollievo
-è troppo rischioso- disse prendendo i cereali e andando il più veloce possibile verso la cassa
 
 
 
 
 
Alaric batteva la penna da più di un’ora ormai, ma non aveva ancora capito come agire, di certo lui non l’aveva aiutato molto
 
Flashback
-finalmente rispondi…abbiamo un problema
-che sarà mai
-un vampiro a tentato di prendere il figlio di Jeremy
- e perché chiami me, non è un mio problema
-senti non so cosa ti sia preso in questi ultimi anni, ma ho l’impressione che un nuovo nemico è arrivato con qualche piano
 - ok ho capito arriverò il prima possibile…cavolo non sapete fare nulla senza di me
- ti ricordo il perché ci teniamo in contatto- chiuse il telefono con forza
-quel vampiro non è cambiato di una virgola- disse Alaric scocciato
 
Adesso si trovava in quel mini appartamento, con vari fogli di studenti, corregge i compiti era l’unico modo che conosceva per distrarsi.
 
 
Juliet  era intenta a fare i suoi compiti, quando il suo cellulare squillò
-se vuoi rivedere tuo fratello sarà meglio che ti sbrighi, sai il treno parte fra mezz’ora e non so se riuscirà a liberarsi dai binari in tempo
-James… cosa volete? Ei pronto??
Juliet scese di corsa dalle scale rischiando persino di cadere, uscì dalla porta senza preoccuparsi di chiudere a chiave, il suo cuore galoppava, non cessava di aumentare, una macchina per poco non la investiva, ma non le importava tutto quello che sapeva e che suo fratello era in pericolo e aveva bisogno di lei, dopo una ventina di minuti arrivò di fronte all’entrata, ma non volevano farla passare

  • guardate c’è un ladrooo- disse indicando la parte opposto, il tempo che le guardi si girarono lei corse via, quando arrivò video degli uomini che tenevano dalle mani suo fratello.
  • Liberatelo… sono qui no?- disse lei con quel poco di fiato rimasto
  • No no prima devi darci ciò che è nostro, il tuo fratellino non c’è la, lui nemmeno, quindi devi avercelo per forza tu- disse un uomo avvicinandosi a lei,mentre Juliet faceva qualche passo indietro
  • Cosa volete?
  • Una collana, la sua collana
  • Io non ho nessuna collana
  • Impossibile sei l’unica rimasta
  • Non ho nessuna collana
  • Non fare storie e dammela
  • Non ne ho, ho detto
L’uomo le aveva messo le mani alla gola, suo fratello cercò di liberarsi dalla forza stratosferica di quegli energumeni.
Poi un spiffero di vento e dopo due secondi la gola di Juliet era di nuovo libera, una chioma scura era davanti a lei, si girò di poco, quel poco necessario per guardarla in faccia, anche se Juliet non ci fece molto caso al volto di quella ragazza, che in pochi secondi liberò anche James e iniziò a combattere senza problemi con quei uomini, lo scontro durò poco, perché già  loro erano a terra senza vita,mentre lei si sistemava i capelli
Nessuno dei due fratelli disse niente, si limitarono a guardarla stupiti, nel vedere il suo volto, solo allora Katherine si accorse che non erano semplici ragazzini in difficoltà, aveva già visto le loro facce, aveva già visto quel viso, Juliet, non poteva dimenticarla, era stata lei a farla nascere.
Katherine sparì nel nulla, mentre James correva dalla sorella
-tutto bene?
- si tu?- disse lei appena ripresa dallo shock
-anche andiamo a casa
 
 
 
Jeremy aveva finito di fare la spesa e adesso si stava dirigendo verso casa, appena salì le scale e mise la chiave si accorse che era già aperta, entrò e incominciò a chiamare i suoi figli…
-JULIET…JAMES
Incominciò a temere il peggio
-siamo qui- disse James sulla soglia della porta insieme alla sorella
Jeremy si volta, li vede sconvolti
-cosa è successo?
- degli uomini avevano rapito James
-cercavano una collana
-collana?
-si dicevano che dovevo avercela per forza io
“impossibile”pensò Jeremy
-poi è arrivata una ragazza a salvarci
-questa – disse Juliet prendendo dalla tasca del giubbotto la foto, Jeremy rimase a guardarla impassibile, ormai ne era sicuro se anche lei era in città, il pericolo era più vicino di quanto pensasse.
 
 
 
 
Era tutto decorato, i tavoli, le sedie, persino per terra poteva vedere i petali bianchi di rose, un volto, due occhi da lontano la fissavano con amore, il suo braccio delicatamente attaccato ad un altro braccio, girò è vide il volto di suo fratello che le sorrideva dolcemente, li era ancora un ragazzo, era nel passato, guardò avanti, lei si muoveva senza controllarsi, camminava senza che fosse lei ha deciderlo, dopo pochi istanti si ritrovò su un altare, e quegli occhi adesso chiari ai suoi occhi, la guardavano felice.
Elena si alzò di colpo
-oddio- disse tenendosi dal braccio del divano
-era solo un sogno
 
 
 
Damon aprì piano gli occhi, l’aveva sognata di nuovo, quel giorno era impresso nella sua mente proprio come un tatuaggio, il suo viso impresso nella sua anima immortale, era una tortura risvegliarsi.
Al suo fianco il corpo addormentato di Caroline. Si girò di poco, tanto per vedere se dormisse, poi riposò lo sguardo su quella foto accanto il comodino, si affretto a riposarla nel cassetto, non voleva che la vedesse.
“ non dovevi farlo” pensò mentre si alzava e si guardava allo specchio, si lavo il viso
 
 
Elena si guardava allo specchio, il viso bagnato dall’acqua
 
Era come uno scontrarsi di anime, vedeva il suo riflesso nel vetro di fronte, Elena fece un balzo indietro, mentre lui spalancava gli occhi, poi li chiuse e li riaprì, ma di fronte a lui non c’era nulla solo il suo riflesso.
Elena si mise le mani ai capelli, era certa di averlo visto. Si riavvicinò allo specchio, ma come prima non apparve nulla.
-il sonno mi gioca brutti scherzi
 
Damon guardava da lontano quello specchio, poi vide Caroline alzarsi e andargli incontro e abbracciarlo da dietro, ma lui rimaneva immobile.
-io vado a caccia ci vediamo dopo- disse lei dandogli un bacio veloce
-sei strano- dice prima di sparire dalla stanza
Damon era confuso, non capiva cosa fosse successo.
Poi i suoi pensieri vennero interrotti dal cellulare
-pronto…Katherine?
 
 

  • Hello Damon…era da tanto che non ci sentivamo
  • Cosa vuoi Kath?
  • Sai oggi ho salvato la vita a due ragazzini
  • Da quando sei diventata una supereroina?- disse ridendo
  • Da quando salvo la vita alla figlia di un vampiro
Damon strinse i pugni arrabbiato
-dimmi tutto- disse serio mentre sulle labbra di Katherine spunta un sorriso malizioso
-non riesci a starci lontano- disse orgogliosa di aver colpito il suo punto debole.
 
 
 
Elena camminava per le stanze di quella casa, quando il suo telefono squillò
-Elena sono Bonnie ho capito perché non puoi tornare indietro.
 






angolo autrice: questo capitolo è il continuo di quello precedente, grazie di cuore a tutti quelli che seguono la mia storia *.*
se ci sono delle parti poco chiare, come "figlia di un vampiro" oppure altri particolari,tranquilli man mano che la storia andrà avanti tutto sarà più chiaro ;)

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Capitolo 6
*** Natale si avvicina ***





 

 Natale si avvicina

 
Elena era seduta sul divano beige di Bonnie, mentre lei le porgeva una tazza di latte
-allora cos’è?
-Elena non so come dirtelo, tu non dovresti nemmeno saperlo- disse Bonnie sedendosi accanto a lei
-Bonnie se c’è anche una sola piccola speranza che io possa tornare indietro devo saperlo
-il fatto e che non so come puoi tornare indietro so solo cosa ti trattiene
-capisco- disse lei con una note di delusione
La tensione che si era creata venne interrotta dalla porta che si apriva e portava dentro un ondata di gelo.

Last Christmas
Last Christmas, I gave you my heart
But the very next day, you gave it away
This year, to save me from tears
I’ll give it to someone special


-Michelle che sta i facendo?- disse Bonnie alla figlia che teneva degli scatoloni in mano
-ci sono pure io- disse suo figlio spuntando da dietro un pino
-cosa credevi che non avremmo fatto l’albero di Natale, solo perché avete divorziato non vuol dire che siamo tutti disperati- disse acida la figlia
-Michelle dai basta abbiamo capito che c’è l’hai con la mamma perché non ti ha comprato quel cucciolo, ma adesso esageri- disse il figlio
-grazie tesoro- disse la madre esasperata
 

Once bitten and twice shy
I keep my distance
But you still catch my eye
Tell me baby
Do you recognize me?

Juliet era sulla scala con la stella nelle mani
-qui va bene?
-perfetta- disse Jeremy felice, il Natale da quando c’erano i suoi meravigliosi figli era diventato sacro.
-papà sembri un bambino- disse James
-cosa hai detto?- disse finto arrabbiato
-ha detto che sei un bambino- disse Juliet facendo la linguaccia a suo fratello
- pure tu a 17 anni a fare l’alberello con paparino- disse ridendo
- Roby Juliet all’attacco- disse Jeremy mentre i figli saltavano addosso al fratello
-nooo nooo vi sgongiurooo bastaa- disse ridendo – tutto ma il solletico nooo- disse ridendo con le lacrime, in fondo era felice e anche lui amava il Natale proprio come loro.

Well
It's been a year
It doesn't surprise me
I wrapped it up and sent it
With a note saying "I love you"
I meant it
Now I know what a fool I've been
But if you kissed me now
I know you'd fool me again

Damon guardava le enormi stanze dei negozi tutte decorate, non aveva mai festeggiato quella festa ritenendola inutile, ma una volta, una sola volta lo aveva fatto, il suo primo e unico Natale

Flashback
Last Christmas, I gave you my heart

But the very next day, you gave it away
This year, to save me from tears
I’ll give it to someone special
 

-Damon puoi passarmi le luci- Elena esasperata dal poco aiuto del marito
-chi è  la principessa del papà?- diceva lui baciando il pancino della bimba che teneva in braccio, facendola ridere

-tesoro hai tutto il tempo per giocare con lei adesso passami le luci- disse Elena con tono isterico
-aiutiamo la mamma sennò ci diventa nevrotica- disse lui tenendo con un braccio la bambina e l’altro le luci
-contenta?- disse porgendole
- si- Elena si girò per metterle – adesso mi servirebbero le decorazioni…ma cosa? DAMON- Elena si era girata, ma di Damon nessuna traccia
Dopo pochi minuti senti una musica 

A crowded room
Friends with tired eyes
I'm hiding from you
And your soul of ice
My god I thought you were
Someone to rely on
Me?
I guess I was a shoulder to cry on



 

-ma che combina?- disse scendendo dalle scale
-la mia regina vuole cenare con noi?- disse Damon mostrando il tavolo tutto addobbato
-è stupendo
-girati
Elena sgranò gli occhi
-oddio è tutto perfetto ma come…ah furbo - disse sorridendo, non aveva mai amato la velocità vampiresca come in quel momento

 
 
 
A face on a lover with a fire in his heart
A man under cover but you tore me apart
Now I've found a real love you'll never fool me again


 

 
-Damon cosa aspetti andiamo- disse Caroline interrompendo i suoi pensieri
-arrivo- disse controvoglia prendendo le sue valige, pronto per tornare ad Atlanta.
 

Caroline guardava le spalle di Damon allontanarsi
Si girò per guardare una vetrina, si avvicinò, per un attimo, un solo attimo, un momento di malinconia le pervase tutto il corpo, un immagine, un volto le apparse attraverso il riflesso del vetro
-non credevo che potessi mancarmi ancora- disse avvicinandosi di poco, consapevole che non c’era nessuno e che quel riflesso era solo un suo desiderio.
 

Last Christmas, I gave you my heart
But the very next day, you gave it away
This year, to save me from tears
I’ll give it to someone special


 

 

Per quanto tentasse di dimenticarlo, era troppo forte il desiderio di averlo ancora con se. E questo lo sapeva e sapeva anche che lo avrebbe ritrovato, avrebbe ritrovato ciò che gli avevano strappato dalle braccia, quel suo gelo nel cuore creato ormai da tempo, poteva riscaldarlo solo lui, e lei era determinata a ritrovarlo, questa volta non avrebbe permesso a nessuno di intromettersi.
 

A face on a lover with a fire in his heart
A man under cover buy you tore him apart


 

Elena camminava a piccoli passi, poteva sentire ancora le parole di Bonnie rimbombarle nelle testa
“ se non puoi tornare indietro è  perché qui nel futuro c’è una parte di te e no non sto parlando di Damon, ma di tua figlia, Elena prima che tu morissi avevi dato alla luce una bambina
-cosa? Ma non è possibile? E poi da chi?
-Damon!le streghe più potenti di tutto il mondo, si sono riunite e hanno deciso di fare un incantesimo
-che genere di incantesimo?
-hanno fatto tornare umani tutte le creature sovrumane,tutti noi pensavamo che fosse finito, infatti siamo andati avanti con le nostre vite felici, tu ti sei addirittura sposata e hai avuto una bambina, ma l’incantesimo non durò a lungo, dopo cinque anni qualcosa a spezzato l’incantesimo, e tutt’ora non si sa come sia potuto succedere

Elena era immobile, i suoi occhi guardavano il vuoto
-mi dispiace Elena, tua figlia è parte di te, è come se ti bloccasse qui, ma non è colpa sua
-no è solo mia- disse mentre una lacrima scendeva dal suo viso
 

Maybe next year I'll give it to someone
I'll give it to someone special.

 

aveva una famiglia, una famiglia con Damon, non poteva crederci e aveva perso tutto.
Aprì la porta di casa Salvatore e una figura la guardava stupita
-Rick - disse lei, mentre la borsa le cadeva a terra
-Elena- disse lui non credendo ai propri occhi – sei viva?- disse ancora sotto shock
Elena non sapeva se essere felice o meno, ma era certa che poteva fidarsi di lui.
 

 



 

-ok basta…abbiamo vinto noi- disse Jeremy prendendo fiato
-visto che siamo tutti qui devo dirvi una cosa- si fece immediatamente serio
-riguarda quello che è successo ieri?- disse Juliet
-in parte- prese un respiro profondo- voglio dirvi che d’ora in poi se ci dovrebbero essere altri casi del genere, non dovrete preoccuparvi, ci sono io con voi lo sapete, non permetterò mai a nessuno di portarmi via la mia famiglia
-ti voglio bene- disse Juliet abbracciandolo – non ti cambierei per nessuno al mondo- Jeremy fece un sorriso amaro, chissà come la prenderà quando saprà tutto, come reagiranno i suoi figli quando conosceranno quel mondo tanto diverso dal loro, Jeremy in tutti questi anni ha fatto di tutto per tenerli lontani da esso, ma sapeva che quel giorno non sarebbe tardato ad’arrivare.
- anch’io vi voglio bene ragazzi- disse abbracciando tutti e tre i suoi figli
Roby contendo tirò in aria il sonaglio che andrò a finire dritto, dritto sulla testa di suo fratello
-aiiooo
Tutti si misero a ridere
-ecco il colpo finale- disse Jeremy e tutti risero felici.
 


 




angolo autrice: visto che il Natale è vicino ho deciso di dedicare un capitolo ai preparativi natalizi spero vi sia piaciuto, in questo capitolo è svelato il mistero per cui Elena è bloccata nel futuro e anche qualcosina in più :D






 





 

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Capitolo 7
*** La realtà fa male ***


                                                           La realtà fa male
 

-Elena?? Sei viva??
-Alaric- disse Elena
-non posso crederci- disse lui indietreggiando
- devi- disse lei avvicinandosi – sono Elena, ma quella del passato
Alaric alzò le sopracciglia non capendo
-ho chiesto a Bonnie un incantesimo nel passato e sono finita per sbaglio nel futuro e adesso sono bloccata- disse tutto d’un fiato
-oh mio Dio- disse Alaric tenendosi la fronte con la mano mentre si sedeva sulla poltrona
-non posso crederci- disse mettendosi le mani alla testa
-lo so è incredibile, visto che io per voi sono morta- disse triste lei
-da quanto sei qui?
-un paio di giorni
-non è sicuro lo sai vero
-ho saputo dell’arrivo di nuovi vampiri
-ecco appunto, allora come mai sei bloccata qui?
-perché c’è una parte di me qui- disse sicura che lui lo sapesse meglio di tutti
-una parte di te…- disse pensando poi alzò lo sguardo su di lei – te l’hanno detto- dice realizzando che lei lo sapesse
- si…è incredibile tutto quello che avevo sognato da sempre lo perso- disse lei guardando il camino spento, proprio come lei.
- sai chi è?
-no ma ho l’impressione che tu lo sappia
Rick annuì
-vuoi vederla?
Elena si trovò sorpresa da quella proposta, non sapeva cosa rispondere, vedere sua figlia, il frutto dell’amore sue e di Damon, una parte di lei e di lui.
Annuì con gli occhi lucidi

  • com’è?-disse triste
  • -ti assomiglia molto fisicamente, ma è testarda come suo padre- disse lui sorridendo pensando a ogni volta che la vedeva litigare con suo fratello
  • Lei sa di me’
  • No…per quello che so lei sa poco di te, sa solo che sei la sorella di Jeremy
  • Jeremy?
  • La cresciuta lui, per lei è lui suo padre
Elena spalancò gli occhi, se n’era preso cura lui e Damon? L’aveva abbandonata? Doveva fare una statua d’oro a suo fratello appena sarebbe tornata a casa.
-perché non Damon?
-perché non voleva che sua figlia crescesse in giro per il mondo con un papà che non invecchia mai, ma per quanto si sforzi non riesce lo stesso a starle lontano ecco perché…
-manda te…- disse Elena realizzando quanto si fosse sbagliata prima, lui amava sua figlia, proprio come amava lei.
-Elena posso farti incontrare con lei se Jeremy vuole,ma ti prego, ti scongiuro non voglio che tu vedi o incontri Damon- disse alzandosi parlando seriamente
-come?
-mi hai sentito bene, lui sta con Caroline adesso- sentendo quelle parole ad Elena le si fermò il cuore, com’era possibile? Era andato avanti,l’aveva dimenticata?
-cosa? – disse raccogliendo le poche forze d’animo
-mi hai sentito bene e Caroline in questi anni è cambiata, non è più la tua migliore amica sempre pronta ad aiutarti, non voglio che tu ci abbia a che fare
Elena annuì tra le lacrime, mentre Alaric l’abbracciò
-quando tornerai nel passato…
-impedirò tutto questo- disse lei decisa
Alaric sorrise tra i folti capelli della ragazza.
 
 
 
Juliet era seduta sulle scalinate della scuola, quando James le va incontro.
-che ci fai qui?
-non voglio tornare a casa?
-ma che stai dicendo? Quale sarebbe il motivo?
-ho sentito la telefonata di papà con la mamma
-e quindi?
-lei non verrà per Natale…
-e allora? lo sapevamo
-non hai capito…lei non verrà non verrà più- disse abbassando il capo stringendosi alle ginocchia, mentre suo fratello si avvicinava a lei
-ma che stai dicendo?
- James stanno divorziando- disse con gli occhi infuriati
-no non ci credo- disse anche lui arrabbiato
-non credermi, ma quando lo scoprirai vedremmo chi avrà ragione- disse lei alzandosi
-Juliet?
juliet sentendosi chiamare si spostò per vedere chi fosse, riconobbe il volto di Michelle, era la sua amica di giochi da piccola e si erano tenute in contatto fino alle medie, poi si erano perse.
-non ci posso credere- continuò la ragazza
Juliet si precipitò da lei, si abbracciarono
-sono io che non posso crederci- disse lei
James sorrise nel vedere la sorella felice, nonostante la litigata.
 
Dopo ore a parlare si raccontarono tutto
-quindi i tuoi sono divorziati?
-già all’inizio è difficile, ma poi ti ci abitui
-la cosa che non ho detto a James e che vogliono dividerci- disse lei stringendo la tazza di cioccolato che Michelle le aveva offerto al grill.
-davvero?
-si vuole Roby e James, di me non ha detto nulla- disse mentre una lacrima solitaria scendeva dal suo volto
-Juliet- disse piano Michelle abbracciandola – mi dispiace, sono sicura che ti vuole bene vedrai devi darle tempo,anch’io con mia madre non vado d’accordo ma questo non vuol dire che mi odia
-ma lei ti ha tenuto con se
-ma lei non aveva scelta non me ne sarei andata da qui nemmeno se mi regalassero diamanti
-tu sai sempre come farmi ridere…grazie
 
 
 
 
 
Jeremy aveva staccato il telefono per la cinquantesima volta
-non puoi portarmeli via…no Nadia non lo farai, i miei figli resteranno con me
-eii papà con chi parli?- disse James entrando
-nessuno
James notò che suo padre era un po’ scosso
-che succede?
-nulla James
- se lo dici tu- disse indifferente aprendo il frigo, prima di bere l’acqua guardò nuovamente suo padre e un dubbio gli venne in mente “ sarà vero quello che dice Juliet?”
Roby iniziò a piangere
-vado io- disse James, quando suo padre era cosi era meglio lasciarlo stare
 
 
 
 
 
Tyler guardava Rebekah mentre questa gli camminava avanti e indietro davanti
-quindi credi che i cacciatori stiano tramando contro di noi un’altra volta?- disse lei riferendosi a suo fratello, seduto su una poltrona
-esatto e questo non mi piace
-a te non piace niente- disse lei scettica
-sorellina dei miei gusti personali ne riparliamo un altro momento
-giusto, loro non sono vampiri quindi perché hanno il nostro aspetto
-un tempo non erano cosi- disse la ragazza
-uno di loro è stato trasformato per sbaglio e da quel giorno si sono trasformati tutti
-ma perché si nutrono di umani?- domandò la sorella
-non lo so- disse Klaus cercando di trovare una soluzione.
 
 
 
 
 
Elena stava risistemando tutte le sue cose negli scatoloni, se era vero quello che Alaric le aveva detto doveva andarsene, voleva andarsene, non voleva vederli insieme, non li, non nel loro posto.
Sistemò l’ultima maglietta, si guardò attorno, poi aprì il comodino e prese la foto, posò un piccolo foglietto e se ne andò via, con Rick.
In macchina
-pronto Jeremy?- disse Alaric al telefono- no veramente ora non posso passare…ok poi non dirmi che ti avevo avvertito…ci vediamo tra 5 minuti
-che vuoi fare?- domandò un po’ spaventata Elena
-vuoi vedere tua figlia giusto? Bene prima devi vedere lui
 
 
 
 
 
Jeremy faceva avanti e indietro davanti alla porta, erano le 6 di sera, Juliet non era ancora arrivata e Alaric nemmeno. A distrarlo fu proprio il campanello
-Alaric finalmente
-devi vedere una cosa… -disse spostandosi mostrando un Elena insicura e spaventata dalla sua reazione
-non è Katherine- disse Rick per fargli capire
Jeremy non disse nulla, la bocca semichiusa dalla sorpresa e il cuore immobile, non riusciva a capacitarsi di ciò che aveva accanto.
-scusate- disse una voce familiare, Elena si girò insieme ad Alaric
Juliet guardava la ragazza stupita, era identica a quella che l’aveva salvata e che stava nella foto, mentre Elena sentiva che tra poco sarebbe scoppiata in lacrime, non aveva bisogno di conferme, era lei, lo sapeva. Elena si avvicina di poco
-piacere Elena
Juliet titubante allunga la mano per stringere quella di Elena, una scossa elettrica pervade entrambe.
Elena sorrideva, era felice, le assomigliava molto.
-piacere Juliet- disse titubante- grazie per l’altra volta, se non fossi arrivata tu io e mio fratello non ce l’avremmo fatta- sorrise
Elena si girò verso Alaric, e dal suo volto capì che si trattava di Katherine.
-di niente- disse insicura- bene io adesso vado- disse Juliet entrando in casa
- io vado a vedere Roby- disse Alaric entrando e dando una piccola gomitata a Jeremy come per dire “ forza”.
Rimasero soli sulla soglia della porta.
-sei davvero tu?- azzardò a dire lui per rompere la tensione che si era creata, lei annuì semplicemente, Jeremy non ci pensò due volte ad abbracciarla, sua sorella era li davanti a lui, poteva sentirla, vederla, toccarla,era proprio li.
Gli occhi di Jeremy incominciarono a riempirsi di lacrime
-guarda che hai combinato mi hai fatto piangere- disse lui staccandosi di poco
-perché io che sto facendo- disse Elena sorridendo tra le lacrime
-mi sei mancata
-mi dispiace…ti ringrazio di tutto- disse lei riferendosi a sua figlia
-non voglio perderti mai più – disse lui guardandola serio
-non succederà più, te lo prometto.










angolo autrice: come al solito i miei capitoli non mi convincono mai molto XD, ma spero che almeno a voi piacciano, ringrazio tutti quelli che seguono la mia storia *.* e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :)

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Capitolo 8
*** Back Home ***


                                                            Back Home
 
Era Natale e Elena lo avrebbe passato con Jeremy e la sua famiglia, avevano detto che era una cugina, per via del suo aspetta identico a quello della fotografia, ma ad Elena andava bene cosi, era con la sua famiglia. A cena c’erano Jeremy, Elena, Juliet, James, Roby e Alaric.
-è bella avere finalmente un'altra ragazza in questa famiglia
-perché noi non andiamo bene?- dice Jeremy mettendo a tavola l’insalata.
-papà sono circondata da maschi secondo te come dovrei sentirmi, che per altro siete tutti dei gelosoni - disse prendendo il pane che era nel cesto al centro tavola
Elena sorrise nel vedere quella scenetta.
-che ridi tu?- disse Jeremy offeso
-niente- disse lei scoppiando a ridere
-papà qui ci battono- disse James
-siamo ancora in maggioranza- si difese il padre che non aveva intensione di cedere.
-ogni anno con questa storia della maggioranza- si lamentò la figlia
- Elena anche tu hai fratelli?- domandò July sorprendendo la ragazza, guardò Jeremy un attimo e sorrise.
-si uno e ti posso assicurare che lo adoreresti- disse mentre Jeremy diventava rosso in viso e sorrideva compiaciuto
-io non so più che fare con questa testa dura- disse lei puntano la forchetta in direzione del fratello
-ei io non faccio mai niente
-sta mattina hai usato il mio shampoo per lavare la tua macchina- disse accusatoria e lui non rispose
-colpito e affondato- disse Alaric che aveva in braccio Roby.
Tutti risero, un Natale felice, per una famiglia felice, almeno fino a quel giorno.
 
 
 
 
 
-cosa mi consigli?- disse Juliet facendo una giravolta su se stessa
-quello rosso ti sta meglio- disse Elena sdraiata su quello che una volta era il suo letto e che adesso apparteneva a sua figlia.
-forse hai ragione- disse lei buttandolo sul comodino- sono l’eterna indecisione- Jeremy era sulla soglia della porta, sentendo l’affermazione della figlia, sputò tutto quel poco di caffè che aveva ingerito.
-ei ma che hai?- disse sorpresa la ragazza, mente Elena aveva capito tutto e imbarazzata guardò il pavimento.
-niente tesoro niente- disse incominciando a ridere
-Jeremy- lo rimproverò Elena, ma poi July si girò ancora più sorpresa e si difese subito –hai sporcato tutto il pavimento, July che finora non si era accorta di niente, sgranò gli occhi
-nooooo avevo appena lavato- disse con fare teatrale, quella modo di fare, fece venire in mente Damon e di come pure lui sapeva essere un attore da oscar, quel modo di difendersi era identico, in quei pochi giorni poté osservarla bene, e più la guardava più  l’immagine di lui le appariva d’avanti.
Juliet si avvicino al padre saltandogli a dosso mentre lui le bloccava le mani per difendersi, erano come tua grandi amici d’infanzia che si litigano un pezzo di torta, d’un tratto July molla la presa e si girà di scatto verso la finestra, Elena e Jeremy la guardano perplessi.
-tutto bene?- domandò lei
-si…solo che avevo l’impressione che qualcuno stava guardando- disse facendo scendere le mani ai fianchi.
-sarà per via degli ultimi episodi- disse il padre uscendo dalla stanza seguito dalla figlia, ma Elena non era molto sicuro di ciò che affermava il fratello, si avvicinò alla finestra, ma non viste nulla, appoggiò le mani per sporgersi di più, ma quando lo fece sentì qualcosa di morbido alla mano destra, l’alzò di colpo e guardò l’oggetto ignoto, una piuma nera.
Elena la prese in mano e portò la piuma in alto, la guardò bene, solo un pensiero le venne in mente, solo una persona.
 
 
 
 
 
 
Michelle era sdraiata nel suo letto con le cuffie alle orecchie, improvvisamente sentì qualcosa tirarle il braccio, si girò e una Bonnie infuriata la stava fissando, Michelle si tolse le cuffie a malavoglia.
-cosa c’è?- disse scocciata
-tra un’ora dobbiamo essere alla tenuta dei Lockwood
-ma io voglio passare il capodanno con i miei amici-  disse seccata la ragazza
-sbaglio ho ti ho proibito di stargli vicino so che persone sono
-sono miei amici- disse lei alzandosi di scatto e uscendo dalla stanza
 
 
 
 
Musica, solo musica e confusione c’era in quel luogo, Elena non aveva più amato tutto ciò dalla morte dei suoi genitori, eppure adesso si trovava ad un’altra festa, ma non era sola, Juliet era con lei, Jeremy che da bravo papà passeggiava il piccolo Roby
-non sarà troppo per lui?- disse Jeremy –forse dovevo restare a casa
-tranquillo papà siamo quasi arrivati da Alaric cosi possiamo fargli gli auguri
-ok ma mi sa che non riuscirò a tornare non mi  fido di voi giovani- disse con fare superiore –dopo la mezza notte può succedere di tutto, per questo tu James e Elena dovreste essere li appena finiscono i giochi
-ok- disse sbuffando la ragazza
Arrivarono da Rick gli fecero gli auguri e poi Juliet trascinò Elena alla festa
Dynamite
Taio Cruz
 
-Juliet io non sono molto convinta di tutto questo- disse Elena poco sicura
-tranquilla siamo quasi arrivati..eccoci- disse trascinandoli in mezzo a una folla che ballava iniziando a ballare pure lei
Elena non sapeva che fare, non riusciva a lasciarsi andare, non era da lei.
-dai balla, per una volta è stupendo lasciare che la musica ti tolga tutti i problemi-le aveva urlato Juliet per colpa della musica troppo alta.
-ci provo- disse iniziando a muoversi di poco, poi dopo secondi interminabili si lasciò guidare dalla musica. Non era mai stata così libera e doveva riconoscerla sua figlia aveva ragione.
 
 
Michelle era insieme a un gruppo di ragazzi, uno di questi le si avvicinò all’orecchio, facendola voltare in direzione della pista da ballo
-fammela conoscere e lui sarà tuo- gli sussurrò all’orecchio per poi allontanarsi
Michelle guardava la sua amica Juliet senza mostrare alcuna emozione, ma dentro se sapeva che stava prendendo una decisione difficile, la sua amica per il ragazzo che aveva sempre amato.
 
 
 
 
MEZZA NOTTE
Elena guardò in alto i giochi d’artificio felice, un misto di colori che aveva sempre amato.
Juliet venne tirata per un braccio, spaventata si girò, ma vedendo il volto sicuro di Michelle si rassicurò
-ah eri tu mi hai fatto prendere un colpo
-scusa…comunque c’è un ragazzo che vuole conoscerti- disse indicando un ragazzo sai capelli rasati, e un sorriso agghiacciante
-stai scherzando vero?
-no per favore fallo per me
-ma fare che?
-una passeggiata con lui, se lo fai mi farà mettere con Luis…ti prego
Juliet non era sicura di quello che stava facendo, ma non poteva non rifiutare, in fondo era sua amica, fece un sospiro e Michelle l’abbracciò felice.
-grazie
 
 
 
 
 
-allora dove andiamo?- disse Juliet, voleva andarsene da li, le metteva paura, li da sola con lui, in quella vita solitaria
-se vuoi possiamo anche fermarci- disse lui, forse Juliet aveva intuito le sue intenzione, ma ne ebbe la certezza quando lo viste avvicinarsi.
 
 
 
 
Elena si girava da tutte le parti,l’aveva persa di vista
-era con quella ragazza- disse riflettendo, poi vide la ragazza parlare con un ragazzo
-scusa
-chi sei?-domandò lei
-la cugina di Juliet sai dov’è?
-in giro con un ragazzo
-cosa?- disse Elena indietreggiando, Jeremy si era raccomandato di tenerla d’occhio visto che lei era la più responsabile tra le due.
-Elena- si sentì chiamare e si volto, il viso del nipote James la fissava, sapeva cosa le voleva chiedere
-cosa è successo?
-ho perso di vista July, ho chiesto a quella ragazza che era prima con lei e mi ha detto che si trova con un ragazzo
James diventò furioso e si avvicinò ai ragazzi che ancora discutevano
-ei tu dimmi immediatamente dove si trova mia sorella e con chi è?
-non so dove si trova ma devi stare sicuro e con Jimmy?
-Jimmy! Ma stai scherzando vero? Dimmi che è uno scherzo?
-no
-ma che razza di persona sana di mente manda la propria amica con un maiale del genere- disse furioso
-dobbiamo trovarla- disse prendendo Elena da un braccio
 
 
 
-non sono ancora arrivati eppure li avevo avvisati
-saranno qui a momenti- disse Rick prendendo un altro po’ di liquore
 
 
 
 
 
-LASCIAMI…VATTENE VIA- Juliet urlava, ma lui non era deciso a smettere, le mani le tenevano bloccate i polsi al muro, mentre la baciava, Juliet gli sputò in faccia, con lo sguardo furioso e spaventato allo stesso tempo, nessuno accennava a venire
-AIUT…- le sue urla vennero interrotte da uno schiaffo, e poi altri baci sul collo, ovunque.
Improvvisamente Juliet si ritrovò libera e il corpo di Jimmy a terra con le labbra sanguinanti, poi dei calci dritti nello stomaco del ragazzo. July fissava le spalle del suo Salvatore.
In quel preciso istante arrivarono James e Elena, che si fermò dei passi prima, mentre James era li a controllare come stava la sorella.
Lo sguardo di Elena era indescrivibile, gli occhi puntati su quella figura che ancora di spalle guardava in cagnesco il corpo immobile del ragazzo.
-Damon- quello di Elena fu un sussurro, che alle orecchie del vampiro sembrò un urlo, la sua voce, erano anni che non la sentiva, per quanto Katherine potesse avercela simile, aveva qualcosa di speciale che la rendeva unica.
Damon si girò piano, non disse nulla, non sapeva che dire, era impossibile che lei fosse viva, spostò lo sguardo su Juliet, che aveva affondato la testa tra le braccai del fratello che l’abbracciava. Poi spostò nuovamente il suo sguardo su Elena che indietreggio ricordandosi le parole di Alaric, ma anche perché da dietro di lui,una chioma bionda e un vestito rosso fiamma stava osservando la scena.
Damon si girò e capì che lei sapeva tutto, abbasso il capo, ma i suoi pensieri vennero interrotti dalle parole di Juliet
-grazie…- disse piano avvicinandosi a quel ragazzo
Pov Juliet
Mi aveva salvato, lo guardò negli occhi, sono di un azzurro incredibilmente bello, eppure mi ricordano qualcosa, ho l’impressione di averli già visti, da qualche parte, forse sono io che sono un po’ strana in questo periodo, mi sorride, e la mia mente va in tilt
-July July vieni qui
- cosa c’è?- una bambina di quattro anni correva incontro al suo papà
-devo dirti una cosa importante
-cosa? Mi hai comprato quella bambola?? .domandò felice
-si ecco…ma vedi non è questo quello che volevo dirti…- fece un respiro profondo e poi continuò il suo discorso- papà deve andare via
-e mi porti con te vero papà?- disse la bambina quasi in lacrime- non posso, ma tranquilla non sarei triste, non più, avrai la tua famiglia promesso, la tua mamma e il tuo papà
-sei tu il mio papà- disse la piccola piangendo e abbracciando il padre
-non più, d’ora in poi è Jeremy tuo padre e sua moglie tua madre, solo la tua nuova famiglia, dimenticami, devi dimenticarti di me- disse mentre una lacrima accompagnava traditrice quelle parole.
Sento la testa girare, non so cosa sta succedendo
Damon arrivò appena in tempo per non farla cadere a terra.
 
 
 
 
 
 
-finalmente- disse Jeremy pronto per una ramanzina, ma quando aprì la porta ciò che vide gli fece dimenticare tutto il suo discorso sulle regole e tutto.
-cosa è successo?- dice preoccupato
-un ragazzo, un…- stava per dire qualche aggettivo che sicuramente suo padre non avrebbe gradito e quindi si trattenne- ha cercato di…-non trovava il coraggio per dire quelle parole che detestava con tutto se stesso
-cosa?- disse andando verso la porta
-tranquillo un altro ragazzo ci ha già pensato, anche se avrei voluto farlo io-disse pieno di rabbia
-ti devo parlare- disse Elena a Jeremy
-James vieni ad aiutarmi- disse Alaric, i due fratelli rimasero soli
-ti avevo chiesto di guardarla
-Jeremy calmati, non puoi capire quanto mi senta in colpa in fondo e…
-si scusa
-comunque è stato Damon a salvarla
-lo immaginavo la sempre tenuta d’occhio
-ma non capisco perché sia svenuta
-Oh mio Dio
Jeremy si sedette sul divano
-è chiaro, per Damon, avrà ricordato qualcosa
-non è cresciuta con te
-no per i primi 4 anni no, solo che non se lo ricorda…
-le ha cancellato la memoria- disse Elena voltando il suo sguardo verso la porta dove si trovava la figlia, odiava il controllo della mente,non sopportava il fatto si controllare la gente, i ricordi,ma Elena non poteva incolparlo, era la cosa giusta in quel momento.
 
 
 
 
 
 
Molte ore dopo
Damon Salvatore, guardava come al solito il suo camino, tutto quello che stava succedendo lo mettevano in difficoltà, Elena che rispunta dopo 17 anni ed è viva, ha l’aspetto di una diciottenne e non è un vampiro, sua figlia nei guai, e per giunta una ragazza che non riesce a stare in pace con se stessa.
Lanciò il bicchiere di liquore del camino con fare violento
-non ci voleva- disse gettando a terra tutti i liquori che c’erano in quel tavolino e mettendo le mani ai capelli
- cos’è Damon hai problemi a gestire la tua famiglia?
Damon abbassò le mani e nemmeno si girò
-Katherine c’è una cosa che si chiama bussare- disse voltandosi







angolo autrice: ciaooo ^.^ spero vi piaccia il capitolo anche se è un pò confusionario XD

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Capitolo 9
*** Normalità ***


Un profumo di caffè mi svegliò…

mi alzai da quel letto,che non riconoscevo…uscì da quella stanza, davanti a me solo delle scale, poi delle voci, confuse…

-non puoi abbandonarla

-non posso scegliere- queste ultime più che parole sembravano urla

mi avvicinai di poco, vidi una bambina che guardava dietro la porta nascosta

-ei piccola mi sai dire dove sono?- ma lei non si voltò, così mi avvicinai, quello che vidi mi shocco,non riuscivo a credere, stavo sognando per forza, non era normale vedersi in versione bambina

seguì il suo sguardo, vidi mino padre agitato e una figura familiare stavo guardarlo bene in volto quando…

-July…

-James? - aprì gli occhi e lui mi guardava divertito 

-sapevo che eri una dormigliona ma non pensavo tanto

-cosa? perché quanto ho dormito?

-due giorni 

-stai scherzando vero?

-per niente..a proposito guai a te se ti avvicini di nuovo a un ragazzo che non conosci 

-scusa se vi ho fatto spaventare

 

 

 

pov Elena

 Mi alzai da quel letto caldo, la cucina sembrava lontana chilometri, finalmente ero arrivata con la mia tazza di caffè davanti, il sole a illuminare questa giornata,mi avvicinai alla finestra, sorrisi nel vedere che il figlio dei vicini stava giocando con il suoi papà 

"dai tesoro puoi farcela"

"un altro passo e sei arrivata da papà"

feci due passi in dietro 

-è quieto cos'era?- dissi spaventata 

-stai bene?-mi disse Jeremy 

mi girai di scatto

-non lo so…

 

 

 

pov Damon 

questa giornata è iniziata male, anche troppo, la foto del comodino è sparita e ancora non riesco a capire come, eppure ero convinto che fosse qui, mi viene in mente il suo volto, era proprio lei, impossibile, no no ormai in questo modo tutto è possibile, ma non riesco a farmene una ragione, devo sapere, ne ho bisogno, ho bisogno di lei.

-che cerchi?- Caroline si è appena svegliata 

-niente-dico freddo, so che la ferisco,ma da quando lo vista il mio unico pensiero va a lei al suo volto, come ogni volta che vengo a qui a fare visita di nascosto a Julilet, il suoi volto mi tormenta,ma adesso era vero, di fronte a me.

 

 

 

 

 

Passarono dei giorni, Gennaio stava finendo, le cose rimasero stabilii, Caroline solo decise di cambiare le cose, diventò l'aiutante del sindaco.

 

-ELENA andiamo?-disse Juliet 

-Arrivo-disse prendendo lo zaino 

-vi raccomando-disse Jeremy

-ci vediamo sta sera papi-disse lei 

 

 

 

 

Elena e Juliet si diressero verso la scuola…

-July!-la ragazza si gira -Michelle

-scusa per l'altra volta sono stata una stupida …io…

-tranquilla ti capisco purtroppo l'amore porta a fare cose stupide- disse ridendo July

-già-disse Michelle 

-e tu Ele hai mai fatto una cosa folle per amore?-domandò improvvisamente Juliet, Elena fu colta di sorpresa non sapeva che dire,cose folli ne aveva fatte,ma di certo non poteva dirle a lei, poi ci pensò un attimo…

-no ma mi sono innamorata di due fratelli…

-davvero? adesso sono curiosa racconta- disse Michelle trascinando le ragazze sugli scalini della scuola 

-no davvero ragazze dovremmo entrare-disse Elena per sviare il discorso 

-dai Ele-disse July con tono supplichevole 

-d'accordo…erano gli opposti un dolce e gentile l'altro…beh l'altro era stronzo

-ma…-disse Michelle 

-ma era capace di amare incondizionatamente,ma io lo capì solo dopo

-scommetto che quello stronzo era anche più bello-disse Juliet

-juliet- disse con tono di rimprovero Elena 

-e dai andiamo…-si alzò- mammina-disse prendendola in giro e entrando di corsa 

-vedo che ti vuole davvero bene-disse Michelle, Elena era ancora stranita dal nomignolo di Juliet e le parole di quella ragazza fecero eco a tutto.

 

-mi fa morire dalle risate-disse Juliet

girò l'angolo

-scusa…-disse massaggiandosi la fronte

-guarda dove cammini-una voce fredda e calma, fin troppo, alzò lo sguardo di poco e irritata rispose 

-anche tu …-stava per finire la frase, occhi blu, erano tutto ciò che adesso vedeva, ma i suoi pensieri vennero distratti

-io cosa? sei tu che parlavi sola

-non sono affari tuoi quello che faccio-disse girando i tacchi e andandosene -c'è gente davvero strana  "però era carino"

 

 

-juliet ma dove eri finita?

-scusa ma sono finita a sbattere contro un ragazzo antipatico 

-tutti tu li capiti-disse Michelle 

-ma veramente-disse ridendo-ma dov'è Elena?

-in classe dove dovremmo essere anche noi

-hai ragione andiamo 

 

 

 

-James sei sicuro che possiamo stare qui?-disse una ragazza 

-piccola devi tranquillizzarti-disse dandole un bacio 

-ma questa casa non era disabitata?-domandò lei spostandolo e guardando di fronte a lei 

-ed è così ma che ti prende 

-c'è qualcuno

James si gira e vede una macchina grigia

-andiamo via di qui-disse lei supplicandolo 

-aspetta-disse lui avvicinandosi 

-James andiamo via non vorrai metterti nei guai?-disse un po' arrabbiata 

-June fai come ti pare ma io voglio sapere chi sono

-sei proprio testardo…-disse andando via

 

-Caroline vuoi smetterla con queste chiavi 

-quando mi dirai cosa ci facevi ieri sera li forse cambierò idea 

-no provocarmi sono già abbastanza incazzato 

-oo ecco che ricominci basta che arrivi una ragazzina identica a lei subiti ti ci ficchi in mezzo vuoi capirlo o no lei è morta 

-dammi queste chiavi prima che te ne penti-disse con tono minaccioso proprio come il suo sguardo, Caroline si spaventò e con finta tranquillità gliele porse 

-era ora 

 

 

james aveva visto quella scena, poi il cellulare squillò 

-cavolo 

-e tu che ci fai qui?-disse Care 

-niente-disse lui imbarazzato

-sei il figlio di Jeremy-disse Damon riconoscendolo -beh vedi di girare all'argo da qui a se non vuoi cacciarti in guai seri-aggiunse Caroline

-di a Jeremy che Damon lo saluto-disse ridendo prima di andarsene seguito da Caroline

-conosco quella faccia e tu hai qualcosa in mente

lui rise senza darle una risposta 

 

James sempre più confuso si dirige verso casa

-era meglio andare a scuola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Erano le 12 e mezza, mancavo poco e finalmente la campanella sarebbe suonata 

-Elena mi passi gli esercizi di fisica?-domandò Juliet 

-perchè non li hai fatti?-disse, senza volerlo le uscì un tono nuovamente da rimprovero "oddio di nuovo"

-ma si può sapere che ti prende?-disse confusa la ragazza

-niente sono solo un po' stanca..tieni-disse passandole un pezzettino di carta 

-grazie- le fece un sorriso radiante 

-Signorina Gilbert 

"oddio la Martucci"pensò Juliet 

-vedo che il suo nuovo hobby è copiare

-no veramente io…

-niente io resterai il pomeriggio e pulirai l'aula

"noooo" 

-uffa-disse sbuffando una volta che la prof si era allontanata 

-credo che la giornata di shopping dovrà essere rimandata-disse Elena

-dillo tu a Michelle io scoccato il mezzo giorno non potrò manco respirare-disse in modo teatrale, Elena scoppiò a ridere.

 

 

 

 

 

 

-ho finito posso andarmene adesso?

-si..ah signorina Gilbert la prossima volta ci pensi due volta piuttosto che farsi beccare

-si 

-non ne posso più e adesso mi devo sentire le ramanzine di papà 

-ma guarda chi si vede-un voce femminile e irritante la fece voltare

-Cristine- la trovò avvinghiata a un ragazzo biondo,che però se ne fregava altamente di lei, era più concentrato con la sua sigaretta.

-sapevo che eri tornata in città ma non credevo di vederti 

-MysticFalls è piccola dovresti saperlo-disse lei acida

-si è vero, ma è anche vero che tu non hai amici quindi a sua volta non esci…

-Cristine risparmiami le tue parole vivo molto meglio senza

-non metterti contro di me carina…ah un ultima cosa sta lontano da Max

-Max lui?-disse indifferente 

-no Max quello con cui hai finto di sbattere oggi 

-ma di chi stai parl…cacchio quell'antipatico?

-Max è il mio ragazzo chiaro!

-e cosa vuoi che me ne importi?

-io ti sto solo avvisando 

-e io ti sto dicendo che anche se fossi stata interessata a lui di certo non mi spaventerebbero le tue minacce, sai alle amiche devo il rispetto, non alle traditrici 

-eravamo alle elementari e tu ne stai facendo un film 

-era il mio migliore amico 

-Max non ti ha mai considerato tale

-cosa? Max è…

-non l'avevi nemmeno riconosciuto e tu ti definisci migliore amica 

-non lo vedo da più di 10 anni mi sembra normale

-comunque sia sei avvisata 

-e tu cerca di starmi lontano vipera- disse uscendo da quella scuola, finalmente.

 

proprio quando stava per uscire dal cancello lo vide, rideva malizioso appena incrociò il suo sguardo,mentre lei arrabbiata percorreva la strada

-Juliet vero?

si voltò di colpo, era incredibile come quel ragazzo spuntasse così dal nulla 

-tu sei…

-Damon…

-si mi ricordo di te-disse sorridendo 

-ti va di fare due passi?-domandò lui 

-certo

-perfetto -disse lui felice,parlare con lei,ecco cosa aveva bisogno, ogni anno lo faceva anche se poi lei non ricordava niente, ma le piaceva, lo tranquillizzava era come se entrasse a far parte di un altro mondo, come se tramite lei parlasse ancora con Elena, in fin dei conti era sua figlia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice: scusate davvero per il ritardo ma ho avuto dei problemi :( comunque come vedete questo capitolo e concentrato molto su Juliet, volevo far conoscere meglio parte del suo personaggio, spero di esserci riuscita, scusate se ci sono errori di grammatica XD sono sempre stata una frana in quella materia.

Mi farebbe piacere,come sempre, di sapere cosa ne pensiate, se vi piace o meno. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Scoperte ***


 

Scoperte 

 

 

 

Lunedì mattina…

-James percorreva il lungo corridoio, trascinava i piedi controvoglia, non gli era mai piaciuta la scuola e in fin dei conti ci andava solo perché era costretto.

-sei di nuovo in ritardo- sua sorella lo fissava male, appoggiata al suo armadietto 

-non ha suonato la sveglia 

-è la decima volta che usi questa scusa-disse ancora furiosa

-ma si può sapere che vuoi-disse lui scostandola e aprendo l'armadietto 

-credi che papà sarebbe felice se sapesse che hai marinato la scuola 

-come se lui fosse stato un santo da ragazzo 

-dai James, ha abbastanza problemi ti ci metti pure tu 

-sappiamo entrambi bene come andrà a finire

-no tu non lo sai, non sai cosa sta succedendo 

-e tu invece? tu invece sai sempre tutto- disse furioso - vado a lezione-disse sbattendo forte l'armadietto 

-a volte non lo capisco proprio

-ei Juliet che ci fai ancora in giro?-la voce di Michelle era stridula e forte, sicuramente stava per tirare fuori chissà quali gossip del momento.

 

James si dondolava sulla sedia, non riusciva a capire cosa stesse succedendo, aveva troppi punti interrogativi su ogni frase che il suo cervello elaborava.

-bene ragazzi da oggi in poi avrete una nuova allieva…Rebecka Smith- disse il professore cercando il suo nome sull'elenco.

Una chioma bionda e due occhi chiari, freddi, James raggelò al solo scambio di sguardi. 

-ciao a tutti-una voce lenta, marcava ogni cosa, era una tipa strana e James la squadrava dalla testa ai piedi, nonostante si presentasse così sicura di se e fredda era pur sempre una bella ragazza e James uno di quelli che non perde occasione. 

 

 

 

 

-vero?-disse con finta sorpresa Juliet 

-si e c'è di più quello della 5f mi ha detto che lei sta anche con Pol

-una vera stronza-disse sottovoce digrignando i denti 

-che ti prende?-domandò spaventata la ragazza 

-niente-sbraitò l'amica 

-comunque che ne dici se dopo…-Michelle tocco il braccio della ragazza,ma lo ritrasse subito.

-che c'è?-disse l'altra arrabbiata 

-niente niente e solo che…lascia stare allora pomeriggio a casa mia?-disse alzandosi dal prato e prendendo lo zainetto verde smeraldo.

-ok-disse Juliet sbuffando -vado a lezione di storia…a dopo prestami gli appunti-disse abbozzando ad un sorriso 

-certo a dopo-disse l'altra allontanandosi

 

 

 

-ELENA-Jeremy si era appena alzato, si strofinava gli occhi come un bambino.

-appena in tempo per la colazione. comunque io non andrò a scuola oggi vado da Bonnie, il biberon di Roby è in cucina, lui dorme e tu…

-ei respira,non sono riuscito a seguire nemmeno una parola di quello che hai detto-disse facendo una faccia buffa 

-scusa e che sono di fretta

-tranquilla, appena torno da lavoro ti compro una camomilla-disse scherzando

-che spiritoso…a dopo-disse uscendo dalla porta 

-allora Jeremy raccontami gli ultimi scoop-un voce fredda,la conosceva,poteva sentire un pizzico di malizia ad ogni frase.

-Katherine? 

-oh che carino ti ricordi di me-disse scendendo dal davanzale della finestra

-non ricordavo di averti invitato dentro 

-sveglia carino…comunque carino il fagotto, chissà perché lo vogliono-disse tutto tranquillamente,senza pensare che quelle parole erano dure da digerire per il suo interlocutore.

-cosa vuoi?

-cosa voglio? in effetti qualcosa c'è? 

Jeremy fissava la donna che aveva davanti, era uguale ad Elena,ma di lei non aveva niente. 

 

 

 

 

 

 

 

Elena continuava a fissare l'enorme portone, ebbe un flashback, uno di quelli odiosi, si ricordò di quando era andati li per quell'incantesimo, si odiava per quello.

-Elena? cosa ci fai qui?

-devo parlarti è importante

-vieni entra-disse aprendo del tutto la porta per farla entrare

-cosa succede?

-è possibile ricordare momenti che non sono tuoi?

-cosa?

 

 

 

 

 

 

-credevo non saresti più tornata in città

-sai com'è avevo nostalgia, comunque tornando al discorso dei tuoi figli, posso proteggerli,ma devi assicurarmi che farai ciò che ti chiesto…pensaci bene Jeremy, un opportunità come questa non capita tutti i giorni

Jeremy si sedette sul divano proprio accanto alla vampira,si mise le mani ai capelli, poi voltò di poco il capo verso di lei

-posso fidarmi di te?

Katherine si trovò spiazzata da quelle parole, le aveva sentite solo una volta nella sua vita centenaria.

-certamente 

 

 

 

 

 

-forse…ho un'ipotesi, quando sei arrivata nel futuro credo che tu abbia, in qualche modo,rimpiazzato la vecchia Elena e quindi assimilato i suoi ricordi

-incredibile

-se fosse davvero così, saresti in grado di dirci cosa successe 17 anni fa…

per un momento in quella casa ci fu un silenzio tombale, poi Elena si decise a parlare 

-non sapete cosa è successo…allora come facete a sapere che io…

-una lettera,era destinata a Damon, ho studiato per bene 10 anni quella lettera,ma non ho trovato in nessun modo come scoprire tutto,e adesso arrivi tu, capisci Elena puoi aggiustare tutto,in fondo sei nel futuro proprio per questo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice: Scusate se è piccolo in il ritardo,e soprattutto per gli errori grammaticali,questo capitolo non mi piace completamente,ma dovevo scriverlo, è un po' come un ponte che collega quello successivo, ok sto incominciando a delirare XD comunque spero che almeno a voi piaccia…

p.s. prometto che il prossimo sarà più lungo ;)

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Capitolo 11
*** primi problemi ***


    Primi problemi                                                                                

 

 

-Michelle stai bene?-Juliet si sedette accanto a lei nel letto

-si credo, ho solo un po' di mal di testa-disse la ragazza sdraiandosi sul letto 

-allora hai novità?

-no so solo che mio fratello dovrà partire per l'europa,mio padre si è fissato per questo viaggio 

-e tu?

-non ci voglio andare, e poi non posso la scuola è appena iniziata,doveva pensarci prima,almeno mio fratello ha finito tutto 

-non doveva andare all'università?

-si ma non ha ancora deciso la facoltà 

-capisco, comunque cambiando argomento, a fine settimana ci sarà il ballo ci andiamo?

-avevi dubbi-Michelle si alzò di colpo 

-ma non abbiamo i cavalieri

-non puoi lamentarti per questo, oggi quando hai aperto l'armadietto, sei stata sommersa da miliardi di inviti 

-ma non mi piace nessuno, insomma sono tutti…

-sono tutti l'opposto del tuo ex 

-non è per questo

-e dai mi hai raccontato della tua storia e ogni volta che nominavi il suo nome ti ci brillavano gli occhi 

-ma sono passati 5 anni ed ero una bambina 

-il primo amore non si dimentica,ma quello vero è peggio, quindi adesso noi  andiamo a caccia

-eh?- disse Juliet osservando l'amica alzarsi 

-dai sbrigati-disse l'altra già alla soglia della porta 

-tu sei matta-disse lei sorridendo e seguendola 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Jeremy ha chiamato l'asilo, c'è una riunione martedì e…

-cavoli non posso andarci-disse lui mettendosi la mano destra fra i capelli 

-se vuoi vado io

-no sono mie responsabilità, tu devi pensare alla tua situazione, e poi perché non esci a svagarti un po', so che sabato ci sarà un ballo 

-non ci penso proprio, ogni ballo si trasformava sempre in una tragedia

Jeremy la guardò serio e allora capì il perché voleva che lei andasse

-ma forse le cose saranno cambiate-disse rassegnata all'idea di andare 

-bene allora esci è comprati un vestiti, questi sono i soldi, e questo è il tuo giubbotto- le porse tutto di fretta e la spinse fuori, appena chiuse la porta appoggio le spalle su essa e sospirò. 

-adesso possiamo parlare

-era ora

Katherine si mosse leggera, come se volasse, fino al divano. 

-allora cosa vuoi che faccia?

-devi procurarmi quella benedetta collana

-quella di Elena?-disse Jeremy 

-no, quella di tua figlia-lo sguardo di Katherine era serio

-ma non ha nessun potere,ne valore, a parte affettivo

-ti sbagli, quella che Damon le ha dato è un contenitore, il resto è lei

-non ti capisco 

-Juliet non è una semplice umana, questo la rende una specie di ibrido, ma non esce la sua vera forma perché…

-la collana è il suo contenitore- disse Jeremy alzandosi dalla poltrona di fronte, shoccato più di prima 

-non lo sapevi-disse lei tranquillamente mentre si osservava le unghie 

-no…

-Damon non te la detto-disse facendo un sorriso furbo,ma non lo guardò minimamente 

-se togli la collana la sua natura si risveglia, quindi perché vuoi averla?

-perchè mi serve 

-a cosa?

-credo che ti ho detto già troppo, e poi tranquillo,non si risveglia così di punto e in bianco, ci vuole una specie di rituale, tipo…

-klaus 

-esatto, ha un bel po' che non lo vedo….a i bei vecchi tempi 

-dove ogni giorno moriva qualcuno-disse sarcastico l'uomo 

-sai diventato più divertente ragazzo-disse dandogli una pazza sulla spalla e sparendo dalla sua vista mentre la porta sbatteva forte

 

 

 

 

 

Elena passeggiava per le vie della cittadina, era indecisa su dove andare, i negozi non erano più quelli di prima, e l'unica esperta di shopping era una psicopatica in cerca di sangue, aveva osservato tutti di Caroline, e più la guardava, più notava quanto fosse diversa.

si sentì girare la testa

-mamma

-si brava

-papà monello 

-bravissima tesoro 

-non capisco perché le insegni queste cose su di me 

-è divertente-disse ridendo 

-no un'altra volta-disse guardando il suo riflesso nella vetrina, fu quello che vide che la fece meravigliare ancora di più, era il vestito perfetto, ed era uguale a quello del ballo, quel blu, quel vestito, il vestito del loro ballo, non ci pensò due volta a comprarlo. 

Uscì dal negozi e si diresse verso casa,ma si fermò davanti al portone appena vide seduto sughi scalini lui.

-ti aspettavo 

-cosa ci fai tu qui?- disse un po' spaventata 

-la domanda è che ci fai tu qui? dovresti essere morta 

-lo so ma…

-niente ma! cosa sei o chi sei?

-sono io Elena 

-non dire cazzate 

-sono io te lo giuro 

-chi sei?-disse quasi urlando facendola sbattere alla porta

-smettila Damon 

-e tu rispondimi 

-sono Elena…quella del passato 

Damon mollo la presa che aveva su di lei,la guardò come se fosse una pazza e si voltò di poco 

-stai scherzando?-il suo sguardo era divertito 

-come te lo spiegheresti altrimenti 

-non lo so…

-speravi fossi io, che non fossi morta, che fossi l'Elena mamma,la moglie? no non sono io, e non solo mi sento il colpa per i casini che ho combinato, ma anche per quelli che combinerò, per favore quindi non odiarmi per non essere lei- disse tutto così di corsa che lui faceva fatica a seguirla 

-io non sto dicendo niente solo che…

-scusa, ma non è giusto, cioè non sono io, tu vuoi lei e io sono io

-stai delirando 

-non sto delirando, tu non sai quello che significa per me, e come se non bastasse adesso vedo anche i vostri ricordi e io non posso sopportare un altro giorno qui, quindi ti prego non complicarmi le cose, non voglio uscire e vedervi, forse mi avrai pure dimenticato, ma io sono l'Elena del passato, quella che ti ama, e non posso veder…

A interrompere quel fiume di parole fu un bacio

Damon si stacco di poco, quando lei alzò lo sguardo lui non c'era più, solo la porta di casa aperta e lo sguardo di Jeremy puntato su di lei 

-ma perché non entri? ha un ora che sei li fuori 

Elena confusa entrò e vide tutti quanti li persino Juliet con tanti sacchetti, seduta sul divano con Michelle.

James che giocava alla wii con un ragazzo e il piccolo Robbie che scorrazzava per la casa.

-aiutami- disse Jeremy esausto 

Elena rise - ci vorrebbe Klaus- disse ridendo 

-papà!! papà!

-che c'è? 

-devi accompagnarci tu 

-non esiste, fatti accompagnare d a tuo padre- quelle parole gli uscirono spontanee,ma subito si morse la lingua

-cosa hai detto?- improvvisamente la stanza era diventata silenziosa

-niente ho sbagliato sono stanco, volevo dire tuo fratello- si salvò Jeremy 

-ok dovresti lavorare di meno- disse Juliet passandogli una mano sulla spalla, proprio come Katherine - adesso noi usciamo e Elena viene con noi, quindi buona fortuna- disse la figlia prendendo da un braccio Elena e dall'altro il giubbotto, mentre Michelle rideva vedendo quella scena.

-ROBBIE 

-adesso che succede

-ha buttato la wii per terra, vuoi tenerlo a bada questo marmocchio 

-peggio per te che non l'hai messa in camera tua, ma no sei troppo pigro pure per fare quattro scale

-15 per l'esattezza- sottolineò lui 

Jeremy sbuffò esasperato

-sei irrecuperabile 

-lo so -disse riprendendo a giocare - Sem non vale stavo parlando 

-mi dispiace ma qui il tempo passa lo stesso- disse con fare spocchioso 

-tranquillo ti massacro lo stesso 

-contaci 

 

 

 

 

 

 

Tyler aspettava da più di un ora seduto su quella panchina, il suo sguardo andava a tutti i passeggeri, il treno era in ritardo da più di un ora e lo stesso colui che aspettava.

-Boo 

Tyler saltò in aria

-Janette!- la rimproverò lui 

-e dai era uno scherzo 

-non sono venuto per scherzare ma per parlare 

-ok parliamo allora 

-mi avevi detto che avevi delle informazione per me 

-si ma mi devi promettere…

-non dirò nulla a Klaus 

-bene…allora è tutto scritto qui, non posso parlare e sai il perché 

-ok quindi cosa devo digli al lui 

-di solo che è una fonte anonima 

-perfetto! ma una curiosità tu lo conosci,ma perché non vuoi che sappia che sei viva?

-ho delle buone ragioni 

-ma lo stai aiutando 

-sto aiutando tutti 

 

 

 

 

-perchè mi avete trascinato con voi?

-perchè dobbiamo trovarci un cavaliere

 

 

 

 

 

 

 

angolo autrice: ciaooo spero vi piaccia il capitolo, mi piacerebbe avere un vostro parere ^.^ 

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Capitolo 12
*** Un cavaliere anche per me ***


Un cavaliere anche per me 

 

 

-tieni- Tyler porse la busta a Klaus che senza pensarci due volte la prese e l'aprì

-chi ti ha dato queste informazioni?

-una fonte anonima 

Klaus lo guardò indagatore 

-non so chi sia- si difese lui 

-lo spero per te

-cosa dice?

-ci sono in giro nuovi cacciatori 

-li affrontiamo tutti i giorni dov'è la novità?

-non sono cacciatori comuni sono streghe

 

 

 

-che ne dici di quello?- disse Michelle euforica

-si è carino ma…non mi farò mai avanti- disse schetta Juliet 

-continua così e mi rimani zitella 

-non è vero- rispose acida l'amica 

-avete finito?- chiese Elena annoiata, era da più di due ore che cercavano dei ragazzi decenti per tutta la città, e di tutti quelli che aveva indicato non ce n'era uno che andasse bene a Juliet

"almeno non ha preso da sua padre" si ritrovò a pensare 

-quello! quello è perfetto- Juliet e Elena si voltarono di scatto

Damon sorrideva con l'aria soddisfatta nel tavolino del grill mentre beveva il suo amatissimo Barbon 

-no no decisamente no- si affrettò a dire Elena 

-in effetti è carino anzi…

-non pensarci nemmeno ok lui no 

-che ha che non va insomma è perfetto-disse Michelle 

-è fidanzato 

-lo sapevo Michelle avevi ragione- disse Juliet 

-su cosa?

-rimarrò zitella 

"almeno non dovrò preoccuparmi anche dei maschi" pensò Damon ridendo ascoltando la conversazione.

Elena si girò, pensò al bacio, avrebbe voluto parlargli,ma era il posto e il momento sbagliato

-e tu?

-eh cosa?-fu la domanda di Juliet a riportarla nella realtà 

-hai un cavaliere? 

-certo ce c'è la- disse Damon avvicinandosi 

-cosa?- Elena non ci stava capendo più niente, mentre Juliet fissava il ragazzo, qualcosa le diceva,dentro se, che aveva già visto quel volto.

-sarò io il tuo cavaliere- il suo sorrisetto malizioso,mandò in tilte il cervello di Elena,che se ne stava ferma immobile, seduta su quella scomoda sedia.

-non sei fidanzato?-domandò sfacciata Michelle 

-il ballo prevede il tuo peggior nemico come cavaliere 

-cosa?- Michelle e Juliet si guardarono in faccia 

-come…

-la mia ragazza sta organizzando tutto- disse alludendo alle torture peggiori, dallo ascoltare canzoni su canzoni, a doverla aiutare con le scelte di tutto.

-ma così non è giusto…il mio peggior nemico è….è….non ci voglio pensare 

-James- disse Juliet ridendo - condoglianze amica mia 

-nooo ditemi che è un incubo 

-mi dispiace bambolina ma è la pura realtà

Juliet si passò i capelli dietro l'orecchio, e Damon rimase a guardarla, poi guardò Elena, non si assomigliavano molto fisicamente,ma gli atteggiamenti erano quelli, sperava non avesse ereditato quel tratto che odiava di lei, il volersi sacrificare a tutti i costi, per quanto non lo volesse dare a vedere amava sua figlia.

-ma non ci avevi detto di avere un nemico?- disse Michelle confusa

-non ne ho infatti- disse Elena voltandosi verso Damon, lui si avvicinò all'orecchio di Elena e le sussurrò 

-so chi sei e ti credo,ma credo che dovremmo parlare, quale miglior modo di un ballo?- il suo respiro la stava soffocando,non riusciva a trattenersi, avrebbe voluto girarsi e baciarlo,ma avrebbe mandato tutto a rotoli.

-già si siamo nemici di vecchia data- disse balbettando e con poca convinzione, per sua fortuna le ragazze si erano distratte. 

-quello non è Max?-indicò Michelle 

-si è lui- disse infastidita Juliet mentre si risedeva sulla sedie 

-io vado ci si vede Elena- Damon sottolineo il suo nome, lei fissava le sue spalle allontanarsi da lei ancora una volta, ogni volta aveva paura di non rivederlo mai più,aveva paura di perderlo.

-Elena è sistemata, adesso tu devi chiederlo a James

-non ci penso proprio ci sono molti altri nemici 

Juliet alzò un sopracciglio, proprio come fa il padre

-ok va bene,ma che sia una cosa veloce

-andiamo- disse elettrizzata Juliet, tutte e tre si alzarono e si diressero verso casa

 

 

 

 

-si può sapere che fine avevi fatto?- Caroline teneva le braccia incrociate al petto

-in giro 

-Damon non mentirmi sei andato da lei 

-già e l'ho pure invitata al ballo

-tu hai fatto cosa?

-Caroline smettila con le scenate di gelosia sai bene su cosa è basato questo rapporto- disse mangiando un biscotto che era in bella vista nella cesta sul tavolo, i balli avevano sempre qualcosa di positivo.

-io non ti capisco 

-è questo il bello no?

-che idiota 

-non fare la moralista sei la prima che se ne scappata per la villa del bel lupacchiotto- disse sdraiandosi sul divano, Caroline imbronciata,ma consapevole che avesse ragione se ne andò dal salotto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Mentre si incamminavano per la via di casa, Juliet sentì un odore forte, sembrava,sangue, si voltò di scatto da quella direzione.

-tutto bene?- chiese Elena

- si voi andate avanti io vi raggiungo dopo- si mise a correre, arrivò in un vicolo ceco,ma non vide niente, eppure sentiva quell'odore forte, come se ce l'avesse lei adosso, si guardò le mani, gli occhi sbarrati e le mani tremanti, non riuscì nemmeno ad urlare.

-sei impura- una voce nella sua testa, si voltò in tutte le direzioni,ma non vedeva niente.

-sei un assassino

Juliet guardò davanti a lei, cadaveri per terra. Indietreggio, ma finì per inciampare su qualcosa, era il corpo di suo fratello

-AAAAAAAAAAAHHHHHHHHH- urla, solo urla, poi un boato, si voltò un'ombra.

-non sono stata io- disse fra le lacrime e la paura 

-lo so,ma adesso svegliati 

-cosa…-non fini nemmeno la frase che si senti qualcosa di doloroso alla testa.

Quando riaprì gli occhi si trovava ancora li, istintivamente si guardò le mani.

-ma che ci fai qui?

Juliet si voltò, il volto di Max era la prima cosa che viste.

-ma che…

-scusa per la pallonata- disse alzando il pallone all'altezza del volto 

-scusami- disse lei facendo per andarsene 

-aspetta- Juliet si voltò di poco 

-ti va di venire al ballo con me?

-cosa?

-nessuno dei due sta simpatico all'altro perfetto 

- se la metti così- disse Juliet ancora frastornata

 

 

 

 

 

 

Jeremy era al grill seduto di fronte ad Alaric 

-allora perché mi hai chiamato?-domandò l'uomo

-stavo per fare un casino

-di che si tratta?

-ho detto qualcosa che rischia di mandare tutto all'aria, prima o poi scoprirà chi è…ma c'è dell'altro

-cosa?

-ti dice niente il nome katherine?

Alaric spostò lo sguardo dal bicchiere a Jeremy 

-la pace è finita 

 

 

 

 

-vuole dell'altro?

-no grazie

Rebecka ascoltava ogni singola parole di Jeremy e Alarc, un sorrisetto soddisfatto le spuntò sul volto.

 

 

 

 

 

 

-Ragazze vi devo parlare- disse Juliet entrando 

-non ora- disse Elena mentre guardava dalla porta 

-ma che fai spii?

-vieni 

Juliet non ci pensò due volte a raggiungerla 

 

-allora…io volevo chiederti…se…

-Michelle ho una partita da vincere potresti sbrigarti 

-ma non gai pazienza per niente

-oooh andiamo che mi devi dire

-al ballo devo andarci con il mio peggior nemico quindi ti va di venire?- disse Michelle arrabbiata e imbarazzata allo stesso tempo 

-ok- disse semplicemente lui 

-ok?-  ripetè sorpresa lei 

-si ok che è sei diventata sorda?

-che stronzo 

-si ok ora vado

 

-bravaa- disse Juiet spuntando dalla porta

-ma voi due…non fa niente

 

 

 

 

la sera Juliet si pettinava i capelli,il suo riflesso nello specchio, sembrava cambiare, tutto le sembrava rosso, rosso di sangue, quel sangue che sentiva, che vedeva ogni volta che ripensava a quel pomeriggio, l'odore insopportabile, l'attraeva e questo le faceva paura, ma poi qualcosa la fece riprendere dai suoi pensieri, una mano le prese la spazzola dalle mani e incominciò a spazzolare lei.

-allora che mi dovevi dire?

Juliet guardò lo specchio, le sembrava una di quelle scene di film, dove la mamma spazzolava i capelli alla figlia, sorrise a quel pensiero.

-allora?

-a si…- ci pensò un attimo, Elena era diventata importante per lei, ma quando l'aveva conosciuta, lei era triste, non faceva altro che starsene a guardare fuori dalla finestra, mentre adesso usciva con lei, si divertiva, rideva,nonostante quell'alone di tristezza nei suoi occhi non l'aveva abbandonata, quindi decise non farla preoccupare, di lasciarla tranquilla,aveva già i suoi problemi.

-niente ho trovato il cavaliere 

-davvero? sono felice…chi è?

-si chiama Max

 

 

 

 

 

 

-hai dato la busta a Klaus 

-si, e ho bisogno di te 

Janette fissava Tyler, i suoi occhi scuri contro i suoi

-cosa vuoi?-disse preoccupata dalla richiesta 

-devo trovare mio figlio 

Janette rimase a bocca aperta, fissava il volto del suo interlocutore come se fosse un estraneo

-puoi aiutarmi?

la ragazza si voltò verso il vetro del bar e poi si voltò verso di lui sorridendo.

-certo 

-grazie 

-ma…

Tyler si incupì di colpo, quel ma gli aveva messo paura

-non posso prometterti niente 

-lo so, ci si vede-disse uscendo dalla porta principale 

Janette sospirò 

-te la cavi piuttosto bene 

-katherine! mi hai fatto prendere un colpo che ci fai qui 

-passavo da queste parti 

-quelle informazioni erano vere 

-lo so, le streghette ci danno dentro,ma non mi spiego una cosa perché aiuti il tuo assassino 

- perché abbiamo nemici comuni, e poi…

- gli sei debitrice…-disse Katherine realizzando tutto 

-esatto, uccidermi era l'unica possibilità che avessi di vivere.





Angolo autrice: ecco un altro capitolo :) spero vi piaccia, come sempre mi fa piacere avere un vostro parere, scusate per gli errori di grammatica io faccio del mio meglio,ma sono molto distratta quindi qualcosa sbaglio sempre xD 

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Capitolo 13
*** I balli a MysticFalls non portano mai niente di buono ***


I balli a MysticFalls non portano mai niente di buono 

 

 

 

 

 

-credo che così vada bene..-disse Juliet mentre Elena stringeva le stringe del vestito color pesca - anche se sembrerò ridicola…-continuò a dire mentre si raddrizzava

-sei stupenda- disse Elena ammirandola, i lunghi capelli castani le percorrevano lungo le spalle fino a metà schiena, aveva deciso di tenerli lisci, gli occhi decorati da un trucco leggero, le labbra rese lucide da un leggero lucido color naturale.

Il vestito lo aveva scelto Elena, un corpetto a cuore con piccoli brillanti, di sotto largo, proprio come quello che aveva utilizzato lei, quando la famiglia originale aveva organizzato quella famosa festa, con la differenza che il suo cambiava colore ed era addobbato da una pioggia di strass.

-ti manca solo questa- disse Elena porgendole la maschera bianca, Juliet la guardò incredula, le sembrava di essere a carnevale,ma il sorriso di Elena la spinse a prenderla.

-ora sei perfetta- disse una voce proveniente da fuori 

-papà? che ci fai qua?-disse la ragazza vedendolo vestito in smoking 

-la mia damigella non è potuta venire-disse tranquillamente - quindi me ne starò con il cavaliere della famiglia…vero Robbie? - il piccoletto spuntò fuori dalle gambe del padre, due occhi castani fissavano ammalianti Juliet

-e tu dov'è la tua principessa?- disse Juliet chinandosi per avere il suo visetto vicino,lui senza esitare indicò con il ditino la sorella.

-tu non ti prepari?-domandò Jeremy alla sorella 

-si stavo solo aiutando July 

Juliet si rialzò, andò vicino al suo cassetto…

-papà dov'è la collana?

-quale collana?

-quella che mi hai regalato da piccola..

-non lo so- Jeremy distolse lo sguardo dagli occhi indagatori della figlia e li porse sulla finestra, poi di nuovo su di lei. 

-te ne comprerò una nuova, adesso sbrigatevi-disse affrettandosi ad uscire di li,chiuse la porta alle sue spalle e si appoggiò ad essa, guardò il figlioletto.

-lo so che è sbagliato-gli disse prendendogli la mano e dirigendosi verso il piano inferiore.

-ho quasi finito-disse Elena dal bagno

-sbrigati che non credo che la festa aspetti noi per iniziare 

-tranquilla 

-almeno avremo l'effetto di scena trionfante 

-seriamente vedi troppi film 

Juliet scattò in una risata

-allora?-disse aprendo la porta 

Juliet fissò stupita la ragazza di fronte a lei,i capelli mossi, il vestito blu che scendeva morbido, risaltava le sue forme, e il leggero trucco risaltava i suoi occhi scuri.

-stupenda -disse meravigliata

-grazie-disse un po' imbarazzata 

-la tua maschera-disse Juliet porgendola, e con un sorriso Elena la mise 

-RAGAZZE -la voce di James raggiunse le ragazze che si precipitarono alla porta per andare al ballo.

-i vostri accompagnatori-disse lui mentre si metteva la giacca 

Damon entrò senza farsi troppi problemi, raggiunse Elena dalla quale non aveva tolto gli occhi di dosso.

-sei stupenda- disse senza troppi problemi 

-grazie-disse lei mentre il suo viso si tingeva di rosso- anche tu stai bene vestito cosi- disse lei 

Damon spostò lo sguardo verso la figlia e un po' di rabbia si fece spazio  in lui quando vide il ragazzo posare la mano sulla sua schiena e sussurrarle all'orecchio.

-devo ammetterlo sei splendida

-anche tu non sei niente male- disse Juliet sorridendo vittoriosa.

-Geloso?-domandò Elena capendo tutto

-io?-disse ridendo -per niente…adesso andiamo- disse porgendogli il bracci, con un sorriso divertito Elena alzò il braccio per avanzare insieme.

 

 

 

La sala era enorme, la tenuta dei Lockwood era sempre stata perfetta per questi ricevimenti, la signora Carol aveva deciso di dare questa festa per controllare meglio la situazione della città.

-hai fatto un ottimo lavoro Caroline- disse Carol mentre sorseggiava qualcosa 

-grazie

-avrei tanto voluto che ci fosse Tyler-disse sbuffando, a quel nome Caroline si irrigidì, non era abituata a sentire quel nome con tanta facilità, eppure adesso si trovava di fronte a sua madre.

 

 

 

James aspettava da più di mezz'ora sotto la casa dei Bennet, finalmente uscì Michelle, un vestito verde scuro, sempre stretto sopra e con delle balze sotto.

-mi stupisci Bennet 

-anche tu Gilbert

 

 

 

 

Le porte della sala si aprirono e le due coppie fecero il loro ingresso 

-avevo detto che l'effetto…

-scena trionfante avrebbe funzionato-fini la frase per lei

-scena trionfante?-domandò Max a Juliet 

-è il mio modo per dire entrata ad effetto 

 

-posso chiederti una cosa?-disse Damon

-si dimmi

-questo vestito…

-è identico a quello li lo so, lo comprato a posta, volevo ricordare, avere qualcosa che mi ricordasse….

-me?

-si

-sei diversa

-lo so

 

 

 

 

 

-Katherine è inutile che scappi- Katherine correva nel bosco, doveva portarla a Janette con lei sarebbe stata al sicuro,nessuno poteva sospettare di lei, ma temeva che sarebbe stato troppo tardi le streghe avevano potenziato i loro poteri, entrano in troppe e lei era sola

-lo so- disse fermandosi di colpo-vi darò quello che volete….

-ma?

-ma dovete lasciarmi andare 

un'anziana e una giovane ragazza si guardarono un attimo, si voltarono come per avere il consenso degli altri che annuirono senza problemi.

-aspettate- disse qualcuno in mezzo a quei volti coperti

-cosa ci dice che non stia mentendo?

-un vampiro come lei sa che non le conviene farlo-disse la donna anziana 

Katherine sorrise vittoriosa,anche se aveva perso una battaglia non significava perdere una guerra, porse la mano in avanti, diede la collana alla donna e si voltò camminando sicura.

 

 

 

la serata stava andando per il meglio, quando le porte si spalancarono, e due figure fecero ingresso, Caroline sobbalzò nel riconoscere la figura di Tyler, e Klaus che camminava come un re che si dirige al suo trono.

-cosa ci fanno qui?-disse Elena rivolgendosi a Damon

-guai ecco cosa

-credevo avesse lasciato la città

-lo credevo anch'io

 

 

 

-ma che fine hai fatto?? -Janette camminava avanti e indietro con quel lungo vestito dorato principesco, quella maschera della stesso colore coronata da brillanti. Quel modo di fare buffo attirò l'attenzione di Klaus che osservava divertito la scena.

You're beautiful-James Blunt

 

-aspetti qualcuno?- la voce suadente di Klaus fece bloccare di colpo la ragazza, non riusciva a parlare per la paura, se l'avesse scoperta, sapeva che era pericoloso tornare,ma era indispensabile, sperava che non avrebbe attirato l'attenzione, ma Katherine aveva insistito per farle mettere quel vestito troppo appariscente. Gli occhi chiari di lui la stavano scrutando da dietro la maschera nera.

scosse il capo in segno di negazione.

-come ti chiami?

lei non rispose 

lui sorrise e le porse la mano

-mi concede l'onore di un ballo?

la ragazza non rispose subito,ma dopo pochi istanti annui, alzò la mano e la posò sopra quella di lui, e insieme si diressero verso la sala

 

 

 

-vuoi ballare?-domandò Max vedendo Juliet annoiarsi 

-certo- rispose lei e anche loro iniziarono a ballare 

 

 

-ballano tutti-disse Damon osservando di sottecchi la figlia- proprio tutti- disse poi un po' irritato 

-sei proprio buffo quando diventi geloso

-coma scusa?

-hai capito bene-disse lei ridendo 

-mi concedi l'onore di questo ballo?-disse poi lei sorprendendolo e sorprendendo anche se stessa.

-certo mia dama-disse lui dirigendola nella sala al centro

 

 

 

-tu non balli? ami queste cose…

Caroline si sentì il respiro di Tyler sulla pelle, era dietro di lei 

-non amo più nulla da tanto tempo 

-so perché lo fai

-fare cosa?-si girò furiosa 

-trattarmi così, odiare tutto e tutti compreso me

-tu non sai un bel niente 

-si che lo so, credi che non sarei venuto a conoscenza di Bill 

Caroline sgranò gli occhi sorpresa

-come sai di lui?

-so tutto so chi è? so che è mio figlio e voglio ritrovarlo- disse deciso guardandola negli occhi 

-Tyler io…

-no non devi dire niente 

-voglio chiederti scusa 

-non c'è ne bisogno abbiamo sbagliato entrambi

 

 

 

 

 

 

Damon e Elena uscirono nel balcone per prendere un po' d'aria e per parlare 

-allora?-disse lei 

-cosa sai venuta a fare nel futuro?

-non volevo venirci solo sapere come sarebbe finita la battaglia,ma da quella che vedo non siamo noi i vincitori-disse fissando Klaus ballare 

-e allora come ci sei finita qui?

-non lo so…e tu cosa sai, cioè cosa è successo?

-prima o dopo della tua grande mossa?

-entrambi 

-prima ci siamo sposati, vivendo come una famiglia normale, e dopo che te ne sei andata, sono stato costretto a lasciarla qui- disse osservando Juliet 

-mi dispiace

-e perché? non sei tu quella che ha fatto tutto 

-ma lo farò cioè non adesso che so che non funzionerà,ma la me di questo tempo sono pur sempre io

calò un silenzio tombale 

-allora…perché abbiamo scelto questo nome?-chiese Elena per rompere il ghiaccio

-volevi mettergli Miranda o Jenna, quel giorno eri davvero indecisa e poi…

-poi?

-poi mi hai chiesto come si chiamava mia madre- disse con una nota di malinconia 

Elena guardò Damon, il suo sguardo fissava la figlia.

-in effetti le assomiglia, anche troppo-disse con un sorriso malinconico 

Elena prese il suo volto tra le mani e lo baciò, non poteva più resistere a vederlo soffrire così.

 

 

-balli bene-disse Max 

-anche tu nonostante sembri uno stupido-disse ridendo 

-e dai almeno oggi 

-ok, quando mi avresti detto che sei lo stesso Max dell'asilo 

-waoo non credevo ti saresti ricordata di me 

-eri il mio migliore amico e lo eri anche all'elementari 

-ma alle medie sei andata via 

-ma ora sono ritornata e ti ho trovato un po' troppo diverso…si diverso è la parola perfetta per descriverti-rise, quando un forte dolore alla testa la fece smettere di ballare

-stai bene?

-no non lo…so 

-Juliet…July 

-mi fa male la testa, il cuore-disse stringendosi la mano al petto -mi fa male 

-JULY 

tutti nella sala smisero di ballare, Damon e Elena si precipitarono li 

 

James che fin ora si divertiva tranquillo corse verso la folla,ma un mano lo bloccò

-tu non vai da nessuna parte non preoccuparti lei starà bene- gli occhi azzurri di lui fissavano quelli celesti di lei

-sei Rebecka vero?-disse ammaliato 

-esattamente

 

 

Janette si scostò da Klaus 

-oh no no no no -continuava a ripetersi 

-non può essere, non può aver fallito-disse avvicinandosi alla marea di persone

-spostatevi- vide Juliet stringere con i pugni il vestito, stava soffrendo, il dolore forte la stava lacerando dentro 

-ok…portatemi dell'acqua fredda-disse chinandosi verso di lei 

-adesso ascoltami…devi respirare profondamente…quello che stai passando è una trasformazione

-c..o..sa?-disse lei tra un dolore e l'altro 

-devi fidarti di me ok? respira profondamente non pensare a niente 

-ok…ma no ci riesco, vedo…vedo tutto sfotto e mi fa male- disse in lacrime 

-cosa succede?-disse Damon in preda al panico 

-è una trasformazione, e tu dovresti saperlo meglio di me, lascia che l'aiuti 

Damon fissò la ragazza davanti a lui, non la conosceva,ma sentiva di potersi fidare 

-dobbiamo portarla lontano da qui

Damon non ci pensò due volte e la prese in braccio, lei circondo con la poca forza che aveva le sue braccia intorno al suo collo,andarono al piano di sopra in una delle camere della grande casa.

-deve bere del sangue 

-cosa?-disse Elena stupita

-si sangue e io non posso darle il mio…

-è un vampiro-disse Tyler che era apparso dietro loro 

-allora lo farò io-disse Elena, Damon la guardò male 

-è l'unica soluzione, è mia…-lui fece cenno di stare zitta,nonostante non si lamentasse più poteva sentire i battiti di Juliet accelerare, era sveglia.

Elena si avvicinò, sollevò il polso e lo porse a Juliet che sgranò gli occhi stupita,ma poi un desiderio forte si fece largo in lei, e senza che riuscisse a spiegarselo due canini affondarono nel suo polso bevendo.

 

 

-come sapevi cosa fare?-domandò Tyler a Janette 

-ero la figlia di un medico nel villaggio e mia sorella mi aveva insegnato molto 

-le hai salvato la vita 

-no ho salvato la vita a tutti i presenti della sala, un ibrido in piena trasformazione non è come un vampiro, non basta un semplice sorsetto 

-ma allora..

-no il sangue di Elena è diverso 

-sapevi fin dall'inizio che doveva essere lei 

-volevo evitare tutto questo, ma qualcuno a risvegliato la parte vampira della ragazza 

-sicuramente ci starà sentendo-disse Tyler guardando dietro di lei 

-probabilmente si,ma ormai dovrebbe sapere la verità-disse incrociando le braccia al petto e fissando il quartetto famigliare che aveva di fronte.

-stai bene?-domando Elena 

-non saprei cosa sta succedendo?-disse la ragazza quasi in lacrime 

-domani ti spiegheremo tutto, adesso torniamo a casa-disse Damon accarezzandole la guancia 

Juliet era totalmente confusa, si comportavano come dei genitori preoccupati, si sentiva come una bambina di cinque anni, alla quale i genitori non fanno altro che andargli dietro e preoccuparsi.

Quando tutti se ne andarono, Janette si tolse la maschera e si sedette sul letto, respirò profondamente, poi si alzò e aprì la porta per andare via 

-credevi che non ti avrei riconosciuta Janette?- lo sguardo di Klaus era indescrivibile,non sapeva se avere paura o essere sollevata.












Angolo autrice: allora, da dove inizo?? ok prima di tutto spero che vi piaccia, questo capitolo è stato davvero difficile da scrivere non so perchè, ho cercato di fare più attenzione per quanto riguarda la mia grammatica,volevo dare più spazio ai nuovi arrivati in città,ma sarebbe stato troppo lungo, quindi ne parlerò dopo...detto tutto posso solo dirvi grazie :) per le recenzioni, e mi fa davvero piacere che la storia vi piaccia, come sempre mi fa piacere ricevere vostre recenzioni. Al prossimo capitolo ;)
p.s: grazie ancora xD

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Capitolo 14
*** Sacrificio ***


 

Sacrificio 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Juliet aprì gli occhi, era tutto buio, non riusciva a vedere niente,si alzò lentamente e si diresse verso la tenda..

-NO non farlo-urlò Elena,ma fu troppo tardi.

- perché non dovrei?-disse Juliet, dietro di lei la finestra spalancata.

Elena guardava shoccata la scena davanti a lei, Juliet era esposta al sole,ma se ne stava tranquilla, come se fosse tutto normale

-ho fame,vado a fare colazione-disse la ragazza tentando di uscire dalla stanza 

-aspetta…hai fame? non hai nessuna voglia in particolare…tipo…

-tipo che? voglio solo il mio tost caldo, senti io non so cosa sia successo ieri sera,ma mi sono svegliata con un mal di testa terribile, ho fatto un incubo stranissimo e adesso voglio solo rilassarmi-disse guardandola negli occhi,seria

-certamente-disse Elena sentendosi un po' in colpa,ma senza capirne il motivo.

 

 

 

 

 

 

 

 

-SVEGLIA!-la voce di katherine arrivò fino alle orecchie di Janette,nonostante tentasse di coprirsi con il cuscino.

-altri cinque minuti 

-200 anni fa saresti scattata in piedi 

-200 anni fa avevo un padre antiquato e fissato con le regole aristocratiche

-ma avevi paura di lui 

-ei mi avrebbe fatto sposare quel manichino della bottega 

-era ricco che te ne importava 

-era stupido 

-era carino 

-non abbastanza-disse Jane pensando con disgusto a cosa avesse passato pur di ribellarsi ai suoi doveri da piccola nobile.

-brucia il passavo vero?-disse con una smorfia,bevendo una tazza fumante di caffè 

-oh si è tu lo sai benissimo-disse Janette alzandosi dal letto- comunque…ho già preparato le valigie, questa città non è sicura per me 

-mossa furba scappare da Klaus 

-non sto scappando…sto solo…andando via 

-certo come no, so cosa si prova, la paura che da un momento all'altro entri da quella porta e ti uccida

-smettila ok? non è questo il punto, quello che ho fatto è stato imperdonabile, è lui farebbe solo bene…

-stai dicendo sciocchezze, hai solo agito di istinto 

-l'ho abbandonato ok? ho lasciato che se la prendessero con lui,pur di pensare a me e questo mi fa male, perché per colpa mia c'è andata di mezzo mia sorella-disse furiosa la vampira 

-credi che solo tu abbia un passato drammatico 

-no,io so di te, ricordati che sei venuta da me per sapere di lei 

-non è servito a niente 

-non sono stata io a non lottare per riaverla

-ero sola contro tutti 

-quando sei diventata vampira perché non l'hai cercata? sai io lo fatto, ho cercato mia sorella, e sai cosa ho scoperto?? che era morta…-lo sguardo di Katherine si fece strano e Janette incominciò ad avere dubbi,che vennero confermati quando la vampira evitò di guardarla per più di un paio di secondi

-tu lo sapevi?-disse arrabbiata- non posso crederci-dicendo questo entrò in bagno chiudendo la porta.

-sarebbe stato più difficile-disse Katherine ripensando ai suoi piani passati

-per te-disse Janette dall'altra stanza

 

 

 

 

 

 

 

Kaus faceva roteare quel liquido rosso all'interno del bicchiere.

-a cosa stai pensando?-la voce di Rebecka lo fece distrarre

-ti ricordi quando eravamo in Italia?

-no tu eri in Italia,io ero in America ricordi 

-già 

-che hai combinato laggiù 

-niente che ti interesserebbe 

Rebecka alzò le spalle e uscì dalla stanza, Klaus si diresse verso la scrivania ed estrasse dal primo cassetto una foto o meglio un immagine che ritraeva lui e due ragazze.

 

 

 

 

 

 

 

-allora?

-allora che?-disse Damon guardando la soglia della porta 

-non vai a vedere come sta?-domandò Caroline mentre beveva una delle tante scorte del vampiro 

-se dovessi farlo dovrei raccontarle tutto

-non è detto 

lo sguardo accusatorio di Damon fece si che Caroline sbuffo e se ne andò dalla stanza 

-raccontarle tutto?

la voce pungente alle spalle era abbastanza evidente per Damon 

-Stefan? che ci fai tu qua?

-ero passato a vedere come andavano le cose…

-di la verità sei qui per Elena-disse pungente lui

-è pur sempre mia nipote e ho sentito quello che è successo, Elena non c'entra niente e dovresti dirle tutto 

-dirle che?-disse con disappunto lui 

-dirle che tua figlia e un mezzo vampiro 

 

 

 

 

 

 

 

-ok devo farlo o ora o mai più-si disse Janette mentre era in macchina, parcheggiata davanti a una grande casa in stile antico, se sarebbe scappata non sarebbe servito a nulla, ormai era decisa. 

scese dalla macchina di fretta e si diresse verso la porta, bussò senza esitare.

-non ti aspettavo così presto 

-finiamola qui Klaus dimmi cosa vuoi che faccia

lo sguardo del ragazzo si fece serio 

-entra-disse semplicemente e lei automaticamente lo fece,non perché fosse ammaliata, ma perché sentiva la necessita di finire quella storia 

-qualsiasi cosa tu faccia non la riporterà indietro 

Janette lo guardò sicura, sapeva quello che faceva e Klaus notò subito questo particolare 

-o forse si?-fini la frase lui 

-c'è un incantesimo

-che genere? 

-io e lei eravamo sorelle quindi abbiamo un legame 

-in che consiste?-disse lui servendo da bere 

-un sacrificio

Klaus spostò il suo sguardo dal bicchiere a lei 

-chi?

-non importa chi,ma tu lo vuoi?-disse lei spaventata dalla risposta, ma il silenzio che c'era fece capire che lui era d'accordo 

-bene,ne riparliamo un altro giorno, quando sarò tornata 

-dove credi di andare?

-il più lontano possibile da te…aspetta posso chiederti una cosa?

-dimmi 

- perché quella sera non hai salvato lei? perché hai scelto me?-disse Janette come se quel gesto fosse stato uno sbaglio enorme 

- non lo so, non ho avuto il tempo di salvare anche lei 

-dovevi farlo invece,sarebbe stato tutto più facile

 

 

 

 

 

 

 

Elena spinse Damon in camera prendendolo dalla maglietta

-qualcosa non va! lei era esposta al sole, ma non succedeva niente-disse sconvolta lei

Damon nemmeno l'ascoltava,ma continuava a guardare nei cassetti alla ricerca di qualcosa

-la smetti di cercare e mi dai ascolto- Elena perse le staffe e iniziò ad urlare 

-shii così ti sente-disse Damon poggiandole un dito sulla bocca

-se le mie supposizioni sono vere può sentirti e questo non è di certo il posto migliore per parlare-disse fissandola negli occhi 

-ok fa come vuoi!-disse lei arrendendosi e sedendosi nel letto. 

-Jeremy?

-cosa?

-Jeremy dov'è?

-a lavoro, ma cosa centra Jer?

-devo parlare con lui

-non credi che anch'io debba sapere cosa sta succedendo- disse ironica lei

-ti ho detto non qui Elena- a quelle parole Elena si imbronciò, odiava quando la trattava come una bambina, anche se con lui non riusciva ad essere arrabbiata, poteva sempre fare finta.

-dai Elena-disse piano lui avvicinandosi a lei, era quasi a un palmo dal suo naso, quando una botta li fece spaventare. Damon sparì un istante dopo e Elena si precipitò sotto.

-che succede?-disse arrivando in cucina

-stavo preparando del tè, ma quando lo bevuto mi sono bruciata…troppo forte…cioè non lo so spiegare era come se avessi dell'acido…-disse Juliet guardando i pezzi della tazza per terra

Elena e Damon capirono subito che si trattava della verbena,ma cosa ci facesse in quel tè non se lo riuscivano a spiegare.

-dove lo hai preso questo tè?-domandò infine lei 

-nella dispensa-disse indicando quella più alta, Elena aprì l'anta, era in una boccetta di vetro, Jeremy aveva pensato a tutto, anche all'eventualità di un ritorno dei vampiri.

-credo che hai sbagliato boccetta-si giustifico - dirò a Jeremy di comprare del tè normale-continuò

 

 

 

Katherine se ne stava in macchina, aveva intravisto la figura di Stefan avvicinarsi già un quarto d'ora prima che arrivasse e si sedesse sul lato accanto.

-cosa ci fai qui? credevo che questa città non ti avrebbe più rivisto?-domandò lui secco 

-mio care Stefan ci sono tante cose che non sai di me

-del tipo?

-del tipo che dove proteggere i Gilbert-disse con un sorrisetto soddisfatto

-perchè?-domandò sorpreso 

-perchè mi serviva qualcosa! niente per niente

-sempre la solita 

-sempre il solito curioso tu!

-cosa sai di Klaus?

-per ora? che ha un conto in sospeso e quindi sarà distratto per molto tempo

-ho  notato che vai in giro con una ragazza…

-curioso! non ti preoccupare non toccherà Elena ne tutta la tua famiglia! forse al contrario…

-è con lei che Klaus è impegnato?-domandò ridendo lui 

-perspicace! ma non è come pensi

 

 

 

 

 

 

 

Erano le quattro del pomeriggio e Juliet si stava sistemando i capelli per uscire con Michelle, quando lo squillo del suo cellulare la fece saltare in aria…

-arrivo-disse correndo nella stanzetta e rispondendo 

-pronto-disse 

"finalmente rispondi"

-ei Max!

" stai bene?"

Juliet rimase sorpresa, non capiva cosa intendesse

-perchè dovrei stare male?

"ieri ti sei sentita male al ballo, ti hanno portato via" 

Juliet fisso la sua stanza, o meglio fissava il vuoto, credeva che fosse stato solo un sogno, un incubo.

-sto bene, grazie per avermelo chiesto-disse con la voce che non voleva fuoriuscire

"mi fa piacere, ci vediamo a scuola"

-ci vediamo a scuola- ripete lei senza convinzione

 

 

 

 

 

 

Janette continuava a sfogliare quel maledetto libro da più di un ora, aveva trovato l'incantesimo,ma sperava fino all'ultimo che ci fosse un'altra soluzione,alla fine si arrese e gettò con furia il libro su quel letto che adesso era più o meno mezzo rotto. 

-non puoi distruggere l'hotel-la voce di Tyler interruppe i suoi pensieri 

-cosa ci fai qui?-disse con tono freddo 

-luna storta oggi?-scherzò lui 

-non ho nessuna notizia utile-ancora quel tono, adesso Tyler incominciò a seccarsi, a volte Janette poteva diventare insopportabile,ma solitamente aveva i suoi buoni motivi.

-siamo amici non sono qui solo per le informazione-disse lui corrucciando la fronte

-si scusami-disse lei mettendo la mano destra sulla fronte 

-non dirmi che hai la febbre-disse ingenuamente il vampiro 

-sono un vampiro Ty non mi ammalo-disse con un sorriso di stupore lei

-almeno ti ho fatto ridere- le fece notare, lei lo guardò e sorrise nuovamente 

-hai ragione-disse -ma questo non cambia le cose-disse lei continuando a osservare quel libro, Tyler seguì il suo sguardo.

-cosa sta succedendo?-domandò in fine, voleva saperne di più, lo sguardo di lei si fece serio.

Janette in fondo si fidava di lui e forse se avesse confessato a qualcuno lei sue intenzioni sarebbe stato più leggero il dolore, forse non nascondendo la verità, qualcuno avrebbe capito le sue intenzioni e non l'avrebbe giudicata una sciocca.

-ti ho mai raccontato di Selenia? 













angolo autrice: finalmente ho finito questo capitolo, scusate per l'attesa spero ne sia valsa la pena e che il capitolo vi piaccia :) al prossimo capitolo bacii!!

 

 

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Capitolo 15
*** Il passato ***


 Il passato 




Ero salita in carrozza,mia sorella Selenia mi seguì subito dopo, il cocchiere chiuse la porta e dopo cinque minuti incominciò a muoversi, nessuno delle due osava parlare, il silenzio che si era creato era straziante, fu io a rompere quel silenzio assordante

-spero che sarai contenta?-buttai via quelle parole che aveva sullo stomaco da quando mi era svegliata quella mattina

-Jane non iniziare sono stanca- troncò la conversazione prima ancora che nascesse, mi sentivo una stupita, era inutile provare a farle capire cosa volevo, io volevo andare via, ma lei continuava a trattenermi,per il mio bene, per quello di nostro padre, per lei, se io fossi andata via avrebbe dovuto sposare lei quel ragazzo che oggi mi stava aspettando nella sua enorme casa, chiusi gli occhi rassegnata,ma la carrozza sobbalzò e per poco non batteva,uscimmo di li frettolosamente, un ragazzo biondo era voltato verso il cocchiere a terra sanguinante, quando si voltò si pulì con il braccio il sangue che colava dalla sua bocca, ci sorrise sadico, qualcosa mi diceva che eravamo nei guai. 

-buongiorno-disse semplicemente 

-chi siete voi?-chiese mia sorella, aveva timore lo capivo da come parlava. 

-mi chiami Nicklaus-disse sorridendo come prima, lo guardai negli occhi, mi faceva paura,mia sorella si parò davanti a me, lei era sempre stata coraggiosa,ma a volte odiavo quella sua caratteristica, doveva fare sempre l'eroina e io passavo sempre per la damigella in pericolo che non si sa difendere. 

-cosa siete?-continuò il suo interrogatorio con voce tremante

-un vampiro-disse naturale, i muscoli del mio corpo si irrigidirono di colpo, un vampiro, allora mio padre aveva ragione, esistevano. 

-un vampiro?-disse lei, da un momento all'altro l'avrebbe uccisa solo per l'impertinenza

-devo ripeterlo ancora-disse scocciato 

-no no-disse spaventata lei 

-ora che facciamo?-si girò verso di me e mi rivolse la domanda, io non sapevo che rispondere aprì la bocca per dire qualcosa,ma la voce di quel ragazzo mi superò 

-niente voi non mi avete visto e io non ho visto voi-disse intenzionato ad andare via 

-aspetta-dissi io per la prima volta trovai il coraggio di parlare 

-come spieghiamo a nostro padre come è morto il cocchiere-dissi un po' infastidita, se non mi avrebbe ucciso lui ci avrebbe pensato mio padre.

-un animale-disse scrollando le spalle e sparendo nella foresta 

-ma ti rendi conto, un vampiro?-disse mia sorella spaventata 

-calmati e ascoltami, non una sola parola con nostro padre-dissi seria 

-ma se la prenderà con noi?

-se un animale selvaggio ha ucciso il nostro cocchiere non è di certo colpa nostra-dissi quelle parole scocciata, non ero traumatizzata dai vampiri,nostro padre ci riempiva la testa con le sue storie tanto da renderle reali.

Lei annuii semplicemente, la presi per un braccio e insieme ci incamminammo verso la via di casa, quel ragazzo poteva aspettare,non che fossi tanto entusiasta di conoscerlo. 

 

 

-siete sicurezze fosse un animale?-domandò con quello sguardo severo che io odiavo, mai nel suo volto avevo visto un sorriso

annuimmo io e mia sorella 

-ok potete andare-disse mettendo le mani dietro la sciama e voltandoci le spalle, era più interessato a guardare la finestra che noi. 

 

 

-lo abbiamo convinto-disse Selenia facendo un sospiro  di sollievo 

-credi che lo rivedremo?-chiesi senza pensare

-cosa? scherzi vero? spero proprio di no-disse secca -sarà pure bello,ma è un mostro 

Già un mostro,lei e mio padre li avevano sempre considerati tali, io preferivo credere che avessero una parte umana, chissà forse loro non provavano niente come diceva sempre il vecchio, almeno non soffrono, mi ritrovai a pensare mentre mia sorella continuava a spazzolarmi i capelli 

-allora a quando le nozze?-disse entusiasta, io la guardai truce, dovevo sposare quel manichino vivente e l'idea non mi allettava affatto. 

-perchè non te lo sposi tu-dissi fredda, lei mi fece la linguaccia 

- non posso sei tu la primogenita- essere gemelle era un tortura,ma in quei tempi l'essere nata due minuti prima era un condanna. 

-forse sposerò un principe, chi lo sà- si allontano con la spazzola in mano, si perdeva sempre in quel insulsi sogni. 

-Selenia sogni troppo-dissi alzandomi da quella scomoda sedia e togliendomi i capelli davanti,lasciandoli lunghi dietro le spalle

-andiamo? Jane il tuo maritino ti aspetta- in quel momenti la odiavo, sempre a ripetermi la stessa cosa, non capiva che mi faceva male? io dovevo sposarmi con uno sconosciuto e lei ballava e cantava felice. 

 

 

 

-Janette ti presento il tuo futuro sposo-disse mio padre felice, era felice? si lo vedevo dai suoi occhi, probabilmente il fatto che un maschio entrasse a far parte di questa famiglia lo rendeva felice, ora mi spiego molte cose.

-piacere di conoscerti- fece un inchino,la sua voce era calda e sensuale, non me lo sarei mai aspettato un ragazzo così bello, due pozze verdi smeraldo che continuavano a fissarmi, i capelli castani lasciati ribelli e rovinati dal capelli che ora teneva in mano, piccole ciocche gli ricadevano sulla frangia, le sue labbra si allargarono in un sorriso alla quale non riuscì a non sorridere anch'io.Mio padre dal canto suo era felice.

-bene adesso voglio presentarvi un ospite figliole-disse sorridendo, era la prima volta che lo vedevo felice, per un momento pensai che fosse la sola presenza maschile in casa nostra,ma poi vidi una giovane donna e un uomo un po' troppo simile a mio padre.

-questa è la sorella di Frederic-disse indicandomi il ragazzo 

-Jiuliet -disse la donna, io la osservai meglio sembrava aspettasse un bambino e i miei sospetti furono affermati quando quell'uomo la prese per un braccio come a sorreggerla. 

-Ernest prendi una sedie per la signora Salvatore-ordinò mio padre al cameriere che subito porto una sedia dal soggiorno

Quel cognome italiano mi rimase impresso, Salvatore, era come se mi dicesse qualcosa,ma in quel momento non mi veniva in mente niente. 

-la tempesta ha impedito loro il viaggio quindi soggiorneranno qui fin quando il tempo non si sarà calmato

Nella mia famiglia c'era un antica usanza, chiunque chiedesse aiuto doveva essere aiutato,non importa chi fosse, ciò che semini raccogli, questa frase non era di mio padre,ma da un antenato di famiglia,lui e le sue assurde tradizioni. 

-eravamo venuti a far visita ai miei genitori-disse la donne con voce dolce, mi incantai a guardarla, mi ricordava mia madre.

 

 

Passarono due giorni e la tempesta era finalmente passata, ero nella mia camera, quando sentì bussare e una voce lieve 

-posso entrare?

-certo- dissi sorridendo 

Jiuliet si sedette accanto a me nel letto 

-mi dispiace per il tuo matrimonio combinato- credo che quelle parole me le volesse dire dal primo momento che mi ha vista.

-ma vedrai imparerai ad amarlo io lo fatto e poi ci sarà sempre un altro amore pronto per essere accolto-disse osservando il suo pancione

-potrò essere anch'io felice come te un giorno?- ero sul punto di scoppiare in lacrime

-lo sarai, sicuramente- senti la sue carezza sui miei capelli castani, e sorrisi a quell'immagine che apparve nella mia mente, era troppo simile a mia madre

-lo spero-dissi sorridendo, lei si alzò pronta per andare via ,ma quando arrivò sulla soglia della porta pronuncia una semplice domanda

-come si chiamerà? -dissi

-Damon- nel pronunciare quel nome vidi nei suoi occhi un amore sconfinato, forse non era stato suo marito l'amore che cercava,ma quella creaturina che cresceva dentro di lei, sorrisi al pensiero che forse anch'io potrei diventare come lei.

 

 

 

 

Selenia correva verso di me spaventata 

-che succede?-dissi cercando di calmarla 

-quel mostro, è tornato-disse senza respirare, corsi nel luogo da dove era arrivata 

-ma guarda chi si rivede-disse con un sorriso beffardo 

-oh vedo che vi siete già conosciuti-la voce di mio padre mi fece sobbalzare

-padre?-domandai insicura, improvvisamente il giardino mi sembrava troppo piccolo 

-Janette lui è Nicklaus nostro ospite 

lo guardai spiazzata come mia sorella del resto, non so come ma i giorni che vennero a seguire furono quelli che cambiarono la mia vita.

 

 

 

 

 

-Mi fai un ritratto?-la voce squillante di mia sorella, interruppe i miei pensieri rivolti ben lontano da quella stanza, il soggiorno era la stanza più grande, solitamente io e Selenia ci stavamo per ore ore, fin quando non è arrivato lui, mi riusciva difficile stare sola con lui,non che avessi paura, ma qualcosa mi diceva che non dovevo stargli vicino.

-certo-disse lui, era incredibile mia sorella era riuscita a farsi passare la paura, a volte mi dava l'impressione di essersi innamorata di quel vampiro, mio padre invece lo adorava come adorava Frederic, che adesso era appena entrato dopo una giornata di caccia insieme a mio padre.

-buonasera-disse facendo un mezzo inchino, Klaus,come si faceva chiamare sorrise,  si alzò, mentre Selenia continuava a sorridere come un ebete ad ogni sguardo che lui le rivolgeva.

-vuole venire a fare un giro?-mi chiese Frederic con un sorriso, io annuii sapendo che se avessi rifiutato mio padre come minimo non mi avrebbe fatta uscire per il resto della mia misera vita.

 

-da quando conoscete Nicklaus?-mi chiese prendendomi alla sprovvista 

-non da molto direi-dissi con fare superfluo

-parlatemi di voi?- mi chiese sedendosi suo quella panchina di pietre che mio padre aveva deciso di mettere in mezzo al giardino, da li il panorama era fantastico, rose, e laghetti, cespugli trattati con la massima cura.

 

 

 

Una notte mi svegliai per via degli schiamazzi che provenivano dalla stanza accanto,mi alzai un po' infastidita, la scena che vidi da dietro a quello spiraglio che la porta aveva lasciato, Klaus e Selenia avvinghiati come polpi, rimasi sorpresa, non capacitavo mia sorella di un atto del genere, l'avevo sottovalutata, e poi ero io la ribelle della famiglia, se mio padre l'avrebbe vista sicuramente l'avrebbe ripudiata. 

-JANETTE!-urlò Selenia 

-potreste fare meno rumore-dissi secca, non so se fosse per aver perso sonno o per la bella sorpresa, chiusi gli occhi un secondo il tempo di rendermi conto che non stavo sognando, poi mi voltai le spalle e chiusi la porta andando nella mia stanza, non saprei per quale motivo ma incomincia a piangere, forse perché avevo capito che la mia vita sarebbe stata totalmente diversa da quel giorno in poi o forse perché ero invidiosa del fatto che lei si divertisse e io dovevo fare i doveri di famiglia.

 

 

Una cosa non sapevo suoi vampiri, un particolare importante.

-perchè l'altra notte piangevi?'- una semplice domanda che bastò a spiazzarmi.

-non stavo piangendo!-affermai decisa 

eravamo soli in quel soggiorno diventato anch'esso troppo piccolo.

-non mentirmi ti ho sentito- il suo tono era dolce, lo guardai sorpresa fino a due giorni fa il suo sguardo era come assettato di sangue, adesso era docile, forse per via di Selenia?

-impossibile-affermai decisa 

-se conti il super udito di un vampiro non è impossibile-disse ridendo, si prendeva gioco di me?

-cosa ve ne importa?-avevo usato di nuovo la terza persona nonostante continuasse a dirmi di chiamarlo con il tu, mi guardò stranito.

-gelosa?-un'altra domanda che mi spiazzo, impossibile mi dissi nella mente.

-ahahahah- cominciai a ridere isterica, non ero innamorata di lui, non avevo motivo di essere gelosa.

-non sono innamorata di te se è questo che vuoi sapere, devo sposarmi ricordi non ho tempo per l'amore-dissi tutto in in fiato come se prima dicevo quelle parole prima mi sarei liberata del suo sguardo su di me.

lui mi mise una mano sulla mia mano che era appoggiata al divano e io lo guardai negli occhi, fu l'ultima volta che ci guardammo così. Selenia entrò e io di scatto scansai la mia mano dalla sua, lui la guardò sorridendo, era innamorato, erano innamorati, chi ero io per rovinare tutto?

 

 

-voi non volete sposarvi vero?-ancora con queste domande che mi prendevano alla sprovvista, chiusi gli occhi come facevo sempre per cercare di respirare più a fondo possibile

-in realtà…io vorrei che l'uomo che mi sposi mi ami davvero e che io ami lui-lui mi guardò capendo il mio ambiguo discorso 

-non credere che per me sia meglio-mi disse -non fraintendermi tu mi piace, sei bella,ma io…

-hai un'altra donna nel cuore?-dissi piano 

-già, ma mio padre non lo permetterebbe mai un matrimonio con una semplice contadina

-mi dispiace

-però devo ammettere che mi sono affezionato a te-disse improvvisamente, mi voltai di scatto, era una mezza dichiarazione?

-che intendi?

-forse un giorno ci innamoreremo uno dell'altro-quel discorso era simile a quella fatto dalla sorella, mi stupì e io sorrisi 

-potrebbe succedere- disse sorridendo, si ci credevo sarebbe stato il mio futuro, lui sarebbe stato il mio futuro e io volevo essere felice, e se non avrebbe funzionato chissà forse anch'io come jiuliet avrei trovato l'amore in un figlio.

Mi accorsi solo dopo della figura che ci osservava dalla camera da letto degli ospiti, feci finta di niente,ma in fondo sapevo benissimo che Klaus mi stava osservando, da quella sera non mi rivolse mai più la parola se non qualche monosillabo in presenza di mio padre. 

 

 

 

Come ogni sera Selenia passava dalla mia stanza spegneva le candele e poi andava nella sua, o molto più probabile in quella di Nicklaus, la intravidi uscire e poi aprì gli occhi,tolsi quelle coperte e mi affaccia dalla finestre, osservando il cielo stellato. Quello che successe dopo non so spiegarlo bene, sentì puzza di bruciato e gente che urlava, mio padre spalancò la porta guardandomi truce.

-esci! prima che quel mostro ci uccida tutti!- avevo capito che si riferisse a Klaus, corsi fuori dalla stanza seguendo mio padre, il fuoco si fece più intenso, e via di fughe ce n'erano ben poche.

-padre? Selenia?

-quella sgualdrina?-disse con disprezzo, evidentemente li aveva beccati, mi misi una mano sulla faccia coprendo naso e bocca, il fumo non mi faceva respirare bene

-vai avanti?-disse improvvisamente mio padre

-cosa?

-io non posso abbandonare questa casa se muore lei morirò anch'io- lo guardai stupita 

-tua mi sta aspettando già da troppo tempo-disse sorridendo 

-vi voglio bene-disse senza darmi il tempo di rispondere visto che il fuoco lo travolse, urlai, il quella casa si sentì solo il mio urlo che, le lacrime scendevano senza sosta, sentì due mani calde prendermi dalle braccia e sollevarmi dal pavimento, mi voltai distrutta, il volto di Klaus a pochi centimetri da me, il mio sguardo diventò furente, era colpa sua, tutto era cambiato da quando era arrivato.

-Selenia?-mi domandò, lo guardai stupita, non era con lei? 

incominciai a correre verso la sua stanza

-aiuto!-la voce proveniva dal soggiorno, entrambi corremmo,ma appena etrata la trave della porta mi arrivò di sopra facendomi perdere i sensi. 

 

Quando mi svegliai mi girava la testa,non capivo dove fossi

-come ti senti?- la voce roca di Klaus arrivò fino alle mie orecchie

-dove sono?-dissi alzandomi da quelle che costata i fosse un letto 

-nella mia casa-disse la sua voce era atona, quasi fosse senza anima, usciva priva di ogni emozione

- SELENIA- sbottai solamente 

-mi dispiace-disse senza guardarmi 

-cosa?

-vieni con me- mi prese per un polso e mi trascino in una stanza dove si trovava un uomo 

-cosa vuoi fare?-dissi spaventata 

-bevi- mi disse solamente, mi sentì lo stomaco scombussolata, le gengive mi facevano male, gli occhi pizzicavano.

-cosa mi sta succedendo?-chiesi voltandomi 

-se non bevi morirai-disse con un filo di voce

-non sono un mostro-dissi piangendo 

-scusa-disse mettendomi vicino all'uomo, in quell'istante non capì più niente, bevvi, era come se non avessi bevuto per per un mese intero.

-mi dispiace-disse Klaus io mi voltai verso di lui, sangue e lacrime si erano mischiate, dovevano avere un aspetto schifoso. 

 

 

 

Erano ormai passati due mesi, mi aveva insegnato quasi tutto, soprattutto come mantenere il controllo, non volevo uccidere nessuno, non mi aveva mai detto nulla di Selenia e se la nominavo diventava scontroso e non mi rivolgeva la parola. Non avevo più visto nessuno che conoscessi nemmeno Frederic. 

Feci un sospiro profondo e continuai il mio disegno,Klaus mi aveva contagiato con la storia dell'arte, sentì la porta aprirsi di colpo. 

-tu sei Janette giusto?- una donna sulla quarantina mi guardava disgustata

-chi sei?

-una strega-disse alzando le mani facendomi venire un mal di testa disumano.

-vattene da questo paese 

-n..non ho ..fa..tto nu..lla di male!- dissi alzandomi con tutta la forza che possedevo dentro di me

-ancora no ma lo farai soprattutto se continuerai a frequentare Klaus 

-cosa intendi?-dissi ancora presa dal dolore 

-è un mostro spietato, non puoi fermarlo 

-ma cosa…

-devi andartene capito se non vuoi che il tuo bel fidanzatino muoia 

-di chi stai parlando?-dissi spaventata 

-un certo Frederic 

-lascialo in pace 

-deciditi cara o stai con Klaus e lui muore o gli salvi la vita lasciando che mi occupi di lui

-non puoi ucciderlo-dissi sicura 

-no da sola no-disse ridendo 

-sei pazza-dissi cercando scappare dalla porta 

-dove credi di andare-mi disse usando quei maledetti poteri, ed io non ero ancora brava a combattere nonostante la mia forza

-adesso tu mi ascolti e vai via di qua-disse guardandomi negli occhi diventati minacciosi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-fu lo sbaglio più grande che potessi fare-disse Janette tenendo nelle mani una tazza di caffè 

-te ne sei andata-disse Tyler 

-già lasciandolo solo contro chissà quante streghe-disse amareggiata 

-tua sorella?

-per quello che so è morta 

-e Katherine cosa c'entra cioè perché sei sua amica 

-la incontrai 50 anni dopo, mi aveva chiesto di trovare la sua discendente inizialmente non sapevo perché, ma poi scopri che era per il sacrificio, quando seppi che Klaus era uno spietato assassino originario rimasi indignata, ma non cambiò quello che sentivo

-hai conosciuto la madre dei Salvatore?

-già una donna fantastica, amava suo figlio 

-Damon 

-ecco perché devo proteggere Juliet 

-capisco 

-cosa vuoi fare con quel libro 

-riportare in vita mia sorella 

-cosa?-disse incredulo lui

-serve la morte di un vampiro, un licantropo e una persona legata alla persona che si vuole resuscitare-disse finendo la frase con un tono più basso 

-cosa?-Tyler si alzò in piedi 

-sei impazzita- le disse fuori di se 

-che ti prede 

-che mi prede non puoi sacrificarti 

-perchè no a chi importa 

-a me siamo amici Jane e pensi che Klaus ti lasci morire così?

-lui non lo sa e anche se lo sapesse non gliene importerebbe nulla 

-non puoi farlo comunque non te lo permetterò-disse lui uscendo da quella casa arrabbiato, Janette si buttò sul letto, non sapeva più che fare, sapeva solo che era l'unico modo per farsi perdonare da sua sorella e da lui.









angolo autrice: ecco il nuovo capitolo, questa volta sono stata più veloce, spero vi piaccia, dovevo approfondire un pò il personaggio di Janette e cosa c'è di meglio di una bella spolverata al passato?? xD comunque scusate gli errori di grammatica,ma lo scritta velocemente e non ho avuto il tempo di ricontrollarla...bacii alla prossima!!

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