Pasticci d'Amore di CharlieMadison1 (/viewuser.php?uid=136483)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1. ***
Pasticci
d'Amore.
Capitolo
1.
Entrai
come al solito a controllare la mia posta elettronica e per
svuotarla. Non che ne avessi tantissime mail, ma mi stavo annoiando
terribilmente e non sapevo che fare.
Poi
notai diverse e-mail da parte di Vanessa. Aprii quella più
recente
perché mi spaventai leggendo l'oggetto. ''E'
una questione di vita o di morte. Ti prego mi devi aiutare.
Farò
quello che vuoi ma ti prego aiutami.''
Era
raro, anzi non accadeva mai che, lei – Miss perfettina, me la
posso
cavare da sola – mi chiedesse aiuto. Non l'aveva mai fatto.
Quindi
capii subito che si trattava davvero di una questione
importante.
Iniziai
a leggere il contenuto della mail. Mi aveva chiesto di prendere
subito un volo per l'Italia e che mi avrebbe spiegato il resto appena
io non fossi arrivata.
Da
quando i miei genitori avevano divorziato, mia madre decise di
trasferirsi in Francia mentre mio padre rimase in Italia. Io non
volendo lasciare mia madre da sola, decisi di andare con lei, mentre
mia gemella Vanessa era rimasta con il padre.
Parecchio
preoccupata per lo strano comportamento di mia sorella decisi di
chiamare mia sorella e di parlare direttamente con lei.
«Posso
sapere che diavolo succede?» Passai subito al sodo. Non mi
piaceva
perdere tempo.
«Ti
spiegherò quando tu sarai qui. Però adesso
prenota subito un volo
per venire qui.» Disse seria.
«Sentimi
io non prendo ordini da nessuno.»
«Per
favore,» Vanessa Galli che aveva usato per la prima volta i
termini
«Per favore.»
Senza
pensarci due volte dissi a mia sorella che sarei arrivata subito,
cioè appena possibile. Così quando mia madre
arrivò a casa le
spiegai che dovevo partire per l'Italia.
«Perché
vuoi partire così improvvisamente?» Chiese un po'
nervosa. Forse
pensava che avessi incontrato qualcuno e che magari stessi
organizzando una dolce fuga romantica con il mio lui. Se avessi mai
fatto qualcosa del genere, beh allora dovrei soffrire di qualche
patologia rarissima e impensabile. Io non avrei mai fatto salti
mortali per un ragazzo, mai e poi mai.
«Mamma
non far vagare troppo la fantasia. Vanessa ha urgente bisogno che io
vada da lei. Quindi..»
«Oh
ma lo potevi dire subito che era per tua sorella! Va bene. Ti prenoto
il biglietto, ma appena puoi torna okey?»
Così
partii per l'Italia. Non ebbi neanche il tempo di andare a casa a
sistemare i bagagli, perché Vanessa era già li
che mi aspettava
all'aeroporto.
Mentre
stavamo camminando per i centri di Bologna. «Amanda, adesso
prendi
appunti e cerca di ricordare come mi comporto chiaro? Ogni mia
parola, ogni mio gesto.» O mia sorella aveva bevuto, o era
impasticcata o aveva qualche serio di problema al cervello.
Il
mio «Eh.» Arrivò subito dopo la sua
strana richiesta.
Lei
sbuffò e spiegò velocemente tutta la
questione.
«Tu
sei fuori. Mi hai fatto venire qui. Facendomi spendere un sacco di
soldi per il biglietto d'urgenza, per una cagata del
genere!?» Urlai
incazzata.
«Amanda.
Per me è importante. Lui mi piace davvero e non voglio
perderlo.»
Disse intristendosi.
«E
allora perché se lui è così
importante. Lascia stare quella
carriera e rimani.» Cercai di farle cambiare idea ma era
inutile.
«Credimi
ho chiesto tante volte a papà di annullarmi il
viaggio.» Disse
dispiaciuta.
«Chi
troppo vuole nulla stringe.» sbottai,
«Non
so a chi chiederlo.»
Senza
volerlo o forse si, mia sorella mi convinse.
Rimasi
a fissare Vanessa e questo misterioso Davide da lontano cercando di
appuntarmi qualsiasi cosa che lei facesse e i comportamenti di
lui.
In
poche parole la misteriosa questione per cui Vanessa Galli, mi aveva
chiamato era perché dovevo essere lei per conquistare
lui.
Vanessa
mi aveva consegnato una specie di microfono che mi avrebbe permesso
ascoltare la loro conversazione. In quel momento dei strani istinti
omicidi percorrevano la mia mente e la vittima ero io.
Perché ero
troppo buona? Perché ero incapace di dire un semplice no?
Semplice
perché sono miss gentilezza in persona, che mai sarebbe
riuscita a
vedere propria sorella in ginocchio con gli occhioni da gatto con gli
stivali di Shrek.
«Davvero
cioè ti va bene se iniziamo a
frequentarci.» Chiese lei
parecchio sorpresa.
«Certo.»
Rispose un po' titubante.
Non
riuscivo a capire perché lui fosse così
distaccato e freddo nei
suoi confronti. Perché Davide aveva deciso di uscire con mia
sorella?
«Allora
tra qualche giorno parti.» disse lui.
«Già.»
rispose lei afflitta. «Non ti dimenticherai di me
vero?» Chiese
speranzosa.
«Beh
tu starai lontana. Chissà cosa succederà durante
la tua
assenza.» Rispose lui. Forse avevo capito. Davide in
realtà
aveva deciso di uscire con lei, perché credeva che
quest'estate lei
sarebbe partita. Quindi provava pena per lei?
Capivo
dal suo tono che lui cercava di essere dolce e che non voleva essere
troppo diretto per ferirla, peccato che così facendo la
illudeva.
Fantastico,
dovrò sgobbare il doppio io!
«Ma
se decidessi di rimanere qui? Che faresti? Continueremmo a
frequentarci?»
«Credo
di sì.» Rispose impulsivamente.
Magnifico,
lui aveva detto così a mia sorella solo per farle piacere.
Oh
signore! Dalla padella alla brace.
«Scusami
un attimo.» disse lei alzandosi «Torno
subito.»
Già
dall'inizio, mentre ascoltavo la conversazione mi rendevo conto che
Davide non fosse realmente interessato a mia sorella. Lo sentivo dal
suo tono di voce, i suoi sospiri afflitti.
«Amanda!» Mi
chiamò.
«Sì,»
risposi. «Sono qui.» Mi alzai da un'altra panchina
che era vicina a
quella dove erano seduti, Vanessa e Davide.
«Spero
che stai prendendo appunti e cerca di imparare ad essere come
me!»
I
due continuarono a conversare o almeno era quello che stava tentando
di fare Vanessa.
Notai
che però lui non mostrava così interesse nei suoi
confronti.
Possibile che lei, mia sorella, una ragazza svelta, non se fosse
accorta?
Possibile
che l'amore rendesse davvero ciechi? Mah per me sarebbe rimasto un
mistero.
Nella
serata appena quella sottospecie di appuntamento tra i due, finii
tentai di dire a Nessy il mio punto di vista ma ogni che lei mi
parlava di lui, le brillavano così tanto gli occhi e si
vedeva
lontano un miglio che lei era davvero felice.
«Conto
su di te.» Mi disse ancora abbracciandomi
affettuosamente.
Fu
così che lei partì. Sapevo già che
quell'estate l'avrei ricordata
per parecchio tempo.
Nei
giorni successivi cercai di mettermi in contatto con questo Torresani
Davide e riuscii a strappargli un altro appuntamento.
Era
da diversi minuti che stavo aspettando ma di Davide non si vedeva
neanche l'ombra.
«Sono
qui.» Disse affannato mentre mi raggiungeva.
«Scusami per il
ritardo non volevo.»
«Oh
non fa niente. Può succedere a chiunque di avere qualche
impegno. E
poi non stavo aspettando da tanto.» Risposi. Ma poi mi
accorsi che
Vanessa odiava essere così gentile. Controllai
immediatamente nel
mio blocco note. «Cacchio.» Esclamai.
«Che
succede?» Rispose parecchio sorpreso dal mio comportamento.
Davide
non doveva assolutamente sapere di questo.
«Ehm
niente di speciale. Stavo controllando il mio blocco note.
Per..» Che
dire?. Che inventare? «Credevo di aver dimenticato
qualcosa.» Sudai
freddo. Ero assolutamente una frana a mentire.
Lui
mi guardò parecchio perplesso ma poi mi sorrise. Era una
cosa
positiva giusto?
«Sei
strana oggi. Sicura di stare bene?»
Meraviglioso
adesso sosteneva pure che avessi - cioè che Vanessa avesse
qualche
problema di testa- fantastico. Sospirai delusa.
«Nono
io sto bene.»
«Perché
hai rinunciato al tuo viaggio? Credevo che fosse
importante.» Chiese
poco incuriosito. Si vedeva che stava fingendo.
Vanessa
mi aveva detto che se il suo principe mi avesse domandato questa
cosa, oo avrei dovuto rispondere «Perché mi-mi
piaci.»
Santo
cielo perché nei filmi era così facile dire
queste cose.
Non
mi dovrebbe dare fastidio pronunciare queste parole, però me
lo
dava. Avrei voluto dire queste parole a qualcuno che mi piacesse
davvero.
«Non
sembri tanto convinta.» Ammiccò lui.
«E'
difficile dire queste cose. Così all'improvviso.»
Balbettai io. Mi
sentii avvampare quando il suo sguardo continuava a rimanere su di
me.
«Se
non te la sentivi potevi anche non dirlo.» Replicò
freddo.
«Sì,
ma tu me l'avevi chiesto.»
Già
in questo mio primo appuntamento con lui avevo già capito
che in
realtà a Davide non piaceva Vanessa.
Era
freddo e non era affatto interessato a niente che riguardava
lei.
Non
potevo permettere che lei potesse soffrire quando io potevo fare
qualcosa per cambiare. Così la mia testolina
tentò disperatamente
di inventare qualcosa, qualsiasi cosa che potesse essere pur di fare
cambiare idea a questo troglodita ritardato. Ma come si faceva a non
perdere la testa per mia sorella? Insomma, alta bella, slanciata,
fisico perfetto, bravissima nuotatrice.
«Dai
Davide andiamo al Luna park! Vedrai ci divertiremo.» Gli
dissi
prendendolo per mano.
«Si
ma io non lo so. Non me la sento.» Esitò. Non
aveva voglia. Dovevo
insistere.
«Dai
non farti pregare!» E gli sorrisi. Dovevo essere
più naturale
possibile.
Finalmente
riuscii a convincerlo. Mi sentivo stupida, più stupida della
persona
più stupida di questo mondo. Sapevo che era un controsenso,
ma io
ero il controsenso in persona.
Andammo
a diverse attrazioni del parco gioco e ci divertimmo tanto. O almeno
per me era stato così.
«Sembra
che tu non sia mai stata ad un parco giochi» Disse
lui.
«Beh
è passato tanto tempo. L'ultima volta che ci ero stata i
miei
stavano ancora insieme.»
«Capisco.»
Quella
sottospecie di primo incontro tra me e lui, non andò poi
così male.
Dovevo conquistarlo, per mia sorella. Ed era l'unica frase che
continuavo a dirmi mentalmente. Però cavoli, anche mia
sorella,
poteva scegliersi un ragazzo meno antipatico di lui!
«Ci
vedremo ancora vero?»Domandai.
Sbuffò
infastidito: «Te l'ho promesso quindi..»
«Perfetto.»
Ci
salutammo e ognuno per la propria strada! Non lo sopportavo, lo
odiavo! Come aveva fatto mia sorella ad innamorarsi di uno stronzo
che non lo cagava di striscio? Sembrava dell'assurdo che proprio io,
che avevo sempre odiato mentire, stavo diventando la miss bugiarda
dell'anno. Vanessa mi avrebbe dovuto fare una statua di
ringraziamento, come minimo.
Decidemmo
di incontrarci ancora, stavo aspettando da parecchio stavolta ma
finalmente lui arrivò.
«Ciao
Davide.» Cercavo di essere più naturale
possibile, controllai
ancora il mio blocco note dove c'erano scritte le abitudini che aveva
Vanessa. Lei odiava usare il ciao.
«Oddio
scusami.» affrettai subito a dire «Volevo
dire.,» mi
sgranchii la voce e facendo la seria e imitando Vanessa
«Buongiorno
Davide.»
Lui
naturalmente vedendo questa mia strampalata gaffe iniziò a
ridere.
Questa volta era diverso, molto diverso. Mi stavo iniziando a
preoccupare per questo suo cambiamento, forse mentre stava tornando a
casa, l'ultima volta, la sua anima era stata rapita dagli
extraterrestri. No, Amanda, frena la tua fantasia.
Offesa
del suo comportamento mi arrabbiai e lo attaccai. «Certo ridi
pure
tu! Cercavo solo di essere cordiale.» Dissi alzandomi in
punta di
piedi. A malapena riuscivo ad arrivare al suo mento. Quanto era
presuntuoso!
«Niente
tacchi oggi eh?»
Controllai
di nuovo gli appunti che mi aveva consegnato Vanessa, riguardo il suo
stile di abbigliamento. “Odio
uscire senza i tacchi” Raggelai
leggendo quella frase.
«Qualche
volta ci sta un cambiamento,» inventai. «vuoi
andare a mangiare la
pizza?” chiesi, scorgendo che era quasi mezzogiorno. Dovevamo
vederci verso le dieci ma questo pezzo di idiota che mi ritrovavo di
fronte era arrivato in ritardo. Molto in ritardo.
«Vanessa
tu odi mangiare la pizza!»
«Cosa?» Ripetei.
«Io non odio la pizza, ah no aspetta Vanessa odia la
pizza.»
«Ma
che fai? Vaneggi? Vanessa sei tu! Tu sei Vanessa Galli. Cielo, oggi
sei più strana del solito, ma sei più
simpatica.»
«E'
un complimento? Mi auguro che sia così perché se
non lo fosse ti
ritroverai a diventare pasto per i
piccioni» Esclamai.
Fece
una strana smorfia ma poi mi sorrise. Beh doveva essere un punto per
me, cioè per Vanessa. Quando tornerà
sarà felicissima di trovarsi
un ragazzo follemente innamorato di lei.
Ci
dirigemmo verso la pizzeria più vicina e ordinammo la pizza.
Lui era
parecchio sorpreso, perché a quanto pare la mia cara gemella
non
aveva mai osato mangiare quella delizia.
Mentre
aspettavamo che ci arrivassero le pizze, Davide iniziò a
chiedermi
su di me. Cioè su mia sorella, così senza che lui
se ne accorgesse
misi il prezioso blocco, con gli appunti di Vanessa e i miei che
avevo preso quando la vera Vanessa e Davide erano usciti al loro
primo e unico appuntamento insieme, sulle mie ginocchia. Qualche
volta abbassavo lo sguardo per poter leggere e ripetere che c'era
scritto, riguardo alle passioni della sorella.
«Allora
adoro nuotare, e spero che un giorno di diventare un ottima
nuotatrice.»
«Allora
la prossima volta possiamo anche nuotare insieme che ne
dici?» Oh
dannazione che gli dovevo rispondere adesso? Vanessa era bravissima a
nuotare ma io, sua sorella gemella, non ero neanche capace di stare
in galla da sola.
«Cosa
hai non stai bene? Sei impallidita così all'improvviso. Ho
detto
qualcosa di sbagliato?» Chiese premuroso. Si
alzò dalla sedia
ma subito gli dissi che era tutto apposto. «Non speravo che
saremmo
continuati ad uscire. Sai quando siamo usciti la prima volta, tu eri
parecchio distaccato. E' per questo che non mi sono sentita
bene.» Beh avevo detto una mezza bugia ma in questo
modo
riuscivo a capire se lui fosse interessato a mia sorella oppure
no.
«C'è
stato un cambiamento improvviso da parte tua. Sei diventata l'opposto
di quello che sei. Voglio continuarti a conoscere per capire se mi
stai prendendo per i fondelli o no.» Era parecchio
schietto
quando voleva esserlo. Sospirai afflitta, perché dovevo
cambiare
completamente l'idea di Davide. Dovevo fargli capire che in
realtà
la mia cara gemella era davvero fantastica.
Arrivò
la pizza e appena il cameriere la poggiò sulla tavola, la
inizia a
divorare. Sembrava davvero che non avessi mangiato da secoli,
però
cavoli non era mica colpa mia se in Francia le pizze non era no
così
buone come queste bolognesi!
«Perché
non hai mai detto che vai matta per la pizza!»
«In
realtà la mangio qualche volta proprio perché
voglio che quelle
poche volte che la mangio, sia
buonissima.» Inventai. Così
avrei risparmiato a mia sorella lo sforzo di fingere di mangiare la
pizza.
«Idea
originale.»
«Lo
so.»
Passammo
una giornata piacevole e se pensavo che l'avrei dovuto sopportare
ancora, beh mi spaventai. Un'estate che era andata a farsi
benedire.
N/A:
Ringrazio
chi è arrivato
fino a questo punto, spero di avere interessato qualcuno.
Naturalmente siamo al primo capitolo e succederanno altre tante
cosucce :D Va beh, non rompo più di tanto.
Naturalmente
accetto, molto volentieri qualche commentino e anche critiche
xD.
Boh, adesso vi lascio.
Un bacio
PiccoloKoala.
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2. ***
Capitolo
2.
Uno
strano rumore quasi un brusio mi fece svegliare. Ancora con gli occhi
impastati dal sonno, cercai di capire cosa fosse quel demonio che
purtroppo mi tolse dal mio sonno. Una volta tanto che mi capitava di
sognare quel bonaccione di Ian!
Dopo
un paio di secondi capii che era stato il mio cellulare. Mi allungai
e lo presi, vidi sulla schermata: 'Un messaggio in arrivo.'
Lo
aprii e lo lessi.
Era
Davide.
Oggi
nn possiamo vederci ci sentiamo ciao
Molto
ma molto spiccio il ragazzo! Ma chi credeva di essere? Mi aveva
promesso che ci saremmo visti e invece? Che aveva fatto?
Mi
aveva mandato un semplice messaggio con scritto che non ci potevamo
vedere.
Perfetto! Di prima mattina mi sentivo incazzata con il mondo
intero, per colpa di un ragazzo e la cosa mi fece incavolare ancora
di più.
Mi alzai di botto dal letto e decisi di andare a fare una
visitina proprio a casa di Davide. Vanessa mi aveva dato ogni sua
singola
informazione, ogni suo particolare, qualsiasi cosa era, lei lo
sapeva. Qualche volta mi era venuto la curiosità di
chiederle come
diavolo avesse fatto a scoprire tante cose, ma avevo paura della
risposta. Magari poteva aver pedinato Davide, poteva aver torturato i
suoi parenti e amici per avere qualsiasi dettaglio riguardante,
quello.
Ancora
mi chiedevo come era possibile che una ragazza svelta come Vanessa
avesse perso la testa per uno che non la cagava pari. Lei era sempre
stata una ragazza bella, intelligente e di certo non mi immaginavo che
sarebbe finita col innamorarsi di uno come lui. E' proprio vero che
l'amore, più delle volte, è cieco.
Mi
stirai un'ennesima volta quel ciuffo ribelle e mi incamminai verso
dimora Torresani. Già mi stavo pregustando la faccia di quel
playboy
vedendomi. Gli avrei dato una bella lezione. Sapevo che, forse stavo
esagerando, ma stavo facendo tutta questa scenata - rovinandomi
l'estate - per mia sorella.
Infondo
glielo dovevo. Fin da quando eravamo piccoline, lei era sempre stata
la più brava in tutto, sport, scuola, ragazzi, amiche e
tanto altro.
Ma nonostante ciò, continuava a incitarmi a dare il meglio
di me.
Ancora
mi veniva da ridere su questa storia, io che dovevo far innamorare il
ragazzo che piaceva alla mia gemella facendo finta di essere lei.
Arrivai
davanti ad un gran palazzo, salii su qualche gradino e cercai il
cognome: Torresani.
Premetti
sul bottone rettangolare e sentii subito una vocina, quanto stridula
quanto fastidiosa, femminile.
In
quel momento pensai subito di chiamare Vanessa e dirle che Davide era
occupato con un'altra ragazza. Ma pensai che Vanessa mi direbbe :
«Fai, qualsiasi cosa pur di mandarla via. Davide
è mio.»
Così
con un coraggio da leone risposi alla domanda posta da quella
misteriosa vocina. «Sono un'amica di Davide. Sono
Am,-» Avvolte era
difficile dire che ero Vanessa e non Amanda
«Vanessa.»
«Davide
non è in casa. E' fuori a giocare.» Furbo il
ragazzo, aveva chiesto
alla sua fiamma di dire che non era in casa. Ma se avessi insistito
ci avrei fatto solo una figuraccia.
«Vanessa?»
Sentii una voce alle spalle.
Mi
voltai subito e vidi una donna di una certa età che mi stava
sorridendo tranquillamente. E questa chi era?
«Stai
cercando Davide, vero?»
Annuii
facendo cenno con la testa. Mi sentivo in imbarazzo, non avevo la
più
pallida idea di chi fosse questa donna che avevo davanti ma a quanto
pare sapeva di Davide.
«E'
andato a giocare...»
Non
diedi tempo alla signora di finire la frase e dissi subito :
«Calcio.»
«No,
non calcio. Davide gioca a basket. Il campo è a due passi,
ma saprai
sicuramente dove andare.» E dicendo questo se ne
andò lasciandomi
come una povera idiota che non aveva la più pallida idea di
dove
andare a cercare quel playboy.
Però
mi sentii sollevata. In realtà quella vocina che avevo
sentito
magari era della sorella o dellla cugina e che non era della sua fiamma.
Probabilmente
la donna che avevo incontrato era la madre.
Decisi
di andare a fargli una visitina e vederlo giocare. Però
Vanessa,
quella vera, non mi aveva affatto detto che Dave, giocasse a basket.
Mi aveva detto che praticava, qualche volta, dello sport.
Infondo
Vanessa non sapeva così tanto di lui o forse era
semplicemente che
lui non voleva che mia sorella sapesse tanto di Davide.
Che
lavoraccio che mi sarebbe spettato, purtroppo.
Sospirai
afflitta perché non avevo la più pallida idea di
dove andare e
perché temevo che non sarei mai riuscita a combinare
qualcosa tra
mia sorella e il suo amore.
Sentii
delle voci maschili e potei distinguere quella di Davide. Seguii
quell'insieme di voci e mi ritrovai davanti ad un campo all'aria
aperta dove Davide e altri suoi amici stavano giocando a basket.
Non
vidi molta gente e capii che si stavano allenando oppure per
divertimento. A quel pensiero mi arrabbiai, me lo poteva anche dire
che voleva giocare, almeno sarei venuta a fargli il tifo oppure
assistere. In questo modo gli mostravo un mio interesse nei suoi
confronti, dato che nello scorso appuntamento ne dubitava.
Riempii
i polmoni con più ossigeno possibile e come una macchina da
guerra
che stava per bombardare il nemico, mi fiondai contro il mio, di nemico.
«Ehi
tu!» Urlai con aria minacciosa. L'interessato e non solo lui,
si
voltarono verso di me, qualcuno fischiò anche, ma Davide
lanciò
un'occhiata alquanto omicida. Che era geloso? Ah, Amanda non mi
dovevo far distrarre da questi pensieri. Adesso dovevo andare e
vincere la mia battaglia.
«Che
diavolo ci fai qui?» Disse subito attaccandomi. Notai subito
dal suo
tono aggressivo che era arrabbiato. E se fosse per me?
«Scusami
se mi avevi promesso che oggi dovevamo uscire e che invece di uscire
con la sottoscritta preferisci battere quella palla arancione per
terra e farla entrare in quel dannato canestro!» Urlai acida.
In che
mondo eravamo? Non potevo certo permettere che un ragazzo e per cui
non provassi nulla, mi potesse mettere i piedi in testa.
Davide
mi prese per il polso, probabilmente voleva evitare di dare
spettacolo davanti a tutti. Così ci allontanammo dagli altri
ragazzi
che iniziarono a fare battute sfottenti contro me e Davide.
«Ti
avevo dato un messaggio. Cos'è? Non capisci l'italiano eh? E
poi come
facevi a sapere che ero qui?»
«Adesso
sono io a non capire te! Non pretendo il mondo, volevo solo che tu
mantenessi una cavolo di promessa. Oggi dovevamo uscire, mi ha dato
fastidio che tu, per liquidarmi, mi abbia mandato un messaggio. Per me
non
sarebbe stato un problema assistere agli allenamenti o quello che
stavi facendo.» Dovevo essere diplomatica, odiavo fingere di
essere
così interessata a qualcuno di cui non lo ero affatto. Ma mi
toccava. «Per quanto riguarda come facevo a sapere dove eri,
beh...»
Non potevo certo dire che me l'aveva detto una signora, che magari
poteva essere sua nonna o sua madre o sua zia o... Avrebbe iniziato a
insospettirsi sul fatto che forse non ero Vanessa e questo non poteva e
non doveva succedere per nessun motivo. «Io so
tutto di tutto.» Oh! Questa frase era fantastica, sembrava
proprio
che l'avesse detta la vera Vanessa, in carne ed ossa.
«Io
vorrei anche dei miei spazi. Non sei la mia fidanzata.»
Precisò lui
con tono duro e freddo.
Strinsi
i denti e dovetti pronunciare delle parole così difficili
che avrei
voluto essere un asino e rincorrere una carota che dire una
dolcineria a questo playboy. : «Io vorrei essere la tua
ragazza.»
Avevo chiuso gli occhi per l'imbarazzo e della frase che avevo osato
dire con tanta sfacciataggine.
«Eh?»
Disse lui.
Possibile
che non avessi detto la frase? E che lui non avesse sentito?
«Ho
detto che..» Appena alzai lo sguardo per incrociare il suo di
sguardo, vidi che stava ridendo e anche di gusto.
«Credi
che stia mentendo eh?» iniziai a picchiarlo e dargli delle
pacche
sulla schiena «Sei un maleducato, io che cerco sempre di
essere
carina nei tuoi confronti e tu mi sfotti così!»
Davide
continuava a ridere e ridere. Però dovevo ammetterlo che
quando
Davide rideva era più carino di quando faceva il duro o
l'antipatico.
Amanda,
trattieniti. Non dovevo assolutamente fare questi tipi di pensieri.
Gli
chiesi come mai stava ridendo e dopo un tempo quasi interminabile
finalmente tornò normale. O almeno così credevo.
Il suo sguardo
sembrava serio e pensavo veramente che Dave avrebbe detto qualcosa di
sano ma il suo sgranchire di voce preannunciò un'ennesima
frase, stupida,
detta da questo individuo.
«Guarda
Vanessa io non riesco a capire cosa ti sia successo. Spesso penso che
tu non sia la stessa ragazza che ho sempre conosciuto. E' che
quando dici qualcosa di carino nei miei
confronti, noto che è un qualcosa di forzato. Quindi, evita
di fare
queste cose.» Pareva davvero che stesse dicendo delle cose
sane ma
come concluse il suo brillante discorso mi fece infuriare :
«Mi fai
pisciare dalle risate! Ti fa sembrare un po' bimba che non
può stare
senza il suo principe.»
Perché?
Dio o qualsiasi creatura celeste che stava la sù, spiegatemi
perché
dovevo sopportare queste umiliazioni e soprattutto lui!
«E'
sbagliato credere nell'amore? E' sbagliato cercare l'anima
gemella?»
Domandai con un filo di voce. «Per me non lo è.
Non pensare che io
non possa stare senza di te, perché posso vivere senza uno
stronzo
come te. Una persona che non ha mai calcolato i miei
sentimenti,»
forse era meglio che queste parole le dicesse Vanessa stessa e non io
«una persona che io sto cercando di conquistare...»
Mi fermai e
presi fiato «Va bene, vorrà dire che non sei la
persona giusta.»
Avevo
appena detto quello che pensavo ed ero fiera delle mie parole. Magari
adesso lui penserà che ero ancora più scema ma
non mi importava,
perché ero in pace con me stessa. Davide non si poteva
permettere di
trattarmi così e di mancarmi di rispetto in questo modo.
Rimasimo
in silenzio e la voglia di andarmene e di far venire Vanessa qui e
tornarmene a casa c'era. Però io le promesse le mantenevo e
non ero
come lui che prima diceva una cosa e poi diceva che non poteva.
«Ti
ho deluso?» Domandò.
«Sì.»
Risposi sinceramente.
I
nostri sguardi si incrociarono e non capii neanche io il
perché e
non volevo credere che il mio cuore aveva accelerato il battito e che
probabilmente stavo arrossendo davanti a lui.
«Te
l'ho già detto, tu, non sei la mia ragazza.» Disse
duramente.
Stavo
per ribattere con un bel e simpatico 'vaffanculo' ma..: «Ti
va di
fare qualche tiro con quella palla arancione per farla entrare in
quel dannato canestro?»
Usò
le stesse parole che usai io un paio di minuti prima.
«Cos'è? Un
modo per chiedere scusa?»
«No...no,
se non fai almeno tre canestri.» Tornammo in campo e
iniziammo a
giocare, però con la mia meravigliosa altezza non combinavo
molto,
anzi.
Vedevo
un sorriso raggiante sul viso di Davide, quindi poteva essere un
punto a mio favore? Volevo dire, a favore di Vanessa?
Non
lo potevo ancora sapere anche perché era presto per parlare.
Chissà
che altro avrei dovuto combinare per conquistare questo dannato
playboy.
La
palla, improvvisamente mi finì tra le mani e mi trovai in
una
situazione del tipo : «Oh fai canestro o sei
morta.» Almeno era
quello che sentivo vedendo tutti quei sguardi addosso a me. Neanche
fosse l'ultima partita del campionato.
Lanciai
la palla verso il canestro e sperai che quella stupida palla entrasse
in canestro.
La
palla sbatté contro il tabellone e iniziò a
roteare sul cerchio
rosso. Sembrava quasi che quello stupido oggetto avesse preso vita e
che si stava divertendo a tenermi sulle spine.
Prima
che iniziassimo a giocare, spiegai a Davide che per le mie cose non
mi sentivo molto in forma così decise che se avessi fatto
almeno un
canestro lui mi avrebbe chiesto scusa e si sarebbe presentato agli
appuntamenti senza darmi buca.
Adesso
il mio destino e il futuro di Vanessa che vorrebbe avere con Davide
dipendeva da quella palla.
«Canestro!»
Urlai. Avevo fatto canestro.
Tutti
i presenti applaudirono e si complimentarono per la fortuna che ebbi
in quel lancio.
Andai
subito da Davide e pretesi immediatamente quello che mi aveva
promesso. Presi anche un foglio di carta, dove scrissi data e queste
contestuali parole:
Da
oggi 29 giugno 2011, io Davide Torresani prometto di uscire con la
qui presente Amanda.
Dovetti
scarabocchiare e farci un rettangolino e riempirlo tutto per coprire
il mio nome e scrivere quello di mia sorella.
Vanessa
Galli.
«E
questo cos'è?» Domandò appena vide il
foglio che gli stavo
mostrando e dove gli avevo chiesto di firmare.
«Per
essere sicura che tu mantenga la tua promessa.»
«Non
c'è bisogno di questo foglio.» Disse stracciando
il pezzo di carta
che avevo preso dal mio blocco di appunti «Usciremo insieme.
Tranquilla.»
«Bene.»
«Bene.»
Ripeté «Allora ti debbo anche delle scuse
eh?»
«Tecnicamente
sì.»
«Sono
stato stronzo e non mi sono comportato bene.»
«E...»
Lo incitai a dire altro ma si rifiutò completamente di dire
altro.
Mi dovetti accontentare di quella sua affermazione. «Sappi se
fai
così ancora, la prossima volta non ti perdono.»
«Chissà
magari uso un'altra tecnica infallibile e mi faccio perdonare,
Vanessa.» Fu un colpo sentirsi chiamare con il nome di mia
sorella.
Un
po' mi infastidii questa cosa ma subito pensai che avrei avuto a che
fare con lui, solo per questa estate. Era semplicemente una questione
di tempo, quindi non avrei dovuto farmi influenzare da queste strane
sensazioni.
«A
me sembra di non parlare neanche con te, Vanessa. Però
quando ti
vedo mi dico: 'Non è possibile, lei è
Vanessa.'»
«Eh
se mi avessi voluto conoscere prima.» Risposi. Ma sudai
freddo, il
presentimento che lui potesse scoprire tutto mi fece rabbrividire.
«Forse
hai ragione tu.»
La
sera stessa chiamai Vanessa e le chiesi come stavano andando le cose
e le spiegai che forse era rischioso continuare così.
«Non
ti preoccupare, tutto andrà bene. Davide non sa niente
quindi,
tranquilla. Grazie, grazie e ancora grazie!»
Stavo
per dirle che avrei voluto andarmene ma sentirla così felice
mi fece
cambiare idea.
Decisi
così di rimanere e continuare in questa missione, purtroppo!
N/A:
Salve! Ho aggiornato presto eh? Beh, spero che continui a fare
così. Comunque spero che questo nuovo capitolo vi sia
piaciuto e
ringrazio chi ha letto e chi inserito la storie tra le seguite ^^
Alla
prossima
PiccoloKoala.
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3. ***
Capitolo
3.
Stavo
davanti al computer indecisa di cosa fare o non fare. Vanessa mi
aveva chiesto di aggiungere il suo Davide, anche su facebook.
Più volte ci aveva
provato ma una volta che andava nel suo profilo per cliccare su quel
maledetto bottone, si bloccava.
Perché
dovevo farle una cosa così semplice? Possibile che fosse
così
indecisa e impaurita dal pensiero di Davide? Non era mai stata una
ragazza timida, anzi tra noi due era sempre stata quella coraggiosa,
quella che, mai, si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da
qualcuno.
Con
molta indifferenza mandai l'amicizia - dall'account di mia sorella -
a quel playboy e dopo qualche minuto, mentre stavo ficcanasando negli
affari Vanessa, mi ritrovai la notifica dove Torresani aveva
accettato la richiesta.
Mi
balenò subito l'idea di rompergli le scatole, invadere la
bacheca
del principe di mia sorella e fargli fare una figuraccia davanti ai
suoi amici, ma non potevo attuare il mio brillante piano, anche
perché, la stessa Vanessa ci avrebbe messo la faccia.
Peccato.
Buttai
un'occhiata sullo schermo e notai che erano ancora le undici di un
noiosissimo lunedì estivo, dove l'unica cosa che potevi fare
era
uscire, ma con un caldo soffocante non si poteva andare da nessuna
parte! D'altro canto, io non conoscevo nessuno qui o almeno gli altri
credevano che io li conoscessi. Il rischio che qualcuno potesse
capire che non ero realmente Vanessa, mi spaventava anche
perché,
qualcuno che conosceva a fondo mia sorella poteva notare la
differenza tra noi due.
L'unica
cosa che effettivamente potevo fare era andare da Davide e sfruttare
ogni singolo istante per portare ad una conclusione la mia missione.
Improvvisamente sentii la canzone 'Papi' di JLo,
espandersi
per tutta la stanza.
«Pronto?»
Risposi con tono scocciato.
«Ahio
Serena!» Sentii subito, appena posi l'orecchio al
telefono. Chi
diavolo era questa Serena?
«Vanessa,
sono io Davide.» Riconobbi la voce di Torresani e
la rabbia che
bollì in quel momento, salì fino al cervello.
Come faceva a
chiamarmi con una ragazza accanto, poi?
Oddio
mi stavo comportando come se fossi terribilmente gelosa. Beh, era un
fattore a mio vantaggio. Così avrei dato maggior
credibilità
davanti a lui.
«Cosa
ti porta ad avermi chiamato, o mio principe!» Dissi in modo
scherzoso e con una percentuale notevole di sarcasmo.
«Mia
cara schiavetta, ho bisogno che vieni qui ad aiutarmi a sistemare
delle cose con una terribile principessa.»
«Ehi!
Schiavetta a chi?» Ma che antipatico! Facevo la gentile e lui
mi
doveva sempre prendere in giro. Ma che modi erano mai questi?
«Per
favore.»
«Oh.»
Il tono in cui pronunciò: ''Per favore'', mi fece cambiare
idea
molto, troppo presto. Forse diventavo troppo buona fin troppo presto.
«Va
bene, vengo.» Detto questo, mi andai a preparare e mi avviai
per
casa Torresani.
Non
avevo ben capito la situazione ma era comunque un'occasione da
sfruttare per stare in compagnia del playboy.
«Ciao
Vanessa, sono io Serena!» Urlò una bimba dai
capelli color biondo,
con due occhioni marroni splendenti come non mai e un sorriso da far
invidia. Beata lei che era così carica.
«La
terribile principessa?» Domandai io, chinandomi verso di lei
«Piacere...» Solo in quel momento mi accorsi che la
bimba sapeva
già il mio nome.
«Come
mai ti stai presentando a Serena? Non è la prima volta che
la vedi.»
Affermò con tono indagatore Davide che apparve
improvvisamente.
Sudai
freddo. Cavolo, cavolo, cavolo!
«Vuoti
di memoria!» Mi inventai subito «Già
vuoti di memoria.»
«Tu
non sei Vanessa!» Esclamò poi la bimba che
trucidai con lo sguardo.
E il sorriso che aveva sempre portato, svanì in un colpo e
iniziò a
piagnucolare, finendo poi tra le gambe di Davide.
«Piccolina,
lei è Vanessa.» Disse lui, prendendola in braccio
«Dai, adesso
andiamo da zia Vanessa.»
«Lei
non è Vanessa!» Strillò lei.
Adesso
sì che ero nella merda. Andava detta come andava detta.
Solitamente
i bambini erano sempre la voce della verità.
Che
potevo fare? Nessuna idea, nessuna idea!
«Dai
Serena non fare la capricciosa. Magari non ti ricordi, ma lei
è tua
zia Vanessa.» Continuò a dire Dave a lei, in tono
autoritario
stavolta.
«Va
beh, forse la bimba non si sente a suo agio. Magari vengo
più
tardi.» Suggerii io pregando che lui mi concedesse il
permesso di
andarmene.
«No,
ti prego! Sono solo in casa, sto diventando scemo ad
accudirla!»
Gridò lui con tono supplicatorio, oserei dire. Vedendo i
suoi
occhioni tristi e la sua espressione di faccia che diceva tutto,
restai a mio rischio e pericolo con lui e la bimba che mi avrebbe
cacciato in guai molto, ma molto seri.
Andammo
in salotto dove Davide mise una videocassetta e mise Serena davanti
alla televisione. «Siamo sicuri che non sia materiale
pornografico?
Non vorrei che la piccola rimanesse traumatizzata.» Commentai
sarcasticamente sedendomi sul divano.
Il
playboy si sedette accanto a me e con una faccia stravolta, nel vero
senso della parola, disse : «Da quanto in qua sei
così acida nei
miei confronti?»
Rimasi
a guardarlo perplessa. Perché mi aveva chiesto una cosa
così?
All'istante mi maledii, imprecai contro me stessa e mi dissi
così
tante parolacce che anche Checco Zalone si sarebbe spaventato. No ok,
stavo esagerando.
«Sono
strana oggi.» Affermai.
«Solo
oggi?» Domandò lui.
«Ok,
oggi sono più strana del solito. E poi non sono
l'unica.» Conclusi.
Speravo davvero che Davide non mi avrebbe chiesto altro. Era una
strana sensazione ma sentivo che se avessi continuato a stare in
questa casa, probabilmente sarebbe successo qualcosa. «Sei
pallida,
tutto bene?»
Stavamo
guardando il terzo o il quarto episodio di Tom & Jerry.
Nonostante vedessi quel gatto e quel benedetto topo che ne
combinavano di tutti i colori, non facevo altro che pensare a Serena.
Magari Davide aveva qualche dubbio e magari stava pensando alle
parole della bambina.
«Vado
un attimo in bagno.» Dissi alzandomi, dirigendomi verso il
bagno.
Presi
il cellulare dalla borsa e composi il numero di Vanessa.
«Pronto
Nessi, sono io Amanda.» Dissi in un sussurro.
«Ehi,
ciao. Come mai parli così piano? E' tutto ok?»
«Diciamo
che non va, ok. Ho un grosso problema, sono da Davide e una bambina
che si chiama Serena continua a dire che io non sono te!»
Dissi in
parole povere.
«Oh
cavolo! Dimmi che non l'ha detto quando c'era Davide.»
«Se
ti dicessi di sì?»
«Sei
nella merda.»
«Fino
a qui c'ero arrivata da sola, sai?»
«Torna
a casa.»
«Ci
ho provato.»
«Amanda!»
Mi richiamò lei con tono severo. Sentii la porta bussare e
poi la
voce di Davide.
«Tutto
ok?»
«Sisi.»
Affrettai a dire. Salutai mia sorella e aprii la porta.
«Non
ti vedevo tornare, ho pensato che non ti sentissi bene.»
Tranquilizzai
Davide e gli dissi che sarei tornata a casa, proprio perché
non mi
sentivo bene.
«Davide
non ti devi fidare di quella, è cattiva e non è
Vanessa.» Disse
ancora Serena. Dave chiese alla bimba come mai non si dovesse fidare
e lei rispose : «Vanessa è meno imbranata. Questa
ragazza parla
troppo.» Affermò lei.
«Magari
ho la febbre e non mi sento bene. E poi chi ti credi di essere
mocciosetta, non hai nessuna prova che io non sia Vanessa.»
Controbattei alla ragazzina, fiera di quello che avevo detto.
«Quando
è il tuo compleanno?» Domandò allora,
cercando di incastrandomi.
Povera illusa!
«Ventinove
maggio.»
«Colore
preferito?»
«Blu
notte.»
Serena
continuò a farmi domande sugli interessi di mia sorella e
ovviamente
sapevo a rispondere a tutto. «Tu non sai il nome del ragazzo
che
piace a Vanessa.» La cosa che però continuava a
darmi sui nervi,
era che sebbene le dicessi di essere io, mia sorella, Serena faceva
delle domande riferite ad una persona e non a me.
«E'
qui presente.» Un'ennesima sottospecie di dichiarazione.
Potevo
avere più sfortuna di così? Assolutamente
sì. Un vortice potrebbe
apparire dal nulla, risucchiare me e Davide e condannarci a stare
insieme per sempre.
Ok,
Amanda calma e sangue freddo. Non era il caso di farsi prendere dal
panico. Che avrebbe detto? Che avrebbe detto. Vi prego datemi una
pistola così mi sarei sparata all'istante. No, non era il
caso di
morire per una sciocchezza del genere.
Lo
sgranchirsi della voce di Dave interruppe i miei strani ma molto
interessanti pensieri e incrociai il suo sguardo.
Cavolo.
Mi stava fissando!
«Credo
che adesso zia Vanessa debba andare a casa. Non è
vero?»
«Certo!»
Esclamai.
Detto
questo salutai velocemente Davide e Serena e me ne andai.
L'unico
chiodo fisso che avevo in testa era semplicemente uno: Davide non
doveva sapere. Già temevo delle domande da parte dello
stesso
Davide, magari poteva avere sospettato qualcosa e insomma fare due
più due non era così difficile.
Ma
d'altro canto, Vanessa mi aveva assicurato che lui non sapeva niente
di me, cioè di Amanda. E allora, perché mi stavo
preoccupando così
tanto?
Arrivai
a casa, andai in camera mia e presi il pc. La prima cosa che feci, fu
quella di collegarmi a facebook. Per fare cosa? Semplice, sbirciare
il profilo di Davide.
Mi
stavo facendo trascinare dagli eventi e continuavo a dirmi e fare :
stare con Davide. Ma in questo breve periodo, cosa pensava Davide?
Pensava solo che io fossi strana o qualcosa di più?
Sentii
poi la voce di mio padre chiamarmi : «Amanda presto scendi
c'è
qualcuno che chiede di Vanessa.»
Volai
subito giù in salotto e andai ad aprire e con grande
sorpresa mi
trovai Serena e Davide.
«E'
successo qualcosa per caso?» Domandai candidamente, sperando
che i
due cari ospiti non avessero sentito la frase di mio padre.
«Serena
voleva dirti qualcosa. Vero?» Guardai con malocchio Dave. Non
volevo
credere che aveva convinto la piccola a chiedermi scusa per le cose
dette questo pomeriggio.
«Amanda
tutto bene, tesoro?» Mio padre sbucò
improvvisamente e dalle sue
labbra uscì il mio nome.
«Amanda?»
Ripeterono confusi sia Torresani che la piccola che orgogliosa come
non mai iniziò a gridare : «Avevo ragione, lei non
è Vanessa.»
Feci
entrare Davide e Serena e portai mio padre in cucina spiegandogli
molto ma molto velocemente la situazione.
«Quindi
sei venuta qui per questo motivo?» Domandò
seriamente mio padre.
«All'inizio
non lo sapevo è successo tutto appena sono venuta
qui.»
«Tua
madre lo sa?»
«No!»
Urlai.
«Scusate,»
disse Davide interrompendo la discussione tra me e mio padre,
entrando in cucina «la piccola avrebbe bisogno di andare in
bagno.»
«E'
infondo a destra.» Dicemmo in coro mio padre ed io.
«Mi
chiedo perché Vanessa non me ne abbia parlato. Se teneva
così tanto
a lui, poteva rinunciare a nuoto. No?»
«E'
quello che non riesco a capire, comunque per favore papà
chiamami
Vanessa.»
Inizialmente
vidi mio padre abbastanza contrariato da tutta la faccenda ma vedendo
tutti i sacrifici che entrambi stavamo facendo per questa pazzia,
decise di assecondarmi e di fare come gli avevo chiesto.
«Perché
tuo padre ti ha chiamata Vanessa?»
«Semplice
perché ho il doppio nome.» Risposi prontamente
sperando di non
avere altre domande da parte sua.
«Strano,
che non abbia mai sentito questo nome.» Commentò
poi Davide. Ancora
una volta incrociai il suo sguardo e mi sentii i brividi, ovunque,
pervadermi il corpo.
«Mi
piace più Vanessa.»
Entrambi
non sembrarono molto convinti dalla mia risposta però cercai
di
sostenere lo sguardo.
«A
me piace chiamare mia figlia Amanda, mentre la mia ex moglie la
chiama Vanessa.»
Volli
cantare a squarciagola, gridare al mondo o fare una festa di
dimensioni esagerate. Mi sentivo così sollevata. Sentire
quelle
frase pronunciate da mio padre mi aveva salvato e sicuramente non
avrei avuto altri problemi per un po'.
La
piccola Serena, una specie di Conan versione femminile, però
era
ancora dubbiosa e finse di credere alle parole.
Proposi
ai miei simpatici e impiccioni ospiti di rimanere anche per cena ma
rifiutarono. Appena se ne andarono Davide mi disse : «No mi
potrei
mai innamorare di qualcuno che mente.»
Quella
frase mi rimase impressa nella testa e capii che lui pensava che io
fossi una bugiarda e che probabilmente non si era affatto bevuto la
storia del doppio nome.
Decisi
così di chiamare Vanessa e di chiederle di tornare. «Non
ti
preoccupare sono già in viaggio. Fra qualche ora
sarò lì.»
Fu
così che mia sorella arrivò a Bologna. Chiesi se
potevo tornare a
casa ma lei mi disse : «Dai, con due a conquistare un ragazzo
sarà
facilissimo!».
Osai
protestare ma ebbi la peggio. Aveva iniziato a lamentarsi di tutto e
di più e mi arresi. Cosa potevo fare altro se non aiutarla?
Non
volevo pensare a che disastri, pasticci sarebbero successi con
Vanessa presente.
N/A:
Salve gente!
Ho aggiornato
presto eh? Mi auguro di continuare con questo ritmo. Comunque che
dire in questo capitolo, beh è tornata anche Vanessa. Un po'
presto,
no. Non credo anche perché voglio rispettare il titolo della
fanfiction, no? Chissà che pensa Davide di tutto questo e
chissà
cosa succederà nel prossimo capitolo, boh. No, scherzo xD.
Anyways
grazie per i commenti che gentilmente mi avete lasciato, mi hanno
commosso ç____ç. E ringrazio chi ha messo la ff.
tra le seguite e
preferite e chi legge.
Ancora
grazie.
Un
beso
PiccoloKoala.
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4. ***
Capitolo
4.
«Te
ne rendi conto che è assurdo quello che mi stai chiedendo di
fare!»
Sbraitai per l'ennesima volta. Io e Vanessa stavamo litigando da
più
di un'ora e la cara sorella mi voleva costringere a venire con lei
all'appuntamento con Davide e nel caso di qualche difficoltà
nell'approccio con il maschio, io sarei dovuta intervenire, nel senso
che io e mia sorella ci saremmo dovute dare il cambio.
«Potevi
rifiutare fin dal principio.» Replicò lei con
indifferenza dando
più importanza alle sue unghie.
«Perdonami
se non mi hai dato possibilità di scegliere.»
Risposi io usando il
suo stesso tono. Quanto mi dava fastidio che lei usasse
un'indifferenza così nei miei confronti!
«Quindi
non mi aiuti.» Concluse uscendo dalla stanza, sbattendo la
porta.
Era
molto meglio così. Non ero mica la sua schiavetta personale
che per
ogni cosa che lei mi chiedeva, io dovevo rispondere di sì.
Non era
assolutamente giusto, ma forse non era il caso di litigare
così per
un ragazzo. Mi ero promessa che non avrei mai litigato neanche con la
mia migliore amica per amore, perché i ragazzi vanno e
vengono
mentre le amiche, beh quelle rimangono.
Mia
sorella era per me un'amica, una sorella, una rivale ma non potevo
non farle questo torto. Questa volta non l'avrei aiutata
però avrei
assistito al suo appuntamento, per vedere che cosa avrebbe combinato.
Il
giorno successivo mentre stavo lottando come una dannata contro il
mio ciuffo ribelle che non voleva diventare liscio, sentii urlare
come non mai Vanessa dalla stanza. Preoccupata, andai subito a
controllare e vidi Vanessa che era arrabbiata e non poco. Aveva
ancora il cellulare in mano e la forza con cui stringeva il
rettagolino nero, mi fece capire che probabilmente stava parlando con
Davide e che questo gli aveva dato buca.
«Perché
si comporta così?» Sussurrò.
«Perché?»
Aveva
gli occhi lucidi e io mi sentivo così in colpa, dannazione a
quel
playboy. Perché non aveva detto a Vanessa direttamente la
verità
invece di fingere di provare un interesse per lei?
Cosa
le dovrei dire in questo momento? Dirle la verità
così magari si
sarebbe dimenticata di Dave oppure continuare ad insistere e sperare
in un lieto fine?
Io
vorrei non dire niente, non ancora per lo meno. Speravo ancora in un
lieto fine, però se pensavo a quello, mi veniva una rabbia!
Sospirai
e mi arresi. Decisi di aspettare di dirle il mio pensiero e di
aiutarla, anche se avevo un gran brutto presentimento per quella
giornata.
«Ti
accompagno, ma non ti assicuro niente.» Le dissi pacatamente,
sorridendo.
«Ma
lui non vuole!» Urlò. «Ha detto che
è occupato.»
«Andiamo
a casa sua o meglio, tu vai a casa sua.»
«Sei
andata a casa sua?» Domandò sbalordita. Le
raccontai che il suo
caro Davide mi aveva dato buca, io infuriata come non mai ero andata
a casa sua, le raccontai la scommessa che avevamo fatto e «Mi
aveva
promesso che..Ehi!» D'un tratto la memoria mi
tornò come un fulmine
a ciel sereno. Perché diamine aveva dato buca a Vanessa!
Forse
c'era un motivo valido, perché non dovrebbe mantenere una
stupida
promessa? Forse per il semplice fatto che Vanessa non la considerava
così importante.
«Cosa
ti aveva promesso?»
«Che
sarebbe uscito sempre con la sottoscritta, però se ti ha
chiamata
dicendo che non può, ciò significa che ha avuto
dei problemi.»
Ipotizzai.
Vidi
il volto di Vanessa sbiancare di un colpo : «N-no-non
può essere!»
Alzai
le spalle : «Andiamo a controllare, allora.»
Suggerii.
E
così facemmo, andammo subito a casa di Davide,
cioè Vanessa andò a
casa del playboy. Purtroppo, però mi dovetti attenere al
piano di
mia sorella, ero identica, spiccicata a lei.
«A
casa non c'è.» Disse con tono piatto.
Immaginai
che Davide fosse al campo di basket a giocare, ma neanche
lì, ci fu
una sua traccia. A quanto pare, quando lui era uscito di casa, era
uscito senza dire neanche una parola.
Forse
era il caso che io tornassi a casa, magari lui era in giro per la
città e se beccava me e mia sorella insieme, era un bel e
grosso
problema.
«Dividiamoci!»
«Che?»
«Ho
detto che ci dividiamo, chi trova per prima Dave, esce con lui.
Intesi?»
Avevo
già capito tutto e già mi sentivo che l'avrei
trovato io, non era
che volessi averlo a tutti i costi ma era uno strano presentimento,
il mio.
«Ciao
Vanessa.» Disse sorpreso Davide che magicamente me lo trovai
a
qualche passo di casa. Fortuna che io e la vera Vanessa ci eravamo
separate, già mi veniva l'ansia a pensare a che cosa sarebbe
successo.
«Perché
non eri a casa oggi, dovevamo uscire.» Gli spiattellai
direttamente
la frittella, fare tante storie per una sciocchezza del genere era
semplicemente una perdita di tempo.
«Dovevamo.
Non ne avevo voglia.» Rispose lui con tranquillamente. Oh,
perfetto
questo individuo aveva appena firmato la sua condanna di morte alias
omicidio.
«Tu.l'.avevi.promesso.»
Spiegai a rallentatore, cercando di pronunciare ogni santa lettera di
ogni parola.
«Sei
arrabbiata?» Domandò sfacciatamente.
«Infuriata!»
Gli risposi facendo un passo in avanti, poi lo presi per il colletto
della sua camicia bianca e gli dissi : «Smettila di prendermi
per i
fondelli o giuro che ti faccio fuori!» Sì lo stavo
minacciando,
finalmente potevo dirgli quello che pensavo, non pensavo alle
conseguenze anche perché sarebbero stati problemi di mia
sorella e
non miei.
Ero
consapevole che non era giusto ma non era neanche giusto lasciarmi
corteggiare al suo posto il ragazzo che le piaceva, no?
Volevo
spaventarlo o almeno fargli capire che facevo sul serio, ma lui mi
scoppiò a ridere in faccia : «Sei unica!»
«E'
un complimento?» Domandai io.
«Certo.»
«E
la risata?»
«Anche.»
«Quanto
mi stai prendendo per il culo.» Affermai infine.
Continuammo a
bisticciare per un po' di tempo, finché non decisi di
chiamare mia
sorella e di darle il cambio.
Non
ce la facevo più a sopportarlo. Okey, sto mentendo,
ultimamente
trovavo la sua compagnia molto piacevole o almeno più
piacevole
rispetto al primo incontro ma questo non significava che avrei fatto
salti mortali per lui. Lui apparteneva a mia sorella gemella. Punto e
basta.
Con
una scusa mi allontanai e feci andare Vanessa da Dave. L'idea di
tornarmene a casa vagava nella mia testolina ma ero curiosa come
andavano quei due. Sicuramente benissimo. Dave si divertirà
a
stuzzicare mia sorella e lei che non era mai stata permalosa non se
la prenderà e continuerà a stare a giochi
infantili di lui. O
almeno io avrei fatto così.
Cazzo.
Se
non andasse così?
Scelsi
controvoglia di seguirli a mio rischio e pericolo, forse era il caso
di travestirsi...ma dove cavolo andavo un cappotto e un capello in
piena estate?
«Allora
che mi dici di nuovo?» Iniziò Vanessa a parlare,
molto ma molto
timidamente. Andavamo bene, un totale disastro.
«Eh?»
Appunto.
«Niente.»
Disse Vanessa agitando le mani e con il viso completamente arrossito.
Lui le si avvicinò e le toccò la fronte :
«Non ti senti bene?»
Già
vedevo i cuoricini negli occhi di mia sorella, non mi sorprenderei se
svenisse davanti a lui.
«No
sto benissimo.» Rispose in modo razionale, credo.
Dave
era ancora molto vicino a mia sorella e le annusò
leggermente il
collo : «Come hai fatto a cambiare profumo così
velocemente?»
Domandò.
Cacchio
i profumi!
Cavoli
se ci fossi stata io al posto di Vanessa gli avrei detto : «Perché
tu sei uno che ne capisce di profumi, non ho cambiato niente!»
Mi
fece tanta tenerezza vedere mia sorella così debole e
fragile
davanti a lui, non riusciva ad essere se stessa, si notava che era
nervosa, impacciata e forse questo l'aveva notato anche Davide.
Quei
due rimasero in silenzio finché decisero di andare in
gelateria. Era
rischioso per me entrare così rimasi fuori ad aspettarli.
Appena
entrambi uscirono con un gelato in mano, sentii una mano toccarmi la
spalla non potei sussultare e spaventarmi e uscire, dunque allo
scoperto.
Ero
nascosta da un giornale gigantesco che speravo mi nascondesse il
volto ma appena cadde, vidi con la coda dell'occhio che sia mia
sorella che Dave stavano guardando verso la mia direzione.
Sbiancai
di colpo.
«Du-due
Vanesse?!» Esclamò Davide.
«Mi
scusi signorina, le volevo darle il portafoglio che le era caduto
dalla borsetta.» Mi disse un signora porgendomi il
portafoglio.
«G-grazie
non me ne ero neanche accorta. Grazie ancora!» Cercai di
essere
indifferente e fare finta che niente fosse successo.
Quindi
con una percentuale di ingenuità assoluta cominciai, con
passo molto
ma molto svelto, a dirigermi verso casa.
«Aspetta!»
La voce di Davide mi arrivò all'orecchio e non potevo non
scappare.
Cominciai a correre ma con queste dannate ballerine non si era
affatto comodi. Mi prese per il polso : «Ehi, voglio sapere
cos'è
questa pagliacciata.»
L'aveva
definita pagliacciata, beh forse era davvero questo il nome giusto.
Intanto
anche mia sorella ci aveva raggiunti. Decidemmo di allontanarci e di
stare un po' da soli, io, lui e mia sorella.
«Chi
è Vanessa?» Domandò per la centesima
volta.
Entrambe
sia io che Nessie rispondevamo : «Io sono Vanessa
Galli.»
«Smettetela!
Una è Amanda e l'altra è Vanessa. Solo che io non
riesco a
distinguervi! Accidenti!» Disse in tono adirato e borbottando
qualcos'altro.
Forse
era arrivato il momento di parlare e di smettere davvero questa
farsa. Stavo per parlare ma mia sorella mi precedette : «Io
sono la
vera Vanessa e lei è mia sorella gemella Amanda. La ragazza
che hai
frequentato in questi ultimi tempi è lei e non io. Prima che
tu
possa dire qualcosa ti dico che se ho fatto questo è
perché davvero
tengo moltissimo a te.» Le sue parole furono decise piene di
sentimento e mi sentii fiera ad avere una sorella che finalmente
decise di parlare e di chiarire tutto. Pensavo che Davide, notando
questo gesto di grande sincerità dicesse qualcosa di gentile
e
romantico e invece fece tutt'altro e rispose molto ma molto
sgarbatamente : «Se come dici tu io ero importante non
avresti mai
permesso a tua sorella di sostituirti.» Disse freddo.
«Non
volevo che ti fidanzassi con un'altra, non credevo che iniziassi a
provare un interesse per un'altra che non ero io.»
«E'
successo.»
«C-co-cosa?»
Domandò lei.
«Che
provo un interesse per un'altra ragazza!»
In
quel momento scoppiai, e non poteva dirlo prima! Idiota, stupido di
un ragazzo che non era altro! Cosa doveva aspettare? L'ispirazione
divina?
Presi
parola e cominciai ad attaccarlo, puntandogli il mio indice. Era vero
anche noi eravamo colpevoli ma lo eravamo anche a causa sua, se ci
avesse, se avesse detto a Vanessa che provava già qualcosa
per
un'altra, tutto questo non sarebbe successo.
«Sei
uno stupido, che non capisce un'acca!» Gli urlai
«Come fai a non
capire quanto una persona possa essere disposta a fare per
amore!»
Lui
mi sorrise e disse : «Anche tu l'hai fatto per amore di tua
sorella
vero?»
«Non
rigirare la frittella, che non è il caso.»
«Ti
piace Amanda, giusto?» La voce di mia sorella si fece,
stranamente,
sentire per tutto il parco facendo un eco.
«Ho
promesso che ci saremo frequentati.» Aggiunse lui.
«Ehi,
ehi. Frena, guarda che io sono già fidanzata!» Mi
inventai subito.
Non poteva succedere, non doveva succedere. Vanessa mi avrebbe preso
a sprangate se Davide dovesse prendere una specie di interesse nei
miei confronti.
«Con
chi?» Domandarono curiosi entrambi.
«Non
sono affari che vi riguardano e in ogni caso a me non interessi caro
Dave, quindi prenditi Vanessa e amoreggiate!»
«A
me interessa una ragazza di nome Amanda.»
«Ti
sto rifiutando.» Dissi con tono piatto «Che
differenza fa io o lei,
siamo identiche!»
«Non
è vero, tu sei tu. Lei è lei.»
Voleva
avere ragione a tutti i costi ma io non potevo permettere di dargli
ragione, che figura ci avrei fatto con mia sorella.
Ammetto
che qualche volta provi un interesse per lui ma non era abbastanza,
tale da permettermi di uscire con lui. Non volevo fare un torto alla
mia sorella.
«Davide
ti piace mia sorella sì o no? Sincero.» Forse era
meglio concludere
così questa storia e lasciare che Vanessa sentisse il vero
pensiero
di Davide.
«No.»
La
sera stessa feci le valigie e decisi di tornare a casa, anche
perché
se fossi rimasta - cosa che era meglio non fare - avrei litigato con
Vanessa e probabilmente stando ancora qui, Davide avrebbe insistito.
Mentre
mio padre mi stava accompagnando in aeroporto in macchina Vanessa
disse : «Credevo davvero che fosse quello giusto.»
«Lascialo
in pace! Quello è un playboy non ti merita! Mi ha fatto
diventare
scema a stargli dietro, ha un caratteraccio, poi!» Cercavo di
evidenziare i suoi difetti per farla sentire meglio ma non fu
così.
Il
viaggio in auto fu breve e ci dovemmo salutare. «Mi
raccomando, non
chiamarmi mai più per un caso così. E
specialmente per uno così!»
Non
volevo credere che avevo fatto un'esperienza del genere sembrava che
tutto fosse un sogno, era troppo strano che fosse così
reale. Che io
avessi una gemella che poi l'avessi dovuta sostituire per fare
innamorare il ragazzo che le piaceva.
Era
roba da commedie questa!
«Amanda
tutto bene?» Aprii gli occhi di scatto e mi ritrovai in una
stanza
bianca e avevo un dolore fortissimo alla testa.
Poi
a fianco mi ritrovai «Davide!» Urlai scandalizzata
«Ma, ma tu non
dovevi essere con mia sorella Vanessa?»
«Vanessa?»
Ripeté lui confuso. «Amore chi è
Vanessa?»
«Ma
mia sorella gemella!»
«Amore
tu non hai sorelle. Forse ti sei confusa con Serena ma lei è
mia
sorella!»
«Amore?»
Ripetei io confusa.
«Credo
che la tua botta alla testa ti abbia dato delle strane allucinazioni.
Sai hai dormito per più di due giorni.»
«Non
capisco.»
Improvvisamente
mi ritrovai i miei genitori che entrarono in camera e mi chiesero
come stavo. Però ancora non riuscivo a capire cosa stesse
realmente
succedendo.
«Hai
avuto un'incidente mentre stavi andando in macchina. La strada era
bagnata, fortunatamente non ti è successo niente ma hai
avuto tutta
fortuna.»
Sospirai
sollevata, cavoli credevo davvero di essere in quella storia
così
strana. «Da quanto stiamo insieme?» Gli domandai.
«E
poi le ragazze sono quelle che si ricordano tutto eh?»
«Non
sono una ragazza normale.»
«Beh
questo è vero, se fossi venuta con me in macchina non
saresti qui in
ospedale sai?»
«Mi
accusi che io non sappia guidare.»
«Giammai
vostra signoria, comunque non riesco a capire chi è questa
Vanessa.
L'unica che mi viene in mente è quella Vanessa di quel film
che
avevamo visto la sera prima che tu facessi l'incidente, sai.»
Iniziai
a ricordare, venerdì sera Davide era venuto a casa nostra,
poi tutti
insieme, me lui e la mia famiglia avevamo deciso di guardare un film.
La sera io Dave avevamo avuto un piccolo litigio e per questo che la
mattina dopo non volli andare con lui a scuola sebbene non ero un
asso a guidare con la strada a bagnata, anche perché avevo
la
patente da poco.
Mi
complimentavo con me stessa, la mia testolina aveva creato un lavoro
del genere. Wow.
Appena
raccontai del sogno che avevo fatto a Davide, lui mi rise in faccia
dicendo che avevo una carriera da scrittrice o regista.
Chi
lo sa, magari, perché no.
Pasticci
d'amore? Nah! Erano pasticcini del mio cervello.
The
End.
N/A:
Salve. Che finale eh? Beh, onestamente non avevo pensato ad un vero
finale per questa storia. Perché se avessi continuato con le
avventure di queste due, la storia finiva nel banale, cioè
che
Davide si innamorava di Amanda. Ho voluto essere originale ecco. E
poi avevo già in mente che per questa storia i capitoli
sarebbero
stati pochi, anzi pochissimi. Per quanto riguarda l'altra storia
'Beautiful Disaster'. Arriverà. Fra un po' iniziano le
vacanze,
quindi qualcosa riuscirò a scrivere :)
Ancora
grazie per la pazienza.
Un
bacione
Alyna
(ex PiccoloKoala.)
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