After all this time

di xjonaswhore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** 1 ***



 
 Ciao! Non sarà una FF lunghissima, massimo 10 capitoli,
sperò che vi piaccia e che la commentiate!
p.s. è sia una #Niley che una #Jemi

senza recensioni non continuo!
( so che è una cos odiosa, ma non mi va di sprecarci tempo se la storia non piace )


p.s. THE JONAS ARE BACKKKKKKKKKKKKKKK!
xx Ellie.
 

 
 
 
 
 
 
 








Nick fissava il cartello con la scritta ‘ Los Angeles’, mentre, sotto il caldo afoso di metà settembre la lunghissima fila di auto si apprestava ad entrare in città. L’aria condizionata non riusciva a sovrastare il caldo, e piccole goccioline di sudore calavano dalla nuca del ragazzo. I Rayban scuri lo proteggevano dal sole quel tanto che bastava per riuscire a guidare dritto, e l’odore di salsedine arrivava fino a lì.
La musica in sottofondo quasi non si sentiva per colpa di tutti quei clacson strombazzanti, e mentre la Mustang del ragazzo entrava finalmente in città lui si accorgeva di quanto gli sembrasse di essere tornato indietro nel tempo.
Da quant’è che non metteva piede in quella città? Si chiese,mentre guardava fuori dal finestrino.
 Tanto, forse troppo tempo. Chissà se tutto era rimasto com’era. Se i negozi erano ancora al loro posto, se i ristoranti erano sempre quelli. Chissà se le persone che ci abitavano erano ancora le stesse.
Sospirò, parcheggiando la macchina davanti al suo vecchio appartamento.
Di sicuro, lui era cambiato.
La via era silenziosa, erano le due del pomeriggio e di sicuro la maggior parte della gente era in casa o in spiaggia.
Aprendo il baule, scoraggiato dalla vista delle molteplici e pesantissime valige, lo richiuse con un tonfo, dicendosi che le avrebbe portate su più tardi.
Girò la chiave nella serratura, con calma. Non era del tutto sicuro di voler tornare indietro nel passato.
Il salotto era proprio come lo ricordava. I divani bianchi, la televisione a schermo piatto e quel quadro strano sulla parete.
Quel quadro.
Ricordava la sua risata, quando lo aveva visto la prima volta. Gli aveva detto che quel quadro era strano, come lui. E poi lo aveva baciato.
Scosse la testa. Non era venuto lì per perdersi nei ricordi. Era lì per dimostrarsi di essere andato avanti, di essersi rifatto una vita, una vita che non aveva nulla a che fare con lei.
Lo squillo del telefono lo fece sobbalzare, e si affrettò a leggere il messaggio.

- Ehi Nick, sei arrivato? Ti va se alle cinque passo da te? Bhè, io passo comunque-
Nick sorrise, riconoscendo in quel buffo modo di fare suo fratello Joseph.
Da quanto tempo non lo vedeva? Sospirò, facendo un rapido calcolo. Probabilmente 4 anni.
Non aveva nemmeno idea di come fosse la sua nipotina, e dubitava che lei sapesse della sua esistenza. Non perché fra loro ci fosse qualcosa che non andava, ma semplicemente perché in quegli anni si erano allontanati, tutti assorbiti dalle loro nuove vite, e si erano dimenticati di preservare il loro rapporto.
Nick quasi non ricordava più come fosse fatto Joe. Lui e Kevin si vedevano più spesso, in quanto abitavano entrambi a New York. E con più spesso, intendeva una o due volte ogni qualche mese più qualche incontro casuale.
Stremato, si buttò sul divano, notando con stupore che non c’era nemmeno un briciolo di polvere. Sua madre doveva senz’altro essere passata a sistemare, prima del suo arrivo. Pensò di chiamarla per ringraziarla, ma non fece in tempo a formulare il pensiero che il sonno lo rapì.
 
Un rumore insistente lo stava disturbando.
Aprì gli occhi scocciato, e ci mise qualche secondo per realizzare dove fosse e che quel fastidioso rumore non era altro che suo fratello che bussava alla porta.
Si alzò in fretta, mettendosi a correre e rischiando di scivolare mortalmente.
Aprì la porta trafelato, ritrovandosi davanti quello che una volta era il suo migliore amico.
< Joe > disse, ansimante e con un sorriso.
Il fratello non rispose, attirandolo a se e stringendolo in un abbraccio.
Gli era mancato, tanto.
 
 
 
< quindi adesso vivi a New York? > chiese Joe, tanto per scremare quell’imbarazzo che si era creato.
Nick annuì, mentre stappava le due birre che aveva portato Joe.
< e ti sei dato al musical, no? > chiese di nuovo, nonostante sapesse benissimo la risposta.
Nick annuì un’altra volta, passando una birra al fratello.
Dopo che, di comune accordo, avevano decretato la fine dei Jonas Brothers, avevano intrapreso tre vite diverse: Kevin ora aveva una vita normale, un lavoro normale e una famiglia normale. Joe, per quanto qualcosa di normale potesse essere collegato a lui, aveva messo su famiglia, e la sua carriera di cantante proseguiva di bene in meglio.nick aveva deciso di continuare a recitare nei teatri, e di scrivere ancora musica per questo o quell’artista.
Il silenzio che regnava nella stanza fu interrotto nuovamente dallo squillo del cellulare di Nick, che roteò gli occhi prima di rispondere.
< ciao amore > disse, con un finto tono euforico.
Con la coda dell’occhio vide Joe sorridere.
< si, sono arrivato verso le due >
< perché non ti ho chiamato? Oh, mi sono addormentato >
< si, sono con Joe adesso. Si, ti chiamo io. Ciao. Anche io >
Sbuffò lanciando il cellulare sul divano.
Joe ridacchiò apertamente < una delle tante? > chiese, conoscendo l’incapacità del fratello di tenersi una ragazza per più di una settimana.
Nick fece un cenno d’assenso < una delle tante > confermò piatto.
 

 

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Capitolo 2
*** 2 ***


< sai, sembra che questa rimpatriata Disney abbia fatto tornare tutti > sentenziò Demi,guardando l’amica che sistemava le valige.
Miley, da l canto suo, alzò le spalle < bhè, ci hanno praticamente costretti a tornare qui. A proposito, bella casa dems > sentenziò, guardandosi in giro.
Ne era rimasta affascinata già dal suo arrivo, quell’enorme villa bianca e quelle enormi stanze luminose.
< Miley, Miley, vuoi vedere le mie bambole? >
Catlin, la figlia di demi, l’aveva presa per mano e la stava spingendo insistentemente verso la sua camera.
Miley rise, lasciandosi trasportare dalla bambina.
Le aveva fatto un effetto strano, tornare a Los Angeles dopo tutto quel tempo. Da quando si era trasferita in Australia, con Liam, aveva evitato accuratamente di tornarci.
Il campanello suonò, interrompendo il monologo di Catlin sulle sue bambole. Sempre con la mano di Miley stretta nella sua, corse fuori dalla camera appoggiandosi al cornicione delle scale, per vedere chi fosse l’ospite.
< papà > urlò, non appena lo riconobbe. Si lanciò giù dalle scale, per poi finire nelle sue braccia, che la strinsero forte.
< amore mio! Come mai tutto questo entusiasmo? Sono stato fuori solo un’ ora > rise il ragazzo.
< la zia Miley è arrivata > disse lei, per tutta risposta.
Il ragazzo allora alzò lo sguardo, incrociando quello di Miley che stava lentamente scendendo dalle scale.
< miley> sentenziò lui, a bassa voce.
< Joe > rispose Miley, con un certo imbarazzo.
Senza tradire le aspettative di Miley, Joe ci mise poco a scansare l’imbarazzo e ad aprirsi in un sorriso, attirandola a se e stringendola forte. Miley sorrise, chiudendo gli occhi, ritrovando una delle tante cose che aveva lasciato lì, in quella città.
< mi sei mancata tanto> sussurrò il ragazzo, sui suoi capelli.
Poco dopo si staccarono, e joe superò Miley per andare incontro a Demi, stampandole un bacio sulle labbra.
< amore, si puo’ sapere dove sei stato? > chiese lei, con finto tono canzonatorio.
Joe rise, nervoso, abbassando la testa < sono stato a trovare un amico >
Il gelo che scese improvvisamente nella stanza fu la conferma per Joe che sia Demi che Miley avevano capito di chi stava parlando.
< oh > fu l’unica risposta di Demi, che ,lasciando da parte il rancore che provava per Nick ,si girò a guardare Miley.
Ferma, in mezzo al salotto, Miley all’apparenza sembrava calmissima.
All’apperanza, ma in realtà stava affondando le mani nella carne tanto forte da perdere la sensibilità alla mano.
Ma, messa a braccia incorciate, da fuori questo non si vedeva.
Finse un sorriso, esclamandò < spero che Nick stia bene > prima di concentrarsi di nuovo sulla bambina che era ansiosa di mostrarle le sue bambole.
Joe e Demi, ignari, si scambiarono uno sguardo stupito.
< l’australia deve averle fatto bene > commentò Demi, contenta.
< già, ma New York non ha fatto altrettanto bene a Nick > sbuffò Joe, ricordandosi di come suo fratello aveva liquidato la ‘fidanzata’ al telefono.
Demi alzò gli occhi al cielo < sai vero che ciò che riguarda tuo fratello ha smesso di importarmi da anni, no?>
Joe non rispose, così demi, senza aspettarsi nulla, si recò in cucina per preparare la cena alla sua famiglia e a Miley.
 
 
 
 



Nick poteva giurarlo, non aveva idea di come fosse finito nel letto di quella ragazza.
Un attimo prima era in giro per locali, solo e annoiato, e un attimo dopo stava ballando con una bellissima Barbie mora.
E ora era nel suo letto.
La sua coscienza avrebbe dovuto ricordargli che a casa, a New York, c’era una bellissima ragazza che lo aspettava, ma la sua coscienza aveva smesso di funzionare già da un po’. Aveva smesso di funzionare dal giorno in cui si erano detti addio.
 


< te ne stai andando > disse serio, gli occhi puntati a terra e le mani strette a pugno, che tremavano leggermente. Non poteva crederci.
< Nick, io non riesco più a sopportarlo > Miley camminava nervosa per il salotto, sforzandosi di non piangere.
< mi stai lasciando > continuò il ragazzo, senza avere il coraggio di ammetterlo a se stesso: l’aveva persa.
Miley si avvicinò, poggiandogli una mano sul viso < Nick, non ti sto lasciando. Semplicemente, sto facendo quello che è meglio per me >
Nick stava per ribattere, ma la domestica che era piombata nella stanza li interruppe.
< signorina Cyrus, il taxi è arrivato > disse rispettosa, per poi uscire.
Miley fissò il suo sguardo su Nick, cercando di scavare a fuoco nei suoi ricordi ogni suo piccolo particolare.
< se me lo avessi detto prima, ti avrei fatta restare > sentenziò Nick, guardandola finalmente negli occhi, consapevole che non l’avrebbe fatto mai più.
< so che l’avresti fatto. È per questo che non te l’ho detto >
Due secondi dopo, senza nemmeno sapere come, si ritrovarono stretti l’uno tra le braccia dell’altra.
Entrambi lo sapevano: era il loro ultimo abbraccio.
Nick nascose il viso nei capelli di Miley, giurando a se stesso che mani avrebbe scordato il loro profumo.
In quel momento, mentre la stringeva a se, si rese conto di quanto fosse stato un coglione. Non aveva solo perso la ragazza che amava, no, l’aveva anche spinta a trasferirsi dall’altra parte del mondo insieme a quell’idiota del suo finto fidanzato.
Era uno stupido.
In quel momento, realizzò che avrebbe amato solo lei, per tutta la vita.

 
 

Miley scosse la testa, ritornando alla realtà e constatando che lì, a Los Angeles, il ricordo del loro addio faceva ancora più male.
Erano lì, a pochi chilometri di distanza, nella stessa città.
Quanta voglia aveva di prendere in mano il telefono e di chiamarlo? Ma non poteva, probabilmente in tutti quegli anni aveva cambiato numero.
Quanta voglio aveva di riabbracciarlo di nuovo? Di risentire la sua voce, il suo profumo? Di rivedere i suoi occhi?
Ma non poteva.
Non ora che si era rifatta una vita. non sarebbe tornata a soffrire per un ragazzo che non aveva mani nemmeno lottato per lei.
 

 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


gente, la storia ha poche recensioni.
se non vi piace smetto di postare, non c'è problema è.é












< devi respirare, Miley > sentenziò Demi divertita
< sto respirando >  rispose Miley, anche se non ne era poi tanto sicura. L’amica le aveva appena detto che quella sera sarebbe venuto Nick a cena da loro, e poi si era messa a fissarla per scrutare la sua reazione.
< senti, nemmeno a me va di vederlo. Ma devo. Almeno, fra due giorni, quando ci sarà quel maledetto galà, non sembreremo quattro sconosciuti > sentenziò demi seria, prendendo le mani dell’amica fra le sue.
Miley sospirò < vi ho mollati qui per andarmene in Australia. Non dovreste nemmeno più rivolgermi la parola >
Demi rise leggermente < hai fatto quello che era giusto fare. Almeno adesso ti sei scordata di Nick, no?>
Chiese demi, ma il suo sorrisò sparì quando si accorse che la ragazza non rispondeva, guardandola supplicante < no? > chiese di nuovo, mentre un dubbio si faceva largo dentro di lei.
< tu hai vissuto in Australia per tutti questi anni e non è servito ad un cazzo? > urlò alzando la voce.
Miley a quel punto si riscosse dal suo torpore, pregando l’amica di stare in silenzio < ci ho provato Dems, sul serio, ci ho provato ma non è servito >
Demi scosse la testa < bhè Miley, è il caso che ti prepari allora, perché stasera vi rivedrete. Qual è stata l’ultima cosa che ti ha detto? >
Miley sospirò < che mi avrebbe fatta restare >
La rossa annuì < già. Credo che sia ancora in tempo per farlo > disse, facendogli l’occhiolino.
Miley roteò gli occhi < figurati. A malapena ricorda come mi chiamo. E tu perché lo odi? > chiese la ragazza curiosa.
Demi sospirò, abbandonandosi sul divano < non lo odio. Odiarlo vorrebbe dire considerarlo. Io non lo calcolo proprio. >
Miley fece schioccare la lingua,sorpresa < ma che ti ha fatto? >
Demi alzò le spalle < mi ha lasciata quando avevo più bisogno di lui >
Miley sorrise < si, lo fa spesso > ma poi aggiunse seria < dovresti imparare a perdonare, demi >
La ragazza scosse la testa < anche se lo perdonassi, nulla cambierebbe >
Miley scosse la testa < non perdonare lui, perdonare te stessa >
E mentre Demi rifletteva su quelle parole,pensando che allora Miley sapeva più di quanto pensasse, l’altra salì in camera, terrorizzata al pensiero che quella sera avrebbe rivisto Nick dopo anni di lontananza.
 










< no. Piuttosto mi faccio castrare lentamente. Ho detto di no > Nick puntò i piedi per terra incrociando le braccia, e Joe pensò che somigliasse molto a sua figlia quando faceva i capricci.
< perché no? > chiese divertito.
< sei pazzo, per caso? Una cena? Con Miley e demi? Le due donne che mi odiano di più sulla faccia della terra? È come chiudermi in una stanza con delle iene affamate. Anzi, ripensandoci, è peggio. troveranno di certo un modo per uccidermi. o mi fisseranno immboli tutta sera fino a che non impazzirò. ci tengo alla mia salute mentale. > sospirò nick sconsolato.
Joe scoppiò a ridere < adesso stai esagerando,fratello.guarda che demi non ti odia. Per lei sei invisibile. E Miley, quando gli ho detto di te, ha semplicemente sorriso e detto ‘ spero che Nick stia bene’. insomma, quanto tempo è passato? Non penso che provi ancora qualcosa per te > rispose Joe, ignaro che ognuna delle parole che aveva pronunciato erano state delle coltellate per il fratello. E non solo quelle su Miley.
Sospirò, lasciandosi cadere sul divano < va bene, verrò >
Joe annuì soddisfatto, allungandosi per dare una pacca sulla spalla del fratello.
 
 
 
 





Se Nick in quel momento non sapeva che cosa dire, Miley era nel panico più totale. Si stavano scrutando da almeno 30 secondi e nessuno si decideva a dire niente.
Miley pensò che fosse bellissimo. Diverso da come lo ricordava, ma bellissimo. Appena era entrato aveva potuto sentire il suo profumo, era sempre lo stesso ed era riuscito a farle tornare in mente ricordi che credeva di aver dimenticato; o che avrebbe voluto dimenticare: come la loro prima volta.
Scosse la testa, cercando di non pensarci, e si accorse che anche Nick la stava osservando.
Un Nick che si stava ritrovando a pensare che in tutti quegli anni, nonostante tutte le belle ragazze con cui era finito a letto, non aveva mai visto niente di più bello. E perfetto.
Quegli occhi blu riuscivano a trapassargli l’anima in un modo che gli piaceva, e lui non cercò di ribellarsi, lasciandosi colmare da quella strana felicità che non lo invadeva da troppo tempo.
A spezzare tutto fu Joe, che, con un leggero tossicchiare, invitò tutti a sedersi a tavola.
Catlin era già seduta, con una bambola sottobraccio e fissava Nick con un sorriso enorme < ciao zio Nick >
Disse sorridente. Nicholas si stupì, pensava che la bambina non sapesse nemmeno di avere uno zio.
Demi, cogliendo la sorpresa di Nick, si affrettò a spiegare < Joe ha una vostra foto sul comodino, e lei ti guarda sempre alla TV >
Per tutta la durata del discorso non l’aveva guardato negli occhi, e lui gliene fu grato. Non avrebbe retto il suo sguardo accusatore.
Sfortunatamente, finì davanti a Demi e di fianco a Miley, e si sforzava così tanto di non guardare una negli occhi e di non sfiorare il braccio dell’altra che si sentiva un perfetto deficiente.
Stava provando troppe emozioni in una volta e, per uno che da anni conduceva una vita monotona ed abitudinaria, quello era decisamente troppo. Fanculo alla Disney e a quella cazzo di rimpatriata per ‘ ricordare  i bei tempi andati’.
Erano andati, quei tempi.
Quei tempi in cui lui e i suoi fratelli erano uniti, in cui vedeva ancora la sua famiglia. Quei tempi in cui demi era la sua migliore amica, quei tempi in cui Miley non era un estranea per lui, e poteva essere certo del suo amore per lui. Ora, nonostante tutti fingessero di vivere una vita idilliaca, sapeva che le loro vite erano state rovinate, fatte a pezzi dal successo. Sapeva che a ognungo di loro, in quella stanza, mancava qualcosa, un qualcosa che non gli sarebbe mai più stato restituito. Averebbero continuato a fingersi felici sin sul letto di morte, dove forse avrebbero confessato le loro pene, ma sarebbe comunque stato troppo tardi per rimediare.
Perso in questi ragionamenti, non si accorse di cosa faceva e andò per caso a sfiorare un braccio di Miley con il suo gomitò. Lei trasalì e si girò a guardarlo, e, quando i suoi occhi nocciola incontrarono i suoi, blu come il mare, Nick non riuscì più a distogliere lo sguardo.
< zio Nick? Miley? Perché siete diventati rossi come due peperoni? > nick sentì la domanda cuoriosa della bambina, e subito dopo la risata prepotente di Joe che si espandeva per l’enorme sala da pranzo.
Nonostante questo, i suoi occhi erano ancora fissi in quelli di Miley, che sorrideva.
 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


perdonate l'immenso ritardo e la cortezza del capitolo.
se riceverò qualche recensione il prossimo sarà favolos (?)

 

Ellie.






Dopo la cena e quel momento imbarazzante, si erano tutti spostati in salotto, e l’atmosfera si era fatta via via più leggera.
Verso le dieci Demi salì in camera per mettere a letto Catlin, e siccome Joe aveva ricevuto un’importante chiamata di lavoro, in salotto erano rimasti solo Nick e Miley.
La ragazza riusciva a sentire la tensione che era calata nella stanza nel momento in cui joe aveva chiuso la porta, e riusciva chiaramente a vedere Nick che si torturava le mani, nervoso quasi quanto lei.
< allora.. > sussurrò, presa dal bisogno di spezzare quell’orribile silenzio < come va? >
Si sentì immediatamente una perfetta idiota, ma in quel momento non le era venuto in mente di meglio da dire.
Nick alzò la testa, grato che le avesse deciso di dire qualcosa < oh bene, e tu com- > non riuscì a finire la frase che il suo i-phone, poggiato sul tavolino, segnalò l’arrivo di un messaggio.
Scusandosi con lo sguardo si chinò per prenderlo, e il nome sullo schermo non fece altro che agitarlo ancora di più.
Allora amore, come sta andando? La casa è vuota senza di te! Ti amo xx
Stephanie. Nick sbuffò, pensando che quella storia di stava facendo fin troppo seria. La ragazza si era perfino trasferita nel suo appartamento.
Senza rispondere, buttò il cellulare sul divano, per rivolgere di nuovo l’attenzione a Miley, che lo guardava curiosa.
Nick fece un cenno con la testa < lavoro >
Miley sussurrò un flebile < oh > anche se dentro di lei qualcosa le diceva che non era del tutto così.
Si odiava. Si odiava perché un tempo avrebbe capito se le stava dicendo la verità o no.
Si odiava perché ora sembravano due estranei.
Si odiava perché era davanti all’amore della sua vita e si stava comportando come se non le importasse.
Si odiava per aver deciso di andarsene.
Come se le avesse letto nel pensiero, nick sussurrò < sembriamo due estranei, eh? >
Miley annuì, senza riuscire a evitare che una leggera lacrima le scivolasse sulla guancia.
Nel momento in cui Nick si sporse per catturarla con il suo polpastrello, sfiorandole la guancia, entrambi vennero attraversati da una serie di brividi che costrinsero Nick ad avvicinarsi sempre di più alla ragazza.
Miley poteva sentire il respiro caldo di Nick sulla faccia, ma, non appena le sue labbra sfiorarono quelle di Nick, sentirono una porta sbattere, e, pochi secondi dopo, Joe entrò in salotto.
Nel frattempo, Nick e Miley erano tornati alle estremità opposte del divano, e, per il resto della serata nessuno dei due rivolse più la parola all’altro.


Remember when our hearts do just the same
Said you’d be gone for a while but be back some day
But suddenly the truth doesn’t feel so safe
You made a promise; you didn’t keep it

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