Più amore che odio.

di Lules
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amano la parola ***
Capitolo 2: *** Il solito vecchio Idiota ***
Capitolo 3: *** Isterica ***
Capitolo 4: *** Ossessivo ***
Capitolo 5: *** Gentile ***
Capitolo 6: *** Spionaggio ***
Capitolo 7: *** Alleluja ***
Capitolo 8: *** Hogsmeade-1 ***
Capitolo 9: *** Hogsmeade-2 ***
Capitolo 10: *** La Brezza ***
Capitolo 11: *** TUTTO BENE ***
Capitolo 12: *** COMPLICAZIONI ***
Capitolo 13: *** COMPLICAZIONI-2 ***
Capitolo 14: *** LILY E JAMES. ***



Capitolo 1
*** Amano la parola ***


AMANO LA PAROLA "RIDUTTIVO"


James 

Dire che sono pazzo di lei è assolutamente riduttivo. Anche dire che lei mi odia è assolutamente riduttivo.

Dal momento che non ho niente da fare, penso a lei. Beh, anche dire che non ho da fare è assolutamente riduttivo. In realtà,ho una caterva di compiti. E siamo solo alla prima settimana di scuola! Ma come posso farli se posso scegliere un passatempo più piacevole e costruttivo? Okey. Non so se in molti lo potrebbero definire un passatempo,pensare a lei, ma per me lo è. Ed è anche una fissazione. Ovvio, non la lascio stare da sei anni a questa parte … credo che la maggior parte della gente, ad Hogwarts, oltre a considerarmi un vero mito, pensa che io sia un maniaco, e non posso biasimarla. Non passa giorno che io non la tormenti con inutili inviti, le lanci pezzi di pergamena appallottolati con disegnati miriadi di cuoricini durante le lezioni e le faccia serenate in mezzo ai corridoi tra una folla ridente. Beh, è ovvio che faccio tutto questo a mo’ di scherzo. Ma dopo sei, dico SEI anni, è naturale che tutti abbiano capito che, sotto sotto, qualcosa di più c’è.  
E lei mi odia. Per le mutande di Merlino, se mi odia! Ma il problema è proprio qui, insito nel nostro rapporto amore-odio(diciamo che dalla sua parte c’è più odio che amore, ma questi sono dettagli): più lei mi respinge, più mi maledice, più mi minaccia di morte, più io do di matto. Nel vero senso del termine, già. Voglio dire, a cosa servirebbe arrendermi, smettere di “tormentarla”, come dice lei, se non l’ho fatto per sei anni? Tanto vale tagliare la testa al toro e provarci ancora; dopotutto, manca solo un anno, e mi sentirei un fallito se mi arrendessi proprio ora. Anche perché il mio non è un capriccio, non arrivato a questo punto. Il mio è un Sentimento, con la S maiuscola.
I compiti sono sempre lì che aspettano, comunque. Ma credo che dovrò deludere le loro aspettative ancora per un po’.
Lei sta per passarmi davanti . Proprio adesso.



Lily

Dire che lo odio è assolutamente riduttivo. Dire che, come sostiene ferocemente lui, è pazzo di me, è assolutamente da imbecilli.
Forse, dire che è pazzo e basta può anche andare bene. E’ pazzo della celebrità. E’ pazzo del fatto che le ragazzine sono pazze di lui. E’ pazzo dell’essere se stesso. Si adora.
Non sono troppo dura; il fatto è che non è possibile che tanta stupidità non possa racchiudersi dentro una solo persona. Non gli ho mi dato uno straccio di possibilità, e ne sono ben contenta; per quanto mi riguarda non lo farò mai.
Non mi ha propriamente rovinato gli anni precedenti che ho passato ad Hogwarts, sia chiaro: è solo che, con la sua faccia tosta, mi ha condotto più volte ad un esaurimento nervoso.
Insomma, questo è il mio settimo ed ultimo anno in questa scuola, e dovrà essere perfetto. Anche perché non ho nessuna voglia di essere espulsa e spedita ad Azkaban per aver eliminato dalla faccia della terra un idiota.
Oh, per tutti i gargoyle! Come ho fatto a non accorgermi che LUI sta seduto esattamente nella poltrona proprio davanti al dormitorio femminile? Va bene. Respira, inspira. Semplice. Devo ignorarlo. Devo solo fare marcia indietro, uscire dal buco del ritratto e tornare in biblioteca. Magari non mi vede…

Salve a tutti! eccomi qui, con questa piccola, stupida idea che mi svolazzava nel cervello da un po' di tempo... questo non è un capitolo vero e proprio, evidenzia solamente l'infantilità e la venerazione di James e la maturità e la freddezza di Lily. Non so se continuerà, mi sono solo divertita a scriverlo, se vi è piaciuta però vi chiedo di dirmelo, e allora potrò pensare di darle un seguito... :) Baci

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Capitolo 2
*** Il solito vecchio Idiota ***


Il solito vecchio Idiota


-Hey, Evans!-, urlò James Potter alla ragazza dai capelli rossi che stava strisciando contro la parete della Sala Comune in direzione dell’uscita.
Lily si bloccò di colpo, un’espressione mista tra l’irritazione e l’esasperazione. Capì che il suo piano di non farsi notare da Potter era fallito clamorosamente, e così, decise di utilizzare una diversa strategia. Ignorarlo.
Attraversò a passo di marcia la Sala Comune deserta in direzione del dormitorio femminile. James, capite le intenzioni della ragazza, senza pensarci due volte si lanciò, con la sua infallibile abilità di Cercatore, a bloccare l’ingresso del dormitorio. Lily si bloccò di colpo. Lo fissò inarcando le sopracciglia, e non senza un certo disgusto.
-Cosa significa, Potter?-.
James si passò una mano tra i capelli scuri e già spettinati. Questo gesto la fece sbuffare.
-Ti ho chiamata e non mi hai risposto, così sono ricorso a questo metodo più semplice, e, a quanto pare, efficace-. I grandi occhi verdi di Lily si ridussero a due fessure.
-Anch’io ricorrerò ad un metodo efficace, se non mi lasci passare-, sibilò, sfoderando la bacchetta da una tasca della divisa.
Un ghigno beffardo si dipinse sul volto di James. –Cos’è, hanno revocato la tua fresca nomina di Caposcuola e quindi puoi farti punire come tutti gli altri comuni mortali? O Silente ti ha attribuito particolari meriti per i quali sei autorizzata a uccidermi?-.
-Che cosa vuoi, comunque?-, sbottò Lily, le braccia incrociate.
-Volevo solo dirti “ciao”, ma forse non ho l’autorizzazione di fare neanche questo…-.
 La ragazza, a quel punto, si chiese se Potter avesse o no un qualche problema mentale , dal momento che erano passati dal ”vuoi uscire con me sabato?”dei precedenti sei anni al “volevo dirti -ciao-”.
 -Levati dai piedi, Potter-, soffiò Lily. James scosse la testa  deciso e nello stesso momento due ragazze del quarto anno gli si affiancarono.
-Possiamo passare?-, chiesero a James, squadrandolo maliziose.
-Ma certo … signore-, rispose James facendo un inchino e spostando il braccio sinistro. Quelle trotterellarono su per le scale, scosse da risatine isteriche. Lily, approfittando del momento, tentò di intrufolarsi nello spazio tra James e le scale, ma questo la bloccò riposizionandosi nel punto di prima. Lei sbatté contro il suo petto. Lui la guardò dal basso, trattenendola per le spalle. Era più alto di Lily di quasi quindici centimetri.  
–Va bene tutto, Evans, ma forse gettarti tra le mie braccia dopo avermi detto di levarmi dai piedi è un po’ azzardato, dopotutto. Non potevi trovare un modo più elegante per comprometterti? Lo so che desideri ardentemente buttarti addosso a me, ma così è un po’ troppo …
-Potter, sei un IDIOTA!-, urlò Lily, e con uno strattone si liberò dalle grinfie del ragazzo. Senza dire una parola, furiosa come non mai, fece dietrofront, rassegnata: tanto valeva andare in biblioteca e aspettare che l’Imbecille decidesse che era tempo sprecato bloccare un’intera rampa di scale solo per salutarla. Un modo per irritarla l’avrebbe trovato comunque.
Mentre con una manata apriva il buco del ritratto, sentì la voce di Potter, di nuovo .-HEY EVANS …VUOI USCIRE CON ME?-.
 Okey. Potter non si smentiva mai. Dopotutto, non l’aveva delusa.
–NO!-, ruggì, senza voltarsi, e si sbatté la porta del ritratto alle spalle.

Bene,dal momento che ben due di voi mi hanno chiesto di continuare la storia, eccovi accontentati! Spero vi piaccia!

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Capitolo 3
*** Isterica ***


 ISTERICA


-Non pensi che ti farebbe bene rilassarti un po’? Smettere di studiare per un attimo, o qualcosa del genere? Uscire da questo posto, una volta ogni tanto?-, domandò Alice Prewett ad un tavolo della biblioteca.
-Come faccio, con quella … quella sottospecie di Idiota sempre tra i piedi?-, le rispose il tavolo con voce tombale.  Alice vi battè le nocche sopra.
-Si può sapere che ci fai lì sotto,comunque?-.
La testa rosso fiamma di Lily fece capolino da sotto il tavolo, un libro spesso come un mattone tra le mani e l’aria circospetta. –Mi nascondo-, rispose, stanca. E si rituffò sotto il tavolo.
-Be, come nascondiglio funziona, tra parentesi. Non ti avrei mai trovata se Madama Pince non mi avesse detto che ti eri data al campeggio nel reparto Trasfigurazione-, disse Alice alzando gli occhi al cielo,-ma da chi, di preciso, non vuoi farti vedere?-.
-Da quell’altro-,borbottò Lily,-non so cosa ci faccia in biblioteca, soprattutto all’ora di cena. Apensarci bene, non so se ci è mai almeno entrato in biblioteca. E se mi vede, Potter sarà qui all’istante. Non so come Diavolo riescano a comunicare così rapidamente, a essere sempre nello stesso posto nel giro di qualche minuto, dal momento che non usano i Patroni …
-Per quell’altro intendi Black, vero?-.Mentre Lily blaterava Alice si era guardata attorno, e aveva individuato dietro uno scaffale una massa di capelli lunghi e scuri.
-Già-.
-Ma … Lily,davvero, forse sarebbe meglio se andiamo a mangiare qualcosa. Sei esaurita dopo solo sette giorni di scuola, preferirei non dovermi preoccupare anche della tua salute fisica-.
Lily non l’ascoltò. –Davvero, cosa credi che stia facendo Black qui?-. Dal suo tono si capiva che era più che sospettosa. Alice si curvò appena per riuscire a scorgere l’amica acquattata in una posizione che ricordava vagamente un gatto pronto a saltare, sempre sotto il tavolo.
–Lily, non lo so, davvero …-, le rispose Alice, esasperata. 
-Sì, perché se alla fine ci pensi un attimo, è singolare che quello lì sia in biblioteca, a quest’ora, solo per leggere qualcosa. Sì, mi pare tutto molto sospetto … Non credi che sia meglio dare un’occhia…
Ma si interruppe di botto. Mentre sgusciava fuori dal suo nascondiglio, parlando senza tregua, i suoi occhi erano sfrecciati su un ragazzo dagli unti capelli neri e il naso adunco, simile al becco di un’aquila, che le stava passando davanti. Il ragazzo, accortosi delle complicate manovre che stava effettuando Lily per tornare sulla sedia, l’aveva fissata per un attimo, poi un sorrisetto gli si era stampato sulle labbra. Il fatto era che il sorriso non era beffardo, o scherzoso, o voglioso di prenderla in giro, no; era affettuoso, come se la conoscesse e trovasse delizioso il fatto che lei fosse così impacciata. Lily ripose allo sguardo del ragazzo con un’occhiataccia carica di disprezzo, si rialzò da terra e depositò il librone con un po’ troppa forza, facendo un rumore assordante. Alice sussultò, e il ragazzo, pallido in viso, si allontanò con sguardo triste.
-Ci mancava solo Piton, a ridermi in faccia, per giunta!-. Lily si rassettò la gonna e la divisa e fissò Alice. –Non dovevamo andare a cena?-, le domandò, con tono irritato e autoritario.
 Alice era confusa.-Ma non volevi scoprire cosa Black stava …
-Stavo cosa, esattamente?-. Una voce strascicata e insopportabilmente affascinante le raggiunse alle loro spalle. Lily si voltò di scatto. Un ragazzo alto e con lunghi capelli scuri, decisamente un bel ragazzo, aspettava una risposta, sorridendo divertito.
-Ehm … cosa stavi facendo in biblioteca, sì-, gli rispose, con aria di sfida. Arrivare al nocciolo della questione era la scelta migliore, decisamente.
Black sembrò confuso. –Stavo cercando un libro per Remus. Cosa c’è di strano?
-Non me la dai a bere, Sirius Black. Tu non vieni mai in biblioteca!-, ringhiò Lily.
-Infatti non sono venuto per me. Sono venuto per Remus che al momento è …ehm … indisposto. Sì, davvero indisposto. Mi vuoi togliere punti perché faccio un favore ad un amico?-, le domandò Sirius, divertito.
-No,non ti toglierò dei punti per questo-. Lily era affranta: se avesse avuto qualcosa per cui sgridarlo e scaricare un po’ della sua tensione su di lui, si sarebbe sentita molto meglio. Ma sapeva che Remus Lupin era davvero indisposto, in una maniera abbastanza losca e terrificante, e questa volta Black le diceva la verità.
-Comunque, che diamine hai fatto sotto il tavolo per tutta l’ora?-, le chiese con aria innocente. Lily era esterrefatta, ma non gli rispose. Capendo ciò che le passava per la testa, Sirius continuò. –Non pensare che non me ne fossi accorto! Ma siccome è già da un po’ di tempo che penso tu sia una pazza isterica, non ci ho fatto molto caso-.
-Pazza isterica?! Ringrazia il tuo amicone Potter se lo sono diventata!-, sbottò Lily, con fare accusatorio. Sirius, sentendo nominare il migliore amico, sembrò ricordarsi qualcosa.
-A proposito di James, non credi che quest’anno potresti dargli una possibilità? Quel povero ragazzo è sull’orlo di una crisi di nervi…
Ci furono una specie di scoppio, un grido e parecchie sedie rovesciate. La bacchetta che stava nella mano destra di Lily aveva emesso una serie di allarmanti scoppi rossi, con il risultato che per lo spavento alcuni ragazzi erano caduti dalle sedie e Sirius Black aveva fatto un salto indietro sbattendo contro una scaffale e facendo oscillare parecchi libri.
Prima che potesse protestare, Madama Pince, con i capelli scomposti e tremante di rabbia, apparve davanti a loro.
-CHE COSA CREDEVI DI FARE, FOLLE RAGAZZA ?-.Lily impallidì, mentre parecchie persone intorno a loro ridacchiavano.
-Ehm…io..veramente…non l’ho fatto apposta …
-STAVI PER DANNEGGIARE GRANDI CIMELI DI QUESTA BIBLIOTECA! STAVI PER PROFANARE  …
-Davvero, non avevo intenzione di farlo!-, la interruppe Lily, disperata. Madama Pince non la ascoltava.
- … DANNEGGIARE SPUDORATAMENTE E OLTRAGGIARE LA NOBILE ARTE DELLA LETTURA …
-Mi scusi, mi scusi!-, balbettava Lily.
-… UNA PUNIZIONE ESEMPLARE,  TI CI VORREBBE…
-Evans, Prewett, venite via-, e prima che potessero fare qualcosa, Sirius aveva preso sia Lily che Alice per i gomiti e le aveva condotte fuori dalla biblioteca alla velocità della luce. Quando furono fuori dalla portata della donna, Sirius si bloccò.
-Evans, mi stavi per colpire!-, le ringhiò, indignato.
Lei si voltò. –Non so perché è successo! Tu mi hai fatta arrabbiare, con quella storia di Potter con i nervi a pezzi … e la bacchetta ha fatto tutto da sola!-, esclamò, con aria colpevole e irritata al contempo.
Sirius sembrò indeciso se arrabbiarsi o no. Infine scoppiò a ridere. –Io gliel’avevo detto che eri fuori come un balcone, poveretto, ma lui ti ha voluta lo stesso! Che sia benedetto!
-Cosa stai dicendo?-, borbottò Lily, confusa. Sirius strabuzzò gli occhi.
-Senti, Evans, gradirei che tu non facessi la stupida, perché non lo sei. E’ solo che, dopo tutto questo tempo, non credi che avrebbe potuto trovarsene un’altra? E invece no, continua a rincorrerti come un elfo domestico-.
-E’ quello che le dico sempre io!-, esclamò Alice, lieta di trovare qualcuno che concordasse con lei.
-E-, continuò Sirius annuendo,-tu non gli dai una possibilità che sia una. Sai, Evans, dovresti dargli l’occasione di smentirsi. Non hai idea di quanto ti sorprenderebbe quel ragazzo-. E così dicendo, Sirius si congedò con un inchino beffardo, girò sui tacchi e se ne andò fischiettando, lasciando Lily di stucco.
Quella sera,Lily Evans rifletté a lungo sulle parole di Black.  
E’ solo che, dopo tutto questo tempo, non credi che avrebbe potuto trovarsene un’altra?
In effetti,  ripensandoci, non riusciva nemmeno a immaginarsi l’Idiota a rincorrere qualcuno che non fosse lei. E quella frase le rimbombava nel cervello ogni volta che cercava di finire il tema di Trasfigurazione. Quante volte gliela avevano ripetuta Alice o Mary?
 L’unica vera, schiacciante differenza era che sentirla uscire dalla bocca di Sirius Black aveva tutto un altro effetto.




Hola! Eccomi qui...voilevo specificare che Alice Prewett è la futura signora Paciock, è questo il suo cognome :) be, spero vi piaccia!

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Capitolo 4
*** Ossessivo ***


 OSSESSIVO



-E ha fatto crollare almeno qualche scaffale? O esplodere qualcosa?-,domandava James Potter a Sirius Black, su nel dormitorio maschile, saltellando sul posto tutto emozionato. Sirius scosse la testa stancamente.
-No, Ramoso, te l’ho già detto. Ha fatto solo qualche scoppio con la bacchetta, ma un sacco di gente per lo spaventa si è rovesciata dalla sedia. Ti dico solo che la sua faccia diventata più rossadei suoi capelli-.
James si lasciò cadere sul letto. -E’ per questo che la adoro, -sospirò,-non si rende conto di quanto riesce a essere buffa, bella e spaventosa allo stesso tempo!-.
Sirius gli lanciò un’occhiata di sbieco, mentre si infilava il pigiama. –Solo per questo?-.
James si tirò su, serio. –No, anche perché lei è Lily Evans-.
Sirius scoppiò a ridere. –Sei fuori quanto lei, te lo dico io. Comunque sia, sai qualcosa di Remus e Peter?-, gli domandò.
-Sì. Remus è tornato in infermeria per prendere un tonico, sai, dopo l’altra notte ne aveva bisogno, era un po’ stanchino… e Peter è in punizione. Un’altra volta,sì-, continuò James, vedendo lo sguardo allibito di Sirius,–non so proprio come ci riesca, ma in questo periodo si riesce a cacciare nei guai più di me e te messi insieme … comunque, credo sia con Gazza a lucidare trofei ... mi sa che non lo vedremo fino a domattina-, concluse con un ghigno.
Rimaseroin silenzio per un po’. Poi, Siriussi fece pensieroso. –Davvero James … sai tutta la storia su Lily … non credi sia meglio farla finita?-.
A quelle parole, James trasalì. –C-cosa? Che centra adesso?-.
-Sì, smettere di tormentarla. Senti,oggi ho provato di nuovo a convincerla di darti una possibilità, ma non credo sia servito  a molto . Quella ragazza è davvero sul punto di diventare isterica. Oggi si nascondeva sotto un tavolo, prima che la sentissi lamentarsi del fatto che ero in biblioteca-.
-Sotto un tavolo?!
-Esatto. Be, sai non le ho chiesto il motivo, ma tanto si sapeva che lo faceva per non farsi vedere da me. Credo temesse che se l’avessi vista ti avrei chiamato con lo Specchio-.
James parve sorpreso.-E perché non l’hai fatto, scusa? Sarei arrivato in un lampo!-.
 Sirius alzò gli occhi al cielo. –Certo che sei testardo! Non ti rendi conto che è proprio grazie  a questo tuo comportamento che lei ti detesta? Le stai sempre tra i piedi, e quando le rivolgi la parola non le rivolgi mai una frase gentile!-.
-Ma non è vero!,-esclamò indignato James,-io trovo che sia Molto gentile chiederle di uscire tutte le volte che la vedo!
-Ma non dopo sei anni, James! Sei anni, non sei mesi! E in più, non è che tu le sia mai andato a genio, soprattutto per quella storia di Mocciosus-.
-Senti, magari hai ragione,ma Piton è un idiota, e forse io a volte sono un po’ esagerato… ma è l’unico modo per farmi ascoltare! O lei non mi guarderebbe nemmeno,se non la bloccassi come questo pomeriggio …
-Secondo me le faresti tutto un altro effetto se evitassi di scatenare la furia omicida che è in lei ogni santa volta-,concluse Sirius.
James, stordito, lo guardò per un attimo,poi sorrise, divertito. –Da dove ti esce tutta sta roba, Felpato? Voglio dire, com’è che tutto a un tratto mi fai la ramanzina? -.
-Era già da un po’ che pensavo di dirtelo, James. Ma sai, quando l’ho vista sotto un tavolo della biblioteca, a leggere un libro più grosso di lei e facendosi venire un infarto ogni volta che qualcuno passava da lì, ho capito che era arrivato il momento di dirti quello che pensavo-. James ci rimuginò un po’ su.
-La pensano così anche Rem e Peter?-.
-In realtà, la pensa così tutta la scuola-.
-E pensi che … se io fossi un po’ più gentile e meno ossessivo,-gli occhi di James brillavano,-lei uscirebbe con me?-.
-Ci sei arrivato, eh?-, ghignò Sirius, anche se,per la verità, non era del tutto convinto. Desiderava solo che l’amico la smettesse di tormentare se stesso e quella povera ragazza.
James si passò una mano tra i capelli. -Più gentile … meno ossessivo … ma sì, entro ottobre ce la faccio ...-. E così dicendo,mentre Sirius lo fissava allibito, si infilò nel letto, un nuovo piano che gli ronzava frenetico in testa.



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Capitolo 5
*** Gentile ***


Gentile


Lily Evans scendeva le scale che  conducevano alla Sala d'Ingresso quando, senza accorgersene, sbattè contro qualcuno.
-Ahia! Stai attenta … Ah, ciao Lily!-.
Santo cielo. Potter.
-Hem … scusami Potter … devo andare a colazione, Mary e Alice mi stanno aspettando …
-Oh, va bene! Ci vediamo più tardi-. James le sorrise allegro e se ne andò. Lei lo salutò con la mano, poi si avviò in Sala Grande.
Aspetta … fermi tutti. Cosa …cosa diavolo era successo?!
Ricapitolò.
1.   Potter l’aveva chiamata Lily e non Evans.
2.   Non l’aveva trattenuta più del tempo necessario che per rivolgerle un sorriso.
3.   Lei lo aveva salutato con la mano.
4.   Lui era stato assolutamente gentile e per niente ripetitivo.
Il cervello di Lily ronzava  frenetico.
Non era passata nemmeno una settimana da quello spiacevolo incidente in biblioteca e dalla sua chiacchierata con Black. La frase che l’aveva tanto colpita era stata stipata in un angolo della sua mente, facendo capolino solo ogni tanto, ma lei, senza sentirsi minimente in colpa, la ricacciava nel suo angolino.
Ma si rendeva conto solo ora che in quella manciata di giorni era riuscita a scorgere Potter solo durante i pasti e alle lezioni che seguivano insieme. Nei corridoi e in Sala Comune lui non c’era quasi mai, e se c’era se ne andava via appena arrivava lei. Il fatto era che si era adattata così velocemente a quella innaturale tranquillità, che non si era mai soffermata a pensare quale ne fosse la causa. Ma ora, le sembrava tutto terribilmente losco.
Mary McDonald e Alice Prewett la aspettavano.
-Che faccia che hai, Lils! Sei sicura di stare bene?-.
-Sto benissimo ragazze. Va tutto a meraviglia-.
Ma non era affatto bene. Doveva capire cosa Potter avesse in mente.



Molto bene, amici miei, auguratemi buona fortuna e fatemi gli auguri,perchè domani, dopodomani e dopodomani ancora ho gli esami di Latino....

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Capitolo 6
*** Spionaggio ***


SPIONAGGIO


James si era accorto benissimo del fatto che Lily lo stesse spiando da un paio di giorni a quella parte.
Come avrebbe potuto non accorgersene? Lily Evans non era decisamente portata per lo spionaggio: non riusciva a fare niente con discrezione, e per l’ansia di non farsi scoprire inciampava o faceva cadere qualcosa dappertutto.
Si era anche accorto del fatto che lei lo stava spiando dal portone della Sala Grande  proprio in quel momento, ma continuò a cenare imperterrito. Sapeva che lei non avrebbe mai osato fare una cosa simile se la Sala Grande non fosse stata quasi vuota; era molto presto e probabilmente aveva pensato che la nessuno l’avrebbe vista.
James le lanciò un’occhiata di sbieco: era abbastanza ridicola, appostata lì, in guardia, come convinta che lui avrebbe fatto esplodere qualcosa o sguainato la bacchetta e distruggere una vetrata.
Poi accadde una cosa che non si sarebbe mai aspettato. Lily uscì dalla sua postazione e si diresse nella sua direzione. Invece di sedersi a mangiare, continuò a camminare fino  a quando non si trovò di fronte  a James. Si fermò, le mani sui fianchi. James la ignorò, finendo di masticare il boccone prima di alzare lo sguardo. Lei era ancora lì.
Lui la fissò. -Beh?-.
-Posso sedermi, Potter?-. La domanda di Lily lo lasciò ancora più spiazzato.
-Fai come vuoi-, fu tutto quello che riuscì a borbottare. E si ributtò sulle costolette di maiale.
Lily si sedette, diritta e composta, e continuò a fissarlo. Rimasero in quell’assurda situazione per almeno cinque minuti. Poi, Lily ebbe il buonsenso di interrompere il silenzio.
-Volevo parlarti, Potter-.
-Non ti saresti seduta qui se non avessi voluto farlo-, ribattè James. 
Lily gli lanciò un’occhiata velenosa. –Cos’è che ti prende, eh, Potter?-.
 James la fissò per dieci secondi buoni. -Cosa mi prende? Come sarebbe, “cosa mi prende”?-. 
-Perché ti comporti così?-.
-Ma così come?! -.
-Perché hai smesso di parlarmi?-.
 James sobbalzò.  Non se l'aspettava. Forse, il suo piano era andato meglio del previsto. –Non ho smesso di parlarti, Lily. Lo sto facendo, adesso-.
-Non fare l’idiota. Sai cosa intendo. Non mi parli da una settimana-.
-E allora? Non eri tu quella che sperava che io smettessi di tormentarti?-. Questa frase James se la lasciò scappare. –Senti,Lily, sto cercando di facilitarti la vita. Non sei contenta quando mi vedi, ne quando ti parlo, così evito di fare entrambe le cose-, sospirò, con una nota di tristezza che però Lily non colse.
-Così, di punto in bianco, decidi di non parlarmi più solo perché a me da fastidio? Sono sei anni che te lo ripeto, eppure non mi sembra che tu abbia mai afferrato il concetto-.
-Non me ne ero mai reso conto, prima-, disse James. Ed era vero:  ora non riusciva a capacitarsi che quella ragazza lo avesse sopportato per così tanto tempo e senza farsi ricoverare al San Mungo per crisi isterica. D’altro canto, Lily non riusciva a credere alle proprie orecchie. I casi erano due: o Potter aveva subito un qualche incantesimo che gli impediva di essere se stesso e per questo lo faceva sembrare ancora più idiota, o davvero era tutto solo una gigantesca presa in giro. Tamburellò il tavolo con la punta delle dita.
-Io non ho idea di quello che ti passa per la testa, Potter. Preferisco non  essere costretta ad indagarci su-.
-Non lo stavi già facendo, scusa?-.
-Cosa?-.
-E’ una settimana che mi gironzoli attorno, ma non sei molto brava a spiare qualcuno-, sogghignò James con la bocca piena di purè di patate.
Lily arrossì violentemente e si passò una mano tra i capelli, agitata. –Cos-cosa..? Io… io non …non ti spio, Potter!-.
-Non sei nella posizione per balbettare,in questo momento. Ti rende poco credibile-.
Lily arrossì ancora di più, e James pensò che lei stesse per prendere fuoco.
-Va bene, Potter. Fai come vuoi. Questa conversazione è assolutamente inutile. Tolgo il disturbo-, sibilò la ragazza, e, senza proferire parola,si alzò e si avviò verso l’uscita della Sala Grande, lasciando James interdetto.

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Capitolo 7
*** Alleluja ***


ALLELUJA


A quel punto James si ritrovò a dover prendere una decisione al volo.
Poteva scegliere di finire di cenare tranquillo o rincorrere Lily per mettere in chiaro un paio di cose.
Assurdamente,il suo cervello optò per la seconda scelta, e senza neanche accorgersene, in meno di un secondo aveva abbandonato il purè e correva dietro a Lily, che ormai era nella Sala d’Ingresso.
Lily era diretta a passo di marcia verso lo scalone che conduceva al dormitorio, ma James riuscì ad intercettarla così velocemente che lei non ebbe nemmeno il tempo di cambiare strada. La afferrò per un braccio, brusco.
-Cosa credi di fare?!-, esclamò Lily, cercando di scrollarsi il ragazzo di dosso.
-Voglio solo parlarti!-, si scusò James, lasciandola immediatamente.
Lei si massaggiò il gomito. -Grazie di avermi rotto un braccio, comunque-, ringhiò distaccata.
James la ignorò. –Voglio parlarti-, ripetè. Lei annuì brusca, e si lasciò cadere con fare esasperato e tragico allo stesso tempo su un gradino. Lui le sedette a fianco, facendo attenzione a non sfiorarla. Era meglio non farla irritare più di quanto non lo fosse già.
-Mi spieghi perché ce l’hai così tanto con me?-.
Lily rimase spiazzata. -In che … in che senso,Potter?-.
-Sto cercando di non infastidirti in alcun modo, non ti parlo da una settimana e mezza, ma questo, invece che farti stare più tranquilla ti rende ancora più nervosa del solito-, mormorò James, dispiaciuto.
-Non è che non apprezzi questa tua decisione di redenzione totale, Potter,-rispose Lily guardando fissa la pioggia scorrere sulla vetrata di fronte a lei,-ma più che altro mi insospettisce. Voglio solo capire che cosa vuoi ottenere comportandoti così-.
James scosse la testa. –Non credo che dirtelo sarebbe una buona idea-.
-Invece io penso che ora sia meglio che me lo dici, e anche in fretta-, soffiò Lily.
-Ok. Voglio essere sincero. Io ho … un piano-.
Lily lo fissò, sconvolta. -Un piano?-.
-Esatto-.
-E a che fine?-.
James sospirò. –Se io ti avessi ignorata per un po’ o almeno trattata gentilmente, tu mi avresti considerato un po’ di più. E … e magari, avresti accettato un mio invito, più avanti …-, tentò.
-Vedi Potter-, e qui Lily assunse un tono autoritario e spaventoso che fece sobbalzare James, -è per questo motivo che non potrò mai darti una possibilità: tu non capisci perché devi trattarmi gentilmente, sai soltanto che se lo farai magari io ti guarderò sotto un’altra luce. E’ questo che mi fa andare fuori di me. Non hai un minimo riguardo per i miei nervi o per la mia sensibilità; ii interessa solo che io esca con te, così potrai dare un taglio a questa specie di tua … sfida personale. Poi sarai finalmente soddisfatto e mi pianterai in asso-.
James si alzò in piedi di scatto, indignato. –Non mi hai sentito prima? Ho capito come puoi esserti sentita per tutti questi anni e voglio rimediare! Non insultare la tua intelligenza credendo che io possa lasciarti dopo che finalmente hai accettato di uscire con me!-.
Lily lo osservò dal basso, senza fiatare. James era rosso in viso e non lo aveva mai visto così agitato e arrabbiato.
Lo scrutò impassibile. –Rimettiti a sedere Potter-.
Lui la guardò irato, poi ubbidì. Sembrò che nessuno dei due avesse nulla da aggiungere e rimasero in silenzio. La Sala d’Ingresso non era mai stata così vuota, e questo, si ritrovò a pensare Lily, è un bene.
-Se uscissi con te solo per una volta non mi importerebbe niente. Preferirei non uscire e basta, in quel caso-, sussurrò James ,-ma … se tu accettassi di venire ad Hogsmeade con me, il trentuno Ottobre, e a meno che tu non ti rivelassi una noia mortale, non sarei così idiota da non chiederti un secondo appuntamento-, concluse sorridendo. Lily riflettè. Potter sembrava davvero sincero, questa volta. A conti fatti, questa era stata una delle settimane più tranquille mai passate ad Hogwarts, e magari, se lo avesse accontentato, sarebbe riuscita a calmarlo un po’. Forse, avrebbe scoperto che, come le aveva detto Sirius Black un po’ di tempo prima, l’avrebbe sorpresa.
-Sai Potter,-disse lentamente,-quello che sto per fare va contro qualsiasi mio principio. Mi sono sempre promesse che non ti avrei mai dato una possibilità, ma forse è ora di rivedere certi miei punti di vista-.
James senti il suo cuore fermarsi di colpo. Stava accettando di andare a Hogsmeade con lui? Il cuore da immobile prese a galoppare nel suo petto, rischiando di rompergli qualche costola.
-V-vuoi venire a Hog-hogsmeade … c-con me?!-.
Lily sorrise. –Credo proprio di sì-.
-Credi di sì oppure ?-.
-Sì, va bene. Verrò a Hogsmeade con te. Ci vediamo alle undici in punto qui, il trentuno Ottobre-, e la ragazza si alzò, per andarsene.
-Vuol dire che  non ci vedremo fino ad allora?-,domandò James allarmato, fraintendendo le parole di lei.
Lily salì tre gradini. –Sai Potter, non sono sicura di voler uscire con un ragazzo così scemo-, gli sorrise, e se ne andò, lasciando James ancora seduto e immobile, con un espressione di somma beatitudine stampata sul viso.

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Capitolo 8
*** Hogsmeade-1 ***


HOGSMEADE-1

Passarono le settimane, arrivò Ottobre e infine il trentuno di quello stesso mese.
Alle undici in punto James, infagottato nel suo giaccone, i capelli più scompigliati che mai e un’aria di contagioso ottimismo, si trovava esattamente nello stesso posto dove, qualche settimana prima, Lily Evans aveva accettato di uscire con lui: davanti ai gradini della Sala d’Ingresso.
Saltellava da un piede all’altro, e ogni tanto si sporgeva per controllare che Lily non arrivasse dalla Sala Grande o dal dormitorio. L’euforia si trasformò in impazienza,man mano che i minuti passavano: perché non arrivava?
Quando stava cominciando a pensare che non si sarebbe presentata e la disperazione stava per prendere il sopravvento,la vide. Era bellissima, e sembrava che quel giorno avesse prestato una particolare attenzione ai dettagli: sopra ai capelli rossi e mossi aveva messo un cappello verde-acqua, che dava un che di meraviglioso ai suoi occhi; portava un cappotto semplice e, sotto la gonna, delle calzamaglie a righe rosse e gialle e uno strano rossore sulle guancie. Lo raggiunse che si stava ancora infilando guanti e sciarpa.
James trattenne a stento l’impulso di baciarla in fronte.
-Ciao-, mormorò Lily, alquanto imbarazzata, guardandosi attorno furtiva. Si sentì rassicurata vedendo che un sacco di altri studenti si stavano incontrando per andare ad Hogsmeade, e che probabilmente non li avrebbero notati; riuscì anche a scorgere Alice che usciva dal portone di quercia mano nella mano con Frank Paciock.
James seguì lo sguardo di lei.-Alla fine quei due si sono messi insieme, eh?-, borbottò imbarazzato,incapace di dire nient’altro. Lily annuì soltanto.
-Ehm, allora … andiamo?-, gli domandò, impacciata. Questa volta toccò a James annuire.
Sempre con infinito imbarazzo, varcarono anche loro il portone, stando a debita distanza l’uno dall’altra. Parecchie teste, a dispetto di Lily,si voltarono per osservare la scena,ma prima che qualcuno potesse finire di formulare un pensiero su quello che aveva appena visto, presero la stradina tortuosa che conduceva al villaggio.
Quello strano silenzio era assolutamente fuori luogo: nello spazio di tempo prima dell’appuntamento, sia prima che dopo le lezioni, una volta nel parco,una nelle serre di Erbologia, una nei sotterranei, erano riusciti quasi sempre a condurre discorsi amichevoli e allegri, che non avevano poi tanto stupito gli amici. Solo la sera prima, avevano passato una buona mezzora a  chiacchierare allegramente un po’ sul Quidditch(del quale Lily non capiva nulla, ma assecondava James lo stesso), un po’ dei  M.A.G.O. Comunque fosse, Lily in quelle settimane aveva iniziato ad apprezzare un alto del carattere di James del tutto sconosciuto: gentile, disponibile, dolce e premuroso. James, d’altro canto, aveva scoperto che Lily non era solo una pazza isterica,ma anche dotata di grande senso dell’umorismo e  di allegria fuori dal comune. In parole povere,avevano iniziato a conoscersi e (sempre più da parte di Lily,dal momento che James ne era già così convinto) a piacersi Davvero.
Eppure,entrambi adesso non riuscivano a distogliere gli occhi dai propri piedi e sembrava che la cosa più meravigliosa che avessero mai sentito era il suono sordo dei loro passi nella neve. Quando intravidero le insegne di Zonko, il negozio di scherzi alle porte di Hogsmeade, James si fermò, e si guardò attorno preoccupato,come se si fosse dimenticato qualcosa.
-Cosa? Che cosa c’è?-, gli domandò Lily piuttosto stupita.
Il fatto era che James si era accorto solo ora che non aveva la minima idea di dove portarla,e sicuramente sarebbe stato banale condurla da Madama Piediburro. In quel caso Lily stessa lo avrebbe incenerito con lo sguardo.
-Ehm… dove ti piacerebbe andare?-.
Lily rimase sorpresa. –Non  …. Non so… non possiamo camminare e basta? Poi se fa troppo freddo entriamo da qualche parte-. James fu d’accordo, e si ritrovarono a passeggiare tra le stradine del villaggio.
-Non pensavo che Scrivenshaft fosse aperto. Possiamo andarci un attimo, Potter?Mi serve un calamaio nuovo-, domandò lily a James dopo qualche minuto,avendo avvistato il negozio  in questione con un cartello di apertura eccezionale per la domenica di Halloween.
-Va bene…basta che la smetti di chiamarmi Potter-,le rispose James,la fronte aggrottata.
-Che?-.
-Non puoi chiamarmi per nome?-.
Lily arrossì. -Oh…oh, ok. Scusa-.
Quando furono nel negozio, scoprirono che del calamaio che cercava Lily non ce n’era neanche l’ombra, così decisero di continuare la passeggiata.
Dopo parecchi minuti di silenzio, James decise che era ora di fare qualcosa.
-Senti …ehm… ti va di sederti?-. Dopodichè, la prese per mano e la trascinò su una panchina.
La ragazza era estremamente buffa, seduta lì, con le guance e il naso rossi per il freddo, la sciarpona che la avvolgeva come un pulcino e l’aria imbarazzata e confusa al contempo.
James sorrise, pensando che non ci fosse niente di più bello.
-Cos’hai da guardare? E cosa ci facciamo qui?-, gli domandò Lily scocciata.
-Non so bene perché siamo qui. E guardo quanto sei bella-. James si lasciò sfuggire questa frase prima ancora di formulare il pensiero. Lily arrossì, un po’ lusingata un po’ irritata.
-Pot ... ehm… James-, si corresse,-ti sembrano cose da dire?!-.
-Perché, è la verità!-. James sembrava più che indignato.
-Ehm… grazie.  Ma non credo che dovresti dirlo-.
-E perché no?-.
-Perché-, sbuffò Lily spazientita, incredula che James non riuscisse ad afferrare un concetto tanto semplice,-ti ricordo che io potrei ancora essere propensa a scuoiarti vivo-.
-Ma cosa dici?! Non posso nemmeno farti un complimento, adesso?-.
-Non dico questo … è solo che, ecco, sei un po’ prematuro,ora come ora-.
-Ma tu lo sai che mi piaci,quindi qual è il problema?-, borbottò confuso James.
-Il problema-, sbottò Lily,-è che così mi metti in imbarazzo. Mi hai assillato per sei anni e io ti ho odiato per questo. E ora mi fai dei complimenti e non posso nemmeno essere sgarbata con te!-.
James rise.-Non ti faccio dei complimenti, se vuoi saperlo te ne ho fatto uno, quindi non montarti la testa!-.
Con questa frase spezzò la tensione tra loro e anche Lily cominciò a ridere.
-Davvero, Lily, tu sei davvero … io … sei importante per me, e davvero ti considero la ragazza più bella che abbia mai visto-.
-Smettila Potter … scusa, James. Finiscila, stai esagerando-,lo interruppe Lily, innervosita.
James si offese.-Ma io ti sto confessando i miei sentimenti, lasciami almeno finire!-.
Lily sentì la gola secca.-Addirittura?!-.                                                                          
-Proprio così. Ci tengo davvero a te, e spero che accetterai di uscire con me una seconda volta-.
-Perspicace, Po …James. Non è che stia andando una meraviglia, tutti gelati e con uno scemo seduto al mio fianco che fa il sentimentalone-, sogghignò Lily.
Un sorriso birichino si stampò sulle labbra di James. –Ah sì?-, sussurrò. E,inaspettatamente, si chinò e raccolse un cumulo di foglie secche e ghiacciate, che lasciò cadere senza tanti complimenti sulla testa della povera Lily.
-Che…?Oh,l’hai voluta tu!-. E spinse James, facendolo cadere in un mucchio di fogliame alto quasi quanto lui. Fu così che iniziò un’epica battaglia,che venne interrotta solo quando un diluvio universale decise di scatenarsi sul villaggio.
-Oh cavolo… vieni, Lily,presto!-, rise James,prendendola per mano e trascinandola fino alla… Testa di Porco.

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Capitolo 9
*** Hogsmeade-2 ***


HOGSMEADE-2 


La prima cosa che colpì Lily appena entrata nella locanda fu la puzza di capra e di stalla. All’interno vi erano pochissimi avventori, per lo più maghi e streghe di una certa età; Lily notò anche un paio di giovani maghi con l’aria poco raccomandabile o folle.
James la trascinò fino al bancone, dove il barista strofinava dei calici e contemporaneamente scrutava la pioggia battente fuori dai vetri delle finestre. La sua espressione era torva e Lily pensò di averlo già visto da qualche parte, anche se alla Testa di Porco non ci era mai andata.
Tirò James per una manica del cappotto.-Ehm.. James… non credi che sarebbe meglio se noi ….
Ma James non l’ascoltò, e appoggiò i gomiti sul bancone.
-Hey Ab, tutto bene? E’ da un po’ che non ci si vede-, disse in tono allegro al barista, che sussultò e lanciò un’occhiataccia al ragazzo.
-Perché non c’hai dietro il resto della banda? Dove sono quegli scavezzacollo dei tuoi amici? Mi dovete ancora tre galeoni a testa.-, grugnì. Poi il suo sguardo si posò su una imbarazzatissima Lily. -Oh-, mormorò,-capisco.  Beh, non è che questo sia il posto migliore per portare una ragazza … anche se,-e si guardò attorno con aria afflitta, osservando i pochi clienti,- d’intimità qui ce n’è fin troppa-.
-Smettila di lamentarti, Ab. Dovresti essere contento che ti porti gente nuova, ogni tanto-,lo rimproverò James. -Lily, questo è Aberfoth. Ab, beh, lei è Lily-.
-Ehm … salve-, balbettò Lily. Aberfoth annuì soltanto.-E chi è,la tua ragazza?-, ghignò rivolto a James.
-No-, gli rispose semplicemente il ragazzo, con una tranquillità così spiazzante che Lily sussultò. In casi normali James sicuramente avrebbe dato una risposta positiva, o peggio, avrebbe detto che erano sul punto di sposarsi. –Ci porti due Burrobirre? Vieni Lily-.
Si sedettero ad un unto tavolino di legno in un angolo. Poco dopo Aberforth arrivò con le Burrobirre.
Lily sorseggiò la sua, anche se nona aveva esattamente il sapore di quelle dei Tre Manici di Scopa. Fuori la pioggia non dava segno di cessare.
-Sono ancora pieno di foglie!-,si lamentò James, che, mentre stava bevendo dal suo boccale, si era accorto di averne un po’ nella manica.
-Sei tu che hai cominciato!-, rise Lily.
-Sei tu che mi hai provocato!-.
-Ho solo detto che sei…che cosa?Uno scemo sentimentale? Perché questa non è una provocazione, James,è la verità-.
-Sì, certo, lo so anche io-,rispose James,rabbuiandosi.-Credi davvero che io stia perdendo tempo? Che non ho uno straccio di possibilità,con te?-.
Lily lo osservò:il suo viso era contratto in una smorfia, come se volesse nascondere qualcosa ….
Vederlo così impacciato e sincero le fece tenerezza. –Non sarei uscita con te dopo sei anni di tormenti se non avessi visto possibilità. Non sei una causa persa, mi devo ricredere, purtroppo-.
-Davvero?-, le domandò James illuminandosi.
-Sì. Purtroppo-.
-Uscirai con me di nuovo?-.
-Vediamo come finisce la giornata. Poi ti saprò dire-.
-Mmmh-.
Silenzio. Rumore della pioggia battente mista a grandine.
-Lily?-.
-Mmh?-.
-Tu mi piaci molto di più di quanto riuscirò mai a esprimere, credo-,borbottò poi James.
-Dici  ad Aberforth di smetterla di lamentarsi, ora lo dico io a te. Stai frignando, James.-,sbottò Lily un po’ tropo ad alta voce. Vedendo l’espressione confusa di James, continuò.-Non farti tutti questi problemi. Davvero,non ce n’è bisogno-.
 -Spero che vada tutto bene, allora-.
Ancora silenzio.
-James, non preoccuparti-.
-Cosa..?
-Non voglio che ti preoccupi per me. Non voglio prenderti in giro. Sto iniziando a pentirmi di averti odiato fino ad adesso, scoprendo che non sei un'idiota completo-.
James allungò la mano verso quella di Lily, appoggiata sul tavolo. La appoggiò cautamente su quella, e sentì un brivido che scorreva sulla pelle fredda della ragazza, che nel frattempo er arrossita notevolmente.Con le dita strinse la presa.
-La cosa che mi stupisce è che in così poco tempo sono riuscito a farti cambiare idea su di me. Sono molto sorpreso-.
-Mmm... forse è stato quando mi hai rivelato il tuo piano... o quando ho parlato con Black  .... devo ammettere che è stata una rivelazione-, mormorò Lily pensierosa. Nel frattempo, rifletteva anche sul da farsi: se ritrarre la mano con gentilezza, per fargli capire che forse era troppo, o lasciarla lì, avvolta dal tepore della pelle di james. tutto sommato, non le dispiaceva. Nemmeno un po'.
Rimasero cosìper un po', le loro mani non più fredde. La pioggia fuori cominciòa diminuire, quando il campanello dell'ingresso del locale suonò. Vi entrò lo stesso ragazzo che, settimane prima, era stato incenerito con lo sgaurdo dalla stessaLily.ilnaso adunco era arrossatoper l'aria gelida e i capelli unti e neri gli ricadevano lungo il viso in maniera spettrale.
Lily sobbalzò, irrigidita. James si accorse del repentino cambiamento della ragazza, e avvertì una presenza, che lo disgustò. Severus Piton.
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Piton si avvicinò al bancone, evidentemente ignaro della presenza dei due, e ordinò da bere. Con sè aveva un libro piuttosto malconcio e dava occhiate nervose fuori dalla finestra. Probabilemente aspettava qualcuno.
Passò un po' di tempo prima che si accorgesse di Lily. Nei suoi occhi neri guizzò un lampo di agitazione, prima che diventassero due fessure alla vista di James.
Non proferì parola. E poi, vide le loro mani unite.
Piton sentì qualcosa come spezzarsi dentro di lui. Come se qualcuno avesse preso il suo cuore e glielo avesse spaccato a metà. Sentì tutte le viscere contorcersi nello stomaco, e una fitta di dolore dalle parti delle costole. Si voltò di nuovo verso il barista, cercando di trattenere un conato di vomito. Sentì James Potter sussurare qualcosa di motlo simile ad un "andiamo?" a Lily. Con la coda dell'occhio vide James aiutare una Lily pietrificata ad alzarsi. E li vide avvicinarsi pericolosamente.
Percepì la presenza dei due affianco a lui, che posarono una manciata di galeoni sul banco e salutarono Aberforth silenziosamente. Poi se ne andarono. Piton frenò l'impulso di rincorrere Potter per ucciderlo. Li guardò allontanarsi dal locale, sotto la pioggia. L'ultima cosa che vide prima che svoltassero l'angolo, fu il braccio di James mentre avvolgeva le spalle di Lily.

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Capitolo 10
*** La Brezza ***


LA BREZZA


-Stai bene?-. James strinse più forte a se Lily, mentre si allontanavano dalla Testa di Porco. La ragazza sembrava ancora scossa.
-Certo che … che sto bene. Perchè non dovrei?-.
James si trattenne dall’alzare gli occhi al cielo.
-Se mi dici che stai bene, ti credo-.
Lily annuì, mesta. Non se la sentiva proprio di parlare di Severus. Tuttavia, non riusciva nemmeno a capacitarsi del fatto che James non avesse insultato Piton appena era entrato nel bar o avesse cercato di attaccar briga in un qualsiasi modo. In effetti, ora che ci pensava, questa era un’altra delle altre cose che erano cambiate in James: non lo vedeva comportarsi così da due mesi. Un record, per lui.
Mentre tornavano al castello, James non tolse un attimo il braccio dalle spalle di Lily, e a lei non dispiacque. Le faceva piacere il caldo della stretta e quel contatto.
-James..?
A James si rizzarono i capelli in testa a sentire pronunciare il suo nome proprio da lei.
-Oggi sono stata … bene. Tutto sommato, è andata meglio di quanto mi sarei mai aspettata-.
-Tranne che per l’ultima parte-, completò James, quasi senza volerlo.
-Già. Tranne che per l’ultima parte. Ma, incredibilmente,non è stata colpa tua. Anzi …-.
Camminarono in silenzio fino al castello. I vetri delle finestre riflettevano le centinaia di candele che galleggiavano nel vuoto nella Sala Grande, probabilmente già gremita di studenti: nessuno si sarebbe perso il bancheto di Halloween. Si unirono al fiume di persone che pian piano rientrava nel Castello.
Quando ormai stavano per oltrepassare il portone di quercia, Lily si sentì trascinare per un braccio  in un angola vicino all’ingresso. Solo una torcia illuminava quel piccolo spazio; ciononostante gli studenti continuavano ad affluire chicchierando accanto a loro, senza nemmeno vederli.
Nella penombra, Lily riusciva a malapena a distinguere il profilo di James; ma la cosa che la preoccupava di più era proprio questa: non poter vedere James negli occhi,non  leggere la sua prossima mossa nel suo sguardo, la innervosiva.  
-Cosa fai?-, sussurrò, elettrizzata e preoccupata al contempo.
Percepì il movimento della testa del ragazzo che andava da destra a sinistra. Era un no? Cosa voleva dire “no”? Sentì il fiato caldo di James sulla sua fronte, e in quel momento si rese conto di quanto avesse freddo.
Sospirò. -James, sto congelando. Possiamo almeno entrare?-. Silenzio.
E poi successe. Fu come un soffio di brezza marina, delicata, felice, profumata. Tiepida e dolce, ma anche decisa e dura. E soprattutto rapida.
Qualcosa di ancora più caldo del respiro di James si era posato sulle sue labbra. Il cervello di Lily, congelato dal vento gelido, ci mise qualche secondo per realizzare quello che stava accadendo, ma prima che riuscisse a terminare il pensiero, James si era già allontanato da lei e la cullava ra le sue braccia, con il viso affondato nella massa di capelli rossi. Lily si sentì leggera, mentre appoggiava la guancia destra sul petto di James.
Okey, non l’aveva proprio baciata, più che altra l’aveva sfiorata. Però già il fatto che non gli avesse tirato un cazzotto in piena faccia era positivo. Le farfalle nel suo stomaco, che fino a poco prima erano ancora atrofizzate insieme al resto del corpo,ora svolazzavano allegre, e si diffondevano dalla pancia fino alla punta delle dita e alla radice dei capelli.
Ascoltò il cuore di James, e rimase spiazzata nel sentire che correva veloce come un lepre. Ancora silenzio. Riuscì a sentire un sorriso aprirsi sulle labbra di james appoggiate ancora sulla sua testa.
Era stata una bella sensazione, sì, decisamente molto carina, si ritrovò a pensare stupidamente Lily,mentre James la prendeva per mano e la riportava a scuola. 


ho scritto questo scarno capitoletto dopo settimane dall'ultimo. Mi sento una schifezza. peròmentre lo scrivevo ho pensato che sarebbe stato tenero lasciarlo così,corto, leggero, spiazzante.Magari piace. (questo, tanto per intenderci, non lo considerò come il primo vero bacio tra Lily e James; quello VERO deve ancora arrivare ) :)
enjoy!

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Capitolo 11
*** TUTTO BENE ***


TUTTO BENE


DORMITORIO FEMMINILE

-Com’è andata?-.
-Bene-.
-In che senso?-.
-Nel senso che è andata bene-.
-Ma cosa avete fatto?-.
-Non mi ricordo-.
Al che, Alice scrollò le spalle.
-O ti ha Confusa, o non vuoi raccontarmi niente. Se è così lascio perdere-.
A quelle parole,Lily si riscosse e sembrò uscire dallo stato di trance.
-Scusa. E’ andata bene. Siamo andati a Hogsmeade e poi alla Testa di Porco-.
Alice rise.
-Romantico, devo ammettere-.
-No, non è come pensi! Ha iniziato a piovere prima che potessimo decidere di andare da qualche parte!-.
-Mmmm-.
-E poi siamo tornati indietro-.
-Mmm-.
Lily sbuffò. -Alice, cosa vuoi che ti dica più di questo? -.
-Tu non me la racconti giusta,Lily Evans. Qualcosadi più dev’essere successo,quando sei arrivata sembrava che avessi visto Tu-Sai-Chi!-.
-Be, più o meno. Alla Testa di Porco abbiamo incontrato Severus-.
Alice si portò le mani sulla bocca e trattenne il fiato.- E…?-.
-E niente. Lui e James non si sono nemmeno sfiorati-.
-Caspita! Ciò ribadisce il fatto che Potter è cotto di te… E poi?-.
Lily arrossì violentemente. -Ehm..  lui mi ha, circa, baciata-.
-Ah-aaaah!-.
L’urlo selvaggio di Alice fece spaventare Lily, che sobbalzò e cadde dal letto.
-Sei impazzita?!-.
-TI HA BACIATA?! DOVEVI DIRMELO SUBITO!-.
-Lily le si scaraventò addosso tappandole la bocca.-Non urlare, ti prego!-.
Alice si scrollò l’amica di dosso, con occhi sognanti.- Ti ha baciata?-, sussurrò.
-Più o meno. No, a dire il vero-.
-Ma l’hai detto tu!-.
-Beh… non mi ha dato un vero e proprio bacio. Mi ha… sfiorata-.
Il sorriso di Alice si affievolì di un poco. –Certo che siete proprio strani, voi due-,mormorò pensierosa.
-Non tirare in ballo me!-.
-E perché no, scusa? 
Lily sospirò.-Lascia stare Alice-.
-Non vuoi raccontarmi più niente?-.
-Ho sonno-.
Alice capì che era una battaglia persa. Si infilò nel letto, pensando che forse la mattina dopo sarebbe riuscita ad ottenere più informazioni.


DORMITORIO MASCHILE

-Allora?-.-Che?-.-Com'è andata?-.
-Una favola!-.
Passa un quearto d'ora.
-L'hai baciata?-.
-Sssno-.
-Per la barba di ...!Come no?-.
-Sirius! Lily è sacra!-.
-Okey James. Scusa. Magari lei c' è rimasta male,comunque-.
-Non credo. Buonanotte, Sirius-.
-'Notte-.

Questo capitolo fa pena e l'ho pubblicato molto tardi, ma è solo una cerniera con quello che verrà dopo, che sarà mooooooolto lungo(ho già cominciato a scriverlo) e sperò vi entusiasmerà. Grazie di averlo letto comunque, bacioni

ps: ripensandoci fa ridere quanto gli uomini siano essenziali nei loro discorsi! 
 

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Capitolo 12
*** COMPLICAZIONI ***


COMPLICAZIONI


“Allora…ci vediamo dopo?”. James si maledisse. Il suo tono di voce,rauco e imbarazzato, gli stava facendo fare la figura del perfetto idiota.
Lily finì di masticare l’ultimo boccone di bacon con molta calma. Era ancora un po’ stordita dalla sera prima: il banchetto di Halloween si era dilungato e così un grande sbadiglio le appariva sulla bocca a intervalli regolari di cinque minuti.
“Penso di sì… non abbiamo mica Pozioni, Difesa e Incantesimi insieme?”. Sul volto di James apparve un sorriso ancora più imbarazzato.
“Ehm..io.. non intendevo a… sì insomma, a lezione… ehm..”
“James! Datti una mossa!”. L’ululato di Sirius dall’altro capo della Sala Grande raggiunse i timpani di entrambi. James sospirò. “Devo andare”.
“Me ne sono accorta”,gli sorrise di rimando Lily.
“Beh… allora a dopo”. Così dicendo James si gettò la borsa sulla spalla e, mentre si alzava dalla panca, sfiorò le spalle di Lily con una carezza. Poi corse da Sirius e insieme si allontanarono, confabulando tra loro su qualcosa di ignoto a Lily.

La giornata passò. Non riuscirono a vedersi,comunque; James seppe all’ultimo minuto che l’allenamento di Quidditch era stato anticipato e Lily aveva deciso che ripassare erbologia per la terza volta sarebbe stata la migliore attività che le si prospettava per quella sera.
Alle sette e mezza in Sala Grande la maggior parte degli studenti era raccolta a cena; Lily era scesa con Alice giusto per buttar giù qualcosa, anche se in realtà uno strano groppo allo stomaco le impediva di mangiare alcunché. Riuscì a vedere James di sfuggita che, in fretta e furia, usciva dalla Sala esattamente nel momento in cui lei vi entrava; si sforzò di convincersi che fosse un caso.
-Ho sentito la Rotscild dire alla Fischer che Mandy Midgen andrà ad “assistere” agli allenamenti di Grifondoro, questa sera-, informò Sirius Black con un sorrisetto ad un disinteressato Remus Lupin, ad un paio di posti di distanza da Lily e Alice.
La rossa, captando l’affermazione, si irrigidì.
-E-, proseguì Sirius, ignaro della bomba che stava lanciando,-so quasi per certo che, dal momento che si è stancata di aspettare, la Midgen parlerà con James-.
-Che COSA?!
Sia Sirius che Remus sobbalzarono, così come parecchi altri attorno a loro. Lily, rossa in volto e con gli occhi fiammeggianti, si abbandonò il  suo posto e Alice e, calciando la panca, si infilò tra i due ragazzi.
-Che c’è?!-, sibilò Sirius.
- Di cosa si è stancata di aspettare,esattamente,la Midgen?-, soffiò Lily.
-Abbassa la voce!
-DI COSA?!
-Abbassa la voce! Promettimi che se te lo dico non ucciderai ne me ne James-.
-Sì, sì, te lo prometto-.
-Non farai nulla di insensato, idiota o che possa sporcare la tua fedina penale-.
-Giuro-.
-Va bene. La Midgen ha una cotta per James da circa un mese, lo so perché l’ho sentito dire sempre dalla Rotscild che lo diceva alla Fischer, e stasera vuole passare all’attacco-, spiattellò Sirius.
-Quella brutta…
-Evans, contieniti!... Dove cavolo vai?!-, chiese Sirius colto alla sprovvista. Lily infatti si era alzata dal tavolo e stava già correndo in direzione della Sala d’Ingresso.
-A ucciderla!-.
Sirius guardò prima Remus,poi Alice,che nel frattempo gli si era avvicinata.
La ragazza scosse il capo.  –Sei un genio, Black. Davvero un genio-.
-Ma che ho fatto?!-.
-Lascia perdere,amico-, intervenne Remus.

*********

Lily attraversava il prato già illuminato da un debole luna in direzione del campo da Quidditch.
La rabbia provata fino a cinque secondi prima iniziava a scemare, e si sostituiva alla preoccupazione.
Se Mandy Midgen gli parlava prima degli allenamenti,allora era finita. Non avrebbe mai raggiunto gli spogliatoi in tempo. Ma se avesse deciso di parlagli dopo, sarebbe riuscita di certo a bloccarla.
In realtà non sapeva bene chi fosse quella Midgen… ricordava solo che era una ragazza biondina di Corvonero, del settimo anno, famosa per le sue numerose relazioni e i voti abbastanza scadenti che non si confacevano alla Casa a cui apparteneva.
Arrivata al campo di Quidditch, Lily si rese conto che l’allenamento era già cominciato, e quindi decise di andare a sedersi sugli spalti, per tenere sotto controllo la situazione.
Non c’erano molti spettatori, forse perché il cielo prometteva neve, ma comunque, decise di posizionarsi in un angolo isolato. Al buio ci mise un po’ per riuscire a distinguere la sagoma di James che si librava nell’aria. Ancor prima di decidere se fargli un cenno per attirare la sua attenzione, una figura si sedette un gradino più sotto di lei. Non ci fece molto caso,almeno fino a quando la figura in questione non si voltò verso di lei e le rivolse la parola.
-Tu sei Grifondoro? -.
-Ehm…
-Conosci Potter? James Potter?-.
-Io…sì-.
-E tu…aspetta,aspetta….DAI JAMES! -.Lo strillo acuto e infantile prese alla sprovvista Lily.
-FORZA JAMES!-, ripetè la ragazza di fronte a lei. Un fremito d’orrore invase la rossa. Possibile che…


ciao a tutti! dopo 1234567898765432123456789098765432 anni sono tornata. avevo promesso che il capitolo successivo sarebbe stato un po' più corposo, ma ho pensato che dopo non c'era suspance se mettevo tutto in questo! cerco di caricare la seconda parte domani, così non mi ammazzerete, almeno non subito. ok, addio <3
 

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Capitolo 13
*** COMPLICAZIONI-2 ***


COMPLICAZIONI-2

Lily, ancora paralizzata, cercò di chiarirsi le idee. La ragazza che le si agitava davanti non POTEVA essere Mandy Midgen. Non poteva. Se la ricordava decisamente più bruttina, quasi insipida; quella che si sbracciava urlando il nome di James era decisamente una bella ragazza,forse un po’ troppo tirata a lucido,ma pur sempre attraente.
-Mi dicevi che ci conosci Potter-.
Lily sobbalzò.-Co… Io..sì-.
-Perfetto. Allora tu saprai dirmi se sono il tipo adatto a lui-.
Lily riflettè per un istante. Tirarle un cazzotto in pieno viso avrebbe sicuramente smascherato le sue intenzioni, quindi cercare di fare l’indifferente era la scelta migliore.
-Beh..non saprei-.
-Certo che sono il suo tipo-, ribattè Mandy con voce minacciosa,-voglio dire, guardaci: saremmo perfetti insieme,  combaceremmo alla perfezione: e poi, mi intriga il fatto che potrei diventare la sua PRIMA  ragazza ufficiale! Ma che resti tra noi,eh?
-Io non credo che lui…
-Anche se in realtà so per certo che lui è fissato con una squinzietta, di Grifondoro, capelli rossi, secchiona, isterica…. Non so cosa possa trovarci in lei…
Al che, Lily tirò un sospiro a metà tra il divertito e il seccato. Probabilmente,con il buio,Mandy non doveva averla riconosciuta.
-Comunque… come hai detto che ti chiami?-.
-Io… non l’ho detto-.
-Beh,io sono Mandy, e sono di Corvo… DAI JAMES, IL BOCCINO E’ LA’, LA’ DAVAN..
-Zitta! Cioè,volevo dire… non urlare!
-E perché scusa?-, ma Mandy era già tornata a occuparsi dell’allenamento,e Lily decise che risponderle sarebbe stata una totale perdita di tempo.
Passò almeno un’ora (tra urla deltipo: DAI JAMES, NON MOLLARE! e TI AMO,JAMES!)  prima che i giocatori planassero sulla soffice erba del campo e chiacchierando tornassero agli spogliatoi. Gli spalti iniziarono a svuotarsi, e anche Mandy decise che era ora di andarsene.
-Se conosci così bene Potter, puoi accompagnarmi da lui e presentarmelo!-, propose a Lily con un sorrisoa trentadue denti.
-Sì, è una buona idea!-, sorrise Lily di rimando, cercando di stare al gioco.
Si diressero a passo svelto in direzione degli spogliatoi, e mentre Mandy le rifilava una serie assurda di sciocchezze che avrebbe potuto dire a James,Lily rifletteva. La cosa migliore da fare era raggiungere il ragazzo e porre fine alla cosa una volta per tutte:tentare di rimandare il loro incontro non avrebbe di certo fermato Mandy-la-Sciacquetta, poiché, prima o dopo,il modo di parlargli l’avrebbe trovato.
In prossimità dello spogliatoio maschile, Lily ebbe un’idea.
-Ehm…Mandy… che ne dici se entro prima io e … chiedo a James cosa ne pensa?
-Di cosa?
-Insomma...lo preparo al vostro…grande incontro!-.
Mandy strabuzzò gli occhi. -Saresti davvero gentilissima,sai?-.
-Beh, allora vado-.
Lily si appostò dietro alla porta, sbirciò all’interno,e si accorse che,quasi a farlo apposta, James era l’ultimo rimasto.
-Ciao-,disse storcendo il naso, dal momento che entrando lì dentro ebbe la spiacevole sensazione di essere appena stata buttata in un letamaio.
James sobbalzò e per poco non cadde dalla panchina sulla quale era seduto e si allacciava le scarpe da tennis.
-Lily?! Oddio, mi hai fatto prendere un colpo!
-Scusa!-.
Silenzio. James barcollò fino a lei e la strinse a se goffamente.
-Ehm…dimmi tutto-.
Lily arrossì lievemente. –Ecco, James… ti devo dire una cosa. Là fuori c’è…una…ehm…-si trattenne a stento dal dire megera,-ragazza. Si chiama Mandy Midgen-.
James la fissò allibito.-Temo di non capire-.
-Beh…le piaci,e…
-E…?
-Oh,senti, mi sta facendo impazzire, Sirius a cena ha detto che aveva sentito dire dalla Rotscild che lo diceva alla Fischer che la Midgen voleva parlarti, perché le piaci, e io mi sono arrabbiata e sono venuta qua ma l’ho incontrata e allora lei si è messa ad urlare “forza James”, e seti avesse avuto lì si sarebbe strusciata come una gatta,  e allora io mi sono preoccupata e sono venut…
-Aspetta: era lei che urlava “forza James”? Quella biondina?
Lily trasse un profondo respiro. –Sì!-.
-Ah! Beh, è stato molto carino, insomma…-, e James si bloccò, rendendosi conto che la faccia di Lily era diventata viola.
-CARINO?
-Beh,scusa, divertente, sì, insomma…
-IO SONO QUI AD AMMAZZARMI PER TE, E TU DICI CHE URLARE COME UNA GALLINA E’ “CARINO”? TI HO VISTO, QUANDO HO DETTO “STRUSCIARSI COME UNA GATTA”, TI HO VISTO COME GONGOLAVI!
-Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che tu sia gelosa-,la punzecchiò James, incapace di trattenersi.
-IO…COSA… COME OSI? -, ruggì Lily, ormai fuori di sé. Gli si avvicinò con fare minaccioso.
-Ma cosa ho fatto di male?
-LA APPOGGI!
-Io non ne sapevo niente di questa storia … e se a te piace fare la gelosa, non ci posso fare niente! Non è colpa mia se è pazza di me-, mormorò con un sorriso, cercando di sdrammatizzare.
Gli occhi di Lily si riempirono di lacrime di rabbia. –SEI DAVVERO UN…-,ma si interruppein tempo.
-UN COSA,PER L’ESATTEZZA?                                               
-SEI UN DEFICIENTE,POTTER!
-AH SI’? SE NON SONO ALLA TUA ALTEZZA POTEVI DIRMELO ANCHE PRIMA! POTEVO ANDARE DIRETTAMENTE DA LEI E RISPARMIARMI UNA FATICA DUARATA SETTE ANNI!
-E VACCI,ALLORA! VAI DA LEI!-, e con questo, Lily girò sui tacchi e,con un ultimo singhiozzo, uscì dallo spogliatoio,lasciando James furente e una Midgen che ebbe il coraggiodi dire a Lily con aria stralunata:-Ma allora sei tu la squinzietta!-.


ecco qui. spero vi piaccia. baci :)

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Capitolo 14
*** LILY E JAMES. ***



LILY E JAMES.


La settimana seguente Lily prese a mangiare poco.
 
James cominciò ad avere strani comportamenti, come il saltare ogni volta che una ragazza con i capelli rossi passava nell’area del suo Radar-Acchiappa-Lily o il nascondersi dietro a statue / colonne / alberi o qualsiasi altra cosa fosse abbastanza grande per coprirlo dalla visuale di ragazze biondine.

Mandy Midgen, dal canto suo, non raccontò ne alla Rotscild ne alla Fischer di quei due pazzi che si erano urlati addosso nello spogliatoio; preferì pensare che entrambi fossero affetti da una grave forma di vaiolo di drago non ancora identificata, che colpiva dall’interno e pian piano spappolava il cervello del malcapitato.
 
Ciò che feriva di più Lily era  il fatto che quella sera lui non l’aveva seguita,non aveva cercato di chiarirsi con lei, e non l’aveva fatto nemmeno nei giorni successivi,anzi, tendeva ad evitarla il più possibile. Una strana cantilena la assillava ogni ora della giornata: “Sei una stupida, è colpa tua, non è vero,la colpa èsua! E’colpa tua stupida, hai creato tu questo caos, non è vero, è lui che ha tiratola corda…!”. Ovviamente,nel suo profondo, Lily sapeva benissimo di aver fatto una grandissima stupidaggine ad attaccare in quel modo James. In fin dei conti lui non le aveva fatto niente, non era mica colpa sua se la Midgen aveva deciso di avere un’improvvisa cotta per lui….”Sì, ma lui l’ha appoggiata!”.

James, al contrario di Lily, aveva una solo una domanda che gli faceva perdere la testa. “Che diavolo ho fatto?!”

Una domenica mattina, circa una settimana e mezzo dopo la litigata, Lily si svegliò di colpo e completamente. Tremava come una foglia, e si accorse pochi secondi dopo di avere il viso inondato dalle lacrime. “James..”, sussurrò. E così, prese una decisione.
 
Alle nove in punto Lily scese a fare colazione, da sola. La sala Grande era praticamente vuota; la maggior parte degli studenti dormiva ancora. Sapeva perfettamente bene che James la domenica mattina, in quel periodo dell’anno, aveva gli allenamenti di Quidditch, quindi non si stupì di trovarlo da solo seduto al tavolo di Grinfondoro, con i capelli più scompigliati che mai, un’aria afflitta di chi vorrebbe essere ancora tra le coperte, mentre cercava invano di infilarsi in bocca una forchettata di bacon a occhi chiusi.
Lily si passò una mano tra i capelli, prese fiato e marciò nella sua direzione. Arrivata esattamente di fronte a lui, indugiò un attimo, e dovette fare uno sforzo per non tornare indietro. James aveva ancora gli occhi chiusi, ma captò il movimento davanti a lui e li spalancò di colpo. Quando si vide Lily davanti, il bacon che stava masticando gli andò di traverso e iniziò a tossire, senza riuscire a respirare.
-Anapneo!-, scandì Lily un millesimo di secondo dopo, e James tornò a respirare, rosso in volto. Lei si lasciò cadere pesantemente sulla panca.
-Ciao.
James la fissò stralunato. –Cia…o-.
-Come stai?
-Be…bene. Cioè, in realtà no, stavo per morire soffocato…
Lily sorrise brevemente. –Meno male che c’ero io-.
-Se non ci fossi stata tu non mi sarei neanche ingozzato.
-Beh, se ti do fastidio tolgo il disturbo…
James la bloccò.-No! Cosa…cosa c’è?-.
-Volevo solo dirti…che… io… volevo parlare-.
James alzò le sopracciglia.-E di cosa, per l’esattezza? Del fatto che ci ignoriamo da quasi due settimane?-. Lily arrossì violentemente.-Più o meno-.
-Allora?-.
-Allora cosa?-.
-Non mi devi delle scuse?-.
-Delle scuse?-.
-Pensavo che fosse questo quello che dovevi dirmi-.
Lily  lo guardò, arrabbiata. –No, non era per questo che sono venuta qui-.
-E per cosa, allora?!-,ribattè James, offeso,-per ribadire il concetto che sono un perfetto idiota? Lo so già, grazie-.
Lily era allibita.
-Sono un idiota, sì, perché non sono venuto da te prima per chiarire la situazione. Ma non mi incolpo per nient’altro che questo-, continuò il ragazzo,-e non ti farò delle scuse per qualcosa che non ho fatto! Sei arrivata nello spogliatoio e hai iniziato a sbraitarmi contro, hai fatto tutto da sola!-.
Lily sentì un groppo salirle in gola. Si sforzò di non piangere. James aveva maledettamente ragione.
-Beh, ho sbagliato…
-Ti turba tanto dire semplicemente “mi dispiace”?
-Senti, sto cercando di scusarmi con te!-.
James battè un pugno sul tavolo, facendo sobbalzare due ragazzini del secondo anno, che strisciarono velocemente il più lontano possibile dai due. –La verità è che sei troppo orgogliosa per ammettere che PER UNA VOLTA non è colpa mia!
Lily si alzò di scatto, adirata. Ormai le lacrime le scendevano lungo le guance, ma non le importava più di tanto.
-Non urlare…
Anche James si alzò. Lily vide con chiarezza la maturità e l’ardore nei suoi occhi nocciola. Senza aspettare che il ragazzo aggiungesse qualcosa, corse via.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
 
Quel pomeriggio Lily non potè fare a meno di scendere al campo di Quidditch. Diluviava,ma una forza irresistibile la attirava in quella direzione. Si sedette più in fondo che potè sugli spalti, mentre la squadra di Grinfondoro si allenava con costanza. Dopo due ore, i giocatori planarono fino a terra, e anche lei si alzò, gettandosi la borsa in spalla. Scendendo James la vide, e i loro sguardi si incrociarono per un brevissimo istante. Poi lui si gettò la scopa sulla spalla e si raggiunse i compagni negli spogliatoi.
Lily, affranta, si avviò verso il castello, sotto una pioggia battente. Ovviamente il cappuccio della mantella non la riparava affatto, anche la borsa di cuoio cominciò ad inzupparsi. In pochi minuti era completamente fradicia. Mentre goffamente cercava di evitare le pozzanghere e raggiungere almeno un albero sotto al quale ripararsi, sentì il capo improvvisamente libero dalla pioggia. Alzando di scatto lo sguardo, potè notare un James fradicio almeno quanto lei in sella alla scopa, il quale reggeva un ombrello rosso proprio sopra il suo capo. Lui le sorrise, gentile, e,-possibile?!-,con dolcezza.
-Sei zuppa-, le disse, sovrastando il rumore dell’acquazzone.
-Non sei messo molto meglio di me-. 
Lui balzò giù dalla scopa, e si riparò anche lui sotto l’ombrello. Erano vicinissimi.
-Dobbiamo smetterla di litigare…-, mormorò.
Lily chinò il capo, sospirando.-Scusami, davvero. Sono una stupida… mi dispiace tanto. Tu non hai fatto niente-.
James le prese il volto tra le mani,lasciando cadere l’ombrello.-Potrei anche perdonarti, sai?...
E poi accadde. Fu un bacio lento e profondo, e ognuno dei due potè comprendere l’altro, entrargli dentro. I fili dei loro pensieri presero a correre insieme e diventarono una cosa sola.
Lily si aggrappò alla schiena del ragazzo, incurante delle sue dita che premevano troppo forte.
James si staccò da lei e la guardò negli occhi, quei bellissimi occhi verdi. –Conosci qualche incantesimo che impedisca al mio cuore di uscirmi dal petto?-.
Lily rise insieme a James. Poi lui si fece serio.
La baciò di nuovo, con un diverso ardore, più violento di prima.
-Ti amo, Lily Evans-. 
Il cuore di Lily ebbe un sussulto. Una lacrima invisibile le corse lungo la guancia sinistra. Poi sorrise.
-Anche io, James Potter-.
Un’unica sagoma si stagliava sotto la pioggia, adesso.
 Lily e James.

Ciao bellllllllissimi! sono stra gasata, questo capitolo mi ha fatta emozionare, quindi spero che piaccia anche  a voi! so che il bacio sottolapioggia è banale, ma dopo aver visto una fan art di Burdge-Bug ho avuto l'ispirazione! (non è finita la ff, la continuerò, prometto!) baci, a prestissimo

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