Peacock - Crisscolfer Version

di AmaleenLavellan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Peacock - Crisscolfer Version (part 1) ***
Capitolo 2: *** Peacock - Crisscolfer Version (part 2) ***



Capitolo 1
*** Peacock - Crisscolfer Version (part 1) ***


Ed eccomi qui con una nuova CrissColfer! Seriamente, non riesco ad avere altro per la testa .-. 
Oh, beh!

Questa fanfiction si riferisce a Peacock (che ha anche un seguito Smut, You Make Me Lose Control), nella quale Kurt fa una scommessa con Puck, che non crede che Blaine diventi una belva quando perde il controllo... E sì, abbiamo tutti capito a cosa si riferisce xD
è della meravigliosa Black_Hole_, mia adorata amica e beta, senza la quale Chris non sarebbe di una bellezza eterea, ma ETERA (sì, questi sono gli effetti dello scrivere alle due di notte). LEGGETELA! :D

La canzone di cui si parla è Peacock di Katy Perry e se non ce l'avete presente.. Beh, andate a leggere il testo e capirete xD

La fic dovrebbe essere una OneShot, ma l'ho divisa in due parti perchè è venuta fuori abbastanza lunga..!
Domani posterò l'altra v.v 
Quindi, che dire... Buona lettura! :D
 









«CHE COSA?!»
L’urlo proveniente dalla sala di registrazione sembrò scuotere gli studios dalle fondamenta, tanto era forte.
 
«Andiamo, Chris, hai ballato Single Ladies in un body e un gilet fatto di lustrini, la tua mi sembra una reazione veramente esagerata per una canzone così da poco...»
«Esagerata?! ESAGERATA?! Preferirei indossare body per il resto della mia vita piuttosto che cantare questa- questa cosa!»
«Andiamo, Colfer, sei o non sei un uomo?! Smettila di lamentarti e considera questa canzone come un… un’occasione!»
«Occasione per cosa?! Per morire d’imbarazzo?! Non so se hai letto il testo, Lea, ma questa canzone parla di tutto, tranne che di pavoni! Dio, mi sento sprofondare solo a leggere la prima strofa, anzi, no, il primo verso!»
 
«Questo perché sei un adorabile innocentino, Colfer.»
 
Ecco, ci mancava solo Mark con i suoi commenti deficienti.
Chris voleva suicidarsi. Sì, lanciarsi dalla finestra poteva essere una buona idea – no, un attimo, si trovavano al piano terra.
Forse poteva provare a impiccarsi utilizzando i cavi dei microfoni?
Auto-soffocarsi con la Diet Coke sarebbe stata decisamente una bella morte, pensandoci; nessuno avrebbe immaginato che se la sarebbe fatta andare di traverso di proposito… 
Lea sospirò. «Darren, per favore, ci parli tu? Magari con te ragiona e smette di fare il bambino.», domandò, rivolta verso il ragazzo riccioluto.
Ma Darren era troppo impegnato a stare a bocca aperta e ad occhi spalancati, per poter prestare attenzione a lei o a qualsiasi essere umano sulla faccia della terra. Le sue mani tremavano leggermente, mentre tenevano stretto il copione che aveva ricevuto appena mezz’ora prima, ed il suo sguardo era fisso su quella parola, il titolo della canzone che Kurt avrebbe dovuto cantare a Blaine.
 
Peacock.
 
Non ci sarebbe stato alcun problema, se non fosse stato che il corpo di Blaine era il suo, e quello di Kurt era lo stesso di Chris Colfer.
Il perfetto, bellissimo, meraviglioso, talentuoso e fin troppo sexy Chris Colfer.
Ovvero, il suo ragazzo segreto.
Decisamente, qualcuno lassù aveva deciso di porre fine alla sua vita. Forse, senza accorgersene, aveva fatto qualche torto a Ryan ed il direttore si stava vendicando, uccidendolo lentamente e dolorosamente.
 
 «Ehm… Darren? Sei con noi?», tentò di riportarlo alla realtà Lea, sventolandogli una mano davanti alla faccia.
Nulla da fare.
Criss era pietrificato dallo shock e nulla, neanche la bacchetta di sambuco, avrebbe potuto dissolvere l’incantesimo che si era appropriato del suo corpo.
«DARREN!», gridò lei alla fine, vedendo che nulla sembrava riscuoterlo. L’uomo sussultò leggermente, lo sguardo confuso, sbattendo varie volte le palpebre come se qualcuno l’avesse svegliato di soprassalto.
«…Eh?», mormorò, fissandola spaesato.
«Ma che vi prende oggi, a voi due?!», esclamò la donna, spazientita, «Tu sei partito per un mondo lontano e quell’altro non fa altro che lamentars- OH CIELO CHRIS NON DIRMI CHE STAI CERCANDO DI SOFFOCARTI CON LA DIET COKE!»
Colfer tossì, mentre i suoi polmoni reclamavano aria con alcune convulsioni. Dannata Lea. Aveva distrutto il suo piano.
La donna lo fissava, allibita.
«Io me ne vado!», esclamò, alzando le braccia al cielo, facendo un’uscita di scena degna della miglior Rachel Berry. Decisamente, quella ragazza era entrata troppo nel personaggio.
 
Chris si avvicinò a una sedia e vi si lasciò cadere, con un sospiro frustrato e distrutto.
Non poteva.
Semplicemente non poteva fare una cosa del genere.
Certo, aveva fatto cose molto più imbarazzanti per quel telefilm, come indossare il costume di Bad Romance; inoltre c’erano state le infinite volte in cui era stato costretto a vestirsi con cardigan e pantacollant o maglioni lunghi perché così era il personaggio di Kurt…. senza contare quando aveva dovuto ballare Single Ladies in un body. Davanti a centinaia di persone, se si contavano i Live di quell’estate.
Ma nulla, nulla era paragonabile a quella canzone.
Perché ballarla davanti a un gruppo di tecnici annoiati e membri del cast divertiti, con un direttore che continuava a urlare dandogli indicazioni, era un conto.
Ma farlo per Darren Criss, il suo fottuto ragazzo, era decisamente un altro.
Ragionandoci, non sapeva nemmeno perché si sentisse in imbarazzo: con Darren poteva essere se stesso, semplicemente; fare qualsiasi cosa sapendo che non sarebbe stato considerato stupido o assurdo o strano. Probabilmente non era nemmeno il fatto di dover cantare e ballare una canzone che parlava di uccelli – e non certo con il significato casto del termine – al suo ragazzo a spaventarlo; quanto piuttosto cantarla e ballarla per il suo ragazzo davanti a, come minimo, una ventina di persone.
 
Tutti pensavano che loro due fossero dei grandi attori, per riuscire a trasmettere così tanta emozione con un solo sguardo – la realtà di cui nessuno era a conoscenza è che le loro vere doti di recitazione emergevano quando non giravano, e fingevano di essere solo buoni amici.
Questa volta, però, non si trattava di girare una scena tanto dolce da essere diabetica, nella quale avrebbero potuto dichiararsi tali cose l’un l’altro e dissimularlo. Il tutto andava al di là della dolcezza: qui si trattava di istinti. Si sarebbero mangiati con gli occhi a vicenda, tutti l’avrebbero notato e avrebbero capito.
Dio, ne era sicuro, avrebbe guardato negli occhi di Darren e ogni gesto di entrambi sarebbe stato di più: lui si sarebbe accomodato tra le sue gambe con uno sguardo provocante ed entrambi avrebbero pensato alla sera prima, quando aveva compiuto lo stesso gesto, ma senza il fastidioso ostacolo dei vestiti tra di loro, e Chris avrebbe ripensato al fatto che subito dopo Darren gli aveva avvolto le gambe attorno alla vita e lui era sceso con le labbra a-
No.
Decisamente non era il caso di pensarci adesso. Non quando si trovava in mezzo ai suoi colleghi. Non quando aveva il problema di dover cantare quella canzone da risolvere. Doveva trovare il modo di far cambiare idea a Ryan, doveva-
«Andiamo, Colfer, smettila di fare l’esagerato. Sappiamo tutti che l’unico motivo per cui sei preoccupato, è che quella canzone non la canterà Kurt a Blaine, ma Chris a Darren…», ghignò Mark. Chris arrossì – dannazione, quel ragazzo era tanto idiota quanto perspicace – ma dissimulò l’imbarazzo con una delle sue solite battute.
«Certo, come no. Parli tu, che con Chord non avrai di questi problemi, giusto? Puck non dovrà mai cantare qualcosa del genere a Sam…», commentò, con finta nonchalance, senza degnarlo di uno sguardo e accavallando con eleganza le gambe.
«Ehi! Non mettermi in mezzo, non ti ho fatto niente!», esclamò Chord, che stava giocando a carte con Kevin, sentendosi ingiustamente preso in causa. Nella stanza scoppiò un’ilarità generale, mentre Mark borbottava un “Hai ucciso tutto il divertimento”, con sguardo offeso.
Chris tirò un sospiro di sollievo. Certo, sapeva che tutti scherzavano, parlando di lui e Darren come coppia, ma ogni volta aveva paura che alla fine, il cast scoprisse la verità sulla loro relazione.
Sarebbe stato un disastro, un vero disastro. Se anche solo una persona l’avesse scoperto, la voce sarebbe girata di sicuro, il mondo l’avrebbe saputo, li avrebbero accusati di poca professionalità e avrebbero tutti dato addosso a Darren facendo pettegolezzi sul fatto che l’uomo si fosse sempre dichiarato etero.
Non potevano rischiare, per questo tenevano tutto nascosto.
 
Sospirò ancora ed, esitante, alzò lo sguardo lanciando un’occhiata a Darren, sperando di ricavarne conforto… Ma gli venne voglia di sbattere la testa contro il muro dalla frustrazione.
L’Hobbit continuava a fissare con sguardo vitreo il copione, senza vederlo realmente, in uno stato di trance profonda. Quasi come se avesse sentito gli occhi dell’amato su di sé, si voltò improvvisamente verso Chris, sbattendo velocemente le palpebre.
Poi guardò di nuovo il copione.
E poi ancora Chris.
E poi di nuovo il copione.
Si passò una mano tra i capelli, mentre scorreva con lo sguardo quelle parole per l’ennesima volta, ancora ad occhi spalancati.
 
Così non aiuti, Harry Freaking Potter, pensò Chris, sull’orlo dell’esasperazione. Sicuramente Darren, in quel momento, aveva i suoi stessi pensieri.
Eppure il soprano si sbagliava.
Darren, infatti, non stava pensando al fatto che tutti avrebbero scoperto la loro relazione e sarebbe stata la sua fine, non stava pensando al fatto che avrebbe guardato Chris e avrebbe voluto scoparselo lì, davanti a tutti. In effetti, a malapena stava pensando.
In quel momento stava solo cercando di trovare un modo per non morire quando Chris gli avrebbe fatto la danza del sesso davanti agli occhi.
 
Per la barba di Merlino.
 
Chissà come i fan avrebbero reagito alla morte di Darren. Di sicuro nessuno si sarebbe suicidato per il dolore, però per Ryan sarebbe stato difficile inserire la morte di Blaine nella serie. Beh, in effetti di positivo c’era che avrebbero potuto usare il suo cadavere per girare la scena del funerale… per rendere il tutto più realistico, insomma. A meno che non fosse esploso; a quel punto sarebbe stato un problema.
Chris sicuramente avrebbe recitato bene la parte dell’impazzito di dolore per la morte del suo uomo…
Oh cielo, Chris!
Non poteva lasciarlo solo a questo mondo!
Se fosse morto il suo ragazzo, per affogare il dolore nell’alcool, sarebbe sicuramente andato ad ubriacarsi in qualche locale gay squallido e qualche modello californiano squallido dal nome squallido (Darren decise che si sarebbe chiamato Carl) avrebbe buttato lì una frase squallida per fare colpo. Chris ci sarebbe cascato, perché insomma, cosa vuoi che sia un Hobbit esagitato, iperattivo e morto in confronto a un modello alto, biondo, abbronzato, muscoloso, alto? E si sarebbero baciati e avrebbero fatto l’amore e si sarebbero sposati; Ryan gli avrebbe dato la parte di Blaine per non perdere tutte le Klainer, dicendo, come giustificazione per il cambio d’aspetto, che per sfuggire a un assassino Blaine aveva dovuto tingersi i capelli e andare in giro indossando lenti a contatto… Carl e Chris avrebbero avuto un figlio e si sarebbero trasferiti in una casetta in campagna, e poi dopo avergli rubato l’amore della sua vita Carl si sarebbe presentato agli Starkid e avrebbe cominciato a scrivere canzoni per loro e presto tutti l’avrebbero dimenticato e la sua tomba sarebbe rimasta priva di fior-
 
«DARREN!»
 
L’urlo di Chris lo riscosse dal suo mondo di fantasie. O forse no.
 
«NON ANDARE CON CARL, CHRIS! Ti sta solo usando! Non fidarti dei suoi addominali scolpiti e dei suoi occhi verdi e penetranti!», esclamò Darren, spaventato a morte, afferrando per le spalle Colfer, che si era alzato ed era davanti a lui con le braccia incrociate. Lo sguardo di Chris si fece confuso, mentre inclinava leggermente la testa.
«Chi è Carl?», domandò, perplesso.
«Il modello californiano con cui ti sposerai ed avrai figli dopo che sarò morto per autocombustione!», esclamò l’altro aprendo le braccia, come se fosse una cosa ovvia.
Chris spalancò gli occhi dalla sorpresa.
 
Ma che-
Cos-
Eh?
 
Improvvisamente lo sguardo del minore si fece comprensivo e preoccupato, e gli poggiò le mani sulle spalle, chinandosi di poco verso di lui.
«Darren Everett Criss, dovrai essere pienamente sincero con me. Dimmi la verità. Hai di nuovo cercato di mischiare borotalco, bicarbonato e succo di limone per creare la Felix Felicis e poi hai bevuto il tutto, vero? Darren, te l’ho detto un sacco di volte che non devi, perché ingoiare cose del genere fa male a quel poco che rimane del tuo cervello.», affermò, con tono solenne.
Criss incrociò le braccia, emettendo un piccolo sbuffo deluso.
«Non potevi dire semplicemente che non mi tradirai con Carl, e farmi felice?».
«Ssssst!!», esclamò Colfer, improvvisamente spaventato. Lanciò qualche occhiata a destra e a sinistra, per accertarsi che nessuno avesse sentito. «Per tua fortuna sono usciti tutti cinque minuti fa, quando hanno visto che non ti svegliavi dal tuo stato di trance, e quindi non ti ha sentito nessuno.», sospirò, sollevato. Poi sembrò ricordarsi di un particolare, nella frase assolutamente stupida del suo ragazzo.
 
«Senti, ma perché dovresti morire per autocombustione?»
Darren incrociò le braccia, facendo un piccolo movimento verso l’alto con il capo. «Te lo dico solo se mi prometti che ti terrai lontano da Carl.»
Il soprano si trattenne dal sospirare ancora, e si limitò a scuotere la testa con rassegnazione. Quella situazione stava diventando assurda. «Va bene, te lo prometto, starò lontano da Carl e sarò fedele solo a te per il resto della mia vita… Ora dimmi, perché diavolo dovresti morire?»
«Perché ti guarderò ballare Peacock e morirò per autocombustione, oppure esploderò, quello dipende da quanta tensione sessuale riesco ad accumulare in meno di due minuti in cui tu mi sventoli il tuo sedere in faccia. Davanti a tutti. Quando io non posso neanche afferrarti e scoparti sul posto.», affermò, con una certa ovvietà, come se stessero parlando del tempo.
Chris rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva.
«Non dire cose del genere!», esclamò, con un tono di voce che saliva di qualche ottava.
Fece una pausa, ed improvvisamente il suo sguardo diventò determinato. «E comunque parlerò con Ryan di questa storia. Andiamo, Kurt e Blaine fanno chiaramente sesso e tutto ciò che fanno vedere è uno sfregamento di nasi, però poi trasmettono una canzone in cui un ragazzo dice all’altro di voler vedere il suo pavone, quando è più che chiaro che stia parlando di ben altro uccello?! Oh, no, questa è troppa incoerenza anche per Glee! Sono sicuro che Ryan si è sbagliato, non ha accettato una cosa del genere, o forse, anzi, sicuramente questo è tutto uno scherzo! Certo! Ora vado a parlare con lui e si sistemerà tutto!».
Il più piccolo aveva cominciato a parlare così velocemente che Darren faceva fatica a stargli dietro. «Chris, aspetta un attimo!», esclamò, quando si accorse che l’altro stava per girarsi e andare seriamente a parlare con Murphy.
«Non ti preoccupare! Ti prometto che sistemerò tutto! Non dovremo mai girare quella scena!» esclamò l’altro in risposta, con una risata che, per quanto cristallina, aveva un tono leggermente isterico e inquietante. Subito dopo si girò e alzò i tacchi.
Il ragazzo riccioluto sospirò, e scosse la testa. E poi dicevano che era lui, quello pazzo. Fece una piccola alzata di spalle, del tutto rassegnato, e si lanciò all’inseguimento di Chris.
 
 
 
 
«No, Chris.»
L’attore spalancò gli occhi, sorpreso.
«… Eh? Scusa, non ho capito bene.»
Ryan scosse la testa, con un sorriso. «Oh, no, hai capito benissimo, invece. La risposta è no. No, non mi sono sbagliato e non è uno scherzo, devi fare la scena per forza e no, non è possibile sostituirla con qualsiasi altra cosa. Kurt e Blaine sono inattivi da un po’, e mi serve qualcosa per tenere a bada le Klainer e il loro bisogno di drogarsi della vostra frustrazione sessuale. Dopotutto, Chris, sei un attore bravissimo e sono certo che riuscirete perfettamente nei vostri personaggi. Qual è il problema?», concluse.
Chris si rifiutava di credere alle proprie orecchie.
Ryan non gli aveva mai rifiutato niente. Niente. Era noto a più o meno tutti che Colfer fosse il suo preferito, in tutto il cast, nonostante non facesse nulla per ostentarlo e Chris non facesse nulla per approfittarne.
Aveva approvato perfino quando gli aveva chiesto di poter usare i Sai in I’m The Greatest Star, che con il personaggio di Kurt c’entravano ben poco. Quindi, perché ora gli stava negando quella piccola, piccolissima richiesta di pietà?
«Ma Ryan-
«Niente ma, Chris. Ti ho dato la mia risposta. Ora forza, vai a cambiarti, tra poco cominciamo le riprese.»
Detto questo, come a sottolineare che quella era la sua ultima parola, si girò, lasciando Chris a balbettare frasi illogiche sul fatto che il destino avesse deciso di accanirsi contro di lui.
Darren, che aveva assistito a tutta la scena senza proferire parola, a fianco del suo ragazzo, gli mise una mano sulla spalla in un tentativo di confortarlo.
«Chris-
«è un disastro! Un disastro! Non riusciremo a trattenerci, fidati!», esclamò, mettendosi le mani tra i capelli, con gli occhi spalancati pieni di panico. Poi continuò a parlare, la voce che si affievoliva ad ogni parola. «Io canterò e tu mi guarderai e perderemo il controllo e ci scoperemo con gli occhi e tutti capiranno che stiamo insieme e per noi sarà la fine.», concluse, il tono della voce improvvisamente basso, ridotto a un sussurro.
Darren aprì la bocca per ribattere, desiderando come non mai stringerlo e ripetergli che sarebbe andato tutto bene.
Perché Darren sapeva che l’isteria era il modo con cui Chris cercava di sfogare il terrore che gli attanagliava lo stomaco, in quel momento: quello che il mondo scoprisse la loro relazione, il fatto che si amavano profondamente e incondizionatamente.
Perché per Darren non importava che fossero due uomini, e che egli stesso fosse tecnicamente etero, non importavano le etichette o le definizioni: lui era innamorato di Chris, il suo meraviglioso, fantastico e perfetto Chris, così intensamente che al solo pensarci gli si bloccava il respiro; e gli bastava un suo solo sguardo per mandarlo in estasi, e un suo solo bacio per vedere il mondo scomparire, e una sua sola carezza per desiderare di bloccare il tempo per sempre.
Sì, Darren era innamorato di Chris, e non perché per tre, sei, venti ore al giorno lui era Blaine e l’altro era Kurt. Darren lo amava perché adesso, e per il resto della loro vita, sarebbero stati sempre Darren e Chris. Due nerd che potevano passare pomeriggi interi a discutere riguardo a cosa sarebbe successo se Harry fosse stato smistato in Serpeverde, oppure su quale principessa Disney fosse la più coraggiosa; due colleghi che avevano in comune, tra le varie cose, il fatto di essere uno fan dell’altro, e soprattutto due ragazzi che prima ancora di essere amanti, erano migliori amici.
Questo, Darren l’aveva capito. Ci aveva messo un po’, ma l’aveva capito.
Era il resto del mondo, che non l’avrebbe fatto.
 
«Chris… Ti prometto che non lo capirà nessuno. Nessuno. Anche a costo di girare una pessima scena.», sussurrò, abbracciandolo stretto.
Chris emise un sospiro lieve, ma frustrato.
«Io non voglio girare una pessima scena, però…»
«E allora dovremo spingere la nostra recitazione al massimo e cercare di non esplodere mentre canterai. Che poi, tu non avrai problemi perché sarai meraviglioso, spetterà a me cercare di non saltarti addosso.»
Si allontanò dal ragazzo, tenendo però le mani sulle sue spalle, e lo guardò negli occhi con un piccolo sorriso d’incoraggiamento. «Chris, una canzone non ucciderà nessuno, avanti. Sei un professionista, un talentuoso professionista. Non bisogna farne una tragedia. D’accordo?»
Chris annuì, poco convinto, ma con un sorriso timido. Dopotutto, non poteva dire di no a degli occhi così meravigliosi.
«D’accordo.»
«Chris, eccoti finalmente!»
A esclamare tali parole era stata Heather, che si parò davanti a loro con il fiatone. «Ti ho cercato dappertutto! Forza, vieni, dobbiamo fare le prove per la coreografia di Peacock! Zach sta dando di matto, ti stiamo aspettando tutte.»
Il ragazzo non fece neanche in tempo a ribattere, che la donna l’aveva preso per il polso e lo stava trascinando via.
E Darren, per la seconda volta nella giornata, rimase immobile, con un palmo di naso.
 
 
 
«Per la miseria, Chris! Ce la fai a muovere quei fianchi senza apparire un robot mal funzionante? E per la millesima volta, dopo aver buttato il bacino in avanti, ti giri verso sinistra! Sinistra, non destra! Mi stai facendo impazzire!» Zach si passava le mani tra i capelli, in preda alla frustrazione. Colfer era sempre stato attento ai passi, e apprendeva le coreografie abbastanza velocemente; non aveva mai dovuto rimproverarlo, in due anni. Eppure, chissà perché, quel giorno Chris sembrava su un’altra dimensione; quei due semplicissimi passi che stavano provando da mezz’ora sembravano non riuscirgli, e nello sguardo aveva una frustrazione e anche una certa disperazione che cercava di dissimulare. Le altre ragazze cominciavano a spazientirsi, e osservavano il collega con uno sguardo sinceramente preoccupato; Chris aveva sempre preso seriamente il suo lavoro, mettendoci anima e corpo, e non l’avevano mai visto in quelle condizioni.
«Scusami, Zach. Non so cosa mi prenda.», borbottò, abbattuto, incassando la testa tra le spalle. Poi improvvisamente alzò la testa, prendendo un respiro profondo,«Ma sono pronto a ricominciare dall’inizio.»
«No, non sei pronto. Io direi che facciamo cinque minuti di pausa, poi torniamo qui e ti fai riuscire il tutto. D’accordo?»
«Sì.», fu l’unica cosa che Chris fu in grado di dire, mentre tutte le sue colleghe sospiravano di sollievo per la pausa concessa. Poi uscì dalla stanza.
Cominciò a camminare, senza meta, e ad ogni passo la rabbia verso se stesso cresceva. Era un attore, dannazione! Quello era il suo maledetto lavoro! Perché non riusciva a focalizzarsi su quello che doveva fare, come aveva sempre fatto?
Cristo, si sentiva così stupido. Era solo una canzone. Solo una stupida canzone, e lui ne stava facendo una tragedia.
Appoggiò la testa contro un muro, beandosi del contatto con la parete fredda.
«Avanti, Chris», cominciò a sussurrare a se stesso, «Non devi sedurre Darren davanti ai tuoi colleghi. Kurt deve sedurre Blaine davanti ai loro compagni di classe. È diverso. Diverso, capisci?».
Prese un respiro profondo, e chiuse gli occhi.
Avrebbe fatto questa cosa.
E l’avrebbe fatta bene.
E se avesse pensato a Darren nel frattempo… beh, poco male. Sarebbe stato più convincente, giusto?
Giusto.
Aprì gli occhi, e si staccò dal muro. Poi, cercando di accennare un sorriso, tornò nella sala di ballo.
«Chris, non sono neanche passati due minuti.», protestò Zach, non appena lo vide entrare.
«Non ti preoccupare, ci sono. Avevo solo bisogno di concentrazione. E di una Diet Coke. Qualcuno ha una Diet Coke?», domandò, guardandosi intorno. Amber gli rivolse un sorriso, alzandosi dal pavimento sul quale si era seduta, e porgendogli la lattina argentata.
«Sapevo che ti sarebbe servita.» ghignò la donna.
Zach sorrise, battendogli una pacca sulla spalla. «Sei tornato tra noi, Colfer?»
«Certo che sono tornato tra voi, Zach. Non potreste fare nulla senza di me!», affermò, con aria di finta supponenza, facendo un gesto con la mano.
«Certo, certo. Allora, cominciamo!»







***Angolino di MoonBlossom***
Bene, è andato questo capitolo xD Il prossimo sarà più interessante, lo prometto v.v 
Avete notato l'accenno al Sallingstreet, vero? <3 E quanto bello è Darren che si fa tutto il film mentale di Chris e Carl, il modello californiano? ** Mi sono divertita un sacco a scriverlo xD Così come mi sono divertita a scrivere del tentato suicidio di Colfer... Povera Lea, con dei colleghi così non deve avere vita facile.
Uhm, boh, non ho nulla da dire... xD
Povero Chris, quanto lo faccio soffrire... Darren preparati perchè poi verrà il tuo turno xD
Sto decisamente sclerando... Meglio che vada!

Nel prossimo capitolo: le riprese di Peacock e tanta sexual frustration che porterà alla morte - mentale - di Darren Everett Criss
.
Yeah XD

A presto :D

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Capitolo 2
*** Peacock - Crisscolfer Version (part 2) ***


Ed eccoci qui con la seconda parte di questa fic! 
Giuro che riscrivere il balletto è stato un vero parto... Oh, beh! 
Le considerazioni a dopo! XD
Buona lettura!








Darren prese un profondo respiro.
Ecco.
Era giunto il momento.
Avrebbero ripreso la scena di Peacock.
Lo Starkid sperava con tutto il suo cuore che fosse una cosa rapida e soprattutto indolore; ma non nutriva grandi illusioni a riguardo: Ryan avrebbe come minimo voluto girare la scena almeno dieci volte, per renderla perfetta. Si consolava, però, pensando che ogni trenta secondi avrebbero fermato le riprese e lui si sarebbe potuto calmare, nel frattempo.
Di certo, il fatto di avere già visto il costume che avrebbe indossato Chris, aveva aiutato: almeno non sarebbe morto subito dopo la sua comparsa. Aveva visto la stupenda maglietta coloratissima (che il suo ragazzo non aveva esitato a definire orrida) e i pantaloni bianchi appesi nel camerino dell’altro, e vederglieli addosso non sarebbe stato tanto diverso, giusto?
Sbagliato.
E Darren se ne rese conto a sue spese, quando Ryan gridò “Azione!” e Chris fece la sua entrata in scena.
Perché wow, quei pantaloni così apparentemente anonimi avevano tutt’altro aspetto addosso al suo ragazzo. Per gli occhiali di Silente, erano così stretti che avrebbero potuto anche non esserci, per quanto lo riguardava.
Avrebbero fatto meglio, a non esserci.
Dannazione, riusciva praticamente a vedere la forma del suo-
No. Non doveva pensarci. La canzone doveva ancora cominciare, e lui stava già iniziando a sudare.
E quei guanti di pelle nera?
Chris non gli aveva detto che ci sarebbero stati dei guanti di pelle nera.
Cazzo.
Colfer e le ragazze si disposero al centro della stanza, mentre le telecamere si muovevano attorno a loro.
Poi, esattamente come da copione, Chris – no, razza di idiota, non è Chris. È Kurt. Kurt, capito? Non è il tuo ragazzo. È un personaggio inventato da Ryan Murphy. Solo un personaggio. – gli lanciò uno sguardo carico di malizia, e sorrise.
Diamine! Era inutile prendersi in giro. Quello era Chris, Chris che sembrava aver subito una miracolosa trasformazione, Chris che guardava Darren e sapeva di farlo impazzire.
Dov’era finito il suo tesoro bisognoso di rassicurazioni sul fatto che sarebbe andato tutto bene e nessuno avrebbe capito? Quello che non molte ore prima stava rischiando un esaurimento nervoso a causa di quella canzone?
Questo Chris era completamente diverso. Era un Chris che voleva far perdere la testa a Darren, un Chris intenzionato a farsi saltare addosso.
I casi erano due: o il suo ragazzo era un bravissimo attore, o era un grandissimo stronzo.
E lo Starkid aveva la certezza che Chris fosse entrambi.
 
Darren si trovò a deglutire a vuoto, e sperò che tutti considerassero ciò come una sua personale interpretazione del disagio di Blaine.
Adesso Lea si avvicinava al suo ragazzo, e dopo avergli fatto scorrere una mano lungo la coscia, gli assestò uno schiaffo leggero sul sedere. Bene, questa se l’aspettava.
Dio. Non aveva mai invidiato la collega come in quel momento. Poi Amber, dietro di loro, fece partire lo stereo.
 
«STOP!», gridò Ryan, e Darren tirò un sospiro di sollievo. Ecco, ora aveva circa tre secondi per riprendere fiato – che aveva trattenuto senza accorgersene – prima che Ryan decidesse di ripetere la scena riprendendola da un’altra angolazione. Eppure, come sempre, il direttore lo stupì, «Beh, ragazzi! Era perfetta!», esclamò, osservando il rewind della scena dalla telecamera, «e anche l’inquadratura va bene! Ottimo, questa non la dobbiamo rifare… Possiamo proseguire! Continuate così e potrete andare a riposarvi prima del previsto.»
Tutto il cast ed i tecnici, nessuno escluso, spalancarono gli occhi. Non era mai, nella storia di Glee, successo che a Ryan andasse bene la prima scena; di solito dovevano girarne una almeno 4, 5, 10 volte prima che fosse soddisfatto.
Cos’era, la giornata dei miracoli?
Beh, ma ecco che Ryan faceva partire di nuovo le riprese, e la sua tortura aveva di nuovo inizio.
 

I wanna see your peacock, cock, cock
Your peacock, cock
Your peacock, cock, cock

Your peacock

I wanna see your peacock, cock, cock
Your peacock, cock
Your peacock, cock, cock

Your peacock
(Peacock - Katy Perry)

 
Nel momento esatto in cui Chris aveva cominciato a cantare, anche gli ultimi sprazzi di paura erano spariti. Seriamente, si sentiva così stupido a ripensare a quanto fosse stato terrorizzato dalla prospettiva di dover cantare per Darren… Ora invece si rendeva conto che la cosa lo divertiva da morire.
Le reazioni del suo ragazzo erano qualcosa di meraviglioso, uno spettacolo da una volta nella vita. Continuava a deglutire a vuoto, agitandosi malamente sulla sedia, cercando di rimanere sotto controllo perché certo, lo scopo di Kurt era far impazzire Blaine, ma si trattava comunque di uno spettacolo per ragazzi e quindi non potevano esagerare con reazioni troppo evidenti.
Forse avrebbe dovuto provare un filo di compassione per lo Starkid, che stava soffrendo immensamente, ma proprio non ci riusciva. Un passo dopo l’altro, stava seducendo Darren e l’idea lo esaltava alla follia.
Ancora una volta, si diede dello stupido per aver dato di matto quella mattina. Insomma, era ovvio che nessuno avrebbe capito, perché se ne stava rendendo conto solo adesso? Dopotutto si trattava solo di una canzone.
Prima che cominciasse il primo verso, però, Ryan li bloccò di nuovo.
 
«Naya, quando Chris guarda Darren prima di dire per l’ultima volta “Peacock”, lancia uno sguardo prima a Chris, poi a Heather, e rivolgile un sorrisetto eloquente. Lea, tu concentrati su Cory; Rachel sta ballando anche per Finn, d’accordo? Ok, ripetiamo questa scena!»
 
E così fecero. Darren scoprì con disperazione che i colpi che riceveva il suo povero cuore, vedendo ripetersi una stessa scena, non si attenuavano, ma anzi sembravano accentuarsi, perché notava un dettaglio che prima gli era sfuggito:un movimento del labbro di Chris, la linea delle vene del braccio che si notava ancora di più quando lo piegava, un vago tremore alle gambe.
E intanto cercava di sopravvivere, e di concentrarsi su qualsiasi parte del corpo di Chris (perché avrebbe dovuto guardare lui, purtroppo, non poteva distogliere lo sguardo) che non fossero il suo viso o il suo bacino – che più di ogni altra cosa sembrava ipnotizzarlo.
Già dalla seconda ripresa, Ryan era soddisfatto, e poterono proseguire.
 

Word on the street, you got something to show me,
Magical, colorful, Mr. Mystery,

I'm intrigued, for a peek,
Heard it's fascinating
Come on baby let me see

What you're hiding underneath

 
Chris indicò Darren e se stesso, seguendo la coreografia che Zach aveva studiato, e lo Starkid sentì la temperatura della stanza alzarsi febbrilmente quando si fece scorrere le mani sul petto e sui fianchi, e-
Oh cielo, ditemi che non ha appena buttato il bacino in avanti con quel ghigno malizioso in faccia, per piacere…supplicò il ragazzo, sperando che qualche divinità remota lo ascoltasse e lo trascinasse via da quella situazione. O facesse sparire chiunque al di fuori di sé e Chris.
Cosa avrebbe dovuto fare? Fissare il suo ragazzo? Oh, no, non poteva, avrebbe preso fuoco e non erano passai neanche quaranta secondi di canzone. Però non poteva guardare da un’altra parte, dannazione, stavano recitando, Cristo santo Darren sei un professionista datti un contegno!
 
«STOP!», gridò Ryan, di fronte a lui, a fianco della telecamera.
Ahi.
Sembrava piuttosto arrabbiato.«Darren, si può sapere che ti prende? Sembri terrorizzato!», esclamò, spalancando le braccia come a sottolineare le proprie parole.
Il ragazzo spalancò gli occhi. Oh cielo. Se n’erano accorti. Chris aveva ragione. Dannazione, perché non aveva fatto qualcosa per impedirlo, perché non aveva sostenuto il suo ragazzo nel cercare di-
«Darren, hai sbagliato l’interpretazione del personaggio: Blaine non è spaventato da Kurt, ma è incantato da lui; non cerca di scappare, ma vuole andargli incontro, d’accordo? La paura di quello che sta per fare è perfetta per le prime scene, ma a un certo punto deve solo lasciarsi andare. D’accordo?»
 
Criss non poteva credere alle proprie orecchie. Sul serio Ryan aveva pensato che avesse semplicemente interpretato così il personaggio? Davvero nutriva tutta questa stima nelle sue doti di recitazione?
Qualcuno lassù doveva volergli bene, ma bene seriamente. L’aveva scampata.
Ora, però, avrebbe dovuto concentrarsi sul serio: non poteva rovinare la scena semplicemente perché il suo ragazzo era fottutamente sexy e lui non era capace di resistere al suo fascino.
Improvvisamente le parole del direttore gli si presentarono vivide in mente, quasi le avesse davanti agli occhi.
Lasciarsi andare.
Beh… pensandoci, non era affatto una cattiva idea.
Dopotutto, se avevano scambiato per recitazione il suo disagio di prima… perché non avrebbero dovuto farlo con le sue reazioni reali?
Non doveva obbligarsi a resistere a Chris.
Doveva semplicemente… lasciarsi andare. Permettere alle sensazioni che il ragazzo gli suscitava di fluire, e manifestarsi davanti alla telecamera.
Si sarebbe abbandonato sulla sedia, e sarebbe annegato negli occhi e nei movimenti del suo ragazzo.
Dopotutto, è quello che avrebbe fatto Blaine.
 
«Sì, certo. Lo farò.»
«Ottimo. Allora riprendiamo.»
 

Words up your sleeve

Such a tease

Wanna see the show

In 3D, a movie

Heard it's beautiful

Be the judge

And my girls gonna take a vote

Come on baby let me see

What you're hiding underneath

 
Darren inspirò profondamente, senza togliere gli occhi da Chris. Il ragazzo si muoveva sinuosamente, sicuro di sé, terribilmente seducente, guardandolo negli occhi come se lo stesse sfidando e sorridendogli con malizia come se fosse sprovvisto di freni inibitori, come se non si preoccupasse di essere davanti a più di venti persone; come se fossero solo loro due, chiusi in camera, dove nessuno avrebbe potuto vederli.
Dio, l’effetto che gli faceva.
Si trovò a dover accavallare le gambe, per nascondere il risultato di certi pensieri uniti a ciò che il suo bellissimo, meraviglioso, perfetto ragazzo stava facendo. Soffocò un gemito. Dannazione, speriamo che considerino anche questo un tentativo di rendere perfettamente il personaggio, pensò.
E il fatto che Chris continuasse a sfiorarsi il cavallo dei pantaloni non aiutava di certo.
Per l’ennesima volta, Ryan interruppe la scena.
 
«Darren! Bello, mi piace la cosa di accavallare le gambe! Rende la reazione di Blaine molto reale, complimenti!»
Il ragazzo sentì una specie di gemito strozzato: era Chris, che stava cercando con tutte le proprie forze di non scoppiare a ridere davanti a tutti.
Il piccolo stronzetto lo sapeva bene, che quella non era certo la reazione di Blaine, eh?
«Ripeti il gesto; voglio riprenderti in primo piano.»
 
Il cuore di Darren smise di battere definitivamente.
 
Eh?
 
Ripetere la scena?
 
No. Oh, no.
 
Non poteva.
Non poteva aprire di nuovo le gambe.
Lo Starkid aveva un piccolo problema, e sarebbe diventato un grande problema se tutti l’avessero visto. Cominciò a lanciare occhiate a destra e sinistra, febbrilmente. Doveva fare qualcosa, qualunque cosa per far cambiare idea a Murphy; doveva-
«Signor Murphy!», esclamò uno dei cameraman posizionati vicino a lui,«Io ho ripreso un primo piano dell’azione, da quest’angolazione, quindi se va bene non c’è bisogno di ripetere la scena.»
 
Darren ringraziò mentalmente tutti i santi del cielo.
 
 «Fammi vedere.», rispose il direttore alzandosi dalla sua postazione e avvicinandosi alla telecamera.
Osservò la ripresa una, due, tre volte.
Criss riusciva a sentire solo il battito del suo cuore, ormai, mentre con ansia crescente non distoglieva per un attimo lo sguardo dall’uomo. Ogni istante che passava, aumentava la sua agonia.
Alla fine, Ryan alzò lo sguardo.
«Ho deciso.», annunciò, con tono solenne. Per qualche istante stette in silenzio, come il giudice di un talent-show prima di decretare il vincitore, per aumentare la suspance.
«Mi piace. Teniamo questa.», affermò, tornando a sedersi.
Darren si accorse di aver trattenuto il fiato solo quando si trovò a buttare fuori tutta l’aria in un colpo solo, quasi annaspando per una boccata d’ossigeno, sentendo il cuore sollevarsi, improvvisamente leggero.
Lanciò un’occhiata a Chris, il cui viso nel frattempo aveva assunto una strana tonalità bluastra.
Colfer stava seriamente rischiando di morire dal ridere: l’espressione terrorizzata del suo ragazzo era esilarante, e ancor più lo era la situazione. Era bastata un’occhiata a Darren per capire dove stesse il problema e, oltre a divertirlo, il fatto che l’altro avesse reagito così… lo lusingava, in un certo senso. E lo spronava a fare ancora meglio, per farlo impazzire ancora di più.
Fu costretto a calmarsi, però, perché Ryan aveva ordinato che le riprese proseguissero.
 

I want the jaw dropping, eye popping, head turning, body shocking

(Uh, uh, oh, Uh, uh, uh, oh)
I want my heart throbbing, ground shaking, show stopping, amazing

(Uh, uh, oh, Uh, uh, uh, oh)

 
Darren stava attraversando una profonda crisi esistenziale.
Non sapeva se odiare Zach, oppure amarlo, per la coreografia che aveva montato.
Lo amava perché il modo in cui Kurt stava ballando era tremendamente sexy ed eccitante e sarebbe voluto morire con l’immagine del suo ragazzo che muoveva i fianchi in quel modo davanti agli occhi.
Ma lo odiava, perché tutto ciò che faceva nascere in lui tale ballo era l’immensa voglia di saltare addosso a Chris e scoparselo lì, davanti a tutti, e farlo gemere e urlare così forte che avrebbero saputo tutti, anche chi non era nella stanza, che quel ragazzo era suo e solo suo.
 

 Are you brave enough to let me see your peacock?

Don't be a chicken boy, stop acting like a biotch

Imma peace out if you don't give me the pay off

 
Mentre Chris cantava l’ennesima strofa, Darren si girò, come prevedevano le indicazioni di Ryan, a guardare Mark, Harry, Cory e Kevin che erano alle sue spalle e, calati nei loro personaggi, stavano guardando l’esibizione a metà tra l’estasiato, il sorpreso e l’esagitato. Nonostante fossero tutti ottimi attori, però, lo Starkid aveva la sensazione che in quel momento non stessero davvero recitando: non c’era bisogno di fingere, per ammirare le ragazze e la loro bravura.
Lo avrebbe fatto anche lui, se non avesse avuto occhi per altri che per Chris.
 

Come on, baby, let me see

What'ch'you hiding underneath

 
Chris, nel frattempo, si trovò più volte a reprimere un moto di orgoglio che nasceva spontaneo all’interno del suo petto, nel vedere lo sguardo del ragazzo che lo stava osservando. Darren lo guardava con occhi adoranti, e non solo per il modo in cui stava ballando o la canzone che stava cantando. Lo guardava con quegli occhi perché lo amava e lo considerava meraviglioso, nonostante Chris si trovasse spesso a chiedersi come fosse possibile. Si portò tra Jenna e Lea, poi si girò di schiena.
E scosse i fianchi velocemente, muovendo il sedere.
Proprio davanti agli occhi di Darren, la cui gola, all’improvviso, era diventata più arida del Sahara.
 

Are you brave enough to let me see your peacock?

What you're waiting for? it's time for you to show it off
Don't be a shy kind of guy I'll bet it's beautiful

Come on baby let me see

What’ch’you hiding underneath

 
Lo Starkid spalancò gli occhi, mentre due impulsi combattevano in lui: quello di perdersi tra le movenze di Chris, di drogarsi della sua figura magnetica, di annegare nel suo sguardo provocante e soccombere, perché gli era fisicamente impossibile sopravvivere a un attacco del genere al suo cuore – e autocontrollo; oppure distogliere lo sguardo, e sopravvivere.
Oh, ma sarebbe stato più che felice di morire con lo spettacolo di seduzione del suo ragazzo negli occhi.
Per questo continuò a osservarlo, facendo saettare la lingua tra la fessura della bocca socchiusa, ad inumidirsela.
E Chris lo vide. Lo vide leccarsi le labbra, lo sguardo affamato di lui.
 
«Stop!», giunse l’ennesimo grido da parte di Murphy, «Ottima interpretazione fin’ora, ragazzi, complimenti. Anzi, mi avete fatto venire una nuova idea per questa scena, tanto la vostra chimica è eccezionale oggi.»
 
E Ryan spiegò ciò che aveva in mente, e come aveva intenzione di modificare la scena ideata precedentemente.
Chris non lo diede a vedere, ma il suo cuore cominciò a battere un po’ più forte. L’idea di ciò che avrebbe dovuto fare gli fece correre un brivido lungo la schiena; l’idea lo intimoriva e lo eccitava insieme. 
Darren invece spalancò gli occhi – volevano ucciderlo, era certo. Quelli della regia erano in cerca di vendetta nei suoi confronti.
«Ehm, Ryan, io credevo che volessimo far felici le Klainer… Non farle fuori del tutto!»
E la stessa cosa vale per me, aggiunse con il pensiero.
Chris, suo malgrado, si trovò ad assentire. Se avessero visto una cosa del genere, in poche sarebbero sopravvissute: a quanto aveva capito – si rifiutava di controllare personalmente, era certo che ne sarebbe uscito traumatizzato a vita – il livello di pazzia ormonale di certe fan riusciva a raggiungere livelli che i comuni esseri umani potevano a malapena immaginare.
E pensare che la maggior parte erano semplici adolescenti!
Che fine aveva fatto, l’innocenza delle fanciulle d’altri tempi?!
 
«Vorranno tutte sopravvivere per vedere come Blaine risponderà alle provocazioni nella prossima puntata, piccioncini. Io non mi preoccuperei.», fu la risposta di Mark, che ghignava dalla cima alle gradinate della choir room.
Darren lo fulminò con un’occhiata.
Ma perché tutti improvvisamente volevano la sua morte?!
 
«Mark ha ragione, ragazzi, quindi poche storie e… si va in scena!»
 

I wanna see your peacock, cock, cock

Your peacock, cock

Your peacock, cock, cock

Your peacock
I wanna see your peacock, cock, cock

Your peacock, cock

Your peacock, cock, cock

Your peacock
I wanna see ya

 
E così, come Ryan aveva diretto, Chris gli si avvicinò pericolosamente, guardandolo dritto negli occhi, mentre le ragazze continuavano a ballare sensuali, dietro di lui.
Darren gli fissò le labbra.
Sarebbe stato così facile annullare quei pochi centimetri che li dividevano, così, di scatto, e baciarlo, baciarlo con tutta la passione di cui era capace, travolgerlo con il desiderio che sembrava bruciargli dentro come fiamma viva.
Un brivido sembrò corrergli fin dentro l’anima, quando il suo ragazzo si chinò al suo orecchio per sussurrargli quel pezzo di canzone. Il fiato caldo di Chris gli solleticava la pelle e quella voce era tanto seducente che non gli venne difficile buttare le braccia avanti come da copione, per afferrare il suo ragazzo. E Chris si tirò indietro di scatto, con un sorriso malizioso; Darren naturalmente sapeva che avrebbe reagito così, ma dovette reprimere a fatica un gemito deluso.
Dio, aveva bisogno di Colfer, e ne aveva bisogno ora.
 
Chris sembrava avere esattamente lo stesso pensiero. Vedere Darren così bisognoso, così famelico, non faceva che far crescere in lui il desiderio. Quella cosa doveva finire in fretta, perché il bisogno di mettere le mani nei pantaloni del suo ragazzo stava diventando doloroso.
Oh.
Ecco che Darren si mordeva il labbro, guardandolo come se avesse voluto scoparselo lì, davanti a tutti.
Dannazione. Resta concentrato, Chris.
Ryan avrebbe fatto meglio a farsi andare bene le prossime scene, perché non sarebbe stato disposto a ripeterle.
Anzi, non sarebbe stato disposto a fare qualsiasi cosa non includesse Darren, l’assenza di vestiti e una superficie resistente su cui appoggiarsi.
 
 

Skip the talk, heard it all, time to walk the walk

Brake me off, if you bad, show me how's the boss

Need some goose, stick it loose, come on take a shot

 
Mentre si allontanava da lui, continuando a ballare, non mancò di notare che il respiro del ragazzo stava cominciando a farsi più affannoso.
In quella stanza stava cominciando a fare seriamente troppo caldo.
O forse erano gli sguardi bollenti che Chris gli lanciava, che lo facevano bruciare.
 

Come on baby let me see

What you're hiding underneath

 
Chris (insieme alle ragazze, ma lui non le vedeva nemmeno, in quell’istante) si girò di spalle, dando a Darren una perfetta visuale del suo fondoschiena, che cominciò a scuotere, facendosi scorrere le mani lungo il corpo.
Il ragazzo era abbastanza sicuro che la mascella gli fosse appena caduta, nel momento in cui vide il ragazzo più giovane piegarsi, e poi rialzarsi, prima stendendo le gambe di scatto e poi tirando su il resto del corpo.
Probabilmente un filo di bava gli stava scorrendo lungo il mento, ma non aveva tempo di preoccuparsene, perché aveva il sedere del suo ragazzo – il perfetto sedere del suo perfetto ragazzo – davanti agli occhi.
Esattamente come la sera prima.
Con l’unica differenza che la sera prima non avevano vestiti tra di loro; c’erano solo i gemiti del suo ragazzo nell’aria e la propria lingua contro la sua pelle lattea e-
No.
Era decisamente il momento sbagliato per pensare a certe cose.
 

I want the jaw dropping, eye popping, head turning, body shocking
(Uh, uh, oh, Uh, uh, uh, oh)

I want my heart throbbing, ground shaking, show stopping, amazing

(Uh, uh, oh, Uh, uh, uh, oh)

 
Ma non c’è assolutamente problema, Chris; pensò Darren in quel momento, la mia mascella è già sul pavimento, come puoi notare; e credimi se ti dico che il mio corpo è ben più che sconvolto.
Poi il suo ragazzo si sedette sul piano a un lato della stanza – Dio, quanto invidiava quel piano -, mentre le loro colleghe gli si avvicinavano e cominciavano a sfiorargli il corpo con le mani.
Eppure lui non interrompeva il contatto visivo con Chris. Dopotutto, questo era ciò che avrebbe fatto Blaine, vero?
Si era solo calato nel personaggio.
Naturalmente.
Mark si chinò al suo orecchio, quando le altre si allontanavano.
«Amico, quanto avrei voluto essere al tuo posto», ghignò, in perfetto stile Puck.
Il microfono che ondeggiava sulle loro teste, fuori dalla portata della telecamera, gli impedì di rispondergli che gliel’avrebbe ceduto volentieri pur di sostituirsi con quel piano, o quei guanti, o quei vestiti.
 

Are you brave enough to let me see your peacock?

Don't be a chicken boy, stop acting like a biotch

Imma peace out if you don't give me the pay off

Come on baby let me see

What you're hiding underneath

 
Darren realizzò che avrebbe sostituito volentieri anche le ragazze, quando Amber e Lea si affiancarono a Chris che con grazia scese dal piano, mentre Naya e Heather si posizionavano accanto a lui e facevano scorrere le mani sul suo corpo.
Quel corpo da cui non riusciva a staccare gli occhi.
E quelle labbra rosse come ciliegie, rese umide dalla lingua di Chris, che ogni tanto le bagnava velocemente.
Dio, quel ragazzo era… meraviglioso.
Di una bellezza sensuale, eppure eterea.
Come se fosse pura luce.
Darren si chiese se Blaine, come Darren, nel guardare Kurt provasse un senso di orgoglio e… stupore, nel realizzare che quel ragazzo era suo, e solo suo.
L’attore era certo di sì.
 

Are you brave enough to let me see your peacock?
What you're waiting for? it's time for you to show it off
Don't be a shy kind of guy I'll bet it's beautiful
Come on baby let me see
What’ch’you hiding underneath

 
Maledetto Zach, maledetto Ryan, maledetto Chris.
Che fossero tutti benedetti.
Certo, stava per morire – ma sarebbe morto con quella visione negli occhi.
Si chiese se le sue gambe fossero ancora al loro posto, dato che non se le sentiva più.
Beh, per controllare avrebbe dovuto distogliere lo sguardo dalla figura longilinea del suo ragazzo che gli ondeggiava davanti agli occhi.
In fondo, non gli importava così tanto.
Dopotutto erano solo le sue corte gambe da Hobbit – nulla, in confronto a quelle assolutamente sexy di Colfer.
Darren sperò che il suo respiro non fosse diventato troppo pesante – va bene la tensione sessuale, ma probabilmente i tecnici – perché il cast lo era di certo - non erano pronti a vedere un porno gay dal vivo.
 

I wanna see your peacock, cock, cock
Your peacock, cock
Your peacock, cock, cock
Your peacock
I wanna see your peacock, cock, cock
Your peacock, cockYour peacock, cock, cock
Your peacock

 
Oh, Chris avrebbe fatto bene a ricordarsi di quelle parole.
Darren non le avrebbe dimenticate di certo, dopo.
Anche se non era sicuro che un “dopo” ci sarebbe stato.
 

Oh my God no exaggeration
Boy all this time was worth the waiting
I just shed a tear
I am so unprepared
You got the finest architecture
End of the rainbow looking treasure
Such a sight to see
And it’s all for me

 
Quando Chris si buttò a terra, Darren si ricordò improvvisamente di cosa l’aveva sconvolto del cambio di coreografia progettato da Ryan.
Oh mia Rowling.
Chris cominciò a gattonare verso di lui.
A quattro zampe.
Cazzo.
Sembrava una tigre, pronta ad afferrarlo e divorarlo.
Oh, ma si sarebbe fatto divorare più che volentieri, se avesse voluto dire avere le labbra e la lingua di Chris sulla sua pelle.
Poi venne il momento in cui il suo ragazzo gli fu di fronte, e i loro sguardi si incatenarono indissolubilmente mentre Chris appoggiava le mani sulle sue ginocchia.
Colfer ghignò.
Dio, era così vicino, così fottutamente vicino che poteva sentire il suo respiro contro il suo-
Deglutì. O almeno, ci provò. Perché sapeva quello che sarebbe successo da un momento all’altro.
Ti prego, Chris, non fare quello che stai per fare, per piacere, non farlo, ti preg-
Il più giovane gli separò le gambe di scatto.
 
Nella frazione di un istante, Chris dovette reprimere la voglia di poggiare le labbra sull’evidente erezione di Darren e baciare e succhiare fino alla fine dei propri giorni, ma non si preoccupò di nascondere un sorrisetto di soddisfazione.
In ogni caso, sarebbe stato un problema se il cast, i tecnici e il resto del mondo l’avessero vista, quindi si girò di scatto e gi si appoggiò contro, premendo con tutta la sua forza, e cominciò a strofinarsi su e giù su di lui, a ritmo di musica.
Dio.
Lo Starkid ringraziò che il gemito che gli era sfuggito dalle labbra – i vari gemiti, a dir la verità – gli fosse stato ordinato da Ryan per rendere il tutto più realistico, perché nulla lo avrebbe fermato e spiegare perché lui, chiaramente etero, stava ansimando sotto il tocco di un altro ragazzo sarebbe stato un vero problema.
Fece una smorfia.
La stoffa sulla propria eccitazione stava diventando dolorosa.
E Chris, orgoglioso dell’effetto che faceva sul ragazzo, continuava a cantare.
 

Are you brave enough to let me see your peacock?
Don't be a chicken boy, stop acting like a biotch
Imma peace out if you don't give me the pay off
Come on baby let me see
What you're hiding underneath
Are you brave enough to let me see your peacock?
What you're waiting for, it's time for you to show it off
Don't be a shy kind of guy I'll bet it's beautiful
Come on baby let me see

 
Ok, se Chris non si fosse tolto immediatamente, Darren era certo che presto sarebbe venuto davanti ai loro fottuti colleghi.
E grazie al cielo, Chris sembrò udire le sue preghiere e si alzò di scatto, tornando in mezzo alle donne che avevano ballato dietro di lui per tutto il tempo.
Darren continuò a fissarlo, decisamente troppo accaldato, con alcune gocce di sudore che scendevano lungo la fronte.
Dio, il ragazzo riccioluto era così dannatamente seducente nel suo bisogno… non era decisamente l’unico eccitato, tra i due, e Chris fu costretto ad accorgersene quando passarsi la mano sul cavallo dei pantaloni lo costrinse a mordersi il labbro inferiore. Dannazione, una sessione di riprese non era mai stata così lunga ed estenuante.
Doveva concentrarsi su qualcosa che non fosse l’aria così sottomessa e affamata del suo ragazzo.
Continuò a ballare, mettendoci l’anima.
Dopotutto, per quanto dovesse ammettere che era profondamente sbagliato e poco professionale, in quel momento non era Kurt che stava cantando per il suo ragazzo.
 

I wanna see your peacock, cock, cock

Your peacock, cock
I wanna see ya

Your peacock, cock, cock

Your peacock

I wanna see your peacock, cock, cock

Your peacock, cock

Your peacock, cock, cock

Your peacock

I wanna see ya

 
Grazie a Dio, quella meravigliosa tortura stava per finire. Erano giunti alla fine. Certo, avevano dovuto ripetere la maggior parte delle scene due volte – la grazia divina aveva in modo che non avessero dovuto ripetere la scena “Apriamo le gambe al povero Blaine, mostriamo l’erezione dell’attore che lo interpreta a tutti e infine facciamolo soffrire facendo strusciare il suo ragazzo sexy sulla sua eccitazione”, cosa di cui Darren fu molto grato – ma dopotutto il tutto era stato abbastanza breve, nonostante fosse sembrato durare secoli interi alla coppia protagonista.
 
Le ragazze e Chris si portarono al centro della stanza e Chris si portò le mani sui fianchi, con un sorrisetto di vittoria. La telecamera scorse davanti alle facce estasiate degli spettatori, facendo un primo piano di tutti i ragazzi.
Oh, certo, perché loro non avevano avuto i suoi problemi durante l’esibizione, se l’erano potuta godere a livello puramente artistico.
Beh, Cory probabilmente no. Darren non era davvero sicuro che lo sguardo che stava rivolgendo a Lea fosse pura recitazione.
Ma dopotutto, non gli importava.
 

Come on baby let me see

What’ch’you hiding underneath

 
Chris cantò sopra la propria voce registrata, guardando Darren negli occhi, sulle labbra ancora lo stesso sorriso.
E finalmente, la canzone finì. Uno scroscio di applausi invase le orecchie del ragazzo, mentre tutti i ragazzi si alzavano per congratularsi con le loro controparti femminili.
 
«STOP!», gridò ancora Ryan, e Darren prese un respiro profondo.
Ora, avrebbero dovuto recitare la fine della scena.
Non era sicuro che sarebbe riuscito a fermarsi, quando avrebbe dovuto baciare Chris – cioè, Kurt.
«Perfetto, le riprese vanno bene e le angolazioni sono perfette. Un ultimo sforzo, ragazzi, quest’ultima scena e poi la vostra giornata è finita. Forza, azione!»
 
Mark si avvicinò a Chris, per battergli una pacca sulla spalla e dirgli, con il solito ghigno, «Ben fatto».
Chris non era tanto sicuro che il collega stesse parlando con Kurt, in quel momento, ma non gli importava. Ghignò di rimando, e si voltò verso Darren, che invece guardava a terra, immobile.
Il brusio causato dagli altri cessò improvvisamente, e una coltre di gelido silenzio calò sulla stanza. Tutti gli occhi erano puntati sulla coppia.
 
Chris si avvicinò e Darren alzò lo sguardo. Chris sentì un brivido corrergli lungo la schiena, perché sapeva bene che lo sguardo affamato del suo ragazzo non era affatto recitazione.
Darren lo stava guardando come se avesse voluto scoparselo con gli occhi.
E Chris non era sicuro che l’idea gli dispiacesse.
«Sei un… maledetto tentatore.», ansimò, senza rompere la catena che univa i loro sguardi.
Un nuovo brivido sembrò scuotere l’anima di Colfer.
Dannazione.
Darren avrebbe fatto meglio a non avere impegni, dopo.
Si abbassò, fino ad sfiorare con le labbra il suo orecchio, solleticandogli la pelle estremamente sensibile con il respiro caldo.
«Lo so», sussurrò, e la sua voce era così calda e bassa e roca che Darren si sentì morire, «E tu… Ti lascerai tentare?»
Lo Starkid mascherò il proprio gemito, cercando di farlo apparire come il sospiro che avrebbe dovuto fare, e prendendo Chris per i fianchi sottili lo fece sedere sulle sue ginocchia.
Cominciò a far scorrere le labbra e la lingua sul collo e sulla spalla di Chris, reprimendo l’istinto di marchiare quella pelle così bianca in modo che il mondo capisse che quel ragazzo perfetto era suo.
 
E, finalmente, le loro labbra si incontrarono.
 
Si sentirono morire e rinascere insieme, perché era il momento che aspettavano, di cui avevano bisogno dall’istante in cui la musica era iniziata. Lasciarono le loro lingue intrecciarsi ed esplorare, aggrappandosi l’uno all’altro come se desiderassero fondersi in un’unica entità.
E si baciarono come se fosse il loro primo bacio, si baciarono come se per vivere non avessero bisogno di aria, ma l’uno delle labbra dell’altro, si baciarono mordendo e leccando e riempiendo l’aria dei suoni umidi e proibiti delle loro labbra che si univano e si separavano con gemiti leggeri.
Furono istanti che sembrarono durare un’eternità, prima che Cory li interrompesse tossicchiando e le ragazze cominciassero a ridacchiare.
«Scusate ma… ehm…» Chris ghignò, separandosi da Darren nonostante le sue labbra, il suo cuore – e anche qualcos’altro – protestarono con forza. Costrinse il ragazzo ad alzarsi, trascinandolo con sé verso l’esterno della stanza.
Prima di uscire, Chris si voltò e, diretto verso Mark, sorrise con malignità.
«Prepara le forbici», affermò, guardandolo negli occhi.
E non fece in tempo a vedere come l’altro attore rispose, perché lui e Darren uscirono dalla stanza.
Dall’esterno, riuscivano a sentire le voci dei colleghi che continuavano a recitare, ma a loro non importava.
Perché erano insieme.
Perché non c’era nessun altro.
Perché si guardarono, e entrambi seppero che non desideravano altro che sbattere l’altro contro il muro e infilargli le mani dritto dentro i pantaloni.
«Darren-
«Chris-
«Darren, Chris! Rientrate, giriamola di nuovo, voglio provare a prenderla da un altro angolo.»
 
Entrambi spalancarono gli occhi.
Dannato Ryan Murphy.
Non poteva costringerli a rifarla, non quando avevano solo bisogno di una superficie piana e possibilmente l’assenza di un qualsiasi tipo d’indumento.
Si guardarono, repressero un gemito di disappunto, e sospirarono con frustrazione.
 
 
 
 
Sette volte.
Dovettero ripetere la stessa scena sette volte.
Per questo gli sembrò un miracolo quando Ryan, dopo l’ennesima volta che erano usciti da quella dannata porta, li fece rientrare solo per dirgli che avevano finito, e potevano tornare a casa.
Chris e Darren uscirono dalla stanza con apparente calma, in un silenzio innaturale che suscitò le occhiate perplesse dei loro colleghi.
Si chiusero la porta alle spalle, e si guardarono negli occhi.
 
Non ci fu bisogno di dire altro.
 
Darren non perse tempo e sbatté Chris contro il muro con una innaturale violenza, assalendogli il collo con le labbra, cominciando a mordere e succhiare qualsiasi centimetro di pelle gli fosse possibile raggiungere.
«Darren… Arriviamo-ah, arriviamo almeno al mio camerino!» protestò il più giovane, mentre il suo respiro accelerava drasticamente.
Darren si separò per un istante dal suo collo, sul quale campeggiavano adesso alcune macchie violacee, e avvicinò le labbra all’orecchio dell’altro.
«Non penso proprio di riuscire ad arrivarci, Chris.» esalò, la voce improvvisamente tanto bassa e roca da far rabbrividire il compagno.
Poi gli afferrò la mano, e lo condusse nel primo sgabuzzino che trovarono.
La chiave girò nella toppa con un sonoro click.








***Angolino di MoonBlossom***
Ed eccoci qui! Finita anche questa!! 

Ci tengo a ripetere che questa fanfiction corrisponde alla versione Crisscolfer della fanfiction Klaine Peacock di Black_Hole_, mia adorata donna!

Avevamo avuto l'illuminazione per questa fanfiction insieme, avevamo deciso di provare a scriverla tutte e due e vedere cosa ne sarebbe venuta fuori! Io non l'avevo ancora cominciata che lei era già a metà, e dopo aver letto quella metà che aveva scritto, ho deciso che non sarei mai stata in grado di fare qualcosa di così fantastico xD Quindi ho deciso di crearne una versione CrissColfer! 
Ma tanto a voi non interessa, eh?

In caso non abbiate letto la sua (eresia! Leggetela!! *della serie: Non sto facendo pubblicità, noooh xD), con "prepara le forbici" alla fine Chris (nella parte di Kurt) si riferisce alla scommessa fatta con Puck, che prevedeva che il signorino con un furetto al posto dei capelli avrebbe dovuto rasarseli e vestirsi come diceva Kurt per una settimana, se Kurt avesse fatto perdere il controllo a Blaine xD 

Beh, spero che questo sclero vi sia piaciuto e che la sexual frustration vi sia stata gradita xD 
Amo quei due ragazzi, per quello li tratto così male.. se solo sapessero! Devo dire che mi sono uccisa dal ridere a scrivere questa cosa, per quanto sia stata un parto... soprattutto la parte di Dare che accavalla le gambe e Ryan che vuole riprendere di nuovo la scena xD 

Ok, non ho nula da dire! 
Al mio prossimo sclero! :D
MoonBlossom.

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