Show me how to love

di nique_j
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Teach me how to love myself ***
Capitolo 2: *** Fireworks ***
Capitolo 3: *** All this time ***



Capitolo 1
*** Teach me how to love myself ***


1. Teach me how to love myself.


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Una delle cose incredibilmente peggiori che possano succedere a noi esseri umani è vedere la persona che più ami soffrire, e non poter fare niente. In quei momenti ti senti inutile, ti senti impotente. Vorresti solamente stringerla, consolarla raccogliendo ogni sua lacrima e cercare di fermare le altre che cadono sempre più insistenti. Ecco, era proprio così che Joe si sentiva in quel momento. Impotente.
Se ne stava seduto sul letto, lo sguardo perso nel vuoto e, di tanto in tanto i suoi occhi scuri guardavano l’orizzonte oltre la grande finestra che dava su una distesa verde. Si sdraiò sul letto sbuffando; era tutto il pomeriggio che aspettava.
Quando sentì la serratura scattare, e la porta di casa aprirsi si diresse subito giù dalle scale con passo tanto veloce che quasi inciampava sui suoi stessi piedi. Gli giunsero alle orecchie i suoni di diverse voci che ormai conosceva fin troppo bene; sua madre, suo padre.
E poi quella voce, la voce che tanto sperava di sentire di nuovo.  “sto bene Denise, non vi preoccupate.” diceva.
Joseph si accorse solo una volta essere giunto all’ingresso della grande villa di essere seguito dai suoi due fratelli. Notò Nicholas che, con gesti seppur veloci ed affrettati, ma dolci si sporse leggermente verso la ragazza cingendo il suo esile corpo in un abbraccio.
che diavolo ti è saltato in mente Ronnie?” sussurrò teneramente al suo orecchio, prima di spostarle una ciocca di capelli chiari dietro l’orecchio accarezzandole poi la guancia. Quando si staccarono dall’abbraccio avevano entrambi gli occhi lucidi.
scusami Nick” disse poi con una voce talmente flebile che il ragazzo si dovette sforzare per capire ciò che stava dicendo. Scosse la testa, stampandole un tenero bacio sulla fronte e sparendo dietro la porta della cucina, seguito da Paul, Denise e dal fratello maggiore.
Joseph ci avrebbe scommesso che l’avevan fatto apposta per lasciarli soli qualche momento. Il ragazzo si avvicinò con timore e, solo in quel momento si accorse degli occhi leggermente spenti della ragazza, della sua espressione stanca e di alcuni tagli presenti sul suo corpo. Senza dire una parola la strinse in un abbraccio che sperava essere più caloroso di quello del fratello. Cercò la piccola ed esile mano della ragazza e attorcigliò le dita con le sue. “dopo dobbiamo parlare amore mio” Ronnie, capendo a che cosa si riferiva, non poté fare a meno di far uscire qualche lacrima, e quando alzò lo sguardo incatenandolo con quello del ragazzo si accorse che anche lui aveva gli occhi lucidi.

Dopo cena, Joe si rese conto che non era l’unico a voler parlare con Ronnie per cercare una spiegazione a ciò che era successo. Si ritrovò così in camera sua, seduto per terra a gambe incrociate,  suo fratello Nick da una parte e Kevin dall’altra, mentre la ragazza li fissava seduta sul letto. “che succede ragazzi?” domandò poi, avendo un po’ paura della possibile risposta. Nicholas la guardò con uno sguardo serio, fin troppo serio “che succede? A noi? Si può sapere che cosa cavolo ti è passato per la mente Ronns?” La ragazza scosse la testa mimando un “non lo so” con le labbra, mentre cercava di non incontrare lo sguardo di nessuno dei tre. Sapeva che di lì a poco sarebbe potuta scoppiare a piangere. “Lo sai che sei tutta la nostra vita, vero?” Lei annuì semplicemente “possiamo solo sapere perché hai…cercato di farlo?” disse Kevin un po’ titubante. “siamo la tua famiglia piccola, ci meritiamo una spiegazione”. La ragazza prese un profondo respiro.
Ecco, se fosse riuscita a fare ciò che avrebbe voluto non avrebbe dovuto dare spiegazioni a nessuno. Sarebbe successo e basta, sarebbe sparita e basta. Invece, in quel momento tre paia di occhi tristi la scrutavano aspettando una sua risposta, una spiegazione almeno.
Passarono così circa una decina di minuti, fino a quando Nick decise di spezzare quel profondo silenzio fin troppo pesante. “quando ti va di parlarne, noi siamo sempre qui. Ok?” disse, con quel suo tono sempre fin troppo tenero. Lei annuì mentre gli altri tre si sforzarono ad accennare un lieve sorriso. Poco dopo sia Kevin che Nick uscirono dalla camera, lasciando Joe ancora seduto sul pavimento, e Ronnie sul letto. Il ragazzo con un rapido colpo di addominali si tirò su, sedendosi accanto alla ragazza. “non sono Nick, io voglio sapere perché l’hai fatto” disse serio.
Una delle caratteristiche principali di Joe era il fatto di detestare i temporeggiamenti “dimmelo, ti prego”. La ragazza iniziò a torturarsi le mani nervosamente, prima di prendere un forte respiro “non lo so Joe, ok? C’è, forse lo sapevo in quel momento, ma davvero non so cosa risponderti.” Il ragazzo la guardò confuso “dimmi solo una cosa, pensi che non ti ami abbastanza?” Ronnie si limitò ad alzare leggermente le spalle. “non lo so, quanto mi ami Joe?” domandò. Non sapeva il perché di quella domanda improvvisa, ma sapeva –ormai sen’era resa conto- che la vita era davvero fin troppo corta, e che tutto poteva sparire così, da un momento all’altro.
Joseph le prese dolcemente il viso, alzandolo leggerente fino a quando non incontrò i suoi occhi “ti amo talmente tanto che non saprei cosa fare senza di te. Se tu muori, io muoio, semplice
scusa” si limitò a dire la ragazza tenendo i suoi occhi color nocciola puntati sul quelli del medesimo colore del ragazzo. “non devi scusarti con me, con i miei fratelli o con i miei genitori. Devi innanzitutto scusarti con te stessa”.  Aveva fin tropo ragione quel ragazzo.
questo non cambia nulla Danger, io ti amo comunque”. Joe annuì, lo sapeva che lo amava fin troppo. “non mi interessa, lo so ma non è questo il punto. Io voglio che tu ami te stessa tanto quanto ami me, ce la puoi fare?” domandò con aria premurosa, lei annuì “ci posso provare. Ma aiutami, ti prego” disse, ormai le ultime parole erano dei sussurri perché si era avvicinata sempre più alle labbra morbide del ragazzo, toccandole dapprima dolcemente con le sue. Entrambi approfondirono il bacio, lentamente. Mentre le loro lingue giocavano tra di loro in modo lento, intanto i battiti dei loro cuori erano sempre più veloci, ed irregolari.
stai con me stanotte, i miei non si fidano a lasciarti a casa tua da sola” disse il ragazzo una volta staccato dal bacio. Ronnie annuì, e Joe giurò di aver visto nei suoi occhi una nuova luce accendersi. La verità e che stava ritornando a vivere, si era imposta di dimenticare tutti i problemi ed i momenti bui della sua vita. Chissà, forse era riuscita ad uccidere la parte peggiore di sé.
 


 

L’arrivo dell’inverno, le nuvole e la pioggia mi hanno trasmesso una depressione addosso assurda, si vede? Ho deciso di iniziare questa nuova Fan Fiction nonostante ne abbia altre iniziate da poco che non aggiorno più. Mi dispiace ma ho, diciamo il grande difetto di non essere per niente sicura di ciò che scrivo, e perciò mi stanco subito della trama, dei personaggi eccetera eccetera. Come potete notare però, questa storia è diversa da tutte le altre. Mi piacerebbe soltanto ricevere qualche parere ed essere sicura che questa storia verrà letta, sennò è inutile postare, no? Potrei semplicemente scriverla e  tenerla per me. Invece, mi piacerebbe avere dei vostri pareri e, soprattutto che mi consigliaste se continuare o no, sennò questo povero capitolo finirà accanto a tutti gli altri in un inutile cartella del mio Dekstop.
Vi ringrazio tutte comunque, un bacio Ch.

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Capitolo 2
*** Fireworks ***


Eccomi tornata. Con un capitolo forse anche più deludente del primo..ci ho messo un saco di tempo a scriverlo.
Vorrei davvero che ne uscisse una bella storia, ma purtroppo tutto quello che riesco a fare è buttare giù tante parole sconnesse.

 A voi le recensioni, C.
           

Fireworks

 
La luce affusolata proveniente dalle tende semi chiuse filtrava nella grande stanza. Pur essendo a Los Angeles –la città col clima migliore di tutta la California- nella prima mattinata, una fresca nebbiolina vagava nell’aria fino a quando, verso mezzogiorno, i caldi raggi solari facevano capolino tra le nuvole, regalando a tutti gli abitanti delle giornate meravigliose. Era così, nella città degli angeli.
Ronnie tentò di aprire di poco gli occhi, cercando di mettere a fuoco la figura maschile che si trovava accanto a lei. Sorrise nel vedere le lenzuola bianche avvolgere completamente il corpo del ragazzo, steso a pancia in giù con un braccio sulla fronte leggermente sudata e la mano attorcigliata con quella di lei. La ragazza si tirò leggermente su con la schiena, ma il suo lento movimento fu abilmente bloccato dal braccio leggermente muscoloso del ragazzo che la strinse ancora di più per la vita magra, attirandola a sé.
dove credi di andare?” le domandò facendole appoggiare la testa sul suo petto.
buongiorno anche a te amore” disse la ragazza, stampandogli un lieve bacio sul collo.
tutto bene?” domandò il ragazzo, quasi sussurrando nell’orecchio di Ronnie. Lei annuì “sicura?” La ragazza annuì una seconda volta, più convinta.
devi promettermi una cosa, piccola” iniziò Joe accarezzandole dolcemente e lentamente i capelli, potando alcune ciocche castano chiaro dietro le orecchie. Ronnie gli fece segno di continuare. “devi promettermi, di ricordarti del fatto che io sono qui. Se hai bisogno di me, sono qui. Se hai voglia di piangere, sarò qui a raccogliere ogni tua singola lacrima. Se ti senti sola ti abbraccerò talmente forte, fino a quando non realizzerai che sarò sempre qui, ok?”  disse, prima di stamparle un bacio sulla fronte. La ragazza si alzò leggermente, sedendosi a gambe incrociate, iniziando poi ad accarezzare la mano morbida del ragazzo, che era come se bruciasse sotto ogni suo tocco.
grazie” sussurrò semplicemente lei “e di cosa?” domandò Joe attirandola ancora a sé.
grazie, di essere la mia vita” rispose semplicemente stampandogli infine un dolce bacio sul naso.

Spesso si passano dei momenti difficili. Spesso ci si sente tristi e soli e non si è in grado di affrontare le difficoltà della vita, perché la strada è ripida, e anche se si prova ad andare avanti, si cade spesso. Questo perché non ce la si può fare da soli. Basta aprire un po’ gli occhi ed accorgersi di quante persone sono disposte ad aiutarti.

Il risveglio del giorno seguente, invece, per Ronnie fu leggermente diverso.
Se entro due minuti non mi dici dove cazzo stiamo andando, ti giuro che ti picchio Jonas” disse la ragazza leggermente accigliata.
Quella mattina, il ragazzo l’aveva buttata giù dal letto all’alba e senza degnarla di alcuna spiegazione, costringendola a prepararsi velocemente. La giovane se ne stava seduta accanto al Jonas, che continuava a non risponderle “vedrai, è una sorpresa” diceva.
Ronnie voltò velocemente il viso, squadrando da cima a fondo il ragazzo; il naso perfetto, le labbra sottili, gli occhi scuri e i ricci perfetti, portati forse un po’ troppo corti. Sbuffò per l’ennesima volta; era domenica mattina e avrebbe voluto semplicemente trovarsi comoda sotto il suo piumone, invece di trovarsi sulla Mustang del suo migliore amico, diretta verso chissà quale strano paese della contea californiana, magari anche dopo chissà quante ore di viaggio.
Era ormai preparata al peggio, perfino a percorrere tutta la Freeway fino a San Diego, quando la macchina del riccio accostò accanto a una distesa di sabbia.
siamo arrivati” annunciò Nicholas e, dopo aver tolto le chiavi dal quadro della macchina e dopo aver fatto il giro di essa, aprì la portiera ad una Ronnie leggermente sorpresa e un po’ meravigliata.
ti rendi conto che se tuo fratello si rende conto che mi hai rubata potrebbe finire male?” Nick fece un lieve sorrisino
correrò questo rischio” disse poi, prendendola per mano e si incamminarono verso la spiaggia.
La spiaggia, era sempre piaciuta a Ronnie. La tranquillità ed il rumore delle onde, gli strani versi dei gabbiani e l’oceano cristallino.
La ragazza si guardò attorno, stringendosi nella felpa di cotone grigia che ormai era di tre taglie più grandi. Notò che non c’era ancora anima viva nei paraggi, se non per qualche persona qua e là che faceva jogging o che passeggiava con il cane. Inspirò a pieni polmoni l’aria marina, prima di sentire le braccia forti e possenti di Nicholas cingerle la vita.
ti piace?” domandò poi il ragazzo, un po’ insicuro “non avevo la più pallida idea di dove portarti ad essere sincero
Alla giovane scappò un lieve sorriso, “è stupendo, davvero” disse. Ma poi una domanda le venne spontanea “Nick, perché mi hai portato qui?” Il ragazzo alzò di poco le spalle “volevo farti una sorpresa” rispose semplicemente. Ronnie, era lusingata dalle intenzioni del ragazzo, diciamo che era uno di quei momenti in cui si sentiva un po’ più importante. E lei aveva bisogno di sentirsi importante. Camminarono abbracciati per una decina di minuti, dopodiché si sedettero sulla sabbia leggermente umida. “mi prometti che non mi lascerai più? Ho bisogno di te Ronns” Amava quando la chiamava Ronns, faceva così sin da quando erano solo due ragazzini.
La ragazza annuì “Lo prometto. Anche io ho bisogno di te Nicholas” disse, senza pensarci su.
Sai, ho sempre pensato che tu fossi un po’ come un fuoco d’artificio
La ragazza si limitò ad abbracciarlo, non aveva capito pienamente ciò che il ragazzo intendeva, ma forse le andava bene così.

‘cause baby you’re a firework.
 

Piesse: mi sono dimenticata di ringraziarvi tutte. Grazie a chi ha recensito, grazie a chi ha messo tra le preferite o tra le seguite questa storia. Siete stupende. (Nel prossimo capitolo penso vi ringrazierò tutte) Un bacione, C.

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Capitolo 3
*** All this time ***


Ma che tipo quei frocioni dei Jonas Brothers se ne sono tornati con una nuova canzone? Non sono stupendi? 
Comunque, buon giorno!
Ok, 6 recensioni all’ultimo capitolo? 10 recensioni in tutto? Ma io vi amo, lo giuro.
C’è ora mi metto a piangere (?)
Vabbè come promesso ecco un nuovo capitolo, scusate davvero per il ritardo.
A voi le recensioni.
 SIETE BELLE.
Cross.


 

All this time

 

Ronnie camminava per il grande parco. Con una mano teneva il guinzaglio di Elvis che, dopo le innumerevoli preghiere di Nick, si era decisa ad accompagnare fuori per una semplice passeggiata. Con l’altra mano, invece, teneva un semplice diario, dalla la copertina beige leggermente consumata.  Si sistemò velocemente il foulard maculato che teneva attorno al collo e che, a causa di quel lieve venticello di inizio Dicembre, continuava a svolazzare.
Ora facciamo una pausa piccolo” disse rivolta al cane,  dopo avergli dato una veloce carezza sul muso dal pelo chiaro, e si sedette su una panchina poco distante. Si rigirò numerose volte il diario tra le mani. Quanto tempo era che non lo apriva? Tanto, forse troppo. Molto tempo era passato da quando lo considerava il suo migliore confidente e da quando si divertiva a ricoprire le pagine bianche con l’inchiostro blu. Alla fine erano semplicemente alcune pagine piene di vicende e di problemi di una semplice diciassettenne. E perché aprilo ancora, e perché leggerlo? Era masochista forse? Fatto sta che con una certa sicurezza aprì una delle tante pagine della sua vita a caso, iniziando a far scorrere gli occhi su quelle lettere, parole e frasi, scritte con una calligrafia stranamente ordinata.

14 Febbraio
Stamattina mi sono svegliata, decisa a dire tutto a Joe. Avevo paura sì, ed è la medesima paura che mi affligge ancora adesso. Quella di non riuscire ad andare avanti, quella di aver paura di assumersi le proprie responsabilità. Comunque, decisi di andare a casa sua, la trovai vuota, per fortuna c’era solo lui. Senza indugiare un attimo decisi di arrivare subito al punto e di dirgli che.. ero incinta. Cazzo, incinta a sedici anni, di un ragazzo più grande di me. Non può andar meglio! L Ma, le sue parole sono state così dolci e rassicuranti che mi tranquillizzarono subito. Gli andava bene così, dovevamo prenderci le nostre responsabilità. Perciò, devo prendermi le mie responsabilità e fare quello che, alla fine è il passo più difficile. Dire tutto ai miei…

Ne era quasi sicura, erano lacrime quelle che stavano lottando per uscire dai suoi occhi. Era masochista sì, e lo sapeva. Si sistemò il lungo ciuffo biondo dietro all’orecchio e, dopo aver dato una veloce occhiata a Elvis per controllare che stesse bene, sfogliò le pagine leggermente consumate sempre più velocemente.

27 Febbraio 
Due giorni fa ho detto tutto ai miei. Non è stata una cosa facile, no. Anche perché hanno iniziato ad urlarmi addosso e  a chiedermi se avessi la minima intenzione di ciò che sarebbe successo. Beh, non cel’ho nemmeno ora. Comunque vivo da Joseph adesso, i miei mi hanno caldamente invitata a stare fuori casa per un po’. La famiglia di quel ragazzo è stupenda, avrei dato di tutto per avere dei genitori così.

I suoi genitori, chissà dov’erano i suo genitori. Chissà, magari stavano vivendo meglio, senza dover badare a lei, senza nessun peso sulle spalle. Alla fine, aveva trovato qualcuno che le voleva bene, per davvero.
Il sole stava per tramontare e decise che sarebbe stato meglio rientrare, prima che tutti si chiedessero dove fosse finita. Prima però, andò ad una delle ultime  pagine del diario.

18 Giugno 
Il mio corpo, il mio corpo è da sempre qualcosa che mi ha sempre fatto schifo. Non solo esteriormente, per la forma che da un po’ di tempo non la reputo delle migliori. Ma adesso odio profondamente me, e questo cazzo di corpo. Forse era troppo debole per ospitare una nuova vita al suo interno, non era ancora pronto per far crescere mio figlio. Sta di fatto che il mio corpo ha ucciso ciò  che sarebbe diventata la cosa più importante per me. Per questo lo odio.

Mosse le mani di scatto facendo chiudere di colpo il diario. Come le era saltato in mente di rileggere tutto quello? Apparteneva alla sua vecchia vita, ora era ‘cresciuta’. Mise subito il diario al sicuro, nella borsa, lontano dalla sua vista. Era quasi passato un anno ed aveva cercato di risollevarsi. Aveva accanto le persone migliori al mondo ma, nonostante questo aveva ancora molta strada davanti per riuscire ad accettarsi completamente.

Una volta tornata a casa le venne in contro Nick che, dopo averla salutata con un lieve bacio sulla fronte se ne sparì al piano di sopra col cane.
ciao amore” disse poi una volta entrata nel salotto, vedendo Joe con gli occhi puntati sul televisore, intento a guardare una partita di baseball.
hey piccola” la salutò lui “com’è andata oggi?” domandò poi, una volta che la ragazza gli si sedette accanto
“tutto bene” ripose “ho fatto un  giro con Elvis” continuò poi.
come ti è andata la giornata?”domandò a sua volta.  Lui annuì “tutto a posto, ma mi sei mancata lo sai?” disse attirando la ragazza a sé per i fianchi, e le lasciò appoggiare le gambe fin troppo magre sulle sue. Si sporse leggermente fino a toccare le sue labbra. “Mi sei mancato anche tu, lo ammetto” disse, per poi sistemarsi più comoda mettendosi su di lui, portando il suo bacino contro quello del ragazzo, il quale fece un sorriso tra il dolce e il malizioso. “ah si?” domandò lui, mente Ronnie si divertiva a lasciare dei piccoli baci sul collo del ragazzo, mentre con una certa lentezza iniziò a slacciargli la camicia.
a-amore” disse il ragazzo, incantato dai gesti della ragazza “c’è mio fratello, al piano di sopra
Lei scosse semplicemente la testa “tanto Nick non sente niente, dai” gli sussurrò nell’orecchio, continuando a spogliarlo lentamente.
si, mi sei mancata, decisamente

I’ ve been missing you. It’s true.


PS: Ho una nuova Fan Fiction ‘work in progress’ sui One Direction. Se vi interessa ditemelo che la pubblico. O.o 

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