Love Story

di JonasInMyMind
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -My moment- ***
Capitolo 2: *** New day,new year ***
Capitolo 3: *** Please,stop! ***
Capitolo 4: *** "different" doesn't mean "wrong" ***



Capitolo 1
*** -My moment- ***


                      PROLOGO

 

Alzai la zip del vestito.Ero finalmente pronta,pronta di dimenticare la realtà anche se solo per qualche ora,pronta per vivere una serata incondizionata da niente e da nessuno.Si quella sarebbe stata la mia serata,il mio momento.Cercai di controllare la tremenda paura di mandare tutto a rotoli,di sentirmi di nuovo felice dopo così tanto tempo ,che stava iniziando a impadronirsi di me.Tutto sarebbe andato bene,si.Mentre cercavo di autoconvincermi,sistemai il fermaglio che custodivo da sempre gelosamente sui miei lunghi boccoli biondi.Sistemai la piccola mascherina sui miei grandi occhioni azzurri,l'unica cosa che ero davvero fiera di possedere.Chiusi gli occhi e sospirai profondamente.Si,ce l'avrei fatta.Quel giorno la ragazza timida,forse troppo stanca della vita non esisteva più,no,ero semplicemente una principessa che voleva vivere la sua favola.Si forse tutto questo era sbagliato,forse le mie erano solo illusioni,ma era tutto ciò che avevo.Ormai vivevo solo nelle illusioni,mei sogni,perchè la vita reale era diventata un peso troppo pesante da portare sulle spalle.Barcollai fino allo specchio maledicendo ancora una volta i mie tacchi 12 che indossavo per la prima ed ultima volta. Per poco non caddi dalla sorpresa.Quella figura...ero davvero io?!?!No,non poteva essere,era persino bella,mentre io ero....beh,io ero semplicemente io.Alzai un braccio per verificare se i movimenti corrispondessero,e si,ERO DAVVERO IO.Un corpetto beige decorato al centro,con le maniche cadute sulle spalle,mi fasciava il busto mettendo in risalto le mie forme.Da esso partivano vari strati di stroffa che sfioravano morbidamente il pavimento.Nonostante quei trucchi erano chiusi in quel cassetto da così tanto tempo,quella sera riuscii ad ottenere un ottimo risultato.Con un fantastico gioco di colori ,l'ombretto metteva in risalto ancor di più i miei occhi mentre un leggero strato di phard mi coloriva le guance.Afferrai tra il pollice e l'indice il vestito e feci una giravolta.Era giunta l'ora.Incrociai le dita.

 

 

AUTORE:un commentino?

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Capitolo 2
*** New day,new year ***


ZAYN'S POV

Capitolo 1

 

Sobbalzai allo stridio ininterrotto della sveglia.Sfilai un braccio dalle calde coperte e lo allungai tastando il vuoto alla ricerca della sveglia.Un altro giorno,o meglio un altro anno.Non avevo alcuna voglia di affrontare la solita routine e soprattutto non ne avevo la forza.Premetti il viso contro il cuscino.Aprii gli occhi aspettando che la vista si schiarisse e scivolai giù dal letto.Accesi lo stereo a tutto volume e spalancai le finestre.Aprii l'armadio che improvvisamente mi sembrava vuoto,nonostante non ci fasse più spazio libero.Optai per un pantalone morroncino e una maglietta bianca aderente che metteva in risalto i miei bicipidi.Avrebbe fatto impazzire tutte le regazze,si.Aggiustai i capelli scrupolosamete,quel giorno avrei sfoggiato il mio nuovo taglio alla 'bad boy'.Ero un ragazzo abbastanza attento all'aspetto fisico,ma questo forse perchè ne ero in un certo senso stato costretto dalla società.Si la verità è che ero tremendamente stanco di fingere,di mostrarmi come volevano gli altri.Ormai indossavo da così tanto tempo quella maschera da dimenticare persino chi si nascondesse dietro.Avevo sempre creduto di poter riscattare le mie ferite provocandole agli altri.Così,facevo soffrire tante,troppe persone.Ogni sera andavo a letto sentendomi uno schifo ,rendendomi conto di non aver guadagnato il sorriso di nessuno se non il mio.Ma ormai mi sentivo come se non potessi tornare più indietro e rimediare ai miei errori nonostante stessi per essere schiacciato dal loro peso.Si,avevo tutto:popolarità,successo,ragazze,amici.Se fossero VERI amici ,beh questo non lo sapevo,ma ero così stanco di essere sempre solo.Negli ultimi anni la mia vita era cambiata radicalmente.Chitarra,microfono,libri erano finiti direttamente nella spazzatura lasciando il posto a ...beh niente.Nella mia vita non c'era assolutamente niente di concreto,ma preferivo non pensarci.Afferrai di corsa lo zaino e corsi in cucina.Riempii una tazza di latte che bevvi in un solo sorso.Uscii di casa sbattendo la porta in modo tale che i miei capissero che stessi uscendo e montai sulla mia YAMAHA FZ6 S2 dando a tutto gas.

Ne valeva la pena?Nessuno era veramente interessato a conoscermi,erano tutti innamorati della mia immagine e questo mi aveva insegnato a non fidarmi mai di nessuno e soprattuto non affezionarmi a nessuno. Ne valeva la pena?!Costringersi ogni mattina di stamparsi quel maledetto sorriso sulle labbra nonostante dentro di te avessi la tempesta.Ne valeva la pena?! Rendere un inferno la vita degli altri per rendere la propria un paradiso.Ne valeva la pena? A volte desideravo soltanto qualcuno che mi capisse,che si sedesse accanto a me e fosse realmente interessato ai miei sentimenti.Ne valeva la pena? Avere tutte le ragazze della scuola che ti corrono dietro pronte a farti divertire ogni sera. Ne valeva la pena? Ridere,ridere sempre...o fingere di ridere? Ne valeva la pena?! Avere tutta la scuola ai tuoi piedi,e sentirsi sempre importante. Ne valeva la pena?! Abbandonare tutti gli interessi precedenti per acquisire quegli degli altri.

Ne valeva la pena?!

La risposta mi era ancora ignota,o forse volevo convincermi che lo fosse.

 

Arrivato attraversai il portone sfacciatamente ed ecco che gli occhi di metà scuola si puntarono su di me.Si,mi piaceva essere al centro dell'attenzione.Sentivo le risatine delle ragazze accanto a me così mi girai sorridendo lanciando loro un'occhiata maliziosa.Subito dopo iniziarono a gridare e fingere un mancamento,quanto erano patetiche.Ecco che arrivava la mia banda che salutai con pacche sulle spalle o battendo il pugno.Naturalmemte non potevano mancare le loro battute sul mio nuovo taglio.Arrivammo agli armadietti ed ecco che arrivava.Allontanò gli altri e mi avvolse il collo con le sue braccia.Era davvero bellissima.Aveva i capelli castani e gli occhi di un verde smeraldo.Mi sbattè all'armadietto dandomi un bacio molto passionale.Quando le nostre labbra si staccarono mi scompigliò i capelli sussurrandomi- Amo il tuo nuovo taglio sai?- Ridacchiai e ripresi a baciarla.Si era davvero perfetta,ma era una di quelle ragazze che amava essere al centro dell'attenzione,avere i vestiti firmati,essere capo delle cheerleaders,popolare.Si perchè se vogliamo dirla tutta,stava con me solo per avere la così tanto desiderata popolarità.Ma a me questo non importava,non provavo alcun sentimento per lei e la cosa era reciproca.Lei aveva la sua popolarità e io avevo il mio divertimento.

Mi salutò facendomi l'occhiolino e mi avviai verso l'aula.La lezione fu molto interessante escludendo il fatto che non ascoltai una parola.Non riuscivo a togliere quelle immagini dalla testa,quelle parole,quegli occhi,quel sorriso.Forse non sembrava ,ma quel giorno fu di verso,io mi sentivo diverso.Si,lei mi aveva cambiato.E in quel momento ero consapevole soltanto di una cosa:dovevo trovarla

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Capitolo 3
*** Please,stop! ***


CAPITOLO2

 MADISON'S POV

Suonò la campanella. Ero ferma al portone della scuola,aspettando che tutti entrassero nelle classi.Non mi piaceva affatto arrivare in ritardo già il primo giorno,ma ormai ero costretta a farlo tutti gli anni. Dal portone alla classe c'erano solo tre metri,TRE BANALISSIMI METRI,e se avessi corso abbastanza velocemente forse...no meglio non rischiare.Quel giorno iniziava un nuovo anno scolastico e ormai facevo il terzo,ma complessivamente non erano cambiate molte cose.Tre anni prima però ero una ragazza con delle speranze,dei sogni,dei buoni propositi,mentre in quel momento,non è che non credessi più in niente,ma ero semplicemente più matura. Si,forse se il mio primo giorno in questa scuola fosse andato diversamente ,starei ancora sognando ad occhi aperti magari inseguendo il ragazzo di turno. Ma a differenza della maggior parte degli adolescenti,io non credevo nel VERO amore,quello purtroppo esiste solo nei romanzi. A volte mi piaceva immergermi in essi solo per provare ad immaginare come sarebbe bello vivere una favola con il proprio pricipe azzurro. Ma l'esperienza mi ha insegnato che il “vissero felici e contenti “ nella vita reale non esiste. Oggi tutto quello che serve per essere accettati dagli altri è un bel faccino e un fisico da modella e se non ne hai uno,o peggio entrambi, beh sei destinato a rimanere solo o emarginato.A questo mi ero ormai abituata perchè come dice un detto “meglio soli ce male accompagnati “ , nonostante in realtà ciò di cui ho sempre sentito maggiormente la mancanza è appunto un amico.Non ne desideravo uno con cui uscire,andare in discoteca e ubriacarmi,bensì qualcuno con cui confidarmi,scherzare,restare svegia la notte guardando un film,mangiare schifezze,insomma un amico con il quale divertirmi in modo semplice.Ormai i ragazzi di questo tipo sembravano essere estinti ed io avevo trovato un'amica speciale:la musica. Come potrebbe mai tradirti una canzone?! Essa è sempre accanto a te ,pronta ,con un semplice “clic “ , a farti divertire,cantare,ballare e...anche sognare. Le note e le parole penetrano dentro di te come un uragano,travolgendoti in mille emozioni diverse. Sì,la musica è sempre riuscita a strapparmi un sorriso anche quando sembrava impossibile,mi ha asciugato le lacrime quando la ferita sembrava troppo grande da poter essere rimarginata e dandomi così la forza di ricominciare. A volte mi chiedevo perchè continuare,perchè sopportare tutto senza risultati,ma ogni giorno riuscivo ad andare avanti aggrappandomi alle cose belle che mi circondavano. In fondo ero una ragazza forte e sarei riuscita a superare anche questo. Voi potete chiamarmi noiosa,ma io mi ritengo semplicemente realista. Quando finalmente nei corridoi dominò il silenzio assoluto,mi precipitai in classe sedendomi all'unico banco ancora libero:prima fila,centrale,di fronte alla cattedra. Naturalmente la mia entrata fu accompagnata dalle solite risate dei compagni e i rimproveri del professore,ma ormai ne ero così abituata da sembrarmi irrivelanti. Il professore iniziò facendo un discorso moralista a tutta la classe,cosa che solitamente io avrei ascoltato con attenzione ed interesse,mentre in quel momento pensavo a tutt'altro.Diedi una rapida occhiata a tutta la classe. Non mancavano le solite oche(per non dire altro) con minigonna,scollo,tacchi e 20 centimetri di trucco sulla faccia. Dall'altro lato invece erano raggruppati tutti i ragazzi che se la tiravano come se fossero degli dei.Poi c'erano i ragazzi normali che non parlavano con gli “sfigati” per non rovinarsi la reputazione, ma non osavano neanche avvicinarsi a quelli più popolari.Una cosa in comune però l'avevano:erano tutti bravi a giudicare. Ma cosa potevo fare io?! Non avevo intenzione di seguire la massa,a costo di avere un'adolescenza terribile. A cosa mi sarebbe servita un'amica che non ti sa apprezzare per quello che sei o che guarda come ti vesti la mattina invece del tuo carattere?!Oppure avrei dovuto cercare qualche ragazza con cui passare il tempo solo per dire di avere una migliore amica?!NO,GRAZIE. Mentre il mio sguardo passava velocemente su ogni volto,non potei fare a meno di soffermarmi su uno.Davvero un bel ragazzo, ma...chi era?!Doveva essere nuovo,non mi sembrava di averlo mai visto.Con un leggero movimento del capo scostò i capelli color grano.Non riuscivo a smettere di fissare i suoi occhi color nocciola quando improvvisamente si voltò verso di me e io,di conseguenza,abbassai gli occhi arrossendo. Non potevo perdere la testa per un ragazzo,non avrebbe mai ricambiato mai i miei sentimenti.Mi autoconvinsi di ciò e decisi di ritornare alla realtà continuando a prendere appunti sulla lezione. Le ore passarono molto in fretta ed infatti ecco che suonò la campanella che annunciava la fine delle lezioni.In pochi secondi la classe si svuotò ed io cercai di prendere più tempo possibile sapendo cosa mi avrebbe atteso là fuori.Anche il professore uscì dalla classe e mi sentii improvvisamente indifesa.Appena fui pronta,uscii dalla classe quasi a rallentatore.Mi sentivo una stupida,una vigliacca,ma credo che al mio posto lo sarebbero stati tutti.Appena varcai la soglia della porta presi un respiro e chiusi gli occhi quasi preparandomi all'eventuale “attacco”.Silenzio.Riaprii gli occhi e notai che attorno a me non c'era ormai nessuno.Non era possibile,in questi anni non avevano dimenticato neanche un giorno.Forse il nuovo anno aveva cambiato davvero le persone,forse io potevo riprendere una vita normale,forse anche loro avevano un cuore.Ma non dimentichiamo che c'era ancora quel FORSE.Un sorriso,forse di speranza,si disegnò spontaneamente sul mio viso.Ripresi a camminare a passo spedito,quasi allegramente.Ma presto mi accorsi di aver cantato vittoria troppo presto.Non ebbi neanche il tempo di chiudere gli occhi che appena uscii dalla scuola mi ritrovai bagnata dalla testa ai piedi.Eccoli,sentivo le loro risate attorno a me,un'altra volta.Odiavo loro e quelle maledette granite.Non avevo il coraggio di aprire gli occhi,di reggere i loro sguardi divertiti.Un'altra umiliazione da aggiungere alla mia collezione.La verità è che ero stanca di essere umiliata in tal modo ogni singolo giorno,stanca di sentirmi una nullità,stanca di TUTTO.Avrei voluto urlare al mondo intero di lasciarmi in pace,io non ne potevo più.Perchè proprio io?!?Perchè c'erano persone con una vita perfetta,mentre io dovevo sopportare tutto questo?!BASTA,BASTA,BASTAAAA!

Avrei voluto scomparire in quel preciso istante e tappare le orecchie per non sentire più le loro risate,sempre più forti.Sentivo di stare per scoppiare perciò mi voltai di scatto e corsi verso il bagno della scuola per ripulirmi.Mi appoggiai con le spalle al muro e scivolai fin terra poggiando le braccia sulle ginocchia.Alcune lacrime iniziarono a rigarmi il viso,fin quando poi scoppiai in un pianto isterico.Avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse che tutto sarebbe andato bene o qualcosa che mi desse la forza di andare avanti.Erano ormai tre anni che subivo queste ingiustizie,o meglio erano ormai tre lunghissimi anni che ero VITTIMA DI BULLISMO.

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Capitolo 4
*** "different" doesn't mean "wrong" ***


CAPITOLO 3

 

LIAM'S POV

 

Mi rigirai nel letto.Niente, non riuscivo a dormire. In quegli ultimi giorni mi capitava spesso; appena chiudevo gli occhi, la mia mente si affollava di mille pensieri. Avevo l'impressione che la mia vita fosse una corsa senza traguardo, in cui tutto ciò che mi circondava andava talmente veloce da non lasciarmi neanche il tempo di godere e amare quello che avevo. Una corsa che strappava le radici appena nate, una corsa costituita da anelli che non riuscivano ad unirsi nella propria catena, una corsa in cui ero rimasto irreparabilmente indietro incapace di raggiungere il resto. All'inizio pensavo che ricominciare ogni volta da capo sarebbe stato bello, avrei potuto accantonare finalmente i miei errori. Ma non ci impiegai molto tempo per capire che questo non sarebbe mai accaduto. Anche se non c'erano gli altri che me li rinfacciavano, che me li facevano pesare senza rimedio, dentro di me non sarei mai riuscito a dimenticare la loro esistenza e a togliere quel macigno che sentivo costantemente sul mio petto. Sentivo di aver bisogno, anche solo per un momento, di fermarmi e riprendere il respiro, fermarmi e capire chi davvero fossi, fermarmi e guardarmi attorno. Già, a volte mi chiedevo come sarebbe poter vedere la propria vita dall'esterno, come se fosse quella di uno sconosciuto. Premere il tasto “pausa” e “play” secondo le tue esigenze, proprio come un film. Quando si tratta di dare consigli agli altri, tutto sembra chiaro, ma quando al contrario i problemi riguardano te, beh riconoscere la strada giusta diventa improvvisamente difficile. I sentimenti, sì. Erano loro i veri colpevoli, erano loro ad offuscarti la vista... o il cuore. Mi domandavo perchè non ero come gli altri ragazzi, perchè non riuscivo a prendere la vita così come veniva. Sapete come ci si sente quando tutte le certezze che hai avuto finora,improvvisamente...crollano?! Ma la vita è piena di ostacoli e di certo io non mi sarei arreso al primo. Aprii gli occhi: Ero circondato da un buio soffocante. Se fossi rimasto un solo secondo in più nel letto sarei uscito pazzo, perciò decisi di andare a fare una doccia. Lasciai che ogni goccia d'acqua strappasse via dalla mente ogni pensiero,ogni dubbio,ogni incertezza. Sì, ero stanco di limitarmi a sopravvivere, questa volta avrei iniziato a godere ogni singolo istante, consapevole delle conseguenze in cui sarei potuto andare incontro. Afferrai la mia chitarra nell'angolo della stanza e premetti le dita sulle corde tese. Lasciai che tutti i miei pensieri attraversassero il mio corpo e arrivassero alle mani, trasformandosi così in nuove note. Passarono secondi, minuti, o forse anche ore, sapevo solo che quando stringevo quello strumento mi sentivo finalmente in pace con me stesso.

Ecco che suonò la sveglia programmata “inutilmente” la sera prima:7 A.M.

Indossai un jeans nero e infilai un maglioncino blu rabbrividendo al contatto con il freddo tessuto.Mio padre non era a cosa,come al solito. Feci un'abbondante colazione,afferrai lo zaino ed uscii. Era piuttosto presto per andare a scuola così decisi di girare un po' per la città. Accesi l'ipod infilando le cuffie nelle orecchie e tirai su il cappuccio della giubbotto per ripararmi dalla leggera pioggia.
Osservai con la coda dell'occhio tutte le persone che mi passavano accanto: c'erano persone di tutti i tipi, con capelli colorati con stravaganza, pearcing o tatuaggi su qualche parte del corpo. Beh di certo in questa città non mi sarei annoiato. Decisi di tornare indietro, allontanandomi troppo probabilmente mi sarei perso.
Arrivato a scuola, attraversai velocemente il corridoio ed entrato in classe, lanciai sul banco lo zaino. Non ebbi nemmeno il tempo di sedermi che una folla di ragazze mi circondò. Le attenzioni non mi erano mai dispiaciute, ma non ne potevo davvero più. Non facevano altro che seguirmi per tutta la scuola e osservarmi durante le lezioni. Mi sentivo costantemente sotto i riflettori, come se dovessi fare attenzione a cosa dicessi o facessi. Prima non mi era mai successa una cosa del genere, perciò cercavo di sorridere e mostrarmi solare. Con le ragazze avevo avuto sempre un certo successo e devo dire che ne avevo adocchiato un paio davvero carine. Ma cercavo di non dare loro corda dato che nell'altra città avevo una ragazza.

 

 

 “La abbracciai mentre le sue lacrime mi bagnavano la maglietta. Era terribile vederla così, rendeva molto più difficile trattenere le lacrime. Avevo passato con lei momenti indimenticabili e ora tutto stava andando a fumo e presto sarebbe diventato solo un mucchio di cenere.La afferrai dalle spalle e la guardai negli occhi pieni di lacrime.
-Non è un addio-
-Andrai a vivere a migliaia di chilometri da me, e non lo chiami addio?!-
-Tornerò,io ti amo-
Alzai il suo mento con il dito e le diedi un lungo bacio,il più dolce,il più passionale, l'ultimo.
-Chi dice che non potremo avere una relazione a distanza?!Ti chiamerò ogni giorno, non potrei mai dimenticarti-
-Promesso?-
-Promesso.-

Ci credevo davvero?!Forse. Ma di certo sapevo che le relazioni a distanza erano terribilmente difficili, costrette a camminare su un filo di cotone, brutalmente facile da rompere.” 

 

 

Appena arrivò il professore tutti si precipitarono ai propri posti e io riebbi la mia tanto amata solitudine. Improvvisamente la porta si spalancò ed entrò la solita ragazza che arrivava sempre tardi. Cosa le costava svegliarsi cinque minuti prima?! Aveva un paio di occhiali enormi che coprivano gran parte del suo viso. Per non parlare dei vestiti orrendi; mi chiedevo se la mattina si vestisse ancora ad occhi chiusi. Aveva i capelli biondi legati in una coda storta che di certo non migliorava il suo aspetto. In fondo non doveva essere brutta, ma evidentemente non le interessava. Le ore di lezione per me erano soltanto tempo in più per riflettere, un bene da un lato, un arma micidiale che portava all'esaurimento mentale dall'altro.
Suonò la campanella e la classe si svuotò. Stavo per uscire dalla classe quando il mio sguardo si posò sulla ragazza dai grandi occhialoni. Era seduta in un angolo con le cuffie nelle orecchie, sola, triste. Non sapevo cosa mi spinse a voltarmi indietro e andare da lei, ma sentivo di non voler altro che raggiungerla e parlarle. Mi sedetti accanto a lei. Si girò un secondo per guardarmi, ma poi arrossendo distolse lo sguardo.
- Sai, i tuoi occhiali sono grandi, ma non abbastanza da nascondere le lacrime-
Spalancò gli occhi sorpresa.
- Beh finora nessuno se n'è mai accorto.Pensavo che l'unico vantaggio di questo stupido ammasso di ferraglia fosse questo,ma a quanto pare mi sbagliavo-
- Beh chi non ti ha visto, evidentemente non VOLEVA farlo-
Posai la mia mano sul suo viso e le asciugai le lacrime con il pollice.
-Non ti conviene stare qui con me, potrebbero vederti e di certo questo non gioverebbe alla tua reputazione-
Risi.
-Oddio hai ragione!-Mi guardai intorno fingendo un'aria preoccupata e ansiosa.
Freneticamente presi un libro, lo aprii e lo appoggiai sulla testa. Sembravo un deficiente, ma non mi importava, volevo vedere un sorriso su quel viso.
-Credi che ora mi possano riconoscere lo stesso??-
Scoppiò a ridere e subito dopo iniziai anche io, la sua risata era terribilmente contagiosa.
-Oh beh di certo ora non corri alcun rischio– disse tra le risate.
-SHHH! Se ridi troppo potrebbero vedermi!-

Continuammo a ridere per tutta la ricreazione passando da un argomento all'altro senza accorgercene. Non sembrava la classica “secchiona” anzi, non capivo il motivo per cui tutti l'allontanassero. La verità è che la società di oggi fa sembrare normale emarginare chi non veste firmato o segue la massa, adottando dei comportamenti di diffidenza forse per convincere se stessi e gli altri che tutto ciò che non sia come loro sia sbagliato. Ma in realtà questi sono i primi a sbagliare , una persona senza personalità può davvero essere definita tale?! A parer mio, no. Il bello di fare nuove amicizie è appunto scoprire il carattere delle persone con ogni pregio, difetto o stranezza.
E poi... chi dice che “diverso” è sinonimo di “sbagliato?!

-Piacere, Liam- dissi porgendole la mano con un sorriso a 32 denti.
Esitò un attimo, poi mi strinse la mano. -Madison-

Sapevo che quello sarebbe stato l'inizio di una grande amicizia.

 

 

 

 

Angolo autore:

SALVEE! Perdonatemi per il graaande ritardo, ma la scuola mi ha impegnato davvero tantissimo. Comunque questo capitolo è abbastanza lungo, ma spero davvero che vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate ;) Ah! Un enorme grazie a tutti quelli che hanno letto o recensito, un abbraccio :D

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