What if?

di CrystalRose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


What if?

 
A casa Gerkhan era tutto tranquillo.
Andrea aveva iniziato a preparare la cena, sua figlia Aida – vent’anni appena compiuti- sdraiata sul divano guardava svogliatamente la televisione.
Squillò il telefono.
Vedendo che Aida non accennava nessun movimento, Andrea andò a  rispondere.
-Pronto? Ah Semir sei tu…Un posto in più? Certo non c’è problema- e riattaccò.
-Cosa voleva?- chiese la ragazza
-Se fossi andata a rispondere ora lo sapresti-
Aida si alzò –Eddai mamma!- si lamentò.
Andrea le sorrise –Vatti a cambiare. Abbiamo ospiti-
-Cioè?-
-Il nuovo collega di papà-
-Fantastico- disse con scarsa convinzione.
 
Andò al piano di sopra verso la sua camera.
“Bene nuovo collega. Altra cena tra adulti”
Sperò che non facesse la stessa fine di Tom e Chris, fu uno strazio per suo padre e anche per lei che le volevano bene poiché l’avevano vista crescere.
Sul suo comodino vide la foto di lei e Katerine, la figlia di Chris nonché sua migliore amica e coetanea. Da quando suo padre Chris era morto, Aida non l’aveva più rivista perché la madre, Bea, l’aveva mandata a Berlino a studiare.
Aprì l’armadio e tirò fuori un paio di jeans e una maglietta bianca.
Le piaceva quella maglietta. Lei e Katerine l’avevano comprata insieme e quando se la mettevano Chris le chiamava “le gemelline”.
Mentre si vestiva osservò, quasi incantandosi davanti allo specchio, i gambi delle rose nere che si intrecciavano sulla maglietta.
Cercò di ricordarsi il nome del nuovo collega ma non se lo ricordava, glielo aveva detto suo padre meno di una mese fa.
Poco le importava. Magari era un tipo noioso e vecchio, poco adatto per essere nella squadra Cobra 11.
- Aida scendi!!!- le urlò suo padre dal piano di sotto.
-Arrivooo!- urlò lei in tutta risposta.
Cominciò a correre per tutto il corridoio e giù per le scale. Appena suo padre, Semir, la vide comparire da in cima alle scale disse: -Ben questa è mia figlia Aida -
Ecco come si chiamava! Ben Jäger.
Ben fece capolino dall’ingresso.
La corsa della ragazza si arrestò bruscamente.
Altro che vecchio noioso.
 
Ben aveva all’incirca trent’anni. Era alto, fisico atletico, spettinato, un po’ di barba e due occhioni neri.
Il ragazzo dal canto suo non rimase indifferente alla bellezza di Aida.
L’altezza, per fortuna l’aveva ereditata da Andrea, bionda con gli occhi blu mare da perdersi dentro. Fisico snello, non poteva avere più di vent’anni.
Fu lui a parlare per primo.
-Piacere Ben- le sorrise tendendole la mano.
-Aida- rispose afferrando meccanicamente la mano. Era incantata.
-Bene possiamo sederci- disse Semir.
I due si girarono mezzi imbambolati tenendosi ancora per mano.
-Certo- disse il ragazzo.
Aida era ipnotizzata dagli occhi di Ben.
Si maledisse mentalmente per non essersi vestita in maniera più elegante, ma poi osservò meglio il ragazzo. Anche lui indossava dei jeans, un giubbotto di pelle nero. Stesso stile rockettaro.
- Aida puoi appenderlo all’ingresso, per favore?- le chiese suo padre porgendole la giacca dell’ospite.
-Certo-  lo prese in mano e si voltò. Appendendolo la ragazza fu investita dal profumo che impregnava la giacca e lo riconobbe: Bulgari Blu. Era il suo profumo maschile preferito.
Tornò in salotto per raggiungere il tavolo da pranzo. Ora la giovane poteva vedere cosa indossava Ben: una maglietta in cotone blu leggerissima e soprattutto aderente.
Aida sentì le farfalle nello stomaco provocarle un tornado.
L’unico posto libero era proprio di fronte al ragazzo.
 
Iniziarono a cenare. Ben era veramente simpatico.
-Chi vuole le patatine?- chiese Andrea mettendo in tavola una ciotola verde colma di patatine.
-Io!!-dissero i due giovani all’unisono.
-Sembrate due bambini- scherzò Semir.  
Ben allungò la mano verso il sale e in quello stesso momento lo fece anche Aida.
Le due mani si sfiorarono.
La ragazza ritirò subito la sua.
-Prima le donne- disse il ragazzo sorridendole.
Aida sentì il viso avvampare. Allungò nuovamente la mano e prese la boccetta del sale evitando lo sguardo di Ben.
Quando ebbe finito porse la boccetta a Ben e le loro mani si sfiorarono nuovamente.
Aida pensò di avere il viso in fiamme.
Il ragazzo sorrise tra sé e sé osservando che ogni volta che sfiorava Aida, le guance della giovane arrossivano leggermente.
A Ben la ragazza piaceva veramente e lei pareva contraccambiare. Ma stavolta provarci con lei sarebbe stato come giocare con il fuoco.
D’altronde Aida era figlia del suo collega Semir, non poteva farla soffrire.
 

Spazio autrice:
Salve a tutti!
È la mia prima FF in questa sezione quindi siate clementi! XD
Lo scritta più di un anno fa, non è lunghissima saranno al massimo 10 capitoli. Lo ritrovata da poco in un cassetto e ho deciso di pubblicarla. E poi si tratta del mio telefilm preferito!!
Ringrazio chi vorrà seguire, leggere e commentare. ^^
CrystalRose.  

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Capitolo 2
*** 2. ***


-Grazie della cena collega!- disse Ben mentre si rimetteva la giacca.
-Figurati è stato un piacere!- I due si diedero la mano.
- Andrea, grazie- e l’abbracciò
-Grazie a te per essere venuto- rispose la donna.
-Ciao Aida-
-Ciao- disse lei quasi timidamente.
-Posso darle un bacio sulla guancia?- chiese a Semir ridendo.
-Sì. Ma stai attento a dove metti le mani!-
Lui si piegò verso la ragazza e le schioccò un bacio sulla guancia. Avvicinandosi il ragazzo sentì il profumo di lei: vaniglia.
Non capì perché il suo cuore si mise a battere all’impazzata.
-Bravo, hai tenuto le mani a posto- commentò Semir.
-Sono un gentiluomo io!-
-Sese questa raccontala a qualcun altro-
Il ragazzo uscì e si diresse verso la sua moto.
Andrea si accorse che la figlia era arrossita per la terza volta quella sera. Le sorrise dolce ma la ragazza non se ne accorse.
Semir salutò con la mano Ben che stava accendendo la moto. Questi partì via a razzo dando gas.
Il rombo della moto risuonò in casa e Aida tornò sul pianeta terra nell’udire quel rumore.
Si chiese se avesse sognato.
-Buonanotte- disse ai suoi.
-Buonanotte- le risposero.
Una volta in camera mentre si toglieva la maglietta capì che non era un sogno.
La maglietta era impregnata del suo profumo.
Si sdraiò sul letto abbracciata alla maglietta e si addormentò.
 
La sua sveglia suonò come tutte le mattine alle 6.30
Quando si svegliò Aida si accorse di essersi addormentata in reggiseno e jeans.
Meno male che si alzava prima dei suoi altrimenti chissà cosa avrebbero pensato.
Ben, invece, quella notte dormì male. Si svegliava ogni ora e il suo pensiero fisso era lei: Aida.
No, doveva togliersela dalla testa.
Eppure le piaceva parecchio, la sera prima avrebbe preferito baciarla sulle labbra ma se lo avesse fatto, Semir gli avrebbe staccato la testa. Doveva dimenticarla, chissà quando l’avrebbe rivista.
Ma come faceva a dimenticarla se sentiva odore di vaniglia intorno a sé?
Andò sotto la doccia per cercare di togliersi quel profumo quasi indelebile.
Per entrambi la giornata trascorse tranquilla.
Verso metà pomeriggio, all’uscita dell’università, il cellulare di Aida squillò. Lo tirò fuori dalla tasca dei jeans e guardò il display : “Mamma”.
No, nessun numero sconosciuto. Sbuffò.
-Pronto?-
-Ciao Aida sono mamma. Sto uscendo e vado di fretta, passeresti in centrale a portare le chiavi di casa a tuo padre? Grazie!-
-Prego- fu la risposta. E sospirò riattaccando.
 
-Ciao Aida che ci fai qui?- le chiese suo padre appena lei ebbe varcato la soglia del suo ufficio.
-Ti ho portato le chiavi di casa- disse un po’ scocciata. Dal fatto che non ci fosse Ben in ufficio.
-Oh grazie!! È tutto il giorno che le cerco…qualcosa non va?-
-Eh? No, no. Sono solo stanca-
-Uhm ok-
-Vado. A stasera-
Si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia.
-Ciao- le disse.
Uscendo, si mise a rovistare nella borsa per cercare le chiavi del lucchetto della bici.
In quel momento Ben stava rientrando in centrale mangiando patatine.
I due si scontrarono all’entrata. Un po’ di patatine volarono a terra.
-Mi scusi ero distratta- disse Aida sollevando la testa.
-Di nulla, ero distratto anch’io- il ragazzo si accorse che stava parlando con Aida.
-Ah ma sei tu!- disse la ragazza allegra.
-Già. Ci lavoro qui…- le sorrise- …tu no però…-
-No, infatti. Ho portato le chiavi a mio padre-
-Ecco brava! È tutto il giorno che mi tira scemo con queste chiavi!!-
La ragazza sorrise. Ormai si stava abituando al viso che avvampava ogni volta che lo vedeva.
Anche il cuore di Ben batteva forte. Si sentiva come un adolescente.
-Vuoi una patatina?- le chiese porgendole il sacchetto.
-Grazie- disse prendendone una- Beh ora vado- disse poi.
-Ciao-
-Ciao Ben-
 
Quella sera verso le undici e mezzo il cellulare di Aida vibrò sul comodino.
Numero sconosciuto.
La ragazza si mise a sedere sul letto con il cuore in gola.
“Buonanotte. Ben”
Il primo impulso fu quello di urlare dalla gioia ma si trattenne. I suoi dormivano nella stanza accanto!
 
Il ragazzo seduto nel mezzo del suo letto a gambe incrociate fissava il cellulare.
“Dai, dai rispondi. Ma perché gliel’ho mandato? Uffa è solo la buonanotte nulla di che” pensò.
Il display s’illuminò e comparve il nome di Aida. Lo afferrò e lesse il messaggio:
“Grazie. Ma come hai il mio numero?”
Il ragazzo sorrise.
“L’ho preso dal cellulare di tuo padre quando era in bagno :)
 
“Ahahah avrei voluto vedere la scena! Comunque…”
 
“Comunque?”
 
“Buonanotte. Aida”
 
Spazio autrice:
Salve!!
Siamo già al secondo capitolo!! E non pensavo che il primo avrebbe avuto così tanto successo!! ^^ *me felice*
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e un grazie particolare a chi ha recensito: laurakovac e ChiaraLuna21.
Un beso
Lalla.

 

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Capitolo 3
*** 3. ***


Due giorni di calma piatta.
Aida era nervosa per questo, ma non osava chiedere al padre informazioni su Ben.
Il cellulare vibrò sul tavolo del salone.
Si alzò dal divano e le si bloccò il respiro quando buttò l’occhio sul display: “Ben”.
Afferrò quasi con avidità il cellulare:
 
“Ciao. Stasera ti va di uscire?”
 
“Oddio” pensò.
 
-Beeen! Ben! Pronto? Ci sei??- chiese Semir mentre erano sulla BMW di servizio.
-Eh?- rispose il ragazzo.
-Sono 10 minuti che fissi quel display…. Tutto bene?-
-Sì sì. Pensa a guidare-
Dieci minuti che stava fissando il messaggio di risposta di Aida? Incredibile!
“Sì”– c’era scritto- “Dove e a che ora?”
-Nuova fiamma? La conosco?- chiese il collega sorridendo.
-Può essere- fu la risposta.
-Cioè? Chi è, la ragazza del bar di ieri?-
Quale ragazza e quale bar?
Fece mente locale.
Sì voltò e gli sorrise.
-Ah-ah! Ho fatto centro!- esclamò Semir.
-Già. Ma guarda avanti!-
Aveva appena trovato una copertura!
Dopo qualche minuto si fermarono in un autogrill per prendersi un caffè.
All’uscita del bar, il cellulare di Semir squillò.
-Pronto?-
-Ciao papà!-
-Oh Aida ciao!-
A Ben andò il caffè di traverso e iniziò a tossire.
-Tutto bene?-domandò preoccupata sentendo tossire qualcuno.
-A Ben è andato di traverso il caffè…-
Il ragazzo fece cenno che stava bene.
-Poverino! Volevo dirti che stasera esco…-
-Come esci? E con chi?-
Ben smise di tossire.
-Con un amico-
-E chi sarebbe? Spero non quello lì..quel tuo amico americano…Travis…-
-Sì lui!-esclamò prontamente la ragazza, che aveva appena trovato una copertura.
-Ah e dove andate?-
-All’Amaranth-
-E dove sarebbe?-
-So io dov’è- rispose Ben che stava origliando.
- Vabbè ma a mezzanotte a casa-
-Una-
-Dodici e mezza-
-Uffa, va bene-e riattaccarono.
 
-Ben mi faresti un favore?-
-Dimmi collega- rispose bevendo un altro sorso di caffè.
-Non è che stasera andresti all’Amaranth a controllare Aida?-
Il ragazzo sputò il caffè a terra.
-Coosaa? Ma ha 20 anni non 8!!-
-Non mi fido di quel ragazzo-
-Vedrò…- disse restando sul vago.
-Grazie, ti voglio bene!- esclamò abbracciandolo.

 
Spazio autrice:
Lo so che è corto anzi cortissimo ma mi rifarò con i prossimi che sono più lunghi!!! Promesso!!
Diciamo che serve da collegamento con il prossimo.
Il caro Semir senza volerlo ha messo Aida “sotto il controllo” di Ben xD
Grazie a tutti coloro che hanno letto e chi ha lasciato dei commenti: ChiaraLuna21, sophie97, laurakovac e 1rebeccam. Grazie a tutte!!
Lalla.

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Capitolo 4
*** 4. ***


20.30
Aida e Ben erano attanagliati dallo stesso dubbio: “ E ora cosa mi metto?”
Il ragazzo optò per una maglietta a maniche lunghe bianca e jeans.
Lei, invece, per una camicetta azzurra con le maniche corte a sbuffo e jeans.
Si erano dati appuntamento davanti al locale per le 21.30
 
Ben arrivò in moto ed era in perfetto orario.
Aida arrivò in ritardo di cinque minuti causa raccomandazioni last-minute di suo padre.
-Ciao- la salutò il ragazzo con un sorriso.
-Ciao- rispose sorridendo anche a lei.
-Non hai freddo senza giubbotto?- le domandò
-Ma no dai, non serve! Siamo a fine Settembre. Entriamo?-
“Che tipa!” pensò il ragazzo e poi rispose alla proposta con un –Certo-.
La musica all’interno era forte.
Ben si faceva strada tra la folla, dietro la ragazza lo seguiva tenendogli la mano e notò che il ragazzo aveva una presa ben salda, come se non volesse farla scappare.
Si avvicinarono al bancone.
Aida si accorse che Ben si era aperto il giubbotto di pelle nera e si sorprese a osservare la maglietta che era piuttosto aderente al fisico del ragazzo.
-Vuoi qualcosa?- domandò lui avvicinandosi per farsi sentire in mezzo a quel frastuono.
Eccolo lì il profumo di vaniglia che gli dava il tormento da quattro giorni.
Lei invece respirò a pieni polmoni il profumo di lui. Il suo profumo preferito addosso al ragazzo più affascinante che avesse visto le stava dando alla testa.
Il respiro caldo di Ben sul suo collo le provocò un brivido.
Intanto la musica in pista cambiò: il dj propose “I like” di Keri Hilson.
-Magari dopo. Ti va di ballare?-
-Siamo qui apposta. Sai che tuo padre mi ha chiesto di tenerti d’occhio?-
- Cooosaa?- si mise a ridere- E cosa gli hai detto?-
-Vedrò- Si misero a ridere entrambi.
Si misero a ballare.
Aida si appoggiò con la schiena al petto di lui e si lasciò abbracciare e cullare dalla musica.
Le sembrava così fragile fra le sue braccia.
Lui era già pazzo di lei, ma era ricambiato?
Chinò la testa per baciarle il collo.
Non si tirò indietro. Anzi.
Lei alzò le braccia portando le sue mani dietro alla nuca del ragazzo.
Ben era inebriato dal profumo di vaniglia. La pelle della ragazza era vellutata.
Aida sentiva le labbra morbide di lui sulla pelle. Ormai le farfalle nel suo stomaco si erano liberate in tutto il corpo.
Diede un attimo retta al testo della canzone.
Si allontanò da lui.
Il ragazzo rimase sorpreso. Lei si voltò.

 
“…Hey there, pure star…

Come little closer…” 


Aida fece cenno con un dito di avvicinarsi.
Ben non se lo fece ripetere due volte. Si avvicinò e la cinse per i fianchi. Lei gli gettò le braccia al collo, perdendosi nei suoi occhi neri.
“Adesso o mai più” pensò lui.
La strinse di più a sé.
I loro visi erano a pochi centimetri l’uno dall’altro.
Lui ridusse la distanza baciandola.
Ma fu un attimo. Aveva paura della sua reazione.
-Forse non avrei dovuto- le disse.
Aida si alzò sulle punte e lo baciò a sua volta.
E stavolta nel bacio esplose la passione.
-Forse non avrei dovuto- disse lei dopo.
Lui le diede un leggero bacio a fior di labbra. Sorrisero.
Uscirono dall’Amaranth per passeggiare mano nella mano per Colonia.
 
Puntuale la riaccompagnò a casa.
Semir uscì di casa sentendo il rombo di una moto.
- Aida che ci fai su una moto?!- urlò.
La ragazza scese dal mezzo togliendosi frettolosamente il casco.
Anche il guidatore fece lo stesso.
-Ben?!?!?-disse una volta raggiunti i due.
- ‘Sera collega. Il principe azzurro di Aida si è rifiutato di accompagnarla a casa. Io passavo di là…-
-Che fortuna che passavi di là- disse alludendo al favore che gli aveva fatto- E tu testona, se ti vedo uscire ancora con quello sono guai! Neanche a casa ti ha accompagnato-
-Non lo voglio più rivedere infatti- rispose reggendo il gioco a Ben.
Povero Travis non stava facendo un bella figura e per di più era innocente!
-Ringrazia che Ben passava di lì-
Lei si voltò verso il suo accompagnatore.
-Eh già- disse sorridendo,
- Bè io vado. Buonanotte!-
-Buonanotte!-
 
Poco più tardi…
“Grazie per la serata. Aida”
 
“Di nulla. C’è mancato poco!”
 
“ O.o già”
 
“Mi manchi”
 
Aida rischiò con l’ultimo messaggio.
“Mi sa che mi sono innamorata di te”
 
Il ragazzo rimase a fissare il cellulare.
“Ti amo”fu la risposta.  

 

Spazio autrice:
Capitolo zuccheroso!! *.*
Ma quanto sono teneri?!
Povero Semir lo stanno fregando alla grande, anche se nel prossimo qualcuno intuirà tutto e reggerà il gioco ai due.
Volevo aggiungere che il nome del locale “Amaranth” è dovuto all’omonima canzone dei miei amatissimi Nightwish.
Ringrazio chi legge e commenta: sophie91, laurakovac e ChiaraLuna21.
Buon 2012!!!
Lalla.

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Capitolo 5
*** 5. ***


La mattina dopo Aida aveva lezione in università sul tardi e sua madre ne approfittò per fare quattro chiacchiere con la figlia.
Erano sedute al tavolo della cucina:
-Ti sei divertita ieri sera con Ben?- le chiese.
La ragazza alzò lo sguardo incredula.
-Ben? No, sono uscita con Travis – mentì
- Aida è passato Travis qua davanti 10 minuti dopo che sei uscita tu. E andava in direzione opposta all’Amaranth - fece una breve pausa- Meno male che tuo padre non ha visto- concluse nascondendo un sorriso.
-Ehm…io veramente…-
Andrea prese la mano della figlia nella sua.
-Lui ti piace vero?-
-Da morire- ammise.
La donna sorrise.
- È un bravo ragazzo ma…-
-Ma?-
-Per ora non fatevi vedere da tuo padre. Aspettate ancora un po’. Io sono con te-
-Grazie mamma- si alzò e andò ad abbracciarla.
 
-Grazie per ieri- disse Semir.
-Figurati- replicò il ragazzo cambiando la marcia dell’auto.
-Non sei uscito con la barista?-
-No, doveva lavorare. E poi dovevo controllare qualcuno- Sorrise.
- Hai passato la serata all’Amaranth?-
-No, certo che no! – fece una pausa- Avevo rimorchiato un’altra in un pub. Di ritorno a casa sono passato davanti all’Amaranth e mi sono ricordato della promessa. Infatti lì davanti trovai Aida che litigava con Travis per farsi riportare a casa altrimenti chi lo sentiva suo padre…- Ben rise e anche Semir.
-Così- continuò- mi sono fermato e le ho detto di salire che l’avrei riaccompagnata io-
-Grazie socio. Ma quindi con la barista? Hai chiuso?-
-Sì, molto meglio l’altra…-disse facendo allusione alla figlia del suo collega.
-Ma dai?! E come si chiama?-
- Ada. Si chiama Ada- Bastava che non lo ricollegasse ad Aida.
-Che nome strano-
-In Italia si usava-
-Ah perché è italiana?-
-Di origine…-
-FRENAAAAA!- urlò all’improvviso Semir.
-Che c’è è verde! Oh cavolo!- finì la frase inchiodando.
Il povero Travis aveva attraversato, in bici, sulle strisce pedonali con il rosso.
-Quel Travis! Seguilo, seguilo!!!-
-Ma che seguilo…-
Ben si stava allarmando. Intanto mise la prima e ripartì.
-Siamo dell’autostradale no?-
-Appunto non della municipale! Notare che stiamo raggiungendo l’autostrada- Semir guardò fuori dal finestrino e disse: -Ti è andata bene che non guidavo io!!!-
-Tanto non ti sente-
-E tu pensa a guidare!-
-Agli ordini!!-
Si misero a ridere.
 
Quella sera all’Amaranth…
-C’è mancato poco che oggi fermassimo Travis per multarlo per aver attraversato con il rosso- raccontò Ben ad Aida.
-Veramente?- disse incredula.
-Si fortuna che ho ricordato a Semir che non ci compete e così ce ne siamo andati-
La ragazza scoppiò a ridere.
A Ben piaceva la sua risata. Con le mani le prese il viso e lo avvicinò al suo.
-Ah ecco cominciavo a offendermi…-
-Perché?-
-Quando sono arrivata non mi hai baciata-
-Rimedio subito-
Le loro labbra si sfiorarono una prima volta e poi una seconda.
Sembravano avessero paura.
Fu lui a prendere l’iniziativa e a farla sua con un bacio.
La folla intorno a loro sembrava non esistere.
Si stavano ancora baciando quando Ben portò la mano destra sulla nuca di lei e l’altra sulla schiena, appena sopra il bordo dei jeans.
Aida non se ne accorse.
Con un gesto delicato le aveva sollevato leggermente la maglietta e le sfiorò la schiena nuda con la mano.
A quel punto la ragazza se ne accorse e si staccò da lui perché il suo respiro stava accelerando e le serviva ossigeno.
Gli sorrise.
-Ti amo- disse Aida.
-Io di più- fu la risposta.
 
Spazio autrice:
Auguri a tutte le befanine (me compresa)!! Anche se in ritardo xD
Scusate il ritardo ma mi ero dimenticata di postare xD
Povero Travis!! È sempre in mezzo ahahahahah
Uh il prossimo capitolo sarà *.*
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e le donzelle che hanno commentato il capitolo scorso: Sophie97, laurakovac, ChiaraLuna21, 1rebeccam e De33y.
Un beso
Lalla.

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Capitolo 6
*** 6. ***


Venti giorni dopo che i due si vedevano di nascosto…

-Stasera dormo da Maria - disse Aida a cena.
-Quando aspettavi a dirmelo?- chiese suo padre
- Semir a me lo aveva già detto- intervenne Andrea.
-Ok. Ma fate le brave-
-Promesso-
In realtà era una delle tante scuse che usava per stare con Ben.
-Ma lo sapete che Ben ha una ragazza?Si chiama Ada - disse Semir cambiando argomento.
-Ma dai?- disse Andrea fingendosi sorpresa.
Aida, invece, rimase più del dovuto con la forchetta in bocca.
Ada? E questa chi era?
-E da quanto si frequentano?- chiese Aida facendo l’indifferente.
-Mah credo da quella sera che ti ha riaccompagnato a casa in moto-
“Quale delle tante?” pensò la ragazza.
Semir vedendo la faccia perplessa della figlia aggiunse: - Quando sei uscita con Travis -
L’uomo fece una pausa e poi riprese: - Ma Aida che c’è?-
-Nulla- rispose lei.
Ada.
Ma certo!! Era Aida senza “i”.
Sorrise.
- Aida ti senti bene?- chiese Semir.
-Certo. Vado a preparami- disse alzandosi da tavola.
Si alzò anche Andrea per evitare di ridere davanti al marito. Proprio non capiva…

Alle 21 Aida suonò il campanello di casa Jäger.
Il ragazzo aprì la porta raggiante
-Buonasera signorina-
Il suo sorriso però, svanì subito, vedendo l’espressione arrabbiata di lei.
Aida entrò e aspettò che il poliziotto richiudesse la porta per continuare il suo piccolo scherzetto.
-Tutto ok?- le domandò.
-Chi è questa Ada? La tua ragazza??- disse con un tono abbastanza acido.
Doveva sforzarsi di non ridere.
-Chi?- chiese Ben confuso. Infatti si era momentaneamente dimenticato del soprannome di Aida che utilizzava con Semir.
-Ah fai finta di non capire…-replicò con lo stesso tono incrociando le braccia al petto.
-Ma no fammi spiegare!- disse lui, un po’ terrorizzato, dopo ave avuto l’illuminazione.
Aida non seppe più trattenersi e scoppiò a ridere di gusto.
-Perché ridi?- domandò sempre più confuso.
-Perché ci sei cascato! Lo so che “Ada” sono io-
-Divertente!- disse sarcastico.
-Carina la casa- disse lei guardandosi intorno
-Grazie- rispose prendendo il chiodo di lei e andando, poi, ad appenderlo.
Si fermò incantato a guardarla: indossava un vestitino rosso a maniche lunghe con dei piccoli fiorellini gialli stampati e delle ballerine rosse.
Aida si voltò e notò subito che lui la stava fissando.
Il ragazzo indossava una felpa blu e i jeans
-Quale scusa hai usato oggi?- chiese facendola sedere sul divano.
-Che sarei rimasta a dormire da un’amica-
Quindi avrebbero avuto tutta la notte per restare insieme.
-Vuoi andare da qualche parte?-
- Mmm..no!-
Aida si avvicinò con fare seduttivo a lui, gli prese il viso tra le mani e gli diede un bacio che di casto non aveva proprio nulla.
Lui, intuendo il suo intento, la fece alzare e continuando a baciarla la portò in camera sua.
Aida era un po’ agitata.
Di certo non era la sua prima volta, a dire il vero la seconda. La prima volta fu con Travis e non era stata come quella che si vedono nei film: lui era abbastanza sbronzo e il giorno dopo a scuola, lui fece anche finta di non conoscerla. Un disastro.
Si concentrò su Ben. Di sicuro non sarebbe andata allo stesso modo.
Il ragazzo era un attimo in difficoltà: non trovava la cerniera del vestito.
-Non ci sono né cerniere né bottoni- gli sussurrò dolce.
-Ah ecco…-
Ben si piegò leggermente sulle gambe e sollevò i lembi della gonna del vestito e li tirò su, spogliandola in una volta sola.
Aida tirò giù la zip della felpa, ma invece di incontrare una t-shirt come si aspettava, vide subito il suo corpo perfetto.
Lui la strinse a sé e le sussurrò: -Sei bellissima-
La ragazza si alzò sulle punte dei piedi per baciarlo, lui la sollevò da terra e le ballerine caddero facendo un rumore secco sul parquet.
La sdraiò sul letto.
Entrambi non potevano credere a quello che stavano facendo.
Se solo un persona li avesse visti, sarebbe scoppiato il finimondo. Ma per fortuna quella sera erano solo loro due.
Ben iniziò a baciarla sul collo e le slacciò il reggiseno.
Poi lei gli slacciò i pantaloni e lo aiutò a toglierseli.
Ripresero a baciarsi e anche gli ultimi indumenti finirono a terra.
Aida sperava che quello non fosse un sogno.
Nel momento in cui divennero una cosa sola, entrambi capirono che senza l’altro non avrebbero saputo sopravvivere…

Spazio autrice:
Eccomiiiiii!! In super ritardo lo so, ma lo studio mi sta tenendo molto impegnata e tra l’altro ieri ho dato anche un esame.
Comunque…basta sbavare sulle tastiere!! xD Ve l’avevo detto che questo capitolo era *.*
Certo che a Semir andrebbe fatta una statua per la sua perspicacia!! xD   
Ringraziamenti per chi legge, chi commenta (ChiaraLuna21, sophie97, 1rebeccam, laurakovac) e chi ha messo la storia tra le seguite o preferite!!
Uh ma tra 3 capitoli finisce la storia! Don’t worry perché i prossimi 3 capitoli saranno mooolto lunghi!!
Un bacio
Lalla.

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Capitolo 7
*** 7. ***


Ben si svegliò per primo, giusto in tempo per vedere il sole sorgere.
Lei era lì, in tutta la sua fragilità apparente che dormiva sul suo petto.
Non poteva crederci. Si era innamorato veramente, era così felice di averla per sé che nemmeno l’idea che Semir avrebbe potuto scoprirli lo faceva titubare.
Mentre osservava l’alba quasi giunta al termine, Aida spalancò i suoi occhioni blu mare che furono accarezzati dalla luce mattutina. La prima cosa che vide, infatti, fu il sole all’orizzonte e sorrise.
Poi abbassò lo sguardo e vide dove era sdraiata: tra le braccia di Ben.
Non era un sogno!
Alzò lentamente la testa e incrociò i suoi occhi neri che la fissavano, le sorrise.
-Buongiorno- disse lei.
-Buongiorno- rispose
Si baciarono. Lui le accarezzò il viso.
-Sei ancora più bella di ieri-
Lei arrossì e lui rise.
-Che c’è?- chiese lei.
-Ma arrossisci ancora?-
-Che ci posso fare??- replicò imbarazzata.
Squillò il cellulare del ragazzo sul comodino. Allungò il braccio sinistro per afferrarlo.
Non guardò il nome sul display.
- Jäger -
- Giù dalle brande dormiglione!!! Maxi-tamponamento sulla A4, chilometro 22- disse Semir dall’altra parte.
-Ok Semir,  arrivo-
Si alzò per rivestirsi e Aida rimase seduta sul letto con le ginocchia al petto
-E io?- chiese
Lui si voltò –Vestiti- rispose come se fosse una cosa ovvia.
-Ooookay-

Arrivati giù al parcheggio, Ben si diresse verso la sua Mercedes classe E coupé e lei lo seguì.
-Ma che fai?-
-Ma non mi riporti a casa?-
-Devo andare a lavoro o tuo padre mi sgozza-
La ragazza sbarrò gli occhi, incredula a quella risposta.
Che cavaliere!
-Ok vado a piedi- disse offesa e fece per andarsene.
Il poliziotto alzò gli occhi al cielo.
- Aida!- la richiamò.
-Che c’è?-
-Sali. Però facciamo in fretta!!-
-Grazie!!- esultò felice. Gli andò incontro e lo baciò.
-Ma come si fa ad arrabbiarsi con te se poi fai così. E non farmi gli occhioni dolci!-
“Bel caratterino la ragazza…chissà da chi ha preso…” pensò.

Giunto sulla A4 al km22, dopo aver riaccompagnato Aida a casa, andò incontro a Semir.
-Ah era ora!- si lagnò quest’ultimo
-Buongiorno Semir!- disse sfoderando il suo classico sorrisetto ironico.
-Abbiamo fatto tardi eh?- chiese il collega malizioso
-L’ho dovuta riaccompagnare a casa stamattina, per questo ho fatto tardi-
-Uh che caratterino-
“Già, tutta suo padre!” lo stava per dire ma si trattenne.
-Che sfacelo!- disse, invece, osservando il mucchio di auto incidentate.
-Pensa che la mia BMW è lì in mezzo-
-La Engelhardt ti uccide. È la seconda in un mese!-
-Mi sono trovato in mezzo, non è colpa mia!-
-Quindi chi è stato?-
-Il tir laggiù. Pare che alla guida non ci fosse nessuno-
-Mi stai prendendo in giro?-
-C’era questo incastrato tra i pedali- disse mostrandogli un mattone.
- Cos’è il nuovo modello di pilota automatico?-
-Ahah. Fai anche lo spiritoso!-
- Il tir è rubato, immagino…-
-Esatto. In pratica brancoliamo nel buio-
-Torniamo in centrale?-
-Si sperando che la Engelhardt sia di buon umore-

Una volta sull’auto di Ben…
-Anche la tua ragazza usa quell’odioso profumo alla vaniglia?- chiese Semir, allacciandosi la cintura di sicurezza.
-Perché?- domandò l’altro, mettendo in moto.
-Perché lo usa anche Aida. È terribile-
-Ma và?- disse fingendosi sorpreso.
-Sì, dice che va di moda… A me dà il volta stomaco-
-A me no-
“Anzi mi fa impazzire” pensò.
In effetti si accorse che non solo l’auto sapeva di vaniglia ma anche lui stesso era impregnato dal profumo di Aida.

Aida entrò in casa e fece per raggiungere il telefono per chiamare Katerine e raccontarle tutto.
Ma era tanto che non la sentiva. E cosa le avrebbe detto? Che si era messa insieme al poliziotto che aveva preso il posto di suo padre? Non era carino. A malincuore rinunciò.
Salì le scale per andare a cambiarsi, non poteva di certo andare in università con quel vestito, faceva abbastanza freddo quel giorno.
Cominciò a sfilarsi il vestito e a raggiungere il bagno per una veloce doccia. Ma poi sentì sulla sua pelle quel profumo…quello di lui. Impregnava tutto: capelli, pelle, vestiti.
Non voleva ancora toglierselo di dosso. Prese un paio di jeans e una felpa, si infilò le Converse. La doccia l’avrebbe fatta quella sera.

Quella sera le arrivò un sms da Ben:
“Stasera usciamo? Ho bisogno di vederti…”

“Anch’io ma non posso devo studiare”

“Vengo a tenerti compagnia!”

“Sei matto?! Così mio padre ci scopre!”

“Ok. Allora ci vediamo domani sera alla festa di compleanno di Semir”

“Vieni alla festa in giardino?”

“Certo”

“Perfetto a domani. Ti amo”

“Buonanotte! Io ti amo di più comunque!!”

“Impossibile, io di più. ‘Notte”


Spazio autrice:
Mi sono ritagliata una pausa dallo studio del mio imminente esame per aggiornare! Spero vi piaccia!!! ^^
Qualcosa che ha a che fare con l’incidente in autostrada porterà dei grossi guai, oltre al fatto che Semir li scoprirà prima o poi ;)
Ringrazio come sempre tutti coloro che mi seguono, leggono, commentano e che hanno tanta pazienza!
Buon week end e al prossimo capitolo!!
Lalla.

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Capitolo 8
*** 8. ***


La sera dopo…
-Fortuna che stasera non fa molto freddo- disse Semir ad Andrea mentre preparavano il tavolo in giardino, per la festa di compleanno.
-Non è arrivato ancora nessuno?- gridò Aida dalla sua finestra al secondo piano
-No. E poi scendi se vuoi comunicare con noi!- replicò suo padre.
-Mi vesto e scendo-

Mezz’ora dopo erano quasi arrivati tutti gli ospiti, ma Aida era ancora in camera sua.
-Ma tua figlia non c’è?- chiese Otto.
-Si sta ancora vestendo…-sospirò Semir
-Eh le donne…-replicò l’altro.
Intanto fece il suo ingresso in giardino Ben.
-Ben! Grazie per essere venuto!!- disse Semir
-Ehi! Mica potevo mancare!-
I due si abbracciarono.
-Ancora auguri!-
-Grazie socio! Toh guarda chi ci degna della sua presenza…-disse Semir spostando lo sguardo verso la figlia.
-Ciao a tutti!- salutò la ragazza
-Ciao!- ricambiò il saluto mezzo comando.
Ben si voltò a guardarla e stava per rimanere a bocca aperta.
Appena incrociò i suoi occhi neri, alla ragazza mancò quasi il respiro.
Aida indossava un tubino nero con le maniche lunghe e delle decolté di vernice dello stesso colore dell’abito. I capelli raccolti in uno chignon.
-Ciao- la salutò lui una volta che si fu avvicinata.
-Ciao- rispose lei.
- Aida vieni dentro ad aiutarmi, per favore?- chiese sua madre passandole accanto.
-Sì certo- rispose lei voltandosi.
Ben stavolta rimase letteralmente a bocca aperta: il vestito della giovane presentava una profonda scollatura sulla schiena.
-Chiudi quella bocca. Ti ricordo che è mia figlia..- lo ammonì Semir sarcastico.
-Eh… sì certo, certo-
Se solo avesse saputo quello che aveva fatto con sua figlia, soltanto la sera prima…

Dopo un po’ squillò il cellulare di Ben..
- Jäger-
-Ciao! Sono Hartmut, ho trovato cose interessanti sull’incidente di ieri mattina…-
-Ok, sto arrivando!- Riattaccò. –Semir scusa mi ha chiamato Harmut. Ha delle novità sull’incidente di ieri-
-E te ne vai di già?-
-Faccio presto-
L’altro annuì.
Quando Ben raggiunse la porta d’ingresso venne bloccato dalla voce di Aida:
-Ma che fai te ne vai?-
Lui si voltò e se la ritrovò praticamente davanti.
-Il lavoro mi chiama-
-Ma mi avevi detto…-
-Lo so- disse interrompendola- spero che non sia una cosa lunga-
-Non andare- disse con un tono preoccupato. Lui se ne accorse.
-Ehi tranquilla! Vado solo da Hartmut. Non mi succederà nulla- la rassicurò sorridendole.
Aida non sapeva perché ma aveva il terrore che potesse succedergli qualcosa.
Lui le diede un bacio e poi l’abbracciò, accarezzandole la schiena per tranquillizzarla.
-Ciao- gli diede un bacio sulla fronte.
-Ciao-
Aprì la porta e uscì.

Quando la festa finì il giovane poliziotto non era tornato e Aida era sempre più inquieta.
Il cellulare di suo padre squillò. Aida era nascosta in cima alle scale ad origliare la chiamata.
-Sì?-
-Sono Ben. Abbiamo finito ora. Mi dispiace per la festa-
-No, non ti preoccupare. Domani mi racconterai tutto-
-Buonanotte-
-Buonanotte-

Aida andò in camera sua dopo che la conversazione finì. Si tolse le decolté e s’infilò le All Star senza cambiarsi d’abito. Aspettò che i suoi si fossero addormentati e uscì di casa.
Non l’aveva mai fatto prima.
Dieci minuti dopo arrivò a casa di Ben.
Quando lui aprì la porta, Aida se lo ritrovò davanti mezzo assonnato e in mutande.
- Aida ma che ci fai qui? Sono le due di notte…-
-Avevo bisogno di te-
La fece entrare.
-Ehi ti avevo detto di star tranquilla-
-Lo so. È che ho avuto una strana sensazione, come se fossi in pericolo-
Lui l’abbracciò.
-E ora ti senti meglio?- domandò
-Sì- rispose
-Vieni- la prese per mano e andarono a dormire.
Il mattino dopo alle sei si svegliarono, Aida non doveva farsi scoprire dai suoi.
-Ti accompagno a casa- le disse
-Grazie- rispose reprimendo uno sbadiglio.

Arrivati davanti casa, Aida porse il casco a Ben.
Lui la prese per i fianchi e l’attirò a sé.
-Sei tranquilla?-
-Sì- mormorò abbassando lo sguardo.
Lui le mise una mano sotto il mento e le alzò il viso.
-No, guardami- le disse- promettimi che starai tranquilla-
-Ok- gli diede un bacio.
Aida aveva ancora questa brutta sensazione: temeva che prima o poi gli sarebbe successo qualcosa di brutto.
Ben pensò di non cacciarsi nei guai per i prossimi giorni.
Si salutarono e Aida rientrò in casa in punta di piedi.

Spazio autrice:
Eccomi qui!!! Siamo agli sgoccioli!! Vi ricordo che il prossimo sarà l’ultimo. Vi avverto: preparate fazzoletti e una camomilla perché vi farò venire un po’ di ansia!!
Grazie come sempre a tutti coloro che seguono, leggono e chi commenta (1rebeccam, laurakovac, LadyLove99 e ChiaraLuna21)
Besitos
Lalla.

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Capitolo 9
*** 9. ***


NdA: Vi consiglio di leggere ascoltando Requiem for a dream remix (http://www.youtube.com/watch?v=i8h2wTju8EQ ) soprattutto perché il capitolo è stato scritto “a tempo” di questa musica

 

Il giorno dopo…
Hartmut aveva scoperto chi aveva rubato il tir dell’incidente poiché era stato rubato da un luogo protetto da videosorveglianza. Non erano dei professionisti perché si riconoscevano benissimo i volti dai video.
-Potrebbero essere più pericolosi- commentò Semir.
Ben rabbrividì.
 
Aida quel giorno non aveva lezioni in università e decise di fare un giro nel centro di Colonia.
Jeans, maglietta bianca, giubbotto in pelle, All Star. Erano i primissimi giorni di Novembre e faceva abbastanza caldo, l’estate di San Martino così la chiamano.
 
Ore 15.00
Ben e Semir uscirono di pattuglia.
Aida, in quello stesso momento varcava la soglia di casa.
 
-Ciao Susanne a dopo!- dissero i due
-Ciao mamma- salutò Aida
 
Ben mise in moto la Mercedes
Aida s’infilò gli occhiali da sole e s’incamminò verso il centro.
 
Ore 15.15
La banda del tir fece irruzione in una banca, in centro, procurandosi 7 ostaggi.
Aida stava percorrendo Straße 10, decise poi, di voltare per Straße 14 la via della banca rapinata.
 
-Centrale a Cobra 11: rapina alla banca di Straße 14, sono i vostri uomini-
-Cobra 11 a Centrale: ricevuto, passo- disse Semir
 
Ore 15.30
Aida era a metà di Straße 14 quando notò quasi a fine via, all’altezza della banca, alcune macchine della polizia. D’istinto accelerò il passo.
Ben e Semir erano già arrivati, tenevano d’occhio la situazione da fuori.
I rapinatori minacciavano di uccidere tutti se non se ne fossero andati.
 
Ore 15.33
Uno dei due rapinatori uscì con una donna che gli faceva da scudo.
 
Ore 15.34
Aida raggiunse la folla di persone che osservava curiosa la scena. Si tolse gli occhiali da sole per vedere meglio.
 
-Lascia andare la donna!- urlò Semir.
“Papà” pensò la ragazza e iniziò a farsi largo tra la folla.
Vide Otto e Dieter davanti alle transenne.
- Aida che ci fai qui?- chiese Otto.
-Passavo di qui, voglio vedere-
Dieter si scansò per liberare la visuale.
Ben e Semir erano alla sua destra, il rapinatore e la donna a sinistra.
 
Ore 15.35
-Buttate le armi o l’ammazzo- minacciò l’uomo.
-Ok- Semir obbedì per primo. Posò la pistola a terra e alzò le mani.
-Anche tu!-
Ben desisteva.
-Ben mettila giù!- intimò Semir al collega.
Aida aveva il cuore a mille.
 
Ben mise la pistola a terra.
-Allontanatevi- minacciò il rapinatore distendendo il braccio armato verso i due poliziotti.
Il rapinatore si lasciò sfuggire la donna che corse verso la sua sinistra, verso la Engelhardt, dalla parte opposta di Aida.
 
Fu un attimo.
 
-Maledetta- urlò alla donna puntandole l’arma contro ma l’uomo notò un movimento insolito: Ben si stava piegando per recuperare la pistola.
Il braccio armato del rapinatore ruotò di 90° e in mezzo secondo sparò.
Aida si sentì mancare.
 
Ben cadde a terra colpito al petto.
 
Altro attimo.
Semir raccolse la sua pistola e sparò quattro colpi all’uomo che morì all’istante.
-NOOOOO!!!- l’urlo straziante di Aida fece voltare la folla verso di lei.
La ragazza buttò giù le transenne e si mise a correre.
 
Ore 15.38
-Ferma! No!- gridarono Otto e Dieter nel vano tentativo di fermarla.
L’altro rapinatore uscì dalla banca.
 
Aida correva verso il giovane steso a terra, incurante di essere sotto tiro.
Semir vide la “sua bambina” correre verso Ben.
Si voltò verso l’altro rapinatore che stava per sparare alla ragazza, ma il poliziotto fu più veloce e con l’ultimo colpo nel caricatore lo uccise.
 
Ore 15.39
- Aida ma che…-
-Ben! Ben! Ti prego svegliati!!- gli prese il viso fra le mani.
- Aida… Aida è morto- le disse suo padre con le lacrime agli occhi.
Era successo ancora. Non era riuscito a salvare un suo collega.
-Non è vero!- urlò lei nella disperazione più totale, piangendo.
Semir non aveva capito quello che sua figlia provava per Ben.
Come aveva fatto a non accorgersene?
Non aveva mai visto sua figlia nello stato in cui si trovava in quel momento. E gli fece male.
 
Ore 15.40
Il poliziotto notò qualcosa in Ben che non gli tornava.
Si accovacciò accanto al ragazzo e gli aprì la camicia sotto lo sguardo attento di Aida.
Entrambi videro un tessuto blu imbottito con un proiettile conficcato dentro.
Padre e figlia sorrisero.
 
Ore 15.41
Ben aprì gli occhi lentamente.
La prima cosa che vide fu il viso di Aida e sorrise.
Semir lo aiutò a rialzarsi.
Tutta la folla tirò un sospiro di sollievo.
Arrivarono i paramedici che separarono Aida da Ben.
 
Ore 15.45
Ben raggiunse Aida, rimettendosi la camicia dopo essersi tolto il giubbotto antiproiettile e fatto medicare.
-Mi hai fatto spaventare- lo accusò lei con gli occhi ancora rossi per le lacrime.
- Ho pensato che così saresti stata più tranquilla sapendomi al sicuro-
-Grazie-
-Lo porterò sempre. Non posso e non voglio lasciarti sola-
L’abbracciò e si baciarono.
La folla applaudì.
 
Semir sorrise contento e si avvicinò ai due.
-Trattala bene altrimenti non ci saranno giubbotti antiproiettile che potranno salvarti da…-
-…dallo stallone turco?- lo interruppe Ben ridendo.
-Da cosa???- chiese Aida.
-Nulla, Aida, nulla- rispose suo padre.
 
Ben e Aida superarono le transenne abbracciati, sorridenti e… innamorati.
 

Fine.

 
Spazio autrice:
E questa era la fine. Oddio che tristezza mi è venuta!!
Spero che vi sia piaciuta la storia e il finale. ^^
Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno letto e seguito, le girls che mi hanno supportato e sopportato con i commenti: sophie97, laurakovac, ChiaraLuna21, 1rebeccam, De33y e LadyFlower99. Ringrazio anche chi ha messo la storia tra le preferite o seguite.
Un bacio a tutti!!
Lalla.

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