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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Ritorno a casa!!!! *** Capitolo 2: *** Masquerade *** Capitolo 3: *** Nuovi misteri! *** Capitolo 4: *** I misteri s'infittiscono!! *** Capitolo 5: *** Rivelazioni *** Capitolo 6: *** Nuovi nemici a Mystic Fall's *** Capitolo 7: *** Serata di terrore *** Capitolo 8: *** Colpi di scena inaspettati (parte 1) *** Capitolo 9: *** Colpi di scena inaspettati (parte 2) *** Capitolo 10: *** Sentimenti svelati *** Capitolo 11: *** Prigionia e baci rubati (1 parte) ***
A
MysticFalls le entrate in
scena ad effetto e i ritorni improvvisi erano all’ordine del giorno; infatti
quella strana cittadina della Virginia apparentemente innocua e inoffensiva
nascondeva un segreto torbido e pericoloso sconosciuto a gran parte degli
abitanti. Ma alcuni invece ne erano perfettamente a conoscenza e bisbigliavano
nell’ombra per proteggere il loro segreto che si tramandavano da più di 100
anni; ma prima o poi sarebbero stati scoperti dal resto del mondo…
prima o poi qualcuno dotato di un po’ d’arguzia e intelligenza avrebbe capito
che quegli attacchi di animali feroci erano semplicemente delle false piste per
coprire la verità.
Quel
qualcuno stava arrivando…
Dopo
5 anni di lontananza da casa, due giovani ragazze stavano tornando nel loro
paese natale.
Quando
il taxi si fermò davanti a una bella e grande villa, uscì per prima una ragazza
mora, non molto alta e aveva un’espressione matura e decisa. Sorrise mentre
guardava la casa dove era cresciuta e che aveva dovuto sfortunatamente lasciare
anni prima; stava per chiudere lo sportello ipnotizzata dal panorama del paese
quando sentì un mormorio di dolore:
“Ehi
dovrei uscire anche io se non ti dispiace!” infatti qualcun altro stava
scendendo dal taxi e la ragazza gli aveva praticamente chiuso la portiera in
faccia.
“Oddio
scusa Beth! Mi ero incantata!” si scusò subito Alice
aiutando l’amica a scendere con le valigie.
“Siamo
tutte e due elettrizzate per il nostro ritorno a casa ma non farmi perdere una
gamba” rispose ironica Beth guardandola in viso.
Anche
Elisabetta (per gli amici Beth) era piuttosto bassa e
aveva i capelli castani con gli occhi verdi, ma a dispetto di Alice, lei aveva
un’espressione infantile e smemorata, per niente matura.
Alice
le sorrise dolcemente e felice le circondò le spalle con un braccio:
“Beh
siamo tornate!” esclamò fissando quella misteriosa cittadina, che le aveva
appena accolte…. Ma ben presto le due amiche avrebbero
capito che non era così accogliente come poteva sembrare.
Le
due andarono subito alla scuola superiore di MysticFalls, per rincontrare i loro vecchi amici, che stavano appena
uscendo.
Quando
Alice vide Bonnie mentre camminava verso la macchina
gridò il suo nome e fece segno con la mano per avvertirla della sua presenza.
Bonnie
fece un grido di giubilo vedendo la sua vecchia amica e corse verso la sua
direzione per abbracciarla; anche se non erano nella stessa classe, visto che
Alice e Beth avevano 20 anni, avevano sempre avuto un
buon rapporto con Bonnie e gli altri amici.
Alice
salutò con gioia anche Caroline, che forse era quella che le era mancata più di
tutti per la sua allegria e carattere estroverso, poi però vide Elena Gilbert
camminare nella sua direzione con un sorriso finto stampato in faccia.
Beth
intanto aveva salutato Caroline e Bonnie timidamente,
restando sempre dietro la spalla della sua più cara amica Alice, ma quando vide
anche lei la figura di Elena alzò il sopracciglio in modo sarcastico ed esclamò
divertita:
“Arriva
la reginetta << Miss perfezione >> e << so tutto io! >>
“
Tutti
sentirono quella frase ironica e Alice si girò verso di lei per farle chiudere
la bocca.
“Beh?”
chiese Elisabetta che non aveva capito perché tutti quanti la stavano guardando
in malo modo.
“Ciao
ragazze! Siete tornate!” esclamò Elena avvicinandosi a loro.
Sia
Beth che Alice la guardarono accigliate e per niente
contente di rivederla: a nessuna delle due piaceva Elena Gilbert, per quel suo
modo di fare così perfettino credendosi la migliore
in tutto e soprattutto quando si pavoneggiava di essere una brava e santa
ragazza quando in realtà sapevano tutti che non era così. E Alice poi aveva più
di un motivo per avercela con lei…
“Ciao”
sussurrarono all’unisono facendo intendere che non sopportavano la sua
presenza.
Bonnie
e Caroline non fiatavano perché ormai c’erano abituate e non potevano farci
niente, quando all’improvviso Tyler si precipitò verso di loro e saltò
letteralmente addosso alla povera Alice, facendola cadere.
“Ma
tu guarda che bella sorpresa! Alice!” Gridò Tyler felice di rivederla non
accorgendosi che l’aveva fatta cadere per la forza della sua spinta.
“Levati!”
gridò infastidita Beth cercando di far alzare la sua
amica, che rideva anche lei come una pazza.
“Ah
Beth ci sei anche tu. Sempre la solita guasta feste!”
disse ironico Tyler guardando Elisabetta e cercando di abbracciarla.
“Si
mi sei mancato anche tu Tyler” rispose alzando gli occhi al cielo.
Alice,
che si era rialzata a fatica, fissò l’amico in modo scrupoloso:
“Accidenti
Tyler, sei diventato più forte! Mi hai quasi steso!”
“E’
vero di cosa ti fai? Di stereotipi?” chiese anche Beth
guardando i bicipiti muscolosi di Tyler.
Tyler
fece un sorriso forzato e disse che erano cambiate tante cose da quando se ne
erano andate.
Bonnie
tossì lievemente, cercando di attirare l’attenzione:
“Per
quanto tempo resterete a MysticFalls?”
“Il
tempo che serve” si fece scappare Beth
“Serve
cosa?”
Alice
diede una gomitata nel fianco di Beth e rispose
ridendo:
“Intendeva
che non sappiamo ancora quanto rimarremo qui!” e si voltò a fissare l’amica con
degli occhi stralunati.
Elena
e Caroline dissero che dovevano andare, perciò salutarono tutti e si avviarono
verso la macchina.
“Chi
è quello?!” domandò Beth sbigottita e con la bocca spalancata
mentre guardava un ragazzo molto carino che non aveva mai visto prima.
“E’
arrivato soltanto l’anno scorso, si chiama Stefan
Salvatore ed è il ragazzo di Elena” spiegò Bonnie
mentre guardavano Elena infatti dirigersi verso di lui e dargli un bacio.
“Ma
tu guarda… perché soltanto a quella smorfiosa
capitano tutte le fortune!” mormorò Beth fissando i
due piccioncini con un po’ d’invidia.
“Beth smettila” rispose Bonnie
cercando di difendere la sua migliore amica.
“Ha
mollato il povero Matt quindi? Credevo stessero ancora insieme” si intromise
Alice dubbiosa fissando Stefan
“Ovvio.
Lui era il ragazzo ambito da tutte le ragazze qualche anno fa e lei se l’è
preso semplicemente schioccando le dita... quando la loro fama era finita, lei
si è buttata sul nuovo ragazzo figo e misterioso”
“Ora
basta Elisabetta, Elena non è come tu la descrivi”
“Io
penso quello che mi pare” rispose all’improvviso. Il peggior difetto di Beth era il fatto di essere così lunatica…
prima era tutta sorridente e gioiosa e l’attimo dopo aveva degli scatti di
rabbia e per la stizza non parlava più.
Bonnie
scosse la testa perché tanto era inutile discutere e anche Tyler se ne andò
perché aveva da fare.
“Bonnie… mi dispiace per quello che è successo a tua nonna,
non sono potuta venire al funerale ma sappi che mi dispiace tantissimo…”
sussurrò Alice avvicinandosi addolorata a Bonnie.
Il
suo viso cambiò repentinamente e i suoi occhi diventarono lucidi:
“Grazie
Ali… manca a tutti noi”
Infatti
la nonna di Bonnie era molto legata anche ad Alice e
certe volte la ragazza andava a trovarla a casa per parlare di tutto, visto che
lei non aveva mai avuto un riferimento materno.
“Ora
scusate ragazze ma devo andare anche io. Spero di rivedervi presto!” disse Bonnie.
Alice
si voltò verso l’uscita della scuola e notò che Stefan
e Elena erano ancora lì… non sapeva perché ma quando
fissava quel strano ragazzo le venivano i brividi.
Si
strinse nel giubbotto e tornò a guardare Beth:
“Cerca
di controllare la prossima volta la tua lingua tagliente”
“Perché?
Che ho fatto?” domandò Beth con tono innocente e
confuso.
Alice
rise perché ormai c’era abituata al carattere un po’ tonto della sua migliore
amica e tornarono a casa.
Ali
non ebbe il coraggio di guardare nuovamente StefanSalvatore…
Appena
rientrate nella villa di Alice, le ragazze portarono dentro le valigie e misero
tutto a posto.
“Davvero
gentile tuo padre a darti tutta per te questa grande villa!” esclamò divertita Beth
“Meglio
no? Così non avremo seccature e nessuno tra i piedi quando vorremo stare sole”
Lo
sguardo di Beth si fece improvvisamente serio e
triste.
“Ali… grazie per ospitarmi qui. Se non ci fossi tu non
saprei dove andare…”
Alice
si avvicinò all’amica del cuore e le prese le mani tra le sue.
“Beth non dirlo neanche per scherzo…
hai sempre vissuto in questa casa e non devi sentirti più un ospite”
Elisabetta
abbassò lo sguardo intimidita e scacciò via le lacrime; anche se le parole di Alice
erano dette in buona fede comunque lei si era sempre sentita un’ospite
indesiderato in ogni luogo e la gente buona come la famiglia di Alice la
accettava solo per commiserazione.
Quando
era ancora piccola infatti Elisabetta perse entrambi i genitori in un brutto
incidente; sarebbe stata rinchiusa in un orfanotrofio in attesa di un adozione
se il padre di Alice, mosso a compassione e convinto dalla figlia ad accettare
l’amica di scuola in casa loro, non l’avesse presa con sé e accettato di
inserirla nella sua famiglia.
Al
padre di Alice, il signor Summers, certo non
mancavano i soldi per mantenere una seconda figlioccia e in più sua figlia
aveva passato notti intere a piangere pensando al triste destino dell’amica e
che non l’avrebbe rivista mai più. Quindi il signor Summers
per farla contenta, aveva accettato Elisabetta come se fosse una di loro e
infatti Beth si era sempre sentita amata da quella
famiglia così buona e affettuosa, ma per non essere soltanto un peso aveva
deciso di fare alcuni lavori domestici visto che Alice non aveva la mamma, e il
suo passatempo preferito era diventato il giardinaggio.
Da
quel momento in poi Elisabetta si faceva soprannominare “il giardiniere di casa
Summers” e ne andava fiera.
Beth
accarezzò di rimando le mani dell’amica e disse con tono severo e sicuro:
“Vorrà
dire che continuerò a stare ai tuoi servigi per sdebitarmi come ai vecchi tempi!
Tu dimmi quello che devo fare e io lo faccio!”
Le
due amiche scoppiarono a ridere e Alice intanto mise dei libri impolverati e vecchi
nel scaffale del salotto, continuando a dirle che lei non era la sua servitrice
e non doveva sentirsi in debito per nessun motivo.
“Quelli
sarà meglio nasconderli bene, non si sa mai che qualcuno li veda e li legga”
sussurrò Beth spaventata rivolgendosi ai libri.
“E
cosa vedranno? Dei semplici libri sul soprannaturale che si vendono nelle
librerie di antiquariato. Adesso va di moda credere in queste cose, per non
parlare dei telefilm che stanno riscuotendo un enorme successo”
“Forse
perché hanno come protagonisti dei gnocchi supersonici come Dean e Sam
Winchester. Anche una capra si appassionerebbe a un telefilm soprannaturale,
vedendo quei doni di madre natura!” rispose Beth con
i cuoricini agli occhi.
Alice
scosse la testa:
“Quello
in cui crediamo non è soltanto questo, cioè dare la caccia a dei bei ragazzi… è qualcosa di più importante e vitale Beth.” Rispose con tono maturo e sicuro.
“Si
si lo so!” disse Elisabetta con un sorriso a 32 denti e andando ad appendere un
poster di qualche bellissimo attore in camera sua.
<<
Non cambierà mai >> Pensò Alice divertita mentre sentiva dal piano di
sopra i passi rumorosi di Beth.
Elisabetta
anche se era ormai cresciuta e poteva sembrare una donna fisicamente, era
sempre e comunque rimasta la stessa bambina impaurita e amabile, di quando
erano alla scuola materna. A volte Alice si preoccupava per lei, considerando
che non fosse abbastanza grande per cavarsela da sola o essere autosufficiente,
e infatti Beth seguiva Alice ovunque, come se avesse
paura di essere abbandonata un’altra volta.
Le
poche volte in cui Beth dimostrava di essere una
normale adolescente, e non una bambina umile e goffa, era quando si
elettrizzava guardando alla tv i suoi attori preferiti, e li fissava estasiata
e con faccia sognante, come se fosse un personaggio dei cartoni animati e non
appartenesse invece a questo mondo.
La
valigia era ormai vuota e l’ultima cosa che era rimasta dentro era un libro
molto grande con degli strani simboli nella copertina e un po’ impolverato.
Questo
libro Alice invece lo nascose per bene in un piccolo passaggio segreto dietro
la sua libreria.
Quel
libro parlava di magia oscura…
Durante
la notte Alice non riusciva a dormire bene… si
rigirava nel letto in continuazione ma il sonno era incapace di arrivare.
Sbuffando
si alzò dal letto e andò giù a bere un bicchiere d’acqua, ma neanche quello
riuscì a calmarla.
In
verità era agitata perché pensava sempre alla nonna di Bonnie…
come era potuto accadere? Morta in circostanze naturali…?
Era sempre stata forte e in salute e le pareva impossibile che fosse morta in
quel modo…
Avrebbe
tanto voluto andarla a trovare ma ormai era buio ed era meglio aspettare il
giorno dopo; Alice si toccò lievemente la collana che qualche anno prima la nonna
di Bonnie le aveva regalato e che portava sempre al
collo.
Sorrise
e pensò:
<<
Perché no? Potrei andare ora a trovarla, ma meglio non dire nulla a Beth.. quella mi seguirebbe dappertutto, anche lì, ma se la
farebbe addosso dalla fifa >>
Si
mise una giacca pesante e sempre attenta a non far rumore, prese la macchina
vecchia di suo padre e uscì dal garage.
Il
cimitero di MysticFalls di
notte aveva davvero un’aria tetra e orribile.
Se
qualcuno avesse voluto fare una prova di coraggio, quello era davvero il posto
adatto per incutere paura.
Faceva
molto freddo e Alice si strinse nella giacca, camminando a tentoni.
Non
fu difficile trovare la tomba perché era in bella vista e Alice trattenne a
stento le lacrime mentre si inginocchiava davanti alla lapide.
Aveva
trascorso gran parte della sua vita con lei, le loro chiacchierate la
divertivano sempre e la aveva insegnato tutto quello che sapeva…
Alice
si toccò la vecchia collana che aveva al collo quando sentì un rumore dietro di
lei; all’inizio non ci badò molto perché pensò fosse soltanto un animale ma
quando sentì i passi farsi più nitidi e vicini, si voltò spaventata e infatti
vide a qualche passo dietro di lei un uomo.
Non
era di certo il custode, Alice lo conosceva bene.
Si
alzò respirando a fatica ma non aveva la forza di correre. Quell’uomo aveva uno
sguardo da folle, aveva gli occhi neri e la pelle bianchissima.
Alice
deglutì nervosamente prima che quell’uomo balzasse sopra di lei, pronto ad
attaccarla. La ragazza gridò spaventata cercando di scappare ma l’uomo era
sopra di lei e all’improvviso sfoderò i suoi denti affilati pronti a
dissanguarla.
Ali
impaurita strabuzzò gli occhi. Allora era vero… aveva
ragione…
Ma
non c’era tempo per essere felici della scoperta, bisognava agire subito
altrimenti quello l’avrebbe uccisa.
Tuttavia
ad un tratto qualcosa brillò sul petto della giovane…
Alice sentì un forte calore provenire dal su collo e la presa del vampiro si indebolì
lentamente.
Improvvisamente un ragazzo sbucò dal nulla e
si avventò contro il vampiro per bloccarlo e in pochi secondi riuscì a metterlo
K.O. conficcandogli un paletto nel cuore.
Alice
era rimasta per terra paralizzata e terrorizzata ma riuscì comunque ad alzarsi
per guardare chi fosse il suo salvatore.
Era
un giovane ragazzo bellissimo da mozzare il fiato e aveva gli occhi blu con i
capelli neri. Si avvicinò lentamente a lei:
“Non
dovresti girare per i cimiteri di notte ragazzina, potevi farti del male sul
serio”
“Grazie… mi hai salvata” Sussurrò a malapena Alice
abbassando lo sguardo.
Lui
poi la prese violentemente per un braccio guardandola fisso negli occhi:
“Ora
dimenticherai tutto, dimenticherai di essere stata attaccata e ti dimenticherai
di me”
Alice
lo guardò impalata senza fiatare e lui soddisfatto se ne andò via
all’improvviso, lasciandola sola in quel luogo di morte.
<<
Cosa aveva fatto? >> Si chiese incerta.
MOLTI
ANNI PRIMA
Alice
era andata come d’abitudine a casa della nonna di Bonnie
per prendere il thè ma trovò la vecchia signora un
po’ triste e abbattuta.
“Che
è successo?” chiese preoccupata.
“Niente
cara niente… ho solo dormito troppo” e infatti nel
dormiveglia aveva avuto una visione orribile… il
destino era già stato crudele fin dall’infanzia con quella ragazza così buona e
dolce, ma questa volta la scoperta della verità aveva superato il limite e con
angoscia la vecchia aveva trovato un rimedio, per ora; Alice non meritava un
fardello simile soprattutto alla sua età.
La
nonna di Bonnie considerava infatti Alice come una di
famiglia e non poteva permettere che venisse distrutta da un potere così malefico… il suo cuore le diceva di intervenire per
difenderla.
“Tieni
cara, voglio regalarti questa” La vecchia signora diede a Alice una bellissima
collana d’antiquariato che conteneva una gemma preziosa e brillante.
“Oddio
no non posso accettarla”
“Devi
bambina mia, devi” lo sguardo sicuro e quasi impaurito della nonna di Bonnie, convinse Alice ad accettare il regalo e si mise
subito la collana al collo.
Felice
andò a cercare uno specchio per ammirarsi: anche se la collana era piuttosto
vecchia e la gemma aveva perso un po’ di lucentezza, comunque le dava un’aria
da signora d’altri tempi e sembrava fatta apposta per lei.
“Come
potrò sdebitarmi?” chiese con un lieve sussurro
“Promettimi
soltanto che qualunque cosa accada tu la porterai sempre al collo, ti
proteggerà dai pericoli del mondo e sono davvero tanti, bambina. Spero che sia per
te una luce in luoghi oscuri e che ti darà la speranza di lottare”
Alice
la guardò senza capire cosa volesse intendere ma la signora continuava a fissarla
con occhi tristi e malinconici.
Da
allora la ragazza aveva sempre portato quella collana e non l’aveva mai tolta,
neanche quando dormiva, ma col passare degli anni aveva cominciato a sentire un
peso nel collo, come se quella collana fosse un fardello da dover sopportare e
che la faceva sentire debole e stiracchiata.
Ma
una promessa è sempre una promessa e Alice non l’avrebbe mai tolta per nessuna
ragione al mondo.
Ciao
a tutti sono nuova come autrice quindi siate clementi con me please!!!!! XDXDXD
A parte questo volevo dirvi che questa nuova fiction
è scritta a 2 mani da me e dalla mia fantastica amica elyforgottenmeglio conosciuta conla storia “My story withanOriginal...with Elijah.
” Andatela a leggere perché
è fantastica!!!!!! XDXDXD
Ciao eccomi di ritorno
con in secondo capitolo vi rubo solo 1 minuto di tempo per dirvi che alla fine
del capitolo troverete tutti i link sul vestiario delle nostre 2 protagoniste
purtroppo però il vestito di Beth non è stato
possibile inserirlo perché google non me lo fa più vedere sorry!!!!
vabbè usate la fantasia che è il miglior metodo!!!
XDXDXD ok ora vi lascio al capitolo ci vediamo alla fine con i
ringraziamenti!!!!
2 capitolo
Alice ritornò a
casa in stato di trance e sotto shock per quello che le era appena successo… non era ferita e non perdeva sangue ma era
rimasta così traumatizzata da quell’esperienza… lei
era sempre rimasta folgorata dal mito del soprannaturale e questo includeva
anche i vampiri, ma non le era mai capitato di vederne uno davanti a lei, e
nella sua mentalità da 20 anni aveva sempre pensato che si trattassero di folli
leggende create per vendere qualche libro.
E poi perché
quel tizio così bello le aveva chiesto di dimenticare tutto, ma lei non lo
aveva fatto? Forse la sua mente era difettosa?
Quanto tornò a
casa si recò subito in bagno per vedere se aveva qualche segno di cui non si
era accorta nel buio; per fortuna non trovò niente.
Dopo di che andò
alla sua vecchia libreria per tirare fuori tutti i libri riguardanti le
leggende sul soprannaturale: praticamente parlavano tutti della stessa cosa,
che i vampiri erano bestie sanguinarie e che non potevano uscire alla luce del
giorno, perché il sole poteva ucciderli. Avevano la pelle bianca, erano
agilissimi e avevano una forza sovrumana. Ma nelle note in basso c’era scritto
che non era nulla di reale, che si trattava solo di leggende mitologiche non
provate scientificamente.
Infatti per
Alice un conto era guardare dei telefilm e appassionarsi a dei personaggi
inventati, o fare le carte con una stramba nonnina e un conto invece era avere
davanti ai propri occhi un vampiro in carne e ossa pronto a dissanguarti.
Velocemente salì
in camera di Beth per svegliarla e raccontarle
l’accaduto.
La scosse
violentemente e le levò le lenzuola per farle sentire il gelo della notte ma Beth era così pigra che non si sarebbe svegliata neanche
con una cannonata.
Alice esausta
portò le mani ai fianchi e si avvicinò all’orecchio dell’amica gridando come
un’ossessa:
“Mi sono appena
fidanzata con Sam Winchester!!!!”
All’improvviso Beth si alzò come un fulmine e la guardò con degli occhi
fuori dalle orbite; aveva i capelli tutti scompigliati e la bocca spalancata
dalla rabbia:
“Che cazzo ti
urli??!” urlò Beth rimettendosi sotto le coperte,
senza degnarla di uno sguardo.
Alice rise.
Anche se Beth era una “servitrice” fedele e umile,
aveva il forte vizio di dire parolacce pure a lei, ma dalla sua bocca di
bambina non risuonavano volgari, anzi facevano soltanto sorridere
l’interlocutore.
“Devo dirti una
cosa importante, dai alzati” rispose implorante cercando di svegliarla.
Beth rimuginò
infastidita ma dovette per forza alzarsi anche se non ne aveva la minima voglia
e si sedette sul letto, guardandola accigliata:
“Cosa c’è?”
“Sono andata al
cimitero”
“A quest’ora??”
“Non chiedermi
perché ma quando sono andata lì…Beth..
sono stata attaccata” disse con gli occhi ancora traumatizzati.
Elisabetta si
alzò sopra il letto spaventata:
“Da un
maniaco?!” domandò allibita
“No! Era più di
un maniaco… era un vampiro, l’ho visto con i miei
occhi”
Beth la fissò seria
negli occhi poi però scoppiò a ridere a crepapelle:
“Sei sonnambula
per caso Ali??” chiese non riuscendo a trattenere le risate.
“Ti sto dicendo
la verità Beth! Per poco non mi uccideva!”
Lei si fece
seria cercando di trattenere le risate e le appoggiò una mano sulla testa.
“Senti… io come te adoro queste cose…
il soprannaturale ecc… insomma abbiamo una libreria
piena! Ma i vampiri?? Sono soltanto pettegolezzi di donnette! Non c’è niente
che provi la loro esistenza! Noi siamo tornate qui per un altro scopo Ali.. e
non per dare la caccia a qualcuno che si mette la dentiera finta”
“Io come te sono
rimasta sorpresa! Ma tu credi davvero che io mi inventerei tutto?? Ho visto i
suoi denti! E non puoi negare di non aver pensato che esistessero veramente…”
“Ali ti voglio
bene lo sai ma… io potrei credere ai vampiri, così
come Dean Winchester credeva agli angeli all’inizio della 4 serie! Non è
possibile! Noi crediamo ad altre cose! La magia per esempio! La tua pseudo
nonna non era forse una strega?”
“Se esistono le
streghe potrebbero esistere anche i vampiri… tu hai
sempre creduto che esistessero i demoni Beth!”
“Credevo che ci
fosse l’uomo nero sotto il mio letto quando ero piccola ma non è così! E il
fatto dei demoni era una fissa di quando avevo 14 anni…
quando sentivo dei rumori strani e i pavimenti scricchiolare di notte! Ma era
soltanto suggestione”
“E allora perché
ti fissi così tanto a leggere i libri della nonna di Bonnie?”
chiese in tono di sfida.
Beth si inumidì le
labbra nervosa:
“Lo sai perché
Ali. Ho letto migliaia di quei libri solo per trovare la soluzione al tuo problema… per cercare di proteggerti, cosa che farò sempre”
rispose decisa e sincera.
Alice deglutì
spaventata.
Infatti per le
due amiche i miti del soprannaturale erano soltanto una passione come un’altra,
ma quando avevano capito che c’era qualcosa di vero, si erano spaventate e
avevano cercato indizi da tutte le parti.
Purtroppo, una
volta Alice aveva sentito la sua collana così pesante tanto da farla
inginocchiare per terra, così decise di togliersela dal collo; ma successe solo
quella volta. Quando se la tolse ebbe
delle strane visioni… spaventose e orribili che la
fecero gridare come una pazza isterica.
Beth era accorsa in
camera sua spaventata da quelle grida e quando aveva visto la sua amica, che
per lei era come una sorella, sdraiata per terra che si contorceva le gambe in
modo disumano e le mani premevano la testa come se stesse per scoppiare, ci
mancò poco che chiamasse il prete del paese, convinta che fosse posseduta.
Ma
all’improvviso quella follia che aveva invaso l’animo di Alice finì e cominciò
a respirare normalmente… aveva le lacrime agli occhi
per il dolore e continuava a farneticare parole senza senso.
Elisabetta
l’abbracciò preoccupata dicendo che forse aveva avuto un incubo e che doveva
stare tranquilla, ma Alice era sicura. Quello che aveva visto e sentito era
reale. Talmente reale che il sangue ribolliva dentro le viscere e aveva dei
continui flashback riguardanti le spaventose visioni che aveva avuto.
Beth la fece calmare
e la fece dormire dandole dei sonniferi, ma il giorno dopo ricevette una strana
chiamata della nonna di Bonnie… urlava come una
pazza, diceva che Alice non avrebbe mai dovuto togliersi la collana, e Bethprontamente le
chiese cosa stesse succedendo ad Alice e di spiegarle tutto subito altrimenti
l’avrebbe denunciata alle forze dell’ordine! Aveva forse maledetto quella
stupida collana??
La nonna di Bonnie si calmò e a bassa voce disse soltanto che stavano
accadendo cose orribili a MysticFalls,
che dovevano rimanere lontane il più possibile, e si fece garantire che Alice
non si sarebbe mai più tolta la collana per nessuna ragione…altrimenti…
Lasciò la frase
in sospeso ma Beth spaventatissima capì che le storie
di stregoneria che le venivano raccontate da piccola non era così innocue o false… c’era qualcosa di oscuro e pericoloso là fuori… e stava per prendere Alice.
La nonnina disse
infine che lei, Beth, aveva una sorprendente forza d'animo e la sua
straordinaria lealtà verso Alice avrebbe potuto difenderla da minacce
insidiose, di cui però non poteva parlarne al telefono; e si fece così garantire
dalla ragazza di non perdere mai di vista Alice.
Beth giurò a se
stessa che avrebbe fatto qualsiasi cosa per l’amica e che nessuno avrebbe mai
osato farle del male; era il minimo che potesse fare dopo quello che lei e il
padre avevano fatto per lei, e da quel giorno in poi si rimboccò le maniche
cercando la soluzione ai loro problemi in qualche libro sul soprannaturale.
Anche
se non sembrava, Elisabetta aveva dentro di sé una grande forza d'animo e uno
spiccato spirito di sacrificio; la sua natura semplice e candida le avrebbe
permesso di farsi carico dei problemi e sofferenze di Alice…
ma come spiegarsi razionalmente quello che era successo all’amica?
Passò
settimane ad osservare i movimenti e i gesti dell’amica per vedere se
impazzisse un’altra volta, ma era tornata normale e la nonna di Bonnie non aveva più chiamato però comunque Beth stava all’erta perché sospettava che quello fosse
appena l’inizio…
Sfortunatamente
non trovò niente che riguardasse collane maledette ma comunque tenevano i libri
in posti ben sicuri perché entrambe sapevano che il pericolo non era ancora
finito e che le parole della nonna di Bonnie erano
state solo un avvertimento.
Qualche giorno
dopo vennero a conoscenza della sua misteriosa morte.
Beth e Alice si
guardarono in faccia sospettose.
Davvero una
stranissima coincidenza, soprattutto pensando che la vecchia aveva detto che
stavano accadendo cose orribili a MysticFalls.
C’era qualcosa
di malvagio laggiù, se lo sentivano.
E in seguito
agli ultimi avvenimenti…
Ma Beth scosse la testa non volendo pensare a quelle cose
orribili.
Stranamente al
momento lei sembrava la più calma e lucida fra le due e sorrise ad Alice
dolcemente, accompagnandola alla porta
“Dovresti dormire, un bel sonno ristoratore ti
farà bene e ti riprenderai subito” le mormorò per farla sentire meglio ma Alice
era ancora dubbiosa.
Che si fosse
trattato solo di un sogno? O di un frutto della sua fantasia?
Eppure anche se
non avevano mai pensato ai vampiri come possibile mostro che stava invadendo la
città, era comunque una soluzione plausibile…
In fondo se
esisteva la magia… potevano esistere anche loro… ci potevano essere anche le creature più infide e
pericolose nella profondità della terra…
E quel ragazzo
che voleva ordinarle di dimenticare… aveva letto da
qualche parte che si chiamava soggiogamento della mente…
quando qualcuno ti guarda fisso negli occhi e ti ordina cosa fare e tu non puoi
disobbedirgli.
Ma lei l’aveva fatto… perché? Perché lo aveva respinto?
Si rimise a
letto cercando di dormire.
Forse era stato
soltanto frutto della sua immaginazione…
Forse…
Il giorno dopo
entrambe le ragazze si svegliarono con un mal di testa allucinante; quando
uscirono contemporaneamente dalle loro camere si guardarono in viso: avevano
profonde occhiaie e i capelli pieni di nodi.
“Scommetto che
non hai dormito.” Disse Alice con un ghigno sulle labbra
“Nemmeno tu
allora” ribatté Beth.
“Eh già”
Scesero giù a
fare colazione come se nulla fosse successo mentre Beth
versava il latte nelle loro tazze:
“Allora… ti sei calmata? Il cervello funziona ancora?”
“Si Beth non sono pazza”
“Non l’ho mai
pensato. Ho sempre avuto un’alta opinione di te” rispose servizievole.
“Comunque dai
non parliamone più… come hai detto la cosa dei
vampiri che esistono veramente è davvero folle… e noi
siamo tornate qui per altri motivi…”
“Così mi piaci
padrona!” rispose in tono ironico.
“Mi ha mandato
un messaggio Tyler stamattina… dice che organizzerà
una festa in maschera stasera e ci ha invitate”
“Davvero? Una
festa?” chiese intimidita perché non le piacevano molto le feste.
“Si suppongo che
dovremmo andarci.. per svagarci e non pensare sempre a storie mostruose”
“Se tu vai, io
ti seguo” rispose prontamente Beth.
Alice sorrise
dicendo però che dovevano andare a comprare il vestito adatto.
“Magari
incontrerai qualche bel figo!!” esclamò Alice
guardando divertita Beth
“A MysticFalls?? Ne dubito
fortemente!”
“Che gusti
difficili hai!”
“Io so di
meritare il meglio” rispose alzando il mento per dimostrare che era così.
“E io infatti
non merito di avere un’amica come te! A quest’ora degli altri sarebbero scappati…”
“Sono io che ti
devo tutto Alice. E manterrò la mia promessa: ti terrò d’occhio e non devo
perderti di vista”
La madre di
Tyler Lockwood organizzava sempre eventi di classe e
eleganti a cui partecipava mezza MysticFalls.
Beth in segno di
riconoscenza per averle invitate, andò a casa sua per vedere se c’era bisogno
di qualche aiuto per gli addobbi o per la cucina.
Tyler si fece
una grossa risata e disse che non aveva bisogno di niente e che si sarebbero
visti quella sera stessa.
Quando Beth stava per andar via, dopo aver ringraziato un milione
di volte Carol Lockwood per l’invito a casa loro,
Tyler studiò bene quella strana ragazza: fisicamente era molto carina, di certo
non si poteva lamentare per il suo aspetto, ma era tutto il carattere in sé che
non andava… era troppo devota, fedele e servizievole,
come se avesse una serva tra i piedi invece che una fidanzata, troppo
riconoscente a tutto, anche verso un semplice invito a una festa e aveva
l’infantilità e i difetti dei bambini… Sembrava che
non fosse più cresciuta mentalmente da quando aveva perso i genitori…
Ma in fondo era
così buona e indifesa che faceva quasi tenerezza a guardarla…
Proprio per il
suo aspetto ingenuo e un po’ smilzo, fu avvicinata da una persona nell’ombra…Beth credeva di conoscerla
ma invece non fu così.
“Ah sei tu”
mormorò lei indispettita quando vide davanti a sé Elena Gilbert.
“Verrai anche tu
alla festa di stasera?” chiese semplicemente
“Si sono appena
stata da Tyler”
“Siete molto in
confidenza voi due?” domandò con tono malizioso.
“Perché ti
interessa?” rispose cercando di evitarla.
“Potresti
essermi utile… io ho bisogno di Tyler per uno scopo preciso…”
“Mi dispiace ma
inclino la tua richiesta di aiuto” sussurrò cercando di andarsene.
“Non è un aiuto.
E’ un ordine” All’improvviso Elena la spintonò dietro un albero e la guardò
dritto negli occhi verdi. Quella non poteva essere Elena…
“Se il piano con
Matt e le altre puttanelle non funziona, tu allora sai la prossima vittima per
far trasformare Tyler finalmente in un licantropo. Litigherai con lui a tal
punto da farti ammazzare. Mi hai capita?”
“Litigherò con
Tyler e lui mi ammazzerà” rispose Beth come una
marionetta.
“Fantastico.
Grazie” mormorò la ragazza facendo un sorriso felice e compiaciuto mentre se ne
andava.
Ormai era tutto
pronto. Niente poteva fallire.
Quella sera
andarono tutti a casa Lockwood con le maschere sul
viso, quindi era quasi impossibile riconoscersi.
Alice
aveva un vestito di chiffon rosso porpora con la parte superiore attillata e
fermata da un fermaglio a fiore color nero e porpora dello stesso tipo di
tessuto del vestito, mentre la parte inferiore era svasata, molto leggera e
svolazzante, il tutto legato sulla nuca da un nastro attorcigliato color
porpora e nero. Indossava sandali molto raffinati, con tacco 10, a spillo color
porpora e con una cascata di microscopici brillantini per dare l’effetto
luminoso.
La
maschera invece era in stile veneziano,con piume nere al lato destro della maschera fermate al centro da un
fiore dello stesso colore del vestito.
Mentre
Beth indossava uno stivale nero elegante e raffinato
con tacco alto e plateau in camoscio nero e vernice argentata.
La
maschera anche quella in stile veneziano color oro con un’aggiunta sul lato
destro di una decorazione a 3 foglie color verde.
Il
vestito invece era di un color blu, brillantato all’altezza del seno e
attillato in vita,lungo sopra il
ginocchio e senza spalline.
Tutte
e due le ragazze avevano dato il massimo per apparire belle quella sera visto
che mancavano molto da quella città, anche se Beth
per tutto il giorno era sembrata strana.. Alice aveva notato che non aveva più
la solita tenacia e poi era sempre tra le nuvole, con uno sguardo assente.
Ogni
volta che le chiedeva se stava bene, Beth rispondeva
a monosillabi in tono sempre cortese.
Alla
fine Ali pensò che non fosse niente, che magari era solo preoccupata per lei e
in ansia per la festa.
C’erano
maschere e ballerini ovunque, persino uno sputa fuoco!
Non
videro nessuno dei loro vecchi amici quindi decisero di fare un giro per il
resto della casa.
“
Devo trovare Tyler “ mormorò Beth come se fosse un
robot.
Alice
sospirò e disse:
“Hai
appena visto che non c’è qui. Proviamo fuori in giardino “
Quando
scesero gli scalini, all’improvviso Alice si fermò e nel suo viso apparve una
morsa agghiacciante.
Afferrò
con forza il polso di Beth per attirare la sua
attenzione.
“Beth…” sussurrò con voce strozzata guardando davanti a sé.
“Si?”
“E’ lui… Il ragazzo che mi ha salvata la notte scorsa”
Sia
lei che Beth alzarono lo sguardo con ansia e
trepidazione, e Alice le indicò quale fosse il ragazzo. Era un uomo sui 30
anni, non molto alto, moro e con gli occhi azzurri. Stranamente non indossava
una maschera e parlava con un altro ragazzo vicino a lui.
“Cosa
hai intenzione di fare?” domandò Beth.
Di
fronte al mutismo di Alice, prese lei in mano la situazione e la prese per mano
avviandosi nella sua direzione:
“Non ha senso stare qui a fissarlo come delle
ebeti.. andiamogli più vicino per vedere come reagisce quando ti vede”
Alice
fu sorpresa dal repentino cambiamento dell’amica: di solita era timidissima
nell’andare incontro a degli sconosciuti e cercava sempre di non attirare
l’attenzione. Quella sera invece Elisabetta era terribilmente strana.
“No Beth no” cercò Ali di dimenarsi dalla sua stretta, ma
avendo un tacco così alto dovette andarle dietro se non voleva cadere.
“Di
cosa paura hai Alice? E’ il tuo salvatore!” rispose semplicemente con un
sorriso.
In poco
tempo furono dietro di lui e Alice si tolse la maschera per guardarlo meglio..
si era lui, ne era sicura.
Beth senza farsi notare lo guardò bene in faccia e alzò il
sopracciglio in modo scrupoloso: era nettamente un bel ragazzo ma non le
ispirava per niente fiducia. Sembrava una di quelle serpi che avvelenano le
persone solo a fissarle negli occhi…
All’improvviso
Beth alzò la testa velocemente come se fosse stata
punta da un’ape e si voltò verso la villa.
Doveva
andare, non c’era un minuto da perdere. Doveva cercare Tyler e…
Quell’ordine
le rimbalzava in testa e non riusciva a contrastarlo…
Senza farsi notare da Ali, tornò indietro ed entrò dentro casa Lockwood.
Alice
non se ne era neanche accorta che Beth con passi
furtivi se l’era svignata, perché era assorta a guardare quel bellissimo ragazzo
a qualche metro di distanza, dietro un albero.
Quando
lui si accorse di una presenza che lo osservava e vide la strana ragazza che
aveva salvato l’altra sera al cimitero, strabuzzò gli occhi azzurri sorpreso ma
fece finta di niente perché sapeva che lei aveva dimenticato tutto e non c’era
niente di cui preoccuparsi.
Non
appena Alice vide che lui si era girato dalla sua parte e la stava fissando,
arrossì violentemente e abbassò lo sguardo.
Cosa
doveva dire? Doveva andare lei a parlargli per ringraziarlo ancora per quello
che aveva fatto? Oppure starsene zitta e buona?
Alzò
lo sguardo nuovamente e notò che lui la stava fissando con una strana espressione… prese un po’ di coraggio e si avvicinò a lui
lentamente.
Quando
furono faccia a faccia Alice deglutì nervosamente fissando il suo bellissimo
viso ma non riuscì a trovare le parole giuste da rivolgergli. Lui la guardava
con un sorrisetto da canaglia sul viso e all’improvviso Alice si accorse che il
ragazzo con cui lui stava parlando era Stefan
Salvatore, il fidanzato di Elena.
Alice
si irrigidì guardando sia lui sia Stefan e si sentì
veramente una stupida a star lì immobile a non dir niente.
Ad
un tratto Stefan si voltò verso di lei e disse con un
sorrise gentile:
“Ciao,
hai per caso bisogno di qualcosa?”
Alice,
sorretta da quello sguardo che incuteva fiducia, rispose cercando di non
mangiarsi le parole dall’agitazione:
“Salve… volevo soltanto dire una cosa al tuo amico” rispose
a Stefan ma rivolgendosi al ragazzo che aveva di
fianco.
Lui
e Stefan si guardarono in faccia senza capire e il
fidanzato di Elena si fece da parte:
“Fai
il bravo Damon” mormorò Stefan prima di andarsene.
<<
Damon? Che bel nome >> Pensò Alice immergendosi nei suoi occhi azzurri,
mentre anche Damon si era voltato verso di lei sorridendole.
“Bene
bene… a cosa devo l’onore della tua attenzione?”
Alice
restò di stucco: perché faceva finta di non conoscerla? Eppure si era tolta la
maschera ed era impossibile che si fosse già dimenticato del salvataggio
dell’altra notte al cimitero.
Abbassò
lo sguardo intimidita e disse:
“Volevo
solo ringraziarti di nuovo per avermi salvata l’altra notte…
tutto qui”
Damon
all’improvviso la fissò con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati.
<<
Come cazzo ha fatto a ricordare tutto?? Maledizione proprio stasera! >>
Ma
non fece in tempo a risponderle che fu tirato via da uno Stefan
allarmato e sotto shock, e così Damon fu costretto a seguirlo per andare a
vedere cosa fosse successo.
Prima
di sparire dalla sua vista, Alice si accorse che lui si era girato a fissarla.
Ma quello sguardo era così gelido che la faceva rabbrividire.
Avrebbe
voluto parlare di più con lui ma purtroppo era stato trattenuto da quello Stefan…
<<
Sarà per la prossima volta >> Pensò girandosi, quando si accorse che Beth non c’era più nel posto in cui si erano appartate
prima.
“Beth!” chiamò Alice spaventata.
<<
Dove si sarà cacciata?? E’ tutta la sera che è strana >> Ali si fidava
ciecamente dell’amica ma c’era qualcosa di sospetto nel suo modo di fare di
quella sera…
Decise
di rientrare dentro casa per cercarla.
Qualche
minuto prima Beth era andata alla ricerca di Tyler
per compiere il suo dovere e infatti lo trovò nella sala privata del sindaco a
bere e a scherzare con Matt e una loro amica.
“Guarda
chi c’è! Beth! Vuoi unirti a noi?” domandò Tyler che
sembrava brillo, anche se non superava il suo amico Matt, che stava per cadere
a terra da quanto era ubriaco.
“Perché
no?” rispose sorridendo.
Tyler
le lanciò un’occhiata perplessa e le versò da bere in un bicchiere, cercando di
non badare troppo alla sua scollatura.
“Dovresti
venire di più alle mie feste.. sembri più sciolta e libertina del solito”
Beth rise ma non disse niente… infatti non
era se stessa quella sera.
Ad
un tratto l’amica di Tyler inciampò per terra, rompendosi un tacco facendo
ridere tutti i presenti.
“E’
ubriaca come me!” esclamò Matt divertito versando il resto dell’alcool sul
pavimento.
“Ehi
dai Matt è lo studio di mio padre” intervenì Tyler
per fermarlo.
“Che
c’è, era un cazzone tuo padre lo sanno tutti!” gridò Matt
euforico e ubriaco.
Tyler
lo guardò in malo modo ma non rispose alla provocazione; le ragazze stavano
immobili ad osservare la scena.
“Vorresti
picchiarmi vero, avanti fatti sotto!” urlò Matt dandogli uno spintone,
facendolo quasi cadere.
“Dai
Matt…” Tyler cercò di farlo calmare, ma lui lo spinse
per terra cominciando a dargli dei pugni in pieno viso
I
due se la stavano dando di santa ragione: Tyler cercava di evitare i pugni
dell’amico ma Matt era così determinato a fare a botte con lui che Tyler
dovette per forza difendersi.
Intanto
l’amica di Tyler continuava a urlare cercando di fare qualcosa, mentre Beth restava immobile a fissare la scena…
se Matt avesse svolto il suo compito, non ci sarebbe stato bisogno del suo
intervento.
All’improvviso
entrò Caroline e guardò la scena sbalordita:
“Che
state facendo??” gridò dopo essere balzata addosso ai due ragazzi, cercando di
dividerli.
“Ora
basta!” urlò ancora la biondina dando uno spintone a Matt con una forza
inaudita facendolo tramortire.
Sembrava
che tutto fosse finito ma ecco che l’amica di Tyler, Sarah, si parò dietro di
lui con uno sguardo da pazza:
“Matt
ha fallito, ora tocca a me” All’improvviso prese un coltellino e colpì Tyler sotto
alla spalla e lui per difendersi buttò a terra Sarah, che sbatté purtroppo contro
lo spigolo del tavolo.
“Oh mio dio che
altro è successo??” gridò Caroline spaventata andando vicino a Sarah.
“Non l ho fatto
apposta, non è stata colpa mia!” continuava a farneticare Tyler cercando di
farla rinvenire. Ma ormai era morta.
“no no!” gridava
disperato Tyler dando dei forti pugni sul pavimento.
“Tyler?? Che sta
succedendo??” Ma le domande di Caroline non ebbero risposta. Tyler continuava a
dare dei pugni, a urlare in modo agghiacciante e all’improvviso i suoi occhi
diventarono gialli… come quelli di un lupo.
Beth, che fino a un
attimo prima guardava la scena senza fare nulla e aveva riso quando finalmente
Tyler aveva ucciso qualcuno, ritornò alla normalità.
Strabuzzò gli
occhi shockata come se si fosse appena risvegliata da un incubo e disse
spaventata:
“Oddio che ci
faccio qui??”
Caroline era
troppo occupata con Tyler per accorgersi di lei e così Beth
sentendosi un animale in gabbia, scappò via da quella stanza per cercare Alice.
“Alice! Alice!”
gridò disperata nel tentativo di trovarla.
La testa le
martoriava e aveva tutti i sensi intorpiditi… correva
per la casa senza una meta precisa cercando di ricordare tutto.
Perché non aveva
fatto niente per aiutare Tyler? Perché era andata lì?? E soprattutto perché
voleva farsi uccidere se Sarah non avesse portato a termine il compito ordina
tale??
Infatti quando
Matt era stato tramortito da Caroline per far smettere i due litiganti, Beth si era avvicinata a Tyler con l’intenzione di farsi
uccidere ma era sopraggiunta prima Sarah…
Sarebbe morta se
non ci fosse stata lei??
Si portò le mani
alla testa e cominciò a piangere sommessamente. Non voleva restare sola, aveva
troppa paura… si inginocchiò negli scalini della
gradinata cercando di non tremare ma era terribilmente difficile. E aveva
persino perso Alice! Alla fine lei non era buona a fare nulla…
come al solito…
“Beth?? Ti ho cercata dappertutto!!”
Quando
Elisabetta sentì la voce dell’amica gridò dalla felicità e si alzò per
abbracciarla fortissima.
“Scusami Ali! Ti
ho lasciata sola e sono andata a vagare per la casa come se fossi una sonnambula! E poi quella Sarah è morta e…”
“Chi è morto??”
domandò Ali preoccupata guardandola negli occhi.
Beth deglutì
cercando di raccontarle tutto ma non era facile perché stava per impazzire dal
terrore.
“Avevi ragione
tu Alice… ci sono dei vampiri a Mysticfalls… e io sono stata soggiogata da Elena Gilbert che mi ha obbligata a suicidarmi!”
Alice la guardò
negli occhi perplessa e le toccò la mano tremante.
“Quante birre
hai bevuto?? Elena è un vampiro? E voleva che tu ti suicidassi??”
“No no! Io
dovevo farmi ammazzare da Tyler ma lui ha ucciso prima Sarah! Eravamo tutti
morti là dentro! Io almeno lo ero, ma poi sono rinsavita e sono scappata!”
“Anche Tyler è un mostro…?”
“No un
licantropo o qualcosa del genere.. non mi ricordo, è tutto così annebbiato.
C’era anche Caroline là dentro e sembrava avesse una forza sovrumana…”
mormorò Beth prendendosi la testa fra le mani e
cominciando a singhiozzare.
Alice posò
entrambe le mani nelle spalle di Beth per guardarla
negli occhi. La sua voce stava tremando dalla paura.
“Siamo entrate
in un casino più grande di noi Beth…non dovevamo tornare… se pensavo a tutto questo…
mio dio potevi morire! Non voglio perderti per soddisfare la mia sete di
curiosità sul soprannaturale o per trovare la soluzione al mio problema e il
perché questa collana sia così vitale per me!” Anche Alice aveva le lacrime
agli occhi.
Le due ragazze
infatti erano vincolate da un legame d’amicizia molto speciale e non avrebbero
mai permesso che una di loro si facesse del male.
All’improvviso Beth alzò lo sguardo ed esclamò decisa ma allo stesso tempo
ansiosa:
“Dobbiamo
scappare da questa casa. Subito!”
“Ok! Lasciami
prendere la borsa”
“Niente borsa!
Via! Gambe gambe!” le grida terrorizzate di Beth incoraggiarono Alice a correre il più veloce
possibile. Se rimanevano ancora in quella casa rischiavano di rimanere fritte.
Mentre oltrepassarono
il giardino correndo come delle pazze scatenate, tenendo le scarpe in mano, gli
invitati si girarono tutti a fissare quella scena che trovarono molto
divertente e inverosimile. Non era da tutti i giorni vedere due ragazze che
correvano a gambe levate via da una festa in maschera.
Quando
finalmente arrivarono alla macchina, Beth per poco
non andò a sbattere contro il cofano per l’ansia che aveva di salire in auto il
più presto possibile; e anche Alice entrò subito nel posto di guida accendendo
a tutto gas il motore.
“Parti parti!”
Urlarono sia Beth che Alice per incitare il povero
catorcio di macchina che avevano per partire subito.
<< Sarebbe
il colmo se ci lasciasse a piedi.. e poi come faremo? Alice è più terrorizzata
di me e io cosa potrei fare..? >> pensò terrorizzata Beth
augurandosi che nessun mostro comparisse nella notte per rapirle.
Fortunatamente
il motore partì e Alice inserì subito la retromarcia per tornare a casa.
Il pericolo per
adesso era scampato. Ma purtroppo le due amiche erano consapevoli di una cosa:
quel posto avrebbe rappresentato la morte per tutti loro.
Eccoci finalmente al momento dei ringraziamenti da
chi comincio?? Bella domanda!!! XDXDXD
Sicuramente dalla mia carissima socia elyforgotten
che non finirò mai di ringraziare per tutto quello che fa!!!! XDXDXD
Lei è per modo di dire la mia “Beta” e il suo
personaggio Beth è ispirato a Sam del “Signore degli anelli”
Ringrazio le persone che hanno recensito il primo
capitolo di questa storia ovvero sporpellina, SweetyPinny e la mia cara Erica 87! spero che continuerete a recensire anche i
prossimi capitoli e che magari si aggiungano altre persone!!!!! XDXDXD
Ringrazio le persone che hanno messo questa storia
tra le seguite cioè parlo di Erica 87
e Bonnie98 !!!!
Per finire ringrazio tutte le persone silenziose che
hanno letto il capitolo e spero che continuerete a leggere anche i capitoli
successivi!!!! XDXDXD
Bene con questo ho concluso il mio monologo non mi
resta che salutarvi!!!
Alice
e Beth ritornarono di corsa a casa come delle furie e
chiusero a chiave tutte le porte e inferriate per non far entrare nessuno. La
prudenza non era mai troppa soprattutto in quella città dove abitavano i
vampiri. Chi l’avrebbe mai detto?
Beth
continuava a guardare dietro le finestre con sguardo terrorizzato chiedendosi
se qualche vampiro andasse ancora da lei per obbligarla a suicidarsi mentre
Alice prendeva dalla libreria tutti i suoi libri per cercare qualcosa in cui
appigliarsi per uscire da quella drastica situazione … Ali non sapeva dove
andare a cercare né chi chiamare in quella situazione d’emergenza; sfogliò
pagine e pagine di libri non trovando però niente di costruttivo e utile, per
proteggersi dai vampiri, soltanto le classiche frottole del crocefisso o
dell’aglio, che Alice dubitava fortemente fossero vere.
All’improvviso,
però, capitò in un libro che non aveva mai sfogliato perché credeva non ci
fosse scritto niente di interessante e sembrava davvero anonimo, ma in una
delle pagine finali trovò scritte queste parole:
<<
L’unica arma che si può usare contro i vampiri, per ferirli e metterli fuori
gioco, è una pianta chiamata Verbena. La maggior parte della specie del genere
cresce soprattutto in America, dal Canada al Cile…
>> E poi c’era una spiegazione dettagliata di come fosse caratterizzata
la pianta.
Alice
dopo aver letto queste righe si alzò prontamente e si diresse verso Beth che stava ancora scrutando con occhi attenti fuori
dalla finestra:
“Ehi
Beth dà un’occhiata qui ho trovato qualcosa” Ma lo sguardo
dell’amica era terribilmente spaventato che non riusciva neanche a muoversi e
così Alice la scosse per il braccio.
“WeyBeth! Ci sei? Non è la prima
volta che veniamo catapultate in situazione drastiche e pericolose, cerca di
rilassarti”
“Invece
per me è la prima volta che mi viene voglia di suicidarmi solo perché quella
smorfiosa di Elena Gilbert me lo chiede”
Alice
la guardò sospirando e rispose:
“Non
preoccuparti, Elena non ti farà più del male e nessun altro vampiro.. ho
trovato questo. Leggi, riguarda una pianta, la verbena la conosci?”
“Si
ma non l’ho mai vista prima d’ora”
“Qui
dice che è un’arma che possiamo utilizzare contro i vampiri per non subire il
loro potere… così non potrebbero più soggiogarci né
convertirci al suicidio”
“Si
ma come facciamo? Non possiamo andare dal fioraio di MysticFalls, che per quanto ne sappiamo può essere un
vampiro, e chiedere della verbena in buona quantità senza destare sospetti!
Così facendo sarebbe come domandargli quale pianta è letale per quei succhiasangue!”
“Dovremmo
almeno provare però Beth… o magari rivolgerci a
qualcuno di fiducia”
“E
a chi potremmo rivolgerci? Magari la città è tutta infestata visto che sono
arrivati anche alla preziosa Elena Gilbert e con i poliziotti io non sono mai
andata d’accordo, tu sai che io sono una brava persona Ali ma tutti hanno avuto
i loro guai…”
Alice
sorrise lievemente:
“Niente
polizia tranquilla, anche perché cosa potrebbe fare? Sparare a un vampiro? Di
certo non morirebbe. Comunque io dico che già domani mattina dobbiamo uscire e
cercare questa famosa verbena”
“Uscire?
Domani?” sussurrò sconvolta sgranando gli occhi.
“Non
preoccuparti cercheremo di stare in mezzo alla folla e mai andare in vicoli bui
e solitari, siamo intesi?”
“Intesi”
rispose deglutendo.
Alice
rimise a posto il libro e si tolse il vestito per andare a letto.
“Ehi
Ali, non mi hai detto come è andata col tuo salvatore. Sei riuscita a parlarci
prima che io andassi a farmi ammazzare da Tyler Lockwood?”
“Uhm
si… cioè ci siamo rivolti due o tre parole… io l’ho ringraziato per avermi salvata ma lui non
ha avuto il tempo di rispondere che Stefan Salvatore
l’ha trascinato via”
“Stefan? Il ragazzo di Elena? Quello col fascino
mozzafiato?”
“Eh
si proprio lui. Ma a cosa sta pensando la tua testolina? Ti vedo assorta…”
“Penso
che più entriamo in questa storia più ci sono nuovi enigmi, e sta cosa non mi
piace. Insomma il bel tenebroso arriva in città, si fidanza con Elena che
guarda caso è diventato una vampira e senza contare che il tuo salvatore è
amico di Stefan. Non riesco proprio a capire il
nesso..”
“E
che nesso dovrebbe esserci?” chiese Alice che non riusciva capire.
“Beh
insomma quando arriva sempre un nuovo arrivato in città succedono sempre dei
guai. Guarda noi, siamo appena arrivate ed è già successo un macello! Comunque
riguardo a quello che è successo… la mia teoria è che
quel Stefan Salvatore sia un vampiro, ha vampirizzato
Elena per vivere per sempre felice con lei … però non riesco a capire il ruolo
del tuo salvatore. Come potrebbe stare con un vampiro se ne ha ucciso uno la
scorsa notte?”
I
ragionamenti di Beth fecero girare la testa a Alice
che credeva che l’amica stesse vaneggiando o lavorando troppo di fantasia.
“Davvero
credi che anche Stefan sia un vampiro? E che anche
Damon lo sia ma non si spiega il perché abbia ucciso uno della sua specie per
una sconosciuta?”
“E’
così che si chiama? Damon”
Alice
assentì con la testa ricordando ancora il viso enigmatico di quel ragazzo…
“Già
il nome non fa presagire nulla di buono”
“Allora
io dovrei vivere nel paese delle meraviglie” esclamò Alice ironica.
“Quindi
trovi che la mia spiegazione faccia acqua da tutte le parti?” chiese titubante
cercando un suo assenso.
“No… cioè se Elena è un vampiro, qualcuno deve pur averla
trasformata e di quello Stefan nessuno sa niente ed è
il suo fidanzato misterioso… potrebbe anche essere…”
“Comunque
chi sia un vampiro e chi no, forse non lo scopriremmo mai, perché di certo non
girano con dei cartelli in fronte con scritto << Ehilà io sono un
vampiro, chi vuole offrirmi una vena? >> Da quello che ho letto loro sono
molto furbi, più agili di noi e più forti. Inoltre possono anche soggiogarti
quei bastardi”
“Appunto
per questo dobbiamo cercare la verbena, per proteggerci”
Beth
sospirò esausta:
“Va
bene facciamo come vuoi, domani usciamo subito per rifornirci e riempire la
nostra cantina di quella strana pianta. Io amo molto il giardinaggio e ho un
bel pollice verde, ma l’ultima cosa che avrei sognato è di riempire la casa di
una pianta contro i vampiri. Speriamo sia buona!”
Alice
le sorrise e le diede la buona notte. Ma nessuna delle due probabilmente
avrebbe dormito quella notte.
Ali
si chiese per tutta la notte cosa avesse a che fare Damon con tutta quella
storia dei vampiri… lui l’aveva salvata da un
vampiro, quindi non poteva di certo essere anche lui un vampiro…
o forse no?
Le
domande le facevano impazzire la testa e lo stesso valeva per Beth si rigirava nel letto con uno sguardo terrorizzato
chiedendo quando sarebbe arrivato il prossimo vampiro a farle del male. Loro
erano tornate per scoprire quello che stava succedendo ad Ali, ma se quel posto
significava pericolo e morte per l’amica, allora Beth
l’avrebbe trasportata anche a forza via da quella città maledetta.
Quello
che le stava più a cuore era la salvezza e l’incolumità della sua “padrona” e
niente avrebbe potuto farla desistere dalla sua promessa.
Il
giorno dopo, per fortuna le due ragazze trovarono un gran quantità di verbena,
la deposero subito in cantina e Beth ne ingoiò un
quintale letteralmente.
“Beth attenta! Potrebbe venirti un dolore di pancia!” La
ammonì Alice.
“Preferisco
un dolore di pancia piuttosto che trovarmi alle calcagna un vampiro. E poi ho
mangiato di peggio” rispose semplicemente.
Le
due amiche uscirono di casa per andare a fare un giro in paese, in fondo c’era
un bel sole mattutino e non c’era pericolo di imbattersi in un vampiro, anche
se Beth preferiva starsene rinchiusa e al sicuro dove
nessuno poteva nuocerle.
Ma
qualcuno le stava seguendo con lo sguardo…
Damon
Salvatore non era potuto intervenire l’altra sera perché c’era il problema di
Katherine da risolvere ma questa volta non se la sarebbe fatta scappare… quella ragazza non aveva dimenticato e poteva
essere un pericolo per tutti loro. Lui era sicuro di averla soggiogata ma forse
aveva preso della verbena.
<<
Ma come può averla presa? Che sappia della nostra esistenza? E allora perché
non ha chiamato nessuno? >> Damon si faceva ininterrottamente delle
domande su una possibile spiegazione ma ero meglio passare subito all’azione.
Farle vuotare il sacco e farsi dire cosa sapeva veramente…
e dopo… si sarebbe liberato di lei se fosse stato un
problema.
Ma
purtroppo quella ragazza girava con un’altra tipa che sembrava la sua ombra e
doveva per forza prenderle in consegna tutte e due…
non si sa mai, in fondo anche l’altra ragazza poteva sapere.
Meglio
non correre rischi.
All’improvviso
Damon si parò davanti alle due ragazze con un sorriso stampato in faccia; le
due arretrarono di colpo: Beth indietreggiò dubbiosa
perché quel tipo non le ispirava per niente fiducia sebbene avesse salvato Ali,
e Alice invece sgranò gli occhi sorpresa perché non avrebbe mai pensato di
rivederlo così presto. E la cosa stranamente le faceva piacere.
“
Salve. Spero vi siate divertite l’altra sera alla festa dei Lockwood..
ma purtroppo mio fratello ieri ci ha interrotti e non abbiamo avuto modo di
parlare e nemmeno di presentarci!”
Alice
fissava quel bel ragazzo con occhi trasognati mentre Beth
aveva un’espressione shockata nel suo volto. Ali non se ne era accorta ma Beth era rimasta sbigottita quando Damon aveva detto che Stefan era suo fratello.
Se
Elena era un vampiro e anche il suo ragazzo lo era, indi per cui doveva esserlo
anche Damon! Non ci poteva essere altra spiegazione.
Beth si
passò la lingua fra le labbra e tremò guardando il volto da predatore di Damon.
Quel tipo aveva un non so che di tenebroso e poco raccomandabile…
dovevano andarsene di lì ma come fare senza destare sospetti?
Intanto
Alice e Damon stavano chiacchierando come se fossero vecchi amici.
“E
da quanto siete tornate a MysticFalls?”
“Soltanto
da pochi giorni, ci siamo trasferite nella casa di mio padre e resteremo per un
po’ di tempo”
Damon
lanciò un’occhiata a Beth e gentilmente le disse:
“Scusami
ma vorrei chiedere una cosa in privato ad Alice…
potresti lasciarci soli un minuto?”
“No”
rispose prontamente. Quel bastardo voleva prendersi delle libertà con Alice, ma
i suoi piani sarebbe stati stravolti perché ormai Beth
sapeva tutto e non si sarebbe fatta fregare dal suo bel visino.
Sia
Damon che Alice la guardarono sorpresi e infastiditi, quindi Beth cercò di giustificarsi balbettando appena:
“E’
solo che io e Alice non abbiamo segreti, se devi dirle una cosa puoi dirla
anche con me vicino”
Ali
scosse la testa e guardò Damon in segno di scusa, ma lui le sorrise
gentilmente:
“Non
c’è problema. Vorrà dire che parlerò con entrambe su quello che è successo al cimitero…”
Il
viso di Alice si rabbuiò e lo ringraziò ancora per quello che aveva fatto ma
ormai era un capitolo chiuso.
“Si
ma vedi…” All’improvviso Damon si avvicinò
pericolosamente al viso di Alice, che sentì il suo respiro freddo sul viso e
tremò. Dalla paura.
“Non
possiamo passarci sopra… tu hai visto quello che io
ho fatto… e hai visto che quel tizio era un vampiro”
Entrambe
le ragazze deglutirono nervosamente; Alice non osava rispondere e Beth vagava con lo sguardo in cerca di aiuto ma purtroppo
non c’era nessuno in strada.
Merda.
“Andiamo
a parlare a casa mia, vi va?” chiese Damon all'improvviso.
“Uh
penso di no grazie. Non accettiamo inviti da sconosciuti”
“Ma
io e Alice ormai ci conosciamo e io le ho salvato la vita ed è in debito con
me, per cui spero che accetterai di venire a casa mia per parlare della
questione”
“No
grazie preferisco di no” rispose titubante Alice.
Damon
fece un sorriso diabolico:
“Peccato
volevo essere gentile ma mi tocca passare alle maniere forti. Mi dispiace ma
avete avuto la vostra occasione”
Senza
neanche accorgersene e senza potersi ribellare, Beth
e Alice furono prese con violenza da quel ragazzo e l’ultima cosa che videro
prima di chiudere gli occhi… era il suo sorriso da
predatore. Il viso di un mostro.
La
prima che si svegliò fu Beth e quando alzò il viso
per guardare dove fosse finita per poco non svenne nuovamente: era rinchiusa in
una strana stanza buia, sembrava una vecchia cantina di una casa e la sue gambe
facevano fatica a muoversi e la testa le doleva terribilmente.
<<
Maledizione a quel Damon! E ora come faccio a uscirne? E Alice?? Dov’è Alice??
>> Beth si girò angosciata e vide che l’amica
era sdraiata a qualche metro da lei e sembrava aver perso i sensi.
Beth
cercò di raggiungerla facendo leva sui gomiti delle braccia:
“Ali?
Ali? Mi senti? O mio dio, come ne veniamo fuori?” gridò iniziando a piangere
disperata. Mise la testa di Alice sul suo grembo cercando di farla svegliare ma
sembrava che fosse morta.
Beth
temendo il peggio guardò il suo collo per vedere se c’erano dei fori ma era
intatto. Cercò di sentire allora se c’era il polso e per fortuna il cuore
batteva ancora.
Sospirò
sollevata e cercò di alzarsi andando verso la porta. Cercò di sfondarla a calci
ma era molto debole e la porta era ben serrata dall’esterno.
Beth gridò
aiuto dando dei colpi alla porta ma quella casa sembrava essere deserta e
magari quel Damon le avrebbe rinchiuse fino a farle morire di fame e sete. Beth cadde per terra stremante cercando una via d’uscita e
guardando Alice ma non si era ancora risvegliata.
<<
Ho fallito miseramente. Avevo dato la mia parola di non perderla e di
proteggerla e guarda dove siamo finite?? In una gattabuia appartenente al suo
salvatore!! Dovevamo scappare subito, maledizione! E ora? Dovrò attendere la
morte inesorabilmente? Sarà quello il nostro triste destino? >> Ma i
pensieri malinconici e disperati di Beth furono
interrotti da un rumore provenente al di fuori dalla porta.
Tremante
di paura Beth si allontanò e andò vicino ad Alice per
scuoterla.
Damon
entrò nella cantina con un sorriso da canaglia stampato in faccia:
“Vedo
che la mia amichetta non si è ancora ripresa. Tranquilla non è morta”
“Lurido
farabutto, lasciaci andare!”
“Non
sei nella posizione di ordinarmi niente. Siete venute in città da soli pochi
giorni e avete già scoperto il mio segreto” Damon scosse la testa divertito e
continuò:
“I
miei complimenti, gli altri concittadini non se ne sono accorti e sto qui da
tantissimi mesi e poi ho disperso tantissimi cadaveri nel mio cammino… ma quegli idioti hanno classificato la cosa come
attacchi di animali! Ma la cosa che mi sconcerta di più…
è che la tua amica non abbia dimenticato il mio ordine. Se lei lo avesse fatto
ora voi non sareste qui e io non dovrei farvi del male. Ma pazienza! Posso
sempre porvi rimedio”
Damon
si avvicinò pericolosamente e Beth indietreggiò
trascinando via anche Alice, arrivando fino al muro.
“Stai
lontano! Non osare nemmeno avvicinarti!”
“Oh
come siamo coraggiose! Per premiare il tuo coraggio non ti farò del male visto
che non ho voglia di avere casini, per cui ti farò solo dimenticare tutto”
Prese
con violenza la testa di Beth fra le mani e la guardò
negli occhi:
“Ora
dimenticherai quello che è successo. Dimenticherai di aver scoperto
dell’esistenza dei vampiri e che io ti ho trascinata qui con la forza”
Beth
restava immobile a fissarlo non dicendo niente e Damon sorrise soddisfatto,
quando però lei gli si rivolse con tono acido:
“Puoi
anche andare al diavolo vampiro. Io non dimentico i torti subìti”
Damon
strabuzzò gli occhi e le prese i capelli con brutalità:
“Hai
preso la verbena?? Beh non sarà un problema, basterà qualche ora per fartela
smaltire ma purtroppo dovrai restare chiusa qui ancora per un po’. L’hai voluto
tu”
Beth lo
guardò con disprezzo e lui sciolse la presa sui suoi capelli e se ne andò
sbattendo la porta.
Grazie
al forte rumore Alice si svegliò di soprassalto respirando a malapena e Beth le accarezzò la mani sorridendo che l’amica almeno
fosse viva:
“Ali?
Ti senti bene?” chiese premurosa
“S-si! Mi gira solo un po’ la testa…
ma che è successo?? Dove siamo?” mormorò spaventata.
“Purtroppo
il tuo salvatore ci ha rinchiuse qui e stava per soggiogarmi ma non ce l’ha
fatta per via della verbena”
“Cosa??”
rispose sorpresa. L’ultima cosa che si aspettava è che Damon fosse un vampiro e
che l’avesse rapite in quel modo così brutale.
“Siamo
in trappola… non c’è via di fuga! Ma almeno una di
noi potrebbe salvarsi..” mormorò titubante Beth
“E
come?”
“Quando
lui entra io gli salto addosso con tutta la rabbia possibile e tu scappi via
mettendoti in salvo” rispose semplicemente. L'aveva sempre visto fare nei film
d'azione e di certo la rabbia non le mancava in quel momento ed era troppo
ansiosa di salvare Alice da tutto questo.
“E
lasciarti da sola con lui?? Neanche per sogno! Affronteremo questa cosa
insieme”
“Ma….”
“Niente
ma! Nessuno morirà tranquilla… se avesse voluto
ucciderci l’avrebbe già fatto, lui vuole solo che dimentichiamo tutto così non
gli romperemo le scatole. Appena avremo smaltito la verbena, lui ci soggiogherà
e ci lascerà andare”
“Fossi
in te non sarei così ottimista. Quel tizio mette i brividi e tu non hai
dimenticato un fico secco la notte che vi siete incontrati eppure tu non avevi
la verbena”
Alice
deglutì nervosamente. Anche questo era vero… lei non
aveva dimenticato… perché?
“Non
pensiamoci dai andrà tutto bene” sussurrò Ali cercano di dare coraggio a Beth, che tremava come un foglia.
Lei
le sorrise dolcemente e le passò un braccio sopra le spalle avvicinandola:
“Povere
noi. Se pensavo a un avventura così, mica ci ritornavo a Mysticfalls!”
Alice
sorrise lievemente e si aggrappò al suo braccio.
Le
due amiche cercavano di darsi forza a vicenda ma in fondo al cuore sapevano che
la situazione era pericolosa. Più pericolosa di quanto avessero immaginato.
Qualche
ora dopo Damon entrò nuovamente nella cantina e quando vide che Alice era
sveglia sorrise:
“Bene
bene, possiamo incominciare a fare baldoria allora!”
Beth
strabuzzò gli occhi terrorizzata mentre lui si avvicinava al volto di Alice.
“Mi
dispiace doverti fare del male dolcezza, sei molto carina e non mi sembri una
tipa ficcanaso ma comunque devo farlo, per il bene di tutti”
Alice
inconsapevolmente arrossì quando lui le prese la testa fra le mani e la guardò
con i suoi bellissimi occhi azzurri:
“Dimenticherai
quello che è successo oggi. Ti dimenticherai di aver visto un vampiro al
cimitero e che io ti ho salvata. Ti dimenticherai dell’esistenza dei vampiri
completamente! Ora ti addormenterai e poi ti risveglierai senza ricordarti
nulla.”
Appena
lui disse quelle parole Alice abbassò le palpebre sperando che accadesse
qualcosa ma non avvenne niente nella sua mente: ricordava tutto.
Ma
fece comunque finta di niente perché altrimenti lui non le avrebbe mai lasciate
andare e svenne intontita. Alle elementari aveva sempre fatte delle recite da
oscar e quell’esperienza ora serviva per dimostrare che non stava fingendo.
Damon
sorrise soddisfatto e fece lo stesso con Beth.
Ma
Alice temendo che l’amica si sarebbe fatta scappare una battutina per offendere
il vampiro e dimostrare che non aveva soggiogato nessuno, le fece una gomitata
cercando di non farsi notare da Damon.
Beth
traballò sentendo quel contatto. Di solito quando Alice le dava una gomitata
nel fianco era per avvertirla di qualcosa e stare in all’erta…
ma quindi Ali non era svenuta? Damon non l’aveva soggiogata??
Beth
serrò le labbra cercando di apparire normale mentre Damon ripeteva le stesse
parole e stranamente anche lei non subì alcun soggiogamento perché ricordava
ancora tutto.
Ma
come Alice si fece furba e abbassò la testa chiudendo gli occhi cercando di non
far vedere che era tutta una finzione, ma non era brava quanto Ali e temette di
fare qualche sbaglio, magari sorridere non riuscendo a trattenersi.
Damon
si alzò convinto di aver risolto tutto quando sentì una voce in casa. Era
Elena, e stava scendendo giù.
“Elena!
Resta dove sei!” Esclamò Damon per allontanarla da lì ma Beth
sentendo il nome di Elena entrò in panico e inevitabilmente si mosse spaventata
al solo pensiero di rivedere quella pazza omicida.
Purtroppo
la sua mossa non passò inosservata a Damon che si girò verso di lei e strabuzzò
gli occhi sorpreso:
“Cosa??
Perché sei sveglia?”
Beth
terrorizzata aprì gli occhi e si alzò cercando di sostenere lo sguardo del
vampiro.
“Lasciaci
andare, non diremo niente a nessuno te lo giuro!” esclamò implorante.
Damon
scosse la testa arrabbiato:
“Ma
perché?? Dovresti aver smaltito la verbena!”
Beth gli
rise in faccia:
“Ho
mangiato della verbena che mi basterebbe per mesi! Sono una tipa previdente io
e mi sa che non l’ho ancora digerita tutta! Mi dispiace vampiro” rispose
sprezzante.
Alice
sentendo che Beth era nei guai, decise di correre il
rischio e di non lasciarla sola proprio nel momento del bisogno.
Aprì
gli occhi e si alzò anche lei vicino a Beth.
Damon
sembrò che stesse sul punto di impazzire:
“Ma
che succede?? Devo ricaricare la pila dei miei poteri forse?? Ho capito! Siete
delle maledette streghe vero? Vi faccio vedere io!”
Damon
si avvicinò alle ragazze con una furia assassina e Beth
con coraggio si parò davanti a Alice, anche se lei era più bassa, per cercare
di riparla dal pericolo.
All’improvviso
però Elena scese velocemente le scale, sentendo le loro voci, ed entrò nella
cantina sbarrando gli occhi sotto shock:
“Ma
che sta succedendo??”
Beth
vedendo la vampira senza scrupoli, che l’aveva mandata quasi a morte certa, si
fece prendere dal panico ed ebbe un attacco isterico:
“Non
fatela avvicinare a me! Quella è pazza, è meschina e voleva uccidermi alla
festa! Mi ha ordinato di farmi ammazzare da Tyler Lockwoodaffinchè lui diventasse una specie di lupo! No no, via via!”
Per
la prima volta in tutta la sua vita Beth abbandonò
Alice senza difese e sgattaiolò in un angolo della cantina per impedire a Elena
di guardarla ancora negli occhi ed ebbe pure la sfrontatezza di inginocchiarsi
poi dietro al corpo di Damon, per farle da scudo. Preferiva essere soggiogata
subito, avrebbe pure vomitato tutta la verbena per far contento Damon, ma per
l'amor del cielo non voleva avere vicino Elena Gilbert per nessuna ragione al
mondo!
“Non
ho mai visto niente di simile” sussurrò Damon cercando di trattenere le risate
mentre vedeva la ragazza, che un minuto prima gli sorrideva beffarda in tono di
sfida, e ora invece stava quasi ai suoi piedi implorando aiuto e farneticando
che non voleva vedere Elena.
“Bethperchè dici queste cose? Io
ti ho ordinato di farti ammazzare da Tyler? Ma è ridicolo!” disse Elena
cercando di far apparire la propria innocenza.
“Non
mentire carogna! Ti ho vista mentre mi soggiogavi con l'intenzione di
uccidermi! E ora fai come al solito la faccia da santarellina convincendo tutti
che tu non hai fatto niente! Ma io so la verità! Tu sei un vampira e mi volevi
morta per un macabro rituale per lupi!” urlò Beth
fuori di se cercando di alzarsi.
Damon
si girò verso Elena e disse:
“E'
opera di Katherine certamente”
“Ma
quale Katherine, è stata lei!” gridò ancora Beth
puntandole il dito contro.
All'improvviso
Alice si avvicinò a Beth e la prese per il braccio
cercando di calmarla:
“Vi
prego non diremo niente a nessuno, soggiogateci se volete quando smaltiremo
tutta la verbena ma vi supplico non fateci del male” le parole dolci e
innocenti colpirono sia Damon ed Elena che si guardarono titubanti negli occhi.
“Sentite,
non è come sembra... io non sono una vampira dovete credermi! E' solo una lunga
storia e voi non dovevate entrarne...”
“E
ora per farci stare zitte ci ucciderete vero?” sussurrò Beth
a malapena.
“No
no! Non vi verrà recato alcun danno! Vero Damon?” chiese Elena guardandolo
negli occhi.
Lui
sospirò spazientito:
“Elena
ho tentato di soggiogarle per far dimenticare tutto ma per un motivo che non so
loro non riescono a dimenticare!”
“E
come mai? Non è possibile” sussurrò Elena dubbiosa.
Beth alzò
la mano cercando di prendere la parola:
“Io
ho ingoiato troppa verbena ma se aspettiamo qualche ora dovrei essere a posto”
disse cercando una via di fuga.
“E
tu? Quanta verbena hai ingoiato?” chiese Damon rivolgendosi ad Alice.
Lei
deglutì rumorosamente temendo quello che sarebbe successo:
“Io...
pochissima in realtà”
Beth si
girò a guardarla shockata mentre Damon non riusciva a spiegarsi per quale
motivo non riuscisse a soggiogare quella ragazza per ben due volte!
Il
vampiro si mise le dita nei capelli per cercare una soluzione quando vide la
collana che portava al collo Alice.
“E
quella cos'è?” chiese avvicinandosi.
Ali
capendo che aveva visto la sua collana indietreggiò impaurita cercando di
ritirarsi mentre Beth si avvicinava al suo fianco
pronta a dare un bel gancio destro se serviva.
“E'
quella che blocca il mio potere! Toglitela!” ordinò trattenendo la rabbia.
<<
Oh-oh >> Pensò Beth
angosciata temendo cosa sarebbe successo se Alice avesse tolto la collana.
Ali
toccò la sua collana in segna di difesa:
“No
non posso toglierla”
Damon
le sorrise menefreghista:
“Allora
te la toglierò io” così facendo allungò la mano verso il collo della ragazza
pronto a toglierle la collana.
Ma
appena toccò quel pendaglio la sua mano prese una scossa elettrica che lo fece
trasalire dalla sorpresa. Anche Beth e Alice guardavano
la scena sbigottite. Quello non era mai successo...
“Ma
che roba è?” Sussurrò Damon toccandosi la mano ferita.
Elena
si avvicinò al vampiro cercando di trovare un'altra soluzione:
“Forse
Bonnie può avere una spiegazione a tutto questo. Ora
la chiamo!”
Prontamente
prese il cellulare in mano e digitò il numero di Bonnie
ma questa non rispose.
“Maledizione
dovrò andare a casa sua a prenderla! Voi state qui e mi raccomando Damon non
fare loro del male! Sono mie amiche d'infanzia”
A
quelle parole le due ragazze restarono a bocca aperte... non si sarebbero mai
aspettate che quella smorfiosa di Elena le stesse proteggendo e addirittura le
avesse definite “amiche”.
Una
giornata piena di sorprese.
Damon
sbuffò dicendo che avrebbe tentato di fare il bravo ed Elena uscì di corsa.
Il
vampiro si girò verso le due ragazze e sorrise:
“Quindi
vi intendete di magia eh? Non siete così sprovvedute allora”
Le
due amiche rimasero in silenzio e allora Damon per smuovere l'attesa cominciò a
parlare:
“Per
far prima dovresti togliertela tu... oppure la tua amica.. scommetto che quella
collana è immune solo a quelli come me”
“Noi
non toglieremo niente e la collana non si tocca!” rispose prontamente Beth.
“E
tu chi sei, la guardia del corpo?” chiese Damon
Beth lo
guardò fisso negli occhi e in tono ironico mormorò:
“La
giardiniera” rispose semplicemente cercando di non denigrare il suo
appellativo.
Damon
per poco non scoppiò a ridere ma comunque si trattenne e cercò di ricavare più
informazioni possibile da quelle due strane ragazze e si mise a sedere davanti
a loro:
“Non
voglio farvi del male, se lo volessi lo avrei già fatto. Il mio è solo spirito
di conservazione perchè voi potreste andare a spifferare
il mio segreto in giro e ci sarebbero conseguenze spiacevoli”
Alice
deglutì timorosamente e chiese:
“Quanti
ce ne sono?”
“Più
di quanto voi pensiate. MysticFalls
ormai non è più il luogo che voi avete lasciato e vi consiglio di andarvene”
“Così
non ti romperemo le scatole?” si intromise Beth.
“No,
anche perchè tra poco non le romperete più se tutto
va bene”
“Bonnie non permetterà che ci accada niente, la collana me
l'ha data sua nonna” si fece scappare Alice.
“Davvero?
Eri quindi in rapporti con la nonna di Bonnie?”
Alice
serrò le labbra temendo di aver detto troppo e non rispose. Lui rise cercando
di tranquillizzarle:
“Ancora
una volta vi avverto che non vi farò del male. Se voi mi dite tutto magari
potremmo diventare amici! Scommetto che siete amanti di queste cose, del
soprannaturale intendo... altrimenti come fareste a sapere tutte queste cose?
Io posso dirvi tutto quello che desiderate... sono su questa terra da
tantissimo tempo e potrei esservi d'aiuto in caso voi lo chiedeste gentilmente”
Damon
stava parlando molto abilmente. Visto che viveva da oltre 160 anni aveva capito
che quelle due nascondevano qualcosa, che sapevano più di quanto volessero
ammettere e potevano avere dei poteri... per non parlare di come quella strana
ragazza tutta tremante e allo stesso tempo beffarda stesse vicino ad Alice come
se avesse paura per lei o dovesse difenderla da ogni pericolo... magari
nascondevano un torbido segreto...
E
lui doveva scoprire di cosa si trattava.
“Avanti!
Non mordo! Sono un vampiro e potete rivolgermi tutte le domande che volete...
scommetto che smaniate dalla voglia di sapere il perchè
esistiamo, perchè Tyler si è trasformato in un
licantropo e altre cose che vi riguardano...” Damon guardò negli occhi Alice
poi Beth convinto di averle in pugno.
Alice
lo guardava con un espressione strana... quel volto misterioso e agghiacciante
le piaceva ma non sapeva se poteva fidarsi così... in fondo cosa sapevano di
lui? E se gli avrebbero detto tutto forse sarebbe successi ulteriori casini.
<<
Meglio starsi zitte >> Pensò Alice.
Ma
Beth non si stava mai zitta e credendo di fare un
piacere alla “padrona” rispose alle richieste di Damon:
“Tu
avresti la soluzione ai nostri problemi eh? Ne dubito fortemente! Comunque devi
sapere che noi non siamo delle sprovvedute, sappiamo più cose di quanto tu
sappia e immaginavamo che venendo qui avremmo incontrato qualche essere
spaventoso, anche se lo ammetto, non mi aspettavo di incontrare dei vampiri
anche nei miei peggiori incubi. Ma d'altronde ho visto di peggio, basti pensare
che la nonna di Bonnie ha dato una collana stregata
ad Alice e che se la toglie diventa come la bambina dell'esorcista soltanto con
urla più amplificate, senza contare il nostro terribile passato e il fatto che
Ali non sia normale come sembra ma comunque io farò...”
“Beth!” gridò Alice sconvolta.
Elisabetta
si era per qualche tempo profondamente immersa nei suoi pensieri e ne veniva
ora tirata fuori all'improvviso e troppo tardi...
“Oh
povera me!” Esclamò prima bianca poi rossa paonazza. “I miei soliti guai! Mi
diceva sempre il mio povero padre che ho la lingua lunga come un serpente
incapace di starsene dentro la bocca! Santo cielo! Santo cielo! Ebbene ora
ascoltami vampiro...” disse Beth con tutto il
coraggio che aveva racimolato.
“Non
pensare mica di approfittare di Alice solo perchè ha
un'amica che è una totale idiota! Sei riuscito a disarmarmi con le tue frottole
sul soprannaturale e il fatto di condividere i segreti per venirci incontro!
Ecco l'occasione buona per dimostrare la tua buona fede!”
Damon
aveva ascoltato attentamente le parole di quelle buffa ragazza che cercava in
tutti i modi di difendere Alice, come se fosse un Dio sceso in terra, ma
comunque rise solamente fissando però Alice:
“Non
preoccupatevi, non interverrò riguardo alle dichiarazioni appena fatte. Ognuno
ha il suo scheletro nell'armadio ma come ho detto prima... in caso di bisogno
potete anche chiedere a me. Sono un gentiluomo anche se non lo sembro e con le
ragazze carine so essere piuttosto... amichevole”
Damon
sorrise affascinante ad Alice, capendo che non si era sbagliato su di lei.
Quella ragazza nascondeva qualcosa di misterioso... qualcosa che neppure lei
capiva... e lui era troppo curioso per sapere di cosa si trattasse.
Intanto
Alice guardava sotto shock il vampiro, temendo una sua reazione spropositata ma
lui diceva soltanto cose carine in apparenza. Eppure non aveva esitato un
attimo a rinchiuderle lì con la forza.
Si
voltò verso Beth, che non osava guardare l'amica per
quello che aveva fatto, ma comunque Alice pensò che era una fortuna che non
avesse detto tutto... cioè aveva spifferato cose troppo importanti e personali
e magari Damon avrebbe recepito quella frase “Ali non è normale come sembra”
nel modo sbagliato o magari nel modo giusto... neppure lei sapeva cosa fosse
realmente... cosa celava il suo animo e perchè quella
collana era così di vitale importanza... e perchè
proprio lei...
Ma
Alice smise di pensarci quando sentì dei passi provenire dal piano di sopra.
Elena
e Bonnie erano arrivate.
FINE
CAPITOLO!
Ebbene eccoci arrivate alla fine di questo terzo
capitolo finalmente si cominciano a capire un po’ di cose su cosa nascondono le
nostre protagoniste e finalmente c’è stato il primo incontro-scontro tra Damon
e le ragazze abbastanza burrascoso no?? XDXDXD
Comunque con questo piccolo regalino di Natale colgo
l’occasione per farvi da parte mia e della mia “Beta ” i nostri più sinceri Auguri di Buon Natale!!!!!
Al prossimo capitolo un grosso abbraccio a tutte voi
e ovviamente ringrazio tutte le persone silenziose che leggono questa
storia!!!!! XDXDXDXD
Quando Beth e Alice sentirono i passi di Elena e Bonnie avvicinarsi verso la cantina ebbero l’impulso di
stringersi l’un l’altra per tentare di proteggersi a vicenda; non riuscivano a
trovare una via di fuga e pensarono di essere spacciate.
Bonnie
entrò per prima seguita da Elena e osservò attentamente le due ragazze di
fronte a lei che si erano rannicchiate in un angolo; si inginocchiò davanti a
loro e guardò attentamente la collana di Alice.
Alzando il sopracciglio
disse:
“Non l’ho mai vista prima… potrei al massimo…” detto
questo allungò la mano per sfiorare la collana ma anche Bonnie
fu percossa da una scaricare elettrica e indietreggiò stramazzando senza un
grido.
“Ma che diavolo?! Non
mi era mai successo prima! Perché mai la collana di mia nonna dovrebbe
proteggersi da me?? Io non sono una nemica!” mormorò Bonnie
non riuscendo a capire quella strana stregoneria.
Alice dopo aver visto
tutto si toccò la collana come per proteggersi da loro e pensò che se quella
collana aveva uno scudo anche contro Bonnie vuol dire
che era davvero una cosa seria e non poteva abbassare la guardia con nessuno di
loro…
Elena si fece avanti
tenendo alto un affilato coltello da cucina e si avvicinò pericolosamente alle
due ragazze.
Beth
fraintendo le sue intenzioni strillò come impazzita e scivolò per terra.
Elena scosse la testa
divertita:
“Non voglio farvi
niente calmati! Voglio solo liberarvi dalle corde con cui Damon vi ha legato i
polsi”
Alice e Beth si guardarono negli occhi perplesse e acconsentirono
anche se entrambe temevano che Elena Gilbert le avrebbe tagliato i polsi con un
colpo secco.
“Ora…cosa
facciamo con queste due?” domandò Damon all’improvviso.
“Potremmo dire la verità… possiamo fidarci di loro e se mia nonna ha dato un
amuleto di tale importanza ad Alice vuol dire che anche loro due sono legate in
modo inspiegabile a noi quindi dovremmo essere sinceri…
anche perché i tuoi tentativi di soggiogamento non hanno funzionato”
Damon la fissò offeso
mormorando che i suoi poteri erano a posto, erano quelle due ad essere immuni e
non era colpa sua!
Bonnie
sospirò e si inginocchiò nuovamente di fronte alle due ragazze spaventate:
“Se noi vi diciamo
tutto quanto, possiamo contare sulla vostra discrezione? Siete entrate in una
storia più grande di voi ed è davvero pericolosa…voi
non sapete quanto! Per cui giurate di mantenere il segreto”
Alice e Beth deglutirono nervosamente e assentirono alle loro
richieste ascoltando quello che avevano da dire. In fondo non avevano scelta.
Bonnie,
Elena e Damon raccontarono di tutto: dell’esistenza dei vampiri, Damon e Stefan erano fratelli e avevano più di 160 anni, che Elena
era una specie di doppleganger di una vampira feroce
e cattiva che si era fatta entrambi i fratelli Salvatore e che dava la caccia
proprio a Elena.
Beth
sul punto di impazzire pensò alzando il sopracciglio:
<< Se qui l’unica
a doverci rimettere la pelle è Elena perché dovremmo sacrificarci noi per lei??
Non mi piace, non mi piace. E questa Katherine? Furba davvero visto che si è
fatta entrambi i fratelli-gnocchi Salvatore >>
Dopo che ebbero finito
il racconto Beth disse subito:
“E io cosa c’entro?
Perché questa Katherine mi ha soggiogata nel tentativo di farmi fuori?”
“Forse perché ha visto
che eri amica di Tyler e voleva andare sul sicuro nel tentativo di avvicinarsi
a lui e farlo diventare un licantropo”
“Io amica di Tyler? Tzè! Ero andata lì solo per cortesia nient’altro… comunque io e Alice terremo la bocca chiusa sui
vostri piccoli grandi segreti, anche perché noi non vogliamo entrarci, giusto
Ali?” domandò Beth girandosi verso l’amica.
Ma Alice teneva lo
sguardo fermo e immobile, sembrava quasi all’erta pronta a scattare e quando si
girò verso di Beth a lei non piacque per niente
l’espressione sul volto di Ali. Aveva in mente qualcosa…
e non voleva di certo farsi da parte in tutta quella storia.
E se Alice non voleva
farsi da parte, Beth doveva per forza seguirla.
Sospirò amaramente pensando che nel giro di qualche giorno sarebbe crepata
sicuramente.
“E questa Katherine… come pensate di fermare le sue manie di
persecuzione?” domandò Alice.
“Ce ne siamo già
liberati! L’ho rinchiusa io stesso!” mormorò Damon fiero di sé.
“Oh bene! Allora visto
che è tutto risolto possiamo andare no?” disse Beth
euforica alzandosi e dirigendosi verso la porta.
“Wey
calma! Non abbiamo ancora finito” rispose Damon fermandole il passo.
“Ma come? Il vostro
racconto non era finito?” chiese dubbiosa.
“Penso che dovrete
dirci VOI qualcosa” sussurrò Damon feroce guardando sia Alice sia Beth negli occhi. Quest’ultima deglutì e arretrò di qualche
passo andando vicino ad Ali.
“Si infatti noi siamo
stati sinceri con voi e vorremmo essere ripagati con la stessa moneta… perché siete tornate? Come fate a sapere tutte
queste cose, sulla verbena per esempio? E perché tu Alice hai quella strana
collana?” domandò Elena interrogativa.
“La collana è un regalo
della nonna di Bonnie”
“E?”
“E basta” La risposta
di Alice era ferma e non ammetteva di dire nient’altro.
“Mia nonna non ti ha
detto niente riguardo a questa collana? Agli effetti collaterali, il perché
nessun altro può toccarla?”
“Io posso toccarla,
l’ho fatto una volta!” si fece scappare Beth
all’improvviso vagando fra i ricordi.Alice la fissò ma non disse niente.
“Cosa? E non sei stata
presa da una scossa elettroshock come noi?” chiese Bonnie
non riuscendo a capire.
“Uhm….”
Beth borbottò una risposta indecifrabile e abbassò la
testa mordendosi la dannata lingua lunga.
“Queste due nascondono
qualcosa è evidente!” disse Elena puntando il dito contro.
“E invece io ti dico
che noi ne sappiamo a riguardo quanto voi… cioè nulla!
Noi siamo ritornate qui solo per casualità, sono andata al cimitero per far
visita alla nonna di Bonnie, lì sono stata attaccata
da un vampiro e Damon mi ha salvata; siamo andate alla festa di Tyler Lockwood e per poco Beth non c’ha
rimesso la pelle e ora ci ritroviamo rinchiuse qui come degli ostaggi! Non
pensi che abbiamo tutto il diritto di essere sotto shock e di volercene
ritornare a casa in pace?”
“Non mi convinci dolcezza…. E la verbena dove l’avete ricavata?” chiese
Damon sospettoso.
“Sono una giardiniera e
sapevo delle sue cure terapeutiche” rispose Beth al
posto di Alice con convinzione e un sorriso audace.
“Oh certo una
giardiniera di 20 anni conosce la verbena e sa che è una pianta contro i
vampiri!” sussurrò Damon in tono ironico.
“Avanti ragazze, non vi
faremo del male… dovete solo dirci la verità. Voi
sapevate già l’esistenza dei vampiri? Per sapere della potenzialità della
verbena dovevate saperlo…” rispose Bonnie con tono dolce.
“Abbiamo letto delle
leggende a riguardo e visto che ero molto spaventata dopo l’accaduto abbiamo
provato se funzionasse davvero… per proteggerci.
Tutto qui!” rispose Alice agitata.
Damon sbuffò sentendo
quelle risposte vaghe.
“Non ne ricaveremo
niente così… ma come facciamo a sapere che non
diranno niente a nessuno? Non posso rischiare di essere scoperto, non ora che
ci siamo liberati di Katherine e tutto è finito.” Mormorò Damon trattenendo
l’ira poi si avvicinò pericolosamente alle due ragazze.
“Se vi passa per la
mente anche solo l’idea di andare a spifferare in giro il nostro segreto o di
tenderci una trappola con altre collane magiche… non
avrete neanche il tempo di uscire fuori di casa perché io sarò lì ad aspettarvi
e non sarò gentile come oggi. Sono stato chiaro?” disse con tono minaccioso e
crudele.
Beth
fifona com’era temendo per la propria vita e soprattutto per quella di Alice,
chinò il capo e si accasciò a terra rannicchiata e tremebonda:
“Noi non sappiamo
niente e non vogliamo sapere niente… lo giuriamo!”
disse piagnucolando.
Alice la sorresse tentando
di tenerla dritta e l’appoggiò una mano sulla spalla per confortare l’amica.
“Non divulgheremo il
vostro segreto. Abbiamo capito che ormai ci siamo dentro anche noi fino al
collo in questa storia e non vi tradiremo… noi non
vogliamo correre guai, ve lo garantisco!” disse Alice con un misto di
disperazione e angoscia.
Elena la guardò di
sottecchi non riuscendo a credere del tutto alle sue parole mentre Damon
sospirava rumorosamente e guardava attentamente il volto di Alice pensando se
doveva davvero fidarsi. Il suo istinto di predatore gli diceva sicuramente… di no! Quelle due nascondevano qualcosa di più
grosso e tentavano di apparire delle normali fanciulle indifese ma Damon aveva
ascoltato attentamente le parole di Beth: avevano un
passato torbido alle spalle ed Alice… non era normale…
Sorrise in modo
agghiacciante pensando che prima o poi sarebbe riuscito a capire meglio
riguardo le loro intenzioni, anche se la cosa non lo riguardava ma era
piuttosto curioso e non sapeva perché…
Il vampiro si fece da
parte allungando il braccio:
“potete andare signorine… abbiamo riposto la nostra fiducia in voi spero
farete altrettanto. A presto” Sussurrò l’ultima parola con voce gelida
guardando attentamente Alice che si sentì raggelare vendendo il suo sguardo bellissimo.
Beth
non se lo fece ripetere due volte, e prese per mano Alice allontanandosi via di
lì, cercando di non inciampare sui propri piedi mentre risaliva.
Quando finalmente
uscirono dalla casa degli orrori, respirarono aria pulita e di libertà e le due
amiche si guardarono in faccia tutte tremanti:
“Ali, io dico di
darcela subito a gambe”
“Ma se scappiamo ora
faremo nutrire dei sospetti”
“E chissene
frega potremmo andarcene dove non ci conosce nessuno” sussurrò Beth paurosa e guardandosi attorno temendo che qualche
altro vampiro le saltasse addosso.
“Ci troverebbero
dovunque Beth… noi non sappiamo niente sui vampiri ma
quel poco che sappiamo non ci conforta molto. Dobbiamo stare all’erta e non
attirare l’attenzione. Fare finta di niente” rispose Alice lucidamente.
Beth
deglutì nervosamente:
“Quindi davvero vuoi
restare?”
“Io…
si. Penso che le risposte che cerco si trovino qui, a MysticFalls. Ma Beth non voglio
che tu corra ancora dei rischi! Torna a Firenze , lì sarai al sicuro!”
Il padre di Alice infatti
si era trasferito per motivi di lavoro in Italia, nella bellissima Firenze; le
due ragazze avevano faticato un po’ per imparare la lingua ma grazie alle nuove
conoscenze fatte avevano imparato piano piano.
“Io lasciarti da sola?
Sei pazza? Non ci penso nemmeno, resto con te” rispose Beth
sgranando gli occhi con tono deciso.
“Beth
non voglio che tu ti senti legata a me solo per un senso di dovere o…”
“Non dire sciocchezze,
è vero tu hai fatto tanto per me e questo è il mio modo di ricambiare ma io ti
voglio troppo bene Ali per abbandonarti nel momento del bisogno. E poi che
faccio senza di te?”
Ad Alice, commossa per
quelle parole dolci, vennero le lacrime agli occhi e abbracciò fortemente
l’amica. Anche Beth ricambiò l’abbraccio cercando di
sorridere anche in quella situazione drastica e pericolosa.
“Cosa vuoi fare ora?”
chiese Beth titubante sciogliendo l’abbraccio.
“Ho bisogno di un
drink.. ne ho veramente bisogno dopo tutto quello che è successo. Magari
andiamo al Grill che ne dici?”
“Questa volta passo
Ali. Ho voglia di fare una camminata in centro in mezzo alla gente… come per avere la convinzione di sentirmi al sicuro
e per respirare aria buona senza vampiri alle costole.” Sussurrò debolmente.
Alice sorrise capendo
perfettamente come si sentiva, in fondo Beth era
stata catapultata nel mondo del soprannaturale contro la sua volontà e anche se
non le mancava la forza d’animo, era pur sempre pericoloso per una ragazza come
lei.
Tutto ad un tratto
Alice ebbe degli scrupoli a farla rimanere al suo fianco perché poteva
succederle qualcosa di brutto… qualcosa di malvagio. E
emotivamente magari Beth poteva non essere pronta ad
affrontare tutto questo e cercava di farcela invece solo per non farla rimanere
da sola. Pensò che dopo oggi doveva farla ritornare in Italia incolume con o
senza il suo consenso.
Non poteva permettere
che la sua più cara amica morisse per aver cercato di starle vicina. Non se lo
sarebbe mai perdonato.
“Ok va bene, ci vediamo
dopo allora Beth” sussurrò Alice intristita guardando
la sua migliore amica andarsene verso la città.
Chissà forse quella
sarebbe stata l’ultima volta in cui avrebbero parlato serenamente…
sicuramente Beth non avrebbe mai accettato con le
buone di andarsene senza di lei…
Sospirando amaramente
Alice si diresse verso il Grill.
Beth
stava facendo una camminata lungo il centro di MysticFalls e incontrò un sacco di gente che non vedeva da
tempo; aveva passato tanti anni in Italia in mezzo ai monumenti storici, alle
vetrine di bei negozi e ristoranti con cibo buonissimo, ma non aveva mai
pensato che MysticFalls le
fosse mancata così tanto.
In fondo nessuna città
può sostituire la propria casa e lì erano rinchiusi gli unici ricordi che aveva
dei genitori…
I suoi pensieri
malinconici furono interrotti quando vide Tyler Lockwood
a qualche metro di distanza, mentre camminava nervosamente lungo la strada e si
guardava intorno, sospettoso, convinto di essere seguito.
All’improvviso Beth si ricordò del fatto avvenuto il giorno prima e quello
che il povero Tyler aveva dovuto subire per colpa di quella Katherine…
Come starà vivendo ora la sua natura? Come si sentirà dopo aver ucciso
involontariamente una persona?
Beth
ebbe pena per lui pensando a come aveva gridato e dato i pugni al pavimento
mentre assisteva inesorabilmente alla sua trasformazione…
Decise di avvicinarsi a
lui per vedere se stava bene, se aveva bisogno di aiuto; in fondo non solo lei
e Alice correvano dei guai in quella città strana.
“Tyler…ciao”
sussurrò Beth cercando di sorridergli e si avvicinò a
lui.
Tyler la guardò come se
fosse una vecchia rompiscatole, che gli chiedeva l’elemosina, ma lo sguardo
vacuo e nervoso non accennava a diminuire anzi la fissava in un modo come se
avesse paura della sua stessa ombra.
Beth
si inumidì le labbra nervosa non sapendo cosa dire e gli mise una mano sulla
spalla:
“Mi dispiace per quello
che è successo…ma non devi sentirti in colpa per la
tua amica, è stato solo un incidente” gli disse dolcemente.
Tyler si strattonò
subito dalla sua presa e la guardò come se fosse pazza:
“Tu che ne sai?” le
chiese con cattiveria.
Beth
strabuzzò gli occhi verdi sorpresa:
“Ma Tyler non ti
ricordi? Ero con te ieri sera mentre litigavi con Matt e la tua amica è caduta…”
Lui la ascoltò
attentamente e si portò una mano alla testa sorridendo forzatamente:
“Scusami è vero, non
sono del tutto me stesso in questi giorni e francamente la serata di ieri me la
voglio dimenticare…” dissevagando con lo sguardo come se fosse
all’erta.
“Non sei l’unico, anche
per me la serata di ieri è sulla lista nera da dimenticare e la prossima volta
ci penserò due volte ad accettare un tuo invito” rispose sorridendo amichevole.
All’improvviso lui
smise di guardarsi attorno nervoso e la fissò attentamente negli occhi come se
si fosse appena risvegliato da un brutto incubo:
“E io che credevo che
ti stessi divertendo alla mia festa… sembravi
diversa! E hai pure bevuto con me!” rispose accennando a un sorriso.
Beth
abbassò lo sguardo imbarazzata:
“Beh sai com’è le tue
feste fanno sempre girare la testa a tutti, avranno fatto lo stesso effetto
anche su di me”
Tyler
fissò attentamente la ragazza che aveva di fronte: l’altra sera non sembrava
più la solita Bethdevota, più simile a una
serva che a una normale ragazza e finalmente non si era più comportata come una
bambina infantile, anzi, aveva pure bevuto! Sempre così ligia al dovere e alle regole… e invece ieri sera le aveva trasgredite tutte a
partire da quel vestito super scollato che di certo lui aveva notato.
Pensò di doverla invitare più spesso alle sue feste in fondo una compagnia
così carina non guastava mai e per rendere magari il suo carattere più sciolto
e libertino. Sicuramente si sarebbe potuto divertire molto; non gli era mai
capitato prima d’ora una preda così innocente e indifesa e gli sembrava davvero
allettante la cosa.
Almeno si sarebbe svagato un po’, dopo il casino che gli era capitato… un premio di consolazione.
Beth, vedendo come Tyler la guardava, ai
limiti del sopportabile, le sue guance diventarono subito rosse e il suo viso
avvampò.
“Cerca di avere un po’ cura di te stesso Tyler e mi raccomando stai
attento” disse a bassa voce, abbassando lo sguardo.
Lei sapeva che Tyler era un licantropo e questo cosa avrebbe comportato?
Era pericoloso? Avrebbe potuto uccidere?
Ad un tratto quella frase suonò davvero sospettosa alle orecchie del
ragazzo e in lui si insinuò il forte dubbio che Beth
sapesse la verità in quanto era presente ieri sera …
<< Che avesse capito tutto? Ma no è impossibile, ieri sera ho solo
dato di matto e gli occhi mi si son diventati di uno strano colore, è vero, ma
questo non prova niente >>
Ma vedendo come quella strana ragazza, che cercava di sviare il suo sguardo
come se avesse paura e volesse scappare immediatamente, intuì che lei sapesse
più del dovuto.
Con violenza la prese per un braccio e la fece girare verso di lui; Beth non se l’aspettò e dalla sorpresa non oppose alcuna
resistenza e non gridò nemmeno… lo guardava solo in
preda al terrore, non osando fiatare.
Tyler, con i suoi sensi da predatore riuscì a captare la sua paura e ne fu
deliziato che lei potesse soccombere a lui:
“Tu sai la verità su di me?” chiese feroce, avvicinando il viso al suo. Beth tremò di paura, sentendo i suoi occhi famelici fissi
su di lei e si immaginò che si trasformasse in un lupo pronto a lacerarle il
corpo.
Deglutì spaventata cercando di controllarsi:
“Tyler… se pensi che io potrei dire alla polizia
che Matt ti ha picchiato a sangue o che hai provocato volontariamente la morte
di Sarah sei fuori strada… non lo farò, lo giuro.”
Disse cercando di non fargli capire che sapeva della sua vera natura.
Lui la guardò attentamente, pensando se poteva davvero fidarsi del suo tono
innocente e capì che non doveva assolutamente farlo. Beth
voleva tentare di convincerlo, ma i suoi nuovi sensi lo mettevano in guardia… lei sapeva che c’era qualcosa che non andava in
lui; magari non che fosse un licantropo, ma Tyler doveva stare ben all’erta con
lei.
Non voleva farle del male, in fondo non aveva detto niente a nessuno e quel
suo dolce viso indifeso era davvero preoccupato per lui, così decise di
lasciarla andare senza farle niente.
Le lasciò il braccio velocemente e Beth lo guardò
preoccupata, andandosene senza dirgli più niente.
Tyler seguì la sua andatura, lenta ma allo stesso tempo furtiva e pensò in
cuor suo che doveva stare in guardia con lei. E se necessario seguirla… Mentre lei si voltava agitata verso di lui mentre
camminava, Tyler ebbe un tuffo al cuore.
Neppure lui sapeva perché si era improvvisamente
così incuriosito da lei.
Alice nel frattempo era al Grill ad affondare i suoi dispiaceri in un drink
e senza neanche farlo apposta, il fato sembrava dalla sua parte oggi, infatti
per la seconda volta in quella giornata, vide Damon Salvatore al bancone, poco
lontano da lei intento anche lui a bere qualcosa.
Non ebbe neanche il tempo di ordinare un drink che lui le si avvicinò e
senza nemmeno chiederle il permesso si sedette vicino a lei:
“Ciao donna del mistero, non credevo che fossi un tipo che beve prima di
cena!”
Ed ecco che sfodera il suo sorriso fantastico, pensò Alice, ebbene si quel
ragazzo mi ha affascinata dalla prima volta che l’ho visto, ma questo non
voleva dire che doveva cadergli ai piedi, proprio no!!!
Quindi, cercando di non fargli capire quello che provava per lui gli
rispose: “dopo una giornata lunga e ricca di misteri come questa, un drink ci
vuole proprio, sai com’è aiuta a metabolizzare il tutto e vedo che tu sei
proprio un esperto in questo settore” facendogli notare il suo drink e
pensando, che non doveva essere di certo il primo, quello che aveva tra le mani.
“A proposito di misteri… oggi non ci hai voluto
rivelare il tuo e sarebbe giusto visto che noi ti abbiamo rivelato il nostro
non credi??”
In un primo momento Alice non seppe cosa rispondergli, visto che era troppo
intenta a fissare quelle splendide iridi di ghiaccio che la stavano trapassando
da parte a parte, cavolo aveva quasi l’impressione che riuscisse a leggerledentro l’anima, quando, ad un certo punto si
riscosse dalle sue fantasie e riuscì a rispondergli in modo coerente,
guardandolo negli occhi:
“Guarda, il fatto che tu mi abbia salvato la vita non vuol dire, che io ti
debba rivelare tutti i miei segreti, ma una cosa per il momento posso dirtela,
non sono pericolosa nè per te, nè
tantomeno per Elena, quindi puoi smetterla di preoccuparti…!!!”
e guardandolo con uno sguardo provocante si avvicinò piano piano
sempre di più e quando fu a pochi millimetri di distanza dal suo visodisse:”E’ stato un vero piacere averti
rivisto, ci si vede in giro Salvatore” e detto questo pagò il drink e se ne
andò senza girarsi nemmeno una volta, sempre con il sorriso stampato sulle
labbra, lasciando un Damon Salvatore basito al balcone del Grill.
Quando Alice e Beth
entrarono in casa a tarda sera si guardarono in faccia come se non si vedessero
da anni e avessero tante cose da dirsi; Beth andò
verso l’attaccapanni e si levò il giubbotto dicendo:
“Ho visto Tyler Lockwood oggi. Si comportava in
modo strano, secondo me sa che io so tutto di lui… mi
guardava in modo strano”
“Vuoi dire che ha tentato di farti del male?” chiese Alice preoccupata.
“No cioè… mi ha posto delle domande e si guardava
attorno come se avesse paura di chiunque… poverino
provavo tanta pena per lui.. non immagino cosa stia passando ora, in fondo
anche lui è stato catapultato in questa storia dell’orrore contro la sua
volontà, come noi, l’unica differenza è che adesso il mostro è lui… e non sappiamo i rischi che potrebbe correre” rispose
ricordando lo sguardo vacuo e agitato di Tyler. Anche se non erano amici per la
pelle, comunque a lei dispiaceva molto che gli fosse successa una cosa così orribile… e a vederlo, Tyler non ne sembrava molto contento
della sua natura da lupo.
“Devi stare attenta Beth, anche se i licantropi
si possono trasformare solo nelle notti di luna piena comunque sono pericolosi
e letali… non dico che Tyler ci ucciderebbe per la
fame ma comunque meglio stare lontane finchè non
sapremo come aiutarlo.”
Beth non rispose a quell’affermazione perché
non voleva criticarla ma comunque pensò, che Tyler doveva essere aiutato SUBITO
per impedire a chiunque di farsi male, anche se non vedeva vie d’uscita o
probabilità di salvezza. Non poteva di certo chiedere ai vampiri, che erano
nemici giurati dei licantropi a quanto aveva letto…
Scosse la testa, cercando di non farsi coinvolgere in un altro guaio e diede
la buona notte ad Alice, che, con tutto quello che era successo quel giorno, si
dimenticò di ordinarle di andarsene via e di tornare in Italia per il suo bene.
Ma in fondo ci sarebbero state altre occasioni per farla scappare, il male
non era così vicino e Katherine era stata rinchiusa…
Per ora nessuno poteva fare loro del male…
Nessuno.
Nei giorni seguenti
andò tutto alla grande: i vampiri non diedero più la caccia alle due amiche, né
le soggiogarono per farsi uccidere e finalmente Beth
e Alice tirarono un sospiro di sollievo.
Avevano passato il
resto delle giornate in casa e uscendo di rado per evitare brutti incontri per
precauzioni; ma così facendo non avevano avuto più notizie di Elena e company.
“Credi che dovremmo
andare a trovarli? Per sapere le ultime novità?” disse Beth
“E perché mai? A noi
non interessa quello che loro fanno, no?”
“Si, ma magari
potrebbero avere un piano segreto e folle per rapirci di nuovo e farti domande
sulla tua dannata collana… conosci il detto: Meglio tenersi
stretti gli amici e più stretti i nemici!”
Alice rise:
“E quindi vuoi andare
nella tana del lupo per verificare le tue teorie? Credevo avessi il terrore
solo a vedere le loro facce”
“E io credevo invece
che tu volessi entrare nella loro scooby-gang,
assettata di sapere qualcosa di più sul soprannaturale” fece notare Beth puntigliosa.
Alice deglutì. Forse
era vero, era molto curiosa di sapere ogni cosa sui vampiri visto che nei suoi
libri ne veniva parlato così poco ma non avrebbe retto ancora una volta lo
sguardo inquisitorio di Damon Salvatore… e se
avessero tentato di farle del male un’altra volta? Senza contare che Beth poteva farsi sfuggire un dettaglio di troppo come
l’altra volta e farsi scoprire…
“Ali che cos’hai? Ti
vedo nervosa?”
“No no…”
rispose prontamente “Sono solo agitata per quello che è successo, ma ti prego
non andare da Elena da sola… quella potrebbe farti
delle domande scomode e la tua lingua lunga non riesci mai a frenarla, Beth” disse in tono ironico.
Beth
alzò il mento pronta a dimostrare che sarebbe stata più responsabile:
“Non mi farò incantare
da quella santarella di Elena, hai la mia parola. Posso invece andare fuori a
far la spesa visto che il frigo è vuoto?”
Alice la guardò
titubante trattenendo le risate:
“Non hai bisogno di un
permesso scritto per uscire Beth!”
“Lo so, ma ogni volta
che lascio la stanza, tu mi segui come se avessi paura di qualcosa..non tenterò più di farmi ammazzare promesso!”
Alice rise cercando di
non far trasparire la sua preoccupazione:
“Cerco solo di capire
come farei senza la mia fidata giardiniera! Dai vai, non ti trattengo più!”
Beth
si unì alla sua risata e uscì di casa prendendo il giubbotto. Mentre Alice la
guardava fuori dalla finestra ebbe un brutto presentimento; quei giorni erano
passati con troppa tranquillità e la calma non era tipica di MysticFalls e non durava a lungo… stava per accadere qualcosa ne era sicura.
Si toccò la collana con
mano tremante e si maledisse per non aver convinto Beth
a tornarsene in Italia dove poteva essere al sicuro. E magari anche lei ci
sarebbe andata lasciandosi tutto alle spalle… ma poi?
Come avrebbe risolto
l’enigma che la perseguitava da anni? Come avrebbe fatto a sopravvivere con
quel peso addosso?
Beth
passò casualmente nella via della casa di Elena e si fermò un attimo a salutare
Jenna Sommers, la zia di Elena, che stava
trasportando degli scatoloni dentro casa.
“Ciao Jenna! Vuoi che
ti aiuti? Sembrano pesanti” disse Beth avvicinandosi.
“Oh ciao Elisabetta! E’
da tanto che non ti vedevo in giro! Elena mi aveva detto che tu e Alice eravate
tornate. Comunque no, guarda, non sono così pesanti questi libri e poi ho già
un amico in casa che mi aiuta!”
“Dei libri? Di cosa si
tratta?” chiese curiosa.
“Solo soltanto dei
vecchi diari di famiglia! Servono al mio amico, per una sua ricerca sulla
storia di MysticFalls e
altre storie fantasiose” rispose sorridendole.
Beth
ascoltò attentamente guardando i libri…
<< Forse dentro
quella polvere c’è qualcosa che potrebbe essermi utile…
in fondo la famiglia Gilbert è una delle famiglie Fondatrici e nei diari
potrebbe esserci scritto qualcosa di succoso, che fa al caso mio >> Pensò
Beth illuminata.
“Non c’è problema
Jenna, ti aiuto comunque!” disse con un sorriso a 32 denti, sorreggendo però a
fatica gli scatoloni, non essendo una tipa molto muscolosa o atletica.
Ormai Beth non ricordava più l’interno di casa Gilbert, perché
c’era stata poche volte ma notò che era sempre rimasta la stessa grande
lussuosa villa. Mise i libri per terra e cercò di dare un’occhiata all’interno,
quando sentì la voce più affascinante e profonda che avesse mai udito in vita
sua:
“Salve, vuole che
l’aiuti a sorreggere quegli scatoloni? Non sono lavori adatti per una bella
ragazza”
Beth alzò lo sguardo
e vide davanti a sé l’uomo più bello che avesse mai visto, persino gli attori
della tv non potevano eguagliare un simile fascino. Ne restò talmente
abbagliata che rimase a bocca aperta, come una stupida e gli occhi diventarono
a cuoricino vedendo quel volto, che sembrava scolpito nel duro marmo, i capelli
castano scuro con un ciuffo bizzarro che gli ricopriva gli occhi neri come la
notte.
Il momento di trance
totale fu interrotto da Jenna che entrò trasportando degli altri scatoloni:
“Oh ciao Elijah, vedo
che hai già conosciuto Elisabetta”
Elijah le sorrise con
una galanteria d’altri tempi e le porse la mano gentilmente:
“Permettimi di dirlo ma
hai davvero un bellissimo nome…Elisabetta.” Sussurrò
il suo nome con voce suadente.
<< In verità il
mio nome mi ha sempre fatto schifo ma se detto con quel tono di voce…eeeeh! >> pensò Beth
sognante.
“Grazie mille, mi
chiamano tutti Beth però. Piacere” disse imbarazzata
stringendogli la mano cercando di non stritolargliela dall’emozione.
Notò che la sua mano
era fredda come il ghiaccio e molto forte, di certo non avrebbe potuto
scalfirlo con la sua debole forza fisica e quando lui lasciò la mano, Beth sentì un calore invaderle tutto il braccio.
<< Dio che
sorriso che ha… ma questo qui da dove è spuntato?
Impossibile che sia americano, gli americani non sono così belli belli come un Dio >> pensò Beth
cercando di seguire Jenna e Elijah mentre si dirigevano in soggiorno.
“Non l’ho mai vista da
queste parti.. lei è nuovo di qui?” chiese Beth che
si sconvolse per la sua audacia. Di solito era talmente timida che non diceva
mai una parola con gli sconosciuti ma uno così bello e affascinante non si
trovava tutti i giorni.
“Esatto sono arrivato
da pochi giorni per studiare come ha detto prima la signorina Jenna, la cultura
locale di MysticFalls, che
mi interessa molto” rispose Elijah sorridendo intrigante.
“Oh davvero? anche a me
piace molto!” disse Beth estasiata.
“Sul serio?” chiese
Jenna incredula visto che non l’aveva mai vista interessata alle usanze di MysticFalls prima d’ora anzi le
aveva sempre evitate.
“Uh si certo! Qualunque cosa non esiti a
chiamare” disse cercando di apparire convinta.
All’improvviso entrò
nella stanza Elena che appena vide Elijah in casa sua quasi le venne un colpo e
restò immobile a fissarlo.
“Elena! Ti presento
Elijah Smith, è un conoscente di Carol e ha chiesto i nostri diari in prestito
per studiare la storia della nostra città. Non è grandioso?” disse Jenna
contenta di avere un ospite così bello a casa sua.
Beth,
tutta assorta com’era a guardare quel bellissimo dono di Madre natura con occhi
spalancati e pensando continuamente al suono della sua voce profonda, non si
accorse minimamente che Elena era rimasta immobile a guardare terrorizzata
Elijah come se avesse paura di lui.
Elijah, galante come
prima, si avvicinò a Elena e le porse la mano gentilmente guardandola con una
strana espressione. Elena gliela strinse tutta tremante.
“Ed è entrato in casa nostra…” osservò Elena intimorita.
<< Ma è stupida o
cosa?? >> Pensò Beth guardando accigliata
l’espressione terrificata del volto di Elena. Forse era rimasta senza parole a
vedere il volto bellissimo di Elijah. Come darle torto!
“Si, Jenna gentilmente
mi ha fatto entrare per aiutarla a trasportare i libri, ora scusate ma devo
togliere il disturbo. Jenna ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato”
disse gentilmente guardando la diretta interessata che sembrava anche lei
cadere ai suoi piedi.
Poi si girò verso Beth e verso Elena.
“E’ stato un piacere
incontrarvi. Buona giornata” sussurrò affascinante dirigendosi verso la porta.
Beth
lo fissò con un’espressione da ebete, ormai colpita al cuore mentre Elena aveva
un’espressione terrorizzata e corse in camera sua senza dire niente.
All’improvviso,
qualcuno suonò la porta e quando Jenna aprì si ritrovò davanti Alice che aveva
il fiatone grosso.
“Alice! Oggi è la
giornata delle sorprese! Vieni c’è anche Beth qui!”
“Lo immaginavo…”
sussurrò Alice con voce cupa andando dall’amica.
“Oh Alice ti sei persa
un gnocco da..” ma la voce sognante di Beth fu
interrotta dal tono preoccupato di Ali.
“Beth!
Ti avevo detto che non era raccomandabile andare da Elena e potrebbe essere pericoloso… ho un brutto presentimento, davvero terribile e
sai che io ci azzecco sempre” mormorò ansiosa
“Il tuo sesto senso ha
scazzato questo volta Ali, sono felice come una pasqua vedi!” rispose gioiosa
facendo un giro su di sé.
“No no no… davvero Beth questa
situazione non mi piace, ho come la testa che scoppia e mi sembra di impazzire”
sussurrò con voce malferma, sedendosi sul divano visto che non riusciva a
restare in piedi.
Beth
questa volta non sorrise più e si sedette vicino ad Alice:
“Un altro dei tuoi momenti…” lasciò la frase in sospeso convinta che Alice
avesse capito.
“Ma questa volta è
peggio. Ti prego Beth, devi andartene da questa città
è troppo pericoloso per te restare qui! Te lo volevo dire prima ma la
situazione si era calmata e…”
“Io andarmene?? Non ci
penso proprio!” rispose Beth ridendo come una pazza.
Proprio ora che aveva trovato un figo del genere??
Non poteva lasciarselo di certo scappare!
“Come mai sei così
smaniosa di restare?” chiese incredula. In fondo Elisabetta non aveva mai
mostrato tanta felicità nel voler restare in una città pericolosa, anzi.
“Oh! Beh… è arrivato un tizio nuovo in città! Ihih! Dovresti vederlo Ali!” disse tutta felice spruzzando
gioia da tutti i pori.
“Ogni volta che arriva
un nuovo tipo in città, ci sono sempre dei nuovi casini e questa cosa mi puzza
di bruciato”
“Cambierai idea, ne sono
sicura! Io comunque rimango qui, puoi portarmi in Italia anche legata in un
sacco ma tornerei comunque!”
Alice la guardò alzando
un sopracciglio. Chi poteva mai essere quest’uomo misterioso che aveva fatto
impazzire in quel modo Beth? Doveva essere sicuramente
bellissimo ma… un sesto senso le diceva di non
fidarsi.
Sarebbe successo
qualcos’altro di terribile, qualcosa ancora peggiore rispetto a quello che era
già capitato.
Timorosamente, Alice
strinse fra le mani la sua collana, che stava diventando un macigno
insopportabile e raggiunse il culmine di forza proprio lì. In quella casa…
FINE CAPITOLO
La foto qui in basso
rappresenta Beth, però contate che ha gli occhi
verdi!
Allora eccoci alla fine
di questo 4 capitolo!!!!XDXDXD
Intanto colgo
l’occasione per farvi gli auguri di unBUON 2012!!!!XDXDXD
In questo capitolo sono
successe un po’ di cose come il primo incontro diBethcon Elijah e il suo quasi svenimento
quando lo vede!!!! XDXDXD ma anche l’incontro tra Alice e Damon al Grill ho
voluto parlare equamente di entrambe visto che sono entrambe le protagoniste di
questa storia e spero che vi sia piaciuto il capitolo!!!! XDXDXD
Spero di ricevere i
vostri pareri così saprò se vi piace come sistàevolvendo la storia!!! XDXDXD
Ringrazio tutte le
ragazze che hanno messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate e
ovviamente a tutte le lettrici silenziose, che anche se non commentano mi fanno
capire che la storia è seguita!!!!
Ora vi lascio ci vediamo
al prossimo capitolo!!!! XDXDXD
Timorosamente, Alice strinse fra le mani la sua collana, che stava
diventando un macigno insopportabile e raggiunse il culmine di forza proprio
lì. In quella casa…
Era come se avvertisse una presenza oscura in quell’ambiente… Alice ne era sicura, qualcuno di pericoloso era
lì dentro e ad ogni respiro che faceva sentiva la collana divorarle il petto e
schiacciarla col suo forte peso.
Beth vedendo che l’amica stava per collassare, le avvolse le
spalle col braccio:
“Ali? Che cos’hai, ti senti bene?” le
chiese premurosa.
Alice deglutì rumorosamente e la guardò con occhi sbarrati:
“Non lo so…! Ho
una sensazione orribile. Come se avvertissi qualcosa…
chi c’è in questa casa?” chiese angosciata.
“E’ quest’ambiente che ti fa sentire tesa?
Forse dovremmo uscire per prendere una boccata d’aria…”
“No” rispose prontamente Alice alzandosi.
Anche se il petto le stava succhiando ogni forza vitale, ebbe il coraggio di
fare dei passi avanti e alzare il viso come se stesse per perforare il soffitto
con gli occhi.
C’era qualcuno di pericoloso di sopra…qualcuno
non umano.
Come in trance, Ali uscì dal soggiorno e si diresse verso le
scale.
“Ali? Che fai? Non puoi girovagare come se
fosse casa tua! Dai andiamocene” disse Beth cercando
di raggiungere Alice che si trovava vicino alla rampa di scale. Si aggrappò a
lei cercando di scuoterla ma Alice sembrò che neanche se ne fosse accorta della
sua presenza, infatti continuava a guardare al piano di sopra con uno sguardo
vuoto e terrorizzato.
La voce di Alice suonò tesa e soffocata:
“Devo andare a vedere”
“Non da sola, non puoi” replicò Beth risoluta anche se era per niente d’accordo di
girovagare per casa Gilbert. Era sicura che se ne sarebbe pentita per quello
che stavano facendo, ma Alice cominciò a salire le scale con lentezza facendo
attenzione a non far rumore e Beth la seguì da
dietro.
Quando finalmente finirono le scale, le due ragazze si trovarono
al piano di sopra vicino al pianerottolo e davanti a loro c’erano le camere da
letto.
“Hai captato un fantasma per caso?”
sussurrò Beth all’orecchio di Alice.
Ali non fece caso alla domanda ironica dell’amica e sentì la
collana continuare a farsi più pesante, come un macigno insopportabile da
gestire e stava quasi per bruciare…
All’improvviso si ritrovarono davanti un uomo alto, moro e
affascinante che le scrutava dalla testa ai piedi con sguardo gelido e Alice
dallo spavento arretrò di qualche passo facendosi scappare un grido. Beth invece era rimasta dietro le spalle di Alice e aveva
sussultato sorpresa quando si era ritrovata davanti così all’improvviso lo
stesso uomo bellissimo che aveva visto un attimo prima.
Che ci faceva ancora lì?
Vedendo che Alice non diceva niente dal terrore e continuava a
giocherellare con la collana, Beth prese in mano la
situazione e cercando di sorridere disse:
“Elijah…ehm… Ehilà!
Cercavamo Elena! E’ qui con te?” domandò ironica.
Elijah fissò prima Beth poi Alice e
rispose solamente con un sorriso ipnotico mentre Elena Gilbert si materializzò
al suo fianco guardando dubbiosa le due ragazze davanti a lei.
“Ali, Beth? Che
fate ancora qui? Credevo ve ne foste andate” mormorò guardando Elijah.
“Uh si è vero, ma Alice non voleva
andarsene senza prima salutarti e vedere come stavi! E’ da tanto che non ci
vedevamo quindi abbiamo pensato di… abbiamo fatto
male?” domandò Beth sforzando di sorridere.
Elena guardò ancora Elijah, che non diceva una parola e rimaneva
fermo immobile a fissare le due ragazze, e lei rispose che stava bene e che era
contenta che fossero venute a trovarla.
Ovviamente quella risposta vaga suonava più una bugia… sia Alice sia Beth lo
capivano. C’era qualcosa di sospetto nel suo modo di comportarsi…
e come guardava quell’uomo… ti faceva raggelare ad
ogni suo sguardo. Alice ne fu intimorita e anche Beth
questa volta si accorse di tremare.
Ad un tratto la porta di casa Gilbert si aprì e Damon arrivò sulle
scale come un fulmine e Beth indietreggiò spaventata,
arretrando vicino al muro. Alice invece restava immobile a guardare Elijah per
capire chi realmente fosse e poi si voltò a sua volta verso Damon, che sembrava
pronto a scattare ad ogni loro minima mossa.
Elena si avvicinò al vampiro e gli accarezzò il braccio per farlo
calmare e si rivolse alle due ragazze:
“Ora è meglio che ve ne andiate, mi
dispiace ragazze…” sussurrò Elena guardandole
preoccupata.
Elijah per la prima volta parlò e si avvicinò ad Alice offrendole
la mano:
“Non abbiamo ancora avuto occasione di
presentarci.”
Alice guardò quella mano bianco e ferma come se fosse del veleno,
mentre Beth guardava sbigottita la scena. Elena si
intromise, farfugliando il nome dell’uomo e li presentò.
“Piacere, Alice” Sussurrò tetra,
stringendogli la mano notando che era particolarmente gelida e tremò al freddo
contatto.
“Il piacere è tutto mio, Elena non sapevo
che avevi come amiche delle specie così...rare” sussurrò sorridendo. Quel
sorrise era glaciale e diabolico…
Beth l’avrebbe sicuramente trovato affascinante e intrigante ma
Alice, deglutì nervosamente notando che Elijah stava fissando con sguardo scrupoloso
la sua collana, con una strana curiosità negli occhi e tornò ad osservarla in
viso.
“Davvero rare…”
sussurrò nuovamente, con voce profonda allontanandosi verso le scale.
Damon, che fino ad allora, aveva assistito alla scena con occhi
sbarrati e coi nervi a fiori di pelle, si sorprese per quella strana battuta e
di come Elijah aveva guardato Alice… senza contare il
perché fosse in quella casa!
Elena finalmente tornò a respirare normalmente e si aggrappò al
braccio di Damon, che subito chiese adirato:
“Che diamine è successo? Come mai Mister
Originario è tornato?”
“E’ apparso in casa mia all’improvviso e ho
parlato con lui per un po’ delle sue intenzioni e di quello che potrebbe succedere…” ma si bloccò subito quando notò che Alice e Beth erano rimaste ferme lì.
Elisabetta era ancora bloccata alla parete e aveva lo sguardo
basso con delle guance infuocate, mentre Alice si teneva assiduamente la
collana fra le mani, ed era sul punto di crollare un’altra volta.
“Ah ho capito non possiamo parlare liberamente… signorine se magari..” disse Damon con un
ghigno.
Alice però non lo fece finire e rispose:
“Avevo sentito qualcosa quassù…
avevo una sensazione orribile e sono venuta a vedere…
chi è quell’uomo Elena? Non è normale…”
Elena la guardò preoccupata:
“Tu come fai a saperlo?”
“Cosa state blaterando?” chiese Beth all’improvviso alzando lo sguardo.
Alice la interruppe dicendo:
“Elena, dimmi la verità, noi non vi
tradiremo ve lo abbiamo già giurato…. Cosa sta
succedendo..? Cosa voleva quell’uomo?”
“Io… ho provato una brutta sensazione quando
sono entrata in questa casa, come se ci fosse qualcosa di pericoloso e sono
corsa su a vedere… e quando ho visto Elijah ho capito
che non era umano...”
“Cosa?” Borbottò Beth
guardando Alice.
“Questo è interessante…
vuol dire che sei una specie di strega come Bonnie?
Che riconosce i vampiri anche solo toccandoli?”
“Io una strega? No…
affatto..” rispose Ali pensandoci su. Infatti non sapeva effettuare alcun tipo
di magia, né a spostare i mobili e la sua famiglia di certo non aveva
discendenze magiche… solo che…
qualcosa in lei non andava… non era normale
sicuramente..
Beth, vedendo che la situazione stava sfuggendo di mano e le
domande stavano diventando troppo personali, prese il braccio dell’amica e le
disse all’orecchio:
“Forse è meglio andarcene Alice... non è
prudente restare qui”
Ali la guardò negli occhi e capì che aveva ragione, assentì con la
testa e si fece portare giù a braccetto da Beth e
salutarono poi Damon e Elena.
“Quando volete fare quattro chiacchiere,
noi siamo qui!” disse Damon in tono ironico.
Ali si girò a guardarlo e accennò a un sorriso anche se era
piuttosto debole mentre Beth gli lanciò
un'occhiataccia, perchè quel sorriso da canaglia non
la convinceva per niente e non le ispirava fiducia. Prese il braccio di Alice e
se ne andarono da quella casa.
“Cos'hai in mente?” chiese subito Elena a
Damon.
Il vampiro era rimasto a fissare la porta dove erano uscite le due
ragazze:
“Non lo so con certezza ma... quella Alice
ha sicuramente qualche potere, insomma hai visto come si comportava di fronte
al super Elijah-Originario e due+due
fa..”
“Ma non è una strega ne sono sicura...
conoscevo la sua famiglia e Bonnie non ha captato
alcun tipo di magia in lei” rispose Elena sicura.
“Cosa vuoi che ti dica... sarà uno zombie!
Anche se non ne ha le caratteristiche fisiche...” rispose pensando al bel
faccino di Alice.
“Vedi di scoprire qualcosa, tu più di tutti
sai come tirare fuori i segreti dalle bocche tappate”
“Quella Beth la
segue come una cagnolina, come se fosse la sua servitrice e sarà davvero
difficile parlare con Alice da solo... potrei incatenarla da qualche parte”
“Damon questo no! Ci sono già stati troppo
morti... e anche se non ho mai avuto un buon rapporto con loro sono pur sempre
delle ragazze innocenti e umane”
“A te sembrano umane quelle due?” Beth sembrava un automa ferma e risoluta, e quando aveva
paura, frignava come una bambina mentre Alice... beh tra le due sembrava quella
più normale ma sapevano tutti che nascondeva un torbido segreto, a cominciare
da quella strana collana...
“E comunque ti sei sbagliata prima… non ho sempre fatto parlare contro la propria volontà
le bocche che volevano restare tappate” disse Damon con un ghigno feroce sulle
labbra. Vedendo che Elena lo guardava come se non capisse lui sbuffò e rispose:
“MasonLockwood,
ricordi? Quello schifoso si è dato a gambe levate prima che io potessi acchiapparlo
e conciarlo per le feste”
“E’ vero… meglio
così no? Se lo avessi ucciso avresti destato un enorme scalpore e poi la sua
fuga vuol dire che lui non vuole avere niente a che fare con questa storia”
“Si ma ora che il piccolo Tyler si è
trasformato, ritornerà quindi il caro zietto?” chiese
in torno ironico.
Elena lo guardò titubante senza rispondere.
Quando rientrarono a casa, Beth diede
subito un bicchiere d’acqua ad Alice per calmarla, ma il suo stomaco sembrava
rifiutare ogni cosa e fu sul punto di vomitare.
Beth allora la portò immediatamente in bagno e la bagnò il viso
con dell’acqua calda per farla riprendere.
“Sto bene Beth…
sto bene” sussurrò Alice che però non riusciva neanche a reggersi in piedi e si
aggrappava più che poteva al lavandino per non strisciare per terra.
“No, non stai bene” rispose decisa Beth asciugandole il viso e facendola sedere dritta.
“Cos’era quella storia di Elijah? Che hai
avuto una strana sensazione quando lo hai visto? Possibile che un uomo così
bello sia un serial killer, mi pare così strano e ingiusto!!” esclamò Beth indispettita.
“Beth… ti prego…”
rispose solamente guardandola negli occhi con una rabbia e durezza che
Elisabetta non aveva mai visto prima in lei e che la fece tacere di botto.
“Ok scusami…”
sussurrò dispiaciuta abbassando lo sguardo.
Alice, vedendo l’espressione addolorata dell’amica si sentì in
colpa per le parole dure che le aveva rivolto e le spiegò meglio:
“Non so neanche io quello che ho sentito… le mie percezioni non sono sempre così chiare, ma comunque
di quell’uomo non bisogna fidarsi, quindi non dovrai includere Elijah nei tuoi
sogni d’amore, mi dispiace”
Beth sbuffò:
“La vita è ingiusta! E se non è come dici
tu? Se magari è buono e vuole solo aiutare Elena per quello che sta succedendo
a MysticFalls?”
Alice la fissò con un’occhiataccia, ma poi ebbe una fitta al petto
che la fece trascinare a terra e respirare affannosamente. Si accovacciò al
muro inginocchiandosi per terra.
“Ali??” La voce di Beth
suonava allarmata e molto preoccupata e si avvicinò all’amica
Vedendo che Alice respirava a tentoni e si toccava con dolore il
petto, lei disse:
“E’ la collana non è vero?”
Alice deglutì cercando un pizzico d’aria e rispose:
“Diventa più pesante…
quando mi sono ritrovata Elijah davanti, credevo di impazzire e di bruciare… ora sto un pochino meglio però”
“Se per meglio intendi questo” affermò Beth fissandola grave, poi si inginocchiò davanti a lei:
“E’ tutto il giorno che non mangi e hai
dormito poco, l’ho notato sai.”
Vedendo che Ali non accennava minimamente a guardarla o a
rispondere, lei la chiamò:
“ Alice?”
“Sto bene” rispose freddamente.
“Invece no, sono qui per aiutarti. L’ho
promesso” mormorò dolcemente.
Alice scosse la testa e sul suo volto comparve un’espressione
affranta e addolorata:
“Non puoi aiutarmi Beth,
non questa volta…”
Elisabetta la guardò, profondamente dispiaciuta per non essere in
grado di aiutarla e di essere allontanata, ma poi le venne un’illuminazione:
“E se togli la collana? Solo per questa
volta, magari potresti stare meglio visto che è così pesante e ti fa svenire in
quel modo”
“No!” urlò Alice arrabbiata. Beth spaventata per quel grido fece un passo indietro e la
guardò come se fosse pazza.
Lo sguardo di Alice infatti sembrava invasato e scosso da una
rabbia incontenibile; poi all’improvviso il suo viso si addolcì e divenne più
sereno:
“Non posso farlo Beth…
se io tolgo la collana… Lui mi troverà, Lui mi
vedrà.” Sussurrò duramente. La verità di quelle parole malferme, suonarono così
tristi alle orecchie di Beth e l’abbracciò dolcemente,
appoggiando la testa di Alice nel suo petto.
“Oh Dio Ali…
posso fare qualcosa per aiutarti? Cosa potrei fare?” sussurrò fra le lacrime.
Lei più di tutti sapeva quello che succedeva, quando Alice si toglieva la
collana, aveva pure assistito… e il ricordo di quei
momenti di paura e terrore erano ancora vivi in lei.
Se faceva così paura a Beth, che era
solo una semplice spettatrice, figuriamoci ad Alice che doveva sopportare tutto
questo… sopportare tutto il male e l’orrore che la
circondava e la stava afferrando.
Alice incominciò a piangere tra le braccia rassicuranti di Beth ma non rispose alla sua richiesta. Nessuno poteva
aiutarla e nemmeno Beth che aveva le migliori intenzioni… ripensò alle ultime parole che aveva detto e
deglutì fortemente. Non voleva pensarci… non voleva ricordare… magari era solo il frutto di un incubo, sì forse
era quello. Un dannato incubo!
Si asciugò il naso con le mani e smise di piangere allontanandosi
un po’ da Beth, che la guardò cercando di sorridere:
“Che ne dici padrona, ci facciamo una bella
pizza? Come quelle che mangiavamo in Italia, così buone e gustose! Gnam gnam! Ho già l’acquolina in bocca! Tu ne andavi pazza!”
La risata fresca e genuina di Beth fece
sorridere Alice dimenticando tutte le cose brutte che erano successe e
rendendola un po’ ottimista.
“Io… va bene ci sto!” rispose sorridendo e
alzandosi. Prese la mano di Beth fra le sue e la
guardò felice, cercando di dimostrare la sua gratitudine per quello che stava
facendo per lei e anche Beth le sorrise di rimando.
Almeno fra tutte quelle cose brutte loro potevano avere qualcosa
di puro che nessuno poteva distruggere o cancellare: la loro amicizia.
Se c’era qualcosa di soprannaturale o magico che le univa era
proprio quel sentimento...
Dopo aver fatto una scorpacciata di pizza, Beth
uscì per prendere una boccata d’aria, assicurandosi prima che Alice stesse
dormendo serenamente. Quando uscì, sentì l’aria fredda invaderle il corpo e a Beth venne in mente quello che era successo a Tyler Lockwood alla festa mascherata…
<< Poverino anche lui ne sta passando di tutti i colori… magari avrà bisogno di un po’ d’aiuto visto che è
solo >> Pensò Beth in preda alla misericordia.
La reazione che aveva avuto Tyler, quando si stava trasformando,
assomigliava alla reazione sclerotica che aveva avuto Alice quando…
<< Beh ovviamente la reazione di Ali è stato mooolto più catastrofica da terrorizzare chiunque… però magari Tyler potrebbe aiutarci, in fondo ora
è una creatura soprannaturale e di quei vampiri, che intimano il suicidio alle
vittime, non mi fido per niente. >> Pensò Beth
mentre si dirigeva a casa Lockwood.
Quando bussò nessuno le aprì, e Beth
incurante del pericolo entrò di soppiatto cercando qualche anima viva. Sentì
delle voci alte provenire verso il soggiorno e cercando di non far rumore, si
avvicinò alla porta che era socchiusa.
Riconobbe una voce che era quella di Tyler ma l’altra? Così su due
piedi non la riconobbe subito.
“Insomma dove sei stato per tutto questo
tempo?? Mi hai abbandonato proprio un attimo prima aver sganciato la bomba
della maledizione della nostra famiglia e pretendi che ti accolga a braccia
aperte” gridò Tyler fuori di sé.
Beth accostò bene l’orecchio alla porta per sentire meglio la
conversazione. La maledizione della famiglia? E chi era tornato?
“Oh andiamo Tyler, sono stato via solo
qualche giorno per risolvere dei problemi personali e tu non dovevi entrare in
questa storia, ti avevo avvertito!” urlò l’altro interlocutore.
“Si ma ora sono come te dannazione!! Cosa
facciamo ora?”
“Prima di tutto devi mantenere la calma,
altrimenti qui scoppia tutto! Non hai idea di quanti nemici abbiamo in città,
pronti ad accoltellarti alla prima occasione!”
Beth sgranò gli occhi allarmata e dalla fessura della porta
semiaperta cercò di vedere chi fosse quell’altro uomo. Come aveva fatto a non
riconoscerlo??
Era lo zio di Tyler, MasonLockwood! Era da tantissimo tempo che non lo vedeva perché
a lui non piaceva restare in mezzo alla famiglia e dal che ne sapeva era
scappato in California.
“E’ per questo che sei scappato?” domandò
Tyler dubbioso.
“Tyler, pensi davvero che io mi farei
spaventare da qualcosa? Se qualcuno avesse qualche problema con me lo
affronterei e l’ho affrontato, guarda un po’! Ma bisogna fare attenzione, il
nemico può essere dapper..”
Non ebbe neanche il tempo di finire quella frase equivoca, che
sentì un tonfo provenire dall’altra sala. Qualcuno era lì…
e li stava spiando..
Beth sbadata com’era aveva fatto cadere un vaso vicino a lei e
non appena cadde per terra, Mason e Tyler si girarono
verso la sua parte con occhi assassini.
<< Oh signur! Ora cosa faccio?
Cosa faccio?? >> Pensò nevrotica cercando un nascondiglio. Andò in mezzo
alla sala, saltellando da tutte le parti nel tentativo di cercare uno
sgabuzzino dove nascondersi ma all’improvviso sentì la porta del soggiorno
aprirsi violentemente e dalla paura Beth sobbalzò
urlando, girandosi dalla loro parte.
Si ritrovò davanti Mason e Tyler Lockwood immobili, che la fissavano con una strana
espressione. Beth sgranò gli occhi spaventata e
indietreggiò cercando una via di fuga, risultando così ancora più matta di
quello che sembrava.
“Beth? Che ci fai qui?” domandò Tyler, che si
sentì rilassato vedendo che era solo lei, ma Mason
continuava a fissarla con sguardo serio e feroce.
Lei deglutì nervosamente e disse cercando di non balbettare:
“Io… sono venuta a vedere come stavi! Pensavo
avessi bisogno di un’amica!”
Mentre guardava Tyler con un sorriso stampato in faccia, il suo
sguardo vacillò guardando Mason, che non sembrava
minimamente convinto della sua innocenza ma poi lui scoppiò a ridere:
“Accidenti Tyler non mi avevi detto però
che avevi un’aiutante così carina! Ti piace fare il duro eh?” esclamò ridendo,
cercando di dare un pugno al nipote nel fianco. Tyler lo evitò sentendosi a disagio
e disse:
“Non è come sembra, Beth
era presente nel momento dell’incidente e abbiamo fatto 4 chiacchiere l’altro
giorno”
Mason gli sorrise, come se avesse già capito tutto poi si voltò
verso Beth guardandola attentamente come se le stesse
facendo i raggi x e lei avvampò dall’imbarazzo:
“Un momento… sei
quella Beth? La sorellastra di Alice Summers?” domandò Mason
sbigottito, non riuscendo a credere di un così repentino cambiamento della
ragazza.
“Uh…si… sono io”
rispose imbarazzata, avvolgendo nervosa un ciuffo dei capelli nelle dita.
Mason sorrise mentre la fissava negli occhi.
<< Cavolo è diventato ancora più bello dall’ultima volta!
Madonna ma questa città è strapiena di bei ragazzi! Non potevo tornare in un
momento migliore! >> Pensò Beth in un attimo di
follia.
“Ho lasciato Tyler che era soltanto un
ragazzino nella piena adolescenza e quasi non lo riconoscevo più.. dovrei
ritornare più spesso a MysticFalls…
A questo punto Tyler ti lascio nelle sue mani, sono sicuro che sarai molto più
felice che avere lo zio ubriacone tra i piedi” rispose Mason,
facendo un ghigno ironico andandosene in cucina.
Tyler scosse la testa guardando suo zio poi si voltò verso Beth:
“Scusami per la scenata di mio zio. Fa
sempre così, si crede il migliore di tutti! Comunque grazie per essere passata…”
“Di niente Tyler volevo solo vedere se
stavi meglio…l’altro giorno mi sei sembrato molto strano…”
“Sto meglio grazie, ora che c’è mio zio
risolverò il mio problema”
“Quale problema?” chiese prontamente.
“Sono cose un po’ private Beth…” rispose nervoso Tyler.
“Oh si scusami! Dannazione mi impiccio
sempre io! L’unica santa che mi sopporta è Alice e non pretendo che tu faccia
altrettanto! Ma se hai bisogno di qualcuno… chiamami”
rispose, facendo una risata strozzata, cercando di apparire convincente.
Tyler le sorrise e disse che lo avrebbe fatto sicuramente, quando Mason entrò nel soggiorno portando tre bicchieri fra le
mani:
“Buona notizia! Ho trovato i bicchierini!
Vuoi un sorso Beth? Io e Tyler stavamo giusto
trafugando nella conserva di mio fratello per svagarci un po”
disse porgendole un bicchiere e continuando a fissarla intensamente.
Le guance della ragazza si tinsero di rosso, sentendo il suo
sguardo bellissimo fisso su di lei… era uno sguardo
strano però… era famelico…
come se volesse mangiarla… E i suoi occhi…
Beth scosse la testa pensando di lavorare troppo di fantasia e
rispose:
“No grazie! Ora devo andare perché ho delle
commissioni urgenti da fare… Tyler quando vuoi chiamami
mi raccomando e… grazie a te Mason
per l’offerta” rispose titubante guardandolo negli occhi. Strano, aveva come
l’impressione di aver colto un’ombra oscura e glaciale nei suoi occhi verdi…
Casualmente Beth sfiorò la sua mano
mentre gli restituì il bicchiere e notò che era molto calda…
forte...
Mason le sorrise affascinante:
“La prossima volta non accetterò un no”
Beth fissò ipnotizzata il suo sorriso cercando di non svenire a
terra, come a suo solito, e salutò zio e nipote andandosene da lì in fretta e
furia.
Quando Beth se ne fu andata, Mason si voltò prontamente verso il nipote:
“Questo non me l’avevi detto che qualcun
altro si era accorto della tua trasformazione” disse duro.
“No Mason!
Nessuno lo sa, Beth e Caroline erano lì quando ho
dato di matto e ho lanciato dei pugni al pavimento, ma sicuramente non avranno
intuito che sono un lupo mannaro come te ora! Come potrebbero capirlo?”
Mason ascoltò attentamente, poi si voltò verso la porta dalla
quale era uscita quella strana ragazza. Se la ricordava goffa, un po’ smemorata
e timida e non ci aveva mai badato molto, anche perché non si azzardava mai ad
andare con delle ragazzine; ma ora Beth aveva subìto
un cambiamento che lo attraeva, senza contare che lui sospettava che lei
sapesse qualcosa su di loro, l'aveva intuita da come la ragazza si muoveva, da
come schivava veloce il suo sguardo… e inoltre lo
incuriosiva sapere la verità su di lei.
“Fidati da chi ha i sensi più pronti dei tuoi… non dico che dovremmo farle del male, anzi ma… dico di tenerla d’occhio. Tyler, è di vitale importanza
che nessuno scopra il nostro segreto” rispose fissandolo duramente e
prendendolo per il braccio.
Tyler deglutì nervosamente e assentì con la testa.
Mason gli sorrise dolcemente e gli diede una pacca sulla spalla,
versando un drink nei bicchieri. Qualche sorso gli avrebbe chiarito le idee sicuramente… poi avrebbe pensato a cosa fare.
Beth intanto era rimasta nel territorio dei Lockwood,
nei grandi giardini che circondavano la casa e si era parata dietro a un albero
per non farsi vedere da nessuno.
Respirando a fatica mandò un messaggio ad Alice, dicendole di non
aspettarla a cena perché aveva una cosa urgente da fare e le disse anche di non
preoccuparsi.
Dopo aver inviato il messaggio, Beth
lanciò un’occhiata verso la finestra del soggiorno dei Lockwood.
Qualche attimo primo, a casa Alice stava riposando serenamente,
quando un suono fastidioso la svegliò, ma non capì immediatamente a cosa fosse
dovuto, fino a che non si ripetè per altre due volte,
il campanello pensò, doveva essere Beth che si era
dimenticata le chiavi di casa, quella ragazza era sempre così sbadata, ma
l’avrebbe sentita visto che l’aveva svegliata dalla miglior dormita che aveva
fatto negli ultimi giorni, scese le scale, cercando di non ammazzarsi, perché
la debolezza da cui era stata colpita non aveva nessuna intenzione di
andarsene.
Aprì la porta con decisione “Beth ti ho
detto mille volte che…..Damon!!! che ci fai qui??”
Pensò sorpresa, visto che Damon era l’ultima persona che poteva
pensare di vedere in quel momento.
“ehi donna misteriosa è così che ci si
rivolge a una persona che ti viene a fare visita e che si preoccupa della tua
salute??” disse in tono sarcastico.
Non sapevo per quanto ancora le mie gambe mi avrebbero retto, ma
questo non voleva dire che non avessi la forza di rispondergli a tono e così
feci “Damon ti dispiacerebbe piantarla con questi nomignoli, cominciano a darmi
su i nervi e per la cronaca io ho un nome che tu conosci già, quindi usalo e
visto che non sono dell’umore adatto per una conversazione sarcastica, ti
dispiacerebbe dirmi, sul serio cosa ci fai qui?? Visto che non credo, nemmeno
per un secondo, che tu sia venuto qui per vedere il mio stato di salute, ma
bensì, penso che Elena ti abbia mandato qui per capire quello che è successo
oggi pomeriggio, non sono affatto stupida Damon e ti pregherei di non farmi
apparire come tale!!”
“ok beccato!! Ora, visto che abbiamo finito
con i convenevoli che ne dici di farmi entrare, così possiamo parlare di cose
serie??”
“fossi matta!!!! Non inviterei mai ad
entrare un vampiro in casa mia!!” Damon mi guardò con uno sguardo stupito,
quasi non si aspettasse questa risposta da parte mia, così vedendo il suo
sguardo gli dissi “ebbene si Damon so tutto riguardo all’invitare un vampiro in
casa di umani!!”, egli dopo essersi ripreso da quell’affermazione rispose “bene
bene questa proprio non me l’aspettavo, quali altre cose sai sul nostro conto?”
“Perchè mi fai ancora queste domande
sospettose...? ti ho già detto che io non so niente... sono stata catapultata
in questo guaio per colpa vostra e senza il mio permesso... ho altre cose a cui
pensare in questo momento quindi se non ti dispiace..” All'improvviso Alice
sentì una fitta al petto dolorosissima, non forte come quella che aveva provato
a casa Gilbert, ma dopo tutte quelle fatiche, lei non riuscì a sopportare altro
e si accasciò a terra toccandosi sotto il collo.
“Ehi che cos'hai?” chiese Damon guardandola
attentamente.
“N-niente” rispose prontamente cercando di alzarsi.
“Ho la sensazione che tu abbia qualche
grosso problema, Alice” sussurrò lui divertito.
“Lasciami stare! Ti ho già detto che devi
andartene!” urlò lei in preda alla furia ma per colpa di quegli sforzi
continui, il dolore fisico aumentò e fece fatica anche a respirare.
Si aggrappò alla parete cercando di resistere quando Damon le
disse:
“Senti tu hai bisogno d'aiuto che ti
piaccia o no. Fammi entrare così posso aiutarti”
“No! Non ti faccio entrare in una casa dove
abitiamo io e Beth! Ce la posso fare anche da sola”
ma dopo aver detto questo, Alice tossì nervosamente e sentì la testa accaldarsi
come se avesse la febbre a 40.
“Non ti farò del male te lo giuro... fammi
solo entrare”
“Le tue promesse non valgono nulla” rispose
aspra.
“E' vero, di solito mi comporto da mascalzone
ma questa volta... non ti farò alcun scherzetto dammi l'opportunità di
aiutarti”
Alice lo fissò scrupolosamente, cercando di capire se poteva
fidarsi o no.. il suo sguardo di certo metteva in soggezione e non era per
niente rassicurante. In cuor suo però, voleva davvero credere alla sua buona
fede e acconsentì:
“Va bene puoi entrare” sussurrò a bassa
voce.
Damon con un ghigno sulle labbra entrò in casa e si avvicinò
prontamente ad Alice, analizzandola da cima a fondo:
“Non sei né ferita e non riporti danni
permanenti mi sembra… come mai sei così debole
allora?”
“Sono anemica” mentì Alice cercando di
drizzare la schiena.
“Dillo a qualcun altro! Non sarà per caso
quel tuo gingillo che ti fa scombussolare così?” disse allungando la mano verso
la collana e Alice indietreggiò spaventata:
“Hai già visto cosa succede se la tocchi
quindi stai lontano”
“Non ho di certo paura di qualche scossa!
Allora che vogliamo fare? Per passarci il tempo potremmo scatenarci mettendo su
qualche musica che ne dici? Il divertimento è la miglior medicina per superare
la depressione, dà retta a me che ho un fratello musone peggiore di te!”
“Non ho voglia di ballare e il mal di testa
aumenterebbe di botto se ascoltassi musica ad alto volume” rispose Alice
critica.
“Che lagna! Allora siediti che faccio il
brav’ uomo di casa, che ne dici?”
“Ora sto bene però, quindi puoi andare.
Puoi ritornare a dar la caccia a ingenue fanciulle tra i cespugli e cibarti di
loro, su vai” rispose guardandolo in faccia.
“Come siamo critici! Tu non sai niente di me,
quindi non elargire giudizi chiaro? Voglio soltanto aiutarti”
“Senti Damon io…”
Ed ecco che ritornarono le fitte al petto e alla testa così Alice sprofondò nel
divano respirando a malapena.
“Che succede ancora?” chiese preoccupato.
Vedendo come si comportava Alice, Damon la osservò:
“E’ la stessa reazione che hai avuto poco
fa a casa di Elena… ma è strano, quando vedi i
vampiri hai questo atteggiamento… perché?”
“Quindi avevo ragione…Elijah
è un vampiro?”
Damon sapeva che doveva essere un segreto, ma oramai era inutile
negare l’evidenza.
“Si… e tu l’hai riconosciuto.. come?”
“Non so come spiegarti, le mie percezioni
non sono razionali! Ho solo avuto la sensazione che quell’uomo fosse
pericoloso, che nascondesse qualcosa… “
“E poi? Quali altri poteri stregoneschi ci
nascondi?”
“Non sono una strega Damon…
e quello che mi succede non riguarda per niente la magia altrimenti non starei
così male e non avrei così paura…”
“Paura di cosa?”
Alice deglutì rumorosamente. << Merda >> Pensò
spaventata. Anche lei, come Beth non riusciva a
tenere la bocca chiusa nei momenti meno opportuni, forse era la capacità dei
vampiri a farti parlare così senza freno…
“Beh insomma…”
cominciò a dire titubante. “Se tu fossi un normale ragazzo umano, ti
spaventeresti per tutto quello che ti sta capitando no? E anche perché non
riesci a capire quello che ti sta succedendo..”
A Damon all’improvviso vennero degli occhi tristi e malinconici,
pensando ai momenti in cui era umano e Alice se ne accorse della sua tristezza
ma il vampiro fu veloce a cambiare discorso e a ritornare lo stesso di prima:
“Quindi se non sbaglio neanche tu sai
quello che ti sta accadendo? Vaghi nel buio come noi?”
Alice abbassò la testa, cercando di non far apparire la sua
preoccupazione. Non sapeva cosa rispondere perché nemmeno lei sapeva di cosa
fosse sicura o no… in cuor suo sapeva che le stava
accadendo qualcosa nel suo animo…qualcosa che la
tormentava e la spaventava a morte… ma non sapeva
cosa dannazione!!
Quando aveva tolto la collana aveva visto qualcosa…
qualcosa di orribile e spaventoso… come un mostro che
la perseguitava e lei non riusciva a scappare dalle sue grinfie. Aveva sentito
un fuoco cattivo divorarle le membra mentre quella figura oscura sorrideva
agghiacciante e famelica.
Aveva urlato, gridato e il suo corpo era scosso da convulsioni
talmente violente da romperle quasi tutte le ossa e quando finalmente era
ritornato tutto a posto, quando Beth l’aveva
soccorsa, Alice in cuor suo aveva capito che non era normale…
che c’era qualcosa che non andava in lei.
<< Lui mi troverà, Lui mi vedrà! >> Pensò
terrorizzata, ripensando a quel fatto agghiacciante accaduto mesi fa.
Scosse la testa cercando di non pensarci.
Lo sguardo di Damon si era fatto improvvisamente comprensivo e
premuroso e la guardava con degli occhi così belli, che Alice sembrò immergersi
in quel blu mare.
“Io non lo so Damon…”
sussurrò solamente con fil di voce.
Dopo alcuni minuti di silenzio, in cui nessuno dei due seppe cosa
dire, Alice prese la parola “ora andrei a letto è stata una giornata veramente
stancante..” detto questo cercò di alzarsi, quando l’ennesimo capogiro della
giornata la colse; stava per cadere, quando si sentì stringere da due braccia
forti e l’unica cosa che riuscì a pensare fu che si sentiva bene tra quelle
braccia, cosa che non avrebbe mai detto, pensando che erano le braccia di
Damon; avrebbe voluto stare tra quelle braccia per sempre, ma purtroppo tutte
le cose belle hanno una fine, infatti Damon la mise sul letto e con la sua
velocità di vampiro andò in bagno e tornò con una bacinella di acqua calda, che
usò, come aveva fatto Beth in precedenza per dare un
po’ di sollievo al suo viso ma quando passò la sua mano sulle labbra, Alice
ebbe un brivido che si espanse lungo tutta la spina dorsale, e vide negli occhi
di Damon una luce strana, i suoi occhi erano diventati di un blu oceano e Alice
non potè fare a meno di fissarli e senza che nessuno
dei due se ne accorgesse, i loro visi si stavano avvicinando sempre di più,
quasi come se ci fosse una calamita che li attraeva l’uno all’altra.
Quando però Alice sentì il proprio telefono squillare e la forte
suoneria del messaggio appena ricevuto si destabilizzò e quindi si allontanò
velocemente dal viso di Damon e andò a leggere il messaggio.
Era di Beth.
“Ali non aspettarmi per cena, c'è una cosa
urgente che devo fare ma non devi preoccuparti non mi farò assalire come
l'altra volta :) starò attenta e tornerò a casa il prima possibile. Quindi non
avvisare né polizia, né pompieri né gendarmeria mentre sono via ok? Ti
racconterò poi. Baci. Beth”
Alice sospirò rumorosamente leggendo quel messaggio per nulla
rassicurante.
“Cosa diavolo avrà in mente? Dannazione”
esclamò nevrotica scendendo dal letto e mettendosi un cappotto.
“Dove credi di andare?” domandò Damon
“Beth si è cacciata in un altro dei suoi
pasticci”
“Cosa? Altri vampiri?”
“Non me l'ha spiegato, ha detto che deve
fare una cosa urgente e di non aspettarla a cena e quando Beth
salta uno spuntino, vuol dire che qualcosa puzza di guai apocalittici, quindi
devo andare da lei a vedere se sta bene”
“Alt alt!” mormorò lui sbarrandole il
passo. “Davvero vuoi aiutarla in queste condizioni? Sarai soltanto d'impiccio”
“Non la lascio sola...” sussurrò convinta.
“Cosa vuoi che succeda?? Senti, di vampiri
in questa città siamo rimasti solo io e Stefan e poi
beh c’è Katherine ma è rinchiusa in una cripta, quindi magari avrà visto un bel
fusto e sarà rimasta imbambolata a fissarlo tutto il giorno!” rispose Damon in
tono ironico, avendo già intuito la natura un po' smidollata e entusiasta di Beth.
“E quell'Elijah...?”
“Lui non creerà alcun problema, di questo
non devi preoccuparti, quindi mettiti a letto da brava e non angosciarti con
stupide fantasie”
“Non sono stupide, quando Beth si mette in testa una cosa..”
“Ssssh! Dio mio, mi sembri Elena! Sempre a
preoccuparsi per gli altri!”
“Non sono Elena” rispose Alice cupa
guardandolo feroce negli occhi.
“Ok ok scusami scherzavo”
Così, per nulla rassicurata, Alice si mise a letto, ma quando vide
che il vampiro stava per andarsene, si sentì triste e non voleva che lui se ne
andasse, quindi lo chiamò…
“Damon??!” il vampiro sentendosi chiamare
con quel tono di voce, metà triste e metà preoccupato le rispose : “si?!”
“potresti.. restare qui..con me??”
il vampiro in un primo momento la guardò con uno sguardo
incredulo, non riusciva a capire se lei dicesse sul serio o no, ma cosa più
importante, non riusciva a capire perché si sentisse così attratto da lei, non
solo fisicamente ma sentiva di volerla proteggere da tutti i pericoli. Quindi
la guardò negli occhi e le disse “certo” così, iniziò a guardarsi attorno per
vedere dove poter passare la notte, quando vide una poltrona accanto al letto
“la poltrona, vecchio diabolico strumento di tortura, va bene…”
ma quando fece per sedersi, Alice lo fermò..
“no, io intendevo qui…”
disse con un filo di voce, quasi si vergognasse di quello che gli stava dicendo
e con la mano battè sul lato opposto del letto “ti
prego abbracciami” e lo disse con uno sguardo a cui Damon non seppe resistere,
quindi si mise accanto ad Alice e la prese tra le braccia tenendola stretta
tutta la notte.
Alice, tra le sue braccia, passò la miglior notte della sua vita,
non ci furono ne baci ne altro, ma essere cullata tra le braccia di Damon la
fece sentire protetta, per la prima volta da quando tutta questa storia era
iniziata.
Eccoci alla fine di questo
quinto capitolo!!! Sono successe un bel po’ di cose a partire da quando Alice
si sente male quando vede Elijah, quando Beth
incontra Mason(chissà cosa succederà nei prossimi
capitoli!!!!), e per finire la scena romantica tra Alice e Damon!!!! Spero che
non mi tiriate frutta marcia per il non bacio ma vi posso assicurare che
accadrà, per ora è troppo presto!!!!
Ringrazio tutte le persone
che hanno recensito al capitolo precedente, le persone che hanno inserito la
storia nelle seguite, ricordate e preferite e ovviamente ringrazio anche tutte
le persone silenziose che hanno letto la storia senza recensire!!!! XDXDXD
Ci vediamo al prossimo
capitolo un bacio a tutte voi!!!! XDXDXD
Stranamente Alice, tra le
braccia di Damon Salvatore non riusciva ad essere a disagio…
sembrava, come se non avesse accanto un vampiro o un mostro…era stata fin troppo prudente con lui,
quando non voleva farlo entrare, ma Damon era stato molto gentile a
preoccuparsi e a prendersi cura di lei.
Anche se era strano che lei
si lasciasse andare con uno sconosciuto, che aveva dimostrato di saper essere pericoloso,
Alice si trovava davvero bene in sua compagnia e quando lui le sfiorava
leggermente i capelli, sentì una tremolio invaderle il corpo. Il battito del
cuore improvvisamente accelerò all’impazzita e Alice temette che Damon col suo
super udito lo sentisse e così si mise sotto le coperte per mascherare
l’imbarazzo.
“Va meglio ora?” domandò
Damon alzando il petto dallo schienale del letto.
“S-si
grazie” sussurrò Alice, facendo intravedere soltanto gli occhi dolci, da sotto
le coperte.
Damon le sorrise e si alzò
dal letto, avvicinandosi alla finestra.
“Dovresti stare in guardia
d’ora in poi…MysticFalls non è più come la conoscevi e presto potrebbero
insorgere altri guai” disse Damon serio.
“Parli di Elijah?” domandò
Alice alzando le coperte.
“Quel tizio può togliere il
cuore alle persone, solo con il semplice schiocco delle dita, ma non dovremmo
preoccuparci di lui… al momento Elena ha stretto un
patto con lui e se le cose andranno come devono andare, nessuno si farà niente”
“Di che patto si tratta?
Cosa succederà d’ora in poi?” domandò Alice curiosa.
Il vampiro si voltò verso di
lei e disse:
“Ti ho già detto troppo
Alice e Elena non ne sarà contenta. La cosa deve rimanere segreta, mi capisci
vero?”
Ali si alzò dal letto e si
camminò verso di lui:
“E’ Elena che comanda ora,
che tiene tutti al guinzaglio? Non credo..! Noi ormai siamo dentro a questa
storia, che Elena o altri lo vogliano o no”
Damon guardò ammirato la
ragazza che aveva di fronte e che nonostante la giovane età, stava dimostrando
un gran dose di coraggio e caparbietà.
Avrebbe voluto dire
qualcos’altro o magari stare ancora un po’ con lei a parlare, ma doveva andare
da Stefan e Elena, e ormai era già tardi.
Damon la salutò con un
sorriso smagliante e uscì dalla camera, quando la voce di Alice lo fece girare:
“Damon, ti assicuro che né
io né Beth divulgheremo il vostro segreto o faremo
delle cose stupide da rischiare la vita. Davvero staremo attente!” disse
sorridendogli.
Il vampiro ricambiò il
sorriso, sperando che fosse davvero così.
A dispetto di quello che
aveva appena detto Alice, Beth era ancora nel
giardino dei Lockwood, nascosta dietro a un albero,
ad osservare con occhi attenti la situazione.
Elisabetta, oltre ad aver
notato che MasonLockwood
si era fatto incredibilmente più affascinante e più intrigante, si era anche
resa conto che lui e il nipote Tyler nascondevano qualcosa di poco chiaro.
Aveva origliato la loro conversazione dove parlavano di una maledizione, che
dovevano stare attenti d’ora in poi e che c’erano dei nemici pericolosi in
città pronti a farli fuori…
Beth
allora aveva intuito che quei due sapessero dell’esistenza dei vampiri e che
quindi li temevano. Ma di che maledizione si trattava? Del lupo mannaro forse?
Lei era sicura che Tyler si
fosse trasformato in un licantropo, ma cosa c’entrava Mason
in tutto questo? Anche lui era come Tyler? Secondo le informazioni ricavate dai
libri, per scatenare la maledizione bisognava avere i geni dei licantropo nelle
proprie vene e poi uccidere qualcuno.
Dopo di che la maledizione
ti avrebbe perseguitato per l’eternità.
La ragazza vide Mason uscire di casa e trasportare delle grosse sacche
sopra ad una jeep. Deglutì spaventata, pensando che quel ragazzo, (che poteva
sembrare il classico donnaiolo americano che si divertiva nelle spiagge
californiane) potesse aver ucciso qualcuno e che ora fosse diventato un mostro…
Una dei domestici di Carol Lockwood, si avvicinò alla macchina di Mason;
mentre lui era entrato in un capannone e quando lui si accorse che la domestica
si stava avvicinando troppo all’auto, dove aveva deposto le sue borse in bella
vista, corse per il cortile come se la sua testa stesse bruciando e allontanò
con falsa gentilezza la domestica da lì.
Richiuse immediatamente la
portiera, guardandosi attorno sospettoso come se avesse dei diamanti nell’auto
da proteggere, ed entrò nuovamente in casa.
Beth
guardò la scena sbalordita. Mason nascondeva qualcosa lì dentro, qualcosa di scottante
e che non voleva che nessuno lo vedesse.
Anche se era pericoloso
restare nel territorio del nemico, Beth non accennava
a muoversi da dietro l’albero e pensò a cosa fare.
Fidarsi dei licantropi o dei
vampiri? Di certo di nessuno dei due, bisognava starci assolutamente alla larga
ma Beth, facendosi coraggio si avvicinò alla jeep,
intanto che Mason era rientrato in casa. Cercò di
ispezionare l’interno della macchina e quando aprì una di quelle sacche super
pesanti vi trovò dentro degli strani ganci di ferro per le catene.
<< Ganci per le
catene? E che ci deve fare? >> Pensò Beth
shockata, pensando chissà cosa, mentre trafugava nella borsa cercando altri
indizi.
Ma non poteva restare lì
ancora per molto: Mason poteva fuoriuscire da casa da
un momento all’altro e Beth doveva svignarsela
subito, se non voleva essere appesa lei a qualche gancio da tortura.
Si fece prendere dal panico
immaginando quella scena e fece più in fretta che poteva;ma nella corsa sbatté con violenza contro il
tetto dell’auto e incurante del dolore, spalancò la portiera e uscì a tentoni.
Accennò a qualche passo per uscire dal giardino dei Lockwood,
ma la testa le martellava continuamente a causa della botta e camminò come se
fosse ubriaca.
Non andò molto lontano,
perché MasonLockwood si
parò all’improvviso dinnanzi a lei e Beth sussultò
per lo spavento. Lui teneva sulle spalle un’altra sacca e anche quella
risultava essere molto pesante.
Lo sguardo di Mason era diabolicamente glaciale e Beth
avvampò dal terrore.
Che l’avesse vista mentre lo
spiava e aveva trafugato nelle sue cose?
<< Merda merda! E perché continua a fissarmi in quel modo come se
volesse mangiarmi? Santo cielo devo uscire da questa situazione e subito!
>> Pensò Beth impazzita.
Vedendo che Mason non accennava a rivolgerle la parola ma solo a
trafiggerla con lo sguardo, decise lei di inventare qualcosa di plausibile per
non destare troppi sospetti:
“Ciao Mason!”
la voce di Beth risuonò davvero strozzata, come se
starnazzasse come un’oca e allora deglutì fortemente per darsi un contegno
migliore, sorridendogli: “Non dirmi che mi hai seguita fin qui per chiedermi i
danni del vaso che ho rotto! Mi dispiace, ma sono sbadata a volte e non l’ho
fatto apposta! Prometto che lo ripagherò… con delle
comode rate, ok? Siamo a posto?” domandò come se nulla fosse.
Lui le sorrise sprezzante
inarcando un sopracciglio:
“Veramente io non sto
seguendo nessuno, sei tu che stai girovagando da un’ora fuori da casa mia, Beth” mormorò fissandola serio negli occhi.
Lei deglutì cercando qualcosa
da dire, ma spalancò solamente le iridi degli occhi e le labbra tremavano dal
terrore.
All’improvviso Mason scoppiò a ridere:
“Stai letteralmente morendo
di paura Beth, rilassati! Non ti farò niente, puoi girare
nel nostro giardino quanto vuoi, anche perché ho saputo che ti intendi di
giardinaggio”
“Ah lo sai?” chiese lei
sorpresa.
“Si l’ho saputo…”
mormorò con tono vago.
E cos’altro sapeva che non
voleva confessare ora? Di certo, da come la guardava, sembrava che sapesse ogni
cosa di lei e aspettava soltanto il momento giusto per saltarle addosso e
torturarla con le domande.
Beth
sentiva lo sguardo inquisitore e profondo di Mason su
di lei e andò in iperventilazione, cercando una via di fuga da quella insolita
situazione. Oltremodo la ragazza si chiedeva cosa aspettasse Mason per darle un colpo in testa e farla fuori. Era sicura
che lui l’avesse vista mentre rovistava tra le sue cose…
ma ora faceva finta di niente e parlava amichevolmente. Perché?
Lo sguardo del ragazzo era
così misterioso, che Beth non riuscì a capire cosa si
celasse dietro quegli occhi verdi animaleschi.
Ad un tratto, senza
smetterla di fissarla, Mason tirò giù il borsone
dalle sue spalle e lo aprì velocemente. Beth
strabuzzò gli occhi spaventata, pensando che lui proprio in quel momento
estraesse una balestra e la mettessek.o con un colpo solo.
Indietreggiò spaventata, ma il ragazzo aveva
preso solo un pacco di sigarette e ne stava mettendo proprio una in bocca,
osservando continuamente Beth di sottecchi.
Stranamente Beth arrossì, guardando come il fumo fuoriusciva dalle
labbra carnose di Mason e di come lui inspirava
profondamente per assorbirlo. Anche se non doveva pensarlo, MasonLockwood era davvero bellissimo…
Certo, non al pari di quel
ben di Dio che aveva visto a casa di Jenna, ma da quanto aveva capito, anche
Elijah era un personaggio pericoloso.
<< Ma perché mi
intestardisco sempre a correre dietro a persone poco raccomandabili? >>
Pensò Beth inclinando la testa pensierosa.
“Da quanto fumi?” domandò
all’improvviso.
Mason
fece uscire un’ultima folata di fumo e disse:
“Da un anno quasi, è diciamo
un digestivo per controllarmi”
“Controllare cosa?” chiese
velocemente.
“Perché tutte questa
domande, Beth?” domandò Mason
sorridendo sghembo.
Lei alzò la spallucce:
“Ora è meglio che ti lascio,
si sta facendo buio e Alice si sarà chiesta che fine io abbia fatto”
Mason
rise ancora:
“Ha paura che ti rapisca?”
Questa volta fu Beth a ridere a crepapelle:
“Sai che bottino! Non valgo
molto come riscatto!”
“Non ti restituirò allora…” disse lui con una luce maliziosa negli occhi.
Beth
deglutì nervosa cercando di non arrossire.
“Ci si vede Beth” esclamò Mason andando verso
casa.
“Ciao Mason…”
lo salutò Beth,
fissandolo confusa…
Quando Beth
tornò a casa, Alice l’accolse con una scenata:
“Eccoti finalmente! Stavo sclerando di brutto! Mi mandi un strano messaggio e poi svanisci
per delle ore!”
“Scusami ero in
perlustrazione.” Rispose Beth solamente.
“Cosa?”
“Dai Lockwood…
osservavo e…. osservavo tutto qui!” esclamò a disagio.
“Spero che tu abbia tenuto a
freno la tua linguaccia” rispose Ali alzando il sopracciglio.
“Te l’ho detto Ali, ho solo
osservato.”
Alice la guardò sospettosa:
conosceva da tutta una vita Beth e quando ripeteva
sempre la stessa parola voleva dire che era agitata e che nascondeva qualcosa.
Maledizione! Sicuramente non
le avrebbe detto in che guaio si era cacciata con i Lockwood,
ma la situazione stava notevolmente peggiorando. Ci mancavano solo i lupi
mannari!
“E’ tardi dai andiamo a
letto” mormorò Beth per calmare le acque.
“Ok.”
Per la prima volta da quando
si conoscevano, le due ragazze si tenevano dei segreti…
Alice non le aveva detto nulla riguardo al fatto che Damon era venuto in quella
casa e aveva sentito una strana sintonia con lui. Mentre Beth
non le aveva riferito ciò che aveva combinato dai Lockwood.
Ma entrambe tacevano, nel
timore di far preoccupare l’altra.
Tuttavia, i segreti
avrebbero portato in futuro ancora e altri segreti…
quando inizi, non finisci mai.
A qualche Km da MysticFalls intanto, un gruppo
di quattro uomini, all’apparenza innocui turisti, stavano girando una zona di
un piccolo paese. Una leggera folata di vento sollevò le foglie rinsecchite
dall’inverno e la polvere della strada che non veniva ripulita da anni.
Sembrava la città di
nessuno.
Da come camminavano, l’uno
di fianco all’altra e con passi veloci sembrava che appartenessero a qualche
squadrone di polizia, e infatti quei tizi portavano grandi occhiali scuri e dei
giubbotti lunghi che ricoprivano tutto il corpo, tenendo le mani in tasca.
Alcuni portavano dei cappelli che gli ricoprivano metà viso.
Entrarono di soppiatto
dentro una fabbrica apparentemente deserta, non c’era anima viva tuttavia loro
erano stati mandati lì per uno scopo e dovevano eseguirlo al più presto.
Un lavoraccio da niente.
Piuttosto semplice per quegli uomini di così larga esperienza.
All’improvviso tirarono
fuori dall’interno dei loro giubbotti, alcuni fucili con proiettili di legno e
dei paletti ben affilati; poi i quattro uomini si levarono tutti gli oggetti che
potevano essere d’ostacolo: cappello, occhiali; e si diressero verso il rifugio
di alcuni vampiri, pronti a stanarli.
La città era ormai deserta;
nessuno poteva sentire le urla agghiaccianti e il rumore assordante dei colpi
dei fucili.
La caccia era iniziata.
Il mattino dopo, Beth e Alice si svegliarono contemporaneamente e fecero una
leggera colazione; nessuna parlò di quello che era successo il giorno prima e Beth disse che sarebbe uscita a fare un giro. Prima di
uscire, Alice lanciò un’occhiata preoccupata all’amica, temendo che potesse
accaderle qualcosa. Non aveva notato però, che Beth
la notte scorsa non aveva dormito ma aveva passato tutto il tempo a sfogliare
un libro della loro biblioteca, che in quel momento era riposto disordinatamente
dentro lo scaffale.
Forse Beth
aveva trovato quello che cercava.
Mandò un messaggio a Tyler,
dove gli diceva di incontrarsi al Grill; aveva troppa paura e timore di
incontrare Mason dopo l’ultimo incontro, e quindi
aveva optato per il giovane Lockwood, con il quale
aveva più confidenza e meno imbarazzo.
Tyler fu puntuale e Beth gli sorrise timidamente mentre si accomodò di fronte a
lui nel tavolo del bar.
“Perché mi hai voluto vedere
così all’improvviso, Beth? Che è successo?” chiese
lui dubbioso ma felice di rivederla ancora.
“Tyler vedi io…. “ Alzò il viso e incrociò lo sguardo dell’amico. Lui non
aveva lo stesso sguardo feroce o provocatorio di Mason,
sembrava perfettamente normale. Il solito Tyler.
Fece un respiro profondo:
“Io so tutto” disse seria.
Tyler la guardò fingendo di
non capire e sorrise sorpreso:
“Che cosa scusa?”
“Andiamo Tyler…
quello che è accaduto la notte della tua festa… so
cosa ti è realmente successo… so cosa sei”
Tyler cambiò espressione e
si fece all’improvviso agitato, guardandosi attorno spaventato.
“Tranquillo non dirò nulla a
nessuno, te lo giuro” gli disse Beth rincuorandolo.
“E allora cosa vuoi da me?
Perché sei venuta qui?” le chiese minaccioso.
Beth
si morse il labbro inferiore:
“Ho bisogno del tuo aiuto… forse tu possiedi qualcosa che potrebbe aiutarmi.. o
meglio aiuterebbe Alice…”
“Cosa? Che c’entra Alice? Beth spiegati altrimenti!” urlò lui in preda alla rabbia e
alzandosi dal tavolo.
“No no! Fermo resta seduto!
Non sono venuta qui per tenderti una trappola ok?” mormorò toccandogli la mano
per dimostrargli la sua buona fede. “La tua famiglia ti ha tramandato per caso
un oggetto raro… una pietra di luna…?
Il nome ti suona familiare?”
“Perché me lo chiedi?”
chiese lui ritornando a sedersi.
“Ce l’hai?”
“Me l’hanno chiesta in
milioni dopo che mio padre è morto! Cosa avrà mai quell’aggeggio di così
spettacolare?!”
“Allora è vero, esiste! E
dove ce l’hai?”
“Frena l’entusiasmo Beth, non ce l’ho più. L’ho data a mio zio”
“A Mason?
Perché?” domandò Beth sorpresa. Perché ad ogni sua
mossa, lei incontrava Mason nella sua strada?
“La voleva a tutti i costi!
Me lo domandava ogni giorno e quando mi sono fatto dire la verità, gli ho dato
la pietra come pegno di fiducia”
“Quale verità?”
Tyler la guardò fisso negli
occhi:
“Insomma Beth…
io sono ciò che sono… e mio zio…”
“Anche lui è…?” Domandò tremante.
Tyler non le rispose, ma
dalla sua espressione Beth capì che era un sì.
“Ma questo non ci porta al perché tu abbia
voluto incontrarmi e chiedermi di questa misteriosa pietra!” disse Tyler
alzando la voce.
“Si scusami, sono rimasta un
po’ destabilizzata! Comunque devi rifartela dare per favore…
mi serve!”
“Ti serve a cosa? Non mi
sembra che tu abbia il mio stesso problema!”
“No figurati non è quello!
E’ solo che…. Ho letto che quella pietra è molto
potente e antica, e serve a spezzare le maledizioni.”
“Maledizioni di cosa?”
“Non lo so. Il libro da cui
ho ricavato l’informazione è stato molto vago, ma diceva che quella pietra è
l’unico strumento in grado di spezzare la maggior parte delle maledizioni
esistenti sulla Terra… e se davvero è utile al mio scopo… devo averla Tyler!”
Il ragazzo la fissò non del
tutto convinto e poi chiese:
“Cosa c’entra Alice…?”
Beth
deglutì ma non rispose.
“E’ affetta da qualcosa…?” domandò Tyler per incentivarla a parlare.
“Non è un licantropo se è
questo che vuoi sapere… solo che….
Ha dei problemi… sta male…
e se non risolviamo subito la faccenda, lei potrebbe peggiorare. E dunque ho
pensato che quella pietra di luna potesse servirmi ad aiutarla, che magari
spezzasse quella maledizione che la tormenta!”
“Quale maledizione?”
“Non sappiamo di preciso
cosa sia perché i suoi sintomi sono davvero insoliti…!
Ma, Tyler per l’amor del cielo deve restare un segreto. Io mi sono confidata
con te e spero nella tua discrezione… non navighiamo
in belle acque io e Alice nell’ultimo periodo…”
Tyler la guardò tristemente:
“Mi dispiace Beth, davvero…. Ma così come tu
non dirai a nessuno la verità su di me, io non dirò a nessuno la verità su
Alice. Lo prometto”
Beth
gli sorrise grata:
“E la pietra? Quando te la puoi far ridare da tuo
zio?”
“Non lo so. Ma penso presto,
glielo chiederò non appena lo vedo”
“Grazie mille Tyler.”
Rispose lei infine, alzandosi dal tavolo.
“Beth?”
Lei si voltò disorientata e
aspettò che lui finisse.
“Tu sai anche…
di LORO?” domandò Tyler facendo sottolineare l’ultima parola. Beth sgranò gli occhi spaventata perché aveva capito di
cosa parlava.
“Mi dispiace Tyler, non
posso parlarne scusa.” Dopo aver detto questo se ne andò dal bar così non
avrebbe più dovuto rispondere ad altre domande.
Il giovane Lockwood cambiò espressione radicalmente e fuoriuscì dal
bar come un pazzo. Dopo aver accurato che nessuno lo spiasse, digitò un numero
di cellulare.
“Tyler?” Era la voce di suo
zio.
“Mason…
avevi ragione tu. I succhia sangue hanno ritirato fuori l’argomento della
pietra di luna e hanno mandato un povero messaggero a fare il lavoro sporco per
loro.”
“Beth,
non è così?” domandò lui sicuro.
“Si…
ma Mason aspetta a fare mosse avventate! Da quel che
mi hai detto, forse lei è stata soggiogata per venire a parlarmi della pietra.
E poi per farmi abboccare all’amo ha raccontato una storia assurda che riguarda
Alice Summers ed era convinta che io ci cascassi! Ma
penso davvero che lei non c’entri niente in tutto questo…”
disse Tyler per cercare di difendere Beth.
“Lo vedremo” rispose Mason con voce cupa, chiudendo la conversazione.
Intanto al Grill erano entrati
4 strani tizi con cappotto, cappelli e occhiali da sole vistosi. Il più giovane
si tolse in fretta il cappotto e si sedette pigramente su uno degli sgabelli e
cominciò a fumare un sigaro. Aveva i capelli biondi, sui 32 anni e aveva sul
viso un’espressione annoiata. Nel lato della fronte si intravedeva una
cicatrice, che lo faceva rendere ancora più desiderabile agli occhi del gentil
sesso.
Era il classico tipo d’uomo
che Beth avrebbe classificato come “bel fusto”.
“Ehi non si può fumare qui
dentro” mormorò Matt da dietro il bancone.
“E chi lo dice?” chiese lui,
non curandosi del viso accigliato del cameriere.
“La legge. Quindi se
permettete.” Ma Matt non ebbe il tempo di finire la frase, che l’uomo lo prese
per il colletto e lo disarcionò, trasportandolo di peso fino all’altro lato del
bancone.
“Beh, ora la legge è
cambiata visto che sono arrivato io!” esclamò l’uomo, sorridendo
amichevolmente, tenendolo in pugno. Alla fine lo lasciò andare con uno
spintone, facendolo cadere sopra a dei tavolini.
“Smettila Adrian.” disse serio un altro uomo che beveva accanto a lui
e che sembrava avesse qualche anno più di lui. Erano entrambi biondi, ma questo
era più smilzo e portava gli occhiali da vista.
Adrian
in questione alzò le mani sbuffando e tornò a fumare il sigaro, come se nulla
fosse un successo.
Matt rabbioso d’ira e per
essere stato beffato, si lanciò contro l’uomo, ma Adrian,
avendo intuito le sue intenzioni, lo prese per il collo e lo lanciò con furia
in direzione del tavolo da biliardo, fracassandolo completamente.
Adrian
rise divertito per aver fatto “canestro” e bevve un sorso di birra:
“Wow! Quel che ci vuole per
mantenersi in forma, è lanciare per aria qualche sacco di patate, giusto
compagni?” esclamò euforico allargando il sorriso. La gente lì dentro era
traumatizzata da quel tizio così corpulento, alto e fin troppo muscoloso, ma
avevano troppa paura per alzarsi e andarsene.
“Certo Adriancerto…” sussurrò una voce annoiata del terzo uomo,
che continuava a bere senza girarsi. Mentre quello con gli occhiali da vista lo
guardava scuotendo la testa, per rimproverarlo.
Il biondino vedendo che
nessuno gli mostrava la dovuta attenzione, fece un leggere broncio quando sentì
una voce dietro di lui.
“Hai voglia di stare al
fresco per qualche giorno, teppistello?” disse un
agente di polizia con rabbia.
Adrian
sbuffò spazientito e si girò verso l’uomo ridendo in modo sfrontato:
“Senta agente, noi due siamo
dalla stessa parte mi creda!”
Ma quando avvertì che il
poliziotto stava per mettergli le manette, Adrian
reagì con violenza e lo prese a pugni facendolo stramazzare a terra. Arrivarono
in suo soccorso Matt, che si era rialzato, e altri suoi amici per fermare la
rissa.
Adrian
però si stava divertendo come un ragazzino, a giudicare dai ghigni ironici che
faceva ogni volta che mollava un bel gancio destro.
L’uomo con gli occhiali,
vedendo che la situazione stava precipitando, diede un manata nella spalla
dell’altro suo amico vicino a lui e andarono in direzione di Adrian per sedare la rissa. Il quarto uomo invece, rimase
al bancone senza dire niente. Aveva una collana e dal petto si poteva
intravedere che portava una croce.
L’occhialuto con violenza,
riuscì a prendere da parte Adrian in mezzo a tutto
quel trambusto e lo prese per il collo cercando di scuoterlo:
“Che cazzo stai facendo,
cretino??” gli gridò in faccia.
“Faccio un po’ di casino
no?! Siamo qui per questo!” rispose, facendosi una grossa risata e si lanciò
nuovamente nella rissa, pronto a fare a pugni con qualcuno.
Intanto l’uomo al bancone,
che non aveva nemmeno tolto il cappello e gli occhiali, stanco dei continui
colpi di testa di Adrian, se ne andò dall’uscita
posteriore senza intervenire. Se la sarebbero cavata benissimo anche da soli.
Nel frattempo, Beth girovagava per la città, quando intravide Elijah
dall’altra parte del marciapiede, che camminava elegantemente tenendo una mano
nella tasca. Osservò a lungo la sua andatura e ammirò estasiata quell’essere
così fuori dal comune. Ormai aveva capito che anche lui era pericoloso,
probabilmente era un vampiro notando poi la sua pelle così bianca, ma insomma,
guardare non costa nulla e poi un simile spettacolo non era visibile tutti i
giorni.
I suoi pensieri romantici
furono interrotti, quando sentì una mano sulla spalla. Si voltò e notò che era
Alice e che la stava guardando con espressione accigliata:
“Cosa fai? Ti stai ammirando
Elijah forse?”
“Io? No! Stavo solo pensando
a quanto mi era mancata la città!” rispose sorridendo.
“Forse perché pullula di
uomini affascinanti, che a Firenze potevi solo sognare o guardare alla tv
vero?”
“Beh che c’è di male? Siamo
giovani Ali! Non faccio niente di male a guardare!”
“Se guardi solo… ma ti ho detto che non devi farti coinvolgere da
nessuno di loro!”
“Recepito il messaggio, va
bene” rispose non curandosi del reale avvertimento dell’amica.
All’improvviso però,
notarono che proprio Elijah era di fronte a loro e le fissava con uno strano
sorriso: Beth strabuzzò gli occhi sorpresa e con il
cuore a mille, non sapendo cosa dire; mentre Alice restò immobile a fissarlo
con espressione dura. A contrario di Beth, lei era
come immune al fascino micidiale che emanava Elijah…forse
perché ogni fibra del suo corpo le ordinava di stargli lontano.
“Ci si rivede. Anche voi vi
state godendo la bella giornata?” domandò Elijah affabile, avvicinandosi alle
due ragazze.
Beth
deglutì rumorosamente e guardò Alice titubante negli occhi, non sapendo come
comportarsi.
Invece Alice non era per
nulla emozionata come l’amica e alzò il mento in segno di sfida:
“Perché sei venuto in questa
città? Abbiamo già abbastanza guai per tenere a bada un altro vampiro.” domandò
senza giri di parole. Beth la fulminò con lo sguardo
per fermarla e si guardò intorno spaventata che qualcuno avesse sentito; ma
Alice era irremovibile. Non aveva paura di lui.
“Io non sono come gli altri
però e vi assicuro che non recherò alcun danno alla vostra amata città se Elena
rispetta i patti”
“Non mi fido…io
so chi sei…” sussurrò coraggiosamente.
“Sarei stato deluso del contrario… ovvero che tu non scoprissi chi io sia
veramente” rispose con tono freddo e diabolico. Ma il tono distaccato con cui
rivolgeva quelle parole, tradiva il sorriso sghembo che gli si era formato nel
volto.
Elisabetta poi a dispetto
della sfacciataggine di Alice, stava quasi per avere un collasso e voleva
ritornarsene a casa, al sicuro il più presto possibile. Le cose si stavano
mettendo male e in maniera molto pericolosa! Cosa era saltato in testa ad Alice
di provocare in quel modo Elijah?
Beth
si girò verso il vampiro, tremando come una foglia e questa volta non mostrava
più emozione o ansia nell’averlo rivisto nuovamente, ma soltanto paura.
Elijah rise soddisfatto e si
avvicinò pericolosamente ad Alice. Così dimenticando ogni pericolo e senza
tentennamento, Beth si mise davanti all’amica per
proteggerla: Alice era l’unica persona che le era rimasta e non avrebbe mai
permesso che le capitasse qualcosa, anche se quello era il massimo che potesse fare.
Elijah, accorgendosi della
mossa di Beth rise sorpreso: “Sei fortunata Alice ad
avere un’amica fedele come lei e che è disposta a tutto pur di proteggerti”
disse ammirato, dopodiché si rivolse a Elisabetta:
“Beth,
giusto?” domandò pensieroso, indicandola con la mano; lei deglutì e non poté
fare altro che assentire con la testa, perché non riusciva a emettere parola.
Lui le sorrise affascinante:
“Davvero ammirevole…”
Beth
gli accennò un sorriso forzato ma Alice si scostò da lei e disse: “Cosa vuoi da
noi? Perché ci parli facendo sottintendere che sai qualcosa nei nostri
riguardi??”
Questa volta fu Beth a guardarla ammirata: di certo lei non aveva la faccia
tosta e il coraggio di rivolgersi così ad Elijah.
Il vampiro non rispose e
fece un sorriso ambiguo, prima di girar loro le spalle e andarsene.
Le ragazze rimasero a
fissarlo senza però fermarlo, tanto se lui non voleva rivelare niente, loro non
sarebbero di sicuro riuscite a dissuaderlo per fargli cambiare idea; ma ad un tratto Elijah si girò verso di loro e
rivolgendosi ad Alice disse:
“Dovresti toglierti la collana, non farà altro
che peggiorare in futuro.”
Alice rimase a bocca aperta,
come se fosse sotto shock ed Elijah sorrise nuovamente dileguandosi nel nulla.
Beth
era rimasta a fissare la scena, non osando dire niente e quando si voltò verso Alice
notò che per la prima volta lei era quella più spaventata e traumatizzata:
“Ali…” Beth la guardò tristemente, ma cosa poteva dire per farla
stare meglio?? Niente.
Intuì che Alice voleva
restare da sola a pensare, quindi le diede un bacio sulla guancia e disse che
sarebbe tornata a casa più tardi.
Alice la ringraziò e si
avviò verso casa con la testa che martellava come un trapano.
Sorrise amaramente dentro di
sé. Come poteva andare peggio di così? E ormai non aveva neanche più la forza
di piangere o urlare.
Intanto Beth
decise di andare a passeggiare dentro la foresta, dove giocava spesso quando
era bambina. Anche se quel luogo aveva un aspetto lugubre, Beth
riusciva a essere in pace e in serenità lì, ma le sensazioni piacevoli
svanirono quando vide MasonLockwood
fuoriuscire da una vecchia cripta della sua famiglia.
Egli si accese una
sigaretta, ma si accorse della presenza di Beth solo
quando sentì dei passi provenire verso di lui: si ritrovarono così l’uno di
fronte all’altra e nessuno dei due proferì parola.
Mason
la fissò intensamente con i suoi grandi occhi verdi e fece un altro tiro di
sigaretta dopodiché dischiuse le sue labbra carnose per farne uscire il fumo.
Nessuno dei due abbassò lo sguardo
anche se la situazione era piuttosto imbarazzante, almeno per Beth che arrossì inconsciamente: le sembrava strano e
ingiusto che un tipo come lui che poteva avere tutto, alla fine era stato
condannato a quella triste agonia per colpa di una maledizione che gli era
stata tramandata dalla sua famiglia.
Mason
lasciò cadere a terra il mozzicone di sigaretta e lo schiacciò con la suola
della scarpa: “Ne vuoi una?” chiese tirandone fuori un’altra. Beth gli sorrise gentile “ no grazie non fumo e poi fumare
fa male” si lasciò sfuggire con tono maturo.
Mason
abbassò lo sguardo sorridendo:
“E tu fai solo cose che ti fanno stare bene, Beth?” chiese alzando lo sguardo su di lei.
“Ci provo” rispose lei con un sussurro,
guardandolo negli occhi.
In quel momento c’era un che
di inquietante in lui, nella sicurezza che ostentava nei suoi confronti…Beth credeva di essere
diventata troppo paranoica, ma poi le venne in mente che per scatenare la
maledizione bisognava uccidere qualcuno.
Così iniziò ad
indietreggiare, vista l’espressione tutt’altro che dolce apparsa nel volto di Mason:
“Di certo frequentare
gentaglia come i vampiri non fa affatto bene.”
Beth deglutì
preoccupata: “Tu come fai a…?”
Mason
rise diabolico: “Io so tutto riguardo alla cattiva compagnia che frequenti e
non mi piace la sola idea che gente come voi giri attorno alla mia famiglia”
Questa volta la sua voce si era
fatta più tesa e minacciosa. Si avvicinò alla ragazza tanto che i loro vestiti
potevano quasi sfiorarsi. Beth cercò di restare calma
e di prendere tempo:
“Tu non sai quello che stai dicendo…”
“Vedo che ti hanno insegnato cosa dire, anzi
non dire per mantenere il loro piccolo segreto” rispose lui sogghignando.
All’improvviso Beth alzò lo sguardo e incrociò senza timore i suoi occhi
terrificanti:
“Però non sono la sola a nascondere qualche
segreto, non è vero Mason? Lo dimostra il fatto di
come correvi per il giardino, come se la tua testa stesse bruciando, per
evitare che la cameriera si avvicinasse troppo alla tua auto!”
Lui sgranò gli occhi sorpreso e sorrise
divertito:
“Ho capito, Tyler ti ha raccontato più del dovuto… quel ragazzo non riesce proprio a mantenere i
segreti. Ma..!”
Improvvisamente Mason la tirò a sé arrabbiato: “Voglio sapere cosa ne avete
fatto della pietra di luna visto che dove l’avevo nascosta non c’è più!! E sono
sicuro che dietro tutto questo c’è il VOSTRO zampino!! Cosa ne avete fatto?” le
urlò furioso avvicinando il suo viso a quello di Beth,
che si allontanò spaventata.
Mason
guardò ipnotico quegli occhi verdi e limpidi, di una tonalità più chiara dei suoi,
che lo fissavano impauriti.
Lentamente la lasciò andare, ma in quel
momento sentì dei passi furtivi avvicinarsi a loro e la cosa non gli piaceva:
il suo istinto di lupo stava gridando a gran voce la percezione del pericolo
avvenente.
Prese Beth
per un braccio e le disse serio:
“Vieni con me.”
Beth strabuzzò gli
occhi temendo che volesse portarla in qualche camera della tortura: “Cosa?
No!!” rispose decisa puntando i piedi
sul terreno.
Mason
la trafisse con lo sguardo: “Non discutere!” Ma ad un tratto notò che 4 uomini
con indosso dei lunghi cappotti e strani cappelli, si erano materializzati a
qualche metro da loro.
Quei tizi non avevano per
niente una faccia raccomandabile, soprattutto quello biondo e grosso che
sembrava ansioso di menar le mani.
Mason
deglutì nervoso e lasciò la presa sul braccio di Beth,
stando sempre all’erta ad ogni loro minima mossa. Quello con gli occhiali, il
più smilzo dei tre disse: “MasonLockwood?”
Il diretto interessato sorrise sfacciato e
rispose: “Dipende da chi lo cerca!”
Allora quello biondo di
prima, avanzò di qualche passo e disse sgranchendosi le mani:
“Bene compagni, direi di
metterci subito al lavoro.”
Beth,
vedendo come si stavano mettendo le cose, si parò dietro a Mason,
sebbene un attimo prima aveva avuto proprio paura di lui, ma quei tizi le
mettevano ancor più paura.
Che facce terribili!!
Sembravano dei criminali provenienti da qualche film hollywoodiano.
Sentiva i muscoli di Mason irrigidirsi e pronti a scattare, ma all’improvviso
uno dei 4 uomini, che sembrava essere il capo e portava una collana con una
croce, tirò fuori una pistola con destrezza.
Prima che Beth e Mason potessero reagire, sparò.
Dopo qualche ora, Alice
stava girando e rigirando per casa con un’ansia terribile addosso: aveva
chiamato Beth 200 volte al cellulare, ma lei non
aveva mai risposto e stava cominciando a preoccuparsi.
Non era ancora sera ma aveva
una brutta sensazione, niente a che fare con i suoi mal di testa ma soltanto un
terribile sesto senso, che purtroppo per lei non aveva mai sbagliato in
passato.
Era troppo legata a Beth, per non percepire quando si metteva nei guai e prese
alla svelta una decisione. Fece per uscire di casa, quando vide sull’uscio
Damon Salvatore che stava per bussare.
“Damon ciao!” esclamò
sorpresa, sorridendo per la prima volta in quella giornata.
Lui ricambiò radioso il
sorriso, uno di quelli che ti fanno sciogliere appena lo fa: “Non pensavo fossi
così felice di rivedermi!” Alice rise piano ma poi si fece seria: “Capiti
proprio a pennello. Ho bisogno del tuo aiuto, non riesco a rintracciare Beth”.
Damon alzò gli occhi al cielo
e disse: “Sembrate legate con il cordone ombelicale voi due!! Sarà andata a
fare un giro…”
Alice però non sembrava
convinta e stava per ribattere, quando notò in strada un uomo alto e lo
riconobbe subito. Elijah.
Cosa ci faceva lì? Come
aveva fatto a trovare casa sua?
Lo guardò con astio ma
Elijah non facendo caso al suo sguardo disse: “ Purtroppo non è andata
semplicemente a farsi un giro; dalle informazioni che ho ricevuto, sono
arrivati in città un gruppo di pericolosi fanatici, che voi comunemente soprannominate
cacciatori, anche se questi non sono uguali agli altri…
E hanno preso Beth e il suo nuovo amico MasonLockwood.”
Fu come se Alice avesse
ricevuto un calcio in pieno petto e non riuscì più a respirare. Sapeva che Beth era in pericolo e dovevano darsi subito una mossa per
andarla a cercare!!
Si voltò verso Damon e notò
che lui sembrava più shockato di lei: forse per il fatto che quello stronzo di MasonLockwood era tornato in
città e lui non ne sapeva niente, o forse perché erano appena arrivati a MysticFalls un gruppo di pazzi
fanatici pronti ad ucciderli tutti…
Eccoci alla fine di questo sesto
capitolo!!!! Diciamo che i colpi di scena non sono mancati e si sono aggiunti
dei nuovi personaggi questi fanatici chi sono?? Cosa vorranno dai nostri
personaggi??? XDXDXD chissà cosa succederà a Beth e Mason!!!! Per scoprirlo dovrete aspettare il prossimo
capitolo!!!! XDXDXD e che dire tra Damon e Alice si stà
creando un certo feeling chissà come maturerà!!!! XDXDXD
Aspetta con ansia le vostre recensioni e
ringrazio con tutto il cuore le ragazze che hanno recensito gli scorsi capitoli
ma anche chi ha inserito la storia tra le preferite, seguite e ricordate e
ovviamente anche le lettrici silenziose!!!! XDXDXD
Ora vi lascio al prossimo aggiornamento
fanciulle sperando che sia al più presto!!!! XDXDXD
Nel
momento stesso in cui quell’uomo dal viso orribile sparò, Beth
scattò in avanti e si buttò a terra terrorizzata, tenendosi le mani sopra la
testa, ma ancor prima che lo facesse il proiettile aveva centrato la spalla
destra di Mason.
In
un primo momento lui sorrise sprezzante ai 4 uomini, perché un proiettile non
poteva di certo ucciderlo, così si avvicinò pericolosamente a loro, pronto per
farli fuori, quando sentì un dolore lancinante su tutto il corpo, come se le
vene stessero sputando veleno letale.
Mason si
accasciò a terra stremato per quel dolore improvviso, respirando debolmente, ma
con le sue ultime forze provò a rialzarsi sulle ginocchia, cercando di non
dargliela vinta a quei 4 pazzi.
Il
più giovane ma anche il più muscoloso dei 4, gli diede una ginocchiata sulla
testa, che fece capitolare Mason a terra privo di
sensi.
Beth, che
era rimasta a fissare tutta la scena con occhi increduli e terrorizzati,
cominciò a gridare spaventata quando vide Mason
cadere a terra sconfitto e pensò che avrebbe fatto fare la stessa fine anche
lei.
Adrian si
avvicinò a Mason, per assicurarsi che fosse fuori
gioco e dopo aver constatato ciò, si alzò con un sorriso soddisfatto e disse:
“Perfetto il cane è sistemato, ora dovremmo
occuparci della ragazza…” tutti e 4 alzarono il viso
contemporaneamente in direzione di Beth.
Lei
spaventata oltre ogni dire cercò di scappare via di lì aiutandosi con le
braccia e i piedi piantati nel terreno, ma non servì a molto, perché sentì una
mano afferrarle i capelli con violenza e che la fece alzare senza delicatezza
alcuna.
“Lasciami andare!! Lasciami!!” gridò Beth con
disperazione e rabbia.
L’uomo
la fece girare violentemente per farla stare zitta e lei per tutta risposta gli
piantò le unghie nel petto con tutta la forza che aveva, ma sembrava che stesse
perforando una massa di metallo e sentì le proprie unghie scricchiolare per lo
sforzo.
Beth notò
che l’uomo portava una strana collana a forma di croce, con inciso all’interno
il simbolo di una rosa, così si aggrappò ad essa per cercare di strozzarlo, ma
finì solo per strappargliela dal collo e la collana finì a terra.
L’uomo
fissò con sorpresa la sua collana caduta a terra e poi alzò lo sguardo e fissò Beth con disgusto; le mollò uno schiaffo così violento che
la fece cadere contro un albero.
Uno
dei suoi compagni, che portava i baffi e i capelli neri gli mise una mano sulla
spalla per fermarlo e gli disse serio: “Aspetta Xavier,
è un’umana!”
Xavier
allora si girò verso Beth ma la ripugnanza sul suo
volto non svanì per nulla. Allora lei cercò di analizzare chi aveva davanti:
quell’uomo sembrava il più vecchio dei 4 sebbene dimostrasse 45 anni
solamente,aveva degli occhi chiari e
stanchi cerchiati da profonde occhiaie, segno che non dormiva da giorni.
Fisicamente era forte e alto, non quanto Adrian però,
anche se pure Xavier faceva la sua bella figura come
cacciatore.
Beth ritornò alla
realtà quando vide l’uomo tirare via la mano del compagno e si abbassò per
raccogliere la sua collana, cercando di ripulirla come se fosse un gioiello
inestimabile.
Adrian si
avvicinò a loro e disse deciso:
“E con questo? Ci può essere utile,
sicuramente sa qualcosa e quindi propongo di portarci dietro anche lei, tanto
non penso che sarà un carico pesante” disse analizzando con uno strano sorriso
diabolico il corpo minuto e fragile della povera Beth,
che rimaneva immobile a fissarli disorientata.
Qualche
goccia di sangue scendeva dal naso per colpa dello schiaffo ricevuto in
precedenza e le gambe le sembravano pesanti come la roccia e non riusciva nemmeno
a muoversi.
“Un momento!” esclamò il ragazzo con gli occhiali con sguardo
preoccupato “Non abbiamo mai preso in ostaggio un umano, specialmente una
ragazza!! Ci stiamo comportando da animali così…
lasciamola andare!”, gli occhi di Beth si animarono
di speranza e cercò di accendere la lampadina nel cervello per trovare una via
di fuga da quella situazione pericolosa.
Xavier
perse la pazienza e rispose:
“Questa città è diversa dalle altre in cui
siamo stati, non dobbiamo guardare in faccia a nessuno per perseguire il nostro
obiettivo. Inoltre, Yannick, le tue scelte morali
sono piuttosto discutibili, soprattutto il fatto che tu sia sempre così indulgente… a volte mi chiedo davvero da che parte tu
stia!!” mormorò deluso guardandolo fisso negli occhi.
Yannick
guardò intimidito il volto di Xavier, che poteva
incutere timore a chiunque, persino ad uno come Adrian,
che proprio lui cercò di sdrammatizzare la situazione e appoggiò il braccio
sulle spalle di Yannick , ridendo:
“Andiamo Xavier!
Sarai pure il capo, ma non puoi dubitare di mio fratello!! Lui è un Dickmen! Cacciatore al 100%!!” esclamò convinto.
Yannick
gli lanciò un’occhiataccia ma non disse niente: infatti i due erano fratelli
anche se non si assomigliavano per niente: avevano entrambi i capelli biondi e
gli occhi blu, ma se Adrian era bello da mozzare il
fiato, con un fisico palestrato, presuntuoso, una vera testa calda; Yannick era proprio l’opposto: aveva un fisico mingherlino,
lo sguardo da buono e da secchione. Un idealista.
Entrambi
provenivano da una famiglia importante, quella dei Dickmen,
ed erano stati cresciuti con la stessa convinzione e gli stessi obiettivi.
All’improvviso
la loro attenzione fu attirata dalla voce terrorizzata di Beth,
la quale aveva avuto un’idea per liberarsi da quell’impiccio:
“Aspettate noi non c’entriamo nulla!! So chi state
cercando… i vampiri vero?” i 4 uomini si lanciarono
un’occhiata sospetta ma la ascoltarono attentamente.
Beth
deglutì fortemente: le sembrava una grande vigliaccata rivelare tutto quello
che sapeva dopo aver giurato di non rivelare a nessuno il segreto, ma se la
scelta era tra non rivelare ciò che sapeva e il salvarsi la pelle avrebbe
certamente scelto la seconda ipotesi; in fondo non aveva nulla che la legasse
ai Salvatore, quindi dopo aver preso la sua decisione disse:
“So che la città è piena di vampiri e posso
dirvi chi sono esattamente, ma lasciate andare me e Mason!”
mormorò debolmente.
Xavier si
fece una risata amara: “Le tue coordinate non ci servono ragazzina, abbiamo già
lui per questo!!” disse rivolgendosi all’uomo con i baffi, poi però si avvicinò
a Beth “Tuttavia tu, occhioni
belli, potresti esserci utile. Ok è deciso la portiamo con noi!” così dicendo
la afferrò per il braccio.
Yannick
stava per ribattere ma Adrian gli diede una gomitata
per farlo tacere… nessuno lì in mezzo poteva
permettersi di ostacolare Xavier.
Quest’ultimo
si accorse del rimprovero silenzioso del giovane occhialuto e gli disse: “Forza
Yannick, ingoia il rospo e prendi la ragazza”
dopodiché gli spinse con forza Beth tra le braccia e
la ragazza, vedendo in lui una certa titubanza né approfittò per scappare, ma
la sua fuga durò molto poco, perché l’uomo con i baffi la raggiunse in poco
tempo e si ritrovarono improvvisamente faccia a faccia.
A
Beth sembrò di scorgere in quegli occhi una fiamma infernale
che stava per arderla e dallo spavento cadde a terra all’indietro;
sfortunatamente inciampò sul corpo privo di sensi di Mason
e diede involontariamente una gomitata sulla spalla dove era stato ferito.
Adrian
sbuffò spazientito “Insomma non ci sapete mica fare con le donne voi!”
Così
dicendo si avvicinò a Beth e sfoderò uno dei suoi
sorrisi più belli: “Lascia che ti aiuti, non ti faremo niente te lo giuro.
Anche se l’apparenza inganna, noi siamo dei gentiluomini!” esclamò porgendole
la mano con gentilezza.
Beth
guardò quella mano come se fosse un insetto repellente; se le circostanze
fossero state diverse avrebbe sicuramente accettato con gioia e con gli occhi a
cuoricino, in fondo Adrian era davvero bello, ma quei
brutti ceffi stavano per rapirla e portarla via, magari in una specie di
tugurio per farle chissà cosa.
Così
scacciò via la mano con violenza e disse con durezza:
“ Vaffanculo! Io con
voi non vengo da nessuna parte!!”
Adrian la
fissò sorpreso e scoppiò a ridere fissando i suoi compagni:
“Per la miseria non pensavo che le americane
avessero un carattere così focoso! Dovremmo ritornare per una visita di piacere…!” Dal tono con cui quel biondino parlava non
sembrava infatti un americano… il suo accento
dimostrava che proveniva da qualche paese dell’Europa dell’est.
L’uomo
con i baffi, che si faceva chiamare Theo, si avvicinò a Beth
e la fece alzare:
“Ora basta con le chiacchiere! È passato già
troppo tempo e abbiamo solo preso quel cane. La lista è ancora lunga!!”.
Adrian si
girò verso Theo seccato per quel suo rimprovero: “So benissimo cosa dobbiamo
fare, non c’è bisogno che uno stregone me lo ricordi, chiaro?!” disse
lanciandogli un’occhiata di fuoco non avendo la minima paura di lui.
Yannick
si mise in mezzo e prese questa volta lui in custodia Beth
tenendole il braccio: la poverina si sentiva sballottare da una parte all’altra
come una marionetta e sembrava che gli alberi si stessero muovendo da soli… o magari era lei che aveva le vertigini?
Aveva
così un forte giramento di testa che non sentì le loro discussioni:
“Non dovremmo litigare tra di noi! Ora andiamo
prima che MasonLockwood si
risvegli!” disse Yannick, che era l’unico in grado di
far calmare quella testa calda di suo fratello Adrian,
infatti quest’ultimo si allontanò senza dire niente,cominciando ad avviarsi.
Theo
si mise sulle spalle Mason e partirono, con Beth sorvegliata a vista da Xavier,
e dagli sguardi pericolosi che le lanciava ogni secondo, Beth
abbandonò ogni proposito di fuga e deglutì spaventata.
Come sarebbe riuscita ad andarsene?? E Alice
cosa avrebbe pensato non vedendola tornare?? Di certo quei 4 pazzi non si
lasciavano intimidire da dei poliziotti e a quanto pareva non erano delle
matricole in fatto di caccia ai vampiri.
Beth
cercò di affaticare il cervello per l’ennesima volta in quella giornata, per
riuscire a trovare una soluzione.
Intanto
Alice stava avendo una vera e propria crisi isterica: non si dava pace e voleva
andare subito a cercare l’amica: “Insomma Alice dove vorresti andare da sola e
senza indizi?? Calmati un attimo” le disse Damon cercando di tranquillizzarla e
di farla ragionare, ma la ragazza era super tesa e non riusciva a stare in casa
senza far nulla. Nel frattempo i due erano andati a casa Salvatore per
discuterne insieme con Stefan e Elijah della
faccenda.
Beth non
aveva mai affrontato quel tipo di situazioni, chissà ora come starà strillando
o piagnucolando! Le si stringeva il cuore al pensiero che se Beth era in quella situazione era per colpa sua, se non
fossero mai ritornate a MysticFalls
tutto questo non sarebbe mai accaduto… ma ora doveva
trovare il modo per tirare fuori dai guai la sua amica, perché non se lo
sarebbe mai perdonata altrimenti.
“Elijah, tu hai detto che quegli uomini sono dei fanatici che danno la
caccia a quelli come noi, cosa intendevi??” chiese Stefan
per cercare una soluzione.
Elijah
che fino ad ora era stato zitto disse: “Quello che dovete sapere è che sono
pericolosi e di solito quando vanno a caccia si muovono in gruppo, credo che
abbiate attirato la loro attenzione… quei pazzi non
si muovono senza un valido motivo”
Stefan
lanciò un’occhiata a Damon. Sicuramente avranno sentito degli strani omicidi
avvenuti a MysticFalls e
non avranno bevuto la favola degli attacchi di animali, oppure erano arrivati a
MysticFalls per un altro scopo…
“Aspetta… perché
hanno preso Mason e Beth
allora?? Lui è un licantropo e lei un umana!”
A
sentire il nome di Mason, Alice si mise subito ad
ascoltare attentamente e drizzò le orecchie. Altra domanda: cosa ci faceva Beth con MasonLockwood??
Si
era raccomandata con lei che doveva stare lontano dalle persone che ritenevano
pericolose, ma come al solito Beth non le ha dato
retta e ha dato ascolto solo ai suoi ormoni!! Avrà sicuramente violentato con
gli occhi il bel Mason ed ora è finita nei guai
perché si trovava con lui….
“Questi fanatici danno la caccia a ogni tipo di essere soprannaturale:
vampiri, licantropi, fantasmi… hanno però una
predilezione per le streghe/stregoni e talvolta se ne servono”
A
questo punto Damon sbottò: “Ma perché sono venuti a romperci proprio ora??Credevo
che i cacciatori di vampiri si fossero estinti o che si riunissero in consigli
segreti proprio come quello della nostra cittadina!”
Elijah
lo guardò con uno sguardo serio: “Questi sono diversi”.
Alice
lo guardò preoccupata. Il tono serio e duro del vampiro non faceva presagire
nulla di buono e sembrava preoccupato quanto lei.
Dopo
un po’ si accorse di tremare; se uno come Elijah era preoccupato di cosa
potessero fare questi cacciatori, allora voleva dire che erano veramente
pericolosi più di quanto si potesse credere o immaginare.
“Come possiamo ritrovarli?” chiese demoralizzata.
Elijah si fece subito avanti: “Ho già
coinvolto nella ricerca dei miei amici stregoni, ma credo che sarà tardi ormai
perché dovevano proteggere solo le persone care ad Elena. Più di così non posso
fare” disse freddo uscendo dalla stanza.
Alice
lo guardò con disprezzo: è vero lei e Beth non
rientravano nel gruppo delle persone care ad Elena da proteggere…
e allora?? Bisognava lavarsene la mani e lasciare Beth
al suo destino?? Mai.
Alice alzò il viso guardando sia Damon che Stefan: “Io non abbandono mia sorella, è chiaro? Quindi io
vado a cercarla anche senza il vostro aiuto” disse con le lacrime agli occhi.
Damon
però la fermò: “Aspetta veniamo con te!” Stefan,dopo
aver visto uno sguardo significativo da parte di Damon, si preparò subito per
uscire.
Alice
rimase immobile di fianco a Damon senza dire nulla e abbassò lo sguardo, ma
Damon con un tocco della mano gli fece alzare il viso e le disse: “Non mi avevi
detto che tu e Beth eravate sorelle”
Alice
sospirò: “Mio padre l’ha adottata quando era molto piccola, i suoi genitori sono
morti in un incidente e lei non aveva più nessuno che potesse occuparsi di lei… anche se biologicamente non è mia sorella, per me lo
è!” sussurrò con tono triste.
Damon
capiva perfettamente quello che stava provando Alice in quel momento, lui più
di tutti sapeva quali erano gli effetti collaterali dei rapporti tra fratelli;
per quanto si possa litigare o avere dei contrasti, non puoi mai rinunciare a
un fratello o una sorella.
Entrambi
si guardarono intensamente per un momento, che sembrava durasse un’eternità, quando
furono interrotti da Stefan: “Dobbiamo andare! Ho
rintracciato gli stregoni di Elijah e propongono di dividerci per l’area di Fell’s Church, è lì che si trovano Beth
e Mason”.
Alice
fece un sospiro di sollievo e si avviò verso la porta ma fu nuovamente fermata
da Damon: “Tu dove credi di andare?” Alice cominciava a seccarsi di questo suo
comportamento troppo protettivo così gli rispose: “Non me ne starò a casa senza
far niente! Vengo con voi! Se Beth dovesse vedere
solo voi due preferirebbe stare nelle grinfie di quei pazzi piuttosto che nelle
vostre!! Non le piacete molto sai?” disse con tono sarcastico.
Damon rise per la sua ultima battuta: “Intendevo
dire che non puoi uscire senza armi!”
E così dicendo le diede un paio di pistole e
paletti: “Questi funzionano anche sugli umani!” Alice gli sorrise grata e
uscirono.
Beth
quando si risvegliò vide dinnanzi a lei una specie di grotta, che poteva
risalire a molti secoli fa. Lei era rannicchiata su un angolo buio, che molto
probabilmente era sporco e invaso da insetti terrificanti.
Sentiva
le proprie ossa gelarsi dal freddo e notò che non riusciva a muovere la testa e
a mettere a fuoco la vista… forse quei maniaci le
avevano dato una botta in testa per farla stare buona.
<<Devo uscire di qui >> pensò angosciata.
Ma quando fece per alzarsi imprecò dal dolore
e dalla fatica: quei bifolchi le avevano legato mani e piedi con dei lacci
strettissimi e che le stavano lasciando il segno sulla pelle.
Si
accorse però di non essere sola lì dentro.
Infatti vicino a lei c’era qualcuno, che da
quella distanza non riusciva a riconoscere; all’iniziò si spaventò molto ma poi
avvicinandosi si accorse che era solo Mason mezzo
svenuto.
Osservandolo
meglio vide che non era solo ferito alla spalla ma anche alla nuca da dove fuoriusciva
del sangue lungo la fronte e in altre parti del corpo.
In
Beth si scatenò una rabbia mai provata prima, al solo
pensiero che quei pazzi gli avessero fatto così del male senza dargli la
possibilità di difendersi! Si avvicinò piano a lui nel tentativo di svegliarlo
“Mason?” nessuna risposta “Mason??”
questa volta urlò più forte e infatti lui si svegliò con uno scossone.
Beth
cercò di calmarlo meglio che poteva:
“Mason! Mason! Sono io Beth, ti senti
bene?” lui la fissò stralunato e incredulo, era come se non ricordasse nulla
quasi come se fosse sotto shock quanto lei, ma dopo qualche minuto riacquistò
il senso della realtà.
Si
fece scuro in viso e digrignò i denti come un vero lupo:
“Se becco quei maledetti gli faccio passare io
la voglia di rapire così le persone!!” Il tono della sua voce suonava molto
ostile, tanto che Beth iniziò a tremare di paura.
“Non puoi far nulla, loro sono in 4 e tu sei
ferito, legato e malandato!”
Mason la
trafisse con lo sguardo per aver dubitato della sua forza: “Questo è da vedere,
risolverò questo casino creato dai tuoi cari amici vampiri” le disse duramente.
Beth alzò
gli occhi al cielo, poiché Mason era ancora
fortemente convinto che lei fosse una spia mandata dai suoi nemici e inoltre
credeva che tutto quello che gli era successo fosse stato solo per colpa di una
trappola dei fratelli Salvatore.
D’altronde
lui e i Salvatore avevano avuto molto spesso dei contrasti e non andavano per
niente d’amore e d’accordo.Ad un tratto
Beth sentì delle voci provenire dall’altra ala della
caverna: sembravano essere più di 4 voci.
“Ssssh!” Beth zittì le farneticazioni di Mason
e per sentire meglio, gli si avvicinò talmente tanto che si era quasi
avvinghiata a lui, visto che il rumore delle voci provenivano dalla parte
opposta dove era stata precedentemente rannicchiata.
Si
muoveva in modo maldestro perché era legata ai piedi e si ritrovò quasi semisdraiata
sulle gambe di Mason.
Poteva
percepire il respiro corto e affannoso di Mason sulla
sua guancia e notò che continuava a colare ancora del sangue dalle vesti
strappate del giovane. Beth cercò di restare lucida, per
riuscire ad ascoltare tutta la conversazione di quei pazzi fanatici.
“Perché ce ne stiamo rinchiusi in questa lurida fogna?? Dovremmo aver
già finito la caccia e invece abbiamo a malapena cominciato!”
Beth
riconobbe quella voce. Era di Adrian, quello che si
pavoneggiava di essere un Terminator. E dalla furia con cui urlava, si direbbe
che non vedeva l’ora di acchiappare qualche vampiro e andarsene da quella
città.
“Non hai sentito quello che ho appena detto? Theo è inquieto, percepisce
delle presenze oscure e maligne in questa città e non è sicuro che possiamo
agire noi quattro da soli senza coperture!” questa volta invece era la voce del
capo, quello più “anziano”. Xavier.
Lo
stregone quindi aveva percepito la presenza di Stefan
e Damon? Ma perché era così preoccupato? In fondo erano solo dei vampiri e di
certo ne avevano già affrontati prima di approdare lì.
“E quali sarebbero queste presenze oscure e maligne?! Sapevamo che
questa città era diversa dalle altre, ma questo non implica che dobbiamo
restarcene nascosti come dei codardi! Che cosa nasconde questa città? Una
specie di Attila?” Adrian sottolineò l’ultima frase
con un ghigno ironico.
Beth
sentì una voce tossire e farsi seria. Non l’aveva mai sentita prima d’ora.
Forse era la copertura che intendeva Xavier, arrivato
a Mysticfalls pronto a
dare una mano.
A
quella città avevano proprio riservato un trattamento speciale.
“Senti perché non ti calmi? Tra poco altri nostri uomini arriveranno in
città e allora potremmo agire liberamente senza guardarci le spalle spaventati,
come se fossimo dei pulcini bagnati”
“Tze!
Tremerai tu come un pulcino bagnato o altri uomini dell’Ordine forse… ma io no di certo!” esclamò Adrian
feroce.
Sentì
dei passi muoversi verso il lato opposto, ma poi tutto si fermò e calò un
silenzio di tomba. Poi ancora un rumore assordante come se qualcosa venisse
spaccato.
“Maledizione!” Eh si, forse Adrian aveva preso
a pugni una roccia.
“Fratello, la devi smettere sempre di provocare Xavier
così o di scaldarti tanto. Hai visto il modo in cui ti guardava, come se
volesse incenerirti o strapparti il cervello. E può farlo credimi” La voce
calma e diplomatica di Yannick cercava di far
ragionare il fratello minore, ma senza successo basandosi dagli urli che Adrian infieriva.
“Che lo facesse pure! Oppure può appellarsi a qualche suo stregone per
fare una mossa voodoo!” rispose in tono ironico. Poi sospirò rumorosamente e
disse:
“Senti Yannick puoi pensarci tu a loro? Io
vado a calmarmi un po’, ho troppo i nervi tesi. Mi raccomando stai attento… quel cane ha la faccia da pazzo e quella ragazza
altrettanto!”
Beth
strabuzzò gli occhi offesa. Lei aveva una faccia da pazza?? Che si guardasse la
sua!
All’improvviso
però senti dei passi avvicinarsi al loro nascondiglio e vide quello con gli
occhiali, Yannick, inginocchiarsi di fronte a loro.
Beth
sospirò sollevata e si abbandonò la posizione un po’ troppo compromettente che
ritraeva lei e Mason, rimettendosi immobile appoggiata al muro di roccia.
Aveva sperato di avere di fronte solo
quell’occhialuto, visto che le sembrava il più innocuo dei quattro ed anche il
più fesso . Lo dimostrava il fatto che stava fissando sia lei che Mason con preoccupazione misto a sensi di colpa.
“MasonLockwood mi rivolgo soprattutto a te…
lei non c’entra niente nella nostra faida. Se rispondi con chiarezza e
sincerità alle mie domande ti daremo una morte indolore e veloce; se invece fai
il fastidioso o il prepotente allora dovremmo attenerci alle maniere forti. Non
scherziamo”
Mason lo
fissò con disprezzo quasi volesse sputargli in faccia, ma non rispose e restò
fermo immobile.
“Dov’è la pietra di luna?” la sua domanda risuonò seria e decisa, senza
tentennamenti.
Beth sgranò
gli occhi sorpresa. Perché tutti quanti desideravano quella cosa rotonda?? La
situazione stava diventando davvero allucinante!
“Mi dispiace deludervi ma non ce l’ho più!” rispose con un ghigno per
nulla dispiaciuto.
Yannick
sbuffò e si avvicinò a Mason cercando di intimidirlo.
“Cerca di collaborare altrimenti..” Ma non fece in tempo a finire la
frase che Mason gli diede un pugno in faccia con le
mani legate, ma abbastanza violento da far ricadere Yannick
all’indietro; così facendo diede la possibilità a Mason
di tirargli un calcio nel petto facendolo tramortire contro il muro. Yannick cadde con un tonfo e si accasciò a terra,
respirando a fatica.
Cercò
di chiamare Adrian in suo aiuto, ma Mason non gliene diede il tempo e con una forza sovrumana
si tolse i lacci ai polsi e alla caviglie, per poi schiantare la testa di Yannick contro il muro più volte facendogli perdere i
sensi.
Beth fino
ad ora era rimasta impietrita a fissare la scena ma non aveva niente di cui
rallegrarsi, perché Mason aveva messo k.o solo uno di loro… e gli altri
se ne sarebbero accorti presto e sarebbero ritornati più incazzati che mai.
“Sei pazzo? Hai risolto qualcosa in questo modo?? Non possiamo uscire da
questo buco se non da quell’uscita, dove ci sono quei pazzi armati fino ai denti
ad aspettarci!” gridò spaventata mentre Mason la
aiutava a slegarsi.
“Non hanno contato che io conosco questo posto meglio di loro e c’è un
passaggio nascosto dentro queste grotte, lo so perché ci giocavo da piccolo e
più in là ci sono delle caverne appartenenti alla mia famiglia. Sono sicuro che
quei bastardi non ci troveranno tanto facilmente quindi..” Mason
la attirò contro di sé facendola alzare.
Il
cuore di Beth batteva fortissimo per colpa di quella
situazione assurda, ma anche perché Mason la stava
nuovamente fissando con lo stesso sguardo ipnotico del giorno prima.
Lui
però la lasciò andare velocemente e si diresse verso un altro lato della grotta
che sembrava buio e senza uscita. “Allora? Vuoi rimanere lì alla mercé di quei
pazzi o seguirmi?” domandò allungando il viso nell’oscurità.
Beth
scosse la testa confusa, ritornando alla realtà e dopo aver balbettato un sì, incominciò a correre al fianco di Mason.
Nel
frattempo Damon, Stefan e Alice stavano perlustrando
la zona di Fell’s Church, ma gli arbusti fitti uniti
alla desolazione di quel posto e al silenzio notturno non li aiutava di certo
nelle ricerche.
“Mio dio a quest’ora magari potrebbe essere già…”
sussurrò Alice disperata, pensando alle condizioni della povera Beth. Ma Damon la rassicurò subito a modo suo:
“I pessimisti non ci servono al momento e in quest’ultimo periodo ho
imparato a credere nei miracoli! Dovrebbero essere da questi parti… vorrei proprio vedere in faccia chi sono questi
fanatici che preoccupavano tanto Elijah”
“Se preoccupano un tipo come Elijah, allora noi dovremmo prendere il
primo volo verso un altro continente.” Rispose ironica Alice, continuando però
a camminare. Non se ne sarebbe andata via di lì senza prima aver ritrovato Beth, non le importava se le sarebbe costata la vita.
“Elena non sa di questa storia vero?” domandò Damon al fratello.
“No, non l’ho chiamata per farla preoccupare, ma prima o poi lo verrà a
sapere. Maledizione! L’ultima cosa che ci serviva era l’arrivo di questi pazzi
in città!” gridò Stefan arrabbiato.
E
tutti e tre in quel momento stavano pensando alla stessa cosa.
Intanto
Theo e Xavier restarono al di fuori della grotta ad
osservare il territorio circostante per captare ogni movimento o un’eventuale
presenza, ma lo stregone in quel momento era molto inquieto e questo non passò
inosservato al compagno vicino a lui: “Qualcosa sta arrivando vero?” Xavier gli lesse nella mente.
Theo
sospirò alzando di nuovo lo sguardo al cielo “ Percepisco qualcosa…
un insonne malanimo…”
Si
guardarono entrambi negli occhi: in quelli scuri di Theo si poteva percepire
quasi un’ombra di preoccupazione e sospetto, mentre quelli chiari e profondi di
Xavier non facevano trasparire alcuna emozione.
Sembrava che quell’uomo di mezz’età, ma col fisico di un ventenne e
l’esperienza di un immortale, non avesse paura di niente.
Forse
aveva fin troppe responsabilità su di sé per sopportare quell’inutile
sentimento.
All’improvviso
però, sentirono dei passi, arrivare
veloci nella loro direzione, e Adrian fuoriuscì
veloce dalla grotta respirando a tentoni:
“Dovete
venire subito!” gridò allarmato, indicando un punto all’interno della caverna.
Ma
purtroppo Xavier e Theo avevano già capito di cosa si
trattasse … Quei due erano scappati.
Beth e Mason stavano scappando più veloce che potevano, lungo il
corridoio buio e anche se entrambi erano stanchi e provati,cercarono di
proseguire per sfuggire ai loro rapitori.
Durante
la corsa però, Beth si accorse che alle volte, Mason rallentava e si appoggiava al muro di pietra per
riprendere fiato e sostare un attimo, e quando Beth
se ne accorgeva e si fermava a guardarlo preoccupata, Mason
subito distoglieva lo sguardo per non far trapelare la sua debolezza e
continuava la marcia senza proferire parola.
Tuttavia,
più correvano, più gli sforzi aumentavano e Mason quasi
finì a terra per la fatica.
Beth questa
volta non stette con le mani in mano e si avvicinò a lui per aiutarlo. Si
inginocchiò per cercare di sorreggerlo e quando gli toccò il viso per vedere in
che condizioni era, notò che la fronte era caldissima.
“Che
ti succede Mason? Dio mio, avrà a che fare con quel
colpo che ti hanno inferto nel bosco? Sicuramente non era un semplice
proiettile, altrimenti ora non staresti così male…”
mormorò preoccupatissima e addolorata per la sua salute.
Ma
Mason distolse subito lo sguardo da lei e cercò di
alzarsi sorreggendosi al muro:
“Ce
la faccio anche da solo… ora dobbiamo continuare, non
possiamo fermarci…” Ma la sua voce era molto debole,
troppo e infatti a dispetto delle sue intenzioni, cadde nuovamente a terra.
<<
Devo fare qualcosa per aiutarlo, ma cosa? >> Pensò Beth
titubante, continuando a scrutarlo in viso. Ad un tratto le venne un’idea:
“Temo
che la tua ferita alla spalla possa essersi aperta, io non potrei disinfettarla
ma almeno metterci una fasciatura…” rispose decisa
allungando le mani sul corpo di Mason.
Lui
capendo le sue intenzioni, scivolò via da lei e scacciò la sua mano, come se
fosse uno spettro e aprì la bocca feroce:
“Ti
ho detto, che non voglio l’aiuto di una volgare spia dei succhiasangue!”
gridò indignato, come se il semplice pensiero di essere toccato da qualcuno che
stava dalla parte dei suoi nemici mortali, gli facesse ribrezzo.
Beth
restò paralizzata dalla sorpresa e per un minuto rimase in silenzio e immobile,
non sapendo come reagire.
Quando finalmente, capì di essere stata
beffata e insultata in quel modo disonesto, lei si arrabbiò furiosamente, tanto
che le sue guance si infiammarono dal calore. Prese Mason
per il colletto della maglia e lo scosse:
“Volgare??
Chi è volgare?? Pensi che io voglia prendermi cura di un arrogante surfista
come te? Ma non ho scelta! Se sei ferito, mi rallenti!” gridò infuriata
stringendo ancor di più la presa.
Anche
Mason restò paralizzato dalla sorpresa, perché non
avrebbe mai creduto che una ragazza innocua e innocente come Beth, potesse gridare con una tale rabbia e sfrontatezza.
Ma
poi gli arrivò al cervello le frasi offensive che anche Beth
gli aveva rivolto e pure lui si infuriò, per difendere il suo orgoglio:
“Rallentare? Hai detto che io ti rallento, ragazzina?!
E come mi hai chiamato??” urlò Mason indispettito.
Beth gli
rise in faccia:
“Ho
sbagliato forse? E’ da troppi minuti che ti fermi per il dolore e ti sorreggi
al muro come se fossi una vecchietta incapace di correre. Dalla mie parti,
questo lo chiamano rallentare!” rispose puntigliosa.
Mason
perse la pazienza e sentì montare la collera dentro di lui ma, sebbene durante
la lite aveva dimenticato il dolore, ora stava riaffiorando più forte e potente
che mai. Con un respiro mozzato, Mason cadde in
avanti e finì per appoggiare la testa sulla spalla di Beth.
Lei
tremò, anche se il corpo di Mason era caldissimo e
sentì il suo respiro affannoso sul collo. Beth smise
di arrabbiarsi e ricominciò a preoccuparsi per lui; cercò di toccargli il braccio
per smuoverlo ma lui sembrava non volersi muovere da quella posizione.
Beth gli
sussurrò timorosamente:
“Scusami
Mason mi sono lasciata prendere dall’ira, scusa…”
Non
ricevette alcuna risposta, ma sapeva che era sveglio, perché sentiva il suo
respiro caldo e fresco sulla sua spalla e Beth
deglutì imbarazzata, arrossendo leggermente.
Finalmente
lui si decise ad accettare il suo aiuto e rimanendo fermo e immobile sulla sua
spalla disse:
“Va
bene, farò un eccezione per questa volta…” rispose profondamente,
mentre Beth lo prendeva per le spalle e lo appoggiava
al muro, cercando di togliergli la maglia senza fargli male.
Mason
ringhiò dal dolore, ma cercò di non darlo a vedere. “Fai attenzione mi
raccomando” rispose acido.
Beth lo
guardò indispettita, pensando davvero di lasciarlo lì a curarsi da solo, ma
rimase immobile e ipnotizzata a fissare il fisico scultoreo e muscoloso di Mason; anche se era sporco dal sangue ormai rinsecchito, era
comunque una visione celestiale che non si vedeva di certo tutti i giorni.
Beth
deglutì rumorosamente, cercando di orientarsi solo ed esclusivamente alla ferita
sulla spalla. Si strappò, da un lato della sua maglietta un pezzo di stoffa
pronto per essere usato sulla ferita, ma quando fu sul punto di fasciarla, si
bloccò shockata sul buco che aveva perforato mezza spalla.
Si
sentì fortemente in colpa: accidentalmente lei nella foresta era caduta sul suo
corpo a terra e aveva colpito col braccio la sua ferita, facendola aprire
ancora di più.
Come
al solito, aveva combinato dei guai con la sua goffaggine…
non poteva inciampare su un cespuglio invece che su di lui??
“Scusami…” sussurrò Beth
timidamente mentre gli fasciava la spalla.
Lui
si voltò sorpreso verso di lei:
“Perché
continui a scusarti?”
“Prima
io ti ho colpito qui e ti avrò fatto molto male… sono
sempre la solita sbadata!”
Lui
all’improvviso le sorrise per rassicurarla:
“Per
quello non devi sentirti in colpa, non l’hai fatto apposta e tu come legittimo
eri shockata a morte in quel momento … e poi ho subìto di peggio, a iniziare
dalla coltellata che mi ha inflitto Damon Salvatore a tradimento” rispose
fissandola negli occhi, non riuscendo a nascondere la sua rabbia.
“Trattandosi
di Damon che ci vuoi far… ehm! Cioè… dovresti essere
comprensivo. Tu sei un licantropo, lui un vampiro e avrà pensato che tu volessi
colpirlo o ucciderlo” mormorò alzando gli occhi che incontrarono subito quelli
verdi e felini di Mason. Vista la situazione, i loro
volti erano molto vicini e la mano di Beth era ferma
sulla sua spalla, per diminuire il dolore.
Lo
sguardo di Mason si era fatto improvvisamente serio,
il che lo rendeva ancora più bello e Beth deglutì imbarazzata
non osando nemmeno respirare, visto che
era totalmente in balìa di lui.
Cercò
tuttavia di rimanere lucida e di non fare qualcosa di azzardato, così abbassò
lo sguardo dando un’ultima sistemata alla fasciatura.
“Spero
che sia stretta al punto giusto così ti farà meno male mentre ti alzi” disse
cercando di sorreggerlo in piedi, mettendogli le braccia attorno alla vita.
Lui
questa volta non fece obbiezioni e si fece aiutare appoggiando il braccio meno
dolente sulla spalla di Beth; vedendo che stava molto
meglio si girò ancora verso di lei e le sussurrò:
“Ti
devo ringraziare Beth, davvero” E le sorrise felice,
dimostrando la sua sincerità.
Anche
lei gli sorrise timidamente e cinse stretta il suo fianco, per aiutarlo a
camminare lungo la grotta che sembrava non finire mai.
Intanto
Alice, Stefan e Damon avevano rintracciato gli
stregoni Martin nel bel mezzo della foresta e dissero loro che avevano
percepito i fanatici cacciatori all’interno di una casa diroccata, distante
qualche miglio da lì. Alice respirò profondamente seguendo gli stregoni,
convinta di trovare dentro quella catapecchia la sua amica Beth.
Fu
facile circondare la casa che era molto malridotta e per poco non cadeva giù a
pezzi. Un nascondiglio facile, visto che era lontanissimo dal centro di MysticFalls e avvolta
dall’oscurità di Fell’s Church.
Damon
col suo super udito, disse che sentiva delle voci numerose all’interno della
casa e visto che era probabilmente abbandonata da secoli, non avevano il
bisogno di un permesso per entrare. Perfetto!
Entrarono
in silenzio, cercando di non far rumore per prendere alla sprovvista quei
ficcanaso e farli fuori; ma dopo aver perlustrato la casa, notarono che non
c’era anima viva.
“Ma
Damon ti sei bevuto il cervello? Qui non c’è nessuno” disse Alice con sgomento.
Lui
rispose in tono ironico:
“Io
non sbaglio mai! Devono essersi per forza nascosti!”
Infatti,
sentirono delle voci provenire proprio sotto di loro: probabilmente erano in
cantina.
“Cerchiamo
la porta!” suggerì Damon.
“Non
c’è tempo per cercare la porta” rispose Alice decisa, che non poteva aspettare
un minuto di più e senza neanche chiedere il permesso, sfondò il pavimento già
gracile di suo con una pala che aveva trovato appoggiata ad un muro lì vicino.
Con un tonfo rumoroso, nel pavimento si creò una crepa e Alice fu risucchiata
improvvisamente dal buco, cadendo dritta in cantina.
A
Damon per poco non gli prese un colpo, se non fosse per il fatto che ormai il
suo cuore non batteva più da anni… e dopo qualche
secondo, anche lui la seguì.
La
caduta, con sorpresa di Alice non fu dolorosa e si alzò prontamente senza
neanche un graffio: si ritrovò, dinnanzi a lei 4 persone a lei del tutto
sconosciute, ma dalle facce poco raccomandabili, capì subito che erano quei
fanatici arrivati in città pronti a perseguitarli.
Quello
che sembrava il più giovane del gruppo, uno alto e biondo si avvicinò a lei e disse:
“Sospettavamo
che veniste in soccorso dei vostri cari amici Mason e
Beth… E tu chi sei? Una vampira? Un lupo? Così, tutta impolverata ti avevo scambiata per
un topo!” esclamò alzandole il mento con un ghigno ironico stampato in faccia.
Lei
scostò subito lo sguardo disgustata e arretrò di qualche passo. Dov’era Beth? Lì dentro non c’era..
“Entri
in scena piovendo giù dal soffitto? Non sapevo che le ragazze americane,
fossero tanto amanti delle entrate ad effetto!! Ancora un’altra sorpresa...!”
esclamò Adrian divertito.
“Non
è sola.” Mormorò una voce diabolica.
Ad
un tratto, i 4 cacciatori si accorsero di altre presenze in quella stanza:
Damon e gli altri erano giunti in un baleno e si erano avvicinati ad Alice,
pronti ad attaccarli.
Adrian
alzò il sopracciglio, per nulla impressionato, mentre anche i suoi compagni
avanzarono, tenendo fra le mani dei paletti e restavano dritti e immobili, come
se fossero delle statue di marmo, in attesa di ricevere l’offensiva dei vampiri
e dagli stregoni Martin.
Lo
scontro avvenne in pochi minuti, anche se sembrava non finisse mai: Alice vide
i paletti dei cacciatori, scintillare al chiaro di luna e i denti aguzzi di
Damon e Stefan pronti a lacerare i loro colli.
All’improvviso però, notò che Damon e gli altri si trovavano in svantaggio,
infatti il tipo con i baffi, Theo, scaraventò con una potentissima magia Stefan e Damon contro la parete fracassandola di botto e i
Martin per aiutarli alzarono le mani in direzione dei cacciatori per metterli k.o.
Sembrò
che l’azione avesse avuto effetto, ma Xavier
resistette coraggiosamente e si alzò respirando a fatica; prese velocemente il
fucile nascosto nel giubbotto e sparò colpi precisi e netti nel petto e nella
fronte degli stregoni Martin, che caddero a terra morti.
Alice
strabuzzò gli occhi shockata: fino ad ora non aveva fatto niente, non era
risultata per niente utile alla lotta, perché il suo corpo le intimava di non
muoversi.
Ed
ecco all’improvviso le solite fitte alla testa, la collana bruciò ardente nel
suo petto e Alice cercò di non urlare per non darla vinta a quei fanatici e si
raggomitolò in un angolo, tenendo la testa fra le ginocchia.
<<
Ti prego, non ora! Basta! Devo ritrovare Beth, devo
trovarla >> Pensò angosciata, cercando di spegnere le fiamme, che le
divoravano cervello e anima.
Ad
un tratto si accorse che i 4 cacciatori la stavano fissando, con occhi
propriamente indiscreti e duri. Ma non fecero niente, rimasero immobili e non
cercarono di farle del male.
Però
il volto che più la incuriosì era quello dello stregone…
non perché fosse il più bello, ma perché fra i 4 era quello più spaventato.
Sembrava sotto shock mentre la fissava e notò che le sue labbra stavano
tremando.
Cosa
era successo?
Theo
guardò in viso i suoi compagni e disse loro qualcosa nell’orecchio, che Alice
non riuscì purtroppo a sentire.
Improvvisamente,
tutti e 4 si voltarono verso di lei contemporaneamente. La trafissero conlo sguardo, come se volessero leggerle la
mente o imprimere nella loro memoria ogni parte di lei; e Alice allora deglutì
spaventata, quando Adrian abbozzò un sorriso
agghiacciante rivolto proprio a lei:
“La
cosa si sta facendo molto interessante”
Allora eccoci alla fine di questo
capitolo, lo so vi ho lasciato un po’ in suspense ma non preoccupatevi all’inizio
del prossimo capitolo ci sarà la fine della lotta!!!! XDXDXD ma chissà cosa
avrà mai detto lo stregone ai suoi compagni riferendosi a Alice!!!! XDXDXD
aspetto delle vostre considerazioni!!!!
Ma facendo un riassuntivo veloce del
capitolo abbiamo Beth e Mason
che vengono rapiti da questi fanatici, che sembra vogliano sapere da Mason della pietra di luna, (a cosa mai servirà questa pietra a questi pazzi???) Loro riescono
infine a fuggire, mentre Alice e Damon con l’aiuto di Stefan
e Elijah scoprono dove vengono tenuti prigionieri Beth
e Mason e inizia la battaglia chissà come finirà!!!
XDXDXD
Ok a parte questo spero di ricevere
molte vostre recensioni e ringrazio tutte quelle fantastiche ragazze che hanno
recensito i capitoli scorsi e che hanno messo la storia tra le seguite,
preferite e ricordate, ma ovviamente non può mancare il ringraziamento alle
lettrici silenziose spero che la storia possa continuare a piacervi!!! XDXDXD
Al prossimo capitolo un bacio a tutte
voi!!!! XDXDXD
Capitolo 8 *** Colpi di scena inaspettati (parte 1) ***
Cuori in tempesta
Colpi
di scena inaspettati (parte 1)
I quattro uomini erano rimasti immobili e fissavano
Alice con un’espressione ambigua, titubanti, come se non sapessero quale fosse
la mossa successiva da fare edifatti
non riuscirono a distogliere lo sguardo da lei.
Ad Alice sembrava che fossero shockati da qualcosa,
ma l’unica ad essere davvero shockata in quel momento era lei, che era
scivolata a terra esausta e tremante con la speranza che qualcuno venisse a
salvarla.
Deglutì in modo nervoso quando vide le labbra di Adrian curvarsi in un sorriso agghiacciante, dopo aver
sentito le sue ultime parole che facevano intendere qualcosa che lei non
riusciva a capire.
Il suo subconscio la avvertiva del pericolo e le
diceva di scappare ma all’improvviso riapparvero Stefan
e Damon al suo fianco pronti ad uccidere quei quattro fanatici una volta per
tutte.
Le loro ferite si erano rimarginate velocemente e
con una velocità sovraumana scattarono verso di loro e così Theo, Adrian e Yannick si divisero per
affrontarli tenendo sempre in mano dei paletti e degli strani oggetti, che
Alice non riuscì a riconoscere perché notò che Xavier,
a dispetto dei suoi compagni era rimasto immobile a fissarla.
Dopodiché si
avviò verso di lei lentamente come se si volesse assaporare quel momento e
incutere ancor più paura nella ragazza, visto che la guardava in un modo che
non prometteva nulla di buono; ma Alice mettendo da parte tutte le sue paure
tirò fuori la pistola, datale in precedenza da Damon per potersi difendere da
loro, e la puntò contro di lui.
Xavier
tuttavia non si fece intimidire e notò che la mano con cui Alice impugnava la
pistola tremava, il che significava che la ragazza era molto agitata.
Alice nonostante la sua agitazione gli urlò contro
con rabbia: “Tornatene all’inferno bastardo!!”, Xavier
le sorrise in modo maligno: “Perché tu pensi di andare in paradiso suppongo!
Che idiozia!” le rispose sfrontato, ma convinto di dire la pura e semplice
verità.
Lei lo guardò fisso negli occhi e per intimargli di
allontanarsi sparò un colpo, ma Xavier prevedendo la
sua mossa evitò facilmente il proiettile e la afferrò per il braccio in modo
rude, facendole cadere la pistola a terra. Alice lo guardò angosciata e
spaventata perché leggeva nel suo sguardo una rabbia sconfinata: “Vacci tu
all’inferno!” mormorò spietato al suo orecchio.
Alice si guardò attorno per cercare aiuto ma Damon
era stato messo K.O dallo stregone e nemmeno Stefan era messo meglio, infatti aveva un paletto enorme
infilato nello stomaco. Xavier con un sorriso sulle
labbra prese un cellulare dalla tasca e disse al telefono: “Potete venire, ne
abbiamo sistemati due. Avete controllato la zona che vi ho indicato? Bene, quei
due fuggiaschi non ci devono sfuggire, usate qualunque metodo!” gridò con
ferocia e convinzione prima di chiudere la conversazione.
Alice non riusciva a credere alle proprie orecchie…Beth era sicuramente
scappata insieme a Mason! Ma la sua felicità durò
poco, perché si rese conto che c’erano altri pazzi fanatici in città che li
stavano cercando.
E non ci avrebbero messo molto a trovarli…
cose le avrebbero fatto poi?
La rabbia assalì il corpo della ragazza pensando a
quello che poteva succedere a Beth e cercò di
afferrare la pistola da terra.
Ma Xavier fu più veloce di
lei, scacciò via la pistola con un calcio e l’afferrò per i capelli,
sbattendola contro il muro.
“Lasciala stare verme schifoso” sussurrò Damon
infuriato a terra, che cercò di rialzarsi ma Theo con un’occhiata lo stramazzò
all’istante.
All’improvviso sentirono dei passi dentro la casa e
infatti poco dopo, altri 3 uomini entrarono nella cantina e si avvicinarono
trionfanti ad Adrian e Yannick.
“Come stanno andando le ricerche?” domandò Xavier girandosi verso di loro ma tenendo sempre la presa
su Alice.
Uno degli uomini rispose che altri fanatici erano
attorno a quella zona e che prima del sorgere del sole li avrebbero sicuramente
ritrovati.
Xavier
rise soddisfatto e si girò verso Alice con un ghigno malefico in faccia.
Nel momento
stesso in cui Alice stava per urlargli tutto il suo disprezzo, le parole le si
bloccarono in gola e il suo corpo si immobilizzò nelguardare un punto al di là delle spalle di Xavier.
L’uomo incuriosito dall’espressione di Alice si girò
e rimase allibito; la stessa reazione ci fu da parte di tutti i suoi compagni.
Difatti nel momento in cui si girarono verso la porta, il silenzio calò
improvvisamente nella stanza e tutti i fanatici rimasero stupefatti da quel che
videro, soprattutto Theo che aveva capito chi aveva realmente di fronte. Perché
poteva percepire ogni presenza soprannaturale…
Elijah decise di entrare in quella casa per
risolvere la questione una volta per tutte dal momento che sapeva che sia Damon
che Stefan non avevano speranze di farcela contro
quegli uomini; si muoveva come un felino sulle sue prede e i cacciatori
indietreggiarono impauriti.
La situazione si era completamente ribaltata.
Xavier
guardò Theo in volto e vide in lui turbamento, incredulità e paura: gli ci
vollero pochi secondi per capire la verità e deglutì fortemente guardando il
vampiro che camminava lentamente verso di loro, con un’espressione da predatore
pronto a divorarli.
Quindi Theo, per dare una possibilità di
sopravvivenza ai suoi compagni, prese l’iniziativa e si avventò su Elijah con
la sua magia. Ma nessuno di loro in passato aveva mai affrontato un vampiro
Originario e nemmeno nei loro incubi peggiori potevano immaginare di trovarsi
di fronte una situazione simile, senza possibilità di salvezza!
Elijah ci mise un secondo per uccidere Theo
strappandogli di netto il cuore, che ora si trovava fra le sue mani
sanguinanti, mentre il corpo di Theo cadeva a terra con occhi e bocca
spalancati.
Ora Adrian e gli altri se
ne stavano immobili a fissare il corpo del loro compagno morto, sapendo che
quel vampiro misterioso avrebbe fatto fare la stessa fine ad ognuno di loro.
I 3 uomini di prima si avventarono con coraggio
contro Elijah ma l’unica cosa che Alice riuscì a vedere furono altri cuori
uscire dal petto di quegli uomini.
Xavier
approfittò di quel momento per scappare via di lì, perché sapeva che non ce
l’avrebbero mai fatta contro quel vampiro e la sua morte non sarebbe servita a
nessuno, anzi avrebbe fatto scatenare il caos nell’Ordine.
Ma sarebbe ritornato… Oh
si, sarebbe ritornato per pareggiare i conti.
Invece Adrian, mentre
Elijah tirava fuori i cuori dal petto dei suoi compagni, cercò di fargliela
pagare e non pensò alla conseguenze quando stava per avventarsi su Elijah come
un toro che aveva appena visto rosso.
Ma Yannick, che era il più
razionale e il più sveglio di tutti, sebbene fosse il più malmesso lì in mezzo
con più lividi e gli occhiali spaccati, prese il fratello per le spalle. Lo
fermò appena in tempo e gli disse: “Non fare il cretino! Non puoi ucciderlo!
Dobbiamo andarcene se ci tieni alla pelle!”
Adrian
non era mai fuggito da un campo di battaglia con la coda fra le gambe e gli
ripugnava solo l’idea di farlo; ma la situazione si stava mettendo davvero male
e Yannick aveva ragione. Sputando parole a non
finire, seguì il fratello di corsa fuori dalla casa.
Elijah dopo aver finito l’opera, si guardò intorno e
girò per la stanza:
“Dove sono i due biondini? E quell’altro?” domandò
alzando velocemente Damon e Stefan in piedi.
“Sono scappati…” sussurrò
Alice debolmente, facendo un passo in avanti. Aveva visto fuggire quei 3 pazzi
a gambe levate e non aveva fatto niente… il mal di
testa era ricomparso all’improvviso e l’aveva fatta accasciare a terra
stremante.
Non poteva fermarli neanche se lo avesse voluto,
anche perché se avesse osato farlo, si sarebbe ritrovata una pallottola in fronte… quelli erano del tutto fuori di testa!
“Direi che ho finito quello che dovevo fare… vi ho salvato la vita, ricordatevelo” rispose freddo
fissando ad un tratto Alice. Lei non ci badò molto perché era esausta e anche
perché non gli interessava.
Anche se tecnicamente era vero quello che aveva
detto, lei non riusciva a fidarsi di lui… sentiva che
era pericoloso e doveva starci alla larga.
Elijah se ne andò fulmineo dalla stanza, mentre Stefan che si stava riprendendo, disse che sarebbe uscito a
cercare Adrian e company.
Alice invece era completamente frastornata e stanca,
così si accasciò a terra respirando debolmente.
Aveva voglia di dormire e di non pensare più a niente… si sdraiò per terra incurante della polvere, mentre
Damon si avvicinava a lei.
Si inginocchiò vicino alla ragazza, accarezzandole
la testa: “Stai bene?” chiese dolcemente
“Si grazie… più o meno. E
tu?”
“Ci vuole ben altro che un paio di pompati per
mettermi fuori gioco” rispose ironico.
Lei gli sorrise:
“Meno male che sei salvo…
quei fanatici sono pazzi, sono là fuori e…” Ma poi
all’improvviso Alice si bloccò.
<< Fanatici…
>>rifletté pensierosa e poi tutto
venne a galla. Come aveva fatto a dimenticarsene??
“Cazzo!!! Beth dov’è?!”
gridò come impazzita, alzando velocemente il busto, mentre i capelli le si
rizzarono dritti in testa come se avessero preso l’elettroshock.
Come se fosse posseduta, si alzò barcollante e si
diresse verso la porta.
Intanto Damon stava sorridendo leggermente per la
reazione esagerata di Alice, anche se fu piuttosto deluso per il fatto che
avesse interrotto il discorso così. Le si affiancò per inseguirla: “Vuoi andare
a cercare Beth? E’ una pazzia!”
“Non hai appena detto che non hai paura di quei
pompati?” domandò ironica.
Damon alzò gli occhi al cielo sconfitto e la seguì
infine fuori dalla casa per aiutarla.
Beth
intanto stava sorreggendo il corpo di Mason lungo la
galleria di pietre: sembrava che quel corridoio non finisse mai e lei non era
molto lucida e equilibrata, visto che ad ogni passo che faceva stringeva i
fianchi nudi di Mason e inconsapevolmente a volte gli
sfiorava il petto nudo. Sentendo quel contatto che le faceva ribollire il
sangue dall’emozione, la testa le girava vorticosamente e le guance le si
infiammarono dall’imbarazzo.
Cercò di trattenersi, mordendosi il labbro inferiore
ma poi riuscì a cogliere a qualche metro da loro una luce abbagliante. Forse
aveva trovato l’uscita!
“Ci siamo quasi Beth.
Scusa so di essere piuttosto pesante, mi dispiace…”
sussurrò Mason guardandola dispiaciuto, anche per
come l’aveva trattata ingiustamente poco prima.
Lei accennò a un sorriso timido, anche perché
l’ultima cosa che pensava era il fatto che Mason
fosse pesante, anzi… doveva proprio dire che era
piacevole averlo accanto così.
Scosse la testa per non pensare a quelle cavolate e
finalmente uscirono. Sfortuna volle che ci fossero altri fanatici proprio lì di
fronte a loro, che stavanoperlustrando
il terreno con delle torce e li riconobbero subito quasi come se stessero
aspettando loro.
Beth
non sapeva chi fossero ma da come li stavano fissando, dedusse che fossero
altri fanatici, accorsi in città per aiutare Xavier e
compagni.
Ma quanti ce n’erano?? Perché erano così interessati
a loro due?
I fanatici corsero verso di loro e in un attimo li
immobilizzarono. “Presi!” Gridarono entusiasti, mentre Mason
si dibatteva con forza contro di loro, ma era ancora ferito e i suoi colpi
vennero schivati senza sforzo, anzi infierirono come dei vigliacchi sulla
ferita.
Beth
invece aveva le braccia serrate dietro la schiena, a causa della presa serrata
di qualche fanatico e cercò di difendere Mason, che
cadde a terra stremante.
“Lasciatelo! Non vedete che è ferito!!” gridò
angosciata, guardando Mason a terra.
Ma un fanatico la buttò a terra violentemente e le
pestò la testa con un piede: “Sta zitta mocciosa! Tu avrai una punizione ben
peggiore della sua!”
Beth
non osò nemmeno respirare dal terrore, mentre il tizio non accennava ad
allentare la presa su di lei.
Mason
vedendo come la stavano trattando, alzò il viso e gridò per difenderla:
“Beth…! Smettetela! Quella
ragazza è un’umana come voi! Non è un vampiro!” urlò infuriato, cercando di
avventarsi sul suo aguzzino.
Costui si mise a ridere e rispose:
“Ah! Proprio per questo non possiamo tollerare un
atto così deplorevole e disgustoso. Sei un’umana, eppure stai dalla loro parte!
Non riserviamo trattamenti benevoli ai traditori come te, anche se sei una
ragazza!” gridò mollando la presa sulla sua testa e facendola alzare con
violenza.
Beth
stava quasi per mettersi a piangere dalla disperazione, ma cercò di frenare le
lacrime per non mettere sottoterra quel minimo di dignità che le era rimasta, e
così fissò con rabbia quegli uomini.
“Che si fa? La ragazzina la sistemiamo subito oppure…?” domandò uno dei fanatici.
“No, il capo ha detto che non dobbiamo uccidere né
la ragazza né il cane. Abbiamo un sacco di domande da fargli. Iniettate al cane
dello strozza lupo! Questa ragazza invece…E’ una
scocciatura, ma… le tagliamo i tendini e ce la
portiamo dietro”
Beth
strabuzzò gli occhi shockata, credendo che stessero scherzando, ma la faccia del
suo aguzzino era terribilmente seria e quel pugnale che aveva fra le mani non
stava mentendo. Beth strillò impazzita, cercando di
dare dei calci a quel tizio che stava per tagliarle le mani.
Gridò in preda alle convulsioni quando sentì la lama
fredda sulla sua pelle, ma poi tutto si fermò.
Non sentì più niente, neanche la presa di quell’uomo
sul suo braccio, soltanto vuoto intorno a lei. Chiuse gli occhi pensando di
essere morta ma la voce di Mason la riportò alla
realtà:
“Beth stai bene?? Ti hanno
ferita?” domandò allarmato, guardandola in faccia e scuotendola per le spalle.
La ragazza dischiuse le palpebre sorpresa poi le
riaprì. Che era successo? Poi, quando si guardò attorno notò che i fanatici
erano tutti a terra, con una specie di voragine nel petto.
Elijah era lì. Di fronte a lei. Li aveva salvati.
Buttò per terra l’ultimo cuore che gli era rimasto
in mano e Beth sgranò gli occhi disgustata; dopo di
che alzò lo sguardo in direzione di Elijah. Perché si trovava lì? Perché si era
preso la briga di salvarli? Credeva che i vampiri si facessero sempre gli
affari loro e che non si muovessero a compassione nell’aiutare chi era in
difficoltà.
Elijah li stava fissando con sguardo serio e tetro,
poi si avvicinò lentamente verso Beth.
Mason
però la coprì col braccio, perché aveva percepito che fosse un vampiro e
nonostante li avesse appena aiutati, non si fidava. Elijah gli sorrise in modo
freddo e disse: “State bene?”
“Si ce la caveremo” rispose Mason
prontamente.
Elijah guardò negli occhi Beth
in modo sfuggente e distaccato, ma le bastò quello sguardo per farla
sobbalzare. Gli sorrise grata per quello che aveva fatto per loro e lui le
sorrise di rimando, anche se aveva solo allargato un angolo del labbro, facendo
intravedere una piccola fossetta nel mento.
Il vampiro si dileguò senza dire più nulla.
Mason
allora cominciò a respirare normalmente e lasciò il fianco di Beth, per cominciare a camminare.
“Mio dio e adesso che facciamo?” sussurrò Beth spaventata, temendo che qualche altro fanatico
spuntasse fuori dai cespugli.
Mason
si voltò verso di lei: “Direi di tornarcene a MysticFalls il più presto possibile.” Ma all’improvviso si toccò
la spalla sofferente e si lasciò sfuggire un debole sospiro di malessere.
“Ti fa ancora male?” chiese agitata, rendendosi
conto del suo stato di salute.
“Che diamine ci hanno messo in quella pallottola??
Senti Beth… non te lo chiederei se non fosse
un’emergenza ma… non posso tornare da mia cognata
conciato in questo modo. Mi farebbe un sacco di domande e io non voglio
risponderle. Potrei restare a casa tua perdarmi il tempo di riprendermi…? Non ti recherò
disturbo” mormorò facendosi più gentile.
Beth
fu sorpresa da quella richiesta: MasonLockwood in casa sua? A petto nudo? Tutto sofferente e
bisognoso di cure mediche? Con quello sguardo seducente che le faceva tremare
le ginocchia?
Qualche tempo fa avrebbe gridato dalla gioia con gli
occhi a cuoricino, ma dopo quell’esperienza aveva imparato a restare calma …
sebbene fosse davvero allietata da quella richiesta insolita. Gli rispose di
sì, che non c’era nessun problema.
Nonostante i loro numerosi litigi, pensava di
potersi fidare di lui. Di sicuro non le avrebbe fatto del male e non poteva
mica lasciarlo così … ormai erano dentro quella storia e avrebbero ballato
assieme, come diceva un vecchio detto italiano.
Sorridendogli, cominciarono a camminare fianco a
fianco, verso casa.
Il cellulare era andato perso durante la lotta e Beth non riuscì a rintracciare Alice lungo il cammino, così
sperò di trovarla a casa per poterle spiegare tutto.
<< Chissà cosa avrà pensato..? Che MasonLockwood mi abbia rapita e
violentata >> Fece un risolino dentro di sé, lanciando un’occhiata a Mason mentre infilava la chiave nella serratura.
La casa era al buio e sembrò non ci fosse anima viva
lì dentro. Beth provò a chiamare Alice a gran voce,
ma non era in casa.
“Mio dio non avrà chiamato le forze armate! Cosa
facciamo se arrivano dei poliziotti?” domandò preoccupata Beth,
girandosi verso Mason.
Purtroppo il ragazzo non stava ancora bene e si
appoggiava sul divano per riuscire a reggersi in piedi: di natura MasonLockwood non chiedeva aiuto
a nessuno, anzi faceva sempre tutto da solo e rifiutava l’aiuto degli altri con
arroganza e superiorità.
Lo fece anche questa volta, perché non voleva
apparire un moribondo senza speranze e le disse che gli bastava stendersi sul
divano e bere un po’ d’acqua.
Ma Beth non si fece
convincere e lo aiutò a stendersi sul divano. Il suo cervello si infiammò,
sentendo le sue mani sfiorare il petto nudo di Mason.
Di nuovo.
Cercò di non badarci molto e mormorò:
“Fammi dare un’occhiata alla ferita. Sicuramente
quei bastardi avranno peggiorato il mio bel lavoro”
Mason
sbuffò:
“Se ci tieni.” Rispose allargando la spalla,
cercando di non urlare dal dolore.
“Non è così male come sembra…
sta diventando di uno strano colore ma il tuo corpo sta reagendo bene. Merito
della tua natura di lupo” disse in tono ironico, analizzando la ferita e
prendendo una bottiglia di disinfettante .
“Preferirei non averla. La odio più di ogni altra
cosa” sussurrò in modo glaciale.
Beth
alzò lo sguardo verso di lui e notò che i suoi occhi, a dispetto del suo tono
duro, si erano fatti tristi. Ricambiò lo sguardo, cercando di fargli capire che
non era solo:
“Mi dispiace Mason… non
oso immaginare quanto sia dura per te…” sussurrò
tristemente.
Il volto di Mason si fece
tagliante questa volta: “Ero tornato qui per stare vicino alla mia famiglia,
per avere un minimo di supporto e non dover sopportare questa maledizione da solo… Ma poi i tuoi amici vampiri mi hanno colpito alle
spalle, hanno dato inizio a questa guerra per primi…
io non volevo accendere alcuna faida secolare ma si vede che ce l’hanno nel
sangue, imbrogliare le persone.” Sussurrò in tono spregevole e freddo.
Beth
deglutì fortemente, pensando a quello che aveva appena sentito: da come
parlava, da come reagiva, Mason sicuramente aveva dei
conti in sospeso con i vampiri e non soltanto una semplice resa dei conti con
Damon Salvatore. La rabbia che Mason cercava di
sopire nel suo animo, presto sarebbe esplosa e avrebbe divorato tutto ciò che
c’era di buono in lui…
Beth
pensò che se Mason poteva avere qualcuno con cui
condividere questi sentimenti contrastanti e pericolosi, avrebbe potuto evitare
che precipitasse in quel vortice di male che stava invadendo tutti loro.
Lei prese con decisione la mano di Mason fra la sua, senza imbarazzo e disse:
“Mason, io sono dalla tua
parte!!”
Lui sgranò gli occhi incredulo e rise non riuscendo
a capire cosa volesse dire:
“Come?”
Beth
non era mai stata brava con le parole, né a far capire seriamente cosa
pensasse, anche perché il suo atteggiamento ironico e infantile faceva sempre
presumere al suo interlocutore che lei si stesse prendendo gioco di lui. Le sue
guance divamparono dall’imbarazzo e cercò di spiegarsi meglio, evitando di
farfugliare:
“Beh ecco… per quanto ti
rimproveri per quello che sei e per quanto odio puoi provare per quello che sei
diventato.. puoi contare sul mio appoggio quando vuoi. Quello che volevo dire è
questo… io sono dalla tua parte.”Mormorò, abbassando lo sguardo.
Ad un tratto, percepì che Mason
stava sorridendo debolmente e allora alzò lo sguardo titubante: ma non si stava
prendendo gioco di lei o che fosse sul punto di insultarla, al contrario… lui la stava fissando con occhi seri e dubbiosi,
ma il sorriso sereno e sincero che sfoderò, allentò ogni sua resistenza:
“Grazie Beth” sussurrò
dolcemente, cercando di alzare la schiena per avvicinare il viso a quello della
ragazza.
“Sei proprio strana sai? Come dire …anche se frequenti i vampiri, sei piuttosto interessante.”
mormorò in tono affascinante mentre i loro visi si avvicinavano sempre di più.
Beth
deglutì rumorosamente, perdendosi nei suoi occhi verdi felini e sentendosi
attratta come una calamita dalla sua indubbia mascolinità.
Mason
non accennò a muoversi, né per diminuire la distanza fra loro né per
aumentarla; sembrava come se cercasse di penetrarle nella mente.
La testa di Beth era in tilt,
come se stesse per esplodere visto che tutto il corpo fu percosso da una
scarica elettrica, che le mozzò il respiro. Per cercare di rinsavire, distolse
lo sguardo e prese il telefono di casa, vicino al divano.
Mentre digitava il numero di Alice, mormorò con voce
ancora strozzata per il calore e l’ansia di poco prima:
“Quindi non pensi più che io sia una spia dei
vampiri?” domandò ironica.
“Penso che tu non sia una minaccia” rispose
solamente, fissandola negli occhi, sebbene lei non facesse altrettanto in quel
momento.
Chiamò il cellulare di Alice ma lei non rispose.
Dove si era cacciata?
“Problemi?” chiese Mason.
“Devo rintracciare Alice prima che dia l’allarme in
tutta la nazione” rispose alzandosi dal divano.
All’improvviso la porta si spalancò. Alice e Damon
entrarono in casa con passi affrettati mentre la ragazza aveva il respiro
affannoso. Non appena vide Beth sana e salva scoppiò a
piangere e corse verso di lei abbracciandola.
Beth
ricambiò subito l’abbracciò, dando libero sfogo alle lacrime mentre le due
amiche ripetevano i loro nomi all’infinito, come se non credessero che erano
proprio lì ad abbracciarsi.
A malincuore Alice sciolse l’abbraccio per guardarla
negli occhi:
“Mio dio, Beth come stai??
Ti hanno fatto dal male? Sei ferita?”
Beth
raccontò tutto brevemente fra lacrime e singhiozzi, ma poi si accorse della presenza
di Damon Salvatore in casa e anche Alice notò che MasonLockwood era disteso sul suo divano a torso nudo, non
avendolo notato prima.
Oh oh.
Beth
gridò spaventata: “Perché lui si trova in casa nostra??”
Alice cercò di calmarla, prendendole la mano: “Beth calmati, ora Damon è dalla nostra parte e possiamo
fidarci di lui”
Beth
spalancò gli occhi shockata: “L’hai fatto entrare?! Come hai potuto farlo? E se
ci rapisce un’altra volta imprigionandoci nella sua cantina? Non mi fido di
lui, è un camaleonte! Vuol apparire nostro amico per poi buttarci nel fiume
quando non gli serviremo più!”
Damon rise in modo sfrontato: “Io non utilizzo
questi metodi per sbarazzarmi delle palle al piede!”
Beth
gli lanciò un’occhiataccia, ma poi Alice sviò il discorso guardando Mason.
“Tu ora mi hai chiesto di Damon e te lo concedo
perché sei traumatizzata… ma cosa ci fa LUI qui?? E
perché è mezzo nudo??” chiese indignata.
Le guance di Beth si
infiammarono un’altra volta e cercò di giustificarsi:”N-non
è come può sembrare! Mason è stato ferito da quei
fanatici e gli serviva un posto per riposarsi! Lui non ci farà del male fidati”
Mason
che finora era stato zitto, si alzò in piedi non badando al dolore:
“Ci rivediamo Damon. Hai per caso altre battute sui
cani da rifilarmi oppure un coltello d’argento da infilare dietro la mia
schiena?” domandò saccente, avvicinandosi minaccioso.
“MasonLockwood!
Sei ritornato a causarci problemi? Perché se è così non tollererò altri tuoi
tranelli o colpi bassi!” rispose Damon sfidandolo.
“Dovrei aver paura di te? Posso rivelare al
consiglio, quando voglio, chi sei veramente, ricordatelo” mormorò Mason minaccioso.
Damon stava per avventarsi su Mason
ma Beth coraggiosamente gli sbarrò la strada:
“Alt! Non ci provare nemmeno! Ormai ne abbiamo avuto
abbastanza questa sera di lotte”
Anche Alice si avvicinò a Damon per calmarlo:
“Ha ragione. Non ha senso che combattiate; perché
non cercate un punto d’incontro? Avete soltanto da rimetterci se vi mettete
l’uno contro l’altro”
Damon guardò Mason
indeciso sul da farsi, con degli occhi fiammeggianti che non promettevano nulla
di buono. Ma poi si calmò e rispose sbuffando:
“Ok, io non ti intralcerò, se tu non intralcerai me.
Siamo d’accordo?”
Mason
rise in modo sbruffone:
“E dovrei crederti?”
Damon alzò le spalle come se non gli importasse.
“Quello che credi tu non mi interessa, dico solo che possiamo proporre una
tregua al momento. La luna piena è lontana per ora e non ha senso scannarci a
vicenda visto che vogliamo la stessa cosa”
Mason
invece rimaneva fermo nella sua posizione, dubbioso se fidarsi o meno. La
faccia sarcastica di Damon lo avvertiva che non doveva per niente farlo, e non
poteva certamente abbassare la guardia. Non con lui.
“Mi è venuta un’idea! Che ne dite di organizzare una
cena tra di noi? Così per conoscerci meglio e superare vecchi rancori?” domandò
Damon sprizzante.
Alice lo guardò sorpresa ma ottimista; Beth sgranò gli occhi pensando che fosse un’idea idiota e
senza senso, mentre Mason restava sempre in guardia,
alzando il sopracciglio, e analizzando le mosse del vampiro.
“Ehi ragazzi è una semplice cena! Senza doppi fini!”
disse Damon convincente.
Alice gli sorrise fiduciosa e poi guardò Beth:
“Io dico che è una bella idea, non ha senso starcene
qui a litigare. Sono sicura che possiamo superare i dissapori se lo vogliamo entrambi”
disse sottolineando l’ultima parola, guardando Mason.
Beth
allora si fece convincere e dopo di che accompagnò Mason
alla porta: “Sei sicuro di accettare l’invito? Non sei obbligato”. Mormorò comprensivo, sapendo quale tipo di
rapporto intercorreva tra i due e non voleva metterlo a disagio.
“Non preoccuparti, so come tenere a bada i tipi come
Damon Salvatore” ad un tratto Mason voltò il viso in
direzione della strada dove era appena arrivato Tyler a prenderlo.
“Allora… ci vediamo alla
cena, meglio portare qualche alcolico così per diminuire la tensione e provare
a divertirci un pò” rispose Beth
sorridendo e avvicinandosi alla sua spalla, per incoraggiarlo.
Anche Mason le sorrise:
“Ovviamente. Grazie ancora Beth…”
sussurrò a basse voce avviandosi verso la macchina di Tyler. Lei rimase
sull’uscio a fissarlo curiosa, e anche Mason fece lo
stesso dall’interno della macchina. Non staccò mai gli occhi da lei.
Quando Mason entrò nella
macchina di Tyler, il ragazzo non partì subito perché voleva capire cosa stesse
succedendo e come mai suo zio si trovasse in casa diBeth: “Vuoi dirmi
che diavolo ti è successo?? Mi chiami in piena notte, dici che sei ferito e che
ti trovi a casa di Beth e Alice Summers!”
mormorò sconcertato.
“Niente domande Tyler, finiresti solo aggrovigliato
nei miei casini” rispose serio Mason;
“Ma deve essere successo qualcosa! I vampiri ti
hanno attaccato un’altra volta??” insisté Tyler.
“A quanto
pare loro non c’entrano niente… sono arrivati in
città dei cacciatori che cacciano sia i licantropi che i vampiri per cui ora
dovrai stare molto all’erta Tyler!!”, il nipote rimase allibito da quello che
aveva appena sentito, ma visto che Mason non voleva
fornirgli ulteriori dettagli, passò all’argomento di cui era piùinteressato a parlare: “ E perché Beth si trovava con te?? Cosa c’entra lei in tutto questo?”
“Si trovava nel luogo sbagliato al momento sbagliato,
ma per fortuna ora sta bene e sono rimasto a casa sua per curarmi la ferita. E’
stata molto gentile." mormorò Mason fissando Beth fuori dal finestrino, che stava iniziando a
preoccuparsi vedendo che Tyler non era ancora partito; così si avviò lungo il
vialetto per chiedere loro se avevano bisogno di qualcosa…
ma prima che arrivasse alla macchina, Tyler la salutò con la mano e partì.
Beth
ricambiò il saluto anche se principalmente stava fissando Mason.
Lungo il tragitto verso casa Lockwood,
Mason si girò verso Tyler e gli chiese dubbioso: “Perché
ti interessa tanto sapere di Beth?”
Tyler non
aspettandosi quella domanda, sobbalzò allarmato ma dopo essersi calmato gli
rispose: “E’ una mia amica e ci tengo a lei!”
Mason non si fece convincere dalle parole del nipote,
perché si ricordava com’era lui alla sua età e visto il modo in cui Tyler aveva
reagito dopo aver sentito il nome di Beth, aveva già
capito quello che passava per la mente del nipote e stranamente ne fu
dispiaciuto:
“Non dirmi
che ti piace!” gli chiese.
Tyler, sentendosi con le spalle al muro schiacciò di
riflesso l’acceleratore e rispose: “E se anche fosse? È una ragazza molto
carina ed è cambiata molto dall’ultima volta che l’ho vista, inoltre dovevi
vederla alla mia festa, sembrava…” poi cominciò a
parlare e a fantasticare sulla sua prossima preda amorosa.
Mason
invece era perso nei suoi pensieri e non sentiva nulla di quello che il nipote
gli stava dicendo; deglutì nervoso e girò il capo per riuscire ad intravedere
in lontananza la casa di Beth, che stava lentamente
scomparendo dalla sua vista.
Cercò di non mostrarsi deluso dalla confessione del
nipote, anche se gli riusciva molto difficile farlo e lui stesso non riuscì a
capire la sua reazione improvvisa di delusione… in
fondo Mason è sempre stato un fervido rubacuori
strampalato, ma mai e poi mai si era azzardato a rubare la ragazza ad un amico,
figuriamoci ad un parente.
Una volta in passato un amico l’aveva accusato di
farsela con la sua ragazza ma lui era innocente e quella situazione poi era
finita nei peggiori dei modi… tuttavia Mason cercò di non essere pessimista; in fondo aveva
cominciato a conoscere Beth da pochissimo tempo e non
c’era motivo di restare delusi o di rimanerci male dopo la confessione di
Tyler.Non era successo niente di
irrimediabile o di malizioso tra di loro, pensò.
In quel preciso momento la stessa identica cosa la
stava dicendo Beth ad Alice, che non era per niente
rassicurata della nuova amicizia tra quei due.
Ma entrambi
sapevano che stavano mentendo a loro stessi.
Eccoci
arrivati alla fine della prima parte di questo ottavo capitolo!!!!! XDXDXD
Ho
deciso di dividere in 2 questo capitolo perché c’erano troppe scene da farci
stare e non volendo toglierle o stringerle, è stato meglio così comunque non
preoccupatevi la seconda parte arriverà molto presto!!!! XDXDXD promessa di
scout!!!!!
Spero
che questa prima parte vi sia piaciuta e come sempre aspetto i vostri commenti
(buoni o cattivi che siano!!! XDXD), come sempre ringrazio tutte le ragazze che
hanno recensito gli scorsi capitoli e che hanno inserito la storia tra le
seguite e le preferite grazie mille non so come farei senza di voi!!!! XDXDXDXD
Ovviamente
un grazie speciale và anche alle lettrici silenziose, sperando che un giorno se
volete lascerete un commento/critica per dirmi cosa ne pensate!!!!
Ci
vediamo alla seconda parte di questo capitoloa presto fanciulle!!!! XDXDXD
Capitolo 9 *** Colpi di scena inaspettati (parte 2) ***
Cuori in tempesta
Alice e Beth non avevano
mai partecipato ad una cena così… insolita. La sola
idea di riunire alla stessa tavola vampiri e licantropi era davvero strana per
non dire un attacco kamikaze; sicuramente sarebbe successo qualcosa quella sera… E di certo niente di buono per loro.
Le due ragazze furono le prime ad arrivare perché
Alice non vedeva l’ora di vedere la casa dei Salvatore: era una bellissima villa,
arredata in modo sublime in stile anni ‘800. In casa c’era già Elena, che non
appena vide Alice, le lanciò un’occhiata di traverso come se volesse
fulminarla; ma Alice non ci badò molto. Se aveva le scatole girate male erano
fatti suoi…
Ali non dando molta importanza ad Elena, si fece guidare da Damon che le mostrò la casa,
inventando aneddoti divertenti sulla storia di quella abitazione.
Beth invece restò nel salotto a guardarsi attorno quasi a
disagio: altro che villa lussuosa, quella per lei sembrava un castello
infernale, che nascondeva magari qualche fossato.
Sobbalzò dal panico quando sentì qualcosa di
stridulo suonare, ma poi si accorse che era solo il campanello e respirò
sollevata, cercando di calmarsi. Visto che nessuno accennava ad aprire la
porta, si prese lei la briga di andare ad accogliere il nuovo ospite.
Quando spalancò la porta, quasi le prese un colpo e
se in quel momento fosse stata a tavola, le sarebbe sicuramente andato di
traverso il cibo.Elijah si trovava lì
di fronte a lei. Aveva una giacca nera, con sotto una camicia blu e un ciuffo
ribelle gli ricadeva sul lato della fronte, rendendolo ancora più irresistibile
e lei non poté non notarlo con entusiasmo.
Deglutì cercando qualcosa di sensato da dire:
“Elijah… non sapevo
venissi anche tu questa sera, deve per forza bollire qualcosa in pentola allora”
mormorò sorridendo.
Lui le sorrise cortesemente, restando però
semprefuori dalla porta.
“Spero vivamente per i tuoi amici che non sia così.
Di solito non tollero le intenzioni altrui poco onorevoli” rispose in tono
freddo.
Beth
deglutì nervosa, mentre Damon nel frattempo si era accorto della presenza di
Elijah ed era arrivato nell’atrio per farlo entrare.
“Beth, scusami potresti
lasciare soli me e Damon per un attimo? Devo chiarire alcune cose con lui…” mormorò con fare misterioso, fissando Damon negli
occhi.
Lei tutta agitata acconsentì e lasciò un po’ di
privacy ai due uomini, andando verso il salone.
Era davvero
incredibile come un uomo così bello, oltre ogni dire, potesse incuterle una
paura devastante…ma non la paura che aveva provato quando quei
fanatici stavano per ucciderla… era un'altra
sensazione quella che provava… come se le si fermasse
il cuore in gola ogni volta che lui le parlava o semplicemente la guardava.
Dopo un paio di minuti, senza neanche accorgersene,
Elijah le si affiancò in silenzio guardando con uno sguardo vagamente annoiato
il tavolo del salone.
Beth
deglutì fortemente avendolo così vicino e notò che non c’era nessuno lì in quel
momento a parte loro due; non sapeva se esserne felice o terrorizzata.
Ma poi le
venne in mente che lui le aveva salvato la vita nella foresta e se non ci fosse
stato lui a quest’ora lei andrebbe in giro senza mani o peggio sarebbe morta in
questo momento.
Si girò verso Elijah sorridendogli in modo gentile, mentre
lui le stava sempre di fianco e toccava con gesti delicati la stoffa della
tovaglia.
“Volevo ringraziarti per quello che hai fatto la
scorsa notte… quei cacciatori sono dei pazzi e
stavano per torturarmi quando sei arrivato…”
Elijah si voltò verso di lei, guardandola dritto
negli occhi:
“Quei tipi di uomini non sanno proprio essere
galanti.” Mormorò affascinante.
Beth
sobbalzò emozionata, vedendo come la stava fissando e perciò non sapeva cosa
pensare o dire. Certo i suoi pensieri erano piuttosto eloquenti, tuttavia
doveva cercare di trattenersi, perché tutti l’avevano messa in guardia sulla
pericolosità gelida di Elijah.
“Comunque grazie ancora, non eri costretto a venire
a salvarci visto che l’accordo di Elena non lo prevedeva, però l’hai fatto.. ti
sono grata per questo” disse timidamente.
Lui fece un sorriso sghembo e Beth
notò con somma delizia, che quando Elijah sorrideva in quel modonon faceva poi così tanta paura; anzi ti
veniva voglia di saltargli addosso. Ma la ragazza scosse subito la testa
scacciando quei pensieri.
“Non c’è di che” rispose poi lui.
All’improvviso le porse un bicchiere e ci versò
dentro un goccio di vino: “Spero non ti dispiaccia fare un piccolo aperitivo
solo noi due, anticipando gli altri ospiti” sussurrò con tono affascinante.
Il cuore di Beth perse
qualche battito, e cercò di prendere il bicchiere, che Elijah le porse, senza
tremare altrimenti avrebbe fatto la figura della scema. Per fortuna andò bene e
finì il bicchiere tutto in sorso, per colpa dell’agitazione.
“Allora…” cominciò lui
sorseggiando il drink lentamente. “Da quanto tu e Alice siete ritornate a MysticFalls?”
“Da poco, qualche settimana credo. Avevamo voglia di
tornare a casa, prima vivevamo in Italia”
Elijah la ascoltò con attenzione e chiese:
“E i vostri genitori non si preoccupano a lasciarvi
qui da sole?”
Beth
abbassò lo sguardo, triste: “I miei genitori sono morti quando io ero piccola e
allora il padre di Alice mi ha adottata; purtroppo anche lei ha perso la madre
prima ancora di conoscerla. Non posso di certo lamentarmi, il padre di Ali è un
uomo grandioso e molto gentile; sebbene ora viva lontano e non ha ancora
lasciato l’Italia per motivi di lavoro. Quindi direi che ormai è Alice la mia
famiglia.” disse sinceramente. Con sua enorme sorpresa lui si mostrò
dispiaciuto, quasi compassionevole sentendo la sua storia; infatti i suoi occhi
in quel momento erano lucidi e Beth vi lesse dentro
una sorta di malinconia e tristezza.
Anche lei ricambiò lo sguardo allo stesso modo,
chiedendosi il perché parlasse con Elijah di cose private sue e di Alice con
tanta facilità , senza imbarazzo o inquietudine.
Elijah era maestro a mettere le persone a proprio
agio con il suo fascino misterioso…e poi a tendere
loro una trappola quando meno se lo aspettavano. E infatti successe la stessa
cosa anche in quel momento.
“Scommetto che quando hai toccato la collana di
Alice non sei rimasta scottata, non è vero?”
Il bicchiere di Beth si
frantumò in mille pezzi.
Non appena sentì quella domanda le cadde senza volereil bicchiere fra le mani, che si spaccò per
terra. Era terribilmente agitata e nervosa per quella domanda interrogativa,
che faceva presumere che lui sapesse più del dovuto sul suo conto. Come aveva
fatto a saperlo? Che glielo avesse detto Bonnie o
Elena? Davvero impossibile visto che nessuno si fidava di Elijah tanto da
confessargli un particolare simile… ma allora come
aveva fatto…?
Rendendosi conto del casino che aveva appena
combinato, Beth si inginocchiò a terra in preda
all’agitazione per raccogliere i pezzi di vetro, ma sentì la mano fredda di
Elijah fermarla:
“Non voglio che tu ti ferisca…
qualche goccia di sangue e qui scoppierebbe il caos, lo sai no? Meglio evitare
spiacevoli sorprese” mormorò con tono gentile e pacato, raccogliendo
velocemente i cocci e facendoli sparire.
Beth
non ebbe neanche il tempo di ringraziarlo perché in sala arrivarono gli altri
ospiti: Elena, Stefan, Damon e Alice accorsero subito
dopo aver sentito quel rumore fastidioso e temettero fosse successo qualcosa.
Alice quando vide l’amica e Elijah così vicini, si
insospettì e le andò vicino chiedendole se stava bene.
Beth
balbettò un sì, mettendosi a sedere. Non aveva voglia di raccontarle cosa
Elijah le aveva chiesto, per non turbarla o farla cadere in una crisi isterica.
Suonarono ancora alla porta e Damon presentò a tutti
il nuovo arrivato: AlaricSaltzman,
l’insegnante di storia di Elena e Jeremy nonché loro amico. Beth
e Alice gli sorrisero cordialmente, dandogli la mano dopo le presentazioni e infine
arrivò anche Mason. Il ragazzo indossava dei jeans e
una camicia bianca mezza sbottonata.
Quando Beth lo vide gli
sorrise sollevata e anche lui ricambiò il sorriso, però con sguardo vacuo come
se non l’avesse nemmeno riconosciuta.
Lei alzò il sopracciglio non capendo la sua reazione,
ma non volle iniziare una discussione perché era troppo provata dopo quello che
Elijah le aveva chiesto… e non era tanto la domanda a
incuterle una brutta sensazione… era il modo in cui
glielo avevo chiesto: come se già sapesse la risposta e volesse vedere una sua
reazione.
Erano ormai arrivati tutti e ognuno prese posto: a
capotavola si misero Elijah e Damon, alla sinistra di quest’ultimo c’erano Stefan, Elena e Mason. Alla sua
destra c’erano invece in ordine Alaric, Alice e Beth. (Quindi per intenderci, Ali è quasi vicina a Damon e
ha di fronte Elena; Beth invece ha vicino Elijah e di
fronte Mason XD)
Iniziarono subito a mangiare e bere, parlando del
più e del meno. Damon chiese ad Elijah se avesse scoperto qualcosa di nuovo
nelle sue gite storiche con Jenna e lui risposeche erano andati a perlustrare un luogo in cui nel 1690 erano state
bruciate vive delle streghe provenienti da Salem, per colpa di alcuni abitanti
superstiziosi e isterici.
“Sembra una storia di fantasmi” sussurrò Beth non riuscendo a mangiare.
Elijah si voltò per un momento verso di lei,
sorridendole divertito e le guance di Beth si
infiammarono.
“Perché vuoi conoscere il luogo di questi presunti
massacri?” domandò Damon curioso, come se sospettasse qualcosa.
Elijah alzò lo sguardo con espressione innocente:” Sapete… la sana curiosità di uno studioso di storia
ovviamente” rispose sorridendo, facendo finta di non notare le occhiate di
Damon.
“Allora di certo per le tue ricerche non potrai
rivolgerti a Beth. Lei aveva 4 in storia!” disse
Alice ad alta voce.
Un mormorio infastidito uscì dalla bocca di Beth e la guardò di traverso, stando però in silenzio.
Elijah quindi la fissò in modo confuso:
“Davvero? Credevo mi avessi detto che fossi
un’esperta di storia, come Jenna”
Per poco il vino non le andò di traverso; Beth cercò di ingoiare il liquido, senza affogarsi e
respirare con tranquillità:
“La storia in generale non mi interessa, ma per quella
di MysticFalls ne vado
pazza!” rispose sarcastica con voce squillante.
Tornò a lanciare un’occhiataccia ad Alice per la sua
battuta, ma poi si intromise Mason: “Sai che roba… la storia di MysticFalls non è poi così tanto interessante…
se non vuoi avere dei problemi ovviamente. E se ci tieni alla pelle è meglio
starci alla larga”disse convinto, dato
che proprio lui se ne era andato dalla città, pur di sfuggire alle faccende
soprannaturali del paese.
Damon all’improvviso chiese:
“Avete saputo più niente di quel gruppo fanatico che
andava in giro per la città, credendosi dei Supermen?”
“Credo che abbiano imparato la lezione e sono
convinto che non torneranno più a infastidirvi” rispose freddo Elijah.
Nella sala calò un silenzio tombale, visto che quei
fanatici per poco non li avevano uccisi, ma poi a Beth
venne in mente qualcosa: “Siete proprio sicuri che se ne staranno alla larga?
Quelli cercavano qualcosa… un oggetto…
per questo hanno preso Mason”
Stefan
alzò lo sguardo curioso: “Di che oggetto si tratta?”
“La stessa pietra di luna che mi avete rubato.”
Rispose Mason acido, anticipando la risposta di Beth.
“Perché mai dei cacciatori sarebbero interessati
alla pietra di luna? Non sono dei vampiri né dei lupi mannari. Che vantaggio ne
trarrebbero?” domandò Elena agitata.
“Non abbiamo fatto in tempo a chiederglielo, perché Mason ha messo k.o. il tizio che
lo stava interrogando e ci siamo dati alla fuga” mormorò Beth
ricordando angosciata quello che aveva passato.
“Non ha importanza cosa volevano quei pazzi, potevano
volere anche un drago in carne e ossa per quel che mi riguarda, l’importante è
che se ne siano andati e che non torneranno più” disse Alice decisa.
Beth
assentì cercando di non pensarci più, ma Elena non era della stessa opinione:
“Certo se magari qualcuno mi avesse avvertita sul
fatto che dei pazzi ci stavano dando la caccia, avremmo potuto scoprire INSIEME
cosa volessero realmente quei cacciatori…” disse
Elena, lanciando nuovamente un’occhiataccia a Alice.
Beth
non si lasciò sfuggire lo sguardo intimidatorio che Elena Gilbert stava
lanciando ad Ali, quindi decise di farla stare al suo posto:
“Non sei stata tu quella rapita da un branco di
psicopatici pronto a tagliarti le mani e Dio solo sa che altro avevano in
mente.. quindi non serve che polemizzi in questo modo, Elena”
Alice sorrise orgogliosa a Beth
per come aveva risposto a quella smorfiosa di Elena e decise di affondare il
dito nella piaga:
“E’ vero e poi dovevamo agire in fretta, se volevamo
riavere indietro Beth sana e salva. Non c’era tempo
di chiedere il tuo permesso per agire, scusami!” mormorò in tono ironico.
Elena la fissò in modo tagliente, come se volesse
accoltellarla in quel preciso istante, ma decise solo di sorriderle fintamente:
“Non volevo dire questo. Dico solo che se avessimo
collaborato tutti insieme, forse non ce ne saremmo fatti scappare 3 e magari
potevamo sapere anche che cosa volevano”
Ad un tratto Damon alzò il tovagliolo, come se fosse
una bandiera bianca: “Ehi ragazzi! E’ una cena tra amici! Non dovremmo litigare
fra noi e poi sono sicuro che se quei tre fanatici hanno un po’ di sale in
zucca, a quest’ora saranno in viaggio per andare il più lontano possibile da MysticFalls! Non c’è niente di
cui preoccuparsi!”
Beth
sorrise, anche se era piuttosto agitata pensando a quei terribili fanatici…e qualcosa le diceva che prima o poi sarebbero ritornati…magari a finire quello che avevano iniziato. Si
guardò all’improvviso le mani temendo che qualcuno venisse a staccargliele da
un momento all’altro.
“E poi c’è pure il problema di Klaus…”
disse Elena sospirando.
“Klaus? Chi è Klaus?” domandò Beth
sorpresa, evitando di fare commenti idioti su “Santa Klaus”. Anche Alice lanciò
un’occhiata interrogativa a Damon, visto che non gliene aveva mai parlato.
Damon tossì lievemente e in breve spiegò alle due
ragazze chi era realmente Klaus e che cosa voleva: dapprima Ali e Beth lo fissarono sorprese; poi allarmate e agite, infine
con espressione shockata e terrorizzata.
Entrambe impallidirono e lanciarono un’occhiata a
Elena, che si sentì presa in causa e ricambiò lo sguardo con fare innocente:
sicuramente sia Ali che Beth pensavano di dare la
testa di Elena Gilbert su un piatto d’argento da inviare a questo Klaus, pur di
evitare simili guai e follie omicide.
Stranamente Alice, sentendo la storia di Klaus,
della maledizione del sole e del sole e di tutto il resto, sentì un brivido in
tutto il corpo…come un campanello d’allarme e ne fu
fortemente turbata. La mano con volontà propria si alzò a toccare la collana,
come se fosse il suo ultimo appiglio di salvezza e sospirò rumorosamente.
Elijah vedendo la sua reazione preoccupata, prese la
parola:
“Tutto bene Alice? Sembri agitata…
hai ricordato qualcosa forse?” domandò in tono misterioso.
Lei alzò tremante il viso e chiese:
“Perché questa domanda?”
Elijah alzò le spallucce sorridendole:
“Soltanto curiosità…”
Alice deglutì fortemente continuando a mangiare,
mentre lo stomaco di Beth si era stretto in una morsa
micidiale: più la serata andava avanti meno le piaceva.
Il vampiro alzò il viso incuriosito e poi disse
ancora:
“Davvero graziosa quella collana che porti al collo… un cimelio di famiglia per caso?” domandò bevendo il
vino.
Questa volta Alice si lasciò sfuggire un mormorio
infastidito e sbatté indignata la forchetta sul tavolo. Che farabutto! Già una
volta le aveva fatto delle allusioni poco rassicuranti sulla sua collana e ora
faceva finta di non averla mai vista, solo perché era a tavola in mezzo ad
altra gente! Si ricordava perfettamente cosa le aveva detto Elijah quel giorno…“Dovresti toglierti la collana, non farà altro che peggiorare
in futuro.”
“No. Me l’ha regalata la nonna di Bonnie” rispose acida, fissandolo.
Elijah sembrò davvero apprezzare quel pendaglio:
“Davvero graziosa, fai bene a non toglierla mai. In fondo è una collana
appartenente a una strega. Chissà cosa potrebbe succedere se la togliessi…!! Non si può mai essere veramente al sicuro, coi
tempi che corrono!” rispose in tono ironico, anche se Alice aveva percepito un
lieve minaccia nella sua voce.
Agitatissima Alice bevve tutto il vino che le era
rimasto nel bicchiere e Beth vedendo che stava per
scoppiare le mormorò all’orecchio:
“Tieni, scolati anche il mio!!” disse dandole il
proprio bicchiere, che era già ricolmo di vino.
Poi Damon, vedendo che occhiate glaciali si
lanciavano Alice e Elijah, disse:
“C’è qualche problema per caso?”
“No no… tutto a posto”
sussurrò Ali, trattenendosi dal buttarsi addosso al vampiro Originario per potergli
togliere quel sorriso da bastardo che aveva stampato in faccia.
“Forse delle persone qui presenti hanno problemi a
trattenere la rabbia, cose che capitano. Soprattutto per chi ha degli scheletri
nell’armadio.” Rispose Elijah freddamente, noncurante degli sguardi assassini
che gli lanciava Ali, che digrignò fra i denti mentre Beth
guardava con ansia Elijah negli occhi.
Perché le lanciava certe frecciatine? Le sue domande
ambigue facevano presumere che lui sapesse ogni cosa, aspettando solo l’occasione
buona per urlarlo ai 4 venti e sembrava godere dell’agitazione della povera
Ali, che stava per scoppiare come una bomba atomica.
Ma perché? E soprattutto come, pensò Beth. Nessuno sapeva cosa era realmente successo, quando
Alice si era tolta la collana l’estate scorsa; che cosa la perseguitava
nell’oscurità e cosa le aveva veramente spinte a tornare a MysticFalls.
Certo, Beth si era
lasciata scappare qualcosa quando Damon le aveva imprigionate nella cantina, ma
niente di così scottante da far quadrare il puzzle intero e scoprire tutto… ma Elijah a quanto pare sembrava a conoscenza di
ogni cosa.
Elisabetta prese il vassoio del pane per scacciare
l’agitazione, ma inconsapevolmente incontrò la mano gelida di Elijah che stava
per fare la stessa cosa; quando sentì le sue dita fredde sulle sue, avvampò di
calore e subito scacciò via la mano, mordendosi il labbro e facendo finta di
niente.
Ma Mason si accorse del
suo imbarazzo e la guardò con un’occhiata strana, per poi fare la stessa cosa
con Elijah ma il vampiro fece finta di niente e continuò a mangiare.
Nessun altro osò parlare, dato che la serata non
stava andando come avevano previsto.
Intanto Damon vedendo che Alice era parecchio
agitata, si alzò lievemente dalla sedia e le posò una mano sul braccio per
rassicurarla:
“Tutto bene? Spero non sarai traumatizzata per la
scarsità della cena, che ho cucinato con le mie mani!” disse con il suo sorriso
rassicurante.
Ali si lasciò sfuggire una risata e rispose che era
onorata che Damon avesse cucinato per loro quella sera e che era tutto
squisito.
Elena Gilbert sembrò infastidita da quello scambio
di sguardi e complimenti, notando che quei due erano parecchio in confidenza.
Troppo forse. Ma avendo Stefan vicino cercò di
nascondere il suo disagio.
Anche lo sguardo arguto di Mason,
notò che Damon sembrava davvero in sintonia con la ragazza, come se davvero gli
importasse e lanciò una battuta:
“Cos’è? Hai già adocchiato una nuova preda Damon? Mi
ero dimenticato che eri un mangiatore di donne!” rispose facendosi una risata.
“E io credevo che tu fossi un lupo solitario! Ma a
quanto vedo…” rispose lui lasciando la frase in
sospeso, guardando Beth che sentì le guance andare in
fiamme, ancora una volta, visto che la frase riguardava lei.
Si sentì strana, visto che Mason
l’aveva ignorata per quasi tutta la sera, forse per caso o per sua spontanea
volontà e si stupì del carattere così lunatico e imprevedibile del ragazzo,
dato che solo l’altro ieri sembravano aver instaurato un rapporto di fiducia. E
magari qualcos’altro, pensò una vocina all’interno di Beth,
che subito scacciò via.
Nel frattempo Elijah non aveva più rivolto ad Alice
delle frasi ambigue e la situazione si era rasserenata per fortuna.
A fine serata Damon si alzò e chiese a tutti:
“Qualcuno di voi vuole del cognac? Ho delle
bottiglie che conservo da anni!”
Gli altri si alzarono da tavola mentre Stefan subito acconsentì allo sguardo che gli aveva
lanciato Damon, così i due fratelli si avviarono verso la cantina, quando
all’ultimo Damon si voltò e disse in tono saccente rivolgendosi ad Elijah: “Elijah intanto se vuoi andare nel salotto,
dove tengo altri vini pregiati che ho tirato fuori apposta per la serata,
sarebbe davvero grandioso!”
L’Originario sorrise:
“Certamente… Ah Beth? Vuoi farmi l’onore di unirti a me?” chiese
gentilmente, avvicinandosi al suo fianco e continuando a fissarla.
Nell’istante in cui Elijah gli fece quella proposta
la faccia di Beth diventò un peperone e abbassò la viso,
cercando di non far notare il suo imbarazzo, mentre le bocche di Alice e Mason si spalancarono in una espressione scandalizzata della
serie “Se lo fa è morta!”
Le orecchie di Beth
fischiarono come se fosse un treno a vapore e debolmente assentì alla richiesta
del vampiro, seguendolo nel salotto mentre Alice e Mason
continuavano a fissarla imperterriti.
Anche Alaric lanciò
un’occhiata titubante verso Damon e Stefan, ma
decisero di non dir nulla per il momento e si diressero verso la cantina.
Elijah andò nel salone con passi eleganti e decisi,
mentre Beth sembrava stesse sul punto di svenire da
un momento all’altro e dovette appoggiarsi alla spalliera della scala per non
inciampare.
“Spero non ti dispiaccia per averti staccata da
Alice. Volevo restare da solo con te per qualche minuto” disse Elijah
misterioso, prendendo delle bottiglie di vino e mettendole sul tavolo. Non la
stava guardando, eppure Beth scommise che i suoi
occhi neri erano su di lei anche quando le dava le spalle o guardava un punto
indefinito davanti a sé.
“Davvero? E perché…?”
Sussurrò Beth a malapena.
Elijah si voltò all’improvviso verso di lei e le
indicò il divano accanto a lei:”Siediti prego” disse galante.
La ragazza titubante lo fece, anche perché le gambe
ormai non le reggevano più, per colpa degli sguardi intriganti che le lanciava
Elijah, e sospirò silenziosamente per calmarsi.
“Non pensi che Alice sia pericolosa per una ragazza
come te?” chiese lui improvvisamente. Questa sua domanda le fece alzare il viso
bruscamente, credendo che lui stesse scherzando, ma notò che il viso del
vampiro era terribilmente serio:
“Cosa vuoi dire?”
“Quello che ho detto…sai
prima o poi i piccoli segreti vengono scoperti” rispose sempre misterioso,
alzando lo sguardo.
Beth
deglutì nervosa: “Non so di cosa parli”
Il debole tentativo della ragazza di difendere la
sorella nonché migliore amica, fece sorridere lievemente il vampiro: “E’
davvero ammirevole la tua infinita lealtà verso Alice e l’affetto che le
dimostri, peccato che non ti porterà da nessuna parte.”
Beth
si alzò velocemente e non sembrava più la ragazzina sperduta e imbarazzata di
qualche attimo prima:
“Perché stai facendo delle allusioni su di me, su di
lei? Sai qualcosa che noi non sappiamo?”
Elijah tuttavia sembrò non voler rispondere alla sua
domanda e infatti voltò il viso girovagando per la stanza, come se lei non gli
avesse chiesto nulla.
“Non mi hai risposto alla domanda che ti ho posto
prima della cena…” mormorò lui girando metà faccia
verso la sua direzione. Bastò quello per capire la risposta affermativa sul
volto angosciato di Beth. “Immagino che la risposta
sia: sì” rispose Elijah sorridendo, voltandole di nuovo le spalle.
“Visto che pensi di sapere tutto, come hai fatto a
scoprirlo? E perché a cena hai fatto quelle domande allusorie”
chiese Beth volendo una spiegazione.
Elijah rise, notando la sua testardaggine e si girò
completamente verso di lei: “E’ ancora presto per sapere tutto…
fidati di quel che dico” disse avvicinandosi a lei.
Beth
deglutì emozionata, sentendo i suoi passi avvicinarsi e cercò di rilassarsi:
“Non saremmo mai dovute ritornare… era meglio
starcene in Italia lontane dai guai di MysticFalls” sussurrò fra sé e sé.
“Dato che ci siamo avvicinati ultimamente, ti dirò
che fareste meglio ad andarvene il più in fretta possibile. Prima che Klaus
appaia in città” rispose andandole più vicino, tanto che Beth
riuscì a percepire il suo respiro fresco e delizioso sul viso. Di nuovo il
cuore perse qualche colpo e stranamente non avvampò dall’imbarazzo; il sangue
le si era di colpo raggelato fin dentro le viscere, guardando il viso
bellissimo, eppure anche così intimidatorio, di Elijah.
“Perché è così importante che ce ne andiamo?”
rispose titubante. Tutti ormai avevano capito che quel Klaus era pericoloso, ma
scappare non sembrava una soluzione plausibile, anche perché ormai lei e Alice
c’erano dentro fino al collo in quella situazione drastica.
Elijah le sorrise affascinante:
“Non ci siamo avvicinati così tanto” sussurrò
sviando la risposta. All’improvviso furono interrotti da qualcuno che era
appena entrato in salotto e la sua voce sembrava confusa: “Tutto bene Beth?” domandò Mason,
affacciandosi nel salone e lanciando un’occhiata ostile a Elijah.
Evidentemente ci avevano messo più tempo del
previsto ed era meglio tornare dagli altri; Beth se
ne approfittò per lasciare dietro di sé la presenza fascinosa, ma allo stesso
tempo inquietante di Elijah e tornò a respirare normalmente, senza tremare come
una bambina.
Quando si avvicinò a Mason,
notò che lui stava ancora fissando Elijah e lo scosse piano per il braccio
cercando di tranquillizzarlo: non aveva voglia di ulteriori discussioni o
domande spiacevoli.
Chissà come sarebbe terminata la serata…
Tutti e tre rientrarono nella sala da pranzo mentre
gli altri si erano già accomodati ai loro posti.
“Devo dire che il cibo è stato buono, quasi quanto
la compagnia” mormorò Elijah delizioso, ponendo il vino al centro del tavolo,
fissando entrambe le ragazze attorno alla tavola ma il suo volto restò in
sospeso verso Beth per qualche secondo in più.
Alice tossì indispettita, avendolo notato e si voltò
a guardare Beth, come se volesse una chiara
spiegazione su quello che era successo insalotto, ma l’amica aveva lo sguardo basso e non volle dire nulla al
momento; così Ali dovette arrendersi però sarebbe ritornata all’attacco quando
sarebbero state sole a casa.
All’improvviso, Alaric si
alzò dal tavolo per andare a prendere qualcosa dalla borsa, mentre Stefan ne approfittò per chiedere a Elijah come intendeva
uccidere Klaus.
Elijah non sopportò quell’intromissione arrogante
nei suoi piani e infatti mise subito le cose in chiaro, per far valere la sua
autorità:
“Signori, ci sono un paio di cose che dovremmo
chiarire a questo punto.” Alzò la mano per rivolgersi a Damon, che cercava di
far finta di niente. “Ti ho permesso di
vivere solo per tenere d’occhio Elena e ho permesso a Elena di restare nella
sua casa e vivere con i suoi amici, per gentilezza. Se doveste creare ostacoli
ve la porterò via e non la rivedrete mai più.” Rispose glaciale senza
tentennamenti.
Elena non disse niente, anche se stavano parlando
della sua vita e Ali notò con disgusto che il vampiro Originario tutto
sembrava, tranne che gentile. Beth invece non riuscì
a districare un pensiero logico, visto che sembrava ancora in panne dopo il
colloquio con Elijah.
Stefan
cercò di tornare subito all’attacco ma le sue domande furono terminate da un
urlo agghiacciante.
Era l’urlo di Elijah: Alaric
gli aveva appena conficcato un pugnale nel cuore, prendendoloalla sprovvista.
Alice sgranò gli occhi inorridita alzandosi
immediatamente, mentre Beth gridò spaventata in preda
al terrore, cadendo dalla sedia; guardò con occhi angosciati il corpo di Elijah
che si stava rinsecchendo, facendo svanire tutta la sua brillante bellezza.
Anche Elena si era alzata di colpo dalla sedia,
cercando di non gridare e sembrava sconvolta e perplessa quanto le due ragazze;
persino Mason non riusciva a crederci.
“Ma…ma…
L’AVETE UCCISO!!” Urlò Beth isterica cercando di
alzarsi.
“Certo! Era l’unico modo per salvare Elena, lui
voleva darla in pasto a Klaus per i suoi scopi e non potevamo permetterlo”
rispose Alaric avvicinandosi ai suoi amici.
“Voi siete pazzi! SIETE DEI PAZZI!! Uccidere un uomo
così, a cena sotto i nostri occhi! Perché l’avete fatto?!” domandò Beth con gli occhi spalancati e pallida come un fantasma,
andando vicino al cadavere di Elijah.
“Era l’unico modo per un attacco a sorpresa. Non si
può uccidere un Originario con un semplice paletto, solo quel pugnale può
ucciderlo e doveva farlo un umano…Alaric era la persona giusta. Ora abbiamo un guaio in meno
a cui pensare!” Rispose Damon sollevato.
Alice però era rimasta anche lei traumatizzata vedendo
una persona morire, anche se si trattava di una persona arrogante e diabolica
come Elijah; così si avvicinò a Damon per chiedergli una spiegazione:
“Ti rendi conto che poteva accorgersene? E come
sarebbe andata poi? Ci avrebbe uccisi tutti per vendetta!” gridò agitata. Lui
cercò di calmarla, facendole notare che era andato tutto bene e che non c’era
niente di cui preoccuparsi; Alice sospirò ascoltandolo e cercò di capire che le
sue intenzioni erano buone… per proteggere Elena… Già quella fastidiosa di Elena!
Stefan
circondò le spalle della sua ragazza con fare protettivo, mentre lei fissava il
cadavere di Elijah con sgomento; Beth invece si
avvicinò lentamente al vampiro sussurrando di continuo “Mio Dio, mio dio” e
automaticamente accarezzò il pugnale che aveva colpito il cuore di Elijah.
“Ferma! Non toccarlo! Appena si toglie il pugnale
dal cuore di un Originario, questo ritorna a vivere…
meglio essere prudenti quindi” mormorò Damon prendendo il cadavere fra le
braccia e trascinandolo a terra. Beth allora ascoltò
con attenzione quella notizia, che le apparve molto utile e cercò di non
dimenticarsene mentre fissava ancora con occhi spalancati il corpo di Elijah,
che veniva trascinato senza alcun ritegno verso la cantina.
Elena si staccò dall’abbraccio di Stefan, girovagando di continuo per la stanza come se non
riuscisse a calmarsi:
“Dovevate dirmi quello che avevate in mente… cosa vi è saltato in testa? Vi ho dato quelle informazioni,
ricavate dal diario dei miei antenati solo per avvertire Damon del pericolo,
visto che da tempo voleva uccidere Elijah, ma non pensavo arrivaste fino a
questo punto!” gridò sconcertata, per essere stata messa da parte.
“Dovresti ringraziarci invece Elena…
lo abbiamo fatto per te, per proteggerti, visto che saresti sicuramente morta,
se avessi seguito il piano di Elijah!” rispose Damon, entrando nella sala dopo
aver scaricato il cadavere nella cantina.
“Vi avevo detto di non fare niente! A me bastava
quello: la sicurezza che le persone che amo vivessero dopo il sacrificio…e ora?! Cosa faremo??” domandò isterica.
“Smettila di farne sempre un dramma! Penseremo a un
altro piano, contenta?” rispose Damon con sarcasmo.
“No Damon!” gli ringhiò contro Elena mettendosi
davanti a lui “Ti avevo chiesto di mettermi al corrente di ogni vostro piano,
di non nascondermi più niente! Avevo detto che d’ora in poi si faceva a modo
mio! Ma come al solito hai fatto di testa tua, ignorando ciò che ti avevo chiesto…”
Damon restò ad ascoltare le offese di Elena senza
battere ciglio e assunse un espressione seria e dura, non più ironica, mentre Stefan abbassò lo sguardo senza fiatare.
Alice lanciò un’occhiataccia verso Elena, perché non
le piaceva come parlava, come se si sentisse la padrona di tutto e tutti e per
di più verso Damon, che aveva fatto tutto questo per proteggerla. Bel
ringraziamento! Scosse la testa disgustata e si avvicinò a Beth
che sembrava ancora in trance.
Mason
sbuffò spazientito:” Ok basta con i litigi da piccioncini; io direi che la
serata finisca qui, prima che qualche altro pugnale voli in mezzo ad altre
schiene” sussurrò Mason, fissando Damon con un
sguardo che non tralasciava dubbi, sul fatto che non si fidasse della buona
fede del vampiro e l’avvisò che stava ancora in guardia, nel tentativo di non
farsi cogliere impreparato, come aveva fatto Elijah.
Alice lo guardò e gli chiese se poteva portare lui a
casa Beth, visto che lei voleva rimanere lì ancora un
po’; Mason guardò Beth
titubante, ma poi acconsentì e prese la ragazza delicatamente per un braccio.
Sentendo quel contatto, finalmente lei ritornò nel
mondo dei vivi e le sue guancie ripresero un po’ di colore, non più il bianco
cadaverico di prima. Gli sorrise debolmente mentre si avviarono verso la porta,
salutando distratti il resto degli ospiti. Alice aveva accompagnato Beth fino all’uscio della porta, assicurandosi che stesse
meglio, ma anche laggiù sentì delle altre grida. Era ancora Elena, che se la
prendeva con Damon.
Ali allungò le antenne per sentire meglio la
conversazione.
“E poi un’altra cosa…
spiegami ancora per quale motivo Alice Summers è
venuta a chiedere il tuo aiuto per andare a salvare Beth!
Cosa c’entrano loro in questa storia?” replicò Elena acida.
Damon sbuffò perdendo la pazienza: “Cosa dovevo
fare?? Dire << Oh mi dispiace non posso venire a salvare una ragazza da
un branco di psicopatici, solo perché Elena non ritiene che la situazione sia
così grave da chiedere un mio intervento personale?! >> Credo di aver
sopravvalutato la tua generosità, sai?”
“Non sto parlando se era giusto o no salvare Beth e Mason da quei cacciatori,
dico solo che tu e Stefan potevate rimanerci secchi,
solo perché tu volevi fare la figura dell’eroe davanti a LEI!”
“Cos’è ti da fastidio che tu non hai più l’esclusiva
su di me?” chiese ironico Damon.
“Non fare l’idiota, dico solo che era pericoloso e
potevate parlarne con me o con Alaric, prima
d’intervenire da soli! Potevate morire, e per cosa poi..?”
Così Alice, quando ascoltò le parole odiose di Elena
Gilbert, sentì una rabbia sconfinata montarle in tutto il corpo pronta a
scoppiare; decise di intervenire per darle una bella lezione. Ormai aveva
sentito abbastanza.
Si diresse con passi lunghi e affrettati verso il
soggiorno, dove si trovavano Damon e Elena soli, e si rivolse a quest’ultima:
“Fin dai tempi dalla scuola avevo sempre pensato che
fossi soltanto una smorfiosa in cerca di continue attenzioni e adulazioni… e ora stai cercando di soffocare Damon, che non
ha fatto nulla di male se non proteggerci, solo per tenerlo al guinzaglio come
fai con tutti!” gridò Alice furiosa, lanciandole un’occhiata di fuoco.
Elena la guardò indispettita per quella sua
intromissione e allora Alice ricaricò la dose, per farle capire cosa pensava
veramente: “Attenta Elena, se non sapessi che stai con Stefan,
potrebbe sembrare che tu sia gelosa del rapporto che si è creato tra me e Damon… non si può tenere il piede in due scarpe!” sussurrò
giudiziosa alzando il sopracciglio.
Elena serrò le labbra per non urlarle delle atrocità
in faccia, mentre Damon guardava Alice sbalordito per le sue parole; finalmente
qualcuno lo difendeva e non lo giudicava! Ma comunque la difesa di Alice non
bastò a scacciargli via il malumore per essere stato così offeso e denigrato
proprio da Elena… la persona per la quale sarebbe
stato capace di tutto pur di farla felice… Ogni cosa
che faceva non andava mai bene, per nessuno.
Decise di togliere il disturbo, anche se stava in casa
sua e andò in camera sua con una velocità sovrumana, dissolvendosi nel nulla.
Era chiaramente arrabbiato, pensò Alice tristemente.
Le due ragazze all’improvviso si fissarono con
un’occhiata piena di odio, come se si stessero lanciando dei fulmini, ma il
loro litigio interiore venne interrotto da Stefan,
che apparve nel salone chiedendo cosa fosse successo.
Elena sospirò rumorosamente andandosene via, non
prima di aver lanciato un’altra occhiata furibonda ad Alice, che contraccambiò
il favore. Poi ad un tratto lei alzò lo sguardo in direzione della scala, dove
Damon era scomparso nel nulla.
Nel frattempo in macchina, Beth
continuava a fissare di nascosto Mason, intento a
guidare verso casa sua: sembrava tranquillo, non aveva niente di strano però aveva
notato, che si era parecchio allontanato da lei senza alcuna ragione… eppure le era sembrato di essere stata chiara nel
dirgli, che non era una spia dei vampiri e che poteva fidarsi di lei quando
aveva bisogno di aiuto.
<< Valli a capire stiuomini… prima ti cercano, poi ti fanno domande
ambigue e dopo non ti calcolano più! >> pensò Beth
sospirando e appoggiando la fronte sul finestrino fresco. Il ricordo di Elijah
che veniva accoltellato alla schiena, era ancora vivo in lei e non si
capacitava del perché avessero fatto una cosa del genere…
in cuor suo non le sembrava giusto, è vero, in fondo Elijah può incutere una
fifa nera a chiunque solo semplicemente guardandolo, ma aveva dato la sua
parola che li avrebbe protetti da quel Klaus… senza
contare che aveva fatto delle allusioni su Alice e sembrava sapere qualcosa su
di lei… magari dei dettagli di cui loro due non erano
a conoscenza e avrebbe tanto voluto fargli delle domande in più…
I suoi pensieri furono distolti dalla voce di Mason: “Lo sapevo che non dovevamo accettare l’invito di
quell’infido di Damon Salvatore e che c’era sotto qualcosa…
sicuramente il prossimo coltello che avrà fra le mani, lo userà su di me”
sussurrò con ironia, anche se doveva essere preoccupato per ciò che aveva
detto.
Beth
si girò verso di lui: “Perché dici così? Credevo aveste fissato una tregua… niente più casini no?”
Mason
rise di gusto: “E tu davvero gli credi? Che non farà un'altra mossa per
colpirmi? No fidati, meglio che lo anticipi io”
Beth
sobbalzò preoccupata: “Che vuoi dire? Vuoi utilizzare un pugnale magico anche
tu?”
“Dico solo che devo difendermi e voglio riavere
indietro ciò che è mio.” Rispose risoluto.
“La pietra di luna… perché
è così preziosa? Tutti la vogliono inclusa…” <<
Inclusa me >> Pensò in quel momento, ricordando che aveva chiesto a Tyler
di dargliela, per sapere se quell’oggetto poteva aiutare Alice…
Mason
la guardò confuso e sembrò fosse sul punto di dirle qualcosa, ma decise di
tacere e di guardare verso la strada; sembrava come se fosse indeciso su cosa
dirle e come comportarsi… era letteralmente a
disagio.
Infatti Beth notò i suoi
muscoli tendersi e irrigidirsi per l’agitazione, e osservò come il suo braccio
si gonfiava, quando inseriva la marcia quasi con violenza. Beth
cominciò a diventare ansiosa quanto lui:
“Ti prego Mason non fare idiozie… E non lo dico per difendere i vampiri, come
sicuramente starai pensando in questo momento, ma solo perchè
non vorrei ritrovarti morto sul tavolo della cucina con la testa spiaccicata”
rispose sincera guardandolo negli occhi.
Mason
sentendo la preoccupazione nella voce della ragazza, si girò a fissare il suo
bel viso con espressione dura ma poi le sorrise: “Mi fa piacere che ti
preoccupi per la mia incolumità, ma riuscirò a cavarmela, te lo assicuro. E poi… ormai non penso più che tu sia una spia dei vampiri o
una minaccia” rispose a bassa voce, abbassando lo sguardo.
Beth
lo guardò pensierosa, quando all’improvviso lui si girò di scatto verso di lei
e chiese:
“Se io ti dicessi che tu interessi a mio nipote… cosa risponderesti?”
Lei lo fissò allibita, letteralmente sorpresa per
quella domanda e credeva di non aver sentito bene:
“Cosa? Tyler intendi?! Ma no figurati! Siamo amici
da tantissimo tempo e lui non mi vede in quel modo… e
neanche io se è per questo! Non vado con i ragazzi più piccoli!” rispose
ridendo per la prima volta in quella serata. Infatti i tre anni che li dividevano per Beth erano già troppi e non aveva mai pensato a Tyler come
un possibile fidanzato anche se nell’ultimo periodo erano stati parecchio
insieme. Le balenò in testa che forse il piccolo Lockwood
potesse avere una cotta per lei, ma decise di far finta di nulla per evitare
inutili casini o imbarazzi.
Mason,
dal canto suo invece, era rimasto parecchio sorpreso dalla sua risposta veloce
e decisa: quando Tyler aveva confessato che gli piaceva Beth,
non aveva messo in conto che lei magari non potesse ricambiarlo in alcun modo,
perché aveva pensato solo al bene del nipote. E poi Tyler è comunque un bel
ragazzo e due+duefa…
Tuttavia Mason decise di
non preoccuparsi più e di non crearsi inutili scrupoli di coscienza o problemi
che non esistevano…stranamente si era sentito più rilassato, quando aveva capito che a Beth non interessava Tyler sotto quel punto di vista. Forse
il nipote lo avrebbe definito letteralmente “un bastardo”per quello che stava
pensando, ma ormai Mason era abituato a essere
chiamato con appellativi poco lusinghieri.
Beth
rise ancora sotto i baffi, ma poi lo guardò agitata, sviando il discorso:
“Comunque ti prego non fare nulla contro Damon o Stefan; finiresti solo per diventare carne da macello.
Promettimelo e… in cambio ti riempio di sigarette!!
Che ne dici?” Chiese speranzosa.
Mason
si lasciò scappare una risata sincera e calorosa, sembrava non ridesse così di
gusto da tanto tempo:
“Sei davvero strana Beth!”
Sussurrò ridendo ancora, mentre parcheggiava di fronte casa Summers.
Lei contraccambiò la risata sentendosi più serena e
si slacciò la cintura pronta a scendere e infilarsi nel letto; quella serata
l’aveva parecchio provata e la morte di Elijah ancora di più.
Pensò che doveva per forza far qualcosa a riguardo,
visto che il suo istinto le diceva che non poteva lasciare un essere così
nobile e bello, dentro una sudicia cantina! E ovviamente non era solo un fatto
personale, visto che l’altro motivo era che doveva scoprire il perché lui
sapesse tutte quelle cose su Alice…
“Non entri?” domandò Mason
confuso, visto che Beth si era immersa nei suoi
pensieri di salvataggio eroico. Si sentì davvero meschina a pensare quelle cose
con lui vicino; dato che era troppo felice di aver ricevuto finalmente un po’
di fiducia e stima da parte di Mason, per rinunciarvi
così.
Ma d’altronde cos’altro poteva fare…?
Le si stringeva il cuore, al pensiero di Elijah rinsecchito e accoltellato
senza alcun ritegno.
Sorrise timidamente a Mason,
mentre apriva la portiera dell’auto e uscì dandogli un ultimo saluto.
“Sogni d’oro Beth”
sussurrò Mason a bassa voce, ma non così tanto poiché
lei sentì benissimo quell’augurio, che la fece tremare come una foglia, visto
il tono affascinante con cui glielo aveva detto. Il suo cuore galoppò dentro di
lei, mentre girava il viso verso di lui, dopodiché tornò velocemente a
camminare fino all’entrata di casa: al sicuro dallo sguardo ammaliatore di MasonLockwood.
Dopo aver ricevuto le mille raccomandazioni da parte
di Stefan, Alice si avviò su per le scale e iniziò la
ricerca della camera di Damon, ricerca era proprio il termine esatto, visto che
in quella casa c’erano più di cinque stanze da letto, non aveva minimamente
pensato di chiedere a Stefan quale fosse la sua
stanza, dal momento che ogni suo pensiero era per Damon.
Così si affidò al suo istinto e si avviò all’ultima
camera del corridoio, che sembrava chiamarla;
Mano a mano che si avvicinava, iniziò ad intravedere
una porta leggermente socchiusa e quando si ritrovò a pochi millimetri dalla
porta, poté intravedere la figura di Damon seduta davanti al camino acceso con
un bicchiere di bourbon in mano.
Alice vedendolo così assorto nei suoi pensieri era
indecisa se entrare o no e inoltre non sapeva, se lui avesse percepito o meno
la sua presenza, al di fuori della porta.
Damon, che aveva percepito da un bel po’ la sua
presenza e non capendo cosa la stesse trattenendo dall’entrare, decise di
toglierla da ogni imbarazzo dicendole con tono sarcastico:
“ la mamma non ti ha insegnato che spiare le persone
è da maleducati??!!”
Alice dopo aver sentito quella battuta, che non
aveva il suo solito tono sarcastico, decise finalmente di entrare, anche perché
era andata da lui con un motivo ben preciso in testa.
Si avvicinò a lui e gli si sedette di fianco e non
facendo caso alla sua battuta precedente gli rispose con tono tranquillo e
preoccupato “come ti senti??”lui,
girandosi per la prima volta verso di lei le disse “meravigliosamente!!!”, “sai
che non ti credo vero??!!” gli rispose Alice mettendogli una mano sulla spalla
per fargli sentire che se lui aveva bisogno di lei, lei ci sarebbe stata per
lui.
Damon abbassò lo sguardo, ma Alice non arrendendosi
gli disse “Damon guardami” e gli fece alzare lo sguardo “per qualsiasi cosa io
ci sono e ci sarò sempre per te, perché tu ci sei stato quando io avevo bisogno
di aiuto, ed è per questo che puoi sempre contare su di me, sia per un
abbraccio che per un consiglio o semplicemente per sfogarti e mi sembra che
questo sia uno di questi casi …”
Nei suoi occhi, Alice poteva vedere una lotta
interiore in cui, da un lato c’era il suo orgoglio che non gli permetteva di
chiedere aiuto e dall’altro il suo lato umano che chiedeva solo di essere
consolatoe capito.
Improvvisamente il suo viso cambiò da pensieroso a
arrabbiato e alzandosi in piedi con una velocità da vampiro la guardò negli
occhi e le disse alzando di parecchi toni la voce:
“chi credi
che io sia sentiamo, Stefan forse?? Io non sono mio
fratello non ho bisogno di queste cretinate, né di un abbraccio ne tantomeno di
un consiglio hai capito?? Quindi fai un favore a tutti e due e vattene!!”
l’ultima frase gliela disse avvicinandosi pericolosamente al suo viso, quasi ad
incuterle timore, ma Alice quasi si aspettasse questa sua reazione gli disse
avvicinandosi anche lei al suo viso e guardandolo intensamente negli occhi e
con voce decisa gli disse:
“no Damon non me ne andrò, sai puoi fare anche la
parte del grande vampiro cattivo, insensibile a tutto e a tutti, ma non
riuscirai a farmi andare via, quindi continua pure a fare pure la parte del
duro ma sappi che con me non attacca, sono venuta qui per aiutarti e non me ne
andrò senza averlo fatto sono stata chiara??”
Lui mi guardò in modo sorpreso ma riprese subito la
sua“tu aiutare me?? e in che modo
pensavi di aiutarmi si può sapere??” disse con il suo sorriso alla Damon, che
in quel momento Alice avrebbe voluto far andare via a suon di schiaffi .
“Voglio farti capire che, anche se pensi di essere
solo e di non poterti fidare di nessuno, di me ti potrai sempre fidare Damon e
dentro di te sai che sto dicendo la verità!! se me lo permetterai, vorrei
riuscire ad attraversare quello scudo, che ti sei creato per non permettere a
nessuno di ferirti” dopo avergli detto ciò, Alice gli mise la mano sul suo
cuore e alzò gli occhi su di lui.
Quello che vide, furono due occhi color ghiaccio che
la stavano scrutando nel profondo, non per soggiogarla perché non poteva, ma
per capire se tutto quello che gli aveva detto era vero.
Poteva veramente fidarsi di lei? Poteva veramente
lasciarsi andare, dopo tutti gli anni passati a stare male a causa di Katherine
e di Elena? Ecco quello che in quel momento passava nella mente di Damon; per
lui non era facile fidarsi completamente delle persone, ma quando lo faceva ci
metteva tutto sé stesso e dentro di sé sentiva che poteva fidarsi di Alice che
lei non l’avrebbe mai tradito.
“Mi permetterai di aiutarti?” chiese Alice con voce
quasi sussurrata, Damon la guardò negli occhi intensamente e avvicinandosi a
lei, le sussurrò all’orecchio “mi stò fidando di te,
non farmene pentire” .
Alice felice di essere riuscita a convincerlo, gli
prese la mano e gli disse “non te ne pentirai, te lo giuro!”;
Lo trascinò verso il suo grande e magnifico letto,
lo fece sdraiare e dopo essersi stesa di fianco a lui, i loro occhi non si perdevano
mai di vista così Alice allargo le braccia e gli disse “vieni, fatti
abbracciare lo sai che ne hai bisogno e io sono qui per te..!”
Damon ci pensò su qualche secondo, ma dopo averle
dato uno di quei suoi splendidi sorrisi, che riservava a poche persone, si
buttò fra le sue braccia, come aveva fatto lei con lui quando aveva bisogno di
conforto e amore.
E fu così che passarono la notte, l’uno fra le
braccia dell’altra, con Alice che non riusciva a smettere di accarezzare i
capelli lunghi e morbidi di Damon;
Damon d’altro canto non riusciva a smettere di
stringerla, quasi come se fosse un salvagente il suo salvagente personale, che
non gli avrebbe permesso di affogare in tutti i suoi problemi e tormenti
interiori.
Eccoci arrivati alla seconda parte di questo
capitolo come promesso ho aggiornato a tempo di record !!!! XDXDXD
Bè
che dire, ci sono stati molti colpi di scena e come molte ragazze mi hanno
chiesto ci sono state scene tra Beth e Elijah ma
anche scene tra Beth e Mason
e Alice e Damon!!!!!
Non so voi, ma a me è piaciuta un sacco la scena
della litigata tra santa Elena e Alice oltre ovviamente alla scena finale tra
Alice e Damon!!!! Per non parlare poi delle scene tra Elijah e Beth e poi chissà cosa vorrà mai dire la frase che Elijah
dice a Beth “fareste meglio ad andarvene il più in
fretta possibile. Prima che Klaus appaia in città” Mah Elijah il misterioso
XDXDXD
Che dire ringrazio tutte le ragazze che hanno
recensito gli scorsi capitoli, le lettrici silenziose e chi ha messo la storia
tra le preferite e le seguite!!!!! Vi adoro tutte dalla prima all’ultima!!!!
XDXDXD
Ci vediamo al prossimo capitolo che sarà anch’esso
pieno di colpi di scena!!!!! XDXDXD
Il mattino successivo, Alice fu la prima a
svegliarsi e in un primo momento si ritrovò spaesata, visto che quella non era
la sua stanza, ma dopo aver fatto mente locale gli ritornarono alla mente gli
avvenimenti della sera precedente a partire dalla morte di Elijah, alla
litigata con Elena e per finire il momento di riconciliazione tra lei e Damon.
Quest’ultimo stava dormendo come un angelo, aveva il
viso rivolto verso di lei e un suo braccio non aveva intenzione di lasciarla
andare, tanto la teneva stretta a sé, quasi avesse paura che lei scappasse da
un momento all’altro.
Alice poteva stare ore ed ore a guardarlo dormire,
era una visione incantevole con quel fisico meraviglioso, ma una cosa che lei
adorava di lui, oltre ai suoi splendidi occhi color ghiaccio naturalmente,
erano i suoi capelli, neri e lucidi come le piume di un corvo ed erano
incredibilmente morbidi al tocco, tanto che la sera prima non riusciva a
smettere di accarezzarli e fu con questo suo gesto, che Damon si addormentò con
il sorriso sulle labbra, come se fosse, dopo tanto tempo sereno e felice.
Lei si accorse che Damon aveva un ciuffo di capelli
vicino agli occhi, così, cercando di fare il più delicatamente possibile per
non svegliarlo, glielo sistemò in modo che non gli desse fastidio, ma non
riuscì a trattenersi dall’accarezzarlo partendo dai capelli, passando poi a
tracciare la forma del naso e infine arrivando alle sue labbra , le sue labbra
sexy e bellissime che ti facevano venire una gran voglia di baciarle, ma Alice
sapeva che quella non era la cosa giusta da fare, eppure lui ultimamente era
sempre al centro dei suoi pensieri, che lei lo volesse o meno. Così mentre
cercava di rimettere ordine nei suoi pensieri, si ricordò che la sua mano si
trovava ancora sulle labbra di Damon… fece per
tirarla via, quando sentii la sua mano riportarla sulle sue labbra, dove vi
posò un delicato bacio, dopodiché Damon aprì definitivamente gli occhi, quegli
occhi stupendi che la incantavano ogni qualvolta li guardava .
Alice dopo essersi ripresa gli disse con voce calma,
cercando di mitigare l’imbarazzo che sentiva dentro di sé: “Buongiorno! dormito
bene?” Damon poté percepire il suo imbarazzo, nonostante lei cercasse di
nasconderlo ai suoi occhi, così per cercare di metterla a suo agio le rispose:
“ Buongiorno anche a te! E per rispondere alla tua
domanda, ho dormito magnificamente … avendo inoltre una compagna di letto
fantastica, non poteva che essere così! ” le disse in modo serio ma con il
sorriso sulle labbra.
Alice non essendo abituata ai complimenti si
imbarazzò non poco, tanto che le sue guancie si colorarono immediatamente di un
rosso acceso e per mascherare questo suo imbarazzo, abbassò lo sguardo cercando
un nuovo argomento di conversazione ma Damon l’anticipò dicendole con tono
serio : “Mi hai veramente sorpresa ieri sera sai?”, lei non capendo a cosa si
riferisse gli chiese:
“A cosa ti
riferisci esattamente??”
“Mi riferisco
alle cose che hai detto ad Elena per difendermi quando me ne sono andato,
credimi se ti dico che sei l’unica che l’abbia mai fatto, non che io ne abbia
bisogno sia chiaro!!”le disse lui in
tono serio, ma nello stesso tempo cercava di non far scorgere quanto fosse
felice di questo suo gesto;
“Bè…” disse Alice
fissandolo negli occhi, “deduco che tu abbia sentito ogni parola di quello che
ci siamo dette giusto??”Damon, dopo
averle fatto il suo classico ghigno le rispose :
“ Saicom’è
noi vampiri abbiamo un udito sopraffinoe poi voi urlavate talmente forte, che non mi stupirei se tutti i
cittadini di MysticFalls
vi avessero sentito!” Alice rise della sua battuta, ma ripensando a tutto
quello che si erano dette lei ed Elena la sera prima, si fece improvvisamente
seria in volto e non riuscendo a tenere per sé i suoi pensieri gli disse: “Se
ripenso alle cose che ha detto a te e poi a me, mi verrebbe da staccarle la
testa a morsi… Dio come può dirti quelle cose, ti
parla come se tu fossi una sua proprietà, cosa non vera dal momento che sta con
tuo fratello!! E comunque anch’io devo ringraziarti, per avermi difeso da lei
prima che arrivassi!!”;
Damon dopo
aver ascoltato il suo monologo, ripensò anche lui a quello che Elena gli aveva
detto a proposito di Alice e si rese conto di non essersi affatto pentito di
aver preso le sue difese anzi, dopo quello che aveva fatto per lui la sera
precedente gli sembrava di aver fatto troppo poco così le disse:
“Figurati, mi stava dando sui nervi vedere Elena che
si arrabbiava con te per un motivo così futile”
Alice capì, che Damon non le aveva detto quella
frase solo per essere gentile, ma perché ci credeva veramente e di questo non
poteva che esserne felice, così gli sorrise.
In quel momento però, si ricordò che Beth la sera prima era andata a casa accompagnata da Mason, chissà come starà ora, visto che l’aveva lasciata
che non era in ottime condizioni, forse era il caso di verificare di persona se
si fosse ripresa o meno dallo shock;
Damon vedendo Alice così pensierosa gli chiese “ehi
a cosa stai pensando??”
“ Sto pensando che dovrei tornare a casa per
controllare come sta Beth… ieri sera era sconvolta
per tutto quello che è successo….!”, il vampiro
vedendola così preoccupata cercò di rasserenarla “vedrai che starà bene e
comunque se sei così decisa ad andare da lei ti accompagno, visto che dopo devo
andare a scuola per mettere al corrente la streghetta
e barbie vampire” .
“grazie Damon sei molto gentile…e
comunque voglio venire con te, dammi il tempo di vedere Beth
come sta e andiamo!”
I due si prepararono in pochi minuti per
avviarsifuori e ci miseroall’incirca soli cinque minuti di macchina,
vista la folle velocità con cui guidava Damon e non appena arrivati, Ali invitò
il vampiro a entrare in casa. Non appena oltrepassarono l’uscio di casa, videro
Beth girovagare per la casa senza meta. Sembrava
irriconoscibile, aveva tutti i capelli disordinati ed era ancora in pigiama.
Non appena notò la presenza di Damon gli sorrise fintamente: “Guarda chi si
rivede.. Il nostro Salvatore è tornato! Hai altre cene omicide da proporci?”
domandò sorseggiando un bicchiere di latte.
“Sono venuto a proporre una tregua! E spero che non
ce l’avrai con me per quel piccolo incidente avvenuto la scorsa notte, con Elijah… doveva essere fatto, lui era pericoloso per tutti
noi” rispose Damon per convincerla.
Beth
lo guardò come se non avesse minimamente ascoltato le sue parole: primo, perché
non le interessava, secondo perché se Elijah era ritenuto pericoloso allora
anche Damon lo era, a giudicare dal suo carattere folle.
Alice esausta guardò Damon poi si diresse verso Beth per consolarla:” Ti va di uscire un po’? Così per
dimenticare i brutti trascorsi dell’altra notte…
andiamo a scuola dagli altri, dai unisciti a noi!” mormorò supplicante. Beth non era per niente in vena di uscire, perché non aveva
dormito per tutta la notte, ma le era difficile negare qualcosa ad Alice e
soprattutto non le andava di incuterle il suo malumore, ora che sembrava
decisamente serena.
Seppur riluttante uscirono insieme, anche se Beth per tutto il viaggio lanciò a Damon occhiate glaciali.
I ragazzi si ritrovarono tutti nel parcheggio della
scuola, le lezioni erano finite da pochi minuti e l’esterno dell’edificio era
parecchio affollato.
Alice restava sempre accanto a Damon, mentre Beth era completamente sovrappensiero: la sua mente non
faceva altro a ripensare alla scorsa notte, a quella cena a dir poco ambigua,
la morte improvvisa di Elijah avvenuta proprio sotto i suoi occhi e infine alla
pseudo minaccia da parte di Mason di fare qualcosa
contro i vampiri: perché il futuro si prospettava così pieno di problemi?
Nel frattempo Elena, Bonnie
e Caroline uscirono dalla scuola ma quando Elena vide Alice vicino a Damon non
poté fare a meno di lanciarle un’occhiata di fuoco.
Alice fece finta di niente, anche se aveva notato lo
sguardo a dir poco irritato di Elena e dovette ammettere che ci godeva
parecchio, a vedere Elena Gilbert rossa d’invidia. Rise dentro di sé, notando
che anche Bonnie la stava squadrando dalla testa ai
piedi: persino lei non si capacitava del perché Alice fosse così … strana! Come
se avesse qualcosa da nascondere a tutti i costi… e
quella collana poi?
Ma tutti i loro pensieri vennero distolti da un
rumore assordante.. una di quelle musiche house che andavano di moda nelle discoteche.
Tutti i presenti si voltarono verso il lato della strada, dove stava
sfrecciando a tutto gas una macchina decappottabile rossa, con la radio accesa
ad alto volume.
L’auto si fermò con un inchiodata proprio di fronte
all’uscita della scuola, dove tutti si erano fermati ad ammirare quella
splendida macchina tirata a lucido e aveva una linea sexy ed elegante.
Alice scorse il simbolo del cavallo rampante sul
cofano della macchina e rimase esterrefatta perché anche se aveva vissuto per
tanti anni in Italia, non aveva mai visto dal vivo una Ferrari.
Ma più che dall’auto, i presenti erano rimasti
abbagliati dal conducente. Dire che fosse soltanto bello era un eufemismo, era
molto di più: un ragazzo giovane, molto muscoloso con i capelli biondi tirati su
con un pizzico di gel e aveva un paio di occhiali da sole a specchio.
Alice aveva sempre criticato l’atteggiamento un po’
troppo accomodante di Beth, nei confronti dei bei
ragazzi ma per quel ragazzo lei avrebbe potuto fare un eccezione alla regola.
Tutte le ragazze della scuola lo fissarono con
sguardo sognante e Damon sentendosi messo da parte sbottò con tono acido :
“Insomma non avete mai visto una Ferrari?! A casa se volete ho un sacco di
macchine d’epoca che potrebbero benissimo fare concorrenza a quella sottospecie
di auto!”
Alice scosse
la testa divertita ma poi sentì il corpo di Beth
irrigidirsi al suo fianco e il suo respiro farsi molto agitato; così si voltò
verso l’amicae notò che era
notevolmente impallidita e un terribile sospettò le balenò nella mente.
Il conducente dell’auto aveva appoggiato il braccio
sul finestrino abbassato e si girò verso la folla con un sorriso smagliante,
togliendosi gli occhiali da sole. Improvvisamente Alice, Beth
e Damon rimasero paralizzati dallo shock e dalla sorpresa.
Damon dovette trattenersi al massimo per non saltare
addosso a quel bell’imbusto mentre AdrianDickmen sfoderò un altro di quei suoi sorrisi abbaglianti,
e vedendo i loro visi sconvolti gridò dall’interno della sua auto:
“Buongiorno! Qualcuno ha bisogno di un passaggio?
Magari tu!” disse affabile indicando Alice “così la prossima volta eviterai di
rompere i pavimenti con le tue entrate ad effetto!”
Alice arrossì
sentendosi tutti gli occhi dei presenti su di lei e non osò guardare in viso
Damon, dal momento che era alquanto imbarazzata dallo sguardo di apprezzamento
che le aveva lanciato Adrian.
Damon aveva visto lo sguardo che Adrian
aveva lanciato ad Alice e avrebbe voluto staccargli la testa a morsi ma c’era
troppa gente che stava guardando la scena, quindi dovette trattenersi per la
seconda volta in pochi minuti; dopodiché Adrian rimise
subito in moto, spingendo sempre di più il pedale dell’acceleratore.
Prima di
partire però si girò per l’ultima volta verso Alice facendole l’occhiolino con
un sorriso divertito e strafottente; infine sfrecciò via come un aereo
supersonico che vola a raso terra, evitando per poco di investire qualcuno.
Non appena la Ferrari si fu allontanata, Beth si sentì in qualche modo rinata e girandosi verso
Alice le disse “Oh mio Dio…!”
“Com’è possibile… credevo che se ne fossero andati…!”
sussurrò Alice sgomenta .
Damon si girò verso la direzione che aveva preso
l’auto di Adrian e il suo sguardo si fece minaccioso,
come se avesse appena raccolto una sfida personale: “Doveva essere così! Quel
tizio o è davvero pazzo come avevo già presupposto, oppure … è tornato per un
altro scopo…” sussurrò glaciale, mentre Alice e Beth si stringevano l’una alla’altra impaurite, perché
avevano ormai capito che il destino amava accanirsi contro di loro.
*Inizioflashback*
Adrian,
Yannick e Xavier entrarono
nella grande fortezza in Tennessee sbattendo fortemente la porta; il rumore
risuonò come un boato infernale dentro quelle mura sperdute dal resto del
mondo. Sembrò non esserci anima viva in quel luogo desolato ma in pochi minuti
nell’ala principale accorsero degli uomini affiancati da delle donne e da
alcuni ragazzi per chiedere qualche notizia proveniente da MysticFalls.
Xavier
si mosse lentamente, come se non sentisse la terra sotto i piedi e aveva il
viso così stravolto che non ci sarebbe stato bisogno di domande superflue o occhiate
allusive, per capire che la loro caccia in quel piccolo paesino era stato un
completo disastro; l’uomo si lasciò andare tutto ansante su una sedia e
raccontò in breve tempo tutto quello che era successo.
Alla fine del racconto, tutti i presenti impallidirono
e restarono sgomenti e senza parole quando scoprirono che Theo era morto; molti
soffrirono in silenzio per quella perdita, dal momento che egli era lo stregone
più potente dell’Ordine ed era morto con coraggio sfidando un avversario più
forte di lui: “Mi dispiace per Theo e per gli altri, ma sapevamo che non
sarebbe stato facile. Ma questo non cambia niente, noi siamo più forti di loro,
noi siamo…” la frase di un giovane però fu interrotta
da Adrian che avanzò con prepotenza e prese la
parola:
“ Noi siamo
dei poveri coglioni! Siamo stati completamente spazzati via da un uomo solo… Capitan America ha sbagliato sicuramente i suoi
calcoli!” gridò in modo ironico rivolgendosi a Xavier
, che subito si alzò imperioso non avendo mai tollerato queste uscite fuori
luogo da parte di Adrian.
“ Ti avevo
detto che quel luogo era diverso, che Theo era inquieto perché percepiva
presenze più forti del previsto. Ma tu col tuo solito carattere impulsivo e da
testa calda, non mi hai dato retta e ti sei buttato nella mischia come un
esaltato!”
Adrian gli sorrise sprezzante: “Almeno non sono stato il
primo a scappare con la coda tra le gambe!”
L’umore di Xavier si
rabbuiò istantaneamente e lo fissò indispettito, nel frattempo nella sala calò
un silenzio angosciante, temendo che Xavier tagliasse
la gola ad Adrian.
Yannick
si affiancò subito al fratello come faceva sempre in situazioni del genere, per
evitare che qualcuno tentasse di fare qualche azzardo nei confronti di Adrian. Xavier allora si limitò a
sorridere in modo franco per non creare un polverone per niente e stranamente
lasciò correre, ma la lingua di Adrian non aveva
ancora smesso di sputare sentenze e domandò, ancora tagliente:
“ Chi era quel vampiro? Quello che strappa i cuori
dal petto manco fossero caramelle?!”
Xavier
alzò lo sguardo verso Adrian e il biondino per un
attimo scorse negli occhi dell’uomo un lampo di terrore mai visto prima in lui;
ma la sua espressione dura del volto non fece trasparire nulla di quello che
provava veramente: “Sarà un vampiro più forte di tutti quelli che abbiamo
affrontato fino ad ora. Vi avevo avvertito che la situazione questa volta
sarebbe stata più pericolosa… e così è stato!”
rispose semplicemente.
Adrian
tuttavia non si fece incantare dalle sue belle parole e rimarcò ancora sulla
questione:
“E’ vero, ma
fino a quel punto? Potevi anche dirci qualcosa di più, visto che ci hai rotto
bastantemente la testa nei giorni addietro, su questa caccia a MysticFalls!” gli disse
cominciando ad alterarsi, poiché Xavier aveva fatto
soltanto degli accenni su quella storia, tacendo alcune parti cruciali su
quello che stava accadendo in quella cittadina, dove niente era quello che
sembrava.
Xavier
non era stato del tutto sincero su ciò che avrebbero dovuto affrontare, ma
l’uomo replicò: “Ora non dovrai sopportare più questo cruccio Dickmen, dal momento che ci lasceremo alle spalle per un
po’ di tempo MysticFalls e
i suoi misteri!”
Adrian rimase allibito e anche Yannick
dopo l’ultima affermazione di Xavier, così si girò
tentennante verso il fratello e poi prese lui la parola: “Perché? Non abbiamo
mai rinunciato a una caccia prima d’ora, capisco che la morte di Theo ci abbia
destabilizzati ma … non era di vitale importanza questa missione? Non si era deciso
ogni cosa, non si era fatto tutto ciò che si doveva fare per vincerla?”
“Questa volta
è andata così!” sbottò Xavier furiosamente “Non ho
detto che abbandoniamo la caccia, ci occupiamo soltanto di altri territori, dal
momento che il mondo è vasto e gli esseri soprannaturali non vivono soltanto a MysticFalls… ci penserò io, e
voi rimettetevia chi le sa le cose!”
mormorò interrompendo di botto la conversazione e andandosene con passi felpati
fuori dalla sala, seguito poi da altri uomini.
Così alla fine nella sala rimasero solo i due
fratelli, entrambi con un’espressione in volto che andava da l’attonito
all’adirato.
“Si piglia
gioco di noi?! Insomma tutto questo blaterare di pietre di luna, di maledizioni
senza senso alla fine cosa ne abbiamo ricavato? Discorsi al vento, campati per
aria!” mormorò Adrian furioso. Anche il fratello gli
diede ragione: “Insomma si può dire che questa volta Xavier
abbia preso un granchio e ha visto maledizioni dove non ce n’erano! Anche se
non mi piace appagarmi di chiacchiere come quella che ci ha rifilato prima …
abbiamo perso molti uomini e per cosa poi?” si chiese Yannick
con voce agitata.
Adrian
nel frattempo si era immerso nei suoi pensieri: tornò con la mente a quella
situazione che gli sembrava sempre più strana…tutta
quella fretta nel voler andare a MysticFalls per recuperare quella pietra di luna, la spiegazione
fredda e impacciata di Xavier nel voler agire con la
massima segretezza e attenzione, come se fosse una caccia di vitale importanza
… senza contare poi che Xavier aveva accennato a
qualche gran misfatto, come se stesse per arrivare la fine del mondo, ma non
dicendo mai nulla di concreto.
Di vero sapevano soltanto di una maledizione del
sole e della luna che sia i vampiri che i licantropi stavano cercando di
spezzare e loro dovevano impedirlo ad ogni costo; il perché, il come e il chi
nessuno lo aveva capito, poiché Xavier ci teneva a
mantenere i suoi segreti per sé.
Ma tutte quelle circostanze messe assieme facevano
presumere ad Adrian che ci fosse sotto un mistero ben
diverso da quello che gli era stato detto.
Quasi quasi ebbe l’impulso
di tornare indietro per mettere Xavier alle strette e
farsi dire con le buone o con le cattive quello che stava realmente succedendo,
ma quando alzò gli occhi vide il fratello che lo stava scrutandoattentamente: “Ti vedo pensieroso!”
Adrian
alzò le spalle “Sto pensando in effetti!”
Yannick
ridendo gli rispose: “Quando pensi tendi a fare qualche cazzata o sbaglio?!”
Visto che sapeva che le idee di Adrian
non portavano mai a nulla di buono ed erano anche pericolose talvolta.
“Lo so!”
rispose il fratello sorridendo anche lui di rimando, ma ad un tratto gli si
illuminarono gli occhi. Yannick lo guardò
visibilmente preoccupato perché qualsiasi cosa gli fosse passata per la mente
sarebbe stata probabilmente una follia. E lui ovviamente lo avrebbe seguito,
come aveva sempre fatto.
*Fineflashback*
Alice e Damon entrarono al Grill tutti agitati, per
parlare di quello che era appena successo nel cortile della scuola e per cercare
di capire come muoversi; in un primo momento non si accorsero dei due
forestieri seduti al bancone del bar intenti a sorseggiare un drink.
Adrian
e Yannick stavano parlando a quattr’occhi:“Devi
rendertene conto Yannick, il nostro capo sta tirando
fuori certe ragioni senza sugo per interrompere questa caccia da lui stesso
definita << di enorme importanza >> e quindi voglio vederci
chiaro!”
“Io invece
vorrei spicciarmi nel concludere questa faccenda; senti quello che ho in mente…” replicò Yannick mettendosi
più vicino possibile al fratello in modo che nessun’altro sentisse la loro
conversazione, ma fu in quel momento che furono avvicinati da Damon e Alice
alle spalle e la ragazzali guardò con
disprezzo e timore.
I due fanatici si accorsero della loro presenza alle
spalle e si girarono, anche se non si dimostrarono affatto sorpresi di quella
visita:
“Tu guarda chi si rivede!!! Non pensavo di rivedervi
così presto… vi unite a noi?” domandò Adrian sfacciato guardando prima Damon e poi lanciando
occhiate e sorrisi maliziosi a Alice.
Damon contraccambiò il sorriso beffardo, ma non gli
sfuggì l’occhiata che quel bastardo aveva posato su Alice e dentro di sé
cominciò a provare una voglia irrefrenabile di uccidere quell’essere
ripugnante, che aveva osato guardare Alice in quel modo. << Cosa avrà
tanto da guardare?! Se pensa anche di fare qualcosa con lei o di prenderla di mira… gli renderò la morte ancora più insostenibile! lei è
mia e di nessun’altro!!!! Pensò, ma nel momento stesso in cui Damon si rese
conto di quello che aveva appena pensato si impietrì, non pensava di poter
provare in così poco tempo, un sentimento così forte per una ragazza, ma Alice
non è una ragazza qualunque, lei è speciale, è riuscita a tirare fuori una
parte di me che nemmeno credevo di possedere più, neanche Elena ci era mai
riuscita, anche se per lei avrei fatto qualsiasi cosa, sarei diventato la
persona che voleva che diventassi e l’unica cosa che volevo era essere la sua
prima scelta, ma dentro di me sapevo che non l’avrebbe mai fatto lei amava Stefan e avrebbe sempre scelto Stefan!!!
Alice invece, da quando abbiamo iniziato a conoscerci meglio, mi ha sempre
messo al primo posto e dopo quello che ha fatto per me la scorsa notte non
posso più rinnegare quello che sto iniziando a provare per lei!> >
Così rispose con tono minaccioso: “Perché no? Così
ne approfitto per assicurarmi che lascerete la città entro un ora senza farvi
più ritorno, se non volete fare una brutta fine”
Adrian
rise in modo molto ironico mentre Yannick finiva il
suo drink, senza far trapelare la benché minima paura per la minaccia ricevuta:
“ Come siamo maleducati! Non credevo che gli americani fossero così inospitali
… ci credo che la città è praticamente deserta … anche se questo problema
dipende forse dal fatto che tu e i tuoi colleghi stiate dissanguando tutti i
cittadini. Le attrazioni turistiche non sono più quelle di una volta!” rispose
sfrontato Adrian ma anche Yannick
si unì alla risata girandosi apertamente verso i loro interlocutori.
Questa volta Yannick non portava
gli occhiali e si poteva così intravedere la somiglianza tra i due fratelli,
sebbene quest’ultimo non fosse di una bellezza disarmante come quella di Adrian, anche se non era niente male neanche lui, pensò tra
sé e sé Alice.
“Qui non c’è niente per voi, tornatevene da dove
siete venuti” gli disse Damon per lanciare un ultimo avvertimento; Adrian però non sembrava averlo preso sul serio infatti si
comportava come se lo stesse prendendo in giro: “Mi dispiace Damon non possiamo
farlo, vedi … il nostro capo fa veramente paura, se disubbidissi ai suoi ordini
mi farebbe delle cose talmente atroci, roba che non potrei più sposarmi!”
Yannick
rise sotto i baffi ma Damon iniziò a stancarsi per tutta quella strafottenza
nei suoi confronti così prese Adrian per il collo,
serrandolo con forza contro il bancone.
Alice rimase immobile ma quella situazione era
altamente rischiosa, soprattutto perché non erano soli dentro quel bar e molta
gente si era già girata nella loro direzione incuriositi da quello che poteva
sembrare un semplice litigio:
“Vi avverto … appena farete un passo fuori da qui,
non vi riserberò una così bella accoglienza!”
Yannick
si alzò e lo prese per il braccio, cercando di strappare la presa di Damon dal
collo del fratello, mentre con l’altro nascondeva un paletto di legno dentro al
cappotto: “lascialo andare o avrai tu una bella sorpresa …!” mormorò
disprezzandolo.
Alice temendo che la situazione gli sfuggisse di
mano mise una mano sulla spalla di Damon per fargli capire di lasciarlo andare:
“Damon è meglio lasciare perdere per questa volta … andiamo via di qui!” gli
sussurrò all’orecchio in modo serio ma tranquillo, cercando di farlo stare calmo,
dal momento che aveva notato che quel paletto era piuttosto appuntito.
Damon questa volta la ascoltò e lasciò seppur con
riluttanza la presa sul collo di Adrian, che stava
iniziando a respirare faticosamente ma sfoderò comunque uno dei suoi sorrisi migliori:
“Pensavi
davvero che non ci saremmo prevenuti per un’eventuale trappola da parte di
qualcuno della vostra allegra combriccola?! Prova soltanto a farci qualche tuo
scherzetto da vampiro e trucidiamo la tua adorata doppelganger,
mi hai capito?? Noi non abbiamo bisogno di inviti per entrare in casa degli
umani!” disse sogghignando mentre l’espressione di Damon divenne gelida, così Adrian continuò, vedendo che stava avendo l’effetto sperato
nel vampiro: “O magari potrei aver messo una bomba a MysticFalls che si innescherà nel momento stesso in cui il
mio cuore cesserà di battere … un po’ assurdo in effetti, ma vuoi davvero
rischiare di farci saltare tutti in aria? E ora, cosa mi dici Damon?”
I due
fratelli allora girarono attorno al vampiro e Adrian
gli passò accanto come se volesse sfidarloa dimostrazione che non stesse affatto scherzando.
Damon serrò i pugni pronto a rompergli la testa in
quel medesimo istante ma poi Adrian si girò verso di
lui e gli disse: “Ah un’ultima cosa, ci avete fatto un grossissimo favore ad
uccidere quel vampiro spaventoso<< Mister vi strappo i cuori in un secondo >> Dovevamo
ucciderlo noi, ma ci avete risparmiato la fatica, grazie davvero!” mormorò con
tono saccente prima che Yannick lo bloccasse.
“Può bastare Adrian! Sono
sicuro che ha recepito il messaggio, è meglio andare ora”
Adrian
alzò il mento e Alice per un attimo ebbe l’impressione che stesse guardando
proprio lei e non le piacque per niente lo sguardo che le stava lanciando …
come se volesse provocarla.
“ci rivediamo dolcezza!” mormorò deciso continuando
a fissarla mentre Yannick appoggiò il braccio sulle
spalle del fratello per fargli capire che era arrivato il momento di andarsene
di lì e così fecero.
Dopo di che, Damon lanciò tutti i bicchieri che si
trovavano sul bancone, per terra rompendosi all’istante; Alice tremò per
quell’atto rabbioso, mentre si avvicinava a lui per calmarlo:
“Damon calmati … vedrai che le loro minacce cadranno
a vuoto e riusciremo a risolvere tutto. Parlane con Stefan
…” ma Alice non finì la frase che Damon si girò verso di lei e la fulminò con
lo sguardo.
Lei non c’entrava nulla, ma si trovava di fronte a
Damon nei suoi classici momenti di sfogo, così non se la prese più di tanto per
la sua occhiata precedente.
Damon dopo aver sbollito un po’ la rabbia sembrò
calmarsi, ma non la degnò di una parola e se ne andò da lì velocemente,
lasciandola sola con mille interrogativi in testa.
Dopo una buona mezz’ora, Alice pensòdi andare a controllare come stava Damon, dal
momento che sembrava essere ritornato di cattivo umore così decise di ritornare
a casa Salvatore. La porta stranamente era aperta e lei la richiuse guardandosi
attorno sospettosa: sembrava non ci fosse anima viva e nemmeno Stefan era in casa.
Salì le scale per dirigersi verso la camera di
Damon, quando sentì il fruscio dell’acqua cadere dalla doccia.
Alice allora andò verso la porta del bagno e si
imbarazzò molto per questa sua intromissione, ma voleva soltanto vedere chi ci
fosse dentro, così aprì lentamente la porta. “Damon? Sei tu?” chiese titubante.
“Entra pure!” le urlò di rimando una voce femminile,
che di certo non era quella di Damon o di Stefan.
Alice strabuzzò gli occhi e questa volta aprì
completamente la porta. Elena si girò verso di lei intenta a lavarsi i capelli
e uscì senza alcun pudore dalla doccia, mettendosi di fronte a lei. “Ehi! Puoi
lanciarmi quell’asciugamano vicino a te per favore?”
Ali rimase sbigottita per questa sua richiesta e le
lanciò l’asciugamano senza chiederle nulla.
“Aspettavi Damon? E’ stato qualche minuto nella
doccia con me, ma poi è dovuto andare via!” esclamò Elena divertita. Ali la
fissò disgustata e il suo sguardo si riempì d’odio:
“Hai bevuto parecchio ieri sera visto che confondi
la realtà con i tuoi sogni! Damon solo qualche mezz’ora fa era con me, non
certo con te!”
“E’ un vampiro e il suo umore nonché le sue voglie,
cambiano di continuo ad una velocità impressionante.. sei delusa?” domandò,
abbassando la testa da un lato come se volesse compatirla.
Alice non accettò questa sua offesa e se ne andò dal
bagno, poi dal corridoio le urlò:” Hai bisogno di una bella doccia fredda! O
magari di qualche psichiatra!” Ma non fece in tempo a finire, che sentì una
botta alla testa che la fece svenire sul pavimento.
Nel frattempo Beth si era
appostata fuori casa Salvatore dietro un albero, cercando di non farsi vedere
da nessuno. Ormai c'era abituata nello spiare le case altrui!
Aveva detto ad Alice che si sentiva sotto shock dopo
l’improvvisa comparsa di Adrian in città e disse che
sarebbe andata a casa per dormire un po’ e starsene al sicuro, ma era solo una
scusa per andare a casa di Stefan e Damon senza
seccature. Ci era andata a piedi e ci aveva messo più tempo del previsto, ma
ora era lì finalmente.
Si augurò che
Stefan non fosse in casa e visto che Damon era ancora
con Alice, presumeva, Beth si avvicinò lentamente
alla porta.
Ovviamente era rischioso, ma ci aveva pensato tutta
la notte e alla fine si era convinta che fosse la cosa giusta, anche se poteva
sembrare che lo facesse solo e unicamente per i suoi capricci e gli ormoni
sballati. << Cioè anche per quello… >>
pensò Beth in un momento di follia << Ma Elijah
sa qualcosa su Alice..su quello che sta passando.. e per avere qualche risposta
ho bisogno di un interlocutore vivo, non di un cadavere rinsecchito >>
Fu facile per lei scassinare la serratura, visto che
in Italia aveva frequentato un tizio decisamente poco raccomandabile infatti
Alice aveva subito storto il naso quando lo aveva visto, ma quel tipo le aveva
insegnato cose davvero ingegnose: come scassinare una serratura o far andare in
moto le auto senza le chiavi, come nei film.
Beth
quando aveva imparato tutti quei trucchetti, si era
sentita una wonder woman e fu così anche in quel
momento, non appena mise piede in casa Salvatore.
Era una cattiva idea, sì decisamente. Damon poteva
entrare da un momento all’altro e farla secca in un secondo, ma doveva almeno
tentare.
Si chiese da che parte fosse la cantina, dove era
rinchiuso Elijah, ma non ebbe il tempo neanche di andare in salotto, che si
ritrovò davanti Elena Gilbert, quasi mezza nuda visto che indossava soltanto
una vestaglia.
<< Strano, non era a scuola? >> Pensò Beth mentre la fissava ma capendo che era stata scoperta e
che potesse sembrare una ladra, cercò di giustificarsi:
“Elena! Ci si rivede! Stavo cercando Alice e
sicuramente sarà qui con Damon!” mormorò con voce stridula, come faceva di
solito quando era a disagio.
Elena le sorrise freddamente e le diede le spalle
andandosene in cucina: “Alice non c’è. E cerca di moderare i toni con me.
Sembri una papera che starnazza”
Beth
spalancò la bocca, non credendo a quello che avesse appena udito…Ok
lei e Elena non era mai state amiche, anzi, ma non erano mai arrivate a
lanciarsi simili frecciatine così maleducate e scortesi. Si sentì montare la
collera dentro di lei e rincorse Elena con passi decisi: << Sotto Beth! Ne va del tuo onore di papera offesa! >> Pensò
delirante mentre accalappiava la Gilbert alla spalle.
“Modera tu i termini Elena! Non puoi parlarmi in
questo modo!” gridò Beth offesa, cercando di farla
voltare verso di lei, ma Elena la prese con violenza per il collo, e la lanciò
contro il divano, con una furia disumana. Beth lanciò
un urlo mentre cadeva contro il divano, ma per fortuna non si era fatta niente
visto che era caduta sul morbido, però comunque non riusciva a capire come mai
Elena si comportasse così… ma poi guardandola bene in
volto, Beth socchiuse gli occhi e deglutì sentendosi
invadere dalla paura.
“Katherine…” sussurrò
debolmente, cercando di alzarsi e scappare via come un fulmine.
Ma i sensi
dei vampiri sono più veloci e attenti.
A Katherine bastò pochissimo per essere di fronte a Beth e cominciò a fissarla con uno strano sorriso, come se
ai suoi occhi fosse il miglior spuntino che potesse capitarle in quel momento.
Beth deglutì terrorizzata, incapace di fare il più piccolo
spostamento e pensò di essere spacciata ma all’improvviso sentì delle grida
provenire dalle scale.
Beth
nella sua mente stramba, pensò che un qualche Dio miracoloso fosse venuto a
salvarla, ma non appena vide che era soltanto Alice, la quale si teneva premuta
la testa con le mani per il forte dolore subìto:
“lasciala
stare puttana!” esclamò furiosa fissando Katherine negli occhi.
Beth
vedendo che le cose si stavano mettendo male si fece prendere dal panico e urlò
ad Alice di andarsene via di lì, ma la ragazza non aveva nessuna intenzione di
abbandonare Beth così si mise al suo fianco per
difenderla.
Katherine sorrise divertita per quel suo vano
tentativo di proteggere l’amica ma le disse in tono cattivo: “Avete un aspetto
veramente delizioso, ho sempre saputo che Damon avesse buon gusto in fatto di
donne!”, detto questo si avvicinò pericolosamente alle due ragazze per bere il
loro sangue.
Beth
istintivamente chiuse gli occhi terrorizzata e si strinse con tutta la sua
forza ad Alice, che non poté fare altro che restarsene lì immobile ad aspettare
il morso della vampira, sperando in qualche modo che la verbena da loro
ingerita potesse salvarle la vita.
Ma fortunatamente non sentirono niente: nessun
morso, nessuna spinta, niente di niente.
Quando
decisero di aprire finalmente gli occhipoterono vedere Damon che tratteneva, anche se con poca difficoltà, una
Katherine che gli si stava strusciando letteralmente addosso, quasi stesse
facendo le fusa:
"Damon! Mi sei mancato!" disse sensuale al
vampiro.
Beth
fece un sospiro di sollievo per essersela cavata, e esclamò
euforica:"Grazie al cielo!"
Poco dopo Alice si staccò da Beth,
partendo in quarta verso Damon e prima ancora di pensare a cosa dirgli, le
parole vennero fuori da sole:
"Che diavolo ci fa lei qui?! L'ho trovata sotto
la doccia e pensavo fosse Elena!Ma cosa
più importante...perché non è più nella cripta??” le disse con tono arrabbiato
additando in direzione della vampira.
Damon era scioccato quanto lei, dal momento che
l’unica cosa che non si aspettava in quel momento era vedere Katherine in casa
sua, mentre stava per cibarsi di Alice e Beth.
Quindi si
tolse di dosso le mani della vampira e guardandola negli occhi in modo
minaccioso le disse: “ Come cavolo hai fatto ad uscire dalla cripta??”
Katherine lo guardò annoiata, visto che si aspettava
questa domanda da parte di Damon:“ Quando hai ucciso Elijah, il suo ordine è
stato annullato e così voilà eccomi qui” gli disse spalancando le braccia in
modo teatrale.
Ma Damon non
ancora contento della sua risposta insisté sull’argomento: “C’è ancora una cosa
che non mi torna, dal momento che sapevi che Klaus sta arrivando a MysticFalls perché sei rimasta?
Credevo che una volta libera ti saresti letteralmente volatilizzata dall’altra
parte del pianeta pur di fuggire da lui e quindi la mia domanda è... cosa stai
architettando Katherine?”
“Non sto
architettando proprio nulla, come ti ho già detto in precedenza sono rimasta
per aiutarvi ad uccidere Klaus, nulla di più, quindi non dovete preoccuparvi
sono nella vostra squadra ora e qualcosa mi dice che ne avete un disperato
bisogno …” rispose lanciando un occhiata di rimprovero alle due ragazze.
Visto che ormai aveva fatto la sua entrata plateale,
decise di andarsene ma venne fermata dalla voce stridula di Beth:"
E comunque sono le oche che starnazzano, non le papere!!" disse per
prendersi una leggera rivincita anche se stava ancora tremando.
Katherine si girò dalla sua parte, ma fece soltanto
le spallucce e se ne andò, lasciando tutti allibiti.
Damon si girò verso Alice e Beth
con uno sguardo ancora sconvolto per l’improvvisa entrata in scena della
vampira e si avvicinò alle ragazze per constatare di persona che stessero
effettivamente bene: “Spero che Katherine non vi abbia fatto niente, lei ama le
entrate ad effetto!”
Alice deglutì vistosamente e abbassò lo sguardo,
facendo mente locale di quello che era successo in quegli ultimi minuti: “Mi ha
tramortita dopo che ci siamo date uno scambio di battute poco amichevoli …!
Mentre ero svenuta deve essere arrivata Beth e se l’è
presa anche con lei!”
Nel
frattempo, Beth si era messa a sedere sul divano
lentamente, come se ne avesse paura e cercò di non pensare a quello che sarebbe
potuto succedere se Katherine...
Damon notò che Beth era
caduta in stato di shock, così guardando Alice le disse:
“Tua sorella
è parecchio sconvolta, forse è meglio che torni a casa prima che le venga un
attacco di panico.. volendo potrei anche aiutarla con la mia tecnica di
persuasione ma dal momento che prende della verbena lo renderebbe inutile!”.
Beth
in quel momento si riscosse prontamente e disse guardando per la prima volta
Damon negli occhi:
“Si infatti questa casa mi mette ansia … e tra
l’altro non voglio più vedere in vita mia quella serpe odiosa!! Vieni con me
Ali?” domandò premurosa accarezzandole la spalla; Alice però ricordandosi
dell’ultima conversazione avuta con Damon al bar le rispose: “Non preoccuparti,
resto ancora un po’ qui a parlare con Damon.Tu però vai, tieni ti do le chiavi della macchina, così arrivi prima”
Beth
non se lo fece ripetere due volte e se ne andò alla svelta via di lì, andando a
sbattere contro un tavolino per la fretta e per la paura ancora in circolo
dentro di lei.
Alice sorrise per la sbadataggine dell’amica ma poi
tornò seria e si girò verso Damon : “Mi spieghi cosa è successo prima al bar??”
Damon la
guardò stranito non riuscendo a capire cosa volesse dire e facendo mente locale
di quello che era successo le rispose:
“Ho messo al
suo posto quel bastardo di un fanatico … che c’è di strano?!”
Lei lo guardò come se fosse impazzito: “Cosa c’è di
strano? E me lo domandi anche? Ti dico io cosa c’è di strano, c’è che stavi
letteralmente perdendo il controllo davanti a un sacco di persone!! Inoltre non
è prudente essere così minacciosi con quei tipi … soprattutto con quell’Adrian… è uno che
non scherza, ti farebbe fuori in un secondo!!”
“Sei preoccupata più per me o per lui??!”
Alice a quella domanda rimase basita, dal momento
che non riusciva a capire cosa passasse in quel momento per la mente del
vampiro:
“Cosa stai
blaterando?!
“Sto dicendo che sembravi piuttosto, come posso
dire, compiaciuta … dal modo in cui ti guardava nel parcheggio!”
In quel
momento Damon, anche se sfoggiava il suo sorriso ironico si poteva capire
chiaramente, che dietro quella sua maschera era in realtà piuttosto arrabbiato
e infastidito, il problema era che Alice ancora non riusciva a capire il motivo
di tutta questa sua arrabbiatura, cosa c’entrava lei in tutto questo?
“Hai per caso bevuto Damon??questo spiegherebbe il
motivo per cui stai dicendo tutte queste assurdità!!” Ma lui quasi non l’avesse
sentita continuò con il suo monologo: “Éovvio che abbia delle mire su di te … si capiva chiaramente dalle
occhiate che ti lanciava!” Alice a quelle parole ritornò con la mente alla
frase che le disse Adrian quando erano in quella casa
diroccata, mentre Stefan e Damon erano svenuti..
<< la cosa si sta facendo piuttosto interessante!! >> era
esattamente quella la frase che le aveva detto Adrian
dopo averle lanciato uno strano sorriso.
“Sicuramente non è come pensi Damon!”
“Io invece
credo di aver capito benissimo, lui ti vuole!” detto questo si avvicinò a lei,
quasi per farle capire meglio il concetto della sua ultima frase, ma Alice
l’aveva capita alla perfezione e sinceramente stava anche iniziando ad
incazzarsi perché, dal momento che loro erano solo amici, lui non poteva farle
una sceneggiata di questo genere; sembrava quasi che fosse geloso per il fatto
che qualcun altro potesse interessarsi a lei ma era assurdo, anche se lei ci
sperava da un bel pezzo che Damon potesse essere in qualche modo interessato a
lei in quel senso.
Così decise di fargli capire cosa provava, sperando
che funzionasse altrimenti sarebbe passata al piano B.
“Damon anche nel caso fosse come dici tu, questo non
implica che io sia minimamente interessata a lui! È un bel ragazzo certo, ma è
un nostro nemico e se ciò non bastasse ti posso assicurare che non è lui che
voglio e desidero …!”
Alice lasciò
la frase sospesa per vedere la sua reazione che non arrivò.. il che già di per
sé era molto strano, ma guardandolo in viso si poteva notare che i suoi occhi
di solito canzonatori e felici, erano tanto tristi quanto rassegnati.
Alice non poteva vedere Damon triste, quindi decise
di passare al piano B; si avvicinò a lui il più velocemente possibile in modo
che lui non capisse quello che aveva intenzione di fare, lo spinse seduto sul
divano gli si mise a cavalcioni e dopo avergli preso il viso tra le mani lo
baciò come avrebbe voluto fare da molto tempo.
All’inizio fu un bacio a stampo ma allo stesso tempo
passionale anche se non durò molto dal momento che Alice si staccò da lui per
vedere finalmente una sua reazione, e poté vedere nei suoi occhi incredulità e
stupore, ma non riuscire a capire nient’altro visto che Damon si riappropriò
della sua bocca e questa volta non fu un bacio tenero come il precedente ma un
bacio carico di urgenza, un’urgenza di sentirsi entrambi.
Occhi chiusi... bocca socchiusa...il loro alito
divenne un solo...
Le labbra s'incollarono... l'uno all'altra... Lui le
accarezzava dolcemente con la sua lingua...
Finche il bacio divenne più profondo, passionale.
I loro corpi si allacciarono lei le mise le braccia
intorno al collo... Lui le stringeva la vita...
Lei sentiva il suo desiderio premere contro il suo
corpo... Strani brividi percorrevano tutto il suo essere...
Mentre lui si sentiva come un fiume in piena; il suo
Desiderio cresceva a dismisura...
E nelle loro bocche incomincio una dolce battaglia
di lingue, che si sfioravano, si allacciavano, si attorcigliavano...
Un gioco che procurava sensazioni mai sentite...
Il desiderio li avvolgeva come una coperta...la mano
di lui ad un tratto le sfiorò il seno....
Fiamme di desiderio..... Fiamme di desiderio
incendiavano i loro corpi... Le loro menti....
Sempre come avvolti in un alone di magia intensa.
La mano di
lui gli accarezzava la gola e con un braccio gli cingeva la vita, continuando a
baciarla.
La mano scese un po' sul petto, sbottonando il primo
e il secondo bottone.. E insinuò con molta dolcezza la mano dentro il reggiseno
di lei...
"Che sta succedendo qui??!" gridò una voce
non molto lontana da loro, che fece sobbalzare Alice dalla sorpresa e dallo
stupore, andando persino a finire giù dal divano.
Imbarazzatissima come non lo era mai stata, alzò la
testa sopra al divano per vedere chi c'era: erano Elena e Stefan
ad averli interrotti e quella più sconvolta era la doppleganger.
Damon sbraitò cominciando a sbuffare per la loro
intromissione:"Secondo te cosa stava succedendo Elena?! Certo che voi
scegliete i momenti meno opportuni per irrompere in casa!" dichiarò
sarcastico, alzandosi dal divano. Si mise velocemente a posto i pantaloni
calati di fronte ai due guastafeste, con un ghigno superbo stampato in faccia.
Intanto Alice si era girata per mettersi a posto la
camicia, ma la fretta e il totale imbarazzo danneggiarono soltanto le cose e
quindi si coprì con le braccia, cercando di far svanire il rossore dalle
guance.
"Vi sembra il momento adatto questo? Queifanatici sono ritornati e voi vi date alla
pazza gioia!" disseElena furiosa,
cercando di non esplodere.
Damon le lanciò un occhiataccia e così fece anche
Alice:
"Scusa Elena, ma io non ti vengo a criticare
per le numerose volte che tu e mio fratello fate baldoria in casa mia, quindi
gradirei la stessa cortesia" rispose Damon sfrontato per abbattere le
accuse di Elena e Alice lo fissò ammirata, visto che avrebbe detto le stesse
identiche parole a quella smorfiosa.
Damon però poi si rifece serio e disse al fratello
che doveva parlargli urgentemente, allora Alice ne approfittò per dileguarsi da
quella situazione assurda.
"Allora.. ci vediamo.." sussurrò piano al
vampiro, che ricambiò intensamente lo sguardo.
Ma prima di andarsene, Ali si accorse che Elena le
stava lanciando occhiate omicide..
"Cos’è che volevi dirmi di cosi tanto
urgente?" domandò Beth sorseggiando un caffè, al
grill. Alice era vicino a lei e si morse il labbro, cercando le parole giuste
da dire. Si era sempre confidata con lei per ogni minima cosa e non si era mai
pentita, ma questa volta era diverso. Beth
sicuramente non avrebbe reagito bene alla notizia che lei aveva baciato Damon,
visto che si era accorta che non gli piaceva affatto e non perdeva occasione
per denigrarlo.
Alice esitò, bevendo tutto quello che era rimasto
nel suo bicchiere e allora Beth alzò il
sopracciglio:"Ho la sensazione che ci sia sotto qualcosa di grosso.. Katherine
ha convertito anche te al suicidio?"
"No non riguarda lei.."
"Oh.. meno male, altrimenti se la sarebbe vista
con me!! Allora.. sputa il rospo altrimenti dovrò dedurre da sola che cosa hai
combinato" rispose sorridendole, per incitarla a parlare.
Ali sospirò incerta ma poi si fece coraggio:
"Ho baciato Damon" rispose a bassa voce.
Ma Beth non riuscì a
sentire:
"Eh?"
"Ho baciato Damon!" rispose alzando il
tono della voce, anche se il termine "baciare" era riduttivo in quel
caso.
Beth
all'inizio restò a bocca aperta e spalancò gli occhi shockata, ma poi scoppiò
in una sonora risata:
"Cosa? Ma parli seriamente?" mormorò
ridendo ancora.
alice però era rimasta seria, segno che non si
trattava di una bufala e allora Beth smise di ridere,
cercando di assorbire quella cannonata.
"Lui ha baciato te, o tu hai baciato lui?"
"che importanza ha?" chiese nervosa.
"Dipende dalle prospettive! Lui può anche
averti rubato un bacio contro la tua volontà e non mi stupirebbe la cosa"
"in verità ho preso io l'iniziativa.. credo che
lui mi piaccia.. e molto.." disse abbassando lo sguardo.
Beth
si toccò la faccia con la mano e chiuse gli occhi per non esplodere; brutto
segno visto che non riusciva neanche a sdrammatizzare con le sue battute.
"La tua vita é già abbastanza incasinata Ali..
io ti sono rimasta vicina perché sei la mia migliore amica, sei mia sorella e
ti voglio bene più di chiunque altro.. ma non pensi che uno come Damon potrebbe
soltanto recare danni e farti star male?" domandò preoccupata.
Alice le sorrise timidamente:" Posso capire che
sei rimasta sbalordita ma.. lui é diverso da come vuol far apparire e penso che
potrebbe nascere qualcosa fra noi. E tranquilla non mi caccerò nei guai!"
Beth
sospirò rumorosamente continuando a fissarla, ma poi ricominciò a parlare a
manetta:" Che cosa ci vedi in lui, mi chiedo? Sembra che abbia la faccia
plastificata!" esclamò divertita.
"Non é vero! Ha un fascino tutto suo.. ma tu lo
dovresti capire visto che ti sei presa una cotta per uno della sua stessa razza"
rispose puntigliosa.
Ci volle poco per capire che parlasse di Elijah, il
cui bel petto era ancora scalfito dal pugnale.
"Vuoi davvero confrontare Elijahcon Damon?! É come paragonare un delfino con
un tonno!!" esclamò Beth offesa.
Alice rise divertita sciogliendo la tensione, ma poi
Beth si mise a pensare al suo piano di salvataggio
fallito.. purtroppo non era andato come sperava e da quel che avevo capito,
Katherine probabilmente si sarebbe trasferita in quella casa.
<< Come cavolo farò a introdurmi lì dentro
senza farmi scoprire e perdere il collo? Forse dovrei chiamare quel tipo
italiano, quello tutto muscoli con giacca di pelle, per farmi dire se conosce
qualche trucchetto per mettere k.o.
i vampiri o escogitare un piano stile evasione >> pensò in un attimo di
follia.
Alice vedendo che era assorta nei suoi pensieri
chiese:
"Beth? C'é qualcosa
che ti preoccupa? Mi avevi detto che Mason aveva dei
piani in mente, non molto pacifici, nei confronti dei vampiri.."
Lei allora alzò lo sguardo sorpresa, per essere
stata interrotta mentre pensava a un possibile piano di salvataggio fortuito:
“Lui mi ha detto così, che non si fida ancora di
Damon..” disse stringendosi le spalle. “Io comunque l’ho scongiurato di non
fare pazzi,e quindi non saprei che altro fare… io
l’ho avvertito che sarebbe stato inutile combattere ancora l’uno contro
l’altro, quindi…”
Sospirò agitata ma poi disse sorridendo, alzando la
mano come se sembrasse Cicerone :”Comunque chi ha già i suoi guai non ne cerchi
altri, diceva Diogene... o qualcuno come lui!!”
Alice rise per quella battuta, visto che Beth non era mai stata un asso in storia e sicuramente chi
aveva detto quella frase saggia non era Diogene, ma comunque apprezzò la sua
buona fede nel farla sorridere di nuovo. Beth è
sempre stata così: quando vedeva Ali in difficoltà o giù di morale, lei faceva
di tutto per farla sorridere, per farle scacciare i brutti pensieri dalla mente
e farla pensare sempre in positivo, dandole la forza necessaria per andare
avanti in mezzo a quell’inferno.
Probabilmente sarebbe già impazzita se non ci fosse
stata lei al suo fianco...
Le accarezzò dolcemente la mano, per dimostrarle
tutta la sua gratitudine e il suo affetto, e poi continuarono a chiacchierare.
In quel momento entrò anche Damon al Grill; doveva parlare
con Bonnie ma quando notò che c’era anche Ali seduta
a un tavolo, si fermò e pensò di raggiungerla ma venne fermato subito dalla
strega, che l’aveva appena raggiunto.
“Ehi Damon.” Disse Bonnie
mettendosi davanti a lui.
Il vampiro sospirò deluso per essere stato fermato
proprio in quel momento, ma divenne serio per ascoltare quello che la ragazza
aveva da dire.
“Dunque Bonnie…hai avuto
notizie di quei fanatici? Hai idea di cosa abbiano in mente?”
“Nessuno li ha più visti in paese, dopo quella scena
plateale a scuola e poi al bar… secondo me non hanno cattive intenzioni questa
volta, sono venuti soltanto per… racimolare
informazioni”
“Informazioni su cosa?” domandò Damon
“Sulla maledizione del sole e della luna, sulla doppelganger, sulla pietra di luna…
insomma su tutto. Forse anche loro sono interessati a spezzare la maledizione e
vogliono capirci di più. Altro non posso dirti, visto che non hanno rapito
nessuno questa volta.”
“Dovrei ringraziarli per questo allora?” chiese
sarcastico. “Comunque, ovviamente anche loro sono interessati alla maledizione,
ma di certo non a spezzarla…anzi vogliono impedire
che questo succeda..” Il viso del vampiro si fece improvvisamente cupo e serio.
“Intendi che… per impedire
che i vampiri o i licantropi spezzino la maledizione.. sarebbero capaci di
tutto? Di uccidere Elena…?” chiese allibita e
shockata
“Ne saresti così sorpresa? Quelli sono pazzi, e se
distruggono la doppleganger, il cerchio si chiude a
vantaggio loro” rispose duro.
“Dobbiamo fare qualcosa allora!”
“Calmati sapientona.. lasciamo fare la prima mossa a
loro… poi vedranno in che guaio si sono cacciati e si
pentiranno di averci seccati o di aver cercato rogne in questa città” mormorò
Damon in tono crudele.
Bonnie
assentì con la testa, ma poi cambiò argomento:”Damon c’è qualcos’altro di cui
ti voglio parlare… si tratta di Alice.”
“Alice…? E che c’entra
lei?” chiese sorpreso.
“Insomma non ti sembra strano tutta questa faccenda?
Che non può essere soggiogata dai vampiri nonostante non abbia la verbena in
corpo, che mia nonna le abbia dato quella strana collana, da cui non si separa
mai come se fosse una cosa vitale! Senza contare che quando l’ho toccata quella
volta, mi ha fulminata… e non so perché! Ho cercato
in tutti i libri una spiegazione a questo, ma non ho trovato niente che
riguardasse il suo caso e cosa più importante non riesco a capire perché mia
nonna gliela abbia data con così tanta premura.. Perché?” chiese con tono
angosciata, visto che era la prima volta che vedeva una cosa simile.
E se Bonnie era preoccupata
allora ci doveva essere un motivo più che logico… Ma
Damon scosse subito la testa:
“Andiamo Alice non è pericolosa! Vedrai che quella
collana non è nulla! Sarà magica questo è ovvio..forse tua nonna le voleva bene
e le ha fatto un piccolo regalo, visto che doveva partire per un paese
straniero.. non vedo il motivo di farsi paranoie inutili”
“Lo so che Alice non è pericolosa, figurati! La
conosco da tanto e poverina ne ha passate veramente tante…
tra la morte di sua madre, ha dovuto andarsene da MysticFalls…” ma Bonnie venne
prontamente interrotta da Damon:
“Aspetta.. sua madre è morta?” chiese allibito. Non
lo sapeva.
“Si.. purtroppo è morta dandola alla luce e quindi
non l’ha mai conosciuta… anche se non lo da a vedere,
ne soffre moltissimo perché pensa di essere la causa della sua morte. E’ stata
durissima la sua infanzia ma poi è arrivata Bethe… insomma con lei è difficile essere tristi o sconsolati!”
mormorò, intristendosi mentre parlava della vita di Alice.
Damon ne fu molto sorpreso, perché non poteva
immaginare, che Alice avesse dovuto subire una perdita così grave; si girò a
guardare Alice che stava ridendo insieme a Beth. Il
suo sguardo per un attimo si fece triste e malinconico, perché anche lui sapeva
cosa volesse dire perdere un familiare in quel modo…
Quando era nato Stefan, il parto era stato molto
difficile e la madre dopo pochi giorni perì.. lasciando soli Damon e il piccolo
Stefan con un padre autoritario e severo, che non
dimostrava mai il suo affetto.
Guardò pensieroso il viso di Alice ancora per
qualche secondo, poi salutò Bonnie dicendole di non
preoccuparsi e che ci avrebbe pensato lui ai fanatici.
D’altronde era così… non
c’era niente di cui preoccuparsi o scandalizzarsi…
non c’era niente di strano in Alice.
Xavier
entrò con passi veloci e affrettati lungo un corridoio buio, che sembrava non
finire mai. Lungo il tragitto incontrò diversi uomini che lo salutarono
cordialmente e con rispetto, ma Xavier andava
talmente di fretta e aveva uno sguardo così sconvolto che non ricambiò e
affrettò sempre di più il passo.
Arrivò in una specie di bunker blindato e
sorvegliato da diversi uomini, che appena lo videro arretrarono di un passo e
si dileguarono per lasciarlo solo.
Circolavano strane voci in quella residenza
infernale, a dir poco inquietanti; in pochi ne parlavano ma avevano sentito
dire che Xavier possedeva... era assurdo ma a quanto
pare possedeva un'arma mortale e pericolosa per chiunque..un mostro
precisamente.
Xavier
si sfilò la collana a forma di croce e la depose nella serratura di una porta
blindata, e appena fu inserita scattò un meccanismo per cui la porta si aprì
automaticamente.
Dopodiché riprese la collana, e se la mise al collo
con cura. Sul lato più lungo della croce c'era una scritta antica incisa nel
metallo "Rosenkreuz".
Xavier
si ritrovò in un ampia stanza semi-buia e davanti a sé c'era una vetro spesso a
due strati; il fanatico si avvicinò e dopo qualche minuto comparve dall'altro
lato dello specchio una figura nera.. si evidenziò un uomo abbastanza alto, con
i capelli e occhi scuri e una faccia terrificante.
"Sei venuto finalmente" sussurrò con voce
fredda, priva di umanità.
"Sapevi benissimo che ero occupato.. ho fatto
quello che mi hai chiesto" rispose Xavier.
"E..?"
Il fanatico in breve gli spiegò quello che era
successo a MysticFalls,
che purtroppo non erano riusciti a trovare la pietra di luna ma era fiducioso
di riuscire nell'intento.
Inoltre gli disse che Theo era morto per mano di un
vampiro.
"Se quello stregone é morto mi spieghi come
faccio a uscire di qui?" chiese freddo l'uomo.
"Ci sono altri stregoni di questo non devi
preoccuparti.. piuttosto dovrai farlo quando ti dirò chi é stato ad
ucciderlo"
Dopo averlo saputo, l'uomo rimase lo stesso immobile
e privo di emozioni, sebbene qualcosa nell'espressione dura nel suo viso fosse
cambiata, anche se solo per un secondo.
"C'è un altra cosa che devi sapere" disse Xavier e proseguì dicendo ciò che Theo gli aveva sussurrato
all'orecchio, nella casa diroccata.
Questa volta l'uomo spalancò gli occhi neri e
sembrava stesse tremando... dalla rabbia.
"Xavier tu conosci la
storia della mia famiglia, quindi non posso tollerare questi tuoi
giochetti" sussurrò feroce, abbassando il tono della voce.
"E visto che ci conosciamo da tanto, ormai
dovresti sapere che questi giochetti non sono da me... é tutto vero comunque,
almeno così mi ha detto Theo." rispose Xavier
sincero.
"Theo si é sbagliato"
"Theo non si sbagliava mai."
L'uomo sembrava non volerci credere, ogni centimetro
del suo corpo gli intimava di stare all'erta e di guardare in faccia la realtà.
Non poteva essere.. eppure..
"Portamela qui" disse infine.
Xavier
rimase allibito da quella sua richiesta.
"La ragazza? Perché? Non ne vedo il motivo di
esporci così tanto"
"Perché voglio constatarlo io stesso. Me la
devi per forza portare qui, visto che non posso muovermi, quindi fai ciò che ti
ho chiesto" rispose duro per voler verificare la teoria di Theo.
Xavier
invece rimase profondamente offeso per quel suo tono arrogante e strinse i
pugni, mentre l'uomo si girò e gli diede le spalle.
Poi alla fine si rigirò e guardò Xavier
negli occhi:
"Per favore" aggiunse in tono glaciale
misto a cortese, questa volta.
Xavier
sorrise debolmente e rispose:
"Come vuoi, Michael"
Dopo aver detto questo, fece passare attraverso una
piccola fessura, una sacca di sangue e se ne andò, richiudendo dietro di sé la
porta con un tonfo rimbombante.
Ciao
carissime … lo so è quasi un mese che non pubblico e mi prenderei a schiaffi da
sola XDXDXD ma spero che la giuria mi perdonerà per questa mia
inadempienza!!!!! Comunque, tornando a noi per farmi perdonare vi ho postato un
capitolo più lungo del solito e ricco di contenuti, tra cui il tanto atteso
bacio tra Alice e Damon, la scena del bar che a mio parere è fantastica per non
parlare poi della scena di Adrian davanti alla scuola
e la gelosia di Damon!!!! XDXDXD
Parlando
di Adrian, secondo voi Damon ha ragione quando dice
che lui ha qualche mira su Alice o è solo frutto della sua gelosia?? Fatemi
sapere i vostri pareri mi raccomando!!!! E vi posto qui sotto la foto del
nostro Adrian per chi non l’avesse ancora visto!!!!
XDXDXD
E
per concludere in bellezza la scena finale con il colpo di scena … chi se l’aspettava????
Ovviamente
ringrazio tutte le persone che hanno recensito gli scorsi capitoli, le persone
che hanno inserito la storia nelle seguite e nelle ricordate e le persone
silenziose che leggono!!!! XDXDXD
Spero
di non aver deluso le vostre aspettative e attendo con ansia le vostre
recensioni sempre molto gradite!!!! XDXDXD
Vi
invito a leggere questa storia della mia Beta che non è altro il seguito della
storia di Briony e Elijah fate girare la voce perché
questa storia merita davvero!!!! XDXDXD
Ecco
il link per leggerla mi raccomando lasciatele tante belle recensioni!!!!
XDXDXD
Capitolo 11 *** Prigionia e baci rubati (1 parte) ***
Cuori in tempesta
La musica era alta all'interno della macchina, la
radio trasmetteva una di quelle canzoni urlate che andavano di moda in quel
periodo e Beth e Alice stavano cantando a squarcia
gola a ritmo di musica.Alice era al
posto di guida mentre Beth agitava le mani in modo
convulso come se stesse suonando la batteria; Ali all'improvviso sentì perdere
l'udito dopo l'urlo acuto, fatto da Beth durante il
ritornello.
"Mio dio Beth abbassa
la voce o mi spaccherai i timpani!"
La ragazza smise di cantare di colpo e sbraitò
qualche parola incomprensibile:"Adesso tutti i veri artisti cantano
così,non lo sai?"
Alice si fece una grossa risata:"Eh certo tu sì
che sei un esperta! Come quando ti volevi iscrivere a quel club di poesia e ti
hanno chiesto di citare dei versi tuoi, come prova che tu avessi del talento..
E tu che hai detto..? Ah già << La vispa teresaavea tra l'erbetta..! >> Non ti hanno fatto
neanche finire che ti hanno gridato di riprovare l'anno successivo!" Alice
finì la frase con una grossa risata, ricordando la faccia pallida e il broncio
che Beth aveva tenuti per giorni.
Lei rispose fingendosi offesa:"Non é colpa mia
se gli italiani non hanno il senso dell'humour!"
Alice rise nuovamente poi si voltò a guardare
l'amica:"Ti vedo di buon umore stasera! Da un bel po’ non eri così
frizzante"
Beth
impallidì, ma si voltò subito verso il finestrino per non farlo notare più di
tanto: Alice la conosceva più di chiunque altro e notava all'istante se Beth aveva in mente qualcosa.
Quest'ultima infatti aveva escogitato un nuovo
stratagemma per entrare in casa Salvatore. Che piano intelligente! Magnifico!
Pensò tra sé e sé Beth.
E non aveva neanche dovuto chiamare quel tizio
italiano specializzato in scassinature e atti a dir poco illeciti, anche perché
Beth si era ricordata all'ultimo momento che lo aveva
invitato a farsi sentire quando sarebbe ritornata in America, ma ormai erano
passati mesi e quel furfante non s'era ancora fatto vivo. Il che non era
proprio lusinghiero.
Beth
tornò a pensare al piano che aveva in mente: ci sarebbe stata la serata del
karaoke al grill e lei pensava di organizzare qualche giro di bevute madornali
da far svenire un toro, e lei quatta quatta se la
sarebbe svignata quando tutti sarebbero stati così sbronzi da non accorgersi di
lei.
E inoltre quella serpe di Katherine doveva pur
uscire alla sera no? Insomma quando accalappiava i suoi spuntini?
Pregò Dio che andasse tutto bene, visto che i suoi
piani erano andati in fumo fino ad ora.
Parcheggiarono di fronte al grill e Beth chiese stringendosi nel cappotto:" hai intenzione
di far sentire la tua ugola d'oro stasera?"
Alice la fissò sorpresa, un pochino imbarazzata:
"No.. Come ti viene in mente?"
Beth
si fece una risatina ed entrarono: il grill era completamente pieno come se
tutti fossero venuti a fare le audizioni per X-Factor;
in lontananza Beth intravide Tyler che stava
chiacchierando con Caroline, e non appena la vide, le fece un cenno in segno di
saluto.
Beth
ricordò che Mason le aveva confidato che il nipote
aveva, se così si può dire, una cotta per lei e Beth
si irrigidì temendo di aver fatto qualcosa di compromettente per fargli anche
solo pensare che lei potesse ricambiare. Ovviamente non era vero.
Quindi per evitare situazioni a dir poco
imbarazzanti, Beth si dileguò in mezzo alla folla,
cercando di svignarsela. All'improvviso notò che c'era Damon insieme al
fratello e diede una gomitata ad Alice:"Guarda chi c'è! Il tuo nobile
cavaliere!" mormorò ridendo.
Quando
Beth le fece notare la presenza di Damon, Alice
iniziò a sentire tutte quelle sensazioni che provava ogni qualvolta che stavano
insieme, a partire dai brividi freddi che le percorrevano la schiena per finire
con il cuore che batteva talmente veloce che non lo credeva nemmeno possibile.
In
passato non le era mai capitato, di provare per un uomo, quello che provava ora
con Damon e se da una parte questi sentimenti così travolgenti le piacevano da
matti, dall’altra le facevano un po’ di paura; ma se si soffermava a guardare
quegli occhi blu poteva sentire le sue paure sciamare e la tranquillità
avvolgerla, poiché riusciva a leggere nei suoi bellissimi occhi l’amore sincero
che provava per lei, anche se non gliel’aveva ancora dichiarato apertamente.
Inoltre
il bacio che si erano scambiati il giorno prima non lasciava adito a nessun
dubbio.
Alice si separò da Beth e
raggiunse Damon, che appena la vide allargò un sorriso smanioso e si avvicinò a
lei:
"E rieccola
qua!"
I due cominciarono a chiacchierare, mentre Elena
cercava di non apparire infastidita, ma ogni minuto si girava verso di loro e
li fulminava con lo sguardo.
"Ehi fratello non ti sei stancato di sentire
questi stonati che cantano?! Mi mancano i bei tempi in cui c'erano dei veri spettacoli
con delle vere cantanti" mormorò Damon a Stefan
sognando a occhi aperti.
Alice alzò leggermente il sopraciglio, guardando
continuamente il vampiro e fece una piccola risatina dentro di sé.
Nel girovagare della sala sfortunatamente Beth si imbatté in Tyler, e fu davvero tentata di girarsi
dall'altra parte, scappare, oppure far finta di incontrare un vecchio amico,
così lui avrebbe mollato la presa.
"Ciao Beth" Tyler
però era stato velocissimo a fiondarsi su di lei e Beth
dovette per forza girarsi verso di lui, se non voleva risultare sorda o
maleducata.
"Ciao Tyler" come al solito le uscì una
voce stridula.
"Sei venuta con alice?"
"Si esatto sono venuta con lei, e tu invece?
Non dirmi che ti piace il karaoke"
"No no! Mi ha invitato Caroline"
"Ahn!" poi però
qualcosa si accese nel cervello di Beth e pensò di
prendere la palla al balzo.
"Da quando uscite insieme tu e Caroline?"
chiese con un sorrisetto furbo.
"Beth se sono venuto
qui una sera con Caroline, non significa che esca con lei"
"Oh beh.. Mi dispiace dirtelo Tyler, ma hai davvero
i prosciutti negli occhi se non hai ancora intuito la verità! Non sai che Caroline
ha una cotta per te?"
Tyler rimase stupefatto da quella confessione e Beth sembrava davvero convintissima di quello che diceva.
"Davvero?" chiese lui allibito, girandosi
verso Caroline.
"Certo! Me l'ha detto lei! Sono contenta per te
Tyler, Caroline é davvero una bellissima ragazza, non é pesante, é
brillante.." mormorò Beth cercando di adulare Caroline
più che poteva.
"Beh si hai ragione, Caroline poi in questo
periodo mi é stata molto vicino. É davvero unica"
"Oh bene che sollievo" disse Beth fra sé e sé, confermando che anche lui provava un
interesse verso la biondina.
"Come scusa?"
"Ah niente!! Ma perché stai ancora a parlare
con me? Devi prendere la palla al balzo! Su và da lei! E mi raccomando... Io
non ti ho detto niente! Se glielo dici, dopo lei diventa nervosa, isterica e
negherebbe tutto, capisci vero?" domandò lanciandogli un'occhiata
allucinogena.
"Si va bene.. Grazie Beth"
rispose Tyler confuso, dirigendosi verso Caroline.
Beth
sospirò soddisfatta nell'aver appena riunito una coppia e al tempo stesso aver
sistemato Tyler, così non avrebbe dovuto sorbirsi una corte serrata. Con tutto
quello che le stava capitando, aveva altro a cui pensare…
Alice era andata un attimo al bancone per prendere
da bere, quando il deejay si affacciò verso di lei e le chiese di cantare nel
prossimo turno; lei lo conosceva perché le era capitato spesso di cantare, ma
rifiutò subito perché non se la sentiva quella sera.
Il ragazzo allora la pregò in ginocchio poiché fino
ad ora le esibizioni erano state una grande delusione e vedendo Alice
tentennare, la spinse verso il palcoscenico, sussurrandole all'orecchio di
scegliere alla svelta una canzone.
"Ma non sono pronta!!" ribatté Alice
sgranando gli occhi dall'ansia.
Il deejay però non volle sentire ragioni e la fece
condurre sul palco mentre all’interno del Grill era sceso il silenzio, dal
momento che aspettavano tutti la sua esibizione.
A Beth per poco non andò
di traverso il drink appena bevuto, perché non avrebbe mai immaginato che Alice
salisse su quel palco, scacciando la sua timidezza dal momento che non le
piaceva molto attirare l’attenzione.
Alice deglutì rumorosamente e prese il microfono tra
le mani, cercando di calmarsi e di trovare il giusto attacco per iniziare.
Stava tremando come una foglia e non aveva persino il coraggio di guardare i
presenti di fronte a lei, che aspettavano con ansia che lei iniziasse a
cantare; fece un profondo respiro per tranquillizzarsi perché se stava lì ferma
senza fare niente avrebbe fatto la figura dell’idiota.
Fece un cenno al deejay e gli mimò con le labbra la
canzone che aveva scelto: intonò le frasi di “EternalFlame”
Close your eyes, give me
your hand, darling. Do you feel my heart beating? Do you understand? Do you feel the same? Am I only dreaming? Is this burning an eternal flame? I believe it's meant to be, darling. I watch you when you are sleeping. You belong to me.
Quando finalmente aprì gli occhi, incrociò quelli di
Damon, che era rimasto letteralmente incantato dalla sua bellissima voce e
dalla sua audacia nel cantare così, di fronte ad un vasto pubblico, e gli
sorrise divertito per incoraggiarla. Alice ricambiò in modo più audace,
sentendosi più forte.
Do youfeel the same? Am I only dreaming? Or is this burning an eternal flame? Say my name. The sun shines through the rain. A whole life so lonely. And then you come and ease the pain. I don't want to loose
this feeling. Ooh... Say my name. The sun shines through the rain.
Aveva anche iniziato a muoversi sul palco, a ritmo di
musica incitando gli altri a cantare con lei, mentre con le mani batteva
all’unisono e i capelli svolazzavano libertini. Damon la fissò completamente
incantato mentre Beth rideva felice, vedendo la
sorella divertirsi e sentirsi bene dopo un lungo tempo passato a soffrire.
A whole life so lonely. And then you come and ease the pain. I don't want to loose
this feeling. Ooh... Close your eyes, give me your hand, darling. Do you feel my heart beating? Do you understand? Do you feel the same? Am I only dreaming? Is this burning an eternal flame? Close your eyes, give me your hand, darling. Do you feel my heart beating? Do you understand? Do you feel the same? Am I only dreaming? Is this burning an eternal flame? Isthisburninganeternalflame?
Alice finì brillantemente l’ultima strofa e fece un
leggero inchino per tutti gli applausi di apprezzamento che stava ricevendo,
persino Elena stava battendo per la sua bravura, sebbene le fossero usciti i fumini dalle orecchie, quando aveva notato come Damon la guardava,
con occhi completamente persi. Il pubblico chiese ad Alice un bis, ma lei rise
facendo segno con la mano di no e scese dal palco, dove la stava aspettando
Damon e appena scese l’ultimo gradino, lui le prese il viso fra la mani.
“Sei formidabile davvero” esclamò sorridendo con gli
occhi che gli brillavano.
Alice rise felice come non lo era mai stata, ma la
sua risata fu bloccata dal bacio di Damon, e subito le sue guance andarono in
fiamme sentendo il suo sapore fresco sulle labbra.
Il vampiro si staccò velocemente da lei e sorrise
estasiato vedendo il rossore nelle guance della ragazza, che avvampò ancora di
più. Arrivò fulmineamente anche Beth, che le diede 3
baci sulla guancia continuando a dire:
“Bravissima la mia sorellina! Te l’avevo detto che
avevi un’ugola d’oro, a contrario mio!” esclamò ridendo e avrebbe anche
saltellato dalla gioia se avesse potuto. In breve, vennero tutti da lei a farle
i complimenti: Stefan, Caroline, Tyler, Bonnie e persino Elena, sebbene il suo complimento era
risultato un po’ strozzato e falso, così Alice la ringraziò in modo formale.
Alla fine Beth riunì tutti
al bancone per brindare all'esibizione di Ali, ovviamente nessuno si tirò
indietro e finirono in un sorso i bicchieri, mentre anche Alice si era unita al
giro di bevute per scacciare l'imbarazzo e le occhiatacce di Elena.
"Non vorrete mica fare i noiosi vero? Propongo
di fare una bel giro di bevute per dimenticare tutte le cose brutte che ci sono
successe e divertirci una volta ogni tanto! Tanto offre Damon no?" disse Beth comportandosi da ruffiana.
In cuor suo però non le sembrava giusto
approfittarsi del momento di Alice per mettere in atto il suo piano di
salvataggio, ma d’altronde l’avrebbe fatto comunque e sperò che la sorella
avrebbe capito in futuro che le sue intenzioni erano buone e che non voleva in
alcun modo nuocerle.
"Certamente! Stasera bandiamo le
tristezze!" rispose il vampiro alzando il bicchiere.
In breve si ubriacarono tutti, meno Beth che aveva il ruolo di riempire i bicchieri vuoti e di
incitarli ad un ennesimo brindisi.
Stava andando tutto come previsto, e entro qualche
minuto Beth se la sarebbe svignata, tanto ubriachi
com'erano, non se ne sarebbero accorti.
Si mise a sgranocchiare un biscotto, mentre
osservava con divertimento la sorella ubriaca, che era letteralmente
avvinghiata a Damon il quale non sembrava minimamente dispiaciuto. Pensò che
forse aveva sbagliato a giudicare troppo in fretta il vampiro e a volerlo
denigrare a tutti i costi agli occhi di Alice, ma lei stessa era felice e ogni
volta che lo vedeva, le si accendevano gli occhi in un modo che non aveva mai
visto.
Poiché voleva solo vedere la sorella felice, decise
di dare a Damon il beneficio del dubbio e smetterla di assalirlo sempre con le
sue frecciatine.
Ma all'improvviso Elena disse a Stefan
che era stanca e voleva tornarsene a casa del ragazzo.
"No!" esclamò Beth,
spuntando briciole per tutto il tavolo.
Vedendo che aveva avuto una reazione esagerata,
aggiunse sorridendo:
"Volete mollarci proprio ora? Abbiamo appena
cominciato! Avanti Elena non fare la guasta feste!" disse porgendole un
bicchiere.
La ragazza si fece convincere e decise di rimanere
lì ancora un po’ con Stefan.
<< Grazie al cielo! >> pensò Beth.
Qualche minuto dopo, prese la borsa e se ne andò dal
bancone senza farsi notare da nessuno. Tutto come aveva previsto: i suoi amici
ubriachi fradici non si sarebbero accorti che lei non c'era più e ci avrebbero
messo ore prima di alzarsi e andarsene via.
Ma evidentemente il destino non aveva alcuna
intenzione di permetterle di togliere il pugnale dal cuore di Elijah.
La sua fuga dal Grill fu fermata da qualcuno che non
si aspettava di incontrare...
Mason
le si parò davanti e visto che era più alto e di corporatura piuttosto
muscolosa, Beth fu costretta a bloccarsi di fronte a
lui e rimase molto sorpresa nel vederlo lì.
"Ciao Beth. É da
tanto che non ci vediamo" sussurrò lui sorridendole.
"Hai ragione.. Da quanto sei qui?" chiese
curiosa.
"Da poco. Speravo di poter parlare con te"
disse lui guardandola profondamente negli occhi.
Beth
si irrigidì all'istante. Questa non ci voleva.
"Mi dispiace Mason ma
adesso devo fare una cosa.. Magari possiamo parlarne domani?" rispose
cercando di non apparire agitata.
Mason
si fece accigliato:
"Ma sono tutti qui, che cosa devi combinare a
quest'ora?" chiese cercando di trattenere una risata ma lo sguardo si era
fatto più serio.
<< Merda Merda
>> pensò Beth cercando una via di fuga. Mason covava certamente dei sospetti sul suo strano modo di
fare e lei non voleva prenderlo in giro, ma la situazione era piuttosto
delicata e non c'era tempo..
Si attorcigliò le dita cercando una scusa
plausibile:
"É che sono un po’ stanca e vorrei andare a
casa a riposare" disse cercando di apparire assonnata anche se i suoi
occhi fremevano dall'impazienza.
"Credevo avessi un impegno" rispose Mason dubbioso.
"Si si ma.."
"Ci vorrà pochissimo Beth..
Ti chiedo solo di ascoltare quello che ho da dirti" Mason
la interruppe cercando di convincerla e lei alla fine cedette per non
insospettirlo ulteriormente, anche se sicuramente non si era fatto sfuggire il
suo nervosismo.
Ma tanto era questione di pochi minuti.. Ce
l'avrebbe fatta ad andare a casa Salvatore prima che gli altri tornassero.
Sfortunatamente ci volle più tempo del previsto; Mason la condusse nelle grotte sotterranee dei Lockwood, facendole vedere dei luoghi segreti in cui
giocava da ragazzo.
Beth
giudicò tutto molto interessante e incredibile anche se terribilmente tetro di
notte. "Mi fa ricordare il giorno in cui quei fanatici ci hanno rapito..
Ne abbiamo passate tante qui" sussurrò lei a bassa voce toccando le rocce.
"Come dimenticarselo" rispose lui
accennando un sorriso.
Beth
si girò verso di lui:
"Cosa volevi dirmi Mason?"
chiese per incalzarlo a parlare.
Lui esitò un attimo poi si fece serio:
"É proprio a proposito di quello che ci é
successo, che ti voglio parlare... Ho saputo che quei fanatici sono ritornati
in città e la cosa non mi piace. Damon dice che dobbiamo aspettare che facciano
loro la prima mossa, ma é una follia...! Dovremmo anticiparli noi invece, così
non ci scocceranno più"
"Che cosa avevi in mente?"
Il ragazzo si inumidì le labbra e agitò le mani:
"La pietra di luna. Loro la volevano e sono
sicuro che il loro intento é evitare che una delle due specie, vampiri o
licantropi, spezzino la maledizione e farebbero qualsiasi cosa per
ostacolarci... Beth.." ad un tratto si avvicinò
di più a lei per guardarla dritto negli occhi.
"L'unica soluzione é spezzare la maledizione
prima che loro facciano altre pazzie, perciò é necessario che io mi impossessi
della pietra di luna, che Damon Salvatore mi ha rubato"
Ogni volta che Mason
nominava Damon, la voce risuonava piena di disprezzo e il suo sguardo si
induriva.
"E che dovrei fare io?" chiese Beth facendosi ad un tratto preoccupata.
"Tu puoi procurarti la pietra senza problemi.
Tanto fai parte dei gruppo ormai no?"
La ragazza non credeva alle sue orecchie:
"Stai scherzando spero"
"Niente affatto"
Infatti l'atteggiamento del licantropo non
tralasciava dubbi; faceva davvero sul serio.
Beth
scosse nervosamente la testa:
"Mason anche se
volessi, non riuscirei a introdurmi lì dentro senza farmi scoprire" i suoi
occhi verdi girovagavano all'interno della grotta, per paura di incontrare
quelli di Mason.
"Non avevi detto che tu eri dalla mia parte?"
disse lui con uno strano tono.
"Essere dalla tua parte non vuol dire essere il
tuo secondino. E poi Mason ti avevo implorato di
smettere di fare la guerra ai Salvatore! Questi vostri contrasti non fannobene a nessuno!"
Mason
allora si strinse nelle spalle, continuando a guardarla duramente.
"Se lo sto chiedendo a te, vuol dire che sto
seguendo il tuo consiglio per evitare lotte inutili, perché se fosse dipeso da
me avrei ripreso la pietra di luna sicuramente non con le buone"
Le sue dichiarazioni erano così minacciose che Beth ne ebbe davvero paura..
"Se spezzerai la maledizione, dovrai uccidere Elena
te ne rendi conto?"
"Pensavo non te importasse di lei"
"Scusami, un conto é che una persona ti stia
antipatica, un conto è volerla morta"
Infatti anche lei tempo prima ci aveva pensato a
sacrificare Elena per il bene di tutti; era la soluzione più plausibile ma ci
mise poco tempo a scartarla con ripugnanza. Anche se non andava d'accordo con Elena,
non aveva alcun diritto di decidere della sua morte e non poteva lavarsene le
mani come se niente fosse, continuando la vita come le pareva.
Lo sguardo di Mason nel
frattempo si era fatto ancora più duro:
"Prima o poi in questa lotta qualcuno morirà Beth…. E non saremo né io néTyler. Mi dispiace, ma in questi casi ognuno
pensa per sé"
"Per quel che conosco Tyler, non
acconsentirebbe a uccidere un'amica"
Mason
rise per la sua ingenuità.
"Quindi la tua risposta?" disse lui in
tono interrogativo.
"Mason... É troppo
rischioso.. Questa situazione é difficile per tutti, se tu agisci alle spalle
con metodi sbagliati, finirai solo per fare del male a te e alla persone che ti
sono vicine"
Calò un silenzio tombale nella grotta e Beth si sentì pervadere dalla durezza dello sguardo di Mason, che la faceva gelare fino alla punta dei piedi.
"Immaginavo che ti saresti tirata
indietro" disse lui con voce indecifrabile.
Beth
sospirò esasperata.
"Sto cercando di farti ragionare!"
"Ormai il tempo delle chiacchiere é finito! Se
non agiamo subito, adesso, io e mio nipote verremo calpestati da quelli che non
si fanno così tanti scrupoli come te. Quindi scusami se non riesco a essere
moralista o buono" esclamò lui alzando il tono della voce, per mostrare
apertamente la sua rabbia.
Infatti Beth notò che i
suoi occhi erano ricolmi di una furia animalesca senza precedenti.
Ma non doveva prendersela in quel modo con lei.. Non
se lo meritava, sebbene lei ci avesse sperato che Mason
non la considerasse più una sua nemica o un'alleata dei vampiri.
"E ora cos'é questo tono?" domandò
saccente per dimostrare che non tollerava i suoi colpi di testa.
Mason
non rispose, anzi allargò un lato della bocca in un sorriso sprezzante, come se
si burlasse di lei.
Beth
si accorse di aver sprecato anche troppo tempo lì.
"Se é tutto, io andrei.." disse lei girandosi
per andarsene.
"Perché ti interessava la pietra di luna?"
chiese Mason all'improvviso.
La ragazza si fermò di colpo.
"Come?"
"Hai sentito. Perché volevi avere la pietra di
luna?"
Beth
digrignò.
<< Dannazione a Tyler e alla sua lingua lunga
>>
"Ormai é un capitolo chiuso, non mi interessa
più"
"Non mi hai risposto"
La presenza e le domande di Mason
si erano fatte così inquietanti e Beth non riusciva a
rimanere calma o a frenare il suo tremolio, che doveva farla apparire ancora
più colpevole agli occhi di Mason.
Tuttavia aveva detto la verità: si era interessata
alla pietra di luna perché sperava potesse risolvere il problema di Alice, ma
quando aveva scoperto che quell'oggetto serviva soltanto a spezzare la
maledizione del sole e della luna, aveva perso nuovamente le speranze.
"Sono fatti personali Mason!"
ribatté lei agitata.
"Ah quindi tu sei libera di farmi la ramanzina,
di impedirmi di proteggere la mia famiglia, ma non puoi soddisfare una mia
semplice curiosità." rispose schernendola.
A dispetto delle sue accuse, la ragazza invece
cercava in tutti i modi di capire lo stato d'animo di Mason,
del suo dolore di essere un licantropo, ma quel luogo lugubre le metteva una
fifa addosso senza contare che lui non faceva molto per metterla a suo agio.
"Mi dispiace per quello che state passando tu e
Tyler, sebbene come dici tu, io non potrò mai capirlo pienamente.. Ma non posso
soddisfare questa tua curiosità, perché non dipende solo da me.. Lascia
perdere.."
Mason
rimase a fissarla per qualche minuto senza proferir parola e Beth con suo rammarico notò che era passato troppo tempo.
"Ora devo andare"
"Non ce la farai a trovare la strada da
sola" disse lui standosene nell'ombra.
"Bene, allora aiutami tu" rispose lei
semplicemente.
Visto che il ragazzo non accennava a muoversi, Beth si fece prendere dal panico e sgranò gli occhi
impaurita.
"Mason?" lo
chiamò per confermare che fosse ancora lì con lei e per incoraggiare se stessa
a non aver paura.
Lui ad un tratto fece dei passi verso di lei e inavvertitamente
Beth si scansò, intimorita da lui, da un'altra sua
reazione alterata, e non poté evitare di tremare.
Ma Mason le passò accanto
senza sfiorarla o degnarla di uno sguardo e camminò a passo spedito verso
l’uscita.
"Sappi che non finisce qui. Io mi impossesserò
della pietra di luna, spezzerò la maledizione a ogni costo e darò una bella
lezione a Damon Salvatore"
Come tutte le altre volte, a Beth
non piacevano le minacce sconsiderate di Mason e
ormai era inutile provare a dissuaderlo. Non avrebbe contato nulla.
"Grazie di avermi avvertito che d'ora in poi
non potrò girare per Mysticfalls
per colpa della paura" commentò Beth infastidita
"Adesso é colpa mia?" domandò Mason allargando il sorriso che la fece innervosire di più.
"Si é colpa tua! Ora vorrei uscire da questo
buco, grazie" replicò tagliente camminando verso l'uscita.
Finalmente dopo un tempo che sembrava infinito,
ritornarono in superficie e la ragazza si incamminò velocemente verso il paese,
continuando ad evitare Mason.
"Come mai così tanta fretta?" domandò lui
raggiungendola.
"Affari miei"
"Scommetto che riguarda le questione dei tuoi
amici succhia sangue"
Beth
si girò verso di lui:
"Senti smettila.. Sono stanca di sentire accuse
ingiuste nei miei confronti! Io sto solo cercando di fare la cosa giusta e se
vuoi davvero saperlo, non mi interessa niente della faida tra vampiri e
licantropi! Mi importa solamente di vivere in pace con mia sorella"
mormorò alzando il tono della voce, per far capire che aveva ragione e che era sincera.
Anche se una vocina dentro di lei le sussurrò che non era stata poi così
sincera visto i suoi piani di quella sera.
Ma salvare Elijah non avrebbe dato fastidio a
nessuno... No?
Beth
si distolse dai suoi pensieri e guardò Mason, che si
era fatto più gelido del solito.
"Ok ricevuto. Allora spero non ti intrometterai
e che non andrai a dire ai vampiri quello ti ho detto stasera. D'altronde non
te ne importa nulla no?" domandò lui ancora sprezzante.
Beth
non ebbe neanche il tempo di rispondere che sentì il cellulare vibrare: era Alice.
<< Fantastico! Tutto il mio piano andato in
fumo! >> pensò scocciata, visto che aveva passato troppo tempo in quella
grotta lugubre.
"Ti riaccompagno a casa?" domandò Mason.
Beth
cercò di evitare qualche battuta sarcastica, per commentare l'improvvisa e
ipocrita premura di Mason nei suoi confronti.
"No mi faccio venire a prendere da Alice"
rispose freddamente.
Alla fine non si salutarono nemmeno.
Quando tornarono a casa, ad Alice era rimasta come
prova della sbornia un terribile mal di testa e chiese a Beth
dove fosse stata, visto che quando si era ripresa dall'ubriacatura lei non era
più lì.
Beth
disse soltanto che doveva parlare a quattr'occhi con Mason,
ma che gliene avrebbe parlato l'indomani perché era troppo stanca, voleva
mettersi subito a letto e desiderava che quella serata finisse al più presto...
Alla fine era andato tutto in fumo e aveva pure litigato con Mason.. Inoltre aveva un bisogno disperato di confidarsi
con Alice, e chissene frega poi se Mason glielo aveva vietato.
Alla fine crollò nel sonno.
Alice invece rimase in salotto e nonostante
l'ubriacatura non aveva sonno, perché aveva ancora dell'adrenalina in corpo
dopo quella serata e non riusciva neanche a pensare di dormire.
Dopo una mezzora stranamente, sentì le frenate di
qualche automobile lungo il vialetto... il rumore dei passi... e infine la
porta si aprì violentemente con un calcio. Alice non ebbe neanche il tempo di
gridare o muoversi, che un brutto ceffo le tappò la bocca e sentì delle altre
braccia trasportarla di peso, che la condussero con forza sul divano e la
tennero immobile.
Era così sotto shock che non fece neanche resistenza
e stava letteralmente morendo dall'angoscia, non potendo né parlare né
muoversi.
Quei tizi davanti a lei erano armati fino ai denti e
alcuni salirono velocemente le scale, buttando Beth
fuori dal letto senza alcuna delicatezza e trascinandola a braccia fino in
salotto, senza permetterle di infilarsi le pantofole o mettersi una vestaglia.
A contrario di Alice, Beth
iniziò a gridare, anzi a strillare fin da subito, infamandoli con ogni
aggettivo possibile e inimmaginabile.
Per farla stare zitta la spintonarono fino al divano
al fianco di Alice, puntando contro di loro un fucile per intimare di non
muoversi o parlare; Alice e Beth si guardarono
sgomente negli occhi, riuscendo solamente a tremare, anche se cercarono di
prendersi per mano per infondersi coraggio a vicenda e tentando di restare
aggrappate l'una all'altra, ma quel fucile sembrava parecchio carico e avevano
paura persino a respirare.
Quando non riuscirono più a sopportare quella
situazione, entrò in casa un uomo che le due ragazze riconobbero subito e lo
guardarono entrambe con odio e repulsione.
Adrian
lanciò loro un sorrisetto e si immobilizzò davanti a loro, rivolgendo uno
sguardo distratto ad Alice:"Buonasera dolcezza"
La ragazza capì che quel tizio dai capelli biondi
sarebbe stato l'origine dei suoi guai e dei suoi tormenti fino alla fine.
“Che cosa credi di fare? Lasciaci subito andare!”
gli gridò Alice cercando di dimenarsi. Aveva dimenticato la sbronza e il mal di
testa di prima, voleva soltanto uscire da quella situazione assurda.
“Se questo è uno scherzo, noi non stiamo affatto
ridendo!!” aggiunse Beth stringendo i pugni.
Adrian
rise nuovamente e si inginocchiò di fronte a loro: “Mi dispiace deludervi, non
è uno scherzo ma se farete le brave non vi succederà nulla di male. E non date
la colpa a me, io eseguo solo gli ordini nonostante non lo faccia spesso, ma
questa volta devo dire che Xavier ha avuto un’idea
davvero originale.”
Le due ragazze si guardarono negli occhi impaurite,
chiedendosi cosa sarebbe successo e cosa le avrebbero fatto quei farabutti;
Alice voleva tanto chiamare Damon, così che lui corresse subito ad aiutarla ma
nessuno poteva sapere quel che stava accadendo lì … nessuno poteva immaginare
che quei pazzi erano tornati un’altra volta per fare del male. Per fare del
male a loro due.
All’improvviso alcuni uomini, ce ne dovevano essere
almeno una decina in quella stanza, le fecero alzare senza tanti complimenti e Adrian disse che era arrivato il momento di andare.
“Andare? Andare dove?” Gridò Beth
agitata, mentre Alice cercava di liberarsi della stretta di qualche fanatico,
senza successo però.
“Lo saprete a tempo debito” rispose freddamente un
uomo davanti a loro.
“No! Devi dirlo subito!” ringhiò Beth
con un’innata spavalderia, per non permettere a loro di avere il sopravvento.
“Devo? Io devo...cosa?” sussurrò l’uomo in tono
crudele puntando una pistola alla tempia di Beth, che
sbiancò letteralmente come un cero.
“N-niente” Balbettò a
bassa voce, facendosi piccola piccola e con gli occhi
sbarrati dal terrore.
Alice li implorò di lasciarle andare, che loro non
c’entravano niente nella loro guerra e non volevano neppure immischiarsi. Purtroppo
questa volta non sarebbe andata a finire bene…
nessuno sarebbe arrivato a salvarle... e loro non potevano fare niente contro
quei pazzi che sarebbe stati pronti a ucciderle a sangue freddo.
"Forza andiamo" disse ancora una volta Adrian uscendo dalla casa.
"PROTESTO!! Non potete farlo!" ringhiò Beth ancora una volta, ma un fanatico le tappò
immediatamente la bocca.
Senza alcun ritegno, i fanatici le trasportarono di
peso dentro una macchina grande con i vetri oscurati e le spintonarono
all’interno, partendo all’istante a tutto gas.
"No un'altra volta no..!" sussurrò Beth debolmente, pensando che quella era la seconda volta
che la rapivano.
Alice però non se ne stette con le mani in mano e si
aggrappò al sedile davanti, dove era seduto Adrian
cercando di infilargli le unghie nella pelle: “ Adrian
lasciaci andare!! Dove ci state portando e perché?! Noi non vi abbiamo fatto
niente!” gridò con rabbia mista a disperazione.
Il biondino con disinvoltura scacciò le mani di
Alice che non dovevano avergli procurato il benché minimo dolore: “Stai
tranquilla dolcezza, ti tratteremo bene nel luogo dove vi sto conducendo”
“Piuttosto che venire con voi preferisco morire
sfracellata al suolo” mormorò con odio Beth cercando
di aprire lo sportello per uscire, anche se era molto pericoloso dato che la macchina
stava facendo i 200 all’ora. Ma la portiera non si apriva, era stata bloccata e
Adrian poi disinserì la sicura dalla pistola e gliela
puntò contro: “Non t’azzardare a fare sciocchezze, altrimenti non dovrò tener
fede alla parola data e non potrò offrire una bella accoglienza alla tua amica.
Ci siamo capiti? E se tu mia cara Alice fai qualcosa contro di noi, tenti di
fuggire o che altro… noi tagliamo le dita alla
signorina accanto a te e le mandiamo per posta ai tuoi amici vampiri.. Mi avete
inteso questa volta?”
La sua voce risuonò così crudele e minacciosa, che Beth e Alice ammutolirono subito e questa volta non ebbero il coraggio di
replicare o urlargli contro…
Erano davvero così crudeli?
Allora si
resero conto del perché le avessero rapite entrambe: perché una era il punto
debole dell’altra e per colpa di quella minaccia, che suonava molto reale, non
avrebbero osato ostacolarlo per impedire che una di loro si facesse del male..
Il tragitto stava durando ore: Alice aveva smesso di
gridare offese contro Adrian e si era appoggiata allo
schienale, sperando che tutto quell'incubo finisse al più presto. Mentre Beth si era fatta prendere dal panico perché non era mai
riuscita ad essere calma e razionale come l'amica: infatti piangeva, pregava,
faceva certi occhi, diventava bianca come un cadavere e poi singhiozzava e
pregava di nuovo.
Chiunque si sarebbe mosso a compassione a vedere e
ascoltare quella poverina, ma Adrian non ne poteva
più di sentire quella lagna e si voltò verso di lei con sguardo imbufalito:"Piantala
di piagnucolare mocciosa!"
Beth
ammutolì all'istante, guardando negli occhi Adrian,
come se avesse recepito il messaggio di starsi buona; invece gridò con tutta la
voce che aveva rimasta in corpo:
"Và al diavolo!!!"
E poi si rimise a singhiozzare un'altra volta; Alice
così l'abbracciò con fare protettivo, lanciando un'occhiataccia ad Adrian.
Aveva notato che questa volta il biondino non si era
portato dietro il fratello, chissà perché...
Finalmente arrivarono a destinazione, i fanatici le
fecero scendere ancor prima di frenare e quasi Beth
inciampò nella ghiaia visto che aveva i piedi scalzi (quei bastardi l'avevano
prelevata ancora in tenuta da notte) mentre Alice era rimasta spaventata e
folgorata dalla fortezza che aveva di fronte: sembrava di vedere l'inferno in
terra, una struttura che ti faceva soffocare solo a guardarla.. Sembrava un
territorio desolato, di morte, in cui non era possibile confidare nella
speranza.
Con altri spintoni, i fanatici le fecero entrare
dentro la fortezza e appena Ali scorse nel suo interno, si aggrappò a Beth perché sembrava una sala delle torture dall'aspetto
tetro e lugubre.
Improvvisamente però Alice sentì una forza
invisibile e sovrumana incendiarle il petto, con una forza violenta e
insostenibile da sopportare. Senza neanche accorgersene, si aggrappò di più al
braccio di Beth e si ritrovò in ginocchio per terra,
riuscendo a malapena a respirare e gocce di sudore le cadevano dalla fronte per
colpa di quel fuoco divampante e letale, che la stava uccidendo dall’interno
della suo essere. Strinse automaticamente la collana fra le mani e si accorse
che era quella che stava bruciando come il fuoco di un vulcano: come quelle
volte che veniva colpita da quegli straziabili mal di testa, ma questa volta
era diverso… sentiva che la vita dentro di lei stava
per affievolirsi e non aveva più la forza di muovere un muscolo.
“Beth, aiutami…!”
sussurrò a malapena cadendo per terra, stremante. Le mani erano ancora
attorcigliate attorno alla collana come per contenere il fuoco mortale.
“Ali? Che cos’hai??” domandò Beth
angosciata, accarezzandole la testa e cercando di farla alzare, ma Alice
sembrava attaccata al pavimento con nessuna intenzione di muoversi.
Beth si spaventò per le sue condizioni da moribonda e la
chiamò di continuo per cercare di capire se fosse ancora viva, e la scosse nel
tentativo di farla riprendere.
“E voi perché ve ne state lì a guardare? Datele una
mano!” ordinò Beth con decisione ai fanatici che
assistevano alla scena senza fare niente.
Alice cercò di alzare il viso, anche se le costava
tantissima fatica e mormorò con voce flebile: “E’ pesantissima…”
Beth
intuendo allora cosa stava succedendo diede un’occhiata alla collana e notò con
terrore che le aveva segnato così tanto la pelle, tanto che stava addirittura
fuoriuscendo del sangue e il collo era rigato da macchie scure e rossastre,
come se fosse stata mutilata o fustigata.
“Ora basta, io te la tolgo!” gridò con convinzione,
afferrando il pendaglio ma Alice le prese la mano con le poche forze che le
erano rimaste: “No..starei ancora peggio dopo.” Sussurrò debolmente guardandola
in faccia, per dimostrare che quello che stava dicendo era la verità.
Beth
sostenne il suo sguardo, facendosi ad un tratto triste per le condizioni e il
dolore che doveva sopportare Alice e pensò che sarebbe stata ben felice
nell’allietare la sua sofferenza, portando quel fardello al posto suo.
Voleva farla sentire meglio…
ma non sapeva come. Si sentiva inutile.
Ad un tratto la loro conversazione taciturna venne
interrotta da Adrian, che si avvicinò alle due
ragazze per terra:
“Cos’è questa commedia?” domandò odioso,
immaginandosi che Alice avesse montato quella scenografia solo per incutere
pietà e compassione allo scopo di essere lasciata andare.
“Deficiente non vedi che sta davvero male?!” gli
gridò Beth sprezzante, avvolgendo le spalle di Ali
con il braccio.
Adrian
rise silenziosamente poi si inginocchiò di fronte ad Alice e le sfiorò il viso
leggermente: “Posso fare qualcosa per alleviarti il dolore?” domandò con uno
strano sorriso malizioso.
Ad Ali scomparve un pochino il dolore al petto,
perché si concentrò totalmente sull’odio e disprezzo che provava per tutti
loro, per ciò che le stavano facendo passare.
All’improvviso qualcuno spintonò la folla di
fanatici attorno alle ragazze e tra urla e frasi senza senso, comparve Yannick di fronte a loro con sguardo allibito e shockato;
come se mai si fosse aspettato di trovarvi lì quelle due ragazze.
“Mio dio, che cosa avete combinato…?”
sussurrò con sgomento, fissando Beth e Alice che
speravano di avere qualcuno dalla loro parte in mezzo a quel branco di pazzi.
Adrian
alzò gli occhi cielo per l’intromissione del fratello e rispose:”Tranquillo,
non è stato un mio colpo di testa, come starai sicuramente pensando, ma è stato
un ordine di Xavier”
“E da quando tu dai retta a lui?”
“Pensavo fosse divertente.” Rispose con un ghigno
beffardo ma poi aggiunse. “Fratello, perché devi sempre farti dei grattacapi
inutili? Non faremo niente di male a queste poverine, non siamo mica delle
bestie”
“Infatti. Siete peggio” replicò duro Yannick guardando il resto dei cacciatori senza alcun
timore negli occhi; poi si dileguò dicendo:”Vado a cercare Xavier
e dovrà darmi una spiegazione più che ragionevole per quello che avete fatto.”
Ma non fece neanche in tempo a fare un passo, che
proprio Xavier scese la scale in quel momento e
raggiunse con passi veloci il centro della stanza dove si trovavano Beth e Alice, che si sorreggevano l’un l’altra stringendosi
a vicenda.
Gli occhi di Xavier
sembravano senza anima, privi di alcuna emozione e la bocca si contorse in un
ghigno diabolico ma quando osservò meglio le condizioni di Alice, che sembrava
essere sul punto di avere un crollo fisico, l’uomo montò in collera:
“Vi ho detto di starci attenti con lei, cornuti!”
urlò rabbioso al resto dei suoi compagni. Adrian
allora si fece avanti e disse:”Non l’abbiamo toccata con un dito, ha fatto
tutto da sola!”
Alice guardò preoccupata i due uomini, chiedendosi
cosa avessero in mente di farle ora che erano in quella fortezza, e ciò che
lesse nei loro volti non le piaceva per niente... almeno il dolore era un po’
diminuito dopo profondi respiri e la vicinanza calorosa di Beth
che la incoraggiava a tenere duro. Si chiese se ce l’avesse fatta a sopportare
la prossima crisi… non ce la faceva quasi più a
sostenere quel peso al collo…
Yannick
in quel momento si intromise chiedendo spiegazioni: “Cosa diavolo ti è saltato
in testa Xavier? Perché diamine hai rapito queste due
ragazze?! Sei totalmente fuori di testa!!” gridò infuriato.
“Sta zitto Yannick, non
farmi pentire di averti trattato come un amico in passato. Le decisioni qui le
prendo io, se non ti va bene puoi anche andartene”
Xavier
gli lanciò un’occhiata di fuoco, che Yannick
ricambiò, e poi ordinò ai suoi uomini di portare via Beth;
la ragazza sgranò gli occhi impaurita, tentando di levarseli di torno e di
rimanere stretta alla sorella il più possibile.Ma i fanatici la trasportarono di peso lontano da lì, mentre le sue
grida e quelle di Alice si fusero l’un l’altra.
Ma non bastarono le urla, i pianti e i tormenti per
farli desistere dai loro piani.
Alice fu costretta a vedere quei brutti ceffi mentre
portavano via sua sorella con crudeltà e con la prospettiva che non l'avrebbe
mai più rivista: scoppiò in un pianto ininterrotto e per la prima volta non
cercò di dimostrarsi forte a tutti i costi.
Ad un tratto Adrian chiese
se poteva pensarci lui a Alice e Xavier come risposta
lo fissò in uno strano modo come se stessero avendo una chiacchierata segreta;
il capo infatti non rispose e se ne andò senza dir niente. Chi tace acconsente.
Yannick
sputò qualche parola a lei incomprensibile e si dileguò anche lui.
Invece Adrian era rimasto
a fissare Alice, la quale deglutì impaurita chiedendosi cosa avesse in mente di
farle e nuovamente non le piacque l'espressione sul suo viso.
Fu trasportata anche lei dentro una stanza stretta
fra 4 mura o meglio la parete che aveva di fronte era circondata da un enorme
specchio e alice vi si rispecchiò, notando che aveva una faccia completamente
stravolta. Si appoggiò alla parete cercando un modo per uscire di lì e di
salvare anche Beth, quando all'improvviso la porta si
aprì ed entrò Adrian, chiudendo velocemente la porta
per evitare ogni suo tentativo di fuga.
"Scommetto ti starai chiedendo il perché ti
trovi qui" disse in tono interrogativo girando attorno alla stanza.
"Adrian lasciami
andare per favore" rispose in tono supplichevole. Ma l'uomo le sorrise
franco come se non ne avesse minimamente l'intenzione. Continuò invece con le
domande, quasifosse un interrogatorio:
"E non sei nemmeno curiosa di sapere quello che
Theo ci ha detto su di te nella casa diroccata? La chiave di tutto sta lì, anche
se sospetto che Xavier abbia qualcos'altro in mente
ma lui ama tenere i propri segreti per sé" mormorò sorridendole.
Alice deglutìcercando di trovare un accordo:"Allora se é me che volete, lasciate
andare Beth! Lei non c'entra niente! Ditemi quello
che volete, io lo farò! Farò tutto quello che mi chiedi lo giuro!"
"Non é così semplice mi dispiace" rispose
lui duramente.
Alice sospirò rammaricata:
"Non vorrai mica farti comandare a bacchetta da
quello là?" domandò rivolgendosi a Xavier.
"Farò tutto quello che vuoi, ma lasciaci libere! Noi non c'entriamo niente
con la vostra guerra! Farò tutto quello che vuoi.." replicò con le lacrime
agli occhi.
Adrian
sorrise sprezzante, avvicinandosi lentamente a lei.
"E cosa dovrei volere io da te?" domandò
profondamente, fissandola negli occhi.
Alice taceva perché non riusciva a sostenere il suo
sguardo e si sentiva totalmente a disagio, perché non sapeva cosa luivolesse farle.
Adrian
all'improvviso le alzò il mento e appoggiò con decisione le labbra sulle sue. La
ragazza si sentì stringere con forza contro il petto duro del ragazzo e cercò
di dimenarsi quando il bacio si fece più intenso.
Adrian
era molto forte, ma lo era anche la forza di volontà di Alice, che non voleva
cedergli e alla fine riuscì a distaccarsi, allontanandolo con uno spintone.
Aveva il respiro agitato e le guance arrossate per colpa di quel bacio rubato.
Adrian
però non mollò e si avvicinò nuovamente a lei, che indietreggiò spaventata
arrivando persino a toccare la parete.
Il cacciatore si fermò a qualche centimetro da lei,
continuando a osservarla attentamente, come se amasse nel vederla a disagio e
averla in pugno.
I suoi occhi azzurri si abbassarono a guardare il
collo di alice:
"Quella collana non ti é po’ stretta? Ti sta
lacerando la pelle" sussurrò stringendo gli occhi.
Alice allora temette che lui volesse toccare la
collana ma invece non lo fece e per fortuna si allontanò da lei, non facendola
più sentire in trappola.
"Sai sei molto carina, sei sprecata per uno
come Damon Salvatore" disse affascinante girovagando per la stanza.
Ad Alice si illuminarono gli occhi sentendo
quell'affermazione, che poteva usare a proprio vantaggio.
"Allora é questo che volete? I vampiri di Mysticfalls? Possiamo parlarne!
Ti dirò tutto quello che so!" rispose decisa avvicinandosi a lui. La sua
mente stava cominciando a pensare a come salvarsi da quel casino, e anche a
salvaguardare Damon in futuro, data la minaccia costante dei fanatici. Doveva
avvertirlo una volta uscita da lì.. Se mai ci sarebbe uscita...
Ma Adrian replicò
scuotendo la testa:
"Non insultare la tua intelligenza, quegli
stupidi vampiri possiamo manovrarli senza problemi.. Il punto é un altro... Sai
niente della maledizione del sole e della luna?"
Alice lo guardò completamente sorpresa.
"Si, se viene spezzata dai vampiri riusciranno
a camminare alla luce del sole, mentre se viene spezzata dai licantropi non
saranno più schiavi della luna piena"
"E solo questo sai...?" chiese dubbioso,
fissandola attentamente.
Non ci volle molto a capire che Alice sembrava
davvero all'oscuro di tutto e sapeva soltanto quello che gli aveva appena
detto; allora il giovane decise di lasciar perdere perché non aveva senso subissarla
di altre domande.
"Cosa vuoi che faccia allora?" domandò Alice
ancora implorante.
Adrian
però non sembrava minimamente ascoltarla: si era girato verso la porta e poi
verso lo specchio dietro di lui.
"Devo andare. Ci rivediamo presto mia cara."
disse lanciandole un'occhiata profonda prima di uscire.
Ali corse verso la porta e tentò di sfondarla, di
aprirla in ogni modo ma era stata ben chiusa e fu costretta a desistere;
sospirò rumorosamente appoggiandosi alla parete e aspettando che accadesse
qualcosa.
Perché l'avevano rinchiusa lì da sola?
Ma effettivamente non lo era. Dall'altro lato dello
specchio qualcuno la stava osservando...
Mikael
la stava fissando da dietro lo specchio, anche se lei non poteva vederlo, e la
stava guardando con occhi completamente sbarrati e increduli.
Entrò nella sua stanza anche Xavier
che prima di avvicinarsi disse:"Mi fido di te Mikael
e anche se conosco il tuo modo di vivere, é un rischio avvicinarmi a te ma
volevo vedere la tua reazione con i miei occhi e capire se Theo aveva davvero
ragione"
Il vampiro non fece alcuna mossa, non accennò
minimamente a volergli fare del male e se ne stette immobile, a fissare con
sguardo grave la ragazza che aveva di fronte.
Xavier
notò con sua sorpresa, che quella era la prima volta in tutti quegli anni che
vedeva l'Originario così... destabilizzato.
Improvvisamente Mikael
parlò:
"Mio dio... Com'è possibile?" la sua voce
era un sussurro gelido impercettibile, mentre si era avvicinato di più allo
specchio per osservarla meglio.
Ma ad un certo i due uomini sentirono un grido di
dolore: era di Alice.
In quel momento aveva le mani che le tappavano le
orecchie, come se cercasse di scacciare un rumore assordante ed era sprofondata
a terra.
Alice sentiva il fuoco riaccendersi dentro di lei e
pervaderla in tutto il corpo, come se fosse un cancro.
Non ebbe neanche più la forza di gridare, perché le
si mozzò il respiro in gola mentre la collana stava letteralmente bruciando per
davvero.
Fu costretta a togliersela di dosso se non voleva
morire bruciata e la collana fu scagliata dall'altro angolo della stanza. Ma
questo non facilitò le cose: invece del fuoco, fu pervasa da uno scorrere di
ricordi che non erano suoi, ma venivano proiettati nella sua mente come nei
vecchi cinema..
Sembrava di ripercorrere un dejà vu, una serie di
immagini che venivano esposte nella sua mente da telespettatrice, con una
velocità talmente impressionante, che Alice non riusciva a mettere bene a fuoco
le scene all'interno della sua mente.
Distese le gambe distrutte, appoggiandosi alla
parete quando all'improvviso il vortice frenetico di quelle sequenze si
immobilizzò e finalmente lei riuscì a scorgere qualcosa di chiaro in mezzo a
quei ricordi passati... Perché erano davvero dei ricordi: Alice vide se stessa
ma aveva i capelli mossi e più lunghi, indossava uno strano abito che non
avrebbe mai portato e stava parlando con qualcuno, anche se non riusciva a
scorgere chi fosse. Quando quella figura identica a lei si voltò, Alice
sprofondò nella profondità di quegli occhi marroni identici ai suoi, che
sembrava stessero bruciando e all'improvviso si sentì mancare l'aria.
Poi il buio...
Ehilà
ragazze, eccoci arrivate ad un nuovo capitolo in cui succedono un sacco di cose
a partire dalla serata karaoke che finirà poi con il rapimento di Alice e Beth da parte dei fanatici, per finire con il bacio
inaspettato che Adrian dà ad Alice e la reazione di Mikael alla vista di una Alice che ad un certo punto
impazzisce senza collana e vede sé stessa nel passato, cosa vorrà mai dire?? Lascio
fare a voi tutte le ipotesi del caso e su cosa succederà in futuro!!!! XDXDXD
Oltre
a questo volevo ringraziare tutte le fantastiche ragazze che hanno recensito
gli scorsi capitoli e che hanno inserito la storia tra le preferite e le
seguite!!!!! Un grazie và anche a quelle persone che leggono senza recensire
spero che continuerete a seguire la storia con questo interesse!!!!
Vi
posto qui sotto i link con la foto di Yannick, della
collana di Alice e Alice alla serata di karaoke!!!! XDXDXD
Vi
invito inoltre a leggere questa splendida storia della mia Beta che non è altro
che il seguito della storia tra Briony e Elijah vi
posto qui sotto il link, invadetela mi raccomando merita davvero e fatele molte
recensioni!!!
ok
ragazzuole credo di avervi detto tutto perciò aspetto
con trepidazione le vostre recensioni, ci vediamo al prossimo capitolo ovvero
alla seconda parte di questo, un grosso bacione a tutte voi!!!! XDXDXD