Le Nuove Guardiane

di LiLy Pt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


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Capitolo 1

 

 

L’incantesimo era semplice, ma proprio non riusciva a concentrarsi. Sakura cercò invano di escludere dalla sua mente il brusio di voci in sottofondo mentre allungava la mano verso il piccolo vaso che aveva davanti a sé, appoggiato sulla cattedra. Doveva usare solo un’unghia della sua potenza per far nascere da quel piccolo seme una piantina di Margherita.

Perché a me?  pensò per l’ennesima volta.

Già la odiavano tutti perché i suoi poteri superavano di gran lunga quelli di tutta la scuola, e c’era qualche professore anziano che diceva che di incantesimi così potenti non se ne vedevano da decenni, lì nel Regno della Terra.

“Non ce la farà!” un altro bisbiglio maligno della perfida Kana fece ridere più rumorosamente il piccolo corteo di ochette che si portava dietro.

E mentre ogni sforzo di concentrazione andava in pezzi, Sakura sostituì la calma con la rabbia facendo esplodere il vaso di fronte a sé. In pochi attimi un gigantesco albero crebbe  rompendo la cattedra sotto di lui, mentre sui rami, tra le verdissime foglie sbocciavano mille e più margherite.

“Ops” sussurrò la rosa, osservando l’albero schiacciarsi contro il soffitto e tentare di sfondarlo.

“La lezione finisce qui! Tornate subito nei vostri dormitori fino alla prossima lezione!” urlò l’insegnante, aprendo la porta per far uscire tutti. “Sakura..tu vai in presidenza!”

 

 

Hinata sospirò ancora, seduta sul basso muretto che si trovava in cima ad una torre del castello.  Sola, chiese  alle prime stelle quando avrebbe rivisto la sua famiglia.

 Rinchiusa in quel tempio da quando aveva memoria, i monaci dell’Aria erano diventati la sua nuova famiglia.  Negli ultimi cinquant’anni non era nato più nessuno che riuscisse a dominare l’Aria; quando suo padre aveva scoperto che lei riusciva a dominare quell’elemento che sembrava scomparso, non aveva esitato a spedirla in quel tempio isolato dal mondo, chiedendo che venisse istruita e pretendendo da lei di essere la migliore.

O almeno era così che raccontavano i monaci anziani, di quelli che avevano almeno cent’anni per gamba.

La porta alle sue spalle si aprì cigolando, cogliendola di sorpresa.  Un monaco si affacciò preceduto dall’ingombrante presenza del suo nasone, che Hinata era certa di averglielo fatto allungare lei stessa, quando da bimba glielo tirava, sorprendentemente dispettosa.

L’uomo si allisciò la lunga barba bianca “Hinata, c’è qualcuno che vuole vederti..ti sta aspettando nella tua stanza”

“Perché a me?” sospirò, seguendo docile il suo maestro.

 

 

TenTen atterrò con una capriola dietro una grande quercia, larga abbastanza da riuscire a coprire bene il suo corpo.  Si impose la calma, mentre cercava di regolarizzare il respiro affannato.

Esitò un attimo, prima di sporgersi un millimetro per controllare la situazione. 

Il sibilo di un piccolo pugnale che trafiggeva l’aria avvisò TenTen del pericolo, ritirandosi giusto in tempo.

“Vuole la guerra? E guerra sia!” escamò tirando fuori anch’ella un pugnale. Ne sfiorò la superfice della lama, e questa prese fuoco, per poi lanciarlo alla cieca.

Sapeva benissimo che a quel punto il suo amico Rock Lee aveva tolto i pesi, diventando così molto più veloce del normale.

Ma non fece in tempo a prendere un altro pugnale che il suo maestro le era apparso davanti, accanto Rock Lee.

“Fine dell’allenamento TenTen! Adesso vieni, devo parlarti”

Perché a me? Pensò sospirando, lanciando un’occhiataccia all’amico che le faceva il segno della vittoria sorridendo.

 

 

 

Ino nuotò velocemente, muovendo elegantemente la lunga coda da sirena. Seduta sugli scogli insieme alle sue amiche si era accorta di essere davvero in ritardo per la cena, sua mamma le avrebbe  rifilato una bella strigliata una volta tornata a casa.

Si fermò solo un attimo, a guardare la sua meravigliosa città sommersa, capitale del Regno dell’Acqua. Luci magiche uscivano dalle case, sirene e tritoni correvano di qua e di la, sempre in movimento. La sua casa si trovava in periferia, e non ci mise molto a raggiungerla, ci volle molto di più a capire quello che stava succedendo.

Perché sua mamma stava piangendo? Perché c’erano quei tritoni in casa sua?

Perché a me? Pensò raggiungendo sua mamma.

Due tritoni con elmi e lunghi tridenti luccicanti stavano accanto a sua madre, le mani appoggiate sulle esili spalle, come a volerla consolare.

“Cosa sta succedendo?”  ebbe il coraggio di chiedere.

Un tritone alla sua destra avanzò verso di lei, mentre con tono solenne annunciava “Ino, siete stata chiamata per una missione e siete attesa a palazzo”

Sua madre si fece spazio fino a lei, l’abbracciò.

“Vai” le disse tra le lacrime “E rendici fieri di te!”

Ino annuì meccanicamente e mentre usciva un sussurrato Addio riempì anche i suoi occhi di lacrime.

 

ANGOLINO AUTRICE

Salve gente! Queste sono le nuove Guardiane!

Se questa storia vi sembra un plagio, tranquilli, sono sempre io.. solamente ho voluto dare un nuovo inizio e una storia più emozionante, e soprattutto scritta decentemente, alle mie Guardiane!

Cosa succederà mai a queste quattro ragazze?? Da specificare che si trovano in quattro Regni differenti!

Fatemi sapere cosa ne pensate!

Un bacione,

Lisa

 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


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Diciannove anni dopo

 

Ino entrò in classe sospirando. Quella mattina era in ritardo, la sveglia non aveva voluto saperne di suonare e la compagna di stanza non aveva neanche tentato di farla alzare dal letto; come se non bastasse era sfuggita per un pelo al custode dei Dormitori Ovest, che era sempre in cerca di alunni e alunne da far finire in punizione, finendo nella serra numero cinque, fuori dal castello che ospitava la Saint James High School, una delle più prestigiose scuole della città.

In quella serra però, aveva scoperto di aver dimenticato di fare una cosa molto importante. La classe dell’ultimo anno, ovvero la sua, utilizzava solo la serra numero cinque e per curarla, la loro professoressa di Biologia affidava ad un alunno, per una settimana la chiave della porta e le sue adorate piantine. Quando Ino aveva aperto la porta,  trovandosi davanti decine e decine di piantine semi morte, si era ricordata che quella settimana toccava proprio a lei.

 

“Oh no..Oh no no.. Oh no no no!! Che disastro!!” sussurrò Ino sgranando gli occhi. Lo spettacolo che aveva di fronte non era dei migliori, decine e decine di piantine se ne stavano afflosciate su se stesse e sembravano quasi accusarla del loro male.

La bionda sbuffò e tirò una gomitata al piccolo innaffiatoio accanto a lei, facendolo cadere a terra. “Non potevi pensarci tu??” esclamò lanciando un’occhiataccia all’oggetto di plastica per terra e uscendo furtivamente dalla serra.

 

 

Dopo le lezioni, durante la pausa pranzo, Ino scortò la sua migliore amica Sakura lungo i corridoi che portavano al giardino delle serre. Non le aveva raccontato il piccolo guaio in cui si era cacciata, ma perché dirglielo quando poteva benissimo farglielo vedere??

“Ino, hai sentito l’ultima? Pare che la nostra Principessa sia in infermeria!”

La voce di Sakura la fece tornare alla realtà, abbandonando definitivamente i pensieri in cui lei l’abbandonava a risolvere i suoi guai da sola, e i professori la cacciavano fuori dalla scuola a calci.

“Intendi Hinata Huyga?? Figlia di quel multimilionario industriale, che in pratica possiede mezza città?”

“Già! Sembra che mentre era in biblioteca, il libro che cercava le sia caduto in testa!”

“Allora dev’essere stato bello forte il colpo, visti gli enormi volumi che è solita leggere!” rise Ino, aprendo la porta della serra numero cinque.

“Si, è una notizia che…Oh mio Dio...verrà oscurata dal disastro che hai combinato! Cos’è successo a questi fiori??”

“Beh..credo di aver scordato di annaffiarli, o più semplicemente avevo completamente dimenticato la loro esistenza!” sussurrò con tono colpevole la bionda, sperando che la sua migliore amica l’aiutasse, tirandola fuori dai guai.

“Credi?? Ino, è una cosa gravissima!! Oggi pomeriggio abbiamo lezione di Biologia!! Dobbiamo dirlo alla professoressa!” Sakura si avvicinò lentamente ai quattro tavoli pieni di vasi, punzecchiando con il dito la piantina davanti a sé, con il risultato di ingobbirla ancora di più.

“Cosa?? No, non se ne parla neanche! Sakura, sono qui alla Saint James grazie ad una borsa di studio sportiva! Se prendo una insufficienza sarò nei guai!”

La ragazza dai capelli rosa scosse la testa, pensando a qualcosa per togliere la sua migliore amica dai guai, appoggiandosi ad un tavolo e dando le spalle alle povere piantine.

“Cosa vorresti mai fare? Ino, non siamo delle streghe! Non possiamo chiudere gli occhi e ordinare alle piante di crescere!”

Entrambe sospirarono, non trovando una buona soluzione, quando la voce della professoressa di Biologia le colse impreparate, facendole sussultare.

“Per tutte le piante sconosciute dell’Arizzona! Cos’è successo alle mie piantine??”

“Professoressa posso spiegare!” Ino avanzò verso l’insegnante,  tenendo le mani davanti a sé, come se la professoressa volesse colpirla, dopo aver visto il disastro che aveva combinato.

“Certo che me lo spiegherai, signorina Yamanaka.. come diavolo hai fatto a curare così bene le mie adorate piantine?”

La professoressa avanzò nel suo metro e quaranta, superando Ino e Sakura, “Non sembrano scoppiare di salute?” esclamò, accarezzando con estrema dolcezza la stessa piantina punzecchiata in precedenza dalla rosa.

Le due studentesse non risposero, lasciando vagare lo sguardo per tutta la serra. In un modo che loro ancora non avevano compreso, le piantine sembravano essere tornate in vita quasi per magia.

“Non ci cr..” Sakura fu zittita da una pronta gomitata della sua migliore amica, che spingendola verso l’uscita chiese il permesso di tornare in classe.

“Accordato” permise l’insegnate abbracciando una piccola palma “Ah, Yamanaka! Per questo compito riceverai il voto più alto della classe!”

 

 

 

Hinata aprì lentamente gli occhi, era colpa della botta o il bianco dell’infermeria era più accecante del solito?

Sul comodino accanto al letto dove si trovava c’era il libro incriminato. Chissà per quale coincidenza le era caduto in testa proprio quello che stava cercando!

Le tende che circondavano il letto vennero tirate via con un solo gesto, mentre l’entrata dell’infermiera la distoglieva dai suoi pensieri.

“Come stai cara?”

“Bene, Signora Smith”

La donna sorrise benevola, appoggiando sul comodino un bicchiere colmo d’acqua e una pillola. Era una donna di mezza età, i capelli ormai grigi e gli occhi castani, prossima alla pensione,  nella sua carriera nella scuola aveva rimesso in sesto quasi tutti; Hinata non era mai entrata nell’infermeria, non ne aveva mai avuto bisogno. “Prevenire è meglio che curare” ripeteva sempre suo padre.

“C’è una visita per te” l’infermiera la riportò ancora una volta alla realtà, portando via il bicchiere vuoto. Una ragazza della sua età, ma della sezione B se non ricordava male, entrò chiudendo dietro di sé la tenda bianca, sedendosi sull’unica sediolina.

Adesso che la guardava meglio, quegl’occhi e due chignon inconfondibili: TenTen Lee, fortunata figlia del direttore di una fortunata azienda di computer.

“Mi ha mandata mio padre, dice che sarebbe sconveniente non venire a vedere come stai”

Molto probabilmente sarebbe nata una bella amicizia tra loro.

Hinata sorrise, suo padre le avrebbe chiesto di fare  lo stesso.

 

 

 

Angolino dell’autrice!

Allora, volevo pubblicare anche prima, ma impegni mi hanno tenuta fuori casa, tanto che mia madre un giorno mi ha chiesto se per caso ero diventata  una coinquilina, poiché tornavo solo per mangiare e dormire!

Pubblico oggi, spero di avervi addolcito il ritorno nelle aule!

Chiarisco che la scuola è una specie di collegio immerso nel verde ed è la scuola più prestigiosa della città. E anche la più lussuosa, il papà di Hinata non avrebbe chiesto di meno! XD

XD

Tempo, impegni e salute permettendo, ci vediamo al prossimo capitolo!

Grazie a tutti, siete meravigliosi!! =)

Lisa

 

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