Rob: un giorno di libertà

di Clodie Swan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il risveglio ***
Capitolo 2: *** La fuga ***
Capitolo 3: *** La giornalista ***
Capitolo 4: *** Caffè e cappuccino ***
Capitolo 5: *** A spasso per Roma ***
Capitolo 6: *** Turisti per caso ***
Capitolo 7: *** L'ottava meraviglia del mondo ***
Capitolo 8: *** Un ragazzo normale ***
Capitolo 9: *** I love Rome ***
Capitolo 10: *** I love shopping ***
Capitolo 11: *** In fuga ***
Capitolo 12: *** Vetri oscurati ***
Capitolo 13: *** Scudo umano ***
Capitolo 14: *** Il provino ***
Capitolo 15: *** Spazzatura ***
Capitolo 16: *** Casa dolce casa ***
Capitolo 17: *** La doccia ***
Capitolo 18: *** Preparativi ***
Capitolo 19: *** Visite ***
Capitolo 20: *** Cacio e pepe ***
Capitolo 21: *** La festa ***
Capitolo 22: *** Rivelazione ***
Capitolo 23: *** La conferenza ***
Capitolo 24: *** Lo scoop ***
Capitolo 25: *** Corsa contro il tempo ***
Capitolo 26: *** Epilogo: l'effetto Rob ***



Capitolo 1
*** Il risveglio ***


CAPITOLO 1
Il risveglio

Rob
Essere Robert Pattinson a volte può essere una schifezza. Specie quando ti suona la sveglia alle sei di mattina e cerchi disperatamente di alzarti per radunare armi e bagagli e salire sull'areo che ti riporterà negli Stati Uniti. Dov'è che sono adesso? Ah, si...a Roma. Al Grand Hotel di Via Veneto. Ancora rintronato dalla festa organizzata dopo la prima del mio ultimo film, mi trascino in bagno barcollando. Vorrei che mi vedessero le mie fans adesso: con la barba di prima mattina, le occhiaie che toccano terra ed i capelli che sembrano il nido di qualche piccione. Per non parlare del mio alito. Kristen, vieni qui che proviamo la scena del bacio! Ah, già! Kristen non c'è. Questo ultimo film non è sulla saga e lei non recita con me! Beh era ora di fare qualcosa di diverso! Sono stufo di sentirmi chiamare Edward ovunque vado! Ogni volta che qualcuno chiama un Edward mi giro io, ormai. Ma il vampirozzo mi ha portato fortuna, fama, successo, lavoro, viaggi, stress. Lavoro, viaggi, stress...In effetti sono un pò stanchino. E non vedo mamma e papà da troppo tempo. Quando potrò prendermi una pausa?! Mi metto sotto il getto della doccia e comincio ad insaponarmi ma non so perché il sapone non mi scivola sulla pelle come fa di solito.
Dopo qualche minuto mi rendo conto che ho ancora addosso il pigiama! Ho decisamente toccato il fondo e non ho nemmeno bevuto niente ieri sera. Ve lo dico io, questa è carenza di sonno. Sigh. In qualche modo riesco a lavarmi e a strizzare il mio povero pigiama. Mentre tento di infilarmi un jeans ed una t-shirt, suona il telefono.
E' Ciccia, (così la chiamo io) la mia agente. Lo riconosco dal trillo isterico che riesce a dare al telefonino.
«Sono, pronto. Mi metto le scarpe e scendo.» dico.
«Frena Rob. Non vai da nessuna parte. Il volo è stato cancellato. L'unico disponibile è tra 24 ore.»
Ventiquattr'ore? I miei neuroni si rimettono in moto.
«Sfortunatamente» continua lei. «L'ho saputo all'ultimo momento altrimenti avrei sfruttato la giornata in maniera proficua per farti avere qualche altro incontro. Ma pare che non sia possibile. Comunque sto richiamando i giornalisti e magari riesco ad organizzare qualcosa.»
Altre interviste??? Bastaaaaaaa. «Ti prego, non puoi concedermi un giorno libero? Sono tre mesi che non mi fermo.»
Lei ci pensa per un pò. «Rob, la tua carriera richiede continue promozioni, pubblicità, contatti...non ci possiamo fermare.»
Passiamo al ricatto. «Potrei licenziarti.» Silenzio agghiacciante dall'altro capo.
«Tutto considerato una giornata di riposo potrebbe farti un gran bene.» La strega ha ceduto. «Va bene riposati. Ma non uscire dall'albergo da solo. Portati la scorta.»
La scorta. Neanche fossi la Regina Elisabetta. In effetti però senza i miei gorilloni le ragazzine mi si mangerebbero per colazione... Però a che scopo uscire se non posso girare liberamente? Se uscissi con i bodyguards la gente si accorgerebbe subito che c'è un vip dietro quei due armadi a due ante e mi riconoscerebbe subito. Le fans italiane poi sono le peggiori di tutte. Quando sono venuto in Italia per la prima volta a presentare Twilight le loro urla eccitate mi hanno mandato in cura dall'otorino.
Potrei approfittare di questa pausa per fare una scappata a Londra. Mamma sarebbe tanto contenta. Mi attacco al telefono e cerco un volo diretto in Inghilterra che mi riporti qui entro domani mattina. Purtroppo lo sciopero ha cancellato parecchi voli e nessuno corrisponde alle mie esigenze. Bè, mica le compagnie aeree stanno ai comodi miei. Ma non posso neanche arrivare lì di corsa, dire «Ciao mamma!» e poi «A presto mamma.» e rimontare sull'aereo in tempo per il volo del giorno dopo che deve riportarmi negli Stati Uniti.
Bene resterò qui a Roma per ventiquattro ore. E farò una cosa che non faccio da tanto tempo. Mi lascio cadere sul letto vestito e dopo un secondo ecco che ronfo di nuovo come un ghiro. Finalmente dopo tre mesi posso farmi una bella dormita indisturbato.
«Mi scusi!» una voce mi sveglia. C'è una cameriera, una signora di mezz'età con la scopa in mano che mi guarda con aria di disapprovazione. «Devo chiederle di uscire, signore così posso rifare la stanza.»
Mi alzo stringendo i pugni e soffocando un urlo. Mi sento molto Edward adesso.
Non posso uscire dall'albergo. Non posso dormire in camera.
Qualcuno mi dice che cosa cavolo posso fare tutta la giornata!!!!!




 
 
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Capitolo 2
*** La fuga ***


CAP 2
La fuga

«Qualcosa non va, ragazzo?»
La signora che mi ha svegliato di soprassalto adesso si mette a fare la premurosa. Ma come, un secondo fa ero un signore adesso sono un ragazzo?
«La mia vita non va, a volte.» le rispondo secco.
«L'amore, il lavoro? Che cosa?» insiste quella in uno tono mieloso stile posta del cuore. Ma questa lo sa chi sono io?
«Il lavoro direi.» Mi guarda scettica come a volermi incenerire con lo sguardo. Edward sicuramente potrebbe leggere nella sua mente questa frase. «Che ne sai tu del lavoro ragazzino? Scommetto che non hai mai lavorato in vita tua!»
La tipa però invece di farmi la solita ramanzina continua a spolverare con il piumino e mi guarda con comprensione.
«Qual'è il problema?»
«Niente...sono bloccato qui fino a domani ma non so come fare ad uscire. Vede, io faccio l'attore e non posso andarmene in giro come un ragazzo normale.»
«Perchè no?» Ma questa non ha mai letto una rivista di gossip in vita sua?!
«Ci sono dei rischi purtroppo. Diciamo che la privacy è diventata un lusso per me.»
«Figliolo, io dico che la soluzione ce l'hai davanti a te. Fai l'attore? Recita! Fingi di essere qualcun altro ed esci senza farti riconoscere. Non hai visto Vacanze Romane? La principessa se andava a spasso per Roma, con i capelli corti e si divertiva per un giorno a fare la turista. E poi incontrava Gregory Peck.» A quel nome i suoi occhi hanno un'espressione estatica e si porta al cuore la mano che regge lo spolverino. «Quanto era bello! Quello sì che era un attore!»
«Grazie, eh.» commento io. Però la sua idea non è male. Potrei travestirmi in modo da non farmi riconoscere? Mi guardò nello specchio dubbioso. Nella fretta dopo la doccia non mi sono ancora fatto la barba ed è piuttosto lunghetta. Forse con qualche ritocco al punto giusto potrei farcela. «Sto pensando di seguire il suo consiglio. I capelli come me li potrei sistemare?»
Quella fa un sorrisetto soddisfatto. «Niente paura. A casa mia tagliavo i capelli a tutta la famiglia.» Aiuto! In che guaio mi sono andato a cacciare?

Per fortuna la gentile signora non ha esagerato con le forbici. Me li ha accorciati leggermente e mi ha lisciato tutta la frangia in una pettinatura oscena da nerd ultrasfigato. Il prezzo della libertà. «Ultimo tocco.» mi dice infine. Tira fuori un paio di occhiali da vista con le lenti spesse e la montatura grossa. «Sono dell'inserviente che cambia le lampadine. Provateli un pò.»
Inforco quei due fondi di bottiglia e mi guardò nello specchio. Un mostro! Sfido qualunque ragazza a venirmi dietro adesso. Per finire indosso la camicia bianca a quadretti blu che avevo comprato per Kellan e la metto fuori dai pantaloni. Ci navigo dentro e posso nascondere anche il mio bel fisichetto. Ok. Sono pronto. Mi porto solo il portafogli e il cellulare che fa anche le foto. Sono quasi emozionato.
«Come faccio ad uscire adesso? C'è un esercito di giornalisti là sotto.» Ma la mia nuova amica ha pensato anche a questo. «Il camioncino della biancheria tra poco riparte. Ti faccio dare uno strappo.» Mentre la seguo nei corridoi deserti dell'hotel mi continuo a guardare negli specchi cercando di adattare anche la mia espressione. Posso farcela. Ho fatto il vampiro posso fare anche l'ebete. Arrivo nel seminterrato e mi preparo a salire sul famoso camioncino.
«Non così in fretta, James Dean.» brontola la cameriera. Tira fuori carta e penna. «Voglio un bell'autografo per mia figlia. Con tanto di dedica. Minimo cinque righe.»
Soffoco un ringhio e mi metto a scrivere. Lo sapevo che quella tramava qualcosa. Alla fine il camioncino mi porta oltre i cancelli lontano dai paparazzi alla luce del sole.
La libertà ha un prezzo. Ma il suo sapore è così dolce.


 
 
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Capitolo 3
*** La giornalista ***


Entra in scena la coprotagonista femminile.
Il personaggio di Pulla è ispirato ad una scrittrice di un altro forum, amica mia che saluto.

CAP 3
La giornalista

Pov Isabella

Il risveglio di questa mattina non è stato decisamente dei migliori. Per mia disgrazia avevo lasciato il telefonino accesso. E' Pulla, la nostra sadica direttrice.
«Isabella!» mi urla nelle orecchie. «Devi correre subito in redazione!» Io socchiudo gli occhi. E' ancora buio. «Ma che ore sono?»
Lei sbuffa impaziente. «Sono già le cinque e sei in ritardo per la riunione!»
Strabuzzò gli occhi. «Aspè...ma quale riunione...non ne so nulla.»
«Non lo sai perché ho appena deciso di farla ma che centra? Devi venire qui subito! O ti ci trascino io in pigiama!»
So che con Pulla è inutile insistere e così mi trascino fuori dal letto camminando come uno zombie. E' tutta la settimana che ci tortura tenendoci legate alla scrivania fino a tardi, che i telefoni trillano come impazziti, che la posta elettronica s'impalla e che i televisori dell'ufficio sono accesi a tutto volume. La colpa di chi è? Di uno sbarbatello inglese che il mondo acclama come una star. Robert Pattinson, che non c'aveva niente di meglio da fare questa settimana che rivoltare Roma sottosopra. Con tutte le città che ci stanno al mondo proprio nella mia doveva venire! Meno male che oggi se ne va dall'Italia e finalmente i miei ritmi riprenderanno la normalità.
Sigh. Ho dovuto rinunciare al mio amato rito mattutino del cornetto e cappuccino in questi giorni. Pulla mi ha fatto attaccare al telefono di prima mattina per seguire in tempo reali tutti gli spostamenti del Pattinson e sguinzagliare le truppe a caccia di una sua intervista. Non capisco cosa voglia proprio oggi che il suo amato Rob è ripartito. Mi sembrava di aver finito tutta la rassegna stampa prevista per oggi. Arrivo trafelata all'ultimo piano che ospita la redazione del Twilight Magazine (che originalità) e mi trascino senza fiato in sala riunioni. Quando avranno deciso di riparare l'ascensore in questo palazzo, ormai
avranno inventato il teletrasporto. Mi siedo in fondo facendomi piccina piccina per non farmi notare. Pulla sembra più infuriata del solito. «Bene ragazze mie.» comincia la nostra sadica direttrice. «Voi ricordate quanta strada abbiamo fatto in questi ultimi anni da quando scrivevamo le nostre favolette su di un piccolo forum.»
Tutte annuiscono adoranti. «Si, mia direttrice.»
«E ricordate con quanta determinazione ci siamo impegnate per fondare questa rivista? Una vera rivista di cinema, specializzata sui film d Twilight. Un sogno che abbiamo reso realtà»
Le mie colleghe la guardano ammirate. A momenti si prostrano a terra. "Siì, direttrice."
«Qual'è il nostro credo, qual'è la linfa vitale, qual'è la colonna portante su cui si basa questo giornale?"
Ne esce fuori un grido eccitato. «Robert Pattinson!»
«E chi è venuto a Roma in questi giorni?»
Rispondono tutte di nuovo all'unisono come tanti piccoli automi. «Robert Pattinson!»
«E si può sapere come mai nessuna di voi è riuscita a fargli uno straccio di intervista?» Cala un silenzio di tomba. "Perchè ci siamo dovute accontentare di notizie di seconda mano e di foto scattate ad un km di distanza? E? tutto qui quello che sapete fare?» Qualcuna comincia a piangere. «Avete un'ultima possibilità. Ho appena dato un'occhiata ai voli per gli Stati Uniti. C'è uno sciopero che ha cancellato tutti i voli e per questo Rob non può essere partito.» un mormorio di meraviglia si diffuse per la sala. «Deve essere ancora qui a Roma. E una di voi deve trovarlo ed intervistarlo.» Mi accascio sulla sedia assonnata piena di compassione per la malcapitata quando Pulla esclama a gran voce puntando il dito. «Isabella!» Dallo shock cado per terra. «Cosa? Io?» mi alzò incredula. Deve essere un incubo probabilmente. Forse sto ancora a letto. Pulla intanto ha sciolto la riunione e mi fa cenno di seguirla nel suo ufficio.
«Perchè proprio io?» La spietata Pulla mi guarda severamente. «Perchè qui sei l'unica che non sbava come una maniaca per Rob. Le altre non appena se lo troverebbero davanti o rischierebbero uno svenimento oppure tenterebbero uno stupro.» Conoscendo le mie colleghe credo proprio la seconda. «Tu sei l'unica in grado di guardarlo in faccia e fargli un'intervista seria e professionale.Mi spieghi che cosa c'è da ridere?»
La mia reazione non è quella che voleva. «Sto cercando di ricordarmi perchè lavoro qui. Ah sì, un bel giorno hai commentato una mia ff mi hai fatto tanti complimenti e mi hai detto che se volevo scrivere mi avresti preso nella tua rivista di cinema. Solo che qui di vero cinema non ci sta nulla. Senti io ho studiato semiologia, comunicazione. Speravo di mettere a frutto e i miei studi.»
Pulla mi fa uno dei suoi famosi sorrisi. Un sorriso sudbolo ma non sadico. «Portami l'intervista di Rob e potrai scrivere quello che vuoi.»
Mi si illuminano gli occhi. «Davvero?Saggi, recensioni di veri film premiati con la palma d'oro al Festival di Cannes?»
Pulla annuisce con aria intenerita poi mi guarda di nuovo accigliata. «Che ci fai ancora qui? Voglio che sul prossimo numero ci sia Rob intervistato da te con tanto di foto. Oppure puoi cercarti un altro lavoro.»
In qualche modo mi ha convinta e mi ritrovo seduta ad un tavolino di un bar con gli occhi puntati sul Grand Hotel. Non so come riuscirò a vederlo oltre l'esercito di paparazzi schierati davanti alla porta.
Ma sono solo le sei di mattina o giù di lì! Si sono accampati lì la sera prima, questi? Un camioncino della biancheria passa indisturbato oltre i cancelli e si ferma a pochi mentri dall'hotel.
Un tipo, forse uno degli inservienti scende, e comincia a camminare sul marciapiede. Avrà finito il turno, beato lui. Noto che osserva i giornalisti e si fa una matta risata mentre quelli non se lo filano di pezza.
Ci credo, è pure brutto, con quegli occhiali sembra un vero sfigato. Torno a guardare verso l'hotel chiedendomi se Pattinson si farà vivo.
Io comunque non mi muovo di qui finché non finisco il mio cappuccino. Mentre sto per assaporare la schiumetta prelibata qualcuno mi urta con una gomitata e me lo fa rovesciare.
Nooo! Resto pietrificata dallo shock mentre qualcuno mi sussurra «Sorry» tutto dispiaciuto.
Mi giro e indovinate un pò chi è? Il bruttone con gli occhiali!

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Capitolo 4
*** Caffè e cappuccino ***


In questo capitolo si alternano le voci narranti. Spero vi piaccia e riusciate a seguire il discorso.

CAP 4

Caffè e cappuccino.

Rob
«Dove ti faccio scendere ragazzo?» mi chiede cortesemente l'autista del camioncino. «Mi lasci pure qui davanti, grazie.» Mi devo togliere un sfizio assolutamente. Passeggio sul marciapiede dietro ai giornalisti e mi avvicino ad uno dei fotografi
«Mi scusi?" gli dico. Quello nemmeno si gira. «Chi state aspettando?» chiedo in italiano perfetto. L'ho studiato per bene negli ultimi mesi.
«Robert Pattinson.»mi dice seccamente il .
«Ohhh» faccio io stupito. «E si è visto finora?»
Quello mi lancia uno sguardo truce. «Non ancora. Adesso smamma ragazzino.»
Mi allontano con un sorriso estasiato e scoppio a ridere. Non mi hanno riconosciuto! Mi chiedo se anche le ammiratrici si lascerebbero ingannare dal travestimento. Mi guardo intorno in cerca di qualche ragazza con cui fare l'esperimento. Niente da fare: a quest'ora ci sono solo i netturbini che raccolgono l'immondizia. E sono tutti uomini. C'è qualche raro passante ma tra questi non vedo neanche una ragazza. Alla fine ne intravedo una dentro un bar e decido di tentare la sorte. Se vedo che il trucco non regge almeno mi posso rintanare subito nell'albergo. La ragazza in questione non è esattamente un'adolescente ma potrebbe sapere benissimo chi sono, se è andata almeno una volta del giornalaio in vita sua o ha acceso per sbaglio il televisore. Mi avvicino verso di lei e fingo di urtarla per sbaglio così la faccio girare. Un gioco da ragazzi per un attore consumato. Non mi accorgo però che ha una tazza in mano e gliela faccio versare addosso. Oh! Oh! «Sorry.» le dico per scusarmi. La ragazza alza lo sguardo e mi incenerisce letteralmente. Passano alcuni secondi e la sua espressione sottile non si attenuta minimamente. Bene, a quanto pare non mi ha riconosciuto. «Si è scottata?» le chiedo.
«No!» sbraita lei fremendo di collera. «Mi sono solo macchiata.» Ok forse non ho avuto una buona idea. «Mi permetta di aiutarla, la prego.» prendo delle salviettine e glielo strofino sul bavero della giacca.
«Faccio da sola, grazie. Tieni giù le mani!» replica alquanto irritata.
A quanto pare non è una mia fan ed il travestimento funziona. Quando incrocia il mio sguardo pensa solo al cappuccino perduto. «Almeno mi lasci rimediare al danno subito." le dico gentilmente "Permetta che gliene offra un altro.» Vado al bancone ed ordino un cappuccino per lei ed un caffè per me.
«Con tanta schiuma.» mi dice lei restando seduta.
«Va bene.» rispondo.
«Con tre cucchiai di zucchero.» aggiunge. Tre? Ma del diabete non ne ha mai sentito parlare nessuno in Italia?
«E con una spolveratina di cacao.» chiede infine. Pure? Vedo che sta cominciando a tornare di buonumore. Bene mi prenderò un caffè con questa ragazza e continuerò il mio test per vedere quanto io sia credibile come ragazzo normale.

Isabella
Sarà un imbranato ma almeno è stato gentile. La giacca la metterò in lavatrice, tanto oggi fa caldo, ma non credo che la macchia andrà via. Ecco che l'occhialuto mi porta un'altra tazza di cappuccino bello fumante. «Grazie.» dico alla fine. «Sei stato molto carino.»
Lui sorride. Ha un'aria familiare. Boh. Si gusta il caffè con soddisfazione. «Certo che gli italiani lo sanno proprio fare il caffè!» commenta sorridendo.
Così è straniero. «Di dove sei? Sei americano?»
«No, inglese.» Ci avrei scommesso.
«Mi chiamo Rob.»
Eh? Non ho capito bene molto con quell'accento. Ha detto Bob o Tod? Ma vabbè tanto chi lo vedrà più.
«Io mi chiamo Isabella, piacere.» Mi guarda un pò stralunato.
«Come?» mi chiede perplesso.
Ma è pure sordo? «Isabella.» ripeto. Quello si mette a ridere.
«Che ti ridi scusa?» se non gli piace il mio nome andasse a rovesciare cappuccini addosso a qualcun altro. «No, nulla è che questo nome in pratica mi perseguita.»mi spiega.
Lo posso capire. «Succede. Due dei miei ex avevano lo stesso nome.» gli spiego.
«Quale?» mi chiede incuriosito.
Come abbiamo fatto ad entrare così in confidenza non lo so, comunque glielo dico. «Roberto.»
Ed ecco che scoppia a ridere di nuovo. «Non ci posso credere!»esclama. Ma questo è rincretinito? Il povero Tod- Bob cerca di controllarsi e poi mi chiede.
«Senti pensavo di andare a fare un giro per la città. Che cosa mi consigli?»
Lo guardo strana. «Mi hai preso per una guida turistica?»

Rob
Mamma quanto è acida questa. Ma che le hanno messo nel cappuccino, il latte scaduto?
«Immaginavo che fossi della città e che potresti darmi qualche consiglio su come muovermi. Oggi è il mio primo giorno libero dopo tanto tempo.» In quel momento entra un cliente che si rivolge al barista tutto eccitato.
«Marcè, hai visto quanta gente? Stanno tutti lì ad aspettare Pattinson. Ma tu l'hai mai visto?»
Marcello, il barista alza le spalle. «Mi sembra ieri di averlo intravisto di sfuggita. E' solo un ragazzetto alla fine.»
Ragazzetto, lo dici a tuo figlio penso un tantino offeso. Il barista mi indica con lo sguardo. «Come lui. Tu lo  hai mai visto Pattinson, figliolo?»
Mi ha preso alla sprovvista. «Ehm...no.» balbetto.
«Gli somigli pure.»nota il cliente lanciandomi una rapida occhiata. «So tutti uguali sti ragazzi inglesi.»
Isabella intanto mi sta fissando pensierosa.

Isabella
Credo sia stato nel momento in cui si è girato di profilo. La linea del naso e del mento mi sono risultate troppo familiari. Poi quel tizio ha notato la somiglianza. Le analogie sono diventate un pò troppe. Ragazzo inglese. Isabella che lo perseguita. Roberto. Ecco come si chiama! Rob. Ma davvero mi ha detto il suo vero nome? E' così cretino? Non posso ancora crederci! Il ragazzo che mi ha appena pagato un cappuccino è Robert Pattinson!
E mi ha pure rovinato la giacca.

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Capitolo 5
*** A spasso per Roma ***


CAP 5
A spasso per Roma

Isabella
«Senti, amico.» gli dico cercando di nascondere la tensione. Non ci posso credere che sto dicendo "amico" ad una star di Hollywood. «Vado un attimino in bagno. Forse riesco a togliere la macchia. Aspettami qui.» Annuisce ma non sembra sospettare nulla. Appena chiudo la porta dietro di me mi attacco al cellulare e chiamo Rebecca, la mia coinquilina. Anche lei fa la giornalista ma scrive su una rivista di moda. Non è proprio una di quelle fan sfegatate di Robert Pattinson, ma non le dispiace neppure. Dubito che lo disdegnerebbe se lo avesse lì davanti. In questo momento è l'unica che mi può aiutare.
«Rebecca, sono Isabella.» Quella farfuglia qualcosa infastidita. Mi sa che l'ho svegliata. «Scusa ma è un'emergenza."
"E chissene frega. Voglio dormire!"protesta brontolando

"Ti prego, ascolta:Pulla mi ha mandato a intervistare Robert Pattinson...»
Lei sghignazza, con uno sbadiglio. «In bocca al lupo. Grasso che cola se riuscirai ad avvicinarti di cento metri»
«C'è poco da ridere. Sono nel bagno di un bar e lui è qui in incognito.»
Rebecca si stranisce. «Cioè? Lui è entrato in incognito nel bagno di un bar?»
«Nooooo. Sono io che sto in bagno. Lui è di là, seduto ad un tavolino e mi ha appena offerto la colazione.» Minuti di silenzio.
«Isabella, torna a letto e riaddormentati.»mi suggerisce preoccupata.
«E' tutto vero! Ed ho pure la giacca macchiata di cappuccino per provartelo!» insisto.
Rebecca sta diventando l'incredulità fatta persona.
«Ma hai iniziato a fumare roba pesante? Dimmi dove la tieni che ha un effetto pazzesco.»
«Nooo!Io non fumo!" strillò "Sono nel bar davanti all'hotel di Pattinson e lui è uscito in incognito, vestito come uno scemo, totalmente irriconoscibile e che mi ha versato una tazza di cappuccino sulla giacca. E' tutto vero!»
Rebecca si svegliata del tutto. «Caspita! E lui è lì? Quel figo spettacolare di Pattinson è al bar con te?» Finalmente ci è arrivata.
«In questo momento a dire il vero tanto spettacolare non è. Ma che cosa mi consigli di fare? Non so come gestire la cosa.»
Rebecca ci pensa su un attimo. «Per prima cosa prendi quella giacca e incorniciala. Non farla lavare. Potrebbe valere molto su ebay.»
«Rebbi!! Smettila!»
«Dico davvero! I fan impazziscono per queste cose. Sai quante ragazze vorrebbero farsi macchiare la giacca da Pattinson?»
Mi comincio a spazientire. «La smetti di parlare della giacca! Dimmi cosa devo fare adesso! Se gli dico che sono una giornalista, quello prende il fugone e non lo rivedo più. Non posso lasciarmi scappare quest'occasione! Devo giocare bene le mie carte.»
Rebecca capisce che forse sono davvero disperata. «Allora senti cosa devi fare. Torni da lui. Fai tutta la carina e cerchi di fartelo amico. Offriti di fargli da guida o che so io. Ti attacchi a lui come la colla e gli fai passare una splendida giornata in giro per la città. Non gli dici chi sei fino alla fine quando lui ti sarà grato per la tua compagnia e ti rilascerà la tua intervista.»
Detto così sembra facile. «Ok, ci provo. Ma dove lo porto?»
«Portalo a casa mia, magari.» propone ridacchiando. Ecco ci avrei scommesso...
«Rebecca, smettila di scherzare. E' per lavoro!» Lei non sembra d'accordo.
«Ma scusa, quando lavoravi al bar me li portavi i cornetti. Adesso non condividi niente?»
Sono senza parole. «Bene, comunque tienimi aggiornata."prosegue Rebe. "E se vuoi a portarlo qui stanotte, sappi che non avrò alcuna obiezione. Adesso torno a dormire. Buona giornata»
Bene, adesso non devo fare altro che convincere Robert Pattinson a venire in giro con me senza dirgli che scrivo e senza mostrarmi troppo interessata per non farlo insospettire. Come diamine ci riesco? Mmm forse forse mi è venuta un'idea.

Rob
Mi sa tanto che è arrivato il momento di levare le tende. Non vorrei che qualche giornalista avesse voglia di un caffè ed entrasse in questo bar. Prima però vorrei salutare quella ragazza, mi sembra simpatica e soprattutto non ha idea di chi io sia. Il mio piccolo test ha funzionato a meraviglia!
Ma questa ci è morta nel bagno? Ah, eccola. Sembra abbastanza tesa chissà cosa le è preso.
«Come va la giacca?» le dico.
Lei sorride. «Pare che verrà via. Quindi non ti manderò il conto della tintoria, tranquillo.» Simpatica. Non mi sarei mai sognato di pagartelo carina; hai pure voluto il cacao sul cappuccino!
«Io devo andare adesso.» comincia Isabella. «Sai al Colosseo hanno aperto delle nuove sezioni al pubblico dopo il restauro e non vedo l'ora di vederle.»
La cosa mi interessa. «Davvero?Quali?» Lei sembra entusiasta mentre racconta. «I sotterranei dove stavano i gladiatori e le belve feroci. Ed hanno aperto il terzo anello della galleria dove stavano gli spettatori. Mi sono alzata presto apposta.»
Che figata! Il Colosseo! «E come mai vai lì? Sei una turista?»
Lei sorride ancora di più. Ha un viso dolce. «No faccio delle ricerche per l'università. Studio storia dell'arte.»
Quasi quasi mi aggrego. Finalmente posso fare del vero turismo in santa pace e vedere i monumenti di Roma. E mi procuro perfino una guida gratis.
«Mi piacerebbe vederli. Ti posso accompagnare?» sfoggio il mio sorriso più accattivante, quello che fa svenire le ragazzine. Ma oggi non deve funzionare molto perchè Isabella scuote la testa. «Non lo so, neanche ti conosco."protesta lei diffidente "Per chi mi hai preso? Pensi che sia il tipo che esce con il primo che incontra? Va bene vieni!»
Mi devo essere perso qualche passaggio! Non ha le idee molto chiare questa.
«Sai a Roma ci sono tanti pericoli per una ragazza che gira da sola. Magari con te starei più al sicuro. Ma prometti di comportarti da gentiluomo?»
Non me la ricordavo così pericolosa Roma ma comunque le sorrido. «Promesso» le dico strizzando l'occhio.
«Va bene, andiamo. Sarà divertente.» esclama lei sorridendo a sua volta.
Le apro la porta e la seguo in strada.
Alla scoperta di Roma!


 
 
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Capitolo 6
*** Turisti per caso ***


CAP 6

Turisti per caso

Isabella

«Sai che non vado al Colosseo da quando ero piccola?» dico mentre ci avviamo verso la metro a piazza Barberini.
«Ma dai!» esclama Rob stupito. «Non vai mai in giro per la tua città?»
«E chi ha mai tempo? Ormai i turisti giapponesi la conoscono meglio di noi.»
Rob ridacchia. In quel momento mentre scendiamo i gradini della metro mi squilla il telefono. E chi può essere? Pulla riesce sempre a rintracciarmi anche dove non c'è campo. Non so come ci riesce: deve usare qualche tecnologia segreta oppure ha dei poteri magici. Di sicuro ha una sfera di cristallo. Riesce sempre a beccarmi mentre dormo, sto mangiando o ho appena infilato il piede dentro la doccia.
«Allora! Come va sotto l'hotel?» grida impaziente
. «Bene, grazie.» rispondo cercando di dissimulare. «Sei sotto la sua finestra, vero?»
Guardo Rob cercando di mantenere il sangue freddo. «Certoooo!»
Pulla medita pensierosa. Sento il suono sadico dei suoi neuroni in movimento. Quando fa così non c'è niente da aspettarsi niente di buono.
«Pensavo di mandarti Anna per le foto. Ci vorrà il teleobiettivo da quella distanza e tu non sei in grado di fare quel genere di foto.»
Panico. Panico totale. Anna la fotografa è una delle fan più assatanate di Robert Pattinson sulla faccia del pianeta. Non oso pensare a cosa farebbe se le comparisse davanti.
Dubito che si metterebbe a scattargli foto. «Credimi non c'è niente da fotografare...ho il presentimento che non si farà vivo.» spiego cercando di dominare la tensione.
Rob, intanto si è allontanato di qualche passo per lasciarmi privacy. Educato, il ragazzo.
Pulla non demorde. «Se c'è anche solo una possibilità di avere una sua foto originale per l'articolo non dobbiamo perderla. La mando e basta. Tu pensa a scrivere.»
E' inutile insistere. «OK ma la chiamo io così ci mettiamo d'accordo. Ora devo andare ho visto muoversi una tendina!» riattaccò il telefono e lo metto in silenzioso.
Mamma che sudata! Ora devo pure gestire l'arrivo del ciclone Anna. «Tutto bene. Scusami» dico tornando verso Rob. «Era mia madre. Rompe di prima mattina, sai come sono le madri...»
Lui sorride abbassando lo sguardo. «Si lo so. O meglio lo sapevo...»
Oh caspita...non gli sarà mica morta la madre? Non mi ricordo un acca della sua biografia. E se faccio qualche gaffe paurosa? Vabbè, vompro due biglietti e gliene offro uno.
«Pagavo io!» protesta Rob. Lo sto trattando come un ospite di riguardo. Forse ho esagerato. «E' per ripagarti del cappuccino.» balbetto. «Ricambiare la gentilezza.»
«Allora, grazie." Sorride. E' proprio gentile questo ragazzo ed io gli sto mentendo... No, non devo farmi influenzare da certi ragionamenti, devo essere fredda, rigida e determinata.
Meglio cambiare argomento. «Il biglietto si mette qui in questo verso. La macchinetta fa quel rumore infernale e te lo sputa fuori.» Forse questa spiegazione per deficienti era un pò superflua. Ma lui non sembra farci caso.
«Non prendo la metro da...una vita»Rob sembra contento. «Sai per lavoro mi sposto sempre in macchina.»
«Deve mancarti molto il fatto di stare compresso come una sardina dentro un vagone, ammucchiato insieme ad una folla di sconosciuti respirando l'odore di ascella sudata.»
Rob ride di nuovo. «Stranamente sì.»
Sulla nostra metro per fortuna non c'è quasi nessuno. Prendiamo posto su due sedili frontali alle porte e mi rilasso per qualche minuto.
Decido che è arrivato il momento di mandare un sms ad Anna. «Fatti trovare davanti al Colosseo tra mezz'ora. Non farti riconoscere. Siamo in missione segreta. Poi ti spiego.»

Rob
Mi appoggio sulla schienale rilassato e mi guardo intorno. Sono su una metropolitana in mezzo alla gente, quattro gatti per dire la verità, ma sono contento perchè nessuno fa caso a me. Perfino Isabella è troppo occupata a mandare un sms. Le porte si aprono alla stazione successiva e..., orrore! Sale un gruppo di teenagers schiamazzanti! Tutte femmine! Con la mia faccia disegnata sulle loro magliette e alcuni cartelloni tra le mani.
ROB WE LOVE YOU. Ecco, sono morto. Ma quanti anni hanno queste? Massimo quattordici. Preso dal panico afferro un giornale lasciato sul sedile accanto e mi nascondo la faccia fingendo di leggere.
Le ragazzine non sembrano avermi notato ma posso sentire i loro discorsi. «Allora, a mia madre ho detto che vengo da te.» dice una.
«E io alla mia che vengo da te. Dobbiamo spegnere i cellulari tra poco così penseranno che siamo in classe.»
Si marina la scuola eh? Mi sembra un secolo da quando io e i miei amici abbiamo fatto sega per andare al luna park. Queste dove vanno invece? Mi sorge un sospetto.
«Forse Rob si affaccerà alla finestra e ci manderà un saluto. "dice una tutta eccitata. "Dobbiamo tenere alto il cartellone per farglielo vedere. Meno male che c'è stato lo sciopero.» Ridacchiano tra di loro emozionate e speranzose. Possibile che anche le ragazzine delle medie sappiano che non sono partito? La mia vita è un caso nazionale? Le sento parlare di me, dei miei film, dei giornali dove hanno comprato i poster con la mia faccia. Ma la cosa non mi diverte affatto. «Ragazze abbiamo sbagliato direzione, mi sa."dice un'altra "Alla prossima dobbiamo scendere, presto!"
Se ne vanno e all'improvviso mi prende una strana tristezza. Ma cosa sono? Un prodotto commerciale che va a ruba? Un sogno proibito per le adolescenti? Sapevo che certe cose succedevano, ma sentire che quelle ragazze hanno saltato la scuola a causa mia mi fa un certo effetto. Perderanno le lezioni, forse salteranno qualche compito importante o prenderanno una nota. E tutto questo per vedere uno sconosciuto di cui non sanno nulla, che a malapena le saluterà da lontano. La stessa persona che avevano avuto sotto il naso a pochi centrimetri da loro. Ma questo loro non lo sapranno mai.

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Capitolo 7
*** L'ottava meraviglia del mondo ***


CAP 7

L'ottava meraviglia del mondo

Isabella
Ed eccoci davanti al Colosseo. Da lontano riesco a riconoscere Anna. Con quei colori sgargianti sarebbe visibile anche dal satellite. Ma come si è vestita? Ho capito che devi incontrare Pattinson, mia cara, ma con quella minigonna, i tacchi, scollature e collanine varie, dove crede di andare?
«Rob, aspettami qui. Ho visto una mia compagna d'università e ci dobbiamo mettere d'accordo sulla ricerca.» Lui si sta guardando intorno affascinato senza alcuna fretta. «Si, sì vai.»
Raggiungo Anna più in fretta possibile scansando a gomitate i turisti giapponesi che stanno già scattando le foto. «Isabella!» grida tutta estasiata. «Sono pronta. Ho tutto: il flash, lo zoom, il teleobiettivo, la videocamere...quando andiamo da lui? Dimmi che sei riuscita a vederlo? Quando ci fanno entrare nell'hotel per le interviste?»
Eccola che parte in quarta. «Frena, cara. Non hai visto il mio sms?»
Lei pare ricomporsi. «Si, si ma qual'è la missione?Dimmi che centra Rob, ti prego!»
Sospiro. «Allora, non fare urli o schiamazzi ma Robert Pattinson è qui. In incognito. Fai finta di niente.» Anna allunga il collo come una gru e si gira a destra e manca come una pazza. «Dove?! Dove?! Lo vogliooooooooo!»
Ecco lo sapevo. Sono costretta a darle una borsettata nelle costole. «Piano! Fai la vaga! Fai finta di niente. Non deve sapere che noi conosciamo la sua identità!»
Anna comincia a respirare faticosamente. Ma l'ho colpita così forte o è il pensiero di Rob?
«Mi stai dicendo che Robert Pattinson, sua fighitudine in persona, è qui? E per qui, intendi...»
Lo indico con lo sguardo. «Non farti sgamare ma è lì vicino al gladiatore.»
Anna butta l'occhio verso Rob ma sembra perplessa. «Quello?
Ma sei sicura? Ma come si è conciato? Ah beh se è in incognito. Visto da qui potrebbe essere chiunque.»
Sospiro. «Adesso te lo presento. Ma non devi assolutamente far capire le nostre intenzioni. Mi crede una studentessa di arte.»
Anna ride. «Chi tu? Ma se non sai nemmeno unire i puntini della settimana enigmistica!»
La mia pazienza è agli sgoccioli. «Tu sei una mia compagna di corso e ce lo porteremo con noi a fare un giro turistico. Tu fai qualche foto di nascosto fingendo di volerle fare al Colosseo e inquadra anche lui casualmente.» Anna scuote la testa. «Sì casualmente, proprio. Con quel pezzo di figo a portata di mano io spreco gli scatti a fotografare squesti quattro sassi.»
Adesso la gonfio. «Anna, stai parlando del Colosseo una delle sette meraviglie del mondo!»
«E Rob è l'ottava decisamente!»
«Vengono da ogni parte del mondo per vederlo, dovresti parlarne con più rispetto.»
«Di chi? Di Robert Pattinson o del Colosseo?»
«Io con te ci rinuncio. Adesso andiamo te lo presento. Ma attenzione a quello che dici. Se scopre che siamo due giornaliste e vogliamo strappargli un'intervista, si arrabbierà moltissimo. Con me ma soprattutto con te!» Devo passare alle maniere forti se voglio convincere Anna a collaborare.
«Perchè con me?» chiede lei tutta intimorita.
«Perchè i vip odiano i paparazzi più di tutti gli altri.»
«Ma non sono una paparazza! La persona più famosa che ho fotografato finora è Alan Cappelli.»
«Chi??? E chi è?»
«Ecco appunto...è la controfigura italiana di Robert! In New Moon! Mamma mia che ignoranza!»
«Bè se ti fai scoprire mentre lo fotografi per la rivista, ti odierà per sempre.»
«No!!! Non voglio che mi odiiii! Il mio Rob! Ok, farò la brava. Non lascerò trasparire nulla. Sarò impassibile, te lo prometto.» Bene. Speriamo che sia la volta buona.


Rob
E' curioso vedere questo ragazzo vestito da antico romano che si mette qui fin dal mattino presto per farsi scattare le foto insieme ai turisti. E' un modo di recitare anche questo alla fine. Mi racconta appunto che sta studiando recitazione. «E' durissima, amico.» mi confida. «La gavetta è lunga e faticosa. Saranno dodici anni che cerco di sfondare. Ho studiato recitazione, ho fatto teatro e ho anche lavorato come comparsa in qualche film. Vado spesso a parecchi casting ma siamo migliaia a tentare questa strada e riuscire ad emergere è praticamente impossibile.»
Ripenso all'inizio della mia carriera. Il teatro. L'esordio nel Macbeth a15 anni. La particina in un film. Il primo agente che mi nota e mi avvia verso la carriera cinematografica. Non è facile. Il gladiatore ha ragione. Ricordo l'emozione sul set di Vanity Fair, accanto ad attori famosi come Reese e Johnathan. Ho solo una particina ma sono contento lo stesso. Forse sarà la mia occasione. Invece la scene in cui recito vengono tagliate. «Compariranno nel dvd Robert.» Sai che consolazione. Poi Mike Newell mi chiama in Harry Potter. Ho una parte minore ma, comunque importante, e il film viene visto da milioni di persone. Poi più niente degno di nota per tre anni. In pochissimi anni è cambiato tutto. Non pensavo più a quanto io sia fortunato. Mi lamento spesso della mia vita eppure una volta ero come il mio amico gladiatore qui, in cerca di un'occasione per emergere. In fila per i provini. A casa ad aspettare una telefonata. E finalmente arriva, quando Catherine Harwick mi chiama per un provino. «Twilight? E che roba è?»
Ecco che torna Isabella con la sua amica. Ma questa non vorrà entrare nel Colosseo con i tacchi alti? Ha un'espressione seria ma le tremano le labbra.
«Rob,ti presento la mia amica Anna.» Le stringo la mano gentilmente. «Piacere di conoscerti.» Non appena le tocco la mano, Anna mi guarda con la bocca spalancata e cade a terra svenuta.
«Che le succede? Sta male?» chiedo preoccupato. Isabella si è precipitata a soccorrerla.
«Nulla, un colpo di sole.» mi assicura lei.
«Alle otto del mattino?»
«Sai è il clima mediterraneo...»
Non so perché ma non sono convinto per niente.
..

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Capitolo 8
*** Un ragazzo normale ***


CAPITOLO 8
Un ragazzo normale

Rob
Anna lentamente si riprende ed apre gli occhi. "Ho fatto un sogno assurdo...ero davanti al Colosseo ed incontravo..."Mi fissa sconvolta e sviene di nuovo. Isabella a quel punto le tira due schiaffi e la fa rimettere a sedere. "Anna,va tutto bene...svegliati." La poveretta piano piano di alza barcollando e mi guarda come se volesse mangiarmi per colazione.
Mi sento un tantino a disagio. "Anna, tu non hai fatto colazione! Perchè non vai a quel chioschetto a prenderti qualcosa." le dice Isabella.
Anna le rivolge appena un'occhiata. "Ma lì vendono solo panini con la porchetta!"
"Buona, è nutriente. Dai prendine uno." insiste Isabella.
"Cos'è la porchetta?" chiedo interessato.
"Sarebbe carne di maiale arrosto con erbe aromatiche."mi spiega Isabella.
"Quasi quasi ne prendo uno anche io..."dico leccandomi i baffi. Oggi voglio mandare all'aria la dieta.
"Te lo porto io."strilla Anna. A tempo di record è già davanti al chioschetto.
Quella è matta suonata. Non mi avrà mica riconosciuto? Isabella imbarazzatissima cerca di deglutire in cerca di qualche scusa.
"Vedi, Rob. La mia amica è un pò strana...ha un problemino con i maschi. Non farci troppo caso."
"Che problemino?"
"E' una ninfomane! Ogni tanto si fissa su uno e lo guarda come se fosse una star di Hollywood."
"Ma dai!" esclamò trattenendo le risate.
"Tu ignorala e fai finta di niente."
Anna torna tutta felice e mi porge il panino orgogliosa, manco mi stesse offrendo il Santo Graal. E' proprio malata questa. Volgo lo sguardo sul panino e gli do un morso. Ammazza che buono!

Isabella
Benissimo. Ho portato Pattinson al Colosseo, ho trovato una giustificazione per lo strano comportamento di Anna e lo sto guardando mangiare un panino da muratore. Meglio di così non si potrebbe cominciare.Spero solo che Anna non faccia altri casini o la buttò lì dove i condannati venivano dati in pasto ai leoni. Mentre percorriamo le gallerie e usciamo all'aperto tutti, o meglio solo io e Rob, guardiamo ammirati lo stupendo spettacolo che ci offre l'antica arena dell'anfiteatro flavio. Rob si toglie gli occhiali spessi per guardare meglio.
"Non è bellissimo" mormoro appoggiata alla ringhiera. Anna si mette vicino a me con lo sguardo fisso su Rob.
"Siiii! Bellissimooooo" esclama languida. Rob la guarda imbarazzato e fa un sorrisetto nervoso.
Con una gomitata la rimetto al suo posto. "E scatta!" Anna finalmente si ricorda il motivo per cui stiamo lì e si apposta in un punto strategico dove inquadra Rob senza essere vista. Rob intanto è tutto eccitato e si gode la visita al Colosseo, ignaro di tutto. Ecco che mi torna il senso di colpa.
"Mi sento tanto Russell Crowe nel gladiatore." mi dice.
Io arriccio il naso. "Con tutti i bei film storici proprio quell'americanata mi vai a citare? Non hai mai sentito parlare di Quo Vadis? O di Ben Hur? Quelli sì che erano filmoni."
"Ti intendi di cinema?" mi chiede interessato.
Ehm... e adesso cosa gli dico? Per una volta gli posso dire la verità. "Mi piacciono i vecchi film. I classici. Quelli in bianco e nero. Appena li danno in televisione li vedo e me li rivedo anche se li ho registrati."
"Lo faccio anche io. E quale film preferisci?"
Incredibile! Mentre finiamo di visitare il Colosseo ci mettiamo a parlare a lungo di cinema, di regia come due qualunque spettatori appassionati e non riesco a credere quanto sia simpatico. Alla fine è un ragazzo normale. Mi dispiace che debba travestirsi così per andarsene in giro. E riecco il senso di colpa.
"Bene, qua'è la prossima tappa?" mi chiede ad un tratto.
"Eh?"chiedo presa in contropiede.
"Si, cosa andiamo a vedere adesso? Mi sono divertito un sacco e vorrei vedere qualche altra cosa."
Bene, dove lo porto adesso? Quali scatti starebbero bene nell'intervista? Robert Pattinson al Foro? O al Campidoglio?
"Portiamolo al Pantheon!" mi propone Anna poco dopo prendendomi in disparte. "Voi due andate avanti io vi seguo a distanza e gli scatto qualche foto."
Mentre usciamo dal Colosseo ho un'idea migliore. "Anna, per il bene del nostro servizio, mi faresti un favore?"
"Mmm, dipende."
"Fallo per Rob."
"Sono tutta orecchie."
"Prestami il motorino."
"Ma se non lo sai guidare!"
Bel problema, in effetti... E indovinate un pò chi giunge in mio soccorso?
"Ragazze" interviene Rob che ha sentito l'ultima frase. "Avete un motorino? Ci posso fare un giro?"
Gli lancio le chiavi e salgo con lui sul motorino di Anna. Rob mette in moto con sicurezza e parte.
Anna da lontano ci guarda sorpresa. "Ma tu guarda...credevo guidasse solo la Volvo."
Ferma un taxi e ci salta sopra indicandoci all'autista. "Segua quel motorino!"
L'autista si gira. "Cos'è un film?"
"In un certo senso...l'attore protagonista ce lo abbiamo già."

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Capitolo 9
*** I love Rome ***


CAP 9
I love Rome



Rob
Che bello! Sto volteggiando libero per le strade della città eterna con le ali ai piedi. Questa città è bellissima non mi stanco di guardarmi in giro.
"Cos'è quello Isabella?" le chiedo indicandole un grande parco dalla forma ellittica
"Quello è il circo Massimo, lo stadio dove correvano le bighe. Lì dietro invece c'è il roseto comunale."
"WoW!"
"E lì dentro cosa c'è?"chiedo ancora indicandole una chiesa.
"Lì c'è la famosa bocca della verità."
"E cioè?"
"E' un mascherone di marmo che raffigura un volto. La bocca è una cavità che veniva usata per provare se una persona avesse mentito o no. Ai bugiardi veniva morsa la mano."
Sgranò gli occhi. "Davvero?"
"Una leggenda racconta di una donna infedele, che condotta dal marito giustamente sospettoso alla Bocca della Verità per essere sottoposta alla prova, riuscì a salvare la sua mano con una astuzia. Infatti la donna incriminata disse all'amante di presentarsi anche lui nel giorno in cui sarebbe stata sottoposta alla prova e che, fingendosi pazzo, la abbracciasse davanti a tutti. L'amante eseguì perfettamente quanto da lei richiesto. Così la donna, al momento di infilare la sua mano nella Bocca, poté giurare tranquillamente di essere stata abbracciata in vita sua solo da suo marito e da quell'uomo che tutti avevano visto. Avendo detto la verità, la donna riuscì a ritirare indenne la sua mano dalla tremenda Bocca, benché fosse colpevole di adulterio."
"Hai capito la furbacchiona. Beh, comunque io odio i bugiardi."
C'è uno strano silenzio imbarazzante.

Isabella
Se mettessi la mia mano nella bocca della verità probabimente la perderei. Devo dire la verità a Rob. Non ci vorrà molto. Voglio solo fargli capire che tipo di persona sono e spiegargli tuta la situazione. Capirà in fondo. Lo sa anche lui che ambiente difficile è questo. Ok, lui non lavora nel giornalismo ma nel cinema ma alla fine è sempre il settore dell'intrattenimento in fondo. Dobbiamo aiutarci a vicenda. Ok questo discorso che mi sono fatto da sola non mi ha convinto per niente.
"Tutto bene Isabella?"chiede Rob.
"Si, sì. Gira da quella parte adesso." rispondo indicandogli la strada.
Il vento gli ha spettinato il ciuffo scoprendogli il volto. Meno male che ha il casco di Anna che lo nasconde. Se qualcuno lo riconoscesse adesso rischieremmo minimo il tamponamento.
"Quella cos'è? In mezzo al fiume?"
"L'isola Tiberina."
"E cosa c'è sopra?"
"E' un ospedale e se non tieni gli occhi sulla strada ci andiamo a finire."
Rob ride e guarda di nuovo diritto davanti a sè. Passiamo oltre il teatro di Marcello, giriamo dietro piazza Venezia e arriviamo fino a Torre Argentina.
"Siamo quasi arrivati. Comincia a cercare un parcheggio."
Ci dirigiamo insieme verso la piazza della Rotonda e mi immagino la faccia di Rob quando vedrà la facciata del Pantheon. La sua espressione entusiasta è la stessa che ha animato il suo bel viso quando aveva visto il Colosseo. Le strade si stanno animando di gente.Spero solo che non lo riconosca nessuno...

Rob
Il Pantheon è spettacolare. Penso sia il tempio più grande che abbia mai visto."Vieni dai entriamo" dico a Isabella prendendola per un polso.
Tutti quei fotografi però mi cominciano a dare sui nervi. Forse è meglio allontanarsi. "No, ci ho ripensato." La tiro verso la piazza. "Andiamo a prenderci un altro cappuccino." Ai tavoli del bar però vedo sedute alcune ragazze abbastanza giovani. Potenziali fan. Mamma mia, ma tutte qui stanno? Non ci va più nessuno a scuola? "Ho cambiato idea" dico riprendendo Isabella per il polso ed andando di nuovo verso il Pantheon. "Però tutto considerato, il pantheon lo dovremmo vedere dopo tutto qui c'è sepolto...chi era Michelangelo?"
"Raffaello. Ci sono anche i re d'Italia per la cronaca."
"Bene, bene andiamo." Come entriamo sotto il portico sento un colpettino sulla schiena. "Una foto per favore?" sento chiedermi in un inglese stentato. Sento i sudori freddi sulla schiena. Qualcuno deve avermi riconosciuto. Mi giro e vedo due giapponesi dall'aria innocua. Magari li accontento velocemente e taglio la corda. "D'accordo." dico mettendomi in mezzo al loro e circondando le loro spalle con le braccia. Quanto sono tappetti! "Volete che mi abbassi un pò?" Perchè mi guardano male? "Ehm, Rob. Veramente...volevano che scattassi tu la foto a loro."mi spiega Isabella imbarazzata. Ohhhhh. Ho capito. "Scusate" dico ai due lillipuziani prendendo la loro macchinetta e facendo quella benedetta foto. Isabella mi guarda ridendo. "Ehm sai...ho frainteso quello che mi avevano detto. Parlavano un pessimo inglese con un accento stretto del Giappone del Sud."
"Si, ho notato." commenta ironica Isabella.
Faccio un altro passo e mi sento addosso gli occhi di un'altra coppia di turisti. Questi sembrano americani. Stanno bisbigliando qualcosa.
"Isabella! Ho un'idea migliore! Andiamo a fare shopping! Dov'è Via Condotti?"

Isabella
Il polso mi fa male mannaggia ma è matto schizzato questo? A' Robert, fai pace col cervello. Però in fin dei conti sta cercando di proteggere il suo anonimato e non gli sarà facile se restiamo in mezzo ad un gruppo di americani armati di macchina fotografica. Bene,forse il posto più sicuro è proprio nelle vie del centro piene di negozi. La gente lì guarda le vetrine e forse non farà troppo caso a lui. Mmmh...forse è il caso di mimetizzarlo un altro pò.
Una bancarella lungo la strada mi offre quello che cercavo "Tieni Rob" gli dico porgendogli un cappellino. "Il primo acquisto della giornata." Lui lo prende contento. "Grazie. Come mi sta?"mi chiede provandoselo. Gli sorrido. Sopra c'è scritto I love Rome.
 

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Capitolo 10
*** I love shopping ***


CAP 10
I love shopping

Rob
Non riesco a credere di essere in mezzo alle vie più chic del centro storico della città eterna, intento a guardare le vetrine di via del Corso. Non devo comprare niente, sono già pieno di roba che mi hanno regalato e che ho comprato nei giorni scorsi circondato da una guardia armata di bodyguards ogni volta che entravo in un negozio, tra le commesse che svenivano e la fan che mi urlavano dietro. Adesso, posso godermi il piacere dello shopping in santa pace e non c'è nessuno che mi si fila.
Ops...forse non è proprio così. Passa qualche secondo, davanti ad una vetrina e mi accorgo che tutti stanno guardando...me.
Non me in persona, ma me disegnato su alcune magliette con stampate sopra le foto di Twilight. Vanno pure a ruba. Forse è meglio cambiare negozio. Andiamo in uno che non abbia alcun riferimento a me.
"C'è un negozio di musica a queste parti?" chiedo alla mia nuova amica.
"Si certo ce n'è uno proprio laggiù."
Come entriamo vedo un cartellone grande come una casa con la mia faccia. In quel negozio vendono anche dvd e stanno promuovendo, indovinate un pò? Quello di Eclipse. Comincio ad averne abbastanza.
"Ok ho visto abbastanza, andiamo da un'altra parte." Poco più avanti c'è un enorme negozio di giocattoli. Magari trovo qualcosa per i miei nipotini. Ma cosa vendono in questo benedetto negozio? Le bambole di Twilight! Sono diventato una specie di Ken? Non mi assomiglia nemmeno. A quanto mi vendono a proposito? Forse è meglio lasciar perdere. Isabella per fortuna mi segue in tutti i miei spostamenti senza protestare. Che pazienza che ha.
"Bè Isabella, ti piace fare shopping?" le dico mettendole un braccio sulle spalle con fare amichevole.
Lei sorride divertita. "In teoria mi piacerebbe, se me lo potessi permettere."
"Che vuoi dire?"
"E' che non ho mai tempo e il più delle volte non c'ho un euro. Di solito aspetto i saldi."
Mi sento un verme pensando alla montagna di soldi con cui mi ricomprono e a tutte le buste ed i pacchi che mi riporterò a casa.
"Ti compro qualcosa se vuoi." Lei mi guarda sbalordita. "Davvero, mi farebbe piacere."insisto.
"Non ti devi disturbare. Sul serio." Isabella mi sembra davvero imbarazzata.
"E' solo per ricambiare la tua gentilezza. Mi stai facendo da guida gratis e mi sto divertendo un sacco."
"Aspetta la fine della giornata per ringraziarmi."mi dice sospirando.
"Perchè? Facciamo così. Io ti compro un regalino. Se alla fine della giornata non sarò soddisfatto...me lo ridai."
Isabella annuisce e sospira. "Mi sa tanto che lo rivorrai indietro."

Isabella
Bene,Robert Pattinson mi vuole fare un regalo! Se solo lo raccontassi in giro mi prenderebbero per pazza. Il problema è che sono l'incubo di tutte le commesse di Roma. Appena mi vedono abbassano la saracinesca. Guardo per ore. Chiedo tremila cose. Mi provo un sacco di roba. E poi non compro niente. Tutte le cose mi stanno troppo strette in certi punti e larghe in altri. Mi dibatto nel camerino per mezz'ora provandomi l'ennesimo vestito, mentre Rob seduto là fuori si legge una rivista senza mostrare troppa fretta. Mentre mi guardò allo specchio con un bel vestito azzurro sento una voce nel camerino accanto. "Pss." E' Anna. "Isabella, allora come va? Ho fatto delle foto fantastiche. Lui che guida il motorino! Lui che fa la foto ai due giapponesi. E quella col cappellino è mitica! Per non parlare di Rob davanti alle vetrine. Ce la pagheranno fior di quattrini! E' tutta pubblicità per le marche. Ma che ci fai qua dentro? Tu che compri un vestito?"
"Veramente me lo compra lui..."
Anna schiuma verde di invidia. "Nooooooo! Ma che fortuna sfacciata che hai! Te ne rendi lontanamente conto almeno?"
"Comincio adesso..."
"Perchè non ti fai regalare qualcosa per la mia festa? E' stasera ricordi?"E come dimenticarla? Sono settimane che mi da il tormento con questa benedetta festa. Mi passa un abitino giallo sotto il divisorio tra i due camerini. "Fatti regalare anche questo."
"Ma non è della mia taglia?"
"Lo so."sghignazza tutta felice. "E' della mia!" Glielo ritiro dalla sua parte ed esco per guardarmi con il vestito che ho appena provato. E' molto carino azzurro, anche un pò elegante. Per una festa potrebbe andare bene. Ma non sono soddisfatta della mia figura tutta curve.
"Wow! Stai benissimo!"mi dice Rob. Cosa?? Fermi tutti. Robert Pattinson che vede tutti i giorni le donne più belle del mondo sfilare sul red carpet dice a me che sto benissimo?
"Insomma." dico io poco convinta.
"Stai scherzando? Sei una bellissima ragazza, cos'hai che non va?"
Ho una specie di mancamento! Da benissimo siamo passati a bellissima? Forse ho le allucinazioni... Mi sta prendendo in giro. O vuole solo essere gentile.
"Dai Rob, non corrispondo certo agli standard di bellezza."
"E quali sarebbero?"
"Beh, basta che guardi il cinema e la televisione..."
"E quelli sarebbero gli standard di bellezza secondo te?"
"Sono tutte donne eleganti, bellissime, dal fisico perfetto."
Rob sbuffa. "Sono donne normalissime che fanno un sacco di palestre e delle diete drastiche e poi si fanno curare il look da estetisti e parrucchieri professionisti. Le foto sulle riviste che vedi non sono reali."
"Mi stai dicendo che a te non piacciono le attrici e le modelle?" Avanti star di Hollywood, voglio vedere cosa mi rispondi.
"Mi piacciono le ragazze normali anche tra le attrici. Preferisco sempre i tipi acqua e sapone..."
"Tipo Kristen Stewart?" Non sono riuscita a restistere alla tentazione di provocarlo.
Rob a momenti fa un balzo per aria e mi guarda meravigliato. "Sai" aggiungo subito dopo per rassicurarlo. "E'l'attrice del momento...sembra proprio il tipo acqua e sapone che dicevi prima."
Rob arrossisce. "Si...diciamo che è una delle mie preferite..." Ma va! Non avevo dubbi!
Sorrido e rientro nel camerino per cambiarmi. "Pss!" la voce di Anna insiste ancora dentro il camerino accanto. "Cerca di scoprire se stanno insieme."
"Finiscila!" sbraito. "E fatti gli affari tuoi." Come potrei scoprirlo inoltre senza farlo insospettire ulteriormente? Senti Rob...secondo te la Stewart e il tuo omonimo Patterson, stanno insieme o sono solo pettegolezzi? Se gli dico così quello scappa in un nanosecondo senza pagare il conto. A proposito ma quanto costa questo bel vestitino? Forse un pò troppo...ma posso lasciarglielo pagare? Ma sì dai, Isabella, che ti importa? Tanto questo guadagna i miliardi.
"E prendilo questo benedetto vestito! Ha detto che ti sta benissimo. Anzi a proposito: porta anche lui. Ti supplico."mi dice Anna
"E va bene, ci proverò, basta che ti togli di torno. Continua a seguirci a distanza."bisbiglio di rimando.
"Agli ordini, capo." mi risponde lei dileguandosi. Come convinco un divo del cinema in incognito, dopo una giornata passata a fare il turista ad andare ad una festa piene di ventenni matte schizzate? Tutte sue fan tra l'altro, che come lo vedono sarebbero pronte a saltargli addosso e mangiarselo con i tramezzini. Mentre ci penso mi rivesto ed esco dal camerino.
"Allora lo prendi?" mi chiede Rob venendomi incontro. "E' molto carino."
"Grazie."gli dico mentre va alla cassa. Vedo con sollievo che non usa la carta di credito ma tira fuori i contanti. Ma questo c'ha davvero i soldi!Buon per lui. Prendo con riconoscenza la busta con il mio vestito nuovo e mi avvio di nuovo con lui per le vie del centro. Stavolta ci dedichiamo ai monumenti, alle chiese, alle piazze. Rob si guarda incontro ammirato mentre io mentalmente ripasso tutte le lezioni di educazione artistica della mia vita. La scuola alla fine serve a qualcosa.
"Sai di cosa avrei voglia?" mi dice alla fine mentre stiamo seduti sulle gradinate di piazza di Spagna a mangiare un trancio di pizza al taglio. Se solo sapesse che proprio lì si sono seduti decine di fan...non suoi della saga...ma vabbè è uguale alla fine o no?
"Vorrei pranzare con qualcosa di tipico della vostra cucina." Possibile che abbia ancora fame dopo il panino con la porchetta e il trancio di pizza? Io già starei a posto fino all'ora di cena.
"Ma della cucina italiana o di quella romana?"
"C'è differenza."
"Amico, in Italia ogni regione e spesso ogni città, ha i suoi piatti tipici." Rob si accende come una lampadina. Spero non voglia provarli tutti.
"Mi è venuta una fame incredibile! Andiamo a pranzo!" Mi afferra di nuovo per il polso e mi trascina via dove lo porta in suo stomaco. Deve avere una fame da lupo. Ma questo non faceva il vampiro?

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Capitolo 11
*** In fuga ***


CAP 11
In fuga

Isabella
Ed eccoci che torniamo soddisfatti dalla trattoria verso il motorino di Anna con la pancia piena come un uovo. Mamma mia quanto ho mangiato! Beh non è niente in confronto a quello che ha preso lui. "Che cosa sono quelli?" chiedeva guardando su gli altri tavoli.
"I carciofi alla romana." gli spiegavo io.
"Li voglio. E quella cos'è?" Non vi dico cosa non si è spazzolato. Ma a 'sti attori non gli danno da mangiare?
"Quelle fettuccine erano buonissime!" esclama Rob leccandosi di nuovo i baffi.
"Erano bucatini" preciso io.
"E come si chiama quel sugo? Era...era fantastico!"mi chiede con gli occhioni a cuoricino.
"La matriciana, ma non ti illudere, mia madre lo fa più buono." Rob si ferma di scatto e mi scuote per un braccio. "Dove abita tua mamma? Me ne farei altri tre piatti." Il suo sguardo si perde nel vuoto...e la sua mente va...ai bucatini.
"Lasciamo perdere..."Un momento forse...forse...ho avuto un'idea. "Senti se la cucina nostrana ti piace tanto, allora forse ti andrebbe di venire ad una... La mia amica Anna stasera darà una cena e ci saranno un sacco di cose buone da mangiare. Anche i bucatini..." Ok glielo ho chiesto. Vediamo come reagisce.

Rob
Umh...vediamo un pò. Una serata a casa di gente normale. Non mi capita più da secoli. Non mi ricordo neanche più come è fatta la gente normale. C'è sempre il rischio che qualcuno mi riconosca. D'altra parte ci sono degli altri bei bucatini fumanti che aspettano la mia forchettata! E oggi voglio godermi la vacanza, mandare all'aria la dieta e vivermi il resto di questa giornata come un ragazzo normale. Qualcosa però mi dice che sarà impossibile.
"Aaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!! E' lui!!!!!!!!!!!!! Riconoscerei quel fondoschiena ovunque." un disumano grido femminile mi paralizza a pochi metri dal motorino. Mi giro lentamente sperando che quel grido non sia riferito a me. Ma ci credo poco. Non faccio in tempo a voltare del tutto la testa che una ragazza mi salta addosso e mi mette al tappeto sotto gli occhi sconvolti di Isabella.
"E' Robert Pattinson!" grida sbaciucchiandomi tutta la faccia. "Non ci posso credere! Sto baciando Robert Pattinson! Chiamatemi Fortunella!"
"Aiutooooooooooo! Isa..bellaaaaaaaa!"urlo disperato. Come se non bastasse questo tentato stupro in pieno giorno, questa pazza maniaca mi ha perfino fatto scoprire.
"Sarò io la tua Bella, ora." mi dice Fortunella "Mordimi pure quanto vuoi!" Ma questa è un'invasata! Isabella salvami! In qualche modo!
"Guardate laggiù!" grida finalmente Isabella. "C'è Kellan Lutz!" Fortunella smette di spomiciarmi la faccia e si guarda intorno freneticamente.
"Il mio Kellan? Dove? Dove?" chiede tutta sconvolta e con la bava alla bocca. Già. Dove? Non mi risulta che Kellan dovesse venire a Roma.
Isabella continua a puntare il dito verso una direzione tutta convinta. "E' entrato in quel bar! Ha una maglietta bianca aderente." A quelle parole Fortunella mi lascia cadere sull'asfalto e si precipita verso quel bar con un urlo arrapato. Isabella mi aiuta ad alzarmi. "Tutto bene?"
"Si, sto bene."rispondo cercando di sistemarmi i capelli tutti scompigliati.
"Almeno hai tenuto la bocca chiusa?" mi chiede Isabella preoccupata. Mentre la imbruttisco con un'occhiataccia mi accorgo che nel suo assalto impetuoso Fortunella mi ha fatto cadere gli occhiali e me li ha rotti. Oi oi. Intorno a me nel frattempo si è radunato un capanello di gente. "Ma è proprio lui! E' Robert Pattinson!" E adesso cosa faccio?
"Svelto." mi grida Isabella. "Al motorino."
Monto in sella e parto a razzo con Isabella aggrappata alla mia schiena terrorizzata. Il suono inconfondibile dei flash fotografici ci insegue per qualche minuto.
"Mi dispiace, Isabella." le urlo mentre guido come un pazzo.
"Per cosa?" risponde lei. Deve essere sotto shock.
"Di non avertelo detto."le spiego. "Sono Robert Pattinson."
"Ah." dice lei tranquilla. "Va bene. Non ti preoccupare." Rimane in silenzio. Deve essere in imbarazzo.
"Mi dispiace averti messo in mezzo a questo casino. Speravo di essere riuscito ad evitare fotografi e giornalisti almeno per oggi."
"Lascia perdere...pensa a guardare la strada piuttosto." mi dice bruscamente.
Guido senza sapere dove andare pur di seminarli e mi ritrovo a piazza Venezia in mezzo al traffico.
"Rob! Attentooooooo!" grida Isabella."Stai andando contromano." Ha ragione! Mi sa tanto che mi sono confuso con la segnaletica inglese. Faccio la slalom tra una macchina e l'altra tra i fischi del vigile urbano in mezzo all'incrocio. Imbocco la prima traversa perdendo il controllo del mezzo per evitare un tram "Frena Rob!"urla di nuovo Isabella in preda al terrore. Freno di colpo e mi ritrovo dentro un bar. Mi fermo ad un mentro dal bancone di fronte ad un cameriere che sta asciugando un bicchiere. Il poveretto mi guarda sconvolto ed io non so proprio che dirgli. "Salve posso avere un caffè?"esclamo con un sorrisetto da ebete. "Ma tu sei quello di Tuailait?" mi dice. "Che me lo fai l'autografo per la mia ragazza?"

Isabella
"Bene signor Patterson." dice un commissario baffuto sfogliando la patente di Rob.
"Pattinson." lo corregge lui.
Il commissario lo guarda accigliato. "Qui c'è scritto P-A-T_T_I-N-S-O-N. Oops. E' vero c'ha ragione lei. Pattinson Roberto Tommaso. Due nomi, c'ha. Nato a Londra il 13 maggio 1986.
E vabbè che non si può sbagliare?"
"Certo, assolutamente!" commenta Rob senza discutere.
"Bene, signor Roberto Tommaso. Qui c'è una bella contravvenzione per eccesso di velocità, per l'infrazione della segnaletica stradale e per divieto di sosta. Non so a Londra ma qui a Roma è vietato entrare nei bar con tutto il motorino. Mi sono spiegato?"
"Si, signore." risponde Rob a testa bassa.
"E poi la sua ragazza non portava il casco." aggiunge il commissario fissando me. E' vero nella fretta della fuga mi sono dimenticata di infilarmelo.
"Mi dispiace ma vede ci stavano inseguendo e dovevamo scappare."spiego parlando di corsa. Oh cielo che ho detto!
"Scappare da cosa? Che ha fatto, uno scippo?" chiede sospettoso il commissario. Rob mi sa tanto che vorrebbe prendere a capocciate il muro.
"No, lo inseguivano i suoi fans." spiego " Lui è un attore famoso." Magari lui gli fa qualche autografo e si addolciscono un pò.
"Professione attore, infatti." legge il commissario guardando di nuovo i documenti di Rob." Che è parente di quello che fa la pubblicità al the Lipton?" Io e Rob ci guardiamo spaesati.
"Quello era Peterson, commissario."gli dice un agente al suo fianco.
"Pattison, Peterson, vabbè. E che fa di bello? Il cinema o la televisione?"
"Commissario, è quello che fa il vampiro di Twilight"
Il baffutone squadra Rob perplesso. "Fai Dracula quindi? Bello. A me piaceva quello con Cristopher Lee." Rob si gira a guardarmi disperato passandosi una mano tra i capelli. "Bene, signor vampiro. Questo è l'importo da pagare. Vada allo sportello al piano di sotto."
Rob annuisce e si prepara ad uscire quando il giovane agente gli si avvicina. "Senti scusa, non è che ti posso chiedere una foto?" Rob deve esserci abituato perchè si mette in posta tranquillamente accanto al ragazzo che gli scatta una foto con il suo cellulare. "Quando racconterò alle mie amiche che ho fatto la multa a Robert Pattinson perchè è entrato col motorino dentro ad un locale...penseranno che mi sia drogato." Rob ride divertito ed si dirige all'uscita insieme a me. "Forse sarà meglio uscire dal retro."osservo notando la gente che affolla l'ingresso. Cinque agenti stanno cercando faticosamente di bloccare le porte. Rob si spaventa. "Ti prego dimmi che non sono lì per me."
"Temo di sì invece." Lo trascino io per il polso stavolta e lo riporto dal nostro amico di prima. "Scusi agente, non avreste una porta sul retro per caso?"
"Sono già arrivate le fan per Pattinson?"commenta sbalordito l'agente "Mamma mia come corrono le notizie. Va bene da questa parte."
Mi sento di schifo in questo momento e non solo perchè sono una bugiarda traditrice. Il mondo adesso sa che Rob è in giro per Roma e gli sta dando la caccia. L'incantesimo si è spezzato. Possibile che la sua giornata di libertà sia già finita? Ho come l'impressione che i nostri guai siano appena iniziati.

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Capitolo 12
*** Vetri oscurati ***


CAP 12
Vetri oscurati

Isabella
"Non posso crederci! Hanno assediato anche l'uscita di servizio?" esclamo disperata. "Ma come hanno fatto a sapere di Rob così in fretta?"
Il giovane agente che ci sta scortando fuori, o meglio lo farebbe se potesse, ci guarda imbarazzato.
"In effetti...ho mandato un sms ad un mio amico..." Io e Rob lo guardiamo sconcertati. "Ma cavoli non credevo che facesse così presto!" Rob si nasconde la faccia dietro una mano.
Mi rivolgo al giovane agente. "Senta non c'è un altro modo per uscire senza farsi vedere?"
Lui ci pensa su un attimo. "Forse sì. Ma non so se vi piacerà."
La camionetta della polizia con le sirene spiegate riesce a farsi largo tra la folla. Bè, Rob ormai sarà abituato a girare con i vetri oscurati per evitare la luce del sole.
Ok lo so, quello era Edward, stavo scherzando. Dall'interno riesco a vedere le persone che stanno aspettando ansiose l'uscita di Rob. Ma come fanno ad avere già pronti i cartelloni? ROB WE LOVE YOU!
Beh, non era sicuramente prudente uscire di nuovo con il motorino. Ho affidato le chiavi all'agente simpaticone e ho mandato un sms ad Anna affinchè venga a recuperarlo.
Se i fan non lo hanno già smontato e rivenduto i pezzi come cimeli. Il più prezioso sarebbe sicuramente il sedile. "Qui si è seduto Robert Pattinson."
Guardo Rob divertita e lo trovo molto pensieroso. Poverino.
"Deve essere una vera seccatura, dover uscire di nascosto su un mezzo blindato per sfuggire alla gente."gli dico per mostrargli la mia comprensione.
Lui mi guarda e sospira. "E' la seconda volta in un giorno che lo faccio."

Rob
Non posso credere a quello che mi sta capitando. Speravo di potermi prendere una pausa almeno per un giorno. Ed invece mi ritrovo inseguito, arrestato, e costretto a scappare come un ricercato.
Non ne posso più. Mi dispiace aver coinvolto Isabella. Chissà cosa prova. Non ha detto una sola parola sull'argomento ma mi è stata vicino e ha dimostrato un notevole sangue freddo.
"Ascolta. Mi dispiace molto, Isabella per averti messo in mezzo. Io non avevo intenzione di ingannarti o di prenderti in giro. Volevo passare solo una giornata in santa pace come..."
Isabella completa la frase per me. "Come un ragazzo normale. Lo so. Credo di poter capire."
Sono stupito. "Grazie, sei davvero comprensiva. Non è che per caso sei anche tu una superstar qui in italia?"
Lei ride. "Fidati. Non sono assolutamente nessuno. Nè in Italia, nè altrove."
Allora deve essere proprio una persona speciale. "Grazie anche di non essermi saltata addosso come fanno tutte le altre. Come hai visto non è una bella esperienza."
Isabella annuisce probabilmente ripensa all'assalto di Fortunella. "Beh, amico, non sono una tua fan e detto tra noi...non è che tu sia questo granchè."
Ci resto quasi male. "Ah, davvero? Non ti piaccio proprio quindi?"
"Non sei contento? Una maniaca sessuale in meno."
Mi metto a ridere. "Si, certo. Ma non hai mai visto nessuno dei miei film?"
Lei ci pensa su. "Harry Potter e l'ordine della fenice, credo. Una grande interpretazione"
La guardo accigliato. Lì c'era solo la mia foto. "E' uno scherzo?"
Isabella si mette a ridere. "Si! Scusa ma è una sensazione molto particolare quella di poter parlare con un attore famoso. L'idolo delle teenagers, per giunta."
Le faccio il sorriso sghembo alla Edward Cullen. "Beh non sono solo questo.Questa mattina più o meno avrai visto come sono fatto. Mi piace andare in motorino,
passeggiare per le vie del centro, fare shopping, mangiare un buon piatto di pasta."
Isabella sghignazza "Uno? Tre come minimo!"
Rido anche io pensando alla mia ultima abbuffata ma poi torno serio. "Ma sono solo un ragazzo come tutti gli altri. Il mondo invece quando pensa a me vede Edward Cullen, il misterioso e affascinante vampiro."
Isabella mi guarda dispiaciuta e mi rivolge un sorriso pieno di calore. "Beh, si perde il meglio."
La guardo negli occhi commosso. E' strano ma mi sento improvvisamente bene. Forse è quello che succede quando ti senti di nuovo te stesso.
"Ragazzi dove vi devo lasciare?" chiede il conducente all'improvviso. Non ho la più pallida idea di dove siamo. A quanto pare abbiamo attraversato il ponte.
"Qui va benissimo." dice Isabella preparandosi a scendere.
"Agente" dico rivolto al poliziotto che guida. "Non so come ringraziarla per il disturbo."
Quello si volta verso di noi e mi gela con lo sguardo. "Io si. Voglio cinque autografi. Tre per le mie figlie e due per le mie nipoti.
Non hai idea in quanto mi hanno fatto spendere per i tuoi poster e le tue foto, attorucolo da strapazzo! Una bella dedica per ciascuna direi che è il minimo."
Ecco che mi scende un'altra gocciolina di sudore. "Mi dia una penna." Firmo tutti gli autografi richiesti con sopra una bella scritta in italiano: obbedite sempre al babbo!

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Capitolo 13
*** Scudo umano ***


Care lettrici, mi scuso se non rispondo più a ciascuna di voi nei commenti. La mancanza di tempo me lo impedisce. Ma sappiate che li leggo tutti e che li apprezzo tantissimo! Posto il nuovo capitolo sperando vi piaccia.
Un bacione
Clodie

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CAP 13
Scudo umano

Isabella
Vado in avanscoperta. Guardo a destra. Guardo a sinistra. Nessuna fan arrapata, nessun giornalista appostato. Beh, proprio nessun giornalista no, comunque qui la situazione sembra molto più tranquilla.
"Via libera, Rob."
Lui scende lentamente guardandosi intorno.
"Mamma mia che stress!" esclama. Ha proprio ragione poveretto. "Dove siamo? Mi sembra che abbiamo attraversato il ponte."
Infatti siamo vicini a San Pietro proprio di fronte Castel Sant'Angelo.
"Qui è dove hanno girato una scena del Codice Da Vinci." esclama guardando ammirato il castello.
"Ma solo dai film le prendi le informazioni?" chiedo stizzita. "Leggere un buon libro ogni tanto, no?Qual'è stato l'ultimo che hai letto?"
Lui si schernisce. "Col lavoro che faccio ho pochissimo tempo per me stesso. Di solito leggo i copioni. O al massimo i libri da cui sono stati tratti i film."
"Capisco. Ecco un'altra ragione per cui non vorrei mai fare l'attrice." gli dico.
"Quali sono le altre?" chiede interessato.
"Bè" gli dico con profonda sincerità."Non potrei mai baciare un estraneo. Sarebbe troppo imbarazzante. O spogliarmi. Quello sarebbe impossibile. Mi sparerei in bocca piuttosto."
Rob cammina sorridendomi "Non sempre devi spogliarti. Ci sono regole che puoi mettere sul contratto e poi ci sono le controfigure. E quanto ai baci è tutto finto."
Insomma, non sono mica tanto convinta. "Sarà finto, ma la lingua in bocca la devi mettere per davvero!" Rob scoppia a ridere. "Ok lo ammetto è stato molto imbarazzante anche per me. I primi veri baci li ho dati sul set di Twilight a Kristen Stewart ma anche se lei mi piaceva molto, ero timido da morire. Non baciavo una ragazza da un sacco di tempo. Non ero neanche un gran baciatore."
Sorrido e mi intenerisco pensando ad un Rob imbranato e timidone. L'immmagine calza a pennello con il ragazzo con cui ho passato la giornata. Ormai mi chiedo che ne è del divo da copertina e soprattutto se è mai esistito.
"Avanti chiedimelo." mi dice.
"Cosa?"
"Quello che vogliono sapere tutti. Se io e Kristen Stewart stiamo insieme o no?"
Ah già, i famosi Robsten. Paparazzati e perseguitati ovunque.
"Sai che ti dico?" gli rispondo. "Non me ne frega niente. Sono affari tuoi alla fine. Un pò di privacy, e che cavolo!"
Mi guarda stupito. "Beh, che dire...grazie." camminiamo per un pò finché non alza la testa e guarda verso San Pietro. "Potremmo andare a visitare San Peter's? Che ne dici?"
"Sai, ho paura che se ti porto lì nessuno si fila più il papa."
Rob scoppia in una risata fragorosa piegandosi in due. "Dai basta!"
"Qualche suora potrebbe decidere di abbandonare l'ordine..." Rob si tiene la pancia ridendo rosso in faccia.
"E smettila!" mi dice picchiandomi piano sul braccio.
"No, a parte gli scherzi, lì è pieno di gente con le macchine fotografiche. A volte c'è anche la televisione. Basta solo che ti riprenda la telecamera sbagliata..."
Udendo le mie parole Rob ridiventa serio. "No, no per carità. Allora che ne pensi di andare a Castel Sant'Angelo?"
Purtroppo la targa sul cancello ci informa che per via di una mostra, l'ingresso ai visitatori è non sarà permesso oggi.
"Possiamo passeggiare nei giardini se vuoi mentre decidiamo il da farsi. Che ne dici?" gli propongo. Rob è d'accordissimo e ci avviamo verso quello che una volta era il fossato del castello. Ed ecco che a turbare la tranquillità di questa passeggiata arriva lo squillo del cellulare.
Indovinate chi poteva essere.
Pulla.
"Dove seiiiiiiiiiiiiiiiiii?" sbraita con suo urlo assassino. Ad un bambino accanto a me esplode il palloncino.
Mi allontano di qualche passo. "Mamma come stai?" dico dissimulando tutto davanti a Rob.
"Quale mamma? Non hai saputo le ultime notizie? Robert Pattinson è uscito quatto quatto dall'hotel diverse ore fa e se ne sta andando in gita turistica per Roma a bordo di uno scooter con una ragazza. Ti dice nulla questo?"
"..."Oh cielo mi ha scoperto. "Pulla io..."
"Tu mia cara, come tanti altri fessi, sei rimasta a fare la muffa sotto la finestra di una stanza vuota, mentre Pattinson andava a mangiarsi un gelato e a rimorchiare in giro."
Veramente il gelato non lo abbiamo mangiato... e poi chi avrebbe rimorchiato? Fortunella? Ma dove le prende le informazioni Pulla? La mia capa tosta continua.
"Pare che una sua fan, già nota per diverse tentate aggressioni ad aitanti attori e fotomodelli, lo abbia steso a terra e abbia provato a baciarlo." C'è anche riuscita aggiungo io.
"Mentre invece.." continua Pulla "Non si sa nulla della misteriosa ragazza a bordo del motorino che se ne stava teneramente allacciata a Pattinson."
"Un momento io non stavo..."Fermi tutti! Che cosa ha detto? "Non si sa nulla?"
"In tutte le foto, o ha il viso nascosto dai capelli o è girata dall'altra parte. Aveva delle orribili scarpe da ginnastica comunque."
"Come orribili?" protesto io. Mi guardo i piedi. In effetti sono un pò vecchiotte. Forse mi dovevo far regalare le scarpe da Rob invece del vestito. "Ehm quindi sono successe un sacco di cose..."
"Pattinson è stato arrestato per vandalismo ed è stato portato al commissariato. E da allora è scomparso nel nulla."
Vandalismo? Ma se nemmeno l'ha sfondata la vetrina! La porta era aperta e ci è solo entrato dentro col motorino. Lo hanno pure acclamato come un eroe. Quel bar adesso starà incassando i soldi con la pala dopo la sua apparizione.
"Isabella!" urla di nuovo Pulla. "Adesso devi trovarlo! Vai, setaccia la città! Non lasciartelo scappare." Il cellulare vibra da solo, sotto le urla della mia sadica direttrice.
"Ok, certo" balbetto. "Sarà meglio che mi avvii."
"Devi volare! E non deludermi. O la tua testa rotolerà sopra un piatto d'argento. Buon lavoro." detto ciò mi riattacca il telefono in faccia. Mamma mia! Questa telefonata mi ha fatto smaltire il pranzo. Guardo Rob spaesata. E adesso cosa faccio?

Rob
La mamma di Isabella sembra un tipetto molto caliente. Non ho ascoltato le singole parole ma ho sentito che strillava come un'aquila. Ha fatto scappare tutti i piccioni. Mi è venuto in mente che ho il cellulare spento da stamattina. Riaccendiamolo. Non l'avessi mai fatto: 294 chiamate perse e 115 messaggi! 2 delle mie sorelle 1 di mia madre 3 di Kristen 1 di Kellan 1 di Taylor e 106 della mia agente. Questi ultimi partono da "Dove seiiiiiiiiiiiiiiiiiii? Disgraziatoooooooooooooooo!" a " Che cavolo hai combinatoooooooo?" E dopo mezzo secondo il mio cellulare suona di nuovo.
"Rob!" strilla la mia spina nel fianco che per motivi contrattuali devo chiamare agente. " Ma che succede? Come sei uscito? Dove sei stato? "
"Ei ciccia, rilassati tutto bene. Mi sono preso la giornata libera come ti avevo detto."
"Ma ti hanno arrestato? Che hai fatto? Hai rubato un motorino? Hai investito qualcuno? Rischiamo la denuncia, la rottura del contratto! Mamma mia svengo!"
"Dai ciccia, non ho fatto nulla. Mi hanno solo fatto una multa. E il motorino me lo hanno prestato. Non ho investito nessuno, al contrario sono stato io investito dal corpo irruente di una fan impazzita. Comunque ora sono al sicuro, sono in un posto tranquillo."
"Mando un'auto a prenderti?"
"No. Questo è il mio giorno di libertà e intendo godermelo fino alla fine. Adesso riattacco e spengo il cellulare."
"Rob. Stasera c'è una conferenza stampa prima della tua partenza. Devi esserci. E alle nove."
Che pizza! "Non posso." alzo lo sguardo verso Isabella e sorrido. "Devo andare ad una festa."
"Eh? La festa di chi? Te ne organizzo dieci se vuoi. Non so che intenzioni hai o con chi sei ma devi tornare qui alle nove."
"Facciamo le undici."
"Le dieci" ribattè la iena.
"Le dieci e un quarto. Ultima offerta."
"Va bene. Viziato."
"Strega."
Riattaco e spengo l'aggeggio infernale. "Bene, Isabella. A che ora è la festa di Anna?"
Lei sgrana gli occhi. "Ci vuoi andare davvero?"
"Certo, perchè no. Ho bisogno di staccare. Incontrare persone normali."
"Giusto. Solo che non so se a casa di Anna le troverai"
Mi viene da ridere. Non stento a crederci, se sono tutti come lei. Mi farebbe piacere conoscere i suoi amici.
Ad un tratto mi sembra di vedere qualcosa di sospetto. Mi nascondo dietro ad Isabella. "Ferma." le dico afferrandole le braccia. "Non ti muovere!"
"Che c'è?" mi chiede lei spaventata.
"Delle persone ci stanno guardando. Credo mi abbiano riconosciuto."
Mi sposto tenendo Isabella davanti a me come uno scudo umano. Mi sa che così attiro l'attenzione ancora di più perchè la gente che mi fissa sta aumentando.
"Ma quello non è Robert Pattinson?" dice uno.
"Allora è vero che sta a Roma?" risponde un altro.
A tempo di record afferro il polso di Isabella e la trascino via con uno scatto da centometrista per cui ormai sono allenatissimo. "Scappiamo!"le urlo.
Una folla di fotografi si raduna in pochi secondi. "Inseguiamoli!"gridano all'unisono con il lampo dei loro flash. Flash in pieno giorno?
"Da questa parte." mi grida Isabella mentre giriamo l'angolo e ci nascondiamo alla loro vista. Corriamo finchè non notiamo una porta aperta.
"E' una sede dell'università." mi spiega "Possiamo entrare qui e fingerci due studenti."
Mi sembra un'ottima idea. Ma non appena varchiamo la soglia un ragazzo con un block notes in mano ci sbarra l'ingresso. "Siete qui per il provino? Altrimenti non potete entrare." I paparazzi stanno arrivando.
"Si esatto" dico fingendomi tranquillo e sereno. Un provino. Pochi ne ho fatti in vita mia.
"Io sono Fabio. Venite con me." ci dice.
"Ma scusa questa non è l'aula teatro dell'Università?"chiede Isabella
"Si, infatti ce l'hanno prestata per la nostra recita." spiega Fabio. Una recita che bello. Mi piace l'idea di rivedere la vecchia atmosfera delle recite al college, dei copioni fotocopiati ed attaccati con la spillatrice, le prove alla fine delle lezioni, la scelta dei costumi. Chissà cosa preparano? Qualcosa di Shakespeare? Eliot? O forse di John Osborne?
"Stiamo preparando uno spettacolo ispirato a Twilight."dice Fabio
"........"

Isabella
"Rob!!!"grido vedendolo barcollare all'indietro.
Oh cielo, è svenuto!

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Capitolo 14
*** Il provino ***


Carissime, grazie dei commenti e sono sempre più contenta che la storia vi appassioni.
Per sapere come reagirà Rob quando saprà che Isabella è una giornalista, dovrete aspettare ancora un pò.
Quanto allo spettacolo al teatro...qualcuna ci ha azzeccato, state a vedere cosa succede. Questo capitolo è solo un pov di Rob. Buona lettura

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CAP 14
Il provino

Rob
Appena prendo fiato e mi rimetto in piedi guardo incredulo il ragazzo che ci ha ricevuto.
"Senti scusa..." ma possibile che con tutte le storie, le commedie, i drammi, i film che esistono al mondo, proprio Twilight dovevate mettere in scena?!!!"
Il ragazzo sospira. "Hai ragione amico. Pensa che io avevo preparato un adattamento ambientato in una realtà alternativa in cui negli Stati Uniti vige un regime totalitario e dove Edward ha una doppia personalità omicida con la quale interagisce segretamente, combattuto tra il desiderio di uccidere Bella e quello di fare sesso sfrenato con lei. 
Poi Edward impazzisce, scappa con Bella, sterminando metà della famiglia e lasciando una scia di morti ammazzati mentre lo inseguono i Volturi, gli indiani Quiquequote come si chiamano, i mannari, i nazifascisti e chi più ne ha più ne metta!"
Questo è matto schizzato! Che fantasia però..."Mica male come idea." commento con un sorriso divertito.
"Non so perchè ma non me l'hanno accettata... Vabbè peggio per loro. Voi che scena portate? "
Io e Isabella ci guardiamo sorpresi. "Si voi due non provate una scena tratta dal film? Ditemelo così vi metto in lista."
"Ok." balbetto. "Proviamo la scena della radura." La sparo così senza pensarci mentre Isabella sbianca.
"Ok io sono Fabio il regista, piacere di conoscervi. Sono anche il responsabile del casting, lo sceneggiatore e produttore. e se ci riesco farò anche lo sponsor."dice il nostro acccompagnatore. "Andatevi a sedere e vi chiamo quando è il vostro turno."
"Ma la sai la parte?" mi chiede Isabella bisbigliando. Io la fisso sbalordito. "Ah già, scusa" risponde subito dopo arrossendo.
Prendiamo posto nella sala dove dispersi sulle poltroncine, decine di ragazze e ragazzi, stanno ripassando le battute e guardano gli altri che sul palco fanno le prove. Mamma mia ma quanto sono melodrammatici! "Bellaaaaa!" miagola un ragazzetto tutto appassionato. "Sei tutta la mia vita adesso!!!"
"Ti consiglio di farlo più gelido." gli dice Fabio avvicinandosi. "Ricorda che Edward è morto."
Quello annuisce e ripete abbassando la voce di tre toni.
"BELLAaaahhh sei tutta la mia vitaaaahhh" adesso sembra che c'è l'eco. Mamma mia, qualcuno lo sopprima questo poveraccio! Per non parlare di Bella che ha una vocina straziante come quella di un gatto che viene torturato. "Il prossimo!" strilla Fabio mandandoli via
Assisto a qualcosa come diecimila provini e sento sopraggiungere la depressione. Mi metto a pregare. "Ti prego! Fa che non debba più ripassarci!" Poi Fabio chiama me e Isabella.
"Vieni tesoruccio, sembri proprio il tipo adatto per la parte di Bella con quell'aria spesata da imbranatona." Poverina. Io mi offenderei.
"Ma questo invece dove l'hai preso?" aggiunge dando un'occhiata a me. Scuote la testa. "Senti, ma pensi che copiando il look di Robert Pattinson, otterrai la parte? Ti sbagli mio caro. Io non mi lascio influenzare per così poco. Quello lì poi mi sta pure antipatico. Che ci troveranno le ragazzine... Avanti. Fammi vedere quello che sai fare."
"Qualcuno mi passa un copione?"chiede Isabella. Forse dovrei darci un'occhiatina anche io. Dopo 3 anni in effetti non mi ricordo granchè.
Bene avevo detto la scena della radura, quella in cui mi sbottono la camicia e sbrilluccico tutto. "Ma devo spogliarmi per caso?" chiedo al fantomatico regista.
Fabio mi guarda stranito. "Ti prego! Ho appena pranzato!" Che simpatico. "Adesso se non ti dispiace vogliamo darci da fare? Ho una tabella di marcia da rispettare! Non possiamo perdere tempo!"
Che tipo questo Fabio. Quasi quasi prima di uscire mi faccio dare il suo CV.
Vabbè cominciamo. Isabella con una vocina timida timida pronucia le battute di Bella tremando come una foglia. Che tenera! Io la faccio arretrare contro una quinta del palco cercando di ricreare la scena in cui io e Kristen eravamo appoggiati alla roccia. Poso le mie mani sulla parete circondandole il viso con le braccia. "Tu non sai da quanto tempo ti aspettavo." dico fissando Isabella negli occhi con una voce suadente. Cerco di ricordare che impostazione avevo dato a quella battuta. Catherine mi aveva detto di sottolineare l'intensità di quel momento. “Così il leone si innamorò dell’agnello” mormoro in un sussurro.
“Che agnello stupido” sospira Isabella pallida come un lenzuolo.
“Che leone pazzo e masochista." rispondo con un sorriso alla Edward Cullen.
"Stop! Basta così." dice Fabio. Stop? Mica siamo su un set cinematografico. Ci manca solo che Fabio tiri fuori il ciak.
"Fantastica! L'interpretazione migliore della giornata!" esclama Fabio contento. Io sogghigno soddisfatto. Eh, amico mio, la classe non è acqua.
"Sei stata bravissima."continua Fabio rivolto a Isabella.
Ma come???
"La dolcezza e la goffaggine giusta. Mi hai commosso. Altro che Cristina Stiuart."
????? Cosaa???? E io scusa? Per lo shock mi accascio contro la quinta che cade all'indietro portandomi con sè. Fabio mi osserva perplesso e poi si avvicina a Isabella sussurrandole. "Il tuo amico invece..." scuote la testa arricciando il naso. "E' proprio negato. Fagli cambiare mestiere."
Isabella è più sconvolta di me. "Ci proverò." bisbiglia di rimando più imbarazzata che mai. Non faccio neanche in tempo a rialzarmi che un tizio si precipita nel teatro urlando. "Ragazzi! E' pieno di giornalisti qua fuori! Pare che Robert Pattinson sia in giro da queste parti." Fabio si gira e mi fissa. Sta facendo due più due. Aiuto. Già non gli sto simpatico, questo mi vende a peso d'oro ai paparazzi per finanziarsi lo spettacolino. "Venite con me." ci dice facendo un cenno a me e a Isabella. Che altro possiamo fare? Ci scambiamo uno sguardo d'intesa e lo seguiamo per una porticina sul retro. Come si richiude la porta sento il rumore di passi e il vociare fragoroso di una decina di persone invadere la stanza alle mie spalle. Aiuto! Mi hanno trovato. E la mia salvezza è nella mani di un regista pazzoide a cui sto antipatico e da cui ho appena ricevuto una stroncatura.

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Capitolo 15
*** Spazzatura ***


CAP 15
Spazzatura

Isabella
“Allora cos’è questa storia?”comincia Fabio guardando Rob furente. “Tu, star del cinema, vieni a prenderti gioco di noi poveri artisti squattrinati?” 
Rob lo guarda spaesato. “No, ti assicuro mi volevo solo nascondere dai paparazzi. Ti prego aiutami.”
Fabio ci rimurgina su. “Non è che per caso ti lasci fare una foto col mio cellulare o mi lasci un autografo? Sai, me li rivendo e ci pago la rata del mutuo.”
Rob alza le spalle. “Certo. Però, per piacere, non venderla fino a domani, quando sarò ripartito”
E’ vero! Domani a quest’ora Rob sarà negli Stati Uniti. Ed io dove sarò? Di questo passo in fila al centro di collocamento. Fabio intanto gli scatta una foto e lui si mette in posa con un sorriso forzato più falso che mai. “Se te ne faccio una con la ragazza?"propone Fabio "La vendo col titolo: Pattinson mette le corna alla Stewart. La nuova fiamma di Rob.”
“Ma non è vero!”protesto io.
“Cosa? Che sei la nuova fiamma o che mette le corna a Kristina?”mi chiede Fabio. “Io al tuo posto non ci perderei tempo con quella cozza slavata. Ce ne stanno di molto più fighe ad Hollywood “aggiunge rivolto a Rob.
Rob, ignora la provocazione, masticando amaro. “Senti a parte gli scherzi, dove ci possiamo nascondere finchè non se ne vanno i giornalisti?”
“Allora uscite dal quella finestra e saltate giù. Io li intrattengo. Magari mi faccio pure un pò di pubblicità per lo spettacolo” esclama Fabio soddisfatto.
“Ma siamo al primo piano!” strillo io dopo aver dato un'occhiata fuori.
“C’è qualcosa di morbido dove atterrare là sotto, tranquilli.” spiega Fabio porgendo una penna a Rob. “Non ci scordiamo dell’autografo Mr. Pattinson. Eh, eh!”
Rob lo sta fissando con l’espressione ostile di Edward quando James voleva papparsi Bella. Ma senza protestare prende la penna. “Te lo scrivo sulla maglietta, va bene in inglese?” chiede a Fabio mettendosi dietro di lui. “Perfetto così la posso rivendere anche a livello internazionale! Eh, sai mio caro Pattinson se non ci si aiuta tra noi artisti...”
Fatemi capire. L’artista sarebbe lui?
Apriamo la finestra e guardiamo giù. In effetti c’è una specie di materasso che dovrebbe attutire il salto. Ma è proprio necessario? Rob già si prepara a sedersi sul davanzale. “Ah senti Pattinson” aggiunge Fabio. Rob si gira trattenendo un sospiro. “Per quelle cose che ti ho detto prima sul palco...”
Beh sarebbe ora che si scusasse. Rob abbozza un sorriso comprensivo.
“...non mi rimangio niente.” conclude Fabio andando via. “Ci vediamo, Cicciobello. Metti una parola buona per me con Steven Spielberg.”
Mentre la porta si richiude guardo Rob sconvolta. “Ma come fai a restare così calmo?” chiedo. “Mi sono vendicato.” mi spiega Rob con un sorriso beffardo. “Sulla T-shirt gli ho scritto: Fabio non sapresti dirigere neanche il traffico.” Bella mossa. Gli do il cinque ridacchiando.
“Ma ora che facciamo?" gli dico tornando a noi "Vuoi saltare davvero? Qui non ci sono gli stunt.”
“Improvviseremo. Cerca di ammortizzare il colpo piegando le ginocchia.” mi dice lui prendendomi la mano. Il brusio frenetico dei giornalisti si avvicina con prepotenza. Dovevamo aspettarcelo. Fabio non ce lo vedo nemmeno a trattenere una vecchietta col bastone.
“Saltiamo!” grida Rob trascinandomi con sè. Aiutoooooo! Addio mondo crudele! Qualcuno si ricordi di portare fuori il cane.
Atterriamo davvero sul morbido ma c’è un tanfo schifoso. Il materasso in questione era appoggiato sopra un cassonetto!
“Che schifo!” urlò disgustata mentre Rob recita tutte le parolacce in inglese che conosce. “Come usciamo di qui?” più mi muovo e più sprofondo. Rob in qualche modo riesce ad issarsi fuori dal cassonetto e mi porge le mani per aiutarmi ad uscire. “Coraggio, datti una spinta."
E’ una parola, qui scivola tutto. Finalmente riesco a mettere una gamba fuori e a rotolarmi di fianco ma nella foga del movimento perdo l’equilibrio e gli cado addosso, finendo sul marciapiede.
“Oh scusa” gli dico alzandomi in fretta. Facendolo urto con un piede una buccia di banana e gli finisco di nuovo sopra. “Scusa.” piagnucolo piena di vergogna stesa su di lui.
“Figurati. Oggi è giornata mi sa.” mi risponde esausto.
Mi allontano da lui imbarazzata, senza avere il coraggio di guardarlo in faccia. Vabbè, almeno io non attento alla sua virtù come le ammiratrici pazze.
"E adesso dove andiamo un queste condizioni?" mi chiede sconsolato Rob guardandosi gli abiti lerci.
"Casa mia non è lontano. Te la senti di camminare? Non credo che ci farebbero salire su un autobus o su un taxi così conciati."
"Mi va bene tutto." accetta Rob rassegnato.
"Guarda il lato positivo: con questa puzza addosso, nessuno avrà il coraggio di avvicinarsi a te."
"Dovrò ricordarmene per le mie prossime uscite."
Per un attimo ho la visione di Rob che fugge dalle ammiratrici tuffandosi in mezzo ai rifiuti e le ragazze disperate scavano in mezzo ai cassonetti, in mezzo alla raccolta differenziata, o nella campana del vetro. La voce si sparge e la gente comincia a raccogliere tutta l'immondizia da terra nella speranza di trovarlo. Magari si conservano i pezzi di spazzatura dove si era nascosto lui e se li contendondo strappandoseli dalle mani fino a polverizzarli. E vedo anche i titoli al telegiornale. "Grazie a Robert Pattinson il problema dello smaltimento dei rifiuti è stato risolto!" E fu così che Rob salvò il pianeta.

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Capitolo 16
*** Casa dolce casa ***


CAP 16

Casa dolce casa

Isabella


Dopo aver litigato mezz’ora con la borsa per cercare le chiavi di casa ci ho rinunciato."Rebecca, apri.” sospiro nel citofono.  Per fortuna la mia coinquilina è in casa.
“Puff, meno male che abitavi vicino.” sbuffa Rob esausto.
“Su, che saranno mai quindici isolati a piedi?” gli dico tutta allegra. Ma non convincerei nessuno infatti mi sto accasciando sul portone. Finalmente Rebecca apre e seguita da Rob entro nel palazzo.
“Non c’è l’ascensore?” chiede lui singhiozzando.
“Ehm...no ma sto solo al terzo piano, coraggio. Siamo quasi arrivati. Almeno smaltiamo il lauto pranzo di oggi.”
“Avrò smaltito tutto quello che ho mangiato in una settimana. A proposito: c’è da mangiare a casa tua?” Cerco di pensare all’ultima volta che ho fatto la spesa ma non mi viene in mente nulla. Sto sempre di corsa. “Rob, io direi di darci una ripulita per prima cosa. Scusa se te lo dico ma hai una foglia di lattuga tra i capelli.” Lui fa un verso schifato e se le toglie cercandola con le mani.
Finalmente siamo davanti alla mia porta. Casa dolce casa! Rebecca apre la porta, ci guarda e fa per richiuderla. “Non mi serve niente, grazie.”
Ma che dice? “Rebe sono io! Scusa l’aspetto pietoso...” La mia amica mi squadra con la bocca spalancata. “Ah , scusa pensavo foste quelli della raccolta differenziata... Ma che ti è successo? Hai fatto il bagno nell'immondizia?”
“Esatto. Proprio così.” Le rispondo mentre entro in casa con Rob.
Rebecca ci fissa sbalordita. “Cosa??? Ma che ti è successo? E chi è questo poveraccio?” mi chiede dando un’occhiata disgustata a Rob.
“Robert Pattinson.” le spiego. Tanto vale dirle tutto. La porta ormai é chiusa a doppia mandata.
“Piacere di conoscerti.” dice Rob accennando un sorriso.
“No, sul serio!” esclama Rebecca poco convinta. “Chi è?” Rob sospira sconsolato ed io insisto.
“E’ Robert Pattinson."ripeto "Guardalo bene.”
Rebecca lo fissa con attenzione poi esclama sbalordita. “Nooooooo! Non ci credo. Certo che la TV fa miracoli! Dal vivo non è niente di che. Sembra una ragazzo normale.”
“Io SONO un ragazzo normale!” interviene Rob alzando la voce per la prima volta.
Rebecca si morde la lingua. “Cioè scusa, è che...al cinema sei un tale strafigo. Il contrasto è incredibile.”
“Rebe, nessuno è bello appena uscito da un cassonetto. Rob, vieni. Adesso andiamo a toglierci questi vestiti puzzolenti e ci facciamo una doccia.”
“Insieme?” insinua Rebecca maliziosa. Adesso la strangolo.
“Rob, ti mostro il bagno degli ospiti e ti do degi asciugamani puliti. Rebe abbiamo qualcosa che non sia di Hello Kitty tra la biancheria?”
"Può darsi...Snoopy va bene lo stesso?"
Alla fine trovo un asciugamano grande bianco a nido d’ape e glielo consegno.
“Grazie.” mi risponde lui avviandosi nel corridoio.
“Isabella!” mi dice Rebecca non appena restiamo sole. “Ti rendi conto che lui adesso si sta spogliando nel nostro bagno?”
“E chi conosci che si fa la doccia vestito?”replico.
“Non è questo che intendo dire! Pensa se riuscissimo a fargli una foto come mamma lo ha fatto. Potremmo farci una barca di soldi. Le fan ucciderebbero per averne una.”
“Fino ad un secondo fa facevi tanto la schizzinosa e ora lo vuoi fotografare nudo? No, grazie non ci penso nemmeno Non ho intenzione di fare questo a Rob. Non sai che giornata ha passato oggi.”
“Ohhhhh."fa Rebecca maliziosa "Adesso è diventato Rob. E cosa conti di fare con l’articolo?”
“Non lo so, sinceramente. Non ho ancora deciso. Per ora quello che farò è solo un bagno caldo purificante.”
“Secondo me ti piace.” insiste Rebecca.
“Ma sei matta? Ci solo fatto amicizia. Ma non mi attrae per niente.”
“Seeeeee come no! Non inganneresti un bambino! Edward il vampiro ha morso anche te!” sghignazza la mia amica.
“Rebecca, fidati, per oggi ne ho davvero abbastanza di Edward il vampiro. E abbassa la voce”
Appena in tempo perchè la porta del bagno si apre e la testa di Rob fa capolino.
“Scusate ragazze, avreste degli abiti di ricambio per dopo?”
Mi volto verso Rebecca. “Abbiamo qualcosa che gli potrebbe stare?”
Lei arriccia il naso. “No, se ad un maschio entrasse qualcosa della mia taglia penso che mi sparerei in bocca.”
Sbuffo. “Nessuno dei tuoi amici per caso ha lasciato un ricordino nell’armadio?”
“Quelli al massimo mi lasciano solo il tubetto del dentifricio tutto strizzato. Ma perchè non lo lasciamo con un asciugameno addosso? Io non mi scandalizzo.”dice gongolando.
“Rebe!!!! Piantala!”
“Abbiamo questo ben di Dio in casa e non ci facciamo niente?”
Scuoto la testa disperata. “Senti vai giù da Edoardo e chiedigli se ha una maglietta e un jeans da prestarci per un nostro amico.”
Rebecca sorride soddisfatta. “Edoardo? Il nostro vicino figo! Ci vado di corsa. Mi accontento anche di lui. Se non mi vedi tornare entro un’ora non preoccuparti.”
Ma con chi abito? Con una maniaca sessuale? “Rebe ti voglio qui entro dieci minuti. Io vado a farmi la doccia."
“Tu e lui tutti soli...Fai la brava.” mi dice Rebe prima di uscire. “Anzi no. Voglio che tu faccia cose cattive. E filma tutto col cellulare.”
Non appena chiude la porta cado stordita sul divano. Non ci penso nemmeno a seguire i suoi consigli. E poi il mio cellulare non li fa i filmini.

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Capitolo 17
*** La doccia ***


CAP 17

La doccia

“Isabella, svegliati”. La voce di Rebecca mi riporta alla realtà. “Ma quanto ho dormito?” Adesso il mio divano odorerà di immondizia. Perfetto.
“Solo qualche minuto. Ecco i vestiti. Un jeans una camicia. Spero si tenga le sue di mutande.” appoggia gli abiti accanto a me. Si dovrebbero essere della taglia di Rob, all’incirca saranno alti uguali.
“Edoardo è stato gentile.”
“Si molto, ma se ci andavi tu sicuramente ti dava tutto il guardaroba.” Rebecca mi fa l’occhiolino.
“Finiscila Rebbi.”
“Ma se ti fa sempre gli occhioni dolci. Io al tuo posto un pensierino ce lo farei.”
“Smettile di vedere inciuci dappertutto. Porto i vestiti a Rob.” mi alzo per sfuggire alla conversazione.
“Se vuoi ce li porto io.”
“No, nn mi fido.” le dico minacciandola con lo sguardo.
“Lo vuoi tutto per te, di la verita.”
La ignoro e busso alla porta del bagno. “Rob, tutto bene? Ti ho portato i vestiti.” Silenzio. Mi sa che non si fida ad aprire la porta.
“Li metto qui fuori su questo panchetto.” gli dico attraverso l’uscio.
“Ok grazie” gli sento dire finalmente.
Mi allontano e vedo socchiudersi la porta. Il suo braccio si allunga e prende gli abiti.
“Ho visto il suo braccio!” dice Rebecca eccitata. “Che bel braccio.” contenta lei.
Mi chiudo in bagno e finalmente posso lavare via dal mio corpo tutta la sporcizia e lo stress della giornata. Avrei solo voglia di dormire.
Dopo un pò bussano alla porta. “Avanti.”rispondo mentre mi asciugo. Deve essere Rebecca.
Invece è Rob ed io sono coperta solo da un asciugamano. Momento imbarazzante.
“ Scusa non avresti per caso una lametta? Vorrei farmi la barba.” Si è infilato i jeans ma è ancora a torso nudo. Mi sento male.
Gli indico il mobiletto sotto il lavandino. “Ce ne sono alcune che uso io per radermi la gambe. Dovrebbero andare bene.”
Mi guarda strano.
“Che c’è? Mica hanno tutti l’estetista personale.”
Lui non risponde e si china a prendere una lametta. Certo che il ragazzo ha un fisico da favola.
Comincio a capirle un pochino le sue fans.
“Sei uno schianto” mi dice prima di uscire. “Scusa l’intrusione.”
Un colpo al cuore. Comincio a temere che gli scuserei qualunque cosa...
Mi vesto di corsa e cerco di asciugare i miei capelli con il phon il più in fretta possibile mentre rimetto a posto le mie cose. Il vestito nuovo per fortuna era al sicuro dentro la mia borsa chiusa e non si è rovinato.
“Ho preparato due panini.” annuncia Rebecca. Si è messa a cucinare? Oggi nevica.
Rob esce dal bagno con indosso i jeans e la camicia azzurra di Edoardo. Si è sbarbato e ha pettinato i capelli all’indietro nella piega un pò spettinata che spopola sulle riviste. Meglio che
non vi dica come il colore della camicia metta in risalto i suoi occhi. Mi è passata la fame. Rebe a momenti mi rovescia l’acqua sulla gamba invece che nel mio bicchiere.
Rob fa finta di nulla ed addenta un panino. “Ottimo grazie.”
“Ora si che ti riconosco!” dice Rebecca soddddisfatta.
“Scusate se approfitto ancora di voi ragazze ma potrei fare una telefonata?”
“Chi devi chiamare? Kristin Stewart? Stepehnie Meyer? Qualche regista o produttore famoso? Se chiami Peter Facinelli passamelo.”
Scuoto la testa disperata. “Rebecca ma fatti gli affari tuoi! Certo Rob, chiama pure chi vuoi.”
Mi chiedo se ha il numero di Johnny Deep. O di Ethan Hawke. Mi accontento.
“Devo chiamare mia mamma”. spiega “Sono settimane che non riesco a parlarci.”
La mamma. Che tenero.
Allora se chiami in Inghilterra, metto la connessione su Skype così non paghi la chiamata internazionale.” lo porto in camera mia e mi metto a smanettare al pc. “Scusa il disordine.”
“Ho due sorelle, tranquilla. E’ una camera molto carina”
“Grazie.” Per fortuna in giro non ci sono riviste del Twilight Magazine. Pulla le fa pagare anche a noi dipendenti. “Ok ho fatto. Fai con comodo. Qui ci sono le cuffiette col microfono. Se dopo vuoi riposare un pò serviti pure del letto. Insomma fai come a casa tua.”
Lui mi guarda colpito. “Grazie, Isabella.” Il suo sguardo mi mette a disagio. Non merito i suoi ringraziamenti.
Esco per dargli un pò di privacy ma riesco a sentire qualche parola. “Mum! I’m Rob! Oh I miss you! Yes I’m fine, don’t worry. I’m looking forward to see you again. I love you mum.” ( Mamma! Sono Rob! Si, sto bene, non preoccuparti. Non vedo l’ora di rivederti. Ti voglio bene mamma)
Vado in salotto commossa. Ho preso una decisione. So cosa devo fare.

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Capitolo 18
*** Preparativi ***



CAP 18
Preparativi

Rob sta schiacciando un sonnellino ed io ho preso il mio pc per lavorarci. Lavoro tutto il pomeriggio finchè non suona il campanello. E’ Anna che entra tutta trafelata. “Ho le foto! Sono fantastiche! Vuoi vederle?” La trascino nell’angolo del salotto più lontano dalla mia stanza.
“Abbassa la voce. Non farti sentire. Potrebbe svegliarsi.”
“Chi?”
“Rob. Sta dormendo nel mio letto.” Anna sbianca e si accascia su una poltrona.
“Robert Pattinson è nel tuo letto? Confessa che ci hai fatto??” Pure lei ci si mette?
“Niente. Fammi dare un’occhiata alle foto. “ comincio a sfogliarle e rido. Rob che parla col gladiatore. Rob che cammina nel Colosseo. Rob che guida il motorino che me dietro. Rob che fa la foto ai due giapponesi. Rob a via del corso. La fuga sul motorino. E poi più niente perchè avevamo seminato Anna. Sono bellissime. E soprattutto sono le foto di un ragazzo normale, dalla faccia simpatica e con un sorriso luminoso, che è andato in giro a divertirsi. E che io dovrei tradire in un certo senso. Oltre ad avergli mentito, dovrei vendere i momenti più intimi della sua vacanza in cui ha cercato di dimenticare di essere Robert Pattinson. Ma non posso farlo.
Prendo il pc dalla mia camera senza svegliare Rob. Dorme come un angelo, piccino! Sbava anche come una lumaca...ma vabbè. Meglio che me lo tenga per me o mi ritroverò la federa all’asta su ebay o incorniciata in salotto.
Torno in salotto con le mie due amiche che mi guardano strana e ignorandole mi metto a scrivere sulla tastiera.
“Isabella” mi dice Anna “Ma allora ci venite alla festa?”
“La vedo difficile. Alle dieci lui ha una conferenza stampa non so dove. Non farebbe in tempo. Peccato perchè ho avuto l’impressione che ci sarebbe venuto volentieri.”
Non l’avessi mai detto! “Ho deciso! La festa la facciamo qui da te! E la anticipiamo alle otto! Così Robbino avrà tutto il tempo di godersi la festa.”
“Ma sei matta! Una festa qui?” ci rifletto un attimo. “Potresti anticiparla alle sette?”
“Siiiii! Certooooo!” strilla Anna tutta contenta. “Porto tutto io tranquilla.Vado a chiamare tutti gli invitati.”
“Poca gente, per favore. E che sappiano tenere la bocca chiusa.”
“Ci penso io tranquilla! Quando vedranno che c’è Rob!”
“Anna ma nessuno si filerà più te alla tua festa se ci sarà lui.”le fa notare Rebecca.
“Ma chissene! Sai che mi importa degli altri.” dice Anna attaccandosi al cellulare.
“In questo caso, vengo anch’io!” annuncia Rebe.”Mi vado a scegliere il vestito.”
Io sospiro e mi siedo al pc. Ho un articolo da scrivere.

“Posso leggerlo?”mi chiede Anna incuriosita.
“Prego, anche perchè sarai l’unica a farlo probabilmente.” le rispondo.
“Cosa? Non lo farai pubblicare?”
“Non credo che Pulla lo pubblicherebbe.” le spiego
Anna si siede accanto a me guardando lo schermo e inizia a leggere. “Wow. E’ molto bello. Però...”
“Però non è gossip, nè cinema.” osservo io con un sorriso.
“Sì ma è meglio secondo me. E’...Rob!”
“Già.” dico io con un sorriso amara.
Il tempo è passato, la casa è in ordine ed Anna sta per andare a casa sua a portare il cibo e le bibite per la festa. Rebeca si è offerta di accompagnarla. Rob ancora dorme.
Mi chiedo se sia il caso di svegliarlo visto che ormai è pomeriggio inoltrato quando ecco che suonano al citofono. Chi può essere? Il citofono suona una seconda volta fragorosamente e la cornetta cade a terra. C’è solo una persona che suona così : Pulla!

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Capitolo 19
*** Visite ***


Grazie a tutte dell'entusiamo e dei complimenti. Nuovo capitolo e nuovo personaggio che entra in scena.


CAP 19

"Visite"


Isabella
“Pulla sta salendo!” dico terrorizzata. Rebecca e Anna si mettono le mani nei capelli e si mettono a urlare.
“Che cosa facciamo! Quella venderà Rob a peso d’oro ai giornalisti e ucciderà noi come minimo.”
Devo prendere in mano la situazione. “Per prima cosa smettetela di urlare! Poi svegliamo Rob!” Anna e Rebecca fanno un respiro profondo.
“Ok e dove lo mettiamo? Lo nascondiamo dentro l’armadio?”
“E chi è? Il mio amante? No...portatelo...da Edoardo. Restate lì per un pò finché la strega non se ne sia andata.”
Rebecca si illumina. “Rob ed Edoardo insieme? E’ il mio giorno fortunato!”
“Ok allora mi sa che è meglio se lo sveglio io a Rob.Voi portate via ogni possibile indizio.” Il citofono suona di nuovo all’impazzata.
Corro in camera mia a comincio a scuotere il mio ospite per un braccio. “Rob! Svegliati! Devi andare via di qui!” I riflessi di Rob devono essere molto allenati perchè salta su con uno scatto.
“Chi c’è? I paparazzi? Mi hanno trovato? Maledetti giornalisti.”
Deglutisco a fatica e cerco di inventarmi una balla credibile. “Peggio! C’è... mia madre! Se trova un uomo in casa mi ammazza! Quindi per favore...ti devi nascondere.”
Lui mi guarda scettico. “Ma non abbiamo fatto niente! E’ così antiquata? “
Gli levo le coperte di dosso e gli passo le scarpe. Ma dorme a torso nudo? Wow...cioè meno male che non ho mandato le ragazze a svegliarlo. Avrebbero fatto come il principe con la bella addormentata.
“E’ peggio, non ti posso spiegare adesso. Ti prego, ho pochissimo tempo prima che quella megera salga.” Il citofono suona di nuovo e mi squilla il cellulare. E’ sempre lei. Tra un pò spunta anche dal televisore.
“Va bene, che devo fare? Mi nascondo nell’armadio?”
Ma che è sta fissa dell’armadio? “Ehm...puoi andare dal mio vicino. E’ quello che ti ha prestato i vestiti. Meglio che ci vai di corsa. Le ragazze ti accompagneranno”
Corro al citofono prima che questo esploda. “Mammina!” dico fingendomi allegra.
“Ma quale mammina! Fammi salire!” sbraita Pulla.
Rob e le ragazze stanno uscendo dalla porta. Rebecca mi fa un cenno di assenso. Io apro il portone.
E mentre i passi di Pulla suonano minacciosi come quelli del T- Rex sento i miei tre amici che suonano alla porta di Edoardo.
Qualcuno apre e la porta si richiude mentre Pulla arriva sul pianerottolo.
“Allora? Mi spieghi che cosa sta succedendo!!!!!! Dovevi intervistare Pattinson e invece se qui bella spaparanzata a casa tua?
O devo concludere che tu sia riuscita ad incontrarlo e che tu abbia già scritto l’articolo?”
“Si in effetti...è qui. L'articolo. Devi solo leggerlo. C’è scritto tutto qui.”
Pulla mi guarda scettica ma si siede alla mia scrivania e comincia a leggere sul portatile l’articolo che ho scritto su Rob.

Rob
Mamma mia! Vorrei che per una volta qualcuno mi svegliasse con delicatezza. Mi dispiace che Isabella abbia dei problemi così seri con la madre.
Non la invidio per niente. Potevo parlarci io, so essere molto gentile con le signore. Magari la mamma mi cucinava qualche buon piatto.
Ed eccomi qui a casa di un estraneo trascinato da queste due matte scatenate che mi stanno mangiando praticamente con gli occhi.
Un ragazzo della mia età dai capelli castani ci apre la porta. “Che succede ancora? Vi serve qualcos’altro?” chiede sorpreso ma con gentilezza.
“Si, ci serve casa tua.” gli risponde Rebecca spingendolo da parte. Il poveretto ci guarda entrare impotente mentre le ragazze chiudono di colpo la porta e vi appoggiano sopra l’orecchio.
“Bene è entrata. Grazie Dado! Ci hai salvato la vita!” Lui le guarda impressionato. “Ma che è successo?”
“Un’emergenza! Poi ti spieghiamo. Intanto ti presentiamo il nostro nuovo amico.” Io sorrido a questo ragazzo così gentile e gli porgo la mano. “Piacere Rob.”
Lui me la stringe con fare simpatico. “Piacere Edoardo.”
No, vi prego! Come si chiama questo?! E’ una persecuzione! Se scopro che suona il pianoforte mi metto a ridergli in faccia.
“Tutto bene? “ mi chiede lui guardandomi perplesso. “Si si, non farci caso...”gli dico. Poverino penserà che siamo una gabbia di matti. Non avrebbe tutti i torti.
“Volete accomodarvi?” chiede Edoardo. “Vi offro qualcosa da bere.” Ci accomodiamo in salotto mentre Edoardo ci porta una fanta.
E’ una bella casa arredata con gusto con tante foto di questo ragazzo e della sua famiglia. Sono contento di aver parlato con mia madre prima.
“Insomma Rob come conosci le ragazze? Siete colleghi? Lavorate insieme?”dice Edoardo per iniziare una conversazione.
“E’ un amico di Isabella” esclama Anna.
“Oh” mormora Edoardo. Sembra dispiaciuto.
“Ci siamo conosciuti oggi. L’ho accompagnata a fare dei giri per l’università al centro storico ed eccomi qui. Sono in vacanza” gli spiego con un sorriso.
Edoardo mi guarda incuriosito aggrottando le sopracciglia. “Ah e di dove sei?” Ma questo allora non mi ha riconosciuto. Mi sta guardando senza battere ciglio. Credo sia perchè è un maschio.
“Di Londra” A quanto pare abbiamo trovato un argomento di conversazione. La madre di Edoardo è inglese anche lei. Cominciamo a parlare di luoghi che conosciamo in inglese ma subito veniamo interrotti dalle ragazze.
“No, scusate, mettete i sottotitoli.” dice Rebecca. “Che ci tagliate così dalla conversazione?” Che cafone.
“Ma Isabella che sta facendo? Come mai vi ha buttato fuori?” chiede Edoardo. Non capisco perchè non glielo dicono. Qual’è il problema?
“Ehmm...” dice Anna guardando Rebecca.
“Ma che c’è di mezzo un uomo?” chiede ancora Edoardo. Noto un certo nervosismo nella sua voce. Questo è cotto ve lo dico io. Isabella ed Edoardo. Suona pure bene. Chissà perchè... Mi sembra pure un bravo ragazzo.
“Vi assomigliate ragazzi, sapete?” Non hanno torto infatti una certa rassomiglianza c’è. Il taglio di capelli è simile al mio. Lui li porta un pò più corti e più ordinati come me quando facevo Cedric Diggory
E i suoi occhi sono marrone chiaro. Non ambra, però! Marrone chiaro.Sarebbe proprio il colmo.

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Capitolo 20
*** Cacio e pepe ***


Ecco un nuovo capitolo, dedicato a Lou autrice di ff da me molto amata che ha scritto anche qui su EFP.

CAP 20

Cacio e pepe

Isabella
Quando le mie amiche tornano mi trovano seduta al tavolo seria e pensierosa con lo sguardo basso.
“Abbiamo avuto il tuo sms” mi dice Rebecca. “La strega se ne è andata.” Annuisco in silenzio.
“Dov’è Rob?” chiedo non vedendolo comparire. “E’ ancora con Edoardo, salirà tra poco. Siamo venute in avanscoperta.”
“Possiamo invitare anche Edoardo? “ mi chiede Anna. “E’ così carino...”
“Invita chi ti pare.”le rispondo apatica.
“Ma che è successo? E’ andata così male con Pulla?” mi chiede preoccupata.
“Diciamo che non ho più un lavoro. Pulla ha letto l’articolo ed ha arricciato le labbra.”spiego.
“Bruttissimo segno!” esclama Anna sbiancando. “Ma ti ha proprio licenziato?”
“Beh, mi ha dato tempo fino a mezzanotte per riscriverlo ma dal momento che non lo farò, sì allora posso considerarmi licenziata.”
“E perchè non lo riscriverai?”mi chiedono preoccupate.
“Perchè, non riesco a mentire su Rob. Tirare fuori il gossip, il torbido da lui. Voi lo fareste per un amico? Ho scritto quello che ho sentito. Se non va bene, pazienza vuol dire che non è il lavoro per me.”
“Ne troverai un altro.Tu sei bravissima!” mi dice Rebecca.
“E’ vero! Noi ti aiuteremo!” aggiunge Anna.
“E stasera ci divertiremo! Alla faccia di chi vi vuole male!” grida Rebecca. Ovvero alla faccia di Pulla? Ma si’! Divertiamoci!
“Ci sto! Cosa facciamo per prima cosa?”chiedo contagiata dalla loro allegria.
“Che ne dici di un bel piatto di pasta?”dice una voce appena entrata in casa. “Ho un languorino...”
E chi poteva essere: Rob-stomaco-senza fondo. “Beh prima dell’arrivo degli invitati uno spaghettino ci sta!” approvo io. Edoardo ci guarda timidamente. “Ciao, Isabella. Mi posso unire a voi?” Caruccio. Glielo devo per l’aiuto che ci ha dato prima.
“Certo, non credo che ci sia molto in cucina ma possiamo provare.” Vado in cucina mentre le ragazze accendono lo stereo. Bene cosa preparo?
“Facciamo una matriciana?” chiedo a Rebecca
“E’ finito il sugo” mi risponde afflitta
“Facciamo una carbonara?” propongo
“Sono finite le uova” Pure?
“Facciamo una gricia?” Sperando di avere la pancetta.
“Ehm è finita la pancetta” Ecco dicevo...
“Vabbè..facciamo cacio e pepe.” Non so più che proporre!
“Io a casa ho un pacco di tonnarelli.” suggerisce timidamente Edoardo.
“Prendili di corsa!” gli dico io illuminandomi. Edoardo sorride felice e si avvia verso la porta. Io lo rincorro per un attimo. “Per caso hai anche il pecorino?” Lui si gira dispiaciuto. “Non credo. Purtroppo i miei non ci sono e non ho fatto la spesa.” Lui non ha fatto la spesa? Da noi c’è la carestia. Torno dagli altri in cerca di qualche idea. “Mi sa che ce li dovremo mangiare in bianco.”
“Noooo dai!” dice Anna. “Cacio e pepe è buona! Il pepe c’è!”
“Ed il pecorino? Lo facciamo piovere dal cielo?”
“Chiediamo a qualcuno? Che sarà mai?”
“Io so a chi chiedere! A Lou. Lei ha tutto!”esclama Rebecca.
“Rebe...nelle ultime settimane le abbiamo chiesto lo zucchero, il latte, il pane, perfino i cubetti di ghiaccio. Non appena ci rivede quella ci prende a calci.”
“Mandiamo Edoardo” Propone Rebecca. il poveretto è tornato trafelato con un pacco di pasta in mano. “Dado, te la sentiresti di salireo, su da Lou a chiederle un pò di pecorino?”
“Ehm...io non posso... ho avuto dei problemi con quella signora...”
“Fermi tutti! Vado io” dice Rob con un sorriso. “Dal momento che non mi conosce forse mi farà la cortesia.” Nessuno protesta e Rob va in missione. Mi sorge un sospetto.
“Dado, esattamente che problemi hai con Lou?”
“Ecco...è fissato con il personaggio maschile dei libri di Twilight ed è convinta che io gli assomigli. Ogni volta che mi vede mi fa una capoccia così.”
Oh oh...

Rob
Vediamo se il mio fascino serve a qualcosa e se questa signora Lou è così scontrosa. Suono sul tappetino all’ingresso e vedo che c’è scritto Midnight sun. Ho un gran brutto presentimento...
La porta si apre ed una signora con i bogodini in testa, la maschera di bellezza ed una vestaglia con la fantasia muccata mi apre la porta e rimane sconvolta. “Buonasera signora, per caso avrebbe una bustina di pecorino grattuggiato da prestarmi? Devo fare i tonnarelli cacio e pepe...”
La signora è in preda alla paralisi. Mormora solo un nome. “Edward...” Ecco lo sapevo.
“Non muoverti. Dammi solo un secondo!”mi dice prendendo il telefono di casa e digitando velocemente i numeri. “Dottore! Sono di nuovo io!La mia ossessione per Edward Cullen è peggiorata! Le pillole che mi ha dato non sono servite a niente. Ho appena avuto un’altra allucinazione. Lo vedo qui davanti alla mia porta e mi ha appena chiesto del pecorino.”
“Signora veramente io non sono...”tento di protestare.
“Si si, dite sempre così voi allucinazioni” mi interrompe lei. “Sei solo frutto della mia fantasia. Edward non mi chiederebbe mai del condimento per la pasta. Lui si nutre solo di sangue animale.”
“L’ho sentito dire...”mormoro sconsolato.
“Come dice dottore? Di provare a parlarci per mantenere il controllo della situazione? Si va bene ci proverò. “ Lou abbassa il telefono e mi guarda adorante. “Edward, sappi che sei il mio personaggio preferito, ho sempre ammirato la tua meravigliosa bellezza, la tua immensa sensibilità e so che in te c’è molto di più che un vampiro. Io ti vedo come un principe, alla ricerca del vero amore. Un seduttore ribelle in cerca di redenzione. Un artista romantico capace di piccoli gesti di tenerezza. A proposito, ti piacciono le mucche?”
“Si...sono carine..”rispondo confuso
“L’ho sempre saputo e credo che tu abbia tanta passione e sensualità inespressa. Nei libri avresto potuto fare scintille con Bella ma ti hanno negato il tuo spazio. Io ti avrei descritto con un amante perfetto...”
“Ecco signora..perchè non se le scrive tutte queste belle storie che ha in mente?Potrebbe avere successo. Ma adesso me lo da il pecorino?”
Lou schizza via in cucina e torna con una scatola piena di roba, formaggi, affettati, olive...
“Prenditi tutto Edward. Tanto non è reale. Sei stato il più bel sogno ad occhi aperti che abbia mai fatto, ma non apparirmi più così all’improvviso! Abbi pietà della mia pace mentale!”
“Promesso. E grazie...” meglio che me ne vado. Lou mi saluta agitando il fazzolettino.
Credevo di averle viste tutte al mondo...
Torno a casa di Isabella trionfante con la scatola piena di ben di Dio. “Non mi fate domande.”dico pensando a come Edward Cullen ci ha procurato la cena.

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Capitolo 21
*** La festa ***


La festa

Isabella
Anna e Rebecca mi fanno sedere in camera e mi dicono che devo essere bellissima. Tutte dobbiamo esserlo. “Perchè scusate?” chiedo perplessa.
“E ce lo chiedi pure? Robert Pattinson, sua bonazzità in persona prenderà parte ad una festa nel salotto di casa tua! E tu fai la preziosa?” Mi guardano indignate pronte a fulminarmi con lo sguardo.
Ok, meglio fare come dicono loro. Mi lascio truccare. Pettinare i capelli e infine metto il vestito che mi ha regalato Rob. Devo ammettere che non sono male. “Che bomba!” esclamano le mie amiche colpite. Credo sia merito del vestito.

Rob
Io ed Edoardo stiamo spostando il divano e le poltrone per fare spazio prima che entrino gli invitati. Le ragazze si stanno cambiando. Vedo che Dado è nervoso e che cerca di fare conversazione. “Insomma, Rob cosa fai di bello nella vita?” Mi viene da ridere. Ma davvero questo non lo sa?
“Faccio l’attore” dico
“Ah bello” commenta lui. “Anche io ho degli amici che recitano. Fanno degli spettacoli teatrali. Ogni tanto riescono ad ottenere delle particine nei film. Ma non è molto facile come ambiente. Spesso li pagano una vera schifezza.”
“Si, può succedere” penso ricordando la mia conversazione con il gladiatore davanti al Colosseo.
“Tu cosa fai di bello? Lavori al cinema o al teatro?”
“Teatro l’ho fatto per un pò, poi sono passato al cinema e pare che stia andando bene” trattengo un sorriso mentre glielo dico.
“I film in cui reciti hanno avuto successo?”
“Diciamo 700 milioni di dollari a film. Non possiamo lamentarci.” mi allontano ridendo sotto i baffi a vado a prendermi da bere. Rebecca e Anna si sono cambiate e ci hanno raggiunto. Quando torno da Edorardo è sbiancato. Guarda le ragazze accigliato.
“Potevate avvisarmi!” borbotta tra i denti.
Io rido e vedo entrare Isabella. E’ proprio bella con quel vestito che le ho comprato. Sembra quasi una diva del cinema. Quasi. Dado poverino la guarda con un’aria terrorizzata. L’aria spaventata di chi si è preso una bella cotta e teme di non avere speranze. L’aria di chi ha in mente solo una ragazza. Quella che lo ignora, quella che gli fa battere il cuore forte appena la vede, quella sui cui fantastica continuamente. Quella per cui ha immaginato un milione di possibili approcci. Quella che sogna di conquistare. Lo sto invidiando davvero. Vorrei avere quella sua paura. Vorrei essere invisibile agli occhi di una ragazza fino a quando non deciderei io di farmi avanti. Mi manca quando ero un imbranato e le donne non mi degnavano di uno sguardo. Mi manca quando una ragazza stava con me solo per quello che ero. Quando potevo abbracciarla senza il timore che arrivassero i fotografi ad interrompere quel momento così intimo. Quando ero solo...Rob.

Isabella
Ecco che arrivano i primi invitati. Casualmente più femmine che maschi. Abbassiamo le luci e mettiamo un pò di musica. C’è meno gente del previsto, si vede che lo spostamento della sede della festa ha creato scompiglio. Ma ad Anna non dispiace. Le basta avere Rob al suo compleanno. Ha imposto una regola a tutti i partecipanti. Niente macchina fotografica e niente cellulari con la digicam. Nessuno può fare foto tranne lei. Abbiamo deciso di far passare Rob per il cugino inglese di Edoardo che è venuto in visita. Non so se abbiamo convinto gli ospiti. Le ragazze sbavano come lumache e i maschi lo guardano sprezzanti.
“ Ma tu guarda: è uguale a Pattinson. Sono proprio tutti uguali questi inglesi.”
Non appena mi vedono sia Edorado che Rob mi sorridono.
“Sei splendida” mi dice Rob amichevolmente. Cosa ha detto? Che sono splendida?
Dado non riesce a spiccicare parola. Rob gli da una gomitata. “Perchè non aprite le danze?”
Edoardo sembra vergognarsi e Rob prende l’iniziativa. Afferra un bicchiere e lo alza davanti agli ospiti. “Propongo un brindisi! Alla festeggiata! Auguri Anna. Una festa da sballo!”
Da sballo? Siamo quattro gatti a guardarci in faccia nel mio salotto. Ma se lo dice lui...
Anna è tutta felice e corre ad abbracciarlo. “Grazie!E’ il più bel compleanno della mia vitaaaaaaa!”
Rob sorride e la invita a ballare. Edoardo deglutisce e fa lo stesso con me. “Ti va di...”non finisce la frase. Che tenero. “Certo. Balliamo”. Le sue mani sfiorano timidamente la stoffa del vestito.
Edoardo è davvero carino. Non l’avevo notato. Ha anche un buon profumo. Se solo spiccicasse mezza parola...
“Insomma, Dado, non avevi riconosciuto Robert Pattinson?”gli chiedo per rompere il ghiaccio.
“N-no” balbetta lui. “Non vedo molto quel genere di film”Mi rendo conto di sapere molto poco di lui.
“Che film ti piacciono?” gli chiedo incuriosita.
“I vecchi classici. Mi piacciono quelli americani in bianco e nero. Le commedie italiane negli anni cinquanta. I film romantici come Colazione da Tiffany. I western di Segio Leone.”
Mi si illuminano gli occhi e ci troviamo a parlare animatamente sul ruolo della colonna sonora.

Rob
Mi ci è voluto un pò prima di staccarmi Anna di dosso e convincerla a ballare anche con qualcun altro. E ci ho messo un altro pò prima di liberarmi dalla sue amiche che tentavano di afferrarmi con le ventose. Mi sono ricordato che devo leggere la mail. Kristen di solito mi scrive a quest’ora.Vorrei chiedere a Isabella se posso usare di nuovo il suo computer ma non vorrei disturbarla. Sta chiacchierando così bene con Edoardo. Come sono carini. Mi sembrano Edward e Bella. Ok sono malato. Sono sicuro che non le dispiacerà se mi collego un attimo con il suo pc. E’ stata così gentile finora. Sguscio in camera sua e lo accendo. Finisco automaticamente per errore sulla casella di posta di Isabella. Non volevo farmi gli affari suoi ma inevitabilmente leggo i messaggi in arrivo. E finisco per leggere anche quello che non avrei voluto vedere.

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Capitolo 22
*** Rivelazione ***


Sono tornata, scusate il ritardo. Capitolo breve ma importante.



CAP 22
Rivelazione


Isabella
La festa sta riuscendo alla grande. Mi sto divertendo come non facevo da tanto tempo.
Le ragazze sono contentissime ed Edoardo finalmente si sta sciogliendo un pò. Stasera posso dire che sto cominciando a conoscerlo. E Rob? Dov’è andato Rob? Lo vedo riapparire sulla soglia della mia camera con uno sguardo cupo. Evita di guardarmi e si dirige verso la porta. Gli sbarro il passo prima che la raggiunga. “Che succede? Stai andando via?”
La risposta di Rob mi fa gelare il sangue. “Stammi lontano. Sono rimasto anche troppo. Proprio quando credevo di potermi fidare ancora delle persone, ecco che ricevo una bella pugnalata! Complimenti! Sei stata molto abile! Dovresti fare proprio l’attrice e non la giornalista.”
Intorno a noi si crea un silenzio schiacciante. Sento un profondo senso di colpa trafiggermi. Come ha fatto a scoprirlo? “Come hai...” tento di dire ma la mia voce è un soffio.
“La tua mail. Non volevo farmi gli affari tuoi ma dovevo scrivere una mail e l’occhio mi è caduto sulle decine di mail inviate alla tua casella di posta da parte del Twilight Magazine. In tutte, guarda caso, la direttrice ti sollecita a concludere l’articolo speciale che le hai promesso di fare su Robert Pattinson. E questo spiega molte cose. Tra cui la macchina fotografica di Anna. Complimenti. Siete state molte astute. Specialmente tu Isabella. Me lo hai fatto rovesciare apposta il cappuccino sulla tua giacca?” Il tono freddo e sprezzante di Rob mi ferisce ma tento di reagire.
“Aspetta. Per prima cosa sappi che tenevo davvero molto a quella giacca e che la macchia non se ne andrà più via.” Ma che sto dicendo? “Il nostro incontro al bar è stato del tutto casuale. Ci ho messo un pò a riconoscerti, ma poi quando ho capito chi eri non volevo prenderti in giro. Pensavo di farti un’intervista, all’inizio, col tuo consenso ovviamente, ma poi ci ho rinunciato.”
“Si, certo, come no!” commenta Rob scettico. “Ed io dovrei crederti?”
“Se ti avessi detto che ero una giornalista, non avremmo passato una bella giornata come quella di oggi e non saremmo diventati amici!”ribatto.
“Non lo sapremo mai.” risponde serio. Lui è ancora arrabbiato, ma credo di vedere anche la tristezza sul suo volto. E mi si spezza il cuore.
Il cellulare di Rob rompe il silenzio imbarazzante che si è steso sopra la festa. “Si, scendo subito.”dice lui quando risponde. Richiude il cellulare e mi guarda con freddezza. “Ho mandato un auto a prendermi. Farò in tempo ad andare alla conferenza stampa dove mi aspettano i soliti noiosi giornalisti. Ma chissà come mai...stasera mi stanno simpatici.” Una bella frecciatina rivolta a me.
Me la merito Rob. “Edoardo, ti rimanderò i vestiti appena torno in albergo.”
Dado nemmeno gli risponde è troppo stravolto. Nessuno riesce a dire una parola mentre Rob apre la porta e se ne va.
Dopo qualche secondo Rebecca ed Anna mi riportano alla realtà. “Ma che fai? Lo lasci andare via così?”comincia Rebecca.
“E che dovrei fare’” chiedo sconvolta.
“Corrigli, dietro! Chiedigli scusa. Inventati qualcosa!” Hanno ragione.
Mi lancio giù per le scale e faccio tutte le rampe di corsa, il più velocemente possibile. Voglio spiegargli che non l’ho preso in giro. Che non volevo approfittarmi di lui. Che nell’arco di una giornata mi ci sono affezionata. E che non ho intenzione di far pubblicare l’articolo nè alcuna foto che riveli i suoi attimi di libertà, in cui è riuscito ad essere se stesso. Ma è troppo tardi. Rob è già sparito ed una limousine nera si sta allontandando all’orizzonte.

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Capitolo 23
*** La conferenza ***


La conferenza


Isabella
Mi lascio cadere sul divano con le lacrime agli occhi. Dado si siede vicino a me con un fazzoletto in mano senza parlare. Sembra molto triste per me. Anna e Rebecca mi guardano affrante e poi prendono in mano la situazione. “La festa è finita! Tutti fuori!”cominciano ad urlare buttando la gente fuori dalla porta.
“Ma io sono appena...”protesta qualcuno.
“Non mi interessa! Tutti fuori!” Una festa molto breve devo dire. Per una volta la casa non è stata lasciata in mille pezzi. Io invece si.
Una volta che gli invitati hanno tolto il disturbo le mie amiche si avvicinano a me per confortarmi.
“Non devi rimproverarti nulla. Non hai fatto niente di male alla fine.” mi dice Rebecca. “Tu non sei quel tipo di persona.”
“Ho preso in giro una persona onesta che si era fidata di me! Ho violato la sua privacy! Mi sono fatta regalare un vestito. L’ho umiliato. Diciamo che tutto il male che non ho mai fatto nella mia vita l’ho recuperato in un pomeriggio.” Ecco il quadro completo della situazione.
“Ma non hai ancora pubblicato l’articolo! Tecnicamente non hai ancora tradito la fiducia di Rob” interviene Anna. “Non del tutto.”
“Si, ma questo lui non lo sa.”rispondo. "E non lo saprà mai. Mi bollerà a vita per quella che non sono."
“Beh visto che le cose si sono messe male, puoi pubblicare l’articolo e ottenere la tua promozione. Il male ormai è fatto. Tanto vale andare fino in fondo.” propone Rebecca.
Tutti mi guardano in attesa della mia decisione. Sì è vero potrei farlo ed otterrei l’incarico promesso da Pulla. Ma non posso.
“Mi dispiace, ma non intendo pubblicare l’articolo comunque. Anna, le foto sono tue e puoi fare quello che vuoi. Magari otterresti successo. Scusate ma vado un pò in camera, ho bisogno di riordinare le idee.” Mi alzo e mi avvio lentamente verso la mia stanza. “Scusa anche tu Edoardo. Non volevo coinvolgerti in questo casino.”
“Ma scherzi! “ Dado si alza e mi guarda intensamente. “Non capita tutti i giorni di prestare i vestiti ad una celebrità. Li potrei vendere su ebay!”
La sua risata mi strappa un sorriso. Però, è davvero carino...Ma che vado a pensare? Non mi sembra il momento di rimorchiare. Meglio andarmene a letto. Lì almeno non potrò fare danni.

Edoardo
Non posso credere che sia accaduto tutto questo! Sembra un film! La festa, Robert Pattinson e soprattutto Isabella. Per mesi non mi aveva mai rivolto la parola tranne i saluti formali quando ci incrociavamo sulle scale e stasera ho addirittura potuto tenerla tra le braccia mentre ballavamo.
E’ stato fantastico. Ho addirittura preso in considerazione l’idea di invitarla fuori. Si, lo so, devo fare ancora molto strada ma è un inizio. E devo tutto all’incoraggiamento di Rob. Fatemelo chiamare così, dopotutto gli ho prestato i vestiti, il dopobarba, siamo andati ad una festa, è uno di famiglia, ormai. Sono troppo dispiaciuto per come ha trattato Isabella. Le cose deve essere andate come hanno raccontato le ragazze. Isabella è timida, tranquilla, gentile e sempre disponibile con le persone, non è un’arrivista interessata alla carriera, semplicemente le cose le sono sfuggite di mano.
Mi fa male vederla così e vorrei fare qualcosa. Mi chiedo se si sia presa una cotta per Pattinson e se lui la ricambi. In tal caso dovrei essere contento della piega che hanno preso gli eventi, ma non posso. Ho bisogno di fare qualcosa per aiutarla. A tutti i costi.
“Sentite, non è che potrei vedere il famoso articolo? Prima che Isabella lo cancelli?”
Anna mi passa il portatile che è rimasto in un angolo del salotto e lo accende. Gli do una rapida letta e mi commuovo. Adoro come scrive Isabella. Non mi perdo un numero del Twilight Magazine per leggere i suoi articoli e li conservo tutti sotto il letto. Ma in questo articolo è stata davvero speciale. Mi piace come ha saputo cogliere nel vivo il caso Pattinson. Spero che non ne sia innamorata. Certo se lui lo leggesse si innamorerebbe subito e la perdonerebbe.
Forse sono impazzito, ma mi è appena venuta un’idea favolosa.!
“Ascoltate ragazze! C’è solo una cosa da fare. Robert Pattinson deve leggere l’articolo di Isabella.” Dal modo in cui mi fissano sembra che abbia fatto una proposta folle. Forse lo è. Ma chissene importa.
“Scusa, Dado.” comincia Rebe. “Ma come facciamo a farglielo leggere?”
“Voi siete nella stampa. Inventiamoci qualcosa.”
Tempo di un paio di telefonate ed abbiamo in piedi una specie di piano.
“Rob sarà tra pochi minuti alla conferenza stampa al Grand Hotel.”mi comunica Rebecca soddisfatta.
“Ho salvato l’articolo e le foto su questo dischetto.” dice Anna altrettanto entusiasta.
“Ok allora io provo ad andare al Grand Hotel e ad imbucarmi. Ma non ho idea di come fare.”
Anna e Rebecca mi guardano interessate. “Mmm...che vestiti hai nel guardaroba?”

Rob
Questa storia mi ha lasciato l’amaro in bocca. Ero sicuro che Isabella mi fosse amica ed invece scopro che è una giornalista a caccia di scoop. Se l’è giocata proprio bene, facendosi passare per un’innocua studentessa e trascinandomi per tutta Roma mentre la sua amica ci faceva le foto. Non ho ancora detto nulla alla mia agente per evitare altri casini. Conoscendola quella partirebbe in quarta con la denuncia, giusto quello che mi ci vuole per peggiorare la mia emicrania. Già mi ha fatto mille domande sulla storia del motorino!
“Per favore, Ciccia, possiamo parlarne domani? Domani ti racconto tutto. Adesso scendo a questa conferenza stampa come volevi tu”le dico esasperato.
L’atmosfera che mi attende di sotto è la solita pesante, monotona, delirante atmosfera di tutte le conferenze stampa che negli ultimi anni sono diventati parte della mia vita. Non la parte migliore. Dopo un discorso introduttivo ecco che parte il bombardamento.
“Rob che puoi dirci della giornata di oggi?”
“Quella ragazza chi era? La tua nuova fidanzata?”
“Ti sei lasciato con Kristen Stewart?”
“La giornata di oggi serviva a promuovere il tuo nuovo film?”
“Quali sono i tuoi prossimi progetti?”
Non so perchè ma ho voglia di mettermi a piangere. La mia agente mi aiuta a svincolare le domande più imbarazzanti e a portare l’attenzione sul film ed i miei prossimi lavori.
Alla fine arriva una domanda davvero strana. “Signor Pattinson, a proposito del suo soggiorno qui a Roma...lei ha mai visto il film Vacanze Romane?” Cerco con lo sguardo la persona che ha parlato e vedo un ragazzo dall’aria familiare ma con il volto nascosto da un capello e da un paio di occhiali da sole.
“Sì” rispondo guardandolo dubbioso.
“Cosa pensa del personaggio di Gregory Peck in quel film?” il ragazzo ripete la domanda con la voce che gli trema, come se non fosse abituato a parlare in pubblico.
“Beh che dire” comincio a rispondere “Peck è stato un grandissimo attore e la sua interpretazione di quel film è stata...” Non finisco la frase che lo sconosciuto mi interrompe.
“No, mi riferivo proprio al personaggio del giornalista che scopre la vera identità dalla principessa Anna ma alla fine rinuncia a fare un articolo prestigioso su di lei. Cosa pensa del comportamento del giornalista”
Tutti stanno fissando il ragazzo come se fosse pazzo ed io di colpo lo riconosco: è Edoardo! Ma come lo hanno conciato? E cosa ci fa qui? Intanto forse dovrei rispondere alla domanda che calza proprio a puntino.
“Gregory Peck alla fine del film si comporta bene. Niente lo autorizzava ad approfittarsi di una persona solo per fare carriera.”
Spero Dado colga la frecciatina e la associ a Isabella.
“Supponiamo che il giornalista non abbia mai voluto fare quell’articolo ma che ci sia stato costretto pena il licenziamento, ma che alla fine nonostante tutto decida comunque di rinunciare al servizio. Lei crede che la principessa lo perdonerebbe?”
Ma cosa sta cercando di dirmi? Vedo gli agenti della sicurezza che vanno verso di lui e li trattengo. “Aspettate. Credo di poter rispondere alla domanda. Io al posto della principessa Anna ci sarei rimasto malissimo e vorrei perlomeno avere una prova del pentimento di quel giornalista. Se non sbaglio alla principessa vennero regalate le foto che la ritraevano.” Voglio vedere adesso come se la cava.
“Ora basta” interviene la mia agente. “E’ permessa solo una domanda e lei si sta prendendo troppo tempo. Rob ora vi deve lasciare.” Mi fa alzare e mi dirigo verso la porta accompagnato dai miei bodyguards.
“Signor Pattinson” dice Edoardo intimorito facendosi avanti in mezzo alla gente. “Mi permetta di farle un omaggio in ricordo della sua vacanza romana.”
Mi lancia tra le mani quello che sembra un cd. Il tempo è scaduto. Una raffica di flash accompagna la mia uscita e non vedo più nulla. Ma tengo stretto in mano il cd di Edoardo.
Sono davvero colpito dal fatto che sia venuto fin quaggiù per difendere Isabella e sono davvero curioso di vedere cosa c’è nel dischetto. Forse le analogie della mia storia con Vacanze Romane non sono finite qui...

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Capitolo 24
*** Lo scoop ***


Lo scoop

Rob
Mi rintano nella mia camera per vedere il contenuto del dvd sul mio portatile. E quello che vedo mi lascia di stucco. In un file word c’è quello che sembra essere l’articolo di Isabella dal titolo: Rob, un giorno di libertà.
Mi metto a leggerlo incuriosito.

Proprio oggi mi è stato chiesto di intervistare Robert Pattinson e di scrivere un articolo su si lui. Come si può scrivere su chi non si conosce? Di cui si è sentito parlare solo dai media?

Fortunatamente per me, in maniera del tutto inaspettata ho avuto modo di passare un’intera giornata con lui e di poterlo conoscere meglio come se fosse un normale ragazzo in vacanza.
E la cosa più bella è che lo è. Non importa quanto sia famoso o quanti soldi guadagni. Rob, permettetemi di chiamarlo così, è ventenne allegro e simpatico, che sa apprezzare le cose semplici e sa socializzare con le persone con naturalezza.

Non so dirvi i retroscena dei suoi ultimi film ma posso dirvi che lui ama il suo mestiere, nonostante i sacrifici che comporta, e che non sarete delusi dal suo prossimo lavoro perchè lui vi si getterà con entusiasmo. Rob mette passione in ogni cosa che fa. Sia che si tratti di volteggiare per le strade su un motorino o visitare i monumenti storici di Roma. Vorrei che poteste vedere la sua aria incantata quando è entrato nel Colosseo.
Non sono in grado di rivelarvi qualche gossip piccante sulla sua vita sentimentale, ma posso dirvi che Rob non ha mai perso di vista gli affetti più cari e sente la nostalgia della sua famiglia. Sono certa che il sostegno dei suoi lo ha aiutato a fare le scelte più importanti e che lui non se lo dimentica mai.

Sono contenta di questa giornata di libertà che gli ha dato il destino e che mi ha insegnato a vedere oltre l’apparenza, cosa che i suoi numerosi fan purtroppo non riescono a fare.
Mi dispiace molto per loro, perchè fermandosi al sex symbol, alle sue love story, ai suoi personaggi eccetera, si perde il meglio. Si perde Rob.


Una volta finito devo rileggerlo. E poi di nuovo.
Ho visto che ci sono allegate alcune foto e le apro tenendo sotto gli occhi anche il testo dell’articolo. Scorrono tutte le immagini della mia giornata a Roma.  In tutte ho un’espressione serena e spensierata come non mi vedevo da tanto tempo. Ecco ci sono io che nel Colosseo che mi guardo intorno con la bocca aperta come un baccalà. Io che guido il motorino tutto gasato. Io che mi metto in mezzo ai due turisti giapponesi per farmi fotografare e quelli mi guardano male. Io che faccio la foto ai due giapponesi per farmi perdonare. Io che mi metto il cappelino I love Rome tutto contento. Io con i pacchetti dello shopping che rido mentre esco dal negozio con Isabella. Io che arrotolo le fettuccine, anzi i bucatini, al ristorante e sto per papparmele.Io che vengo steso a terra da Fortunella. Io ed Isabella che scappiamo.
Rivedendo tutto questo mi metto a ridere. E mi commuovo.
Isabella si era fatta un’idea sbagliata di me prima di conoscermi ed io mi sono fatto un’idea sbagliata di lei quando ho saputo che era una giornalista.
L’ho trattata male e devo fare qualcosa per rimediare. Come faccio a chiederle scusa? Non ho nemmeno il suo telefono e sono bloccato qui dentro. Non mi faranno mai uscire.
Ho un’idea! Mentre sollevo il telefono il mio piano ha già preso forma.

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Isabella

“Isabella!”la voce di Rebecca mi sveglia bruscamente. “Presto svegliati! Devi assolutamente venire a vedere!”
“Che succede? Va a fuoco la casa?”borbottò stroppicciandomi gli occhi.
“No, devi venire a vedere in televisione...”
“Non mi interessa!” protesto nascondendomi sotto il cuscino. Non voglio vedere niente. Voglio solo nascondermi sotto le copertine e non uscire più. So già che i miei problemi mi aspettano appena fuori dal letto e non li voglio ancora affrontare.
“E’ una bella notizia! Parlano di te! Sei su tutti i giornali!” mi spiega Rebe.
Cosaaa? La coperta vola via e con uno scatto da centometrista sono in salotto davanti alla televisione. L’annunciatrice ha appena finito di parlare dello straordinario articolo che Robert Pattinson ha fatto personalmente pubblicare su di sè. “Pare che tutto il mondo della stampa sia in subbuglio e pieno di curiosità per la giornalista che ha passato una giornata da sola con il celebre attore, in segreto e che lui abbia consegnato ai quotidiani più importanti della capitale il breve ma brillante trafiletto, arricchito da alcune spiritose fotografie inedite che documentano la sua gita a Roma.”
Mi lascio cadere sul divano ed accendo il computer. Il mio articolo, con la mia firma, e le foto di Anna riempie i siti più importanti, i portali di informazione. L’avventura di Rob in incognito ha scatenato un putiferio. Rob ha perfino introdotto l’articolo con due righe di suo pugno.
“Ho passato sicuramente la giornata più bella della mia vita. Un giornata dove la mia fama, almeno per la maggior parte del tempo, non mi ha perseguitato. Sono stato accompagnato da una giovane giornalista in giro per Roma, una città fantastica, dove spero di tornare presto, e ho provato l’emozione di sentirmi di nuovo un ragazzo normale. Ho conosciuto da vicino un sacco di miei fans, e parenti di fans. Qui comincia a citare le mie amiche Anna e Rebecca (che come sente il suo nome pronunciato dalle sue labbra, sviene), la pazza Fortunella, il barista, la cameriera dell’hotel e il carabiniere. Ho parlato con persone che tentano la carriera nel mondo dello spettacolo che mi hanno fatto capire quanto sia fortunato. E parla di quel ragazzo vestito da gladiatore fuori del Colosseo e anche di Fabio il regista pazzoide. Ma soprattutto, continua Rob, ho incontrato la mia nuova amica Isabella, che mi ha mostrato cosa siano la lealtà ed il rispetto. Grazie, Bella."

Sto per mettermi a piangere. Dovrei andare a soccorrere Rebecca svenuta, invece la lascio lì e mi abbraccio un cuscino, restandomene seduta sul divano mentre il mio telefono comincia a suonare all’impazzata. Lascio che entri la segreteria telefonica visto che non sono ancora abbastanza lucida per parlare. All’inizio sono solo chiamate di amici e conoscenti. “Ehi, ma è vero? E’ quello che ieri sera stava a casa tua? Devi dirmi di più.”
“Isabella, sono la tua vicina. Volevo dirti che puoi parcheggiare nel mio posto auto quando vuoi. Non è che per caso hai qualche foto di Rob?”
“Isabella! Cosa diamine hai combinato?” Pulla non poteva mancare, ovviamente. “Voglio intervistarti di persona su questa faccenda. Ti faccio il contratto a tempo indeterminato. A tempo infinito se vuoi. Ti supplico, torna e risolveremo le nostre divergenze.” Pulla che striscia ai miei piedi? Caspita. Questo articolo ha avuto più successo di quanto mi aspettassi.
Un’altra chiamata di una redazione mi chiede un’intervista. Poi è la volta di un canale televisivo.
Poi una radio mi chiama per sapere qualche musica ascolta Rob e se ne ha parlato con me.
Una casa editrice mi chiede se voglio scrivere un libro.
E’ un sogno. Non può essere vero.
Poi un pensiero si affaccia nella mia testa e corro a svegliare Rebecca. “Rebe, ripigliati.” la prendo a cuscinate in faccia finchè non apre gli occhi.
“Si Rob, anche io ti amo...”mormorà ancora stordita.
“Ma che dici? Rebe, hai sentito cosa è successo? E’ incredibile!”
“Già” dice mettendosi seduta. “Non ce l’ha più con te, come puoi vedere. E non devi più iscriverti al collocamento”
“Sono diventata...famosa...” non posso ancora crederci.”Ma come ha avuto Rob il mio articolo? L’ho ha visto nel computer quella sera? Ma era arrabbiato allora...”
“No, lo ha letto qualche ora più tardi. Edoardo è andato al suo hotel e glielo ha portato.” Le gambe mi cedono.
“Cosa ha fatto Dado?”mormoro sopresa.
“Era così dispiaciuto per te e voleva far sapere a Rob come sono andate la cose. Che sì, avevi mentito ma poi non eri andata fino in fondo, quando avresti potuto. Da quanto ho visto, Rob lo ha apprezzato ed voluto farti questo bel regalo promuovendo il tuo articolo.”
“Devo trovarlo assolutamente. Devo ringraziarlo” corro in camera a cercare dei vestiti e poi mi chiudo in bagno. Oggi batterò ogni record di velocità nei preparativi. Se potessi uscirei in pigiama.
“Ma chi?” mi chiede Rebecca fuori dalla porta del bagno. “ Chi è che vuoi trovare e ringraziare?
Rob o Edoardo?”

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Capitolo 25
*** Corsa contro il tempo ***


Ragazze, questo è l'ultimo capitolo. Ci sarà l'epilogo che chiuderà la ff. Grazie e quante l'hanno seguita con affetto e per i complimenti ricevuti.

Corsa contro il tempo

Isabella
“Isabella, scusa ma non credo che se insisti a bussare si materializzerà qualcuno dentro casa. A quanto pare è uscito.” La spiegazione di Rebecca non fa una piega ma continuo ad insistere.
“Prova a chiamarlo sul cellulare, ieri ci ha dato il suo numero.” mi dice quella svitata porgendomi il cellulare.
“Ma non potevi dirmelo prima, scusa!” protesto premendo in fretta i tasti. Niente da fare: ce l’ha staccato. Cosa faccio adesso? Bé prima o poi Dado tornerà a casa. Quindi voglio provare a raggiungere Rob. “Corri Rebe, cerchiamo un taxi.”
Non appena usciamo ecco che se ne ferma uno davanti al portone. Che cos’è questa? Telepatia?
Dal taxi ne esce Anna tutta contenta.
“Ragazze vi sono venuta a prendere! Così andiamo all’areoporto. Rob sta partendo. Presto, abbiamo poco tempo.”
Non appena saliamo nella vettura l’autista si gira. E’ una ragazza che riconosco come la fan che ha assalito Rob.” Fortunella?” chiedo incredula.
“In persona, bellezza. E tu sei quella che mi ha mandato ad inseguire Kellan Lutz dentro un bar?
Peccato che non era Kellan, ma un turista tedesco.”
“Ehm..mi dispiace scusa...” balbetto confusa.
“E di che? Era un bel ragazzone anche quello. Qui non si butta niente. E poi come darti torto se volevi tenerti Rob tutto per te. Brava.”
“Veramente io non …” non faccio in tempo a rispondere che Fortunella parte a tavoletta.
“Allora che aspettiamo? Rob sta partendo. Pronte ragazze?”

Fortunella deve aver infranto tutte le norme stradali esistenti, investito tre vecchiette, perso tutti i punti della patente ma ci ha portato in tempo all’areoporto. Scendo ancora scombussolata e mi metto a correre. Dove sono i voli internazionali? Corro come non ho mai corso in vita mia chiedendomi come farò a trovare Rob ma appena volto l’angolo mi accorgo che non è così difficile. C’è un capannello di gente, con tremila fotografi, bodyguards e compagnia bella che non credo sia lì per caso. Ed eccolo! Nascosto da un cappellino e da un paio di occhiali da sole, con la barba che gli è ricresciuta, lui è lì che risponde alle domande con aria affabile. Mi faccio strada a spintoni e preso coraggio mi metto a strillare
“Rob!!!!!” Tutti si girano e mi guardano. Io mi faccio piccina piccina, sperando che non mi riconosca nessuno. Dopotutto sono diventata quasi famosa anche io. E nel momento in cui mi ritraggo, Rob mi vede e corre verso di me. Io sorrido e cerco le parole giuste. “Scusami” è tutto quello che mi viene in mente quando lui si avvicina e mi sorride. Come risposta lui mi abbraccia e mi stringe forte mentre la luce dei flash intorno a noi ci acceca. Ma non mi importa. Sono troppo contenta.
“Sei perdonata” mi dice Rob
sciogliendo l’abbraccio. “Wow. Certo che come perdoni tu...” gli dico arrossendo.”Sei davvero...” Sono a corto di aggettivi. Come definirlo? Dolce? Affettuoso? Strafigo?
“Rob senti, io non so come ringraziarti per ciò che hai fatto per me! Sei stato...” come descrivere il suo gesto? Generoso? Altruista? Semplicemente stupendo? Devo comprarmi un vocabolario, caspita!
“Isabella” dice Rob con dolcezza. “Non ho fatto nulla di speciale, tranne renderti giustizia. Io ero troppo arrabbiato e non ti ho dato tempo di darmi la tua versione dei fatti. Quando ho letto il tuo articolo ho capito che non eri la solita giornalista a caccia di scandali. Mi è piaciuto il modo in cui mi hai descritto ed avrei voluto che uscisse un articolo del genere che parlasse così di me. Farlo pubblicare è stato il minimo. Sono io che ringrazio te.”
Non riesco a capire che cosa mi stia succedendo. Per caso sono scoppiata a piangere tra le sue braccia? “Rob, dobbiamo andare.”dice qualcuno. No! Lo portano via!
“Dovresti fare una cosa” mi dice Rob prima di staccarsi. “Io darei una possibilità ad Edoardo. Credo proprio sia pazzo di te” mi bisbiglia all’orecchio per non farsi udire da nessuno.
Cosa?? Sono sicuramente sbiancata. “A presto, Bella” mi dice Rob dandomi un bacio in guancia. La sua barba corta mi punge leggermente la pelle.
Lui si allontana. Devo dirgli qualcosa prima che se ne vada.
“Rob, fattela la barba!” gli grido dietro. Lui si gira e ride prima di varcare ll cancello dell’imbarco.
I giornalisti lo rincorrono per un attimo ed io ne approfitto per svignarmela.
Certo, però, che potevo trovare qualcosa di meglio da dirgli.

Dopo il millesimo tentativo Edoardo mi risponde.
“Dove sei?” chiedo non appena lo sento dire “Pronto?”
“A casa...” balbetta confuso.
“Resta lì arrivo!” dico prima di rimettermi a correre verso il taxi. E’ tutta una corsa oggi. Avrò perso dieci chili come minimo. Fortunella riparte in quinta e mi riporta davanti al mio palazzo. Anna e Rebecca incrociano le dita per me. "Mi raccomando, ringrazialo per benino" mi gridano dietro.
"Chiedigli se ha un fratello" aggiunge Fortunella che ha saputo quanto sia figo Edoardo.
Faccio i gradini due a due fino alla sua porta e suono appoggiandomi praticamente sul campanello.
Quando Dado mi apre sembra sorpreso. “ Da dove vieni?”
“Dall’aeroporto”rispondo con l'affanno.
“E sei venuta direttamente qui?”chiede stupito.
“Certo! Dove dovevo andare?”
"Non so... per esempio a casa a rispondere alle tremila offerte di lavoro che hai ricevuto? A quanto dicono le ragazze il mondo intero ha bussato alla tua porta.”
“Il mondo intero non mi si è filato fino a ieri."dico risoluta "Può aspettare ancora un giorno. E c’era qualcuno che aspettava da più tempo...” pronuncio le ultime parole arrossendo. Lui mi regala un sorriso raggiante che mi fa arrossire ancora di più. Mamma, ma quanto è carino Edoardo! Perchè non l’ho notato prima? Devo farmi vedere dall’oculista.
“Vuoi entrare?” mi propone Dado, deglutendo a fatica.

“Certo” dico felice.
Il mondo può proprio aspettare fino a domani.

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Capitolo 26
*** Epilogo: l'effetto Rob ***


Un grazie caloroso a quante hanno seguito questa storia. Scusate se non rispondo più ad ogni singolo commento ma è per mancanza di tempo. Sto progettando di postare tra poco una nuova fan fiction. Non è ancora finita, sto cercando di concluderla adesso, ma essendo molto lunga potrei riuscire a finirla in tempo perchè vi possiate mettere in paio con i capitoli. Si tratta di un genere diverso, un sequel fantasy della saga, con nuovi personaggi e un nuovo affascinante protagonista. Ci saranno anche i Cullen, i Volturi ed un nuovo cattivo. Se vi interessa fatemelo sapere e vi mando un pm quando l'avrò postata. Un abbraccio a tutte, siete delle lettrici adorabili. Grazie, colgo l'occasione per augurarvi Buone Feste. Dio vi benedica Clodie

EPILOGO - L’EFFETTO ROB

Un anno passa in fretta e succedono un sacco di cose. La vacanza romana di Rob ha lasciato il segno in tutti i posti in cui è stato. Il bar in cui è entrato con il motorino è diventato meta di fan e turisti da tutto il mondo. Il gladiatore romano che ha parlato con Rob è stato invitato in televisione a raccontare del loro incontro e del duro mondo dello spettacolo. Qualcuno lo ha notato e sta cominciando a diventare famoso. Lo spettacolo di Fabio ha fatto il tutto esaurito per sei mesi di fila. Il regista però non è troppo entusiasta di dovere tutto a Robert Pattinson e mastica amaro. Soprattutto quando ha letto la dedica che gli ha fatto Rob sul retro della maglietta. Pulla è diventata un’altra! E’ quasi gentile adesso. E generosa, pensate che mi ha mandato una cesta di frutta per Natale. Credo che l’abbia riciclata, ma vabbè, è un inizio.
Io sono diventata famosa nel giro di poco tempo. Lavoro come free lance per diversi giornali e ho iniziato a viaggiare. Anna e Rebecca sono diventate le mie assistenti e mi aiutano a gestire la mia agenda sempre più fitta e a rispondere alle numerose lettere che mi arrivano. Roba da non credere!
La fama può darti la testa ma non permetterò che mi accada, grazie a quello che ho imparato da Rob: rimanere sempre sè stessi e non dimenticare le cose importanti.
Io credo di riuscirci. Grazie a lui. La persona che mi riteneva speciale anche quando per il mondo non ero nessno. Alzo lo sguardo dalla tastiera su cui sto scrivendo e lo vedo entrare.
Edoardo viene verso di me per darmi un bacio. Dire che sono pazza di lui non rende l’idea.
“Stai scrivendo?” mi chiede con voce dolce.
“Sì, a te come è andato l’esame?”
“Bene, sono contento di essermelo tolto così domani posso accompagnarti all’aereoporto.”
Gli sorrido. “Grazie, amore” Lui mi si siede vicino e mi abbraccia.
“Quando hai detto che torni da Londra?”
“Prima possibile” gli dico primo di baciarlo di nuovo.

Ed eccomi a Londra dove ho appena finito di intervistare un regista che ha appena finito il suo ultimo film. E’ stata un’intervista fantastica e si è conclusa prima del previsto. Credo che prenderò un taxi per tornare in albergo. Non ho altri impegni fino a domani.
“Dove la porto signorina?”chiede il tassista. Ha una voce familiare.
“Rob!” grido riconoscendolo. “Ma che ci fai qui? Hai cambiato lavoro?”
Lui ride. “No, è solo un sistema che ho inventato per andarmene in giro da solo. E funziona! Non mi si fila nessuno. Carico anche qualche passeggero ogni tanto. Un’esperienza interessante. Ho imparato parolacce in tutte le lingue. E le mance non sono male.”
Non ci credo! “Tu sei matto! Ma sei qui per caso o sapevi che ero qui?”
Lui mi strizza un occhio. “Certo che lo sapevo. Me lo ha detto Dado. Lo sai che ci scriviamo su internet di tanto in tanto?” “Allora sei davvero tu che gli risponde? Pensavo fosse quello che ti cura il sito.”
Rob fa il broncio. “Non potrei mai far scrivere a te o a Dado da un altro. Ero molto curioso di sapere come sarebbe finita tra voi.”
Piccolo Cupido! Dado mi ha detto della spintarella ricevuta da Rob alla festa. “Bè...sta andando alla grande! E tra te e...” non voglio fare la pettegola. “chi sai tu?”
Rob sorride “Meglio, da quando sono stato a Roma. Quel giorno ho ripreso contatto con me stesso per un pò ed ho conosciuto meglio i miei fan, quindi ho cominciato a vivere più serenamente tutti i miei impegni. Questo ha migliorato anche il nostro rapporto.”
Sono proprio contenta di saperlo. “Raggiungere il successo è bello ma può essere davvero stressante, a volte.” osservo pensando alla girandola di impegni che mi ha travolto nell’ultimo anno.
“Benvenuta nel mio mondo, amica mia. E’ per questo che sono qui. Non potresti trovare una guida migliore per visitare Londra. Che ne dici di prenderti un giorno di libertà?”
Faccio un gridolino di gioia mentre il taxi nero di Rob riparte e mi accorgo che fuori, per la prima volta da quando sono arrivata, ha smesso di piovere.

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