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Eccomi qua! JEd ecco la nuova storia! Piccolo
capitolo di introduzione, x capire se la trama vi ispira. Non ho nulla da
aggiungere, se non, ovviamente, RECENSITE!^_^
J
Daisy J
Due calciatori e una showgirl
Capitolo 1.
“Rossana Smith, 21 anni, famosissima showgirl a
livello internazionale. Il suo curriculum vanta ogni genere di esperienza nel
campo dello spettacolo, dal teatro al cinema, passando per il piccolo schermo e
la radio. Ultimamente è molto ricercata per il ruolo di modella, e soprattutto
fotomodella. Centinaia le riviste che le propongono di posare per la foto di
copertina o per svariati servizi di moda e altro […] La sua bellezza è
invidiata da tutte le donne, presa a modello irraggiungibile dalle ragazze più
giovani […] In questi giorni pare le sia stato chiesto di posare per un
calendario di beneficenza al fianco dei giovani atleti declamati i sex symbol
in vetta a tutte le classifiche …”
Robbie posò il giornale sul divano accanto a sé mentre
si asciugava le lacrime che copiose gli scendevano dagli occhi.
“Ah, la mia piccola Sana … è diventata così brava! Sniff
… ormai sta crescendooo!!”
Una martellata sulla tempia sinistra lo zittì.
“E smettila, Robbie!” lo riprese la Signora Smith brandendo il suo micidiale martelletto di gomma. “È cresciuta già da anni, sei
tu l’unico a non essersene accorto!”
Ma quando Sana comparve sulle scale, Robbie se ne rese
pienamente conto per la prima volta …
“Allora, sei pronto, Robbie?” chiese una voce
cristallina. La ragazza era lì, che scendeva le scale, i lunghi capelli rossi
che le ricadevano morbidi sulle spalle in soffici boccoli, una camicetta e un
paio di pinocchietti di jeans che mettevano in risalto le sue forme già ben
delineate, ai piedi un paio di semplici, ma delicati sandali argentati con un
alto e fine tacco … la bellissima Rossana faceva il suo ingresso nel salone
della sua villa lasciando a bocca aperta il suo manager.
“Robbie …? Ci sei ancora?!”
La mano di Sana sventolò un paio di volte davanti ai
suoi occhi.
“Eh?! Ah … sì … s-sì, ci sono … andiamo!” si riscosse,
e uscì dalla casa, andando a pendere la macchina. “Mademoiselle …” le disse,
tenendole aperta la portiera. Sana gli sorrise e salì sulla mercedes, poi anche
Robbie prese posto e mise in moto.
“Allora … cos’è che devo fare esattamente, questo
pomeriggio?” chiese Sana mentre guardava fuori dal finestrino i palazzi
scorrere velocemente.
“Te l’ho già detto …” sospirò Robbie. “Sei stata
scelta per posare per un calendario di beneficenza insieme ai giocatori delle
due squadre di calcio più forti del Giappone!”
“Ah …” fu il solo commento della ragazza, mentre
Robbie continuava a guidare nel traffico per raggiungere gli studi.
Non mi è mai piaciuto il calcio … pensava intanto.
*
“PAUSA!!!”
“Oh, grazie Terence … finalmente!!” esclamò un ragazzo
buttandosi per terra sull’erba del campo da calcio dove si stava allenando.
“Già stanco, George?” lo sbeffeggiò un suo compagno di
squadra alto, biondo e moooolto muscoloso (^///^ ndDaisy) che lo raggiunse
correndo. Al braccio portava la fascia di capitano della squadra. Quando si
fermò, aveva il fiato appena un po’ più pesante del solito, nonostante si
stesse allenando da più di un’ora correndo da una parte all’altra del campo.
“Sei sempre il migliore, Heric …” l’allenatore gli
batté una mano sulla spalla, mentre il biondino si piegava a prendere una
borraccia da terra.
“Grazie Terence, faccio ciò che posso …” disse lui,
prima di bere un sorso d’acqua e di rovesciarsene il resto tra i capelli
dorati, rinfrescandosi.
“Forza, alle docce! Per oggi l‘allenamento termina
qui!” disse Terence, e uno dei giocatori lo guardò con aria stupita.
“Dici davvero o sto sognando? Abbiamo già finito??
Possiamo riposarci?!” gli chiese.
“Sì …” rispose Terence alzando gli occhi al cielo. Ma
tu guarda che razza di sfaticati che sono andato a cercarmi! Se non fosse che
sono i giocatori più bravi del Giappone … disse tra sé. “Vi ricordo che tra
un’ora dovrete posare per il calendario di beneficenza, quindi vi voglio
puliti, pettinati e profumati davanti all’ingresso dello stadio tra non più di
venti minuti! Scattare!” gridò poi, di nuovo rivolto ai giocatori.
Improvvisamente tutti sembrarono ritrovare la carica.
“Evvai! È vero, oggi si posa insieme a quella gnocca
della Smith! Ragazzi, ho già la bava alla bocca …” esclamò qualcuno, e tutti si
precipitarono alle docce di corsa. Solo uno si ritirava con andatura tranquilla
…
“Ehi, Heric, tutto a posto?” chiese l’allenatore
affiancando il ragazzo.
“Sì … è solo che non vedo il motivo di tutto questo
entusiasmo solo per stare ore fermi davanti ad un obiettivo con un‘attrice
qualunque!”
Terence lo guardò sgranando gli occhi.
“Una … UN‘ATTRICE QUALUNQUE??!” esclamò incredulo,
allarmando Heric. “Ma dico, è la showgirl più bella che si sia mai vista in
televisione! È stupenda, elegante, sexy …”
“Se ti sentisse Alycia …” mormorò Heric, e subito
Terence si zittì, arrossendo.
“Sì, beh, ecco … insomma, forza, vai a cambiarti!” cambiò
argomento.
“Agli ordini, mister!” sorrise Heric, e corse verso le
docce.
Mezz’oretta più tardi tutti i giocatori erano fuori
dallo stadio, pronti a salire sul pullmino che li avrebbe portati agli studi,
tutti scalpitanti …
Non vedo cosa ci trovino di tanto entusiasmante … non
mi è mai piaciuto il mondo dello spettacolo … pensava Heric.
“Sembra sia oggi il giorno previsto per gli
scatti del calendario di beneficenza dell’attrice Rossana Smith e delle due
squadre calcistiche della nostra città capitanate da Heric Hayama e …”
Sana spense la radio dell’auto e scese: era agli studi
fotografici. Entrò nell’edificio e attese l’arrivo dei calciatori.
“Oh, insomma, ma quanto ci mettono?!” si lamentòò. “Voglio
conoscerli!”
“Non fare la bambina, Sana!” l’ammonì Robbie, poi
sporse il collo nel corridoio e le disse: “Oh, guarda, stanno arrivando!”
Sana si precipitò ad affacciarsi dalla porta dello
studio e vide un gruppo di giovani avanzare verso di loro. In testa c’era un
ragazzo dai tratti molto belli e un paio di occhi azzurri che la stregarono.
“Salve, signorina Smith!” la salutò il ragazzo facendo
un piccolo, elegante inchino di fronte a lei. “Io sono Charles Lones, il
capitano della squadra” si presentò, e le porse la mano.
“P-piacere …” balbettò lei incantata,
stringendogliela, e si sentì arrossire quando il ragazzo trattenne la sua mano
portandosela alle labbra e posandovi un leggero bacio sul dorso.
“Che galante …” mormorò a se stessa. Si stava ancora
perdendo nel suo sguardo limpido quando sentì una voce esclamare con disprezzo
e freddezza:
“Anche voi qui?!”
Si voltò e vide arrivare alle spalle di Charles un’altra
squadra di calciatori avanzare verso di loro, questa volta preceduta da un
ragazzo biondo dagli occhi scuri come le tenebre, e allo stesso modo
agghiaccianti.
“Terence, non mi avevi detto che ci sarebbe stata
anche la nostra squadra avversaria …” il biondino fulminò con lo sguardo il suo
allenatore, che cercò di evitare il suo sguardo facendo finta di non averlo
sentito.
“Hayama … qual cattivo vento?” lo salutò
Charles, la voce improvvisamente dura.
“Io devo lavorare, Lones, al contrario di ciò che stai
facendo tu! Quindi se potessi farti da parte e lasciarci entrare, noi abbiamo
un calendario da fare!” gli rispose Heric lanciandogli uno sguardo di fuoco. Sana,
nel frattempo, guardava l’uno e l’altro senza aprire bocca. Charles stava per
rispondergli quando un uomo li raggiunse accompagnato da un giovane sulla
trentina, interrompendo il litigio che sembrava stesse per scoppiare.
“Oh, ecco le due squadre!” li accolse sorridendo, non
avendo notato la tensione che c’era tra i due capitani. “Questo è il nostro
fotografo!” disse indicando il ragazzo che aveva accanto, che sorrise a tutti i
presenti, fermandosi in particolare a salutare Sana. “Bene, possiamo
cominciare, entrate!” li invitò, e si diresse verso la sala preparata per il
servizio fotografico. Sana e il suo manager lo seguirono, imitati poi dalle due
squadre, i cui capitani non smettevano di squadrarsi con odio.
Mi tocca fare il servizio con questo qua?! pensavano entrambi.
In pochi minuti tutto fu pronto e dopo un ultimo
ritocco al trucco di Sana iniziarono i primi scatti.
“Bene, che ne dite di cominciare con i due capitani? Lones,
venga …”
Il ragazzo raggiunse Sana di fronte alla macchina
fotografica. Il fotografo diede loro spiegazioni, e Charles abbracciò l’attrice
da dietro, posando la testa sulla sua spalla sinistra. Sana si sentì arrossire
sentendo le braccia del ragazzo stringerla, ma cercò di controllarsi. Fecero un
paio di scatti, poi toccò ad Heric.
“Dunque, sistematevi così …” disse il fotografo, e
Sana si ritrovò schiena contro schiena con il biondino, le dita di entrambe le
loro mani intrecciate.
“Bellissimi!” fu il commento del fotografo dopo che
ebbe scattato le foto necessarie. “Ora Sana dovrai fare qualche scatto con gli
altri giocatori …”
Tre quarti d’ora dopo, il servizio era finito. Il
fotografò ringraziò le due squadre e l’attrice, ma quando tutti fecero per
uscire li interruppe.
“Sana, Heric … potreste venire qui ancora un attimo?”
chiamò. I due ragazzi si voltarono con aria interrogativa. “Trovo che stiate
davvero bene insieme, e vorrei fare qualche altro scatto solo con voi due!”
spiegò. Sana e Heric si guardarono negli occhi. Il ragazzo alzò le spalle.
“Ok …” disse. Sana annuì, e insieme si misero di nuovo
davanti alla fotocamera.
“Benissimo … mettetevi così …”
Heric, seguendo le istruzioni del fotografo, si sdraiò
a terra, sollevandosi sulle braccia come se stesse facendo una flessione,
mentre Sana si mise a cavalcioni sulla sua schiena, appoggiandovi i gomiti e
posando il mento su una mano. Dopo questo scatto, il fotografo li fece alzare.
“Heric, potresti toglierti la maglietta?”
Il ragazzo obbedì, scoprendo il petto muscoloso.
“Ora abbraccia Sana … così … mettile le mani attorno
alla vita …”
I due ragazzi si guardarono. Sana era un po’
imbarazzata.
“Più vicini …”
La ragazza sentì le braccia di Heric attirarla di più
a sé, e avvertì le guance arderle.
“Benissimo … ora, Sana, appoggia delicatamente le mani
sul petto di lui … esatto, così … siete perfetti!” si congratulò il fotografo. “Ok,
non muovetevi!” disse, guardando poi nell’obiettivo.
“E chi scappa?” ironizzò Heric. Sana, invece, sembrava
aver perso la parola. Sentiva un brivido correrle lungo la schiena, mentre
avvertiva i forti muscoli di Heric sotto le mani.
“Guardate in camera … fatta! Ora un’altra, questa
volta guardatevi negli occhi …”
Sana fissò lo sguardo scuro del ragazzo, perdendosi in
quell’oceano di tenebre che la ghiacciavano, ma al tempo stesso la scaldavano,
in un contrasto di emozioni che non riusciva a spiegarsi …
Heric guardò quegli occhi innocenti, brillanti, mentre
un ciuffetto biondo gli ricadeva sul viso, nascondendo di un poco il suo
sguardo, che però continuava comunque a penetrare quello della ragazza … e per
la prima volta in vita sua si sentì arrossire leggermente …
“Siete stati bravissimi! Davvero stupendi! Ok, può
bastare …”
I due si accorsero appena della voce del fotografo, e
tornata al mondo reale Sana si allontanò in fretta dal corpo di Heric, che
lentamente si rimise la maglietta e si avviò verso la porta. Lei, seppure
ancora un po’ imbarazzata, lo seguì. Quando si ritrovarono tutti nel corridoio,
ognuno se ne andò per la propria strada. I primi ad andarsene furono il
fotografo e il direttore del calendario, dopo aver ringraziato per il lavoro
svolto. Poi fu la squadra di Heric ad allontanarsi, dopo che tutti i giocatori
e l’allenatore ebbero salutato Sana, senza invece degnare di uno sguardo la
squadra avversaria. Infine, rimasero solo più l’attrice e la squadra di
Charles. Si salutarono, poi mentre i suoi compagni se ne stavano andando il
capitano disse loro:
“Arrivo subito, voi aspettatemi giù!” e si voltò di nuovo verso l’attrice.
“Signorina Smith …” iniziò.
“Chiamami Sana!” l’interruppe lei, sorridendogli,
fissando i suoi occhi di cristallo.
“Sana …” ripeté allora lui. “Accetteresti un invito a
cena, questa sera?” le chiese, in tono gentile e galante. Sana arrossì un poco.
Era imbarazzata, e non sapeva se acconsentire o no. Non seppe il perché, ma per
un attimo nella sua mente vide gli occhi azzurri di Charles trasformarsi in
quelli profondi di Heric, nascosti dietro a quel ciuffetto biondo ribelle … Scosse
la testa, confusa, poi tornò a guardare Charles … dopotutto quel ragazzo le
piaceva … come l’aveva salutata quando si erano incontrati, la sua bellezza, la
sua gentilezza … alla fine rispose:
“Va bene, perché no …”
“Benissimo! Ci vediamo, allora …”
Le prese la mano e di nuovo gliela baciò, poi le scoccò
una calda occhiata sorridendole prima di andarsene, lasciandola con il battito
del cuore un po’ più forte di prima … anche se non era sicura che fosse per
quell’invito, e non invece per la visione di quegli occhi intensi che aveva
avuto …
“Scoop della giornata! Ci è arrivata la
soffiata che questa sera, ad un noto ristorante di Tokyo, per la precisione il
più caro di tutta la città, sarà ospite la bellissima Rossana Smith in
compagnia dell’altrettanto bello Charles Lones, capitano di una delle nostre
squadre di calcio più forti! Che sia sbocciato l’amore sul set fotografico?!
Non dobbiamo fare altro che aspettare, e vedere come si evolverà questa serata
magica tra i du …”
CLICK
Sana spense con rabbia la tv.
“Non è possibile che i giornalisti sappiano sempre
tutto!!!” esclamò furiosa guardando ancora con astio lo schermo ormai nero del
televisore. “Come diavolo hanno fatto a scoprire il mio appuntamento con
Charles se ancora non ci siamo nemmeno visti?!” Sembrava fuori di sé. “Se
stasera qualche paparazzo prova a rovinarci la serata lo distruggo … non ne
posso più!”
Si alzò con uno scatto dal divano del soggiorno di
casa sua e si diresse in camera, dove si cambiò, si truccò e prese la sua
borsetta prima di tornare di sotto e gridare dall’ingresso:
“Io esco! Vado a fare un giro per negozi!”
Improvvisamente sbucò fuori Robbie dalla sua camera.
“Vuoi che ti accompagni? Sarà pieno di giornalisti …”
le chiese apprensivo, e stava già per prepararsi quando la voce dell’attrice lo
fermò.
“No, non preoccuparti! Vado solo in un paio di
boutique, farò in fretta! A dopo!” e uscì. Quando fu fuori, trasse un profondo
respiro, prima di incamminarsi. Aveva intenzione di comprarsi qualcosa di
elegante da mettersi quella sera. Non sapeva dirsi perché, ma Charles l’altro
giorno l’aveva colpita, e voleva fare bella figura con lui. Mentre era persa
nei suoi pensieri, fantasticando sulla serata che l’attendeva, andò a sbattere
contro qualcuno e finì a terra. Arrabbiata, alzò lo sguardo e gridò al ragazzo
che l‘aveva urtata, che stava proseguendo la sua corsa:
“Ehi, tu, biondino! Guarda dove vai! Potresti almeno aiutarmi, maleducato!”
Il ragazzo si fermò e si voltò, e Sana rimase a bocca
aperta.
“Hayama …?!”
“Yo!” la salutò lui, riconoscendola.
“Be’, che fai lì?! Dammi una mano, no?” lo esortò
Sana, e lui tornò indietro e l’aiutò a rialzarsi.
“Grazie …” disse Sana.
Il ragazzo si voltò per andarsene, ma lei lo fermò
chiedendogli:
“Cosa ci fai qui?”
Heric alzò gli occhi al cielo.
Oddio, questa vuole fare pure conversazione! pensò tra sé. Donne … poi le rispose:
“Mi sto allenando … e devo ancora correre per almeno cinque isolati, quindi
ciao!” la salutò sgarbatamente, e senza aspettare che replicasse si voltò e riprese
a correre.
Ma tu guarda che maleducato! Volevo solo parlare un po’! pensò lei. Bah, uomini … Per fortuna Charles non è
così … e tornando al pensiero del ragazzo che l’avrebbe portata fuori a
cena, riprese la sua strada dirigendosi verso un costoso negozio di abiti da
sera …
Nel frattempo, Heric continuava la sua corsa di
allenamento. Quando cominciò a sentirsi stanco, si fermò a prendere fiato su
una panchina, poi si rialzò e si diresse verso un bar per bere una bibita
rinfrescante. Non appena entrò, si sentì chiamare:
“Ehi, Heric!”
Si voltò, e vide Terence salutarlo con la mano da un
tavolino, facendogli segno di raggiungerlo. Il ragazzo prese la sua bibita
ghiacciata e si sedette con lui.
“Caspita, ora ho capito perché sei sempre così in
forma, al campo! Da quanto è che ti alleni?!” gli chiese l’allenatore vedendo
alcune gocce di sudore scendergli sul viso.
“Boh, circa due orette …” disse con noncuranza lui,
lasciando l’altro a bocca aperta. Quando si fu ripreso, Terence cambiò
argomento:
“Hai sentito la tv? Charles ha invitato Rossana Smith ad uscire a cena con lui …
e lei ha accettato!”
Il biondino non disse nulla.
“Ehi, hai capito cosa ho detto?!” gli chiese Terence,
ma ancora non ebbe risposta. Il ragazzo sorseggiava la sua bibita guardando un
punto di fronte a sé, in silenzio, mentre i pensieri vagavano per conto proprio
… Strano a dirsi, per lui, ma stava ripensando al giorno prima, quando aveva
scattato quelle foto con Sana. Aveva provato una sensazione strana mentre l’aveva
guardata negli occhi, tenendola tra le braccia … qualcosa di mai provato prima,
che allo stesso tempo l’aveva spaventato e riscaldato …
“HERIC?!”
Il biondino sobbalzò all’urlo di Terence.
“Sì, sì, ti ho sentito! Non è il caso di urlare!” gli
disse. “E allora?”
“No, niente … ma, Heric, sei sicuro che vada tutto
bene? Ti vedo un po’ strano …” osservò Terence.
“Certo che va tutto bene! Anzi, devo riprendere il mio
allenamento, o col cavolo che battiamo quell’odioso di Charles Lones ai
campionati … ti saluto!” disse Heric, e si alzò per riprendere la sua corsa. L’amico
però lo trattenne ancora un istante.
“Aspetta! C’è ancora una cosa che volevo dirti: il
fotografo di ieri mi ha contattato per dirmi che vorrebbe che tu facessi un
altro servizio fotografico insieme a Rossana …” gli disse.
“Be’, digli che non ho tempo!” ribatté il biondino. “Io
devo pensare alla prossima partita!”
Terence a quel punto evitò di incrociare lo sguardo di
Heric e aggiunse con un filo di voce:
“Ehm … io ho detto che andava bene …”
Heric rimase pietrificato.
“Ma sei impazzito?! Io non sono un modello! Io devo
giocare a calcio! Li vuoi battere o no quelli della squadra di Charles?!” si
infuriò.
“Ma dai, Heric! Sei già bravissimo! Se salti un paio
di allenamenti non sarà certo la fine del mondo!” gli disse Terence, ma si
meritò solo un’occhiata fulminante dell’altro. Allora si affrettò a dire: “E
poi, sarebbe un’occasione per rivedere lei! Non dirmi che non ti piacerebbe
nemmeno un po’ posare di nuovo con quella ragazza …” cercò di convincerlo. Heric
ribatté:
“Certo che potevi parlarmene prima, però … vabbè, lo
farò, ma che sia l’ultima volta ok?!” si arrese infine, dopodichè corse via
riprendendo il suo allenamento, mentre Terence tirava un sospiro di sollievo.
*
La sera arrivò in fretta e Sana era nella sua stanza a
prepararsi per la cena con Charles. Nel pomeriggio aveva comprato un elegante
abito da sera nero, con sottili spalline e una scollatura piuttosto generosa,
che si stringeva sui fianchi per poi allargarsi e cadere morbidamente fino al
ginocchio. La schiena era scoperta per un lungo tratto, nascosta però dai
capelli sciolti che Sana si era lisciata con la piastra. Ai piedi un paio di
sandali in tinta con l’abito, ricoperti di strass, la slanciavano con i loro
tacchi piuttosto alti. Una piccola borsetta nera di pelle, che la ragazza stava
finendo in quel momento di preparare, dava il tocco finale al tutto.
“Uhm … chiavi, portafoglio, cellulare … no, questo è
meglio non portarlo, o squillerà per tutta la sera e sarà impossibile cenare …
fazzoletti, specchietto, trucchi per le emergenze, … direi che c’è tutto!”
disse Sana sorridente chiudendo la zip della borsetta. Si sedette davanti al
tavolino per il trucco che aveva in camera e iniziò a segnarsi gli occhi con un
leggero tratto di eyeliner.
“SANA!!!” si sentì improvvisamente chiamare dal piano
di sotto. “È arrivato il signor Lones!” l’avvertì la domestica.
“Digli che arrivo subito” gridò di rimando lei, poi
tornò al suo trucco. Al piano di sotto, nel salotto, Charles si era appena
accomodato sul divano come gli aveva suggerito la signora Patricia.
“Arriverà tra un attimo” gli aveva detto.
Sì, certo …
pensava lui tra sé. Se conosco bene le donne, voleva dire tra un’ora e
mezza!
Ma si dovette ricredere quando meno di dieci minuti
dopo la vide scendere le scale e venirgli incontro per salutarlo.
“Spero di non averti fatto aspettare troppo” gli
sorrise.
“Per niente!” la rassicurò lui, ancora un po’ stupito,
poi le diede un lungo sguardo, osservando la sua bellezza. “Sei meravigliosa!”
La ragazza arrossì al complimento. Non era di certo il
primo a farle delle lusinghe, ma sentirlo dire da quel ragazzo le fece uno
strano effetto … le era sembrato più sincero di qualsiasi altro apprezzamento
avesse mai ricevuto. Infine il ragazzo le porse il braccio con eleganza.
“Andiamo, signorina?” le chiese sorridendo. Sana rise,
poi accettò il braccio di Charles e insieme uscirono dalla villa. Il ragazzo le
aprì la portiera della sua mercedes decappottabile grigio metallizzata, le
porse una mano per farla salire, poi richiuse la porta e si mise al posto di
guida, accendendo il motore e uscendo dal giardino della casa dell’attrice. Guidarono
per una ventina di minuti, dopodichè raggiunsero il ristorante più esclusivo
della città. Non appena Charles scese per aprirle di nuovo la portiera, un’infinità
di flash li accecò.
“Maledizione! Possibile che i paparazzi debbano sempre
farsi i fatti miei?!” si infuriò Sana.
“Dai, non facciamoci caso. Entriamo, così non ci
daranno più fastidio!” suggerì Charles, e l’accompagnò dentro il locale. Qui un
cameriere li scortò al tavolo prenotato dal ragazzo e li lasciò soli con un
paio di menù. Sana stava per sedersi, quando Charles corse a sistemarle la
sedia.
“Sei davvero galante, Charles! Mi imbarazzi!” sorrise
lei.
“Non potrei mai comportarmi male alla presenza di una
bella ed elegante donna come te” rispose lui, poi prese posto di fronte alla
ragazza. “Scegli tutto quello che vuoi, pago io!” la rassicurò.
“Non scherzare, Charles! Ti costerà una fortuna!” cercò
di rifiutare lei, ma il ragazzo era irremovibile.
“Non è un problema. Non bado a spese, questa sera!”
allargò il sorriso, e Sana lo ringraziò, dando poi un’occhiata al menù. Quando
ebbero ordinato, il cameriere li portò via entrambi, facendo loro avere una
bottiglia di champagne da consumare nell’attesa dei piatti. Charles ne versò un
po’ nel bicchiere di entrambi, poi sorseggiò il suo.
“Allora, perché non mi dici qualcosa di te?” chiese
alla ragazza per intavolare un discorso.
“Cosa vuoi sapere? Ormai i giornali hanno già scritto
vita morte e miracoli su di me! Mi meraviglio che la gente non conosca la mia
biografia a memoria …” disse lei, una punta di risentimento nella voce: ha
sempre odiato il giornalismo!
“Infatti non voglio sapere ciò che scrivono i giornali
… vorrei che mi raccontassi il resto!” le spiegò Charles.
“Il resto?!”
“Sì … per esempio a che ora ti alzi la mattina, qual è
il tuo fiore preferito … Qualsiasi cosa! Voglio sapere tutto di te!” le sorrise
il ragazzo.
“Be’, se proprio ci tieni …” disse lei, e iniziarono a
discutere del più e del meno, conoscendosi pian piano tra un bicchiere di
champagne e un boccone della cena.
Quasi senza che se ne accorgessero, il tempo passò
rapidamente …
“Giuro … mi ha fatto girare tutti gli studi cercando
il produttore e solo dopo si è accorto che avrei dovuto girare lo spot una
settimana dopo!” stava dicendo Sana.
“Povero Robbie … be’, in ogni caso è un buon manager …
nonostante qualche imprevisto!” rise Charles.
“Già …” confermò Sana, poi il suo sguardo cadde sull’orologio.
“Oddio, è già mezzanotte passata!” esclamò scioccata.
“Caspita, come vola il tempo quando sono con te … non
me ne ero accorto!” disse il ragazzo, poi chiese il conto e dopo aver pagato l’accompagnò
all’auto. Guidò fino alla villa di Sana, poi scese per accompagnarla al
cancello.
“Grazie davvero per la serata, Charles. È stata
stupenda!”
“Anche tu lo eri …” disse il ragazzo, il tono di voce
un po’ più basso e serio del normale. Sana arrossì, fissando quegli occhi
azzurri che la incantavano. Improvvisamente li vide avvicinarsi, e chiuse i
propri quando sentì le labbra di Charles posarsi sulle sue … Fu un bacio breve,
ma piacevole.
“Spero di rivederti presto …” le disse lui, poi si
avvicinò all’auto.
“Anch’io … Buonanotte!” lo salutò Sana, ancora un po’
imbarazzata.
“Sogni d’oro, Sana” ribatté lui con un caldo sorriso,
prima di entrare in auto a sparire nel buio della notte. Sana, sospirando,
rimase per qualche istante a fissare quei fari rossi che si facevano sempre più
piccoli finché non vennero inghiottiti dalle tenebre.
Eccomi qua! Incredibile,
eh? IO ke faccio uscire insieme Sana e Charles … e si baciano anke! Ke dite,
ho battuto la testa, vero?! Mah … al prossimo cappy, se mi seguirete ancora! Vvtttb
grazie x le recensioni! J Daisy J
“Rossana Smith, attrice, 21 anni, e Charles
Lones, calciatore, 22 anni … ecco la nuova coppia dell’estate! Sono stati
sorpresi l’altra sera mentre si scambiavano un tenero bacio sotto casa della
ragazza, dopo aver passato tutta la serata insieme nel ristorante più esclusivo
di Tokyo. A quanto pare, è stato amore a prima vista! I due si sono infatti
conosciuti solo poco tempo fa sul set fotografico del …”
“SANAAAAAAAA!!!”
L’urlo si spanse in tutta la villa, arrivando fino
alle orecchie della ragazza che stava ancora dormendo nel suo letto a
baldacchino. Si svegliò, sbadigliando e sfregandosi gli occhi, poi li aprì e
vide davanti a sé la pagina di una rivista.
“Cosa significa questo?!”
Sana si rizzò a sedere e vide sua madre in piedi
accanto al suo letto che le porgeva il giornale, battendo ritmicamente un piede
a terra. Strizzò gli occhi ancora assonnati e cercò di mettere a fuoco
l’immagine in copertina …
“AAAAAAAAHHHHHHH!!!” fu la sua reazione, quando riuscì
a distinguere il suo viso e quello di Charles uniti in un bacio. Strappò il
giornale dalle mani della madre e lesse tutto d’un fiato l’articolo, ormai
completamente sveglia. Quando l’ebbe terminato, gettò via il giornale con
stizza e si lasciò ricadere sul materasso.
“Ma perché i giornali sanno sempre tutto?!” sospirò.
“Sana … non mi hai ancora spiegato nulla!” protestò la
signora Smith, incrociando le braccia sul petto. “È il tuo ragazzo?!” le chiese
a bruciapelo. Sana arrossì.
“M-ma … mamma! … Io … insomma … non lo so ancora!”
balbettò, imbarazzata.
“Ah, ma allora ti piace!” esclamò sua madre vedendo il
colorito della ragazza. “Che bello, la mia Sana esce con un ragazzo!” saltellò
via felice, mentre Sana scuoteva sconsolata la testa di fronte al solito
comportamento infantile della donna. Si gettò di nuovo sotto il lenzuolo,
ancora un po’ assonnata, ma fu disturbata dall’arrivo di Robbie, che si
precipitò nella sua stanza come un uragano.
“Sana! Ma che fine avevi fatto ieri sera?! Ho provato
a chiamarti per tre ore al cellulare ma mi dicevano che era irraggiungibile!”
sbraitò agitato.
“Ehm … diciamo che ero impegnata e non volevo essere
disturbata, così l’ho lasciato a casa …” disse, poi lo prese e lo accese.
Subito le arrivarono decine di messaggi che l’avvisavano delle chiamate del
manager. Li cancellò tutti, poi si fermò quando ne vide uno di un numero
sconosciuto. L’aprì, e scoprì che era di Charles:
“Ciao, Rossana. È stato meraviglioso passare la serata
con te ieri … che ne dici se ci rivediamo? Magari domani pomeriggio? Non vedo
l’ora di incontrarti di nuovo. Charles”
Sana sorrise tra sé, poi si ricordò della presenza di
Robbie:
“E cosa volevi dirmi, ieri sera?” gli chiese, mentre
rileggeva il messaggio più volte. Robbie riprese fiato, poi le comunicò:
“Il fotografo del calendario di beneficenza ha detto che ti vorrebbe domani
pomeriggio per fare un altro servizio fotografico con Heric Hayama!”
“Ah, va bene …” disse lei distrattamente, poi rimase
in silenzio un istante prima di esclamare: “CHE COSA?! Domani pomeriggio?? No
no! Non se ne parla! Ho … ehm … ho altri impegni!”
Ma Robbie assunse un’aria mortificata che la fece
preoccupare, e infine le disse a mezza voce:
“Ehm … ho già accettato …”
“Non è possibile! Robbie, sei sempre il solito! Lo sai
che devi consultarmi prima di prendermi degli impegni!” si infuriò la ragazza.
“Io ci ho provato, ma eri irraggiungibile!” le ricordò
il suo manager, così Sana tacque, anche se continuò a tenere il broncio, e lui
la lasciò da sola. Lei si alzò, andò in bagno, poi si vestì e scese a fare
colazione. Quando ebbe finito, tornò di sopra e prese il cellulare, componendo
un numero.
“…”
“Pronto?”
“Ciao, Charles!”
“Ciao, Rossana! Come va?”
“Bene, bene … ma come hai fatto ad avere il mio
numero?!” gli chiese lei curiosa.
“Ho i miei informatori …” rispose lui sorridendo,
anche se lei non poteva vederlo. “Allora, hai letto il mio messaggio?”
“Sì … mi dispiace, ma domani pomeriggio ho impegni di
lavoro … se vuoi però possiamo vederci più tardi e uscire di nuovo insieme a
cena! Questa volta però offro io!” disse Sana.
“Per me va bene! Ma pago io!”
“Ti ho detto di no! E dai, una volta ciascuno, no?!”
“E va bene …” si arrese Charles. “Ci vediamo allora”
“Sì … ciao!”
“Ciao … un bacio!” la salutò lui, e chiuse la
chiamata. Sana arrossì, sentendo come se quel bacio fosse arrivato alle sue
labbra.
Cavoli, ma che faccio? Mi comporto come una
ragazzina?? si rimproverò, ma non
riuscì a trattenersi e, proprio come una quindicenne, iniziò a saltare sul
letto ripetendosi:
“Un altro appuntamento con Charles! Che bello! Ho un altro appuntamento!!”
Eh, sì … a volte assomigliava proprio a sua madre …
*
Il pomeriggio seguente, un certo biondino stava
calciando con forza il pallone nella porta di un campo da calcio.
“Porca miseria, Heric! Ma come fai?!” gli chiese
ammirato George, che invano aveva cercato di bloccare il tiro. “Stavo per
rimetterci una mano!”
“Esagerato …” commentò Heric, poi corse a prendere un
altro pallone e si esercitò sui dribbling con alcuni coni, prima di fare
qualche palleggio sul posto sia di testa che con i piedi, mentre un suo
compagno di squadra cercava senza successo di prendergli la palla.
“Ehi, Heric! È ora!” si sentì chiamare all’improvviso.
Alzò lo sguardo, trattenendo in equilibrio la palla su un piede, e vide Terence
fargli segno di raggiungerlo a bordo campo.
“Per cosa?!” chiese lui interrogativo.
“Lo sai … il servizio!” gli ricordò l’altro, e Heric
sbuffò. Approfittando del suo momento di distrazione, il suo ‘avversario’ tentò
di nuovo di prendergli la palla, ma Heric non si fece ingannare. Si spostò rapidamente,
facendo un altro abile palleggio, poi calciò il pallone con tutta la sua forza
e questo volò attraverso il campo con velocità fino ad entrare nella porta
dalla parte opposta. Senza farci caso più di tanto, Heric uscì dal campo.
“Che servizio?” chiese curioso uno dei suoi compagni
mentre lui si cambiava.
“Niente … una seccatura …” rispose lui, ma Terence
disse sorridendo:
“È stato chiamato per fare altre foto con la Smith!”
Tutti rimasero a bocca aperta.
“Uao! Fossi io al tuo posto …” dicevano ammirati,
sognando ad occhi aperti la ragazza.
“Te lo cederei volentieri!” sbuffò Heric, ma Terence
lo spinse fuori dallo stadio e lo fece salire a forza in macchina, guidando
verso gli studi fotografici.
“Ma insomma, si può sapere che ti prende?” gli chiese
mentre raggiungevano l’edificio. “Heric, hai l’opportunità di fare un servizio
fotografico con Rossana Smith! Non so se hai presente …? L’attrice più bella
del Giappone, la ragazza che tutti sognano … ti dice niente?”
Heric lo guardò storto.
“No, niente!”
“Oh, insomma, Heric! Ma se piace a tutti!” protestò
Terence.
“E non so proprio che ci trovino! Sarà anche bella, ma
secondo me è solo una snob! Non fa altro che indossare abiti firmati, cenare in
ristoranti super eleganti, spendere milioni di dollari per un paio di scarpe
che vadano bene per uscire con uno stupido come Charles Lones …”
“Ah, allora è questo il problema! Sei geloso di
Charles!” lo stuzzicò l’amico.
“Io geloso di quello lì?! Se la tenga pure, è tutta
sua! Te l’ho detto, a me le snob non interessano! Mi chiedo solo come le sia
venuto in mente di accettare un invito di quel … damerino da strapazzo!”
Terence nel frattempo aveva parcheggiato l’auto ed
erano entrati negli studi.
“Be’, voglio solo vedere se tra cinque minuti sarai
ancora dello stesso parere …” disse soltanto più Terence, accennando davanti a
loro. Heric spostò lo sguardo in quella direzione e incrociò quello di Sana. La
ragazza era lì, di fronte a lui, in un abito da mozzare il fiato per la
scollatura della maglietta attillata e la scarsissima lunghezza della minigonna
di jeans, un trucco leggero che rendeva il suo viso più bello di quanto se lo
ricordasse e un profumo che lo inebriava …
“Richiudi la bocca, Heric … stai perdendo le bave!”
gli bisbigliò l’amico all’orecchio sogghignando, cercando di trattenere le
risate. Heric lo fulminò con lo sguardo, ma non riuscì ad ottenere l’effetto di
sempre, perché i suoi occhi sembrava non volessero più staccarsi dalla ragazza.
Non se la ricordava così bella … non l’aveva maivista così
bella! …
“Oh, ciao, Hayama!” lo salutò lei sorridendo.
“Ehm … c-ciao …” balbettò quando furono di fronte a
lei e al suo manager.
“Forza ragazzi! Venite!” li chiamò il fotografo dal
set. “Sono sicuro che verrà un ottimo servizio fotografico! Sembrate fatti
apposta per posare insieme, voi due!”
Loro si guardarono arrossendo, leggermente
imbarazzati, poi si decisero a raggiungere il fotografo. Quando furono sulla
porta, Heric si fermò per lasciar passare Sana.
“Fai pure il cavaliere, ora?” lo prese in giro Terence
sottovoce.
“La vuoi smettere?!” gli ringhiò lui, irritato, prima
di seguire la ragazza.
“Allora, diamoci da fare! Mettetevi davanti
all’obiettivo!” li esortò il fotografo, impaziente di fare i suoi scatti.
“Dunque … mmh … sì, ci sono! Sana, posa le mani sulle spalle di Heric …”
Sana obbedì.
“Heric … sollevala per la vita e tienila su … ok,
benissimo … guardatevi negli occhi …”
I due fissarono i propri sguardi in quello dell’altro.
Sana vedeva i muscoli delle braccia di Heric tendersi,
mostrandosi in tutta la loro forza …
Heric si meravigliava della leggerezza del corpo della
ragazza …
“Sana, piega un po’ la gamba sinistra … perfetto!
Fermi così!”
Finalmente il fotografo li immortalò.
“Ok, fatta …”
Heric mise delicatamente giù la ragazza, che gli
rivolse un sorriso per lui ipnotizzante, al quale cercò di rispondere come
meglio riusciva. Poi il fotografo diede loro indicazioni per diversi altri
scatti, tra cui uno dove Sana stava davanti al ragazzo, le braccia aperte e
tese all’altezza delle spalle, mentre Heric intrecciava le dita nelle sue e le
baciava il collo … (molto tipo Titanic … ke sdolcinata, ke sono!!^_^vabbè,
andiamo avanti! ndDaisy).
“Ok, ora l’ultima, ragazzi! Mettetevi così …”
(ehm … scusate, ma ho esaurito la mia fantasia …
immaginatevi cmq una posa in cui i due sono moooolto vicini!!^^ ndDaisy)
“Uff … finalmente abbiamo finito!” sbuffò qualche
minuto dopo Heric lasciandosi cadere su un divanetto nel corridoio fuori dallo
studio.
“Già stanco per qualche foto??” lo prese in giro Sana
con un sorriso sulle labbra.
“QUALCHE FOTO?! È dalle tre e mezza che siamo qui!”
protestò lui incredulo.
“Be’, si vede che non hai mai fatto servizi
fotografici come me … sai, a volte passo giorni interi dietro ad un obiettivo
per soddisfare le richieste di più di un direttore giornalistico” confessò la
ragazza, accomodandosi affianco a lui. Heric la guardò sbalordito.
“Dici davvero? Be’ … uao! … ma come fai?! Voglio dire,
non ti stanca il tuo lavoro? Attrice, modella, fotomodella … dev’essere
stressante!”
“Non se lo fai perché ti diverte” gli spiegò lei.
“Vedi, a me piace il mio lavoro, è l’unica cosa che vorrei fare, così mi ci
dedico volentieri per tutto il tempo necessario! … Però devo ammettere che
qualche volta sono lo stesso distrutta!” aggiunse con un sorriso ancora più
ampio.
Heric rimase per alcuni istanti a fissarla in
silenzio, riflettendo.
“Be’, che c’è??” gli chiese lei dopo un po’. Lui non
parlò ancora per qualche attimo, poi finalmente le disse:
“Sai cosa ti ci vuole?”
Si alzò, mentre lei rimaneva a fissarlo interrogativa.
“Una pausa!” proseguì. Lei inarcò un sopracciglio.
“Cosa?!”
“Sì, una pausa! Basta lavoro, basta incontri eleganti,
basta vita da star … secondo me dovresti rilassarti!”
Sana lo guardava confusa.
“Ma che stai dicendo? Sono in pausa proprio in questo
momento!”
Heric alzò gli occhi al cielo.
“Non intendo questo … dimmi, quand’è l’ultima
volta che hai preso un gelato con un amico?”
La domanda la spiazzò.
“Cosa?! Ma che …?”
“Allora? Quand’è stato?” incalzò lui.
“Be’ … ecco … non so … io …”
“Ecco, appunto! È stato così tanto tempo fa che
nemmeno te ne ricordi! Dai, vieni!” le disse Heric, e le prese le mani
facendola alzare. Sana continuava a guardarlo senza capire cosa avesse in
mente.
“Il tuo gusto preferito?” le chiese ancora il ragazzo.
“Vaniglia …” rispose lei senza pensarci.
“Bene, allora andiamo! Un bel gelato alla vaniglia ti
sta aspettando proprio qui sotto!” le sorrise Heric, e senza che lei potesse
ribattere la trascinò fuori dall’edificio. Quando furono in strada, andò dritto
in un bar poco distante e ordinò un cono alla vaniglia e uno alla
stracciatella, poi porse il primo alla ragazza. Lei lo stava ancora fissando,
uno sguardo che sembrava dire ‘tu sei matto’ …
“Be’, non lo assaggi? Fra un po’ inizierà a gocciolare
…” la invitò lui. Alla fine Sana si arrese e leccò la punta del gelato.
“Sai che ti dico?” gli disse dopo essersi gustata
quell’assaggio. “Dovrei farlo più spesso! È davvero buonissimo! Grazie, Heric
…” aggiunse con un sorriso dolce e sincero.
“E di che?” alzò le spalle lui, poi si incamminò sul
marciapiede, mentre la ragazza lo affiancava, entrambi concentrati sui loro
gelati. Improvvisamente il cellulare di Sana prese a squillare.
“Pronto? … Ah, ciao Charles!”
Heric le scoccò un’occhiata di sottecchi.
“Sì, ho finito … sei davanti agli studi? … No, sono
qua vicino, arrivo subito! Ciao!”
La ragazza chiuse la chiamata, poi finì in un ultimo
morso il gelato.
“Scusami, Heric, ma devo proprio andare! Spero ci
rivedremo presto, però!” gli disse poi avviandosi a passo svelto verso l’edificio
dal quale erano usciti da poco. “Ah, ti devo un gelato! Ricordamelo! Ciao!” e
con un ultimo sorriso si voltò, sparendo dietro un angolo, mentre Heric la
guardava con un’ombra negli occhi …
Hello! Cm vi
sembrava? Lo so, mi odiate x il bacio tra Sana e Charles dell’altro cappy … xò
Gin_15 ha capito … basta, nn dico altro, o mi rovino! Al prossimo capitolo! Vvtb
recensite! J Daisy J
Uff … sn riuscita ad aggiornare! Sapete,
pensavo di non farcela entro oggi, ma in ogni caso, eccovi il capitolo! J
Capitolo 5.
“Ultime notizie: è nata un’amicizia tra la
seducente attrice Rossana Smith e il burbero, ma affascinante, calciatore Heric
Hayama! Li vediamo in queste foto passeggiare l’uno accanto all’altra, mentre
si gustano un piacevole gelato. Ma che stia succedendo solo questo tra di loro?
Come ben sappiamo, Hayama e Lones sono rivali da sempre, nel calcio … che lo
siano ora anche nella vita privata? E se l’aitante biondino nutrisse dei teneri
sentimenti verso la ragazza, ormai ufficialmente al fianco di Charles Lones? …”
Terence abbassò la rivista, poi scoccò uno sguardo al
ragazzo che aveva di fianco, che aveva stranamente lo sguardo perso nel vuoto.
“Allora, Heric … come lo spieghi questo?!” gli chiese,
ma le sue parole non erano di rimprovero. Anzi, continuava ad alzare e
abbassare il sopracciglio, mentre uno strano sorriso, assolutamente irritante
per l‘amico, non accennava a lasciare le sue labbra. Heri si riprese e
arrossendo leggermente dedicò la sua attenzione all’amico:
“Che vuoi che ti spieghi?!” sbottò seccato.
“Be’, prima facevi tanto lo scontroso dicendo che non
ti importava niente dell’attrice, poi hai fatto il cascamorto per tutto il
pomeriggio il giorno del servizio e ora esce pure un articolo che dice che
provi qualcosa per lei …!”
“Io non provo proprio niente!” esclamò il biondino.
“Sono i giornali che si inventano le cose! Adesso due amici non possono neanche
prendere un gelato?!”
Terence non rispose, ma continuò a guardarlo
sorridendo sotto i baffi. Heric non lo sopportava più.
“Beh?! Cos’hai da ridere??”
“Niente, niente … certo che per essere uno che non vuole mai avere amici è
strano che improvvisamente decidi di pagare un gelato ad un’attrice che
sostenevi non ti interessasse minimamente …” commentò lui sottovoce, ma non
abbastanza perchè Heric non lo sentisse. Questa volta si limitò a pietrificarlo
con lo sguardo. Terence lo guardò a bocca aperta.
“No, non può essere …!” mormorò, allargando ancora di
più il sorriso. Il ragazzo lo guardò interrogativo, e l’altro continuò: “E tu
avevi detto che Rossana è solo un’attrice qualunque … be’, a quanto pare ti ha
proprio stregato!”
Heric lo guardò con gli occhi spalancati.
“Ma che diavolo stai dicendo?! La vuoi smettere, per
favore??”
“Dai, Heric, ammettilo. Sono o non sono il tuo
migliore amico, oltre che il tuo allenatore? Ti sei preso una cotta per
l’attrice!” sentenziò Terence.
“Ma sei scemo? Io?!!? E cosa te lo farebbe pensare?”
si scaldò.
“Uhm, fammi riflettere …” disse ironicamente Terence.
“Primo: durante gli scatti per il calendario, ti ho visto arrossire per la
prima volta in vita tua! Due: poco fa ti sei incantato non appena ho letto il
nome di Rossana. E tre: quando ti sei ripreso sei arrossito per la seconda
volta nella tua vita - cosa che personalmente ritengo una specie di miracolo,
visto che sei sempre freddo e distaccato …-. Ti basta?” chiese sorridendo.
Heric lo guardò con un sopracciglio alzato.
“Sinceramente no!” gli rispose, seccato.
“Ah no? Be’, allora ti aggiungo una quarta cosa: è da
qualche settimana che ti vedo sorridere ogni volta che passiamo davanti ad un
cartellone pubblicitario con la sua foto … e non dirmi che hai sempre sorriso
ai cartelloni pubblicitari, perché altrimenti ti dovrei far ricoverare …!”
Colpito!
Heric non disse più nulla, girandosi dall’altra parte per nascondere il fatto
che stava arrossendo per la terza volta nella sua vita, mentre Terence
non abbandonava il suo sorrisetto soddisfatto …
- Nel frattempo, in un’altra parte della città … -
“Allora, Sana … come lo spieghi questo?!”
“Questo cosa?” chiese la ragazza curiosa al cellulare.
“Quello che ho appena letto sul Tokyo Gossip …” spiegò
la voce dall’altra parte della cornetta con un sospiro. “Esci con Hayama?”
chiese secco.
“Ma no, Charles! Mi ha solo offerto un gelato mentre
eravamo in pausa! Sei peggio dei giornali, se già pensi che esco con lui …”
disse lei, un po’ risentita, poi continuò. “Stiamo insieme solo da poche
settimane, e già fai così il geloso?”
Questa volta il suo tono era stato più malizioso.
“Be’, mi dispiace, ma io sono geloso! Dovrai
abituartici! E comunque, sai che io quell’Hayama proprio non lo sopporto!
Preferirei che non lo frequentassi …” sbottò Charles.
“Oh, dai! Siamo solo amici! Non è poi così male,
guarda che è un bravo ragazzo … e non farmi un’altra scenata di gelosia!” lo
prevenne, sentendo che il ragazzo aveva già aperto bocca per ribattere “E in
ogni caso, sai che il fotografo vuole che continuiamo a fare servizi per lui,
quindi dovrò vederlo per forza …”
“Già, i servizi …” commentò Charles. “Sai, quelle foto
che continua a farvi fare non mi piacciono per niente! Non potreste stare … più
lontani?? Mi sembrano pose un po’ esagerate …!”
Sana rise, sentendo il tono indispettito del suo
ragazzo.
“Smettila, Charles! Sai che è questo il mio lavoro!”
sbuffò Sana. “E poi, sto insieme a te, no? Cos’hai, paura che Heric possa
piacermi più di te? Be’ … in effetti è proprio un bel ragazzo … è attraente,
tenebroso, sexy …”
Si stava divertendo un mondo a far ingelosire Charles.
“Ok, ok, basta! Ho capito, la smetto!” la interruppe
infatti il ragazzo, non riuscendo più a reggere il gioco. “Ma … lo stavi
dicendo solo per farmi un dispetto, vero?” aggiunse titubante.
Sana cercò di trattenersi, ma non ci riuscì e scoppiò
a ridere di nuovo.
“Certo, sciocco! Ti ho detto che non devi preoccuparti
di Heric, siamo solo amici!”
Sentì un sospiro di sollievo alzarsi dalla linea di
Charles, poi si salutarono, e Sana chiuse la comunicazione, tornando al suo
lavoro. Eppure, non poteva fare a meno di pensare che ciò che aveva appena
detto a Charles sul biondino per farlo ingelosire, in fondo non era altro che
la pura verità …
*
I giorni passarono, e un pomeriggio Heric era appena
tornato a casa dagli allenamenti quando sentì la voglia di chiamare Sana … e
così fece. Dopo che si fu fatto una doccia, si infilò un paio di jeans e una
maglietta nera a maniche corte e distesosi sul letto prese il telefono,
componendo il numero di cellulare della ragazza.
“Ciao, Heric!” rispose allegramente la voce di Sana.
“C-ciao …” fece lui, stupito.
“Ho riconosciuto il tuo numero sul display …” gli
spiegò lei, divertita. “Allora, perché mi hai chiamata?” chiese curiosa.
“Così … volevo sapere come stavi” rispose
semplicemente lui. Era la verità …
“Mmh … bene …”
Ma Heric sentì che qualcosa non andava.
“Sei sicura? Ti sento un po’ giù … è tutto ok?”
“Be’ … in effetti potrebbe andare meglio …” ammise
lei, sentendosi scoperta. “Ma come fai a capire tutte le volte cosa voglio dire
anche se non ho parlato??”
Era sempre così, infatti. Da quando si conoscevano,
erano diventati buoni amici proprio perché Heric riusciva a capirla in un
attimo, senza bisogno che lei usasse troppe parole.
“Allora, mi dici che cos’hai?” le chiese, e Sana non
esitò un istante a confidarsi con lui. Dopotutto, in poco più di un mese erano
diventati migliori amici, e sapeva di potergli dire qualsiasi cosa.
“Be’, ecco … sono stressata, se vuoi la verità! Il mio
lavoro è diventato sempre più intenso, ci sono giorni che non ho nemmeno un
attimo di pausa! E se non lavoro, devo partecipare a cene importanti con dei
produttori, vestirmi sempre bene, comportarmi in un certo modo … sinceramente,
non ne posso più!” confessò.
“E … Charles?” chiese Heric a voce bassa. “Non passi
del tempo con lui?”
Sembrava quasi triste mentre le faceva quella domanda,
ma Sana non ci fece caso.
“Oh, sì … riusciamo a trascorrere diverso tempo
insieme. Per dirla tutta, perfino più di quanto mi sarei aspettata visti i
nostri impegni, però …”
“Però …?” la invitò Heric.
“Però … anche lui, non fa che portarmi fuori a cena in
ristoranti di lusso, parlarmi del lavoro, di come sono andati i suoi
allenamenti, di cosa farò io nel prossimo film … se devo essere sincera, non è
proprio quello che mi sarei aspettata dal nostro rapporto …” disse Sana in un
soffio, quasi a vergognarsi per le sue stesse parole. Heric ascoltò in
silenzio, mentre dentro di sé non faceva altro che maledire quello stupido di
Charles per non rendersi nemmeno conto di ciò che provava la sua ragazza …
Infine si riscosse e le chiese:
“Sei a casa, ora?”
Sana guardò il cellulare interrogativa.
“Sì, non lavoro fino a stasera, ma …?”
“Bene, allora non muoverti, passo a prenderti tra
cinque minuti!”
Ora Sana era davvero stupita.
“Che cosa? Ma … Heric … cos’hai in mente?!”
“Credo che tu abbia bisogno di passare un pomeriggio
divertendoti … e poi, mi devi ancora un gelato, no?”
“Ma che c’entra adesso? Mi spieghi cosa …?”
“Non protestare! Arrivo tra cinque minuti, e ti voglio
trovare pronta … e senza nessun abito elegante o stupidaggini simili … non
voglio vedere l’ombra di un tacco, capito? Sto arrivando …” concluse Heric, e
riagganciò prima di infilare la porta di casa, senza lasciare il tempo di
ribattere alla ragazza, che era rimasta a fissare il telefono muto sbalordita.
Come aveva promesso, pochi minuti dopo il ragazzo era
sotto casa dell’attrice che suonava il campanello.
“Sono Heric!” si annunciò. Da dentro sentì la ragazza
dire che sarebbe arrivata subito, e infatti poco dopo comparve sulla soglia,
aprendogli. Heric rimase a bocca aperta. Indossava semplicemente una t-shirt rosa
e un paio di jeans leggermente a zampa di elefante, che coprivano un paio di
scarpe da ginnastica bianche con le stringhe rosa. In vita aveva una cintura
bianca con una bellissima farfalla argentata, e il viso non era minimamente
truccato, ma il ragazzo rimase stupito per quanto fosse bella anche in quegli
abiti semplici. Lei lo salutò con un bacio sulla guancia che lo riportò
dolcemente alla realtà e dopo aver chiuso la porta a chiave gli chiese
sorridendo:
“Allora, mi spieghi dove mi vuoi portare, pazzo ragazzino?”
“Ehi, bada a come parli!” ribatté lui, ma ricambiando
ampiamente il sorriso. “Ora lo vedrai, vieni!”
E così si incamminarono insieme sul marciapiede. Heric
la portò in un locale, del quale evidentemente conosceva il proprietario,
perché quando li vide li salutò con calore:
“Ehi, Heric! Finalmente in compagnia di una ragazza,
vedo! Ti sei deciso, allora! Il solito? …”
Poi guardò meglio Sana e riconoscendola sgranò gli
occhi facendole un piccolo inchino.
“Non posso crederci … la famosissima Rossana Smith nel
mio locale! Heric, perché non me l’hai detto subito che la conoscevi, ti avrei
chiesto un suo autografo! …”
Ma fu interrotto dal ragazzo, che con uno sguardo di
ghiaccio gli disse:
“Basta, Bill! Primo, è solo un’amica. Secondo, smettetela tutti di rivolgervi a
lei come se fosse un supereroe o qualcosa di simile! È una ragazza come tutte,
chiaro?! Non pensi che a volte le piacerebbe essere trattata come tale?”
Ma Sana si intromise.
“Non preoccuparti, Heric, un autografo non è la fine
del mondo! Anzi, mi farebbe davvero piacere firmarglielo …” disse con un
sorriso rivolta a Bill, che incredulo le porse un taccuino e una penna. La
ragazza gli firmò una piccola dedica, poi restituendogli il blocchetto gli
disse sottovoce:
“Potrebbe non dire a nessuno che sono qui? Sa, vorrei godermi il pomeriggio
senza essere assalita dai fans …”
Bill si affrettò a rassicurarla sorridendo:
“Non si preoccupi, signorina! Qualsiasi cosa per lei! Vi preparerò un tavolino
in disparte, va bene?”
“Certo. Grazie, Bill!” disse lei. Heric alzò gli occhi
al cielo, poi con un leggero tocco sulla sua schiena la guidò verso il tavolino
che il proprietario del locale era andato a pulire. Si sedettero, e il ragazzo
si fece portare due birre, che il proprietario insistette perché fossero “un
omaggio del locale”.
Quando furono serviti, Heric bevve in un sorso più di
metà del suo boccale, poi diede uno sguardo a Sana.
“Be’, non bevi?”
La ragazza lo guardò imbarazzata.
“Be’, ecco … non ho mai assaggiato la birra …” ammise.
Il ragazzo la guardò incredulo, scoppiando poi a ridere di gusto. Sana lo
fulminò con lo sguardo, e Heric cercò di trattenersi. Quando fu riuscito a
riprendersi, le disse:
“Dai, provala, allora!”
Sana lo guardò, poi spostò lo sguardo sul liquido
biondo che schiumava nel suo bicchiere, infine lo avvicinò alle labbra e ne
assaggiò un sorso.
“Mmh … non è come lo champagne … però è buona!” disse
con un sorriso, e insieme finirono i loro bicchieri. Poi Heric si guardò
intorno e si alzò.
“Vieni, facciamoci una partita!” le propose. Lei lo
guardò senza capire, e lui le indicò un tavolo da biliardo.
“Ma io non ho mai giocato a biliardo! Non so nemmeno
tenere in mano una stecca!” protestò.
“C’è sempre una prima volta per tutto, no? Dai, ti
insegno io … volevi divertirti o no?” e senza che potesse aggiungere altro, la
prese per mano e la condusse al tavolo. Prese una stecca, porgendola alla
ragazza, che la guardò scettica.
“Ehm … che dovrei fare?” gli chiese.
“Colpire la palla bianca e mandarla contro le altre …
mettiti così …” le disse, e si piegò sul tavolo da biliardo impugnando la sua
stecca e posizionandosi in modo da colpire la palla. Sana lo osservò, poi cercò
di imitarlo.
“Così …?”
Heric si mise alle sue spalle, prendendole le mani e
posizionandole la stecca sulla traiettoria giusta. La ragazza sentì le guance
infiammarsi quando avvertì i loro corpi aderire per un secondo, mentre Heric
provò una strana sensazione sfiorando le sue dita …
Infine si spostò, dicendole di provare a colpire la
palla, e cercando di riprendersi Sana fece scattare in avanti la stecca. Dopo
un secco TAC le palline colorate presero a correre sul tavolo, e un paio
finirono in buca.
“Uao! Ce l’ho fatta!” esultò Sana, abbracciando di
slancio il ragazzo. Quando si accorse del suo gesto, si affrettò ad allontanarsi
da lui, che frastornato le sussurrò un vago “brava” prima di continuare a
giocare.
Tempo dopo, la partita si concluse con l’indiscussa
vittoria del ragazzo, ma Sana era comunque felice per il risultato ottenuto.
“Bene, e adesso … ”
“Ancora?!” esclamò la ragazza.
“Già … andiamo!” disse Heric, e dopo aver salutato
Bill uscirono dal locale.
“Dove mi porti questa volta?” chiese Sana curiosa e
divertita allo stesso momento.
“Mi devi un gelato, no? È ora di pareggiare i conti …”
rispose lui con un sorriso. E così camminarono l’uno affianco all’altra finché
non giunsero ad una gelateria. Ordinarono ciascuno un cono ai loro guasti
preferiti, poi si incamminarono in un parco lì vicino. Si sedettero su una
panchina, gustandosi il loro gelato tra risa e scherzi.
Infine la ragazza guardò Heric sorridendo:
”Grazie, Heric! È stato il pomeriggio più bello che abbia mai trascorso! Sai,
mi sono perfino dimenticata del mio lavoro!”
Lui le sorrise, poi ritornarono ai loro gelati. Ad un
certo punto, Heric guardò la ragazza e scoppiò a ridere.
“Che hai?” chiese lei.
“Niente, solo … sei sporca di vaniglia …” le disse
continuando a sorridere … un sorriso così bello, fresco e sincero …
“Dove?”
Heric smise improvvisamente di sorridere, facendosi
serio, e le si avvicinò lentamente. Non guardava più la sua bocca, ma i suoi
occhi, e quello sguardo la immobilizzò.
“Qui …” sussurrò, poi posò le labbra su quelle della
ragazza …
Fine quinto cappy!
Eh, eh, come sempre sul più bello!^^’
Dato ke per il
fatto ke Sana e Charles stanno insieme mi avete quasi uccisa^^, finalmente ho
fatto fare ad Heric la sua mossa … cm andrà? Mah! Al prossimo cappy, se ci
sarete ancora! Cya! J Daisy J
Grazie 1000 per i commenti! Ero sicura keankenell’anime il cognome di
Akito/Heric fosse Hayama,
ma se così non fosse SORRY! Era solo una mia convinzione … (thanks
Giuly23 x l’avvertimento! J) in ogni caso, ormai non
lo cambio più, per questa storia …
Eccovi il sesto capitolo! Ci sentiamo
al prossimo! VvttbJ Daisy J
Capitolo 6.
“Triangolo d’amore per l’attrice Rossana Smith! Da qualche mese al fianco del calciatore CharlesLones, le era stato
attribuito un possibile flirt con il suo rivale HericHayama, e se ne ha ora la conferma! I due sono stati infatti scoperti dai fotografi della rivista “Kawaii” a scambiarsi un focoso bacio sulla panchina di un
parco, evidentemente dopo un intero pomeriggio trascorso in compagnia. Chissà come la prenderà il compagno della showgirl … ma dopotutto,
come biasimarla, visto il fisico del biondino e il suo fascino che attraggono
lo sguardo di tutte le ragazze …”
“Allora? Siete solo amici, eh?!
E quello che cos’era allora?! Me lo spieghi??”
Charles stava urlando contro Sana da quando
le immagini del loro bacio erano apparse di fronte ai suoi occhi. La ragazza,
intimorita, cercava invano di calmarlo.
“Ascoltami, Charles! Non c’è
stato niente! Siamo solo usciti per passare un pomeriggio insieme come due
amici e …”
“Ah, e da quando due amici si appartano su una panchina in un parco per
limonare?! Mi sono forse perso qualcosa, Sana??”
“Non è così … è stato solo un errore …” cercò di farlo
ragionare lei, mentre ripensava al giorno prima …
- INIZIO FLASHBACK -
“Qui …” sussurrò Heric, poi chiuse gli occhi interrompendo quel contatto visivo che
l’aveva paralizzata e posò le labbra su quelle della ragazza. In un primo
momento Sana non riuscì a muoversi, mentre il bacio dolce del ragazzo l’aveva
come stregata … quando sentì però che voleva farsi più profondo, capì l’errore
che stava commettendo e si riscosse, allontanando con una spinta
il ragazzo e guardandolo con espressione sbalordita e spaventata.
“Scusami …” mormorò Heric.
Sembrava sincero, ma Sana era troppo scossa. Si alzò,
continuando a guardare il ragazzo con gli occhi sbarrati, poi si voltò e se ne andò.
“Aspetta, Sana! Mi dispiace!” le gridòHeric, ma vedendo che lei non si fermava si alzò e le
corse dietro, afferrandola per un polso.
“Scusami, Sana … ho
sbagliato! Non so che mi è preso, io …” abbassò lo sguardo,
che sembrava seriamente dispiaciuto e leggermente triste. “Mi dispiace …”
sussurrò lasciando andare il braccio della ragazza. Lei rimase di fronte a lui
a fissarlo.
“Lo so …” gli mormorò infine. “Lasciamo
perdere, ok?”
Cercando di dimenticare ciò che era successo, si
sforzò di sorridergli, poi gli disse che doveva
andare.
“Ti accompagno …”
“No!” lo interruppe lei, più bruscamente di quanto avrebbe voluto. Se ne pentì
subito, quando vide il viso di Heric rabbuiarsi.
“Ti prego, Sana … ti ho detto che ho sbagliato! È
stato un errore! Lo so …” trasse un respiro, prima di
continuare. “Lo so che stai con Charles e che siamo
solo amici! Non avrei dovuto! Però ti prego, non
roviniamo la nostra amicizia per questo stupido bacio!”
Sana lo guardò teneramente.
“Hai ragione … non pensiamoci
più! Dai, andiamo …” e insieme a lui si avviò verso
casa, mentre continuava a sperare che Charles non
venisse mai a sapere di quanto era successo …
- FINE FLASHBACK -
E invece …
pensò tra sé la ragazza, mentre guardava disgustata il servizio che il tg stava mandando in onda. Il giornalismo è una lama a
doppio taglio … può darti fama e opportunità, ma può
anche distruggerti …
“Charles, ascoltami!”
esclamò con tono più risoluto, facendo tacere il ragazzo. “È stato un errore,
chiaro! Non stare a sentire i giornali, ascolta me! Quelle foto mostrano un
bacio, sì, ma non fanno vedere ciò che è successo dopo! Io l’ho respinto, e Heric si è scusato! Siamo solo amici, hai capito??!”
Questa volta il suo sguardo era acceso di rabbia, non
poteva credere che il suo ragazzo preferisse credere
alla tv invece che a lei. Infine Charles abbassò lo
sguardo e dopo aver tratto un profondo respiro disse:
“E va bene … ti credo … ma ti ho già detto che non
voglio che lo frequenti!”
Sana sospirò alzando gli occhi al cielo.
“Dannazione, Charles! È il
mio migliore amico! Il mio unico amico! Non voglio rovinare il nostro
rapporto per uno stupido sbaglio che ci siamo già ripromessi di non commettere
più! … e nemmeno la nostra relazione!” aggiunse. “Ti
prego … ho solo bisogno di fiducia da parte tua … so che Heric
non ti piace, che è il tuo rivale da sempre … ma ti
prego, non togliermi l’unico amico che ho … lo sai che amo te!”
Sana gli si avvicinò, posandogli le mani sulle spalle,
guardandolo dritto negli occhi con un espressione dolcissima
alla quale Charles non seppe resistere.
“Oh, e va bene! Riesci sempre ad avere
la meglio, con quello sguardo!” capitolò lui. “Anch’io
ti amo …” le sussurrò baciandola dolcemente.
“Pace fatta?” gli chiese con
voce sensuale lei allontanandosi di poco dalle sue labbra, tenendo gli occhi
chiusi, pronta a baciarlo di nuovo.
“Pace fatta …” confermò lui catturando di nuovo le sue
labbra.
- Intanto … -
“Terence … ho bisogno di
parlarti …”
Heric era davanti alla porta di casa del suo amico, lo
sguardo fisso a terra e un’espressione leggermente sconvolta e confusa sul
viso.
“E ci credo!” esclamò
l’altro. “Cos’hai combinato ieri?!”
Heric alzò immediatamente lo sguardo tagliente fissandolo
con rabbia in quello del ragazzo, che si affrettò a farsi da parte per
lasciarlo entrare in casa. Heric si accomodò su una
sedia, lasciandovisi cadere pesantemente, mentre Terence
andava in cucina a preparare una tisana.
“Ciao, amore! Io vado a fare la spesa!” si sentì una
voce femminile annunciare dal corridoio, e un attimo dopo una donna più o meno della loro età comparve nella stanza andando a
salutare il padrone di casa con un bacio. Quando si
accorse della presenza di Heric, lo salutò con un
sorriso.
“Ciao, Hayama!”
“Ciao, Alycia” rispose lui
facendo appena un cenno con la mano, prima che la donna scomparisse fuori dalla porta d’ingresso.
“Allora, vanno bene le cose tra di
voi?” chiese il biondino a Terence, più che altro per
non iniziare subito il discorso che lo riguardava.
“Oh, sì … molto! Dopo il matrimonio stiamo
ancora meglio di prima! … ma non è di questo che mi
devi parlare, no?” aggiunse sedendosi al tavolo di fronte a lui e guardandolo
con uno sguardo che lo fece sentire a disagio. “Allora …?” gli chiese, cercando
di tirargli fuori qualcosa, e alla fine Heric si
arrese.
“Allora … avevi ragione tu!” ammise con un forte
sospiro. Terence non riuscì a trattenere un sorriso,
ma non commentò, perché sapeva che la situazione dell’amico non era per niente
facile … soprattutto per lui.
“Io … credo …” cercò di dire Heric,
poi chiuse gli occhi e disse le parole che tanto lo
spaventavano per la loro immensità. “Mi sa che mi sono innamorato di Sana …”
Trasse un altro respiro, poi fissando un punto
indecifrabile del tavolo continuò:
“È così … così bella! Anche
ieri, quando sono andato a prenderla, e lei non indossava nessun abito
elegante, né era truccata … eppure era fantastica, ancora più che durante il
lavoro! E quando l’ho vista, così vicina a me, con
quel bellissimo sorriso sulle labbra, così morbide e perfette … non ho potuto
fare altro che farle mie … E poi, Sana è così allegra, dolce, fragile … ha così
bisogno di protezione, nonostante sia una donna forte, e io vorrei solo
potergliela dare! … ma sta con Charles,
con il mio peggior nemico, con quell’idiota che non si accorge nemmeno di ciò
di cui ha bisogno! E io … io sono solo il suo migliore
amico … che non può fare altro che offrirle un gelato per farle dimenticare i
suoi problemi …”
Terence lo ascoltava in silenzio. Era la prima volta che il
suo amico si lasciava andare così: di solito teneva sempre tutto dentro di sé,
non si era mai sfogato in quel modo, mettendo a nudo
ogni suo pensiero.
“Cosa farai?” gli chiese
infine dopo alcuni istanti di silenzio. Heric
continuò a fissare il tavolo di fronte a sé.
“Questa domanda … non significa niente, perché lei sta
insieme a Charles …” (ho preso qst
battuta dal discorso che fanno Akito e Fuka nel sesto
volume del manga … mi sembrava appropriata! ndDaisy)
“Capisco … quindi, non le dirai nulla?” chiese ancora Terence.
“Non posso!” esclamò Heric
alzando finalmente lo sguardo e fissandolo in quello dell’amico, che si stupì
nello scorgervi una tristezza che non vi aveva mai visto prima. “Io … non
voglio rovinare il suo rapporto con quel … con Lones
… perché so che per lei è importante … quindi, sarò solo suo amico
…”
“Anche se questo risultasse più difficile di quanto potresti
aspettarti?”
“Sì … ce la farò … devo! …” rispose semplicemente lui dopo un attimo di riflessione,
abbassando di nuovo lo sguardo. Infine si alzò.
“Grazie, Terence … devo
andare” gli disse.
“Di che? Non ho fatto niente … sei
sicuro di voler tornare a casa? Non vuoi rimanere qui? Alicya
sarebbe felice di prepararti un po’ di sushi per pranzo!” cercò di tirargli su
il morale, ma il sorriso gli morì sulle labbra quando
vide che l’amico non aveva alcuna reazione nemmeno sentendo il nome del suo
piatto preferito.
“No, non ti preoccupare … grazie ancora, ci vediamo
agli allenamenti! Domani abbiamo la prima partita, no?” disse Heric cercando di far vedere che pensava ad altro … ma la realtà era che non riusciva a togliersi Sana
dalla mente.
“Giusto! Mettiamocela tutta! A dopo, allora …” disse Terence sorridendogli amichevolmente, poi lo accompagnò alla
porta.
“Ah, Heric …!” lo chiamò
prima che se ne andasse. Il biondino si voltò. “Se vuoi ancora parlare … io sono qui!” gli disse con un
sorriso, e il ragazzo si sforzò di ricambiare, prima di scomparire tra le vie
di Tokyo.
“… E ora, vi lasciamo
ai campionati di calcio di questa stagione! Come sappiamo, questa sera
scenderanno in campo le due squadre della nostra città, capitanate da CharlesLones, attuale compagno
dell’attrice Rossana Smith, e HericHayama, al centro delle attenzionimediatiche per via di uno scandalo che lo ha visto
coinvolto con la giovane showgirl … Vi ricordo che alle 23.00 saremo in onda
con uno speciale in diretta riguardante l’esito della partita, per …”
“Sana! Spegni la tv, è ora di
andare!”
Sentendo la voce di Robbie, la ragazza prese il telecomando e premette il bottone rosso, poi si
alzò dal divano e andò alla porta, dove il manager stava già uscendo
dirigendosi verso l’auto. Salì sul sedile accanto al guidatore, e dopo essersi
allacciata la cintura aprì lo specchietto di fronte a lei, dando un ultimo
sguardo al suo trucco.
“È la prima volta che assisto ad una partita di calcio
in uno stadio!” esclamò Robbie emozionato mentre
metteva in moto e vi si dirigeva.
“Se è per questo, io non l’ho
mai nemmeno vista in televisione …” commentò Sana. “Non avrei mai pensato che
un giorno sarei perfino andata ad assistervi in tribuna d’onore! Pensare che odiavo il calcio …!”
“Già, ma questa volta è il tuo ragazzo a giocare …” le
ricordò lui con un sorriso ammiccante.
“Già …” disse lei. E
anche il mio … migliore amico … aggiunse tra se, esitando leggermente. Poi
scosse la testa e dedicò la sua attenzione ad una delle pinzette che cercavano
di fermare i suoi capelli.
- Intanto, allo stadio, negli spogliatoi ‘TFT’ (Tokyo
Football Team) … -
“Allora, ragazzi, siete pronti?!”
“Sìììì!!”
si alzò un coro entusiasta e determinato dai calciatori che circondavano Terence.
“Questa sera vinceremo!” li incitò l’allenatore.
“Sì!”
“Bene, riscaldatevi, tra meno di un quarto d’ora si scende in campo!”
“Sì, mister!”
Terence sorrise incoraggiante verso i suoi giocatori, poi si
avvicinò all’unico ragazzo che non aveva ancora aperto bocca, rimanendo in un
angolo ad allacciarsi le scarpette.
“Ehi, Heric … tutto ok?” gli
chiese battendogli una mano sulla spalla. Il biondino si limitò ad annuire.
“Ci sarà anche lei” disse dopo un po’, più in una affermazione che come domanda. AncheTerence annuì, sapendo a chi si riferiva.
“Heric … non distrarti …” lo
ammonì. “Lo vuoi battere o no, Lones?!”
“Certo!” rispose lui, uno sguardo determinato negli
occhi, mentre dava un ultima stretta ai lacci della
sua scarpa sinistra.
“Metticela tutta, allora! Ti voglio in forma come
sempre!” gli sorriseTerence,
e lui ricambiò.
“Anche meglio …!” gli disse,
poi raggiunse gli altri compagni, che gli batterono pacche amichevoli sulle
spalle, incoraggiandolo a dare il meglio di sé ancora una volta.
- Negli spogliatoi della squadra avversaria … -
“Diamoci da fare, ragazzi! Li batteremo quelli della
TFT!”
“Sìììì!”
Sana bussò timidamente alla porta dalla quale
provenivano le grida, e si ritrovò davanti all’allenatore della squadra.
“Oh, signorina Smith, che onore averla qui!” esclamò
sorridendole. “Credo proprio che porterà fortuna alla squadra, una bella donna
come voi …”
“Sì, sì, ora piantala, eh?” disse sorridendo, ma un
po’ seccato, Charles, avvicinandosi alla porta. Prese
Sana per mano e l’attirò a sé dandole un breve bacio sulle labbra.
“Tiferai per me, vero?” le sussurrò, mentre si
mettevano in un angolo dello spogliatoio. L’aveva detto con tono scherzoso, ma
entrambi sapevano benissimo che c’era un fondo di
verità in quella domanda.
“Certo, e per chi altri?!”
rispose lei, facendogli un sorriso un po‘ nervoso. Il ragazzo non rispose. Lei
lo abbracciò, e gli sussurrò:
“Buona fortuna!”
“Grazie” disse lui, prima di baciarla dolcemente.
“Ehi, piccioncini!” li prese
in giro l’allenatore. “È ora di scendere in campo!”
I due si staccarono, e Charles
le sorrise.
“Ci vediamo nell’intervallo …” le disse, poi con un
ultimo breve bacio uscì dagli spogliatoi insieme al resto della squadra, mentre
Sana si avviava verso le tribune.
Dieci minuti dopo, le squadre erano schierate in campo
ai propri posti, mentre Sana aveva raggiunto il suo manager
sulle tribune pronta ad assistere alla partita.
A tirare il calcio d’inizio sarebbe stato Charles per il primo tempo, e già era
pronto sul dischetto al centro del campo. L’arbitro si posizionò,
mise il fischietto tra le labbra, diede uno sguardo ai due capitani per
verificare che tutti fossero pronti … e infine nell’aria risuonò il fischio
d’inizio.
“Ed ecco che è iniziata!”
annunciò il telecronista. “Il calcio d’inizio è stato del capitano della NipponTeam, CharlesLones! Ha passato palla a Brad,
che si sta dirigendo verso la prima metà campo avversaria … dribbla Gomi … poi passa la palla … riceve Lones
… si sta dirigendo verso la porta … ma ecco che viene
affrontato da Hayama! Duro gioco di gambe tra i due … guardate come cerca di prendere palla il capitano
dei TFT! … E CI RIESCE! Davvero un’abile
scatto … ora Hayama in possesso di palla, che
corre verso la porta avversaria … Lones prova a
inseguirlo, ma è troppo indietro … gli si fanno incontro i difensori avversari
… passaggio del capitano sulla fascia laterale …”
Sana seguiva la partita con attenzione, ascoltando a
volte distrattamente le parole del telecronista, osservando i continui scontri
tra i giocatori in campo. I più accaniti, lo si vedeva
bene, erano i due capitani, che spesso si affrontavano in un duello estremo per
il possesso della palla.
Si arrivò al trentunesimo minuto, e le due squadre
erano ancora in parità senza alcuna rete guadagnata. Più volte Charles si era avvicinato alla porta avversaria,
maHeric era sempre stato in grado di
difenderla ancora prima del portiere. Ora era lui in possesso di palla. Avanzò
sul campo, dribblando un paio di avversari, passando
poi il pallone ai compagni.
“La TFT
si porta in avanti sulla fascia laterale … Gomi avanza sicuro … sono ormai quasi in area di
rigore! … bellissimo traversone di Gomi per il suo
capitano … Hayama si prepara a mandare la palla in
rete … Lones sembra aver capito le sue intenzioni … ma è troppo tardi! Hayama
colpisce il pallone di testa e … GGGOOOOOOOOOOOOLLLLLL!!!!!!!!!!”
Lo stadio esplose in un misto di fischi e urla di
gioia, mentre il telecronista commentava la prima rete della Tokyo Football Team.
“Bravo, Heric!!!” saltò in piedi urlando Sana, rivolgendo un sorriso al
biondino che era corso sotto la sua tribuna ad esultare per il gol realizzato.
“Sana, ma che dici?!” esclamò
scandalizzato Robbie, convinto che la ragazza tifasse per la squadra di Charles, ma lei non lo stava ascoltando. InfattiHeric aveva alzato lo sguardo, fissandolo negli occhi
dell‘attrice, e si persero nei loro sguardi, finché il resto della squadra non
sommerse il giocatore festeggiandolo.
Nei dieci minuti restanti la squadra avversaria provò
a recuperare, ma non riuscì a concludere nulla, così
il primo tempo finì con l’uno a zero a vantaggio della TFT.
Come promesso, non appena venne
fischiato l’inizio dell’intervallo Sana lasciò le tribune per avviarsi verso lo
spogliatoio della squadra di Charles. Una volta qui,
trovò il ragazzo che beveva da una borraccia,
un’espressione irritata sul viso. Sana gli si avvicinò sorridendogli e gli
disse:
“Sei stato bravissimo!”
Fece per baciarlo, ma Charles
si scostò. Lei lo guardò interrogativa, poi sorrise teneramente:
“Dai, siamo solo al primo tempo! Vedrai che al prossimo li batterete! Ne sono
sicura!” cercò di calmarlo, ma lui la fissò con uno
sguardo raggelante come il ghiaccio dei suoi occhi.
“Non è il risultato della partita che mi preoccupa …”
le sibilò, e fece per andarsene, ma lei lo fermò.
“Mi spieghi che diavolo ti prende?!”
Lui si voltò di scatto.
“Che mi prende,eh?? Cosa succede a te, semmai! Non prendermi per stupido! Ho
notato come vi guardavate tu e quel biondino dopo il suo goal!” esclamò furioso. Sana si sentì ferita.
“È sempre questo il problema, quindi
… ancora non vuoi fidarti di me …”
Charles alzò gli occhi al cielo.
“Io ci provo, Sana … davvero! Ma
cosa dovrei pensare? Quegli sguardi …”
“Charles …” disse Sana, prendendogli il viso tra le
mani. “Ti amo … ok?” gli sussurrò, guardandolo dolcemente negli occhi. E a quello sguardo lui non poté che arrendersi, e baciandola
possessivamente sulle labbra annuì.
“Anch’io …” le disse, prima che Sana sorridesse
un’ultima volta e uscisse dagli spogliatoi, lasciando che il ragazzo si
riposasse prima del secondo tempo … ma lui non poteva
dimenticare il momento in cui aveva visto la sua ragazza esultare per il goal
di Hayama, che non era sfuggito al suo sguardo …
Me la pagherà! …
- Negli spogliatoi TFT … -
“Hayama, sei stato grande!”
“Bravissimo!”
“Ora gliela faremo vedere noi a quei perdenti!”
“Stupendo gol, Heric!”
Tutti si stavano complimentando con il biondino, che
nel frattempo si stava rinfrescando bagnandosi con una bottiglietta d’acqua.
“Ehi, George, è anche merito
tuo …”ricordò il ragazzo. “Mi hai fatto un lancio perfetto!”
Il ragazzo sorrise imbarazzato, e il resto della
squadra corse a complimentarsi anche con lui. Terencene approfittò per avvicinarsi al biondino.
“Tutto bene?” gli chiese. Heric
lo guardò, e capì a cosa si riferiva.
“L’hai vista anche tu?” gli chiese. L’altro annuì, e Heric disse sottovoce, quasi più a se stesso che all‘amico:
“Perché ha esultato al mio goal …? E quello sguardo …”
Non fece in tempo a finire il pensiero che qualcuno
bussò alla porta degli spogliatoi. L’allenatore andò a vedere chi fosse e si immobilizzò stupito quando si ritrovò di fronte
alla figura che aveva chiesto di entrare.
“H-Heric …” chiamò con voce
esitante, e il ragazzo andò curioso alla porta.
“Chi …?” ma le parole gli morirono in gola quando scorse Sana sulla porta. Scoccò uno sguardo a Terence, che senza aggiungere altro si allontanò, poi tornò
a dedicare la sua attenzione alla ragazza.
“Cosa ci fai qui?” le chiese.
Lei sorrise un po’ imbarazzata.
“Ecco … volevo solo … farti i miei complimenti … bel
goal …” mormorò.
“G-grazie …” rispose lui, preso alla sprovvista. “Ma non
dovresti tifare per la squadra di Lones?”
Lo disse con freddezza, senza pensarci. Lei abbassò lo
sguardo.
“Già … forse non dovrei neanche essere qui …” disse,
una sfumatura di tristezza nella voce che però il
ragazzo non colse. “Be’ …” continuò poi, avvicinandoglisi
un po’ di più. “ … buona fortuna!” gli disse, e si alzò in punta di piedi
dandogli un veloce bacio sulla guancia, poi si voltò e se ne andò.
“Aspetta!”
La mano di Heric scattò in
avanti, bloccando il suo polso. Lei si voltò, e si ritrovarono faccia a faccia, a pochi centimetri l’uno dall’altra.
“Io …”
Sana guardò gli occhi del ragazzo, e le sembrò di
scorgervi un desiderio … lo stesso che si ritrovò a provare anche lei quando il
suo sguardo si spostò sulle sue labbra …
Heric continuò a fissarla, mentre la voglia di assaggiare
ancora una volta quella bocca lo assaliva con crescente forza
… finché non si riscosse, trattenendosi.
“Grazie …” disse infine, e lasciò la presa sul suo
braccio. La ragazza abbassò lo sguardo, poi annuì e se ne andò.
Non appena la porta dello spogliatoio si fu chiusa
alle sue spalle, Heric strinse i pugni fino a farsi
male, dando un calcio ad una delle borracce posate a terra, che schizzò
attraverso tutta la stanza, sbattendo con violenza contro il muro di fronte a
lui, rovesciando l’acqua che ancora conteneva …
Lo so … mi
ucciderete xkè volete ke
Sana e Heric stiano insieme … ma
vi dico solo una cosa: pazientate! ^_^’
In ogni caso,
grazie come sempre dei commenti! Continuate a recensire! Spero di aggiornare il
prima possibile! J Daisy J
Eccomi qua! Viste le belle recensioni ke continuo
a ricevere (nn finirò mai di ringraziarvi!!^^) non potevo lasciarvi senza un
aggiornamento anche oggi, e così, eccovi anke l’ottavo cap!! spero vi piaccia! Fatemi
sapere!
Capitolo 8.
“Eccoci tornati in studio! Tra pochi istanti
riprenderà la prima partita dei campionati: Tokyo Football Team contro Nippon
Team, i primi al momento in vantaggio per uno a zero …”
Il secondo tempo della partita stava per iniziare. Le
due squadre erano di nuovo in campo, le posizioni invertite rispetto a prima,
Heric sul dischetto per il calcio d’inizio. Rossana era tornata in tribuna
accanto a Robbie, pronta ad assistere al seguito dello scontro. Anche l’arbitro
prese posto e fischiò l’inizio. Subito Heric calciò il pallone.
“Ed ecco che inizia il secondo tempo! Calcio d’inizio
del capitano Hayama per Gomi … scatto in avanti del compagno, che viene però
affrontato da un avversario … breve duello tra i due … ora la palla è in mano
alla Nippon Team, che avanza verso la porta avversaria, mentre Hayama torna
indietro pronto a difendere il suo campo …”
Tutti i tifosi seguirono la partita con attenzione,
trattenendo il fiato durante i frequenti scontri degli avversari. Anche Sana
osservava senza respiro i continui faccia a faccia di Heric e Charles, che si
inseguivano senza sosta, intenzionati a non lasciare all’altro la minima
possibilità di azione. Trascorsero diversi minuti, finché Heric non riuscì ad
avvicinarsi alla porta avversaria.
“E Hayama supera anche l’ultimo difensore avversario! …
ora ha davanti a sé solo il portiere! … è entrato in area di rigore, ormai
manca poco al tiro … ma attenzione, il capitano Lones non si dà per vinto! … l’ha
raggiunto … entra in scivolata e … FALLO!!”
Nello stadio risuonò il fischio dell’arbitro, mentre
un coro di urla di protesta si alzava dalle tribune. Sana scattò in piedi
quando vide Heric cadere a terra in seguito all’intervento di Charles. Lo vide
piegarsi in due, tenendosi la gamba destra con una mano, mentre con l’altra
copriva l’espressione di dolore che aveva sul viso. L’arbitro si avvicinò a
Charles estraendo il cartellino giallo. L’allenatore della sua squadra si alzò
infuriato, ma al ragazzo sembrava non importasse dell’ammonizione. Aveva una
strana luce negli occhi, e continuava a tenere lo sguardo fisso sulla figura di
Heric, che si era messo seduto e continuava a tastarsi il polpaccio, stringendo
i denti. Un medico entrò in campo, dirigendosi verso il biondino, per
accertarsi delle sue condizioni. Lo aiutò ad alzarsi e con non poca fatica lo
fece uscire dal campo, mettendosi un suo braccio sulle spalle e camminando
lentamente.
“Sembra che il capitano della Tokio Football Team sia
fuori gioco!” commentò il telecronista. Sana guardava preoccupata il ragazzo
zoppicare per raggiungere il bordo del campo, mente Charles continuava a
seguirlo con uno sguardo che sembrava esprimere … soddisfazione? No, non era
possibile … non Charles …
“Credo proprio che quelli della TFT saranno costretti
a riprendere la partita senza il loro giocatore più forte … ma … aspettate un
momento!”
Tutto lo stadio si alzò in piedi, e Charles spalancò
gli occhi incredulo mentre il telecronista annunciava stupito:
“Sembra che Heric Hayama voglia continuare lo stesso a giocare!”
E infatti Heric aveva allontanato il medico, facendo
qualche passo un po’ incerto verso il campo e scoccando un’occhiata al suo
allenatore che gli fece capire che aveva intenzione di proseguire. Terence lo
fissò negli occhi e annuì, scorgendovi più determinazione di quanta ne avesse
mai vista prima.
E così la partita riprese.
Heric fece qualche passo di corsa per testare la gamba
ferita, poi quando ebbe ripreso il ritmo provò a reinserirsi nell’azione. Subito
intercettò un passaggio della squadra avversaria e si voltò iniziando a correre
verso l’altra metà campo. Riuscì a dribblare un giocatore, ma poco dopo una
fitta alla gamba lo assalì. Strinse i denti, ma quella distrazione bastò perché
un avversario riuscisse a prendergli la palla e ripartire in contrattacco. Terence,
che si era accorto di ciò che era successo, chiamò Heric a bordo campo.
“Heric … sei sicuro di voler continuare? Posso
sostituirti con Michael, giocherà benissimo …!”
“NO!” esclamò il ragazzo. “Terence … non mi farò
mettere fuori gioco da quel … (qui l‘espressione ‘gay in gonnella’, come ha
detto Rossana in uno dei commenti al terzo capitolo, ci starebbe proprio bene! ^^
cmq, è meglio censurare ciò che intende Heric … *_^’ ndDaisy) …”
Terence abbassò lo sguardo, poi annuì. Sapeva quanto
contasse per l’amico, così lasciò che continuasse a giocare, ma non poteva
evitare di preoccuparsi per le sue condizioni: vedeva che la gamba gli faceva
male, e temeva che se non si fosse fermato la situazione sarebbe potuta
peggiorare.
In ogni caso, Heric tornò in campo e riprese a
correre. I suoi compagni gli passavano pochi palloni, anche loro preoccupati
delle sue condizioni, ma il ragazzo si infuriò e intimò loro di lasciargli l’azione
seguente. E così, non appena intercettò la palla, il suo compagno Geroge gliela
passò. Heric la ricevette alla perfezione, e si accorse in tempo dell’avversario
che gli era nel frattempo arrivato alle spalle. Pur richiedendo un grande
sforzo alla gamba ferita, si voltò di scatto alzando il pallone con la punta
del piede eludendo l’attacco del giocatore, ripartendo poi a tutta velocità
verso la metà campo avversaria.
“Il capitano Hayama conduce l’azione! Si è
impossessato del pallone e lo sta difendendo con estrema bravura! Ha già dribblato
due avversari, e sembra intenzionato a non contare sull’aiuto della sua squadra
… il dolore alla gamba sembra dimenticato, mentre si avvicina sempre di più
alla porta della Nippon Team …”
Ma in realtà il polpaccio gli faceva sempre più male. Fu
solo la vista di Sana, che si era alzata in piedi e seguiva preoccupata la sua
azione, che gli diede la forza di continuare a correre per mettere in rete
anche quel pallone …
“Incredibile, signori! Heric Hayama è di nuovo davanti
alla porta avversaria, pronto a segnare il secondo goal della squadra, che li
porterebbe indubbiamente alla vittoria! … Ma di nuovo Charles Lones gli si
avvicina con l’intenzione di bloccarlo …!”
Heric alzò lo sguardo e vide la figura del capitano
avversario venirgli incontro correndo. Lo fissò con aria di sfida, mentre
continuava a correre verso la porta.
Aspettavo proprio te … Charles! pensò tra sé. Si preparò ad affrontare il suo attacco,
ma qualcosa gli fece sbarrare gli occhi per la sorpresa … improvvisamente sul
volto di Charles comparve un ghigno …
Un istante dopo, Heric cadde a terra, il dolore alla
gamba sempre più forte, fino a diventare insopportabile, mente sentiva i
tacchetti della scarpa dell’avversario ferirlo con violenza … nello stesso
istante un potente fischio risuonò nello stadio. Heric sentì confusamente le
grida dei tifosi, e non riuscì a distinguere le parole del telecronista:
“Violento intervento del capitano Charles Lones contro il suo avversario! Heric
Hayama è a terra, colpito per la seconda volta alla gamba destra … e
attenzione, l’arbitro estrae il cartellino rosso! Espulsione per il capitano
della Nippon Team!”
Urla di protesta si alzarono immediatamente da una
parte dello stadio, seguite da quelle di approvazione del resto dei tifosi. Solo
una persona non gridava … Sana restava immobile, nella tribuna, a spostare lo
sguardo incredulo dal suo migliore amico steso a terra, incapace di rialzarsi,
al suo ragazzo, con ancora quell’inspiegabile ghigno stampato sulle labbra,
incurante dell’espulsone dell’arbitro e dei rimproveri infuriati del suo
allenatore, gli occhi fissi solamente sul suo avversario a terra.
I medici entrarono subito in campo, dopo che l’azione
era stata fermata, ed esaminarono la gamba del biondino. Con orrore di Sana,
una barella fu portata accanto a lui e Heric vi venne adagiato sopra.
“A quanto pare, entrambe le squadre dovranno fare a
meno dei loro capitani” commentò il telecronista. “Hayama viene portato fuori
dal campo sulla barella … sembra che le condizioni della sua gamba siano
davvero gravi … anche Lones abbandona il campo, seguito dai fischi di molti
tifosi … la partita può ora riprendere, a dieci minuti dalla fine …”
Senza ascoltare oltre, non appena vide i due ragazzi
scomparire dal campo Sana si precipitò alle scale che l’avrebbero portata agli
spogliatoi delle due squadre …
SBAM!
“Si può sapere cosa diavolo ti è saltato in mente?!”
Sana irruppe nello spogliatoio della Nippon Team
sbattendo violentemente la porta, urlando in faccia al suo ragazzo che si stava
togliendo la maglietta della squadra. Charles non disse nulla, nemmeno si voltò
a guardarla, ma lei continuò, infuriata:
“L’hai ferito gravemente, Charles! Ma cosa volevi fare?! Ora è all’ospedale,
per colpa tua! Magari lo dovranno anche operare, ma a te non importa nulla,
vero?! Tu sei contento di quello che hai fatto …!”
Finalmente Charles alzò i suoi occhi azzurri come il
ghiaccio su quelli di Sana, che vide con orrore sulle sue labbra lo stesso
ghigno beffardo che gli aveva scorto in campo.
“Vuoi la verità?” le disse, il tono di voce calmo, a
differenza di quello della ragazza. “Sì … ne sono contento …!”
SCIAFF!
La mano destra di Sana aveva colpito in pieno la
guancia del suo ragazzo, che voltò la testa per il forte impatto, mentre un
segno rosso si diffondeva già sulla sua pelle. Tornò a guardare Sana, e vide
lacrime di rabbia trattenute a stento inumidirle gli occhi.
“Come puoi dire così …?” sibilò disgustata.
“Certo, a te sta a cuore Heric! Perché non vai da lui,
allora? Cosa ci fai ancora qui?! Corri dal tuo bel ragazzo, che non aspetta
altro che te per riscaldarsi un po’ …”
Questa volta Charles aveva urlato, sfogandosi. Sana
alzò di nuovo la mano, pronta a colpirlo una seconda volta … ma si trattenne.
“Non preoccuparti, ci vado subito … un amico in
difficoltà ha bisogno del mio aiuto!” gli disse tra i denti stretti,
sottolineando la parola ‘amico’ e voltandosi per poi uscire dalla stanza
sbattendo nuovamente la porta alle sue spalle, lasciando Charles a massaggiarsi
la guancia colpita, mentre l’ombra del senso di colpa si faceva strada dentro
di lui, anche se indesiderata …
- All’ospedale … -
Un ragazzo biondo era appena stato ricoverato d’urgenza
per un incidente alla gamba avvenuto sul campo di gioco …
Sì, incidente …
si diceva con ironia lui, sentendo la versione proposta da Terence per i
medici, ma l’ennesima fitta al polpaccio destro lo fece concentrare solo sul
dolore, mentre veniva portato in una stanza su di una barella.
Gli fecero alcuni esami, poi gli diedero qualcosa che
gli fece diminuire il dolore e lo lasciarono da solo nella camera, a guardare
il sole tramontare fuori dalla finestra, mentre il suo allenatore discuteva
delle sue condizioni.
Passarono pochi minuti, quando sentì la porta aprirsi
e poi richiudersi delicatamente.
“Allora, quando potrò riprendere a giocare?” chiese a
voce alta il biondino senza nemmeno voltarsi, continuando a guardare il cielo
tingersi di rosso. Ci fu un istante di silenzio, poi una voce che non era per
niente quella del suo allenatore disse:
“Non lo so …”
Heric si voltò di scatto e con sorpresa si ritrovò
davanti il sorriso di Sana.
“Ehi, ciao! Che ci fai qui?” la salutò rispondendo al
sorriso.
“Come che ci faccio qui? Sono venuta a vedere come
stavi! Se vuoi me ne vado …”
Fece la finta offesa, e si avviò verso la porta, ma la
risata di Heric la fermò.
“Dai, scherzavo! Vieni qua! Non farmi alzare per
venirti a prendere …” scherzò.
Sana si voltò di nuovo a guardarlo con un sorriso
ancora più bello sulle labbra, e Heric rimase a fissarlo, sentendosi
inspiegabilmente in paradiso. La ragazza si avvicinò al letto e abbracciò
Heric, poi si sedette lì accanto.
“Allora … cosa dicono i dottori?”chiese preoccupata.
“È una frattura … mi operano tra poco …” rispose lui
con noncuranza. “Non so ancora quando potrò tornare in campo” aggiunse, questa
volta con una punta di rabbia nella voce. Sana abbassò lo sguardo. Rimase per
un po’ in silenzio, poi mormorò, quasi più a se stessa:
“Mi sento in colpa … se non fosse stato per me non
sarebbe successo”
“Ma che stai dicendo?!” scattò lui.
“La verità! Charles è molto geloso di me, e io lo
sapevo già … se quel giorno non ti avessi permesso di baciarmi, forse ora non
saresti qui!” si sfogò la ragazza. Improvvisamente sentì la mano di Heric
posarsi sulla sua e stringerla.
“Non è vero … e poi sono stato io a baciarti, non tu …
e se vuoi saperlo, non me ne pento affatto!”
Lei alzò lo sguardo stupita per quelle parole.
“Sana … tu sei la persona più bella che abbia mai
conosciuto, e non parlo solo di bellezza fisica, anche se questa è la prima che
si nota …!” aggiunse con un mezzo sorriso. “Se potessi tornare indietro, ti
bacerei mille volte ancora …” le confessò, mentre la ragazza era sempre più
sorpresa per le sue parole. Un debole, ma bellissimo sorriso comparve sulle sue
labbra, e Heric lo ammirò estasiato.
“O Charles mi ha ucciso e io sono in paradiso, o un
angelo è sceso sulla Terra per donarmi questo sorriso bellissimo …” le sussurrò
dolcemente, facendola arrossire leggermente.
Nessuno dei due si era accorto che un’altra persona
assisteva a quella conversazione, nascosto dietro la porta socchiusa. Non si
erano accorti di quel paio di occhi di ghiaccio che li scrutava, stringendosi
con rabbia alle parole del biondino …
Solo una cosa:
please, don’t kill me x quello ke ho fatto succedere a Heric! ^^’
Scusate se nn ho aggiornato prima, ma x farmi perdonare pubblicherò 2
capitoli
Scusate se nn ho aggiornato prima, ma x
farmi perdonare pubblicherò 2 capitoli!^^
Alla domanda “quanti capitoli pensi di fare
ancora?” rispondo: 4, massimo 5, credo … lo so, vi faccio disperare fino alla
fine! Be’, qui intanto ce ne sono già 2! Ci sentiamo dopo! J
Daisy J
Capitolo 9.
“Si è appena conclusa la prima partita dei
Campionati di calcio di questa stagione … La Tokyo Football Team è riuscita a difendere il risultato, vincendo per uno a zero sulla Nippon
Team, sebbene nessuna delle due squadre potesse più contare sull’aiuto dei loro
capitani … infatti Charles Lones è stato espulso al trentacinquesimo minuto del
secondo tempo, in seguito ad un fallo grave giudicato dall’arbitro volontario,
che ha provocato al giocatore Heric Hayama una frattura della gamba destra. Il
capitano della TFT è ora ricoverato in ospedale, in attesa dell’operazione …”
Un televisore nel corridoio dell’ospedale diffondeva
le notizie dell’ultima ora. In una piccola stanza lì accanto, due ragazzi
stavano parlando, ignari di un terzo spettatore della loro conversazione …
“O Charles mi ha ucciso e io sono in paradiso, o un
angelo è sceso sulla Terra per donarmi questo sorriso bellissimo …” aveva
mormorato Heric guardando le labbra di Sana. La ragazza arrossì, leggermente
imbarazzata, abbassando lo sguardo.
“Però …” aggiunse il ragazzo distogliendo a sua volta
lo sguardo, mentre lei lo aveva alzato di nuovo. “Però so che quest’angelo sta
insieme al mio peggior nemico … e per quanto io lo detesti, so che vi amate,
quindi … ciò che provo io non ha importanza. Non voglio essere io a rovinare il
tuo rapporto con Charles. Digli che può stare tranquillo.” concluse.
Sana abbassò nuovamente lo sguardo, mentre una strana
sensazione di … delusione, sembrava, la coglieva inaspettatamente. Nel silenzio
che seguì Heric iniziò ad arrossire, prima di scoppiare in una mezza risata:
“Ma che ho fatto? Mi sono praticamente dichiarato!!” esclamò, incredulo egli
stesso di ciò che era successo, e anche Sana rise insieme a lui,
sdrammatizzando la situazione. Poi il ragazzo si fece di nuovo serio e la fissò
negli occhi.
“Sana … ancora migliori amici?” le chiese, titubante. Lei
sostenne il suo sguardo, poi gli sorrise dolcemente:
“Certo!”
E si abbracciarono.
“Ora devo andare … tornerò a trovarti dopo l’operazione!”
disse Sana, e dandogli un leggero bacio sulla guancia lasciò la stanza.
Heric tornò a guardare fuori dalla finestra,
chiedendosi come gli fosse saltato in mente di dirle tutto ciò che sentiva. Ma
ormai era tardi, e forse era stato meglio così … almeno ora non c’erano più
segreti, la situazione era chiara a entrambi, e non ci sarebbero più stati
equivoci di nessun genere.
Improvvisamente sentì dei passi avvicinarsi e la porta
chiudersi alle spalle di qualcuno. Si voltò e vide con sorpresa Charles
andargli incontro.
“Cosa vuoi?” chiese freddamente senza guardarlo e
dedicando di nuovo la sua attenzione al cielo fuori dalla finestra. Il ragazzo
rimase in piedi a qualche passo dal letto.
“Scusarmi …” disse, anche se senza convinzione,
mandando giù il nodo in gola che gli procurava il dover pronunciare quella
parola. Heric rimase un attimo in silenzio, poi con la stessa freddezza di
prima e sempre senza guardarlo disse:
“Bene, scuse accettate, ora puoi anche andartene …”
“Non così in fretta, dobbiamo parlare … ho sentito ciò
che hai detto a Sana poco fa …”
Questa volta gli occhi di Heric scattarono dalla parte
opposta della stanza fissandosi con astio in quelli di ghiaccio di Charles.
“Che cosa hai fatto?! Ringrazia che sono bloccato su
questo letto, altrimenti …!”
“Stai calmo …” gli disse lui. “E comunque non ti
sembra che abbiamo qualcosa da dirci?”
“No, non mi sembra proprio!” ringhiò il biondino.
“Io invece credo di sì …” replicò Charles. “Allora …
che intenzioni hai con Sana?”
Heric distolse lo sguardo da lui, prima di
rispondergli:
“Mi sembrava di aver capito che avessi sentito ciò che
ci siamo detti”
“Infatti …” disse il ragazzo.
“Bene … allora hai anche sentito che non ho intenzione
di portartela via … ma tu stai attento a trattarla bene, altrimenti mi rimangio
la mia decisione!” aggiunse con un sibilo di minaccia.
“Di questo non devi preoccuparti … ma tu invece stai
attento a non provarci di nuovo con lei, o potrebbe accaderti di peggio che una
frattura alla gamba!” ringhiò di rimando Charles. Il biondino stava per
ribattere, quando la porta della stanza si aprì ed entrò un’infermiera.
“Signor Hayama, abbiamo preparato la sala operatoria …
Oh, scusate, vi ho interrotto?” chiese, vedendo Charles.
“No, non si preoccupi … il signor Lones se ne stava
giusto andando …” disse Heric senza staccare gli occhi dal ragazzo, che rispose
allo sguardo prima di uscire dalla stanza.
- Giorni dopo … -
“Ciao, Heric!” esclamò radiosa Sana entrando nella
stanza dell’ospedale. Si bloccò quando vide il ragazzo nei suoi abiti normali
seduto sul bordo del letto con accanto Terence e un’infermiera.
“Ah, Sana, ciao!” la salutò lui sorridendo. Lei si avvicinò, chiedendo con lo
sguardo cosa stesse accadendo, e come sempre lui decifrò immediatamente la sua
espressione.
“Mi hanno dimesso!” le spiegò con un sorriso, mentre
il suo migliore amico gli porgeva un paio di stampelle e l’infermiera lo
aiutava ad alzarsi. “Finalmente me ne vado da qui!” disse, facendo qualche
passo per prendere confidenza con le grucce.
“Bene!” esultò lei, accorrendo a sorreggerlo visto che
il ragazzo stava già perdendo l’equilibrio. “Ma direi che hai bisogno di un po’
di allenamento, eh?” scherzò sorridendo, mentre lui cercava di raddrizzarsi con
l’aiuto della ragazza e di Terence. Lui sorrise imbarazzato, poi si avviarono
verso l’uscita dell’ospedale. Una volta fuori, prima di salutarlo Sana si
rivolse ancora al biondino:
“Comunque ero venuta per dirti che tra poche settimane darò una festa a casa
mia per il mio compleanno … e ovviamente sei invitato!”
Heric le scoccò uno sguardo.
“Sicura che Charles non se la prenderà?” chiese con
una punta di sarcasmo, ma Sana lo fulminò con lo sguardo.
“Smettila con questa storia! Sa benissimo che non deve preoccuparsi!” gli
disse, poi gli scoccò un bacio sulla guancia e si allontanò.
“Ricordati di esserci!” gli disse, prima di sparire
sulla limousine che l’attendeva pochi meri più avanti.
Non mancherò …
disse Heric tra sé, poi sospirò ed entrò in auto con Terence.
“Grande festa in casa Smith prevista per il 7
marzo! La bellissima attrice Rossana inviterà centinaia tra i vip più
conosciuti per festeggiare i suoi 22 anni, e alcuni suoi amici di vecchia data.
Non mancheranno ovviamente il suo ragazzo, il calciatore Charles Lones, e a
quanto pare nemmeno il suo rivale Heric Hayama. Chissà se i nostri inviati
riusciranno a scattare qualche foto della festa …?”
“Sì, come no?! Scordatevelo!” esclamò Sana gettando
via la rivista di gossip che stava leggendo. Mancava ancora un giorno alla
festa, e chissà come mai, le riviste già ne erano a conoscenza …
“Mama!” chiamò Sana dalla sua camera da letto. Una
donna in kimono giunse immediatamente sulla soglia a bordo di una buffa
macchinina rossa e gialla.
“Sì, tesoro?”
“Hai già preparato le trappole ‘anti-paparazzi’ per
domani?” le chiese. La donna
la guardò sorridendo.
“Certo, cara! Nemmeno un fotografo riuscirà ad
avvicinarsi! Anzi, vado subito a provarle!” disse, e scomparve, mentre la
ragazza la sentì chiamare: “Robbieeee?!”
Sana sorrise tra sé, un po’ dispiaciuta per il povero
manager che sarebbe stato costretto a fare da cavia a sua madre, ma un istante
dopo quel pensiero sparì, offuscato dal ricordo di alcune frasi che iniziarono
a rimbombarle nella testa senza fine:
Se potessi tornare indietro, ti bacerei mille volte
ancora … non me ne pento affatto! … ciò che provo io non ha importanza …
Praticamente Heric le aveva detto che si era
innamorato di lei, quel giorno all’ospedale … E la cosa strana era che lei si
era sentita felice a quelle parole. Aveva provato una strana sensazione, quasi
come ciò che si prova quando un desiderio viene finalmente avverato, ma non
riusciva a spiegarsene il motivo. Lei era innamorata di Charles … no? Eppure
quella sensazione di felicità non la abbandonava, ma anzi, sembrava volesse
rendere sempre più nota la sua presenza nella mente … e nel cuore … di Sana. E
lei non faceva niente per impedirlo … non serviva a nulla dirsi che stava con
Charles e che lo amava, perché c’era sempre quella vocina che le ripeteva il
nome di Heric incessantemente …
E poi lo stesso giorno aveva provato anche un’altra
sensazione: delusione. E l’aveva assalita nel momento in cui il ragazzo le
aveva detto che non voleva immischiarsi nel suo rapporto con Charles. Avrebbe
dovuto esserne felice: le aveva appena detto che non avrebbe fatto più nulla
che potesse portare i due all’ennesimo litigio per gelosia … e invece si
sentiva perfino dispiaciuta per quell’affermazione. Come se non cercasse altro
che un pretesto per poter rompere con il ragazzo ed essere finalmente libera di
…
Ma che stava pensando?!
Si buttò sul letto a baldacchino, rimbalzando un paio
di volte sul morbido materasso, e si girò a pancia in su, fissando il soffitto.
Girò la testa, fino a trovarsi di fronte a due cornici posate sul comodino. La
prima, quella più vicino al letto, la ritraeva tra le bracca di Charles, mentre
si scambiavano un tenero bacio a fior di labbra. Quella più indietro, invece,
la vedeva affianco ad Heric, che aveva un braccio attorno alla sua vita e, se
ne accorse forse solo per la prima volta, le guance un po’ arrossate. La prese
in mano, osservando quella sfumatura di colore sul viso del ragazzo che fino ad
allora le era sempre passata inosservata, poi la rimise a posto, questa volta
davanti all’altra …
In quel momento si ritrovò a chiedersi: da quanto
tempo Heric provava quei sentimenti verso di lei? Da quanto li teneva dentro di
sé, cercando di non pensarci solo per non ferire lei, per non crearle problemi
con il suo ragazzo?
Arrivò a sentirsi in colpa per non averlo capito prima
… ma dopotutto, cosa avrebbe fatto, se anche l’avesse saputo?
Tornò a guardare il soffitto, mentre riprendeva con la
mente il pensiero che aveva quasi formulato prima:
Come se non cercasse altro che un pretesto per poter
rompere con il ragazzo ed essere finalmente libera di …
e, anche se con qualche esitazione, lo terminò:
… di stare con Heric …
E stranamente, non provò vergogna per quel pensiero. Non
le importava di averlo formulato, anche se stava con Charles. Anzi, si sentiva
bene … Ma rimaneva sempre un dubbio ancora irrisolto … o almeno così pareva …
perché aveva pensato una cosa del genere? Che le piacesse davvero Heric? Il suo
migliore amico?! Dopotutto, era la persona con cui si sentiva meglio,
che la comprendeva meglio, più del suo stesso ragazzo. Charles infatti
non l’aveva mai capita a fondo, pensava solo a lei come ad un’attrice famosa e
ad una bella fotomodella, che viveva nel lusso e non aveva bisogno di altro che
di soldi e carriera … solo Heric aveva visto sotto tutto questo la semplice
ragazza che era. Mai una volta con lui aveva parlato di lavoro, mai l’aveva
trattata in modo diverso da come avrebbe fatto con qualsiasi altro amico, l’aveva
sempre fatta sentire semplicemente se stessa. E forse, proprio per questo,
poteva dire … di … volergli bene, in modo speciale …
Con questo ultimo pensiero si addormentò, quasi senza
rendersi conto della grandezza di quel concetto … ma lo avrebbe appurato il
giorno seguente …
Ok, finalmente ho
analizzato anke i pensieri di Sana! Ora sappiamo cosa prova, anke se a quanto
pare è ancora un po’ confusa … ma credo proprio ke nel prossimo capitolo ci
capirà qualcosa di più, magari anke grazie all’aiuto di un’amica … mah, basta,
nn anticipiamo troppo! Al prossimo capitolo!
Ecco gli ultimi 2 capitoli! Scusate il
leggero ritardo ^^’
Prima di lasciarvi al finale, però, volevo
salutare la cara surferfrancy01!! Ciao, Francy! Ke bello ke sei tornata!!!!J
grazie mille per i complimenti, non esagerare!^//^ Ho visto ke hai aggiornato la tua “What happened to that girl”! Vado subito a leggerla, e appena posso ti lascio un commento!*_^ un bacione!
E ora, come promesso, ecco come finisce qst
ficcy! Recensite!
J
Daisy J
Capitolo 11.
“Siamo ora davanti al cancello di villa Smith! La
festa sta per cominciare, e alcuni invitati sono già arrivati … abbiamo provato
ad intervistare Charles Lones, ma è entrato prima che potessimo avvicinarci. In
ogni caso, sembra che la giovane Rossana non voglia rilasciare dichiarazioni
per oggi, perché la casa è inaccessibile a noi giornalisti …”
“Tu e tua madre avete fatto un buon lavoro, eh?”
commentò Charles spegnendo la tv del salotto.
“Già!” ammise orgogliosa Sana entrando nella stanza
con un vassoio di salatini in mano. “Non voglio vedere nemmeno l’ombra di un
giornalista in casa mia, oggi!”
Posò il vassoio su un tavolo vicino a tanti altri, poi
sentì dei passi avvicinarsi al salotto. Si voltò di scatto e scorse Heric
andarle in contro. Non aveva più le stampelle, e camminava quasi perfettamente.
“Ehi, Heric, da dove sei entrato?!” chiese la ragazza
stupita mentre andava a salutarlo con due baci sulla guancia … mossa che lasciò
un po’ innervosito Charles, ma nessuno vi badò.
“Dalla porta sul retro …” spiegò lui. “Il cancello
principale è preso d’assedio, se non l’hai notato!” disse, alludendo alla folla
di giornalisti.
“Mh … speriamo che gli altri riescano ad entrare senza
problemi …” disse lei, poi tornò ai preparativi.
“Sushi?!?” esclamò Heric vedendo uno dei piatti in
tavola, ma prima che potesse avvicinarsi una mano schiaffeggiò la sua con
rapidità.
“Giù le mani! Non si mangia finché non ci saranno
tutti!” lo ammonì Sana, e il ragazzo, seppure a fatica, dovette distogliere la
sua attenzione da quel cibo invitante.
“A proposito … tutti chi?” chiese Charles,
avvicinandosi alla ragazza e abbracciandola da dietro. Uno sguardo glaciale
venne scambiato per un istante tra i due giovani calciatori, ma fu solo un
attimo, del quale Sana non si accorse. Sentì le braccia di Charles attirarla
verso di lui, mentre gli rispondeva vaga:
“Un po’ di gente …”
“Mmh … spero che la casa non diventi troppo affollata …”
le sussurrò maliziosamente all’orecchio, prima di voltarla e baciarla con
passione. Sana si lasciò andare, poi qualcosa la riscosse e riaprendo gli occhi
si allontanò con dolcezza da lui. Gli sorrise teneramente, poi gli disse:
“Dai, Charles … devo ancora portare qualche vassoio sui tavoli …”
Gli diede un ultimo bacio a fior di labbra, poi si
voltò e andò in cucina. Incrociò per un attimo gli occhi di Heric, ma subito i
due distolsero lo sguardo. Quello del ragazzo si concentrò di nuovo sul piatto
di sushi, ma questa volta senza vero interesse, mentre avvertiva invece un paio
di occhi glaciali fissi su di sé …
Un istante dopo si sentì la porta d’ingresso chiudersi
improvvisamente e un gruppetto di ragazzi entrò nel salotto.
“Uff … ci è mancato poco che quei giornalisti non mi
assalissero! Sono peggio di un branco di lupi affamati!” sbuffò una ragazza dai
lunghi capelli castani.
“Tamara! Marilla!”
Sana andò incontro alla ragazza e a quella che le
stava accanto, abbracciandole con euforia, felice di rivedere le sue vecchie
compagne di lavoro.
“Ehm ehm …!” tossì un’altra ragazza poco più in là. Sana
sciolse subito l’abbraccio per dedicarle la sua attenzione.
“Allora … non si saluta più la tua migliore amica?!” disse
con un sorriso, e Sana si precipitò ad abbracciare anche lei.
“Fuka! Da quanto tempo non ci sentiamo!”
Incrociarono i mignoli delle loro mani destre,
sorridendosi, poi Sana salutò con due baci sulla guancia il ragazzo che stava
accanto alla sua amica.
“Ciao, Jeremy! Da quando vi siete sposati site spariti
dalla circolazione, eh?!” gli sorrise.
Tutti i nuovi arrivati fecero conoscenza con Charles e
Heric, poi si accomodarono sui divani in attesa degli altri invitati. Meno di
un’ora dopo, la grande villa Smith era piena di ragazzi e ragazze, la maggior
parte ex colleghi di Sana e amici di vecchia data, ma anche uomini importanti,
come il regista Ono e il produttore de ‘Il giocattolo dei bambini’. Il
gruppetto più stretto, però, era quello formato da Sana, Charles, Heric, e i
primi arrivati.
Avevano preso possesso di due divani del soggiorno, e
discutevano allegramente tra di loro. La più loquace di tutti ovviamente era
Sana …
“Allora, con quel ragazzo della Florida com’è andata?!”
stava chiedendo a Tamara. La ragazza fece un gesto di stizza con la mano.
“Oh, non è successo niente … se devo essere sincera
non era il mio tipo!” disse con noncuranza, poi però spostò l’attenzione su
Heric. “E tu? Hai una ragazza?” gli chiese a bruciapelo. Il ragazzo la guardò
leggermente scioccato.
“I-io … cosa?”
“Hai capito …! Sei fidanzato? O ti piace qualcuno?”
chiese ancora la ragazza.
In quel momento ci fu un gioco di sguardi fra tre dei
presenti … Gli occhi ambrati di Heric saltavano nervosi da quelli nocciola di
Sana a quelli azzurri di Charles, entrambi ansiosi di conoscere la risposta …
anche se per motivi diversi … infine si posarono sul pavimento, mentre
rispondeva a voce bassa:
“No, non sono fidanzato …”
Tamara rimase un attimo in silenzio, pensierosa.
“Ah … ma non hai risposto alla mia seconda domanda! C’è
qualche ragazza che ti piace?!”
Un silenzio imbarazzante cadde nel gruppo, e alla fine
Sana non resistette più:
“Ehi, ragazzi! Che ne dite di cominciare ad aprire i regali?! Sono curiosissima!”
esclamò, e scattò in piedi, dirigendosi nella cucina dove erano stati posati
tutti i pacchetti. Gli altri rimasero sui divani, tranne Fuka che dopo un
istante nel quale sembrava immersa nei suoi pensieri si riscosse e disse:
“Ti aiuto a portarli di qua!” e la raggiunse. Una volta in cucina insieme all’amica,
però, non toccò nemmeno un pacchetto, ma rimase ferma a fissare Sana.
“Be’? non dovevi aiutarmi?” chiese lei da dietro una
pila di regali. Fece per lasciare la stanza e tornare di là, ma Fuka la fermò.
“Ehi, ehi, frena! Non così in fretta! Mi devi spiegare
una cosa!”
Sana la guardò, fingendo uno sguardo interrogativo, ma
dentro di sé era nervosa poiché immaginava cosa stesse per dire l’amica.
“Allora … che cos’era quello scambio di sguardi che ho
notato?”
Ecco … colpita e affondata … ma come faceva? Non le
sfuggiva mai nulla, a quella!
“Eh? Di che parli?” chiese Sana, ma la ragazza non ci
cascò.
“Non fare l’attrice anche con me, Sana!” le disse
infatti alzando gli occhi al cielo. “Comunque ti chiarisco un po’ le idee:
parlo di quelle occhiate che vi lanciavate tu, Charles e Heric alla domanda di
Tamara!”
Sana sospirò, ma non disse nulla.
“Ok, allora provo ad indovinare io … mi è sembrato di
vedere … uhm … Nervosismo … e irritazione … e gelosia! Allora, ho indovinato?!”
Sana stette ancora in silenzio, ma cominciava a
innervosirsi.
“Va bene, se ancora non mi dici nulla provo ad
indovinare di nuovo … allora, quello nervoso era Heric che non sapeva cosa
rispondere, quello irritato era Charles, che temeva non so quale risposta, e
quella gelosa … be’, quella eri tu! Allora, che diavolo stava succedendo?!
Posso aver indovinato le vostre sensazioni, ma ciò che stavate esattamente
pensando devi dirmelo tu …!!”
Ok, ora Sana era davvero irritata, oltre che stupita
per la perspicacia dell’amica.
“Senti, ma che vuoi che ti dica?!” sbottò infine,
sentendosi scoperta.
“Non so … magari che succede in quel triangolo amoroso
…”
“Ma che triangolo amoroso?! Ma sei impazzita???”
“A-ah … cosa ti ho detto? Non recitare! E poi, chi
nega così ha sempre qualcosa da nascondere …” le disse Fuka. “Senti, perché non
ti confidi con me? Sai che non dirò niente a nessuno! Però potrei provare ad
aiutarti …”
Sana la guardò negli occhi, indecisa sul da farsi, ma
ormai Fuka aveva indovinato tutto, e non c’era motivo di nascondere oltre la
situazione.
“E va bene … allora, Heric … lui è innamorato di me!”
disse tutto d’un fiato. Fuka rimase per un attimo pensierosa.
“Mmh … mente tu stai con Charles, che ti ama anche lui
… e tu?”
“Eh?!”
“Tu chi ami?” spiegò Fuka esasperata.
“M-ma … che cavolo di domanda è? Ma che ti salta in
mente?! Insomma, cioè … ”
Sana andò nel panico, arrossendo leggermente, mentre
Fuka rideva sommessamente.
“È così difficile rispondere?!” le chiese divertita.
“Be’ … sì, in effetti …” disse Sana in un soffio,
prima di spiegare la situazione. “Oh, insomma … a me piace Charles! Sto con lui
da mesi, è dolce, gentile, galante … però Heric … lui mi capisce come nessun
altro, è tenero, è …”
“ … è bellissimo …” proseguì Fuka per lei.
“Sì, è davvero bellissimo! E … ma cosa mi fai dire?!” esclamò scandalizzata
Sana. Fuka sorrise, poi la guardò negli occhi.
“Senti, ti conviene risolvere questa faccenda! Perché
da quel che ho capito stai illudendo Charles e facendo soffrire inutilmente
Heric! Ti consiglio di parlare con quei due e chiarire la situazione, perché
secondo me state sbagliando tutti quanti …”
Sana rimase a riflettere sulle parole di Fuka. Lei
aveva capito che il ragazzo che veramente le piaceva era Heric … allora era
davvero così …?
Alzò lo sguardo e lo fissò in quello dell’amica.
“Hai ragione, lo farò … ma
ora aiutami a portare di là questi!” le disse facendo un piccolo sorriso, e le
consegnò alcuni pacchetti, prima di tornare nel salotto.
Le ragazze tornarono nel salotto con i regali, che
Sana scartò sorridendo, ringraziando i suoi amici. Dopo più di un’ora li aveva
aperti quasi tutti: ne mancavano solo due …
“Tieni, tesoro …” disse dolcemente Charles porgendole
il suo. Era una scatola bianca con un nastro di seta attorno. Sana lo slegò e
aprì la scatola con curiosità. Ciò che estrasse lasciò a bocca aperta sia lei
che tutte le ragazze presenti: era un bellissimo abito firmato, elegantissimo
e, sicuramente, molto costoso. Alla luce delle lampade i vari lustrini che lo
adornavano brillavano, mettendo in risalto la sua bellezza.
“Grazie, Charles! È magnifico!” disse Sana. Lui le
sorrise:
“Sarai ancora più bella, con questo addosso … è proprio adatto a te!” le disse.
Sana lo ripiegò, chiudendolo di nuovo nella scatola,
poi Heric disse:
“Bene, manca solo più il mio …”
“Ma non ce ne sono più …” osservò la ragazza guardando
il tavolo davanti a sé, che conteneva solo più carte da pacchi stracciate.
“È rimasto in cucina, l’ho sistemato io quando sono
entrato … vieni” le disse il ragazzo, e la portò nell’altra stanza. Gli altri
ragazzi ormai si erano distratti, riprendendo a conversare tra di loro, mentre
Charles invece li seguì, fermandosi sulla soglia della porta.
Sana entrò in cucina e osservò curiosa Heric
avvicinarsi al frigorifero. Lui lo aprì, e trasse una scatola che porse alla
ragazza.
“Buon compleanno” disse semplicemente. Lei, con
sguardo interrogativo, mentre la curiosità cresceva, prese la scatola dalle sue
mani e l’aprì. Quando ne vide il contenuto sorrise all‘istante.
“Gelato alla vaniglia …” disse, con una punta di
golosità.
“E un po’ di stracciatella …” aggiunse Heric,
indicando l’altro gusto che occupava una piccola parte della vaschetta. Sana lo
guardò regalandogli un ampio sorriso. Il ragazzo vi rispose, ma svanì subito
quando sentirono uno sbuffo provenire dalla porta della cucina.
“Tsè … un po’ di gelato?!” esclamò Charles incredulo sbeffeggiando il ragazzo. Heric
lo fulminò con lo sguardo, ma lui non gli diede il tempo di ribattere:
“Ti sembra un regalo?! Quanto l’hai pagato … 50 centesimi?” continuò a
prenderlo in giro.
“Ah, certo … un regalo per essere bello deve costare
almeno dieci mila dollari, vero? Come il tuo bellissimo abito da sera …” ribatté
freddo Heric, avvicinandosi un po’ al ragazzo.
“Mi sembra molto più adatto quello che una stupida
vaschetta di gelato!” sbraitò Charles, avvicinandosi a sua volta.
“Almeno questa ‘stupida vaschetta’ ha un significato! Tu
non sai nemmeno cosa faccia piacere a Sana!” lo aggredì Heric. I due ormai si
stavano urlando in faccia, a pochi centimetri l’uno dall’altro.
“Come ti permetti?! Ti ricordo che Sana è la mia
ragazza! So molto meglio di te cosa le fa piacere!”
“Ah sì? Dimmi, l’hai mai portata da qualche altra
parte che non fosse un ristorante di lusso?! Le hai mai parlato di qualcosa che
non fosse il lavoro?? L’hai mai trattata come una persona, invece che come una
specie di automa capace solo di lavorare e indossare abiti eleganti?!??”
Heric aveva perso la pazienza, e lo stesso si poteva
dire di Charles. La situazione sarebbe sicuramente degenerata se Sana non si
fosse insinuata tra di loro e li avesse allontanati con una spinta.
“Heric, lascia stare …” mormorò al biondino, dandogli
una breve occhiata, poi si voltò a fronteggiare Charles. “E tu piantala,
maledizione!” gli gridò. Lui la fissò stupito.
“Che cosa …? Stai … stai forse prendendo le sue
difese?” le chiese incredulo e irritato.
“Non sto prendendo le difese di nessuno se non le mie!”
ribatté lei.
“L’ho già fatto io, se non te ne fossi accorta!” disse
Charles.
“Vuoi la verità, Charles?!” disse lei.
Sembrava si stesse arrabbiando sempre di più, sembrava quasi sul punto di
esplodere. “Nessuno ti ha chiesto di difendermi! Soprattutto da Heric! E sai
perché? Perché lui, a differenza di te, sa come deve trattarmi!” gli urlò.
Charles la guardò stupito, e ci mise
qualche istante a registrare ciò che gli aveva detto.
“Come …? Che diavolo stai dicendo? Lui?!
Uno che ti regala un gelato al tuo compleanno??”
“Sì, lui … e questo gelato vale molto più
del tuo stupidissimo vestito!”
Questa volta Sana era esplosa davvero, e
non riusciva più a fermarsi.
“Tu non fai altro che comprarmi abiti, portarmi in ristoranti costosi, parlarmi
del mio lavoro … ma io non sono solo un’attrice, Charles! Non sono
semplicemente una modella che vive nel lusso! Sono una ragazza! E mi piacerebbe
essere trattata come tale! Heric è l’unico che l’abbia capito fin dall’inizio!
Sai qual è stata la nostra prima ‘uscita’ insieme?! Mi ha portata dal gelataio
sotto gli studi fotografici! Ed è stato molto meglio che cenare in quel
maledetto ristorante dove mi porti ogni sera! E il giorno che ci siamo baciati,
ho passato il pomeriggio migliore che mi ricordi da un bel po’ di tempo! Siamo
andati in un locale, ho assaggiato la birra, ho giocato a biliardo …!”
“La birra?! Il biliardo??” ripeté Charles
incredulo, ma lei non gli diede ascolto.
“E quando ci siamo seduti su quella
panchina mangiando un altro gelato non abbiamo parlato una sola volta dei
nostri lavori! Finalmente per un pomeriggio non ero più un’attrice, non ero più
una modella, lui non era più un calciatore … eravamo semplicemente noi due! Due
ragazzi che trascorrevano un divertente pomeriggio insieme! E sai ancora una
cosa?!”
Questa volta Sana era sicura di ciò che
avrebbe detto, più sicura di quanto lo era mai stata fino a quel momento-
trasse un respiro, poi continuò, il tono di voce un po’ più basso, ma ancora più
tagliente di prima:
“Quando ho visto Heric avvicinarsi, ho capito ciò che stava per succedere, ma
non mi sono sottratta, né ho fatto nulla per allontanarlo! Anzi, ho anche
risposto a quel bacio, seppure solo per un istante! E questo perché, anche se
solo ora ne sono consapevole, io amo Heric!”
Il silenzio che cadde dopo quella raffica
di parole era rotto solo dal respiro un po’ pesante di Sana. Le ultime parole
che aveva pronunciato riecheggiavano ancora nelle menti dei presenti. Heric la
fissava con occhi spalancati, non riuscendo quasi a credere alle sue orecchie,
mentre il cuore aveva perso un battito. Charles invece sembrava impietrito. Il
suo volto non esprimeva alcuna emozione, ma soltanto perché ciò che provava era
tropo forte per essere espresso semplicemente con il viso. La sua incredulità
aveva toccato il vertice. Si riprese solo dopo qualche istante, e questa volta
la sua espressione cambiò, tramutandosi in rabbia.
“Bene! Allora stacci insieme! Mi avete
rotto! Io me ne vado, e il tuo bel vestito viene con me, visto quanto l’ho
pagato! Addio!” sbraitò, e senza degnare di uno sguardo più nessuno dei due
scappò immediatamente dalla cucina, e qualche secondo dopo si sentì la porta d’ingresso
sbattere violentemente. Ma Sana non ci fece più caso, perché aveva sentito un
paio di mani posarsi sui suoi fianchi e voltarla dolcemente. Si ritrovò a
fissare due occhi ambrati che la guardavano carichi di stupore e dolcezza.
“Tu … tu pensavi davvero … ciò che hai
detto?” balbettò, come se non riuscisse più ad articolare nulla.
La ragazza sorrise.
“Ogni singola parola … soprattutto le ultime
due!” e prima che lui potesse dire atro si lanciò avida sulla sua bocca,
sigillandola in un bacio al quale lui rispose volentieri.
Furono interrotti però da un forte rumore
che sembrava … applausi! Si staccarono immediatamente, voltandosi stupiti verso
la porta della cucina, e videro tutti i loro amici battere le mani sorridenti.
Infatti erano stati attratti dalle urla di Sana ed erano accorsi, assistendo a
tutta la scena, senza che i protagonisti, troppo presi dalla loro discussione,
potessero accorgersene.
In prima fila, con un sorriso ancora più
ampio, c’era Fuka, che guardava la sua migliore amica. Sana distinse le sue
labbra articolare la parola: “Bravissima!”.
Rispose al sorriso, poi però tornò a
fissare Heric, che un po’ imbarazzato e decisamente stupito continuava a
guardare i ragazzi attorno a loro. Gli prese il viso tra e mani, voltandolo, e
gli sussurrò:
“Dov’eravamo rimasti?…”
E il ragazzo, sorridendo, si piegò di nuovo
a catturare le sue labbra, prima di allontanarsi un poco e sussurrarle sorridendo:
“Abbiamo un gelato che ci aspetta … non vorrai che si sciolga?!”
THE END - Daisy
Finita!!!J
E ovviamente con un lieto fine “Sana
- Heric!” *_^
Bene, ora non mi resta ke
ringraziare ki ha letto e ki ha commentato (special thanks to: miki18, Anna94,
violetta, Geo88, luchia nanami, s&a, LizDreamer, Gin_15, Rossana, faby,
tatty, laukurata, viola, Giuly23, reika, Reika e Kagome, habera, sheila, Haci,
isachan, lucychan93, Deborah, e surferfrancy01!). Se ho saltato qualcuno,
please forgive me! (E grazie anke a te ^^)
Ora mi prenderò un attimo di
pausa, e poi … chissà che non torni con un’altra ficcy?! J