Nesì tou Cronou- L'isola del Tempo

di Star_Fire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Fingere ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Il Log Pose si smagnetizza ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Nerùdor, lo spirito del mare ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4:"Chi lo sa..." ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Fingere ***


One Piece


-CAPITOLO 1- Fingere

Guardava fuori dall'oblò della sua nave, Monkey D. Rufy. Non lo sapeva neanche lui da quanto tempo stesse fissando il mare aldilà del vetro, forse ore, mesi, anche anni. Ma il tempo non importava,come tutte le altre cose del resto, perchè lui non c'era più. Lo aveva salvato per l'ultima volta, sacrificando la sua vita per lui...ripensandoci la sua morte sembrava quasi buffa. Ucciso dal pugno di magma dell'ammiraglio Akainu, ucciso dal fuoco, il suo stesso elemento. Estremamente paradossale, eppure non c'era nulla di cui ridere, perchè lui era morto e Rufy, per quanto poteva esser forte, non poteva cambiare il corso delle cose. Disteso su una delle sei amaca , nella camera situata sul primo piano della Sunny, che divideva con il resto dei ragazzi della ciurma, spostò di nuovo lo sguardo sul mare fuori dal piccolo oblò. Pioveva e le piccole goccie di pioggia scivolavano lente, come il suo respiro, sul liscio vetro. L'oceano lambiva la nave con immense onde bianche e spumose, dirigendo la sua ira contro la Thousand Sunny. Anche Cappello di paglia era tremendamente arrabbiato, proprio come l'oceano fuori dalla finestrella. Sembrava quasi che il tempo burrascoso fosse un riflesso della sua anima tormentata, ma al contrario della grande massa d'acqua lui era debole e fragile come non lo era mai stato. E poi l'oceano, nonostante tutto, gli dava sempre l'impressione che fosse vivo, che avesse un'anima, mentre lui, Rufy, era morto dentro ormai. La sua testa era piena di dubbi, il suo cuore pieno di paure, tutto quello in cui aveva creduto sembrava svanito, non era che un ricordo, esattamente come lo era ormai suo fratello. Solo un ricordo...

Qualcuno bussò delicatamente alla porta della cabina, interrompendo il filo dei pensieri di Rufy. All' "Avanti" del capitano la porta di solido legno si aprì, cigolando leggermente, ed emerse Nami:

"Rufy, è pronta la cena. Sanji ti ha preparato i cosciotti di pollo che ti piacciono tanto"

"Grazie, Nami" sorrise allegramente il capitano "muoio di fame!Due minuti e arrivo, va bene?Se volete iniziare a mangiare anche senza di me, fate pure"

"No, si mangia tutti insieme. Anche se gli altri sarebbero contenti di iniziare la cena senza di te" osservò Nami, pensierosa.

"E perchè?Senza di me a tavola non si divertirebbero" rispose il capitano, con un enorme sorriso stampato sul bel volto.

"E' vero...ma in compenso mangerebbero!Ogni giorno e ogni sera ti spazzoli anche le loro porzioni di cibo, oltre le tue" rise Nami, avviandosi verso la porta per poi uscire e chiudersela dietro le spalle. Ora il capitano era di nuovo solo nella cabina e, momentaneamente, potè togliersi dal viso quella maschera di allegria e spensieratezza che gli serviva per nascondere alla sua intera ciurma tutto il suo dolore, tutta la sua tristezza e paura che avevano preso possesso della sua anima dalla morte di Ace. Fingere con i suoi amici era per lui fonte di enorme sofferenza e tante volte avrebbe voluto aprirsi e sfogare la sua disperazione con un membro qualsiasi della sua ciurma, ma Rufy preferiva proteggerli da ciò che era divenuto, infatti sapeva perfettamente che a vederlo così distrutto i suoi compagni ne avrebbero molto sofferto. Il loro intero viaggio verso l'One Piece ne avrebbe risentito, potendoli portare addirittura verso la sconfitta e il capitano era l'ultima cosa che voleva. Non lo faceva per se stesso, no. Oramai il suo sogno di conquistare il titolo di Re dei pirati aveva perso completamente ogni importanza. Lo faceva per i suoi nakama, per i loro sogni così preziosi per ognuno di loro. Se era ancora lì su quella nave, in viaggio verso l'isola di Raftel, era esclusivamente per Nami, Sanji, Zoro, Usopp, Robin, Franky, Chopper e Brook.

Stancamente, si alzò dall'amaca e si infilò ai piedi le sue inseparabili infradito nere, si diresse verso la porta dalla quale era uscita poco prima la sua navigatrice e si diresse in cucina. Arrivato davanti la porta, costrinse le sue labbra a stirarsi in un sorriso credibile ed entrò, sedendosi a tavola allegro come sempre:

"Sanji, io ho fameeeeeeeee" si lamentò Rufy, battendo sul tavolo le posate "Fame, fame, fame!Cibo, cibo, cibo!"

"Sta zitto, stomaco senza fondo" rispose il cuoco sprezzante " prima devo servire le mie due dee" concluse osservando Robin e Nami con gli inconfondibili occhi a cuore, posando davanti alle due ragazze due piatti stracolmi di ottimo cibo.

"Grazie Sanji, il tuo cibo è squisito come sempre"sorrise Robin, provocando una nuvola di cuoricini rosa da parte di Sanji.

"E' vero, Sanji. Anche se ogni giorno inizio a notare che i tuoi piatti migliorano sempre di più" si complimentò Nami, portandosi il cibo alla bocca.

"Oh, mie splendide dee..così fate arrossire il vostro umile servitore" esclamò il cuoco, sprizzando cuoricini per tutta la cucina.

"Oddio, che scena patetica!Mi è passata pure la fame..." commentò Zoro, scostando lontano da sè il proprio piatto. Sanji si fermò, osservandolo:

"Stai insinuando, forse, che sono patetico testa d'alga?"

"Proprio così sopracciglio riccioluto."

"Vieni qui e ti faccio vedere io quanto sono patetico" strillò Sanji, con i denti simili a quelli degli squali.

"Non c'è sera che quei due non diano spettacolo" sospirò Usopp, continuando a mangiare.

"Io li trovo divertenti" rise Chopper, battendo gli zoccoli l'uno contro l'altro, a mò di applauso.

"E' stato molto più divertente quando ho dato una lezione ai due giganti dell'isola di Erbaf, stendendoli tutti e due in un solo colpo" si vantò Usopp, con sguardo fiero.

"Davvero??Wow!!Li hai sconfitti tutti da solo?" chiese la piccola renna, con gli occhietti che brillavano d'ammirazione per la bugia appena inventata dal suo compagno. Mentre i due chiacchieravano dell'inesistente avventura, Rufy si rivolse a Robin:

"Che tipi di isole abbiamo ancora tra noi e Raftel?"

"Non lo so con precisione, Capitano; posso solo dirti che saranno molto più pericolose e insidiose delle isole incontrate precedentemente. Più ci avviciniamo all'isola dello One Piece, più corriamo rischi; del resto dubito fortemente che Gold Roger abbia lasciato il suo tesoro così incustodito, ti pare?".

"No, infatti. Credo che nelle isole prima di Raftel ci siano trappole di ogni tipo, ma noi siamo pronti a distruggerle e prenderci il tesoro" sorrise Rufy a trentadue denti, convintissimo delle parole appena pronunciate.

La cena terminò ben presto e i mugiwara si ritirarono nelle loro stanze, assonnati. Solamente Nami non seguì i suoi compagni nelle cabine, ma preferì rimanere sul ponte della loro imbarcazione, per respirare un po' di aria notturna prima di coricarsi anche lei. Si ritrovo a passeggiare tra i suoi alberi di mandarino, accarezzandone i frutti e le foglie con tenerezza e lasciandosi cullare dal dolce profumo che emanavano. Inspirò l'aria salmastra a pieni polmoni, chiudendo gli occhi. Ad un tratto dietro di sè sentì dei passi leggeri, si girò e trovò Rufy dietro a lei, sorpreso di vederla lì quanto lo era lei nel vedere lui.

"Nami, che ci fai qui fuori?Credevo dormissi"

"Potrei farti la stessa domanda, Capitano" disse Nami, beffarda, per poi addolcire il sorriso " Non sentivo di avere sonno, così ho preferito starmene sul ponte a prendere un po' d'aria...e tu?Cosa ci fai qui?"

"Io prima di andare a dormire faccio sempre quattro passi, mi aiuta a digerire il cibo"

"Non pensavo che tu digerissi il cibo. Insomma! Hai un buco nero al posto dello stomaco!" lo prese in giro la navigatrice.

"Ho bisogno di crescere!" disse Rufy, mostrando la lingua e facendo sorridere la sua nakama "Non posso essere un Re dei Pirati gracile, no?"

"Sei tutto eccetto che gracile" commentò la ragazza osservando il Capitano. In quei due anni in cui la ciurma era stata divisa, Rufy aveva messo sù una notevole massa muscolare. I muscoli delle braccia erano visibilissimi sotto la casacca rossa e gli addominali scolpiti erano in bella mostra.

"Rufy è diventato veramente un uomo ormai. Con la sua bellezza non passa di certo inosservato..." pensò la rossa, vergognandosi subito dopo di ciò che aveva pensato.

"Ehy, Nami...perchè sei arrossita?"

"Non sono arrossita"

"Ma guardati!Sembri un pomodoro!" rise Rufy, punzecchiandola. Un sonoro pugno colpì la testa del povero ragazzo, seguito subito dopo dal "Baka" della sua navigatrice.

"Ahi!Ma che ho detto di male?"

"Sei sempre il solito, non cambierai mai"

"Mi hai fatto male, Nami" piagnucolò il ragazzo, massaggiandosi il voluminoso bernoccolo che gli era spuntato in testa, in mezzo alla massa nera di capelli.

"Ben ti sta. Io non arrossisco". rispose in tono altezzoso Nami. "E ora se non ti spiace vado a dormire."

"Ma perchè sbaglio sempre a dire qualcosa?" sbuffò, demoralizzato, il capitano mentre osservava Nami sparire nella sua cabina.


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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Il Log Pose si smagnetizza ***


Capitolo 2

Salve a tutti!! Spero che la mia storia vi stia piacendo, anche se è solo all'inizio! Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno recensito ed apprezzano la mia fantasia. Ed ora, dal momento che vi ho già scocciato abbastanza, buona lettura del nuovo capitolo, pubblicato oggi come mio regalo di Natale per voi che seguite! Buone feste! Star_Fire

-CAPITOLO 2- Il Log Pose si smagnetizza

Il mattino seguente un luminoso raggio di sole dorato si posò sul volto della bella navigatrice, che ancora era avvolta nelle coperte del suo morbido letto. Con un grande sbadiglio si stiracchiò, sedendosi e dando un occhiata alla sveglia. Erano le otto del mattino. Sopprimendo un altro sbadiglio si alzò definitivamente dal letto, andò davanti al suo armadio e scelse con cura i suoi abiti. Gettò un'occhiata al letto vuoto di Robin e constatò che doveva essere già sul ponte o in cucina a fare colazione. Si spazzolò i lunghi capelli ramati con amore e, dopo essersi infilata le sue immancabili scarpe con il tacco vertiginoso, uscì dalla camera. Sul ponte trovò i suoi compagni riuniti intorno ad un tavolo che Sanji, vista la bella giornata, doveva aver collocato lì prima di servire la colazione.

"Buongiorno ragazzi" sorrise loro Nami, prendendo posto.

"Buongiorno mia adorata ninfa delle acque, ecco per te una ricca colazione preparata dal tuo devoto ammiratore" sorrise Sanji, riempendole il piatto. Dopo aver ringraziato il cuoco, che si prese anche un pugno in testa  per le troppe moine,  la navigatrice si rivolse a Robin:

"Sorellona, sei stata mattiniera oggi"

"Lo so, ma ho preferito mettermi a studiare qualche libro in previsione della prossima isola che ci attende" sorrise amabilmente la donna, spostandosi qualche ciocca corvina dal volto. La colazione terminò qualche tempo dopo nel solito modo: Sanji si attaccò con Zoro, Usopp iniziò a riempire la testa di Chopper di frottole ed imprese mai affrontate, Rufy iniziò a rubare cibo dai piatti di tutti ridendo come un matto, Brook iniziò ad infastidire Nami sul colore delle mutandine che indossava quel giorno e Franky e Robin guardarono la scena esasperati.

" Pensa se eravamo una vera famiglia ed io e te eravamo i genitori di questa banda scatenata" osservò Frankie, sorridendo. Il volto di Robin assunse una tonalità cromatica simile al porpora, poi dischiuse leggermente le labbra, colpita da quanto affermato dal cyborg. Dandosi un contegno, decise di sorridere:

"Di sicuro i miei nervi sarebbero crollati poco dopo la nascita di tutti". Il cyborg rise di gusto e per la prima volta Robin notò quanto fosse magnetico il suo sorriso, vergognandosi poco dopo dei suoi pensieri da tipica adolescente in preda agli ormoni. Nami, non sopportando più il fastidioso chiasso dei suoi compagni, si alzò da tavola dirigendosi verso il timone. Fu proprio lì che notò un'anomalia nel suo Log Pose. La freccia metallica all'interno della sfera di vetro aveva, in un primo momento, ruotato improvvisamente puntando verso Est, subito dopo, puntando l'Ovest e poi il Sud.  La navigatrice, perplessa, battè delicatamente un dito sulla superficie di vetro, ma il risultato ottenuto fu sempre lo stesso. Allarmata decise di riunire la ciurma. Alla vista dell'espressione preoccupata della loro navigatrice, la ciurma si zittì all'istante.

"Cosa c'è, Nami?Come mai quell'espressione?" chiese subito Robin, agitata.

"Nami, mia dea cos'hai?Stai male?Oh no, la mia Nami è malata, presto!"

"Sta zitto, idiota d'un cuoco!" s'arrabbiò Zoro.

"Taci tu, testa d'erba!" gridò Sanji.

"Piantatela" urlò Nami, dando a tutti e due un poderoso pugno "Fatemi parlare, la questione è piuttosto grave!". Una volta che si ripristinò il silenzio, Nami iniziò a raccontare:

"Il Log Pose presenta un'anomalia. La freccia non indica più un punto fisso, e per quanto possa tentare di seguirla non ottengo risultati. E' come se si fosse rotto o smagnetizzato"

"Ciò vuol dire che siamo persi?In mezzo al nulla incapaci di muoverci?" urlò Usopp iniziando a piangere, abbracciando un altrettanto disperato Chopper.

"Calmatevi!" disse Rufy, severo "Cosa possiamo fare Nami?"

"L'unica cosa saggia da fare è fermarsi immediatamente, gettare l'ancora e ammainare le vele. Non possiamo permettere che il movimento del mare e le sue correnti ci facciano uscire fuori rotta. Quindi ragazzi, iniziamo a svolgere i compiti che ho appena elencato". I mugiwara si misero immediatamente all'opera e ben presto la nave fu assicurata al fondale marino con l'ancora gigantesca. A pranzo nessuno aprì bocca, se non per mangiare; tutti sapevano che con il Log Pose impazzito non avevano possibilità di proseguire, nè tanto meno tornare indietro. Affrontare un viaggio senza quella piccola bussola li avrebbe costretti ad una sicura morte per mancanza di approvigionamenti. Nel pomeriggio la nave era stranamente tranquilla: Robin stava cercando sui suoi libri un dettaglio o un particolare utile a capire in che razza di situazione si fossero cacciati, quasi tutti i ragazzi riposavano nella loro cabina, tranne Rufy. Nami lo vide seduto sulla polena della nave, il suo posto preferito. Si avvicinò a lui, osservando la sua espressione serena:

"Come ci riesci?"

"A fare cosa?" rispose Rufy, continuando a rincorrere le onde con lo sguardo.

"Ad essere così tranquillo con tutto ciò che sta capitando". Lentamente il capitano si voltò, guardandola negli occhi nocciola.

"Nami, siamo riusciti a cavarcela perfettamente in situazioni più drastiche di questa e lo sai!"

"E' vero, ma siamo in mezzo al mare, senza una guida, con le provviste che stanno per terminare. Cosa facciamo?"

"Vediamo se Robin trova qualcosa sui suoi libri, altrimenti dovrai essere tu la nostra guida" sorrise Rufy, spensierato.

"Io?!Ma sei proprio un Baka!" urlò Nami tirandogli un pugno in pieno viso, che lo scaraventò a qualche metro di distanza. Il capitano si rialzò, con il suo immancabile broncio da bambino:

"Sì, tu!Nami, sei la nostra navigatrice, sai prevedere tempeste e qualsiasi condizione climatica che l'uomo conosce. Aiutandoti con la cartina completata fino ad ora e seguendo il sole e le stelle dovresti almeno riuscire ad indirizzare la nave a dritta, giusto?"

"Bhè...si, dovrei" mormorò, insicura "ma se io facessi anche un solo errore di calcolo potremmo ritrovarci persi ancor di più di quanto siamo già ora!". A quel punto Rufy, attirando Nami in un abbraccio le sussurrò all'orecchio:

"Io mi fido di te e delle tue capacità, perchè sei la navigatrice migliore che potessi trovare". Nami rabbrividì sentendo quelle parole sussurrate, a pochi centimetri dal suo orecchio, con le braccia di Rufy che le circondavano i fianchi. Subito una sensazione d'inattesa speranza s'impadronì di lei. Si separò dal corpo caldo del suo capitano e, con le guance un po' arrossate, si sciolse in un sorriso:

"Vi porterò tutti in salvo, te lo prometto". Sorridendo ancora, Nami si voltò per andarsene ma Rufy fece in tempo a dirle un'ultima cosa prima che si congedasse da lui:

"Nami, non dubitare mai più delle tue capacità. Tu fai parte della mia ciurma per un motivo. Tu sei la MIA navigatrice per un motivo, non scordarlo mai".

La ragazza annuì e, pensando ancora a quel contatto avuto con il capitano, tornò sui suoi passi dirigendosi nella sua camera. Passò tutta la sera a studiare la sua mappa, cercando di tracciare una nuova rotta verso l'ignoto mentre sentiva, di tanto in tanto, i passi dei suoi compagni sopra al ponte che controllavano le vele e l'ancora. Robin era sul suo letto, ancora vestita dei suoi abiti quotidiani, che sfogliava alacremente tutti i libri che possedeva. L'ansia per ciò che stava accadendo salì nuovamente nell'animo di Nami, che si impose di trovare una soluzione al più presto.

"Trovato nulla?"

"No, niente. Su questi libri non si parla di un'improvvisa smagnetizzazione del Log Pose e a quanto vedo non è mai accaduto nulla di simile prima d'ora." rispose stancamente Robin, chiudendo con un tonfo l'ennesimo libro. "Purtroppo i libri che possiedo non parlano del Nuovo Mondo o della Rotta Maggiore"

"Che peccato" sospirò Nami. "Dubito che i miei libri sulla cartografia possano aiutarti". La rossa fece scorrere il suo sguardo sui suoi libri, sconsolata.

"Non abbatterti, Nami. Troveremo una soluzione!"

"Lo so...abbiamo passato momenti peggiori di questo. Ad esempio a Skypiea, ricorda? O ancora prima a Little Garden e...." Nami s'interruppe all'improvviso, folgorata da un'idea a cui prima non aveva pensato. Sotto lo sguardo stupito di Robin corse verso la libreria e, in mezzo ai vari volumi di metereologia e cartografia, tirò fuori un vecchio libro impolverato, dalla consunta copertina marrone. Stringendoselo al petto osservò Robin:

"Quello che ci sta capitando è una cosa strana no?La smagnetizzazione del Log Pose intendo."

"Bhè, sì. Direi che è una cosa alquanto bizzarra"

"Appunto. In tutti i libri che hai sfogliato non si parla affatto del Nuovo Mondo, giusto?Lo hai detto anche poco fa"

"Sì, esatto, giusto qualche accenno. Ma dove vuoi arrivare?"

"Forse cerchiamo le informazioni nel posto sbagliato. Il Nuovo Mondo per molti è considerato come una leggenda, no?Qualcosa che non esiste. Nei tuoi libri si parla solo di argomenti concreti, reali. Sicuramente troveremo qualche informazione, invece, in un libro di leggende!"

"Nami, non ti seguo"

Nami le mostrò il libro che stringeva tra le braccia.

"Brag men?Il Romanzo-Finzione?" Robin sgranò gli occhi. "Ma questo è un libro di Ohara, proveniente dalla sua biblioteca. Ce ne sono poche copie in giro e non sono mai riuscita a metterci le mani sopra"

"L'ho pagato parecchio in effetti."

"Nami, però ancora non capisco"

"Qui sopra si parla anche di Little Garden, considerata come una leggenda. Ma noi ci siamo stati, prima che tu ti unissi a noi, capisci?Su questo libro si parla di ciò che la gente definisce storielle, o racconti di fantasia, ma esistono davvero questi luoghi!E' in questo libro che dobbiamo cercare".

"Sono dubbiosa, ma controllare non costa nulla". sospirò Robin.

Nami iniziò a sfogliare il libro, leggendo di tanto in tanto qualche frase ad alta voce. Poi, quasi verso la fine del libro Nami si bloccò:

"Robin, credo che questa pagina sia scritta con l'antica lingua dei Poignee Griffe"

"Che cosa?" Robin si alzò di scatto dal letto, correndo affianco all'amica "Hai ragione, dammi un'oretta per la traduzione". Passò un'ora e un quarto prima che Robin, esausta e circondata di fogli con sopra degli appunti, esclamasse:

"Ce l'ho fatta"

"E cosa dice?"

"Che in una zona della Rotta Maggiore, il Log Pose non riesce più a rintracciare la prossima isola e smette di funzionare. Tutto ciò dipende da un'isola che si trova in una distorsione temporale, invisibile ai nostri occhi, di cui pochi sanno il nome."

"Quindi dobbiamo trovare quest'isola. Ma come facciamo con il Log Pose ridotto in questo stato?" sbuffò Nami, camminando per la stanza avanti e indietro.

"Questo non c'è scritto, Nami, mi dispiace"

"Non fa niente. Almeno adesso sappiamo che c'è un'isola, effettivamente, davanti a noi"

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Nerùdor, lo spirito del mare ***


capitolo 3

Eccomi qui con il terzo capitolo. La situazione difficile in cui si sono ritrovati i Mugiwara trova una soluzione ma siamo solo all'inizio dell'avventura =) Ringrazio tutti quelli che hanno recensito questa fiction, i vostri commenti positivi mi mettono sempre allegria ^^ E ora basta perdersi in chiacchiere inutili! Godetevi il nuovo capitolo :D Star_Fire

-CAPITOLO 3- Nerùdor, lo spirito del mare.

Nami dormì malissimo quella notte. L'ansia del trovare una soluzione entrò perfino nei suoi sogni, turbandoli. Sognò di quando era piccola e viveva sotto la schiavitù degli uomini pesce. Arlong era di fronte a lei, e la sovrastava con la sua incredibile altezza. Ai suoi piedi vi era il disegno che aveva fatto di Bellmer, strappato in tanti piccoli pezzi. Sentiva le lacrime scivolare sulle guance, lacrime di paura; sentì nel suo cuore il terrore di essere uccisa o di essere punita, ma Arlong si limitò solò ad afferrarla per il collo e scagliarla lontano da lui. La piccola Nami si alzò in piedi tremante qualche ora dopo, era svenuta a causa della collisione con il muro. Andò al centro della stanza, sperando di poter rimettere insieme i pezzetti del ritratto di Bellmer, ma erano spariti...La Nami adulta si svegliò di soprassalto, madida di sudore con il pigiama che le si appiccicava prepotentemente sulla pelle umida. Il sogno le era sembrato così reale che le ci volle del tempo per capire che era nella sua cabina con Robin. La rossa guardò quest'ultima. Per fortuna non l'aveva svegliata. Decise di alzarsi dal letto e prendersi qualcosa da bere in cucina. Quando arrivò, però, scoprì che non era sola. Rufy era lì, davanti al frigorifero, cercando invano di rompere il lucchetto messo da Sanji per impedirgli di aprirlo.

"Rufy, ma che stai facendo?". Al suono della voce della bella navigatrice, il ragazzo si voltò di scatto, sollevato nel constatare che non era il cuoco.

"Ho fame, Nami! Non è che sai come togliere questo lucchetto vero?" chiese speranzoso il capitano.

"Sì, lo so togliere! Ci serve la combinazione numerica che, guarda caso, io posseggo!" sorrise Nami, diabolica "Ma se la vuoi esigo un pagamento in cambio"

"Ooooh avanti Namiiiiiii!!" piagnucolò Rufy "Non puoi essere così spietata e senza cuore".

"Non sono spietata, vorrei solo un equo compenso ti pare?"

"Ma io non ho nulla da darti in cambio"

"Inventati qualcosa, babbeo!" sorrise Nami, perfidamente, accomodandosi al tavolo e rimanendo a guardarlo. Rufy si grattò la testa, pensando a cosa potesse darle in cambio. Poi, sorprendendo la navigatrice, l'abbracciò. Stetterò così per diversi minuti che sembravano interminabili, minuti nei quali il cuore di Nami accellerò tanto da sembrare che volesse scoppiare. Poi Rufy si allontanò e le sorrise:

"Ecco il mio pagamento. Ti ho dato un abbraccio sincero. Tutti abbiamo bisogno di un abbraccio. " disse il capitano con la sua inconfondibile risatina.

"Io...ecco...Grazie Rufy!" farfugliò Nami, che si diresse verso la porta della cucina di tutta fretta. Le serviva aria fresca. Sentiva le guance andargli a fuoco.

"Aspetta, Nami..."

"Dimmi!" si voltò a guardarlo la navigatrice. Era serio e non sorrideva. "Forse vuole dirmi qualcosa d'importante" pensò la rossa.

"Mi dici la combinazione adesso?". Inutile dire che il povero capitano si ritrovò ad abbracciare il pavimento di legno della cucina.

La mattina seguente, durante la colazione, Robin e Nami informarono la ciurma su quanto avevano scoperto:

"E' già un passo avanti" commentò Frankie "ma come facciamo a trovare un'isola invisibile?"

"E' questo il problema, purtroppo" rispose Robin, sorseggiando caffè dalla sua tazzina. "Non possiamo".

"Brutto affare!" commentò Zoro, accarezzando le sue katane "Però, di certo, non possiamo stare ancorati in questo posto per tutta la vita"

"Testa di prato ha ragione, anche se mi costa dirlo" disse Sanji, aspirando del fumo dalla sua immancabile sigaretta.

"Testa di prato?! Senti, cuoco scadente, adesso mi stai davvero scocciando!"

"Cuoco scadente?!Intanto, però, ciò che cucino lo mangi di buon grado, eh marimo?"

"Ma taci!Mangio solo perchè sei l'unico che cucina ogni santo giorno!"

"Ah, è così, babbeo?"

"Sì, cuoco dei miei stivali!". I due iniziarono a colpirsi, in mezzo al ponte, gridandosi insulti.

"Ci risiamo!" sospirò Nami, battendosi una mano sulla faccia.

"Yohohohohohohohoho, vederli litigare è sempre una gioia per i miei occhi, anche se io non ce li ho!Yohohohohohohohoh!" rise Brook, incominciando a suonare con il violino una melodia allegra e briosa che faceva da sottofondo al litigio del cuoco e dello spadaccino. Fu proprio in quel momento, poco prima che Brook attaccasse a suonare un'altra delle sue melodie, che una splendida creatura schizzò fuori dall'acqua ed atterrò con eleganza sul ponte della Sunny. Era interamente fatta di un liquido cristallino che, molto probabilmente, doveva essere acqua marina. Al suo interno, grazie alla trasparenza, si intravedevano alcuni pesciolini di vari colori nuotare placidamente lì dove avrebbero dovuto esserci gli organi. I suoi capelli erano mossi come le onde del mare da cui proveniva ed erano di tutte le tonalità di azzurro. Alla radice erano di un blu profondo, sfumando poi in un azzurro brillante e successivamente al celestino tenue, per terminare in uno spumoso bianco sulle punte, che tanto ricordava il colore delle creste delle onde. Esattamente come il resto del suo corpo, anche gli occhi erano di mille sfumature bluastre, che conferivano alla creatura un aspetto ancora più solenne ed arcano. Nell'istante in cui quella presenza aveva messo piede sulla nave, la ciurma si era zittita esterrefatta. Il silenzio che si creò era carico di stupore, curiosità e anche un pizzico di paura, provata da quei membri più fifoni tra la ciurma. Poi, con una voce che ricordava tanto lo sciabordio delle piccole ondine che s'infrangono sul legno di una nave, la creatura parlò:

"Salute, Mugiwara!Mi spiace aver interrotto un momento che, da quanto hanno potuto vedere i miei occhi, era di piacevole svago"

"Salute a lei, eterea creatura" salutò Sanji, per poi cadere a terra miseramente svenuto, e con un rivoletto di sangue che gli usciva dal naso.

"Patetico!" sbottò Zoro, alzando gli occhi al cielo.

"Robin" sussurrò Nami "che cos'è?Questa creatura, intendo". L'Archeologa, non staccando gli occhi di dosso dalla creatura, che ora aveva preso a scrutare con curiosità ogni membro della ciurma, rispose:

"A giudicare dal suo aspetto, direi che si tratta di uno spirito marino"

"Ah, una ninfa?"

"No, Nami..le ninfe popolano i fiumi, questa creature proviene dal mare.". Lo spirito riprese a parlare, una volta finito di squadrarli:

"Il mio nome, Mugiwara, è Nerùdor. Sono lo spirito-guida del mare. Il mio compito è quello di aiutare i pirati onesti e d'animo nobile in difficoltà". Usopp, prendendo coraggio, interruppe la creatura:

"Nerùdor, noi siamo gentili e valorosi e abbiamo disperato bisogno d'aiuto e...."

"Lo so, umano." sorrise lo spirito "per questo motivo sono qui. Vedete,le onde mi hanno portato le voci di tutti voi, che parlavate di una smagnetizzazione dei vostri strumenti di rotta e..."

"Esatto, Nerùdor!Sei qui per fornirci un nuovo Log Pose?" s'intromise Chopper, agitato.

"Invece di interrompermi, potreste ascoltare fino alla fine ciò che ho da dire?" domandò stizzita la figura d'acqua. Quando nessuno osò più fiatare, Nerùdor proseguì:

"Non sono qui per donarvi un nuovo Log Pose, anche perchè il vostro non è rotto, nè smagnetizzato. Siete capitati nel tratto di mare che circonda Nesì tou Cronou, nota nelle vostre leggende come "L'isola Invisibile", "L'isola delle stranezze" oppure..."

"L'Isola del Tempo" concluse Rufy, sorridendo "Non è vero, spirito?"

"Esatto, Cappello di Paglia!" annuì Nerùdor, mentre tutta la ciurma guardava Rufy sbigottita. "L'isola è collocata in una piccola distorsione temporale, che impedisce quindi la sua localizzazione. E' lì che vi devo condurre, cercatori dello One Piece. Non potete continuare il vostro viaggio senza essere passati prima per l'Isola del Tempo."

"Come mai quest'isola è collocata fuori dallo spazio che conosciamo?" domandò Nami, incuriosita dalla novità. "Come ha fatto a formarsi?"

"L'isola in questione è artificiale" spiegò lo spirito "fu creata dal Re dei Pirati, Gol D. Roger."

"Che cosa?" esclamarono tutti stupefatti dalla notizia appena appresa.

"Come gli fu possibile creare un'isola in una distorsione temporale?" chiese Franky, confuso come non mai.

"Quasi nessuno sà che insieme a Roger viaggiava un uomo con il potere del frutto del diavolo Dark Dark. Ma fatemi arrivare con calma a questa parte della storia; cominciamo dall'inizio. Il Re dei Pirati una volta raggiunta Raftel e nascosto il tesoro, tornò indietro per un lungo tratto, con l'intenzione di collocare un'isola particolare fuori dal tempo che noi conosciamo, impossibile da localizzare se non con il giusto aiuto. Un'isola sulla quale bisogna approdare assolutamente per poter continuare il viaggio. Un'isola sulla quale SOLO i pirati gentili e di pure intenzioni possono sbarcare. E sono io, Nerùdor, che per ordine di Gol D. Roger decido se condurre o meno i pirati sull'Isola del Tempo. Vi è chiara questa parte?" domandò sorridendo, l'incantevole figura. Ad un cenno d'assenso della ciurma, continuò: "Bene, per quanto riguarda la creazione dell'isola vi ho accennato che vi era un uomo di cui non conosco il nome; non faceva parte della ciurma del Re dei Pirati, ma Gol D. Roger cercò a lungo un uomo con quel potere affinchè portasse a compimento il suo piano, appunto, creare un'isola impossibile ai più da raggiungere."

"Ma il frutto Dark Dark dà solo la possibilità al suo possessore di generare oscurità, che ha la capacità di distruggere ogni cosa." disse Robin, osservando lo spirito.

"E' vero, mortale. Ma oltre che a distruggere, il frutto Dark Dark, dà al possessore anche la capacità di attirare ogni cosa verso di sè, per poi farla risucchiare da un vortice oscuro." rispose educatamente Nerùdor.

"Ah..quindi crea un buco nero?" intervenne Franky, molto interessato all'argomento.

"Non esattamente. Il vortice che si crea è simile ad un buco nero, ma mentre il secondo assorbe le cose e le distrugge, il primo è come una specie di spazio infinito in cui è possibile collocare a piacimento cose e anche persone. Sfruttando questa capacità del frutto del diavolo, fu possibile all'uomo che viaggiava con Roger risucchiare una normale isola e collocarla in questo vortice." concluse la presenza. Dopo un attimo di silenzio in cui tutti ripensarono al discorso appena udito, Zoro parlò:

"Bella storia, spirito. Ma ora dimmi: se quest'isola è collocata in una distorsione temporale, noi come ci arriviamo?"

"Io sono qui per questo. Roger mi chiese il favore di poter aiutare a raggiungere l'Isola del Tempo tutti i pirati buoni e di nobili sentimenti. Scrutando le loro anime e tenendoli d'occhio quando si aggirano per queste acque riesco a comprendere le loro intenzioni, e se nel loro cuore albergano purezza, coraggio e nobiltà. Se scoprissi pirati malvagi e senza scrupoli non apparirei ai loro occhi, e li lascerei vagare per il mare. Al contrario, in caso incontrassi pirati con buoni propositi, li guiderei attraverso l'unico accesso per l'Isola che è collocato in fondo al mare. Voi siete pirati d'oro, sempre pronti a lottare ed aiutare il prossimo per giuste cause.. per questo motivo sarò lieta di guidarvi".

I Mugiwara gioirono e Franky, in preda alla felicità abbracciò Robin, facendole abbassare gli occhi e arrossire. "Accidenti ma che mi prende?" pensò l'Archeologa, imponendo al suo cuore di rallentare i battiti. Anche il cyborg rimase incuriosito dalla sua reazione, ma vi badò poco.

"Quando andremo sull'Isola?" chiese Brook, interrompendo i festeggiamenti "Non sto più nella pelle, anche se a pensarci bene io la pelle non ce l'ho yohohohohohohohohohoho"

"Partiremo domani, quando la luna sarà piena ed alta nel cielo! Ora vi lascio, Mugiwara. Tornerò a prendervi domani al calar della sera". Senza dare il tempo alla ciurma di salutarla, si sciolse in un'onda cristallina e si riunì al mare, sparendo alla loro vista.





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Capitolo 4
*** Capitolo 4:"Chi lo sa..." ***


capitolo 4

-Capitolo 4-  "Chi lo sa..."

Sanji, dopo essersi ripreso dallo svenimento svariato tempo dopo, fu messo al corrente di quanto era successo quel pomeriggio e così, all'unanimità, decisero tutti di festeggiare l'evento con un banchetto all'aperto.  Il cuoco, poco prima del tramonto, si era messo ai fornelli mentre ogni membro della ciurma svolgeva svariate mansioni: Franky, aiutato da Usopp, illuminava il ponte con piccole lanterne, Zoro, dopo varie insistenze aveva accettato di rastrellare il prato del ponte punteggiato dalle foglie dei mandarini di Nami. Quest'ultima, aiutata dal capitano, apparecchiava la tavola mentre Robin e Chopper si occupavano del controllo generale della nave:
"Il coltello va sempre a destra della forchetta Rufy" lo avvertì Nami, vedendo che il Capitano aveva sbagliato. Il ragazzo, scusandosi, provvedè a risistemare le posate come la sua navigatrice gli aveva detto, per poi chiederle se come le aveva disposte andava bene:
"Ora va meglio" annuì Nami, strappando un sorrisone a Rufy.
"Chi ti ha detto che la forchetta va a sinistra?" 
"Me lo disse mia madre, quando ero piccola e con Nojico apparecchiavamo la tavola" sorrise Nami, perdendosi nei ricordi "Sai, sapere la disposizione corretta delle posate è una lezione di galateo, di buone maniere. Noi eravamo una famiglia molto povera e, vista esternamente, rozza perchè mia madre era una contadina. Quindi cercavamo di imparare e di ostentare, al di là della miseria, una buona educazione per far sì che la gente smettesse di considerare, me e la mia famiglia,come delle straccione per via del lavoro modesto che faceva mia mamma."
"Io non ho mai imparato le buone maniere. La mia infanzia l'ho vissuta da selvaggio, si può dire. Sempre a scorrazzare qua e là, senza ricevere educazione. Cosa è giusto e cosa è sbagliato l'ho appreso, in parte, sperimentandolo sulla mia pelle, e in parte, dalla mia madre adottiva." confidò Rufy.
"Non sapevo avessi una madre adottiva" disse Nami, sorpresa.
"Per il semplice fatto che non amo parlare del mio passato per vari motivi. Non chiedermi quali sono, un giorno te li dirò, ma non ora". Nami rimase colpita dalla risposta di Rufy e in cuor suo pensò a quante cose non conoscesse del suo capitano. Il filo dei suoi pensieri si ruppe all'improvviso con il cadere di una lanterna, che si sarebbe fracassata sulla testa del cyborg se non fosse stato per l'intervento tempestivo di Nico Robin e del suo potere. Un braccio, infatti, era spuntato dal nulla appena in tempo e aveva afferrato la lanterna:
"Grazie Robin, mi hai risparmiato un probabile trauma cranico" 
"Di nulla, Franky, è dovere di tutti noi occuparsi l'un dell'altro" sorrise l'archeologa, poggiando in terra la lanterna.
"O forse è compito solo tuo occuparti di me!" rispose il cyborg, osservandola attentamente "Forse sei il mio angelo custode"
"Non vedo ali dietro la mia schiena"
"Ma l'aspetto è chiaramente quello di un angelo". Nico Robin, anche se a fatica, riuscì a non arrossire, liquidando l'argomento appena intrapreso con un semplice sorriso e un'alzata di spalle. 
"Ehy voi due, è ora di cena!" li interruppe Usopp, per la felicità dell'archeologa, che ebbe una scusa per allontanarsi dal cyborg. Tutti presero posto, mentre Sanji imbandiva la tavola con vassoi pieni di cosce di pollo, pesce e vari contorni:
"Dovremmo festeggiare più spesso!" osservò Rufy, fiondandosi sul vassoio della carne, e iniziando ad ingozzarsi a più non posso. 
"E tu dovresti essere educato più spesso" disse Nami, guardandolo torva "Ingurgiti tutto, senza respirare"
"Dai Nami" rise Usopp "almeno questa volta ha aspettato che il vassoio fosse portato in tavola". Dopo pochi minuti di silenzio, in cui tutti si concentravano sul cibo che mangiavano, Chopper disse:
"Voi siete sicuri che possiamo fidarci di quella creatura?E se volesse ingannarci?Insomma, ci siamo persi nel mare e spunta all'improvviso Nerùdor, in tutta la sua gentilezza, che ci promette di guidarci su un'isola praticamente mai vista. E' tutto troppo facile, non credete?". La ciurma si fece pensierosa ma Rufy, sorridendo li tranquillizzò:
"Non preoccupatevi ciurma, l'isola esiste perchè quando conobbi Shanks nel mio villaggio me ne parlò insieme ai suoi compagni."
"Davvero?" si stupì Usopp "E cosa ti disse a riguardo?"
"Bhè, non mi disse che fu creata da Roger, ma mi parlò di un'isola strana, diversa dalle altre. Era collocata fuori dal nostro oceano, dal nostro cielo, dal nostro mondo. Io non capivo, ero troppo piccolo, e lui mi rispose che avrei capito solo se il mio cuore fosse rimasto puro. Immagino si riferisse all'ispezione di Nerùdor. Comunque io mi fido di ciò che mi ha raccontanto Shanks, e sono disposto a seguire quella creatura ovunque essa mi porti." Il discorso fece effetto e la ciurma smise di preoccuparsi, ritornando a mangiare più serena di prima. La cena trascorse nell'armonia più pura. I Mugiwara si rilassarono come non facevano da tempo, precisamente da quando avevano intrapreso il viaggio nel Nuovo Mondo.


"Che scena patetica" commentò Sanji "Ogni volta che organizziamo un banchetto devo assistere a quest'orda di ubriachi". Infatti, come sempre quando festeggiavano, Zoro, Usopp, Chopper e Franky si erano dati alla pazza gioia.

"Non preoccuparti, Sanji. Tra due minuti crolleranno a terra." sorrise Nico Robin, osservando i suoi quattro compagni in preda all'euforia dell'alcool.

"Sì, è vero. Ma nel frattempo creano una confusione insopportabile...Se non gli volessi bene li avrei già scaraventati fuori bordo, a cominciare da Testa di Prato." osservò il cuoco, accendendosi una sigaretta "Dovrebbero darsi un contegno, soprattutto in presenza di due dee come voi."

"Lasciali fare, Sanji. E' giusto che festeggino..." rise Nami, osservando la scena "Strano che Rufy non si sia unito a loro!".

"A proposito..dov'è Rufy?" intervenne Brook "Senza di lui, lo spettacolo non è divertente. Solamente lui riesce a farmi ridere a crepapelle..anche se io la pelle non ce l'ho yohohohohohohoh".

"Io l'ho visto dirigersi verso il frutteto" disse Robin.

"Che cosa?" saltò su Nami "Gliel'avrò detto mille volte di non andare lì. Ogni volta che ci va mi fa fuori un centinaio di mandarini". Detto questo, furiosa, si diresse a passo di carica verso il suo adorato frutteto, lasciandosi il baccano della festa alle spalle. Trovò Rufy comodamente sdraiato sul prato, con il suo immancabile cappello che gli copriva il viso.

"Baka!!!" urlò Nami, colpendolo in testa con forza.

"Namiiiiiii, mi hai fatto male!" piagnucolò il capitano, imbronciato. "Perchè mi hai colpito?"

"Perchè te l'ho ripetuto tante, troppissime volte di non venire qui a mangiare i miei mandarini"

"Ma non ne ho toccato neanche uno" protestò Rufy, guardandola torvo. "Controlla!". Nami, fece correre lo sguardo sugli alberi e sul prato, e in effetti non vi era neanche una buccia di mandarino sospetta che potesse tradire le parole di Rufy.

"D'accordo, non ne hai mangiato nessuno. Ma allora cosa ci fai qui?" chiese la navigatrice, sospettosa. Rufy, prima di rispondere, si massaggiò la testa e guardando Nami negli occhi le disse: "Sto pensando!"

"Da quanto tempo pensi, tu?" lo prese in giro la rossa.

"Da sempre, credo.." rise il capitano. "E dovresti farlo anche tu, prima di colpire la gente"

"Quando sono furiosa difficilmente penso."

"E sbagli!Devi rimanere sempre lucida, perchè l'essere arrabbiati ti porta a commettere azioni di cui poi, nella maggior parte dei casi, te ne penti.". Anche stavolta Rufy si era dimostrato più maturo di quanto Nami pensasse. Aveva ragione, anche questa volta. La navigatrice si ritrovò a pensare su come ribattere ma si limitò a tacere:

"A cosa pensavi, prima che io arrivassi?" Disse poi Nami, sedendosi accanto al suo capitano e osservando il cielo pieno di stelle.

"Alla fine del nostro viaggio..." sospirò Rufy "Una volta trovato lo One Piece".

"E cos'è che ti preoccupa?" chiese Nami, dolcemente.

"Che ne sarà di tutto questo?Della Sunny, dei banchetti, dei momenti divertenti, delle avventure, delle scoperte...della ciurma?". Rufy, sollevò lo sguardo, puntandolo verso il mare. "Il nostro viaggio è quasi giunto al termine, Nami. E io mi rendo conto che tutti voi avete altri sogni, oltre a quelli principali di cui tutti siamo a conoscenza. Prendi Usopp, ad esempio!Il suo sogno è quello di diventare il pirata più coraggioso e forte che il mondo abbia mai visto. Ma ha anche un altro sogno: quello di tornare da Kaya. Magari non lo dice espressamente, ma lo desidera. Capisci che intendo? Insieme stiamo realizzando i nostri sogni più grandi, le nostre ambizioni di vita. Ma finita quest'avventura ognuno cercherà di realizzare quei sogni, più piccoli ma non meno importanti, che portano nel cuore. Siamo destinati a separarci.."

"Qualsiasi cosa accada dopo, non vuol dire che saremo costretti a separarci o a non vederci mai più." sorrise Nami "Guarda Shanks, Rufy. Passano gli anni ma in un modo o nell'altro vi incontrate in ogni caso. Le persone a cui siamo legate non ci dicono mai addio. Possono essere lontane dalla vista, ma non dal cuore.".

"Forse hai ragione, Nami." sorrise debolmente il capitano. Passarono un lungo momento in silenzio, osservando solamente il cielo profondo e ascoltando il rumore del mare, poi, Rufy parlò di nuovo, sussurrando:

"Nami..."

"Sì, Rufy?"

"Tu...cosa farai dopo?". Quella domanda spiazzò completamente la navigatrice. Si era posta lei stessa quella domanda un miliardo di volte, ma non era stata mai in grado di trovare una risposta.

"Io..non lo so, Rufy."

"Ho sempre pensato che saresti voluta tornare sulla tua isola, da tua sorella..." osservò Rufy, guardandola negli occhi.

"Si, ci ho pensato a tornare da Nojiko e da Genzo...ci ho pensato moltissime volte. Ma sono consapevole del fatto che quell'isola e la vita che vi conducevo, mi sono estranee. Appartiene al mio passato, quella vita. Ora ne voglio una nuova. Voglio una vita che mi dia quella pace e quella serenità che non conosco quasi più. Una vita in cui ogni volta che chiudo gli occhi non mi appaia mia madre che muore, o le crudeltà di Arlong." Nami si asciugò in fretta una lacrima che le era spuntata dall'occhio sinistro, e cambiò discorso. "E tu, Rufy?Cosa pensi di fare?"

"Io non ho un posto dove tornare, o meglio ce l'ho ma non lo considero più come casa mia. Più che il tetto che avevo sopra la testa, mi rendo conto che casa mia era..Ace. A rigor di logica non ho un posto dove andare. Credo che continuerò la mia vita solcando gli oceani con la Sunny, magari accompagnandomi con una donna o da solo..chi lo sa..".

"Già, chi lo sa..." sospirò Nami, avendo improvvisamente paura di quel futuro che ormai incombeva su tutti loro.


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