Ritorno al 1918

di Nyktifaes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
Non ci posso credere! 20 Giugno 1901…Uno dei giorni più belli mai esistiti, il giorno delle SUA nascita! Perché Edward non mi ha mai detto la sua data di nascita? Non mi ha mai parlato della sua vita umana, ma almeno il giorno del suo compleanno me lo avrebbe potuto rivelare: non è un segreto di stato! Ok, forse un segreto di stato lo è, ma non per la sua fidanzata, nonché strega figlia di Charlie e Renée Swan, due dei più grandi maghi mai esistiti, deceduti 17 anni prima. Già proprio io: Isabella Marie Swan, detta “Bella”, Mezzosangue, frequentante la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts nella casata Grifondoro, cugina di secondo grado da parte di madre di Harry Potter, “il prescelto”, sono fidanzata con Edward Cullen. 

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


Capitolo I
 
"Edward Anthony Masen nato a Chicago, il 20 Giugno dell'anno 1901, da Edward e Elizabeth Masen…" Il suo certificato di nascita.
Stavo cercando nella biblioteca di casa Cullen un tomo che mi aiutasse a studiare babbanologia quando ho visto, nascosta dietro a enormi tomi, una cassettina. Si sa che noi streghe siamo curiose di natura così l'ho aperta e ho trovato i documenti di Edward, quelli veri.
 I Cullen erano a caccia, mi avevano lasciato la casa libera per fare le ricerche e studiare, ma avevo trovato qualcosa di più interessante dello studio nella biblioteca della villa. La valigetta, invecchiata dal tempo, racchiudeva dentro sé un tesoro di inestimabile valore per me, tutto ciò che stavo cercando di scoprire da troppo tempo su Edward. Misi da parte il certificato e cominciai a frugare fra le varie carte: il certificato di battesimo, lettere, le quali scoprì, leggiucchiando, da parte sua per la madre. Si trattava per lo più di lettere mandate da un campeggio, nel Gennaio del 1918 al quale Edward aveva partecipato, a “Villa Masen”a Chicago; per ogni lettera vi era la risposta da parte di Elizabeth.
Elizabeth, Elizabeth Masen, la madre di Edward, mia suocera. Osservando la bella grafia con la quale erano scritte tutte le lettere e quanto amore racchiudesse ogni parola che quella donna indirizzava al suo unico figlio mi riempiva il cuore di malinconia e dolcezza. Edward non mi parlava mai di sua madre, sapevo, da Carlisle, che era stata lei a supplicarlo di trasformare suo figlio, poco prima di morire consumata dalla spagnola. Nulla più.
Continuando a frugare tra le carte sentì sotto le dita un foglio di consistenza diversa…una fotografia! Abbandonai subito le lettere e osservai l’istantanea ingiallita e rovinata dai decenni, ritraeva un ragazzo, un bel ragazzo con un viso sorridente e leggerissime lentiggini sulle guance, vestito con abiti di un altro secolo. Edward. La foto era in bianco e nero, ma avrei riconosciuto quel mezzo sorriso sghembo che mi faceva battere forte il cuore ovunque, alle sue spalle un giardino ben curato, sicuramente di una villa d’altri tempi. Misi la foto da parte e ne cercai delle altre, ormai non pensavo più al fatto che stessi invadendo la privacy del mio fidanzato, tutto ciò che avevo in mente era Edward e la voglia di sapere tutto su di lui. Trovai un’altra istantanea, questa volta raffigurava Edward insieme ad una donna: erano sicuramente nello stesso giardino, ma in un punto diverso. Ad una prima occhiata alla foto, un moto di gelosia mi fece serrare i denti: la donna ed Edward erano molto vicini e lei teneva un braccio intorno alla sua schiena; solo dopo venti secondi mi accorsi della differenza d’età tra i due e dell’enorme somiglianza dei lineamenti regolari, ma nel viso di lei più dolci. Sorridevano entrambi, si notava, anche se la foto era rovinata, che i capelli di Edward e quelli della donna erano dello stesso colore, così come gli occhi. Allora compresi. Elizabeth Masen.
E allo stesso tempo, mi resi conto di quanto poco sapessi del passato di Edward. Lui conosceva molto di me, gli avevo raccontato quasi tutto il mio passato, comprese le volte che ero finita in ospedale per la mia irrecuperabile sbadataggine, ma ogni volta che toccavamo l’argomento della sua, come dire, “prima vita”, lo vedevo incupirsi, mentre un’ombra passava sul suo volto. Poi, come suo solito, cercava subito di incantarmi con uno dei suoi meravigliosi e magnetici sguardi, e cambiava rapidamente discorso. Non sapevo come fosse la sua vita prima della spagnola e lui non voleva assolutamente dirmi nulla. Aspettavo pazientemente che lui si confidasse con me, ero la sua ragazza, maledizione! Ma il momento tanto atteso non arrivava mai, e adesso, dopo aver visto la foto e le lettere tanto commoventi, ero ancora più decisa a scoprire qualcosa su Edward.
Persa nei miei pensieri, non mi accorsi dei passi che salivano le scale. Velocemente, mi ripresi dalla specie di trans in cui ero caduta e misi tutto rapidamente nella borsa che avevo portato per i libri, cercando di far diminuire il rossore che si era diffuso sulle mie guance. Non sopportavo questa mia caratteristica, i miei pensieri magari erano protetti, ma si poteva benissimo fare un’analisi facciale per capire le emozioni che stavo provando. Il mio amore entrò nella stanza e mi salutò.
<< Ciao tesoro, come stai? >> Io ero ancora scossa dalle mie scoperte e risposi a tutte le domande a monosillabi. Edward però era come sempre troppo attento al mio stato di salute per non accorgersene.
<< Bella, sei sicura di sentirti bene? No, perché altrimenti possiamo chiamare la guardia medica, con l’elicottero ti portiamo all’ospedale, facciamo check up completo, poi vari esami più specifici… >> Incapace di seguire il suo monologo esasperante e super iper mega protettivo lo fermai.
 << Edward, sto bene, tranquillo! Respira, anche se non ti serve a niente, e calmati! Se fosse per te dovrei andare in giro in tuta da astronauta e munita di tanti Emmett come scorta! >> Vidi il suo sguardo accendersi, e capendo che per lui quella che avevo proposto era un’idea realizzabile, mi diedi mentalmente della stupida.
 << Non se ne parla nemmeno! >> gli intimai. Edward capì subito che non c’era niente da fare, e si zittì. Feci tornare il mio sguardo serio e comincia a parlare dell’argomento che in quel momento mi premeva di più.
<< Edward, io devo parlarti. È importante. >> Il suo viso cambiò improvvisamente espressione, da leggermente preoccupato e divertito divenne teso e molto preoccupato, sapevo perfettamente cosa gli frullava per la testa.
 << Edward! Tranquillo! Non è niente di drammatico o preoccupante, e non è neanche colpa tua! >> Scandì bene le ultime parole, sapevo quanto fosse della sua natura darsi la colpa di tutte le catastrofi mondiali, comprese guerre mondiali, fame nel mondo, diluvio universale… << Voglio semplicemente sapere qualcosa in più su di te. >> La mia voce si era abbassata di tono, ma non era per nulla meno decisa, anzi.
<< O-ok amore mio, dimmi. Ehm…per favore non fare troppe domande sul mio passato da “vigilante”, io mi vergogno di quel momento della mia esistenza, ma ecco se tu vuoi proprio sapere… >> Il suo viso esprimeva incertezza, imbarazzo e anche una leggera paura di essere giudicato. Scossi la testa in senso di diniego e fissai il mio sguardo nel suo.
<< No, voglio sapere della tua vita umana. >>
Era sorpreso, ma nel giro di una frazione di secondo l’oro dei suoi occhi si solidificò e alzò la barriera che usava con me i primi giorni di scuola babbana.<< Non c’è molto da sapere, sono nato a Chicago nel 1901, a 17 anni stavo per morire di spagnola, ma sono stato salvato da Carlisle, subito dopo essere rimasto orfano. Fine della storia. >>.
Ecco lo sapevo non voleva dirmi nulla, come al solito! Perché? Non ero abbastanza per lui? Mi voleva nascondere qualcosa? O semplicemente non mi voleva in quella parte della sua vita, perché la considerava solo sua?
Lo guardai negli occhi, mentre i miei si riempivano di lacrime silenziose, e la sua aura di non curanza svanì lasciando spazio al ragazzo che amavo e che era preoccupato per me, ma soprattutto per il fatto che fosse lui la causa. << Bella, amore io non… >> Non lo lasciai finire.
<< No. Va bene, ho capito, ora devo andare. Michael mi aspetta. Ciao. >> Mi voltai, afferrai la borsa, che non avevo per nulla intenzione di lasciare, e scesi velocemente le scale sperando di non inciampare come mio solito. Non degnai di uno sguardo i Cullen, mentre sicuramente mi guardavano dispiaciuti, mentre attraversavo il salone. Uscì fuori e mi smaterializzai alla casa di Michael, l’auror che mi faceva da “tutore” anche se visto che avevo raggiunto la maggiore età non mi serviva, con il quale vivevo a Forks per stare vicina ad Edward. Fortunatamente lui non c’era, così salì in camera e mi buttai sul letto. Lascia che le calde lacrime tanto trattenute mi rigassero senza contegno le guance mentre la mia mente lavorava. Mezz’ora dopo presi la borsa con la scatoletta, la aprì e ne osservai un’altra volta l’interno, riflettendo.
Il crepuscolo era ormai superato, quando decisi cosa fare. Afferrai il cellulare e composi il numero di Hermione, la mia migliore amica e compagna di Hogwarts, sapendo che si trovava in Australia con i suoi genitori, fregandomene però del fuso orario.
<< Pronto? >> Riconobbi la sua voce dall’altra parte del telefono.
<< Hermione, sono Bella. Mi serve il tuo aiuto! >>
<< Per che cosa? >>
<< Un viaggio nel tempo. >>
 
 
 
Angolo autrici:
Salve! Questa ff è scritta a quattro mani, quelle di Vero_Masen_Cullen e Lely_Cullen, speriamo che vi piaccia e non fatevi problemi a criticare. Questa storia è venuta in mente a Vero, e beh…abbiamo avuto il bisogno di pubblicarla. Non sarà molto lunga, ma non conosciamo ancora il numero esatto di capitoli. È la nostra prima fan fiction siate buoni e clementi <3 Recensite, ci raccomandiamo ;)
Un bacio, al prossimo aggiornamento!
Vero e Lely

 
 
 
 
Angolo Beta Reader:
Ma buonasera a tuttii! Come ben avrete capito, io sono il terzo incomodo, una persona che si mette sempre in mezzo in tutto e che, secondo lei, ha sempre il diritto di giudicare una persona; se no, non sarei una Beta Reader, giusto? Adesso torno alla versione *Beta puntigliosa e seriosa* e mi rivolgo alle mie tesorine Tassine: ragazze, ma siete grandi, lo sapete? Spero che riuscirete a continuare con tutta questa fantasia che avete mostrato in quest'unico capitolo, sappiate che sto toccando ferro xDxD Con quest'ultima pazzia, mi dileguo e vi intimò a recensire o vi beccherete un'Avada Kedavra (Vero: Oh, no, ecco che ricomincia con gli Avada... Lely: Guarda che non fai paura a nessuno...)... Scherzi a parte, credo che meriti una recensione, vero?? Tutti: Certooo, adesso recensiamooo!! Io: Bravi bravi!! Al prossimo fantasioso capitolo! La vostra noiosa e adorabile Beta, ClariceBlack <3

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


Capitolo II

<< Ma sei diventata scema?! Lo sai quanto è pericoloso un viaggio nel tempo?! In una città che non conosci, in un epoca che non conosci!! >>. Hermione.
<< Hermione ha ragione! Però, se ci tieni tanto possiamo anche andare, però prima ripassiamo un bel po’ di storia!>>. Harry.
<< Oh andiamo!! Io ci sono! Ma viene anche Emmett, vero? È un grande quel vampiro! Un grande… >>. Ron.
Ovviamente dopo aver comunicato ad Hermione i miei piani non era stato possibile evitare che anche gli altri ne venissero a conoscenza in meno di 3 minuti, ed era stato il finimondo. Si erano materializzati nella mia camera nel giro di cinque minuti e avevano cominciato a esprimere “dolcemente” i loro pareri, per farla breve: urlavano come Mangiamorte in battaglia! Ma insomma il viaggio era il mio, mica loro! Li aveva avvisati solo perché mi aiutassero ad imparare l’incantesimo! Stanca di tutto quello sbraitare mi alzai dal letto, sul quale ero seduta, e urlai seccamente, con una rabbia che non credevo di possedere.
<< Basta! Hermione! Harry! Ron! Basta per favore!! Non voglia fare nulla di pericoloso, ho studiato storia babbana da quando avevo sei anni! Hermione ti ricordo che ho frequentato la scuola umana! Mi serve il vostro aiuto per l’incantesimo! Io…voglio solo sapere qualcosa di più su Edward! >> Non mi ero nemmeno accorta delle parole che avevo pronunciato, erano uscite così, di getto! Super imbarazzata per la presenza dei ragazzi, il mio viso divenne bordeux e sono certa che l’accelerare del mio cuore si sia sentito fino a villa Cullen.
<< Quindi è per questo che vuoi fare il viaggio nel tempo? >> La voce di Hermione si è fatta molto molto più dolce e bassa, il viso tornò sereno, gli occhi castani esprimevano comprensione e le labbra erano tese quasi in un sorriso. Harry e Ron erano lievemente imbarazzati ma, anche dai loro sguardi intuivo anche una certa curiosità. Ripresi a parlare.
<< Sì io…ecco, sì! >> Rialzai gli occhi cioccolato dalle mie mani che tormentavo, dando alla voce un tono sicuro e più alto. << Maledizione è così difficile da capire?! Voglio conoscere la persone con cui, ormai ne sono certa, trascorrerò il resto della mia vita, anzi eternità! >>
Tutti mi osservarono, per poi annuire e accennare un leggero sorriso di consenso. Hermione si fece avanti e mi disse:
<< Ok, ti aiuteremo. Io vado immediatamente a prendere il libro di incantesimi che la Mcgranitt mi ha regalato il mese scorso. Forse riesco a trovare qualcosa tipo un incantesimo di potenziamento per il giratempo. Ci vediamo qui domattina presto. >> Mi scoccò un bacio sulla guancia, si avvicinò a Ron e prendendolo per mano si smaterializzarono. Harry mi guardò ed affermò in leggero imbarazzo:
<< Ehm…io avrei un appuntamento con Ginny, ciao cugina! Ah un’altra cosa, ecco… Non tenere nascosto ad Edward questa tua iniziativa, ci resterebbe male, appena lo scoprisse. Dai tanto lo sai che ti capirà e tra l’altro sa benissimo che se vuoi partire per un viaggio intertemporale, lui non potrà certo fermarti! I vampiri non possono nulla contro la magia, e lui lo sa! >> Sorridendomi si smaterializzò anche lui.
Neanche il tempo di sedermi che il mio cellulare squillò, lo afferrai e senza curarmi di controllare chi fosse risposi:
<< Pronto? >>
<< Perché cavolo nell’ultima visione che ho di te sei vestita con un abito lungo stile primi del ‘900 e una crocchia a legarti i capelli? Che diavolo stai combinando con la magia? >>
Ovvio, ci avrei dovuto pensare prima. Nel momento esatto in cui ho deciso di fare il viaggio intertemporale lei mi ha vista nell’ultimo momento in cui sarei rimasta nel nostro tempo e poi, visto che per quanto sappia della magia non sia una strega, il nulla. Feci un respiro affrettato, e cercai una risposta minimamente credibile, ma visto che non mi veniva in mente nulla optai per la verità.
<< Parto per un viaggio temporale ai primi del Novecento. >> Lo dissi velocemente, come tentando di nascondere la verità per paura che Edward lo scoprisse prima che glielo dicessi io e si arrabbiasse di più. O forse semplicemente mi vergognavo perché ero consapevole che, anche se tentavo di convincermi del contrario, stavo invadendo la privacy altrui. Dopo trenta secondi di silenzio dall’altra parte del telefono stavo per parlare quando Alice con tono severo chiese:
<< Posso confezionarli io i vestiti, vero? >>
Sorpresa e sollevata risposi immediatamente:
<< Ehm certo! >>
<< Perfetto! Allora mi metto subito all’opera! Si si mi servono molti metri di stoffa, mmm…vediamo seta o cotone? Oh Bella tranquilla non dirò nulla ad Edward. Devo assolutamente confezionare come minimo otto vestiti, quattro da donna e quattro da uomo, devo prendere le misure a tutti… Sono piena di cose da fare, ciao Bella! Eddy entrerà dalla tua finestra tra esattamente dieci secondi! >>
Chiuse la comunicazione e io feci appena in tempo a poggiare il cellulare sul comodino che un soffio di vento freddo e uno spostamento d’aria mi avvisò dell’arrivo di  Edward. Era in piedi ad un metro da me, il viso mortificato, lo sguardo dorato fisso nel mio e la postura leggermente tendente verso di me, come se volesse avvicinarsi a me ma avesse paura della mia reazione. Mi buttai letteralmente su di lui e lo abbraccia stretto, allacciando le braccia dietro a suo collo, era impossibile per me restare arrabbiata con lui. Immediatamente rispose chiudendomi in un abbraccio serrato al suo petto e sussurrando mi disse:
<< Bella, Bella! Amore mio perdonami! Ti amo, ti amo… >>
A quelle parole mi sciolsi letteralmente, alzai lo sguardo sul suo così bello e gli accarezzai una guancia:
<< Lo so, ti amo anch’io! Però ho bisogno di sapere, ti prego rispondimi: perché non vuoi parlarmi della tua vita umana? Non sono abbastanza per te? >>  Ecco, ce l’avevo fatta! Ero finalmente riuscita ad esprime i miei dubbi e le mie incertezze aspettavo con impazienza la sua risposta. Vidi il suo viso cambiare, si fece improvvisamente sorpreso e scioccato, mi guardava come fossi diventata pazza.
<< Bella! Ma che dici?! Come puoi anche solo lontanamente pensare che tu non sia abbastanza per me?! Io ti amo con tutto me stesso, non dubitarne mai! Credevo che dopo un anno e mezzo lo avessi capito! Isabella io ti amo talmente tanto da averti lasciata, quasi uccidendo entrambi, tanto da aver combattuto per te ad Hogwarts, ho accettato la vicinanza dei licantropi e di altre creature per amor tuo! Credevo che questo bastasse a farti capire quanto grande sia il mio amore per te!! >> La sua voce era infastidita e triste, il fatto che io avessi dubitato di lui lo aveva distrutto stavo per rassicurarlo, ma lui mi precedette continuando a parlare:
<< Non ti ho mai parlato della mia vita umana perché mi fa… troppo male. Io… Non riesco a ricordare molte cose della mia famiglia. Questo è bruttissimo, non hai idea… Mia madre a volte mi manca ma cosa posso farci? Ecco forse non te ne ho mai parlato anche per paura di… apparire debole ai tuoi occhi… Lo sai io sono cresciuto in un mondo in cui gli uomini sono forti… >>
La sua voce si affievoliva sempre di più, mentre sguardo scivolava verso il pavimento, Si vergognava? Lo abbraccia stretto e decisi che era il momento di dirglielo:
<< Forse… forse ho io una soluzione… Un viaggio nel tempo! >>
Edward mi fissò come a vedere se stessi bluffando << C-Come dici? U-Un viaggio nel tempo? Ma sei sicura? E ne saresti capace? Bella, potrebbe essere pericoloso… >> Wow, Edward che balbettava, avrei dovuto segnarmelo sul calendario… << Edward,  io sono una strega, ricordi? So che cosa è pericoloso e cosa non lo è, non metterei mai a repentaglio la nostra vita! Ho già chiesto a Hermione, Harry e Ron di aiutarmi – veramente io l’avrei chiesto solo a Hermione, ma quei due sono sempre ficcati in mezzo-. Comunque hanno accettato, aspettano solo una tua approvazione, sanno che ti saresti potuto arrabbiare se fossi partita senza dirtelo! >> Edward mi fissò con i suoi occhi dorati, poi parlò << Va bene, facciamo questo benedetto viaggio nel tempo, ma promettimi che non farai una delle tue solite cose stupide e insensate mentre saremo lì, d’accordo? >> Ecco, mi sembrava strano che non mi avesse ancora fatto qualche  raccomandazione stile padre apprensivo << Sai, Edward, quando fai così, lo sai a chi assomigli? A Molly Weasly! La super mamma apprensiva madre di Ron, te la ricordi no? >> Mi guardò stralunato, poi si aprì in un sorriso << Questo non dovevi dirlo… >> Non feci neanche in tempo a rendermi conto di quello che mi stava succedendo attorno e a sorridere per la frase di Edward, che mi ricordava i primi tempi in cui stavamo assieme, che Edward mi prese sulle spalle e mi portò correndo alla velocità da super vomito dei vampiri verso Villa Cullen, anche se ci dovemmo fermare prima di arrivare perché la mia nausea era inevitabile, neanche fossi incinta!
<< Tutto bene? Forse non è stata una grande idea… >> Lo guardai in cagnesco << NOO, tu dici?! Comunque, già che stiamo andando a casa tua, pensavo di invitare anche tutta la tua famiglia a venire con noi, più siamo meglio è, no? >> << Hai ragione amore, come sempre, non c’è mai stata una volta in cui ti non abbia avuto ragione, sei sempre la migliore, sei un fiore, no, è troppo poco tu sei il faro che illumina … >> << LA STRADA VERSO IL GABINETTO??? Edward, se non la smetti di parlare, non arriveremo mai dalla tua famiglia, forza andiamo, a velocità umana! Mancano solo pochi metri! >> Mentre dicevo questo gli diedi un buffetto sul braccio, mi feci male alla mano, così lui me la prese fra le sue e con un sorriso la baciò. Il suo sguardo dorato incontrò il mio di cioccolato e come attratti da una forza magnetica invisibile le nostre labbra si sfiorarono. Prima che il bacio diventasse più profondo e quasi impossibile separarci Edward allontanò in viso e mi regalò il suo sorriso sghembo, come a dire che era ora di andare.
Finalmente arrivammo a destinazione. Appena entrammo in casa, vedemmo che i Cullen erano già riuniti al tavolo da pranzo, quello destinato alle riunioni. Un tornado formato tascabile di nome Alice mi arrivò addosso << Ciao Bella! Ho già iniziato a confezionare i vestiti, per la nostra partenza saranno pronti, stanne certa! Ah, comunque tutta la nostra famiglia è d’accordo e sono molto contenti che tu li abbia invitati a venire con voi, accettano volentieri! Ma ti lascio a parlare con loro, io devo andare a finire i miei abiti, a dopo! >> E sparì. È incredibile che in tutto il suo discorso io non avessi mai aperto bocca! No aspetta, se si parla di Alice niente è incredibile o impossibile da realizzare! Come aveva già detto, no, “predetto” lei, i Cullen acconsentirono con piacere a venire con noi! Bene, a quel punto mi mancava soltanto l'incantesimo che avrei preparato con Hermione… 1918, stiamo arrivando! 


Salve ragazzee!! Questo capitolo era già stato postato, ma visto che abbiamo notato delle imperfezioni le abbiamo volute modificare (si siamo mooolto pignole xD) Beh allora che dire... Questi chappy sono forse un po' noiosetti, ma dal prossimo ne vredremo delle Belle!! ahahaha Immaginatevi Bella, ragazza del XXI sec. all'inizio del '900...xD Ma non diciamo altro u.u
Grazie alle raga che hanno recensito negli scorsi chappy, a chi ha messo la storia tra le preferite, tra le seguite e alle lettrici silenziose (se ci sono xD)
Al prossimo aggiornamento e *RECENSITE* Baciottii e Morsetti <3
Vero e Lely

 

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


Capitolo III
 
Ero a casa Cullen, nella camera di Alice, mentre quella matta della mia quasi cognata mi prendeva le misure per prepararmi i vestiti adatti ai primi del Novecento, quando Hermione esultante si materializzò accanto a noi con in mano una clessidra.
<< Salve Bella! Alice! Che cos’è secondo voi questa?? >> Ci chiese portandoci ad un palmo dal naso la clessidra, tenuta con presa salda nelle sue mani. Alice sicuramente non aveva idea di cosa si trattasse, così con le sopracciglia corrugate e una leggera ruga sulla sua fronte d’avorio rispose:
<< Una clessidra? Sei andata in un negozio di antiquariato? >>
Hermione scoppiò a ridere e scuotendo il capo in senso di diniego sorrise esultante e spostò lo sguardo su di me, aspettando la mia risposta. In un primo momento non avevo capito, poi osservando meglio la clessidra avevo riconosciuto quella che doveva essere…:
<< Una giratempo!! Hermione sei spettacolare!! >> Così le saltai letteralmente al collo e l’abbraccia felice come una Pasqua. Quando riemersi dalla coltre di capelli castani della mia migliore amica vidi Alice saltare da una parte all’altra della stanza: sembrava davvero un  folletto!
<< Esme! Carlisle! Edward! Jazz! Emmett! Rose! Venite! Hermione ha trovato la giratempo!! >> Corrugai un sopracciglio alle parole di quella che ormai consideravo mia sorella.
<< Ehm… Alice ma tu sai cos’è una giratempo? >> La vampira barra folletto saltellante si arrestò di colpa e mi guardò con un espressione indecifrabile sul volto.
<< No… Ma suppongo che serva per fare il nostro viaggetto nel 1918, giusto? >> Le sorrisi e rilasciando un leggero sospiro quando riprese a saltellare osservai Cullen riunirsi attorno a noi, su ogni viso un espressione diversa. Carlisle era pensieroso, sicuramente si stava perdendo in un monologo mentale su come ci saremmo dovuti comportare con gli umani del secolo, ma sul viso un enorme sorriso a trentadue denti mostrava l’eccitazione per una nuova scoperta; Esme sorrideva felice mentre i suoi occhi brillavano di riflesso ai saltelli allegri di Alice; Emmett era elettrizzato all’idea di compiere un bel viaggetto nel tempo; Jasper… beh era Jasper: composto, ma un sorriso aleggiava sulle sue labbra e gli occhi ridenti; Rosalie ostentava un poco di indifferenza, ma ad un occhio attento sarebbe apparso immediatamente l’entusiasmo nel suo sguardo. Edward invece era… strano, sembrava felice ma una luce nel suo sguardo d’oro mi diceva che era preoccupato. Notando l’intensità con la quale lo osservavo si voltò verso di me e mi sorrise, un sorriso dolce e rassicurante come a dirmi “Ehi, va tutto bene! Sono solo un po’ scosso!”. Gli sorrisi di rimando avvicinandomi e passando un braccio intorno alla sua vita lo abbraccia e lui contraccambiò lasciandomi un dolce bacio sui capelli.
<< Ok ragazzi questa è la giratempo, diciamo che fondamentalmente solo questa clessidra vi serve per tornare indietro nel tempo. Ricordate che però è molto potente, quindi fate molta attenzione a non toccarla o a non pensare di cambiare tempo, senza essere preparati! >> Hermione dava mille spiegazioni e raccomandazioni mentre io e i Cullen ci eravamo radunati a semicerchio attorno alla giratempo. Eravamo tutti così vicini che le nostre spalle si toccavano, istintivamente sfiorai la clessidra e senza rendermene conto pensai al 1918, a Edward, alla sua vita e…
Fu un attimo. Attorno a me non vidi più la stanza di Alice e Jasper, Hermione non stava più parlando. Per una frazione di secondo non sentì più la terra sotto i piedi e poi la riavvertì. Mentre sbattevo contro il… pavimento? O forse era un soffitto? Un muro? Non ne avevo idea. Sentì un lamento provenire da… sotto di me?! Avevo schiacciato una persona! Mi rialzai in piedi tastando con le mani l’aria, non vedevo ad un palmo dal mio naso, ero infatti immersa nell’oscurità.
<< Oh ma che …?! >> Lanciai un urletto di spavento e sorpresa, alzandomi definitivamente in posizione eretta, tentando di non schiacciare nuovamente… lui, capì che era un uomo dal tono di voce basso. Avvertì altri movimenti attorno a me e altre mormorii.
<< Ma cosa…?! >>
<< Ehi! Che male! >>
<< Chi ha spento la luce? >>
<< Qualcuno è ferito? >>
<< Dove… dove sono? >>
<< Ma che diavolo…? >>
Ero spaventata, quelle voci… erano in qualche modo familiari ma allo stesso tempo sconosciute. Sentì uno spostamento d’aria dietro di me e la luce tornò. Tre ragazzi e tre ragazze si guardavano intorno spaesati: tutti e tre i maschi erano alti, uno con capelli ricci e neri come gli occhi, aveva una corporatura estremamente imponente; l’altro era più smilzo ma allo stesso tempo muscoloso, un portamento fiero ma attento, come si poteva constatare in quegli occhi azzurri attentissimi, i capelli color miele gli arrivavano alle orecchie; l’ultimo sembrava più grande, ventidue ventitre anni circa, i capelli biondissimi, gli occhi azzurri e la carnagione chiara. Le ragazze erano completamente diverse tra loro: una era bassottina, capelli corti e neri, gli occhi castani, poteva avere tra i diciassette e i diciannove anni; la seconda, ancora seduta a terra pareva più grande di tutti, forse aveva anche più di venticinque anni, i capelli caramello e gli occhi di un intenso castano; l’ultima era meravigliosa, bionda, occhi azzurri tendenti al viola, alta e ben proporzionata.
Sentendo un passo dietro mi voltai e vidi il più bel umano mai esistito: alto, smilzo ma con una muscolatura definita, i capelli ramati spettinati e gli occhi di un intenso verde smeraldo, che mi osservavano con curiosità. Non sembrava notare gli altri, aveva occhi solo per me.
<< Bella, che hai? Tutto bene? Perché mi guardi in questo modo, come stessi vedendo un fantasma? >> Edward non aveva tutti i torti: infondo erano fantasmi, quegli aspetti non erano altro che fantasmi della loro vecchia natura umana. Mi rivoltai verso gli altri, notando con la coda dell’occhio che Edward, dopo aver seguito il mio sguardo rimase stupefatto. Gli altri Cullen continuavano ad osservarsi, gli uni con gli atri. Il primo a parlare fu Carlisle, o perlomeno il ventitreenne biondo che gli somigliava.
<< Cosa è successo? Insomma siamo… abbiamo l’aspetto che ci apparteneva da umani! >> Si fermò, ascoltando il suono della sua voce, sorpreso che non avesse più quello strano tono scampanellante.
<< Uhm… non ne sono certa ma… Una volta ho sentito parlare che se durante i viaggi temporali gli esseri che hanno subito “mutazioni” si allontanano troppo dal “presente” rischiano di riassumere il proprio aspetto originale. Non chiedetemi da cosa dipenda… Suppongo che sia per via del fatto che essendo in principio umani tornando indietro nel passato, sia come tornare alle proprie origini… >>. Nemmeno io avevo idea di cosa fosse successo esattamente, ma quella era l’unica spiegazione plausibile. Solo in quel momento mi resi conto di non sapere dove ci trovavamo, così mi guardai intorno, per quanto la fiocca luce della lampada lo permettesse. Eravamo tutti estremamente vicini poiché lo spazio era davvero poco, una specie di tavolo da lavoro era addossato al muro, sopra e agli angoli della stanza erano disposti ordinatamente attrezzi da giardinaggio, scatoloni e altri oggetti che però non riconoscevo. Un'unica finestrella era presente, Edward con una strana espressione sul viso vi si avvicinò e osservò per più di un minuto l’esterno. Emmett, dando voce anche alle domande che sicuramente tutti si ponevano, chiese impaziente:
<< Ma dove diavolo siamo finiti? E perché ci siamo?! >> Edward riportò lo sguardo verso di noi, negli occhi una strana luce, parlò con un leggero tono di scuse:
<< Credo che sia colpa mia, mentre Bella sfiorava la clessidra ho… pensato a questo posto e noi ci siamo finiti… >> Il suo tono cambiò improvvisamente e divenne emozionato << Questo è il ripostiglio degli attrezzi da giardinaggio di casa mia… Ben venuti a Villa Masen! >>
Tutti rimanemmo paralizzati a quelle parole, così che sussultammo quando Alice parlò, indignata.
<< Ma io ho lasciato gli abiti a casa, nel nostro secolo!! >>
 



Ciao guys! Come avrete notato *si illudono che ci sia qualcuno* non abbiamo più postato nuovi capitoli, perchè nell'ultimo non abbiamo ricevuto nemmeno una recensione ): Essendo anche molto impegnate con la scuola stiamo ensando di SOSPENDERE LA STORIA se non vi interesa.
Quindi, se vi piace e volete che vada avanti vi chiediamo di lasciare un commentino, anche piccolo piccolo :)
Vero e Lely

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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***


Capitolo IV
 
Usciti dal ripostiglio ci si presentò davanti un edificio che di semplice aveva ben poco. Circondata da un meraviglioso giardino perfettamente curato, villa Masen si ergeva in tutto il suo splendore. Eravamo a più di cento metri da uno dei sentieri che portavano a piccole fontanelle, panchine sotto enormi alberi e ad alcune delle porte della casa, supponevo. Infatti, complice il buio della notte e la lontananza dall’enorme abitazione, non riuscivo a vedere con esattezza ogni punto della costruzione. La flebile luce della luna dava una leggera lucentezza ai colori dell’enorme villa rendendola ancor più elegante e maestosa. Mi voltai verso Edward, che rimaneva silenzioso al mio fianco, incerta sulla via da prendere. Lui mi guardò con dolcezza, incatenando i nostri sguardi, e unì le nostre labbra in un bacio dolce e tenero come il nostro amore. Era cambiato il mio Edward, lo sentivo, era tornato umano, ma il rapporto che ci univa sarebbe rimasto lo stesso, sempre e comunque. Il problema, però, era che anche il fratello rompiscatole di Edward sarebbe rimasto sempre lo stesso…
<< EHI, VOI DUE!!! Se Edward fosse così gentile da mostrarci le stanze, voi potreste andare a fare i porcellini nella vostra, e noi potremmo ri-imparare a dormire! >> si inserì Emmett.
<< Ri-imparare? Emmett, sei appena tornato umano e già ti ubriachi?>>
<< Uffa, quanto siete pallosi ragazzi! >>
<< EMMETT McCARTY CULLEN, sei fortunato che non abbia portato un mestolo con me, altrimenti… >>
<< Scusa mamma, ma non si può neanche parlare adesso? E che rottura di…>>
<<  EMMEEEETT! >>
 << Scusa! >>
Tutti noi assistemmo al divertente siparietto tra Emm ed Esme, ridacchiando sommessamente alla vista del povero ragazzone sottomesso dalla dolce e, in quel momento abbastanza infuriata Esme. Ma non avvertendo il melodioso suono della risata a mezza voce di Edward, mi voltai nuovamente verso di lui, preoccupata. Non avevo idea di cosa il ritorno alla sua vecchia casa, alla sua famiglia, avrebbe provocato in lui e temevo di scoprirlo.
<< Amore… >> Lo chiamai, sapendo che mi avrebbe capita immediatamente.
<< Niente tesoro, solo… ricordi. Rivedere casa mia mi sta facendo rivivere il periodo in cui ero tranquillo con i miei genitori, la spagnola non aveva ancora fatto stragi, e io avevo la mia vita di ragazzo di inizio Novecento, il cui unico scopo era entrare nei militari, e farsi valere come soldato… >>. Mentre parlava i suoi meravigliosi occhi verdi, che alla flebile luce della luna risultavano di un intenso nero, divennero lucidi e una silenziosa lacrima fuoriuscì uscì da quei smeraldi. Solo io, trovandomi abbastanza vicina,  potevo scorgere quel luccichio sul suo viso, ma nonostante questo lui passò veloce una mano sul viso per nascondere anche ai miei occhi quella sofferenza. Lo strazio che provai in quel momento è indescrivibile, come lui non poteva vedere soffrire me, così pure io non riuscivo a sopportare l’idea di Edward ferito. Afferrai la mano ancora sul viso, la portai al mio, vi lascia un bacio e subito la strinsi, comunicando attraverso quel gesto e lo sguardo  tutto il mio sostegno e l’amore che provavo nei suoi confronti. Si ricompose velocemente e rivolgendomi un sorriso, che però non riuscì a trasmettere agli occhi, che rimasero tristi, si voltò e si rivolse agli atri.
<< Bene, famiglia! Ecco, questa è appunto villa Masen. Suppongo che anche voi, come Emmett, abbiate sonno e quindi, visto che non abbia altro posto dove passare la notte staremo a … casa mia. >> Solo nel momento in cui Edward pronunciò quelle parole mi resi conto che anche Carlisle, dallo sguardo triste che lanciò verso quello che considerava suo figlio, aveva assistito al piccolo momento di Edward. Così avvicinandosi gli diede una pacca sulla spalla e con un leggero sorriso sul viso da ventitreenne lo incoraggiò:
<< Andiamo figliolo! Sì, siamo tutti stanchi e credo proprio che riposare sia un’ottima idea >>. Edward gli rivolse un sorriso grato, intriso di tutto il bene che nutriva verso di lui e dirigendosi verso la casa mi prese per mano, sussurrandomi un “ti amo” ipregnato di sincerità e gratitudine. Procedevamo in fila indiana, in silenzioso contemplamento della meravigliosa villa, fino a quando Edward si fermò a pochi passi da una porta sul retro.
<< Questa è la porta di servizio, entreremo da qui perché è l’unica che viene lasciata aperta la notte. Seguitemi e soprattutto zitti! >> Dopo aver sussurrato quelle parole Edward ci scortò dentro, accendendo una candela che tirò fuori da un cassettino, nascosto dall’oscurità, ma che lui sicuramente sapeva esattamente dove fosse. Il tenue lume della candela illuminava a malapena a un metro da noi, così che non riuscì a vedere bene quelle che sicuramente erano le cucine, per il forte profumo di frutta. Arrivammo in un'altra stanza, subito Edward accese tre appliques  al muro, così che l’enorme salone venne illuminato almeno un poco. Si trattava di un meraviglioso soggiorno, arredato con mobili antichi anche per i primi del Novecento, vi erano numerose finestre che sicuramente durante il giorno donavano un alone di pace e tranquillità. La sala non era comunque troppo piena, tutt’altro: pareva arredata per lasciare libero movimento ai suoi abitanti tra i divanetti avanti all’ampio cammino e il pianoforte che troneggiava nel punto più visibile della stanza.
Edward però non vi si fermò. Continuò imperterrito fino all’enorme scalone di marmo che partiva dal lato destro della stanza per arrivare fino al piano superiore, del quale si intravedevano alcune porte di legno scuro. Dopo averci fatto cenno di seguirlo cominciò a salire la lunga scala, proseguì per il corridoio di sinistra, non prima di essersi guardato intorno e aver controllato che nessuno fosse nelle vicinanze. L’andito era lungo e arredato con piccoli tavolini addossati alle pareti, sormontati da vasi di fiori. Più di cinque porte si aprivano su di esso, e pensare che c’era anche quello di destra e almeno un altro piano! Quella casa era enorme! Si fermò improvvisamente davanti ad una porta, si voltò un attimo per verificare che ci fossimo ancora tutti ed entrò, reggendo sempre con la mano destra la candela. Una volta che tutti fummo dentro richiuse la porta e accese le appliques presenti, illuminando così la stanza. Questa si rivelò essere una camera da letto, piuttosto ampia, alla sinistra della porta vi era un tavolino sul quale erano poggiati libri e spartiti musicali, addossate al muro dello stesso lato erano presenti quattro librerie, tutte colme di libri di vario tipo, sulla parete parallela a quella della porta era presente un enorme finestra e sotto di essa uno scrittoio ordinato. Un letto matrimoniale a baldacchino troneggiava con la spalliera addossata al lato destro della stanza, lasciando così molto spazio tra le librerie e quest’ultimo, sul cui pavimento di parquet era steso un grande tappeto.
Mi resi conto, dopo un attenta osservazione alla camera, di non essere l’unica a bocca aperta. Tutti scrutavano attentamente la stanza stupiti e ammirati, tutti tranne Edward che gonfiava il petto e aveva uno sguardo orgoglioso che la diceva lunga su chi fosse il proprietario della camera. Ed infatti…
<< Questa è la mia stanza. Carina, vero? >> Disse ostentando non curanza, suscitando l’incredulità di Emmett.
<< Carina?! Questa stanza da sola è la metà della casa in cui abitavo con i miei genitori e tutti i miei fratelli e sorelle da umano! >> Gli altri annuivano e continuarono a guardarsi intorno, fino a quando Emmet, mezzo morto di sonno, si buttò sul morbido letto di Edward. Dal canto suo il mio fidanzato lo guardò prima sorpreso, poi con un cipiglio arrabbiato.
<< Orso! Che diavolo pensi di fare?! >>
<< Dormire, no?! >> Fu l’innocente risposta del ragazzone.
<< Non sul M-I-O letto! Sentite gente questa è la mia camera, nella mia casa, dormirò io sul letto! >> A quelle parole Emmett si rialzò alla velocità della luce e guardando stralunato il fratello rispose.
<< Stai scherzando vero? E noi dove dovremmo dormire?! >>
<< Il tappeto è grande e anche abbastanza morbido, ora vado a cercavi anche qualche cuscino e delle coperte così starete più comodi. >>
<< Un momento Edward, posso lanciare un Accio… >> Dissi tastandomi le tasche in cerca della mia bacchetta, ma non la trovai. << Oh, maledizione! Non ho la bacchetta! E adesso come faccio?! >> Il mio tono di voce era sicuramente lamentoso, non avevo idaea di come muovermi in quel secolo e pure senza bacchetta!
<< Non importa, Bella. Ce la faremmo anche senza magia! Anzi forse è meglio non usare proprio la magia in questo secolo, non si sa mai! >> Detto questo Edward uscì velocemente e silenziosamente dalla porta, lasciandosi alle spalle un Emmett infuriato che gli mandava un fiume di imprecazioni.
Mentre Edward era via, noi continuammo a guardarci intorno, e io pensai a quanto dovesse essere ricca una famiglia del genere per potersi permettere tutto quello che avevamo visto. Edward non aveva mai accennato all’enorme portata di denaro della sua famiglia, e io non gliel’avevo certo chiesto, ma in quel momento ero curiosa di saperlo.
Nel frattempo, Edward tornò, portando a fatica un’enorme quantità di cuscini e coperte per tutti. Era molto strano vederlo sfiancato dal compiere un’azione fisica, talmente ero abituata a vederlo spostare oggetti pesanti tonnellate come se stesse sparecchiando la tavola! 
<< Eddiino, ti si sta smollando il muscoletto?? >>
<< Zitto Emmett, è una cosa seria, è strano tutto questo, come dire, tornare a essere umani… la natura vampiresca è difficile da combattere, non si può tornare indietro così! >> si preoccupò Edward.
<< Amore, quella della Giratempo è una magia davvero molto potente, può persino cambiare le sorti della storia, come ti ho già spiegato. C’è un motivo se è controllata assiduamente dal Ministero della Magia e se le Giratempo rimaste in circolazione sono davvero poche! Molti maghi nel corso dei secoli ne hanno approfittato per modificare un dettaglio del passato che non andava loro bene, con gravissime conseguenze su tutto il mondo magico e non! Ne approfitto per dirvi di fare molta attenzione a quello che dite o fate in questo secolo, se qualcosa va storto, potreste persino impedire la vostra nascita! >>
Finii il mio discorso, ascoltato attentamente da tutta la famiglia Cullen, poggiando poi la Giratempo sul tavolino, per evitare che mi cadesse dalle mani. Poi Carlisle parlò.
<< Grazie Bella, faremo attenzione, te lo promettiamo, VERO EMMETT??? >>
<< Ma certo Carlisle, non potrei mica privare il ventunesimo secolo della mia presenza, come farebbero senza di me? >>
<< Oh Santo Cielo! Sei un caso perso, lasciamo stare! Piuttosto, come facciamo a procurarci dei vestiti? Oppure, cosa più importante, adesso abbiamo delle esigenze umane, abbiamo bisogno di mangiare e di bere, come faremo a procurarci tutto ciò? >>
<< Carlisle, io posso procurarvi dei vestiti dalle altre stanze della casa. A te e a Emmett posso dare quelli di mio padre, Jasper di corporatura è più simile a me, quindi è meglio che prenda uno dei miei. Invece per voi ragazze posso prendere qualche vestito di mia madre. Alice, tu dovrai accorciarlo un poco il tuo… >>
<< Edward mi stai dando della nana?! >>
<< Beh, Alice, tu sei un po’ bassottina… >>
<< No, caro il mio fratellino, io non sono nana, io sono DIVERSAMENTE ALTA! >> si infervorò la “dolce sorellina” del mio amore.
<< Certo Alice, come no! Comunque io sono d’accordo con Edward, voi ragazzi? Per il cibo, Edward potrebbe prendere qualcosa dalla cucina, che ne dite? >> chiesi io, cercando di sovrastare le risate degli altri.
Tutti furono ben accetti a quella proposta, ma decidemmo di rimandare il tutto all’indomani, eravamo troppo stanchi.
Mentre ci preparavamo per dormire, lo sguardo di Edward cadde su uno strano calendario appeso alla parete, doveva essere tipico di quel periodo.
<< Ragazzi, mi stavo chiedendo perché non mi trovassi in camera mia, e adesso ho capito. Siamo a Maggio, e io a Maggio andavo tutti gli anni in campeggio per tre settimane, da quando avevo quattordici anni. Menomale, perché altrimen… Bella, ma che cavolo stai facendo?! >> Esclamò il mio fidanzato, mentre prendevo un cuscino ed iniziavo a stendermi sul morbido tappeto.
Edward che diceva “cavolo”, doveva essere proprio sconvolto!
<< Amore, mi sto sistemando per la notte, perché? >>
<< Bella, ma scherzi, vero?? Tu naturalmente dormi nel letto con me, non si discute! >>
<< Cosa?! Ma non è giusto! >> Esclamò Emmett, poi facendo una pausa durante la quale si formò u  cipiglio pensieroso sul volto, si illuminò. << Ah! Ho capito! Eh eh… Edward! No, no! Non provarci, monello! >> Arrossii immediatamente, voltando lo sguardo subito su Edward, per seppellire il viso nella sua camicia, ma rimasi sorpresa nel vedere che un dolce rosso si stava diffondendo anche sulle sue guancie, causando l’ilarità di tutti. << Non… Emmett! Come puoi pensare una cosa simile? Proprio se ci siete voi davanti! >> Borbottò il mio fidanzato facendo ridere anche me. Quell’eccesso di risate prosciugò le nostre ultime forze, così ci sistemammo velocemente sotto le coperte e, dopo esserci dati la buonanotte, io ed Edward con bacio, cademmo tra le braccia di Morfeo. 


Angolo delle due *Matte*
Chiediamo perdono per l''immenso ritardo, ma la scuola e i mille impegni non ci danno un attimo di tregua! Ringraziamo infinitamente le cinque girls che hanno recensito lo scorso chappy: _alessia98_
paride
Dills Nightmare
CoryBlack
bianchirosa
Vaniglia F Potter
E tutte le altre che hanno recensito gli scorsi chappy
Chi ha messo la nostra fic tra le preferite e le seguite. 
Grazie grazie grazie!
Promettiamo che durante le vacanze natalizie posteremmo almeno un altro chappy, giuriamo!
Una altra cosa molto importante: secondo voi ci sta bene un Pov Edward? Noi siamo indecise...
Al prossimo aggiornamento
Buon Natale e buone feste! :D Vero e Lely :D
Ps: Recensite u.u Vogliamo assolutamente sapere se la storia procede bene o se stiamo facendo errori clamorosi!

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