Yours, forever.

di Annavi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter one. ***
Capitolo 2: *** Chapter two. ***
Capitolo 3: *** Chapter three. ***
Capitolo 4: *** Chapter four. ***
Capitolo 5: *** Chapter five. ***
Capitolo 6: *** Chapter six. ***
Capitolo 7: *** Chapter seven. ***
Capitolo 8: *** Chapter eight. ***
Capitolo 9: *** Chapter nine. ***
Capitolo 10: *** Chapter ten. ***
Capitolo 11: *** Chapter eleven. ***
Capitolo 12: *** Chapter twelve. ***
Capitolo 13: *** Chapter thirteen. ***
Capitolo 14: *** Chapter fourteen. - the end. ***



Capitolo 1
*** Chapter one. ***


Le luci si spengono.
Gli applausi continuano come un eco perpetuo.
Assoli di chitarra terminano soddisfatti.
E lui lascia il palco.
Si dirige con passo affrettato dietro le quinte.
I suoi occhi chiedono solo una cosa.
Solo una persona.
Solo un nome.


- Sei stato bravo. - le labbra di lei non fanno in tempo a finire la frase, che Nicholas le è già addosso.
Ricambia il bacio, toccandolo nei punti migliori: quelli che gli danno più piacere.
E' stato lui, a insegnarle dove tastarlo.
In modo violento, Nicholas la trascina dentro al camerino.
Nessuno lo cerca, nè la famiglia, nè la troupe.
Sanno tutti che in questi momenti non bisogna disturbarlo.
Ginevra continua a baciare il giovane cantante, mentre lui con un piede chiude la porta e la fa cadere dolcemente su un materasso.
Il solito materasso che lui si fa spostare in ogni singola meta del tour, per poter agire meglio.
Con un tocco leggero, sia la maglietta che il reggiseno di lei volano a terra.
Ginevra ricambia il favore, in modo altrettano veloce: è abituata.
Aspetta però a togliergli i boxer, perchè sa che a lui piace aspettare.
Così fa, lasciandolo esplorare ogni singola parte del suo corpo.
E al momento giusto, si concederà a lui.
Come ogni volta.
Perchè Ginevra è pagata per fare questo e non altro.

_



- Vado a fare una doccia. -
Ginevra annuncia queste parole, mentre il respiro pesante di Nicholas si calma, fino a placarsi del tutto.
Il suo compito era stato parzialmente assolto e lei aveva bisogno di lavarsi.
Sa che Nicholas, dopo aver fatto sesso, si rilassa completamente ed è silenzioso.
- Rimani un po', ti prego. -
Nicholas sente il bisogno di lei, non vuole vederla scomparire dietro la porta del bagno.
Così la ragazza si stende nuovamente sul letto e lui appoggia la testa sul suo seno.
E scoppia a piangere.
Come al solito.
Ginevra gli accarezza i capelli e ascolta le sue parole di sfogo.
Non dice nulla, a lui basta quello.
Sono sempre i soliti problemi, nulla che lei possa risolvere.
- Gin, non ce la faccio più. - completa infine.
Lei gli bacia la fronte e lo prende per mano, come un bambino.
Sempre come un bambino, lui si fa trasportare fino alla doccia e, una volta aperta l'acqua calda, è contento di entrare nel vapore caldo.
- Deve essere dura, essere te. -
Ginevra sa che queste parole gli sono d'aiuto, sa che la sua compassione lo aiuterà a guarire le ferite per qualche momento ed è per questo che le pronuncia.
Intanto gli lava la schiena con una spugna e del sapone: sapone al cioccolato, come gli aveva detto di fare lui.
Questo era cio' che era lei, quindi.
Non era prostituta.
Non era una schiava.
Era il giochino di Nick Jonas, tutto qua.
Veniva pagata per esserlo e non aveva nulla in contrario.
Questo contratto era iniziato all'età di quindici anni per lui e diciassette per lei.
Inizialmente lui non voleva attaccarsi, ma poi si rivelò inevitabile.
Lei era tutto cio' di cui aveva bisogno, in ogni singolo momento.
Faceva sempre la cosa giusta, perchè tutto quello che doveva fare, gliel'aveva insegnato lui.
Nicholas si era costruito un giocattolo perfetto, sempre carico e sempre tollerante.
A lei andava bene così, perchè aveva bisogno di soldi.
E quando hai bisogno di soldi: non ti importa molto del lavoro che svolgi.

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Capitolo 2
*** Chapter two. ***


- Smettila di masticare rumorosamente. -
E' una splendida mattinata a Los Angeles, il sole splende e il cielo è blu.
O forse no.
- Smettila di masticare rumorosamente. - riafferma Joe, ancora più infastidito.
Kevin non si lascia scoraggiare e continua a mangiare tranquillamente la sua tazza di cereali, come se il fratello non esistesse.
Il rumore delle mandibole in movimento del maggiore risuona nelle orecchie di tutti i fratelli.
- Joe ha ragione, potresti fare un po' più piano? - interviene Nick, a vantaggio del mezzano.
Kevin butta gli occhi al cielo e ammorbidisce la presa dei denti sul cibo.
Tutti si rilassano.
Ginevra continua a bere il suo bicchiere di aranciata: anche oggi non pronuncia parole, non sorride, non piange.
E' tutto come al solito, insomma.
La ragazza si alza dal tavolo e, senza conferire parola, si reca in camera sua.
Una volta chiusa la porta, si posiziona davanti all'armadio.
Una mano passa rapida sui diversi capi di abbigliamento: il preferito di Nick è il vestito bianco, così se lo infila.
Non si sofferma davanti allo specchio, a cosa servirebbe?
Dopo essersi sistemata del tutto, scende nuovamente le scale e torna in cucina, dove i Jonas non hanno mosso un passo.
Nicholas le lancia un'occhiata d'approvazione e lei si sente sollevata; non dovrà tornare al piano di sopra per cambiarsi.
Quante erano le persone che avrebbero potuto immaginare che Nick Jonas,  in regalo per i quindici anni, avesse chiesto niente di meno che una bambola vivente?
Nessuna, probabilmente.
- Me la presti, oggi? -
Il minore alza gli occhi dalla ciotola e incontra lo sguardo di Joe, da cui proveniva la domanda.
- No. - rispose semplicemente.
Kevin non li ascoltava nemmeno, perso tra i suoi pensieri, e Ginevra non aveva avuto reazioni.
Nicholas non lasciava mai nessuno toccare Ginevra.
Era sua, come se le avesse marchiato il corpo con la scritta 'proprietà privata'.
Come se ci fosse scritto 'Nicholas' su ogni angolo della sua pelle.
Ma non si accorgeva che era il contrario.
- Dai, fratello, solo per un'ora. -
- Ho detto di no. -
Joe sbuffa, ma Nick non dà segno di cambiare idea, così il mezzano si rassegna.
Da sotto il tavolo, il minore prende per mano Ginevra.
Lei contraccambia saldamente la stretta, come piaceva a lui.
Sempre e solo: come piaceva a lui.

_


Nicholas giocava con un filo d'erba del giardino.
Lo poggia sulle sue labbra, ci soffia sopra e infine si accarezza con esso la punta del naso.
E' silenzioso, sdraiato a pancia in su.
Accanto lei: la sua mano destra e la sinistra di Ginevra combaciano perfettamente.
'Pace'.
Tutto quello che voleva Nicholas e tutto quello che gli dava Ginevra.
- Sta sera esco. - questa affermazione coglie impreparato il giovane cantante.
Alza un sopracciglio perplesso.
Ginevra sa benissimo che lui le darà il permesso: non ha mai chiesto di uscire e sarebbe la prima volta in tre anni.
In quello stesso istante, come per proteggerla, la fa salire sopra di lui.
I gomiti appoggiati vicino alle orecchie di Nick e il respiro leggero che gli solletica il viso.
E poi scatta il bacio, come da copione.
Un po' per convincerlo, un po' perchè Ginevra sa che a Nicholas piace vivere come nei film.
Gli piacciono le situazioni romantiche, il melodramma e crede nella 'scintilla'.
- Dove vai? -
Da quando lui si era lasciato con la recente ragazza, faceva più pressioni sul suo giocattolo.
Innanzi tutto era molto più 'voglioso', è naturale.
Ora aveva solo una ragazza con cui potersi sfogare, invece che due.
E poi sentiva che Joe cominciava ad avvicinarsi troppo a Ginevra e le richieste di prestito erano aumentate molto nell'ultimo mese.
La ragazza alza le spalle, indifferente.
Suppone a fare un giro: ha deciso di cambiare registro.
Diciannove anni e nessuna vita.
Non poteva andare avanti così.
- Torna entro mezzanotte, Gin. -
Lei gli bacia una guancia e si alza da terra.
Per la prima volta avrebbe potuto scegliere da sola cosa mettersi.
Per la prima volta con i suoi gusti.
Per la prima volta come piaceva a lei.

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Capitolo 3
*** Chapter three. ***


Joe ha le spalle attaccate al muro, di fianco a lui, si trova la porta della camera da letto di Ginevra.
E' indeciso: non sa se entrare o no.
Bussa piano, probabilmente la scelta migliore.
Il viso di Ginevra si sporge e squadra Joe.
- Che vuoi? -
- Te. -
Lei rimane in silenzio per qualche secondo, ma poi apre definitivamente la porta, lasciandogli lo spazio per entrare.
Lui si catapulta dentro e le prende la mano destra, portandola al livello della sua cintura.
Ginevra rimane fredda, come se non le importasse.
- Così però non va bene, Nicholas mi aveva detto che ci metti passione quando lo fai, solitamente. -
La ragazza inarca un sopracciglio.
- Non abbiamo ancora parlato del pagamento. -
- Pagamento? -
Joe lascia scivolare lentamente la mano di Ginevra sotto la cintura, fino a farla soffermare nel punto preciso.
- In teoria non dovrei nemmeno prendere in considerazione la questione, visto che gli accordi riguardavano solo me e Nicholas. -
Il ragazzo si rassegna, appena lei stringe leggermente la presa al punto 'x' , per farlo eccitare.
Dopotutto, Joe e Nick sono fratelli: amano le stesse cose.
- Cinquanta. -
Sussurra estasiato.
Lei sembra soddisfatta e comincia a stimolarlo, infilando la mano all'interno dei pantaloni.
- A quanto pare qui c'è qualcuno che mi aspetta da un po'. - mormora Ginevra, compiaciuta.
Sì, compiaciuta. 
Dopo tanto tempo, Ginevra mostra un emozione sul viso freddo e al contempo, bellissimo.
Joe la bacia e lei si lascia nelle sue mani, completamente priva di volontà proprie.
Poi avverte una sensazione strana sul collo, all'altezza dell'orecchio.
Joe si stacca.
- E' un succhiotto, rilassati. -
Lei non ne aveva mai provato uno e riflette sul motivo.
Nick era solito fare sempre cose nuove, esperienze diverse.
Era molto curioso e poteva dire di aver sperimentato quasi tutto, con lui: ovviamente a piacere di Nicholas.
Come mai, una cosa così banale, non le era mai stata sottoposta?
Intanto Joe infila una mano sotto il vestito bianco di Ginevra, liberandola dall'intimo e lei gli slaccia la cintura, facendo cadere di conseguenza i pantaloni.
- Gin, ho bisogno di te, posso entrare? -
La voce di Nicholas infrange il loro momento.
Ginevra lancia un'occhiata a Joe.
Quest'ultimo le porta un dito alla bocca, facendole il segno di stare zitta.
- Gin, stai bene? -
La ragazza dischiude le labbra per proferire parola, ma Joe la blocca, nella speranza che il fratello se ne vada.
Ma a quanto pare non conosce abbastanza gli istinti protettivi di Nick verso Ginevra.
Infatti, Nicholas pensa che lei sia svenuta o si sia sentita male.
- Gin? -
La porta si spalanca e il resto accade a rallentatore.
Tutto a rallentatore, come nei film.
Come nei film: con il melodramma e tutto il resto.
Ancora una volta, come piaceva a Nicholas.

_


- Ditemi che non è come sembra. -
Joe si riabbottona velocemente la camicia, mentre Ginevra recupera l'intimo, fredda.
Nessuno dei due parla.
- DITEMI CHE NON E' COME SEMBRA! - urla questa volta il giovane cantante.
Nicholas si sente come se gli avessero rubato il giocattolo preferito.
Come se glielo avessero strappato di mano, per darlo poi a Joe.
Non vede più su ogni angolo della pelle di Ginevra il nome 'Nicholas' tatuato.
Vede tanti piccoli 'Joe' e delle X sul nome 'Nick'.
E perde la calma.
Afferra Joe per un braccio e lo sbatte fuori dalla camera, furioso.
Il mezzano negli occhi ha paura, ma reagisce con il corpo, che dimostra l'incontrario.
Quasi ringhiando, Nicholas fa indietreggiare il fratello fino all'arrivo in giardino.
Durante le scale, ha provato più volte l'istinto di spingerlo.
Ma non l'ha fatto, perchè sa che la vendetta va gustata fredda.
E sente dentro di lui ogni minimo muscolo teso, ogni nervo pronto ad attaccare.
- Perchè? -
- Perchè mi andava. -
Joe sceglie la mossa sbagliata, come al solito.
In pochi istanti il minore gli è addosso e lo sta massacrando.
Si ritrovano entrambi a terra, ma Nicholas non si dà pace.
Il mezzano riesce a ribaltare la situazione, salendo sopra il piccolo Jonas.
Ma quest'ultimo spacca il labbro a Joe, prendendolo alla sprovvista.
Ginevra osserva la situazione sulla soglia di casa.
Ragiona.
- Nicholas, basta. -
E Nick, con il pugno a mezz'aria, stoppa il movimento.
Gira il volto verso di lei e Joe allenta la presa sul braccio sinistro del minore.
Si alzano in piedi entrambi.
Un rapido scambi di sguardi, contenente rancore, odio, ma anche dispiacere.
Nick si allontana, in direzione di Ginevra che per tutto il tempo è rimasta ferma sulla porta di casa.
Niente lacrime, niente urla, niente di melodrammatico.
Solo due parole e tutto si era fermato.
- Non era negli accordi, tutto questo. - sussurra lei, a denti stretti.
Se per un attimo le emozioni avevano rianimato il suo volto con Joe, adesso erano nuovamente sparite.
- Non era negli accordi nemmeno che tu ti facessi mio fratello. -
- Trovami il punto del contratto in cui si dice che io non posso farlo. -
- Pensavo fosse ovvio, cazzo! - esclama Nick, in preda agli spasmi.
- Non lo era. - risponde lei.
Joe si è allontanato: sa come ragiona il fratello, sa che adesso devon stare soli.
- Non ti soddisfo? - è la domanda che sorge spontanea dalla bocca del giovane.
Ginevra lo prende per mano e lo trascina dentro casa, facendolo appoggiare con le spalle al muro.
- Io vengo pagata per farlo: non importa cosa mi soddisfi e cosa no. -
Nicholas sembra realizzare la pura verità solo in quel momento.
Infatti si irrigidisce sotto le mani di lei.
- Sta sera tu non esci. -
Ginevra appoggia la testa sul petto di lui.
Aspetta che lui scoppi a piangere, come al solito.
Nick era pieno di contraddizioni, questo lo aveva imparato.
Quando diceva una frase dura come quella precedente, era capace di cambiare umore un secondo dopo e rivelarsi, sfogandosi e piangendo.
Lei lo considerava la sua tregua.
Il suo smettere di recitare.
Perchè è vero che a Nicholas Jerry Jonas piace vivere come nei film: vivere nel melodramma.
Ma ogni tanto, anche gli attori migliori hanno bisogno di una pausa.
Solo che questa volta non è così.
Ginevra attende invano che le lacrime comincino a sgorgare e a bagnarle i capelli.
Attende così tanto che non si accorge, che Nicholas è sparito.
E ad avvisarla, è il rumore della porta di una camera che si chiude, sbattuta.
- No, Nicholas, sta sera non esco. -


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Capitolo 4
*** Chapter four. ***


 
Le mandibole di Kevin.
Questo è l'unico suono presente nella sala da pranzo dei Jonas.
Sembra che non sia cambiato nulla, all'apparenza.
Il maggiore dei fratelli continua a ruminare pesantemente il suo pasto, il mezzano alza al cielo gli occhi infastidito, Nicholas li ignora e Ginevra rimane indifferente.
Ma nulla è uguale, tutto è mutato.
Kevin, con il suo sminuzzamento accurato del cibo, cerca di riempire il vuoto creatosi nella stanza; Joe non chiede più in prestito Ginevra, ha lo sguardo colpevole, dispiaciuto; Nicholas non stringe la mano sotto il tavolo a Ginevra, anzi non la sfiora neppure; Ginevra, invece, è forse la più cambiata.
Dietro la sua maschera d'indifferenza, ora si può intravvedere un'emozione precisa.
Delusione.
Delusa dal fatto che Nicholas abbia cambiato strategia, delusa dal fatto che per la prima volta lui non avesse reagito come lei credeva.
- Ora basta. -
Il piccolo Jonas si alza da tavola con un brusco movimento della sedia - che fa sobbalzare Kevin - strattonando per un braccio Ginevra, intimandole di alzarsi e di seguirlo al più presto.
Quest'ultima non si oppone e, trascinata da lui, lo segue fino in camera sua.
Nicholas la mette a sedere, in modo deciso, senza dolcezza, senza melodramma.
E' cambiato, come tutti in quella casa.
- Cosa fai? - chiede lei, non appena nota che le braccia di Nick stanno rovistando nel suo armadio: in cerca di qualcosa.
Lui non risponde, ignorandola completamente.
- Quello è il mio armadio, dimmi cosa cerchi. -
A queste parole il minore si ferma, girandosi per guardarla in volto.
- Voglio vedere se nel tuo armadio c'è qualcosa che non abbia scelto io. -
- Qualcosa che abbia scelto Joe? -
Lui annuisce.
- Non c'è. -
Nick si avvicina alla ragazza e le si siede accanto, ispezionando ogni millimetro del corpo di Ginevra.
Forse ha paura che Joe abbia mutato qualcosa, forse pensa che lui l'abbia sporcata.
Fattosta che Nicholas continua a muovere gli occhi su di lei, per poi fermarsi brusco in un punto.
All'altezza dell'orecchio sul collo.
Inarca un sopracciglio, come a sembrar sconvolto.
- Cos'è? -
- Cosa? -
- Quello. -
Con l'indice le sfiora il punto preciso e lei avverte chiaramente il calore della rabbia che si trova all'interno del giovane.
- E' un succhiotto, rilassati. - ripete le parole di Joe, non sa perchè, ma spera che questo la aiuti a cavarsela con poco.
La fronte di lui si corruga, piena di pensieri, che non sembrano avere il desiderio di scomparire.
- Solo per soldi? - sussurra piano.
- Unicamente. -
In pochi attimi, Nicholas le è praticamente saltato addosso, la abbraccia stretta, non vuole lasciarla andare.
Ginevra rimane sorpresa, ancora una volta non se l'aspettava.
Lui appoggia la testa nell'incavo del suo collo, respirando piano.
Sono un po' così, lei e lui: sembra che Nick abbia scambiato Gin per sua madre.
Lei ribalta le posizioni, mettendosi a cavalcioni.
Comincia a baciargli il collo, vicino alla clavicola.
Intanto il giovane cantante si sta godendo ogni singolo momento.
Solo lei era così brava, solo lei aveva così chiaro in mente dove mettere le mani, dove fargli provar piacere.
Si irrigidisce per un attimo: e lui sa cosa fare a Ginevra per stimolarla? Sa davvero se lei raggiunge l'apice del godimento con lui?
- Ti soddisfo? - chiede nuovamente, mentre lei infila una mano sotto la maglietta di Nick, accarezzandoli la schiena e quasi mordendogli il collo.
- A volte. - gli sussurra in un orecchio, capendo che finchè il minore non riceverà una risposta, continuerà a domandare la stessa cosa.
Compiaciuto, anche lui mette le mani sotto il vestito di Gin, sfiorandole la pancia e provocandole solletico.
- Vuoi uscire, sta sera? -
La ragazza stoppa i movimenti sul corpo di Nick e i baci sul collo, immobile.
Era la terza volta che Nicholas si dimostrava imprevedibile.
- Sì. -
Il piccolo Jonas le prende le mani e la solleva, tenendo le gambe della ragazza legate dietro la sua schiena, saldamente.
La porta sopra la scrivania, appoggiandola.
- Allora vestiti Gin, perchè ti porto a prendere un aperitivo. -
Gli occhi di lei esprimono una muta domanda.
- No, Ginny. Decido io cosa indossi. -
L'illusione è scomparsa, non è più come nei film.
E' solo come piace a lui, senza romanticismo e melodramma.


_


- Le parole sono molto più resistenti delle scritte, al contrario di ciò che affermano i detti popolari. 'Verba volant, scripta manent.' Sarà anche così, ma esse volano direttamente nell'anima dell'interlocutore, è a quel punto sono indistruggibili, intoccabili: un pezzo di carta si può bruciare, stracciare e a quel punto sarà come se non fosse mai esistito. Nessuno, invece, può cancellare le mie idee nel momento in cui le pronuncio. Ed egli non farà in tempo a fermarle che ne avrà già colto il significato, almeno in parte. Anche se mi uccidesse all'istante, le mie frasi rimarrebbero nella mente dell' assassino. Le parole non si possono distruggere, una volta pronunciate. Le scritte sono materiali, concrete, e perciò sgretolabili. -
Nicholas ascoltava, incantanto.
Non riusciva a distinguere se quello che Ginevra aveva appena detto fosse meraviglioso o semplicemente inusuale.
Come non riusciva a capire se fosse ciò che lui voleva, o il frutto di riflessioni della ragazza.
Dopo tutto, stava così tanto in silenzio che a qualcosa avrebbe pur dovuto pensare.
Ginevra abbasso lo sguardo sul drink, bevendo lentamente dalla cannuccia e giocando con il ghiaccio.
- Cavoli. -
- Mi hai chiesto cosa pensassi veramente in questo momento. -
- E ancora non riesco a trovare il collegamento con ciò che mi hai detto tu. -
- Era la prefazione, Nicholas. Volevo farti capire che nel momento in cui aprirò a te la mia mente, tu non potrai mai cancellare le mie parole, come la maggior parte di quello che potrei dire, ma che non oso fare, proprio perchè sei troppo sensibile. -
- Sei profonda. -
- Non con te. -
Nicholas beve un sorso dal suo bicchiere e si porta una mano dietro la nuca, come fa quando si sente nervoso.
Ma perchè mai dovrebbe essere nervoso?
Insomma, lui l'ha programmata perchè potesse metterlo sempre e solo a suo agio.
- Voglio sapere ugualmente cosa pensi. -
Ginevra posa il bicchiere sul bancone e accavalla le gambe sopra lo sgabello alto dove è seduta.
- Penso a quale sarebbe la dote che vorrei, se potessi sceglierne una. -
- Ce ne sono troppe, non credo si possa scegliere. -
- Dipende. Il mio primo pensiero è stato la bellezza. Come diceva Oscar Wilde, la bellezza è una forma di genialità, poichè viene compresa subito, non come l'intelletto e si ferma là dove inizia l'invisibile. Il secondo è stato le doti canore. Anche queste non hanno bisogno di essere comprese, ma sono afferabili anche da i più mediocri. E poi ho pensato alla pittura. Sempre qualcosa di superficiale, perchè mi piace essere intesa al primo sguardo. -
- Ma nessuno lo fa mai. -
- In futuro. -
Nicholas tace, sorpreso.
Sentiva che qualcosa si stava liberando da Ginevra, ma non era lui l'artefice.
Anzi, si considerava il colpevole per averla tenuta così tanto tempo in gabbia.
'' Sciocchezze '' pensa lui '' Lei ha firmato il contratto, nessuno l'ha mai obbligata. ''
- E tu? -
La voce di Gin interrompe il filo dei pensieri del giovane.
- La capacità di liberare la mente. -
Ed è vero.
Nick pensa troppo e raramente, i frutti delle riflessioni sono redditizi e intelligenti quanto quelli della ragazza seduta di fronte a lui.
Il piccolo Jonas si sente insignificante,
E per questo ha il desiderio di poter smettere di pensare, poter smettere di sprecare tempo in muti conflitti interiori, se poi non avevano mai successo.
Poteva considerarla una conversazione, quella appena avuta con Ginevra?
Non ne era certo.
Lui, d'altronde, non aveva detto praticamente nulla.
Mentre lei, aveva detto praticamente tutto.
O almeno così credeva Nicholas.



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Capitolo 5
*** Chapter five. ***


- Sei ancora arrabbiato con me? -
Nick socchiude gli occhi ed una miriade di pensieri si affollano nella sua mente, come tutte le mattine.
La sera precedente era uscito con Gin e lei l'aveva lasciato sorpreso: poi erano tornati a casa e non avevano fatto sesso, stranamente.
Sembrava che lei non fosse in vena e lui non voleva obbligarla.
Un momento, cosa?! 
Perchè non avrebbe dovuto obbligarla?

 - Nick, allora? -
La figura di Joe emerge davanti agli occhi del giovane cantante, illuminato dalla luce del sole che filtra dalla finestra.
Il fratello maggiore doveva sentirsi molto in colpa e i suoi occhi marroni esprimevano tutto il rimorso presente in lui.
- No, Joe. -
La risposta gli era uscita spontanea, ma dopo tutto non poteva rimanere ostile nei confronti di suo fratello per sempre.
- Ho una sorpresa per te! -
Il tono di voce di Joe è sollevato, mentre pronuncia queste parole e si siede ai bordi del letto del fratello.
- Ti ricordi quel programma di ballo che guardavamo da bambini? -
- Dancing with the stars? - [1]
- Esatto. -
Joe fissa Nick, come se stesse per scoppiare in un'esplosione di entusiasmo.
- Dai, Joe, dimmelo e basta! - esclama il minore impaziente.
- Ti hanno invitato a partecipare! -

_



- E' un programma che guardavo da bambino. Consiste nell'invitare una persona famosa a partecipare a questa gara di ballo. Ad ogni personaggio VIP e perciò concorrente, viene assegnato un maestro o una maestra a seconda del sesso, che parteciperà al concorso con il principiante. Il 'team' lavora sulla coreografia e poi la presenta sul palco alla giuria che stabilisce i voti. Alla fine di questa competizione anche il televoto gioca un ruolo molto importante. I balli sono di tutti i tipi: lenti, valzer, tango. Insomma, vuoi proprio dirmi che non l'hai mai visto?! - conclude sfinito Nicholas.
Ginevra annuisce tranquillamente, mentre passa una mano tra i vestiti nell'armadio.
Ovviamente lui non può capire che lei non poteva permettersi una calza: figuriamoci una televisione.
- E mi hanno invitato a partecipare! - 
Il sorriso del giovane è infinito.
Ginevra si volta dolcemente e sorride gentilmente, come per mostrargli che è compiaciuta, anche se in realtà le è indifferente.
- Oh, Gin, scrollati, ti prego! E' il sogno della mia vita, mostra un po' piu' di entusiasmo! -
Nick le arriva da dietro e le cinge i fianchi con le braccia, mentre lei volta il viso verso il suo e lo bacia.
- Sono molto contenta, davvero. -
Il piccolo Jonas non sembra soddisfatto e inarca un sopracciglio.
- Sarai mica gelosa che vado a strusciarmi con una ballerina tutta curve in un tango appassionato? -
Il sangue nelle vene della ragazza si gela: come osa?
Tac. Un'altra emozione: rabbia.
Le capitava troppo spesso in questo periodo.
- No, non sono gelosa. -
- Meglio. -
Nick respira sul collo di Ginevra, con le labbra che sfiorano la pelle di lei.
- Vieni a vedermi alle prove, vero? -
Nicholas, come al solito, aveva bisogno di lei.
- Certo. -
E lei non si tirava indietro.

 _


- Piacere, il mio nome è Melissa. - 
Ginevra rabbrividisce.
E' il nome più volgare che lei abbia mai sentito, sembra che ogni lettera esprima sesso.
Per non parlare del resto.
Ginevra lascia passare il suo sguardo sul corpo della nuova 'insegnante' di Nicholas e nota un figura abbastanza esile, ma soda, con le curve al punto giusto, i fianchi al punto giusto, un bel sedere e senz'altro un seno davvero prosperoso.
Il giovane cantante, imbarazzato come gli succede sempre con le ragazze carine, stringe brevemente la mano della dea della danza e mormora un: - Nick. -
- E tu sei? - chiede gentile Melissa.
- Ginevra, piacere. -
Nicholas prende un po' di coraggio e, cercando di evitare di far cadere lo sguardo sopra quel balcone, sorride.
- E' una mia amica, resterà a vederci fare lezione, è un problema? -
La ragazza sorride e fa cenno di no con la testa.
Poi si gira per legarsi i capelli davanti allo specchio e Ginevra nota gli occhi di Nicholas che vagano sognanti sul lato 'B' dell'insegnante.
Ovviamente fa finta di nulla.
- Allora Nick, cominciamo con qualche passo facile. -
Gin si mette seduta in un angolo della palestra a gambe incrociate e osserva il piccolo Jonas togliersi la felpa, per rimanere in canottiera e pantaloni della tuta.
Melissa gli prende le mani e le porta a cingerle i fianchi, mentre lo avvicina lentamente, fino a sfiorare i loro bacini.
- Scusa, ma quando si balla questa è la distanza giusta. -
Nicholas abbassa lo sguardo imbarazzato e Ginny si augura che lui non si sia già eccitato: perchè in quel caso, sarebbe un problema ballare così vicini.
Insomma, la cara Melissa avrebbe potuto scoprire una dolce erezione, dietro a quel bello sguardo innocente.
- Passo sinistra, avanti, passo destra indietro, stop, passo sinistra indietro, passo destra avanti, stop. -
Ripete dolcemente la dea della danza, nell'orecchio di Nick.
Intanto Ginevra si domanda quanti anni possa avere quella sgradevole ragazza.
Ventiquattro sicuri tutti: forse anche di più.
Ginevra storce il naso indispettita.
A Nick son sempre piaciute quelle più grandi, ma mica così tanto!
- Emh, così? - chiede il giovane cantante mentre fa roteare Melissa, per poi riprenderla e stringerla tra le sue braccia, da dietro.
- Sì, Nick, impari in fretta. -
La lezione prosegue su questo tono tutto il tempo: qualche passo di danza un po' troppo sensuale, occhiatine al fondoschiena dell'insegnate da parte del piccolo Jonas e altre agli addominali di Nick, questa volta da parte di Melissa.
Ogni tanto lei lo sfiorava in punti 'proibiti' e in quei momenti Ginevra si sentiva sempre meno sexy.
Sembrava che al solo tocco di quella Melissa, Nicholas si irrigidisse, per poi sciogliersi e abbandonarsi al piacere.
Non riusciva a resisterle.
Cosa molto strana.
Nessuno sapeva colpire così bene Nick nei punti più deboli, nessuno sapeva come eccitarlo in così breve tempo: nessuno tranne Ginevra.
E a Ginevra stessa Nicholas aveva dovuto insegnare le mosse e i 'segreti del mestiere'.
Come mai quella ballerina sapeva già tutto da sola?
Qualche anno di esperienza non poteva mica averla istruita così bene.
O forse sì.
- Per oggi può bastare, la prova è tra quattro giorni, ci vediamo domani alla stessa ora. - le ciglie di Melissa sbattono maliziose mentre pronuncia queste parole, con fare provocatorio.
Nick si lascia ammaliare da queste parole e esce fuori dalla palestra con uno sguardo a dir poco sognante.
Ginevra saluta con un breve cenno del capo e lo segue fuori, dove viene colpita da una zaffata di vento freddo.
Il buio è nelle strade, lei controlla l'orologio: ormai è sera.
- Come sono andato? - chiede Nicholas mentre cammina distratto.
- Bene. -
Fino a casa non si dicono una parola, perchè lui è immerso nella fantasia e lei non ne ha voglia.
Arrivati a casa, tutti e due salgono in camera, sorpresi di trovare un biglietto di Joe e Kevin attaccato alla porta della camera di Nick.
''Sta sera siamo fuori, non aspettateci in piedi.''
- A quanto pare siamo soli. - commenta Ginevra.
- Già. - risponde lui ancora molto distratto.
- Potremmo fare tante cose. - dice maliziosa lei.
- Eccome. -
- Ad esempio.. -
Ginevra comincia ad accarezzare sensualmente i bordi della maglietta di Nicholas e non ne capisce il motivo.
Solitamente era sempre lui, sempre Nick a iniziare un rapporto sessuale.
Non Gin, mai lei perchè per lei era un ordine che doveva eseguire, tutto qua.
E, invece, ora stava ammiccando per la prima volta al piccolo Jonas, ma lui era troppo distratto per accorgersene.
- Quindi.. - riprende il discorso precedente, abbassando le mani verso il cavallo dei pantaloni, sfiorandolo dolcemente.
- Scusa, Gin, ma sono molto stanco. -
Detto questo Nicholas si rifugia nella sua stanza, senza darle il tempo di rispondere o di fermarlo.
La porta si chiude davanti alla faccia di Ginevra.
Maledizione.

[1] Ballando con le stelle.

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Capitolo 6
*** Chapter six. ***


I passi di una persona che scendono le scale: ecco, il suono che avverte Ginevra mentre tranquillamente sorseggia una tazza di the per colazione.
La ragazza tende l'orecchio verso l'origine del rumore e attende di scoprire l'identità dell'individuo.
Un Nick trotterellante e allegro fa il suo ingresso nella sala, afferra una mela dal cesto di frutta e bacia sulla guancia la confusa Gin.
- Buongiorno, Gin. - le dice, prima di dare un morso al frutto verde.
Lei si limita ad alzare un sopracciglio dubbiosa, mantenendo le distanze.
Probabilmente le brucia ancora il fatto del giorno prima.
Nicholas lancia uno sguardo affrettato all'orologio e sorride contento: Ginevra continua a bere dalla sua tazza, senza staccare gli occhi da lui.
- Oggi puoi avere la giornata libera. -
Ok, se prima Gin aveva il sospetto che aleggiasse qualcosa di strano nell'aria, ora ne era completamente certa.
La ragazza corruga la fronte.
- Non guardarmi così, non sei contenta? -
Ginevra riflette: Kevin sarebbe uscito con suo padre nel pomeriggio, mentre Joe era fuori già da un pezzo per un'intervista.
Se anche lei se ne fosse andata, Nicholas sarebbe rimasto a casa da sola.
E lui odiava stare da solo.
Il filo dei suoi pensieri viene interrotto da un fastidioso 'Bip Bip': simile al rumore che fanno i telefoni quando arriva un messaggio.
E a quel punto capisce.
Lei si alza di scatto e sferra un attacco del tutto inaspettato verso Nick, infilandogli una mano nella tasca dei pantaloni e afferrando il suo cellulare.
Nicholas la prende per i fianchi, allungando la mano sinistra per recuperare il suo Blackberry, mentre urla: - Gin, no! -
La piccola Gin si divincola velocemente e va a finire dall'altra parte del tavolo, di fronte a Nick, con solo quel ripiano di legno a dividerli.
Il ragazzo la fissa dritta negli occhi, mentre lei rimane ferma immobile, mantenendo la posizione di uno che è pronto a scappare.
Il piccolo Jonas fa una finta, ma Gin è troppo furba e, invece che scappare come si aspettava lui, apre il messaggio e schiaccia il tasto 'vocal'.

''A che ora vengo da te?'' 
Mittente: Melissa.

Il messaggio in segreteria parte automaticamente.
La voce insidiosa dell'insegnante di danza scandisce lentamente queste parole, riempiendo la stanza.
- Te l'avevo detto di non farlo! - afferma Nick, mettendo su un broncio.
Ginevra appoggia il cellulare sul tavolo, indifferente, e passa accanto a Nick, con l'intenzione di dirigersi nella sua camera.
Viene però bloccata dal braccio di lui che la tiene ferma.
- Dai, non fare la gelosa. -
- Non sono gelosa. -
- Sì, che lo sei. Te lo leggo negli occhi. -
Ginevra lo fissa glacialmente, tanto che lui, in un attimo distrazione, le lascia il braccio.
Lei coglie l'occasione e si scosta.
- Mi prenderò una giornata libera, come hai detto tu. Ora se vuoi scusarmi, vado a cambiare i miei vestiti. -
Nicholas ritrae la mano che aveva tenuto a mezz'aria, come scottato.
Beccato.
Se c'era una cosa che a Nick dava fastidio, era che Ginevra si vestisse come voleva.
- Bene. - mormora con sforzo.
- Bene. - conclude lei strafottente.
Sale le scale lentamente e una volta chiusa in camera si appoggia con la schiena alla porta.
Cosa avrebbe fatto tutto il giorno?

 _


- Signorina? -
Il cameriere la scuote gentilmente per un braccio e Ginevra si risveglia dai suoi pensieri.
- Come, scusi? -
- Ho chiesto se l'acqua la vuole naturale o frizzante. -
- Ah, giusto. Naturale, grazie. -
Il cameriere si allontana con l'ordine, mentre lei fa il punto della situazione.
Si trova in un bar di cui non si ricorda il nome: non sapeva dove andare e questo era l'unico posto che le veniva in mente.
Ogni tanto aveva visto Kevin andarci con Nick.
Ginevra fa scivolare lentamente il suo sguardo sul tavolino di fronte a sè.
Il luogo non è affatto affollato e attende pazientemente l'arrivo del suo bicchiere d'acqua.
E' molto eccitata, questa è la sua prima volta fuori da sola senza Nick, da ormai molto tempo.
Ehi, ma era per caso un'altra emozione quella?
- Ecco la tua acqua naturale. - sorride il cameriere, posando un vassoio davanti a Ginevra.
Lei si accorge che vicino al bicchiere si trovano due biscotti e inarca un sopracciglio.
- Offre la casa. - spiega lui, sorridente.
Allontana il vassoio con una mano.
- No, grazie. -
Lui lo riavvicina lentamente.
- Davvero, insisto. -
Solo in quel momento, Ginevra si accorge di chi ha davanti.
Alza lo sguardo e trova un ragazzo sui diciannove anni, con dei capelli marroni e degli occhi magnetici, un sorriso affettuoso: molto carino.
Sembra imbarazzato e la guarda come in adorazione, mentre lei socchiude gli occhi per leggere meglio il cartellino sulla sua camicia.
'Nathan.' Un bel nome, un bel ragazzo, pure gentile.
- Grazie, ma non mi piacciono i biscotti. - afferma lei, fredda.
- A tutti piacciono i biscotti. - sorride lui, senza arrendersi.
- A me no. - lo fulmina con lo sguardo.
Nathan prende una sedia con un gesto veloce della mano e si posiziona seduto sopra di essa, con le gambe rivolte contro lo schienale, a cavalcioni.
- Senti, il mio capo ha detto che se riesco a essere cordiali con i clienti mi darà un aumento e adesso ci sta fissando. - si interrompe brevemente. - No, non ti voltare. -
Gin stoppa il movimento della testa, appena in tempo però per scorgere un uomo di grossa taglia che li fissava attento.
- Se mangi questi due biscotti mi fai un favore enorme e, diamine. - si passa una mano tra i capelli. - Non pensavo sarebbe stato così difficile! - afferma soddisfatto e sempre sorridente.
Ginevra continua a fissarlo immobile, riflettendo.
- Farò qualsiasi cosa. - aggiunge Nathan, sentendosi alle strette sotto lo sguardo del suo superiore.
- Non mi serve nulla. -
- Sta sera dò una festa a casa mia, vuoi venire? -
Di scatto Ginevra schiude le labbra per rispondere negativamente, ma poi si sofferma a pensare.
Un ghigno si dipinge sul volto di lei.
- Certamente. - conclude, afferrando un biscotto, mentre Nathan sorride rasserenato e il suo capo si allontana soddisfatto.
Fase uno: completata.

 _


- Dove hai detto che abiti? - 
La voce di Nathan viene trasportata dal vento alle orecchie di Ginevra.
Sono su un motorino, entrambi muniti di casco, lei gli stringe leggermente i fianchi, abbracciata e lui guida prudente, ma non troppo.
- Sempre dritto, ti dico io quando fermarti. -
Ginevra appoggia la testa sulla schiena del nuovo ragazzo e chiude gli occhi, lasciandosi accarezzare dall'aria e scompigliare i capelli.
Poi riapre le palpebre e fa cenno a Nathan di fermarsi.
- Vado a cambiarmi e poi torno subito. -
La ragazza rimane dubbiosa, lasciando incerta e in sospeso quella frase.
- Vuoi venire? - aggiunge, infine.
Nathan si passa una mano tra i capelli e si gratta la nuca.
Ginevra era rimasta ad aspettarlo mentre finiva il turno di lavoro e poi lui si era offerto di accompagnarla a casa e seguentemente alla festa: ''Ho il motorino.'' aveva aggiunto per convincere la diffidente Gin.
- Perchè no? - risponde lui, un po' timoroso per la casa enorme.
Non si aspettava un posto del genere, da lei.
Si dirigono entrambi verso la porta e una volta all'interno, Nathan nota che Ginevra si guarda attorno sospettosa, come se si sentisse seguita.
- Accomodati pure sul divano, io salgo di sopra per vestirmi e poi ti raggiungo. -
Nathan esegue gli ordini di Ginevra e le rivolge uno sguardo affettuoso, senza motivo.
La ragazza rimane un po' sorpresa e sale le scale velocemente, cercando di non fare rumore.
Arrivata in corridoio si accerta che il passaggio sia libero e, al momento di girare la maniglia della porta, una figura riccia e mora la apre per lei.
- Gin! - esclama Nick.
Ginevra si chiede inizialmente cosa ci faccia lui nella sua camera e vorrebbe urlare, ma si trattiene per non attirare l'attenzione dell'ospite al piano inferiore.
- Ascoltami Gin, ci ho pensato e mi dispiace. Ho annullato l'appuntamento con Melissa, non avrei dovuto comportarmi così, sono stato uno stupido e già mi manchi. -
Nicholas butta fuori queste parole di getto e Ginevra non ne rimane affatto sorpresa: lui non poteva resistere così tanto senza di lei.
Apre la bocca per rispondere, ma lui le è già addosso.
Ovviamente il piccolo Jonas non ha bisogno che Gin gli confermi di aver fatto pace: ovviamente a lui non importa cosa pensa lei.
La ragazza si lascia travolgere da quella ondata di emozioni che è Nicholas e risponde al bacio con energia, mentre lui la spinge al muro, probabilmente desideroso.
-  Ehi, posso usare il bagnooooo? - una voce maschile giunge lontana, dal piano inferiore.
Gin sussulta: Nathan.
Nicholas sembra non capire, inarca un sopracciglio e lascia i fianchi di lei, stupito.
- Chi è? - chiede a quel punto.
- Cosa? - 
- La voce di prima. -
- Io non ho sentito niente. - ribatte convinta.
- Ginevra, ti ho detto di dirmi chi è. -
Il volto di Nicholas si irrigidisce e lei rimane in silenzio.
- Bene, vorrà dire che lo scoprirò da solo. -
Le mani di Gin cercano di afferrarlo, ma lui è troppo forte e veloce, in un attimo sta già scendendo le scale, mentre lei lo rincorre, sorpassandolo.
Arrivati al termine delle scale, Nathan è voltato di schiena e quando sente i passi si gira inaspettatamente.
- Allora, ti sei camb.. - non finisce la frase, quando vede il viso furente di Nick accompagnato da quello di Gin.
- Emh, ciao. - sorride imbarazzato, senza capire la situazione.
- Nicholas questo è Nathan; Nathan questo è Nicholas. - presenta Ginevra, tornando fredda.
- Tu sei quello dei Jonas Brothers! - sorride il nuovo ragazzo.
Nick fa passare il suo sguardo velocemente da Gin a Nathan e non risponde.
- Beh, io vado a cambiarmi. - conclude Gin, battendo le mani. - Tu potresti intrattenere per cinque minuti Nathan? - si rivolge verso il piccolo Jonas. - Grazie. - finisce, senza aspettare una risposta.
In meno di un momento è già al piano di sopra.
Nicholas è indeciso: dischiude le labbra.
E poi gli viene in mente una idea geniale.
- Comunque io sono il suo fidanzato, piacere. - tende una mano ghignando.
Se Ginevra pensava di farla franca in questo modo, beh, si sbagliava.

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Capitolo 7
*** Chapter seven. ***


- Emh, allora. -
- Insomma. -
- Già. -
Nel salotto di casa Jonas, queste tre frasi si ripetono come un eco.
Nicholas fissa con un falso sorriso il ragazzo seduto sul divano di fronte, mentre quest'ultimo si guarda intorno imbarazzato.
A rompere la monotonia di quelle parole è Ginevra, che scende dalle scale velocemente.
- Sono pronta! - afferma.
- Amore, dove andate tu e il tuo amico? - chiede il falso Nick.
Lei si irrigidisce, ma non ci mette molto a capire i piani di Nicholas.
- Ad una festa. - risponde Nathan velocemente, inconsapevole.
- Beh, sarà il caso di muoverci. - Ginevra lancia un'occhiata a Nathan e un cenno, indicandogli la porta, gentile.
- Già. E' stato un piacere conoscerti, Nick. - sorride quest'ultimo, alzandosi dal divano.
Nick borbotta un confuso - Anche per me. - e si avvicina con fare pericoloso a Gin.
- Non me lo dai un bacino di arrivederci? - chiede sogghignando.
Lei lo incenerisce con lo sguardo.
- Magari dopo. - commenta con un sorriso tirato.
- Che simpatica! - si rivolge Nick a Nathan e poi, a tradimento, la bacia a stampo.
Approfondisce seguentemente il bacio e Ginevra ricambia freddamente, poi si stacca netta.
- Okay, ora basta, ciao. -
Nicholas rimane soddisfatto a salutarli sulla soglia di casa, mentre una furibonda Ginevra e un Nathan a disagio salgono sulla moto e partono velocemente.
 
 _
 
 
- Non te l'ho detto prima, ma sei bellissima con quel vestito. - mormora imbarazzato il ragazzo, con un sorriso impacciato disegnato sul volto.
Ginevra si lascia coinvolgere da quell'espressione e ricambia con un sorriso, meravigliandosi di sè stessa.
Stanno salendo in ascensore ed è ancora presto per l'inizio della festa, gli invitati arriveranno tra un po', così loro hanno il tempo di familiarizzare.
Quando le porte si aprono, Nathan lascia passare prima Ginevra e questo la fa diventare non sorpresa, di più.
Una volta all'interno della casa, la ragazza osserva l'arredamento semplice e povero.
Si vedeva che era uno di quei ragazzi in un piccolo appartamento che comprano tutto cio' che hanno con i soldi che si guadagnano.
- E così tu lavori al bar. - dice gentile Gin, mentre si addentra nel salotto.
- E' il mio secondo lavoro, sì. - afferma lui, lasciando le chiavi di casa in cucina.
Dopotutto la casa non era piccola e una festa ci stava sicuramente.
- E il tuo primo lavoro? -
Nathan le fa cenno di accomodarsi sul divano e risponde tranquillamente.
- Sono un cameraman. -
- Forte. E dove giri, di solito? -
- Cambio facilmente. In questo periodo faccio le riprese per Dancing with the stars, non so se conosci il programma. - afferma noncurante, mentre sposta qualche indumento sporco dai mobili e poltrone: era un po' disordinato, sembrava la tipica casa del ragazzo single.
Gli occhi di Ginevra si illuminano per un attimo.
- Certo. -
- Posso offrirti da bere? - si sofferma Nathan per un attimo. - Un biscotto? - continua prendendola in giro affettuosamente.
Lei gli lascia un buffetto sulle spalle e annuisce sorridendo.
Una cosa che affollava la mente di Ginevra, solo una cosa.
Perchè continuava a sorridere?
- Allora, se vuoi posso darti dell'alcohol, se no ho anche del succo di frutta, thè, latte, insomma, cio' che vuoi. - le dice Nathan, mentre cerca un bicchiere nella credenza.
- Del succo di frutta andrà bene. -
Nathan trova finalmente, insieme a della biancheria da donna, due bicchieri di vetro e ci versa dentro il liquido arancione.
- Non sono molto ordinato, lo so. - si scusa imbarazzato, mentre ripone in fretta e furia gli indumenti in un cassetto: più precisamente, in quello delle posate.
- La vera domanda è: perchè hai della biancheria da donna nella credenza? - ridacchia Ginevra.
Lui arrossisce di botto e mormora qualcosa di incomprensibile, cercando di mantenere il timido sorriso.
Ma lei sa che probabilmente, dato il suo aspetto esteriore così avvenente, quella biancheria deve essere di qualche bella ragazza in visita.
- Sembravi talmente spavaldo al bar, mentre ora sei diventato così timido! - lo prende in giro Ginevra, senza peli sulla lingua, ma con un tono.. dolce.
- Mentre tu sembravi talmente sola al bar, ma ora sei diventata così fidanzata! - esclama di ribatto Nathan, scherzando.
Si accorge un secondo dopo, però, di non aver detto una cosa parecchio carina.
- Scusami, non intendevo questo. - conclude arrossendo.
Ginevra abbassa lo sguardo.
Maledetto Nick.
- No, figurati. - accenna un sorriso.
Un minuto di silenzio regna nella stanza, mentre entrambi bevono dai loro bicchieri, lanciandosi occhiatine di nascosto.
- E tu ce l'hai una ragazza? - chiede per rompere il silenzio Ginevra.
Lui sorride leggermente.
- No, libero come l'aria. -
Gin appoggia il bicchiere sul tavolo e si avvicina fortemente a lui, passo dopo passo, lenta.
- La vorresti? - chiede con voce bassa, quasi in un sussurro.
Lui si appoggia con le mani al lavandino dietro di sè, sorridendo.
- Non sono Nicholas, qui i giochi li conduco io. -
Ginevra si domanda come faccia a sapere che fra lei e Nick lei fosse la 'mamma' e lui le risponde subito, affrettandosi.
- Si vede. - spiega semplicemente.
Gin si addolcisce e rimane ferma sulla sua posizione, mentre Nathan fa qualche passo in avanti, fino a sfiorarle i fianchi con le mani.
- La vorresti? - ripete lei, sempre sussurrando.
Lui sfiora il naso della ragazza con la punta fredda e appoggia completamente le mani ai lati di lei, scaldandola con quel semplice gesto; si avvicina maggiormente con la testa e sulle sue labbra, senza però sfiorarle, le risponde tranquillo.
- Sì, ma ne vorrei una mia. - conclude, staccandosi e tornando alla sua postazione, raccogliendo i bicchieri dal tavolo e appoggiandoli nel lavandino.
Poi si gira e come se nulla fosse successo dice:
- Gli invitati staranno per arrivare, vuoi aiutarmi a scegliere la musica? -


_


Rumore.
Tutto quello che Ginevra riusciva a distinguere era rumore, in quella folla di gente metà ubriaca e metà no.
In un angolo, seduta sul divano, osserva Nathan girara fra i suoi amici, mentre sorseggia un bicchiere di qualcosa che non aveva capito.
- Ehi, bellezza. - si siede un ragazzo accanto a lei, palesemente brillo.
- Sparisci. -
Il tizio si allontana scoraggiato, puntando ad una nuova preda.
'Figo.' pensa Ginevra.
Erano così divertenti le persone normali: sempre in cerca di nuove occasioni, senza mai arrendersi, con tanti sentimenti e tante ambizioni.
Si sentiva un po' come un alieno, ma le piaceva stare là in mezzo, ad osservare tutta quella gente così strana.
Ma non si accorgeva che forse quella strana era proprio lei, Ginevra.
- Wow, anche tu distrutta, eh? - chiede una ragazza con i capelli rossi, mossi ed un vestito molto carino dello stesso colore dei suoi occhi: verde.
- Più o meno. - risponde Ginevra.
- Ti capisco. - mormora la nuova arrivata, lasciandosi cadere sul divano pesantemente, mentre Gin per miracolo salva il bicchiere, prima che voli a terra.
- Io comunque sono Joyce, piacere. - Tende una mano, scostandosi con l'altra i capelli. - E tu sei? -
- Ginevra. - stringe brevemente la sua mano, con un mezzo sorriso.
- La nuova fiamma di Nath? -
- Un'amica. - la corregge Gin.
Joyce fa spallucce e comincia a guardarsi intorno.
Nathan arriva a salutare le due ragazze, con passo lento e molto, molto, molto fascino.
- Ehi, Gin, hai già fatto amicizia vedo! - sorride cordiale.
- Stavamo appunto parlando di te. - risponde Joyce.
- Ah sì? Sempre a spettegolare tu, Joy. - le scompiglia affettuosamente i capelli; si vede che sono amici.
- Le chiedevo se era la tua nuova fiamma, ma lei è stata così cattiva da far cadere le mie illusioni: pensavo ti fossi finalmente messo la testa apposto. - dice, mentre strizza un occhio a Ginevra.
- Già. - Svia l'argomento velocemente. - In camera stiamo facendo un gioco e ci servono altre due partecipanti, ci state? -
- Veramente io.. - comincia a rispondere Ginevra, ma viene bloccata da Joyce che si intromette subito: - Certamente, ci sarà da divertirsi! -
Gin sospira rassegnata e sorride in segno di assenso.
Da quando si faceva convincere così facilmente?

_


- Ripeto le regole del gioco, okay? -
Cinque facce annuiscono, silenziosamente.

- Allora. - Ricomincia un ragazzo sui diciannove anni, con un inizio di barba leggera ai lati del collo. - E' tutto molto semplice: a turno, ognuno di noi dice qualcosa che non ha mai fatto. -
La mano di Joy si alza svelta e interrompe il giovane, che la lascia parlare.
- Che tipo di cose? -
- Boh, per esempio: 'non ho mai fumato', o roba simile. - risponde con un cenno della mano in aria svelto.
Joy fa intendere di aver capito e il ragazzo ricomincia tranquillo.
- A quel punto, tutte le persone in questa stanza che hanno invece fatto la cosa appena nominata, si devono togliere un indumento. -
Nathan inarca un sopracciglio divertito.
Se l'aspettava: il suo amico Matthew era davvero un pervertito.
Ora capiva perchè lui avesse bisogno di tre ragazzi e tre ragazze.
Nathan spera solo che quell'innocente gioco si trasformi in qualcosa di più .. coinvolgente.
Da' un'occhiata a Ginevra, ma non sembra sconvolta, così si tranquillizza.
Un'altra ragazza dai capelli biondo platino alza la mano, ricevendo un assenso da Matthew.
- Chi inizia? -
- La più spavalda. - risponde lui, con un sorrisetto malizioso.
Erano tutti in cerchio.
Tutte le ragazze si trascinano indietro con le mani, da sedute sul pavimento.
Tutte tranne la nostra Ginevra che alza gli occhi al cielo.
- Comincio io, forza. - sbuffando.
Nathan sorride dentro di sè.
Dopo qualche attimo di riflessione Ginevra prende nuovamente parola.
- Non ho mai fumato una canna. - afferma, guardandosi intorno, convinta di far svestire quasi tutti.
Matthew si toglie una scarpa senza esitare e la butta al centro, seguito da un ragazzo bruttino ma ricco di fascino, Nathan e Joyce.
- Ragazze, vorrei ricordarvi che i gioielli non valgono. - ammicca Matthew, mentre Joy fa per togliersi un orecchino.
- Come sei noioso! - esclama Joyce ironica, buttanda al centro del cerchio la sua scarpa destra.
Dopo Ginevra tocca a Joy.
- Non ho mai avuto una relazione con una persona dai capelli ricci. - guardando in direzione di Nathan, che arrossisce vistosamente e si toglie anche l'altra scarpa.
Matthew questa volta rimane fermo, mentre la bionda platino e il fascino-man si liberano dalla rimanente scarpa.
Ginevra rimane ferma, alle strette.
Si può definire relazione, la sua?
Nathan tossicchia guardandola, ma lei non si muove.
- Che succede, Nath? - chiede la biondona.
- Credo che qui qualcuno stia barando. - afferma con un sorrisino, puntando Gin.
Matthew si intromette:
- Andiamo piccola, Nathan mi ha detto che hai un fidanzato: è riccio? -
Ginevra in tutta risposta si toglie l'altro tacco, sorridendo interiormente.
Nathan aveva parlato di lei a Matthew!
Ehi, aspettate, perchè le importava?
A questo punto è il turno di Nathan.
- Non ho mai fatto sesso senza preservativo. - convinto di vendicarsi di Joyce.
Quest'ultima però rimane ferma, con un sorriso beffardo come a dire: 'fregato'.
Matthew, che sembrava aver fatto più o meno tutto, si toglie la camicia con tranquillità, seguito da Ginevra.
Lei si alza in piedi e si sfila lentamente i collant, con una smorfia.
Quando diceva che lei e Nick avevano provato tutto, intendeva davvero tutto.
Joyce ridacchia, mentre Nathan mormora un confuso - Chi tocca? - 
- Devo ammettere che è difficile, ma troverò qualcosa lo stesso. - esordisce Matthew.
Dopo qualche minuto prende di nuovo parola.
- Non ho mai flirtato in un bar. - il suo sguardo punta chiaramenta prima Nathan e poi Ginevra.
Nathan si toglie velocemente la camicia, mentre Gineva non sa cosa togliersi, perchè ha ancora il vestito e la biancheria addosso: deve per forza togliere il vestito.
La bionda platino corre in suo soccorso.
- Dai ragazzi, non fatele togliere il vestito! -
- Le regole sono regole. - ribadisce Matthew convinto. - A meno che tu sia una codarda, Ginevra. - continua sapendo di colpirla all'orgoglio.
Ginevra si alza in piedi e porta le mani alla cerniera, ma non ha il tempo di tirarla giu, perchè Nathan le blocca la mano.
- Ok, bel gioco. Il tuo ragazzo mi ha detto di portarti a casa non troppo tardi, quindi ora dobbiamo proprio andare, scusate. Joyce, bada tu alla casa. -
Non lascia nemmeno il tempo a Gin di salutare che l'ha già trascinata via, mentre un Matthew deluso lo incenerisce con lo sguardo.

_


- Non dovresti ringraziarmi? - chiede Nathan.
Si trovano fuori dalla porta di casa Jonas.
- Grazie per il passaggio. - 
- Non per quello. -
- Per cosa? -
- Per aver impedito di essere stuprata da Mattew, ovvio! - scherza Nath.
- Non ho problemi a mostrarmi nuda. - dichiara beffarda lei.
- Ah davvero? - si avvicina lentamente.
- Davvero. - lei gli prende le mani e le porta sui suoi fianchi.
Nathan arrossisce tutto d'un tratto.
- Ma.. - comincia, semibalbettando.
- Non mi importa. - dichiare Ginevra, intuendo al volo cosa volesse dire il ragazzo.
Così Gin lo bacia.
Perchè ha voglia di farlo lei, non perchè sia lui ad ordinarglielo.
E lui intensifica il bacio, mentre sente le sue mani che si intrecciano con i capelli.
Ginevra fa un sussulto quando si accorge che fra le sue dita non si trovano dei ricci, ma delle semplici ciocche lisce: scaccia il pensiero, rabbrividendo.
Nathan si stacca dolcemente, sussurrando un : 
- Allora buonanotte. - ancora a qualche centimetro dalla faccia della ragazza.
In tutta risposta Ginevra lo afferra e lo trascina, mentre si baciano, nel gazebo.
- Sta sera tornerai a casa tardi. - sussurra sul suo orecchio Ginevra.
E fra i sensi di colpa e i ricordi confusi, Nathan chiude la porta dietro di sè con un piede.
Buonanotte.

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Capitolo 8
*** Chapter eight. ***


Ginevra apre la porta in punta di piedi, cercando di non farla cigolare e tenendo le scarpe col tacco nella mano destra.
Muove qualche passo silenziosa, appoggia in entrata le sue scarpe e tende un orecchio:
dall'altra parte della casa, in cucina, Joe, Nick e Kevin stanno facendo colazione e lei avverte il loro parlottare sommesso.
Sempre con passo felpato raggiunge la porta della cucina e appoggia l'orecchio sinistro su di essa, cercando di avvertire le parole dei tre fratelli.
- Non può andare avanti così. - afferma quello che dovrebbe essere Kevin, se Ginevra non si sbaglia.
- Kevin ha ragione, Nick. - la voce di Joe si intromette e subito dopo Ginevra sente il rumore di una sedia che si sposta: probabilmente è Nick che si alza da tavola.
- E come dovrei fare, sentiamo? - chiede esasperato Nick: senz'altro Nicholas, Gin lo riconosce subito.
- Tesoro, effettivamente questa cosa è andata avanti un po' troppo a lungo. - risponde una voce comprensiva, ma anche decisa.
Ginevra sussulta.
Quella era sicuramente la voce della madre di Nick.
- Troppo a lungo? - chiede ironico Joe.
- Ma io non voglio che Gin se ne vada! - Nicholas urla esasperato.
- E' arrivato il momento di crescere. - mormora Denise.
Ginevra stacca velocemente l'orecchio dalla porta e si precipita sulle scale, per rifugiarsi nella sua camera a passo svelto, senza preoccuparsi di fare rumore.
La volevano davvero cacciare?
E perchè Denise era lì?
Ginevra chiude la porta lievemente e si butta sul suo letto, rannicchiandosi come una bambina.
Aveva fatto sesso con Nathan, pensando di fare un dispetto a Nick: già, per fare un dispetto a Nick.
Però c'era qualcosa, qualcosa che l'aveva spinta a farlo, oltre che la vendetta.
Nathan le piaceva, ma allora perchè non voleva più vederlo?
Quella mattina si erano salutati squallidamente, lui con un - Non accadrà più. - e lei con un - Sì, eravamo solo un po' brilli. -
Ginevra si gira sull'altro lato del letto e affonda la faccia nel cuscino.
Non voleva che le togliessero questo lavoro!
Non si accorge che qualcuno è entrato nella stanza, finchè il rumore delle molle del letto le fanno capire che qualcuno si è seduto vicino a lei e le sta accarezzando la schiena.
- Ciao Denise. - sussurra senza voltare la faccia.
- Povera piccina. - è capace solo di mormorare quest'ultima, con un tono affranto.
Dopo qualche minuto di silenzio Denise si alza dal letto, con ultima carezza sui capelli di Ginevra, che dal canto suo si è irrigidita subito, appena è entrata la mamma di Nick.
Doveva essere sempre la stessa, sempre la solita Ginevra: quindi era d'obbligo mostrarsi fredda, con tutti.
Sente i passi di Denise affievolirsi sempre più e dal piano inferiore avverte un: - Pensaci, Nick. -
Una morsa chiude lo stomaco di Gin e il malditesta le invade la mente, mentre comincia a scivolare in un sonno tormentato.
''E' andata avanti troppo a lungo.'' sono le parole che fanno eco dentro di lei, con la voce misericordiosa di Denise.
''Troppo a lungo.'', ''Troppo a lungo.'', ''Troppo a lungo.''


_



- La svegli tu? -
- No, fallo tu! -
- Ragazzi, qualcuno la deve svegliare! -
Ginevra socchiude gli occhi, mentre tratti di questa conversazione le arrivano alle orecchie.
Non riesce a focalizzare nulla, nè cosa sia successo, nè chi siano le persone nella sua stanza, nè quanto abbia dormito.
- Nick, guarda, ha aperto gli occhi. -
Ora Ginevra riesce a distinguere la voce scura di Joe e sente chiaramente qualcuno alzarsi dalla poltrona vicino alla porta e avvicinarsi a lei.
Mantiene ancora gli occhi socchiusi.
Un ragazzo con la pelle calda si siede accanto a lei e appoggia i gomiti di fianco alle sue gambe, per poi avvicinare la testa al suo orecchio e sussurrare dolcemente:
- Gin, devi svegliarti, scusami. - 
La ragazza riconosce il tocco bollente di Nicholas e apre totalmente gli occhi, senza fretta.
Joe e Kevin sono seduti sul divano di fronte al suo letto, la guardano in attesa e Nicholas è accanto a lei, mentre la aiuta a mettersi seduta e a coprirsi con un lenzuolo.
- Quanto ho dormito? - sussurra flebilmente: non era mai stata peggio, si sentiva così debole.
Poi si ricorda e un pensiero la scuote interiormente.
E se la stessero per licenziare?
- Circa un giorno. - risponde il sorridente Joe.
Cosa?!
Ginevra fa per alzarsi, ma le mani grandi di Nick la fermano e la bloccano.
- Non ti muovere, hai la febbre. -
Ora Gin si spiegava i brividi che la percorrevano per tutto il corpo.
- Hai freddo? - chiede un Kevin preoccupato.
Lei non risponde, ma volta il suo sguardo verso Nick, che lo evita, alzandosi dal letto e tornando sulla poltrona.
Solo in quel momento si accorge che sotto il suo lenzuolo, Ginevra non indossa.. nulla.
- Perchè sono  nuda? - cerca di fare la voce grossa, ma non ci riesce, a causa del malditesta.
Kevin porta le mani avanti: - Il dottore ha detto che per farti abbassare la febbre bisognava spogliarti! -
Ginevra arrossisce subito, pensando al suo corpo inerme sul letto, che veniva denudato da uno sconosciuto, o peggio da quei tre.
Joe capisce al volo.
- Tranquilla, se n'è occupato Nick. -
Come se questo la facesse sentire meglio!
Lei lancia un'occhiata a Nicholas che ricambia finalmente lo sguardo.
- Non ne avevi il diritto! - afferma impettita Ginevra, stringendosi al lenzuolo.
- Ti ho vista milioni di volte, non fare la scema. - conclude Nick, corrucciando la fronte.
Nel frattempo Joe e Kevin si alzano dal divano e escono silenziosamente dalla stanza, comprendendo il loro bisogno di rimanere da soli.
- Non vuol dire che tu possa fare cio' che vuoi! -
- Ma che cosa stai dicendo? Certo che posso, ti pago per questo! - sbotta Nicholas, passando dalla freddezza di prima, ad un colore rosso forte, arrabbiato.
Ginevra apre la bocca per rispondere, ma poi la richiude.
Abbassa lo sguardo e rimane in silenzio.
Si aspetta che Nicholas le chieda scusa, come sempre, ma questo non avviene.
- Ora scusami, ma devo andare alle prove con Melissa. - 
Gin alza leggermente lo sguardo e non vede dispiacere sul viso del ragazzo, ma unicamente freddezza e indifferenza.
Freddo e indifferente quando si alza dalla poltrona.
Freddo e indifferente quando le rivolge un ultimo sguardo.
Freddo e indifferente quando esce dalla stanza, senza dire una sola parola in più.
Sembrava che i ruoli si fossero scambiati: Ginevra con un filo spinato avvolto nell'intestino e Nick che ha l'aria di essere esterno a tutto cio' che la riguarda.
Ma cosa stava succedendo?


_


Nick non riesce a concentrarsi.
La sua testa è affollata da mille, troppi pensieri.
Cosa aveva fatto?
Non riusciva a capacitarsene, ma non si pentiva nemmeno delle sue azioni.
L'aveva detta grossa, non si era trattenuto, ma forse aveva ragione Joe: era ora di mettersi di fronte alla realtà.
- Nick, ti vedo distratto. Ti ricordo che domani c'è la prima esibizione! - esclamò la voce sensuale di Melissa.
Nicholas realizza in quell'istante la sua situazione: si trova a far lezione con la sua incredibile e sexy maestra di danza, che continua a strusciarsi in modo davvero inappropriato sopra di lui: e lui, nonostante questo, continua a pensare a Gin.
- Scusami, Mel, ho la testa fra le nuvole. -
L'insegnante sospira affranta e si siede a gambe incrociate con la testa appoggiata allo specchio, indicando uno spazio vicino a lei.
- Facciamo una pausa, vieni. -
Lui esegue le istruzioni e si posiziona accanto a Melissa, girando poi il viso verso di lei.
- Di che si tratta, sentiamo. - irrompe nel silenzio.
Nick si morde un labbro indeciso. Non sa se raccontarle tutto.
Lei è Melissa, insomma e lui teoricamente ci sta provando con lei, quindi non può mica raccontarle di Ginevra e tutto quanto.
-  E' che non riesco a smettere di pensare a.. - comincia piano. - A te. - conclude poi, sospirando.
No, non poteva assolutamente dirle nulla.
Un sorriso incurva il lati delle labbra carnose dell'insegnante.
- Pensavo che dopo che mi hai dato buca l'altro giorno, non avresti più flirtato con me. - mormora, sfoderando il suo tono più sexy.
Era davvero una maga e Nick andava pazzo per la sua voce.
Okay, forse non solo per la sua voce.
- Beh, ti sbagliavi. - commenta, posandole una mano sul fianco e aiutandola a rialzarsi.
Una volta entrambi in piedi, Nick appoggia le due mani ai lati della ragazza, facendo sfiorare i loro nasi.
- Non potrei. - sussurra Melissa.
Nicholas non resiste e sente qualcosa crescere dentro di lui: anzi no, dentro i suoi pantaloni.
- Ma vuoi. - sorride il piccolo Jonas.
Lei comincia a far scivolare le sue mani verso il cavallo dei pantaloni di Nick e, una volta raggiunto il traguardo, lo sfiora delicatamente, facendo sussultare Nick.
- E' che sei così: invitante. - sorride maliziosa Melissa.
- Per non parlare dell'effetto che mi fai. - continua Nick.
''Al diavolo Ginevra. Al diavolo Ginevra.'' è il pensiero che riempe la mente del giovane cantante.
Una voce gli giunge poi lontana ''Nick, tu senza di me non ce la puoi fare. Nick, torna da me.''
E' Gin, ne è sicuro: adesso anche le allucinazioni.
Melissa intanto avvicina il suo viso e senza esitare posa le labbra in modo provocante su quelle di Nick.
Inizialmente lui non risponde al bacio, ma poi lo intensifica.
Le parole di Ginevra cominciano ad affievolirsi, soffocate dai sospiri e dall'eccitazione.
Io ce la posso fare, io ce la posso fare.


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Capitolo 9
*** Chapter nine. ***


- Ti prego, Gin, fammi entrare. -
Ginevra volta la testa e la nasconde nel cuscino, col vano tentativo di soffocare la voce di Joe.
- Joe, vattene, ho la febbre. -
Il rumore della maniglia che viene girata infrange lentamente le speranze di Ginevra.
- Come hai fatto? - chiede, senza nemmeno darsi la pena di girare la faccia verso di lui.
- Forcine? - abbozza Joe.
Ginevra alza un sopracciglio da sotto il cuscino, evitanto accuratamente di non far vedere quel minuscolo sorriso che le contornava la bocca.
- Dai, ho usato la chiave che Nick tiene nel suo comodino. - si arrende il mezzano, sedendosi accanto a lei sul letto.
A questo punto lei alza la testa di scatto e fissa Joe incredula.
- Nick tiene una chiave della mia camera nel suo comodino?! - esclama esterefatta: questo sì, che non faceva parte del contratto.
Joe si gratta la testa e accenna un - Boh, non so. - affrettato.
Ginevra si lascia ricadere pesantemente sul materasso.
- Non ti ho mai vista così.. - comincia il Jonas, appoggiando una mano sulla schiena della ragazza. - .. così emotiva. -
Ginevra sospira: era vero, non è da lei.
- A dire il vero non ti ho nemmeno mai vista con dei sentimenti. -
Non si preoccupa di essere brusco, perchè spera che a lei non faccia nè caldo nè freddo.
Spera che torni la vecchia Gin indifferente e servizievole.
- Oh, Joe. - dichiara lei affranta, buttandosi tra le sue braccia, stravolta dalla febbre e da tutta la confusione che regnava ormai dentro di lei.
Joseph sospira e ricambia l'abbraccio, deluso dalla sua reazione.
E' evidente che a Joe non è mai piaciuta l'idea di una Gin sentimentale; trovava il suo essere distaccata, così.. così sexy.
Le accarezza i capelli, contento però che la giovane ragazza non stia affatto piangendo.
- Gin, ma dove sei finita? -
La ragazza non proferisce parola e rimangono in quella posizione, muti, per molto tempo.
Prima, però, che Joe esca dalla porta della camera, lei sussurra fragile:
- Non so nemmeno se la Gin a cui ti referisci sia mai esistita. -

_


- Allora ciao. -
- Ciao dolcezza. -
La chioma bionda di Melissa avvolge nuovamente la testa di Nicholas, che ricambia il bacio con passione.
Lei gli mette una mano nei capelli e lui si diverte a stuzzicarla, facendo passare la mano destra fra le sue cosce, mentre la sinistra è occupata a cingerle un fianco.
- Mmh, Nick: non ti facevo così audace. - commenta la maestra, mentre prende il respiro accaldata.
- E io non ti facevo così timida. - afferma di rimando Nick, ritrascinandola verso di sè, per coinvolgerla di nuovo in un bacio intenso.
Melissa fa lentamente scivolare la sua mano, dai capelli di Nick, verso la sua cintura, giocando con il filo dell'elastico dei suoi boxer.
Nicholas le prende la mano e con dolcezza l'accompagna fino al cavallo dei pantaloni, dove lei sa bene cosa troverà.
D'un tratto Melissa si stacca.
- Nick, siamo davanti a casa tua, qualcuno potrebbe uscire; i paparazzi ti spiano sempre, cosa diranno se ti vedono mentre ti scambi atteggiamenti mooolto intimi con la tua insegnante di Dancing with the stars? - chiede, guardandosi intorno preoccupata.
- Diranno che sono pazzo di lei? - tenta il giovane, cercando di riavvicinarsi.
- No. - afferma, mentre prende le distanze con una mano. - Smancerie, in privato. - riconferma decisa.
Nicholas sorride: beh, almeno adesso sa che lei non è interessata a lui per la fama.
- Okay, amore. Domani è il grande giorno! Ci vediamo in palestra. - sorride, mentre le lascia un bacio a stampo rubato e comincia ad allontanarsi, vero la porta.
- Ah, Nick! - esclama Melissa.
- Sì? -
- Non dimenticarti di allenarti su quei passi che non ti vengono bene. - risponde lei, sorridendo.
- Certo. - borbotta lui, mentre si gira e chiude di fretta la porta di casa.
Una volta là, alza gli occhi al cielo.
- Poteva dirmi ''Sarai fantastico!'' o qualche altra cosa. No, no. Lei ha dovuto ricordarmi di allenarmi, come augurio per la prima esibizione. - mormora mentre lascia le chiavi sul tavolo e si sfila la giacca.
Versa due bicchieri di latte e si appoggia al lavandino.
E' ancora eccitato: non ha potuto soddisfarsi con Melissa, che l'aveva lavorato per bene.
Ma che fare?
Ginevra ha la febbre.
Silenziosamente, sale le scale e apre la porta della camera della sua piccola Gin.
- Ciaaao. - mormora imbarazzato, posando sul comodino il bicchiere di latte per lei.
Ginevra non risponde, con la testa voltata verso il materasso.
- Che vuoi? - chiede brusca.
Nicholas si sente scottato: non è mica un buon inizio.
- Solo chiederti come stavi e portarti un bicchiere di latte. -
A quel punto Ginevra si gira svogliata, alzandosi il cuscino per potersi appoggiare ad esso e stare seduta.
- Sto bene, grazie e.. - si interrompe strabuzzando gli occhi. - ... ciao Jerry. - conclude sorridendo maliziosa.
Nick si gira dall'altro lato di scatto, in modo da impedirle la vista: maledizione!
Si porta una mano sulla faccia, imbarazzatissimo.
Davvero bello, presentarsi in camera di Gin con un'erezione!
- Stupido, stupido, stupido. - sussurra Nick.
Ginevra scoppia a ridere e gli dice divertita: - Oh, andiamo. Non mi spavento mica! -
Nicholas rimane esterefatto.
Gin aveva.. riso?
- Emh, scusa, non me ne ero accorto. - mormora, mentre si volta verso di lei, grattandosi la nuca.
- A quanto pare qualcuno ha scoperto che Melissa non fa sesso al primo appuntamento! - risponde lei, stizzita, ma allo stesso tempo divertita e sollevata: quei due non avevano fatto sesso. Era semplicemente grandioso!
No, aspettate: e perchè ora si sentiva come un bambino a Natale? Insomma, non avrebbe dovuto importarle!
- E' scesa la febbre? - chiede Nick, cercando di cambiare argomento.
- Sì, tranquillo. - afferma, mentre beve un sorso dal bicchiere.
Passano altri due minuti in silenzio, durante i quali i due si guardano inebetiti.
Poi Ginevra lo rifà: scoppia a ridere di nuovo!
- Scusa. - dice fra una risata e un'altra. - E' che non riesco a fare a meno di guardarlo! - conclude piegandosi in due dalle risate.
Nicholas le piomba addosso e le scompiglia i capelli, mentre lei cerca di ribellarsi invano.
- Adesso ti sistemo io! - urla ridendo e facendole il solletico.
- Basta, basta, ti prego! - supplica Gin, senza fiato e col sorriso sulle labbra.
Nicholas la lascia libera, sdraiandosi sul letto, imitato poi subito dalla ragazza.
- Non sapevo avessi una risata. - sussurra lui, girando la testa verso di lei.
Lei lo guarda un attimo e poi ritorna a fissare il soffitto.
- Nemmeno io. -

_


- Nick, sei emozionato? -
Nicholas si passa una mano tra i ricci e sorride disinvolto.
- Penso di sì, insomma, chi non lo sarebbe? -
Il giornalista annuisce soddisfatto, fissandolo dalla sua poltrona.
- Grazie mille per aver accettato l'intervista, comunque. -
- Figurati, a me non costa nulla. - risponde Nicholas.
''Bugia'', pensa poi.
Bob Heges si sistema il colletto della polo, osservando il piccolo Jonas, seduto davanti a lui, con i suoi occhi aguzzini e maligni.
Si trovano in una stanza abbastanza grande, ma non troppo: in privato, come di regola per le interviste importanti.
Bob è il più grande paparazzo mai esistito sulla faccia della terra e Nick lo sa bene.
Se gli ha chiesto un'intervista è sicuramente perchè vuole rovinarlo su qualche rivista importante.
Ma se Nick non fosse andato, Bob Heges non gli avrebbe nemmeno dato la possibilità di difendersi, umiliandolo direttamente su un giornale, senza nemmeno parlargli.
- Allora, prima domanda. - esordisce con quella sua bocca minuta, da cui escono sempre e solo cattiverie. - Sta sera c'è la tua prima esibizione a Dancing with the stars: ci puoi svelare qualche segreto del dietro le quinte? - 
Nicholas sorride cercando di mostrarsi naturale: quello era il primo ostacolo da superare.
- Beh, posso dirvi che da dietro le quinte siamo tutti molto più eccitati di quanto non lo sembriamo sugli schermi. Davvero impazziamo dalla voglia di mostrarci e far vedere che abbiamo la stoffa o almeno, ci proviamo. - risponde tranquillo, incontrando lo sguardo rasserenato del suo agente.
Nicholas è contento che con lui ci sia anche il suo prezioso manager: si sente meno in pericolo.
Bob scribacchia velocemente qualcosa sul suo block notes.
- Mmh. Girano voci su una certa rivalità spuntata tra te e l'altro noto concorrente... - non finisce la frase, che Nick lo interrompe.
- Sono amico di tutti, nessuna rivalità. - corregge sorridente.
Heges alza un sopracciglio e scrive qualcosa sul suo blocchetto in fretta, senza smettere di fissare Nick.
''Inquietante'', pensa quest'ultimo.
- Che ne dici di te e la tua insegnante? Sembrate molto uniti. -
Nick viene colto da un senso di panico improvviso: e se li avessero visti baciarsi?
La maggior parte del successo di Nicholas Jerry Jonas era dovuto al suo essere perennemente single.
Alle fans piaceva l'avere il perenne sogno e possibilità di essere l'amata di Nick.
Tutto questo ovviamente non era vero, ma faceva parte della sua immagine e non doveva crollare.
- Sì, è vero. Le voglio molto bene, è un po' come una sorella maggiore. -
- Mmh. - dice Bob, senza però scrivere nulla sul suo foglio questa volta.
Nicholas sente la paura pervadere ogni poro della sua pelle.
- Ma passiamo ora ad un'altra domanda: stai lavorando a qualche canzone in quest'ultimo periodo? -

_


- Gin, davvero, non credo sia una buona idea. - afferma Kevin, mentre le cede le chiavi della macchina, dubbioso.
- Oh Kevin, cheppalle che sei. - risponde lei, alzando gli occhi al cielo.
- Ma sei sicura? - chiede per l'ennesima volta il maggiore.
- Sì, ti ho detto che sarò a casa fra due ore! Stai tranquillo. Ciao Kevin. -
Non gli lascia il tempo di rispondere che si è già infilata dentro l'auto e ha già messo in moto.
Mentre si allontana veloce nel vialetto, Kevin rimane fermo con lo sguardo su di lei, con quella faccia sospettosa sempre in mostra.
Ginevra alza il volume della radio e sente l'allegro conduttore esclamare:
- Buongiorno popolo di L.A.! Voglio iniziare questa splendida mattinata con la canzone ''My girl'' dei Temptations. -
La musica parte e a Gin piace subito.
Ormai si è lasciata alle spalle la casa e non vede l'ora di arrivare a destinazione.
Cercando di non perdere la concentrazione sulla strada, manda un messaggio veloce a Nathan e riceve l'esito qualche minuto dopo.


''12 St Patrick Street, perchè?''
 

Ginevra butta il cellulare sul sedile accanto, ingranando la marcia.
Non risponderà mai a Nathan e non le importa.
12 St Patrick Street, preparati: Gin sta arrivando.

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Capitolo 10
*** Chapter ten. ***


- Quindi, vuoi dirmi che lui aveva un'erezione? - esclama sbalordita Joyce.
- Esattamente! - risponde divertita Ginevra, mentre afferra una cucchiaiata di gelato dalla vaschetta che tiene in mano l'amica.
Amica: avete capito bene.
- Quanto avrei voluto esserci! - dice Joyce, mentre ingurgita un pezzo di cioccolato della stracciatella troppo grosso per la sua bocca.
Stanno in silenzio per un po', mentre continuano a mangiare e a sorridere pensando a quanto appena successo.
Ginevra si era precipitata a casa di Joyce e le aveva chiesto se poteva stare un po' con lei.
Ovviamente quest'ultima aveva accettato entusiasta, tirando fuori del gelato e accompagnandola in camera sua, dove si erano sedute sul letto.
Il resto era venuto da sè: avevano riso, scherzato e Gin aveva finalmente raccontato la sua storia a qualcuno.
Inizialmente la piccola rossiccia aveva solo annuito e nei punti più tristi le aveva offerto una cucchiata più piena delle precedenti, per aiutarla a sentirsi meglio.
A Gin era sempre piaciuta Joyce. 
Non era il tipo di persona che ti dice 'Mi dispiace', no.
L'aveva consolata in un modo diverso, senza abbracci e senza 'Deve esser stata dura', semplicemente offrendole del gelato.
Poi erano passate alle parti divertenti, tipo quella dell'erezione e lì ci fu solo da ridere.
- Oddio, avrò preso almeno venti chili. - commenta Gin, mentre si alza dal letto e si specchia calma.
- Ne è valsa la pena. - rimanda Joyce, buttando la vaschetta ormai vuota nel cestino.
- Lo dici tu a Nick? - scherza ironica Ginevra.
La rossa si mette a ridere e, dopo qualche secondo di silenzio, domanda:
- Perchè non molli tutto? Insomma, ormai i soldi per comprarti un appartamentino e vivere la tua vita tranquilla, in due anni di lavoro, li avrai trovati. - si ferma per osservare la reazione di Ginevra. - Potresti trovarti un lavoro, ad esempio dove sta Nathan: lì hanno bisogno di una nuova barista. - 
Ginevra sussulta nel sentire di nuovo quel nome e scuote la testa negativa.
Poi imita una faccia sensuale e mormora in tono sexy e divertito: - Posso offrirle qualcosa da bere, cowboy? - scoppiando subito dopo a ridere, per la sua pessima imitazione di una cameriera sexy.
- No, Joy, non posso. - conclude poi, senza spegnere il sorriso sulla sua faccia.
Joy non insiste, intuendo l'oppressione dell'amica.
- Ora devo andare, scusa. Mi ha fatto davvero piacere stare con te. - comincia Ginevra, raccogliendo le sue scarpe e la borsa. - E.. Grazie di tutto. -
Joy sorride, come si sorride ad un cane che ha bisogno di affetto.
Ha capito benissimo che Gin non ha amici, ma non è per pena che è stata con lei tutta la mattina.
- Figurati e fatti sentire, mi raccomando. - la abbraccia stringendole la spalle con le mani, davanti alla porta e la osserva mentre si dirige verso la macchina.
Poi sospira e chiude la porta.
''Povera Ginevra''.

_



- Ciao dolcezza. - sussura Nick, appena tornato a casa, cingendo i fianchi di Ginevra da dietro.
Quest'ultima è seduta tranquilla sul divano, con un libro in mano.
- Che leggi di bello? - chiede poi, particolarmente allegro.
- Il numero due di Harry Potter. - afferma sorridente, mentre volta il viso per lasciargli un bacio sulla bocca.
Nick aggrotta la fronte: - Non ti è mai piaciuto! -
- Nick, ti confondi: quello eri tu. - continua tranquilla Ginevra, posando di nuovo gli occhi sulle pagine del libro.
Il giovane dapprima inarca un sopracciglio perplesso, ma poi decide di lasciare perdere.
- Tu, piuttosto, perchè così allegro? - sorride Ginevra.
Nicholas scavalca velocemente lo schienale del divano, per posizionarsi accanto a lei e avvolgerla completamente in un abbraccio.
- Ho appena superato un'intervista molto importante in modo perfetto. - risponde tutto impettito, mentre Gin appoggia la testa sul suo petto.
- Che vanitoso! - dice lei, chiudendo il libro e sbattendoglielo contro il braccio in modo delicato.
Nicholas scoppia a ridere e le passa una mano sui capelli.
- Sta sera è il grande giorno. -
- Giusto! Cosa dirai ai giornalisti su di me? - chiede dubbiosa Gin.
- In che senso? - corruccia la faccia Nicholas.
- Salve, questa è Ginevra e non è la mia fidanzata, ma la pago per scopare, parlare e fare tutto quello che voglio io! - esclama lei ironica.
- Spiritosa. - mette Nicholas su un broncio e poi continua. - Dirò che sei un'amica. Va bene? -
- Va bene. -
Nicholas avvicina il viso al suo e comincia un bacio tutt'altro che casto, supportato anche da Gin che lo incoraggia.
- Mmh, mi piace la nuova Gin. - sussurra lui.
Gin sorride durante un bacio, contenta di come lui stia prendendo il suo cambiamento.
Gli bacia il collo sensuale, mordendogli poi il lobo di un orecchio e facendo passare ripetutamente le labbra sulla costellazione di nei che possiede Nicholas.
- Mmh. Nick. - mormora poi. 
- Sì? - chiede Nick senza darci troppo peso.
- Ricordati di darmi la paga, domani mattina. - sussurra, senza smettere di stimolarlo con le labbra.
Improvvisamente Nicholas si irrigidisce e la spinge via lentamente.
- Ehi. - dice Ginevra piano. - Ehi, Nick. Cosa c'è che non va? - chiede premurosa.
- Niente. - conclude lui freddo.
Gin fa camminare due dita sul braccio di Nicholas, fino alla spalla e poi fino all'orecchio.
- Dai, stavo andando bene, non puoi fermarmi ora. - dice maliziosa.
- A te che importa? - sbotta Nicholas aggressivo.
Lei si ritrae di scatto.
- Che ti importa se lo facciamo o non lo facciamo? Tanto per te è solo una questione di soldi. - continua sullo stesso tono.
Ginevra si morde la lingua, senza farlo notare: cosa rispondere?
Kevin interrompe il clima di ostilità, entrando di fretta in salotto con una rivista in mano ed esclamando:
- Nick, ma che hai fatto?! -

_


- Okay, ragioniamo. - insiste Kevin, cercando di evitare di trovarsi in mezzo fra le occhiatine ostili di Gin e Nick.
- Già, Nick: ragioniamo. - conferma sarcastica lei. - Ah, no. Quello non è il tuo forte, a giudicare da come hai agito! - continua sventolandogli una rivista sotto il naso.
Nick afferra il giornale e osserva nuovamente la foto in cui veniva ritratto in atteggiamenti 'poco consoni' con Melissa.
- E' solo un bacio! - dice poi, più a Gin che a Kevin, buttando l'articolo sul tavolo.
- Emh, fratello, no, non è solo un bacio. - alza le sopracciglia il maggiore. - Vedi, con questo ''bacio'' - mette le virgolette con le mani - ora tutti i nostri fans sanno che ben due terzi dei Jonas sono impegnati e vediamo.. - si interrompe un secondo, fingendo di contare sulle dita - la metà delle nostre ammiratrici tornerà a sbavare dietro Zac Efron! - conclude seccato.
- E non si tratta solo di questo. - rinizia per lui Gin - Si tratta anche del fatto che tu sei il casto e puro Nick, mentre la tua mano fra le gambe di Karen dimostra il contrario! - sbotta sarcastica.
- Ah sì? Uno, si chiama MELISSA. Due, la verità è che sei solo gelosa. - risponde spavaldo lui.
- Gelosa? Qui parliamo della tua carriera, non gira sempre tutto intorno al nostro rapporto! - insiste lei, visibilmente seccata.
Kevin sposta piano la poltrona indietro, per poter evitare di rimanere in mezzo a quei due. 
- Ceeeerto. - ironizza Nick. - Non è perchè lei è molto più sexy di te, no! - rimanda inviperito lui, sperando di colpire nel segno.
Ginevra mostra una faccia molto offesa. - Beh, se proprio lo vuoi sapere, anche io ho trovato qualcuno di molto più soddisfacente di te! - commenta impermalita.
Nicholas, che fino a qualche secondo fa, presentava un sorrisino beffardo in volto, ora si irrigidisce d'un tratto e mostra un'espressione inebetita.
- Chi? - chiede subito.
- Ragazzi, sono ancora qua. - cerca di farsi notare Kevin, sventolando le mani inutilmente.
- Nathan! - risponde lei soddisfatta.
- Bene. -
- Bene! -
- BENE. - si intromette Kevin, decisamente stanco di quel discorso.
- Nick, sta sera tu presenterai Melissa come tua fidanzata: niente storie. E' l'unico modo per dimostrare che hai ancora un briciolo di morale! - afferma in fretta, rivoltosi verso Nicholas.
Ginevra ridacchia beffarda, ma Kevin si gira verso di lei: - E tu, per favore, non rendere le cose ancora più difficili! - esclama tirando gli occhi al cielo e con i palmi rivolti verso di lei in segno di 'stop'.
Nicholas si lascia sfuggire un 'AH!', ma viene subito punito dallo sguardo inceneritore di Ginevra.
Il silenzio regna per qualche minuto, contornato dai continui sguardi arrabbiati dei due 'piccioncini', come li chiamava Kevin di nascosto.
- PER L'AMORE DEL CIELO - sbotta Kevin all'ennessima occhiatina - Io me ne vado, risolvetevela tra voi! - detto questo sbatte la porta del salotto e si dirige verso camera sua, borbottando un:
- Ma perchè proprio a me quei due?! -
Rimasti soli, i due non sanno più cosa dirsi, così Nicholas afferra la rivista e finge di osservare attentamente l'articolo, solo per smorzare un po' la tensione.
Ginevra, dal canto suo, si tormenta le mani, incapace di dire nulla.
- Nick.. - comincia insicura. L'aria di ostilità cessa con questo suo mormorare il nome del Jonas in modo così indifeso.
Nicholas alza lo sguardo dal giornale e cerca di infonderle più sicurezza possibile, invitandola con gli occhi a continuare.
- Nick, tu mi vuoi licenziare? - chiede tutta d'un fiato, togliendosi un peso sullo stomaco.
Il giovane artista rimane a bocca aperta, completamente incapace di reagire.
- Io.. Io no. - risponde insicuro, sapendo che questo non basterà a Gin. - Ma mia madre mi ha chiesto di pensarci. -
Gli occhi di Ginevra si raffreddano, riprendendo subito l'espressione che avevano fino a un paio di giorni fa: fino a quando non aveva capito che doveva trovare sè stessa.
Nicholas lo riconosce. Riconosce il suo viso di marmo, il suo viso freddo e non vuole che quella luce nuova, che sembrava aver preso il sopravvento su Gin, torni a nascondersi nei meandri dell'anima della ragazza.
- Ti prego, non fare così. Però, dovremmo parlarne, insomma.. Sono cresciuto ormai. - lo dice quasi in tono di scusa.
Ma perchè mai dovrebbe scusarsi con lei?
Insomma, nell'ultimo periodo Ginevra aveva dimostrato in tutti i modi di disprezzare assolutamente il suo lavoro.
E allora perchè avvertiva nell'aria che non era così che dovevano andare le cose?
- Nicholas, no. Non dire nulla, hai ragione. Me ne andrò la settimana prossima. Giusto il tempo di trovare un'altra sistemazione. -
Ginevra non gli lascia il tempo di rispondere e si alza di fretta, correndo via, lontano: fino in camera sua.
Chiude la porta e controlla che la chiave di scorta di cui le aveva parlato Joe sia ancora sul suo comodino, in modo che Nick non possa più entrare.
Si butta sul letto e non riesce a capacitarsi di quello che sta succedendo.
Guarda le mura attorno a sè e non riconosce nulla di realmente suo in quella camera.
Nulla che facesse parte della vera Ginevra, nulla che la rispecchiasse.
Aveva odiato essere la schiava di Nicholas, l'aveva sempre fatto.
Si diceva sempre che una volta finito tutto avrebbe cambiato vita, avrebbe vissuto veramente la sua vita.
Ma ora quella decisione la stava distruggendo.
''E' giusto così.'' continua a ripetersi.
Ma perchè c'era qualcosa che continuava a dirle il contrario?

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Capitolo 11
*** Chapter eleven. ***


Il palco è buio.
Una luce si accende improvvisamente in un punto preciso e scopre un signore in smoking con un microfono in mano, lasciando all'ombra tutto il resto della pista.
Quest'ultimo fa un sorriso a mille denti e inizia la sua frase d'attacco.
- Buonasera, ladies and gentlemen, siamo felici di annunciare che la prima puntata della 24esima stagione di Dancing with the stars... - 
- ... E' iniziata! -
Una musica si diffonde in tutta la sala, il conduttore si posiziona al centro della pista, il pubblico applaude visibilmente compiaciuto e le coppie in gara fanno la loro entrata una alla volta, per andare a mettersi a semicerchio intorno al presentatore.
Quando la coppia di Nicholas e Melissa fa la sua comparsa, l'audience va in delirio e tutti cominciano a gridare contenti.
Nick si sente leggermente imbarazzato, ma stringe lo stesso un fianco della sua insegnante e sorride dolcemente.
Melissa, invece, non sembra altrettanto contenta: lei e Nicholas avevano litigato riguardo a questa cosa del fidanzamento finto, prima dello show, ma alla fine lei aveva dovuto cedere.
- Allora, cari telespettatori e pubblico presente, andiamo a conoscere le coppie di quest'anno! - afferma sorridente Luke, il presentatore.
- Abbiamo molti personaggi importanti, non è vero? - chiede poi, ricevendo delle grida impazzite come risposta.
- Cominciamo da.. Chelsea Kane! - Luke si sofferma sulla bionda e bellissima ragazza, accompagnata da un insegnante brasiliano, bello altrettanto.
- Dicci qualcosa di te. - 
Chelsea prende il microfono e sfodera un sorriso perfetto, pieno di sicurezza e tenerezza allo stesso tempo. - Volevo innanzi tutto ringraziare per essere stata chiamata a partecipare a questo splendido show, che seguo da sempre! - si interrompe un attimo, ricevendo un'occhiata di approvazione dal conduttore. - Le ultime settimane ho lavorato tanto e spero di essere riuscita a rendere almeno un pochino contento il mio insegnante. - conclude, abbracciando il brasiliano possente che annuisce soddisfatto.
- Non è bella e simpatica? - si rivolge Luke al pubblico, riprendendo il microfono. - Ora passiamo a Cody Linley! - fa qualche passo per raggiungere il biondo e atletico ragazzo, in compagnia di una minuta e piccola bambolina mora, tanto piccola da sembrare troppo fragile.
- Grazie Luke. - si interrompe perchè già dopo le prime due parole, le sue fans stanno urlando esaltatissime. - Volevo solo dire che io e il ballo siamo proprio opposti, ma mi sono divertito un sacco questi giorni e.. Che dire? Ringrazio soprattutto la mia specialissima maestra che è stata davvero paziente e comprensiva nei miei riguardi. - conclude sorridendo affascinante e stringendo le spalle alla bambolina, alta la metà di lui.
- Cody, non preoccuparti: comunque andrai, io sarò sempre un tuo fan. - afferma divertito il conduttore, ridendo e passando il microfono a..
A Nick Jonas.
Se prima la folla aveva urlato contenta al momento del suo arrivo, adesso sul palco non volava una mosca e nessuno osava fiatare.
- Emh. - comincia indeciso Nicholas. - Emh, volevo ringraziare chi mi ha dato la possibilità di partecipare a questo spettacolo, perchè ne sono sempre stato un grande fan e non lo dico per dire. - Fa una pausa per prendere fiato: non sapeva perchè, ma da quando gli avevano passato il microfono, si sentiva senza aria. - Non sono mai stato un ballerino, ma progetto comunque di divertirmi molto, anche grazie alla mia insegnante, che in queste ultime settimane, mi ha aiutato molto. -
Conclude, ma nessuno osa applaudire, nessuno osa dire nulla.
- .. con la danza! - si maledice Nick, per aver lasciato un doppio senso.
Luke si scambia uno sguardo perplesso e alza le sopracciglia al pubblico e poi riprende la parola.
- Che ne dite, cari spettatori, c'è del tenero fra Nicholas e la sua insegnante? -
Un 'uuuuuuuuuuuuuhh' parte e il giovane cantante si sente sollevato che per lo meno qualcuno abbia finalmente reagito alle sue parole.
- Beh, devi dircelo tu, Nicholas! - esclama il conduttore. - Tu e Melissa state insieme? -
Chelsea Kane, Cody Linley e tutti gli altri partecipanti si voltano a fissarli.
Melissa non ha battuto ciglio dall'inizio della puntata, come se dovesse trattenersi.
Nicholas prende un grande respiro. - Sì. -
La folla scoppia in un grande applauso e tutti sembrano più risollevati e contenti, così Luke passa alle restanti coppie, che sono formate da persone non molto famose o dimenticate.
Melissa sussurra qualcosa all'orecchio di Nicholas e quest'ultimo sorride non sorpreso, poi si volta per risponderle a bassa voce.
-  No, Melissa, non durerà a lungo. -




Chelsea Kane:         




Cody Linley:            


_


Ginevra spegne la televisione del soggiorno, alzandosi stufa dal divano.
Aveva smesso di prestare attenzione dopo il fatidico 'Sì', di Nicholas e ora non voleva assolutamente sorbirseli anche mentre ballavano.
Era l'unica ad essere rimasta a casa; Joe e Kevin erano andati con Nick, mentre lei aveva deciso di rimanere, per poter cercare un appartamento in vendita sul giornale.
Kevin e Joe erano già stati messi al corrente da Nicholas e avevano capito che intromettersi non sarebbe servito a niente.
Così Ginevra prende in mano un giornale e si siede dietro il tavolo della cucina, mentre l'acqua per il thè bolle, sfogliandolo accuratamente, in cerca di qualcosa come si era promessa di fare.
Fa scorrere velocemente lo sguardo sulle pagine, finchè una scritta non richiama la sua attenzione.
Un appartamente vicino alla spiaggia, comprendente cucina, bagno, camera da letto e salotto - anche se minuscolo - tutto a prezzo ragionevole.
E la cosa migliore?
Praticamente attaccato alla casa di Joyce!
Ginevra si fa prendere dall'emozione e afferra il telefono di fretta, componendo a fatica il numero sul giornale.
Mezz'ora dopo, Ginevra aveva finito la telefonata e stava saltellando per la casa allegra: era riuscita ad organizzare un incontro con il proprietario il giorno seguente, nel quale, se le sarebbe piaciuta la casa, avrebbero potuto direttamente firmare le carte e acquistare il tutto!
Gin decide che non avvertirà Joyce fino a che tutto non sarà finito.
Si accorge che dalla fretta il suo thè si è raffreddato, ma non le importa, così lo versa nel lavandino e guarda l'ora.
Mezzanotte.
Ora le mancava solo una cosa; dirlo a Nicholas.
Accompagnata da questo pensiero, si trascina stanca a causa dei troppi saltelli, sul divano e si lascia cullare.
Ginevra comincia a pensare alla sua vita, a cosa farà dopo, a come sarà senza Nick.
Ma non ci riesce.
Poi il rumore della serratura che gira e Ginevra chiude gli occhi di scatto, fingendosi addormentata.
I passi di tre persone distinte e i bisbigli di ciascuno.
- Sta dormendo? - chiede Joe.
Qualcuno le posa una mano sulla guancia e sussurra: - Gin? -
Kevin, suppone quest'ultima.
- Sì. - risponde il maggiore al fratello.
- Andiamo a dormire dai. Ah Nick, so che te l'ho già detto, ma.. Hai fatto la cosa giusta. - mormora Joe a bassa voce.
- A lasciare che Gin vada via o a dire al mondo che sto con Melissa? - chiede ironico Nicholas.
''Nicholas, oh, Nicholas.'' pensa istintivamente Gin.
- Tutte e due. -
Dopo questo, il rumore dei passi di due terzi dei Jonas che salgono le scale e poi Ginevra si sente sollevata dolcemente da quello che - ne è sicura - deve essere per forza Nick.
Si sente trasportare lentamente fino in camera sua, mentre avverte Nicholas che sposta il suo corpo in modo da non farle del male colpendo il muro o altro.
Una volta appoggiata sul letto, Nicholas le sfila la maglietta e i pantaloncini corti.
Gin si sente in imbarazzo, così in intimo davanti a Nick e non sa se rivelargli di essere sveglia.
Nick passa una mano sull'addome della ragazza e poi porta le mani dietro la sua schiena, per slacciarle anche il reggiseno.
Ginevra si morde la lingua, pregando il suo corpo di non avere nessuna reazione fisica ai movimenti del piccolo Jonas sulla sua pelle.
Quest'ultimo poi, fa passare le dita sul bordo interno dell'elastico delle mutande della ragazza e poi le toglie anche quelle, mentre lei avverte il rumore di esse che si posano leggere sul pavimento.
Oh diamine, oh diamine, oh diamine.
- Gin, lo so che sei sveglia. - mormora Nicholas.
Ginevra apre di scatto le palpebre, incredibilmente imbarazzata, nuda sul suo letto con un Nicholas serio accanto a lei.
Abbassa lo sguardo, non ce la fa a sostenere quello di Nick.
Nick però non è d'accordo e le alza il viso tenendola per il mento, per poi baciarla dolcemente sulle labbra.
Un bacio diverso.
Non c'era altro modo per descriverlo, no.
Il migliore, senz'altro.
Il ragazzo poi si ferma un attimo per togliersi la maglietta e sfilarsi velocemente i pantaloni, rimanendo così in boxer.
Poi si posiziona sopra Ginevra e ricomincia a torturarla con le labbra, mentre la sua mano destra le ispeziona il corpo con delicatezza.
Anche i boxer di Nicholas, dopo poco, finiscono con leggerezza sul pavimento e si ritrovano ad invertire le posizioni.
Ginevra comincia a baciargli il petto, fino a scendere sempre più giu.
Ma Nicholas la blocca e la riporta alle sue labbra sottili, fissandola per qualche istante.
- Aspetta. - sussurra. - Devi sapere prima una cosa. -
Uno sguardo interrogativo prende il posto sul viso di Gin.
- Tu sei stata la mia prima volta. - afferma tutto d'un fiato.
Ginevra dischiude le labbra per rispondere, ma Nick la ferma ancora una volta.
- Non ho finito. - mormora delicato. - E mi piacerai sempre. In qualunque modo tu voglia essere. -
Detto questo, il giovane non le lascia il tempo di sbalordirsi che è già sulla bocca di Gin.
Poi il piacere inonda la casa e Ginevra questa volta non ha dubbi.
Si china su Nicholas e gli rivela in un orecchio:
- Non c'è stata una volta in cui tu non mi abbia soddisfatta. -


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Capitolo 12
*** Chapter twelve. ***


- Gin, scendi! -
La voce di Joyce arriva come una melodia lontana dal citofono.
Ginevra sorride e afferra le chiavi della macchina, dandosi prima una controllata allo specchio.
Dei pantaloni a sigaretta neri, delle semplici ballerine dell'omonimo colore e un cardigan beige per completare il tutto.
I capelli lasciati sciolti, liberi.
Non era sexy, no.
Ginevra si passa una mano sui pantaloni, stirandoli piano e si avvicina al divano, dove un grosso doberman la guarda perplesso e abbaia sconcertato.
- Buono, bello. Sto via solo un paio d'ore. - mormora lasciandogli una carezza sul muso.
Il cane però sembra contrariato e l'accompagna alla porta di casa, portandole in bocca il guinzaglio.
- No, mi dispiace, ma sta volta non posso portarti. - sorride intenerita Ginevra.
Il doberman si accuccia e sfodera uno dei suoi migliori bronci.
- Okay, fai pure l'offeso. Torno tra poco, ciao! - esclama divertita la ragazza, chiudendo dietro di sè la porta e cominciando a correre giu per le scale.
Nella fretta inciampa e con una performance da circo, si evita di cadere, sorridendo al ricordo di quando le scale le faceva senza problemi tutto il tempo.
Erano passati ben quattro anni, da quando aveva lasciato casa Jonas.
Cosa era cambiato? Tutto.
Cosa era cambiato di più? Lei.
Aveva trovato un lavoro come bibliotecaria e, anche se sembrerà impossibile, era diventata molto timida e riservata.
Joyce e Ginevra erano diventate ottime amiche, Nathan si era fidanzato con una bellissima ragazza dai capelli ricci, Matthew aveva finalmente trovato il coraggio di confessare a Joyce i suoi sentimenti e tutto si era risolto per il meglio.
E Nicholas?
Ginevra non lo sapeva, avevano perso i contatti.
Inizialmente lui la passava a trovare ogni settimana, poi era diventato una volta al mese e infine non era venuto più.
A lei non dispiaceva ed era sicura che fosse stata la cosa migliore: ognuno sulla propria strada.
- Eccoti finalmente! Ti ho aspettata un secolo! - esclama Joyce, incrociando le braccia e battendo un piede sul cemento della strada.
Ginevra solleva il polso e controlla l'orologio. 
- Veramente sono passati solo cinque minuti. - la smentisce con una mezza risata.
- Blabla! Basta con le chiacchiere, ci dobbiamo muovere. - mormora Joyce, prendendo la ragazza sotto braccio e accompagnandola verso la macchina di quest'ultima.
- Guido io! - urlano tutte e due nello stesso momento.
- Testa o croce? -
- Croce. - sospira Ginevra, tirando fuori una monetina dal portafoglio.
Dopo un lancio mal riuscito di Joyce e la vittoria di Gin, si posizionano in macchina, accompagnate dal borbottare dell'amica sconfitta.
- Allora, dove stiamo andando? - chiede pensierosa Gin, prima di mettersi la cintura.
Joyce sventola una mano per aria, come per scacciare una mosca. - A te non deve importare, basta che guidi fino alla spiaggia. -
Ginevra annuisce corrucciata, senza smettere di guardare la strada.
- Tutto bene? - chiede Joyce con tono preoccupato.
- Sìsì, tutto bene. - conferma Ginevra, mentre tutte le sue speranze cadono.
Come aveva fatto a dimenticarselo?
Insomma, oggi era il compleanno di Ginevra e la sua migliore amica l'aveva dimenticato!
Gin nasconde la faccia nel cardigan e continuano il viaggio senza dire parole, mentre Joyce trattiene un sorriso con il viso rivolto verso il finestrino.
- Ecco, fermati qua. - indica Joyce e Ginevra esegue gli ordini. - Aspetta un attimo a scendere, devo prima fare una cosa. -
Gin fa per ribattere sconcertata, ma l'amica è già scesa, così si fa scivolare lentamente sul sedile, incrociando le braccia annoiata.
La voce di Joyce la richiama dai suoi pensieri:
- Ora puoi venire, forza! -
- Era ora, insomma Joyce, sei sempre stran.. - Gin non fa a tempo a finire la frase che appena alza lo sguardo dopo aver chiuso la portiera si ritrova..
Joe Jonas in persona, davanti ai suoi occhi.
- Joe? - sussurra incredula.
- Buon compleanno, Gin! - esclama lui, avvolgendola in un abbraccio che per poco non la stritola.
- Quanto sei cambiata, davvero! - continua poi, lasciandola finalmente andare.
- A.. Anche tu. - risponde insicura.
Joyce tossicchia, battendo un piede per terra spazientita.
- Oh, scusami. Joyce, questo è Joe. Joe, questa è Joyce. - riparo subito la situazione.
- Ci siamo già conosciuti, è stata lei a dirmi di venire qui. - sorride Joe, lanciandosi un'occhiata complice con la ragazza dai capelli rossicci.
- Pensavo che per il tuo ventritresimo compleanno, avresti voluto rivedere qualcuno di speciale e buuuuum; il lampo di genio mi ha colpita. - spiega poi quest'ultima, fingendo di vantarsi.
- Ci sono un sacco di cose che mi devi raccontare, Gin. Non ti sei fatta più sentire! - comincia Joe, senza lasciarmi il tempo di aprir bocca.
- Ma non parliamone qui, dai. Venite tutte e due a casa mia, forza! - conclude soddisfatto, battendo le mani e salendo sulla sua auto, facendo cenno di imitarlo e seguirlo sulla strada.
La festeggiata lancia uno sguardo terrorizzato a Joyce.
- A .. casa sua? - chiede Gin preoccupata.
- Oh, insomma, quante storie. Tu e Nicholas non vi vedete da quattro anni e siete entrambi cambiati molto. Vedrai che andrà bene! - esclama lei.
Ginevra non fa a tempo a controbattere che si ritrova già in macchina, sulla strada di casa Jonas.
Sulla strada della sua Ex casa.

_



- Sei sempre più bella. -
- Sei cambiato tantissimo. -
- Anche tu. -
- Sì, ma io non sono mai stata nulla. -
- Ti sbagli, per me eri tutto. -
Joe bussa alla porta della camera di Nicholas, interrompendo il dialogo tra quest'ultimo e Ginevra.
- Toc, toc? - Sorride entrando con due tazze di caffè fumante. - Pensavo vi sarebbe servito, così vi ho portato un po' di caffeina. - 
Nicholas apre la bocca per dire qualcosa, ma Joseph lo interrompe rifilando a lui e a Ginevra in mano le tazze, per poi scomparire nuovamente dietro la porta.
- Non ringraziatemiii! - urla mentre scende le scale.
Ginevra scoppia a ridere, prima di bere un sorso del liquido marrone. - Lui invece non è cambiato affatto. -
Nicholas sorride incerto.
- Cosa hai fatto tutti questi anni? - chiede esitante.
- Nulla. - Ginevra si maledice un istante dopo: nulla? Nick penserà che è una sfigata totale.
- Stai mentendo. - sorride Nick, fissandola tutto il tempo, con le mani appoggiate sul materasso del letto.
Sono entrambi seduti là e solo il rumore delle molle li interrompe ogni tanto.
- Ho trovato un lavoro, degli amici: mi sono fatta una vita. - cerca di non perdere la sicurezza nella voce Gin. - E tu? - 
Nicholas alza le spalle, indifferente. - Mi sei mancata. -
''Ma che diavolo?!?'' pensa Ginevra a disagio ''Perchè continua a provarci?''.
Gin arrossisce leggermente e prende un altro sorso di caffè: le serve, sì.
- Emh, a dire la verità non ho nessun regalo. - esordisce Nicholas imbarazzato e Ginevra sventola una mano in aria.
- Ma figurati, non ti preoccupare! - e poi silenzio.
Stupido, vuoto, silenzio.
- E con i ragazzi? - 
Ginevra sbarra gli occhi sentendosi andare in fiamme, sia dentro che fuori, mentre Nick si maledice subito, sussurrando un: 'Idiota' soffocato.
- Normale. - cerca di scampare la ragazza alla domanda. - E tu? - sposta subito l'attenzione su di lui.
- E' un modo alternativo per chiedermi se sono single anche io? - sorride speranzoso lui.
- Non ho mai detto di essere single! - afferma lei, voltandosi per guardarlo negli occhi.
Nick abbassa lo sguardo mostrandosi leggermente dispiaciuto, ma recupera subito: - Beh, io sono single, comunque. -
E Gin avverte nell'aria quella tensione che c'era molti anni prima, ogni volta in cui si trovava da sola con lui: ed era.. tensione sessuale, sì.
- Anche io. - commenta poi, flebile.
- Ah. -

Un lungo momento in cui entrambi sorseggiano silenziosi dal loro bicchiere, senza rivolgersi parola, mentre si scambiano occhiatine di nascosto l'uno dall'altro.
- Ti va' di.. - esordisce Nicholas, ma non fa a tempo a finire la frase, che Ginevra si è già avvicinata e ha già risposto: - Sì. -
Lui si mette a ridere, passandosi una mano tra i riccioli e apprezzando lo spostamento della ragazza.
- Ma non sai nemmeno cosa volevo chiederti! - esclama appoggiando una mano sul ginocchio destro di lei.
Gin sospira e fa finta di non essersi accorta della mano: - Volevi chiedermi di riprovarci. - sentenzia intrecciando le sue dita con quelle di Nicholas.
Lui sfugge al suo sguardo e si lascia accarezzare dolcemente da lei.
- E possiamo davvero riprovarci? - chiede poi, fissando le loro mani unite.
- Sì. -
Nicholas si gira e sfiora il naso di Ginevra con il suo, percependo il suo respiro leggero e il profumo alla vaniglia.
Vaniglia: era davvero cambiata.
- EHIEHIEHI, DA SOTTO NON SENTIAMO PIU' PARLARE, QUINDI NE DEDUCIAMO CHE AVETE FATTO PACE! - urla quasi Joe, aprendo con forza la porta e mostrando un enorme sorrisone.
Ginevra subito fa un salto indietro e rossa dalla vergogna, si allontana da Nick.
Nicholas invece sembra essere sull'orlo di una crisi isterica: - No, Joe. Non avevamo ANCORA fatto pace. - chiarisce sibilando a denti stretti.
Il mezzano intuisce dallo sguardo inceneritore di Nick e fa un passo indietro, quando Joyce li raggiunge anche lei molto allegra e con un sorriso apertissimo.
- Allora ragazzi, state di nuovo insieme? - comincia a parlare quest'ultima, ignorando le occhiate d'avviso di Joe.
- Te l'avevo detto che bastava metterli in camera insieme e tutto si sarebbe concluso con una sana slinguazzata! - ride Joyce, tenendosi la pancia divertita.
Joe le fa segno di smettere, anche se non riesce a trattenere un sorriso che maschera abilmente, e Gin si alza in piedi più imbarazzata che mai.
- Okay, grazie per gli auguri, noi dobbiamo andare. - mormora ad una velocità supersonica.
Nicholas non fa a tempo ad alzarsi per bloccarla, che lei ha già trascinato via l'amica ed è già sparita.
Nella stanza rimangono solo Joe e Nick.
- Nick. - sussurra preoccupato Joseph, portando le mani avanti. - Calmati Nick, ssshht. - cerca inutilmente di salvarsi, mentre Nicholas muove i primi passi molto lentamente nella sua direzione.
- Io. Ti. Ammazzo. -

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Capitolo 13
*** Chapter thirteen. ***


- Ehi ciao, Gin. Sai, mi stavo chiedendo se per caso ti andasse di uscire con me. -

- Ehilà, pupa! Che ne dici, tu ed io, io e te, una meta lontana e un bacio passionale? -

- Buongiorno signorina Ginevra. Volevo umilmente chiederle se lei fosse disponibile per una cena intima, al chiaro di luna. -

- Ohbbbella, ti va di farci un paninozzo insieme uno di questi giorni? -

- A che ora passo a prenderti, zuccherino? -

Joe scoppia a ridere, buttandosi all'indietro sul letto e tenendosi la pancia in preda ad una crisi di troppo divertimento.
Nick si gira scocciato, dando finalmente le spalle allo specchio,  e gli lancia un'occhiata severa.
- Scusa. - si sforza di tornare serio il fratello, ma un attimo dopo si sta sbellicando nuovamente come un pazzo. - E' che sei davvero troppo buffo! -
Nick gli si avvicina e si siede accanto a lui, sospirando.
- Hai ragione, cavoli. - mormora in collera con sè stesso.
Joe gli rivolge uno sguardo più dispiaciuto e finalmente si calma, battendogli una pacca sulla schiena.
- Fratello, seriamente, secondo me devi solo andare da lei ed essere te stesso, punto. - suggerisce il saggio Joe.
Questa volta è Nick che si mette a ridere e lo guarda divertito. - Che c'è? - chiede l'altro, perplesso.
- Parli come se fossi molto esperto! - risponde Nick, punzecchiando un poco il fratello maggiore.
- Ma io SONO esperto! - sottolinea Joe, fingendosi offeso.
Nick gli dà un pugno sul braccio destro e osserva contento la smorfia di dolore sul viso del ragazzo.
- La pagherai Nick! - afferma con tono drammatico Joe, mentre finge di accasciarsi dolorante a terra, tenendosi con una mano il punto colpito.
Poi si alza e si mette a rincorerre il fratello per dargli una 'bella lezione', come l'aveva pensata lui.
Risate, tante risate: Nicholas pensò che fosse bello, avere qualcuno come Joe in casa.

_



Ginevra accarezza tranquilla il suo amato doberman, mentre quest'ultimo ronfa beatamente, sotto le sue cure tenere e affettuose.
Un bip bip fastidioso, seguito successivamente da un altro a poca distanza di tempo, la sveglia dai suoi pensieri e la fa sbuffare, al pensiero che dovrà alzarsi per raggiungere il cellulare dall'altra parte della stanza.
A malincuore, Ginevra si trascina fuori dalle lenzuola e incrocia per errore uno specchio con lo sguardo, scoprendosi: distrutta.
Sì, i capelli messi male e disordinati, la maglietta che pendeva da un lato e le occhiaie scure a finire il tutto.
Non si trattiene a lungo davanti a quella pietosa visione, ignorandola volontariamente, per andare a leggere i messaggi arrivati.

Joyce.
Oh, andiamo. Lo sai benissimo che Nick è ancora completamente cotto di te!
Perchè non vuoi dargli un'altra possibilità? Insomma siete cambiati moltissimo entrambi!
Non si tratta più di uno stupido contratto, svegliati.

 

A questo Ginevra decide di non rispondere, perchè la fa soffrire davvero troppo: e dare una risposta l'avrebbe reso più.. reale.
Appena legge il mittente del secondo sms, deve aggrapparsi alla scrivania per non cadere: Nicholas.
''Forse ha sbagliato destinatario.'' è il suo primo pensiero.
''Oh, per favore. Non ha mai sbagliato destinatario in quattro anni.'' è invece il secondo.
Passano due minuti in cui lei si tormenta per prendere la decisione se aprirlo o no e poi la curiosità prende il sopravvento sulle sue mani.

 

Nicholas.
Ciao Gin, sono Nick.
(Spero vivamente che tu non abbia eliminato il mio numero dalla rubrica, ma ti informo su chi sono per sicurezza.)
Sto pensando a te.


Ginevra sbarra gli occhi e stringe più che può il cellulare tra le dita: ''Sto pensando a te.'' e basta?!?
Insomma, non poteva mica lasciarla così, con solo quella frase su cui riflettere.
Indugia qualche attimo sui tasti e mille frasi le vengono in mente. Digita le parole: anche io.
Successivamente le cancella, mordendosi la lingua.
Dopo altri mille tentativi, finalmente si ritiene contenta del risultato e preme il tasto Invia, mentre un sorriso a bocca chiusa le compare in volto.

 

Ginevra.
Perchè proprio ora?

Ed era vero. Ginevra continua a chiedersi perchè lui la stesse pensando proprio in quel momento, cosa fosse stato a fargli ricordare di lei.
E si era davvero ricordato di lei?
Ginevra si tortura le mani, appoggiandosi con le spalle al ,muro e buttando la testa all'indietro.
Il cane si alza dai piedi del letto e la raggiunge, appoggiandosi con il corpo alle sue gambe, probabilmente desideroso di coccole.
- Non ora, no. - mormora lei, cercando di mostrarsi severa, ma poi si scioglie allo sguardo da cucciolo che l'animale le dona e lo accarezza lentamente dietro le orecchie.
Bip bip.
- Oh, santo cielo! - esclama lanciando quasi via il cane e facendo prendere a quest'ultimo un grande spavento.
Subito dopo lancia uno sguardo di scuse all'intimorita bestia e legge velocemente ciò che le aveva risposto Nick.

 

Nicholas.
In verità, non ho mai smesso di pensare a te.

''Oddio.'' pensa Ginevra, portandosi una mano sul petto.
Stava decisamente per entrare in iperventilazione, se lo sentiva. Ma cos'erano tutte queste reazioni da adolescente in amore?
In qualche secondo, ha già buttato il telefono mobile sul letto e si trova in bagno, per sciacquarsi la faccia e darsi una regolata.
Appoggia le mani sugli estremi del lavandino ed inspira lentamente, per poi soffiare tutto fuori, sperando che le potesse essere d'aiuto.
Per la fretta di liberarsi di quelle sensazioni poco consone, non si accorge di una figura fuori dalla finestra, intenta a grattarsi la nuca.
Lei apre l'acqua della doccia e si infila subito dentro, mentre un ragazzo riccio dalla strada, tiene ancora in mano l'apparecchio telefonico e mormora disperato, mordendosi un labbro:
- Dannazione, Gin. Perchè non mi dai una possibilità? -

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Capitolo 14
*** Chapter fourteen. - the end. ***


Ginevra continua a rileggere il messaggio di Nick del giorno prima, come per riuscire a darsi forza e bussare finalmente alla porta di casa sua.
Era lì da un buon quarto d'ora e non aveva trovato il coraggio di farsi vedere. 

Nicholas.

In verità, non ho mai smesso di pensare a te.
 

''Okay, Gin. Datti forza e fatti sotto.'' è il pensiero della ragazza, che porta il pugno serrato all'altezza della porta e nel momento in cui sta per battere il primo colpo, viene preceduta da qualcun altro, che spalanca tutto con forza e le si piazza davanti imponente.
- Ciao Gin, come va? - chiede un Joe spazientito, ma lei non fa a tempo ad aprire la bocca per rispondere che il ragazzo gliel'ha già tappata per parlare lui per primo, buttando gli occhi al cielo. 
- Senti, io non so se Nick se ne è accorto, ma io sì. E' tre ore che stai impalata davanti alla soglia di casa, con quest'aria da cucciolo abbandonato che ti è venuta da quando hai rivisto lui. Deciditi ad entrare! Un tempo non avresti esitato, saresti corsa fino alla camera di mio fratello, gli avresti prima dato uno schiaffo per non essersi fatto vivo in tutti questi anni e poi l'avresti baciato con forza, come a significare Ti perdono, stronzo. Mentre così mi ritrovo costretto io a dirti che ti devi dare una mossa! - le dà una spinta forte e in mezzo secondo Ginevra si ritrova in quel soggiorno che conosceva così bene un tempo. 
Si gira per ringraziare con lo sguardo Joe, ma lui la incenerisce con gli occhi, in modo da farle capire che non deve stare a perdere tempo con lui.
Ginevra comincia a salire le scale e gradino dopo gradino il petto si stringe sempre di più, in una morsa da cui non poteva liberarsi.
Arrivata davanti alla camera di Nick, sbircia dentro e si sorprende del fatto che quest'ultimo non si sia accorto del baccano che aveva fatto Joe al piano di sotto, ma dopotutto, non le importa più di tanto. Un bel respiro e: - Nick. -
Lui si volta di scatto, come un naufrago che vede di sfuggita una nave da lontano e apre la bocca, per poi richiuderla e riaprirla seguentemente.
- Gin! Io, ecco, non sapevo venissi, scusa per il disordine. - commenta imbarazzato, mentre si alza dalla sedia e butta sotto il letto con il piede una sua maglietta da lavare.
- Senti, emh. L'altro giorno stavo pensando a quello che mi hai detto.. Quella cosa sul riprovarci, ecco. - butta fuori velocemente Ginevra, sbirciando la reazione di Nicholas di sottecchi.
- E? - chiede speranzoso lui, facendo un passo intimidito sia verso Gin, che verso la felicità. - Anch'io non ho mai smesso di pensarti. -
In quel preciso istante, Ginevra vuole morire sotterrata e rimangiarsi tutto, sentendosi come una bambina che risponde male per la prima volta.
Nicholas, dal canto suo, non ci pensa due volte. Elimina la distanza fra i due in un attimo e la bacia. Dopo quattro anni. 

__


A Nicholas piaceva  vivere nei film e a Ginevra piaceva accontentarlo.
Era sempre andata così, nulla era cambiato; apparte il fatto che adesso anche Gin amava fare quello che faceva.
Adesso anche a Gin piaceva che quello fosse il loro film romantico, il loro film a lieto fine.
E quale situazione era più cinematografica e romantica di un bacio all'aroma di ricordi in una stanza che di scene come quelle ne aveva viste tante?
Beh, per esempio che Nick dopo quel bacio, cominciò ad andare in biblioteca solo per guardare Ginevra lavorare, sbirciando da sopra le pagine di un libro di cui forse non gli interessava niente.
O il fatto che Ginevra invece iniziò a rimanere a casa di Nick ogni volta in cui lui si ammalava, perchè così poteva assicurarsi che lui avesse sempre tutto a portata di mano e non si trovasse nella situazione di stare male da solo.
Ma più di tutto, il vero film era che quei due erano sempre rimasti l'uno dell'altra, nonostante il tempo che scorreva veloce e la sorte che cercava di dividerli ogni tanto: forse la vita faceva tutto quello più per testare la forza del loro amore, che per la voglia di separarli.
Così, mentre si scambiavano sguardi pieni d'intesa, si abbracciavano alla conclusione di una litigata, o quando giocavano a nascondino per la casa, Nick e Ginevra pensavano che non ci potesse essere lieto fine più bello che appartenersi in quel modo.
E le loro uniche sicurezze stavano in quel 'Tuo, per sempre' che Nick le sussurrava nelle orecchie prima di addormentarsi e nella risposta che Ginevra gli mormorava piano, prima di chiudere gli occhi e i sipari di una storia magnifica; la loro.
In quel modo concludeva Gin, come il migliore amante concludeva la lettera ricca di sentimenti che avrebbe poi inviato nella speranza di racchiuderci dentro anche un pezzo di sè:
- Tua, per sempre. - 



 

THE END.

*

Sigh, sob. Sob, sigh.
E' la prima storia che io abbia mai finito in tutta la mia vita e quasi non ci credo.
Non ci credo che Yours, forever sia davvero giunta alla sua fine.
Certo, dopo moltissimi ostacoli e senz'altro troppo tempo di attesa, ma..
E' finita, no?
Voglio ringraziarvi tutti, per avermi fatta arrivare a più di 100 recensioni - 121, per essere precisi - e non averla mai abbandonata.
Come Nick e Gin non si sono mai abbandonati, no?
Oddio, sto diventando svenevole e fra poco scoppio a piangere, quindi finiamola qua, su.
Per tutti quelli che hanno sempre letto, ma non hanno mai recensito, beh, se vi va potete farlo qui.
Nell'ultimo capitolo.
Potete anche dirmi cosa ne pensate o anche solo il motivo per cui non avete mai smesso di andare avanti con la storia, visto che vi ho fatto aspettare molto.
Se lo farete, beh, grazie, lo considererò il vostro modo di dire addio a racconto.
Anzi, no, non è un addio.
Dopotutto Nick e Gin saranno..
Yours, forever.

     

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