Hokori 誇り

di Kgm92
(/viewuser.php?uid=44280)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Attacco al chiaro di luna ***
Capitolo 2: *** Un nuovo nemico ***
Capitolo 3: *** Guai in vista ***
Capitolo 4: *** Finalmente ci incontriamo... ***
Capitolo 5: *** L'Orgoglio traditore ***
Capitolo 6: *** Incontri inattesi ***
Capitolo 7: *** Disperazione ***
Capitolo 8: *** Dolce conforto ***
Capitolo 9: *** Destinazione Resemboll ***
Capitolo 10: *** Rivelazioni ***
Capitolo 11: *** Addio, fratellino ***
Capitolo 12: *** I bambini cattivi vanno puniti... ***
Capitolo 13: *** Tortura ***
Capitolo 14: *** L'attacco degli homunculus ***
Capitolo 15: *** L'ultima battaglia ***
Capitolo 16: *** Il Principio dello Scambio Equivalente ***
Capitolo 17: *** Gioia ***



Capitolo 1
*** Attacco al chiaro di luna ***


Eccomi qui con la mia prima ff su Fullmetal Alchemist!
In realtà è una storia che ho cominciato a scrivere alcuni anni fa, ma poi l’ho abbandonata per mancanza di tempo, voglia ed ispirazione.
Questa storia non segue perfettamente nè il manga, nè la prima serie dell’anime ed ho utilizzato delle idee anche del videogioco cinese “Blue bird illusion”.. diciamo che certe cose le ho un po’ interpretate a modo mio!
Il titolo significa Orgoglio, ma può significare anche Vanto e Fierezza.
Buona lettura e spero che vi piaccia!
Kgm92

Le notti di Resembool erano sempre magnifiche: la campagna incontaminata si specchiava in un cielo blu intenso cosparso da una miriade di stelle.

Edward era sdraiato a pancia in su, godendosi quel momento di pace assoluta.

In quell’istante si sentiva come se fosse tornato bambino quando, insieme al fratellino e alla mamma, passavano intere serate a giocare con le costellazioni e ad ascoltare i suoni della notte.

I due alchimisti erano tornati a casa dopo una missione particolarmente impegnativa in cui, tanto per cambiare, Ed aveva distrutto l’automail costringendoli così a fare una piccola tappa a casa della zia.

Il ragazzo era assorto nei suoi pensieri quando una voce terribilmente familiare lo riscosse dal torpore
- Ciao piccoletto! Che fortuna, non speravo di trovarti così indifeso senza nemmeno la possibilità di utilizzare l’alchimia!-
Ed sobbalzò:- Envy, Lust, ma cos…- il giovane alchimista non fece nemmeno in tempo ad alzarsi in piedi per cercare di difendersi che l’Invidia lo aveva già immobilizzato.
Cercò di divincolarsi, ma non riuscì ad evitare che gli artigli di Lust gli trapassassero la spalla.
Il ragazzo gemette, preparandosi a subire altri attacchi, ma stranamente la presa di Envy si allentò, permettendogli così di divincolarsi:- Spiacente piccoletto, ci piacerebbe continuare a giocare con te, ma abbiamo già quello per cui siamo venuti.. non ci è permesso ucciderti, non ancora.-
Con queste parole i due homunculus si voltarono per andarsene, ma Envy, non riuscendo a resistere alla tentazione, sferrò prima un potente calcio, centrando Ed in pieno viso, che scivolò a terra semi svenuto; l’ultima cosa che vide prima di perdere completamente conoscenza furono le unghie della Lussuria impregnate del suo sangue.
 
-..tellone! Fratellone! Svegliati!- Ed aprì gli occhi.
-Meno male! Ho sentito dei rumori provenire dal giardino, mi sono preoccupato e sono venuto a controllare. Per fortuna Winry e la zia erano in cucina e non si sono insospettite.. ma cos’è successo? Stai sanguinando!-
Ed si mise seduto e cominciò a raccontare; quando ebbe finito chiese ad Al di fasciargli la spalla e di trasmutare i suoi vestiti strappati e sporchi di sangue: non voleva che Winry e la zia si preoccupassero.

Nessuno dei due riusciva a spiegarsi il motivo di quell’aggressione…ma l’immagine della mano insanguinata di Lust era fissa nella mente di Ed… un brivido gli corse lungo la schiena.

Decisero di rientrare in casa, aprirono la porta con cautela, sperando di passare inosservati, ma Winry era proprio sulla soglia e cominciò a tempestarli di domande
- Finalmente! Ma cosa stavate facendo lì fuori? Stavo quasi per venirvi a chiamare, la cena è pronta! Ed, non ti sarai mica addormentato in giardino come al tuo solito e.. Ed? Come mai sei così pallido?- domandò sospettosa.
-Pallido? Io? Winry, ma cosa stai dicendo, sto benissimo…- rispose Ed, forse in modo non troppo convincente; Winry infatti lo prese per l’unico braccio a disposizione con l’intenzione di trascinarlo sul divano per sottoporlo ad un terzo grado, ma un mugolio di dolore non del tutto mascherato e una strana espressione sofferente sul volto dell’amico la fermarono:- Ed, cos’hai al braccio? Dimmi la verità.-
-Niente Winry, tranquilla.. WINRY! Ma che stai facendo, ferma!-
La meccanica, con una mossa fulminea, era riuscita ad immobilizzare il ragazzo contro la parete e a togliergli la giacca di pelle nera, scoprendo così la fasciatura sporca di sangue ancora fresco.
-ED! SEI UNO STUPIDO! Stupido!- sbraitò Winry picchiando il ragazzo con l’inseparabile chiave inglese
 -Perché diavolo ti è saltato in mente di nascondermi una cosa del genere? Ma non capisci?-
-Winry io..- tentò di protestare il ragazzo.
-No- lo interruppe bruscamente lei con le lacrime agli occhi – niente ma. Come fai a non capire che se anche quando sei qui a Resembool mi nascondi quello che ti succede, che VI succede..- si corresse la bionda lanciando uno sguardo di fuoco ad Al –..io non potrò mai stare tranquilla quando non ci siete? Quando siete in missione mi ritrovo a pensare sempre al peggio e quando squilla il telefono ho il terrore di sentire la voce di un militare che mi comunica che non ce l’avete fatta. Cosa è successo questa volta? Rispondimi!-

Winry l’aveva lasciato libero ed aveva chinato il capo cominciando a singhiozzare sommessamente.

Edward non ce la fece più e senza neanche accorgersene si ritrovò a stringerla fra le (ops, il!) braccio.
Al sussultò, stupito da quel gesto improvviso:- Fratellone!-
Winry, altrettanto sorpresa, sollevò la testa incontrando gli occhi dell’amico: il volto di Ed era rosso come un peperone!
-Ecco io..- balbettò l’alchimista cercando di giustificarsi, ma si zittì subito perché Winry gli aveva gettato le braccia al collo e si era stretta ancora di più a lui.

-E bravi i nostri due piccioncini!- Pinako, che aveva assistito all’intera scena senza essere vista, era improvvisamente apparsa sulla soglia della cucina; in meno di mezzo secondo Ed e Winry si erano staccati, rossi per l’imbarazzo, ed erano finiti ai lati opposti del salotto, accompagnati dalle risate di Al e della zia.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un nuovo nemico ***


Allora? Che ne
pensate? Grazie a tutti quelli che hanno letto il primo capitolo e..
recensiteee!^^

Grazie a - _Jaslene_ che l'ha aggiunta tra le seguite!


Nella stanza più nascosta di un vecchio casolare abbandonato ci fu un’improvvisa esplosione di luce e polvere.

Quando finalmente il fumo cominciò a diradarsi si delinearono i tratti di una figura apparentemente umana: lunghi capelli color dell’oro gli ricadevano disordinati sulle spalle bianchissime, occhi giallo scuro, che sembravano privi di ogni emozione, fissavano le pareti consunte.
Il braccio destro e la gamba sinistra erano avvolti in una ragnatela di simboli rossi, che proseguiva lungo tutto il corpo, diradandosi man mano: quegli strani ghirigori potevano essere ricondotti alle pratiche alchemiche.
Indossava dei vestiti neri attillati, che ricordavano molto l’abbigliamento di Envy e il braccio sinistro era avvolto da un lungo guanto scuro che lo fasciava conferendogli una sensazione di forza e potere.

-Benvenuto Pride, ti stavamo aspettando.- disse un uomo avvicinandosi a quella creatura.
Pride si guardò intorno: era in piedi esattamente al centro di un complesso disegno circolare vermiglio, che una vocina dentro di lui gli suggeriva essere sangue.
Non sapeva chi era, non ricordava niente, ma sempre quella vocina gli faceva chiaramente capire quanto profondamente detestasse la figura di fronte a lui:- E tu chi saresti, vecchio? E cosa ci faccio io qui?- chiese con fare sfacciato.

-Tu sei una mia creazione, sei mio figlio: sei l’homunculus chiamato Pride, L’Orgoglio. Sei un uomo incompleto. Da adesso in avanti mi chiamerai Padre e mi obbedirai.-

Sul volto di Pride si dipinse un ghigno ironico e feroce:- Certo “Padre”.. non potrei mai dispiacerti...-
Il Padre non raccolse la provocazione e si limitò a rispondere:- Come primo lavoro, per provare la tua fedeltà, dovrai attaccare e radere al suolo il Quartier Generale dell’esercito di Central City e uccidere chiunque ti si pari davanti: non voglio sopravvissuti.-
 

Il mattino seguente, a Resembool…
-Pronto Ed?-
-Si, si, ma fate in fretta!-
-Allora, Winry, insieme: uno, due e tre!-
-Ah!!- uno scatto metallico ed un gemito di dolore confermarono che gli automail erano stati collegati correttamente.
-Dai Al, aiutami a spostare tuo fratello sul divano.- disse Winry rivolta all’enorme armatura.
Dopo aver deposto Ed con delicatezza dove gli era stato ordinato, Al uscì dalla camera, augurando al piccolo alchimista un buon riposo.
 

Intanto, alle porte di Central City, due figure fissavano immobili l’imponente edificio del Quartier Generale dell’Esercito…

“Eccolo, allora è questo il Quartier Generale.. è come se lo conoscessi da anni!” pensò il nuovo homunculus.

-Forza Pride, non stare lì a gingillarti! Hai un lavoro da fare e anche bello grosso..  vedi di non deludere il Padre, novellino!- gli sputò in faccia Envy con disprezzo.
-Zitto Envy!- L’Invidia sussultò, quello sguardo inespressivo e indecifrabile del fratello lo metteva a disagio:-non provare mai più a trattarmi con sufficienza, potrebbe costarti la vita..-
-Tu, brutto insolente! Non osare parlarmi in questo modo!- l’Invidia si scagliò contro l’Orgoglio, ma l’altro gli bloccò il pugno con la mano sinistra, mentre con l’altro braccio gli immobilizzava il collo contro il muro del vicolo. Envy era terrorizzato, non riusciva a muovere un muscolo.
-Non mi dire che sei talmente stupido da non essertene accorto.. non hai nessuna possibilità contro di me! Io non prendo ordini da nessuno, nemmeno da quello che voi chiamate Padre: se gli obbedisco è solo perché sono io a volerlo, non te lo scordare!-  detto questo Pride gli frantumò le ossa della mano destra e lo liberò dalla sua presa.
-E adesso Envy, sai cosa ti succederà se tenterai di toccarmi un’altra volta.- Pride prese Envy, ancora dolorante, e lo scaraventò parecchi metri dietro di sé. Poi,  lentamente, si incamminò verso il Quartier Generale.

L’attacco fu estremamente violento e quasi ogni locale venne raso al suolo: Pride si muoveva veloce e distruggeva tutto ciò che si trovava davanti, ma ogni volta che doveva dare il colpo di grazia a qualche militare sentiva una sensazione sgradevole dentro lo stomaco che gli impediva di uccidere.
Solo un militare, quando ormai aveva quasi portato a termine il compito, gli diede del filo da torcere: era abbastanza alto, con degli scompigliati capelli neri e indossava un guanto speciale, grazie al quale, con un semplice schiocco delle dita, riusciva a scatenare un inferno di fuoco.
Durante lo scontro con l’“Alchimista di Fuoco” Pride si accorse di una sua nuova capacità: era in grado di rendersi invisibile per pochi minuti, giusto il tempo per disorientare l’avversario. L’alchimista era davvero ad un livello ben diverso rispetto a tutti gli avversari affrontati fin lì e, seppur ferito, estraendo un pugnale dallo stivale, riuscì ad infliggergli una profonda ferita al fianco sinistro.
L’homunculus, in primo momento, non ci fece troppo caso: sapeva che le ferite sarebbero guarite da sole, ma quando si accorse che quella, diversamente dalle altre, non si rimarginava e stava perdendo veramente troppo sangue, sferrò un potente pugno nello stomaco dell’avversario e corse fuori dal Quartier Generale.
Riuscì a trovare un vicolo in cui nascondersi e si accasciò a terra appoggiando la schiena contro il muro. Non riusciva a capire: lui era un homunculus, tutte le ferite precedenti si erano rimarginate, ma erano tutti graffi da quattro soldi; quella, invece, non lo aveva fatto.
Cominciava a temere il peggio quando vide che lentamente, molto lentamente, la ferita iniziava a guarire.
Dovette aspettare una decina di minuti prima di riuscire ad alzarsi e quando finalmente ne fu capace si trovò faccia a faccia con Envy:- Ma bravo, vedo che hai ridotto mica male la casetta dei militari.. fratellino, come mai la tua mano è sporca di sangue?- chiese Envy badando a tenersi a distanza.
-E’ il sangue dei miei nemici, di tutti coloro che si sono messi sulla mia strada.- rispose Pride infastidito dalle domande del fratello:- Adesso andiamocene, prima che si accorgano di quello che è successo.-
Pride si incamminò fuori dal vicolo seguito da Envy che, però, aveva fatto in tempo a notare la larga pozza di sangue che l’altro homunculus aveva lasciato dietro di sé.
 

A Resembool Ed si era finalmente addormentato: era rimasto sdraiato sul divano per ore, aspettando che il dolore si affievolisse, senza però riuscire a chiudere occhio. Winry e Al gli erano rimasti accanto tutto il giorno, nel caso avesse avuto bisogno di qualcosa.
Verso sera si era finalmente addormentato, sfinito. Al l’aveva portato in camera da letto, mentre Winry era rimasta al pian terreno a rimettere a posto gli attrezzi.
Era stata una giornata stancante e anche Winry aveva bisogno di un po’ di riposo; mentre saliva le scale per raggiungere la sua camera si fermò un attimo davanti a quella di Ed: sentiva un impulso che la spingeva ad entrare.
Aprì delicatamente la porta, attenta a non far rumore per non svegliare il ragazzo. Si avvicinò al suo letto e rimase a fissarlo per qualche minuto.
Aveva un viso così dolce e indifeso quando dormiva che quasi non lo riconosceva; quasi senza rendersene conto aveva colmato la distanza tra di loro e ormai il suo viso e quello di Ed erano a pochi centimetri.
In un attimo posò delicatamente le sue labbra su quelle dell’alchimista addormentato: quando si accorse di quello che stava facendo però si alzò di scatto e lasciò frettolosamente la stanza per paura di essere scoperta.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Guai in vista ***


Ciao a tutti! Ed ecco il terzo capitolo!
Vorrei ringraziare BellsSwanCullen e _Jaslene_ per aver aggiunto la storia tra le seguite.

Vi lascio alla lettura!^^

Ormai era notte fonda, la prima che Pride avesse mai visto, ma stranamente la cosa non lo stupiva minimamente.

L’homunculus era seduto sul tetto di una chiesetta di campagna a riflettere; sapeva di essere diverso dagli altri homunculus, l’aveva capito dal primo momento in cui aveva aperto gli occhi: si sentiva più “vivo” dei suoi fratelli, ma si era ben guardato dal rivelarlo anche solo ad uno di loro. Anche il suo uroboro, situato sulla spalla sinistra, era più chiaro, quasi sbiadito in confronto a quello degli altri, particolare che gli era servito per confermare la sua teoria.

Quelle sensazioni provate all’interno del Quartier Generale, il fatto che le sue ferite più profonde facessero fatica a cicatrizzare e infine la consapevolezza di una conoscenza intrinseca che non riguardava alcuna sua esperienza, lo portavano ad un’unica conclusione: lui era stato creato a partire da materiale organico di una persona ancora in vita.
Pride prese una sua decisione: non aveva nessuna intenzione di servire il Padre, sarebbe andato alla ricerca del suo fratello biologico. Si ricordava che quel militare, l’Alchimista di Fuoco, era rimasto stupito nel vederlo e l’aveva chiamato Alchimista d’Acciaio: certo, non era molto da cui partire, ma sapeva che sarebbe riuscito a trovare questo alchimista, in un modo o nell’altro.
 
Ed fu svegliato dalle prime luci dell’alba e si rese immediatamente conto che finalmente riusciva a muovere sia il braccio sia la gamba, senza sentire più di un leggero prurito.
Si alzò e si vestì, dopodiché scese in salotto aspettandosi di trovare un’abbondante colazione: la zia faceva sempre la torta di mele quando lui e Al tornavano a casa.
-Fratellone! Hai dormito bene? Come stai?- chiese Al appena lo vide scendere le scale.
-Ciao Al, sto bene grazie. Dove sono la zia e Winry?-
-Stanno ancora dormendo, sei il primo ad alzarti.- rispose il fratellino.
Uffa.. niente torta allora.. “ pensò sconsolato il giovane alchimista:-Ah ok. Al, vado a fare un giro, vieni a chiamarmi quando si svegliano.-
Detto questo Ed uscì e andò a sdraiarsi in un prato poco più avanti sull’erba umida di rugiada. Erano passati pochi minuti quando la voce di Al lo riscosse:-Fratellone, hanno appena chiamato da Central City, è urgente! Sembra che ieri ci sia stato un attacco al Quartier Generale, tutti i militari sono stati feriti e sono ricoverati all’ospedale della città. Per fortuna non ci sono state vittime.-
-Cosa? Un attacco al Quartier Generale? Ma chi può aver fatto una cosa simile?- esclamò Ed.
-Nessuno lo sa con certezza, ma tutti concordano sul fatto che sia stata opera di un singolo individuo. Si muoveva veloce, nessuno è stato in grado di resistergli abbastanza da poterne dare una descrizione dettagliata, solo il colonnello Mustang ed il maggiore Armstrong dicono di poter fornire un identikit, ma nessuno dei due ha ancora voluto collaborare.-
-Un solo uomo? Ma è assurdo! Strano che il colonnello non collabori, mi domando perché..- rispose pensieroso Ed, la cui mano era andata automaticamente a massaggiare la ferita di pochi giorni prima infertagli dagli homunculus.
-Ah, fratellone, il colonnello vuole che torni immediatamente a Centrale City, ma non mi ha voluto fornire alcuna spiegazione.-
-Capisco. Al preparati, partiamo entro due ore.-
Ed si alzò per tornare in casa quando un rumore alle sue spalle lo mise in allerta: si voltò per controllare, ma non vide niente di insolito.. “Sarà stato un gatto” pensò l’alchimista, pur senza esserne del tutto convinto.
 
Pride si era nascosto appena in tempo, non pensava che quel ragazzino potesse avere un udito così fine! Era arrivato a Resembool come se sapesse istintivamente dove avrebbe potuto trovare l’Alchimista d’Acciaio e, appena l’aveva visto di persona, sapeva di non essersi sbagliato: gli assomigliava moltissimo e le uniche differenze stavano in una sfumatura del colore degli occhi e il fatto che lui avesse un braccio e una gamba meccanici.
Quel ragazzino era forte, lo sentiva, non aveva bisogno di studiarlo ancora a lungo.. presto le cose sarebbero cambiate.
 
-Come sarebbe a dire ve ne andate? Siete qui da nemmeno una settimana!-
-Lo sappiamo Winry, ma vedi, c’è stato un violento attacco al Quartier Generale e sono stato richiamato in città dal colonnello; sai che non posso rifiutare, anche se preferirei di gran lunga restare piuttosto che aver a che fare con quel donnaiolo!- rispose Ed cercando di calmare le acque.
-E va bene, parti pure! Ma sei tu il militare qui dentro, per quanto ne so io Al non è stato convocato.. dico bene?- il lampo di un’intuizione malvagia era appena passato negli occhi della ragazza.
-Ehm, Winry.. cosa vorresti dire?- chiese preoccupato Ed, scambiando un’occhiata con il fratellino.
-Voglio dire che Al resta qui, così sono sicura che tornerai a prenderlo e che non mi pianterai in asso un’altra volta!- concluse Winry afferrando Al con fare minaccioso.
-Ma.. Winry.. io veramente vorrei andare con il mio fratellone e…- cercò di protestare timidamente il più giovane dei tre.
-Oh non credo proprio mio caro! Tu resti QUI!-
-Si, si, certo, come vuoi!- rispose Al terrorizzato facendosi piccolo, piccolo.
 
Da qualche parte, in un posto segreto sotto Central City..
-E’… sparito? Cosa significa è sparito? Dove credete che possa andare un homunculus senza ricordi?- il Padre era furioso, gli era appena stato comunicato che Pride non era tornato a “casa” dalla notte prima.
-Pazienza, prima o poi tornerà, vedrete. L’esperimento comunque è riuscito e siamo stati in grado di trasferire le capacità fisiche di Edward Elric nel nuovo individuo.. chissà, magari scopriremo che è anche in grado di utilizzare l’alchimia! Pensateci, un alchimista, con le capacità di Edward, al nostro servizio, saremo invincibili! Per quanto riguarda l’Alchimista d’Acciaio e suo fratello.. uccideteli, non ci sono più di alcuna utilità..- disse il Padre –Lust, Wrath, voi occupatevi di Alphonse, Envy, Gluttony, voi andrete da Edward.-

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Finalmente ci incontriamo... ***


Ed ecco il quarto capitolo!
Ringrazio LadySaika e _Jaslene_ per aver recensito lo scorso capitolo e per aver aggiunto la storia tra le seguite e BellsSwanCullen per averla aggiunta tra le seguite!
 
Per il quinto capitolo dovrete aspettare qualche settimana. Domani parto per le vacanze e al mio ritorno inizierò l'università!^^
 
Detto questo.. buona lettura!
 


Ed aveva lasciato la casa della zia da una decina di minuti e stava attraversando la campagna di Resembool, ricordando come fosse stata la compagna di giochi della sua infanzia, quando una voce alle sue spalle lo bloccò:- Finalmente ci incontriamo, Alchimista d’Acciaio.-
Ed si voltò e si preparò alla lotta, ma rimase sbalordito da quello che vide: quello strano tipo era uguale a lui, fatta eccezione per i due arti in carne ed ossa al posto delle sue automail ed il colore degli occhi.
-E tu… chi saresti? Come fai a conoscere il mio nome?-
-Ti conosco perché… in un certo senso siamo la stessa persona: questo simbolo ti dice qualcosa?- Pride si voltò leggermente di lato, mostrando il proprio uroboro.
Ed non riusciva a crederci:-Un… homunculus? Ma quando...- d’improvviso si ricordò della “visita” di Envy e Lust e del suo sangue che colava copioso dagli artigli di lei.
-Quel bastardo! Ha creato un homunculus usando il mio sangue! Non so come ci sia riuscito, ma giuro che un giorno pagherà anche per questo!- Ed era fuori di sé dalla rabbia.
-Parli del “Padre”? Ho avuto il piacere di conoscerlo e devo dire che persino a me è sembrato un gran bastardo.-
-Tu stai zitto! Sei un homunculus, no? Sei una sua creatura!-
-Non osare paragonarmi a quelle fogne dei miei cosiddetti fratelli!- sbottò Pride – io sono diverso e sono qui per collaborare con te.-
L’Orgoglio gli spiegò tutto e dovette ammettere di essere stato lui ad attaccare il Quartier Generale.
-Io e te siamo uguali, io voglio sconfiggere gli homunculus quanto lo vuoi tu, perché non ho nessuna intenzione di essere il burattino di nessuno!-
Ed era sospettoso, ma decise di dargli una possibilità:- Anche ammesso che ti creda, come pensi di sconfiggere degli esseri immortali?-
-Diciamo che ho una mia teoria che devo ancora verificare. Adesso devo tornare da loro o si insospettiranno. Ci vediamo, tappetto!- rispose Pride allontanandosi.
-CHI SAREBBE LA PULCE MICROSCOPICA??? E comunque sappi che sei alto quanto me!- sbraito Ed.
-Si, ma io sono decisamente più attraente!-
 
Ed arrivò a Central City verso sera e si diresse immediatamente verso l’ospedale militare.
Aveva passato l’intera durata del viaggio a ripensare alle parole di Pride.. poteva veramente fidarsi di un homunculus? Era molto scettico all’idea, ma qualcosa gli diceva che in fondo, l’Orgoglio, stesse dicendo la verità.
Questi pensieri lo accompagnarono fino alla sala accettazione dell’ospedale dove un’infermiera lo indirizzò verso la stanza dove era ricoverato il colonnello.
Ed vi si diresse immediatamente, senza perdere tempo:- Acciaio, finalmente, pensavo che ti fossi perso.- lo accolse il colonnello Mustang.
-Salve colonnello, vedo che alla fine non l’hanno conciata poi così male se ha ancora la forza di sfottere. Come mai tutta questa urgenza?-
-Vedo che non hai voglia di girare intorno al problema.. andrò dritto al punto: come saprai,  il Quartier Generale è stato attaccato e distrutto da un solo, un unico uomo. Ti avranno anche riferito che gli unici in grado di fornirne una descrizione siamo io ed il maggiore Armstrong, in quanto siamo stati gli unici che hanno resistito abbastanza da poterlo vedere dritto negli occhi.-
Ed non rispose e nella stanza cadde il silenzio per qualche secondo: l’Alchimista di Fuoco lo stava studiando, quasi si aspettasse un reazione particolare.
A rompere il silenzio fu il più giovane dei due:-Colonnello, so a cosa sta pensando, ma crede veramente che  avrei mai potuto fare una cosa del genere?- rispose indignato Edward.
-No che non lo penso, Acciaio, ma questa tua risposta conferma la mia ipotesi, ovvero che tu sai qualcosa al riguardo, qualcosa che stai cercando di tenermi nascosto.-
Ed sbuffò, l’aveva battuto, si era sentito coinvolto ed era caduto nella sua trappola; ora era costretto a rivelargli tutto:-Colonnello, non so se faccio bene a metterla al corrente di quello che è successo, ma tanto prima o poi sarebbe riuscito a scoprirlo comunque e, oltretutto, non credo di avere molta scelta, dico bene?-
-Sei perspicace, Acciaio…-
-E lei la smetta di sfottere, colonnello dei miei stivali! Comunque, il Quartier Generale è stato attaccato da un homunculus di nome Pride che è stato creato due giorni fa, utilizzando il mio sangue, con una tecnica alchemica a me sconosciuta.- come per confermare la sua tesi Ed si tolse la giacca e scoprì la fasciatura della ferita non ancora rimarginata.
-Prima che partissi da Resembool Pride mi ha trovato. Non è un homunculus come gli altri e vuole eliminare tutti i suoi fratelli e il Padre. So a cosa sta pensando, ma credo che stia veramente dalla nostra parte: ho visto con quanto disgusto ne parlava.-
-Acciaio, come fai ad esserne così sicuro?- domandò sospettoso il militare.
-Perché in qualche modo io e lui siamo la stessa persona.- ammise il ragazzo dopo un attimo di esitazione.


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** L'Orgoglio traditore ***


Rieccomi!
Dopo una bella vacanzina in Sicilia sono tornata con il 5 capitolo!
Ringrazio LadySaika, _Jaslene_, BellsSwanCullen e YaMiNoLaDy per averla aggiunta tra le seguite!
Buona lettura e... fatemi sapere cosa ne pensate!
Kgm92

Pride, tornato nel covo degli homunculus, era stato accolto con diffidenza e, alle numerose domande, aveva risposto in modo vago ed evasivo.
Si era reso conto che in meno di un giorno si era giocato la fiducia del Padre, dato che nessuno gli parlava più, ma, anche se non era stato messo al corrente di nulla, aveva facilmente capito che il Padre stava tramando qualcosa: doveva provare la sua teoria e capire cosa stava succedendo in fretta!
-Envy, vieni qua- comandò l’Orgoglio.
-E sentiamo, da quando io prenderei ordini da te?- chiese beffardo l’Invidia, avvicinandosi.
L’homunculus dai capelli d’oro non raccolse la provocazione e continuò a seguire il suo piano:-Sai, c’è una cosa che mi incuriosisce.. mi chiedevo cosa succederebbe se, per caso, qualcuno rovinasse l’uroboro di un homunculus, il tuo per esempio.- mentre parlava Pride si era avvicinato sempre più al nemico e ormai gli era addosso, puntandogli un coltello all’altezza della coscia, esattamente dove l’altro aveva il tatuaggio.
Envy ebbe un leggero fremito, ma si ricompose quasi subito:-E invece? Cosa mi dici di te? Cosa succederebbe se io ti uccidessi? Sono sicuro che non ti rigenereresti come tutti noi.-
Pride non rispose:-Credevi veramente che fossi così stupido e che non avessi notato la pozza di sangue nel vicolo? Mi deludi, fratello.- rispose Envy, convinto di aver ormai il coltello dalla parte del manico.
-Complimenti! Allora te ne sei accorto.. e io che pensavo che avessi creduto fosse salsa di pomodoro.- ironizzò l’altro, ormai conscio di non poter più mentire.
Pride continuava la sua sceneggiata per mantenere il ruolo del più forte, ma il fatto che l’altro avesse scoperto il suo punto debole così facilmente lo preoccupava, e non poco.
-Ma anche se adesso sai il mio piccolo segreto..- continuò- .. cerca di non dimenticarti ciò che è successo l’ultima volta che mi hai provocato.-
A quel punto Pride scattò in avanti mirando l’uroboro con il pugnale, ma Envy schivò di lato. L’Orgoglio abbandonò il coltello: sapeva che l’altro non avrebbe mai più lasciato scoperto il suo punto debole e non poteva permettersi di affrontarlo da solo nel covo dei nemici.
Sfruttando la sua temporanea invisibilità riuscì a colpire Envy quel tanto che bastava per buttarlo a terra e tentò la fuga, ma l’altro, con uno scatto, gli si parò davanti impedendogli di fuggire.
Pride sapeva di essere in svantaggio nel covo degli homunculus e sperò con tutto sé stesso che qualcosa lo trattenesse e gli permettesse di andarsene indisturbato. Come per magia (o alchimia? J) i tatuaggi sul corpo di Pride si illuminarono di un’intensa luce azzurra e una pioggia di catene, spuntate dalle pareti, guizzarono come serpenti impazziti verso Envy, imprigionandolo in una fitta rete metallica.
Envy era esterrefatto e Pride approfittò di quel momento per scappare il più velocemente possibile.
Corse attraverso una fitta foresta e si fermò solo quando dietro di sé vide solo un’enorme distesa di alberi; non sentiva nessun rumore, nessuno lo stava seguendo.   
L’homunculus tirò un sospiro di sollievo e si guardò attorno: non aveva la minima idea di dove si trovasse. Si stava per incamminare quando il fastidioso richiamo di una cornacchia che si stava avvicinando alle sue spalle lo riscosse.
Normalmente non ci avrebbe fatto troppo caso, ma in quel momento un terribile presentimento lo colse all’improvviso: non fece neanche in tempo a voltarsi che un dolore lancinante al ventre lo fece urlare. Alzò gli occhi e incontro il ghigno soddisfatto di Envy che gli aveva perforato l’addome con il braccio trasformato in una lama.
-Ma guardatelo! Il grande Pride, il più forte ed intelligente di tutti noi homunculus che si dimentica della mia capacità di trasformista e si mette ad urlare come un bambino!- detto questo l’Invidia estrasse violentemente la lama e Pride cadde a terra agonizzante.
L’Orgoglio lo sapeva: quella ferita era troppo profonda e non si sarebbe rimarginata in tempo per poter contrastare Envy e, forse, non si sarebbe rimarginata mai più.
Il sangue usciva a fiotti e aveva la vista annebbiata: riusciva a malapena a distinguere Envy che incombeva sopra di lui, pronto a dargli il colpo di grazia.
Non sperava neanche più di riuscire a fuggire, ma improvvisamente gli tornò in mente il volto di quel ragazzino, l’Alchimista d’Acciaio. Proprio mentre l’altro homunculus stava per calare un fendente mortale i simboli del suo corpo si illuminarono di una luce accecante. Quando Envy aprì gli occhi e riuscì a fissare il luogo dove prima giaceva il suo nemico, l’unica cosa che vide fu un enorme lago di sangue fresco.
 
Ed era appena uscito dall’ospedale e stava andando nel dormitorio adibito agli Alchimisti di Stato. Camminava a capo chino per le vie della capitale quando una luce intensissima, proveniente da un vicolo poco più avanti, attirò la sua attenzione. La luce si faceva sempre più intensa e lo costrinse a chiudere gli occhi per un attimo. Quando fu in grado di riaprirli raggiunse la fonte di quell’inspiegabile fenomeno e nel centro della luce, che si stava estinguendo a poco a poco, scorse la sagoma di un ragazzo disteso a terra.
Aveva dei lunghi capelli biondi e degli strani segni sul corpo… Pride!
Lo raggiunse di corsa e notò con orrore che qualcuno gli aveva perforato lo stomaco.
L’homunculus era svenuto e il sangue non si fermava. Ed non mosse un muscolo per parecchi minuti: Pride sembrava non riuscire più a riprendersi e lui non sapeva come aiutarlo. Fortunatamente, quando ormai cominciava a temere il peggio, la ferita iniziò lentamente a rimarginarsi, ma ci impiegò molto più tempo del previsto.
Ed si sedette accanto a Pride aspettando che si svegliasse, cosa che accadde quasi un quarto d’ora dopo.
-Dove so.. Ed! Ma come?- Pride tentò di alzarsi, ma venne colto da un tremendo capogiro e solo la presa di Ed gli impedì di ricadere a terra.
-Vacci piano, sei comparso qui più morto che vivo.. e comunque dovrei essere io a chiederti come diavolo ci sei finito a Central City! Stavo camminando quando ho visto un’esplosione di luce azzurrina provenire da questo vicolo con tu in mezzo in un lago di sangue!-
-Già, ora ricordo: avevo scoperto il punto debole degli homunculus, ma sono stato troppo ingenuo nel credere che Envy non avesse notato il mio. Sai, le mie ferite non guariscono come quelle di tutti i normali homunculus. Mi ha colpito in un momento di distrazione e stava per uccidermi; poi d’improvviso mi sei venuto in mente tu, piccolo alchimista: il mio corpo si è illuminato e poi sono svenuto.. è come se il mio corpo esaudisse i miei desideri nei momenti di bisogno.-
Ed lo fissava inebetito: da quando Pride aveva deciso di essere così chiacchierone?
Anche l’homunculus parve condividere il suo stesso pensiero e scoppiò in una fragorosa risata:-E’ buffo, non trovi? Neanche so cosa hai deciso di fare della mia offerta e ti ho già raccontato tutto di me, anche le cose più pericolose!-
-Primo, chiariamo una cosa, io non sono PICCOLO! Secondo.. sono d’accordo. Quando ti ho trovato nel vicolo avrei potuto ucciderti facilmente, in fondo sei un homunculus e dovresti essere un mio nemico, ma per qualche ragione non mi è neanche passato per l’anticamera del cervello. Ora ne sono certo: sei diverso da Envy, Lust e Gluttony e tutti gli altri, e anche se cerchi di mostrarti crudele ed indifferente a tutto e a tutti non ci riesci: il fatto che tu non abbia ucciso nessuno durante l’attacco al Quartier Generale ne è la prova.-
-Sei in gamba, piccoletto- rispose Pride ignorando il fumo che usciva dalle orecchie di Ed - mi piaci. A questo punto ritengo che allearci sia la cosa migliore da fare, non pensi anche tu?- Ed fece cenno di sì con la testa.
-Bene allora, abbiamo un accordo e quindi penso di dovertelo dire: sono più che sicuro che il Padre stia organizzando qualcosa, ma non posso essere più specifico in quanto io non ne sono stato messo al corrente.. vedi, dopo la mia fuga non godevo più di molta fiducia. Riguardo invece a quello che ho scoperto prima di arrivare qui.. il loro punto debole è l’uroboro: distruggilo e loro moriranno. Chiaramente questo discorso non vale per me.. il mio corpo ha ben altri svantaggi!- concluse Pride con una punta di ironia.
-Grazie dell’informazione, ma hai qualche idea su cosa stiano organizzando?- chiese Ed pensieroso.. era da quando era arrivato a Central City che non riusciva a togliersi un brutto presentimento dalla testa!
-No, non ne ho proprio idea- rispose l’altro- Adesso vado, ci vediamo alchimista!- con queste parole Pride si allontanò e scomparve in fondo alla via.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Incontri inattesi ***


Ringrazio BellsSwanCullen, LadySaika, _Jaslene_ per aver aggiunto la storia tra le seguite e YaMiNoLaDy per averla aggiunta tra le seguite e tra le preferite!
 
Buona lettura, Kgm92
 

-Chissà come se la passa il fratellone- sospirò Al ammirando la campagna circostante.
-Alphonse! Vieni giù e dammi una mano con questi attrezzi!-
-Si Winry, arrivo- rispose il ragazzo scostandosi dal parapetto del balcone.
Al scese le scale e raggiunse Winry nella stanza da lavoro:-Eri ancora in terrazza?- chiese lei.
-Eh già, mi manca il mio fratellone.. non siamo abituati a stare lontani l’uno dall’altro.-
-Tranquillo, Ed tornerà presto-
TOC TOC, qualcuno bussò alla porta.
-Vado io!- disse Winry e corse verso la porta:- Ed, sei tu? AH!!! Chi siete? Cosa volete?-
Lust e Wrath varcarono la soglia della porta:-Stai buona ragazzina, non siamo qui per te, ma per lui!- disse la donna indicando l’armatura.
Wrath prese Winry per le braccia e la tenne immobilizzata senza alcuno sforzo
-Lasciatela stare! Non è lei che volete, lasciatela andare!-
-Tranquillo, la lasceremo andare.. ma prima il Padre ci ha dato un ordine e se tu proverai ad opporre resistenza uccideremo anche lei. Ah, a proposito.. anche il tuo fratellone è nei guai, Envy e Gluttony dovrebbero averlo raggiunto proprio ora. Comunque..- disse Lust sfoderando gli artigli
-.. addio Alphonse!-
 
Che strano svegliarsi la mattina a Central City da solo, senza Al accanto, era una cosa a cui non si era mai abituato e che lo metteva a disagio.
Si alzò e si vestì velocemente, doveva sbrigarsi o avrebbe perso il treno per Resembool! Col passare del tempo infatti quel brutto presentimento diventava sempre più forte e non poteva aspettare un secondo di più. In pochi minuti era già in strada e stava correndo verso la stazione, quando, passando in una stradina vicino al Quartier Generale, venne trattenuto da una voce familiare:-Hei Edward!- Ed si voltò, interrompendo la propria corsa.
-Buongiorno tenente, come mai non è in ufficio? Pensavo che con il colonnello in ospedale avrebbe dovuto sostituirlo lei.-
-Si, hai ragione, ma mi sono presa una piccola pausa..- rispose Riza Hawkeye.
A quella risposta Ed si insospettì: la donna non si prendeva mai una pausa in orario di lavoro!
-Tenente, è sicura di star bene?- chiese il ragazzo mentre vedeva la donna avvicinarsi sempre di più.
Riza, ormai, lo sovrastava:-Ma si certo, non ti preoccupare- e i suoi occhi divennero di un terrificante color viola.
Ed scartò di lato appena in tempo per evitare un affondo di Envy e trasmutò immediatamente il proprio automail.
-Gluttony, puoi venire allo scoperto adesso, la recita è finita e purtroppo il piccoletto non ci è cascato-
-Si, si, ho fame!!! Posso mangiarlo?- sbavò l’homunculus grasso sbucando da una stradina proprio alle spalle di Edward.
-Non ci pensare neanche, brutto ciccione! Lui è una mia preda- rispose Envy con un ghigno feroce.
L’Invidia attaccò e Ed gli tenne testa, ma quando si accorse che Gluttony stava per sferrargli un pugno micidiale alla schiena si distrasse quel tanto che bastava per permettere ad Envy di colpirlo con un potente calcio esattamente sulla spalla ferita e andò a sbattere violentemente contro un muro.
Il ragazzo si accasciò a terra con un lamento, incapace di respirare: la ferita si era riaperta.
Nonostante tutto si rialzò e contrattaccò, mirando dritto all’uroboro di Envy, ma Gluttony non gli permise di finire lo slancio, trascinandolo con la pancia a terra.
-Bravo Gluttony, ora tienilo fermo: voglio ucciderlo come si deve.. e poi potrai mangiarlo!-
Ed vide con la coda dell’occhio il braccio di Envy che si trasmutava in una lama e tentò in tutti i modi di liberarsi, ma Gluttony era troppo pesante, anche per un fisico allenato come il suo.
Chiuse gli occhi sperando che Envy si limitasse ad ucciderlo con un colpo solo, quando una voce gli portò una nuova ondata di speranza:-Bene, bene, il solito Envy il macellaio.. vedo che non hai perso il vizio di divertirti con le tue prede!-
-PRIDE! Tu, maledetto traditore!- abbaiò l’homunculus dai capelli verdi voltandosi in direzione dell’Orgoglio.
-Si, sono ancora vivo, sorpreso?- sghignazzò, ma tornò immediatamente serio
-E adesso lascia andare il ragazzino- intimò.
-IO NON SONO UN RAGAZZINO!!!- protestò Ed
-ZITTO TU! Se non te ne fossi accorto sono qui per salvarti la pellaccia!- ribattè il biondo.
-Gluttony, mangialo, non mi interessa più!- ordinò Envy senza perdere altro tempo e preparandosi al combattimento con Pride.
Gluttony aprì la bocca felice, pronto per un bel pasto, ma l’Orgolgio fu più veloce:-Piccoletto, stai giù!-
Ed non tentò neanche di protestare per l’appellativo e fece come gli era stato ordinato: i simboli sul corpo di Pride si illuminarono e accecarono i presenti; quando furono in grado di riaprire gli occhi rimasero stupefatti: Gluttony giaceva riverso sulla strada, con l’uroboro perforato esattamente a metà, morto.
Pride gli si ergeva accanto con in mano una spada sanguinante appena estratta dalla bocca dell’Ingordigia.
-Envy, ora è il tuo turno e non credere di potermi ingannare come l’ultima volta!-
Ed non riusciva a muovere un muscolo: fissava il combattimento tra i due homunculus a bocca aperta; Pride risultava nettamente più forte e veloce del nemico, ma Envy dal canto suo non lasciava mai scoperto il suo unico punto debole. L’alchimista decise di agire: non poteva continuare a stare lì con le mani in mano.
Doveva aspettare il momento adatto o sarebbe andato incontro a morte certa; si spostò alle spalle di Envy senza farsi vedere e quando fu certo che lui fosse troppo impegnato nel combattimento per notarlo, si slanciò in avanti mirando all’uroboro.
L’istinto di Envy, però, aveva captato il pericolo e l’homunculus riuscì a ruotare la gamba all’ultimo momento. Il fendente di Ed mancò il bersaglio, ma comunque riuscì a graffiare leggermente una delle tante stelle del tatuaggio.
Appena il taglio cominciò a sanguinare, tutte le ferite precedenti riportate durante la battaglia si riaprirono senza riuscire a rimarginarsi. Envy cadde sulle ginocchia con una smorfia di dolore:-Piccoletto, questa me la paghi!-
Ed approfittò del momento di difficoltà per immobilizzare l’avversario:-Dimmi Envy, prima che ti uccida, cosa vuole il Padre da me? Come mai avete deciso di uccidermi proprio ora? Che cosa avete in mente!-
-Lascia stare alchimista, non ti risponderà mai. Lascia che sia io a mandarlo all’altro mondo. Ho un conto in sospeso! No! Maledizione!- intervenne Pride.
Envy era riuscito a divincolarsi dalla debole presa di Ed, facendo pressione sulla spalla ferita ed era volato via trasformandosi in uccello: nel becco le pietre rosse appartenute a Gluttony.
-Maledizione, maledizione! Ce l’avevamo quasi fatta!- esplose Ed.
-Si, si, ma adesso mi preoccuperei di tuo fratello- rispose Pride stranamente agitato.
-Perché? Cosa gli è successo?- rispose allarmato l’alchimista.
-Non lo so, non ne sono sicuro, ma credo di aver capito le intenzioni del Padre: ti ha usato Ed, per creare me, e una volta raggiunto il suo scopo non avrebbe più motivo di continuare a tenere in vita una minaccia.-
-Ma questo cosa centra con Al?-
-Vedi piccoletto, il fatto che il Padre avesse mandato solo Envy e Gluttony può significare solo una cosa.. che Lust e Wrath siano stati mandati da qualche altra parte- terminò l’homunculus.
-Resembool..- sussurrò Ed- il treno!- l’Alchimista d’Acciaio cominciò a correre verso la stazione, ma venne immediatamente fermata dalla presa ferrea di Pride che lo tratteneva per un braccio.
-Fermo ragazzino, ormai l’hai perso-
Ed si voltò furioso:-E cosa credi che debba fare allora? Stare qui ad aspettare che lo uccidano?-
Il biondo si divincolò e stava per correre via nuovamente quando gli venne un’idea:- Hei Pride, come hai fatto a teletrasportati davanti a me l’altra notte?-
Pride si irrigidì, capendo le intenzioni del ragazzo:- Non lo so, io… insomma..-
-RISPONDIMI!-
-Ok, ok, ma non ti scaldare.. io riesco a far succedere le cose a cui penso intensamente, riesco a creare oggetti, per lo più, ma il teletrasporto è un’altra cosa! Non ho la minima di come ci sia riuscito! Stavo morendo, sarà stato il desiderio di sopravvivere a salvarmi la vita! Ora non posso aiutarti, non sono più in una situazione del genere.- concluse Pride.
Ed piantò i suoi occhi in quelli dell’Orgoglio:-Almeno provaci.. ti scongiuro!-
-Oho! Il piccoletto che si piega davanti all’homunculus!- sghignazzò Pride.
-SI, ma non farci troppo l’abitudine!-
-Va bene, ti accontenterò, o almeno ci proverò, ma non ti assicuro niente. Ora attaccati a me, anche se non so se il teletrasporto funzioni anche per due persone.-
Ed fece come gli era stato ordinato e si sedette accanto a Pride ad aspettare, mentre l’homunculus chiudeva  gli occhi per concentrarsi.
L’Orgoglio, da parte sua, non aveva la minima idea di come fare ad aiutare Ed: stava tentando di immaginarsi una casa e una persona che non aveva mai visto!
Provò la prima volta, ma senza risultato. Decise di provare una seconda volta, tentando di immergersi in uno stato d’animo simile a quello provato nella radura con Envy, convincendosi di avere assoluta necessità di raggiungere Alphonse.
Si concentrò nuovamente dando tutto sé stesso, ma non accadde niente.
D’improvviso un ricordo, un ricordo che non gli apparteneva, ma che stranamente sentiva profondamente familiare: due bambini, un grande cerchio alchemico e una luce, prima gialla e poi viola e poi sangue, tanto sangue, troppo sangue.
Tutto d’un tratto la sua mente entrò in quella del bambino più grande e provò un dolore terribile alla gamba sinistra. Durante questi attimi di agonia vedeva la sua mano protendersi verso quella di un bambino più piccolo che stava per essere risucchiato da qualcosa di astratto e terribile allo stesso tempo, ma la mano del bambino si scomponeva sotto la sua:-AL!!!-
La disperazione cresceva, lo assaliva, e un urlo uscì veramente dalla sua bocca, senza che Pride potesse controllarlo. Contemporaneamente i simboli sul suo corpo iniziarono a brillare e la luce avvolse i due ragazzi rendendoli ciechi per qualche istante.
Quando poterono nuovamente vedere si trovarono distesi su un prato di una campagna molto familiare.
-Pride! Ci sei riuscito, ci hai portati a Resembool! Pride, stai bene? Cosa ti è successo?-
Ed si era alzato e fissava preoccupato l’homunculus a terra che tremava da capo a piedi:-Muoviti! Vai da tuo fratello! Non avevi fretta? Io ti raggiungo tra poco.- rispose Pride cercando di ricomporsi.
Ed non se lo fece ripetere due volte e in pochi minuti era già arrivato alla porta di casa Rockebell:-Al, Winry, Zia! Sono tornato, dove siete?-

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Disperazione ***


Ringrazio YaMiNoLaDy per aver aggiunto la storia tra le preferite e tra le seguite e ringrazio BellsSwanCullen, LadySaika e _Jaslene_ per averla aggiunta tra le seguite!
Buona lettura e ricordatevi che mi renderebbe immensamente felice leggere i vostri commenti!^^
Kgm92

Piangere era l’unica cosa che riusciva a fare in quel momento, il dolore era troppo forte e annebbiava la sua mente, incapace di qualsiasi pensiero razionale: da quando l’anima di Al era stata strappata da quell’armatura che era stata la sua casa per tanti anni qualcosa, dentro di lei, si era spezzato.

Quando gli homunculus avevano attaccato Al, né lei né la nonna, avevano capito esattamente cosa stesse succedendo, ma quando aveva visto che la luce negli occhi di Al si era spenta avevano compreso ogni cosa.
I due strani esseri se ne erano ormai andati da tempo, ma il dolore non era diminuito e neanche le parole di conforto della nonna, che cercava di farsi coraggio per poterla sostenere, la aiutavano a stare meglio.
All’improvviso una voce raggiunse Winry, una voce che aveva sperato di sentire con tutta sé stessa, ma che allo stesso tempo la terrorizzava:-Al, Winry, Zia! Sono tornato, dove siete?-
Ed entrò di corsa nella casa e Winry gli gettò le braccia al collo, ancora prima che potesse aprire bocca
-Oh, Ed! Sei, tu! Mano male, pensavo.. pensavo di non rivederti mai più.- disse la ragazza tra i singhiozzi.
Ed la abbracciò d’istinto:-E Al? Dov’è Al? Sta bene, non è vero?- l’unica risposta che ottenne furono le lacrime di Winry che scendevano sul suo collo.
Pinako gli si avvicinò, aveva l’espressione tirata e sembrava invecchiata di colpo: era da quando i genitori di Winry erano morti che non la vedeva in quello stato.
-Ed.. Al non è.. mi dispiace ragazzo, guarda tu stesso- disse l’anziana meccanica indicando un angolo della stanza.
Ed voltò lo sguardo nella direzione indicatagli dalla zia e vide l’armatura distesa a terra, immobile.
Winry si strinse ancora di più e percepì che l’alchimista aveva iniziato a tremare:-Al..- sussurrò, scostandosi dalla ragazza.
Si avvicinò con passo traballante: sapeva perfettamente cosa doveva controllare per avere la certezza di quello che gli si parava davanti gli occhi, ma non riusciva a trovare il coraggio per farlo.
Con le mani tremanti prese la testa dell’armatura e tirò verso di sé.
Winry lo vide crollare sulle ginocchia, come se l’energia necessaria per compiere quel piccolo gesto lo avesse prosciugato; le lacrime cominciarono a rigargli il viso: il sigillo di sangue che teneva l’anima di Al legata a quella vecchia armatura era stato perforato esattamente nel centro.
Winry si inginocchiò accanto a lui e lo abbracciò. In una situazione normale ne sarebbero stati entrambi imbarazzati, ma in quell’occasione Ed non sembrò nemmeno accorgersi di quel gesto d’affetto, l’unica cosa che riusciva a sentire era un dolore straziante nel petto che offuscava tutti i suoi sensi.
Pinako lasciò la stanza, sentiva che stava per sciogliersi in un pianto liberatorio, ma non poteva permetterselo.. almeno lei doveva rimanere forte per sostenere i nipoti. Quanto era stato crudele il destino con i suoi ragazzi!
 
-Per.. chè.. perché.. AL!- Winry sobbalzò, Ed aveva tirato un pugno sul pavimento talmente forte da incrinarne le assi; Winry si strinse ancora di più a lui.
-Winry..- sussurrò Ed tra i singhiozzi.
La ragazza alzò lo sguardo sull’amico: aveva gli occhi gonfi e arrossati per il troppo pianto e vedeva nei suoi occhi una disperazione infinta, senza via d’uscita.. nemmeno quando era morta Trisha l’aveva visto in quello stato.
-Sono.. sono stati gli homunculus, non è vero?- riuscì infine a chiedere Ed.
-Non so chi fossero, erano dei tipi strani e.. NO! Ed, fermati!-
Il biondo si era alzato di scatto e Winry aveva visto una furia omicida lampeggiare negli occhi dell’amico.
La meccanica riuscì a fermare l’alchimista trattenendolo per una manica:-Quel bastardo! Gioca con le vite degli altri come se fossero delle pedine! Winry, lasciami andare! Deve ammazzare quel cane!-
Winry sobbalzò, Ed non aveva mai parlato con così tanta rabbia nel cuore e, da un lato, le faceva paura
-No, ti prego, non andare..- disse mentre nuove lacrime cominciarono a bagnarle il viso- non sopporterei di rimanere qui da sola e rischiare di perdere anche te-
Ed rimase in silenzio, paralizzato dalle parole dell'amica; dopo qualche minuto si mosse e si diresse verso le scale:-Winry, chiama il Quartier Generale e chiedi del colonnello Mustang, digli.. che io non tornerò.-
Winry rimase immobile nel centro del salotto, guardandolo allontanarsi, per niente stupita dalle parole dell'alchimista..se lo aspettava. Poco prima di lasciarla, infatti, Ed le aveva messo tra le mani qualcosa, qualcosa che aveva un significato inequivocabile: aprì la mano scoprendo il prezioso orologio d’argento degli Alchimisti di Stato.
 
“Forza Roy, qualche firmetta e poi…”
-Colonnello, altri documenti da firmare!- disse il tenente Hawkeye scaricando un’enorme pila di fogli di fronte Mustang, per poi uscire dalla stanza dell’ospedale.
-Sigh.. ma perché tutte queste scartoffie? Non hanno nemmeno pietà di chi è in convalescenza! Se almeno ci fosse qualcuno a cui sbolognare tutto il lavoro e una bella infermiera per divertirsi…-
Il telefono sul comodino squillò:-Colonnello Roy Mustang, chi parla?- rispose annoiato, aspettandosi un’altra telefonata di lavoro.
-Buongiorno colonnello, sono Winry Rockbell, si ricorda?- rispose una voce femminile dall’altro capo della cornetta.
-Ah, Winry! Ma certo, la meccanica di Acciaio.- Mustang era stupito, di certo non si aspettava quella telefonata!
-Esatto colonnello. Ho un messaggio da parte di Edward.-
“Che strano” pensò Mustang, come mai Acciaio non gli riferiva direttamente quello che aveva da dire? Possibile che tutto ad un tratto fosse diventato un timidone?
La ragazza riprese:-Vede, lui.. è indisposto al momento e non può chiamarla di persona. Mi ha detto di riferirle che lui.. lui non tornerà più nell’esercito.-
Mustang si irrigidì:-Come scusa? Credo di non aver capito bene..-
Il tono della ragazza si fece più secco e deciso:-E invece ha capito benissimo! Può dire addio all’Alchimista d’Acciaio!- Mustang era sempre più allibito e stupefatto.
-Ma come, dopo anni di ricerca della Pietra Filosofale Edward decide di mollare tutto e rinunciare all’unica cosa che potrebbe far tornare normale Alphonse?- l’unica risposta che ottenne fu un debole singhiozzo.
-A proposito- chiese veloce il colonnello intuendo che c’era qualcosa di sospetto- come sta Alphonse?- ma la ragazza aveva già riattaccato.
Ma cosa diavolo stava succedendo a Resembool? Doveva scoprirlo e poi non poteva accettare che quel ragazzino gli facesse recapitare le sue dimissioni per telefono e da qualcun altro per giunta!
Prese di nuovo il telefono:-Pronto, Maes? (Hughes non è morto e al momento dell’attacco al Quartier Generale era fuori città) Avrei bisogno di un piccolo favore. –

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Dolce conforto ***


Ciao a tutti!
Capitolo un po' cortino rispetto al solito.. ma spero ugualmente apprezzato^^
Prometto che il prossimo capitolo sarà più lungo e più succulento.
Ringrazio sempre tutti quelli che hanno aggiunto la mia storia tra i preferiti e tra le seguite e in particolare cevio98 per aver commentato lo scorso capitolo!
Buona lettura.
Kgm92

Ormai era sera e Ed non era ancora uscito dalla sua camera. Winry e Pinako avevano spostato l’armatura in uno sgabuzzino, incapaci di buttar via quello che era stato il corpo di Alphonse per tanti anni.
-Senti Winry- disse l’anziana meccanica porgendole un vassoio- vai a vedere come sta Ed, sono un po’ preoccupata.. e già che ci sei portagli anche la cena-
La ragazza salì piano le scale, attenta a non far rumore, finché non si fermò davanti alla camera dell’amico: accostò l’orecchio ma non sentì alcun rumore.
Aprì piano la porta ed entrò: Ed era disteso sul letto, immobile, ancora vestito e con la schiena rivolta verso la porta; solo la mantella rossa giaceva in un angolo della stanza.
Winry decise di non disturbarlo e di lasciarlo dormire, così appoggiò il vassoio sul comodino e si voltò per uscire. Aveva appena varcato la soglia quando la voce di Ed la trattenne:-Hei, Winry.-
La ragazza si voltò, cercando di comportarsi il più naturalmente possibile:-Ah, sei sveglio! Pensavo dormissi.. la nonna ti ha preparato la cena-
-Ringraziala, ma non ho fame- disse Ed portandosi seduto.
Winry gli si sedette accanto:-Ho chiamato il colonnello, ma non sono riuscita a dirgli tutta la verità. Sai Ed, so cosa provi e so che faresti qualsiasi cosa pur di riportarlo indietro- automaticamente la mano di Winry si portò sulla spalla meccanica del ragazzo –ma mi devi promettere che non metterai a rischio la tua vita per farlo; promettimi che non tenterai altre trasmutazioni umane.-
Aveva colpito nel segno: Ed abbassò lo sguardo.
-Lo sapevo, me lo sentivo che ti stava passando per la mente quest’idea folle! Non ti è bastata la lezione? Cosa pensi di dare in cambio questa volta? L’altro braccio, l’altra gamba o la tua stessa vita?!?- Winry era furiosa.
-Winry, tu non capisci, io devo provarci! Non posso abbandonarlo così!-
-Sei tu che non capisci! Al non sopporterebbe di essere riportato in vita sapendo che suo fratello ha dovuto nuovamente sacrificare sé stesso!-
Ed non riuscì a sopportare oltre ed esplose in un altro pianto liberatorio nascondendo il volto tra le ginocchia:-E’ sempre stata colpa mia! Non mi sono accorto che la mamma stava male e sono stato io a convincere Al che era possibile effettuare una trasmutazione umana e adesso, che l’ho lasciato solo, lui..- la sua voce venne soffocata dai singhiozzi.
-Ed, non è mai stata colpa tua! Come potevi prevedere tutto questo? Adesso però, ti prego, non tentare cose impossibili e pensa anche a me e alla zia: non sei l’unico a soffrire. Al vorrebbe che tu continuassi a vivere.- una lacrima solitaria sfuggì al controllo della ragazza.
 
Winry aspettò che Ed si fosse sfogato completamente e poi gli appoggiò ancora la mano sulla spalla:-Va meglio adesso?- il ragazzo alzò la testa e annuì, abbozzando un sorriso.
-Grazie per essere venuta.-
-Ma non essere sciocco! Ho fatto ben altro per te! Se non ci fossimo state io e la zia tu non saresti nemmeno in grado di alzarti da un letto!- cercò di sdrammatizzare la ragazza.
-Haha.. hai proprio ragione.. WINRY? Ma che stai facendo??- Winry infatti gli aveva stampato un bacio sulla guancia, gli aveva buttato le braccia al collo appoggiandogli la testa sulla spalla.
Ed arrossì violentemente e rimase pietrificato senza riuscire più a muovere un muscolo per diversi minuti. Quando finalmente si fu ripreso dallo shock si accorse che il respiro della ragazza si era fatto più regolare.
Si è addormentata??? E adesso che faccio??”.
Con molta cautela la depose sul suo letto, dopodiché le si stese accanto e cominciò a fissarla.
Le accarezzò la guancia e gli scappò un sorriso, il primo vero sorriso di quella terribile giornata: com’era bella! Era fin da quando era piccolo che sentiva di provare qualcosa di più profondo dell’amicizia per quella terribile, manesca e dolcissima meccanica.
Edward continuò ad accarezzarle la guancia, finché le palpebre non si fecero pesanti e anche lui cadde addormentato.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Destinazione Resemboll ***


Ed ecco a voi un nuovo capitolo! Un grazie particolare a tutti quelli che hanno recensito o che hanno aggiunto la storia tra le seguite, ricordate o preferite.
Buona lettura!
Kgm92


Ore 1.30, ospedale di Central City..

-Forza Roy, datti una mossa! Non abbiamo tutta la notte!-
-Eh già, mica sei tu quello che è stato tagliuzzato da un homunculus incazzato! E’ facile parlare!- protestò Mustang mentre lasciava la fune che gli era servita per la fuga e raggiungeva la macchina dell’amico sedendosi sul sedile posteriore: era sudato e aveva il fiatone.
-Oh, se ti vedesse adesso Edward.. verresti preso per il culo a vita, mio caro!- sghignazzò Hughes.
-Ma lui non è qui, dico bene? E sono certo che tu non gli racconterai proprio un bel niente!- ribatté minaccioso Mustang -altrimenti sappi che appena mi riprendo me la paghi! E a proposito di Acciaio.. dobbiamo andare a Resembool. Sono preoccupato Maes, credo che sia successo qualcosa ad Al. Ieri mi ha chiamato Winry Rockbell, la conosci?-
-Certo che la conosco! Si è divertita un mondo con la mia piccola Elicia!- sospirò Hughes mentre i suoi occhi si trasformavano in cuoricini.
-Mi ha detto che Edward vuole abbandonare l’esercito.- lo interruppe immediatamente Mustang.
-Che cosa??- esclamò Hughes sterzando bruscamente.
-Maes! Che diavolo fai! Vuoi farci ammazzare?-
-Oh scusa, scusa, continua dai.-
-Potrai immaginare il mio stupore.. e quando le ho chiesto maggiori informazioni ho sentito dei rumori all’altro capo del telefono.. credo che Winry stesse piangendo.-
-Poveri ragazzi- commentò Hughes –cosa gli sarà successo questa volta?-
-Non lo so, ma ho un brutto presentimento.-
Dopo un attimo di silenzio il Maggiore riprese la parola:-Ti sei affezionato, ammettilo!-
-Perché, tu no?- rispose il Colonnello –anche se Acciaio è un gran rompiscatole!-
-Quasi quanto te..-
-ZITTO E GUIDA!-
 
Da qualche parte nei sotterranei di Central City..

-Quindi Alphonse è morto..-
-Si Padre- rispose Lust.
-E Envy? Dove è andato dopo che gli ho curato l’uroboro?-
-Credo che sia andato a sfogarsi da qualche parte, probabilmente a danno di qualche inutile essere umano.. non credo che riuscirà mai a perdonare il piccoletto d’acciaio e Pride.-
Sentendo nominare la sua ultima creazione il Padre si fece più attento:-A proposito di Pride, hai recuperato ciò che ti avevo chiesto?-
-Certo Padre, ecco qua- rispose Lust mostrandogli una fiala contenente del liquido rosso.
Il capo degli homunculus sorrise:-Pride tornerà sotto il nostro controllo molto presto.. ne sono sicuro! Poi non ci resterà altro da fare che eliminare anche Edward Elric e tutti i suoi pericolosi amici che osteggiano la supremazia di King Bradley-
 
Winry aprì gli occhi, un spiraglio di luce entrava dalle tende non perfettamente chiuse. Si accorse immediatamente di non essere nel proprio letto, ma si ricordò quasi subito di essersi addormentata sulla spalla di Ed.
Come a confermare il suo pensiero sentì un respiro regolare alle sue spalle e vide un braccio molto familiare cingerle la vita; sorrise e si girò verso l’amico.
Rimase a fissarlo qualche minuto, ammirando il magnifico colore dei suoi capelli, quando si accorse che Ed aveva cominciato ad agitarsi nel sonno. Poi, d’improvviso, aprì gli occhi e si sedette di scatto.
-Brutto sogno?- chiese una voce accanto a lui.
Ed si voltò imbarazzatissimo, senza sapere cosa rispondere:-Winry! Ieri.. sai, ti sei addormentata e.. non sapevo cosa fare per non svegliarti, quindi.. ecco..insomma, se ti avessi portato in camera forse tu..- balbettò.
-Tranquillo, non c’è problema.. anzi, hai fatto benissimo!- disse lei, facendo sdraiare nuovamente il ragazzo, dopodiché si accoccolò contro il suo petto.
-Perché non mi racconti cos’hai sognato? Ti sentirai meglio dopo, ne sono sicura.- disse lei sentendo il corpo del ragazzo scosso da leggeri tremiti.
-No, non fa niente, tranquilla.-
-Ed, si vede che sei scosso.. lo sento. Non aver paura di mostrarti debole.-
Dopo qualche minuto di silenzio Ed si decise e cominciò a raccontare:-Ho visto.. me e.. e Al- pronunciare il nome del fratellino gli costò una fatica enorme –durante la trasmutazione della mamma. Ho visto Al scomparire e io che legavo la sua anima all’armatura, il risultato della trasmutazione umana e poi... poi la mamma che mi incolpava di non essere riuscito a riportarla in vita e Al che mi chiedeva disperatamente aiuto, ma io non potevo, non riuscivo in nessun modo a raggiungerlo.-
Winry capì che si stava sforzando oltre l’immaginabile per trattenere le lacrime, sentendo con quanta forza la stava stringendo a sé, e, per cercare di trasmettergli del conforto, si accocolò ancora di più al suo petto.
Il silenzio calò ancora una volta nella stanza e con quel dolce calore che le avvolgeva Winry ci mise poco a riaddormentarsi.
Ed aspettò finché i respiri della ragazza si fecero più regolari, quindi si alzò e uscì dalla stanza senza far rumore.
 
Pinako si svegliò e decise di andare a preparare la colazione per i ragazzi. Non appena mise piede in salotto vide Winry scendere le scale in pigiama:-Nonna..-
-Ben svegliata, figliola.-
-Sai dove è andato Ed?- chiese preoccupata.
-No, pensavo fosse nella sua stanza.-
-Ehm.. no, ho controllato.. non c’è- rispose Winry arrossendo vistosamente.
-Ah, capisco..- annui Pinako fingendo di non essersi accorta della reazione della nipote.
-Ho paura, nonna.. pensi che sia andato via?-
-No, non credo. Vedrai che tra poco tornerà.. probabilmente è andato in un posto pieno di ricordi.-
TOC, TOC!
–Signora Pinako, Winry Rockbell, sono il colonnello Mustang, aprite per favore!-

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Rivelazioni ***


Pant, pant.. ce l'ho fatta a postare il capitolo anche questa settimana, nonostante gli esami imminenti!
Il solito grazie a tutti quelli che mi seguono!^^
Kgm92


Una folata di vento fresco gli scompigliò i lunghi capelli biondi che quella mattina non aveva imprigionato nella solita treccia. Davanti ai suoi occhi si stagliavano le rovine di una casa distrutta da un incendio qualche hanno prima.
-Lo hanno ucciso?- chiese una voce alle spalle di Ed.
-Si.. ma scommetto che no c’era bisogno che te lo dicessi. Ieri hai visto tutto, non è vero, Pride?- rispose il ragazzo senza bisogno di voltarsi.
-Quasi- ammise l’homunculus - questa era la vostra casa?-
-Non lo è più da molto tempo ormai: l’abbiamo bruciata quando decisi di diventare Alchimista di Stato.- rispose l'alchimista.
-Senti.. ieri, quando ci siamo teletrasportati, ho visto delle cose, delle persone: c’erano due bambini, un grande cerchio alchemico, una luce accecante e poi.. angoscia, dolore, disperazione. Eravate tu e tuo fratello, non è così?- riprese l'homunculus.
Ed si voltò verso Pride e notò che la solita espressione baldanzosa era sparita dal suo volto; si sedette con la schiena contro il tronco bruciato dell’albero davanti alle macerie.
-E’ stato 5 anni fa e il mio braccio, la mia gamba e il corpo di mio fratello sono stati il prezzo da pagare per averla tentata. Ecco perché ho due arti metallici.-
Pride gli si avvicinò: per qualche strana connessione derivata dalla sua nascita provava i suoi stessi sentimenti e perciò percepiva che era distrutto nell’animo.
-Mi dispiace, Ed-
Edward si voltò verso di lui e sorrise:-E’ la prima volta che mi chiami per nome, sai?-
-Si, sì, ma non montarti troppo la testa!- disse sbrigativo l’homunculus cominciando ad allontanarsi –Adesso credo ti convenga tornare a casa, io sarò qua in giro a controllare.-
-Credo che tu abbia ragione..-
Una decina di minuti dopo si trovava già nei pressi di casa Rockebell e.. una macchina?? Ma che ci faceva lì una macchina? Si avvicinò di soppiatto fino a riuscire a sbirciare dal finestrino: una giacca militare.. contò il grado e.. MERDA! Ma come aveva fatto ad arrivare fin lì? Ma quel colonnello ficcanaso non doveva essere in ospedale?
Si voltò per scappare per evitare di incontrare Mustang, ma una chiave inglese in testa e una voce maschile fin troppo familiare lo bloccarono:-FULLMETAL!-
-Winry! Ma perché lo hai fatto?- si lamentò Ed massaggiandosi l’enorme bernoccolo –e lei, colonnello, che cazzo ci fa qua? Non ha ricevuto il mio messaggio? Ah, c’è anche lei tenente Hughes..-
-Sai Acciaio, avrei preferito di gran lunga rimanere a Central City a spupazzarmi un paio di infermiere- rispose Mustang che ormai lo sovrastava – ma una telefonata inspiegabile mi ha costretto a venire qui.. non potevo accettare di ricevere un licenziamento via telefono, soprattutto non quello di uno dei migliori alchimisti che conosco, per giunta.. e non sai quanto mi sia costato ammetterlo!-
-E chi le ha chiesto di venire? Winry non è stata abbastanza chiara? Può riprendersi il mio orologio d’argento, ho chiuso con l’esercito!-
-Non fare il bambino, Acciaio! Tua zia mi ha raccontato tutto! Credevi di potermelo tenere nascosto? E perché poi! Per crogiolarti nel tuo dolore?-
-Non provi a giudicarmi! Perché dovrei tornare nell’esercito? L’unica ragione per cui ho deciso di diventare Alchimista di Stato era la speranza di ridare un corpo a mio fratello! Che senso avrebbe continuare ad essere un suo cagnolino?-
Ed si mise a correre in direzione della casa, ma Mustang fu più veloce e gli si parò davanti. Per tutta risposta Ed lo attaccò con il braccio metallico, che venne però immobilizzato a mezza’aria da Mustang.
-Mi lasci colonnello! Mi lasci andare!- protesto Edward
-Non credo proprio, non finché non sarai tornato in te! Guardati, Acciaio! Cinque anni fa, quando ti ho offerto di diventare un militare, avevo visto il fuoco della determinazione nei tuoi occhi! Dov’è quel fuoco adesso? Cosa ne è stato dell’Edward Elric che a dodici anni ha accettato il titolo di Alchimista di Stato? Dov’è quel fuoco, RISPONDIMI!-
Ed non riuscì a ribattere e smise di combattere contro la presa ferrea del suo superiore:-Colonnello, mi lasci.. la prego.- sussurrò.
Questa volta Mustang gli diede ascoltò e gli lasciò andare la mano.
Ed non riusciva più a sostenere lo sguardo dell’uomo e si voltò dall’altra parte; il tono di Mustang si fece più pacato:-Devi fartene una ragione o sarà impossibile accettare la morte di Alphonse.-
Seguirono lunghi minuti di silenzio durante i quali nessuno osò muovere un muscolo; fu proprio Ed a prendere la parola per primo:-E’ stato tutto come l’altra volta, è successo e io non ho potuto farci niente- due piccole lacrime solcarono le guance del giovane alchimista che si voltò ed entrò in casa, senza che più nessuno cercasse di fermarlo.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Addio, fratellino ***


Settimana di parziali all'università.. scusate il capitolo particolarmente corto!
Prometto però che sarà l'ultimo capitolo lacrimoso^^
Grazie a tutti quelli che leggono la mia storia e in particolare a chi l'ha aggiunta tra le seguite o preferite! Grazie a cevio98 per le sue splendide recensioni!*.* 
Buona lettura,
Kgm92

Due candide lapidi svettavano sopra una collinetta piena di fiori, là dove appena pochi anni prima non ce n’era neanche una. Edward aveva voluto che l’armatura che aveva ospitato l’anima del fratello fosse sepolta accanto alla madre, e così era stato fatto.
Al funerale erano presenti solo pochi amici intimi: il colonnello Mustang, il tenente Hughes e la signora Glecia, il tenente Hawkeye, Fury, Fallman, il maggiore Armstrong, il sottotenente Ross, Sheska e naturalmente Winry e zia Pinako.
A Winry sembrò di essere tornata al passato, quando, nella stessa identica situazione, non c’era un ragazzo ormai cresciuto, bensì un bambino di appena 8 anni.
Pian piano se ne andarono tutti, solo Mustang, Hughes, Winry e Pinako si trattennero insieme ad Ed più a lungo.
Era ormai il tramonto quando anche loro si congedarono, lasciando Ed da solo davanti alla lapide del fratello.
-E così alla fine anche tu te ne sei andato..- sussurrò.
Con la mano d’acciaio sfiorò delicatamente la candida pietra, dopodiché si alzò e si incamminò in direzione di casa Rockbell.
 
Era mattina e gli uccellini cinguettavano, incuranti di tutto quello che accadeva intorno a loro; il colonnello e il tenente si svegliarono: loro non erano tornati a Central City, ma erano rimasti a dormire a casa dalle Rockebell che gli avevano gentilmente offerto ospitalità. La sera prima nessuno aveva visto o sentito Ed rientrare e speravano sinceramente che non avesse fatto sciocchezze.
Stavano tutti facendo colazione quando Ed li raggiunse in salotto; Mustang fu felice di notare che aveva ritrovato quella determinazione che lo aveva sempre caratterizzato e che rischiava di aver perso per sempre.
-Colonnello, maggiore, e anche voi: Winry, zia.. credo che sia giusto che vediate una cosa.- disse il ragazzo senza perdere tempo.
Tutti i presenti si fecero attenti: Ed andò ad aprire la porta:-Forza Pride, so che ci stai ascoltando, fatti vedere!-
L’homunculus biondo fece capolino da dietro la porta:-Buongiorno, famigliola! Oh, ma dalle facce non sono sicuro di essere il benvenuto!-
Tutti erano rimasti esterrefatti, anche Mustang che sapeva già chi aveva di fronte. Stettero tutti in silenzio ad ascoltare le spiegazioni di Ed, ma nonostante tutto continuarono a mostrare delle espressioni diffidenti. Pride, comunque, che non si curava affatto di quello che gli altri pensavano di lui, si sdraiò sul divano, sbuffando nel sentire il racconto dell’alchimista.
Dopo che Ed ebbe terminato di spiegare la situazione il primo a prendere la parola fu Hughes -Tutto questo mi preoccupa. L’attacco al Quartier generale e poi Ed e Al presi di mira personalmente.. perché il Padre avrebbe dovuto organizzare tutto questo proprio ora? Con un homunculus come Comandante Supremo avrebbe potuto liberarsi di loro più semplicemente! E perché aspettare tanto tempo se li considera una tale minaccia?-
-Forse perché è riuscito a creare un homunculus in grado di utilizzare l’alchimia solo ora.. forse perché voleva poter copiare le capacità di un alchimista come Ed, prima di eliminarlo..- propose Mustang.
-Forse perché dopo esserci riuscito ha deciso di eliminare tutti i suoi possibili oppositori, sperando nel successo dell’incursione di Pride e dei due omicidi commissionati agli altri homunuculs- suggerì Ed.
-Quindi il suo piano sarebbe eliminare tutti quegli alchimisti abbastanza pericolosi da poter mettere in crisi il potere di Wrath, ovvero la maggior parte degli Alchimisti di Stato, così che io rimarrei l’unico abbastanza forte e in grado di utilizzare un potere simile all’alchimia.. mi userebbe come una sua pedina per mantenere il controllo e il potere!- concluse Pride.
La verità aveva ammutolito i presenti che avevano appena iniziato a comprendere la gravità della situazione:- Beh, possiamo ritenerci fortunati.. evidentemente il Padre non aveva previsto la ribellione della migliore delle sue creazioni!- disse Hughes con la speranza nella voce.
Tutti sembrarono rilassarsi appena, tutti tranne Pride che puntò uno sguardo glaciale addosso maggiore:-Non farla così facile, Maggiore! Il Padre non è affatto uno sprovveduto! E chiamami con il mio nome d’ora in poi.- ribatté collerico l’homunculus
–Evidentemente ha più di un asso nella manica.- concluse Pride; si alzò di scatto e uscì di casa, lasciando tutti con un interrogativo in più da risolvere.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** I bambini cattivi vanno puniti... ***


E con questo capitolo comincia la parte più movimentata della storia.. prometto che per un po' non ci saranno altri capitoli strappalacrime!^^
Ma chissà cosa succederà adesso? Per scoprirlo.. leggete!
Ringrazio tutti quelli che seguono, leggono e ricordano la mia storia e, in particolare, un grazie enorme (ancora^^) a cevio98 che, con le sue recensioni, mi illumina la giornata^^
Buona lettura!
Kgm92


“Dannazione!” pensò Pride camminando per la campagna “Possibile che siano tutti così ottusi? Il Padre non permetterà che io scorazzi in giro per i fatti miei ancora per molto.. deve conoscere un modo per riportarmi tra le sue file.”
Odiava quella situazione.. non poteva accettare il fatto di essere nato per il capriccio di un folle e ancora meno poteva accettare il fatto  di poter essere costretto ad obbedire a qualcuno e di essere manipolato contro la sua volontà e il suo Orgoglio.
Passo dopo passo, comprendeva che non avrebbe potuto fuggire per sempre e che prima o poi si sarebbe ritrovato, volente o nolente, a combattere contro il ragazzino, l’unica persona verso cui provasse un sentimento più importante dell’indifferenza.

 
Ed, Mustang, Pride e Hughes avevano lasciato Resembool subito dopo colazione: non volevano che Winry e Pinako ne rimanessero coinvolte più di quanto già non lo fossero. Una volta arrivati a Central City Mustang e Hughes andarono ad avvisare il Maggiore Armstrong del pericolo, convincendolo a prendersi una vacanza per una destinazione segreta, dove nessuno avrebbe potuto trovarlo; c’era bisogno che, se la situazione non si fosse risolta nel migliore dei modi, un alleato rimasse in vita per continuare a cercare un modo per spodestare il Comandante Supremo.
Decisero che, per sicurezza, Ed e Pride avrebbero alloggiato a casa del colonnello, così che avrebbero potuto difendersi meglio da un eventuale attacco.
Pride, durante tutto il giorno, era stato taciturno e scontroso, anche più del suo solito, e tutti avevano intuito che qualcosa lo turbava, ma nessuno aveva avuto il coraggio di chiedergli spiegazioni: solo Ed aveva fatto un piccolo tentativo, che però era fallito miseramente.
-Hei piccoletto!-
-CHI SAREBBE LA FORMICA TALMENTE PICCOLA CHE NON RIESCI NEANCHE A SCHIACCIARLA??- ribatté Ed mentre Pride sghignazzava.
-Vado a farmi un giro.. e tranquillizza il tuo amichetto di fuoco, non farò casini in città!- aggiunse vedendo l’espressione sospettosa di Mustang, mentre già camminava lungo il vialetto d’ingresso della villa del colonnello.
-Quell’idiota! Là fuori potrebbero esserci tutti gli homunculus ad aspettarlo e lui cosa dice? Vado a fare un giro??-
-Si calmi colonnello, Pride è forte, non lo cattureranno così facilmente.- lo tranquillizzò Ed.
-Lo so bene, Acciaio- rispose Mustang sfiorandosi dove le ferite infertegli dall’homunculus si stavano rimarginando –ma non abbastanza da poter contrastare quattro homunculus!-
 
"Finalmente un po’ di libertà!" pensò Pride, erano giorni che Mustang non gli levava gli occhi di dosso! Certo, non poteva dargli tutti i torti.. in fondo l’aveva quasi ucciso!
Pride imboccò una serie di strade laterali, finché non uscì dalla città e si trovò in un enorme campo di grano: era il tramonto e la luce solare arrossava il campo, donandogli un inquietante tonalità rossastra. I corvi becchettavano placidi i chicchi di cereali, indisturbati.
D’improvviso l’intero stormo prese il volo, gracchiando, come spaventato da qualcosa; Pride, automaticamente, si mise in allerta, ma era troppo tardi: le forze gli mancarono improvvisamente, come se tutta la sua energia vitale fosse stata risucchiata in quel singolo attimo. Cadde a terra boccheggiante, incapace di muoversi e di usare i suoi poteri.
-Pride.. caro Pride.. pensavi di potermi sfuggire così facilmente? Dovresti saperlo che i bravi bambini non disobbediscono mai ai genitori.-
Il Padre lo stava fissando dall’alto in basso, tenendo in mano una boccettina piena di uno strano liquido rosso: dietro di lui il corpo degli homunculus al completo: Envy, Lust, Wrath e Sloth.
-Oh papino! Non vedo.. non vedo Gluttony.. come mai non è.. con te?- chiese Pride senza neanche la forza di parlare, ma deciso a non rinunciare alla sua naturale sfrontatezza.
Il Padre non sembrò scomporsi e rispose:-No Pride, non era questa la risposta che mi aspettavo da te.. ci vorranno delle punizioni molto severe per il tuo comportamento! Envy..-
L’Invidia si fece avanti e cominciò picchiarlo selvaggiamente, vendicandosi di tutte le umiliazioni subite e anche lui, notò Pride, come tutti gli homunculus, portava appeso al collo quella strana boccettina rossa.
Il biondo tentò più volte di alzarsi per difendersi, ma Envy non gli lasciava il tempo per raccogliere le forze e la determinazione necessaria per farlo e, dopo pochi minuti, Pride crollò definitivamente, a seguito di un calcio micidiale del fratello.
-Envy, fermati.- gli intimò il Padre.
L’homunculus si fermò controvoglia:-Caricatelo in spalla e portiamolo al covo.-
-Ma Padre! Perché mai devo portarlo io questo bastardo!?- protestò Envy indicando Pride che era a terra svenuto.
-Perché è un ordine. Obbedisci!-

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Tortura ***


E come ogni week end.. ecco un nuovo capitolo! Ormai ci stiamo avviando verso la fine..
Come sempre, ringrazia tutti quelli che leggono, recensiscono e seguono la mia storia!
Buona lettura,
Kgm92

Era ormai passata da un pezzo la mezzanotte e Pride non era ancora tornato dalla sua "passeggiata notturna": anche Ed cominciava a preoccuparsi e non riusciva più a trovare giustificazioni per il colonnello.
-Basta adesso! Andiamo a cercarlo! E non provare a fermarmi con un’altra delle tue scuse!-
-Tranquillo colonnello.. a questo punto anch’io credo che gli sia successo qualcosa..- rispose Ed con tono preoccupato.
I due militari si incamminarono seguendo le tracce dell’homunculus finché non arrivarono in un campo di grano appena fuori città:- Guardi colonnello! Qua le tracce si interrompono.. sembra che sia caduto a terra e poi ci sono altre impronte dietro di lei.-
Il colonnello annui grave:-Credo che l’abbiano preso, Acciaio.-
 
Pride si svegliò in una cantina buia e umida, con le braccia incatenate dietro la schiena appena sopra la sua testa. Tutti i lividi e i tagli che Envy gli aveva procurato erano guariti e con essi era sparito quel senso di spossatezza che si era impadronito di lui alla vista di quello strano liquido rosso.
Sapeva che se avesse tentato di scappare sarebbe stato riacciuffato immediatamente, ma a questo punto tanto valeva tentare!
Con un unico strattone le catene caddero ai suoi piedi, distrutte. Si avvicinò lentamente ad una vecchia porta arrugginita e ragionò sul da farsi: sapeva perfettamente che dall’altra parte della porta c’erano gli altri homunculus ad aspettarlo, ma non aveva altra scelta.
Con un unico calcio sfondò la porta e in un attimo si trovò in un corridoio altrettanto oscuro; corse per qualche metro e poi davanti a lui comparve Lust. Era ancora lontana, ma Pride già cominciava a perdere le forze.
-Da bravo Pride, tornatene nella tua cella.. sai perfettamente anche tu che non hai alcuna possibilità-
Il biondo non l’ascoltò e tentò ugualmente di superarla, ma Lust fu più veloce e con una semplice gomitata lo fece piegare in due e crollare ai suoi piedi. Poi, senza il minimo sforzo, lo scaraventò nuovamente nella cella.

Lentamente riprese i sensi, non sapeva quanto tempo fosse passato dal suo tentativo difuga, ma non pensava più di qualche ora: sotto di sé il pavimento freddo e bagnato della cella. Quella sensazione di impotenza non se ne era andata, il che significava che doveva esserci qualcuno assieme a lui.
Decise di continuare a fingersi svenuto, quando la voce di Lust ruppe il silenzio: -Padre, ha tentato di scappare, come avevamo previsto.-
-Che sciocco! Pur sapendo che sarebbe stato tutto inutile! Nessun homunculus può resistere alla vicinanza con la materia da cui è stato creato.. nemmeno uno speciale come Pride.-
Il biondo sussultò, ma riuscì a mascherare la sua sorpresa; in un attimo aveva compreso tutto!
Era il sangue del piccoletto d’acciaio, ecco cos’era quel liquido rosso di cui tutti gli homunculus erano muniti!
Voleva alzarsi e spaccargli la faccia, ma sapeva perfettamente che non ne avrebbe tratto alcun vantaggio: riuscì quindi a reprimere la sua rabbia e ad accettare di rimanere lì:abbandonato in un angolo della stanza, impotente.
 
Quella fu una notte terribile per tutti: sapevano che gli homunculus avrebbero attaccato, ma non avevano idea di come quando e, soprattutto, dove.
Mustang avvisò immediatamente il suo gruppo di fidati collaboratori: Fallman, Hughes, Fury, Breda, Sheska e il tenente Hawkeye chiedendo loro di tenere gli occhi ben aperti su qualsiasi movimento sospetto nei dintorni del Quartier Generale.
Ormai era notte fonda e sia Mustang che Ed erano esausti:-Acciaio, dove vuoi dormire? In camera mia c’è un bel letto matrimoniale..- propose Mustang sogghignando.
-Non ci penso nemmeno, colonnello pervertito! Un divano andrà benissimo!-
-Ok, ok, non ti scaldare! Stavo scherzando..buona notte.- concluse Mustang ritirandosi nella sua stanza.
Ed aspettò che se ne fosse andato e poi si tolse i vestiti; si accoccolò sul divano e cadde immediatamente in un sonno profondo.
 
-.. no, non lo farò mai!- Pride venne scaraventato con violenza contro la parete.
-Pride, Pride.. vedo che non hai ancora imparata la lezione! Non si disobbedisce ai genitori..-
L’Orgoglio urlò, le spade di Wrath gli avevano inchiodato le bracca alla parete.
-Figliolo, tu sei molto importante per noi.. e per questo non ti uccideremo, ma se ti ostini ad opporre resistenza soffrirai inutilmente.- disse il Padre –Allora, mia piccola e ribelle creazione, farai ciò che ti è stato ordinato?-
Per tutta risposta Pride gli sputò in faccia:-Non chiamarmi così! Ho un nome, bastardo! Ah!!!-
Un singulto uscì dalla bocca del biondo: Envy gli aveva appena frantumato entrambe le ginocchia.
-Forza, lasciamolo solo, avrà tempo di ricredersi. Ah, comunque, Pride, quel bel nome a cui sei tanto affezionato.. anche quella è una mia creazione!- Wrath sfilò le sue spade e Pride rovinò a terra senza possibilità di sorreggersi.
Gli homunculus uscirono dalla stanza, ma lasciarono una di quelle famose boccettine davanti all’ingresso della porta, così che Pride avrebbe impiegato molto più tempo, forse tutta la notte, per guarire.
L'homunculus gemette mentre si tirava sui gomiti e si trascinò il più lontano possibile da quel liquido maledetto. Una volta raggiunto un angolo della stanza si lasciò scivolare a terra senza più forza accartocciandosi su sé stesso, più sconvolto per la verità sulla sua nascita, che gli era stata ributtata in faccia poco attimi prima, che per il dolore fisico.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** L'attacco degli homunculus ***


Eccomi con il solito capitolo settimanale! Questa volta lo pubblico di giovedì perchè questo week end sono a Roma a fare un giretto e non avrò la possibilità di connettermi ad internet!^^
Grazie come sempre a tutti quelli che mi seguono o che leggono e basta. Vi adoro!^^
Ciau!
Kgm92

-Acciaio, Acciaio, svegliati! EDWARD!- Ed aprì gli occhi, assonnato, e vide il faccione di Mustang sopra di sé.
-Colonnello! Cosa sta facendo!- strillò.
-Non è il momento di fare gli spiritosi. Mi ha chiamato il tenente Hawkeye, gli homunculus stanno attaccando l’ospedale militare! Lì ci sono ricoverati tutti gli alchimisti di stato e la maggior parte dei militari “ribelli”.-
-Cosa? Così presto?- esclamò Ed schizzando in piedi e vestendosi come un razzo.
-Ed, c’è un’altra cosa.. a guidarli ci sono il Comandante Supremo, Wrath, e..-
-Forza colonnello, finisca la frase! Non mi lasci sulle spine!-
-..e Pride.-
 
Il volto di Pride era inespressivo: attaccava, feriva e uccideva come un esperto carnefice.
Nessuno avrebbe immaginato quale sofferenza provasse l’homunculus ogni volta che era costretto ad uccidere una faccia conosciuta, o almeno che i ricordi di Ed conoscevano.
Non aveva potuto fare altrimenti, aveva dovuto accettare di prendere parte al massacro: gli homunculus lo avevano in pugno.
Pride però non si era arreso: stava aspettando il momento più opportuno per ribellarsi e uccidere i suoi fratelli. Ogni tanto volgeva lo sguardo verso di loro, ma non appena lo faceva tutte le loro mani scattavano dove avevano nascosto una scatolina contenente la boccetta di sangue, pronti ad aprirla per renderlo inoffensivo.
Ormai erano all’interno dell’ospedale e le difese dell’esercito erano assolutamente inefficaci; solo una donna riuscì a tenergli testa: si nascondeva nell’ombra, cambiave sempre posizione e poi sparava, senza farsi vedere: ogni suo colpo andava a segno e se fossero loro fossero stati umani sarebbero stati sterminti in un istante.
I suoi proiettili però, stranamente, evitavano di colpire Pride in punti vitali e l’homunculus, inconsciamente, sapeva perfettamente l’identità di quel formidabile cecchino.
Pride aveva ormai capito lo schema di attacca del tenente Hawkeye e così, sfruttando il fatto che si trovava solo con Sloth e Lust, escogitò un piano. I due homunculus si trovavano ancora in balia dei proiettili e così passò all'azione: si mosse veloce, aveva calcolato da dove la donna avrebbe sparato quella volta. Prese Sloth per un braccio e con una mossa fulminea indirizzo il suo uroboro nella direzione precisa del colpo.
Avvenne tutto in un attimo: un colpo di fucile e l’energumeno cadde a terra morto. La risposta di Lust fu però altrettanto fulminea: la donna estrasse la boccettina e ne verso il contenuto in testa a Pride, che barcollò per qualche secondo per poi cadere esausto ai suoi piedi.
Lust gli puntò gli artigli in direzione della gola:-Tu, sporco traditore! Ora il Padre non è qui per salvarti.. gli dirò che sei morto per le troppe ferite subite, ma questa volta è veramente giunta la tua ora!-
Pride non la ascoltava, era concentrato a seguire gli spostamenti del cecchino, che si muoveva furtivamente nel buio: poco prima che Lust gli trapassasse la trache, sorrise: un altro colpo di fucile ruppe il silenzio e Lust cadde accanto al compagno, con un foro di proiettile esattamente in mezzo al seno.
 
Riza corse accanto all’homunculus dai capelli biondi; Mustang le aveva comunicato quello che stava succedendo, ma la vista di quell’essere così simile ad Ed la metteva comunque a disagio.
Pride, questo era il nome che aveva usato il colonnello, giaceva a terra ansimante, con i capelli sporchi di sangue.
-Pride, sei tu Pride?-
-Si.. toglimi.. questa cosa.. di dosso.- ansimò l’homunculus indicando il liquido rosso.
-Si, certo. Ma devi venire con me, ce la fai ad alzarti?-
Pride si limitò a fare una smorfia di disappunto, che il tenente prese per un no. Così sollevò di peso il ragazzo, gli fece avvolgere il braccio intorno alle sue spalle e lo portò in un bagno poco distante.
Non appena si fu ripulito completamente riacquistò tutta la sua forza e la sua sicurezza:-Grazie, sono in debito.- mormorò -Lei è il cagnolino di Mustang, non è vero? L’ho vista da lontano al funerale di Alphonse.-
Riza non raccolse la provocazione, era abituata a certi commenti:-Si, sono il tenente Hawkeye.- rispose seria – Se posso permettermi, che cosa ti è successo prima?-
Pride non fece in tempo a rispondere che una voce li raggiunse dal fondo del corridoio:-Tenente! Pride, state bene? Gli homunculus stanno facendo una carneficina, ma in tutta questa confusione abbiamo comunque riconosciuto gli spari.. erano troppo sistematici per essere di un militare qualunque.-
-Colonnello, maggiore Hughes, Edward!- esclamò la donna –Io sto bene, ma è qualcun altro che ci deve delle spiegazioni.- concluse rivolgendosi all’homunculus.
Quattro paia di occhi indagatori si spostarono su Pride che fu costretto a raccontare ogni cosa per filo e per segno:-.. ed ecco come mi hanno preso.. è il tuo sangue, piccoletto.-
Edward era sorpreso, ma non così tanto come gli altri: avendo compiuto una trasmutazione umana e avendo avuto a che fare per molto tempo con gli homunculus si aspettava qualcosa del genere.
-Ricordatevi: ogni homunuculus, compreso il Padre, ne ha una boccetta: non potrò combatterli finché non gliel’avrete presa, o il mio sarà solo un suicidio inutile.- disse duro Pride –Adesso andiamo, Envy, Wrath e il Padre stanno dando spettacolo nell’altra ala dell’ospedale.
Corsero a perdifiato attraverso tutta la palazzina finché non cominciarono a vedere una distesa interminabile di morti e seppero di essere sulla strada giusta.
Cominciarono ad avanzare più cauti di stanza in stanza: non si sentiva alcun rumore, tutti i pazienti erano stati uccisi.
Improvvisamente sentirono un urlo provenire dal fondo di un corridoio seguito immediatamente da molti altri: gli homunculus dovevano aver trovato un consistente gruppo di militari che si erano nascosti in uno dei tanti locali dell'edificio.
Per qualche istante tornò il silenzio, dopodichè quella calma surreale fu rotta da urla, grida e strilli di dolore e paura; Ed e Mustang scattarono all’unisono, mentre Pride si nascose, attendendo il momento buono per uscire allo scoperto.
Hughes e il tenente, come stabilito, andarono in soccorso dei feriti e li allontanarono dalla battaglia.
I due alchimisti riuscirono a cogliere di sorpresa sia Envy che il Comandante Supremo: grazie alle indicazioni di Pride sapevano esattamente dove i due tenevano nascoste le boccette e così, grazie ad una piccola trasmutazione e ad un getto di fuoco ben indirizzato, riuscirono a distruggere entrambi i contenitori.
Il Padre invece non si fece cogliere alla sprovvista e schivò prontamente l’attacco.
Pride capì che era arrivato il suo momento: Ed si era avvicinato al Padre e, come avevano concordato, facendo ricorso al suo straordinario potere di creazione, rinchiuse i due in una gabbia di cemento.
Ora poteva combattere indisturbato con Envy e Wrath.
Saltò fuori dal nascondiglio e, con una lancia in pugno, trafisse Envy dritto nello stomaco:-Ciao fratellino, da quanto tempo!- disse mentre un ghigno malvagio si dipingeva sul suo volto.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** L'ultima battaglia ***


E con questo capitolo si conclude la battaglia con gli homunculus.. chi vincerà? Come sempre ringrazio tutti i miei lettori e un grazie speciale a chi recensisce!^^
Buona lettura.
Kgm92
P.s. In questo capitolo il personaggio del Padre si distacca un po' da quello del manga.. spero che vi piaccia ugualmente!^^

Ed e il Padre erano soli all’interno di quella prigione di cemento:-Che ragazzino ingenuo! Pensi veramente che non sia in grado di distruggere questo luogo? Credi veramente di potermi tenere rinchiuso qui a lungo?- chiese il Padre.
-No, non lo credo affatto.. ma questo scontro deve essere tra me e te soli, per questo siamo rinchiusi qui. Volevo farti una domanda: è un caso che tu abbia lo stesso aspetto di mio padre? Lui mi ha raccontato una storia parecchio divertente.. che tu sei stato liberato da lui centinaia di anni fa e che gli hai donato l’immortalità trasformandolo in una pietra filosofale.. Ma come mai questa storia non mi convince affatto? Ammettilo, è tutta una balla e sei tu in realtà il bastardo che ci ha messo al mondo, che ci ha abbandonato e che è stato capace di uccidere il suo stesso figlio!-
Con queste parole urlate con rabbia Ed si gettò contro il nemico con la lama dell’automail sguainata.
-Complimenti figliolo, ce ne hai messo di tempo per convincertene!-
 
Pride aveva scelto il suo avversario: Envy, mentre Mustang si era automaticamente diretto verso il Comandante Supremo.
-Non ti sono mai stato tanto simpatico, non è vero?- chiese ironico Pride.
-Finiamola con i giochetti! Adesso ti ammazzo!-
Envy si scagliò contro il biondo, che schivò con facilità: non poteva competere con lui in quanto a destrezza e forza fisica. Pride avrebbe potuto ucciderlo abbastanza facilmente, ma decise che gli avrebbe dato un’illusione, una speranza.. si sarebbe divertito in quello scontro!
Mustang non poteva dire invece dire di essere così rilassato! I movimenti di Wrath erano veloci e precisi e solo l’addestramento militare e l’esperienza di guerra stavano salvando Mustang dal soccombere.
Alcuni colpi del colonnello erano comunque andati a segno e aveva già ucciso il rivale parecchie volte con il suo fuoco. Lo stesso valeva per Wrath: Mustang perdeva sangue dal fianco sinistro e aveva una profonda ferita alla spalla destra che gli impediva di muovere il braccio liberamente.
L’uroboro di Wrath, inoltre, era impenetrabile: per lui solo sarebbe stato impossibile colpirgli l’occhio sinistro cogliendolo alla sprovvista!
In un momento di stallo volse gli occhi in direzione di Pride e gli fece un cenno con la testa, quasi impercettibile.
Il biondo colse al volo il significato di quel gesto e fece illuminare i suoi tatuaggi.
Mustang mise in atto il suo piano: con una cortina di fuoco fece indietreggiare il Comandante verso la parete e, approfittando della sua temporanea cecità, con un’ ennesima colonna di fiamme lo spinse contro il muro.
Quando la luce diminuì di intensità Envy si bloccò per un istante: la parete su cui Wrath era stato spinto era irta di spunzoni di pietra e uno gli aveva perforato l’occhio sinistro.
Envy capì di essere ormai in svantaggio: cominciò a colpire Pride  con la furia di un animale ferito; Pride sogghignava divertito godendosi lo spettacolo delle disperazione del suo avversario.
L’Invidia tentò un ultimo disperato attacco mirando il ventre di Pride, ma questi schivò, gli prese il braccio a mezz’aria e glielo torse, spezzandogli il gomito, senza alcun apparente sforzo:-Adesso basta giocare, è ora che ti arrendi all’evidenza: non potrai mai farcela contro uno come me-
Pride attivò nuovamente il suo potere: Envy lo fissava terrorizzato, conscio di non poter sfuggire.
-Non finisce, così, bastardo!- riuscì ad urlare prima che un pugnale spuntato dal nulla gli trafiggesse la coscia, esattamente dove aveva l’uroboro.
 
Ed attaccò di lato, ma il Padre parò erigendo un muro di cemento, Ed lo distrusse e creò dei grossi aculei alle spalle del nemico.
Hoheneim saltò in avanti e, con calcio, ci spinse contro Edward che riuscì ad evitarne la maggior parte tranne uno che lo ferì al fianco.
Sebbene ferito riuscì ad erigere un’enorme colonna di pietra per trascinare Hoheneim contro il soffitto della prigione. La salita fu troppo veloce e il Padre non poté evitare di rimanerne schiacciato, ma in un attimo riuscì a liberarsi disintegrando il pilastro.
Questa mossa fece venire in mente a Ed un modo per sconfiggerlo: si ricordò della battaglia contro i fratelli Slicer e di come li aveva battuti.
Lo scontro proseguì ancora per diversi minuti quando, finalmente, Ed ebbe l’occasione di toccare il padre e di mettere in atto il piano: scomposizione, cambiamento e ricomposizione!
-Addio, padre.- mormorò quando posò le mani sul suo torace.
 
Envy giaceva a terra, sconfitto, e Pride gioiva del suo successo. D’un tratto si accorse che Mustang era crollato a terra e ansimava pesantemente: le vecchie ferite che gli aveva inferto si erano riaperte e avevano ripreso a sanguinare assieme a quelle che si era procurato durante il combattimento.
Pride gli si inginocchiò accanto:-Colonnello, tutto bene?- chiese sinceramente preoccupato.
-Da quando ti preoccupi per me?- chiese divertito Mustang.
-Tse, io non mi preoccupo proprio per nessuno! E’ solo che se lei muore qui poi Ed se la prenderebbe con me.. A proposito, speriamo che se la stia cavando là dentro, il piccoletto.-
-Tranquillo, Acciaio se badare a sé stesso.-
All’improvviso qualcosa alle spalle dell’Alchimista di Fuoco si mosse..Envy! Ma allora non era morto!
-BASTARDI!!- gridò Envy con le ultime forze scagliandosi contro Mustang.
Il colonnello si accorse troppo tardi del pericolo e Pride comprese in un attimo che, se non fosse intervenuto in tempo l'Alchimista di Fuoco sarebbe morto. Agì d’istinto: si portò alle spalle di Mustang, frapponendosi tra lui e l’homunculus; quando la lama di Envy gli trapassò il torace non riuscì nemmeno ad urlare, emise solo un debole singhiozzo strozzato.
-Ciao, ciao, fratellino!- disse rauco Envy per poi cadere anch’egli ai piedi di Pride.
Contemporaneamente la prigione di cemento esplose in una nube di fumo grigio.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Il Principio dello Scambio Equivalente ***


Eccoci qua con il capitolo cruciale! Cosa sarà successo ad Ed, Pride e il Padre??
Come sempre, grazie a tutti quelli che mi seguono, in particolare a cevio98 e a melanita!
BUona lettura^^
Kgm92

Il Padre lo guardava atterrito:-Addio, padre-
Ed azionò una trasmutazione che bloccò allo stadio di decomposizione: l’esplosione fu talmente violenta che distrusse la camera attorno a loro. Tutto quello che rimaneva di Hoheneim era solo un pugno di cenere. Per qualche minuto la stanza fu invasa dalla polvere, ma pian piano Ed cominciò a distinguere le sagome di quattro persone. Quando tutto divenne più chiaro l’Alchimista d’Acciao impallidì.
 
Mustang spalancò gli occhi dallo stupore, l’homunculus si era sacrificato per salvargli la vita!
Envy era morto con un ghigno feroce sulle labbra e Pride gli era crollato tra le braccia, esanime, abbandonandosi completamente su di lui: sarebbe scivolato a terra se l’Alchimista di Fuoco non gli avesse rallentato la caduta per adagiarlo accanto a sé. L’Orgoglio boccheggiava, tenendosi disperatamente la ferita con la mano, ma niente poteva impedire al sangue di uscire a fiotti.
Mustang era così stupito da quel gesto che non fece caso neanche all’esplosione e a Ed che correva verso di loro.
-Tu.. cosa.. perché lo hai fatto..- balbettò Mustang.
-Colonnello, Pride! Cos’è successo, cosa..-
-Acciaio, allontanati! Sei ferito, se ti avvicini troppo rischi di ucciderlo!-
Ed annuì e si allontanò il più possibile dal ferito: non capiva cosa poteva essere successo, il colonnello non gli aveva spiegato nulla e lui si era limitato ad obbedire all'ordine, troppo spaventato per ribattere. Cominciò a guardarsi intorno in cerca di risposte e quando vide il corpo di Envy poco lontatno dal colonnello e da Pride comprese tutto in un attimo.
-No.. lascia.. cough.. lascialo!- disse flebilmente Pride tossendo sangue –Piccoletto.. Ed, vieni.. vieni qui-
Ed rimase stupito dalla richiesta e non mancò di notare che l’aveva chiamato per nome, un’altra volta.
Appena gli si avvicinò Pride impallidì ancora di più e il suo respiro si fece ancora più flebile e irregolare. La mano con cui si stava tamponando la ferita scivolò a terra senza più forza.
-Ma Pride, così.. così ti ucciderò!- protestò Ed.
L’homunculus ebbe bisogno di un po’ di tempo per trovare la forza di rispondere:-No.. io sono.. sono già.. morto.. la ferita non farà in tempo, non si.. non guarirà, lo.. lo so, lo sen.. lo sento.- la sua voce era ormai poco più di un sospiro.
-Pride, rispondimi, perché!- insistette Mustang ancora incapace di capire cosa aveva spinto l’homunculus a frapporsi fra lui e Envy.
L’Orgoglio accennò un debole sorriso guardandolo dritto negli occhi:-Chi lo sa..- poi si voltò verso l’alchimista più giovane:-Ed, so quanto hai.. sofferto per.. la morte di Al perché.. anch’io.. ho provato i tuoi stessi.. sentimenti. Perciò voglio, cough!- l’Orgoglio tossì altro sangue e per qualche secondo smise di respirare.
-Pride, basta! Se adesso mi allontano tu guarirai, cosa diavolo stai dicendo??-
 -ASCOLTAMI!- urlò Pride sollevandosi appena sul gomito e aggrappandosi alla manica di Edward, indirizzandogli uno sguardo di rabbia e determinazione, per poi ricadere sul fianco, miseramente, con un gemito strozzato. Il suo respiro si trasformò in un rantolo.
-Non.. non.. ho più molto.. tempo. Voglio farlo tornare in.. in vita.-
Ed strabuzzò gli occhi esterrefatto:-Cosa diavolo stai dicendo! E’ impossibile eseguire una trasmutazione umana!- disse di getto. Poi però si irrigidì appena e puntò lo sguardo direttamente sul volto di Pride:-A meno che tu..-
Pride annuì, senza più la forza di parlare.
-Non se ne parla nemmeno! Non provarci neanche, non te lo permetterò! Al non riuscirebbe a vivere in quelle condizioni.. io non riuscirei a sopportare di aver riavuto mio fratello a costo di un’altra vita! Non pensare neanche di utilizzare quel tuo bizzarro potere e desiderare di sacrificarti per lui!-
Mustang fissava la scena sempre più allibito.. solo ora capiva quanto male aveva giudicato quell’homunculus, anzi, quel ragazzo.
-Ed, io non ce la farei comunque.. lascia che.. che sia qualcosa di più della.. creazione del Padre. Lascia che anche io.. sia me stesso.- bisbigliò l’homunculus.
Ed rimase sconcertato da quella risposta così profonda e sincera: aveva sempre visto Pride come un alleato, ma mai come qualcosa di diverso da una malvagia creazione di Hoheneim. Non disse niente, lo sguardo che i due ragazzi si scambiarono valeva più di mille parole: si alzò e si allontanò. Pride sorrise.
Chiuse gli occhi per cercare la concentrazione necessaria e per accumulare le ultime energie che gli erano rimaste: i tatuaggi rosso sangue si illuminarono, dapprima debolmente e molto lentamente, fino a raggiungere la consueta lucentezza. Ancora una volta la stanza fu sommersa di luce e il corpo di Pride scomparve definitivamente dalla loro vista.
Poco prima che la luce invadesse la stanza Mustang si allontanò verso la parete e vide che a Ed aveva le guance rigate di lacrime.
Quei pochi minuti sembrarono eterni: quando la luce cominciò ad affievolirsi una sagoma umana iniziò a delinearsi: era distesa a terra e sembrava senza vita.
Inizialmente Ed pensò che semplicemente Pride non ci fosse riuscito e che fosse morto nel tentativo, ma la sagoma si mosse e si voltò verso di lui. A poco a poco cominciò a prendere forma: lunghi capelli marroni, fisico scheletrico e un volto sorridente che lo fissava.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Gioia ***


E siamo arrivati all'ultimo capitolo.. confesso che un po' mi dispiace! E ora i ringraziamenti, fatti per bene questa volta! Grazie a: BellsSwanCullen, ChibyLilla, LadySaika, _Jaslene_, cassy_star, FM107 3 RADIOCAOS, melanita e YaMiNoLaDy per averla aggiunta tra le seguite, cevio98, MirajaneFT e YaMiNoLaDy per averla aggiunta tra le preferite e un nuovo grazie immenso a melanita e cevio98 per tutti i complimenti che mi hanno fatto!
Ciao, ciao e Buon Natale!^^
Kgm92

Le lacrime che già rigavano le guance dell'alchimista si trasformarono ben presto in lacrime di gioia:-AL!!!!-
Ed gli corse incontro e ancora non riusciva a credere di averlo lì con lui, in carne ed ossa.
-Ciao fratellone!- disse Alphonse buttandogli le braccia al collo.
Ed lo abbracciò e lo strinse per diversi secondi, quando Al decise di sciogliere quell’abbraccio: aveva un’aria interrogativa:-Fratellone, qualcuno è venuto a prendermi.. e mi ha rimandato qui da te. Ti assomigliava molto, sai? Anche se non aveva due arti metallici.. e i suoi occhi sembravano inespressivi. Mi ha detto che potevo tornare e riabbracciarti, perché era un suo desiderio e mi ha detto di ringraziarti. Chi era, fratellone?-
Ed si accorse che non aveva ancora smesso di piangere:-Chi era quello Al? Era un nostro nemico all’inizio, poi è diventato un nostro alleato ed infine un amico.-

 
Erano passati diversi mesi dalla sconfitta degli homunculus: il Quartier Generale e l’ospedale militare erano stati completamente rimessi a nuovo; Roy Mustang era stato nominato Comandante Supremo, grazie all’appoggio di molti militari e Alchimisti di Stato. Il tenente Hawkeye era stata nominata consigliere personale di Mustang, mentre tutta la sua squadra era diventata un corpo speciale sotto il suo diretto comando.
Ed era stato nominato colonnello a sua volta, scavalcando diversi gradi della gerarchia militare.
Alphonse si era rimesso in forze e aveva deciso di sostenere anche lui l’esame per diventare Alchimista di Stato, che aveva ovviamente superato senza alcuna difficoltà.
Quel giorno erano esattamentesei mesi dalla morte del tiranno King Bradley e Mustang aveva organizzato una celebrazione: Central City era addobbata a festa!
-Hei Ed, Al! Mi portate con voi a Central City, vero, vero VEROOO???- chiese Winry.
-Certo, se vuoi venire non vedo perché no.- rispose Al. All’improvviso si sentì una voce provenire dall’altra stanza.
-MA CHI E’ QUEL MALATO DI MENTE CHE HA INVENTATO LE DIVISE???? NON CI SI CAPISCE NIENTE IN MEZZO A TUTTE  QUESTE MOSTRINE, GANCETTI E CORDINIII!!!!-
Winry sospirò:-Credo che tuo fratello abbia bisogno di una mano.. tu sei a posto con la tua divisa da maggiore?-
-Certo Winry, non preoccuparti.. credo che il fratellone abbia molto più bisogno del tuo aiuto al momento!- rispose Al sorridente.
La ragazza fece capolino nella stanza di Ed e vide che era intento a trafficare con bottoni, bottoncini e cordicelle.
-Ed, lascia fare a me..- gli disse raggiungendolo.
-Odio, la divisa, l’ho sempre odiata! Ma il signor “io sono il Comandante Supremo e tu devi obbedire a tutti i miei ordini” mi ha costretto ad indossarla almeno per quest’occasione! Non lo sopporto, non lo sopporto!- sbuffò il ragazzo.
-Dai Ed, sii comprensivo, è la prima cerimonia ufficiale da quanto è diventato capo dell’esercito.. sii clemente! E’ comprensibile che voglia che tutto sia perfetto!-
-Si, si, certo.. come no!-
-Ecco, fatto! Ci voleva tanto!?!- disse Winry smettendo di trafficare con la divisa di Ed.
Stava per andarsene quando Ed la bloccò per un braccio e la tirò verso di sé: le loro labbra si unirono in un tenero bacio.
Quando si staccarono Winry lo guardò interrogativo: Ed divenne rosso come un peperone e cominciò a balbettare qualche scusa:-Ecco io.. no, insomma..-
Winry sorrise e si avvicinò nuovamente al suo viso accarezzandogli la guancia:- Ce ne hai messo di tempo, timidone!- e le sue labbra si schiusero in un nuovo, tenero bacio.
 
La cerimonia fu solenne: tutti i militari di Central City parteciparono, e non mancarono neanche le delegazioni degli altri stati.
Quando Mustang iniziò il suo discorso migliaia di persone attendevano con impazienza le prime parole in pubblico del nuovo Comandante Supremo:-Siamo qui riuniti per celebrare la caduta di un tiranno e l’inizio di una nuova era! Nella speranza che questo sia un tempo di pace dovete sapere che c’è un’altra persona che è stata determinante nelle sorti della guerra oltre a me, al colonnello Elric e a molti altri coraggiosi militari. C’è stato qualcuno senza il quale niente di tutto ciò sarebbe stato possibile. Molti di voi gli devono la vita senza neanche saperlo.
Edward era stupito, non pensava che il colonnello.. ops, Comandante Supremo, sarebbe arrivato a tanto, in pubblico soprattutto!
Mustang riprese:-Noi non lo ricorderemo con un volto- Edward sorrise nel cogliere la finezza del discorso dell’Alchimista di Fuoco: se avesse tentato una descrizione tutti l’avrebbero subito associato al criminale che aveva assalito il Quartier Generale –bensì con un nome, Pride, l’Orgoglio, qualità che tutti i militari degni di questo nome dovrebbero possedere. Anch’io gli devo la vita. Adesso divertitevi, oggi è un giorno di festa per tutti.- aggiunse infine Mustang.
La folla esplose in un coro di applausi e ovazioni; Ed si limitò a sorridere e si voltò verso Al: Mustang non era l’unico ad avere un debito con Pride.
Il velo di malinconia che era calato su di lui nel ricordare l’amico si dissolse: quello era un giorno di festa, come aveva detto il Mustang!
-Forza, andiamo a congratularci con il colonnello per il suo discorso.- disse Ed.
-Fratellone! E’ il Comandante Supremo adesso! Non puoi continuare a chiamarlo colonnello!- protestò Al.
-Si, si, certo, hai ragione.. ma per me resterà sempre il colonnello rompiscatole!-
Al si incamminò e Ed prese la mano di Winry con dolcezza, seguendolo a pochi metri di distanza.
Era tutto perfetto, finalmente, e niente avrebbe più potuto rovinare la loro felicità.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=789293