Prisoner. di _ L a l a (/viewuser.php?uid=64378)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Grotta. ***
Capitolo 2: *** La Stanza ***
Capitolo 3: *** 03. Il Cielo ***
Capitolo 1 *** La Grotta. ***
01. La
Grotta.
Allen socchiude gli occhi, tossendo
per la polvere che
l’attacco degli Akuma ha sollevato.
Kanda si sta dando alla pazza gioia,
Mugen saetta come
impazzita trafiggendo qualsiasi nemico si trovi alla sua portata.
- lasciane un po’ anche a
me, Bakanda! – protesta l’albino,
brandendo la propria spada. Kanda ringhia qualcosa che Allen non sente,
perché
troppo occupato a schivare le pallottole di un nugolo di livello uno.
Dopo qualche attimo, gli alberi
intorno a loro finiscono
disintegrati e i livello uno esplodono sotto i colpi
dell’albino.
Johnny si sporge da dietro il masso
dove si è rifugiato,
osserva Kanda saltare ed abbattersi con forza su un Akuma. Il
proiettile che
questi gli aveva destinato va ad abbattersi contro una parete rocciosa,
frantumandola.
Sono troppi
per un
bosco sperduto nel nulla. Ragiona l’albino, girando
agilmente su sé stesso
e trapassando tre o quattro Akuma che l’avevano accerchiato.
Questi esplodono
in nuvole di quella che sembra cenere, lasciando dietro di
sé scie di vapori
tossici.
Kanda libera i suoi insetti
infernali, colpendo accidentalmente anche
Allen che sobbalza
quando una delle simpatiche creaturine gli azzanna amorevolmente
una gamba.
- sta’ attento, Bakanda!
– gli ringhia accigliato, quando
vede il ghigno soddisfatto sul volto dell’altro. –
o ti raso a zero! –
Il più piccolo colpisce un
Akuma, schiva l’ennesimo colpo e
la (solita) parete rocciosa cui sta dando le spalle frana ancora un
po’. Kanda
non commenta, si limita a digrignare i denti poco finemente prima di
tranciare
di netto la testa ad uno dei due livello tre, la cui unica colpa era
quella di
essersi avvicinato troppo al giapponese.
L’altro livello tre
è appollaiato su uno spuntone roccioso
particolarmente alto, creato dalle frane della parete rocciosa. Allen
alza lo
sguardo verso di lui, poi prosegue ed osserva il la fiancata innalzarsi
fino
quasi a toccare le basse nuvole che coprono l’intero bosco e
che minacciano
pioggia.
Torna a guardare il livello tre, che
lo fissa di rimando con
un ghigno ben poco rassicurante. Allen chiude gli occhi, prende un
sospiro e
striscia lentamente il piede destro sul terreno fino a portarlo
più avanti
rispetto all’altro. Stringe la presa sulla spada e scatta:
con un balzo si
ritrova a quasi alla stessa altezza dell’Akuma,
il mantello che gli volteggia sulle spalle. Mena un fendete, che va a
vuoto perché
l’Akuma si sposta ed
Allen è costretto a
lasciare la spada per aggrapparsi ad una sporgenza della roccia,
evitando la
caduta.
- saaalve,
Quattordicesimo ~ - canticchia
l’Akuma, ora appeso a testa in giù al suo
spuntone. Allen gli lancia
un’occhiata piena d’odio che fa ridere
l’Akuma. L’albino si lascia cadere verso
il basso, questa volta pronto ad atterrare, e riafferra la propria
Innocence.
Lancia uno sguardo di sfida al proprio avversario, che non aspetta
certo un suo
invito per lanciarsi all’attacco. Allen si abbassa, schiva il
colpo e con un
movimento agile si gira e trapassa l’Akuma che lo guarda
stupito. Ma lo stupore
passa in un lampo, ed Allen è costretto a sfilare la spada
dal ventre del
proprio nemico per schivare i spessi aghi intrisi di veleno che
l’Akuma gli sta
sputando addosso. Rotola via dalla portata d’attacco
dell’avversario e sta per
rialzarsi, quando la lama affilata di Mugen taglia via di netto la
testa anche
a questo Akuma.
- ehi – protesta Allen,
puntando la propria spada contro
Kanda. – quello era mio –
- sei troppo mammoletta per uccidere
un livello tre –
ribatte Kanda, rinfoderando la propria katana con fare vagamente
soddisfatto.
Allen sbatte un attimo le palpebre prima di cogliere appieno il senso
della
provocazione.
- guarda che io ho ucciso anche dei
livello quattro! – lo
rimbecca, alzandosi in piedi e lasciando che la propria Innocence
riprenda la
forma del suo braccio.
- grazie a me e Linalee, Mammoletta
– ghigna l’altro
Esorcista, scoccandogli un’occhiata di
superiorità. Allen assottiglia lo
sguardo e balza in piedi.
- è Allen! –
Si bloccano entrambi, Kanda sul punto
di aprire bocca e fare
qualche commento pungente, Allen già pronto a sferrare un
pugno dritto sulla
faccia dell’altro.
Entrambi si voltano di scatto nella
stessa direzione,
ritrovandosi a fissare il tronco avvizzito di un albero.
Allen
sbatte le
palpebre e per qualche attimo il suo cervello non riesce a comprendere
appieno
la mancanza che sta registrando.
Poi
se lo ricorda – si ricorda che Lavi
è
disperso, che non si sa nemmeno da dove partire, che è per
questo che non è lì
a ridere del loro battibecco – e si dà
dello stupido. Chissà perché, poi,
si è aspettato di dover sentire la risata di Lavi. Non
è la prima volta che
succede, da quando Kanda e Johnny l’hanno ritrovato, ma
quando era ancora
all’Ordine e andava in missione con Kanda non gli succedeva
mai. Forse
perché sapeva che Lavi era alla Home a
bivaccare, o a leggere in biblioteca e non svanito nel nulla.
È incredibile il
modo in cui la preoccupazione rende tutte le cose completamente
diverse.
Kanda aggrotta le sopracciglia, poi
distoglie lo sguardo
come se nulla fosse.
- tutto bene, ragazzi? –
domanda Johnny, osservandoli
incuriosito. Allen si volta verso di lui e fa un sorriso tirato.
- si, tutto ok. – gli
risponde, cercando di tenere ferma la
voce.
- li avete uccisi tutti? –
chiede allora Johnny, con un
sorriso, facendo molto delicatamente finta di niente.
- alcuni sono fuggiti –
grugnisce Kanda, sedendosi con poca
grazia su un sasso. Allen inarca un sopracciglio.
- non fuggirebbero, se ci fosse
dell’Innocence nei dintorni
– nota, grattandosi con fare perplesso una guancia.
– non avrebbe senso –
- forse sono andati a chiamare un
Noah – suggerisce timoroso
Johnny, ed Allen arriccia il naso con disappunto.
La pioggia inizia a cadere leggera,
poi sempre più fitta ma
nessuno di loro dà segno di volersi muovere
finché Allen non dice:
- forse è il caso di
cercare un riparo. –
Johnny annuisce, si carica sulle
spalle il proprio bagaglio
mentre gli Esorcisti fanno lo stesso, e s’incammina,
tenendosi sempre il più
vicino possibile alla parete rocciosa, sperando in una sporgenza
particolarmente
ampia che permetta loro di ripararsi.
Sta giusto rinunciando
all’idea di trovare riparo quando vede
una sottospecie di grotta naturale. Fa segno ai due ragazzi dietro di
sé di
affrettarsi, infilandosi poi velocemente nell’apertura non
troppo larga della
caverna.
All’interno, lo spazio
è ampio ma decisamente buio.
Fortunatamente Allen ha pensato di raccogliere qualche ramo trovato a
terra,
quindi Johnny si mette alla ricerca dell’accendino che
è sicuramente finito in
fondo a tutta la loro roba.
Quando finalmente lo trova, ci
vogliono una decina di
tentativi prima che il fuoco faccia presa sul legno umido del bosco e
in quei
minuti Allen sente ancora di più la mancanza di Lavi, che
avrebbe acceso il
fuoco in un battibaleno – e che
magari
l’avrebbe abbracciato, scaldandolo ancora di più.
Allen scuote la testa
e s’impone
di non pensarci, portandosi le ginocchia al petto e rabbrividendo per
il
freddo.
Kanda è
irrequieto, continua a
muoversi avanti e indietro per la caverna e ad affacciarsi
sull’uscita per
vedere la situazione esterna. Allen
vorrebbe dirgli di smetterla, che gli sta dando fastidio, ma al
contempo non ha
voglia di litigare di nuovo con il giapponese. Così si
limita a sospirare,
nascondendo il volto contro le ginocchia ed appoggiandosi al muro.
Anche Kanda, dopo qualche ultimo
passo nervoso, va a sedersi
contro la parete in fondo alla grotta. Johnny sta per aprire bocca per
dirgli
di avvicinarsi al fuoco, altrimenti non farà altro che
prendersi un malanno, ma
all’improvviso Kanda scompare.
- Kanda! –
Allen balza di colpo in piedi,
raggiungendo il punto dove
prima c’era l’altro e scopre che sulla parete, ora,
si è aperto un passaggio e
che Kanda è molto elegantemente caduto al suo interno.
L’albino non riesce proprio
a trattenere un risolino
derisorio che si guadagna un’occhiata piena d’odio
e d’istinto omicida da parte
del giapponese.
Anche Johnny lo raggiunge.
- chissà dove porta
– domanda sommessamente, più a sé
stesso
che agli altri due. Allen sorride e torna indietro ad afferrare due
rami per
accendere delle fiaccole, lanciandone poi una a Kanda.
- scopriamolo – suggerisce,
una nota divertita nella voce.
Lo scienziato gli sorride di rimando e corre a prendere i bagagli e a
spegnere
il fuoco; poi segue i due Esorcisti.
Stanno scendendo degli scalini ripidi
e scivolosi da quella
che sembra un’eternità, quando davanti a loro si
apre improvvisamente un
corridoio che si dirama in due direzioni.
- probabilmente siamo sotto alla
parete – dice Johnny,
tirandosi su gli occhiali in un gesto automatico mentre scende
l’ultimo gradino
stando attento a non scivolare. – quindi penso che una
direzione valga l’altra.
–
Kanda si avvia senza nemmeno una
parola verso la sinistra,
chiudendosi meglio la giacca per via del freddo che inizia a farsi
sentire prepotentemente.
Allen tossicchia e nuvolette di denso
vapore gli si formando
intorno al volto, facendolo sorridere. Johnny, invece, batte forte i
denti e si
stringe di più nel proprio cappotto.
Dopo qualche minuto
di cammino in
cui non accade nulla d’interessante, la luce delle torce
comincia ad illuminare
delle cavità su entrambi i lati. All’inizio sono
semplici buchi all’altezza del
viso, poi si fanno sempre più grandi fino a raggiungere le
dimensioni di una
camera.
Le prime che incontrano sono vuote,
ed Allen vi guarda
dentro distrattamente, chiedendosi sorpreso a cosa mai possano servire
delle
stanze vuote in una galleria sotterranea, ma poi le stanze cominciano
ad avere
delle sbarre che impediscono l’entrata – o
l’uscita – ed infine delle vere e proprie
porte.
Alcune sono in legno e, nonostante
siano chiuse a chiave,
Kanda le abbatte con un calcio. Altre sono in metallo, così
resistente che
nemmeno i colpi del giapponese fanno nulla.
Ma Allen, dopo qualche ispezione,
decide che preferisce che
rimangano chiuse.
La prima che porta che aprono,
infatti, rivela una decina di
scheletri incatenati al muro esattamente di fronte alla porta.
- o.. oddio – rabbrividisce
Johnny, distogliendo lo sguardo.
- è.. una sottospecie di
prigione? – ipotizza Allen,
mordendosi l’interno della guancia. – forse
c’è qualcun altro –
Kanda gli lancia
un’occhiata e Allen crede di poter capire
che anche lui sta pensando quello che sta pensando lui.
La seconda contiene un lungo tavolo
di legno, simile a
quello che Komui ha nel suo laboratorio segreto – e Allen lo sa, perché Lavi, dopo
l’ennesimo Komourin distruttore, ha
deciso che serviva una spedizione punitiva. Così
l’albino si era ritrovato,
assieme al rosso e a Kanda, dentro uno stanzone inquietante dove
l’unico grande
tavolo era occupato da un’infinita marea di strani aggeggi ed
altre cose poco
rassicuranti che Lavi si era assicurato di lanciare accuratamente per
terra con
forza distruttiva.- solo che quello della stanza ha sopra
un’ordinata serie
di strani attrezzi che sembrano predisposti alla tortura.
La terza,
segna
definitivamente la loro fine: quando Kanda distrugge la porta una
dozzina di
Akuma, tra cui tre livello tre, si voltano verso di loro.
Allen sente Johnny, dietro di
sé, irrigidirsi e cominciare
ad arretrare lentamente.
- porca miseria – impreca
Kanda a denti stretti, serrando la
mano destra sull’impugnatura di Mugen, pronto a sguainarla.
C’è un attimo di
calma, prima che si scateni l’inferno.
Kanda non ci impiega nemmeno un
attimo e alcuni Akuma non
fanno nemmeno in tempo a muoversi che Mugen li ha già
tagliati a metà.
I minuti che seguono sono solo
confusione, esplosioni ed
altra confusione ancora.
Quando agli Akuma già
presenti se ne aggiungono altri
arrivati da qualche meandro della grotta, i tre decidono di fuggire
lungo il
corridoio, sperando di trovare un’uscita.
Così, mentre Kanda corre
all’indietro per affettare chiunque
si avvicini troppo, Allen e Johnny s’affrettano lungo il
corridoio fino ad
arrivare ad un bivio.
Johnny prende di corsa il corridoio
sulla destra, che sembra
illuminato da una luce esterna di cui non riesce ad intuire la
provenienza, ma
Allen si blocca davanti all’altro corridoio, e fissa il nero
fitto senza
riuscire proprio a distogliere lo sguardo.
Senza quasi accorgersene avanza,
facendosi luce con la
fiaccola, e Kanda gli lancia un insulto mentre trafigge
l’ultimo Akuma che li
ha seguiti.
Ma Allen lo ignora, e la sua torcia
rivela che il corridoio,
in realtà, è un vicolo cieco che si chiude con
una porta di metallo.
- Allen? – Johnny si
affaccia sul corridoio, chiamandolo
perplesso.
- Mammoletta! Che stai facendo!
– ringhia Kanda, irritato.
- è Allen! –
ribatte scocciato l’albino, appoggiando la mano
sulla maniglia della porta e spingendo.
Si sorprende di trovarla aperta, e
per qualche attimo rimane
fermo, indeciso sul da farsi. Poi la socchiude e sbircia
all’interno attraverso
la fessura: è vuota, o almeno così gli sembra a
causa del buio. Aggrotta le
sopracciglia, e si sente quasi deluso per essersi fatto ingannare da
una
stupidissima sensazione.
Sta per chiuderla nuovamente, quando
sente un mugolio
sommesso, appena percettibile.
Allen s’immobilizza, poi
spalanca del tutto la porta e si
fionda all’interno, voltando lo sguardo in tutte le direzioni
finché non trova
la provenienza del suono.
Ci mette un attimo, ma alla fine
riconosce la figura
accasciata contro il muro.
- ..! –
NdA.
Uccidetemiii .____.
No, davvero. Come posso aver scritto
una cosa simile? Ç___ç
La colpa è di
Phantom_Miria e della sua frase incriminante
che metterò alla fine del terzo capitolo. –
perché, suvvia, è ovvio chi sarà
salvato, ma noi non lo citiamo per mantenere la suspance u.u
In qualsiasi caso, questo capitolo fa
schifo. Non ho voglia
di andare a correggere quello che ho scritto, ma penso andrò
comunque per
evitare le bacchettate della mia Musa improvvisata.
Boh. Parlando d’altro.
Mi ero rotta di vivere a one-shot,
quindi mi impegnerò e scriverò
qualcosa di più lungo (ossia una storia di tre capitoli.
Ahah, lunghissimo XD).
Il capitolo non mi piace davvero,
odio i capitoli di stupida
introduzione/descrizione, perché non riesco mai a scriverli
è___é
In qualsiasi caso, oggi mi sono
comprata un cestino e
sappiate che tutti gli ortaggi che lancerete saranno raccolti ed
utilizzati per
scopi nobili u.u
Kanda è difficile da
muovere. Perché? È___è
E Johnny non so come farlo
comportare! *si dispera*
Almeno Allen si salva. (forse. No.)
E perché ho scritto al
presente continuando ad utilizzare
fottutissime coordinate? Non lo so.
Arriveranno mai, delle risposte, a
dare un senso a questa
fic? Probabilmente no.
OH, BASTA.
Andrò a vergognarmi di
quello che ho scritto da qualche
altra parte.
Addio *aria drammatica*
P.S. secondo voi esiste un sinonimo
di Akuma? No, perché mi
sono scoperta a scriverlo almeno trenta volte, e la cosa diventa
sconcertante
D:
P.P.S anche “parete
rocciosa” l’ho scritto almeno quindici
volte. Sono davvero molto ripetitiva D:
_ L a l a
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Capitolo 2 *** La Stanza ***
02.
La Stanza
- Lavi! –
Allen gli si fionda addosso, il cuore
che gli martella in
gola con una forza inaudita mentre s’inginocchia al suo
fianco scostandogli i
capelli dalla fronte.
Sono cresciuti parecchio,
dall’ultima volta che si sono
visti e, Dio, gli sembra passata un’eternità.
Quasi non ci può credere.
Gli passa piano le mani sul volto,
mentre i suoi occhi si
abituano alla semi-oscurità permettendogli finalmente di
vedere ogni singolo
dettaglio sul viso dell’altro, a partire dai graffi e dai
tagli. Il suo stomaco
si stringe in una morsa poco piacevole, al pensiero di come se li
è procurati.
Il rosso apre lentamente
l’occhio, sbattendo più volte le
palpebre, e probabilmente la prima cosa che vede sul
serio è Kanda che entra nella stanza sbattendo con
malagrazia
la porta – e Allen sa che
è stupido, ma
avrebbe tanto voluto essere lui, la prima cosa vista dal rosso.
Poi Lavi alza lo sguardo ed incontra
gli occhi di Allen,
fissi su di lui. Stiracchia il volto in quello che dovrebbe essere il
solito
ghigno ma che in realtà è più una
smorfia poco definita.
- ehi – li saluta con un
filo di voce, come se non fossero
mesi che non si vedono ma solo qualche giorno, e cerca di tirarsi a
sedere,
forse per togliersi di dosso quella parvenza di completo abbandono.
Ad Allen viene quasi da piangere per
il sollievo, mentre lo
aiuta a sistemarsi meglio contro il muro, ma Johnny lo batte sul tempo:
si
accovaccia accanto al rosso, un sorriso gigantesco a dipingergli le
labbra
mentre grosse lacrime gli solcano le guancie.
- Johnny, ti prego, non guardarmi con
quell’aria sognate –
ride Lavi, finendo con il tossire forte. Allen si trattiene dal
toccarlo, per
paura che possa svanire tra le sue dita nonostante non
l’abbia fatto prima, e
si scambia un’occhiata con Kanda, che lo guarda stranito, e
l’albino sa che se anche
l’altro non lo dà a
vedere è sollevato tanto quanto lui.
Johnny balbetta qualcosa di
indefinibile, tirando su con il
naso.
- che ti hanno fatto? –
sibila Allen, stringendo le mani a
pugno mentre sente una non-tanto-insolita rabbia montargli nel petto.
– dov’è
Bookman? –
Lavi arriccia il naso, e si morde il
labbro inferiore
rimanendo fermo per qualche attimo senza nemmeno respirare. Allen teme
sia sul
punto di vomitare, ma subito dopo il rosso prende un profondo respiro
scuotendo
lievemente la testa.
- no.. non lo so. Penso.. con i Noah
–
Allen fa finta di non notare che ha
poco elegantemente
ignorato la sua prima domanda che, ad essere sinceri, è
quella che gli preme di
più. Niente contro Bookman, figurarsi, -
Allen non riesce proprio ad odiarlo, nonostante possa strappargli Lavi
da un
momento all’altro. - ma
l’incolumità
del rosso, ora, è la cosa più importante.
- e tu che ci fai qui? –
grugnisce Kanda, stringendo l’elsa
della katana fino a farsi diventare le nocche bianche. Lo sguardo di
Lavi si
perde nei meandri del soffitto, come se avesse scollegato per qualche
attimo le
comunicazioni con il mondo esterno, – e
Allen sa che in quel momento sta sfogliando tutti i suoi ricordi per
giungere
ad una risposta - prima
di
replicare:
- non ne ho effettivamente la
più pallida idea. Forse è..
umh, una sorta di prigione? – scrolla le spalle, rantolando
poi per il dolore,
ed Allen lo guarda con aria preoccupata. – comunque, -
continua il rosso, posando
lo sguardo affascinato sulle dita delle proprie mani che si muovono
– credo di
aver perso la cognizione del tempo da.. beh, un po’.
– ridacchia stupidamente,
pulendosi subito il rivolo di sangue gli scende dal labbro inferiore.
– quanto
tempo è passato dalla missione? –
- quattro mesi -
risponde meccanicamente Kanda e Lavi lo fissa con aria
inebetita, come
se facesse fatica a registrare l’informazione appena
ricevuta.
- cos.. cosa?! –
- hai sentito, idiota –
borbotta Kanda, con aria truce. Lavi
ridacchia un’altra volta, meno convinto di prima, portandosi
con fatica una
mano alla testa per grattarsi. Il movimento si blocca a metà
e Lavi sembra
quasi piegarsi su sé stesso per il dolore. Si lascia
sfuggire un gemito
sofferente nonostante i denti stretti.
Dopo qualche minuto in cui il rosso
respira affannosamente
mentre Allen lo sostiene, la situazione sembra tornare normale.
- diamine, Lavi! – ringhia
l’albino, cercando di contenere
la preoccupazione, e Johnny sobbalza per il tono di voce troppo altro
– si può sapere
che cosa ti hanno fatto? –
Lavi prende un profondo respiro,
premendosi due dita sul
setto nasale mentre scuote la testa.
- n.. non. Non lo so, okay?
–
Quella risposta non convince nessuno,
e Lavi lo sa, ma
nessuno indaga oltre, perché per le domande ci
sarà tempo dopo ed ora devono
pensare a come uscire di lì senza farsi notare. Cosa
decisamente impossibile,
visto il precedente combattimento, ma la speranza è sempre
l’ultima a morire.
- andiamocene. – decide
Kanda, e Allen scatta subito in
piedi, chinandosi poi ad afferrare Lavi così da sostenerlo.
Il rosso fa qualche
passo malfermo sulle proprie gambe, prima di sentire le ginocchia sul
punto di
cedere, rassegnandosi quindi ad appoggiarsi al più piccolo
– che tanto più piccolo
non è, constata con fare
vagamente sorpreso. – potrebbe arrivare un Noah da
un momento all’altro. –
- ottima intuizione, Esorcista
–
Lavi s’irrigidisce di
colpo, udendo la voce melliflua che ha
parlato, e Kanda si volta lentamente fino a trovarsi davanti un Noah.
Non l’ha mai visto prima, e
la prima cosa che nota è lo
sguardo leggermente allucinato. Gli viene fa pensare che non sia
totalmente a
posto, ma quale Noah lo è?
La seconda sono i capelli, lunghi, di
un colore che va dal
marrone scuro al nero, tenuti stretti in una coda più simile
ad una treccia che
ad altro. L’assurda frangia triangolare gli lascia scoperte
le stigmate ai lati
della fronte. A Kanda viene in mente un ananas, ma non sa bene
perché e nemmeno
vuole saperlo. L’unica cosa che il suo cervello registra,
ora, è la presenza di
un nemico da abbattere.
Allen trova strano come le cose
più stupide siano le prime a
saltare all’occhio. Infatti, quello che nota Allen ad una
prima occhiata, sono
gli orecchini triangolari che porta e i calzoni bianchi che indossa (e
che lo
fanno somigliare ad una mongolfiera. Un giorno, Allen vorrebbe tanto
salire su
una mongolfiera, magari con Lavi.)
- e tu chi diavolo saresti?
– ringhia il giapponese,
sguainando con un colpo secco la spada e puntandogliela a pochi
centimetri dal naso. Il
Noah ghigna, inclinando lievemente la
testa verso
sinistra. Non dice nulla, e
le sopracciglia di Kanda sembrano volersi fondere, tanto sono
accigliate.
Dopo qualche istante di silenzio
teso, in cui l’unico rumore
percettibile è il respiro di Lavi che si fa sempre
più affannoso, il Noah
amplia il proprio ghigno e mostra loro la lingua. All’inizio
Allen non vi trova
nulla di particolarmente strano – a
parte
il fatto che il Noah dev’essere davvero un po’
più matto degli altri - e
quasi non ci fa caso, perché il gemito di dolore di Lavi lo
costringe ad
aiutarlo ad appoggiarsi a terra.
Ma è quando Johnny emette
un verso di stupore e disgusto che
Allen alza lo sguardo, seppur riluttante, e vede.
Si ritrae d’istinto,
rabbrividendo per l’orrore che quella cosa
bitorzoluta e piena di occhi che
esce dalla bocca del Noah gli fa. Anche Kanda rimane un attimo
interdetto, e la
presa su Mugen trema piano, prima di tornare salda.
Il Noah ridacchia, ritraendo la
lingua, e Allen si chiede
stupidamente come, esattamente,
quell’ammasso poco definito riesca ad entrare senza problemi
nella bocca del
Noah.
Kanda lo attacca in un attimo,
fendendo l’aria con Mugen,
senza mai riuscire a raggiungere il Noah che ha iniziato a saltare
all’indietro
evitando i colpi dell’esorcista. Allen non ci pensa troppo,
lascia Lavi a
Johnny che, inginocchiato a terra, lo sostiene con le braccia tremanti, e corre a dar man forte a
Kanda.
Lavi fa fatica anche solo a
respirare, e si accartoccia su
sé stesso nel tentativo di contenere il dolore che sta
dilagando per il suo
corpo. Non è la prima volta che sta male in questo modo, e
Lavi detesta doversi
mostrare debole davanti agli altri – davanti
ad Allen.
- La.. Lavi? – balbetta
Johnny, terrorizzato, guardandolo
boccheggiare trafelato. Il rosso scuote la testa, udendo distrattamente
Allen
urlare qualcosa a Kanda. Johnny si è voltato verso di loro,
il viso teso, ma
Lavi non riesce, non ha la forza nemmeno di alzare lo sguardo dal punto
imprecisato del pavimento che sta guardando.
- La.. Lavi, dobbiamo tirarci
indietro. – gli sussurra
Jhonny, prendendolo per le braccia e cercando di trascinarlo un
po’ più lontano
dal combattimento. Lavi lo segue, ed una parte del suo cervello, quella
ancora
abbastanza lucida, gli ordina di non abbandonarsi sul terreno a peso
morto. Ma
l’altra parte, quella che il dolore sta molto lentamente
avvolgendo, non fa
altro che urlare, e contorcersi, e confonderlo, e Lavi comincia a non
distinguere più i contorni delle cose, a non capire
più dove inizia la realtà e
dove la sua mente che, dio, già
è
abbastanza incasinata di per sé.
Non sa quanto tempo passa, sente solo
l’eco del proprio
cuore affannato rimbombargli in testa, insieme alle grida di Allen e
Kanda, ai
colpi violenti e al respiro di Johnny. Ogni tanto gli sembra di poter
riemergere da quella pozza viscosa che è il dolore, ma
l’attimo dopo percepisce
qualcosa muoversi dentro di
sé e
ripiomba nella confusione.
Una risata lo fa
sobbalzare, e
voltare in direzione del combattimento.
Ci vuole un po’ prima che riesca a mettere
completamente a fuoco la
situazione, e forse
quel po’ è
meno lungo di quanto si sarebbe
aspettato.
Il Noah è inginocchiato in
mezzo alla sala, il volto rivolto
verso il soffitto contratto in un ghigno sadico. Allen lo tiene legato
con i
lacci di Crow Clown, e alcuni sono avvolti stretti intorno al collo del
nemico,
contro il quale è puntata Mugen.
Sia Allen che Kanda sembrano pieni di
ferite, e lividi, ma
quando si tratta di un combattimento nessuno dei due sembra mai farci
troppo
caso.
Kanda solleva Mugen, pronto a
tranciare via di netto la
testa al Noah, quando quest’ultimo volta completamente
indietro il volto fino a
guardare Allen in una posa decisamente innaturale. L’albino
rabbrividisce e
arriccia il volto in una smorfia di disgusto, osservando quel ghigno
capovolto.
- lo sai, Quattordicesimo?
-
chioccia, con la voce resa roca
dai lacci stretti attorno al suo collo. Allen si irrigidisce
impercettibilmente
e Kanda alza un sopracciglio, indeciso se lasciar finire il discorso al
Noah o
meno. – lo sai che se uccidi me, - si passa la lingua sulle
labbra – il virus
che ho piantato nel tuo amico rosso, là – fa un
cenno con la testa verso Lavi,
- lo distrugge dall’interno? –
Allen si volta di scatto verso Lavi,
notando improvvisamente
come i capelli rossi risaltino sul volto pallido dell’altro.
Il rosso fissa il
Noah, l’unico occhio sgranato un po’ per il dolore
che lo arrovella, un po’ per
lo stupore.
Poi il suo sguardo passa a Kanda, che
ha ancora la mano
sollevata e fissa il Noah con un misto di diffidenza e odio. Il Noah
schiocca
le labbra contento, sicuro di averla vinta.
Sente che Johnny trattiene il
respiro, stringendolo per le
spalle senza riuscire a staccare gli occhi dalla scena.
Ed è in quel momento che,
per la prima volta in tutta la sua
vita, Bookman Jr si ritrova ad avere ragione e sentimenti concordanti:
-
ammazzalo! – urla, stringendosi la gola che ha iniziato a
bruciare in un modo
insopportabile. – YU! Uccidilo, cazzo, uccidilo! –
E Kanda esegue, senza nemmeno
pensarci, e la testa del Noah rotola
sul pavimento. Il corpo – ed anche la testa staccata
– del Noah, comincia a
ribollire, come se sotto la pelle ci fosse qualcosa che spinge per
uscire, finché
quella cosa davvero non esce,
causando un’esplosione poco discreta.
Lavi comincia a tossire forte per il
fumo e la polvere.
- idiota! – ruggisce Allen,
sul punto di prendere a pugni
Kanda. – perché l’hai fatto? –
Kanda non risponde, lo guarda con la
solita aria truce che,
se possibile, irrita ancora di più Allen.
- senza il Noah non la troviamo, una
cura al virus! –
- è incredibile come tu ti
beva ogni singola parola degli
altri – ribatte astioso il giapponese.
- è vero, Yu –
interviene Lavi, passandosi una mano tra i
capelli con un sospiro pesante, come se sul suo petto gravasse un
incredibile
peso. – non credo esista una cura. – scrolla le
spalle con non curanza, alzando
lo sguardo al soffitto, come se non gli interessasse.
Johnny lo guarda stranito, gli occhi
sgranati e lucidi.
- e allora perchè?
–
sibila Allen, sull’orlo di un pianto frustrato.
Perché?
Perché, in un attimo di
assurda lucidità, ha capito che
sarebbe stato meglio morire e portare con sé
all’inferno anche un Noah.
Perché gli fa male tutto,
anche respirare, anche sbattere le
palpebre, e ha pensato che se davvero il virus l’avrebbe
ucciso almeno tutto
quel dolore sarebbe finito una volta per tutte.
Perché
quel
lurido bastardo meritava di morire per il semplice fatto di aver
chiamato Allen
Quattordicesimo.
Perché..
Non riesce a
formulare nemmeno un
altro pensiero che il virus comincia a muoversi, ad espandersi fino al
suo
cervello, facendolo quasi impazzire. Si morde le labbra per non urlare,
sentendo i muscoli del suo corpo iniziare a contrarsi di propria
iniziativa,
facendogli ancora più male – cosa che riteneva
piuttosto impossibile.
Cerca di continuare a
pensare
lucidamente, ma la cosa si rivela parecchio ardua, tanto che decide di
lanciare
un ultimo sguardo al viso di Allen. Se deve morire, almeno vuole morire
con la
sua immagine impressa nella retina.
Nda.
Lol, questo capitolo
già mi piace
di più, ma ho come la sensazione che manchi qualcosa di
fondamentale. Non so
che, ma ormai è fatta.
Deeetto
ciò, v’informo che
decidere come far combattere Allen e Kanda contro Fiddler è
stata dura. Nella mia
mente c’era solo l’immagine finale, ovvero Allen
con i lacci che strangola
Fiddler, Fiddler che ha la testa girata in modo molto innaturale verso
di lui e
Kanda che ha Mugen pronta a sferrare il colpo.
Così ho
optato per un: combattono
ma io non lo faccio vedere perché anche Lavi ha bisogno
della sua fantastica introspezione.
Yay.
In più,
non ho la più pallida
idea di come combatta Fiddler. Fosse stato Tyki, o Road, allora la
storia
sarebbe stata diversa. Ma Fiddler non l’ho mai visto in
azione, quiiindi, ho
deciso che era meglio non inventarmi niente. (e avete mai notato che i
suoi
capelli sono più castani che neri? Bah.)
All’inizio
Lavi doveva urlare “Ammazzzalo,
Allen!” ma poi ho considerato che è Kanda quello
con la spada in mano e puntata
alla gola del nemico. vabbè, diamo un po’ di
spazio anche al povero Yu-chan
*pat-patta*
E Johnny, porca
miseria! Non
faccio altro che dimenticarmelo. Johnny,
ti odio >___>
Beeene, il prossimo
è
quello conclusivo.
Speriamo di riuscire
a
scriverlo presto :3
Adieeeeu
:3
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Capitolo 3 *** 03. Il Cielo ***
03. il Cielo
Il corpo di Lavi continua a tremare,
in preda alle
convulsioni.
- sei un idiota Kanda! –
urla Allen, tirando un pugno al
giapponese. – l’hai ucciso! –
- Tch. ho solo fatto quello che
voleva lui. -
Kanda lo fissa astioso, tirandogli un
colpo di rimando, e i
due finiscono per fare a botte per l’ennesima volta. Ma
questa volta Allen fa
sul serio, quasi non si rende conto di quello che fa, vuole solo
picchiare
l’altro e fargli male, fargli tantissimo
male,
perché ha praticamente firmato la condanna a morte di Lavi,
e Lavi non deve
morire, non può, e se muore è
colpa di Kanda e Kanda deve pagar-
- Allen!
– Johnny lo chiama, riportandolo
improvvisamente alla realtà. Kanda è sotto di
lui, gli sta tenendo il collo con
una mano per allontanarlo da sé. Allen guarda il proprio
pugno sospeso per aria
come se non l’avesse mai visto e realizza che ha davvero
perso il controllo
senza bisogno che Neah bussasse ai margini della sua coscienza.
Si stacca di scatto, arretrando come
se l’altro gli avesse
tirato un altro pugno. La rabbia ancora scorre nelle vene, Allen
può quasi
sentirla ribollire furiosa, e si chiede se sarebbe stato in grado di
fermarsi
se Johnny non l’avesse chiamato. La risposta, per quanto
terribile, è no.
Stoperdendoilcontrollostoperdendoilcontrollosto—
È solo dopo, quando Kanda
si alza senza rivolgergli la
parola e senza staccare lo sguardo da qualcosa
alle sue spalle, che Allen si rende conto che Johnny non
l’ha chiamato per
fermare il combattimento. Si volta di scatto ed una smorfia di orrore
gli si
dipinge sul viso.
Lavi è completamente
immobile, sdraiato a terra.
- non respira. - Singhiozza Johnny
– non respira. –
Anche Allen smette di respirare,
rimanendo a fermo immobile
a guardare Kanda sbraitare insulti a tutto spiano. Poi ringhia qualcosa
a
Johnny, che s’affretta ad abbassarsi di nuovo su Lavi per
sentirne il respiro.
Scuote la testa, ma di colpo il rosso trema riprendendo a respirare
così piano
che se non vedesse il petto alzarsi ed abbassarsi nemmeno Kanda ci
crederebbe.
- è d—debole
– gracchia Johnny, tirando su con il naso
mentre misura il polso a Lavi. –
se non
facciamo qualcosa morirà –
È a quel punto che, sotto
gli occhi sgomenti di Johnny,
anche la pelle del
collo del rosso comincia
a ribollire, come se qualcosa premesse sotto la superficie.
L’Esorcista
comincia a tremare più forte, e la sua pelle torna quella di
sempre, ma lo
scienziato non può fare a meno di pensare che, presto,
quella cosa tornerà.
Allen fissa Lavi senza vederlo
realmente. Se Lavi muore è
tutto inutile. Se Lavi muore tanto vale lasciar spazio a Neah, nella
sua testa.
- e allora fa’ qualcosa,
cazzo! – sbraita Kanda, fulminando
Johnny, che in tutta risposta singhiozza scuotendo ancora la testa.
- è.. come se avesse
qualcosa qui – lo scienziato picchietta
all’altezza del petto del rosso, cercando di tirar fuori il
proprio lato
pratico e di evitare di fissare ansioso il collo dell’altro.
Non sa se anche
Kanda l’ha visto e non sa come risolvere il problema.
– che gli impedisce di
respirare-
Il virus, pensa
Allen, posando lo sguardo vacuo sul rosso che trema sempre
più forte, battendo
anche i denti. Poi si chiede, quasi distrattamente, se è
davvero da
considerarsi un virus. Non è che una parte di un Noah che si
è infiltrata
dentro Lavi, più o meno come Neah si è infiltrato
nella sua testa.
E,
se …
Allen
si porta la mano sinistra all’altezza del viso, guardandola
come se non
l’avesse mai vista.
-
spostatevi – dice con tono perentorio, attivando
l’Innocence, e il mantello che
volteggia alle sue spalle gli dà un’aria grave.
-
ch.. che vuoi fare? – domanda preoccupato e spaventato
Johnny, lanciando uno
sguardo strano alla spada stretta nella mano destra
dell’albino.
-
la
spada non può fare male agli umani – spiega Allen,
tentando di suonare
rassicurante – ma ai Noah sì. E quello che Lavi ha
dentro - arriccia il naso –
è più o meno la parte di un Noah. Forse.. riesco
a distruggerlo –
Kanda
si sposta subito, guardandolo con aria seria e truce allo stesso tempo.
Johnny si
trascina un poco lontano, senza smettere di osservare Lavi il cui
colorito
tende sempre di più al bianco cadaverico.
Colpire
Lavi – fargli del male in generale – è
sempre stato uno degli incubi peggiori
di Allen, soprattutto da quando il Maestro gli ha detto che, una volta
diventato Noah, avrebbe dovuto uccidere le persone che ama. Anche
adesso, che sa che ferirlo
è forse l’unico modo per
salvarlo, continua a nutrire timori probabilmente infondati.
Così,
per non guardare, per non vedere avverati i suoi incubi, Allen chiude
gli occhi
quando la propria spada s’infila nel petto di Lavi. – ma
non lo fa per estraniarsi, per evitare
di sentirsi colpevole. Sa quello che sta facendo, semplicemente non
vuole
vederlo.
All’inizio
non succede nulla e Allen, quando sente che il rosso ha smesso
improvvisamente di
tremare, spalanca gli occhi di scatto, riempiendoseli
dell’immagine di Lavi
steso a terra con la sua Innocence conficcata nel petto –
e rimpiange di averli aperti, perché sa che quel momento lo
perseguiterà
nei suoi incubi finché avrà vita.
Poi
il rosso si alza di scatto a sedere, il viso distorto in una strana
maschera di
dolore sordo, e Allen barcolla all’indietro colto di
sorpresa, estraendo Crow
Clown dal petto dell’altro.
La
pelle del rosso sembra sul punto di non riuscire più a
trattenere il virus, e
Allen per qualche istante teme di aver solo peggiorato le cose; poi,
Lavi si
china a vomitare.
C’è
una grande macchia scura e ribollente, ora, sul pavimento, che si sta
allargando sempre di più. Ma, nonostante ciò,
Lavi continua a rimettere,
tenendosi stretto lo stomaco mentre è scosso dai continui
colpi di tosse.
Poi,
così come è incominciato, tutto finisce. Lavi,
ancora piegato a metà e con i
capelli che gli coprono il viso pallido, si asciuga un rivolo di saliva
a lato
della bocca prima di tossire piano un altro paio di volte.
-
bleh – è
l’unico commento che fa,
convincendo sé stesso e gli altri di non essere
più sul punto di morire.
Scruta per qualche attimo la sostanza nera e
viscida che fino a qualche attimo prima era probabilmente nel suo
corpo.
-
bleh – ripete convinto, storcendo il naso. Si tira i capelli
indietro, piegando
le gambe ed appoggiandosi con i gomiti sulle ginocchia. –
però, stavolta c’è
davvero mancato un pelo.
Ruota
la testa, cercando di sgranchirsi il collo. A quel punto Kanda si alza
di
scatto in piedi, tirandogli un calcio in pieno stomaco.
-
Coniglio idiota! – ringhia furioso, digrignando i denti e
puntandogli Mugen
all’altezza del volto.
-
e
tu sei poco coerente, Yu-chan – gracchia contento Lavi, con
la voce un poco
arrochita, mentre si tiene la pancia più per abitudine che
per altro – prima
ammazzi il Noah, sapendo che mi avrebbe ucciso, e poi maltratti Johnny
per
salvarmi – sorride beota, davanti all’espressione
congelata di Kanda, e Allen
si fa sfuggire un risolino lieve di sollievo. Anche Johnny sorride,
asciugandosi il sudore dalla fronte con la manica della propria giacca.
Kanda
decide di fare la propria uscita di scena prima di
sentire altro, così si avvia verso l’uscita
borbottando maledizioni contro il
rosso a mezza voce. Johnny lo segue scoccando un’occhiata
strana ad Allen e
Lavi, ancora nella stanza.
-
ehi – dice il rosso, grattandosi una guancia con fare
pensieroso – grazie-
Allen
avvampa, senza alcun motivo, sentendo il proprio cuore
iniziare a battere furioso quando Lavi si volta a guardarlo, con la
stessa
intensità di sempre. Forse non ci è
più abituato.
-
sei un cretino – gli dice lapidario, per dissipare
l’imbarazzo, e Lavi ridacchia.
-
già – si gratta la nuca e Allen si alza,
porgendogli poi una mano per alzarsi.
-
sarà il caso di uscire, non credi? –
Lavi
afferra la mano con uno sorriso a trentadue denti, pensando che nemmeno
nei
propri sogni Allen è stato così bello come in
quel momento.
Allen
guarda il cielo nero e puntellato di stelle, appoggiato ad un grande
sasso
subito fuori dalla grotta. Hanno deciso di rimanere lì per
la notte, dopo aver
recuperato l’Innocence di Lavi in una stanza poco lontana ed
aver chiuso con un
masso il passaggio ai corridoi.
L’albino
rabbrividisce, stringendosi un po’ di più nella
coperta che si è portato dietro
e chiudendo gli occhi. Non può credere di aver ritrovato
Lavi.
Probabilmente questo è un sogno e adesso
mi
sveglierò.
Sfiora
con la mano un graffio che il Noah gli ha lasciato sulla fronte,
premendo forte
per sentire il dolore. Quando riapre gli occhi tutto sembra identico a
prima e
la mano ricade molle al suo fianco.
Allen
sospira.
-
ehi – Lavi striscia fuori dal passaggio e gli si siede
accanto con un sorriso
mesto e poco da lui – non riesci a dormire? –
-
avresti dovuto rimanere dentro – lo rimprovera Allen
porgendogli un lembo di
coperta senza riuscire a staccargli di dosso. Davvero, come
può non essere un
sogno?
Lavi
nota il suo sguardo ed amplia il sorriso in un ghigno, facendo
avvampare
l’albino.
-
e
rinunciare ad una romantica slinguazzata sotto le stelle? –
ridacchia il rosso,
guadagnandosi uno schiaffo sul braccio ed uno scandalizzato: - Lavi!
–
Il
più grande ridacchia, rannicchiandosi un po’
più vicino all’albino che
s’allontana indispettito.
-
eddai, Allen! –
-
sei un maniaco, ecco cosa sei! – ribatte il più
piccolo, scacciandolo con un
pugno che va a vuoto – nemmeno essere stato sul punto di
morire riesce ad
abbattere il pervertito che è in te, porca miseria!
–
Guardando
la sua espressione imbarazzata, Lavi si dice che nonostante sia
cresciuto
quello rimane sempre il suo Allen e trae un sospiro di sollievo
– perché fino a
quel momento non si era accorto di aver avuto paura di scoprire Allen troppo cambiato.
Dopo
un paio di minuti di lotta giocosa in cui Allen ringhia – ridendo – insulti e Lavi
miagola e fa le fusa tentando di
addossarsi sull’altro, il rosso riesce finalmente ad
afferrare Allen e ad
abbracciarlo, strusciando il mento sui suoi capelli.
-
aaaw, è che mi sei mancato, Allen-chan! ~ - chioccia,
stringendolo un po’ di
più e guardando con un misto di rimpianto e divertimento la
coperta lanciata
poco lontano.
-
sei un idiota – pigola Allen, abbracciandolo stretto ed
affondando il viso nel
suo petto.
-
mmh-mh – concorda Lavi, chiudendo l’occhio e
godendosi la sensazione di avere
Allen di nuovo tra le proprie braccia.
-
anche tu – mormora l’albino dopo un po’,
rigirandosi nell’abbraccio per
recuperare la coperta.
-
anche tu cosa? – fa
perplesso Lavi,
sciogliendo l’abbraccio e scivolando sdraiato accanto a lui,
le braccia
incrociate dietro la testa.
-
mi
sei mancato – replica Allen come se fosse ovvio, tirando su
con il naso e
stendendo la coperta su di loro, prima di accoccolarsi al suo fianco. Il rosso gli cinge le spalle
con un braccio,
attirandolo più vicino a sé.
Rimangono
così per qualche istante poi Lavi si stacca lievemente e
Allen alza il volto
per guardarlo. Lavi si china su di lui, lo bacia e gli sfiora la
schiena e Allen
si aggrappa alle sue spalle e smette finalmente di pensare, di sentire
quel
continuo rumore nella propria testa.
-
Allen.. – lo chiama piano Lavi, strusciando il naso sulla sua
guancia, prima di
baciarla lievemente. – Allen –
-
mmh? – mugugna l’altro in risposta, troppo preso
dal calore che Lavi emana per
accorgersi del tono lievemente preoccupato dell’altro.
-
tu
stai bene? -
Allen
s’irrigidisce di colpo alla domanda, alzando lo sguardo
spaurito.
-
come? –
-
stai bene? –
Lo
sguardo di Lavi è fin troppo serio, Allen vorrebbe solo
fingere che vada tutto
bene ed continuare con quello che hanno appena interrotto.
-
si
– risponde secco, cercando di avvicinarsi all’altro
per un bacio, ma Lavi si
scosta e lo guarda con un misto di preoccupazione e serietà
nello sguardo.
-
sicuro? Cos’è successo in questi quattro mesi?
–
-
troppo – ribatte l’albino con tono duro,
voltandogli le spalle e
rannicchiandosi su se stesso.
Sente
Lavi avvicinarsi, poi il suo respiro caldo sull’orecchio che
manda brividi lungo
la schiena.
-
Allen.. – mugola come sconfortato, ma l’albino si
ostina a dargli le spalle,
fissando con odio un albero poco lontano.
Lavi
lo guarda di profilo, socchiudendo gli occhi, e cercando di scacciare
la
preoccupazione che attanaglia il suo stomaco. Non ha bisogno di sapere
da Allen
cosa è successo: Johnny – con qualche breve e
seccato intervento di Kanda – gli
ha già raccontato tutto (ma, in qualsiasi caso, lo sarebbe
venuto a sapere
ugualmente: è o non è l’allievo di
Bookman?).
Si
gratta una guancia, affondando il naso nel collo dell’altro e
facendo aderire
la sua schiena al proprio petto.
-
per ora la pianto – gli sussurra in un orecchio, chiudendo
l’occhio. – ma non
credere di sfuggirmi ancora a lungo –
Allen
rabbrividisce alla leggera vena maliziosa che coglie nel tono
dell’altro, senza
riuscire ad impedirsi di sorridere lievemente quando lo sente
addormentarsi
dietro di sé.
Si
rigira piano nell’abbraccio, arrivando a sfiorare il suo naso
con il proprio,
chiudendo a sua volta gli occhi.
Sa
che Lavi lo assillerà finché non avrà
risposte – un po’ per il suo essere
Bookman, un po’ per la preoccupazione - , ma nemmeno Allen
è sicuro di averne.
Sospira,
tirando su con il naso piano, e, quasi senza accorgersene, si
addormenta.
NdA.
Porca
paletta che schifo.
Non
pensavo
avrei mai raggiunto certi livelli di schifosità ma a quanto
pare sbagliavo.
(l’ultima
frase è terribile, vi prego uccidetemi e consigliatemi una
fine migliore
cjhgfaH,GYDFI)
Occhei,
posso dire di aver concluso questa sottospecie di long con scarso
successo, ma
mi sento abbastanza realizzata solo per il fatto di essermi rimboccata
le
maniche e di averci almeno provato.
Ed
ecco
a voi l’incriminante frase di Phantom_Miria!
Ma scusa eh, dato che la meni amorevolmente
sempre che nessuno va a cercare Lavi, scrivi una shottina in cui Allen
lo trova
[aggiungere faccina poco identificabile qui]
Si,
lol. Testuali parole u.u
Prendete
questo capitolo come il regalo di Natale che nessuno vorrebbe
perché fatto male
*lancia coriandoli a forma di Babbo Natale.*
Bene,
andrò umh, credo a sdraiarmi sotto l’albero di
Natale per guardare le lucine
che si accendono e si spengono.
(e
giuratemi che, se
scriverò qualcosa di
più lungo di una One-Shot con il tempo presente, mi
ucciderete a sassate.
GIURATELO!)
Buon
Natale, Buon Ultimo dell’Anno, Buon Inizio Anno e Buona
Befana a tutti! (perché
non ho scritto buone feste? T^T)
_ L a l a
|
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