Ancora non sono decisa sul titolo

di Ardea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'uovo ***
Capitolo 2: *** Sorpresa ***



Capitolo 1
*** L'uovo ***


I boschi d'un verde intenso s'infittivano e si allargavano come se seguissero un ritmo, estendendosi per chilometri sotto il suo dolce sguardo.Il Mantek,con i suoi affluenti,scorreva lentamente penetrando nel folto del Nylos ,il più folto e grande bosco di Velnea.L'unica cosa che mancava perchè la scena le mozzasse il fiato in gola,era il silenzio.Le api ronzavano ovunque,gli uccelli cinguettavano e il rumore delle correnti acquatiche riempiva l'aria.Un sorriso le si dipinse sul viso.Non era la prima volta che si trovava lì.Da piccola il padre l'aveva spesso accompagnata lassù.Le diceva:"- Tu fai parte di questo mondo e quando sarai davvero grande troverai il posto che fa per te."Già,era quello il suo scopo.Da quando era piccola fantasticava su come avrebbe trovato il luogo in cui vivere con serenità,a contatto con ciò che amava e che faceva parte di lei.Restò ad osservare il paesaggio per molto tempo,poi cominciò a camminare.Si ritrovò presto in una piccola radura circondata da alberi e cespugli e senti di essere al sicuro: s'era fermata là molte volte con la sua famiglia,quando piccoli conflitti fra vicini rischiavano di trasformarsi in vere e proprie faide pericolose per il villaggio intero.Amava quel posto , era come una seconda casa.Prese dalle bisacce il cibo e l'acqua e dopo un pasto a base di pane e formaggio s'appoggiò al tronco di un albero e si addormentò. Riposò tutto il giorno e la mattina seguente decise di cercare il Mantek:dopo un viaggio come quello che aveva affrontato un bel bagno ci voleva proprio. S'incamminò fra le felci,gli alberi i cespugli guidata dal mormorio incessante del fiume.All'improvviso tutto si fece più scuro e si trovò davanti un groviglio di rovi e ad un insolito bagliore azzurro.Spinta dalla curiosità e dallo spirito d'avventura che fin da quando era piccola faceva parte di lei,cominciò ad attraversare i cespugli irti di spine per scoprire la fonte della luce.Le spine le graffiarono le gambe e le braccia che usava per scostare i rovi cercando di aprirsi un varco.Dopo qualche minuto di fatica si trovò in uno spiazzo libero dalle piante.Era una zona illuminata dalla stessa luce che l'aveva attratta poko prima e davanti a lei c'era un uovo.Un uovo d'argento.Era lui a sprigionare quell'insolita luce.Si chinò a osservarlo ma l'intensità del bagliore diventava sempre più forte,tanto da accecarla.Una crepa.Uno scricchiolio,un'altra crepa.Un musino viola,due grandi occhi verdi,un paio di piccole orecchiette.Poi quattro piccole zampette bianche che terminavano con dei piccolissimi artigli e una cosa anch'essa piccola e viola.Davanti a lei si era schiuso l'uovo di un grifone.Prese l'uovo e la creatura e li portò con sè. Non sapeva cosa ne avrebbe fatto,ma aveva uno sguardo troppo carino per lasciarlo lì,abbandonato alla natura senza nessuno ad accudirlo.L'avrebbe tenuto con sè e l'avrebbe addestrato,sarebbero andati insieme in città e avrebbe volato su tutta Velnea.Non importava come avrebbero imparato a volare e a rispettarsi,ce l'avrebbero fatta. Avrebbe dovuto dargli un nome degno della sua razza.Sapeva che i grifoni avevano nomi con un significato molto profondo,nomi derivanti dalla lingua degli Eroi.Scelse le parole che più le sembrarono adatte: Vita (A),Sincerità (S),Fiducia (N), Forza (E) e Intelligenza (L), e ne scrisse le iniziali sul terreno.Il nome che le uscì le piacque molto e diventò il nome del grifone :Asnel Quel cucciolo aveva bisogno di mangiare. Preparò una doppia porzione di funghi arrostiti con del finocchietto selvatico e arance*:una la consumò lei l'altra la diede al cucciolo. Esso l'annusò e con una zampa spostò la pietra su cui poggiava il cibo**. Slaiza gli si avvicinò e cercò di farlo mangiare con dolcezza ma non ci riuscì.Decise di provare con la carne.Era ancora un cucciolo,sarebbe bastato un piccolo uccello.Aveva con sè un pugnale.Non viaggiava mai senza un'arma.Nel caso di qualche aggressione,o qualsiasi situazioni particolare sarebbe stata in grado di difendersi.Sganciò il pugnale dalla cintura e con il grifoncino al seguito andò in cerca di qualche piccolo animale.Camminò per un po' con tutti i sensi all'erta.Sentì un grugnito,poi un rumore di zoccoli e infine lo vide tra gli alberi .Era un Pristoco,una creatura molto simile a una pecora,ma di dimensioni assai ridotte.Aveva il manto bianco ,morbido.Le zampe erano totalmente nere come la coda e il muso .Gli zoccoli erano grigi.Aveva dei piccoli dentini ,le orecchie lunghe che fungevano da contorno al musino, gli occhi piccoli.Prese la mira.Cominciò a correre,spiccò un salto e lanciò l'arma.Il pugnale si conficcò nella preda che morì in poki secondi,rantolando. La sollevò e la portò nella radura.La scuoiò e la divise in piccole parti.Prese un pezzo di carne e lo lanciò al grifone.Asnel lo prese al volo,con un balzo.Lo masticò qualche secondo e infine lo inghiottì.Così fece per altri due pezzi.Slaiza prese gli altri e le pose nella bisaccia, avvolti dalle foglie.Bevverò un po' d'acqua.Asnel vide le foglie di un albero dondolare al passaggio della brezza mite.Alzò il becco verso l'alto per osservare i rami e le foglie,li annusò e starnutì,cadendo a terra.Fecero una lunga passeggiata,cenarono e si coricarono alle radici di un ciliegio a guardare le stelle. Asnel si accoccolò sul suo petto e si addormentarono.Era felice. Si,era felice.Aveva tutto quello che aveva sempre desiderato.Era in un posto dove si poteva vivere una vita tranquilla.Avrebbe potuto costruire una casa,sarebbe potuta rimanere lì perchè d'altronde stava bene.Se sarebbe riuscita a edificare una casa, avrebbe potuto tentare con una scuderia.Era un luogo dove si poteva trovare tutto : il cibo,l'acqua,riparo dal vento.Qualunque cosa.Ma non sarebbe rimasta lì.Si sentiva bene, a suo agio,ma sentiva che il suo posto era un altro.Si svegliò,svegliò Asnel e cominciarono a camminare per raggiungere il fiume.Come al solito si lavarono e bevvero.Poi mangiarono e s'inoltrarono nel bosco per stare un po' riparati dalle ombre delle querce.Trovarono delle ghiande e delle noci che Slaiza diede agli scoiattoli che vedeva fra i rami degli alberi.La sera,mentre Asnel dormiva, Slaiza si mise a riflettere: non potevano restare lì per molto tempo.Il grifone stava crescendo,doveva imparare a volare perciò necessitava di più spazio.Anche di più cibo.Lei di un'arma nuova.Il pugnale si stava rovinando e affilarlo con le pietre non aiutava affatto.Necessitava dei giusti unguenti e delle giuste pezze.Aveva anche bisogno di una spada. D'un tratto si sorprese a pensare,senza nemmeno accorgersene , alla situazione di Velnea.Quando due anni prima aveva deciso di intraprendere questo viaggio,Velnea era teatro di grandi battaglie.I Nani,gli Elfi,le Silmeanidi e gli Uomini lottavano per dominare l'intero Mondo.Erano tutti avidi di potere.Ciascun popolo voleva sovrestare gli altri ,voleva far notare quanto fosse potente e quanta furbizia e astuzia lo caratterizzava sul campo di battaglia..Sapeva cosa sarebbe successo se qualunque dei popoli in guerra avrebbe raggiunto il suo scopo: avrebbe mal amministrato la giustizia e avrebbe emanato leggi a discapito di un popolo scelto a caso fra i suoi sottomessi. Apensarci bene aveva sempre pensato che il suo posto fosse nella politica.Le era sempre piaciuta l'idea di governare su un territorio.Poi però le raccontarono dell'Antica Guerra della Libertà che le fece cambiare idea.I governanti si erano scagliati l'uno contro l'altro,la gente covava rancore nei confronti del suo vicino di casa.Le strade sembravano percorse solo dal vento e dalla tristezza.La gente barricata in casa,assi di legno sbarravano le finestre.Un velo di pietosa disperazione aleggiava su tutto,estendendosi ogni giorno di più.Al solo pensarci rabbrividì. Una cosa che aveva sempre sognato era poter vivere nel Palazzo Reale, era lì infatti, che alloggiavano i Sovrani. Il Palazzo Reale si trovava nella capitale del Regno,Ervora.Aveva tantissime sale.Era diviso in sei piani diversi.Il piano più basso era dedicato ai mezzi di trasporto. Era un piano grande, vasto e non veniva mai frequentato dai Sovrani.C'erano tre stanze.Una stanza enorme dove c'erano le carrozze e due sale più piccole : in una c'erano pezze e prodotti per la pulizia dei mezzi;l'altra conteneva tutto ciò che serviva per il restauro delle carrozze.Al primo piano c'erano le cucine,dove i cuochi cucinavano cibi d'ogni tipo,do'ogni cultura e tradizione,Erano delle cucine interamente in legno,alte fino al soffitto,C'erano anche molte dispense piene zeppe di scorte per qualunque evenienza.Il terzo piano era occupato da un soggiorno enorme.C'era solo una stanza divisa dell'altra :il bagno.Tutto il resto del piano dava un'aria maestosa al complesso dell'edificio.C'erano tantissime poltrone e divani,una parete tutta in vetro con la vista sulla città di Ervora C'erano un sacco di vetrinette contenenti oggetti in oro,vetro,cristallo e argento.Infine c'erano un tavolo lunghissimo con molte sedie.Il pavimento della sala era di pietra levigata,le pareti e il soffitto erano piastrellati. Il quinto piano era dedicato alle camere da letto dei Sovrani, ed era il più lussuoso.Ogni Sovrano aveva una sala con un'enorme letto matrimoniale pieno zeppo di cuscini,aveva degli scaffali pieni di libri diversi,due poltrone,un divano e un tavolinetto di legno con un grande rettangolo al centro di vetro soffiato.E un grande bagno in marmo.Ognuno aveva una grande pietra di colori,sfumature e materiali differenti.Ogni popolo aveva la sua.E lei come tutti quelli del suo popolo,aveva la sua pietra.Era un cristallo di rocca.Il colore cambia da individuo a individuo.La sua era viola.Osservata alla luce si vedevano al suo interno tante piccole cellette viola.L'ultimo piano era dedicato alle armi.C'erano tante sale quanti tipi d'armi.Pugnali,balestre,spade e archi d'ogni materiale,dimensione,tipologia.Le più importanti venivano curate ogni giorno e sull'elsa delle spade e dei pugnali era incastonata una pietra: la seconda pietra dei Sovrani. Asnel dormiva indisturbato,accanto a lei tutto era avvolto dal buio.Si distese appoggiata alla zampa del grifone e cadde in un sonno tranquillo.La mattina seguente,appena sveglia,capì che le cose intorno a loro stavano cambiando.L'aria era secca eppure erano in settembre.Avrebbe preso qualche provvista e poi,nel pomeriggio,sarebbero partiti.Andò al fiume e fece riserve d'acqua.Asnel tornò dalla caccia.Sistemò le provviste,mangiò e salì in groppa all'animale.Si aggrappò con le mani alle piume del collo e con i piedi alle zampe anteriori.Strinse le ginocchia.Non aveva esperienze di volo.Aveva paura.Convinse Asnel a partire.Si disse che ce l'avrebbero fatta.Si alzarono in volo e un capogiro la colse imprerata.Asnel non sapeva tutto del volo ma era capace di portarla a destinazione,sul Sisil.Si sentiva come sospesa a mezz'aria.L'unico rumore che sentiva era il battito ritmico delle ali di Asnel.Il vento le gelava il viso.Si stavano avvicinando.Ancora poco e sarebbero arrivati.Erano in viaggio da tre ore.La radura si trovava sul versante est della montagna e loro avrebbero dovuto solo salire,ai pressi della cima.Lì nessuno li avrebbe disturbati.Il Sisil era uno dei monti più elevati di Velnea.Le persone,però,avevano sempre temuto di scalare quella vetta perchè si raccontava che all'Alba dei Tempi,in una grotta vicino la cima,si fossero riuniti per la prima volta i Grandi Eroi,coloro che dall'alto monte bonificarono l'Antica Velnea dalle creature impure,indegne di stare in un mondo tanto ricco e prosperoso.In quella grotta trovarono le loro Pietre: la Pietra della Sapienza,quella della Bontà,della Luce e quella della Gioia.La Pietra della Sapienza era interamente dorata perchè,secondo i filosofi del tempo,la Sapienza era la virtù più bella e invidiabile che una creatura potesse avere ,la Pietra della Bontà era bianca,un'altra credenza del tempo,infatti,considerava puri coloro che erano buoni,credendo che la loro anima fosse bianca.La Pietra della Gioia era rosa perchè il rosa era un colore utilizzato nei momenti di gioia come le cerimonie.Infine c'era la Pietra della Luce,la preferita di Slaiza.Era d'un blu limpido.Chi portava dentro di sè la Luce doveva essere limpida,pura e sincera,per illuminare il cammino di chi la circondava ed indirizzare le genti sulla giusta Via. I quatro Eroi erano un esempio delle quattro razze.C'era un Elfo,il Sapiente,una Silmeanide che rappresentava la Luce,un Uomo che rappresentava la Gioia e un Nano come segno di Bontà.Tutte le pietre dei Poteri che vennero dopo erano come sottospecie delle Quattro Fondamentali.Quella di Slaiza ,però, era diversa.Era viola e non rappresentava uno solo dei poteri,bensì una parte di ciascuno.C'era la limpidezza della Luce ,un accenno del rosa gioioso s'intravedeva controluce.Quando ill sole si poggiava su quella pietra,si sprigionavano riflessi dorati sul terreno.A contatto con la luna,i riflessi erano bianchi. Arrivata sulla vetta,cercava una grotta dove Asnel entrasse e stesse comodo.Passò un'ora prima di trovarne una capiente.Entrò,Asnel che le trotterellava dietro.Ormai era scesa la sera fuori dalla caverna.Camminarono qualche minuto poi si sedettero e accesero un debole fuoco. <<-Cosa hai intenzione di fare?>>. Fine capitolo.Scusate eventuali errori,sono di pura distrazione. Un bacio,aspetto le vostre recensioni :)

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Capitolo 2
*** Sorpresa ***


Una voce la fece trasalire.Si guardò attorno.Una figura nera si stagliò accanto l'ingresso della grotta.Un rumore di passi: si stava avvicinando.Erano passi sicuri,di chi conosce bene la terra su cui cammina.La figura s'avvicinò sempre più,fino ad essere a un passo da lei.Non si proiettava alcuna ombra sulle pareti della grotta,eppure l'individuo possedeva un corpo.Parlò nuovamente:«Cosa hai intenzione di fare?».La voce era tonante,sicura. Era un uomo: aveva le spalle larghe ed era molto più alto di lei.Tratto un profondo respiro,Slaiza rispose:«Il mio intento è ripararmi dalle intemperie e trovare un luogo sicuro, i soldati stanno scalando il Karahs» .L'eco della sua voce rimbombò all'interno della grotta.Seguirono pochi minuti di silenzio,poi la voce dell'uomo le riempì nuovamente le orecchie:
«Nessuno,a eccezione dei Sommi Eroi,ha mai attraversato la soglia di questo luogo sacro,e adesso,una mezza cartuccia come te ha osato entrare.Ti ritieni degna?» .Scandì bene le parole perchè penetrassero nell'animo della ragazza e la spaventassero,ma lei non si fece intimorire,e disse:
«Non mi ritengo neanche lontanamente degna di sostare in un luogo tanto sacro ,non lo farei se non fosse strettamente necessario».
L'uomo tacque per una frazione di secondo,poi disse:
«Ti pongo una domanda,se non rispondi come mi aspetto ti sbatto fuori» .Il tono era terribilmente rigido.Slaiza ribattè:
« Ce l'hai davvero il potere e il diritto di farlo?» .L'uomo,irritato, rispose
«Insolente,come osi!!!Io sono Mernes,il Protettore della Roccia!Parte del Mondo in cui vivi ha avuto origine da me!!Ho il diritto di esercitare la mia furia su chiunque!».
Slaiza non seppe subito cosa rispondere ma dopo qualche minuto disse:
  
«  Poni la domanda,Mernes ».
Il Protettore,ghignando,chiese:
«Qual è secondo te la differenza fra coraggio e idiozia?».Ella rispose:
«Il coraggio è ciò che ci porta a compiere anche la più piccola e insignificante delle azioni con l'onore nel cuore.L'idiozia è ciò che ci spinge a farci avanti per finire uccisi da qualcosa che non conosciamo».
Il ghigno scomparve dal viso di Mernes,lasciando il posto ad un sorriso:
« Hai una grande capacità: guardare negli occhi la realtà.Ricorda: un Protettore sa sempre chi ha davanti e ne riconosce subito pregi e difetti.»

Rimasero lì dentro tutta la notte..
Si scegliarono all'alba.Uscirono dalla grotta dove il sole spiccava appena dietro il profilo delle montagne.Rumore di passi.Slaiza si girò,trovandosi faccia a faccia con Mernes:
« Ci riincontreremo»
Poche parole,piene di significati.Slaiza lo guardò,perplessa.
«Arrivederci,allora»S'accovacciò sul dorso di Asnel e partirono.
Slaiza la notte prima non riuscendo a prendere sonno,aveva infatti deciso che sarebbero partiti l'indomani per andare in città.

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Buio.Nient'altro che buio attorno a lui.Un'oscurità così densa da ferire gli occhi.Tastò il terreno alla ricerca di qualcosa cui appigliarsi ma le sue mani affondarono fino al polso nel fango.Fece appello a tutte le sue forze e riuscì a tirarsi su,i piedi nel fango. Un capogiro lo colse impreparato e rischiò di ricadere a terra.Rimase fermo qualche attimo,scandagliando la mente in cerca di qualche ricordo.Come era arrivato lì??E sopratutto,dove si trovava?
Era stato mandato lì per una missione.Doveva trovarla.La cercava da anni,orma,aveva setacciato ogni universo,ma era sempre tornato dal padrone a mani vuote.Ma questa volta sarebbe andata diversamente.L'avrebbe trovata,d'altronde se non era lì,dove poteva trovarsi?Ma doveva catturarla prima che lei venisse a conoscenza della Profezia,altrimenti si sarebbe nascosta e rintracciarla sarebbe stato ancora più difficile.
L'avrebbe cercata in ogni anfratto,avrebbe affrontato ogni avversità ma l'avrebbe catturata e portata al castello.
E finalmente avrebbe ricevuto la sua meritata ricompensa..
Il suo padrone era severo ma caritatevole.Era come un padre per lui.Più volte l'aveva servito senza discussioni,aveva portato a termine molte missioni,fin da quando aveva sei anni.Ma compiuti i dieci anni,il padron lo confinò nella sua dimora e non lo fece uscire neanche per prendere una boccata d'aria.Lui obbediva senza discutere,pur chiedendosi cosa passava per la testa del suo mentore.Ma dopo qualche anno,la sua salute era diventata cagionevole,respirava aria viziata ed era molto pallido.Non ce la faceva più.COsì un giorno decise di scappare e con molta difficoltà ce la fece.Passò circa dieci anni in un continuo viaggiare,un continuo peregrinare.Conosceva i moti degli universi a memoria,ne conosceva ogni meandro.Ma un giorno un intero battaglione di soldati lo catturò e lo portò al castello.
Il padrone lo punì,lasciandolo a digiuno per un mese.Il suo corpo era prosciugato d'ogni tipo di energia,era nuovamente pallido e s'ammalò.Allora i servi,sotto ordine del padrone lo assistettero,lo curarono e lo sfamarono fino a farlo tornare in salute.
Un giorno il suo mentore lo convocò in sala riunioni con tutti i suoi più fidati consiglieri.Gli avrebbero affidato un'altra missione,Questa volta sarebbe stata molto più importante,ma anche più complicata ,sotto il punto di vista dei consiglieri.Lui non la pensava così : quanto poteva essere difficile trovare una ragazza e portarla al castello??
Ma i consiglieri avevano ragione.
La stessa notte della riunione un'ondata di pensieri lo travolse :non si fidano di me ?Per questo un battaglione di soldati dovrà accompagnarmi?Non credono nelle mie capacità?Avrebbe accettato la missione,avrebbe fatto qualunque cosa in suo potere pur di non subire un altro mese di digiuno.E così fece: partì e viaggiò per mari e monti,prima di ritrovarsi immerso nel fango come un maiale.In cambio della ragazza,aveva chiesto una ricompensa:era stanco di essere trattato come un servo,visto che non lo era.Non lo era affatto!Per questo voleva essere un trattamento degno di sè.Voleva un castello,di cui essere uil signore,voleva dei servi da comandare.Voleva dimostrare la sua determinazione e mostrare al mondo intero la sua potenza..E se per ricevere tutto questo doveva trovare la stupida ragazza protagonista di un altrettanto stupida profezia,nulla in confronto a sè,allora l'avrebbe catturata e l'avrebbe consegnata come prigioniera al castello.

Si reggeva in piedi,anche se stanco,dolorante ,con i vestiti zuppi di fango;grazie ad un appiglio,una roccia di cui percepiva il freddo sotto la sua mano.Alzò la stesa verso l'alto : le stelle ricambiarono il suo sguardo.Il cielo era limpido e nero come la pece.
Tutta l'oscurità notturna,al contrario della luce,gli faceva percepire l'infinita vastità del cielo e dell'esistenza delle stelle.Troppo stanco per riuscire a camminare cercò tutt'intorno a sè qualcosa a cui appoggiarsi.Scoprì che alla sua sinistra c'era una sorta di muretto,e ci si sedette sopra."Da dove comincerò?-SI chiese.Come poteva sperare di andare da qualche parte se non sapeva dove si trovava?Decise di aspettare la mattina seguente per osservareil paesaggio alla luce del giorno e ,magari,riconoscerlo.
____
Erano in volo da qualche ora,ma sotto di loro non si scorgevano i profili dei palazzi che Slaiza aveva notato nel loro primo volo.Il cielo si faceva sempre più grigio e nuvole s'addensavano intorno a loro,come se volessero sopraffarli da un momento all'altro.
Un tuono risuonò nell'aria e dei brividi percorsero la schiena di Slaiza,in tutta la sua lunghezza.Subito dopo un fulmine squarciò il cielo,passando tanto vicino da sfiorarli.Asnel non poteva continuare a volare,affrontare quelle intemperie sarebbe stata una pazzia!Appena intravide il profilo di una montagna ,poi quello di più colline cercò di atterrare il più dolcemente possibile ma d'un tratto dal cielo 5 grossi oranos piombarono su di loro.I loro becchi acuminati color rosso sangue penetravano nella loro carne provocando ferite profonde che sprigionavano un dolore atroce.Slaiza sentì le loro zampe sulle braccia,i loro artigli stringere sempre più sulla sua morbida pelle.Il dolore era l'unica sensazione che provava ma non erano solo le ferite a provocarlo.Asnel soffriva: gli oranos lo beccavano ai fianchi,sotto le scintillanti piume blu ormai macchiate di sangue.Li tormentavano aggredendoli sugli arti e il dorso.Una ferita sul collo di Slaiza fu la goccia che fece traboccare il vaso.La vista gli si offuscò,il corpo martoriato smise di rispondergli e lei non poteva bloccare il sangue fuoriuscente dalle ferite,ne bloccare il flusso del veleno che si propagava dai becchi di quelle orrende creature.Le ultime cose che vide furono un fruscio di piume gialle e dei becchi rossi intenti a ferirla.L'ultimo pensiero che si formulò nella sua mente fu :No,Asnel no!Fate del male a me ma non a lui!-Le ultime cose che sentì furono i gemiti del grifone e la loro caduta al suolo,svenuti,avvelenati.

Forse c'è qualche ripetizione perciò scusate...e scusate anche se troverete alcuni errori di grammatica...

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