Resa...? Solo alla morte!

di ChiaraLuna21
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fantasmi ***
Capitolo 2: *** Tracce fresche ***
Capitolo 3: *** Tra sogno e realtà! ***
Capitolo 4: *** ''Non merita di vivere!'' ***
Capitolo 5: *** Una fine è solo un nuovo inizio! ***



Capitolo 1
*** Fantasmi ***


Fantasmi

There's no time for us!
(Non c’è tempo per noi!)
There's no place for us!
(Non c’è spazio per noi!)
What is this thing that builds our dreams,
(cos’è che costruisce nostri sogni,)
yet slips away from us…
(eppure adesso scorre via…)

 
Semir continuava ad alzare lo sguardo in modo compulsivo verso l’orologio, senza trovare pace.
Tom sospirò. «Semir, se devi andare, vai! Finisco io con le scartoffie!»
«Sei… sei sicuro? Cioè… non voglio lasciarti solo con questo mucchio di carte…»
«Vai, davvero!»
Semir sorrise. «Grazie!» disse prendendo la giacca al volo e catapultandosi fuori dal commissariato.
Tom sospirò ancora. Il telefono squillò.
«Polizia autostradale di Colonia! Sono Tom Kranich! In cosa posso esserle utile?»
«Tom, sono Andrea! C’è Semir?»
L’uomo si stropicciò gli occhi con la mano libera. «Mi dispiace, ma è appena uscito…»
«Ah… è andato in ospedale, vero?!» chiese come se la risposta non fosse ovvia.
Erano sei mesi che scoccate le sette Semir lasciava tutto e andava in ospedale! E tornava a notte fonda… quando tornava!
Tom cercava di farlo uscire un po’ prima quando poteva, sperando evitasse una rissa con l’infermiera che non voleva farlo entrare, per l’ora “tarda”, o augurandosi che tornasse un po’ prima da Andrea ed Aida.
«Verrà presto, stai tranquilla!»
«Sì… va bene… ciao Tom!»
«Ciao Andrea!» e chiuse la conversazione ributtandosi a capofitto nel rapporto che stava finendo.
I sei mesi dopo il rapimento di Ben non erano stati per niente facili. Semir era diventato il fantasma di se stesso! Ogni giorno andava dal ragazzo, sperando in una notizia buona, che però non arrivava mai…
Anche Ben era diventato uno spettro… respirava solo perché il suo corpo glielo imponeva… mangiava solo perché lo obbligavano i medici…
Il commissariato era diventato una specie di cimitero dopo l’ora di chiusura: tutte le anime vagavano per gli uffici, senza nemmeno pensarsi… senza guardarsi!
Era una cosa inevitabile: quando muore un amico… un collega, ci rimani male, ti senti in colpa perché non sei riuscito a difenderlo… a proteggerlo! Ma prima o poi ti accorgi di dover andare avanti con la tua vita… ti accorgi che il mondo continua…
Ma quando è vivo e sta male… quando continui a vedere un briciolo di vita,… di speranza nei suoi occhi… quando sai che prima o poi potrebbe stare meglio, ti senti in dovere di non abbandonarlo, di essere partecipe al suo dolore… di renderlo tuo!
Era questo che era successo a tutto il commissariato, Tom compreso!
Ma Semir l’aveva presa peggio di tutti! Nessuno sapeva bene perché… forse per quella chiamata di Koch subito dopo il ricovero… o forse perché Ben aveva cercato in lui la forza che non aveva, e Semir ora ne era rimasto sprovvisto… o semplicemente perché di punto in bianco aveva iniziato a non vederselo più saltellare intorno…
Tom aveva deciso di lasciare la scrivania vuota! Non aveva messo niente di suo, perché anche lui sperava che Ben tornasse presto…
L’uomo alzò lo sguardo e  lanciò un’occhiata fuori: pioveva…
 
Semir entrò nella stanza di Ben bagnato fradicio.
Il ragazzo, seduto sulla sedia a rotelle,  provò a sorridergli. «Ehi, collega! Come è andata oggi?» disse debolmente.
«Eh… più o meno… tu come stai?»
Ben fece spallucce. «Come ieri, l’altro ieri ed il giorno prima ancora…»
Semir abbassò lo sguardo. «… mi dispiace…»
L’altro scosse la testa. «Per quanto ancora te ne darai la colpa?»
«In eterno, se ce ne fosse bisogno!»
Ben sospirò. Ormai rifacevano quel discorso tutti i giorni, e finiva sempre allo stesso identico modo…
Semir si sedette sul letto.
Per un po’ rimasero in silenzio… come se quel vuoto potesse valere più di mille parole…
Ben lanciò un’occhiata fuori. Le gocce d’acqua battevano sul vetro, impedendo al suo sguardo di arrivare fuori.
«Com’è la pioggia?» chiese infine, con una punta di amarezza nella voce.
«In che senso?»
Il ragazzo sorrise tristemente. «Nel senso che voglio sapere come è camminarci dentro! Insomma… se piove tanto da farti entrare l’acqua dal collo delle scarpe… se quando muovi i piedi ti sembra di camminare sull’acqua… se ti senti su una nuvola…» gli occhi gli si riempirono di lacrime e Semir lo strinse forte a sé.
I ragazzo poggiò la testa sul petto dell’amico. «Sai… mi manca anche questo a volte…» disse tra i singhiozzi.
Non voleva farlo sentire in colpa! Non aveva mai voluto farlo, ma quello era davvero ciò che pensava: era cambiato tutto… era stato privato di se stesso…
Semir sospirò forte, stringendolo di più. «Mi dispiace…» mormorò di nuovo. «Mi dispiace davvero…»
 
 
Ciao a tutti!!
Allora… dopo lo “splendido” finale di “Vendetta personale” dovevo assolutamente fare un seguito!!
Quindi, come promesso, eccolo qui!
Allora… i personaggi di cui parlo non appartengono a me, ma a chi di diritto, come il programma “Squadra Speciale Cobra 11”!
Diciamo che qui mi appartiene solo l’idea e Koch (già… qualcuno se lo ricorda?? È ancora a piede libero… xD)! xD
Scherzi a parte, parliamo di cose serie!! Il brano a inizio capitolo è l’inizio della canzone “Who wants to live forever” dei Queen. Ho pensato di metterne un pezzo in ogni capitolo(avevo detto che sarebbe tornata! xD).
Poi, mi volevo soffermare solo un attimo sul titolo della storia, anche se, tecnicamente, ho già detto tutto: solo quando una persona muore ci si arrende, e quindi tutta la squadra non vuole lasciare Ben!
Volevo rassicurare chi teme di dover aspettare altri venti capitoli per sapere qualcosa. Questa storia dovrebbe avere solo cinque capitoli(sì, lo so: sono sproporzionate! Ma che ci posso fare?? Non ce la faccio più a vedere Ben che sta male! xD)!
Grazie a tutti quelli che leggeranno e che recensiranno!! Prometto di aggiornare il prima possibile!
Ciao!
Chiara ^-^

 

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Capitolo 2
*** Tracce fresche ***


 Tracce fresche  

Who wants to live forever?
(Chi vuole vivere per sempre?)
Who wants to live forever . . . . . ?
(Chi vuole vivere per sempre. . . . .?)
Oh ooo oh
(Oh ooo oh)
There's no chance for us

(Non c’è scelta per noi)
It's all decided for us

(É tutto già deciso per noi)
This world has only one sweet moment set aside for us

(Questo mondo ha un solo dolce momento messo da parte per noi)

 
Tom dormiva beatamente in mezzo a quelle scartoffie, con ancora la penna stretta nella mano.
Si era fatto giorno, e non se ne era neanche accorto.
«Tom!» urlò Susanne entrando nell’ufficio.
L’uomo si sveglio di colpo, sollevandosi rapidamente e facendo volare un miliardo di fogli ovunque.
«Chi?! Cosa?! Che… eh?» balbettò guardandosi attorno preoccupato.
Quando vide la segretaria si tranquillizzò e iniziò a strofinarsi gli occhi, assonnato. «Susanne! È già mattina? Che succede??»
La donna fece un largo sorriso, di quelli come non se ne vedevano più da tempo al comando. Alzò una mano e mostrò un mucchio di fogli a Tom. «Sai cosa sono questi?»
«No! Cosa sono?»
«Sono tutti i numeri di cellulare che ha avuto Koch! E indovina cosa ho trovato…»
 
Semir si era addormentato su una sedia in camera di Ben, come ormai succedeva almeno quattro volte ogni settimana.
Erano le sei quando il suo telefono squillò facendolo sobbalzare insieme a Ben.
Un’infermiera si affacciò e iniziò a fare storie, visto che era presto e che i pazienti avevano bisogno di riposo.
Ben provò a scusarsi, mentre Semir rispose al cellulare.
«Gerkhan!»
«L’abbiamo trovato!»urlò la voce di Tom dall’altra parte della cornetta.
«‘L’abbiamo trovato!’? Chi abbiamo trovato?» chiese Semir cercando di connettere il cervello, che ancora si rifiutava di svegliarsi del tutto.
«Koch, Semir! Abbiamo trovato il segnale del suo cellulare!»
«Cosa?!» disse l’altro, incredulo.
«Stiamo andando a prenderlo! Se sei qui tra dieci minuti ti faccio guidare la macchina e ti lascio l’onore di mettergli le manette!»
«Dammene cinque! E preparami il giubbotto antiproiettile!» concluse soddisfatto.
Lanciò uno sguardo a Ben. «Hanno rintracciato Koch! Andiamo ad arrestarlo!» gli spiegò prendendo la giacca al volo e infilandosela.
«L’avete trovato?» disse Ben dubbioso.
«Sì! Hanno rintracciato il cellulare!»
Il ragazzo ci pensò un attimo. No… Koch era un calcolatore! Non poteva farsi prendere così…
«Sei… sei sicuro non sia una trappola?»
Anche Semir si fermò un secondo a riflettere. «Una trappola?! Dopo sei mesi?! No, ne dubito!» aprì la porta. «Ti faccio sapere come è andata!» gli disse uscendo di corsa.
No… era troppo facile!
 
Il segnale del cellulare li condusse ad una specie di magazzino abbandonato.
Avevano mobilitato tutti: squadre speciali, polizia di stato, autostradale,…
Tom e Semir furono i primi ad avvicinarsi. Sfondarono la porta, entrarono e…
E niente! Il magazzino era vuoto! Il cellulare, ancora acceso, era poggiato a terra, con un foglietto vicino…
«“Il fine di uno scherzo non è degradare l’essere umano, ma ricordargli che è già degradato!”...» lesse Semir.
Li stava prendendo in giro! Continuava a prenderli in giro, e ci trovava gusto!
Semir era fuori di sé. Accartocciò il foglio e lo lanciò forte, poi si girò verso i colleghi. «Voglio che la scientifica analizzi ogni granello di polvere in questo magazzino, sono stato chiaro?!» e così dicendo si avviò fuori, rosso in volto.
«Semir, aspetta!» gli urlò Tom, andandogli dietro. «Capisco che ti dia fastidio che questo si stia prendendo gioco di noi, però…»
Semir si fermò di scatto e si voltò verso l’amico. «Dare fastidio?! Dare fastidio è riduttivo! Tom, sono vicino tanto così ad ammazzarlo appena lo vedo! Davvero!»
«Faresti il suo gioco, Semir! Gliela daresti vinta! So che non vuoi farlo vincere! Non risolverebbe niente…»
«Avremmo un pazzo in meno a cui dare peso!»
«Avremmo un uomo in meno sulla terra!»
Semir provò a calmarsi, senza grossi risultati. «Non può passarla liscia…»
Tom annuì. «Lo so!»
L’altro allontanò lo sguardo. «Che succede se Ben non si rialza più? Lui non c’entrava niente…» disse piano.
«Non devi neanche pensare una cosa così, chiaro? Ben si riprenderà, e tornerà tutto come prima…»
«Sono passati sei mesi, Tom! Sei! Io… io continuo a sperarci… continuo  a pregare che succeda, ma la realtà è che non ci credo più neanche io…». Semir sospirò e cominciò ad allontanarsi.
Tom lo fissò qualche attimo: non ce la faceva a vederlo così…
«Se oggi… o ieri… o quando ci ha consegnato l’antidoto… o qualsiasi altro istante dopo che l’aveva preso, avessimo arrestato Koch, cosa sarebbe cambiato?» gli urlò.
Semir si girò, con le lacrime agli occhi. «Mi sarei convinto di non aver deluso Ben…»
 
Ben sentì bussare e alzò lo sguardo.
La porta si aprì e comparvero Andrea e Aida. «È permesso?» chiese la prima.
Il ragazzo fece un sorriso amaro. «Ciao!»
Aida gli saltò in braccio. «Ciao zio Ben! Come stai oggi?»
«Meglio visto che sei qui, piccola!» le disse.
La donna sorrise. «Aida ha insistito perché ti portassi questa…» disse Andrea mostrando un contenitore nero.
Lo poggiò sul letto e lo aprì, tirandone fuori la chitarra del ragazzo.
«Suoni per me, zio Ben?» chiese la bambina.
«Io… io, non so, piccola! Ecco...»
Aida scese e si avvicinò allo strumento. «Ti preeeeeeego!» disse facendogli gli occhioni dolci.
Il ragazzo ci pensò un attimo, poi sospirò. «Va bene! Ma solo per te, Aida, okay?» sorrise.
La bambina annuì, felice, e Andrea gli allungò lo strumento. Ben lo prese e lo poggiò sulle gambe. Non sentire il peso della chitarra era strano… irreale!
Fece vibrare le corde, cercando di accordarla, ma le lacrime gli riempirono gli occhi.
Quella chitarra racchiudeva in sé troppi ricordi… troppi momenti che, temeva, non si sarebbero mai ripetuti…
«Che succede, zio? Perché piangi?»
«Niente, piccola… niente…»
Non voleva farsi vedere così da Aida… non voleva far sentire anche a lei il suo dolore…
Andrea si piegò vicino alla bambina. «Amore, mi sa che è meglio che andiamo…»
«Ma zio Ben deve suonarmi la canzone…» si lamentò.
«Magari domani, amore! Ora è meglio che andiamo è lasciamo lo zio Ben da solo, okay?»
La piccola annuì. «Va bene. Ti aspetto fuori, mamma! Ciao zio Ben!» e così dicendo uscì.
Appena la porta si richiuse, il ragazzo si lasciò andare e iniziò a singhiozzare forte. «Mi… mi dispiace… io… io non volevo…» provò a discolparsi.
Andrea gli strinse la spalla con una mano. «Non devi scusarti di niente! Cercherò di portarti di nuovo Aida domani! Tu, però, devi tenere duro! E non ti devi arrendere mai! Mai, okay? Mai!»
Ben annuì, asciugandosi le lacrime. «Grazie!»
La donna gli sorrise e lo abbracciò forte. «Mai!» gli mormorò di nuovo in un orecchio. Poi andò verso la porta e uscì.
Ben fissò ancora la chitarra sulle sue gambe. Fu attraversato da un senso di rabbia infinito.
La afferrò e la scaraventò sul letto.
Abbassò lo sguardo sulle sue gambe.
“Muovetevi… vi prego muovetevi…” pensò mentre le lacrime gli facevano brillare gli occhi.
Continuava a pensare a tutto quello che gli avevano detto… al fatto che poteva farcela…
“Muoviti! Ti supplico, muoviti!” pensò, come se la sua gamba destra potesse realmente ascoltarlo.
Non voleva arrendersi… non voleva abbandonare…
“Muoviti! Una cosa qualsiasi, ma muoviti!”
Concentrò il suo sguardo su uno dei suoi piedi nudi, poggiati inerti sulle pedane della sedia a rotelle.
“Ti prego… ti imploro, muoviti…”
Si sentiva impotente… inutile!
Neanche il suo corpo gli dava più retta… neanche i suoi arti lo ascoltavano!
Un’ultima lacrima solitaria gli attraversò il volto, gli scivolò sotto il mento e gocciolò, cadendo sul dorso del piede…
… e Ben sentì il suo calore…
 

 
Ciao!!
Come promesso, nessun proemio infinito per arrivare al dunque! xD
La frase che ho utilizzato prima è di George Orwell! Mi sembrava giusto dargli i suoi meriti!
Grazie ancora a tutti quelli che stanno seguendo, e in particolare a 1rebeccam, sophie97, Spencer Tita, De33y e _MyOwnForgottenWorld_ per le loro recensioni!
Aggiornerò il prima possibile!
Grazie!
Ciao!!
Chiara ^-^

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Capitolo 3
*** Tra sogno e realtà! ***


Tra sogno e realtà!

Who wants to live forever
(Chi vuole vivere… per sempre?)
Who wants to live forever

(Chi vuole vivere… per sempre?)
Ooh
(Ooh)
Who dares to love forever

(Chi osa amare per sempre?)
Oh oo woh, when love must die
(Oh oo woh, quando l’amore deve morire?)

 

Koch non si fece vivo per il resto della giornata, e la scientifica sembrava non riuscire a trovare niente di utile!
Semir lanciò uno sguardo all’orologio: le 7:00…
Come faceva a guardare Ben negli occhi e dirgli che non l’avevano ancora preso? Che non erano alla sua altezza? Che era troppo furbo...?
«Andiamo!» disse Tom prendendo la giacca. «Oggi vengo anche io! Così, magari per una certa ora ti decidi a darci retta e andarti a fare un paio di ore di sonno come si deve! Abbiamo bisogno di tutta la lucidità possibile per prendere Koch!»
«Tom, non sei obbligato a venire!»
«E infatti non verrei, se non volessi! Ma visto che voglio…» prese le chiavi sulla scrivania. «Guido io!» disse avviandosi fuori.
 
Quando arrivarono, Ben stava suonando la chitarra.
Sentendo la porta aprirsi, alzò lo sguardo e sorrise… un sorriso allegro, di quelli che non faceva più da tempo…
«Ehi, Semir! Ciao Tom! Sono felice che sia venuto anche tu!» e così dicendo si avviò verso il muro con la sedia e vi poggiò vicino la chitarra.
I due ispettori si guardarono dubbiosi. «Ciao, Ben! Come mai così di buon umore?»
Il ragazzo si avvicinò il più possibile alla parete e mise i fermi alla sedia a rotelle. «Devo farvi vedere una cosa straordinaria! Rimarrete senza parole!»
Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi.
Poggiò i piedi a terra aiutandosi con le mani.
«Ben, che fai?!» chiese Semir, preoccupato, provando ad avvicinarsi.
«Aspetta…» lo fermò Tom continuando a fissare Ben e iniziando a capire cosa voleva fare.
Ben fece un altro respiro forte, poi afferrò saldamente i braccioli con le mani e si diede lo slancio verso l’alto.
Fece una smorfia di dolore e strinse di più gli appoggi. Doveva farcela…
Cercò un attimo la forza, poi lasciò la presa della destra, spingendosi leggermente in avanti per non perdere l’equilibrio.
Tom e Semir lo fissavano sbalorditi: ci stava riuscendo… ci stava davvero riuscendo!
Ben deglutì. Ora veniva la parte più difficile… ma non voleva arrendersi…
Si fece forza e lentamente mollò il bracciolo destro.
La tensione si poteva tagliare a fette. Sei mesi! Erano passati sei mesi! Sei maledettissimi mesi! E lui ora ci stava riuscendo! Stava vincendo! Stava davvero per farlo…
Lasciò la presa della mano sinistra e allargò le braccia, cercando di non cadere. Sorrise, mentre respirava forte.
Fece  fare un passo al piede destro. Uno al sinistro. Un altro al destro.
Andava lento… con calma! Semir e Tom lo seguivano con lo sguardo.
Sinistro…  destro… sinistro…
Era quasi arrivato alla sponda del letto… ce l’aveva quasi fatta…
Fece un ennesimo respiro forte, poi si diede un ultimo slancio, accasciandosi quasi sulla sponda, ansimante.
Gli altri erano senza parole. «Ben… Ben, ci sei riuscito! Hai camminato, Ben! Sei in piedi!» urlò Semir entusiasta.
Il ragazzo sorrise, mentre i due ispettori gli si avvicinavano per aiutarlo.
«Ma, quando…? Come…?»
«Ora, Semir! Ora, per la prima volta dopo mesi ho camminato!»
Tom si affacciò per chiamare il medico, mentre Semir lo aiutava a sedersi sul letto.
«Te l’avevo detto che sarebbe andato tutto bene! Te l’avevo promesso!» gli disse guardandolo dritto negli occhi.
«E io non ho mai smesso di crederti!»
Tom si avvicinò. «Ehi, anche io ho la mia parte di ragione!» scherzò.
«Se-se! Come no!» i tre si misero a ridere, mentre il dottore entrava, con gli occhi sgranati per lo stupore, seguito da una decina di infermiere, che scacciarono i due ispettori.
Semir ancora non ci credeva! In quel momento si trovava in un posto tra il sogno e la realtà, e sembrava non voler tornare.
Guardò l’orologio: le 8:00.
Prese il cellulare. «Ciao, amore! Sono io! Che prepari per cena?...»

 
 
Ve lo avevo promesso?? E io mantengo sempre le promesse! xD Come Semir, del resto! xD
Allora… un po’ più felici? Sì? Allora posso tornare a pensare a come catturare Koch, vero? xD
Scherzi a parte, prometto di aggiornare il prima possibile. Intanto, grazie a tutti quelli che stanno leggendo e in particolare a 1rebeccam, sophie97, Spencer Tita e De33y per le loro recensioni!!
Ciao!
Chiara ^-^ 

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Capitolo 4
*** ''Non merita di vivere!'' ***


“Non merita di vivere!”

 

But touch my tears with your lips
(Ma tocca le mie lacrime con le tue labbra)
Touch my world with your fingertips

Tocca il mio mondo con la punta delle tue dita)
And we can have forever

(E noi potremo avere per sempre)
And we can love forever

(E noi potremo amare per sempre)
Forever is our today!

(L’eternità è il nostro presente!)
 

 
 
Ben mise le ultime cose nella sua sacca.
Era passata una settimana da quando aveva ricominciato a camminare, e, visto che aveva fatto progressi enormi in pochissimo tempo, il dottor Graf aveva deciso di dimetterlo.
Così il ragazzo si stava preparando per lasciare finalmente quell’ospedale.
Prese la borsa con le sue cose, firmò il modulo e uscì dalla porta, respirando a pieni polmoni l’aria di quella mattina.
Sentì qualcuno bussare il clacson, alzò lo sguardo e vide l’auto di Semir.
Vi si avvicinò e aprì lo sportello anteriore, si sedette.
«Semir! Tom! Non dovevate venirmi a prendere!» disse, un po’ divertito.
Il primo fece spallucce. «Infatti non dovevamo,…» poi partì.
Tom era seduto sul sedile posteriore. «… ma tu saresti venuto subito al comando! Invece noi ti porteremo a casa…»
«A casa?! Ma, dico, stai scherzando?! Mi sono già riposato abbastanza! Voglio venire al comando! Sono stufo di stare in panchina!»
Semir iniziò ad elencare tipo un milione e cinquecentodue motivi per i quali Ben non poteva già ricominciare a lavorare, più per distrarlo fino all’arrivo all’abitazione che per convincerlo realmente.
In quel momento suonò il cellulare di Tom.
«Kranich!» rispose.
«Ehi, Tom! Sono Susanne! Abbiamo rintracciato la macchina di Koch!»
«Come?! Dici davvero?!»
«Sì! Si trova in IngerStraße76! Mi risulta sia un cantiere abbandonato… potrebbe essere una trappola! State attenti! Io vi mando i rinforzi!»
«Grazie Susanne!» e chiuse la conversazione.«Abbiamo Koch!»
«Cosa?!» disse Semir incredulo.
Ben iniziò a frugare nel cruscotto. «Ehi, ce l’hai una pistola di scorta?» chiese.
«Cosa?!?!» chiese di nuovo, più meravigliato di prima. «Non ci pensare nemmeno! Tu non vieni!»
«E, dimmi, cosa dovrei fare? Stare in macchina ad aspettare che mi arrivi un proiettile addosso? Scusa, ma non ci sto!»
Semir ci pensò un attimo. Non avevano il tempo di portarlo a casa! E di certo non poteva pretendere che stesse con le mani in mano davanti a Koch.
Sospirò. «Dietro il giubbotto catarifrangente, vicino ad un altro paio di manette… è già carica!»
Ben sorrise. «Grazie Semir! Prometto che la riavrai! E riavrei anche questi bei braccialetti!»
«Se-se! Pensiamo alle cose serie! Dove dobbiamo andare?»
 
I tre scesero dalla macchina e si trovarono davanti un enorme edificio semi-intero.
Tirarono fuori le pistole ed entrarono.
Il piano terra era vuoto. Semir alzò la testa e vide che ce n’erano almeno altri dieci da controllare.
«Dividiamoci! Ben, occupati dei primi tre piani, Tom del quarto, del quinto e del sesto. Io penso a quelli fino al nono! Ci incontriamo al decimo appena finito!»
Gli altri due annuirono e si divisero.
Il settimo, l’ottavo ed il nono erano vuoti, ovviamente. Semir sentiva la rabbia crescergli sempre di più: quel pazzo si era preso gioco di loro, aveva quasi ucciso Ben, lo aveva paralizzato…
Non poteva passarla liscia…
Iniziò a salire le scale verso l’ultimo piano.
Non era giusto che ci fossero innocenti che morivano ogni giorno, e bastardi come lui che, invece, continuavano a vivere.
Era a metà rampa…
Meritava almeno un assaggio della medicina che aveva dato agli altri… che aveva dato a Ben!
Mancavano pochi gradini…
Voleva fargli patire la paura che si prova a sentire il fiato della morte sul collo…
Il decimo piano era solo un’enorme pavimento. Non c’erano soffitti, né stanze, né pareti.
Solo un infinita distesa di cemento sotto i piedi…
Koch era seduto su una poltrona in mezzo al niente.
«Semir! Sono davvero felice che tu sia riuscito a trovarmi…»
«Che vuoi che ti dica, Derek!? Te lo avevo promesso…» gli rispose, tenendolo sotto tiro.
«Bene, allora sono contento che tu sia riuscito a mantenere questa promessa!» L’uomo si alzò. «E ora? Cosa hai intenzione di fare, ora? Arrestarmi?»
Semir tacque.
Koch sorrise. «No… tu  non vuoi arrestarmi! Sarebbe troppo poco! Tu vuoi uccidermi, vero? Beh… allora fallo!» allargò le braccia. «Fallo! Io sono qui!»
Gli sarebbe bastato premere il grilletto… sarebbe bastato fare quella leggera pressione…
Strinse i denti. Sarebbe finito tutto…
«Semir, fermo! Non farlo!» sentì Tom urlare dietro di lui, coprendogli le spalle. «Semir, non farlo! Non fare il suo gioco! Non dargliela vinta!»
«È quello che si merita!»
«Ma non è quello che meriti tu! Ne faresti un martire… un povero uomo ucciso dalla polizia tedesca…»
Semir teneva il dito tremante poggiato sul grilletto. «Non voglio ripetere l’ errore che feci otto anni fa…»
«Non fu un errore! Salvare una vita non è mai un errore!»
«Ma quante vita può salvare toglierne una? Quante persone potrebbe uccidere?»
Tom tacque.
«Quante?» urlò ancora Semir.
Scosse la testa. «Non… non lo so! Ma una cosa è certa: con lui moriresti anche tu! Dovresti andare avanti ogni giorno sapendo di avere un uomo sulla coscienza! Perché non fa differenza se è la vita di un innocente o di un colpevole… è sempre una vita!»
Semir alzò leggermente il dito dal grilletto. Tom aveva ragione… aveva perfettamente ragione…
«Non sopravvivresti al peso della colpa, Semir! Io lo so!»
L’altro abbassò l’arma. Chinò il capo, mentre Koch lo guardava meravigliato.
In quel momento arrivò Ben, con la pistola davanti. «Ehi, vi ho sentito urlare! Mi sono perso il divertimento?»
Semir scosse la testa. «No… sei arrivato giusto in tempo per ammanettarlo…»
«Davvero? Ho questo onore? Che bello…» abbassò l’arma e prese le manette.
Tom si avvicinò, continuando a tenerlo sottotiro, mentre Ben gli si accostava e il terzo si voltava per andarsene.
«Allora sei ancora un codardo, vero Semir? Ancora non hai il coraggio di far morire un criminale…»
L’ispettore non ce la fece. Si girò di scatto e  gli si scaraventò addosso, facendolo cadere.
Lo spinse fino al bordo del pavimento e gli lasciò penzolare la testa nel vuoto, premendogli una mano sul collo.
«Fermo, Semir!» urlarono Tom e Ben insieme, puntando di nuovo entrambi le pistole contro Koch.
Ma l’altro non li sentiva quasi. «E così sarei un codardo, vero? Non sono io che mi sono nascosto dietro a chiamate anonime e rapimenti! Non sono io che ho attaccato chi ti stava intorno per renderti più vulnerabile! Mi fai schifo! Basterebbe che io premessi proprio qui dove tengo la mano… solo un po’, e tu spariresti dalla faccia della terra…» Semir si fermò un attimo, respirando forte. «Ma non meriti neanche  le forze che impiegherei per farti fuori!»e dicendo questo lo fece girare e lo ammanettò. «Scusa, Ben! Ma dovevo farlo io!»
Gli altri due fecero un sospiro di sollievo e posarono le pistole. «Figurati! Però guido io!»
 

Ciao a Tutti!
E anche Koch è andato! Il prossimo sarà l’ultimo capitolo. Lo pubblicherò il prima possibile.
Intanto, grazie ancora a tutti quelli che mi stanno seguendo, in particolare a sophie97, 1rebeccam e Spencer Tita per le loro recensioni.
A presto!!
Ciao!
Chiara ^-^ 

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Capitolo 5
*** Una fine è solo un nuovo inizio! ***


Una fine è solo un nuovo inizio!


Who wants to live forever
(Chi vuole vivere per sempre?)
Who wants to live forever
(Chi vuole vivere per sempre?)
Forever is our today
(L’eternità è il nostro presente)

(…)
Who waits forever anyway?

(Ma chi aspetta in eterno?)

Ben entrò nel suo ufficio e si sedette al suo scrittoio, accarezzandolo con un sorriso malinconico sul volto.
«Non potete neanche immaginare quanto mi sia mancata questa scrivania!» e così dicendo si distese sulla sedia, poggiando i piedi sul tavolo e portando le mani dietro la testa.

Tom e Semir si sorrisero, poggiandosi con la schiena agli stipiti della porta e incrociando le braccia al petto.
Ben guardò il primo. «Ora che farai?»
Fece spallucce. «Chiederò alla Engelhardt il trasferimento, magari non troppo lontano…»

Semir abbassò lo sguardo, un po’ sconsolato.
«Ehi, ora che so che sei in buone mani, posso stare tranquillo!» cercò di sdrammatizzare.
«Sì, lo so! Ma il punto è che sparirai di nuovo…»
Era vero! Tom aveva il brutto vizio di sparire dalla faccia della terra proprio quando si iniziava ad aver di nuovo bisogno di lui… di allontanarsi per non soffrire, riuscendo a far soffrire chi gli stava intorno.

Ben si sollevò e si spostò davanti agli altri due. «Sì, però si potrebbe…» disse a Semir, facendogli una delle sua facce che solo il compagno poteva capire.
«Sì… potremmo… però la Engelhardt…»
«E cosa potrebbe dire? In fondo non facciamo niente di male… e poi ne sarebbe felice!»
«Uhm… potresti avere ragione…»

«Ma, insomma, volete far capire qualcosa anche a me?!» chiese Tom, che si sentiva un perfetto idiota.
Gli altri due sorrisero. «Semir, sai cosa stavo pensando?» chiese incrociando le mani al petto.
«No, Ben! Cosa?» chiese l’altro, divertito, spostandosi davanti al ragazzo per guardare in faccia l’amico.
«Che nel nostro ufficio manca qualcosa…»
«Qualcosa tipo cosa?»

«Beh, tipo una terza scrivania…»
«Uhm, in effetti ci starebbe bene… ma poi che ce ne facciamo?»
«Io avrei un’idea…»
«Già… anche io!»
Semir e Ben sorrisero, mentre Tom li guardava a bocca aperta. «Dite davvero?»

«Sì! Serve gente in gamba qui!» gli rispose il secondo.
I tre scoppiarono a ridere. «E come vorreste dirlo al capo?»
«Dirmi cosa?» chiese la Engelhardt aprendo la porta.
Ben e Semir si lanciarono un’occhiata un po’ preoccupata. «Niente, capo! Niente!» dissero insieme.
«Ah, bene! Mi pareva!» fece per andarsene, ma poi si riaffacciò. «Ah, già! Quasi dimenticavo! Tom, ho già ordinato la tua nuova auto di servizio! E… Ben! Semir! La scrivania per questo studio sta già arrivando!» sorrise insieme ai suoi tre ispettori. «Ben tornati! Ben tornati a tutti!»
Erano un trio! Una magico trio che non si sarebbe diviso mai!

… mai…

 

E anche questa avventura è finita! In finale, abbiamo un cattivo in meno per strada e un ispettore-capo in più a Colonia… non male per “soli” venticinque capitoli! xD
Vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno letto, e che leggeranno. Un grazie speciale a sophie97, 1rebeccam, Spencer Tita, De33y e _MyOwnForgottenWorld_ per tutte le recensioni lasciate nei capitoli!
Sto già pensando a qualcos’altro… ma non vi dico cosa! xD
Intanto, questo è il mio regalo per voi per natale!! xDxD
Buon Natale e buone feste a tutti!!

A presto!!

Ciao!
Chiara ^-^

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