Rimpianti di Flurry (/viewuser.php?uid=741)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** rimpianti ***
Capitolo 2: *** strade diverse ***
Capitolo 3: *** rivelazioni ***
Capitolo 4: *** chiarimenti ***
Capitolo 5: *** attimi ***
Capitolo 6: *** ricordi ***
Capitolo 7: *** cicatrici ***
Capitolo 8: *** lacrime ***
Capitolo 9: *** note ***
Capitolo 10: *** urla ***
Capitolo 11: *** passi ***
Capitolo 12: *** Courage ***
Capitolo 13: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** rimpianti ***
Allora, premetto che sono anni che non scrivo una ff, e che questa
è la mia prima su glee...
Sono tornata di recente su EFP dopo anni (come dimostra il mio nick,
creato quando avevo 12 anni!!!)e improvvisamente mi è
tornata la voglia di scrivere qualcosa, così ho buttato
giù questa one-shot... Sono stata (e in realtà lo
sono ancora! XD) molto in dubbio se pubblicarla come originale,
cambiando i nomi e spiegando qualcosa di più sui personaggi,
dal momento che mi rendo conto che è uno stile abbastanza
distante da quello del telefilm, ma visto che è nata nella
mia mente legata alla coppia Klaine ho deciso di buttarmi..! Spero che
sarete clementi e non mi farete pentire!!! XD
Comunque prendetela come un esperimento e fatemi sapere la vostra
sincera opinione!
Basta preamboli e buona lettura! ;)
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L'aria è fredda, tagliente, implacabile...
Sto qui fuori dal teatro, guardando le sue insegne luminose...
Entro e c'è gente, e c'è calore e ci sei tu...
Entro e non c'è niente di mistico, niente di magico...
Nessuna epifania, nessuna rivelazione, tu non mi riconosci e
non mi corri incontro...
Mi faccio strada tra persone indifferenti, ombra tra le ombre...
Non so neanche perchè sono qui...
Non ho intenzione di cercarti, non verrò a gettarti in
faccia un passato ormai superato...
Forse inconsciamente spero che tu mi veda...
Che tu capisca...
Che tu mi salvi...
Defilato nel mio angolino ti osservo esibirti...
Ti osservo fare ciò per cui sei nato...
Godo indisturbato della vista dei tuoi occhi, del tuo sorriso...
Mi nutro della tua voce e respiro dei tuoi respiri...
Il tempo con te è stato clemente...
Forse lo è con chi riesce a vivere la sua vita appieno...
Ti guardo e ti amo come mai,e ti amo come sempre...
Ti guardo e vedo noi ragazzini, innamorati, liberi, felici...
Guardo le mie mani e vedo solo rimpianti ed errori...
Vedo un cuore in frantumi e un uomo che incolla i pezzi sbagliati...
Vedo un Blaine giovane con il volto tumefatto e l'orgoglio in pezzi...
Vedo il mio essere depositarsi a terra come polvere...
Vedo te che cerchi di ricucirmi, ti vedo cercare i pezzi di
un'ingenuità che non c'era già più...
La verità è che io non mi sono mai ripreso da
quei pugni dati per ignoranza, per cattiveria da uomini di cui ora non
ricordo più neanche il volto...
Non mi sono mai perdonato per non averti difeso, per non aver lottato
per ciò che eravamo e per la promessa di ciò che
potevamo essere...
Mi sono arreso ancora prima di iniziare a combattere, paralizzato,
atterrito dalla paura di non poter vivere libero, di non poterTI vivere
come volevo...
Ti vedo andare dietro le quinte e vorrei seguirti...
Sento le gambe prudere per la voglia di rincorrerti e dirti tutto...
Gettarmi ai tuoi piedi e dirti di come ho sbagliato, di come ho
assassinato la parte più bella di me stesso trincerandomi
dietro consuetudini e affetti fittizi...
Di come cercando di non soffrire più io abbia perso me
stesso...
Di come ho cercato palliativi in corpi, carne, illudendomi di poter
trovare l'amore di nuovo...
Vorrei piangere con te, dirti che le persone sbagliano, che non sempre
le cose vanno come dovrebbero...
Vorrei dirti che ricordo ancora come prendi il caffè, o come
ti guardi nello specchietto prima di scendere di macchina, o come ti
diventano rosse le guance quando ti imbarazzi...
Che ricordo ogni tua parola, ogni tuo sguardo, ogni tuo tocco...
Vorrei seguirti ma non lo faccio...
Voglio risparmiarti la visione di un me così sbiadito...
Sento gli applausi della gente, percepisco il bracciolo di
pelle sotto le mie dita, inspiro l'odore acre di questo teatro, sento
il gusto amaro della liquirizia sotto la lingua...
E so di essere, dopo tanti anni...
E so di doverlo a te...
Sento il dolore e il rimorso forte e chiaro...
Lo sento e lascio che mi scorra sulla pelle, che i brividi mi scuotano,
che le lacrime scendano...
Mi libero finalmente del torpore indifferente da cui mi sono lasciato
avvolgere...
E mi concedo di ammettere a me stesso che ti amo, che non ti ho mai
dimenticato, che sono stato l'unico artefice della mia rovina...
Sorrido, rido amaro di me stesso...
Mi alzo prima che le luci si accendano e corro via...
Percorro strade che un tempo mi, ci furono familiari e arrivo
all'hotel...
14 anni dopo, stesso posto, stessa stanza, diversi attori...
Apro la porta della stanza 203 lasciando scorrere la chiave tra le mia
dita...
Entro e lo trovo già lì, nudo sotto le coperte...
Uno sconosciuto che aspetta di darmi un corpo che in realtà
non voglio, un sesso di cui in realtà non ho bisogno...
è bello, ma non sarà mai puro come lo fosti tu
quel giorno, e come sei sempre rimasto nei miei ricordi...
Lascia che lo usi, che cerchi tra le sue braccia un calore che sono
consapevole non potrà darmi...
Ed è semplicemente lo sfregarsi di due corpi che cozzano
insieme, che stringono pelle e capelli senza fondersi...
Quando tutto è finito decido di accendermi una sigaretta,
mentre alzo lo sguardo e mi rendo conto di quanto la camera
è squallida...
Puzza di fumo, di sudore, di corpi che si usano, ma che non si
vogliono...
é la stessa che condividemmo insieme...
E allo stesso tempo non lo è più...
Come io non sono più quel ragazzo...
Butto fuori una boccata di fumo pensando a come questa camera d'albergo
mi somigli: marcia dentro, zuppa di rimpianti e di rancore che la carta
da parati, come un bell'abito, non può certo nascondere...
Lo specchio sulla parete mi restituisce l'immagine di un uomo che
dimostra il doppio dei suoi anni, stanco e sconfitto...
Penso che sono un vigliacco, che mi faccio pena...
Penso che mi manchi e so che lui non dovrebbe essere qui...
Spengo la sigaretta, lo pago per la sua prestazione e lo scaccio, sta
usurpando un letto su cui dovresti stare tu...
Lui se ne va in silenzio e posso percepire la sua indifferenza, o forse
anche il suo disprezzo...
Resto qui, ansante, tra le lenzuola sgualcite e lascio finalmente che
il dolore mi attraversi...
Lascio che il rimorso, la consapevolezza mi squarcino il petto dai
singhiozzi...
Concedo al vero Blaine di sfogarsi sul cadavere della maschera che lo
ha sostituito...
Finalmente vedo tutto con chiarezza, tutto è talmente
cristallino da accecarmi...
So cosa devo fare...
In realtà l'ho saputo fin dal giorno in cui ho visto ai miei
piedi i frantumi di una vita recitata e non vissuta...
Mi alzo e prendo il flaconcino dallo zaino...
Non posso non pensare all'ironia del fatto che proprio quelle pillole
che aiutavano mia moglie a vivere un matrimonio sbagliato, adesso
stiamo per concedermi la morte...
Il dolore ormai è passato, e mi ha lasciato vuoto...
Mi butto di nuovo sul letto e mi concedo di mandarti un pensiero a voce
alta...
“Kurt... ti amo...”
Mi concedo di pronunciare il tuo nome, come se tu fossi solo a pochi
passi di distanza...
Poi, semplicemente, ingoio tutte le pillole...
Dicono che quando arriva la fine ti scorre davanti agli occhi tutta la
tua vita...
Ora posso dire che non è vero...
Sono solo i momenti più belli ad essere ricordati...
Il fatto che il tuo volto compaia nella maggior parte di essi dovrebbe
farmi capire tante cose...
Le tante, troppe cose che una parte di me ha sempre saputo e che
un'altra ha sempre soffocato...
Posso dirmi soddisfatto di averti visto un'ultima volta...
Forse venire qui è stata la scelta migliore, la prima dopo
troppo tempo...
Sento con chiarezza cosa sta per succedere, tra poco sarà
tutto finito...
Mi attraversa la mente il pensiero che vorrei che tu fossi qui, ora...
Vorrei stringerti di nuovo e lasciare il mio ultimo respiro tra le tue
labbra, impigliato per sempre dentro di te...
E in un secondo di follia, o forse di lucidità, prendo il
cellulare e scrivo il tuo numero...
Ormai è finita, tanto vale concedermi il lusso di sentire
per l'ultima volta la tua voce...
“Pronto? Chi sei? Cosa chiami a quest'ora??”...
Sento la tua voce, e non riesco a trattenermi...
“Kurt... Scusa... Addio...”
“... Blaine??!!”
Lascio che il telefono mi scivoli dalla mano...
E non mi impedisco di godere del brivido caldo provocato dal fatto che
tu mi abbia riconosciuto... Dopo tutto questo tempo... Dopo tutto
questo dolore...
Poi lascio che tutto diventi buio, accogliente, che io torni in scuola
tanti anni fa, con un sorriso sincero, con gli occhi speranzosi
incollati ai tuoi...
Allora eccoci qui... Spero che vi sia piaciuta, o che comunque vi abbia
fatto provare qualcosa... Qualsiasi cosa stiate pensando ora sarebbe
carino farmela sapere con una piccola recensione, anche
perchè avrei una mezza idea di trasformarla in una ff a
più capitoli... Intanto la pubblico come one-shot,
aspettando di avere un riscontro da parte vostra per decidere...
Insomma se vi è piaciuta forse continuerà, in
caso contrario gli sviluppi rimarranno al sicuro nella mia testolina! =)
Grazie per il tempo dedicatomi, a presto (spero!)!
Sara
|
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Capitolo 2 *** strade diverse ***
Saaalve!!!
Visto che le
recensioni sono state molte e tutte molto più positive di
quanto mi
aspettassi ho deciso, sull'onda dell'entusiasmo di imbarcarmi in
questo esperimento...! =)
Ovviamente ringrazio di cuore
tutti quelli che hanno letto la one-shot (in questo momento siamo a
quota 84 visite) , quelli che se la sono messa tra le
preferite/seguite/ricordate, ma soprattutto ringrazio i miei 7
temerari recensori! è una gioia per me sapere cosa ne
pensate, nel
bene e nel male! Anche in questo caso chiedo a chiunque si prenda la
briga di leggere, consigli e conferme; infatti ho pensato di far
passare la focalizzazione da Blaine a Kurt e viceversa per rendere la
storia un po' più coinvolgente e ho cercato di darle un tono
un
pochino più narrativo, senza comunque rinunciare a quelle
frasi
spezzate e puntini di sospensione che io adoro e che voi sembrate
apprezzare... XD
Insomma è tutto piuttosto aperto,
variabile e da decidere (anche se la trama è già
più che completa
nel mio cervellino malato! XD), quindi cercherò di far
tesoro di
qualsiasi commento!
A questo punto basta, mi defilo e vi
lascio ad una, spero piacevole, lettura! ;)
PS: Come potete vedere
in questo capitolo la focalizzazione è di
Kurt
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KURT
"Blaine??!!
Sei tu, sul serio?"
"Blaine? Cosa significa addio??
BLAINE?!"
Urlo nel telefono la sorpresa di sentire di nuovo
la tua voce...
Percepisco nitida la sensazione che tu abbia fatto
qualcosa di pericoloso, di estremo...
Forse pensavi che 14 anni di
silenzi fossero abbastanza per far sì che io non
riconoscessi le
sfumature delle tue parole...
Sento il calore espandersi nel petto
e non so se è rabbia o se è paura...
Continuo a parlare
nell'apparecchio mentre scendo dal letto...
Io non ne sono ancora
consapevole, ma le mie gambe stanno già camminando verso di
te...
Continuano quella strada che un tempo anch'io credetti
essere stata battuta dal destino per portarmi a te...
Per portarti
a me...
Il cellulare mi porta mugugnii disconnessi e
incomprensibili...
Ascolto il ritmo del tuo respiro...
Lo
ascolto rallentare...
Ascolto il mio accelerare, quasi a voler
compensare, a volerti porgere quell'aria che ti manca...
Mentre
cerco di parlarti, di capire se ci sei ancora, mi accorgo di essere
già in auto...
Mi rendo conto di sapere esattamente dove
sei...
Spingo il piede sull'acceleratore con la paura che mi
chiude la gola e mi pizzica gli occhi...
In un attimo sono
lì...
Nel posto che per primo ci vide confusi l'uno nell'altro,
senza muri, senza confini...
Non ho bisogno di chiedere, i miei
piedi sanno dove andare...
Percorro questi corridoi malconci
spinto da un'angoscia irrazionale eppure così reale...
Eccola, e
tutto è ancora al suo posto, solo più sbiadito,
polveroso...
Il
3 che pende verso
destra, la moquette beige, la maniglia di ottone...
Stanza
203...
Ti chiamo, urlo il tuo nome, busso con violenza alla
porta...
Ma tu non rispondi...
Il mio cervello sussurra che mi
sto sbagliando, che è assurdo che tu sia proprio qui, che
sono un
pazzo...
Ma il grido del mio istinto è così nitido,
così forte
che non riesco a sentire altro...
Il portiere mi segue sbalordito
e impaurito, e quando mi conferma che sei lì dentro il mio
cuore
rischia di scoppiare...
Gli urlo in faccia di aprire la porta, di
chiamare il 911...
è talmente terrorizzato che esegue senza
ribattere...
Entro, ti vedo e mi manca il terreno sotto i piedi e
mi viene da vomitare e mi sento morire...
Sei lì, davanti ai miei
occhi...
Il corpo sudato solo parzialmente avvolto dal lenzuolo, i
riccioli appiccicati alla fronte, la bocca semiaperta...
Ci
sei tu e c'è un flacone vuoto...
Ci sono il tuo corpo, il tuo
viso, c'è la tua pelle, ma non il tuo respiro...
Mi avvicino e ti
poggio una mano sul cuore...
I brividi mi scuotono mentre sento il
tuo battito così lento, così flebile...
Sono qui e mi schiaccia
la certezza tu stai morendo mentre io non so che fare...
Ti prendo
la testa tra le mani, le mie dita affondano tra i tuoi
capelli...
Avvicino il mio volto al tuo...
Sento il tuo alito
sulla mia bocca...
"Blaine... Ti prego non andartene... Resta
con me..."
Lascio che quel poco di autocontrollo che mi è
rimasto affondi tra le tue labbra...
E non c'è razionalità, non
c'è consapevolezza...
Non c'è neppure più il ricordo della
sofferenza, degli errori, delle parole che ci siamo urlati
contro...
Non ci sono 14 anni di lontananza e vite
diverse...
Sento solo la necessità disperata, irrazionale di
tenerti stretto, di non lasciarti svanire, quasi che le mie mani sul
tuo petto potessero trattenere l'aria nei tuoi polmoni...
Poi
passi veloci sulle scale e persone che entrano nella stanza per
soccorrerti...
Sciolgo il mio abbraccio e riprendendo un pizzico
di razionalità lascio che ti portino via verso l'ambulanza.
Ti
seguo in ospedale e
resto impotente fuori dalla stanza dove ti hanno portato...
La
luce bianca mi ferisce gli occhi, respiro l'odore di disinfettante
del corridoio, mentre mi abbandono scosso su una poltroncina...
Resto
un attimo immobile, totalmente paralizzato dalla consapevolezza di
ciò che è appena successo...
Mi gira ancora la testa mentre
guardo i medici affollarsi intorno a te...
E non so per quanti
secondi, minuti, anni li osservo, sapendo che la tua vita, e forse
anche la mia, è solo nelle loro mani...
Sto ancora
trattenendo il respiro quando sento il cellulare squillare nella mia
tasca...
"Kurt ma che cazzo fai? Dove cazzo sei? Mi spieghi
perchè diavolo sono tornato a casa e ho trovato Ruth che
piangeva
disperata perchè aveva paura del buio e in casa non c'era
nessuno??!! Sei impazzito?! Diamine Kurt ha cinque anni!"
è
Scott, è infuriato e io ho lasciato Ruth sola...
Improvvisamente
ricordo di avere una casa, un uomo, una bambina...
Improvvisamente
ricordo di avere una vita... Una vita in cui tu non ci sei...
Sospiro
pesantemente...
Sarà
una lunga
notte...
________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Ehm,
ehm... eccoci qui...
Perdonate
la risicta
lunghezza del capitolo, prometto che con il prossimo mi farò
perdonare, diciamo che non volevo svelare troppo e tutto inisieme...!
Comunque
le carte iniziano a scoprirsi un pochino anche per Kurt... Dai non
ditemi che pensavate che fosse tutto facile e che Kurt avesse passato
14 anni con le mani in mano ad aspettare che Blaine tornasse sui suoi
passi!!!
Beh, come
spero imparerete presto io sono un po' sadica, quindi questi due
dovranno penare non poco se vogliono ritrovarsi! =P
Per
concludere vi chiedo di farmi conoscere la vostra opinione, le vostre
sensazioni riguardo il capitolo, ci vogliono solo 2 min e mi fate
davvero un gran regalo!!! =)
Baci
a tutti!!!!
Sara
|
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Capitolo 3 *** rivelazioni ***
Salve a tutti!!!
Per prima cosa vi
ringrazio per i complimenti e le recensioni, o anche solo per il
tempo che mi avete dedicato leggendo i primi due capitoli....
GRAZIEEEEEEE!!! ^^
Come promesso
questo capitolo è
abbastanza lungo... Diciamo che è un capitolo di passaggio,
che mi
serviva per raccontare il passato di Blaine, quindi è un po'
più
narrativo dei precedenti...
In ogni caso non
disperate, se
avrete la pazienza di continuare a seguire la fic, arriveranno anche
momenti più “intensi”... Sì,
lascio che pensiate male! *_*
La focalizzazione
è prevalentemente
di Kurt, con una piccola, ma importante partentesi di Blaine...
Ma abbiate fede,
presto torneremo a
scavare nella mente del nostro amato usignolo!
Bye bye e buona
lettura! =)
KURT
“Pronto Kurt?!?! Ma ci senti??”
La sua voce mi arriva lontana, come se provenisse da un universo
parallelo, mentre la realtà è qui, sei tu...
“Sì Scott sono qui, ti sento... Hai ragione,
scusa, io... è stata
un'emergenza... Non mi sono ricordato che...”
“Cosa Kurt?! Cosa non ti sei ricordato, per caso di avere il
dovere
di proteggere tua figlia?!
Perchè Kurt lei è tua figlia, lei nostra figlia e
sono stufo di
doverti convincere a fare il padre...”
Ha ragione e io sono stanco e non so più cosa dire...
“Scott io...”
“Sentiamo, cos'è successo di così grave
da dimenticare tua figlia
sola a casa senza chiudere il portone o chiamare una
vicina..?”
Pretende spiegazioni che io non riesco ad articolare...
“è... Blaine”
“Blaine?? Kurt, QUEL Blaine?”
Sono un idiota, non avrei dovuto dirglielo... Non così...
“Lui ha chiamato, stava male... Ho avuto paura che... Aveva
bisogno
di me...”
“Anche Ruth aveva bisogno di te e tu non c'eri! Tua figlia
aveva
bisogno di te e tu non c'eri!”
Mentre Scott continua a gridare la sua rabbia nel telefono vedo un
medico uscire dalla tua stanza....
E continuo a fare la scelta sbagliata, a soffocare il Kurt razionale
che mi dice di uscire da qui e tornare a casa...
Il dottore è giovane e ha la faccia spaventata, ma mi dice
che siamo
arrivati in tempo, che presto sarai fuori pericolo...
E già non sento più né lui che mi
rassicura, ne Scott che urla...
La morsa che mi impediva di respirare si allenta...
Il terrore cieco di perderti si placa e la realtà mi si
appiccica
addosso di nuovo...
Ed è tutto così complicato e rumoroso che vorrei
solo addormentarmi
e sparire...
“Scott, scusami ma devo restare... Domani avrò il
tempo di
spiegarti tutto... Sono certo che capirai...”
Vorrei, vorrei davvero riuscire a dirgli ciò di cui ha
bisogno...
Vorrei riuscire a rassicurarlo e a dirgli che lo amo...
Ma ho la gola serrata e non so il perchè... O forse il
problema è
che lo so fin troppo bene...
Chiudo la comunicazione senza prestare attenzione alla sua
risposta...
Ciò che mi preoccupa adesso sei tu...
BLAINE
Sento
la testa che sembra sul punto di esplodere...
Apro gli
occhi...
Apro gli occhi e c'è luce una luce accecante...
Penso
che forse sono morto e che ti sbagliavi, che l'aldilà
esiste...
Poi
sento chiaramente di avere un corpo, un corpo reale e anche molto
indolenzito...
Questo vuol dire che sono ancora vivo...
E se
sono ancora vivo significa che le cose non sono andate secondo il mio
piano... Sempre che esistesse un piano...
Non ho idea di dove
sono...
Non ho idea di che cosa sia successo...
Ricordo solo
il dolore, poi la tua voce e poi il buio...
Sbatto le palpebre e
lentamente mi volto...
Mi volto e ciò che vedo supera
abbondantemente tutte le mie fantasie più ardite...
Penso
stupidamente che potrei davvero essere finito in paradiso...
Io
avevo deciso di morire, e adesso tu sei lì, con il capo
reclinato
sul bracciolo della poltrona...
Sei lì, a pochi respiri di
distanza da me...
Con i pantaloni del pigiama
e la
camicia mezza aperta...
Posso sentire il tuo odore, posso
percepire i tuoi sospiri...
Perdo la cognizione dello spazio e del
tempo e mi lascio annegare nella contemplazione di questo
momento...
Ho quasi paura che il battito accelerato del mio cuore
possa svegliarti...
Trattengo il respiro indugiando affamato sui
tratti, tanto familiari, tanto sconosciuti del tuo volto...
Mi
cibo di te, mi riempio della visione di te...
Ci sei riuscito Kurt, mi
hai
salvato...
"Signor Anderson, vedo che si è svegliato,
come si sente?"
Una sconosciuta, presumo un'infermiera entra
e infrange prepotentemente questi attimi di perfezione...
La
guardo stordito, le dico che sto bene...
E mentre lei armeggia con
qualche flacone tu ti svegli, apri gli occhi e mi guardi...
E io
non posso credere di meritarmi la visione di quell'azzurro ancora una
volta...
Tu ti irrigidisci sulla
poltroncina,
sul tuo viso c'è un'espressione di stupore...
KURT
Sento
vago il suono di una voce femminile e il tintinnio di qualche
bottiglietta di vetro...
Abbandono il tepore di un sonno sfinito e
agitato...
Apro gli occhi e, prima di ricordare, ti vedo...
Sei
steso qui, davanti a me, con l'aria intontita e distrutta...
E
guardi verso di me, dritto negli occhi...
Un brivido di stupore mi
attraversa la pelle e non riesco ad impedire che traspaia sul mio
viso...
In un istante ricordo tutto, la telefonata, la paura, la
corsa in hotel e poi in ospedale...
Scott furioso e Ruth sola a
casa...
Mi raddrizzo sulla poltrona, sentendo negli arti il peso
della notte e negli occhi il peso del tuo sguardo...
L'infermiera
dice qualcosa che non sento e se ne va...
Ora siamo io e te,
soli...
Ti guardo e per quanto sia forte il sollievo di vederti
vivo e vegeto non riesco a parlare...
La verità è che non so
cosa dire...
La verità è che non voglio sapere...
Lascio che
il silenzio si depositi su di noi mentre osservo il tuo viso
scavato...
“Allora... Come
ti senti?”
Non ho la forza di pensare,
lascio che
siano i convenevoli a parlare...
E tu rispondi
“Vivo”...
E mentre lo dici hai una
forza nello
sguardo, un'intensità che mi fa rabbrividire...
Sento la saliva che si
prosciuga nella
bocca...
“Sono vivo, e lo
devo a te, Kurt...”
Sentirti pronunciare il mio
nome mi dà
brividi che non dovrebbero sconvolgermi così...
Abbasso lo sguardo, non
riesco a
sostenere tutto ciò che i tuoi occhi cercano di dirmi...
“Non rimandare...
Sappiamo entrambi
che dovrai chiedermelo prima o poi..”
Sembra tutto
così dannatamente facile
per te...
Ci sono troppi
perchè nella mia testa
che meriterebbero una tua risposta...
“Perchè
te ne sei andato? Perchè mi
hai lasciato? Perchè sono passati 14 anni? Perchè
l'hai fatto
Blaine? Perchè qui? Perchè ora?...
Perchè mi hai chiamato?...”
Ma non un suono esce dalla
mia bocca...
Mi limito a guardarti...
Un medico entra
provvidenzialmente a
salvarmi...
Dice che deve farti delle
domande
personali, fornendomi la scusa perfetta per uscire dalla stanza...
Ho disperatamente bisogno
di un
caffè...
Devo schiarirmi le idee,
capire cosa
fare adesso...
Bevo tutto d'un fiato il
caffè
bollente della macchinetta...
In realtà so
già che ti chiederò di
venire a stare da me... Da me e Scott... e Ruth...
Il problema vero
sarà fargli accettare
l'idea...
Conosco Scott, è
troppo educato per
rifiutarsi, ma non la prenderà affatto bene...
Mi accorgo che ho passato
più di
quindici minuti rimuginando...
Adesso il dottore
avrà finito ed è
tempo per me di raccogliere il coraggio e affrontarti...
Cammino verso la tua
stanza, mentre
penso a cosa dire...
Non faccio in tempo a
poggiare la mano
sulla porta che quella si apre e una donna minuta mi cade addosso...
“Oddio, mi scusi,
io...
Ah! Tu... Tu devi essere
Kurt!” dice
con uno sguardo comprensivo...
La guardo e sono sicuro di
non averla
mai vista prima...
“Ehm...
Sì, sono io... Ma lei come
fa a sapere il mio nome?”
“Ah, scusami sono
una stupida...
Piacere, sono Alice. Io sono... Beh sono la ex moglie di
Blaine.”
Ed è come se il
cielo avesse deciso di
sgretolarsi e crollarmi addosso...
Apro la bocca, annaspando
per
riprendere a respirare....
Lei sorride imbarazzata
della mia
espressione sconvolta...
Tu ti sei sposato... Con
una donna...
“Suppongo che non
te l'abbia detto...
Abbiamo divorziato quasi un anno fa e sono mesi che non riesco a
rintracciarlo in alcun modo...Mi hanno chiamata dall'ospedale e mi
sono precipitata... Beh avevo paura che avesse fatto qualcosa di
stupido e a quanto pare avevo ragione... ”
Cazzo... Il mio cervello
è in blackout
totale... Non so cosa dire...
“Piacere Alice...
Io... In realtà
non ho avuto tempo di parlargli e...”
“Allora ti
andrebbe di accompagnarmi
alla macchina? Io ho bisogno di qualcuno che mi porti questa borsa e
tu hai bisogno di qualcuno che ti dica come stanno le cose... Sai non
posso sollevare pesi... Cameron, il mio compagno, è molto
severo al
riguardo!”
Solo adesso mi accorgo del
suo
pancione...
Parla così
velocemente che il mio
cervello stenta a seguirla...
“Certo... Dammi
la borsa... Allora,
tu e Blaine...”
“...Siamo stati
sposati, esatto. Per
10 anni ad essere precisi.
Ma andiamo con ordine, dopo
una bomba
del genere ti meriti una spiegazione dignitosa!”
Cerca di alleggerire la
tensione che
c'è nell'aria...
Sorride scuotendo la massa
di riccioli
biondi...
La osservo, curioso di
vedere la
persona che ti è stata accanto tutto questo tempo...
Non è
bellissima, ma ha gli occhi più
grandi e dolci che io abbia mai visto...
Penso che sembra nata per
fare la
madre...
“Ci siamo
conosciuti 13 anni fa. Io
all'epoca lavoravo in una caffetteria per pagarmi gli studi.
Lui veniva ogni giorno,
ordinava la
stessa cosa e andava sul molo dall'altra parte della strada. Passava
ore intere da solo a guardare l'acqua. Certe volte portava con
sé un
libro o una chitarra, ma non l'ho mai sentito cantare...
Mi incuriosì, si
vedeva che c'era
qualcosa di... spezzato in lui, e io ho sempre avuto la sindrome
della crocerossina... Avevo deciso che l'avrei aggiustato, che
l'avrei reso felice... Che ingenua...”
Mi sorride timidamente e
non mi sfugge
il lampo di amarezza che attraversa i suoi occhi...
“Così
un giorno presi coraggio e
andai a parlargli... Mi ricordo che gli portai una fetta di torta...
Iniziammo a parlare e piano piano, giorno dopo giorno, diventammo
amici. Lui si fidava di me e un pomeriggio d'autunno mi
raccontò la
sua, la vostra, storia...
Mi disse di quanto eravate
stati felici
insieme e di come tutto fosse finito, per colpa sua, in poco tempo...
Mi raccontò del pestaggio fuori dal locale e di come lo
avesse
segnato. E pianse, oh Kurt, pianse un sacco... Si sentiva
tremendamente in colpa per non averti protetto, non riusciva a
spiegarsi perchè la paura l'avesse paralizzato. Era passato
più di
un anno, ma ti amava ancora tanto, molto più di quanto
volesse
ammettere.
Mi raccontò di
come non riuscisse più
a cantare e di come, per questo, la casa discografica che l'aveva
ingaggiato non volesse più saperne di lui.
Io ero presuntuosa e gli
volevo bene,
davvero tanto... Così mi convinsi che standogli vicino sarei
riuscita a cambiare la sua vita, a rimetterlo in sesto. Mi convinsi
talmente a fondo che alla fine ci credette anche lui. Non biasimarlo,
Kurt... Io ero diventata il suo unico punto di riferimento, ero
l'unica che si interessasse a lui, poteva scegliere di stare con me,
o di restare da solo... ”
“Poteva scegliere
di tornare da
me...” mi sorprendo a dire in sussurro...
“Io l'ho
aspettato per anni, Alice...
Non riuscivo a rassegnarmi all'idea che se ne fosse andato...”
Lei si ferma un secondo e
mi prende la
mano delicatamente...
“Questo lui non
lo sapeva, Kurt.
Aveva paura di non trovarti più, aveva paura di non essere
più in
grado di starti vicino, così scelse la via più
facile... La colpa
fu soprattutto mia, ci ho messo 10 anni, ma l'ho capito... Io ho
sbagliato, ho forzato una persona che non era stabile, che non era in
grado di fare una scelta consapevole. Ho creduto di aver vinto, ma
sono stati anni duri, ho vissuto con un uomo che mi voleva bene, ma
non mi amava e che non riusciva a fare l'amore con me... Non ho avuto
il figlio che tanto desideravo fino a che non l'ho lasciato e mi sono
fidanzata con Cameron... Ma come vedi io l'ho perdonato, forse puoi
farlo anche tu...
Sappiamo entrambi che
c'è un motivo se
è venuto qui a...”
“... A
suicidarsi” concludo io
amaro...
A lei non sfugge il tono
duro delle mie
parole...
“Le persone che
si tolgono la vita lo
fanno non perchè la odino, al contrario, sono talmente
innamorate
della vita che quando questa si presenta loro a condizioni troppo
dure la rifiutano...
Kurt lui ha visto quanto
meraviglioso
può essere vivere, l'ha visto insieme a te, e quando ha
pensato di
non poter più vivere quelle emozioni con qualcun altro ha
deciso che
non valeva la pena continuare a soffrire...
Credo che non sia mai
riuscito a
dimenticarti, tu sei il solo con cui Blaine sia stato
felice...”
Ha le lacrime agli occhi
mentre lo
dice...
Deve volerti davvero molto
bene...
Ormai siamo arrivati alla
macchina...
“Il dottore ha
detto che ha bisogno
di almeno due giorni di riposo totale e di qualcuno che si occupi di
lui... Gli ho chiesto se vuole venire a stare da noi, ma ha detto di
no... Sai credo che sia venuto qui per te e credo che speri che tu lo
inviterai a stare da te... Non so cosa provi per lui Kurt, ma se sei
corso in suo aiuto nel cuore della notte, se hai saputo dove
cercarlo, probabilmente anche tu provi per lui più quanto ti
riesca
di ammettere...
Dimmi solo che ti prenderai
cura di
lui...”
“...Lo
farò”
Lei mi sorride dolcemente e
mi
abbraccia...
“Qualsiasi cosa
dovesse succedere,
questo è il mio numero.
È stato un
piacere conoscerti Kurt...”
“Anche per
me...”
Lei mi allunga il biglietto
con il
numero di telefono e si volta per andarsene...
“Alice...
Grazie...”
Sorride un'ultima volta e
sale in
macchina...
Allora... Il
capitolo è finito,
spero che, anche se un po' meno poetico e più narrativo, sia
stato
di vostro gradimento...!!!
In caso contrario
mi scuso
umilmente... Ovviamente sarei felicissima se spendeste un po' del
vostro tempo per farmi sapere cosa ne pensate... Se so che apprezzate
so di poter continuare su questa strada, altrimenti sono contenta di
sapere cosa correggere...!!! =D
Vabbè,
la smetto di elemosinare e
vi lascio...
Spero di sentirvi
presto!!!
Baci, Sara
|
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Capitolo 4 *** chiarimenti ***
Ciao a tutti,
belli e brutti!!!
XD
Allora, in primis mi scuso per aver aggiornato più tardi del
solito, ma è stata una settimana intensa, tra test
d'ingresso,
iscrizioni, ricerche di case, ecc... Quindi abbiate pietà! =)
Questo
capitolo è un po' particolare, è venuto fuori
piuttosto
frammentario, ma spero che non ci sia troppa confusione! In tal caso
ovviamente siete pregati di farmelo sapere, così posso
correggermi!
^^
Ho cercato di
mettere in pratica i
consigli di LaTuM e Safelia22, spero di aver centrato il punto! =)
La focalizzazione
è (di nuovo, lo
so, scusatemi!) prevalentemente di Kurt... Non pensiate che io stia
trascurando Blaine, è che avevo bisogno di spiegare un po'
meglio le
emozioni che agitano l'animo di Kurt, se ci pensate l'arrivo
dell'altro potrebbe sconvolgergli la vita!
Per ora penso che
il prossimo
capitolo sarà quasi tutto nella testolina di Blaine,
vedrete,
l'attesa sarà ripagata!!! ^^
Vi lascio alla
lettura, ci vediamo a
fine pagina!!! =)
________________________________________________________________________________
BLAINE
“Oh mi
scusi...”
Vedo Alice uscire dalla
porta e...
scontrarsi con te
Cazzo.
Vorrei alzarmi, venire
lì e spiegarti
tutto con calma...
Ma non posso, sono ancora
troppo
debole.
Chissà cosa
penserai, come reagirai...
Non posso perderti di
nuovo, non adesso
che sei così vicino...
Faccio un misero tentativo
di mettermi
in piedi e fallisco.
A questo punto non mi resta
che sperare
in Alice
Alice che adesso aspetta un
bambino...
Alice che non mi odia,
nonostante tutto
quello che le ho fatto passare in questi anni...
In un momento ricordo tutte
le ragioni
che mi avevano spinto ad ingoiare quelle pillole..
Io sono... sbagliato
Io faccio soffrire le
persone che
cercano di starmi vicino...
L'ho fatto prima con te e
poi anche con
lei...
Io non merito l'affetto che
mi avete
dato, sono stato capace solo di gettarlo al vento.
Ma non questa volta.
Avevo deciso di morire, ma
tu mi hai
salvato...
Tu sapevi dov'ero...
Non mi hai dimenticato, lo
so.
E mentre fisso il soffitto
bianco giuro
a me stesso che lotterò con tutte le forze contro quel
Blaine che
prende sempre la decisione sbagliata.
Prometto a me stesso che
questa volta
non ti permetterò di continuare a vivere senza di me.
Il destino, o chi per lui,
mi ha
concesso un'altra possibilità
E stavolta
giocherò bene le mie carte.
Stavolta so di cosa ho
bisogno.
Stavolta non me ne
andrò senza di te.
Sento il piacevole peso di
un nuovo
obiettivo nel mio cuore..
è una sensazione
a cui non sono più
abituato.
KURT
La guardo allontanarsi in
macchina.
Non riesco a muovermi, ho i
piedi
ancorati saldamente al terreno...
Penso che è
così che ci si sente
quando ti crolla il mondo addosso.
Penso che le mie spalle
sono troppo
deboli per sostenere tutto questo e vorrei solo sprofondare qui,
adesso e fare finta di non aver mai ricevuto la tua telefonata...
Poi mi si ripresenta negli
occhi
l'immagine di te abbandonato su quel letto sfatto.
E mi sembra di sentire
ancora il tuo
sapore sulle labbra...
è amaro, Blaine
Magari è questo
il gusto che hanno i
rimpianti...
Ed è tutto
così assurdo, surreale...
Ho passato gli ultimi dieci
anni della
mia vita a cercare di dimenticarti,
a rimettere insieme i pezzi
della mia
vita.
Cazzo Blaine, io avevo
deciso di
odiarti,
e ora tu sei qui e io non
riesco a
guardarti...
Non posso impedirmi di
essere scosso da
brividi, di avere il fiato corto, di perdermi nei tuoi occhi...
Sono arrabbiato, sono
furioso, ma non
so se lo sono più con te o con me stesso
La verità
è che vorrei urlarti in
faccia tutto il dolore, tutte le notti in bianco che ho passato a
causa tua...
Sarei così
soddisfatto di me stesso se
riuscissi ad essere normale, coerente...
Dopotutto ho delle
responsabilità e tu
non puoi piombare qui all'improvviso e sconvolgere tutto quello che
ho faticosamente costruito mentre non c'eri...
Ciò che ho
costruito intorno alla tua
assenza...
Semplicemente
è... scorretto
Purtroppo so bene che
ciò di cui è
preda il mio cuore non è rabbia, ma sollievo.
So che non dovrei, so che
è totalmente
malsano, ma ogni fibra del mio essere è felice di vederti,
ogni
atomo continua a rammentarmi che tra noi c'è ancora un
legame..
Mi sembra quasi di
sentirlo, sai?
Il filo sottile che mi lega
a te...
Lo sento tra il cuore e lo
stomaco, è
qualcosa di assolutamente tangibile e al contempo inesistente.
Se solo potessi vederlo,
saprei come
spezzarlo
Se solo sapessi come
lavarti via dalla
mia pelle, dai miei ricordi...
Potrei essere felice, o
almeno
provarci...
Ho tentato disperatamente
di ignorarlo,
di far finta che non esistesse e che mi permettesse di legarmi a
qualcun altro.
E proprio quando credevo di
esserci
riuscito,
quando mi ero convinto di
averti
dimenticato...
Eccoti qui, più
reale che mai, più
vicino che mai...
Respiro, trattenendo dentro
di me
quest'aria gelida.
Sento l'inverno pungermi la
pelle
mentre mi accorgo di essere ancora praticamente in pigiama.
Sorrido pensando che
davvero hai ancora
il potere di sconvolgermi.
Vorrei solo sapere come
fare per
impedirtelo...
ed è con questi
pensieri che mi dirigo
verso la tua stanza.
In un attimo sono
lì, davanti alla
porta.
Mi costringo ad entrare,
anche se non
so ancora cosa dirti...
“Ho parlato con
Alice... Mi ha
raccontato tante cose, Blaine. Tante cose che non mi aspettavo.
Sarò sincero con
te, non ho ancora
deciso cosa provo riguardo a... riguardo a tutto questo.”
Sento il sguardo fisso su
di me,
brucia, come se tu cercassi
di scavare
nei miei pensieri.
Mi faccio forza, non ti
guardo e
continuo.
“Quindi no, non
ne parleremo. Almeno
non adesso.
In ogni caso, hai bisogno
di assoluto
riposo, quindi verrai a casa con me.... Sempre che tu lo
voglia.”
Lascio i miei occhi liberi
di fare
quello che desiderano da quando sono entrato e ti guardo.
Tu fai un cenno di assenso.
“beh, adesso devo
andare a cambiarmi.
Passerò a prenderti fra qualche ora.”
Bene, ce l'ho fatta.
Esco velocemente e in pochi
minuti sono
arrivato.
Apro cautamente il portone
di casa e
tiro sospiro di sollievo nel trovarla vuota.
Scott è a lavoro
e Ruth all'asilo.
Non è ancora il
momento di
affrontarli.
Mi infilo sotto la doccia,
ho il
disperato bisogno di far scivolare questa notte via da me.
Il getto caldo rilassa i
miei muscoli,
ma non cancella i miei pensieri.
Non ti ho ancora detto di
Scott.
Non ci sono riuscito, mi
sembrava...
crudele.
Io ti sto proteggendo...
è come se mi
sentissi in colpa per essermi rifatto una vita.
È semplicemente
ridicolo...
Tu non c'eri e io dovevo
pur continuare
a vivere...
E poi tu eri sposato,
quindi forse
siamo pari.
Improvvisamente ricordo che
Scott non
sa che ti ho chiesto di venire stare qui.
Abbandono a malincuore il
rifugio umido
del box avviandomi a prendere il cellulare
…
…
…
Scott non risponde,
e se non risponde significa
che è in
riunione,
e se è in
riunione adesso lo sarà
almeno fino a stasera, quando tornerà a casa e ti
troverà qui...
Ok, Kurt Hummel
è ufficialmente
fottuto.
Sbatto la testa contro
l'armadio,
maledicendomi per quello che gli sto facendo, perchè davvero
non lo
merita.
Penso che a questo punto
posso solo
sperare che veda la mia chiamata e mi contatti prima di rientrare a
casa...
Ormai ti ho chiesto di
venire,
non potrei mai rimangiarmi
la parola
data, no...
Mi butto sul letto,
sfinito...
Mi concedo di abbandonarmi
per un po'
all'oblio del sonno.
Quando mi sveglio mi vesto
in fretta e
vengo subito a prenderti.
E ci sono ancora scartoffie
e medici e
raccomandazioni a dividerci,
ad offrirmi riparo dalla
verità dei
tuoi occhi...
Poi usciamo dall'ospedale e
siamo solo
noi...
E io mi sento
così vulnerabile, come
se tu potessi sgretolare tutte le mie certezze con un gesto...
E più percepisco
la fragilità del mio
piccolo mondo sicuro, più mi sento furioso...
Accendo la radio delegando
a lei il
compito di cancellare il silenzio che invade l'abitacolo.
Stringo convulsamente il
volante tra le
mani, sperando che tu stia zitto...
Ma ovviamente non hai la
decenza di
farlo.
Tu non fai mai quello che
ci si aspetta
da te, Blaine, mai...
E fai una cosa stupida, una
cosa
semplice.
Cambi stazione.
“Cosa diavolo
stai facendo?” ti
abbaio contro.
E tu hai quello sguardo
innocente,
stupito.
Sembri così
vulnerabile...
La cosa mi manda in bestia,
vorrei
strangolarti perchè so che sono io quello che si sta
comportando da
pazzo, ma non riesco a controllarmi.
“Io... Tanto non
ti è mai piaciuto
il country, no?”
“Oh, caro Blaine,
un sacco di cose
cambiano con il tempo, sai? Ah giusto, dimenticavo, non puoi certo
saperlo... tu te ne sei andato! 14 anni fa, se la memoria non mi
inganna!
Tu sei andato via, sei
scappato da me
per sposarti con una donna e adesso torni qui e ti comporti come se
niente fosse, come se ci vedessimo dopo un weekend lontani!
Pensi di poter tornare qui,
fare la tua
scenata melodrammatica e rovinarmi la vita... di nuovo?!”
Vomito addosso alla tua
espressione
mortificata parole vuote, riempite solo dal veleno del dolore
ammuffito, che per tanti anni ho tenuto chiuso in un angolo buio di
me...
Il problema qui
è proprio che non ti
odio come vorrei...
Tu mi guardi e borbotti
qualcosa di
probabilmente sensato, ma io non ti sto ascoltando.
Parcheggio la macchina,
lieto di poter
scendere, di non essere costretto a stare così vicino al tuo
odore...
Salgo le scale quasi di
corsa, tu mi
segui ansimando
E io ti odio
perchè mi si stringe il
cuore a vederti così debole...
Ti odio perchè
l'unica cosa che vorrei
fare adesso è venire lì e abbracciarti,
affondare le dita tra i
tuoi ricci e i
denti nella tua carne...
Il desiderio è
così forte e così
sbagliato che è come se mi si squarciasse il petto.
Boccheggio alla ricerca
disperata di
aria che non sappia così tanto di te
“Io –
Io non mi merito questo,
Blaine...
Perchè sei
venuto qui? Perchè
quell'hotel? Perchè...”
Sento le lacrime occupare i
miei occhi,
un singhiozzo ribelle impedirmi di respirare.
Poi tu dici quelle parole
che ho
bramato per anni mentre non c'eri...
Quelle parole che solo poco
tempo mi
avrebbero reso immensamente felice...
Le stesse parole che adesso
potrebbero
distruggere il mio equilibrio...
“Perchè
ti amo, Kurt”
E tra le tue labbra sembra
così
semplice, così giusto...
Inchiodi i tuoi occhi ai
miei...
Ti avvicini e io non mi
sposto...
Il tuo petto sfiora il mio
ansimante e
io chiudo gli occhi...
Lascio che sia...
Lascio che tu mi baci,
lascio che tu incastri il
tuo corpo con
il mio,
lascio che la tua lingua si
insinui
nella mia bocca...
Il tuo odore riempie i miei
polmoni...
Ed è come uscire
dall'acqua e
respirare, di nuovo...
Basta un secondo
perché ci sia solo
tu... solo noi
Tutto dura così
infinitamente tanto e
così troppo poco.
Sento dei passi sulle scale.
Sono passi familiari.
Ed è come se una
mano mi avesse
afferrato saldamente per i capelli e mi avesse riportato alla
realtà,
alla vita vera.
Ti spingo via.
E tu hai un'espressione
così disperata
negli occhi...
Mi porto a distanza di
sicurezza
proprio mentre la chiave gira nella serratura...
Poi Scott entra,
ha in braccio Ruth.
La posa e ti guarda,
poi guarda me e non so se
nel suo viso
delicato c'è più rabbia o delusione...
Eccoci, ora lo
posso dire, non sono
soddisfattissima del dialogo tra Kurt e Blaine -l'ho riscritto una
decina di volte, ma ancora non mi convince-, quindi penso proprio che
dovrò farli litigare di nuovo Mwahahah!!
ù_ù
Trascurando gli
scherzi, vi sarei
IMMENSAMENTE grata se mi faceste sapere cosa ne pensate, sia nel bene
che nel male ovviamente!
Sì, sto
poco dignitosamente
elemosinando una recensione!!!
Spero di non
avervi deluso... Se
vorrete continuare a seguire la fic (rendendomi vergognosamente
felice) vi anticipo che il prossimo capitolo dovrebbe essere un
pochino più “caldo”...
Esatto, sto
cercando di prendervi
per la gola!!! XD
Basta, meglio che
concludo qui...
°_°
baci e abbracci a
tutti quelli che
sono arrivati a leggere fin qui!
Sara
|
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Capitolo 5 *** attimi ***
Salve a tutti!!! =)
Come vedete ho cambiato il nick, quello vecchio mi sembrava
troppo
infantile, quindi, avanti un altro! =)
Perdonate i tempi più lunghi del solito, ma questa
settimana l'ho
passata a correre su e giù per mezza Italia per iscrivermi
all'università, quindi sono stata piuttosto impegnata tra il
lavoro
i gli infiniti documenti...! °_°
Spero di avere un attimo di respiro prima dell'inizio dei
corsi,
per aggiornare un po' più velocemente!
Detto questo vi devo confessare che mi è un po'
dispiaciuto
vedere che l'ultimo cap non ha avuto tanto successo, viste le poche
-ma preziosissime!- recensioni...
In ogni caso spero che questo vi piaccia di più...
Vi avverto
subito che ho mantenuto la promessa a metà; la
focalizzazione è di
Blaine, ma la scena “hot” è posticipata
a capitolo da
destinarsi! XD
In compenso ci sarà un momento molto tenero...
Leggete e saprete!
A dopo! ;)
________________________________________________________________________________
BLAINE
“Perchè
ti amo Kurt”
Dirlo adesso è
così facile,
capirlo prima è
stato così difficile.
Non penso neanche a quello
che dico,
non ce n'è bisogno.
Sono cose che ho sempre
saputo, ma che
non mi sono mai concesso di ammettere.
Ti guardo e l'azzurro dei
tuoi occhi è
così... ferito, arrabbiato.
Non posso resistere, non
posso
aspettare ancora.
Mi avvicino rapido e lascio
che le mie
mani tornino al loro posto... su di te.
Ti bacio, mi stringo a te.
Sento il battito accelerato
del tuo
cuore.
E c'è il tuo
respiro sulla mia pelle.
c'è tuo sapore
tra le mie labbra,
c'è la mia mano
tra i tuoi capelli.
E tutto è di
nuovo così giusto che
penso non finirà mai...
ma mi sbaglio...
Improvvisamente mi spingi
via.
Non ho neanche il tempo di
capire il
perchè, mentre sento una chiave girare nella serratura.
Entra un uomo, entra una
bambina.
Entrano e travolgono,
calpestano tutte
le mie speranze, tutti i miei stupidi castelli di carte...
Non devo sforzarmi per
capire chi sono.
Sono le mie peggiori paure
materializzate qui, davanti ai miei occhi.
Lui guarda prima te e poi
me.
E il suo sguardo
è così rabbioso che
potrebbe incenerirmi.
Non ho il coraggio di
respirare.
Non ho il coraggio di
parlare.
Adesso veramente vorrei non
averti
chiamato.
Non posso sopportare di
ritrovarti e
perderti.
Tu non puoi essere essere
suo, tu non
puoi...
“Ciao
tato!”
è una vocina
flebile e sorridente ad
interrompere questo silenzio.
Io mi sforzo di non
sembrare così
sconvolto.
Cerco di sorridere alla
faccina che
spunta da dietro la gamba dell'uomo.
Ma quello che si
materializza sul mio
viso dev'essere più simile ad un ghigno e la bimba si ritira.
“Ruth vai a
posare lo zainetto in
camera, arrivo subito.” dice lui senza togliermi gli occhi
furenti
di dosso.
La bimba si allontana
saltellando.
“Che cazzo ci fa
lui qui?” sibila
lui appena si è allontanata, diretto a te, come se io non ci
fossi,
come se non esistessi e non potessi sentirlo.
“Scott calmati.
Ti ho chiamato, ma
avevi il telefono staccato. Io volevo avvertirti...
Insomma cosa dovevo fare?
Sta male,
aveva bisogno di un posto dove stare e così ho
pensato...”
I tuoi occhi saettano
colpevoli da me a
lui, chiedendo scusa, non so a chi...
“beh hai pensato
male, Kurt. Non
crederai davvero ch...”
“Papà
Scott!!!Non si toglie la
giacca! Ho caldo... Mhhhh!” Sbuca di nuovo la testolina
ricciuta
della piccola Ruth, è arrossata e piagnucola.
Scott, se ho ben capito, si
dirige
subito verso di lei.
Io mi rendo conto solo
adesso che ho le
unghie conficcate nelle mani, i denti nel labbro, gli occhi su di
te...
Alzi lo sguardo e mi fai
cenno di
seguirti.
“Questa
è la stanza degli ospiti,
puoi stare qui. Io adesso devo parlare con... Scott”
Forse sono pazzo,
è tutto così
surreale, ma per un secondo mi sembra di vedere nei tuoi occhi
un'ombra di rammarico, quasi una muta richiesta di scuse.
Ma è solo un
istante.
Te ne vai, fissando il
pavimento,
mentre io cedo all'emozione
e mi lascio
cadere a terra.
Sento un singhiozzo
squassarmi il
petto.
Continuo a guardare il
punto in cui sei
sparito e lascio le lacrime scendere, silenziose.
Mi sono già
sentito così una volta,
tanto tempo fa.
Come se i pugni avessero
strappato via
da me tutta la speranza, tutti i progetti...
Tutto l'amore... O almeno
così
credetti...
Ed è stato
quello l'inizio della fine.
Resto qui,
così...
La faccia sul tappeto, il
corpo
abbandonato sul pavimento freddo.
È come se fossi
troppo debole per
sopportare tutto questo dolore.
Come se le mie gambe si
rifiutassero di
sorreggere un corpo svuotato.
Come se i miei polmoni si
rifiutassero
di inalare aria che non sappia di te.
Come se il mio cuore si
rifiutasse di
battere in un mondo in cui io e te, noi, non esistiamo più...
Ti sento discutere con
quell'uomo.
Ti sento dire che lo ami.
Che per me non provi
niente, ormai.
Che sono qui solo
perchè ti sei
sentito in dovere di aiutarmi.
Che può stare
tranquillo, perchè lui
è la tua famiglia e io...
Io non sono niente da molto
tempo.
Non avrei mai pensato che
dalle tue
labbra, le tue labbra perfette, potessero uscire queste parole.
È come se ognuna
entrasse nelle mie
orecchie e raggiungesse il mio cuore, per conficcarcisi con violenza.
Sono talmente sopraffatto
da tutto
questo che non riesco neanche ad appellarmi quella parte di me che ha
sempre continuato a gridare che non mi avevi dimenticato, che mi
stavi ancora segretamente aspettando...
Quella parte di me
evidentemente non è
così forte da reggere lo scontro diretto con la
realtà.
Così bruta,
così violenta, così
inequivocabilmente vera...
Mi viene da vomitare.
Corro verso il bagno e mi
svuoto.
Vorrei riuscire ad
espellere anche
l'anima.
Vorrei vomitarti via Kurt,
far uscire
dal mio corpo tutto l'amore per te, come se fosse un veleno...
Resto un attimo seduto sul
pavimento
freddo, poi mi alzo, mi bagno il viso, cercando di ritrovare una
parvenza di raziocinio.
Mi butto sul letto.
E mentre fisso il soffitto,
mentre lo
vedo girare, sento tra le urla tue e di Scott, dei singhiozzi deboli.
Piccoli, flebili singhiozzi
di bambina.
Mi alzo e seguo il mio
udito fino a
vederla.
È
così piccola e fragile,
rannicchiata a piangere.
C'è un lenzuolo
teso tra una
poltroncina e la scrivania,
sotto il lenzuolo ci sono
dei grandi
cuscini e una lampada,
tra i cuscini
c'è Ruth.
Stringe a sé un
peluche, un unicorno
con la criniera tutta arruffata.
Mi avvicino ancora un po',
cauto.
Lei alza gli occhi e mi
vede.
Vede il mio viso e le mie
lacrime.
“Anche a te fanno
paura quando
urlano?” mi chiede con una serietà e una
comprensione disarmanti.
Annuisco, colpito.
“Tranquillo, tra
poco passa. Intanto
se vuoi puoi stare qui con me. Nel fortino magico sei al
sicuro.”
Tende la mano paffuta verso
di me e mi
fa sedere tra i cuscini con lei.
Sono io l'adulto, e sono io
quello che
non riesce a parlare.
Sono io quello che non
riesce a
smettere di piangere.
“Anche tu hai
fatto la puntura? Ti fa
male? Piangi per questo?”
dice poi guardando il
cerotto sul mio
braccio.
“Anche io l'ho
fatta una volta. Avevo
tanta paura, ma poi è passata.
Fa male all'inizio, sai.
Poi passa
tutto. Guarisci e stai bene e puoi tornare a giocare.”
Oh, non sa quanto ha
ragione.
Fa male, tanto, tanto male.
E non è quel
genere di dolore
curativo.
Tu non sei più
la mia medicina.
E domani
continuerà a fare male.
Forse continuerà
a fare male per
sempre.
E non torneremo
più a ridere, almeno
non insieme...
“Ma sei caldo! Mi
sa che hai...
l'affluenza...no la.. flu... la febbre!
Io quando ce l'ho posso
stare a letto e
guardare i cartoni tutto il giorno! Forse se ti metti a letto subito
papà Kurt fa vedere un po' di tv anche a te! Dai, vieni,
svelto che
se ti trova in piedi si arrabbia!”
Mi prende di nuovo la mano
e io mi
lascio guidare verso la mia stanza.
Nella mia testa rimbombano
solo le
parole “papà Kurt”...
Tu hai una vita, sei un
padre...
E io sono stato un idiota a
pensare che
fossi solo mio, ancora.
Che ci fosse un motivo in
più del
semplice senso del dovere dietro alle tue azioni.
Mentre mi stendo sul letto
un piccolo
pensiero mi saetta per la mente.
Questo è
ciò che avrei potuto avere,
questo è
ciò a cui ho rinunciato....
Poi tutto si fa scuro,
forse nemmeno il
mio fisico può sopportare tutta questa pressione...
KURT
“Perchè
Kurt? No, sul serio, perchè
ci fai questo? Io non me lo merito lo sai!
Con tutto quello... tutto
quello che ho
fatto per far andare le cose per verso giusto di nuovo.
Con tutto l'impegno che ci
sto mettendo
per capirti, per aggiustare le cose...
Tutte le storie sulla
confusione, sul
non farti pressioni... su Ruth.
E ora questo! Sentiamo,
cosa dovrei
fare? Cosa ti aspetti che faccia, che lo accolga a braccia aperte?
È
il tuo ex, Kurt, come puoi non ricordati come stavi quando ci siamo
conosciuti?
Io non posso tenerlo qui!
Un conto è
vivere con il suo fantasma, un conto è avercelo qui, vivo,
in casa
MIA!”
Scott è furioso,
è deluso ed ha
ragione.
È stato un
azzardo portarti qui,
soprattutto in questo momento...
“Ok, hai ragione.
Ho fatto uno
sbaglio, va bene?
Ma è stato tutto
così veloce e io non
me la sono sentita... Io non voglio avere sulla coscienza nessuno
Scott. Ed è vero, c'è stato un tempo in cui lo
amavo”
Oh, sì, ti amavo
così tanto...
“Ma quello
è il passato...”
Posso dire che è
così, ma vorrei,
vorrei davvero tanto poterlo sentire dentro di me...
“Adesso amo te.
Sei tu la mia
famiglia e non devi preoccuparti di niente.
Lo so, è il
momento sbagliato, ma ci
riusciremo lo stesso, aggiusteremo le cose.
Io voglio vedervi felici,
lo voglio con
tutto me stesso. Avere Blaine qui non cambierà niente, anzi
sarà
una...”
“Tato Blaine ha
la febbre! Io l'ho
chiamato ma dorme e non mi sente..”
So...cosa ne
pensate? Piaciuto
l'incontro Ruth-Blaine? =)
Spero che avrete
la gentilezza di
farmelo sapere... XD
In ogni caso
ringrazio di cuore
tutti quelli che hanno recensito -vi adoro e leggere i vostri
commenti mi scalda il cuore!-, e tutti quelli che stanno seguendo la
storia, magari in silenzio...
Grazie! ^^
A presto!
Baci, Sara
|
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Capitolo 6 *** ricordi ***
Salveee!!!
Avete visto, ho fatto la brava e ho aggiornato presto! ^^
Allora questo capitolo è stato scritto durante
un'intensa crisi
emotiva, ma devo dire che alla fine sono abbastanza soddisfatta del
risultato...
Il capitolo è piuttosto lunghetto, quindi
godetevelo, anche
perchè mi sa che per il prossimo dovrete attendere un po'! =)
Stavolta c'è una piccola novità;
troverete delle parti in
corsivo, beh quelle sono i sogni/ricordi di Blaine...
Spero vi piacciano! Fatemi sapere!
Ora vi lascio, ci vediamo più giù! ;)
________________________________________________________________________________
KURT
“tato Blaine ha
la febbre.”
La vocina di Ruth arriva
prima al mio
cuore che al mio cervello
Immediatamente sento tutti
gli arti
formicolare per l'istinto di precipitarsi da te.
Ma mi trattengo.
Devo trattenermi.
Guardo Scott e lui non
può far altro
che farmi cenno di andare, rassegnato.
Entriamo nella stanza e io
ti vedo così
debole, di nuovo.
Accasciato a casaccio su un
letto, di
nuovo.
L' espressione piena di
dolore.
Ti tocco la fronte,
è bollente.
Sento un brivido insinuarsi
tra le dita
e correre malizioso dritto al petto.
La mia mano scivola via
dalla tua
pelle, riluttante.
Prendo il termometro e ti
misuro la
febbre.
Sento sulla nuca lo sguardo
di Scott,
scruta ogni mio movimento.
E può vedere
tutte le reazioni
esterne, ma non può fare niente per la bocca secca e il
battito
accelerato.
Non riesco a combatterli
neanche io.
Hai 39.
“è
alta?” chiede Scott.
“Sì,
39. Ma è normale...”
...ti viene sempre la
febbre quando sei
agitato, lo so.
E purtroppo me lo ricordo.
“Va bene. Resta.
Ma lo voglio fuori
di qui appena sarà in grado di reggersi in piedi.
E non credere che la nostra
discussione
sia finita qui.”
Io lo guardo e uccido
subito il piccolo
sorriso che mi stava nascendo sulle labbra.
Lui si gira e se ne va.
BLAINE
“shhh!
Blaine, no! Fermo! Ci
sentirà...”
“Ahahah...Io
sono fermissimo!”
I nostri corpi
nudi, giovani ed
eccitati.
Stretti in un
abbraccio, respiro nel
respiro, occhi negli occhi.
Il tuo respiro
affannato, le mie
risate soffocate.
“Devo
ricordarmi di non farmi mai
più convincere a fare una cosa del genere.”
dici sottovoce,
giocherellando con i
miei capelli
“Cosa,
fare sesso selvaggio con il
tuo bellissimo fidanzato?”
Sorrido, sorrido
di te, sorrido alla
vita.
“No
idiota. Farmi convincere a
mentire al padrone di casa dicendo che siamo fuori per il week-end
per non pagare l'affitto e poi restare tre giorni chiusi in
casa...”
Rido e tu mi metti
una mano sulla
bocca per farmi stare zitto.
So che quella mano
non resisterà lì
sopra tanto a lungo, le nostre labbra non possono stare separate.
Inizio a baciare
dolcemente il tuo
palmo, la tua pelle così morbida e viva.
“Dai
togli la mano. Se n'è
andato, siamo al sicuro ora. Missione compiuta, compare!”
Ti faccio
l'occhiolino e tu cedi, tu
cedi sempre.
“Ok, ma
promettimi una cosa.”
“Tutto
quello che vuoi.”
“Il
prossimo week-end mi porti
fuori!”
“Te
lo
prometto...”
mi
trovo a
sussurrare, gli occhi ancora chiusi.
“Prometti
cosa,
Blaine?”
è
la tua voce, sei
tu Kurt...
Ci sono
io, ci sei
tu, c'è un letto...
Ma io
sono solo
un'ombra sbiadita e tu sei di un altro e il letto è freddo e
vuoto.
Sì,
sei Kurt, ma
non quel Kurt, il mio Kurt.
Ci
metto qualche
secondo a realizzare dove sono e perchè.
Il
cuore mi si
spezza, di nuovo.
La mia
felicità
esiste solo nei ricordi,
noi due
sopravviviamo solo nella mia mente, nei miei sogni.
Vorrei
solo poter
richiudere gli occhi e vivere quei momenti all'infinito.
Guardarci
vivere
come in un film.
Invece
mi costringo
ad aprire gli occhi e a guardarti.
“Kurt,
io...”
Cerco
di alzarmi,
ma non me lo permetti.
“No
Blaine, non
importa, stai giù. Hai la febbre alta, sono venuto a
portarti la
medicina.
Bevila
subito visto
che sei sveglio.”
Mi
tendi una mano
per aiutarmi a mettermi seduto.
È
così fredda.
Penso
che vorrei
tenerla stretta tra le mie per scaldarla.
Penso
che ricordo
esattamente che effetto fa avercela posata sulle labbra, baciarla...
Sento
un mal di
testa atroce.
Prendo
il bicchiere
dalle tue mani e lo bevo.
Voglio
parlarti,
voglio spiegarti, ho così tante cose da dirti.
Non
voglio che tu
te ne vada, non voglio che tu sia suo.
Non
voglio che
smetta di amarmi.
“Kurt...”
Stavolta
non mi
interrompi.
Anzi mi
concedi di
perdermi nei tuoi occhi.
È
troppo, è
veramente troppo.
“solo...
grazie”
Sento
una lacrima
sfuggire al mio controllo.
Non me
ne
preoccupo.
Tu fai
un piccolo
cenno d'assenso e mi lasci di nuovo solo.
Le
lacrime
continuano a scendere e io mi sento così ridicolo,
così impotente e
fuori posto.
Lascio
che
scorrano, sperando che lavino via un po' di dolore.
Basta
poco perchè
io scivoli nuovamente nel sonno...
è
notte, fa caldo, le strade sono
deserte, il locale sta chiudendo.
Voglio andarmene,
questo posto non
mi piace.
Vorrei tanto non
essermi fatto
convincere a venire qui.
Tu mi guardi di
sottecchi, a
disagio.
Mi si stringe il
cuore, so che è
colpa mia.
Saluto velocemente
i ragazzi con la
fretta di tornare da te.
Mi avvicino e ti
passo un braccio
intorno alla vita.
Tu mi concedi un
sorriso che proprio
non merito.
“Scusa
amore. È un posto orrendo
e io sono un idiota.
È solo
che...”
“é
solo che volevi legare con i
colleghi...lo so.
Non è
colpa tua se sono tutti dei
buzzurri!
Io voglio che tu
sia felice, Blaine
e se questo implica sacrificare qualche serata film, a me sta bene.
Ma ti prego non costringermi più a venire, ok?”
sorridi
dolcemente, di nuovo e
appoggi la tua fronte alla mia.
Mi viene da
piangere se penso a
quanto le mie insicurezze possano farti soffrire.
Adesso sei tu
quello che mi dice di
farmi coraggio e io quello che non riesce a trovare il suo posto.
Ti stringo ancora
un po'.
Poi una mano mi
afferra i capelli.
“Buonasera,
frocetti del cazzo!
Vediamo se vi passa la voglia di fare le schifezze per
strada...”
Cado all'indietro,
sbatto
violentemente a terra.
Sento il tuo urlo
soffocato.
Cerco di alzarmi,
ma un calcio nello
stomaco mi toglie il respiro.
“Blaine!”
Sento la tua voce
chiamarmi in
aiuto.
Sento le tue
lacrime, la tua paura.
Vorrei alzarmi,
dovrei correre da
te, difenderti, ma non ci riesco.
E per un po' ci
sono solo mani che
mi bloccano e colpi da cui non riesco a difendermi.
C'è il
mio corpo rannicchiato
contro il muro sporco.
C'è
l'alito alcolico del gorilla
che mi tiene premuto il viso sull'asfalto
I tuoi gemiti
strozzati.
Mi fanno voltare
solo per mostrarmi
cosa ti stanno facendo.
Un uomo ti
trattiene da dietro
mentre altri due mettono le loro sudice, violente mani su di te.
Sul tuo viso, sul
tuo corpo perfetto
continuano a piovere pugni e calci.
Poi non so con
quale forza tu riesci
a divincolarti.
Corri e vieni
verso di me e cerchi
di dare un pugno all'uomo che mi sta picchiando.
“NON LO
TOCCARE!” gridi.
Ma la tua voce non
è fatta per
urlare e le tue mani per fare a pugni.
Lui ti colpisce
con forza sulla
tempia e tu cadi a terra, senza un gemito, svenuto.
Io non riesco a
far altro che
guardare mentre continuano ad accanirsi sul mio corpo.
Improvvisamente si
sente una sirena
in lontananza, il gruppo si disperde.
Resto fermo,
immobile.
Paralizzato forse
più
dall'umiliazione che dalla botte.
Atterrito dalla
consapevolezza che è
colpa mia, solo colpa mia.
Schiacciato dal
peso della mia
inettitudine.
Tu hai lottato, ti
sei difeso, sei
corso in mio aiuto.
Io mi sono
lasciato cadere, non mi
sono mosso, non ti ho protetto.
Continuo a fissare
il tuo volto fino
a che il dolore prende il sopravvento...
Mi dispiace Kurt,
mi dispiace così
tanto...
Da quel vicolo non
mi sono più
rialzato, lì sono rimasti tutti i miei progetti, tutta la
mia
dignità....
Mi dispiace...
KURT
“Blaine!
Blaine,
svegliati...”
Sono le
cinque e
mezzo di mattina e tu urli, parli, gemi nel sonno.
Per
fortuna Scott è
dovuto uscire prestissimo e non ti ha sentito.
Anche
se per lui le
tue sarebbero state solo parole sconnesse...
Io
invece so cosa
sogni, so per cosa piangi e chiedi scusa...
Mi
atterrisce la
consapevolezza di quanto quell'episodio orrendo ti abbia segnato.
Io ne
sono uscito
con qualche cicatrice e l'odio per i locali notturni,
tu
forse non ne sei
mai uscito...
In casa
tutto tace,
una
lama di luce
penetra dalla finestra, illuminando i tuoi tratti di un bagliore
grigiastro.
Mi
concedo di
guardarti un po' mentre ti svegli.
Sei
così
diverso... e allo stesso tempo non sei cambiato.
Hai il
viso
scavato, la barba di qualche giorno, i capelli arruffati e sudati.
Mi
ferisce vederti
così... sconfitto e debole.
Poi
apri gli occhi
ed è come se tutto l'ossigeno di questa stanza avesse deciso
di
uscire dalla finestra...
quelli
no, non sono
cambiati,
e non
è cambiato
l'effetto che hanno su di me...
Non
posso far a
meno di sedermi sul bordo del letto,
ho
bisogno di
sfiorarti, la mia pelle ha sete di te e mi ha tenuto sveglio tutta la
notte.
“Credo
che tu
abbia avuto un incubo... stai... Stai bene?”
Tu
abbassi lo
sguardo e non rispondi.
Faccio
per alzarmi,
non posso sopportare questa tensione ancora.
Ma non
me lo
permetti, mi prendi il polso.
Nelle
tue mani non
c'è violenza, nei tuoi occhi non c'è speranza.
“solo...
potresti
restare qui... solo per poco?”
Tutti i
miei atomi
si ribellano, non lasciano al cervello neanche il tempo di obiettare
che sono già più vicino a te, incastrato tra i
tuoi occhi e il tuo
maledettissimo odore...
E anche
stavolta mi
sorprendi, ti allontani e mi prendi la mano.
Reclini
la testa
sul cuscino e chiudi gli occhi.
Lascio
che tu mi
stringa la mano,
lascio
che la
sensazione delle nostre dita intrecciate mi dia i brividi.
Io
forse avevo
dimenticato quanto amavo tenere la tua mano tra le mie durante la
notte, ma sei rimasto tatuato sulla mia pelle e lei no, non ha
dimenticato...
Ti vedo
scivolare
nel sonno di nuovo,
così
inerme,
vulnerabile, senza difese.
Una
piccola goccia
mi rotola via dagli occhi...
Non
volevo che ci
ritrovassimo così.
Non so
più neanche
se volevo che tu mi ritrovassi, dopo tutto questo tempo, dopo tutta
questa vita.
Adesso
so solo che
qualcosa cambierà...
Ascolto
il tuoi
respiri finalmente regolari e mi appoggio anche io alla testiera del
letto.
Schiudo
i pensieri
e serro le dita attorno alle tue,
non
è adesso il
momento di pensare, non è adesso il momento di scegliere.
La luce
del giorno
non può ancora arrivare a svelare verità che
feriscono,
siamo
in un limbo
fatto di sogni e sensazioni, non di pensieri e azioni.
Adesso
tu hai
bisogno della mia mano e io ho solo bisogno di sapere che starai
bene...
Spero
che stavolta
tu non faccia sogni, Blaine.
Eccoci! Allora lo
so che in realtà
non succede niente di eclatante, la trama non va tanto avanti, ma mi
sono fatta un po' prendere la mano dai personaggi ed è
venuto fuori
questo...
Anche
perchè qualcuno di voi mi
aveva chiesto approfondire di più la storia dell'aggressione
e il
mio cervellino aveva iniziato a lavorare...quindi ecco il risultato!
Se non
è tanto chiaro non esitate a
dirmelo, io provvederò a far riprendere il discorso al caro
Blaine
per spiegare meglio le sue ragioni!
Volevo soffermarmi
un pochino di più
sulle sfumature delle emozioni di entrambi; qui Blaine è
più
vulnerabile del solito causa febbre e in Kurt si inizia ad
intravedere un cambiamento, è lieve lieve e non definitivo,
ma se
siete stati attenti l'avete colto! ^^
Quindi non mi
rimane altro che
ringraziare tutte le magnifiche persone che commentano, inseriscono
la storia tra le seguite/preferite/ricordate o che semplicemente la
leggono.
So che le mie
elemosine di
recensioni sono un po' patetiche, ma.... daiii, per favore, mi fanno
tanto tanto tanto felice!!! ^^
Baci, Sara
|
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Capitolo 7 *** cicatrici ***
Buonaseeera!!! =)
Come state? Suppongo bene, visto che stiamo tutti facendo il
conto
alla rovescia per stanotte! XD
Nell'attesa potrete distrarvi con questo capitolone!
Allora è il più lungo di quelli
pubblicati finora, ma è anche
il più importante -sì avete capito bene-, quindi
proprio non potevo
tagliarlo, mi sarei sentita male! ^^
Oltre ad essere lungo è anche, almeno spero,
intenso... Non dico
che sono stata male per scriverlo, ma ci sono andata vicino...!
Diciamo che ho dormito meno del solito!
Beh, i commenti li lascio per la fine, adesso vi abbandono ad
una,
spero emozionante, lettura!
________________________________________________________________________________
KURT
Sento la sveglia suonare
nell'altra
stanza...
Devono essere le nove e io
devo essermi
addormentato.
Ci metto qualche istante a
ricordare
cos'è successo.
Vedo le nostre mani
intrecciate, il tuo
volto addormentato e apparentemente sereno.
Ti tocco la fronte,
costatando che la
febbre è scesa.
Presto starai bene, vorrai
parlare e io
dovrò affrontarti.
Dovrò fare i
conti con tutto quello
che provi per me, che provo per te.
È una
prospettiva necessaria, ma non
piacevole...
Mi alzo, attento a non
svegliarti,
sciolgo l'abbraccio delle nostre mani.
E mi sembra che tra le tue
dita tu
riesca a trattenere un altro pezzettino di me.
Spero solo che ne rimangano
abbastanza
per me...
Esco velocemente dalla
stanza e rientro
nella mia routine.
Fuori dalla tua porta ci
sono ancora la
mia vita, le mie abitudini,
ma oggi mi sembra tutto un
pochino più
freddo, un pochino più falso.
Sveglio Ruth e il suo
sorriso assonnato
mi ricorda che non c'è niente che non vada in questa casa,
è tutto
maledettamente giusto, coerente.
Se c'è qualcosa
di sbagliato, quello
sono io.
Io con le mie reticenze
assurde e i
miei dubbi segreti, io che potrei avere una vita perfetta, potrei
rendere felici due persone meravigliose e non riesco a farlo.
Io che mi sento in gabbia
in quello che
dovrebbe essere il mio rifugio...
Le preparo la colazione e
la accompagno
all'asilo, ascoltandola distrattamente parlare delle avventure del
suo peluche.
So che si meriterebbe
più attenzione,
più comprensione,
si meriterebbe un padre
migliore.
La guardo scendere dalla
macchina e
salutarmi da dentro il cortile.
È
così forte e sincera da spezzarmi
il cuore.
Vorrei così
tanto essere un buon
padre, vorrei meritarmi il suo affetto,
vorrei essere stato
pronto...
Con la familiare fitta di
rammarico che
mi accompagna ormai da un po' rimetto in moto la macchina verso casa.
BLAINE
Sento le tue dita scivolare
via dalle
mie,
una strana sensazione di
freddo si
propaga nel mio corpo, come quando le nuvole oscurano il sole...
Mia madre diceva sempre che
quando una
speranza muore,
quando un sogno si spegne,
la mattina dopo lo si
può ritrovare
adagiato sui fili d'erba;
è diventato una
piccola goccia di
rugiada,
una minuscola amara
promessa non
mantenuta che bagnerà le antenne dei grilli,
che annegherà
qualche formica...
Penso che probabilmente
Central Park
stamani sarà molto umido...
Brilleranno al sole le mie
lacrime, i
miei vaneggiamenti,
uccisi dalle tue parole.
Lascio che i pensieri si
confondano e
cerco disperatamente di prolungare questo sonno senza sogni,
richiamando alla mente la
sensazione
della tua pelle sulla mia.
In un tentativo piuttosto
patetico di
smentire le tue affermazioni con le tue azioni.
Quando so di essere ormai
inequivocabilmente sveglio, mi rassegno ad alzarmi.
In casa c'è
silenzio, è vuota.
Combatto l'impulso di
andare a caccia
del tuo odore, tra le tue cose,
scommetto che farebbe
troppo male.
Mi dirigo verso il bagno,
ignorando
l'immagine scomposta che mi restituisce lo specchio.
Sono stanco di vedermi.
Sono stanco di
autocommiserarmi.
L'acqua mi scorre sulla
pelle e io
penso stupidamente che spero non lavi via il tuo odore.
Finito di lavarmi mi infilo
i vestiti
che mi hai lasciato sulla scrivania,
profumano di te in maniera
deliziosa e
crudele.
Sto ancora combattendo
contro l'impulso
di uscire dalla camera,
quando ti sento rientrare.
Ascolto i tuoi passi
avvicinarsi alla
porta e poi aprirla cautamente.
“Ah ti sei
alzato... Ti senti meglio?
Io, se vuoi c'è
qualcosa da
mangiare...”
Posso percepire le tensione
dei tuoi
muscoli,
l'imbarazzo nella tua voce.
“Sì,
sto meglio... Credo che la
febbre sia scesa....
Tu annuisci silenzioso e io
non riesco
a frenare la lingua
Immagino che questo voglia
dire che
devo andarmene, giusto?”
Vorrei gettarmi ai tuoi
piedi e
pregarti di dire di no...
“Blaine... Beh,
no... è meglio se
resti ancora qualche giorno...
Insomma finchè
non siamo sicuri... sai
una settimana di osservazione è la procedura standard per i
casi...
i casi”
“di tentato
suicidio. Sì, me lo
avevano detto in ospedale, ma non sapevo se...
Oddio Kurt, è
tutto così assurdo!”
Sbotto improvvisamente,
tutto questo
far finta di non volerti,
tutto questa tensione tra
noi mi sta
uccidendo...
Tu rimani in silenzio.
“Insomma, sono
io, Kurt! Sono lo
stesso Blaine che ti amava...
Io lo sento che
c'è ancora qualcosa
tra noi...
E devo saperlo Kurt, devi
dirmi se
quello che hai detto a Scott ieri sera è la
verità... Perchè se è
quello che senti veramente, non c'è motivo perchè
io stia qui.”
Non volevo essere
così rude, così
diretto.
“Ho bisogno di
sapere,
ho bisogno di sentirti dire
che non mi
ami,
che non mi vuoi,
che quello che desideri
davvero è
continuare la tua vita con questo Scott...”
“Cosa? Io...
Blaine non ti devo certo
spiegazioni...
E poi certo che lo amo.. Io
adesso ho
una famiglia, con Scott e tu...”
Mi avvicino a te, voglio
vedere ogni
sfumatura della tua espressione,
devo essere sicuro, avere
la certezza
che è tutto finito.
“Guardami negli
occhi, Kurt e dimmi
che stanotte non sei restato perchè lo volevi,
perchè anche tu
senti la pelle bruciare quando mi tocchi.
Giurami su tutto quello che
hai di più
caro che non hai provato niente quando ti ho baciato.
Dimmi che lo ami, che io
non sono
niente, che mi vuoi fuori dalla tua vita.
Abbi il coraggio di essere
sincero...
Ho visto com'è
la vita senza di te e
ho deciso di rifiutarla, quindi dimmi che c'è un motivo se
sono
ancora qui, se vale la pena essere ancora vivo”
Mi sembra di aspettare
queste parole da
tutta la vita.
Sento ogni frammento del
mio corpo
immobilizzarsi,
l'aria è
così carica di aspettative
da essere irrespirabile.
Tu non riesci a sfuggire al
mio
sguardo, semplicemente non puoi.
Sai che vedrei qualsiasi
ombra di
falsità nei tuoi occhi.
Boccheggi.
“Blaine, io...
non posso...”
L'azzurro dei tuoi occhi si
offusca e
le lacrime iniziano a solcare il tuo volto.
Non ci sei riuscito, lo
sapevo.
In un secondo colmo col mio
corpo la
distanza che c'è tra noi.
Stringerti tra le braccia
è diventata
una necessità dolorosa.
Ti prendo la testa tra le
mani e
soffoco i miei respiri tra le tue labbra.
Stavolta non c'è
spazio per la
dolcezza tra le nostre bocche.
È solo fame,
fame insaziabile della
tua pelle, dei tuoi occhi, dei tuoi gemiti.
Ti bacio con forza, affondo
i miei
denti nella tua bocca.
Tu resti immobile per pochi
secondi,
poi il tuo corpo inizia a
reagire,
l'istinto soffoca la
ragione e ti sento
finalmente stringerti a me,
cercare il contatto con la
mia pelle
con foga.
Senza
razionalità, senza
consapevolezza.
Non c'è
delicatezza mentre ti spoglio,
solo bisogno, necessità dolorosa e inarrestabile.
Un'esigenza così
impellente da non
permettermi di godermi la vista del tuo corpo.
Quel corpo che sembra
modellato per
incastrarsi col mio.
E subito sono mani tra i
capelli, sono
morsi, non baci,
sono schiaffi, non carezze,
sono urla, non sospiri.
È la mia barba
che graffia il tuo
viso,
le tue unghie che affondano
nelle mie
spalle.
Sono mani che frugano
frenetiche nelle
pieghe della pelle, nei risvolti dell'anima.
e lingue attorcigliate in
una danza
arcana,
e ancora sussulti e ancora
respiri.
Non mi importa se domani mi
lascerai di
nuovo,
perchè sulla mia
pelle porterò i
segni dei tuoi denti, il peso del tuo odore.
Adesso l'orizzonte del mio
futuro è
tutto racchiuso nello spazio tra le tue braccia,
il mio domani è
semplicemente
accartocciato nella tua bocca.
Mi appiccico al tuo corpo e
penso solo
che voglio leccare via dalla tua pelle la polvere di questi anni
lontani...
Voglio bere le tue lacrime,
ubriacarmi
del tuo dolore.
Voglio succhiare via tutta
questa
malinconia.
Ci rotoliamo sul letto,
graffiandoci,
amandoci.
Le nostre mani sfregano con
violenza i
nostri corpi,
i nostri baci hanno il
sapore salato
delle lacrime,
i nostri gemiti la voce
tremula del
pianto.
Prendo il tuo corpo con
violenza, come
non ho mai fatto prima.
Forse perchè
prima avevo la certezza
di un domani, un domani con te.
Adesso affondo i miei denti
sulle tue
labbra,
in un tentativo folle e
disperato di
strapparti via un pezzetto di anima.
Irrompo dentro di te e
sento il tuo
corpo contorcersi per il dolore,
poi fremere per il piacere.
Sempre più forte,
sempre più
veloce.
Sono disperati e crudi i
miei
movimenti,
sono disperati i tuoi
lamenti.
E non mi preoccupo del
dolore,
voglio solo sentirti, con
quanta più
intensità possibile.
Più forte
sarà, più sarà reale.
Ho bisogno di essere sicuro
che sei
qui, che sei mio, solo mio...
Lasciamo che i nostri corpi
si
sfoghino,
che le nostre urla si
fondano.
Che i nostri occhi
anneghino in un
oceano di parole non dette.
Ci lasciamo scivolare in un
cocktail di
sudore, saliva,
gambe intrecciate e
singhiozzi
soffocati.
Sento il nostro piacere
esplodere nello
stesso momento.
Ed è un momento
di estasi, puro e
semplice piacere.
Poi però
ciò che riempie il cuore non
è una calma appagata,
è già
nostalgia.
Non so come ho fatto a
pensare di poter
trovare questo tra le braccia di un altro.
Mi accascio sfinito sul tuo
corpo.
Scivolo fuori da te,
sentendomi già un
pochino più solo,
un pochino più
freddo.
Tu resti così,
immobile, le lacrime
che continuano a solcarti il viso.
È bello e
tremendo insieme sapere che
sono per me.
Mentre cerco di riprender
fiato mi
concedo di osservarti;
guardo il tuo viso, le tue
labbra
piene, la tua schiena muscolosa,
mi riempio dei tuoi tratti
mai
dimenticati.
Accarezzo il tuo corpo con
lo sguardo e
mi accorgo di una vistosa cicatrice sotto la scapola.
Sento l'impulso
irresistibile di
baciarla.
Assaggio di nuovo il tuo
sapore.
Questo è il
ricordo di un dolore,
un dolore a cui io non ero
presente.
Un dolore che ha modificato
il tuo
corpo,
senza il mio permesso.
E non fa altro che
ricordarmi che io
non c'ero.
“Mi dispiace
Kurt, mi dispiace...”
Sussurri contro la tua
pelle,
brividi sotto la mia.
“Avrei dovuto
esserci per te,
sempre...”
Mi ritrovo a mischiare le
mie lacrime
con le tue, mentre dico quelle parole che bruciano dentro di me da
anni.
“Vorrei tornare
indietro e restare...
restare con te.
Vorrei sapere come ti sei
fatto queste
cicatrici, vorrei aver curato io le tue ferite...”
C'è solo il tuo
silenzio a riempire la
stanza,
condito con le tue lacrime,
tutto sembra urlare che
è troppo
tardi.
E forse lo è...
Mi sono lasciato piovere
dentro per
troppi anni...
Credo di avere l'anima
arrugginita...
E arrugginite sono le mie
parole...
Sono deboli e fragili, non
possono
scalfire i tuoi occhi.
Tu non parli, piangi e mi
stringi.
Passi le mani sul mio corpo
lucido di
sudore e ti soffermi anche tu sulle cicatrici...
Sono prove tangibili di
questi anni
vuoti.
Sono le tracce che la vita
ha lasciato
su di noi.
Sono il ricordo indelebile
di ciò che
ho fatto a te,
di ciò che ho
fatto a noi...
Rabbrividisco al tocco
delle tue labbra
sulla pelle sensibile.
È dolce e
doloroso.
Ti sento esplorare con gli
occhi questo
scheletro malandato,
ti sento sfiorare con la
lingua quelle
linee sottili.
Ognuna è un
ricordo, un attimo di vita
sprecato senza di te.
Vorrei poterti dire che le
più
profonda, la più dolorosa non puoi vederla, non puoi
toccarla...
è dentro di me,
il dolore indelebile del
rimorso.
Ma non c'è
spazio per le parole tra
queste lenzuola sgualcite,
gli occhi e le mani sanno
già cosa
dire...
ç_ç...
Ok, probabilmente a voi non
avrà fatto questo effetto, ma io sono in lacrime... davvero
è stata
una fatica scrivere questo capitolo, mi girava in testa da settimane
e buttare giù tutto quello che vorticava nel mio cervellino
non è
stato affatto facile...
Insomma per me
è stato intenso e
spero di non aver esagerato con le frasi spezzate o musicali...
Stavolta mi sono
impegnata al 100% ,
è come se mi fossi messa a nudo, quindi vi chiedo di farmi
sapere
cosa ne pensate, nel bene o nel male!
Ringrazio tutti
quelli che stanno
seguendo questa storia, non sapete quanto sia bello sentire che vi
piace! =)
Alla prossima!
Baci, Sara
|
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Capitolo 8 *** lacrime ***
Buonasera
miei
prodi lettori! XD
So
che vi ho
fatto aspettare più del solito, ma credetemi, dopo quel
capitolo ero
veramente svuotata, avevo bisogno di riprendermi! ^^
Questo
è
abbastanza lungo e la vostra sete di sapere verrà
soddisfatta almeno
un pochino...
Leggete
e
scoprirete! ;)
See
you later! ^^
________________________________________________________________________________
KURT
Lascio
scorrere i polpastrelli sulla tua pelle calda.
Cerco
di memorizzare ogni centimetro del tuo corpo.
Non
voglio dimenticare, non voglio lasciarti andare...
Mi
sei rimasto incastrato da qualche parte, tra il cervello e lo
stomaco,
tra
la razionalità e la follia,
e
forse ti sei sparso dentro di me,
hai
preso possesso delle mie cellule,
hai
gestito i miei organi,
e
ho paura che se anche riuscissi a staccarmi da te,
loro
smetterebbero di funzionare...
Non
ho più maschere, non ho più difese,
non
è solo il mio corpo ad essere nudo davanti a te,
sono
i miei pensieri, i miei brividi.
Le
lacrime mi solcano le guance,
scorrono
sul letto salato della mia pelle.
Non
tutte fanno in tempo ad arrivare al cuscino,
le
più fortunate sono baciate via dalla tua bocca.
La
tua bocca, la tua bocca che è ovunque,
su
di me, dentro di me.
Il
tuo sapore che si mischia al mio.
So
che dovrei alzarmi.
So
che dovrei andarmene,
forse
dovrei proprio mandarti via...
ma
non ce la faccio...
Mi
sento cadere in pezzi,
diventare
polvere...
Sono
le tue braccia a tenermi insieme,
sono
le tue braccia tra la vita e il nulla,
ho
paura che appena la presa si allenterà,
io
semplicemente mi dissolverò, come la neve al sole,
come
la mia saliva sulle tue cicatrici...
Ti
prego, non lasciarmi andare Blaine...
Mi
stringo a te,
in
una presa disperata e smaniosa,
in
abbraccio soffocante e impossibile.
E
per quanto i nostri corpi siano appiccicati,
quasi
fusi,
so
che non riuscirò a colmare la distanza che mi separa da te...
Tra
di noi c'è la consapevolezza di dover tornare alla mia vita,
a
Scott e Ruth,
la
senti anche tu...
Lo
sai come sapevi che ancora ti amo.
E
piovono lacrime sulle nostre mani abbracciate,
piove
il tuo rimorso, la mia rabbia.
Piove
il tempo che ha già divorato questi istanti di noi,
feroce,
avido, inarrestabile.
E
noi ci lasciamo naufragare,
solo
gli occhi ancorati l'uno nell'altro.
E
davvero non servono le parole...
Le
cose che vorrei dirti sono briciole sparse a terra.
E
io spero che le tue labbra le raccolgano,
che
ti graffino la gola,
che
il tuo corpo le assorba e che il tuo cuore le ascolti.
Non
potrei pronunciarle ad alta voce,
sono
suoni duri di realtà che non farebbero altro che
interrompere
la
sinfonia dei nostri respiri, dei nostri battiti, fusi insieme,
ancora
per poco, solo un altro poco...
Quando
mi rassegno all'idea di lasciare il rifugio del tuo abbraccio
è già
troppo tardi,
troppo
tardi perchè io possa dimenticare,
perchè
io possa andare avanti...
sgusciarti
via è difficile, lo è sempre stato,
ma
prima sulla tua bocca c'erano sorrisi,
e
sui tuoi occhi sogni e aspettative.
Ora
le tue labbra sono strette tra i denti,
e
i tuoi occhi sono colmi solo di lacrime.
Non
riesco a smettere di guardarti mentre mi alzo e raccolgo i miei
vestiti.
Le
tue pupille sono fisse su di me,
portano
una sfida, o una speranza,
si
chiedono se riuscirò davvero a lasciarti.
Vorrei
saperlo con certezza anche io...
“Blaine...”
“Shh...
Lo so... Solo...
Ti
amo Kurt.”
Ti
stringi di nuovo a me,
e
io ti sento inspirare il mio odore.
Ti
abbraccio e lascio sulle tue labbra un ultimo ricordo,
un
ultimo pezzettino di me.
Poi
mi volto, esco, chiudo la porta.
Ed
è la cosa più difficile che abbia mai fatto.
È
ancora peggio che svegliarmi e non trovarti più al mio
fianco.
Per
quello avevo te da incolpare,
stavolta
sono io a dover scegliere,
e
so di non poter scegliere te...
Mi
stupisco, riesco ancora a camminare,
posso
respirare aria che non è impregnata di te,
ma
ogni movimento, ogni pensiero è dolore.
Sopravviverò,
lo so, ma vivere sarà impossibile,
non
dopo di te.
Mi
butto letteralmente sotto la doccia,
ho
bisogno di lavarti via dalla mia pelle.
Cerco
di coprire il tuo odore con quello confezionato del bagnoschiuma, pur
sapendo che è impossibile.
Tu
non sei solo su
di me,
tu
sei dentro di me...
E
sotto la schiuma bruciano i graffi che mi hai lasciato addosso,
bruciano
i tuoi morsi, e mi ricordano che tutto questo è successo
veramente...
Decido
di lasciarmi cullare dai meccanismi della quotidianità,
le
membra efficienti,
la
mente intorpidita.
So
solo che devo uscire di qui.
Mi
precipito in macchina, ignorando le parole delle persone che
incontro,
persone
che mi conoscono da anni,
persone
inutili che non sanno chi sono.
Il
traffico è intenso,
tutti
i rumori sono ovattati.
Vado
a riprendere Ruth e mi sembra di guardarmi vivere da fuori,
come
a 1000 chilometri di distanza...
Lei
percepisce che c'è qualcosa che non va e il viaggio prosegue
con
questo silenzio allucinato.
Quando
rientriamo lei si precipita in camera sua, mentre io mi costringo a
preparare qualcosa per pranzo, sperando di soffocare i miei pensieri
tra gesti semplici e automatici.
Mentre
affondo nella monotonia, sento crescere dentro di me la
consapevolezza che quello che è successo è stata
una parentesi, un
cedimento,
qualcosa
che non dovevo permettere che accadesse...
Tutto
questo è concreto, reale, magari freddo, ma vero...
è
questa la vita, la mia vita.
I
tuoi baci e i tuoi singhiozzi invece hanno il tono sfumato dei sogni,
sono
intensi e luminosi, ma non possono combattere contro impegni,
responsabilità,
sono
troppo fragili pere vincere e lo sappiamo entrambi...
“Ruth
vieni, è pronto!”
BLAINE
toc
toc...
“Ciao
tato Blaine! Il pranzo è pronto e ha detto papà
Kurt di venire di
là se vuoi... Vieni?”
Quella
piccola testolina ricciuta si riaffaccia alla porta della camera.
I
suoi occhi sono così grandi,
così
innocenti...
“Sì,
arrivo, grazie Ruth.”
Lei
sorride, chiude la porta e ti raggiunge.
Mentre
se ne va penso che è per questo che non puoi venire via con
me,
è
per lei, per la famiglia.
E
non posso far a meno di ammettere che è giusto,
per
quanto sia amaro, per quanto faccia male.
Cammino
verso la cucina e per la prima volta da quando sono arrivato mi
percepisco chiaramente come un elemento estraneo, un intruso...
Io
non c'entro niente qui, in questa casa.
Non
avevo il diritto di farti tornare da me, di piombare sulla tua vita
perfetta e distruggerla.
E
per quanto i tuoi baci, le tue lacrime mi confermino che ancora mi
ami, so che hai tutto il diritto di odiarmi, so che non verrai con
me...
Non
li abbandonerai, non per l'uomo che ti ha abbandonato anni fa.
Mi
siedo al tavolo, determinato a vivere ogni momento di te,
a
conservare ogni frammento dei tuoi occhi, del tuo viso...
Anche
se non è me guardi, anche se non è a me che
sorridi.
Iniziamo
a mangiare, silenziosi, ognuno perso nei suoi pensieri.
Poi
una vocina spezza la tensione
“Papà,
ma in paradiso ci sono gli hamburger?”
Tu
sorridi dolcemente.
“Sì,
amore. In paradiso c'è tutto quello che desideri... anche
gli
hamburger.”
“Oh,
che bello! Alla mamma piacciono tanto, me li faceva sempre!
Spero
che lassù può mangiare una moooontagna grossa
così di hamburger,
lei è tanto buona!
Sai,
tato Blaine, la mia mamma è un angelo bellissimo e mi guarda
dalle
stelle...”
Lei
mi guarda, è così piccola e allo stesso tempo
così forte da
commuovermi.
Io
le sorrido, disarmato davanti a tanta sincerità.
“Ora
che ho finito posso andare? Ci sono i cartoni!”
Tu
fai un cenno d'assenso e lei trotterella via, allegra, libera.
Non
posso trattenermi dal chiederti la sua storia.
“Quindi...
Cosa è successo a sua madre?”
“Lei
è morta... è morta in un incidente stradale un
anno e mezzo fa.
Un
incidente stupido, una macchina che non ha rispettato il semaforo, ed
è finito tutto...
Era
una ragazza madre, era una donna speciale.
Si
chiamava Allison, lei... era la sorella di Scott.
Visto
che il padre non l'ha mai nemmeno riconosciuta, decise di lasciare
scritto che qualsiasi cosa le fosse successa, Ruth sarebbe stata
presa in custodia dal fratello.
Nessuno
si aspettava una cosa del genere, ma lei era una donna previdente,
attenta e amava Ruth alla follia...
Era
una buona amica, è stata lei a... sì, insomma a
farmi conoscere
Scott...
Mi
manca molto, sai...”
Mi
si stringe il cuore a pensare a quanto dolore hai dovuto affrontare
in questi anni...
senza
di me...
Ma
se devo lasciarti andare, devo almeno sapere...
“Quindi
voi non... Insomma Ruth è stata una cosa improvvisa,
oppure...”
“Sì,
assolutamente improvvisa... Non avevamo mai parlato seriamente di
matrimonio, figuriamoci adottare un bambino...
lei
è semplicemente piombata nella nostra vita e... beh l'ha
sconvolta.
Ma
non so nemmeno perchè ti sto raccontando tutto
questo...”
Io
invece credo di saperlo...
Ti
costringo a guardarmi negli occhi.
“Perchè
sono io Kurt...
Perchè
io ho bisogno di sapere la verità e tu hai bisogno di
ammetterla...
Entrambi dobbiamo affrontare la realtà, per quanto la cosa
ci
spaventi.”
“Io
non sono spaventato, Blaine... è solo che... non lo so...
ho
lasciato che le cose succedessero senza veramente fermarmi a
pensare...
Credo
di essermi lasciato trasportare dagli eventi...
Poi
all'improvviso ero un padre di famiglia, con un compagno, con una
figlia...
Sono
in questa posizione e non so neanche come ci sono arrivato...
Tutto
quello che so è che adesso sono qui, con queste persone che
contano
su di me, che hanno bisogno di me... E non importa quanta paura io
abbia... Io devo esserci per loro...
E
adesso è tutto così surreale... ora ci sei tu,
Blaine, sei tornato
e...
oddio
è tutto così maledettamente difficile e io... Non
so cosa dirti,
non so cosa fare...
Non
so nemmeno cosa dovrei provare per te!”
Ti
prendi la testa tra le mani,
le
spalle scosse dai singhiozzi.
“Kurt...”
“No,
Blaine... Quello che è successo prima è
stato...”
“bellissimo?”
“stavo
per dire sbagliato... Io non... Qui il punto non è se sia
pronto o
meno, non si tratta di te e di me, ma di loro, lo capisci?
Anche
se volessi, Blaine, non potrei...”
...Anche
se volessi, Blaine...
Sapevo
che sarebbe finita così, lo sapevo...
Eppure
adesso preferirei che tu mi infilzassi con un coltello, piuttosto che
lasciarti trafiggere le mie orecchie con queste parole...
Vorrei
abbracciarti, vorrei urlare,
forse
anche piangere...
Mi
limiterò ad andarmene, consapevole che non posso
costringerti a
seguirmi...
“Scusa
Kurt, ma credo di non voler sentire altro... Io... Va bene
così...”
“Ma
cosa ti aspettavi, eh?! Che corressi tra le tue braccia, dicendoti
che non ho fatto altro che aspettarti? Che lasciassi tutta la mia
vita per seguirti?
Tu
hai scelto di andartene Blaine, io non ti ha mai,
mai
allontanato...
Non
posso... Io non posso sparire da un giorno all'altro, so come ci si
sente, so cos'è l'abbandono, perché l'ho provato
sulla mia pelle,
l'ho provato a causa tua... Ho ancora le cicatrici Blaine, non potrei
mai far passare a loro tutto quello che tu, sì proprio tu,
hai fatto
passare a me... Semplicemente è sbagliato... E tu non puoi
biasimarmi, non puoi, non puoi...”
Stringi
le ginocchia con le mani, le nocche bianche.
Ti
vedo tremare di rabbia,
ti
sento soffocar un sighiozzo...
Hai
ragione Kurt, non posso biasimarti, non posso arrabbiarmi con te,
ma
posso amarti,
posso
lasciarti se è questo quello che ti renderà
felice...
Per
quanto a me sembri assurdo, per quanto ogni singola cellula del mio
corpo mi gridi che provi ancora qualcosa per me,
devo
lasciarti andare, questo sì, posso farlo, devo farlo...
Perchè
una volta mi sono permesso di prendere la tua felicità e
adesso è
giunto il momento che te la restituisca, in qualunque modo tu
voglia...
________________________________________________________________________________
Ri-eccomi!
Allora? Contenti? °_°
Ok,
lo so, lo so, è tutto incasinato e difficile, ma la vita
è così,
no?
Dai,
non odiatemi, please!
Spero
che la storia di Ruth abbia fatto luce sul comportamento di Kurt, e
che le reazioni dei due siano coerenti, o almeno comprensibili...
Insomma
fatemi sapere che ne pensate! ;)
Non
disperate... Alla prossima! ^^
Baci,
Sara
|
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Capitolo 9 *** note ***
Ciao!!!
Quanto
tempo, eh?! XD
Scusate,
mi sono
di nuovo fatta attendere più del dovuto, ma ho appena
iniziato
l'università (psicologia a Padova! ^^) e i miei orari sono
un po'
cambiati!
Passando
al
capitolo... Questa volta siamo multimediali!
Eccovi
il link
della canzone (ebbene sì!) che sentirete più
giù... Io ve la
consiglio come sottofondo....
http://www.youtube.com/watch?v=SlrPoa4UvGU&feature=related
Vi
lascio alla
voce di Paolo Nutini, a dopo! ;)
________________________________________________________________________________
BLAINE
Obbligo
i miei occhi a staccarsi dalla visione di te che piangi,
spezzato,
fragile.
Costringo
le mie braccia a stare ferme, a non ancorarsi a te.
Guardo
i brividi scuotere le tue spalle senza fare nulla.
Vado
via.
Prenderò
quel poco che mi sono portato dietro e uscirò dalla tua
vita, di
nuovo...
Mi
avvio verso la camera, quasi correndo.
In
sottofondo solo il rumore del mio respiro, dei tuoi singhiozzi,
non
so cosa darei per sentire i tuoi passi dietro di me,
le
tue mani afferrarmi e riportarmi indietro, alla vita, con te.
Se
la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni,
quella
per il rimpianto è lastricata di speranza abortite, sogni
violentati.
Le
sento quasi scricchiolare sotto i piedi, le mie ambizioni, le mie
illusioni...
Consapevole
di camminare sui cocci della vita che ho distrutto,
avanzo
via da te,
so
cosa c'è alle mie spalle,
ma
davanti non c'è orizzonte, non c'è domani...
Ho
bisogno di una dannatissima sigaretta...
“tato
Blaine!”
un
sussuro, una faccina accigliata
“Tato
Blaine, puoi venire un attimo? Però fai piano...”
“Dimmi
Ruth...”
“Ho
spento la tv e non so come si riaccende... Volevo chiamare
papà
Kurt, ma è arrabbiato e io voglio finire di vedere i
cartoni...”
Sorrido,
almeno a qualcuno posso ancora essere utile.
“Certo,
fammi vedere”
Tra
cinque minuti la mia sigaretta ci sarà ancora, questo
sorriso invece
no,
uscirà
dalla mia vita così come vi è arrivato...
Entro
di nuovo nella cameretta e riporto velocemente in vita la piccola tv.
Lei
mi regala un sorriso sincero, dolce.
“Grazie!”
Il
mio sguardo vaga sugli oggetti presenti, fino a fermarsi, incuriosito
su una vecchia chitarra appoggiata al muro.
“è
tua?”
“No,
era della mamma! Non era tanto brava, ma mi suonava sempre la
ninnananna!
Tu
sai usarla?”
Sapevo
usarla...
Un
tempo, quando la musica leniva le mie ferite invece di riaprirle...
Penso
tristemente che sono anni che queste mani stanche non portano alla
vita una melodia...
Prima
che io possa anche solo pensare di andarmene lei è
già davanti a
me,
uno
sguardo curioso negli occhi, la chitarra tra le mani.
“Allora,
sei capace?”
Annuisco
stringendo tra le mani quel legno consumato.
Mi
siedo sul bordo del letto e penso che tanto non ho niente da
perdere...
Ho
lasciato scivolare via l'unica cosa di cui mi importasse veramente.
Stringo
la chitarra tra le braccia,
le
mie mani callose sfiorano le sue corde consumate.
E
non poteva esserci niente di meglio di uno strumento sopravvissuto
alle onde del tempo per ricominciare a suonare...
All'improvviso
le note iniziano a fluire via dalle mie mani,
si
sperdono nell'aria,
riempiono
il vuoto della mia mente.
È
da ieri che ho in mente questa vecchia canzone...
Chiudo
gli occhi e serro fuori la realtà, la vita,
trattengo
tutto il dolore e lo sciolgo nella voce...
Slow
down, Lie down,
Remember it's just you and me.
Don't sell out,
bow out,
Remember how this used to be.
Quasi
sobbalzo nel sentire la mia voce,
così
diversa, così roca e ruvida...
I
just want you closer,
Is that alright?
Baby let's get closer
tonight
Canto
ad occhi chiusi,
ma
tatuato dietro alle mie palpebre ci sei tu...
I
tuoi occhi, il tuo sorriso nel passato,
le
tue lacrime nel presente...
è
a te che canto, anche se non mi ascolterai.
Grant
my last request,
And just let me hold you.
Don't shrug your
shoulders,
Lay down beside me.
Sure I can accept that we're
going nowhere,
But one last time let's go there,
Lay down
beside me
Vorrei
averti qui, davanti a me,
cantarti
queste parole in bocca,
soffocarti
con il bisogno che ho di te...
Vorrei
pioverti addosso, allagare la tua vita,
costringerti
ad amarmi, di nuovo...
KURT
Devo
mettere ordine nella mia mente,
devo
ricostriure il castello di carte che tu, con un soffio, hai
distrutto.
Getto
i piatti sotto l'acqua,
penso
che vorrei poter fare lo stesso con il desiderio che ho di te,
vorrei
annegarlo, cancellarlo, essere libero...
Cerco
di non far tremare le mie mani,
ma
il dolore si propaga dentro di me ad ondate,
scorre
nelle mie vene la mancanza di te.
Cerco
di assordarmi con il silenzio di questa stanza,
ma
una musica si insinua dentro le mie orecchie...
Mi
ci vuole un po' per capire da dove proviene,
faccio
qualche passo verso la camera di Ruth, esitante...
Non
può essere, tu non...
E
poi ti sento.
Sento
te, la tua voce, il tuo rancore...
Oh,
I've found, that I'm bound
To wander down that one way road.
And
I realise all about your lies
But I'm no wiser than the fool I was
before.
La
tua voce è sporca, ruvida,
appannata
dalla polvere di tanti anni di silenzio.
È
così diversa da quella che amavo ascoltare...
Ma
non è cambiato il modo in cui è capace di
spargersi sulla mia pelle
ed entrarmi in circolo.
So
che queste parole sono per me, per noi.
Senza
sapere come, mi ritrovo abbandonato contro il muro,
premuto
contro questa parete che mi divide da te,
mentre
lascio la musica attraversare il mio cuore...
E
senza che io possa impedirlo, riaffiorano alla mente i ricordi delle
tue parole, della felicità che abbiamo condiviso e che tante
volte
abbiamo cantato.
Oh,
baby, baby, baby,
Tell me how can, how can this be wrong?
Mi
ritrovo a sussurrare,
a
sovrapporre di nuovo la mia voce alla tua...
L'aria
per un momento è piena dell'abbraccio delle nostre parole,
annodate,
intrecciate insieme.
Anche
se quello che esce dalle mie labbra è poco più di
un riflusso di
pensieri,
un
mormorio leggero,
anche
se non puoi sentirmi,
io
percepisco i nostri dolori fondersi insieme.
Il
peso che mi opprime il petto è così forte che non
riesco a
concentrarmi, non riesco a cancellare i miei pensieri...
Ascolto
la musica generata dalle tue mani mentre sento nascere dei possibili,
delle
immagini, delle strade...
Forse
potremmo andarcene, forse non sarebbe così sbagliato...
forse...
Mi
impongo di strozzare subito questi vaneggiamenti,
non
posso permettermi di immaginare futuri diversi da questo,
orizzonti
che ti contemplino.
Perchè
se lo facessi, tutto diventerebbe reale,
acquisterebbe
spessore fino a invadere la mia mente...
E
io non posso lasciare che questo accada...
Mi
alzo e cerco di sfuggire a te,
alle
tue parole,
ma
la musica mi insegue,
lo
farà sempre...
Mi
chiudo in camera,
questa
camera che non sa di te.
Questa
camera piena di foto,
di
sorrisi,
di
attimi senza nuvole.
Affondo
la testa nel cuscino,
cercando
di ritrovare Scott,
il
suo odore,
il
suo amore...
Ma
ingoio solo nebbia.
La
melodia si interrompe improvvisamente,
le
note sostituite dalle grida.
“Che
cazzo ci fai qui, eh? Pezzo di merda!
Come
ti premetti?”
è
la voce di Scott.
Ero
talmente circondato dal mio dolore da non averlo sentito entrare...
Mi
precipito verso la camera di Ruth.
“Scott!
Scott, che succede?
No!
Ma cosa...”
Ti
vedo, addossato al muro, le mani di Scott sul colletto della tua
maglia.
Vorrei
poter raccontare un giorno di non aver sentito niente,
di
aver reagito in maniera razionale,
ma
non sarei sincero...
Eccoci!
Siete
sopravvissuti? XD
Spero
che la
canzone non vi sia sembrata fuori luogo... Non era programmata,
è
solo che l'ho sentita per caso e non ho potuto sentirci dentro i kurt
e blaine di questa storia...
Questa
versione
poi la amo particolarmente perchè mi sembra molto intensa,
sofferta...
Vabbè,
tralasciando le mie inutili opinioni personali...
Ecco
la
traduzione per chi non fosse pratico di inglese, leggetele
perchè le
parole sono perfette per la situazione di Blaine... secondo me! ^^
http://www.angolotesti.it/traduzioni/P/traduzione_testo_canzone_tradotto_last_request_paolo_nutini_2691.html
Da
ora in poi
credo di non riuscire ad aggiornare più di una volta a
settimana, ma
visto che i capitoli non sono stati scritti e dipende tutto
dall'ispirazione del momento, non disperate!
Come
ci insegna il buon Darren “never say never”! ;)
Al
massimo ci vediamo lunedì prossimo!!! =)
Spero
che mi farete sapere che ne pensate.... puppy face!!!
Ah!
L'ultima volta non vi ho ringraziato, ma sappiate che abbraccerei
ognuno di voi, da coloro che leggono e basta, coloro che si sono
messi la storia tra i preferiti/seguite/ricordate, a coloro che
utilizzano parte del loro tempo per recensire! Mi fate felice,
mooolto di più di quello che pensate!
A
presto!
Baci,
Sara
PS:
Nicola questo è per te!!! =) Vi voglio bene, mi mancate un
sacco! ;)
|
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Capitolo 10 *** urla ***
Salve! Vi prego non tiratemi niente di contundente...! Lo so
che
sono in ritardo, ma ho un po' di motivazioni a mio favore:
1- per scrivere ho bisogno di silenzio, raccoglimento e
concentrazione, e trovare queste cose in una casetta con sei persone
non è sempre facile...
2- questo capitolo era importantissimo e pieno di dialoghi,
che io
odio scrivere, o almeno faccio una fatica
bestiale....
3-l'università appena iniziata! =)
Insomma non è stata una passeggiata, ma alla fine
ci sono
riuscita, o almeno spero!
Vi lascio a questo mega-capitolo... see you later! ;)
________________________________________________________________________________
KURT
Non posso impedirmi un
sussulto nel
vederti così inerme,
abbandonato sotto la sua
presa rabbiosa
e irrazionale.
Lui ti sputa addosso
rancore e odio ,
ma tu resti immobile, le
braccia
abbandonate lungo i fianchi,
lo sguardo vuoto,
sconfitto...
Ho paura che il cuore mi
sia scivolato
via dalla bocca,
mi sembra di vedere una
scena al
rallentatore.
Ho paura, ho paura per te.
Di nuovo.
In un secondo sono in mezzo
a voi due,
le mani sulle spalle di
Scott
“Scott, calmati!
Togligli le mani di
dosso! Scott!”
Lui non stacca gli occhi da
te,
solleva le mani dal tuo
collo solo per
spingerti via, con violenza.
“Kurt non
metterti in mezzo! Ha preso
la chitarra, lo stronzo, la chitarra di Allison!”
è veramente
furioso,
credo di non averlo mai
visto perdere
il controllo così.
Ruth corre via
singhiozzando,
spaventata.
Le sue piccole lacrime
sembrano
sciacquare via un po' della sua rabbia.
I miei piedi corrono vicino
a te,
accasciato contro il muro.
“Si
può sapere che ti prende?”
“Che mi prende
Kurt? Hai davvero il
coraggio di chiedermi che mi prende?
Levati da lì,
cosa fai, lo proteggi
anche?”
Si avvicina, minaccioso,
scansa malamente me e
inizia a
spintonarti fuori dalla stanza.
“Che cazzo vuoi
tu, eh? Devi
andartene, devi sparire!
Non azzardarti mai
più anche solo a
pensare di avvicinarti a casa mia, alla mia famiglia, a mia
figlia!”
Blaine fa qualcosa,
dì qualcosa...
Ma tu resti zitto,
lasci che lui si sfoghi,
che ti spinga
fuori dalla nostra vita...
Non combatti, non
reagisci...
“Scott basta! Tu
non puoi...”
le parole mi escono dalla
gola,
io semplicemente non riesco
ad
impedirlo...
“Sul serio Kurt?
Non posso sbattere
un estraneo fuori da casa mia?
Perchè dovrei
stare calmo? Era in
camera di Ruth, nel fortino di Ruth, con la
chitarra di
Allison! Non lo volevo qui dall'inizio, ho accettato per scrupolo, ma
ha passato il limite e lo stai passando anche tu!”
Entra nella camera degli
ospiti, prende
il tuo zaino e te lo lancia addosso.
Si abbassa, ad un
centimetro dal tuo
volto
“Vattene.
Non saresti dovuto venire
qui e lo sai,
quindi ora voltati ed esci dalla nostra vita.”
Il suo è un
sibilo rabbioso.
Tu ti alzi,
mi guardi.
Tra le tue ciglia resta
impigliato
quell'addio che non hai mai avuto il coraggio di dirmi...
E in sospiro scivoli via
dalle mia
mani.
Sei sabbia fine impossibile
da
trattenere tra le dita.
Prima che io possa
accorgermene ti ho
già perso.
Ed è tutto
così veloce da sembrare
impossibile,
ed è tutto
così doloroso da sembrare
insopportabile.
È come se ogni
angolo di me fosse
legato con un filo alle tue mani,
tu ti allontani e sfilacci
i bordi
della mia anima.
E non lo sai,
non lo saprai.
Il mondo esterno
è un brusio
indistinto,
nelle mie orecchie
rimbombano i tuoi
passi,
ed hanno il suono
dell'ineluttabile.
Quindi è
così che finisce,
è questo il
nostro ultimo atto?
Vedere la tua schiena che
si allontana
da me mi fa venire in mente tante immagini,
tanti frammenti di vita,
una pioggia di schegge mi
sommerge...
è come se
davanti ai miei occhi
venisse proiettato un film, il nostro film...
E rivedo sulle scale di
quella
maledetta scuola la tua schiena,
quella che nascondeva la
promessa di un
sorriso che ancora non conoscevo;
ti rivedo mentre apri la
porta
dell'albergo, le mani piene di stupidi souvenir turistici,
la bocca occupata in una
risata serena;
o ancora affacciato alla
finestra di
quel minuscolo appartamento mentre cerchi di convincermi che la vista
non è poi così male,
e io sono sdraiato nel
letto e mi è
concesso di guardarti, mi è concesso di amarti fino a farmi
male...
Basterebbero pochi passi ed
io sarei
lì, dietro di te, abbracciandoti, respirando nel tuo collo...
Stringendo tra le braccia
un corpo che
è inequivocabilmente mio e di nessun altro...
tutto era così
giusto Blaine, così
facile e naturale...
Mentre adesso è
complicato persino
respirare...
Ho un dejavù e
mi sembra di essere
tornato a 14 anni fa, quando piangevi e non sapevi perchè,
quando ti
abbracciavo e scappavi...
quando te ne andasti,
quando alla vista della tua
schiena non
si sostituì quella del tuo volto,
quando rimanesti una sagoma
sfocata che
svaniva in lontananza...
lasciandomi solo a
naufragare tra i
singhiozzi di una promessa infranta...
E anche quella volta
accadde tutto così
velocemente che mi ci volle molto tempo solo per realizzare che
veramente non c'eri più,
ci volle molto tempo prima
che capissi
di provare dolore e ancora di più per pensare di poterlo
alleviare
in qualche modo che non fossero le tue labbra...
Non è giusto che
tu l'abbia fatto di
nuovo, non è giusto che io ti abbia lasciato andare...
Io non dovrei sentirmi
morire così...
Resto immobile, paralizzato
dalla
certezza che il mio prossimo respiro sarà in un mondo in cui
tu non
ci sei...
Vorrei smettere di
respirare piuttosto
che rassegnarmi.
Ma la realtà
è meno sentimentale di
noi e mi parla con la voce irata di Scott...
“Allora? Mi stai
ascoltando? KURT!”
Alzo lo sguardo, per quanto
sia
difficile, per quanto sembri ingiusto.
“Io...
sì...”
e all'improvviso arriva la
rabbia, per
averti fatto andare via,
per averti messo in
percolo...
Spazza via questa
debolezza, questo
vuoto e mi dà l'energia per rispondere.
“Non avresti
dovuto, Scott. È ancora
malato e non stava facendo niente di male.”
“Non stava... Non
stava facendo
niente di male?
Io mi chiedo cosa ti abbia
fatto, sul
serio. Gli hai permesso di venire qui, di infilarsi nella nostra
vita. Quella serpe viscida è venuta in casa mia, ha cercato
di
prendersi tutto quello che mi sta più a cuore.
Io neanche lo conosco e
all'improvviso
eccolo qui, che cerca di portarti via di me, che parla con mia
figlia, che tocca le mie cose!
E tu hai lasciato che
facesse tutto
quello che voleva, senza opporti, senza supportarmi!”
“Io ho solo
aiutato una persona che
aveva bisogno di me!
Nessuno ha cercato di
strapparmi alla
mia famiglia, Blaine non... Lui non ha mai voluto una cosa del
genere...”
“Sei ridicolo
Kurt, sul serio...
Pensi di potermi prendere in giro?
Sei così stronzo
da pensare che me lo
merito?
Tu hai lasciato Ruth da
sola, di notte,
sei scappato in fretta e furia per andare chissà dove a
cercarlo...
Blaine, il tuo ex, quello che ti ha spezzato il cuore, quello che ti
ha chiamato nel bel mezzo della notte per dirti addio, per farsi
salvare da te... Complimenti bella messinscena, siete due attori
nati!
Come pensavi che mi sarei
sentito, eh?
Anzi, rispondimi sinceramente, ti sei mai fermato a pensare anche per
un singolo istante cosa avrei provato? Io, Scott, il tuo compagno,
quello con cui dovresti crescere una bambina!
Andiamo Kurt, non mi hai
neanche detto
che sarebbe venuto a stare da noi! Ti rendi conto?”
“Scott, per
favore, smettila. Ho
sbagliato, è vero, ma non ti ho mai mentito, mai.
E Blaine non ha certo
cercato di
suicidarsi per spingermi a tornare da lui...”
“Forse no, ma ha
funzionato comunque,
sbaglio?”
“tu... cosa?!
Cosa vuoi dire?”
“Hai capito
benissimo, non sei
stupido.
Non puoi stare
lì, con quello sguardo
così.. distrutto, ferito... Non puoi guardarlo andarsene con
quell'espressione disperata e poi venirmi a dire che non provi niente
per lui!
Pensi che io non lo veda?
Sembra che
qualcuno ti abbia sparato Kurt!
Tu... oddio non posso
credere di
doverlo dire...
cazzo, è
veramente assurdo, Kurt...
t-tu lo ami, non
è vero? ... o almeno
provi ancora qualcosa per lui...”
“Cos... No!
Scott, io...”
Adesso il suo sguardo
è fisso su di
me,
le sue mani intorno alla
mia testa,
quasi cercassero di trattenere tutti i ricordi, tutte le risate,
tutto l'amore...
“Dimmi che non
è vero Kurt, ti
prego!
Dimmi che mi sto
sbagliando, che è
stata tutta un'allucinazione...
Dimmi che mi ami. Dimmelo e
fa sì che
io ci creda, ti prego...”
“... Scott...
Certo che ti amo... Io
ti giuro non..”
Lui sospira,
allontana le mani dal mio
volto e mi
guarda con un'intensità tale da costringermi ad abbassare lo
sguardo.
Passa una manciata di
secondi che
sembra restituirgli una calma ancor più spaventosa dell'ira
di poco
fa.
“Scott, ti
prego... Dì qualcosa...
Io ti amo...”
Ogni parola è
una lacrima salata,
ogni sillaba è
amara nella mia bocca.
“Credimi Kurt,
ogni fibra del mio
essere vorrebbe poterti credere...
Ma non puoi mentire, non a
me...”
La sua voce ora
è un sussurro, così
dolce e al contempo amaro...
Quel che resta del mio
cuore si spezza
di nuovo, consapevole che sono io ad aver portato tutto questo dolore
nelle nostre vite, io e nessun altro...
Non so dove trovo la forza
di strozzare
un singhiozzo e parlare.
“Hai ragione,
rivedere Blaine è
stato più difficile di quanto pensassi, ma non per il motivo
che
pensi tu... lo è stato perchè mi ha riportato
alla mente tutto
quello che ho passato a causa sua, tutto quel dolore... Pensavo di
averlo superato e invece fa ancora male...
Ma non ho intenzione di
scappare! I-io
non voglio lasciarvi... abbiamo deciso di creare una famiglia insieme
e la famiglia è un impegno costante e io non ho intenzione
di
sottrarmi...”
Lui fa una smorfia, un
ghigno quasi.
“Beh amarmi non
dovrebbe essere un
impegno Kurt...”
“Aspetta, no...
io non intendevo...”
“No, ascolta. So
cosa intendevi...
sei trasparente per me...
So quanto l'arrivo di Ruth
ti abbia
sconvolto, solo... beh speravo che col tempo ti saresti abituato, che
avresti accettato l'idea...
Io ti amo Kurt, davvero, e
credimi, la
cosa che vorrei di più in questo momento è sapere
che mi ami anche
tu e che senti di essere nel posto giusto, con le persone giuste...
Ma non è
così... E per quanto sia
doloroso io non posso farci niente...
E non è solo per
Blaine, per tutta
questa faccenda; lui è stato solo la goccia che ha fatto
traboccare
il vaso. La verità è che non sei pronto, non sei
ancora in grado di
affrontare questa situazione. O forse non mi ami abbastanza...
E solo adesso lo vedo con
chiarezza, ma
avrei dovuto ammetterlo mesi fa, aprire gli occhi...
Sono stato uno stupido a
vedere in te
qualcosa che evidentemente non c'è... Ma l'amore rende
ciechi,
ottusi... Ti volevo così tanto che ho fatto finta di non
capire, di
non vedere...”
“Scott, ma cosa
stai dicendo, io non
voglio andarmene, io...”
Sento le lacrime scendere
rapide sul
mio viso, la voce tremare.
Non posso reggere tutto
questo,
le mie spalle non sono
forti
abbastanza...
“Shh... Lo so che
non vuoi
andartene... ma a questo punto credo che dovresti...
Devi andartene
perchè io e Ruth non ci
meritiamo qualcuno che stia con noi solo per... per senso del dovere,
perchè ormai la situazione è quella che
è...
Devi andartene
perchè io non voglio
avere accanto una persona che non mi ama con la stessa
intensità con
cui la amo io... Perchè Kurt io ti amo... E so che anche tu
provi
qualcosa per me, per noi, ma semplicemente non è
abbastanza...
Cazzo mi sento un idiota,
non-non
dovrei piangere, dovrei solo essere arrabbiato con te e scacciarti e
dirti di non tornare mai più... Ma non ce la
faccio..”
i singhiozzi mi scuotono la
gola,
sono davvero patetico...
“Scott, ti
prego... Ti prego non...”
Non posso perdere tutto
così, in
soffio di vento,
in un attimo lasciar andare
tutta la
mia vita.
“Kurt, smettila.
Sei ingiusto,
davvero.
È da tanto che
so di doverti fare
questo discorso... Credo di averlo sempre saputo....
Sapevo che le cose si erano
evolute
troppo velocemente per te... è solo che ti amavo
così tanto che
speravo che alla fine ti saresti abituato e sarebbe andato tutto
bene... Speravo di dirti queste parole e vedere nei tuoi occhi la
certezza di voler restare, la certezza di star facendo la scelta
giusta... Ma non c'è Kurt, non la vedo...
E forse, forse è
un bene che sia
successo tutto questo, che tu lo abbia rivisto e che sia bastato per
sconvolgerti...
Quindi smettiamola di
prenderci in giro
e affrontiamo la realtà.
Non so se è lui
che vuoi, ma di certo
non sono io. Quindi per favore vattene, permettimi di lasciarti, di
iniziare a dimenticarti...”
Ok, fate un
respiro bello
profondo... =)
Devo fare alcune
precisazioni: per
primo il “fortino di Ruth”; la prima volta che
Blaine entra nella
stanza della bimba faccio riferimento a qualcosa del genere, del tipo
una coperta tirata a mo' di tenda, sotto alla quale ci sono dei
cuscini ed una lampada.
Diciamo che nella
mia testa è un
po' il rifugio di Ruth, in ogni caso nel prossimo capitolo dovrei
scrivere qualcosa al riguardo, era solo per chiarire
Poi la discussione
tra Scott e
Kurt... Allora ripeto che i dialoghi sono davvero difficili da
scrivere per me, il 90% del tempo impiegato per elaborare questo
capitolo è stato speso proprio nel leggere e rileggere le
parole che
si dicono, tentando di rendere il tutto comprensibile e coerente con
il loro carattere... Devo sinceramente ammettere che non sono
soddisfattissima, ma continuare a cancellare e riscrivere allo
sfinimento era inutile, sarebbe andata a finire che non l'avrei
pubblicato più, quindi ecco qui...
Spero solo che mi
farete sapere la
vostra opinione al riguardo; non ci corre dietro nessuno e io sono
più che disposta ad accettare consigli/critiche/correzioni!
Ringrazio tanto
chiunque abbia speso
del tempo per leggere questa fic, o addirittura queste note
deliranti! XD
Cascate di
abbracci a chi mi vorrà
regalare una recensione... vi prego, stavolta ne ho bisogno! *.*
Klisses*, Sara
*scusate, era
tanto che volevo
scriverlo! XD
|
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Capitolo 11 *** passi ***
...Salve!
Allora sono
innegabilmente
inqualificabile e indegna... Potrei dire tante cose sul
perchè ho
pubblicato così tardi, ma suonerebbero come scuse e quindi
sarebbero
piuttosto inutili! ^^
Voglio solo dire che anche se passa un po'
(lo so, un bel po'...) più di tempo tra un aggiornamento e
l'altro
non ho assolutamente intenzione di abbandonare la storia proprio alla
fine... !
Quindi non
disperate, non so dirvi
come e quando, ma questa fic avrà il suo degno finale! XD
Ora vi lascio alla
lettura di questo
capitolo, è abbastanza lungo e spero che alla fine mi
odierete un
pochino meno! =)
________________________________________________________________________________
Dove trovare
scampo?
Tu riempi il mondo.
Non posso fuggire
che in te stesso.
M. Yourcenar
________________________________________________________________________________
BLAINE
Cammino per strade grige,
in una qualsiasi mattina,
in un giorno anonimo e
sbiadito,
un freddo democratico e
incolore
pizzica la mia pelle.
Vorrei che piovesse,
vorrei potermi sciogliere
sotto
un'acqua sporca,
vorrei lasciare le lacrime
libere di
scorrermi sul viso...
Cammino e penso che vorrei
potermela
prendere con questo vento,
con quest'aria gelida,
vorrei incolparli per
avermi svegliato,
per avermi strappato al
tepore del
sonno, del sogno...
Cammino in questo risveglio
acido
e penso che vorrei solo
poter
richiudere gli occhi e tuffarmi tra le tue braccia,
annegare nell'odore della
tua pelle...
Non sono mai stato uno di
quelli che amano ricordarsi i sogni,
spero ogni volta di potermi
abbandonare
ad un sonno nero,
all'oblio tiepido e
confortante della
notte.
Quel tipo di sonno che non
chiede
spiegazioni,
che non riporta a galla
ricordi,
sensazioni.
Nell'impasto della notte
posso vivere,
posso annullare, dimenticare il dolore.
Il solo fatto che la luce
del sole non
possa illuminare le rovine della mia vita riesce a farmi stare
meglio...
Poi mi sveglio, apro gli
occhi in un
mondo sbagliato.
Apro gli occhi e tu non ci
sei,
non c'è il
calore del tuo corpo
accanto a me, non c'è la luce del tuo sorriso.
È come se la
realtà mi si sedesse
sullo stomaco, impedendomi di respirare...
In un attimo sono
circondato dalla
malinconia,
da quello strano languore
al cuore che
non sai mai da dove viene, ma sai che ti porterà sempre da
qualcuno,
da qualcosa.
E mi porta
irrimediabilmente a te, al
tuo volto, alle tue mani....
al loro ricordo polveroso.
E io posso cercare di
chiudere gli
occhi,
di lasciare fuori la
realtà, ma non
riesco mai a dimenticare...
è come se la
consapevolezza dei miei
errori stesse tutto intorno a me,
aspettando solo un briciolo
di
coscienza da strappare, lacerare.
Bussa alle mie palpebre
pretendendo di
entrare senza che io possa lottare...
Stavolta semplicemente non
ce n'è
bisogno...
La realtà ha
vinto, è qui,
incollata ai miei piedi,
fango silenzioso che
rallenta i miei
movimenti, invade la mia gola.
Ogni reazione servirebbe
solo a farmi
affondare un altro po',
fino a inghiottire altro
che rigurgiti
di verità,
veleno per gli occhi e per
il cuore...
L'unico modo per vincerla
è
abbandonarsi a lei,
chiudere gli occhi e
concederle in
sacrificio la mia coscienza...
Ma io sono troppo
intorpidito anche
solo per decidere di lasciarmi andare,
non sono capace di
formulare un
pensiero razionale che contempli un'azione, un progetto,
perchè
implicherebbe pensare al
futuro, al futuro senza te...
So solo che se
continuerò a camminare,
passo dopo passo i miei piedi si consumeranno,
i miei occhi sbiadiranno,
la mia ombra si
staccherà e io verrò
digerito dalla città.
Sarò uno di quei
rifiuti dimenticati
che il suo stomaco mai sazio divora a ritmo costante.
Mi adotterà, mi
cullerà, mi
cancellerà...
E un giorno semplicemente
non esisterò
più.
Sarò il
riverbero soffocante
dell'asfalto assolato,
il riflesso di un viso
dietro ad un
vetro polveroso,
la goccia che scivola lungo
la condensa
dei finestrini...
Sarò la vita
pulsante e sotterranea di
questa città,
che è viva e si
nutre delle esistenze
dissolute e dissipate al vento come la mia,
scorrerò nelle
sue vene di ottone,
sotto la sua pelle di
cemento,
fondendomi e confondendomi
tra i passi
frettolosi di persone indaffarate...
E tu non mi vedrai ma
sarò qui, per
te,
sparso sui meccanismi
arrugginiti di
questa giostra cigolante...
riflussi di consapevolezza
mi
attraversano la mente,
non si elevano a pensieri
che non sarei
in grado di elaborare...
semplicemente contino a
camminare,
seguendo la strada
misteriosa che
scelgono le mie gambe.
E come la malinconia, anche
il dolore
mi riporta da te...
Improvvisamente sento il
bisogno di
fermarmi,
ogni cellula del mio corpo
sembra
riconoscere questo posto,
quasi che i miei ricordi
fossero
tangibili, reali...
Posso sentire che
è lo stesso luogo,
ma non è quello
che vedono i miei
occhi...
KURT
Mi ha detto di andarmene.
Me l'ha ordinato lui...
è lui che ha
deciso, è lui che non mi
vuole...
Ha ragione, ha fottutamente
ragione...
Sono totalmente consapevole
della mia
incoerenza, della mia inadeguatezza...
sento le pareti di questo
mondo che non
mi appartiene stringersi intorno a me,
comprimermi le spalle, il
torace...
Devo scappare se voglio
essere libero,
devo correre se voglio
sopravvivere...
Alzo lo sguardo, ma non
trovo più
accoglienza nei suoi occhi.
Mi costringo a staccarmi
dal pavimento,
prendo la giacca e mi avvio verso la porta.
La distanza del corridoio
sembra essere
raddoppiata improvvisamente,
sarà che i
sentieri della fuga
assomigliano sempre ad un labirinto, sono sempre più bui,
tortuosi...
Mi volto di nuovo,
concedendo ad un
singhiozzo di uscirmi dalla gola,
al mio sguardo di vagare
sui resti di
una vita che ho rifiutato.
Dico addio a ciò
che sarei potuto
essere con loro,
al Kurt normale e felice
che ho deciso
di cancellare...
Per salutarli ci
sarà tempo,
ci sarà tempo di
rimettere insieme i
pezzi,
ci sarà tempo
per chiedere perdono...
Varco questa soglia e sento
pulsare un
mondo oltre di essa;
un mondo di
possibilità, un mondo di
dubbi e incertezze...
Per un attimo il terrore
rischia di
paralizzarmi,
poi un presentimento,
un'incomprensibile certezza si fa strada verso i miei polmoni,
portando aria nuova, aria fresca....
E decido consapevole di
gettarmi in
questa speranza,
lasciando alle mie gambe il
compito di
condurmi da te...
Spero che il dolore non
abbia intaccato
il tuo modo di pensare,
che non abbia annacquato il
tuo
amore...
Cammino e non mi rendo
conto di ciò
che mi sta attorno,
cammino e sento l'urgenza
di te
crescere nel mio petto, sempre più forte, sempre
più chiara.
Si mischia alla nebbia che
inspiro, mi
riempie le mani,
i polmoni...
Si aggrappa al mio stomaco
urlando da
dentro di me che devo vederti, devo trovarti...
E non so cosa
succederà quando ti
vedrò,
non so se sarà
solo per dirti addio,
se avremo la forza per
ricostruire
quello che anni fa abbiamo distrutto...
Ma, stranamente, non
m'importa.
Corro e potrebbero esserci
voluti dieci
secondi per arrivare qui,
potrebbero esserci voluti
14 anni, ed
io non me ne sarei accorto...
Perchè l'unica
cosa che conta adesso è
che la vedo...
vedo la tua schiena, nel
punto esatto
in cui sapevo di doverla cercare.
Ci sei, sei qui, e io ti ho
trovato...
Mi avvicino lentamente,
assaporando
sulla mia pelle ogni istante, ogni respiro.
Ti vedo irrigidirti alla
mia vicinanza,
hai capito, hai sentito che sono io...
Aspetto che tu ti volti, ma
non lo fai,
forse hai paura di non
trovare nei miei
occhi le risposte che cerchi...
neanche io in questo
momento avrei il
coraggio di guardarmi,
di pretendere risposte...
Mi limito a restarti vicino,
senza toccarti,
rimanendo una presenza
incerta che ti
sfiora il braccio,
un respiro flebile nelle
tue
orecchie....
Immerso nell'irrazionale
sollievo che
mi provoca la consapevolezza di averti di nuovo vicino.
“Sapevo che ti
avrei trovato qui”
Le mie parole sono solo un
sussurro,
sono fragili, hanno
freddo...
“Non
c'è più niente, Kurt... È
tutto distrutto”
Tu ancora non ti volti,
parli alla
distesa di cemento davanti a noi,
il tuo dolore si condensa
nell'aria,
si fonde nel grigiore di
questa nebbia
indifferente.
“Era il nostro
posto e non esiste
più... Noi non esistiamo
più...”
Non posso vederla, ma sento
una lacrima
scivolare via dalle tue parole.
E so di non poter
più resistere,
so di non poter
più aspettare di
essere sicuro...
Arriva un momento in cui
è inutile
cercare delle certezze, delle spiegazioni, si può solo
decidere di
abbandonarsi al flusso dell'istinto e sperare che, per una volta,
vada tutto bene...
Colmo con un passo la
distanza che mi
separa da te,
afferro la tua mano,
così forte da
farmi male,
come se tu fossi un'ancora
in mezzo
alla tempesta,
come se l'unico modo per
impedirmi di
annegare fosse agganciarmi ai tuoi occhi...
Tu non puoi evitare di
guardarmi,
non puoi celare tutta la
speranza,
tutto il dolore inciso nelle tue pupille.
“Blaine,
guardami. È vero, era il
nostro palazzo e adesso non c'è più... Non
è bello vedere le sue
macerie esposte così, vederlo sventrato, come se... come se
tutti
potessero spiare i momenti che abbiamo condiviso lì dentro,
le cose
che ci siamo detti... È triste Blaine, e doloroso anche, ma
è
giusto che sia così...
Questo palazzo, questo
appartamento,
sono pezzi di un passato che non c'è più...
E hai ragione, quel Kurt,
quel Blaine
non esistono più da molto tempo ormai. E li abbiamo uccisi
noi...
Siamo gli unici artefici di tutto questo e lo sai meglio di me...
E adesso, adesso
è finita... Lo vedi
anche tu, non c'è un palazzo, ma una distesa di cemento;
non ci sono quei due
ragazzini, ma due
uomini stanchi che hanno fatto le scelte sbagliate...
E forse quello che ci
rimane non è
neanche più amore, ma bisogno...”
Tu abbassi lo sguardo,
ammetti la
sconfitta perchè sai che a questo punto non c'è
nient'altro da
dire...
“Ma il bello di
una distesa di
cemento è che puoi costruirci ancora qualcosa sopra,
qualcosa di
nuovo.. Il bello di due uomini stanchi è che non hanno
più nulla da
perdere... Il bello del bisogno è che è chiaro,
nitido e non si può
resistergli...”
Sussurro queste parole
direttamente nel
tuo orecchio, lasciando che si insinuino dentro di te, che il loro
significato ti entri in circolo, che ti ridia vita...
E posso sentirle attaccarsi
al tuo
cuore,
posso vederle nel tremolio
delle tue
labbra.
Lasci che i singhiozzi ti
scuotano,
che le tue mani tremino,
ma stavolta non
avrò paura di
prenderle,
non avrò paura
di stringerti a me..
Mi avvicino ancora un po' e
finalmente
lascio che le mie braccia ti circondino,
così forte che
quasi smetto di
respirare,
così vicino che
i brividi che nascono
sulla tua pelle vanno a morire nella mia,
così stretto che
non ti lascerò
cadere, non da solo.
E restiamo così,
l'uno aggrappato
all'altro, sorreggendoci a vicenda,
stringendo tra le mani un
presente che
è reale, ed è l'unica cosa di cui possiamo essere
sicuri,
è l'unica cosa
di cui abbiamo bisogno.
Non so cosa
succederà domani,
non ho bisogno di pensarci,
non adesso.
Lascio che il tempo scivoli
su di noi,
sulle nostre spalle vicine,
che provi ad insinuarsi tra
i nostri
petti appiccicati...
Ma non ci
riuscirà, non sarà
possibile dividere quest'abbraccio;
siamo due uomini spezzati,
dannosi per
il resto del mondo e non ci resta altro che fondere i nostri errori;
così palesemente
sbagliati da soli, da
essere perfetti insieme...
Oooook!!!
Eccoci!!! =)
Una
domanda
sorge spontanea: dov'è la sparacoriandoli di Sue quando
serve?
XD
...bene, ora che ho rotto violentemente il clima poetico della
storia posso anche passare alle mie solite, abbastanza inutili,
precisazioni!
Anche
questa
volta non sono soddisfattissima, ma spero comunque di avervi
deluso...
Allora
la
citazione iniziale è tratta da “Fuochi”
della Yourcenar,
scrittrice che adoro e che mi ha dato tanta ispirazione per lo stile
di questa fic. Se non l'avete mai fatto vi consiglio di leggerla,
è
veramente meravigliosa! =)
Rileggendo
questa frase ho pensato ai Blaine e Kurt di
“rimpianti” e mi è
sembrato un buon modo per aprire il capitolo!
Poi,
che
altro dire, questo non è l'ultimo capitolo, ce ne dovrebbero
essere
altri due, ma dipende dalla mia ispirazione traballante!
Spero
che
abbiate apprezzato, è la cosa più vicina ad un
happy ending che
potessi scrivere! XD
Ebbene
sì,
alla fine il mio cinismo ha dovuto cedere... O quasi.... =)
Grazie
grazie
grazie a tutti coloro che leggono, recensiscono, inseriscono dove gli
pare!!!
Il calore delle cose che mi scrivete è bellissimo, mi
rendete una ragazza felice!
Spero di avere un vostro sincero
parere anche questa volta... ;)
Baci, Sara
|
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Capitolo 12 *** Courage ***
Ehm...
Lo so, lo
so, è passato un tempo infinito dall'ultimo aggiornamento e
probabilmente la maggior parte di voi mi odierà adesso, ma
davvero,
tra un esame e l'altro non sono riuscita a concentrarmi sulla
storia... Scusate tantissimo!
Comunque,
ci
siamo, questo è L'ULTIMO CAPITOLO....
ç_ç
Suona molto
apocalittico detto così... In realtà ci
sarà sicuramente un
epilogo, e no, non sarà uno di quelli che riassumono la
vicenda in
un “vissero felici e contenti”, quindi vi consiglio
di non
perdervelo se vi siete affezionati a questa storia come dite... =)
Dilaniata
dal
senso di colpa vi lascio alla lettura, sperando che alla fine
l'attesa verrà ripagata...
Il
cap è bello
lungo, credo il più lungo della storia, quindi... enjoy! ;)
________________________________________________________________________________
BLAINE
Sento
le tue mani aggrappate ai miei vestiti,
il
tuo respiro sulla mia pelle,
il
tuo petto vicino al mio...
Posso
percepire distintamente il mio cuore tremare...
sono
scosse che non fermerò,
sono
brividi che accarezzano i miei pensieri...
il
freddo mi pizzica la pelle,
e
io sono grato di poterlo sentire,
sono
felice di vederlo arrendersi al calore del tuo abbraccio.
Lascio
che ci avvolga, che resti sulle nostre mani,
per
ricordarci che tutto intorno c'è la realtà,
l'indifferenza,
che
se voglio sopravvivere devo restare attaccato al tuo respiro,
tra
i tuoi occhi e le tue labbra.
Ogni
brivido è una speranza,
ogni
tocco un passo verso una certezza.
I
miei sospiri non riescono a credere di poter morire sul tuo collo,
sepolti
nell'abbraccio della tua pelle calda, viva...
Ho
paura di muovermi, ho paura di guardarti,
ho
paura di credere alle tue parole...
se
lasciassi la presa, tu sfumeresti via?
Continuo
a perdermi nel tuo abbraccio,
continuo
a ritrovarmi sulla tua pelle...
Non
so quanto tempo,
non
so quanti sguardi, quanti respiri, quante speranze infrango addosso a
te...
Per
un po' neanche tu ti muovi,
resti
cristallizzato al centro di questo momento,
quasi
avessi timore che muovendoti lo spezzeresti,
che
svanirebbe la miracolosa coincidenza tra dove sei e dove dovresti
essere...
Poi,
lentamente, dolcemente mi allontani,
quel
poco che basta per guardarmi negli occhi,
quel
poco che serve a scorgere la verità...
Togli
le mani dalla mia schiena,
se
i tuoi occhi me lo permettessero, mi sentirei già
più solo,
ma
il distacco è breve,
sento
i tuoi polpastrelli posarsi sul mio viso,
le
tue mani accarezzano senza fretta la mia pelle,
prendendo
possesso di qualcosa che è sempre stato loro...
E
non faccio niente, se non godere del contatto,
se
non sciogliermi come neve tra le tue mani,
annegando
nel loro profumo,
nel
tuo odore...
“Vaniglia”
mi
sorprendo a dire
“C..Come?”
Apro
gli occhi,
sorrido
nei tuoi
“Le
tue mani... La crema.... sanno di vaniglia, sanno ancora di
vaniglia”
Il
tuo sguardo si annebbia per un attimo,
sento
il mio cuore abbandonarsi ad un singhiozzo...
Prendo
le tue mani tra le mie,
le
poso sulla mia bocca,
lascio
che le mie labbra screpolate onorino il pallore dei tuoi palmi,
la
dolcezza, la morbidezza della tua pelle...
Non
ho dimenticato niente di te, Kurt, niente...
Ogni
particolare della tua personalità è inciso dietro
i miei occhi,
ogni
parola, ogni sorriso, ogni follia...
Tutti
i ricordi navigano appena sotto la superficie della mia pelle,
tu
muovi le dita e increspi il mare della mia mente,
risvegli
tutto l'amore, tutte le parole sopite...
Le
lacrime mi scendono lungo il viso a fatica,
pesanti,
colme
di tutti i i momenti sprecati, di tutto quell'ammasso di vita
violentata,
che
ormai non ha più valore...
perchè
ora vedo quello che ho sempre saputo;
il
mio mondo sei tu,
il
motivo per cui ci ritroviamo sempre è che tutto il resto
è nebbia,
le
altre persone sono carne fredda,
tu
sei l'unica fonte di colore, l'unica fonte di calore per me...
E
ogni tuo sospiro, ogni tuo tremito non fa che ricordarmi che non
avrei dovuto lasciarti andare,
la
consapevolezza mi colpisce allo stomaco con rinnovata forza,
sono
stato io a sciogliere il ghiaccio dei tuoi occhi in lacrime...
è
colpa mia.
Ti
guardo e stento a credere di avere il privilegio di averti di nuovo
così vicino...
Poi
tu sorridi.
Le
tue labbra si schiudono piano e lasciano uscire un sorriso timido,
piccolo.
so
che è per me, per noi...
Ed
è come tornare giovani,
quando
eravamo felici, forti, folli,
quando
eravamo insieme e il futuro era una uno scintillio chiuso nei tuoi
occhi...
Appoggio
la mia fronte sulla tua,
concedendo
anche alla mia bocca di incurvarsi un po',
di
piegarsi verso una promessa che manterrò...
Posso
sentire una scossa d'adrenalina scorrere dal tuo corpo al mio...
non
ho bisogno di parole per dirti quanto ti voglio,
quanto
ho bisogno di te, qui, ora....
E
non potrebbe esserci momento migliore per amarti,
per
lasciarti scorrere nelle mie vene,
droga,
o medicina che tu sia...
Così
fragile, eppure così forte, così reale tra le mie
braccia.
Respiro
forte questo momento,
e
sa di vaniglia, forse sa di speranza...
Sarà
che i miei sogni hanno il tuo odore...
Senza
che io possa pensarlo,
senza
che io possa decidere,
le
mie labbra si posano sulle tue,
possessive,
disperate, ferme...
Non
posso impedirlo,
non
appartengono a me,
non
sono mai state mie...
Io
non mi appartengo, sono sempre stato tuo...
Sento
le tua bocca rispondere alla mia,
come
si saluta il ritorno di un amico.
Ed
è un bacio caldo, che sa di futuro,
è
un bacio tremante, che sa di perdono...
le
speranze, le promesse infrante si sciolgono sulla mia lingua,
caramelle
amare che lasceremo digerire al nostro ieri,
che
non intaccheranno il nostro domani...
Facendosi
largo tra le mille sensazioni che invadono la mia mente,
nasce
nel mio cervello un'idea.
Un
piccolo, stupido modo per dirti quanto ti amo,
per
dimostrarti che ce la possiamo ancora fare...
stavolta
staccarmi da te non è doloroso,
stavolta
so che tornerò.
Ti
allontano da me, concedendo un sorriso al tuo sguardo interrogativo
“Devo
andare a fare una cosa... è importante”
“O-ok,
ti accompagno..”
“No,
Kurt, devo farla da solo”
“Ma...
adesso?”
“Adesso,
o mi pentirò di non averlo fatto... E io sono
così stanco di
pentirmi...
I
rimpianti sono per i vecchi, e io voglio tornare giovane... per te,
per noi... Quindi adesso me ne vado, ma ti prometto, Kurt, ti
prometto che tornerò tra poco...”
Inizio
ad allontanarmi, consapevole che se non lo faccio, resterò
incollato
a te per sempre...
“Aspettami
a Central Park!” ti grido
“Ok,
ma dove?”
Mi
fermo, sorrido
“Non
importa, ti troverò...”
KURT
Guardo
la tua sagoma svanire via,
guardo
la città inghiotterti,
chiuderti
nell'abbraccio della sua nebbia...
Per
un attimo resto inebetito, immobile,
ad
aspettare che tu ti volti e torni qui..
Poi
un brivido mi corre lungo la schiena,
la
protesta della mia pelle di non averti più qui vicino...
Ma
non fa male vederti camminare via da me,
stavolta
so che tornerai.
Non
ho idea di cosa tu voglia combinare,
ma
quello sguardo fresco, giocoso, mi è mancato così
tanto che non
potrei negargli niente...
Penso
a tutte le volte che l'ho rimpianto,
a
tutte le volte che ho cercato di riviverlo nei miei ricordi...
Ma
tutto ciò che potevo mettere insieme non era altro che
un'ombra
sbiadita,
non
c'era l'audacia della vita,
il
brivido del tuffarsi nell'ignoto...
Regalo
a questo ammasso di cemento un ultimo sguardo,
consapevole
che non ci torneremo più,
che
verrà stipato tra le cianfrusaglie del nostro passato...
Troveremo
un nuovo posto,
disegneremo
un nuovo inizio.
Mi
volto e penso a come i luoghi cambino sotto il nostro sguardo,
a
come l'aver concesso pezzetti di vita ad un posto lo cambi ai nostri
occhi per sempre...
A
come sentiamo di possederlo, mentre forse è quello a
possedere un
pizzico di noi,
a
trattenere un sospiro,
a
custodire una carezza...
Sacerdote
silenzioso di momenti cristallizzati nel passato...
Sorrido,
i nostri altari sono nascosti dietro ogni angolo.
Cammino
e osservo la città,
Sembra
che voglia regalarmi i suoi piccoli, preziosi particolari;
un
sorriso, un fruscio, un colore...
il
mio sguardo ora accarezza queste strade, e loro rispondono,
accoglienti...
Mi
concedo di passeggiare, senza far intaccare alla fretta i miei passi,
è
come se sapessi che c'è tempo,
ci
sarà tempo per noi...
Quando
arrivo a destinazione non ho bisogno di pensare a dove aspettarti,
lascio
che a decidere sia il mio istinto...
Lo
vedo, e so che è il posto perfetto,
so
che mi troverai qui.
Mi
ricordo di un dialogo vago,
di
frasi spensierate,
di
noi che discutevamo su che albero fosse questo che si impone sugli
altri,
non
più alto, ma con le fronde più folte,
un
vecchio tronco affacciato sulle sponde di un piccolo laghetto.
Sentendo
nelle membra tutto l'affaticamento della giornata,
tutto
lo stress di questi giorni,
mi
siedo sulla panchina, facendomi avvolgere dalle sensazioni che mi
regala questo posto, questo momento, abbandonandomi ad un'attesa
adesso nuovamente trepidante, nuovamente dolce...
Ora
è tutto più chiaro, i contorni del mio futuro
sono nitidi,
ma
non per questo più facili.
E
qui fa freddo, ed è bello, ma tu non ci sei...
L'aria
intorno a me si riempie del senso di colpa, mentre lascio che i miei
pensieri vaghino verso Scott, verso Ruth, verso quelle persone a cui
avevo promesso il mondo...
Andarmene
era una scelta necessaria, adesso lo so, ma se non mi fossi nascosto
dietro alla mia ipocrisia, alle mie paure, ora entrambi potrebbero
godere di una serenità stabile...
Penso
a Ruth, al suo sorriso ingenuo, a quanto non me lo merito e a quanto
mi mancherà.
Poi
chiudo gli occhi e lascio che il vento si porti via quest'odore di
rimpianto,
non
posso fare più niente per loro, posso solo sperare che Scott
non mi
escluda dalle loro vite...
Non
so quanto tempo passo a confondermi tra i riflessi dell'acqua e i
sospiri del vento,
poi
all'improvviso sento i tuoi passi dietro di me,
il
calore delle tue mani sulle mie spalle...
Mi
sfugge un sospiro di sollievo,
o
forse è la sorpresa di averti di nuovo qui, davvero...
Non
affretto i tempi,
non
sento il bisogno di assalirti con domande,
mi
basta sapere che sei qui,
mi
basta potermi stringere a te, lasciando che il calore dei nostri
corpi ci culli...
Appoggio
la testa nell'incavo della tua spalla, mentre le tue dita disegnano
pigre dei cerchi sulle mie braccia...
“Allora,
vuoi sapere dove sono andato?”
Posso
sentire le tue parole ammiccare maliziose,
mi
limito ad alzare la testa, piantandoti gli occhi addosso.
Tu
sorridi.
“Ti
avverto, è una cosa stupida, davvero molto stupida...
è una
stucchevole pazzia da adolescenti e nella mia testa suonava molto
bene fino a dieci minuti fa, ma ora...
Beh,
ormai è fatta...”
Abbassi
lo sguardo e mi viene da ridere all'imbarazzo che ti colora il viso
mentre togli il braccio dalle mie spalle e con un movimento veloce ti
scopri il polso...
I
miei occhi scendono curiosi e in quella porzione di pelle bianca, tra
le tue vene c'è una scritta, piccola, perfetta...
Courage
Non
riesco a smettere di guardarla, così semplice,
così bella
contornata dalla tua pelle arrossata e appena gonfia...
Devo
essere restato zitto un bel po' perchè quando parli la tua
voce
trema di incertezza...
“Kurt,
io... Accidenti suonava davvero meglio nel mio cervello, è
solo
che... Che quando ho visto quelle cicatrici su di te, beh ecco...
la
prima cosa che ho pensato è stata che non era giusto, che
sarei
dovuto esserci io sulla tua pelle, tu sulla mia... Ho pensato di
doverti un pezzettino, uno spazio, mi sembrava così bello
pensare di
averti fisicamente addosso per sempre... Così l'ho fatto,
non ho
pensato, ho agito...
T-ti
piace?”
Mi
sforzo di sollevare lo sguardo, di strappare all'emozione qualche
sillaba
“è
perfetto... è stupido e assurdo e... lo adoro!”
è
un sussurro quello che mi esce dalle labbra,
si
infrange sulla tua pelle,
poi
non posso impedirmi di avvicinare la labbra e lasciare sul tuo
tatuaggio un piccolo bacio...
“è
bellissimo... Io, Blaine non so che dire...”
“Non
dire niente, non c'è bisogno... Vieni qui.”
Mi
abbracci di nuovo, tranquillo, sicuro.
Continuo
a fissare il tuo polso, ad ammirare quei pochi centimetri di
inchiostro,
la
nostra firma sul passato, la nostra speranza per il futuro...
Ancora
una volta interrompi il flusso dei miei pensieri
“Ho
scelto questa parola perchè voglio che sia, non so, una
specie di
monito... perchè il coraggio è ciò che
mi è mancato tanti anni
fa... Se fossi stato forte abbastanza da combattere per noi, ce
l'avremmo fatta, ne saremmo usciti insieme... Quella volta mi sono
arreso e non ho fatto che pentirmene, Kurt.
Ho
dimenticato questa semplice parola in cui tanto credevamo quando
eravamo più giovani e mi sono rovinato la vita da solo...
Adesso
basta, voglio smettere i panni del vigliacco, ci sono stato dentro
troppi anni e non mi si addicono... Voglio avere coraggio, ancora, di
credere in noi, di credere che possiamo ripartire da dove ci siamo
fermati.
Ho
pensato che è da qui che tutto è iniziato, e che
forse poteva
succedere di nuovo, che se lo volevamo entrambi, forse potevamo avere
un'altra possibilità...”
Ti
ascolto e non voglio che questo momento, le cose che dici, le
promesse che fai,
vengano
intaccati dalle lacrime;
ingoio
un pugno di aria fredda
“Lo
voglio anche io... Voglio comportarmi da stupido per una volta...
E
poi non mi pare giusto che io sia sulla tua pelle e tu no...
Il
coraggio non servirà solo a te, Blaine, ci vorrà
tanta, tanta forza
per affrontare tutto questo, lo sai.”
Tu
non rispondi, ti limiti a stringermi un po' di più, e io
penso che
mi piace questo modo di comunicare, questo capirsi senza parlare...
Mi
aggrappo forte a te, a questo momento.
So
che scendere da questa panchina equivale a tuffarsi di nuovo nella
realtà,
nell'intrico
di coincidenze, case da trovare, scuse da porgere, valige da fare...
Ma
il peso che ho nel petto si scioglie se penso che stavolta ho
qualcosa per cui combattere,
qualcosa
per cui vale la pena aspettare, soffrire,
qualcosa
che adesso si stringe accanto a me,
canticchiando
una qualche canzone che non riconosco,
sorridendo,
spazzando
via tutti i sensi di colpa...
E
sembra tutto così banale, così semplice che forse
potrebbe essere
la felicità...
The
End
….ç_ç.....
...Dai,
alla fine non sono stata poi così cattiva, no? =)
Questo
è quanto gente, la storia si conclude così... Con
una scena
piuttosto dolce e sicuramente diversa dal clima del resto dei
capitoli. Spero solo che non sia risultata eccessiva o scontata...
Solo
che ho pensato che la dolcezza, la delicatezza è una
caratteristica
della klaine e riprendere un elemento della loro relazione passata mi
sembrava un buon modo di iniziare quella nuova...
Spero
di non aver pensato una scemenza! >.<
Ho
preso in considerazione altri finali oltre a questo, ma nessuno mi
sembrava davvero adatto; era così che doveva finire, non
potevo far
loro attraversare tutto quel dolore per niente, sarebbe risultato
ridicolo... E poi sono un klainer, è più forte di
me, quei due sono
stucchevolmente perfetti insieme, non riesco a vederli divisi per
sempre... xD
La
cosa del tatuaggio ce l'avevo in mente dall'inizio, ma scriverla
è
stato più difficile del previsto, come dice Blaine
“suonava meglio
nel mio cervello”, ma ormai l'avevo pensata così,
non potevo non
mettercela, spero vi sia piaciuta... ^^
Per
concludere vi chiedo umilmente di farmi sapere cosa ne pensate;
se è questo il finale che vi aspettavate, se volevate
qualcosa di
diverso, se vi è piaciuto, se vi ha fatto schifo... =)
Vorrebbe
dire davvero tanto per me!!!
Spero
di non avervi deluso e mi scuso ancora per il ritardo immane... Ci
vediamo presto con l'epilogo; vi dico solo una cosa... Preparate i
fazzoletti! ^^
Grazie
a tutti quelli che continuano a seguire questa storia nonostante
l'incoerenza della sua autrice... ;) Love you soooo much!!
COMUNICAZIONE:
Ho aggiunto il contatto facebook (non un account autore, è
il mio
profilo personale ^^) al profilo EFP, così chiunque volesse
può
chiedermi l'amicizia, magari specificando la username di EFP,
così
so chi siete... XD
Mi
farebbe molto piacere scoprire chi c'è dietro alle
recensioni! ;)
Io
vi metto il link al profilo, poi fate voi!
http://www.facebook.com/profile.php?id=1611176756
Baci,
Sara
|
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Capitolo 13 *** Epilogo ***
Ciao a tutti....
Visto che è la
vigilia e che a Natale siamo tutti più buoni, spero davvero
che
metterete da una parte l'odio verso la sottoscritta che aggiorna
praticamente una volta al mese e vi godrete l'epilogo di questa
storia...>.<
è
davvero lungo e mi è costato una
fatica tremenda, un po' per la struttura abbastanza complessa, un po'
per la difficoltà di mettere definitivamente la parola fine
a questa fic... ç_ç
Prima
di lasciarvi ad una, spero piacevole lettura, voglio dirvi una cosa
che spero vi farà piacere...
Ho
una mezza idea di scrivere due
one-shot basate
su due
canzoni che mi fanno sempre pensare ai Kurt e Blaine di questa
storia... Sarebbero ambientate nel passato, al tempo della loro
rottura...
Beh,
mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, se le leggereste
volentieri, o se è meglio che mi astenga; insomma devo
ancora
decidere da che lato far pendere la bilancia! x)
Ok,
sarà meglio che vi lasci... Ci vediamo a fine cap per
ringraziamenti
e chiacchiere varie! ;)
PS:
Importante; questo cap è diverso dagli altri, il punto di
vista del
narratore è, come vederete poco sotto, diverso e sono
passati molti
anni dal momento in cui abbiamo lasciato la klaine l'ultima volta...
ok, basta spoiler, enjoy!
________________________________________________________________________________
RUTH
“Amore per
piacere vai a togliere
quella pianola a tuo fratello, sta facendo venire il mal di testa a
tutti, io vado a chiamare il cane”
“Mamma,
aspetta!”
“Dimmi”
Lei mi guarda con gli occhi
un po'
confusi, stringe in mano il telefono e ha l'espressione perplessa e
concentrata di quando intuisci qualcosa di poco piacevole...
“Ha chiamato
nonno Scott, ha detto
qualcosa sull'anniversario di Kurt, credo...”
Un brivido freddo mi corre
lungo la
schiena...
Papà...
Al sentire il tuo nome mi
trema un po'
il cuore, come sempre,
come se in un fruscio di
vento mi
scompigliassi i capelli...
Ma, me lo dicevi sempre, io
sono troppo
sentimentale...
“Mamma....”
Judy mi guarda con quei
suoi occhioni
azzurri, curiosi,
e io so di non poter
più rimandare
questo discorso,
questa storia.
Vorrei fartela vedere,
così
intelligente, così forte...
Credo che andreste
d'accordo, sai?
Devo riscuotermi, ora sono
io l'adulta.
“Vieni,
rientriamo in casa, voglio
raccontarti una cosa...
Prima però vai a
prendere la pianola a
Justin, dagli qualcos'altro con cui giocare, qualcosa di meno
rumoroso”
Lei mi sorride e si volta,
correndo
nell'altra stanza.
Io prendo un respiro,
sentendo il
familiare formicolio allo stomaco che mi viene tutte le volte che
parlo di te,
tutte le volte che penso a
te,
tutte le volte che mi
manchi...
è una presenza
costante la tua
assenza.
Mi avvicino alla mensola
del camino e
prendo la nostra foto,
la tua preferita,
quella dove siamo tutti
insieme nel
portico della casa al mare, ti ricordi?
Ci sono io piccola e
sorridente,
attorniata dalla mia,
spropositatamente
enorme, famiglia...
Sorrido, pensando a quanto
amore ho
ricevuto,
in quanti cuori mi
è stato concesso
uno spazio...
Ci siete tu e Blaine,
radiosi,
tu guardi la macchina
fotografica, lui
guarda te,
come se non ci fosse niente
di più
bello, niente di più importante al mondo...
Dall'altro lato ci sono
Scott e Ted,
anche loro sorridenti, anche loro felici...
Accarezzo le vostre facce,
i nostri
sorrisi,
la polvere può
coprire questa foto,
i colori dei nostri vestiti
possono
sbiadire sulla pellicola,
ma il suono delle nostre
risate è
chiaro nelle mie orecchie,
rimbomba nel mio cuore la
perfezione di
quel pomeriggio...
“Eccomi”
Mi volto, cercando di
ricacciare
indietro la lacrima che minaccia di scendermi sul viso.
Mi siedo sul divano accanto
a Judy,
sentendo addosso il suo
sguardo
indagatore.
“Hai detto che
nonno Scott ha parlato
di un anniversario, vero?”
Lei annuisce
“Beh, tu non puoi
ricordartelo perchè
eri appena nata, ma sai che la mamma ha avuto tanti papà...
E che
tra questi c'era Kurt.”
“Kurt...
è lui che ha scelto il mio
nome, vero?”
Sorrido, ripensando alla
tua campagna
per scegliere il nome di mia figlia...
Sei sempre stato un tipo
testardo, fino
alla fine...
“Esatto, te lo
dico spesso, vero?”
Lei annuisce, sorridendo.
Sospiro, vedendo
nell'azzurro dei suoi
occhi, il barlume dei tuoi.
“Lui... Ti voleva
molto bene, sai?
Lui e Blaine ti hanno amata dal primo momento in cui ti hanno vista.
Vorrei che avessi avuto il tempo di conoscerli...
E... ecco, l'anniversario
di cui ti ha
parlato nonno Scott...
la settimana prossima
saranno passati
dieci anni dal giorno in cui se ne sono andati e ci sarà una
cerimonia...”
Dieci anni...
Mi sembra ancora assurdo
dirlo ad alta
voce...
Dieci anni senza te,
dieci anni senza voi...
Lei annuisce seria,
sensibile,
prendendo dalle mie mani un
po'
tremanti la foto.
“Blaine
è questo qui, quello con il
sorriso grande, vero?”
Annuisco; sì,
quello con il sorriso
grande.
“Gli volevi tanto
bene, mamma? Come
io lo voglio a te e a papà e a Justin... e anche a
Lucky?”
“Sì
amore, tanto bene... è
difficile dire addio a qualcuno che si ama così tanto, sai?
Ci si riesce solo con
l'amore di altre
persone, e io avevo te e papà...”
Lei mi stringe un po' la
mano
“Ma questa
cerimonia allora... è per
nonno Kurt?”
“Sì
tesoro, ma anche per Blaine...
Sai, è successo lo stesso giorno...”
“Se ne sono
andati insieme?”
Annuisco, mentre i ricordi
di quei
giorni lottano per tornare a galla nella mia mente.
“Sì...
E beh, con nonno Scott
abbiamo deciso di fare questa cerimonia per loro, per la loro
memoria, perchè chi li conosceva potesse spendere un po' di
tempo a
ricordarli.
È
così che le persone che non ci sono
più sopravvivono, piccola, nei ricordi, nei pensieri di chi
rimane... Per questo abbiamo deciso di scrivere delle lettere in cui
chi vuole può scrivere quello che prova, quello che
ricorda... ”
La voce inizia a tremarmi
quando lei mi
interrompe
“Posso scriverla
anche io?”
La sua domanda mi sorprende,
la sua ingenuità
infantile, pura e
senza riserve, mi sorprende...
“Certo, se
vuoi... Puoi anche fare un
disegno...”
“No mamma, ho
dieci anni, sono grande
abbastanza per scrivere una letterina...
Pensi che saranno contenti
se faccio
fare un disegno anche a Justin?”
Sento il cuore stringersi,
commosso
“Sì,
amore, sicuramente...”
“Allora vado
subito, sai come è
fatto Justin, è lentissimo a colorare!
Non essere triste
mamma..”
La guardo saltellare via.
No, non sono triste...
non è tristezza,
è nostalgia.
nostalgia dei vostri volti,
dispiacere di non avervi
qui adesso..
Appoggio la cornice al suo
posto e mi
concedo di stendermi un po' sul divano.
La lettera...
è per quello che
papà ha chiamato,
sicuramente voleva sapere se l'ho scritta.
Mi vergogno un po' a dire
che ancora
non ci sono riuscita...
Tutte le volte ci provo;
prendo in mano
il foglio, la penna...
ma non esce niente, o
almeno niente di
sincero, niente di vero.
So perchè, so
che per farlo dovrei
fare un tuffo in tutte quelle emozioni che mi provoca il pensare a
te, a voi...
So che prima o poi
dovrò scendere a
patti con l'enorme carico emotivo che avete lasciato sulle mie
spalle, con tutti quei sentimenti contrastanti...
Devo permettere ai miei
ricordi di
riaffiorare, per poter rievocare i vostri volti, i miei
sentimenti....
Chiudo gli occhi,
determinata a
sfruttare questo raro momento di tranquillità.
Dietro le mie palpebre
inizio a vedere
proiettato il film di quei giorni.
La prima immagine che vedo
è il tuo
volto, papà...
il tuo volto tirato in una
smorfia
preoccupata...
Non dimenticherò
mai quello sguardo,
lo sguardo di chi si sente sconfitto,
di chi è appena
stato messo a terra
dalla vita.
Lascio che le memorie
fluiscano,
scivolando in un dormiveglia inquieto...
C'è la
mia cucina, quella della
casa vecchia,
con le ante della
dispensa attaccate
con lo scotch, con i fornelli un po' arrugginiti.
Ci sono io,
più giovane, più
riccia, con la faccia stanca e felice di chi si occupa di un bambino
piccolo.
Indosso un
grembiule da cucina e
probabilmente sto cercando di mettere insieme una cena commestibile.
L'aria sa di
serenità e promesse.
Poi c'è
il rumore di una mano che
bussa alla porta d'ingresso.
Una piccola corsa
per andare ad
aprirla, ancora con le mani bagnate.
Un sorriso,
la tua espressione,
poi la
consapevolezza.
Non sorridi, puzzi
di ospedale e di
dolore.
“Che
è successo?”
Una domanda
semplice, cui so che
seguirà una spiegazione che non credo di voler ascoltare.
C'è un
sospiro che brucia di
lacrime trattenute mentre scivoli dentro casa.
“Blaine...”
Nel tuo sussurro
scricchiola
l'impalcatura di quel mondo che forse sta per crollarci addosso.
“Stava
male, così gli ho fatto
fare delle analisi, siamo andati in ospedale e hanno detto...”
Un respiro di aria
solida.
“Hanno
detto che ha un cancro...”
Parole che escono
dalla tua bocca
veloci e dolorose come un fiotto di sangue.
Non è
possibile, non ci credo.
Troppo veloce,
troppo assurdo.
Le mie parole
sanno di incredulità
e negazione.
“Ma...
cosa hanno detto di
preciso? Perchè oggi ci sono tanti metodi, tante
possibilità... Lo
possono operare, no?”
Sospiri
rasseganti, gesti stanchi.
No, non possono...
“No, no,
no, si sono sbagliati,
non è vero. Andremo da altri medici, in un altro ospedale,
non
possono dire di no, Blaine non può...”
Un urlo strozzato
a interrompere il
filo dei miei vaneggiamenti
“Ruth!
Smettila! Smettila, ti
prego...”
Mani che tremano,
stomaci che si
contorcono.
“Non si
sono sbagliati, per quanto
anche io lo desideri...
è
successo, Blaine sta male...
Blaine... morirà e non serve a niente convincersi del
contrario...
Perderemmo solo
tempo, tempo
prezioso...”
E infine gambe che
non reggono,
lacrime che scorrono.
Tempo... una
parola che
improvvisamente sa di minaccia.
“Quanto?”
occhi che si
incontrano, dolori che
si abbracciano.
“Pochi
mesi... forse un anno se
rifiuta le cure...”
Rabbia,
frustrazione, strette nelle
mie mani legate, nei tuoi occhi sconfitti.
“Lui
è... tranquillo. È a casa
ora, sono uscito per prendere la cena e per dirtelo.
Non so che fare.
Lui non... Non
vuole ridursi a un vegetale... Non vuole affievolirsi piano
piano.”
No, lui non vuole
farti soffrire.
Non vuole che TU
debba vederlo
affievolirsi...
“Non
è giusto... Io non voglio,
non so che fare...
Abbracciami.”
Singhiozzi e
brividi che giocano a
rincorrersi, in una danza macabra,
in un girotondo
nauseante.
Mani che stringono
e che non
vogliono lasciar andare...
“Mamma?
Sei
sveglia?”
La voce
cristallina
di Justin si infiltra tra i miei pensieri.
Acqua
pura che
lenisce il dolore dei ricordi.
Mi
passo una mano
sugli occhi, cercando di strappare alle palpebre quelle immagini.
Mi
alzo, provo a
sorridere.
“Sì,
sono
sveglia...Vieni qui.”
Decido
di
accantonare la sofferenza in un angolo, almeno per un po'.
Lui
trotterella
allegro verso di me, sventolando orgoglioso un foglio.
“è
il disegno
per Kurt e Blaine?”
Annuisce
con un
sorriso soddisfatto sul volto.
“Quello
piccolo
sono io, poi Judy, mamma, papà e nel mezzo lucky. Guarda che
bella
coda lunga che gli ho disegnato!
Ha
detto Judy che
ce l'ha regalato Blaine e così gli posso dire grazie!
Ti
piace?”
Sorrido
commossa
mentre passo una mano tra i suoi ricci scuri
“è
bellissimo
amore, sono sicura che gli piacerà tanto...”
Lui mi
porge il
disegno e mi lascia un piccolo bacio sulla guancia.
Poi
cambia
argomento con la naturalezza e la spontaneità dei bambini,
come
vorrei
riuscire a farlo anche io...
“Ho
fame. Posso
mangiare una merendina?”
Non ho
il tempo di
rispondere, una voce alle mie spalle mi interrompe.
“No
che non puoi,
tra poco si cena, ti rovini l'appetito...
Ciao
amore.”
“Ciao
Brian.”
“Papà!”
Mi
volto, sentendo
il calore familiare della mano di mio marito sulla spalla.
Per un
secondo mi
sento invasa da un moto di gratitudine per questa
quotidianità,
per
questa
sicurezza, tranquillità, costruita tra piccoli problemi
giornalieri,
difetti,
litigi,
sbavature, affetti...
“Lo
sai, ho fatto
un disegno bello bellissimo!”
“Bravo
piccoletto, ora vai un po' a giocare, devo parlare con la mamma,
ok?”
Sento
Brian sedersi
sul divano e guardare curioso la fantasiosa rappresentazione che
Justin ha fatto della sua famiglia.
Si
accorge della
mia espressione vuota, tesa.
Mi
conosce.
“Tutto
ok?”
Annuisco
“Sì,
tutto bene,
solo... potresti occuparti tu della cena stasera? Io sono stanca e ho
davvero bisogno di prendermi un momento per pensare alla lettera,
riordinare le idee...”
La sua
mano calda
si sposta sulla mia, rassicurante, conosciuta.
“Va
bene, vai a
riposarti. Ordino la pizza così quei due teppisti staranno
tranquilli per un po'.”
“PIZZAAAA!!!
Justin papà prende la pizza!”
Con un
sospiro
indeciso tra l'irritazione e il divertimento si alza dal divano,
raggiungendo i bambini.
Sollevata
mi avvio
in terrazza, decisa a fare definitivamente i conti con tutta questa
storia.
Quando
esco fuori
l'aria fresca mi pizzica le guance,
mi
stringo nella
maglietta, stendendomi sull'amaca.
E qui,
raggomitolata su me stessa, mi raggiunge un'ondata di nostalgia.
Non
è più il
vento a carezzarmi i capelli,
sono le
tue mani
bianche, papà;
non
è più il
cigolare dell'amaca a cullarmi;
è
la chitarra
vecchia di Blaine...
Alzo lo
sguardo già
salato di lacrime,
guardo
questo cielo
estivo e la sua vastità non mi rassicura, mi fa sentire
così
piccola, indifesa.
Mi fa
sentire una
bambina.
Dove
sei?
Ho
bisogno di te,
non avresti dovuto andartene...
Ci sono io, pelle
giovane e occhi
già più stanchi, troppo consapevoli,
C'è la
porta di casa vostra, è
bianca e blu.
Stringo tra le
mani un contenitore
con del cibo, profuma di buono, profuma di affetto.
Busso, ma nessuno
risponde.
Busso di nuovo,
ancora silenzio.
Prendo la chiave
di emergenza ed
entro.
Mi avvolge l'odore
di voi,
quell'odore che mi è così familiare e che mi
farà così male
perdere...
Si sparge
nell'aria insieme alle
vostre voci,
non c'è
il silenzio che mi
aspettavo di trovare.
Siete in casa e
state litigando.
Muscoli tesi,
nocche bianche,
occhi asciutti e
stufi di piangere.
Dovrei andarmene e
lo so.
Invece cammino
verso camera vostra,
facendo più piano che posso.
“...Smettila
Kurt, sul serio,
basta.”
“No,
perchè dovrei? Non hai il
diritto di decidere anche per me!”
“Calmati
per favore, non ho mai
voluto farlo e lo sai...
Ma questo...
Questo è assurdo, non
posso permetterti di fare una cosa del genere!”
“Perchè?”
Un sussurro,
parole ruvide di dolore
e rabbia.
“Dammi
dei motivi, Blaine, perchè
davvero, non ci arrivo.”
“Si
chiamano Ruth e Judy, i
motivi, Kurt, non fare finta di non saperlo.”
Un brivido gelido
lungo la mia
pelle.
Corre su binari di
un timore ancora
senza nome.
“Ti
amano, non ti lascerebbero mai
solo...”
Un secondo di
silenzio,
scricchiolii di
certezze.
“Ruth se
ne sta andando, Blaine...
Lei e Brian si trasferiranno da lui, in North Carolina, me l'ha detto
stamani.
È
giusto, deve vivere la sua vita
con l'uomo che ama, io l'ho già fatto...”
respiri
trattenuti, acidi che
ustionano la mia gola secca.
Non posso
respirare,
non riesco a
pensare.
“Kurt...”
“No
Blaine, stavolta non c'è
niente, niente che tu possa fare o dire per farmi cambiare idea...
A meno che tu non
ti decida a
combattere questa cosa, a curarti, a cercare di sconfiggerla.
Se tu puoi
scegliere di arrenderti,
posso farlo anche io.”
Rumore di passi,
corpi che si
incontrano,
singhiozzi che si
infrangono contro
pelle calda.
“Ti
amo... Ti amo così tanto che
fa male ogni volta che respiro...
La tua presenza mi
consuma, ma la
tua assenza mi ucciderebbe.
Ho bisogno di te,
Blaine, ho bisogno
di te.... non so più come si fa a vivere a
metà.”
“Stringimi.”
“Non
posso lasciarti andare, non
posso permetterti di voltare le spalle ed andartene un'altra volta,
non posso tornare a vivere senza di te... Semplicemente non
posso...”
Suoni che si
solidificano a
mezz'aria,
significati che
inaridiscono il
cuore.
“Abbiamo
avuto il nostro tempo,
insieme. Abbiamo avuto più di quello che potessi
sperare...”
“Tu
potresti avere di più,
Kurt...”
“Senza
di te? Non mi interessa. Ho
passato abbastanza anni da solo per sapere che non è quella
la vita
che voglio, che i giorni senza di te non sono giorni, sono brandelli
di tempo vuoti, senza significato, senza colore... Tu non vuoi morire
piano piano, beh, nemmeno io lo voglio.
Non voglio
svegliarmi in questo
letto e avere freddo, non voglio sentirmi soffocato ogni volta che
respiro aria che non è impregnata di te, non voglio
dimenticarmi il
tuo odore, non posso farlo un'altra volta...
Non sono
più un ragazzino, posso
prendere queste decisioni da solo...
Potrei avere
più tempo, è vero,
potrei avere ancora tanti anni da vivere, ma non li voglio, ho
già
avuto tutto quello che desideravo, tutto quello di cui avevo
bisogno...
Nessuno
può capirlo meglio di te,
anche tu avevi deciso che non valeva la pena di restare in un mondo
dove non poteva più esserci un “noi”,
dove puoi solo
sopravvivere, perchè sai che la vita, quella vera,
è un'altra
cosa...”
“Kurt...
Non è la stessa cosa, io
non avevo niente da perdere... Stavolta è diverso.”
“Ruth?
Lo so... È ingiusto, è
sbagliato nei suoi confronti ed è l'unico motivo per cui mi
sento in
colpa... Ma se restassi, lo farei solo per lei, per la sua vita... E
non si può continuare a vivere per la vita di un altro, non
se si
vorrebbe abbandonare la propria, non se la propria non ha
più
senso...
Finirei par farle
solo del male, lei
ha bisogno di me, non dello spettro che diventerei se andassi avanti
senza di te...
Voglio che lo
facciamo insieme,
Blaine, voglio venire via con te...”
“Non
doveva finire così...”
“Forse
no, ma sarebbe finita
comunque...
Ho sempre detto
che la mia vita è
iniziata con te, e voglio che con te finisca... Se c'è
qualcuno con
cui voglio condividere quel momento, beh, sei tu...
Preferisco...
Preferisco decidere io
quando e come andarmene... E voglio che sia con te, tra le tua
braccia; voglio che siano i tuoi occhi l'ultima cosa che vedo e il
tuo odore l'ultima cosa che respiro...”
Aria immobile,
rumore di cuori
che battono
impazziti,
di lacrime che
solcano le guance.
All'improvviso
mi
sveglio,
il
vento fresco
sulla pelle,
un
senso di
oppressione al petto...
Lascio
qualche
lacrima libera di scendermi sul viso
e
continuo a
rivivere quella scena nella mia testa.
So che
quel momento
rimarrà inciso nella mia memoria per sempre,
il
momento in cui
ho saputo che avrei perso mio padre,
il
momento in cui
ho lasciato che la rabbia prendesse il sopravvento,
quello
in cui ho
capito che, per quanto dolore ti portino, ci sono scelte che non puoi
criticare,
decisioni
che non
puoi far altro che subire...
Perchè
avrei tanto
voluto averti accanto a me questi anni,
avrei
voluto farti
conoscere i miei figli,
farmi
confortare da
te quando le cose si facevano difficili,
avrei
voluto i tuoi
consigli a guidarmi e i tuoi abbracci a darmi coraggio...
Avrei
voluto avere
vicino mio padre,
l'uomo
brillante e
sicuro che avevo conosciuto...
Ma, ci
ho messo
tanto, forse troppo tempo a capirlo, quell'uomo esisteva solo con
l'appoggio di un altro, con l'amore incrollabile e certo di un'altra
persona....
Tu non
potevi
continuare a vivere, non senza Blaine...
Ce
l'avresti fatta
fisicamente, il tuo corpo sarebbe sopravvissuto al dolore,
ma non
tu, la tua
mente, il tuo cuore...
Saresti
stato
sempre zuppo di ricordi, di nostalgia...
E per
quanto mi
costi ammetterlo, so nel profondo che io non sarei mai riuscita a
colmare quel vuoto, non avrei potuto lenire il dolore di perdere non
la metà di se stessi, ma il proprio nucleo, la parte
più intima di
sé...
E penso
all'ultima
immagine che conservo di te...
Rivedo
sotto le mie
palpebre quei due corpi abbracciati, quei volti fermi, ma sereni.
Ricordo
tutto di
quella notte, l'odore dell'erba umida, il rumore dei fuochi
d'artificio;
ricordo
voi, mentre
immagino i vostri ultimi respiri confusi tra il chiacchiericcio della
folla,
gli
ultimi battiti
coperti dal suono delle esplosioni nel cielo.
Era il
quattro
luglio, tutto vibrava di gioia, di vita,
l'aria
era fresca e
il cielo limpido e il vostro legame non era mai stato così
forte.
Non mi
avevate
detto niente, ma lo avevo intuito,
in
qualche modo
sapevo che quella era la sera designata, quella in cui mi avreste
lasciata...
Mi sono
chiesta
perchè quel giorno, perchè quel posto e forse
adesso capisco;
non
volevate il
silenzio e la solitudine ad avvolgervi, ma la meraviglia nei volti di
bambini e lo scoppiettio di mille luci...
Finalmente
so cosa
devo scriverti.
Ora
posso dirti che
ti perdono, questa volta senza reticenze, questa volta con
consapevolezza.
Che
avevi ragione,
sono stata forte e ce l'ho fatta, sono andata avanti con la mia vita
e nel mio cuore ho continuato a rivolgermi a te, a cercare conforto
in un abbraccio che poteva essere solo nella mia mente.
Ho
continuato ad
appoggiarmi all'uomo meraviglioso che avevo conosciuto e la sua
immagine non è stata consumata dal dolore, è
rimasta nitida,
coraggiosa e pulita ai miei occhi.
Forse
solo ora
posso dirti che probabilmente è stato meglio dovermi
riferire ad una
figura immaginaria ma perfetta, piuttosto che ad un uomo reale, ma
spezzato...
Corro
in camera,
convinta che questa volta le parole fluiranno via da me con
sicurezza,
e
sarà per dirti
ciao,
sarà
per dirti
grazie, papà...
KURT
– BLAINE
Il cielo scuro,
punteggiato di
stelle luminose.
L'erba morbida,
umida.
Tanta gente,
sorrisi, chiacchiere.
Tutto sembra
più vivido, tutto
sembra meno importante.
Una coperta di
qualche colore, stesa
sul terreno.
Due corpi vicini,
due mani
intrecciate.
Sorrisi, lacrime.
I fuochi di
artificio che squarciano
il silenzio con rombi che vibrano fin dentro le nostre anime sottili,
che attraversano
il cielo come un
stilettata.
Pelle calda
percorsa da brividi di
timore,
respiri veloci di
consapevolezza.
Battiti che
lentamente, dolcemente
rallentano,
lasciando fluire
via il tempo allo
stesso ritmo.
La presa della
mani che si fa appena
più stretta prima di allentarsi,
la bocca che
articola solo poche,
limpide sillabe, che si perdono nel rumore di luci colorate.
“Ti
amo.”
Poi
solo il
cielo, riflesso nei tuoi
occhi.
T_T...
Questo è
più o meno lo stato attuale di chi ha scritto questa fic...
Sono
piuttosto
terrorizzata dalle reazioni a questo epilogo, mi rendo conto di
quanto si discosti dal resto della storia; cambia tutto, il tempo, il
narratore....
Ma
me lo ero
immaginato così, volevo raccontare questo momento attraverso
i
ricordi di un personaggio che un po' tutti abbiamo amato, Ruth;
volevo che ci fosse un epilogo a tutta questa vicenda e nella mia
testa è sempre stato questo, spero solo di averlo reso in
maniera
comprensibile e gradevole a tutti voi...
In
sostanza;
Kurt e Blaine sono stati insieme per almeno 20 anni, mantenendo con
Ruth ottimi rapporti... Non so perchè, ma mi immagino che
Scott non
abbia cercato di allontanare Kurt, sapendo che ormai per la bambina
rivestiva un ruolo paterno. =)
Spero
tanto che
la decisione di Kurt sia risultata chiara, so che quello del suicidio
è un argomento forte e che va maneggiato con cautela. Il
fatto è
che ambientando l'epilogo così tanti anni dopo, dovevo per
forza
descrivere il momento della loro separazione e non riuscivo ad
immaginarmelo se non così, non riuscivo a dividerli,
così li ho
fatti uscire di scena insieme, nel modo più delicato, ma al
contempo
reale che sono riuscita ad immaginare... Spero che sia risultato
tutto realistico e non forzato, in caso contrario vi esorto a farmi
tutte le critiche che volete, sono assolutamente ben accette!
Ringraziamenti:
In
primis la mia sorellina, grazie alla quale mi sono decisa a
pubblicare la one-shot iniziale, poi tutti coloro che mi hanno
esortata a sviluppare quell'idea; praticamente siete stati voi a
salvare Blaine! XD
In
particolare ringrazio chi mi è stato accanto dall'inizio,
scaldandomi il cuore e convincendomi che quello che stavo facendo non
era una follia....
Grazie di cuore, perchè è stato tutto quello che
mi avete detto a
farmi tornare la passione per la scrittura.... grazie grazie grazie,
siete stati magnifici e vorrei avere un modo per venirvi ad
abbracciare tutti! **
Grazie
a tutti quelli che hanno letto tutta la storia,
Grazie
a tutti quelli che hanno impiegato un minuto del loro tempo per
recensirla, sono sincera quando dico che ogni commento mi ha esaltata
e resa davvero, davvero felice;
Grazie
a tutti quelli che hanno inserito la fic nelle seguite/ricordate o
addirittura preferite! =D
Grazie
anche a Kurt e Blaine, grazie ai quali ho conosciuto persone
incredibili, con cui spero avrò modo prima o poi di
approfondire la
conoscenza. Della serie, aggiungetemi su fb, scrivetemi e
importunatemi come e quando volete, per me è un piacere! =)
Quindi...
Vi lascio con un po' di numeri:1408
letture del primo cap, 110
recensioni, 23
nelle
preferite, 17
nelle
ricordate,
32 nelle
seguite.... GRAZIE!!!!
ç_ç
Spero
che mi concederete un piccolo commento a questo epilogo, un pensiero,
un complimento o una critica; che mi farete sapere cosa ne pensate
della storia e delle due possibili one-shot...
In
ogni caso Buon Natale
a tutti!!!!! Spero davvero di risentirvi presto... ;)
Grazie
ancora di tutto, con affetto,
Sara
AGGIUNGO IL LINK ALLE DUE
ONE SHOT
07/06/12
-
“You are the
smell before rain” -Blaine POV-
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=923282&i=1
-
“Baby please
remember” -Kurt POV-
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=948429&i=1
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