...Merry Christmas...

di Vulpix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 24th December ***
Capitolo 2: *** 24th December - preparativi ***
Capitolo 3: *** 24th December - La vigilia! ***
Capitolo 4: *** 25th December ***
Capitolo 5: *** 25th December - chiarimenti ***
Capitolo 6: *** 25th December - mattina ***
Capitolo 7: *** 25th december - notte o mattina? ***
Capitolo 8: *** One e Only… Always… ***



Capitolo 1
*** 24th December ***


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Seguito di ...8th December...


Erano stati giorni come tutti gli altri: cadaveri, casi, investigazioni, arresti e scartoffie da firmare e archiviare. Insomma le classiche giornate al 12th Precinct of NY Department.
Era seduta alla sua scrivania a compilare l’ennesimo rapporto e il suo “partner perfetto”, come al solito, si era defilato con una scusa.
Alzò lo sguardo dalle sue carte e ripensò che gli ultimi quindici giorni erano trascorsi nella normale routine, ad eccezione di quella nuova abitudine… quel nuovo appuntamento che ogni sera si ripeteva… qualcosa di ‘segreto’ che rendeva più eccitante il tutto.
Ogni sera, tornava a casa e dopo il consueto bagno caldo rilassante, cenava. Dopo essersi preparata per la notte aspettava con ansia l’ora x.
Le faceva uno strano effetto, il fatto di attendere la sua telefonata. Trascorrevano l’intera giornata insieme ormai da quattro anni, ma quella piccola novità, nata dalla domenica successiva al loro primo bacio -beh così lo considerava lei- le piaceva tremendamente.
La sua voce calda e profonda era l’ultima cosa che ascoltava prima di addormentarsi. Le telefonate non erano lunghe, visto che non dovevano raccontarsi come avevano trascorso la giornata. Per telefono, descrivevano la loro serata, lei chiedeva notizie di Martha e Alexis, scherzavano sul suo bagno, con battutine da parte di entrambi, con il loro solito modo provocante/malizioso e poi passavano alla parte tenera, dandosi la buonanotte!
Al mattino, invece, avevano deciso di continuare il solito ‘Buon Giorno’ che andava avanti da sempre… il loro momento caffè!

Ancora persa nei suoi pensieri, sorrise nel rivivere quelle sensazioni che provava tutte le sere. In quel momento, avrebbe voluto trovarsi a casa, nel suo letto, piuttosto che lì con quelle scartoffie e senza nemmeno il suo amato scrittore…

Ad un tratto il suono del suo telefono la riportò alla realtà. Prese l’apparecchio dalla scrivania e leggendo quel nome sullo schermo, tirò indietro la testa scuotendola leggermente, alzando lo sguardo e sorridendo si morse il labbro inferiore.
“Rick...” rispose ancora sorridendo.
Quella risposta fece girare verso di lei Ryan ed Esposito che la guardarono incuriositi.
“Castle! Che c’è?” rispose in fretta, cercando di correggere la sua ‘svista’.
“Buon giorno detective!” rispose l’uomo dall’altro capo del telefono “Anche io sono felice di sentirti, Kate… ”
“Fai poco lo spiritoso. Dove sei?” disse cercando di far sembrare il suo tono arrabbiato a causa dell’assenza, piuttosto che desideroso di averlo lì.
“Proprio qui sotto! Ti sono mancato?...” disse e senza lasciarle il tempo, aggiunse “La Gates è lì?”
“Sì è nel suo ufficio… Perché?” rispose lei, sorvolando sulla prima parte della frase.
“Ok… ora salgo, tu fatti trovare davanti all’ascensore.” e chiuse la telefonata.
“Castle!!!” rispose lei, ma dall’altro lato, solo il rumore della linea caduta.

Poggiò sbuffando il telefono sulla scrivania e, sotto lo sguardo interrogativo dei due detective, si diresse verso l’ascensore.
Dopo qualche secondo un trillo avvertì che la cabina era al piano e, quando le porte si aprirono, mostrarono Rick Castle con uno scatolone.
Richard si guardò intorno con circospezione, poi uscì dall’ascensore “Coprimi!” disse a Kate, prima di incamminarsi per il corridoio.
Lei si mise di lato e insieme svoltarono alle spalle della sala break.
Presero il corridoio che portava agli spogliatoi e quando furono davanti all’ingresso, Rick ci si infilò dentro, trascinando con se la povera Beckett, per poi chiudere la pota.
“Si può sapere che ti prende?” gridò lei in direzione di Castle che stava adagiando lo scatolone su una panca.
Prima che potesse aggiungere altro, o che Rick potesse rispondere, fu il contenuto dello scatolone a ‘spiegare’ lo strano comportamento dello scrittore.
Solo in quel momento, Kate si accorse dei tanti fori sulle pareti di cartone e che da due essi, spuntavano occhietti blu che la fissavano.
“Apple!!” esclamò prima di lasciare la sua posizione vicino alla porta e correre verso il pacco che cominciò ad ‘agitarsi’.
“Vuoi stare fermo?” disse Rick al cucciolo.
“Se ci scoprono siamo fuori!” cercando di non farlo agitare e tantomeno abbaiare.
Kate scacciò via Rick e per la seconda volta, prese in braccio quel tenerissimo cucciolo che, ora, non era più vestito come Babbo Natale ma aveva solo il suo splendido collarino e la mela.
“Piccolo!...Apple!.. Mi sei mancato, sai?” disse abbracciandolo e coccolandolo.
Rick li guardava sorridente e felice che adesso la piccola peste aveva smesso di fare rumore e si stava godendo le coccole di Kate, ricambiando con leccatine e scodinzolando felice.

I due detective, incuriositi dallo strano comportamento di Beckett e Castle, dopo poco li seguirono. Quando furono nelle vicinanze degli spogliatoi, sentirono
“Amore…”
Si guardarono in faccia e Ryan disse al collega:
“Era Beckett quella? Non ti sembrava fosse lei?”
“Certo Bro.. era lei!”
Si avvicinarono quatti quatti alla porta, quando sentirono:
“No Rick.. così mi fai male!”
I due si guardarono in faccia e dopo aver fatto feed the birds si prepararono a fare irruzione sperando di ‘beccarli sul fatto’.

Al tre di Esposito, Ryan spalancò la porta, mentre l’altro esclamò:
“Beccati!” quando davanti a loro videro Kate e Rick apparentemente abbracciati.
I due si girarono verso i detective e mentre Kate alzò gli occhi al cielo, Rick disse:
“Sbagliati…”
Le facce dei due investigatori divennero improvvisamente sconsolate, quando capirono che non solo avevano sbagliato ma che aveva anche fatto una figuraccia!

“Castle allora sei riuscito a staccargli la zampetta dal mio maglione o ti serve aiuto?”
disse Kate fingendo un’aria innervosita ma in realtà stava ridendo sotto i baffi per le facce dei due.
“Ecco fatto!” esclamò lo scrittore, prima di prendere dalle braccia di Kate il cucciolo.

“Chiudete la porta, prima che qualcun altro ci scopra!” disse Kate, mentre Richard mostrando il piccolo, disse:
“Ragazzi vi presento il nuovo arrivato in casa Castle!...Fate ciao ad Apple!”
I due guardarono il tenerissimo piccoletto che li stava già stregando.
Ryan si avvicinò a Rick e iniziò a giocherellare con il cucciolo.
“Apple questi sono gli zii…. Kevin, e quello laggiù è Javier!” poi girando il cucciolo verso di sé:
“A loro, ti autorizzo a mordicchiare di tutto!!” disse con finta serietà e facendo ridere Kate. Un po’ meno i due zii.

“Hai avuto il tuo regalo di natale in anticipo?” disse maliziosamente Esposito, rivolto verso Beckett.
“No…Apple è per Alexis!” rispose lei, guadando il piccolo con un po’ di tristezza.
“Allora perché l’hai portato qua?” chiese, poi, rivolto verso Castle.
“Hai mai sentito dire che i regali di Natale si aprono il 24 a mezzanotte?” rispose lui.
Dopo un’occhiataccia da parte dell’ispanico, continuò:
“Non posso portarlo a casa… rovinerei la sorpresa ad Al.. e non posso nemmeno lasciarlo in macchia!”
“Secondo te, portarlo qua è la soluzione migliore?” rispose Ryan
“No… certo che no… ma ho bisogno di suggerimenti! Lo sono andato a prendere ora, perché poi il canile chiude. Non so a chi lasciarlo…”
“Io fra mezzora finisco il turno… puoi portarlo da me…. Poi verso l’ora di cena vieni a prenderlo e…” disse Kate, poi assunse la sua aria pensierosa e dopo un po’ aggiunse:
“Potresti lasciarlo nello studio, mentre cenate!”
“Mi sembra un ottima idea! Sicura che a te non dia fastidio?”
“Certo che no! Sono felice di potermelo coccolare ancora un po’!!” disse avvicinandosi e prendendo nuovamente in braccio il piccoletto.
“E fino a fine turno, dove lo mettiamo?” chiese Ryan
Si guardarono un po’ perplessi tutti quanti e in fine Kate disse:
“Manca solo mezz’ora… se ci alterniamo e non lo lasciamo solo, potremmo tenerlo anche qua!”
“Andata!” rispose Rick, poi aggiunse “Tornate pure a lavoro, resto io con lui.
Quando finisci il turno mi vieni a chiamare e i due ci copriranno mentre lo riportiamo fuori da qui”.
Mentre i due si avviarono verso la porta, Kate si avvicinò a Rick e al cucciolo:
“Ciao Apple, torno presto… tu fai il bravo con papà!”
“Hei, come ‘con papà’?? Adesso sarebbe mio figlio?”
“Preferisci forse che dica con nonno?” disse lei ridendo.
“Mhm… no! Decisamente meglio papà!” rispose lui, per poi sussurrarle mentre si avvicinava a dare un bacetto ad Apple:
“Se tu sei la mamma...” facendola arrossire di colpo.
Mentre Beckett ritornava in sé e si dirigeva verso la porta, i due detective avevano visto tutta la scena e uno disse all’altro:
“Guarda Bro… non sono tenerissimi mamma papà e il fratellino?” prima di incontrare lo sguardo della donna e fuggire velocemente verso le loro scrivanie.

****


Beckett inserì le chiavi nella serratura e aprì la porta facendo entrare Rick che aveva in mano lo scatolone.
Quando oltrepassò la soglia, si diresse spedito verso il divano, poggiando il pacco per terra e buttandosi a peso morto.
“Prego accomodati.. fai come se fossi a casa tua!” disse lei ironicamente dopo aver chiuso la porta e tolto il cappotto.
Accese le luci natalizie e mentre si avvicinava a lui lo sentì dire:
“Magari fossimo a casa…” lasciando in sospeso la frase che chiaramente sarebbe terminata con un ‘nostra’.
Kate fece finta di non aver colto l’allusione, dedicandosi ad aprire lo scatolone e a permettere ad Apple di scorrazzare liberamente, prima di sedersi di fianco al suo scrittore.
Chiuse gli occhi e espirò profondamente.
Richard si girò verso di lei, poggiando il gomito sul bordo del divano e le chiese:
“Stanca?”
“Un po’…” rispose lei.
Rick fece cadere il braccio, stendendolo orizzontalmente alle sue spalle e lei gli si accoccolò contro.
Restarono abbracciati, in silenzio, a fissare le lucette dell’albero e Apple che scorrazzava per casa, finché non fu lui a richiamare la loro attenzione, saltando in braccio a Kate.
“Oh non fare il geloso…” disse lei sorridendo “Ci sono coccole anche per te!” e iniziò ad accarezzargli il morbidissimo manto bianco.

Dopo qualche minuto Rick le chiese:
“Kate…” lei si girò appena, quel poco necessario per guardarlo in faccia e perdersi nei suoi occhi e lui continuò:
“Cosa fai stasera? È il 24 Dicembre, viene tuo padre o hai già altri impegni?”
“Niente di speciale.” rispose lei “Viene papà e come al solito mangeremo qualcosa. Passeremo la serata insieme! Domani mattina lo riaccompagno a casa.”
“Kate…” disse lui, facendola spostare per averla di fronte.
Lei si sollevò, girandosi verso di lui e restò in attesa che completasse la frase:
“Mi chiedevo se.. se ti.. se vi andava di trascorrerlo con noi… da me!..”

Kate stava cercando le parole adatte per rispondere.
Avrebbe voluto passare quel Natale con lui, ma c’era ancora qualcosa che la bloccava, e sapeva che se avesse accettato l’invito, non sarebbe stato come trascorrere un natale con degli amici, ma sarebbe stato accettare di passarlo in famiglia. Non sapeva se sarebbe riuscita ad affrontare un ‘dopo’. Non voleva dargli false speranze.
Richard come sempre riuscì a capire la linea dei suoi pensieri e disse:
“Kate… non ti sto chiedendo niente…. Solo di non trascorrere il Natale, la festa più bella che ci sia, da sola con tuo padre, ma di passarla in compagnia e in allegria!
E quale posto più pazzo di casa mia? Puoi cercare in tutto il mondo ma non troverai mai nulla che può battere mia madre, me e Alexis la sera di Natale. E quest’anno a renderlo ancora più pazzo c’è Apple! E poi devi ancora vedere il mio megagalattico albero e il mio loft addobbato a festa! Quale migliore occasione per vederlo?”
Kate sorrise al suo tentativo di convincimento. Rick non si arrese e continuò:
“Ti prego! Se non vuoi farlo per il divertimento fallo per me! Non credo di poter sopportare un intero cenone con mia madre! Per giunta ha cucinato lei! Due persone in più vorrà dire che divideremo le portate e avrò una possibilità maggiore di evitare l’intossicazione!” disse sorridendo.
Kate rise e rispose:
“Secondo te così mi convinci? Sai stavo quasi per accettare, poi hai detto che rischierei l’intossicazione e allora rifiuto!” disse seria.
“Bene!!!” rispose lui “Ti ho fregato cara detective! Figurati se mia madre cucina per il cenone! Al massimo potrà prepararti un drink! Faremo tutto io e Alexis, quindi se era l’unico motivo per desistere, sei costretta ad accettare!” disse con un sorriso smagliante, prima di prenderla per mano e alzarsi.
“Aha mi hai fregato!” esclamò lei, sorridente “D’accordo!”
“Bene allora io avviso a casa che abbiamo due ospiti speciali e tu avverti tuo padre, digli di venire direttamente da me! A te ci penso io!” disse con un velato tono malizioso.

Dopo che entrambi ebbero chiamato le rispettive famiglie, Rick convinse Kate, con non poche difficoltà, a fare una piccola valigia con la sua roba, poiché i festeggiamenti si sarebbero prolungati fino a notte fonda e quindi loro sarebbero rimasti da lui, nelle stanze degli ospiti precisò, prima di ritrovarsi un proiettile in corpo.

****


Arrivarono al loft una ventina di minuti dopo. Le strade di New York il 24 dicembre erano affollate peggio dell’ora di punta.
In macchina avevano messo Apple e la sua cuccia momentanea, sul sedile posteriore e di fianco il trolley di Kate.
Il viaggio trascorse allegramente, nonostante il traffico, tra canzoni natalizie che si diffondevano dall’autoradio e venivano storpiate dallo scrittore e le risate di Kate.
Quando arrivarono, Rick prese la valigia della detective e la poggiò a terra, per poi prendere lo scatolone con il cucciolo. Si diresse sul retro e aprendo il portabagagli con la mano libera, chiese:
“Questi li prendiamo ora o scendo dopo?”
Kate si avvicinò e vide un mare di scatole, alcune belle grosse e altre più piccole.
“Cosa sono?” chiese curiosa, allo scrittore.
“Beh tutto il necessario per Apple! Ciotole, lettino, spazzole per il pelo, qualche giochino e anche un cappottino! Fa freddo, povero piccolo!” disse serio.
Kate sorrise al pensiero che Rick fosse cosi ‘preso’ da quel cucciolo. Lo trovava così tenero. Poi un altro pensiero le venne in mente e quasi scoppiò a ridere.
“Cosa c’è da ridere ora?” chiese lui.
“No nulla! Stavo solo immaginando quanto ti sarai divertito a girare per negozi di animali e provare tutti quei giochini!” disse lei tra una risata e l’altra.
“Beh di certo non mi sono annoiato!” le rispose a tono.
“Lascia qui tutto! Possiamo prenderli domani! Apple non credo passerà la notte in questo scatolone!” disse prima di afferrare il suo trolley e dirigersi verso l’ingresso del palazzo.
Rick chiuse la macchina e dopo aver preso Apple la seguì con in faccia un sorriso radioso, pensando al ‘domani’ e al ‘passiamo’ che lei aveva appena detto.
Salirono al 4o piano, con l’ascensore ovviamente, e quando furono dinanzi alla porta, Rick le disse:
“Nella tasca anteriore destra ci sono le chiavi… puoi aprire tu per favore?”
“Certo!” rispose Kate, avvicinandosi al cappotto di lui.
“Ehm… dei jeans…” disse sperando di non beccarsi una fulminata.
Kate restò pietrificata per qualche secondo, poi lo guardò torvo ma scostò il lembo del giaccone e afferrò il portachiavi che per sua fortuna fuoriusciva di un po’ dalla tasca.

Appena aprì la porta, Martha gli andò incontro e stringendola in un abbraccio forte, disse:
“Oh Kate! Oh, tesoro ti sei unita a noi! Oh tu, fantastica, bellissima creatura entra!”
Beckett lasciò la presa della sua valigia e Martha la fece girare su se stessa, poi la liberò e Kate restò un attimo scombussolata.
Intanto la donna aveva notato il trolley e non si fece scappare l’occasione di fare una delle solite sue uscite:
“Ti trasferisci da noi?” disse con tono malizioso.
Beckett, ormai in tono con gli addobbi alle sue spalle, rispose:
“No Martha…” poi unì le mani e portandole all’ altezza della bocca, con gli indici alzati e assumendo un espressione ‘civettuole’ disse:
“Lì dentro ci sono i vostri regali…” poi continuò con tono malizioso, voltandosi appena in direzione di Castle “…il mio vestito per la serata…” e finì con fare naturale “e un cambio per la notte…” stavolta guardando di nuovo Martha.
“Ah bene! Allora Richard ti ha convinto a restare fino a domani!! Sono contenta!”
Poi notando Rick, che intanto a fatica aveva chiuso la porta e si dirigeva verso lo studio:
“E lì cosa c’è?”
“Nulla madre!” rispose Castle mentre ormai aveva varcato la soglia della stanza.
“Un po’ di pazienza e lo scoprirai!” le sussurrò Kate.
“Tesoro, vieni con me che ti accompagno a portare la valigia nella stanza degli ospiti.” disse Martha prima di dirigersi al piano di sopra, poi si girò esclamando “Tu” rivolgendosi al figlio “fai il padrone di casa e prepara qualcosa da bere!”

Pochi minuti dopo, le due donne tornarono al piano di sotto e trovarono Rick al bancone della cucina che aveva già iniziato a trafficare con pentole e arnesi vari.
Kate si avvicinò a lui, curiosa di vederlo in questa, per lei, nuova veste. “Kate!” sentì chiamarsi da una voce proveniente dalle sue spalle, si girò e vide Alexis andarle incontro.
Quando le fu vicina, la ragazza, la strinse in un abbraccio che lasciò esterrefatta la detective che non si sarebbe mai aspettata un tale comportamento.
Un atteggiamento totalmente diverso da quello delle ultime volte in cui si erano viste.
“Che bello! Hai accettato il ‘nostro’ invito!” disse appena si sciolsero dal saluto e marcando la penultima parola.
“Tuo padre mi ha incastrata!” disse sorridendo e dopo lanciò un occhiata all’uomo.

“Bene signore!” intervenne Rick dopo qualche minuto in cui chiacchierarono allegramente, “mettiamoci all’opera per questa magnifica vigilia! Al e io ci occuperemo del cenone. Tu, madre, perché non ci dai una mano ad apparecchiare?”
Dopo uno sguardo ‘schifato’ da parte di Martha, si rivolse a Kate:
“Invece tu, mia cara detective, vieni un attimo con me. È il momento di farti fare un tour della casa!” disse prendendola sotto braccio e conducendola verso l’ingresso, poi si voltò verso la figlia dicendo “Inizia a prendere tutto il necessario! Cinque minuti e arrivo!”

Quando entrarono nel salotto, era tutto buio, come aveva precedentemente ordinato lui.
La fece girare verso la parete e le chiese di tenere gli occhi chiusi. Appena lei acconsentì ed eseguì la richiesta, Rick si diresse verso la parete laterale.
“Al mio 3, girati e apri gli occhi!” le disse, prima di contare.
“1… 2….e…3!” esclamò premendo l’interruttore e così illuminò, non solo la stanza ma anche l’intero appartamento!
Kate fu letteralmente travolta da un fascio di luce scintillante! Il loft era diventato più luminoso e colorato della consolle di una navicella spaziale! Milioni di luminarie erano appese un po’ ovunque e in fondo alla sala, dopo il divano, c’era un imponente albero di natale, strapieno di addobbi e luci.
Era carico, ma gli oggetti erano stati messi con cura e non sembrava che fosse ‘troppo’. Ogni rametto aveva una sua pallina bianca o argentata e le luci erano tutte un colore blu tenue che faceva contrasto con le altre luminarie nella stanza.
Qua e la c’erano dei fiocchetti di raso bianco con i contorni argento e un nastro avvolgeva in una spirale, l’intero corpo dell’albero.
Come puntale aveva una stella.
Kate rimase sbalordita da quella bellezza e da quanto, se pure poteva sembrare troppo, era così perfettamente armonioso da togliere il fiato.
Una cosa la colpì più di tutte,
Il puntale!
Era identico a quello che avevano messo sul suo albero, quello ‘storico’ di sua madre!

Richard la vide restare a bocca aperta, lasciarsi incantare da quella fantasia di luci e colori. Sorrise felice di averla stupita e sicuramente emozionata.
Si avvicinò piano a lei e quando le fu accanto, Kate in un sussurro disse:
“E’ stupendo! L’intero appartamento è…” disse girandosi intorno “è fiabesco!”
Rick sorrise felice, sia per l’espressione di lei, che per la parola usata.
Fiabesco….
Forse adesso anche lei riusciva a credere nelle favole… e questo Natale, avrebbe fatto di tutto per farla vivere come protagonista di una di quelle.. sperando che lei gli permettesse di esserle accanto…


Intanto loro erano sempre più vicini e senza accorgersene Kate si appoggiò a Rick. Lui stava per stringerla in un abbraccio, quando le sue mani trovarono quelle di lei e dopo aver intrecciato le loro dita, Kate lo aiutò nel suo gesto, facendosi circondare dalle sue braccia.
Di nuovo, come a casa sua, qualche giorno prima, rimasero uniti ad ammirare l’albero, finché stavolta non fu Alexis a riportarli alla realtà, chiamando dalla cucina
“Papà?? Devo fare tutto io??”

Rick sospirò, appoggiando la fronte sulla spalla di Kate che chiuse gli occhi cercando di non scoppiare a ridere.
Quando lo scrittore sbuffò sonoramente, lei si staccò dal suo petto e dopo aver sciolto le loro mani, si girò verso di lui e sorridendo disse:
“Andiamo ad aiutare tua figlia!”
“No, vado io! Tu, sei nostra ospite… siediti sul divano e riposati….”
Kate stava per interromperlo ma lui cambiò idea e disse:
“Anzi, vieni con me!” prima di prenderla per mano e condurla verso lo studio.

Appena varcarono la porta, Rick la chiuse alle sue spalle e attirò Beckett verso di lui.
Kate si ritrovò contro il petto di Castle e stretta nel suo abbraccio.
Prima che potesse dire qualcosa, lo sentì dire:
“Per fortuna che ho riempito ogni stanza!” .
Rick aveva un sorrisetto malizioso che lei non riuscì ad interpretare, prima di seguire il suo sguardo e comprendere a cosa si riferisse.
Un ramoscello di vischio era appeso alla porta, proprio poco al di sopra di dove lui poggiava la testa.
Sorrise scuotendo il capo, ma i suoi occhi erano di nuovo incatenati a quelli dello scrittore, che la fissava con uno sguardo malizioso.
Si avvicinò a lui, molto lentamente, sfiorò il naso con il suo, le sue mani erano sul suo petto e lui la stringeva forte per la vita.
Le loro labbra erano separate di pochi millimetri, i loro respiri si confondevano appena esalati. Sorrise e deviò il cammino verso la guancia, scoccando un sonoro bacio, sorridendo.
Richard mugugnò per la delusione.
“Ricorda Castle, sono io a decidere come dare il bacio!” disse lei, scostandosi di un poco, il tanto necessario per guardarlo in faccia e vedere la sua espressione da cucciolo.
Scoppiò a ridere e questo le fece perdere lucidità.
Rick ne approfittò subito, avvicinandosi di scatto a lei e impossessandosi delle sue labbra.
Dal sorriso, Kate passò all’incredulità, per poi lasciarsi trasportare dal sentimento che provava e ricambiò, quel bacio rubato, con passione.
Tirò a se lo scrittore e si spostarono dalla porta, mentre tra un respiro e un altro lei disse:
“Quello non serve più.” Indicando con la testa il vischio e sorridendo si staccò di poco da lui, che a quelle parole aveva smesso di baciarla, rimanendo bloccato.
Rimasero a fissarsi qualche secondo, occhi negli occhi, dicendosi ciò che non c’era bisogno di esprimere a parole e poi lei si riavvicinò alle sue labbra, lasciandogli un casto bacio, prima di allontanarlo dicendo:
“Vai ad aiutare Alexis! Voglio proprio vedere che sai fare! Sono curiosa di provare le tue doti…” disse con sguardo malizioso, per poi aggiungere “culinarie!” quando lui iniziò ad alzare un sopracciglio.
“Ok vado! Tu resti a fare compagnia ad Apple?”
“Sì!” rispose in un sussurro lei.
Si sciolsero dall’abbraccio e mentre Rick tornava alla porta, lei si avvicinò allo scatolone e prese il cucciolo.
“Rick…” disse mentre lui stava per aprire.
“Dimmi.”
“Ti dispiace se sistemo questa scatola, rendendola più simile ad un pacchetto regalo?”
Rick sorrise e rispose:
“Certo che no! Sarebbe fantastico!” poi aggiunse:
“Io avevo pensato a un biglietto, ma non al pacco! Comunque sulla mia scrivania c’è tutto il necessario. L’ho usato per incartare gli altri regali e ho ancora un sacco di fogli e altre robe! Prendi pure tutto ciò che ti serve!”
Disse contento dell’idea della detective e che lei volesse rendere quel regalo ancora più bello. Quel regalo per SUA figlia. Sapeva che Kate adorava Alexis e sperava che nonostante tutto, anche sua figlia ricambiasse, ma vederlo con i suo occhi era la cosa più bella che potesse capitargli. Una delle tante cose che, quel magico Natale, poteva regalargli.
Con la gioia nel cuore aprì la porta e si avviò verso la cucia dove lo aspettava sua figlia.





Il mio Angolo...by Foxi
Salveeeeeeee
eccomi qua!
avevo preparato il tutto ma non sono riuscita a postarla oggi!
Visto che domani non sarò a casa...
Eccovi il primo capitolo del seguito di ...8th December...
Spero vi piaccia!

Vi faccio i miei più sinceri auguri di BUON NATALE e vi lascio un link di una canzoncina cantata da 4 artisti italiani! (tra cui ovvio... Giorgia!!!!)

http://youtu.be/L81zbuPyfEs


beh vi aspetto nelle recensioni e/o
al prox capitolo!

baci
Vulpix
:>

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Capitolo 2
*** 24th December - preparativi ***


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Era appena passata una mezz’ora e la cucina era simile a un campo di battaglia, dopo un bombardamento!
Rick e Alexis avevano posizionato sul ripiano, tutto il necessario e mentre il padre si occupava di pulire il pesce, la figlia aveva preparato la pastella con farina e uova per la frittura.
Martha, invece, si era dedicata ad apparecchiare la tavola, mettendo una bellissima tovaglia rossa con le bordature d'orate e dei ricami argentati che raffiguravano i fiocchi di neve. Aveva sistemato i piatti piani su cui erano raffigurate delle 'scene' di Babbo Natale che consegnava i regali, scendeva dal camino, sulla slitta piena di doni, mentre accarezzava una renna e altre simili. Ogni piatto ne aveva raffigurata una diversa. I bicchieri erano di puro cristallo e avevano il bordino dorato e sullo stelo era legato un fiocchetto rosso.

Kate uscì dallo studio e si diresse verso la cucina. Dinanzi a lei una scena buffissima: Rick era completamente sporco di farina... aveva la faccia impiastricciata di piccole macchie bianche, sembrava quasi che ad esser 'impanato' fosse stato lui e non i gamberi e calamari che aveva pulito.
Si avvicinò al bancone e quando fu a pochi passi da loro, non riuscì a trattenere le risate!
Anche Martha si avvicinò a loro e tutte e tre le donne iniziarono a ridere del povero scrittore.
Castle fece una smorfia imbronciata ed esclamò:
“Vi siete coalizzate contro di me?” poi sorrise.
“No, no... così conciato, sei davvero bellissimo....” rispose Kate ancora ridendo.
“Ne vuoi un po' anche tu?” disse prendendo un pizzico di farina e lanciandogliela addosso.
Kate restò interdetta per qualche secondo, poi si diresse dall'altro lato del bancone dicendo:
“vuoi la guerra, scrittore?” e prima di avventarsi su di lui prese la confezione di farina.
Rick chiese aiuto ad Alexis ma la figlia si schierò dalla parte della detective.
Kate aveva versato sulle sue mani una piccola quantità di farina e la mostrava al povero scrittore che era quasi bloccato tra il bancone e la parte ad angolo, della cucina.
“No... non lo farai vero?” disse ma ciò che ottenne fu proprio il contrario.
Kate gli era ormai di fronte e lo guardava sorridendo e maliziosamente, gli lanciò addosso il contenuto della sua mano, rendendo la sua faccia completamente infarinata.
Alexis rise e si avventò anche lei sul padre, puntando ai capelli. Gli strofinò sopra la mano, rendendolo di colpo brizzolato.
“Due contro uno... non vale!” esclamò Rick prima di finire completamente ricoperto da altra polvere bianca.
Tutti e quattro scoppiarono a ridere e Castle riuscì a girare a suo vantaggio la situazione. Afferrò Beckett per un braccio e tirandola a se, la circondò in vita, stringendola per non farla scappare.
Con l'altra mano, strinse il pugno di Kate, dove ancora aveva un mucchietto di farina e iniziò a fargliela spalmare addosso.
Batté più volte il braccio sul petto di lei, poco sotto al collo, facendo scivolare il contenuto della mano, che finì anche al di sotto della maglia, finendo così per sporcare completamente anche la detective.
Kate si dimenava tra le sue braccia, ma questo faceva in modo che la detective si infarinasse più facilmente, rendendogli il compito più rapido ma anche più 'gradevole'.
Quando riuscì a liberarsi dalla morsa, si girò per sferrargli un attacco, ma si ritrovò tra le braccia di Rick, che aveva allentato la presa ma non l'aveva del tutto liberata.
Si fissarono negli occhi per qualche secondo, poi le risate provenienti dalle altre due donne, li riportarono alla realtà.
Rick guardò la figlia e poi tornò alla detective. Gli bastò un millesimo di secondo, per capire cosa stavano pensando entrambi.
Kate strinse le labbra nel suo solito sorriso di assenso alle 'sparate' di Castle, come quella volta quando finse che lui era arrivato per primo a scoprire l'assassino e accennò lievemente un assenso con la testa.
Entrambi presero ancora un pochino di farina dal piano, fingendo di voler continuare la loro lotta, ma Rick liberò Kate dalla presa e in una frazione di secondo, si scagliarono entrambi contro la povera Alexis che finì, bloccata dalle braccia del padre e ricoperta anch'ella di bianco.

I tre, continuarono a sporcarsi per un po', finché la povera cucina non fu ridotta uno schifo, ma soprattutto a fermarli fu il suono del campanello.
“Chi è?” disse Rick
“E che vuoi che ne sappia?” rispose la madre, prima di dirigersi verso l'ingresso.

Dopo un paio di minuti, la porta di casa Castle si aprì, mostrando la signora Roger.
Jim Beckett era un po' imbarazzato ma da gentiluomo qual era, si presentò alla donna prima che lei potesse chiedergli nulla.
“Rick...” disse lei, dopo aver stretto la mano a Jim e fatto accomodare all'interno dell'appartamento.
“Richard! È arrivato il Signor. Beckett!” gridò, non avendo ottenuto nessun cenno dal figlio.
Immediatamente, apparvero Rick e Kate, seguiti da Alexis.
“Chiedo scusa per il mio abbigliamento... c'è stato un 'piccolo imprevisto' in cucina!”
disse Richard, girandosi verso le due ragazze, poi stringendo la mano a Jim continuò
“Benvenuto!”
“Non si preoccupi....” rispose l'uomo e poi, dopo un sorriso, continuò:
“Grazie per avermi invitato a trascorrere il Natale con la sua famiglia!”
“Non deve ringraziarmi, è un onore e piacere avere lei e sua figlia a casa mia per questa magica nottata!” rispose Richard con il suo tono da narratore di storie.
“Bene! Ora perché non fai accomodare il Signor Beckett?” intervenne Martha avvicinandosi alle spalle del figlio.
“Certo!” rispose lui, facendo segno a Jim di avanzare.
“Si accomodi pure dove preferisce, la lascio in compagnia di mia madre. Ma le prometto che verrò a salvarla immediatamente, giusto il tempo di mettermi qualcosa di pulito e rendermi presentabile!”
“Papà le buone maniere!” intervenne Alexis.
“Certo, mi scusi... Signor Beckett, le presento mia madre Martha e mia figlia Alexis.”
disse indicando con un gesto della mano le due donne.
“Quella laggiù anche se non la riconosce, è sua figlia!” disse vedendo Kate mezza bianca in viso e con i vestiti infarinati.
Tutti scoppiarono a ridere e Kate si avvicinò a Jim:
“Ciao Papà.” disse prima di abbracciarlo.
“Ciao Bambina!” le disse, sorridendo, felice di rivederla com'era un tempo.

Quando si sciolsero dall'abbraccio, Kate notò il borsone che Jim aveva con se.
“Cosa hai là, papà?” chiese lei
“Ho portato un cambio per la notte e i regali.” rispose l'uomo.
“Proporrei di dirigerci ognuno nelle proprie stanze per prepararci per la serata!”
intervenne Martha.
“Mi sembra un’ottima idea!” rispose Rick, per poi rivolgersi a Jim:
“Signor Beckett, abbiamo preparato due camere per gli ospiti... se vuole seguire Alexis, le mostrerà la sua stanza! Così potrà rinfrescarsi dal viaggio e sistemare con calma la sua roba!”
“Grazie!” rispose Jim
“Se vuole seguirmi...” disse Alexis da brava padrona di casa, prima di scortare papà Beckett su per le scale.
“Madre.... in cucina è tutto pronto!” disse rivolgendosi alla donna, poi volse lo sguardo al disastro che avevano combinato e disse “Pulirò tutto domani. Ora prepariamoci e fra un oretta possiamo metterci a cena.”

E così fu. Più o meno... dopo un ora e poco più si ritrovarono tutti, o quasi, in soggiorno.
Rick stava controllando la pentola dell’acqua che aveva iniziato a bollire e stava versando le linguine. Alexis era vicino a lui e controllava il sugo con le vongole.
Martha invece, non aveva nulla da controllare e stava intrattenendo in salotto il Signor Beckett e tra una chiacchiera e l’altra sistemava e risistemava i vari pacchetti che ognuno aveva portato, quando era tornato dopo la ‘vestizione’.
“Richard, sei sicuro di aver preso tutti i regali?” disse girandosi verso il figlio.
“Mamma sei peggio di una bambina! Non ti preoccupare… a tempo debito ci saranno tutti!” disse sorridendo, contento di aver aumentato la curiosità della madre.

Tornò ad occuparsi della pasta, prese un forchettone e iniziò a girare all'interno della pentola.
Martha, ormai aveva perso le speranze di capire che regali c'erano e con Jim si avvicinarono alla tavola.
Rick, con la maestria di uno chef, aveva arrotolato una linguina al forchettone e ora stava assaggiando il pezzo penzolante.
"Mia figlia non è ancora scesa?" chiese Jim che iniziava a sentirsi un po' in imbarazzo.
"Sono qui, papà." rispose lei, apparendo in cima alle scale.
Quella voce, proveniente dalle sue spalle, fece voltare Richard, ancora intento a degustare la pasta.

Il rumore della caduta rovinosa del forchettone, risuonò nella stanza, seguito da un leggero brusio proveniente dalle bocche degli occupanti, ad esclusione di Rick che era rimasto letteralmente folgorato.
A momenti rischiava l'infarto, non riusciva più a respirare. L'unica cosa che era capace di fare era fissare, con gli occhi sbarrati, quella meravigliosa creatura che scendeva le scale, guardandola negli occhi.
"Oh tesoro... Sei una meraviglia!" esordì Martha.
Jim non era messo meglio di Rick e anche lui guardava sua figlia. Stentava a riconoscere la sua bambina in quella donna.
Non era abituato a vederla vestita così. Non erano i suoi soliti pantaloni e magliette. Quel vestito le stava d'incanto!!

Arrivata alla fine della scala, Kate appoggiò una mano sulla ringhiera e sorridendo, si mostrò in tutto il suo splendore.
L’abito era bicolore. Il corpetto argento, tempestato di piccoli strass dello stesso colore, ricopriva il seno con una fascia orizzontale ed una che partiva verticalmente dal centro, per finire in un fiocco su una sola spalla, lasciando libera l’altra.
Sotto al seno l’abito era nero. La seta plissettata verticalmente, fasciava in maniera aderente il corpo di Kate, scendeva morbido sui fianchi e finiva appena sopra il ginocchio. Era ricoperto anch’esso di piccoli strass argento, che richiamavano il corpetto, formando dei bellissimi giochi di luci ad ogni piccolo movimento.
Sulla spalla scoperta ricadeva una stola della stessa seta nera del vestito, poggiava davanti e dietro quasi a formare una leggera manica fin sotto al gomito, mentre l’altro capo della stola scendeva morbida attorno all’altro braccio, per tutta la lunghezza del vestito.
I capelli erano attorcigliati in morbidi boccoli sopra la nuca, con alcune ciocche lasciate libere ad incorniciare il viso e un fermaglio prezioso color argento con piccoli brillantini, ne fermava una su di un lato.
Aveva adornato il decolté con una collana in oro bianco che incastonava gemme di ossidiana nera, abbinata agli orecchini pendenti con le stesse pietre.
L’ombretto leggero esaltava il colore meraviglioso e limpido dei suoi occhi, mentre per il rossetto aveva optato per un colore forse eccessivo per i suoi canoni, ma in linea con l’abito che indossava. La luce che emanava il suo sguardo e il suo sorriso radioso, la rendevano luminosa come una stella!

Un "wow" riportò tutti alla realtà.
Alexis era corsa verso la detective e l'attendeva in fondo alle scale.
"Sei magnifica!" esclamò abbracciandola, quando Kate le fu vicina.
Finalmente anche Richard ritornò a respirare.
"Vuoi uccidermi detective?" disse ancora annaspando e provocando l'ilarità generale.
"Io? Perché che ho fatto?" rispose lei.
"Ho rischiato di passare il resto della vigila in ospedale! Vuoi farmi prendere un infarto?"
Mentre i loro battibecchi scherzosi proseguivano, Kate era giunta quasi verso di lui.
Quando le fu vicino, lui le prese le mani e la fece voltare un po' a destra e un po' a sinistra, rimirandola.

"Wow.... Che fine a fatto la mia detective?" le disse, mentre lei era passata attraverso le varie gradazioni di rosso quando gli occhi di lui avevano scansionato ogni centimetro del suo corpo.
"Beh così avrai qualche altra idea per usare nei tuoi libri!!" rispose maliziosa, non curandosi della presenza del padre.
Rick invece notò perfettamente lo sguardo di Jim, deglutì e tornò a prestare attenzione alla sua musa.
"Certo!!! Se il mio povero cuore regge il colpo!" disse sorridendo e guardandola con quegli occhi blu che le scavavano l'anima.
"Per il tuo cuore, posso fare poco..." disse mentre si avvicinava ancora di più a lui e poggiava una mano sul suo petto.
"Non conosco cardiologi..." continuó avvicinandosi al suo orecchio.
"Solo cardiochirurgi..." disse prima di scansarlo e interessarsi a ciò che bolliva in pentola.
La temperatura corporea di Castle era passata in pochi secondi da i circa 37 gradi corporei ai 42 e più, nel momento in cui l'aveva vista, per poi salire ancora fino a valori inimmaginabili.
Ora quell'ultima frase, quell'allusione al dottor motocicletta... l'aveva riportato sotto lo zero!!
"No grazie.. Non serve!!! Sto benissimo!!"
"Mi fa piacere!!" sorrise lei, mentre inforchettava una linguina portando la forchetta alla bocca e gustando un lembo afferrandolo con la lingua.
Quel gesto che poteva essere 'casalingo', quasi normale, per Richard era talmente sexy che tornò a sentire caldo all'improvviso.
"Ora è buona!" disse lei, consegnando la forchetta allo scrittore e tornando verso il tavolo.
Richard assaggiò quel poco che era ancora sulla posata e rispose:
"Ok! Iniziate a sedervi che arrivo subito!" disse prima di spegnere il fuoco e scolare la pasta.
Mentre gli altri si avviarono al tavolo, sussurrò quasi tra se:
Riuscirò ad arrivare vivo a Natale??
Scuotendo la testa…
Non credo proprio se continui a provocarmi così !!




Il mio Angolo...by Foxi
Salveeeeeeee
BUON ANNO!!!!

Detto questo… eccomi qua!
Vi lascio la seconda parte del 24th.12….
La giornata non è finita ancora… ci sarà altro da leggere e “vedere”…
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Un mega grazie a Rebby per averi aiutata a descrivere Kate… (più sotto vi metto la foto!).
Grazie alla mitica Mari_Rina24 per il betaggio!!!
Un saluto doveroso va alla Sister che mi consiglia (quando può).

ok, ora veniamo alle dolenti note…
mi scuso in maniera preventiva per il ritardo, o il tempo che dovrete aspettare, per il prossimo capitolo..
Ho un po’ di casini…. Devo prima mettere insieme i pezzi della mia vita e poi quando ho tempo, tra una cosa e l’altra, scrivere il seguito di questa e dell’altra…
Non temete, nella mia mente è tutto già pronto…
devo trovare il giusto stato d’animo e tempo!!!!
Ne approfitto per chiedere scusa alla mia Sis, per l’atra ff!! (quella a 4 mani..) che per colpa mia (ora più che mai) subirà un po’ di arresto prolungato!
Mi scuso anche con tutte voi che leggete, questa e l’altra…

Anche se forse vi avrò fatto incavolare, vi aspetto nelle recensioni e/o
al prox capitolo! (quando ci sarà… oh può esse pure che dalla rabbia mi metto a scrivere!)

Intanto vi lascio l’immagine che ho fatto, pensando al vestito di Kate…

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baci
Vulpix
:>

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Capitolo 3
*** 24th December - La vigilia! ***


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La serata era proseguita tranquillamente. Avevano preso posto a tavola, Martha e Alexis da un lato, Jim e Kate dall’altro, mentre Richard da vero padrone di casa occupava il posto a capotavola, circondato dalle sue due donne.
A turno i componenti della famiglia Castle avevano portato le pietanze a tavola, dove ad aspettarle c’erano bottiglie e brocche in vetro, coca-cola, fanta e perfino gazzosa, bevande di ogni tipo ad esclusione di qualunque cosa potesse avvicinarsi all’alcolico.
Kate nel vedere la cura con cui tutti si erano dedicati a preparare la serata nei minimi dettagli, considerando anche il ‘problema’ del padre, si sentì scaldare il cuore.
Se prima aveva qualche sentore che non sarebbe stato un Natale come gli altri, o uno tra amici, ora aveva la certezza che quello sarebbe stato un Natale in famiglia. La ‘sua’ nuova e stramba famiglia!
Sorrise a quel pensiero e quegli angoli della sua bocca, piegati in su, non lasciarono il suo viso per tutta la cena. Rick notò la sua espressione felice, il viso rilassato e anche per lui la cena proseguì con uno splendido sorriso stampato in faccia.

Trascorsero la serata mangiando abbondantemente, del resto erano a casa Castle, scherzando, ridendo e chiacchierando di qualunque cosa.
Le portate si susseguirono con relativa calma, concedendo ai commensali di goderne appieno.
Quando anche la frutta fu mangiata, Rick prese dei pacchetti di noccioline altri con pistacchi e frutta secca e disse:
“Perché non ci spostiamo in salotto a sgranocchiarci queste mentre aspettiamo la mezzanotte?”
Tutti acconsentirono con allegria, ad esclusione di Alexis che sapeva a cosa andava in contro.
Per le ore successive, suo padre avrebbe cacciato fuori i suoi vecchi album e come ogni Natale avrebbe rispolverato vecchi ricordi. Sbuffò, poi si alzò anche lei e andò in contro alla sua rovina!

Rick posò tutto sul tavolino al centro della stanza, davanti ai divani e fece segno a Jim di accomodarsi.
“Da tradizione adesso sarebbe il momento album fotografico!” disse e contemporaneamente Alexis e Martha sbuffarono.
“Ma, dato che quest’anno abbiamo ospiti, ho deciso di cambiare…”
Entrambe le donne tirarono un sospiro di sollievo ma presto iniziarono a temere per quello che sarebbe stata la nuova idea di Castle.
Richard intuendo la preoccupazione delle due donne disse:
“Non è nulla di così sconvolgente. Ho semplicemente portato la tv in questa stanza.” indicò l’oggetto che era appoggiato sul mobile in fondo alla sala ed era perfettamente collegato e pronto per trasmettere, e tornò a spiegare il suo piano:
“Aspetteremo la mezzanotte come credo che gran parte delle famiglie faccia, guardando in tv uno di quei film tipici natalizi, quelli in cui c’è una bella famigliola che attende il natale, che festeggiano tutti insieme e alla fine arriva Babbo Natale con tanto di renne, slitta e regali!” disse tutto contento, come se quell’uomo paffuto, vestito di rosso, fosse lui ad aspettarlo!
Le due donne accettarono subito di buon grado l’idea, essendo ancora spaventate dalle altre possibilità che avrebbe potuto escogitare.
Anche Jim sorrise contento e rivolse uno sguardo a sua figlia che sembrava persa in chissà quali ricordi.

La voce di Rick la distolse dai suoi pensieri:
“Io vado a preparare il caffè. Kate, vieni a farmi compagnia?”
“Certo!” esclamò prima di alzarsi e incrociare lo sguardo del padre, ancora poggiato su di lei.
“Voi intanto cercate di scoprire cosa c’è in tv, e scegliete quello che potrebbe essere più simpatico!” disse rivolto alle due donne sedute sul divano, prima di raggiungere la sua musa e scortarla verso la cucina.

Le poggiò una mano sulla schiena, andando a toccare la pelle di lei che l’abito lasciava scoperta. Quel tocco provocò a entrambi, fortissime emozioni. Fu un semplice contatto palmo contro pelle, ma la sua mano calda che sfiorava la schiena di lei, gli procurò un fremito. Sentì una scossa percuoterlo ma nello stesso tempo inconsciamente la avvicinò ancora di più per approfondire quel contatto. Avvertì la muscolatura di lei irrigidirsi al tocco, ma un attimo dopo rilassarsi e riuscì a notare che lei aveva diminuito la velocità della sua andatura, quasi a volersi far spingere da lui.
Quando sentì le sue dita sfiorarle la pelle, un fremito le percorse la schiena e i suoi muscoli riposero all’istante. Si accorse di star trattenendo il fiato e si impose di ritornare a respirare. Si rilassò, quasi appoggiandosi a quella mano che la sfiorava dolcemente e rallentando il passo, lasciò che fosse lui a guidarla, non solo verso la cucina ma anche in quel turbinio di emozioni che quel contatto le stava provocando.

Arrivarono al bancone e Kate si sedette sullo sgabello, appoggiandosi al marmo come se potesse essere il suo unico modo per tenersi in piedi, mentre Richard si dirigeva dal lato opposto per preparare il caffè.
Mentre armeggiava con cucchiaino, polvere e caffettiera, guardava sottecchi la sua musa che ora era seduta e si sporgeva verso di lui poggiando il viso sui pugni chiusi, mentre con lo sguardo sembrava non lasciarlo nemmeno per un secondo.
Ad un tratto le sentì chiedere:
“Rick…”
Si voltò verso di lei, prestandole attenzione e smettendo per qualche secondo il suo compito.
“Posso farti una domanda?”
“Sono pronto a soddisfare ogni tua richiesta!” le rispose alzando un sopracciglio e poggiando le braccia sul marmo avvicinandosi pericolosamente a lei.
Kate rimase nella sua posizione, lasciando che si fissassero negli occhi per qualche secondo, poi abbassò lo sguardo un po’ imbarazzata e quando tornò a guardarlo, lui le rivolse uno dei suoi sorrisi, riuscendo a far ridere anche lei e a farle scuotere la testa.
Rick sollevò entrambe le sopracciglia per spronarla a parlare e lei riuscì a chiedergli:
“Prima.. hai detto che avreste cambiato la vostra abitudine natalizia…” sorrise “nonostante credo che Alexis ne sia sollevata… perché?”
“Beh… questo è un Natale diverso dal solito… ci siete voi qui con noi, e per una volta voglio evitare che mia figlia mi odi!” disse sorridendo.
“Lei ti adora! Non ti odierebbe mai!” gli disse teneramente.
“Mhm… però non me lo perdonerebbe!” rispose facendo ridere entrambi.
Kate lo continuava a guardare fisso, lasciando che la sua domanda rimanesse nell’aria, posta nuovamente dal suo sguardo.
“Beh?!”
Quando lei sollevò di nuovo il sopracciglio in modo interrogativo, Rick si convinse a risponderle:
“La mia proposta, si avvicina di più a quello che credo avreste fatto tu e tuo padre.”
Kate rimase spiazzata dalla sua risposta e gli regalò un sorriso fantastico, lo stesso sorriso che le aveva visto quando era stato rinchiuso nella banca, prima che sua madre li interrompesse.
“Da quello che mi hai raccontato e, da ciò che ho immaginato, i tuoi natali li passavi con i tuoi genitori e credo che la sera dopo cena, tu e tuo padre, vi accomodavate sul divano per trascorrere una delle poche serate libere che lui aveva, insieme… magari mentre tua madre rassettava, voi vi coccolavate un po’ vedendo quei film e aspettando che arrivasse il ‘tuo’ momento…” disse come se stesse raccontando una scena vista milioni di volte.
Restarono in silenzio per un po’, guardandosi l’un l’altro e sorridendosi mentre si perdevano nei rispettivi occhi.
Kate si morse il labbro e poi annuendo disse:
“Più o meno è proprio così che andava!” poi abbassò lo sguardo ripensando ai suoi natali felici con entrambi i suoi genitori.
Lui le mise due dita sotto al mento, facendole alzare il viso.
“Mi sarebbe piaciuto vederti così…” le disse teneramente.
Quando lei, accennando un sorriso, tornò a guardarlo negli occhi, aveva due lucciconi che stavano per spuntare.
Rick capì che doveva fare qualcosa, perché sapeva che lei era piombata nei suoi ricordi e quelle parole le avevano riportato in mente quello che non aveva più.
Decise di uscirsene da quella situazione come al suo solito:
“Però nella mia immaginazione avevi un carinissimo pigiamone in pile rosa con gli orsacchiotti!”
Finalmente lei scacciò la malinconia accennando nuovamente un sorriso.

Quando il caffè fu pronto, tornarono in salotto con quattro tazze fumanti e un bicchierone di lattecaffè&zucchero per Alexis.
Rick poggiò tutto sul tavolino per poi prendere posto al centro del divano, tra sua figlia e Kate che si era accomodata vicino a Jim. Martha invece guardava il ‘quadretto’ dalla poltrona alla sinistra di Alexis.
“Allora che cosa ci guardiamo?” chiese Rick, strisciando le mani tra di loro.
“Beh non c’è molto in tv. Alcuni sono già a più della metà. L’unico che inizia ora è Serendipity!” disse Alexis un po’ amareggiata, poi aggiunse:
“Anche se credo che l’abbiamo già visto tutti, è quello più carino!”
“Io non l’ho visto!” disse Rick, fingendo.
Aveva notato il guizzo negli occhi di Kate, quando era stato nominato il titolo del film e anche se lo conosceva praticamente a memoria, non avrebbe rinunciato a vederlo di nuovo, stavolta con la sua musa!
“Stai scherzando?” chiese Kate girandosi verso di lui.
“No, non l’ho mai visto! È una cosa così strana?” rispose cercando di indagare perché tanta attenzione a quel film.
“Ma è famosissimo! Non riesco a credere che tu non lo conosca!”
Dopo una brevissima pausa continuò:
“E’ un film stupendo!”
“Bene allora guardiamolo!” la guardò un attimo e poi: “Sempre che tu voglia rivederlo di nuovo!”
“Certo che voglio! È uno dei miei film preferiti!” esclamò presa dall’entusiasmo.
“Wow detective! Non la facevo così romantica!”
“Allora lo conosci?” disse lei dandogli uno scappellotto sul braccio.
“Si, ma non l’ho mai visto!” cercò di ‘rimediare’ lui.
Kate fece una smorfia come a dire ‘si vabbè ti credo’, e poi aggiunse:
“Mio caro scrittore… ci sono tante cose di me che lei non sa…” poi avvicinandosi a lui
“Sono una donna romantica e molto passionale…”
Nel sentire quelle parole a Castle mancò il respiro e cercò di deglutire per non strozzarsi con la sua stessa saliva.
“Nonostante ciò… le ricordo che dormo con la pistola!” disse prima di scoppiare a ridere alla faccia che aveva fatto lui.
“Be-bene! Allora aggiudicato? Ci vediamo questo film?” chiese e, senza lasciare il tempo di rispondere, Rick prese il telecomando e alzò il volume.
“Ora zitti che inizia!” esordì Martha.

Mentre le note della sigla iniziale si diffondevano nella stanza, Rick si alzò e prese una coperta che era adagiata su una delle poltrone di fianco al divano.
Tornò al suo posto e l’aprì cercando di coprire se stesso e le due ragazze al suo fianco.
Passò un braccio sulle spalle della figlia, che si accoccolò contro di lui e fingendo di sistemare la coperta, fece lo stesso anche con la detective.
Inizialmente Kate si era poggiata con la testa verso la spalla del padre, credeva che avrebbe visto il film proprio come succedeva negli anni passati.
Quando Richard, in modo naturale le cinse le spalle e finse di sistemarle la coperta, notò un piccolo sorriso sulle labbra del padre e si convinse ad assecondare il suo scrittore.
Si voltò completamente verso di lui, lasciando che l’abbracciasse e poggiò la testa sulla sua spalla.
Restarono così abbracciati a guardarsi il film, finché una voce non interruppe il magico silenzio
“Ma dai… è impossibile!” disse Alexis.
Richard si girò un po’ per guardare sua figlia che si era scostata dal suo abbraccio e sedeva diritta indicando con una mano in direzione del televisore.
“Cosa è impossibile?”
“Beh due sconosciuti che si litigano un guanto, dopo si salutano e ciao… mica se ne vanno in giro a prendere un gelato e passano l’intera giornata insieme…”
“Forse è poco probabile ma è un film, e quello che conta è il senso della storia che c’è dietro! Si sono incontrati per caso e come dice lei se è il loro destino incontrarsi di nuovo, succederà.” disse lui con aria sognante. Poi continuò:
“Nella vita, a volte succedono cose che non potresti mai immaginare… un ‘caso’,” disse enfatizzando l’ultima parola e guardando la donna alla sua destra “può cambiarti la vita… e perché no, farti conoscere la magia dell’amore!”
“Mah sarà… a me sembra comunque una storia assurda!” rispose la ragazza.
Richard fece una stranissima faccia, stava per rispondere alla figlia, quando Kate ridendo disse:
“Mi sa che tua figlia non crede nel destino e nella magia. Sei tu il credulone in famiglia!”
Rick la scostò un po’ da se per poterla guardare negli occhi e poi le disse:
“lo so che tu non credi nella magia, ma penso che il destino o il fato, come vuoi chiamarlo, ci ha dimostrato più di una volta che…” si fermò un attimo, cercando le parole adatte “..a volte le cose accadono anche senza che noi vogliamo, anche se lottiamo in tutti i modi per non farle succedere, anche contro noi stessi. Ma se è il nostro destino, prima o poi succederà… basta solo crederci. Anche nell’ amore. Se la magia che lega due persone è forte abbastanza e se le due persone credono in qualcosa e ci credono veramente, tutto perfino l’impossibile, è possibile…”
Poi tornò a guardare il film e mentre le due ragazze riprendevano le loro posizioni nel suo abbraccio, con una flebile e quasi inudibile voce, rivolto verso Kate disse:
“A volte, basta solo che uno dei due ci creda, e che continui a lottare per questo!”

Trascorsero l’ora seguente, sorseggiando le loro bevande e guardando il film che era quasi giunto alla fine. Quando le ultime scene stavano andando in onda, Kate si rese conto che aveva mutato la sua posizione. Ora aveva la testa poggiata sul petto di Richard e una mano era aggrappata alla sua camicia, mentre il suo braccio sinistro gli circondava la schiena. Rick la stringeva a se, chiudendola nel suo abbraccio. Sentiva la mano di lui, muoversi lentamente sulla sua schiena, percepiva il suo calore passarle attraverso la stola e la stoffa del vestito.
Notò che Alexis, forse, aveva intuito la situazione e si era distaccata leggermente dal padre, restando sempre circondata dal suo abbraccio ma lasciando il petto dello scrittore tutto per lei.
Sorrise a quel pensiero, mentre nella sua testa tornavano a ripetersi le parole che lui aveva detto poco prima.
Quando tornò a concentrarsi sul film, i due protagonisti erano in mezzo alla pista e stavano camminando l’uno verso l’altra.
Sentì Richard muoversi, girarsi verso di lei e anche lei fece lo stesso. Alzò il viso, fino ad incrociare quegli occhi blu che scintillavano.
In quel momento realizzò che le parole di Rick e quelle di ‘Sarah’ erano più che mai vere e, che anche nel loro caso, non c’era solo una persona a volere che il destino si realizzasse, ma ormai aveva la certezza che anche lei voleva abbattere definitivamente quel muro. E ora sapeva che avrebbe lottato con tutte le sue forze per riuscirci.

Il film era ormai finito e Alexis si accorse che la mezzanotte era passata.
“Oh sono le 00:05! È Natale!” esclamò la rossa, alzandosi dal divano.
“Buon Natale!” rispose Rick dando un bacio in fronte alla sua musa per poi attirare a se la sua bambina e baciare anche lei.
Kate rimase un attimo stordita da quello slancio affettivo.
Quando realizzò che era successo, chiuse gli occhi stringendosi un po’ di più a lui, poi si sollevò, uscendo da suo abbraccio e sorridendo rispose:
“Buon Natale anche a te!”

I cinque, si scambiarono gli auguri e affettuosi abbracci e poi Alexis esclamò:
“Ok! Ora possiamo aprire i regali!” mentre correva in direzione dell’albero.
Martha fece segno a Jim di seguire la nipote e insieme si avviarono.
Kate sorrise e rivolgendosi verso Rick disse:
“Sono certa che questo entusiasmo l’ha preso da te! Anzi mi domando come mai, ancora tu non stai saltellando e fremendo!”
“Ahah spiritosa detective!!” le disse prima di afferrarle una mano e trascinarla con se verso lo studio.




Il mio Angolo...by Foxi
Salveeeeeeee

Questo capitolo lo dedico alla mia Sister!
Non hai potuto leggere in anteprima…. ma hai un Ottimo motivo! ☺

Grazie alla mitica Mari_Rina24 per il betaggio & 1rebeccam anche per i preziosi consigli e per sOpportarmi!!!

al prox capitolo!

baci
Vulpix
:>

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Capitolo 4
*** 25th December ***


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Richard le aveva afferrato una mano e la stava trascinando con se verso lo studio.
Kate, immediatamente, intrecciò le dita con quelle dello scrittore e si incamminò verso la stanza.
“Ti è piaciuto?” gli chiese timidamente, riferendosi al film.
“Si è fantastico!” si guardarono e sorrisero.
“Davvero non l’avevi mai visto?”
“Si! Lo conoscevo ma non avevo mai avuto la voglia di vederlo. Ho aspettato l’atmosfera giusta e la giusta compagnia!” le rispose sorridendo e stringendo ancora di più la sua mano.
“Alexis ha scelto bene! È uno dei mei film preferiti… è romantico ma non troppo sdolcinato… è una storia un po’ surreale ma questo lo rende ancora più bello e… alla fine vince la forza e la magia dell’amore!” rispose lei con gli occhi che le brillavano.
Rick si fermò e girandosi verso di lei disse:
“Oddio! Chi sei? Dov’è finita la Kate che conoscevo?”
Beckett lo guardava con un’espressione strana e lui continuò:
“Dai… hai appena affermato che credi alla magia…” lei alzò un sopracciglio, “l’hai detto tu! Due secondi fa!” rispose lui alzando le mani, anche quella intrecciata con la sua.
Kate rise e poi rispose:
“Non ho detto che credo nella ‘magia’, Castle!” disse enfatizzando la parola.
“Mah…”- stava per controbattere lui, ma lo precedette:
“Ho detto che l’amore vince su ogni cosa… e anche se i due hanno provato a non assecondarlo, alla fine hanno dovuto arrendersi a loro stessi. Quello che li legava era qualcosa di forte e, anche se hanno passato insieme solo una giornata, li ha legati per sempre… questo è magico!” disse tutto di un fiato e mentre parlava, chissà perché in quel momento sentì un bisogno impellente di guardarsi le scarpe.
 
 
Quando arrivarono nella stanza, lei si diresse verso la scrivania per prendere i suoi regali e Rick guardò quella meraviglia di pacco regalo che era diventato lo scatolone di Apple!
“E’ bellissimo!” esclamò facendo voltare Kate verso di lui e nel momento in cui i loro sguardi si trovarono per l’ennesima volta, le regalò uno splendido sorriso che la fece sciogliere come neve al sole.
Rick si avvicinò a lei che era rimasta immobile e prese la piccola busta che era poggiata al centro della scrivani.
L’aprì e porse a Kate il contenuto.
Era un biglietto semplice ma carino.
Era un biglietto regalo che lui aveva fatto personalizzare… ritraeva il piccolo Apple con un berretto rosso in testa, lo sfondo era rosa e intorno vi erano delle decorazioni natalizie. All’interno non c’era raffigurato nulla e sullo sfondo dello stesso colore della prima pagina risaltava una frase scritta a mano in bella calligrafia:






“ Sperando che questo piccolo dono possa portare di nuovo felicità, allegria e gioia nei tuoi splendidi occhi..
Buon Natale con tutto il nostro cuore!
Papà &  ”





Kate lo guardò per qualche secondo prima di dire:
“E…”
Richard sorrise alla sua strana espressione ma poi tornando serio le disse:
“Apple è il nostro regalo per Alexis… per cui anche sul biglietto voglio che ci sia il tuo nome.” poi la guardò teneramente e le disse: “Sempre che tu voglia…”
“Io avevo già comprato un regalo ad Al… e poi il cucciolo hai deciso tu di regalarglielo…”
“Beh… L’ho deciso io ma tu mi hai aiutato nella scelta… e poi…”
“Poi?” lo incitò lei
“Beh ecco… quando sono andato a prenderlo… all’atto di registrazione dell’adozione, c’erano i due ‘elfi’ che abbiamo conosciuto al negozio… e la ragazza mi ha detto che non potevo farla a nome di Al perché minorenne e avrei dovuto farlo a nome mio o tuo…” la guardò negli occhi e prima di riprendere a parlare, le prese la mano libera e disse:
“Apple, ora, è il nostro cucciolo!” mentre con l’altra mano le scostava dal viso una ciocca ribelle.
Lei lo guardò sorridendo dolcemente e poco dopo annullò la distanza che c’era tra loro, lasciandogli sulle labbra un tenero bacio.
Quando si allontanò da lui, Rick riprese a parlare, nel tentativo di smorzare quel clima di imbarazzo che ancora leggeva in lei.
“Quindi… Anche se ufficialmente Apple è di Alexis… in realtà noi siamo i tutori! Per cui ogni volta che vorrai, potrai venire a ‘controllare’ come sta!” disse sorridendo e provocando una risata della detective.
“E per il tuo regalo, non devi preoccuparti… ad Al non dispiacerà riceverne uno in più… fidati!”
“Se ha preso da te… certo che no!” disse lei mentre prendeva una penna dalla tazza sulla scrivania e firmava il biglietto aggiungendo ‘Kate’.

Risero entrambi a quella battuta e poi una volta richiusa la busta, scrisse ‘Per Alexis’

e la consegnò a Rick che si diresse verso il regalo, mettendola sotto al nastro.
“Allora che fine avete fatto??? Aspettiamo capodanno o possiamo aprire i regali?” la voce della piccola Castle li richiamò.
“Arriviamo!” risposero in coro e sorrisero alla loro sempre attiva connection.
“Mancano ancora i miei regali… siamo venuti a prenderli.” disse Kate, mentre afferrava i pacchetti sulla scrivania e si dirigeva verso Rick che la stava aspettando, già pronto, vicino alla porta.
 
 
“Finalmente!” esclamò la rossa.
“Oh ma quanti regali quest’anno!” le fece eco Martha.
“Con quale iniziamo?” esclamò tutta eccitata Alexis e Kate non poté fare a meno di pensare a quanto assomigliasse al padre.
Si girò verso Rick e quando vide lo stesso sguardo negli occhi della figlia, un sorriso le si aprì sul viso.
“Che ne dici se iniziamo dai tuoi?” disse rivolta ad Alexis per poi tornare a guardare Castle “Sempre che tuo padre riesca a resistere fino al suo turno...”
Tutti e quattro scoppiarono a ridere, mentre il povero Rick fece finta di mettere su il broncio per qualche secondo, prima di perdersi nel verde dei suoi occhi e sorridere nel vederla felice.
 
Si accomodarono sul tappeto davanti al maestoso albero. 
Rick e Alexis iniziarono a scrutare i vari pacchetti e i bigliettini, in modo da smistare  e suddividerli per destinatario.
Come aveva detto Kate, Alexis fu la prima ad aprire i regali.
Davanti a lei ce n’erano quattro.
Mentre Alexis era indecisa da quale iniziare, Rick era impaziente di mostrargli il “loro” e diede un piccolo suggerimento alla figlia.
“Tieni!” disse, spingendo un po’ l’enorme scatolone posizionandoglielo di fronte.
Alexis prese il bigliettino e immediatamente riconobbe quella calligrafia ordinata, come sicuramente non appartenete al padre.
Alzò gli occhi verso di lui che le stava sorridendo e si decise ad aprire il biglietto.
“Wow è stupendo!” disse appena vide la foto in copertina, poi aprì e lesse.
Alzò lo sguardo verso i due con gli occhi spalancati per la meraviglia non riuscendo a trattenere un sorriso malizioso.
Beckett divenne all’istante, più rossa del fiocco che avvolgeva il pacco e la piccola di casa Castle le rivolse un dolcissimo “Grazie”.
“Come grazie??? Non sai ancora che ti abbiamo regalato!” esclamò Rick non riuscendosi più a trattenere per l’attesa… come se fosse lui a dover scoprire di che si trattasse.
A quell’affermazione si ritrovarono altri due paia di occhi puntati su di loro.
Kate sempre più rossa, abbassò lo sguardo imbarazzata, mentre Rick fece segno alla madre che poi le avrebbe spiegato.
Alexis si alzò in piedi e iniziò a sciogliere il fiocco.
Bastò solo allentarlo che qualcosa spinse il coperchio, facendolo cadere di lato e un batuffolo bianco saltò fuori.
Apple la guardava con due occhioni che luccicavano, poggiava le zampette anteriori sul bordo, come se stesse affacciato al balcone e la coda che si muoveva all’impazzata.
Alexis era rimasta immobile!
Non si aspettava un cagnetto e lo guardava con gli occhi lucidi e un sorriso splendido.
Fu il cucciolo a richiamare l’attenzione della ragazza, salutandola con un suo particolare ciao…
“Bauh” e saltò fuori, spingendosi con le zampette posteriori, atterrando tra le sue braccia.
Alexis lo strinse a se, coccolandolo e ridendo felice.
Rick guardava sua figlia che era tornata proprio come aveva descritto nel biglietto e sorrideva a quelle scene buffissime.
Kate guardava la ragazza, tornata bambina che giocava con quel batuffolo che le faceva le fusa e ripensando anche lei alle parole scritte da Richard, si voltò verso di lui.
Anche Rick, in quel momento spostò lo sguardo e quando i loro occhi si incrociarono si sorrisero.
Alexis prese tra le braccia il cucciolo e corse verso Kate.
“Grazie è bellissimo!!! Il più bel regalo che potessi ricevere…” disse abbracciandola “…o quasi!” continuò con tono malizioso, stringendola forte.
Kate non si aspettava una reazione simile e per i primi istanti restò immobile, poi rispose all’abbraccio lasciandosi coinvolgere nelle risate di Alexis.
“Grazie grazie grazie Kate, è fantastico!” continuò staccandosi appena dalla detective per guardarla in viso.
“Ehi!” disse Castle richiamando l’attenzione delle ragazze.
“Come sarebbe ‘grazie Kate’? E io? Hai letto sul biglietto che ci sono anche io?” disse con un finto tono arrabbiato, che non riuscì a trattenere a lungo perché la sua piccola si fiondò tra le sue braccia strappandogli un sorriso.
“Grazie anche a te, papà!” disse mentre si stringeva a lui.
Dopo qualche altra lamentela di Rick, si staccò da lui e accarezzando il cucciolo disse
“Grazie! A entrambi!! Sono certa che c’è stato lo zampino di Kate… solo lei avrebbe potuto convincerti a prendermelo!” disse al padre, per poi fare un sorriso dolcissimo alla donna.
Richard sorrise nel vedere quel tenero gesto tra le due sue donne e per smorzare l’atmosfera, iniziò ad elencare alla figlia tutte le responsabilità che quel piccolo esserino scodinzolante rappresentava.
“Lasciala in pace! Alexis è molto più responsabile di te, Rick!” disse Kate, terminando la frase con quel sorriso che ormai era diventato parte di lei e con un tono dolcissimo, senza accorgersi che chiamarlo per nome era stata la cosa più naturale del mondo.
Alexis senza lasciare l’abbraccio al padre, cinse le spalle di Kate con l’altro braccio, facendola entrare a far parte di quell’abbraccio di famiglia.
Il piccolo Apple richiamò l’attenzione dei tre, catapultandosi al centro e leccando a destra e sinistra i suoi padroni, mentre i due anziani di famiglia, si scambiarono uno sguardo d’intesa e sorrisero.
Dopo qualche minuto, si sciolsero dall’abbraccio e Apple iniziò a scodinzolare in giro per la casa, seguito da Alexis e dallo sguardo degli altri.
A vederli da fuori, sembravano davvero il quadretto di una famiglia felice. La piccola di casa che gioca con il suo cucciolo, i nonni che la guardano divertiti e i due genitori che nel vedere la ‘loro bambina’ così allegra incrociano i loro sguardi  e solo vedendo i loro occhi e i loro sorrisi  si percepisce il loro infinito amore.
 
 
Dopo un po’, l’impazienza di Rick, prese il sopravvento:
“Allora vogliamo aprire il resto dei regali? Al per giocare con Apple hai tutto il tempo che vuoi!!!”
“Richard, sei peggio di un bambino!” intervenne Martha, facendo ridere tutti.
“Ok.” continuò Kate, prendendo il suo pacchetto.
“Spero che ti piaccia!” disse porgendo il regalo ad Alexis, guardandola negli occhi.
Alexis sorrise nel vedere Kate per la prima volta un po’ titubante.
La conosceva come la donna battagliera, il detective di ‘ferro’, ma sapeva che dietro il muro c’era un cuore tenero e una donna dolcissima.
“Grazie! Un altro regalo! Non dovevi!” disse abbracciandola nuovamente.
Prima di ricambiare, Kate le disse:
“Non dovevo… volevo!” e la strinse forte.
Prese il pacchetto e con molta calma tolse la carta che lo confezionava.
Piano piano le apparve un astuccio di feltro blu. Aprì la scatoletta e vide il contenuto.
CREATOR: gd-jpeg v1.0 (using IJG JPEG v62), quality = 85 All’interno era adagiato un braccialetto d’oro bianco con perle smaltate blu cobalto di diversa forma, alcune tempestate di piccole pietruzze, altre decorate in argento.
Era molto particolare. La chiusura aveva la forma di un cuore a lucchetto e tra le perle, a distanza regolare, pendevano quattro ciondoli, anch’essi di forma diversa, che non erano altro che dei mini portafotografie.
Alexis lo guardava rapita…
“Wow è bellissimoooo!” esclamò appena ebbe il bracciale tra le mani.
“Fai vedere!” accorse Martha presa dalla curiosità.
Anche Richard si avvicinò alle donne e vide il regalo che la sua Kate aveva fatto alla sua bambina.
“Sicura che ti piace? Se vuoi puoi cambiarlo!” disse lei mentre guardava Alexis che rigirava tra le mani l’oggetto.
“No! È stupendo! Magnifico… Nonna aiutami a metterlo!” disse porgendolo a Martha
“Posso?” chiese Kate e Alexis sorridendo annuì con il capo e lasciando il bracciale nelle mani della detective.
Appena la clip fu chiusa, Alexis le diede un bacio sulla guancia e quando si scostò si avvicinò alla nonna facendole ammirare lo splendore di braccialetto.
“Oh ma guarda… che carino” esclamò l’anziana donna
“Si è magnifico! E l’idea dei ciondoli con le foto è davvero dolcissima!” disse la ragazza rivolgendo un sorriso tenerissimo alla detective.
“Ci metterò una foto con la nonna, una con papà… una foto di Apple!” continuò tutta sorridente, per poi fermarsi un secondo, indecisa se dirlo o meno.
“E la quarta?” chiese Martha
“Con Kate… se lei vorrà!” rispose come se le stesse chiedendo in quel momento se poteva, guardandola negli occhi.
“Certo!” disse sorridendo la donna “Mi farebbe davvero piacere!”.
Richard, che per tutto il tempo, aveva avuto un sorriso e un luccichio negli occhi, guardando le sue donne.
Si avvicinò alla sua musa e stringendola da dietro le sussurrò all’orecchio:
“Hai visto? Non c’era bisogno di preoccuparsi… sapevo che qualunque cosa tu avessi scelto le sarebbe piaciuta…”
L’avvicinò ancora più a se, facendole poggiare la schiena contro il suo petto e con tono malizioso le disse:
“Avete gusti molto simili. Del resto siete entrambe innamorate di me…”
A quelle parole, Kate si risvegliò dallo stato di torpore che il contatto con il suo scrittore le aveva provocato e senza sciogliere l’abbraccio, si voltò leggermente verso di lui e lo fissandolo inarcando un sopracciglio, disse:
“Nei tuoi sogni, Castle… nei tuoi sogni!”
“Oh… nei miei sogni ci sei solo tu… non credo sarebbero adatti alla presenza di Al!” disse sorridendo dopo essersi avvicinato all’orecchio di Beckett in modo che potesse sentirlo solo lei.
A quelle parole strabuzzò gli occhi e si staccò da lui alla velocità della luce prima che diventasse incandescente e rischiasse di prendere fuoco.
 
 
Dopo il regalo di Kate, furono aperti anche gli altri due e così arrivò finalmente il turno di Rick.
“Bene!” esclamò mentre si fregava le mani.
Prese il pacchetto che era sotto l’albero, e con grande stupore di tutti, lo consegnò alla sua musa.
“Prima le signore!” disse sorridendo.
“Come? Non vuoi aprire i tuoi regali ‘subito’?”   lo canzonò lei
“No! Voglio sapere se il mio regalo ti piace… poi mi dedicherò a quello che mi hai fatto tu…” rispose, trasformando il suo tono, in uno sempre più malizioso.
Kate sorrise e prese il pacchetto tra le mani, lo poggiò sulle sue gambe e iniziò a sciogliere il nastro. Era concentratissima e svolgeva le operazioni con lentezza e cura come se stesse cercando di aprire un pacco bomba e non volesse farlo esplodere.
Ci mancava poco che anche le sue mani tremassero… il suo cuore, di sicuro batteva già all’impazzata!
Richard la guardava con il cuore in gola.
Non sapeva se quel regalo le sarebbe piaciuto o l’avrebbe delusa o ancora peggio, se avesse potuto darle fastidio.
 
Era lì, con il coperchio sollevato, che guardava il contenuto della scatola.
La sua espressione era quasi indecifrabile.
Finché un secondo prima che gli prendesse un infarto per la tensione, la vide sollevare il capo, cercare i suoi occhi e fargli un meraviglioso sorriso.
“E’ bellissima!” disse subito dopo.
Il resto della compagnia, la guardava con aria interrogativa, cercando di spingerla a togliere dalla scatola il regalo e mostrarlo.
Poggiò per terra l’involucro e ne estrasse un cuore di vetro con un nastro color oro.
Infilò il dito nel cordino e lasciò penzolare il cuore, al cui interno c’era una foto e inclinando un po’ lateralmente la testa lo portò all’altezza del viso, mostrandolo agli altri e ammirandolo anche lei.
Rick le aveva regalato un portafotografie ma non la classica cornice… no!
Era una decorazione per il suo albero.
“Davvero…Ti piace?” chiese lui spezzando il silenzio
“Si… è dolcissima” rispose quasi commossa.
 
“Sai… quando mi hai raccontato che in passato tu e la tua mamma decoravate il vostro albero con oggetti che rappresentavano te e la tua infanzia…“ - disse guardandola teneramente, -“…ho pensato che adesso che sono riuscito a farti riprendere gli addobbi e l’albero… era giusto, riprendere la tradizione!“ dopo un attimo di silenzio e un sorriso scambiato con la sua musa, continuò:
“Questa volta però, ho scelto il presente! E visto che mi dici sempre che sono egocentrico ho scelto una foto con me!”
A quella frase, tutti scoppiarono a ridere e lui facendo spallucce aggiunse
“Però essendo il tuo albero non ho potuto evitare che ci fossi anche tu in foto!” terminò la frase seguendo il resto della combriccola nelle risate, continuando a incatenare i suoi occhi con quelli di Kate che contemporaneamente scuoteva di poco la testa, mordendosi il labbro inferiore.
Quando abbassò lo sguardo, si accorse che nella scatola c’era un’altra decorazione identica a quella che aveva in mano.
La portò fuori e mostrandola a Castle disse:
“Non potevi scegliere un’altra foto?” guardandolo con aria interrogativa.
“A parte, detective, che non è semplice fare una foto con lei… già questa è stata un impresa! Ho dovuto sfoderare tutto il mio fascino per convincerti a fare una foto noi due soli. Per fortuna che Lanie è fin troppo maliziosa e non s’è fatta sfuggire l’occasione!”
Lei gli lanciò uno guardo di fuoco.
Adesso capiva perché la sua amica aveva tanto insistito, utilizzando la scusa che era la sua festa e voleva assolutamente una foto di loro due insieme! Altro che compleanno.. quello era stato un vero complotto!
Richard facendo finta di non aver notato la detective continuò:
“Ma...” lasciò un secondo la frase in sospeso, per avvicinarsi a lei, prenderle dalle mani il cuore e dirigersi verso il suo albero.
“Questa andrà a fare compagnia alla stella” disse mentre sistemava su un rametto il cordino.
Si voltò di nuovo verso di lei che lo guardava sorridente e spiegò:
“Beh… Ho fatto fare una stella in cui ho messo una foto con Alexis e mia madre… e questi due cuori… così uno starà sul tuo albero e uno in casa mia!” poi tornò da lei e si inginocchiò vicino alla sua musa, poggiandole una mano sul ginocchio, in un sussurro le disse:
“Così sarai sempre vicino a me!”
Kate sorrise abbassando lo sguardo e con la sua mano andò a coprire quella dello scrittore stringendola dolcemente.
 
Dopo qualche minuto in cui restarono mano nella mano, Rick  smorzò il silenzio dicendo:
“Ora è arrivato il turno del mio regalo!!”
Kate si alzò e prese un pacco rettangolare che era ancora posizionato sotto l’albero.
Rick preso dalla curiosità la seguì e mentre lei si girava per porgergli il regalo, l’attirò a se e si lasciò cadere sulla poltrona trascinandosi dietro la detective.
Quando Kate si riprese dall’accaduto, si sistemò meglio sulle gambe dello scrittore, gli consegnò il regalo e poi portò un braccio dietro le sue spalle.
Rick felice del fatto che la sua musa l’avesse assecondato, prese con entrambe le mani il pacco e iniziò a scartarlo.
Quando liberò il contenuto dall’involucro di carta, immediatamente capì di cosa si trattasse e senza aprire la scatola trasparente, che permetteva di vedere l’interno, portò una mano sul viso di Kate, l’attirò a se e le diede un bacio.
Lei rimase per qualche secondo spiazzata, poi sorrise sulle sue labbra e portò la mano dalla spalla alla nuca, accarezzandogli i capelli.
“Grazie è bellissimo!” disse Rick ancora emozionato per il regalo ma forse di più per il bacio a cui lei non si era sottratta.
Restarono incantati occhi negli occhi finché un brusio proveniente dalle stanza, li fece tornare alla realtà.
Immediatamente Kate diventò rossa e Richard sorrise sperando che lei non lo uccidesse appena si fosse ripresa.
Per sua fortuna, la detective stava sorridendo, mordendosi il labbro inferiore, senza avere il coraggio di voltarsi verso il ‘pubblico’.
“S.c.u.s.a” sillabò lui e in cambio ricevette una smorfia e una alzata di spalle da parte di lei.
“Allora si può sapere cos’è questo regalo?” disse Martha per interrompere quei momenti da pubblicità da profumo.
“Uhm… si” rispose Richard, tornando a dedicarsi al suo regalo.
Estrasse il contenuto dallo scatolo e sporgendosi verso il tavolino, iniziò a sistemarlo su.
Poggiò la base in  legno, rivestita di pelle, su cui erano posizionati dei fogli.
Estrasse un contenitore rettangolare che in superficie aveva due sezioni. Una di queste conteneva un flaconcino in vetro con un liquido scuro e denso, mentre l’altra sembrava essere un piccolo e lungo contenitore.
Solo quando estrasse un lungo stiletto in legno, con la punta metallica, capirono di cosa si trattasse.
Kate aveva regalato al suo scrittore, tutto l’occorrente per fare il suo lavoro in ‘vecchio stile’. Base per i fogli, penna e calamaio!
“Wow è davvero stupendo!” disse Rick mentre ammirava ciò che era sistemato sul tavolino.
Anche il resto della comitiva, ammirava e apprezzava il particolare ma azzeccatissimo regalo.
“Sono felice che ti piaccia!”
“Ma scherzi? È fantastico! Nemmeno Cavour aveva una cosa del genere!”
disse con fare altezzoso lo scrittore.
“Oddio Kate… che hai combinato?” intervenne Alexis
“Ora chi lo ferma più!!! Il suo ego sta riempiendo la stanza!” finì, provocando l’ilarità generale e guadagnandosi una finta occhiata in cagnesco da parte del padre.
Mentre faceva strane smorfie, il suo sguardo finì sul pennino e si accorse della sua particolarità.
Si sporse a prenderlo e solo quando lo ebbe tra le mani e a poca distanza, necessaria per poter decifrare i segni sul manico, sollevò lo sguardo e con un espressione incredula si rivolse alla detective.
Prima che potesse formulare una parola, Kate lo precedette:
“Si è personalizzata!” disse sorridendo.
Richard rigirava tra le mani il pennino e con il pollice accarezzava l’incisione.
Quelle sei lettere che li rappresentavano… quelle che apparentemente formavano una parola qualunque ma che per loro erano il tutto… sei lettere, una parola, un incisione nel legno, ma anche nei loro cuori…
Always.
Il loro modo di dirsi ‘ti amo’…
“E’…. è ancora più fantastico!” disse incatenando i suoi occhi con quelli di lei e morendo dalla voglia di dimostrarle quanto fosse felice.
Ma la sorte l’aveva graziato già una volta, meglio non sfidarla di nuovo… almeno non in ‘pubblico’.
 
Il resto della nottata, passò tra l’attività di scartare i regali, chiacchiere e festeggiamenti in famiglia.
Alexis giocava con il suo cucciolo che continuava a correre in giro per la casa, passando tra le gambe di tutti, inseguito dalla ragazza.
Martha aveva tra le mani un flûte di champagne e chiacchierava allegramente con quello che sperava diventasse presto il suo futuro consuocero.
Rick era sul divano, guardando l’albero.
I suoi occhi caddero su quel cuore che ritraeva loro due felici.
All’improvviso si accorse che la sua musa non era più seduta vicino a lui e iniziò a cercarla per tutta la casa.
Finalmente, prima di iniziarsi a preoccupare sul serio, la vide nel suo studio.



....Continua....


Il mio Angolo...by Vulpix
Salveeeeeeee
come va?
Buona Pasqua!!!!!
ok per loro è Natale... ma che importa? invece che i regali, voi/noi domani scarteremo l'uovo! :P
In ogni caso è sempre una festa!!

e' proprio il caso di dire che c'ho messo una vita...
dalla nascita alla morte/resurrezione di Gesù....
Tutto questo per chiedere scusa per il ritardo....
ma in compenso vi dico che non metterò completa alla ff a questo capitolo... nel frattempo, mi è venuta in mente un "aggiunta" per cui...
....Continua....


Come al solito...
Uno stramegagigantesco grazie alla mia ultrafast beta Mari24
e un bacionissimo alla mia fantastica consulente 1rebeccam e Grazie per avermi trovato la foto di Apple 'natalizio' :)
Un bacino anche alla mia Sis… super incasinata! :p

che altro dire!
abbiate pazienza... tra un casino e un casotto, cercherò di scrivere il finale e pubblicarlo!!!


Vulpix
:>


ps: per il regalo di Kate... nel cambio pc, ho perso la foto e non riesco più a trovarla, ma spero che la descrizione renda l'idea....

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Capitolo 5
*** 25th December - chiarimenti ***


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Si avvicinò lentamente all’uscio e vendendola intenta a fissare qualcosa oltre la finestra, si fermò, appoggiandosi allo stipite della porta e rimase a contemplare la sua musa assorta nei suoi pensieri.
Dopo un tempo indefinito, si avvicinò a lei piano e poggiando le mani sui suoi fianchi, fece aderire il suo petto alla schiena di lei e avvicinò i loro visi, sussurrandole:
“Un penny per i tuoi pensieri…”
“Valgono così poco?” disse lei, poggiando la testa sulla sua spalla e girandosi appena verso di lui, mostrandogli un debole sorriso.
“Vuoi mandarmi sul lastrico detective?” le disse sorridendo e stringendola a sè continuò
“Sei così taciturna  e pensierosa… è successo qualcosa?”
Ma prima che lei potesse rispondere, riprese a parlare:
“Sei sparita nel nulla… ti trovo qui a fissare fuori… forse è stata colpa mia? Non avrei dovuto baciarti…” finì il monologo con un’aria triste.
Kate se ne accorse dal tono della voce e sciolse le braccia che aveva intrecciato, prese le mani di Richard tra le sue e le portò avanti, chiudendole una sull’altra, approfondendo l’abbraccio e stringendosi a lui disse:
“No… stavo solo pensando a una cosa…” sorrise e girandosi ancora di più con il viso, gli diede un bacio sul collo.
“Non preoccuparti, Rick… non è per il bacio…”  lasciò le sue mani e girandosi completamente verso di lui, si staccò un po’, sempre avvolta nel suo abbraccio e cingendogli il collo, fissandolo negli occhi, con un sorrisetto malizioso disse:
“Non posso negare che mi sia piaciuto…”
Lui sollevò un sopracciglio sorridendo.
“…è stato un gesto inatteso… sono contenta che ti sia piaciuto il mio regalo…la tua reazione è… è stata dolcissima!”
Intanto stava accarezzandogli i capelli ed era di nuovo vicinissima a lui.
Fu un attimo e si ritrovarono nuovamente a baciarsi. Tra loro c’era una carica magnetica, bastava che si ritrovassero a poca distanza che scattava l’effetto calamita.
“Certo… quando, poco dopo ho realizzato che non eravamo soli ma mi hai baciato davanti a tutti… avrei potuto ammazzarti…” si staccò di poco da lui, per guardarlo negli occhi
“ma ad essere sincera non me ne è importato più di tanto!”
Lui la guardava con un’espressione tra il sorpreso e l’incuriosito e lei terminò in un soffio la frase:
“Loro sono la nostra famiglia, e io non ho più voglia di dovermi nascondere… non da loro almeno…”
Riuscì a vedere aprirsi un sorriso favoloso sul viso di Rick, prima che lui l’attirasse a se per baciarla con trasporto e con tutto l’amore che provava.
Quando si staccarono, lui poggiò la fronte sulla sua e guardandola negli occhi, serio, le chiese:
“Hai detto nostra…” le accarezzò il viso “vuol dire che ora siamo una famiglia?” chiese con voce tremante e gli occhi che brillavano.
“beh…tua madre e Alexis sono la tua famiglia!  Mio padre la mia!” rispose scostandosi di poco da lui per guardarlo bene in viso, poi, senza perdere il contatto con i suoi occhi, si morse il labbro inferiore e continuò:
“ma… dentro di me, vorrei che fossero anche la nostra!”
Lui la strinse fra le sue braccia sollevandola da terra.
“Kate…” ma fu bloccato da lei che con la mano gli aveva coperto la bocca.
“Rick… vuoi sapere cosa stavo pensando prima?”
Lui annuì mentre la rimetteva con i piedi per terra.
“Stavo pensando che… forse rovinerò tutto… ma non posso più andare oltre…”
abbassò lo sguardo e cercò di recuperare il coraggio per fare quello che aveva deciso.
“Kate…” disse lui, sollevandole il viso con due dita, obbligandola a guardarlo,
“sai che a me puoi dire tutto… e che ti starò sempre vicino…”
Socchiuse le labbra, premendole forte tra di loro, poi si strinse a lui e chiese:
“Abbracciami, Rick!”
Richard esaudì immediatamente la sua richiesta. La strinse forte tra le sue braccia e si voltò con il viso verso di lei per lasciarle dei delicati baci sulla tempia.
Kate restò così per qualche minuto, accoccolandosi nel suo abbraccio e recuperando il coraggio necessario. Si staccò da lui, completamente. Indietreggiò di un poco, poggiandosi allo scaffale della bassa libreria alle sue spalle e guardandolo negli occhi disse:
“Ti ho mentito…”
Lui la guardava stupito, cercando di capire a cosa si riferisse.
“Io… io ricordo tutto!” disse tremando con la voce, prima di abbassare lo sguardo
“Ricordi cosa?” chiese lui.
Aveva capito a cosa si riferisse ma voleva averne la conferma da lei.
“Tutto! Il discorso al funerale, lo sparo, tu che urli il mio nome e ti butti su di me… il proiettile che mi colpisce…tutto!” rialzò lo sguardo su di lui, “Ricordo ogni singolo secondo…”
“Tutto questo tempo…. Te lo ricordavi?”
Lei abbassò lo sguardo e lui le chiese ancora:
“Perché?”
L’espressione di Rick era shockata, non poteva credere che lei ricordasse tutto, che avesse sempre saputo le sue parole e non avesse mai detto nulla.
Rimasero così, uno di fronte all’altro.
Lui la fissava, serio, in attesa di una risposta e lei con una flebile voce disse:
“Avevo paura…”
“Paura di che?? Kate…” le prese il viso tra le mani, inchiodando i loro sguardi:
“Io ti ho sempre capita. Ho sempre capito e accettato i tuoi blocchi… le tue difficoltà! Ma non riesco a capire perché avevi paura di dirmi che mi avevi sentito? Cosa c’è che non avrei potuto capire…Kate?”
“Non sapevo come gestire la cosa… ho scelto la strada più facile…. La più sbagliata!!! Ma la più facile!” strinse le labbra cercando di non far vedere il loro tremore e poi continuò:
“E come sempre, da mio carattere, ho voluto affrontare la cosa da sola… e… ti ho allontanato!”
Adesso anche lei aveva iniziato a sfiorargli il viso con una mano, mentre continuava il suo monologo.
“Poi ho capito che erano state quelle due parole a tenermi in vita! Quei secondi sono stati i più terribili ma anche i più belli della mia vita!! Il mio cuore ha continuato a battere, prendendo forza dalle tue parole. Avevo un unico è splendido motivo per continuare a lottare… ma poi al mio risveglio, la mia testa aveva preso il sopravvento!”
Adesso aveva abbassato lo sguardo, cercando di non incrociare quello di lui, nonostante le tenesse il viso.
“Perché ora?” furono le uniche due parole che lui riuscì a pronunciare, prima di lasciare cadere le braccia lungo il suo corpo.
“Perché ho capito che ho sbagliato! E non solo a mentirti! Ho sbagliato ad avere paura, a non volere accettare quello che il mio cuore sapeva da sempre!”
Mentre con una mano gli accarezzava ancora il viso, con l’altra afferrò quella di lui dicendo:
“Il dottor Burke mi ha fatto capire che erano stupide paure, che non posso impedirmi di vivere, per le mie paure!”
Portò le loro mani sul suo petto e poggiandole sul suo cuore disse:
“Che non posso lottare contro il mio cuore… non posso impedirgli di amarti!” affermò per poi espirare profondamente, come se si fosse appena levata un peso da dosso.
Appena il senso di quelle parole, arrivò a Rick, portò di nuovo i suoi occhi a incatenarsi con quelli di lei e con l’altra mano le accarezzò il viso, togliendo con il pollice una lacrima che era sfuggita al suo controllo.
“Rick… non voglio più nascondermi dietro le mie paure… ed è per questo che da un po’… da quando ho capito cosa voglio, che cercavo di riavvicinarmi a te…” sorrise
“Tu mi sei stato accanto senza pretendere nulla, non mi hai mai forzato. Nemmeno dopo che ci siamo baciati. Hai sempre pensato a me, a farmi vivere di nuovo la magia del Natale. Ma senza di te non sarebbe e non sarà mai, la stessa cosa!”
Strinse forte la mano di lui, ancora tra la sua e poi disse:
“Perdonami!”
“Kate… io non devo perdonarti nulla!” le disse ricambiando la sua stretta.
“In fondo al mio cuore l’ho sempre saputo… sperato! Non posso negare che avrei preferito condividere con te le tue paure… ma non mi importa!”
Sorrise avvicinando il viso a quello di lei, guardandola negli occhi, prima di annullare la distanza tra di loro e baciarla.
 
Quando si staccarono, Castle indugiò un po’ con la mano sul suo viso, accarezzandole dolcemente la guancia. Poi chiuse gli occhi per qualche secondo, godendo di quel contatto e quando li riaprì  la trovò a fissarlo con un sorriso e uno sguardo tenerissimo.
“Kate…” disse staccandosi da lei, indietreggiando leggermente.
Si voltò e continuò:
“Anche io devo dirti una cosa…”
Si diresse verso la  scrivania e quando ci fu vicino, tornò a guardare la sua musa che era rimasta immobile.
“Anche io ti ho mentito… o meglio, ho omesso di raccontarti alcune cose…”
Kate lo guardava stupita e anche spaventata.
Non sapeva dove volesse arrivare con quel discorso e qualunque scenario le si proponeva in testa, non era una buona cosa.
Richard si accorse che lei stava trattenendo il respiro e decise di continuare:
“Anche se ti ho detto di lasciar, di non continuare a indagare sul caso di tua madre, che l’avremmo ripreso insieme… beh” disse abbassando lo sguardo
“…io non l’ho fatto!”
Ritornò a guardarla e la vide rivolgergli un’occhiata indagatrice, prima di avvicinarsi a lui.
“Cosa stai tentando di dirmi Rick? Che significa che tu hai continuato ad indagare?”
Richard non rispose ma si limitò ad avvicinarsi al monitor e toccare lo schermo.
Nello stesso istante in cui lo toccò, questo si illuminò mostrando la foto di lei al centro.
Ora anche Beckett aveva raggiunto Castle davanti al video e fissava la sua immagine.
Toccò nuovamente e questa si rimpicciolì, lasciando spazio ad altre immagini e scritte che comparvero, contornandola e riempiendo tutto lo schermo.
Kate scostò lo sguardo dal monitor su di Rick e attese una spiegazione.
“Qualche giorno dopo la morte di Montgomery,  mentre tu eri in ospedale….”
Non riuscì a dire “dopo che ti hanno sparato”  ma  il ricordo di quei momenti lo travolse all’istante. Si fermò un attimo e poi riprese a parlare
“Ho ricevuto una telefonata da un ‘amico’ di Roy. Lui gli aveva inviato un pacco, con all’interno dei documenti chiave per il caso…documenti che, resi pubblici lederebbero persone potenti.”
Si avvicinò a lei cercando un contatto.
Beckett lo ascoltava ferma, con lo stesso sguardo di poco prima, ma si lasciò prendere le mani.
“Mi ha detto che li ha ricevuti solo dopo la morte di Montgomery. Mi ha detto che avrebbe portato lui  la cosa avanti… che saresti stata al sicuro  ma se volevo proteggerti,  avrei dovuto fermarti… farti smettere di indagare… altrimenti non avrebbe potuto garantire la tua sicurezza…”
Con una mano le sfiorò di nuovo il viso e poi continuò:
“L’ho fatto! Ho cercato di fare quello che mi ha detto… ti ho convinta a ‘prenderti una pausa’… e ho lasciato che lui indagasse….”
Lei come se si fosse svegliata  in quel memento, scostò il viso  dalla sua  mano e iniziò a scuoterlo lentamente in una specie di ‘no’.
“Ma non sono riuscito a restarne fuori. Lui indaga sul mandante, su chi è a capo di tutto questo…” disse indicando la televisione.
“Ma io… io ho una mia battaglia personale, ora! Prendere colui che ha premuto quello stramaledetto grilletto!”
Castle tentò nuovamente di toccarle il viso, ma questa volta fu lei a sorprenderlo, buttandosi tra le sue braccia.
Lo strinse a se e disse:
“Lascia perdere questo caso, Rick! Lascia perdere il cecchino!”
Sollevò il viso verso di lui:
“Lascia che sia la polizia ad occuparsi di lui! I ragazzi lo troveranno!!! Ma ti prego, restane fuori!”
“Kate… non posso!” le disse stringendola a se con un braccio, mentre con la mano destra le accarezzava il viso, asciugando le lacrime che avevano preso a scorrere.
“Rick non ti sto chiedendo di non immischiarti… ti sto dicendo di non farti uccidere! Non posso vivere sapendo che stai indagando e che la tua vita, e quella della tua… nostra famiglia è in pericolo! Rick…”
“Ssh non piangere” disse avvicinandosi a lei e baciandole le lacrime.
“Promettimi che non mi nasconderai più nulla! Promettimi che non indagherai da solo!”
“Kate… te lo prometto! Non ti nasconderò nulla ma non lascerò…”
“Rick…”
“NO! Non posso permettergli di mettere la tua vita in pericolo! Non posso vivere con l’ansia che ti succeda qualcosa!”
“Non è più pericoloso della mia giornata di lavoro!” disse lei allontanandosi e guardandolo in faccia.
“Appunto! Rischiamo già abbastanza giornalmente, ma standoti accanto posso proteggerti! Ti ho già salvata 9 volte!” disse sorridendo e cercando di alleggerire quel clima che si era creato.
“Si, più di quante ne abbia fatte io.. no?” rispose lei sorridendo.
“Già... e non ho voglia di arrotondare la cifra!”
“Nemmeno io voglio ‘raggiungerti’… per cui vedi di non cacciarti nei guai!”
Si guardarono negli occhi e risero insieme. Anche in quei momenti così difficili, avevano trovato un modo scherzoso per andare avanti.
“Rick, davvero…”
“Kate… ti prometto che non ci succederà nulla… seguiremo le indagini da fuori… e lo faremo insieme! Ma non chiedermi di rinunciare! So che nemmeno tu lo farai!”
Lei sorrise un po’ ‘tristemente’. Aveva capito che nessuno dei due si sarebbe mai arreso. Quello era il giusto compromesso.
“Ok…” rispose.
“Indagheremo insieme… ma non ora! E quando potremo, senza dare nell’occhio! Resteremo nell’ombra e ci affideremo a Lui… insieme…” terminò la frase con un tono di domanda, anche se era più un’affermazione, ma Rick rispose comunque:
“Always!”
Beckett sorrise e si strinse a lui, alzando lo sguardo verso Castle che però avvicinò il suo viso e stringendola tra le sue braccia la baciò.



Il mio Angolo...by Vulpix
Salveeeeeeee
come va?
Siamo giunti quasi alla fine...
contente????
Presto vi libererete di me e poi credo che mi ritirerò per un pò...
(ad esclusione della ff a 4 mani che spero concluderemo presto)

Intanto come al solito ringrazio tutte voi che leggete, recensite e chi ha inserito la storia tra le seguite, ricordate e preferite....
Uno stramegagigantesco grazie a Mari24 & 1rebeccam

che altro dire!
abbiate pazienza... tra un casino e un casotto, cercherò di scrivere il finale e pubblicarlo!!!


Vulpix
:>

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Capitolo 6
*** 25th December - mattina ***


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La flebile luce solare faceva capolino tra le imposte delle veneziane, fino a raggiungerli.
Un fascio luminoso, trasformava la penombra della notte in un gioco di luci che mostrava solo tratti di quella stanza che ora era immersa nel silenzio.
L’unico suono percepibile era quello dei loro respiri cadenzati e il battito dei loro cuori.
Quest’ultimo sarebbe stato difficilmente percepibile se non fossero stati così vicini.
Solo loro, riuscivano a godere di quel ritmo.
L’uno poteva cogliere il battito dell’altro.
La mattina li colse così.
Lui sdraiato sulla schiena e il braccio sinistro a reggergli il viso, mentre il destro circondava l’esile corpo della donna.
Lei era accoccolata su di lui. Il braccio sinistro sul suo petto, il mento poggiato sul dorso della sua mano e lo guardava dormire, mentre con il braccio destro gli cingeva il busto.
In quell’atmosfera soave, un occhio attento avrebbe potuto notare il luccichio del suo sguardo e il sorriso che le si apriva in viso.
Abbassò leggermente lo sguardo, in direzione del suo orologio e grazie a quel piccolo raggio di luce che la investiva, riuscì a scorgere la posizione delle lancette.
Era l’alba… erano appena le 5 di quella giornata, quella che sarebbe stata il primo natale della sua vita, con la sua nuova famiglia…allargata!
Sorrise pensando a come in cinque ore era totalmente cambiata la sua vita.
Come i momenti di tristezza e angoscia erano così lontani da lei, in quell’ istante.
Era così felice in quel momento, abbracciata all’uomo che amava e nulla avrebbe potuto desiderare di meglio.
Beh forse un po’ di imbarazzo in meno…pensò tra se.
Si voltò nuovamente a guardare quel mento di fronte a se, quel viso quasi sotto di lei. L’uomo che con la bocca semi aperta in un sorriso, respirava e dormiva beatamente. Gli occhi chiusi, il viso poggiato sul braccio e i capelli scombinati.
Restò così, stesa quasi completamente su di lui, con il mento che le faceva da appoggio e nella tenue luce che circondava la stanza, fissava il suo profilo, mentre ripensava a quanto era accaduto da poco più di quattro ore a quella parte...
 

Erano ancora abbracciati e si stavano baciando da qualche minuto…forse di più.
Non riusciva nemmeno lei a decifrare quanto tempo fosse passato, per quanto erano rimasti incollati l’uno all’altra, baciandosi.
Già… Non le era mai capitato che il solo baciarsi fosse durato così tanto e non si fosse ritrovata, almeno qualche bottone fuori posto.
Si staccarono per prendere fiato e mentre Rick stava per riappropriarsi delle sue labbra sentirono:
“Papà, dove sei?”
Richard sbuffò sulle sue labbra, poi le sorrise appoggiando la fronte contro la sua e disse a voce alta:
“Siamo nello studio… veniamo subito!”
Alzò gli occhi al cielo e quando tornò a posarli su di lei si sorrisero.
Le diede un altro velocissimo bacio e si allontanò da lei.
Lei aveva risposto al sorriso, prendendogli la mano e intrecciando le loro dita, lo seguì nella stanza dove la loro famiglia gli stava aspettando.
 
Entrarono in salotto mano nella mano, cosa che non sfuggì alle due donne della famiglia Castle.
Martha cercò con gli occhi lo sguardo del figlio e gli sorrise.
Alexis, invece aveva un sorrisetto malizioso mentre si avvicinò a entrambi e abbracciandoli esclamò:
“Finalmente!”
Era rimasta un attimo stordita da quanto stava accadendo.
Da sopra la spalla della ragazza, incrociò il suo sguardo con quello di suo padre e vedendolo sorridere con un viso pieno di gioia, capì che tutti e tre avevano intuito che le due persone uscite dallo studio non erano più solo Kate e Rick ma una coppia.
Abbracciò anche lei Alexis e rise.
Ad un tratto, come se anche l’ultimo arrivato nella famiglia volesse congratularsi con i due, Apple corse verso di loro e iniziò a toccare con le zampette anteriori, le loro gambe, reggendosi verticalmente.
Si sciolse dall’abbraccio di Al e lasciando anche la mano di Rick, si chinò per prendere il cucciolo.
“Hei piccoletto!” disse prendendolo tra le braccia, mentre Apple si appoggiava al suo braccio e alla spalla.
Tornò ad alzarsi e quando fu di nuovo vicino a Rick, lui le cinse la vita con un braccio, mentre con l’altro fingeva di voler accarezzare affettuosamente la testa del cucciolo.
Si avvicinò a lei e all’orecchio le sussurrò:
“Sempre convinta che ti piace questa stramba famiglia?”
“Mai stata più sicura e contenta in vita mia!” disse girando il viso verso di lui, prima di perdersi nel blu dei suoi occhi e… annullare la distanza tra di loro.
Un coro di wow, mani che battevano tra di loro, schiamazzi vari si sollevò nella stanza e perfino il cucciolo decise di dimostrare il suo apprezzamento con uno dei suoi guaiti.
 

Un leggero movimento la fece tornare alla realtà.
Richard si stava svegliando e lei non voleva perdersi quel momento.
“Smettila di fissarmi… sei inquietante, lo sai?” disse sollevando un sopracciglio e lasciando emergere uno dei suoi fantastici diamanti blu.
Lei si alzò, facendo leva sul gomito e con la mano poggiata sul suo petto gli diede un leggero schiaffetto.
“Che dovrei dire io che lo sopporto da 4 anni?”
“Però ti piace!” esclamò lui attirandola a se.
“No!”
“Ammettilo!” disse lui, affiancando anche il braccio sinistro al destro.
“Mai!” rispose lei e nel mentre si ritrovò a posizioni invertite.
Adesso era distesa di schiena sul letto e Richard le era di lato e si appoggiava leggermente su di lei, facendosi leva sugli avambracci.
 
“Buon giorno!”
“Non credere di depistarmi… con me non attacca! Ti eri incantata a fissarmi!”
“No… veramente stavo pensando all’ultima volta che mi ero trovata in quella posizione!” disse con una perfetta aria sognante.
Lo vide lanciarle un’occhiata di fuoco e allentare la presa su di lei, mentre si riposizionava di fianco e si copriva con il lenzuolo, continuando a tenere lo sguardo altrove.
“Dai Rick stavo scherzando!” disse ancora ridendo.
“A me non piace scherzare!” affermò serio.
“Si come no!!! Tu che non riesci a trattenerti nemmeno legato!” disse mentre cercava di avvicinarsi di nuovo a lui, poggiando una mano sul suo petto e portando il viso quasi a contatto con quello di lui.
Deviò verso il naso per sfiorarlo con il suo, ma non ebbe nessun effetto.
Lui restava imbronciato a guardare nel vuoto.
“Sarai mica geloso?” disse con tono sensuale ma non ottenne ancora risposta.
Si allontanò appena da lui, giusto il necessario per guardarlo negli occhi e dire:
“Scherzavo! Non soffrirai mica si gelosia retroattiva?” gli chiese sorridendo.
“Si…” rispose e prima di ingabbiarla nel suo abbraccio.
“Retroattiva, preventiva e sempre attiva!!!” disse riportandolasotto di lui, rotolando sul letto.
 
Dopo alcuni minuti in cui lui continuava a baciarla, lei cercava di spostarlo e facendogli il solletico, tentava di farlo ridere ancora, entrambi si arresero.
Richard si tirò su e si posizionò con la schiena poggiata contro la spalliera del letto e lei si sistemò tra le sue gambe, accoccolandosi a lui.
Era stretta nel suo abbraccio, con le mani in quelle di lui e le loro dita intrecciate, la testa poggiava sulla sua spalla e lui aveva il viso a contatto con il suo.
Restarono così, in silenzio e nella penombra a giocare con le loro mani e a godere di quel momento. Ognuno perso nei ricordi della sera precedente.
 

Erano seduti sul divano, abbracciati come qualche ora prima, mentre vedevano il film.
Alexis aveva preso posto di nuovo alla sinistra del padre e lei alla destra, unica differenza era che adesso si era aggiunto anche Apple che era comodamente sdraiato sulle gambe di Richard.
Lui si era quasi completamente steso, poggiando i piedi sul tavolino di fronte e Apple ne aveva approfittato per adagiarsi su di lui e godere delle coccole delle due donne.
Alexis gli accarezzava il musetto che sporgeva verso il suo lato, mentre lei muoveva lungo la sua schiena la mano destra e con la sinistra stringeva quella dello scrittore che la circondava passandole il braccio dietro la schiena.
Una posizione non troppo comoda ma le permetteva, fingendo di incrociare le braccia, di nascondere le loro mani e tenere la testa sul petto dello scrittore.
Ad un tratto, Martha attirò la loro attenzione, passando davanti al televisore che ancora trasmetteva un qualche programma… uno di quelli che vanno in onda la notte di Natale, fino al giorno dopo.
“Beh ragazzi io mi ritiro nella mia stanza!” disse la donna, per poi aggiungere:
“Alexis tu cosa fai? Resti ancora qua a guardare la tv?”
Le fu subito chiaro lo sguardo che nonna e nipote si scambiarono, infatti Alexis rispose:
“mMhm no nonna, sono stanchissima… vado a letto anche io!”
Diede un bacio al padre e si alzò. Passò dall’altro lato del tavolino e si avvicinò a lei.
“Buona notte, Kate!” disse con una strana vocetta maliziosa.
“Notte!” le rispose, sciogliendosi dall’abbraccio di Rick e avvicinandosi alla ragazza che intanto era avanzata ancora.
Si scambiarono un bacio di saluto e poi la rossa salutò anche suo padre che intanto si era alzato e poi Jim disse:
“Beh… vado anche io! È stata una giornata piena!!!”
Lei si separò completamente dallo scrittore e si alzò per abbracciare il padre.
Richard prese Apple tra le braccia e si alzò anche lui, avvicinandosi a loro ma aspettando che lei si sciogliesse dall’abbraccio del padre, prima di salutarlo.
“Papà…” richiamò la sua attenzione Alexis
“Dimmi piccola!” disse lui, dopo aver salutato Jim.
“Apple può venire in camera con me?”
Lo vide tentennare un po’.
Forse stava per rispondere di no ma poi aveva ricordato che con Royal era stato molto permissivo e non poteva dettare troppe regole, senza che Alexis glielo rinfacciasse.
Lo vide girarsi verso di lei e chiederle con gli occhi il permesso di acconsentire.
Lei dal canto suo, non poteva fare altrimenti. Anche lei aveva permesso al cane di salire sul divano… aveva ceduto…per cui fece in minimo cenno con il capo e Rick rispose
“Ok… ma non farlo salire sul tuo letto!!! Dovrà dormire sul tappeto! Oppure resta qua!”
“D’accordo papà! Grazie!” disse Alexis fiondandosi tra le braccia del padre e prendendo tra le sue il piccolo Apple.
Diede un bacio sulla guancia a Rick e si diresse verso la nonna che già l’aspettava sulle scale in compagnia di suo padre.
 
 

“A cosa pensi?”
La voce di Richard la distolse dai suoi pensieri.
“Seriamente però.” continuò prima che potesse rispondere.
Lei rise e poi disse:
“Niente di particolare… pensavo a ieri sera.”
“Uh… deve essere stata una gran serata… a giudicare dal tuo sorriso!” disse con voce maliziosa, troppo vicino al suo orecchio.
Lei si sollevò appena, per guardarlo negli occhi e con uno sguardo dei suoi, disse:
“Sera, Castle… sera!” sorrise alla faccia dello scrittore e poi aggiunse:
“Pensavo alle frecciatine di tua madre ed Alexis.”
“Mh?” mugugnò lui
“Beh… devo ammettere che tua figlia mi ha messo un po’ di volte in imbarazzo!”
“Non era sua….” Iniziò prontamente lui in difesa della figlia ma non riuscì a terminare la frase perché si ritrovò un paio di labbra sulle sue.
“Funziona!” disse sorridendo lei, appena dopo.
“Cosa ‘funziona’?” chiese
“Ho trovato un modo per farti stare zitto!” rispose scoppiando a ridere.
“Ahaha spiritosa!” finse di essere offeso per poi sfoderare la sua ‘faccia da schiaffi’ e dire:
“Beh… devo ammettere che è un bel modo!!! Però detective, ti sei rovinata da sola! Sai, vero, che ora non farò altro che parlare, perché tu mi zittisca?”
“Ahn” fece lei, fingendo una smorfia.
“Per cui ora inizierò a parlare a raffica, mi inventerò tutte le storie più assurde…”
Lei intanto si era girata verso di lui, con un espressione che lasciava intendere ‘ora’
“…mi inventerò storie sulla CIA, sugli Alien..”
Decise che era arrivato decisamente il momento di farlo smettere e si avventò su di lui, in un bacio che non aveva nulla a che vedere con quello di qualche secondo prima.
Rise sulle sue labbra e quando lui la strinse a sé, cingendole la vita, trasformò il bacio in uno tenero e passionale.
 
Passarono così, baciandosi, ancora qualche minuto, poi si staccarono e mentre lei si sistemava nuovamente accoccolandosi a lui, Rick accese la piccola abat-jour sul comodino.
“E comunque… non volevo dire che Alexis l’avesse fatto di proposito… ma che non mi sarei mai aspettata che ‘scherzasse’ su di noi… insomma… ho sempre pensato che lei fosse gelosa di te!” disse voltandosi verso di lui.
“Del rapporto speciale che avete tra voi… io… io sono l’intrusa…”
Richard la fermò prima che potesse dire altro.
Le prese di nuovo le mani nella sua, mentre con l’altra le accarezzò il viso.
“Tu non sei ‘intrusa’! Fai parte della mia vita così come lei!”
Lei stava per dire qualcosa ma glielo impedì poggiando un dito sulle sue labbra.
“…Da sempre! E comunque, forse è vero. Alexis è stata gelosa delle mie donne ma di te no!
Perché sapeva che eri l’unica che mi… mi vuole bene per davvero e per come sono! Che non mi allontanerebbe mai da lei! Anche se spesso ha reagito male, presa dalla paura del pericolo che mi circondava… ma lei ha sempre tifato per noi!”
 Passarono altri minuti coccolandosi a vicenda, finché lui non disse:
“Ad ogni modo… Mia madre e Alexis erano davvero felici ieri sera!”
Un sorriso si aprì su entrambi i loro volti.
“Non solo loro…” disse lei
“Beh si anche tuo padre mi sembrava abbastanza contento!” continuò Richard.
Lei si girò appena verso di lui e disse:
“Non saprei… papà è un tipo calmo… ponderato… e fossi in te, avrei ancora paura della sua reazione… potrebbe star ideando un piano per farti del male!”
Il tono della voce era volutamente lascivo e cadenzato, lasciava in sospeso la frase per incutere un po’ di timore nello scrittore.
Il suo intento riuscì alla perfezione perché lo vide deglutire a vuoto mentre ripensava alle sue parole.
Una risata interruppe il silenzio.
Non era riuscita a trattenersi alla faccia di Rick.
“Sto scherzando!” disse dandogli un colpetto sul petto.
“Ahahah spiritosa detective!! Questa sua nuova veste umoristica, vediamo di non mostrarla troppo!”
“Ma dai… mio padre era quasi più felice di me!”
“Quasi?” disse lui prendendola tra le braccia e capovolgendo la situazione.
Riportò per l’ennesima volta, Kate a sdraiarsi sul letto, sotto di lui.
Le sue mani vagavano sui suoi fianchi facendole il solletico e lei si dimenava nel vano tentativo di non soffrire per quella tortura.
Nel mentre aveva iniziato a seguire i movimenti di Kate e a tentare di baciarla mentre lei spostava il viso da destra a sinistra per evitarlo.
La detective rideva come mai in vita sua, provocando la gioia dello scrittore che poco dopo fu trasportato anch’egli nell’ilarità.
Ad un tratto si trovarono faccia a faccia, naso contro naso, lui appoggiò la fronte a quella di lei e a poco a poco le risate calarono e i respiri si fecero sempre più affannosi.
Kate alzò il mento, facendo toccare le sue labbra con quelle di Rick, che si abbassò ancora di più su di lei, approfondendo il bacio.
Ben presto quel semplice contatto, si trasformò in qualcosa di più profondo e intimo, del tutto uguale, ma anche diverso, da quelli che si erano scambiati durante la notte.
E mentre anche le loro mani e i loro corpi seguivano i movimenti delle loro bocche, nelle loro menti ritornavano forti, i ricordi della notte appena trascorsa…
 

 



Il mio Angolo...by Vulpix
Salveeeeeeee
come va?
Siamo giunti quasi alla fine...
Si lo so che avevo detto che ci sarebbe stato 1 solo altro capitolo...
invece no!
me so allungata (come al solito).... complice (per il finale), forse.. e dico forse... anche la 4x23!
per cui purtroppo per voi, ve tocca continuare a soffrire, se vi va di continuare a leggere...
Volete sapere cosa è successo?
Vi prometto che (nel caso vogliate [se può dì?] che continui...) il prossimo sarà l'ultimo!!!!

Intanto come al solito ringrazio tutte voi che leggete, recensite e chi ha inserito la storia tra le seguite, ricordate e preferite....
Uno stramegagigantesco grazie a Mari24 & 1rebeccam

che altro dire!
abbiate pazienza... tra un casino e un casotto, sempre che lo vogliate....cercherò di scrivere il finale e pubblicarlo!!! (e questa volta sarà finale!!!)

<3
Vulpix
:>

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Capitolo 7
*** 25th december - notte o mattina? ***


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Erano rimasti soli, e lui si avvicinò di nuovo a lei, cingendole la vita con le mani e avvicinandola a sé.
Lei gli chiuse le braccia attorno al collo e lo baciò.
Un bacio casto e lento, ma lungo e carico di amore.
Ad un tratto si rese conto che lo scrittore aveva iniziato a vagare con le mani lungo il suo corpo, mentre la spingeva contro di sé.
Si staccò dalle sue labbra e quando lentamente aprì gli occhi, lo vide fissarla con quei due zaffiri che la scrutavano nel profondo, mentre con una mano le portava una ciocca di capelli dietro il suo orecchio.
Le sorrise e disse:
“Andiamo anche noi?”
“Si è fatto tardi, credo sia meglio!” rispose lei, prima di riportare le sue labbra su quelle di lui mentre prendeva la mano dello scrittore, ancora sul suo viso e intrecciava le loro dita.
 
Ancora mano nella mano, salirono le scale e si diressero lungo il corridoio.
Richard sciolse le loro mani, afferrando la detective per la vita, l'attirò nuovamente a sé e poggiò il mento nell'incavo del collo.
Percorsero abbracciati il resto del tragitto, fino alla stanza degli ospiti che era stata riservata a lei, mentre Rick lasciava baci sul collo della sua musa.
Quando arrivarono davanti alla porta, si girò verso di lui, ancora avvolta nel suo abbraccio e portando le braccia al collo, gli diede un altro dolcissimo bacio.
A fior di labbra gli disse:
"Buonanotte." prima di allontanare il viso da lui e perdersi nei suoi occhi.
Rick, con la sua espressione da cucciolo, le chiese:
"Mi lasci così?"
Lei sorrise, poi guardandosi intorno disse:
"Rick...." si avvicino al suo viso, mordendosi il labbro inferiore, poi deviando verso il suo orecchio continuò:
"La mia stanza è al centro tra quella di mio padre e tua madre. Come se non bastasse...." disse con una voce 'finta scocciata'  " …di fronte abbiamo la camera di Alexis."
Tornò a guardarlo con un sorriso malizioso e si avvicino di nuovo a lui.
Quando le sue labbra sfiorarono quelle dello scrittore, si allontano di colpo:
"Non mi sembra il caso!!!" disse.
Castle rimase un secondo interdetto.

Non si aspettava una 'conclusione' del genere, ma si riprese immediatamente dicendo:
"Allora vieni tu da me!"
Lei spalancò gli occhi e stava per rispondergli, quando lui disse:
"Almeno posso venire a rimboccarti le coperte?"

 
 
Entrarono in camera e lui chiuse la porta alle sue spalle, mentre lei si diresse verso il letto e prese quello che aveva portato come pigiama.
Si voltò verso di lui e gli disse:
“Torno subito…” poi sparì dietro la porta del bagno.
Quando, qualche minuto dopo,  uscì, lo trovò sdraiato a pancia in giù sul letto, con il viso verso la sua direzione.
Si avvicinò verso di lui, tenendo gli occhi incatenati a quelli blu dello scrittore e quando fu vicino al bordo del letto, ci salì in ginocchio.
Nel mentre Rick si era sollevato, facendo leva sui palmi delle mani e quando furono uno di fronte all’altra, si sporse verso di lei, cercando un contatto tra le loro bocche.
Quello che si scambiarono, fu un bacio dolce ma molto sensuale.
Lei si avvicinò sempre più a lui, che nel frattempo si era messo in ginocchio, e contemporaneamente, portò una mano al viso di lui, mentre con l’altra raggiunse il ciuffo di capelli che fuoriusciva dal colletto della camicia, iniziando a giocarci con le dita. Lui, invece, portò dapprima le mani sui suoi fianchi, attirandola maggiormente a se, e poi, fece scorrere una mano al di sotto della sua maglia larga, accarezzandole la schiena, mentre affondava l’altra tra i suoi capelli, approfondendo maggiormente il bacio.
 
Si baciarono appassionatamente per un’infinità di tempo, finché la parte razionale di lei riuscì a prendere il sopravvento, nonostante in quel momento, in lei ci fosse poco di razionale.
Lentamente si allontanò da quelle labbra che aveva desiderato da tanto tempo e si perse ancora una volta in quegli splendidi occhi blu che scintillavano ed erano ricoperti di uno strano e nuovo strato lucido.
Quegli occhi erano puntati sui suoi e man mano che lei si allontanava, lui allargava il suo raggio di visuale, fino ad arrivare a scrutarle il viso, lasciando ancora incatenati i loro occhi e con un sorriso che via via si allargava sui loro visi.
Ad un tratto, gli angoli della bocca di Rick si piegarono all’ingiù.  Aveva capito il messaggio che lei, silenziosamente, gli stava inviando.
“Ti prego… sarò buono! Occuperò un piccolo angolino di questo grandissimo letto! Fammi restare qui…”
Lei tentava in tutti i modi di restare seria e ‘dura’, non acconsentendo a quelle richieste che il bimbo Castle stava facendo e a cui sapeva di non poter resistere.
Tentò di assumere la solita posizione a braccia conserte e sguardo severo, ma la faccia da cucciolo dello scrittore la indusse a sorridere.
"È un si?" chiese sorridente lui.
"Mhm...."
"Che c'è detective? Hai paura di non resistere al mio fascino e non riuscire a controllarti?! Puoi sempre saltarmi addosso, non mi dispiacerebbe mica!"
Kate lo fulminò con lo sguardo prima di dire:
"Veramente non è di me che ho paura!"
"Uh detective manchi di inventiva! Sempre le stesse battute… e comunque… le mie intenzioni sono caste e pure… " disse lui.
Intanto un'espressione maliziosa era apparsa sul suo viso, mentre si avvicinava all’orecchio di Rick, prima di sussurrare:
"Oh sapessi se ho inventiva...” sollevò il sopracciglio e allontanandosi di un po’, esclamò:

“Sapessi...."
Alla voce sensuale di Kate e a quella minima vicinanza, Richard si ammutolì completamente, restando imbambolato a deglutire a vuoto.
Solo la risata cristallina di Kate, dopo qualche secondo, riuscì a portarlo alla realtà e poté dire:
"Vedremo..." sorrise malizioso, ma poi tornò quasi serio e con voce profonda, mentre le prendeva le mani tra le sue, disse:
"Voglio solo stringerti tra le mie braccia, cullarti e vederti dolcemente addormentare..." fissò i suoi occhi blu in quelli della donna e continuò: "Non permetterò che ti abbandoni tra le braccia di Morfeo..." sorrise "come si permette?" disse con una smorfia di fastidio che provocò la sua risata.

Quando riprese fiato, chiese:
"Sei geloso, Rick?"
"Si." fu l'unica e sincera risposta.
"E va bene.... Ma ad una condizione!"
"Quale?"
"Mi terrai stretta a te tutta la notte.... E domattina presto te ne torni in camera tua, prima che gli altri si sveglino!"
"Ci sto! Devo pur sempre assicurarmi che quel tipo… non ci provi appena me ne vado, ma domattina ci sveglieremo insieme e poi, andrò a preparare una magnifica colazione per tutti!" disse con un mega sorriso e un espressione sognante.

 
 

Un raggio di luce arrivò fino a lui, destandolo dai quei fantastici ricordi della loro nottata.
La loro prima notte!
Portò una mano al viso per stropicciare gli occhi che ancora non erano abituati alla luce, poi girò il capo verso destra, inclinandolo un po’ in direzione dei quel viso angelico che era poggiato delicatamente sul suo petto, mentre il suo braccio avvolgeva la creatura più straordinaria che fosse mai esistita.
Un sorriso apparve spontaneo sul suo viso, mentre contemporaneamente anche la donna stava ritornando al mondo reale.
Sollevò il viso e incrociò lo sguardo dell’uomo, del suo uomo.
Si sporse verso di lei per darle l’ennesimo buon giorno della giornata e anche un altro di quei baci di cui ora non riusciva più a fare a meno.
La sentì sospirare felice, mentre tornava ad accoccolarsi con la testa sul suo petto e poggiava una mano in prossimità del suo cuore.
Restarono così, in silenzio, assaporando il momento e godendo del ritmo dei loro cuori che cadenzavano anche quello dei loro respiri, lasciandosi cullare, finché a poco a poco non la sentì riaddormentarsi tranquilla.
Lui, invece, continuava a tenerla stretta a sé, e con una mano percorreva il profilo della sua schiena nuda. Riusciva a sentire i muscoli tesi che al suo tocco si rilassavano, permettendogli di sfiorare, da sotto la pelle, le ossa.
Si ritrovò a pensare che in quell'ultimo anno, la sua musa ne aveva passate di ogni tipo e tutto si era riversato sul suo fisico. Era diventata sempre più magra e apparentemente fragile. Fortunatamente piano piano le cose stavano cambiando, non solo stava recuperando qualche etto e riprendendo la sua fisicità ma anche, con l'aiuto dello psicologo, stava riacquistando un po' di tranquillità.
Era finalmente riuscita a riprendere le redini della sua vita e quelle ultime giornate ne erano state la prova definitiva.
Tornò con il pensiero all’ultimo mese, all’ 8th dicembre.
Credeva che gli avrebbe sparato un colpo in pieno viso, vedendolo ad aspettarla all’uscita dalla sua seduta. Nessuno sapeva che lei fosse in terapia e ben che meno lui. O meglio, lei non voleva che nessuno sapesse, ma nulla sfugge a Rick Castle!
Una risata gli attraversò il viso…
Se solo avessi sentito i miei pensieri, sono certo che ti saresti sollevata verso di me, guardandomi con quell’espressione esasperata e poi avresti portato gli occhi al cielo dicendomi qualcosa sul mio smisurato ego…
Pensò mentre ammirava, ancora una volta, il suo viso rilassato e le spostava una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Pian piano si susseguirono tutte le cose accadute da quel pomeriggio in poi… lo shopping natalizio, gli addobbi e l’albero… fino ad arrivare al Natale!
Natale…
Il più bel Natale della mia vita! Con tutte le persone importanti della mia vita! E con te…
Pensò, perdendosi nuovamente a fissare la donna che era tranquillamente addormentata, tra le sue braccia.
Non avrei mai immaginato che ti saresti lasciata baciare sotto il vischio… che mi baciassi tu…
Continuò nei suoi pensieri, ma come se fossero parole che diceva alla sua Kate anche senza pronunciarle, continuando a guardarla con un’espressione seria e sognante al tempo stesso.
Non avrei mai creduto possibile che ci saremmo messi insieme questo natale…
Sorrise beffardo e poi si lasciò sfuggire ad alta voce
“Soprattutto non avrei mai pensato che fosse possibile che tu, ti lasciassi andare con me… come è successo stanotte…”
 
 
 

Nemmeno dieci minuti dopo, un leggero bussare, distrasse la detective dalla sua attività.
Si diresse verso la porta e quando l'aprì, davanti a lei si presentò un Rick Castle davvero insolito.
Alla vista dell'uomo vestito con un pigiamino con gli orsetti, non riuscì a trattenersi dalle risate.
Mentre la sua musa era piegata in due e si poggiava all'anta della porta, lo scrittore fece il suo ingresso dicendo:
"È un regalo di Alexis di qualche natale fa… e per tradizione lo indosso ogni notte del 24!"
Quando si voltò verso Kate, notò che lo guardava sorridendo.
Le si avvicinò e l'attirò a sé cingendole la vita con le braccia.
Lei appoggiò le mani sul suo petto e accarezzando il musetto di un orsetto disse:
"Sei davvero tenero…"
Poggiò la fronte a quella dell'uomo continuando:
"Davvero molto carino con questi orsacchiotti..."
Adesso stava sfiorando il naso dello scrittore con il suo.
"Sono dolci quasi quanto te..."
Ormai le loro labbra erano a pochi millimetri.
"Amore" sussurrò prima di unirle.

Quando si staccarono, rimasero a fissarsi negli occhi per qualche secondo, poi lei si 'liberò' dal suo abbraccio e tornò al comò a finire di struccare anche l'altro occhio che aveva lasciato in 'sospeso'.
Sentiva lo sguardo dell'uomo, poggiato su di se e stranamente non le procurava fastidio, ma anzi, ne approfittò per fare le cose ancora più lentamente, provocandolo!

Richard aspettò pazientemente che l’operazione di struccaggio fosse conclusa e si avvicinò a lei, mentre riponeva nel beauty le sue cose.
Le cinse la vita con le braccia, attirandola a sé e facendole poggiare la schiena contro il suo petto, sussurrò al suo orecchio:
“Andiamo a letto.” sfiorando deliberatamente il lobo con le labbra.
A quel sospiro sulla sua pelle e al contatto con l’uomo, Kate fu percorsa da un brivido.
Quelle parole le fermarono per qualche secondo il respiro, ma non riuscì a riprendersi in tempo che Rick l’aveva già presa, passandole un braccio sotto le gambe, sollevandola da terra, per dirigersi verso il grande letto.
Si ritrovò tra le sue braccia e non poté fare altro che stringersi a lui, cingendogli il collo.
Ad un tratto si fermarono e Rick chiese:
“Lato destro o sinistro, mia musa?”
“Mhm in genere dormo al centro.”
“Ah dormi comoda!” scherzò l’uomo mentre si muoveva in direzione del lato destro.
“Io a sinistra… per cui dovrai abituarti di qua…” disse mentre la poggiava delicatamente dalla ‘ sua’  parte, guadagnandosi un occhiataccia della sua musa.
 
“Mhm non credo proprio!” disse appena toccò il materasso, e mentre si liberava dal suo abbraccio, scivolò verso il centro del letto.
Rick l’afferrò per la vita e la portò di nuovo verso di se. Così facendo si ritrovarono al centro del letto, tagliandolo in obliquo.
Erano uno sull’altra, Kate rideva cercando di svincolarsi e lui invece tentava di non farla scappare.
Quando le risate erano talmente forti da non riuscire a respirare, Rick si spostò verso sinistra, stendendosi accanto a lei.
Restarono qualche secondo a fissare il soffitto e a cercare di far tornare il battito dei loro cuori alla normalità, poi Kate disse:
“È ora di dormire!” ma non diede il tempo allo scrittore di rispondere, che si mosse verso la spalliera e prese posto nel letto, tirando a se le coperte che ormai erano molto stropicciate.
Rick era ancora steso nella posizione di prima e la guardava sistemarsi per la notte.
Kate stava tirando su il cuscino e con dei piccoli colpetti gli stava dando la forma più comoda. Poi la vide sbattere piano una mano sul materasso, alla sua destra, come per invitarlo a sdraiarsi accanto a se.
Rick non se lo fece ripetere due volte, a carponi si diresse verso la sua musa e si infilò sotto le coperte.
 
Aspettò che Rick la raggiungesse, per poi accoccolarsi contro il suo petto.
Si raggomitolò addosso al suo scrittore, stringendosi a lui, chiudendo gli occhi e poggiando la testa sul suo petto.
Richard le cinse le spalle con un braccio e iniziò ad accarezzarle pigramente il braccio, disegnando il profilo con le dita, facendo su e giù, mentre poggiò l’altro braccio sul proprio petto per intrecciare le dita con quelle della mano della sua musa.
 
Dopo degli attimi che sembrarono un eternità, Kate riaprì gli occhi in direzione del suo uomo.
Quando i loro sguardi si incrociarono, involontariamente sorrisero nello stesso istante, poi lei si sporse verso di lui per incontrare la sua bocca. Immediatamente Rick abbassò il viso per agevolare il contatto.
Quello che era partito come un innocuo sfiorarsi di labbra, ben presto si trasformò in qualcosa di molto più profondo e intenso.
Kate era quasi sollevata verso il viso di Rick, adesso poggiava il suo avambraccio destro sul materasso, mentre il palmo della mano sinistra era aperto sul petto di Richard, che intanto aveva accavallato le sue gambe con quelle di lei.
Il risultato era che la detective era quasi completamente sopra il suo scrittore.
“Kate…” la chiamò quasi in un sussurro tra un bacio e l’altro.
Sentire il suo nome pronunciato in modo così dolce e supplichevole, la fece ‘staccare’ da lui, quanto bastava per guardarlo in viso.
“Kate…ti prego…” disse accarezzandole il viso con la mano che prima era intrecciata con la sua.
Beckett continuava a guardarlo in attesa che dicesse qualcosa, cercando di capire che cosa fosse successo.
“Se continui così…non credo che riuscirò a resistere a lungo…” disse guardandola seriamente, puntando i suoi fanali azzurri nei bellissimi occhi di lei.
Kate sorrise mantenendo il contatto visivo e si avvicinò a lui in maniera ancora più sensuale.
“Mhm”
“Kate…” sussurrò Rick cercando di contenere le sensazioni che provava.
“Che c’è?!” disse lei staccandosi, poi,  si avvicinò al suo orecchio e continuò a baciarlo prendendo il lobo tra le labbra.
“Non avevi detto… che c’è… tuo padre… nella stanza accanto?” le chiese tra una deglutizione a vuoto e l’altra.
“mhmh si! Ma lui dorme con i tappi nelle orecchie perché non sopporta nemmeno il più piccolo rumore…”
poi iniziando a baciargli il collo:
“Tranquillo non ci sentirà!”
Mentre parlava, gli sfiorava la pelle al di sotto del mento e Castle tentava in tutti i modi di resistere a quelle dolci torture.
“Piuttosto…” disse allontanandosi all’improvviso “tua madre?” esclamò guardandolo con un’espressione interrogativa.
Richard fece una finta risata e disse:
“Lei sarà più che brilla! L’ho vista passare per la cucina… per la precisone ha fatto una lunga sosta davanti al mobile bar e sono certo che l’abbia svuotato per bene! Non è Natale se non si fa un bel goccetto!!” terminò la frase con la sua tipica espressione indisponente da ‘faccia da schiaffi’ e rimase a fissarla un paio di secondi, prima di prenderla alla ‘sprovvista’ e ribaltare le loro posizioni, facendola sdraiare sul letto e avvicinandosi a lei per baciarla.
Giusto mezzo secondo prima che riuscisse a catturare la bocca della detective, le sentì dire:
“Alexis?”
Si fermò all’istante.
Guardò in direzione della porta e poi tornò a fissare la sua musa con un’espressione ‘spaventata’.
Kate gli portò le mani sul viso, poi si avvicinò a lui per lasciargli un tenero bacio all’angolo della bocca.
Quando vide la sua espressione ‘triste’, Richard non riuscì a trattenersi oltre.
Era sopraffatto da un mix di emozioni contrastanti, in quel momento aveva un’espressione spaventata, ma dentro di se urlava dalla felicità nel vedere che la sua musa lo desiderava e nello stesso tempo era triste perché lei sembrava essersi rassegnata.
Mentre con un braccio si fece leva per non finirle addosso, le si avvicinò e sfiorandole il viso con l’altra mano, e con voce più che maliziosa, in un quasi sussurro, disse:
“Le pareti sono insonorizzate… non ci sentirà nessuno!” sorrise e poi dopo aver incatenato i loro sguardi, si avvicinò a lei per baciarla.
Kate gli strinse le braccia attorno al collo, attirandolo a se e approfondendo il loro bacio.
Quando la passione stava prendendo spazio e il desiderio reciproco di diventare una cosa sola si fece prepotente, Richard si allontanò appena, per rivolgerle uno sguardo serio e premuroso allo stesso tempo, e le chiese:
“Sei sicura?”
Kate sorrise dolcemente a quel gesto tenero e pieno d’amore dello scrittore e con un fermo “Si” e un magnifico sorriso, gli rispose, prima di attirarlo nuovamente a se…



Il mio Angolo...by Vulpix
AriSalveeeeeeee
come va?
Qui fa caldo!!! Anche se oggi, rispetto ai giorni scorsi, ha rinfrescato.
Io però, sento caallldo… e voi? :p
Che dire… la mia storia infinita si è allungata ancora ☹
Questa volta GIURO non è colpa mia!!! Prendetevela con Rebecca che mi mette strane idee in testa!
E le mie slittano al capitolo successivo…
Non so se avete notato… ho alzato il rating a giallo… Non ho mai capito il confine di sto colore ma vabbè… prevenire è meglio… sia mai me dovesse tornare utile….
Cmq putroppo per voi, c’è ancora un capitlo 8… che sarà l’epilogo….
E chi sa se sarà di poche righe o molte... E sopratutto saremo al presente o ancora al passato?
Beh lo scoprirete solo se…
Mi lascerete in vita…

Io, venerdì sera parto per Bologna.. per poi spiccare il volo per NY!!
Quindi NON riuscirò a trovare il tempo per pubblicare, prima di partire….
Ci si legge tra una quindicina di giorni!!! Sempre che decida di tornare!
Beh… mi raccomando non mandatemi bestemmie… altrimenti non leggerete mai la fine!!!
(siete la mia assicurazione contro gli infortunii… pregate che non mi succeda nulla!)

Se non ci si legge…. Buone News dal mondo Castle!!!!!!!!!!!!!

Ps: un grazie alla matta 1rebeccam che mi istiga a scrivere …. Anche “più che verde” :p
E alla mitica Mari24 che mi ha letto e corretto in anteprima! GIURO CHE E’ VERO!!!!

Pps: se vi domandate come so usciti gli orsacchiotti….
Vale Foxi: vado a mettere a nanna Rick… a dopo!
Rebecca Garreth: si mette il pigiamino con gli orsetti?
E da li… non sono riuscita a non scriverlo :P

<3
Vulpix
:>
 

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Capitolo 8
*** One e Only… Always… ***


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L’ennesimo raggio di luce che entrava dalla finestra, li colse abbracciati nel sonno.
Ormai, fuori la città di New York iniziava la sua frenetica giornata e nonostante fosse il 25 dicembre, per le strade c’era il solito via vai.
Quella città non avrebbe mai visto un momento di pura pace e tranquillità!
Esattamente l’opposto, era la camera in cui due anime destinate a incontrarsi, finalmente, si erano trovate!
Pace, calma, tranquillità, regnavano in quella stanza, accompagnati da una calda atmosfera scandita dai respiri regolari e dal battere, quasi sincrono, dei loro cuori.
Dormivano al centro del letto, lei poggiata sul suo lato destro, con il viso sul cuscino e avvolta nel caldo abbraccio dell’uomo. Lui, la stringeva contro il suo petto, aveva un braccio al di sotto dell’incavo del collo, che continuava, poi, lungo il braccio di lei, fino a intrecciare le dita della mano sinistra della donna. L’altro braccio la circondava saldamente, all’altezza della vita e le loro gambe erano unite in un intreccio, una sull’altra, leggermente piegate.
Fu Rick il primo a svegliarsi.
Aprì gli occhi, ancora con il viso inclinato verso la nuca della donna e inspirò il suo intenso profumo. Avvicinò le labbra ai suoi capelli e le lasciò un tenero bacio.
Non notando nessuna risposta da parte della sua musa, si sollevò appena, per quello che riusciva, da quella posizione ‘intrecciata’ e si spostò leggermente verso il viso della donna, iniziando a lasciarle piccoli baci sparsi.
Kate sorrise a quel contatto e dolce risveglio che la stava riportando nel mondo reale.
Lentamente aprì gli occhi e si voltò leggermente, fino ad incrociare lo sguardo dell’uomo.
“Buon giorno!” sussurrò a fior di labbra, con la voce ancora impastata dal sonno.
“Buon giorno!” rispose lui, prima di far comparire uno splendido sorriso sulle sue labbra.
“Dormito bene?” le chiese.
“Mhm… si” rispose lei, mentre stuzzicava con la punta del naso, quella di lui.
Si sorrisero e come attratti da una forza soprannaturale, si ritrovarono con le loro labbra unite in un dolcissimo e lentissimo bacio.
Si assaporarono a vicenda per un periodo lunghissimo. Dopo poco, anche le loro lingue entrarono a far parte di quel contatto, che ora, era diventato molto più intimo.
Kate, sciolse l’intreccio delle loro mani e, ancora avvolta nell’abbraccio di Rick, si voltò verso di lui, azzerando la poca distanza tra i loro corpi. Adesso era stesa sulla schiena e circondata dalle possenti braccia dello scrittore, che l’accarezzavano. Richard si sistemò adagiandosi delicatamente sulla sua musa, reggendosi sulle braccia e lasciando le loro gambe strette in un intreccio.
I loro baci erano una lotta al predominio, nessuno dei due voleva cedere all’altro, continuando a stuzzicarsi a vicenda.
Quando le braccia di Kate, percorsero l’intera schiena dello scrittore, fino a raggiungere il bordo elastico dei boxer, entrambi sospesero quella dolce lotta e si sorrisero guardandosi negli occhi.
Castle alzò un sopracciglio, sfoderando la sua classica espressione maliziosa che fece sollevare gli occhi di Kate verso il soffitto e mentre sprofondava la testa all’indietro, nel cuscino, si morse il labbro inferiore prima di afferrare i lembi della maglia e tirarla verso di se.
Mentre si lasciava sfilare la canottiera, Rick non si lasciò sfuggire l’occasione di stuzzicare la sua musa:
“Non sei mai stanca, detective?” le chiese sfoderando il suo splendido sorriso malizioso.
“Ho un corpo ben allenato… io…” fu la sottile risposta della donna.
Quando lo vide deglutire, cercando di non scoppiare di gelosia, addolcì il colpo completando la frase
“Dovresti fare un po’ di sport…scenderesti la tua pancetta...” disse accompagnando con delle carezze, sull’oggetto incriminato, le sue parole.
“Dici?” chiese, mentre si avvicinava a lei, spostando le sue mani in direzione dell’indumento che la donna indossava.
Kate non disse nulla, si limitò ad annuire e sorridere.
Richard si era avvicinato nuovamente a lei, annullando la distanza tra i loro visi, ma adesso, le stava lasciando piccoli baci ai bordi delle labbra, scendendo in direzione del mento.
Intanto aveva preso tra le mani i lembi della camicia, che adesso Kate indossava, e mentre con le dita cercava di far uscire il bottone dall’asola le disse:
“Allora ti assumo come mio personal trainer… da ORA”
Kate rise e questo le fece portare la testa nuovamente all’indietro, facendo distendere il collo e agevolare la scia dei baci che Richard, tra una parola e l’altra, le stava lasciando.
“Credo di conoscere un metodo efficace per il tuo problema…” rispose lei, stando al gioco e sollevando le braccia per chiuderle intorno al collo dello scrittore.
Rick si scostò da lei, giusto il necessario per incrociare i loro sguardi e sorriderle. Poi, tornò a concentrarsi sulla camicia del suo pigiama, che ora ricopriva il corpo seminudo della detective.
“Sai… gli orsacchiotti non stanno male nemmeno a te!” le disse, per poi dirigersi verso la clavicola e seguire con i baci la parte di pelle che aveva già liberato nel percorso di ‘sbottonamento’.
Quando anche l’ultimo bottone fu liberato dal suo alloggiamento, Rick si sollevò dal corpo della sua musa e rimase qualche secondo, imbambolato ad ammirarla.
Kate, nonostante avessero già fatto l’amore durante la notte e nonostante lui avesse continuato a guardarla con sguardo innamorato e sognante per tutto il tempo, anche dopo, quando si erano accoccolati l’una all’altro, non riuscì a non tingersi in viso di un colorito tendente al bordeaux.
Rick sorrise con una tenerezza infinita, nel vederla ancora, così in imbarazzo.
Le scostò una ciocca di capelli, sistemandola dietro l’orecchio e le si avvicinò per sussurrarle:
“Sei bellissima… quando diventi rossa mi fai impazzire ancora di più…”
Kate rise e strinse le braccia attorno al collo di Richard, attirandolo ancora più a se.
Lui ne approfittò  per tornare al ‘lavoro’ che aveva lasciato in sospeso. Scostò i due lembi della camicia, scoprendole le spalle e seguendo il percorso con le labbra, lasciandole delicati baci.
Kate, sfruttò i suoi allenamenti di sparring, per capovolgere le loro posizioni e ritrovarsi a cavalcioni sullo scrittore. Sorridendo beffarda, per l’espressione sorpresa di Rick, si avvicinò al suo viso e iniziò a baciarlo, ricambiando le piccole e dolci torture che le aveva fatto.
Castle, si riprese quasi immediatamente e ne approfittò per sfilarle via anche la camicia, che raggiunse gli altri indumenti che, dalla notte precedente, erano finiti sul pavimento. 
Continuarono a baciarsi e stuzzicarsi per un po’, entrambi facevano vagare le loro mani sul corpo del compagno, finché la voglia uno dell’altro ebbe il sopravvento, così, insieme, iniziarono ad occuparsi degli ultimi pezzi di stoffa che ancora l’altro indossava.
Quando non ebbero più impedimenti tra loro, Kate si lasciò guidare da Rick, che stringendo entrambe le braccia intorno alla sua schiena, continuando a baciarla dolcemente, capovolgendo ancora la situazione, la fece adagiare nuovamente sul materasso, prima di sistemarsi su di lei, facendo aderire completamente il loro corpi, ora nudi. 
Continuarono ad esplorarsi silenziosamente, beandosi di quel loro intimo contatto, finché,  guardandosi teneramente e intensamente negli occhi,  capirono che era arrivato il tempo della passione e con infinita dolcezza ed estrema lentezza fecero, nuovamente, l'amore.
 
Si amarono a lungo, fin quando esausti ma felici, si stesero uno accanto all’altra.
La fronte di Rick luccicava per il sudore mentre la pelle di Kate splendeva al tenue spiraglio di luce che entrava dalla finestra.
Sui loro visi era dipinto, insieme all'espressione più beata del mondo, un piccolissimo sorriso e i loro corpi erano teneramente abbracciati sotto le coperte.
Kate, accarezzava pigramente, il braccio che Rick le poggiava sul ventre e nella sua mente, si faceva largo la consapevolezza che nessun altro uomo era mai stato capace di provocarle tutte quelle emozioni e capì di essere stata infinitamente stupida a temere il sentimento che provava…la paura di essersi innamorata di lui.
In quel momento, dopo essersi completamente fusa a lui e, quando anche nei momenti in cui aveva perso il controllo, lui era stato sempre dolcissimo e premuroso verso di lei, aveva avuto la certezza che quello tra loro, non era stato solo sesso, quello era amore.
 

“Sei ancora qui con me, detective?”
La voce di Richard e il suo respiro che s’infrangeva sul suo viso, la riportarono da lui.
Sorrise e stringendosi maggiormente allo scrittore, gli disse:
“Non potrei andare in nessun altro posto!”
Si scambiarono un altro bacio e poi si slegò dal loro abbraccio, si girò dal suo lato del letto e scostando le coperte, tentò di scendere.
“Dove credi di andare?” le chiese afferrandola per la vita e tirandola nuovamente verso di se.
Kate si voltò nuovamente verso di lui, “Torno subito” gli disse e dopo avergli lasciato un veloce bacio sulle labbra, si diresse verso la sedia ai piedi del letto, dove aveva poggiato il suo trolley.
Armeggiò un po’ con le cerniere e poi estrasse, da una tasca della fodera, un piccolo pacchetto.
Indugiò per qualche secondo, poi si voltò a guardare Richard, che dal letto seguiva tutti i suoi movimenti. Strinse tra le mani l’oggetto e dopo un profondo sospiro, tornò verso l’uomo.
 
Durante il breve tragitto recuperò qualche indumento e infilò la sua maglia usata come pigiama, prima di lanciare la camicia al suo scrittore. Questa atterrò sulla faccia di Rick che, dopo averla scostata dal suo viso, la indossò, facendo la linguaccia alla sua musa e provocando la sua risata.
“Cos’hai li?” chiese curioso, vedendola accomodarsi sul letto e rigirare il pacchetto tra le mani.
Kate sorrise a quel bambinone di Rick.
È mai possibile che riesci a trovare il modo di farmi ridere e calmare ogni volta che ne ho bisogno?
 Pensò tra sé, poi facendo finta di nascondere il pacchetto, per non farlo curiosare, lo portò dietro la schiena e disse canzonandolo:
“Sei peggio dei bambini!”
“Non è vero…” rispose con un finto tono offeso. “Sono solo un buon osservatore… e quello mi sembra un pacchetto regalo… dato che in questa stanza ci siamo solo io e te…” continuò, mentre tentava di agguantare la detective e sfilarle di mano il pacchetto.
Kate sorridendo, mentre cercava di divincolarsi, gli rispose:
“ma che bravo!” poi tornò seria e puntò i suoi occhi in quelli di lui.
Richard si accorse di quel cambiamento e smise immediatamente di scherzare.
L’atmosfera era diventata improvvisamente tesa.
Kate aveva riportato alla vista il pacchetto e lo fissava indecisa su cosa dire.
A spezzare la tensione fu Castle che, quasi copiando i gesti che la donna aveva fatto una decina di minuti prima, si alzò dal letto dicendo:
“Aspetta un attimo…torno subito”                                                         
Si rivestì alla svelta e uscì dalla stanza senza che lei potesse dire nulla.
 
Erano passati un po’ di minuti, probabilmente solo pochi, ma a lei sembravano un’infinità e di Richard nessuna traccia.
Ora era distesa sopra le coperte e poggiava la testa alla spalliera, guardando in direzione della porta che non voleva saperne di aprirsi.
Quando finalmente sentì il rumore della maniglia che girava e la vide socchiudersi, scattò diritta, sempre fissando l’uscio.
“Scusa…” sussurrò l’uomo entrando piano, dopo aver richiuso la porta alle sue spalle e avvicinandosi, le disse:
“Non riuscivo a trovarlo.” mostrandole un pacchetto molto simile a quello che aveva lei in mano.
“Non ricordavo di averlo portato nello studio, insieme agli altri! Ero convinto di averlo lasciato in camera.”
Erano uno di fronte all’altra, lei seduta al centro del letto e lui inginocchiato.
Si fissavano negli occhi, con un’espressione sorridente in viso.
“Cos’è ?” chiese Kate imitando il tono che Richard aveva assunto quando le aveva posto una domanda simile.
“Ah non so… finché non lo scarti, non lo saprai nemmeno tu!” le disse scherzando e avvicinandole il pacchetto.
“Rick...” iniziò incerta, poi guardando quello che aveva tra le mani, sospirò per prendere coraggio e si decise a parlare.
“…questo… è un regalo per te…” disse alzando verso di lui l’oggetto, poi mordendosi il labbro inferiore “in realtà, questo è il mio regalo di natale per te!”
Castle era rimasto di stucco.
Gli aveva già fatto uno splendido regalo per quel natale, non si aspettava certo di riceverne un altro.
Kate capì cosa stava pensando Rick e spiegò:
“Quando ho comprato i regali di natale per tutti, avevo preso questo per te. Quando l’ho visto, non ho resistito, mi ha fatto subito pensare a te. Poi qualcosa mi ha bloccato…”  si fermò un attimo a quella parola e fece ‘spallucce’, poi continuò:
“allora ho deciso che avrei cambiato regalo… e ho optato per quello che ti ho dato ieri…”
Alzò gli occhi verso di lui, lentamente.
Si sentiva parecchio in imbarazzo per quella rivelazione, ma quando incrociò il suo sguardo, lo vide guardarla con un’espressione dolcissima e un meraviglioso sorriso.
Rick sollevò la mano, portandola al viso della donna e accarezzandole la guancia con il pollice, le disse:
“In realtà anche questo era il regalo che avevo preso per te… poi ho pensato che fosse un po’ azzardato…
Kate si lasciò coccolare dalle sue carezze, ascoltando in silenzio ciò che lui diceva, ma alla parola ‘azzardato’ sollevò un sopracciglio come era solita fare quando cercava una spiegazione da lui.
“Beh… in questi giorni sono cambiate un po’ di cose tra noi… hai condiviso con me alcune cose personali… ma questo regalo… quando l’ho visto ho subito pensato che fosse perfetto per te!”
Sorrise e le fece una nuova carezza.
“Poi… ho avuto paura…”
Kate si scostò di poco dalla sua mano per guardarlo bene in viso. Aveva uno sguardo incuriosito e spaventato per quella frase.
“…paura che fosse troppo personale…” la guardò negli occhi con uno sguardo determinato e disse:
“Ho avuto paura che ti richiudessi dietro a quel muro!”
Distolse lo sguardo da lei, portandolo sul pacchetto e terminò.
“Per cui ho preso le cornici…”
Quando tornò a incrociare il suo sguardo, si sorrisero.
Entrambi avevano avuto lo stesso timore.
Entrambi poi, avevano optato per un regalo diverso e meno intimo. Ma ora che tra loro le cose avevano preso una nuova ‘piega’, quel timore era come svanito ed erano pronti a scambiarsi i loro ‘veri’ regali.
 
 
“Penso sia giunto il momento di scambiarci i nostri regali, non credi?” esordì Richard scherzosamente.
“Direi di si!” rispose Kate, prima di allungare il braccio verso di lui, facendogli segno di prendere il pacchetto.
“Buon Natale Rick!”
Contemporaneamente anche Castle le porse il suo dicendo “Buon Natale Kate!”
Con un sorriso smagliante, guardandosi negli occhi risposero insieme “Grazie!” e si scambiarono i regali.
Kate iniziò a scartare quello che aveva tra le mani, presa dalla curiosità, mentre Rick si era fermato ad ammirare quel lato fanciullesco della donna, a cui ancora non era abituato e stringeva tra le mani il pacchetto.
Quando si accorse che lui non procedeva nell’apertura del regalo, gli chiese:
“Che c’è?”
“Nulla! Voglio solo godermi questo momento!”
Kate sorrise imbarazzata, poi disse:
“Ok! Allora apri tu per primo!”
Richard stava per rispondere quando lei lo interruppe dicendo:
“Ho preso io per prima il pacchetto dalla valigia… se aspettavo te, non me lo avresti mai dato! Concedimi almeno che sia tu ad aprirlo per primo! Sono curiosa di vedere cosa mi hai regalato ma… sono più in ansia per la tua reazione!”
“Ok!” rispose lui e poi aggiunse:
“Qualunque cosa sia…sono certo che mi piacerà! Non devi temere la mia reazione… so che è qualcosa che mi hai preso con il cuore...”
Kate si morse il labbro inferiore e poi dopo avergli sorriso, lo incitò con lo sguardo a procedere.
 
Rick scartò l’involucro e aprì il pacchettino. Rimase un momento a fissare il contenuto e poi alzò lo sguardo in direzione della sua musa.
L’atmosfera era fin troppo tesa e per smorzare un po’ le chiese scherzando:
“Mi hai regalato un guinzaglio?”
Kate sorrise di gusto alla sua battuta e rispose:
“Semmai un collare!”
Si avvicinò a lui e tirò fuori il suo regalo.
 
Era un laccetto rosso in caucciù che terminava con due ciondoli in oro bianco, che fungevano anche da chiusura.
I due ciondoli si completavano a vicenda, uno aveva la forma di una piccola chiave, mentre l’altro era tondo, con al centro un foro che richiamava il buco di una serratura e poco sopra, un  altro foro che disegnava un piccolissimo cuore.
Kate lo srotolò e mentre lo mostrava a Rick disse:
“il commesso mi ha detto che può essere indossato sia come collana che come bracciale, arrotolandolo due volte… A me piaceva più l’idea del bracciale, ma vedi tu cosa preferisci!”
Gli porse il laccetto e Rick, dopo averlo studiato un po’, prestò il suo interesse alla chiusura.
Kate capì a volo i pensieri dello scrittore e prima che lui potesse chiederle nulla, gli disse:
“So che ti stai chiedendo perché una serratura e una chiave…”
Fissò il suo sguardo negli occhi blu dell’uomo e continuò:
“Beh… innanzitutto il laccetto è rosso… il colore dell’amore… il sentimento che provo per te!” all’ultima parte della frase, era di nuovo diventata quasi del colore del braccialetto ed aveva tentato di abbassare lo sguardo, ma Rick le aveva riportato il viso in alto, sollevandoglielo con due dita sotto al mento.
Kate si morse per l’ennesima volta il labbro inferiore e proseguì:
“La chiave…. È quella che apre la porta del mio cuore… e la serratura… beh… ti basta inserirci la chiave… e… se guardi attentamente…” aveva continuato incerta e imbarazzata “ecco… sulla chiave c’è inciso il tuo nome, mentre sulla serratura, il mio! ”
Rick a quelle parole, aveva riportato lo sguardo sui ciondoli e leggendo i loro nomi, aveva sorriso, poi guardando ancora Kate, aveva spostato la mano dal mento al viso della donna e lentamente aveva iniziato a farle delle dolci carezze con il pollice.
Kate prese la mano tra le sue e portandola alla bocca, la sfiorò con piccoli baci, poi quasi in un sussurro disse:
“Il mio regalo è quella chiave, Rick. Adesso sei il solo e unico padrone del mio cuore!”
Castle la guardava con gli occhi lucidi.
Non l’aveva mai visto così emozionato e anche lei non doveva essere da meno… sentiva qualcosa di umido, contornarle gli occhi.
Rick portò l’altra mano dietro la nuca della detective e l’attirò a se, in un bacio delicato e impetuoso allo stesso tempo, carico di dolcezza e passione, nel quale ognuno dei  due riversò tutto l’amore che provava per l’altro.
Quando si staccarono, Richard le porse il braccialetto e le disse:
“Mi aiuteresti a indossarlo?”
Kate prese il laccetto e dopo aver fatto due giri intorno al polso, stava per agganciarlo, quando lui la fermò.
Con la mano libera, prese la chiave e mentre Kate teneva ancora tra la sua il cerchietto,  la infilò nella serratura e girò.
Per tutto il tempo, i loro occhi non si lasciarono nemmeno per un secondo. 
Quando il bracciale fu allacciato, Rick avvicinò al viso il suo braccio, muovendo il polso per ammirarlo  più da vicino.
“È bellissimo!” le disse, poi avvicinandosi nuovamente a lei
“Grazie” sussurrò sulle sue labbra, prima di baciarla.
 
Appena si separarono, fu Kate a interrompere il momento magico.
“Adesso tocca a me, aprire il regalo!”
Si girò verso la sua destra, dove aveva adagiato il pacchetto e appena l’ebbe tra le mani, come una bambina curiosa, lo scartò immediatamente.
Aprì il cofanetto e un’espressione estasiata si dipinse sul suo volto.
“È bellissimo!” esclamò mentre con una mano accarezzava l’oggetto e piano piano staccava la stoffa che lo legava all’astuccio, per fargli mantenere la forma.
“Davvero ti piace?” chiese lui, tutto emozionato.
“Si.” fu il suo flebile sussurro.
Richard le tolse  il regalo dalle mani e come aveva fatto lei, glielo mostrò.
Era un braccialetto in oro bianco, dal quale pendevano sette ciondoli a forma di cerchietti, intervallati da piccole perle di cristallo. La caratteristica dei ciondoli era che, ogni cerchietto raffigurava, in maniera alternata, un quadrifoglio ed un cuore.
Uno dei cerchietti, con all’interno il quadrifoglio, era più piccolo degli altri, mentre quello centrale, che raffigurava uno dei cuori, si differenziava, perché era lavorato in oro giallo.
 “Sai cosa rappresenta?” le chiese e ad un cenno negativo della detective, disse:
"Questo è quello che chiamano il 'bracciale dell'amore o dell'amicizia'...."
Kate spostava lo sguardo dagli occhi di Rick al bracciale, mentre delicatamente sfiorava con le dita il ciondolo con il cuore in oro giallo.
"Quando l'ho comprato non sapevo che significato avresti accettato di dargli... ma esprime tutto quello che tu sei per me... la mia migliore amica… la donna che amo!"
La vide arrossire, sotto al suo sguardo carico di tutto l'amore che provava per lei.
Kate, come aveva fatto lui poco prima, l’accarezzò, in viso, dolcemente. Tracciò con le dita il suo profilo, fino ad arrivare alla sua bocca e con due dita, sfiorò il contorno delle labbra.
Quando tornò a incrociare i loro sguardi, i suoi occhi erano circondati da piccole lacrime.
Era felice! Felice come non lo era mai stata.
Con la voce rotta dall’emozione che stava provando, chiese:
“Me lo metti?”
Rick annuì sorridendo e adagiò intorno al polso delicato della donna, quel bracciale semplicissimo, ma infinitamente bello, proprio come la sua Kate.
Quando anche il suo regalo, brillava al polso, Kate tornò ancora una volta ad accarezzarlo. Percorse tutto il diametro, soffermandosi sulle pietre e sui ciondoli.
Quando raggiunse il cuore giallo, lo prese tra le mani e in un sussurro gli disse:
“È bellissimo Rick…”
Poi puntando i suoi occhi, fissi in quelli di lui, con voce ferma disse:
“È bellissimo…e…può assumere solo un significato…” respirò profondamente mordendosi il labbro inferiore, poi spostò entrambe le mani sul viso di Rick avvicinandolo a sé…
“Ti amo”
Richard sembrava in stato di trans, la guardava come se gli avesse detto chi sa quale cosa orribile, come se non fosse sicuro di aver capito bene.
Lei sorrise a quella faccia stralunata e avvicinandosi ancora di più, prima di baciarlo, ripeté  di nuovo quello che aveva detto scandendo per bene.
“ T i … a m o ”
Quando le loro labbra furono a contatto, Castle si risvegliò dal suo stato comatoso, elaborando ciò che lei aveva appena detto e stringendola forte a se ricambiò il bacio.
“Ripetilo!” le disse a fior di labbra.
Nonostante fossero vicinissimi, poté vedere il sopracciglio di Kate alzarsi e prima che lei potesse accontentare la sua richiesta, le disse:
“Io te l’ho detto almeno tre volte… e sono quattro anni che aspetto questo momento!”
La detective scoppiò in una fragorosa risata e lo scrittore allontanandosi un po’ dal suo viso, con aria seria le disse:
“Non c’è niente da ridere!” prima di scoppiare a ridere anche lui.
Quando tornarono seri, Kate riportò lo sguardo sul suo e poi si avvicinò piano all’orecchio destro e in modo molto sensuale, gli sussurrò “Ti amo”, poi fu la volta del sinistro e un secondo “Ti amo” e in fine, prima di agguantare le sue labbra
“Ti amo Rick…”
Si baciarono a lungo, stuzzicandosi a vicenda, finché il bisogno d’aria non fu impellente. Rimasero però fronte contro fronte e Richard, guardandola negli occhi, con una voce dolcissima disse:
“Sono le due parole più belle che abbia mai sentito!”
Kate sorrise e sfiorando il naso con quello dello scrittore, lo corresse:
“Io ne conosco tre…”
Castle si separò momentaneamente dalla sua musa, con uno sguardo interrogativo.
“Ti amo… e…” iniziò lei ma nel momento esatto in cui stava per pronunciare la terza parola, anche lo scrittore comprese
“Always” dissero insieme.
 
Si sorrisero, incollati con lo sguardo, ipnotizzati dall’atmosfera dolcissima che li aveva avvolti, come in un sogno, che stavolta però, era finalmente, pura e semplice realtà, fino a che lei non distolse per prima gli occhi da quelli di lui, per scendere lentamente a guardare le sue labbra. Le sfiorò con le dita, quasi timidamente e avvicinandosi sempre di più, si ritrovarono ancora una volta, una tra le labbra dell’altro e in men che non si dica, di nuovo distesi sul letto, abbracciati ad accarezzarsi e coccolarsi.
Ad un tratto gli occhi della detective, caddero sulla lucina rossa che lampeggiava sul comodino di fianco al letto.
  Il ciack luminoso indicava che dal loro risveglio, erano passati parecchi minuti. L’alternarsi di 
 quattro cifre, intermittenti, scandivano l’incedere dei secondi.
  Kate scattò di colpo e si posizionò seduta.
  Richard, che era intento a coccolare la sua musa, saltò di contraccolpo e dopo un attimo di 
  smarrimento, la guardò negli occhi.
  Nello stesso istante, Kate disse:
  “Oh mio dio! È’  tardissimo!!”
  Richard guardò la radiosveglia, che indicava appena le 11 del mattino, del giorno di Natale.
  “Kate… Natale… vacanze…. relax??.... le hai mai sentite queste parole?”

Lei, gli rivolse un occhiataccia e storcendo il naso disse:
“Spiritoso!!!” poi tornando seria
“Lo sai che fra un po’ si alzeranno tutti?? Anzi è probabile che mio padre sia già in giro… non credo che tu voglia farti vedere da lui così….”
“A parte che quello mezzo nudo non sono io…” rispose lasciandole un occhiata indagatrice e rimanendo imbambolato a fissarle le lunghe gambe scoperte.
Quando rialzò gli occhi sul suo viso, la vide fissarlo con uno sguardo truce e riprese serio:
“Ok ok ok!!! Ho capito!! Vado a darmi una sistemata e poi a preparare la colazione!”
Scese dal letto e dopo aver rinfilato le pantofole, in coordinato con il pigiamino, tornò a inginocchiarsi sul letto.
Si sporse verso la detective che lo guardava, trattenendo a stento un’altra risata, per la sua mise e le schioccò un sonoro bacio in testa.
Quando tornò a guardarla in viso, le disse:
“Tu, resta ancora un po’ a riposarti… mi occuperò io di tutto!” poi fingendo un espressione serissima.
“Mi raccomando… non lasciarti abbindolare da quel Morfeo…” alzò il sopraciglio e le chiese:
“Non è che appena giro l’angolo mi rimpiazzi?”
Kate, non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata.
“No,non preoccuparti! Come potrei?” lo scrutò per un secondo “Sei così sexy con in dosso il completino con gli orsacchiotti!” riuscì a dire tra un respiro e l’altro.
Rick sbuffò e si diresse verso la porta.
“Mi preparo e ti raggiungo!” gli disse, mentre si alzava anche lei dal letto.
Prima di richiudere la porta, le disse
“Kate..”
“Si” rispose la detective, girandosi a guardarlo
“Ti amo!”
Lo vide sorriderle con un espressione felice e uno sguardo carico di amore e a sua volta, gli sorrise e con una voce dolcissima  rispose “Ti amo”.
Quando si trovò a fissare la porta chiusa, nella sua mente e nel suo cuore, si aprì un’unica consapevolezza!
Ci aveva messo un'infinità di tempo per aprirsi a lui, per capire che lui era la sua parte mancante, o forse l’aveva sempre saputo, ma una stupida paura l’aveva sempre bloccata.
Il calore che si diffondeva dal suo cuore, anche al solo sorriso rivoltole da quell’uomo, o quelle due piccole parole, così dolcemente pronunciate, le infondevano la sicurezza che
quell’insopportabile scrittore che la seguiva passo passo da ormai quattro anni.
Il suo ‘braccio destro coraggioso’…. il ‘partner perfetto’…. un padre sempre attento e premuroso… un amico leale… la persona che ci sarebbe sempre stata, pronto a rischiare qualunque cosa per lei…
Richard… l’unico uomo che avrebbe voluto accanto per il resto della sua vita.
Lui era l'unico e il solo e lo sarebbe stato per sempre.
 
 



Il mio Angolo...by Vulpix
AriSalveeeeeeee
come va?
Beh poi non ditemi che non vi voglio bene!
Nonostante che nella mia stanza sembri scoppiata una bomba, ho finito di fare le valigie e prima di sistemare ho pensato di aggiornare!
Spero di avervi fatto felici!

Io invece non so se essere felice perchè finalmente è finitaaaa o triste per lo stesso motivo!
Ho fleggato la casellina completa e mi è preso il magone ç__ç

Vabbè!!! domani partoooo e sabato sarò a NY YEAAA
è bastato poco per farmi riprendere ahahah
però se mi lasciate un commentino me fate contenta 2 volte!!!

Un MECA STRA GRANDE GRAZIE alla matta 1rebeccam che mi sopporta più che supporta!!!
& alla mitica Mari24 che mi ha letto e corretto in anteprima! GIURO CHE E’ VERO!!!!
Bacino anche a Jess che in 2 giorni s'è letta tutta la serie <3

Per la vostra gioia, mi ritiro per un pò dalle pubblicazioni...
sperando che i mesi futuri siano migliori di quanto si prospettano....
se no... beh vorrà dire che mi leggerete (qua nelle recensioni, o anche pubblicazioni... o su fb) più spesso :P
(ve conviene pregare che migliorino .P)

Se non ci si legge(e domani dubito fortemente, poi non avrò internet se non wifi a scrocco….)
Buone News dal mondo Castle!!!!!!!!!!!!!

Ps: so che non ci apizzava nulla ma quella sveglia ciack l'adoro troppo!!! è a casa di mio fratello... ma prima o poi me la compro (o rubo)...
Pps: vi lascio anche la foto dei regali di Rick & Kate....


<3
Vulpix
:>
 

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