Split

di NikkiLu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Split ***
Capitolo 2: *** Need ***
Capitolo 3: *** Invincible ***
Capitolo 4: *** Lovers In Japan ***
Capitolo 5: *** Lovers In Japan II ***
Capitolo 6: *** Apology, kisses and glances ***
Capitolo 7: *** Meet the friends and fallin in love for the last time ***
Capitolo 8: *** Michael Angarano vs....Tom Sturridge? ***
Capitolo 9: *** Blood, Tears and Gold ***
Capitolo 10: *** Crudelia ***



Capitolo 1
*** Split ***


 Salve! Inizio dicendovi che questa è la mia prima fan fiction in assoluto, perciò siate clementi JA dire il vero è da un po’ di tempo che ci lavoro ma ho deciso di pubblicarla solo ora.  Qualche mese fa iniziai a pensare al povero Michael e a come avesse preso la rottura con Kristen, ma soprattutto cosa Kris gli avesse detto… spero di avervi incuriosito…e buona lettura!
P.s. Il linguaggio è un po’ colorito…
 
 
“Senti Mike mi dispiace…davvero”
“Ah ti dispiace…Dio Kristen come hai potuto farmi una cosa simile è? Come hai   potuto?”
Era davvero arrabbiato. Ma come potevo biasimarlo? Ero stata una grandissima stronza. Non sapevo cosa dire, perché ero consapevole di avere torto.
Eravamo nella cucina dei miei genitori, che fortunatamente, quella sera erano fuori.
“Mi dispiace – ribadì- sei stato fondamentale per me. Ci sei sempre stato ,e io non finirò mai di ringraziarti, ti voglio un bene dell’anima e ti ho amato, davvero ,però adesso…”
“Certo...adesso non mi ami più. E chissà perché è? Dio Kristen come sei…ipocrita.  Non hai nemmeno il coraggio di dirmi la verità!”
“Ma è questa la verità! ”
“Ah quindi non c’entra niente un certo inglese?”
Abbassai lo sguardo e fissai le mie mani poggiate sopra il bancone.  Colpita. Una parte di me voleva confessargli la verità, dopotutto era suo diritto sapere, ma forse avrei  rischiato di farlo stare peggio…
“Ti prego Kristen dimmi che non è come penso…”
 “Senti Mike…non credo che sia il caso di...” non volevo ferirlo. Gli avevo già fatto abbastanza male.
“invece credo sia il caso!  Mi inviti a casa tua dicendomi di voler cenare con me, io e te soli, arrivo qui e mi lasci su due piedi dopo una storia durata quattro anni…scusami tanto se ti chiedo spiegazioni!” disse ironico
“Mike, io, io…”
 “Lo sapevo! Lo sapevo che non dovevo fidarmi e che sarebbe andata  a finire così!” “Mike, ti prego cerca di calmarti…” cercai di tranquillizzarlo, inutilmente.
“Mi stai lasciando per uno che di te non gliene frega un emerito cazzo!  Ti sta solo usando! Sei proprio una stupida…davvero credi che sia innamorato di te? Sei il suo giocattolino personale!”
“ Smettila!”
“Cosa sto dicendo? La verità! Lui è uno stronzo e tu, tu… tu sei una puttana!”
Non potevo credere che pensasse quello di me, non potevo credere che l’avesse detto.
“VAI FUORI DA CASA MIA RAZZA DI IDIOTA!”
“Cazzo è la verità! SEI STATA A LETTO CON LUI MENTRE STAVI ANCORA CON ME! LA SERA QUANDO TI CHIAMAVO PER DIRTI QUANTO TI AMASSI E CAZZATE VARIE MOLTO PROBABILMENTE ERI NEL SUO LETTO, KRISTEN, NEL LETTO DI UN ALTRO UOMO!!”
Non proferivo parola. Non l’avevo mai visto così arrabbiato, mai. E in un certo senso mi faceva…paura.
“Cazzo- sbatté un pugno sul tavolo- tutte le volte che mi guardava con quell’aria strafottente…mi prendeva per il culo!!”
“Mike per favore calmati…”
“Calmarmi? Mi stai chiedendo di calmarmi?’’
“Sai cosa ti dico? Quando ti manderà a quel paese, perché lo farà, ti renderai conto della cazzata che hai fatto e tornerai piangendo da me!”
“forse è meglio che tu vada…”
“Vaffanculo!”
Non sapevo più come gestire la situazione, era del tutto fuori di sé e non potevo permettermi di contraddirlo o di controbattere perché avrei solo rischiato di farlo arrabbiare ancora di più. Iniziò a vagare per la cucina, senza fermarsi. Improvvisamente tirò un pugno al muro, facendomi sobbalzare.
“Vai a farti fottere da quel drogato!  MI FAI SCHIFO! HAI PERMESSO A LUI DI TOCCARTI DI ,DI….” Fece una pausa e un respiro profondo.
“Dio Kris, non riesco nemmeno a guardarti! credevo che mi amassi…credevo che tu fossi diversa dalle altre, invece a quanto pare mi sbagliavo…”
Improvvisamente calò il silenzio nella stanza, io continuavo a tenere lo sguardo rivolto verso il basso. Poi lo sentì camminare, avvicinarsi. Afferrò il mio polso, violentemente.
“Almeno dimmi quando…”
“Non credo che..” la stretta aumentò.
“QUANDO?”
A quel punto era inutile continuare a mentirgli…
“in giappone…”
Sgranò gli occhi, mollò la presa sul mio polso spingendomi ed iniziò ad applaudire. Si avvicinò di nuovo ed io automaticamente indietreggiai.
“sai qual è la cosa che mi fa più incazzare? Che tu continui a ritenerti perfetta, vuoi fare la ragazza per bene, semplice...dici di essere diversa dalle altre, ti ritieni superiore…- alzò il sopracciglio , scettico- sai qual è la verità? Che sei peggio di tutte le altre! mi fai schifo, non ti sputo addosso perché…non so nemmeno io il perché…”
Improvvisamente le lacrime cominciarono a rigarmi il viso, abbassai la testa.
“io ti ho dato tutto… e tu che hai fatto in cambio? Non solo mi hai tradito ma non hai avuto nemmeno il buon senso di dirmelo! sono passati 4 mesi..Kristen…4 mesi. Sai cosa ti dico? Che è questo che ti meriti… vuoi stare con lui, perfetto…stai con lui, a me non interessa, una come te non la voglio avere accanto. Ma sappiamo benissimo entrambi che ti manderà a quel paese prima o poi. Sei solo il suo giocattolino di turno… sei il trofeo che deve mostrare ai suoi amici, sei solo questo per lui…” dai suoi occhi si poteva leggere solo cattiveria.
“ADESSO BASTA!” ormai avevo iniziato a piangere rumorosamente. non potevo sopportare tutto ciò, non ce la facevo.
“cosa pensi? Pensi di poter aver un futuro con lui? Di poter costruire una famiglia? Si ubriaca tutte le sere in un pub diverso e cosa più importante di sbatte una diversa ogni sera”.
No, quello era troppo.  Fortunatamente sentì il portone di casa aprirsi, e ringraziai Dio.
“Kris? Siete a casa?”
Mio fratello Taylor seguito dalla mia famiglia entrò in cucina. Tutti guardarono prima me e poi Mike, poi di nuovo me.  Poi quando mia madre si accorse che qualcosa non andava, che stavo piangendo, disse ai miei fratelli minori di andare in camera loro.
“Dana, Taylor…andate a dormire, è tardi..”
Loro stranamente ubbidirono immediatamente, senza fare domande. Mio fratello maggiore rimase in cucina.
“Cosa sta succedendo?” disse preoccupato.
Mio fratello era particolarmente protettivo nei miei confronti, mi vedeva come una bambina e in fin dei conti Mike non gli era mai andato a genio, e avermi trovato in lacrime di sicuro non aveva contribuito a fargli cambiare idea sul suo conto; non che mi interessasse a questo punto…
Nessuno parlò. Io continuai a singhiozzare: ormai ero partita e non mi sarei fermata facilmente.
“Andiamo Cam..lasciamo che risolvano tra loro…” suggerì mia madre.
“No!- disse improvvisamente Mike- no...state pure! Anzi sono sicuro che Kristen voglia spiegarvi cosa sta accadendo e ciò che mi stava dicendo fino ad un momento fa, vero?” disse guardandomi con un sorrisetto  maligno stampato nel volto. Non ci potevo credere. Non poteva farmi questo. Non poteva umiliarmi e farmi passare davanti agli occhi della mia famiglia come una poco di buono…non poteva.
I miei mi guardarono stavano aspettando una risposta, che io avrei dovuto dargli.
“Io...io e Mike ci siamo lasciati...” sussurrai.
Il silenzio se possibile si fece ancora più pesante. Mia madre sospirò, ma non disse nulla…
“E il perché ci siamo lasciati non glielo vuoi dire?” continuava a fissarmi, cattivo.
Io non rispondevo, non questo no. Abbassai la testa.
I miei si aspettavano una risposta, dopotutto io e Mike stavamo insieme da quattro anni e loro lo conoscevano da molto tempo, aveva trascorso tante giornate a  casa nostra.
“Ve lo dirò io…- disse camminando- Kristen, Kristen  mi ha tradito! Vostra figlia è andata a letto con un altro mentre stava ancora con me…e mi ha mentito…”
Il danno era tratto. Aveva spifferato tutto ai miei genitori, mi aveva umiliata, come potevo credere che mi amasse o che mi avesse amato. Non era umanamente possibile!
Il silenzio calò nella cucina. Nessuno si azzardava a dire niente. Mike aveva deciso, finalmente, di andarsene.  Camminò e mi passò accanto.
“Non doveva andare a finire così…” non lo guardai neanche in faccia quando pronunciò quelle parole, ero troppo arrabbiata per quello che aveva appena fatto.
“Ah… saluta Rob da parte mia mi raccomando… e digli anche tanto che ci sei che un uomo non l’avrebbe mai fatto, io non l’avrei mai fatto…con una ragazzina...con che coraggio? ” fece una smorfia di disgusto. Una ragazzina? Ero senza parole.
Mi girò le spalle salutò i miei con un semplice “Arrivederci” e uscì da casa mia, sbattendo la porta. Alzai la testa e incrociai lo sguardo apprensivo di mio fratello. Mia madre invece guardava il pavimento, stava male dopotutto si era affezionata a Mike, anche se non me l’avrebbe mai detto. Lo sguardo di mio padre era indecifrabile.
In quel momento volevo solamente restare sola, volevo solamente sentirlo.
“Scusate” dissi dirigendomi verso il secondo piano. Mio fratello tentò di fermarmi
“ehy…” disse dolcemente.
Gli feci cenno di no con la testa e lui, capendomi al volo, mi lasciò andare.
Salì le scale velocemente, corsi in camera mia presi il mio cellulare e lo chiamai.
Uno, due ,tre squilli…pregai con tutta me stessa che rispondesse e infatti…
“Pronto?”
“Rob..” dissi tra le lacrime, sollevata.
“Ehi…che succede?” disse preoccupato
“Mike…” riuscì solamente a dire
“Che ha fatto?” disse sprezzante.
“L’ho lasciato e lui, e lui..” non riuscì a terminare la frase…ripresi a piangere forte.
“Kris, per l’amor del cielo, calmati…per favore, non piangere..”
Feci un respiro profondo e cercai di calmarmi. Dopo qualche minuto fu lui a riparlare…
“Meglio?”
“S-si…”
“Allora che cosa è successo?”
“L’ho lasciato, ha capito di noi due e a quel punto non ho negato…poi sono arrivati i miei e gli ha detto quello che era successo tra noi …Rob, mi ha offeso, mi ha chiamato puttana, ha detto che sei uno stronzo, che non sei un uomo..io,io...mi ha fatto passare come una poco di buono davanti ai miei genitori..” ricominciai ad agitarmi e a piangere.
“Amore, calmati…va tutto bene…è solo un cretino, nessuno pensa questo di te, davvero…”
“---sicuro?” domandai incerta.
“Sicurissimo…”
Calò il silenzio.
“Rob?” fui io a riparlare per prima.
“dimmi…”
“io, io…voglio vederti…mi manchi..” confessai.
“Anche a me manchi, tanto…”
“Allora puoi venire qui…”suggerì imbarazzata
“Kris…davvero, io voglio vederti, però non mi sembra il caso di…”
“Ti prego…” scoppiai a piangere di nuovo
“Va bene...sono lì tra una mezzoretta..”
“Grazie…”
“E di che piccola?”
“A dopo”
I miei si sarebbero incazzati, e anche di brutto. Ma ormai avevo preso la mia decisione e avrebbero dovuto imparare a rispettarla perché per niente al mondo avrei cambiato idea. Dopotutto una parte di me sapeva sin dall’inizio che sarebbe andata a finire così…e io non avevo fatto niente per evitarlo: e andava benissimo così.
 
 
Fatemi sapere cosa ne pensate, per me è importante… J

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Capitolo 2
*** Need ***


L’aveva lasciato. L’aveva lasciato, per me.  Non ci potevo credere, sembrava tutto così irreale. Per un momento credetti di stare sognando ad occhi aperti. Rimasi a fissare il vuoto, sorridendo, per qualche minuto. Quanto avevo sperato che quel giorno arrivasse? Tanto, forse pure troppo.  Ma ne era valsa la pena perché adesso, adesso…l’aveva lasciato. Voleva vedermi, aveva bisogno di me. Sentirla piangere mi aveva spezzato il cuore. Quell’essere l’aveva offesa, l’aveva umiliata davanti ai suoi genitori…il quel momento l’odio che provavo nei suoi confronti aumentò ed arrivò a livelli sovraumani. Mi iniziarono a pizzicare le mani. Il pensiero del male che quell’idiota le aveva fatto  bastò a trasformare la felicità che avevo provato fino a qualche secondo  prima in pura rabbia. Se l’avessi avuto tra le mani…  improvvisamente mi ricordai che dovevo andare da lei e così indossa velocemente il primo paio di jeans che trovai, una maglietta nera ed una felpa. Stavo per uscire dalla camere quando mi ricordai:
“il cellulare…” rientrai nella stanza ed afferrai il telefono da sopra il comodino. Chiamai Dean.
“Rob?”
“Ei mi serve una macchina…immediatamente.”
“Dove devi andare alle…11 di sera?” chiese scettico.
“Vieni nella hall….” Dissi semplicemente per poi attaccare.
Scesi le scale di corsa , impaziente di andare da lei.  Arrivai alla reception e attesi Dean che fortunatamente arrivò solo un minuto dopo di me.
“Allora?”
“Bhè…ecco, io…dovrei andare da Kristen…”
“come?”
“Hai capito benissimo…” replicai scocciato
“Senti Rob non mi sembra il caso di, di…”
“Ascolta Dean…non voglio perdere la pazienza, perché non mi piace essere maleducato…”
“Rob- mi interruppe- lo so, ma la Summit…”
“Lavori per me o per la Summit?”
“Per te…”
“Ecco allora…dammi la mia macchina…”
“D’accordo…- disse rassegnato- aspetta qui…”
Rimasi nell’ingresso per  quasi dieci minuti, fino a quando Dean arrivò.
“è qui fuori… andiamo”
“Andiamo?” dissi alzando un sopracciglio.
“Si, ti accompagno…”
Uscì prima di me dall’hotel per controllare se ci fossero paparazzi nei dintorni.
“Via libera…” disse tenendomi aperto lo sportello e io mi catapultai letteralmente nella macchina, che partì immediatamente frecciando per le strade di Los Angeles.  Dopo circa dieci minuti di viaggio la macchina si fermo ad un semaforo e fu circondata da paparazzi, che iniziarono a scattare foto.
“Cazzo!- urlai cercando di coprirmi con il cappuccio- e questi da dove spuntano?”
“forse erano appostati vicino all’hotel….ci avranno seguiti..” disse Dean.
“Merda, merda, merda…”
Adesso non potevo andare da lei. Mi avrebbero seguito e quando avrebbero visto dove ero diretto, anzi, da chi…  non osai nemmeno immaginare cosa sarebbe successo. Non mi andava incasinare Kris ulteriormente, aveva già abbastanza cose a cui pensare.
Presi il cellulare e la chiamai…rispose al secondo squillo.
“Rob! dove sei?” chiese speranzosa.
“Senti Kris, c’è un problema…- tentai di spiegarle- i paparazzi mi stanno seguendo e non credo di farcela a venire…”
Silenzio. Non proferiva parola…
“Ah…d’accordo” disse delusa
“mi  dispiace, cazzo…vorrei, dovrei, essere lì con te…”
“Rob, dai non fa niente…- disse cercando di convincere più se stessa che me- non è colpa tua, no?”
Avrei voluto spaccare qualcosa…
“senti, facciamo una cosa…adesso tu vai a dormire e domani mattina io verrò. Troveremo un modo per allontanare quelle teste di cazzo, te lo prometto…” 
“Va bene…” acconsentì esausta.
“Notte…” le dissi dolcemente
“Notte..”
Dean fece cenno al conducente di tornare all’hotel. In quel momento avrei spaccato qualcosa…la mia donna, anzi, la mia futura donna stava male, stava piangendo ed io non potevo fare niente, mi sentivo inerme, inutile…  cazzo, cazzo, cazzo, perché doveva essere tutto così maledettamente complicato?  Perché non potevo solamente raggiungerla ed rassicurarla, perché? Tutto questo era…ingiusto. Era ingiusto che quelle arpie non ci lasciassero in pace, seguendoci ovunque; era ingiusto che io dovessi rimanere single per “vendere” di più… “le tue fan ti vogliono single, Rob prima impari ad accettarlo e meglio è per tutti. Se sei arrivato fino a qui è grazie a loro e se ti dovessero abbandonare sarebbe la fine…”. E così mi ritrovavo imprigionato.  No io non ci stavo…dovevo andare da lei e o in un modo o nell’altro ci sarei riuscito, subito.
“Torni indietro…” dissi semplicemente
“Scusi?”
“non voglio andare all’hotel…mi porti dove le era stato detto…”
“Come vuole…”
Mi girai in direzione di Dean che mi guardava sconvolto.
“Ma dico, sei impazzito?? Li hai visti???”
“Si, li ho visti..” dissi calmo
“Rob senti io non so cosa ti stia passando per la testa…ma sei troppo lunatico! Questi tuoi cambiamenti di umore mi stanno facendo venire il mal di testa!”
Feci finta di non averlo sentito e  mi rivolsi al conducente intimandolo di fare la strada più lunga, prendendo varie strade, nel caso in cui ci avessero seguito. Inviai subito un messaggio a Kristen.
“sto arrivando…”  
L’occhio mi cadde sull’ora e mi accorsi che era già mezzanotte .
“Rob sei sicuro che ne vale la pena?- mi chiese- lo so che queste sono faccende private e riguardano solo te e lei però..”
Non lo lascia nemmeno finire.
“Ecco hai detto bene sono private…” lo fulminai con lo sguardo.
Sapevo già quel era il suo pensiero a riguardo. Non mi aveva mai incoraggiato, diceva che era solo tempo perso, che stavo trascurando tutto quello che mi circondava e non stavo dando la giusta importanza a quello che, con non poca fatica , ero riuscito a raggiungere. Ed io più volte avevo cercato di spiegargli, di fargli capire che lei era molto più importante di tutto ciò. Naturalmente non era l’unico a pensarla in questo modo. L’unica persona che, in un certo senso, aveva capito quello che provavo era stata Catherine.  Lei era sempre stata dalla mia parte, perché aveva notato che tra di noi c’era qualcosa di speciale, qualcosa di unico. Era però molto legata a quell’essere del suo ex fidanzato da un rapporto di amicizia iniziato già da tempo, e naturalmente non poteva apertamente prendere le mie parti, e io la capivo perfettamente.  Le voglio davvero bene, mi ha dato un sacco di consigli utili.  Anche se, devo ammetterlo, all’inizio non mi era andata proprio a genio. Soprattutto quando aveva più volte sottolineato il fatto che Kris non solo era fidanzata con uno dei suoi più stretti amici ma che era anche minorenne e che sarei potuto finire in galera se solo l’avessi sfiorata. Da pezzi, è? Credevo avesse il complesso di Peter pan, convinzione che fu confermata quando in un giorno di pioggia ci costrinse a fare la fatidica danza della pioggia per far uscire il sole.
Dean mi risvegliò dallo stato di trans in cui ero caduto da chissà quanto tempo. 
“Rob siamo arrivati…”
“ehm…si!”
Intravidi dal cancello le macchine dei suoi genitori. Eh già loro… forse, anzi, molto probabilmente, erano  un altro problema da aggiungere alla mia lunga lista. Presi il cellulare e la chiamai.
“Kris.. io sono qui fuori” le comunicai.
“Scendo…” disse stranamente allegra
Riagganciai e tirai su il cappuccio.
“Mi raccomando…” mi avvertì Dean
Mi limitai ad alzare gli occhi al cielo e a scendere dall’auto. Senti un rumore stridulo, un cancellino si aprì, e lei uscì. Indossava un paio di shorts di jeans con una felpa nera, anzi con la mia felpa nera :era enorme. Le copriva quasi completamente i pantaloncini.  Restammo in silenzio mi limitai ad andarle incontro, quando fummo abbastanza vicini mi prese la mano, intrecciò le nostre dita e mi trascinò dentro casa.  Dato che indossava il cappuccio anche lei non riuscivo a vedere il suo bellissimo volto. Una volta entrati in casa salimmo subito la rampa di scale ed entrammo  nella prima porta a destra, una volta dentro Kris lasciò la mia mano e chiuse la porta a chiave. Rimase per qualche secondo di spalle con la mano nella maniglia. Ancora nessuno dei due si era azzardato ad aprire bocca. Mi avvicinai , le posai una mano sulla schiena e immediatamente lei si voltò scontrandosi contro il mio petto ed abbracciandomi. Automaticamente la avvolsi e la tenni stretta tra le mie braccia. Portai una mia mano dietro la sua nuca in modo da poterla avvicinare ulteriormente a me e presi a carezzarle la schiena. Dopo qualche minuto puntò i suoi occhioni verdi nei miei e posò dolcemente le sue labbra sopra le mie, prendendomi in contro piede, e lasciandomi un bacio a stampo. Poi dopo aver poggiato la sua fronte su la mia mi sussurra teneramente:
“Grazie…”
“E di che scricciolo..”
Decisi di smorzare la tensione.
“Mmm…- dissi guardandomi attorno- e così, questa è la tua camera…”
“Già…” disse timida.
“Mi piace…” commentai
Dopo essermi messo a sedere sul letto, lei si avvicinò, accomodandosi accanto a me.
“Non posso crederci….sei qui.” Disse sorpresa
“Ei…dovresti imparare a prendermi un po’ più sul serio…” 
Il silenziò calò nella stanza, fino a che fui io a parlare:
“Mai i tuoi sanno che sono qui?”  chiesi.
“Mmm…sicuramente ti hanno sentito arrivare ma non hanno fatto domande…”
“Capito…”
Sbaglio o c’era…imbarazzo?
Improvvisamente Kris iniziò a baciarmi il collo, per poi risalire sulla mascella. Ecco, come non detto. Si mise a cavalcioni su di me, seduto ai piedi del letto, e avvicinò le sue magnifiche labbra alle mie. Il bacio era dolce, tenero…fino a quando sentì la sua lingua fare pressione tra le mie labbra per schiuderle, naturalmente la lascia entrare. Le nostre lingue si incontrarono e il bacio da dolce divenne carico di passione. Sentivo la sua lingua sul palato, esplorare la mia bocca. Le sue mani stringevano i miei capelli, attirandomi a sé e facendo scontare il suo seno nel mio petto. A quel contatto sentì la mia erezione iniziare a pulsare. Automaticamente spostai le mie sul suo fondoschiena e la spinsi contro di me, facendola strusciare contro il mio rigonfiamento, e lei di rimando gemette. Ci staccammo qualche secondo per riprendere fiato, ma subito cominciò  a baciarmi il collo, fino a risalire al lobo dell’orecchio. Dio cos’era.
“Kris, ti avverto… sto iniziando a perdere il controllo…” la avvisai sorridendo.
“E il problema sarebbe…” sussurrò sensuale al mio orecchio.
“che non ragionerò più…”
“E il problema sarebbe…” soffiò nuovamente provocandomi brividi lungo tutto il corpo.
“Che non riuscirò a fermarmi…”
“Ribadisco e il problema sarebbe…?” Sorrisi. Lo voleva almeno quanto me.  Mi distesi nel letto, raggiungendo i cuscini e portandola sopra di me. La sentì togliersi i calzoncini e la felpa, dopo di che si sdraiò sopra di me, facendo scontrare più volte i nostri bacini.
“Queste sono di troppo” disse sfilandomi la felpa e la maglietta e gettando entrambe da qualche parte . si tolse il reggiseno e finalmente sentì il suo seno premere contro il mio petto . la mia erezione aumentò  ulteriormente. Portò le sue mani sul bordo dei miei jeans e la aiutai a sfilarmeli , approfittando per togliere anche le scarpe. Con uno scatto la portai sotto di me. I nostri sguardi si incatenarono. I suoi bellissimo occhi verdi erano lucidi. Capì che aveva bisogno di me, esattamente come io avevo bisogno di lei. Non c’era tempo per i preliminari, doveva sentirmi dentro di lei al più presto, dovevo farle capire che io c’ero veramente.
“Ti prego..” disse dando voce ai miei pensieri.
Le sfilai le mutandine , e poi le allargai leggermente le gambe  per posizionarmi meglio su di lei.  Intrecciai le nostre mani e affondai in lei provocandole un urletto di piacere, che tentai di bloccare baciandola.
“No-non che non mi piaccia sentirti urlare, anzi…ma la tua famiglia è a qualche metro da noi…”  le sussurrai.
Intrecciò le gambe dietro alla mia schiena, ed il ritmo delle spinte cominciò ad aumentare  man mano che il bisogno diventava più urgente.
“R-rob..pi-più f-forte…”
Ubbidì all’istante, e dopo qualche secondo raggiunsi l’orgasmo seguito a ruota da lei. Ci baciammo per impedire di farci sentire. Mi accasciai esausto posando la testa sopra la sua spalla. Stavo per uscire da lei quando mi fermò.
“Aspetta…” sussurrò dolce e un po’…imbarazzata?
Per paura di pesarle addosso la feci posizionare sopra di me, rimanendo comunque sempre in lei e coprì entrambi con il lenzuolo. Mi baciò il petto,  per poi poggiarci la testa, mentre io le carezzavo dolcemente la schiena.
Calò il silenzio, e inizialmente pensai che si fosse addormentata, ma poi parlò.
“Sono contenta che tu sia qui…”
“Anche io…” risposi sincero.
Si strinse ulteriormente a me, affondando il volto tra la mia spalla e il mio collo. Sarei potuto rimanere in quella posizione per sempre.
“Prima che arrivassi tu ha chiamato Ruth…le ho raccontato tutto e ha detto che domani mattina deve parlarci…” disse scocciata.
“Ah…”
Sapevo già cosa ci avrebbe detto.
“Io..” provò a dire ma la fermai.
“No...non pensiamoci ora. Ne parleremo domani mattina…” dissi. Non volevo rovinare quel momento perfetto.
“D’accordo- acconsentì- resti a dormire qui, vero?”
“Certo..”
 
 
 
Ecco il secondo capitolo. Spero vi sia piaciuto. Ho intenzione di pubblicarne un terzo…il prima possibile. Se vi va lasciate pure un commento!  Ja presto! 

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Capitolo 3
*** Invincible ***


So di essere in un incredibile ritardo…mi dispiace molto. Farò di tutto per far si che non accada più! Allora il titolo di questo capitolo è anche il titolo di una canzone davvero bella. La prima volta che l ho sentita ho pensato subito a Rob e Kris.  Vi consiglio di ascoltarla e soprattutto di leggere il testo. Buona lettura!
 
 
Kristen Pov
Ah, yeah, they said we shouldn’t, ah, they said we wouldn’t
Ah look where we are, we’ve done what they thought we couldn’t
As bad as the odds were looking, push yeah, we kept on pushing
And every time I nearly hit the ground, you were my cushion


Ah, sì, hanno detto che non dovremmo, ah, hanno detto che non avremmo
Ah, guardate dove siamo, abbiamo fatto quello che loro pensavano non potevamo
Le probabilità sembravano così scarse, spingere sì, abbiamo continuato a spingere
E ogni volta che ho quasi toccato il suolo, tu eri il mio cuscino
 
Mi distesi sul suo petto, ed allungai il braccio verso il comodino tentando di afferrare il cellulare. Riuscì a prenderlo e risposi gettandomi sul cuscino e distendendomi nuovamente a pancia in su.
“Pronto..” dissi assonnata.
“Kris…sono io” la voce di Ruth mi arrivò ovattata. Intanto Rob aveva lasciato un leggero bacio sulla guancia, per  poi scendere sul collo, le spalle…
“Mmm…dimmi…”
“Tra 20 minuti sono lì…”
Agganciò senza darmi il tempo di rispondere, di obbiettare. Lanciai il cellulare sul tappeto.
“Chi era?” chiese sensuale al mio orecchio
“Era Ruth…sta venendo qui..”
Mi girai di lato, appoggiandomi su un fianco per riuscire a vederlo bene. I suoi occhi azzurri erano bellissimi, anche di prima mattina. Intrecciamo le nostre gambe, e a quel contatto così intimo sussultai. Ci fissammo per qualche minuto, senza dire niente, fino a quando fu lui a parlare:
“A proposito…buongiorno” disse sorridendo.
“Buongiorno anche a te…”
Stranamente ero tranquilla e serena. Quello che era successo la sera prima rimaneva per me solo un ricordo lontano.
“Chissà cosa deve dirti di tanto importante…”
“Credo di averne una vaga idea- dissi, facendo una smorfia- di sicuro qualcuno l’avrà chiamata per farmi la paternale…”
Il silenzio piombò nella stanza.
“Allora…non mi hai ancora detto come hai fatto a venire qua..” dissi ricordandomi quello che era successo la sera prima con i paparazzi.
Sinceramente quando la sera prima mi aveva comunicato di non farcela a raggiungermi ci ero rimasta un po’ male, anzi, abbastanza. Ma poi fortunatamente quel messaggio, che cambiò la situazione.
“ho girato praticamente tutta Los Angeles per seminarli…diciamo che ho visto un sacco di stradine sperdute dei dintorni…”
“sembriamo due criminali” dissi malinconica.
“Già..- disse-Forse è meglio se ci mettiamo qualcosa addosso, non che tu non mi piaccia così ma Ruth sta arrivando e non so quanto possa essere felice di trovarmi nudo nel tuo letto…” disse sorridendo.
“Io fossi in lei, sarei molto felice…” mi alzai coprendomi con il lenzuolo, e lasciando a lui il piumone.
Sorrise. Lo sguardo casualmente mi cadde sul gonfiore che aveva in mezzo alle gambe, e non potei fare a meno di trattenere una risatina di compiacimento.
Mi girai incrociando il suo sguardo perplesso. In un primo mento pensai che si fosse accorto che avevo notato il suo amico sull’attenti già di prima mattina, ma invece era perplesso per un’altra cosa.
“questa è nuova…perché ti copri tutta con il lenzuolo? Che c’è? ti vergogni?” disse alzando un sopracciglio e sorridendo sornione.
“Sai Rob si chiama SENSO DEL PUDORE! ” risposi ridendo
“Certo… come se non ti avessi visto nuda! Ah, aspetta quando è stata l’ultima volta? Mmm…5 minuti fa?”
“Scemo” dissi lanciando i box che avevo trovato ai piedi del letto.
“Vado a farmi una doccia, non ti muovere da qui…” lo avvertì dirigendomi verso il bagno che avevo in camera.
“Sennò?” disse ghignando.
“Oh, anzi se proprio vuoi andare a fare un giro della casa vai pure…se trovi per caso i miei fratelli , i miei fratelli grandi, palestrati e super protettivi , a zonzo, raccontagli perché sei qui e soprattutto cosa abbiamo fatto stanotte!” dissi
Deglutì rumorosamente.
“Sai, credo che ti aspetterò su questo comodissimo letto rosa!”
 
Scendemmo mano nella mano al piano di sotto, la mia famiglia fortunatamente era già uscita. Non mi andava di fornirgli spiegazioni per il mio comportamento o per il fatto che Rob avesse dormito da me. Non ero in vena: avevo altro a cui pensare, ovvero alla ramanzina che di lì a poco avrei preso. Ruth, quella donna era davvero incredibile, era un fenomeno… mi aveva aiutato sempre molto, consigliandomi e organizzandomi la vita, in un certo senso. Era stata molto di più che una semplice menager, la conoscevo sin da quando avevo 8 anni, ed eravamo davvero legate. Però sapevo che di li a poco si sarebbe dimenticata del legame affettivo che ci univa e avrebbe svolto solamente il suo lavoro. Sapevo che cosa mi avrebbe detto: “Kris, davvero… è l’ora di finirla con tutta questa sciocchezza. Ti sei presa solo una sbandata non mandare a monte la tua storia con Michael non ne vale la pena”. Oppure quello che diceva più spesso: “Vi rovinerete, vi state facendo del male a vicenda e presto ve ne renderete conto!”  Ed io che tentavo ,invano, di convincerla che quello che  provavo per Rob era molto più di una semplice infatuazione; e lei che si ostinava a non capire. Era tutto tremendamente difficile.. Non ero pronta a tutto questo… ma allo stesso tempo mi rifiutavo di seguire i consigli della persona che pagavo per darmeli! Credevo di essere un paradosso vivente… ma in realtà altro non ero che una normale ragazza di 18 anni, che si era trovata a dover gestire una situazione che si era rivelata essere più grande di lei. Ecco qual era il problema. Tutti, a partire dai miei genitori, mi ritenevano matura. Ed è proprio qui che si sbagliavano. Per questo il mio comportamento, anche se non me l’avevano mai detto esplicitamente, li faceva andare in bestia: perché io ormai ero adulta e non potevo permettermi di fare cazzate. Ma non era così, cazzo! In un primo momento anche io credevo di essere più “grande” rispetto alle ragazze della mia età, ma questa si rivelò essere solamente una convinzione, una stupida convinzione! Ed io, posso dire con certezza che ero tutto tranne che matura. E a me andava benissimo così. Perché se avessi seguito le dritte di tutti loro a quest’ora sarei insieme ad un uomo che non mi potrà mai rendere felice, mai.
“Che bel salone…è così luminoso” le parole di Rob mi riportano alla realtà.
“si…mia madre non sopporta gli spazi chiusi”
Lo portai in cucina e lo feci accomodare su uno sgabello dell’isola che si trovava al centro della stanza.  
“Ti va un caffè?” gli chiesi.
“Si, grazie…”
Gli diedi le spalle e cominciai a preparare il caffè.
“Kris, senti ma…sei sicura che Ruth non voglia parlare solo con te…”
“Mmm… non lo so- dissi sicura- ma tanto ormai non ci sono più segreti tra me e te, ed è giusto che lei, così come gli altri imparino ad accettarlo..”
Gli porsi il caffè.
“Se fa schifo sei liberissimo di dirlo…”  lo avvertì. Il caffè non era mai stata la mia specialità.
Mi lanciò un occhiata scettica, per poi iniziare a berlo.
“Non è male…pensavo peggio!”
“Grazie tante eh!”
Il campanello suonò. Ci guardammo negli occhi.
“L’ora della verità…” dissi scherzando, avviandomi verso l’ingresso.
“Come se non la sapessimo già…” commentò con una punta di acidità nella voce. Potevo capirlo benissimo.
Presi un respiro profondo e aprì il portone.
“Dobbiamo parlare…”
“No! davvero??non l’avevo capito…” dissi ironica.
“Kris…finiscila- dissi dirigendosi in cucina- adesso mi devi spiegare cosa ti è saltato in mente…”
“Ciao Ruth!” la salutò Rob con un sorriso.
“E-e tu che ci fai qui?” disse sorpresa lei.
“Lui è arrivato ieri sera…gli ho chiesto io di venire.”
“Ma dico…siete impazziti?- disse nervosa- cioè se qualcuno ti ha visto?? Se hanno fatto qualche foto? Oddio siamo rovin..”
“Calmati…non c’è da preoccuparsi…”
“Si…i paparazzi non mi hanno seguito. Ne sono sicurissimo…Dean mi ha accompagnato..”
“Come Dean?? Ci mancava solo questo…lui non dovrebbe incoraggiarvi! Ha avuto gli stessi ordini che ho avuto io..”
“Ordini?” dissi.
“Si, …mettiamoci a sedere”
Ci accomodammo intorno all’isola della mia cucina.
“Le cose stanno così- iniziò- voi due non potete anzi non dovete farvi vedere insieme per nessuna ragione….e sapete anche il perché. Mi dispiace ma per ora le cose stanno così…perciò adesso vi diremo cosa faremo. Allora tra pochi giorni partiremo per Vancouver, e almeno per i primi giorni Michael sarà con te…dovrete chiarirvi e parlare e magari se qualche paparazzo vi vede insieme crederà che state insieme…”
“NO!- mi alzai- assolutamente NO! Non dopo quello che mi ha fatto… non ci voglio parlare…”
“Kristen, non fare la bambina! Prima o poi dovrai affrontarlo…”
“Meglio poi…anzi meglio mai!”
La mia agente sbuffò, stava perdendo la pazienza.
“Senti Ruth, lui mi ha insultata, mi ha umiliata, mi ha offeso davanti a tutta la mia famiglia…sinceramente ora come ora non voglio nemmeno vedere la sua faccia, figurati parlarci! Devo sbollire…sono ancora troppo arrabbiata, e credo che anche lui al momento sia alquanto incazzato...vederci ora sarebbe inutile perché ci limiteremmo ad offenderci ed a rinfacciarci cose…e così rischieremmo soltanto di peggiorare la situazione..”
Guardai Rob. aveva gli occhi fissi sul bancone della cucina. Sapevo che l’idea di Ruth non gli era piaciuta per niente…
“Ma almeno provateci…”
“No, è escluso…mi dispiace”
“Rob diglielo anche tu…”
No, non poteva metterlo in mezzo.
“Scusa Ruth…vorresti dirmi che dovrei spingerla verso quell’imbe..”
“Ei! Piano con i termini! Sto solo dicendo che verrà a vancouver che ti piaccia o meno quindi ti conviene abituarti all’idea! Dopotutto che cosa ti costa?? Prendete un caffè e basta!” concluse rivolgendosi a me.
“ragazzi…a me dispiace, davvero…però ci sono delle regole, c’è un contratto che voi avete firmato…e adesso dovete assumervi le vostre responsabilità. Siamo tutti adulti qui. Quello che voglio farvi capire io è che non voglio separarvi…voglio solo che voi rispettiate gli impegni presi. Solo questo ti sto chiedendo Kristen. Non peggiorare la situazione. Se rifiuterai di incontrarlo, di farti vedere con lui…arriveranno a rimedi estremi come mettervi in alberghi a km e km di distanza…”
Le lacrime cominciarono a riempirmi gli occhi. Ero così furiosa. Tutto questo era ingiusto. Non me lo meritavo, non lo meritava lui!
Le lacrime cominciarono a rigarmi il volto.
“kristen…non fare così…”  disse dispiaciuta Ruth.
Sentì subito le braccia di Rob avvolgermi in un caldo abbraccio , ne approfittai per affondare il volto nel suo petto confortante.
Lo strinsi facendo incontrare le mie mani dietro la sua schiena, come a non volerlo lasciar andare. Mi lasciò un tenero bacio tra i capelli. Lascia la presa e asciugandomi le lacrime mi girai verso la mia agente.
“Allora?” chiese Ruth. Voleva una risposta.
Guardai Rob negli occhi prima di rispondere.
“Ho scelta?” dissi alzando un sopracciglio guardando Ruth, dritto negli occhi. Quella era una domanda retorica di cui già conoscevo la risposta: no, non ce l’avevo, non l’avevo mai avuta.
 
 
 
Vorrei ringraziare coloro che hanno recensito e anche i lettori più silenziosi… per è molto importante sapere cosa ne pensate, davvero...perciò lasciate un commentino anche corto! Se poi avete domande, cose che non vi tornano non esitate a chiedere! Un bacio. Volevo dirci che ho già pronto un altro capitolo. Perciò lo postero il prima possibile! Un bacione!!!! 

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Capitolo 4
*** Lovers In Japan ***


 Sorpresaaa! Ho pronto un nuovo capitolo…:D non voglio stare qui a blaterare voglio solamente dirvi che si tratta di un Flash-back (all’interno del quale c’è un altro flash back)….Ci vediamo in fondo!


Stavo per partire per il Giappone con mio fratello Cam. I miei genitori lo avevano letteralmente costretto ad accompagnarmi. Sapevano perfettamente quale era la situazione, e così avevano insistito per far si che venisse…                                             
 Le cose tra me e Michael stavano peggiorando ogni giorno sempre di più, sia per colpa mia, sia per colpa sua. I problemi erano iniziati già da un po’ di tempo, ma la goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata la “dichiarazione” di Rob…Già Rob, pensavo continuamente a lui, e se da una parte non vedevo l’ora di partire per rivederlo, dall’altra ero davvero terrorizzata. L’ultima volta che ci eravamo visti, non ci eravamo lasciati molto bene ed stavo male per questo, senza tener conto del fatto che Mike non faceva che peggiorare la situazione: era possessivo, diceva che se “quell’inglese” si era innamorato di me era soltanto colpa mia e stupidaggini varie…era diventato paranoico. Non lo sopportavo più, e sicuramente non lo amavo più… Così gli avevo proibito di accompagnarmi alle premier in giro per il mondo, dicendogli che avevo bisogno di stare da sola per poter pensare. E lui si era limitato a dirmi che il motivo per cui non lo volevo con me era solo perché desideravo passare un po’ di tempo sola con Rob, cosa in parte vera anche se in realtà non ero così sicura che mi avrebbe rivolto la parola visto e considerato come erano andate le cose tra di noi…
Los Angeles, 3 mesi prima.
Eravamo tutti quanti in un pub ed erano circa le due di notte. Avevamo deciso di passare l’ultima serata insieme prima di tornare ognuno rispettivamente a casa propria dopo ben 4 mesi di riprese. Stavamo tutti seduti intorno ad un tavolo, tutti tranne Peter e Ashley, che erano già partiti la mattina precedente. Ero seduta in mezzo a Nikki e Mike, che era venuto con noi; davanti a me avevo Rob, che in quel momento stava fumando e parlando con Jack
“Tesoro io me ne torno in albergo, ho mal di testa… ti aspetto in camera..” disse Mike.
“Sicuro che non vuoi che venga insieme a te?” suggerì controvoglia
“no…sta tranquilla tesoro, divertiti ci vediamo dopo…” e cosi dicendo mi diede un bacio sulle labbra.
“ Mike anche tu vedi di stare tranquillo ci penso io a lei, tu va pure a dormire…” commentò Rob, con un sorrisino strafottente stampato in faccia. Mike sorrise, un po’ disgustato.
“A dopo amore…” ribadì
“A dopo”
Seguì Mike con lo sguardo e aspettai che uscisse dal locale.
“Era proprio necessario?” chiesi.
Lui alzò lo sguardo e mi guardò interrogativo.
“Potresti anche evitare di fare il sarcastico e lo scontroso ogni volta, non sei simpatico” spiegai
“infatti non devo essergli simpatico..”
“allora vuoi dirmi  cos’hai? È un po’ di tempo che sei strano..”
“Oh Kris sto benissimo, non ti preoccupare per me, tu pensa a vivere la tua bellissima vita  e la tua fantastica storia d’amore…” disse fissandomi.
Gli altri si alzarono e Nikki mi chiese se volevo andare a ballare con loro, feci cenno di no con la testa e sorrisi debolmente. Anche Rob si alzò e in un primo momento credetti stesse andando a ballare con gli altri, invece venne accanto a me nel divanetto dove poco tempo prima era seduta Nikki. Stava alla mia sinistra e con il busto ruotato verso di me, mi fissava sorseggiando la sua birra. Aveva gli occhi lucidi, sicuramente a causa della birra. Improvvisamente mi spostò una ciocca di capelli che mi era caduta sul volto e prese ad accarezzarmi la guancia dolcemente. Mi girai e ci fissammo negli occhi per 5 secondi interminabili, poi non riuscendo a sostenere il suo sguardo, abbassai gli occhi, arrossendo leggermente.
“Rob…” volevo fermarlo ma lui non me lo permise
“Kris sei bellissima…” mi interruppe, lasciandomi di sasso. Arrossì ancora di più, contenta come una bambina di quel complimento. Tornai però subito alla realtà pensando che fosse l’alcol a farlo parlare.
“Rob  smettila di dire stupidaggini e vacci piano con l’alcol..”
A quel punto si avvicinò e portò la sua bocca vicino al mio orecchio e sussurrò:
“non è una stupidaggine, è una costatazione: sei bellissima” Brividi iniziarono a percorrere tutta la mia schiena. Lui rimase lì, con la bocca che mi sfiorava leggera l’orecchio, il suo respiro così vicino mi mandava in tilt. Stupidamente mi lasciai andare, gettando la testa all’indietro e chiudendo gli occhi…ero anche io forse un po’ brilla. Lui ne approfittò ,e iniziò a baciarmi il collo, dall’alto verso il basso e viceversa. Dio, sembrava di stare in paradiso… Improvvisamente, in un momento di lucidità ricordai, dove mi trovassi e cosa stavo facendo, così aprì gli occhi e mi alzai di scatto maledicendomi per quello che avevo appena fatto, anche se tecnicamente io non avevo fatto proprio nulla. Uscì dalla porta di servizio del locale che si affacciava su una strada buia secondaria dove non passava mai nessuno, in lontananza si poteva intravedere la strada principale, illuminata, dove le macchine, al contrario, sfrecciavano una dopo l’altra. La strada era letteralmente deserta, c’erano solo dei cassonetti stracolmi di immondizia a qualche metro da me.
Improvvisamente la porta si aprì ed uscì Rob. si mise di fronte a me, fissandomi con quei bellissimi occhi azzurri.
“ehi scricciolo che ti è preso?” mi chiese come se quello che stavamo facendo poco prima fosse normalissimo
“Ci stavamo quasi per baciare davanti agli altri, davanti a tutta quella  gente!”
Si mise di fronte a me, scrutandomi con quegli occhi bellissimi.
“ma non è successo..” disse, avvicinando la sua bellissima bocca alla mia
“e non deve succedere…” risposi
“però vuoi che succeda..”
“rob, io, non…” non riuscì a trovare le parole giuste, presa com’ ero ad affogare nel suo bellissimo sguardo…
Appena sentì il suo fiato a pichi millimetri dalla mia bocca, mi scansai bruscamente per la seconda volta, e per la seconda volta me ne pentì.
“Io non posso…” dissi spostandomi di qualche metro. Abbassai lo sguardo e iniziai a fissare la strada. Sentivo le lacrime riempirmi gli occhi, avevo una voglia matta di piangere. Lo volevo baciare con tutta me se stessa, ma non potevo, non era giusto io stavo con Mike, non potevo tradirlo, era il mio ragazzo da 4 anni dopotutto. E non potevo tradirlo per un ormone..
“senti Kristen adesso basta, mi sono stancato: io devo dirti una cosa e te la devo dire ora.… senti io non sono bravo in queste cose.. però devo dirtelo, e questa è l’ultima occasione che avremo di stare soli da qui ad un bel po’ di tempo. Kris, dal primo momento che ti ho visto mi sei piaciuta… i tuoi occhi, i tuoi capelli, la tua bocca…tutto. Poi conoscendoti ho capito che quello che provavo per te andava oltre una semplice attrazione fisica. Che c’era di più dietro quegli occhioni verdi. Ti ho conosciuto e ho capito la persona meravigliosa che sei… ho iniziato a pensarti sempre di più, fino a quando non sei diventata il mio chiodo fisso: la mattina, il pomeriggio, la sera…sempre tu.. Tutte le volte che ti vedo, non lo so, è come se qualcosa dentro me cambiasse…  quello che ti voglio dire, o meglio che sto cercando di dirti…senza tanti giri di parole, è che io…io ti amo”
Rimasi pietrificata, allibita, attonita, sconvolta, esterrefatta, sbigottita…e chi più ne ha più ne metta. Sapevo di piacergli, ma non credevo si fosse innamorato di me… non sapevo che dire.  Inutile negarlo anche a me lui piaceva e anche tanto... era dolce, simpatico, affascinate , premuroso , comprensivo e incredibilmente bello…
Si avvicinò nuovamente a me, lento e io non feci nulla per impedirglielo…mi limitai ad indietreggiare fino a che non andai a sbattere contro il freddo muro grigio… ma non era mia intenzione allontanarmi, reagì in quel modo credo… per una sorta di, di…abitudine? Il suo volto si stava avvicinando pericolosamente  sempre di più al mio, chiusi gli occhi…e in quel preciso istante le sue labbra toccarono le mie. Esitò, aveva paura che l’avrei respinto di nuovo… ma non lo feci: desideravo baciarlo ormai da troppo tempo, e in quel momento scordai di essere fidanzata, scordai quello che avevo pensato poco prima e mi lasciai andare, cosa che non facevo ormai da troppo tempo. Schiusi le labbra permettendo alla sua lingua di entrare e di raggiungere la mia. E quando si incontrarono, il bacio da calmo e dolce si trasformò in violento e passionale. Le lingue si muovevano insieme desiderose di un contatto più profondo di quello. Le sue mani vagavano sul mio corpo indisturbate. Con la destra mi accarezzava i capelli e mi attirava maggiormente a sé, mentre la sinistra era sul fondoschiena. Le mie di mani invece fino a quel momento erano rimaste inermi sul suo petto fino a quando anche io intrufolai una mano nei suoi capelli cercando di attirarlo a me, con l’altra mano , invece gli accarezzai il petto. Quando il respirò iniziò a mancarmi, gettai la testa all’indietro e lui iniziò a baciarmi il collo, con passione. Il cellulare nella mia tasca iniziò a vibrare… Tentai di scansarlo per rispondere, ma lui non ne voleva sapere e continuò il suo lavoro, afferrai ugualmente il telefono.
“P-pronto?” mormorai incerta. Dall’altra parte sentì una musica assordante.
“Kris ma dove siete?” Era Nikki.
“S-siamo fuori a fumare..”
“Ah d’accordo…senti noi andiamo voi che fate, venite?”
“si si…arriviamo subito” riagganciai.
Rob si staccò da me e mi sorrise.
“Dobbiamo proprio andare?” disse tranquillo.
“Eh già..” risposi in imbarazzo.
Come faceva a mantenere la calma in un momento come quello, io proprio non lo sapevo. Mentre io ero rossa di vergogna, lui, dal canto suo si comportava come se niente fosse. Non era per nulla imbarazzato, anzi.
“Ok…”  mi guardò negli occhi e poi rientrò dentro al locale
“questo è pazzo..” mormorai ad alta voce e lo segui all’interno.
Tornammo al nostro tavolo, dove gli altri ci stavano aspettando. Prendemmo le nostre giacche, pagammo le consumazioni e ci dirigemmo all’esterno, dove aspettammo i taxi, Rob iniziò a parlare con Kellan e io sperai con tutta me stessa che non gli stesse raccontando che cosa era appena accaduto.
 
Durante tutto il tragitto in taxi, non feci altro che pensare a quello che era appena successo e a quanto fossi stata stupida. Lui mi amava, e me l’aveva confessato…. E ci eravamo anche baciati, quindi avevo tradito Mike, e poi la cosa peggiore: avevo potuto dare un’impressione sbagliata a Rob, potevo averlo illuso. Voglio dire…lui mi aveva dichiarato il suo amore e io di tutta risposta l’avevo baciato…magari adesso stava pensando chissà cosa… Per non parlare del fatto che ero una traditrice…che  schifo! Ero una falsa moralista, voglio dire.. ero  riuscita a non cadere in tentazione per ben due volte, ripetendomi che la cosa migliore da fare fosse ignorare le sue attenzioni, perché ero fidanzata…. poi appena avevo avuto una terza occasione l’avevo colta al volo, senza tante seghe mentali. Appena arrivati mi fiondai dal taxi, diedi la buonanotte a tutti, e avendo realizzato che il taxi di Rob non era ancora arrivato, corsi all’interno dell’albergo e mi chiusi in ascensore, non volevo incontrarlo. Lui mi amava, io...no. O almeno era quello che credevo. Le porte dell’ascensore si aprirono e mi diressi verso la mia stanza.
“ Kris” mi sentì chiamare alle spalle.
Cazzo…  E ti pareva.
Mi voltai e lo trovai lì davanti a me. Non volevo affrontarlo, ero una codarda e lo sapevo bene, ma non mi sentivo pronta ad sostenere una conversazione del genere.
“Senti Kris… riguardo a prima…”
“Rob, non ne dobbiamo parlare per forza…”
“Ma io ne voglio parlare, per favore…”
“è tardi, sono stanca…”
Andai davanti alla mia porta e inserii la chiave nella serratura
“aspetta…un momento, ti prego…”
“Rob, è stato solo un bacio…tutto qui: non c’è niente di cui parlare… te l’ho detto: sono stanca…”
“No...non è stato solo un bacio…e tu lo sai benissimo…”
Non volevo sentire più niente, mi avrebbe solo fatto stare peggio. Mi sentivo già una merda…
“Buonanotte Rob..” entrai in camera mia e gli chiusi la porta in faccia.
Mike dormiva indisturbato sul letto, non aveva sentito niente, per fortuna. Mi cambiai velocemente  e mi misi a dormire, cercando di non pensare a niente.
 
La mattina, per evitare di incontrarlo, convinsi Mike a partire prima del tempo e così alle 8 ero già seduta sull’aereo, per tornare a casa mia.
 
Non sentivo né vedevo Rob da quella notte. Avevo avuto bisogno di stare lontano da lui, di sentire la sua mancanza, di vedere le foto sui giornali di gossip, che lo ritraevano insieme a bellissime ragazze, per capire che anche io l’amavo. Durante quei giorni il desiderio di chiamarlo era stato fortissimo, ma non potevo farlo.  Mi mancava da morire e il solo pensiero che potesse stare con qualcun’altra mi stava uccidendo. Il solo pensiero che non mi amasse più mi stava distruggendo…non potevo andare avanti in quel modo. Fortunatamente di lì a poco l’avrei rivisto. Ero eccitatissima ma nello stesso momento avevo una pura matta… chissà cosa mi avrebbe detto, chissa cosa avrebbe fatto…
“KRIS!! Ti vuoi muovere? Dobbiamo andare!” l’urlo di mio fratello mi riportò alla realtà, e il cuore iniziò a battere forte, molto forte. Si inizia bene…
 
Si prega cortesemente tutti i passeggeri di allacciarsi la cintura di sicurezza per prepararsi all’atterraggio che avverrà tra qualche minuto”
“Kristen, ascoltami molto bene… appena saremo atterrati dovremo aspettare 15 minuti prima di scendere…d’accordo?” mi informò la mia agente che era seduta accanto a me.
“D’accordo”  annuì.
 
Mancava veramente poco. Qualche ora e l’avrei rivisto, e gli avrei detto tutta la verità, finalmente.
 

Erano circa le sei del pomeriggio quando arrivammo all’albergo che ci avrebbe ospitato per quattro giorni. Era enorme e bellissimo. Entrai nella hall insieme a mio fratello ed il cuore iniziò a battermi fortissimo nel petto, ma quando, dopo aver dato un’occhiata in giro, mi accorsi che lui non c’era , la felicità si trasformò in delusione. Seguì la mia agente alla reception, dove un signore molto gentile mi elencò l’orario dei pasti, ma in realtà nemmeno lo stavo ascoltando. Pensavo a tutto tranne che al cibo in quel momento. Avevo ormai perso tutte le speranze di incontrarlo, quando lo vidi varcare la soglia dell’hotel. Il cuore cominciò a battere furiosamente nel mio petto. Indossava un semplice paio di jeans con un giubbino nero…era bellissimo. Quando alzò il volto i nostri sguardi si incontrarono ed io annegai in quelle due bellissime pozze verdi. Accennai un sorriso ed in cambio non ottenni altro che un’occhiata gelida. Si avvicinò.       Il cuore cominciava a battere ancora più forte, avevo un brutto presentimento. 
“Ciao…” mormorai imbarazzata.
“Ciao.” Disse impassibile.
Ed il mio cuore andò in frantumi in quel preciso istante. Le lacrime mi riempirono gli occhi, ma non le feci uscire, le trattenni. Calò il silenzio, un silenzio pesante carico di tensione, una sensazione che tra noi non c’era mai stata nemmeno quando quella sera ci eravamo baciati. Ci scrutammo per qualche secondo, e lo vedevo distante. Quegli occhi azzurri che tante volte mi avevano confortato si erano improvvisamente come ghiacciati. Non vedevo altro  se non ghiaccio. Gelido ghiaccio.  Era indifferente.  Sapevo che si sarebbe arrabbiato per quello spiacevole episodio avvenuto nei corridoi della hall, anche se in fondo ci speravo in un “non ti preoccupare non fa niente”. Si sporse sul bancone e chiese al portiere le chiavi della sua stanza che gli furono immediatamente consegnate. Si voltò verso di me rivolgendomi uno dei sorrisi più falsi che avessi mai visto e si diresse verso gli ascensori.  Afferrai le chiavi della mia camera e salì al mio piano: non vedevo l’ora di essere sola. Entrando in camera sbattei forte la porta. Gettai la borsa sul letto e mi accesi una sigaretta girando per la stanza. Lo sapevo: lui non mi voleva più. Si era già dimenticato di me…era come sospettavo. Ed io non potevo farci niente. Andiamo come potevo anche solo pensare che provasse ancora qualcosa per me dopo tutto quello che gli avevo fatto, dopo come l’avevo trattato? Non era assolutamente possibile. Le lacrime mi riempirono nuovamente gli occhi e questa volta non feci nulla per trattenerle.
 
Afferrai il cellulare, pronta per andare cena. Uscì dalla camera e una volta in corridoio lo vidi ad una decina di metri da me uscire da una porta della parete opposta alla mia. Quando si accorse della mia presenza, guardò a terra. Sembravamo due estrani, eppure…lo vidi incamminarsi verso l’ascensore e lo seguì.
“Vieni anche tu a cena?” gli chiese mentre attendevamo che l’ascensore arrivasse.
“No, questa sera mangio fuori..” disse vago.
“Ah. -replicai visibilmente delusa, abbassando lo sguardo e fissando le mie mani intrecciate-d accordo.
“Io vado a piedi…” disse incamminandosi verso le scale. Perfetto. Adesso non sopportava nemmeno la mia presenza per più di due minuti. Fantastico. Di bene in meglio. Sbuffai esasperata.
A cena non toccai cibo, non avevo fame, anzi non riuscivo a mandare giù niente. Mi sentivo un peso allo stomaco. Non riuscivo a sentirlo così lontano, non dopo come mi aveva tenuta in considerazione fino a quel momento. Sentivo…disagio, inadeguatezza e soprattutto paura…paura di averlo perso.
“Lo mangi quello?” mi chiese taylor indicandomi il dessert.
“No, prendilo pure” dissi accennando un lieve sorriso.
“Non hai toccato cibo..” mi fece notare mio fratello.
“Non ho fame…”
“Che si fa stasera?” chiese tay.
“Mmm….ho visto che c’è un pub qui vicino, proprio dietro l’angolo: potremo farci un salto!” propose mio fratello.
“Ci sto.. ”rispose tay battendogli il cinque
“e tu sorellina? Ti unisci a noi?”
“No, scusate ma sono davvero stanca e preferirei riposare...il fuso mi ha letteralmente scombussolato..”
“D’accordo come vuoi…”
Si erano fatte già le dieci e decisi di tornare in camera. Mentre attraversavo l’enorme hall vidi Dean appoggiato al bancone, se c’era lui allora…iniziai a guardarmi intorno fino a quando non lo scorsi entrare dentro all’ascensore. Dentro di me scattò qualcosa, non so cosa. Fatto sta che inizia a correre su per le scale sperando di arrivare prima che entrasse nella sua camera. Dovevo affrontarlo. Arrivai al nostro piano.
“Rob..” lo chiamai con il fiatone, vedendolo dirigersi verso la sua camera.
“Mh?” disse voltandosi visibilmente sorpreso.
“Io…io dovrei parlarti…” conclusi avvicinandomi.
“è tardi..” disse scocciato.
“Rob, sul serio…”  dissi cercando di calmare il fiatone dovuto alla corsa.
“Non ne ho voglia…” replicò dirigendosi verso la porta della sua camera.
Gli afferrai un braccio facendolo voltare.
“Per favore…” lo supplicai con lo sguardo.
Sospirò.
“Kristen...quando ero io a voler parlare con te, tu mi hai sbattuto la porta in faccia!- disse alzando leggermente la voce- e poi non ti ho sentito per 3 mesi! Cazzo, kristen, tre mesi!” adesso era proprio arrabbiato.
“Mi dispiace, Rob, davvero. Tu non immagini neanche quanto! È vero sono stata una stronza però per favore….ti sto pregando.” Mi guardo negli occhi. Era visibilmente combattuto. Ed fu in quel preciso istante che, non potendo aspettare un eventuale suo rifiuto, che decisi di fare l’unica cosa che sapevo poteva dimostrargli che ormai era troppo tardi per poter lasciarlo andare. Mi gettai, letteralmente su di lui, facendo unire le nostre bocche. Lui rimase sorpreso da quel gesto, cos’…disperato e solo dopo qualche secondo rispose al bacio. Le nostre lingue si toccarono dopo tanto tempo ed io mi sentivo finalmente a casa…come quando torni da un lungo viaggio e non sai come hai fatto a rimanere lontano da casa per così tanto tempo. Ecco, io provavo esattamente quello. Dopo qualche minuto le labbra si staccarono e lui mi fissò negli occhi, confuso.
“Che significa?” Disse semplicemente.
“Rob..io..io sono stata una stupida! Mi ci sono voluti tre mesi di tempo…per capirlo, per capire che ormai è troppo tardi: io non posso stare lontana da te, proprio non ce la faccio. Lo so che molto probabilmente sto facendo la parte della ragazzina però è così! Te lo giuro! Mi manchi, mi manca tutto di te…e sono un idiota! Ti ho trattato malissimo e non te lo meritavi! Io…non posso fare a meno di te, lo so che sembra una frase fatta ma...è quello che provo! E questa mattina quando ti ho visto arrivare, è stato bellissimo. Mi sono sentita felice, completa. Poi però mi hai ignorata completamente, ferendomi con i tuoi sguardi glaciali e distanti…e io mi sono sentita morire…ecco io, io mi sono innamorata di te!”
 
 
Naturalmente  un enorme grazie a tutti coloro che leggono e soprattutto a tutti coloro che recensiscono (non sapete quanto mi colmate di gioia). È sempre bello sapere cosa pensate quindi...lasciate un commentino!:D Accetto anche le critiche, davvero e sono pronta a rispondere ad ogni vostro dubbio…potete anche mandarmi un messaggio privato se avete delle domande da farmi o semplicemente volete dei chiarimenti su quanto scritto fin ora…Un bacione alla prossima!! :D

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Capitolo 5
*** Lovers In Japan II ***


“Senti Kris non devi dirmi queste cose solo perché ti senti in colpa…” le dissi con uno sguardo glaciale.
“No! Cazzo Rob  non te lo sto dic..” non le diedi nemmeno il tempo di finire la frase
“Non voglio la tua pietà!” tagliai corto
Iniziò ad agitarsi, si passò più volte la mano tra i capelli , fissando il pavimento, poi il corridoio,  poi il soffitto, tutto; tranne i miei occhi. Era visibilmente indecisa su che cosa dire…lo capivo dal modo in cui apriva la bocca per poi richiuderla immediatamente. Poi improvvisamente si decise ad alzare il volto e puntò i suoi occhioni nei miei e a bassa voce sussurrò:
“Perché non ti fidi di me?”
Le lacrime  cominciarono a rigarle il volto. Cadevano velocemente, rotolavano sul suo bellissimo viso per poi cadere a terra. Il mondo mi crollò addosso. Come potevo essere arrabbiato con lei? Come potevo continuare  a trattarla male? Semplicemente non potevo…era più forte di me. In quel momento mi sembrò così…indifesa, così fragile. E bastarono quelle lacrime a farmi dimenticare tutto il male che mi aveva fatto chiudendomi quella porta in faccia.
“ecco io, io…” avevo addolcito il tono, ma non sapevo davvero come mi sarei dovuto comportare. Inutile dire che quella sera, mi aveva spezzato il cuore. Nelle settimane successive ero stato davvero male. Non l’avevo sentita per mesi, non sapevo che cosa avesse fatto…
“Per favore Rob, non mi abbandonare…io ho deciso: voglio te, amo te. Ti prego non dirmi che è troppo tardi, non dirmi che ami un’altra – così dicendo chiuse gli occhi- per favore, per favore…credimi”
“Kris..io vorrei crederti, davvero vorrei crederti…ma..”
“Per favore Rob adesso non ti sto chiedendo di perdonarmi, ti sto chiedendo soltanto di credermi. So di aver sbagliato, so di aver fatto un enorme cazzata…ma sono sempre io. Ti fidavi di me… so che adesso sei andato avanti, ed è giusto così, però non puoi mettere in dubbio quello che provo, non puoi…”
“Come puoi anche solo pensare che ti abbia dimenticata-la mia voce era salita di qualche ottava- ti ho pensata ogni singolo giorno, ogni singolo istante dannazione!” non sopportavo il fatto che avesse detto quelle cose. Come poteva insinuare che non l’amavo più? Come poteva anche solo pensare che un’altra donna potesse prendere il suo posto?
Il silenzio calò nuovamente. Ma questa volta dovevo essere io a parlare.
“Kris non è che non mi fido di te… il punto è che non posso permettermi di perderti ancora…io non ho la forza...”
“Rob …ce la faremo e tu non mi perderai…mai. Voglio stare con te. So quello che voglio adesso. È quello che voglio sei tu: io ti amo”
Non potevo credere a quelle parole. Cazzo non volevo illudermi. Una parte di me mi diceva “cazzo Rob non ti devi fidare…ormai la conosci. Appena tornati a casa ripenserà a tutto e capirà che Michael è il suo futuro! Perché vuoi ancora soffrire? Non ti sono bastati questi mesi?”. Mentre un’altra parte mi diceva “cosa aspetti? Baciala! Cavolo Rob è Kristen! la donna di cui sei follemente innamorato da quanto? Troppo! Nella vita bisogna rischiare per poter vivere davvero”
“a volte l’amore non basta…”  sussurrai. Dovevo avere la certezza che non fosse solamente un capriccio.
Inaspettatamente si portò una mano al petto e cominciò  a piangere, fino a singhiozzare talmente forte da farmi spaventare. Girò le spalle e cominciò a camminare sempre più velocemente. Mi diedi dello stupido. Quante volte avevo sognato o immaginato che mi dichiarasse il suo amore? E adesso che finalmente il mio desiderio si avverava stavo per rovinare tutto!
“Kris..” la chiamai.
“No, Rob mi hai umiliata abbastanza..” disse girandosi di scatto.
Le presi il volto tra le mani e la baciai. Le rispose prontamente al bacio, facendo pressione con la lingua sulle mie labbra, che si schiusero subito. Quando le nostre lingue vennero a contatto, il bacio da dolce che era diventò colmo di passione. La avvolsi tra le braccia e la sollevai leggermente da terra per facilitare i movimenti. Le si aggrappò alle mie spalle, per poi circondarmi con le braccia il collo. Non volevo staccarmi da lei. Il suo sapore era buonissimo, ancora meglio di come me lo ricordavo. Interruppi il bacio per permettere ad entrambi di respirare.
“Mi voglio fidare…”le dissi “ non farmene pentire…”
Di tutta risposta continuò a baciarmi. Quando sentimmo delle voci provenire dalle scale, ci staccammo e dopo esserci guardati negli occhi cominciammo a correre  verso la mia camera. Cercai velocemente la tessera nelle tasche dei pantaloni e per fortuna la trovai subito. Ci fiondammo dentro e chiudemmo la porta alle nostre spalle. Mi tolsi il giubbotto.  Mi avvicinai nuovamente a lei, che mi sorrise dolcemente. Le presi il volto tra le mani e la baciai di nuovo.  Feci scorrere le mie mani sulla sua schiena, fino ad arrivare a posarle dolcemente sul suo fondoschiena. Lei fece scorrere le sue dita tra le ciocche dei miei capelli. Quando ci staccammo, cominciò  a baciarmi il lobo dell’orecchio. Cazzo quello era il mio punto debole. Mi eccitava da morire. Mi rilassai chiudendo gli occhi. E lei ne approfittò per baciarmi anche il collo. Sentivo i pantaloni darmi fastidio al cavallo: brutto segno. Poggiò le mani sul mio petto e cominciò a spingermi, fino a farmi sdraiare sul letto. Si sedette a cavalcioni su di me, facendo combaciare perfettamente i nostri bacini. Mi sorrise maliziosa. Iniziò a dondolarsi sulla mia erezione già evidente, facendomi ansimare. Poi si chinò nuovamente su di me, baciandomi. Improvvisamente si staccò da me per togliersi la maglietta e rimanere in reggiseno. Non ci potevo credere: voleva andare fino in fondo. Provai una felicità immensa quando lo realizzai. Finalmente dopo tutto quel tempo potevo sentirla mia nel vero senso della parola. Scese dal mio bacino, per poi tornarci immediatamente dopo essersi tolta i jeans e le scarpe, sempre sotto il mio sguardo ammaliato. Cominciò a spogliare anche me, lentamente. Rimanemmo entrambi in intimo ed io decisi di prendere il controllo della situazione ribaltando le posizioni. Fissai il suo corpo semi nudo per diversi minuti. Era davvero bellissima. Iniziai a baciarle la caviglia, per poi risalire lentamente verso il ginocchio,  lasciando una scia di baci infuocati. Dopo aver dedicato la giusta attenzione alla coscia, mi avvicinai all’inguine e la sentì gemere. Guardai i suoi slip, che lasciavano ben poco all’immaginazione, e mi accorsi che erano fradici. Continuai a salire, passando per il ventre piatto ed arrivando al seno ancora coperto. Mi guardò dritta negli occhi mentre alzandosi leggermente si sfilò il reggiseno  e lo lanciò da qualche parte nella stanza. Sorrisi. Iniziai baciarle il seno, facendola gemere ripetutamente. Improvvisamente mi attirò a sé e mi bacio con passione. La mia erezione era ancora costretta nei box, e come se mi avesse sentito Kristen fece scorrere  una mano sul mio petto per poi arrivare al bordo dei box, e sfilarmeli. Quando strinse la mia erezione tra le mani, iniziai a gemere come un ragazzino. Dio, non ci potevo credere: mi stava toccando. Da quanto lo desideravo? Non lo so più nemmeno io. Era un qualcosa di meraviglioso, sapeva esattamente come muoversi. Dopo che ebbe aumentato il ritmo decisi, seppur a malincuore di fermarla. Le sfilai gli slip lentamente e mi eccitai; se è possibile, ancora di più. Mi posizionai tra le sue gambe, che lei automaticamente allargò. La guardai in volto era stupenda. Gli occhi verdi sembravano brillare più del solito; le guance arrossate e le labbra piene socchiuse. Quanto l’amavo. Improvvisamente abbassò lo sguardo, sembrava preoccupata per qualcosa.
“Rob?” mi chiamò
“Dimmi amore….”
Sperai con tutto il cuore che non avesse cambiato idea, altrimenti non sapevo come avrei potuto reagire.
“Ecco, io, io….non lo faccio da un pò”
“Amore mio non ti preoccupare, farò piano…” le sussurrai in un orecchio.
Bene quell’essere non la toccava “da un po’”. La cosa mi piaceva e anche parecchio.
Mi posizionai meglio e lentamente cominciai a penetrarla, piano piano. La sentì rilassarsi ed allargare maggiormente le gambe per permettermi di muovermi meglio. Quando la riempì completamente la guardai negli occhi chiedendole conferme. Lei mi sorrise. Il più bel sorriso che avessi mai visto. Iniziai a muovermi in lei. Le spinte era in un primo momento delicate anche se decise, ma poi quando sentì il piacere iniziare a farsi strada in me, aumentai il ritmo. Lei mi circondo il fianchi con le gambe e assecondò i miei movimenti venendomi incontro.
“Oh Rob..”
“Kris…u-usi la p-pillola?” riuscì a chiederle tra un gemito e l’altro. Sperai con tutto il cuore che dicesse di sì, non volevo uscire da lei per nulla al mondo
“S-si”
“Ah,ah..”
“Oddio..”
 
Venimmo entrambi chiamando il nome dell’altro(anzi sarebbe più appropriato dire urlando il nome dell’altro) e riversai tutto il mio piacere in lei. Poggiai il volto sopra il suo seno, senza pesarle addosso, per tentare di riprendere fiato.  Feci per uscire da lei, quando improvvisamente mi bloccò.
“No! aspetta un momento…” mi sussurrò quasi in imbarazzo.
Dopo qualche minuto uscì e mi distesi accanto a lei, coprendo entrambi con il lenzuolo.
“Vieni qui..” le disse facendole poggiare la testa sopra il mio petto. Intrecciò le nostre gambe. Allungai il braccio sul comodino ,afferrai le sigarette e me ne accesi una.
“Rob?” mi chiamò
“Si?”
“Ti amo”  
“Ti amo anche io..”
“Come faremo?”
“Non lo so…ma ce la faremo” dissi sicuro
“come fai ad esserne così sicuro?”
“Perché ci amiamo…” dissi cercando di trasmetterle un po’ di sicurezza.
“Si, ma la Summit, il lavoro e tutto il resto…” iniziò.
“Amore…fidati di me. Ce la faremo, te lo prometto; troveremo una soluzione a tutto- le dissi lasciando un bacio tra i capelli- ma per adesso non pensiamoci, dobbiamo recuperare…”conclusi malizioso
“Hai ragione” la sentì sorridere.
 
 
              

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Capitolo 6
*** Apology, kisses and glances ***


 Pov Rob
 
Da quando quella sera le avevo suonato per la prima volta la canzone che avevo scritto per lei, tutte le sere prima di addormentarsi mi chiedeva di cantargliela , ed io naturalmente non potevo rifiutare. Così anche quando ci trovavamo lontani prima di andare a dormire gliela cantavo al telefono, come succedeva da due giorni a quella parte; da quando eravamo a Vancouver.
Eravamo arrivati da circa due giorni, e quella sera avevamo una sorta di “cena di inizio riprese” come l’aveva chiamata Chris, il regista.  Io e Kris ancora non avevamo detto agli altri di noi, non perché non ci fidassimo, ma per il semplice fatto che non  ne avevamo avuto l’occasione.  Presi il cellulare, qualche dollaro e le sigarette , ed uscì dalla camera.
Quindici minuti dopo entrai nel locale che la crew aveva affittato per quella sera.
“Hey Rob!” mi salutò Kellan
“Kel!” gli dissi battendogli il cinque.
“Rob!” disse Taylor venendomi incontro.
“Hey Tay! Ma che ti sei mangiato” dissi notando che era leggermente lievitato.
“Niente di speciale…ho fatto solamente un po’ d’esercizio” rispose lui, sorridendo.
“Hai visto Kris?”
“No, non è ancora arrivata..”
“D’accordo…vado a prendermi una birra…ci vediamo dopo”
Mi diressi verso il bancone e ordinai una birra, sedendomi  su uno sgabello e iniziando a sorseggiarla.
“Guarda un po’ chi si rivede…” disse una voce squillante alle mie spalle.
“Nikki” salutai la ragazza che si accomodò nello sgabello accanto al mio.
“Rob” disse facendo un gesto al barista con la mano, il quale le porse subito una birra.
 
“è da un po’ che non ci vediamo…Allora che hai fatto in quest’ultimo periodo?” mi chiese
 
“le solite cose…” risposi guardando l’entrata. Non vedevo l’ora che la mia piccola arrivasse.
 
“Aspetti qualcuno?” mi chiese Nikki.
 
Non le risposi, mi limitai ad alzare gli occhi al cielo.
 
“Come non detto…” disse.
 
“hai sentito che ha rotto con Mike? L’altro giorno lui mi ha chiamato, poverino era davvero distrutto…non riesco proprio a capire come abbia potuto piantarlo. Era perfetto per lei…stavano così bene insieme. Ma penso proprio che torneranno insieme”
 
“Ah si?” chiesi scettico
 
“Si, me l’ha detto lui stesso… e sono d’accordo. Voglio dire, si amano. E poi detto fra me e te…- disse avvicinandosi ulteriormente- …lei dovrebbe rendersi conto che lui è l’unico che possa sopportare i suoi capricci”
 
“Ma che bell’amica che sei…complimenti, veramente…vedo che hai un’alta considerazione di lei” dissi sarcastico.
 
“Rob, la conosco da prima e meglio di te…le voglio bene, sto dicendo solamente  la realtà dei fatti. Cambia idea spesso…”
 
“Bè credo che adesso abbia preso la sua decisione” sbottai
 
“Oh mio Dio…allora è vero?”
 
“Cosa?” chiesi scorbutico.
 
“state insieme?”
 
“Senti Nikki…fatti gli affari tuoi..”
 
“non ci posso credere! Siete due incoscienti!”
 
“Si, stiamo insieme d’accordo? Contenta adesso? E comunque non sta te giudicare…quindi se eviteresti di farti i cazzi nostri mi faresti davvero un enorme favore! lasciaci in pace” dissi alzando la voce e andando da Jackson, seduto in un divanetto lì vicino.
 
“Hey Jacks..”
 
“Rob!” disse battendomi il cinque.
 
 Mi sedetti accanto lui e  riflettei su quello che Nikki mi aveva appena detto. Non mi accorsi nemmeno che Kris era  arrivata. Era davanti all’entrata e stava parlando con Nikki, che sembrava la stesse…brontolando?  Alzava le mani al cielo e gesticolava freneticamente. Kris si limitava ad ascoltarla con gli occhi sgranati. Poi Nikki uscì dal locale, e così decisi di andarle incontro. Quando ero a due metri da lei, gli sorrisi.
 
“Ma dico, sei forse impazzito?” disse arrabbiata.
 
“Ehm…cosa?” mi trascinò, nel guardaroba e chiuse la porta alle sue spalle.
 
“perché diavolo gliel’hai detto, si può sapere?”
 
“Ha iniziato lei a parlarne...io ho solo confermato quello che sospettava”
 
“Ti avevo detto che io le avrei parlato! Dio , Rob!” disse incavolata.
 
“Senti, si può sapere quel è il problema?”
 
“Il problema è che io dovevo parlarle! Cavolo…adesso è incazzata nera!. Dovevo parlarle con calma , spiegandole la situazione!- disse continuando a camminare- sai cosa mi ha detto? Mi ha detto che sono una viziata, che riesce sempre ad avere tutto…compreso te, Rob, senza curarsi dei sentimenti altrui!” disse con le lacrime agli occhi.
Non capì quello che voleva dire. C’era qualcosa sotto. Qualcosa che lei non voleva dirmi.
 
“Non capisco perché ti importa così tanto del suo giudizio…” dissi alzando la voce anche io.
 
“Non ho detto questo…ma resta il fatto che è una mia amica e che  stava a me parlarle e te l’avevo anche chiesto!”
 
“Lo sapevo…” dissi, quando mi sentì montare la rabbia.
 
“Cosa?”
 
“Che saresti tornata da lui! stai cercando un pretesto per mandarmi a fare in culo!- urlai- avrei dovuto saperlo! Ti stai attaccando alla prima scusa disponibile!”
 
“COSA CAZZO STAI DICENDO?” urlò
 
Sperai con tutto il cuore che le persone fuori non sentissero le nostre urla, ma fortunatamente la musica era troppo alta. Mi pentì di quello che avevo appena detto un secondo dopo che uscì dalle mie labbra. Ma cosa diavolo stavo facendo? Non potevo dubitare di lei in questo modo…
 
“Sai cosa ti dico? Mi hai rotto i coglioni!” disse uscendo e sbattendo la porta alle spalle.
 
Perfetto, complimenti campione. Tirai un calcio al muro,  cercando di sfogare la mia rabbia. Uscì dallo stanzino, andando al bancone a prendere un’altra birra. Quella serata stava prendendo la piega sbagliata. Non volevo litigare con lei…non avrei voluto urlarle contro, ma avevo perso le staffe. Vidi Chris il regista e decisi di andare a scambiare due parole con lui, non volevo sembrare maleducato. L’avevo già incontrato una volta, era davvero molto simpatico.
Dopo aver parlato con lui del più e del meno, iniziai a cercare Kristen in giro per la sala, ma non riuscì a trovarla.
 
“Ash? Sai dov’è Kristen?”
 
“Si, è appena andata a fumare…”
 
“Dove?”
 
“Credo nella sala fumatori…”
 
“Grazie mille Ash..” dissi sospirando.
 
“è successo qualcosa?” chiese notando il sospiro di sollievo
.
“no, no…non ti preoccupare..” cercai di rassicurarla con lo sguardo ed un sorrisetto.
 
Mi diressi verso la sala fumatori, appena entrai la vidi subito, seduta su un divanetto in pelle intenta a parlare con Peter.
 
“Ciao…” mi avvicinai.
 
“Hey Rob!”mi sorrise Peter.
 
Da Kristen non ottenni risposta, si limitò a girarsi dall’altra parte infastidita. Naturalmente Peter notò la scena.
 
“Io vado da Jennie....-disse alzandosi dal divanetto- in bocca al lupo” mi sussurrò poi all’orecchio. Quando fummo rimasti soli, mi sedetti accanto a lei.
 
“Possiamo parlare, per favore?” le chiesi dolcemente, posando una mano su un suo braccio. Si voltò, puntando i suoi occhioni verdi nei miei.
Mi fissò, segno che io avrei dovuto iniziare.
 
“Senti mi dispiace per aver urlato prima…mi dispiace per averlo detto a Nikki…..ma non capisco perché ti sei arrabbiata tanto…” dissi facendo gli occhi da cucciolo.
Lei sbuffò.
 
“dispiace anche a me per aver reagito in quel modo…solo che è una questione delicata e prima o poi te ne avrei parlato”
 
“Di cosa si tratta?”
 
“Ecco il fatto è che Nikki aveva una cotta per te, una grossa cotta per te, ma questo tu lo sai già. Solo che ultimamente ha cambiato opinione su di te, ed io lo sapevo.  Non è mai stata favorevole ad un’ipotetica relazione tra di noi. Ed inoltre lei è anche una grande amica di Michael… Gesù ,è tutto così dannatamente complicato” disse velocemente per poi riprendere fiato.
“In poche parole, lei non vuole che io stia insieme a te perché ha paura che tu mi possa cambiare, ma io credo che il vero problema sia un altro…” disse abbassando lo sguardo.
“Cioè?”
 
“Credo che lei insomma…credo che sia ancora cotta di te…-ammise- e quindi volevo dirglielo io, per spiegargli che tu non sei solo un capriccio, ma che ti amo veramente. Sono sempre sua amica. E quando la tua amica esce con il ragazzo di cui sei cotta, non è una bella cosa…” concluse infine, abbassando lo sguardo.
 
“Amore…mi dispiace. Ma credimi se ti dico che mentre parlavo con lei ho avuto come l’impressione che lo sapesse già…e che volesse solamente un’ulteriore conferma” dissi mortificato.
 
“Non ti preoccupare…credo che Mike gli abbia accennato la situazione” disse sorridendo
 
“E tanto che siamo in vena di scuse…mi dispiace per aver detto quelle cose prima…non volevo dubitare di te…scusa” le sorrisi debolmente.
 
“Scuse accettate…”  disse avvicinandosi e baciandomi a stampo.
 
La trattenni, imprigionandole il volto tra le mie mani e approfondendo il bacio. Lei arpionò le sue mani alla mia maglietta, stringendola forte. Feci pressione sulle sue labbra affinché le schiudesse, e così fece. Quando le nostre lingue vennero a contatto non capì più niente. non riuscivo a staccarmi dalle sue labbra. Ci scambiammo così un bacio dolce, ma al contempo passionale.
 
“Ehm, ehm…” una voce alle nostre spalle ci fece allontanare immediatamente.
 
Ci girammo entrambi verso l’entrata  dove un Peter sorridente ci fissava.
 
“Noi, noi bè ecco…noi stavamo..” tentò di giustificarsi Kris, rossa in volto.
 
“Hey, hey…io non ho visto niente-disse facendo l’occhiolino-…sono solo venuto a dirvi che è il buffet è aperto…”
 
“Grazie, arriviamo…” disse Kristen visibilmente più rilassata.
 
 “Tu va a sederti…ti prendo io da mangiare…” le sussurrai nell’orecchio.
 
“D’accordo…” mi sorrise.
 
 Riempì il vassoio di cibo e mi diressi al tavolo, dove presi posto accanto a lei. Le accarezzai i capelli dolcemente, e lei mi regalò un bellissimo sorriso timido.  Alzai lo sguardo e notai che davanti a me si era seduta Nikki, che mi fissava, con disprezzo.  Mi alzai nuovamente per prendere due birre. Quando tornai al tavolo, notai che Nikki, che stava parlando con Kris, nell’esatto momento in cui mi notò serrò le labbra. Mentre Kris, abbassò lo sguardo. Possibile che non potevo allontanarmi 5 minuti? Guardai Ashley, seduta accanto a Nikki, che si limitò ad alzare le spalle, facendomi capire che  non sapeva cosa si erano appena dette.
 
“Tutto bene?” chiesi una volta seduto, guardando Kris.
 
“si,si..” rispose Nikki.
 
“Non l’ho chiesto a te…” risposi guardandola male.
 
“Tutto apposto…” disse la mia cucciola, sorridendo. Decisi di crederle, non mi andava di fare una scenata davanti a tutti.
 
“Tieni la birra…”  le porsi la bottiglia.
 
“Grazie…”
 
Il resto della cena passò tranquillamente. Nonostante la serata non fosse iniziata nel migliore dei modi, riuscì a rilassarmi e anche a divertirmi. Verso l’una di notte, ci recammo nel parcheggio sotterraneo, e ci salutammo.
 
“Amore dormi da me?” chiesi speranzoso.
 
“Mmm, non lo so…”
 
“Dai ho anche die tuoi vestiti…così per domani mattina sei apposto..” cercai di essere persuasivo.
 
“D’accordo…” disse.
 
Le aprì lo sportello posteriore dell’auto sorridendole. Lei si accomodò,  prima di entrare e sedermi accanto a lei mi voltai e notai Nikki fissarmi con rabbia e scuotendo la testa. Sbuffai e salì in macchina.
Saranno dei mesi davvero lunghi…pensai
 
 

  
Ecco un nuovo capitolo…dove fa la sua entrata in scena Nikki Reed! Allora cosa ne pensate? Un enorme grazie a tutti coloro che leggono , e che recensiscono! Ho pubblicato una nuova storia che ha come protagonisti Edward e Bella, mi piacerebbe sarebbe cosa ne pensate…si chiama “HOW TO LOSE LOVE IN 48 HOURS” J

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Capitolo 7
*** Meet the friends and fallin in love for the last time ***


“Senti Kris pensavo…tasera verranno Tom e i ragazzi ed avevamo intenzione di andare a mangiare un boccone…ti va di venire?”  mi chiese improvvisamente.
“Ehm… ecco Rob, sei sicuro che non disturbi?  Non voglio essere di troppo…”  dissi sincera
“Amore! Ma che dici? Ti prego…ci tengono a conoscerti…e  poi ci svaghi amo prima di andare sul set…dopo saremo talmente stanchi da rimanere rintanati in una stanza d’albergo!”
Quando voleva sapeva essere davvero molto, molto persuasivo.
“E va bene, mi hai convinto”
“Fantastico! Ti passo a prendere alle 20.00, mi raccomando puntuale…” mi avvertì.
“Quando mai non lo sono?”
“Vuoi davvero che ti risponda?”
“No- dissi ridendo- senti dove è che andiamo di bello?”
“in un localino, appena fuori LA, da quello che mi ha detto Sam, è piccolo e poco frequentato: l’ideale”.
“D’accordo...-diedi un’occhiata alla radiosveglia di camera mia  e notai che erano le cinque in punto- amore ti devo lasciare, ci vediamo stasera”
“Ok, un bacio amore”
Chiusi la telefonata, contenta che di lì a poco l’avrei visto. Ero terribilmente agitata  dall’idea che avrei dovuto rivedere Michael di lì a poco, ma quella sera non ci avrei pensato: dovevo pensare solamente  a divertirmi. Chiusi Mike in un cassetto della mia mente, evitando anche solo di avvicinarmici. Scesi le scale ed arrivai in cucina, dove mia madre era intenta a riordinare, come al solito.
“Tesoro! Cosa vuoi che ti prepari per cena?”
“Mamma sono venuta giusto per dirti che questa  sera non ci sarò…mangio fuori…”
“Ah- disse sorpresa- dove vai?”
“In un locale un po’ fuori La…” le dissi quello che sapevo.
“Con chi andrai?”
“Con Rob e i suoi amici…”
“Ah”
Oh-oh.Quell’ “Ah” pronunciato in quel modo non mi era piaciuto proprio per niente.
“Sono anche amici tuoi adesso?”
“Mmm…non direi, li ho incontrati solo una volta…”
“capisco. Sono bravi ragazzi, vero?”
“Mamma ma che razza di domande fai?”
“domande da mamma..- disse – e comunque  non sono un po’ troppo grandi per te?”
“Grandi? Io ho 19 anni, non 8!”
“E loro ne avranno come minimo 5 più di te…”
“Anche Rob ne ha 23 e non mi sem-“  stavo per dire “abbia una cattiva influenza” ma mi interruppe prima che potessi finire.
appunto”  disse seccata.
Non avevo voglia di litigare, perciò non risposi alla provocazione gratuita di mia madre.
“Dovresti uscire con persone della tua età…”
“per favore! Sai benissimo che  non ho molte amiche..”
“E Nikki?”
“Nikki non la sento da un po’…”
“E..”
“Mamma”  la interruppi facendole capire che non era il caso di insistere
“Farai la brava, vero?”
“Non so se ti sei accorta che mi stai facendo una domanda  dopo l’altra, senza neanche darmi il tempo di rispondere!- le feci notare-calmati”.
“Scusa tesoro…” disse sospirando.
Andai nel salone e presi tra le mani il copione di “the runaways”. Era da qualche giorno che riflettevo: la storia era molto interessante e il personaggio molto complicato, ma non sapevo se era il caso di accettare. Lo rilessi e lo studiai.
 
Erano le 19.52 ed io ancora non ero pronta. Mi ero addormentata sul divano e nessuno si era preso la briga di svegliarmi, così Rob sarebbe arrivato di lì a dieci minuti ed io ancora non ero pronta. Indossai in tutta fretta un paio di jeans, le mie solite Keds, una maglietta bianca e la felpa blu di Rob. Sistemai i capelli e dopo aver afferrato cellulare, le sigarette e qualche dollaro, e averli messi in tasca, mi catapultai letteralmente giù dalle scale, rischiando due volte di spiaccicarmi a terra. mi affacciai velocemente in cucina, dove la mia famiglia era intenta a cenare. C’erano tutti tranne mio padre,  che era ancora fuori per lavoro.
“Mamma io vado..”
“Ciao…” dissero i miei fratelli quasi in coro.
“Va bene…non fare  tardi”
“Si, si come no…” nemmeno l’ascoltai.
Indossai il cappuccio ed uscì di casa. Trovai una macchina grigia, con i vetri oscurati ad aspettarmi, lo sportello posteriore si aprì ed io entrai, trovando Rob ad aspettarmi.
“Sono le 20.10”
“Lo so, lo so…scusa” dissi lanciandomi tra le sue braccia e dandogli un bacio sulle labbra.
“Ciao anche a te Kristen” disse Dean seduto nel sedile anteriore.
“Oh, scusa non ti avevo visto…”
“chissà perché…” disse ironico.
“Allora? Dove sono gli altri?” chiesi notando che in macchina eravamo solo io, lui, Dean e l’autista.
“Ci aspettano là…”
“Se proprio sicuro che a loro vada bene che ci sia anche io?”
“Certo! Mi hanno detto che ti vogliono conoscere”
“Che hai fatto oggi di bello?” gli chiesi dopo cinque minuti.
“Mmm, le solite cose…ascoltato la musica, guardato un film, considerato le proposte di lavoro…tu?”
“Le stesse identiche cose…”
Dopo venti minuti di viaggio la macchina si fermò.
“Eccoci…”
“Ciao ragazzi…”
“Ciao Dean” dissi, sorridendogli.
“Ciao”
Entrammo subito nel locale. Intrecciai la mano di Rob. sinceramente ero un po’ agitata all’idea di conoscere i suoi amici. Voglio dire, se non gli fossi piaciuta? No, non potevo diventare paranoica adesso, avrei dovuto pensarci prima.
Il locale era semi pieno, sperai con tutto il cuore che nessuno ci riconoscesse. I ragazzi non c’erano, dovevano per forza essere nell’altra stanza. Percorremmo un corridoio abbastanza stretto ed arrivammo in una sorta di saletta privata, dove non c’era nessuno. Nessuno eccetto tre ragazzi, seduti intorno ad un tavolo, intenti a parlare tra di loro.
“Hey!” li salutò Rob
“Ce l’hai fatta!”  disse. Poi si alzarono e vennero ad abbracciarlo.
“Eh già, ma dov’è Sam?”
“Ha chiamato: è in ritardo” disse Tom.
“D’accordo-disse Rob- ragazzi lei è..”
“Sappiamo chi è!” disse un ragazzo.
“Non fai altro che parlare di lei…Kristen di qua, Kristen di là..” disse un altro.
Automaticamente sorrisi.
“Comunque io sono Marcus..” disse porgendomi la mano.
“Piacere”
“Il piacere è mio…” disse facendo il casca morto.
“Marcus” lo ammonì Rob
“Che c’è?” rispose , facendo la tipica espressione da innnocente
“Controllati”
“Ed io sono Bobby...”
“Ciao” dissi stringendo anche la sua mano.
“Hey Tom” ormai Tom lo conoscevo. ci eravamo già incontrati in più occasioni. Era come il fratello di Rob.
“Hey Kris!” disse abbracciandomi.
Ci accomodammo intorno al tavolo.
“Allora ordiniamo da bere intanto che aspettiamo Sam”
“Bell’idea”
“Allora quattro birre…tu cosa vuoi Kris?” mi disse gentilmente Marcus.
“Una birra andrà benissimo..” dissi.
“Perfetto allora cinque birre..” disse Tom alzandosi e andando ad ordinarle al bancone.
“se ti porto a casa ubriaca i tuoi mi uccideranno...”
“Rob è soltanto una birra” dissi
“Ha ragione lei!” disse Bobby. Gli risposi con un sorriso.
“Visto?”
“dice così solo perché non è lui dopo a dover affrontare tuo padre..”
Alzai gli occhi al cielo. Gli altri risero.
“Ragazzi scusate…” disse Sam entrando nella stanza.
“Alleluia!”
“Oh, ci siete tutti! tu dovresti essere Kristen” disse sorridendomi e porgendomi la mano, che afferrai.
“Si…”risposi.
Dopo avermi scrutato per un po’ disse:
“Non sarà troppo bella per te?”  rivolgendosi a Rob e mettendosi seduto.
“Ah-ah che simpatico!”
Tom tornò con le birre.
“Hey Sam, l’ho presa anche per te…” disse poggiandole sopra al tavolo.
“Avete visto la barista? Non è per niente male!”
“Ma che dici! Non si può guardare!”
“Scopabile…”
“si con una busta in testa”
Uomini.
 
“…ed ecco perché Rob ha iniziato a lavarsi almeno una volta a settimana!” disse facendo scoppiare a ridere tutti.
Era passata un’ora  e mi stavo divertendo davvero tanto. Ero completamente a mio agio con quei ragazzi.
“Amore, perché non dormi da me questa sera?” propose Rob
“ma non ho niente con me…”
“Meglio…” disse malizioso.
“Rob sei proprio un maiale! Pensi sempre e solo a quello!” lo accusarono.
“Non è vero!” disse lui.
“Invece sì…” commentai io, facendo ridere tutti.
“Ah, grazie tante! ti sei alleata con loro adesso?” disse mettendo il broncio.
“Come siamo permalosi….- Gli sussurrai nell’orecchio. Sapevo che gli piaceva molto- scusa…” dissi. Non so dove trovai quell’audacia davanti a tutti quei ragazzi. Forse era l’alcol o forse veramente con quelle persone mi trovavo bene.
“Così non vale…” disse poi dandomi un bacio a stampo sulle labbra.
“Robbuccio, ma quanto sei carino?” disse Sam
“Troppo!” rispose Marcus.
E ridemmo ancora.
“Si può fumare qui?” Chiesi
“Si si”
Lo cercai nelle tasche, ma non lo trovai
“Cazzo! L’ho lasciato a casa!” dissi.
“Tieni!” disse Sam porgendomi il suo pacchetto.
“Grazie!”
“Hey- disse Rob, sembrava offeso- tu non me le offri mai! L’ultima volta ti ho dovuto pregare per un’ora!”
“Rob…quando sarai come lei te l’offrirò senza problemi!” disse facendomi l’occhiolino.
Verso le 11 chiamai mia madre per dirle che sarei rimasta a dormire da Rob. Non fece storie, molto probabilmente mio padre non era ancora tornato. Ridemmo davvero tanto. Sentire tutte quelle storie, tutti quei guai in cui si erano cacciati… erano davvero amici. Ne avevano passate tante insieme, davvero tante.
“Kris…ci devi assolutamente tornare!” disse Bobby riferendosi a Londra.
“Mi piacerebbe davvero molto”
“Appena abbiamo un po’ di tempo ci andiamo” mi disse Rob.
Era passata mezzanotte e decidemmo di tornare a casa.
“Ragazzi perché non venite in albergo da me? Così suoniamo un po’…” disse Rob.
“A me va bene…”
“Se per Kris non ci sono problemi..”
“Assolutamente no!” volevo davvero sentirli suonare
Salimmo tutti quanti sulla macchina di Sam. Io montai incollo a Rob. Se la polizia ci avesse fermato ci avrebbe fatto di sicuro la multa. Dopo venti minuti di viaggio arrivammo.
I ragazzi iniziarono a suonare, uno alla volta erano davvero bravi.  Alle due di notte eravamo seduti in terra intorno a Sam, intento a farci sentire un suo pezzo, davvero bello.
“Adesso Rob tocca a te…poi andiamo tutti a nanna” disse Tom
“Si! canta quella che hai dato a Lee…”
“Ragazzi non so se sia il caso..”
“è il caso, è il caso…”
“E va bene…” disse prendendo la chitarra.
If you're sitting comfortably then let me begin.
I want to tell you a tale about the mess that I'm in.
And it all starts with a girl.
And shes breaking up my whole world.
 
Shes got this big green eyes, and there as wide as the moon.
They can take you to bed without you leavin' the room.
I would kill just to be her man,
but she's too cool to give a damn.
 
I'm falling in love for the last time
I'm falling in love forever and ever.
Falling in love with a girl that ain't mine
I'm falling in love for the last time.
 
She makes me feel like a king,
she makes me feel like a freak
She plays on me because she knows that I'm weak
And she knows just what to say, just to brighten up my day.
 
So now I'm feeling sick,
and shes still having fun
I guess she thinks that I'm thick, or maybe a little dumb
But it makes no use to me,
I'm a fool for misery.
 
I'm falling in love for the last time
I'm falling in love forever and ever.
Falling in love with a girl that ain't mine
I'm falling in love for the last time.
 
I'm falling in love with a girl...
 
I'm falling in love for the last time
I'm falling in love forever and ever.
Falling in love with a girl that ain't mine
I'm falling in love for the last time.....
 
Ero senza parole.
“è bellissima…” dissi  guardando Rob negli occhi.
 
 
Eccomi qua! per farmi perdonare il lungo periodo di assenza vi posto già oggi un nuovo capitolo! Je ricordatevi che lasciare un commentino è cosa buona e giusta! J 

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Capitolo 8
*** Michael Angarano vs....Tom Sturridge? ***


 Salveee!!! Eccomi qua J
Allora per ora accantoniamo  “Nikki Reed”…. C’era un’altra questione in sospeso. Vi rinfresco la memoria, che magari tutti quei flash-back hanno offuscato! Ahahaha.
Allora prima di partire per Vancouver Ruth era andata a casa di Kris per informarla che di lì  a poco avrebbe dovuto vedere Michael…e quindi eccoci qua…Buona lettura
 
Pov Kristen
Avevamo iniziato le riprese da circa una settimana e tutto procedeva al meglio. L’unica nota stonata era il fatto che Rob , avendo poche scene, non veniva tutti i giorni sul set. Nikki mi degnava a malapena di uno sguardo… e anche se un po’ mi dispiaceva, non la vedevo proprio come una catastrofe. Desideravo però poter parlare con lei, per chiarire le cose, e per capire un po’ meglio quale fosse esattamente il suo pensiero. Quindi a parte il litigio con Nikki tutto procedeva alla perfezione, almeno fino a quando Ruth non mi chiamò per dirmi che era giunto il momento di incontrare Michael. Fantastico. Anche se non ne avevo proprio voglia, lo dovevo fare…e l’avrei fatto. Andai a dormire cercando di non pensare al fatto che il giorno seguente avrei dovuto affrontare l’unica persona sulla faccia di questa terra che non volevo vedere, nemmeno da lontano. Alle undici mi distesi nel letto, accanto a Rob, che quella sera rimase a dormire da me
 “Amore! Sei sveglio?”
“Si, si…riposavo gli occhi…” disse sorridendo.
Mi accoccolai sul suo petto, e lui mi circondo la vita con un braccio. Decisi di dirgli la verità: ovvero che il giorno successivo avrei dovuto incontrare Mike.
“Senti Rob…” iniziai incerta
“Dimmi piccola….” Mi incitò.
“Domani vedrò Michael” confessai
Silenzio. Non parlava.
“ Rob?”
“Si, si…bene” commentò.
“Lo sai che non vorrei farlo…” cercai di fargli capire quanta voglia non avessi di incontrarlo. Alzai il viso e lo guardai negli occhi.
“Lo so..” disse sincero, baciandomi a fior di labbra.
Tornai nella mia posizione.
“Buonanotte amore…” dissi.
“Notte…cucciola” disse lasciandomi un leggero bacio tra i capelli.
 
Il giorno successivo, dato che dovevo incontrare a colazione Michael, avevo la mattinata libera e avrei iniziato a girare subito dopo pranzo. Mi svegliai alle otto e silenziosamente feci una doccia veloce ed indossai un paio di jeans, una maglietta, la felpa ed un giubbottino di pelle. A Vancouver dopotutto era ancora inverno. Rob fortunatamente non si svegliò Mi diressi verso il locale dove aveva fissato l’appuntamento, e dato che era a pochi passi dall’hotel in cui alloggiavo, e dato che  i paparazzi dovevano fotografarci, decisi di incamminarmi a piedi. Tutto ciò mi sembrava un’enorme cazzata. Dovevamo mettere in scena quel teatrino solo per non destare sospetti che tra me e Rob. In poche parole dovevo giocare a fare l’allegra fidanzata: di Michael.  Man mano che mi avvicinavo, il cuore mi batteva sempre più forte. Ero agitata: l’ultima volta che ci eravamo visti non c’eravamo lasciati bene. Sospirai ed entrai nel bar. Diedi una rapida occhiata in giro e lo vidi. Era seduto ad un tavolo, gli occhiali da sole in testa, lo sguardo perso nel vuoto. Mi diressi verso di lui.
“Ciao” dissi in piedi di fronte a lui.
“Hey…siediti” disse dolcemente.
Ma cosa credeva? Che facendo il carino e il simpatico potesse cancellare il comportamento che aveva avuto a casa mia? Nonostante questo dovetti accomodarmi.
“Come stai?”
“Bene- risposi- tu?”
“Potrebbe andare meglio..”
Nell’aria la tensione era palpabile. Tutto ciò era imbarazzante. Non ero per niente a mio agio, tutto quello che volevo era andarmene da lì. La cameriera arrivò al tavolo domandandoci cosa volessimo.
“Per me un cappuccino…” disse tranquillo.
“Per la signorina?”
“Un tè inglese?” disse Michael, alzando un sopracciglio.
Lo fulminai con lo sguardo. La cameriera intanto continuava a guardare me, per avere una conferma.
“Un caffè andrà benissimo..” e risposi sorridendo
“Senti Michael…se hai intenzione di lanciarmi frecciatine per tutta la mattina…è meglio che vada. Sono venuta per parlare come persone civili e adulte”.
“D’accordo. Scusa.” Disse.
La cameriera arrivò con le ordinazioni.
“Grazie…” le dissi.
“Come procedono le riprese?” mi chiese.
“Molto bene…”
“Sono contento”
“Senti Kris, mi dispiace. È inutile girarci intorno. Mi sono comportato male a casa tua. Non dovevo trattarti in quel modo e dire quelle cose davanti ai tuoi genitori”
“D’accordo…apprezzo molto”
“Sono contento- disse sorridendo- anche se l’opinione che ho su di lui non cambia”.
“Sei libero di pensare quello che vuoi. Naturalmente non condivido” dissi sorseggiando il mio caffè.
“Adesso che siamo tranquilli…posso sapere cosa ci trovi in lui? perché davvero, non riesco a capirlo! Cosa ti da lui che io non ti ho mai dato?”
“Michael…non credo sia il caso di affrontare questo argomento…”dissi abbassando lo sguardo.
“Kristen…io ti amo. Mi manchi da morire…e ti prego dammi una buona ragione per non andare su in albergo spaccargli la faccia” disse serio.
Ok, sul serio? Era almeno 30 cm meno di lui…Rob con un solo cazzotto l’avrebbe abbassato di altri 10 cm.
“Mike per favore…lui mi tratta bene. Sto benissimo”  Dissi irritata, poggiando malamente la tazza sopra il tavolo.
“D’accordo”
“Kris!” mi sentì chiamare alle spalle con un accento inglese. Mi voltai.
“Tom!”
Mi alzai e lo abbracciai. Quando ci staccammo, lui notò Mike e gli lanciò un’occhiataccia.
“Quando sei arrivato?”
“Adesso…sono passato a prendermi un caffe” continuava a fissarlo, omicida.
“Quanto resterai?” cercai di distrarlo.
Tom era davvero ostile nei confronti di Mike…ma dopotutto Rob odiava Michael e inevitabilmente Tom lo odiava. Logico.
“Mmm…credo tre giorni. Poi devo ripartire per New York…sono passato per salutarvi”
“Capito…” dissi sorridendo.
“Rob?”
“L’ho lasciato che dormiva…” dissi.
“Allora corro a svegliarlo..” disse
“Ahah…tieni la chiave” dissi porgendogliela.
“Stew sei la meglio!” disse schioccandomi un bacio sulla guancia.
“Lecca culo…”
“Ah stasera si esce! Conosco un pub: vi ci porto”
“E ti pareva” commenti
“Ahah a stasera”
“A dopo!” l’abbracciai nuovamente.
“Tutto apposto?” mi sussurrò nell’orecchio.
“Si..”
Dopo aver lanciato l’ennesima occhiata di ammonimento a Mike se ne andò.
Michael era rimasto a fissare la scena, senza dire niente.
“Chi era quello?”
“Un mio amico…”
“Un amico inglese?”
“Si…un amico inglese”
“Un amico di quello…ho capito- disse sbuffando-  siete in confidenza…”
“Si…”
“E così dorme da te..” disse cambiando discorso.
Gli lanciai un’occhiataccia di ammonimento e lui capì che se voleva rimanere con me doveva cambiare argomento e soprattutto atteggiamento.
“Ho saputo che Joan Jett ti ha scelta per il suo film..” disse, fissandomi.
“Si...” dissi sorridendo.
“Sono contento…quando inizierete a girare?”
“Mi hanno detto a Giugno…”
“Bello!”
“Già…”
Diedi una rapida occhiata all’orologio: erano già le undici.
“Senti Mike si è fatto tardi io devo proprio andare..” dissi cercando delle banconote.
“Lascia faccio io!” disse affrettandosi a prendere i soldi.
“Non c’è bisogno”
“Ci tengo” disse accennando un sorriso.
“Allora grazie!” dissi alzandomi.
“Ti accompagno…”
Mi faccio accompagnare o no???
 
 
Vorrei fare delle precisazioni.
So che la conversazione tra Michael e Kristen potrebbe risultare noiosa, monotona e piatta. Ecco quello era il mio intento!! J  So che può sembrare strano ma volevo mettere in evidenza come tra loro tutto fosse finito, svanito. Spero che sia riuscita a trasmettere la tensione e l’imbarazzo che io immagino ci sia stata tra di loro. Per quanto riguarda Tom: ho deciso di farlo intervenire perché credo che sia un personaggio positivo….
Ahahah in realtà volevo solamente smorzare la tensione e alleggerire la scena.
Un bacione e grazie a chi mi dedica anche 5 minuti del suo tempo!!
Lasciate un commentino, daiiiiiiiiiiiiii ( me che fa gli occhi dolci) ^^
Alla prossima

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Capitolo 9
*** Blood, Tears and Gold ***


 
“Tom sei proprio uno stronzo…te l’ho mai detto?”
“Su Pattz come siamo melodrammatici…”
“Mi hai fatto quasi venire un accidente!”
“Appunto…quasi- disse Tom ridendo, ma quando gli lancia un’occhiataccia alzò le braccia al cielo- hey prenditela con la tua ragazza, è lei che mi ha dato le chiavi!”
Quel coglione del mio migliore amici era piombato in camera mia, senza preavviso, naturalmente, ed aveva avuto la brillante idea di svegliarmi in modo tutt’altro che dolce.
“Infatti ci farò due chiacchere appena torna!” Dissi alzandomi e andando in bagno.
Mentre mi lavavo i denti immaginavo Kris prendere un caffè e parlare allegramente con quella sottospecie di uomo. Chissà cosa si sarebbero detti, anzi chissà cosa lui le avrebbe detto. Ero quasi sicuro che avrebbe iniziato a fare la vittima, pregandola in ginocchio, dicendole che senza di lei lui era un uomo perso….e stronzate varie. Per fortuna Kris era intelligente, mi fidavo di lei e sapevo benissimo che non si sarebbe fatta abbindolare dalle moine di quell’idiota.
Tornai in camera e trovai Tom seduto nel mio letto a ciacciare nel mio cellulare.
“No, ma comodo, non fare complimenti…vuoi anche un quotidiano? Un caffè?”
“No grazie. Il caffè l’ho appena preso al bar qua vicino, dove la tua amata mi ha dato le chiavi- disse con un sorrisino strafottente-per il quotidiano...ancora fai queste domande? Lo sai che leggo solo fumetti…”
“Al bar? L’hai incontrata al bar?”
“Si era insieme a coso….”
“E TU ME LO DICI SOLTANTO ADESSO?”
“Hey hey calmati!”
“Non pensavo l’avessi incontrata mentre era con lui!”
“Scusa!”
“Le mani le teneva apposto, vero? Erano lontani?”
“Robert stai entrando in paranoia, cazzo!- disse alzando gli occhi al cielo- erano seduti ad un tavolo, uno di fronte all’altro, erano in imbarazzo, si vedeva da lontano un miglio…lui era orrendo come sempre ed aveva la faccia da cane bastonato…”
“CHE IDIOTA!”
“…lei era proprio una gran figa!” disse ridendo.
“Tom, sono già abbastanza alterato oggi, se magari tu evitassi di fare battute poco gradevoli e di dirmi esplicitamente che ti piacerebbe sbatterti la mia attuale ragazza mi faresti proprio un enorme favore!” dissi cercando di mantenere la calma.
“Hey scherzavo, scherzavo…cioè non scherzavo sul fatto che è una fi..”
“TOM!”
“D’accordo, d’accordo…chiudo la bocca”
Accesi la tv, sperando che ci fosse qualcosa di decente che potesse tenermi la mente occupata per un po’. Lasciai su un canale di musica che trasmetteva un documentario sul rock; anche se non era il massino riusciva a distrarmi.
“Com’è a letto?”  Tom se ne uscì improvvisamente dopo 5 minuti di silenzio.
“come prego?” chiesi, anche se avevo perfettamente capito la domanda.
“Kristen…com’è a letto?”
Lo guardai accigliato.
“Su Rob non fare il casto! Discorsi così li abbiamo sempre fatti…”
Aveva ragione. Che diavolo mi stava succedendo?
“…è brava. Tanto brava…”
“è una tradizionalista??”
“è?”
“Vuole fare cose strane?”
“Non te lo dico!”
“Perché?”
“Perché non voglio che tu pensi a lei in quel modo!”
“Non penserei a lei in….ok forse si.”
“Appunto!”
“Comunque lo prendo per un si..”
Lo fulminai con lo sguardo. Iniziammo poi a parlare di Londra, delle mie sorelle, di Marcus, Lee e gli altri…
Dopo nemmeno 15 minuti sentì bussare alla porta e mi fiondai immediatamente ad aprire. Era lei.
“Amore…”
“Ciao” rispose dandomi un leggero bacio sulle labbra.
“hey Tom..”
“Bellezza”
“Com’è andata?” le chiesi titubante, mentre si toglieva il giubbotto.
“è andata…”
“Niente scene pietose? Inginocchiamenti vari?”
“No, no tutto tranquillo” disse sorridendo debolmente.
Eppure c’era qualcosa che non andava, era strana.
“Sei sicura?”
Mi guardò negli occhi, come se fosse indecisa se dirmi la verità o no.
“Rob…dobbiamo parlare, credo di aver fatto una cazzata...” disse, abbassando lo sguardo.
“Io è meglio che vada…-disse Tom-vado al bar di sotto”
Sentì la porta della camera aprirsi e poi chiudersi immediatamente con un tonfo. Eravamo soli. Nella stanza regnava il silenzio anche se nelle mie orecchie rimbombava il ritmo scandito dei battiti cardiaci. Stavo iniziando a sudare freddo e molto probabilmente sbiancai, e lei ne accorse.
“Rob io non so come dirtelo..”
“è finita?” la interruppi bruscamente. Che senso aveva girarci intorno? Che senso aveva prolungar la mia agonia?
“NO, NO! perché?” Disse lei sbalordita.
“Non vuoi rompere?”
“No, amore!” disse avvolgendo il mio volto con le mani.
Tirai un sospiro di sollievo. E la baciai sulle labbra.
“e allora che è successo?”
Si stacco da me e dopo aver fatto qualche passo indietro, parlò.
“Abbiamo fatto colazione tranquillamente, non è successo niente di rilevante o niente che mi ha sorpreso. Mi ha ribadito il fatto che tu non gli piaci e che non lo convinci per niente, ma oltre a questo e a qualche battutina poco felice, non ha detto o fatto nient’altro.. Quando me ne stavo andando, si bè…ecco lui si è offerto di riaccompagnarmi almeno fino all’entrata dell’albergo. Non sapevo che fare, non potevo dirgli di no…così ho accettato. Appena abbiamo svoltato l’angolo ha visto i paparazzi dall’altro lato della strada e mi ha afferrato la mano…e così ci hanno fotografato. Amore non sai quanto mi dispiace…”

Non sapevo cosa dire, o cosa pensare. Quello schifoso…gli avrei spaccato la faccia! E questa volta sul serio!
“E tu che cosa hai fatto?”
“Cosa potevo fare? Non potevo mettermi a fare una scenata davanti a tutti…così ho continuato a camminare e appena siamo entrati nella hall gli ho gridato contro, ma lui non mi lasciava la mano. Mi ha detto che l’ha fatto apposta…per farci litigare. Ha detto che sapeva che tu ti saresti incazzato…ed io ci sono caduta come una fessa. Li aveva chiamati lui i fotografi! Amore mi dispiace...sono stata un imbecille, un’idiota, una cretina…” disse con le lacrime agli occhi.
Io dal canto mio non proferivo parola. Quello era stato un bel colpo. Una parte di me mi suggeriva di abbracciarla perché  non era colpa sua, ma un’altra mi diceva che invece lei avrebbe potuto, anzi avrebbe dovuto liberarsi dalla sua presa. Non sapevo a chi dare ragione!
Quando vide che non parlavo andò avanti…
“e poi…giù di sotto, vicino all’ascensore ha provato a baciarmi.” Disse abbassando la testa.
“Cosa?” la voce mi uscì come un sussurro.
“Rob!”
“CHE COSA HA PROVATO A FARE? QUESTA VOLTA GLI SPACCO LA FACCIA! MA SUL SERIO!CHE IDIOTA! TE L’AVEVO DETTO: NON CI DOVEVI ANDARE! LO SAPEVO…DIO CHE IMBECILLE! SAREI DOVUTO VENIRE CON TE!” disi tirando un calcio ad una poltrona della stanza.
“Rob calmati, ti prego..”
“Calmarmi? Cazzo Kris non solo ti ha toccata, ti ha preso la mano ma ha anche provato a baciarti!” tirai un altro calcio.
“Sei arrabbiato?” chiese abbassando lo sguardo e puntandolo a terra.
“si!” dissi.
Rimanemmo in silenzio per un po’di minuti. Lei che fissava il pavimento, senza aprire bocca ed io che fissavo lei. Poi mi accorsi che stava piangendo, dai singhiozzi che iniziavano ad essere sempre più forti e frequenti.
“Amore non sono arrabbiato con te….” Dissi, avvicinandomi a lei.
Non potevo prendermela con lei, era quello l’intento del decelebrato.
“No?”
“No..” la tranquillizzai.
“Ma sono stata una stupida…io sarei incazzata!”
“E io non lo sono…”dissi sorridendole.
Mi sorrise e mi baciò.
“Ti amo..” le dissi.
“Ti amo…”
“Ah, la faccia gliela spacco lo stesso” dissi poi, sorridendo.
E gliel’avrei spaccata davvero.
 
 
Ehm ehm….
C’è ancora qualcuno?
Mi dispiace tantissimo per questo lungo periodo di assenza, ma tra lo studio e tutto non riesco veramente a trovare l’ispirazione giusta. Poi oggi finalmente…ho buttato giù qualcosa. Spero vi sia piaciuto. Ringrazio tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo ^^
Lasciatemi qualche commentino dai dai J 

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Capitolo 10
*** Crudelia ***


Pov Robert
“Io davvero non capisco…perché ti ostini a parlare con lei? Sai meglio di chiunque altro come la pensa e cosa ha fatto eppure continui a considerarla ed ad andarci in giro per Vancouver!”
Eravamo nella mia stanza e stavamo discutendo già da dieci minuti buoni. Il problema? Il problema aveva un nome e un cognome : Nikki Reed. Da qualche settimana Kris aveva cominciato a riparlare con lei e da qualche giorno aveva cominciato persino ad uscirci insieme.
“Rob cosa dovrei fare secondo te? È una mia amica…e anche se si è comportata da stronza mi ha chiesto scusa, mi ha spiegato la situazione…cosa c’è di male se ogni tanto passo del tempo con lei?” disse con sguardo innocente.
“che va a finire che ti fa il lavaggio del cervello! Kris sul serio, lo dico per te. Quella donna è una strega, un’arpia si sta avvicinando nuovamente a te non perché le interessi la vostra amicizia ma solo per controllarti!” cercai di farle capire in tutti i modi quali erano i piani della sua così detta “amica”, ma non c’era niente da fare.
“Ma cosa stai dicendo??”
“sto dicendo che quella pazza vuole solo farci litigare! Non le è andato giù il fatto che stiamo insieme e molto probabilmente non le andrà giù mai! Ti sta manipolando di nuovo!” dissi alzando leggermente il tono di voce.
“Rob porca puttana smettila di parlare come se fossi una bambina ingenua che si lascia manipolare da tutti!” rispose stizzita.
“non è quello che ho detto!” perché doveva fraintendere tutto quello che dicevo?
“invece si! Mi stai trattando da stupida!”
“non è quello che ho detto! Dio perché non capisci quello che voglio dire! STO CERCANDO DI FARTI CAPIRE CHE QUELLA STRONZA è RIUSCITA Già UNA VOLTA A FARCI ALLONTARE, E CREDO CHE VOGLIA FARLO DI NUOVO!”
“adesso stai veramente esagerando, Rob.”
“NO, SEI TU CHE STAI ESAGERANDO! APRI GLI OCCHI!” dissi tirando un calcio al muro.
“MI STAI URLANDO CONTRO E  STAI COMINCIANDO ANCHE AD ESSERE VIOLENTO E LA COSA A DIRLA TUTTA NON MI PIACE PER NIENTE! QUANDO TI SARAI CALMATO E AVRAI RIFLETTUTO FAMMI UN FISCHIO”
“no dai, aspetta…” abbassai il tono di voce, non volevo che se ne andasse.
“sinceramente non ho voglia di stare ad ascoltarti ulteriormente. È meglio così, fidati. Ci vediamo.”
Ed uscì sbattendo la porta.
Ero un emerito coglione lo sapevo benissimo, non avrei dovuto urlare in quel modo e tanto meno prendermela con lei. Lei non aveva colpe…era soltanto troppo buona, e Nikki Reed se ne stava approfittando. Quella stronza non mi convinceva per niente. Non credevo al fatto che si fosse riavvicinata a Kris per recuperare il loro rapporto. Poteva darla a bere a tutti, ma non a me. L’anno precedente avevo avuto l’occasione di conoscerla bene e potevo dire per certo che era una delle persone più astute e manipolatrici che avessi mai conosciuto in vita mia. C’era qualcosa sotto ed io l’avrei scoperto. Ovviamente voleva farmi litigare con kris e purtroppo ci stava riuscendo benissimo, ma non dovevo darle questa soddisfazione. Kris era la cosa più importante per me e non avrei lasciato che una serpe del genere me la portasse via, non dopo tutto quello che avevamo passato. Lei era soltanto un sassolino, una briciola, una formica…un niente! Uscì dalla mia camera d’albergo sbattendo la porta: avevo bisogno di calmarmi. Tom se ne era andato da qualche giorno e perciò non avevo nessuno con cui sfogarmi. Andai nella Hall ma essendo le undici di sera era semi deserta.
Le riprese di New Moon stavano per finire eravamo ai primi di maggio e tra poco saremmo partiti per l’Italia e fortunatamente quella stronza bisbetica non sarebbe venuta con noi.  Dovevo solamente resistere ancora per pochi, pochissimo giorni.
Andai al bar del hotel per passare un po’ il tempo, quando vidi arrivare Paris, il nuovo fidanzato di Nikki un certo Paris. Che nome ridicolo…solo lei poteva fidanzarsi con un tizio del genere che se ne andava in giro conciato come un evidenziatore. Pregai con tutto me stesso che non mi notasse ma sfortunatamente nessuno in quel momento aveva voglia di stare a sentire le mie preghiere e così mi rivolse un cenno di saluto, da lontano. Forse allora qualcuno lassù a cui interessasse un minimo di me c’era, perché non si fermò a parlarmi ma si diresse subito agli ascensori.
Decisi di andare a parlare con Kris ma quando bussai alla sua porta nessuno mi rispose. Guardai l’orologio e vidi che era appena passata mezzanotte: molto probabilmente stava già dormendo. Decisi di tornare in camera mia, le avrei parlato il giorno seguente.
 
Tre giorni dopo.
Erano passati tre giorni e ancora non le avevo parlato, e non per colpa mia. Lei mi stava evitando, ogni volta che cercavo di avvicinarmi mi liquidava.
“scusa, ma sono stanca”; “scusa, ho mal di testa”; “scusa, ma non è proprio il momento”. Non sapevo più che fare.
Erano circa le nove di mattino e stavamo partendo per l’Italia: finalmente.
Appena salimmo sull’aereo Kristen prese posto accanto ad Ashley, lasciandomi solo. Ashley guardò nella mia direzione, lanciandomi uno sguardo dispiaciuto. Il volo fu uno dei più brutti della mia vita, ma non per via del tempo. Non riuscivo a chiudere occhio, continuando a pensare cosa avessi fatto di sbagliato per farmi trattare così e per averla fatta reagire in questo modo. Conoscevo Kris, sapevo che non si era incazzata solo perché avevo alzato la voce, avevamo litigato altre volte. Ci doveva essere qualcosa sotto e sapevo che c’era lo zampino di una persona…
Una volta arrivati in Italia ci precipitammo immediatamente sul set, per una visita veloce. Il posto era davvero spettacolare, praticamente era come me lo ero sempre immaginato. Ancora i lavori non erano terminati, per questo avremmo cominciato a girare il giorno seguente. Così dopo aver preso da bere insieme a tutti quelli della troupe ce ne tornammo in albergo, dove ad attenderci c’erano circa 100 persone. Ci fermammo per firmare degli autografi e dopo 20 minuti mi guardai intorno e lei era sparita, di nuovo. Mi fiondai nell’albergo e dopo aver chiesto all’uomo alla reception quale fosse la stanza di Kristen presi l’ascensore. Una volta di fronte alla porta iniziai a bussare, ma nessuno mi rispose. Sapevo che era dentro, lo sapevo.
“Kris sono io…per favore apri”
Niente.
“amore…ti scongiuro apri questa porta. Dobbiamo parlare…che ti succede? Mi vuoi lasciare è questo?”
Ancora nessuna risposta.
“per favore…se vuoi davvero troncare almeno dimmelo!”
La porta si aprì di colpo. Kristen era in piedi di fronte a me, si spostò facendomi segno di entrare.
Il fatto che ancora non avesse detto che non mi voleva lasciare mi stava leggermente preoccupando.
Chiuse la porta lentamente mentre io raggiunsi il centro della stanza, dove regnava il silenzio più totale. Lei non parlava, io non ne avevo il coraggio: avevo troppa paura.
“Amore, per favore dimmi che ti succede..” dissi infine avvicinandomi e accarezzandole una guancia con la mano destra.
Lei inaspettatamente rilasso il volto beandosi del mio tocco e cominciando a piangere silenziosamente.
“hey amore..” dissi stringendola forte tra le braccia.
“sono un’idiota…” disse infine.
“perché dici questo?”
Si staccò da me, asciugandosi le lacrime che le stavano rigando il volto.
“sto ferendo tutti! sto facendo del male a tutte le persone che mi sono state accanto nel momento del bisogno! Guarda Mike, Nikki, loro mi odiano! Sono una frana…”
“non è vero!”
“si che è vero! Rob, io non voglio fare del male anche a te! Mi sto mettendo in qualcosa che è più grande di me e non so se sono in grado di gestirlo!  E non voglio rischiare di ferire anche te, non voglio farti del male, perché ti amo!”
“perché diavolo pensi questo? Io sono perfettamente in grado di decidere cosa farne della mia vita! Mi fido di te…e so perfettamente a cosa stiamo andando incontro! Dio Kristen ne abbiamo parlato così tante volte! Ti basta così poco per farti cambiare idea? Ti basta davvero il parere di un apersona che non ti vuole nemmeno un briciolo di bene per farti cambiare idea?”
“non ho cambiato idea…”
“a me sembra di si! Tutto quello che ci siamo detti, che mi hai detto in Giappone allora erano solamente parole per te?”
“no assolutamente no…”
“allora cos’è?”
Rimase in silenzio per alcuni minuti.
“sono un’idiota!” disse abbracciandomi.
“scusa, scusa, scusa…non lo so cosa mi sia preso. Credo sia il nervosismo…Amore mi dispiace. Ho avuto un crollo di nervi e ne ho parlato con Nikki..”
“ecco! Lo sapevo che c’era il suo zampino..”
“Rob per favore non ho voglia di parlare di lei, sul serio.”
“d’accordo”
“stringimi forte…”
“va bene”
“ti amo…”
“ti amo anche io”
“ti prometto che domani ti racconterò tutto”
”mi sei mancata..”
“anche tu mi sei mancato.”
La baciai con passione e lei ripose al bacio con altrettanta foga, mi distesi sul letto, trascinandola sopra di me.
 
 
 
 
Buon natale a tutti voi!!!
Piccola sorpresina di natale for you guys… J
Allora mi sono resa conto che devo velocizzare un po’ le cose per arrivare al momento clou della storia…quindi siamo già in Italia!!
Secondo voi cosa avrà detto Nikki a Kris??
Commentate in tanti…per favore fatemi un regalino dio natale J
Un bacione NikkiLu
p.s. leggete il nuovo capitolo di “HOW TO LOSE LOVE IN 48 HOURS”
 

  

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