Take me back to the start.

di MidnightShiver
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mission ***
Capitolo 2: *** Choice ***
Capitolo 3: *** Punch ***
Capitolo 4: *** Dance until the Dark. ***
Capitolo 5: *** Mistake. ***
Capitolo 6: *** Hide. ***
Capitolo 7: *** Last time. ***
Capitolo 8: *** Poisoned Poison ***
Capitolo 9: *** The kill ***
Capitolo 10: *** Long year. ***
Capitolo 11: *** Argueless ***
Capitolo 12: *** Help ***
Capitolo 13: *** Snog. ***
Capitolo 14: *** Titanium ***
Capitolo 15: *** Safe and Sound ***
Capitolo 16: *** Nightmare. ***
Capitolo 17: *** Forbidden. ***
Capitolo 18: *** Skinny Love ***
Capitolo 19: *** Arguefull ***
Capitolo 20: *** Learn from Mistakes. ***
Capitolo 21: *** Goal. ***
Capitolo 22: *** Iris ***
Capitolo 23: *** Act. ***
Capitolo 24: *** Heal ***
Capitolo 25: *** News. ***



Capitolo 1
*** Mission ***



Capitolo uno  -  Mission



A Elisa, perché la serpe perde la pelle, ma non il vizio.





You disappear with all your good intention.
And all I am is all i could not mention.
Like who will bring me flowers when it's over?
And who will give me comfort when it's over?


La pioggia ticchettava ripetutamente sui vetri delle finestre.
La biblioteca scolastica diventava man mano sempre più deserta verso quell'ora di sera.
C'era solo un ospite che Madama Pince vedeva frequentemente, se non tutti i giorni.
Con due dita, ella spostava lentamente le pagine di un pesante manuale d'incantesimi, qualche volta staccando la mano dal volume per spostarsi dietro l'orecchio un ricciolo ribelle, ormai caratteristico di sé stessa.
L'espressione che aveva in volto era abbastanza buffa.
La ragazza arricciava le labbra e le stringeva mentre metteva a fuoco le parole stampate sulla carta ingiallita, socchiudendo leggermente gli occhi, un po' affaticata da tutto quel tempo che qualcuno definiva "sprecato" sui libri , ma che per lei non lo era affatto.
Forse infastidita da quel suono che ormai si era fatto rimombante nella sua testa, la ragazza distaccò lo sguardo dalle parole e un po' imbronciata chiuse il libro, inserendo un segnalibro per capire a che punto era arrivata.
Poi oltrepassò lentamente la biblioteca, facendo un cenno a Madama Pince in saluto, che ricambiò con un sorriso anche troppo solare.
Con i libri pesantemente accumulati sulle braccia la ragazza si avviò verso la torre dei Grifondoro.
Si concentrò particolarmente sul primo titolo che riusciva a scorgere dalla pila che teneva tra le braccia.
Il titolo era inciso sulla copertina rigida, che sembrava molto antica e scavata da vari ghirigori scuri, il materiale con cui era rivestito sembrava...
Boom.
La ragazza venne spinta a terra da qualcosa o da qualcuno, facendole cadere tutti i libri, sparpagliandoli per il corridoio.
Era un po' addolorata, era caduta sul fondoschiena e un libro, per la precisione il più pesante di tutti, le era caduto sul ginocchio, provocandole molto probabilmente un ematoma violaceo.
Quando rialzò lo sguardo, si accorse che davanti a lei c'era un ragazzo.
Era molto più alto in confronto a lei, i suoi capelli erano lisci e perfettamente ordinati, di un biondo platino, che gli ricadevano a ciuffi leggeri sul volto, dando al ragazzo un' aria più matura e dura rispetto agli altri anni.
Draco Malfoy era in piedi davanti a lei, guardandosi intorno freneticamente.
Poi, alla fine, dopo che era calato un muto silenzio, la ragazza, da coraggiosa Grifondoro , cominciò a parlare:
- Malfoy, guarda dove vai la prossima volta.
Il ragazzo sembrò quasi ignorare quelle parole, scansandola velocemente e cercando di non inciampare sui libri, senza neanche darle una mano.
- Sì, già... Scusa Mezzosangue.
Hermione si accorse solo ad allora che il ragazzo a malapena l'aveva notata e aveva cominciato subito a correre verso il lato opposto del corridoio rispetto a lei, proseguendo la sua traiettoria.
La ragazza si rassegnò, non avrebbe animato una litigata, non ne aveva voglia, e così si rialzò, riordinando tutti i libri.
Si sistemò la gonna della divisa, lisciandola con la mano semi-libera.
Cominciò a camminare un po' più velocemente, diretta, come sempre verso la Sala Comune dei Grifondoro.
Si fermò di piombo, quasi facendo di nuovo cadere tutti i libri che sorreggeva con le braccia, ripensando lentamente ad ogni singola parola del breve discorso avuto poco prima con Malfoy.
- Mi ha chiesto scusa? - chiese più a sé stessa, facendo rimbombare la voce per il corridoio.

*****

She took a plane to somewher out in space,
To start a life and maybe change the world

See I never meant for you to have to crawl
No I never meant to let you go at all.

Don't ever say goodbye.



- Parola d'ordine - disse la Signora Grassa, specchiandosi su un bicchiere stretto a forza dalla sua mano cicciona.
- Maltafinocchia *
- Prego.
Il ritratto della Signora Grassa si spostò, rivelando un buco dal quale Hermione passò, come tutti i santi giorni.
La Sala Comune era deserta, il fuoco ancora scoppiettava fiocamente dentro il camino, illuminando appena il profilo dei divani di stoffa rossa e oro.
Hermione si sedette su uno di essi, quello proprio davanti al fuoco e, approfittandosi del fatto che non c'era nessuno lì intorno e che probabilmente erano tutti a cena, si distese completamente occupando con le lunghe gambe tutto il divano.
Appoggiò la testa sul poggia gomito e per un attimo si rilassò chiudendo gli occhi, prestando attenzione solo al lieve scoppiettìo del fuoco.
- Signorina Granger...
La ragazza alzò la testa un po' spaventata: non si aspettava di trovare qualcuno nei paraggi e si risistemò completamente, dai capelli alla divisa.
Si guardò intorno, ma non vedeva nessuno.
L'unica cosa animata lì intorno era il fuoco, ma non aveva niente di strano, la faccia di Silente era ben impressa tra le fiamme...
La faccia di Silente tra le fiamme?
- Professore! - urlò un po' spaventata - Mi scusi, non l'avevo vista...
- Oh, non si preoccupi signorina, anzi, sono io a dovermi scusare per averla interpellata senza preavviso. Mi dispiace disturbarla adesso che è tornata dalla biblioteca, ma dovrei parlare... Ci possiamo vedere nel mio ufficio, tra circa dieci minuti?
- Va bene, professore...
- E, mi raccomando, stavolta se non le dispiace non dica nulla al Signor Potter e al Signor Weasley, gradirei scambiare una chiacchierata amichevole solo con lei...
- Non ci saranno problemi professore...
- Ah, Granger, prima che me ne dimentichi: Sorbetto al limone.
E, senza lasciare neanche alla ragazza il tempo di rispondere, sparì, lasciando che le fiamme si ricomponessero allo stato originale.
- Sorbetto al limone... Che cosa diavolo vuole dire? - sbuffò la ragazza.
In cinque minuti, era uscita dalla Sala Comune, diretta verso l'ufficio del Preside.

*****

Who will bring me flowers when it's over?
And who will give me comfort when it's cold?
Who will I belong to when the day just won't give in?
And who will tell me how it ends and how it all begins?


Si trovò in pochi minuti davanti ad una porta, dietro due gargoyle.
Dai racconti di Harry era lì l'ufficio del Preside di Hogwarts.
Il problema era che non aveva la più pallida idea di come entrarci e non voleva affatto arrivare in ritardo.
Dopo qualche secondo di esitazione, provò ad afferrare la maniglia dietro i Gargoyle: questi subito si misero a zampe incorciate l'uno con l'altro per non farla passare.
- Parola d'ordine - dissero in coro, con voci tenebrose e calde.
La ragazza esitò ancora, guardandosi intorno, sperando che il Preside apparisse da un momento all'altro a dirle che era uno scherzo.
Poi le vennero in mente le ultime parole della breve conversazione con Silente.
Sperando che funzionasse, pronunciò con tono coraggioso queste parole:
- Sorbetto al Limone.
I due Gargoyle si ritirarono ai lati della porta, abbassando la testa.
La ragazza si fece coraggio e a testa alta varcò quella che doveva essere la porta del Preside.
Si trovò davanti a una specie di scala a chiocciola di pochi gradini.
Li salì tutti e si ritrovò di fronte ad una stanza immensa.
Alle pareti vi erano scaffali stracolmi di libri, di cui Hermione riconobbe qualche titolo babbano.
Al centro della stanza, su una specie di palchetto rialzato, vi era posta una scrivania con vari oggetti: l'unico che riconobbe fu la Giratempo che aveva usato al terzo anno.
Insieme ad essa vi era un bacile di pietra, perfettamente levigato, inciso sul bordo da Rune.
L'interno era riempito da una sostanza che Hermione non seppe ben definire: né liquida, né gassosa, la sostanza ondeggiava come se fosse acqua all'interno di quel bizzarro contenitore.
Accanto ad esso, l'ultimo oggetto che era presente sulla scrivania oltre a qualche foglio rovinato, c'era una cosa che Hermione definì ome una specie di clepsamia**.
La forma era uguale a quelle che si trovavano comunemente nel mondo babbano: due coni arrotondati comunicanti tra loro per il vertice.
La sabbia al loro interno era tendente al viola.
Anche se questa era nel cono superiore sembrava immacolata: non un granello stava adesso scorrendo verso il cono opposto.
Hermione, affascinata da quell'oggetto, lo prese in mano, scrutandolo appena.
- Vedo che trova molto interessanti gli oggetti sulla mia scrivania, Signorina Granger.
Il preside era apparso da pochi secondi, parlandole con la sua solita calma e dolcezza.
Hermione, spaventata da quell'arrivo improvviso quasi fece cadere la clepsamia a terra.
La posò di nuovo sulla scrivania e abbassando il capo, arrossì, temendo di essere stata troppo ficcanaso.
- No, no, non mi fraintenda... La curiosità è sempre un bene, anche se a volte può essere pericolosa... - disse, pronunciando le ultime parole con aria distante.
- Comunque. Mi scusi se sono arrivato in ritardo, ho avuto un piccolo contrattempo.
Hermione fu abbastanza veloce da notare che il Preside portò la mano destra dietro la gamba, per non mostrarla.
Su di essa vi era una macchia che ricopriva tutta la mano, e forse anche parte del braccio, facendola sembrare bruciata, ma ancora perfettamente intatta.
- Professore che cosa ha fatto alla ma...
- Mi scusi, Signorina Granger, non vorrei affatto sembrarle scortese, ma ci sarà tempo per le domande, tanto tempo. Stavo dicendo... Devo chiederle un favore.
La richiesta le sembrò un po' strana: il tono del preside sembrava... sembrava quasi supplichevole, spaventato.
- Che genere di favore, Professore?
- Oh, ahimé! Quante domande a cui vorrei rispondere, Signorina Granger! Mi duole tanto dirglielo di nuovo, ma anche per le spiegazioni ci sarà tempo. Ora devo essere io a chiederle delle cose.
Hermione era sempre di più incuriosita dalle parole del preside, così tanto che anche lui sembrò capirlo e continuò a parlare senza esitazione.
- Devo chiederle delle cose riguardo al Signorino Draco Malfoy. Lei che cosa ne pensa?
- Beh, professore... Non vorrei accusare troppo in fretta le persone, ma in questo periodo sembra sempre più strano. Certo, non è il ragazzo più gentile che io conosca... Oh, Professore, sospetto che Draco sia un Mangiamorte!
L'aveva detto davvero?
Aveva appena confessato al suo preside che sospettava un sedicenne di essere Mangiamorte?
Sì, lo aveva fatto, e non sembrò pentita.
Non nei primi momenti.
- Mmm... Eccellente, eccellente. Vedo che lei è sempre più perspicace. Sì, è vero, Draco Malfoy è un Mangiamorte.
Ci fu una breve pausa in cui Hermione non credette per un attimo che il Preside stesse dicendo la verità. Era lì, le stava spiattellando tutto in faccia, ma perché?
- Mi ascolti bene, signorina Granger... E' molto difficile quello che le sto per chiedere... E' una cosa rischiosa, la avverto. E' tanto rischiosa quanto necessaria.
- Professore, che cosa dovrei fare? - chiese Hermione sempre più impaziente.
- Lei deve... Deve viaggiare attraverso il tempo e cambiare una certa serie di eventi.
Il tono pacato che aveva il professore si era rabbuiato, passando dal buffo al serio, facendo capire che non stava scherzando con la giovane.
- Che genere, di eventi?
- Come le ho appena detto, Draco Malfoy è diventato un Mangiamorte. Se per scelta o per dovere, questo non ci riguarda, ma sappiamo che è così. So di per certo che il Signorino Malfoy ha una missione da compiere, che porterà a termine alla fine di quest'anno. Lei deve fare in modo che non compia questa missione, ma che la compi un altro.
- Che missione deve compiere?
- Deve uccidere me.
Il sangue si raggelò nelle vene di Hermione, facendola sobbalzare all'improvviso e dimenticando le buone maniere.
- Professore, ma cosa sta dicendo! Malfoy non ucciderebbe mai nessuno... Lei non può morire... - si ritrovò a dire come una bambina che crede ancora nelle favole.
- Se non morissimo, non saremmo mai in grado di apprezzare la vita così come facciamo... E poi, è davvero sicura che Malfoy non sarebbe capace di farlo?
Con le parole del preside, Hermione si rese conto di una cosa: conosceva davvero in fondo Malfoy per sapere che non avrebbe ucciso nessuno?
No, non lo conosceva affatto.
E in quel momento capì subito le intenzioni del preside.
- Professore... E' davvero tutto quello che vuole che io faccia? Impedire a Malfoy che... che la uccida?
- Vedo che l'aver scelto lei è stata una buona cosa. La sua perspicacia mi colpisce sempre, Signorina Granger. No, in realtà voglio che lei, sempre se accetterà, faccia in modo che Malfoy si renda conto che la "parte" da cui sta non è... diciamo... vantaggiosa.
- Posso avere del tempo per pensarci?
- Come ho già detto all'inizio della discussione, Signorina Granger, ci sarà tempo, tanto tempo.
E fu così che con un cenno, la congedò.



I said I’m Only Human…

I said I’m Only Human…




RIFERIMENTI:

* = Dato che siamo in un ipotetico sesto anno, ho fatto delle ricerche sul libro e ho scoperto che la parola d'ordine di quell'anno era Maltafinocchia , per essere più precisa possibile nei riguardi del libro.
** = Clepsamia è il termine specifico con cui si indica una clessidra a sabbia. Preferisco usare questo termine perché è più consono. Se l'avessi chiamata con il nome più comune clessidra si sarebbe intesa dal punto di vista scientifico una clessidra ad acqua.

NOTE DELL'AUTRICE.
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto!
La canzone è Flowers for a ghost - Thriving Ivory .
La frase che dice Silente "
Se non morissimo, non saremmo mai in grado di apprezzare la vita così come facciamo", è una frase di Jacques-Yves Cousteau, militare e navigatore francese.

LA STORIA.
Come avrete ben capito, Silente chiede ad Hermione di compiere una missione per lui, ovvero di cercare di "salvare" in qualche modo Draco dal diventare Mangiamorte e fargli capire che non è molto "giusta" la parte da cui sta. Che cosa farà, Hermione? Accetterà o no? La risposta al prossimo capitolo!

DULCIS IN FUNDO.
Vi voglio augurare un Buon Natale a tutti quanti!
Gli auguri per l'anno nuovo ve li farò più in là, tanto, come ho già scritto, ci sarà tempo, tanto tempo.
Recensite e passate dalle mie altre fanfictions, che potete trovare qui.
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Capitolo 2
*** Choice ***






A Gaspare, perché è una Barca nel bosco.



How long before i get in
before it starts, before I begin?
How long before we decide
before I know what it feels like?
Where do, where do I go?
If you never try then you'll never know.
How long do I have to climb
Up on this side of this mountain of mine?


- Posso avere del tempo per pensarci?
- Come ho già detto all'inizio della discussione, Signorina Granger, ci sarà tempo, tanto tempo.
Il Preside la congedò con la sua voce calma e tranquilla, ma che non ammetteva repliche.
Non che Hermione ne avesse, per intenderci.
Non erano repliche, quelle che voleva esporre.
Erano semplici constatazioni.
Forse per la prima volta nella sua vita cominciò a dubitare di Silente.
Che persona può essere, quella che vuole che sia uccisa?
Non gli aveva chiesto chi avrebbe dovuto farlo al posto di Malfoy, ma capì che non era il momento di chiederlo, glielo avrebbe chiesto solo se avesse accettato veramente.
Un po' affamata si diresse velocemente nella Sala Grande, dove probabilmente Ron, Harry, Ginny e Neville la stavano aspettando.
Il salone era mezzo pieno: molte persone erano andate via.
Hermione guardò l'orologio: era in ritardissimo per la cena.
Forse si sarebbe sgranocchiata un po' di dessert.
Se Ron gliene avesse lasciato un po'.
Si avvicinò trotterellando al tavolo dei Grifondoro.
- Herm, ma dove diamine sei stata? - domandarono un po' tutti in coro.
- Scusate, ragazzi, è che ho avuto da fare in biblioteca.
Non aveva pianificato nessuna scusa per quel ritardo mostruoso, ma le parole le uscirono di bocca spontaneamente e perfettamente credibili.
Dopotutto, non era del tutto una bugia.
Sarebbe stata comunque in ritardo se non avesse incontrato Malfoy e Silente le avesse chiesto di venire per cinque minuti nel suo ufficio.
Silente.
Malfoy.
Draco doveva uccidere Silente entro la fine di quell'anno.
Il pensiero fece passare la fame ad Hermione, che venne incitata da Ginny a mangiare qualcosa.
- Dai, su, Herm! Devi pure mangiare qualcosa! - disse Ginny.
- No, Ginny, davvero, non mi va! - replicò la riccia.
- Dai, su, tesoro, lascia in pace Herm, sa benissimo che cosa è più giusto per lei - disse Harry, rivolto a Ginny*.
- E va bene! Ma se svieni a terra dalla fame nelle prossime ore ricordati una cosa: io te lo avevo detto! - disse in tono divertito.
- Sì, mamma! - rise Hermione.
Furono le ultime parole che disse, prima di concentrarsi su una persona che stava entrando nelle Sala Grande.
Draco Malfoy aveva un aria da malato, con pesanti occhiaie scavate sulla pelle biancastra.
Prima che Hermione se ne potesse accorgere, Harry si era alzato e si era diretto verso un punto più lontano, dalla parte opposta all'entrata.
- Ehi, Harry, quella è Katie Bell! Katie Bell! - furono le parole che sussurrò Ginny al ragazzo, additando una ragazza sul fondo della Sala, un momento prima che questo si era alzato.
Ora Harry e Katie erano faccia a faccia: si scambiavano sussurri e quando Katie vide arrivare Malfoy dall'altra parte della sala sbiancò dicendo ad Harry che "doveva andare".
Il ragazzo sembrò percepire l'occhiata impaurita rivolta da Katie a Malfoy e lo seguì.
Quel che accadde dopo, Hermione non lo seppe mai.
Anche se in pochissimo tempo, la ragazza aveva preso una decisione.


*****
Look up, I look up at the night,
planets are moving at the speed of light.
Climb up, up in the trees.
Every change that you get
is a change that you seize.
How long am I gonna stand
with my head stuck under the sand?
I start before I can stop,
Before I say things the right way up.


- Sorbetto al Limone - disse per la seconda volta Hermione quella sera, rivolta ai due Gargoyle di pietra.
Abbassò la maniglia della porta dietro i due ed entrò con passo delicato.
Percorse lentamente le scale e, arrivata in cima ad esse sussurrò un "Professor Silente?".
Questo apparve all'improvviso, con le mani dietro la schiena.
La barba lunga e grigia, evidente segno di maggiore età, era scompigliata e ricadeva dolcemente sul solito vestito lungo fino ai piedi del Preside di Hogwarts.
- Oh, Signorina Granger. Mi aspettavo di vederla più in là, sono passati... venti minuti esatti da quando ci siamo lasciati.
- In verità, signore, avrei preso una decisione.
- E quale sarebbe, se posso chiedere?
- Ho deciso che lo farò. Però...
- Però..? - disse curioso il vecchio.
- Però vorrei avere più indicazioni su come portare a termine la missione.
- Oh, certo, Signorina Granger. E stavolta, niente più cose vaghe. Le spiegherò tutto nel momento esatto in cui vorrà partire...
- Adesso.
- Mmm. Perfetto. Bene, questa, come ha ben potuto vedere, è una clepsamia - disse il Preside, sollevandola con la bacchetta all'altezza del viso di Hermione.
- So di per certo che questi oggetti sono presenti nel mondo babbano, Signorina Granger, ma vorrei precisare alcune cose che rendono questa clepsamia... particolare. La vede la sabbia ferma nel cono superiore? Come può ben constatare, è viola. Quando avrà portato a termine la missione essa diventerà verde. Ora, la missione che lei compierà è molto complicata. Deve viaggiare attraverso il tempo...
- Attraverso il tempo?
- Sì, attraverso il tempo. Dovrà cercare di impedire a Draco di disprezzare così tanto coloro che non sono Purosangue, cosicché in qualche modo non sarà più tanto spinto a diventare Mangiamorte. Tutto chiaro?
- Sì, Signore - disse Hermione, capendo che la discussione si andava a fare sempre più seria.
- Ma come funziona la clepsamia?
- Quando partirà definitivamente da questo anno, dovrà rigirarla. In brevi secondi la porterà nel primo lasso di tempo in cui dovrà agire. La sabbia così scorrerà pian piano verso il cono opposto. Quando ogni singolo granello di sabbia sarà andata nel cono in basso, il suo tempo sarà scaduto e verrà catapultata improvvisamente nel periodo successivo. L'ultima tappa sarà, naturalmente, l'anno attuale.
- Ho capito. Professore?
- Sì?
- Chi la deve... Chi la deve uccidere, al posto di Malfoy?
- Severus Piton.
La ragazza rimase sconvolta da quella sua confessione. Non voleva nasconderlo, cosicché nella sua faccia si era dipinta un'espressione di puro terrore.
- Non si preoccupi, signorina Granger, so perfettamente quello che faccio. Prima che me ne dimentichi, prenda questo.
Mosse una mano sulla scrivania per prendere una pergamena arrotolata e ingiallita, racchiusa da uno spago rossiccio e con un sigillo sopra.
- Lo dovrà aprire quando si ritroverà al sesto anno. Buon viaggio.
- Grazie, Professor Silente.
Uscì dall'ufficio, imprimendo nella sua mente tutte le immagini e gli oggetti che riusciva a memorizzare, come per salutare un ultima volta quel posto che, se lo sentiva, non avrebbe rivisto più.
Con la clepsamia in una mano e la pergamena nell'altra, si diresse verso il bagno dei Prefetti per iniziare la sua missione.


*****


All that noise, and all that sound,
All those places I got found.
And birds are flying at the speed of sound
To show you how it all began.
Birds came flying from the underground.
If you could see it then you'd understand?

La porta del bagno era già aperta per metà.
La scostò appena con la mano per poter entrare e quando fu dentro la chiuse a chiave, in modo che nessuno potesse entrare.
Appena si girò vide che per terra vi erano dei pezzi di vetro infranti e che alcuni specchi erano rotti.
Delle gocce di sangue secco erano sul pavimento e un maglione verde era stato gettato sotto un lavandino.
Si stupì del suo atteggiamento: in quel momento non voleva distrarsi e sinceramente non gliene importava affatto di quel che era successo là dentro.
Adesso tutto quello che doveva e voleva fare era portare al termine il più presto possibile la missione che Silente le aveva affidato.
Quindi, come indicato poco prima dal Preside, girò la clepsamia.
Appena ebbe il tempo di vedere che il primo granello scendere sul cono opposto, sentì girare la testa.
Poi ebbe la stessa sensazione che aveva provato quando pochi anni prima si era smaterializzata con una Passaporta per andare alla Finale del mondo della Coppa di Quidditch.
Uno strappo all'ombelico, accompagnato da una sensazione di ansia.
Gli occhi le si erano pericolosamente annebbiati e la clepsamia si stava riscaldando.
Quello che successe in pochi secondi le sembrò durare un'eternità.
Riaprì gli occhi e scoprì un bagno pulito e in ordine.
Si avvicinò allo specchio del bagno, alzandosi sulle punte per specchiarsi meglio.
Il suo riflesso la sconvolse: capelli riccioli molto più scompigliati del solito, lentiggini molto più pronunciate di come se le ricordava.
E soprattutto, era tremendamente bassa.
Si accorse che la clepsamia cominciava a bruciare nella sua mano.
La guardò, stupita.
Sei cifre messe a coppie e separate da una barra erano comparse, incise d'oro, sul cono superiore della clepsamia.
16/11/1992**.
Probabilmente una data.
- Ma sì! Sono al secondo anno!
Uscì di corsa dal bagno, rimettendosi la clepsamia e il rotolo di pergamena ben nascosti sotto il mantello, ed uscì a cercare Harry.
Provò nella Sala Comune dei Grifondoro, meravigliandosi di ricordare ancora la parola d'ordine "Colibrì".
Ma né Harry né Ron c'erano.
Così provò a cercarli nel giardino della scuola davanti al campo di Quidditch.
E lì trovò Ron.
- Ciao Ron, dov'è Harry?
Appena il ragazzo si girò Hermione rimase a bocca aperta.
Ron aveva i capelli più scompigliati e lunghi di quanto li ricordasse, le lentiggini non erano ancora sfumate, anzi si vedevano benissimo.
Era molto più basso del Ron sedicenne, ma era comunque più alto rispetto agli altri ragazzi della sua età.
- Oh, è là. Ah, ci sono anche i Serpeverde.
Hermione si girò e vide Harry insieme alla squadra di Quidditch.
Baston, il capitano di quell'anno, stava discutendo con Marcus Flitt su chi dovesse andare ad allenarsi nel campo di Quidditch.
- Ahia, sento odore di guai... - disse Ron alzandosi, invitando Hermione a seguirlo per vedere che cosa succedesse.
- ... per l'allenamento del nuovo cercatore. Avete un nuovo cercatore? E chi è? - disse Baston, staccando gli occhi dal permesso firmato.
Un ragazzo biondo si fece spazio tra la squadra verde-argento, mettendo in mostra il suo manico di scopa Nimbus 2001.
- Malfoy? - disse Harry.
- Esatto. E c'è un'altra novità quest'anno - disse il biondino, facendo notare che tutta la squadra possedeva un manico di scopa tale e quale al suo.
- Le nuove Nimbus 2001? E dove le avete prese? - disse Ron.
- Sono un regalo per tutta la squadra da parte del padre di Draco - rispose con tono sprezzante Flitt.
- Vedi, Weasley, al contrario di altri, mio padre può permettersi il meglio.
- Nessuno dei Grifondoro si è comprato l'ammissione, sono stati scelti per il loro talento - ruggì coraggiosa Hermione.
- Nessuno ha chiesto il tuo parere, sporca mezzosangue.
- Oh, il mio parere ti interesserà eccome quando il mio voto sarà di vitale importanza per decidere se mandarti ad Azkaban o no, Malfoy.
Il ragazzo rimase di stucco alla piccante replica della Grifondoro, che di coraggio ne aveva eccome.
Con quelle ultime parole, che non ammettevano repliche, Hermione se ne andò via e si mise in Sala Comune a leggere il primo libro che le era capitato sotto mano.



Ideas that you'll never find,
All the inventors could never design.
The buildings that you put up,
Japan and China all lit up.
The sign that I couldn't read,
or a light that I couldn't see,
some things you have to believe,
but others are puzzles, puzzling me.




RIFERIMENTI:
* = In questa storia ho deciso che, dato che non mi piace il fatto che Harry aspetti una vita per dichiararsi a Ginny, loro due stanno già insieme da circa l'inizio dell'anno. Hermione è single (per ora) e non ha mai amato Ron.
Quindi, a rigor di logica, Ron starà con una ragazza diversa dal testo originale, no?
** = Allora, con vari conti sono arrivata a capire che nell'anno scolastico 1992/93 sono avvenute le vicende della Camera dei segreti. Per la data esatta, ho scelto dei numeri a caso, non essendo stato specificato con esattezza il giorno in cui sono avvenute le cose che leggerete. Anche le date successive, se non specificate dalla Rowling, verranno messe "a caso", ovvero l'anno sarà il corrispondente, ma giorno e mese probabilmente no.

NOTE DELL'AUTRICE.
Eccoci alla fine di questo capitolo!
Spero che vi sia piaciuto!
La canzone è Speed of Sound - Coldplay.
Non so voi, ma io venero perennemente questo gruppo, mi piacciono da morire le loro canzoni, infatti ne leggerete parecchio di loro in questa storia.
Spero di essere stata chiara nella scrittura.
Recensitee!!
La dedica è un po' bizzarra, ma è riferita al personaggio di un libro che ho letto "Una barca nel bosco", di Paola Mastrocola.
Questo personaggio, come avrete ben capito, si chiama Gaspare.

LA STORIA.
Allora, Herm accetta la missione che le viene affidata da Silente, e qui mi sembra che non ci sia nulla da eccepire. La pergamena, c'è questa pergamena che Hermione... chissà quando leggerà? Beh, mi sembra scontato dire che sarà molto importante nel corso della storia!

DULCIS IN FUNDO.
Vi voglio augurare buon anno a tutti!
Spero che vi siate divertiti come mi sono divertita io!
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Capitolo 3
*** Punch ***







Al mio gatto, che mi fa gentilmente compagnia nei giorni freddi e piovosi, quando scrivo.




I know you've suffered
But I don't want you to hide.
It's cold and loveless
I won't let you be denied.
Shooting,
I'll make you feel pure.
Trust me.
You can be sure.

- Hermione, sei stata meravigliosa, lasciamelo dire!
Un Ron dodicenne era appena entrato dal ritratto della Signora Grassa, stavolta non seguito da Harry, che evidentemente era andato ad allenarsi.
- Grazie, Ron - rispose lei, con un po' di imbarazzo.
- Lo sai che cosa ha fatto Malfoy dopo che te ne sei andata? E' andato via anche lui blaterando agli altri che "non aveva voglia di giocare". Così gli altri Serpeverde hanno rinunciato ad allenarsi, dato che lo facevano prorpio per il loro nuovo cercatore. Hermione, sei davvero fantastica!!
Nel momento in cui Ron pronunciò quelle due parole, qualche cosa nella sua tasca cominciò a scaldarsi.
E' già il momento? Saranno passate due ore! - pensò.
- Scusami Ron, ho lasciato un libro in biblioteca, vado a prenderlo.
Diede un'ultima occhiata al Ron dodicenne: la sua aria era così buffa e goffa, al contrario di quella agile e forte che aveva assunto al sesto anno.
Sorrise malinconica, pensando che non lo avrebbe visto più in quel modo e chiuse la porta dietro di sé.
Si diresse velocemente nel bagno dei Prefetti dove poche ore prima aveva "assunto" quell'età.
Chiuse di nuovo la porta dietro di sé, guardando prima di tutto i rubinetti al centro della stanza, ricordandosi che quell'anno sarebbe stata aperta la Camera dei segreti.
- La missione, la missione. Nient'altro. Nessun cambiamento.
Era quasi tentata a lasciare delle prove a Harry e a Ron per semplificare le cose che avrebbero dovuto passare, ma decise di non alterare niente: dopotutto quell'anno era già passato da un po'.
Tirò fuori la clepsamia e vide che la data incisa su di essa era ormai scomparsa, come se non fosse mai esistita.
L'ultimo granello stava scorrendo dall'alto verso il basso.
Diede un'ultima occhiata a quel bagno e girò di nuovo la clessidra.

*****


I want to reconcile the violence in your heart.
I want to recognize your beauty is not just a mask,
I want to exorcise the demons from your past.
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart.



Quel senso di nausea la pervase di nuovo e in altri due secondi tutto cambiò.
Si guardò allo specchio, scoprendosi un po' più alta, le lentiggini che man mano andavano a sfumarsi, ma che non erano del tutto scomparse.
La clepsamia bruciò ancora nella sua mano, rivelando un'altra data.
13/10/1993.
Oh, si ricordava bene quel giorno.
Era stata felicissima di aver fatto quel che aveva fatto, anche se dopo la mano le aveva fatto un po' male.
Se lo ricordava bene anche quell'anno.
Quel giorno stesso, Sirius Black sarebbe stato ritrovato nella Stamberga Strillante da lei, Harry, Ron e Lupin, che sorprendentemente invece di schiantarlo lo aveva aiutato a rimettersi in piedi.
Ma quel giorno non successe solo quello, no.
Hermione, venuta a scoprire che Malfoy aveva fatto in modo che Fierobecco, l' Ippogrifo di Harid, fosse ucciso quel pomeriggio, si era diretta subito a cercarlo insieme a Harry e Ron, dandogli un pugno in faccia.
Era decisa a rifarlo, solo con più effetto.
Dopotutto, Silente le aveva detto di cercare di cambiare le cose, non di evitare che Draco non venisse punito per tutti quegli anni di soprusi e ingiustizie.
Uscì dal bagno dei Prefetti, guardando se non c'era nessuno in torno che la potesse scoprire.
Passò dal ritratto della Signora Grassa insieme a qualche studente dell'allora settimo anno e vide Ron e Harry seduti uno di fronte all'altro, con sguardi tesi come per decidere se rivelare al popolo la venuta dell' Apocalisse.
- Hermione! - fecero in coro entrambi, alzandosi di scatto dalle sedie, che protestarono sonoramente.
- Hermione... - cominciò Ron, un po' insicuro.
- Malfoy ha detto a suo padre che Fierobecco lo aveva ferito e in un modo o nell'altro... credo che non abbia più speranze - concluse Harry, per non lasciare il dispiacere di raccontarlo all'amico.
- Cosa? - si finse stupita Hermione, notando che la sua capacità di recitare stava diventando quasi ottima.
- Andiamo da Hagrid - fu la prima cosa che Ron disse dopo un cupo silenzio - ci dirà se ci sono possibilità per salvarlo.
- Non possiamo! Dobbiamo aspettare la lezione di Creature magiche per trovarlo! Non ti ricordi tutte le misure di sicurezza per Sirius? - disse Hermione, notando con suo piacere di ricordare con molti dettagli gli avvenimenti di quell'anno.
- Sirius? Da quando in quà lo chiami Sirius? - disse Harry, incuriosito.
- Oh, andiamo, Harry, era solo per abbreviare! Quando abbiamo Cura delle Creature magiche?
- Fra due ore.
Per tutto quel tempo Hermione rimase chiusa dentro il dormitorio femminile a pensare alla reazione che Draco aveva avuto quando poco prima (anche se, in realtà, un anno prima) gli aveva risposto in quel modo.
Perché se ne era andato senza ribattere o senza venire a cercarla?
Tirò fuori la clepsamia e la pergamena dalla tasca, appoggiando entrambe su una toeletta del dormitorio, che ormai era deserto.
Mise a fuoco con gli occhi i granelli di sabbia che stranamente scendevano più lentamente in confronto al primo periodo della missione.
Anzi, scorrevano davvero lentissimi.
Passò lentamente il dito sulla data della clepsamia, staccandolo dall'oggetto per dare attenzione alla pergamena che le aveva dato Silente, che doveva assolutamente aprire quando sarebbe ritornata al sesto anno, come aveva ben precisato il Preside.
Ebbe appena il tempo di riporre entrambi nel suo mantello che sentì degli urletti femminili e maschili fuori dalla porta del dormitorio.
Si affacciò mettendo un piede sulla soglia e quasi cadde a terra.
La scalinata che conduceva al dormitorio femminile si era trasformata in una specie di scivolo, a cui piedi vi erano accasciati Ron, Harry e qualche ragazza del primo e secondo anno.
Queste si alzarono e spinsero via Ron ed Harry, che si lamentarono, massaggiandosi con una mano il fondoschiena.
- Che diavolo state facendo? - disse Hermione, un po' spaventata per gli urli che aveva sentito poco prima.
- Scusa, Herm. E' che volevamo venire da te per dirti che dobbiamo andare da Hagrid, ma a metà scalinata si è trasformata in uno scivolo e... - disse Harry, mentre si massaggiava anche un gomito.
- Non lo sapevate che c'è un incantesimo per non far entrare i ragazzi nel dormitorio femminile? - rispose Ginny, uscendo da una porta.
- Beh, ora lo sappiamo - rispose Ron.
- Comunque, muoviamoci ad andare da Hagrid, altrimenti arriveremo tardi a lezione.
Uscirono dal castello e si diressero verso la capanna di Hagrid, dove ebbero una veloce lezione sugli Schiopodi Sparacoda. Dopo la fine dell'ora Hermione, Ron ed Harry si fermarono a parlare in privato con Hagrid.
- ...verranno oggi pomeriggio, povero Becco... Si era già affezionato ad Hogwarts... - piagnucolò Hagrid con la sua voce da bambinone troppo cresciuto.
Anche se Hermione sapeva perfettamente che cosa sarebbe dovuto succedere, ovvero che Fierobecco sarebbe stato salvato insieme a Sirius Black, si arrabbiò lo stesso, ricordandosi di nuovo quel moto d'ira che aveva provato per Malfoy.
Improvvisamente uscì dalla capanna di Hagrid, vedendo in lontananza una capigliatura biondo platino che pareva ridesse.
Correndo, scaldando già le nocche della mano destra, si diresse dritta da lui.
- Bene bene... Granger. Ho sentito che l'amico pennuto del gigante verrà fatto fuori oggi stesso... Come la mettiamo, adesso?
- TU! Brutto perfido e schifoso SCARAFAGGIO! - gli corse in contro con la bacchetta alta, puntandogliela al collo.
- Hermione, non ne vale la pena! - urlò Ron.
Malfoy diede uno sguardo saettante a Ron per quell'insulto.
- Lo so, Ron. Ma adesso voglio divertirmi.
Si stupì da sola delle sue parole, guardando con occhi di serpente il ragazzo, appoggiato a una roccia come se avesse le spalle al muro.
- Expelliarmus! - gridò, rivolta a lui, Tiger e Nott.
Le bacchette finirono, con il loro stupore, nelle mani di Harry, Ron ed Hermione.
La ragazza esaminò con attenzione quella di Draco, notando l'accurato modo di confezionare bacchette di Ollivander.
Ma bando alle ciance.
- Dimmi, Malfoy, perché sei così?
La domanda della ragazza, con un tono spiccato e acido, colpì in pieno petto il ragazzo che non si aspettava per niente che la Grifondoro decidesse di rispondere senza violenza.
Vuoi lottare, Mezzosangue? E lotta avrai, fu quello che pensò Draco.
- E dimmi, Granger, perché ostini ad essere così... così Mezzosangue?
Era una domanda che tanto senso non aveva, ma che, Draco ne fu sicuro, colpì al petto la ragazza come la sua domanda aveva fatto prima con lui.
- Perché preferisco essere Mezzosangue, Malfoy, che essere figlia di un Mangiamorte.
Harry e Ron di sicuro non capirono quello che Hermione disse al ragazzo, perché glielo sussurrò così piano che a malapena il ragazzo capì.
E quando lo capì, sbiancò.
Non ebbe tempo di replicare che Hermione si allontanò, prendendo le tre bacchette tutte in una mano e restituendole ai proprietari.
- Un'ultima cosa, Malfoy...
Hermione si girò di scatto e lo fissò negli occhi.
Non voleva che tutto quello fosse cancellato.
Non aveva sprecato fiato su quella frecciatina per nulla.
Voleva che avvenisse qualcosa che il ragazzo avrebbe ricordato.
Ricordato per sempre.
Chiuse la mano destra e la scaraventò violentemente verso la guancia sinistra del ragazzo, facendolo accasciare lentamente a terra, mentre si massaggiava la guancia e il trio se ne andava, con una Hermione particolarmente soddisfatta.
- Me la pagherai, Mezzosangue! - fu l'ultimo sussurro che Draco decise di rivolgere solo a lei, prima che se ne andasse.


*****

You trick your lovers
then you're wicked and divine
You may be a sinner
But your innocence is mine.
Please me.
Show me ho it's done.
Tease me.
You are the one.

Hermione, contenta di aver dato una lezione a Draco, tornò nel bagno dei Prefetti per vedere a che punto era della missione.
Entrò nel bagno e tirò fuori dalla tasca la clepsamia.
- Cosa?? Non è possibile!
La sabbia doveva ancora scendere in gran parte, all'incirca della metà.
Quindi, considerando che era in quel periodo di tempo da circa quattro ore, ne doveva aspettare altrettante per passare all'anno successivo.
Uscì dal bagno sbuffando e aggiustandosi la gonna, passando davanti a Percy Weasley, il fratello di Ron...
- Che cosa ci facevi nel bagno dei Prefetti, Hermione?
- Oh, ciao Percy... Beh, io... dovevo urgentemente andare in bagno ed era quello più vicino - concluse, fingendo alla perfezione.
Non tanto alla perfezione.
- Certo, come no. Mi dispiace, Hermione, non credo che mai tu ne abbia avuta una, ma è il bagno riservato solo ai Prefetti e ai Caposcuola, non ci possono entrare gli altri studenti che non hanno mai avuto una delle due cariche... Punizione.
- COSA? - sbuffò la ragazza, che di punizioni non ne aveva mai prese.
- Mi dispiace, ma devo farlo... E' mio dovere di Caposcuola... Capisci?
- Sì, scusami Percy. Non farò mai più niente del genere.
- Questi sono luogo e ora della punizione, mi raccomando, arriva puntuale... Non che tu ne abbia bisogno...
Scarabocchiò qualcosa su un fogliettino e lo diede alla ragazza, congedandola con un gesto semplice.
Vide che la punizione era solo di qualche ora, niente di che.
Dopotutto, lei era Hermione Granger, era già tanto se aveva una punizione.
Mancava poco e quindi si diresse subito verso l'archivio della scuola, dove il professor Lupin l'aspettava per rimettere in ordine tutte le scartoffie della scuola.
Bussò alla porta di quello che sperò fosse un archivio ed entrò con il permesso di una voce all'interno.
- Signorina Granger, anche lei in punizione?
- Sì, professore - ammise Hermione, vergognandosi come non mai in tutta la sua vita.
- Bene. Beh, allora io vado. Buona fortuna.
E detto così, fece per andarsene, prendendo da una scrivania una valigetta un po' messa male.
- Professore... Ma che cosa devo fare?
- Oh, te lo spiegherà l'altro ragazzo che sarà in punizione con te, oggi. Dovrebbe arrivare da un momento all'altro.
Se ne andò, sorridendo alla ragazza.
Udì un rumore lento e costante di passi avvicinarsi alla porta, che si aprì lentamente con un cigolio, facendo intravedere una chioma bionda.
La chioma bionda di Draco Malfoy.

I want to reconcile the violence in your heart.
I want to recognize your beauty is not just a mask,
I want to exorcise the demons from your past.
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart.


NOTE DELL'AUTRICE.
Bene! Siamo arrivati al termine anche di questo capitolo! Spero vi sia piaciuto!
La canzone è Undisclosed desire - Muse.
Ringrazio coloro che hanno lasciato le recensioni ai capitoli precedenti e a coloro che hanno intenzione di recensire prossimamente.
La dedica, come sempre, non è da persone normali, ma l'ho messa lo stesso.
Ebbene sì, ho dedicato un capitolo al mio gatto!
Gli voglio un bene dell'anima e quando fa freddo e fuori piove e io scrivo gli piace accoccolarsi sulle mie gambe o sul letto, miagolando ogni tanto, come per dire "io sono qui, se ti serve ispirazione".
Si chiama Charlie.
No, non è un caso che abbia il nome di uno dei membri della famiglia Weasley.
Commentate!!

LA STORIA.

Mi sembra tutto abbastanza chiaro.
Hermione torna dal secondo anno e come vi è descritto nei libri originali da un pugno a Draco.
Va nel bagno dei Prefetti per vedere se è tutto a posto con la clepsamia, ma vede che c'è ancora tanto tempo per la missione.
Così, esce dal bagno e ci trova il rigoroso Percy Weasley che le da, a malincuore, una punizione.
E con chi poteva capitare a scontarla, se non Draco Malfoy?
PS: So che Hermione è la ragazza So-tutto-io perfettina, ma credo che anche lei abbia uno spirito un po' ribelle, per questo le ho dato una punizione.
Non fraintendetemi, l'ho "punita" solo per dimostrare che l'Hermione della mia fanfiction è umana e può sbagliare.

DULCIS IN FUNDO.
Godetevi l'ultimo giorno di vacanze prima del rientro natalizio.
Oggi, per dire "addio" alle vacanze, sono andata in città.
Vi dico solo che le mie amiche mi hanno perforato i timpani perché avevo comprato solo una maglietta e tanti libri!
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Capitolo 4
*** Dance until the Dark. ***







A Silvia, spero che la festa a sorpresa ti sia piaciuta.




Do you know what's worth fighting for
When it's not worth fighting for?
Does it take your breath away,
And you feel yourself suffocating?
Does the pain weigh out the pride,
And you look for a place to hide?
Did someone break your heart inside?

You're in ruins.


- Malfoy - disse Hermione, dato che il ragazzo non l'aveva proprio notata.
- Granger? Tu, in punizione? La so-tutto-io, che ha fatto qualcosa per essere in punizione? Ahahah, aspetta che lo sappiano Tiger e Goyle!
- Secondo me non lo dirai a nessuno... - disse lei, avvicinandosi pian piano al ragazzo, messo in difficoltà dalla vicinanza dei loro visi.
Malfoy sembrò tornare in sé, perché rispose con un tono acido.
- E perché non dovrei, Mezzosangue? - disse, sottolineando con più disprezzo quella parola.
- Perché altrimenti assaggerai di nuovo il mio pugno, davanti a un pubblico molto più grande di numero. Diciamo... la scuola intera.
Per il concetto di paura che può avere un Malfoy, Draco era spaventato.
O meglio, era diventato di un leggero rossore quando la ragazza si era avvicinata a lui e si era un po' più rilassato quando era stata lei a parlare.
- Comunque, che cosa dobbiamo fare? - rispose lei, tornando ad un tono più che normale.
- Dobbiamo rimettere a posto gli archivi della scuola in ordine alfabetico, fino a che non arriviamo alla fine della H, tutto senza magia.
- Bene.
- Bene.
Promettendosi a vicenda di non azzuffarsi per sbrigare prima quel lavoro, i due ragazzi cominciarono a lavorare sodo, lui cominciando a ordinare la A, lei la B, andando avanti e alternando le lettere per compiere il lavoro più velocemente.
Hermione, stufa di quel silenzio che era insopportabile, cercò di iniziare una conversazione.
- Allora, Furetto, perché sei qui in punizione?
- Furetto?? Ma da dove ti salta fuori questa Granger?
Ecco, Hermione aveva fatto uno sbaglio madornale. Non si era ricordata che la faccenda del Furetto sarebbe avvenuta solo l'anno dopo con Malocchio-Crouch.
- Niente, lascia perdere... Perché sei in punizione?
- Non sono affari tuoi, Granger...
La ragazza era quasi arrivata alla G e il ragazzo alla H.
Hermione indugiò sulla parte di archivio che stava per ordinare in uno scaffale particolarmente alto per rispondere al biondino.
- Ehi, Malfoy, guarda che non c'è bisogno che tu risponda così...
- Sta' attenta!
Il ragazzo in fretta lasciò i fogli che riguardavano la lettera H e resse quelli che Hermione stava quasi per far cadere perché era troppo concentrata sulla discussione.
La ragazza si accorse solo ad allora che erano tremendamente vicini e che lui era tremendamente alto e... bello.
Poche volte, se non mai, si era fermata a guardare il sedicenne Draco Malfoy, ma quelle poche volte che era accaduto, o forse che si era immaginata, aveva visto un ragazzo dai tratti maturi, con capelli biondi che gli ricadevano dolcemente a ciuffi sul viso pallido, decorato da due occhi di ghiaccio e tempesta.
Adesso che erano in quella posizione, Hermione poté accorgersi che già quei tratti stavano cominciando a farsi largo in un viso ormai non più da bambino.
I suoi occhi color tempesta erano sempre lì, ma non erano ancora perfettamente definiti come lo sarebbero stati tra qualche anno.
Perfettamente definiti? Hermione, ma che vai a pensare su Malfoy?
La ragazza girò di scatto la testa, quasi sfiorando con il naso quello del biondo, che la stava aiutando a sorreggere i fogli, mentre entrambi non si muovevano, imbarazzati dalla posizione.
- Ehm, Granger... Vuoi stare così per tutto l'anno oppure vuoi sistemare questi cosi evitando di ricominciare tutto da capo? - le disse, in tono normale.
Quasi gentile.
Quasi.
- Sì, ehm... Grazie, Malfoy.
Spinse anche lei con una mano i fogli, aiutata dal ragazzo. Nel momento in cui le due mani per sbaglio si toccarono, qualcosa bruciò nella tasca interna del mantello di Hermione.
Dannazione, si ritrovò a pensare, per poi disgustarsi da sola di aver solo concepito quell'idea.
Fece più in fretta possibile, sistemarono insieme quei fogli come se non fosse successo nulla e ritornarono alla posizione normale, a una buona e normale distanza di quattro metri tra di loro.
- Grazie, Malfoy. Adesso devo andare.
Senza neanche guardarlo in faccia, avendo paura di diventare paonazza, si girò e si diresse verso la torre dei Grifondoro, non volendo essere scoperta di nuovo da qualcun altro.
Entrò dal ritratto della Signora Grassa e salì le scale, notando che la Sala Comune era vuota, così come il dormitorio.
Allora guardò la clessidra, la cui data era ormai scomparsa e l'ultimo granello era già caduto.
Senza neanche rigirarla, tutto cambiò aspetto, modificandosi e liquefandosi come cera, mentre il senso di nausea che aveva ormai imparato a provare se ne stava quasi svanendo.


*****

One, 21 guns.
Lay down your arms.
Give up the fight.
One, 21 guns.
Throw up your arms
Into the sky.
You and I.



La data di nuovo incisa era riferita all'anno dopo, ovvero il quarto.
Quello del Torneo Tremaghi di Harry, Bill, Fleur, Viktor e il povero Cedric che sarebbe morto dopo la resurrezione di Voldemort.
Forse quello era stato l'anno più disastroso, quello in cui il Signore Oscuro era rinato, scoprendo che poteva toccare di nuovo Harry e quindi infliggergli dolore.
Ma oltre a quello, c'era stata un'altra cosa che aveva particolarmente segnato Hermione, sia in senso positivo, che in senso negativo.
Questo era il Ballo del Ceppo.
Infatti, come secondo il proverbio "parli del diavolo e spuntano le corna" dalla porta del dormitorio spuntò una testa bionda e ricciola che sembrava in crisi isterica.
- Hermione! Ma non sei ancora pronta? Fra tre ore c'è il Ballo e non ti sei neanche preparata! Viktor Krum, per la miseria, ci vai con Viktor Krum! Sbrigati!
Lavanda Brown la trascinò verso la toeletta e la fece mettere seduta, mentre cominciava a prepararla.
Hermione si chiedeva che cosa sarebbe successo.



*****

When you're at the end of the road,
And you lost all sense of control.
And your thoughts have taken their toll
When your mind breaks the spirit of youre soul.
Your faith walks on broken galss.
And the hangover doesn't pass.
Nothing's ever build to last.

You're in ruins.


- Ecco fatto! - disse Lavanda, dopo due buone ore di preparativi.
Il suo vestito era anche più bello di come se lo ricordava ed era formato da un morbido tessuto color cielo, che se si muoveva accennava le piccole pieghette di stoffa leggera che aveva come decorazione nella gonna.
I suoi capelli erano rilegati in un nodo elegante dietro la sua nuca, che era stato acconciato e ritoccato dall' "accuratissima esperta in campo di bellezza, acconciature e quant'altro" Lavanda Brown.
- Allora, andiamo? - disse la ragazza, con una nota di eccitazione nella voce ben presente.
Solo allora Hermione si accorse che era vestita anche lei e acconciata in modo a dir poco sublime, però, dentro di sé, pensò che il meglio lo avesse fatto con lei.
- Sì, andiamo - rispose Hermione accorgendosi solo in quel momento di tremare per l'emozione.
Il ballo doveva cominciare a momenti, perché vi era un via vai generale per i dormitori femminili.
Prima vedevi qualche ragazza munita di quelle che sembravano trousse per il trucco babbano, poi ne vedevi altre con quelle che sembravano pozioni dai colori sgargianti.
Lavanda si affrettò e in poco tempo la superò, andando ad unirsi al suo cavaliere.
Le gambe le tremarono, soprattutto quando vide la sagoma del ragazzo che quel giorno l'avrebbe accompagnata al ballo, un po' in ombra, non permettendo di riconoscere bene il suo viso.
Sorrise nella direzione di dove sarebbe stata la sua faccia e si meravigliò quando alla sua destra, e non dall'ombra che aveva sospettato, uscì raggiante Viktor Krum, che le sorrise, sussurrandole qualche complimento all'orecchio.
Lei venne subito riscossa: chi era allora la figura nell'ombra?
Non ebbe il tempo di voltarsi a vedere che Viktor la diresse gentilmente verso l'entrata della Sala Grande, dove i tre, anzi quattro campioni, dovevano aprire le danze per primi.
Sentì un sacco di gente dire cose del tipo "Ma quella è la Granger? Con Krum? " e cose varie.
Si ricordò solo ad allora dell'imbarazzo che aveva provato quella sera nell'essere così apprezzata all'improvviso da tutta quella gente.
Cominciarono le danze, ringraziando il cielo di ricordarsi tutti i passi, che Harry, evidentemente, non si ricordava affatto.


*****

Did you try to live on your own,
When you burned down the house and home?
Did you stand too close to the fire,
Like a liar looking for forgiveness from the stone.


La musica era ormai finita.
Hermione era un po' stanca, vide Harry e Ron seduti e si mise accanto a loro, tirando un sospiro.
- Viktor è andato a prendere da bere. Volete unirvi a noi? - chiese in tono gentile ed estasiato.
- No, non vogliamo unirci a te e a Viktor - rispose con disprezzo Ron, soffermandosi sull'ultima parola.
- Che c'è, ti si è annodata la bacchetta? - rispose la ragazza, un po' infastidita dal comportamento del Rosso.
- Lui è un Durmstrang! Stai fraternizzando col nemico! - sussurrò acidamente.
- Il nemico? Chi è che voleva il suo autografo?
Lacrime la minacciavano di scendere dai loro occhi, ma no, lei avrebbe resistito, da brava Grifondoro.
- E poi lo scopo principale di questo Torneo è di conoscere altre scuole e di fare amicizia!
- Quello ha qualcosa di più in mente dell'amicizia.



*****

When it's time to live and let die.
And you can't get another try.
Something inside your heart has died.

You're in ruins.


- Ti sta usando! - urlò Ron, quando la sala era ormai deserta.
- Come osi? E poi so badare a me stessa!
- Ne dubito... E' troppo vecchio - rispose Ron, ormai a corto di ispirazioni.
- Che cosa? E' questo che pensi?
- Sì, è questo che penso!
- Allora sai qual è la soluzione, Ronald?
Rare volte lo chiamava così, e quelle volte era perché succedeva qualcosa di enormemente felice o catastrofico.
Di certo non c'era l'imbarazzo della scelta in quel momento.
- La prossima volta che c'è un ballo tira fuori il coraggio e invitami prima che lo faccia qualcun altro, non come ultima risorsa!
Ron se ne andò via sbuffando con un Harry un po' confuso.
- Ron, hai rovinato tutto! - urlò la ragazza, con le lacrime che ormai erano evase dalla prigione dei suoi occhi.
Si sedette sulla scalinata che prima l'aveva fatta scendere.
Non era possibile, Ron l'aveva fatta soffrire.
Di nuovo, si ritrovò a pensare lei.
Nonostante prima del ballo avesse provato ad essere più gentile con lui e a guardarlo più spesso per dargli attenzioni, aveva fatto lo stesso errore.
Si alzò all'improvviso da quella scalinata, decidendo di non fare di nuovo l'errore di rimanere la sola a piangere sulla scalinata.
No, Hermione Granger non era tipo da arrendersi.
Lei non era debole.
Anzi, tutt'altro.
Corse fuori dal portone principale e si meravigliò che non ci fosse nessuno.
Si tolse le scarpe, che dopo qualche ora erano diventate fastidiose e dolorose e le lasciò da qualche parte, non curandosi neanche del posto.
Con gli occhi annebbiati dalle lacrime si appoggiò con la schiena al tronco di un albero, respirando l'aria invernale che le congelò i polmoni.
Solo allora si rese conto che le faceva freddo, tremendamente freddo.
Il suo vestito era abbastanza scollato da permettere ad ogni millimetro di pelle di congelarsi.
Fu così che rabbrividì e scivolò con la schiena sul tronco, evitando di graffiarsi con la corteccia.
Improvvisamente, una mano le porse una giacca, che lei, senza fare storie, si mise addosso.
- Mezzosangue, che diavolo ci fai qui fuori?



One, 21 guns.
Lay down your arms.
Give up the fight.
One, 21 guns.
Throw up your arms
Into the sky.
You and I.

NOTE DELL'AUTRICE.

Ho portato a termine anche questo capitolo! (yeeeee!).
Vorrei ringraziare tutti e tutte per le recensioni!
Per precisazione: lo scambio di battute tra Ron e Herm l'ho ripreso in parte dal film, perché non potevo mettermelo a copiare dal libro pari pari xD.
La canzone è Twenty-one Guns dei Greenday.
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Ho dedicato il capitolo a Silvia.
Se mi seguite forse avete già visto qualche storia dedicata a lei.
Ebbene, posso essere monotona, ma ho voluto dedicare anche questo capitolo a lei.
Ieri l'altro era il suo compleanno e con Marco ed Elisa (Bluesun) le ho organizzato una festa a sorpresa con una caccia al Tesoro per tutta la città.
Si è divertita un sacco (o almeno è quello che ha detto lei) e mi ha ringraziato tantissimo per quello che avevamo fatto.

LA STORIA.

Hermione si ritrova in punizione con il biondino Serpeverde.
Cercano di non azzuffarsi per sbrigare il lavoro, ma come sempre non ci riescono e si ritrovano quasi a litigare.
Hermione sta per sistemare un archivio su uno scaffale particolarmente alto e sta per caderle tutto, quando il biondino le da una mano per non far cadere tutto il lavoro che aveva svolto.
Lei va via sia per l'imbarazzo e sia per il fatto che la clepsamia le sta bruciando nella tasca.
Cambia ambientazione e in quattro e quattr'otto è al Ballo del Ceppo, dove Ron la fa di nuovo arrabbiare e sentire un pezzo di stoffa.
Decisa a non essere umiliata esce fuori dal portone, si siede sotto a un albero e si rende conto che è tremendamente freddo intorno a lei e rischia di congelarsi.
Il tutto, quando una mano pallida le pone una camicia per non sentire più freddo.
Che cosa succederà, adesso?

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RECENSITEEE!!!










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Capitolo 5
*** Mistake. ***







A Cosimo, che mi ha prestato Harry Potter 6 in inglese.




No matter how many times
did you told me you wanted to live.
No matter how many breaths that you took,
you still couldn't breathe.
No matter how many nights that you'd lied
wide awake to the sound of the poison rain.

Where did you go?
Where did you go?
Where did you go?

- Mezzosangue, che diavolo ci fai qui fuori?
La voce di Malfoy era stata tagliente come una lama, quasi canzonatoria.
Poi, quando lui si accorse che lei stava piangendo e tremando, il suo tono di voce cambiò spaventosamente e le porse la sua giacca, noncurante del freddo a cui lui sarebbe stato sottoposto.
- Tieni - le disse, guardandola negli occhi.
Quegli occhi color nocciola di varie sfumature che non aveva mai visto.
Quegli occhi arrossati da lacrime.
Al ragazzo venne un nodo allo stomaco, che decise di ignorare, iniziando una conversazione.
- Ti ho fatto una domanda - disse lui, in tono normale, non canzonatorio, sedendosi accanto a lei.
Non troppo vicino, però.
La ragazza lo guardò stranita: lui, Draco Malfoy, che le chiedeva una cosa gentilmente e che le si siedeva accanto senza obbligo?
Stupefacente.
- Malfoy, se sei qui per sfottere, te ne puoi anche andare! - sussurrò lei a denti stretti, ancora arrabbiata per la litigata con Ron.
- E va bene, me ne vado! - disse il ragazzo sbuffando, evidentemente contrariato della risposta della Granger.
Si fece per alzare e andarsene, ma venne fermato da qualche cosa che gli strinse la mano in modo leggero, ma potente allo stesso tempo.
La mano di Hermione, strinta in un punto in cui il suo polso freddo era scoperto, cercava di fermarlo, o almeno di rallentarlo.
Aveva afferrato il suo polso così velocemente che per sbaglio si era tolta in parte la giacca di lui sulle spalle, lasciando la sua pelle ancora nuda al freddo.
Draco sembrò indugiare sul da farsi: oscillò quasi impercettibilmente indietro, come per girarsi, ma poi strinse il pugno in segno di resistenza.
Il ragazzo si girò, un po' imbarazzato da quel contatto troppo diretto e cercò di liberarsi dalla leggera stretta calda della mano della ragazza, cosa che riuscì alla perfezione.
Si girò per andarsene con il suo passo leggero e anche un po' nervoso, ma ad un certo punto, a distanza perfetta per essere appena udito da lei, sussurrò:
- Copriti, Granger. E vedi di non prenderti un malanno.
Poi era ripartito.
Hermione lo vide entrare dal portone di Hogwarts. Un secondo prima che mettesse il piede sulla soglia, la ragazza si coprì con la sua giacca, che profumava di menta, mentre sussurrava qualcosa.
- Grazie, Malfoy.
Alzò appena lo sguardo e lo vide scomparire sulla soglia, forse con un sorriso in faccia, come se fosse stato a fissarla per quei brevi secondi in cui aveva scostato lo sguardo da lui.
Dopo qualche secondo si alzò, decisa ad andare a dormire, perché troppo stanca.
Rientrò nel castello e - quando fu al sicuro da sguardi pericolosi - frugò in una tasca invisibile della gonna e tirò fuori la clepsamia.
In quell'esatto momento in cui lei venne a contatto con essa, l'oggettò cominciò ad intiepidirsi, arrivando a scaldarsi sempre di più.
Decise che non era prudente cambiare anno in quel punto in cui era, cosa avrebbe fatto se si fosse ritrovata nel bel mezzo di un discorso nello stesso punto senza sapere come continuare?
Cercò di sforzarsi con il pensiero e mentre camminava le sovvenì un'idea.
Aveva appena oltrepassato l'arazzo di Barnaba il Babbeo, al settimo piano.
Si ricordò che lì vi era la stanza delle Necessità, così provò a pensare ad una domanda utile.

Ho bisogno della Stanza delle Necessità.

Ho bisogno della Stanza delle Necessità.

Ho bisogno della Stanza delle Necessità.
Ed ecco che, come a desiderio, un portone si formò nel muro davanti ai suoi occhi, proprio quando pensò di non riuscire a tenere più la clepsamia in mano, a causa del suo bruciore.
Entrò nella stanza, notò bene di serrarla con un "colloportus" e tenendo in mano la clepsamia, la girò, proprio quando l'ultimo granello toccava il fondo.



*****

As days go by,
the night's on fire.
Tell me, would you kill, to save a life?

Tell me, would you kill, to prove you're right?
Crash, Crash.
Burn, Let it all Burn.
This Hurricane is chasing us all underground.


La stanza e tutto il resto cambiò, come sempre.
Adesso le pareti erano specchi, vi erano cuscini un po' dappertutto e manichini qua e là.
Si guardò allo specchio e osservando la clepsamia si disse che quello era il quinto anno.
Vi era anche uno scaffale in un lato della stanza, in cui vi erano riposti libri e libri sulla Magia Oscura, per combatterla e prevenirla.
Stava osservando proprio uno di quei libri mentre ad un certo punto dalla porta entrarono Harry e Ron.
- 'Mione, ma dove eri finita! E' da un sacco di tempo che ti stiamo cercando!
La ragazza, scossa dall'arrivo improvviso dei due, fece cadere a terra il libro e quasi la sua bacchetta, che però rimase immobile tra le sue dita.
- Oh, Harry, Ron, scusatemi. Volevo venire in anticipo! - disse lei, colta di sorpresa.
- 'Mione, sei sempre la solita - disse Ron, ridendo.
- Comunque, oggi ho pensato di insegnare i Patronus, che ne dite? Sarebbe una buona idea che anche gli altri lo sapessero...
Hermione se lo ricordò solo in quel momento che quell'anno vi era stato l' Esercito di Silente, proprio per combattere la Umbridge e i suoi tirapiedi.
Ed era capitata proprio nel giorno in cui insegnavano il loro incantesimo preferito: l'evocazione di un Patronus.
- Direi che è perfetto! - disse lei.
Allora Harry tirò fuori dalla tasca una specie di moneta, puntandovi contro la bacchetta, mormorando silenziosamente un incantesimo.
Subito, Hermione sentì bruciare qualcosa nella tasca della divisa.
Si chiese subito l'utilità di quella missione, dato che era lì da appena cinque minuti.
Fece per tastare con la mano il punto in cui bruciava, sfiorando anche per sbaglio la clepsamia, che però non bruciò.
Si mise di nuovo la mano della tasca e scoprì che cos'era che in realtà bruciava: una moneta, uguale a quella che poco prima Harry aveva in mano, brillava e sopra di esse venivano incise delle lettere.
SdN, 5 m.
"Stanza delle Necessità, tra cinque minuti", voleva dire il messaggio.
Fu così che improvvisamente si ricordò del modo che lei aveva escogitato e che lei aveva messo a punto.
Aspettò che gli altri ragazzi arrivassero, mentre Harry e Ron discutevano sulle migliori squadre di Quidditch.
Vide entrare prima Luna, trotterellando come un cavallo, con un sorriso felice stampato in faccia.
Poi vide Neville, Fred e George, Ginny, Lavanda Brown e Dean Thomas.
Salutarono tutti Harry, Ron e Hermione e cominciarono la lezione.
- Bene, oggi vi insegneremo ad evocare un Patronus.
Vi era stato un "oooh" generale e Hermione avrebbe anche giurato di aver sentito Fred e George dire "fico!", a cui Harry sorrise visibilmente.
- Beh, la formula non è complicata. Expecto Patronum, è quello che dovete dire. La parte più complicata invece è saper evocare in effetti un Patronus. Dovete pensare al ricordo più felice che avete, ma non un ricordo allegro, un ricordo che vi faccia sorridere al suo pensiero. Concentratevi solo su di quello e gridate la formula, agitando la bacchetta così - aveva concluso con un movimento circolare di verso orario con la bacchetta.
L'entusiasmo si poteva benissimo vedere sulle facce di ognuno al pensiero di saper evocare un Patronus.
Cominciarono tutti ad agitare le bacchette, senza dare risultati evidenti.
Hermione pensò al ricordo più felice che aveva: nel settembre del suo sesto anno aveva ricevuto una lettera che le indicava di aver vinto un concorso di streghe e maghi su tutti gli argomenti scolastici.
Lei aveva vinto nonostante non avesse ancora terminato la scuola e probabilmente era la più giovane strega vincitrice di quel concorso, che le garantiva un impiego futuro al Ministero della Magia.
Si concentrò e pronunciò la formula, ruotando la bacchetta.
Da essa non uscì niente, neanche un minimo filo di luce, cosa che fu molto strana perché, come ricordava, aveva usato già un Patronus molte volte facendo riferimento a quel ricordo e la sua lontra si era liberata in aria guizzante e luminosa come non mai.
Guardò Luna: dalla sua bacchetta, dopo molti tentativi, era uscita una piccola lepre, che adesso danzava per tutta la stanza, distraendo gli altri concentrati sull'evocazione dei loro Patronus.
- Brava, Luna! - le avevano detto tutti, andando contro a lei, Harry compreso.
La seconda persona ad evocare un Patronus fu Ginny Weasley.
Il suo cavallo si librò in aria, trottando fra tutti e alzando le zampe anteriori, in segno di possenza.
Tutti si complimentarono con lei, Hermione compresa.
Poi, con stupore di tutti, fu Neville il terzo a produrre un eccellente incanto Patrouns.
Aveva fatto roteare la bacchetta come gli altri e con decisione aveva pronunciato la formula.
Quello che si formò era un animale piccolo, simile al Patronus che avrebbe avuto Hermione, con gli occhi come due fessure e una certa somiglianza di un topo allungato.
- E'... Una mangusta* ! - esclamò Hermione, meravigliata dalla bravura di Neville, che arrossì spudoratamente.
Hermione, motivata dal fatto che anche Neville riuscisse ad evocare un Patronus si mise in posizione.
Gambe e schiena dritte,occhi chiusi, mento all'insù e petto in fuori, bacchetta alla mano.
Girò la bacchetta mentre intorno sembrò calare silenzio, cosa a cui non fece caso, perché troppo concentrata ad evocare il suo incantesimo.
- Expecto Patronum! - disse a voce alta, che rimbombò nel silenzio della stanza.
Aprì gli occhi e seguì la scia argentata della sua lontra, che si librava nell'aria come avevano fatto i Patronus di Harry, Ginny, Luna e Neville poco prima.
Girò su se stessa per seguire l'animale, che svanì vicino a un muro della stanza che sembrava crollato.
In quel momento, si rese conto che aveva pensato al ricordo sbagliato.

*****

No matter how many deaths that I'll die
I will never forget.
No matter how many lives that I live,
I will never regret.
There is a fire inside of this heart in a riot
abou to explode in falmes.

Where's your God?
Where's your God?
Where is your God?


Dolores Umbridge e la sua Squadra d' Inquisizione fissavano sconvolti la Stanza delle Necessità.
Hermione Granger si rese conto solo ad allora che il silenzio che aveva sentito poco prima era dovuto al fatto che stavano sfondando il muro e lei, da idiota, aveva scelto il momento peggiore per evocare un Patronus.
E con che ricordo l'ho evocato, pensò.
- Prendeteli - aveva sibillato il rospo rosa, indicando tutti i ragazzi nella stanza.
La donna si mosse per ultima, quando ormai tutti i ragazzi erano stati catturati dagli Inquisitori.
Vide un foglio di carta appeso a una parete di specchio e si mosse per prenderla.
No! , pensò Hermione.
Quello era il foglio in cui c'erano tutte le firme dell' Esercito di Silente, compreso il titolo che era molto compromettente.
Avrebbe scoperto tutto e avrebbe cacciato via il Preside dalla scuola, per ribellione pre-organizzata.
Si divincolò e riuscì a strappare di mano la bacchetta a quello scimmione che la teneva stretta.
Cercò di pietrificare Dolores Umbridge, ma la donna, con astuzia, vide il riflesso dello specchio e scansò l'incantesimo, diventando tutta rossa in faccia dalla rabbia.
- Tu! Come hai osato! Sai chi sono io?
Un rospo con un fiocco rosa in testa, le avrebbe detto Hermione, che ammutolì per il fallimento.
Lo scimmione aveva tentato subito di afferrarla e vi riuscì, dato che la superava doppiamente in massa e altezza.
- Subito! Nel mio ufficio! Tutti quanti! - urlò rabbiosa, indicando con un dito grasso l'uscita della stanza.




Do you really want?
Do you really want me?
Do you really want me dead,
or alive to torture for my sins?
Do you relly want?
Do you really want me?
Do you really want me dead,
or alive to live the lie?




RIFERIMENTI.
* = Il Patronus di Neville Paciock non è mai stato menzionato dalla Rowling.
Come ben sapete il Patronus rispecchia in qualche modo il carattere della persona che lo evoca.
Ho cercato in varie fonti su internet e ho letto delle opinioni su quello che poteva essere il suo.
Tra esse quella più logica mi sembrava la mangusta.
La mangusta, come ci tiene a sottolineare Wikipedia, è una animale la cui dieta è composta anche da serpenti.
Mi sembra ovvio che io mi stia riferendo alla parte dei Doni della Morte quando Neville uccide Nagini.
Perdonatemi se può sembrare una cosa sciocca, ma avevo assolutamente bisogno di inserire il Patronus di Neville tra le righe, capirete poi perché.

NOTE DELL'AUTRICE.
La fine anche di questo capitolo!
La canzone è Hurricane - 30 Seconds to Mars.
Ho deciso di dedicare questo capitolo a Cosimo perché, come avete letto, mi ha prestato Harry Potter e il Principe Mezzosangue in inglese!
Lo ammetto, non ho molto tempo per leggerlo tra i miei vari impegni, ma posso farcela!
Il sesto è il mio libro preferito e adoro l'inglese, quindi per questo ho deciso di dedicargli un capitolo, anche se non sa di sicuro che io scrivo.
Anzi, faccio di tutto per tenerglielo nascosto.
Solo tre persone sanno della mia "identità segreta", ovvero la già citata Bluesun (Elisa, dedica nel capitolo uno), Silvia (a cui ho dedicato il quarto capitolo) e Gloria (a cui ne dedicherò un altro).

DULCIS IN FUNDO.

Ringrazio di cuore chi segue me e le mie storie e soprattutto chi recensisce i capitoli!
Seguitemi sulla mia pagina di Facebook , leggete le mie storie e recensite!!


ATTENZIONE.

Presto vi darò il link del mio blog esclusivamente Dramione su Tumblr!
E ho anche una piccola idea, vi piacerebbe conoscermi??

Coming soon ; D






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Capitolo 6
*** Hide. ***







A Katniss, perché solo uno su ventiquattro sopravvive.




I think I'm drowning
Asphyxiated
I wanna break the spell
You've created.

You're something beautiful,
A contradiction
I wanna play the game,
I want the friction.

You will be the death of me.
Yeah, you, will be the death of me.


Lo scimmione la stava violentemente trascinando per il corridoio, mentre la Umbridge e Gazza ridacchiavano istericamente a capo della banda, in cima alla fila.
Il rospo girò di scatto verso sinistra e tutti la seguirono, compreso il guardiano che zampettava come un cane eccitato davanti a una bistecca.
Aprì con un colpo di bacchetta la porta di una stanza e si infilò dentro.
Hermione si ritrovò a tossire dal forte odore che vi era in quella stanza.
Vaniglia, biscotti, té e altre sostanze si mischiavano nell'aria, dando un mix nauseante e zuccheroso da far venire il voltastomaco.
La stanza, manco a dirlo, era dipinta di rosa shocking.
Alle pareti vi erano appesi quadri e piatti su cui saltellavano e miagolavano sonoramente gatti e gattini di ogni genere.
In un angolo un po' più remoto, una tigre si lamentava del poco spazio che aveva come "piatto-casa".
Al centro della stanza vi era una scrivania di legno rosato, con sopra fogli, pergamene e penne rigorosamente rosa.
Vi era anche un camino spento con un po' di cenere ed Hermione si meravigliò che anch'essa non fosse di quel colore, ma di un grigio spento e triste.
Le tende alla finestra erano di un colore più pallido rispetto alle pareti e sembravano ricamate punto a punto.
Con un sonoro pomf la porta si richiuse e la Umbridge batté i piedi a terra per avere l'attenzione.
Non c'è bisogno di dire che quasi si mimetizzava in mezzo a tutto quel rosa .
All'improvviso il fuoco si accese.
Di scatto i membri della squadra d' Inquisizione si ritirarono verso i lati della stanza con le loro "vittime" per non essere visti dal volto nel fuoco.
- Dolores... Dobbiamo parlare - disse la voce della McGranitt.
- Arrivo subito nel tuo ufficio, Minerva - rispose gentilmente questa.
Senza neanche un cenno o un saluto, la vicepreside scomparve dalle fiamme.
La Umbridge si girò di scatto verso tutti i membri e puntando ancora il suo indice cicciotto verso qualcuno dietro ad Hermione disse:
- Voi, restate qui! Gli altri vengono con me.
Lo scimmione mollò la presa da Hermione e la passò a qualcuno dietro di lui.
La prese una stretta meno potente, ma determinata, che le sfiorò solo i vestiti.
Subito sentì un odore di menta familiare, quasi piacevole e accentuato abbastanza da non risultare troppo pesante.
Quasi si era dimenticata dell'odore nauseante che c'era in quella stanza quando una ragazza, forse Pansy Parkinson, parlò:
- Ehi, Draco, che cosa ne facciamo di loro?
Hermione si risvegliò di scatto da quel sogno, appena in tempo per sentire la risposta del ragazzo che la stava tenendo.
- Non lo so, Pansy, la Umbridge non ci ha detto niente.
La Grifondoro si accorse solo ad allora che quel profumo di menta apparteneva a Malfoy in persona e quasi si disgustò a scoprire di aver provato sollievo a sentirlo.
Sentì Pansy avvicinarsi a lei, sfiorandole la guancia con la bacchetta.
Ora le due ragazze si stavano fulminando con gli occhi.
La Serpeverde, per divertirsi, prese un paio di forbici e le accarezzò una guancia con una delle lame.
- Oops... Scusa - mormorò con un ghigno divertito.
Gettò le forbici in gesto teatrale quando vide che le due lame l'avevano tagliata appena e disse:
- Oh, che schifo! Sangue sporco!
Hermione incassò l'insulto tremando e le lacrime le salirono agli occhi.
Giurò di aver sentito anche il ragazzo dietro di lei incassare lentamente un colpo basso.
- Pansy, smettila, o la Umbridge si infurierà... - aveva cominciato Draco.
- Pansy smettila quà, smettila là... Bla bla bla! Non mi importa niente di quello che pensi, Draco! E' tempo che i Mezzosangue paghino per essere così... sporchi.
Puntò la bacchetta verso Hermione e la fissò negli occhi.
La Grifondoro, impaurita, indietreggiò, andando per sbaglio a toccare con la schiena il petto di Malfoy, che non sembrò opporsi a quel contatto, ma anzi respirò più intensamente.
- Cru...
- No! Lasciala stare! Vigliacca! Prenditela con quelli che hanno la bacchetta!
Harry si divincolò a forza e riuscì a vincere su Theodore Nott che lo teneva e gli strappò la bacchetta.
- Pietrficus Totalus! - urlò con violenza e prima che Pansy potesse accorgersene si pietrificò.
- Protego! - disse anche, formando uno scudo contro gli incantesimi che gli venivano lanciati contro.
Adesso dietro a quello scudo c'erano anche Neville, Luna e Cho, che erano anche loro riusciti a prendere le bacchette a coloro che gli avevano presi.
Quelli rimasti prigionieri erano Hermione, Ginny, Padma e Calì, che venivano tenuti più stretti, per non farli scappare.
Hermione, visto che erano rimasti in pochi prigionieri, tentò di liberarsi, divincolandosi con forza alla stretta del ragazzo.
Quasì riuscì a scappare quando il ragazzo la riprese stringendole il polso, venendo per sbaglio a contatto con la sua pelle, che era fredda e pallida.
Il ragazzo indebolì la presa distrattamente ed Hermione riuscì a scappare in fretta, rifugiandosi vicino a Harry, che riuscì a disarmare gli altri e a portare dall'altra parte dello scudo anche Ginny, Padma e Calì.
Ron prese una manciata di quella che sembrava cenere da un vaso ed entrò nel camino.
- Ufficio di Silente! - gridò, sparendo in un fuoco verdastro.
Tutti lo seguirono, Hermione ed Harry per ultimi.
La ragazza indugiò un attimo, guardando Pansy e sfiorandosi con il dito il graffio che aveva sulla faccia.
- Herm, c'è qualcosa che non va? - le chiese Harry avvicinandosi a lei, girandole delicatamente il viso con la mano per guardare meglio il graffio.
- No, niente, Harry. Andiamo.
E detto questo, i due presero un'altra manciata di polvere e gridarono "Ufficio di Silente" all'unisono.
- Me la pagherai, Potter! - fu quello che disse Malfoy, prima che i due sparissero.


*****

Bury it.
I won't let you bury it.
I won't let you smother it.
I won't let you murder it.

And our time is running out.
Our time is running out.
You can't push it underground.
You can't stop it screaming out.




Atterrarono un po' pieni di cenere nell'ufficio di Silente, uscendo dal caminetto.
La stanza era vuota, il preside sembrava sparito.
Tutti uscirono di corsa dalla stanza e si andarono a rifugiare nei loro dormitori.
Tutti eccetto Hermione.
Appena la ragazza uscì dal camino sentì bruciare improvvisamente qualcosa nella sua tasca.
Aspettò per capire se fosse per colpa della Metropolvere, ma quando questo calore non cessò, ma anzi aumentò, capì che era la clepsamia.
- Torniamo ai dormitori, è meglio se ce ne andiamo via da qui - disse Harry nervoso.
Annuirono un po' tutti, eccetto Hermione, distratta.
- Herm, ma dove vai? - chiese Harry sottovoce.
- Non posso venire... Devo fare una cosa importante - concluse lei guardandolo negli occhi, facendogli capire l'importanza della cosa che aveva realmente da fare.
Il ragazzo indugiò e andò a stringerle leggermente il braccio.
- Sta' attenta - furono le uniche parole che disse, prima di girarsi e andare nella Sala Comune.
- Sì.
Si girò e corse nel verso opposto a quello dei suoi amici.
La clepsamia bruciava man mano che faceva un passo e si rese conto che l'ambientazione sarebbe cambiata prima che lei avesse potuto arrivare a destinazione, così entrò nella prima porta che vide vicino a lei.
"Curioso", pensò Hermione entrando nel bagno dei Prefetti.
Era partita da lì e adesso era destinata a finire la missione proprio lì, non era strano?
Entrò in uno dei gabinetti perché non aveva tempo di chiudere la porta a dovere e nel caso qualcuno fosse entrato non l'avrebbe vista con la clepsamia in mano.
Prima che potesse tirar fuori quest'ultima, l'ambientazione cambiò, facendole sentire di nuovo quella sensazione di nausea.
Si riprese dal giramento di testa appoggiandosi alle pareti del gabinetto e respirò.
Guardò la clepsamia ed ebbe la conferma: era tornata al sesto anno.
Fece per aprire la porta del gabinetto, ma sentì qualcuno parlare fuori.
Era la voce di Mirtilla Malcontenta.
- No, No! Basta, Basta!
Si sentì un suono che indicò la fuga del fantasma attraverso un gabinetto.
Vi fu una grossa esplosione e qualche botto.
Hermione vide dal buco della serratura Draco Malfoy e Harry Potter combattere con incantesimi verbali e non.
Decisa non far accadere nulla, uscì dal bagno e gridò:
- Protego!
Si creò una barriera tra i due, ma un incantesimo rimbalzò attraverso essa e andò a finire su Hermione, che si distese a terra, scossa dalle convulsioni.
La ragazza gridava e si contorceva, graffiandosi le mani per mettere fine a quella tortura.
"Crucio", era stato l'incantesimo che aveva urlato Malfoy, diretto ad Harry, ma che per sbaglio era rimbalzato addosso ad Hermione.
- Malfoy, finiscila! Non è lei che c'entra! - Harry urlava.
Il biondino fissava la ragazza contorcersi a terra con gli occhi strabuzzati e appena il Bambino Sopravvissuto gli aveva urlato quelle parole aveva rimosso l'incantesimo.
La ragazza, aiutata da Harry, si rialzò in piedi e guardò entrambi.
- Hermione, stai bene? - le chiese, prendendole la mano per guardarle i graffi, da cui cascò una goccia di sangue, che si allargò nel pavimento.
Draco grugnì in disapprovazione vedendo la dolcezza con cui il ragazzo si rivolgeva a lei.
- Harry, mi dispiace - lo abbracciò la ragazza.
Lui la guardò stranito, non rendendosi conto che la ragazza gli stava puntando una bacchetta dietro la schiena, in modo che Malfoy non sentisse.
- Oblivion. - sussurrò, mentre le pupille del ragazzo si dilatavano e divenivano vuote.
Si girò come se gli avessero ordinato qualcosa e si diresse verso la Sala Comune dei Grifondoro.
Hermione si voltò nuovamente, per guardare il ragazzo che le aveva inflitto la maledizione Cruciatus.
Gli puntò la bacchetta addosso, mentre un'altra goccia di sangue cadeva sul pavimento.
- Che cosa vuoi fare, Granger, attaccarmi? Non vedi che hai creato tu lo scudo tra di noi? E dove è andato Potter? Troppa fifa e ti ha lasciato a me? Che vigliacco, e pensare che è un Grifondoro!
- Brutto pezzo di idiota. Voglio solo curarti le ferite - disse, mentre le salivano le lacrime agli occhi.
Il ragazzo rimase di spiazzato quando vide che le ferite si stavano davvero rimarginando: adesso il graffio rosso sangue che aveva in viso si era perfettamente rimarginato, non lasciando neanche una cicatrice.
- Mi dispiace, Malfoy - mentre le lacrime minacciavano impetuosamente di scendere.
- Per che cosa ti dispiacerebbe, Granger?
La ragazza, senza rispondergli levò lo scudo protettivo e si avvicinò a lui.
Il ragazzo non reagì, neanche quando la ragazza era così vicina che avrebbe potuto...
No, non può farlo, pensò Draco.
Lo guardò negli occhi: le tempeste che riempivano la sua iride si stavano scatenando, colpendo il suo cuore.
Si avvicinò e premette le labbra contro la sua guancia, per un secondo che parve durare millenni.
Incoerente perché Hermione Granger, la paladina dei Grifondoro, pronta a combattere con i suoi amici e contro il male, stava baciando Draco Malfoy, Mangiamorte figlio di Mangiamorte, che l'aveva odiata per tutto questo tempo.
Non era una cosa coerente.
Ma, come si sa gli opposti si attraggono sempre, alla fine, anche se può sembrare strano.
Si spostò da lui, che non era rimasto schifato da quel contatto.
- Mi dispiace per questo, Malfoy. Oblivion.

*****

I wanted freedom.
Bound and restricted.
I tried to give you up.
But I'm addicted.
Now that you know I'm trapped.
Sense of elation.
You'd never dream up
Breaking this fixation.
You will squeeze the life out of me.


Non sapeva perché l'aveva fatto.
Togliere la memoria al suo migliore amico era stato necessario, altrimenti si sarebbe ricordato della battaglia e avrebbe accusato Malfoy di averlo ferito o peggio, si sarebbe ferito lui e questo avrebbe gravato la condizione del Serpeverde.
A lui invece aveva tolto la memoria perché non avesse un motivo in più per disprezzare i Mezzosangue: già il fatto che Harry fosse così tanto accanito contro Malfoy faceva sì che quest'ultimo provasse un moto di disprezzo per lui, e quindi in parte la missione sarebbe fallita, dato che il fatto era abbastanza recente.
Più che ci pensava e più che non riusciva a capacitarsi del perché lo avesse fatto.
Non del fatto della memoria, ma per la cosa del bacio.
Eppure, si era sentita felice quando glielo aveva dato.
Un leggero e piccolo bacio sulla guancia.
Che non ricorderà nemmeno, pensò Hermione dirigendosi nella Sala Comune.
- Ciao Herm, tutto bene? - le disse Harry, mentre lei entrava dal ritratto della Signora Grassa.
- Oh, sì Harry. Ah, grazie.
- Di cosa?
- Niente, lascia perdere.
Gli passò una mano tra i capelli per scompigliarglieli, come faceva sempre.
Corse per le scale e si infilò nel letto appena lo vide.
- Ho vissuto quattro anni senza dormire, è meglio che ora mi riposi - rise tra sé, spegnendo la luce.


Bury it.
I won't let you bury it.
I won't let you smother it.
I won't let you murder it.

And our time is running out.
Our time is running out.
You can't push it underground.
You can't stop it screaming out.


NOTE DELL'AUTRICE.
Eccoci di nuovo alla fine di questo capitolo!
Ho avuto ispirazione e l'ho fatto anche più lungo del solito!
Voglio ringraziare tutte le persone che hanno lasciato una recensione e tutti quelli che hanno messo tra le preferite e le seguite la mia storia!
Ah! La canzone è Time is Running Out, dei Muse.
Ho dedicato questo capitolo alla protagonista del libro The Hunger Games, Katniss.
Vi consiglio assolutamente di leggerli, questi tre libri (Solo due sono stati tradotti in Italiano, il primo - Hunger Games, e il secondo - La ragazza di fuoco).
Inoltre la Lionsgate ci farà un film, guardate il trailer e capirete perchè "solo uno su ventiquattro sopravvive".

DULCIS IN FUNDO.
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SORPRESA!!
Vi avevo promesso il link del blog di Tumblr ed eccolo qua: clicca qui.
E' scritto la maggiorparte in inglese, quindi se non lo parlate molto bene vi consiglio di non entrarci! :D

RECENSITE, BABBANUCOLI!!




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Capitolo 7
*** Last time. ***







A Helen, perché il suo amore è "sotto una cattiva stella".




Down in a local bar
Out on the Boulevard
The sound of an old guitar
Is saving you from sinking.
It's a long way down,
It's a long way.


Si svegliò lentamente, aprendo gli occhi per non acciecarli con la luce del sole che filtrava violentemente dalle finestre.
Intorno a lei i letti erano vuoti e perfettamente messi in ordine, senza una piega, con un fiore profumato per ciascuno.
Fece una smorfia: dopo tutto, teneva ancora alla campagna per la liberazione degli elfi domestici.
Si stiracchiò le braccia e le gambe, per poi piegarsi un po' all'indietro per la schiena.
Si vestì e cercò di pettinarsi i capelli che mai stavano al loro posto e scese per fare colazione.
Al tavolo c'erano Harry, Ron, Ginny e Neville.
Salutò Luna, intenta a discutere su Nargilli e Gorgosprizzi al tavolo dei Corvonero con una ragazza del quinto anno.
Si sedette accanto a Harry, dandogli il buongiorno.
- Ehi, Harry, che hai fatto qui? - disse Ginny, indicando con un dito un graffio sul collo di Harry.
Oh cavolo, pensò Hermione , mi sono dimenticata di curare anche lui.
- Si sarà fatto male a Quidditch, non è vero,Harry? - disse con voce persuasiva Hermione.
- Ah ah - rispose il ragazzo che neanche si era accorto dell'attenzione che aveva ricevuto dalla sua ragazza.
Hermione si godette la colazione in santa pace, senza pensare a quello che era successo.
Le balenò un pensiero in testa.
- Ragazzi, devo scappare! Mi sono dimenticata di prendere il libro di Rune Antiche in Sala Comune! - disse, scompigliando i capelli a Ron e a Harry e abbracciando Ginny.
- Tu diventerai cieca a forza di studiare! - le urlò scherzando Ginny, prima che uscisse dalla Sala Comune.

*****

Back like you never broke.
You tell a dirty joke.
He touches your leg.
And thinks he's getting close.
For now you let him.
Just this once.
Just for now.
And just for that.
It's over.




Corse su per il dormitorio e frugò nei vestiti del giorno prima: si era completamente dimenticata della pergamena che le aveva dato Silente.
E se fosse stato troppo tardi per leggerla?
La aprì in fretta.
Vide la calligrafia perfetta e ordinata di Silente, un messaggio non molto breve, che lesse subito.

Cara Signorina Granger,
non dubito affatto che lei sia riuscita a portare a termine almeno in parte la missione.
Tuttavia, devo chiederle di non rivelare nulla di ciò che è accaduto al
Signor Weasley e al Signor Potter, semplicemente per mantenere la
privacy. Man mano che scrivo questo messaggio sono sempre più convinto
che lei sia la persona adatta e perfettamente qualificata per questo genere di cose.
Mi voglia scusare se sono in obbligo di chiederle un altro piccolo favore.
Credo che da persona prudente che lei è abbia conservato integra la clepsamia.
Nel momento opportuno dovrà spezzarla in modo che i due coni siano separati.
Dovrà versare la sabbia, solo se diventata viola, nel pensatoio e dovrà immergervi
la testa per vedere quel che è giusto che lei veda.
Come ho sottolineato nella riga precedente, la sabbia dovrà essere versata nel pensatoio
quando la missione sarà completa, ovvero quando la sabbia sarà completamente viola prugna intenso.
Conservi gentilmente anche questo biglietto, le sarà utile più avanti, in caso necessitasse aiuto.
Le chiedo anche se gentilmente potrà raggiungermi tre giorni dopo il suo rientro, per parlare.
La ringrazio ancora per avermi dedicato la sua attenzione,
Albus Percival Wulfric Brian Silente.
PS: Quando si recherà da me, se non le dispiace, si faccia prestare dal Signor Potter il suo mantello.


Arrotolò la pergamena e la ripose sul letto.
No, il Preside non aveva torto: aveva conservato la clepsamia al sicuro in uno scompartimento segreto ed invisibile del suo baule, in modo che neanche con degli incantesimi l'avrebbero potuta trovare.
Fece qualche calcolo: tra due giorni doveva presentarsi nell'ufficio di Silente con il mantello, che intuì, era quello che la poteva rendere invisibile.
Il problema però non era chiederlo ad Harry: le sarebbe bastata una scusa che implicasse "doveri da Prefetto" e il mantello sarebbe stato già suo.
Aveva controllato bene la sabbia della clepsamia: era di un verde brillante, quasi come gli occhi di Harry.
Non viola prugna, come specificava il Preside.
Quindi ciò voleva dire che la sua missione non era ancora terminata.
No, doveva far sì che fosse Piton a ucciderlo, ma come?
Passò il resto della giornata e il giorno successivo a pensare ad una tattica.
Più idee le venivano in mente più esse sembravano banali e poco tendenti al funzionare, così decise di prendersi una pausa, distendendosi sul letto, dove vi erano sparpagliati fogli e fogli su appunti e modi per tentare che il professore uccidesse Silente, e che non fosse Draco a farlo.
In realtà non aveva scritto molto.
Come si può fare in modo che sia una persona ad uccidere, invece di un'altra destinata a farlo?
L'unico modo è convincere quella che lo deve fare, che lo deve uccidere, a non farlo.
- E' impossibile, non ce la farò mai - disse Hermione, passandosi due dita sugli occhi stressati dalla poca luce.
Fuori si era fatto buio, era arrivata la sera ed Hermione si era appena concessa di mangiare appena un pezzo di carne, sotto la minaccia della più piccola dei Weasley che diceva che l'avrebbe ammazzata se non l'avesse fatto.
A malavoglia aveva trangugiato quel pezzo di carne e lo aveva fatto scendere malamente giù per la gola.
- Ho mangiato, vedi? Adesso posso andare - disse, sgattaiolando verso l'uscita della Sala Grande, in modo che Ginny non la fermasse, cosa che non ebbe evidentemente tempo di fare.
La luce della candela cominciava ad affievolirsi e le palpebre diventavano pesanti.
La mano le faceva male a causa di tutti gli scarabocchi che aveva disegnato sui fogli: aveva fatto qualche buco nella carta da quanto era nervosa.
Si distese per quelli che le parvero tre secondi sul letto, poggiandovi con cura le gambe e chiudendo un attimo gli occhi, per rilassarsi.

*****

Don't run away.
Dry your eyes,
Dry your eyes.
Don't be afraid.
But keep it all inside, all inside.
When you fall apart,
dry your eyes, dry your eyes.
Life is always hard
for the Belle of the Boulevard.



Si svegliò di scatto quando sentì il ridacchiare di Lavanda al primo piano, che stava uscendo probabilmente dal ritratto della Signora Grassa, dato che la sua voce si affievoliva di colpo.
Si rese conto solo dopo due secondi che era matina, o pomeriggio, ma che comunque c'era luce che filtrava attraverso i vetri della finestra.
Prese l'orologio babbano che teneva da qualche parte in baule e lo guardò bene: erano circa le tre di pomeriggio.
Ma quanto diavolo aveva dormito?
Si rese conto solo dopo due secondi che alzandosi aveva buttato a terra dei fogli che erano stesi sulle sue gambe.
Improvvisamente le sovvenì il ricordo della missione per Silente e il fatto che non era riuscita a trovare un modo per far sì che fosse Piton a uccidere il Preside, non Draco.
Decise di non pensarci più e che ne avrebbe parlato con il Preside più tardi.
Decise di farsi un bagno caldo e rilassante, in cui si mise a mollo per circa un'ora e mezzo, facendo un incantesimo all'acqua in modo che non si freddasse durante tutto quel tempo.
Si mise poi dello shampoo e balsamo che le avevano regalato dei suoi amici (il suo preferito, cioccolato e arance, una combinazione perfetta e dal sapore dolce) e si massaggiò la testa.
Si risciaquò il miscuglio con abbondante acqua e con un incantesimo si asciugò in quache secondo i capelli.
Si asciugò completamente da testa a piedi vestendosi con dell'abbigliamento comodo: se il Preside le avesse chiesto di compiere un'altra missione avrebbe dovuto indossare cose comode, e si avviò per uscire fuori dal dormitorio, portando la clepsamia e il biglietto con sé.
Salì per le scale del dormitorio maschile e bussò alla porta della stanza di Harry.
- Harry, posso entrare? Devo chiederti una cosa.
Silenzio all'interno.
Bussò di nuovo.
- Harry, ci sei?
- Oh, si, Herm! Scusa, ero a cercare una cosa dentro il baule e non ti ho sentita!
Aprì la porta e la fece entrare.
Erano soli nella stanza ed Hermione venne subito al dunque.
- Harry... Mi presteresti il mantello dell' Invisibilità?
All'inizio lui la guardò stranito, ma poi la sua faccia si addolcì.
- E... A che cosa ti servirebbe, se posso chiedere?
- Per non farmi beccare da Gazza stanotte, voglio cercare una cosa in Biblioteca e temo che non ce la farò prima che finisca il coprifuoco.
Lo chiamavano così, gli studenti di Hogwarts.
"Coprifuoco" era l'ora in cui tutti gli studenti, eccetto Prefetti e Caposcuola che dovevano fare la ronda notturna, si dovevano trovare nei loro dormitori o almeno nella Sale Comuni.
Il ragazzo sembrò un po' scettico, all'inizio, però poi si disse che quella era Hermione e la sua dichiarazione era probabilmente vera.
Così accettò e glielo consegnò, indugiando un attimo nel darglielo.
- A una condizione - disse, ridendo.
- Adesso io e te andiamo in biblioteca e mi dici quali sono i libri su cui studiare per Pozioni domani. Affare fatto?
- Affare fatto.
Consegnò il mantello alla ragazza e si avviarono insieme in biblioteca, scherzando sul fatto che Ron era stato trascinato da sua sorella a fare spese per Hogsmeade.
In biblioteca risero quasi tutto il tempo a bassa voce e bisbigliando, anche se Madama Chips non sarebbe stata molto fiera del comportamento della sua amata Hermione Granger, studentessa modello e frequentatrice abituale della biblioteca.
Udirono un fruscio intorno a loro e quando si guardarono intorno si accorsero che si era già fatto buio e che Hermione doveva andare da Silente.
- Harry, io devo andare. Hai capito quali sono i libri?
- Ah-ah - rispose lui, rattristato di dover tornare a studiare invece che stare a scherzare con la sua amica.

*****

In all your silver rings.
In all your silken things.
That song you softly sing
Is keeping you from breaking.
It's a long way down, it's a long way.


Si sbrigò ad arrivare davanti all' Ufficio del Preside, avendo la premura di indossare il Mantello dell' Invisibilità.
Bussò alla porta e sentì dei passi lenti dall'interno.
Silente aprì e guardò fuori, sorridendo al nulla.
Solo ad allora Hermione si ricordò che aveva il mantello addosso e se lo rimosse dalla testa.
- Oh, Signorina Granger... Puntuale come al solito. Eccellente.
Il Preside si scostò dalla soglia per permetterle di passare e lei accettò l'invito, seguendolo lentamente, attenta a non far cadere nulla che sporgesse pericolosamente da qualche biblioteca messa quà e là.
Il Preside si fermò di colpo dietro la sua scrivania: sopra di essa non vi erano più molti oggetti, ma solo uno spazio vuoto e grande, che con dei fogli scarabocchiati formava quasi una figura quasi circolare.
Sorrise allo sguardo curioso della Grifondoro e la invitò a spostarsi dalla prospettiva della scrivania: appellò con la bacchetta qualche cosa dietro a una specie di armadio semi-chiuso.
L'oggetto che fluttuava nell'aria, diretto probabilmente alla scrivania del Preside, era il bacile di pietra che Hermione aveva visto all'inizio della sua missione.
Infatti, come la ragazza aveva previsto, l'oggeto atterrò precisamente sulla scrivania, colmando precisamente il vuoto circolare.
Hermione si avvicinò, colta dalla curiosità e con le dita sfiorò le rune incise sul bordo.
La sostanza che vi era all'interno sembrava fatta sia di liquido che di gas.
- E' un Pensatoio? - disse la ragazza, sussurrando quasi la domanda.
- Sì, Signorina Granger - disse il Preside appellando un'altra scatolina dall'altra parte della stanza.
Quell'oggetto sembrava enormemente delicato e preziosoì ma, Hermione lo avrebbe giurato, era importante solo il contenuto.
Infatti la scatolina di legno scurissimo venne poggiata e aperta da Silente, che ne tirò fuori una piccola fialetta con all'interno un po' di liquido che era stato versato nel Pensatoio.
- Questo è un ricordo molto importante, Signorina Granger. Ci rivela una possibile via di sconfiggere Voldemort. Le potrò far vedere questo ricordo solo se accetterà un'altra missione che questa sera la condurrà fuori dal castello, con me. Accetta?
- Di che cosa si tratta? - disse la ragazza indicando il ricordo.
- Della marchiatura di Draco Malfoy.

Back here you never lost.
You shake the shivers off.
You take a drink
to get your courage up,
Can you believe it?





NOTE DELL'AUTRICE.

La canzone è Belle of The Boulevard - Dashboard Confessional.
Ho dedicato questo capitolo alla protagonista di un altro libro, Starcrossed (di Josephine Angelini).
Parla di una ragazza, Helen, che scopre di essere una semi-dea greca e questa scoperta viene fuori quando prova un ireffrenabile impulso di uccidere Lucas, un semi-dio di un'altra casa. Lucas salverà la vita ad Helen e una specie di maledizione verrà spezzata con quest'atto, quindi Lucas ed Helen non si vorranno più uccidere a vicenda.
Anzi, Helen si innamorerà di Lucas e viceversa, ma non potranno stare insieme per un'antica leggenda che fa sì che loro siano come Elena e Paride.
La traduzione di Starcrossed è proprio "sotto una cattiva stella", riferito al loro amore che non è favorevole per il loro simili, anzi è presagio di guerra e morte.
A me è molto piaciuto e vi consiglio di leggerlo.
Volevo anche ringraziare tutte le persone che recensiscono e se non rispondo è solo perché tra la scuola e tutto il resto non ho molto tempo già per pubblicare e scrivere le storie, a malapena quindi riesco a rispondere alle recensioni.
Ma voglio solo dirvi che le leggo tutte.

DUCLIS IN FUNDO.

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*IMPERIO*
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Capitolo 8
*** Poisoned Poison ***







Alla Ragazza di Fuoco, che ha acceso la scintilla della rivolta.






I will not make
the same mistake that you did.
I will not make myself
Cause my heart's so much misery.
I will not break
The way you did, you fell so hard.
I've learned the hard way,
To never let it get that far.
- Accetto.
Il Preside sorrise e versò subito il contenuto nel Pensatoio.
Con la mano fece un gesto che invitò Hermione ad immergervi la faccia.
Si piegò e obbedì al piccolo comando.
Venne catapultata dentro ad un ricordo, il ricordo della marchiatura di Draco Malfoy.
Hermione si ritrovò in una stanza buia, in un angolo umido e pieno di muffa.
La stanza aveva un focolare polveroso, ma dall'aria vecchia, senza neanche un briciolo di cenere dentro.
Si vedeva perfettamente che non veniva usato da molto (o forse non era proprio stato usato).
L'unica cosa presente in quella piccola e sudicia stanza piena di polvere, oltre al caminetto e ad una lampada dalla luce giallognola, era una poltrona rivolta ad un focolare immaginario, come se qualcuno l'avesse messa lì per stare a scaldarsi davanti al fuoco, ma non c'era stato tempo di usarla.
Hermione si mosse per avvicinarsi alla poltrona proprio nello stesso istante in cui entrarono quattro figure da una porta che Hermione non aveva notato.
Di queste ne riconobbe solo tre: Malfoy, di un bianco più pallido rispetto al normale, Bellatrix e il professore di Pozioni di Hogwarts, Severus Piton.
Non si stupì di vedere il professore insieme a quel gruppo, era da un pezzo che si era immaginata Piton come Mangiamorte e adesso che le sue accuse erano risultate vere non si poteva che complimentare con sé stessa per quelle intuizioni.
- Draco, vedo che sei arrivato. Bene, bene... - disse una figura alzandosi dalla poltrona.
Il viso latteo di Voldemort emise un ghigno mentre quest'ultimo si alzava dalla poltrona che apparentemente per Hermione non aveva nessuno seduto sopra.
A vederlo così vicino Hermione rabbrividì: non lo aveva mai visto prima, ma dai racconti di Harry si poteva benissimo vedere che quello era il temuto Lord Voldemort.
Da così vicino poteva vedere tutti i suoi particolari: la pelle bianca come il latte, forse anche di più, gli occhi iniettati di sangue con pupille sottili come quelle di un gatto, due fori al posto delle narici che lo facevano sembrare tanto un umano "serpentizzato".
Non si poteva fare a meno di dire che il suo aspetto terrificante rispettava perfettamente il suo carattere di assassino.
Si mosse verso il sedicenne, mentre tutti facevano una specie di inchino con la testa, mormorando qualcosa come "mio signore".
Anche Draco obbedì a quella cerimonia, con il labbro un po' tremante su qualche sillaba, chinando il capo e facendo muovere i suoi capelli biondi.
- Severus, Bellatrix, Augustus... Draco.
Voldemort finì il suo saluto soffermandosi sul nome del ragazzo.
Senza tante cerimonie gli prese il braccio sinistro e glielo scoprì, acciambellando la manica fino al gomito.
Voldemort cominciò a parlare serpentese, ed Hermione non capì le sue parole.
Vide solo il dolore negli occhi del ragazzo quando la bacchetta cominciò a scalfirgli la pelle in quel disegno complicato e bruciato, come uno dei tanti tatuaggi babbani che Hermione aveva visto.
Si vedeva che Draco si sforzava animatamente per contenere il dolore, ma dopo un po' cedette, concedendosi un "ah", alla fine del rito.
- Suvvia, Draco... Non fare il debole. Non c'è posto nel mondo per i deboli - ghignò Voldemort, prima di staccare la bacchetta dal braccio di Draco e prima di imprimergli per sempre quel segno sul braccio.
Rise appena, sollevò la bacchetta dal braccio del ragazzo e la sua espressione mutò: il suo ghigno malvagio si irrigidì e il Signore Oscuro cadde a terra, perdendo i sensi.
Tutti gli corsero contro eccetto Draco, che ancora si teneva con la mano il braccio grondante di sangue, mentre stringeva i denti.
Vide Piton frugare in una tasca e tirare fuori una pozione trasparente che fece inghiottire a Voldemort, che però rimase a terra immobile come un burattino senza burattinaio.
- Mio Signore, alzati... Mio Signore, mio Signore! - urlava Bellatrix con la sua voce acuta, cercando di tirare su il corpo del suo amato padrone.
- Lascialo fare Bellatrix, si riprenderà a breve - rispose la voce ferma di Piton.
- Tu! Che gli hai fatto con quella Pozione? Lo hai fatto fuori? Io ti uccido... - cominciò la donna, puntando la bacchetta nel petto di Severus.
- Bella, lascialo stare. Il Signore Oscuro si fida di lui. Piuttosto, renditi utile. Va' a chiamare Alecto, lei saprà che cosa fare.
Era stato quello che Hermione aveva capito fosse Augustus Rookwood a parlare.
Era la prima volta in tutto il ricordo in cui aveva fiatato, ma dalle sue poche parole si poteva capire che il suo ordine non ammetteva repliche.
Infatti Bellatrix obbedì, o almeno a Hermione sembrò, perché sgattaiolò a testa bassa fuori dalla porta, scomparendo.
Ci fu un attimo di silenzio e due secondi dopo Draco cadde a terra dal dolore, ma non si stringeva il braccio, ma bensì il petto.
Ansimava, quasi svenuto a terra.
Hermione si precipitò addosso a lui per aiutarlo, ma quando cercò di afferargli la mano la oltrepassò come se fosse un fantasma.
Si disse che ciò era un ricordo e che era già successo, e che non poteva far niente per evitarlo, anche se la vista del ragazzo a terra ansimante le dava comunque un immenso fastidio.
Di colpo smise forse di respirare, per poi riprendere a vivere: nello stesso momento Voldemort si alzò tremante, aiutato da Bellatrix, che era ritornata con Alecto, mentre Piton e Rookwood aiutavano Draco a mettersi in piedi.
Prima che qualcuno potesse parlare di nuovo, tutto svanì e diventò fumo e acqua: Hermione tirò fuori il viso dal Pensatoio e si asciugò con una salvietta che gli aveva posto Silente.


*****


Because of you
I never stray too far from the sidewalk.
Because of you
I learned to play on the safe side so I don't get hurt.
Because of you
I find it hard to trust not only me,
but everyone around me.
Because of you
I am afraid

Hermione fissava il preside come per avere un appiglio a cui aggrapparsi, poi decise di parlare dopo un lungo silenzio.
- Che cosa significa tutto ciò, preside?
- Beh, speravo che me lo dicesse lei, Signorina Granger.
La risposta stupì Hermione più di quanto il Preside avesse immaginato: perché allora, si chiedeva lei, le aveva fatto vedere quel ricordo?
- Signorina Granger, sono arrivato alla conclusione che Voldemort ha spezzato la sua anima in varie parti riposte dentro a oggetti, che sono difficili da distruggere. Si ricorda il diario di Tom Riddle che il Signor Potter ha distrutto al secondo anno?
Hermione annuì, mentre Silente tirava fuori da un cassetto il diario che era ricoperto da sangue nero secco, come se fosse dell'inchiostro.
- All'interno di esso vi era un frammento dell'anima di Voldemort. Così come questo anello, - il preside indicò una piccola striscetta d'argento con al centro una pietra incrinata posta sulla scrivania, accanto al diario - appartenente alla madre di Voldemort stesso. Se si distruggono tutti questi oggetti, chiamati Horcux, si può sconfiggere colui che li ha creati.
- Mi sta dicendo che dovremo distruggere tutti gli Horcrux che Voldemort ha creato? - chiese Hermione preoccupata.
- Non dovremo solo distruggerli, ma trovarli! Anche se, il posto in cui andremo stasera... credo ne contenga uno.
- Quanti sono in tutto? - disse Hermione, seguendo il Preside che si avviava verso l'uscita del suo ufficio.
- Contando quelli che sono già stati distrutti e il medaglione che forse distruggeremo quella sera... dovrebbero rimanerne all'incirca tre.
Hermione restò in silenzio per tutto il tragitto e si smaterializzò insieme a Silente fuori dal castello, dove quella magia era concessa.

*****

I lose my way
And it's not too long before you point it out
I cannot cry
Because I know it's weakness in your eyes
I'm forced to fake
A smile, a laugh, every day of my life.
My heart can't possibily break.
When it wasn't even whole to start it.



Riuscirono ad arrivare in una caverna scura, scavata tra gli scogli di un nero e profondo mare.
Il Preside si tagliò un po' il dito con il coltello prima che Hermione potesse fermarlo, affermando con parole confuse che per passare "ci sarebbe voluto il sangue".
Infatti, appena una goccia di sangue scuro toccò la parete della caverna riuscirono ad avere l'accesso.
Davanti a loro si piazzò un lago enorme, di cui Hermione non riusciva a vedere la fine, se almeno l'aveva.
Girando intorno con l'ordine preciso di non toccare l'acqua, Silente riuscì a tirare fuori dal nulla una catena.
La tirò e dal fondo dell'acqua emerse una piccola barchetta.
Il Preside sorrise ed Hermione capì che quella era una cosa buona.
Infatti Silente vi salì ed Hermione fece lo stesso.
La barca si mosse lentamente, illuminando un po' intorno grazie ad una specie di lanterna posta su di essa.
Guardò l'acqua: nera come la pece, sembrava metallo fuso, era impossibile vedere che cosa ci fosse sotto.
Ma la luce della piccola lanterna rifletteva sull'acqua quel che bastava perché Hermione potesse vedere una mano sott'acqua.
Una mano putrificata.
Rabbrividì al vedere l'immagine e senza staccarvi gli occhi di dosso fece una domanda al Preside:
- Preside, che cosa c'è sotto al lago...?
Il Preside si girò verso di lei e incrociò con lo sguardo il punto dove era diretto quello di Hermione.
Quando vide qualcos'altro, forse una gamba putrificata, rispose:
- Cose che l'essere umano non dovrebbe essere in grado di produrre.
Hermione non voleva andare oltre, perché temeva una risposta peggiore.
Socchiuse gli occhi e vide che a poca distanza da loro vi era una luce verdognola, che proveniva da una specie di isolotto fatto di marmo levigato* , su cui vi era una specie di parallelepipedo.
La barca si fermò proprio accanto al bordo dell'isola ed Hermione diede una mano a Silente per scendere.
Ora vedeva meglio che quel parallelepipedo era stato scavato sulla superficie in alto e dentro vi era dell'acqua chiara e limpida.
Sul fondo si poteva benissimo vedere un medaglione d'oro con delle piccole pietre verdi a forma di "S".
Silente poggiò una mano sulla piattaforma ed evocò sul bordo una coppa.
- Signorina Granger... - disse, accarezzando l'acqua con una mano - temo che per ottenere l' Horcrux qui sotto si debba bere l'acqua...
- Lasci fare a me - disse decisa Hermione, con l'intento di afferrare la coppa.
- Mi dispiace, ma non posso lasciarglielo fare. Sono molto più vecchio di lei e questa cosa nuocerebbe più a lei che a me, quindi senza alcun dubbio, la berrò io.
Il suo tono non ammetteva repliche, così Hermione si limitò ad annuire.
- Le ricordo che è sempre sotto la mia missione e ha giurato di obbedire a qualsiasi mio ordine. Quindi, adesso berrò la pozione e nel caso dovessi smettere dovrà provvedere lei a farmi inghiottire ogni singola goccia. E' possibile che io protesti, ma è strettamente necessario che lei obbedisca a l'ordine che le ho appena dato.
Hermione annuì e il Preside bevve il primo calice di pozione.
Strinse i denti visibilmente e socchiuse gli occhi per l'acidità di quell'intruglio.
Immerse di nuovo il calice e ne bevve un'altro po'.
Con un tonfo leggero si accasciò ai lati della piattaforma, con gli occhi leggermente all'insù.
Hermione, decisa a non disobbedire prese un altro calice dal foro e glielo mise in bocca, facendolo inghiottire al Preside.
- No, basta... Basta.
- Preside, su ancora un'altra...
E giù un'altro bicchiere di pozione.
- No, basta... Brucia... No...
- Le giuro, ne mancano solo due... Poi tutto passa...
Prese quello che credeva fosse il penultimo bicchiere e ce la fece a farlo scendere giù per la gola di Silente.
Arrivò all'ultimo e raschiò il fondo.
- Su, Preside, le prometto che dopo questa finirà tutto... Finirà tutto... L'ultima, la beva...
La bevve con un'ultimo sforzo, ma nell'esatto momento in cui l'ultima goccia puntò sulla sua lingua l'espressione del Preside mutò.
- Acqua... Acqua...
Hermione si avvicinò con il calice ancora in mano per prendere dell'acqua.
Fu troppo tardi per reagire quando una mano le afferrò il polso e la trascinò sott'acqua.
Non riuscì a rendersi conto che dei cadaveri, quelli che aveva visto, la stavano trascinando sul fondo del lago, mentre l'aria cominciava a mancarle dai polmoni.
Delle lingue di fuoco attraversarono l'acqua, circondandola perfettamente, ma senza bruciarla, sufficientemente per toglierle di dosso quegli esseri.
Risalì in superficia quasi annegando, dove il Preside le diede una mano.
- Preside, che cos'erano quelli? - disse, mentre rientravano nel suo ufficio ormai asciutti.
- Inferi, Signorina Granger. Lord Voldemort ha fatto in modo che si schierassero con lui. Sono cadaveri di donne, uomini e bambini con un briciolo di vita assassino. La ringrazio per avermi aiutato a trovare l'Horcrux - disse, appoggiando il medaglione in un cassetto della scrivania.
- Grazie a lei per avermi salvato dagli Inferi.
Raccolse il mantello dell' Invisibilità che aveva lasciato appoggiato ad una sedia e fece per andarsene, quando sentì delle urla fuori dall' ufficio.
Silente le ordinò di mettersi il mantello dell' invisibilità.
Nel momento esatto in cui la porta venne aperta Silente lanciò un incantesimo non verbale verso Hermione.
La figura pallida entrata nella stanza era Draco Malfoy.


I watched you die,
I heard you cry every night in your sleep.
I was so young,
You should
have known better than to lean on me.
You never thoutght of anyone else,
You just saw your pain,
And now I cry in the middle of the night
For the same damn thing.

Because of you.



RIFERIMENTI.
* = Non ricordo come lo spiega esattamente sul libro, quindi uso la mia immaginazione :D .

NOTE DELL'AURICE.
La canzone è Because of you - Kelly Clarcson.
La dedica, ahimé, è di nuovo dedicata alla protagonista degli Hunger Games, Katniss.
Viene soprannominata "la ragazza di fuoco" per un particolare motivo (che andrete a leggere nel libro, non ve lo rivelerò di certo io).
Ha "acceso la scintilla della rivolta" perché ha dato inizio ad una rivolta nel suo mondo.
Ho dedicato di nuovo questo capitolo a lei perché ho aspettato quattro settimane che mi arrivasse questo dannato libro (La ragazza di Fuoco - Suzanne Collins) ed ero felicissima quando l'ho avuto nelle mani.
Ho quasi finito di leggerlo e vi consiglio di andare davvero a comprarvi i primi due (Il terzo non è stato tradotto, ma è uscito in America con il nome di Mockingjay, mannaggia -.-")

Comunque, leggete anche la ONE-SHOT Bring her back che ho scritto qualche giorno fa (sempre Dramione) : clicca qui .
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*Imperio*
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Capitolo 9
*** The kill ***







Ad Andrea, un vecchio compagno che non vedo più da tempo.






What If I wanted to break?
Laugh it all off in your face.
What would you do?

What If I fell to the floor?
Couldn't take all this anymore?
What would you do?


La sua pelle era pallida, tremendamente pallida, anche di più di quando era stato marchiato.
E quello non era di certo un buon segno.
Puntava rigido la bacchetta contro Silente, ma non pronunciava parola.
Sul suo viso scandalizzato si trovavano pesanti occhiaie e la sua bocca formava una smorfia amareggiata, come se avesse appena inghiottito un litro di succo di limone senza potersi sciaquare la bocca con dell'acqua.
Prima che potesse dire una parola, fu il Preside a parlare.
- Buona sera, Draco. Cosa ti porta qui, in questa fredda sera d'inverno? *
- Chi altro c'è? L'ho sentita parlare.
- Oh, parlo spesso ad alta voce, lo trovo straordinariamente utile.
Hermione cercava di puntare da sotto il mantello la bacchetta verso Draco, ma non riuscì a muoversi.
- Ti sei posto delle domande, Draco?
Il tono del Preside non era né minaccioso né canzonatorio, e la domanda parve stranire il ragazzo, che aggrottò le sopracciglia e irrigidì la presa della bacchetta.
- Draco. Tu non sei un assassino...
- Come sa che cosa sono? - sbottò il ragazzo, sottolineando la smorfia della bocca - Potrei sconvolgerla!
- Come per la fattura a Katie Bell sperando che mi desse la collana affatturata? O sostituire una bottiglia di Idromele con del veleno?
Harry lo aveva sempre saputo, si disse Hermione. Quando Katie Bell quasi aveva lasciato la pelle toccando una collana e quando Ron era stato avvelenato da una bottiglia di Idromele di Lumacorno, Harry aveva detto che c'entrava Malfoy. Lui lo aveva sempre saputo, ma lei aveva sempre negato la cosa.
- Perdonami, ma questi tentativi sono così deboli che credo che tu non ci abbia messo veramente tutto l'impegno possibile.
- Lui si fida di me... Sono stato scelto!
E con un gesto si scoprì la manica sinistra.
Il Marchio Nero veniva appena illuminato dalla luce lunare, venendo perfettamente definito.
- Ti faciliterò la cosa... - disse il Preside, puntando la bacchetta dove sarebbe stata Hermione.
Qualcosa le bruciò nella tasca, ma non poté prenderla, perchè era immobilizzata.
- Expelliarmus! - gridò il ragazzo, impaurito da un possibile attacco.
- Molto bene, molto bene... - disse il Preside calmo.
Draco adesso teneva tutto il braccio disteso, puntando la sua unica arma verso il Preside, che nonostante tutto rimaneva calmo.
Si udì un rumore cigoloso dal fondo della scalinata.
Forse stavano aprendo la porta.
- Non sei solo... Ci sono altri? Come? - disse, avvicinandosi al ragazzo a passi lenti.
Draco diede un'occhiata svelta vicino all'inizio della scalinata e per due secondi, senza accorgersene, guardò Hermione negli occhi.
Le occhiaie scurissime disegnavano un'immagine terribile sotto ai suoi occhi tempesta.
Gli occhi erano rossi e umidi, ma non volevano cedere alle lacrime.
- L'armadio svanitore nella Stanza delle Necessità. L'ho riparato. Ce n'è uno uguale da Magie Sinister.
- Draco... - il tono del Preside adesso sembrava supplichevole - Anni fa ho conosciuto un ragazzo che fece tutte le scelte sbagliate... Ti prego, lascia che ti aiuti...
Il ragazzo fu tentato di abbassare la bacchetta, e quasi lo fece, quando sentì degli altri rumori per la scalinata.
- Non voglio il suo aiuto! - le lacrime cercavano di scendere giù, ma il ragazzo era abbastanza forte da tenerle - Ma non capisce? Io lo devo fare! Devo ucciderla... O lui ucciderà me...
Ebbe appena il tempo di finire la frase che per le scale salirono in fretta altre persone.
Hermione riconobbe Bellatrix, Greyback, il lupo che aveva graffiato Bill Weasley, Rookwood e altri Mangiamorte, in tutto erano cinque o sei.
- Bene... Guarda chi abbiamo qui... Bel lavoro Draco - sussurrò all'orecchio del ragazzo sua zia Bellatrix.
La donna guardò verso Silente, facendo una smorfia di disgusto con il viso, poi si rivolse al nipote.
- Fallo!
- Non ha fegato, proprio come suo padre... Lo finisco io... - aveva detto uno dei Mangiamorte che Hermione non aveva riconosciuto.
- No! Il Signore Oscuro vuole che sia lui! - sbottò Bellatrix, minacciando colui che aveva parlato.
- No... - disse una voce scura e melliflua, che saliva in quel momento nella stanza.
La figura avanzò ed Hermione la riconobbe come Piton.
Silente lo guardò negli occhi.
- Severus... Ti prego.
Senza pensarci un attimo, Piton levò la bacchetta in aria ed un lampo di luce verde illuminò la stanza.
Hermione chiuse gli occhi per non assistere al macabro spettacolo.
- Avada Kedavra - aveva sussurrato Piton, puntando la bacchetta contro Silente, che cadde dal balcone davanti al quale era precipitando come una marionetta senza vita.
Hermione si rese conto che era davvero morto quando una lacrima le cadde dal viso e venne asciugata con la sua mano.
Colui che le aveva fatto l'incantesimo era passato a miglior vita e la fattura si era spezzata.
Non c'era prova migliore.

*****

Come, break me down.
Bury me, Bury me.
I am finished with you.



Quando se ne andarono tutti i Mangiamorte Hermione si tolse il mantello e guardò l'ufficio di Silente.
Non riusciva a credere che Piton lo avesse ucciso.
Aprì il cassetto dove aveva visto che il Preside aveva posato il medaglione e prese quest'ultimo, mettendoselo in tasca.
Si asciugò le lacrime e si rimise il mantello dell' Invisibilità, andando nel suo dormitorio per non destare sospetti.
Appena si levò il mantello, entrata nella sua camera si sentì chiamare da Harry al piano di sotto.
Sentì il tono di voce dell'amico e capì che era spaventato.
Si precipitò per le scale.
- Harry, che è successo? - disse Hermione, vedendo una lacrima scendere dagli occhi verdi del ragazzo.
- Silente... E' morto.

*****

What if I wanted to fight,
Beg for the rest of my life.
What would you do?


Il corpo di Silente giaceva a terra immobile.
Madama Chips era già pronta con pozioni e rimedi magici per farlo rinvenire, ma anche loro sapevano che il Preside non ce l'avrebbe fatta.
Intorno al cadavere stavano in piedi tutti gli allievi e il personale di Hogwarts, Piton e Malfoy esclusi.
La notizia si era sparsa in pochi secondi.
Ad aver visto il cadavere precipitare era stato Hagrid, che era corso a chiamare aiuto.
C'era anche lui adesso: versava lacrimoni che avrebbero potuto riempire dei bicchieri d'acqua e si tamponava con un fazzoletto grande come una tovaglia.
Madama Chips si alzò dopo mezz'ora.
Abbracciò Minerva McGranitt, che aveva versato qualche lacrima.
- Minerva, non c'è più niente da fare.

*****

You say you wanted more
What are you waiting for?
I'm not running from you.


I giorni passarono e ci fu il funerale di Silente **: avevano allestito una grande tomba di marmo in cui avrebbero posto il corpo dopo la cerimonia, che sarebbe stato trasportato dalle ninfe del lago fino all'isoletta in mezzo ad esso dove era stata costruita la lapide.
C'erano tutti; gli insegnanti e i dipendenti della scuola, le creature del lago erano emerse in superficie per rendere onore al tanto amato Preside e i Centauri erano usciti appena dalla Foresta Proibita per inchinarsi al passaggio della salma.
Poi, con calma, il corpo era stato trasportato leggermente dentro la tomba e questa era stata richiusa e sigillata in modo da non far penetrare al suo interno pioggia o foglie secche.
Hermione era lì presente, in mezzo a loro e forse era quella che soffriva di più: Piton non c'era e probabilmente era scappato, ma lei giurò di aver visto Draco in fondo nell'ultima fila.
Le persone si dileguarono pian piano, Aberforth, il fratello di Silente, se ne andò per ultimo, lasciando Hermione da sola davanti alla tomba di Silente.
- Dobby sa quanto la Signorina Hermione tenesse a Silente... - disse una voce stridula dietro di lei, avvicinandosi pian piano.
Hermione si girò e trovò dietro di lei Dobby l' elfo domestico, con le sue orecchie da pipistrello all'ingiù e due calzini spaiati: uno rosso e uno celeste.
La ragazza gli sorrise ed ebbe piacere che anche la creatura avesse partecipato al funerale e si limitò ad annuire con la testa mentre le scendeva una lacrima sul viso.
L'elfo le sorrise di ricambio e si tolse un calzino, andandolo ad appoggiare sopra la tomba di marmo.
Quello, per un essere umano, sarebbe stato un gesto volgare, ma per Hermione fu la cosa più bella che l' Elfo avesse potuto fare.
Lei sapeva quanto quei calzini potessero valere per quella creatura e surrurrò qualche parola rivolta a Dobby, con un sorriso:
- So quanto valeva anche per te, Dobby.
Pausa.
Un lungo silenzio in cui i due si fissarono.
Dobby si fece coraggio e disse con voce tremante:
- Dobby sarà sempre a sua disposizione in qualsiasi momento, Signorina Granger. Questo è quello che vuole Silente.
La ragazza venne incuriosita dalle parole dell' Elfo ma non ebbe il tempo di chiedere niente perché questo sparì con un sonoro crack.
Rassegnata si alzò in piedi e si diresse verso la Sala Comune dei Grifondoro.

*****

Come, break me down.
Bury me, Bury me.
I am finished with you.
Look in my eyes,
you're killing me,
killing me.
All I wanted was you.


Passò velocemente oltre il portone e vide che la Sala Grande era piena di persone: ognuno era ai suoi rispettivi tavoli e la McGranitt si accingeva a parlare davanti al leggio che qualche ora prima poteva essere stato toccato da Silente.
Era buffo, ora che lui era morto tutto sembrava senza speranze: si potevano vedere le facce vuote di tutti i ragazzi di ogni singola casa.
Ognuno, anche Hermione, si sentiva in pericolo senza la protezione del Preside.
Appena la professoressa annunciò quelle parole, Hermione sentì che la guerra contro Voldemort si avvicinava sempre di più, e più si andava avanti e più diventava pericolosa.
Non c'era scampo.
Tutti i professori erano seduti al tavolo e parevano aspettare con ansia le parole della nuova Preside.
Tutti tranne Piton.
- Come ben sapete, oggi è venuto a mancare il nostro Preside e avrò l'incarico di sostituirlo fino alla fine dell'anno. Domani verrà annunciato un cambiamento nel programma che cambierà la vita di molti studenti. Adesso è tardi e vi consiglio di andare a dormire. Domani verrà comunicato l'annuncio agli interessati.

I tried to be someone else,
but nothing seemed to change
I know now this is who I really am inside
Finally found my self
Fighting for a chance
I know this is who I really am inside.








RIFERIMENTI.
* = Ho preso le frasi del dialogo e della scena dal film, anche se ho dovuto modificarne delle parti, perché altrimenti sarebbero risultate incoerenti rispetto alla mia storia. Ad esempio, Silente dice "Che cosa ti porta qui, in questa bella serata primaverile?", ma ho dovuto modificarla perché nella storia quel periodo è piuttosto freddino e alla fine dell'inverno.
** = Non ricordo esattamente le scene del funerale nel libro, così ho cercato di raccontare e modificare in parte l'idea che mi ero fatta quando lo lessi. Spero che vi piaccia la mia interpretazione.

NOTE DELL'AUTRICE.
La canzone è The Kill - 30 Seconds To Mars.
La dedica è per un certo Andrea, un mio vecchio amico, che non vedo da tempo e che mi manca molto, anche se probabilmente lui non mi riconoscerebbe al primo colpo se mi vedesse.
So che può sembrare strano, ma gli voglio ancora molto bene anche se è da così tanto che non ci vediamo.

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Capitolo 10
*** Long year. ***







A Mark, una Serpe che doveva essere al posto mio.





She paints her fingers with a close precision
He starts to notice empty bottles of Gin,
And takes a moment to asses the sins She's paid for
A lonely speaker in a conversation
Her words are swimming to his ears again

There's nothing wrong with just a taste of what you paid for.

Dormire?
Non le era passato neanche per la mente.
Era stata in piedi tutta la notte, senza la possibilità di chiudere occhio, scioccata da quello che aveva appena visto.
Non poteva confessare chi era stato, sarebbe stata incolpata lei stessa della morte del Preside.
Non poteva confidarsi con nessuno, neanche con Ron o Harry, perché loro non lo sapevano di certo che lei era stata lì mentre Silente respirava per un'ultima volta.
All'improvviso si ricordò che il Preside le aveva lanciato un incantesimo contro poco prima di essere disarmato da Draco e qualcosa aveva bruciato nella sua tasca.
Si alzò in piedi nel letto e si svuotò completamente le tasche: bacchetta, qualche foglietto, carte di caramelle viola prugna e verde di cui una brillava, qualche galeone...
Aspetta, pensò, prima di gettare le carte nel cestino.
Raccolse quella viola che brillava e vide che divenne bianca come la carta al suo tocco. Piano piano si formarono delle macchioline di inchiostro al centro, formando una serie di numeri e letteri dei quali Hermione non capì il significato:

SePr - G - 2 - 75 - b .

Osservò attentamente quella piccola serie di numeri senza capirne il significato, quando appena sotto di essi si formarono delle altre gocciette di inchiostro che crearono un'altra scritta:

Un piccolo aiuto.

Non riusciva a riconoscere la calligrafia, ma capì che la persona che l'aveva scritta andava di fretta, dato che vi era qualche sbavatura quà e là.
La scritta sotto sparì, ma la serie di numeri rimase impressa ed Hermione dubitò che sarebbe sparita.
Le parole le rimbombarono dentro la testa, con la voce di Silente, che era sicura le avesse scritto quella cosa.
Un piccolo aiuto.
Un.
Piccolo.
Aiuto.
Un piccolo aiuto per che cosa?
Era chiaro, Silente voleva che lei facesse qualcosa.
Ma che cosa?
Analizzò con la mente tutte le cose che erano successe prima della morte del Preside.
Quella sera erano andati alla caverna e avevano trovato l' Horcrux.
L' Horcrux, ma certo!
Quella serie di numeri indicava qualcosa a che fare con gli altri Horcrux, anche se lontanamente.
Poi pensò anche al fatto che le aveva fatto vedere il ricordo della marchiatura di Draco e di Voldemort, però le avrebbe spiegato tutto al loro ritorno, cosa che non ebbero il tempo di fare.
Arrivò quindi alla conclusione che il codice doveva avere a che fare contemporaneamente con gli Horcrux, Voldemort e Draco, in particolare il fatto che sono entrambi sveniti quando il ragazzo era stato marchiato.
Appena finì il suo monologo si accorse che un gufo stava picchiettando il becco sul vetro della sua finestra.
Lo aprì e si rese conto che era già mattina.
Diede un biscotto all'animale e questo le lasciò prendere la lettera concedendole un cinguettìo prima di andarsene per ringraziarla del dolcetto.
La calligrafia disordinata di Harry si riconosceva anche in mezzo alla furia con cui era stato scritto il bigliettino.

Scendi presto in Sala Grande, la McGranitt ha detto che vi vuole parlare.

Si ricordò delle parole della McGranitt del giorno prima: "Domani verrà annunciato un cambiamento nel programma che cambierà la vita di molti studenti. Verrà comunicato l'annuncio agli interessati.
Che fosse lei, una delle interessate?
E subito venne presa dal panico.
Che avessero scoperto che lei era nell' Ufficio di Silente, quando era morto il Preside?
L'avrebbero arrestata e portata ad Azkaban.
No, decise che non sarebbe scesa.
Dopo un po', però, il suo spirito di Grifondoro batté la malavoglia di scendere e così corse per le scale, uscendo dal ritratto della Signora Grassa e dirigendosi verso la Sala Grande.


*****

Say what you mean, tell me I'm right
And let the sun rain down on me
Give me a sign, I wanna believe.
Woah-oh-ah-oh, Mona Lisa,
You're guaranteed to run this town,
Woah-oh-ah-oh, Mona Lisa,
I'd pay to see you frown.



Vide la McGranitt in piedi di fronte all'unico tavolo presente nella sala, dato che gli altri quattro, uno dei professori e gli altri di tre case, erano stati rimossi.
A sedere davanti a lei e con le spalle verso l'entrata vi erano sette ragazze e ragazzi, di tutte e quattro le case.
Si accorse solo dopo un'attenta focalizzazione che tra quel gruppo c'era anche Malfoy.
Il panico crebbe in lei e pensò che forse erano davvero lì per accusare lei e Draco.
Hermione, calmati, non sono qui per arrestarti, anche perché sei innocente , si disse avanzando lentamente.
Si mise a sedere invitata dalla McGranitt ed ebbe appena il tempo per scusarsi con lei per il suo ritardo che questa cominciò a parlare in modo grave.
- Come ben sapete ieri è venuto a mancare l'ex Preside di Hogwarts, Albus Silente - Hermione notò che Draco aveva spostato gli occhi in basso - e con questo tutti noi sappiamo che la scuola sarà più a rischio per gli attacchi di Voi-sapete-chi. Per questo vi chiedo, se accetterete, di aiutare a proteggere la vostra scuola.
Tutti si guardarono negli occhi, per chiedersi che cosa intendeva la Preside, ma quando questa si accorse dello stupore dei ragazzi, si affrettò a continuare:
- Con ciò, voglio intendere che ad ogni coppia di Caposcuola verrà assegnata una stanza in cui stare, fornita di cucinotto, due camere separate, una Sala Comune con camino e un bagno comunicante con le due camere.
Hermione guardò Neville : a quanto pare sarebbero stati nello stesso dormitorio per il resto dell'anno, ma poteva andare peggio...
Infatti è proprio quello che successe.
La McGranitt si assentò per qualche secondo, scomparendo dalla stessa porta nella quale Harry era sparito quando il Calice di Fuoco aveva estratto per sbaglio il suo nome.
Ritornò dopo poco con due bocce di vetro, con dei bigliettini all'interno e li poggiò sulla scrivania.
Contò i foglietti dentro a ciascuna boccia: quattro per ognuna.
Era quasi arrivata alle conclusioni, quando la McGranitt parlò per lei:
- Qui ci sono, come potete ben vedere, due bocce di vetro, con all'interno quattro bigliettini ciascuna. Questa - ed indicò quella alla sua destra - contiene i nomi di tutte le Caposcuola, mentre invece questa - ed indicò l'altra - contiene i nomi dei ragazzi qui presenti. Adesso estrarrò a sorte una coppia di biglietti provenienti uno da questa e uno da quest'altra e verranno formate le coppie per il resto dell'anno. Vi voglio ricordare che non abbiamo scelto di far stare insieme i Caposcuola delle stesse case così almeno avremo la possibilità e la garanzia di proteggere più case contemporaneamente. Inoltre dovrete svolgere le vostre ronde serali con il vostro compagno o la vostra compagna.
Ci fu una piccola pausa in cui tutti i Caposcuola si guardarono tra di sé ed Hermione analizzò con chi sarebbe potuta capitare: con Neville, Malfoy, Antony Goldstein di Corvonero e Mark Kray di Tassorosso. Chi le sarebbe toccato?
La McGranitt iniziò a scendere con la mano nella boccia dei ragazzi e tirò fuori il suo primo bigliettino.
- Antony Goldstein, Caposcuola di Corvonero, va con...
Estrasse fuori il primo biglietto dalla boccia delle Caposcuola e lesse:
- Hannah Abbott.
I due Caposcuola si alzarono e si strinsero la mano.
- Bene, voi potete andare nel luogo che vi indicherà Gazza - il piccolo omino comparve dal portone della Sala, pronto a scortare i due ragazzi nel loro dormitorio.
Con fretta pescò un altro bigliettino dalla boccia di vetro dei ragazzi ed uscì Neville Paciock. Da quella delle ragazze venne estratta la Corvonero Lisa Turpin. Vennero accompagnati da Gazza nel loro nuovo dormitorio.
Hermione si girò a guardarli e Neville le augurò un "buona fortuna" con le labbra, sorridendole.
- Hermione Granger.
La ragazza si girò e vide che la McGranitt aveva in mano due bigliettini, uno già scartato e l'altro dal quale aveva appena letto il suo nome.
Si era distratta e appena si era accorta che avevano tirato a sorte il suo compagno.
- Adesso potete andare nei dormitori, scortati dal signor Gazza.
Hermione non capì con chi era stata messa in coppia e guardò i due rimasti: sperava tanto fosse Mark Kray.
Il ragazzo era dei Tassorosso ed era anche un po' antipatico, ma lo avrebbe sopportato, cosa che non sarebbe riuscita a fare con Malfoy.
Primo, per il fatto del bagno, quando l'aveva ferita e lui si era lasciato curare ed era successa quella cosa.
Secondo, per il fatto del ricordo al quinto anno.
Terzo, per la morte di Silente: non ce l'avrebbe fatta a guardarlo negli occhi ancora, non aveva la forza di pensarlo come un assassino.
Ma non lo è, non l'ha ucciso lui Silente. E' stato Piton , pensò.
Guardò la McGranitt che la invitò ad alzarsi e guardò chi dei due si alzava.
Capì chi sarebbe stato il suo compagno quando un ragazzo dai capelli biondi si era alzato in piedi e le aveva strinto la mano, con riluttanza.

*****


He senses something called desperation
Another dollar, another day
But if she'd had the proper words to say
She would tell him.
But she'd have nothing left to sell him.


Gazza li guidò attraverso il loro dormitorio che si trovava al quarto piano.
- La parola d'ordine è libertà - disse il piccolo ometto, facendoli entrare nel loro dormitorio e lasciandoli da soli.
- Quella che non avrò mai qui dentro - sussurrò Malfoy.
Si comincia, pensò Hermione.
La Sala Comune era davvero bella: vi erano librerie piene di libri e un camino con il fuoco acceso scintillante. Sopra il camino vi era una bacheca con già scritti i turni settimanali delle ronde. Ad Hermione e Draco sarebbe toccata la ronda serale due giorni più tardi.
Aprirono le loro camere: quella di lei aveva un semplice letto, come quello che aveva nel dormitorio femminile ed un armadio, in cui era stat già spostata tutta la sua roba.
In quella stanza vi era anche una piccola libreria e una scrivania con una lampada da lettura, che le piaque molto.
Il suo baule era già stato portato lì e cominciò a provare il letto, distendendosi sopra.
Sentì il ragazzo chiudere la porta dietro di sé, rinchiudendosi nella sua camera.
Lo sentì borbottare qualcosa come "Mi doveva toccare proprio la Mezzosangue?".
Hermione chiuse anche la sua porta e si ridistese sul letto.
Quello sarebbe stato un lungo anno.


Say what you mean, tell me I'm rigt
And let the sun rain down on me
Give me a sign, I wanna believe.
Woah-oh-ah-oh, Mona Lisa,
You're guaranteed to run this town,
Woah-oh-ah-oh, Mona Lisa,
I'd pay to see you frown.



NOTE DELL'AUTRICE.

Il titolo della canzone è The Ballad of Mona Lisa - Panic! At the Disco.
E' una canzone veramente molto bella, vi consiglio di ascoltarla!
La dedica di questo capitolo è rivolta a Mark, un mio corrispondente di Londra con cui parlo su internet da anni.
Non ci siamo mai visti in realtà, ma comunichiamo con le nostre webcam e ci parliamo tutti i giorni, come dei vecchi amici.
"Una serpe che doveva essere al posto mio": anche lui è appassionato di Harry Potter e anche lui è un Serpeverde come me.
Abbiamo scherzato sul fatto che qualche volta dovremo "invertire" le nostre vite: lui ama l' Italiano e io l' Inglese, io vorrei vivere a Londra e lui a Firenze.
Inzomma, l'uno desidera la vita dell'altra, buffo, no?
Mark, se stai leggendo questo, ti voglio veramente bene.
Diletta.

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Capitolo 11
*** Argueless ***






A te che stai leggendo, grazie mille per far vivere le mie parole.





I feel the salty waves come in
I feel them crash against my skin
And I smile as I respire because I know
they'll never win.
There's a haze above my TV
That Changes everything I see
And maybe if I continue watching
I'll lose the traits that worry me.

Can we fastforward to go down on me?




Uscì dalla sua camera, intenta ad ispezionare di più il suo dormitorio: notò che la biblioteca di cui era dotato aveva anche alcuni libri babbani: Shakespeare era uno di questi.
Accese il camino con un gesto della bacchetta e si sedette sul divano.
Dopo poco, però, si ricordò che avevano anche un cucinotto e decise di prendere qualcosa da mangiare, per calmare il lamento della sua pancia borbottante, perché non aveva fatto colazione, quella mattina.
Erano successe tante cose nel giro di ventiquattr'ore: Hermione aveva saputo degli Horcrux e della marchiatura di Draco, ne avevano trovato uno lei e Silente, che purtroppo era morto davanti a lei, Draco aveva (per fortuna) fallito la missione di ucciderlo e adesso lei era obbligata a condividere un dormitorio con lui.
Inoltre la McGranitt aveva cancellato le lezioni per due settimane per far sì che potesse "aggiustare" l'orario e le coerenze dei professori, per assumerne di nuovi dato che lei ora non poteva più insegnare, come Preside.
Così, sarebbe stata costretta a rimanere nel dormitorio per altre due settimane di fila senza la distrazione delle lezioni: meglio così, anche perché doveva darsi da fare con il messaggio che le aveva lasciato Silente.
SePr - G - 2 - 75 - b .
Che cosa voleva dire?
Sgranocchiò qualcosa e si diresse verso la biblioteca, intenta a risolvere questo mistero il prima possibile, per dedicarsi alla ricerca degli Horcrux, successivamente.
Salutò Madama Pince* e si diresse in fretta verso lo scaffale B, quello in fondo alla biblioteca. Cominciò ad ispezionare tutti settantasei libri dell'enorme scaffale, che era dedicato a "Codici e metodi di decifrazione", ma non trovò nessun metodo di tradurre, decifrare, completare quel codice.
Con un languorino alla pancia decise di andare a pranzo, dove incontrò Harry, Ron e Ginny.
- Ehi, Herm, ho saputo, mi dispiace - disse per prima Ginny, mentre la riccia si sedeva accanto a lei.
- Di cosa, Gin?
- Di tu e di Malfoy, che siete obbligati a stare nello stesso dormitorio...
- Oh, Ginny, mi ci abituerò... Non abbiamo ancora scambiato parola, spero che vada avanti così fino alla fine dell'ann...
- Già, Herm, dispiace anche a me e a Ron - sorrise Harry, dandole un lieve abbraccio amichevole.
Ron le diede una pacca sulla spalla e le sorrise.
I loro tre visi erano curiosi, così Hermione spiegò la faccenda in cui era capitata
- Ci ha messo la McGranitt assieme, per assicurare maggiore sicurezza alla scuola. Dopo la morte di Silente la Preside pensa che la scuola sarà più in pericolo e che quindi noi Caposcuola dobbiamo stare più uniti per riuscire a proteggere meglio delle varie zone della scuola...
In quel momento arrivò Neville:
- Ciao Neville.
- Ciao, Hermione. Harry, Ron, Ginny.
Si sedette accanto a quest'ultima, dato che c'era un posto vuoto, proprio davanti a Hermione.
- Ehi, Herm, con chi ti hanno messo? - chiese Neville, che evidentemente non lo aveva saputo.
- Con Malfoy.
Il ragazzo sorrise e le diede una pacca sulle spalle in segno affettivo.
- Condoglianze - rise - Io invece sto con Lisa Turpin dei Corvonero, il nostro dormitorio è al terzo piano, è molto carino. Il vostro dov'è?
- Al quarto, è davvero molto bello.
Mangiarono con calma ed Hermione li salutò perché doveva andare a cercare altre cose su quel dannato codice.



*****

Stop there, and let me correct it,
I wanna live a life from a new prespective,
You come along because I love your face
And I'll admire your expensive taste!
And who cares, divine intervention?
I wanna be praised from a new prespective
But leaving now would be a good idea,
So catch me out of getting out of here.

Niente.
Niente, niente, niente!
Era stata tutto il pomeriggio a cercare il significato che poteva avere quel codice, sfogliando tutti i libri di quella libreria, analizzando ogni singola parola, cercando di capire anche un minimo indizio su quella serie di numeri e lettere.
Aveva saltato anche la cena e adesso aveva una fame tremenda.
Era troppo tardi per mangiare in sala comune e quindi decise di sgranocchiare qualcosa nel cucinotto del suo dormitorio.
Riuscì a prendere le giuste scale, salendoci sopra un attimo prima che si muovessero.
Camminò per il corridoio fino a che non arrivò davanti ad un enorme quadro, grande come quello della Signora Grassa, solo leggermente staccato dal pavimento.
- Buona sera, Signorina Granger - disse il vecchio uomo dai capelli bianchi ritratto nella tela.
- Buona sera, Sir Twain. Passata una buona giornata?
- Non c'è male, grazie. Parola d'ordine.
- Libertà.
- Buona notte e sogni d'oro, Miss Granger.
- Anche a lei, Sir Twain.
Sir Twain era un aristocratico che Hermione aveva scoperto su uno dei suoi libri: quest'uomo era celebre come il più grande scrittore di tutto il regno dei maghi ed era noto soprattutto per le sue buone maniere e per il suo completo blu notte con il quale era stato ritratto.
Salì lo scalino e posò la cartella con i libri della biblioteca sul divano deserto, quando si accorse che era sola nel dormitorio, dato che la porta di Malfoy era totalmente spalancata e non c'era nessuno al suo interno.
Si rilassò e ringraziò il cielo che il ragazzo non fosse ancora tornato.
Con un gesto di bacchetta preparò cinque muffin al cioccolato, stregandoli in modo che non ammuffissero o diventassero più duri e secchi, in modo che li avrebbe potuti mangiare qualche altro giorno.
Ne prese uno appena fatto e si appoggiò sul divano, distendendo e rilassando le gambe.
Quando finì il dolcetto si alzò e, annoiata, decise di dare una sbirciatina alla camera della Serpe.
Con cautela, entrò dentro la stanza, oltrepassando la soglia.


*****


Taking everything for granted,
but we still respect the time.
We move along with some new passion
Knowing everything is fine.
And I would wait and watch the hours fall
in a hundred separates lines.
But I regain repose and wonder how I ended up inside.



La camera di Malfoy non era molto diversa dalla sua: c'era una libreria anche lì, dove il biondino aveva già sistemato i sue libri di scuola.
La scrivania era spostata più vicino alla finestra da cui si poteva vedere la Foresta Proibita e parte del Lago nero, e su di essa vi erano fogli con appunti e scarabocchi.
Notò che la calligrafia del ragazzo era ordinata, ma aveva un qualcosa di frettoloso, come se avesse avuto fretta nello scrivere quegli appunti, anche se si vedeva chiaramente che erano per Pozioni.
Non sbirciò nell'armadio, perché sinceramente non le interessava del contenuto del suo guardaroba e con la punta delle dita sfiorò le copertine di alcuni titoli famosi della letteratura magica.
Appena si stupì di aver letto un titolo babbano tra quei libri, una voce venne dietro da lei, con tono pungente e arrogante.
- Chi diavolo ti ha dato il permesso di entrare qui dentro, Granger?
Di scatto si girò e vide sulla soglia Draco Malfoy, i capelli appiccicati alla faccia dal sudore e in tenuta da Quidditch, con la scopa in mano.
- Allenamenti serali a Quidditch, Malfoy? Non avrai mica paura che i Grifondoro ti battano la settimana prossima, vero? - chiese Hermione, decisa a non cedere alla sua arroganza, ma di ripagarlo con la stessa moneta.
Malfoy diventò rosso di rabbia dopo quella frecciatina.
- Granger, non sono affari tuoi, e non evitare le domande che ti faccio! Che diavolo ci facevi in camera mia? - disse, gettando la scopa a terra.
La ragazza ci pensò su due secondi e rispose in tono difensivo:
- Dato che dovremo passare il resto dell'anno nello stesso dormitorio ho pensato di controllare se non ci fosse nulla qua dentro... diciamo al di fuori della norma. Sai, qualche cosa di esplosivo o di letale che potrebbe mettere a rischio la mia vita...
- Qui l'unica cosa letale sei tu, Granger. E adesso, esci dalla mia camera. Devo farmi la doccia e non ho proprio voglia di litigare.
La ragazza capì che le acque per ora erano state calmate e decise di ritornare in camera sua a leggere un libro.
Si addormentò quando sentì scrosciare l'acqua dentro al bagno che condividevano lei e Malfoy.



More to the point, I need to show

How much I can come and go
Other plans fell through.
And put a heavy load on you.
I know there's no more that need be said
When I'm inching through your bed
Take a look around instead and watch me go.







RIFERIMENTI.

* = Come mi è stato fatto notare, alcune volte ho erroneamente scambiato Madama Pince con Madama Chips e viceversa. Perdonatemi per le distrazioni, ma quando scrivo la mia mente va più veloce delle mani e alcune volte mischio i pensieri o i "pezzi" della storia e spesso non ho tempo di rileggere il capitolo. Se successivamente troverete Madama Pince a curare malati e feriti in infermeria, oppure ragazzini studiosi a cercare un libro con Madama Chips, perdonate la mia distrazione e sostituite le due donne col pensiero xD .

NOTE DELL'AUTRICE.

La canzone è New Prespective - Panic! At The Disco.
Voglio dedicare questo capitolo a tutte le persone che leggono le mie storie, perché senza di loro sarei una scrittrice che produce parole vuote.
Mi fate sempre felice ogni volta che recensite o mi mandate un messaggio personale, anche se alcune volte non posso rispondere perché non ho molto tempo.
Davvero, voglio bene a tutti voi.
Di cuore,
MidnightShiver.
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Capitolo 12
*** Help ***






A Rue, perché "Tu ed io saremo sane e salve".





Hey there Delilah
What's it like in New York City?
I'm a thousand miles away
But girl, tonight you look so pretty
Yes you do
Times Square can't shine as bright as you
I swear it's true



Si svegliò quando sentì un rumore provenire fuori dalla porta di camera sua, probabilmente dalla Sala Comune.
Un tonfo.
Ed un altro tonfo.
Guardò dal buco della serratura e vide Malfoy andare dall'entrata alla sua camera con qualche scatolone, che a giudicare dal rumore che facevano appoggiati a terra, erano molto pesanti.
Fissò l'orologio che aveva appeso al muro: erano le sette di mattina.
Decise di andare in Sala Grande per fare colazione: si spogliò e si stiracchiò come di solito faceva, si infilò i pantaloni e si mise davanti allo specchio per pettinarsi i capelli.
La cannottiera che aveva per coprire la parte superiore del corpo permetteva la vista a quella piccola cicatrice sulla spalla destra che Hermione aveva da più di quanto potesse ricordare.
Sorrise.
Quella era una delle tante cose in comune che avevano lei ed Harry: una cicatrice.
Solo che lei non si ricordava di come se l'avesse fatta, mentre lui invece avrebbe preferito dimenticarselo.
Dopo aver dominato la folta chioma con un elastico per capelli vecchio e usurato, si infilò una maglietta ed una felpa: nonostante fosse quasi Marzo, faceva ancora un po' freddino.
Stava per aprire la maniglia della porta, quando decise di prepararsi psicologicamente per quello che le aspettava.
Nel migliore dei casi, malfoy l'avrebbe insultata solo una volta, perché lei ce l'avrebbe fatta a scappare.
Ma così infatti non andò.
Respirò profondamente ed uscì da quella porta.


*****

Hey there Delilah
Don't you worry about the distance
I'm right there if you get lonely
Give this song another listen
Close your eyes
Listen to my voice, it's my disguise
I'm by your side


Il ragazzo stava ancora portando gli scatoloni di qua e di là dall'ingresso alla sua camera e li faceva atterrare pesantemente sul pavimento di camera sua.
Dopo qualche secondo ad Hermione venne il mal di testa a causa di quel ripetuto ritmo di pomf e stomp, così quando non ne poté più, ovvero dopo la sesta volta che lo aveva sentito, scattò di rabbia:
- Malfoy, mi dici perché diavolo ti sei messo a fare il trasloco alle sette di mattina?
Il ragazzo non la degnò neanche di uno sguardo e continuò come se neanche lei esistesse.
Sù e giù.
Pomf e stomp.
Hermione si stancò presto e decise di uscire all'istante, ma qualcosa bloccava completamente l'uscita: c'erano almeno altri quattro scatoloni enormi che bloccavano il passaggio della porta.
La ragazza si infuriò davvero.
Si mise a sedere su uno degli scatoloni: così Malfoy l'avrebbe notata eccome.
Infatti, quando il ragazzo la vide lì seduta alzò gli occhi al cielo, mormorando qualcosa, e fece per andarsene, quando la ragazza lo bloccò:
- Malfoy, leva questa roba da qui, non riesco a passare! E come ti passa per la testa di fare questo chiasso alle sette di mattina! Mi sono svegliata per colpa tua!
Il ragazzo si girò di scatto verso di lei, rispondendole arrogantemente:
- Senti, Granger, non me ne potrebbe importare meno del tuo sonno di bellezza e adesso, se permetti, dovrei spostare questi scatoloni per portarli in camera mia.
- E perché, di grazia, non li sposti con la tua bacchetta tutti insieme?
- Perché contengono cose altamente delicate su cui non si può usare la magia, in nessun caso. Sei pregata quindi di spostarti.
Quando li ebbe spostati velocemente tutti per togliersela di mezzo, la guardò con aria arrogante e facendo una specie di inchino, disse:
- Ecco a lei, principessa, la strada è libera - disse acido.
Hermione lo guardò con gli occhi socchiusi dalla rabbia.
- Brutto pezzo di idiota - sussurrò, varcando la soglia.
- Che cosa hai detto? - la afferrò per un polso, facendola girare.
- Malfoy. Lasciami andare. - disse a denti stretti.
E lui la lasciò andare.

*****

Hey there Delilah
I know times are getting hard
But just believe me, girl
Someday I'll pay the bills with this guitar
We'll have it good
We'll have the life we knew we would
My word is good.




Scese in Sala Grande, dove la stavano aspettando i suoi amici.
- Ciao, Herm - disse la più piccola dei Weasley.
- Ciao Ginny - rispose l'amica.
- Com'è andata la prima mattina con Malfoy? - disse, evitando di chiedere mentre c'erano i ragazzi, per non mettere in imbarazzo Hermione.
- Lasciamo perdere.
- Okay.
Quell' "okay", significava in un antico linguaggio inventato da Ginny Weasley "dimmi tutto quello che devo sapere, altrimenti non ti lascerò mai in pace".
Quindi Hermione raccontò di quella che denominò "battaglia degli scatoloni", con i minimi dettagli.
- ... Poi gli ho detto "brutto pezzo di idiota" e lui mi ha preso il polso e mi ha fatto girare, chiedendomi che cosa avevo detto. Sinceramente, pensavo che sarebbe successo di peggio. Tipo amputarsi le braccia a vicenda, o cose del genere...
- Herm, non ti sembra strano la storia del braccio... Voglio dire... All'improvviso, così...
- Sai cosa? Non ne ho idea.
Continuarono a mangiare in pace e silenzio, dato che la ragazza aveva molta fame e poca voglia di parlare, quindi salutò tutti per andare in biblioteca.


*****


Hey there Delilah
I've got so much left to say
If every simple song I wrote to you
Would take your breath away
I'd write it all
Even more in love with me you'd fall
We'd have it all


Decise di controllare un altro scaffale, ma comunque non riuscì a trovare niente che fosse una traduzione sensata per il messaggio in codice, così, poco prima di cena si sdraiò sul letto della sua camera e chiuse gli occhi.
Malfoy non era ancora rientrato e così si permise di affondare il naso sul cuscino e cacciare un urlo che soffocò nel cuscino.
Era nervosissima: Silente era morto perché le aveva lasciato quel dannato biglietto e nonostante venisse considerata "la strega più brillante della sua età" non era ancora riuscita a decifrarlo, quindi era come se Silente fosse morto invano.
Poi si era aggiunto il fatto che, ormai si sentiva anche nell'aria, stava arrivando una guerra, una guerra tremenda contro Voldemort. L'unica arma per distruggerlo era conosciuta solo da Hermione, ma la ragazza non sapeva né cosa né come doveva distruggere gli Horcrux.
Poi all'improvviso si era ritrovata come compagno di stanza Malfoy, che aveva anche Obliviato a causa di quel combattimento nel bagno con Harry.
Poteva andare molto peggio, sì, ma ad Hermione bastava così.
Decise che anche se era appena tornata dalla biblioteca ci sarebbe andata di nuovo, stavolta però avrebbe temporaneamente accantonato l'idea di decifrare il codice e avrebbe focalizzato solamente sul trovare e distruggere gli Horcrux.
Ragionò: come le aveva detto Silente gli Horcrux già distrutti erano due, ovvero l'anello e il diario di Tom Riddle che aveva distrutto Harry al secondo anno. Poi avevano trovato il medaglione, che Hermione portava quasi sempre con sé, in modo da non perderlo.
Quindi due erano già stati eliminati, uno era da distruggere e altri tre da trovare.
Intanto si doveva prevedere come si sarebbero distrutti.
Si fermò di colpo in mezzo al corridoio.
Aveva capito come distruggere gli Horcrux.
Girò velocemente sui tacchi, correndo verso il dormitorio dei Grifondoro.

*****

A thousand miles seems pretty far
But they've got planes and trains and cars
I'd walk to you if I had no other way
Our friends would all make fun of us
and we'll just laugh along because we know
That none of them have felt this way
Delilah I can promise you
That by the time we get through
The world will never ever be the same
And you're to blame


- Harry, Harry!
Hermione bussò velocemente nella porta del dormitorio maschile.
- Harry, dimmi che ci sei, ho bisogno di parlarti!
Il ragazzo uscì di corsa, con i capelli arruffati e la bacchetta in mano in segno di difesa, quando vide la ragazza respirò dopo aver trattenuto il fiato.
- Herm, che è successo? Mi hai fatto prendere un colpo!
- Scusa, Harry, è perché è una cosa urgente...
- Di che cosa hai bisogno? - fece il ragazzo, allontanandosi dal dormitorio per non essere sentito da nessuno.
- Devo... entrare nella Camera dei Segreti.


Hey there Delilah
You be good and don't you miss me
Two more years and you'll be done with school
And I'll be making history like I do
You'll know it's all because of you
We can do whatever we want to
Hey there Delilah here's to you
This ones for you


NOTE DELL'AUTRICE.

La canzone è Hey Delilah - Plain White T's.
La dedica è ancora rivolta ad un personaggio degli Hunger Games: la dodicenne Rue, che... *SPOILER* {muore nel primo libro, affiancata dalla protagonista Katniss.}

"Tu ed io saremo sane e salve" è la traduzione di una canzone della colonna sonora, che userò per un altro capitolo successivamente: Safe & Sound - Taylor Swift.
Non ho molto tempo per raccontarvi il motivo di questa dedica perché adesso devo scappare, spero che vi piaccia il capitolo.

RECENSITEEE!!!!

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Capitolo 13
*** Snog. ***









A Marina, che mi ha insegnato ad amare una lingua meravigliosa.






In this farewell,
There’s no blood,
There’s no alibi
‘Cause I’ve drawn regret,
From the truth,
Of a thousand lies


- Tu cosa?
- Harry, è una cosa seria. Devo entrare nella Camera dei Segreti, più in fretta possibile.
Il ragazzo la guardò stranito, sembrò ragionare qualche secondo e poi rispose.
- Herm, mi fido di te, ma devo sapere a che cosa ti serve entrare nella Camera dei Segreti.
La ragazza si immobilizzò: non pensava che Harry gliel'avrebbe davvero chiesto, infondo lui si fidava veramente di lei.
Ci pensò un attimo e rattristata per la decisione che aveva preso disse:
- Va bene.
Si avviarono verso il dormitorio di lei.
Entrarono salutando il Signor Twain e raggiunsero la sua camera.
Si accorse che Malfoy era in camera sua perché sentiva dei rumori dall'altra stanza, così chiuse la porta dietro di sé e indicando la porta pronunciò il Muffliato per evitare che lei ed Harry fossero sentiti.
Sapeva che doveva dirgli tutta la verità, anche se alcune parti, come quelle del viaggio del tempo e della lotta nel bagno tra lui e Malfoy.
Cominciò a raccontare che Silente le aveva detto che conosceva l'arma per distruggere Voldemort e l'aveva rivelata ad Hermione e non ad Harry perché lui si sarebbe preoccupato troppo per cercarli e si sarebbe messo in pericolo, l'ultima cosa di cui il Preside aveva bisogno.
Gli spiegò che cos'aveva fatto Voldemort per rendersi immortale, o almeno gli disse quello che sapeva, ovvero che Voldemort aveva "spezzato" la sua anima in varie parti, chiamate Horcrux.
Gli raccontò che Silente le aveva detto che due degli Horcrux erano stati distrutti, uno da Harry stesso, e gli altri da distruggere erano quattro, anche se uno già lo possedevano.

Disse che la sera in cui il Preside morì lui ed Hermione erano andati a cercare il primo Horcrux fuori da Hogwarts, ma lei disse che ci erano andati di pomeriggio e che era tornata appena in tempo nel suo dormitorio per non accorgersi che la scuola era stata attaccata dai Mangiamorte.
E poi aveva all'improvviso aveva trovato il modo con cui distruggere gli Horcrux.
- Hai presente come hai distrutto il diario di Tom Riddle? - chiese Hermione ad Harry, che era stato zitto per tutto il racconto.
- Con la zanna di un Basilisco - rispose lui rimanendo immobile.
- Esatto! Dato che uno degli Horcrux è stato distrutto con una delle zanne impregnate di veleno di Basilisco, allora anche gli altri possono essere distrutti nello stesso modo! Hai capito?
Il ragazzo annuì e lei lo prese per mano per andare fuori, diretti nella camera dei Segreti.
Quando erano vicino alla porta la ragazza si accorse che Harry aveva l'aria turbata.
- Che c'è? - chiese Hermione, vedendo l'espressione dell'amico.
- Niente - Harry scosse la testa - è che mi sono reso conto che abbiamo l'opportunità di sconfiggerlo - alzò gli occhi verdi per incrociare quelli dell'amica - per sconfiggerlo davvero.
Gli occhi di Harry erano umidi, ed Hermione si rese conto che l'unico motivo per cui Harry aveva mai pianto era stato per i suoi genitori e per Silente. E adesso aveva veramente l'opportunità per farlo, di non aver fatto morire i suoi genitori invano.
Lo abbracciò con tutta la forza che aveva e l'amico ricambiò la stretta.
Poi all'improvviso Harry si separò da lei e disse:
- Andiamo, prima entreremo e prima risolveremo tutto.
Uscirono dalla Sala Comune, diretti verso il bagno che ospitava l'entrata della camera dei segreti.


*****

So let mercy come,
And wash away…

What I’ve Done
I’ll face myself,
To cross out what I’ve become
Erase myself,
And let go of what I've done.



- Apriti - disse Harry davanti ai rubinetti del bagno.
O almeno fu quello che intendeva lui, perché Hermione riuscì a percepire solo dei sussurri in un linguaggio che non conosceva: il Serpentese.
Ci fu un rumore meccanico e in pochi secondi davanti a loro, al posto dei rubinetti, vi era un tunnel in cui saltarono, prendendosi per mano.
Scivolarono fino al fondo del tunnel, dove caddero in una distesa di piccoli scheletri di topi e piccoli animali.
Hermione si lamentò schifata e procedette verso l'altra entrata.
Scesero insieme le due scalette e ad Harry scese un brivido lungo la schiena: quello era il posto in cui Ginny aveva rischiato di morire.
Infatti, poco lontano in fondo all'enorme stanza, vi era uno scheletro enorme, di un animale simile ad un serpente, solo decine e decine di volte più grande.
Hermione si stava ancora guardando intorno quando Harry sussurrò.
- Andiamo, facciamo prima possibile, non mi piace questo posto.
Hermione capì il motivo e si diressero camminando verso lo scheletro enorme.


*****

Put to rest,
What you thought of me
While I clean this slate,
With the hands,
Of uncertainty .


Quando arrivarono allo scheletro Hermione si fermò e si guardò meglio intorno: in fondo non era mai stata nella Camera dei Segreti, l'aveva solo immaginata dai racconti di Harry.
Anche se era un posto dove erano accadute cose orribili, Hermione non si poteva risparmiare il fatto che trovava quel luogo bellissimo, con le statue di serpenti vicino alle mura e una grande statua del volto di Salazar Serpeverde sul fondo.
All'improvviso si sentì in dovere di chiedere una cosa ad Harry, dato che erano soli e che nessuno di sicuro sarebbe venuto a fargli una visita.
- Harry, ami davvero Ginny?
Lui arrossì lievemente e chinò la testa, comiciando a staccare zanne di Basilisco e a porle dentro a una borsa di stoffa che si erano portati dietro per quell'incarico.
- Mi sembra chiara come risposta - rise, mentre il ragazzo arrossiva di più e accennava ad un sorriso.
Anche Hermione cominciò a raccogliere le zanne e a porle nella sua borsa.
Il ragazzo all'improvviso si alzò e lasciò stare le zanne, perché era anche lui turbato da una domanda.
- E tu, Hermione? C'è qualcuno che ami o che ti piace?
Stavolta fu lei ad arrossire: in effetti c'era qualcuno che le poteva piacere, ma era una cosa impossibile che funzionasse.
Arrossì anche lei e fece finta di non sentire la domanda, ma lui aveva ben capito la risposta.
- Mi sembra chiara come risposta - la prese in giro, ridendo.

*****

I start again,
And whatever pain may come
Today this ends,
I’m forgiving what I’ve done.


Tornarono nel dormitorio di Hermione e misero le zanne di Basilisco nello scompartimento introvabile del Baule della ragazza.
- Ma quando lo distruggieremo? - disse Harry.
- Non ne ho idea - rispose la ragazza.
- E dove?
- Non lo so, Harry. Devi lasciarmi fare delle ricerche per vedere se la distruzione di un Horcrux può provocare danni al luogo in cui è distrutto, perché se è così, non lo possiamo distruggere ad Hogwarts, non credi?
Il ragazzo annuì, e ad Hermione era venuta una voglia pazzesca di sedersi lì con lui a raccontargli di tutto quello che ancora non gli aveva detto: la missione di Silente, la sua morte, quel dannato codice che non riusciva a decifrare...
- Hermione, sei un genio. Non so come ti sia venuta in mente tutta questa cosa di come distruggere gli Horcrux.
La ragazza sorrise tristemente, pensando a quello che le aveva detto l'amico.
Sei un genio.
No, lei non lo era affatto.
Le era bastato un piccolo foglietto e qualche goccia d'inchiostro per far sì che cadesse nel buio totale e nella disperazione, uno stupido foglietto che forse avrebbe risolto il fatto che stava arrivando la guerra...
Harry le aveva preso la mano per confortarla, quando improvvisamente entrò Malfoy dalla porta e alla vista dei due che si tenevano per mano alzò gli occhi al cielo e si rivolse a lei:
- Granger, fammi un favore: se vuoi sbaciucchiarti Potter, vattene da qualche parte e non nel mio dormitorio, non ho proprio voglia di vomitare.
Harry lasciò la mano di Hermione per alzarsi e cominciare a litigare con Malfoy, la ragazza lo fermò e quasi gli ordinò di stare a sedere, mentre lei si alzava.
Si avvicinò cautamente a Malfoy, in modo che le sue parole gli arrivassero chiare e precise, mentre erano a un millimetro di distanza l'una dall'altro e si potevano contare le ciglia.
- Ascolta bene, Malfoy, non lo ripeterò una seconda volta. Primo, questo non è il tuo dormitorio, ma anche il mio. Secondo, ho tutto il diritto di sbaciucchiarmi chi voglio. Terzo, spero per te che non ti azzardi a vomitare, altrimenti me la dovrai pagare per aver fatto pulire tutto ciò agli elfi domestici.


I’ll face myself,
To cross out what I’ve become
Erase myself,
And let go of what I’ve done
What I’ve done .

NOTE DELL'AUTRICE.

La canzone è What I've done - Linkin Park.
Il capitolo è dedicato a Marina.
Non è una mia amica, ma bensì una mia ex-professoressa di inglese.
E' stata lei ad insegnarmi le basi dell'inglese (che come ben sapete, è una lingua che adoro ) e a far nascere in me la passione per questa lingua.
E' la professoressa più brava che io abbia mai avuto e le devo molto.
Volevo solamente ringraziarla, anche se è da un pezzo che non ci vediamo.

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Capitolo 14
*** Titanium ***







A Victoria, una ragazza con una voce meravigliosa.





You shout it loud
But I can’t hear a word you say
I’m talking loud, not saying much
I’m criticized but all of your bullets ricochet
Shoot me down, but I get up


Il ragazzo le lanciò uno sguardo fulminato, per ritornare silenzioso dentro la sua camera.
Ma Hermione sapeva che non era finita lì, che la discussione sarebbe terminata più tardi.
Fece un cenno ad Harry per invitarlo ad andarsene, perché ormai entrambi sapevano che avrebbero deciso più tardi dove distruggere gli Horcrux.
Erano passate circa due ore e ormai si era fatta notte e si potevano vedere chiaramente le stelle, ed Hermione stava osservando dalla Sala Comune del suo dormitorio il cielo scuro e senza nuvole della notte, quando sentì un rumore dietro di sé.
Si girò e puntò la bacchetta verso la fonte di quel suono, spaventata che ci potesse essere qualcuno.
Si era dimenticata però che in quel dormitorio era sola, per questo le prese un colpo quando Malfoy uscì dal cucinotto, tenendosi stretta una mano al petto e con un espressione sofferente.
Lei lo fissò stranita, cercando di capire che cosa fosse successo.
- Che hai da fissare, Granger?
La ragazza alzò gli occhi al cielo e rispose.
- Mi chiedevo che cosa ci facessi sveglio di notte, Malfoy. Niente sonnellino di bellezza? - si girò, andando al caminetto per scaldarsi le mani.
- Simpatica, Granger. E tu non sei a studiare? Queste settimane di pausa devono essere un incubo per te. Niente studio, niente professori con cui fare il cagnolino...
- Io non sono il cagnolino dei professori, Malfoy!
Il ragazzo ghignò, abbassando la mano in una posizione rilassata, ma quando sfiorò il bordo del divano vicino al quale era, il suo ghigno si trasformò in una smorfia di dolore.
La ragazza notò la cosa e vide la sua mano: vi erano delle piccole bolle rossastre sulla pelle.
- Malfoy, che hai alla mano?
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, sussurrando:
- Mi sono bruciato con dell'acqua bollente.
- E come diavolo hai fatto?
Malfoy socchiuse gli occhi.
- Volevo fare il caffé nel metodo babbano e mi sono bruciato con l'acqua.
- Per questo ho sentito quel rumore prima?
Il ragazzo annuì, mentre si dirigeva verso l'uscita.
- Dove stai andando? - disse la ragazza.
- Da Madama Chips a farmi curare.
- Fa' vedere.
La ragazza si avvicinò a lui, e Malfoy si strinse la mano al petto.
- Perché dovrei fidarmi di te?
La ragazza sospirò.
- Perché forse sono una nata babbana e so come curare queste cose, evitando di svegliare alle due di notte una povera signora stanca e affaticata.
Il ragazzo parve convinto e le porse la mano.
La pelle era coperta di piccole e grandi bolle rosse, di pelle ovviamente ustionata.
Hermione si era bruciata in quel modo qualche volta e sapeva che quelle bolle facevano veramente male.
Pensò sulle cure che avrebbe potuto metterci e ad un certo punto disse a Malfoy "Siediti", per poi sparire nella sua camera.
Il ragazzo sembrò obbidire, perché al suo ritorno era seduto sul divano come gli era stato ordinato.
La ragazza si mise a sedere vicino a lui, posizionando sul basso tavolino che c'era lì vicino qualche pomata e altre cose che Malfoy non aveva mai visto.
Il ragazzo era tornato a stringersi la mano e i primi secondi che Hermione gli chiese di vederla lui sembrò ripensarci, ma poi gliela porse in modo diffidente.
- Non ti preoccupare, non ti farò male. Cerca solo di distrarti e non sentirai nulla.
Il ragazzo annuì e seguì con gli occhi i suoi gesti.
Quando cominciò ad aprire una confezione di quello che sembrava zucchero filato più compatto, ma in parti più piccole ("questo si chiama cotone", aveva detto lei), decise di distrarsi veramente in caso avesse sentito dolore.
- Allora Granger, stai davvero con Potter?
Lei sembrò fermarsi un attimo, lasciando la sua mano, e stranamente il ragazzo si sentì dispiaciuto, ma poi riuscì a riprendersi.
- Sei stata tu a dirmi di distrarmi, dovrò pur farlo in qualche modo, no?
La ragazza sorrise e scosse la testa, continuando a concentrarsi sulle piccole bolle.
- Malfoy, Harry è solo il mio migliore amico.
- Non sembrava molto da come ti teneva per mano - rispose lui arrogantemente, fissandola negli occhi.
- Credi a quello che vuoi - rispose lei sospirando.
- Mmm... Allora questo vuol dire che stai con Weasley? Cavolo, Granger, pensavo avresti potuto scegliere di meglio...
La ragazza abbandonò un attimo la ferita, per poi continuare, rispondendogli.
- Malfoy, non ti azzardare ad offendere i miei amici o te ne pentirai. Non sto né con Harry, nè con Ron, Neville, Dean o Seamus, se è quello che ti interessa!
- Deve pur piacerti qualcuno! Oltre ai libri, intendo - rise il ragazzo.
La ragazza arrossì e mise a posto tutte le pomate e bende che aveva portato.
- Buonanotte, Malfoy. Vedi di non bruciarti di nuovo - disse scomparendo nella sua camera, solo dopo aver sentito un "Buona notte, Granger".


*****


I’m bulletproof nothing to lose
Fire away, fire away
Brick of shame, take your rain
Fire away, fire away
You shoot me down but I won’t fall
I am titanium
You shoot me down but I won’t fall
I am titanium



Hermione ed Harry si erano dati appuntamento vicino alla Sala Grande, in modo da poter fare colazione e poi decidere sul da farsi dell' Horcrux.
La ragazza quindi si svegliò, si vestì e uscì dalla sua camera, notando che Malfoy si era probabilmente già svegliato.
Incontrò l'amico come prestabilito e si sedette al tavolo dei Grifondoro vicino a Ron e Neville, con di fronte Harry.
- Hey, ragazzi, che fate oggi? Vi va di fare una partita a Quidditch? - chiese Ron ai presenti.
Hermione ed Harry si guardarono, quasi comunicando telepaticamente.
- Mi dispiace, Ron, ma sai che io odio salire sulle scope - disse Hermione per prima, incitando con lo sguardo Harry a rifiutare l'invito.
Il ragazzo sembrò in difficoltà, ma riuscì a mentire abbastanza bene.
- Mi dispiace, Ron, ma non mi sento tanto bene oggi. Non ho tanta voglia di giocare a Quidditch.
Ron fu rattristito, però si rallegrò quando invece arrivarono Seamus, Dean e Ginny.
- Ehi, di cosa state parlando? - disse la ragazza.
- Ron ci aveva invitato a giocare una partita a Quidditch, volete venire anche voi? - disse Neville, riferendosi agli ultimi tre arrivati.
I ragazzi annuirono e Ron sorrise.
- Bene, ci vediamo al campo di Quidditch fra due ore! Siete sicuri che non volete venire, voi due? - disse a Harry e ad Hermione, alzandosi per andarsi a preparare.
I due scossero la testa per dire "no" e il rosso se ne andò alzando le spalle.
Harry ed Hermione si guardarono negli occhi: quello era il momento esatto per essere lasciati in pace per decidere di distruggere l'Horcrux.
Si alzarono entrambi quando i loro amici erano scomparsi.
Hermione si girò verso il tavolo dei Serpeverde, ma non vide nessuno che avesse dei capelli biondo platino o degli occhi grigi.

*****

Cut me down
But is you who had offered there to fall
Ghost town, haunted love
Raise your voice,
sticks and stones may break my bones

I’m talking loud not saying much

Decisero in fretta e furia che avrebbero distrutto l'Horcrux quel giorno stesso, nella Stanza delle Necessità.
Così salirono nel dormitorio di Hermione, presero l'Horcrux e qualche zanna di Basilisco, dirigendosi verso il settimo piano.
Harry si fermò davanti ad un muro vuoto ed andò avanti e indietro per il solito percorso, con gli occhi chiusi e le mani incrociate dietro la schiena.
Dopo poco comparve una porta di legno rifinita a mano, dalla quale passarono Harry e Hermione.
La stanza in cui si trovavano era immensa: vi erano cianfrusaglie di tutti i tipi, accatastate una sopra l'altra.
Non vi erano solo piccoli oggetti come accendini babbani o spioscopi rotti: vi era anche, per esempio, una pila di mobili vecchi e rotti, su cui erano appoggiati qualche manico di scopa ancora utilizzabile.
Decisero di fermarsi un po' più lontano dall'entrata: c'era uno spazio vuoto proprio vicino ad un grande armadio coperto da un telo rosso scuro.
Hermione se ne rese conto solo dopo che quello era probabilmente l'armadio svanitore grazie al quale i Mangiamorte erano entrati ad Hogwarts ed avevano ucciso Silente.
Un brivido le percorse la schiena.
Appoggiò la borsa di stoffa contenente le zanne di Basilisco su un tavolo su cui erano posti vari oggetti: uno scrigno, uno strano busto con un cappello strano ed una corona con una pietra blu, un fiore di vetro, uno spioscopio...
Harry mise l' Horcrux a terra ed Hermione tirò fuori dalla borsa di stoffa una zanna di Basilisco e la mise in mano ad Harry.
Il ragazzo però scosse la testa.
- Hermione, sei tu la più forte. Devi farlo tu.
La ragazza annuì senza farsi pregare: si chinò a terra, stando a debita distanza dal medaglione e si preparò a pugnalarlo con la zanna.
In quel momento successe una cosa che nessuno dei due avrebbe previsto.

I’m bulletproof nothing to lose
Fire away, fire away

Brick of shame, take your rain
Fire away, fire away
You shoot me down but I won’t fall

I am titanium
You shoot me down but I won’t fall
I am titanium

NOTE DELL'AUTRICE.

La canzone è Titanium - David guetta ft. Sia.
Il capitolo è dedicato ad una ragazza di nome Victoria che ho conosciuto recentemente.
Ha una voce meravigliosa ed aspira ad essere una cantante (cosa che supporto moltissimo).
Si merita davvero di "sfondare", perché il suo talento merita di essere riconosciuto.


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Capitolo 15
*** Safe and Sound ***






A Gred e Forge, buon compleanno.





I remember tears streaming down your face
When I said, “I’ll never let you go”
When all those shadows almost killed your light
I remember you said, “Don’t leave me here alone”
But all that’s dead and gone and passed tonight


Sì, era decisamente una cosa che nessuno di loro si aspettava.
Pochi istanti prima che la ragazza avesse potuto pugnalare il medaglione, l'oggetto tremò pericolosamente e sembrava che da ogni pietra uscisse una sottile e densa nebbia verde-grigia, che piano piano stava prendendo forma.
All'improvviso una voce parlò e fece rabbrividire Hermione.
- Ho visto il tuo cuore, Hermione, e adesso è mio.
Spalancò gli occhi, impaurita da quello che potesse fare il proprietario della voce e si girò verso Harry per capire se anche lui aveva sentito la voce, ma al suo sguardo stranito rispetto all'espressione della ragazza chiarì definitivamente che non aveva sentito una parola.
Menomale, pensò la ragazza.
Si girò di nuovo verso l' Horcrux, affrontando faccia a faccia un ragazzo che anche se formato da quella nebbia verde, aveva la pelle bianca come il latte e degli occhi grigi simili alle nuvole di una tempesta.
- Hermione... - cominciò Harry, per chiederle che cosa voleva dire, ma la figura di Malfoy lo zittì.
- Hermione, - il suo nome pronunciato da quelle labbra la fecero rabbrividire - so tutto. So della missione di Silente, che ti ha detto di farmi cambiare idea, so della lotta nel bagno, quando hai Obliviato me ed Harry, so del bacio, Hermione. So del ricordo a cui hai pensato mentre hai evocato il tuo incanto Patronus, so la risposta alla domanda che ti ho fatto, so tutto...
La figura si era avvicinata di più a lei, sfiorandole con la mano la guancia.
Hermione sapeva che lui non era vero, ma avrebbe giurato di sentire le sue dita sfiorarle la guancia, e le labbra venire a contatto con le sue.
La zanna di Basilisco le cadde dalla mano e solo quando sentì il rumore che aveva provocato col pavimento si rese conto che tutto quello che stava vivendo era immaginazione, così si allontanò dalla figura e raccolse di nuovo a terra la zanna.
- So che non sei tu, Draco.
Così detto, la ragazza si decise a pugnalare il medaglione, riuscendo nell'impresa di distruggere l' Horcrux.



*****

Just close your eyes
The sun is going down
You’ll be alright
No one can hurt you now
Come morning light
You and I’ll be safe and sound



La voce misteriosa urlò minacciosamente, mentre il medaglione si incrinava e si spezzava.
Il Malfoy finto si dileguò e al posto suo venne raffigurato uno scheletro, pochi secondi prima che l'Horcrux venisse distrutto definitivamente.
Entrambi erano seduti sul pavimento della Stanza delle Necessità, quando Harry guardò Hermione e le chiese:
- Herm, che significava quello? Vedevo Malfoy che si avvicinava e... Che missione ti ha affidato Silente? - chiese scioccato il ragazzo.
La ragazza decise di spiegargli tutto e così fece: gli raccontò della morte di Silente e della missione che le aveva affidato, con tutti i particolari, compreso la battaglia nel bagno.
- Malfoy? - chiese scioccato quando Hermione gli disse del bacio.
- Mi dispiace, Harry, non te lo potevo dire, mi era stato proibito.
La ragazza si scusò e si girò nel verso in cui aveva sentito uno scricchiolio.
- Spero che tu mi perdoni, Harry. Per tutto. Anche per questo.
Il ragazzo aveva ancora gli occhi spalancati e non ebbe il tempo di reagire quando si rese conto di che cosa stava succedendo.
L'unica cosa che ebbe il potere di fare fu indicare Hermione con il dito, ma lei fu più veloce.
- Oblivion.
L'espressione del ragazzo divenne vuota, mentre Hermione pronunciava l'incantesimo in modo che il ragazzo credesse di essere stato lui a distruggere l' Horcrux e che questo aveva solo urlato.
Quando ebbe finito, si rese conto del perché Harry aveva puntato un dito non su di lei, ma dietro di lei.



*****



Don’t you dare look out your window darling
Everything’s on fire
The war outside our door keeps raging on
Hold onto this lullaby
Even when the music’s gone
Gone


Si girò, con le lacrime agli occhi, per vedere la forma reale di una persona che aveva visto poco prima.
Draco Malfoy era in piedi dietro di lei e aveva assistito alla scena.
Il problema era però, se avesse sentito tutto.
Dalla sua faccia era sconvolto per il fatto che Hermione avesse appena obliviato il suo amico.
Fu lei a parlare per prima.
- Che ci fai qui?
La sua voce era rotta dal pianto mentre guardava i suoi occhi e più fu il terrore quando lui non rispose.
- Che cosa hai sentito?
Il ragazzo scosse lentamente la testa, fissando ancora il ragazzo dai capelli neri dietro ad Hermione, con lo sguardo vuoto.
- Malfoy, che cosa hai sentito? - urlò più forte, avvicinandosi al ragazzo.
- Niente. Ho visto solo che stavi facendo un incantesimo a Potter. Niente. - scosse ancora la testa.
Si asciugò una lacrima che le era scesa sul viso improvvisamente e puntò di nuovo la bacchetta su Harry, ordinandogli mentalmente di tornare al dormitorio, cosa che il ragazzo fece.
Si girò di nuovo verso Draco e lo guardò negli occhi.
Per la prima volta da quando era stata messa nei Grifondoro, Hermione abbassò la testa perché aveva paura della reazione che avrebbe potuto avere il ragazzo alla sua affermazione.
- Malfoy, rispondimi sinceramente. Devo sapere che cosa hai visto e che cosa hai sentito all'interno di questa stanza.
Il ragazzo annuì e improvvisamente apparvero due piccoli divani, uno di fronte all'altro, nello spazio vuoto dove era stato spezzato l'Horcrux.
- Ad una promessa, Granger.
La ragazza alzò di nuovo gli occhi per vedere l'espressione del ragazzo.
Sembrava che avesse detto quella frase in tono arrogante e di sfida, ma Hermione poteva giurare che quella era una delle poche volte che aveva visto Malfoy serio.
La seconda volta, per la precisione.
E la prima era stata, manco a dirlo, quella notte nell' Ufficio di Silente.
Hermione neanche si era accorta che aveva smesso di respirare, ma ricominciò quando ormai i suoi polmoni avevano bisogno di ossigeno.
Il ragazzo si decise a parlare di nuovo, dopo un lungo periodo di silenzio.
- Non dovrai cancellarmi la memoria, come hai fatto a Potter.
La ragazza sembrò pensarci qualche secondo, ma poi annuì: quello era l'unico modo per il quale Malfoy avrebbe parlato e le avrebbe detto che cosa aveva visto o sentito.
Draco sorrise e la invitò a sedersi su uno di quei divani, su cui si sedette anche lui.


*****


Just close your eyes

The sun is going down
You’ll be alright
No one can hurt you now
Come morning light
You and I’ll be safe and sound



Apparve anche un camino, che scaldò ben poco Hermione, dato che era fredda come il ghiaccio, spaventata dal fatto che Malfoy avesse potuto scoprire qualcosa.
- Vuoi sapere, allora, che cosa ho visto o sentito, Granger?
La ragazza si svegliò dall'improvvisa trance in cui era caduta.
Nello stesso momento in cui si erano seduti Hermione si era immaginata che cosa sarebbe potuto succedere se Draco avesse scoperto tutto: che lei sapeva la missione che lui doveva portare a termine e che era fortunatamente fallita, che l'aveva visto nell' Ufficio di Silente quando quest'ultimo era morto, del bacio, degli Horcrux...
La sua vita non sarebbe stata più la stessa.
Aveva alzato i suoi occhi color caramello e aveva incrociato quelli di ghiaccio del Serpeverde, e lei aveva annuito, allo stesso tempo spaventata e frettolosa di sentire le sue parole.
- Non ho visto sentito molto, solo che tu ti scusavi con Potter per non avergli detto qualcosa di proibito che non potevi rivelare. Poi è successo tutto in fretta: lui mi ha visto entrare e mi ha indicato un attimo prima che tu potessi lanciargli l' incantesimo.
La ragazza si sentì all'improvviso più rilassata: l'unica cosa di cui aveva paura adesso era che Malfoy indagasse sulla cosa che le era stata "proibita" rivelare.
Prima che il ragazzo potesse dire qualsiasi altra cosa, Hermione si alzò e si girò in modo che il ragazzo non potesse vedere i suoi occhi umidi e disse:
- Malfoy, non posso dirti che cosa è successo oggi in questa stanza, ma ti chiedo, per favore, di non dire a nessuno che io ed Harry eravamo qui. Soprattutto a lui.
Si girò e vide che Malfoy stava annuendo: quello era un buon segno.
E poi, senza tanti saluti, si girò per andarsene nel suo dormitorio.


Just close your eyes

You’ll be alright
Come morning light,
You and I’ll be safe and sound

NOTE DELL'AUTRICE.

La canzone è Safe & sound - Taylor Swift.
Come vi avevo detto precedentemente, adoro questa canzone, anche perché fa parte del soundtrack degli Hunger Games, altra cosa che io adoro.
Il capitolo è dedicato a Fred e George Weasley (vi ricordate della storia del "Gred e Forge", vero?).
Già, oggi è il loro compleanno, da notare che la Rowling ha deciso di farli nascere nel giorno del pesce d'aprile.
Beh, per quelli che escono oggi, buona fortuna!

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Capitolo 16
*** Nightmare. ***







Al ragazzo dagli occhi d'acqua.





Now and then I think of when we were together
Like when you said you felt so happy you could die
Told myself that you were right for me
But felt so lonely in your company
But that was love and it’s an ache I still remember




Decise di farsi una doccia, era distrutta: sapeva che Malfoy aveva visto e sentito solo quello che le aveva detto, però era comunque nervosa sul fatto che avesse mentito.
In effetti, anche questa era una delle possibilità.
Si spogliò e aprì l'acqua calda.
Sistemò un accappatoio sullo sgabello vicino all'entrata della doccia e in attesa che l'acqua si scaldasse si fissò allo specchio: i suoi capelli ricci per comodità erano stati domati in una treccia che adesso non aveva più quella perfetta forma di prima.
Aveva ancora gli occhi lucidi dal pianto e si sfiorò le labbra con un dito, pensando che qualche minuto prima Malfoy, anche se era quello finto, l'aveva baciata.
Sapeva che gli Horcrux potevano essere potenti e che il medaglione avrebbe fatto di tutto per non essere distrutto, ma Hermione non si era immaginata che addirittura il frammento di anima avesse preso in considerazione di metterla contro di lui.
Si sciolse la treccia e si passò le mani tra i capelli per districarli e si infilò sotto la doccia calda per rilassarsi.
Chiuse gli occhi e si spostò sotto il getto, come se l'acqua, passando per ogni centimetro del suo corpo, avesse potuto lavare via ogni pensiero e preoccupazione.
Era spaventata per la reazione che avrebbe potuto avere Malfoy nei suoi confronti dopo quello che era successo.
Un brivido freddo le pervase la schiena.
E se Malfoy l'avesse minacciata o costretta a fare qualcosa contro la sua volontà?
Se avesse rivelato la cosa ad Harry?
Se avesse visto più di ciò che aveva raccontato e l'avrebbe spifferato a tutta Hogwarts?
Il panico la pervade e per qualche momento pensò anche di rimanere sotto quel getto d'acqua per sempre, per non uscire là fuori e affrontare tutto quello che doveva affrontare.
Non sapeva per quanto tempo era rimasta sotto la doccia fino a quando qualcuno bussò dalla porta da cui non era entrata.
- Chi è? - disse Hermione, afferrando la bacchetta e puntandola verso la porta in caso qualcuno l'avesse aperta.
- La fata turchina, Granger. Volevo solo sapere se eri morta o no, è da tre ore che sei sotto quella doccia.
Guardò improvvisamente fuori dalla finestra, il cielo si era già un po' scurito.
Era tornata dalla Stanza delle Necessità all'incirca dopo pranzo e poi si era infilata nella doccia.
Ed erano passate tre ore.
Uscì dalla doccia con calma e si asciugò i capelli con un colpo di bacchetta.
Raccolse i suoi vestiti e li portò in camera sua ordinando il bagno con la magia.
Si avvicinò all'altra porta che avrebbe portato alla camera di Malfoy.
- Ho finito, Malfoy. Puoi entrare se ne hai bisogno.
Sentì un rumore dalla camera del ragazzo, una specie di sospiro, ma non ne era sicura.
Si allontanò dalla porta e tornò nella sua camera.



*****



You can get addicted to a certain kind of sadness
Like resignation to the end
Always the end
So when we found that we could not make sense
Well you said that we would still be friends
But I’ll admit that I was glad that it was over



Si distese sul letto: era davvero stanca e non aveva voglia di andare a cena e di vedere Harry, non ce l'avrebbe fatta stavolta dopo quello che era successo.
Poi ci si era messo anche Malfoy, il suo spuntare improvviso.
Dannazione...
Chiuse gli occhi per qualche minuto e fece un respiro, ma cadde nel sonno a causa della troppa stanchezza.
E fece un sogno.
No.
Non un sogno.
Un incubo.
Era in piedi nell' Ufficio di Silente, ammmirando la luna e il riflesso che questa esercitava sull'acqua. Era una serata perfetta: si sentiva la fresca brezza primaverile insinuarsi tra i rami della Foresta proibita che rispondeva agitando la chioma dei suoi alberi.
Il Lago nero era piatto e fermo nonostante quel piccolo sussurro di vento e i pesci, anche se non si vedevano a causa del buio, nuotavano felici di quà e di là esplorando le  profondità del Lago.
Non un solo rumore veniva emesso dalla ragazza: solo lunghi respiri quando la brezza si insinuava tra i suoi capelli.
Era un momento perfetto, però c'era qualcosa che non andava bene...
Un groppo alla gola, ecco che cosa impediva alla ragazza di godersi appieno quei profondi respiri.
Si sentiva male, sapeva che tutta questa bellezza non poteva durare così tanto e che c'era qualcosa di tremendemente sbagliato.
No, tutto ciò non era reale, era troppo bello per essere vero.
C'era qualcosa che non andava.
Ad un certo punto il vento venne interrotto, gli alberi della Foresta Proibita smisero di ondeggiare le loro chiome ed Hermione lì capì.
Si spostò e nel momento in cui il respiro le si accorciava si accorse che le scendevano delle lac rime dal viso.
Non le solite lacrime calde e leggere che scendono quando si è tristi o felici, ma lacrime fredde, gelide a tal punto da provare dolore ogni volta che esse ti passano sul viso.
Il petto le si strinse in una morsa così stretta che a malapena riusciva a mettere a fuoco le cose a causa del dolore.
Si piegò in ginocchio, appoggiandosi al freddo pavimento con una mano e con l'altra accostata a premersi il petto, come per evitare che un peso la spingesse sott'acqua e non avesse più avuto la possibilità di risalire in superficie.
Ma un attimo prima di morire, perché sapeva che prima o poi sarebbe morta, riuscì a focalizzare una presenza vicino a lei.
Con le sue ultime forze alzò lo sguardo e vide una figura alta, sicuramente un uomo, con il volto coperto da una maschera bianca con appena i fori per gli occhi e la bocca.
Era una maschera semplice, ma aveva qualcosa di inquietante e per Hermione non fu altro che una delle altre cose negative che la circondavano.
Questa persona aveva allungato la sua mano, coperta da un guanto bianco, nell'attesa di sorreggerla, senza però emettere un suono o spostarsi di un passo da dove si trovava.
Hermione si sentì sicura che il ragazzo l'avrebbe aiutata, così con le poche forze che aveva si aggrappò totalmente a lui che si rivelò una persona di una forza immensa.
La sollevò per un braccio come se la ragazza fosse stata fatta di carta e la mise in piedi davanti a se, apparendo un po' più alto di quello che lei si aspettava.
La ragazza notò che adesso, in piedi davanti a lui, il dolore al petto era sparito e si sentiva bene come non mai.
Come se avesse trovato il suo ricordo più felice per produrre un Patronus.
Così le scappò una risata acuta che liberò in qualche secondo tutte le emozioni che provava o aveva provato per quella che sembrò tutta la vità.
La figura si unì a lei nella risata, ridendo con una voce squillante e tagliente, quasi macabra ed Hermione si spaventò.
Capì in quel momento che quell'essere non era umano.
Una risata così macabra e piena di cattiveria non poteva essere prodotta da una persona in possesso di un animo umano, così Hermione si girò per non fissare più quell'orribile maschera e quando si voltò di nuovo a guardarla scoprì una cosa ancora più inquietante.
La maschera si stava leggermente illuminando e crepando come una lastra di vetro e pian piano ogni pezzetto si frantumava e cadeva a terra, trasformandosi in lacrime.
La risata però continuava ed Hermione si spaventava sempre di più a tal punto che cercò di allontanarsi da quell'essere, ma sembrava tutto inutile: più faceva dei passi indietro più questa figura si avvicinava e la cosa era controproducente.
Così fece l'unica cosa che era in grado di fare: fissare la figura in cui si trasformava quell'essere.
No, pensò Hermione.
Non può essere lui.
La maschera si era ormai frantumata e dal viso di quella che ormai aveva assunto un viso umano erano stati eliminati tutti i frammenti.
Rossi come il sangue erano i suoi occhi, due occhi senza pietà, che avrebbero ucciso guardando in faccia la vittima.
Lattea era la sua pelle liscia e senza imperfezioni.
Le sue labbra erano poco visibili, ma Hermione sapeva che c'erano.
Infatti quando la figura di Draco Malfoy si avvicinò di più a lei, sfiorandole la guancia con una mano, catturò le sue labbra in un bacio che però non aveva né passione né sentimento.
Era solo il venire a contatto con due parti del corpo prese a caso.
Solo un contatto, niente di più.
Eppure lei aveva desiderato quelle labbra per tanto tempo...
Ma adesso il pensiero di prolungare quel bacio di ancora un secondo le faceva venir voglia di vomitare, ma era troppo distratta per vedere che cosa invece stava facendo il ragazzo: le aveva preso il braccio sinistro e lo aveva scoperto, strappando la manica della camicia che indossava.
Si era tolto il guanto e aveva fatto passare l'indice lentamente sulla carne di Hermione e dalla sua bacchetta era uscito un fumo nero che si era posato lentamente sul braccio della ragazza.
Quando se ne rese conto era troppo tardi: adesso, sulla candida pelle di Hermione Granger era stato impresso il simbolo più impuro per qualsiasi mago o strega: il Marchio nero.
Agli occhi sconvolti della ragazza Malfoy sorrise, avvicinandosi di più a lei e facendole venire i brividi.
Lei rimase immobile e lui si avvicinò al suo orecchio, scostandole i capelli con una carezza, sussurrandole delle parole con fare ammaliante:
- Adesso sei una di noi, Hermione. Tu appartieni a me e non c'è niente che potrai fare per impedirmelo.
-
Lasciami - urlò lei.
-
Granger - ghignò lui.
-
Lasciami!
- Granger!


*****

But you didn’t have to cut me off
Make out like it never happened
And that we were nothing
And I don’t even need your love
But you treat me like a stranger
And that feels so rough
You didn’t have to stoop so low
Have your friends collect your records
And then change your number
I guess that I don’t need that though
Now you’re just somebody that I used to know


- Lasciami, lasciami! - gridò Hermione, in preda al panico.
- Granger, svegliati! Svegliati per la miseria!
La ragazza aprì gli occhi di scatto e vide davanti a sé Draco Malfoy e si allontanò da lui per lo spavento di aver davanti di nuovo quella creatura che aveva sognato.
Poi si tranquillizzò vedendo che il ragazzo aveva i suoi stessi occhi grigi e non rossi, che non c'era un ghigno malvagio sulla sua faccia e che non indossava i guanti bianchi del sogno.
Per sicurezza guardò anche a terra: non c'era traccia né delle lacrime né dei frammenti della maschera.
Poi quella era decisamente camera sua.
Si guardò intorno per decidere ancora se quella in cui stava vivendo era la realtà o meno, ma poi si decise che doveva essere per forza la realtà, quindi sospirò.
Incrociò gli occhi del ragazzo e capì che cosa era successo.
Respirò profondamente e aprì la bocca per parlare, ma il ragazzo si alzò prima di lei, uscendo dalla sua stanza e fermandosi con una mano sullo stipite della porta, girandosi.
- Tè? - disse il ragazzo, guardandola negli occhi.
Lei annuì: una tazza di tè era quello di cui aveva proprio bisogno.
- Vedi di non bruciarti - disse con fare ironico per alleviare la tensione.
Quello che a Hermione sembrò di vedere sulla faccia di Malfoy era un sorriso.
Forse.

Now and then I think of all the times you screwed me over
But had me believing it was always something that I’d done
And I don’t wanna live that way
Reading into every word you say
You said that you could let it go
And I wouldn’t catch you hung up on somebody that you used to know...



NOTE DELL'AUTRICE.

La canzone è Somebody that I used to know - Gotye ft. Kimbra.
Volevo augurare a tutti voi Buona Pasqua!
Mi dispiace, ma stavolta non posso davvero spiegarvi la dedica a questo capitolo, sappiate solo che è una cosa personale, molto personale e ci tengo che rimanga tale.
Voglio tantissimo bene al ragazzo dagli occhi d'acqua, e questo è tutto ciò che dirò.

PS: Scusate per il fatto della sorpresa, adesso invierò i messaggi a coloro che hanno recensito il capitolo 14!

Spero che vi piaccia il capitolo.
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Capitolo 17
*** Forbidden. ***






A Joanne Rowling, la regina di un mondo meraviglioso.





Many men would have been
More than happy more content
But I'm at war with myself
Wrap the mirror someone else




Rimase distesa sul letto con gli occhi che fissavano il soffitto scuro.
Cominciava già a controllare il suo respiro, segno che si stava riprendendo dallo shock del sogno.
Si passò una mano sulla fronte: era sudata fradicia e stava ancora tremando.
Era spaventata, sentiva il sangue arrivarle al cervello e anche se aveva la fronte fredda come il ghiaccio aveva caldo, tanto caldo.
Chiuse gli occhi e le passarono davanti le immagini degli ultimi minuti.
Aveva fatto quell'incubo, dove c'era quell'uomo tanto somigliante a Malfoy, solo che aveva gli occhi rossi come il sangue e aveva dei guanti bianchi.
Poi Draco l'aveva sentita urlare e l'aveva svegliata.
Ma perché lo aveva fatto?
Sentì i rumori del cucinotto e si alzò quando sentì la teiera bollire.
Uscì dalla sua stanza e si mise a sedere sul divanetto della Sala Comune.
Non aveva idea di che ora fosse, ma era certa di aver dormito un bel po', dato che fuori si vedeva benissimo che era pomeriggio inoltrato.
Il cielo era coperto dalle nuvole e il sole non si riusciva a vedere perché era coperto da una di esse e stava piovendo copiosamente.
Prima che Hermione si potesse dirstrarre completamente con le nuvole il ragazzo uscì dalla cucina con un vassoio in mano.
Si sedette nel divano di fronte a lei e appoggiò il vassoio sul piccolo tavolino, versando il tè nelle due tazze di porcellana.
Aprì la zuccheriera e aggiunse due cucchiaini di zucchero al suo tè, mescolandolo.
Cominciò a sorseggiarlo in silenzio, con lo sguardo basso, deciso a non aprire la bocca a meno che non lo avesse fatto lei.
Ormai lo aveva ammesso: si era spaventato per la ragazza e adesso cercava di nascondere le mani che tremavano dallo spavento.
Lei si girò e smise di guardare il cielo fuori dalla finestra e mescolò il tè con lo zucchero appena aggiunto.
Poi se lo portò vicino alle labbra, respirando avidamente quell'odore che riusciva sempre a calmarla.
Era arrivata a bere metà della bevanda, quando decise che quel silenzio doveva essere pur rotto da uno dei due.
E sapeva che il ragazzo non lo avrebbe fatto.
- Per quanto ho dormito? - sussurrò, guardandolo negli occhi per qualche secondo.
Quella non era certo una domanda che il ragazzo si era aspettato.
Infatti, aveva creduto che lei gli avesse potuto chiedere "perché mi hai svegliato?", oppure "come ti sei permesso di entrare nella mia stanza?", ma no, il suo tono della voce era pacato e soffocato da respiri spezzati, forse dalla paura.
- Parecchio. Fai tu i conti. Sono le tre del pomeriggio.
Quasi era soffocata per aver ricevuto la notizia.
Era andata a dormire circa alle dieci di sera e si era risvegliata alle tre del pomeriggio del giorno dopo.
Aveva dormito quasi sedici ore e si sentiva appena rilassata.
Era ancora scioccata dalla notizia quando l'orologio accanto al camino trillò per avvertire che la lancetta delle ore si era definitivamente spostata sul "3" e quella dei minuti sul "12".
Era rimasta a guardarlo, ipnotizzata, fino a che il ragazzo si era alzato e aveva raccolto il vassoio, la tazza e la zuccheriera dal tavolino, diretto nella piccola cucina del loro dormitorio.
Appena si era alzato Hermione si era resa conto che era stata a fissare l'orologio senza neanche rendersi conto che le lancette si erano mosse: adesso erano le tre e mezza.
Bevve l'ultimo sorso di té, ormai freddo, e si alzò dal divano, diretta verso la cucina.
Senza dire nulla, passò davanti a Malfoy, posò la tazza all'interno del lavandino ed indugiò per qualche secondo nel fissarlo riordinare tutto con la bacchetta.
Poi se ne andette in camera sua.
Appena prima di chiudere la sua porta sentì Draco urlarle dalla cucina:
- Granger, ricordati che stasera è il nostro turno della ronda. Alle otto in punto in Sala Comune.
La ragazza annuì, dimenticando che lui non la poteva vedere e si chiuse in camera sua.



*****



I clamed to sorrow like I'm claming to you

The only thing that I ever knew

Every beat of my heart is killing me slow
Love me to pieces oh-oh-oh-ohh
Deep in the dark I sleep with the ghost
Love me to pieces oh-oh-oh-ohh


Cosa avrebbe potuto fare adesso?
Doveva trovarsi un impegno per le prossime cinque ore, che non fosse dormire, ovviamente.
Quindi decise di cominciare a fare tutti i compiti per quando sarebbero rientrati dalla settimana di pausa, ma non erano molti, dato che quella non era stata una pausa programmata, quindi in un'ora aveva già finito e doveva trovare un impiego per altre quattro.
Così decise di andare in biblioteca a cercare altre informazioni possibili sul codice, dato che ormai non erano molti i libri che le mancavano dallo scaffale dei codici.
Così, si infilò il bigliettino in tasca e uscì dalla sua stanza, passando per la Sala Comune, dove Malfoy era intento a leggere un libro.



*****


I go down with this ship
If that is madness so be it
We're together, never alone
When I touch you turns to stone



Appena il tempo di percorrere la strada verso la biblioteca che in cinque minuti era circondata da Ginny e Ron che le urlavano contro in maniera agitata, trascinandola da parte del tutto opposta a quella in cui era diretta.
Dai loro discorsi mescolati aveva solo capito poche cose concrete, come "Harry", "l'avevo detto io", "Quidditch" ed "infermeria".
Si rese conto di quel che era successo quando si ritrovò in un luogo dello stesso odore di un ospedale babbano, con lettini da ogni parte, in cui in uno stava men che meno Harry Potter, che si teneva la gamba destra con una faccia addolorata.
Non ebbe tempo di chiedere che cos'era successo che Ginny partì a parlare, rivolta verso Hermione:
- Visto? Lo avevo detto io!
La ragazza la guardò confusa e quando la Weasley le diede l'idea di voler incominciare di nuovo a parlare, la mise a tacere con un gesto.
- C'è qualcuno che mi vuole spiegare che cosa diavolo è successo, con calma?
Evidentemente nessuno aveva capito la parte finale, perché cominciò il solito trambusto e durarono tutti insieme circa dieci minuti per essere zittiti da una voce un po' sforzata.
- Hey - aveva sussurrato Harry, nell'intento di far tacere gli amici davanti a lui.
- Hey! - aveva ripetuto con un tono più alto di voce, ottenendo l'effetto desiderato.
Tutti infatti si zittirono e il ragazzo con la cicatrice si rivolse ad Hermione.
- Herm, mi sono semplicemente fatto male giocando a Quidditch, niente di che...
- Cosa che io ti avevo detto di non fare, con questo tempo - disse Ginny, indicando con un dito la finestra dell'infermeria.
- Su, su, calmatevi! Piuttosto, che ha detto la Chips? - intervenne Ron, intromettendosi nella discussione.
- Niente, che mi ha rimesso a posto l'osso che mi si era rotto e che con un po' di Ossofast domani mattina sarò guarito.
Hermione sedette vicino a lui e il tempo scorse, fino a quando Madama Chips non entrò nell'infermeria e li cacciò tutti perché "il malato doveva riposare per ottenere al meglio i benefici della cura".
Così Hermione, Ginny e Ron se ne andarono, salutando Harry.
Una volta usciti dall'infermeria Ginny le spiegò più accuratamente che cosa era successo ad Harry.
In pratica, il ragazzo voleva allenarsi più duramente per la partita che i Grifondoro avrebbero sostenuto tra una settimana contro i Serpeverde e aveva scelto quel giorno per allenarsi, senza ascoltare le constatazioni di Ginny che in quel giorno avrebbe potuto prendersi un fulmine in testa.
- ...Così, attorno alle due di pomeriggio ha preso scopa e tutto ed è andato in campo, neanche il tempo di avvistare il boccino e gli è caduto vicino un fulmine e dallo spavento quell'idiota è caduto dalla scopa, atterrando sulla gamba che si è quasi spezzata - terminò Ginny infuriata.
- Beh, io glielo avevo detto! - affermò, agitando in aria il dito.
- Dai, su, Ginny, lo conosci Harry... Non rinuncerebbe al Quidditch per nulla - disse Ron, nel tentativo di calmare la sorella.
- Lo so, lo so! Però ci sono delle priorità! Vivere, ad esempio, è una di...
- Dai, su ragazzi, calmatevi! - disse Hermione, che rideva per il fatto che Ron era diventato rosso come un peperone alla risposta pungente della sorella.
- Che ne dite di andare ad Hogsmeade a prenderci una burrobirra e compriamo qualche cosa da Mielandia per Harry? - propose la riccia.
Alla parola "Mielandia" gli occhi di entrambi si illuminarono e decisero che era meglio lasciar stare la litigata.
Così, si avviarono per Hogsmeade e si fermarono ai Tre Manici di Scopa e bevvero una Burrobirra.
- Su, Herm, raccontaci: come va con Malfoy?
La ragazza quasi strozzò alla domanda dell'amica, ma si riprese dopo qualche secondo.
- Tutto bene, non mi ha ancora ucciso... Per ora - aggiunse sorridendo e gli altri risero.
Si era resa conto solo in quel momento che i suoi amici non sapevano nulla del sogno e che Malfoy avrebbe potuto rivelarlo da un momento all'altro, così si affrettò a finire la sua Burrobirra in fretta e  guardò l'orologio: erano le sette e mezza.
Il tempo era volato e non era neanche passata in biblioteca a cercare di risolvere una volta per tutte il codice, ma ormai si disse che sarebbe andata diretta alla Sala Comune per fare la ronda serale con Malfoy.
Si era accorta che aveva anche lasciato il biglietto sulla sua scrivania, dato che non ce l'aveva in tasca, così si congedò e salutò i suoi amici, diretta verso la scuola.



*****


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Love me to pieces oh-oh-oh-ohh
Deep in the dark I sleep with the ghost
Love me to pieces oh-oh-oh-ohh



Mise piede dentro la sua Sala Comune che l'orologio vicino al camino suonò le otto di sera e in quell'esatto istante Malfoy uscì dalla sua stanza, sorpreso di vederla già lì.
Senza neanche una parola, i due si incamminarono per i corridoi della vecchia scuola, le bacchette rilassate e lo sguardo poco attento, senza fare caso di dove andavano e lasciando fare alle gambe, che compievano movimenti automatici, svoltando dove avrebbero dovuto e scavalcando oggetti su cui sarebbero potuti inciampare.
Fu lui, stranamente, a rompere il silenzio, dopo un'ora e mezza di ronda.
- Che cosa hai sognato l'altra notte? - fece in tono serio e forse, forse, preoccupato.
La ragazza venne presa alla sprovvista, perché sinceramente non si era proprio aspettata questa domanda dal biondino.
Decise di andare sul vago.
- Non ricordo.
Forse il ragazzo prese la risposta come un invito a non spiccicare più parola, cosa che fece fino alla fine della ronda.
Avevano camminato per le loro due ore in giro per la scuola e avevano ispezionato tutte le stanze in cerca di studenti oltre l'orario del coprifuoco.
Naturalmente, nessuno aveva trasgredito le regole.
Rientrarono nella loro Sala Comune e si diressero vero le loro camere quando il ragazzo la richiamò.
- Me n'ero quasi dimenticato. - disse frugandosi in tasca - Quando sei andata via ti è caduto questo.
Le porse il bigliettino dove c'era scritto il codice e impallidì: come aveva potuto perderlo così?
- Grazie - sussurrò, prendendolo dopo qualche istante.
Si mise a fissarlo per qualche secondo, pensando che se l'avrebbe perso avrebbe buttato all'aria l'occasione di dare un valore alla morte di Silente.
Il codice le stava apparendo nella mente:
SePr - G - 2 - 75 - b .
Sollevò gli occhi perché non aveva sentito quello che aveva appena pronuciato il ragazzo.
Emise un sussurro che uscì fuori come un "Cosa?" e lui le ripeté piano le parole:
- Che cosa ci fai con un libro della Sezione Proibita?
La ragazza si mise a correre, sapendo esattamente dove sarebbe potuta andare.


Every beat of my heart is killing me slow

Love me to pieces oh-oh-oh-ohh
Deep in the dark I sleep with the ghost
Love me to pieces oh-oh-oh-ohh


NOTE DELL'AUTRICE.
La canzone è Love me to Pieces - Erik Hassle.
Come potete ben notare, il capitolo è dedicato a Joanne Rowling, senza la quale io non avrei scritto questa storia.
Lei è il mio idolo, la persona che mi ha invogliato a leggere e che mi ha spinto ad entrare nel mondo della scrittura, facendo diventare mio il suo sogno di diventare scrittrice.
Non ci sono parole con cui descrivere l'apprezzamento che provo per questa donna.
Volevo avvisarvi che è stato aperto di nuovo Pottermore e che ora è accessibile a tutti!
Se mi volete aggiungere, sono SandSkull19363 , Serpeverde.
Voglio fare gli auguri anche ad Emma Watson ed  Emma Thompson (Sibilla Cooman), che oggi compiono rispettivamente 22 e 53 anni!

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Pottermore:   SandSkull19363






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Capitolo 18
*** Skinny Love ***







Ai libri, che riescono sempre a distrarti dalla realtà.





Come on skinny love just last the year
Pour a little salt we were never here
My, my, my, my, my, my, my, my

Staring at the sink of blood and crushed veneer.




Correva e correva, quasi non vedendo dove andare, ma con una precisa meta, che ormai le lampeggiava in mente da quando il ragazzo lo aveva detto.
Lui la stava seguendo, correndo e richiamandola per farla fermare, ma non l'avrebbe fatto finché non fosse arrivata a destinazione.
Aveva capito.
Aveva capito che cosa significava il codice.
Non un messaggio segreto.
Non un indovinello.
Un luogo esatto e preciso.
Un libro.
SePr - G - 2 - 75 - b .
SePr,
Sezione Proibita.
Entrarono correndo nella biblioteca, lei diretta verso quella sezione, non fermati da Madama Pince.
Dato che erano Caposcuola, potevano accedere a tutte le aree che volevano.
G, ecco la grande lettera sullo scaffale un po' più in fondo.
La seconda era la fila in cui c'era il libro che stava cercando.
Il numero settantacinque.
Scorrendo con gli occhi vagò in cerca del libro e lo vide in fondo.
La copertina era vecchia e consumata, con una grande A stampata in oro sul fronte.
Ma non era quello il libro che cercava.
Era il B, non l' A.
Guardò meglio su uno scaffale, ma non c'era traccia del libro che stava cercando.
Che fosse stato uno sbaglio?
Non si era accorta che Draco era dietro di lei fino a che Madama Pince arrivò, cacciandoli perché doveva chiudere la biblioteca, senza accorgersi che Hermione aveva preso un libro, che continuò a fissare, come se il suo sguardo pungente potesse rivelare l'altro piccolo mistero che si era creato adesso.
- Granger - disse Malfoy, con il fiatone per la recente corsa.
Lei alzò di nuovo gli occhi, incrociando quelli di lui, che si aspettò di trovare arrabbiati per essere fuggita senza dire nulla, ma li trovò divertiti.
- Come ti salta in testa di metterti a correre all'improvviso per tutta Hogwarts? Se volevi fare una gara con me, bastava dirlo! - concluse, ridendo.
Hermione si concesse una risata, poi gli chiese una cosa.
- Come facevi a sapere che cosa voleva dire il codice?
Lui la guardò stranito e le rispose:
- Granger, non è un codice, è il metodo con cui ogni studente normale indica i libri della biblioteca.
In quel momento Hermione si sentì terribilmente stupida.
Come poteva non averci pensato?
Lei aveva sempre fatto con il metodo babbano per cercare i libri in biblioteca: titolo ed autore bastavano di solito.
Al suo sguardo turbato il ragazzo aggiunse:
- Nel mondo dei maghi è diverso da quello dei babbani. I libri possono essere divisi in più volumi. Come quello. - disse indicando il manuale che la ragazza teneva in mano.
- A proposito, a che cosa ti serve? - chiese, incuriosito.
- Rune Antiche - rispose, senza pensarci.
- Rune Antiche, nella sezione proibita?
La ragazza annuì, poco convincente, ma il ragazzo lasciò stare.
Si incamminarono verso la loro Sala Comune, quando una voce dietro di loro li fece fermare.



*****


I tell my love to wreck it all
Cut out all the ropes and let me fall
My, my, my, my, my, my, my, my
Right in the moment this order's tall



- Cosa ci fanno due studenti in giro per la scuola oltre il coprifuoco? - disse la severa professoressa Vector*, dietro di loro.
- Ci scusi, professoressa, stavamo facendo la ronda serale. Io sono Hermione Granger e lui è Dra...
- So benissimo chi siete, e so anche benissimo che il vostro orario di ronda è finito da circa ventitré minuti. Punizione. Il bagno al sesto piano è stato aggiustato, ma deve essere ripulito. Lo farete voi due, domani mattina alle undici. Senza bacchette. Arrivederci e buona notte.
I due videro la professoressa andare via con calma, dopodiché si guardarono e alzarono gli occhi al cielo.
Velocemente, ritornarono al loro dormitorio e si separarono.
Draco entrò nella sua camera ed Hermione cominciò a sfogliare il libro che aveva appena trovato.


*****


And I told you to be patient
And I told you to be fine
And I told you to be balanced
And I told you to be kind
And in the morning I'll be with you
But it will be a different kind
And I'll be holding all the tickets
And you'll be owning all the fines



Aprì il libro: aveva inconsapevolmente avuto ragione quando aveva detto a Draco che il volume le serviva per Rune Antiche, infatti in ogni pagina non c'era una lettera del suo alfabeto: tutte Rune, di cui Hermione riuscì a tradurne qualcuna.
Si mise quindi sul letto, da un lato lei e dall'altro il dizionario di Rune Antiche e il libro.
Cominciò a tradurre: le frasi che riusciva a capire più velocemente parlavano di filosofia e di teorie con cui l'anima potesse sopravvivere quando il corpo a cui apparteneva era ormai senza vita o decomposto, nulla di ciò che sapeva già.
Aveva già imparato dal suo primo anno che questo poteva accadere, infatti aveva conosciuto Sir Nicholas  (o meglio conosciuto come Nick-quasi-senza-testa) il cui corpo non era stato ritrovato dopo il suo omicidio, ma la sua anima vagava per tutta Hogwarts, arrivando ad essere eletto fantasma della casa dei Grifondoro.
Quindi le informazioni che stava ottenendo non erano affatto utili, anzi, non era niente che già non sapeva.
Stranamente era stanca, nonostante si fosse svegliata nel pomeriggio, quindi socchiuse gli occhi e se li stropicciò con due dita, con la penna ancora in mano.
E si addormentò.


*****



Come on skinny love, what happened here?
Suckle on the hope in light brassieres
My, my, my, my, my, my, my, my
Sullen load is full, so slow on the split



Venne svegliata da un tonfo improvviso: il libro era caduto a terra e si era aperto, fermo sulla pagina 542, quasi a metà.
E fu lì che Hermione notò qualcosa di strano.
Il libro era stato aperto quasi a metà e le pagine erano appiattite, tutte tranne una, che era rimasta in verticale, come se non fosse stata sottoposta alla forza di gravità.
Hermione si alzò dal letto e muovendo le coperte spinse l'aria in modo che le pagine si muovessero un po' e quella verticale si staccò dalla costola del libro, finendo per terra.
Il lato che si vedeva adesso che era a terra aveva segnato sopra una grande B e dietro ad esso vi erano scritte altre rune, più complicate e scritte con una calligrafia a mano più piccola e confusa.
Capì che quello era il testo che stava cercando e lo nascose dentro il suo baule quando Malfoy bussò alla porta.
- Granger? Sei pronta? Tra dieci minuti dobbiamo andare.
Sapeva che cosa il ragazzo intendeva.
Erano quasi le dieci e mezza e sarebbero dovuti andare a ripulire il bagno del sesto piano, solo che Hermione non era ancora pronta.
- Arrivo!
Si sistemò i capelli, si lavò in fretta i denti ed uscì dalla porta di camera sua, vedendo che Malfoy era messo molto meglio di lei.
Inanzitutto, lui non aveva dormito nei vestiti della sera prima, ma adesso indossava una camicia nera e dei pantaloni, se possibile, più scuri della camicia, con una cintura d'argento che si intonava ai suoi capelli.
Inoltre, appariva ben curato e quasi perfetto in una maniera maniacale.
Invece Hermione aveva i vestiti un po' sgualciti e le doleva una gamba perché si era addormentata in una posizione sbagliata, aveva i capelli sempre di più cespugliosi ed era ancora assonnata.
- Hai fatto le ore piccole, Granger? - disse lui un po' scioccato, vedendola.
- Mi stupisco che non le abbia fatte anche tu, Malfoy. - sorrise lei in risposta.
Presero qualcosa per colazione dal loro cucinotto e si avviarono per il sesto piano.
Quando aprirono la porta del bagno, si stupirono del caos che vi era là dentro.

*****

And I told you to be patient
And I told you to be fine
And I told you to be balanced
And I told you to be kind
And now all your love is wasted
And then who the hell was I?
And I'm breaking at the britches
And at the end of all your lines

C'era acqua d'appertutto e i lavandini erano appena stati puliti.
Si lamentarono per un po' e poi si misero a pulire.
Nessuno dei due avrebbe potuto prevedere quello che sarebbe successo.



Who will love you?

Who will fight?
Who will fall far behind?



RIFERIMENTI:

* = La professoressa Vector non è così tanto citata nei libri, ma l'ho sempre vista come una persona piena di autorità e soprattutto molto severa, quindi non vi dispiacerà se l'ho introdotta nella mia storia, no?


NOTE DELL'AUTRICE.

La canzone è Skinny Love - Birdy.
Non credo che la dedica sia da spiegare, parla da sé.
*momento filosofico ON*
Io adoro leggere e tutti i libri che sono passati sotto ai miei occhi mi hanno dato la possibilità di provare emozioni indescrivibili.
Per capire il mio amore per questi "ammassi di carta" (xD) vi basterebbe pensare che io non sono una ragazza dalla lacrima facile e che non piange neanche per i film più sdolcinati (o almeno, quelli che mi fanno piangere, possono essere contati sulle dita di una mano), ma appena c'è una scena un po' triste in un libro ecco che vanno giù le lacrime...
Forse sono io, che riesco a percepire queste emozioni solo attraverso carta e inchiostro, ma comunque non mi importa: i libri, secondo me, sono i regali più belli che un genitore potrebbe fare al proprio figlio o figlia.
Oddio, queste note d'autrice sono un po' lunghe, adesso vi prometto che finisco...
*momento filosofico OFF*
Fatemi sapere in una recensione se vi è piaciuto il capitolo o no!
Ringrazio anche tutte le persone che mi stanno dando consigli sulla storia.

Dove mi trovate:

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Capitolo 19
*** Arguefull ***






A Serpeverde, la mia vera casa.





Beauty queen of only eighteen
She had some trouble with herself
He was always there to help her
She always belonged to someone else.

I drove for miles and miles
And wound up at your door
I've had you so many times but somehow
I want more.




- Oh, no! Ci vorranno almeno tre ore per ripulire questo disastro! - annunciarono in coro.
La magia delle loro bacchette era stata annullata in quella stanza, quindi erano costretti a pulire tutto a mano.
Hermione aveva avuto un'esperienza simile qualche anno prima: era andata a casa di sua zia quella estate e le era toccato ripulire insieme alla cugina il bagno della casa dov'erano perché qualcuno lo aveva rotto.
- Malfoy, è capitata una situazione del genere anche a me. So che cosa bisogna fare per ripulire tutto più in fretta.
- E che cosa dobbiamo fare, Granger? Ti ricordo che le nostre bacchette non funzionano qui.
- Lo so, lo so. Però possiamo iniziare con questi.
La ragazza era andata all'interno di uno sgabuzzino e aveva trovato due spazzoloni un po' malconci, ma pur sempre utili.
- Cosa vuoi che faccia con quelli? - chiese il ragazzo, indicando i due oggetti.
La ragazza sorrise e gliene mise uno in mano:
- Pulire, come ogni essere umano ha fatto almeno una volta in vita sua. O non sei un essere umano, Malfoy?
- Ho i miei dubbi - sussurrò schifato, afferrando lo spazzolone.
Cominciarono a trascinare l'acqua fino alle bocchette di scarico, andando su e giù per il bagno, cercando di portarsi dietro più acqua possibile.
Malfoy all'inizio si lamentò, ma poi si mise a tacere dopo che la ragazza ebbe alzato gli occhi al cielo.



*****

I don't mind spending everyday
Out on your corner in the pouring rain
Look for the girl with the broken smile
Ask her if she wants to stay awhile
And she will be loved
She will be loved



Erano passate all'incirca due orette quando Hermione parlò.
- Allora, Malfoy, sei preoccupato per la partita contro i Grifondoro?
Lui alzò gli occhi e si fermò un attimo a pensare la risposta, ma poi ritornò al suo spazzolone.
- Da quando in quà ti interessi di Quidditch, Granger?
- E da quando in quà si risponde ad una domanda con un'altra?
Alzò di scatto gli occhi:
- Non sono affatto spaventato, se vuoi sapere. Anzi, direi di essere piuttosto tranquillo. Non ho affatto paura di qualche leoncino spelacchiato su una scopa.
- Stai parlando degli stessi leoncini spelacchiati che hanno vinto la coppa di Quidditch per sei anni di fila, battendo anche la vostra squadra?
Il ragazzo sembrò aver subito un colpo basso, dato che velocemente rispose:
- Granger, ora è il tuo turno di rispondere. Tu da quando ti interessi al Quidditch?
In realtà ad Hermione non era mai importato di quello sport, sapeva solo della partita perché Harry si era fatto male agli allenamenti, nient'altro.
Ma non voleva sembrare stupida, così gli mentì in parte, in modo da restare vaga..
- Da abbastanza tempo, ma non sono così tanto appassionata.
- Ho sentito che Potter si è fatto male agli allenamenti - aggiunse lui, sogghignando.
- E' tanto divertente, vero? - rispose lei, con un sospiro.
- Ti divertiresti anche tu se fossi me. - continuò lui a ridere - Povero Sfregiato, me lo immagino su un letto a piangere dal dolore!
- Sì, certo, divertente... Ah-ah-ah.
- Andiamo, Granger, sto insultando il tuo fidanzato, mica te!
- Malfoy, lui non è il mio fidanzato! E smettila con questa storia che io e Harry stiamo insieme, perché non regge! Io e lui siamo solo amici! Piuttosto, continua con lo spazzolone, che poi dobbiamo solo asciugare!
Malfoy fece una risata e seguì il consiglio della ragazza, quindi continuò ad andare su e giù per il bagno spostando ancor più acqua.


*****




Tap on my window knock on my door
I want to make you feel beautiful
I know I tend to get so insecure
It doesn't matter anymore
It's not always rainbows and butterflies
It's compromise that moves us along
My heart is full and my door's always open
You can come anytime you want





- Da quant'è che siamo qui? - chiese Malfoy, fermandosi un attimo.
La ragazza guardò l'orologio che aveva al polso.
- Tre ore. E siamo a metà. Ci vorrà un secolo per pulire questo bagno.
- Già. Piuttosto, che ne dici di asciugare? Mi fanno male le braccia da quanto sono andato su e giù.
- Buona idea. Guardo se ci sono degli asciugamani. Tu rimetti a posto questi.
Neanche il tempo di posare entrambi gli spazzoloni e chiudere la porta che la ragazza urlò.
- Malfoy, Malfoy!
Il ragazzo gelò: che le era capitato?
Corse al centro del bagno dov'era prima e non la trovò.
Si spaventò a morte.
- Granger, dove sei?
- Sono quà!
L'urlo proveniva da un gabinetto chiuso un po' più in fondo al bagno, dal quale usciva dal sotto una pozza di acqua e sangue.
Il ragazzo impallidì.
- Granger, Granger? Stai bene?
- Malfoy, aiutami, dannazione!
Il tentativo di aprire la porta era invano.
C'era solo un modo per entrare.
- Granger, spostati! Allontanati dalla porta!
Non udì alcun suono e lo prese come un "va bene".
Piegò la gamba e sferrò un calcio alla serratura del bagno, rompendola.
La portà si aprì con un clack.
Dietro ad essa Hermione stava tentando di fermare il getto d'acqua che arrivava da un tubo aperto del pavimento.
- Malfoy, dammi una mano! - continuava ad urlare, mentre i suoi capelli e i vestiti si bagnavano.
Il ragazzo prese l'asciugamano lì vicino e lo usò per tappare il buco.
Di conseguenza aveva tutti i capelli bagnati, e pure i vestiti non erano messi granché bene.
- Che diavolo hai combinato? - le urlò contro, con ancora il cuore che gli batteva in petto per lo spavento.
- Niente, ho solo visto quell'asciugamano e l'ho preso, non mi ero resa conto che tappava il tubo!
- Certo, e ti sei chiesta perché gli asciugamani si trovano accasciati ai pavimenti dei bagni? Cavolo, Mezzosangue, pensavo che fossi più furba!
La ragazza pensava che fosse tutto finito, che non l'avrebbe chiamata più in quel modo.
Non avevano fatto un patto vero e proprio, ma dal momento in cui erano stati costretti a condividere un dormitorio le era sembrato quasi ovvio che lui non l'avrebbe offesa più.
Si girò per andarsene: non le importava della punizione, che lo pulisse pure lui il bagno, d'altronde al terzo anno aveva avuto una punizione proprio a causa sua.
Appena il tempo di afferrare la maniglia della porta che Malfoy l'afferrò per un polso scoperto.

- Dove credi di andare, Granger? Perché scappi?

Lei rabbrividì al solo contatto e la sua reazione fu inaspettata da entrambi.
Si girò di scatto e con la mano che non era afferrata dal polso gli diede uno schiaffo.
- Perché preferisco essere Mezzosangue, Malfoy, che essere figlia di un Mangiamorte.
Aveva usato la stessa frase di quando lo aveva colpito in faccia al suo terzo anno e di certo lo aveva fatto di proposito.
Uscì dal bagno in lacrime, diretta al suo dormitorio.
Si gettò sul letto, non curandosi di chiudere la porta, dato che sapeva che lui non si sarebbe azzardato ad entrare.
E successe di nuovo.


*****

I know where you hide
Alone in your car
Know all of the things that make you who you are
I know that goodbye means nothing at all
Comes back and begs me to catch her every time she falls.




Un incubo.
No, non era un incubo.
Era un sogno.
Era lei, in un giardino pieni di denti di leone, così gialli quasi da accecare.
Non sapeva se quello era il loro vero colore o fosse semplicemente il sogno.
Si ritrovò seduta all'improvviso, mentre strappava con le mani qualche ciocca di erba secca, spezzettandola con le mani e poi gettandola a terra.
Come in tutti i sogni, si riesce a percepire le cose che ti capitano, quindi sentiva perfettamente il vento che le passava tra i capelli, cespugliosi come sempre e sentiva anche l'odore della primavera che le entrava nelle narici.
Qualcuno la toccò sulla spalla, come gesto di richiamo.
Si girò a vedere da chi era stata chiamata, ma di questa persona non si vedeva la faccia perché Hermione si era coperta gli occhi con una mano perché era stata accecata dal sole.
- Mi sembrava di averti detto che non volevo più parlare con te - parlò per la prima volta lei, con una voce un po' più debole di quella a cui era abituata ora.
- Mi dispiace, ma ti giuro che non ti ho detto una bugia! Vieni con me, ti prometto che mi crederai se mi segui!
Hermione si fidò di lui e lo prese per mano - una mano calda, ma non troppo forte - e piano piano si incamminarono per l'enorme prato - un prato che Hermione aveva già visto - e mentre si incamminavano, il ragazzo continuava a parlare, in un tono eccitato.
- Te lo prometto, rimarrai sbalordita! Sei la prima persona a cui lo dico, sai,
di voi, anche se non credo che a casa sarebbero d'accordo. Eccoci arrivati.
Hermione si accorse che erano arrivati in una parte di prato da cui iniziava il bosco.
- Se hai paura non sei obbligata a venire - rispose lui, abbassando la testa.
Non riusciva a capire bene chi fosse il ragazzo, la sua immagine era come sfocata.
Non seppe perché, ma il modo in cui lui aveva parlato le era risultato come un'offesa, come se le avesse dato della codarda.
Ma lei non era codarda.
- No, non ho paura, fammi strada!
E così si avviarono per il bosco, arrivando ad uno spiazzo.
Si misero a sedere su una roccia ed Hermione sentì qualcosa muoversi dietro di lei, proprio mentre il ragazzo stava dicendo qualcosa.
E poco dopo lui urlava.
Si girò e vide qualcosa caderle addosso e il ragazzo precipitarsi dietro di lei.
Un dolore lancinante alla spalla destra.
Poi nient'altro.
Solo buio.
E poi la luce.



Please don't try so hard to say goodbye
Please don't try so hard to say goodbye


NOTE DELL'AUTRICE.

La canzone è She will be loved - Maroon 5 .
Ecco finito il capitolo!
Mi fa piacere che molti di voi siano statio contenti del fatto che Hermione ha risolto il codice (o meglio, lo ha fatto Malfoy).
La dedica di oggi è dedicata alla casa dei Serpeverde.
Tempo fa pubblicai una fiction (tradotta) su un altro account dove venivano descritte tutte e quattro le case e da quel momento seppi che la mia era quella dei Serpeverde.
Ma non sono cattiva, non vi preoccupate (*ghigna*).
Approposito!
Ho appena pubblicato una ONE-SHOT originale, vi va di passare a leggerla?  Non è molto lunga:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1046094&i=1

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Capitolo 20
*** Learn from Mistakes. ***









A Jennifer Lawrence, un'attrice di talento.






When you try your best but you don't succeed
When you get what you want but not what you need
When you feel so tired but you can't sleep
Stuck in reverse





Si svegliò, all'improvviso, al rumore dello scorrere dell'acqua.
Malfoy era tornato, probabilmente si stava facendo una doccia, quindi questo voleva dire che aveva fatto l'allenamento di Quidditch e che erano almeno le tre del pomeriggio.
Aveva dormito qualche ora dopo il loro litigio.
Aveva sognato.
Non sapeva chi aveva sognato.
Il volto del ragazzo che le era apparso nel sogno le pareva familiare.
Precisamente, non lo aveva visto, ma sentiva un non so ché di intimo in quelle sue parole, in quei suoi gesti, come se il personaggio del sogno fosse vero, eppure...
Non sembrava della sua età, sembrava molto più piccolo.
Se ne approfittò della doccia di Draco per uscire dal dormitorio e per andare a trovare Harry.
Il ragazzo doveva stare per altri due giorni in infermeria e poi sarebbe stato rilasciato.
- Adesso però mi sento molto meglio, potrei anche tornare a giocare a Quidditch! - disse Harry ad Hermione, proprio mentre lì vicino passava Madama Chips, nell'intento di attirare l'attenzione della donna.
Infatti lei notò il suo tono alto di voce.
- Il signor Potter farebbe meglio ad abbassare la voce altrimenti le corde vocali si sforzeranno e tornerà a giocare sempre più tardi.
Hermione sorrise ed Harry pure.
- Allora, Herm, come va con Malfoy?
Dentro le ribollì la rabbia al solo pronunciare del suo nome.
- Non c'è male - mentì - Io sto in camera mia e lui nella sua, stiamo insieme solo per le ronde serali dei nostri turni di Caposcuola.
E in punizione.
E in salotto a bere il tè.
E in camera sua, dato che l'aveva risvegliata dai suoi incubi.
Ma questo ad Harry non poteva dirlo.
- Comunque, lo sento più spesso uscire e rientrare nella sua camera e gli vedo sempre la borsa per gli allenamenti di Quidditch. Credo che si stia allenando duramente per batterci alla partita.
- O forse è un codardo - aggiunse Harry, ridendo.
- Quando il leone arriva, le serpi scappano*! - recitarono insieme il detto del tutto Grifondoro che era sempre stato usato per indicare alcuna delle debolezze dei Serpeverde.
Ma in quel momento arrivò Madama Chips ed Hermione fu costretta a lasciare Harry da solo in infermeria.


*****



And the tears come streaming down your face
When you lose something you can't replace
When you love someone but it goes to waste
could it be worse?


Decise di non ritornare nel suo dormitorio, ma di andare a spasso per Hogwarts, dato che era pomeriggio.
Si fermò davanti ad una finestra di vetri in sfumature di blu, incastonati in modo da formare un disegno di una donna con i capelli nero corvini e dall'aspetto bellissimo.
Era sempre stata affascinata da quella finestra: a volte, nei primi anni, poteva stare anche delle ore a fissarla, perché semplicemente l'attirava.
E poi quella donna era bellissima, anche se solo fatta di vetro.
Sfiorò con le dita le piccole righe che separavano i pezzetti di vetro, quando qualcuno dalla voce leggera e allegra parlò alle sue spalle.
- Lei è Priscilla Corvonero.
Si girò e vide una massa di capelli biondi, ma non quel biondo che era abituata a vedere tutti i giorni, un biondo più colorito e dai riflessi del sole.
La ragazza aveva una collana formata da tappi di burrobirra e la sua uniforme era ornata da un fiocchetto blu e bronzo sopra il cuore, con sotto il simbolo della sua casa.
- Luna. Non ti ho sentito arrivare. - disse Hermione, che era stata quasi spaventata dall'arrivo improvviso della ragazza.
- Ciao Hermione. Lei è Priscilla Corvonero - ripeté, come se l'amica non l'avesse sentita.
- Ne ho sentito parlare. E' la fondatrice della tua casa, vero?
- Già. Ci hanno detto che era una donna davvero intelligente e furba e che riusciva a vedere sempre la parte migliore delle persone.
Hermione sorrise per far capire a Luna che la stava ascoltando, anche se a dire la verità era un po' distratta.
- C'è qualcosa che non va? Vedo che sei preoccupata.
Luna riusciva sempre a capire che cosa provavano le persone anche soltanto guardandole negli occhi e aveva sempre l'abilità di tirarle su di morale anche se avevano avuto la giornata peggiore del mondo.
- No, non fa niente, è solo che non ho dormito molto e sono un po' stanca - mentì Hermione.
Ultimamente, è l'unica cosa che riesco a fare bene, pensò la ragazza. Mentire.
- So che non sei solo stanca, ma ti capisco se non me lo vuoi dire. Ognuno può soffrire per un litigio.
Hermione non sapeva come la ragazza potesse indovinare qualsiasi sentimento senza un minimo indizio.
- Ma Luna, io non...
- Sai, Priscilla aveva una figlia. - la interruppe, come per dire che sapeva la verità - Si chiamava Helena. Si diceva che fosse inteligente quanto la madre, ma un giorno Helena fece qualcosa di sbagliato e scappò in Albania, dove venne uccisa dal barone sanguinario, il fantasma dei Serpeverde.
- E che cosa fece di tanto sbagliato per rimanerci morta?
- Nessuno lo sa veramente, ma io sì. Voleva essere più inteligente di sua madre e quindi le rubò il suo diadema. - indicò con un dito un vetro grigio sulla testa di Priscilla - Quindi scappò in Albania perché nessuno lo sapesse e quando il barone arrivò per riportarla ad Hogwarts lei lo nascose nella foresta in cui era e l'uomo la uccise. Dopo essersi reso conto di cosa aveva fatto si suicidò e nessuno seppe più che fine aveva fatto il diadema. Ma non è più in Albania.
In quel momento stesso un orologio segnò che erano le sedici in punto, così Luna si rivolse un'ultima volta ad Hermione:
- Scusami Hermione, ma adesso devo andare, devo incontrare una persona ad Hogsmeade. Buona fortuna.
Detto ciò sparì e se ne andò, lasciando Hermione da sola con la finestra.


*****


Lights will guide you home
And ignite your bones
And I will try to fix you



Decise di tornare a tradurre il piccolo libro 75b, dato che lo aveva finalmente trovato, così decise di tornare al suo dormitorio.
Fortunatamente, Malofy non c'era o era abbastanza silenzioso da non far venire neanche un minimo rumore dalla sua camera.
Hermione chiuse la porta e stavolta preferì serrarla in modo che Malfoy non sarebbe riuscito ad entrare al primo tentativo.
Si mise china con il capo con il dizionario a destra e il piccolo libro a sinistra.
Dopo dieci minuti riuscì a tradurre qualche frase.
L'intestazione (o il titolo) del primo punto era così:



premessa tutte le informazioni contenute in questo libro sono state verificate da i seguenti studiosi
tullio guiltis, welzia hesp, hurtias zobe e jackall astris. si ricorda che il documento riguarda degli atti di pura magia oscura ed ed e sconsigliato tenerlo a portata di maghi e streghe di eta minore.
capo degli studi sulla magia oscura, dostrard jeck.



La cui esatta traduzione era questa:

Premessa: tutte le informazioni contenute in questo libro sono state verificate da i seguenti studiosi:
Tullio Guiltis, Welzia Hesp, Hurtias Zobe e Jackall Astris. Si ricorda che il documento riguarda degli atti di pura magia oscura ed ed è sconsigliato tenerlo a portata di maghi e streghe di età minore.
Capo degli studi sulla magia oscura, Dostrard Jeck.


Quindi era questo l'argomento del libro: magia oscura. Al solo tradurre quella parole Hermione rabbrividì: odiava la magia oscura e tutti i suoi effetti, infatti con quella si poteva comandare, torturare o addirittura uccidere le persone.
Oppure, nel caso di Voldemort, si poteva essere resi immortali (o quasi).
Hermione si chiedeva ancora come un essere umano potesse uccidere delle persone solo per la sua sopravvivenza.
Per creare gli Horcrux.
Gli Horcrux.
Li aveva talmente trascurati per quel dannato codice che adesso aveva smesso di cercarli.
Ricapitolando, quelli distrutti erano tre: il diario, l'anello e il medaglione.
Quindi, secondo i calcoli di Silente, gli Horcrux rimasti erano tre.
Ma che cosa potevano essere?
Da quanto le aveva detto il Preside erano oggetti molto cari a Voldemort o direttamente legati a lui, ma altrettanto difficili da trovare.
Il medaglione apparteneva direttamente a Salazar Serpeverde, il fondatoree della sua casa.
Anche Priscilla Corvonero era stata una dei fondatori, più precisamente dei Corvonero.
Si rese conto ad allora che sapeva qual era uno degli Horcrux che Voldemort aveva creato.


*****

High up above or down below
when you're too in love to let it go
but If you never try you'll never know
Just what your worth.




Uscì di nuovo dal suo dormitorio e si diresse verso Hogsmeade, dove sapeva che Luna sarebbe andata, ma non la trovò da nessuna parte, così tornò rassegnata al castello, dove l'aspettò per due ore all'entrata d'ingresso.
Hermione odiava aspettare, ma si rese conto che per quel motivo valeva la pena, così ringraziò il cielo quando vide la ragazza dai capelli biondi saltellare in direzione del castello, con i riccioli scossi leggermente dal vento pomeridiano.
Il sole sarebbe tramontato tra un'oretta, così si vedeva già un po' l'oscurità prendere il sopravvento sul cielo chiaro.
Quando la ragazza fu più vicina Hermione le corse contro, come per recuperare il tempo perso che aveva passato ad aspettarla.
- Ciao Hermione. - la salutò Luna - Che cosa vuoi chiedermi?
Hermione si smise di chiedere come faceva ad indovinare che cosa passava per la testa delle persone e giunse al nocciolo dell'argomento.
- Luna, devo sapere dove si trova il diadema di Corvonero, è importante. Davvero.
- Oh, ti credo, lo sento dalla gravità del tuo tono di voce che è importante, ma, ahimé, non posso aiutarti. Non c'è anima viva che sappia dove sia. Forse dovresti chiedere a qualcun altro. Ciao, Hermione.
E detto questo se ne andò, probabilmente al suo dormitorio.


*****

Tears streaming down your face
When you lose something you cannot replace
Tears streaming down your face and I ...

Tears streaming down your face
I promise you I will learn from my mistakes
Tears stream down your face and I ...




Credeva che Luna sapesse dov'era il diadema, d'altronde le aveva detto proprio lei che non era più in Albania dove lo aveva nascosto Helena Corvonero.
Pensò e ripensò a tutte le parole che aveva scambiato con Luna quel giorno.
"Voleva essere più inteligente di sua madre e quindi le rubò il suo diadema".
Quindi aveva la certezza che il diadema per l'ultima volta fosse stato in possesso di Helena, non di Priscilla.
"...
lei lo nascose nella foresta in cui era e l'uomo la uccise".
Quindi Helena era morta e con sé era probabilmente morto il segreto del luogo in cui era rimasto l'oggetto.
"
Ma non è più in Albania".
Si fidava di Luna e sapeva che poteva dire la verità. Ma chi poteva averlo detto a lei?
Poi era passata a controllare di nuovo l'ultima conversazione, quella avuta qualche minuto prima, che era durata poco.
"...
ahimé, non posso aiutarti" , era la risposta che aveva ottenuto quando le aveva chiesto il luogo in cui era nascosto il diadema.
E poi le aveva detto una cosa, una cosa che all'improvviso le sembrò importante.
Cominciava sempre di più ad apprezzare l'intelligenza di Luna, anche perché era spontanea e naturale.
Sorrise e si diresse verso il suo dormitorio, correndo.
Non esattamente al suo dormitorio, ma all'entrata del suo dormitorio.
Le ultime parole di Luna le rimbombavano nella testa.
"
Non c'è anima viva che sappia dove sia. Forse dovresti chiedere a qualcun altro ".

Lights will guide you home
And ignite your bones
And I will try to fix you.




RIFERIMENTI:

* = Questo qui è una specie di proverbio che ho inventato io. Premetto che non approvo molto il senso, dato che sono una Serpeverde, ma credevo che un po' di comicità sarebbe stata carina da inserire, vi è piaciuto? Fatemelo sapere!

NOTE DELL'AUTRICE.

La canzone è Fix you - Coldplay.
Ecco un nuovo capitolo!
La dedica è rivolta ad una meravigliosa attrice, Jennifer Lawrence.
E' entrata nella lista dei miei idoli a parità con Emma Watson perché la sua abilità nel recitare è impareggiabile: per questo, ha vinto un oscar per il suo film di debutoo "Un gelido inverno".
E' davvero un'attrice favolosa, che adesso è ancor più famosa per il ruolo di Katniss negli "Hunger Games", uscito il primo maggio in Italia.
Spero che faccia carriera, anche se si può dire che la sta già facendo.

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Capitolo 21
*** Goal. ***








A BB, una ragazza molto dolce che mi ha illuminato la giornata.







You are the hole in my head
You are the space in my bed
You are the silence in between
What I thought and what I said
You are the nighttime fear
You are the morning when it's clear
When it's over, you're the start
You're my head and you're my heart.




Sir Twain era un uomo gentile e disponibile verso gli altri.
Era un noto scrittore nel mondo dei maghi, forse il corrispondente di Shakespeare del mondo babbano e ciò non era poco.
Aveva scritto racconti di ogni genere: fantasia, amore, poesie e tanto altro, ottenendo sempre di più successo grazie al suo innato talento.
Oltre ad essere un bravissimo scrittore, aveva forse il talento naturale di non "giudicare i libri dalle copertine".
Questo era dovuto al fatto che, dato che era stato un grande viaggiatore, aveva conosciuto molte persone e di conseguenza aveva imparato che bisogna conoscere a fondo una persona per giudicarla.
Infatti quasi detestava le persone che giudicavano certe situazioni solo perché ai loro occhi sembravano sbagliate o innaturali: lui preferiva rimanere in una posizione neutra, conoscere realmente la situazione finché poteva e poi si che poteva giudicarla!
Le persone che facevano come lui le definiva, nella sua testa, inteligenti.
E oltre a questo piccolo aspetto dell'inteligenza apprezzava molto anche l'ingegno: infatti aveva una passione innata per l'imparare e diceva che neanche una vita era abbastanza per leggere tutti i libri che sarebbe valsa la pena di leggere.
Sir Twain non era un Corvonero, no.
Anche se modestamente si riteneva abbastanza inteligente ed arguto di mente, non poteva trovare che perfetta la sua casa di appartenenza.
Era stato il bambino più felice a questo mondo quando il cappello parlante, ai tempi che furono, lo aveva smistato nella casa dai colori argento e verde e sapeva che il copricapo non avrebbe potuto fare scelta migliore.
Infatti, anche se era sempre stato un bambino generoso e disponibile, era anche ambizioso a far valere i suoi ideali e cercava sempre di propagandare la sua idea di inteligenza rispetto al giudicare delle persone, anche se non aveva avuto sempre successo.
Oltre alle persone inteligenti, provava tanta ammirazione per quelle che sapevano risolvere i suoi complicati indovinelli.
Infatti, sapeva rispondere a tutti gli enigmi del mondo e mai nessuno era riuscito ad imbrogliarlo.
In cambio di una risposta ai suoi indovinelli, Sir Twain dava sempre qualcosa.
Per questo fu immensamente felice quando vide arrivare di corsa la ragazza del dormitorio che proteggeva con la sua pesante cornice.
- Miss Granger, sta bene? - chiese il signore, educatamente.
La ragazza appoggiò una mano al muro, non rispondendo per riprendere fiato ansimando con la bocca aperta.
Chiaramente non era abituata a correre.
- Si, Sir Twain. Le devo chiedere urgentemente una cosa - disse in tono di voce serio da far preoccupare l'uomo.
- E' successo qualcosa di grave? - chiese allarmato lo scrittore.
- Può accadere, ma la devo fermare. Ho bisogno di trovare un oggetto. Un oggetto molto importante.
- E di che oggetto si tratta?
- Del diadema perduto di Priscilla Corvonero.
L'uomo quasi rise per l'assurdità della frase.
Il diadema di Priscilla Corvonero? Era per caso matta quella ragazza?
Nessuno in secoli e secoli lo aveva trovato e adesso lei pretendeva di trovarlo?
Sciocca ragazza.
Ma si accorse che aveva giudicato troppo presto la situazione e quasi arrossì dalla vergogna per essere andato contro la sua etica personale.
- Mi dica, perché lo vuole cercare? Non mi sembra che vada molto male con i voti scolastici...
- Oh, no! Mi ha frainteso! Non ho nessun problema scolastico! ho bisogno di trovarlo perché... - vacillò - Senta, Sir Twain. Ho necessità di trovare quel diadema e di certo non è per gioviare alla mia carriera scolastica... Sono molto soddisfatta dei miei v...
- Allora, Miss Granger, la posso aiutare. Però, mi deve dimostrare che è abbastanza inteligente da non voler usare il diadema per lei.
- E come?
Sir Twain ghignò.
- Deve rispondere ad un indovinello. Un mio indovinello. Accetta?
La ragazza annuì.
- Lo vuole sentire adesso?
Hermione annuì di nuovo.
Sir Twain aveva già in mente l'indovinello che avrebbe dovuto fare.
Si schiarì la gola tossendo ed annunciò a voce chiara:
- Si è perduta in un bosco e deve ritornare a casa. Vaga per tutta la notte e quando fa giorno arriva ad un bivio dove ci sono davanti due folletti. Riconosce quel bivio e sa che da una parte si trova la strada per casa sua e se prenderà l'altra andrà contro ad una morte certa, lunga e dolorosa, ma non sa in che ordine sono quelle strade. Sa anche che uno due folletti, che sono gemelli, dice sempre la verità e l'altro dice sempre la bugia, ma non sa chi dei due è bugiardo o meno. Ha la possibilità di rivolgere ad entrambi una sola domanda per capire che strada prendere e quando sarà partita non potrà tornare indietro. Qual è la domanda che le serve per arrivare a casa sua, sapendo che i due folletti sanno dove dirigono le due strade?
La ragazza sorrise. Sapeva già la risposta a quell'indovinello.
Infatti, Hermione aveva un'amica babbana che era appassionata di indovinelli e lei aveva dovuto trovare la risposta a tutti gli enigmi che lei le proponeva e fortunatamente gli si era già presentato un indovinello di questo tipo, con qualche dettaglio diverso, ma la soluzione era nello stesso modo.
- Che cosa mi risponderebbe l'altro folletto se gli chiedessi qual è la strada per tornare a casa? - disse, facendo finta di pensarci su un poco.
- In questo modo, entrambi mi risponderebbero la stessa direzione e io prenderei l'opposta. Giusto? - chiese di nuovo lei.
Sir Twain spalancò la bocca in stupore, per poi ricomporsi velocemente.
- Giusto. Mi stupisce sempre di più, signorina Granger. Ma ahimé, non so dove potrebbe trovare il diadema di Corvonero. Ma so chi potrebbe saperlo.
La ragazza si avvicinò per sentire ancora di più e capì dove sarebbe andata adesso.



*****



No light, no light
In your bright blue eyes
I never knew daylight could be so violent
A revelation in the light of day
You can't choose what stays and what fades away
And I'd do anything to make you stay
No light, no light
Tell me what you want me to say

Correva e correva verso il corridoio del sesto piano.
Non sapeva come l'avrebbe trovata, ma il suo intuito le diceva che sarebbe riuscita a parlare con lei, in qualche modo.
Dopo un po', quando era stanca, decise di sedersi sul bordo di una finestra, per riposarsi un po' e riprendere fiato.
Respirava affannosamente, cercando di controllare il suo battito cardiaco, ma non si accorse che qualcuno la stava osservando.
Si guardò intorno, dato che si sentiva osservata, ma non vide nessuno.
Rabbrividì quando sentì la voce di una donna profonda e calda, che arrivava da lì vicino.
- La tua ricerca è invana. Vattene.
Si guardò di nuovo intorno: era balzata in piedi dato che si era spaventata e così aveva cominciato di nuovo a correre per cercare di raggiungerla.
Si fermò e stavolta la sentì più vicina.
- Non ti dirò dov'è. Vattene.
Cercò di capire da dove proveniva la voce e scoprì che era nel corridoio dopo l'angolo vicino a cui si trovava.
- Hermione Granger, vattene. Questo è il mio ultimo avvertimento.
Arrivò in fondo al corridoio, svoltò a destra e vide in lontananza una figura pallida, fluttuante a mezz'aria.
Fu in quel secondo che Hermione si rese conto di dover respirare e magari parlare.
- Aspetta! - gridò alla donna, poco prima che quella si girasse per andare via.
Hermione riuscì a guadagnare terreno in qualche istante, raggiungendo la donna, che si girò e le gridò di nuovo contro.
- Non avrai nulla da me, vattene!
Detto questo le passò attraverso ed Hermione non riuscì a non rabbrividire per la sensazione di freddo che le aveva causato la donna, che adesso se ne stava tornando dov'era prima Hermione.
- Ti prego. Non lo voglio per me. Lo devo distruggere.
Con l'ultima frase Helena Corvonero si girò, con un'espressione accigliata.
- Tu cosa ...?
- Lo voglio distruggere. So che non ti fidi di me, ma non lo voglio davvero usare per diventare più inteligente e non lo darò a nessuno. E scommetto che sai anche perché.
Quelle ultime parole usciroo fuori dalle labbra di Hermione forse con il tono di voce sbagliato, dato che risuonarono nell'aria come un'accusa.
- Non pensavo che ne avrebbe fatto uso in quel modo! Non sapevo neanche chi sarebbe diventato, se per questo! Non mi puoi incolpare per uno sbaglio che ho fatto senza volerlo! - disse Helena, sulla difensiva.
- Lo so, e non ti sto incolpando per questo, Helena. Ma adesso hai la possibilità di essere perdonata per lo sbaglio che hai fatto! Devi solamente dirmi dov'è e io lo distruggerò! Quel diadema è un...
- Horcrux! So che cos'è! So anche come lo ha creato! Ero lì... Davanti a lui... Quando ha ucciso... Quella povera ragazza babbana... Lo stavo supplicando di non farlo! - adesso dal fantasma scorrevano pesanti lacrime salate- Ma non c'è stato niente per fermarlo.
Si era coperta il volto con entrambe le mani e aveva continuato a singhiozzare.
Hermione si era avvicinata a lei, commossa e le aveva sussurrato queste parole:
- Helena, hai l'opportunità di essere perdonata per questo sbaglio, devi solo dirmi dov'è.
- Hermione Granger - ussurrò la donna, asciugandosi le lacrime - vuoi davvero sapere dov'è il diadema perduto di mia madre?
La ragazza annuì debolmente.
- E' nella Stanza delle Necessità.



*****



To the crowd I was crying out and
In your place there were a thousand other faces
I was disappearing in plain sight
Heaven help me, I need to make it right

You want a revelation
You want to get "right"
But it's a conversation
I just can't have tonight
You want a revelation
Some kind of resolution
You want a revelation



Helena Corvonero le aveva spiegato dove si trovava il suo diadema perduto.
Era andata nella Stanza delle Necessità e, come indicato da lei, aveva trovato il vecchio, ma brillante diadema posto sul busto di una vecchia maga.
Era bellissimo, lo doveva ammettere e quasi avrebbe provato l'ebbrezza di provarselo per capire che cosa volesse dire essere ancor più inteligente di quel che era, ma disse che aveva fatto una promessa ad Helena e che aveva l'intenzione di mantenerla.
Così, lo aveva preso e si era diretta subito nel dormitorio dei Grifondoro, aveva chiesto dov'era Harry Potter e si era diretta subito dove gli avevano indicato.
Trovò il ragazzo a parlare con Hagrid nella sua casa e chiese al mezzogigante se poteva un attimo parlare in privato con Harry.
Lui la guardò stranito e le rispose:
- Che c'è?
Lei si guardò intorno e finalmente sussurrò all'amico.
- Harry, ho trovato un altro Horcrux.

Would you leave me
If I told you what I'd done?
And would you leave me
If I told you what I'd become?
'Cause it's so easy
To say it to a crowd
But it's so hard, my love
To say it to you out loud



NOTE DELL'AUTRICE.

La canzone è No light, No light - Florence and The Machine.
La dedica di questo capitolo è per una ragazza che mi ha lasciato un messaggio molto bello e che mi ha fatto anche scappare una lacrimuccia...
Voglio davvero, davvero ringraziarla e voglio ringraziare anche voi che state leggendo e che recensite!
Spero che la storia sia stata chiara e voglio ancora scusarmi per non aver potuto pubblicarlo domenica scorsa, ma come potevate sapere leggendo sulla pagina di Facebook, ho avuto dei problemi e non ho avuto la possibilità di scrivere.

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Capitolo 22
*** Iris ***














And I'd give up forever to touch you
'Cause I know that you feel me somehow
You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now
.


L'espressione di felicità che apparve all'improvviso sul volto del ragazzo fu indescrivibile.
I suoi zigomi si piegarono in modo che il viso formasse una smorfia tanto allegra quanto buffa ed Hermione quasi sorrise quando lo vide.
- Come hai fatto? - chiese stupito, riprendendosi da un momento di shock.
- Ho avuto fortuna. Ho incontrato Luna e mi ha detto che la fondatrice della sua casa, Priscilla Corvonero, era famosa per il fatto che possedeva il diadema di Corvonero, un oggetto introvabile e molto prezioso. Così ho pensato alla coppa di Tosca Tassorosso e come anche quella fosse introvabile e... Ho fatto due più due.
- Sì, ma non mi hai spiegato come hai fatto a trovarlo - ripeté confuso il ragazzo, con la solita espressione in viso.
Hermione chiuse gli occhi, respirò profondamente e organizzò le cose da dire in modo chiaro e preciso:
- Luna mi ha detto che nessuna anima viva sapeva dove fosse e l'unica persona morta che conosco
, oltre a Nick-quasi-senza-testa, è Sir Twain, il guardiano del mio dormitorio di Caposcuola. Così lui mi ha detto in un modo o nell'altro che dovevo chiedere ad Helena, la figlia di Priscilla. L'ho trovata e le ho spiegato la situazione e alla fine l'ho convinta. Mi ha detto dove si trovava il diadema.
Tirò fuori da sotto il mantello l'oggetto e lo fece vedere ad Harry, scrutandosi intorno per controllare di non essere vista da nessuno.
Da quando aveva iniziato la caccia agli Horcrux si sentiva perennemente osservata, anche se alcune volte la sua sensazione non aveva avuto senso.
Il riflesso del diadema apparve negli occhiali di Harry.
- Hermione... Dov'era questo diadema? - chiese, l'espressione quasi completamente svanita dal suo volto - Mi sembra di averlo già visto...
- Harry... Era nella Stanza delle Necessità. Vicino al libro di Pozioni del Principe Mezzosangue*.
Il ragazzo parve un po' sconvolto da quell'affermazione, ma si riprese subito.
Fece capolino di nuovo per salutare Hagrid, che ricambiò calorosamente.
- Dobbiamo andare. Prima lo distruggiamo, meglio è.



*****




And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
'Cause sooner or later it's over
I just don't want to miss you tonight



Stavano passando per i corridoi di Hogwarts, diretti verso il dormitorio di Hermione, con l'intento di prendere le zanne di Basilisco per distruggere l'oggetto.
Arrivarono davanti al signor Twain.
- Signorina Granger, è riuscita a trovare ciò che cercava? - chiese il signore.
- Sì, Sir Twain. La volevo ringraziare, col suo aiuto ho trovato Priscilla in un batter d'occhio.
- Oh, cara, ma non devi ringraziarmi, sei stata tu abbastanza intelligente da risolvere il mio enigma. Adesso, vedo che sei di fretta, quindi ti lascerò passare, dopo la parola d'ordine, ovviamente.
- Boccino d'oro.
La parola d'ordine era stata cambiata recentemente, così dopo averla detta entrò dentro la sua Sala Comune e si guardò intorno, sperando davvero che non ci fosse Malfoy.
Il suo desiderio fu esaudito, dato che nessuna chioma bionda spuntò fuori all'improvviso mentre salirono nella sua stanza a cercare le zanne di Basilisco.
Come sempre, erano nello scompartimento segreto del baule di Hermione e non fu difficile recuperarle.
Uscirono di nuovo dalla camera, diretti verso la Stanza delle Necessità, quando il grande orologio vicino al camino suonò le dieci di sera.
Hermione continuò a camminare verso l'uscita quando Harry la prese per un gomito e la fermò.
- Dove credi di andare, Hermione?
La ragazza rimase stupita dal tono di voce di Harry.
Letta l'espressione confusa nel viso di lei, il ragazzo le spiegò:
- Non hai sentito che hanno messo un incantesimo che protegge tutti i corridoi di Hogwarts dopo le dieci di sera? Non possiamo uscire. Non fino alle otto di domani mattina.
- Quando c'è stata questa nuova notizia? - chiese sconvolta e un po' arrabbiata Hermione, che non ne aveva saputo niente.
- E' stata appesa in bacheca ieri mattina.
Il problema era che Hermione non guardava la bacheca dalla sua ultima ronda serale, quindi non aveva visto niente dell'avviso.
Però si fidava di Harry e quindi decise che non sarebbe uscita dal suo dormitorio.




*****



And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am



- Quindi dove possiamo distruggerlo? - chiese la ragazza, seduta sul divano di fronte ad Harry.
- Non abbiamo altra scelta. Dobbiamo farlo qui. Dormire sarebbe una perdita di tempo ed ogni secondo è prezioso.
- Qui? Ma se poi succede qualcosa come... - stava per smascherarsi quando riuscì a cambiare il discorso - Se succede qualcosa e il dormitorio viene distrutto? Chi lo spiegherà ai professori? Come faremo a rimettere tutto?
La situazione era, manco a dirlo, problematica.
- Non abbiamo altra scelta. Dovremo vedere come andranno le cose.
- Ma non possiamo distruggerlo qui! Malfoy se ne renderebbe conto...
- Approposito, dov'è Malfoy?
Harry ed Hermione si accorsero per la prima volta che il ragazzo non sarebbe potuto entrare prima della mattina successiva, quindi o era rimasto fuori o era dentro.
Hermione decise di chiamarlo per vedere se era dentro.
- Malfoy, Malfoy! Vieni subito qua!
Passarono due minuti e il ragazzo non si fece vedere.
Hermione bussò alla porta di camera sua e nel bagno che condividevano, ma nessuno rispose.
Arrivò alla conclusione che il biondino non era da quelle parti.
Menomale. Sarà tutto più facile, pensò Hermione.
- Harry, Malfoy non è qui. Possiamo distruggere l'Horcrux.


*****


And you can't fight the tears that ain't coming
Or the moment of truth in your lies
When everything feels like the movies
Yeah you bleed just to know you're alive

Spostarono i due divani, in modo che al centro della Sala comune ci fosse uno spazio in cui ci potevano stare Harry, Hermione e il diadema.
Prepararono una zanna di Basilisco pronta a pugnalare il diadema ed entrambi si chinarono.
- Harry, fallo tu stavolta. Non me la sento.
Il ragazzo la guardò negli occhi e per un momento ebbe paura che avrebbe scosso la testa per rinunciare, ma invece annuì.
Impugnò la zanna di Basilisco e pugnalò il diadema con tanta forza da lasciare un graffio sul pavimento.
In quel momento si sentì un urlo.



*****



And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am


L'urlo apparteneva ad una voce femminile, che entrambi riconobberò come Ginny Weasley.
- Harry, aiuto! Harry!
La voce sembrava provenire dalla stanza di Malfoy, come se la ragazza venisse pian piano soffocata, con la voce più leggera e flebile.
Il ragazzo si diresse subito verso la porta e cercò di aprirla, invano.
Cercò di aprirla normalmente, poi con uno strattone, poi con un colpo dela spalla e di nuovo con un calcio, ma non ci riuscì.
- Ginny, Ginny! Apri la porta! - cominciò a battere i pugni sul legno duro, urlando.
Hermione non sapeva che cosa fare, aveva provato tutti gli incantesimi possibili, quando notò qualcosa di strano nella voce della ragazza.
Lei aveva già sentito quel tipo di voce.
No, quella non era Ginny Weasley.
Era lo stesso tipo di voce che aveva sentito quel giorno nella stanza delle Necessità, solamente deformato in modo che potesse sembrare quella di Ginny Weasley.
Si accorse che il diadema stava tremolando ed avvicinandosi scoprì che proveniva da lì ed era solo un effetto sonoro il fatto che provenisse dalla camera di Malfoy, che, guarda il caso, era il nemico numero uno di Harry Potter, dopo Voldemort.
Senza pensarci un attimo, Hermione gettò l' Horcrux nel camino e pronunciò un incantesimo che aveva letto in un libro di magia oscura una volta.
Quando l' Ardemonio uscì dalla bacchetta di Hermione, fu troppo tardi per rendersi conto che non avrebbe potuto controllarlo.



I just want you to know who I am




RIFERIMENTI.
*= Nella mia storia (che si svolge nel sesto anno), Harry ha trovato il libro del Principe Mezzosangue e ha ottenuto dei buoni voti grazie ad esso, però è stato costretto da Ginny a nasconderlo nella Stanza delle Necessità. Harry non ha scoperto niente del fatto che che Piton era il vero proprietario.

NOTE DELL'AUTRICE.
La canzone è Iris - Goo Goo Dolls.
Giovedì sarà il mio compleanno e sono super eccitata! Ho un vago sospetto che i miei amici mi regaleranno il libro Harry Potter dalla Pagina allo schermo e ne sono felicissima!
Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!

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Capitolo 23
*** Act. ***











Life’s too short to even care at all, Ooh
I’m losing my mind losing my mind losing control
The fishes in the sea they’re staring at me, ooh.
A wet world aches for a beat of a drum, ooh.
.


Prima di potersene rendere conto, Hermione Granger fece un gravissimo errore.
C'era un motivo per cui a lei non piaceva la magia nera: poteva provocare del male irreparabile agli altri e dopo ciò, era praticamente impossibile da controllare.
Non sapeva che cosa le era successo e quella era stata la prima volta che aveva agito senza pensare, ed in seguito se né vergognò molto.
Il fumo del fuoco che bruciava tutto intorno offuscava la vista a lei e ad Harry Potter, che ormai non cercava più di salvare la sua ragazza, dato che la sua voce era svanita quando il fuoco aveva toccato il diadema.
Adesso Harry cercava di spegnere quello che per lui sembrava normalmente fuoco, ma che non era domato neanche dagli ampi getti di acqua che uscivano dalla sua bacchetta.
Quando vide che tutti i suoi tentativi erano invani, allora decise di portare l'amica al sicuro, trascinandola per un braccio e levandole la bacchetta dalla mano in modo che il fuoco non aumentasse.
Infatti non ne uscì più, ma c'era sempre il problema che rimaneva quello creato in precedenza.
Il primo pensiero di Hermione fu di salvare il piccolo libro che le aveva lasciato Silente.
Infatti, riuscì a liberarsi della stretta dell'amico per correre in camera sua, dove le fiamme non erano ancora arrivate.
Afferrò il piccolo libro e scese di corsa per le scale, quando arrivò un urlo poco più in là di lei.
Solo che stavolta era vero.
- Hermione!
Harry stava cercando di combattere contro una lingua di fuoco che stava attaccando proprio lui.
Questa, vedendo la resistenza del ragazzo, colpì di propria volontà il soffitto in legno della stanza e fece crollare quello che venne giù addosso al ragazzo.
- Harry!
La ragazza gli corse contro, sempre con il libro in mano e cercò di farsi strada tra le macerie del soffitto che erano cadute a terra.
Ad un tratto, poco prima di raggiungere il ragazzo, lei cadde a terra, colpita da qualcosa che la prese sopra la testa e svenne.
Intorno a lei, l'Ardemonio prendeva sempre di più vita, incontrollabile.



*****




If I could find a way to see this straight
I'd run away
To some fortune that I,
I should have found by now

I'm waiting for this cough syrup
to come down, come down.





La prima cosa che le venne in mente al suo risveglio fu il forte mal di testa che sentiva.
Le sembrava di essere sospesa in una stanza buia, pressata contro il pavimento da qualcosa di molto pesante che le impediva di respirare correttamente.
Più respiri faceva, più le sembrava faticoso e necessario inalare ossigeno.
Si fece forza di ricordare che cosa era successo e riuscì solo a capire che in qualche modo la situazione in cui si trovava era dovuta agli Horcrux e al fuoco.
Infatti pian piano cominciò a percepire un leggero odore di fumo, che diventava sempre più pesante, fino a diventare insopportabile.
Si alzò, non aprendo gli occhi per evitare di cadere.
Provò a fare qualche passo ad occhi chiusi, per provare se le gambe erano ancora tutte intere.
Dopo qualche passo decise di aprire gli occhi, ma fu una scelta sbagliata: perse l'equilibrio e cadde nel morbido letto in cui era stesa pochi minuti prima.
Si distese di nuovo, respirò profondamente, notando con sollievo che il peso sul suo corpo era stato alleviato e piano piano aprì gli occhi, abituandosi alla poca luce della stanza in cui si trovava.
Dopo qualche secondo sentì aumentare il dolore alla testa e le sembrò che tutta la stanza girò e aprì la bocca per vomitare, ma riuscì solamente a tossire.
Quasi nello stesso momento si aprì la porta della stanza, facendo entrare una grande quantità di luce, insieme ad una sagoma che la ragazza non riuscì ad associare ad un nome.
La porta si rinchiuse in qualche secondo e la persona che era appena entrata accese la luce, facendo lamentare la ragazza, che era stata accecata.
Era chiaramente la sagoma di un uomo, o più precisamente di un ragazzo alto, molto alto.
Il luogo in cui era era molto simile alla sua stanza, solo più cupo e riempita dal letto in cui stava e da un armadio nero lucido vicino ad una scrivania in legno.
Le rimbombò forte la testa quando sentì il rumore di nocche contro la porta dall'altro lato in cui si trovava.
Non riconobbe la voce che parlò, vicino a lei.
- Ti ho detto di aspettare, lasciami fare il mio lavoro.
La risposta acida e secca seguì velocemente.
- Non è il tuo lavoro. Sbrigati.
Aprì gli occhi, che ormai si erano per lo più abituati alla luce della piccola lampadina e decise di vedere chi si trovasse davanti a lei.
Un ragazzo alto, scuro di pelle e dagli occhi verde chiaro stava frugando in una borsa appoggiata sulla scrivania della piccola stanza.
Tirò fuori quello che sembrava un cilindro con una delle due estremità più allungate, con un foro scuro al limite di essa.
Si avvicinò ad Hermione, che era distesa sul letto e le controllò gli occhi con la piccola lucina (l'oggetto che aveva tirato fuori dalla borsa).
- Zabini ? - furono le prime parole che Hermione riuscì a dire, con una voce più roca di quella che si aspettava.
- Sembra che tu non abbia subito alcun danno esterno. Aspettavo che ti svegliassi per controllare quest'ultima cosa - rispose il Serpeverde riordinando la sua borsa ed uscendo fuori.
- Riposati. - disse, uscendo dalla porta, lasciando Hermione da sola, nell'oscurità.



*****


Life's too short to even care at all, oh
I'm coming up now, coming up now
out of the blue, oh.
These zombies in the park,
they're looking for my heart, oh oh .
A dark world aches for a splash of the sun, oh oh .



Riposarsi era l'ultima delle cose di cui Hermione aveva bisogno in quel momento.
Non sapeva che cosa era successo e a mala pena se lo ricordava.
Non sapeva dov'era Harry ed era anche molto confusa.
Poi Zabini era entrato come se nulla fosse nella stanza in cui era e l'aveva visitata ed era uscito fuori dicendole di riposarsi.
Voleva avere le idee chiare.
Scese dal letto e dopo vari tentativi riuscì a mettere un piede dopo l'altro senza cadere e si diresse verso la porta, abbassando la maniglia con quel poco di forze che aveva e spingendola in avanti.
La stanza che vide davantì a sé fu la Sala Comune del suo dormitorio, che condivideva con Malfoy.
Sentiva delle voci arrivare dal cucinotto vicino alla stanza in cui era e si mise ad origliare, notando bene che le due persone che parlavano erano Blaise Zabini e Draco Malfoy.
- Si è quasi rotta una gamba e si sono fratturate tre costole, che ho dovuto far crescere con l'Ossofast. Come anestetico ho dovuto usare questo, - e probabilmente indicò una bottiglia, che la ragazza non poteva vedere dal punto in cui era - che le farà girare la testa e le causerà dei conati di vomito, ma è fondamentale, dato che il dolore che sentirebbe la farebbe urlare fino a perdere la voce.
Ci fu un momento di silenzio, quando il biondo rispose:
- E Potter?
Il cuore di Hermione si fermò.
Adesso doveva ascoltare bene quello che era successo al suo amico, perché aveva il presentimento che nessuno dei due Serpeverde le avrebbe detto ciò.
- Potter sta molto meglio di lei. - rispose Blaise - Ma potrebbe comunque stare meglio.
- Cosa hai deciso di fare? Gli cancellerai la memoria?
No. Non potevano fare questo.
Non potevano cancellare la memoria ad Harry.
Hermione si sentiva già in colpa per averlo fatto e non aveva intenzione di portare un altro di questi pesi.
Stranamente, Blaise era della sua stessa opinione.
- Lo deciderà lei. Adesso devo andare a vedere come sta e devo spiegarle tutto.

*****

If I could find a way to see this straight
I'd run away
To some fortune that I,
I should have found by now

And so I run now to the things
they said could restore me
Restore life the way it should be

I'm waiting for this cough syrup
to come down.


Hermione corse subito nella camera in cui era prima e si infilò dentro al suo letto.
Fortunatamente Zabini non se ne accorse e bussò alla porta.
La ragazza non rispose e fece finta di dormire.
- Granger, non sei brava a recitare. Si vede benissimo che stai facendo finta di dormire. Penso che tu già sappia che cosa ti sto per dire.
La ragazza si mise comoda sul letto e sbatté un'altra volta le palpebre perché aveva ancora un giramento di testa.
- Prima che cominci a raccontare che cosa è successo, Granger, devo premettere una cosa.
- Cosa? - parlò lei per una seconda volta al ragazzo.
- Se non ci fosse stato Malfoy a salvarvi, non ci sarebbe stata questa conversazione.



One more spoon of cough syrup now.


NOTE DELL'AUTRICE.
La canzone è Cough Syrup - Young the Giant.
Scusatemi se ho pubblicato il capitolo così in ritardo, ma sono stata davvero impegnata in questi giorni perché devo finire di fare alcune valigie per le vacanze estive!
Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Per BB:
Mi dispiace, ho letto il tuo messaggio quando era troppo tardi, ma mi ha fatto tanto piacere parlarti e sappi che ho trovato molto utili i tuoi suggerimenti e li userò nei prossimi capitoli, forse nel 24!


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Capitolo 24
*** Heal ***






A Isabela, che mi ha dedicato parte del suo tempo quando la città dormiva.






When I was a young boy,
My father took me into the city
To see a marching band.
.


In qualche modo lo sapeva.
Dal momento in cui si era svegliata aveva saputo che Malfoy c'entrava qualcosa, in tutta quella storia.
Adesso aveva capito che aveva riposato nella camera del biondino da quando era successo tutto e si stupì che Malfoy avesse accettato di ospitarla.
Ma voleva sentire di più che cosa era successo e stava per aprire la bocca quando Blaise la interruppe.
- Che cosa ti ricordi?
Lei lo guardò stranita: non era lui che doveva raccontare la storia?
Quando il ragazzo la vide così perplessa, aggiunse:
- E' per vedere se la tua memoria è stata modificata o meno.
Hermione capì cosa voleva intendere e cominciò a riordinare le idee che aveva in mente su quello che era successo.
- Mi ricordo che ero nel mio dormitorio. C'era anche Harry. Poi è successo qualcosa. C'era del fuoco. E tanto fumo. Avevo paura. Sono svenuta e poi mi sono ritrovata qui. Non ricordo molto altro.
Si stropicciò gli occhi con le dita e si trattenne la testa perché le cominciava a farle male sempre di più.
Si distese di nuovo sul letto e si mise a guardare Blaise per confermare la sua teoria.
Dopo una breve pausa, il ragazzo annuì.
Prese la sedia dalla scrivania e si mise a sedere vicino al suo letto, con una posizione fredda e distaccata.
- Vedo che in generale ricordi cosa è successo. E' un segno positivo. Premetto anche che ci sono alcune cose di cui noi - e con quel noi intendeva probabilmente lui e Draco - non siamo a conoscenza e che dovrai spiegarci tu se vorrai.
La ragazza annuì di nuovo.
- La prima cosa che non sappiamo è il motivo per cui hai evocato l' Ardemonio. Evidentemente non sei riuscita a controllarlo e il fuoco si è espanto per tutto il dormitorio, arrivando per ultimo nella stanza in cui ci troviamo e nella tua camera. Ricordi?
Ora che il ragazzo le stava raccontando tutto adesso cominciava a ricordarsi come erano andate le cose.
Adesso le era venuto anche in mente che aveva sentito la voce di Ginny prima di aver evocato il fuoco.
Annuì, invitando il ragazzo a proseguire la sua storia.
- Tu e Potter avete provato a spegnerlo senza ottenere nessun risultato e incontrollabile, il fuoco ha fatto crollare su Potter e te una parte del soffitto, facendoti svenire.
Adesso era tutto molto più chiaro. Si ricordava bene cosa era successo, eccetto per alcuni dettagli. Ma cosa era successo dopo?
Malfoy l'aveva salvata.
Voleva sapere com'era successo.
- Come ha fatto a trovarmi, Malfoy?
L'espressione del  ragazzo forse accennò ad un sorriso, mentre pronunciava le seguenti parole:
- Forse è meglio che te lo spieghi lui.
Si alzò dalla sedia e scomparve dalla porta, lasciando Hermione di nuovo sola.

*****


He said, "Son when you grow up,
would you be the savior of the broken,
the beaten and the damned?"
He said "Will you defeat them,
your demons, and all the non-believers,
the plans that they have made?"
"Because one day I'll leave you,
A phantom to lead you in the summer,
To join The Black Parade."



Blaise ritornò nella piccola cucina del dormitorio, dove vide Draco che lo stava aspettando.
- Come sta? - chiese il biondo, con una nota di preoccupazione troppo accentuata per non notarla.
- Sta bene - disse Blaise, facendo finta di non aver visto la sua preoccupazione.
- La sua memoria non è stata danneggiata. Però non mi ha detto perché ha evocato l' Ardemonio.
Il ragazzo annuì ascoltando l'amico, pensando agli ultimi fatti che erano avvenuti.
- Ti sta aspettando. Devi raccontarle tu come l'hai salvata.
- Cosa? Io non devo raccontarle niente. Casomai è lei che mi deve spiegare perché ha evocato il fuoco e che cos'è questo coso - disse, sollevando il piccolo libro che Hermione era riuscita a salvare dalle fiamme perfettamente intatto.
Blaise scosse la testa, con il solito sorriso di prima.
- Sbrigati. Non ho tutto il giorno.
Malfoy si arrese: afferrò degli oggetti che erano sul tavolo della cucina e bussò alla porta di camera sua.



*****



Sometimes I get the feeling she's watching over me.
And other times I feel like I should go.
And through it all, the rise and fall, the bodies in the streets.
And when you're gone we want you all to know.

 


- Avanti - sussurrò Hermione, non essendo neanche sicura di poter essere sentita dalla persona che era dietro la porta.
Draco malfoy entrò dalla porta, con qualcosa stretto in mano e si sedette sulla sedia che aveva spostato prima l'amico Blaise Zabini.
Per qualche minuto ci fu un silenzio imbarazzante, in cui Hermione si guardava le mani in grembo, dato che si era seduta di nuovo sul letto e in cui Malfoy si guardava attorno, quando lui finalmente ruppe il silenzio, che era molto più evidente di quanto si aspettasse.
- Blaise ha detto che la tua memoria non è stata modificata.
La ragazza annuì e decise di parlare con lui.
- E ha detto anche che mi hai salvata.
- Ho fatto quel che avrebbero fatto tutti - si mise sulla difensiva.
- Da quanto ho capito non hai mai fatto parte di quel "tutti".
Ci fu un altro minuto di silenzio, quando lei parlò di nuovo.
- Cosa è successo, dopo che...?
- Siete svenuti entrambi?
Hermione annuì.
- Avevo fatto un incantesimo alla mia porta: l'avevo chiusa in modo che potesse essere aperta solo da me e avevo fatto in modo di non sentire i rumori dall'esterno, ma sentivo un gran caldo e l'odore del fumo, che stava entrando dalla fessura sotto la mia porta. Così l'ho aperta e vi ho visti svenuti a terra.
- Come hai fatto a fermare il fuoco? Non è una cosa molto facile...
- Credo che tu possa immaginarti la risposta, Granger.
Infatti, la risposta lei la poteva immaginare, eccome: Malfoy era stato abituato fin da piccolo a fare incantesimi di Magia Oscura e probabilmente fermare l' Ardemonio non era stata una cosa così tanto complicata per lui.
- Quando vi ho trovati a terra stavi stringendo in mano questo.
L'attenzione della ragazza venne proiettata sull'oggetto che Draco aveva tenuto in mano per tutto il tempo, ma che era sembrato un semplice dettaglio: il libro che le aveva fatto trovare Silente.
Presa dallo stupore di non averlo perso glielo strappò di mano e si mise a sfogliarlo, per vedere se aveva subito qualche danno, ma era perfetto.
- Grazie per averlo salvato - disse Hermione, guardandolo negli occhi e sorridendo per la prima volta da quando si era svegliata.
- Aspetta a ridere, Granger. Non è la solita cosa che stringevi in mano quando ti ho trovata.
Frugò nella sua tasca, per tirare fuori due oggetti che assomigliavano a bastoncini, legati tra loro da un filo quasi invisibile rosso.
La sua sua bacchetta.
Era rotta.
- L'ho trovata già rotta. - spiegò Malfoy - Ho tentato di ripararla, ma sembra che non ci sia modo.
La ragazza prese in mano quello che restava della sua bacchetta e non riuscì più a sentire quella fantastica sensazione che sentiva ogni volta che la impugnava.
Non sentiva niente.
- Cosa è successo ad Harry? - cambiò discorso, per distrarsi dalla perdita della bacchetta.
- Potter sta molto meglio di te. E' ancora svenuto, Blaise dice che non si sveglierà prima di due giorni.
- Da quando in quà Blaise è un medico? - si rese conto solo allora che il ragazzo si comportava tale e quale ad un dottore.
- Suo padre è uno specialista al San Mungo. E' cresciuto abituandosi a vedere persone in condizioni anche gravi e forse ha più esperienza lui di altri medici.
Adesso aveva capito perché l'aveva  curata e rimessa in piedi.
Blaise era una specie di medico, solo non ufficiale.
Dopo poco, Malfoy si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta.
- Blaise dice che devi riposarti.
Poco prima che potesse uscire dalla porta, Hermione lo chiamò.
- Malfoy.
Il ragazzo si girò, sempre con la mano sulla maniglia, pronto ad uscire.
- Grazie per avermi salvato la vita.



*****



We'll carry on,
We'll carry on
And though you're dead and gone believe me
Your memory will carry on
We'll carry on
And in my heart I can't contain it
The anthem won't explain it.



Malfoy le aveva salvato la vita.
Non ci poteva ancora credere.
E ce l'aveva anche fatta a recuperare il libro 75b e la sua bacchetta, anche se rotta...
Doveva distrarsi da quello che era successo recentemente.
E come mai la notizia non si era sparsa per tutta Hogwarts, non venendo a conoscenza neanche dei professori.
Si alzò dal letto, ancora tremolante.
Si era riposata un altro po' in quelle tre ore che erano passate dalla conversazione con Malfoy e aveva avuto molto tempo anche per pensare.
Pensare, ad esempio, a quella domanda che ormai le era venuta in mente e che avrebbe avuto una risposta di lì a poco.
Raggiunse la porta ed abbassò la maniglia con meno fatica di quanto aveva previsto.
Buon segno, si stava rimettendo in piedi.
Sentì delle voci in cucina: probabilmente erano Blaise e Malfoy.
Si fece coraggio e si diresse verso di loro.
I due ragazzi si girarono all'unisono, sorpresi di vederla ripresa in così poco tempo.
- Granger... Vedo che sei capace di camminare... E' un buon segno. Draco, - si rivolse all'amico che aveva vicino - la lascio a te. Ci vediamo lunedì a lezione.
E detto questo, senza neanche accennare ad un saluto, sparì dalla porta d'ingresso, lasciando da soli lei e Draco.
Senza aspettare molto, fu lei ad iniziare la conversazione.
- Dov'è Harry? - chiese, con un po' d'ansia.
- Lo Sfregiato è nella tua stanza, deve ancora riposare. Blaise dice che non si sveglierà prima di domani mattina.
Hermione guardò l'orologio della cucina.
Le tre di pomeriggio.
Cosa avrebbe fatto tutto il giorno?
Prima che potesse fare la domanda che aveva avuto in testa tutto il giorno, Malfoy la interruppe.
- Vai a prepararti.
- Per cosa?
- Stiamo per uscire?
- Per quale occasione?
- Dio, Granger, a volte sei proprio stupida! Ti serve una bacchetta nuova, no?  Vestiti, andiamo a prenderne un'altra. Poi potrai farmi tutte le domande che vuoi. Ti aspetto in Sala Comune.


*****



A world that sends you reeling from decimated dreams

Your misery and hate will kill us all.
So paint it black and take it back
Let's shout it loud and clear
Defiant to the end we hear the call .


Si era preparata come aveva detto Malfoy, che le aveva fatto trovare in una borsa sul letto in cui aveva riposto dei vestiti che venivano direttamente dalla sua camera, dove c'era Harry che non doveva essere svegliato.
Si vestì con quelli e cercò di pettinarsi i capelli alla maniera babbana, con un pettine che aveva trovato nella stessa borsa, ma dopo un po' rinunciò alla sua missione impossibile.
In cinque minuti era pronta ed uscì dalla camera di Malfoy, con un aspetto che era più decente di quello che si era aspettata.
Malfoy era sempre lì ad aspettarla, seduto su un divano.
Fece il primo passo per raggiungerlo e quasi cadde a terra perché ancora non riusciva a controllare le gambe.
Naturalmente a Malfoy non passò inosservato quel gesto, che disse:
- Forse è meglio se andiamo piano.
Senza aggiungere altre parole, il biondino uscì dalla stanza, facendo in modo che Hermione lo seguisse.



Do or die, you'll never make me

Because the world will never take my heart
Go and try, you'll never break me
We want it all, we wanna play this part
I won't explain or say I'm sorry
I'm unashamed, I'm gonna show my scar
Give a cheer for all the broken
Listen here, because it's who we are
I'm just a man, I'm not a hero
Just a boy, who had to sing this song
I'm just a man, I'm not a hero
I don't! care!


NOTE DELL'AUTRICE.
La canzone è Welcome to the Black Parade - My Chemical Romance.
La dedica di questo capitolo va a Isabela (sì, con una sola "L", perché è un nome straniero), che ha ascoltato i miei problemi e mi ha aiutato a qualsiasi ora della notte.
So che non leggerà questo, ma come sempre, tendo a ringraziarla.
Sei una magnifica persona.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Buone notizie (per me)!
Domani partirò per Londra con delle amiche e ci starò per (solo) quattro giorni!
Andrò al celebre monumento del binario 9 e 3/4 a King's Cross e camminerò dove sono stati gli attori di HP!  Sono così eccitata! Inoltre, se ce la farò, farò delle foto alle cere di Daniel Radcliffe e gli attori di HP!
Per questo motivo, non so se avrò tempo di scrivere e di aggiornare la prossima domenica.


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Capitolo 25
*** News. ***


Take me back to the Start
di MidnightShiver

{Capitolo Venticinque - News }






I know I can't take one more step towards you
'Cause all that's waiting is regret
Don't you know I'm not your ghost anymore?
You lost the love I loved the most.

I learned to live half alive
And now you want me one more time.
.


Il suo passo era lento, rispetto a quello del ragazzo che la precedeva di almeno tre metri adesso e faceva fatica a raggiungerlo.
Ogni tanto lui si girava indietro per controllare se la ragazza era viva o meno, ma non si azzardava a fermarsi.
- Sbrigati, Granger. - le disse ad un certo punto, quando erano vicini al portone per uscire - Di questo passo potresti addormentare un troll.
Hermione, irritata da quella offesa, cominciò ad aumentare la velocità.
Fece a malapena in tempo a raggiungerlo che la gamba si fermò a causa di un crampo, facendola inciampare.
Malfoy, abituato sin da piccolo a mantenere dei riflessi veloci, accorciò in fretta quei metri tra di loro appena in tempo per prenderla tra le sue braccia per non farla cadere a terra.
La sua stretta era forte e decisa, ma abbastanza delicata da non farle male.
Dopo i primi secondi di imbarazzo che si erano formati, lui la rimise in piedi facendo attenzione alla gamba.
Hermione, imbarazzatissima da quel contatto improvviso, avvampò, diventando di un color rosso-violaceo.
Il ragazzo con poche parole si rialzò, ponendosi sempre davanti a lei.
Il suo passò rallentò, in modo che la ragazza potesse stargli dietro senza dover affaticarsi o, come pensava lui, cadere di nuovo nelle sue braccia.
Non scambiarono una parola per tutto il tragitto verso Diagon Alley, che quel giorno era quasi completamente deserta.
Quando arrivarono davanti a Ollivander, finalmente Malfoy parlò.
- Sei pronta?
Hermione non riusciva a parlare.
Si sentiva esattamente come cinque anni prima, quando era un'undicenne, che per la prima volta nella sua vita aveva la possibilità di diventare una strega.
Sentiva le farfalle nello stomaco.
Non era affatto pronta.
E se non avesse trovato un'altra bacchetta adatta?
Se la sua bravura fosse diminuita a causa della nuova bacchetta?
Non poteva rischiare di avere voti più bassi a causa di una missione affidata da un professore.
Non era giusto.
Fece cenno di sì con la testa e deglutì un peso immaginario che le stava scendendo per la gola.
Fece un passo in avanti ed entrò da Ollivander.
Un odore di legno antico e pergamena le invase le narici.

*****


And who do you think you are?
Runnin' 'round leaving scars
Collecting your jar of hearts
And tearing love apart
You're gonna catch a cold
From the ice inside your soul
So don't come back for me
Who do you think you are?



Quel posto era proprio come se lo ricordava: centinaia di piccole scatole ammassate l'una sopra l'altra, unite tra loro dalla polvere e le ragnatele.
Si poteva capire che il vecchio fabbrica bacchette era nel retro del negozio, forse intento a cercare qualcosa.
Hermione stava ancora osservandosi intorno quando il suono del piccolo campanello suonò.
Sussultò dallo spavento e vide che era stato Malfoy a suonarlo per attirare l'attenzione di Ollivander e si avvicinò anche lei al bancone.
Il vecchio arrivò lentamente dal retro del negozio e con la sua calma arrivò al bancone.
- Buon pomeriggio - salutò i ragazzi, inchinando lievemente il capo.
- Buon pomeriggio - risposero entrambi in coro, lei con una volce calda e dolce, lui fredda e pungente.
- Cosa posso fare per voi? - chiese, rivolgendosi ad Hermione, che evidentemente gli era più simpatica.
- Signor Ollivander, la mia bacchetta si è rotta e ho bisogno di un'altra per poter continuare i miei studi.
Il vecchio sembrò riflettere a lungo sulle parole della ragazza come se fossero un poema da studiare per capirne il significato.
- Posso vedere la bacchetta danneggiata? - chiese dopo la riflessione.
Hermione annuì e con un sorriso triste estrasse dalla tasca la sua bacchetta, spezzata perfettamente a metà, senza neanche una corda che unisse le due parti.
- Irrecuperabile. Irrecuperabile. - disse Ollivander dopo averla studiata a lungo.
Senza dire un'altra parola ai due, scomparve da dove era venuto.
Apparve dopo qualche minuti con una piccola scatola in mano.
- Provi questa, signorina. Salice, 10 pollici e mezzo. Flessibile.
Aprì con le dita rugose la scatola e appoggiò la bacchetta nelle mani di Hermione.
La ragazza la agitò e sentì una scossa dolorosa per tutto il corpo che durò un secondo, ma le fece cadere la bacchetta di mano.
Subito la raccolse e la mise sul tavolo.
- Mi scusi, ho sentito una scossa e...
- Non c'è bisogno che si scusi, non è la prima a cui succede.
Il vecchio scomparve e ritornò di nuovo con una scatola.
- Agrifoglio, corda di cuore di drago. Dura. 
Hermione la provò di nuovo, ma anche quella non era fatta per lei.
Ollivander la guardò un attimo negli occhi, fissandola a lungo e lei non distolse minimamente lo sguardo da lui. All'improvviso, l'espressione del vecchio si addolcì e forse sul suo viso apparve un sorriso.
- Hermione Granger. Mi ricordo di lei. Vite, corda di cuore di drago. 10 pollici e 3/4. So che cosa potrebbe fare per lei.
Stavolta non scomparve dietro ad un altro scaffale, ma si piegò lievemente: evidentemente anche il suo bancone conteneva all'interno una rifornitura di bacchette. Tirò fuori un'altra delle piccole scatole, solo che era meno polverosa e rovinata delle altre.
- Questa è una delle bacchette più recenti. Provi un incantesimo. Sono quasi sicura che è fatta per lei.
Hermione la impugnò e la osservò bene: non era molto diversa dalla sua. Il colore del legno era semplicemente più chiaro e non aveva decorazioni attorcigliate alla sua struttura.
Sentì che quella era la bacchetta giusta: provò le stesse emozioni che aveva provato qualche tempo prima con la sua prima bacchetta.
Piena di coraggio, puntò un vaso di fiori secchi che era posto sul balcone e lo fece lievitare, senza causare danni.
Sorrise al vecchio e appoggiò l'oggetto sul bancone.
- Credo di aver trovato la bacchetta che fa per me. Di che cosa è fatta, signore?
Ollivander le rispose subito, sorridendo e mostrandole qualche dente cariato e ingiallito.
- Il legno è di Biancospino. E' lunga 10 pollici e 3/4, come la sua prima. Come può notare, è flessibile.
Si spostò di nuovo dietro al bancone e chiuse la bacchetta nella scatola.
Il sorriso che adesso aleggiava sulla sua faccia era identico a quello di un bambino che aspettava che qualcuno gli chiedesse una domanda a cui voleva rispondere.
Ed Hermione indovinò quella domanda.
- Signore, e di cosa è fatto il nucleo?
- Questa è un'ottima domanda, signorina Granger. Il nucleo è un crine di Thestral.


*****


I hear you’re asking all around
if i am anywhere to be found
but i have grown too strong
to ever fall back in your arms.

I've learned to live, half alive
and now you want me one more time.



Un crine di Thestral?
Hermione sapeva che quel genere di nucleo per le bacchette era rarissimo e adesso apparteneva a lei.
Quando era uscita dal negozio, ancora tremolante per la stanchezza, sentiva addosso lo sguardo pungente di Draco che stavolta aveva deciso di stare dietro di lei, come se stesse controllando ogni suo movimento.
Erano tornati al dormitorio e adesso sedevano nelle due poltrone della loro Sala Comune.
Il fatto della nuova bacchetta l'aveva distratta un po' e adesso cercava di prenderci mano, sollevando oggetti e riappoggiandoli al loro posto, dando fuoco a della carta nel camino, rompendo una tazza e poi riaggiustandola.
Ne aveva abbastanza padronanza, e di sicuro era una cosa positiva.
Malfoy invece era davanti a lei e fissava il vuoto, con occhi pensierosi.
Hermione si chiese perché non si era rinchiuso in camera sua e la risposta le venne in mente quasi istantanea: Blaise gli aveva ordinato di seguirla e di non lasciarla sola adesso che era in quelle condizioni e lui era stato costretto ad accettare.
All'improvviso lei si ricordò della domanda che voleva fargli da tutto il giorno e sfruttò appieno il momento in cui Draco avrebbe dovuto cederle una risposta.
- Malfoy... Come mai non mi sono svegliata in infermeria? Voglio dire... ehm... Nessuno a scuola sa quello che è successo?
Il ragazzo si risvegliò dai suoi pensieri e per qualche secondo la fissò, come per riflettere sulla sua domanda. In quel gesto le ricordò il vecchio Ollivander.
- Le uniche persone che ne sono a conoscenza siamo noi due e Blaise . E tu dovrai decidere se vorrai farlo sapere a Potter oppure fargli dimenticare tutto. Blaise arriverà tra poco per controllare come stai e gli dovrai dire se somministrargli o no una pozione per far sì che si diment...
- No. - La fermezza delle parole di lei stupirono entrambi - Non ho intenzione di far dimenticare ad Harry riguardo a quello che è successo. Ma tu e Blaise dovrete aiutarmi a fare una cosa, sempre se vorrete.
- Cosa? - cercò di mantenere la calma il Serpeverde.
- Non ho intenzione di fargli dimenticare tutto. Dovrete aiutarmi a modificare la sua memoria.
- E perché mai, questa scelta strana, Granger?
La ragazza trattenne il fiato, ma decise che era meglio rivelarglielo, altrimenti non l'avrebbero aiutata.
- Perché non sarebbe la prima volta che uso l' Oblivion su Harry.
Draco sembrò davvero stupito delle parole della ragazza.
La perfetta Grifondoro, che aveva stregato la memoria del suo migliore amico?
Non ci poteva credere.
Draco quel giorno si promise che avrebbe scoperto di che cosa si trattava.
E un giorno lo scoprì pure.




*****



Didn't took so long just to feel alright
I remember how to put back the light in my eyes
I wish i had missed the first time that we kissed
'Cause you broke all your promises
and now you’re back
you don’t get to get me back.



Blaise stava sorseggiando una tazza di tè nella loro Sala Comune dopo aver cenato in Sala Grande un'oretta prima.
Hermione era con le gambe distese su un divano e i due Serpeverde erano seduti sull'altro.
Poco prima Draco aveva scambiato due parole in privato con l'amico in una stanza e poi si era seduto sul divano.
Blaise era ritornato successivamente con un vassoio in mano con del cibo, direttamente dalla cucina.
- E' ora di cena e devi mangiare qualcosa per rimetterti in forma - disse, appoggiando il vassoio sul tavolino basso davanti ad Hermione.
Il tono con cui aveva pronunciato quelle parole era quasi come un ordine, però Hermione riuscì a vederci delle note di premura.
Blaise piano piano cominciava a piacergli.
Chiese alla ragazza la cosa che le aveva detto prima Malfoy, ovvero se voleva Obliviare Harry o meno.
Hermione ripeté le parole precedenti che aveva detto a Draco e Blaise annuì, come se comprendesse ogni cosa.
- Perché non c'era nessuno oggi a Diagon Alley e nessuno era per i corridoi?
La voce di Hermione risuonò nel silenzio che si era creato dopo che aveva finito la sua cena, forzandosi il cibo in bocca.
Il silenzio la faceva pensare e aveva ricostruito mentalmente quel dettaglio, che scoprì poco insignificante.
Blaise guardò prima Draco, ma lui non fece un cenno.
Poi si voltò di nuovo e disse ad Hermione, con un tono leggero:
- Lunedì, tra una settimana, cominceranno di nuovo le lezioni e gli studenti devono finire tutti i compiti. Quindi se ne stanno rinchiusi tutto il giorno nei loro dormitori.




Who do you think you are?



NOTE DELL'AUTRICE.

Eccoci alla fine di questo nuovo capitolo!
La canzone è Jar of Hearts - Christina Perri.
Non è molto conosciuta, ma vi consiglio comunque di ascoltarla, è un po' triste, ma ne vale davvero la pena.
Perdonatemi tantissimo se aggiorno con un ritardo così devastante, ma come sapete ero tutto il tempo in vacanza (ci vuole, no, dopo la scuola?).
Spero che anche voi passiate delle belle vacanze e che vi godiate l'estate.
Vi informo già che il prossimo capitolo verrà pubblicato il 19 di agosto, dato che durante le vacanze estive voglio anche un po' staccarmi dal computer e rilassare la mente!

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