Love Begins

di Shampoo
(/viewuser.php?uid=147675)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The winner takes it all? ***
Capitolo 2: *** Niente è come sembra ***
Capitolo 3: *** Disincanto ***
Capitolo 4: *** Pick me, Choose me, Love me ***
Capitolo 5: *** Heaven ***
Capitolo 6: *** Poison ***
Capitolo 7: *** Un passo indietro ***



Capitolo 1
*** The winner takes it all? ***


The winner takes it all?

 










 
 

Quando finsce una guerra è difficile capire chi in realtà abbia vinto.
Certo, una volta eliminato il cattivo e sopravvissuto il buono non ci dovrebbero essere dubbi, il bene ha trionfato ancora una volta e tutti possono vivere tranquilli e felici fino alla prossima disgrazia. Ma il prezzo di una vittoria quanto può essere alto?
Quanti figli, padri e madri ci hanno rimesso?
Loro possono davvero considerarsi vincitori o forse sarebbe più corretto definirli “meno perdenti degli altri”?
La famiglia Weasley era sicuramente l’esempio perfetto di famiglia pronta a sacrificare la propria felicità per un bene superiore.
Ma non era proprio contro questo “bene superiore” che avevano combattuto?

La morte di Fred aveva lasciato un enorme solco nel petto di tutti.
Molly, come ogni madre, aveva pregato tutta la vita di non dover mai seppellire un figlio ma le sue preghiere non erano state ascoltate. Pensava di aver già pagato il prezzo della guerra, un figlio sfigurato però non era abbastanza. La così tanto voluta vittoria aveva richiesto un ulteriore sacrificio.
Tornare a casa era stata la cosa più difficile, nessuno aveva voglia di parlare ma il silenzio portava con sé troppi pensieri sgraditi. Le conversazioni erano ridotte al minimo, Arthur aveva ripreso il suo lavoro e sembrava completamente assorbito, quasi estraniato dal resto del mondo: si alzava, si lavava, prendeva meccanicamente il solito caffè, lavorara e quando tornava i suoi discorsi ruotavano intorno a ciò che aveva fatto o visto durante la giornata.
Molly per non pensare cucinava, a qualsiasi ora della giornata la si poteva trovare in cucina così presa da una qualche ricetta da non rendersi nemmeno conto di quello che le accadeva intorno.
Ron e Ginny eran quelli che avevano reagito nel modo migliore: Ginny passava ogni secondo con Harry e aveva deciso che a Settembre avrebbe ripreso gli studi (avrebbe dovuto ripetere il sesto anno ma la McGranitt aveva dato la possibilità di fare due anni in uno a tutti coloro che avevano perso l’anno per cause maggiori ) per poi provare a diventare una medimaga, Ron invece aveva svolto vari provini per molte squadre di quidditch e alla fine era stato preso nelle vespe di Winbourn, squadra inglese molto affermata anche se non la prima scelta del ragazzo.

Chi sicuramente aveva subito maggiormente la perdita di Fred era stato suo fratello George.
Era ormai l’unico a non avere qualcuno con cui sfogarsi, non aveva una moglie e neppure una fidanzata e anche l’avesse avuta non sarebbe stato da lui dire cosa provava.  
Stoicamente aveva deciso di riaprire il negozio, -in questi tempi erano proprio le risate ciò di cui aveva bisogno la gente, e poi Fred avrebbe fatto lo stesso- pensava George. Ron lo aveva aiutato a rimettere tutto a posto e si era offerto di aiutarlo finchè non fossero cominciati gli allenamenti: puliva, serviva i clienti anche se risultava ancora un po’ impacciato e cercava in tutti i modi di essere utile. Un episodio in particolare lo aveva spinto a stare vicino al fratello: George stava riordinando e improvvisamente lo chiamò Fred anizchè Ron. Entrambi erano rimasti in silenzio finchè all’unico sopravvissuto dei due gemelli non erano scese calde lacrime asciugate prontamente dal fratello.

Non c’era stato bisogno di parole, un abbraccio molte volte esprime meglio ciò che non si riesce a dire.
Dopo quel momento di “debolezza” e sfogo le cose erano andate meglio: George aveva iniziato a lavorare più tranquillamente e non aveva più solo l’espressione triste che lo aveva accompagnato da quel terribile giorno. Molti dei loro ex compagni erano venuti a salutarlo e fu solo con loro che riuscì ad aprirsi completamente e a ricordare ridendo i momenti più buffi della vita di Fred.
Il pomeriggio del 15 Agosto una vecchia conoscenza, Angelina, ex compagna di entrambi i fratelli aveva deciso di andare a trovare George in negozio. Ci aveva messo molto anche lei ad ammortizzare la perdita e solo quel giorno aveva trovato il coraggio per affrontare il dolore.
“Arrivo subito, finisco qui dietro e sono subito da lei” la voce proveniva dal retro bottega e ad Angelina mancò un battito quando sentì quella voce tanto familiare ma anche tanto simile a quella di Fred.
“Eccomi, in cosa posso aiu.. Angelina! Da quanto tempo!” Un abbraccio, sincero e carico di ricordi basì come saluto ad entrambi.
“Ciao George, come stai?”
Avesse potuto, avrebbe eliminato quella domanda dalla faccia della terra. Non ne poteva più di sentirsi chiedere sempre la stessa cosa, rispondere con un sorriso forzato e far finta andasse tutto bene. Questa volta no.
“Male, non penso si potrebbe stare peggio ma vado avanti perché è giusto così.” E si sedette appoggiando i gomiti sulla scrivania.
“Lo immaginavo, posso in parte capirti. Non sono venuta fino ad adesso perché non sarei stata di nessun aiuto, non riuscivo ad affrontare il mio dolore figuriamoci quello degli altri. Ma ora sono qui!”
“Lo apprezzo tanto davvero. Ma parliamo d’altro, non ci vediamo da talmente tanto tempo.. Sei sempre impegnatissima con le tue Arpie del quidditch?”
“No, ho abbandonato quando è scoppiata la guerra.. Non riesco più a volare diciamo. Sono una simpatica disoccupata in cerca di lavoro!”
“So che non è il tuo genere, ma da quando non c’è più Fred io sono solo qui, e per quanto gli voglia bene Ron è un incapace e per di più fra poco dovrà iniziare gli allenamenti,  comunque in parole povere avrei davvero bisogno di altre due mani..”
“Sei sicuro? Sono una pasticciona e non ho mai capito i vostri scherzi, ci cascavo sempre..”
“Sei stata la nostra ispirazione, nessuno abboccava quanto te quindi mi sembra il minimo offrirti questo lavoro.”
“Allora in questo caso signor Weasley accetto più che volentieri! Posso iniziare subito se vuole!”
“Facciamo da domani signorina, ora il signor Weasley sarebbe molto contento di portarla fuori a cena e chiudere questo modesto negozio fino a domattina.”
“Accetto molto volentieri l’invito ma solo se mi permette di offrire!”
“Farai meglio a tenerti i soldi, mi han detto che il capo qui paga poco..”
“Una pazzia si può fare visto che da domani mi toccherò lavorare per un’altra arpia.. Forza andiamo che conosco un bellissimo posto.” E senza indugi, dopo aver preso l’amico ritrovato sotto braccio sentì di aver abbattuto il muro contro cui si stava scontrando da settimane.
 
La cena era andata bene, avevano trascorso il tempo a parlare degli anni passati ad Hogwarts, del mancato diploma di George e degli innumerevoli scherzi inflitti a Gazza e alla Umbridge. Verso mezzanotte George decise di riaccompagnarla a casa, il giorno dopo in fondo avrebbero dovuto lavorare dalle nove e mezza!
Non sapeva se per il vino bevuto o per l’atmosfera di ricordi creatasi nelle ore precedenti ma il bacio che le diede fu così spontaneo da non fargli pensare troppo ad eventuali conseguenze. Era partito tutto innocentemente, si stavano salutando con i due soliti baci sulle guance quando lei aveva esitato un attimo di troppo fra il primo e il secondo e lui aveva trovato naturale fermarsi a metà strada e poggiare le labbra sulle sue. Dopo qualche secondo aveva sentito la risposta di Angelina, le sue labbra avevano iniziato a muoversi e  le loro lingue si erano già incontrate. Fu un bacio da film, sulla soglia di casa con il buio e solo qualche lampione lì pronto ad illuminare qualche magico momento. Dopo alcuni minuti, George si staccò e dopo averle preso la mano ed averci posato un bacio la salutò con un inchino e con la promessa di rivederla l’indomani.


Non va tutto male in fondo.


 
 
30 Agosto
Ronald aveva già preparato tutto. Il giorno dopo sarebbe partito e avrebbe iniziato i duri allentamenti che precedono un campionato. Molte emozioni lo attraversavano, era eccitato all’idea di far parte di una squadra di professionisti soprattutto sapendo di essere il più giovane portiere mai avuto ma allo stesso tempo era molto preoccupato. Il suo primo motivo di preoccupazione era di non essere all’altezza: certo, aveva passato il provino e tutti si erano complimentati con lui ma nel suo caso non bisognava mai sottovalutare il fattore ansia.
E se avesse fallito?
Se avesse deluso tutti e si fosse ritrovato a non sapere cosa fare della sua vita?

La seconda preoccupazione era rivolta alla sua famiglia.
Stava per andarsene di casa, forse per mesi addirittura e aveva il terrore che sua madre ripiombasse nella spirale della cucina.
Dopo quasi un mese era riuscito a farla parlare e a farla riprendere e ora rischiava di rovinare tutto. Come si sarebbe sentita Molly a vedere un altro dei suoi figli andarsene?
Avrebbe capito che anche lui aveva bisogno di staccare?

La terza ed ultima preoccupazione era rivolta al suo rapporto con Hermione.
Tacitamente avevano deciso di fidanzarsi anche se ormai non si vedevano da più di un mese.
Giustamente lei era andata a cercare i suoi genitori e si stava godendo quel tempo che pensava avrebbe perso per sempre.
Si sentivano spesso ma una relazione può essere solo lettere e cartoline? Ora che stava per partire non l’avrebbe rivista fino a Natale, avrebbe avuto la forza di portare avanti il suo fidanzamento o il detto “lontano dagli occhi lontano dal cuore” si sarebbe riconfermato come veritiero?
Provava un grande affetto per Hermione, pensarla fra le braccia di un altro lo faceva impazzire e sicuramente era attratto da lei.
Era un’attrazione diversa da quella che aveva provato per Lavanda, quest’ultima era sensuale, lo cercava sempre e risvegliava nel ragazzo tutti gli istinti primitivi che poteva avere e forse anche per questo era stato così naturale per lui farlo per la prima volta con lei.
Se ne era pentito? Da una parte sì perché aveva capito di non averla mai amata, dall’altra no perché se in quel momento si sentiva pronto evidentemente non era così sbagliato. Non aveva mai detto niente ad Hermione, sapeva che non avrebbe capito e se possibile si sarebbe allontanata ancora di più.
Ecco, Hermione non era sensuale, non era provocante, non lo aveva conquistato per il fisico né per le movenze ma per la sua testa. Era sveglia, scaltra, furba e c’era sempre stata per lui. Dopo l’attrazione mentale era nata quella fisica. Aveva provato ad andare oltre nel loro rapporto ma lei si era opposta fermamente. Non si sentiva pronta e lui non poteva farci niente, avrebbe aspettato e aspettato quanto lei aveva aspettato lui durante gli anni ad Hogwarts.

Ma chi ha provato la passione può farne poi a meno? Avrebbe avuto molto tempo per pensarci, valutare pro e contro.
Quella sera andò a dormire ma fu un sonno senza sogni. La mattina, dopo aver salutato tutti con la promessa di tornare presto e di impegnarsi a fondo.


Questa potrebbe essere la svolta, non fallire.



 
2 Settembre
Ginny era pronta. Aveva preparato i libri, il suo nuovo gufo, Charlie, e tutte le sue cose erano state impacchettate accuratamente. Sua madre aveva insistito per accompagnarla, non voleva perdersi l’ultimo primo giorno di scuola di sua figlia. Da quella volta lì in poi avrebbe al massimo potuto accompagnare i suoi nipoti.
Durante l’estate aveva deciso di tagliare i capelli, quando una donna è in vena di cambiamenti parte sempre dai capelli! I suoi lunghi capelli erano diventati un caschetto sbarazzino con frangetta che la faceva sembrare almeno due anni più piccola.

Avrebbe dovuto impegnarsi molto, seguire le materie di due anni sicuramente avrebbe richiesto sforzi maggiori di quelli a cui era stata abituata negli anni precedenti.
Voleva però riuscirci, doveva riuscirci.
Per se stessa, per la sua famiglia, per dimostrare per l’ennesima volta la sua forza d’animo.
C’erano volute tante lacrime e tante crisi isteriche per raggiungere lo stato d’animo che aveva ora: era tranquilla, le mancavano i caduti ma aveva capito che tutto sarebbe potuto finire peggio e in fondo aveva ancora vicini a sé la sua migliore amica, Hermione, e il suo Harry.
Non aveva avuto tutto dalla vita ma sapeva sicuramente trarne il meglio.
Salita sull’espresso si era subito sentita a casa. La tana era troppo fredda, non riusciva più ad immaginarla come casa sua mentre quel treno sapeva di tutto ciò che le era mancato.


Un nuovo vero inizio.



 
Hermione era seduta accanto alla sua amica di sempre: Ginevra. Non la vedeva da parecchio tempo, aveva passato le ultime settimane a farsi coccolare dai suoi  genitori e a vivere quei momento da adolescente che la guerra e Voldemort avevano cercato di strapparle via. Eran stati giorni di biscotti, vecchi film e album di foto sfogliati con tranquillità.
Ora però era tempo di impegnarsi e concludere il percorso che aveva iniziato 7 anni prima.

Salire sul treno le aveva provocato un’emozione fortissima: stava tornando nella sua seconda casa, questa volta senza paura, senza preoccupazioni.
O meglio, una preoccupazione l’aveva ancora: Ron. Lui aveva deciso di non finire gli studi ed era partito due giorni prima, l’aveva salutato via gufo ma niente di più.
Avrebbe pensato a lei? Ora che aveva ottenuto ciò che voleva avrebbe dovuto sentirsi felice e completa ma non era così che erano andate le cose.
Nel momento giusto per dimostrare quanto tenesse alla loro relazione lei si era tirata indietro per paura e forse poca convinzione. Avrebbe avuto molto tempo, forse fin troppo per pensare alla sua relazione e al, finalmente, suo Ron.
Per il viaggio si era portata da leggere pur sapendo che sarebbe stato impossibile. Anche altri suoi vecchi amici avevano deciso di continuare gli studi, fra questi c’erano Dean, Seamus, Luna, Neville e purtroppo anche Lavanda e Calì. Non le erano mai andate a genio quelle due, troppo diverse da lei e una di loro troppo ex del suo fidanzato. Purtroppo Ginny non la pensava così, si era avvicinata molto a Lavanda durante l’estate e aveva deciso di invitarla nel loro scompartimento.
Ora erano lei, Ginny, Lavanda accompagnata come sempre da Calì.
Hermione decise che era il momento giusto per aprire il libro che si era portata. Dopo cinque minuti non ne poteva già più di sentir parlare solo di stupidaggini. Va bene non rivangare episodi tristi ma nemmeno parlare di trucchi, capelli e ragazzi tutto il tempo.
Quando il discorso cadde su Harry e Ginny, decise di ascoltare pur facendo finta di niente.
Lavanda le aveva chiesto se avesse già fatto il grande passo con Harry e nel caso come fosse stato. Stupida pettegola.
Ginny aveva risposto tranquillamente che non avrebbe detto i particolari ma che lei ed Harry avevano raggiunto l’intimità qualche settimana prima e che non poteva essere più felice. Lavanda e Calì avevano sbuffato molto deluse dalla troppa riservatezza della loro amica accorgendosì poi della presenza di un’altra persona nello scompartimento.
“E tu Hermione, hai già fatto quel passo importante?O  i libri te lo hanno impedito?”
“Non penso siano affari tuoi quello che io e il mio fidanzato facciamo.” Fece attenzione a marcare bene la parola “mio”.
“Non che mi interessi in fondo, è tutta roba già provata.”
“In che senso?”
“Ah non te l’ha detto?” disse con un sorriso enorme “Io e Ron lo abbiamo fatto per la prima volta insieme, il sesto anno.”
Hermione non seppe cosa la fece di più imbestialire: le bugie di Ron o la faccia da schiaffi di quell’oca petulante? Forse Ron.
Come aveva potuto mentirle tutto quel tempo?
Quando le diceva che voleva che lei fosse la prima per lui come faceva a non vergognarsi?
E lei che si era pure sentita in colpa per non essersi concessa subito a quello che credeva essere l’amore della sua vita.
Cosa fare adesso?
Dirglielo?
Ucciderlo?
Far finta di niente per vedere quanto questa farsa sarebbe andata avanti?


Prima di tutto, per evitare di spaccare un certo visino, decise di uscire dallo scompartimento con la scusa del bagno. Iniziò a correre senza guardare e come spesso accade a chi corre senza controllo si scontrò con un altro corpo finendogli addosso e cadendo rovinosamente a terra sempre sul suddetto corpo.
Per lo spavento aveva chiuso gli occhi, appena li riaprì e alzò lo sguardo incontrò due occhi color tempesta.
“Malfoy!”
“Buongiorno Granger, anche a me fa piacere rivederti ma mi fa ancora più piacere respirare quindi potresti gentilmente toglierti di dosso?”
Hermione in quel momento notò la sua posizione, era completamente sdraiata sul ragazzo.
Rossa per la figuraccia appena fatta si rialzò frettolosamente e dopo aver biascicato un “Scusa Malfoy.” se ne andò nella direzione opposta.

Draco era rimasto piacevolmente colpito.
La Granger non lo aveva insultato né maledetto nonostante il suo tono arrogante. Pesava talmente poco che la battuta sul respiro era davvero fuori luogo, neanche se la sentiva addosso.
Era stato travolto da un’ondata di vaniglia e fragole e anche se se n’era andata via riusciva ancora a sentirsi quell’odore.

“Dra, vuoi una mano ad alzarti o pensi di stare per terra tutto il giorno?”
“Blaise non dire ovvietà e tirami su per favore.”
“Si è fatta carina la Granger..”
“Mah a me sembra sempre uguale.” Mentì Draco.
Lo aveva notato anche lui che aveva qualcosa di diverso. Si era fatta donna, ecco cos’era. Mentre ancora pensava ad un certo profumo sentì qualcosa, o meglio qualcuno avvinghiargli il braccio.

“Amore dove eri finito? Ti aspettavo nello scompartimento!” miagolò una molto ammiccante Pansy.
“Sono qui no? Dai Blaise torniamo dagli altri, dobbiamo iniziare a prepararci.”
E con la sua fidanzata sotto braccio e il suo migliore amico affianco si sentì decisamente tornato ai vecchi tempi, quando era solo un ragazzo e non un servitore di Voldemort.
Qualcosa stonava ma non valeva la pena rovinare quel momento tanto agognato con pensieri inutili. Una volta seduto catturò le labbra della sua fidanzata con un lungo bacio che non riuscì comunque a cancellare il profumo che aveva su di sé.

Un nuovo inizio, speriamo sia così.














Note dell'autrice:

Spero vi sia piaciuto questo inizio, non so se continuerò evolvendo i pensieri di tutti o se dedicherò un capitolo ad ogni personaggio ( mi piacerebbe sapere cosa preferireste voi!). Naturalmente le critiche sono sempre bene accette, non sono una scrittrice e ho tanto da imparare e sicuramente voi lettori siete il metodo migliore per farlo! Vi auguro un felice Santa Stefano e anche un buon Natale in ritardo, spero diriuscire ad aggiornare presto. Un bacione a tutti quelli che sprecheranno un po' del loro tempo per me!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Niente è come sembra ***


Niente è come sembra




 

 
 
C’era stato un periodo della sua vita in cui era convinto che non avrebbe mai potuto realizzare il suo sogno: diventare un Auror. Non era abbastanza bravo in pozioni e questo per lui poteva essere un freno.
Un nuovo professore, non si sa se migliore ma sicuramente meno esigente, gli aveva riaperto quella porta ma mai più avrebbe pensato di poter iniziare i corsi senza essersi nemmeno diplomato. Harry Potter si considerava il mago più fortunato della terra: aveva una fidanzata, anzi, la fidanzata perfetta che aveva aspettato per anni e poteva finalmente dedicarsi a ciò che più gli piaceva senza dover stare ore piegato su noiosissimi tomi ricoperti di polvere.


Il suo addestramento era iniziato dal primo di Settembre, non gli era stato detto dove sarebbe andato né cosa avrebbe fatto, né per quanto tempo non avrebbe potuto avere contatti con i suoi cari. Mentre stava partendo riuscì a scrivere una breve missiva per Ginny :
 Cara Ginny, sto partendo per l’addestramento e non so quando tornerò. Non vogliono dirmi niente ma ti prometto che appena riuscirò a sapere qualcosa e ad avere un altro gufo ti scriverò. Tranquillizza i tuoi genitori e salutami Hermione e Ron.
Con amore, Harry

 
Dopo aver spedito il gufo uno strano sentimento lo pervase : era eccitato all’idea di andare di nuovo all’avventura, ormai aveva sperimentato l’adrenalina e non riusciva più a dedicarsi ad una vita tranquilla, ma dall’altro lato era anche triste perché in vita sua non si era mai trovato solo come in quel momento.
C’era sempre stato qualcuno per lui, che fosse Hermione, o Ron, o i suoi familiari riportati sulla terra da una pietra.
La solitudine era qualcosa che non era abituato a provare e non gli piaceva neanche un po’.

Sarà per poco, poi avrai tutto quel che hai sempre desiderato.
 
 

3 Settembre


 
Il viaggio era andato bene, la sera prima avevano assistito all’ennesimo smistamento e nella mente di Ginny tornarono molti ricordi : la sera del suo smistamento, la paura che aveva di non diventare una Grifondoro ed essere quindi cacciata dalla famiglia – una bambina di undici anni è sempre molto drammatica – gli anni precedendi quando vedeva i suoi fratelli andarsene e l’invidia che provava ogni volta che veniva riportata a casa da sua madre.

Ah ma un giorno andrò anche io ad Hogwarts! 
E ci era andata, ora era all’ultimo anno ed improvvisamente realizzò di essere davvero cresciuta.
Era mattina, saranno state le nove ed era ormai pronta da almeno dieci minuti ma doveva aspettare che le sue compagna di stanza finissero di truccarsi.
“Lavanda, dobbiamo fare colazione non andare ad una sfilata.. Dai che rischiamo di perderci gli orari!”
“Non si sa mai chi potrei incontrare a colazione..” e rise in modo poco innocente.
“Dai, Calì è pronta ed Hermione è già scesa da venti minuti, se non ti muovi me ne vado!”
Con un ultimo sbuffo Lavanda si alzò e scese con le sue due compagne.

Quasi tutta la scuola era già giù a far colazione : i marmocchietti erano probabilmente lì dalle 7, troppo eccitati per dormire e desiderosi di sapere e conoscere tutto di Hogwarts. Quelli più grandi erano tutti assonnati ma consapevoli che la prima mattina era davvero importante perché si ricevevano orari e materiali eventuali per le lezioni.
Ginny trovò subito Hermione, era ancora arrabbiata ma non voleva sicuramente parlare di quel che aveva scoperto visto che ad accompagnarla c’era anche Lavanda.

“Hey hai già fatto colazione?”
“Sì ma ti aspetto se vuoi..”
“Non ce n’è bisogno Hermione, perché non vai su a sistemarti un po’? Sembri una scappata di casa, almeno sai cos’è un pett.” Ma non riuscì a finire la frase perché Ginny fu più veloce nell’infilarle un muffin in bocca.
“Lavanda non eri qui per mangiare? Ecco allora mangia e stai zitta questa volta.”
Possibile che non riesca a capire la pericolosità di Hermione? Scommetto che se non l’avessi fatta zittire l’avrebbe come minimo maledetta e poi uccisa. O forse il contrario.
Ginny vide Hermione alzarsi e valutò se fermarla o meno.
“Dove vai?”
“Vado a mandare un gufo a Ron e poi torno a prendere gli orari, ci vediamo fra poco.”
“Va bene, ti aspetto qui allora, fai presto non vorrai che la McGranitt pensi che tu non ci sia, potrebbe venirle un infarto!” Dopo averla vista sorridere si sentì meglio.

Appena Hermione uscì una cascata di gufi irruppe nella Sala provocando non poche grida da parte dei piccoli nuovi arrivati.
Ginny si trovò davanti agli occhi un enorme gufo grigio con qualche penna dorata che stringeva nel becco una lettera evidentemente destinata a lei. “ Grazie mille signor gufo – gli diede un biscotto in cambio della lettera e lo lasciò volare via- arrivederci!”

Era una lettera di Harry. Le ci vollero 10 secondi per leggerla e 5 per arrabbiarsi come poche volte nella sua breve vita. Come si permetteva Harry James Potter di sparire, dirle di non preoccuparsi e che si sarebbe fatto sentire chissà quando e chissà come? Chi era lei, un dannatissimo animale da compagnia da meritare così poche attenzioni? Non aveva già avuto abbastanza preoccupazioni per colpa sua? Il signor sopravvissuto avrebbe avuto una bella gatta da pelare tornato dall’addestramento. Voldemort non era niente in confronto ad una Weasley arrabbiata.

Possibile che non possa mai stare tranquilla?
 
 

Hermione Granger si era sempre ritenuta una persona tranquilla eposata ma quell’oca della Brown la stava facendo seriamente ricredere. Era la seconda volta in due giorni che era costretta a cambiare stanza per non rischiare di rovinarle quel viso a cui tanto teneva.
Decise di approfittare di quel momento di rabbia per scrivere a Ron, aveva pensato tutta la notte a cosa fare ed era giunta ad una semplice conclusione. Da persona matura gli avrebbe chiesto spiegazioni e in base a quello che lui avrebbe detto avrebbe preso la decisione finale.

Aveva già scritto la lettera e riletta almeno 18765 volte ma pensò che rileggerla una volta in più non l’avrebbe sicuramente uccisa.
Ron, ho bisogno di parlarti urgentemente. Non ho voglia di farti pensare troppo quindi ti dirò chiaramente il motivo: la cara Lavanda Brown si è lasciata sfuggire alcuni particolari sulla vostra passata vita intima. Perché mi hai mentito Ronald? Esigo delle spiegazioni perché ora come ora non so nemmeno se ho voglia di vederti. La fiducia è la base di qualunque relazione e se non c’è per me è molto grave.
Aspetto tue notizie, Hermione
 

Era stata forse troppo dura ma giusta. Senza fiducia che rapporto può esserci?
Dopo aver consegnato la lettera ad un gufo, iniziò a scendere le scale della guferia senza guardare, troppo presa da ragionamenti su Ron e loro due come coppia per rendersi conto di essere andata di nuovo a sbattere contro qualcuno.
Questa volta quando alzò lo sguardo non incontrò due occhi grigi ma due occhi blu.
“Scusa Zabini, non so più dove ho la testa..”
“Non ti preoccupare Granger, ho parato bene il colpo! Fai più attenzione, la prossima volta potresti scontrarti con qualcuno di più piccolo e trovarti a rotolare giù per le scale!” disse facendole l’occhiolino.
“G-grazie del consiglio- da quando balbetti Hermione? Certo non era abituata a tanta gentilezza da parte di un Serpeverde, per di più il migliore amico di Malfoy- e scusami ancora!” disse un po’ meno imbarazzata.

“Allora, hai passato bene le vacanze?”

Davvero voleva conversare con lei? Come se fossero vecchi amici? Beh in fondo la pace doveva servire anche a questo, unire chi era diviso e riportare armonia nel mondo magico.
“Sì, sono state le prime vacanze tranquille da molto, molto tempo.. Ma in fondo son contenta di essere tornata a scuola, Hogwarts mi mancava molto.”

“Sempre la solita eh Granger, la scuola prima di tutto! Anche io son stato bene questa estate, l’atmosfera era totalmente diversa persino a casa mia. Potter e Weasley non sono venuti? Ho letto qualcosa su Potter e il suo inserimento negli auror ma non pensavo lo avrebbero preso senza diploma. Mia madre mi ha minacciato di morte. Mi ha detto “ Blaise o finisci la scuola o giuro che ti mando a rastrellare le stalle per tutta la vita.” Mai sfidare una Zabini.”

Hermione si trovò a ridere con un Serpeverde come fosse la cosa più normale del mondo. Come era facile sotterrare anni di prese in giro, anni di scherzi e cattiverie quando la tragedia ti unisce.
“Harry è già partito per l’addestramento mentre Ronald è stato preso in una squadra di quidditch e fino a Natale è in ritiro per gli allenamenti..” Dire il suo nome le aveva fatto tornare una gran rabbia, Blaise notò subito il cambio repentino di espressione da tranquilla a corrucciata e capì che qualcosa non andava.

“Non sono molto bravo in queste cose ma c’è qualche problema fra te e Weasley? Sempre se vuoi parlarne..”

“Purtroppo più di uno ma non credo sia il caso di parlarne ora, la McGranitt starà per consegnare gli orari e l’ultima cosa che voglio è arrivare in ritardo. Mi ha fatto piacere parlare con te.” E gli scoccò uno dei suoi sorrisi più sinceri. Era vero, parlare con lui l’aveva fatta distrarre un po’ ed era proprio quello di cui aveva bisogno: 5 minuti di tranquillità.
“Hai ragione Granger, sono in ritardo anche io! Stasera facciamo una rimpatriata nella stanza delle necessità, se vuoi venire possiamo magari riprendere il discorso e bere qualcosa.”
Hermione rimase interdetta. Una festa clandestina non era proprio nei suoi piani per quell’anno ma quante cose avrebbe ancora dovuto perdersi? Aveva rischiato di morire senza aver mai vissuto un attimo da adolescente e per cosa? Per niente.
“Molto volentieri, è un problema se porto un’amica con me?”
“No, tranquilla. Allora ci vediamo stasera, alle dieci. Per entrare dovrai solo pensare “ Voglio un posto dove divertirmi”. Au revoir Granger.” E con un breve inchino entrò in guferia mentre Hermione scendeva le scale, ancora lievemente frastornata da quel che era successo.

Non solo aveva conversato con una serpe ma aveva addirittura accettato l’invito ad una festa.
Doveva assolutamente dirlo a Ginny, l’avrebbe sicuramente presa per pazza!
Tornata in Sala Grande trovò la sua amica sempre seduta allo stesso posto e con la stessa espressione annoiata di prima.
Lavanda probabilmente stava ancora parlando di capelli. Dopo averla raggiunta e aver preso gli orari ( aveva un sacco di ore libere quell’anno, giusto per prepararsi meglio agli esami ) la portò fuori per raccontarle tutto.
“Cos’hai fatto alla mia amica? Dov’è finita Hermione la secchiona-che-nonva-ad-una-festa-perché-è –troppo-deplorevole?”
“Dai Ginny, non lo so nemmeno io ma vuoi davvero indagare o preferisci goderti questo mio attimo di follia?”
“Non sia mai! Appena finiamo le lezioni ci troviamo in camera perché dobbiamo trovarti e trovarmi la mise perfetta!”
“Io pensavo di mettermi la divisa..”
“Aah eccola la mia amica! No mi spiace all’abbigliamento stasera ci penso io!” e con un bacio a schiocco sulla guancia si salutarono, Ginny era in ritardo per Trasfigurazione ed Hermione per Pozioni.
 

Ore 20


 
“Ginny ma è possibile che tu non abbia ancora deciso? Sono quattro ore che provo di tutto e tu forse ancora di più, sto iniziando ad odiare i vestiti!” sbuffò Hermione lasciandosi cadere sul letto sfinita. “Non è ancora iniziata e già sono stufa di questa festa!”
“FERMA HERMIONE HO TROVATO!” Urlò Ginny lanciandole addosso gli ennesimi vestiti addosso.
“Vestiti e vedrai! Io intanto mi trucco, poi penso a te!”
Hermione andò in bagno e quando ne uscì dovette ammettere che l’amica aveva gusto. Mentre Ginny indossava un vestitino che le copriva a stento le mutande con sotto dei leggins neri lucidi, lei indossava una bella maglia larga bianca con qualche rifinitura argentata con un paio di leggins neri di cotone e un paio di converse bianche.
Era carina e si sentiva a suo agio.
“Ora Hermione siediti qui che pensiamo al resto.”
La rossa aveva già sistemato i suoi capelli e si era fatta un trucco leggero ma che le contornava alla perfezione i grandi occhi.
Dopo un’ora di incantesimi e prodotti per i capelli, riuscì ad ottonere l’effetto voluto. I capelli dell’amica erano una cascata liscia color miele con i boccoli al fondo, erano talmente belli che sembravano finti. Dopo questo miracolo della tecnica decise di passare al trucco, si concentrò sugli occhi fino a renderli ancora più luminosi e per il resto decise di lasciarla così, in fondo Hermione era naturale e naturale doveva rimanere.
Alle dieci e cinque erano davanti alla porta. Avevano pensato le cose giuste ma non erano ancora entrate perché secondo Ginny le signore si fanno sempre aspettare.
“Ma guarda che non ci aspetta nessuno, non siamo mica le compagne di qualcuno qui!”
“Non importa, è una regola fondamentale : mai arrivare puntuali alle feste!”
Pochi secondi dopo un urlo di una voce troppo familiare fece venire i brividi alla riccia.
“RAGAZZEEE! YUHUU! Anche voi quiii? Wow Ginny sei uno spettacolo!!”
Lavanda sfoggiava un abito giallo molto aderente e decisamente troppo scollato per i gusti di Hermione.
Era anche più alta di almeno 5-6 centimetri grazie alle scarpe su cui lei sicuramente non avrebbe mai mosso un passo. Calì era più morigerata ma comunque scintillante : indossava un paio di jeans neri molto aderenti e sopra un top viola che ad ogni movimento lasciava intravedere l’ombelico e una discreta porzione di pancia.
Non potendo più stare fuori decisero di entrare tutte insieme.
Aperta la porta si trovarono davanti praticamente tutto il settimo anno di Hogwarts.
Alla faccia della rimpatriata- pensò Hermione.
Lavanda Ginny e Calì andarono subito a prendere qualcosa da bere lasciando Hermione ad ambientarsi a modo suo.
“Alla fine sei venuta davvero, non ci speravo molto.” Sentì sussurrarsi all’orecchio. Senza girarsi sapeva già chi fosse.
“Zabini! Una Granger è sempre di parola!” rispose, strappandogli un sorriso divertito.
“Bene e cosa beve una Granger?”
“Una burro birra andrà benissimo, grazie!” e mentre lo guardava andare a prenderle da bere si sentì sussurrare all’altro orecchio “ Allora adesso ti vedi con Zabini? Certe abitudini non cambiano mai eh, usi le persone finchè son famose.”
Era troppo.
La sua mano si avvolse intorno alla gola della Brown e la sua bacchetta puntava dritta in faccia all’oca.
“Brown, ho sopportato anche troppo. Il fatto che tu sia incapace di avere degli amici non vuol dire che tutte siano come te. Vedi di lasciarmi in pace se non vuoi fare la fine di Marietta se non peggio. Sono stata chiara?” Doveva avere qualcosa di animalesco nello sguardo perché video il terrore puro attraversare gli occhi della ragazza.
Appena mollò la presa Lavanda fuggì verso la pista e pochi minuti dopo la vide ballare con un qualche ragazzo di Corvonero. La solita.

“ Tutto bene Granger? Non pensavo fossi brava anche nella lotta libera!” Blaise era tornato, le stava porgendo la bevanda e sicuramente vista la sua aria divertita aveva appena assistito alla scena.
“Tutto bene, ricordati che sono brava in tutto io, soprattutto ad eliminare le persone inutili.”
“Me lo ricorderò allora, mai diventare tuoi nemici.” E dicendolo mimò l’impiccarsi.  “Ora scusa ma vado un attimo a cercare una persona, non scappare che abbiamo un discorso in sospeso!” E lo vide allontanarsi a grandi passi.
 
 
“Da quando sei amico della Granger?”
“Da quando ti interessa Draco?”
“Sei il mio migliore amico, pensavo mi dicessi tutto!” Era una menzogna bella e buona.
Aveva notato la ragazza appena era entrata.
Pur essendo vestita in modo assolutamente non provocante aveva subito attirato il suo sguardo.
Sembrava un cerbiatto che si trovava nella tana dei leoni, spaesata ma con tanta di quella determinazione nello sguardo da far tremare chiunque. Quando aveva visto il suo amico avvicinarsi l’aveva vista cambiare, da tesa era diventata tranquilla come se fosse appena stata salvata.
Cosa c’era fra quei due?
E’ solo per curiosità che te lo chiedi- continuava a ripetersi come fosse un mantra.
“Sì hai ragione.. Oggi l’ho beccata in guferia, abbiamo parlato un po’ e l’ho invitata qui. E dopo averla vista sono ancora più convinto della mia scelta.”
“Sai che non hai ciance di conquistarla? Quella è già sposata..”
“Non sono mai stato un tipo geloso..” Per questa frasetta scontata di beccò una sberla sulla testa da Pansy che era appena arrivata nel suo scintillante vestito di pailettes argentate.
“Questo lo sappiamo bene Blaise, chi è la tua preda questa volta? Una dodicenne?”
“Lascia stare- vedendola non riuscì a non pensare ad una trota- vuoi qualcosa da bere?”
“Sì, fai tu tanto conosci i miei gusti amore. Vado un attimo a parlare con le ragazze, mi trovi lì.” E gli stampò un bacio a fior di labbra.
Arrivato al bancone delle bibite si trovò a pensare ad un detto babbano – parli del diavolo e spuntano le corna – ma al posto delle corna vide dei boccoli profumati di vaniglia.
“Granger posso prendere da bere?”
“Certo, scusa Malfoy ho finito.”
“Sei diversa stasera.”
“In che senso?”
“Diverse e basta.” E tornò dall’altra parte della sala portando da bere alla sua signora.
 
 
Ore 24
 


Hermione aveva bevuto forse un po’ troppo. Ginny era completamente ubriaca su un divano a raccontare  aneddoti della sua infanzia. Lavanda si era appartata chissà dove con chissà chi. Calì era tornata in dormitorio causa nausea.
Blaise ci mise poco a trovare chi stava cercando. Era seduta su un divanetto in disparte e giochicchiava con una ciocca che stava tornando crespa come era di solito.
“Allora ti ho ritrovata.. Ti stai divertendo?”
“Mmmm sì molto, è la mia prima festa sai?”
Blaise notò dal tono strascicato che doveva essere anche la prima volta che beveva.
“Immaginavo che il Capo Granger non avesse mai trasgredito qualche regola. Come mai questo cambio di idea? E’ legato a quel che è successo oggi? C’entra Weasley?”
Hermione ormai non aveva più freni.
Gli raccontò tutto, dalla mancanza di gesti a ciò che aveva scoperto su Ron e Lav-Lav, sui suoi dubbi e sulla totale mancanza di fiducia che si era venuta a creare.
Blaise l’aveva ascoltata pazientemente e con una sola frase aveva confuso parecchio la già confusa ragazza.
“Non hai paura che sia solo abitudine?”
“N-n-no non credo, cioè io credo di essere innamorata è lui che ha sbagliato!” Biascicò buttando giù l’ultimo sorso del suo bicchiere.
“Sì ma a questa età bisognerebbe strapparsi i vestiti di dosso coi denti. Forse il tuo inconscio ha cercato di farti capire che non sei pronta ma non in generale, per lui.”
Hermione scoppiò a piangere. Finchè certe cose si pensano è un conto, quando qualcuno le dice ad alta voce diventano reali. Trovò conforto nell’abbraccio del ragazzo Sentiva le mani di lui accarezzarle la schiena e dove le sue dita passavano sentiva dei piccoli brividi percorrerla. Perché quelle sensazioni la mandavano in confusione? Perché le provava con qualcuno che non era Ron?
Alzò il viso quel poco che le serviva per vedere in faccia il suo “soccorritore”.
Mai più avrebbe pensato che lui avrebbe considerato quel gesto un tacito invito a baciarla.
Quando sentì le labbra di lui poggiarsi sulle sue le reazioni dentro lei furono due:la prima di schiaffeggiarlo e maledirlo-non sapeva in che ordine- la seconda di rispondere a quelle attenzioni che il suo ragazzo non era in grado di darle.
Optò per una via di mezzo staccandosi e uscendo precipitosamente dalla stanza.
E se qualcuno li avesse visti?
Se lo avessero detto a Ron?
Perché non lo aveva fermato?
Perché si era ritrovata in quella situazione?

Troppe domande per una testa sola, per di più annebbiata dall’alcol, il suo corpo cedette e si ritrovò seduta per terra in un corridoio.
Una sola persona li aveva visti e si era seduta vicino alla grifona.

“Non pensavo ti piacessero le serpi.”
Hermione alzò la testa e rivide quegli occhi inconfondibili. Malfoy.
“Non mi piacciono infatti, apprezzo la loro compagnia ogni tanto.”
“Ah capisco quindi ti fai baciare da tutte le serpi che incontri?”
“Malfoy non era niente quello.” Si girò verso di lui. “Ti prego non dire niente a nessuno..”
Non ebbe risposta. Vide la scena al rallentatore.
Le labbra di Malfoy si posarono nello stesso puto in cui si erano posate quelle di Zabini poco prima. Il ragazzo però non si fermò, le passò la lingua sul labbro inferiore e approfittò dello stupore della ragazza per strapparle un bacio veloce ma intenso.
“Malfoy che dannazione credi di fare?” dille lei spingendolo via.
“Verificare una tesi Granger, ci vediamo.”
E la lasciò lì ai suoi pensieri.

Devo essere impazzita e se non sono pazza lo diventerò a breve. Cosa dirò a Ron domani?
















Note dell'autrice:

Ho deciso di aggiornare in fretta perchè ero troppo carica ahaha spero vi piaccia anche questo capitolo! Come sempre critiche ed eventuali lodi sono sempre bene accette, mi state insegnando tanto! Un bacione e spero a prestissimo!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Disincanto ***


Disincanto

 

 
3 Settembre


 
Ronald Weasley era via da due giorni e non poteva essere più contento.
Passava le sue giornate a giocare a quidditch, era sfiancante ma aveva subito creato un bellissimo rapporto con gli altri suoi compagni di squadra.
La sera era talmente stanco che si addormentava come quando aveva otto anni e aveva appena passato una giornata intera a giocare con i suoi fratelli : in cinque secondi e col sorriso sulle labbra.
Erano solo le nove di sera ma era già esausto.
Quel giorno aveva imparato un nuovo tipo di parata e purtroppo non era stato facile, ci aveva messo parecchie ore ma la soddisfazione di riuscire a fare qualcosa da solo non aveva prezzo. In tutta la sua vita era sempre stato la spalla di qualcuno, non era mai stato una persona importante.
Da piccolo era stato “speciale” finchè non era nata Ginny, unica femmina e ultima arrivata aveva subito attirato le coccole e l’amore di tutta la famiglia. Non era il più simpatico, non era il più bello e non era il più intelligente.
A scuola era l’amico di Harry Potter, quello che girava con Hermione Granger. Ora finalmente era qualcuno. Lui era IL portiere, era stato scelto per la sua bravura e non per le persone che frequentava.  Aveva finalmente trovato la sua strada.
Mentre ripensava alla sua giornata fu riportato alla realtà da un picchiettare fastidioso. Un grosso gufo grigio voleva consegnargli una lettera e sembrava piuttosto arrabbiato.
Sarà mamma che come al solito vuole sapere tutto subito! – Pensò subito il ragazzo.
La sua espressione passò da tranquilla a terrorizzata. Hermione sapeva tutto. Ma perché quell’oca di Lavanda non poteva mai stare zitta?
Spero solo che non venga mai a sapere il resto o è la volta che mi uccide.
Prese un pezzo di pergamena e scribacchiò velocemente due righe di scuse, tanto la sua Hermione avrebbe capito. Sarebbe rimasta arrabbiata qualche giorno e poi lo avrebbe perdonato, in fondo non era propriamente una bugia, era un’omissione.
Dopo aver consegnato la risposta al gufo si infilò sotto le coperte e finì nelle braccia di Morfeo in pochissimo tempo.


 
4 Settembre


 
Ginevra Weasley si era presa parecchie sbronze nella sua vita ma mai come quella volta.
Era stata svegliata da un molesto raggio di sole che non ne voleva sapere di lasciarla dormire.
Mpf- riuscì a mugugnare prima di rendersi conto di dove fosse.
Era ancora nella stanza delle necessità, con gli stessi vestiti della sera prima e Lavanda stava dormendo sulle sue gambe con il vestito mezzo abbassato.
Ma è possibile che non riesca mai a tenersi un vestito addosso? Beata ragazza.
Dopo vari tentativi rinunciò a svegliarla, in fondo non era pagata per fare la baby sitter a nessuno.
Dopo aver controllato di avere tutto uscì velocemente dalla stanza e andò nel suo dormitorio.
Era relativamente presto, le lezioni non erano ancora iniziate e aveva tutto il tempo di darsi una rinfrescata prima di doversi subire otto ore di parole e parole e parole.
Si sciacquò il viso, lavò velocemente i denti , indossò l’uniforme e si passò la spazzola fra i capelli. In quel momento si auto proclamò genio per averli tagliati, richiedevano molte meno cure, insomma il taglio perfetto per un post sbronza!
Ma, dov’era Hermione? Beh probabilmente se ne era andata dalla festa prima di lei e l’avrebbe trovata giù a fare colazione pronta subito a sgridarla per l’aria da zombie. 
Come da previsione la sua amica era seduta al tavolo dei Grifondoro e stava bevendo un caffè con l’aria abbastanza stralunata.
“Buongiorno bionda!”
“Buongiorno regina degli zombie!” Ma stranamente non aggiunse altro, non la sgridò né fece commenti acidi o taglienti sul suo non essere rientrata la sera prima.
“Ti sei divertita ieri sera? Quando sei tornata?”
“Sì è stata una festa, ehm, carina. Non che io ne capisca molto di feste, ehm..” Ginny notò subito che l’amica sembrava in difficoltà. Che fi fosse sbronzata anche lei e si vergognasse? Non potè chiederle spiegazioni perché i puntualissimi gufi della mattina irruppero nella Sala lasciando cadere lettere e pacchetti per gli studenti.
Ginny vide subito l’amica irrigidirsi, aveva probabilmente ricevuto la risposta da suo fratello e l’espressione di Hermione mentre leggeva non lasciava presagire niente di buono. Meglio lasciarla sbollire da sola, ormai aveva imparato a conoscerla.
“Herm, io vado perché ho lezione fra poco, ci vediamo stasera? Così se vuoi raccontarmi qualcosa, io ti posso narrare il mio risveglio traumatico stamattina! Alle otto in sala comune!” Le mandò un bacio con la mano e volò via.

Siamo al secondo giorno e tu sei già esausta, forza impegnati. Devi dare il massimo.







 
Hermione stai tranquilla, mi spiace di non averti detto di quell’episodio ma per me non ha significato nulla e  preferivo non ferirti. Appena avrò più tempo ti scriverò di più, lo giuro.
Mi manchi, a presto    Ron

 

Stare tranquilla?
Come poteva stare tranquilla quando quello che credeva essere il suo ragazzo le mentiva spudoratamente e non lo riteneva neanche lontanamente grave?
Era pazza lei oppure avevano due concetti completamente diversi di rispetto e fiducia?
Il suo cervello era occupato al 50 % dalla rabbia nei confronti di un certo rosso a cui avrebbe volentieri lanciato 10 bolidi in testa. Il restante 50 % dei suoi pensieri erano rivolti alla sera prima. Aveva ricevuto due baci e avrebbe voluto informare Ron ma a quel punto aveva cambiato idea.
Se lui non riteneva grave omettere un fatto così importante perché mai lei avrebbe dovuto sentirsi in colpa per una sciocchezza simile?
In fondo lei non aveva fatto niente!
Il punto principale era : perché aveva risposto, seppur per pochi secondi, al bacio di Malfoy?
Una parte di lei diceva per ripicca, un’altra perché nessuno l’aveva mai baciata così.
E Zabini?
Pensava di aver trovato un nuovo amico e invece aveva rovinato tutto spingendosi troppo in là.
Avrebbe dovuto chiarire con lui o lasciar correre e riniziare ad ignorarlo come aveva fatto gli anni precedenti? E cosa avrebbe dovuto dire a Malfoy? Cosa volevano dire parole che le aveva rivolto subito dopo?
Una tesi. Bah. Non sapeva più se preferiva vederci chiaro e quindi parlare con entrambi o far finta che non fosse successo niente.
Il mal di testa decise per lei. In quel momento non aveva la forza di parlare con nessuno, figuriamoci di chiarisi, e aveva paura che visto il mal di testa e la sbornia che stava smaltendo non si sarebbe mai sentita abbastanza in forza da affrontare così tanti problemi.
Quel giorno aveva solo due ore di lezione, per di più coi Serpeverde: pozioni. Si diresse nei sotterranei e per la prima volta nella sua carriera scolastica si posizionò all’ultimo banco. Una delle cause del suo mal di testa decise di sedersi proprio accanto a lei e di fissarla con quei penetranti occhi azzurri.
“Grang..”
“Non direi niente, ieri sera non è successo niente. Possiamo lasciar stare? Mi sembra di avere un branco di centauri in testa.” E nascose il viso fra le braccia incrociate sul banco.
“Volevo dirti la stessa cosa, in realtà volevo scusarmi. Ero un po’ ubriaco e in quel momento mi sembrava la cosa giusta da fare. Posso chiederti solo una cosa?”
“Mpf.” Non riusciva ad opporsi a quel tono così gentile.
“Non hai provato niente?”
“In che senso?”
“Ti sei sentita in colpa? Ti è piaciuto ?”
Si era sentita in colpa? In effetti no.
Le era piaciuto? Non sapeva dirlo ma era sicura di non volere quel genere di rapporto con Blaise.
Ma perché non si era sentita in colpa? In fondo era praticamente un tradimento!
Quella domanda non aveva ancora una risposta nella sua testa, nel suo cuore forse sì.
“Sinceramente non mi sono sentita in colpa visto che non ho fatto niente ma vorrei  mettere in chiaro le cose con te. Mi trovo bene a parlarti e mi ha fatto piacere trovare in te un amico ma puoi essere solo questo per me. Se non ti va bene torna ad ignorarmi ok?”
“Essere tuo amico mi è sufficiente.” –Per ora- “ Allora amici come prima?”
“Amici come prima.”
Ora ne rimaneva uno, ma avrebbe avuto la forza di dirgli le stesse cose?

 
 

Ore 18


“Forse hai corso un po’ troppo non credi?”
“Non credo Draco, le ho insinuato il tarlo del dubbio, comunque per ora mi basta anche essere suo amico. Pensi di poter sopportare che frequenti la Granger o hai ancora problemi di sangue?”
“Sai che quelle cose sono morte e rimorte, per me non ci son problemi ma non so quante serpi potrà sopportare contemporaneamente.”
“Vedremo. “
“Beh, io ora vado in biblioteca, ci vediamo a cena?” Un cenno del capo bastò al biondo come risposta.
Non aveva mai avuto problemi in pozioni ma la lezione della mattina gli aveva lasciato parecchi dubbi.
Probabilmente si fosse messo a contare le volte in cui era andato in biblioteca non sarebbe nemmeno arrivato a completare una mano.
Era troppo orgoglioso per chiedere consiglio sia ad una persona che ad un supporto cartaceo quindi di solito preferiva rompersi la testa finchè non riusciva a cavarsela da solo.
In fondo tutta la sua vita si era basata su quel semplice concetto : sei solo e da solo devi farcela.
Arrivato in biblioteca si diresse subito nel reparto dove sapeva avrebbe trovato le risposte che cercava.. Ma forse non subito.
“Granger mi serve quel libro.”
“Serve anche a me Malfoy quindi aspetta il tuo turno.”
“Ma è tardi, chissà quanto ci metterai tu, io ne ho bisogno per pochi minuti!”
“Non potrebbe interessarmi meno.”
Non aveva mai incontrato una ragazza capace di tenergli testa a quel modo.
Non aveva esitato in nessuna delle sue risposte nonostante l’episodio della sera prima le impedisse di guardarlo negli occhi.
Tutte le ragazze che aveva conosciuto lo avevano sempre trattato come un trofeo, non si erano mai permesse di rispondergli né tanto meno di negargli qualcosa.
Se diceva-salta- loro saltavano.
Quando si ha tutto questo come è possibile sentirsi attratti dall’opposto?
Era una sfida a se stessi o semplicemente la ricerca di qualcosa capace di completarlo?
Meglio nascondere queste domande e lasciarle lì finchè non sarà più possibile non rispondere.
Il viso di quella ragazza era una continua scoperta.
Da corrucciata era passata ad essere completamente assorta dalla lettura cambiando completamente espressione.
Pansy aveva sempre le stesse due o tre espressioni, felice annoiata e qualche volta arrabbiata.
Su quel viso invece aveva visto almeno mille sfaccettature in tutti quegli anni ma solo ora si rendeva conto di quanto gli piacessero.
Devi essere completamente impazzito.
 

“Possiamo gi ungere ad un accordo?”
“Parla.”
“Posso sedermi accanto a te e vedere cosa leggi, magari trovo quel che mi serve.”
“Va bene Malfoy basta che non mi disturbi.”
Il braccio sinistro di Hermione aderiva al braccio destro di Draco, quella posizione permetteva ad entrambi di guardare sul libro ma solo lui si sentiva in imbarazzo?
“Così tu e Blaise siete amici..”
“Dimmi cosa vuoi  Malfoy così risolviamo e posso tornare a studiare in pace.”
“Niente, volevo scambiare due parole. Non puoi concedere anche a me la tua amicizia?”
“Io la concedo a chi la merita e determinati comportamenti non aiutano.”
“Intendi ieri sera? Non pensavo di averti turbata così tanto Granger.”
“Baci tutte quelle che incontri o ti diverti sempre e solo a tormentare me?”
“Bacio chi mi interessa. Non pensavo di averti “tormentata. In questo caso allora ti chiedo scusa.”
“Accettate Malfoy, ora possiamo studiare?”
“Certo Granger, ai suoi ordini.”
Tormentarla? Come le era venuto in mente di usare quel termine?
Non aveva sicuramente provato tormento, ma come avrebbe potuto dirgli che le era piaciuto e che quella vicinanza le stava creando qualche problema? Meglio andarsene e in fretta.
“Ho finito Malfoy, buona lettura, ci vediamo a cena.”
“Sicuro Granger, a dopo.”
E’ possibile seppellire sette anni di insulti e cattiverie così velocemente? Avrebbero dovuto lavorarci entrambi, questo è certo.
 
 


Ore 20:30



 
Hermione era passata dal dormitorio per darsi una lavata veloce e poi raggiungere a cena Ginny.
Non riusciva più a star dietro a tutto quello che le stava accadendo.
In due giorni aveva stretto amicizia con due delle persone che meno aveva sopportato in tutto il suo percorso scolastico.
Era dispiaciuta?
No, non aveva mai sopportato tutti quei litigi e poter porre la parola fine a quel brutto capitolo era un gran sollievo.
Si fidava completamente?
No, dopotutto fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.
Avrebbe dato loro una ciance di dimostrare di meritare la sua amicizia ma non avrebbe mai abbassato la guardia. In fondo si parlava sempre di due serpi..
Origliare non le era mai piaciuto ma se ti trovi nel posto giusto  al momento giusto cosa fai, scappi? No ascolti e molte volte scopri cose che era meglio lasciare nascoste.
“Lav ma perché ce l’hai così tanto con Hermione? Non ti ha fatto niente in fondo..”
“A parte portarmi via Ron il sesto anno? Il grande amore della mia vita?”
“Mi sembra che tu ti sia ripresa dopo no?”
“Questo non vuol dire niente..Anche se la mia vendetta già l’ho avuta..”
“Cioè?”
“Lo sapevi che Ron durante la ricerca degli Horcrux ha abbandonato Hermione ed Harry per un po’?”
“Assolutamente no, tu scusa come fai a saperlo?”
“Perché Ron è venuto da me e diciamo che abbiamo trovato conforto l’uno nell’altro in quel periodo difficile.”
“Vuoi dire che..”
“Esatto, la Granger potrebbe fare concorrenza al Patronus di Potter parlando di corna.”
“Sei terribile Lavanda!” Ma il tono non era assolutamente accusatorio, anzi era molto divertito.
“Beh andiamo a cena che ho davvero famissima!”
 
Hermione non poteva credere a quel che aveva appena sentito. Mentre lei era lì a rischiare la vita, a combattere per un mondo migliore e a sopportare il peso di una scelta che non era stata sua, lui se la spassava con Lav-Lav? Questo era troppo. Tante cose si possono perdonare ma questa no. Harry lo sapeva? E Ginny? Cosa avrebbe dovuto fare? L’unica cosa che aveva voglia di fare era uccidere Ron con le sue mani. L’unica cosa che in realtà poteva fare era piangere. Era triste, delusa, amareggiata e soprattutto si sentiva stupida come mai in vita sua.
Era finita. Tre anni della sua vita passati dietro ad una persona che non meritava nemmeno il suo sguardo. Si era convinta di essere lei quella sbagliata, aveva accettato le prese in giro, la relazione con quell’oca, il suo non dimostrare mai quello che provava se non quando era senza scelta, aveva accettato la mancanza di passione, di interessi comuni, tutto per uno stupido sentimento che lui non si era fatto problemi a calpestare.
Pianse tanto da addormentarsi, il cuscino ancora bagnato e la divisa ancora addosso.
Quanto si può soffrire per una persona? E quanto ne vale la pena?
Due persone avevano notato l’assenza di Hermione a cena.
Ginny aveva aspettato ma poi presa dalla fame non ce l’aveva più fatta dalla fame, era anche stanchissima.
Non era più abituata a studiare così tanto e  riprendere il ritmo con il doppio dello studio normale non era sicuramente facile.
Dopo una breve cena si diresse nel dormitorio.
Hermione era lì, aveva gli occhi arrossati e l’aria di chi aveva pianto.
Non se la sentiva di svegliarla, le avrebbe parlato la mattina con calma e davanti a qualche dolcetto.
Non c’è cura migliore della cioccolata per la tristezza e le delusioni.
L’altra persona non apparteneva a Grifondoro e non sapeva perché non riuscisse a staccare gli occhi da quel tavolo.
Dove era finita la Granger?
Gli aveva promesso che si sarebbero visti a cena!
Beh, promesso era una parolona ma lui si aspettava di poterla vedere! 
Finita la cena fu trascinato da Pansy nella sanza delle necessità.
La camera sembrava uscita da un romanzetto rosa, c’era un letto rosa con sopra petali di rosa e candele su tutti i mobili.
Nell’aria c’era un odore dolce che gli fece venire la nausea.
“Cosa ci facciamo qui Pansy?”
“Sono stufa di aspettare Draco, sei il mio ragazzo e voglio farlo con te. Tu non mi desideri?” Il suo tono era ammaliante ma non aveva effetto su di lui.
No. Quella era la prima risposta che gli era venuta in mente.
“Pansy non mi sembra il caso.”
“Devi avere qualche problema. Hai diciotto anni e non l’hai ancora fatto.. Io non ne posso più, Draco se non mi desideri non vedo perché continuare questa relazione.”
“Se la pensi così non posso che darti ragione, è finita.” E uscì dalla stanza.

Due anni di fidanzamento bruciati per l’incapacità di lei di capire che non se la sentiva ancora.
Non se la sentiva con lei, non sentiva quella necessità.
Provava un grande affetto per lei ma era sufficiente per un passo del genere?
L’avesse raccontato a Blaise avrebbe riso per due ore.
Lui non aveva mai avuto problemi, aveva già avuto parecchie ragazze nel letto e trovava ridicolo che il suo migliore amico volesse aspettare così tanto.
Nessuno lancia ultimatum ad un Malfoy. Si sentiva leggero, avrebbe dovuto sentirsi triste ma in realtà si sentiva fortunato.
Aveva trovato un modo per uscire da una situazione scomoda senza passare per il cattivo di turno.
 
Hermione si svegliò di soprassalto  mezzanotte, i morsi della fame si erano fatti sentire.
Dopo una veloce sciacquata al viso, uscì in punta di piedi. Avrebbe usato quel passaggio segreto per le cucine e avrebbe raccattato velocemente qualcosa da mangiare, poi avrebbe scritto una lettera chiara e decisa per il suo ormai ex fidanzato e sarebbe tornata a dormire, magari in compagnia di un buon libro.
Raggiunse le cucine senza farsi notare da nessuno.
Ma si sa che se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo.
Avrebbe voluto incontrare chiunque tranne che lui. O l’altro.
“Spuntino di mezzanotte Granger?” Non poteva farle sapere di aver notato la sua assenza a cena. Sarebbe stato così poco “Malfoy”.
“Sì ho fame e tu Malfoy? “ Non aveva nemmeno più le forze per rispondere male, era sfinita psicologicamente e fisicamente si stava avvicinando al punto di rottura.
“Sì, ho decisamente fame..” Notò che gli occhi della ragazza erano gonfi, come se avesse pianto. “Archie- disse rivolgendosi ad un elfo che indossava un buffo cappello- puoi per favore darci un vassoio per due?”
L’elfo gli porse un vassoio carico di cibi vari e si congedò dai due signorini con un inchino.
“Dai seguimi Granger.” E la superò.
Fidarsi o no? In fondo cosa avrebbe mai potuto farle, ucciderla col colesterolo? Picchiarla con una pagnotta? Decise di mandare al diavolo i suoi pensieri e per una volta di seguire l’istinto.
Camminarono per dieci minuti buoni  finchè non raggiunsero la torre di Astronomia.
“Perché siamo venuti qui?”
“Perché quando banchetto fuori orario adoro avere un buon panorama..”
“Ah quindi vai spesso di notte nelle cucine?”
“Più spesso di quanto immagini..”
“Non si direbbe da quanto sei magro.”
“Metabolismo veloce Granger e durissimi allenamenti di quidditch!”
Non poteva dargli torto. Gli anni del quidditch si facevano notare, le braccia muscolose ne erano una prova sufficiente.
Hermione iniziò a servirsi, prese del pane e dell’arrosto e cominciò a mangiare.
“Allora Granger, a quando il matrimonio con il rosso?” Si pentì quasi subito di aver posto la domanda capendo dall’espressione di lei di aver toccato un tasto dolente.
“A mai, l’ho lasciato o meglio sto per lasciarlo.”
“Ehm. Mi spiace Granger.”
“Non è vero Malfoy ma comunque non spiace nemmeno a me.”
“Allora meglio così no?”
“Meglio così.”
Pur non essendosi sfogata, non avedo urlato o raccontato tutti i suoi problemi si sentiva già meglio. Quelle poche parole l’avevano aiutata più di quanto avrebbe mai creduto.
“E tu Malfoy, quando ti sposi con il carlino?”
“Hey Granger non sei molto gentile! Comunque direi mai anche io visto che mi ha lasciato qualche ora fa..”
“Mi spiace.”
“Non è vero Granger e nemmeno a me in fondo spiace.”
“Come mai ti ha lasciato se posso sapere?” Che avesse scoperto del bacio che le aveva dato? Non voleva sentirsi responsabile della fine di un’altra relazione oltre che della sua.
Malfoy doveva aver letto la preoccupazione nei suoi occhi.
“Tranquilla Granger non è colpa tua, semplicemente lei era innamorata e io no. Meglio finirla subito quando è così per evitare troppi cocci dopo.”
“Mm.” Quanto poteva essere saggio quel ragazzo? E quanto poteva essersi sbagliata lei?
“Allora adesso Blaise avrà strada libera..” Non riuscì a mascherare completamente l’amarezza.
“Non lo so, non ho molta voglia di ributtarmi in una relazione.. Anche se Blaise è davvero gentile con me e sicuramente mi ha corteggiata come Ron non ha mai fatto in vita sua..Devo sicuramente pensarci a fondo.”
“Capisco.”
Solo quello? E cosa si era aspettata in fondo? Una dichiarazione d’amore? Solo perché l’aveva baciata una volta?
“Posso chiederti una cosa?”
“Dimmi tutto Granger.”
“Cosa volevi dire quando hai detto che volevi verificare una tesi?”
“Secondo te?”
“L’avessi saputo non te lo avrei chiesto no?” Odiava ricevere come risposta ad una domanda un’altra domanda!
“Perché si bacia una persona?”
“Ancora una domanda al posto di una risposta. Lascia stare Malfoy.”
 
Con il broncio era forse ancora più bella.
Perché si sentiva attratto da lei?
Non poteva averla.
O forse sì?
Senza aspettare prese il volto di lei fra le mani e la baciò.
Questa volta era un bacio leggero, più lento.
Stava aspettando una qualche reazione da parte della ragazza: uno schiaffo molto probabilmente.
Tutto si sarebbe aspettato tranne una risposta consenziente a quel bacio. Quando sentì le mani di lei accarezzargli il viso non capì più niente.
Iniziò a leccarle il labbro inferiore e quando lei gli concesse l’accesso alla sua bocca pensò di non aver mai ricevuto un bacio migliore.
Dopo poco si staccò ma tenne il viso di lei fra le mani e sulle labbra le soffiò:

“Adesso hai capito perché ti ho baciata?”













Note Dell'autrice: Nyyyyyyyyyaaaaaaaaaaaaa a tutti! :) Ragazzi ci sentiamo a Gennaio, io oggi parto e torno l'1! Un bacione a tutti! Spero che il capitolo vi piaccia!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Pick me, Choose me, Love me ***


Pick me, Choose me, Love me



 

 
 




5 Settembre




Ore 20


Ginny Weasley non aveva ancora avuto notizie dal suo fidanzato.
Sapeva di non doversi preoccupare, in fondo stava solo addestrandosi , ma non riusciva a smettere di farlo.

Dov’era?
Cosa faceva?

Stava pensando a lei?
Decise di scendere a cena, non aveva molta fame in realtà ma per evitare brontolii notturni era meglio mettere qualcosa sotto i denti.
Stava per entrare in Sala Grande quando si sentì chiamare da una voce troppo familiare per essere vera.
“Ginny girati!”
Si girò al rallentatore.
Come era possibile?
Davanti ai suoi occhi c’era Harry, più bello che mai e sorridente come sempre.
In mezzo secondo  gli si buttò fra le braccia, lo prese a pugni e lo riabbracciò così forte da stritolarlo.
“Sei uno stupido! Come ti viene in mente di non farmi sapere niente? Di non dirmi dove fossi! Stavo per morire per l’ansia e la preoccupazione! E cosa ci fai qui? Perché non mi hai avvertita? Sei un incosciente!”
“Hey ferma ferma ferma. Non potevo dirti dove stavo andando, me l’hanno ordinato. Volevo farti una sorpresa, possiamo andare nel dormitorio? Ho bisogno di parlarti.”
“Va, va bene andiamo.”
Cosa doveva dirle?
Perché sembrava così serio?
“Ah, Hermione è sopra? Perché è arrivato anche Ron dicendo di volerle parlare con urgenza e la sta aspettando in Sala Grande..”
“Sì è sopra, andiamo a dirle di scendere!”

Arrivati in Sala Comune Harry fu assalito dai suoi ex compagni e Ginny ebbe il tempo di andare nel dormitorio femminile per chiamare l’amica.
“Herm ci sei?”
“Sì scusami sono in bagno.” Uscì asciugandosi alla meglio i capelli. “Hai bisogno di qualcosa?”
“E’ arrivato Harry, ora è di là a farsi divorare dagli altri e mi ha detto che Ron ti sta aspettando in Sala Grande.”
“Ah. Bene. Allora vado, grazie.”

L’amica si era irrigidita visibilmente.
Cosa aveva combinato quell’idiota di suo fratello?
Lo avrebbe scoperto dopo.

Harry era entrato nel dormitorio e finalmente potevano parlare.

“Eccomi scusa ma volevano sapere tutti dove fosse finito..”
“Lo volevo sapere anche io..”
“Non potevo Ginny. Ma è proprio di questo che voglio parlarti. Il mio capitano ha deciso di portare la mia squadra via per un allenamento che durerà un anno e forse di più. Non vuole dirmi dove ci porterà ma ha dato la possibilità ad ognuno di noi di portarsi dietro una persona cara. Io so che tu vuoi finire i tuoi studi ed è giusto ma io voglio comunque chiedertelo : vuoi partire con me Ginny? Non credo di poter resistere senza te un anno intero, ma se dovessi decidere di rimanere non ti serberò rancore ma ti aspetterò.”

Avrebbe dovuto pensarci, ragionare, ponderare e forse rifletterci ancora un po’ ma il suo cuore non voleva sentire ragioni.
Un anno senza Harry?
Avrebbe potuto riprendere la scuola quando voleva.
Basta ragionare, basta pensare, a quell’età bisognava vivere di istinto e il suo le urlava a gran voce di seguire il suo amore.

“Avrai bisogno di pensarci, io ripartirò stasera ma solo domani sera ci sarà la partenza ufficiale..”
“Io non ho bisogno di pensarci Harry, vengo con te.”
La felicità e lo stupore di lui erano palpabili.
In pochi secondi la raggiunse, l’abbracciò e posò le sue labbra su quelle della ragazza sollevandola di qualche centimetro da terra.
“Non sai quanto mi rendi felice. Allora devi preparare i bagagli perché alle dieci dobbiamo lasciare il castello e raggiungere la mia base. “
“Mi basta pochissimo tempo, preparo tutto e poi andiamo a salutare Hermione ok?”
“Va bene, ti aspetto il Sala Comune.”
Stava per partire per un anno con l’amore della sua vita.
Non poteva ancora crederci!
Cosa avrebbero detto i suoi?
Oh beh chissenefrega, aveva bisogno di fare qualcosa per se stessa e quella era l’occasione giusta.
Avrebbe tratto il meglio da ogni momento e niente le avrebbe impedito di vivere la vita come voleva lei.
 
 
Ronald Weasley aveva saputo che il suo amico stava per partire e aveva deciso di approfittare del suo viaggio ad Howarts per aggregarsi e andare a scusarsi con Hermione.
Non era stato sincero e non era molto bravo a scrivere quindi preferiva scusarsi di persona.
Meglio i gesti delle parole.
Era ormai seduto in Sala Grande da una ventina di minuti quando la vide entrare.
Se gli sguardi avessero avuto il potere di uccidere lui sicuramente sarebbe stato un uomo morto.
Era bellissima.
La rabbia le dava un’aria sexy ed era evidente che fosse appena uscita dalla doccia : i capelli ancora bagnati le ricadevano sulle spalle, non aveva la divisa addosso ma indossava dei jeans e una t shirt.
“Seguimi, non ho intenzione di fare scenate qui.”
Lui non sapeva cosa rispondere.
Si alzò e la seguì davanti al portone d’entrata del castello.
Era ferma lì, lo fissava con odio e teneva le braccia incrociate.
“Perché sei qui?”
“Perché volevo vederti e scusarmi di persona.”
“Per cosa Ronald Weasley? “
“Per non averti detto della mia prima volta.. Non valeva niente per me e non volevo litigare.. So che è stupido, mi dispiace.”
“Dove sei stato quando hai abbandonato me ed Harry in mezzo alla foresta?”
Dannazione.
Come faceva a saperlo?
A lei e ad Harry aveva detto di essere stato a Villa Conchiglia ma non era vero.
Aveva paura del giudizio della sua famiglia e non aveva avuto il coraggio di chiedere asilo ad uno di loro.
L’unica persona che lo aveva accolto a braccia aperte era stata Lavanda, lo aveva consolato e lo aveva fatto sentire meglio e lui stupidamente ci era ricascato e aveva tradito Hermione. Era stato lo sbaglio di due o tre notti e pensava che avrebbe potuto tenerlo nascosto per sempre ma ormai doveva saperlo che tutti i nodi prima o poi vengono al pettine.
“Io, Hermione, mi spiace, sono un cretino e..”
“Sì sei un cretino e io sono stufa di avere a che fare con te. Sappi che fra noi è finita e non so quando e soprattutto se avrò voglia di rivederti o parlarti ancora quindi ora sei pregato di sloggiare e lasciarmi vivere la mia vita.”
“Io ora me ne vado ma sappi che ti aspetterò, prima o poi tornerai da me e lo sai.”
“Sei uno stupido borioso Ronald, addio.” Dopo avergli lanciato un ultimo sguardo carico d’odio si allontanò a grandi passi da lui.
Aveva toppato in pieno.
L’aveva ferita ma non era la prima volta ed era sicuro che prima o poi sarebbe tornata.
Ma lui ci sarebbe stato?
 

 
Non era mai stata così tanto arrabbiata in vita sua.
Non solo non aveva detto altro che banalità ma aveva pure avuto il coraggio di fare il borioso.
Quanto lo odiava!
Si meritavano a vicenda lui e quell’altra oca giuliva che divideva il dormitorio con lei.
Non sapeva dove andare, se avesse incontrato Lavanda le avrebbe come minimo strappato tutti capelli quindi tornare in dormitorio era escluso.
Improvvisamente le tornò in mente quello che era successo la sera prima.


Flashback


“No Malfoy non l’ho capito e non lo capirò mai.”
“Bisogna dare un nome a qualunque cosa? “
C'era bisogno? No.
Aveva passato tutta la vita a dare il nome a qualunque cosa della sua vita e non si era mai sentita pienamente soddisfatta.
Era attratta da Malfoy, il suo corpo gliel’aveva fatto capire in ogni modo ma fino a quella sera aveva pensato di essere solo lo strumento di un qualche stupido scherzo o rivincita.
Con quell’ultimo bacio le aveva dimostrato quanto infondate fossero le sue supposizioni.
Era stato così dolce da farle dubitare che fosse stato Malfoy a baciarla.
“No Malfoy hai ragione. Ora devo andare.”
“Serpensortia.”
“Cosa?”
“E’ la parola d’ordine per la Sala Comune Serpeverde. Se fai il solletico al nostro quadro ti farà entrare direttamente nella camera da Caposcuola che divido con Blaise. Sai dove trovarmi, io non farò più un passo. Ti dirò solo un’ultima cosa.” Si avvicinò e prese il piccolo viso corrucciato di lei fra le mani.
“Scegli me Granger.” Le baciò la fronte e uscì.


Fine Flashback


Ore 21
Sapeva dove andare.
Seguì le istruzioni di Draco e si ritrovò nella camera dei due ragazzi.
Non c’era nessuno dei due.
La camera era arredata in tipico stile serpe verde: i muri erano tappezzati di drappi verde-argento, c’erano due letti leggermente più grandi di un normale letto singolo,due scrivanie con svariati libri sopra e ai lati della porta d’entrata c’erano due statue in pietra a forma di serpente.
Cosa fare?
Aspettarlo o uscire?
Decise di sedersi su uno dei due letti a leggere una rivista che uno dei due doveva aver lasciato sul comodino.
Quidditch, che noia.
Senza accorgersene si addormentò sdraiata a pancia in giù col viso appoggiato sulla rivista.
 
Draco e Blaise erano a dir poco stupiti quando trovarono Hermione addormentata sul letto del primo.
Lo stomaco di Malfoy aveva fatto una leggera capriola nel vederla lì, inerme, addormentata, con quell’espressione angelica che lo faceva impazzire.
Si sedette accanto a lei e provò a svegliarla toccandole i capelli e il viso.
“C’è qualcosa che devi dirmi?” chiese il moro stupito da tutta quella delicatezza.
“Non penso ci sia bisogno di parole, mi odi?”
“Ma figurati. Era una sfida e l’ho persa ma son contento tu l’abbia vinta, Hermione è davvero una brava ragazza. Vado a prendere qualcosa da mangiare e torno qui, sveglia la bella addormentata.” E con le mani in tasca uscì dalla camera lasciando soli i due ragazzi.
“Hey Granger, sveglia..”
Si avvicinò al suo viso e iniziò a darle dei piccoli baci sulle guance, sul naso, sulle labbra.
“Mmmm mamma ancora cinque minuti per favore..”
“Granger così però mi offendi, almeno scambiamo per un uomo!”
“Oddio Malfoy che ci fai qui?”
“Semmai cosa ci fai TU qui, questa è la mia stanza e tu stavi dormendo sul mio letto.”
“Ah, già, scusami se sono venuta senza dire niente..”
“Ti ho dato la parola d’ordine proprio affinchè tu lo facessi. Cosa ti porta qui? La torre Grifondoro non era abbastanza accogliente per farti dormire?”
“Non avevo voglia di stare con i miei compagni, specialmente con alcune oche. Se sono di disturbo vado via..”
“Non ho detto questo Granger, era per sapere se era il caso di darti un pigiama.”
“Posso dormire qui?”
“Certo che sì se non ti scandalizzi a dormire con due aitanti giocatori di quidditch. Blaise è andato a prendere qualcosa da mangiare.”
“Che gentile, allora accetto volentieri l’invito ma non ho bisogno di un tuo pigiama, trasfigurerò questi vestiti.”
“Meglio Granger, io ho solo pantaloni dato che dormo a petto nudo e non so quanto saresti stata comoda.”
Hermione immaginò subito il ragazzo a petto nudo e non potè fare a meno di arrossire.
“Allora vado un attimo in bagno..”
“Va bene, io intanto mi cambio.”
Si chiuse in bagno a chiave e si guardò allo specchio.
Aveva gli occhi di chi si era appena svegliato, si sciacquò il viso con un po’ di acqua fredda e provò a domare la chioma che le ricadeva socmposta sulle spalle.
Inutile, erano indomabili soprattutto perché non li aveva asciugati. Un’altra cosa per cui odiare Weasley.
In pochi secondi trasfigurò i jeans e la maglia in un paio di pantaloncini con maglietta abbinata, li infilò e uscì dal bagno.
Malfoy era girato di schiena.
Era a petto nudo, indossava solo un paio di pantaloni del pigiama neri e stava piegando i vestiti.
Aveva fatto apparire un cuscino per la ragazza e stava sistemando delle lenzuola per terra.
“Grazie mille Malfoy, finisco io di prepararmi il letto.”
“Non penserai mica che ti farò dormire per terra vero? Questo è il mio letto per stanotte.”
“Non scherzare, non ti permetto di dormire sul pavimento per colpa mia.”
“E’ una scelta mia quindi taci insopportabile grifona.”
Hermione lo raggiunse in pochi passi e lo abbracciò da dietro.
Poggiò le mani sul suo petto e poco dopo sentì che le mani di lui erano andate ad appoggiarsi sulle sue.
Il ragazzo si giròe si portò le mani di lei alla bocca, baciò ogni mano due volte e se le portò intorno al viso.
Era davvero bello.
Basta pensare, basta ragionare, basta riflettere.
Si sporse quel tanto che bastava per far combaciare le sue labbra con quelle del biondo e si fece trasportare in una lenta e sensuale danza dove i ballerini erano le loro lingue.
Non c’era fretta, non c’era odio in quel bacio.
C’era la necessità di sentirsi vicini.
Hermione si staccò quasi subito e dopo aver fissato quegli occhi che tanto la facevano pensare decise di compiere quel passo che le era stato richiesto.

“Ti ho scelto Malfoy e adesso sono solo cavoli tuoi.”


ore 22:30


Furono interrotti da un Blaise carico di cibarie, probabilmente aveva svaligiato completamente le cucine. 
"Ho forse interrotto qualcosa?"
"No idiota e dammi qualcosa da mangiare perchè sto morendi di fame."
Il ragazzo appoggiò tutto sul letto di Draco e tutti e tre iniziarono a mangiare e chiacchierare.
Fra un biscotto e l'altro uscì fuori il discorso "Lenticchia".
Hermione raccontò tutto quello che era successo, cosa aveva detto a quel cretino quella sera e si sentì subito bene.
Aveva chiuso quel brutto capitolo e finalmente si sentiva libera. 
I due ragazzi le fecero un applauso, Blaise si alzò e si inchinò a lei descrivendola come la donna più intelligente della terra.
"Vorrei essere donna solo per poter scaricare anche io quel pezzente."
"Malfoy non usare la parola pezzente, comunque saresti una donna pessima."
"Ti piacerei anche da donna."
"Chi ti dice che mi piaci brutto insolente borioso furetto?"
"Questo." La ribaltò sul letto e salendole sopra la baciò con una passiona che ancora non aveva mostrato. 
Hermione si sentì mancare il fiato, era il bacio migliore che avesse mai ricevuto e si ritrovò ad accarezzargli i pettorali.
Sentiva la necessità di averlo più vicino.
Non aveva mai provato quelle sensazioni, era come se respirasse per la prima volta.
Malfoy si staccò da lei a fatica e la guardò come per dire "Ho sempre ragione." con il suo tipico ghigno.

"Ragazzi affittatevi una camera, io sono sensibile a certi spettacoli."
"Scusa Blaise hai ragione, Malfoy è un animale!"
"Non parlate di me come se non ci fossi per favore."
"Va bene mio Lord, ora scusate ma sono stato invitato da una bellissima ragazza a dividere il letto con lei. Ci si vede domattina, mi raccomando!" Fece un occhiolino e uscì dalla stanza.

"Abbiamo risolto il problema del pavimento, dormirò nel letto di Blaise."
"Va bene, allora buonanotte Malfoy."
"Buonanotte Granger. Me lo dai il bacio della buonanotte?"
"Non lo so, non penso te lo meriti."
"Granger non sono uno che prega, io prendo le cose che voglio."
"Ah sì? Bene allora prendi questo!" E gli scaraventò il suo cuscino sulla faccia. 
L'espressione di Malfoy era impagabile. 
In un battito di ciglia se lo ritrovò addosso a farle il solletico. 
Non ce la faceva più, ormai stava piangendo dal ridere e riuscì a chiedere una tregua fra una risata e l'altra.
"Va bene Malfoy mi arrendo." Avvicinò il suo viso a quello del biondo e lo baciò. 
Soddisfatto si alzò dal letto e si infilò sotto le coperte di Blaise.
"Allora buonanotte Granger a domani."
"Buonanotte Malfoy."


Non riusciva a dormire.
Aveva dormito sì e no 3 ore e si era svegliata all'improvviso.
Era troppo agitata, quella giornata l'aveva sfiancata ma allo stesso tempo era troppo felice per poter dormire.
Non sapeva definire quello che c'era fra lei e Malfoy, sicuramente c'era molta attrazione ma non se la sentiva di chiedergli delucidazioni.
Chissà se aveva l'esclusiva o avrebbe dovuto dividerlo con altre ragazze. 
E lei aveva il permesso di vedersi con altri?
Ma poi con chi, aveva già fatto fatica ad interessarsi ad un ragazzo, figurati a due!
Decise di alzarsi, in punta di piedi attraversò la stanza e si infilò nel letto di Malfoy. 
Forse abbracciata a lui avrebbe potuto dormire tranquilla.
Malfoy si svegliò subito e per niente stupito da quel gesto la abbracciò, la testa di lei era appoggiata sul suo pettoe le braccia di lui la avvolgevano completamente.
In pochi minuti si addormentarono e non sciolsero quell'abbraccio fino al mattino successivo.




Ginny aveva aspettato Hermione fino alle dieci ma non l'aveva trovata. Decise di lasciarle una lettera con la promessa di farsi sentire il più presto possibile.
La sua nuova vita la stava aspettando, strinse la mano di Harry e varcata la soglia sentì di essere davvero completa.












Note dell'autrice:

Ciao ragazzi! Spero che anche questo capitolo possa piacervi, non ho aggiornato in questi giorni perchè ero via. Conto di aggiornare in fretta, ditemi cosa ne pensate e se avete qualche consiglio! Un bacione, a presto.


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Heaven ***


Heaven










Draco Malfoy aveva tanti motivi per odiare suo padre.
Quell’uomo non si era mai fatto problemi ad usare violenza smodata nei suoi confronti : ogni errore glielo faceva pagare con la frusta.
Non era mai abbastanza, avrebbe potuto portargli il mondo sulle mani ma non sarebbe mai bastato.
Non avrebbe mai strappato quell’espressione di sufficienza dal volto di suo padre.
Aveva accettato di diventare un Mangiamorte pur di accontentarlo, pur di sentirsi dire “Bravo ragazzo, ben fatto” ma neanche così ci era riuscito.
Aveva rischiato la vita cercando di uccidere uno dei maghi più potenti al mondo e nemmeno quello aveva reso orgoglioso quell’uomo con cui si era reso conto di spartire solo il cognome.
Durante la sua adolescenza non gli aveva dimostrato il minimo affetto, lo aveva spinto sempre verso le scelte sbagliate, gli aveva inculcato ideali e pregiudizi in cui ormai non credeva più e lo aveva plasmato facendolo diventare la persona orribile che si era dimostarto nei sette anni precedenti.
Povera  Pansy, pensava che lui fosse ancora vergine solo perché non voleva unirsi a lei.
Avrebbe dovuto ringraziare suo padre anche per questo.
All’età di quattordici anni lo aveva portato in un bordello per Purosangue dove lo aveva obbligato a perdere la verginità con una prostituta sulla trentina. 
Nella mentalità della sua famiglia e i generale delle famiglie di alto lignaggio bisognava essere iniziati al sesso ad una età prestabilita e con donne verso le quali non si provasse amore.
Ogni uomo Malfoy doveva imparare come soddisfare una donna prima di sposarsi e quale posto migliore di un postribolo pieno di donne cariche di segreti  e tecniche portati dall’esperienza?
Aveva dovuto unirsi a quelle donne finchè non avevano rassicurato suo padre sulle abilità amatorie del figlio.
Dopo quell’esperienza non aveva più voluto saperne di quel tipo di contatto, tanto ormai non viveva come un adolescente e non aveva nemmeno le pulsioni di uno normale ragazzo di quell’età.
Un ulteriore motivo per odiare suo padre era non avere potere decisionale nella sua vita.
Quando aveva solo dieci anni, Lucius aveva firmato un accordo matrimoniale in cui si impegnava a far sposare il suo primogenito con la figlia più giovane dei Greengrass : Astoria, più giovane di Draco di due anni.
Era un contratto inscindibile al quale i due ragazzi non potevano tirarsi indietro, lo sapeva lui e lo sapeva lei eppure non si erano mai considerati.
Non gliene era mai importato molto, Pansy lo sapeva e aveva accettato di stare con Draco finchè avesse potuto, anche nel ruolo di amante se richiesto.
In generale pensava che sarebbe diventato come suo padre, si sarebbe affezionato alla sua futura moglie e magari si sarebbe innamorato come era capitato ai suoi genitori.
Ma ora aveva qualcosa da perdere, o meglio qualcuno.
La Granger era importante per lui, non voleva rinunciarci per gli errori di suo padre ma cos’altro avrebbe potuto fare?
Entro la fine dell’anno scolastico avrebbe dovuto sposarsi e non poteva opporsi in nessun modo.
Cosa fare?
Dirglielo col rischio di essere schiantati e probabilmente lasciati per sempre o salvare il salvabile e stare insieme per bene finchè avesse potuto?
Era Draco Malfoy ed egoisticamente optò per la seconda.
Magari stando più tempo insieme poi capirà quando gliene parlerò.
Quando si svegliò senti un corpicino caldo premergli contro il suo.
La stava ancora abbracciando e i capelli di lei gli solleticavano il collo, avevano un buon odore che difficilmente avrebbe scordato.
Blaise non era ancora tornato in stanza, probabilmente era passato a prendersi la divisa pulita ed era già a fare colazione. Meglio svegliarla prima che mi uccida dandomi la colpa del suo ritardo a lezione.
“Granger..” disse accarezzandole il viso “..Svegliati, dobbiamo andare a lezione..”
“Mmpf che ora è?”
“Le otto meno un quarto…” L’urlo che seguì fece pensare a Malfoy di essere come minimo morto.
“MA SEI PAZZO?PERCHÈ NON MI HAI SVEGLIATA PRIMA? NON POSSO PERMETTERMI DI ARRIVARE TARDI, OGGI C’ È  TRASFIGURAZIONE, LA MCGRANITT MI UCCIDE SONO UN PREFETTO!”
Ancora nel letto osservò la ragazza vestirsi in un nano secondo, raccogliere i capelli in modo confuso, raccattare le sue cose e sparire dalla porta lanciandogli chissà quale maledizione.
“Brava Granger, esci dalla porta principale così tutti i Serpeverde sapranno che hai dormito qui..”
Uscì dal letto e andò a lavarsi con la calma che lo aveva sempre contraddistinto.




 
 
Fortunatamente per Hermione nessuno l’aveva notata, la sala comune delle serpi era deserta e potè uscire tranquilla senza dover dare spiegazioni di sorta.
Ora era sola con i suoi pensieri.
Aveva dormito con Draco Malfoy, era per caso impazzita?
Ok, era sconvolta per l’arrivo di Ron ma come l’avrebbero giudicata gli altri per questo repentino cambio di idea?
Lei stessa si sarebbe giudicata una poco di buono, magari Ron avrebbe pensato che si fosse appigliata al primo motivo per lasciarlo solo per continuare la sua tresca con Malfoy.
Non poteva permetterlo.
Più  tardi avrebbe esposto a Malfoy tutte le sue idee, ora bisognava concentrarsi sulla lezione.
“Signorina Granger, visto che la signorina Weasley ha deciso di lasciare la scuola sono lieta di comunicarle che lei è il nuovo Caposcuola Grifondoro!”
“Ginny se n’è andata?”
“Sì signorina Granger, con il signor Potter ieri sera e adesso se non le spiace vorrei iniziare la mia lezione.”
Non riuscì a seguire una parola.
Perchè Ginny se n’era andata senza dirle niente?
Aveva mille cose da raccontarle, aveva già programmato di pranzare con lei e parlarle di tutto.
Era rimasta senza amiche, come avrebbe fatto?
Improvvisamente si sentì persa.
Negli anni precedenti non le era importato niente di farsi amici, aveva Ron Ginny ed Harry sempre lì per lei e mai più avrebbe pensato che l’avrebbero abbandonata tutti.
Ora era sola.
Finita la lezione uscì di fretta dall’aula e andò nel suo dormitorio, trovò una lettera dove Ginny le spiegava esattamente perché se ne era andata così velocemente e quasi si maledì per non essere tornata in tempo.
Le scrisse subito una risposta sperando che il gufo fosse in grado di trovarla.

Mi mancherai Gin, adesso come faccio?



 
 
 
Blaise alle otto decise di tornare in camera sua, aveva bisogno di rinfrescarsi e sicuramente i due piccioncini avevano avuto abbastanza tempo per fare tutto ciò che dovevano.
Aveva mentito ai suoi amici, la sera prima non era andato con una qualunque.
Da un paio di mesi frequentava una ragazza sulla quale non avrebbe mai dovuto posare gli occhi.
Era iniziato tutto come un gioco, per il gusto del proibito ci aveva flirtato ma mai più avrebbe pensato che sarebbe arrivato ad innamorarsi.
Non poteva, non avrebbe mai dovuto avvicinarsi, avrebbe dovuto mantenere le distanze.
Dovevo, volevo,potevo. 
Ormai era tardi, lui era invischiato e lei pure e non c’era modo di tirarsene fuori, avrebbero entrambi sofferto in futuro ma per ora avevano deciso di godersi tutto ciò che potevano trarne.
“Ciao stallone..”
“Buongiorno Draco, non vai a lezione? Troppo stanco?” chiese maliziosamente.
“Non è successo niente di ciò che stai pensando, comunque no non ne ho voglia, oggi ho deciso di rilassarmi e basta! Vieni con me a farti un giro al lago o sei troppo impegnato con qualche piccola Tassorosso?”
Ah Draco, se sapessi..
“No dai ho già dato stanotte, andiamo!”
Uscendo dalla stanza incontrarono alcuni loro compagni.
“Dove state andando ragazzi?”
“A farci un giro.”
“Posso venire anche io Draco?” La voce di Pansy suonava quasi come una supplica.
Si era resa conto di essere stata precipitosa il giorno prima, per uno come Draco valeva anche la pena aspettare e se proprio non ce l’avesse fatta avrebbe sempre potuto andare con un altro per calmare certi istinti.
“Come ti pare, quello che fai non è più affar mio.”
La risposta fredda e il tono così tanto distaccato erano stati come una pugnalata per la ragazza.
Gli avrebbe lasciato qualche giorno per sbollire e poi sarebbe tornata alla carica.
“Quindi hai chiuso definitivamente con Pansy?”
“Ha voluto chiudere lei con me, qualcuno mi vuole bene lassù.”
“Sempre tutte le fortune tu .. Però dicono sia brava a letto, potevi sperimentare un po’ no?”
“Non mi interessa prendere malattie strane..”
“No ma magari un po’ di esperienza poteva servirti no? La Granger deve essere difficile da accontentare..”
“Ma cosa ne sai tu? Quella è sicuramente vergine..”
“Sì certo, ha passato quasi un anno in giro sola con Weasley e con Potter.. Va bene che sono ritardati ma secondo me non sono stati con le mani in mano..”
“Non farmici pensare, bleah, Donnola e Potty nudi che orrore, potrei vomitare la cena di ieri..”
“Anche a pensare alla Granger nuda?”
“Taci Blaise per favore, mi stai facendo venire mal di testa.”
C’era il tempo ideale per stare un po’ sdraiati vicino al Lago : il vento era piacevolmente fresco e carico di profumi gradevoli, il sole scaldava a sufficienza da poter girare in camicia e il tutto creava un’atmosfera di piena tranquillità.
 
 
Hermione Granger aveva avuto la stessa identica idea dei due ragazzi.
Dopo Trasfigurazione aveva due ore libere e decise di passarle in tranquillità e solitudine, doveva abituarcisi.
“Granger cosa fai, mi segui?”
No, devo pensare, tutti tranne lui ti prego!
Si voltò, rivolse un sorriso di cortesia ad entrambi e si piazzò ben lontana da loro due con un bel libro in mano e l’assoluta volontà di ignorarli.
“Ci sta ignorando?”
“Direi di sì, cosa le hai fatto?”
“Assolutamente niente!”
 
Hermione non si accorse che i due ragazzi le si erano avvicinati pericolosamente e che Blaise l’aveva appena baciata su una guancia e aveva iniziato a farle il solletico.
“Granger non si ignorano gli amici, non te l’hanno insegnato in quella Casa di perditempo di Grifoni?”
Non riusciva a smettere di ridere e dimenarsi, fra una risata e l’altra riuscì a chiedere scusa e anche tregua.
“Ne avevo bisogno, grazie.” E lo abbracciò stretto stretto causando non poche occhiatacce da parte del biondo.
“Pensavo di non avere più amici, di essere rimasta sola visto che Ginny ha deciso di andarsene con Harry.”
“Bene ora che non c’è più niente a trattenerti in quel posto di sfigati direi che possiamo anche ufficializzare il tuo trasferimento a Serpeverde no?”
“Non dire stupidaggini Blaise,non potrei mai essere una Serpeverde.. Poi oggi mi han nominata Caposcuola quindi grazie a Merlino avrò una camera tutta mia dove stare senza dover più stare con quelle oche starnazzanti con cui ero obbligata a dividere il dormitorio prima.”
“Sai che sei sempre la benvenuta da noi.”
“Soprattutto da me.” Lo corresse Malfoy.
Hermione non riuscì a non avvampare, quella voce le ricordava esattamente dove si era svegliata quella mattina.
“Sì ma non vorrei che pensassero male..”
“Chissenefrega di quello che pensano gli altri no?”
“Sì ma..”
“Sì ma niente, hai fatto un gran salto di qualità. Passare da Potter e Weasley a noi due non è cosa da tutti! Ora scusate ragazzi ma ho un appuntamento, ci vediamo stasera Hermione?”
“Vediamo Blaise, buon appuntamento allora.” E dopo avergli stampato un bacio su una guancia lo guardò allontanarsi rendendosi conto di essere rimasta da sola con il suo più grande motivo di gioia e preoccupazione.
“Perché mi hai ignorato? “
“Non ti ho ignorato, semplicemente non volevo disturbarvi.”
“Granger ho inventato io le menzogne, non mi mentire.”
Hermione gli espose tutti i suoi dubbi.
“Non mi vergogno di noi, sia chiaro. Semplicemente vorrei essere lasciata in pace per un po’. È chiedere tanto? Vorrei che per un po’ rimanesse fra di noi, che non intervenissero altri a rovinare tutto o a provarci..”
Aveva paura della reazione di Draco.
Alzò lo sguardo per guardarlo negli occhi e vide che stava sorridendo.
“Ti sembro il tipo che va in giro a metterei manifesti della sua vita privata? Stai tranquilla Granger, non lo saprà nessuno basta che mi prometti che non mi ignorerai più deliberatamente anche quando siamo soli o con quello stupido di Zabini ok?”
“Va bene, mi sembra accettabile come compromesso.”
“Pensi di poter mettere via quel libro e baciarmi un po’?”
Appena vide le gote di lei cambiare colore decise di buttarsi lui su quelle labbra che non chiedevano altro che essere baciate.
La fece sdraiare sull’erba soffice e le leccò il labbro superiore e quello inferiore finchè lei non decise di concedergli di più.
Una mano di lui le accarezzava i capelli spostandoglieli dietro l’orecchio, l’altra mano le accarezzava una coscia per poi risalire sul fianco e infilarsi sotto la schiena della ragazza facendo così aderire meglio i loro corpi.
Dopo vari minuti la lasciò libera e si sdraiò accanto a lei godendosi quel clima così piacevole e quella giornata che era sicuramente iniziata bene.




 
31 Ottobre




Il mese di Settembre era trascorso tranquillo per tutti, ogni studente si era riabituato al ritmo delle lezioni e dello studio.
Sembrava di essere tornati ai primi anni, la Sala Grande era addobbata a festa con veri pipistrelli e zucche canterine appostate negli angoli apposta per spaventare ignari studenti. Hermione ormai faceva parte di un nuovo trio, tutti nella scuola si erano stupiti nel vedere la Caposcuola Granger girare, scherzare,mangiare e passare tutto il suo tempo con Malfoy e Zabini ma ormai si erano abituati.
Erano un nuovo trio, magari non dei miracoli per gli altri ma sicuramente per la ragazza sì.
Quei due ragazzi l’avevano tirata fuori da una brutta situazione e le avevano dato la possibilità di godersi al meglio quell’anno.
Davanti a tutti Draco e lei continuavano ad insultarsi, ogni tanto era di nuovo uscita la parola Mezzosangue  e Mangiamorte ma entrambi sapevano che era tutto per scena.
Malfoy appena trovava un angolo buio, un’aula vuota o un qualche posto poco trafficato ci trascinava la ragazza e le rubava baci bollenti, rispetto ai primi contatti entrambi si sentivano meno impacciati e svariate volte si erano trovati ad accarezzarsi a vicenda provocandosi brividi di piacere e la voglia di avere di più.
Procedevano a piccoli passi, ormai erano quasi due mesi che uscivano insieme.
Quella sera oltre al solito cenone di Halloween, nella stanza delle Necessità si sarebbe tenuta una festa organizzata dai Corvonero : alcol, musica, giochi babbani e non e soprattutto tanto divertimento. Hermione era stata convinta dai due ragazzi ad andare.
 



Ore 10
 


“Non puoi stare sempre a studiare.”
“Ma ho una montagna di compiti!E sono un Caposcuola!”
“Possiamo sempre farli domani! Dai è una festa in maschera, nessuno capirà che anche tu regina delle secchione stai partecipando! “
“Ho detto no.”
“Sappi che se non vieni di tua volontà ti ci obbligo con una certa maledizione e ti obbligherò pure a ballare nuda davanti a tutti!”
“Blaise!!” Dissero all’unisono Hermione e Draco : la prima sconvolta, il secondo furente.
“Va bene, tanto non c’è modo di dirti no. Verrò ma adesso lasciami studiare ti prego o stai sicuro che fuggirò fino al primo di Novembre.”
 



Ore 21
 

Draco a Blaise erano già vestiti.
Entrambi erano vestiti da vampiri, avevano un lungo mantello con un cappuccio in grado di nascondere il loro viso anche se non ce n'era bisogno.
Draco si era scurito i capelli fino a renderli biondo scuro mentre Blaise aveva allungato i proprio capelli fino a renderli lunghi sino alle spalle.
Hermione aveva detto loro che li avrebbe raggiunti direttamente là.
Aveva chiesto aiuto ad una ragazza di Serpeverde con cui aveva stretto amicizia a forza di passare metà del suo tempo nella loro sala Comune.
La ragazza in questione era Daphne Greengrass, più simile ad una dea che ad una ragazza comune.
Avevano iniziato a chiacchierare un mese prima e si erano trovate d’accordo su molti argomenti e da lì avevano iniziato a diventare amiche.
Quella sera la grifona era andata in camera sua.
Si era già vestita, aveva deciso di impersonare un fantasma quindi molto semplicemente aveva tagliuzzato un lenzuolo e lo aveva indossato senza molte pretese.
Quando vide l’amica in un vestito argentato che le aderiva come una seconda pelle si sentì improvvisamente minuscola.
“Ti prego dimmi che quello non è il tuo vestito. Dimmi che hai voluto farmi uno scherzo e che sei venuta a chiedermi di vestirti e truccarti. Per favore.”
Hermione era combattuta.
Da un lato voleva andarsene offesa ma dall’altro sapeva che la sua amica aveva ragione, era ridicola.
Decise di ingoiare l’orgoglio per una volta e di lasciarsi aiutare.
“Certo Daph, che credi? Scherzo riuscito! Hai qualcosa da prestarmi? Io sono carente in queste cose..”
Nel giro di venti minuti le fece provare un centinaio di vestiti finchè non trovò quello perfetto : un abito lungo, bianco con una spallina sola e scollato abbondantemente sul petto.
Aveva lo spacco davanti e molto profondo, avrebbe dovuto fare parecchia attenzione quando si sedeva a meno che non avesse voluto mostrare a tutti la lingerie bianca ( sempre prestata da Daphne ) che indossava. 
Le tirò su i capelli in modo da lasciare scoperto il collo e la truccò sulle tonalità del bianco e dell’argento.
Con un incantesimo le cambiò il colore dei capelli in un biondo così chiaro da sembrare quasi bianco.
Hermione non poteva credere di essere quella davanti allo specchio.
Sembrava una dea anche lei, Daphne era davvero brava.
“Per curiosità, da cosa sei vestita tu?”
“Da sirena no?” E mostrò le scaglie argentate in viso e l’acconciatura ricca di conchiglie.
“Bene andiamo Herm o la festa finirà senza noi!”
 


 
Ore 22
 
 
Le due ragazza fecero il loro ingresso nella stanza.
Molte persone erano già ubriache, sulla pista da ballo c’erano tantissimo studendi nei costumi più bizzarri.
“Ti lascio qui, vado a cercare un’amica, ci vediamo dopo ok?”
“Ok a dopo!” Urlò nel casino.
Ora non rimaneva che trovare Draco. Iniziò a guardarsi intorno finchè un braccio non le avvolse la vita e sentì due labbra che si poggiavano sulla sua guancia.
“Anche con i capelli di colore diverso ti riconoscerei ovunque Hermione!”
Era Blaise. Aveva allungato i capelli, stava bene.
“Non ti si può ingannare eh” disse girandosi “Stai bene con i capelli così, mai pensato di tenerli in questo modo?”
“Sembrerei troppo trasandato. Ma parliamo di te! Sei un incanto, se non ci fosse Draco qui intorno ci avrei già provato con te. “ Disse facendole l’occhiolino.
“Dov’è il tuo amico?”
“È laggiù in fondo, quello vestito uguale a me e coi capelli biondo scuro.”
“Ok grazie mille, ci vediamo dopo vampiro!”
 
 
Draco si stava versando l’ennesimo drink.
Dov’era sparita quella stupida?
Era già un’ora che la stava aspettando e stava iniziando a perdere la calma.
Due braccia sottili gli avvolsero la vita.
Ti prego fa’ che non sia Pansy. 
Sì girò pronto al peggio e rimase folgorato da ciò che vide : la sua Hermione sembrava un angelo.
L’aveva riconosciuta subito dagli occhi nonostante il trucco e il colore diverso di capelli.
Il vestito che aveva addosso gli stava creando non pochi problemi, non fossero stati in una sala piena di persone glielo avrebbe strappato a morsi.
“Mi sa che ti ho rubato il colore di capelli sai?”
“Credo che tu mi abbia rubato anche altro.”
Ad Hermione mancò un battito.
“Incasinata questa festa eh?”
“Vieni, ti porto dove possiamo stare più tranquilli..”
La prese per mano e la trascinò in una sorta di privè in cui c’era un divanetto e dove nessuno poteva vederli.
Draco si sedette e fece sedere sulle proprie gambe la ragazza prima di impadronirsi delle sue labbra.
Sentiva l’esigenza di avere un contatto fisico con lei, la voleva e l’avrebbe avuta.
I suoi baci si fecero subito esigenti creando il fiatone ad Hermione che si sentiva intontita e allo stesso tempo eccitata per la situazione.
Sentiva le mani di Draco accarezzarle la schiena e le gambe scoperte.
La fece sedere a cavalcioni su di lui e iniziò ad accarezzarle la schiena finchè non la sentì inarcarsi.
Si staccò e la guardò negli occhi.
Erano passione liquida, avrebbe potuto perdercisi.
Per la prima volta prese lei l’iniziativa e tirandolo per il colletto della camicia si sdraiò sul divanetto trascinando giù anche lui, stringendo le gambe ormai completamente scoperte intorno ai fianchi del ragazzo.
Con le mani inizò ad accarezzargli la schiena fino ad arrivare ai glutei tonici che scoprì essere ancora più belli da accarezzare della schiena.
Cosa gli stava facendo?
L’avrebbe presa lì se avesse continuato ad essere così sensuale ma sapeva che non era giusto, chiunque sarebbe potuto entrare.
In un attimo di lucidità la fece alzare e senza riuscire a staccarle le mani di dosso la portò fuori dalla stanza delle necessità e non sapeva nemmeno lui come riuscì a raggiungere la sua stanza.
Hermione si sedette sul letto e si aggiustò i capelli facendoli tornare del loro colore e si aggiustò il vestito che ormai mostrava più carne di quanta ne coprisse.
Draco fu più veloce di lei e le fece evanescere quell’indumento che gli bloccava la visuale del corpo della sua Mezzosangue.

“Non ti coprire, sei bellissima.”

E si rigettò sulle labbra di lei sovrastandola.
Le sue mani scorrevano febbrili lungo i fianchi della ragazza.
Hermione poteva sentire chiaramente l’eccitazione di Draco, le carezze erano sempre più insistenti e qualcosa premeva contro il suo inguine.
Non era come quando aveva provato con Ron.
Si era sentita fuori luogo e completamente a disagio, ora invece si sentiva sciogliersi per quel ragazzo che le stava mordicchiando il collo e accarezzando il sedere.
Era la sua prima volta e sarebbe stata fantastica. Non voleva essere una bambola, voleva partecipare.
Con una spinta ribaltò la situazione e cominciò a slacciare la camicia di Draco.
Ogni lembo di pelle che riusciva a scoprire veniva riempito di baci, finiti i bottoni gliela sfilò e passò ai pantaloni.
Fu molto più facile slacciarli e in pochi secondi anche lui era solo in intimo. V
oleva di più, quell’unico indumento era troppo.
Si perse ad osservare quel corpo, così perfetto e invitante, che non si rese conto di essere tornata sotto.
Draco le sfilò velocemente il reggiseno e rimase a contemplarla.
Dove aveva nascosto quel corpo perfetto in tutti quegli anni?
Come aveva fatto a non accorgersene?
Non riusciva più a trattenersi.
Con un incantesimo non verbale fece evanescere gli ultimi indumenti che non permettevano la loro completa unione.
Appena si avvicinò a lei, facendo sentire la sua presenza vicina alla sua  fessura, vide un lampo di preoccupazione attraversarle lo sguardo.
Aveva ragione lui, dannato Blaise.
“È la tua prima volta Granger?”
“Sì Draco e ti preghere di non chiamarmi per cognome almeno quando siamo entrambi nudi!”
“Va bene Hermione, allora faremo un po’ diversamente.”
La baciò sulle labbra e poi scese sul collo. Iniziò una lunga scia di baci e carezze, ogni parte sensibile del corpo di Hermione veniva stimolata. Con baci e morsi le torturò il seno fino ad arrivare al fulcro della sua femminilità. Concentrò tutte le sue attenzione su quella zona che lei aveva deciso di donargli in modo che potesse essere poi il meno traumatico possibile. Leccò e succhiò ogni centimetro finchè non sentì che la ragazza si stava contorcendo e probabilmente stava avendo il suo primo orgasmo.
Era pronta.
Con un’altra scia di baci risalì lungo il corpo della ragazza fino a raggiungere di nuovo quelle labbra che non avrebbe mai smesso di baciare.
Mentre la baciava, iniziò a spingersi dentro di lei.
Ad ogni contrazione di dolore cercava di rimediare con carezze e baci che potessero distoglierla da quel momento di sofferenza.
Quando fu completamente dentro le diede il tempo per abituarsi per poi passare a delle spinte lente.
Il momento peggiore era passato, non sentiva nemmeno più dolore.
Sapeva quanto stesse costando al ragazzo trattenersi e decise di fargli capire che tutta quella gentilezza non era richiesta.
Con una mano gli artigliò un gluteo e con l’altra il mento obbligandolo a fissarlo.
“Pensavo di star facendo l’amore con una serpe non con un mansueto coniglietto!”
Quelle parole e gesti bastarono a Draco per perdere ogni controllo.
Le spinte si fecero violente, ogni lembo di pelle che trovava veniva cosparso di morsi e di leccate languide e per poterla penetrare ancora di più le fece piegare una gamba in alto.
Dopo varie spinte ed urla da parte di entrambi Hermione venne per la seconda volta, stringendosi contro il petto di Draco e piantandogli le urla nella schiena.
Pochi minuti dopo il ragazzo venne con un’ultima spinta affondando il viso nei capelli della ragazza che teneva fra le braccia.
Si diedero un ultimo bacio e si addormentarono nudi, sudati ed abbracciati.
 


 
Blaise aveva notato che la coppia stava andando via, avrebbe dovuto di nuovo passare la notte fuori.
Ah Draco, dovresti come minimo pagarmi!
Si sentì prendere per mano e trascinare in un angolo buio.
Due labbra morbide si posarono sulle sue e un profumo di violetta lo avvolse dolcemente.
“Potrebbe vederci qualcuno Astoria..”
“E sai che mi frega?” 


















Note dell'autrice: Nel prossimo capitolo si arriverà fino a Natale e all'anno nuovo che porterà non poche complicazioni per i ragazzi! Qualcuno vedrà Hermione e Draco e forse ( lo scoprirete poi!) riuscirà ad allontanare i due giovani!! Spero vi sia piaciuto! Un bacione

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Poison ***



Poison













1° Novembre


 
Hermione si svegliò intontita.
Cercò di alzarsi ma la presenza di un braccio che le avvolgeva il fianco glielo impedì.
Vari flash della notte appena trascorsa le attraversarono il cervello.
Sentì le guance imporporarsi e improvvisamente si sentì fuori luogo.
Sfilandosi da quella presa cercò di scendere dal letto e di raccattare le proprie cose ma inutilmente : le mani del ragazzo la avevano fermata e catturata facendola distendere sul letto.
“Scappi Granger?” chiese con la voce ancora carica di sonno.
“NO- disse con troppa veemenza- no, ecco volevo andare in bagno a rinfrescarmi e prepararmi..”
“Oggi non ci sono lezioni..”
“E quindi?”
“E quindi potremmo stare qui tutto il giorno a letto al caldo, non ti sembra una proposta allettante?”
“Ma io devo studiare!”
“Granger ti sto offrendo una giornata di  piaceri infiniti e tu pensi ai libri?! Offendi  le mie doti amatorie.” E mise il broncio incrociando le  braccia.
Hermione si sentì un po’ in colpa e anche lievemente stupida.
Chi mai, con quel ragazzo affianco, avrebbe pensato a studiare?
Solo una stupida!
Si girò e si rimise sdraiata sul letto affianco al suo piccolo bambino offeso.
“Cosa mi offre signor Malfoy? Potrei sempre cambiare idea ma deve essere molto, molto convincente..”
“Non le offro niente, devo studiare anche io e vedere Blaise quindi la mia proposta è ritirata.” E fece per alzarsi.
Hermione fu più veloce, lo abbracciò da dietro.
“Allora posso provare a convincerla io signor Malfoy? Penso di avere delle tesi molto convincenti..”
Iniziò a torturargli l’orecchio mentre le sue mani vagavano sugli addominali non scolpiti ma molto apprezzabili.
Non ci volle altro per risvegliare il ragazzo che accettò prontamente di passare la giornata fra le lenzuola con la sua bella fidanzata.

 
I due mesi successivi passarono veloci e spensierati, lo studio iniziava a diventare pesante, ogni professore pensava che la propria materia fosse la più importante e per questo si riteneva autorizzato a caricare gli studenti con montagne di compiti.
Hermione, Draco e Blaise, passavano metà della loro giornata in biblioteca a studiare, l’altra metà i primi due la trascorrevano fra le lenzuola mentre il terzo non si sapeva dove andasse e soprattutto con chi.
Ormai Hermione non dormiva praticamente più nel suo dormitorio, andava solo ogni tanto per prendersi il cambio o quando i due ragazzi avevano gli allenamenti di Quidditch e lei aveva paura che qualche Serpeverde cercasse di maledirla per  le sue nuove amicizie.
 

 
 

24 Dicembre


 
 
Insieme al freddo e alla neve era arrivata la vigilia di Natale.
Hermione aveva deciso di passare il Natale a scuola, anche Draco sarebbe rimasto lì ed entrambi avrebbero avuto un po’ di pace e avrebbero potuto passare un po’ di tempo insieme senza doversi nascondere come due galeotti.
Alla ragazza cominciava un po’ a pesare quella situazione, erano praticamente quattro mesi che uscivano insieme e non ne poteva più di nascondersi dietro a colonne, dentro le classi vuote e sempre e comunque di notte.
Non era quel genere di ragazza, aveva bisogno di vivere il proprio amore alla luce del sole.
Amore.
Si era resa conto di provare questo sentimento nei confronti del ragazzo qualche giorno prima quando lui si era presentato a letto con la colazione e con il libro di Trasfigurazione per ripassare subito dopo.
Non aveva avuto il coraggio di dirglielo e non sapeva se mai l’avrebbe avuto.
E se lui l’avesse rifiutata?
In fondo stavano così bene ora..
Quasi tutti gli studenti erano partiti già il giorno prima, erano rimasti circa una ventina di persone per casa.
Hermione aveva deciso di preparare una sorpresa a Draco per quella sera, gli avrebbe fatto trovare una cenetta e un completo speciale comprato apposta per lui.
Iniziò a preparare tutto già nel pomeriggio consapevole del fatto che i due ragazzi fossero entrambi ad allenarsi e ne avrebbero avuto per ore.
 

Ore 18
 

Aveva appena finito di decorare la stanza, il suo regalo era sul letto e si stava cambiando.
Aveva indossato della lingerie verde e argento e sopra un vestito nero sopra il ginocchio che le aderiva perfettamente al corpo senza essere volgare.
Ora non restava che aspettare l’arrivo di Draco e la loro serata sarebbe iniziata.
Si sdraiò sul letto e quando sentì la porta aprirsi si tirò su con un sorriso gigantesco che si spense appena vide chi era entrato : Pansy.
“Che ci fai qui Parkinson?”
“Cosa ci fai Tu qui Granger, questo è il dormitorio dei Serpeverde non degli stupidi Grifoni.”
“Non sono affari tuoi cosa faccio io qui e a contrario tuo i proprietari mi han dato il permesso di stare qui quindi non ti devo spiegazioni.”
“Oh no certo, sei la nuova puttanella di Draco quindi puoi stare sul suo letto.”
“Forse quello era il tuo ruolo, non è di sicuro il mio.”
“Ah sì? E cosa pensi di essere per lui? La sua fidanzata? Pensi che durerà?”
“Quello che penso io non sono affari tuoi e nemmeno quello che c’è tra me e Draco.”
“No e scommetto che non sono affari tuoi nemmeno quello che c’è fra lui ed Astoria.”
“Astoria? Cosa c’entra ora lei?”
“Niente a parte che lei e Draco a Giugno dovranno sposarsi puttana.”
“Non è vero.”
“Sei liberissima di non crederci Granger, ora scusa ma vado dalla mia famiglia, buone vacanze.” E con un ghigno uscì dalla stanza.
Sposarsi?
Com’era possibile?
Cosa doveva fare?
Quella strega sicuramente voleva solo farla stare male ma perché inventarsi una bugia così grande?
Doveva solo aspettare che arrivasse Draco e chiedergli spiegazioni.
Sicuramente avrebbe spiegato tutto e si sarebbe risolto tutto bene.
Sì certo, in fondo la sua vita era un chiaro esempio : se una cosa poteva andare storta sicuramente sarebbe andata male.
 

Ore 19:30
 

Aveva completamente divorato le unghie, i capelli erano di nuovo tutti arruffati  e il suo trucco non era più tanto perfetto.
La porta si aprì di nuovo e questa volta era la persona giusta.
“Hermione! “ si guardò intorno e vide la tavola apparecchiata a lume di candela, la sua Mezzosangue era ancora più bella del solito anche se aveva l’aria tormentata.
“Malfoy.”
“Da quando sono tornato Malfoy?”
“Da quando Astoria diventerà la signora Malfoy.”
“Io.. Tu.. Chi te l’ha detto?”
“Quindi è vero.”
“Lasciami spiegare, non l’ho deciso io e non posso recidere il contratto, solo mio padre può e non..”
“Cosa pensavi di fare con me? Pensavi di divertirti fino al giorno prima del matrimonio e poi dirmi ciao ciao?”
“Non avevo programmato tutto questo, non ho mai pensato di prenderti in giro.”
“Nemmeno io avevo programmato di innamorarmi di un uomo che sta per sposarsi e sicuramente non programmerò mai di diventare la tua amante o puttana Malfoy.”
“Cosa hai detto?”
“Che non diventerò la tua puttana.”
“No prima Granger.”
“Che mi ero innamorata di te ma ora non voglio più avere niente a che fare con te.” Il tono e lo sguardo erano di ghiaccio.
“Posso provare a risolvere, convincere mio padre..”
“Il fatto che tu non l’abbia fatto finora vuol dire molto. Goditi la cena, addio Malfoy.”
“Fermati Hermione, non puoi lasciarmi..”
“NON POSSO? Tu non sei NESSUNO Malfoy, non puoi dirmi cosa posso o devo fare, hai perso questo privilegio quando hai deciso di tenermi all’oscuro del tuo futuro matrimonio. Prova ancora a parlarmi o ad avvicinarti e giuro che ti schianterò così forte da farti svegliare a fine anno. Addio.”
E senza aspettare risposte uscì dalla stanza e arrivata in corridoio scoppiò a piangere lasciandosi scivolare contro il muro.
“Hermione cosa succede? Cosa ti ha fatto quell’animale?”
L’arrivo di Zabini era stato davvero provvidenziale.
Si sentì sollevare da terra e si ritrovò a piangere contro il petto dell’amico.
Dopo alcuni minuti in silenzio si sentì appoggiare su un letto e capì di essere arrivata nella stanza delle necessità.
Blaise aveva fatto apparire due letti enormi, un sacco di dolci, alcol e un caminetto con un grosso e morbido tappeto davanti.
“Avanti, cosa è successo, racconta tutto a zio Blaise!”
Hermione rise di gusto.
Anche nei momenti peggiori quel ragazzo riusciva a tirare fuori il meglio di lei.
“Niente a parte che Draco si sposa a Giugno con Astoria e io ero lì  a fare la sua puttana.”
“Mi spiace Hermione, ti capisco..”
“Hai anche tu una storia con Draco?”
“No, con la sua futura moglie.”
“Allora dobbiamo ubriacarci in due mi sa, da oggi non potranno più stare nascosti, dovranno uscire allo scoperto. Ho mollato Draco.”
“Io ho mollato Astoria una settimana fa.”
“Perché?”
“Perché mi ero innamorato.”
“Benvenuto nel club.”
E brindando mestamente bevvero in silenzio e si addormentarono abbracciati per terra.
 



 
25 mattina ore 13


 
Hermione si svegliò con un mal di testa incredibile, la gola secca e la vista appannata.
Cercando di alzarsi si rese conto di essere bloccata dal braccio di Blaise che le gravava sul fianco in una stretta  che non le permetteva molti movimenti.
“Blaise, svegliati.. Heeeeeyy!” disse accarezandogli il viso.
“Mmm mamma ancora cinque minuti..”
“Non sono tua mamma Zabini! Forza svegliati, è Natale!”
Liberandola, il ragazzo si stiracchiò e lasciò andare la povera Caposcuola che finalmente potè alzarsi e sistemarsi un po’.
“Buon Natale grifona.”
“Buon Natale serpe.”
“Allora, cosa pensi di fare queste vacanze? Rimarrai qui con il neo sposino?”
“Purtroppo devo. Ormai i miei sono partiti e io non posso andare alla Tana.”
“Puoi sempre venire con me, io vado a casa, parto oggi!”
“Ma no, sarei solo di disturbo non ti preoccupare..”
“Non saresti di alcun disturbo, potremmo ubriacarci tutte le sere e piangere sui nostri cuori infranti.”
“E’ una prospettiva allettante.. Accetto!”
“Va bene, allora io vado a preparare le mie borse, tu vai a preparare le tue e alle tre ci vediamo in camera mia così possiamo usare il camino per arrivare al Maniero.”
“.. Camera tua?”
“Tranquilla, se Draco prova a dirti qualcosa lo schianto personalmente.”
“Va bene allora a dopo.. E grazie.”
Un abbraccio sincero concluse la loro discussione.
 
 
Ore 15
 

Dopo una doccia e la preparazione delle borse si avviò verso la camera dove l’aspettava Zabini.
Cosa avrebbe detto a Draco se l’avesse incontrato?
Una parte di lei voleva rompergli la faccia, l’altra era ancora perdutamente innamorata di lui.
Come aveva potuto sbagliarsi due volte su due?
Poteva mai essere così sfortunata in amore?
Arrivata in camera sentì Blaise urlare che si trovava in bagno e sarebbe uscito in poco tempo.
Neanche a dirlo, Malfoy entrò in quel preciso istante insieme ad Astoria.
Un colpo al cuore, un respiro mancato, una lacrima solitaria percorsero la ragazza.
L’aveva già dimenticata?
Ora finalmente avrebbe fatto il maritino?
Cos’era stata lei per lui?
Un piccolo divertimento, la storia prima di sposarsi, la puttana prima del grande impegno.
E lei ci era cascata, aveva creduto a determinate cose e aveva provato tante emozioni che ora la facevano solo sentire ridicola.
“Herm- Granger cosa ci fai qui?”
“Non sono affari tuoi, ti basti sapere che non sono qui per te.”
“Stai andando via? Perché quelle valigie?”
“Ripeto, non sono affari tuoi. Ciao Astoria.”
“Buongiorno.” Rispose titubante la ragazza.
“Ecco Hermione eccomi possiamo and.. Oh, ciao Draco, ciao Greengrass.”
“Blaise che stai facendo?”
“Niente che vi riguardi, Hermione andiamo siamo già in ritardo, prendi la mia mano e con l’altra tieni I bagagli..” Disse avvicinandosi al camino ed entrandoci dentro.
“Da quando sono Greengrass?”
“Da quando per te non sono più niente. Buon Natale. Zabini Manor.”
E senza aspettare risposte, lasciando i due ragazzi lì sorpresi, arrivò a casa sua con la ragazza che con lui condivideva la stessa triste sorte.
 
 


31 Dicembre
 

Hermione e Blaise avevano passato le giornate a giocare a scacchi magici e a raccontarsi le loro infanzie e a cercare di non pensare a due particolari persone.
Di giorno giocavano, scherzavano e passeggiavano.
Di sera bevevano e si ritrovavano sempre ubriachi a ridere per terra finchè non cadevano addormentati.
Per Capodanno Blaise aveva deciso di rimpolpare la scorta di alcol che aveva in casa e ordinò ai suoi elfi di preparare una cena sontuosa per festeggiare al meglio l’ultimo dell’anno.
La sera era arrivata presto, Hermione aveva deciso di vestirsi bene per l’occasione indossando un vestito argentato sopra il ginocchio e un paio di paperine sempre argentate. Blaise aveva messo una camicia bianca abbinata a dei pantaloni neri che lo fasciavano alla perfezione.
Avevano cenato tranquillamente, gli elfi avevano eseguito alla perfezione gli ordini del padrone e avevano preparato un pasto a sei portate senza contare il dolce.
Come tutte le sere si erano ritrovati sul tappeto davanti al camino in camera da letto a bere.
Ormai Hermione era un’amante del firewhiskey e reggeva quasi quanto Blaise.
Dopo essersi scolate varie bottiglie,  completamente brilli si accorsero che era quasi mezzanotte: mancavano due minuti.
“Blaiiiiiiise- urlò qualche ottava sopra il normale – fra poco devo farti gli auguriiiiii!!”
“Sempre se riuscirò a sentirti dopo questo urlo che mi ha bucato un timpano piccola strillona!!”
La ragazza gli si buttò letteralmente addosso e iniziò a fargli il solletico, sapendo benissimo che era il punto debole del moro.
“No, ahaha, ti prego ahaha, lasciami andare piccolo mostro dorato!” e con un colpo di reni riuscì a ribaltare la situazione tenendola bloccata per i polsi e guardandola negli occhi.
Se solo quattro mesi prima non si fosse arreso e l’avesse conquistata lui avrebbero evitato tanti problemi, tante delusioni e tanto dolore.
Cosa sarebbe successo se  lei avesse scelto lui?
Perché non scoprirlo ora?
-10, -9, -8, -7, -6.
Blaise avvicinò il proprio viso a quello della ragazza.
Vide le guance di lei imporporarsi e gli occhi osservarlo curiosi.
-5, -4, -3, -2, -1.
Le labbra del ragazzo si appoggiarono su quelle di Hermione che rispose subito al bacio, stringendo le braccia intorno al suo collo.
Era un bacio che sapeva di necessità, non c’era amore, c’era una grande amicizia e la volontà di dimenticare che li legava e per ora poteva bastare.
“Auguri Hermione.”
“Auguri Blaise.”
Si abbracciarono e restarono fermi così finchè il sonno non ebbe la meglio.
 

 
 
1 Gennaio ore 1


 
Entrambi i ragazzi si svegliarono intontiti dall’alcol, dai brutti sogni e soprattutto dai brutti ricordi.
Hermione vergognandosi per quello che era successo la sera prima corse in bagno e si fissò a lungo allo specchio.
Sapeva che quel bacio non aveva nessun valore, era stato un ripiego, un momento di debolezza causato dal troppo stress e dalla recente delusione.
Cosa avrebbe dovuto fare?
Ignorare il tutto o magari parlarne per “esorcizzare” quel che era accaduto?
Forse le risposte le sarebbero arrivate otto la doccia.
Si lavò con calma, la sensazione dell’acqua calda sul corpo era piacevole e le permetteva di godersi un attimo di tranquillità.
Uscì dal bagno e trovò Blaise seduto sul letto che fissava la porta dalla quale era appena uscita.
Ok, avrebbe dovuto parlarne, l’opzione “ignorare” era decisamente da accantonare.
“Buongiorno” disse un po’ impacciata.
“Buongiorno! Ti va di sederti qui un attimo?” chiese Blaise raggiante.
“Ehm, sì, certo. Se è per ieri sera..”
“Ferma. So cosa stai per dire. Credi che sia stato un errore e un ripiego ed effettivamente lo è stato.
Ma non penso sia stato un errore, in fondo dobbiamo dimenticare e perché non provarci insieme? “
“Ma è già sbagliato iniziare una relazione così..”
“Tu vuoi dimenticare?”
“Sì.”
“E allora dimentichiamo insieme.”
Finita la frase le accarezzò il viso e avvicinandola a sé la baciò dolcemente.
Perché non provarci? Tanto peggio di così.
“Va bene, dimentichiamo.” E rispose al bacio con la stessa dolcezza e senza sensi di colpa.
 
 

 
 










Note dell'autrice: Buongiorno! Scusate se ci ho messo così tanto ad aggironare, il prossimo capitolo arriverà più velocemente ( magari già questo weekend! ) e parlerà degli ultimi 6 mesi di scuola per tutti i ragazzi. Spero vi sia piaciuto, critiche e lodi sono sempre bene accette basta che siano costruttive :) Un bacione!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Un passo indietro ***


 Un passo indietro




 

 
 
 
 
La scuola era riniziata da qualche giorno ed Hermione non aveva ancora incrociato Draco o Astoria.
Certo, li aveva visti stare vicini durante i pasti a parlare fitto ( il suo sguardo finiva sempre e casualmente su di loro ) ma non aveva mai dovuto scambiarci qualche parole.
E meno male.
Lei e Blaise non avevano avuto bisogno di nascondersi, avevano iniziato a girare insieme e spesso mangiavano tutti e due al tavolo Grifondoro , si incontravano dopo le lezioni, la sera dormivano nella camera di Hermione e non si facevano problemi a scambiarsi qualche tenerezza.
Entrambi erano più tranquilli e cercavano di sembrare indifferenti nei confronti delle due persone che avevano approfittato dei loro sentimenti celando la verità.
Ma la sera, quando si addormentavano, sia Blaise che Hermione pensavano a loro e non con così tanto odio.
I mesi successivi erano passati velocemente, tutti gli studenti del settimo anno passavano ogni minuto libero a studiare e i momenti di relax erano ridotti al minimo.
Gli esami si sarebbero svolti il 21 di Giugno e finalmente sarebbero stati tutti liberi di iniziare la loro vita.

Hermione non sapeva assolutamente cosa avrebbe fatto dopo.
Per un periodo aveva considerato l’idea di diventare una medimaga ma poi si era resa conto di aver visto fin troppo sangue nella sua vita.
Laurearsi in Magisprudenza?
Non sarebbe stato male, tutti le avevano sempre detto che aveva la lingua biforcuta giusta per quel mestiere e soprattutto la voglia necessaria per studiare tutte le leggi magiche.
A fine anno quella era l’opzione più quotata.
Prima di riniziare a studiare però si sarebbe goduta i mesi estivi per dedicarsi a se stessa e alla pace interiore che aveva perso troppo tempo prima.
Blaise sapeva già cos’avrebbe fatto.
Sarebbe tornato in Italia e lì avrebbe frequentato l’università di Magitettura.
Aveva in programma di chiedere ad Hermione di seguirlo ma sentiti poi i progetti della ragazza aveva capito che al massimo avrebbero potuto continuare con una relazione a distanza.
Tutti si aspettavano che Draco avrebbe smesso di studiare dopo e si sarebbe goduto le fortune di casa Malfoy senza muovere più un dito.
Durante gli ultimi mesi aveva però deciso di dedicarsi anche lui alle scelte per il futuro e aveva optato alla fine per diventare un Medimago.
Avrebbe solo dovuto ricevere dei buoni M.A.G.O.  e poi avrebbe potuto iniziare un nuovo percorso, non di distruzione e morto ma di aiuto e vita.
A inizio Luglio avrebbe sposato Astoria come da contratto e avrebbe così detto addio per sempre alla sua Granger.
Non poteva però finire così.
L’aveva vista in quei mesi girare abbracciata a quello che una volta era stato il suo migliore amico.
Li aveva visti baciarsi e purtroppo una volta aveva anche beccato lui che usciva tutto scarmigliato dalla stanza di lei e lei con indosso solo una camicia.
Cosa gli avesse impedito in quella circostanza di cruciarli entrambi non lo sapeva. 
Un piccolo e ignaro studente del secondo anno che aveva avuto la sfortuna di sbattere contro di lui aveva pagato al posto loro.
Non poteva ASSOLUTAMENTE finire così.                                          
 


 
 
21 Giugno


 
Sapeva dove trovarla, gli esami sarebbero iniziati meno di due ore dopo e l’avrebbe sicuramente trovata in biblioteca.
Doveva parlare, doveva vederla un’ultima volta almeno.
L’aveva vista di spalle, presa per un braccio e trascinata in un angolo dove poi aveva approfittato della confusione di lei per baciarla. In pochi secondi gli arrivò un ceffone che gli fece rimbombare la testa.
 “Cosa pensi di fare?”
“Mi sembrava abbastanza chiaro no?”
“Non hai il permesso di farlo, non ci provare mai più o giuro che ti schianto.”
“Ma io voglio farlo e volevo farlo. E ne è valsa la pena.”
“Fammi passare.”
“No, prima devi ascoltare quello che ho da dirti.”
“Fammi passare o mi metto ad urlare.”
“Ma puoi ogni tanto stare zitta? Dannazione Granger mi manchi, non ce la faccio a vederti con Zabini, mi stai uccidendo.”
“E sarebbero problemi miei? Non sono io che ho voluto questa situazione e il mio stare con Blaise non sono affari che ti riguardano. “
Draco diede un pugno al muro così forte da farsi sanguinare le nocche.
“Perché non lo capisci?!”
“Cosa?”
“Che io ti amo stupida orgogliosa idiota Grifondoro.”
Ad Hermione mancò un battito.
Non ci poteva credere.
Una parte di lei avrebbe voluto mandarlo via e andarsene, una parte molto più grossa e prepotente voleva mettersi a piangere e stare fra le sue braccia.
Nonostante stesse con Blaise da sei mesi non si era innamorata e non aveva scordato quello che provava per il principe delle serpi.
Ed era sicura che Blaise non avesse dimenticato Astoria, ogni tanto lo vedeva con lo sguardo perso dove magari qualche secondo prima era passata la futura signora Malfoy.
Draco, vedendo lo smarrimento negli occhi di Hermione, le prese il viso fra le mani e la ribaciò con una dolcezza estenuante ma lasciando trapelare anche la propria disperazione.
Si scostò da lei aspettandosi un altro schiaffo ma non fu così.
Hermione gli si avvicinò di più e lo ribaciò intrecciando le braccia dietro il suo collo.
Si dimenticarono completamente di essere in biblioteca ed iniziarono a spogliarsi.
Non c’era più niente intorno a loro, solo la necessità di aversi, forse per un’ultima volta, e potersi amare prima di dividersi.
Le mani di Draco correvano febbrili sulla pelle di Hermione ritrovando subito tutto ciò che aveva lasciato e sognato per tutto quel tempo. 
In pochi istanti furono nudi e uniti.
Le braccia del ragazzo la sostenevano completamente e le spinte di lui le facevano grattare la schiena contro il muro di pietra su cui era appoggiata.
Furono attimi di pura passione, dopo che furono entrambi avvolti dal piacere si rivestirono e rimasero lì abbracciati senza scambiarsi una parola finchè la voce della McGranitt non risuonò in tutto il castello richiamando tutti gli studenti del settimo anno.
I due ragazzi si diedero un ultimo bacio.
“Addio Malfoy e in bocca al lupo per gli esami.”
“Addio Hermione.”
 
 


 
Ore 16
 

 
Gli esami erano finiti.
Era difficile immaginare che non avrebbe mai più frequentato Hogwarts.
Tutti i bei momenti, e anche quelli brutti, li aveva vissuti dentro quelle mura, tutte le persona che ora facevano parte della sua vita le aveva incontrate lì.
Era la fine di un’era, di un percorso che l’aveva portata ad essere la persone che era ora.
Viste tutte le difficoltà che aveva affrontato la strada d’ora in poi non poteva che essere in discesa.
Doveva incontrarsi con Blaise ed era già in ritardo di dieci minuti.
Arrivata alla panchina dove di solito si incontravano lo trovò già lì seduto.
“Hey..”
“Hey.. Come sono andati gli esami?”
“Spero bene anche se sono  convinta di aver sbagliato una traduzione in antiche rune..”
“Sarai sicuramente andata benissimo..”
“Allora, hai detto che volevi parlarmi..”
“Sì ecco. Ti ricordi che sei mesi fa ci siamo messi insieme per dimenticare?”
“Sì mi ricordo.”
“Ecco io non ce l’ho fatta. Fra due giorni partirò per l’Italia e forse la distanza potrà aiutarmi ma non me la sento di andare avanti con te così. Rischiamo solo di farci del male. Questo però non toglie che io ti voglia un bene immenso e non voglia perdere i contatti con te, sei pur sempre la mia migliore amica.”
“Oh io invece riesco a dimenticare proprio bene. Stamattina sono stata a letto con Draco, non ti arrabbiare..”
“Io ieri sera con Astoria, direi che siamo due casi persi.”
“Ma cosa ci hanno fatto quei due? Uff.”
“Non lo so.. Amici come prima?”
“Più di prima!”
Si scambiarono un lungo abbraccio e si diressero alle loro carrozze pronte per riportarli a casa.
 


 
 
Cinque anni dopo
 

 
Draco si era ormai laureato da quasi due anni, era diventato un medimago abbastanza affermato e nonostante la sua giovane età aveva ottenuto già molti riconoscimenti.
Era sposato da quasi cinque anni e non si era ancora innamorato di sua moglie.
I loro rapporti erano freddi, distaccati, non si concedevano attenzioni  particolari : mangiavano insieme, si raccontavano le loro giornate e dormivano in camere separate.
Il primo anno avevano provato a far funzionare quel rapporto, avevano cercato l’intimità necessaria per una relazione ma non aveva funzionato.
Non sapeva quello che passasse nella testa di sua moglie ma sapeva benissimo cosa passava, anzi rimaneva indelebile, nella sua : Hermione.
Era un giorno come un altro, stava già lavorando da un paio di ore quando fu chiamato d’urgenza per un incidente avvenuto lì vicino.
C’erano stati parecchi feriti e doveva assolutamente dare una mano a gestire tutti e tutto.
Entrato nel trauma center si ritrovò davanti l’inferno.
C’erano pazienti ovunque e pochissimi medici che non sapevano più dove andare, appena si dedicavano ad uno un altro iniziava a chiamare dicendo di essere più grave.
Molti erano svenuti e privi di senso, altri  urlavano senza capire la gravità della situazione.
Con un rapido movimento della bacchetta chiuse fuori i parenti che stavano per entrare e iniziò a dedicarsi ai malati partendo da quelli svenuti.
I primi 5 pazienti di cui aveva dovuto visitare erano messi abbastanza male, non rispondevano agli stimoli esterni e aveva dovuto subito farli ricoverare.
Dopo due ore aveva potuto iniziare ad occuparsi di quelli meno gravi, partendo dai bambini e dagli anziani.
Dopo aver visitato 3 signori anziani che avevano riportato solo qualche abrasione arrivò ad un lettino dove c’era una bambina con un grosso taglio sul braccio.
Era sola?
Possibile che i suoi genitori fossero morti o ricoverati?
“Dora mamma è torna..” Ma la frase le morì in gola.
Malfoy si girò e per poco non cadde per terra.
La madre che stava cercando era niente meno che la Granger.
Era cresciuta ancora se possibile, il suo viso ormai era ormai quello di una donna e l’espressione sbalordita le donava molto.
“Malfoy cosa fai qui?”
“Curo questa bambina Granger, curo tua figlia.”
“C’eri solo tu come medimago? Possibile che in tutto il San Mungo io dovessi proprio avere te?”
“Si dia il caso Granger che io sia uno dei migliori medici del posto e ora se non ti spiace vorrei ricucire per bene il braccio a tua figlia così potrete andarvene. Allora piccola, ti fa male?”
“Un pochino.”
“Allora facciamo un patto, io ora ti sistemo e poi se segui quella simpatica infermiera vestita di rosa avrai in regalo un bel  biscotto gigante ok?”
“Va bene dottor Malfoy.”
Hermione continuava a spostare gli occhi dal ragazzo a sua figlia, era agitata e il peso che aveva provato ad ignorare per quegli anni le era appena sprofondato nello stomaco. Aveva cercato di evitare di pensarci e ora se l’era ritrovato davanti.
Solita fortuna alla Granger.
“Bene, sei stata bravissima e abbiamo finito.. Margareth porta questa deliziosa bambina a prendere un biscotto.”
“Va bene dottor Malfoy, vieni principessa.” E la bambina seguì un po’ titubante l’infermiera.
“Suppongo di doverti ringrazie.”
“Non ce n’è bisogno è il mio mestiere.”
“Sì ma non è da tutti essere così gentili con i bambini.”
“Allora prego Granger.. Ma quello è sangue!” Disse indicando la sua pancia.
“Sì ma è il sangue di Dora non ti preoccupare..”
Si alzò la maglia per fargli vedere che non aveva nulla e con orrore si rese conto di avere un grosso taglio con varie scheggie di vetro sul fianco.
“Oddio non me ne ero accorta, l’adrenalina per Dora non mi fa nemmeno sentire il dolore.. Oddio..”
“Forza Granger distenditi qui che ti sistemo io prima che tu perda tutto il sangue che hai in corpo.”
Hermione, ancora shockata, si sdraiò sul lettino e si lasciò ispezionare la ferita.
Provava un po’ di imbarazzo a farsi vedere senza maglia da Malfoy.
Sei una stupida, ti ha pure vista nuda. Sì ma è stato tanti anni fa. E cosa cambia?
Era in corso una lotta interiore.
Quando finì di sfilarle le schegge, disinfettarla e ricucirla la aiuto ad alzarsi e risistemarsi.
“Granger dovresti stare qui la notte.
“Non posso assolutamente, devo correre a casa.
“Ma non puoi, la ferita va controllata.”
“Me la controllerò da sola, poi domani devo andare a lavoro, ho un’udienza importante.”
“Allora facciamo così, domani sera passo da te e ti controllo e rimedico io ok?”
“Non se ne parla!”
“Granger è una cosa professionale, non pensare subito male. Passo uscito da lavoro, ti controllo e me ne torno a casa, come avrai notato sono molto ligio al mio dovere.Così potrò controllare anche la bambina”
“Mmm va bene ma dieci minuti e poi via.”
“Va bene. Dimmi il tuo indirizzo così posso smaterializzarmi lì.”
“Non puoi. Abito a Grimmauld Place 12, nella casa che Harry ha ereditato da Sirius e non ci si può smaterializzare. Fatti trovare fuori per le 9 e vengo io ad aprirti ok?”
“Va bene, allora a domani Granger. Salutami la piccola, io finisco il mio giro.”
“Ciao Malfoy. Dora piccola eccoti qui! Andiamo a casa ok? “
E dopo averla presa per mano uscirono dall’ospedale.

 
Rivedere Hermione dopo tutto quello tempo gli aveva risvegliato tutti i sentimenti che aveva cercato di reprimere per cinque anni.
Era ancora più bella di quanto ricordasse e non aveva perso quel ciglio fiero e caparbio di cui si era innamorato quando era solo un ragazzo.
Non aveva mai creduto nel destino ma quante possibilità c’erano che si rincontrassero così?
Pochissime.
Forse era un segno.
Stava però dimenticandosi di un particolare.
In quei cinque anni evidentemente Hermione aveva vissuto la sua vita, aveva avuto una bambina con un altro uomo e chi gli assicurava che non avesse una relazione stabile e duratura?
La prima cosa che aveva controllato era se avesse o meno la fede e con molto sollievo aveva notato che non la portava.
Ma questo non voleva dire niente!
Poteva essere una di quelle donne che non la indossano, oppure poteva essere semplicemente fidanzata e non aver avuto voglia di impegnarsi.
O forse era una ragazza madre.
Avrebbe scoperto tutto la sera dopo.
Forse il Fato gli aveva concesso una seconda chance con la Granger e lui non se la sarebbe lasciata scappare.

 
 
 
Il giorno successivo trascorse con una lentezza estrema per entrambi.
Hermione non aveva quasi dormito la notte per il dolore e perché ogni ora andava a controllare che la bambina stesse bene. Draco si era girato e rigirato nel letto tutta la notte, aveva provato mentalmente vari discorsi che avrebbe potuto fare la sera senza però cavare un ragno dal buco.
La giornata lavorativa era stata infinita. Hermione, sfiancata dal dolore e dalle poche ore di sonno sembrava uno zombie, in aula aveva dato il meglio di sé come sempre ma appena arrivata a casa, dopo aver recuperato Dora dalla nonna e averla messa nel letto a guardare un film, si era buttata sul divano a leggere.
Non aveva nemmeno voglia di prepararsi da mangiare, avrebbe ordinato qualcosa.
Erano solo le nove e un quarto, la pizzeria lì vicina portava il cibo fino alle 10..
ODDIO! Sono le 9 e 15, doveva venire Malfoy!
Si fiondò fuori di casa e trovò il biondo lì fuori ad aspettarla.
“Granger fai aspettare i tuoi amici. Sono quindici dannatissimi minuti che aspetto qui fuori senza sapere come contattarti.”
“Scusami Malfoy, mi ero scordata completamente, è stata una giornata davvero pesante e mi stavo rilassando.”
“Sì anche per me lo è stata e non ho nemmeno cenato quindi gradirei fare in fretta.”
“Va bene, scusa. Entra pure, fai come fossi a casa tua.” Usò un po’ di ironia che però sfuggì al biondo forse per la stanchezza.
“Come sta la piccola?”
“Bene, non si è lamentata mai e mia mamma l’ha portata oggi pomeriggio a controllare.. Meno male perché ora dorme e sarebbe stato un peccato svegliarla..”
“Allora controlliamo te.”
Hermione si alzò la canotta che aveva addosso e mostrò la ferita al giovane mago.
“E’ saltato un punto, aspetta che aggiusto tutto.. Non hai sentito dolore oggi?”
“Sì ma pensavo fosse normale che facesse male..”
“Non è normale, fai attenzione la prossima volta. Rischiavi di farti venire un’infezione..”
“Va bene signor dottore!”
“Ok, ho finito, cerca di riguardarti e se senti male vieni in ospedale così vediamo cosa fare.”
Salutandola con un cenno del capo si avvicinò alla porta.
“Malfoy senti stavo per ordinarmi una pizza e, ecco, se non hai altri programmi ti andrebbe di cenare con me? Almeno ricambio la tua gentilezza.”
“Pizza?”
“Sì quella cosa molto buona inventata dai babbani, con sopra pomodoro e mozzarella..”
“So cos’è una pizza Granger. Comunque ok.”
“Va bene, allora adesso chiamo e ordino ok? Cosa vuoi? Lì c’è un menù se non sai già..”
“Una margherita, grazie.”
“Ok,.. Sì salve chiamo per ordinare due pizze al numero dodici di Grimmauld Place, due Margherite grazie. Ok, va bene, mezz’ora. Arrivederci.”
“Le pizze arriveranno fra una mezz’oretta, vuoi qualcosa da bere?”
“Hai qualcosa di forte?”
“Certo Malfoy, una ragazza madre ha sempre super alcolici in casa.”
Ops, si era scoperta troppo.
“Bene. Allora gradirei qualcosa di molto forte.”
Hermione riempì due bicchieri di alcol e andò a sedersi sul divano dove si era già accomodato Malfoy.
“Ecco tieni.. Mi sembra così strano averti a casa mia. Pensavo non ti avrei mai più rivisto.”
“Non dirlo a me. Anche io pensavo che non ti avrei mai più rivista e invece.. Posso chiederti una cosa Granger?”
“Ehm, sì certo, credo di sì almeno.”
“Come mai sei in questa situazione?”
Avrebbe voluto chiederle se per caso c’entrasse Blaise.
“Vuoi sapere del padre? Beh Dora crede sia partito per un lungo viaggio, in realtà non può occuparsi di lei e quindi ho preferito fare tutto da sola.”
“Capisco.”
“Ora tocca a me però. Ti sei sposato alla fine?”
“Sì, sono tuttora sposato ma sono in una situazione orrenda. Ho provato a farlo funzionare ma non va. Non ci amiamo, non ci siamo mai amati e da 4 anni dormiamo in camere separate. Non la vedo da una settimana, sarà da uno dei suoi amanti. Poco mi importa eh.”
“Mi spiace, per quanto possa valere..”
“Fai bene a dispiacerti, è colpa tua se questo matrimonio fa schifo.”
Colpa sua? Ma stava farneticando quel biondino!
“E perché mai sarebbe colpa mia?”
“Perché è difficile innamorarsi di qualcuno quando già ami un’altra persona.”
Crack. Il cuore di Hermione si era appena spezzato.
“Pensi che per me sia stato facile?”
“Beh non ti sei fatta molti problemi ad andare avanti, prima con Blaise e poi con qualcun altro.”
“Sei uno stupido Draco Malfoy. Credi che io non abbia pensato a te in tutto questo tempo? Credi che per me sia stato facile seppellire tutti i sentimenti che provavo per te? Che provo per te? “
“E allora perché non mi sei rimasta affianco? Potevamo gestirla!”
“Certo potevo fare la tua puttana, l’amante dell’uomo sposato!”
“Saresti stata più di quello. Saresti stata la mia ragione di vita, matrimonio o no. Tanto da quanto vedo non ti frega molto del matrimonio visto che hai avuto una figlia da un rapporto extra coniugale..”
“Fammi la domanda fondamentale Malfoy visto che sai tutto tu. Chiedimi perché non mi sono sposata col padre di mia figlia forza!”
“Perché Granger? E’ per caso in Italia?”
“No brutto spocchioso arrogante bastardo. Non posso sposarlo perché è già sposato con Astoria Greengrass.”

Fu la volta del cuore di Draco a fare crack.
















Note dell'autrice: spero che questo capitolo vi piaccia! é meno dettagliato degli altri ( non è solo a giornate ma addirittura anni!) ma io sono molto contenta di come si sta evolvendo la trama!Un bacione a presto!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=903548