We are Pirates! di Franky93 (/viewuser.php?uid=101734)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'improbabile coppia di fratelli! Arrivano Alex e Andross ***
Capitolo 2: *** Una giovane spadaccina? Ecco Martine! ***
Capitolo 3: *** Si comincia! Battaglia contro la Ciurma di Jack “Lo Squartatore” ***
Capitolo 4: *** L’incredibile segreto di Alex e Andross! Entrano in azione i poteri dei Frutti del Diavolo Felis Felis! ***
Capitolo 5: *** Inizia il viaggio! Benvenuti a Shop Town ***
Capitolo 6: *** Un'Isola in difficoltà? I pirati Wild Felis all’opera ***
Capitolo 7: *** Cominciano i problemi! Tra lotte, navi e avvertimenti ***
Capitolo 8: *** 3 vs 1! Andross e il terzetto della Campana ***
Capitolo 9: *** Si riparte all’avventura! Un salvataggio fuori programma? ***
Capitolo 10: *** Una ragazza dal passato misterioso! Il suo nome è Anis ***
Capitolo 11: *** Verso la Grand Line! Riusciremo a superare la Reverse Mountain? ***
Capitolo 12: *** Un nuovo nemico all’orizzonte? La Ciurma del Destino fa la sua comparsa in scena ***
Capitolo 13: *** L’inizio delle ostilità! I Wild Felis contro la Ciurma del Destino ***
Capitolo 14: *** Un carpentiere dall’immensa generosità e forza d’animo! Il ritorno di Bobo alla via del mare? ***
Capitolo 15: *** La guerriera delle terre del Nord ***
Capitolo 16: *** Norweja ***
Capitolo 17: *** La storia del regno di Nordland ***
Capitolo 18: *** Essere un guerriero ***
Capitolo 19: *** La mia/nostra battaglia ***
Capitolo 20: *** All'ultimo sangue! ***
Capitolo 21: *** Vecchie conoscenze e nuove partenze ***
Capitolo 22: *** Il rivale ***
Capitolo 23: *** Ricordi rivelatori ***
Capitolo 24: *** Alla ricerca delle Spade del Peccato ***
Capitolo 25: *** La prima spada - Parte prima ***
Capitolo 26: *** La prima spada - Parte seconda ***
Capitolo 27: *** Uno sguardo al passato ***
Capitolo 28: *** L'Eremita delle Highlands ***
Capitolo 29: *** Il nuovo maestro e l'inizio della gavetta ***
Capitolo 30: *** Per divenire più forti ***
Capitolo 31: *** Ritratti e confidenze ***
Capitolo 32: *** Legami e sentimenti ***
Capitolo 33: *** Berserkrgang - Prima parte ***
Capitolo 34: *** Berserkrgang - Seconda parte ***
Capitolo 35: *** Transizione ***
Capitolo 36: *** Incontri inaspettati ***
Capitolo 37: *** Welcome to the jungle ***
Capitolo 38: *** Scontro nella giungla ***
Capitolo 39: *** Postfazione: Arrivederci, Pirati Wild Felis ***
Capitolo 1 *** Un'improbabile coppia di fratelli! Arrivano Alex e Andross ***
We Are Pirates!
Cap.1:
Un’improbabile
coppia di fratelli! Arrivano Alex e Andross
Era una giornata molto tranquilla quella si presentava nella tranquilla
cittadina di Sheltz Town. Il sole splendeva, i mercanti vendevano come
al solito merce e vivande di prima qualità e, ovviamente, i
soldati della Marina ogni tanto pattugliavano per vedere se
c’era qualche sorta di problema in giro. E in mezzo a tutto
questo viavai di gente, due ragazzi passeggiavano tranquillamente per
le viuzze della città come in cerca di qualcosa che potesse
attirare il loro interesse. Il primo, che sembrava il più
giovane dei due, aveva i capelli neri scompigliati, gli occhi verdi e
il suo vestiario consisteva in pantaloncini jeans, maglietta a mezze
maniche nera e una kefiah intorno al collo, mentre l’altro
sembrava la sua versione spiccicata, se non fosse per il fatto che era
più alto, aveva i capelli un po’ più
lunghi, gli occhi di un verde più chiaro e vestiva in
maniera molto semplice, ovvero con pantaloni scuri e una camicia bianca leggera, look che consentiva a dargli un’aria molto elegante.
-Yaaaaawn… che sonno…- sbadigliò il
più giovane dei due, mettendosi la mano davanti alla bocca
–Senti, fratellone, non è che puoi spiegarmi di
nuovo perché siamo venuti fin qui?-
-Mi pare ovvio- rispose con tono pacato il più grande, dando
un’occhiata ad alcune bancarelle –Visto che siamo
arrivati qui da circa due giorni, pensavo che fosse comodo fermarci per
fare un po’ di rifornimenti prima di ripartire-
-Sai cosa sarebbe più comodo? Un bel lettuccio caldo-
-Non mi dirai che sei ancora assonnato-
-Beh, che vuoi farci, Andross, uno come me adora dormire-
-Lo so, Alex, però secondo me se andassi a letto un
po’ più presto adoreresti ancora di più
il dormire-
-Ma io adoro stare alzato fino a tardi-
-Otto ore di riposo fanno bene a tutti, e lo stesso vale per un giovane
pirata diciassettenne come te-
-Certo, ma se tu non russassi come un dannato la notte, forse riuscirei
a chiudere occhio ancor più volentieri-
-Che c’è, sei in cerca di botte? Perché
mi è venuta una voglia…-
-Perché no? Oggi sento che ti batterò di sicuro-
-Sì si, continua pure a sognare, fratellino…-
Nella buona mezz’ora che seguì, i due ragazzi
cominciarono a darsele di santa ragione, non risparmiandosi
né colpi classici come cazzotti o pedate né
tantomeno attacchi rozzi come testate dirette allo sterno o colpi al di
sotto della cintola. Fatto sta che i due, una volta sfogatisi come si
deve, si calmarono e fecero subito pace, accorgendosi subito dopo che
durante la loro rissa avevano distrutto, seppur inconsapevolmente,
qualche paio di bancarelle lungo la strada, cosa che fece adirare non
poco i proprietari.
-Ehi, voi due! Ma vi sembra questo il modo?- esclamò infatti
uno dei venditori, imbracciando una scopa –E chi mi ripaga i
danni, eh?-
-Oh, oh… mi sa che questa volta abbiamo esagerato un
pochino…-
-Alex, puoi farmi un favore?-
-Certo, quale?-
-Chiudi la bocca e preparati a correre!-
Infatti, nel giro di poco tempo, entrambi i fratelli si ritrovarono con
l’essere inseguiti dai vari mercanti della città,
i quali avevano imbracciato scope e bastoni e non vedevano
l’ora di farla pagare a chi aveva causato tutto quel casino.
Fortunatamente i due riuscirono, dopo non pochi sforzi, a seminare la
folla inferocita, facendogli anche perdere le loro tracce, cosa che per
Alex e Andross non fu difficile, visto che quella non era nemmeno la
prima volta che si ritrovavano a fuggire dai guai in cui si cacciavano.
In ogni caso, alla fine i due si erano ritrovati a sostare al porto.
-Fiuuuuu… mamma mia, che corsa… anf,
anf…- tirò un sospiro di sollievo Alex,
fermandosi a riprendere fiato.
-Già, era da parecchio che non ci succedeva, vero?- aggiunse
Andross, guardandosi indietro per vedere se c’era
ancora
qualcuno.
-E meno male che non hanno scoperto che siamo pirati, altrimenti sai
che rottura mettersi a fuggire anche dalla Marina?-
-Non avremmo avuto vita facile comunque, dato che la loro sede si trova
proprio su quest’isola e dubito ci avrebbero lasciato salpare
come se niente fosse successo.-
-Però le altre volte ci siamo comunque riusciti, no? Ah, se
proprio devo dirti la verità, mi sarebbe piaciuto vedere di
che pasta erano fatti i Marine di queste parti, Nya ah ah ah ah ah-
-Non preoccuparti, quando avremo abbastanza Berry per prenderci una
nave decente e una mappa per orientarci nella Rotta Maggiore, ti
prometto che ti lascerò combattere contro una nave della
Marina-
-Cosa? Dici davvero? Cioè, lo faresti sul serio?-
-Certo, dopotutto che fratello maggiore sarei se non mantenessi la
parola data al mio adorato fratello minore?-
-Un fratello bastardo, forse?-
-Cos’è, vuoi un’altra dose di botte,
forse?-
-Calma, calma, scherzavo… comunque, adesso che facciamo,
torniamo alla nave e andiamo a pranzare? No, perché
questa
città non mi sa proprio di nulla e avrei un certo appetito-
-Non lo so, forse dovremmo guardare ancora un po’ in
giro…-
Purtroppo per loro, la conversazione venne interrotta dal suono di una
voce femminile dietro di loro, e voltatisi di scatto, i due fratelli
videro una ragazzina mora, vestita di stracci e con una catena spezzata
alla caviglia, scappare da un terzetto di tipacci poco raccomandabili,
dall’aspetto poco gradevole e armati di spada, forse banditi
di passaggio o pirati di bassa lega.
-Fermati, dannata!- disse il primo dei tre –Dove pensi di
andare?-
-E secondo te? Ovunque, pur lontano da voi, quindi lasciatemi in pace e
trovatevi qualcun altro- rispose l’interpellata.
-Non se ne parla neanche!- replicò il secondo, accelerando
il passo per tentare di raggiungerla -Hai fatto un patto col nostro
capitano, ricordi? E finché non lo rispetterai, tu resterai
nella nostra ciurma!-
-E rimanere a farvi da sguattera per tutta la vita? Neanche morta!-
-Allora non ci lasci altra scelta- concluse il terzo uomo, lanciando un
paio di bolas in direzione della poveretta e bloccandola
–Presa!-
“Merda…” imprecò mentalmente
lei, cadendo malamente a terra.
-Bel lavoro, amico-
-Grazie, ma ora è meglio se ci sbrighiamo e la riportiamo
indietro, sennò poi chi lo sente il nostro capitano?-
-Giusto, giusto… se scopre che ce la siamo fatta sfuggire ci
farà la pelle, e non è una bella cosa…-
-Ehi, voi tre!- gli urlò contro Alex, correndo verso di loro
insieme al fratello, che aveva già capito le sue intenzioni
–Lasciate in pace quella ragazza, e subito!- aggiunse con
tono temerario.
-E questi qui da dove saltano fuori, adesso?-
-Ignorateli, saranno gente di poco conto-
-Vi consiglio di non sottovalutarci…- li ammonì
Andross, ponendosi davanti alla ragazza con Alex –Altrimenti
finirete molto male…-
Fine Cap.1
*Angolo dell'Autore*
E con questo primo capitolo si da il calcio d'inizio alla mia prima
storia su One Piece. Naturalmente premetto che le sorprese e le scene
d'azione (così come le gag) non mancheranno di certo, oltre
ovviamente a personaggi e poteri completamente originali. Per il resto,
spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e spero di
ricevere le vostre/i eventuali recensioni/commenti/impressioni a caldo.
Detto questo, al prossimo capitolo ^-^
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Capitolo 2 *** Una giovane spadaccina? Ecco Martine! ***
E anche se un pò in anticipo, cari lettori, ecco il secondo
capitolo di questa storia, dove scoprirete un pò riguardo la
ragazza apparsa nel capitolo precedente e ovviamente il primo nemico di
questa "saga introduttiva". Detto questo, enjoy it and good lecture :)
Cap.2:
Una giovane spadaccina? Martine entra in scena!
-Finire male, dici? Questa è bella- commentò il
primo tizio.
-Ma di un po’, tu sai chi siamo noi, vero?- aggiunse il secondo.
-Noi tre siamo pirati, e facciamo parte della temutissima banda dello
spietatissimo capitano Jack “Lo Squartatore”, e
battervi contro di noi equivale a sfidarlo apertamente- concluse il
terzo, puntando la pistola contro i due fratelli
–Perciò, se non volete passare dei guai, girate a
largo e lasciateci la ragazza-
-Jack “Lo Squartatore”, eh?- replicò
invece Andross con tono incuriosito, mostrando un sorriso soddisfatto
–A quanto pare sembra che ci siamo imbattuti in un
personaggio importante-
-Perché dici questo?- domandò Alex -È
forse un tipo forte?-
-Più che altro è famoso per le sue scorribande:
infatti si dice che ovunque andasse non facesse razzie di tesori, ma di
donne da fare schiave per il suo harem personale- spiegò la
ragazza, cercando di rialzarsi nonostante le gambe bloccate dalle bolas.
-Un harem? Ma a che scopo?- domandò ancora il ragazzino.
-Per soddisfare i suoi sfrenati desideri di lussuria, mi pare
ovvio… e per mia sfortuna, sono finita anch’io nel
suo giro…-
-Allora non devi preoccuparti di nulla, ci pensiamo noi a sistemare
quel bastardo, garantisco io. Non è vero, fratellone?-
-Perché no? Si dice anche che questo Jack sia abbastanza
temuto da essere uno dei pochi pirati degni di nota che
navigano nel nostro caro e adorato Mare Orientale, e che abbia anche
una taglia che ammonta alla modica cifra di 37 milioni di Berry.- gli
rispose semplicemente Andross, rimboccandosi le maniche.
-Wow, allora se è così non vedo l’ora
di incontrarlo-
-Ehi, voi due!- li richiamò all’ordine uno dei tre
-Avete finito di chiacchierare? Questo non è un salotto, ma
il campo di uno scontro che avete già perso. Addio!-
aggiunse, sparando un colpo dalla pistola che aveva in mano in
direzione di Alex.
Il colpo dello sparo viaggiò spedito verso
l’obiettivo, ma prima che potesse raggiungerlo, Alex si
spostò velocemente dalla sua traiettoria, per poi
accucciarsi e in seguito partire spedito verso l’uomo e
colpirlo con un pugno diretto al basso ventre, che come risultato lo
fece cadere duramente a terra. Irritato da ciò, gli altri
due fecero per sparargli, ma in quello stesso istante Andross
intervenne, atterrandoli con un paio di calci.
-D…dannati mocciosi…- imprecò il
primo, rialzandosi coi compagni.
-Questa ce la pagate, statene certi- rincarò il secondo.
-Anche se siete in due non sperate di vincere così
facilmente contro di noi, chiaro?- concluse poi con tono infuriato il
terzo.
-E anche se fosse così, cosa cambierebbe?- rispose Andross.
-Infatti. Potete anche essere in cento, se volete, ma rimane il fatto
che se noi due siamo decisamente più forti di voi- aggiunse
Alex, per poi rivolgere lo sguardo al fratello –Tu che dici,
li conciamo per le feste normalmente oppure usiamo
“quello” per liberarci di loro?-
-Naaah, mi sembra un po’ eccessivo usare
“quello” per delle mezze calzette come loro, meglio
tenercelo in serbo per il loro capo.-
-Si, hai ragione, diamoci alla pazza gioia con i classici cazzotti-
-Fate poco gli spavaldi, tanto saremo noi a vincere. Addosso!-
“Mi sa che ha ragione… anche se sono forti,
c’è sempre lo svantaggio numerico, non possono
farcela” pensò la ragazza.
E invece, contrariamente a ciò che pensava la poveretta, i
tre vennero messi duramente K.O. dai due fratelli senza alcuno sforzo,
ma solo con una lieve ma incisiva serie di pugni, scatenando nella
mente della ragazza uno stupore quasi scioccante. Ad ogni modo,
sistemati i tizi, Alex e Andross poterono dirsi comunque soddisfatti, e
scambiatisi un sorriso di intesa, tornarono sui loro passi e si
avviarono verso la loro nave, ma con una piccola aggiunta in
più. Infatti, volendo vederci più chiaro in tutta
la faccenda, Alex si era portato dietro l’ex-schiava,
trasportandosela su una spalla come se fosse un sacco di patate, cosa
che lei non
gradì affatto.
-Senti… Alex, giusto? Apprezzo molto ciò che
avete fatto e ve ne sono grata, ma non ti sembra di esagerare un
po’?-
-Non ti preoccupare, tanto per me sei leggerissima, quindi non ho
problemi a portarti in spalla-
-Ehm… Alex… credo che quello che intenda dire la
nostra amica riguardi tutt’altro argomento, dico bene?-
-Si, esatto. Non voglio mettere in dubbio la vostra buona fede, ma
secondo me correte un grosso rischio nel mettervi contro Jack, e voi
non avete idea di cosa sia capace di fare…-
-Perché, è davvero così
temibile… uhm…-
-Martine, Martine Bells, ma puoi chiamarmi Marty, se ti va-
-Piacere mio, allora. Comunque, questo Jack è davvero
così temibile come dici? No, perché a me non
sembra niente di che, dato che abbiamo sistemato i suoi uomini in poco
tempo-
-Dovresti ricrederti, invece. Non è solo forte fisicamente,
ma è anche un buon spadaccino, e quando si arrabbia
è capace di essere molto violento, se vuole-
-Se non sbaglio, uno di quei tre idioti aveva detto che avevi fatto un
patto con Jack… che intendeva dire?- le chiese poi Andross.
-Beh, quella è una lunga storia, magari ve la racconto una
volta che saremo arrivati alla vostra nave, ok?-
-Nessun problema, anche perché siamo già
arrivati.-
E per confermare le sue parole, Alex indicò con il dito
quella che sembrava, o meglio era, una modesta nave da commercio, con
una bandiera bianca issata sulla cima dell’albero maestro e
ricoperta da prua a poppa di vari sfregi e riparazioni messe a
casaccio. In teoria una nave simile sarebbe già affondata da
tempo, ma in pratica sembrava potesse durare ancora per un
po’ di tempo.
-Ehm… carina, tutto sommato- commentò Marty, non
sapendo cosa dire alla vista di quell’orrore una volta scesa
dalla spalla di Alex.
-Beh, visto che al momento non abbiamo abbastanza soldi, io e Andross
abbiamo viaggiato su questa nave in modo provvisorio, e certo, ammetto
che non è il massimo come nave pirata, ma… ehi,
anche i filibustieri più importanti hanno iniziato in
piccolo, no?-
-Beh, immagino tu abbia ragione… ehi, no, aspetta un
momento! Voi due siete pirati? Starai scherzando, spero!-
-No, niente affatto- le rispose Andross –Si da il caso che io
e il mio adorabile fratellino qui presente siamo una bella coppia di
pirati. Però puoi stare tranquilla, non abbiamo cattive
intenzioni-
-E ci credo, altrimenti non mi avreste portata con voi, vero?-
-Certo che sì, e poi, se non aiutassi qualcuno in
difficoltà, verrei meno alla mia moralità, non
credi?- le sorrise Alex, cominciando ad incamminarsi verso il ponte
della nave, porgendole poi la mano come in segno di
ospitalità –Dai, sali pure, sulla nostra nave ogni
ospite è ben accetto, non è vero, fratellone?
-Ovvio- rispose l’altro, dirigendosi verso la cucina
–Su, a preparare la tavola, io intanto vedo cosa posso usare
per il pranzo di oggi-
-Sei anche cuoco? Non ci avrei mai creduto. E quanto sei bravo?-
-Aspetta di assaggiare i miei manicaretti e vedrai…-
Arrivata l’ora di pranzo, infatti, i tre finalmente poterono
mettere qualcosa sotto i denti, pranzando con prima con un
po’ di riso e poi con un buon arrosto con verdure, e
soprattutto Marty sembrò soddisfatta del pasto ricevuto, al
punto da chiedere anche il bis talmente era buono.
-Aaaaah, che bella mangiata- sospirò la ragazza
–Era da tempo che non mi facevo un pranzo così,
sono davvero contenta-
-Mi fa piacere che ti sia piaciuto, eh eh eh- le disse il cuoco, mentre
incominciava a sparecchiare la tavola.
-E sai cosa mi farebbe piacere? Sentire come hai fatto a ritrovarti
nelle grinfie di questo “Spargitorte”- propose Alex.
-Per cominciare, si chiama
“Squartatore”… e riguardo a come ho
avuto la sfortuna di incontrarlo… beh, è una
storia molto semplice: un tempo vivevo a Shimotsuki, una modesta isola
rinomata per essere la città natale del famoso pirata
Roronoa Zoro, conosciuto da tutti per la sua inconfondibile Tecnica a
Tre Spade. Volendo emulare le sue gesta, decisi di allenarmi per
diventare spadaccina, e che ci crediate o no, ero tra i primi tre
più bravi del mio corso-
-Wooooow, se è così allora sei una tipa forte,
dico bene?-
-Se mi vedessi all’opera ne rimarresti molto stupito, Alex.
Ma tornando a noi, un giorno una nave, che si rivelò essere
quella di Jack, attraccò al porto, e in meno di
mezz’ora la maggior parte delle ragazze venne portata via dai
suoi uomini. Non potendomene stare con le mani in mano, decisi di
intervenire e riuscì a mettere K.O. alcuni dei subordinati,
ma non appena incontrai il suo vice, per me non ci fu
scampo… risultato, venni catturata, le mie spade vennero
sequestrate e mi ritrovai schiava come tutte le altre. E per quante
volte tentassi di ribellarmi, finiva sempre allo stesso modo: in
ginocchio sul ponte della nave a subire le percosse dei ciurmati-
-Tsk… che vigliacchi…- commentò in
modo tagliente Andross.
-In ogni caso, io non perdevo comunque la speranza, e sapevo che un
giorno me ne sarei andata e avrei messo fine alla sua
schiavitù, cosa che feci oggi fuggendo in segreto dalla sua
nave. Tuttavia, dato che promisi alle altre schiave che le avrai
aiutate, non posso ancora ritenermi soddisfatta se prima non recupero
le mie spade e non fermo l’ambizione di quel dannato-
-Allora non devi preoccuparti di nulla, Marty.- disse Alex, alzandosi
in piedi e scambiandosi uno sguardo d’intesa col fratello
–Perché io e Andross saremo ben lieti di darti una
mano-
-Quindi puoi contare anche sul nostro aiuto, se vuoi-
-Non lo so, ragazzi… ho un po’ di dubbi su come
riuscirete ad affrontare Jack con la sola forza bruta-
-Ma noi non abbiamo mai detto che siamo forti solo fisicamente-
-Infatti, io e Andross abbiamo un qualcosa che solo pochi fortunati
possono vantare di avere, e se la cose si metteranno male, puoi stare
certa che sarà la nostra carta vincente- le
spiegò Alex.
-Davvero? Di che si tratta?
-E ti pare che te lo venga a dire adesso? Spiacente, ma è un
segreto, e lo saprai solo quando lo vedrai, Nya ah ah ah ah ah-
-Ok, ok, se lo dici tu… in ogni caso, se vi sentite davvero
pronti, allora posso accompagnarvi direttamente alla sua nave, che se
non ricordo male deve essere ancora ormeggiata qui vicino.-
-Sentito, fratellino? Finalmente conosceremo il nostro uomo-
-Forte e chiaro, fratellone, e non vedo davvero l’ora di
cominciare. Aspettaci, Jack “Lo Squartatore”,
perché stiamo arrivando.-
Detto questo, i tre cominciarono così ad incamminarsi verso
la dimora del loro nemico comune, ignari che nel frattempo, sulla sua
nave, il diretto interessato stava già punendo duramente tre
dei suoi uomini. Egli era un uomo alto e di costituzione magra, dagli
occhi neri e i capelli di un biondo spento, vestito con pantaloni
scuri, una camicia rossa sbottonata e un cappotto da capitano grigio e
logoro appoggiato sulle spalle. Il suo volto era contratto in un ghigno
rabbioso, e nel suo sguardo si poteva leggera la follia insita nel suo
animo. A completare il tutto, tra le sue mani vi era un lungo rasoio
dalla lama quasi arrugginita, piena di sangue rappreso.
-E così, nonostante vi avessi raccomandato di non far
fuggire nessuna delle mie schiave, voi tre inetti ve la siete fatta
comunque scappare senza nemmeno provarci?- domandò il
capitano, terribilmente irritato da ciò che era accaduto.
-M-ma capitano, cerchi di capire- tentò di giustificarsi uno
dei tre.
-Noi eravamo sul punto di riprendercela, sul serio- aggiunse poi il
secondo, terrorizzato all’idea di essere punito.
-È solo che se non si fossero intromessi quei
due…- concluse infine il terzo uomo, ancor più
terrorizzato.
-Questo non giustifica nulla!- gridò folle il capitano,
tagliando la gola a tutti e tre a colpi di rasoio, lasciandoli morenti al suolo –Chi non rispetta i miei ordini… merita solo la morte!-
Fine Cap.2
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Capitolo 3 *** Si comincia! Battaglia contro la Ciurma di Jack “Lo Squartatore” ***
Cap.3:
Si comincia! Battaglia contro la Ciurma di Jack “Lo
Squartatore”
Dopo che ebbe concluso con quei tre poveri disgraziati ed ebbe fatto
cenno di portarli via, Jack ripose il rasoio in una delle sue tasche e
si sedette su una sedia vicina, osservando poi ciò che aveva
fatto e passandosi una mano sui capelli annoiato. Se c’era
una cosa che odiava fare, era quella di lasciare sempre il segno del
sangue di chi uccide ben in evidenza, e non era nemmeno la prima volta
che il suo alloggio di capitano si macchiava in quel modo.
-E così, se ho ben capito, la nostra cara ragazza con le
spade è riuscita a fuggire…- disse ora,
apparentemente più calmo.
-Già, e sembra si sia fatta degli alleati- aggiunse quello
che doveva essere il suo vice, un uomo muscoloso, dalla testa rasata,
gli abiti trasandati, il volto pieno di cicatrici e due spade legate in
vita.
-Rilassati, Jones… non c’è bisogno di
preoccuparsi di nulla…- ribatté però
il capitano, rimanendo tranquillo –Ti ricordo che in fatto di
forza io e te siamo piuttosto avvantaggiati, dico bene?-
-Certo, nessuno è mai riuscito a batterci-
-E ti ricordo anche che abbiamo parecchie donne in ostaggio, oltre che
le spade di quella ragazzina… se giochiamo bene queste
carte, non solo le impediremo di averla vinta, ma faremo di
più-
-E cioè?-
-Ih ih ih ih ih… ma non è ovvio? La uccideremo
insieme ai suoi cosiddetti alleati e li impaleremo sul ponte come
monito per qualunque altra schiava volesse ribellarsi al mio potere-
-Impalarli? Come minimo li faremo a pezzi, poco ma sicuro…-
-Certo, certo… sempre se ci sarà
l’occasione giusta-
-Capitano, capitano! Emergenza!- li interruppe all’improvviso
uno dei subordinati, arrivando tutto trafelato nello studio.
-Che succede?-
-La nostra schiava è tornata! E con lei ci sono due tipi che
non ho mai visto prima in vita mia, anzi, sono proprio delle facce
nuove-
-Ma guarda un po’ il caso, stavamo giusto parlando di
lei…-
-Ha qualche ordine, capitano?-
-Certo, ed è “Andate a riprenderla!”-
-Ricevuto, vado ad informare gli altri!- concluse l’uomo,
uscendo dall’ufficio così com’era
entrato.
-Sicuro che sia la tattica migliore, Jack?-
-Mi conosci, Jones… se devo combattere contro qualcuno,
è meglio se prima mi faccio un’idea di cosa
è capace di fare-
-Tsk, sei sempre il solito…-
Dettosi questo, entrambi uscirono dagli alloggi del capitano e si
diressero sul ponte, dal quale circa una trentina di ciurmati si stava
già preparando a scendere sulla terraferma, nel punto dove
quasi contemporaneamente Marty, accompagnata da Alex e Andross, era
già arrivata, e dal suo sguardo si poteva capire il suo
scopo. Jack, affacciandosi dal bordo della sua nave, sorrise maligno al
solo pensiero di riavere tra le sue grinfie quella ragazzina. Tuttavia,
incrociando il suo sguardo con quello dei due fratelli, il capitano si
fece serio, e dopo aver fatto cenno ai suoi uomini di scendere sulla
terraferma, si schiarì la voce, come se fosse pronto a
parlare.
-Bene, bene, bene…- cominciò –Ma cosa
abbiamo qui? A quanto pare la mia schiava preferita ha già
deciso di tornare da me, e anche in buona compagnia.
Cos’è, ti sei venduta a loro, per caso?-
-Niente affatto- replicò secca la ragazza
–L’unica ragione per cui sono venuta qui
è per dirti che lascio la tua ciurma, e che voglio che tu
liberi non solo me, ma tutte le ragazze che hai fatto prigioniere.-
-Oh, proposta interessante, la tua… ma ti ricordo che
abbiamo fatto un patto in cui tu saresti rimasta mia schiava
finché non mi fossi stancato di te o ti avessi venduta a
qualcun altro, ricordi?-
-Certo, ma dato che me ne sono andata per mia scelta, non credo che
quel patto valga ancora qualcosa per me, perciò fa come ti
dico e concedici la libertà, altrimenti…-
-Cosa, verrai a farmi la pelle insieme ai tuoi amichetti, debole e
disarmata come sei? Ma non farmi ridere! Uomini, attaccate!-
E una volta dato quel comando, tutti gli uomini di Jack si avventarono
contro i tre, ma sfortunatamente per il capitano, sia Alex che Andross
li liquidarono in pochi minuti, obbligandoli quindi a battere in
ritirata e a tornare sulla nave malconci. Non potendo tollerare una
simile sconfitta, ma anche affascinato da ciò che erano
capaci i due, fece cenno a Jones di scendere dalla nave, cosa che fece
e che scatenò in Marty un misto di rabbia e tensione.
-E questo chi è?- domandò Alex, per nulla
tranquillo.
-Sarà il braccio destro di quel folle, presumo- aggiunse
Andross.
-Indovinato…- rispose lui, tirando fuori due tirapugni in
ferro e indossandoli con disinvoltura -Sono il vice di Jack, ho una
taglia di 28 milioni di Berry… e mi chiamo
“Knuckle” Jones- proseguì, facendo
cozzare i pugni tra di loro –Chi di voi vuole assaggiare per
primo i miei pugni?-
-Hai sentito, fratello? 28 milioni… una somma del genere nel
nostro mare non si era mai sentita. Devo quindi dedurre che
è davvero pericoloso quanto il suo capitano che ne ha una di
37?-
-E io che ne so? Mica sono quello che delibera le taglie per i pirati.
In ogni caso, non abbassiamo la guardia e stiamo attenti-
-Aspettate!- li fermò Marty –Voglio combatterlo
io… ho un conto in sospeso con lui- aggiunse, indicando le
spade legate al fianco di Jones e poi mettendosi in posizione
–Fatti sotto-
-Oh, e così rivuoi le tue spade, eh? Povera sciocca,
dovresti capire tu stessa di che pasta sono fatto, dato che
è stato con queste stesse mani che ti ho
sconfitta… poco male se quella volta mi ero trattenuto,
vorrà dire che questa volta avrò un motivo in
meno per non essere ripreso dal capo e un motivo in più per
scatenarmi-
Detto questo, senza neanche pensarci due volte, Jones si
scagliò contro la ragazza, colpendola con un pugno diretto
al basso ventre, atterrandola di netto e facendole tossire sangue. Non
contento, si sedette sopra di lei e cominciò a colpirla
senza tregua, nonostante cercasse di resistere ponendo le braccia
davanti a sé.
-Oh, no, Marty!- gridò Alex, correndo in soccorso della
ragazza.
-No, Alex, fermo!- lo bloccò Andross, afferrandolo da dietro.
-Lasciami, voglio andare ad aiutarla!-
-Questa lotta riguarda solo Marty, non centriamo nulla-
-Ma se non facciamo qualcosa la nostra amica ci lascerà la
pelle!-
-Parole sante, piccoletto…- proferì Jones,
fermando la sua offensiva e poi afferrando Marty per i capelli
–Ripensaci, ragazza, vuoi davvero rischiare la vita solo per
riprenderti le tue inutili spade, nonostante il divario di forza che ci
separa? Ma non farmi ridere-
-Anf… anf… sei libero di dire quello che
vuoi…- ripose lei -Ma io non cambiò idea,
anf… io ti batterò… e mi
riprenderò le mie spade…-
-Allora non hai proprio capito… tu non sei nulla in
confronto a me! Sei solo una ragazzina con ancora il latte alla bocca!-
replicò feroce il vicecapitano, facendole schiacciare la
faccia per terra –Le tue belle parole non mi toccano nemmeno
un po’, quindi ora mori…-
Purtroppo, a causa di un calcio di Andross diretto proprio in bocca,
che lo scagliò via, Jones non riuscì a finire la
sua frase né tantomeno la sua offensiva contro Marty, che
ora poteva riprendere a respirare e poi osservare quel ragazzo dai
capelli d’ebano mentre si ergeva in sua difesa, pronto a
combattere al suo posto.
-Andross…-
-Scusami, Marty…- disse, togliendosi prima la camicia e poi
le scarpe mentre attendeva la ripresa di Jones –Sicuramente
dopo questo scontro mi odierai per non aver rispettato le tue
volontà, ma non posso tollerare che qualcuno alzi le mani
contro una ragazza… quindi, se il tuo orgoglio me lo
concede, darò una lezione a questo spaccone e poi
recupererò le tue spade, d’accordo?-
-Ma fratellone, non avevi detto che non dovevamo intrometterci?-
-Certo, ma poi ho ripensato al fatto che senza spade Marty non
può fare assolutamente nulla, e questo, unito al fatto che
non potevamo lasciare che quel porco facesse i suoi comodi
così facilmente, mi ha fatto decidere di intervenire-
-Questo vuol dire che se batti quel tipo, poi il capitano Jack
sarà tutto mio e potrò combattere contro di lui?-
-Puoi scommetterci, fratellino-
-Non cantate vittoria troppo presto- intervenne Jones, rialzandosi
più irritato di prima –Se volete il mio capitano,
prima dovrete passare sul mio cadavere, sono stato chiaro?-
-Certamente- rispose il ragazzo -Ma gradirei che non alzassi la voce
così tanto… odio i tipi che fanno tanto rumore
per nulla… vedi, sono una persona che si irrita molto
facilmente- aggiunse, mentre le sue pupille cominciavano stranamente ad
assottigliarsi –Perciò abbassa i toni o mi
vedrò costretto ad ucciderti…-
-Ah, ma davvero? Questo è tutto da vedere!-
Ma non appena Jones caricò un pugno contro Andross, questi
lo evitò con maestria, per poi rifilargli un calcio alla
gola, seguito successivamente da uno allo stomaco, un secondo
all’addome e infine un terzo sul mento, atterrandolo.
-Urgh! Che dolore…-
-Fa male, eh? Beh, la cosa non mi sorprende, dato che ho appena
iniziato a fare sul serio, e il bello deve ancora venire…-
Fine Cap.3
|
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Capitolo 4 *** L’incredibile segreto di Alex e Andross! Entrano in azione i poteri dei Frutti del Diavolo Felis Felis! ***
Cap.4:
L’incredibile segreto di Alex e Andross! Entrano in azione i
poteri dei Frutti del Diavolo Felis Felis!
-“Il bello deve ancora venire”? In che senso?- si
chiese Marty, non capendo dove volesse arrivare Andross.
-Nel senso che ora mostrerò a questo dannato cosa so fare,
ovviamente, anche se mi scoccia usare “quello” e
sprecare la mia forza con un tipo simile…- rispose
l’interessato, mettendosi a quattro zampe come se fosse un
felino –Avanti, combattiamo!-
-E pensi davvero che mettendoti in quel modo tu possa avere qualche
possibilità di sconfiggermi? Questa è bella-
ironizzò Jones, massaggiandosi il mento ancora dolorante.
-Vedremo se farai ancora dello spirito dopo aver visto il
perché di questa posa che pensi sia ridicola…-
E senza aggiungere altro, Andross chiuse gli occhi e
cominciò a concentrarsi, dando il via ad una sorta di
trasformazione, durante la quale il corpo del ragazzo
diventò molto più grosso e piazzato, ricoprendosi
di una pelliccia gialla a strisce nere, mentre il volto, fatta
eccezione della mandibola, assumeva forma e connotati felini. A
completare il tutto, mani artigliate, zanne in mostra e una lunga coda
striata che toccava quasi terra, mostrando Andross come una sorta di
grossa tigre antropomorfa, visione davanti alla quale sia Marty che
Jones rimasero alquanto sbigottiti, mentre Alex si limitò ad
un sorriso sornione.
-U… una tigre? Ma che diavolo è, uno scherzo?-
-No, non è uno scherzo…- rispose Andross,
correndo rapido contro Jones e dandogli una pedata al basso ventre,
facendolo volare fino a farlo schiantare contro la nave di Jack
–Mai stato più serio.-
-Oh… mio… Dio…- disse Marty, ancora a
bocca aperta.
-Che forza, eh?- gli disse Alex –E questo è nulla,
amica mia-
-Perché, c’è anche
dell’altro?-
-Certo che c’è. Ehi fratellone, mostra che altro
sai fare-
-Ma anche subito, fratellino-
E senza farselo dire due volte, Andross prima aspettò che il
suo avversario si riprendesse e poi si lanciò nuovamente su
di lui, colpendolo con una serie di calci mirati al petto. Stringendo i
denti per il dolore, il vice dello “Squartatore”
resistette anche a quell’offensiva, e volendo pareggiare i
conti, cominciò a colpire duramente il ragazzo-tigre con i
suoi tirapugni, sperando di fargli almeno un po’ di ferite e
danni. Tuttavia, Andross per la maggior parte dell’attacco
non si mosse di un millimetro e perse un po’ di sangue dalla
bocca, ma per il resto sembrò non accusare minimamente i
colpi subiti, fatto evidenziato da un sorriso che gli si era stampato
improvvisamente sul volto.
-Tutto qui?- disse lui, continuando a sorridere –Sarebbe
questa la forza di un pirata da 28 milioni?- aggiunse sarcastico.
-Cosa? Ma non è possibile! I miei pugni dovrebbero averti
spaccato le ossa in più punti, eppure non senti nulla? Ma
cosa sei in realtà?-
-Cosa sono? Beh, mi pare ovvio… non sono altro che un uomo
tigre da quando ho mangiato il Frutto Felis Felis modello Tigre, che mi
ha permesso di aumentare la mia forza e consentito di utilizzare tutte
le abilità di questo bellissimo animale-
-Ah, capisco… quindi sei uno di quei tanti tipi coi poteri
derivati dai Frutti del Diavolo di cui si sente tanto
parlare…-
-Esatto, e visto che come tanti hai commesso l’errore di
sottovalutarmi… ora ne pagherai a caro prezzo le conseguenze-
-Questo è tutto da vedere!- urlò il vice,
tentando di colpire con un pugno il suo avversario, che però
lo schivò senza sforzo.
-Stile Felino…- sentenziò il ragazzo, portando la
mano sinistra davanti a sé –Sferzata della Tigre!-
aggiunse, colpendo Jones usando i suoi artigli e lasciandogli il segno
dell’unghiata sul petto.
-U…Uaaaargh!- urlò di dolore il malcapitato,
schiantandosi a terra.
-Perfetto, e uno è sistemato- concluse il ragazzo, tornando
umano.
-Ottimo, ora ci rimane solo il capitano- esultò Alex,
preparandosi anche lui al combattimento –Sono così
emozionato che non vedo l’ora di battermi contro di lui e
fargliela vedere-
“Tsk, che idiota, quel Jones…”
rifletté Jack, scendendo dalla nave e osservando il corpo
esanime del suo vice “Si è fatto fregare come un
dilettante e alla fine non ha concluso nulla… poco male,
vorrà dire che mi occuperò personalmente di loro,
a cominciare da quel ragazzino con l’aria da scemo, che mi
pare piuttosto felice all’idea di sfidare un pezzo grosso
come me… povero ingenuo…”
-Ok, ragazzi, ci siamo- disse Marty –Eccolo che arriva-
-Il pirata Jack “Lo Squartatore”…-
aggiunse Andross.
-Dicono che sia davvero pericoloso, eh? Vedremo se sarà
ancora dopo che avrà assaggiato uno dei miei pugni- concluse
Alex, facendo schioccare sonoramente le nocche delle mani.
Nel silenzio che seguì, il capitano Jack rimase a camminare
in silenzio verso i tre, cominciando a tirare fuori dalle tasche ben
due rasoi dalla lama molto lunga e arrugginita, per poi portarli
davanti a sé e agitandoli in una maniera folle, un
po’ come se si stesse facendo strada tra una folla di persone
invisibili, il tutto mentre mostrava uno sguardo da esaltato che non
piacque a nessuno dei presenti. In ogni caso, una volta arrivato ad una
distanza quasi vicina a quella di Alex e gli altri, Jack smise di
muoversi in quel modo e il suo volto riassunse un’espressione
tranquilla.
-Premettendo che non mi aspettavo foste così forti, devo
dire che mi avete sorpreso alquanto- disse –Avete messo fuori
gioco sia i miei sottoposti, non che mi fidassi molto di loro,
che
Jones, il mio fidato braccio destro…- aggiunse, puntando un
rasoio verso i due fratelli con fare minaccioso –E voi
credete che tutto questo basti per fermarmi? Poveri illusi…
col vostro inutile gesto eroico avete appena firmato la vostra condanna a morte...-
-Ma davvero? E cosa te lo fa pensare?- ironizzò Alex.
-Semplice, il fatto che la prima vittima che farò in questo
combattimento sarai proprio tu, ragazzino-
-Ah, si? Staremo a vedere se sarà come dici. In guardia!-
-Con molto piacere…-
Detto questo, Jack non perse tempo e cominciò subito a
correre verso Alex, pronto a colpirlo al volto con la lama del suo
rasoio. Facendo però mostra di incredibili riflessi, il
ragazzo lo evitò quasi di striscio, ritrovandosi con un
leggero taglio alla guancia destra. Volendo replicare, il giovane
ruotò sul suo asse e rifilò al capitano una bella
gomitata ad un fianco, facendolo barcollare un po’. Questa
sua idea si rivelò subito molto stupida, dato che il suo
nemico non solo imprecò per il dolore, ma ripartì
anche alla carica, menando fendenti di rasoio a destra e a manca nel
tentativo di portare a segno almeno una ferita sul corpo del moro.
-Oh, cavoli, cavoli, cavoli, cavoli, cavoliiiii!- esclamò
lui, cercando di evitare come meglio poteva le lame di quei rasoi,
rimediando a sue spese parecchi graffi e tagli sia sulle braccia che
sul viso.
-Ih ih ih ih ih ih ih, a quanto pare non sei forte come pensavo, se le
mie lame ti fanno così paura da farti perdere lo spirito
combattivo-
-Ti sbagli, mio caro! Io non ho paura delle tue lame-
-Come sarebbe a dire? Queste lame hanno tolto la vita a migliaia di
persone, è impossibile che esista qualcuno che non le tema-
-E invece è così, dato che quel qualcuno lo hai
proprio davanti ai tuoi bei occhioni da pazzo!- replicò
ancora il ragazzo, bloccando con le sue sole forze le braccia armate di
Jack, mentre i suoi occhi, proprio come quelli del fratello,
cominciarono ad acquisire una pupilla molto sottile come quella dei
felini –E ora viene il bello!-
-Fammi indovinare, anche lui…- intuì Marty,
sentendo quelle parole.
-Esatto- le rispose Andross, sorridendo soddisfatto –Anche
Alex ha mangiato un Frutto del Diavolo… il Felis Felis
modello Lince-
-“Modello”? Vuoi dire che ne esiste più
di uno?-
-Certo, ma credo che sia meglio rimandare a dopo questa tua piccola
curiosità, dato che adesso Alex sta per scatenarsi-
E infatti, in un attimo il giovane moro dagli occhi verdi aveva
lasciato il posto ad una specie di lince antropomorfa dalla pelliccia
rossa a macchie nere, che ora sorrideva in modo divertito davanti agli
occhi leggermente sorpresi di Jack, che più che sorpreso
sembrava sbigottito alla vista di ciò che gli stava davanti,
e purtroppo per lui fu l’ultima cosa che vide dato che il
ragazzo gli mollò in modo immediato una testata in fronte,
causandogli non pochi dolori alla testa. Non contento, Alex ne
approfittò per prenderlo di peso e poi sbatterlo a terra.
Contrariamente a ciò che si sarebbe pensato vedendo quella
scena, Jack non era ancora del tutto sconfitto, e una volta rialzatosi,
infatti, ricominciò ad attaccare in maniera folle coi i suoi
rasoi, costringendo il ragazzo-lince a ricorrere nuovamente alla sua
agilità e ai suoi riflessi.
-Dai, micetto… non ti chiedo mica tanto… Fatti
fare una bella incisione su quel viso felino che ti ritrovi!-
-Ma non ci penso neanche… le cicatrici sono brutte, e io non
ci tengo a finire i miei giorni col viso sfregiato, Nya ah ah ah-
-Allora muori e basta!-
-Si, come se fosse facile… se non ci sono riusciti i tuoi
compagni…-
Ma nonostante questa battuta di spirito, Jack non ascoltava, e pensava
solo ad un modo per ferire Alex in modo da ucciderlo, anche se questi
pensieri vennero bruscamente interrotti dal diretto interessato che,
schivato l’ennesimo assalto di lame e volendo farla finita
subito, prima lo colpì alle braccia disarmandolo e poi
colpendolo duro con un’altra testata, questa volta allo
sterno, causandogli non solo un dolore immenso (si, se voi lettori ve
lo state chiedendo, Alex ha la testa molto dura) ma anche un bel
po’ di fiato mozzato e infine un bello svenimento. Contento
di questo, Alex poté sorridere per il lavoro svolto e
sdraiarsi a terra felice, con un bel sorriso soddisfatto stampato sul
suo viso.
-Ma che fa, ora si mette pure a riposare?- domandò Marty.
-Mi pare ovvio- le rispose Andross –Alex è fatto
così: una volta che vince o perde una lotta, si sdraia per
un po’ a guardare il cielo-
-Però, senza offesa, ma questo scontro con Jack è
durato poco. Cioè, speravo durasse ancora un po’,
e invece…-
-Beh, si vede che oggi è andata così, magari ci
rifacciamo la prossima volta che incontriamo una ciurma veramente
tosta. Adesso, però, è meglio se prima liberiamo
le altre ragazze e poi leviamo subito le tende, non credi?-
-Certo, certo. E ora che ci penso, è meglio che recuperi
anche le mie spade, prima che me ne dimentichi-
E sbrigate anche queste ultime faccende riguardanti Jack e la sua
ciurma di sbandati, i tre poterono finalmente tornare alla nave in
santa pace… se si può definire tale dopo che Alex
ebbe avuto la brillante idea di lasciare “Lo
Squartatore” e i suoi uomini davanti alla base della Marina
insieme ad un biglietto che recitava “Con i graditi omaggi
dei Pirati Wild Felis”, costringendo un plotone di uomini
armati fino ai denti ad inseguirli fino al porto. Per fortuna, Andross
riuscì a risolvere la questione con molta diplomazia,
chiedendo ai Marine di quella base di poter chiudere un occhio e di
lasciarli salpare, dato che era grazie a loro che ora potevano vantare
la cattura di un criminale dal valore abbastanza alto. Giudicando la
cosa da quell’ottica, i Marine accettarono, e i pirati
poterono finalmente prendere il mare.
-E quindi… possiamo dire che con la nostra prima compagna di
bordo siamo già ad un inizio per la nostra ciurma?-
domandò Alex.
-Credo di sì, avere uno spadaccino a bordo fa sempre comodo,
e sai cos’altro ci farebbe comodo? Una bella nave- rispose
Andross.
-Prima è meglio se pensiamo alla prossima isola, no?-
propose con tono calmo Marty, mentre lucidava con attenzione le sue
spade.
-Certo che sì. Facciamo rotta verso la prossima meta!-
Fine Cap.4
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Capitolo 5 *** Inizia il viaggio! Benvenuti a Shop Town ***
Cap.5:
Inizia il viaggio! Benvenuti a Shop Town
Erano passati circa due giorni dopo l’incontro e il
successivo scontro con Jack e la sua ciurma a Sheltz Town, e i nostri
eroi ora, dopo aver anche guadagnato il loro primo membro per la
ciurma, navigavano con relax in vista della loro prossima isola, e in
attesa di attracco, ognuno dei presenti passava il tempo come meglio
poteva, prendendo per esempio Alex, che si stava rilassando sdraiato
sul ponte, oppure Andross, che tra una virata e l’altra
controllava il timone con una mano e con quella libera osservava
l’orizzonte tramite un cannocchiale, anche se al momento non
c’era traccia di terraferma.
-Uff, ancora nulla…- disse il ragazzo, appoggiando il
cannocchiale sul ponte e ritornando a osservare il mare –Ed
è da ben due giorni che è sempre
così… voglio solo sperare che vada tutto bene-
-Beh, guarda il lato positivo- lo incalzò Alex, guardando
con fare tranquillo le nuvole in cielo –Almeno il tempo
è buono, e poi non abbiamo tutta questa gran fretta, tanto
le isole non scappano mica-
-Non mi preoccupo di quello, infatti. Ciò che temo di
più è che questa nave non possa resistere fino al
nostro prossimo attracco-
-Beh, se proprio vuoi che ne prendiamo una nuova, perché non
proviamo a vedere se nella prossima isola c’è un
cantiere navale o robe del genere? Magari troviamo anche qualcuno che
ce ne vende una ad un prezzo ragionevole-
-Potrebbe essere un’idea, ma dimentichi che stiamo ancora
navigando nel Mare Orientale, e le probabilità di trovare
una nave di buona fattura qui sono molto minime- intervenne
però Martine, attirando l’attenzione dei due.
Mentre la ragazza scendeva le scale per raggiungere il ponte, si poteva
notare quanto fossero bastati due giorni per farla sembrare quasi
un’altra persona, complice anche un cambio d’abiti
consistente in scarpette scure, pantaloncini neri lunghi fino alle
ginocchia ed una camicetta azzurra con maniche arrotolate fino ai
gomiti ed abbottonata fino al secondo bottone, la quale metteva quasi
in evidenza le misure del seno di lei, ovvero una terza ben messa e
neanche tanto abbondante o esagerata. Ad un fianco, agganciate alla
cintura dei pantaloni, portava le sue due spade.
-Oh, ciao Marty- la accolse di buon umore Alex, alzandosi e
stiracchiandosi per bene –Dormito bene?-
-Abbastanza, grazie per l’interessamento- rispose lei,
sistemandosi con cura i capelli, acconciati in una piccola coda di
cavallo –Oh, e grazie ancora per quello che avete fatto per
me… vi devo molto-
-Naaah, non serve che ci ringrazi così tanto- disse invece
Andross, tenendo gli occhi puntati verso il mare –Abbiamo
solo fatto ciò che ci sembrava giusto da fare, niente di
più, niente di meno-
-Rimane il fatto che sono in debito con voi, e spero che far parte
della vostra ciurma possa essere un buon modo per ripagarvi-
-Come vuoi, ma ti dico solo questo: se hai un sogno da realizzare,
allora questa ciurma fa apposta per te-
-Uh? In che senso, scusa?- domandò la ragazza, non capendo.
-Beh, diciamo che io e Alex abbiamo un obbiettivo non indifferente da
quello delle altre ciurme pirata, qualcosa che va bene
l’oltre i semplici viaggi in cerchi di tesori e ricchezze-
-Continuo a non capire-
-In parole povere- intervenne Alex –Noi due abbiamo deciso di
solcare questi mari spinti da puro spirito d’avventura, e io
ho giurato a me stesso che, qualsiasi cosa sarebbe successa, avrei
vissuto un’avventura da pirata davvero indimenticabile-
-E io- aggiunse Andross -Oltre a promettere al mio fratellino che lo
seguirò sempre e comunque in questo viaggio, ho intenzione
di trascrivere un diario di bordo che riporti tutto ciò che
faremo-
-Wow… devo dire che avete dei buoni obbiettivi, dopotutto-
-Eh già, Nya ah ah ah ah… e tu Marty, a cosa
aspiri?-
-Non è ovvio? Voglio diventare una spadaccina forte e
capace, e per farlo ho intenzione di collezionare una certa serie di
spade-
-Una serie di spade?-
-Esatto, ma giusto perché non voglio che tu fraintenda
nulla, ti dico fin da subito che non si tratta di spade come le altre-
Come Marty finì di parlare, l’atmosfera si fece
subito silenziosa, e vedendo la faccia molto incuriosita di Alex
riguardo l’argomento, la ragazza si sedette tranquillamente
sul pavimento del ponte e, una volta messasi comoda,
cominciò a raccontare.
-Dovete se sapere che le spade che sto cercando sono molto rare,
così rare che persino la loro esistenza sembra
incerta… spade che secondo un’antica leggenda sono
capaci di poteri incredibili, e che si narra siano state forgiate dal
Diavolo in persona- iniziò lei.
-Dal Diavolo in persona? Wow…- disse Alex stupito.
-Già… ma non è tutto.-
proseguì -Infatti, non sono così tanto ricercate
solo per la leggenda che le vede protagoniste, ma anche per il fatto
che questi loro fantomatici poteri sono collegati ai sette vizi
capitali, e ovviamente ogni spada rappresenta un vizio, e non per
niente sono conosciute come… “Le Sette Spade del
Peccato”-
-Hai già in mente un’idea su dove cercarle?
Essendo spade quasi leggendarie dubito che tu possa trovarle
così facilmente chiedendo ad ogni mastro spadaio che
incontreremo- domandò poi Andross.
-Questo è vero, però è probabile che
avremo maggior fortuna viaggiando nella Grand Line, non trovi?
D’altronde, lì si dice che puoi trovare proprio di
tutto,
dagli animali strani ai poteri bizzarri. Ma ora che ci penso, voi due
come avete fatto ad ottenere così facilmente quei vostri
poteri cosi… uhm…
“animaleschi”?-
-Beh, ecco…- rispose il ragazzo un po’ titubante
-Ti sembrerà un po’ assurdo ma… sia io
che mio fratello, quando eravamo giovani e vivevamo ancora sulla nostra
isola, caso volle che trovammo dei curiosi frutti con la buccia piena
di spirali-
-All’inizio pensammo fosse frutta esotica, e senza alcun
esitazione, ce li mangiammo tranquillamente- continuò Alex
–A parte il saporaccio iniziale, entrambi pensammo di essere
stati fortunati a trovare della frutta così buona, ma
qualche giorno più tardi, quando scoprimmo che potevamo
diventare animali, capimmo che ci eravamo sbagliati, e di parecchio,
anche-
-In ogni caso- concluse il fratello maggiore –Quando
scoprimmo che i frutti che avevamo mangiato erano i Frutti del Diavolo,
la cosa non ci atterrì affatto, anzi, soprattutto Alex ne
sembrava felice-
-E come mai, se posso saperlo?- chiese la spadaccina.
-Beh, era da quando eravamo piccoli che sognavamo di prendere il mare,
e ogni giorno ci allenavamo per diventare forti abbastanza da metterci
in viaggio una volta cresciuti, e così è stato,
dato che anni di duro allenamento ci hanno reso ciò che
siamo oggi- le rispose semplicemente Alex, per poi dare
un’occhiata all’orizzonte e scorgere come qualcosa
come un porto –Oh, ma guarda, mi sa che siamo arrivati a
destinazione, fratellone- esclamò poi, sorridendo.
-Molto bene, allora prepariamoci ad attraccare- concluse Andross,
pronto ad eseguire le manovre di sbarco.
-Oh, finalmente- disse Marty tirando un sospiro di sollievo mentre si
rialzava e osservava i due ragazzi all’opera –Ad
essere sincera, non vedevo proprio l’ora di sbarcare-
aggiunse, tenendosi pronta.
Una volta arrivati sulla terraferma e scesi dalla nave, i tre
cominciarono a dare una piccola occhiata nei dintorni, notando
chiaramente che, tra bancarelle e negozi, erano arrivati su
un’isola dove per gli abitanti il commercio era un fattore
molto importante, cosa confermata dal fatto che ovunque si girasse lo
sguardo si vedevano cartelloni con offerte di sconto, omaggi
post-compere e tanto altro. In poche parole, erano approdati a Shop
Town, conosciuta anche come “Isola dei Mercanti”.
-Wow, non ho mai visto così tanta merce tutta insieme!-
disse Alex, con gli occhi che gli brillavano vedendo i vari oggetti in
vendita.
-Cerca di controllarti, per favore- lo riprese Andross, trascinandolo
via per un braccio da una bancarella –Ti ricordo che dobbiamo
comprare una nuova nave, non abbiamo tempo per spendere soldi
inutilmente adocchiando la prima offerta che ci passa sotto il naso.
Non ho forse ragione, Marty?-
-Uh? Non stavo ascoltando, hai forse detto qualcosa?- rispose
l’interessata, staccando lo sguardo da alcune spade in
vetrina.
“Come non detto…” rifletté
deluso il ragazzo, mentre una gocciolina di sudore per gli scendeva
dietro la testa per l’imbarazzo.
-Dai, fratellone, chiudi un occhio per questa volta. Oltretutto abbiamo
anche guadagnato un bel po’ di soldi riscuotendo la taglia di
quel folle di Jack, quindi non dovrebbero esserci problemi-
-Lo so, ma ho intenzione di spendere quel denaro per poterci permettere
una VERA nave con cui viaggiare-
-Dubito che solo 65 milioni di Berry possano bastare-
-Tu dici? Allora facciamo così: se quando arriveremo al
cantiere navale più vicino i soldi non ci basteranno, allora lascerem perdere e andremo a cercare per un’altra isola, ok?-
-Se mai lo troviamo il cantiere…-
-Cos’è, vuoi un po’ di botte adesso o
subito?-
-Se proprio devo… dai, fatti sotto!-
Ma all’improvviso, proprio mentre i due fratelli si stavano
preparando, il silenzio calò su tutto il mercato non appena
tre strani tipi in cappuccio fecero la loro comparsa muniti alcuni di
sacchi per i soldi. Vedendoli arrivare, i mercanti diedero loro tutti i
soldi che avevano, lasciandoli poi andare come se nulla fosse, il tutto
sotto gli occhi stupiti di Alex, il quale cominciò subito a
guardarli male.
Fine Cap.5
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Capitolo 6 *** Un'Isola in difficoltà? I pirati Wild Felis all’opera ***
Cap.6:
Un’Isola in difficoltà? I pirati Wild Felis
all’opera
Vedendo i loro sacchi colmi di parecchia grana, i tre sorrisero sotto i
loro cappucci, evidentemente soddisfatti dal loro guadagno giornaliero.
Chi immaginava che gli abitanti di quella città fossero
così facili da intimidire? Certo, ogni giorno passare per
quei quartieri era come fare la spesa, ma nel loro caso, si trattava di
una spesa molto più preziosa. Peccato che, proprio mentre si
allontanavano, un ragazzetto con la kefiah tagliò loro la
strada, guardandoli con gli occhi sbarrati.
-Uhm?- fece il primo –Cosa c’è, ragazzo?
Ti serve forse qualcosa?-
-Restituite subito ciò che avete preso a quella povera
gente…-
-Come?- domandò il secondo, facendo finta di non aver capito.
-Mi avete sentito… ridate subito i soldi ai mercanti-
incalzò Alex.
-“Ridare”, “Restituire”,
“Subito”…- aggiunse il terzo con tono
canzonatorio -Siamo spiacenti di deluderti, ragazzino, ma queste parole
non esistono nel nostro vocabolario, perciò se non vuoi che
passiamo sopra di te, ti consiglio di spostarti e di lasciarci andare.-
-E se non mi volessi spostare?-
-In tal caso ci vedremo costretti a farti del male-
-Perché no? È da due giorni che non meno le mani
come si deve-
Ma proprio mentre sembrava che i tre stessero per estrarre le armi,
Andross e Marty raggiunsero subito il loro compagno e, non visti,
fuggirono utilizzando un fumogeno, lasciando quei tre incappucciati
leggermente confusi, anche se lasciarono perdere e tornarono subito sui
loro passi, ignari che, in un vicoletto non molto lontano, Andross li
fissava sospettoso, mentre Marty tratteneva come poteva quel combina
guai di suo fratello.
-Uff… appena in tempo… ancora un po’ e
questo scemo per poco non si faceva ammazzare inutilmente-
sospirò sollevata la ragazza.
-Ma quale “ammazzare”? Ci vuole ben altro per farmi
fuori, e poi quei tre potevo sistemarli come si deve-
replicò il ragazzino.
-Certo, certo...- lo assecondò Andross, mentre continuava ad
osservare quei tre –Comunque, la faccenda non mi piace, e
credo sia giusto fare un po’ di indagini-
-Ti dirò, fratello, è una buona idea,
però non credi che dovremo prima pensare alla nostra nave?-
-Ma come diamine ragioni?- lo riprese Marty, stupita –Prima
di pensare alla nave bisognerebbe scoprire chi sono quei tre, e
perché appena arrivati i mercanti si sono lasciati prendere
tutto senza neanche reagire- aggiunse, anche lei sospettosa.
-Ma anche la nave è importante, sennò come
cominceremo sul serio la nostra fantastica avventura?-
-Beh, se proprio ci tieni a comprare subito una nave, forse possiamo
fare in questo modo: io comincerò a pedinare quei tre,
mentre Marty andrà in giro a raccogliere qualche
informazione sul loro conto e tu intanto cerchi un cantiere o almeno
qualcuno che sia disposto a costruirci una nave. Ci stai?-
-Certo, consideralo fatto, fratellone-
-Si, anche a me sta bene- rispose la spadaccina.
-Bene, allora- concluse in modo pacato il ragazzo, stringendo la mano
ai suoi compagni –L’accordo è fatto,
perciò diamoci da fare e cerchiamo di avere
successo, ok?-
-Ok!-
E una volta sancito questo patto, i tre si separarono per la
città, ognuno con un compito preciso da svolgere con il solo
scopo di saperne un po’ di più
sull’intera faccenda.
***
Seppur ancora un po’ spaesati dall’incontro di
prima con quel ragazzino, i tre incappucciati avevano ripreso per la
loro strada, non mancando di andare ad estorcere qualche altro soldo ai
mercanti dei quartieri vicini, riempiendo ancora di più i
loro sacchi. Una volta fatto questo, i tre si incamminarono verso la
via del ritorno, ignari del fatto che Andross li stava pedinando a
debita distanza, facendo attenzione a non farsi scoprire
-Uh uh uh uh uh, possiamo davvero dire di aver fatto un bel bottino per
oggi, non è vero, Don?- disse il primo dei tre, sorridendo e
mostrando da sotto il cappuccio un divertito paio di occhi castani.
-Già, puoi dirlo, Dean- rispose il secondo, rivolgendo al
compagno uno sguardo di circostanza composto da un paio di occhi scuri
–Gli altri pirati un successo simile se lo sognano, ah ah ah
ah-
-È comunque importante non abbassare la guardia…-
aggiunse riflessivo il terzo, rivelando un paio di occhi grigi che
parevano alquanto assorti nei loro pensieri –Prima o poi i
mercanti potrebbero anche decidere di ribellarsi e chiamare la
Marina…-
-Tsk… dubito abbiano così tanta spina dorsale,
Dan- lo riprese Don, sbuffando contrariato al solo pensiero
–Tanto finché li teniamo sotto ricatto non abbiamo
di che preoccuparci-
“Ricatto? Beh, c’era da aspettarselo su
un’isola come questa, che è molto dedita al
commercio… e poi, quei nomi… cielo,
più che da pirati sembrano da campanari”
pensò sarcastico Andross, origliando di nascosto
accovacciato dietro ad una pila di barili “In ogni caso,
meglio continuare a tenerli d’occhio.”
***
-I Pirati della Campana?- domandò Marty al suo
interlocutore, rappresentato da un uomo sulla quarantina dai capelli
brizzolati, mentre questi sistemava con cura il suo banco di frutta.
-Esatto- rispose lui, abbassando lo sguardo –E quei tre che
sono venuti poco fa non erano nient’altro che il loro
capitano e i suoi primi ufficiali, venuti a riscuotere come di consueto
una buona fetta dei nostri sudati guadagni…-
-“Come di consueto”? vuol dire che non è
la prima volta che fanno una cosa del genere?- disse la spadaccina,
rimanendo di stucco.
-Già… se solo ne avessimo la forza, potremmo
anche cacciarli via, ma dato che quei tre dannati minacciano di radere
al suolo la città, non possiamo fare altro che sottometterci
ai loro voleri e cercare di tirare avanti con le poche finanze che ci
rimangono…-
“Che bastardi… approfittarsi così di
questa gente…” rifletté la ragazza,
adirata “giuro che se mi capiterà uno di loro tra
le mani, le mie spade saranno più che fiere del mio
operato” aggiunse, per poi rivolgersi all’uomo
domandandogli –Come posso riconoscere uno che appartiene a
quella ciurma?-
-Oh, nulla di più facile: come simbolo hanno una campana con
sopra disegnato un teschio, non puoi sbagliarti- rispose
l’uomo, disegnando il simbolo descritto su un foglietto preso
a caso e porgendolo alla ragazza.
-Molto bene, allora… grazie del suo aiuto, signore- rispose
semplicemente lei, osservando bene il pezzo di carta e incamminandosi
verso un’altra zona della città
“Chissà come se la starà cavando Alex
riguardo la nave” rifletté poi
“Conoscendolo invece di andare al cantiere sarà
andato a prendersi qualcosa da mangiare o a dare spettacolo di
sé attaccando briga con il primo che incontra… o
forse se ne starà solo gironzolando per i fatti
suoi”
***
-Oh, andiamo, cosa le costa farci una nave?- esclamò un Alex
supplicante davanti al capo del cantiere navale, ignaro del fischio
alle orecchie che gli era venuto in quello stesso momento.
-Sono spiacente, ragazzo- rispose l’uomo, massaggiandosi la
folta barba nera e cercando di apparire gentile nonostante il tono
burbero della sua voce –Capisco che vuoi che prepari una
bella nave per te e i tuoi amici, ma vedi, se prima non ho delle
cianografie ben precise della suddetta e ovviamente i soldi per la
commissione non posso farti vedere come io e i miei uomini ci mettiamo all’opera- aggiunse, indicando i vari carpentieri che
lavoravano alle sue spalle -Perciò la tua richiesta
è respinta-
-Ma la mia ciurma ne ha bisogno. Quella vecchia che abbiamo ormai cade
a pezzi ed non sappiamo se resisterà ancora. E ora che mi ci
fa pensare, che roba sarebbe una cianografia?- provò ad
insistere il ragazzino dagli occhi verdi, salvo ricevere un cazzotto in
testa dal capomastro per via della domanda che aveva fatto.
-Idiota! Dici di voler prendere il mare e non sai neanche
cos’è una maledettissima cianografia?- si
adirò quello, sentendosi ferito nel suo orgoglio di
carpentiere e costruttore di navi.
-Ahio… ehi, signore, ma ha una vaga idea di quanto faccia
male
un pugno del genere? Ora scommetto che mi uscirà un bel
bernoccolo-
-Ti meriteresti di più, vista la tua ignoranza in materia,
ma dato che sono una persona di buon cuore potrei anche farti la nave
gratis, ma a due sole condizioni-
-E cioè?-
-Primo, dovrai portarmi con te al luogo dove è ormeggiata la
vostra nave attuale, e secondo, farmi un piccolo disegno su come
vorresti che fosse la tua nave ideale. Soddisfa questa condizioni e al
resto ci penserà il buon vecchio Bobo-
-Ehm, non per mettere in dubbio la sua parola, signor Bobo,
ma… a cosa le servirà la nostra vecchia nave, se
mi è consentito saperlo?-
-Oh, nulla, mi è solo venuta un’idea su come
sistemarla al meglio senza sprecare troppi materiali, perciò
aspettati di tutto, eh eh eh-
Fine Cap. 6
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Capitolo 7 *** Cominciano i problemi! Tra lotte, navi e avvertimenti ***
Cap.7:
Cominciano i problemi! Tra lotte, navi e avvertimenti
Un’ora più tardi, Alex e Bobo erano giunti al
porto dell’isola, e fin da subito il burbero carpentiere,
oltre a portarsi dietro alcuni materiali per la costruzione della nave,
aveva già iniziato, senza alcun preavviso, a dare
un’occhiata alla nave da cima a fondo, facendo brevi accenni
di dissenso con la testa ogni volta che notava qualcosa che non andava.
E nel mentre faceva tutto questo, Alex lo guardava con aria incuriosita
e si chiedeva giustamente dove sarebbe poi andato a parare con la sua
presunta idea geniale.
-Ok, direi che la mia analisi è conclusa- disse
l’uomo, scendendo lentamente dalla nave –E se vuoi
il mio parere, ragazzino, questa bagnarola ha bisogno di un vera e
propria sistemata-
-E come pensa di fare?- domandò il ragazzo.
-Beh, da quello che ho visto ho notato che avete lo scafo pieno di
riparazioni messe a casaccio, le vele cucite o quasi strappate, e lo
scafo danneggiato, così potrebbe esserlo anche la chiglia-
-In poche parole, è ridotta malissimo?-
-Esatto. E come certo saprai, se la chiglia di una nave si danneggia,
quella stessa nave non potrà più navigare,
finendo così destinata allo smantellamento. Questo,
però, non è il succo della faccenda-
-E quale sarebbe, allora?-
-Questo, ovviamente- rispose il carpentiere, tirando fuori carta e
penna dalla tasca dei pantaloni e porgendoli ad Alex –Ho
intenzione ricostruire la vostra nave da zero, ma per farlo
avrò prima bisogno di un’idea precisa su cui
partire. Ed è qui che entri in gioco tu-
-Io? E perché?-
-Se non ricordo male, tra le mie due condizioni c’era anche
quella che dovevi disegnarmi la tua nave ideale, perciò
basterà solo che fai anche solo uno schizzo della nave ed
è fatta-
-Ma è sicuro che per i soldi non ci siano problemi?-
-Ho detto che la nave è gratis, no? Quindi non preoccuparti
e per il momento pensa a disegnare mentre il vecchio Bobo procede con
lo smantellare il tutto- concluse infine l’uomo, sorridendo
alla sola idea di rinnovare quello scempio di imbarcazione.
***
I tre incappucciati avevano ora raggiunto un modesto accampamento
situato nella campagna dell’isola, e che a giudicare dalla
presenza di alcuni uomini che li accolsero calorosamente, doveva essere
la base operativa di quei pirati. Andross, pensando di aver visto
abbastanza, decise di dileguarsi subito, ma inevitabilmente
finì col calpestare e quindi spezzare un ramo nelle
vicinanze, il cui suono si sentì fino
all’accampamento.
-Uh? Cos’è stato?- domandò Dean.
-Sembrava il suono di un ramo spezzato…- mormorò
Dan, guardandosi intorno con aria circospetta –Andiamo a
controllare?-
-Naaah, non credo servirà- disse invece Don
–Avanti, fatti vedere-
“Merda! Questa non ci voleva!” imprecò
mentalmente il ragazzo, per poi uscire fuori dai cespugli in cui era
nascosto –Se non fosse stato per quel ramo me ne sarei
già andato, ma a quanto pare temo dovrò
trattenermi da voi ancora per un po’- si rivolse poi ai tre
con tono sarcastico, pronto comunque a lottare
Vedendolo uscire allo scoperto, una decina di uomini si gettarono
subito a testa bassa verso Andross, ma questi non si fece intimorire e
li tramortì due per volta facendo mostra delle sue
abilità coi calci. Sebbene altri pirati volessero farsi
avanti, furono invece Dean e i
suoi colleghi a farlo al loro posto, ma non prima di essersi tolti i
cappucci e mostrarsi “per intero” al loro nemico.
Dean aveva occhi e capelli castani, indossava un paio di comuni
pantaloni beige, una camicia bianca dai ricami dorati e al fianco
destro portava legata una semplice sciabola; Don sembrava quello
più battagliero, impressione evidenziata dai suoi capelli,
biondi e selvaggi, e dal suo abbigliamento costituito da calzoni
bianchi, una semplice maglia blu senza maniche che faceva intravedere
la sua muscolatura e una sorta di mazza ferrata legata dietro la
schiena; infine, Dan era moro di capelli, vestiva con pantaloni scuri e
camicia grigia e portava un paio di dischi di bronzo legati ai fianchi.
Vedendola sotto tutti i punti di vista, lo scontro era impari, essendo
uno scorretto tre contro uno, ma mostrando uno sguardo determinato,
Andross attivò la sua forma ibrida e si preparò
alla lotta.
***
-AAAAARGH!- urlarono i malcapitati dopo essere stati travolti dal
fendente di Marty, ritrovandosi a languire per terra dal dolore.
-Che succede, Pirati della Campana, vi fermate già? E
pensare
che avevo appena cominciato a riscaldarmi- commentò ironica
lei, nel mentre continuava la sua offensiva, colpendo in modo
abbastanza rapido gli altri avversari che nel frattempo stavano
arrivando.
-Dannazione- imprecò uno di questi -È solo una
dannata donna, eppure ci sta mettendo in crisi senza problemi-
-Già, e se volete che la qui presente vi faccia lasciare
l’isola senza problemi, vi consiglio di dirmi in fretta dove
si trova la vostra base, altrimenti non sono sicura di garantire per la
vostra incolumità-
-Non lasciatevi intimorire, ragazzi- prese coraggio un secondo pirata,
facendosi avanti con una sciabola –Anche se è
forte, è pur sempre da sola, possiamo ancora schiacciarla
con la nostra maggioranza numerica! All’attacco!-
E come era prevedibile, i superstiti si lanciarono in massa verso la
giovane spadaccina, la quale non poté fare altro che
sbuffare rassegnata e colpire quella massa di poveri idioti con una
serie di fendenti incrociati, la cui forza fu abbastanza da metterli
quasi tutti fuori combattimento. Fatto ciò, prese poi uno
dei pochi furfanti rimasti coscienti e lo convinse a collaborare
minacciandolo di fargli fare una brutta fine, strategia che ebbe
successo e spinse così la ragazza ad incamminarsi verso la
meta indicata.
***
-Uhm…- rimuginò il carpentiere osservando
più e più volte il disegno che Alex gli aveva
fatto, rimanendo davvero stupito di un simile operato da parte del giovane –Non c’è che dire, ragazzo, mi hai davvero sorpreso. Non pensavo avessi così tanto talento-
-Beh, visto che mi ha chiesto di fare anche solo un disegno e in palio
c’era una nave gratis, ho fatto del mio meglio- rispose con
tono fiero il ragazzo, ripulendosi la guancia sporca di inchiostro.
-Puoi ben dirlo, visto che mi piace così
com’è- replicò l’uomo,
procedendo poi con l’armeggiare coi suoi attrezzi
–E ora che hai soddisfatto entrambe le mie indicazioni,
mettiti pure comodo e stai a vedere come il sottoscritto
rinnoverà la tua nave usando non solo quel che ne rimane, ma
anche materiali di buona fattura-
-Se fa delle premesse simili, allora voglio proprio vederla
all’opera-
-Stai parlando del vecchio Bobo… se ti fidi di me, sei a
cavallo, eh eh-
Fine Cap.7
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Capitolo 8 *** 3 vs 1! Andross e il terzetto della Campana ***
Cap.8:
3 vs 1! Andross e il terzetto della Campana
Da quando la lotta era iniziata, sia Andross che i tre non avevano
fatto altro che fissarsi a vicenda, come ad aspettare che qualcuno
facesse la prima mossa. Il ragazzo-tigre, ricordandosi che non sapeva
ancora
nulla delle mosse nemiche, si limitò a tenere alta la
guardia e a fare cenno ai tre di attaccarlo. Raccogliendo quella sorta
di provocazione, Don si gettò subito all’attacco,
e impugnata la sua mazza ferrata, sferrò un colpo deciso
diretto alla testa del nemico, come se fosse pronto a spaccargliela.
Subito dopo, anche Dean e Dan erano diretti verso di lui, il primo che
caricava un affondo e il secondo che attaccava lanciandogli addosso i
suoi due dischi.
-Stile Felino…- mormorò Andross, chiudendo gli
occhi e incassando entrambe le mani/zampe vicino ai fianchi, mentre i
suoi muscoli si ingrossavano leggermente –Onda
d’urto della Tigre!- aggiunse, riportandole in avanti e
provocando uno spostamento d’aria abbastanza forte da
respingere i tre attacchi.
-Urgh! Che potenza!- esclamò Don ancorandosi al terreno con
la sua mazza mentre l’urto lo faceva indietreggiare di
qualche metro.
-Già…- aggiunse Dan recuperando al volo i suoi
dischi.
-Ci ha colti di sorpresa, non c’è che dire- si
rialzò Dean –Ma dubito riuscirà a farlo
di nuovo. Avanti, proviamo di nuovo, ma questa volta attacchiamolo
separati-
-Ricevuto!- annuirono i due compagni.
-Venite pure avanti, se vi fa piacere, tanto ho ancora abbastanza forza
per altri due round, perciò sotto a chi tocca-
Non appena ebbe finito di parlare, Andross vide il moro con i dischi
tentare un altro attacco. Facendo mostra di buoni riflessi, il ragazzo
li evitò con maestria, finendo però nel mirino di
Don, il quale lo raggiunse in scivolata e colpì alla gamba
destra con la sua mazza. Pur imprecando per il dolore, il moro
reagì calciandolo via con la gamba sana, abbassando la
guardia giusto il tempo per essere colpito ad una spalla da un colpo di
sciabola di Dean, che a parte questo risultato ottenne anche un gancio
destro stampato in faccia, cadendo a terra rovinosamente. Volendo
vendicarlo, Don si gettò nuovamente nella mischia pronto a
sferrare un altro colpo, ma Andross lo intercettò in tempo e
lo mise a terra con una semplice Sferzata della Tigre, rimanendo
però un facile bersaglio per il superstite Dan, i cui dischi
andarono finalmente a segno contro la sua schiena, ritrovandosi in
ginocchio. Ma le sorprese non erano ancora finite, e infatti, ad un
minimo cenno di Dan, il resto dell’equipaggio
circondò Andross e gli lanciò addosso delle
catene, per poi stringergliele intorno quanto bastava per bloccarlo.
-Dannazione...- imprecò lui tentando di liberarsi.
-Ottimo lavoro, ragazzi- si complimento Dean, rialzandosi a fatica
mentre si massaggiava la guancia dolorante –A quanto pare,
sembra che il predatore sia diventato preda, non è
così?-
-Hai fatto male a sfidare noi tre, i tre membri più
importanti dei Pirati della Campana, rispettivamente capitano e vice
capitani- rincarò la dose Don, prendendosi la sua vendetta
percuotendo l’imprigionato con un paio di colpi di mazza
ferrata.
-E ora ne pagherai le giuste conseguenze… avanti, uomini,
date a questo ficcanaso la lezione che merita per averci sfidati-
ordinò infine Dan, lasciando il resto dell’azione
ai sottoposti.
Nell’ora che seguì, Andross rimase in totale balia
degli attacchi dei membri di basso livello di
quell’equipaggio, subendo percosse e attacchi di tutti i
tipi, che amplificati dalle catene che lo tenevano imprigionati gli
provocavano molto più male di quello che sentiva. Nonostante
i tre “campanari” pensassero che prima o poi
avrebbe ceduto e dichiarato apertamente di arrendersi, il ragazzo non
aprì bocca e al contrario si mostrò molto tenace
a resistere, sebbene si potessero notare le varie ferite sanguinanti
che lo ricoprivano. Alla fine di tutto, quando tutti i pirati furono
stanchi, i tre si
avvicinarono ad Andross, che seppur a fatica, riusciva a ancora a
reggersi in piedi, e a quel punto, vedendolo apparentemente giunto al
limite di sopportazione, gli puntarono addosso le armi e si prepararono
a dargli il colpo di grazia.
-Sei stato bravo a resistere fino a questo punto- iniziò
Dean –E al confronto con tutti quelli che hanno provato a
ribellarsi a noi, tutto ciò ti fa davvero onore. Tuttavia,
non possiamo perdere ancora troppo tempo con te, perciò ti
faremo dono di una morte rapida, così da avere ancora tempo
a disposizione per distruggere l’isola-
-Distruggerla? Pensavo voleste metterli sotto ricatto finché
non li avreste ridotti completamente in povertà- disse
Andross stupito.
-E invece ti sbagliavi- riprese il discorso Don –Ormai
abbiamo tolto a questi stolti tutto ciò che avevano, quindi
appena si farà sera gli metteremo comunque a ferro e a fuoco
le loro abitazioni. È un peccato che tu non possa assistere
a tale spettacolo, dato che con la tua morte non avremo più
problemi-
-E ora, se non ti dispiace, è tempo che la nostra campana
scandisca i suoi ultimi rintocchi su di te…- concluse Dan,
pronto a sferrare insieme ai suoi compagni l’attacco decisivo
–Addio…-
Ma proprio quando sembrava che per il pirata dei Wild Felis fosse
davvero finita, all’improvviso un suono metallico ruppe il
silenzio che si era creato per tutta la radura. La causa di tale suono
era ovviamente opera di Marty, che aveva appena sguainato le spade e si
era frapposta fra l’amico e i nemici, bloccando in
contemporanea tutte e tre le loro armi. In quello stesso momento,
Andross non poté non pensare di essere così
felice di rivederla, mentre i tre campanari dovettero imprecare tra di
loro per l’arrivo all’ultimo minuto della nuova
arrivata, oltre ovviamente a sospendere la loro offensiva e
distanziarsi di qualche metro da lei.
-Quando si dice il tempismo… ottima parata, Martine- si
complimentò il ragazzo-tigre, sorridendole –Ora
possiamo dirci pari, io ti ho salvato la vita da Jones, e tu
l’hai salvata a me-
-Grazie, amico- rispose la ragazza -Vuoi anche che ti liberi?-
domandò in seguito.
-No, grazie, per queste ce la faccio anche da solo- rispose
tranquillamente l’interessato, facendo forza nelle braccia e
liberandosi
delle catene, che furono ridotte in tanti pezzi.
-Eh? Ma come, eppure pensavamo non avessi più forza-
esclamò dallo stupore Don, cominciando ad avere paura per la
sua sorte.
-Mai sottovalutare la forza dei Frutti del Diavolo, mio
caro… è vero, durante il nostro primo scontro
avete fatto leva sulla mia mancanza di velocità e avete
pensato di attaccarmi separatamente, ma poi avete fatto
l’errore di imprigionarmi, ignari del fatto che potevo
liberarmi da quelle catene quando volevo- spiegò Andross,
mentre le sue pupille iniziavano ad assottigliarsi.
-Ma allora perché non ti sei liberato subito?-
domandò Dean, intimorito dallo sguardo del nemico.
-Semplice, volevo far stancare un po’ i vostri sottoposti e
tenermi in fresco per quando mi avreste dato il colpo finale. E ora che
sono libero e posso anche contare sull’aiuto di
Marty… per voi è finita.-
-Questo è da vedere. Avanti, ragazzi, attacchiamoli!-
-Poveri illusi…- mormorò Marty, piegando le gambe
e nel frattempo stendendo le spade su entrambi i lati
–Tecnica a Due Spade…- aggiunse, per poi saltare
in alto e incrociare le braccia, pronta a sferrare la sua tecnica
–Ali del Falco!- disse infine, riaprendole subito dopo e
scagliando contro gli avversari una coppia di fendenti d’aria
la cui forma ricordava, per l’appunto, le ali di un falco.
Presi alla sprovvista, i tre provarono a difendersi, ritrovandosi
però travolti dalla potenza dei due fendenti, tale da
spaccare del tutto le uniche armi che avevano. Approfittando di
quell’occasione, Andross si tolse subito la camicia ormai
rovinata dalla lotta e si trasformò nella sua forma animale
per raggiungerli e travolgerli con una potente carica, forte quanto
bastava per metterli in condizioni di non nuocere.
-Uff… e anche questa è fatta- disse Andross dopo
esser tornato in forma umana, sedendosi sull’erba fresca
–Devo ammettere che questa volta sono stato io a divertirmi,
anche se mi avrebbe fatto piacere vederlo all’opera contro
questi…- aggiunse, per poi sdraiarsi un momento sul manto
erboso e osservare il cielo, notando che si stava ormai facendo sera
–In ogni caso, ora i mercanti non avranno
più da temere, grazie a noi-
-“A noi”? Ma se gran parte del lavoro
l’hai fatta tu- replicò Marty.
-Vero, ma se non fosse stato per il tuo intervento forse non avrei
avuto così tante speranze. Devi sapere che il mio Frutto mi
rende sì molto forte, ma non essendo rapido come Alex, posso
diventare un facile bersaglio per gli attacchi di gruppo, anche se
riesco a difendermi grazie alla potenza dei miei attacchi e alla buona
resistenza che possiedo grazie ad anni di allenamento-
-Ah, capisco… beh, per il resto possiamo dire che per oggi
sei tu l’eroe di questo mare, non credi?- provò a
sdrammatizzare lei.
-Già, è proprio vero… ora
però è meglio se provvediamo ad una sistemazione
per questi mentecatti e poi andiamo da Alex. Dopo una giornata simile
ho proprio voglia di rivedere quella sua faccia da schiaffi sempre
sorridente-
-Sì, hai ragione, meglio se ci muoviamo. Magari ha pure
trovato un modo per farci preparare una nave nuova-
-Chi lo sa? Forse avrà trovato qualcuno di veramente onesto-
-Potresti avere ragione, sai? Potresti avere ragione…-
Fine Cap.8
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Capitolo 9 *** Si riparte all’avventura! Un salvataggio fuori programma? ***
Cap.9:
Si riparte all’avventura! Un salvataggio fuori programma?
Il giorno seguente era iniziato molto bene per i Wild Felis, in primo
luogo perché, dopo la battaglia del giorno prima, Andross e
Marty avevano lasciato che i mercanti chiamassero la Marina per
arrestare Dean e tutto il seguito dei Pirati della Campana;
l’altro motivo arrivò subito dopo quando i due,
mentre erano in cerca di Alex e stavano tornando al porto per vedere se
stava facendo una pennichella a bordo della nave. Arrivati
lì, ciò che videro li lasciò
letteralmente di stucco per ben mezz’ora.
-Non posso crederci…- mormorò Andross, impietrito
dallo stupore.
-Ma che è successo alla nostra nave?- aggiunse Marty, per
poi notare Alex e un signore munito di attrezzi da lavoro raggiungerli.
-Che ve ne pare, ragazzi? Non è uno splendore adesso?-
domandò lo stesso Alex –E tutto grazie a me e al
lavoro del signor Bobo, che è stato così gentile
da farci la nave gratis, Nya ah ah ah-
-Oh, se mi fai così tanti complimenti rischio di arrossire-
replicò invece il carpentiere, dando al ragazzo una
“amichevole” pacca sulle spalle, forte abbastanza
da mozzargli il fiato –Comunque, considerate questa bella
nave
come un regalo, dato che il vostro amico formato mignon me
l’aveva chiesta molto gentilmente-
-E l’ha costruita tutta da solo?- gli domandò
Andross.
-Affermativo, e mi è bastato solo seguire il disegno del
ragazzino per tirare fuori un capolavoro simile- rispose poi il
carpentiere con tono molto fiero e soddisfatto del lavoro svolto.
-Già, lei ha costruito una nave veramente con gli attributi-
concluse Marty, osservando ora con più attenzione la nave in
sé.
Guardandola bene, infatti, ora sembrava molto più bella,
benché fosse evidente che Bobo aveva apportato alcune
migliorie in generale a dir poco soddisfacenti. In primis, ora lo scafo
era molto più presentabile, e il colore rossiccio del legno,
probabilmente legno di quercia, gli dava un aspetto molto elegante. Sul
centro del ponte di coperta vi erano collocati sia un albero maestro
che un albero di trinchetto, su quello di poppa gli alloggi dei
naviganti e su quello di prua, per ovvie ragioni, il timone. Le vele su
gli alberi erano ordinate, bianche e candide, pronte per essere
spiegate. Infine, posta proprio davanti alla prua, vi era una polena di
medie dimensioni raffigurante una lince pronta all'attacco.
-Se fa così una bella figura all’esterno,
chissà com’è l’interno. Di
sicuro sarà ancora meglio, non è vero?-
domandò poi la ragazza.
-Beh, è presto detto, mia cara. Posso assicurarvi che
durante la sua costruzione ho provveduto personalmente a sistemare
tutte le vostre provviste ed eventuali oggetti di valore,
nonché a sistemare bene cucina, bagno e camere da letto.
Penso che ciò basti a spiegare perché la prua
è così larga, non credete?- rispose con tono
sempre fiero il carpentiere, sorridendo contento.
-Beh, sì, direi di sì- rispose Andross, toccando
con una mano il legno della nave –E a tatto pare sia
abbastanza resistente-
-Questo perché Bobo mi ha assicurato che avrebbe costruito
la nuova nave utilizzando sia materiali di buona qualità sia
ciò che rimaneva di materiale ancora utile di quella
vecchia- spiegò Alex.
-Capisco… beh, a questo punto potremmo anche ringraziarla,
signor Bobo, però… è davvero sicuro di
voler affidare una nave così bella a dei pirati come noi?-
-Tsk, per me potreste essere anche dei nobili o dei poveracci, ma per
me non fa alcuna differenza- cominciò a spiegarsi il
carpentiere sentendo la domanda di Andross -Se c’è
gente che ha bisogno di una nave o una qualsiasi imbarcazione, sta a
noi carpentieri accontentarla, indipendentemente dal fatto che quelli
che la
utilizzeranno siano persone buone e generose oppure no- aggiunse poi,
esponendo chiaramente il suo punto di vista -Perciò non
state a farvi troppi pensieri inutili e limitatevi ad accettare la
nave. Dopotutto, vi ho comunque fatto un favore, no? E ora, se volete
scusarmi, devo tornare al mio cantiere. Spero di rivedervi, un giorno-
Detto questo, l’uomo si congedò con un sorriso,
per poi cominciare ad avviarsi verso il suo luogo di lavoro, lasciando
i tre ragazzi a parlare un po’ di ciò che avevano
fatto il giorno prima mentre cominciavano a preparare la nuova nave a
salpare.
-Ho sentito bene? Voi due avete tenuto a bada quei tre incappucciati e
la loro ciurma?- esclamò sorpreso Alex –Cavoli, se
non fossi stato troppo tempo a guardare la nave che veniva costruita mi
sarei gettato anch’io nella mischia- aggiunse con tono un
po’ invidioso mentre, sdraiato sul ponte, era intento a
disegnare.
-Guarda, se ci fossi stato anche tu di sicuro la lotta sarebbe finita
ancor prima di cominciare- disse sarcastico Andross, non facendo a meno
di notare il fratello intento nel suo hobby –Cosa disegni?-
-Oh, ma nulla… visto che siamo pirati, pensavo di buttare
già qualche bozza per il nostro Jolly Roger personale, dato
che il classico teschio con le ossa incrociate mi sembra troppo datato-
-E ti è già venuto in mente qualcosa?- gli chiese
Marty, incuriosita anche lei dalle doti artistiche dell’amico.
Sentendo quella domanda, il ragazzo non rispose, ma si
limitò a mostrare ad entrambi il foglio che stava usando,
sul quale a parte vari disegni come pesci o lui e Andross in versione
caricaturale, vi erano anche alcuni abbozzi di Jolly Roger alternativi,
tra i quali spiccavano un muso di lince e uno di tigre, entrambi
stilizzati.
-Allora? Che ve ne pare?- domandò poi il ragazzo, sperando
in una qualche critica positiva da parte degli interessati.
-Disegni molto bene, sai?- rispose Marty, abbozzando un sorriso e
indicando sia i disegni di pesci che le caricature –Certo,
non hai ancora uno stile tutto tuo, ma sei sulla buona strada-
-Concordo- aggiunse Andross –E riguardo il Jolly Roger, penso
che potremo utilizzare quello della tigre, dato che mi ispira-
-Ma guarda un po’ che coincidenza, io pensavo di usare la
lince-
-Vorresti forse dire che la lince è meglio della tigre?-
-Perché, c’è qualche problema? E poi mi
ricorda i miei poteri-
-Se è per questo anche la tigre mi da la stessa impressione-
-Cos’è, vuoi litigare?-
-Con molto piacere, fratellino…-
-No, no, aspettate, ragazzi, possiamo trovare un accordo- si mise in
mezzo la spadaccina, separandoli l’uno dall’altro
–Che ne dite se invece li mettiamo tutti e due nella stessa
bandiera? Almeno così non ci sarà bisogno che vi
malmeniate per scegliere quello più bello-
-Ha ragione! Potremmo fare così. A te sta bene, fratellone?-
-Direi di sì, è una buona idea-
Evitata così l’ennesima rissa giornaliera dei due,
alla fine il vessillo pirata venne realizzato, e una volta levata
l’ancora, i ragazzi lasciarono Shop Town e ripresero il loro
viaggio per il mare. Tuttavia, mentre la navigazione procedeva
tranquilla, Marty notò che una piccola imbarcazione stava
andando nella loro stessa direzione, strascinata dalla corrente. A
bordo di essa vi era una ragazza, probabilmente sua coetanea, dai
capelli biondo cenere e vestita con un candido abito bianco quasi
rovinato, che giaceva sdraiata sul fondo, con gli occhi chiusi e con le
mani sul petto. Che si trattasse forse di quelle
barche da cerimonia
funebre dove vi si appoggiava il corpo del morto e poi lo si faceva
andare alla deriva? Probabile, anche se era una cosa che faceva molta
impressione. Al solo pensiero, la ragazza fece ben tre gesti
scaramantici prima di continuare ad osservare
quell’inquietante barca mentre continuava il suo tragitto.
All’improvvisò, la piccola barca diede il giro,
facendo cascare la ragazza nelle acque salmastre, obbligandola ad un risveglio forzato e a tentare di stare a galla.
-Oh, cavoli…- sibilò tra i denti la spadaccina,
per poi rivolgersi ad Andross, in quel momento impegnato al timone
–Presto, vira col timone a ore due. C’è
una ragazza in mare!-
-Cosa? Dici sul serio? Allora vado subito a salvarla-
esclamò Alex, tentato dall’idea di gettarsi
eroicamente in mare
-Tu resta dove sei!- gli intimò il fratello maggiore, mentre
eseguiva la virata come meglio poteva –Sia io che te abbiamo
mangiato un Frutto del Diavolo, ricordi? Se solo provi a tuffarti
andrai giù come una pietra e rischierai di annegare-
aggiunse, per poi voltare lo sguardo verso Marty, che era in attesa di ordini –Te la senti
di andare al posto di Alex?-
-Certo, mi va benissimo, anche se non ho ben chiara questa cosa che non
potete gettarvi in acqua-
-Ti spiegherò tutto dopo, ora è meglio se vai-
-Si, giusto. Vado!-
E lanciatasi al salvataggio, la spadaccina nuotò con tutte
le sue forze fino a raggiungere la ragazza, ormai quasi incosciente,
per poi afferrarla e portarla fino alla nave, dove Alex fece tirar
giù una scaletta per far risalire sia la sua compagna che la
poveretta.
-Ehi, va tutto bene? Riesci a sentirmi?- le domandò Alex,
scuotendola un po’ per farla rinvenire –Avanti,
dì qualcosa-
-Non ti allarmare troppo, Al- lo riprese Marty, dopo aver tastato il
polso alla bionda, notando che era regolare -È solo svenuta,
ma penso sia giusto farle un po' di rianimazione- aggiunse,
procedendo poi con la respirazione bocca a bocca su di lei.
-Fratellone, è normale che in questo momento mi stia uscendo
del sangue dal naso?- domandò poi Alex, osservando sorpreso
quella
scena.
-Sì, non preoccuparti, è solo una cosa
passeggera- gli rispose Andross, mentre pregava mentalmente
per il bene di quella
ragazza.
Fine Cap.9
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Capitolo 10 *** Una ragazza dal passato misterioso! Il suo nome è Anis ***
Cap.10:
Una ragazza dal passato misterioso! Il suo nome è Anis
La rianimazione della bionda fu lunga e faticosa, ma alla fine, quando
ella sputò fuori l’acqua che aveva ingoiato, i
Wild Felis poterono tirare un sospiro di sollievo, portandola poi in
una delle camere della cabina alloggi e aspettare che si riprendesse,
organizzando anche i turni per chi le dovesse stare accanto e chi
dovesse governare il timone. Il primo era Alex, il secondo Andross e
per ultima c’era Marty, quest’ultima ancor
più speranzosa dei due fratelli, che nel frattempo stavano
facendo insieme una sorta di “brainstorming” per il
nome da dare alla nave. A parte questo, passò circa
un’ora e mezza prima che la bionda riaprisse gli occhi, cosa
che spinse Marty a chiamare gli altri e dargli la buona notizia, ma non
prima di essere presa per una mano dall’interessata, che la
fissò con uno sguardo molto triste, come se non
volesse lasciarla andare. La ragazza provò anche a parlarle,
ma forse a causa di un attimo di timidezza, durante il quale
ritirò la mano, o forse a causa dei rimasugli di acqua
marina che probabilmente le stavano bruciando la gola, non
riuscì a dire nulla, ma si limitò invece ad
abbozzare un sorriso, come per ringraziare la spadaccina di quello che
aveva fatto per lei. Non sapendo che fare, Marty ricambiò
quel sorriso e in seguito lasciò la stanza, per poi
ritornare qualche minuto più tardi con i suoi compagni, i
quali la salutarono e si sedettero vicino al suo letto.
-Che bello, finalmente ha ripreso conoscenza- disse Alex, contento come
non mai per la salute della ragazza, per poi porgerle la mano in segno
di saluto –Piacere di conoscerti, io sono Alex, e tu?-
-Scusami, fratellino, ma dato che si è appena ripresa, non
mi sembra il caso di farle già le domande- lo riprese
Andross.
-Ma io voglio sapere il suo nome…- si lamentò il
ragazzino.
-Su, non fare così- lo consolò il fratello
–Abbi solo un po’ di pazienza e vedrai che la
nostra ospite ci dirà tutto. Adesso però,
ritengo sia necessario farle una piccola visita medica per vedere se le
sue condizioni fisiche sono apposto-
-E da quando in qua sei anche un medico?- domandò Marty.
-Ho letto si e no due libri di medicina quando ero ragazzo-
-Sarà, ma quando le ho cambiato gli abiti bagnati con quel
pigiama non mi è parso avesse ferite di sorta-
Sentendo in parte il discorso che stavano facendo, la bionda
arrossì in modo quasi impercettibile nel sapere che mentre
era svenuta qualcuno, o meglio qualcuna, l’aveva cambiata.
Osservandosi meglio, infatti, la ragazza notò che il suo
abito aveva lasciato il posto ad un pigiama dello stesso colore. Poi
portò lo sguardo verso i tre, che in quel momento stavano
ancora parlando. A prima vista sembrava gente simpatica, ma dato che
non conosceva ancora nulla di loro, era presto per saltare a
conclusioni affrettate.
-Comunque, che ne facciamo di lei, ora che l’abbiamo salvata
da un annegamento certo?- chiese Andross, portando il discorso su una
questione un po’ più seria –Avete
qualche idea?-
-Per me potrebbe entrare in ciurma con noi- propose Alex, vedendo poi
la ragazza annuire con la testa.
-Sono d’accordo anch’io, anche se mi sembra una
decisione un po’ troppo affrettata. Voglio dire, al momento
non sappiamo chi è e se conosce qualche tipo di
combattimento- replicò Marty, provocando un senso di
tristezza nell’animo della salvata –In
più è da quando si è ripresa che non
dice una parola.-
-Parlando per ipotesi, potrebbe essere ancora traumatizzata per
l’accaduto, e quindi è probabile che al momento
non si senta sicura di parlare con noi- ipotizzò Andross,
per poi scompigliare i capelli alla diretta interessata
–Diamole un po’ di tempo e forse entro qualche
giorno
saprà dirci qualcosa sul suo conto-
Presa questa decisione, i ragazzi passarono il resto della giornata e
degli altri giorni con lei, dandole tutte le cure e le attenzioni
necessarie per ritornare in forze. Marty in particolare sembrava
passare molto tempo con la “naufraga”, svolgendo
alcuni compiti come portarle i pasti, imboccarla, farle leggere qualche
libro interessante preso in prestito da Andross, insegnarle qualche
piccola lezione sui vari tipi di combattimento e, come bonus, farla
assistere ad alcuni suoi allenamenti con la spada. Un giorno
però, mentre i quattro stavano pranzando, accadde la svolta.
-Chi vuole ancora un po’ di zuppa di pesce?-
domandò Andross, tenendosi pronto a servire col mestolo.
-Io passo, sono pieno- rispose Alex, massaggiandosi lo stomaco ormai
riempito con aria soddisfatta.
-Io no, sono apposto così- rispose invece Marty, cominciando
a versarsi il sake nella tazzina.
-Io ne vorrai ancora un po’, per favore…- disse
timidamente la bionda con un tono un po’ insicuro, provocando
la sorpresa dei tre.
-Ho… ho sentito bene?- Alex era incredulo.
-Ha detto proprio…- continuò la spadaccina.
-“Ne vorrei ancora”?- concluse Andross
–Non ci credo, ha parlato!-
-Certo che parlo, c’è forse qualcosa di male?-
-No, no, è solo che sentire la tua voce per la prima volta
ci ha lasciati un po’, come dire, di stucco- le
spiegò Alex –Comunque, so che forse non
è il momento adatto, ma… potresti dirci il tuo
nome?-
-Con piacere, Alex, dato che ci tenevi molto a saperlo- rispose la
bionda, per poi schiarirsi la voce –Il mio nome è
Anis, piacere di fare la vostra conoscenza- aggiunse, per poi fare un
inchino.
-Il piacere è tutto nostro, Nya ah ah ah- disse poi il
ragazzo, lasciandosi sfuggire una piccola risata –E da
dove vieni, se possiamo saperlo?-
Sentendo quella domanda, la bionda si sentì leggermente
spaesata e provò a formulare una risposta, ma per quanto si
sforzasse, era come se non riuscisse a ricordare nulla, e in tutta
risposta si limitò ad abbassare il capo delusa.
-Mi dispiace, ma non me lo ricordo…- disse poi, passandosi
nervosa le dita tra i biondi capelli, lunghi fino alle spalle
–E ad essere sincera, non ricordo nient’altro a
parte il mio nome… mi sento come se avessi perso la memoria,
e nella mia mente è buio totale-
-Dici che è una conseguenza dovuta a quando
l’abbiamo salvata dall’affogare qualche giorno fa?-
domandò Alex al fratello.
-No, lo escludo- rispose l’altro scuotendo la testa
-È probabile che si tratti semplicemente di
un’amnesia bella e buona-
-Ma di solito quelli che perdono la memoria non dovrebbero ricordarsi
nemmeno il loro nome, che io sappia- aggiunse Marty.
-Questo è vero, ma può darsi che la nostra Anis
abbia assistito ad un evento così tragico che le ha causato
la perdita della memoria-
-Sì, probabilmente è
così…-confermò la bionda –E
basti pensare che ogni volta che cerco di ricordare, ho come dei
capogiri…-
-E fino ad ora sei riuscita a ricordare altro?- le chiese la spadaccina.
-No…- rispose semplicemente lei, non sapendo che altro dire,
ma tirando fuori da una tasca del suo abito un piccolo ciondolo
d’oro dalla forma ovale, aprendolo e mostrando
all’interno una sua foto e una piccola dedica con scritto
“Alla mia adorata”. –Questo è
l’unico indizio oltre al mio nome che sembra avere a che fare
col mio passato… Oh, come vorrei saperne qualcosa di
più…-
-Non preoccuparti, Anis. Come dice un vecchio detto, “Non
tutto il pesce viene per friggere”- esclamò
all’improvviso Alex.
-Forse volevi dire “Non tutto il male viene per
nuocere”-
-Si, esatto, Andross. Il punto è che se proprio ci tieni a
scoprire qualcosa sul tuo passato, potresti sempre venire con noi, no?-
-Io… con voi? Ma ne sei sicuro?-
-Sicurissimo. Fidati, se verrai con noi il divertimento non
mancherà-
-Ma io non sono mai stata in un gruppo o in una ciurma pirata, hai
qualche consiglio da darmi?-
-Sii semplicemente te stessa e il resto verrà da
sé-
Pensando bene all’opportunità che gli veniva
offerta, Anis ci pensò molto bene prima di prendere una
decisione. Certo, quei tre non li conosceva ancora bene e lei non era
mai stata, per quanto si ricordasse, un tipo molto socievole. Tuttavia,
se viaggiare con loro equivaleva ad una possibilità in
più per raggiungere il suo scopo, perché non
cogliere la palla al balzo?
-Va bene, Alex… accetto- concluse Anis, porgendo la mano al
ragazzo come per sancire l’accordo con la classica stretta di
mano.
-Perfetto, allora- ribatté Alex, ricambiando la stretta
–Da questo momento farai parte della ciurma dei Pirati Wild
Felis, e spero che viaggiando insieme a noi tu possa trovare qualche
altro indizio sul tuo passato, oltre ovviamente a vivere sicuramente un
sacco di incredibili avventure in nostra compagnia-
-E io spero di essere un buon acquisto per la vostra ciurma-
-Non preoccuparti per questo- le disse Andross –Qualunque
sarà il tuo talento qui, di sicuro ci tornerai molto utile-
-E se avrai bisogno di allenarti, non hai che da chiederlo ad uno
qualsiasi di noi tre, tutto chiaro?- aggiunse Marty, salvo poi
ritrovarsi la bionda che l’abbracciava affettuosamente.
-Di sicuro sarà bello prendere lezioni di spada da te-
-Ehi, calma, mica ho detto che sarei diventata il tuo maestro-
-Lo so, ma io ti devo la vita per avermi salvata, perciò
sarò felice se accetterai di prendermi sotto la tua ala-
-Prevedo grandi cose in questa ciurma…-
-L’hai detto, fratellone, l’hai detto…
Nya ah ah ah-
Fine Cap.10
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Capitolo 11 *** Verso la Grand Line! Riusciremo a superare la Reverse Mountain? ***
Cap.11:
Verso la Grand Line! Riusciremo a superare la Reverse Mountain?
Due giorni dopo il reclutamento di Anis, l’atmosfera a bordo
della Linxer –così è stata ribattezzata
la nave da Alex e Andross, unendo insieme le parole
“Linx” e “Tiger”- era
pressoché tranquilla così come il tempo,
rappresentato da poche nuvole in cielo e un sole più
splendente che mai. In poche parole, una giornata semplice, dove Alex
si riposava al sole, Andross controllava rotta e timone e Marty, seduta
a gambe incrociate e con le mani appoggiate sulle cosce, praticava
esercizi di meditazione, allo scopo di allenare la mente e sviluppare
le sue capacità sensoriali. Anis, invece, non sapendo che
cosa fare per ingannare un po’ il tempo, si era messa ad
osservare il mare annoiata, mentre un filo di vento le scompigliava i
capelli.
-Senti, Andross…- si rivolse poi al ragazzo –Non
è che potresti ripetermi dov’è che
siamo diretti, esattamente?-
-Semplice, stiamo andando nella Grand Line, conosciuta anche come
“Rotta Maggiore”, e se le condizioni sono
favorevoli come in questa giornata, è probabile che ne
raggiungeremo l’ingresso nel giro di due o tre giorni al
massimo- rispose lui, tenendo d’occhio la sua bussola e
osservando l’orizzonte –Dal momento che
però non abbiamo una mappa sulla quale orientarci, potremmo
metterci delle settimane-
-Potremmo sempre fermarci su un’isola a chiedere informazioni, non credi?- propose Alex, risvegliandosi dal suo consueto pisolino –Se non ricordo male, c’è una
città dove i pirati sono soliti sostare prima di
intraprendere la nostra stessa rotta-
-Intendi forse Rogue Town, quella città nota per aver dato i
natali al grande pirata Gold Roger?- gli domandò Marty
partecipando alla conversazione, concludendo così il suo
esercizio –Se è così, allora potremmo
farci un salto-
-Forse è meglio di no…- intervenne Andross
–Lì sono soliti pattugliare i Marine, quindi per
il momento credo sia meglio non dare troppo nell’occhio,
specie dopo quello che è successo con Jack o quei tre idioti
della Campana-
-Ragazzi… forse è solo un’ipotesi,
ma… forse ho qualcosa che potrebbe risolvere i nostri
problemi- disse timidamente Anis, avvicinandosi ai suoi compagni e
tirando fuori un vecchio foglio arrotolato su sé stesso
–L’ho trovato per caso nella stiva-
-Uh? Chissà cos’è- disse invece Marty,
srotolando il foglio e rimanendo molto sorpresa dal suo contenuto
–Oh, cielo!-
-Che succede? Che hai visto?- esclamò incuriosito Alex, per
poi notare anche lui ciò che era riportato sul foglio
–Wooow…-
Seppur in un primo momento sorpreso, Alex prese quel vecchio foglio e
lo porse al fratello maggiore, il quale dopo averla guardato
più e più volte in modo sospettoso nel caso si
trattasse di un falso, si convinse che ciò che Anis aveva
trovato era ciò che stavano da tempo cercando anche lui e
suo fratello. Tuttavia, la giovane bionda non riusciva ancora a capire
cosa avesse quel pezzo di carta da sorprendere tutti i presenti tranne
lei.
-I miei complimenti, Anis. Hai trovato una mappa che ci
consentirà di navigare per la Rotta Maggiore- disse Andross,
sorridendole.
-Quindi… con quella come punto di riferimento potremmo
raggiungere il luogo dove ci stiamo dirigendo?- domandò lei.
-Esatto- confermò il ragazzo, rimettendosi al timone e
preparandosi a seguire quella nuova rotta –Alex, Marty,
tenetevi pronti a spiegare le vele, si parte tutti insieme per la Rotta
Maggiore!-
E nel giro di due ore abbondanti, tenendo sempre come esempio la
cartina appena scoperta, la Linxer navigò per tutto il
tratto di mare che seguì, fino a quando non giunse ai piedi
di una gigantesca montagna, dalla cui base partivano ben quattro
correnti d’acqua che si spostavano in salita come una sorta
di cascata inversa. Non c’erano dubbi su dove fossero: quella
era la Reverse Mountain. In quello stesso momento, il clima
cominciò anche a farsi più forte, complici alcune
raffiche di vento che, unite al mare improvvisamente agitatosi,
rendevano la navigazione molto più difficoltosa del
previsto. In poche parole, i Wild Felis erano incappati in una tremenda
tempesta.
-Ehi, questo non era previsto nella nostra tabella di viaggio!- si
lamentò Alex, ancorandosi con tutte le sue forze
all’albero maestro per
non essere portato via dal vento.
-Rimanda le lamentele a dopo e pensa ad aiutarmi- lo riprese Marty,
mentre ammainava le vele come meglio poteva.
-Mai vista una tempesta così…- disse invece Anis,
reggendosi ad un bordo della nave nonostante questa oscillasse
pericolosamente.
-Cercate di resistere, ragazzi!- esclamò Andross, tenendo le
mani strette sul timone –Ora penso ad un modo per superare
questa tempesta e poi cerco di capire come attraversare la montagna-
E detto questo, il ragazzo dai lunghi capelli neri si
rimboccò le maniche e cominciò ad analizzare la
situazione. Col passare del tempo la tempesta si faceva sempre
più forte, le onde si infrangevano sia sulle pareti della
montagna che sulla nave e se non si faceva qualcosa alla svelta sarebbe
stata la fine. Concentrandosi per bene su cosa fare, Andross
osservò il movimento delle correnti, cercando di individuare
una sorta di “punto di fuga” dove si potesse
passare indenni. Intanto, una volta finiti i suoi compiti sulla nave,
Marty raggiunse Anis e si riparò subito con lei dentro gli
alloggi di bordo, mentre Alex, quasi del tutto indifferente al caos che
si stava scatenando, era rimasto ancora abbracciato
all’albero maestro, lasciando intendere di voler sfidare
apertamente il brutto tempo senza alcuna esitazione, così
come suo fratello maggiore, una volta trovato il “punto di
fuga”, mise da parte i timori e si virò rapido
verso la corrente più vicina, lasciando poi che fosse la
corrente stessa a condurli fino in cima.
-Bene… anf, anf… per il momento dovrebbe andare-
disse lui, mentre riprendeva fiato data la fatica fatta.
-Concordo, ma dubito che sia ancora finita- aggiunse Alex, che dopo
essersi staccato dalla sua postazione, notò che la tempesta
si stava via via calmando del tutto –Non è che hai
anche pensato a come fare per un’eventuale discesa?-
-No, perché?-
-Perché ho paura che ci aspetterà un bel botto,
di sotto-
Non capendo inizialmente dove volesse andare a parare il fratello,
Andross si affacciò da tribordo, notando che non solo
avevano superato la cima della montagna, ma ora erano pure sospesi per
aria data la velocità con cui erano stati trascinati, e
sotto di loro non li attendeva altro che il mare. Tenendosi pronti, i
due fratelli ritornarono alle loro postazioni e si lasciarono cadere,
ma nonostante un iniziale impatto con la corrente che li attendeva, il
resto della discesa fu meno duro del previsto, al che si ritrovarono
poi davanti ad un promontorio apparentemente disabitato.
Fine Cap.11
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Capitolo 12 *** Un nuovo nemico all’orizzonte? La Ciurma del Destino fa la sua comparsa in scena ***
Cap.12:
Un nuovo nemico all’orizzonte? La Ciurma del Destino fa la
sua comparsa in scena
Superata la tremenda quanto insidiosa montagna, la Linxer aveva da poco
attraccato in un punto buono del promontorio, e i ragazzi, dopo aver
discusso brevemente il da farsi, decisero di scendere dalla nave e dare
un’occhiata nei dintorni, notando tra le altre cose che quel
promontorio aveva ben due fari costruiti in egual misura, ciascuno
posizionato su un lato del promontorio stesso. Per
l’occasione, come per inaugurare il loro ingresso nella Grand
Line, i nostri avevano fatto un piccolo cambio d’abito. Alex,
oltre all’immancabile kefiah intorno al collo, ora indossava
una maglia a mezze maniche azzurra, un paio di pantaloncini jeans e
sandali; Andross invece aveva optato per una camicia blu sopra un paio
di pantaloni neri e dei semplici mocassini; Marty, per stare
più comoda, si era solo cambiata la camicetta con una
canottiera nera e aveva sciolto i capelli; Anis, infine, non sapendo
cosa mettersi, si era tenuta il suo abito bianco, consistente in una
maglia a maniche larghe munita di bustino e una leggera scollatura a
forma di V, aderente quanto bastava per rendere più elegante
la sua terza ben formata, e una lunga gonna bordata di pizzo con ricami
dorati, tutti elementi che sembravano dare alla ragazza, oltre alla sua
pelle leggermente pallida e ai suoi occhi azzurri, tanto belli quanto
tristi, un aspetto quasi simile, se non identico, ad una bambola di
porcellana.
-Allora, fratellone?- interruppe il silenzio Alex –Qual
è il piano?-
-Mi pare semplice, fratellino- rispose l’interpellato
–Vediamo se in questo posto c’è anima
viva oppure no- aggiunse, cominciando ad incamminarsi e guardarsi
intorno.
-Occhi aperti, ragazzi- disse invece Marty
–L’atmosfera di questo posto non mi piace,
è troppo tranquilla-
-Sono d’accordo con te, senpai…- aggiunse Anis,
camminando vicino alla mora per non perderla di vista –Ho una
strana sensazione… è come se qualcuno ci stesse
aspettando…-
-Mai tali parole si rivelarono esatte, mia adorata…-
echeggiò improvvisamente una voce sconosciuta.
Sorpresi da quella voce, i Wild Felis entrarono in allarme, e proprio
mentre cercavano di capire da dove provenisse, una serie di fumogeni li
colpì in pieno, oscurandogli la vista e rendendoli tutti dei
bersagli facili per il nemico, il quale non tardò a farsi
avanti, attaccando a sorpresa i ragazzi. Fortunatamente, Alex e Andross
erano riusciti a respingere l’offensiva attivando le loro
forme ibride, mentre Marty aveva sguainato le spade e difeso abilmente
sia lei che Anis, evidentemente troppo spaventata per reagire.
-Tutto bene, Anis?- le domandò, per sincerarsi delle sue
condizioni.
-S…sì, credo di sì… grazie,
senpai- rispose lei, ancora scossa.
-Figurati. Ora però non c’è tempo per
queste cose, giusto?-
-Giusto. Alex, sei pronto?- esclamò il ragazzo-tigre, pronto
a lottare contro quei misteriosi nemici.
-Io sono sempre pronto, fratellone- aggiunse il ragazzo-lince,
tenendosi pronto anche lui.
Non appena il fumo si diradò e rese la vista un
po’ più visibile, non una, non due, ma ben sette
figure fecero la loro comparsa. Sei di loro avevano l’aspetto
e il volto coperti da una lunga cappa con cappuccio, mentre il settimo,
che guidava la testa del gruppo, aveva i capelli blu chiaro, gli occhi
eterocromi, cioè quello sinistro era blu mentre il destro
era verde, e vestiva un curioso abbigliamento consistente in un paio di
pantaloni grigi, una maglia scura e un cappotto blu notte, decorato con fregi simili a lettere antiche, ma dal significato ignoto.
-Benvenuti nella Grand Line, compagni pirati… o forse dovrei
definirvi meglio come “esseri inferiori”?-
esordì l’uomo, il cui tono di voce, seppur fluido
e ben articolato ma allo stesso tempo pomposo, catturò
subito l’antipatia di Alex –La qui presente Ciurma
del Destino e il sottoscritto Aster Fatum vi porgono i più
sentiti omaggi-
-E secondo te farci attaccare dopo aver utilizzato dei fumogeni sarebbe
un omaggio? Ma non farmi ridere- lo interruppe Alex.
-Certo, dato che era tutto finalizzato allo scopo di capire di che
pasta è fatta la ciurma che ha in custodia la mia adorata-
-La tua adorata?- domandò Marty, sospettando qualcosa.
-Esatto, e mi sto riferendo a quella dolce bionda accanto a voi-
-…- l’interpellata non rispose, ma si
limitò, intimorita da quello strano individuo, a
nascondersi dietro l’amica.
-Cosa vuoi da lei?- gli chiese Andross, non vedendoci chiaro.
-Che domande…- fece uno dei sei dietro Aster
–Siamo venuti per riportarla nella nostra dimora, ove si
compierà il suo destino-
-Lei è una chiave molto importante per il nostro futuro-
aggiunse un secondo individuo, abbozzando un sorriso.
-E quando lei non ci servirà più…-
proseguì un terzo.
-Avremo la strada spianata per susseguire i nostri ideali- concluse una
quarta persona, dalla voce femminile.
-E quali sarebbero questi ideali, sentiamo?- li incalzò un
adirato Alex, non comprendendo proprio dove volessero arrivare quei
tipi.
-E secondo te siamo così stupidi da rivelarli a dei poveri
pirati da due soldi come voi?- gli disse in tutta risposta il quinto
uomo.
-Non essere ridicolo…- aggiunse il sesto, con tono annoiato.
-Se qui c’è qualcuno di ridicolo…
quelli siete voi!-
E non vedendoci più dalla rabbia, Alex corse rapido verso i
sette, preso dalla voglia di mollare almeno un cazzotto al loro capo.
Ma non appena cercò di avvicinarsi ad Aster, uno dei suoi
sei servitori si mise in mezzo, puntandogli una mano in avanti. In quei
pochi istanti, Alex si sentì come bloccato da una strana
forza, salvo poi essere lanciato via da quella stessa forza.
-Immaginavo avresti attaccato in quel modo- disse il tizio, togliendosi
la cappa e rivelando un aspetto e un abbigliamento simile a quello dei
monaci Shaolin, con tanto di testa rasata a zero.
-Tempismo perfetto come al solito, Shao- si complimentò
Aster.
-La ringrazio, maestro. Del resto, chi incrocia la sua strada con la
mia e quella del mio Frutto Psy Psy, è naturale che sia
destinato a finire a terra come quella lince irruenta-
-Psy Psy? Non sarà mica un Frutto del Diavolo?-
domandò Marty.
-Esatto- confermò lo stesso Aster –Grazie a quel
Frutto, Shao è capace di sviluppare al meglio le sue
capacità mentali, accedendo così a vari poteri
psichici, quali campi di forza, telecinesi e altro-
In quello stesso momento, nella mente di Anis cominciarono a farsi
avanti vari ricordi, così tanti che sembravano totalmente
slegati tra loro. Come reazione a tutto ciò, la bionda ebbe
un forte capogiro, cercando di ricordare dove avesse già
visto quell’Aster, ma nulla… la sua mente era
ancora troppo annebbiata per poter cercare le risposte alle sue
domande, e come risultato finì con il cadere in stato di
incoscienza. Per fortuna Marty la afferrò in tempo,
sostenendola come meglio poteva, mentre Alex, aiutato dal fratello,
cercava invano di superare le difese di Shao.
-Siete determinati, non c’è che dire- disse Aster
–Ma penso che per voi non sia ancora abbastanza per competere
con noi…- aggiunse, mentre puntava la sua mano sinistra, che
in quel momento brillava di uno strano bagliore dorato, verso il cielo
–Osservate… quanto le stelle possono essere
fatali… Pioggia di Stelle!-
Non appena disse quella frase, Aster abbassò subito la mano,
e a seguire una serie di fasci di luce bianca a forma di stella
raggiunse Alex e Andross, i quali ne vennero travolti in modo immediato
senza neanche il tempo di reagire, finendo rovinosamente a terra. Non
potendo lasciarli in balia di quel tipo, Marty appoggiò Anis
per terra e corse subito in loro soccorso, ma Aster fu più
veloce di lei, scatenandole addosso quello che rimaneva della Pioggia
di Stelle. Non sapendo come fare, Marty tentò di difendersi
usando le lame per riflettere i fasci di luce, ma ad Aster bastarono
solo pochi cenni delle mani per farle cambiare subito direzione e
colpirla duramente, obbligandola a reggersi in piedi usando le spade
come appoggio.
-Ohi, ohi, ohi… che botta…- disse Alex dolorante.
-E non siamo riusciti neanche ad evitarli…- aggiunse
Andross, tossendo un po’ di sangue dalla bocca.
-Ma com’è possibile che sia capace di controllare
le stelle? Non avrà mangiato anche lui un Frutto del
Diavolo?- domandò Marty, cercando di respirare nonostante il
fiato mozzato.
-Hai indovinato, mia cara nemica- confermò ancora una volta
Aster, abbozzando un sorriso soddisfatto –Si tratta del
Frutto Hoshi Hoshi, e di conseguenza sono un “uomo
stella”, capace di controllare e di evocare a sé
la
forza e la potenza degli astri celesti. Se fossi in voi, rinuncerei a
navigare nella Rotta Maggiore, data la fine che avete fatto provando
solo a sfidarmi così apertamente, e parlo a nome di tutta la
Ciurma del Destino, ovviamente. In ogni caso, potreste avere salva la
vita se ci consegnaste la mia adorata Anis.-
-Questo puoi scordartelo- lo interruppe Alex, rialzandosi determinato
nonostante le ferite subìte –Anis ora è
una nostra compagna, e non intendo lasciartela per nessun motivo!-
-Sono d’accordo- aggiunse Andross -Non pensare che ci
arrenderemo così facilmente solo perché siete
più forti di noi-
-Perciò non sottovalutateci troppo senza prima aver visto
cosa sappiamo veramente fare- concluse Marty, pronta a fare sul serio.
Fine Cap. 12
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Capitolo 13 *** L’inizio delle ostilità! I Wild Felis contro la Ciurma del Destino ***
Cap. 13:
L’inizio delle ostilità! I Wild Felis contro la
Ciurma del Destino
-Cos’è? Volete forse prendermi in giro?-
commentò Aster, dopo aver sentito i toni determinati dei tre
ragazzi –Ve l’ho già detto che noi sette
siamo molto più forti di voi. Che senso avrebbe continuare
una battaglia che siete già destinati a perdere?-
-Lasciate perdere, finché siete in tempo- aggiunse Shao.
-Spiacente di deludervi, ma noi tre non ci arrendiamo- disse Alex,
tenendosi pronto a lottare ancora –Giusto, Andross?-
-Giusto, fratellino- rispose il ragazzo-tigre, togliendosi la camicia e
cominciando a mostrare gli artigli.
-E giusto per rispondere alla tua domanda… se è
per aiutare un’amica in difficoltà, ogni sfida ha
senso, almeno per noi- aggiunse infine Marty, tenendo le spade ben tese.
Vedendoli lì, feriti ma ancora in piedi, Aster
sospirò annoiato, pensando al solo fatto che recuperare Anis
avrebbe impiegato molto più tempo del previsto sulla tabella
di marcia. Lui e i suoi compagni pirati dovevano perseguire i loro
ideali, e la bionda era necessaria per risvegliare
“quell’arma”, dato il suo incredibile
dono; peccato che quei tre pirati inferiori si erano messi in mezzo e,
nonostante avesse dato prova dei suoi poteri, non si arrendevano. Non
restava che una cosa da fare: passare alle maniere forti!
-Tsk… secondo me perdete solo tempo… Shao, Kane,
Ryujin… occupatevi di loro, per favore- disse poi, chiamando
a sé sia il pelato che altri due incappucciati –A
partire da adesso, avete due ore di tempo per mettere in ginocchio quei
tre. Mi raccomando, cercate di non deludermi, sono stato chiaro?-
-Cristallino, maestro- risposero all’unisono i tre.
-Teniamoci pronti, ragazzi- proferì Andross –Ho il
presentimento che ci aspetteranno due ore di lotta molto dura-
-Non preoccuparti, fratellone- sorrise Alex –Accada
ciò che accada, di sicuro faremo del nostro meglio-
-Ottimista come sempre, tu, eh?- disse invece Marty, curiosa di sapere
chi fossero gli altri due avversari.
-Allora siamo d’accordo, Ryujin? Io mi prendo il micetto e tu
il gattone a strisce- disse il tipo di nome Kane, rivelandosi un uomo
con i dreadlocks neri, gli occhi blu scuro e vestito con un semplice
pantalone e una maglia rosso scuro senza maniche.
-Nessun problema. D’altronde, è noto a tutti che
la tigre è il nemico per eccellenza del dragone- rispose
rilassato l’altro, rivelando l’aspetto di un
ragazzo ventenne dai lunghi capelli neri raccolti in una treccia e
vestito con una tenuta da lottatore di Kung Fu.
-Perciò, a rigor di logica, a me tocca la spadaccina-
concluse con voce piatta Shao –Meglio così, almeno
non dovrò sporcarmi troppo le mani, dato che non le uso
quasi mai. In ogni caso, pronti o no, stiamo arrivando, pirati da due
soldi!-
E dette queste parole, i tre della Ciurma del Destino si lanciarono
all’attacco, con Alex, Andross e Marty pronti a riceverli e a
sperare di poterli contrastare almeno in parte. Speranza che fu
vanificata fin dall’inizio, dato che, nel giro di quelle due
ore di tempo, Shao spiazzò totalmente Marty respingendo o
annullando più e più volte i fendenti di lei con
i suoi campi di forza, in certi casi rimandandoglieli pure indietro;
Ryujin, invece, nonostante il vantaggio in forza dovuto al Frutto del
Diavolo di Andross, aveva bloccato con successo ogni suo attacco,
rispondendo poi con una serie di calci all’addome in rapida
successione e un montante di tremenda potenza diretto al mento,
mettendolo in seria difficoltà; infine, sebbene Alex fosse
riuscito a ferirlo un paio di volte grazie ai suoi attacchi veloci,
alla fine il ragazzo-lince dovette soccombere davanti alla forza di Kane,
che all’ultimo minuto si rivelò anche lui
un possessore di un Frutto del Diavolo, per la precisione uno che gli
permetteva di trasformare il suo corpo in ferro, materiale che rese i
suoi pugni veramente devastanti. Soddisfatto da quello spettacolo,
Aster sorrise, fiero di aver dimostrato come la sua ciurma potesse
essere potente, e seppur da una parte fosse tentato di giustiziarli sul
posto e riprendersi la ragazza, che in quel momento si era ripresa ed
era corsa a sincerarsi delle condizioni dei suoi poveri compagni,
ridotti in malo modo, da un’altra decise comunque di
risparmiarli e cercare di riprendersela con le buone. Infatti,
non appena richiamò a sé i suoi sottoposti, si
avvicinò lentamente a lei, incurante del fatto che ora la
bionda, in lacrime per ciò che era accaduto, gli stava
puntando addosso una delle due spade della sua senpai, come una sorta
di avvertimento a non fare un altro passo altrimenti sarebbe morto.
-E ora che ti prende, mia adorata?- le domandò facendo finta
di niente –Non vorrai mica dirmi che ti
sei affezionata a loro?- aggiunse, avanzando con indifferenza.
-Non avvicinarti!- rispose lei, continuando a puntargli la lama in modo
minaccioso –Se non sbaglio è me che vuoi, giusto?
Perché hai voluto coinvolgere anche loro? Dimmelo!-
-Non è ovvio, my dear? L’ho fatto per farti
soffrire ancora di più-
-Che cosa?-
-Proprio così… l’ho fatto per farti
capire quanto è doloroso stringere qualsiasi tipo di legame
con le persone che incontri… non importa se ti sembrano
amichevoli o meno… sta di fatto che col tempo, questi legami
sono destinati a sparire, e più tempo passerai con questa
ciurma di poveri deboli, e più soffriranno, fino a morire
uno dietro l’altro, fino a quando non rimarrai
sola…-
-Sta zitto… non voglio ascoltarti!-
-E perché mai, se quello che dico è solo la pura
verità? Tu non hai alcuna speranza di stare con loro, a meno
che tu non decida di tornare con me e compiere il tuo destino nella mia
ciurma-
-Ma perché sei così interessato a me? Io non mi
ricordo nulla, non so neanche se ti ho già incontrato oppure
no-
-Davvero? Oh, sapessi quanto mi dispiace… perché
devi sapere che tu ed io eravamo molto legati, tre anni fa…
ma quando, per un infausto gioco del Destino, tu venisti a conoscenza
di
ciò che eri destinata a fare per il bene di tutti noi,
scappasti via e non ti facesti mai più rivedere…
non
immagini quanto ho pianto e quanto sono stato disperato
nell’averti perduta… ma ora che sono riuscito a
ritrovarti, posso finalmente concludere quello che era cominciato da
quei tre lunghissimi e faticosi anni…-
Mentre Anis rimaneva ad ascoltarlo, nella sua mente sembrò
che le nebbie del dubbio e dell’oblio cominciassero a
diradarsi, probabilmente perché in quel momento la memoria,
e con essa parte dei suoi ricordi, le stava cominciando a tornare,
e sebbene in un primo momento fosse tentata di posare l’arma
e riabbracciare quell’uomo che pareva non rivedere da tanto
tempo, all’improvviso dovette desistere, dato che un redivivo
Alex, senza pensarci due volte, atterrò Aster con un rapido
calcio diretto su quella faccia da schiaffi che si ritrovava, il tutto
sotto il suo sguardo sorpreso.
-Sarai pure forte e potente come dici…- disse il ragazzo,
rialzandosi a fatica date le botte ricevute da Kane -Ma parli comunque
troppo per i miei gusti, non credi anche tu, Andross?-
-Puoi scommetterci, fratellino, veramente fastidioso- aggiunse il
ragazzo-tigre, rialzandosi anche lui nonostante il dolore lancinante
all’addome dovuto ai calci di Ryujin.
-Ma almeno, standolo a sentire, abbiamo scoperto un po’ di
cose utili riguardo il passato della nostra compagna, no?- si
unì alla conversazione Marty, spolverandosi la terra che
aveva addosso e riprendendo la spada mancante dalle mani di Anis
–Grazie per aver preso tempo mentre noi tre ci riprendevamo,
sono fiera di te-
-S… senpai… ragazzi…- la bionda,
vedendo i tre ancora in piedi, aveva le lacrime agli occhi per la
gioia –Grazie al cielo… per un attimo pensavo
foste morti…-
-Naaah, figurati se siamo così deboli da morire facilmente
contro un simile mentecatto e la sua gentaglia… anche se
devo dire che ce le hanno suonate per bene- ribatté Alex,
mostrandosi ancora più determinato di prima –Ci
vuole ben altro per fermare i Wild Felis-
-Non riesco a crederci… ma come è possibile?
Eppure ero sicuro che Shao e gli altri vi avessero sconfitti senza
pietà!- esclamò Aster, perdendo la calma piatta
che lo aveva contraddistinto e cominciando a guardare quei tre come se
fossero dei mostri.
-E invece ti sbagliavi, caro il mio amante del Destino- riprese il
discorso Andross –Noi tre abbiamo passato parecchi anni ad
allenarci duramente prima di prendere la via del mare…
perciò non pensare che abbatterci sia così facile
come credevi!-
-Ben detto, Andross, perché può anche dire
apertamente che non siamo al suo livello e che siamo dei pirati di poco
conto, ma se c’è una cosa che non dovrebbe mai, e
sottolineo MAI sottovalutare, è la nostra forza di
volontà- concluse Marty, mettendosi insieme ai due fratelli
davanti ad Anis come per farle da scudo –E se vorrai ancora
riprenderti la nostra compagna, fatti pure avanti!-
In quel momento, Aster rimase tanto ammutolito quanto sorpreso nel
vedere che ora Anis si era trovata dei compagni dalla
volontà così forte. Sapendo che forse continuando
così non avrebbe solo perso tempo, il “capelli
blu” espose la sua decisione finale.
-Tsk… fate come volete- disse, dando loro le spalle e poi
andandosene via con i compagni –Se proprio volete
avventurarvi nel nostro territorio, fate pure. Ma non adagiatevi troppo
sugli allori, perché un giorno ci rivedremo…
parola di Aster Fatum…-
Fine Cap.13
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Capitolo 14 *** Un carpentiere dall’immensa generosità e forza d’animo! Il ritorno di Bobo alla via del mare? ***
Cap.14:
Un carpentiere dall’immensa generosità e forza
d’animo! Il ritorno di Bobo alla via del mare?
Il giorno dopo quella sorta di schermaglia -se così si
poteva definire- con Aster, il cammino dei nostri eroi era ripreso con
un po' di ritardo sulla tabella di marcia dato che Anis,
essendo l’unica rimasta indenne durante tutto il
combattimento e sentendosi in colpa per ciò che era
accaduto, si era gentilmente offerta di fornire qualche funzione di
primo soccorso ai suoi compagni, anche se nel caso di Alex fu
più una tortura che un sollievo, viste le urla che emetteva
ogni volta che la bionda gli passava il disinfettante sulle ferite
ricevute o cercava di stenderlo in posizione supina sul letto con tutta
la leggerezza possibile, toccandogli senza volerlo le parti dove
sentiva maggiormente dolore. Ma a complicare maggiormente le cose fu
quando la ragazza si mise in testa di mettersi alla guida della nave,
rischiando di farla uscire più volte fuori rotta data la sua
poca conoscenza sulle tecniche di navigazione, cosa a cui Andross, una
volta ripresosi quanto bastava per reggersi in piedi,
sopperì facendole da maestro. Tuttavia, anche se nel giro di
qualche ora la ragazza aveva imparato in fretta le basi e tutto il
resto, ella si sentiva ancora giù di morale, nonostante
l’aver riacquistato parzialmente la sua memoria
l’avrebbe come minimo resa felice.
-Qualcosa non va?- le chiese il ragazzo dai lunghi capelli neri.
-Più o meno…- rispose lei con un filo di voce
–Non faccio altro che ripensare a ciò che ha detto
Aster… diceva che se mi fossi affezionata troppo a voi, vi
avrei condotto alla morte, e io sarei finita col rimanere
sola… e che questo era il mio destino- aggiunse, per poi
portarsi una mano sul petto, amareggiata.
-Premettendo che non ho idea di che sorta di relazione ti colleghi a
quel tipo, fossi in te non gli darei così tanto peso.-
-Che vuoi dire? Forse non lo sai, ma tre anni fa io e lui eravamo buoni
amici, e lui era sempre stato gentile con me… stando almeno
a quanto sono riuscita a ricordare in quel frangente-
-Voglio dire che è vero che forse tre anni fa eravate legati
e tutto, ma di sicuro avrai avuto le tue buone ragioni per fuggire da
lui, amnesia a parte; e poi, se proprio vuoi il mio parere, lui e la
sua ciurma non mi convincono, dato che da come parlano sembra di
sentire una setta di fanatici religiosi.-
-Cosa pensi che vogliano fare nel caso mi catturassero?-
-È proprio questo il nocciolo della questione. Il loro
obbiettivo ci è ancora oscuro e sembra che abbiano bisogno
di te per realizzarlo, ma non ti preoccupare per questo.
Finché ci saremo noi a proteggerti, nessun malintenzionato
si avvicinerà a te.
-Lo spero… vorrei solo esservi più di aiuto in
questa ciurma, ma a quanto pare non faccio altro che combinare pasticci-
-Oh, capita a tutti di sbagliare, qualche volta. E non è
vero che fai solo pasticci, perché se non fosse stato per te
non avremo mai trovato la mappa per navigare nella Rotta Maggiore, e se
non ti fossi fatta coraggio a puntare la spada contro Aster a
quest’ora ti avrebbe già catturata; e riguardo le
tue cure mediche, poi?-
-M-ma quelle le sanno fare tutti, con un po’ di buona
volontà-
-Sì, ma sei stata comunque brava, e ciò
può farti considerare molto più utile di quanto
tu creda, dato che è buona norma dei medici preservare la
salute propria e quella dei compagni-
-Perciò… stai dicendo che come medico sarei molto
utile?-
-Proprio così. E non badare a quello che dice Alex, in fondo
lo sapeva che lo medicavi solo per il suo bene. E lo sai
perché?-
-No, perché?-
-Perché lui, proprio come me e Marty, si fida di te, e ti
basti solo questo per pensare a quanto ti vogliamo bene-
E come Andross le disse quelle ultime parole, Anis si sentì
risollevata, come se il confidarsi con lui fosse stata la cosa migliore
da fare, e il sentirlo parlare così bene di lei e delle sue
qualità la fece sentire felice, al punto da versare lacrime
per la commozione e abbracciare il saggio compagno, il quale sorrise
soddisfatto per essere riuscito a tirare un po’ su di morale
la ragazza. Peccato che momento così tranquillo venne
rovinato dall’arrivo di Alex e Marty, i quali avevano
raggiunto il ponte portandosi dietro una strana lumaca di medie
dimensioni di colore giallo a strisce nere, sul cui guscio rossiccio a
macchie nere portava una sorta di ricevitore telefonico e un dischetto
con sopra dei numeri. La cosa più strana che
saltò all’occhio, però, era che quella
lumaca emetteva dalla bocca un suono molto buffo, un ripetuto
“biru biru biru”.
-E quello che roba è?- domandò Anis, incuriosita
dall’animale.
-Ad occhio e croce, un Lumacofono- rispose Andross.
-Luma… cosa?-
-Si tratta di un animale che, grazie ad alcune apparecchiature
elettroniche applicategli sul guscio, consente alle persone di parlarsi
anche da zone molto lontane- spiegò Alex –Io e
Marty l’abbiamo trovato nascosto dentro una credenza in
cucina, e da allora non fa altro che squillare in modo insistente-
-Ma come ci è finito lì dentro?-
-E io che vuoi che ne sappia, fratellone?-
-Comunque…- disse Marty per riprendere il discorso
–Sta di fatto che qualcuno ci sta chiamando, e non sappiamo
se rispondere o no, dato che potrebbe essere anche una trappola-
-Sarà, ma penso che prima di saltare a queste conclusioni
sia meglio rispondere e sentire chi è, non credete?-
-Si, hai ragione, Andross. Dai, prova a rispondere-
-Subito- disse il ragazzo, alzando il ricevitore e schiarendosi un
po’ la voce –Pronto? Qui è il
vicecapitano Andross della ciurma dei Pirati Wild Felis che vi parla-
aggiunse, scandendo bene le parole in modo da farsi sentire anche da
chi stava chiamando.
-Oh, finalmente- rispose la voce del mittente attraverso la lumaca, il
cui sguardo da assente si era mutato in serio -È da quasi
una settimana che cercavo di mettermi in contatto con voi. Pensavo
foste morti durante il tragitto per la Rotta Maggiore, ma stando a
quanto posso sentire dalla tua voce così tranquilla, deduco
che è andato tutto bene, alla fine-
-Ma questa voce… signor Bobo? È proprio lei?-
esclamò Alex, riconoscendo nella voce un
tono troppo
familiare e facendo cenno al fratello di passarglielo
–Pronto, signor Bobo? Sono Alex-
-Ooooh, il ragazzetto. Da quanto tempo non ci si sente, eh? Come vanno
le cose lì, tutto ok?-
-Direi di sì. Non immagina quante cose ci sono capitate-
E da lì il ragazzo fece un breve riassunto di ciò
che era successo negli ultimi giorni, lasciando il carpentiere, che
ascoltava dall’altro capo della chiamata, molto sorpreso e
visibilmente contento, stando a quanto si poteva notare
dall’espressione euforica che si era dipinta sul muso del
Lumacofono. Quando poi Andross riprese la chiamata, Bobo, non potendo
più nascondere la felicità, ad un certo punto si
schiarì la voce, come se stesse per annunciare una cosa di
natura molto importante.
-Premettendo che sono davvero felice di sentirvi, penso sia meglio che
vi spieghi un paio di cose sul mio conto- iniziò
–Dovete sapere che dieci anni fa anch’io ero un
pirata, e come molti, avevo anch’io la mia ciurma e il mio
sogno di poter diventare famoso navigando nella Rotta Maggiore.
Purtroppo per noi, non appena fummo a neanche metà del
nostro viaggio, accadde un incidente-
-Che genere di incidente?- domandò Andross.
-Mentre navigavamo, una tempesta improvvisa ci prese di mira, e senza
che potessimo fare nulla per reagire, ci decimò tutti
quanti, nave compresa, ed io ero l’unico sopravvissuto. Per
mia fortuna, grazie a ciò che era rimasto della mia nave
riuscì a costruirmi una zattera e cominciare ad andarmene.
Furono giorni duri e navigai alla deriva per mesi, ma grazie al cielo
una nave mercantile che passava da quelle parti mi raccolse a bordo e
mi aiutò a tornare alla mia cara e vecchia casa. A quel
punto, avendo provato sulla mia pelle quanto la Grand Line potesse
essere dura, infida, imprevedibile e ostile, decisi di chiudere con la
vita da pirata e fare il lavoro che mi riusciva meglio anche a quei
tempi: il carpentiere-
-Ma se allora ha deciso di rinunciare alla sua vita da pirata,
perché ci sta dicendo questo, o meglio, perché si
sta interessando così tanto a noi al punto da chiamarci al
Lumacofono?-
-Perché, dici? È presto detto, mio
caro…- riprese poi l’uomo –Anche se
potevo dire di avere un lavoro splendido e ben retribuito e anche se
quell’esperienza mi aveva disilluso, non
c’è stato giorno in cui non desiderassi altro che
tornare a riprendere la via del mare… e quando incontrai tuo
fratello, che mi chiedeva così insistentemente di fargli una
nave, vidi che nei suoi occhi c’era una scintilla di
determinazione che sembrava la stessa che avevo io da giovane, la
stessa che credevo di aver perso anni fa. Ma non era così, e
infatti, volendo fare anch’io la mia parte per aiutarvi nel
vostro viaggio, una volta ultimata la nave misi una copia della mappa
dei viaggi che avevo fatto in gioventù nella stiva e un
Lumacofono su cui avevo registrato un numero su cui potevo chiamarvi in
ogni momento dentro la credenza della cucina. Tuttavia, non mi sento
ancora soddisfatto per questo, e vorrei chiedervi…-
-Chiederci cosa?- dissero all’unisono i quattro in ascolto.
-Di farmi viaggiare con voi! Ormai sento che la voglia di tornare a
prendere il mare è troppo forte, e sento che se non la
soddisferò, me ne pentirò per il resto dei miei
giorni, e che vi sia ben chiaro che il buon vecchio Bobo non lascia le
cose a metà!-
-Ma dopo tutto questo tempo… ne è sicuro?- gli
domandò Alex.
-Sicuro come è vero che senza un buon carpentiere come me a
viaggiare lì con voi, la vostra nave avrebbe vita breve-
-Pur ammettendo che è un buon proposito, rimane il fatto che
ora come ora lei è troppo lontano per raggiungerci- disse
Marty.
-Di quello non dovete preoccuparvi, così come non dovrete
preoccuparvi troppo di sbagliare rotta dato che, se guardate bene al
centro della ruota del timone, vi troverete un Log Pose. Con quello non
avrete problemi a orientarvi nel mare, dato che avrà
già registrato una rotta non appena partiti dalla Reverse
Mountain.-
-In effetti, ora che lo guardo bene, non l’avevo proprio
notato-
-A giudicare dalla posizione dell’ago, sta puntando nord-
notò Anis, mentre la punta rossa dell’ago di
quella curiosa bussola sferica puntava in avanti, come per dire
“sempre dritti, ciurma!”
-Oh, bene- esclamò entusiasta Bobo -Questo vuol dire che
molto probabilmente la vostra prima tappa sarà
un’isola invernale, perciò vi consiglio di
coprirvi bene prima di arrivare lì, se non volete correre il
rischio di diventare dei ghiaccioli- aggiunse sarcastico, per poi
ritornare serio un momento –In conclusione, vi informo che in
questo momento sto dando le ultime istruzioni ai miei uomini per
completare una nave atta a raggiungervi il più presto
possibile. Infine, con la speranza di rivederci presto, vi saluto e vi
faccio i miei auguri di buona fortuna per il vostro viaggio-
E detto questo, il carpentiere chiuse la chiamata, e contemporaneamente
la lumaca si addormentò, segno che aveva concluso la sua
funzione giornaliera. Mentre riagganciava, Andross rifletté
su ciò che Bobo aveva detto. Certo, sarebbe stato bello
averlo in ciurma, ma c’era la possibilità che non
arrivasse in tempo, o peggio ancora, finisse col rivivere
l’incidente che lo aveva costretto a dover tagliare i ponti
con la sua vita pirata. Pensando però a quanto
l’uomo aveva detto riguardo la determinazione, il ragazzo
sorrise, e rimessosi al timone, fece cenno a suo fratello e alle
ragazze di prepararsi a ripartire. Vento in poppa, vele spiegate, e
sguardo puntato sul Log Pose, il vicecapitano dei Wild Felis era pronto
a iniziare a fare sul serio, perché se finora navigare per
acque tranquille era stato come un semplice gioco per bambini,
ora che erano entrati in un luogo come la Rotta Maggiore, la
vera sfida era appena iniziata, e non importa quanti ostacoli avrebbero
dovuto superare o quanto sudore avrebbero versato pur di raggiungere i
loro obbiettivi, ma contava solo il fatto che, un giorno o
l’altro, Alex e la sua ciurma sarebbero sicuramente passati
alla storia come una delle ciurme più forti e casiniste di
tutti i Quattro Mari.
Fine Cap.14
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Capitolo 15 *** La guerriera delle terre del Nord ***
Cap.15:
La guerriera delle terre del Nord
Erano passata tre ore esatte dalla chiamata di Bobo, e i Wild Felis,
continuando a seguire l’indicazione stabilità dal
Log Pose, avevano sperimentato sulla loro pelle il gelido clima che
rappresentava in pieno la caratteristica dell’isola su cui
stavano per mettere piede.
La meta raggiunta era rappresentata da un panorama completamente
immerso nel bianco candore della neve, e in lontananza si poteva notare
un’immensa catena montuosa, oltre a quello che in lontananza
sembrava un modesto villaggio abitato e altri elementi quali una
foresta e qualche altopiano, collocati rispettivamente ad ovest e ad
est dell’isola. A completare il tutto, una debole nevicata
scendeva in modo quasi perenne ovunque ci si fermasse a posare lo
sguardo.
-Brrr… cavoli, se fa freddo qui…-
rabbrividì Anis, riparandosi sotto il cappotto che aveva
indossato prima di scendere dalla nave.
-Beh, di certo non potevi aspettarti un sole cocente- le disse Marty in
tutta risposta, alquanto contrariata da quel clima.
-A me piace questo clima. È rilassante- proferì
invece Andross, osservando con aria sognante il panorama.
-E con tutta questa neve puoi divertirti un mondo- concluse Alex,
già impegnato a fare qualche palla di neve –Chi
vuole fare una battaglia con me?- aggiunse poi, ricevendo come risposta
solo un pugno in testa da parte del fratello –Ahi! Ma che ho
detto?-
-Ti pare forse il caso di mettersi a pensare a cose del genere?-
-Ma scusa, visto che al momento non abbiamo niente da fare,
perché non ci divertiamo un po’?-
-Forse perché dovremmo prima visitare questo posto e magari
vedere se c’è qualcosa di importante che possiamo
visitare?-
-Cos’è, vuoi provocarmi?-
-Se vuoi la sfida, ti accontento subito, fratellino-
-Oh, ditemi che non è vero…-
-Mi dica solo una cosa, senpai. Loro due fanno sempre così?-
-Sì, e la cosa peggiore è che continuano
finché non sono stanchi-
Infatti, approfittando anche del clima, i due fratelli si erano messi
come al solito a lottare fra di loro, con la differenza che invece dei
soliti calci e pugni ora si stavano lanciando addosso le palle di neve.
Quando però una di queste andò quasi a colpire le
ragazze, Marty non ci vide più, e quindi si gettò
anche lei nella sfida, coinvolgendo così anche Anis, che a
malincuore dovette fare in modo di non essere colpita in nessun modo
durante quella “guerra gelida”, la quale
finì con la vittoria a favore delle esponenti del gentil
sesso e l’ovvia sconfitta a sfavore dei maschi, che ebbero
modo di “raffreddare i bollenti spiriti” sepolti da
una marea di palle di neve.
-Ahi, ahi… ci hanno abbattuti per bene…- disse il
“capitano” Alex, mentre ora i suoi occhi vedevano
le stelle girargli intorno.
-Già… non mi aspettavo che fossero
così forti…- aggiunse Andross, ridotto anche lui
nello stesso stato del fratello.
Una mezz’ora più tardi, quando i due fratelli si
ripresero e tutti ebbero passato un po’ di
tranquillità sulla Linxer pranzando con un po’ di
minestra calda, alla fine i Wild Felis erano finalmente pronti per
visitare l’isola, se non fosse per il fatto che una volta
scesi dalla nave furono accolti da una brutta sorpresa, rappresentata
da una ragazza alta e bella, il cui fisico statuario, eccezione fatta
per un paio di pantaloncini di cuoio e pelliccia ben aderenti, era
coperto da un’armatura metallica composta da una sorta di
pettorale/bustino dalle forme femminili, che metteva in mostra una
quarta di seno ben formata e pressoché perfetta, un paio di
bracciali coprenti fino all’avambraccio e dei gambali,
con tanto di protezioni per il piede che ricordavano un paio di scarpe
coi tacchi, che arrivavano a proteggerle le gambe fino alle rotule.
Corpo stupendo e armatura a parte, l’elemento che saltava
più all’occhio vedendola non era quella grossa
ascia bipenne, alta più di lei, che portava con
sé, ma erano invece i suoi occhi, di una tonalità
di blu tendente al viola, incorniciati da lunghi capelli neri, tra i
quali si notavano alcune ciocche violacee. Non sapendo se si trattava
di una figura amica o nemica, i ragazzi cominciarono a mettersi in
guardia da un suo eventuale attacco, mentre la ragazza rimase a
fissarli per qualche secondo, per poi appoggiare la lama della sua arma
sul terreno innevato e cominciare a parlargli.
-Voi quattro…- disse con voce fredda –Chi siete? E
cosa vi porta qui a Nordland, fredda dimora dei guerrieri nordici?-
-Siamo i Pirati Wild Felis- le rispose Andross, facendosi avanti -E
ciò che ci porta qui è solo una visita di
passaggio. Con chi abbiamo l’onore di parlare, se mi
è concesso saperlo?-
-Pirati, eh? Il mio nome è Kym Snøfox,
guardiana del villaggio di Norweja- si presentò lei, per poi
puntare l’ascia verso il ragazzo –E come tale, ho
intenzione di confrontarmi con voi per capire se siete veramente di
passaggio come dite o avete dei secondi fini-
-Ma che senso ha questa cosa, scusa?- la interruppe Alex.
-E secondo te mi perdo in chiacchiere così facilmente? Se
vuoi saperlo, perché non provi a batterti con me?-
-Naaaah, credo che lascerò tutto nelle mani di Andross-
-Se è questo che vuoi, fratellino, allora nessun problema-
Purtroppo, per il ragazzo non ci fu molto tempo per prepararsi allo
scontro imminente, dato che la guerriera, nonostante i tacchi, era
già partita verso di lui, roteando la sua grossa arma con
entrambe le mani e mostrando una destrezza incredibile nel maneggiarla.
Agendo in modo del tutto istintivo, Andross evitò il colpo
che stava per arrivargli diretto alla testa abbassandosi in tempo, per
poi rispondere a quell’attacco roteando sul suo asse e
tentare di farle perdere l’equilibrio con un calcio
indirizzato alla caviglia. La nordica però non si fece
fregare, e parò il colpo usando l’asta
dell’ascia, bloccandogli così anche la gamba e
approfittandone per assestargli un bel colpo di punta sul mento.
Tuttavia il vicecapitano evitò pure
quell’attacco piegandosi all’indietro, per poi
compiere un paio di salti all’indietro per distanziarsi
dall’avversaria, che purtroppo non demordeva e stava
già correndo per raggiungerlo.
-Tutto qui quello che sai fare? Mi aspettavo di meglio- disse lui,
canzonandola un po’ mentre aspettava la sua prossima mossa.
-Potrei dire lo stesso di te, mio caro… ma dimmi,
perché non mi hai ancora colpito? Hai forse paura di farmi
male? Se è così, allora non sai di che pasta
siamo fatte noi donne del Nord- rispose lei, recuperando terreno e
facendo roteare ancora la sua ascia, per poi impugnarla saldamente e
tenersi pronta a colpire il suo obbiettivo, questa volta mirando al
fianco sinistro.
-Se ne avessi la possibilità lo farei, ma anche se ci
provassi tu potresti approfittarne per controbattere, non credi?-
ribatté il moro, evitando il colpo quasi
all’ultimo, finendo col ferirsi di striscio.
-Sì, hai ragione, ma devi sapere che dalle mie parti la
parte miglior della battaglia è che tutto può
succedere, anche l’essere sconfitti da una bella femmina come
me- insistette la ragazza, continuando la sua offensiva con altri colpi
d’ascia in rapida successione, che causarono altrettante
ferite al ragazzo, che indietreggiava.
-Accidenti- esclamò Alex, osservando lo scontro
–Pare che il fratellone abbia trovato pane per i suoi denti.
Quella lì non gli lascia tempo-
-Già, e il suo stile di lotta con l’ascia, anche
se molto rozzo, pare che sia basato più
sull’imprevedibilità dei colpi che sulla forza con
cui vengono scagliati- disse analitica Martine.
-Senpai, pensi che Andross possa farcela?- domandò Anis,
temendo fortemente per l’incolumità
dell’amico.
-Non lo so, ma se non si sbriga a trovare una soluzione alla svelta,
non sono sicura che questa lotta si concluderà bene per lui-
E quasi per ironia della sorte, Andross continuava ad evitare, anche se
con scarso successo, gli assalti di Kym, trovandosi ormai alla sua
completa mercé, data la velocità con cui venivano
vibrati i colpi. Cercando di restare il più lucido
possibile, il ragazzo cercò di interpretare i movimenti di
lei, provando ad intuire in quale direzione sarebbe partito il prossimo
colpo, anche se facendo ciò rischiava di restare un
bersaglio facile. Volendo però fare anche solo un tentativo,
Andross non si perse d’animo e, una volta individuato
l’attimo esatto in cui la nordica stava per colpire, prese e
bloccò la lama dell’ascia a mani nude, per poi
approfittarne per tirarle un calcio diretto al ventre, cercando
così di distanziarla.
-Uff… mi ci è voluto un po’, ma ora
posso dire con certezza che senza questa ora si può
veramente ragionare- disse lui, posando a terra quella grossa e
alquanto pesante arma.
-Sono d’accordo, e in effetti è da parecchio tempo
che non mi diverto più in un sano corpo a corpo-
annuì lei, serrando i pugni e ripartendo subito
all’attacco.
Ciò che ne seguì fu una vera lotta, composta
maggiormente da calci, pugni, gomitate, ginocchiate e molto altro, e
c’era da dire che il ragazzo dai lunghi capelli
d’ebano aveva totalmente messo da parte la cavalleria per
poter combattere senza alcun impedimento morale contro la sua
avversaria; tuttavia, vedendo in quella giovane donna un misto di forte
testardaggine e resistenza, oltre che a sbuffare d’impazienza
per quanto stesse andando tutto un po’ troppo per le lunghe,
Andross non ci pensò due volte a decidere di voler fare sul
serio e, toltosi subito sia cappotto che camicia, si mise in posizione
per prepararsi ad attivare la sua forma ibrida. Peccato che Kym,
proprio in quell’istante, fu come folgorata alla visione del
fisico ben allenato del suo avversario, vedendosi costretta a bloccare
la sua corsa e rimanere estasiata da quel curioso spettacolo che gli si
presentava davanti.
“Oh… miei… Dei…”
pensò la guerriera “Non ho mai visto nulla del
genere in tutta la mia vita…” continuò
nei suoi pensieri, mentre Andross le si avvicinava per capire come mai
si era fermata “Altro che pirata o cose del genere, lui
è uno schianto di uomo! Come ho fatto a non accorgermene
subito? Che sciocca che sono stata! Non posso combattere contro un tipo
così bello…”
-Ehi, tutto apposto?- la riportò alla realtà il
ragazzo, scuotendole un po’ la spalla in modo più
leggero possibile.
-Eh? Cosa? Che succede?-
-Va tutto bene? All’improvviso eri come entrata in trance-
-E vorrei ben vedere, con un fisico come il tuo scommetto che tutte
quelle che hai incontrato hanno avuto la stessa reazione!-
-In effetti… ma cosa centra? Non stavamo forse combattendo?-
-Sì, ma… sai cosa, all’improvviso mi
è passata la voglia-
-Eh? Ma come? Eppure prima sembravi contenta di voler combattere contro
di me… cosa ti ha fatto cambiare idea?-
-Ehm… ecco, vedi…- arrossì la
guardiana, non sapendo come rispondere a quella domanda –Beh,
diciamo che vedendoti lottare ho come avuto l’impressione che
molto probabilmente tu e la tua ciurma non sembrate gente
malvagia…-
-Sicura? Non sei sospettosa nemmeno un po’?-
-No, anche perché mi sembra assurdo che uno così
bello… volevo dire, uno così forte e audace come
te sia una cattiva persona-
-Ah… capisco. Quindi, posso considerarmi vincitore di questa
sfida?-
-Se la metti in questo caso, sì, e puoi dire che oltre alla
lotta hai vinto anche il mio cuor… volevo dire, la mia
fiducia, e se sei d’accordo, magari potrei portarvi tutti
insieme al mio villaggio, magari dopo ore passate in mare sarete
parecchio stanchi…-
-Ehi, da quando sei così ospitale?- la interruppe Alex
–Siamo sicuri che in realtà non ci condurrai in
una trappola?-
-No, tranquillo. Noi guerrieri di Northland siamo gente onesta,
nonostante le apparenze-
-Ok, mi fido… ma solo se appena arrivati ci sarà
del cibo delizioso-
-E del buon liquore- aggiunse Marty.
-E anche qualche letto caldo- concluse Anis.
-State tranquilli, amici. Fidatevi di me e sarete ben ricompensati-
Fine Cap.15
|
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Capitolo 16 *** Norweja ***
Cap.16:
Norweja [1]
Considerando il clima molto gelido dell’isola, la camminata
fino al villaggio di Kym non fu molto facile come si poteva pensare, ma
alla fine i nostri e la loro nuova conoscenza erano arrivati davanti
alle porte di quel luogo, dove ad aspettarli vi era un uomo dai capelli
e la folta barba bionda, l’armatura che gli copriva quasi del
tutto il fisico scolpito e un elmo con grosse corna sul capo. Teneva le
braccia conserte e aveva uno sguardo quasi corrucciato, che
cambiò in sereno non appena vide Kym avvicinarsi, la quale
lo salutò e gli parlò in un modo che a primo
orecchio fu parecchio incomprensibile per Alex e gli altri, ma che fu
un po’ più chiaro quando lo stesso omaccione si
fece da parte e diede come il permesso di entrare.
-Posso solo sapere cosa gli hai detto?- le domandò Andross.
-Nulla di che- spiegò lei –Gli ho solo riferito,
nella nostra lingua [2],
che ho portato con me degli ospiti e se poteva darvi il permesso di
entrare a visitare il nostro villaggio- aggiunse, sorridendogli.
-Wow…- disse Alex, sorpreso –E a quanto sento,
mastichi piuttosto bene anche la nostra, di lingua- aggiunse, dando
comunque un paio di occhiate nei dintorni, notando quanto quel
villaggio avesse un’aria così accogliente, con
tanto di negozi sparsi qua e là.
-Beh, che vuoi che ti dica, min
unge venn [3],
qui a Nordland abbiamo ricevuto così tante visite da parte
di pirati e vari visitatori stranieri che pian piano ci siamo
acculturati anche noi sulle altre lingue che esistono e possono
esistere in questo mondo-
-E siete sempre stati così ospitali?- chiese Anis.
-Sì, ma non sempre- continuò la nordica
–Come ho già detto, la maggior parte della gente
che veniva qui erano pirati, e quindi eravamo soliti ricevere assalti
di ogni genere. Tuttavia, essendo noi un popolo che discende da grandi
guerrieri, non abbiamo avuto problemi a prendere mano alle armi e
cacciarli via-
-Di sicuro gli avrete dato una bella batosta- disse Marty.
-Altroché, pensa che una volta abbiamo fatto la festa ad una
ciurma di pirati così piena di inetti che se ne sono andati
via subito dopo aver ricevuto la prima dose di legnate. E non ti ho
parlato di quella volta che dovetti affrontare ben 50 uomini. Una vera
fatica, è vero, ma alla fine ero riuscita a batterli tutti
da sola-
-Caspita…- fu l’unica cosa che riuscì a
dire Andross, stupito.
E nel mentre passeggiavano per le vie del villaggio
ascoltando i vari aneddoti di Kym, i nostri ebbero anche modo di
visitare vari posti più o meno importanti, tra cui
un’armeria, un campo di addestramento ben fornito e per
finire una locanda, quest’ultima gestita da un uomo alto e
molto muscoloso, dagli occhi azzurri e gli incolti capelli rossi,
vestito con una maglia scura a mezze maniche e un paio di pantaloni
beige. La cosa che più si notava vedendolo non erano tanto i
suoi muscoli, ma molto di più la cicatrice che gli
attraversava diagonalmente l’occhio sinistro, e che unita
alla sua incolta barba rossiccia lunga fino a metà torace
consentiva a dargli un’aria da vero uomo vissuto.
-Oh, guarda un po’ chi si vede- li accolse lui, mentre era
intento a lucidare un bicchiere –Come va, figliola?-
aggiunse, salutando Kym.
-Benissimo, padre- rispose lei –Come vedi ti ho portato dei
clienti-
-Padre?- rimase di stucco Alex, indicando il locandiere
–Vorresti forse dirmi che questo armadio è tuo
padre?-
-Esatto, wren
[4]-
annuì l’interessato, guardando il ragazzo con uno
sguardo molto intimidatorio –Qualche problema se il qui
presente Eric Snøfox, un tempo grande guerriero e ora
gestore di questa locanda ha una splendida ragazza come figlia? Avanti,
dimmelo!-
-N-no… nessun problema, signore…-
-Quello che voleva dire il mio caro fratellino…- intervenne
Andross, volendo evitare problemi con quell’uomo
–È che non ci aspettavamo una sorpresa di questo
genere. E scommetto che questa locanda è sempre ben
frequentata, dico bene?-
-Puoi scommetterci, ragazzo. Questo posto è il mio vanto, e
mi ha fatto fare un sacco di affari per anni, e non
c’è avventore che sia uscito da qui senza aver
assaggiato una delle mie birre-
-Sono davvero così buone?- domandò Marty,
improvvisamente interessata all’argomento.
-Certo, e se vuoi posso fartene provare una-
-Perché no? Mi è anche venuta una certa sete, non
so se mi spiego-
-Senpai, non credo sia una buona idea- disse Anis -E se avesse un gusto
un po’ troppo forte?- aggiunse preoccupata.
-Non temere, tanto me ne berrò solo un boccale, che vuoi che
sia?-
E infatti, una volta che il locandiere diede l’alcolico alla
spadaccina, ella non si fece pregare e bevette l’intero
boccale tutto d’un fiato, salvo poi scuotere leggermente la
testa a causa del sapore molto forte che aveva quella birra. Tuttavia
si leccò le labbra soddisfatta, e poi diede cenno
all’uomo di versargliene un altro bicchiere, cosa che fece
subito, assistendo alla stessa scena per una seconda volta, seguita poi
da una terza, una quarta, una quinta e così via, fino a
quando la ragazza, visibilmente ubriaca dopo venti boccali, non
crollò addormentata con la testa sul bancone, il tutto sotto
lo sguardo attonito di tutti i presenti, soprattutto Eric, che non si
aspettava una simile resistenza. In ogni caso, mentre Alex provvedeva a
trascinare via l’amica sbronza, ad un certo punto fecero la
loro comparsa due energumeni, vestiti con la classica armatura da
guerriero del posto, ma comunque diversi l’uno
dall’altro in fatto di aspetto, dato che uno era castano di
capelli e portava un paio di baffi lunghi fino agli zigomi e
l’altro era biondo e aveva un pizzetto che si estendeva di
pochi centimetri dal mento. Entrambi avevano anche lo stesso sguardo,
ovvero due occhi così azzurri che sembravano quasi glaciali.
I due si guardarono intorno, e dopo aver avanzato con passo pesante
verso il bancone, batterono il pugno sul bancone e fecero cenno di
essere serviti, ricevendo subito due birre ghiacciate, oltre che
un’occhiata severa da parte di Eric, il quale non pareva
molto felice di vederli.
-Chi si rivede…- disse –Non mi aspettavo tornaste
così presto-
-Avevi qualche dubbio?- disse il castano –Se si tratta di
razziare i villaggi limitrofi, nessuno è meglio di noi due,
non è vero, Jurgen?-
-Hai pienamente ragione, Jonas- rispose il biondo –Avresti
dovuto vedere la loro faccia mentre ci supplicavano
pietà… cavoli, quanto mi sono divertito a
rompergli le ossa, una vera goduria-
-Ancora? Pensavo che aveste smesso di fare quel genere di cose-
-Noi siamo guerrieri, Eric, e come tali la nostra sete di sangue non
conosce alcun limite. E poi, non vorresti che questo villaggio
diventasse un po’ più prospero?- provò
a sviare il discorso Jurgen.
-Re Odin non accetterebbe tutto questo, e se sapesse vi ciò
che state facendo all’eredità che ci ha lasciato-
-E tu credi ancora a quel vecchiaccio?- replicò Jonas,
battendo duramente il pugno sul bancone –Ma cresci un
po’, per l’amore del cielo. Ormai il tuo adorato re
è morto da tempo, e ti ricordo che finché ci
saremo noi, questo villaggio seguirà le nostre regole-
-E se io non volessi seguirle?-
Sentendo quella provocazione, entrambi i guerrieri sfoderarono le loro
armi, rispettivamente una spada bastarda e una mazza ferrata, e si
prepararono a colpire Eric in simultanea, ma Alex e Andross, avendo
sentito abbastanza per il momento, attivarono le loro forme ibride ed
intercettarono le armi, bloccandole. Sorpresi da
quell’intervento, i due indietreggiarono rendendosi a loro
spese dei bersagli facili per i nuovi arrivati. O almeno
così davano a credere, dato che non ci pensarono due volte
ad atterrare i ragazzi-felidi con un pugno combinato puntato dritto
sulle loro teste. Fu fin troppo inutile dire che la potenza di quei due
ammassi di muscoli fu tale da sfondare addirittura il pavimento.
-Tsk… a quanto pare sembra che ti sia fatto dei nuovi amici-
-Sono stati molto gentili a difenderti, peccato che non si siano
dimostrati all’altezza della nostra incredibile forza-
-Fossi in voi aspetterei a cantare vittoria- li ammonì Anis.
-Stile Felino…- disse una voce alle loro spalle -Turbine
della Lince!-
-Uh?-
-Cosa?-
E prima che gli energumeni se ne potessero accorgere, Alex diede
sfoggio della sua abilità nel gioco di gambe colpendoli con
una raffica di potenti calci rotanti in successione, facendo finire uno
a fare da decorazione alle pareti e uno a schiantarsi contro un tavolo.
La gioia per la vittoria durò poco però, dato che
il ragazzo si ritrovò in ginocchio a massaggiarsi le gambe
doloranti, ricordandosi solo in quel momento che i due avversari
avevano le armature, e che non ci misero molto a riprendersi dalla
batosta subìta. Ma a porre fine a quello scontro, almeno per
un po’, ci pensò Andross, che si mise a difesa del
fratello atterrando i nemici con un assalto a braccia tese.
-Wow… non mi aspettavo foste così forti- disse
Kym, osservando stupita i due fratelli, soffermandosi
sull’aspetto che avevano assunto in quel momento
–Ma come mai quella forma così animalesca? Non
sarete mica dei demoni o roba del genere-
-È una lunga storia- rispose Alex, riprendendo fiato un
momento.
-E credo sia meglio parlarne da un’altra parte- aggiunse
Andross, ritornando al suo aspetto normale –Questi due
potrebbero riprendersi da un momento all’altro,
perciò è meglio filarcela-
-Concordo… e penso di dovervi delle spiegazioni per
ciò che sta passando quest’isola per colpa loro-
annuì Eric.
-Perfetto, allora andiamo alla nave, per il momento- concluse Alex.
Fine Cap.16
Note:
[1] Una lieve
storpiatura di “Norvegia”, tanto per far capire che
l’isola in cui si trovano i nostri è ispirata alla
Penisola Scandinava
[2] Per
intenderci, gli abitanti di quest’isola, per parlare tra di
loro, hanno come lingua madre il norvegese
[3]
“mio giovane amico”, in norvegese
[4]
“scricciolo”, come sopra
|
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Capitolo 17 *** La storia del regno di Nordland ***
Cap.17:
La storia del regno di Nordland
Per fortuna dei nostri eroi, il viaggio di ritorno alla Linxer non fu
molto lungo, grazie anche ad alcune scorciatoie che Kym e suo padre
fecero loro seguire attraversando la foresta e consentendogli di
raggiungere il punto d’attracco della nave, che durante
l’assenza dei suoi proprietari era rimasta
pressoché intatta, senza alcun graffio, sfregio o
ammaccatura visibile. Una volta saliti a bordo e riunitisi sul ponte,
mentre Anis provvedeva a mettere a letto una Marty ancora svenuta per
la sbronza di poco prima, Andross fece sedere Eric e la figlia davanti
a sé, dandogli poi cenno di parlare al solo scopo di saperne
di più di quei due incontrati alla locanda.
-Premettendo che non ho nulla contro di voi…-
iniziò il ragazzo –Ritengo sia necessario dirci tutto ciò che sapete
di questi Jurgen e Jonas. Non tanto perché sembrano portare
problemi nel vostro villaggio, ma più per il fatto che molto
probabilmente stanno anche regnando ingiustamente sulle vostre teste
usando un regime piuttosto duro- spiegò poi, rifiatando un
momento –Ho forse ragione?-
-Sì, è così…-
annuì l’uomo abbassando il capo –Vi
chiedo scusa, forse avrei dovuto accennarvelo prima che
arrivassero…-
-No, non dire così, padre- intervenne Kym –Anche
senza di te l’avrebbero comunque saputo prima o poi, non
credi?-
-Già, e poi abbiamo anche avuto modo di provare sulla pelle
la loro mostruosa forza… per essere un villaggio composto
per la maggior parte da tipi barbuti e muscolosi da far schifo, devo
dire che sono persino più tosti di quello che pensavo-
aggiunse Alex, massaggiandosi le gambe ancora doloranti per poco fa.
-Comunque…- disse Eric, riprendendo il discorso
–Dovete sapere che un tempo eravamo governati da Odin,
guerriero leggendario divenuto re in seguito alle sue numerose gesta.
Lui era in assoluto uno dei re più buoni e gentili che abbia
mai regnato su Norland, oltre che un abile stratega e comandante di un
esercito composto dai più valorosi uomini di Norweja, e
penso sia inutile dire che tra quella fila vi ero anche io, Eric
Snøfox, detto “Ascia Rossa” per via dei
miei capelli e la mia incredibile abilità con
l’ascia-
-Che forza! Quindi si può dire che eri veramente un grande,
con tutta questa fama che ti precede- esclamò Anis, che in
quel momento aveva raggiunto gli altri.
-Ovviamente, però non ero il solo ad essere considerato tra
i membri più prominenti del gruppo, perché anche
Jurgen e Jonas, al tempo miei parigrado, godevano una buona fama,
sebbene ogni volta che combattevano non facevano altro che causare
morte e distruzione in ogni dove, attaccando indiscriminatamente
chiunque, che si trattasse di nemici, alleati o civili.-
-E il re li aveva comunque tenuti tra le sue fila nonostante tutto
quello che facevano? Perdoni la mia schiettezza, ma per essere un
grande re doveva essere anche molto ingenuo- disse Andross, volendo
dire la sua opinione riguardo a quanto sentito.
-Può anche essere così- intervenne Kym,
arrossendo un po’ alla vista del ragazzo nonostante cercasse
di apparire seria –Ma c’è stata una
ragione per cui non ha potuto mandarli via, e cioè
perché la loro sete di sangue era terribilmente instabile,
al punto che una volta hanno ucciso un povero passante per averli
urtati per sbaglio-
-Instabile? Spiegati meglio-
-Nel senso, mio caro Andross, che avendo passato l’infanzia
intera a combattere e allenarsi per uccidere, ormai ne sono
così ossessionati che ogni giorno cercano un avversario alla
loro altezza che sappia sfogare tutta la loro forza, ma invano-
-Sono delle vere bestie, insomma- si incupì improvvisamente
Alex.
-Già… e per evitare che potessero causare inutili
spargimenti di sangue per delle sciocchezze, Odin li teneva comunque
sotto controllo affidandogli della comunissime missioni di caccia o di
assalto ad eventuali invasori, sperando che si calmassero un
po’-
-Ma purtroppo per noi accadde l’esatto contrario-
continuò Eric, volendo essere lui a concludere il racconto
–Infatti quelle missioni non fecero altro che aumentare la
loro brama di sangue e morte, e fu solo questione di tempo prima che il
re si accorgesse dei suoi errori e decidesse di affrontarli con lo
scopo di fermarli.-
-E invece le cose non andarono come previsto, vero?- intervenne ancora
una volta il vicecapitano dei Wild Felis.
-Esatto… anche se aveva combattuto con coraggio, la
vecchiaia e le tattiche sleali di quei due ebbero la meglio su di lui,
provocandone in questo modo la morte… e da quel momento, un
regno di terrore e paura prese totalmente il controllo del nostro
villaggio, e a distanza di ben quattro anni da quel giorno nessuno,
eccetto me e la mia adorata figlia, ha ancora il coraggio di opporsi a
loro-
-Ma signor Eric, lei è un guerriero forte, no? Potrebbe
ancora affrontarli come si deve, se solo lo volesse- domandò
Anis.
-Sarebbe bello, ma ormai non sono più un guerriero. Devi
sapere che quando accadde quell’evento, io ero in preda
all’ira, e senza perdere tempo a pensare alle conseguenze, mi
scagliai su quei due con tutta la forza che avevo per vendicare il re e
sperare di poter riuscire dove lui aveva fallito. Invece tutto quello
che ottenni come risultato fu la sconfitta totale, le braccia spezzate
e l’orgoglio ferito. Da allora ho chiuso totalmente con le
battaglie, e ho invece pensato di dedicarmi ad
un’attività molto più tranquilla come
il gestire la mia locanda e servire da bere ai vari avventori che
arrivavano, oltre che dedicare finalmente un po’ di tempo
alla famiglia e, perché no, allevare Kym nell’arte
del combattimento e vederla diventare una grande guerriera di tutto
rispetto come il sottoscritto-
-Però non passa giorno che tu non desideri altro che su
quest’isola ritorni la pace, non è vero?-
chiese la diretta interessata, portandosi una mano sul cuore
–Padre, se il tuo orgoglio e l’affetto che provi
per me possono concedermelo, vorrei andare da loro e…-
-Levatelo dalla testa! Tu hai solo diciotto anni, non hai ancora
abbastanza esperienza per affrontarli così, a viso aperto-
-Ma padre, non desideri anche tu che tutto questo finisca?-
-Più di qualunque altra cosa, ma non voglio affatto che tu
getti via la tua vita in questo modo. Potresti morire, lo capisci?-
-E allora? Non mi hai insegnato tu stesso che per un guerriero
sacrificarsi per un bene comune è un atto di grande valore?-
-Sì, ma cerca di capire come mi sento io. Ho perso il re,
che per me è stato prima di tutto un amico che un semplice
superiore, ho perso il mio orgoglio, l’uso delle braccia e
anche il mio titolo di guerriero. Non voglio che anche la tua morte mi
porti altro dolore e che si riveli un sacrificio inutile per una lotta
persa in partenza!-
-Ah, davvero? Allora sai che ti dico? Che se la pensi così
è meglio morire facendo comunque un tentativo che morire
inutilmente e non averci provato affatto! E ora, se vuoi scusarmi, io
vado-
E come disse quelle parole, la ragazza prese la sua ascia e scese
giù dalla nave per poi incamminarsi verso la foresta,
lasciando sia Eric che i presenti letteralmente di stucco. Chi
immaginava che una ragazza come lei potesse prendere una decisione
simile con così tanta, anzi, troppa leggerezza senza nemmeno
pensare alle conseguenze? Una volta comprese bene le parole della
figlia, l’ex guerriero abbassò il capo deluso e
cominciò a preoccuparsi visibilmente per lei, mentre Alex e
Andross, avendo sentito tutto ciò che c’era da
sentire, si scambiarono un breve sguardo d’intesa e
cominciarono ad avviarsi anche loro, ma…
-Aspettate!- li fermò Eric, facendoli voltare di scatto.
-Che succede?- domandò Alex.
-Qualcosa non va?- aggiunse Andross.
-No, volevo solo avvertirvi di fare molta attenzione. Quando si tratta
di combattere quei due non scherzano, e voi lo sapete bene, avendoli
visti in azione. Agite comunque con prudenza, e fate in modo che non
possano più nuocere a nessuno-
-D’accordo- annuì il ragazzino –Lo
faremo senz’altro-
-E non si preoccupi per sua figlia, ci penseremo noi a proteggerla-
-Non ne avevo dubbi. Mi raccomando, non deludetemi-
I due fratelli, sentendo quelle parole, non risposero nulla, ma si
limitarono invece ad annuire convinti e a saltare decisi dal ponte
della nave, atterrando sul morbido terreno nevoso e partendo quindi
all’inseguimento della giovane guerriera, che nel frattempo
era già sulle tracce dei suoi nemici, ma del tutto ignara
del fatto che i due interessati, ora ripresisi dalla botta
subìta da Andross, stavano già sfogando la loro
rabbia, dovuta all’essersi fatti battere in quel modo da due
insulsi forestieri, sui vari abitanti del villaggio che incontravano
sul loro cammino, alcuni atterrandoli con un bel pugno e qualche
fendente di spada, altri massacrandoli senza pietà a suon di
pedate e colpi di mazza ferrata. Quelli ancora incolumi invece avevano
già incominciato a chiudersi in casa per paura di finire
vittime della loro tremenda ira.
-Venite fuori, maledetti bastardi!- urlò Jonas.
-Dove siete?- fece eco Jurgen –Abbiamo un conto in sospeso!-
Fine Cap.17
|
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Capitolo 18 *** Essere un guerriero ***
Cap.18:
Essere un guerriero
Mentre ogni suo passo era scandito dal suono della neve calpestata con
forza, la ragazza del Nord procedeva senza alcun intoppo il suo ritorno
al villaggio, con l’unico obbiettivo di trovare e affrontare
definitivamente Jurgen e Jonas. Perché voleva fare una cosa
simile? Non tanto per mettere fine al loro giogo di terrore, ma anche
per far sì che suo padre potesse ritornare ad essere
rispettato come meritava realmente, senza essere più
sbeffeggiato o deriso dai commenti poco apprezzabili dei vari abitanti
proprio per colpa di quei due dannati che si facevano chiamare
“re”.
-Non capiscono niente…- disse con tono di disprezzo -Sono
stati solo degli sciocchi a credere che quei due potessero governare
come si deve un’isola come questa…- aggiunse,
aumentando rapidamente il passo –Se però
riuscirò nel mio intento, potrò finalmente
portare la pace e rendere mio padre orgoglioso di me. Inoltre, magari
questa vittoria sarà un buon pretesto per far breccia nel
cuore di Andross- concluse, non mancando di arrossire
ripensando al viso (e al bel fisico) del ragazzo pirata che aveva
provocato in lei il cosiddetto “colpo di fulmine”.
E nel mentre la ragazza si perdeva con molto impegno in queste sue
fantasie amorose miste a vari sogni di gloria, i due comandanti dei
Wild Felis che dovevano inseguirla erano invece impegnati a cercare di
sopravvivere agli assalti da parte di un branco di lupi nordici, i
quali avevano deciso di farsi un piccolo spuntino con le loro carni in
quanto al fatto che avevano messo piede nel loro territorio.
-Complimenti, mini-idiota di un fratello- disse Andross, atterrando un
altro paio di lupi con facilità –Se mi avessi dato
retta e non ti fosse venuta fame, questo non sarebbe successo-
-Beh, scusami tanto se quando siamo tornati alla nave non ho avuto
tempo per fare merenda- rispose Alex sarcastico, respingendo gli
animali con qualche calcio –Perdonatemi se vi faccio del male
in modo così gratuito, sacchi di pulci, ma visto che siete
voi che ci state attaccando per primi, non mi lasciate scelta-
-Con tutto il rispetto, fratellino, non credo sia il momento adatto per
scusarsi con la fauna locale-
-E perché, scusa? Gli animali non sono comunque esseri
viventi che vanno trattati con cura e affetto?-
-Sì, ma questi sono animali selvatici. Anche se ci
scusassimo, non è che servirebbe molto, specie nella
situazione in cui ci troviamo-
-Cos’è, vuoi litigare sul mio modo di fare?-
-Se proprio insisti, allora per me va bene-
***
Kym era ritornata al villaggio, e vedendone scioccata la desolazione
che lo circondava in modo quasi inquietante, non gli ci volle molto per
capire che quei due energumeni erano ancora nei paraggi.
-Accidenti, che disastro- disse, camminando per il villaggio e
guardando tristemente i corpi esanimi degli abitanti –Molti
di loro non erano nemmeno guerrieri, che senso ha coinvolgerli
così?-
-Perché è questo il bello della battaglia-
spiegò Jurgen, uscendo da una casa vicina trascinando con
sé la sua arma insanguinata.
-Più distruzione lasci sul campo di battaglia,
più sei forte, e chi non è degno viene
giustamente spazzato via- aggiunse Jonas, che in quel momento aveva
totalmente finito di massacrare i corpi di alcuni civili con la sua
mazza ferrata –Certo, ora tutti quelli che si sono riparati
dalla nostra furia sono al sicuro… ma per quanto ancora
saranno capaci di resistere?-
-Che vuoi dire?- domandò la ragazza –Stai forse
dicendo che, come tutti gli altri villaggi che avete devastato, anche
Norweja crollerà?-
-Esatto.- rispose il biondo, raggiungendo il suo compagno e
posizionandosi davanti a lei –Forse non lo sai, ma tutti gli
abitanti di quest’isola contavano molto sul re Odin, e
pensavano che potesse regnare con i suoi concetti di pace e amore per
sempre… sono stati dei poveri illusi-
-Portare la pace in un regno dominato dai guerrieri? Stronzate, tutte
delle emerite stronzate- incalzò il castano –Noi
siamo nati per combattere, non per vivere in serenità.
Gloria, ricchezze, armi potenti e corazze invincibili…
questo è essere guerrieri-
-No, questa è fame di potere, unita a sete di sangue e a
troppa intossicazione per le battaglie-
-Pensala come vuoi, mocciosetta, rimane comunque il fatto che noi due
siamo ad un livello fin troppo superiore per te-
-Questo sarà tutto da vedere... fatevi sotto!-
***
A bordo della Linxer, Eric era ancora preoccupato per Kym, e nemmeno il
guardare la neve che scendeva silenziosa sul terreno riusciva a
tranquillizzarlo come si deve. Il solo pensiero che la sua unica figlia
stesse correndo un pericolo enorme lo rendeva teso e allo stesso tempo
timoroso del fatto che probabilmente la ragazza non ce
l’avrebbe fatta, e sarebbe morta invano.
-Oh, Kym… come vorrei essere al tuo fianco in questo momento-
-Con tutto il rispetto, signor Eric, forse sarebbe meglio se guardasse
la cosa da un lato più positivo- lo consolò Anis
–Certo,
ciò che starà affrontando sua figlia non
sarà di certo una passeggiata, però sono sicura
che se
Alex e Andross la raggiungeranno in tempo, forse ci sarà ancora una speranza, seppur flebile-
-Dici? Secondo me neanche loro due mi sembrano così tanto in
grado di affrontarli a viso aperto-
-Non li sottovaluti troppo, signor Eric- intervenne Marty, ripresasi
leggermente dalla sbronza ricevuta –Non saranno forti quanto
lei o qualunque altro uomo presente sull’isola, ma se
c’è una cosa che non gli manca è il
coraggio di affrontare qualsiasi sfida a testa alta, senza mai tirarsi
indietro- aggiunse, massaggiandosi la testa ancora dolorante per i
postumi –Abbia fiducia in loro e vedrà che
torneranno sani e salvi tutti e tre, poco ma sicuro-
***
-Accidentiiiii!- esclamò Alex, correndo a perdifiato
–Chi immaginava che in questa foresta ci fossero anche gli
orsi?-
-E io che cosa vuoi che ne sappia?- aggiunse Andross, mentre osservava
con la coda dell’occhio il grosso orso bruno che li stava
inseguendo con aria molto contrariata, per poi riportare lo sguardo sul
fratello minore –Ti faccio ancora i miei complimenti,
perché invece di cavarci dai guai hai solo peggiorato le
cose-
-Ma che colpa ne ho io se quei lupastri si sono immischiati fin troppo
nella nostra rissa?-
-Hai colpa perché uno di quelli che hai lanciato via
è andato a colpire il simpaticone che ora abbiamo dietro le
spalle-
-Groaaaaaar- annuì il bestione, ruggendo adirato
-Ehi, forse ho avuto un’idea. E se provassi ad
addomesticarlo?-
-Ma sei fuori? Quello con una zampata ci ammazza!-
-Oh, andiamo. Che ci costa fare un tentativo?-
-Il perdere inutilmente la vita, forse?-
Ma Alex ormai era già partito con la sua grandiosa idea, e
infatti la prima cosa che fece fu provare ad abbracciare
l’orso, che in tutta risposta lo scacciò via con
una zampata. Non volendosi arrendere al primo tentativo, il ragazzo
provò ancora parecchie volte, di tanto in tanto provando a
rendere docile l’animale a suon di cazzotti, arrivando
però al risultato di farlo inferocire ancora di
più. Fu allora che a quel punto, stanco di subire botte su
botte, Alex lo tramortì con un pugno diretto allo stomaco,
provocandogli un K.O. secco, il tutto sotto lo sguardo attonito del
fratello.
-Ecco, ora si può dire che l’ho addomesticato come
si deve-
-Altro che addomesticato, come minimo lo hai fatto andare nel mondo dei
sogni per un bel po’. Comunque, adesso è meglio se
proseguiamo e ritroviamo Kym, non credi? Ormai dovremmo essere quasi
nelle vicinanze del villaggio-
-Non me lo faccio dire due volte, fratellone. Avanti, abbiamo
un’amica da aiutare e un’isola da salvare-
***
Se non fosse per il fatto che lo stava provando sulla sua pelle, Kym
non ci avrebbe creduto, ma alla realtà dei fatti era
così. Quei due, che adesso si ergevano con aria imponente su
di lei, avevano vanificato e bloccato ogni sua mossa, per poi colpirla
duramente approfittando della sua sorpresa, non risparmiandosi affatto.
Possibile che quei due fossero davvero invincibili, che nessun attacco
potesse impensierirli? No, era impossibile, dovevano avere un qualche
punto debole, uno soltanto, il poco che poteva bastare per consentirle
almeno un attacco.
-Ora non fai più la spaccona, eh?- la canzonò
Jurgen, afferrandola per un braccio per poi sbatterla nuovamente a
terra.
-Questo è quello che ti meriti per averci sfidati- aggiunse
Jonas, calciandola via con un colpo di punta del suo stivale.
-Anf… anf… mi dispiace, ma io non mi
arrendo…- disse a fatica lei, rialzandosi come meglio poteva
–Voglio continuare…-
-Se vuoi un consiglio da parte nostra, lascia perdere. Tanto
è inutile lottare per una causa persa in partenza-
-Già, Jurgen ha ragione. Che senso ha voler ancora lottare
nonostante tu non ti regga in piedi? Rinuncia finché sei in
tempo, o vuoi forse fare la stessa fine umiliante che ha avuto tuo
padre?-
-Lasciate mio padre fuori da questa storia!-
-E perché mai dovremmo farlo? È stato lui che, da
bravo incosciente, è andato incontro alla sua fine come
guerriero.-
-Se quella volta fosse rimasto al suo posto, a quest’ora
avrebbe ancora le braccia utili per combattere, invece che per servire
birra-
-Vi ho detto… di lasciare… mio padre…
fuori da questa storiaaaaa!!!-
Punta sul vivo da quelle parole, la giovane nordica si
scagliò nuovamente sui due energumeni in armatura, ma questi
furono più veloci di lei e, dopo averle parato
l’ennesimo colpo d’ascia, non esitarono un istante
a colpirla all’addome con i loro pugni, i quali furono
abbastanza forti da incrinarle il bustino metallico e respingerla di un
paio di metri di distanza. Cercando di un fare caso al dolore, ella
ritornò nuovamente alla carica, ma anche questo tentativo
andò rovinosamente a vuoto insieme a tutti gli altri che ne
seguirono, fino a quando non si ritrovò ancora a terra,
sanguinante e con la corazza piena di crepe. Sorridendo soddisfatti, i
due guerrieri alzarono le armi in segno di vittoria, ma a sorpresa, Kym
si rialzò di nuovo, anche se molto più affaticata
di prima.
-Ancora viva?-
-Dannazione, ha la pelle dura per essere una debole donna-
-Beh, che vi aspettavate? Ve l’avevo detto che non mi sarei
arresa così facilmente. E per la cronaca, sarò
anche una debole donna, ma se c’è una cosa che mi
ha insegnato mio padre oltre a menare le mani è che non
importa il nemico che si affronta, per un vero guerriero la cosa
importante è non arrendersi mai. E anche se ciò
volesse dire sacrificarmi, state pur certi che io non cederò-
-Però, sono davvero delle belle parole, per una mocciosa.
Peccato che non ti
serviranno a cambiare la realtà dei fatti-
E invece, mentre i due erano pronti a darle il colpo di grazia, altre
due figure si misero in mezzo, atterrandoli con una pedata ben
assestata sul viso. Nonostante la sorpresa iniziale, Kym non ci mise
molto a capire che i rinforzi, rappresentati da Alex e Andross, erano
finalmente arrivati, pronti anche loro a combattere.
Fine Cap.18
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Capitolo 19 *** La mia/nostra battaglia ***
Cap.19:
La mia
nostra battaglia
-Scusaci il ritardo, Kym- disse Alex –Abbiamo avuto dei
piccoli contrattempi strada facendo ma ora è tutto apposto-
-Veramente sei stato tu la causa di quei
“contrattempi”, ma ora credo non ci sia tempo per
le chiacchiere- aggiunse Andross.
-Ma… che ci fate qui?- domandò lei stupita
–Non sarete mica venuti per aiutarmi, mi auguro- aggiunse, un
po’ punta nell’orgoglio.
-Perché, abbiamo forse fatto qualcosa di male?-
domandò il vice.
-Puoi scommetterci, dato che è di buona regola non
intromettersi nei combattimenti altrui, specialmente quando ero
già al punto di giocarmi il tutto e per tutto contro loro
due-
-Non metto in dubbio questa tua scelta, ma se qualcosa fosse andato
storto come avresti fatto?- chiese invece il capitano.
-In che senso?-
-Nel senso che potevi anche morire-
-E tu che ne sai? Ho ancora abbastanza forza da rompere il muso ad
entrambi, se solo lo volessi, e forse avrei potuto contrastarli anche
da sola se voi non vi foste messi in mezzo-
-Ehi, volevamo solo aiutarti, che c’è di male?-
-Che c’è di male? C’è di male
che questa è la mia battaglia, e voi non centrate nulla con
quest’isola o la sua storia-
-Ma cerca di ragionare un momento, accidenti- intervenne Andross,
prendendola per le spalle e scuotendola –So che vuoi a tutti
costi vendicarti di loro, ma fermati un attimo e guarda come sei
ridotta: sei piena di sangue, a malapena riesci a reggerti in piedi e
forse ci manca poco che la tua armatura si spacchi del
tutto… vuoi davvero gettare la tua vita nonostante tutto?-
-Per Nordland farei questo e altro… dopotutto, sono una
guerriera, ed è nella mia natura combattere per un ideale
comune-
-Allora perché non provi a mettere da parte
l’orgoglio per un po’ e accetti il nostro aiuto? In
tre possiamo fare molto, lo sai?-
-Lo so bene, ma… ormai questo è il mio
combattimento, e dato che l’ho iniziato io, è
giusto che sia io a concluderlo-
-Oh, che parole commoventi- esordì sarcastico Jonas,
massaggiandosi il naso per via della pedata di prima.
-Concordo, veramente commoventi- aggiunse Jurgen –In ogni
caso, la ragazza ha ragione. Lei ha cominciato e lei finirà,
perciò fatevi da parte e lasciateci concludere in pace, poi
vedremo come sistemare anche voi due che vi siete intromessi-
-Uff… e va bene, come volete- concluse il ragazzo, lasciando
che la ragazza ritornasse sul campo di battaglia –Mi
dispiace, fratellino, ma a quanto pare è dura convincere una
come lei-
-Su, non disperarti- lo consolò Alex –Sono sicuro
che se la caverà-
-È quello che spero-
E dopo neanche due minuti di riscaldamento, Kym riprese la sua
offensiva contro i due ex-soldati di Odin, che tuttavia venne
vanificata ancora una volta dalla loro abilità nettamente
superiore in fatto di esperienze in battaglia. La ragazza
però non si perse affatto d’animo, e anzi
continuò con i suoi assalti d’ascia nel tentativo
di individuare il loro punto debole, tentativo piuttosto vano dato che
ogni volta che attaccava lasciava la sua guardia scoperta
nonché il tempo ai due di risponderle come si deve. Infatti,
Jonas era già pronto a scagliarla via con un pugno,
obbligandola a gettare l’ascia e a difendersi portando le
braccia davanti a sé, sperando che i bracciali potessero
ancora difenderla in qualche modo. Purtroppo non fu così, e
l’impatto col pugno nemico fu tale che entrambi i bracciali,
già molto crepati in precedenza, si frantumarono come
niente. In quel momento, proprio mentre cadeva per l’ennesima
volta sul terreno nevoso, ormai rosso per via del sangue che lo
ricopriva, Kym cominciò seriamente a preoccuparsi per la sua
vita e se ce l’avrebbe fatta veramente.
-Kym!- gridò Andross, tenendosi pronto a soccorrerla.
-Non ti avvicinare!- rispose lei, rialzandosi ancora –Ho
detto che questa è la mia battaglia, ricordi? Non
intrometterti!-
-Ma…-
-Niente “ma”!- rispose ancora lei, mentre i tacchi
dei suoi gambali iniziavano a cedere, così come alcuni pezzi
di essi –Io non perderò… dovessi finire
in pezzi come quest’armatura, io riporterò la pace
su quest’isola, e non lascerò che quei due
bastardi l’abbiano vinta!-
Ormai totalmente posseduta dal suo indomabile spirito di guerriera, la
nordica si lanciò con rinnovato impeto contro i suoi
avversari, preparandosi a colpirli entrambi con un calcio avvitato, ma
Jonas la intercettò usando la sua mazza ferrata, ferendola
duramente alle gambe e mandando in pezzi ciò che restava dei
suoi gambali.
“Oh, no…” pensò lei,
cominciando a disperarsi.
E ad aggiungere ulteriore beffa al danno ci fu Jurgen, il quale diede
un secco colpo di spada al corpetto metallico della ragazza, ormai
unico pezzo di armatura rimastole, tagliandolo a metà e
costringendola a coprirsi il seno con le braccia. Ora inerme e con le
ferite che cominciavano a farsi sentire, Kym cadde ancora una volta
sulla neve, respinta dalla potenza del fendente del biondo. Non sapendo
come reagire, la nordica cominciò come ad agitarsi,
respirando a fatica e rannicchiandosi in posizione fetale come se fosse
in cerca di protezione, anche se ormai contro quei due non poteva fare
più nulla se non scappare via.
-Oh, no, Kym!- esclamarono preoccupati Alex e Andross, correndo subito
verso di lei per poterla aiutare.
“Dannazione, dannazione, dannazione…”
pensò “Non credevo l’avrei mai detto ma,
ora penso di capire cosa provava mio padre quando li aveva affrontati
quella volta… quelli non sono esseri umani, sono dei veri
mostri!” aggiunse, cercando di strisciare con le forze che le
erano rimaste verso i due fratelli -Mi dispiace, ragazzi… mi
dispiace sul serio…- disse poi, con le lacrime agli occhi
–Non sono riuscita nel mio intento… sono veramente
troppo forti per me…-
-Non dire così, sei stata brava- la consolò
Andross, togliendosi il cappotto e mettendolo invece alla ragazza
–Non ho mai visto nessuno lottare con così tanta
energia come te…-
-Andross… dici sul serio?-
-Mai stato così tanto in vita mia. Anche se ti hanno
sconfitta su tutta la linea, non fartene un peso, perché hai
comunque dimostrato che per tenere testa a quei due ci vuole molto
coraggio-
-E ora, se al tuo orgoglio di guerriera non dispiacerà, ci
penseremo noi due a mettere le cose apposto- aggiunse un fiero Alex,
scrocchiandosi le nocche con fare deciso –Credo che sia
arrivato il momento giusto per andare da loro e rompergli il culo-
-Ragazzi… io… non so cosa dire… sono
senza parole…-
-Ormai dovresti averlo capito anche tu, no?- proseguì il
ragazzo dei lunghi capelli d’ebano –Questa non
è più la tua battaglia, Kym… da questo
momento in poi, questa è la nostra battaglia, e accada
ciò che accada, stai pur certa che la vinceremo-
-Devi solo avere fiducia in noi due- concluse il fratello minore.
-Tsk, se fate così tante premesse, perché non
venite avanti?-
-Ben detto. Io e Jurgen non vediamo l’ora di massacrarvi-
Fine Cap.19
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Capitolo 20 *** All'ultimo sangue! ***
Cap.20:
All’ultimo sangue!
La tensione era alle stelle… finalmente era arrivato il
momento di chiudere per sempre quella faccenda. Pareva anche inutile
dire che Alex era già pronto a fare sul serio, al punto che
stava già facendo vari esercizi di riscaldamento prima della
lotta, mentre Andross rimaneva ad osservare i due avversari, dato che
gli sembrava quasi illogico, se non assurdo, che fossero davvero
così forti.
-Allora, Andross, come agiamo?- gli domandò il fratello.
-Dato che non vedi l’ora di combattere, ti do il permesso di
andare a gettarti in prima linea- rispose lui –Ho in mente un
piano, e ho bisogno della tua completa collaborazione. Ci stai?-
-Se ciò ci darà una mano a sconfiggerli, per me
va bene-
-Che aspetti, allora? Vai e scatenati, hai il mio permesso…-
-Nya ah ah ah ah, non chiedevo di meglio-
E mentre le sue pupille cominciavano ad assottigliarsi, il capitano dei
Wild Felis partì all’attacco, e incredibile ma
vero, Jonas non ebbe neanche il tempo di prepararsi che si
ritrovò già sbalzato via, nonostante la sua mole,
da una forte pedata di Alex. Pensando che probabilmente il suo
mingherlino sfidante avesse solo avuto fortuna, il guerriero si
scagliò in tutta risposta verso di lui, pronto a rompergli
il collo con un colpo di mazza ferrata, del tutto ignaro del fatto che
stava attivando la sua forma ibrida.
-Attento!- gli gridò Kym.
-Stile Felino…- sentenziò invece il ragazzo,
abbassandosi mentre evitava con abilità l’arma
–Calcio ascendente della Lince!- aggiunse, per poi saltare e
colpire il nemico con un calcio sotto il mento.
-URGH!- fu l’unica cosa che riuscì a dire
l’omaccione mentre veniva spinto via dalla forza del calcio.
-E ora… Calcio discendente!- continuò, facendo un
paio di capriole in aria per poi attaccare con un calcio alla testa
–E infine…- concluse, balzando
all’indietro e incassando le mani artigliate vicino ai
fianchi, preparandole per la mossa decisiva –Artigli
Incrociati!-
E come suggeriva il nome stesso della tecnica, Alex scagliò
un potente colpo incrociato portato dalla forza dei suoi artigli felini
contro il nemico, il quale non solo si ritrovò subito a
terra col pettorale dell’armatura totalmente in pezzi, ma
anche col segno degli artigli sul petto.
-Wow…- disse Kym, rimanendo letteralmente di sasso.
-Sei senza parole, eh?- le disse Andross, notando la sua sorpresa.
-Già… lo ha messo fuori gioco in pochi attacchi-
-A dire il vero, per Alex questo era solo il riscaldamento-
-Che intendi dire?-
-Sta a guardare e lo capirai-
-Piccolo bastardo…- imprecò Jonas, rialzandosi
–Credi di avermi già sconfitto solo
perché sei più agile di me? Ma non farmi ridere-
-E chi ti ha detto niente?- rispose l’interpellato,
chinandosi per massaggiarsi un po’ le gambe –So
bene che colpi come quelli di prima ti fanno solo il solletico,
però non si può dire che non ti abbia lasciato
qualche danno- aggiunse con tono sarcastico.
-Tsk, per un guerriero ferite come questa sono cose da niente in
confronto a ciò che ti farò adesso-
-Ah, davvero? Allora fatti sotto e vediamo se riesci a colpirmi-
-Con molto piacere…-
Detto questo, Jonas si scagliò subito verso il ragazzo,
colpendolo duramente con le punte di ferro della sua mazza senza dargli
neanche il tempo di reagire. Sicuro di portare la vittoria a casa,
l’uomo non ci penso due volte a volergli dare il colpo di
grazia, ma a sorpresa Alex, che fino a quel momento si era limitato a
subire, bloccò l’arma a mani nude e poi, facendo
leva solo sulle braccia, la lanciò via insieme al suo
proprietario, per poi stare a guardare tranquillamente mentre atterrava
di faccia sulla neve. Non potendo sopportare quell’affronto,
il guerriero castano ripartì alla carica più
furioso di prima, menando colpi di mazza a destra e a manca,
costringendo il pirata dai capelli a spazzola, oltre ad evitare i suoi
attacchi, a bloccarlo con un rapido calcio diretto
all’addome, ma…
-Adesso, Jurgen! Il moccioso ha la guardia scoperta!-
-Cosa?-
-Sei caduto nella nostra trappola, amico- disse lo stesso Jurgen,
correndo trionfante verso i due con la spada pronta a colpire.
-Dove credi di andare, tu?- intervenne Andross, tagliando la strada al
guerriero biondo –Sarò io il tuo avversario-
-Fa attenzione, Andross, neanche quello scherza- lo avvertì
Kym.
-Non temere- rispose lui –Saprò come contrastarlo-
Nello scontro che poi ne seguì, sia Jonas che Jurgen diedero
molto filo da torcere ai due fratelli, che dal canto loro riuscirono
più volte a contrastare la loro offensiva e a mandarli al
tappeto. Tuttavia, nonostante gli sforzi, quei due energumeni non
cedevano ancora, dando veramente ad intendere che erano invincibili.
-Anf… anf… fratellone, ho paura che sia
finita…-
-Anf… lo penso anch’io, anf… questi due
dannati non cadono…-
-Oh, ma guarda, Jonas… sembra che siano arrivati al limite-
-Lo vedo, Jurgen… che ne dici di dargli ciò che
si meritano?-
-Non me lo faccio dire due volte, compare…
d’altronde, per due Berserkr come noi, uccidere è
la regola d’oro, no?-
-Berserkr?- sussultò Kym sentendo quella parola
–Oh, no…-
-Che succede, Kym?- gli domandò Alex.
-Proprio come pensavo…- disse Andross con tono cupo
–A quanto pare voi non siete umani comuni…-
-Eh? Che vuoi dire?-
-Intendo dire, fratellino, che ci troviamo davanti a guerrieri il cui
istinto di uccidere è così forte che non importa
quante volte li ferisci, loro si alzeranno sempre e combatteranno fino
alla morte- spiegò il vice capitano –Avevo letto
di loro in un vecchio libro, ma non mi aspettavo che i Bersekr fossero
veri ed esistessero davvero-
-Possiamo quindi dedurre che in quest’isola nascono davvero
guerrieri così forti? Non l’avrei mai detto-
-Già, ma la cosa più sorprendente è
che la forza di un Berserkr è direttamente proporzionata al
loro spirito combattivo e alla loro sete di sangue… e nel
caso di questi due, lo è fin troppo-
Purtroppo per loro, il discorso di Andross venne interrotto
dall’intervento dei due interessati, i quali erano ritornati
nuovamente all’attacco, e questa volta senza alcuna
pietà, atterrandoli duramente sulla neve e spingendoli in
profondità a suon di pedate con l’obbiettivo di
seppellirli vivi. Vedendoli così tanto in
difficoltà, Kym non riusciva a muoversi, impaurita ancora di
più dalla violenza dei nemici. Non volendo però
lasciare che morissero, la nordica ripensò alle loro parole
e decise finalmente di reagire, perciò si infilò
completamente il cappotto di Andross, riprese in mano la sua ascia e,
dopo aver intonato a voce bassa una canzone del suo paese, corse rapida
in loro aiuto, appena in tempo per bloccare le armi nemiche che erano
già pronte ad essere usate per il colpo di grazia, il tutto
sotto lo sguardo dei presenti.
-Kym…- dissero i due fratelli, stupiti da
quell’intervento.
-Di cosa vi stupite? È comunque la nostra battaglia, no?-
disse lei, respingendo con ritrovata forza le armi dei due e poi
aiutando i due a riemergere dalla neve
-Niente in contrario se mi
unisco anch’io?-
-No, figurati- rispose subito Alex, rialzandosi
–Più siamo meglio è-
-Concordo- annuì Andross, riprendendosi anche lui
–Se uniamo tutti e tre le forze, sono certo che ce la faremo-
-Sarà, ma per noi non cambia nulla- replicò Jonas.
-Potete essere anche in cento, ma rimane il fatto che non potrete mai
sconfiggere due veri Bersekr come noi- aggiunse Jurgen.
-Mamma mia, quanto siete monotoni- li criticò il
ragazzo-lince, sbuffando annoiato –Senti, Andross, che ne
dici se sta volta li mettiamo davvero a tacere per sempre? Ormai questa
lotta sta andando un po’ troppo per le lunghe per i miei
gusti-
-Non preoccuparti- lo rassicurò il ragazzo-tigre
–Vedrai che adesso li sconfiggeremo sul serio, garantisco io-
-Davvero, e come?- domandò Kym.
-Aspetta e vedrai-
E infatti, proprio mentre i due energumeni avevano ricominciato a
sollevare le armi per combattere, quest’ultime, forse a causa
delle troppe battaglie a cui erano state sottoposte, si spezzarono a
metà, e a quel punto, vedendo nella loro difesa uno
spiraglio libero, Andross fece cenno di attaccare, e nel giro di pochi
colpi ben assestati e veramente potenti, sia Jonas che Jurgen si
trovarono, per la prima volta nella loro vita, totalmente spiazzati dai
loro nemici.
-Avanti, Kym, è il tuo momento!- urlò Alex.
-Fagli vedere quanto è potente la tua ascia-
incalzò Andross.
-Nessun problema, vi accontento subito- rispose
l’interessata, prendendo un bel respiro profondo e poi
colpire i due barbari con un potente fendente d’ascia,
sfogando così tutta la forza rimastagli.
-Guaaaargh!- urlarono insieme i malcapitati, per poi cadere a terra,
esanimi e ricoperti di sangue, ormai sconfitti definitivamente.
-Anf… anf… ce l’abbiamo
fatta…- disse Kym, ritrovandosi in ginocchio per la fatica
–Ora… Nordland… è di nuovo
libera…-
Fine Cap. 20
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Capitolo 21 *** Vecchie conoscenze e nuove partenze ***
Cap.21:
Vecchie conoscenze e nuove partenze
Era passata un’intera settimana dalla fine dello scontro
contro quei due “falsi re” di Jonas e Jurgen, e in
poco tempo, la situazione sembrava essersi ristabilita quasi del tutto,
dato che ora gli abitanti di Norweja sembravano molto più
sereni e pian piano, aiutati anche dai residenti nei villaggi vicini,
cominciavano a ricostruire quanto distrutto dalla follia distruttiva
dei due guerrieri. Per quanto riguarda Eric, invece, alla fine il suo
buon vecchio onore di guerriero era stato ristabilito, e per
festeggiare la vittoria della figlia e dei suoi nuovi amici aveva
offerto da bere a tutti i vari avventori che visitavano la sua locanda.
I Wild Felis e Kym, infine, avevano passato gran parte del tempo a
riposarsi e riprendersi dalla lotta, cosa che dal punto di vista di
Anis fece molto piacere, visto che per curare soprattutto Alex non si
era risparmiata affatto nell’usare i vari bendaggi e
antidolorifici per farlo stare meglio… anche se alla fine il
ragazzo era quello più bendato dei tre.
-Beh, scommetto che ora sarai contenta, Kym- disse Andross, notando la
felicità nei volti dei paesani –Quei due pazzi
sono stati condannati a vita in prigione, hai riportato onore alla tua
famiglia, e alla fine l’isola è tornata ai suoi
vecchi splendori-
-Già… ma sai, se ho raggiunto questo risultato lo
devo solo a te, perché se non fosse stato per il tuo aiuto,
di sicuro a quest’ora non sarei ancora qui a festeggiare, Kih
ih ih ih- rispose lei, sorridendogli.
-E soprattutto non ci avresti offerto questo cibo- aggiunse Alex,
seduto ad un tavolo mentre si insaporiva il palato con una bistecca.
-E questa birra così deliziosa- continuò Marty,
mandando giù un boccale intero di birra all’orzo.
-Senpai, la prego, si contenga…- disse timidamente Anis.
-Oh, andiamo, oggi è festa, quindi bisogna festeggiare-
Infatti, non appena la spadaccina, evidentemente già brilla,
alzò il boccale in alto, i presenti cominciarono ad esultare
come matti per poi iniziare a cantare un’allegra canzone
nella loro lingua, al cui ritornello tutti quanti alzavano i bicchieri
e bevevano come non mai. Quando poi arrivò il momento della
musica e delle danze, tutti si misero in cerchio e cominciarono a
ballare, mentre a turno una coppia si metteva al centro del cerchio e
danzava davanti agli altri.
-Cavoli, questo sembra divertente. Ci uniamo alle danze, Anis?-
-C-come? Ballare? M-ma Alex, io… non ho mai ballato in vita
mia-
-Non preoccuparti, basterà che ti guidi io-
-Sul serio?-
-Certo. Nella mia isola natale io e Andross eravamo soliti partecipare
a feste di questo tipo. Fidati di me e saremo la coppia più
bella-
-Se lo dici tu…-
In pochi minuti, anche se con qualche inizio un po’ lento, il
capitano e la giovane infermiera riuscirono a danzare come si deve,
venendo acclamati dai vari astanti per la scioltezza con cui si
muovevano. Già, non c’erano dubbi che quei due
fossero bravi, nonostante Anis fosse alle prime armi a riguardo. Il
solo vederli fece venire a Kym un’idea, la quale le avrebbe
assicurato un punto in più nello stare con il suo adorato
Andross e forse, dichiararsi a lui.
-Sono bravi, vero?- gli disse –Chissà, se tuo
fratello riesce a muoversi così bene, magari anche
tu…-
-Vuoi scherzare? Io sono molto più bravo di lui- rispose
Andross.
-Davvero? E quanto più bravo?-
-Su una scala da 1 a 20… direi certamente 21-
-Se è così, perché non lo dimostri
concedendomi questo ballo?-
-Se proprio insisti… perché no?-
“Oh, Dei, ha accettato, ha accettato veramente… me
è così felice”
-Avanti, facciamo vedere quanto valiamo insieme-
“Ha detto “insieme”… oh, mi
sento doppiamente felice!”
E nel mentre la nordica dagli occhi d’ametista fantasticava
sul suo bel principe azzurro (anche se di azzurro non aveva nulla),
Andross la portò in pista e, una volta iniziata una nuova
canzone, danzò con lei in una maniera così
elegante e disinvolta che si guadagnò, nel giro di pochi
passi e per tutta la durata della musica, gli applausi da parte di
tutti i presenti e anche il sorriso divertito di Kym. E un
po’ di tempo più tardi, dopo tutti i
festeggiamenti…
-Visto? Siamo stati l’anima della festa-
-Già, e io non mi sono mai divertita così
tanto… è piacevole passare il tempo insieme a
te… anzi, passerei ogni giorno con te vicino-
-Non sarebbe una cattiva idea, sai? Magari potresti chiedere a tuo
padre se potrebbe lasciarti venire con noi-
-Con voi? Intendi proprio…?-
-Sì, esatto. Se anche al mio fratellino di un capitano
andrà bene, potrai diventare un membro a tutti gli effetti
dei Wild Felis-
-Andross?-
-Sì?-
-Non hai idea di quanto mi renda felice questa notizia… il
solo pensiero che tu possa partire da un giorno all’altro mi
intristisce…-
-Non ne hai motivo, dato che sicuramente sia tuo padre che Alex saranno
ben contenti di averti in viaggio con noi-
Infatti, il giorno seguente, quando Kym diede al genitore la notizia,
in un primo momento questi non poté non dirle che averla
lontana da casa lo preoccupava alquanto, dati i pericoli che si possono
incontrare in mare e nel mondo esterno in generale. Tuttavia,
bastò vedere il sorriso di sua figlia a fargli capire che
bene o male, anche in compagnia di quei due fratelli un po’
bizzarri, se la sarebbe cavata. Una volta salutatisi, Kym, indossata
una nuova armatura e presa con sé la sua inseparabile ascia
e una sacca con dentro alcune cose per il viaggio, si
incamminò verso il punto di attracco dove aveva incontrato
per la prima volta i Wild Felis, che per sua fortuna erano ancora
lì ad aspettarla in compagnia di un uomo dai capelli
brizzolati e la barba nera e incolta, vestito con dei pantaloni beige,
una canottiera bianca e con addosso una cintura piena di attrezzi.
Inoltre, la ragazza non poté fare a meno di notare che
vicino alla Linxer vi era un’altra nave,
dall’aspetto più sobrio e con a bordo vari uomini
intenti ad ammirare il panorama.
-Oh, Kym!- l’accolse calorosamente Andross –Ben
arrivata-
-Grazie- rispose lei, indicando poi il nuovo arrivato –E lui
chi è?-
-Oh, lui è solo un nostro vecchio amico- spiegò
Alex.
-Lascia che mi presenti- fece l’uomo, porgendole la mano in
segno di saluto –Mi chiamo Boris Bornowski, ma per gli amici
sono Bobo-
-Ah, molto piacere… Bobo. Quindi, anche tu hai avuto modo
di conoscere Andross e i suoi compagni…-
-Già, ed è una scelta di cui non mi sono pentito,
dato che grazie a loro potrò finalmente riprendere a
viaggiare per mare. Tu, invece? C’è stato qualche
motivo per cui ti hanno reclutata in ciurma?-
-Beh, ecco… a parte il fatto che è stato il mio
tesoro… volevo dire, Andross a chiedermelo, è da
tempo che volevo girare il mondo e scoprire cose nuove… e ho
anche intenzione di seguire le orme di mio padre e diventare una grande
guerriera proprio come lui-
-Uh, allora punti in grande, eh? Ecco cosa mi piace dei giovani come
voi, siete mossi da forti ambizioni e di sicuro farete di tutto pur di
raggiungere i vostri obiettivi-
-Come dice un vecchio detto, “se non hai sogni, non hai
triglie”-
-Ehm… Alex, forse intendevi dire “se non hai
sogni, non hai niente”-
-Sì, fratellone, è quello che volevo dire-
Convenevoli a parte, alla fine tutto fu pronto per la partenza, e tutti
gli abitanti dell’isola, prima di lasciarli andare, si
radunarono tutti davanti alla costa e diedero loro vari doni, tra cui
cibo, bevande e una buona ricompensa composta da gioielli e oro vario,
in modo da poterli ringraziare abbastanza per ciò che
avevano fatto per loro. Tuttavia, prima che cominciassero a prendere il
largo, Eric si fece avanti tra la folla e fece cenno di dir loro
qualche ultima parola.
-Mi raccomando, ragazzi! Trattate bene mia figlia e assicuratevi che
non le succeda niente di male- disse, con tutto il fiato che aveva.
-Non ti preoccupare, padre…- le rispose Kym, mentre una
lacrima le scendeva giù per il viso –Io so badare
a me stessa, e sono sicura che dopo quest’esperienza
diventerò molto più forte!-
-E io non ne dubito, se viaggerai con gente in gamba come loro!-
-Ha la mia parola, signor Snøfox!- si fece improvvisamente
avanti Andross, mentre con un braccio cingeva il fianco della nordica,
provocandole un arrossimento immediato –Finché
avrò vita, io, Andross McWilde, prometto che
proteggerò sua figlia e starò sempre al suo
fianco, qualsiasi cosa succeda!-
-E io, Alex McWilde, prometto che eviterò in ogni modo che
questi due si mettano nei guai, Nya ah ah ah- si intromise invece Alex,
ricevendo come ricompensa un pugno in testa da Bobo.
-Così impari a rovinare l’atmosfera…-
disse Marty, trascinandolo via insieme ad Anis, che stava
già preparando le bende.
-Per un medico come me non c’è mai
pace…- esclamò –Anche se curare uno
come Alex mi da molta soddisfazione- aggiunse, ignara del fatto che la
sua senpai la stava vedendo arrossire.
“A quanto pare qualcuno è innamorato,
eh?” riflette la spadaccina, sorridendo non vista
“Beh, sembra proprio che in questa ciurma ne vedremo davvero
delle belle, poco ma sicuro”
-Bene, allora…- concluse Andross –Verso la
prossima isola, ciurma!-
-Sìììì!- esultò
il resto della ciurma eccetto Alex, ancora svenuto.
Fine Cap.21
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Capitolo 22 *** Il rivale ***
Cap.22:
Il rivale
Grazie al reclutamento di Kym e il ricongiungimento con Bobo, ora la
ciurma dei Pirati Wild Felis poteva vantare ben sei membri, e tutti
avevano un compito ben preciso da svolgere a bordo… o quasi,
dato che Kym non sembrava avere un incarico fisso a parte quello di
pensare ad Andross in ogni momento della giornata. Certo, sentire
qualcosa per lui era una bella cosa, però la guerriera non
sembrava ancora propensa a dichiararsi apertamente al suo
bell’amato, dato che poteva anche correre il rischio che lui
non ricambiasse quei suoi così intensi sentimenti nati per
caso durante il loro primo incontro.
“Oh, Andross… come vorrei sapere cosa pensi di
me” rifletté la ragazza nordica, perdendosi nei
suoi pensieri “E già che ci sono vorrei tanto
conoscerti meglio… sapere cosa adori mangiare, i tuoi
passatempi, magari allenarmi insieme a te… oh, se
ciò accadrebbe, forse un giorno noi due potremmo
anche…”
-Ehi!- la richiamò alla realtà Alex, vedendola
assorta –Tutto bene?-
-Uh? Oh, sì, scusami… ero presa da un certo
pensiero e mi sono come estraniata per un momento dal mondo-
-Beh, mi pare naturale, dato che con un tempo così bello
come questo è facile distrarsi facilmente-
-Da che pulpito… tu sei sempre distratto- gli disse Andross,
controllando la rotta armato di sestante e Log Pose.
-Meglio se oggi non mi provochi, fratellone. Oggi è una
giornata troppo bella per rilassarsi, quindi non mi sembra il caso di
rovinarla attaccando briga con il primo che mi capita a tiro-
In effetti, era da un paio di giorni che la Linxer navigava tranquilla,
e da quanto prometteva il tempo, sembrava non esserci alcun fattore che
potesse provocare tempeste o altro. L’unica cosa che ruppe
quella calma piatta fu quando un’altra nave, leggermente
più grande della Linxer, con la polena raffigurante un
grosso squalo pieno di cicatrici e una bandiera con sopra stampato un
teschio su due ancore incrociate, tagliò loro la strada
arrivando da babordo.
-Sembra che abbiamo compagnia, ragazzi…-
sentenziò Bobo.
-Che si tratti di nemici?- domandò Marty, prendendo le sue
spade.
-E chi lo sa?- disse invece Alex –Magari è
qualcuno di passaggio-
-Io invece penso che siano proprio nemici- proferì Andross.
E come per ovviare alle parole del ragazzo, non appena il timoniere
fermò la nave, subito dopo fece come cenno a qualcuno di
giungere sul ponte di prua. Questo “qualcuno”,
coperto da testa a piedi da una cappa cremisi, volendo fare una sorta
di entrata molto scenografica, balzò direttamente dalla
sottocoperta, per poi effettuare una serie di capriole in avanti e
atterrare in piedi in maniera perfetta… o meglio,
così sarebbe stato se questi non fosse scivolato su una
buccia di banana durante la parte finale, finendo invece con il
ritrovarsi col sedere per terra e facendo scappare una risatina di
gusto ad Alex.
-Ah, dannazione- disse il curioso personaggio, gettando la buccia in un
barile nei dintorni –Mi sono rovinato l’entrata
come un idiota…-
-Se vuole può sempre rifarla, capitano- disse un suo
ciurmato.
-No, lascia perdere, sarà per la prossima volta-
Dopo questa risposta, il tizio si rimise in piedi e volse lo sguardo
verso i nostri, per poi togliersi la sua cappa con una rapida mossa e
rivelare un giovane uomo alto e di bell’aspetto, dai folti
capelli biondo platino leggermente rivolti verso l’alto e
l’abbigliamento piuttosto originale, composto da un paio di
pantaloni porpora e una giacca corta a mezze maniche dello stesso
colore, la quale metteva in evidenza un addome piatto e ben piazzato.
Legata in vita portava una fascia obi1
di colore azzurro, mentre alle mani aveva un paio di guanti
neri aperti sulle dita e ai piedi calzava dei geta2.
L’elemento che lo contraddistingueva di più, abito
a parte, era una benda rossa a forma di fascia che gli copriva
l’occhio sinistro e metà zigomo, lasciando che
l’unico visibile fosse il destro, di color acquamarina3.
-Permettete che mi presenti- disse, mettendosi in posa portando una
mano in avanti e l’altra vicino al viso, mentre la gamba
destra si metteva parallela alla sinistra4
–Il mio nome è Arslan Seawalker, conosciuto da
tutti come “Grande Ancora”- aggiunse, cominciando a
saltellare su un piede solo verso sinistra –Motivo per cui ho
tagliato voi la strada è semplice: io e i miei uomini
abbiamo intenzione di attaccarvi e rubare i vostri averi più
preziosi- continuò, questa volta saltellando verso destra
–Perciò, se tenete alla vostra pelle, siete
pregati di non opporre resistenza, altrimenti moriret…
AAAAAH!-
Purtroppo per lui, il ragazzo non riuscì a finire la sua
introduzione che perse l’equilibrio e si ritrovò
con la faccia sul legno del ponte, provocando altre fragorose risate ad
Alex e alcuni sguardi un po’ perplessi da parte degli altri
presenti.
-Nya ah ah ah ah ah, oddio...- disse divertito il capitano
–Non
ho idea di che cosa voglia questo tipo, ma una cosa è certa,
mi sto spanciando dal ridere solo a vederlo, Nya ah ah ah…-
-In effetti…- aggiunse Marty –Mi sembra un
po’ troppo scemo per essere un pirata, specie con una nave
così…-
-Che faccio, Andross, li aggiro e ce ne andiamo?- propose Bobo.
-Non ancora- rispose il vicecapitano –Voglio prima vedere che
altro combina questo presunto assalitore-
-Cos’è, fai lo spiritoso?- disse
l’interpellato, rialzandosi –Guarda che io sono un
pirata molto temibile, e non per niente il Governo mi ha recentemente
affibbiato una taglia da 58 milioni- aggiunse, risistemandosi
l’abito impolverato –E volete sapere il motivo per
cui è tanto alta? Semplicemente per il fatto che un grande
come me è stato capace di parecchie imprese, tra cui
l’affondare ben tre navi della Marina, tenere testa ai loro
“affidabili” soldati e portare scompiglio in
quattro isole… in pratica, se ve lo state chiedendo,
sì, sono una vera canaglia dei mari-
-Siamo sicuri che non siano tutte balle?- lo interruppe Marty,
sguainando entrambe le spade con fare scocciato –No,
perché una taglia così mi pare fin troppo alta
per uno come te-
-Cos’è, vuoi un assaggio della mia forza,
ragazzina? Se è così vieni pure avanti, che ti
accontento subito-
-Non me lo faccio ripetere due volte!-
E senza aspettare oltre, la spadaccina prese la rincorsa e
saltò dal ponte della Linxer, scagliando poi le Ali del
Falco sul nemico una volta arrivata a mezz’aria. La coppia di
fendenti viaggiò a velocità spedita contro il
bersaglio, ma questi si rivelò più veloce,
scansandosi e lasciando che la ragazza atterrasse nel suo territorio.
Dopo aver fatto un cenno ai suoi uomini di tenersi indietro e un altro
a Marty come per dirgli di attendere, il biondo andò un
momento nei suoi alloggi e vi tornò con la sua arma tra le
armi. Tale arma, se così si poteva definire, era una sorta
di bastone lungo quanto il ragazzo, che era alto sul metro e novanta,
con alla cima una grossa ancora e una lunga catena che partiva da pochi
centimetri dall’ancora stessa e si intrecciava al resto
dell’asta, terminando con un piccolo peso di forma romboidale.
-Un’ancora? Che arma insolita…-
dichiarò lei.
-Bella, eh? È quella che puoi considerare come mia arma
primaria, dato che l’ho fatta con le mie stesse mani- rispose
Arslan, mettendo in mostra quell’arma bizzarra –Con
questa ho vinto molte battaglie-
-Vedremo se saranno così meritate dopo
che ti avrò fatto scendere dal piedistallo. Tecnica a Due Spade… Taglio della
Croce!-
Come la giovane spadaccina sentenziò quella tecnica,
dapprima mise le spade davanti a sé e successivamente
scagliò due fendenti, uno orizzontale e l’altro
verticale, i quali formarono una sorta di croce latina fatta
d’energia. Il biondo, però, non fece altro che
scagliare anche lui un fendente d’energia, il quale
cozzò contro la croce di Marty in modo che entrambi i colpi
si annullassero, sorprendendo i presenti.
-Come? Anche tu riesci ad usare quello stile di spada5?-
-Sono uno tra i migliori, carina-
-Allora posso dire di aver trovato l’avversario giusto per me-
-Sul serio? Non mi dire… ora però tocca a me
attaccare, e lo farò grazie alla mia mossa
preferita… Colpo D’Ancora!-
-Tecnica a Due Spade… Blocco della Mantide-
Brandendo la sua arma con entrambe le mani, Arslan la portò
all’indietro e successivamente la scagliò contro
la ragazza, la quale però si mise subito sulla difensiva
mettendo le spade a “x”, col risultato di essere
sbalzata via di un paio di metri dal nemico. Sorridendo soddisfatto, il
biondo in viola si preparò ad usare un altro colpo contro di
lei, ma a sorpresa questa ripartì alla carica, impugnando le
spade al contrario e spiccando un piccolo balzo.
-Tecnica a Due Spade… Falciata della Mantide!-
urlò, pronta a colpire l’avversario con un attacco
incrociato.
-Spiacente, ma non mi farò colpire così
facilmente- disse lui, srotolando la catena dall’asta e
lanciandola contro la mora, che si ritrovò con la gamba
destra bloccata –Sorpresa!- aggiunse, strattonandola e
facendola cadere a terra, vanificando l’attacco.
-Ma porca merda…- si lamentò lei, gemendo per la
botta –E chi si aspettava che anche quella catena fosse
pericolosa?-
-Oh, dici che forse dovevo dirtelo prima?- domandò
sarcastico.
-Spiritoso, aspetta solo che mi libero e…-
Purtroppo la ragazza non riuscì a concludere la frase che
Arslan la strattonò di nuovo, ma questa volta facendo in
modo che si ritrovasse ai suoi piedi. Fatto questo, il biondo
ritirò la catena e si preparò di nuovo a
scagliare un altro colpo d’ancora, ma vedendo che la ragazza
durante il suo atterraggio aveva perso le spade, posò
l’arma un momento per ridargliele, lasciandola
interdetta e anche un po’ disorientata.
-Perché quella faccia? A me non piace combattere contro un
avversario che è disarmato. È una questione di
principio-
-Ah, capisco… perciò, ora riprendiamo a lottare?-
-Ovvio, carina, sennò questa battaglia non avrebbe senso-
E dopo pochi secondi, infatti, i due ripresero a scambiarsi colpi di
spada e di ancora senza neanche fermarsi un momento, facendo notare
agli altri, soprattutto ad Alex, quanti danni stessero facendo su
quella nave, confermando sul serio quanto quel biondo fosse davvero
forte nonostante l’apparenza più o meno innocua.
-Combatti davvero bene, sai?- si complimentò lui
–Sono sicuro che un giorno diventerai una grande spadaccina-
-Ti ringrazio- rispose lei –Non per niente il mio obbiettivo
è quello di diventare forte come il famoso Roronoa Zoro e
trovare tutte e sette le Spade del Peccato…- aggiunse con
tono orgoglioso.
Sentendo ciò, all’improvviso Arslan ebbe come un
mancamento, finendo con l’essere colpito alla spalla destra
da Marty, atterrando sul ponte della nave quasi scioccato e lasciando
di stucco anche la sua avversaria, che non sapeva se aveva vinto oppure
no. Sta di fatto che, una volta rialzatosi, il biondo
cominciò a prostrarsi in segno di scusa davanti a lei,
dichiarandosi sconfitto. Non sapendo cosa fare, in seguito i nostri lo
accolsero sulla loro nave per farlo riprendere un po’ dal suo
strano shock.
-Mi… mi dispiace davvero di avervi attaccato… non
immaginavo che anche voi foste alla ricerca di quella
spade…- disse ancora sconvolto.
-Le conosci?- gli domandò subito la ragazza.
-Altroché se le conosco. Si dice che siano spade
così rare il cui valore sul mercato nero farebbe gola a
chiunque-
-Cosa sai esattamente su quelle spade?- gli chiese Andross.
-Non molto, ma si racconta siano custodite da un gruppo di sette
individui, chiamati “I Sette Peccatori”, i quali
viaggiano i lungo e in largo per la Grand Line distruggendo qualsiasi
cosa ovunque vadano grazie proprio ai poteri delle loro spade-
-Cavoli… allora sono tipi davvero pericolosi-
esclamò Alex.
-Già, e se Marty vorrà davvero collezionare
quelle spade dovrà come minimo misurarsi con loro- aggiunse
Bobo.
-Però c’è una cosa che non
capisco… come mai sei interessato anche tu a quelle spade?
Un pirata forte come te non dovrebbe averne bisogno, data la tua
maestria con l’ancora- domandò Kym.
-Semplicemente perché io oltre ad essere un pirata sono
anche un cacciatore di tesori rari, e il mio obbiettivo, oltre quello
di farmi una buona fama come filibustiere, è ovviamente
collezionare tutte le rarità esistenti di questo mondo-
spiegò con calma il biondo.
-E per fare ciò vorresti aggiungere anche quelle spade alla
tua collezione, non è così?- concluse Anis.
-Esatto, piccola biondina. Essendo dei pezzi così rari, non
posso lasciarmeli sfuggire così facilmente, no?-
-Allora che ne dici se facciamo una sorta di scommessa?-
-E sarebbe… uh, Marty, giusto?-
-Sì, esatto. Comunque, la scommessa è questa: se
entro tre mesi uno di noi due troverà tutte e sette le
spade, ne farà ciò che vuole-
-Suona buona come scommessa, quindi per me va bene-
-Perfetto… quindi, da adesso in poi, siamo rivali-
-Eh, già… Marty…-
-Arslan…-
-Che vinca il migliore!- conclusero insieme.
Fine Cap.22
Note:
1: cintura a sciarpa usata generalmente per tenere fermi i kimono.
2: sandali giapponesi in legno con due tasselli che ne rialzano la
suola.
3: una tonalità chiaroscura del verde mare.
4: la posizione e il conseguente “balletto” che
esegue Arslan è una tipica posa da teatro Kabuki.
5: Marty ovviamente si riferisce allo stile delle “stoccate
volanti”, vale a dire quello stile che i samurai (si presume)
erano soliti adottare per tagliare e/o attaccare a distanza i propri
bersagli.
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Capitolo 23 *** Ricordi rivelatori ***
Cap.23:
Ricordi rivelatori
Era ormai calata la sera a bordo della Linxer, e dopo aver salutato
Arslan e il suo equipaggio con la speranza di incontrarlo di nuovo e
cenato in maniera molto abbondante, ora i nostri potevano finalmente
godersi il meritato riposo nelle loro cabine e riprendere il mare una
volta fattasi mattina. Peccato che mentre tutti erano a dormire beati
nei loro letti, solo poche persone erano ancora sveglie e non sentivano
ancora la stanchezza. Queste persone non erano altri che Andross,
impegnato in quel momento ad aggiornare con molta cura il diario di
bordo; Kym, che stilava la lista delle cose da fare per mettersi in
buona luce davanti al suo spasimante; e Anis, intenta non solo ad una
piccola sessione di “studio notturno”, ma anche di
riflessione su quanto le era accaduto di recente.
“Non riesco a crederci” pensò
“Sono qui nella ciurma solo da poco eppure mi sento
già integrata a pieno… anche se l’unica
cosa che so fare al momento di abbastanza utile è prendermi
cura di loro e delle ferite che riportano dopo le battaglie”
continuò, ripensando alle varie volte in cui è
dovuta correre a prendere il kit medico per poter rimettere in sesto i
suoi compagni mentre riponeva nella libreria vicino a lei il libro di
biologia che stava leggendo “Questo però non mi
sminuisce affatto, se devo essere sincera… dopotutto, penso
sia il modo migliore per ripagarli di ciò che hanno fatto
per me”
E come darle torto? Se non fosse stato per il loro provvidenziale
intervento avvenuto quando la barca su cui viaggiava si era ribaltata
di colpo, sicuramente ora non si sarebbe ritrovata a bordo di una nave
molto bella e con un piccolo gruppetto di persone che
l’avevano accolta bene fin dall’inizio, come si
poteva notare dalla proposta che gli aveva fatto Alex tempo addietro.
-Non preoccuparti, Anis.
Come dice un vecchio detto, “Non tutto il pesce viene per
friggere”- esclamò all’improvviso Alex.
-Forse volevi dire
“Non tutto il male viene per nuocere”-
-Si, esatto, Andross. Il
punto è che se proprio ci tieni a scoprire qualcosa sul tuo
passato, potresti sempre venire con noi, no?-
-Io… con voi?
Ma ne sei sicuro?-
-Sicurissimo. Fidati, se
verrai con noi il divertimento non mancherà-
-Ma io non sono mai
stata in un gruppo o in una ciurma pirata, hai qualche consiglio da
darmi?-
-Sii semplicemente te
stessa e il resto verrà da sé-
Ed era stato proprio quel momento che lei era entrata a far parte dei
Wild Felis, rivelandosi fin dal primo momento una persona molto utile
nonostante tutte le apparenze, come quando aveva trovato la mappa per
la Grand Line che Bobo aveva lasciato per loro, oppure quando si era
fatta coraggio e aveva deciso di affrontare Aster da sola allo scopo di
difendere i suoi compagni che fino a quel momento si erano battuti per
la sua incolumità. Tuttavia, nonostante
l’importanza di quell’atto eroico, non poteva di
certo nascondere che le parole di quel misterioso tizio che diceva di
conoscerla echeggiavano ogni tanto nella sua mente…
-Proprio
così… l’ho fatto per farti capire
quanto è doloroso stringere qualsiasi tipo di legame con le
persone che incontri… non importa se ti sembrano amichevoli
o meno… sta di fatto che col tempo, questi legami sono
destinati a sparire, e più tempo passerai con questa ciurma
di poveri deboli, e più soffriranno, fino a morire uno
dietro l’altro, fino a quando non rimarrai sola…-
-Tu non hai alcuna
speranza di stare con loro, a meno che tu non decida di tornare con me
e compiere il tuo destino-
-Quelle parole… che cosa avrà mai voluto dire?-
si chiese, mentre cominciava a cambiarsi per andare a dormire
–Se non sbaglio accennava al fatto che dovessi
“compiere il mio destino”… ma a quale
scopo, e poi perché proprio io?- aggiunse, dando un’occhiata al suo ciondolo, aprendolo e
notando una foto di lei insieme al ragazzo dai capelli blu che
le sorrideva “Aster Fatum… chi sei
veramente?”
Ma proprio nel momento in cui si poneva questi interrogativi,
all’improvviso nella sua mente scattò come
qualcosa di strano, che oltre a provocarle un forte capogiro, fece
anche riaffiorare in lei immagini molto confuse, probabilmente dei
ricordi sopiti da tempo. In preda al dolore, la bionda si
portò le mani alla testa, mentre quelle immagini le
attraversavano violentemente la memoria… primo fra tutti
ebbe un ricordo dove lei ed Aster, il quale indossava una sorta di
veste cerimoniale e con in mano una spada, stavano celebrando una
qualche sorta di rituale, fatto evidenziato dall’immagine di
un inquietante pentacolo incisa sul pavimento.
-Aster, non sono sicura
di volerlo fare… mi sembra troppo rischiosa come
cosa… e se qualcosa andasse storto?- domandò la
ragazza, sdraiata al centro esatto del disegno, timorosa per la sua
sorte.
-Ormai è
troppo tardi per esitare… hai fatto la tua scelta ed
è giusto che ora si vada fino in fondo,
perciò…- rispose lui, tenendo la spada ben tesa
con entrambe le mani, pronto a procedere.
-Mi dispiace,
Aster… ma io mi tiro fuori…- disse ad un tratto
lei, alzandosi da terra e cominciando ad andarsene.
-Eh? Ma come? Non mi
avevi detto che eri pronta a tutto pur di celebrare questo rito?-
-Perdonami, ma non
voglio rischiare che l’invocazione di qualcosa di cui non
comprendiamo il potere possa metterci in pericolo-
-Ma tu non
capisci… senza “quell’arma”,
non potremo mai prenderci la nostra rivincita sul mondo
intero… ripensaci, sei ancora in tempo-
-Ma perché
vuoi arrivare così a tanto pur di vendicarti?-
-Perché,
dici? Ma è ovvio, mia cara… perché
è Destino che accada… solo così
potrò dimostrare quanto il nostro regno sia ancora potente
nonostante i secoli passati…-
A quel punto, il ricordo svanì com’era arrivato,
facendo posto ad un susseguirsi di tanti altri aneddoti più
o meno importanti, i quali provocarono in Anis molto più
stress mentale di quanto potesse immaginare, mentre lei stessa si
chiedeva per quale motivo le stessero ritornando in mente
adesso… non riuscendo a resistere, la bionda si
lasciò andare emettendo urla di terrore, urla che misero in
allarme gli altri obbligandoli ad andare a vedere cos’era
successo. Appena arrivati, i ragazzi videro la loro compagna svenuta a
terra, e subito un preoccupato Alex si mise all’opera per
farla riprendere scuotendola per le spalle. Una volta ripresasi, Anis
abbracciò istintivamente il giovane capitano, evidentemente
sconvolta.
-Aster… quell’arma… non…
evocarla…- farfugliò lei, ancora scossa.
-Anis, calmati, per favore- cercò di tranquillizzarla Alex,
notando che stava anche tremando dalla paura.
-La mia memoria… ora ricordo…-
continuò, per poi svenire di nuovo.
-“La mia memoria”… ma che vuol dire?-
domandò Kym.
-Vedi, Kym… devi sapere che Anis, in circostanze che ancora
non ci sono chiare, ha perso la memoria, e ora non ricorda quasi nulla
del suo passato o del posto da dove proviene- spiegò
Andross.
-Di conseguenza, l’abbiamo presa in ciurma allo scopo di
aiutarla a recuperare la memoria… e forse è
probabile che stia incominciando a ricordare qualcosa- aggiunse Marty,
notando lo sguardo sconvolto della sua amica nonché allieva.
-Probabile, però non credo riusciremo a ricavarne molto,
date le sue condizioni attuali- proferì Bobo
–Propongo di lasciarla riposare e di provare a chiederle
qualcosa domani mattina-
-Sai, Bobo? Mi sa che abbiamo avuto la stessa idea, perché
anch’io stavo pensando di fare così- ammise
Andross notando suo fratello mentre metteva a letto la bionda
–Per il momento faremo così, e domani, nel caso
Anis abbia ricordato qualcosa, a seconda di ciò che
rivelerà potremo decidere il da farsi-
Accordatisi in questo modo, il resto dei Wild Felis ritornò
a dormire, e il giorno dopo, una volta riunitisi tutti in camera della
ragazza, Andross cominciò fin da subito a prendere in mano
la situazione e prese la parola per primo come suo solito,
guadagnandosi ancora più ammirazione da Kym, che lo guardava
quasi estasiata.
-Allora, ragazzi- iniziò –Come saprete, la nostra
compagna Anis soffre di una sorta di amnesia che le impedisce di
ricordare gran parte del suo passato, eccezione fatta per un ciondolo
che porta sempre con sé e un suo non ancora chiarito legame
con il nostro presunto nemico, vale a dire Aster Fatum-
-Scusa, perché “presunto”?- lo
interruppe Alex -Quel bellimbusto ha chiaramente fatto intendere che lo
incontreremo ancora-
-Sì, ma dimentichi che per il momento non sappiamo quale sia
il suo vero obbiettivo, perciò direi che faccio bene a
definirlo così-
-Io credo di saperlo- disse Anis, mostrando uno sguardo parecchio serio
e allo stesso tempo attirando la curiosità dei presenti.
-Davvero? Questa sì che è una sorpresa-
commentò Bobo.
-E sentiamo, cosa avrebbe intenzione di fare?- domandò Marty.
-Da quello che ricordo, riportare agli antichi fasti il suo antico
casato nobiliare e dimostrarne al mondo la superiorità-
-“Antico casato”? Non sarà mica un
nobile?- chiese Kym.
-Indovinato…- annuì la bionda, continuando a
spiegare –Per poterlo fare, però, ritiene di aver
bisogno di invocare una sorta di incredibile potere sigillato in una
certa arma, con la quale afferma addirittura di capovolgere il mondo ai
suoi piedi-
-E allora perché dovrebbe aver bisogno di te?-
-Semplice, Alex… sembra che per poter invocare
quell’arma e il suo potere vi è bisogno del
sacrificio umano di una persona cara… e siccome pare che io
per
lui sia stata la persona più importante, mi pare ovvio che
mi voglia a tutti i costi-
-Potresti dirci di più su quell’arma, per favore?-
-Vorrei poterlo fare, Andross, ma al momento ricordo solo
ciò che vi ho appena detto, mi dispiace… e anche
se dovrei essere contenta per i progressi che sto facendo nel
ricordare, non posso nascondervi la mia paura per ciò che
potrebbe accadere se mi uccidesse e riuscisse davvero ad ottenere
quell’arma…-
-Non aggiungere altro!- le disse Alex –Se parti
già dal presupposto che potrebbe riuscirci, sei in errore-
aggiunse, alzandosi di scatto dalla sua sedia –Non dico che
provare paura sia una brutta cosa, anzi, nel tuo caso sei
più che giustificata, ma se continuerai a vederla in modo
così negativo potremmo davvero rimetterci tutti-
-Ma Alex, non ricordi come eravate ridotti quando affrontaste Aster per
la prima volta? Affrontarlo adesso sarebbe troppo rischioso-
-Come se non ne fossi consapevole… Senti, Anis, apprezzo che
tu ti preoccupi per noi e vorresti non farci correre rischi inutili, ma
dato che come dice Mr. Destino ormai siamo incappati nel loro
territorio, non ci resta che continuare a viaggiare e vedere che cosa
ci riserverà il futuro. E visto che siamo in
tema… Andross, dove sta puntando il Log Pose adesso?-
-Verso est, e ciò vuol dire che ad occhio e croce la nostra
prossima meta non è molto lontana da qui- rispose
l’interpellato.
-Ed è anche probabile che visiteremo una o due isole
autunnali, se la navigazione ci sarà favorevole- aggiunse
Bobo, avviandosi per andare a governare il timone –Speriamo
solo di non incappare nella grinfie di qualche mostro marino-
-Di questo non devi preoccuparti, amico. Basterà un semplice
attacco della mia Tecnica a Due Spade e non ci saranno problemi-
-Sempre se non li ucciderò prima io con la mia ascia-
-Cos’è, vuoi forse sfidarmi, donna del Nord?-
-Non era mia intenzione, ma se proprio vuoi… accetto con
piacere-
Fine Cap.23
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Capitolo 24 *** Alla ricerca delle Spade del Peccato ***
Cap.24:
Alla ricerca delle Spade del Peccato
Tempo più tardi, per tutta la durata della sua navigazione,
la Linxer era incappata più volte in zone abitate da vari Re
del Mare, e sia Marty che Kym si erano date alla pazza gioia nel fare
gara a chi ne uccidesse di più, trovata che oltre a liberare
la via dagli eventuali pericoli che si presentavano era servita anche a
procurare provviste sufficienti per poter evitare che
l’equipaggio morisse di fame. E poi, quando giunse
l’ora di pranzo, tutti poterono gustare felici delle
deliziose prelibatezze di mare preparate abilmente da Andross.
-Avanti, non fate complimenti- disse il vice tuttofare –Ce ne
è abbastanza per tutti, e chi vuole può fare pure
il bis-
-Io farei volentieri il tris- disse Alex, ricevendo come risposta un
cazzotto in testa da Bobo –Ow, ma che ho detto di male?-
-Nulla, a parte mettere in mostra la tua ingordigia- spiegò,
ritornando a mangiare –Anche se sei ancora un ragazzetto, non
devi esagerare troppo col mangiare, altrimenti rischi di star male-
-Però non è colpa mia se sono una buona
forchetta. Nella mia isola natia eravamo soliti banchettare con un
sacco di leccornie, perciò si può dire che sia io
che il fratellone siamo dei buongustai-
-Già, ma con la differenza che almeno lui sa controllarsi,
mentre tu con l’appetito che hai mangeresti anche le pietre-
lo canzonò Marty.
-Sono d’accordo… in tutti i miei anni di
guerriera, mai visto un essere più affamato del nostro
capitano- annuì Kym, per poi rivolgersi alla spadaccina
seduta vicino a lei –Perciò, dato che abbiamo
fatto fuori la stessa
quantità di mostri marini, dovremo considerarci pari?-
-Sì, a me va bene comunque, tanto cose come questa sono di
secondo piano se ripenso al mio sogno da realizzare-
-Ah, intendi quella serie di spade che vorresti a tutti i costi?-
-Esatto, e non ho intenzione di farmele fregare da Arslan-
-Chissà, magari nella prossima isola potremmo anche trovarne
una, se saremo abbastanza fortunati- ipotizzò Anis
–Ma è probabile che oltre alla spada troveremo
anche il suo possessore, e ad essere sincera non so se la senpai
potrebbe essere pronta a…-
-Vuoi scherzare, Anis? Quelle spade sono troppo importanti per me, e
per conquistarle sono disposta a tutto-
-E se quei tipi fossero davvero pericolosi?-
-Fidati di me, saprò cavarmela-
Poco dopo, il tragitto della nave riprese senza intoppi, e il caso
volle che la nave attraccasse e fece sbarcare i nostri in una vera e
propria isola autunnale, caratterizzata da alberi le cui foglie
cadevano ogni tanto dai rami, alcuni docili animaletti quali gli
scoiattoli che raccoglievano noci e lunghi sentieri di terra battuta
ovunque vi si posasse lo sguardo, sormontati ogni tanto da qualche
collina nelle vicinanze colma di vigneti. L’aria che si
respirava lì era come caratterizzata da un curioso odore di
erbe aromatiche misto a quello di uva fresca e matura. In poche parole,
era una di quelle isole, oltre ovviamente a quelle estive, in cui il
relax era sovrano, e non per niente Alex aveva avuto la brillante idea
di gettarsi nei mucchi di foglie appena cadute e sdraiarcisi sopra, non
preoccupandosi neanche un po’ di rovinare la salopette di
jeans e la maglietta gialla sottostante che aveva indossato per
l’occasione.
-Da non credere…- disse Kym, che era rimasta con indosso la
sua solita armatura e una lunga cappa color terra per nasconderla.
-Noi siamo in missione e lui pensa a divertirsi?- domandò
Marty, pulendosi gli abiti dalle foglie che le erano cadute addosso.
-Beh, forse è la prima volta che viene in un’isola
del genere, quindi per lui sembrava divertente- rispose Bobo, che come
le due ragazze era rimasto anche lui con l’abbigliamento
quasi invariato, fatta eccezione per una bandana rossa sul capo.
-Se è così, allora penso mi divertirò
anch’io- disse invece Anis, seguendo l’esempio del
capitano e gettandosi anche lei tra le foglie, non mancando di
lasciarsi andare a qualche risata contenta.
-Forse non è stata una cattiva idea venire qui- concluse
Andross, sistemandosi un po’ il completo e notando nelle
vicinanze un cartello con scritto “Benvenuti a Wine
Peak” –Almeno sappiamo che non è
un’isola disabitata, altrimenti non si spiegherebbero tutti
quei vigneti-
-Hai scoperto l’acqua calda, amico… yawn-
attirò la sua attenzione una voce dal tono assonnato,
appartenente ad una ragazzina di bassa statura, dai corti e
scompigliati capelli argentati e un paio di occhi grigi quasi aperti,
vestita con un largo pigiama bianco.
-E tu chi sei, e da dove salti fuori?- domandò Kym,
ingelosendosi subito alla vista di quella piccoletta vicino ad Andross.
-Uh? Che domande, vengo dal villaggio qui vicino… yawn-
rispose, stropicciandosi un po’ gli occhi
–Comunque, mi chiamo Seraphine, piacere di
conoscervi… yaaaaawn- aggiunse annoiata.
-E come mai sei qui in giro?- le chiese Andross –Ti sei forse
persa?-
-Ecco… a dire il vero volevo fare una passeggiata prima di
pranzo, ma a quanto pare non sono più riuscita a ritrovare
la strada di casa, e anche se è un po’ una noia,
non ho voglia di essere sgridata dai miei e andare a letto senza cena-
spiegò lei –Non è che sareste
così gentili da accompagnarmi a casa? In cambio posso
ricompensarvi bene-
-Come, esattamente?- intervenne Marty, mostrando uno sguardo
stranamente sospettoso nei confronti della ragazzina.
-Beh… ci sarebbe una spada che ci ha lasciato in dono un
guerriero che era venuto qui molto tempo fa… potrebbe andare
bene?-
-Una spada, eh?-
-Esatto, e pare sia una vera rarità, dato che nessuno prima
d’ora ne aveva vista una del genere-
Nel sentire quelle parole, lo sguardo di Marty si fece subito
interessato alla faccenda, e nello stesso momento, mentre il resto
della ciurma discuteva sul da farsi, la spadaccina si chiuse subito nei
suoi pensieri, cominciando a riflettere riguardo ciò che la
ragazza aveva appena detto. Forse era probabile che la spada descritta
fosse una di quelle che stava cercando, ma sembrava fin troppo facile
che si trovasse in un luogo comune come un villaggio. A riportarla alla
realtà fu un acuto fischio del capitano, la quale le fece
cenno di incominciare ad incamminarsi, segno che era stato deciso ad
unanimità di riaccompagnare Seraphine a casa, cosa che non
piacque né alla spadaccina né a Kym, che da come
fissava l’albina sembrava stesse pianificando di
torturarla… o peggio.
***
-Capitano, terra in vista!- avvertì la vedetta al suo
superiore, intento a fissare l’orizzonte con aria fiera.
-Perfetto, allora prepariamoci all’attracco- rispose Arslan,
puntando la sua “Ancora da battaglia” in avanti e
dando un’occhiata all’articolo di giornale che
aveva con sé –Stando a questa fonte abbastanza
attendibile, sembra che nell’isola in cui siamo diretti si
siano verificati frequenti episodi di violenza immotivata, al punto che
nemmeno i Marine sembrano riuscire a contenere le battaglie
che vi hanno luogo…-
-Pensi sia opera di una Spada del Peccato?- domandò quello
che doveva essere il suo vice, il cui volto era nascosto da una
maschera raffigurante il volto di un Oni1,
forse per preservarne l’identità.
-È un’ipotesi probabile, Rai, ma anche un
po’ azzardata, quindi penso sia inutile dire abbiamo bisogno
di prove per confermarla…- disse invece una voce femminile,
appartenente ad una donna il cui volto, come quello di Rai, era coperto
da una maschera, che a differenza del ragazzo raffigurava invece il
viso di una Yuki’onna2
–Cosa consiglia, capitano?-
-Cosa consiglio? Mi pare ovvio, Fuu…- ribatté
l’interessato, gettando via l’articolo di giornale
–Andremo a controllare, e se è vero che
lì si trova una Spada del Peccato, troveremo anche il suo
proprietario, e una volta che l’avrò sconfitto con
le mie incredibili arti di guerriero, aggiungerò quella
preziosa arma alla mia collezione-
“Speriamo solo che non combini cazzate…”
rifletté Rai.
“Conoscendolo, vorrà subito farsi
notare…” aggiunse in quello stesso momento Fuu,
ripensando all’eccentricità del suo capitano.
***
Ignari di ciò che stava accadendo, le due ciurme pirata non
immaginavano che altrove, grazie ad una sfera di cristallo, una
bellissima donna dai lunghi capelli rossi e gli occhi verdi, vestita
con un lungo abito color del sangue, li stava osservando soddisfatta.
-A quanto pare, sembra che tutto proceda secondo i piani…
non avrei mai pensato che quei pirati fossero così stupidi-
disse lei, togliendosi il vestito e incamminandosi poi verso una vasca
da bagno piena di petali di rosa, immergendovi a poco a poco la sua
splendida figura –Se il tipo con la benda pensa che
conquistare quella spada sarà facile, non sa cosa lo
aspetta… e per quanto riguarda quell’altra ciurma,
dubito sappiano la verità sulla piccola e dolce
“Seraphine”…- aggiunse, lasciando che
sul suo volto si dipingesse un ghigno diabolico –Vista la
situazione, possiamo dire che anche questa volta chi vorrà
le nostre preziose spade dovrà guadagnarsele…
sempre se riuscirà a sopravvivere, cosa che dubito
accadrà veramente… Lu uh uh uh uh uh-
Fine Cap.24
Note:
1. Il classico orco delle fiabe e del folklore giapponese.
2. Letteralmente “Donna delle Nevi”, secondo il
folklore giapponese sarebbe lo spirito di una donna che è
solito abitare in zone fredde quali montagne innevate.
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Capitolo 25 *** La prima spada - Parte prima ***
Cap.25:
La prima spada – Parte prima
La ciurma dei nostri, continuando a camminare, aveva finalmente
raggiunto il presunto villaggio di Seraphine, ma da come si poteva
notare dal silenzio che lo circondava, sembrava molto più
simile ad una città fantasma che ad un luogo abitato. Marty
non si sentiva affatto tranquilla, e continuava a pensare che fosse
tutto troppo bello per essere vero… e che l’albina
stava nascondendo qualcosa.
-E così sarebbe questo il posto dove sei cresciuta?-
domandò Alex, notando la natura diroccata delle case
–Forse un po’ troppo rustico, ma è
già qualcosa, no?- aggiunse, guardandosi intorno.
-Non so perché, ma questo posto non mi piace- disse Anis,
tenendosi ad un braccio del capitano –Mi mette una
paura…-
-Su, su, non ti preoccupare- la consolò Bobo
–Appena recuperiamo quella spada stai sicura che ce ne
andremo da qui-
-Ben detto, amico- proferì Andross, per poi voltarsi verso
l’assonnata ragazza e dirle –Prego, facci strada-
-Nessun problema, anche se non ne ho molta voglia…- rispose
lei, iniziando ad incamminarsi “Sono proprio degli
allocchi…” pensò, mentre non vista
sorrideva in maniera assonnata, ma soddisfatta.
-Sarò paranoica io, ma quella non mi convince- disse Marty
parlando sottovoce con Kym –Tu che ne pensi?-
-Che sono d’accordo con te- rispose la nordica –Non
so perché, ma ho come una voglia di alzarle le
mani…- aggiunse a denti stretti.
-Meglio se ti trattieni ancora dal farlo, per il momento. Non so cosa
abbia in mente, ma per sicurezza teniamoci pronte a tutto-
-Nessun problema, anche se preferirei passare subito
all’azione…-
-Abbi pazienza e magari si presenterà l’occasione-
***
-E così ci sono già due che sospettano qualcosa,
eh?- intuì la rossa, osservando la scena nella sfera di
cristallo mentre continuava il suo bagno in maniera rilassata
–La cosa comincia a farsi interessante, ma conoscendo la mia
piccola adepta, dubito manterrà la sceneggiata ancora per
molto, svogliata com’è…- aggiunse,
appoggiando le gambe sul bordo della vasca –Speriamo che
diano vita ad uno spettacolo divertente, Lu uh uh uh…-
***
Tempo più tardi, Seraphine aveva portato la ciurma ad una
sorta di santuario al centro del villaggio stesso, sul cui altare,
ormai consumato da tempo, vi era una wakizashi lunga 60 cm circa, dal
fodero e l’impugnatura lilla chiaro, decorata da una curiosa
guardia dorata a forma di petali di papavero. Incuriosita, Marty si
avvicinò ad essa, e dopo averla guardata attentamente e
fatta mente locale nella sua memoria, capì che era quella la
spada che cercava. Peccato che non appena cercò di prenderla
dall’altare, Seraphine si mise in mezzo e la
calciò via, per poi prendere la spada per sé.
-Non pensare che io te la lasci così facilmente,
cara…- disse, mentre sul suo volto appariva un piccolo
ghigno –Sono spiacente, ma anche se non ne avevo voglia, vi
ho attirati nella mia trappola-
-Tu, piccola… Sapevo che non c’era da fidarsi di
lei- disse una Kym piuttosto adirata, scagliandosi subito verso
l’albina.
Per niente sorpresa da quell’attacco, la ragazzina
sguainò la spada e scagliò un fendente verso la
nordica, che purtroppo lo evitò agilmente e
replicò con un calcio al fianco. Seraphine lo
scansò facendo un balzo all’indietro, per poi
tornare all’attacco con un affondo portato in corsa che fu
efficace solo per metà, dato che era riuscita a colpire di
striscio il fianco delle guerriera, la quale non ci pensò
due volte a togliersi la cappa, mostrare la sua armatura e ripartire
anche lei alla carica. Nella battaglia che seguì, Seraphine
pareva essere in vantaggio, dato che riusciva a parare qualsiasi pugno
di Kym proteggendosi col piatto della lama e, non appena la guerriera
abbassava la guardia, procedeva a colpirla nelle zone delle gambe o
delle braccia non coperte dalle corazza. Stranamente, man mano che
continuava la lotta, Kym si sentiva chiudere gli occhi, e non ci volle
molto prima che questo suo torpore la facesse diventare un facile
bersaglio per i successivi attacchi da parte dell’albina, che
approfittandone la liquidò in poche mosse senza neanche
darle il tempo di reagire, il tutto sotto gli sguardi increduli dei
presenti, soprattutto quello di Marty.
-Ma che cavolo…?- esclamò stupito Bobo -Kym
è già a terra?-
-Impossibile!- aggiunse Alex –Lei non si fa battere
così facilmente, perché di solito si rialza
sempre più determinata di prima-
-Che sia opera di quella spada?- ipotizzò Anis.
-E anche se fosse?- rispose sarcastica l’albina, spostando
via da sé l’inerme guerriera con il piede
–Se volete un’altra prova di quanto è
forte questa lama, perché non vi fate avanti?-
-Se è questo che vuoi, ti accontentiamo subito- concluse
Andross, facendo cenno a Bobo e a suo fratello di attaccare
–Andiamo!-
-No, fermi, potrebbe essere una trappola!- provò a bloccarli
Marty.
Ma quando i tre erano già pronti all’assalto,
Seraphine si mise già all’opera, facendo roteare
la lama davanti a sé e liberando nell’aria come
una sorta di polline, per poi contrattaccare e, nel giro di pochi
secondi, colpire gli avversari con un solo attacco di spada.
-Urgh!- dissero all’unisono i due fratelli, totalmente
spiazzati.
-Argh…- fece eco il carpentiere, finendo a terra.
-E ho appena iniziato… anche se non ne avevo
voglia…- sentenziò invece lei, facendo sfoggio di
una grande agilità e colpendo in modo alternato i
malcapitati con una serie di fendenti non molto letali, ma abbastanza
da farli inginocchiare a terra –Ecco, ora anche voi siete
stati sistemati a dovere dalla mia “Papavero del
sogno”…-
-Che nome curioso per una spada- disse un’incuriosita Anis,
mentre correva per soccorrere gli altri, scoprendosi però ad
un attacco a sorpresa dell’albina, che venne fortunatamente
parato in extremis da parte di Marty -Cacchio, che spavento!-
-Mi ringrazierai più tardi, ma ora lascia che ci pensi io a
lei-
-Nessun problema, senpai, si dia pure all’azione-
-Però, allora non solo la sola ad essere brava in
velocità…-
-E non hai ancora visto cosa so fare con le spade, Fantasmina-
-Non so perché ma sento che per la prima volta mi
è venuta voglia di fare sul serio, anche se il mio nome in
codice, “Sloth”, può lasciar intendere
il contrario…-
-Quanto è vero che mi chiamo Martine Bells, non penso ti
lascerò vincere tanto facilmente…
perché la tua spada sarà presto mia…-
-Prova a prendermela, se ci riesci…-
-Non me lo faccio ripetere due volte-
E scambiatesi le dovute presentazioni e provocazioni, le due spadaccine
tacquero e cominciarono a combattere, lasciando che fossero le loro
spade a confrontarsi al posto loro. Entrambe in un primo momento
sembrarono in grado di battersi alla pari, ma non appena
l’albina fece roteare nuovamente la lama, rilasciando
nell’aria il polline di prima, Marty si preparò ad
ogni evenienza.
-Tsk… se pensi di impietosirmi con cose come questa ti
sbagli-
-Sicura di non essere tu quella che si sbaglia? Sai, questo polline non
è esattamente ciò che sembra…-
-Che vuoi dire?-
-Oh, ma lo scoprirai molto presto… a tue spese-
Detto questo, le due ripresero a combattere, e Anis, tra una
medicazione e l’altra, non poté fare a meno di
notare quanto la sua amica e senpai fosse sempre più brava e
in gamba in ogni lotta. Ogni qual volta che una di loro tentava
l’attacco, l’altra replicava difendendosi ma allo
stesso tempo attaccando. In parole povere, era una situazione di stallo
bella e buona, e fu inutile dire che nonostante le dimensioni, la
wakizashi di Seraphine era un’arma insidiosa, data la
velocità dei colpi che scagliava, oltre al fatto che, per un
motivo o l’altro, il polline che rilasciava la lama sembrava
infittirsi sempre di più… e come se non bastasse,
Marty sentiva i suoi riflessi venire meno, mentre la ragazza in pigiama
pareva instancabile e sempre fresca di forze…
com’era possibile?
-Che ti succede?- le domandò l’interessata,
rinfoderando la spada mentre la osservava sarcastica
–Qualcosa non va?-
-Anf, anf… Non ne ho idea…- rispose la mora,
sentendosi già col fiatone in corpo nonostante fosse passato
poco tempo dall’inizio dello scontro –Mi sento
strana… come se il mio corpo non seguisse più i
propri movimenti… Anf, anf…- aggiunse, mentre i
suoi occhi faticavano per restare aperti e si lasciava andare ad uno
sbadiglio.
-Sai, dovresti prendere in considerazione l’idea di riposarti
un po’-
-Non dire cazzate… una vera spadaccina come me non dorme mai
durante una lotta importante, né tantomeno accetta consigli
dall’avversario che sta affrontando… avanti,
continuiamo-
-Se proprio insisti…-
Ciò che successe in seguito fu un problema per la ragazza, e
non per niente durante i vari scambi di colpi ricevette parecchi danni,
anche se visto il modo di fare dell’albina furono
più semplici taglietti innocui che veri e propri attacchi.
Il vero pericolo però era la strana sonnolenza che si faceva
sentire sempre di più, come ad invitarla a cedere le armi e
farsi una dormita… doveva reagire, o era finita!
Fine Cap.25
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Capitolo 26 *** La prima spada - Parte seconda ***
Cap.26:
La prima spada – Parte seconda
-Come sospettavo…- disse Seraphine, contemplando annoiata la
sua attuale avversaria –La stanchezza si fa sentire, eh?-
-Fai silenzio…- replicò Marty, portando le lame
davanti a sé e preparandosi ad un altro attacco
–Non sono ancora così sfiancata… posso
ancora continuare, il tempo di levarti la spada e…-
-Non prefissarti obbiettivi che sai già di non
raggiungere… ormai dovresti aver capito il potere della mia
spada, no?-
-A dire il vero no, ma penso che centri il polline che ci circonda-
-Esatto… volendo, potrei anche spiegarti come funziona, ma
dato che sarebbe un’inutile perdita di tempo, credo ti
lascerò sulle spine ancora per un po’ e poi ti
darò il colpo di grazia, così prima di ritornare
dalla Nobile Lust potrò concedermi un pisolino-
-“La Nobile Lust”? e chi sarebbe?-
-Oh, nessuno che ti possa interessare, è solo la donna che
è a capo del gruppo chiamato “Le Sette
Peccatrici”, di cui faccio parte anch’io e di cui
avrai sicuramente sentito parlare-
-A dire il vero, una mia conoscenza mi aveva informato di un gruppo di
spadaccini conosciuto come “I Sette
Peccatori”… il che è molto strano, a
meno che non ci siano due spiegazioni: o il mio amico si è
sbagliato, o in realtà voi sette siete dei travestiti-
-Ah… ah… ah… molto
spiritoso… ma volendo dire la mia, anche se non ne ho
voglia, penso sia la prima opzione che hai detto, a meno che tu non
abbia intenzione di controllare personalmente ciò che
nascondo sotto il mio pigiama…-
-Sai che ti dico? Lascia perdere e continuiamo lo scontro-
E detto questo, le due spadaccine ripresero a scambiarsi colpi senza
alcuna interruzione, anche se la mora, per quanto fosse determinata,
sentiva che non avrebbe resistito ancora per molto, e infatti, proprio
nel momento in cui stava per difendersi, sentì i suoi sensi
venire meno, e l’albina, approfittandone subito, la
disarmò con due colpi di lama e poi la gettò a
terra con una pedata.
“D-dannazione…” imprecò
mentalmente, cadendo di schiena.
-A quanto pare, sembra che tu sia giunta al limite…- disse
l’altra, sorridendo come soddisfatta mentre si avvicinava a
lei –Di solito chi incappa nel polline di Papavero del Sogno
si addormenta quasi subito, date le sue proprietà
soporifere…-
-Proprietà soporifere? Questo vuol dire che…-
-Indovinato- rispose, indicando i compagni di Marty, in quel momento
ancora privi di sensi, Anis compresa –Devi sapere che la mia
spada ha la capacità di rilasciare dalla lama, ogni qual
volta che viene usata, una piccola quantità di polline che
se inalato rallenta le capacità sensoriali di chiunque si
trovi nel suo raggio d’azione. Inoltre, col passare del tempo
il malcapitato si sente molto più debole, fino a crollare a
terra addormentato. Così facendo, abbassa la guardia di
proposito e si rende un bersaglio facile per gli attacchi-
-Ma allora perché il polline non sembra avere effetto su di
te?-
-Non è ovvio? Chi possiede una Spada del Peccato
è immune agli effetti provocati dai poteri che rilascia, di
conseguenza anche una gran pigra come me può rivelarsi un
problema-
-Ma questa è scorrettezza!-
-No, è solo il fatto che nessuno può nulla contro
queste spade…-
Continuando ad ascoltare le parole della ragazza che la stava tenendo
ormai in scacco, Marty non poté non pensare quanto avesse
pienamente ragione: il polline non lasciava scampo, ormai mancava poco
che i suoi occhi cedessero al sonno e peggio ancora non aveva idea di
come ribaltare la situazione… che la sua caccia alle rare
Spade del Peccato fosse già giunta al termine ancora prima
di incominciarla a tutti gli effetti? No, non poteva essere
così… istintivamente, Marty cercò di
fare appello alle sue ultime forze per rotolare in modo da avvicinarsi
abbastanza alle spade, in quel momento lontane pochi centimetri da lei,
recuperandole appena in tempo per bloccare l’attacco a
sorpresa di Seraphine, che annoiata aveva pensato di lanciarle la spada
a mo’ di pugnale.
-Però, hai ancora un po’ di riflessi a quanto vedo-
-Già… anf… così
sembra…-
-Mi sorprendi, Bells… hai inalato una gran
quantità di polline eppure sei l’unica della tua
ciurma ad essere ancora sveglia… che sia segno che Papavero
del Sogno voglia metterti alla prova?-
-Alla prova? Di che stai parlando?-
-Nulla, nulla… vogliamo continuare? Voglio vedere fino a
quanto si prolungherà questa tua curiosa resistenza-
-Ok, ma se vinco mi spiegherai un po’ di cose…-
-Se proprio devo…-
E per l’ennesima volta, le due spadaccine ritornarono a
battersi in un duello di spada senza esclusione di colpi, e incredibile
ma vero, Marty riuscì più e più volte
a ferire l’avversaria, nonostante il polline fosse ancora
sparso nei dintorni. Ripensando anche alla spiegazione
dell’albina riguardo il raggio d’azione del polline
stesso, alla mora venne subito un’idea, un’idea che
sicuramente le avrebbe portato ancora un po’ di vantaggio.
-Sai una cosa, Fantasmina? Devo ringraziarti- disse, portando le spade
davanti a sé –Ora ho capito come contrastare il
polline-
-Ah, davvero? E come?- domandò lei, sempre apatica.
-Spazzandolo via con le mie sole forze-
-Cosa? Starai scherzando, spero-
-Mai stata così seria… Tecnica a Due
Spade… Vortici Gemelli!-
E come preannunciava il nome stesso di quella tecnica, Marty diede
fondo alle sue energie e fece roteare in maniera rapida ed energica
entrambe le spade, provocando così due vortici
d’aria di medie dimensioni che non solo fecero volare via
tutto il polline, ma sbalzarono via anche la piccola albina in pigiama,
la quale si ritrovò stampata di schiena sulla parete di una
casa vicina. La spada e il fodero, invece, scivolati via dalle mani
della proprietaria a causa della forza del vento, rotolarono per terra,
salvo poi essere raccolti con cura da Marty stessa a
tecnica conclusa.
-Uff… e stata dura, ma alla fina la prima della sette spade
è finalmente nelle mie mani, eh eh eh…-
-Da non credere… mi hai battuta... beh, d’altra
parte se non fossi stata così pigra sarebbe andata
diversamente…-
-E chi lo sa, sta di fatto che ora senza questa non sei più
così pericolosa come affermavi, dico bene?-
-Sì… ma non cantare vittoria troppo presto,
perché il resto delle mie compagne non sarà una
passeggiata… yaaawn…-
E senza dire nient’altro, Seraphine tirò fuori
dalla tasca una piccola gemma bianca e la strinse in mano, per poi
farsi avvolgere dal fascio di luce che provocò e sparire
via, come se non fosse esistita. Guardando la spada ora nelle sue mani,
Marty non poté che essere sicura di una cosa: la sua caccia
alle spade era solo all’inizio.
Fine Cap.26
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Capitolo 27 *** Uno sguardo al passato ***
Cap.27:
Uno sguardo al passato
Dopo la loro piccola avventura a Wine Peak, durante la quale Marty
aveva conquistato una delle sette spade che cercava, i Wild Felis si
erano ripresi come si deve dall’incontro con Seraphine e ora,
come al solito, stavano navigando tranquilli in cerca della prossima
isola da visitare, e come al solito, da un paio di giorni a quella
parte, Alex non perdeva occasione di passare il tempo a bordo con i
suoi soliti hobby che adorava, vale a dire il disegno, il riposarsi al
sole, l’allenarsi di prima mattina, e soprattutto…
divertirsi a fare scherzi per animare un po’
l’ambiente e rompere la monotonia.
-CHE TU SIA DANNATOOOO!- gli urlò contro Kym, rincorrendolo
per il ponte della nave con l’ascia in mano –Come
ti sei permesso di disegnarmi i baffi mentre dormivo?-
-Oh, andiamo, era uno scherzo di poco conto…- si
giustificò lui, prendendola a ridere –E poi, che
guerriera vichinga saresti senza un bel paio di baffoni posticci? Nya
ah ah ah ah…-
-Sarai anche il capitano, ma giuro se riesco a prenderti una bella dose
di mazzate non te la toglie nessuno, lille drittunge!1-
-Già che ci sei, picchialo anche da parte mia- si aggiunse
Marty, uscendo dalla sua cabina –Quello scemo si è
preso la libertà di scarabocchiare il volto del mio eroe!-
aggiunse, mostrando un manifesto di taglia raffigurante un tipo dai
capelli verdi rovinato da ghirigori vari, oltre che un paio di baffoni
sul volto.
-E anche da parte mia- si intromise pure Bobo, con la faccia ricoperta
da panna montata –Stavo lavorando ad alcuni progetti e
all’improvviso… “Paf!”, il
ragazzetto mi ha tirato una torta in faccia-
-Non vi preoccupate, appena lo acchiappo potremo punirlo come si deve
tutti insieme, promesso!-
-Non ce ne sarà bisogno, faccio io- intervenne Andross,
abbandonando la lettura del suo libro per bloccare il fuggiasco prima
afferrandolo per la kefiah e poi lanciandolo fuori dalla nave.
-Oh, no, l’acqua no!-
-Scusami, fratellino… ma per oggi ti fai un bel bagno, eh eh
eh-
E dopo un’ora passata ad essere recuperato e rianimato da
Anis e un’altra a chiedere scusa ai suoi compagni dopo una
ramanzina del fratello, l’atmosfera sulla Linxer
ritornò serena, anche se qualche minuto più tardi
la nave si fermò a causa di una secca improvvisa.
-Oh, ma bene, ora sì che siamo nei guai- sbuffò
Andross.
-Era prevedibile, Andross. Se sei nella Grand Line, tutto è
possibile, periodi di secca compresi, e te lo dice uno che ci ha
navigato per quasi un anno, mica roba da nulla- provò a
confortarlo Bobo, notando anche lui, a malincuore, quanto non tirasse
vento.
-E ora? Come facciamo a proseguire?- domandò Anis,
preoccupata.
-Potremmo metterci a remare- propose Kym, guardando rivolta verso il
carpentiere –Non dovrebbe essere difficile per te costruirci
dei remi su misura per trasportarci, vero?-
-Beh, è una buona idea, ma anche volendo a bordo non ho
materiale a sufficienza per soddisfare questa richiesta-
-Ma come? Neanche per costruire una piccola barca nel caso voglia
pescare mentre siamo in viaggio?-
-Per quella si potrebbe anche fare, ma per quanto riguarda i remi no,
anche perché sarebbe una trovata un po’ bizzarra,
specie per una nave come la nostra, che come ben sai, è
molto più di un semplice guscio di noce…
è una nave di tutto rispetto-
-Oh, fordømmelse2…
e va bene, io almeno un’idea l’ho proposta-
-E se invece aspettassimo che si alzi il vento?- disse Marty, intenta a
lucidare le sue spade attuali –Tanto prima o poi il vento
ritornerà a soffiare, basta solo armarsi di pazienza e
aspettare-
-E se al contrario il vento non si alzasse mai?- si intromise Alex,
facendo assumere alla voce un tono preoccupato –Oddio, non
oso pensare a cosa succederebbe se fossimo costretti a rimanere
bloccati qui per sempre…-
“Per sempre? Con Andross? Beh, tutto sommato, la cosa non mi
dispiacerebbe affatto, Kih ih ih ih” rifletté la
nordica, che al solo sentire le parole “per sempre”
aveva già ricominciato a stilare mentalmente il suo piano
per ottenere il ragazzo tutto per lei.
-Non essere così drammatico- riprese il discorso proprio
Andross, ignaro di ciò che succedeva nella mente della
guerriera –Stai certo che in un modo o nell’altro
ce la caveremo, vedrai. Nel frattempo, che ne dici se allietiamo
l’attesa del vento favorevole raccontando ai nostri amici
nonché cari compagni le nostre origini?-
-Vuoi dire i bei vecchi tempi quando non eravamo ancora pirati?-
-Esatto, e credo che tutti vogliano anche sapere nel dettaglio come
siamo diventati ciò che siamo oggi-
-Di sicuro ne avrete passate tante…- azzardò
Martine.
-Già, ma se tu e gli altri siete così
curiosi…- disse il capitano.
-Allora mettetevi comodi, e prestate attenzione…- concluse
il vice.
Tutto ebbe inizio in una
modesta isola nel Mare Orientale di nome Scottish Yard3, caratterizzata in gran parte
tanto per le vaste pianure e i larghi altopiani verdeggianti quanto per
il grande lago d’acqua dolce che vi si trovava al centro. Non
molto lontano, parecchi villaggi si stagliavano nel verde panorama. Nel
giardino di una di quelle tante case, Alex e Andross, che a quel tempo
avevano rispettivamente 7 e 10 anni, giocavano a rincorrersi.
-Rallenta, fratellone!-
disse il minore –Se vai così veloce come faccio a
prenderti?- aggiunse, tentando di avvicinarsi.
-Spiacente, fratellino-
ribatté il maggiore –Ma non sei ancora in grado di
starmi dietro, eh eh eh eh- continuò, per poi scattare in
avanti e raggiungere l’albero di mele vicino casa
–Tana, ho vinto!-
-Oh, non è
giusto… ogni volta vinci sempre tu…- si
intristì il piccolo, facendo una faccia imbronciata
–Io mi impegno sempre per provare a vincere, e invece devo
sempre bere dalla coppa della sconfitta…-
-Volevi dire
“dal calice della sconfitta”- lo corresse
l’altro.
-Quello che
è… e comunque credevo che almeno oggi avrei
potuto avere qualche vantaggio-
-Cosa vuoi che ti dica?
Non è colpa mia se in fatto di forza e abilità la
differenza tra noi due è molto ampia-
-Cos’è,
sei in vena di litigare? Guarda che se solo volessi potrei rompere la
roccia con un semplice pugno-
-Ci avevi già
provato una volta, non ricordi? Con il risultato che ti sei rotto la
mano, hai pianto come un poppante e hai portato la fasciatura per una
settimana. Non prendertela, ma secondo me non hai ancora sviluppato una
buona resistenza come il sottoscritto-
-Allora
perché non mi fai vedere quanto resisti ai miei cazzotti?-
-Se proprio insisti,
accomodati…-
E come era prevedibile
anche a quei tempi, ogni volta che Andross provocava suo fratello
minore, questi reagiva in malo modo e lo sfidava in una piccola lotta,
e l’esito era sempre lo stesso: Andross vinceva senza alcuna
fatica, Alex piangeva e i genitori, sentendolo, accorrevano per
calmarlo e farlo smettere.
-Confermo, sei proprio
un poppante senza speranza-
-Andross, non essere
così duro con lui- lo riprese il padre, un uomo sui
trent’anni dai corti capelli neri e vestito con dei pantaloni
neri e una camicia bianca –Anche lui si impegna come
può-
-Sarà, ma se
un giorno dovrà affrontare una lotta vera non
potrà permettersi di piangere per ogni ferita che gli
faranno-
-Ma in quanto fratello
maggiore non dovresti cercare di comprendere meglio come si sente?- gli
chiese la madre, una bella donna bionda vestita con una blusa blu e una
gonna verde.
-So già come
si sente: un debole… e se non impara ad allenarsi come si
deve dubito ci sarà qualche miglioramento-
-Ma fratellone,
io…-
-Niente
“ma”, o impari fin da ora come combattere o giuro
sul mio nome che se dopo un mese frigni ancora come una femminuccia una
volta cresciuto navigherò per mare senza di te, almeno
così non correrò il rischio di farti da
bambinaia-
-Andross!- lo
richiamò ancora il padre.
-Che
c’è? Ho detto solo la verità, e poi
anche se si impegnasse davvero a fondo, dubito raggiungerà
il mio livello-
-Ora però
stai davvero esagerando!- intervenne la madre, mostrando uno sguardo
severo –Pensi davvero che comportandoti in questo modo
giungerai lontano?-
-Certo,
perché per me la forza è tutto-
-Ah, è
così? Allora se ti credi così forte
perché non provi a misurarti con
”l’Eremita delle Highlands” e provi a
batterlo?- propose Alex.
-Perché no,
magari potrebbe essere una bella esperienza-
-Fossi in te
non ci scherzerei troppo- lo avvertì il padre
–Quello là ha la fama di essere il più
forte della nostra isola, e un tempo era anche un pirata molto temuto.
Forse dovresti ripensarci-
-Mi dispiace, ma ho
già deciso. Domani andrò dall’Eremita,
mi batterò con lui e lo sconfiggerò-
-Ma hai solo dieci
anni!- si preoccupò subito la genitrice –Se quello
ti alza le mani come minimo ti ammazza!-
-Non
succederà, fidati… se giocherò bene le
mie carte sono sicuro che non sarà difficile batterlo-
-Almeno prometti che
sarai prudente?-
-La prudenza
è per dilettanti… non penso mi servirà
quella per battere questo presunto pirata, poco ma sicuro-
“Forse era
meglio se stavo zitto…” pensò infine
Alex.
Fine Cap.27
Note:
1. “Piccola peste” in norvegese
2. “Dannazione”, come sopra
3. Letteralmente “Cortile dello
scozzese”, il nome è un ovvio richiamo
alla Scozia
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Capitolo 28 *** L'Eremita delle Highlands ***
Cap.28:
L’Eremita delle Highlands
Il mattino seguente,
armato di coraggio e buona volontà, Andross si era
incamminato per gli altopiani dell’isola allo scopo di
raggiungere il luogo dove viveva il tanto decantato Eremita, e con sua
sorpresa, anche Alex era venuto con lui, nonostante il fratello
maggiore gli avesse raccomandato più volte di restarsene a
casa. Inutile dire che il cammino fu molto lungo del previsto, dato che
Andross cercò in ogni modo di allontanarsi dal fratellino,
col risultato che quest’ultimo insisteva e continuava sempre
a comunque a seguirlo.
-Senti, te lo dico per
l’ultima volta: tornatene-a-casa!-
-E io ti ripeto:
col-cavolo-che-ti-lascio-solo-
-Ma non capisci che non
voglio che tu mi sia d’impiccio? Se voglio battere
l’Eremita, voglio farlo da solo-
-Sì, come no,
secondo me quello là neanche accetterà la tua
sfida-
-Vedrai che
saprò come convincerlo, stanne certo-
-E come farai, sentiamo?-
-Semplice, appena me lo
ritroverò davanti lo distrarrò con una scusa e
poi lo colpirò non appena abbasserà la guardia-
-Oh, è carina
come tattica, ma secondo me non suona come qualcosa di molto leale,
sai?- intervenne una voce misteriosa.
Sentendola attentamente,
i due bambini si guardarono intorno per capire da dove provenisse la
voce, e voltando lo sguardo su una collinetta nei paraggi, videro
seduto su di essa un uomo coperto da capo a piedi da una cappa color
verde scuro, il quale li osservava incuriosito.
-Sei per caso tu
“l’Eremita delle Highlands”?-
domandò Andross.
-In carne e
ossa, bimbo-
rispose l’interpellato –A cosa devo
l’onore di questa visita nel mio territorio? Cosa volete da
me?-
-Vede, signor Eremita,
il fatto è che mio fratello è venuto fin qui per
poterla sfidare e diventarmi il più forte
dell’isola- spiegò Alex.
-Sfidarmi? Ya ah ah ah
ah ah… questa è proprio bella. Ne ho sentite di
storielle divertenti, ma questa le batte tutte-
-Prendila pure a ridere,
eremita da due soldi, ma sappi che io non sono mai stato più
serio in vita mia- replicò Andross, evidentemente offeso e
disturbato dalle risate dell’uomo.
-Certo,
certo… in ogni caso, non penso accetterò, dato
che uno come me non perde tempo prezioso con dei bimbetti come voi-
-Quindi non
lotterà con mio fratello?-
-Esatto, anche
perché se lo colpissi troppo forte, potrei fargli
così male che gli aprirei la testa in due… o
forse anche in quattro-
-Sarà, ma io
vorrei comunque correre questo rischio, se a te ovviamente non
dispiace…-
Sentendo quelle parole,
l’eremita si alzò in piedi e si tolse la cappa di
dosso, rivelando un giovane uomo dai capelli rossi, i profondi occhi
verdi e un abbigliamento costituito da un kilt, una camicia blu, una
kefiah bianconera al collo e dei comuni sandali. Lo sguardo che aveva
era una via di mezzo tra il sicuro di sé e il curioso, e
anche se sinceramente parlando non se la sentiva così tanto
di alzare le mani su qualcuno più giovane di lui, forse era
meglio se per il momento assecondava il desiderio del ragazzo, giusto
per vedere che cosa sarebbe successo. Infatti, come fece cenno ad
Andross di venire avanti per fare la prima mossa, il ragazzino non ci
pensò due volte a correre spedito verso di lui, pronto a
saltargli addosso… anche se poi quel tentativo
andò a vuoto quando l’eremita stesso lo prese e lo
fece rotolare giù dalla collinetta, prendendo in pieno anche
il povero Alex, intento a fare da spettatore.
-Ohi, ohi, ohi, che
botta- si lamentò il fratello minore.
-Non dirlo
a me, mi gira
la testa- aggiunse il maggiore, vedendo letteralmente le stelle girare
intorno a lui.
-E questo era solo
l’inizio- lo canzonò il rosso –Se vuoi
battermi dovrai pensare a molto più che semplici assalti a
testa bassa-
Subito dopo essersi
ripreso, Andross tentò un’altra volta di attaccare
l’uomo, ma questi si limitò semplicemente a
ripetere la stessa tattica di prima. Ciò fece adirare molto
il ragazzino, e convinto anche Alex, si lanciò insieme a lui
una terza volta, ma con gran sorpresa, il rosso li prese entrambi e li
mise K.O. facendogli cozzare le teste tra di loro. O meglio, solo
Alex finì subito K.O., mentre Andross non volle ancora
cedere e continuò con la sua tattica nella speranza di poter
far stancare l’avversario, e in effetti l’eremita,
stanco di tutto ciò, lo afferrò per una gamba e
lo atterrò quasi malamente per terra, per poi fulminarlo con
uno sguardo dall’aria parecchio intimidatoria, ma
così tanto che Andross si era
ritrovato con le lacrime agli occhi e i pantaloni
“bagnati” dalla paura
-E quindi…?
Tutto qui quello che sai fare?- disse l’uomo.
-E-ecco, io…-
provò a rispondere il ragazzo, ancora scosso.
-Dimmi la
verità, non ti sei mai impegnato in uno scontro serio come
questo, non è vero?-
-Se le piccole risse che
faccio con quel debole di mio fratello si considerano scontri
seri… penso proprio di no, signore-
-Umpf, lo
immaginavo… sai, non è la prima volta che mi
capita di incontrare dei tipi come te?-
-“Tipi come
me”? In che senso?-
-Nel senso di gente che
arriva da me fiduciosa della propria forza e pronta a sfidarmi, ma che
alla fine non si dimostrano così forti-
-Strano, io pensavo che
essere forti significasse tanto… vuoi forse che mi stavo
sbagliando?-
-Non del tutto,
piccolo… vedi, ciò che conta per diventare forti
come me non è mostrarsi superiori e pretendere di essere
imbattibili, ma saper dimostrare di essere umili sia a sé
stessi che agli altri. E poi, ad essere sincero, quando mi hai
attaccato insieme a tuo fratello non mi è sembrato
così “debole”… certo,
sicuramente avrà ancora molto da imparare sul piano fisico,
ma in quanto a determinazione sembrava molto fiducioso nel poterti
aiutare a battermi, anche se alla fine non è stato
così, Ya ah ah ah ah-
Ascoltando il discorso
del rosso fino alla fine, Andros si sentì strano, come se
ciò che avesse fatto fino ad ora fosse stato sbagliato, se
non incredibilmente sbagliato, sia nei confronti del fratello che
considerava una palla al piede che nei confronti dei genitori e dei
vari abitanti dell’isola che lo vedevano sempre come una
testa calda e un bambino arrogante e fin troppo spaccone per la sua
età. Però come non compatirlo, quel povero
bambino, che fin da piccolo era convinto in un ideale di forza che non
guardava in faccia nessuno?
-Sai… credo
di doverti delle scuse- disse con tono dispiaciuto, per poi voltare lo
sguardo verso il fratellino ancora svenuto –Forse avrei
dovuto rifletterci bene prima di venire a sfidarti così
stupidamente-
-Non
preoccuparti… tutti noi facciamo errori, è nella
natura umana-
-Ma è da fin
da quando è nato che considero male Alex, sia per il fatto
che a volte fa stupidate e altre volte si comporta come un bambino
piagnucoloso… e se un giorno arrivasse ad odiarmi?-
-Naaah, non mi sembra il
tipo che serba rancore. Non se l’è neanche presa
quando gli sei venuto addosso, Ya ah ah… ma se in ogni caso
vuoi metterti il cuore in pace, prova a parlare con lui una volta
tornati a casa… magari potreste conoscere cose di voi che
neanche immaginavate da sapere-
-Uhm..
pensandoci bene
potrebbe essere una cosa interessante… e magari potrei anche
iniziare a vedere il suo impegno negli allenamenti sotto una luce un
po’ più positiva… dici che
farò bene?-
-Se fai delle premesse
simili, di sicuro otterrai buoni risultati-
-Capisco…
beh, è stato un piacere parlare con te, ma ora è
meglio se torno a casa… è quasi ora di pranzo e
non vorrei far attendere troppo i miei genitori, altrimenti si
preoccuperanno- concluse il ragazzo, prendendo
Alex in spalla
-Vai pure, ragazzo, e
spera che sia tutto squisito, mi raccomando-
-Mia madre cucina sempre
cose buone, eh eh eh. Ci vediamo!-
E una volta congedatosi
dall’eremita, Andross ritornò a casa, e dopo un
bagno rilassante, un pranzo sostanzioso e un dettagliato racconto ai
genitori su ciò che era successo, il ragazzo
passò il resto del pomeriggio in maniera abbastanza serena,
cominciando anche a dedicare le sue attenzioni al fratellino, che
nonostante l’iniziale sorpresa, fu davvero felice nel vedere
il fratellone comportarsi in modo così gentile.
-Cavoli… non
pensavo di doverlo dire, ma…-
-“Ma”?-
-Ci crederesti se ti
dicessi che nonostante tutto, per me sei il fratellone più
bravo del mondo?-
-Eh? Non… non
credo di aver capito bene-
-Ma sì, tutta
questa gentilezza, il tuo prenderti cura di me dopo tanto tempo passato
solo ad urlarmi dietro… adoro quando fai così-
-Sul serio?
Cioè, non mi odi neanche un po’ per quelle cose
che ho sempre detto su di te?-
-No, perché
ripensandoci, in parte avevi ragione a dire che se non mi impegno sul
serio potresti lasciarmi indietro-
-Alex…-
-In ogni caso, sappi che
non ho intenzione di cedere, e sono sicuro che in giorno
riuscirò ad avvicinarmi, almeno in parte, al tuo livello-
-Come proposito
è bello ma… hai già qualche idea su
come fare?-
-Certo che
sì, e penso di aver già pensato a chi potrebbe
allenarci-
-Davvero? E chi?-
-Non è ovvio?
Chiederemo aiuto al signor Eremita, Nya ah ah ah-
Fine Cap.28
|
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Capitolo 29 *** Il nuovo maestro e l'inizio della gavetta ***
Cap.29:
Il nuovo maestro e l’inizio della gavetta
Due giorni dopo
l’incontro con quei due curiosi fratellini,
l’Eremita, seduto sopra la sua solita collinetta ad ammirare
il paesaggio, rifletteva su quanto era accaduto in
quell’incontro, ripensando alle parole dette ad Andross e
soppesando l’opportunità che forse non sarebbero
bastate a fargli cambiare idea sul come essere forti. Infatti, neanche
il tempo di finire il suo abituale tè del mattino che vide i
due bambini avvicinarsi a lui salutandolo cordialmente.
-Buon giorno, signor
eremita, come sta?- disse Alex, mostrando un sorriso allegro stampato
in volto –Siamo venuti a trovarla-
-Spero non ti dispiaccia
un po’ di compagnia- aggiunse Andross, sedendosi vicino a lui
col fratello e porgendogli una mela –Tieni, è un
piccolo dono da parte di nostra madre-
-Oh… grazie-
rispose semplicemente l’uomo, sorpreso da così
tanta gentilezza nei suoi confronti –Devo forse dedurre che
abbiate parlato molto bene di me ai vostri genitori?-
-Sì, ma anche
perché pensavamo che con questo dono potevamo convincerla a
diventare nostro maestro… Ops!-
-Io… vostro
maestro?-
-Bel lavoro, fratellino,
ora hai rovinato tutto-
-Scusami, ma
è stato più forte di me-
-Adesso quanto scommetti
che non accetterà?-
-Ehi, non abbiamo alcuna
garanzia che rifiuti-
-Ma neanche che accetti-
-Cos’è,
vuoi litigare?-
-Se proprio
vuoi…-
-Calma,
calma…- li richiamò all’ordine il
rosso, separandoli prima che potessero iniziare a darsele
–Cos’e questa storia?-
-Vede, signor
eremita…- iniziò il fratello minore –Il
fatto è che io e mio fratello vorremmo che lei ci insegnasse
quello che sa sull’arte del combattimento e su come diventare
forti-
-Veramente è
stata un’idea di Alex…- prosegui Andross
-Però il punto è che uno forte come te non
dovrebbe avere problemi ad allenarci per un po’ di tempo, non
è vero?-
-I vostri genitori sono
al corrente di questa cosa?-
-Sì-
risposero all’unisono i due.
-E sono anche al
corrente che uno come me non è adatto ad allevare due
pulcini come voi? Voglio dire, sono un eremita ed un tempo ero anche un
pirata… ho una certa reputazione da difendere-
-Di che si preoccupa,
signor eremita? Noi vogliamo solo che ci faccia da maestro, non abbiamo
mai parlato di convivere con lei-
-Ma chi ti dice che
potreste chiedermi anche questo?-
-La prego, non abbiamo
altre persone alle quali rivolgerci-
-Nemmeno vostro padre?-
-Lui è un
pittore, e a parte le basi non ci ha insegnato molto-
-Ah, capisco…
comunque non sono ancora convinto di accettare, anche se forse possiamo
trovare un accordo-
-Accordo? Che genere di
accordo?- domandò Alex.
-Aspetta e vedrai... per
il momento, limitati a dirmi dove abitate, ho bisogno di disquisire un
po’ con i vostri cari…-
-Non vorrai mica
ucciderli, mi auguro- disse Andross.
-Affatto, devo solo
chiedere loro un paio di cose-
-Questo vuol dire che ci
farai da maestro?-
-Se i vostri genitori
accetteranno le mie condizioni, credo di sì-
***
-Gnam, gnam…
ed è per questo motivo che ho intenzione di prendermi cura
dei vostri adorabili figli per un po’- disse il rosso,
finendo di mangiare con gusto il cosciotto che aveva in mano.
-Capisco…-
rispose il padre dei due fratelli, leggermente spiazzato nel vedere
quanto fosse affamato l’eremita, che in quel momento aveva
lasciato perdere il pollo per concentrarsi sul bere un’intera
scodella di stufato di pecora –E quindi, signor…-
-Duncan Loneheart, ma
tutti mi chiamano “L’Eremita”, e lei?-
-Edward McWilde-
-Ah, gran bel
cognome… da vero abitante di Scottish Yard-
-Sì, me lo
dicono in molti. Tornando però alla sua proposta…-
-Mi dica-
-Per quanto tempo ha
deciso di occuparsi di loro?-
-Uhm… a
occhio e croce… penso che tre anni possano bastare-
Sentendo
quell’affermazione, la consorte di Edward, che in quel
momento aveva appena finito di preparare una torta di mele
dall’aria piuttosto invitante, in un primo momento si era
come paralizzata, segno che era rimasta senza parole, ma una volta
ripresasi, appoggiò il dolce sulla tavola, prese un bel
respiro e…
-Tre anni!?!-
esclamò –Starà scherzando,
spero… non possono stare lontani da casa per così
tanto!- aggiunse, ancora sorpresa.
-In effetti, mia dolce
Diana…- concordò il marito –Forse tre
anni sono un po’ troppi per loro, considerando che a lungo
andare potrebbero avere nostalgia di casa…-
-Uh?-
sentenziò l’eremita, un po’ confuso -Ma
a dire il vero non ho mai detto che li avrei portati a vivere insieme a
me-
-Ah, no?- domandarono
all’unisono i due genitori
-No, cara la mia
coppietta felice. La mia idea era sì quella di allenare i
pupilli, ma a patto che voi mi concediate di vivere qui, se una bocca
in più da sfamare non vi è di disturbo, Ya ah ah
ah-
-Ecco… ci
sarebbe una camera per gli ospiti, ma non so se…-
-Non preoccuparti, Ed,
per me andrà benissimo. Ah, niente in contrario se ti chiamo
“Ed”, vero?-
-No, no, si figuri. Di
solito anche i miei amici mi chiamano così-
-Fiuuuu... per un momento
ho temuto che mamma non accettasse le condizioni del signor
eremita…- tirò un sospiro Alex.
-Già, posso
essere d’accordo con te, fratellino- annuì Andross.
-Non adagiatevi
già su gli allori, voi due- li interruppe l’uomo,
che intanto stava incominciando a mangiare una fetta di torta che Diana
gli aveva gentilmente servito su un piattino –Appena avremo
finito di mangiare, cominceremo gli allenamenti da oggi stesso-
-Eh? Ma come, non
facciamo neanche una pausa per il pisolino?-
-Spiacente, piccoletto,
me se vorrai riposarti potrai farlo una volta che avremo finito tutto,
hai la mia parola-
***
-Uhm… a
quanto pare avevate ragione- disse Duncan, contemplando i due bambini
già esausti –Conoscete i fondamentali, ma in fatto
di tecnica siete ancora un po’ acerbi-
-Ohi, ohi,
ohi… quante ne ho prese…- si lamentò
il ragazzino, ancora accasciato a terra dolorante.
-E siamo appena
all’inizio, pensa…- aggiunse suo fratello maggiore.
-Via, via, che
sarà mai qualche pugno amichevole?-
-E ha il coraggio di
chiamarlo “amichevole”? Per poco non ci rompevi le
ossa, manco fossimo delle prede da cacciare!-
-Sul serio? Cavoli, e
dire che mi ero pure trattenuto… comunque, spero che questi
“preliminari”, se così possiamo
chiamarli, vi abbiano dato una mezza idea di ciò che vi
aspetta fuori da qui-
-Uh? Vuole forse dire
che ci sono altri pirati forti come lei?-
-Ovvio, mio caro
Alex… e ti assicuro che in 32 anni di vita ne ho visti e
combattuti di tipi tosti… inoltre, ho visto cose che voi
piccoletti non potete neanche lontanamente immaginare…
mostri marini alti quanto una montagna, tempeste così
potenti che ti spazzavano via persino i capelli dal cranio, isole di
una meraviglia quasi onirica… potrei andare avanti
all’infinito, ma dubito mi bastino tre anni per raccontarvi
tutta una vita vissuta nella Grand Line…-
-Woooow…
allora hai vissuto proprio una vita piena, non è vero?-
-Sì,
Andross… direi proprio di sì. Comunque, tornando
a parlare del vostro allenamento, spero non mi odierete nel dire che il
mio primo giudizio su di voi è fortemente negativo. Ma non
preoccupatevi, ho già in mente qualcosa che potrebbe esservi
molto utile-
-E sarebbe?- domandarono
insieme i due fratelli.
L’eremita non
rispose, ma si limitò solamente a portare una mano sulla
sacca che si era portato dietro e tirarvi fuori una piccola pergamena,
che una volta srotolata si rivelò essere una lunga lista
piena di incarichi ed esercizi da svolgere, cosa davanti alla quale
entrambi i fratelli impallidirono vistosamente.
-Cos’è,
uno scherzo?-
-Affatto, piccolo
Andross… questa pergamena racchiude la prima parte del
vostro allenamento. Come potete notare, gli esercizi riportati sono
tutti incentrati sull’allenamento fisico, e infatti voglio
che per i primi tre mesi lavoriate su questo frangente-
-Miseriaccia, sono
così tanti… pensi che ce la faremo, fratellone?-
-Non ti preoccupare, se
ci metteremo di impegno, sono sicuro che diventeremo molto
più forti. E poi, nel caso ti serva aiuto, ricordati che
puoi contare anche su di me, va bene?-
-Certo, sennò
che fratello maggiore saresti se non aiutassi il minore in caso di
bisogno? Nya ah ah ah ah-
E nei giorni seguenti, i
due fratelli si impegnarono con tutta la loro buona volontà
negli allenamenti, e incredibile ma vero, alla fine dei tre mesi
soprattutto Alex sembrava essere parecchio migliorato
dall’ultima volta, al punto che sia lui che il fratello
parevano aver raggiunto lo stesso livello di abilità.
Tuttavia, quello era solo l’inizio, e l’eremita
aveva ancora molto da insegnare ai suoi due allievi.
Fine Cap.29
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Capitolo 30 *** Per divenire più forti ***
Cap.30:
Per divenire più forti
-Allora, siete pronti
per la prossima fase?- domandò l’eremita.
-Più o
meno…- disse Alex, con la faccia piena di punture
–Non mi sono ancora ripreso dall’esperienza con le
api-
-E io da quella con le
capre- aggiunse Andross massaggiandosi il sederino ancora dolorante.
-Oh, ma
andiamo… che volete che siano delle cose semplici come
mungere una capretta o fregare un po’ di miele alle api?
Certo, sono state imprese dolorose, ma almeno sono sicuro che avete
sicuramente imparato qualcosa da ciò, dico bene?-
-In effetti…
io ho imparato ad essere più agile, anche se poi quelle
dannate a strisce mi hanno punto comunque-
-Ed io a farmi
più furbo e cauto in caso di situazioni simili-
-In più,
volete forse farmi credere che esercizi più
“normali” come i dieci giri intorno al lago o gli
addominali in equilibrio sui rami degli alberi non vi hanno fatto bene?-
-Ma no, certo che no,
signor maestro-
-Solo che dovevi
considerare quanto era largo il lago… voglio dire, a momenti
a correre troppo vicini sui bordi ci cascavamo dentro-
-Se non altro ho avuto i
miei motivi per sceglierlo, ovvero quello non solo di farvi aumentare
la resistenza fisica, ma anche a farvi sviluppare un buon senso
dell’equilibrio, e visto che siamo in tema, la parte di
allenamento dei prossimi mesi sarà incentrata sulle
strategie nei vari tipi di combattimento-
-In poche parole, ci
stai dicendo che dovremo anche studiare?-
-Il tanto che basta per
stare sempre un passo avanti al nemico-
-Posso chiederle una
cosa, maestro eremita?-
-Dimmi, Alex-
-Vede, io non sono uno a
cui piace tanto leggere come mio fratello, e di solito se mi fermo
troppo a pensare mi fa male la testa…-
-Non preoccuparti, avevo
già intuito che tu sei un bimbetto che apprende
più col corpo che con la mente, perciò se a te
sta bene puoi anche ripetere gli esercizi di tre mesi fa-
-Ok, ma prima vorrei
chiederle un’altra cosa-
-Cioè?-
-Se riesco a migliorare
ancora, in cambio mi darà quella sciarpa che porta sempre al
collo? Mi piace tantissimo-
-Oh, intendi la mia
kefiah?-
-Sì, proprio
quella-
-Se proprio ci tieni,
sarà tua, ma SOLO se concluderete il periodo di allenamento
con il sottoscritto. D’accordo?-
-Certo-
Passarono
così gli ultimi mesi di quel primo anno di allenamenti, e
guidati sempre sotto l’occhio attento dell’eremita
Loneheart, i due fratelli miglioravano a vista d’occhio, ma
tuttavia non sembravano ancora soddisfatti dei risultati, cosa che li
spinse, la notte prima dell’inizio del secondo anno di
pratica, a consultarsi tra loro.
-E un anno è
già passato…- notò Andross, fissando
con fare pensieroso il soffitto della camera da letto.
-Già…-
aggiunse Alex –Non male come inizio, vero? Sento che se
continueremo per questa linea diventeremo imbattibili-
-Probabile…
però non sappiamo se una volta che faremo il nostro viaggio
saremo all’altezza dei nemici che affronteremo-
-Mai dire mai,
fratellone. Sono certo che alla fine di tutto questo saremo dei ragazzi
nuovi e dei pirati fantastici-
-Se è per
questo sono d’accordo anch’io. Chissà
cosa ci aspetta in questo secondo anno, sono proprio curioso. Tu non lo
sei?-
-Zzzz…-
“Incredibile,
si è già addormentato… Eh eh eh, sei
proprio degno di essere mio fratello minore… sei
imprevedibile”
***
-Dunque, miei giovani
allievi, a partire da oggi e per tutto l’anno dovrete
semplicemente ripassare tutto ciò che avete imparato
l’anno scorso e migliorare i punti dove siete ancora carenti.
Certo, apparentemente è una cavolata, ma dato che questa
cosa varrà anche per l’anno prossimo, vorrei che
vi impegnaste in modo da essere pronti per il mio personalissimo esame
di valutazione-
-Esame? Non dovremo mica
studiare?- intervenne Alex.
-Ma no, non credo.
Vorrà solo metterci alla prova in qualche modo per
controllare se abbiamo fatto progressi- ipotizzò Andross.
-Indovinato. Prima
però di lasciarvi a questo “ripasso”,
voglio ricordarvi che per diventare forti non vi basterà la
sola forza bruta, ma dovrete anche sapere come usarla al meglio a
seconda delle occasioni che vi si presenteranno davanti. Tutto chiaro?-
-Cristallino, maestro
eremita- risposero all’unisono i due.
-Perfetto, allora via
con il secondo anno!-
Annunciato questo, i due
ragazzi cominciarono ad allenarsi, con la sola differenza che ora il
numero degli esercizi era raddoppiato, e di conseguenza anche se li
svolgevano in tempi minori, la stanchezza si faceva comunque sentire a
fine giornata, spingendoli ad andare a letto molto presto e a fare ogni
volta una colazione molto sostanziosa per recuperare le energie perse.
-Cavoli, certo che ne
hanno di appetito- notò Edward.
-Che vuoi farci, caro-
aggiunse Diana –Si vede che a furia di allenarsi
così tanto stanno sviluppando un metabolismo incredibile-
-Oltre che parecchia
resistenza- intervenne Duncan, osservando i due rifocillarsi con gusto
–Allenarsi con me non significa solo imparare a menare le
mani, ma anche a irrobustirsi sia di corpo che di spirito. In
più, se hanno assunto questo ritmo vuole dire che sono
davvero determinati ad andare fino in fondo-
Infatti, mese dopo mese
sia Alex che Andross avevano raggiunto risultati a dir poco
incredibili. Entrambi erano diventati agili e sciolti nei movimenti al
punto di alternare sia corsa che acrobazie, così come erano
divenuti così forti da rompere la pietra a mani nude.
Inutile dire che sia il secondo che il terzo anno, grazie ai loro
ritmi, erano passati quasi come se niente fosse. Ora però,
ai due fratelli toccava la sfida più difficile di tutte: la
prova dell’Eremita.
-Beh,
ragazzi… sinceramente non so che dirvi…-
esordì lui, passandosi una mano tra i capelli –Vi
ho insegnato tutto ciò che mi è stato possibile
insegnarvi, e di conseguenza questo sarà il nostro ultimo
giorno come maestro e allievi- proseguì -In questi tre anni
siete cresciuti, avete imparato un sacco di cose nuove, non vi siete
mai tirati indietro. Ora, per fare in modo che questi tre anni non
siano stati sprecati, voglio che mi sfidiate un‘ultima volta-
-Sfidarla?-
esclamò uno sbigottito Alex –Non dirà
sul serio-
-Meglio non
contraddirlo, fratellino- lo riprese Andross, notando sul volto del
Loneheart uno sguardo molto serio –Ho paura che voglia
davvero combattere con noi- aggiunse, preparandosi alla lotta.
-Dici? Ma anche se
accettassimo potrebbe finire come l’altra volta-
-Devo ricordarti che a
quel tempo eravamo dei pivelli? Ora abbiamo più esperienza e
siamo molto più forti. Vedrai che se tutto andrà
secondo i miei piani, forse avremo qualche possibilità di
vittoria-
-E se invece
improvvisassimo?-
Purtroppo, il discorso
dovette chiudersi prematuramente, dato che l’eremita,
spiccando un lungo balzo in alto (ed eventualmente facendo attenzione
che nessuno nei paraggi guardasse sotto il kilt) era arrivato
già davanti a loro, pronto a colpire uno dei due con il suo
pugno chiuso… o al meno era quello che voleva far credere,
dato che quel pugno aveva invece colpito il terreno sotto di lui,
provocando una crepa che si espanse fino a farlo esplodere in tanti
piccoli pezzi aprendo un grosso cratere, nel mentre l’urto
generatosi sbalzava via i due.
-Oh…
mio… Dio…- disse un Andross quasi pietrificato da
ciò che aveva appena visto –Mai vista una cosa del
genere-
-Sono
d’accordo…- aggiunse Alex, notando il cratere
lasciato dal pugno dell’Eremita –Nemmeno
impegnandoci a fondo potremmo emulare una roba come quella-
-Parole sante, mio
giovane allievo- ribatté l’interessato, pulendosi
dalla polvere che si era posata su di lui –Anche
perché io possiedo un potere unico nel suo
genere…-
-E da cosa deriverebbe
quel potere?- domandò Andross.
-Semplicemente
da un
Frutto del Diavolo che mangiai tempo fa durante uno dei miei viaggi, il
Kura Kura-
-Gura Gura? Vuol dire
che sei una sorta di vibrazione vivente?-
-Errato, piccolo
Alex…- si limitò a rispondere Duncan,
raccogliendo un sasso da terra, comprimendolo poi nelle mani e infine
polverizzandolo del tutto –Il mio potere consiste nel rompere
i legami chimici di qualsiasi materiale con cui entro in contatto,
causandone così la disintegrazione totale indipendentemente
dalla durezza e dalla resistenza di quello stesso materiale-
-In poche parole, siamo nei guai, non è vero?-
-Esatto, Andross. Ma
adesso basta con le chiacchiere, si comincia!-
Detto questo,
l’Eremita ripartì alla carica contro i due
fratelli, i quali non sapendo come comportarsi con un avversario
così pericoloso, impiegarono sulla difensiva riparandosi
dietro un masso, che sfortunatamente si frantumò una volta
colpito dal
pugno del rosso. Volendo fare un tentativo, Alex caricò una
testata contro di lui, ottenendo solo l’essere preso di peso
e poi sbattuto a terra. Andross invece, approfittando della distrazione
da parte del fratello, prese la rincorsa e poi saltò verso
il rosso cercando di colpirlo con un calcio a gambe unite diretto
all’addome. Vedendolo arrivare, Duncan non si scompose, ma lo
evitò agilmente spostandosi di lato e lo afferrò
per le gambe, usandolo infine come “martello” per
colpire Alex, che in quel momento si stava rialzando.
-Proprio come
pensavo… passano gli anni, passano i mesi, ma voi due
restate sempre i soliti, anche se devo dire che con la vostra piccola
strategia avete già fatto un miglioramento-
Prendendo
quell’osservazione come una provocazione, i due non
risposero, ma dopo essersi scambiati un piccolo sguardo di intesa, si
strinsero brevemente la mano e poi tornarono alla carica con un assalto
in doppio, anche se questo venne fermato un istante dopo dallo stesso
eremita, che non mancò di colpirli all’addome con
i suoi “pugni distruttori”, i quali sebbene non
ebbero l’effetto di lasciargli un buco in corpo (come aveva
immaginato Alex), si rivelarono tremendamente potenti, al punto che
entrambi ebbero come la sensazione che le loro ossa andassero in
frantumi.
-AAAAAH!- urlarono
insieme, atterrando malamente al suolo.
-Niente male come mossa,
eh?- disse il rosso con tono fiero.
-Porcaccia di
una… per poco non svenivo- imprecò Andross.
-Fratellone, temo di
stare per andare incontro ad una… come si chiama…
“commissione cereale”?- aggiunse Alex, mentre i
suoi occhi giravano da una parte all’altra delle orbite
-Vorrai dire
“commozione cerebrale”-
-Sì, proprio
quella…-
-Meglio se te la tieni,
per il momento, perché se non troviamo una via
d’uscita alla svelta, questo ci massacra-
-Ma è troppo
forte per noi, non lo batteremo mai!-
-E allora? Cosa importa
se ci riusciremo o no? L’importante, almeno per noi,
è continuare a tentare fino alla fine-
Impressionato da quelle
parole, Alex sembrò ritrovare la motivazione, e una volta
rialzatosi insieme al fratello, si scagliò nuovamente contro
l’Eremita, anche se invano. Infatti, per il resto della
lotta, non importava quante volte i due McWilde si rialzassero, il loro
maestro riusciva sempre e comunque a colpirli, atterrarli e abbatterli,
senza che i due riuscissero a portare a segno un solo attacco. Ad un
certo punto però, il rosso notò che quei due non
si erano ancora arresi, e se pur malconci per le botte
subìte, erano ancora in piedi. Di fronte a quella cieca
determinazione, Duncan sorrise, e dopo essersi avvicinato ai ragazzi,
aprì le braccia davanti a loro e, con gran sorpresa, li
abbracciò.
-Uh?-
-Ma cosa…?-
-Devo farvi i miei
complimenti, ragazzi… avete superato la prova. Per tutta la
durata di questo combattimento vi siete dimostrati degni di essere miei
allievi, capendo la più importante delle lezioni: il vero
segreto per diventare forti non sta tanto nel far mostra di quante
abilità si ha appreso, ma quanto nel confidare in esse e
nella costanza di non arrendersi mai-
-In poche
parole… abbiamo vinto?-
-Esatto… non
tanto nel senso fisico del termine, ma avete vinto-
***
-Perciò, ora
hai intenzione di partire?- domandò Andross.
-Sì, diciamo
che grazie a voi mi è ritornata la voglia di riprendere a
fare il pirata ancora per un po’- rispose il rosso, per poi
togliersi la kefiah e porgerla ad Alex –Tieni… ora
la mia kefiah fortunata è tua. È un regalo molto
importante, perciò abbine cura-
-Lo farò
senz’altro, signor eremita, promesso- disse il ragazzetto,
stringendo a sé il capo d’abbigliamento.
-Perfetto, allora direi
che posso andare. Ci vediamo ragazzi, statemi bene e ricordatevi
ciò che vi ho insegnato, mi raccomando-
-E una volta che l’Eremita partì per mare, io e
Alex passammo gli ultimi anni sulla nostra isola ad
allenarci…-
-Ma non prima di aver mangiato i Frutti del Diavolo che il maestro ci
aveva lasciato come dono davanti casa nostra-
-Wow… che bella storia…- commentò Anis.
-Concordo, molto bella- aggiunse Bobo.
-A me ha commosso molto…- disse Kym con le lacrime agli
occhi.
-Però, avete trascorso un’infanzia incredibile-
proferì infine Marty.
-Perché ne avevi forse qualche dubbio? Nya ah ah ah ah-
Fine Cap. 30
Nota: Letteralmente, il nome del Frutto del Diavolo mangiato
dall’Eremita nasce dalla pronuncia giapponese della parola
onomatopeica “Crash”, e dato il fatto che
“Kura” e “Gura” suonano quasi
uguali (foneticamente parlando) è quasi naturale che Alex
mal interpreti il nome del Frutto, scambiandolo per quello di
Barbabianca, i cui poteri sono molto differenti.
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Capitolo 31 *** Ritratti e confidenze ***
Cap.31:
Ritratti e confidenze
Nel mentre si incamminava con i suoi vice per le strade di quella
città ormai desolata e devastata, Arslan non sembrava
affatto inquieto o spaventato. Durante i suoi anni di navigazione e di
ricerca di tesori ne aveva visti di edifici distrutti e cose
simili, perciò era naturale che si muovesse in quelle zone
con così tanta disinvoltura, così come facevano a
loro volta Fuu e Rai, mantenendo comunque la guardia alta in caso di
eventuali attacchi nemici. Certo, la zona era deserta, ma
ciò non voleva dire che non ci fosse qualcuno nei paraggi.
Infatti, quel qualcuno non tardo a farsi avanti, lanciando un attacco a
sorpresa verso i tre pirati, rappresentato da una scia di fiamme.
Scansatisi in tempo, Arslan e i suoi compari si ritrovarono davanti ad
una ragazza, dai ritti capelli arancioni e striati di rosso, gli occhi
castano rossiccio e dall’aspetto molto battagliero,
evidenziato anche da ciò che indossava: un paio di anfibi,
dei comuni pantaloni in pelle rossa, un giubbotto in pelle nera aperto
sul davanti, con il quale metteva in mostra il seno fasciato, e un paio
di piercing in viso, uno sul sopracciglio destro e uno sotto il labbro
inferiore. Tutto questo, unito anche alla nodachi che portava con
sé, contribuiva a darle un aspetto da vera dura.
-Oh, ma cosa vedo… tu con quella benda dovresti essere
l’ennesimo stronzetto che è venuto a fottermi la
spada, dico bene?- esordì lei, facendo mostra di una parlata
non molto educata.
-In persona- rispose il pirata, brandendo l’arma mentre si
metteva nella sua solita posa Kabuki –Arslan dalla Grande
Ancora, codesto è il mio nome di battaglia, e sono giunto
fin qui per sfidarti e ricevere come premio la tua Spada del Peccato-
-Perciò se ce la consegnerai senza fiatare…-
continuò Fuu.
-Ti risparmieremo un’umiliante sconfitta- concluse Rai.
-Ah, ma davvero? Io ho come l’impressione che sarete voi tre
quelli che andranno incontro ad una sconfitta certa- ribatté
la dura, sguainando la sua lunga spada, riposta in un fodero rosso
decorato da delle fiamme e con la guardia anch’essa forma di
fiamma.
-Ok, ragazzi, teniamoci pronti. Ora assisteremo alla forza di una
autentica Spada del Peccato. Mi raccomando, niente errori-
-Da che pulpito… non è vero, Rai?-
-Già, hai proprio ragione, Fuu-
***
-Oh, non è giusto!- si lamentò Alex –Un
solo giorno… è passato solo un dannato giorno e
il vento ancora non arriva!-
-Rilassati, Alex- gli mise una mano sulla spalla Andross
–Forse è il caso che aspettiamo ancora un
po’, non si sa mai-
-Ma io mi annoio a stare fermo, e se non faccio qualcosa subito finisce
che mi annoierò ancora di più-
-Allora perché non provi a disegnare qualcosa? Magari ti
passa-
-Sì, ottima idea, anche se non ho molte idee al
momento…-
-Mai pensato a dei ritratti?-
Nel sentire quella proposta uscire dalla bocca del fratello,
sentì come se nella sua mente fosse scattato qualcosa, e
dopo aver fatto la classica faccia da “non ci avevo
pensato”, con tanto di pugno che batte sul palmo aperto e
rivolto verso l’alto, cominciò a guardarsi intorno
per cercare un soggetto da ritrarre. Un primo pensiero andò
subito al fratello maggiore, ma lasciò subito perdere dato
che senza volerlo l’avrebbe reso più bello di come
apparisse normalmente; poi pensò a Bobo, ma
scartò anche quest’idea dati i tratti somatici un
po’ troppo rudi e spigolosi del carpentiere;
scartò anche l’idea di poter ritrarre Kym o Marty,
essendo due ragazze che, come lui, erano più portate al
muoversi in battaglia che allo stare immobili. Alla fine, non sapendo
più che pesci pigliare, decise di provare a chiedere ad
Anis, nel frattempo intenta a osservare il cielo sereno. Deciso questo,
il ragazzo, anche se timidamente, si avvicinò a lei.
-Ehm… ciao, Anis- esordì, salutandola.
-Oh, ciao, Alex- rispose lei, accogliendolo con sorriso –Oggi
è proprio una bella giornata, non trovi?-
-G-già, anche se con un po’ di vento sarebbe
perfetta-
-A me non piace molto il vento, specie se è
tempestoso…-
-Neanche a me, però alcune volte è piacevole-
-Piacevole come i tuoi occhi, dici?-
-Come?-
-No, nulla… non farci caso-
-Comunque, mi stavo chiedendo…-
-Sì?-
-Ti piacerebbe se ti facessi un ritratto?-
-Un ritratto… per me?-
-Sì… sai, è un peccato non ritrarre
una così carina come te, e poi, pensavo fosse
l’idea migliore per ringraziarti di tutto il tempo che
trascorri insieme a me… inoltre, se non faccio qualcosa
finirò per annoiarmi a morte, e tu non vuoi che mi succeda,
vero?-
-Ma certo che no-
-Quindi, accetti la mia proposta?-
-Ovvio che sì, anche perché non ti ho mai visto
all’opera e volevo vedere che cosa riuscivi a fare nel campo
del disegno-
-Allora vieni con me e non rimarrai delusa-
Poco dopo, i due si ritrovarono in camera di Alex, che come la ragazza
poté notare, sembrò essere molto ordinata, con
tanto di armadio, letto e materiale per il disegno sistemati con cura.
Sopra il comodino vicino al letto vide anche che c’era due
foto, una che ritraeva lui e Andross da bambini in compagnia di un uomo
col kilt, sicuramente il loro vecchio maestro, e l’altra dove
i due, cresciuti, erano insieme ai loro genitori e sorridevano felici.
Nel vederle, Anis si sentì come angosciata, domandandosi se
anche lei, da piccola, aveva avuto dei genitori amorevoli come quelli
del suo capitano…
-Ehi, An… va tutto bene?- le domandò il ragazzo,
riportandola in sé.
-Uh? Oh, sì, sì, non preoccuparti… ero
un po’ sovrappensiero…-
-Capisco… allora, se sei pronta, possiamo cominciare?-
-Certo, dimmi cosa devo fare-
-Semplice, devi solo sederti vicino alla finestra e stare ferma, mentre
nel frattempo io provvederò a fare del mio meglio per
ritrarti come si deve e non fare errori. Tutto chiaro?-
-Certo, mi sembra una cosa facile da fare-
-Ok... solo il tempo di preparare il necessario e poi comincio-
E infatti, dopo alcuni minuti di preparativi, il giovane McWilde
poté dedicare il suo tempo a disegnare Anis su uno dei tanti
fogli che aveva nel blocco da disegno che teneva con la sinistra,
mentre con la destra tracciava deciso le linee del volto con la matita.
E mentre lui si concentrava al massimo per fare bene il ritratto, la
ragazza ricominciò ad immergersi nei suoi pensieri, provando
a rievocare anche lei qualche momento piacevole della sua infanzia,
tuttavia senza alcun risultato… ancora una volta, i suoi
ricordi erano confusi e apparentemente slegati tra loro, e come punto
fisso c’era sempre e solo lui: Aster Fatum della Ciurma del
Destino, colui che un tempo la adorava e ora invece voleva catturarla
per i suoi oscuri scopi…
-Anis? Terra chiama Anis! Ehi, ci sei?- intervenne il ragazzo,
riportando nuovamente la bionda alla realtà.
-Uh? Eh? Cosa?- scosse la testa lei, confusa –Che
è successo?-
-Nulla, è solo che mi sembravi fin troppo rilassata e
credevo avessi imparato a dormire con gli occhi aperti, eh eh eh-
continuò lui, rimanendo comunque concentrato sul ritratto -A
parte gli scherzi, è da un po’ che ti vedo
parecchio distratta. Qualcosa non va?-
-No, no, tranquillo, è solo che… non so, non
passa giorno che continui a ripensare ad Aster e ai suoi strani
discorsi… e oltretutto, se proprio devo essere sincera,
è come se gran parte dei miei ricordi fosse legata in
qualche modo a lui…-
-E più cerchi di ricordare, più nella tua mente
trovi vuoto, giusto?-
-Già…-
-Può essere che magari ciò che ti è
accaduto in passato sia stato così scioccante da aver fatto
in modo che tu cancellassi di tua spontanea volontà quei
ricordi? Certo, è un’ipotesi un po’
azzardata, ma potrebbe anche essere la più probabile-
-…Alex! Non ti facevo così perspicace-
-Beh, di che ti sorprendi? Anch’io so usare bene la testa, se
mi ci metto di impegno… e poi non è colpa mia se
il fratellone una volta mi ha fatto leggere uno di quei suoi noiosi
libri sulla psiche umana-
-In ogni caso, hai comunque espresso il tuo punto di vista riguardo
ciò che sto passando con questa amnesia... se riuscissi a
ricordare qualcosa di più forse potrei esservi
più di aiuto, non credi?-
-Naaah, per il momento ciò che sai è
più che sufficiente, e inoltre è stato Andross
stesso a dire che non dobbiamo affrettarci troppo-
-Se lo dici tu… voglio solo sperare che tutto si risolva per
il meglio-
-Un vecchio detto dice “A tutto c’è
rimedio”. Chissà, magari continuando a viaggiare
troveremo una soluzione anche per te-
Detto questo, il ragazzo posò la matita e, dopo aver
staccato il foglio dall’album da disegno, sorrise contento, e
dopo averlo mostrato ad Anis, che rimase letteralmente di sasso per la
bravura con cui era riuscito a ritrarla in modo perfetto, prese un
po’ di nastro adesivo e lo appiccicò vicino alla
finestra.
-Che te ne pare, alla fine è venuto bene, no?-
-Già… e ancora una volta, Alex, ti sei dimostrato
un
vero portento-
Fine Cap.31
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Capitolo 32 *** Legami e sentimenti ***
Cap.32:
Legami e sentimenti
Il giorno seguente, nonostante le speranze, il vento non accennava
ancora ad alzarsi e a smuovere la Linxer. Tuttavia, la soluzione venne
svelata da Kym, la quale radunò tutti gli altri ciurmati ed
espose a gran voce e in modo molto chiaro la sua geniale trovata.
-Trainare la nave?- domandò Andross, incuriosito dalla
proposta.
-Esatto- rispose lei, sorridendo soddisfatta –In pratica, uno
di noi si getta in acqua e, dopo essersi legato ben bene, si mette a
nuotare come un dannato fino a quando non raggiungiamo la prossima
isola o finché non si fa risentire il vento-
spiegò poi.
-Non so se è tanto buona come idea, sai? Bisogna anche
tenere conto della resistenza di chi si offrirà per
l’impresa- disse Alex
-Non credo ti dovrai preoccupare di questo, dato che mi offro io-
-Tu? Ma… ne sei sicura?- disse uno stupito Bobo
–Non voglio affatto mettere in dubbio la tua forza, ma corri
un rischio enorme, lo sai?-
-Lo zietto Bobo ha ragione- aggiunse Anis –Le correnti marine
non sono mai tranquille, e quelle della Grand Line non fanno eccezione-
-Secondo me vi preoccupate troppo- proferì pacatamente
Marty, fino a quel momento rimasta in disparte appoggiata ad una parete
con gli occhi chiusi e le braccia conserte –Kym è
adulta e vaccinata, sa badare a sé stessa ed è
anche una forte guerriera… vedrete che non ci saranno
problemi se lasceremo tutto a lei- proseguì, per poi notare
la nordica slacciarsi l’armatura –Ehi, ma che fai?-
-Non si vede? Mi alleggerisco- rispose l’interessata,
togliendosi la corazza e rimanendo in topless davanti ai compagni
–Così potrò evitare di affondare per il
peso-
-Capirai… col seno che ti ritrovi vorrei vedere se non sei
parecchio avvantaggiata nel galleggiare- scherzò Alex, salvo
beccarsi un pugno di rimprovero da parte del fratello –Ahio,
ma che ho detto?-
-Non è carino fare battute del genere- lo
rimproverò lui, per poi rivolgersi alla nordica e legarle
una cima in vita –Mi raccomando, fa attenzione e cerca di non
strafare, ok?- aggiunse, non potendo evitare di vederle di sfuggita il
“bel panorama”.
-Vai tranquillo, farò del mio meglio… e comunque,
i miei occhi sono quassù, mio bel vice… va bene
che sono bella, ma uno come te non dovrebbe distrarsi così
facilmente-
-E io che posso farci? Sono pur sempre un maschio… e poi non
è colpa mia se potevi almeno indossare un reggiseno-
-…Un “reggiseno”? E che sarebbe?-
-Lascia perdere, non importa… anche perché siamo
in ritardo sulla tabella di marcia di ben tre giorni, quindi penso sia
meglio sbrigarci prima che il Log Pose registri un’altra
rotta, no?-
-Certo, certo… lascia che ci pensi io-
E fu così che, una volta sistemata l’altra
estremità della cima con cui era legata ad una parte della
polena della nave, Kym si tuffò in acqua in una maniera
molto atletica, accattivandosi un applauso da parte degli altri, e poi
si mise a nuotare senza alcuna fretta, facendo un paio bracciate alla
volta. Inizialmente, la nave non sembrò dare segno di
smuoversi, ma pian piano parve accadere il contrario, e seppur con
ritmo lento, la navigazione poté proseguire in quel modo
almeno fino all’arrivo di una leggera brezza marina, la quale
fu il segnale che il vento favorevole si stava alzando. Contenta del
suo operato, la ragazza del Nord poté ritornare
tranquillamente a bordo per riposarsi, ma non prima che Marty le
ricordasse di coprire le sue “forme generose”
imprestandole, o ancora meglio, regalandole, una delle sue magliette.
-Beh, non è il massimo come vento, ma almeno adesso possiamo
continuare senza problemi, giusto?- domandò poi lei al
vicecapitano.
-Esatto- rispose semplicemente lui, per poi appoggiarle una mano su una
spalla –E tutto questo lo dobbiamo in parte a te-
-Oh, Andross… non ho fatto nulla di speciale, alla fine-
-Però ci hai comunque aiutati, e questo mi basta-
-Puoi togliermi solo una curiosità?-
-Certo, dimmi ciò che vuoi sapere e io risponderò-
-Beh, ecco… stavo ripensando a quando tu e Alex ci avete
raccontato della vostra infanzia, e volevo sapere come mai da piccolo,
almeno all’inizio, eri così… come
dire…-
-Arrogante?-
-Sì… voglio dire, guardandoti adesso sembri
un’altra persona-
-Vuoi sapere la verità? Il fatto è che fin da
piccolo ero un ragazzo fin troppo manesco, e ogni tanto mi capitava di
attaccare briga con qualche mio coetaneo anche per motivi futili. Una
volta sentii i miei parlare riguardo questo problema, e ipotizzarono
che facevo così perché mi sentivo solo e
trascurato pur essendo nel complesso un bimbo molto in gamba e con
genitori fantastici. Quando poi nacque Alex, però, in
qualche modo ebbi come la sensazione di sentirmi ancor più
messo da parte, e per far valere la mia autorità, presi a
trattare male pure lui, anche se in varie occasioni andavamo
più o meno d’accordo, come quando ascoltavamo le
storie di pirati che ci raccontava nostra madre prima di metterci a
letto-
-Quindi fu così che nacque in voi l’idea di
prendere il mare, vero?-
-Già, ma solo quando entrambi saremmo diventati abbastanza
forti e preparati per affrontare ciò che ci aspettava in un
viaggio. A parte questo, però, il mio giudizio su di lui non
cambiava, e lo reputavo ancora fin troppo debole per poter fare il
pirata. Dopo aver incontrato l’Eremita e aver sentito le sue
parole, a poco a poco cominciai ad aprire gli occhi, comprendendo che
l’amor proprio non basta a diventare una persona migliore, e
penso sia inutile dire che grazie a quella lavata di testa avevo
incominciato ad aprirmi un po’ di più con mio
fratello e svilupparci un legame-
-Quindi, è grazie in parte al vostro maestro se ora voi due
siete così legati l’uno
all’altro… però, ora che ci penso, non
vi ho mai visti scambiarvi gesti d’affetto, ma solo cazzotti
e pedate-
-Perché è in questo modo che ci manifestiamo il
nostro affetto, anche se di solito ci facciamo sempre molto male-
-Capisco… ma dimmi solo un’altra cosa: come mai
sei sempre così tranquillo e controllato qualsiasi cosa
succeda?-
-Vedi, Kym, il mio ruolo di vicecapitano non è cosa da
poco… nel caso abbia bisogno di pensare ad una strategia o
altro, devo sempre mantenere il sangue freddo, e cosa ancora
più importante non devo lasciare che le emozioni abbiano il
sopravvento, perché nella peggiore delle ipotesi potrei
commettere gesti avventati-
-Quindi, mettendo caso che io o Alex morissimo… tu non
faresti nulla per vendicarci, non è vero?-
-Ottima domanda… in effetti, se ciò accadesse, in
un primo momento mi sentirei completamente devastato dal dolore, ma
anziché vendicarvi, farei invece in modo di onorare il
vostro sacrificio e sperare che non sia stato vano, e sai
perché?-
-No, perché?-
-Perché anche se la situazione sarà disperata,
ciascuno di noi, nessuno escluso, potrà contare sulla forza
dei nostri legami-
Lasciandolo parlare, Kym rimase come incantata dal suo discorso, non
potendo non annuire per dargli ragione, facendo allo stesso tempo
aumentare i sentimenti che provava per lui. La nordica era persino
tentata di farsi avanti e dichiararsi, ma…
-Nave in vista a ore tre!- esclamò Alex, che nel frattempo
si era arrampicato sull’albero maestro per stare di vedetta
–E dal poco che riesco a vedere non ha un’aria
molto amichevole-
E infatti l’imbarcazione, man mano che si avvicinava, era
molto più grande e più larga della Linxer, pareva
armata di tutto punto e sul vessillo che faceva da bandiera era
stampata una D stilizzata, circondata da un cerchio composto da sei
stelle dorate. Inoltre, la polena raffigurava una donna vestita di toga
e con gli occhi bendati, che reggeva su una spalla una cornucopia piena
di ricchezze, e sul ponte di comando, in compagnia dei suoi sei
seguaci, una figura molto familiare si stagliava con
superiorità.
-Aster…- sibilò irritato il capitano, scendendo
dall’albero e ritornando sul ponte, raggiungendo Kym e il
fratello maggiore.
-A quanto pare ci stava aspettando- ipotizzò Andross.
-Perciò, sarebbe lui il tipo che terrorizza la pulcina
bionda…-
-Proprio così, Kym- confermò Marty, tenendo una
mano su una delle sue spade, pronta ad usarle in qualunque momento.
-Alex, ho paura…- disse Anis con un fil di voce,
attaccandosi timorosa al braccio sinistro del giovane McWilde.
-Non ti preoccupare, in caso di pericolo ci penserò io a
difenderti, qualsiasi cosa succeda- rispose l’interessato,
accarezzandole dolcemente la testa con la mano destra, per poi voltarsi
verso Bobo e fargli cenno di abbassare l’ancora
–Hai la mia parola-
Nel frattempo, la nave della Ciurma del Destino continuò ad
avvicinarsi, fermandosi poi davanti alla Linxer. Una volta fatto
ciò, Aster e suoi si fecero avanti fino al bordo della prua,
guardando letteralmente dall’alto verso il basso i loro
avversari, i quali sembravano pronti a combattere. Il nobile decaduto
però non diede molto peso alla cosa e, schiaritosi la voce,
iniziò a parlare.
-I miei ossequi, plebei- esordì –A quanto vedo, vi
siete oltre alla mia adorata vi siete trovati anche dei nuovi
acquisti…-
-Risparmia le formalità, damerino!- lo interruppe Alex
–Sappiamo benissimo che vuoi Anis per i tuoi scopi, quindi
perché non ti sigilli la bocca seduta stante e lasci che
siano i nostri pugni a parlare?-
Fine Cap.32
|
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Capitolo 33 *** Berserkrgang - Prima parte ***
Cap.33:
Berserkrgang – Prima parte
Erano passati solo pochi minuti da quando le orecchie di Aster avevano
sentito la diretta provocazione di Alex, il quale ora attendeva una sua
risposta. Voltandosi in modo altezzoso da un’altra parte,
fece poi cenno a Shao di farsi avanti, ed egli, una volta fatto un
breve inchino, spiccò un lungo balzo fino ad atterrare,
levitando, sul ponte della nave avversaria.
-E tu che ci fai qui? È Aster quello che voglio sfidare-
protestò Alex.
-Il maestro Aster non è solito sporcarsi le mani con
avversari deboli come voi, perciò sarò io a
sostituirlo- spiegò l’altro con tono piatto.
-Se le cose stanno così, allora mi va bene lo stesso, dato
che ho un conto in sospeso pure con te, zucca pelata!-
Ma non appena Alex scattò per attaccare Shao, a questi
bastò un semplice gesto per bloccarlo con la telecinesi e
poi scacciarlo via, facendolo andare a sbattere contro una parete della
nave, distruggendola durante l’impatto. Ripresosi, Alex
tentò con un nuovo assalto, ma anche quello andò
a vuoto per via dei poteri dell’individuo con la testa
rasata, il quale l’aveva nuovamente bloccato a
mezz’aria senza alcuna possibilità di reagire.
-Non impari mai, eh?- disse lui –Il mio Frutto del Diavolo mi
consente delle capacità che vanno oltre la semplice forza, e
dubito fortemente che attaccarmi a testa bassa come l’animale
che sei serva davvero a qualcosa- aggiunse, facendo poi schiantare Alex
sopra il pavimento del ponte, che si spezzò e lo fece finire
sottocoperta.
-Povero Alex…- esclamò Anis, sperando che il
ragazzo stesse bene.
-La mia povera nave…- proferì invece Bobo, in
lacrime per i danni causati, almeno indirettamente, da Alex.
-Ti pare questo il momento di pensare alla nave?- lo riprese una
già adirata Marty –Forse non lo hai notato, ma
siamo sotto attacco!-
-Lo so benissimo!- ribatté il carpentiere, staccando dal
pavimento una lunga asse di legno –E ora so su chi sfogare la
mia ira per aver rovinato la mia bellissima nave!- aggiunse, pronto a
prendere Shao “a legnate”… nel vero
senso della parola!
-E pensi che non mi possa occupare anche di te?-
Infatti, al “monaco” bastò anche solo
portare il palmo verso di sé per poter bloccare Bobo e
successivamente scaraventarlo verso Marty, prendendo due piccioni con
una fava senza alcuna fatica. Intanto Andross, rimasto a guardare
insieme a Kym, era alquanto perplesso nel vedere con che
facilità cadevano i suoi compagni e con quanta maestria Shao
riuscisse a controllare i suoi poteri, ma anche dal fatto che la
ragazza, stranamente, sembrava essersi come isolata dal resto del
mondo, cosa evidenziata anche dallo sguardo vacuo che
possedeva… tuttavia, il McWilde dovette interrompere
bruscamente questi suoi pensieri, dato che Alex, riemerso dal ponte
distrutto, era nuovamente ritornato alla carica, salvo poi essere
bloccato e respinto un’altra volta.
-Abbiamo iniziato questa lotta solo da poco e già mi state
facendo annoiare… e che diamine, siate più
creativi con questi attacchi-
-Shao, direi che hai fatto abbastanza per il momento, e credo sia
giusto se lasci il cambio a qualcun altro- gli disse Aster, mentre con
un lieve cenno della mano dava ordine a Kane di intervenire.
-Nessun problema, maestro… tanto mi sarei stancato comunque-
E con tutta la naturalezza che gli era possibile, l’esper
dalla testa rasata si fece da parte per lasciare che arrivasse anche il
suo compagno con i dreadlock. Quasi contemporaneamente, Alex, Bobo e
Marty si erano rialzati per combattere, mentre Kym, una volta visto
Kane, aveva stranamente incominciato a fremere d’impazienza
per potersi gettare anche lei nella mischia.
-Combattere… combattere…- cantilenava sottovoce,
nel mentre le sue mani tremavano per la tensione
–Kym… combattere…-
-Allora, chi di voi tre vuole essere il mio avversario?-
esordì l’uomo, mettendo in mostra le sue braccia
muscolose –Su, non siate timidi-
-Ammettendo che la voglia di pigliare a calci nel culo anche te
equivale a quella di prendere a calci nel culo Aster…-
rispose Alex, avanzando a fatica verso Anis –Penso che
anch’io farò cambio, e lascerò che sia
Bobo ad occuparsi dei tuoi pugni ferrosi-
-Pugni ferrosi?- domandò confuso il carpentiere
–Ma che vuol dire?-
-Che quel tipo ha un Frutto del Diavolo che gli consente di diventare
un vero e proprio uomo di ferro- gli spiegò Marty.
-Esatto- confermò l’altro, trasformando il suo
pugno destro in una massa ferrosa con cinque dita
–Perciò, vecchietto, faresti meglio a prepararti,
perché ti aspetta uno scontro veramente pesante-
-Capirai… essendo un carpentiere ti confesso che sono molto
bravo nel conoscere i materiali e ciò che serve per
lavorarli, e il tuo ferro non farà di certo eccezione-
-Questo sarà da vedere…-
Bastarono solo pochi secondi che i due avversari, senza dirsi nulla,
cominciassero a confrontarsi tra loro. Bobo, impugnando nuovamente
l’asse di legno, iniziò la sua offensiva contro
Kane, ma questi si portò subito in vantaggio trasformando
non solo il pugno, ma anche l’intera parte destra del corpo,
scagliando un colpo a spazzare che ruppe con estrema
facilità sia “l’arma” del
carpentiere che un paio delle costole dello stesso. Stringendo i denti,
Bobo replicò con un manrovescio diretto al volto, facendo
indietreggiare quell’ammasso di muscoli di almeno un paio di
metri. Kane però non desistette, e ripartì
all’attacco, sferrando una bracciata tesa verso il suo nemico
e atterrandolo malamente.
-Urgh…- fu l’unica cosa che riuscì a
dire Bobo, massaggiandosi il collo dolorante per l’impatto
–Che potenza…-
-E ciò che hai appena provato era il Lariat di Ferro, che
puoi considerare come la mia tecnica preferita- spiegò
l’altro, mostrando con fierezza il suo braccio dominante
–Finché posso contare sulla mia forza fisica e sul
Frutto Tetsu Tetsu, niente e nessuno può anche solo pensare
di ferirmi o resistere ai miei colpi-
-Già, e io ne so qualcosa…- commentò
Alex, ancora intento a farsi fasciare con premura da Anis
–Quel tipo è inattaccabile-
-E ora che vuoi fare… continui o ti arrendi?
-Tsk… abbiamo appena iniziato, mocciosetto…
perciò fai pure del tuo peggio, io ti aspetto-
E detto questo, Bobo rimase in attesa di un altro Lariat di Ferro da
parte di Kane, tenendosi pronto a bloccarlo. A sorpresa, il secondo
colpo fu più pesante del precedente, tanto che il vecchio
Bobo per poco non finiva sbalzato in mare, cosa che gli fu evitata
grazie alla fiancata della nave che era riuscita a frenarlo in tempo,
anche se Kane era subito ripartito alla carica tempestandolo di pugni.
Volendo anche solo fare un tentativo, Bobo calciò via il
seguace di Aster colpendolo sulla parte non ricoperta dal ferro,
ottenendo ancora un po’ di tempo per poter pensare ad
un’offensiva efficace.
-Ma bravo, hai già scoperto il mio punto debole, vecchiaccio-
-Più che scoperto, sembrava abbastanza evidente che non ti
fossi coperto completamente di ferro, finendo per scoprirti
incautamente-
-Beh, che vuoi che ti dica? A me piace usare così il mio
Frutto, perché così facendo ho già la
vittoria assicurata contro avversari di bassa fascia o fin troppo
deboli per resistere ai miei attacchi-
-Ma se volevi affrontarmi al massimo, potevi già ricoprirti
interamente portandoti in vantaggio, no?-
-Certo, ma con avversari del tuo calibro preferisco tenermi le mosse
migliori per il momento opportuno, se sai cosa intendo-
Finito questo scambio di battute, Kane si rimise
all’opera, avvicinandosi al carpentiere e mollandogli il suo
pugno di ferro dritto sul volto. Pur ammettendo che faceva parecchio
male, l’uomo non si scompose, anzi replicò dando
un sinistro al suo nemico, che a sua volta rispose con un altro destro,
ma sferrato all’addome. Bobo, a sua volta, reagì
con un cazzotto dritto in faccia, e non contento, aggiunse anche un bel
pugno in testa. A quel punto, cominciando a spazientirsi parecchio,
l’uomo coi dreadlocks mutò anche la parte sinistra
del suo corpo e iniziò a colpire Bobo con una nuova scarica
di pugni, costringendolo a farsi scudo con le braccia. Vedendolo in
difficoltà, Andross fu tentato di andare ad
aiutarlo, ma notando che Shao era ancora sulla nave e intuendo che
sarebbe intervenuto se qualcosa fosse andato storto, dovette desistere,
anche perché al momento la ciurma non aveva ancora una
soluzione adatta a contrastare i suoi poteri psichici. Al contrario,
Kym era già entrata in azione, atterrando entrambi con un
doppio calcio alla testa, suscitando lo stupore dei presenti.
-Ma che cavolo…? Oi, ma ti sembra questo il modo di trattare
un tuo stesso compagno?- protestò Bobo, riprendendosi dalla
botta.
-Faresti meglio a farti da parte…- si limitò a
dire lei, per poi sfoggiare uno sguardo ancora più vacuo del
precedente –…Se non vuoi che ti uccida con le mie
stesse mani- aggiunse minacciosa
-Uh? Ma che stai dicendo, Kym?-
-Tsk… a me non importa se è un uomo o una donna
ad affrontarmi, l’importante è il combattimento
che ne viene fuori- disse Kane
-Allora non avrai nulla in contrario se, magari dopo averti battuto, mi
prenderò la tua testa come omaggio, vero?-
ribatté la guerriera, mentre un sorriso sadico le si
dipingeva in volto –Kih ih ih…-
Fine Cap.33
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Capitolo 34 *** Berserkrgang - Seconda parte ***
Cap.34:
Berserkrgang - Seconda parte
Sulla Linxer era calato il silenzio… Kym, dopo aver espresso
la sua sentenza di morte, se così si poteva chiamare, si era
messa in posizione di offesa, e attendeva che Kane si facesse avanti e
che cominciasse quindi il nuovo combattimento. L’uomo
ovviamente non si fece pregare, e si scagliò subito contro
la ragazza, certo che contro una simile avversaria avrebbe avuto una
vittoria facile. Invece, a Kym bastò un sinistro sferrato
allo sterno per frenare e quindi annullare la sua carica, facendolo
indietreggiare.
-Tsk… forse non hai sentito bene ciò che ho
detto, ma ti ricordo che il mio corpo è fatto di ferro,
quindi l’unica che ci rimette qui sei tu, dato che con quella
tua improvvisata ti sarai sicuramente rotta la mano insieme alle dita-
esclamò Kane con rinnovata sicurezza, per poi ritornare
all’attacco –E ora, assaggia il mio Pugno di Ferro!-
Vedendolo arrivare, Kym non evitò per nessun motivo il
colpo, che data la sua potenza, l’aveva colpita duramente
all’addome e fatta sbalzare via, andando poi a sbattere
contro l’albero maestro. Rialzatasi, la guerriera non fece
una piega, eccetto osservare con discreto interesse il sangue sulla
mano rotta e leccarlo con gusto.
-Tutto qui quello che sai fare?- disse lei –Mi aspettavo un
avversario più difficile da battere, ma a quanto
pare…-
-Starai scherzando? Con il colpo che ti ho dato come minimo ti
avrò devastato lo stomaco, e con una mano rotta dubito
potrai provare nuovamente a colpirmi, perciò che ne dici se
ti arrendi subito e…-
Purtroppo, Kane non riuscì a finire il suo discorso che Kym,
approfittando della sua distrazione, gli aveva mollato
un’orrenda testata sul petto, che però non ebbe
gli effetti sperati data la scorza ferrosa che lo proteggeva. Non
volendosi fermare con l’offensiva, la ragazza
cominciò anche a tempestargli di pugni l’addome,
del tutto indifferente alle ferite che pian piano gli si aprivano sulle
mani. Neanche questo tentativo portò successo, e Kane
poté ribattere colpendola con un tremendo pugno in testa,
atterrandola di faccia.
-Che ti sia di lezione, ragazzina- disse –Così
impari ad affrontare a testa bassa avversari più grossi di
te- aggiunse con tono vittorioso.
-Kih ih ih ih ih…- si limitò a dire la guerriera,
rialzandosi di nuovo nonostante la ferita alla testa –Mi
dispiace per te… ma io non sono ancora del tutto sconfitta,
come puoi vedere- aggiunse, tirando un bel respiro fare mostra di un
altro sorriso sadico –E ti faccio notare che fino ad adesso,
il mio era solo riscaldamento… e il mio vero
divertimento… comincia ora!- concluse, mentre le pupille dei
suoi occhi si restringevano quasi all’inverosimile.
-Ma allora sei dura di comprendonio… ti ho già
detto che con il mio corpo di ferro sono praticamente invincibile-
ribatté l’omaccione, annullando i suoi poteri e
tornando normale –Se tuttavia vuoi uno scontro ad armi pari,
allora fatti avanti, così anche senza la mia protezione di
ferro ti dimostrerò chi è il migliore-
-Non me lo faccio ripetere due volte… Kih ih ih…-
-Ma è totalmente scema?- esclamò Marty
–Così si farà ammazzare-
-Non è detto…- intervenne Andross
–Penso che sia più probabile che la nostra Kym,
ammesso che sia davvero lei, possa trarne un grosso vantaggio, anche se
indirettamente-
-“Ammesso che sia davvero lei”? Che intendi dire?-
gli chiese Alex.
-Che la ragazza ha qualcosa che non va- rispose per lui Bobo,
appoggiandosi al bordo nave per rifiatare –Avete notato anche
voi come mi ha risposto prima di andare a combattere e come si
è comportata durante la lotta… sembrava
un’altra persona!-
E in effetti, stando a guardare come proseguiva la lotta tra i due, che
sostanzialmente era uno scambio continuo di colpi fisici, Kym sembrava
combattere in un modo molto più rozzo, evidenziato anche dal
fatto che la nordica stava ripetutamente colpendo Kane senza nemmeno
dargli un attimo di respiro, anche se lei ogni tanto finiva col
ricevere qualche pugno sui reni o sui fianchi.
-Andross, tu che ne pensi?- domandò il carpentiere.
-Ti dirò, Bobo… guardandola attentamente lottare
ho come la sensazione che il suo stile di lotta mi sia molto familiare,
non sei d’accordo anche tu, fratellino?-
-Puoi dirlo forte, mi sembra di rivedere Jurgen e Jonas in
azione… con la differenza che Kym sembra valere per due, in
quanto sta letteralmente prevalendo sul tipo coi dreadlock- rispose
Alex.
-Appunto… e ciò cosa ci fa dedurre?-
-Che Kym ha le sue cose perciò è più
forte?- tirò ad indovinare il ragazzino, ricevendo
però un pugno in testa da parte di Bobo.
-No, piccolo idiota… vuol dire che molto probabilmente anche
lei ha quella capacità che è propria dei
Berserkr-
-E quale sarebbe questa capacità? Io mi ricordo solo che
avevi letto riguardo ai guerrieri in sé, ma non avevi
aggiunto molto, anche perché in quel frangente ci stavano
ammazzando di botte-
-Vedi, devi sapere che i Berserkr non sono definiti così
solo perché è un nome nordico che suona
“fico” o cose del genere. Devono questo nome dal
fatto che prima di combattere, erano soliti entrare in uno stato di
trance, durante il quale si lasciavano andare ai loro più
profondi istinti primari e diventando, di fatto, delle vere e proprie
“bestie in forma umana”… e questa
abilità, se così si può chiamare,
è conosciuta col nome di “Berserkrgang”-
spiegò lui.
-E come funziona, esattamente?- chiese Anis
-Dal poco che ho capito leggendo quel libro sulle leggende del nord,
sembra che questa abilità sia un dono che gli Dei
concedevano ai guerrieri più valorosi che combattevano per
loro, ma a parte queste metafore puramente simboliche, è
più verosimile che in realtà sia una sorta di
tecnica segreta tramandata dai loro antenati, e come ho già
detto, per metterla in atto basta che l’utilizzatore entri in
una sorta di trance dentro il quale lascia da parte la ragione e si
lascia totalmente dominare dall’istinto- proseguì
il vicecapitano.
Quasi contemporaneamente a queste spiegazioni, infatti, Kym si stava
scatenando come una vera furia, al punto che Kane ne era totalmente
spiazzato e, in preda al timore, era prontamente ritornato a corazzarsi
l’intero corpo di ferro, tentando poi un assalto su di lei
con l’intento di schiacciarla. La ragazza, stanca di quella
strategia così monotona, non poté far altro che
afferrarlo e lanciarlo di peso verso Shao, che come suo solito si
difese con i suoi poteri, bloccando il suo compagno con la telecinesi e
lanciandogli un’occhiata gelida, come se fosse deluso da
ciò che era successo.
-Kane…- pronunciò il rasato.
-Lo so… non serve che tu dica nulla- disse
l’altro, abbassando umilmente lo sguardo.
-A quanto pare lasciar fare tutto a te non ha funzionato, dato che ti
sei fatto massacrare da una femmina- intervenne Aster, creando una
sorta di “passerella stellare” coi suoi poteri per
raggiungere anche lui la Linxer –Poco male, tanto ho sempre
il piano di riserva… Shao, riporta questo povero debole
sulla Destiny e poi procediamo con la cattura… abbiamo perso
fin troppo tempo qui-
-Sarà fatto- rispose semplicemente l’interessato,
usando le sue capacità per lanciare in malo modo lo
sconfitto sull’altra nave.
-Ma cosa vedo… a quanto pare sarai tu il mio prossimo
avversario. Non vedo l’ora di farti fare la fine del tuo
compagno- si intromise Kym, eccitata da quell’improvviso
sviluppo.
Ma prima che la guerriera potesse fare qualcosa, Shao fece nuovamente
ricorso ai suoi poteri per inglobare ciascun Wild Felis, tranne Anis,
in una sorta di campo di forza, impedendo loro qualsiasi tipo di
movimento. Sentendosi in trappola, la bionda cercò subito di
scappare, ma all’improvviso una strana corda dorata, composta
da luce e polvere di stelle, la bloccò e cominciò
a cingergli il corpo, catturandola alla stessa maniera di una bestia
selvaggia. Voltandosi, Anis vide che all’altro capo di quella
corda c’era Aster, che sorrideva soddisfatto e pian piano le
si stava avvicinando.
-Ora non puoi più fare nulla per sfuggirmi… con i
tuoi “amici” sistemati a dovere e la mia Corda
Stellare a legarti, ora non c’è più
nulla che mi impedirà di averti…-
proferì egli, pregustando con fierezza il suo trionfo,
voltandosi poi verso i nemici –Se questa fosse una partita a
scacchi, direi che questo può essere considerato un vero e
proprio “scacco matto”, non credete? Uh uh uh
uh…-
-Dannato bastardo…- sibilò tra i denti Alex,
cercando di rompere la “bolla” in cui era finito
–Giuro che se scopro come liberarmi…-
-È tutto inutile- lo interruppe prontamente Shao
–Più cercherete di liberarvi da queste sfere e
più esse si restringeranno su di voi, diminuendo
l’ossigeno al loro interno- spiegò poi con tono
piatto.
-In poche parole, più ci muoviamo e più
diminuisce la nostra possibilità di sopravvivere?-
domandò un adirato Bobo –Questo è
veramente scorretto, persino per il più viscido dei
guerrieri-
-Pensala come vuoi, tanto io e i miei Cavalieri del Destino siamo del
tutto insofferenti a queste parole…- ribatté
Aster –Non ci interessa minimamente se per raggiungere i
nostri obiettivi ricorreremo a ciò che voi chiamate
“scorrettezze”, perché se lo facciamo
è solo perché è destino che
l’ordine delle cose proceda in questo modo…
così come ben presto la vostra compagna sarà
destinata a guidarci al nostro glorioso futuro insieme al sottoscritto.
Grazie a lei, diventerò il padrone incontrastato dei mari, e
tutti si inchineranno davanti alla mia grandezza e alla mia
magnificenza, che durerà e sarà tramandata nei
secoli dei secoli…-
Ma proprio mentre il fatalista sembrava essere arrivato nel culmine del
suo delirante discorso, Kym, non vedendoci più dalla rabbia
sia per il fatto di essere intrappolata che per il fatto di starlo a
sentire, prima interruppe e sorprese tutti emettendo un tremendo grido
di guerra, e poi, dando sfogo a tutta la sua forza, prese colpire senza
sosta la sfera telecinetica, incurante che ad ogni pugno sferrato
questa si restringeva sempre di più grazie ai poteri di
Shao, che sorpreso per la prima volta in vita sua, cercava di contenere
invano la furia sempre crescente della nordica, a cui bastò
un ultimo pugno per far cedere la sua “prigione” e
liberarsi, provocando un lieve shock mentale al rasato, abbastanza
forte da annullare anche il resto delle bolle che aveva creato e
piegarlo in ginocchio.
“Incredibile…” pensò tra
sé Andross, assistendo come tutti gli altri presenti a
quella scena “Nonostante il pericolo di morire soffocata, Kym
ha comunque continuato ad attaccare la sfera dall’interno
fino a farla cedere del tutto... e a giudicare dalla reazione di Shao,
sembra che se si fa “scoppiare” una bolla, i danni
si ripercuotono sull’utilizzatore, costringendolo a
interrompere la concentrazione”
-Evvai!- esultò Alex, contento di essere nuovamente libero e
pronto a combattere nuovamente contro Aster –Hai visto? A
quanto pare hai sottovalutato ancora una volta quanto possiamo essere
forti, anche se ovviamente dobbiamo tutto alla nostra Kym-
-Niente ringraziamenti, piccoletto…- rispose freddamente
lei, voltando lo sguardo dall’altra parte –Se
l’ho fatto è solo perché non avevo
alcun intenzione di restare a guardare, chiaro?-
-Non importa, l’importante è che ora possiamo
riprenderci la nostra compagna senza altri impedimenti-
ribatté Bobo.
-Tsk… ma allora non capite- proferì Aster
–Lei non appartiene al vostro lurido mondo plebeo, lei
è destinata a qualcosa di molto più importante
che passare il tempo con voi…- proseguì con un
tono vagamente intristito, per poi notare ancora una volta gli sguardi
determinati dei Wild Felis e sciogliere, rassegnato, la sua corda di
stelle dal corpo di Anis –E va bene… visto che
voglio essere generoso, lascerò che la mia adorata trascorra
ancora un po’ di tempo con voi… ma badate che
la prossima volta non sarete così fortunati e di certo non
ve la caverete con poco…- concluse, per poi dare cenno a
Shao, ripresosi, di
ritornare alla nave –Ci incontreremo di nuovo, statene
certi… e quando accadrà, non avrò
alcuna pietà-
Fine Cap.34
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Capitolo 35 *** Transizione ***
Cap.35:
Transizione
E una volta che la nave di Aster se ne andò per la sua
strada, sparendo letteralmente dalla vista dei Wild Felis, i nostri
poterono tirare un sospiro di sollievo e avere occasione di riposarsi,
certi che ora sarebbero stati un po’ più
tranquilli.
-Anf… anf… sì, bravi… che
scappino pure…- disse Kym, che nonostante tutto pareva
ancora fresca di forze –La prossima volta non avrà
alcuna pietà? Allora non ne avremo nemmeno noi, se
è per questo… occhio per occhio, dente per
dente…- aggiunse, mentre ad un tratto le sue pupille
ritornavano normali, spingendo la ragazza a guardarsi intorno con aria
stranita –Uh? Ma che è successo alla nave? Dove
sono finiti i nostri nemici? E perché ho le mani totalmente
impregnate di sangue? Non avrò mica…-
-No, non hai ucciso nessuno, tranquilla. Diciamo che ci sei solo andata
vicino… molto vicino- le rispose Andross, avvicinandosi a
lei e mettendole una mano sulla spalla –Ma in ogni caso,
grazie a te siamo riusciti a costringere i nemici alla ritirata-
-Eh? Ma di che cosa stai parlando?- domandò ancor
più confusa lei.
-Ma come, non ricordi? Poco fa sei riuscita a mettere in crisi ben due
dei tirapiedi di quel fanatico fatalista- esclamò Alex,
ancora emozionato dall’aver vista in azione –Sei
stata una vera forza-
-Io mi ricordo soltanto che ad un tratto erano arrivati quel tipo tutto
altezzoso e i suoi che volevano rapire la pulcina… poi
all’improvviso devo aver perso coscienza per qualche
momento…- ribatté invece la nordica, iniziando a
massaggiarsi le tempie con le dita –E come al solito, ogni
volta che mi riprendo mi viene male alla testa…-
-Perciò, non ti ricordi proprio nulla?- le chiese Bobo.
-Nulla di nulla…- rispose ancora una volta lei, abbassando
lo sguardo come dispiaciuta –E tra l’altro non
è nemmeno la prima volta che mi succede… di
solito, quando mi allenavo con mio padre, mi capitava di avere come una
sorta di, come dire, svenimento… e ogni volta che mi
svegliavo mi ritrovavo piena di sangue e con mio padre ferito
gravemente davanti ai miei occhi…- proseguì,
osservandosi il palmo della mano destra –La prima volta che
mi successe ero sconvolta, e non riuscivo a capire come mai io, che a
quel tempo ero ancora una semplice bambina di 10 anni, ero riuscita a
tenere testa ad uno più esperto come mio padre…-
-E ti ha mai detto qualcosa a riguardo?- chiese Marty, incuriosita.
-No, ma in ogni caso mi diceva di non preoccuparmi e che una volta
cresciuta avrei capito da sola il mio potenziale-
“Come immaginavo…” rifletté
Andross “Evidentemente il signor Eric non le ha mai parlato
della Berserkrgang, probabilmente perché nelle storie del
Nord non si è mai sentito di Berserkr donne, e che quindi il
caso di Kym sia più unico che raro…”
proseguì, sorridendo in modo quasi impercettibile mentre gli
altri acclamavano Kym come “eroina del giorno”
nonostante tutto “Non c’è che dire, a
quanto pare ho avuto proprio una buona idea a reclutarla nella nostra
ciurma più per il suo spirito combattivo oltre che per la
sua bellezza così rude ma allo stesso tempo
così… come dire... femminile”
-Andross? Ehi, Andross?- lo richiamò alla realtà
il fratellino, dandogli una leggera pacca sulla spalla –Ti
vedo pensieroso- domandò poi, fissandolo
negli occhi -Qualcosa non va?-
-Uh? Oh, no, nulla… non ti preoccupare- disse lui con un
tono stranamente impacciato, girando dall’altra parte il suo
viso, che intanto aveva incominciato lievemente ad imporporarsi.
-Sicuro? No, perché sei rimasto imbambolato a fissare Kym
per all’incirca… uhm… due minuti- disse
il giovane McWilde.
-Ehm, probabilmente ero sovrappensiero e non ho fatto molto caso a
ciò che vedevo… sì, sarà
stato per quello- provò a giustificarsi lui, notando solo
poco dopo che stranamente gli tremava la voce.
-Ehi, tranquillo, guarda che non c’è niente di
male- rincarò ingenuamente la dose l’altro
–Dopotutto, Kym è una bella ragazza, no? E come
direbbe il nostro maestro “Le cose belle meritano di essere
guardate a lungo”, Nya ah ah ah ah-
-S-sì… sì, hai ragione-
proferì convinto il vice –Comunque, bando alle
ciance, penso sia ora che proseguiamo, non credi?-
-Hai detto bene, fratellone. La prossima isola ci aspetta-
E detto questo, una volta sistemati come meglio si poteva i danni
causati dallo scontro precedente, la Linxer poté finalmente
ripartire per mare in tutta tranquillità e senza intoppi di
sorta.
***
Seduta sopra le macerie di una casa distrutta, la guerriera dai capelli
color fiamma sorrideva fiera del suo operato, contemplando trionfante i
corpi feriti dei tre che poco prima erano i suoi avversari. Rialzandosi
a fatica usando come appoggio la sua arma, Arslan la squadrò
con uno sguardo adirato, e senza pensarci due volte, le
lanciò addosso un fendente di energia, ma la giovane donna
replicò evitando il colpo all’ultimo e poi
correndo verso di lui, atterrandolo con un forte calcio
all’addome, che oltre a causargli dolore gli fece tossire un
po’ di sangue fuori dalla bocca.
-Tsk… e sarebbe tutta qui la tua forza, “Grande
Ancora”?- lo schernì lei con tono sadico,
pestandogli il petto con un piede –Pensavo che tu e quelle
due mezze seghe dei tuoi compagni mi avreste regalato un bello scontro,
ma a quanto pare non siete sembrati così temibili-
-Anf… anf… dannata…- rispose lui,
cercando invano di rialzarsi e liberarsi dal peso di lei che lo teneva
a terra –Chi lo immaginava che tu e la tua spada foste
così potenti?-
-Non sopravvalutarmi troppo, merdina…- ribatté la
dura, puntandogli alla gola la lama della sua nodachi –Nel
nostro gruppo io, Wrath, sono solo la terza tra le Peccatrici
più forti, subito dopo quella lurida vanesia di Pride e la
nobile Lust-
-Mi pare di capire che tale posizione non ti piaccia, vero?-
-Errato, caro il mio stronzetto dai capelli bianchi…
perché si da il caso che il tre sia il mio numero preferito,
così come tre saranno le vite che aggiungerò oggi
alla mia collezione… a cominciare da te-
Infatti, una volta che ebbe finito di parlare, Wrath si
preparò a scagliare il colpo di grazia al pirata cercatore
di tesori, pronta a sgozzarlo o più che altro decapitarlo,
ma non appena si mosse, Arslan si portò le dita alla bocca
ed emise un fischio acuto, al quale risposero due redivivi Fuu e Rai, i
quali nonostante le maschere incrinate e i corpi pieni di ferite, erano
balzati all’attacco con le armi alla mano, rispettivamente un
paio di Sai1 e
una Kanabo2, e si
erano preparati ad un attacco combinato.
-Mazzata Tonante dell’Orco!- ruggì Rai, scagliando
un colpo a spazzare con la sua mazza.
-Carica delle Nevi!- gli fece eco Fuu, attaccando con un doppio affondo
portato con i suoi pugnali.
-Tsk…- si limitò a dire Wrath, evitando
l’offensiva con un salto mortale all’indietro,
salvandosi così la pelle e vanificando gli sforzi dei due
pirati, i quali dovettero bloccarsi in tempo per evitare di ferirsi a
vicenda –Però, niente male per essere solo dei
dilettanti, ma credo siate ancora lontani dal livello di una Peccatrice
come me-
-Già, potresti avere ragione…- disse Arslan,
rialzandosi da terra non senza un po’ di fatica –Ma
ciò non toglie che quella spada presto sarà
mia… in un modo o nell’altro-
-E vorresti farmi credere che saresti disposto a rischiare la tua unica
vita pur di portarmi via la spada? Che illuso… hai visto
molto chiaramente cosa può fare con un solo colpo-
-Ed è per questo che voglio che entri nella mia collezione,
visto che il suo valore supera quello di qualunque altra spada normale-
-Spiacente di deluderti…- proferì lei, nel mentre
la lama della nodachi incominciava a brillare di un bagliore rossastro
–Ma questa lama non fa assolutamente per te- concluse,
impugnando la spada con entrambe le mani e preparandosi a scagliare un
fendente.
***
-Ma bene…- sorrise Lust, osservando soddisfatta la scena dal
globo di cristallo -A quanto pare sembra che il pirata con la benda si
sia rivelato una preda molto più facile di quello che
pensavo…-
-Già- concordò Seraphine, anche lei ad assistere
allo spettacolo con la testa appoggiata sulle gambe della rossa
–Fossi stata al suo posto me ne sarei già scappata
via… yaaawn- aggiunse con il suo solito tono assonnato
–Mi dispiace ancora per non essere riuscita a portare a
termine la mia missione, mia signora… ma quella Bells si
è rivelata più ostica del previsto…-
-Non serve che ti scusi, piccola mia- replicò la rossa,
accarezzando la candida testolina della pigra compagna –Ho
già incaricato chi di dovere per potersi occupare di quella
spadaccina…- proseguì, portando a sé
il volto di Seraphine –Vedrai, nessuno tratta male una delle
mie bambine e spera di passarla liscia-
-Sì, lei ha ragione, Nobile Lust…-
annuì l’altra, arrossendo lievemente
–Chi si mette contro noi
Peccatrici va incontro solo ad una fine certa-
***
-Tsk… che razza di pirati- sibilò adirata Wrath,
accendendosi una sigaretta e facendo un lungo tiro, osservando i suoi
avversari ormai sconfitti per poi voltarsi e andarsene –Mi
aspettavo fossero dei tipi con cui divertirmi, ma alla fine…
Bah, erano solo degli idioti. Pazienza, vorrà dire che mi
rifarò la prossima volta-
Fine Cap.35
Note:
1. I Sai sono ovviamente i famosi pugnali a tre punte, tipici
dei guerrieri cinesi e, in alcuni casi, dei ninja
2. La Kanabo è invece una grossa mazza dalla forma esagonale
e costellata di piccole punte affilate, e nel folklore giapponese era
l'arma principale degli Oni
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Capitolo 36 *** Incontri inaspettati ***
Cap.36:
Incontri inaspettati
-Allora, è
tutto chiaro ciò che devi fare, Gluttony?- disse Lust,
rivolgendosi alla sua adepta, il cui aspetto era ricoperto da una cappa
rosa con il cappuccio –Devi tendere un agguato a Martine
Bells e recuperare la spada che ha sottratto a Sloth-
-Tutto chiaro, Nobile
Lust, gnam… Lasci fare a me, gnam…- rispose
l’interessata, mangiucchiando qualche biscotto al cioccolato
da un sacchetto che aveva con sé –Non
avrò alcuna pietà-
-Buon per te, anche
perché un tuo fallimento non sarà tollerato-
Ed annuendo a quelle parole, la Peccatrice Gluttony si era subito messa
in viaggio, spostandosi dalla base delle Peccatrici alla sua meta
prestabilita tramite la piccola sfera di quarzo rosa che si era portata
con sé, finendo così nel cuore di
un’isola popolata da animali feroci di ogni genere, uno dei
quali, una tigre gigante, per poco non se la pappava in un solo
boccone. Scampata quasi per miracolo alla morte certa, la ragazza aveva
poi raggiunto la scogliera dell’isola, attendendo che il suo
target si facesse vivo.
-Sono sicura che quella Bells e i suoi compagni arriveranno da un
momento all’altro- rifletté, osservando
l’orizzonte -D’altro canto, la Nobile Lust ha detto
chiaramente che la loro nave avrebbe sostato da queste parti, e io in
quanto loro nemica li avrei aspettati in un punto preciso di
quest’isola come pianificato…- aggiunse, frugando
nella cappa e tirandovi fuori una bustina di orsetti gommosi, uno dei
suoi tanti dolcetti preferiti, e mangiandone qualcuno –Spero
non mi facciano aspettare troppo…- concluse, rimanendo
dov’era.
***
-Uhm… che strano…- sentenziò Marty,
osservando con attenzione Papavero del Sogno, che in quel momento aveva
incominciato a brillare di uno strano bagliore bianco –Fino
ad ora questa spada non aveva mai fatto cose del genere… a
parte emettere polline-
-Cosa potrebbe voler dire quella luce?- gli chiese Alex.
-E secondo te come faccio a saperlo?- replicò la spadaccina
stizzita.
-Pensavo la sapessi lunga su quelle spade- ribatté il
capitano.
-E invece pensavi male, dato che purtroppo le conosco solo di fama e
non ho la minima idea di ciò che potrebbero fare! Ah, se
solo Arslan fosse qui… lui avrebbe di sicuro una risposta
pronta…-
-Mi chiedo che fine abbia fatto…- disse Anis –Mi
era sembrato un tipo così simpatico e divertente, alla fin
fine… anche se forse era un po’ troppo stravagante
come tipo-
-Per me vi preoccupate per nulla- proferì invece Kym
–State certi che prima o poi lo rivedremo da qualche parte
intento a far divertire la gente con quella sua strana danza-
-Già… uno come lui non si dimentica facilmente-
aggiunse Andross, per poi fare cenno a Marty di passargli la spada e
osservare con attenzione la lama –Ma tornando alla nostra
questione principale… sembra che ci troviamo davanti ad un
bel mistero-
-Mistero o no, l’importante è proseguire- disse
prontamente Bobo, intento a manovrare il timone come suo solito
–E penso che quell’isola possa fare al caso nostro
come nuova tappa- aggiunse, indicando con il dito un’isola
dall’aspetto totalmente verdeggiante, quasi come se fosse una
giungla –Che ne dite, ci fermiamo?-
-Beh, se magari siamo così fortunati da trovare un tesoro
durante il nostro cammino, perché non approfittarne?-
rispose Alex, rimanendo letteralmente sbigottito dalla vegetazione che
si presentava in quella zona –Bobo, a tutta dritta verso
quell’isola!-
-Ha deciso senza esitare… tipico di lui-
sentenziò Andross, lasciandosi andare ad un sospiro annoiato
-Ma non importa… quel che conta è che non si
faccia troppo male e che se tutto va bene troviamo davvero qualche bel
tesoro da portare via, eh eh-
-E se ci fosse qualche animale feroce?- domandò Anis.
-Non ti preoccupare, piccola pulcina- le rispose Kym, scompigliandole
un po’ la testolina bionda –Lascia fare alla
sottoscritta e vedrai che nessun animale cattivo ti farà la
bua-
-Non ti allargare, donna del Nord- si intromise Marty –Lei
è la mia apprendista,
perciò giù le mani, sono stata chiara?-
-Oh, andiamo, volevo solo fare amicizia- si spiegò
l’altra –Cosa c’è, se
così gelosa di lei che hai paura che te la porti via?-
-Peggio, temo che se provasse a frequentarti potrebbe diventare una
selvaggia come te. Perciò, onde evitare questo e altri guai
in cui potrebbe cacciarsi, lei resta sotto la mia protezione-
-Ma Senpai, non si ricorda che se non fosse stato per Kym a
quest’ora sarei ancora nelle mani di Aster?-
-Certo che mi ricordo, ma…-
-Allora la pulcina ha ragione, dato che mi deve la vita ha tutte le
ragioni per darmi confidenza-
-Ma Kym, noi due siamo rivali! Anche se volessi, non posso lasciare che
una mia rivale frequenti una mia allieva!-
-E se diventasse l’allieva di entrambe? Pensaci, sarebbe
già un bel compromesso per farci tutte contente-
-Spiacente, ma io non mi abbasso a compromessi con una che va in giro
con un’armatura che le copre solo parte del corpo e alla
prima occasione mostra le sue forme a tutti i maschi-
-Ah, sì? E allora tu, che non fai altro che pensare alle tue
spade, che sembri trattare come se fossero delle amichette da
coccolare?-
-Vuoi vedere come con una di queste mie “amichette”
ti faccio la permanente a quei capelli selvaggi che ti ritrovi?-
-Azzardati a farlo e ti concio peggio di una pelliccia-
-Per favore, ragazze- cercò di calmare Alex, mentre Anis
iniziava a nascondersi dietro di lui temendo il peggio –Non
mi sembra il caso di azzannarsi a vicenda per delle
cavolate… dopotutto, siamo comunque una ciurma formata da
amici e compagni e…-
-Tu stanne fuori!- replicarono entrambe con uno sguardo adirato,
facendo scappare via sia il giovane capitano con la kefiah che Anis.
-A quanto pare tra quelle due non scorre buon sangue- disse Bobo.
-Ma dai? Non ci ero arrivato- disse un ironico Andross, osservando le
due litiganti scambiarsi occhiate al fulmicotone e prepararsi a mettere
mano alle armi –Non sarà una giornata facile, me
lo sento-
Tempo più tardi, i nostri ebbero modo di sbarcare
sull’isola, anche se lo scendere a terra fu leggermente
rallentato da Marty e Kym, in quel momento impegnate in una sorta di
gara a “chi scendeva prima dell’altra”,
obbligando Bobo a gettarle di peso dalla nave, anche se conscio del
fatto che essendo un carpentiere il suo non si poteva definire in tutta
franchezza un “tocco leggiadro”. A parte
quel piccolo imprevisto, non appena la ciurma cominciò a
muoversi per l’isola, più precisamente
all’interno della fitta giungla, una serie di frecce
acuminate, apparentemente apparse dal nulla, li prese di mira,
obbligandoli a separarsi per evitare di essere colpiti.
-Ehi, ragazzi, tutto apposto?- domandò il vicecapitano,
riparatosi dietro un albero insieme ad Alex per proteggersi.
-Affermativo- rispose per primo il carpentiere, che si era fatto scudo
usando un pezzo di legno staccato da un albero –Io sono vivo-
-Anche noi tre- disse Marty, mentre ai suoi piedi giacevano i rimasugli
delle frecce che erano destinate a lei, Kym e Anis.
-Ho paura che non sia ancora finita- esclamò infatti la
nordica, vedendo altri dardi saettare verso di loro e respingendoli con
la lama della sua ascia –Diamine, chiunque sia il tizio che
ci ha teso questa trappola deve avere un’ottima mira e un
buon tempismo, se riesce a lanciare così tante frecce in
rapida successione-
-Già- annuì Anis, guardandosi intorno per cercare
di individuare da dove partivano gli attacchi –E dato che gli
alberi sono un buon nascondiglio per offensive del genere, questo
nostro avversario ha capito tutto su come mettere in
difficoltà i malcapitati-
-Indovinato, ragazzina- confermò una voce dietro di loro,
che si rivelò appartenere ad un uomo coperto da una lunga
cappa rossa, munito di un arco dalla forma molto elaborata e una
faretra allacciata dietro la schiena, puntando verso le ragazze tre
frecce dalla punta a forma di testa di rapace stilizzata –E
ora, se non volete che vi tolga la vita in modo prematuro, consegnatemi
subito, anzi, immediatamente la Spada del Peccato che avete con voi-
intimò poi.
-E perché mai dovremmo farlo?- domandò Marty,
irritata dal tono arrogante di quel tipo –Ma più
che altro, come fai a sapere che io ne possiedo una, e soprattutto chi
sei?-
-Il mio nome non ha importanza, vi basti solo sapere che mi chiamano
“Fenice Vermiglia”, sono un pirata cacciatore di
tesori… e per voi Peccatrici è finita se non mi
date subito la spada-
-Ehm… mi sa che lei sia un po’ in errore, signore-
lo interruppe giustamente Anis –Noi non siamo le Peccatrici-
-Ah, no?- disse stupito, abbassando l’arco -Strano,
perché la Gilda mi aveva informato che una Spada del Peccato
si trovava qui…-
-Certo che no, Cappuccetto rosso!- rispose la nordica, afferrandolo per
la cappa e interrompendo le sue riflessioni –E poi, che
diamine sarebbe una gilda? È un qualcosa simile ad una
ciurma?-
-Beh, ecco…-
Ma prima che l’uomo potesse proseguire, Alex sbucò
da dietro di lui e gli saltò addosso cominciando a riempirlo
di mazzate e morsi, manco fosse un felino in calore… anche
se visti i poteri del giovane capitano, un paragone del genere era
più che meritato.
-L’ho preso, l’ho preso!- esultò il
ragazzo, tenendosi aggrappato ben bene al tizio senza mollare la presa
–Mi ci è voluto un po’ per individuarti,
ma ora non fai più lo sbruffone, eh?-
-Levatemi questo coso di dosso!- disse invece l’altro,
cercando invano di scrollarselo –Ma guarda cosa mi tocca
sopportare…-
Ci volle quasi un’ora piena per spiegare ad Alex che
l’uomo non era pericoloso come voleva far credere e che il
suo agguato era stato tutto uno sbaglio. Per fortuna, una volta
chiarito l’equivoco, l’uomo accetto di buon grado
le scuse del giovane McWilde, e una volta fatta conoscenza col resto
delle ciurma, egli poté finalmente spiegare con calma le sue
vere intenzioni.
-Quindi, se ho capito bene, fai parte di una gilda- disse un
incuriosito Alex –Ma non sono per caso quelle organizzazioni
che accettano qualsiasi incarico in cambio di denaro?-
-Sì, una sorta- rispose l’interpellato, il quale
si era abbassato il cappuccio e aveva rivelato dei capelli castano
fulvo pettinati a spazzola e degli occhi verde smeraldo –Solo
che nel nostro caso, lavoriamo per noi stessi e pensiamo solo a
collezionare tesori rari-
-Perciò, siete come dei pirati- azzardò Andross.
-Ancora meglio, siamo pirati e cacciatori di tesori- ribatté
lui, mostrando un sorriso divertito –E vi assicuro che non
esiste nessuno che non ci conosca, essendo la Gilda dei Quattro
Elementi, costituita da vari pirati che abbiamo accolto tra le nostre
fila e, ovviamente, i membri più importanti, vale a dire i
Quattro
Sovrani Celesti-
-I Quattro Sovrano Celesti?- domandò Marty.
-Proprio così- continuò l’arciere
–Sono quattro pirati i cui epiteti richiamano i Quattro
Animali, nonché i più forti esponenti della Gilda
stessa… e io, il qui presente Akaji Honoo, sono uno di essi-
-Wow… deve essere uno davvero forte, allora- disse Anis.
-Un momento!- li interruppe Kym –Capisco che questa tua cosa
è molto bella da sentire e tutto il resto, ma non ci hai
ancora detto che ci fai in un posto del genere-
-Mi pareva di averlo già detto… sono qui
perché ho sentito che nei paraggi di quest’isola
si trovava una Spada del Peccato, perciò una volta arrivato
ho iniziato le ricerche rimanendo nascosto in mezzo alla vegetazione.
Poi vi ho visti arrivare e non appena ho adocchiato la spada che aveva
la vostra amica ho pensato foste dei nemici e… beh, il resto
lo sapete. In ogni caso, che ne direste di continuare le ricerche
insieme a me? Giusto per farmi perdonare il disturbo arrecatovi-
-Affare fatto!- concluse Marty, stringendogli la mano senza esitare.
Fine Cap.36
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Capitolo 37 *** Welcome to the jungle ***
Cap.37:
Welcome to the jungle
Tempo più tardi dopo aver fatto l’accordo con
Akaji, segno che avevano suggellato una breve alleanza, i Wild Felis
erano finalmente entrati nel vivo dell’esplorazione della
giungla dell’isola, il cui nome, rivelato dal cacciatore di
tesori, era Junglia, conosciuta anche come “l’Isola
Selvaggia” data la natura della vegetazione e della fauna che
vi si trovava in essa. Tuttavia, ad alcuni non sembrava piacere molto
la presenza dell’arciere, e infatti…
-Non capisco ancora come tu abbia potuto accettare- disse Alex,
sbuffando mentre scacciava via alcune mosche fastidiose.
-Già… chi ti dice che quello là non si
prenderà la spada una volta che l’avremo trovata?
Se mai la troveremo, ovvio- aggiunse Kym.
-Ti dirò, Martine… non credevo che avessi
compagni così diffidenti, specialmente il tuo capitano-
disse invece Akaji –E poi vi ho già spiegato che
la faccenda dell’agguato era tutto un equivoco-
-Non è tanto per quello che sono irritati, ma per cosa farai
una volta individuata la spada- intervenne la spadaccina.
-Ah, dici per quello? Beh, mi pare ovvio, la prenderò e la
porterò come dono a uno dei miei compagni che ne ha bisogno-
-E chi sarebbe questo suo compagno?- domandò Anis.
-Uno degli altri tre che come me fanno parte dei Sovrani Celesti, per
la precisione colui che possiede il comando nella Gilda
dell’Est ed è conosciuto da tutti con il nome di
“Dragone Azzurro”-
-E questo “Dragone” è uno di cui potersi
fidare?- chiese Bobo.
-Ovvio che sì… certo, è un tipo un
po’ eccentrico nei modi di fare ma quando vuole sa anche
essere serio e combattere come un vero e proprio guerriero che si
rispetti- rispose il rosso, proseguendo il cammino con i pirati
–Tra tutti i tesori che si possono trovare in questo mondo,
inoltre, lui preferisce senza dubbio le armi antiche o che possano
avere qualche valore… e le Spade del Peccato, almeno per
lui, ne sono un esempio più che valido-
“Non so perché ma la descrizione di questo Sovrano
Celeste ha come un qualcosa di familiare” rifletté
Marty, ascoltando attentamente le parole del ragazzo “A meno
che non si tratti di… no, impossibile… non
può essere lui”
-In ogni caso, fidatevi di me e presto potrò mettere le mani
su quella spada e portarla al mio amico-
-Sempre se Marty non ci metta le mani per prima- scherzò
Alex.
***
-Cavoli, ci stanno mettendo troppo…- constatò
annoiata la giovane Peccatrice, che per tutto il tempo era rimasta
seduta sulla scogliera e che a forza di aspettare aveva già
finito gli orsetti gommosi, dovendo ripiegare su qualche
pasticcino –Bah, forse sono
già sbarcati e non me ne sono neanche accorta…
sì, deve essere andata così- aggiunse, alzandosi
in piedi e poi osservare la sua spada, una Tanto dal fodero rosa e una
guardia rettangolare dai motivi zigrinati, illuminarsi di una tanto
fioca quanto pallida luce rosata –Oh, bene… sembra
che andare a cercarli non sarà tanto difficile, Gu uh uh
uh…- disse, per poi iniziare ad incamminarsi seguendo la
luce della spada.
Ma non appena l’incappucciata mosse un passo, uno stormo di
uccelli tropicali le piombò addosso, forse perché
attirati dall’odore di cibo che emanava. Non avendo tempo da
perdere con quei volatili, a Gluttony bastarono solo un paio di
fendenti per scacciarli via e iniziare ad avviarsi verso la giungla. La
sua corsa venne però interrotta dall’arrivo
improvviso della tigre gigante che aveva incontrato tempo prima, che
non contenta aveva chiamato anche un paio di
“amichetti”, vale a dire un elefante ed un gorilla,
entrambi dall’aria molto affamata. A nulla valsero i
tentativi della ragazza di ignorare le tre bestie, visto che in poco
tempo si ritrovò circondata da altri scimmioni e pachidermi,
fortunatamente di taglia un po’ più normale e
nella media, che puntavano verso un solo e unico obbiettivo:
lei… o meglio, le cibarie che portava con sé.
-Ah, quindi volete questi, eh?- disse sarcastica
l’interpellata, tirando fuori dalla sua cappa sacchetti colmi
di dolci –Allora… sono tutti vostri, strafogatevi
pure!- aggiunse, lanciandoli in direzione degli animali, i quali furono
felicissimi di quel dono “Spero proprio che vi piaccia la
sorpresa che troverete nei dolci… Gu uh uh uh”
pensò mentre si allontanava rapidamente dal campo visivo
delle bestie, del tutto ignare dello strano ticchettio che le leccornie
emettevano…
Pochi minuti dopo, dal punto in cui gli animali mangiavano si
sentì un tremendo “BOOM!”, seguito da
alcuni tonfi sordi. Sentendo ciò, Gluttony sorrise
compiaciuta… se c’era un’arma che
nessuno poteva aspettarsi da una come lei, quelle erano le sue Candy
Bombs, utili per ogni situazione… anche per liberarsi di
fastidiose bestie golose.
***
-Ma che…!?- esclamò Marty, notando che Papavero
del Sogno aveva nuovamente iniziato a brillare di luce propria
–Lo sta facendo di nuovo... e questa volta la luce sembra
più forte-
-Fammi controllare…- disse Akaji, osservando la spada
–Oh, questo sì che è un fenomeno
interessante…- aggiunse.
-A cosa potrebbe essere dovuto?- domandò Anis.
-Non ne ho la completa certezza, ma è probabile che la spada
stia cercando di comunicarci qualcosa- azzardò il cacciatore
di tesori.
-Il problema è capire “cosa”,
ovviamente- rifletté Andross, per poi notare la spada
levitare via dalle mani di Akaji e posizionarsi davanti a tutta la
comitiva con la lama rivolta verso est, un po’ come una sorta
di ago da bussola –Ok, questo è strano-
-Io… non ho parole!- disse Alex, dopo aver visto tale scena.
-Quella spada si è mossa da sola…- disse invece
Bobo, non credendo ai suoi occhi –Da non credere!-
-Beh, ma dovevamo comunque aspettarci una cosa del genere, dato che non
sono spade comuni- concluse Kym, per niente toccata
dall’evento appena accaduto –E tra
l’altro, se ci sta dando un’indicazione,
perché non seguirla? Magari potrebbe essere un indizio per
cercare un’altra spada…-
Ma non appena la guerriera ebbe finito di parlare, la spada
ricominciò a muoversi da sola, per poi volare nella
direzione che aveva indicato e obbligando i nostri a seguirla, ignari
del fatto che alcuni babbuini, nascosti abilmente sopra gli alberi, li
avevano già adocchiati per bene ed erano già
pronti ad assalirli… o meglio, la maggior parte di loro lo
avrebbe fatto se non fosse stato per la prontezza dei pirati, che ne
stesero alcuni, e per il rapido intervento del Sovrano Celeste, il
quale ne inchiodò il resto agli alberi vicini grazie alle
sue frecce.
-Tsk… animali…- disse l’arciere, per
poi riprendere il cammino con gli altri –Ricordatevi, quando
siete in un luogo come questo fate molta attenzione a non separarvi,
altrimenti potreste finire male-
-Non preoccuparti- ribatté Alex –Non siamo mica
degli sprovveduti-
-Meno chiacchiere, voi due- li riprese Marty –Se la spada ci
scappa o la perdiamo di vista, siamo fregati!-
Fine Cap.37
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Capitolo 38 *** Scontro nella giungla ***
Cap.38:
Scontro nella giungla
Era passata circa un’oretta da quando la spada Papavero del
Sogno si era come animata da sola ed era sfrecciata nel verde della
natura selvaggia di Junglia. Tuttavia i Wild Felis e Akaji non si erano
assolutamente fatti pregare, e nonostante un po’ di fatica,
avevano seguito la pista consigliata dalla spada… salvo
ritrovare la stessa conficcata nella corteccia di un albero, in
compagnia di una figura incappucciata la cui cappa era bloccata proprio
nel punto dove la lama aveva fermato la sua “corsa”.
-Beh, sembra proprio che abbiamo ritrovato la nostra spada…
e anche qualcun altro- notò Alex.
-Per tutti i dolcetti!- esclamò la voce femminile
proveniente dal cappuccio della figura, togliendo istintivamente la
spada dall’albero e liberandosi dall’impiccio
–Sentivo che la spada di Seraphine era sicuramente
vicina… ma non credevo lo fosse così tanto!-
aggiunse osservando l’arma per alcuni secondi, per poi
voltarsi verso i nuovi venuti –Oh, chi si vede, Martine Bells
con i suoi amici pirati e un tipo che non ho mai visto. Sei forse un
loro nuovo acquisto?-
-Che?!- domandò Akaji, confuso da quella domanda.
-Ah, non importa, tanto ciò che dovevo fare è
fatto, perciò posso anche andarmene. Bye bye!-
E senza dire altro, la figura girò i tacchi e
cominciò ad incamminarsi lontano dai pirati con Papavero del
Sogno in mano… la quale all’improvvisò
si illuminò di una lieve luce bianca e sparì, per
poi ricomparire all’improvviso tra le mani di una stupita
Marty, obbligando l’incappucciata a fare dietro front,
sedersi davanti a loro e iniziare a mangiucchiare dei marshmallow.
-Oh, andiamo bene- disse lei -A quanto pare sembra che alla fine
Papavero del Sogno abbia accettato di stare al tuo fianco. Cavoletti, e
adesso cosa racconterò a Seraphine e alla nobile Lust?-
-Stare al mio fianco? Che intendi dire?- le domandò Marty.
-Intendo dire che quando una Spada del Peccato viene conquistata in
battaglia, la spada stessa forgia una sorta di legame con chi è
riuscito ad ottenerla- spiegò l’interessata -E a
meno che la spada non incontri una nuova persona che secondo lei
sarà meritevole di impugnarla, difficilmente si
separerà così facilmente dal suo proprietario-
-In pratica, stai dicendo che quelle spade sono veramente dotate di una
volontà?- disse Alex.
-Proprio così, anche se la Nobile Lust non è
ancora certa se Bells sia così meritevole di ottenere anche
le spade mancanti- rispose con tono schietto l’incappucciata,
continuando a mangiarsi i marshmallow –E io, Gluttony,
concordo pienamente con la sua opinione-
-Rimane comunque il fatto che la senpai ha bisogno di collezionare
quelle spade se vuole che il suo sogno si avveri- disse Anis.
-Quindi è meglio se non fai tante storie e gliela lasci, se
non vuoi passare guai- aggiunse Kym.
-Ehi, ehi, state dimenticando una cosa importante!- si mise in mezzo
Akaji –Anche se non mi interessa molto di tutta questa
faccenda, anch’io ho bisogno di avere quella spada- aggiunse,
puntando tre frecce verso l’incappucciata –E non
intendo aspettare oltre-
-No, fermo!- provò a fermarlo Andross -Non sappiamo ancora
che potere abbia la sua spada!-
-Ha ragione- concordò Bobo –Non puoi pensare di
attaccare così alla cieca-
-Se la sua spada ha davvero un potere, allora non ci resta altro da
fare che scoprirlo, no?-
Detto questo, il cercatore di tesori lasciò andare le tre
frecce contro Gluttony, la quale si ritrovò per la seconda
volta impigliata ad un albero, con le frecce che la tenevano ferma per
la cappa, obbligandola a togliersela di dosso e rivelare
così il suo aspetto, che era nient’altro che
quello di una ragazza da gli occhi color miele e i capelli ricci e
rosa, vestita con una camicetta e una gonna rosa chiaro e un paio di
scarpe a strisce rosa e bianche. A tracolla portava una borsetta dalla
quale fuoriuscivano alcuni pacchi di dolci, mentre ad un fianco portava
legata la sua spada, una Tanto dal fodero rosa.
-Oh, miei Dei…- commentò Kym con tono schifato,
coprendosi gli occhi –Ma che roba è? Non me ne
intendo molto di abiti, ma quel tuo abbigliamento è un pugno
in occhio per la mia povera vista-
-Se ciò ti consola, ho visto bambole più belle-
aggiunse Marty, riponendo Papavero del Sogno e sfoderando entrambe le
spade, tenendosi pronta alla lotta –Allora, Caramella
ambulante, sei pronta alla lotta?-
-Veramente preferirei rimanere a finire i miei dolcetti- rispose la
Peccatrice -Ma dato che la Nobile Lust vuole che recuperi la spada a
qualunque costo, non posso di certo tirarmi indietro- aggiunse,
sguainando la Tanto dal fodero e puntandola verso Marty, mentre con la
mano libera poggiava a terra la borsetta.
-Non dimenticarti che ci sono anch’io, mia cara-
esclamò Akaji, tirando fuori tre nuove frecce dalla sua
faretra –Che ne dici, Martine?
Facciamo a chi la sconfigge per primo?-
-Per me va bene qualsiasi cosa, se si tratta di una Spada del Peccato-
replicò la spadaccina, per poi rivolgersi ai suoi compagni
assumendo un tono serio -Ragazzi, è meglio se state
indietro. Non vogliatemene, ma non me la sento di rivedervi messi K.O.
da… beh, qualsiasi potere abbia il nemico-
-Certo, però non possiamo lasciare che te ne occupi solo tu-
disse Andross.
-Siamo compagni, perciò dovremmo combattere tutti insieme-
gli fece eco Alex.
-E poi, parliamoci chiaro: vorresti davvero goderti tutto il
divertimento da sola?- aggiunse la nordica, schioccando le
nocche –Avanti, andiamo a cambiare i connotati a questa
mocciosa!-
-Ti do un consiglio: comincia a munirti fin da subito del tuo kit
medico, non si sa mai- sussurrò Bobo ad Anis.
-Sono pronta ad usarlo in ogni caso- rispose lei.
Ma ancora prima che qualcuno potesse fare qualcosa, Gluttony
tirò fuori da una tasca della gonna alcune praline al
caramello, che senza pensarci due volte lanciò contro i suoi
avversari, i quali non ebbero nemmeno il tempo di chiedersi se la
ragazza facesse sul serio o meno che le delizie non appena toccarono
terra iniziarono ad esplodere una dopo l’altra, obbligandoli
ad indietreggiare.
-Ma che cavolo…!?- esclamò Alex.
-Dolci che esplodono?- commentò Kym.
-No, sono solo bombe di piccolo calibro mascherate da dolci-
spiegò la Peccatrice -O come le chiamo io… Candy
Bombs- aggiunse, tirando fuori altri dolcetti di vario genere e
lanciandoli subito dopo.
-Tsk, niente che non si possa risolvere tranquillamente-
replicò Akaji, prendendo alcune frecce e lanciandone contro
i dolci, facendoli esplodere prima che si avvicinassero.
-Concordo- aggiunse Marty, seguendo l’esempio del cercatore
di tesori –Ma passando a cose
serie…- proseguì, per poi far roteare entrambe le
spade e posizionarle in obliquo davanti a lei –Tecnica a Due
Spade… Squarcio!- disse infine, portando le lame
all’indietro da quella posizione per poi riabbassarle e
scagliare così una coppia di fendenti d’energia in
diagonale contro l’avversaria.
-Oh bene, è proprio ciò che stavo aspettando-
rispose a sorpresa la ragazza in rosa, prendendo la spada e puntandola
verso il colpo energetico, il quale venne come assorbito dalla lama
–Ecco fatto. Forse non è stato un buon antipasto
per la mia spada, ma è già qualcosa-
-La spada ha appena mangiato l’attacco della senpai?-
esclamò Anis sbigottita.
-Ma come è possibile?- domandò Bobo
–Una cosa del genere non dovrebbe essere possibile-
-Vi state dimenticando che si tratta pur sempre di spade che non hanno
nulla di normale- rispose Andross, osservando con attenzione la spada
della nemica –E scommetto che il potere che possiede
è collegato al peccato che rappresenti, dico bene?-
-Proprio così, e il suo nome è Gola Insaziabile-
annuì l’interpellata –Come dice il nome
stesso, è costantemente “affamata”, e
non credo che doo la dimostrazione di poco fa sia necessario dire altro
su quale sia il suo “piatto preferito”-
-Fammi indovinare, i colpi basati sull’energia?-
-Esatto, Bells… qualsiasi cosa sia basata su colpi
elementali ed energetici sono inutili contro di lei. Ma non pensare che
sapere questo ti porterà a qualche tipo di vantaggio-
-Ne sei sicura? Tanto mi basterà utilizzare dei normali
attacchi di spada e non avrò problemi-
Infatti, senza dire altro, Marty impugnò saldamente le spade
e si scagliò a tutta velocità verso Gluttony,
pronta a sferrarle un doppio affondo, ma la rosata evitò
agilmente e replicò lanciandole altre Candy Bombs, ma non
aveva fatto i conti con Akaji, che era ripartito alla carica
scagliandole addosso altre frecce. Evitando con maestria
anche quelle, la Peccatrice si distanziò un po’ da
entrambi i suoi avversari, ma prima che potesse utilizzare ancora le
sue “dolci bombe”, Akaji le
tirò una nuova freccia che oltre a ferirla di striscio ad
una gamba ebbe anche modo lacerarle la tasca del vestitino contenente
tali “armi”, che non appena toccarono terra
esplosero tutte insieme e la sbalzarono via, facendola poi finire a
terra qualche metro più avanti dai suoi nemici. Nonostante
l’abitino quasi malandato a causa dell’esplosione e
il fatto di essersi fatta fregare in un modo così scemo, la
rosata si rialzò in piedi e sembrò pronta a
proseguire.
-Anf… anf… ok, forse vi ho un po’
sottovalutati…- disse, rinfoderando la lama
–Tuttavia, mia cara Bells, ho paura che per Gola Insaziabile
non sia ancora giunto il momento di cambiare proprietaria…-
-Ah, no? E allora per cosa mi hai sfidata a fare, a parte provare a
riprenderti l’altra spada?- domandò Marty.
-Forse per mettere un po’ alla prova la tua forza, non è
ovvio? Certo, sicuramente la Nobile Lust mi rimprovererà
parecchio perché sono tornata a casa a mani vuote,
però…-
-E no, eh! Questo non posso proprio permettertelo!- la interruppe
Akaji, puntandole addosso l’ultima freccia che gli era
rimasta –Non dopo tutta la fatica fatta per venire fin qui!-
aggiunse, tendendo al massimo la corda dell’arco
–Perciò, se non vuoi che questa freccia ti mandi
all’altro mondo prematuramente, consegnami immediatamente
quella spada!-
-Ma sentitelo, pensa di essere figo solo perché ha arco e
frecce…- disse dal nulla una voce femminile dal tono
adirato, voce che a Gluttony parve molto familiare –Il solo
sentirlo mi fa già incazzare-
-Già, e crede che alzare la voce lo aiuterà a
risolvere tutto… ma si sbaglia, dato che sono i soldi a fare
ciò!- disse una seconda voce, apparentemente
più decisa e convinta della precedente.
-Però ha anche fascino e carisma…- disse invece
una terza, il cui tono sembrava più triste delle altre due
–Oh… se solo potessi averle anch’io
quelle qualità…-
-Eh? Ma da dove arrivano queste voci?- domandò Alex,
guardandosi intorno.
-Non lo so e non lo voglio sapere, ma saranno sicuramente dei
nemici…- ipotizzò Andross.
-Non abbassate la guardia, mi raccomando- aggiunse Bobo, incupitosi.
-Come se non lo sapessi…- ribatté Kym, con una
mano intenta a stringere la sua ascia e con l’altra a tenere
stretta a sé Anis –In ogni caso, se si
azzarderanno a toccare la piccina, dovranno prima passare su di me-
“Cavoli, non pensavo di essere diventata così
importante per Kym…” rifletté Anis, non
sapendo cosa dire.
E nel giro di pochi minuti durante i quali l’aria sembrava
essersi fatta mlto tesa, dal folto della vegetazione si
fecero avanti tre nuove figure incappucciate, le cui cappe erano
rispettivamente di colore rosso per la prima, verde per la seconda e
grigia per la terza. Come le vide avvicinarsi, Gluttony andò
subito da loro, ma non prima di aver recuperato la sua borsa piena di
dolci.
-Però, non mi aspettavo arrivassero i rinforzi- disse la
rosa, iniziando a mangiarsi un lecca lecca.
-Fai poco la spiritosa, Gluttony- la riprese la figura in rosso
–Se siamo venute qui è solo perché ce
lo ha chiesto la Nobile Lust dopo aver seguito ciò che stavi
facendo-
-Lo sai che è molto delusa?- rincarò la figura in
verde –Ma almeno sei riuscita a tenerti stretta la spada-
-Cavoli, non vorrei proprio essere nei tuoi panni quando torneremo alla
base… anzi, anche a me piacerebbe essere punita…-
concluse invece quella in grigio con tono molto
triste, per poi rivolgersi al gruppo di pirati che le stavano ancora
fissando –Oh, nel caso non lo aveste ancora capito, per il
momento la nostra compagna si ritira, ma non preocupatevi, ben presto
sentirere ancora parlare di noi…-
E detto questo, le tre incappucciate tirarono fuori anche loro quelle
che dovevano essere delle gemme preziose e le strinsero nei palmi delle
loro mani, sparendo nella luce che ne seguì e lasciando soli
e con un palmo di naso sia i pirati che Akaji, il quale dovette
abbassare l’arco e imprecare duramente per la sfortuna.
Fine Cap.38
Angolo dell'Autore: lo so,
lo so... sono in ritardo mostruoso, lo ammetto. Certo, potevo anche
avvertire che sarebbe stata interrotta causa mancanza di
ispirazione/impegni scolastici/mancanza di tempo in generale, tuttavia
per mia fortuna l'ispirazione è tornata e almeno per un po'
chiunque mi segue e seguirà potrà tirare un
sospiro di sollievo per il ritorno di questa bella storia xD Detto
questo, vi do appuntamento al prossimo capitolo ^^
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Capitolo 39 *** Postfazione: Arrivederci, Pirati Wild Felis ***
Salve, cari lettori che
siete riusciti a giungere fino a questo punto... per quanto mi duole
ammetterlo, attualmente sembra che non abbia più molta
ispirazione per questa fiction, e sebbene le idee ci siano, sembra che
sia giunto ad una sorta di "punto morto" per quanto riguarda il
buttarle giù per bene... quindi, dopo tanto pensare, ho
deciso di concludere, almeno momentaneamente, questa storia. Oh, ma
questo non sarà affatto un addio per i nostri protagonisti.
Anzi, potete considerare ciò come una sorta di "arrivederci"
temporaneo, una piccola calata di sipario che chiude, anche se in un
modo molto "cliffhanger", la prima parte di questa mia saga. Certo, scommetto che la maggior parte di voi rimarrà un po' delusa che tutto venga "troncato" proprio sul più bello, ma non preoccupatevi. Abbiate solo pazienza e sperate che un giorno arrivi anche il seguito di questa bella storia ^^
Detto ciò, ringrazio con tutto il cuore chi ha seguito,
letto e messo tra i preferiti questa storia, ma un grazie speciale va
soprattutto all'utente Kymyit, la quale ha avuto il buon cuore di
lasciare delle buone e sincere recensioni in tutti i capitoli.
E ora, sperando che un giorno i Wild Felis ritornino a rallegrare il
mondo dei pirati, vi saluto e vi do appuntamento alla mia prossima
fiction.
L'Autore, Franky9397
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