We are Pirates!

di Franky93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'improbabile coppia di fratelli! Arrivano Alex e Andross ***
Capitolo 2: *** Una giovane spadaccina? Ecco Martine! ***
Capitolo 3: *** Si comincia! Battaglia contro la Ciurma di Jack “Lo Squartatore” ***
Capitolo 4: *** L’incredibile segreto di Alex e Andross! Entrano in azione i poteri dei Frutti del Diavolo Felis Felis! ***
Capitolo 5: *** Inizia il viaggio! Benvenuti a Shop Town ***
Capitolo 6: *** Un'Isola in difficoltà? I pirati Wild Felis all’opera ***
Capitolo 7: *** Cominciano i problemi! Tra lotte, navi e avvertimenti ***
Capitolo 8: *** 3 vs 1! Andross e il terzetto della Campana ***
Capitolo 9: *** Si riparte all’avventura! Un salvataggio fuori programma? ***
Capitolo 10: *** Una ragazza dal passato misterioso! Il suo nome è Anis ***
Capitolo 11: *** Verso la Grand Line! Riusciremo a superare la Reverse Mountain? ***
Capitolo 12: *** Un nuovo nemico all’orizzonte? La Ciurma del Destino fa la sua comparsa in scena ***
Capitolo 13: *** L’inizio delle ostilità! I Wild Felis contro la Ciurma del Destino ***
Capitolo 14: *** Un carpentiere dall’immensa generosità e forza d’animo! Il ritorno di Bobo alla via del mare? ***
Capitolo 15: *** La guerriera delle terre del Nord ***
Capitolo 16: *** Norweja ***
Capitolo 17: *** La storia del regno di Nordland ***
Capitolo 18: *** Essere un guerriero ***
Capitolo 19: *** La mia/nostra battaglia ***
Capitolo 20: *** All'ultimo sangue! ***
Capitolo 21: *** Vecchie conoscenze e nuove partenze ***
Capitolo 22: *** Il rivale ***
Capitolo 23: *** Ricordi rivelatori ***
Capitolo 24: *** Alla ricerca delle Spade del Peccato ***
Capitolo 25: *** La prima spada - Parte prima ***
Capitolo 26: *** La prima spada - Parte seconda ***
Capitolo 27: *** Uno sguardo al passato ***
Capitolo 28: *** L'Eremita delle Highlands ***
Capitolo 29: *** Il nuovo maestro e l'inizio della gavetta ***
Capitolo 30: *** Per divenire più forti ***
Capitolo 31: *** Ritratti e confidenze ***
Capitolo 32: *** Legami e sentimenti ***
Capitolo 33: *** Berserkrgang - Prima parte ***
Capitolo 34: *** Berserkrgang - Seconda parte ***
Capitolo 35: *** Transizione ***
Capitolo 36: *** Incontri inaspettati ***
Capitolo 37: *** Welcome to the jungle ***
Capitolo 38: *** Scontro nella giungla ***
Capitolo 39: *** Postfazione: Arrivederci, Pirati Wild Felis ***



Capitolo 1
*** Un'improbabile coppia di fratelli! Arrivano Alex e Andross ***


We Are Pirates!

Cap.1:
Un’improbabile coppia di fratelli! Arrivano Alex e Andross

Era una giornata molto tranquilla quella si presentava nella tranquilla cittadina di Sheltz Town. Il sole splendeva, i mercanti vendevano come al solito merce e vivande di prima qualità e, ovviamente, i soldati della Marina ogni tanto pattugliavano per vedere se c’era qualche sorta di problema in giro. E in mezzo a tutto questo viavai di gente, due ragazzi passeggiavano tranquillamente per le viuzze della città come in cerca di qualcosa che potesse attirare il loro interesse. Il primo, che sembrava il più giovane dei due, aveva i capelli neri scompigliati, gli occhi verdi e il suo vestiario consisteva in pantaloncini jeans, maglietta a mezze maniche nera e una kefiah intorno al collo, mentre l’altro sembrava la sua versione spiccicata, se non fosse per il fatto che era più alto, aveva i capelli un po’ più lunghi, gli occhi di un verde più chiaro e vestiva in maniera molto semplice, ovvero con pantaloni scuri e una camicia bianca leggera, look che consentiva a dargli un’aria molto elegante.

-Yaaaaawn… che sonno…- sbadigliò il più giovane dei due, mettendosi la mano davanti alla bocca –Senti, fratellone, non è che puoi spiegarmi di nuovo perché siamo venuti fin qui?-

-Mi pare ovvio- rispose con tono pacato il più grande, dando un’occhiata ad alcune bancarelle –Visto che siamo arrivati qui da circa due giorni, pensavo che fosse comodo fermarci per fare un po’ di rifornimenti prima di ripartire-

-Sai cosa sarebbe più comodo? Un bel lettuccio caldo-

-Non mi dirai che sei ancora assonnato-

-Beh, che vuoi farci, Andross, uno come me adora dormire-

-Lo so, Alex, però secondo me se andassi a letto un po’ più presto adoreresti ancora di più il dormire-

-Ma io adoro stare alzato fino a tardi-

-Otto ore di riposo fanno bene a tutti, e lo stesso vale per un giovane pirata diciassettenne come te-

-Certo, ma se tu non russassi come un dannato la notte, forse riuscirei a chiudere occhio ancor più volentieri-

-Che c’è, sei in cerca di botte? Perché mi è venuta una voglia…-

-Perché no? Oggi sento che ti batterò di sicuro-

-Sì si, continua pure a sognare, fratellino…-

Nella buona mezz’ora che seguì, i due ragazzi cominciarono a darsele di santa ragione, non risparmiandosi né colpi classici come cazzotti o pedate né tantomeno attacchi rozzi come testate dirette allo sterno o colpi al di sotto della cintola. Fatto sta che i due, una volta sfogatisi come si deve, si calmarono e fecero subito pace, accorgendosi subito dopo che durante la loro rissa avevano distrutto, seppur inconsapevolmente, qualche paio di bancarelle lungo la strada, cosa che fece adirare non poco i proprietari.

-Ehi, voi due! Ma vi sembra questo il modo?- esclamò infatti uno dei venditori, imbracciando una scopa –E chi mi ripaga i danni, eh?-

-Oh, oh… mi sa che questa volta abbiamo esagerato un pochino…-

-Alex, puoi farmi un favore?-

-Certo, quale?-

-Chiudi la bocca e preparati a correre!-

Infatti, nel giro di poco tempo, entrambi i fratelli si ritrovarono con l’essere inseguiti dai vari mercanti della città, i quali avevano imbracciato scope e bastoni e non vedevano l’ora di farla pagare a chi aveva causato tutto quel casino. Fortunatamente i due riuscirono, dopo non pochi sforzi, a seminare la folla inferocita, facendogli anche perdere le loro tracce, cosa che per Alex e Andross non fu difficile, visto che quella non era nemmeno la prima volta che si ritrovavano a fuggire dai guai in cui si cacciavano. In ogni caso, alla fine i due si erano ritrovati a sostare al porto.

-Fiuuuuu… mamma mia, che corsa… anf, anf…- tirò un sospiro di sollievo Alex, fermandosi a riprendere fiato.

-Già, era da parecchio che non ci succedeva, vero?- aggiunse Andross, guardandosi indietro per vedere se c’era
ancora qualcuno.

-E meno male che non hanno scoperto che siamo pirati, altrimenti sai che rottura mettersi a fuggire anche dalla Marina?-

-Non avremmo avuto vita facile comunque, dato che la loro sede si trova proprio su quest’isola e dubito ci avrebbero lasciato salpare come se niente fosse successo.-

-Però le altre volte ci siamo comunque riusciti, no? Ah, se proprio devo dirti la verità, mi sarebbe piaciuto vedere di che pasta erano fatti i Marine di queste parti, Nya ah ah ah ah ah-

-Non preoccuparti, quando avremo abbastanza Berry per prenderci una nave decente e una mappa per orientarci nella Rotta Maggiore, ti prometto che ti lascerò combattere contro una nave della Marina-

-Cosa? Dici davvero? Cioè, lo faresti sul serio?-

-Certo, dopotutto che fratello maggiore sarei se non mantenessi la parola data al mio adorato fratello minore?-

-Un fratello bastardo, forse?-

-Cos’è, vuoi un’altra dose di botte, forse?-

-Calma, calma, scherzavo… comunque, adesso che facciamo, torniamo alla nave e andiamo a pranzare? No, perché
questa città non mi sa proprio di nulla e avrei un certo appetito-

-Non lo so, forse dovremmo guardare ancora un po’ in giro…-

Purtroppo per loro, la conversazione venne interrotta dal suono di una voce femminile dietro di loro, e voltatisi di scatto, i due fratelli videro una ragazzina mora, vestita di stracci e con una catena spezzata alla caviglia, scappare da un terzetto di tipacci poco raccomandabili, dall’aspetto poco gradevole e armati di spada, forse banditi di passaggio o pirati di bassa lega.

-Fermati, dannata!- disse il primo dei tre –Dove pensi di andare?-

-E secondo te? Ovunque, pur lontano da voi, quindi lasciatemi in pace e trovatevi qualcun altro- rispose l’interpellata.

-Non se ne parla neanche!- replicò il secondo, accelerando il passo per tentare di raggiungerla -Hai fatto un patto col nostro capitano, ricordi? E finché non lo rispetterai, tu resterai nella nostra ciurma!-

-E rimanere a farvi da sguattera per tutta la vita? Neanche morta!-

-Allora non ci lasci altra scelta- concluse il terzo uomo, lanciando un paio di bolas in direzione della poveretta e bloccandola –Presa!-

“Merda…” imprecò mentalmente lei, cadendo malamente a terra.

-Bel lavoro, amico-

-Grazie, ma ora è meglio se ci sbrighiamo e la riportiamo indietro, sennò poi chi lo sente il nostro capitano?-

-Giusto, giusto… se scopre che ce la siamo fatta sfuggire ci farà la pelle, e non è una bella cosa…-

-Ehi, voi tre!- gli urlò contro Alex, correndo verso di loro insieme al fratello, che aveva già capito le sue intenzioni –Lasciate in pace quella ragazza, e subito!- aggiunse con tono temerario.

-E questi qui da dove saltano fuori, adesso?-

-Ignorateli, saranno gente di poco conto-

-Vi consiglio di non sottovalutarci…- li ammonì Andross, ponendosi davanti alla ragazza con Alex –Altrimenti finirete molto male…-

Fine Cap.1

*Angolo dell'Autore*
E con questo primo capitolo si da il calcio d'inizio alla mia prima storia su One Piece. Naturalmente premetto che le sorprese e le scene d'azione (così come le gag) non mancheranno di certo, oltre ovviamente a personaggi e poteri completamente originali. Per il resto, spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e spero di ricevere le vostre/i eventuali recensioni/commenti/impressioni a caldo. Detto questo, al prossimo capitolo ^-^

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Capitolo 2
*** Una giovane spadaccina? Ecco Martine! ***


E anche se un pò in anticipo, cari lettori, ecco il secondo capitolo di questa storia, dove scoprirete un pò riguardo la ragazza apparsa nel capitolo precedente e ovviamente il primo nemico di questa "saga introduttiva". Detto questo, enjoy it and good lecture :)

Cap.2:
Una giovane spadaccina? Martine entra in scena!

-Finire male, dici? Questa è bella- commentò il primo tizio.

-Ma di un po’, tu sai chi siamo noi, vero?- aggiunse il secondo.

-Noi tre siamo pirati, e facciamo parte della temutissima banda dello spietatissimo capitano Jack “Lo Squartatore”, e battervi contro di noi equivale a sfidarlo apertamente- concluse il terzo, puntando la pistola contro i due fratelli –Perciò, se non volete passare dei guai, girate a largo e lasciateci la ragazza-

-Jack “Lo Squartatore”, eh?- replicò invece Andross con tono incuriosito, mostrando un sorriso soddisfatto –A quanto pare sembra che ci siamo imbattuti in un personaggio importante-

-Perché dici questo?- domandò Alex -È forse un tipo forte?-

-Più che altro è famoso per le sue scorribande: infatti si dice che ovunque andasse non facesse razzie di tesori, ma di donne da fare schiave per il suo harem personale- spiegò la ragazza, cercando di rialzarsi nonostante le gambe bloccate dalle bolas.

-Un harem? Ma a che scopo?- domandò ancora il ragazzino.

-Per soddisfare i suoi sfrenati desideri di lussuria, mi pare ovvio… e per mia sfortuna, sono finita anch’io nel suo giro…-

-Allora non devi preoccuparti di nulla, ci pensiamo noi a sistemare quel bastardo, garantisco io. Non è vero, fratellone?-

-Perché no? Si dice anche che questo Jack sia abbastanza temuto da essere uno dei pochi pirati degni di nota che navigano nel nostro caro e adorato Mare Orientale, e che abbia anche una taglia che ammonta alla modica cifra di 37 milioni di Berry.- gli rispose semplicemente Andross, rimboccandosi le maniche.

-Wow, allora se è così non vedo l’ora di incontrarlo-

-Ehi, voi due!- li richiamò all’ordine uno dei tre -Avete finito di chiacchierare? Questo non è un salotto, ma il campo di uno scontro che avete già perso. Addio!- aggiunse, sparando un colpo dalla pistola che aveva in mano in direzione di Alex.

Il colpo dello sparo viaggiò spedito verso l’obiettivo, ma prima che potesse raggiungerlo, Alex si spostò velocemente dalla sua traiettoria, per poi accucciarsi e in seguito partire spedito verso l’uomo e colpirlo con un pugno diretto al basso ventre, che come risultato lo fece cadere duramente a terra. Irritato da ciò, gli altri due fecero per sparargli, ma in quello stesso istante Andross intervenne, atterrandoli con un paio di calci.

-D…dannati mocciosi…- imprecò il primo, rialzandosi coi compagni.

-Questa ce la pagate, statene certi- rincarò il secondo.

-Anche se siete in due non sperate di vincere così facilmente contro di noi, chiaro?- concluse poi con tono infuriato il terzo.

-E anche se fosse così, cosa cambierebbe?- rispose Andross.

-Infatti. Potete anche essere in cento, se volete, ma rimane il fatto che se noi due siamo decisamente più forti di voi- aggiunse Alex, per poi rivolgere lo sguardo al fratello –Tu che dici, li conciamo per le feste normalmente oppure usiamo “quello” per liberarci di loro?-

-Naaah, mi sembra un po’ eccessivo usare “quello” per delle mezze calzette come loro, meglio tenercelo in serbo per il loro capo.-

-Si, hai ragione, diamoci alla pazza gioia con i classici cazzotti-

-Fate poco gli spavaldi, tanto saremo noi a vincere. Addosso!-

“Mi sa che ha ragione… anche se sono forti, c’è sempre lo svantaggio numerico, non possono farcela” pensò la ragazza.

E invece, contrariamente a ciò che pensava la poveretta, i tre vennero messi duramente K.O. dai due fratelli senza alcuno sforzo, ma solo con una lieve ma incisiva serie di pugni, scatenando nella mente della ragazza uno stupore quasi scioccante. Ad ogni modo, sistemati i tizi, Alex e Andross poterono dirsi comunque soddisfatti, e scambiatisi un sorriso di intesa, tornarono sui loro passi e si avviarono verso la loro nave, ma con una piccola aggiunta in più. Infatti, volendo vederci più chiaro in tutta la faccenda, Alex si era portato dietro l’ex-schiava, trasportandosela su una spalla come se fosse un sacco di patate, cosa che lei non gradì affatto.

-Senti… Alex, giusto? Apprezzo molto ciò che avete fatto e ve ne sono grata, ma non ti sembra di esagerare un po’?-

-Non ti preoccupare, tanto per me sei leggerissima, quindi non ho problemi a portarti in spalla-

-Ehm… Alex… credo che quello che intenda dire la nostra amica riguardi tutt’altro argomento, dico bene?-

-Si, esatto. Non voglio mettere in dubbio la vostra buona fede, ma secondo me correte un grosso rischio nel mettervi contro Jack, e voi non avete idea di cosa sia capace di fare…-

-Perché, è davvero così temibile… uhm…-

-Martine, Martine Bells, ma puoi chiamarmi Marty, se ti va-

-Piacere mio, allora. Comunque, questo Jack è davvero così temibile come dici? No, perché a me non sembra niente di che, dato che abbiamo sistemato i suoi uomini in poco tempo-

-Dovresti ricrederti, invece. Non è solo forte fisicamente, ma è anche un buon spadaccino, e quando si arrabbia è capace di essere molto violento, se vuole-

-Se non sbaglio, uno di quei tre idioti aveva detto che avevi fatto un patto con Jack… che intendeva dire?- le chiese poi Andross.

-Beh, quella è una lunga storia, magari ve la racconto una volta che saremo arrivati alla vostra nave, ok?-

-Nessun problema, anche perché siamo già arrivati.-

E per confermare le sue parole, Alex indicò con il dito quella che sembrava, o meglio era, una modesta nave da commercio, con una bandiera bianca issata sulla cima dell’albero maestro e ricoperta da prua a poppa di vari sfregi e riparazioni messe a casaccio. In teoria una nave simile sarebbe già affondata da tempo, ma in pratica sembrava potesse durare ancora per un po’ di tempo.

-Ehm… carina, tutto sommato- commentò Marty, non sapendo cosa dire alla vista di quell’orrore una volta scesa dalla spalla di Alex.

-Beh, visto che al momento non abbiamo abbastanza soldi, io e Andross abbiamo viaggiato su questa nave in modo provvisorio, e certo, ammetto che non è il massimo come nave pirata, ma… ehi, anche i filibustieri più importanti hanno iniziato in piccolo, no?-

-Beh, immagino tu abbia ragione… ehi, no, aspetta un momento! Voi due siete pirati? Starai scherzando, spero!-

-No, niente affatto- le rispose Andross –Si da il caso che io e il mio adorabile fratellino qui presente siamo una bella coppia di pirati. Però puoi stare tranquilla, non abbiamo cattive intenzioni-

-E ci credo, altrimenti non mi avreste portata con voi, vero?-

-Certo che sì, e poi, se non aiutassi qualcuno in difficoltà, verrei meno alla mia moralità, non credi?- le sorrise Alex, cominciando ad incamminarsi verso il ponte della nave, porgendole poi la mano come in segno di ospitalità –Dai, sali pure, sulla nostra nave ogni ospite è ben accetto, non è vero, fratellone?

-Ovvio- rispose l’altro, dirigendosi verso la cucina –Su, a preparare la tavola, io intanto vedo cosa posso usare per il pranzo di oggi-

-Sei anche cuoco? Non ci avrei mai creduto. E quanto sei bravo?-

-Aspetta di assaggiare i miei manicaretti e vedrai…-

Arrivata l’ora di pranzo, infatti, i tre finalmente poterono mettere qualcosa sotto i denti, pranzando con prima con un po’ di riso e poi con un buon arrosto con verdure, e soprattutto Marty sembrò soddisfatta del pasto ricevuto, al punto da chiedere anche il bis talmente era buono.

-Aaaaah, che bella mangiata- sospirò la ragazza –Era da tempo che non mi facevo un pranzo così, sono davvero contenta-

-Mi fa piacere che ti sia piaciuto, eh eh eh- le disse il cuoco, mentre incominciava a sparecchiare la tavola.

-E sai cosa mi farebbe piacere? Sentire come hai fatto a ritrovarti nelle grinfie di questo “Spargitorte”- propose Alex.

-Per cominciare, si chiama “Squartatore”… e riguardo a come ho avuto la sfortuna di incontrarlo… beh, è una storia molto semplice: un tempo vivevo a Shimotsuki, una modesta isola rinomata per essere la città natale del famoso pirata Roronoa Zoro, conosciuto da tutti per la sua inconfondibile Tecnica a Tre Spade. Volendo emulare le sue gesta, decisi di allenarmi per diventare spadaccina, e che ci crediate o no, ero tra i primi tre più bravi del mio corso-

-Wooooow, se è così allora sei una tipa forte, dico bene?-

-Se mi vedessi all’opera ne rimarresti molto stupito, Alex. Ma tornando a noi, un giorno una nave, che si rivelò essere quella di Jack, attraccò al porto, e in meno di mezz’ora la maggior parte delle ragazze venne portata via dai suoi uomini. Non potendomene stare con le mani in mano, decisi di intervenire e riuscì a mettere K.O. alcuni dei subordinati, ma non appena incontrai il suo vice, per me non ci fu scampo… risultato, venni catturata, le mie spade vennero sequestrate e mi ritrovai schiava come tutte le altre. E per quante volte tentassi di ribellarmi, finiva sempre allo stesso modo: in ginocchio sul ponte della nave a subire le percosse dei ciurmati-

-Tsk… che vigliacchi…- commentò in modo tagliente Andross.

-In ogni caso, io non perdevo comunque la speranza, e sapevo che un giorno me ne sarei andata e avrei messo fine alla sua schiavitù, cosa che feci oggi fuggendo in segreto dalla sua nave. Tuttavia, dato che promisi alle altre schiave che le avrai aiutate, non posso ancora ritenermi soddisfatta se prima non recupero le mie spade e non fermo l’ambizione di quel dannato-

-Allora non devi preoccuparti di nulla, Marty.- disse Alex, alzandosi in piedi e scambiandosi uno sguardo d’intesa col fratello –Perché io e Andross saremo ben lieti di darti una mano-

-Quindi puoi contare anche sul nostro aiuto, se vuoi-

-Non lo so, ragazzi… ho un po’ di dubbi su come riuscirete ad affrontare Jack con la sola forza bruta-

-Ma noi non abbiamo mai detto che siamo forti solo fisicamente-

-Infatti, io e Andross abbiamo un qualcosa che solo pochi fortunati possono vantare di avere, e se la cose si metteranno male, puoi stare certa che sarà la nostra carta vincente- le spiegò Alex.

-Davvero? Di che si tratta?

-E ti pare che te lo venga a dire adesso? Spiacente, ma è un segreto, e lo saprai solo quando lo vedrai, Nya ah ah ah ah ah-

-Ok, ok, se lo dici tu… in ogni caso, se vi sentite davvero pronti, allora posso accompagnarvi direttamente alla sua nave, che se non ricordo male deve essere ancora ormeggiata qui vicino.-

-Sentito, fratellino? Finalmente conosceremo il nostro uomo-

-Forte e chiaro, fratellone, e non vedo davvero l’ora di cominciare. Aspettaci, Jack “Lo Squartatore”, perché stiamo arrivando.-

Detto questo, i tre cominciarono così ad incamminarsi verso la dimora del loro nemico comune, ignari che nel frattempo, sulla sua nave, il diretto interessato stava già punendo duramente tre dei suoi uomini. Egli era un uomo alto e di costituzione magra, dagli occhi neri e i capelli di un biondo spento, vestito con pantaloni scuri, una camicia rossa sbottonata e un cappotto da capitano grigio e logoro appoggiato sulle spalle. Il suo volto era contratto in un ghigno rabbioso, e nel suo sguardo si poteva leggera la follia insita nel suo animo. A completare il tutto, tra le sue mani vi era un lungo rasoio dalla lama quasi arrugginita, piena di sangue rappreso.

-E così, nonostante vi avessi raccomandato di non far fuggire nessuna delle mie schiave, voi tre inetti ve la siete fatta comunque scappare senza nemmeno provarci?- domandò il capitano, terribilmente irritato da ciò che era accaduto.

-M-ma capitano, cerchi di capire- tentò di giustificarsi uno dei tre.

-Noi eravamo sul punto di riprendercela, sul serio- aggiunse poi il secondo, terrorizzato all’idea di essere punito.

-È solo che se non si fossero intromessi quei due…- concluse infine il terzo uomo, ancor più terrorizzato.

-Questo non giustifica nulla!- gridò folle il capitano, tagliando la gola a tutti e tre a colpi di rasoio, lasciandoli morenti al suolo –Chi non rispetta i miei ordini… merita solo la morte!-

Fine Cap.2

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Capitolo 3
*** Si comincia! Battaglia contro la Ciurma di Jack “Lo Squartatore” ***


Cap.3:
Si comincia! Battaglia contro la Ciurma di Jack “Lo Squartatore”

Dopo che ebbe concluso con quei tre poveri disgraziati ed ebbe fatto cenno di portarli via, Jack ripose il rasoio in una delle sue tasche e si sedette su una sedia vicina, osservando poi ciò che aveva fatto e passandosi una mano sui capelli annoiato. Se c’era una cosa che odiava fare, era quella di lasciare sempre il segno del sangue di chi uccide ben in evidenza, e non era nemmeno la prima volta che il suo alloggio di capitano si macchiava in quel modo.

-E così, se ho ben capito, la nostra cara ragazza con le spade è riuscita a fuggire…- disse ora, apparentemente più calmo.

-Già, e sembra si sia fatta degli alleati- aggiunse quello che doveva essere il suo vice, un uomo muscoloso, dalla testa rasata, gli abiti trasandati, il volto pieno di cicatrici e due spade legate in vita.

-Rilassati, Jones… non c’è bisogno di preoccuparsi di nulla…- ribatté però il capitano, rimanendo tranquillo –Ti ricordo che in fatto di forza io e te siamo piuttosto avvantaggiati, dico bene?-

-Certo, nessuno è mai riuscito a batterci-

-E ti ricordo anche che abbiamo parecchie donne in ostaggio, oltre che le spade di quella ragazzina… se giochiamo bene queste carte, non solo le impediremo di averla vinta, ma faremo di più-

-E cioè?-

-Ih ih ih ih ih… ma non è ovvio? La uccideremo insieme ai suoi cosiddetti alleati e li impaleremo sul ponte come monito per qualunque altra schiava volesse ribellarsi al mio potere-

-Impalarli? Come minimo li faremo a pezzi, poco ma sicuro…-

-Certo, certo… sempre se ci sarà l’occasione giusta-

-Capitano, capitano! Emergenza!- li interruppe all’improvviso uno dei subordinati, arrivando tutto trafelato nello studio.

-Che succede?-

-La nostra schiava è tornata! E con lei ci sono due tipi che non ho mai visto prima in vita mia, anzi, sono proprio delle facce nuove-

-Ma guarda un po’ il caso, stavamo giusto parlando di lei…-

-Ha qualche ordine, capitano?-

-Certo, ed è “Andate a riprenderla!”-

-Ricevuto, vado ad informare gli altri!- concluse l’uomo, uscendo dall’ufficio così com’era entrato.

-Sicuro che sia la tattica migliore, Jack?-

-Mi conosci, Jones… se devo combattere contro qualcuno, è meglio se prima mi faccio un’idea di cosa è capace di fare-

-Tsk, sei sempre il solito…-

Dettosi questo, entrambi uscirono dagli alloggi del capitano e si diressero sul ponte, dal quale circa una trentina di ciurmati si stava già preparando a scendere sulla terraferma, nel punto dove quasi contemporaneamente Marty, accompagnata da Alex e Andross, era già arrivata, e dal suo sguardo si poteva capire il suo scopo. Jack, affacciandosi dal bordo della sua nave, sorrise maligno al solo pensiero di riavere tra le sue grinfie quella ragazzina. Tuttavia, incrociando il suo sguardo con quello dei due fratelli, il capitano si fece serio, e dopo aver fatto cenno ai suoi uomini di scendere sulla terraferma, si schiarì la voce, come se fosse pronto a parlare.

-Bene, bene, bene…- cominciò –Ma cosa abbiamo qui? A quanto pare la mia schiava preferita ha già deciso di tornare da me, e anche in buona compagnia. Cos’è, ti sei venduta a loro, per caso?-

-Niente affatto- replicò secca la ragazza –L’unica ragione per cui sono venuta qui è per dirti che lascio la tua ciurma, e che voglio che tu liberi non solo me, ma tutte le ragazze che hai fatto prigioniere.-

-Oh, proposta interessante, la tua… ma ti ricordo che abbiamo fatto un patto in cui tu saresti rimasta mia schiava finché non mi fossi stancato di te o ti avessi venduta a qualcun altro, ricordi?-

-Certo, ma dato che me ne sono andata per mia scelta, non credo che quel patto valga ancora qualcosa per me, perciò fa come ti dico e concedici la libertà, altrimenti…-

-Cosa, verrai a farmi la pelle insieme ai tuoi amichetti, debole e disarmata come sei? Ma non farmi ridere! Uomini, attaccate!-

E una volta dato quel comando, tutti gli uomini di Jack si avventarono contro i tre, ma sfortunatamente per il capitano, sia Alex che Andross li liquidarono in pochi minuti, obbligandoli quindi a battere in ritirata e a tornare sulla nave malconci. Non potendo tollerare una simile sconfitta, ma anche affascinato da ciò che erano capaci i due, fece cenno a Jones di scendere dalla nave, cosa che fece e che scatenò in Marty un misto di rabbia e tensione.

-E questo chi è?- domandò Alex, per nulla tranquillo.

-Sarà il braccio destro di quel folle, presumo- aggiunse Andross.

-Indovinato…- rispose lui, tirando fuori due tirapugni in ferro e indossandoli con disinvoltura -Sono il vice di Jack, ho una taglia di 28 milioni di Berry… e mi chiamo “Knuckle” Jones- proseguì, facendo cozzare i pugni tra di loro –Chi di voi vuole assaggiare per primo i miei pugni?-

-Hai sentito, fratello? 28 milioni… una somma del genere nel nostro mare non si era mai sentita. Devo quindi dedurre che è davvero pericoloso quanto il suo capitano che ne ha una di 37?-

-E io che ne so? Mica sono quello che delibera le taglie per i pirati. In ogni caso, non abbassiamo la guardia e stiamo attenti-

-Aspettate!- li fermò Marty –Voglio combatterlo io… ho un conto in sospeso con lui- aggiunse, indicando le spade legate al fianco di Jones e poi mettendosi in posizione –Fatti sotto-

-Oh, e così rivuoi le tue spade, eh? Povera sciocca, dovresti capire tu stessa di che pasta sono fatto, dato che è stato con queste stesse mani che ti ho sconfitta… poco male se quella volta mi ero trattenuto, vorrà dire che questa volta avrò un motivo in meno per non essere ripreso dal capo e un motivo in più per scatenarmi-

Detto questo, senza neanche pensarci due volte, Jones si scagliò contro la ragazza, colpendola con un pugno diretto al basso ventre, atterrandola di netto e facendole tossire sangue. Non contento, si sedette sopra di lei e cominciò a colpirla senza tregua, nonostante cercasse di resistere ponendo le braccia davanti a sé.

-Oh, no, Marty!- gridò Alex, correndo in soccorso della ragazza.

-No, Alex, fermo!- lo bloccò Andross, afferrandolo da dietro.

-Lasciami, voglio andare ad aiutarla!-

-Questa lotta riguarda solo Marty, non centriamo nulla-

-Ma se non facciamo qualcosa la nostra amica ci lascerà la pelle!-

-Parole sante, piccoletto…- proferì Jones, fermando la sua offensiva e poi afferrando Marty per i capelli –Ripensaci, ragazza, vuoi davvero rischiare la vita solo per riprenderti le tue inutili spade, nonostante il divario di forza che ci separa? Ma non farmi ridere-

-Anf… anf… sei libero di dire quello che vuoi…- ripose lei -Ma io non cambiò idea, anf… io ti batterò… e mi riprenderò le mie spade…-

-Allora non hai proprio capito… tu non sei nulla in confronto a me! Sei solo una ragazzina con ancora il latte alla bocca!- replicò feroce il vicecapitano, facendole schiacciare la faccia per terra –Le tue belle parole non mi toccano nemmeno un po’, quindi ora mori…-

Purtroppo, a causa di un calcio di Andross diretto proprio in bocca, che lo scagliò via, Jones non riuscì a finire la sua frase né tantomeno la sua offensiva contro Marty, che ora poteva riprendere a respirare e poi osservare quel ragazzo dai capelli d’ebano mentre si ergeva in sua difesa, pronto a combattere al suo posto.

-Andross…-

-Scusami, Marty…- disse, togliendosi prima la camicia e poi le scarpe mentre attendeva la ripresa di Jones –Sicuramente dopo questo scontro mi odierai per non aver rispettato le tue volontà, ma non posso tollerare che qualcuno alzi le mani contro una ragazza… quindi, se il tuo orgoglio me lo concede, darò una lezione a questo spaccone e poi recupererò le tue spade, d’accordo?-

-Ma fratellone, non avevi detto che non dovevamo intrometterci?-

-Certo, ma poi ho ripensato al fatto che senza spade Marty non può fare assolutamente nulla, e questo, unito al fatto che non potevamo lasciare che quel porco facesse i suoi comodi così facilmente, mi ha fatto decidere di intervenire-

-Questo vuol dire che se batti quel tipo, poi il capitano Jack sarà tutto mio e potrò combattere contro di lui?-

-Puoi scommetterci, fratellino-

-Non cantate vittoria troppo presto- intervenne Jones, rialzandosi più irritato di prima –Se volete il mio capitano, prima dovrete passare sul mio cadavere, sono stato chiaro?-

-Certamente- rispose il ragazzo -Ma gradirei che non alzassi la voce così tanto… odio i tipi che fanno tanto rumore per nulla… vedi, sono una persona che si irrita molto facilmente- aggiunse, mentre le sue pupille cominciavano stranamente ad assottigliarsi –Perciò abbassa i toni o mi vedrò costretto ad ucciderti…-

-Ah, ma davvero? Questo è tutto da vedere!-

Ma non appena Jones caricò un pugno contro Andross, questi lo evitò con maestria, per poi rifilargli un calcio alla gola, seguito successivamente da uno allo stomaco, un secondo all’addome e infine un terzo sul mento, atterrandolo.

-Urgh! Che dolore…-

-Fa male, eh? Beh, la cosa non mi sorprende, dato che ho appena iniziato a fare sul serio, e il bello deve ancora venire…-

Fine Cap.3

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Capitolo 4
*** L’incredibile segreto di Alex e Andross! Entrano in azione i poteri dei Frutti del Diavolo Felis Felis! ***


Cap.4:
L’incredibile segreto di Alex e Andross! Entrano in azione i poteri dei Frutti del Diavolo Felis Felis!

-“Il bello deve ancora venire”? In che senso?- si chiese Marty, non capendo dove volesse arrivare Andross.

-Nel senso che ora mostrerò a questo dannato cosa so fare, ovviamente, anche se mi scoccia usare “quello” e sprecare la mia forza con un tipo simile…- rispose l’interessato, mettendosi a quattro zampe come se fosse un felino –Avanti, combattiamo!-

-E pensi davvero che mettendoti in quel modo tu possa avere qualche possibilità di sconfiggermi? Questa è bella- ironizzò Jones, massaggiandosi il mento ancora dolorante.

-Vedremo se farai ancora dello spirito dopo aver visto il perché di questa posa che pensi sia ridicola…-

E senza aggiungere altro, Andross chiuse gli occhi e cominciò a concentrarsi, dando il via ad una sorta di trasformazione, durante la quale il corpo del ragazzo diventò molto più grosso e piazzato, ricoprendosi di una pelliccia gialla a strisce nere, mentre il volto, fatta eccezione della mandibola, assumeva forma e connotati felini. A completare il tutto, mani artigliate, zanne in mostra e una lunga coda striata che toccava quasi terra, mostrando Andross come una sorta di grossa tigre antropomorfa, visione davanti alla quale sia Marty che Jones rimasero alquanto sbigottiti, mentre Alex si limitò ad un sorriso sornione.

-U… una tigre? Ma che diavolo è, uno scherzo?-

-No, non è uno scherzo…- rispose Andross, correndo rapido contro Jones e dandogli una pedata al basso ventre, facendolo volare fino a farlo schiantare contro la nave di Jack –Mai stato più serio.-

-Oh… mio… Dio…- disse Marty, ancora a bocca aperta.

-Che forza, eh?- gli disse Alex –E questo è nulla, amica mia-

-Perché, c’è anche dell’altro?-

-Certo che c’è. Ehi fratellone, mostra che altro sai fare-

-Ma anche subito, fratellino-

E senza farselo dire due volte, Andross prima aspettò che il suo avversario si riprendesse e poi si lanciò nuovamente su di lui, colpendolo con una serie di calci mirati al petto. Stringendo i denti per il dolore, il vice dello “Squartatore” resistette anche a quell’offensiva, e volendo pareggiare i conti, cominciò a colpire duramente il ragazzo-tigre con i suoi tirapugni, sperando di fargli almeno un po’ di ferite e danni. Tuttavia, Andross per la maggior parte dell’attacco non si mosse di un millimetro e perse un po’ di sangue dalla bocca, ma per il resto sembrò non accusare minimamente i colpi subiti, fatto evidenziato da un sorriso che gli si era stampato improvvisamente sul volto.

-Tutto qui?- disse lui, continuando a sorridere –Sarebbe questa la forza di un pirata da 28 milioni?- aggiunse sarcastico.

-Cosa? Ma non è possibile! I miei pugni dovrebbero averti spaccato le ossa in più punti, eppure non senti nulla? Ma cosa sei in realtà?-

-Cosa sono? Beh, mi pare ovvio… non sono altro che un uomo tigre da quando ho mangiato il Frutto Felis Felis modello Tigre, che mi ha permesso di aumentare la mia forza e consentito di utilizzare tutte le abilità di questo bellissimo animale-

-Ah, capisco… quindi sei uno di quei tanti tipi coi poteri derivati dai Frutti del Diavolo di cui si sente tanto parlare…-

-Esatto, e visto che come tanti hai commesso l’errore di sottovalutarmi… ora ne pagherai a caro prezzo le conseguenze-

-Questo è tutto da vedere!- urlò il vice, tentando di colpire con un pugno il suo avversario, che però lo schivò senza sforzo.

-Stile Felino…- sentenziò il ragazzo, portando la mano sinistra davanti a sé –Sferzata della Tigre!- aggiunse, colpendo Jones usando i suoi artigli e lasciandogli il segno dell’unghiata sul petto.

-U…Uaaaargh!- urlò di dolore il malcapitato, schiantandosi a terra.

-Perfetto, e uno è sistemato- concluse il ragazzo, tornando umano.

-Ottimo, ora ci rimane solo il capitano- esultò Alex, preparandosi anche lui al combattimento –Sono così emozionato che non vedo l’ora di battermi contro di lui e fargliela vedere-

“Tsk, che idiota, quel Jones…” rifletté Jack, scendendo dalla nave e osservando il corpo esanime del suo vice “Si è fatto fregare come un dilettante e alla fine non ha concluso nulla… poco male, vorrà dire che mi occuperò personalmente di loro, a cominciare da quel ragazzino con l’aria da scemo, che mi pare piuttosto felice all’idea di sfidare un pezzo grosso come me… povero ingenuo…”

-Ok, ragazzi, ci siamo- disse Marty –Eccolo che arriva-

-Il pirata Jack “Lo Squartatore”…- aggiunse Andross.

-Dicono che sia davvero pericoloso, eh? Vedremo se sarà ancora dopo che avrà assaggiato uno dei miei pugni- concluse Alex, facendo schioccare sonoramente le nocche delle mani.

Nel silenzio che seguì, il capitano Jack rimase a camminare in silenzio verso i tre, cominciando a tirare fuori dalle tasche ben due rasoi dalla lama molto lunga e arrugginita, per poi portarli davanti a sé e agitandoli in una maniera folle, un po’ come se si stesse facendo strada tra una folla di persone invisibili, il tutto mentre mostrava uno sguardo da esaltato che non piacque a nessuno dei presenti. In ogni caso, una volta arrivato ad una distanza quasi vicina a quella di Alex e gli altri, Jack smise di muoversi in quel modo e il suo volto riassunse un’espressione tranquilla.

-Premettendo che non mi aspettavo foste così forti, devo dire che mi avete sorpreso alquanto- disse –Avete messo fuori gioco sia i miei sottoposti, non che mi fidassi molto di loro, che Jones, il mio fidato braccio destro…- aggiunse, puntando un rasoio verso i due fratelli con fare minaccioso –E voi credete che tutto questo basti per fermarmi? Poveri illusi… col vostro inutile gesto eroico avete appena firmato la vostra condanna a morte...-

-Ma davvero? E cosa te lo fa pensare?- ironizzò Alex.

-Semplice, il fatto che la prima vittima che farò in questo combattimento sarai proprio tu, ragazzino-

-Ah, si? Staremo a vedere se sarà come dici. In guardia!-

-Con molto piacere…-

Detto questo, Jack non perse tempo e cominciò subito a correre verso Alex, pronto a colpirlo al volto con la lama del suo rasoio. Facendo però mostra di incredibili riflessi, il ragazzo lo evitò quasi di striscio, ritrovandosi con un leggero taglio alla guancia destra. Volendo replicare, il giovane ruotò sul suo asse e rifilò al capitano una bella gomitata ad un fianco, facendolo barcollare un po’. Questa sua idea si rivelò subito molto stupida, dato che il suo nemico non solo imprecò per il dolore, ma ripartì anche alla carica, menando fendenti di rasoio a destra e a manca nel tentativo di portare a segno almeno una ferita sul corpo del moro.

-Oh, cavoli, cavoli, cavoli, cavoli, cavoliiiii!- esclamò lui, cercando di evitare come meglio poteva le lame di quei rasoi, rimediando a sue spese parecchi graffi e tagli sia sulle braccia che sul viso.

-Ih ih ih ih ih ih ih, a quanto pare non sei forte come pensavo, se le mie lame ti fanno così paura da farti perdere lo spirito combattivo-

-Ti sbagli, mio caro! Io non ho paura delle tue lame-

-Come sarebbe a dire? Queste lame hanno tolto la vita a migliaia di persone, è impossibile che esista qualcuno che non le tema-

-E invece è così, dato che quel qualcuno lo hai proprio davanti ai tuoi bei occhioni da pazzo!- replicò ancora il ragazzo, bloccando con le sue sole forze le braccia armate di Jack, mentre i suoi occhi, proprio come quelli del fratello, cominciarono ad acquisire una pupilla molto sottile come quella dei felini –E ora viene il bello!-

-Fammi indovinare, anche lui…- intuì Marty, sentendo quelle parole.

-Esatto- le rispose Andross, sorridendo soddisfatto –Anche Alex ha mangiato un Frutto del Diavolo… il Felis Felis modello Lince-

-“Modello”? Vuoi dire che ne esiste più di uno?-

-Certo, ma credo che sia meglio rimandare a dopo questa tua piccola curiosità, dato che adesso Alex sta per scatenarsi-

E infatti, in un attimo il giovane moro dagli occhi verdi aveva lasciato il posto ad una specie di lince antropomorfa dalla pelliccia rossa a macchie nere, che ora sorrideva in modo divertito davanti agli occhi leggermente sorpresi di Jack, che più che sorpreso sembrava sbigottito alla vista di ciò che gli stava davanti, e purtroppo per lui fu l’ultima cosa che vide dato che il ragazzo gli mollò in modo immediato una testata in fronte, causandogli non pochi dolori alla testa. Non contento, Alex ne approfittò per prenderlo di peso e poi sbatterlo a terra. Contrariamente a ciò che si sarebbe pensato vedendo quella scena, Jack non era ancora del tutto sconfitto, e una volta rialzatosi, infatti, ricominciò ad attaccare in maniera folle coi i suoi rasoi, costringendo il ragazzo-lince a ricorrere nuovamente alla sua agilità e ai suoi riflessi.

-Dai, micetto… non ti chiedo mica tanto… Fatti fare una bella incisione su quel viso felino che ti ritrovi!-

-Ma non ci penso neanche… le cicatrici sono brutte, e io non ci tengo a finire i miei giorni col viso sfregiato, Nya ah ah ah-

-Allora muori e basta!-

-Si, come se fosse facile… se non ci sono riusciti i tuoi compagni…-

Ma nonostante questa battuta di spirito, Jack non ascoltava, e pensava solo ad un modo per ferire Alex in modo da ucciderlo, anche se questi pensieri vennero bruscamente interrotti dal diretto interessato che, schivato l’ennesimo assalto di lame e volendo farla finita subito, prima lo colpì alle braccia disarmandolo e poi colpendolo duro con un’altra testata, questa volta allo sterno, causandogli non solo un dolore immenso (si, se voi lettori ve lo state chiedendo, Alex ha la testa molto dura) ma anche un bel po’ di fiato mozzato e infine un bello svenimento. Contento di questo, Alex poté sorridere per il lavoro svolto e sdraiarsi a terra felice, con un bel sorriso soddisfatto stampato sul suo viso.

-Ma che fa, ora si mette pure a riposare?- domandò Marty.

-Mi pare ovvio- le rispose Andross –Alex è fatto così: una volta che vince o perde una lotta, si sdraia per un po’ a guardare il cielo-

-Però, senza offesa, ma questo scontro con Jack è durato poco. Cioè, speravo durasse ancora un po’, e invece…-

-Beh, si vede che oggi è andata così, magari ci rifacciamo la prossima volta che incontriamo una ciurma veramente tosta. Adesso, però, è meglio se prima liberiamo le altre ragazze e poi leviamo subito le tende, non credi?-

-Certo, certo. E ora che ci penso, è meglio che recuperi anche le mie spade, prima che me ne dimentichi-

E sbrigate anche queste ultime faccende riguardanti Jack e la sua ciurma di sbandati, i tre poterono finalmente tornare alla nave in santa pace… se si può definire tale dopo che Alex ebbe avuto la brillante idea di lasciare “Lo Squartatore” e i suoi uomini davanti alla base della Marina insieme ad un biglietto che recitava “Con i graditi omaggi dei Pirati Wild Felis”, costringendo un plotone di uomini armati fino ai denti ad inseguirli fino al porto. Per fortuna, Andross riuscì a risolvere la questione con molta diplomazia, chiedendo ai Marine di quella base di poter chiudere un occhio e di lasciarli salpare, dato che era grazie a loro che ora potevano vantare la cattura di un criminale dal valore abbastanza alto. Giudicando la cosa da quell’ottica, i Marine accettarono, e i pirati poterono finalmente prendere il mare.

-E quindi… possiamo dire che con la nostra prima compagna di bordo siamo già ad un inizio per la nostra ciurma?- domandò Alex.

-Credo di sì, avere uno spadaccino a bordo fa sempre comodo, e sai cos’altro ci farebbe comodo? Una bella nave- rispose Andross.

-Prima è meglio se pensiamo alla prossima isola, no?- propose con tono calmo Marty, mentre lucidava con attenzione le sue spade.

-Certo che sì. Facciamo rotta verso la prossima meta!-

Fine Cap.4

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Capitolo 5
*** Inizia il viaggio! Benvenuti a Shop Town ***


Cap.5:
Inizia il viaggio! Benvenuti a Shop Town

Erano passati circa due giorni dopo l’incontro e il successivo scontro con Jack e la sua ciurma a Sheltz Town, e i nostri eroi ora, dopo aver anche guadagnato il loro primo membro per la ciurma, navigavano con relax in vista della loro prossima isola, e in attesa di attracco, ognuno dei presenti passava il tempo come meglio poteva, prendendo per esempio Alex, che si stava rilassando sdraiato sul ponte, oppure Andross, che tra una virata e l’altra controllava il timone con una mano e con quella libera osservava l’orizzonte tramite un cannocchiale, anche se al momento non c’era traccia di terraferma.

-Uff, ancora nulla…- disse il ragazzo, appoggiando il cannocchiale sul ponte e ritornando a osservare il mare –Ed è da ben due giorni che è sempre così… voglio solo sperare che vada tutto bene-

-Beh, guarda il lato positivo- lo incalzò Alex, guardando con fare tranquillo le nuvole in cielo –Almeno il tempo è buono, e poi non abbiamo tutta questa gran fretta, tanto le isole non scappano mica-

-Non mi preoccupo di quello, infatti. Ciò che temo di più è che questa nave non possa resistere fino al nostro prossimo attracco-
-Beh, se proprio vuoi che ne prendiamo una nuova, perché non proviamo a vedere se nella prossima isola c’è un cantiere navale o robe del genere? Magari troviamo anche qualcuno che ce ne vende una ad un prezzo ragionevole-

-Potrebbe essere un’idea, ma dimentichi che stiamo ancora navigando nel Mare Orientale, e le probabilità di trovare una nave di buona fattura qui sono molto minime- intervenne però Martine, attirando l’attenzione dei due.

Mentre la ragazza scendeva le scale per raggiungere il ponte, si poteva notare quanto fossero bastati due giorni per farla sembrare quasi un’altra persona, complice anche un cambio d’abiti consistente in scarpette scure, pantaloncini neri lunghi fino alle ginocchia ed una camicetta azzurra con maniche arrotolate fino ai gomiti ed abbottonata fino al secondo bottone, la quale metteva quasi in evidenza le misure del seno di lei, ovvero una terza ben messa e neanche tanto abbondante o esagerata. Ad un fianco, agganciate alla cintura dei pantaloni, portava le sue due spade.

-Oh, ciao Marty- la accolse di buon umore Alex, alzandosi e stiracchiandosi per bene –Dormito bene?-

-Abbastanza, grazie per l’interessamento- rispose lei, sistemandosi con cura i capelli, acconciati in una piccola coda di cavallo –Oh, e grazie ancora per quello che avete fatto per me… vi devo molto-

-Naaah, non serve che ci ringrazi così tanto- disse invece Andross, tenendo gli occhi puntati verso il mare –Abbiamo solo fatto ciò che ci sembrava giusto da fare, niente di più, niente di meno-

-Rimane il fatto che sono in debito con voi, e spero che far parte della vostra ciurma possa essere un buon modo per ripagarvi-

-Come vuoi, ma ti dico solo questo: se hai un sogno da realizzare, allora questa ciurma fa apposta per te-

-Uh? In che senso, scusa?- domandò la ragazza, non capendo.

-Beh, diciamo che io e Alex abbiamo un obbiettivo non indifferente da quello delle altre ciurme pirata, qualcosa che va bene l’oltre i semplici viaggi in cerchi di tesori e ricchezze-

-Continuo a non capire-

-In parole povere- intervenne Alex –Noi due abbiamo deciso di solcare questi mari spinti da puro spirito d’avventura, e io ho giurato a me stesso che, qualsiasi cosa sarebbe successa, avrei vissuto un’avventura da pirata davvero indimenticabile-

-E io- aggiunse Andross -Oltre a promettere al mio fratellino che lo seguirò sempre e comunque in questo viaggio, ho intenzione di trascrivere un diario di bordo che riporti tutto ciò che faremo-

-Wow… devo dire che avete dei buoni obbiettivi, dopotutto-

-Eh già, Nya ah ah ah ah… e tu Marty, a cosa aspiri?-

-Non è ovvio? Voglio diventare una spadaccina forte e capace, e per farlo ho intenzione di collezionare una certa serie di spade-

-Una serie di spade?-

-Esatto, ma giusto perché non voglio che tu fraintenda nulla, ti dico fin da subito che non si tratta di spade come le altre-

Come Marty finì di parlare, l’atmosfera si fece subito silenziosa, e vedendo la faccia molto incuriosita di Alex riguardo l’argomento, la ragazza si sedette tranquillamente sul pavimento del ponte e, una volta messasi comoda, cominciò a raccontare.

-Dovete se sapere che le spade che sto cercando sono molto rare, così rare che persino la loro esistenza sembra incerta… spade che secondo un’antica leggenda sono capaci di poteri incredibili, e che si narra siano state forgiate dal Diavolo in persona- iniziò lei.

-Dal Diavolo in persona? Wow…- disse Alex stupito.

-Già… ma non è tutto.- proseguì -Infatti, non sono così tanto ricercate solo per la leggenda che le vede protagoniste, ma anche per il fatto che questi loro fantomatici poteri sono collegati ai sette vizi capitali, e ovviamente ogni spada rappresenta un vizio, e non per niente sono conosciute come… “Le Sette Spade del Peccato”-

-Hai già in mente un’idea su dove cercarle? Essendo spade quasi leggendarie dubito che tu possa trovarle così facilmente chiedendo ad ogni mastro spadaio che incontreremo- domandò poi Andross.

-Questo è vero, però è probabile che avremo maggior fortuna viaggiando nella Grand Line, non trovi? D’altronde, lì si dice che puoi trovare proprio di tutto, dagli animali strani ai poteri bizzarri. Ma ora che ci penso, voi due come avete fatto ad ottenere così facilmente quei vostri poteri cosi… uhm… “animaleschi”?-

-Beh, ecco…- rispose il ragazzo un po’ titubante -Ti sembrerà un po’ assurdo ma… sia io che mio fratello, quando eravamo giovani e vivevamo ancora sulla nostra isola, caso volle che trovammo dei curiosi frutti con la buccia piena di spirali-

-All’inizio pensammo fosse frutta esotica, e senza alcun esitazione, ce li mangiammo tranquillamente- continuò Alex –A parte il saporaccio iniziale, entrambi pensammo di essere stati fortunati a trovare della frutta così buona, ma qualche giorno più tardi, quando scoprimmo che potevamo diventare animali, capimmo che ci eravamo sbagliati, e di parecchio, anche-

-In ogni caso- concluse il fratello maggiore –Quando scoprimmo che i frutti che avevamo mangiato erano i Frutti del Diavolo, la cosa non ci atterrì affatto, anzi, soprattutto Alex ne sembrava felice-

-E come mai, se posso saperlo?- chiese la spadaccina.

-Beh, era da quando eravamo piccoli che sognavamo di prendere il mare, e ogni giorno ci allenavamo per diventare forti abbastanza da metterci in viaggio una volta cresciuti, e così è stato, dato che anni di duro allenamento ci hanno reso ciò che siamo oggi- le rispose semplicemente Alex, per poi dare un’occhiata all’orizzonte e scorgere come qualcosa come un porto –Oh, ma guarda, mi sa che siamo arrivati a destinazione, fratellone- esclamò poi, sorridendo.

-Molto bene, allora prepariamoci ad attraccare- concluse Andross, pronto ad eseguire le manovre di sbarco.

-Oh, finalmente- disse Marty tirando un sospiro di sollievo mentre si rialzava e osservava i due ragazzi all’opera –Ad essere sincera, non vedevo proprio l’ora di sbarcare- aggiunse, tenendosi pronta.

Una volta arrivati sulla terraferma e scesi dalla nave, i tre cominciarono a dare una piccola occhiata nei dintorni, notando chiaramente che, tra bancarelle e negozi, erano arrivati su un’isola dove per gli abitanti il commercio era un fattore molto importante, cosa confermata dal fatto che ovunque si girasse lo sguardo si vedevano cartelloni con offerte di sconto, omaggi post-compere e tanto altro. In poche parole, erano approdati a Shop Town, conosciuta anche come “Isola dei Mercanti”.

-Wow, non ho mai visto così tanta merce tutta insieme!- disse Alex, con gli occhi che gli brillavano vedendo i vari oggetti in vendita.

-Cerca di controllarti, per favore- lo riprese Andross, trascinandolo via per un braccio da una bancarella –Ti ricordo che dobbiamo comprare una nuova nave, non abbiamo tempo per spendere soldi inutilmente adocchiando la prima offerta che ci passa sotto il naso. Non ho forse ragione, Marty?-

-Uh? Non stavo ascoltando, hai forse detto qualcosa?- rispose l’interessata, staccando lo sguardo da alcune spade in vetrina.

“Come non detto…” rifletté deluso il ragazzo, mentre una gocciolina di sudore per gli scendeva dietro la testa per l’imbarazzo.

-Dai, fratellone, chiudi un occhio per questa volta. Oltretutto abbiamo anche guadagnato un bel po’ di soldi riscuotendo la taglia di quel folle di Jack, quindi non dovrebbero esserci problemi-

-Lo so, ma ho intenzione di spendere quel denaro per poterci permettere una VERA nave con cui viaggiare-

-Dubito che solo 65 milioni di Berry possano bastare-

-Tu dici? Allora facciamo così: se quando arriveremo al cantiere navale più vicino i soldi non ci basteranno, allora lascerem perdere e andremo a cercare per un’altra isola, ok?-

-Se mai lo troviamo il cantiere…-

-Cos’è, vuoi un po’ di botte adesso o subito?-

-Se proprio devo… dai, fatti sotto!-

Ma all’improvviso, proprio mentre i due fratelli si stavano preparando, il silenzio calò su tutto il mercato non appena tre strani tipi in cappuccio fecero la loro comparsa muniti alcuni di sacchi per i soldi. Vedendoli arrivare, i mercanti diedero loro tutti i soldi che avevano, lasciandoli poi andare come se nulla fosse, il tutto sotto gli occhi stupiti di Alex, il quale cominciò subito a guardarli male.

Fine Cap.5

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Capitolo 6
*** Un'Isola in difficoltà? I pirati Wild Felis all’opera ***


Cap.6:
Un’Isola in difficoltà? I pirati Wild Felis all’opera

Vedendo i loro sacchi colmi di parecchia grana, i tre sorrisero sotto i loro cappucci, evidentemente soddisfatti dal loro guadagno giornaliero. Chi immaginava che gli abitanti di quella città fossero così facili da intimidire? Certo, ogni giorno passare per quei quartieri era come fare la spesa, ma nel loro caso, si trattava di una spesa molto più preziosa. Peccato che, proprio mentre si allontanavano, un ragazzetto con la kefiah tagliò loro la strada, guardandoli con gli occhi sbarrati.

-Uhm?- fece il primo –Cosa c’è, ragazzo? Ti serve forse qualcosa?-

-Restituite subito ciò che avete preso a quella povera gente…-

-Come?- domandò il secondo, facendo finta di non aver capito.

-Mi avete sentito… ridate subito i soldi ai mercanti- incalzò Alex.

-“Ridare”, “Restituire”, “Subito”…- aggiunse il terzo con tono canzonatorio -Siamo spiacenti di deluderti, ragazzino, ma queste parole non esistono nel nostro vocabolario, perciò se non vuoi che passiamo sopra di te, ti consiglio di spostarti e di lasciarci andare.-

-E se non mi volessi spostare?-

-In tal caso ci vedremo costretti a farti del male-

-Perché no? È da due giorni che non meno le mani come si deve-

Ma proprio mentre sembrava che i tre stessero per estrarre le armi, Andross e Marty raggiunsero subito il loro compagno e, non visti, fuggirono utilizzando un fumogeno, lasciando quei tre incappucciati leggermente confusi, anche se lasciarono perdere e tornarono subito sui loro passi, ignari che, in un vicoletto non molto lontano, Andross li fissava sospettoso, mentre Marty tratteneva come poteva quel combina guai di suo fratello.

-Uff… appena in tempo… ancora un po’ e questo scemo per poco non si faceva ammazzare inutilmente- sospirò sollevata la ragazza.

-Ma quale “ammazzare”? Ci vuole ben altro per farmi fuori, e poi quei tre potevo sistemarli come si deve- replicò il ragazzino.

-Certo, certo...- lo assecondò Andross, mentre continuava ad osservare quei tre –Comunque, la faccenda non mi piace, e credo sia giusto fare un po’ di indagini-

-Ti dirò, fratello, è una buona idea, però non credi che dovremo prima pensare alla nostra nave?-

-Ma come diamine ragioni?- lo riprese Marty, stupita –Prima di pensare alla nave bisognerebbe scoprire chi sono quei tre, e perché appena arrivati i mercanti si sono lasciati prendere tutto senza neanche reagire- aggiunse, anche lei sospettosa.

-Ma anche la nave è importante, sennò come cominceremo sul serio la nostra fantastica avventura?-

-Beh, se proprio ci tieni a comprare subito una nave, forse possiamo fare in questo modo: io comincerò a pedinare quei tre, mentre Marty andrà in giro a raccogliere qualche informazione sul loro conto e tu intanto cerchi un cantiere o almeno qualcuno che sia disposto a costruirci una nave. Ci stai?-

-Certo, consideralo fatto, fratellone-

-Si, anche a me sta bene- rispose la spadaccina.

-Bene, allora- concluse in modo pacato il ragazzo, stringendo la mano ai suoi compagni –L’accordo è fatto, perciò diamoci da fare e cerchiamo di avere successo, ok?-

-Ok!-

E una volta sancito questo patto, i tre si separarono per la città, ognuno con un compito preciso da svolgere con il solo scopo di saperne un po’ di più sull’intera faccenda.

***

Seppur ancora un po’ spaesati dall’incontro di prima con quel ragazzino, i tre incappucciati avevano ripreso per la loro strada, non mancando di andare ad estorcere qualche altro soldo ai mercanti dei quartieri vicini, riempiendo ancora di più i loro sacchi. Una volta fatto questo, i tre si incamminarono verso la via del ritorno, ignari del fatto che Andross li stava pedinando a debita distanza, facendo attenzione a non farsi scoprire

-Uh uh uh uh uh, possiamo davvero dire di aver fatto un bel bottino per oggi, non è vero, Don?- disse il primo dei tre, sorridendo e mostrando da sotto il cappuccio un divertito paio di occhi castani.

-Già, puoi dirlo, Dean- rispose il secondo, rivolgendo al compagno uno sguardo di circostanza composto da un paio di occhi scuri –Gli altri pirati un successo simile se lo sognano, ah ah ah ah-

-È comunque importante non abbassare la guardia…- aggiunse riflessivo il terzo, rivelando un paio di occhi grigi che parevano alquanto assorti nei loro pensieri –Prima o poi i mercanti potrebbero anche decidere di ribellarsi e chiamare la Marina…-

-Tsk… dubito abbiano così tanta spina dorsale, Dan- lo riprese Don, sbuffando contrariato al solo pensiero –Tanto finché li teniamo sotto ricatto non abbiamo di che preoccuparci-

“Ricatto? Beh, c’era da aspettarselo su un’isola come questa, che è molto dedita al commercio… e poi, quei nomi… cielo, più che da pirati sembrano da campanari” pensò sarcastico Andross, origliando di nascosto accovacciato dietro ad una pila di barili “In ogni caso, meglio continuare a tenerli d’occhio.”

***

-I Pirati della Campana?- domandò Marty al suo interlocutore, rappresentato da un uomo sulla quarantina dai capelli brizzolati, mentre questi sistemava con cura il suo banco di frutta.

-Esatto- rispose lui, abbassando lo sguardo –E quei tre che sono venuti poco fa non erano nient’altro che il loro capitano e i suoi primi ufficiali, venuti a riscuotere come di consueto una buona fetta dei nostri sudati guadagni…-

-“Come di consueto”? vuol dire che non è la prima volta che fanno una cosa del genere?- disse la spadaccina, rimanendo di stucco.

-Già… se solo ne avessimo la forza, potremmo anche cacciarli via, ma dato che quei tre dannati minacciano di radere al suolo la città, non possiamo fare altro che sottometterci ai loro voleri e cercare di tirare avanti con le poche finanze che ci rimangono…-

“Che bastardi… approfittarsi così di questa gente…” rifletté la ragazza, adirata “giuro che se mi capiterà uno di loro tra le mani, le mie spade saranno più che fiere del mio operato” aggiunse, per poi rivolgersi all’uomo domandandogli –Come posso riconoscere uno che appartiene a quella ciurma?-

-Oh, nulla di più facile: come simbolo hanno una campana con sopra disegnato un teschio, non puoi sbagliarti- rispose l’uomo, disegnando il simbolo descritto su un foglietto preso a caso e porgendolo alla ragazza.

-Molto bene, allora… grazie del suo aiuto, signore- rispose semplicemente lei, osservando bene il pezzo di carta e incamminandosi verso un’altra zona della città “Chissà come se la starà cavando Alex riguardo la nave” rifletté poi “Conoscendolo invece di andare al cantiere sarà andato a prendersi qualcosa da mangiare o a dare spettacolo di sé attaccando briga con il primo che incontra… o forse se ne starà solo gironzolando per i fatti suoi”

***

-Oh, andiamo, cosa le costa farci una nave?- esclamò un Alex supplicante davanti al capo del cantiere navale, ignaro del fischio alle orecchie che gli era venuto in quello stesso momento.

-Sono spiacente, ragazzo- rispose l’uomo, massaggiandosi la folta barba nera e cercando di apparire gentile nonostante il tono burbero della sua voce –Capisco che vuoi che prepari una bella nave per te e i tuoi amici, ma vedi, se prima non ho delle cianografie ben precise della suddetta e ovviamente i soldi per la commissione non posso farti vedere come io e i miei uomini ci mettiamo all’opera- aggiunse, indicando i vari carpentieri che lavoravano alle sue spalle -Perciò la tua richiesta è respinta-

-Ma la mia ciurma ne ha bisogno. Quella vecchia che abbiamo ormai cade a pezzi ed non sappiamo se resisterà ancora. E ora che mi ci fa pensare, che roba sarebbe una cianografia?- provò ad insistere il ragazzino dagli occhi verdi, salvo ricevere un cazzotto in testa dal capomastro per via della domanda che aveva fatto.

-Idiota! Dici di voler prendere il mare e non sai neanche cos’è una maledettissima cianografia?- si adirò quello, sentendosi ferito nel suo orgoglio di carpentiere e costruttore di navi.

-Ahio… ehi, signore, ma ha una vaga idea di quanto faccia male un pugno del genere? Ora scommetto che mi uscirà un bel bernoccolo-

-Ti meriteresti di più, vista la tua ignoranza in materia, ma dato che sono una persona di buon cuore potrei anche farti la nave gratis, ma a due sole condizioni-

-E cioè?-

-Primo, dovrai portarmi con te al luogo dove è ormeggiata la vostra nave attuale, e secondo, farmi un piccolo disegno su come vorresti che fosse la tua nave ideale. Soddisfa questa condizioni e al resto ci penserà il buon vecchio Bobo-

-Ehm, non per mettere in dubbio la sua parola, signor Bobo, ma… a cosa le servirà la nostra vecchia nave, se mi è consentito saperlo?-

-Oh, nulla, mi è solo venuta un’idea su come sistemarla al meglio senza sprecare troppi materiali, perciò aspettati di tutto, eh eh eh-

Fine Cap. 6

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Capitolo 7
*** Cominciano i problemi! Tra lotte, navi e avvertimenti ***


Cap.7:
Cominciano i problemi! Tra lotte, navi e avvertimenti

Un’ora più tardi, Alex e Bobo erano giunti al porto dell’isola, e fin da subito il burbero carpentiere, oltre a portarsi dietro alcuni materiali per la costruzione della nave, aveva già iniziato, senza alcun preavviso, a dare un’occhiata alla nave da cima a fondo, facendo brevi accenni di dissenso con la testa ogni volta che notava qualcosa che non andava. E nel mentre faceva tutto questo, Alex lo guardava con aria incuriosita e si chiedeva giustamente dove sarebbe poi andato a parare con la sua presunta idea geniale.

-Ok, direi che la mia analisi è conclusa- disse l’uomo, scendendo lentamente dalla nave –E se vuoi il mio parere, ragazzino, questa bagnarola ha bisogno di un vera e propria sistemata-

-E come pensa di fare?- domandò il ragazzo.

-Beh, da quello che ho visto ho notato che avete lo scafo pieno di riparazioni messe a casaccio, le vele cucite o quasi strappate, e lo scafo danneggiato, così potrebbe esserlo anche la chiglia-

-In poche parole, è ridotta malissimo?-

-Esatto. E come certo saprai, se la chiglia di una nave si danneggia, quella stessa nave non potrà più navigare, finendo così destinata allo smantellamento. Questo, però, non è il succo della faccenda-

-E quale sarebbe, allora?-

-Questo, ovviamente- rispose il carpentiere, tirando fuori carta e penna dalla tasca dei pantaloni e porgendoli ad Alex –Ho intenzione ricostruire la vostra nave da zero, ma per farlo avrò prima bisogno di un’idea precisa su cui partire. Ed è qui che entri in gioco tu-

-Io? E perché?-

-Se non ricordo male, tra le mie due condizioni c’era anche quella che dovevi disegnarmi la tua nave ideale, perciò basterà solo che fai anche solo uno schizzo della nave ed è fatta-

-Ma è sicuro che per i soldi non ci siano problemi?-

-Ho detto che la nave è gratis, no? Quindi non preoccuparti e per il momento pensa a disegnare mentre il vecchio Bobo procede con lo smantellare il tutto- concluse infine l’uomo, sorridendo alla sola idea di rinnovare quello scempio di imbarcazione.

***

I tre incappucciati avevano ora raggiunto un modesto accampamento situato nella campagna dell’isola, e che a giudicare dalla presenza di alcuni uomini che li accolsero calorosamente, doveva essere la base operativa di quei pirati. Andross, pensando di aver visto abbastanza, decise di dileguarsi subito, ma inevitabilmente finì col calpestare e quindi spezzare un ramo nelle vicinanze, il cui suono si sentì fino all’accampamento.

-Uh? Cos’è stato?- domandò Dean.

-Sembrava il suono di un ramo spezzato…- mormorò Dan, guardandosi intorno con aria circospetta –Andiamo a controllare?-

-Naaah, non credo servirà- disse invece Don –Avanti, fatti vedere-

“Merda! Questa non ci voleva!” imprecò mentalmente il ragazzo, per poi uscire fuori dai cespugli in cui era nascosto –Se non fosse stato per quel ramo me ne sarei già andato, ma a quanto pare temo dovrò trattenermi da voi ancora per un po’- si rivolse poi ai tre con tono sarcastico, pronto comunque a lottare

Vedendolo uscire allo scoperto, una decina di uomini si gettarono subito a testa bassa verso Andross, ma questi non si fece intimorire e li tramortì due per volta facendo mostra delle sue abilità coi calci. Sebbene altri pirati volessero farsi avanti, furono invece Dean e i suoi colleghi a farlo al loro posto, ma non prima di essersi tolti i cappucci e mostrarsi “per intero” al loro nemico. Dean aveva occhi e capelli castani, indossava un paio di comuni pantaloni beige, una camicia bianca dai ricami dorati e al fianco destro portava legata una semplice sciabola; Don sembrava quello più battagliero, impressione evidenziata dai suoi capelli, biondi e selvaggi, e dal suo abbigliamento costituito da calzoni bianchi, una semplice maglia blu senza maniche che faceva intravedere la sua muscolatura e una sorta di mazza ferrata legata dietro la schiena; infine, Dan era moro di capelli, vestiva con pantaloni scuri e camicia grigia e portava un paio di dischi di bronzo legati ai fianchi. Vedendola sotto tutti i punti di vista, lo scontro era impari, essendo uno scorretto tre contro uno, ma mostrando uno sguardo determinato, Andross attivò la sua forma ibrida e si preparò alla lotta.

***

-AAAAARGH!- urlarono i malcapitati dopo essere stati travolti dal fendente di Marty, ritrovandosi a languire per terra dal dolore.

-Che succede, Pirati della Campana, vi fermate già? E pensare che avevo appena cominciato a riscaldarmi- commentò ironica lei, nel mentre continuava la sua offensiva, colpendo in modo abbastanza rapido gli altri avversari che nel frattempo stavano arrivando.

-Dannazione- imprecò uno di questi -È solo una dannata donna, eppure ci sta mettendo in crisi senza problemi-

-Già, e se volete che la qui presente vi faccia lasciare l’isola senza problemi, vi consiglio di dirmi in fretta dove si trova la vostra base, altrimenti non sono sicura di garantire per la vostra incolumità-

-Non lasciatevi intimorire, ragazzi- prese coraggio un secondo pirata, facendosi avanti con una sciabola –Anche se è forte, è pur sempre da sola, possiamo ancora schiacciarla con la nostra maggioranza numerica! All’attacco!-

E come era prevedibile, i superstiti si lanciarono in massa verso la giovane spadaccina, la quale non poté fare altro che sbuffare rassegnata e colpire quella massa di poveri idioti con una serie di fendenti incrociati, la cui forza fu abbastanza da metterli quasi tutti fuori combattimento. Fatto ciò, prese poi uno dei pochi furfanti rimasti coscienti e lo convinse a collaborare minacciandolo di fargli fare una brutta fine, strategia che ebbe successo e spinse così la ragazza ad incamminarsi verso la meta indicata.

***

-Uhm…- rimuginò il carpentiere osservando più e più volte il disegno che Alex gli aveva fatto, rimanendo davvero stupito di un simile operato da parte del giovane –Non c’è che dire, ragazzo, mi hai davvero sorpreso. Non pensavo avessi così tanto talento-

-Beh, visto che mi ha chiesto di fare anche solo un disegno e in palio c’era una nave gratis, ho fatto del mio meglio- rispose con tono fiero il ragazzo, ripulendosi la guancia sporca di inchiostro.

-Puoi ben dirlo, visto che mi piace così com’è- replicò l’uomo, procedendo poi con l’armeggiare coi suoi attrezzi –E ora che hai soddisfatto entrambe le mie indicazioni, mettiti pure comodo e stai a vedere come il sottoscritto rinnoverà la tua nave usando non solo quel che ne rimane, ma anche materiali di buona fattura-

-Se fa delle premesse simili, allora voglio proprio vederla all’opera-

-Stai parlando del vecchio Bobo… se ti fidi di me, sei a cavallo, eh eh-

Fine Cap.7

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Capitolo 8
*** 3 vs 1! Andross e il terzetto della Campana ***


Cap.8:
3 vs 1! Andross e il terzetto della Campana

Da quando la lotta era iniziata, sia Andross che i tre non avevano fatto altro che fissarsi a vicenda, come ad aspettare che qualcuno facesse la prima mossa. Il ragazzo-tigre, ricordandosi che non sapeva ancora nulla delle mosse nemiche, si limitò a tenere alta la guardia e a fare cenno ai tre di attaccarlo. Raccogliendo quella sorta di provocazione, Don si gettò subito all’attacco, e impugnata la sua mazza ferrata, sferrò un colpo deciso diretto alla testa del nemico, come se fosse pronto a spaccargliela. Subito dopo, anche Dean e Dan erano diretti verso di lui, il primo che caricava un affondo e il secondo che attaccava lanciandogli addosso i suoi due dischi.

-Stile Felino…- mormorò Andross, chiudendo gli occhi e incassando entrambe le mani/zampe vicino ai fianchi, mentre i suoi muscoli si ingrossavano leggermente –Onda d’urto della Tigre!- aggiunse, riportandole in avanti e provocando uno spostamento d’aria abbastanza forte da respingere i tre attacchi.

-Urgh! Che potenza!- esclamò Don ancorandosi al terreno con la sua mazza mentre l’urto lo faceva indietreggiare di qualche metro.

-Già…- aggiunse Dan recuperando al volo i suoi dischi.

-Ci ha colti di sorpresa, non c’è che dire- si rialzò Dean –Ma dubito riuscirà a farlo di nuovo. Avanti, proviamo di nuovo, ma questa volta attacchiamolo separati-

-Ricevuto!- annuirono i due compagni.

-Venite pure avanti, se vi fa piacere, tanto ho ancora abbastanza forza per altri due round, perciò sotto a chi tocca-

Non appena ebbe finito di parlare, Andross vide il moro con i dischi tentare un altro attacco. Facendo mostra di buoni riflessi, il ragazzo li evitò con maestria, finendo però nel mirino di Don, il quale lo raggiunse in scivolata e colpì alla gamba destra con la sua mazza. Pur imprecando per il dolore, il moro reagì calciandolo via con la gamba sana, abbassando la guardia giusto il tempo per essere colpito ad una spalla da un colpo di sciabola di Dean, che a parte questo risultato ottenne anche un gancio destro stampato in faccia, cadendo a terra rovinosamente. Volendo vendicarlo, Don si gettò nuovamente nella mischia pronto a sferrare un altro colpo, ma Andross lo intercettò in tempo e lo mise a terra con una semplice Sferzata della Tigre, rimanendo però un facile bersaglio per il superstite Dan, i cui dischi andarono finalmente a segno contro la sua schiena, ritrovandosi in ginocchio. Ma le sorprese non erano ancora finite, e infatti, ad un minimo cenno di Dan, il resto dell’equipaggio circondò Andross e gli lanciò addosso delle catene, per poi stringergliele intorno quanto bastava per bloccarlo.

-Dannazione...- imprecò lui tentando di liberarsi.

-Ottimo lavoro, ragazzi- si complimento Dean, rialzandosi a fatica mentre si massaggiava la guancia dolorante –A quanto pare, sembra che il predatore sia diventato preda, non è così?-

-Hai fatto male a sfidare noi tre, i tre membri più importanti dei Pirati della Campana, rispettivamente capitano e vice capitani- rincarò la dose Don, prendendosi la sua vendetta percuotendo l’imprigionato con un paio di colpi di mazza ferrata.

-E ora ne pagherai le giuste conseguenze… avanti, uomini, date a questo ficcanaso la lezione che merita per averci sfidati- ordinò infine Dan, lasciando il resto dell’azione ai sottoposti.

Nell’ora che seguì, Andross rimase in totale balia degli attacchi dei membri di basso livello di quell’equipaggio, subendo percosse e attacchi di tutti i tipi, che amplificati dalle catene che lo tenevano imprigionati gli provocavano molto più male di quello che sentiva. Nonostante i tre “campanari” pensassero che prima o poi avrebbe ceduto e dichiarato apertamente di arrendersi, il ragazzo non aprì bocca e al contrario si mostrò molto tenace a resistere, sebbene si potessero notare le varie ferite sanguinanti che lo ricoprivano. Alla fine di tutto, quando tutti i pirati furono stanchi, i tre si avvicinarono ad Andross, che seppur a fatica, riusciva a ancora a reggersi in piedi, e a quel punto, vedendolo apparentemente giunto al limite di sopportazione, gli puntarono addosso le armi e si prepararono a dargli il colpo di grazia.

-Sei stato bravo a resistere fino a questo punto- iniziò Dean –E al confronto con tutti quelli che hanno provato a ribellarsi a noi, tutto ciò ti fa davvero onore. Tuttavia, non possiamo perdere ancora troppo tempo con te, perciò ti faremo dono di una morte rapida, così da avere ancora tempo a disposizione per distruggere l’isola-

-Distruggerla? Pensavo voleste metterli sotto ricatto finché non li avreste ridotti completamente in povertà- disse Andross stupito.

-E invece ti sbagliavi- riprese il discorso Don –Ormai abbiamo tolto a questi stolti tutto ciò che avevano, quindi appena si farà sera gli metteremo comunque a ferro e a fuoco le loro abitazioni. È un peccato che tu non possa assistere a tale spettacolo, dato che con la tua morte non avremo più problemi-

-E ora, se non ti dispiace, è tempo che la nostra campana scandisca i suoi ultimi rintocchi su di te…- concluse Dan, pronto a sferrare insieme ai suoi compagni l’attacco decisivo –Addio…-

Ma proprio quando sembrava che per il pirata dei Wild Felis fosse davvero finita, all’improvviso un suono metallico ruppe il silenzio che si era creato per tutta la radura. La causa di tale suono era ovviamente opera di Marty, che aveva appena sguainato le spade e si era frapposta fra l’amico e i nemici, bloccando in contemporanea tutte e tre le loro armi. In quello stesso momento, Andross non poté non pensare di essere così felice di rivederla, mentre i tre campanari dovettero imprecare tra di loro per l’arrivo all’ultimo minuto della nuova arrivata, oltre ovviamente a sospendere la loro offensiva e distanziarsi di qualche metro da lei.

-Quando si dice il tempismo… ottima parata, Martine- si complimentò il ragazzo-tigre, sorridendole –Ora possiamo dirci pari, io ti ho salvato la vita da Jones, e tu l’hai salvata a me-

-Grazie, amico- rispose la ragazza -Vuoi anche che ti liberi?- domandò in seguito.

-No, grazie, per queste ce la faccio anche da solo- rispose tranquillamente l’interessato, facendo forza nelle braccia e liberandosi delle catene, che furono ridotte in tanti pezzi.

-Eh? Ma come, eppure pensavamo non avessi più forza- esclamò dallo stupore Don, cominciando ad avere paura per la sua sorte.

-Mai sottovalutare la forza dei Frutti del Diavolo, mio caro… è vero, durante il nostro primo scontro avete fatto leva sulla mia mancanza di velocità e avete pensato di attaccarmi separatamente, ma poi avete fatto l’errore di imprigionarmi, ignari del fatto che potevo liberarmi da quelle catene quando volevo- spiegò Andross, mentre le sue pupille iniziavano ad assottigliarsi.

-Ma allora perché non ti sei liberato subito?- domandò Dean, intimorito dallo sguardo del nemico.

-Semplice, volevo far stancare un po’ i vostri sottoposti e tenermi in fresco per quando mi avreste dato il colpo finale. E ora che sono libero e posso anche contare sull’aiuto di Marty… per voi è finita.-

-Questo è da vedere. Avanti, ragazzi, attacchiamoli!-

-Poveri illusi…- mormorò Marty, piegando le gambe e nel frattempo stendendo le spade su entrambi i lati –Tecnica a Due Spade…- aggiunse, per poi saltare in alto e incrociare le braccia, pronta a sferrare la sua tecnica –Ali del Falco!- disse infine, riaprendole subito dopo e scagliando contro gli avversari una coppia di fendenti d’aria la cui forma ricordava, per l’appunto, le ali di un falco.

Presi alla sprovvista, i tre provarono a difendersi, ritrovandosi però travolti dalla potenza dei due fendenti, tale da spaccare del tutto le uniche armi che avevano. Approfittando di quell’occasione, Andross si tolse subito la camicia ormai rovinata dalla lotta e si trasformò nella sua forma animale per raggiungerli e travolgerli con una potente carica, forte quanto bastava per metterli in condizioni di non nuocere.

-Uff… e anche questa è fatta- disse Andross dopo esser tornato in forma umana, sedendosi sull’erba fresca –Devo ammettere che questa volta sono stato io a divertirmi, anche se mi avrebbe fatto piacere vederlo all’opera contro questi…- aggiunse, per poi sdraiarsi un momento sul manto erboso e osservare il cielo, notando che si stava ormai facendo sera –In ogni caso, ora i mercanti non avranno più da temere, grazie a noi-

-“A noi”? Ma se gran parte del lavoro l’hai fatta tu- replicò Marty.

-Vero, ma se non fosse stato per il tuo intervento forse non avrei avuto così tante speranze. Devi sapere che il mio Frutto mi rende sì molto forte, ma non essendo rapido come Alex, posso diventare un facile bersaglio per gli attacchi di gruppo, anche se riesco a difendermi grazie alla potenza dei miei attacchi e alla buona resistenza che possiedo grazie ad anni di allenamento-

-Ah, capisco… beh, per il resto possiamo dire che per oggi sei tu l’eroe di questo mare, non credi?- provò a sdrammatizzare lei.

-Già, è proprio vero… ora però è meglio se provvediamo ad una sistemazione per questi mentecatti e poi andiamo da Alex. Dopo una giornata simile ho proprio voglia di rivedere quella sua faccia da schiaffi sempre sorridente-

-Sì, hai ragione, meglio se ci muoviamo. Magari ha pure trovato un modo per farci preparare una nave nuova-

-Chi lo sa? Forse avrà trovato qualcuno di veramente onesto-

-Potresti avere ragione, sai? Potresti avere ragione…-

Fine Cap.8

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Capitolo 9
*** Si riparte all’avventura! Un salvataggio fuori programma? ***


Cap.9:
Si riparte all’avventura! Un salvataggio fuori programma?

Il giorno seguente era iniziato molto bene per i Wild Felis, in primo luogo perché, dopo la battaglia del giorno prima, Andross e Marty avevano lasciato che i mercanti chiamassero la Marina per arrestare Dean e tutto il seguito dei Pirati della Campana; l’altro motivo arrivò subito dopo quando i due, mentre erano in cerca di Alex e stavano tornando al porto per vedere se stava facendo una pennichella a bordo della nave. Arrivati lì, ciò che videro li lasciò letteralmente di stucco per ben mezz’ora.

-Non posso crederci…- mormorò Andross, impietrito dallo stupore.

-Ma che è successo alla nostra nave?- aggiunse Marty, per poi notare Alex e un signore munito di attrezzi da lavoro raggiungerli.

-Che ve ne pare, ragazzi? Non è uno splendore adesso?- domandò lo stesso Alex –E tutto grazie a me e al lavoro del signor Bobo, che è stato così gentile da farci la nave gratis, Nya ah ah ah-

-Oh, se mi fai così tanti complimenti rischio di arrossire- replicò invece il carpentiere, dando al ragazzo una “amichevole” pacca sulle spalle, forte abbastanza da mozzargli il fiato –Comunque, considerate questa bella nave come un regalo, dato che il vostro amico formato mignon me l’aveva chiesta molto gentilmente-

-E l’ha costruita tutta da solo?- gli domandò Andross.

-Affermativo, e mi è bastato solo seguire il disegno del ragazzino per tirare fuori un capolavoro simile- rispose poi il carpentiere con tono molto fiero e soddisfatto del lavoro svolto.

-Già, lei ha costruito una nave veramente con gli attributi- concluse Marty, osservando ora con più attenzione la nave in sé.

Guardandola bene, infatti, ora sembrava molto più bella, benché fosse evidente che Bobo aveva apportato alcune migliorie in generale a dir poco soddisfacenti. In primis, ora lo scafo era molto più presentabile, e il colore rossiccio del legno, probabilmente legno di quercia, gli dava un aspetto molto elegante. Sul centro del ponte di coperta vi erano collocati sia un albero maestro che un albero di trinchetto, su quello di poppa gli alloggi dei naviganti e su quello di prua, per ovvie ragioni, il timone. Le vele su gli alberi erano ordinate, bianche e candide, pronte per essere spiegate. Infine, posta proprio davanti alla prua, vi era una polena di medie dimensioni raffigurante una lince pronta all'attacco.

-Se fa così una bella figura all’esterno, chissà com’è l’interno. Di sicuro sarà ancora meglio, non è vero?- domandò poi la ragazza.

-Beh, è presto detto, mia cara. Posso assicurarvi che durante la sua costruzione ho provveduto personalmente a sistemare tutte le vostre provviste ed eventuali oggetti di valore, nonché a sistemare bene cucina, bagno e camere da letto. Penso che ciò basti a spiegare perché la prua è così larga, non credete?- rispose con tono sempre fiero il carpentiere, sorridendo contento.

-Beh, sì, direi di sì- rispose Andross, toccando con una mano il legno della nave –E a tatto pare sia abbastanza resistente-

-Questo perché Bobo mi ha assicurato che avrebbe costruito la nuova nave utilizzando sia materiali di buona qualità sia ciò che rimaneva di materiale ancora utile di quella vecchia- spiegò Alex.

-Capisco… beh, a questo punto potremmo anche ringraziarla, signor Bobo, però… è davvero sicuro di voler affidare una nave così bella a dei pirati come noi?-

-Tsk, per me potreste essere anche dei nobili o dei poveracci, ma per me non fa alcuna differenza- cominciò a spiegarsi il carpentiere sentendo la domanda di Andross -Se c’è gente che ha bisogno di una nave o una qualsiasi imbarcazione, sta a noi carpentieri accontentarla, indipendentemente dal fatto che quelli che la utilizzeranno siano persone buone e generose oppure no- aggiunse poi, esponendo chiaramente il suo punto di vista -Perciò non state a farvi troppi pensieri inutili e limitatevi ad accettare la nave. Dopotutto, vi ho comunque fatto un favore, no? E ora, se volete scusarmi, devo tornare al mio cantiere. Spero di rivedervi, un giorno-

Detto questo, l’uomo si congedò con un sorriso, per poi cominciare ad avviarsi verso il suo luogo di lavoro, lasciando i tre ragazzi a parlare un po’ di ciò che avevano fatto il giorno prima mentre cominciavano a preparare la nuova nave a salpare.

-Ho sentito bene? Voi due avete tenuto a bada quei tre incappucciati e la loro ciurma?- esclamò sorpreso Alex –Cavoli, se non fossi stato troppo tempo a guardare la nave che veniva costruita mi sarei gettato anch’io nella mischia- aggiunse con tono un po’ invidioso mentre, sdraiato sul ponte, era intento a disegnare.

-Guarda, se ci fossi stato anche tu di sicuro la lotta sarebbe finita ancor prima di cominciare- disse sarcastico Andross, non facendo a meno di notare il fratello intento nel suo hobby –Cosa disegni?-

-Oh, ma nulla… visto che siamo pirati, pensavo di buttare già qualche bozza per il nostro Jolly Roger personale, dato che il classico teschio con le ossa incrociate mi sembra troppo datato-

-E ti è già venuto in mente qualcosa?- gli chiese Marty, incuriosita anche lei dalle doti artistiche dell’amico.

Sentendo quella domanda, il ragazzo non rispose, ma si limitò a mostrare ad entrambi il foglio che stava usando, sul quale a parte vari disegni come pesci o lui e Andross in versione caricaturale, vi erano anche alcuni abbozzi di Jolly Roger alternativi, tra i quali spiccavano un muso di lince e uno di tigre, entrambi stilizzati.

-Allora? Che ve ne pare?- domandò poi il ragazzo, sperando in una qualche critica positiva da parte degli interessati.

-Disegni molto bene, sai?- rispose Marty, abbozzando un sorriso e indicando sia i disegni di pesci che le caricature –Certo, non hai ancora uno stile tutto tuo, ma sei sulla buona strada-

-Concordo- aggiunse Andross –E riguardo il Jolly Roger, penso che potremo utilizzare quello della tigre, dato che mi ispira-

-Ma guarda un po’ che coincidenza, io pensavo di usare la lince-

-Vorresti forse dire che la lince è meglio della tigre?-

-Perché, c’è qualche problema? E poi mi ricorda i miei poteri-

-Se è per questo anche la tigre mi da la stessa impressione-

-Cos’è, vuoi litigare?-

-Con molto piacere, fratellino…-

-No, no, aspettate, ragazzi, possiamo trovare un accordo- si mise in mezzo la spadaccina, separandoli l’uno dall’altro –Che ne dite se invece li mettiamo tutti e due nella stessa bandiera? Almeno così non ci sarà bisogno che vi malmeniate per scegliere quello più bello-

-Ha ragione! Potremmo fare così. A te sta bene, fratellone?-

-Direi di sì, è una buona idea-

Evitata così l’ennesima rissa giornaliera dei due, alla fine il vessillo pirata venne realizzato, e una volta levata l’ancora, i ragazzi lasciarono Shop Town e ripresero il loro viaggio per il mare. Tuttavia, mentre la navigazione procedeva tranquilla, Marty notò che una piccola imbarcazione stava andando nella loro stessa direzione, strascinata dalla corrente. A bordo di essa vi era una ragazza, probabilmente sua coetanea, dai capelli biondo cenere e vestita con un candido abito bianco quasi rovinato, che giaceva sdraiata sul fondo, con gli occhi chiusi e con le mani sul petto. Che si trattasse forse di quelle barche da cerimonia funebre dove vi si appoggiava il corpo del morto e poi lo si faceva andare alla deriva? Probabile, anche se era una cosa che faceva molta impressione. Al solo pensiero, la ragazza fece ben tre gesti scaramantici prima di continuare ad osservare quell’inquietante barca mentre continuava il suo tragitto. All’improvvisò, la piccola barca diede il giro, facendo cascare la ragazza nelle acque salmastre, obbligandola ad un risveglio forzato e a tentare di stare a galla.

-Oh, cavoli…- sibilò tra i denti la spadaccina, per poi rivolgersi ad Andross, in quel momento impegnato al timone –Presto, vira col timone a ore due. C’è una ragazza in mare!-

-Cosa? Dici sul serio? Allora vado subito a salvarla- esclamò Alex, tentato dall’idea di gettarsi eroicamente in mare

-Tu resta dove sei!- gli intimò il fratello maggiore, mentre eseguiva la virata come meglio poteva –Sia io che te abbiamo mangiato un Frutto del Diavolo, ricordi? Se solo provi a tuffarti andrai giù come una pietra e rischierai di annegare- aggiunse, per poi voltare lo sguardo verso Marty, che era in attesa di ordini –Te la senti di andare al posto di Alex?-

-Certo, mi va benissimo, anche se non ho ben chiara questa cosa che non potete gettarvi in acqua-

-Ti spiegherò tutto dopo, ora è meglio se vai-

-Si, giusto. Vado!-

E lanciatasi al salvataggio, la spadaccina nuotò con tutte le sue forze fino a raggiungere la ragazza, ormai quasi incosciente, per poi afferrarla e portarla fino alla nave, dove Alex fece tirar giù una scaletta per far risalire sia la sua compagna che la poveretta.

-Ehi, va tutto bene? Riesci a sentirmi?- le domandò Alex, scuotendola un po’ per farla rinvenire –Avanti, dì qualcosa-

-Non ti allarmare troppo, Al- lo riprese Marty, dopo aver tastato il polso alla bionda, notando che era regolare -È solo svenuta, ma penso sia giusto farle un po' di rianimazione- aggiunse, procedendo poi con la respirazione bocca a bocca su di lei.

-Fratellone, è normale che in questo momento mi stia uscendo del sangue dal naso?- domandò poi Alex, osservando sorpreso quella scena.

-Sì, non preoccuparti, è solo una cosa passeggera- gli rispose Andross, mentre pregava mentalmente per il bene di quella ragazza.

Fine Cap.9

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Capitolo 10
*** Una ragazza dal passato misterioso! Il suo nome è Anis ***


Cap.10:
Una ragazza dal passato misterioso! Il suo nome è Anis

La rianimazione della bionda fu lunga e faticosa, ma alla fine, quando ella sputò fuori l’acqua che aveva ingoiato, i Wild Felis poterono tirare un sospiro di sollievo, portandola poi in una delle camere della cabina alloggi e aspettare che si riprendesse, organizzando anche i turni per chi le dovesse stare accanto e chi dovesse governare il timone. Il primo era Alex, il secondo Andross e per ultima c’era Marty, quest’ultima ancor più speranzosa dei due fratelli, che nel frattempo stavano facendo insieme una sorta di “brainstorming” per il nome da dare alla nave. A parte questo, passò circa un’ora e mezza prima che la bionda riaprisse gli occhi, cosa che spinse Marty a chiamare gli altri e dargli la buona notizia, ma non prima di essere presa per una mano dall’interessata, che la fissò con uno sguardo molto triste, come se non volesse lasciarla andare. La ragazza provò anche a parlarle, ma forse a causa di un attimo di timidezza, durante il quale ritirò la mano, o forse a causa dei rimasugli di acqua marina che probabilmente le stavano bruciando la gola, non riuscì a dire nulla, ma si limitò invece ad abbozzare un sorriso, come per ringraziare la spadaccina di quello che aveva fatto per lei. Non sapendo che fare, Marty ricambiò quel sorriso e in seguito lasciò la stanza, per poi ritornare qualche minuto più tardi con i suoi compagni, i quali la salutarono e si sedettero vicino al suo letto.

-Che bello, finalmente ha ripreso conoscenza- disse Alex, contento come non mai per la salute della ragazza, per poi porgerle la mano in segno di saluto –Piacere di conoscerti, io sono Alex, e tu?-

-Scusami, fratellino, ma dato che si è appena ripresa, non mi sembra il caso di farle già le domande- lo riprese Andross.

-Ma io voglio sapere il suo nome…- si lamentò il ragazzino.

-Su, non fare così- lo consolò il fratello –Abbi solo un po’ di pazienza e vedrai che la nostra ospite ci dirà tutto. Adesso però, ritengo sia necessario farle una piccola visita medica per vedere se le sue condizioni fisiche sono apposto-

-E da quando in qua sei anche un medico?- domandò Marty.

-Ho letto si e no due libri di medicina quando ero ragazzo-

-Sarà, ma quando le ho cambiato gli abiti bagnati con quel pigiama non mi è parso avesse ferite di sorta-

Sentendo in parte il discorso che stavano facendo, la bionda arrossì in modo quasi impercettibile nel sapere che mentre era svenuta qualcuno, o meglio qualcuna, l’aveva cambiata. Osservandosi meglio, infatti, la ragazza notò che il suo abito aveva lasciato il posto ad un pigiama dello stesso colore. Poi portò lo sguardo verso i tre, che in quel momento stavano ancora parlando. A prima vista sembrava gente simpatica, ma dato che non conosceva ancora nulla di loro, era presto per saltare a conclusioni affrettate.

-Comunque, che ne facciamo di lei, ora che l’abbiamo salvata da un annegamento certo?- chiese Andross, portando il discorso su una questione un po’ più seria –Avete qualche idea?-

-Per me potrebbe entrare in ciurma con noi- propose Alex, vedendo poi la ragazza annuire con la testa.

-Sono d’accordo anch’io, anche se mi sembra una decisione un po’ troppo affrettata. Voglio dire, al momento non sappiamo chi è e se conosce qualche tipo di combattimento- replicò Marty, provocando un senso di tristezza nell’animo della salvata –In più è da quando si è ripresa che non dice una parola.-

-Parlando per ipotesi, potrebbe essere ancora traumatizzata per l’accaduto, e quindi è probabile che al momento non si senta sicura di parlare con noi- ipotizzò Andross, per poi scompigliare i capelli alla diretta interessata –Diamole un po’ di tempo e forse entro qualche giorno saprà dirci qualcosa sul suo conto-

Presa questa decisione, i ragazzi passarono il resto della giornata e degli altri giorni con lei, dandole tutte le cure e le attenzioni necessarie per ritornare in forze. Marty in particolare sembrava passare molto tempo con la “naufraga”, svolgendo alcuni compiti come portarle i pasti, imboccarla, farle leggere qualche libro interessante preso in prestito da Andross, insegnarle qualche piccola lezione sui vari tipi di combattimento e, come bonus, farla assistere ad alcuni suoi allenamenti con la spada. Un giorno però, mentre i quattro stavano pranzando, accadde la svolta.

-Chi vuole ancora un po’ di zuppa di pesce?- domandò Andross, tenendosi pronto a servire col mestolo.

-Io passo, sono pieno- rispose Alex, massaggiandosi lo stomaco ormai riempito con aria soddisfatta.

-Io no, sono apposto così- rispose invece Marty, cominciando a versarsi il sake nella tazzina.

-Io ne vorrai ancora un po’, per favore…- disse timidamente la bionda con un tono un po’ insicuro, provocando la sorpresa dei tre.

-Ho… ho sentito bene?- Alex era incredulo.

-Ha detto proprio…- continuò la spadaccina.

-“Ne vorrei ancora”?- concluse Andross –Non ci credo, ha parlato!-

-Certo che parlo, c’è forse qualcosa di male?-

-No, no, è solo che sentire la tua voce per la prima volta ci ha lasciati un po’, come dire, di stucco- le spiegò Alex –Comunque, so che forse non è il momento adatto, ma… potresti dirci il tuo nome?-

-Con piacere, Alex, dato che ci tenevi molto a saperlo- rispose la bionda, per poi schiarirsi la voce –Il mio nome è Anis, piacere di fare la vostra conoscenza- aggiunse, per poi fare un inchino.

-Il piacere è tutto nostro, Nya ah ah ah- disse poi il ragazzo, lasciandosi sfuggire una piccola risata –E da dove vieni, se possiamo saperlo?-

Sentendo quella domanda, la bionda si sentì leggermente spaesata e provò a formulare una risposta, ma per quanto si sforzasse, era come se non riuscisse a ricordare nulla, e in tutta risposta si limitò ad abbassare il capo delusa.

-Mi dispiace, ma non me lo ricordo…- disse poi, passandosi nervosa le dita tra i biondi capelli, lunghi fino alle spalle –E ad essere sincera, non ricordo nient’altro a parte il mio nome… mi sento come se avessi perso la memoria, e nella mia mente è buio totale-

-Dici che è una conseguenza dovuta a quando l’abbiamo salvata dall’affogare qualche giorno fa?- domandò Alex al fratello.

-No, lo escludo- rispose l’altro scuotendo la testa -È probabile che si tratti semplicemente di un’amnesia bella e buona-

-Ma di solito quelli che perdono la memoria non dovrebbero ricordarsi nemmeno il loro nome, che io sappia- aggiunse Marty.

-Questo è vero, ma può darsi che la nostra Anis abbia assistito ad un evento così tragico che le ha causato la perdita della memoria-

-Sì, probabilmente è così…-confermò la bionda –E basti pensare che ogni volta che cerco di ricordare, ho come dei capogiri…-

-E fino ad ora sei riuscita a ricordare altro?- le chiese la spadaccina.

-No…- rispose semplicemente lei, non sapendo che altro dire, ma tirando fuori da una tasca del suo abito un piccolo ciondolo d’oro dalla forma ovale, aprendolo e mostrando all’interno una sua foto e una piccola dedica con scritto “Alla mia adorata”. –Questo è l’unico indizio oltre al mio nome che sembra avere a che fare col mio passato… Oh, come vorrei saperne qualcosa di più…-

-Non preoccuparti, Anis. Come dice un vecchio detto, “Non tutto il pesce viene per friggere”- esclamò all’improvviso Alex.

-Forse volevi dire “Non tutto il male viene per nuocere”-

-Si, esatto, Andross. Il punto è che se proprio ci tieni a scoprire qualcosa sul tuo passato, potresti sempre venire con noi, no?-

-Io… con voi? Ma ne sei sicuro?-

-Sicurissimo. Fidati, se verrai con noi il divertimento non mancherà-

-Ma io non sono mai stata in un gruppo o in una ciurma pirata, hai qualche consiglio da darmi?-

-Sii semplicemente te stessa e il resto verrà da sé-

Pensando bene all’opportunità che gli veniva offerta, Anis ci pensò molto bene prima di prendere una decisione. Certo, quei tre non li conosceva ancora bene e lei non era mai stata, per quanto si ricordasse, un tipo molto socievole. Tuttavia, se viaggiare con loro equivaleva ad una possibilità in più per raggiungere il suo scopo, perché non cogliere la palla al balzo?

-Va bene, Alex… accetto- concluse Anis, porgendo la mano al ragazzo come per sancire l’accordo con la classica stretta di mano.

-Perfetto, allora- ribatté Alex, ricambiando la stretta –Da questo momento farai parte della ciurma dei Pirati Wild Felis, e spero che viaggiando insieme a noi tu possa trovare qualche altro indizio sul tuo passato, oltre ovviamente a vivere sicuramente un sacco di incredibili avventure in nostra compagnia-

-E io spero di essere un buon acquisto per la vostra ciurma-

-Non preoccuparti per questo- le disse Andross –Qualunque sarà il tuo talento qui, di sicuro ci tornerai molto utile-

-E se avrai bisogno di allenarti, non hai che da chiederlo ad uno qualsiasi di noi tre, tutto chiaro?- aggiunse Marty, salvo poi ritrovarsi la bionda che l’abbracciava affettuosamente.

-Di sicuro sarà bello prendere lezioni di spada da te-

-Ehi, calma, mica ho detto che sarei diventata il tuo maestro-

-Lo so, ma io ti devo la vita per avermi salvata, perciò sarò felice se accetterai di prendermi sotto la tua ala-

-Prevedo grandi cose in questa ciurma…-

-L’hai detto, fratellone, l’hai detto… Nya ah ah ah-

Fine Cap.10

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Capitolo 11
*** Verso la Grand Line! Riusciremo a superare la Reverse Mountain? ***


Cap.11:
Verso la Grand Line! Riusciremo a superare la Reverse Mountain?

Due giorni dopo il reclutamento di Anis, l’atmosfera a bordo della Linxer –così è stata ribattezzata la nave da Alex e Andross, unendo insieme le parole “Linx” e “Tiger”- era pressoché tranquilla così come il tempo, rappresentato da poche nuvole in cielo e un sole più splendente che mai. In poche parole, una giornata semplice, dove Alex si riposava al sole, Andross controllava rotta e timone e Marty, seduta a gambe incrociate e con le mani appoggiate sulle cosce, praticava esercizi di meditazione, allo scopo di allenare la mente e sviluppare le sue capacità sensoriali. Anis, invece, non sapendo che cosa fare per ingannare un po’ il tempo, si era messa ad osservare il mare annoiata, mentre un filo di vento le scompigliava i capelli.

-Senti, Andross…- si rivolse poi al ragazzo –Non è che potresti ripetermi dov’è che siamo diretti, esattamente?-

-Semplice, stiamo andando nella Grand Line, conosciuta anche come “Rotta Maggiore”, e se le condizioni sono favorevoli come in questa giornata, è probabile che ne raggiungeremo l’ingresso nel giro di due o tre giorni al massimo- rispose lui, tenendo d’occhio la sua bussola e osservando l’orizzonte –Dal momento che però non abbiamo una mappa sulla quale orientarci, potremmo metterci delle settimane-

-Potremmo sempre fermarci su un’isola a chiedere informazioni, non credi?- propose Alex, risvegliandosi dal suo consueto pisolino –Se non ricordo male, c’è una città dove i pirati sono soliti sostare prima di intraprendere la nostra stessa rotta-

-Intendi forse Rogue Town, quella città nota per aver dato i natali al grande pirata Gold Roger?- gli domandò Marty partecipando alla conversazione, concludendo così il suo esercizio –Se è così, allora potremmo farci un salto-

-Forse è meglio di no…- intervenne Andross –Lì sono soliti pattugliare i Marine, quindi per il momento credo sia meglio non dare troppo nell’occhio, specie dopo quello che è successo con Jack o quei tre idioti della Campana-

-Ragazzi… forse è solo un’ipotesi, ma… forse ho qualcosa che potrebbe risolvere i nostri problemi- disse timidamente Anis, avvicinandosi ai suoi compagni e tirando fuori un vecchio foglio arrotolato su sé stesso –L’ho trovato per caso nella stiva-

-Uh? Chissà cos’è- disse invece Marty, srotolando il foglio e rimanendo molto sorpresa dal suo contenuto –Oh, cielo!-

-Che succede? Che hai visto?- esclamò incuriosito Alex, per poi notare anche lui ciò che era riportato sul foglio –Wooow…-

Seppur in un primo momento sorpreso, Alex prese quel vecchio foglio e lo porse al fratello maggiore, il quale dopo averla guardato più e più volte in modo sospettoso nel caso si trattasse di un falso, si convinse che ciò che Anis aveva trovato era ciò che stavano da tempo cercando anche lui e suo fratello. Tuttavia, la giovane bionda non riusciva ancora a capire cosa avesse quel pezzo di carta da sorprendere tutti i presenti tranne lei.

-I miei complimenti, Anis. Hai trovato una mappa che ci consentirà di navigare per la Rotta Maggiore- disse Andross, sorridendole.

-Quindi… con quella come punto di riferimento potremmo raggiungere il luogo dove ci stiamo dirigendo?- domandò lei.

-Esatto- confermò il ragazzo, rimettendosi al timone e preparandosi a seguire quella nuova rotta –Alex, Marty, tenetevi pronti a spiegare le vele, si parte tutti insieme per la Rotta Maggiore!-

E nel giro di due ore abbondanti, tenendo sempre come esempio la cartina appena scoperta, la Linxer navigò per tutto il tratto di mare che seguì, fino a quando non giunse ai piedi di una gigantesca montagna, dalla cui base partivano ben quattro correnti d’acqua che si spostavano in salita come una sorta di cascata inversa. Non c’erano dubbi su dove fossero: quella era la Reverse Mountain. In quello stesso momento, il clima cominciò anche a farsi più forte, complici alcune raffiche di vento che, unite al mare improvvisamente agitatosi, rendevano la navigazione molto più difficoltosa del previsto. In poche parole, i Wild Felis erano incappati in una tremenda tempesta.

-Ehi, questo non era previsto nella nostra tabella di viaggio!- si lamentò Alex, ancorandosi con tutte le sue forze all’albero maestro per non essere portato via dal vento.

-Rimanda le lamentele a dopo e pensa ad aiutarmi- lo riprese Marty, mentre ammainava le vele come meglio poteva.

-Mai vista una tempesta così…- disse invece Anis, reggendosi ad un bordo della nave nonostante questa oscillasse pericolosamente.

-Cercate di resistere, ragazzi!- esclamò Andross, tenendo le mani strette sul timone –Ora penso ad un modo per superare questa tempesta e poi cerco di capire come attraversare la montagna-

E detto questo, il ragazzo dai lunghi capelli neri si rimboccò le maniche e cominciò ad analizzare la situazione. Col passare del tempo la tempesta si faceva sempre più forte, le onde si infrangevano sia sulle pareti della montagna che sulla nave e se non si faceva qualcosa alla svelta sarebbe stata la fine. Concentrandosi per bene su cosa fare, Andross osservò il movimento delle correnti, cercando di individuare una sorta di “punto di fuga” dove si potesse passare indenni. Intanto, una volta finiti i suoi compiti sulla nave, Marty raggiunse Anis e si riparò subito con lei dentro gli alloggi di bordo, mentre Alex, quasi del tutto indifferente al caos che si stava scatenando, era rimasto ancora abbracciato all’albero maestro, lasciando intendere di voler sfidare apertamente il brutto tempo senza alcuna esitazione, così come suo fratello maggiore, una volta trovato il “punto di fuga”, mise da parte i timori e si virò rapido verso la corrente più vicina, lasciando poi che fosse la corrente stessa a condurli fino in cima.

-Bene… anf, anf… per il momento dovrebbe andare- disse lui, mentre riprendeva fiato data la fatica fatta.

-Concordo, ma dubito che sia ancora finita- aggiunse Alex, che dopo essersi staccato dalla sua postazione, notò che la tempesta si stava via via calmando del tutto –Non è che hai anche pensato a come fare per un’eventuale discesa?-

-No, perché?-

-Perché ho paura che ci aspetterà un bel botto, di sotto-

Non capendo inizialmente dove volesse andare a parare il fratello, Andross si affacciò da tribordo, notando che non solo avevano superato la cima della montagna, ma ora erano pure sospesi per aria data la velocità con cui erano stati trascinati, e sotto di loro non li attendeva altro che il mare. Tenendosi pronti, i due fratelli ritornarono alle loro postazioni e si lasciarono cadere, ma nonostante un iniziale impatto con la corrente che li attendeva, il resto della discesa fu meno duro del previsto, al che si ritrovarono poi davanti ad un promontorio apparentemente disabitato.

Fine Cap.11

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Capitolo 12
*** Un nuovo nemico all’orizzonte? La Ciurma del Destino fa la sua comparsa in scena ***


Cap.12:
Un nuovo nemico all’orizzonte? La Ciurma del Destino fa la sua comparsa in scena

Superata la tremenda quanto insidiosa montagna, la Linxer aveva da poco attraccato in un punto buono del promontorio, e i ragazzi, dopo aver discusso brevemente il da farsi, decisero di scendere dalla nave e dare un’occhiata nei dintorni, notando tra le altre cose che quel promontorio aveva ben due fari costruiti in egual misura, ciascuno posizionato su un lato del promontorio stesso. Per l’occasione, come per inaugurare il loro ingresso nella Grand Line, i nostri avevano fatto un piccolo cambio d’abito. Alex, oltre all’immancabile kefiah intorno al collo, ora indossava una maglia a mezze maniche azzurra, un paio di pantaloncini jeans e sandali; Andross invece aveva optato per una camicia blu sopra un paio di pantaloni neri e dei semplici mocassini; Marty, per stare più comoda, si era solo cambiata la camicetta con una canottiera nera e aveva sciolto i capelli; Anis, infine, non sapendo cosa mettersi, si era tenuta il suo abito bianco, consistente in una maglia a maniche larghe munita di bustino e una leggera scollatura a forma di V, aderente quanto bastava per rendere più elegante la sua terza ben formata, e una lunga gonna bordata di pizzo con ricami dorati, tutti elementi che sembravano dare alla ragazza, oltre alla sua pelle leggermente pallida e ai suoi occhi azzurri, tanto belli quanto tristi, un aspetto quasi simile, se non identico, ad una bambola di porcellana.

-Allora, fratellone?- interruppe il silenzio Alex –Qual è il piano?-

-Mi pare semplice, fratellino- rispose l’interpellato –Vediamo se in questo posto c’è anima viva oppure no- aggiunse, cominciando ad incamminarsi e guardarsi intorno.

-Occhi aperti, ragazzi- disse invece Marty –L’atmosfera di questo posto non mi piace, è troppo tranquilla-

-Sono d’accordo con te, senpai…- aggiunse Anis, camminando vicino alla mora per non perderla di vista –Ho una strana sensazione… è come se qualcuno ci stesse aspettando…-

-Mai tali parole si rivelarono esatte, mia adorata…- echeggiò improvvisamente una voce sconosciuta.

Sorpresi da quella voce, i Wild Felis entrarono in allarme, e proprio mentre cercavano di capire da dove provenisse, una serie di fumogeni li colpì in pieno, oscurandogli la vista e rendendoli tutti dei bersagli facili per il nemico, il quale non tardò a farsi avanti, attaccando a sorpresa i ragazzi. Fortunatamente, Alex e Andross erano riusciti a respingere l’offensiva attivando le loro forme ibride, mentre Marty aveva sguainato le spade e difeso abilmente sia lei che Anis, evidentemente troppo spaventata per reagire.

-Tutto bene, Anis?- le domandò, per sincerarsi delle sue condizioni.

-S…sì, credo di sì… grazie, senpai- rispose lei, ancora scossa.

-Figurati. Ora però non c’è tempo per queste cose, giusto?-

-Giusto. Alex, sei pronto?- esclamò il ragazzo-tigre, pronto a lottare contro quei misteriosi nemici.

-Io sono sempre pronto, fratellone- aggiunse il ragazzo-lince, tenendosi pronto anche lui.

Non appena il fumo si diradò e rese la vista un po’ più visibile, non una, non due, ma ben sette figure fecero la loro comparsa. Sei di loro avevano l’aspetto e il volto coperti da una lunga cappa con cappuccio, mentre il settimo, che guidava la testa del gruppo, aveva i capelli blu chiaro, gli occhi eterocromi, cioè quello sinistro era blu mentre il destro era verde, e vestiva un curioso abbigliamento consistente in un paio di pantaloni grigi, una maglia scura e un cappotto blu notte, decorato con fregi simili a lettere antiche, ma dal significato ignoto.

-Benvenuti nella Grand Line, compagni pirati… o forse dovrei definirvi meglio come “esseri inferiori”?- esordì l’uomo, il cui tono di voce, seppur fluido e ben articolato ma allo stesso tempo pomposo, catturò subito l’antipatia di Alex –La qui presente Ciurma del Destino e il sottoscritto Aster Fatum vi porgono i più sentiti omaggi-

-E secondo te farci attaccare dopo aver utilizzato dei fumogeni sarebbe un omaggio? Ma non farmi ridere- lo interruppe Alex.

-Certo, dato che era tutto finalizzato allo scopo di capire di che pasta è fatta la ciurma che ha in custodia la mia adorata-

-La tua adorata?- domandò Marty, sospettando qualcosa.

-Esatto, e mi sto riferendo a quella dolce bionda accanto a voi-

-…- l’interpellata non rispose, ma si limitò, intimorita da quello strano individuo, a nascondersi dietro l’amica.

-Cosa vuoi da lei?- gli chiese Andross, non vedendoci chiaro.

-Che domande…- fece uno dei sei dietro Aster –Siamo venuti per riportarla nella nostra dimora, ove si compierà il suo destino-

-Lei è una chiave molto importante per il nostro futuro- aggiunse un secondo individuo, abbozzando un sorriso.

-E quando lei non ci servirà più…- proseguì un terzo.

-Avremo la strada spianata per susseguire i nostri ideali- concluse una quarta persona, dalla voce femminile.

-E quali sarebbero questi ideali, sentiamo?- li incalzò un adirato Alex, non comprendendo proprio dove volessero arrivare quei tipi.

-E secondo te siamo così stupidi da rivelarli a dei poveri pirati da due soldi come voi?- gli disse in tutta risposta il quinto uomo.

-Non essere ridicolo…- aggiunse il sesto, con tono annoiato.

-Se qui c’è qualcuno di ridicolo… quelli siete voi!-

E non vedendoci più dalla rabbia, Alex corse rapido verso i sette, preso dalla voglia di mollare almeno un cazzotto al loro capo. Ma non appena cercò di avvicinarsi ad Aster, uno dei suoi sei servitori si mise in mezzo, puntandogli una mano in avanti. In quei pochi istanti, Alex si sentì come bloccato da una strana forza, salvo poi essere lanciato via da quella stessa forza.

-Immaginavo avresti attaccato in quel modo- disse il tizio, togliendosi la cappa e rivelando un aspetto e un abbigliamento simile a quello dei monaci Shaolin, con tanto di testa rasata a zero.

-Tempismo perfetto come al solito, Shao- si complimentò Aster.

-La ringrazio, maestro. Del resto, chi incrocia la sua strada con la mia e quella del mio Frutto Psy Psy, è naturale che sia destinato a finire a terra come quella lince irruenta-

-Psy Psy? Non sarà mica un Frutto del Diavolo?- domandò Marty.

-Esatto- confermò lo stesso Aster –Grazie a quel Frutto, Shao è capace di sviluppare al meglio le sue capacità mentali, accedendo così a vari poteri psichici, quali campi di forza, telecinesi e altro-

In quello stesso momento, nella mente di Anis cominciarono a farsi avanti vari ricordi, così tanti che sembravano totalmente slegati tra loro. Come reazione a tutto ciò, la bionda ebbe un forte capogiro, cercando di ricordare dove avesse già visto quell’Aster, ma nulla… la sua mente era ancora troppo annebbiata per poter cercare le risposte alle sue domande, e come risultato finì con il cadere in stato di incoscienza. Per fortuna Marty la afferrò in tempo, sostenendola come meglio poteva, mentre Alex, aiutato dal fratello, cercava invano di superare le difese di Shao.

-Siete determinati, non c’è che dire- disse Aster –Ma penso che per voi non sia ancora abbastanza per competere con noi…- aggiunse, mentre puntava la sua mano sinistra, che in quel momento brillava di uno strano bagliore dorato, verso il cielo –Osservate… quanto le stelle possono essere fatali… Pioggia di Stelle!-

Non appena disse quella frase, Aster abbassò subito la mano, e a seguire una serie di fasci di luce bianca a forma di stella raggiunse Alex e Andross, i quali ne vennero travolti in modo immediato senza neanche il tempo di reagire, finendo rovinosamente a terra. Non potendo lasciarli in balia di quel tipo, Marty appoggiò Anis per terra e corse subito in loro soccorso, ma Aster fu più veloce di lei, scatenandole addosso quello che rimaneva della Pioggia di Stelle. Non sapendo come fare, Marty tentò di difendersi usando le lame per riflettere i fasci di luce, ma ad Aster bastarono solo pochi cenni delle mani per farle cambiare subito direzione e colpirla duramente, obbligandola a reggersi in piedi usando le spade come appoggio.

-Ohi, ohi, ohi… che botta…- disse Alex dolorante.

-E non siamo riusciti neanche ad evitarli…- aggiunse Andross, tossendo un po’ di sangue dalla bocca.

-Ma com’è possibile che sia capace di controllare le stelle? Non avrà mangiato anche lui un Frutto del Diavolo?- domandò Marty, cercando di respirare nonostante il fiato mozzato.

-Hai indovinato, mia cara nemica- confermò ancora una volta Aster, abbozzando un sorriso soddisfatto –Si tratta del Frutto Hoshi Hoshi, e di conseguenza sono un “uomo stella”, capace di controllare e di evocare a sé la forza e la potenza degli astri celesti. Se fossi in voi, rinuncerei a navigare nella Rotta Maggiore, data la fine che avete fatto provando solo a sfidarmi così apertamente, e parlo a nome di tutta la Ciurma del Destino, ovviamente. In ogni caso, potreste avere salva la vita se ci consegnaste la mia adorata Anis.-

-Questo puoi scordartelo- lo interruppe Alex, rialzandosi determinato nonostante le ferite subìte –Anis ora è una nostra compagna, e non intendo lasciartela per nessun motivo!-

-Sono d’accordo- aggiunse Andross -Non pensare che ci arrenderemo così facilmente solo perché siete più forti di noi-

-Perciò non sottovalutateci troppo senza prima aver visto cosa sappiamo veramente fare- concluse Marty, pronta a fare sul serio.

Fine Cap. 12

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Capitolo 13
*** L’inizio delle ostilità! I Wild Felis contro la Ciurma del Destino ***


Cap. 13:
L’inizio delle ostilità! I Wild Felis contro la Ciurma del Destino

-Cos’è? Volete forse prendermi in giro?- commentò Aster, dopo aver sentito i toni determinati dei tre ragazzi –Ve l’ho già detto che noi sette siamo molto più forti di voi. Che senso avrebbe continuare una battaglia che siete già destinati a perdere?-

-Lasciate perdere, finché siete in tempo- aggiunse Shao.

-Spiacente di deludervi, ma noi tre non ci arrendiamo- disse Alex, tenendosi pronto a lottare ancora –Giusto, Andross?-

-Giusto, fratellino- rispose il ragazzo-tigre, togliendosi la camicia e cominciando a mostrare gli artigli.

-E giusto per rispondere alla tua domanda… se è per aiutare un’amica in difficoltà, ogni sfida ha senso, almeno per noi- aggiunse infine Marty, tenendo le spade ben tese.

Vedendoli lì, feriti ma ancora in piedi, Aster sospirò annoiato, pensando al solo fatto che recuperare Anis avrebbe impiegato molto più tempo del previsto sulla tabella di marcia. Lui e i suoi compagni pirati dovevano perseguire i loro ideali, e la bionda era necessaria per risvegliare “quell’arma”, dato il suo incredibile dono; peccato che quei tre pirati inferiori si erano messi in mezzo e, nonostante avesse dato prova dei suoi poteri, non si arrendevano. Non restava che una cosa da fare: passare alle maniere forti!

-Tsk… secondo me perdete solo tempo… Shao, Kane, Ryujin… occupatevi di loro, per favore- disse poi, chiamando a sé sia il pelato che altri due incappucciati –A partire da adesso, avete due ore di tempo per mettere in ginocchio quei tre. Mi raccomando, cercate di non deludermi, sono stato chiaro?-

-Cristallino, maestro- risposero all’unisono i tre.

-Teniamoci pronti, ragazzi- proferì Andross –Ho il presentimento che ci aspetteranno due ore di lotta molto dura-

-Non preoccuparti, fratellone- sorrise Alex –Accada ciò che accada, di sicuro faremo del nostro meglio-

-Ottimista come sempre, tu, eh?- disse invece Marty, curiosa di sapere chi fossero gli altri due avversari.

-Allora siamo d’accordo, Ryujin? Io mi prendo il micetto e tu il gattone a strisce- disse il tipo di nome Kane, rivelandosi un uomo con i dreadlocks neri, gli occhi blu scuro e vestito con un semplice pantalone e una maglia rosso scuro senza maniche.

-Nessun problema. D’altronde, è noto a tutti che la tigre è il nemico per eccellenza del dragone- rispose rilassato l’altro, rivelando l’aspetto di un ragazzo ventenne dai lunghi capelli neri raccolti in una treccia e vestito con una tenuta da lottatore di Kung Fu.

-Perciò, a rigor di logica, a me tocca la spadaccina- concluse con voce piatta Shao –Meglio così, almeno non dovrò sporcarmi troppo le mani, dato che non le uso quasi mai. In ogni caso, pronti o no, stiamo arrivando, pirati da due soldi!-

E dette queste parole, i tre della Ciurma del Destino si lanciarono all’attacco, con Alex, Andross e Marty pronti a riceverli e a sperare di poterli contrastare almeno in parte. Speranza che fu vanificata fin dall’inizio, dato che, nel giro di quelle due ore di tempo, Shao spiazzò totalmente Marty respingendo o annullando più e più volte i fendenti di lei con i suoi campi di forza, in certi casi rimandandoglieli pure indietro; Ryujin, invece, nonostante il vantaggio in forza dovuto al Frutto del Diavolo di Andross, aveva bloccato con successo ogni suo attacco, rispondendo poi con una serie di calci all’addome in rapida successione e un montante di tremenda potenza diretto al mento, mettendolo in seria difficoltà; infine, sebbene Alex fosse riuscito a ferirlo un paio di volte grazie ai suoi attacchi veloci, alla fine il ragazzo-lince dovette soccombere davanti alla forza di Kane, che all’ultimo minuto si rivelò anche lui un possessore di un Frutto del Diavolo, per la precisione uno che gli permetteva di trasformare il suo corpo in ferro, materiale che rese i suoi pugni veramente devastanti. Soddisfatto da quello spettacolo, Aster sorrise, fiero di aver dimostrato come la sua ciurma potesse essere potente, e seppur da una parte fosse tentato di giustiziarli sul posto e riprendersi la ragazza, che in quel momento si era ripresa ed era corsa a sincerarsi delle condizioni dei suoi poveri compagni, ridotti in malo modo, da un’altra decise comunque di risparmiarli e cercare di riprendersela con le buone. Infatti, non appena richiamò a sé i suoi sottoposti, si avvicinò lentamente a lei, incurante del fatto che ora la bionda, in lacrime per ciò che era accaduto, gli stava puntando addosso una delle due spade della sua senpai, come una sorta di avvertimento a non fare un altro passo altrimenti sarebbe morto.

-E ora che ti prende, mia adorata?- le domandò facendo finta di niente –Non vorrai mica dirmi che ti sei affezionata a loro?- aggiunse, avanzando con indifferenza.

-Non avvicinarti!- rispose lei, continuando a puntargli la lama in modo minaccioso –Se non sbaglio è me che vuoi, giusto? Perché hai voluto coinvolgere anche loro? Dimmelo!-

-Non è ovvio, my dear? L’ho fatto per farti soffrire ancora di più-

-Che cosa?-

-Proprio così… l’ho fatto per farti capire quanto è doloroso stringere qualsiasi tipo di legame con le persone che incontri… non importa se ti sembrano amichevoli o meno… sta di fatto che col tempo, questi legami sono destinati a sparire, e più tempo passerai con questa ciurma di poveri deboli, e più soffriranno, fino a morire uno dietro l’altro, fino a quando non rimarrai sola…-

-Sta zitto… non voglio ascoltarti!-

-E perché mai, se quello che dico è solo la pura verità? Tu non hai alcuna speranza di stare con loro, a meno che tu non decida di tornare con me e compiere il tuo destino nella mia ciurma-

-Ma perché sei così interessato a me? Io non mi ricordo nulla, non so neanche se ti ho già incontrato oppure no-

-Davvero? Oh, sapessi quanto mi dispiace… perché devi sapere che tu ed io eravamo molto legati, tre anni fa… ma quando, per un infausto gioco del Destino, tu venisti a conoscenza di ciò che eri destinata a fare per il bene di tutti noi, scappasti via e non ti facesti mai più rivedere… non immagini quanto ho pianto e quanto sono stato disperato nell’averti perduta… ma ora che sono riuscito a ritrovarti, posso finalmente concludere quello che era cominciato da quei tre lunghissimi e faticosi anni…-

Mentre Anis rimaneva ad ascoltarlo, nella sua mente sembrò che le nebbie del dubbio e dell’oblio cominciassero a diradarsi, probabilmente perché in quel momento la memoria, e con essa parte dei suoi ricordi, le stava cominciando a tornare, e sebbene in un primo momento fosse tentata di posare l’arma e riabbracciare quell’uomo che pareva non rivedere da tanto tempo, all’improvviso dovette desistere, dato che un redivivo Alex, senza pensarci due volte, atterrò Aster con un rapido calcio diretto su quella faccia da schiaffi che si ritrovava, il tutto sotto il suo sguardo sorpreso.

-Sarai pure forte e potente come dici…- disse il ragazzo, rialzandosi a fatica date le botte ricevute da Kane -Ma parli comunque troppo per i miei gusti, non credi anche tu, Andross?-

-Puoi scommetterci, fratellino, veramente fastidioso- aggiunse il ragazzo-tigre, rialzandosi anche lui nonostante il dolore lancinante all’addome dovuto ai calci di Ryujin.

-Ma almeno, standolo a sentire, abbiamo scoperto un po’ di cose utili riguardo il passato della nostra compagna, no?- si unì alla conversazione Marty, spolverandosi la terra che aveva addosso e riprendendo la spada mancante dalle mani di Anis –Grazie per aver preso tempo mentre noi tre ci riprendevamo, sono fiera di te-

-S… senpai… ragazzi…- la bionda, vedendo i tre ancora in piedi, aveva le lacrime agli occhi per la gioia –Grazie al cielo… per un attimo pensavo foste morti…-

-Naaah, figurati se siamo così deboli da morire facilmente contro un simile mentecatto e la sua gentaglia… anche se devo dire che ce le hanno suonate per bene- ribatté Alex, mostrandosi ancora più determinato di prima –Ci vuole ben altro per fermare i Wild Felis-

-Non riesco a crederci… ma come è possibile? Eppure ero sicuro che Shao e gli altri vi avessero sconfitti senza pietà!- esclamò Aster, perdendo la calma piatta che lo aveva contraddistinto e cominciando a guardare quei tre come se fossero dei mostri.

-E invece ti sbagliavi, caro il mio amante del Destino- riprese il discorso Andross –Noi tre abbiamo passato parecchi anni ad allenarci duramente prima di prendere la via del mare… perciò non pensare che abbatterci sia così facile come credevi!-

-Ben detto, Andross, perché può anche dire apertamente che non siamo al suo livello e che siamo dei pirati di poco conto, ma se c’è una cosa che non dovrebbe mai, e sottolineo MAI sottovalutare, è la nostra forza di volontà- concluse Marty, mettendosi insieme ai due fratelli davanti ad Anis come per farle da scudo –E se vorrai ancora riprenderti la nostra compagna, fatti pure avanti!-

In quel momento, Aster rimase tanto ammutolito quanto sorpreso nel vedere che ora Anis si era trovata dei compagni dalla volontà così forte. Sapendo che forse continuando così non avrebbe solo perso tempo, il “capelli blu” espose la sua decisione finale.

-Tsk… fate come volete- disse, dando loro le spalle e poi andandosene via con i compagni –Se proprio volete avventurarvi nel nostro territorio, fate pure. Ma non adagiatevi troppo sugli allori, perché un giorno ci rivedremo… parola di Aster Fatum…-

Fine Cap.13

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Capitolo 14
*** Un carpentiere dall’immensa generosità e forza d’animo! Il ritorno di Bobo alla via del mare? ***


Cap.14:
Un carpentiere dall’immensa generosità e forza d’animo! Il ritorno di Bobo alla via del mare?

Il giorno dopo quella sorta di schermaglia -se così si poteva definire- con Aster, il cammino dei nostri eroi era ripreso con un po' di ritardo sulla tabella di marcia dato che Anis, essendo l’unica rimasta indenne durante tutto il combattimento e sentendosi in colpa per ciò che era accaduto, si era gentilmente offerta di fornire qualche funzione di primo soccorso ai suoi compagni, anche se nel caso di Alex fu più una tortura che un sollievo, viste le urla che emetteva ogni volta che la bionda gli passava il disinfettante sulle ferite ricevute o cercava di stenderlo in posizione supina sul letto con tutta la leggerezza possibile, toccandogli senza volerlo le parti dove sentiva maggiormente dolore. Ma a complicare maggiormente le cose fu quando la ragazza si mise in testa di mettersi alla guida della nave, rischiando di farla uscire più volte fuori rotta data la sua poca conoscenza sulle tecniche di navigazione, cosa a cui Andross, una volta ripresosi quanto bastava per reggersi in piedi, sopperì facendole da maestro. Tuttavia, anche se nel giro di qualche ora la ragazza aveva imparato in fretta le basi e tutto il resto, ella si sentiva ancora giù di morale, nonostante l’aver riacquistato parzialmente la sua memoria l’avrebbe come minimo resa felice.

-Qualcosa non va?- le chiese il ragazzo dai lunghi capelli neri.

-Più o meno…- rispose lei con un filo di voce –Non faccio altro che ripensare a ciò che ha detto Aster… diceva che se mi fossi affezionata troppo a voi, vi avrei condotto alla morte, e io sarei finita col rimanere sola… e che questo era il mio destino- aggiunse, per poi portarsi una mano sul petto, amareggiata.

-Premettendo che non ho idea di che sorta di relazione ti colleghi a quel tipo, fossi in te non gli darei così tanto peso.-

-Che vuoi dire? Forse non lo sai, ma tre anni fa io e lui eravamo buoni amici, e lui era sempre stato gentile con me… stando almeno a quanto sono riuscita a ricordare in quel frangente-

-Voglio dire che è vero che forse tre anni fa eravate legati e tutto, ma di sicuro avrai avuto le tue buone ragioni per fuggire da lui, amnesia a parte; e poi, se proprio vuoi il mio parere, lui e la sua ciurma non mi convincono, dato che da come parlano sembra di sentire una setta di fanatici religiosi.-

-Cosa pensi che vogliano fare nel caso mi catturassero?-

-È proprio questo il nocciolo della questione. Il loro obbiettivo ci è ancora oscuro e sembra che abbiano bisogno di te per realizzarlo, ma non ti preoccupare per questo. Finché ci saremo noi a proteggerti, nessun malintenzionato si avvicinerà a te.

-Lo spero… vorrei solo esservi più di aiuto in questa ciurma, ma a quanto pare non faccio altro che combinare pasticci-

-Oh, capita a tutti di sbagliare, qualche volta. E non è vero che fai solo pasticci, perché se non fosse stato per te non avremo mai trovato la mappa per navigare nella Rotta Maggiore, e se non ti fossi fatta coraggio a puntare la spada contro Aster a quest’ora ti avrebbe già catturata; e riguardo le tue cure mediche, poi?-

-M-ma quelle le sanno fare tutti, con un po’ di buona volontà-

-Sì, ma sei stata comunque brava, e ciò può farti considerare molto più utile di quanto tu creda, dato che è buona norma dei medici preservare la salute propria e quella dei compagni-

-Perciò… stai dicendo che come medico sarei molto utile?-

-Proprio così. E non badare a quello che dice Alex, in fondo lo sapeva che lo medicavi solo per il suo bene. E lo sai perché?-

-No, perché?-

-Perché lui, proprio come me e Marty, si fida di te, e ti basti solo questo per pensare a quanto ti vogliamo bene-

E come Andross le disse quelle ultime parole, Anis si sentì risollevata, come se il confidarsi con lui fosse stata la cosa migliore da fare, e il sentirlo parlare così bene di lei e delle sue qualità la fece sentire felice, al punto da versare lacrime per la commozione e abbracciare il saggio compagno, il quale sorrise soddisfatto per essere riuscito a tirare un po’ su di morale la ragazza. Peccato che momento così tranquillo venne rovinato dall’arrivo di Alex e Marty, i quali avevano raggiunto il ponte portandosi dietro una strana lumaca di medie dimensioni di colore giallo a strisce nere, sul cui guscio rossiccio a macchie nere portava una sorta di ricevitore telefonico e un dischetto con sopra dei numeri. La cosa più strana che saltò all’occhio, però, era che quella lumaca emetteva dalla bocca un suono molto buffo, un ripetuto “biru biru biru”.

-E quello che roba è?- domandò Anis, incuriosita dall’animale.

-Ad occhio e croce, un Lumacofono- rispose Andross.

-Luma… cosa?-

-Si tratta di un animale che, grazie ad alcune apparecchiature elettroniche applicategli sul guscio, consente alle persone di parlarsi anche da zone molto lontane- spiegò Alex –Io e Marty l’abbiamo trovato nascosto dentro una credenza in cucina, e da allora non fa altro che squillare in modo insistente-

-Ma come ci è finito lì dentro?-

-E io che vuoi che ne sappia, fratellone?-

-Comunque…- disse Marty per riprendere il discorso –Sta di fatto che qualcuno ci sta chiamando, e non sappiamo se rispondere o no, dato che potrebbe essere anche una trappola-

-Sarà, ma penso che prima di saltare a queste conclusioni sia meglio rispondere e sentire chi è, non credete?-

-Si, hai ragione, Andross. Dai, prova a rispondere-

-Subito- disse il ragazzo, alzando il ricevitore e schiarendosi un po’ la voce –Pronto? Qui è il vicecapitano Andross della ciurma dei Pirati Wild Felis che vi parla- aggiunse, scandendo bene le parole in modo da farsi sentire anche da chi stava chiamando.

-Oh, finalmente- rispose la voce del mittente attraverso la lumaca, il cui sguardo da assente si era mutato in serio -È da quasi una settimana che cercavo di mettermi in contatto con voi. Pensavo foste morti durante il tragitto per la Rotta Maggiore, ma stando a quanto posso sentire dalla tua voce così tranquilla, deduco che è andato tutto bene, alla fine-

-Ma questa voce… signor Bobo? È proprio lei?- esclamò Alex, riconoscendo nella voce un tono troppo familiare e facendo cenno al fratello di passarglielo –Pronto, signor Bobo? Sono Alex-

-Ooooh, il ragazzetto. Da quanto tempo non ci si sente, eh? Come vanno le cose lì, tutto ok?-

-Direi di sì. Non immagina quante cose ci sono capitate-

E da lì il ragazzo fece un breve riassunto di ciò che era successo negli ultimi giorni, lasciando il carpentiere, che ascoltava dall’altro capo della chiamata, molto sorpreso e visibilmente contento, stando a quanto si poteva notare dall’espressione euforica che si era dipinta sul muso del Lumacofono. Quando poi Andross riprese la chiamata, Bobo, non potendo più nascondere la felicità, ad un certo punto si schiarì la voce, come se stesse per annunciare una cosa di natura molto importante.

-Premettendo che sono davvero felice di sentirvi, penso sia meglio che vi spieghi un paio di cose sul mio conto- iniziò –Dovete sapere che dieci anni fa anch’io ero un pirata, e come molti, avevo anch’io la mia ciurma e il mio sogno di poter diventare famoso navigando nella Rotta Maggiore. Purtroppo per noi, non appena fummo a neanche metà del nostro viaggio, accadde un incidente-

-Che genere di incidente?- domandò Andross.

-Mentre navigavamo, una tempesta improvvisa ci prese di mira, e senza che potessimo fare nulla per reagire, ci decimò tutti quanti, nave compresa, ed io ero l’unico sopravvissuto. Per mia fortuna, grazie a ciò che era rimasto della mia nave riuscì a costruirmi una zattera e cominciare ad andarmene. Furono giorni duri e navigai alla deriva per mesi, ma grazie al cielo una nave mercantile che passava da quelle parti mi raccolse a bordo e mi aiutò a tornare alla mia cara e vecchia casa. A quel punto, avendo provato sulla mia pelle quanto la Grand Line potesse essere dura, infida, imprevedibile e ostile, decisi di chiudere con la vita da pirata e fare il lavoro che mi riusciva meglio anche a quei tempi: il carpentiere-

-Ma se allora ha deciso di rinunciare alla sua vita da pirata, perché ci sta dicendo questo, o meglio, perché si sta interessando così tanto a noi al punto da chiamarci al Lumacofono?-

-Perché, dici? È presto detto, mio caro…- riprese poi l’uomo –Anche se potevo dire di avere un lavoro splendido e ben retribuito e anche se quell’esperienza mi aveva disilluso, non c’è stato giorno in cui non desiderassi altro che tornare a riprendere la via del mare… e quando incontrai tuo fratello, che mi chiedeva così insistentemente di fargli una nave, vidi che nei suoi occhi c’era una scintilla di determinazione che sembrava la stessa che avevo io da giovane, la stessa che credevo di aver perso anni fa. Ma non era così, e infatti, volendo fare anch’io la mia parte per aiutarvi nel vostro viaggio, una volta ultimata la nave misi una copia della mappa dei viaggi che avevo fatto in gioventù nella stiva e un Lumacofono su cui avevo registrato un numero su cui potevo chiamarvi in ogni momento dentro la credenza della cucina. Tuttavia, non mi sento ancora soddisfatto per questo, e vorrei chiedervi…-

-Chiederci cosa?- dissero all’unisono i quattro in ascolto.

-Di farmi viaggiare con voi! Ormai sento che la voglia di tornare a prendere il mare è troppo forte, e sento che se non la soddisferò, me ne pentirò per il resto dei miei giorni, e che vi sia ben chiaro che il buon vecchio Bobo non lascia le cose a metà!-

-Ma dopo tutto questo tempo… ne è sicuro?- gli domandò Alex.

-Sicuro come è vero che senza un buon carpentiere come me a viaggiare lì con voi, la vostra nave avrebbe vita breve-

-Pur ammettendo che è un buon proposito, rimane il fatto che ora come ora lei è troppo lontano per raggiungerci- disse Marty.

-Di quello non dovete preoccuparvi, così come non dovrete preoccuparvi troppo di sbagliare rotta dato che, se guardate bene al centro della ruota del timone, vi troverete un Log Pose. Con quello non avrete problemi a orientarvi nel mare, dato che avrà già registrato una rotta non appena partiti dalla Reverse Mountain.-

-In effetti, ora che lo guardo bene, non l’avevo proprio notato-

-A giudicare dalla posizione dell’ago, sta puntando nord- notò Anis, mentre la punta rossa dell’ago di quella curiosa bussola sferica puntava in avanti, come per dire “sempre dritti, ciurma!”

-Oh, bene- esclamò entusiasta Bobo -Questo vuol dire che molto probabilmente la vostra prima tappa sarà un’isola invernale, perciò vi consiglio di coprirvi bene prima di arrivare lì, se non volete correre il rischio di diventare dei ghiaccioli- aggiunse sarcastico, per poi ritornare serio un momento –In conclusione, vi informo che in questo momento sto dando le ultime istruzioni ai miei uomini per completare una nave atta a raggiungervi il più presto possibile. Infine, con la speranza di rivederci presto, vi saluto e vi faccio i miei auguri di buona fortuna per il vostro viaggio-

E detto questo, il carpentiere chiuse la chiamata, e contemporaneamente la lumaca si addormentò, segno che aveva concluso la sua funzione giornaliera. Mentre riagganciava, Andross rifletté su ciò che Bobo aveva detto. Certo, sarebbe stato bello averlo in ciurma, ma c’era la possibilità che non arrivasse in tempo, o peggio ancora, finisse col rivivere l’incidente che lo aveva costretto a dover tagliare i ponti con la sua vita pirata. Pensando però a quanto l’uomo aveva detto riguardo la determinazione, il ragazzo sorrise, e rimessosi al timone, fece cenno a suo fratello e alle ragazze di prepararsi a ripartire. Vento in poppa, vele spiegate, e sguardo puntato sul Log Pose, il vicecapitano dei Wild Felis era pronto a iniziare a fare sul serio, perché se finora navigare per acque tranquille era stato come un semplice gioco per bambini, ora che erano entrati in un luogo come la Rotta Maggiore, la vera sfida era appena iniziata, e non importa quanti ostacoli avrebbero dovuto superare o quanto sudore avrebbero versato pur di raggiungere i loro obbiettivi, ma contava solo il fatto che, un giorno o l’altro, Alex e la sua ciurma sarebbero sicuramente passati alla storia come una delle ciurme più forti e casiniste di tutti i Quattro Mari.

Fine Cap.14

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Capitolo 15
*** La guerriera delle terre del Nord ***


Cap.15:
La guerriera delle terre del Nord

Erano passata tre ore esatte dalla chiamata di Bobo, e i Wild Felis, continuando a seguire l’indicazione stabilità dal Log Pose, avevano sperimentato sulla loro pelle il gelido clima che rappresentava in pieno la caratteristica dell’isola su cui stavano per mettere piede.
La meta raggiunta era rappresentata da un panorama completamente immerso nel bianco candore della neve, e in lontananza si poteva notare un’immensa catena montuosa, oltre a quello che in lontananza sembrava un modesto villaggio abitato e altri elementi quali una foresta e qualche altopiano, collocati rispettivamente ad ovest e ad est dell’isola. A completare il tutto, una debole nevicata scendeva in modo quasi perenne ovunque ci si fermasse a posare lo sguardo.

-Brrr… cavoli, se fa freddo qui…- rabbrividì Anis, riparandosi sotto il cappotto che aveva indossato prima di scendere dalla nave.

-Beh, di certo non potevi aspettarti un sole cocente- le disse Marty in tutta risposta, alquanto contrariata da quel clima.

-A me piace questo clima. È rilassante- proferì invece Andross, osservando con aria sognante il panorama.

-E con tutta questa neve puoi divertirti un mondo- concluse Alex, già impegnato a fare qualche palla di neve –Chi vuole fare una battaglia con me?- aggiunse poi, ricevendo come risposta solo un pugno in testa da parte del fratello –Ahi! Ma che ho detto?-

-Ti pare forse il caso di mettersi a pensare a cose del genere?-

-Ma scusa, visto che al momento non abbiamo niente da fare, perché non ci divertiamo un po’?-

-Forse perché dovremmo prima visitare questo posto e magari vedere se c’è qualcosa di importante che possiamo visitare?-

-Cos’è, vuoi provocarmi?-

-Se vuoi la sfida, ti accontento subito, fratellino-

-Oh, ditemi che non è vero…-

-Mi dica solo una cosa, senpai. Loro due fanno sempre così?-

-Sì, e la cosa peggiore è che continuano finché non sono stanchi-

Infatti, approfittando anche del clima, i due fratelli si erano messi come al solito a lottare fra di loro, con la differenza che invece dei soliti calci e pugni ora si stavano lanciando addosso le palle di neve. Quando però una di queste andò quasi a colpire le ragazze, Marty non ci vide più, e quindi si gettò anche lei nella sfida, coinvolgendo così anche Anis, che a malincuore dovette fare in modo di non essere colpita in nessun modo durante quella “guerra gelida”, la quale finì con la vittoria a favore delle esponenti del gentil sesso e l’ovvia sconfitta a sfavore dei maschi, che ebbero modo di “raffreddare i bollenti spiriti” sepolti da una marea di palle di neve.

-Ahi, ahi… ci hanno abbattuti per bene…- disse il “capitano” Alex, mentre ora i suoi occhi vedevano le stelle girargli intorno.

-Già… non mi aspettavo che fossero così forti…- aggiunse Andross, ridotto anche lui nello stesso stato del fratello.

Una mezz’ora più tardi, quando i due fratelli si ripresero e tutti ebbero passato un po’ di tranquillità sulla Linxer pranzando con un po’ di minestra calda, alla fine i Wild Felis erano finalmente pronti per visitare l’isola, se non fosse per il fatto che una volta scesi dalla nave furono accolti da una brutta sorpresa, rappresentata da una ragazza alta e bella, il cui fisico statuario, eccezione fatta per un paio di pantaloncini di cuoio e pelliccia ben aderenti, era coperto da un’armatura metallica composta da una sorta di pettorale/bustino dalle forme femminili, che metteva in mostra una quarta di seno ben formata e pressoché perfetta, un paio di bracciali coprenti fino all’avambraccio e dei gambali, con tanto di protezioni per il piede che ricordavano un paio di scarpe coi tacchi, che arrivavano a proteggerle le gambe fino alle rotule. Corpo stupendo e armatura a parte, l’elemento che saltava più all’occhio vedendola non era quella grossa ascia bipenne, alta più di lei, che portava con sé, ma erano invece i suoi occhi, di una tonalità di blu tendente al viola, incorniciati da lunghi capelli neri, tra i quali si notavano alcune ciocche violacee. Non sapendo se si trattava di una figura amica o nemica, i ragazzi cominciarono a mettersi in guardia da un suo eventuale attacco, mentre la ragazza rimase a fissarli per qualche secondo, per poi appoggiare la lama della sua arma sul terreno innevato e cominciare a parlargli.

-Voi quattro…- disse con voce fredda –Chi siete? E cosa vi porta qui a Nordland, fredda dimora dei guerrieri nordici?-

-Siamo i Pirati Wild Felis- le rispose Andross, facendosi avanti -E ciò che ci porta qui è solo una visita di passaggio. Con chi abbiamo l’onore di parlare, se mi è concesso saperlo?-

-Pirati, eh? Il mio nome è Kym Snøfox, guardiana del villaggio di Norweja- si presentò lei, per poi puntare l’ascia verso il ragazzo –E come tale, ho intenzione di confrontarmi con voi per capire se siete veramente di passaggio come dite o avete dei secondi fini-

-Ma che senso ha questa cosa, scusa?- la interruppe Alex.

-E secondo te mi perdo in chiacchiere così facilmente? Se vuoi saperlo, perché non provi a batterti con me?-

-Naaaah, credo che lascerò tutto nelle mani di Andross-

-Se è questo che vuoi, fratellino, allora nessun problema-

Purtroppo, per il ragazzo non ci fu molto tempo per prepararsi allo scontro imminente, dato che la guerriera, nonostante i tacchi, era già partita verso di lui, roteando la sua grossa arma con entrambe le mani e mostrando una destrezza incredibile nel maneggiarla. Agendo in modo del tutto istintivo, Andross evitò il colpo che stava per arrivargli diretto alla testa abbassandosi in tempo, per poi rispondere a quell’attacco roteando sul suo asse e tentare di farle perdere l’equilibrio con un calcio indirizzato alla caviglia. La nordica però non si fece fregare, e parò il colpo usando l’asta dell’ascia, bloccandogli così anche la gamba e approfittandone per assestargli un bel colpo di punta sul mento. Tuttavia il vicecapitano evitò pure quell’attacco piegandosi all’indietro, per poi compiere un paio di salti all’indietro per distanziarsi dall’avversaria, che purtroppo non demordeva e stava già correndo per raggiungerlo.

-Tutto qui quello che sai fare? Mi aspettavo di meglio- disse lui, canzonandola un po’ mentre aspettava la sua prossima mossa.

-Potrei dire lo stesso di te, mio caro… ma dimmi, perché non mi hai ancora colpito? Hai forse paura di farmi male? Se è così, allora non sai di che pasta siamo fatte noi donne del Nord- rispose lei, recuperando terreno e facendo roteare ancora la sua ascia, per poi impugnarla saldamente e tenersi pronta a colpire il suo obbiettivo, questa volta mirando al fianco sinistro.

-Se ne avessi la possibilità lo farei, ma anche se ci provassi tu potresti approfittarne per controbattere, non credi?- ribatté il moro, evitando il colpo quasi all’ultimo, finendo col ferirsi di striscio.

-Sì, hai ragione, ma devi sapere che dalle mie parti la parte miglior della battaglia è che tutto può succedere, anche l’essere sconfitti da una bella femmina come me- insistette la ragazza, continuando la sua offensiva con altri colpi d’ascia in rapida successione, che causarono altrettante ferite al ragazzo, che indietreggiava.

-Accidenti- esclamò Alex, osservando lo scontro –Pare che il fratellone abbia trovato pane per i suoi denti. Quella lì non gli lascia tempo-

-Già, e il suo stile di lotta con l’ascia, anche se molto rozzo, pare che sia basato più sull’imprevedibilità dei colpi che sulla forza con cui vengono scagliati- disse analitica Martine.

-Senpai, pensi che Andross possa farcela?- domandò Anis, temendo fortemente per l’incolumità dell’amico.

-Non lo so, ma se non si sbriga a trovare una soluzione alla svelta, non sono sicura che questa lotta si concluderà bene per lui-

E quasi per ironia della sorte, Andross continuava ad evitare, anche se con scarso successo, gli assalti di Kym, trovandosi ormai alla sua completa mercé, data la velocità con cui venivano vibrati i colpi. Cercando di restare il più lucido possibile, il ragazzo cercò di interpretare i movimenti di lei, provando ad intuire in quale direzione sarebbe partito il prossimo colpo, anche se facendo ciò rischiava di restare un bersaglio facile. Volendo però fare anche solo un tentativo, Andross non si perse d’animo e, una volta individuato l’attimo esatto in cui la nordica stava per colpire, prese e bloccò la lama dell’ascia a mani nude, per poi approfittarne per tirarle un calcio diretto al ventre, cercando così di distanziarla.

-Uff… mi ci è voluto un po’, ma ora posso dire con certezza che senza questa ora si può veramente ragionare- disse lui, posando a terra quella grossa e alquanto pesante arma.

-Sono d’accordo, e in effetti è da parecchio tempo che non mi diverto più in un sano corpo a corpo- annuì lei, serrando i pugni e ripartendo subito all’attacco.

Ciò che ne seguì fu una vera lotta, composta maggiormente da calci, pugni, gomitate, ginocchiate e molto altro, e c’era da dire che il ragazzo dai lunghi capelli d’ebano aveva totalmente messo da parte la cavalleria per poter combattere senza alcun impedimento morale contro la sua avversaria; tuttavia, vedendo in quella giovane donna un misto di forte testardaggine e resistenza, oltre che a sbuffare d’impazienza per quanto stesse andando tutto un po’ troppo per le lunghe, Andross non ci pensò due volte a decidere di voler fare sul serio e, toltosi subito sia cappotto che camicia, si mise in posizione per prepararsi ad attivare la sua forma ibrida. Peccato che Kym, proprio in quell’istante, fu come folgorata alla visione del fisico ben allenato del suo avversario, vedendosi costretta a bloccare la sua corsa e rimanere estasiata da quel curioso spettacolo che gli si presentava davanti.

“Oh… miei… Dei…” pensò la guerriera “Non ho mai visto nulla del genere in tutta la mia vita…” continuò nei suoi pensieri, mentre Andross le si avvicinava per capire come mai si era fermata “Altro che pirata o cose del genere, lui è uno schianto di uomo! Come ho fatto a non accorgermene subito? Che sciocca che sono stata! Non posso combattere contro un tipo così bello…”

-Ehi, tutto apposto?- la riportò alla realtà il ragazzo, scuotendole un po’ la spalla in modo più leggero possibile.

-Eh? Cosa? Che succede?-

-Va tutto bene? All’improvviso eri come entrata in trance-

-E vorrei ben vedere, con un fisico come il tuo scommetto che tutte quelle che hai incontrato hanno avuto la stessa reazione!-

-In effetti… ma cosa centra? Non stavamo forse combattendo?-

-Sì, ma… sai cosa, all’improvviso mi è passata la voglia-

-Eh? Ma come? Eppure prima sembravi contenta di voler combattere contro di me… cosa ti ha fatto cambiare idea?-

-Ehm… ecco, vedi…- arrossì la guardiana, non sapendo come rispondere a quella domanda –Beh, diciamo che vedendoti lottare ho come avuto l’impressione che molto probabilmente tu e la tua ciurma non sembrate gente malvagia…-

-Sicura? Non sei sospettosa nemmeno un po’?-

-No, anche perché mi sembra assurdo che uno così bello… volevo dire, uno così forte e audace come te sia una cattiva persona-

-Ah… capisco. Quindi, posso considerarmi vincitore di questa sfida?-

-Se la metti in questo caso, sì, e puoi dire che oltre alla lotta hai vinto anche il mio cuor… volevo dire, la mia fiducia, e se sei d’accordo, magari potrei portarvi tutti insieme al mio villaggio, magari dopo ore passate in mare sarete parecchio stanchi…-

-Ehi, da quando sei così ospitale?- la interruppe Alex –Siamo sicuri che in realtà non ci condurrai in una trappola?-

-No, tranquillo. Noi guerrieri di Northland siamo gente onesta, nonostante le apparenze-

-Ok, mi fido… ma solo se appena arrivati ci sarà del cibo delizioso-

-E del buon liquore- aggiunse Marty.

-E anche qualche letto caldo- concluse Anis.

-State tranquilli, amici. Fidatevi di me e sarete ben ricompensati-

Fine Cap.15

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Capitolo 16
*** Norweja ***


Cap.16:
Norweja [1]

Considerando il clima molto gelido dell’isola, la camminata fino al villaggio di Kym non fu molto facile come si poteva pensare, ma alla fine i nostri e la loro nuova conoscenza erano arrivati davanti alle porte di quel luogo, dove ad aspettarli vi era un uomo dai capelli e la folta barba bionda, l’armatura che gli copriva quasi del tutto il fisico scolpito e un elmo con grosse corna sul capo. Teneva le braccia conserte e aveva uno sguardo quasi corrucciato, che cambiò in sereno non appena vide Kym avvicinarsi, la quale lo salutò e gli parlò in un modo che a primo orecchio fu parecchio incomprensibile per Alex e gli altri, ma che fu un po’ più chiaro quando lo stesso omaccione si fece da parte e diede come il permesso di entrare.

-Posso solo sapere cosa gli hai detto?- le domandò Andross.

-Nulla di che- spiegò lei –Gli ho solo riferito, nella nostra lingua [2], che ho portato con me degli ospiti e se poteva darvi il permesso di entrare a visitare il nostro villaggio- aggiunse, sorridendogli.

-Wow…- disse Alex, sorpreso –E a quanto sento, mastichi piuttosto bene anche la nostra, di lingua- aggiunse, dando comunque un paio di occhiate nei dintorni, notando quanto quel villaggio avesse un’aria così accogliente, con tanto di negozi sparsi qua e là.

-Beh, che vuoi che ti dica, min unge venn [3], qui a Nordland abbiamo ricevuto così tante visite da parte di pirati e vari visitatori stranieri che pian piano ci siamo acculturati anche noi sulle altre lingue che esistono e possono esistere in questo mondo-

-E siete sempre stati così ospitali?- chiese Anis.

-Sì, ma non sempre- continuò la nordica –Come ho già detto, la maggior parte della gente che veniva qui erano pirati, e quindi eravamo soliti ricevere assalti di ogni genere. Tuttavia, essendo noi un popolo che discende da grandi guerrieri, non abbiamo avuto problemi a prendere mano alle armi e cacciarli via-

-Di sicuro gli avrete dato una bella batosta- disse Marty.

-Altroché, pensa che una volta abbiamo fatto la festa ad una ciurma di pirati così piena di inetti che se ne sono andati via subito dopo aver ricevuto la prima dose di legnate. E non ti ho parlato di quella volta che dovetti affrontare ben 50 uomini. Una vera fatica, è vero, ma alla fine ero riuscita a batterli tutti da sola-

-Caspita…- fu l’unica cosa che riuscì a dire Andross, stupito.

E nel mentre passeggiavano per le vie del villaggio ascoltando i vari aneddoti di Kym, i nostri ebbero anche modo di visitare vari posti più o meno importanti, tra cui un’armeria, un campo di addestramento ben fornito e per finire una locanda, quest’ultima gestita da un uomo alto e molto muscoloso, dagli occhi azzurri e gli incolti capelli rossi, vestito con una maglia scura a mezze maniche e un paio di pantaloni beige. La cosa che più si notava vedendolo non erano tanto i suoi muscoli, ma molto di più la cicatrice che gli attraversava diagonalmente l’occhio sinistro, e che unita alla sua incolta barba rossiccia lunga fino a metà torace consentiva a dargli un’aria da vero uomo vissuto.

-Oh, guarda un po’ chi si vede- li accolse lui, mentre era intento a lucidare un bicchiere –Come va, figliola?- aggiunse, salutando Kym.

-Benissimo, padre- rispose lei –Come vedi ti ho portato dei clienti-

-Padre?- rimase di stucco Alex, indicando il locandiere –Vorresti forse dirmi che questo armadio è tuo padre?-

-Esatto, wren [4]- annuì l’interessato, guardando il ragazzo con uno sguardo molto intimidatorio –Qualche problema se il qui presente Eric Snøfox, un tempo grande guerriero e ora gestore di questa locanda ha una splendida ragazza come figlia? Avanti, dimmelo!-

-N-no… nessun problema, signore…-

-Quello che voleva dire il mio caro fratellino…- intervenne Andross, volendo evitare problemi con quell’uomo –È che non ci aspettavamo una sorpresa di questo genere. E scommetto che questa locanda è sempre ben frequentata, dico bene?-

-Puoi scommetterci, ragazzo. Questo posto è il mio vanto, e mi ha fatto fare un sacco di affari per anni, e non c’è avventore che sia uscito da qui senza aver assaggiato una delle mie birre-

-Sono davvero così buone?- domandò Marty, improvvisamente interessata all’argomento.

-Certo, e se vuoi posso fartene provare una-

-Perché no? Mi è anche venuta una certa sete, non so se mi spiego-

-Senpai, non credo sia una buona idea- disse Anis -E se avesse un gusto un po’ troppo forte?- aggiunse preoccupata.

-Non temere, tanto me ne berrò solo un boccale, che vuoi che sia?-

E infatti, una volta che il locandiere diede l’alcolico alla spadaccina, ella non si fece pregare e bevette l’intero boccale tutto d’un fiato, salvo poi scuotere leggermente la testa a causa del sapore molto forte che aveva quella birra. Tuttavia si leccò le labbra soddisfatta, e poi diede cenno all’uomo di versargliene un altro bicchiere, cosa che fece subito, assistendo alla stessa scena per una seconda volta, seguita poi da una terza, una quarta, una quinta e così via, fino a quando la ragazza, visibilmente ubriaca dopo venti boccali, non crollò addormentata con la testa sul bancone, il tutto sotto lo sguardo attonito di tutti i presenti, soprattutto Eric, che non si aspettava una simile resistenza. In ogni caso, mentre Alex provvedeva a trascinare via l’amica sbronza, ad un certo punto fecero la loro comparsa due energumeni, vestiti con la classica armatura da guerriero del posto, ma comunque diversi l’uno dall’altro in fatto di aspetto, dato che uno era castano di capelli e portava un paio di baffi lunghi fino agli zigomi e l’altro era biondo e aveva un pizzetto che si estendeva di pochi centimetri dal mento. Entrambi avevano anche lo stesso sguardo, ovvero due occhi così azzurri che sembravano quasi glaciali. I due si guardarono intorno, e dopo aver avanzato con passo pesante verso il bancone, batterono il pugno sul bancone e fecero cenno di essere serviti, ricevendo subito due birre ghiacciate, oltre che un’occhiata severa da parte di Eric, il quale non pareva molto felice di vederli.

-Chi si rivede…- disse –Non mi aspettavo tornaste così presto-

-Avevi qualche dubbio?- disse il castano –Se si tratta di razziare i villaggi limitrofi, nessuno è meglio di noi due, non è vero, Jurgen?-

-Hai pienamente ragione, Jonas- rispose il biondo –Avresti dovuto vedere la loro faccia mentre ci supplicavano pietà… cavoli, quanto mi sono divertito a rompergli le ossa, una vera goduria-

-Ancora? Pensavo che aveste smesso di fare quel genere di cose-

-Noi siamo guerrieri, Eric, e come tali la nostra sete di sangue non conosce alcun limite. E poi, non vorresti che questo villaggio diventasse un po’ più prospero?- provò a sviare il discorso Jurgen.

-Re Odin non accetterebbe tutto questo, e se sapesse vi ciò che state facendo all’eredità che ci ha lasciato-

-E tu credi ancora a quel vecchiaccio?- replicò Jonas, battendo duramente il pugno sul bancone –Ma cresci un po’, per l’amore del cielo. Ormai il tuo adorato re è morto da tempo, e ti ricordo che finché ci saremo noi, questo villaggio seguirà le nostre regole-

-E se io non volessi seguirle?-

Sentendo quella provocazione, entrambi i guerrieri sfoderarono le loro armi, rispettivamente una spada bastarda e una mazza ferrata, e si prepararono a colpire Eric in simultanea, ma Alex e Andross, avendo sentito abbastanza per il momento, attivarono le loro forme ibride ed intercettarono le armi, bloccandole. Sorpresi da quell’intervento, i due indietreggiarono rendendosi a loro spese dei bersagli facili per i nuovi arrivati. O almeno così davano a credere, dato che non ci pensarono due volte ad atterrare i ragazzi-felidi con un pugno combinato puntato dritto sulle loro teste. Fu fin troppo inutile dire che la potenza di quei due ammassi di muscoli fu tale da sfondare addirittura il pavimento.

-Tsk… a quanto pare sembra che ti sia fatto dei nuovi amici-

-Sono stati molto gentili a difenderti, peccato che non si siano dimostrati all’altezza della nostra incredibile forza-

-Fossi in voi aspetterei a cantare vittoria- li ammonì Anis.

-Stile Felino…- disse una voce alle loro spalle -Turbine della Lince!-

-Uh?-

-Cosa?-

E prima che gli energumeni se ne potessero accorgere, Alex diede sfoggio della sua abilità nel gioco di gambe colpendoli con una raffica di potenti calci rotanti in successione, facendo finire uno a fare da decorazione alle pareti e uno a schiantarsi contro un tavolo. La gioia per la vittoria durò poco però, dato che il ragazzo si ritrovò in ginocchio a massaggiarsi le gambe doloranti, ricordandosi solo in quel momento che i due avversari avevano le armature, e che non ci misero molto a riprendersi dalla batosta subìta. Ma a porre fine a quello scontro, almeno per un po’, ci pensò Andross, che si mise a difesa del fratello atterrando i nemici con un assalto a braccia tese.

-Wow… non mi aspettavo foste così forti- disse Kym, osservando stupita i due fratelli, soffermandosi sull’aspetto che avevano assunto in quel momento –Ma come mai quella forma così animalesca? Non sarete mica dei demoni o roba del genere-

-È una lunga storia- rispose Alex, riprendendo fiato un momento.

-E credo sia meglio parlarne da un’altra parte- aggiunse Andross, ritornando al suo aspetto normale –Questi due potrebbero riprendersi da un momento all’altro, perciò è meglio filarcela-

-Concordo… e penso di dovervi delle spiegazioni per ciò che sta passando quest’isola per colpa loro- annuì Eric.

-Perfetto, allora andiamo alla nave, per il momento- concluse Alex.

Fine Cap.16

Note:
[1] Una lieve storpiatura di “Norvegia”, tanto per far capire che l’isola in cui si trovano i nostri è ispirata alla Penisola Scandinava

[2] Per intenderci, gli abitanti di quest’isola, per parlare tra di loro, hanno come lingua madre il norvegese

[3] “mio giovane amico”, in norvegese

[4] “scricciolo”, come sopra

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Capitolo 17
*** La storia del regno di Nordland ***


Cap.17:
La storia del regno di Nordland

Per fortuna dei nostri eroi, il viaggio di ritorno alla Linxer non fu molto lungo, grazie anche ad alcune scorciatoie che Kym e suo padre fecero loro seguire attraversando la foresta e consentendogli di raggiungere il punto d’attracco della nave, che durante l’assenza dei suoi proprietari era rimasta pressoché intatta, senza alcun graffio, sfregio o ammaccatura visibile. Una volta saliti a bordo e riunitisi sul ponte, mentre Anis provvedeva a mettere a letto una Marty ancora svenuta per la sbronza di poco prima, Andross fece sedere Eric e la figlia davanti a sé, dandogli poi cenno di parlare al solo scopo di saperne di più di quei due incontrati alla locanda.

-Premettendo che non ho nulla contro di voi…- iniziò il ragazzo –Ritengo sia necessario dirci tutto ciò che sapete di questi Jurgen e Jonas. Non tanto perché sembrano portare problemi nel vostro villaggio, ma più per il fatto che molto probabilmente stanno anche regnando ingiustamente sulle vostre teste usando un regime piuttosto duro- spiegò poi, rifiatando un momento –Ho forse ragione?-

-Sì, è così…- annuì l’uomo abbassando il capo –Vi chiedo scusa, forse avrei dovuto accennarvelo prima che arrivassero…-

-No, non dire così, padre- intervenne Kym –Anche senza di te l’avrebbero comunque saputo prima o poi, non credi?-

-Già, e poi abbiamo anche avuto modo di provare sulla pelle la loro mostruosa forza… per essere un villaggio composto per la maggior parte da tipi barbuti e muscolosi da far schifo, devo dire che sono persino più tosti di quello che pensavo- aggiunse Alex, massaggiandosi le gambe ancora doloranti per poco fa.

-Comunque…- disse Eric, riprendendo il discorso –Dovete sapere che un tempo eravamo governati da Odin, guerriero leggendario divenuto re in seguito alle sue numerose gesta. Lui era in assoluto uno dei re più buoni e gentili che abbia mai regnato su Norland, oltre che un abile stratega e comandante di un esercito composto dai più valorosi uomini di Norweja, e penso sia inutile dire che tra quella fila vi ero anche io, Eric Snøfox, detto “Ascia Rossa” per via dei miei capelli e la mia incredibile abilità con l’ascia-

-Che forza! Quindi si può dire che eri veramente un grande, con tutta questa fama che ti precede- esclamò Anis, che in quel momento aveva raggiunto gli altri.

-Ovviamente, però non ero il solo ad essere considerato tra i membri più prominenti del gruppo, perché anche Jurgen e Jonas, al tempo miei parigrado, godevano una buona fama, sebbene ogni volta che combattevano non facevano altro che causare morte e distruzione in ogni dove, attaccando indiscriminatamente chiunque, che si trattasse di nemici, alleati o civili.-

-E il re li aveva comunque tenuti tra le sue fila nonostante tutto quello che facevano? Perdoni la mia schiettezza, ma per essere un grande re doveva essere anche molto ingenuo- disse Andross, volendo dire la sua opinione riguardo a quanto sentito.

-Può anche essere così- intervenne Kym, arrossendo un po’ alla vista del ragazzo nonostante cercasse di apparire seria –Ma c’è stata una ragione per cui non ha potuto mandarli via, e cioè perché la loro sete di sangue era terribilmente instabile, al punto che una volta hanno ucciso un povero passante per averli urtati per sbaglio-

-Instabile? Spiegati meglio-

-Nel senso, mio caro Andross, che avendo passato l’infanzia intera a combattere e allenarsi per uccidere, ormai ne sono così ossessionati che ogni giorno cercano un avversario alla loro altezza che sappia sfogare tutta la loro forza, ma invano-

-Sono delle vere bestie, insomma- si incupì improvvisamente Alex.

-Già… e per evitare che potessero causare inutili spargimenti di sangue per delle sciocchezze, Odin li teneva comunque sotto controllo affidandogli della comunissime missioni di caccia o di assalto ad eventuali invasori, sperando che si calmassero un po’-

-Ma purtroppo per noi accadde l’esatto contrario- continuò Eric, volendo essere lui a concludere il racconto –Infatti quelle missioni non fecero altro che aumentare la loro brama di sangue e morte, e fu solo questione di tempo prima che il re si accorgesse dei suoi errori e decidesse di affrontarli con lo scopo di fermarli.-

-E invece le cose non andarono come previsto, vero?- intervenne ancora una volta il vicecapitano dei Wild Felis.

-Esatto… anche se aveva combattuto con coraggio, la vecchiaia e le tattiche sleali di quei due ebbero la meglio su di lui, provocandone in questo modo la morte… e da quel momento, un regno di terrore e paura prese totalmente il controllo del nostro villaggio, e a distanza di ben quattro anni da quel giorno nessuno, eccetto me e la mia adorata figlia, ha ancora il coraggio di opporsi a loro-

-Ma signor Eric, lei è un guerriero forte, no? Potrebbe ancora affrontarli come si deve, se solo lo volesse- domandò Anis.

-Sarebbe bello, ma ormai non sono più un guerriero. Devi sapere che quando accadde quell’evento, io ero in preda all’ira, e senza perdere tempo a pensare alle conseguenze, mi scagliai su quei due con tutta la forza che avevo per vendicare il re e sperare di poter riuscire dove lui aveva fallito. Invece tutto quello che ottenni come risultato fu la sconfitta totale, le braccia spezzate e l’orgoglio ferito. Da allora ho chiuso totalmente con le battaglie, e ho invece pensato di dedicarmi ad un’attività molto più tranquilla come il gestire la mia locanda e servire da bere ai vari avventori che arrivavano, oltre che dedicare finalmente un po’ di tempo alla famiglia e, perché no, allevare Kym nell’arte del combattimento e vederla diventare una grande guerriera di tutto rispetto come il sottoscritto-

-Però non passa giorno che tu non desideri altro che su quest’isola ritorni la pace, non è vero?- chiese la diretta interessata, portandosi una mano sul cuore –Padre, se il tuo orgoglio e l’affetto che provi per me possono concedermelo, vorrei andare da loro e…-

-Levatelo dalla testa! Tu hai solo diciotto anni, non hai ancora abbastanza esperienza per affrontarli così, a viso aperto-

-Ma padre, non desideri anche tu che tutto questo finisca?-

-Più di qualunque altra cosa, ma non voglio affatto che tu getti via la tua vita in questo modo. Potresti morire, lo capisci?-

-E allora? Non mi hai insegnato tu stesso che per un guerriero sacrificarsi per un bene comune è un atto di grande valore?-

-Sì, ma cerca di capire come mi sento io. Ho perso il re, che per me è stato prima di tutto un amico che un semplice superiore, ho perso il mio orgoglio, l’uso delle braccia e anche il mio titolo di guerriero. Non voglio che anche la tua morte mi porti altro dolore e che si riveli un sacrificio inutile per una lotta persa in partenza!-

-Ah, davvero? Allora sai che ti dico? Che se la pensi così è meglio morire facendo comunque un tentativo che morire inutilmente e non averci provato affatto! E ora, se vuoi scusarmi, io vado-

E come disse quelle parole, la ragazza prese la sua ascia e scese giù dalla nave per poi incamminarsi verso la foresta, lasciando sia Eric che i presenti letteralmente di stucco. Chi immaginava che una ragazza come lei potesse prendere una decisione simile con così tanta, anzi, troppa leggerezza senza nemmeno pensare alle conseguenze? Una volta comprese bene le parole della figlia, l’ex guerriero abbassò il capo deluso e cominciò a preoccuparsi visibilmente per lei, mentre Alex e Andross, avendo sentito tutto ciò che c’era da sentire, si scambiarono un breve sguardo d’intesa e cominciarono ad avviarsi anche loro, ma…

-Aspettate!- li fermò Eric, facendoli voltare di scatto.

-Che succede?- domandò Alex.

-Qualcosa non va?- aggiunse Andross.
-No, volevo solo avvertirvi di fare molta attenzione. Quando si tratta di combattere quei due non scherzano, e voi lo sapete bene, avendoli visti in azione. Agite comunque con prudenza, e fate in modo che non possano più nuocere a nessuno-

-D’accordo- annuì il ragazzino –Lo faremo senz’altro-

-E non si preoccupi per sua figlia, ci penseremo noi a proteggerla-

-Non ne avevo dubbi. Mi raccomando, non deludetemi-

I due fratelli, sentendo quelle parole, non risposero nulla, ma si limitarono invece ad annuire convinti e a saltare decisi dal ponte della nave, atterrando sul morbido terreno nevoso e partendo quindi all’inseguimento della giovane guerriera, che nel frattempo era già sulle tracce dei suoi nemici, ma del tutto ignara del fatto che i due interessati, ora ripresisi dalla botta subìta da Andross, stavano già sfogando la loro rabbia, dovuta all’essersi fatti battere in quel modo da due insulsi forestieri, sui vari abitanti del villaggio che incontravano sul loro cammino, alcuni atterrandoli con un bel pugno e qualche fendente di spada, altri massacrandoli senza pietà a suon di pedate e colpi di mazza ferrata. Quelli ancora incolumi invece avevano già incominciato a chiudersi in casa per paura di finire vittime della loro tremenda ira.

-Venite fuori, maledetti bastardi!- urlò Jonas.

-Dove siete?- fece eco Jurgen –Abbiamo un conto in sospeso!-

Fine Cap.17

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Capitolo 18
*** Essere un guerriero ***


Cap.18:
Essere un guerriero

Mentre ogni suo passo era scandito dal suono della neve calpestata con forza, la ragazza del Nord procedeva senza alcun intoppo il suo ritorno al villaggio, con l’unico obbiettivo di trovare e affrontare definitivamente Jurgen e Jonas. Perché voleva fare una cosa simile? Non tanto per mettere fine al loro giogo di terrore, ma anche per far sì che suo padre potesse ritornare ad essere rispettato come meritava realmente, senza essere più sbeffeggiato o deriso dai commenti poco apprezzabili dei vari abitanti proprio per colpa di quei due dannati che si facevano chiamare “re”.

-Non capiscono niente…- disse con tono di disprezzo -Sono stati solo degli sciocchi a credere che quei due potessero governare come si deve un’isola come questa…- aggiunse, aumentando rapidamente il passo –Se però riuscirò nel mio intento, potrò finalmente portare la pace e rendere mio padre orgoglioso di me. Inoltre, magari questa vittoria sarà un buon pretesto per far breccia nel cuore di Andross- concluse, non mancando di arrossire ripensando al viso (e al bel fisico) del ragazzo pirata che aveva provocato in lei il cosiddetto “colpo di fulmine”.

E nel mentre la ragazza si perdeva con molto impegno in queste sue fantasie amorose miste a vari sogni di gloria, i due comandanti dei Wild Felis che dovevano inseguirla erano invece impegnati a cercare di sopravvivere agli assalti da parte di un branco di lupi nordici, i quali avevano deciso di farsi un piccolo spuntino con le loro carni in quanto al fatto che avevano messo piede nel loro territorio.

-Complimenti, mini-idiota di un fratello- disse Andross, atterrando un altro paio di lupi con facilità –Se mi avessi dato retta e non ti fosse venuta fame, questo non sarebbe successo-

-Beh, scusami tanto se quando siamo tornati alla nave non ho avuto tempo per fare merenda- rispose Alex sarcastico, respingendo gli animali con qualche calcio –Perdonatemi se vi faccio del male in modo così gratuito, sacchi di pulci, ma visto che siete voi che ci state attaccando per primi, non mi lasciate scelta-

-Con tutto il rispetto, fratellino, non credo sia il momento adatto per scusarsi con la fauna locale-

-E perché, scusa? Gli animali non sono comunque esseri viventi che vanno trattati con cura e affetto?-

-Sì, ma questi sono animali selvatici. Anche se ci scusassimo, non è che servirebbe molto, specie nella situazione in cui ci troviamo-

-Cos’è, vuoi litigare sul mio modo di fare?-

-Se proprio insisti, allora per me va bene-

***

Kym era ritornata al villaggio, e vedendone scioccata la desolazione che lo circondava in modo quasi inquietante, non gli ci volle molto per capire che quei due energumeni erano ancora nei paraggi.

-Accidenti, che disastro- disse, camminando per il villaggio e guardando tristemente i corpi esanimi degli abitanti –Molti di loro non erano nemmeno guerrieri, che senso ha coinvolgerli così?-

-Perché è questo il bello della battaglia- spiegò Jurgen, uscendo da una casa vicina trascinando con sé la sua arma insanguinata.

-Più distruzione lasci sul campo di battaglia, più sei forte, e chi non è degno viene giustamente spazzato via- aggiunse Jonas, che in quel momento aveva totalmente finito di massacrare i corpi di alcuni civili con la sua mazza ferrata –Certo, ora tutti quelli che si sono riparati dalla nostra furia sono al sicuro… ma per quanto ancora saranno capaci di resistere?-

-Che vuoi dire?- domandò la ragazza –Stai forse dicendo che, come tutti gli altri villaggi che avete devastato, anche Norweja crollerà?-

-Esatto.- rispose il biondo, raggiungendo il suo compagno e posizionandosi davanti a lei –Forse non lo sai, ma tutti gli abitanti di quest’isola contavano molto sul re Odin, e pensavano che potesse regnare con i suoi concetti di pace e amore per sempre… sono stati dei poveri illusi-

-Portare la pace in un regno dominato dai guerrieri? Stronzate, tutte delle emerite stronzate- incalzò il castano –Noi siamo nati per combattere, non per vivere in serenità. Gloria, ricchezze, armi potenti e corazze invincibili… questo è essere guerrieri-

-No, questa è fame di potere, unita a sete di sangue e a troppa intossicazione per le battaglie-

-Pensala come vuoi, mocciosetta, rimane comunque il fatto che noi due siamo ad un livello fin troppo superiore per te-

-Questo sarà tutto da vedere... fatevi sotto!-

***

A bordo della Linxer, Eric era ancora preoccupato per Kym, e nemmeno il guardare la neve che scendeva silenziosa sul terreno riusciva a tranquillizzarlo come si deve. Il solo pensiero che la sua unica figlia stesse correndo un pericolo enorme lo rendeva teso e allo stesso tempo timoroso del fatto che probabilmente la ragazza non ce l’avrebbe fatta, e sarebbe morta invano.

-Oh, Kym… come vorrei essere al tuo fianco in questo momento-

-Con tutto il rispetto, signor Eric, forse sarebbe meglio se guardasse la cosa da un lato più positivo- lo consolò Anis –Certo, ciò che starà affrontando sua figlia non sarà di certo una passeggiata, però sono sicura che se Alex e Andross la raggiungeranno in tempo, forse ci sarà ancora una speranza, seppur flebile-

-Dici? Secondo me neanche loro due mi sembrano così tanto in grado di affrontarli a viso aperto-

-Non li sottovaluti troppo, signor Eric- intervenne Marty, ripresasi leggermente dalla sbronza ricevuta –Non saranno forti quanto lei o qualunque altro uomo presente sull’isola, ma se c’è una cosa che non gli manca è il coraggio di affrontare qualsiasi sfida a testa alta, senza mai tirarsi indietro- aggiunse, massaggiandosi la testa ancora dolorante per i postumi –Abbia fiducia in loro e vedrà che torneranno sani e salvi tutti e tre, poco ma sicuro-

***

-Accidentiiiii!- esclamò Alex, correndo a perdifiato –Chi immaginava che in questa foresta ci fossero anche gli orsi?-

-E io che cosa vuoi che ne sappia?- aggiunse Andross, mentre osservava con la coda dell’occhio il grosso orso bruno che li stava inseguendo con aria molto contrariata, per poi riportare lo sguardo sul fratello minore –Ti faccio ancora i miei complimenti, perché invece di cavarci dai guai hai solo peggiorato le cose-

-Ma che colpa ne ho io se quei lupastri si sono immischiati fin troppo nella nostra rissa?-

-Hai colpa perché uno di quelli che hai lanciato via è andato a colpire il simpaticone che ora abbiamo dietro le spalle-

-Groaaaaaar- annuì il bestione, ruggendo adirato

-Ehi, forse ho avuto un’idea. E se provassi ad addomesticarlo?-

-Ma sei fuori? Quello con una zampata ci ammazza!-

-Oh, andiamo. Che ci costa fare un tentativo?-

-Il perdere inutilmente la vita, forse?-

Ma Alex ormai era già partito con la sua grandiosa idea, e infatti la prima cosa che fece fu provare ad abbracciare l’orso, che in tutta risposta lo scacciò via con una zampata. Non volendosi arrendere al primo tentativo, il ragazzo provò ancora parecchie volte, di tanto in tanto provando a rendere docile l’animale a suon di cazzotti, arrivando però al risultato di farlo inferocire ancora di più. Fu allora che a quel punto, stanco di subire botte su botte, Alex lo tramortì con un pugno diretto allo stomaco, provocandogli un K.O. secco, il tutto sotto lo sguardo attonito del fratello.

-Ecco, ora si può dire che l’ho addomesticato come si deve-

-Altro che addomesticato, come minimo lo hai fatto andare nel mondo dei sogni per un bel po’. Comunque, adesso è meglio se proseguiamo e ritroviamo Kym, non credi? Ormai dovremmo essere quasi nelle vicinanze del villaggio-

-Non me lo faccio dire due volte, fratellone. Avanti, abbiamo un’amica da aiutare e un’isola da salvare-

***

Se non fosse per il fatto che lo stava provando sulla sua pelle, Kym non ci avrebbe creduto, ma alla realtà dei fatti era così. Quei due, che adesso si ergevano con aria imponente su di lei, avevano vanificato e bloccato ogni sua mossa, per poi colpirla duramente approfittando della sua sorpresa, non risparmiandosi affatto. Possibile che quei due fossero davvero invincibili, che nessun attacco potesse impensierirli? No, era impossibile, dovevano avere un qualche punto debole, uno soltanto, il poco che poteva bastare per consentirle almeno un attacco.

-Ora non fai più la spaccona, eh?- la canzonò Jurgen, afferrandola per un braccio per poi sbatterla nuovamente a terra.

-Questo è quello che ti meriti per averci sfidati- aggiunse Jonas, calciandola via con un colpo di punta del suo stivale.

-Anf… anf… mi dispiace, ma io non mi arrendo…- disse a fatica lei, rialzandosi come meglio poteva –Voglio continuare…-

-Se vuoi un consiglio da parte nostra, lascia perdere. Tanto è inutile lottare per una causa persa in partenza-

-Già, Jurgen ha ragione. Che senso ha voler ancora lottare nonostante tu non ti regga in piedi? Rinuncia finché sei in tempo, o vuoi forse fare la stessa fine umiliante che ha avuto tuo padre?-

-Lasciate mio padre fuori da questa storia!-

-E perché mai dovremmo farlo? È stato lui che, da bravo incosciente, è andato incontro alla sua fine come guerriero.-

-Se quella volta fosse rimasto al suo posto, a quest’ora avrebbe ancora le braccia utili per combattere, invece che per servire birra-

-Vi ho detto… di lasciare… mio padre… fuori da questa storiaaaaa!!!-

Punta sul vivo da quelle parole, la giovane nordica si scagliò nuovamente sui due energumeni in armatura, ma questi furono più veloci di lei e, dopo averle parato l’ennesimo colpo d’ascia, non esitarono un istante a colpirla all’addome con i loro pugni, i quali furono abbastanza forti da incrinarle il bustino metallico e respingerla di un paio di metri di distanza. Cercando di un fare caso al dolore, ella ritornò nuovamente alla carica, ma anche questo tentativo andò rovinosamente a vuoto insieme a tutti gli altri che ne seguirono, fino a quando non si ritrovò ancora a terra, sanguinante e con la corazza piena di crepe. Sorridendo soddisfatti, i due guerrieri alzarono le armi in segno di vittoria, ma a sorpresa, Kym si rialzò di nuovo, anche se molto più affaticata di prima.

-Ancora viva?-

-Dannazione, ha la pelle dura per essere una debole donna-

-Beh, che vi aspettavate? Ve l’avevo detto che non mi sarei arresa così facilmente. E per la cronaca, sarò anche una debole donna, ma se c’è una cosa che mi ha insegnato mio padre oltre a menare le mani è che non importa il nemico che si affronta, per un vero guerriero la cosa importante è non arrendersi mai. E anche se ciò volesse dire sacrificarmi, state pur certi che io non cederò-

-Però, sono davvero delle belle parole, per una mocciosa. Peccato che non ti serviranno a cambiare la realtà dei fatti-

E invece, mentre i due erano pronti a darle il colpo di grazia, altre due figure si misero in mezzo, atterrandoli con una pedata ben assestata sul viso. Nonostante la sorpresa iniziale, Kym non ci mise molto a capire che i rinforzi, rappresentati da Alex e Andross, erano finalmente arrivati, pronti anche loro a combattere.

Fine Cap.18

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Capitolo 19
*** La mia/nostra battaglia ***


Cap.19:
La mia nostra battaglia

-Scusaci il ritardo, Kym- disse Alex –Abbiamo avuto dei piccoli contrattempi strada facendo ma ora è tutto apposto-

-Veramente sei stato tu la causa di quei “contrattempi”, ma ora credo non ci sia tempo per le chiacchiere- aggiunse Andross.

-Ma… che ci fate qui?- domandò lei stupita –Non sarete mica venuti per aiutarmi, mi auguro- aggiunse, un po’ punta nell’orgoglio.

-Perché, abbiamo forse fatto qualcosa di male?- domandò il vice.

-Puoi scommetterci, dato che è di buona regola non intromettersi nei combattimenti altrui, specialmente quando ero già al punto di giocarmi il tutto e per tutto contro loro due-

-Non metto in dubbio questa tua scelta, ma se qualcosa fosse andato storto come avresti fatto?- chiese invece il capitano.

-In che senso?-

-Nel senso che potevi anche morire-

-E tu che ne sai? Ho ancora abbastanza forza da rompere il muso ad entrambi, se solo lo volessi, e forse avrei potuto contrastarli anche da sola se voi non vi foste messi in mezzo-

-Ehi, volevamo solo aiutarti, che c’è di male?-

-Che c’è di male? C’è di male che questa è la mia battaglia, e voi non centrate nulla con quest’isola o la sua storia-

-Ma cerca di ragionare un momento, accidenti- intervenne Andross, prendendola per le spalle e scuotendola –So che vuoi a tutti costi vendicarti di loro, ma fermati un attimo e guarda come sei ridotta: sei piena di sangue, a malapena riesci a reggerti in piedi e forse ci manca poco che la tua armatura si spacchi del tutto… vuoi davvero gettare la tua vita nonostante tutto?-

-Per Nordland farei questo e altro… dopotutto, sono una guerriera, ed è nella mia natura combattere per un ideale comune-

-Allora perché non provi a mettere da parte l’orgoglio per un po’ e accetti il nostro aiuto? In tre possiamo fare molto, lo sai?-

-Lo so bene, ma… ormai questo è il mio combattimento, e dato che l’ho iniziato io, è giusto che sia io a concluderlo-

-Oh, che parole commoventi- esordì sarcastico Jonas, massaggiandosi il naso per via della pedata di prima.

-Concordo, veramente commoventi- aggiunse Jurgen –In ogni caso, la ragazza ha ragione. Lei ha cominciato e lei finirà, perciò fatevi da parte e lasciateci concludere in pace, poi vedremo come sistemare anche voi due che vi siete intromessi-

-Uff… e va bene, come volete- concluse il ragazzo, lasciando che la ragazza ritornasse sul campo di battaglia –Mi dispiace, fratellino, ma a quanto pare è dura convincere una come lei-

-Su, non disperarti- lo consolò Alex –Sono sicuro che se la caverà-

-È quello che spero-

E dopo neanche due minuti di riscaldamento, Kym riprese la sua offensiva contro i due ex-soldati di Odin, che tuttavia venne vanificata ancora una volta dalla loro abilità nettamente superiore in fatto di esperienze in battaglia. La ragazza però non si perse affatto d’animo, e anzi continuò con i suoi assalti d’ascia nel tentativo di individuare il loro punto debole, tentativo piuttosto vano dato che ogni volta che attaccava lasciava la sua guardia scoperta nonché il tempo ai due di risponderle come si deve. Infatti, Jonas era già pronto a scagliarla via con un pugno, obbligandola a gettare l’ascia e a difendersi portando le braccia davanti a sé, sperando che i bracciali potessero ancora difenderla in qualche modo. Purtroppo non fu così, e l’impatto col pugno nemico fu tale che entrambi i bracciali, già molto crepati in precedenza, si frantumarono come niente. In quel momento, proprio mentre cadeva per l’ennesima volta sul terreno nevoso, ormai rosso per via del sangue che lo ricopriva, Kym cominciò seriamente a preoccuparsi per la sua vita e se ce l’avrebbe fatta veramente.

-Kym!- gridò Andross, tenendosi pronto a soccorrerla.

-Non ti avvicinare!- rispose lei, rialzandosi ancora –Ho detto che questa è la mia battaglia, ricordi? Non intrometterti!-

-Ma…-

-Niente “ma”!- rispose ancora lei, mentre i tacchi dei suoi gambali iniziavano a cedere, così come alcuni pezzi di essi –Io non perderò… dovessi finire in pezzi come quest’armatura, io riporterò la pace su quest’isola, e non lascerò che quei due bastardi l’abbiano vinta!-

Ormai totalmente posseduta dal suo indomabile spirito di guerriera, la nordica si lanciò con rinnovato impeto contro i suoi avversari, preparandosi a colpirli entrambi con un calcio avvitato, ma Jonas la intercettò usando la sua mazza ferrata, ferendola duramente alle gambe e mandando in pezzi ciò che restava dei suoi gambali.

“Oh, no…” pensò lei, cominciando a disperarsi.

E ad aggiungere ulteriore beffa al danno ci fu Jurgen, il quale diede un secco colpo di spada al corpetto metallico della ragazza, ormai unico pezzo di armatura rimastole, tagliandolo a metà e costringendola a coprirsi il seno con le braccia. Ora inerme e con le ferite che cominciavano a farsi sentire, Kym cadde ancora una volta sulla neve, respinta dalla potenza del fendente del biondo. Non sapendo come reagire, la nordica cominciò come ad agitarsi, respirando a fatica e rannicchiandosi in posizione fetale come se fosse in cerca di protezione, anche se ormai contro quei due non poteva fare più nulla se non scappare via.

-Oh, no, Kym!- esclamarono preoccupati Alex e Andross, correndo subito verso di lei per poterla aiutare.

“Dannazione, dannazione, dannazione…” pensò “Non credevo l’avrei mai detto ma, ora penso di capire cosa provava mio padre quando li aveva affrontati quella volta… quelli non sono esseri umani, sono dei veri mostri!” aggiunse, cercando di strisciare con le forze che le erano rimaste verso i due fratelli -Mi dispiace, ragazzi… mi dispiace sul serio…- disse poi, con le lacrime agli occhi –Non sono riuscita nel mio intento… sono veramente troppo forti per me…-

-Non dire così, sei stata brava- la consolò Andross, togliendosi il cappotto e mettendolo invece alla ragazza –Non ho mai visto nessuno lottare con così tanta energia come te…-

-Andross… dici sul serio?-

-Mai stato così tanto in vita mia. Anche se ti hanno sconfitta su tutta la linea, non fartene un peso, perché hai comunque dimostrato che per tenere testa a quei due ci vuole molto coraggio-

-E ora, se al tuo orgoglio di guerriera non dispiacerà, ci penseremo noi due a mettere le cose apposto- aggiunse un fiero Alex, scrocchiandosi le nocche con fare deciso –Credo che sia arrivato il momento giusto per andare da loro e rompergli il culo-

-Ragazzi… io… non so cosa dire… sono senza parole…-

-Ormai dovresti averlo capito anche tu, no?- proseguì il ragazzo dei lunghi capelli d’ebano –Questa non è più la tua battaglia, Kym… da questo momento in poi, questa è la nostra battaglia, e accada ciò che accada, stai pur certa che la vinceremo-

-Devi solo avere fiducia in noi due- concluse il fratello minore.

-Tsk, se fate così tante premesse, perché non venite avanti?-

-Ben detto. Io e Jurgen non vediamo l’ora di massacrarvi-

Fine Cap.19

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Capitolo 20
*** All'ultimo sangue! ***


Cap.20:
All’ultimo sangue!

La tensione era alle stelle… finalmente era arrivato il momento di chiudere per sempre quella faccenda. Pareva anche inutile dire che Alex era già pronto a fare sul serio, al punto che stava già facendo vari esercizi di riscaldamento prima della lotta, mentre Andross rimaneva ad osservare i due avversari, dato che gli sembrava quasi illogico, se non assurdo, che fossero davvero così forti.

-Allora, Andross, come agiamo?- gli domandò il fratello.

-Dato che non vedi l’ora di combattere, ti do il permesso di andare a gettarti in prima linea- rispose lui –Ho in mente un piano, e ho bisogno della tua completa collaborazione. Ci stai?-

-Se ciò ci darà una mano a sconfiggerli, per me va bene-

-Che aspetti, allora? Vai e scatenati, hai il mio permesso…-

-Nya ah ah ah ah, non chiedevo di meglio-

E mentre le sue pupille cominciavano ad assottigliarsi, il capitano dei Wild Felis partì all’attacco, e incredibile ma vero, Jonas non ebbe neanche il tempo di prepararsi che si ritrovò già sbalzato via, nonostante la sua mole, da una forte pedata di Alex. Pensando che probabilmente il suo mingherlino sfidante avesse solo avuto fortuna, il guerriero si scagliò in tutta risposta verso di lui, pronto a rompergli il collo con un colpo di mazza ferrata, del tutto ignaro del fatto che stava attivando la sua forma ibrida.

-Attento!- gli gridò Kym.

-Stile Felino…- sentenziò invece il ragazzo, abbassandosi mentre evitava con abilità l’arma –Calcio ascendente della Lince!- aggiunse, per poi saltare e colpire il nemico con un calcio sotto il mento.

-URGH!- fu l’unica cosa che riuscì a dire l’omaccione mentre veniva spinto via dalla forza del calcio.

-E ora… Calcio discendente!- continuò, facendo un paio di capriole in aria per poi attaccare con un calcio alla testa –E infine…- concluse, balzando all’indietro e incassando le mani artigliate vicino ai fianchi, preparandole per la mossa decisiva –Artigli Incrociati!-

E come suggeriva il nome stesso della tecnica, Alex scagliò un potente colpo incrociato portato dalla forza dei suoi artigli felini contro il nemico, il quale non solo si ritrovò subito a terra col pettorale dell’armatura totalmente in pezzi, ma anche col segno degli artigli sul petto.

-Wow…- disse Kym, rimanendo letteralmente di sasso.

-Sei senza parole, eh?- le disse Andross, notando la sua sorpresa.

-Già… lo ha messo fuori gioco in pochi attacchi-

-A dire il vero, per Alex questo era solo il riscaldamento-

-Che intendi dire?-

-Sta a guardare e lo capirai-

-Piccolo bastardo…- imprecò Jonas, rialzandosi –Credi di avermi già sconfitto solo perché sei più agile di me? Ma non farmi ridere-

-E chi ti ha detto niente?- rispose l’interpellato, chinandosi per massaggiarsi un po’ le gambe –So bene che colpi come quelli di prima ti fanno solo il solletico, però non si può dire che non ti abbia lasciato qualche danno- aggiunse con tono sarcastico.

-Tsk, per un guerriero ferite come questa sono cose da niente in confronto a ciò che ti farò adesso-

-Ah, davvero? Allora fatti sotto e vediamo se riesci a colpirmi-

-Con molto piacere…-

Detto questo, Jonas si scagliò subito verso il ragazzo, colpendolo duramente con le punte di ferro della sua mazza senza dargli neanche il tempo di reagire. Sicuro di portare la vittoria a casa, l’uomo non ci penso due volte a volergli dare il colpo di grazia, ma a sorpresa Alex, che fino a quel momento si era limitato a subire, bloccò l’arma a mani nude e poi, facendo leva solo sulle braccia, la lanciò via insieme al suo proprietario, per poi stare a guardare tranquillamente mentre atterrava di faccia sulla neve. Non potendo sopportare quell’affronto, il guerriero castano ripartì alla carica più furioso di prima, menando colpi di mazza a destra e a manca, costringendo il pirata dai capelli a spazzola, oltre ad evitare i suoi attacchi, a bloccarlo con un rapido calcio diretto all’addome, ma…

-Adesso, Jurgen! Il moccioso ha la guardia scoperta!-

-Cosa?-

-Sei caduto nella nostra trappola, amico- disse lo stesso Jurgen, correndo trionfante verso i due con la spada pronta a colpire.

-Dove credi di andare, tu?- intervenne Andross, tagliando la strada al guerriero biondo –Sarò io il tuo avversario-

-Fa attenzione, Andross, neanche quello scherza- lo avvertì Kym.

-Non temere- rispose lui –Saprò come contrastarlo-

Nello scontro che poi ne seguì, sia Jonas che Jurgen diedero molto filo da torcere ai due fratelli, che dal canto loro riuscirono più volte a contrastare la loro offensiva e a mandarli al tappeto. Tuttavia, nonostante gli sforzi, quei due energumeni non cedevano ancora, dando veramente ad intendere che erano invincibili.

-Anf… anf… fratellone, ho paura che sia finita…-

-Anf… lo penso anch’io, anf… questi due dannati non cadono…-

-Oh, ma guarda, Jonas… sembra che siano arrivati al limite-

-Lo vedo, Jurgen… che ne dici di dargli ciò che si meritano?-

-Non me lo faccio dire due volte, compare… d’altronde, per due Berserkr come noi, uccidere è la regola d’oro, no?-

-Berserkr?- sussultò Kym sentendo quella parola –Oh, no…-

-Che succede, Kym?- gli domandò Alex.

-Proprio come pensavo…- disse Andross con tono cupo –A quanto pare voi non siete umani comuni…-

-Eh? Che vuoi dire?-

-Intendo dire, fratellino, che ci troviamo davanti a guerrieri il cui istinto di uccidere è così forte che non importa quante volte li ferisci, loro si alzeranno sempre e combatteranno fino alla morte- spiegò il vice capitano –Avevo letto di loro in un vecchio libro, ma non mi aspettavo che i Bersekr fossero veri ed esistessero davvero-

-Possiamo quindi dedurre che in quest’isola nascono davvero guerrieri così forti? Non l’avrei mai detto-

-Già, ma la cosa più sorprendente è che la forza di un Berserkr è direttamente proporzionata al loro spirito combattivo e alla loro sete di sangue… e nel caso di questi due, lo è fin troppo-

Purtroppo per loro, il discorso di Andross venne interrotto dall’intervento dei due interessati, i quali erano ritornati nuovamente all’attacco, e questa volta senza alcuna pietà, atterrandoli duramente sulla neve e spingendoli in profondità a suon di pedate con l’obbiettivo di seppellirli vivi. Vedendoli così tanto in difficoltà, Kym non riusciva a muoversi, impaurita ancora di più dalla violenza dei nemici. Non volendo però lasciare che morissero, la nordica ripensò alle loro parole e decise finalmente di reagire, perciò si infilò completamente il cappotto di Andross, riprese in mano la sua ascia e, dopo aver intonato a voce bassa una canzone del suo paese, corse rapida in loro aiuto, appena in tempo per bloccare le armi nemiche che erano già pronte ad essere usate per il colpo di grazia, il tutto sotto lo sguardo dei presenti.

-Kym…- dissero i due fratelli, stupiti da quell’intervento.

-Di cosa vi stupite? È comunque la nostra battaglia, no?- disse lei, respingendo con ritrovata forza le armi dei due e poi aiutando i due a riemergere dalla neve
-Niente in contrario se mi unisco anch’io?-

-No, figurati- rispose subito Alex, rialzandosi –Più siamo meglio è-

-Concordo- annuì Andross, riprendendosi anche lui –Se uniamo tutti e tre le forze, sono certo che ce la faremo-

-Sarà, ma per noi non cambia nulla- replicò Jonas.

-Potete essere anche in cento, ma rimane il fatto che non potrete mai sconfiggere due veri Bersekr come noi- aggiunse Jurgen.

-Mamma mia, quanto siete monotoni- li criticò il ragazzo-lince, sbuffando annoiato –Senti, Andross, che ne dici se sta volta li mettiamo davvero a tacere per sempre? Ormai questa lotta sta andando un po’ troppo per le lunghe per i miei gusti-

-Non preoccuparti- lo rassicurò il ragazzo-tigre –Vedrai che adesso li sconfiggeremo sul serio, garantisco io-

-Davvero, e come?- domandò Kym.

-Aspetta e vedrai-

E infatti, proprio mentre i due energumeni avevano ricominciato a sollevare le armi per combattere, quest’ultime, forse a causa delle troppe battaglie a cui erano state sottoposte, si spezzarono a metà, e a quel punto, vedendo nella loro difesa uno spiraglio libero, Andross fece cenno di attaccare, e nel giro di pochi colpi ben assestati e veramente potenti, sia Jonas che Jurgen si trovarono, per la prima volta nella loro vita, totalmente spiazzati dai loro nemici.

-Avanti, Kym, è il tuo momento!- urlò Alex.

-Fagli vedere quanto è potente la tua ascia- incalzò Andross.

-Nessun problema, vi accontento subito- rispose l’interessata, prendendo un bel respiro profondo e poi colpire i due barbari con un potente fendente d’ascia, sfogando così tutta la forza rimastagli.

-Guaaaargh!- urlarono insieme i malcapitati, per poi cadere a terra, esanimi e ricoperti di sangue, ormai sconfitti definitivamente.

-Anf… anf… ce l’abbiamo fatta…- disse Kym, ritrovandosi in ginocchio per la fatica –Ora… Nordland… è di nuovo libera…-

Fine Cap. 20

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Capitolo 21
*** Vecchie conoscenze e nuove partenze ***


Cap.21:
Vecchie conoscenze e nuove partenze

Era passata un’intera settimana dalla fine dello scontro contro quei due “falsi re” di Jonas e Jurgen, e in poco tempo, la situazione sembrava essersi ristabilita quasi del tutto, dato che ora gli abitanti di Norweja sembravano molto più sereni e pian piano, aiutati anche dai residenti nei villaggi vicini, cominciavano a ricostruire quanto distrutto dalla follia distruttiva dei due guerrieri. Per quanto riguarda Eric, invece, alla fine il suo buon vecchio onore di guerriero era stato ristabilito, e per festeggiare la vittoria della figlia e dei suoi nuovi amici aveva offerto da bere a tutti i vari avventori che visitavano la sua locanda. I Wild Felis e Kym, infine, avevano passato gran parte del tempo a riposarsi e riprendersi dalla lotta, cosa che dal punto di vista di Anis fece molto piacere, visto che per curare soprattutto Alex non si era risparmiata affatto nell’usare i vari bendaggi e antidolorifici per farlo stare meglio… anche se alla fine il ragazzo era quello più bendato dei tre.

-Beh, scommetto che ora sarai contenta, Kym- disse Andross, notando la felicità nei volti dei paesani –Quei due pazzi sono stati condannati a vita in prigione, hai riportato onore alla tua famiglia, e alla fine l’isola è tornata ai suoi vecchi splendori-

-Già… ma sai, se ho raggiunto questo risultato lo devo solo a te, perché se non fosse stato per il tuo aiuto, di sicuro a quest’ora non sarei ancora qui a festeggiare, Kih ih ih ih- rispose lei, sorridendogli.

-E soprattutto non ci avresti offerto questo cibo- aggiunse Alex, seduto ad un tavolo mentre si insaporiva il palato con una bistecca.

-E questa birra così deliziosa- continuò Marty, mandando giù un boccale intero di birra all’orzo.

-Senpai, la prego, si contenga…- disse timidamente Anis.

-Oh, andiamo, oggi è festa, quindi bisogna festeggiare-

Infatti, non appena la spadaccina, evidentemente già brilla, alzò il boccale in alto, i presenti cominciarono ad esultare come matti per poi iniziare a cantare un’allegra canzone nella loro lingua, al cui ritornello tutti quanti alzavano i bicchieri e bevevano come non mai. Quando poi arrivò il momento della musica e delle danze, tutti si misero in cerchio e cominciarono a ballare, mentre a turno una coppia si metteva al centro del cerchio e danzava davanti agli altri.

-Cavoli, questo sembra divertente. Ci uniamo alle danze, Anis?-

-C-come? Ballare? M-ma Alex, io… non ho mai ballato in vita mia-

-Non preoccuparti, basterà che ti guidi io-

-Sul serio?-

-Certo. Nella mia isola natale io e Andross eravamo soliti partecipare a feste di questo tipo. Fidati di me e saremo la coppia più bella-

-Se lo dici tu…-

In pochi minuti, anche se con qualche inizio un po’ lento, il capitano e la giovane infermiera riuscirono a danzare come si deve, venendo acclamati dai vari astanti per la scioltezza con cui si muovevano. Già, non c’erano dubbi che quei due fossero bravi, nonostante Anis fosse alle prime armi a riguardo. Il solo vederli fece venire a Kym un’idea, la quale le avrebbe assicurato un punto in più nello stare con il suo adorato Andross e forse, dichiararsi a lui.

-Sono bravi, vero?- gli disse –Chissà, se tuo fratello riesce a muoversi così bene, magari anche tu…-

-Vuoi scherzare? Io sono molto più bravo di lui- rispose Andross.

-Davvero? E quanto più bravo?-

-Su una scala da 1 a 20… direi certamente 21-

-Se è così, perché non lo dimostri concedendomi questo ballo?-

-Se proprio insisti… perché no?-

“Oh, Dei, ha accettato, ha accettato veramente… me è così felice”

-Avanti, facciamo vedere quanto valiamo insieme-

“Ha detto “insieme”… oh, mi sento doppiamente felice!”

E nel mentre la nordica dagli occhi d’ametista fantasticava sul suo bel principe azzurro (anche se di azzurro non aveva nulla), Andross la portò in pista e, una volta iniziata una nuova canzone, danzò con lei in una maniera così elegante e disinvolta che si guadagnò, nel giro di pochi passi e per tutta la durata della musica, gli applausi da parte di tutti i presenti e anche il sorriso divertito di Kym. E un po’ di tempo più tardi, dopo tutti i festeggiamenti…

-Visto? Siamo stati l’anima della festa-

-Già, e io non mi sono mai divertita così tanto… è piacevole passare il tempo insieme a te… anzi, passerei ogni giorno con te vicino-

-Non sarebbe una cattiva idea, sai? Magari potresti chiedere a tuo padre se potrebbe lasciarti venire con noi-

-Con voi? Intendi proprio…?-

-Sì, esatto. Se anche al mio fratellino di un capitano andrà bene, potrai diventare un membro a tutti gli effetti dei Wild Felis-

-Andross?-

-Sì?-

-Non hai idea di quanto mi renda felice questa notizia… il solo pensiero che tu possa partire da un giorno all’altro mi intristisce…-
-Non ne hai motivo, dato che sicuramente sia tuo padre che Alex saranno ben contenti di averti in viaggio con noi-

Infatti, il giorno seguente, quando Kym diede al genitore la notizia, in un primo momento questi non poté non dirle che averla lontana da casa lo preoccupava alquanto, dati i pericoli che si possono incontrare in mare e nel mondo esterno in generale. Tuttavia, bastò vedere il sorriso di sua figlia a fargli capire che bene o male, anche in compagnia di quei due fratelli un po’ bizzarri, se la sarebbe cavata. Una volta salutatisi, Kym, indossata una nuova armatura e presa con sé la sua inseparabile ascia e una sacca con dentro alcune cose per il viaggio, si incamminò verso il punto di attracco dove aveva incontrato per la prima volta i Wild Felis, che per sua fortuna erano ancora lì ad aspettarla in compagnia di un uomo dai capelli brizzolati e la barba nera e incolta, vestito con dei pantaloni beige, una canottiera bianca e con addosso una cintura piena di attrezzi. Inoltre, la ragazza non poté fare a meno di notare che vicino alla Linxer vi era un’altra nave, dall’aspetto più sobrio e con a bordo vari uomini intenti ad ammirare il panorama.

-Oh, Kym!- l’accolse calorosamente Andross –Ben arrivata-

-Grazie- rispose lei, indicando poi il nuovo arrivato –E lui chi è?-

-Oh, lui è solo un nostro vecchio amico- spiegò Alex.

-Lascia che mi presenti- fece l’uomo, porgendole la mano in segno di saluto –Mi chiamo Boris Bornowski, ma per gli amici sono Bobo-

-Ah, molto piacere… Bobo. Quindi, anche tu hai avuto modo di conoscere Andross e i suoi compagni…-

-Già, ed è una scelta di cui non mi sono pentito, dato che grazie a loro potrò finalmente riprendere a viaggiare per mare. Tu, invece? C’è stato qualche motivo per cui ti hanno reclutata in ciurma?-

-Beh, ecco… a parte il fatto che è stato il mio tesoro… volevo dire, Andross a chiedermelo, è da tempo che volevo girare il mondo e scoprire cose nuove… e ho anche intenzione di seguire le orme di mio padre e diventare una grande guerriera proprio come lui-

-Uh, allora punti in grande, eh? Ecco cosa mi piace dei giovani come voi, siete mossi da forti ambizioni e di sicuro farete di tutto pur di raggiungere i vostri obiettivi-

-Come dice un vecchio detto, “se non hai sogni, non hai triglie”-

-Ehm… Alex, forse intendevi dire “se non hai sogni, non hai niente”-

-Sì, fratellone, è quello che volevo dire-

Convenevoli a parte, alla fine tutto fu pronto per la partenza, e tutti gli abitanti dell’isola, prima di lasciarli andare, si radunarono tutti davanti alla costa e diedero loro vari doni, tra cui cibo, bevande e una buona ricompensa composta da gioielli e oro vario, in modo da poterli ringraziare abbastanza per ciò che avevano fatto per loro. Tuttavia, prima che cominciassero a prendere il largo, Eric si fece avanti tra la folla e fece cenno di dir loro qualche ultima parola.

-Mi raccomando, ragazzi! Trattate bene mia figlia e assicuratevi che non le succeda niente di male- disse, con tutto il fiato che aveva.

-Non ti preoccupare, padre…- le rispose Kym, mentre una lacrima le scendeva giù per il viso –Io so badare a me stessa, e sono sicura che dopo quest’esperienza diventerò molto più forte!-

-E io non ne dubito, se viaggerai con gente in gamba come loro!-

-Ha la mia parola, signor Snøfox!- si fece improvvisamente avanti Andross, mentre con un braccio cingeva il fianco della nordica, provocandole un arrossimento immediato –Finché avrò vita, io, Andross McWilde, prometto che proteggerò sua figlia e starò sempre al suo fianco, qualsiasi cosa succeda!-

-E io, Alex McWilde, prometto che eviterò in ogni modo che questi due si mettano nei guai, Nya ah ah ah- si intromise invece Alex, ricevendo come ricompensa un pugno in testa da Bobo.

-Così impari a rovinare l’atmosfera…- disse Marty, trascinandolo via insieme ad Anis, che stava già preparando le bende.

-Per un medico come me non c’è mai pace…- esclamò –Anche se curare uno come Alex mi da molta soddisfazione- aggiunse, ignara del fatto che la sua senpai la stava vedendo arrossire.

“A quanto pare qualcuno è innamorato, eh?” riflette la spadaccina, sorridendo non vista “Beh, sembra proprio che in questa ciurma ne vedremo davvero delle belle, poco ma sicuro”

-Bene, allora…- concluse Andross –Verso la prossima isola, ciurma!-

-Sìììì!- esultò il resto della ciurma eccetto Alex, ancora svenuto.

Fine Cap.21

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Capitolo 22
*** Il rivale ***


Cap.22:
Il rivale

Grazie al reclutamento di Kym e il ricongiungimento con Bobo, ora la ciurma dei Pirati Wild Felis poteva vantare ben sei membri, e tutti avevano un compito ben preciso da svolgere a bordo… o quasi, dato che Kym non sembrava avere un incarico fisso a parte quello di pensare ad Andross in ogni momento della giornata. Certo, sentire qualcosa per lui era una bella cosa, però la guerriera non sembrava ancora propensa a dichiararsi apertamente al suo bell’amato, dato che poteva anche correre il rischio che lui non ricambiasse quei suoi così intensi sentimenti nati per caso durante il loro primo incontro.

“Oh, Andross… come vorrei sapere cosa pensi di me” rifletté la ragazza nordica, perdendosi nei suoi pensieri “E già che ci sono vorrei tanto conoscerti meglio… sapere cosa adori mangiare, i tuoi passatempi, magari allenarmi insieme a te… oh, se ciò accadrebbe, forse un giorno noi due potremmo anche…”

-Ehi!- la richiamò alla realtà Alex, vedendola assorta –Tutto bene?-

-Uh? Oh, sì, scusami… ero presa da un certo pensiero e mi sono come estraniata per un momento dal mondo-

-Beh, mi pare naturale, dato che con un tempo così bello come questo è facile distrarsi facilmente-

-Da che pulpito… tu sei sempre distratto- gli disse Andross, controllando la rotta armato di sestante e Log Pose.

-Meglio se oggi non mi provochi, fratellone. Oggi è una giornata troppo bella per rilassarsi, quindi non mi sembra il caso di rovinarla attaccando briga con il primo che mi capita a tiro-

In effetti, era da un paio di giorni che la Linxer navigava tranquilla, e da quanto prometteva il tempo, sembrava non esserci alcun fattore che potesse provocare tempeste o altro. L’unica cosa che ruppe quella calma piatta fu quando un’altra nave, leggermente più grande della Linxer, con la polena raffigurante un grosso squalo pieno di cicatrici e una bandiera con sopra stampato un teschio su due ancore incrociate, tagliò loro la strada arrivando da babordo.

-Sembra che abbiamo compagnia, ragazzi…- sentenziò Bobo.

-Che si tratti di nemici?- domandò Marty, prendendo le sue spade.

-E chi lo sa?- disse invece Alex –Magari è qualcuno di passaggio-

-Io invece penso che siano proprio nemici- proferì Andross.

E come per ovviare alle parole del ragazzo, non appena il timoniere fermò la nave, subito dopo fece come cenno a qualcuno di giungere sul ponte di prua. Questo “qualcuno”, coperto da testa a piedi da una cappa cremisi, volendo fare una sorta di entrata molto scenografica, balzò direttamente dalla sottocoperta, per poi effettuare una serie di capriole in avanti e atterrare in piedi in maniera perfetta… o meglio, così sarebbe stato se questi non fosse scivolato su una buccia di banana durante la parte finale, finendo invece con il ritrovarsi col sedere per terra e facendo scappare una risatina di gusto ad Alex.

-Ah, dannazione- disse il curioso personaggio, gettando la buccia in un barile nei dintorni –Mi sono rovinato l’entrata come un idiota…-

-Se vuole può sempre rifarla, capitano- disse un suo ciurmato.

-No, lascia perdere, sarà per la prossima volta-

Dopo questa risposta, il tizio si rimise in piedi e volse lo sguardo verso i nostri, per poi togliersi la sua cappa con una rapida mossa e rivelare un giovane uomo alto e di bell’aspetto, dai folti capelli biondo platino leggermente rivolti verso l’alto e l’abbigliamento piuttosto originale, composto da un paio di pantaloni porpora e una giacca corta a mezze maniche dello stesso colore, la quale metteva in evidenza un addome piatto e ben piazzato. Legata in vita portava una fascia obi1 di colore azzurro, mentre alle mani aveva un paio di guanti neri aperti sulle dita e ai piedi calzava dei geta2. L’elemento che lo contraddistingueva di più, abito a parte, era una benda rossa a forma di fascia che gli copriva l’occhio sinistro e metà zigomo, lasciando che l’unico visibile fosse il destro, di color acquamarina3.

-Permettete che mi presenti- disse, mettendosi in posa portando una mano in avanti e l’altra vicino al viso, mentre la gamba destra si metteva parallela alla sinistra4 –Il mio nome è Arslan Seawalker, conosciuto da tutti come “Grande Ancora”- aggiunse, cominciando a saltellare su un piede solo verso sinistra –Motivo per cui ho tagliato voi la strada è semplice: io e i miei uomini abbiamo intenzione di attaccarvi e rubare i vostri averi più preziosi- continuò, questa volta saltellando verso destra –Perciò, se tenete alla vostra pelle, siete pregati di non opporre resistenza, altrimenti moriret… AAAAAH!-

Purtroppo per lui, il ragazzo non riuscì a finire la sua introduzione che perse l’equilibrio e si ritrovò con la faccia sul legno del ponte, provocando altre fragorose risate ad Alex e alcuni sguardi un po’ perplessi da parte degli altri presenti.

-Nya ah ah ah ah ah, oddio...- disse divertito il capitano –Non ho idea di che cosa voglia questo tipo, ma una cosa è certa, mi sto spanciando dal ridere solo a vederlo, Nya ah ah ah…-

-In effetti…- aggiunse Marty –Mi sembra un po’ troppo scemo per essere un pirata, specie con una nave così…-

-Che faccio, Andross, li aggiro e ce ne andiamo?- propose Bobo.

-Non ancora- rispose il vicecapitano –Voglio prima vedere che altro combina questo presunto assalitore-

-Cos’è, fai lo spiritoso?- disse l’interpellato, rialzandosi –Guarda che io sono un pirata molto temibile, e non per niente il Governo mi ha recentemente affibbiato una taglia da 58 milioni- aggiunse, risistemandosi l’abito impolverato –E volete sapere il motivo per cui è tanto alta? Semplicemente per il fatto che un grande come me è stato capace di parecchie imprese, tra cui l’affondare ben tre navi della Marina, tenere testa ai loro “affidabili” soldati e portare scompiglio in quattro isole… in pratica, se ve lo state chiedendo, sì, sono una vera canaglia dei mari-

-Siamo sicuri che non siano tutte balle?- lo interruppe Marty, sguainando entrambe le spade con fare scocciato –No, perché una taglia così mi pare fin troppo alta per uno come te-

-Cos’è, vuoi un assaggio della mia forza, ragazzina? Se è così vieni pure avanti, che ti accontento subito-

-Non me lo faccio ripetere due volte!-

E senza aspettare oltre, la spadaccina prese la rincorsa e saltò dal ponte della Linxer, scagliando poi le Ali del Falco sul nemico una volta arrivata a mezz’aria. La coppia di fendenti viaggiò a velocità spedita contro il bersaglio, ma questi si rivelò più veloce, scansandosi e lasciando che la ragazza atterrasse nel suo territorio. Dopo aver fatto un cenno ai suoi uomini di tenersi indietro e un altro a Marty come per dirgli di attendere, il biondo andò un momento nei suoi alloggi e vi tornò con la sua arma tra le armi. Tale arma, se così si poteva definire, era una sorta di bastone lungo quanto il ragazzo, che era alto sul metro e novanta, con alla cima una grossa ancora e una lunga catena che partiva da pochi centimetri dall’ancora stessa e si intrecciava al resto dell’asta, terminando con un piccolo peso di forma romboidale.

-Un’ancora? Che arma insolita…- dichiarò lei.

-Bella, eh? È quella che puoi considerare come mia arma primaria, dato che l’ho fatta con le mie stesse mani- rispose Arslan, mettendo in mostra quell’arma bizzarra –Con questa ho vinto molte battaglie-

-Vedremo se saranno così meritate dopo che ti avrò fatto scendere dal piedistallo. Tecnica a Due Spade… Taglio della Croce!-

Come la giovane spadaccina sentenziò quella tecnica, dapprima mise le spade davanti a sé e successivamente scagliò due fendenti, uno orizzontale e l’altro verticale, i quali formarono una sorta di croce latina fatta d’energia. Il biondo, però, non fece altro che scagliare anche lui un fendente d’energia, il quale cozzò contro la croce di Marty in modo che entrambi i colpi si annullassero, sorprendendo i presenti.

-Come? Anche tu riesci ad usare quello stile di spada5?-

-Sono uno tra i migliori, carina-

-Allora posso dire di aver trovato l’avversario giusto per me-

-Sul serio? Non mi dire… ora però tocca a me attaccare, e lo farò grazie alla mia mossa preferita… Colpo D’Ancora!-

-Tecnica a Due Spade… Blocco della Mantide-

Brandendo la sua arma con entrambe le mani, Arslan la portò all’indietro e successivamente la scagliò contro la ragazza, la quale però si mise subito sulla difensiva mettendo le spade a “x”, col risultato di essere sbalzata via di un paio di metri dal nemico. Sorridendo soddisfatto, il biondo in viola si preparò ad usare un altro colpo contro di lei, ma a sorpresa questa ripartì alla carica, impugnando le spade al contrario e spiccando un piccolo balzo.

-Tecnica a Due Spade… Falciata della Mantide!- urlò, pronta a colpire l’avversario con un attacco incrociato.

-Spiacente, ma non mi farò colpire così facilmente- disse lui, srotolando la catena dall’asta e lanciandola contro la mora, che si ritrovò con la gamba destra bloccata –Sorpresa!- aggiunse, strattonandola e facendola cadere a terra, vanificando l’attacco.

-Ma porca merda…- si lamentò lei, gemendo per la botta –E chi si aspettava che anche quella catena fosse pericolosa?-

-Oh, dici che forse dovevo dirtelo prima?- domandò sarcastico.

-Spiritoso, aspetta solo che mi libero e…-

Purtroppo la ragazza non riuscì a concludere la frase che Arslan la strattonò di nuovo, ma questa volta facendo in modo che si ritrovasse ai suoi piedi. Fatto questo, il biondo ritirò la catena e si preparò di nuovo a scagliare un altro colpo d’ancora, ma vedendo che la ragazza durante il suo atterraggio aveva perso le spade, posò l’arma un momento per ridargliele, lasciandola interdetta e anche un po’ disorientata.

-Perché quella faccia? A me non piace combattere contro un avversario che è disarmato. È una questione di principio-

-Ah, capisco… perciò, ora riprendiamo a lottare?-

-Ovvio, carina, sennò questa battaglia non avrebbe senso-

E dopo pochi secondi, infatti, i due ripresero a scambiarsi colpi di spada e di ancora senza neanche fermarsi un momento, facendo notare agli altri, soprattutto ad Alex, quanti danni stessero facendo su quella nave, confermando sul serio quanto quel biondo fosse davvero forte nonostante l’apparenza più o meno innocua.

-Combatti davvero bene, sai?- si complimentò lui –Sono sicuro che un giorno diventerai una grande spadaccina-

-Ti ringrazio- rispose lei –Non per niente il mio obbiettivo è quello di diventare forte come il famoso Roronoa Zoro e trovare tutte e sette le Spade del Peccato…- aggiunse con tono orgoglioso.

Sentendo ciò, all’improvviso Arslan ebbe come un mancamento, finendo con l’essere colpito alla spalla destra da Marty, atterrando sul ponte della nave quasi scioccato e lasciando di stucco anche la sua avversaria, che non sapeva se aveva vinto oppure no. Sta di fatto che, una volta rialzatosi, il biondo cominciò a prostrarsi in segno di scusa davanti a lei, dichiarandosi sconfitto. Non sapendo cosa fare, in seguito i nostri lo accolsero sulla loro nave per farlo riprendere un po’ dal suo strano shock.

-Mi… mi dispiace davvero di avervi attaccato… non immaginavo che anche voi foste alla ricerca di quella spade…- disse ancora sconvolto.

-Le conosci?- gli domandò subito la ragazza.

-Altroché se le conosco. Si dice che siano spade così rare il cui valore sul mercato nero farebbe gola a chiunque-

-Cosa sai esattamente su quelle spade?- gli chiese Andross.

-Non molto, ma si racconta siano custodite da un gruppo di sette individui, chiamati “I Sette Peccatori”, i quali viaggiano i lungo e in largo per la Grand Line distruggendo qualsiasi cosa ovunque vadano grazie proprio ai poteri delle loro spade-

-Cavoli… allora sono tipi davvero pericolosi- esclamò Alex.

-Già, e se Marty vorrà davvero collezionare quelle spade dovrà come minimo misurarsi con loro- aggiunse Bobo.

-Però c’è una cosa che non capisco… come mai sei interessato anche tu a quelle spade? Un pirata forte come te non dovrebbe averne bisogno, data la tua maestria con l’ancora- domandò Kym.

-Semplicemente perché io oltre ad essere un pirata sono anche un cacciatore di tesori rari, e il mio obbiettivo, oltre quello di farmi una buona fama come filibustiere, è ovviamente collezionare tutte le rarità esistenti di questo mondo- spiegò con calma il biondo.

-E per fare ciò vorresti aggiungere anche quelle spade alla tua collezione, non è così?- concluse Anis.

-Esatto, piccola biondina. Essendo dei pezzi così rari, non posso lasciarmeli sfuggire così facilmente, no?-

-Allora che ne dici se facciamo una sorta di scommessa?-

-E sarebbe… uh, Marty, giusto?-

-Sì, esatto. Comunque, la scommessa è questa: se entro tre mesi uno di noi due troverà tutte e sette le spade, ne farà ciò che vuole-

-Suona buona come scommessa, quindi per me va bene-

-Perfetto… quindi, da adesso in poi, siamo rivali-

-Eh, già… Marty…-

-Arslan…-

-Che vinca il migliore!- conclusero insieme.

Fine Cap.22

Note:
1: cintura a sciarpa usata generalmente per tenere fermi i kimono.
2: sandali giapponesi in legno con due tasselli che ne rialzano la suola.
3: una tonalità chiaroscura del verde mare.
4: la posizione e il conseguente “balletto” che esegue Arslan è una tipica posa da teatro Kabuki.
5: Marty ovviamente si riferisce allo stile delle “stoccate volanti”, vale a dire quello stile che i samurai (si presume) erano soliti adottare per tagliare e/o attaccare a distanza i propri bersagli.

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Capitolo 23
*** Ricordi rivelatori ***


Cap.23:
Ricordi rivelatori

Era ormai calata la sera a bordo della Linxer, e dopo aver salutato Arslan e il suo equipaggio con la speranza di incontrarlo di nuovo e cenato in maniera molto abbondante, ora i nostri potevano finalmente godersi il meritato riposo nelle loro cabine e riprendere il mare una volta fattasi mattina. Peccato che mentre tutti erano a dormire beati nei loro letti, solo poche persone erano ancora sveglie e non sentivano ancora la stanchezza. Queste persone non erano altri che Andross, impegnato in quel momento ad aggiornare con molta cura il diario di bordo; Kym, che stilava la lista delle cose da fare per mettersi in buona luce davanti al suo spasimante; e Anis, intenta non solo ad una piccola sessione di “studio notturno”, ma anche di riflessione su quanto le era accaduto di recente.

“Non riesco a crederci” pensò “Sono qui nella ciurma solo da poco eppure mi sento già integrata a pieno… anche se l’unica cosa che so fare al momento di abbastanza utile è prendermi cura di loro e delle ferite che riportano dopo le battaglie” continuò, ripensando alle varie volte in cui è dovuta correre a prendere il kit medico per poter rimettere in sesto i suoi compagni mentre riponeva nella libreria vicino a lei il libro di biologia che stava leggendo “Questo però non mi sminuisce affatto, se devo essere sincera… dopotutto, penso sia il modo migliore per ripagarli di ciò che hanno fatto per me”

E come darle torto? Se non fosse stato per il loro provvidenziale intervento avvenuto quando la barca su cui viaggiava si era ribaltata di colpo, sicuramente ora non si sarebbe ritrovata a bordo di una nave molto bella e con un piccolo gruppetto di persone che l’avevano accolta bene fin dall’inizio, come si poteva notare dalla proposta che gli aveva fatto Alex tempo addietro.

-Non preoccuparti, Anis. Come dice un vecchio detto, “Non tutto il pesce viene per friggere”- esclamò all’improvviso Alex.

-Forse volevi dire “Non tutto il male viene per nuocere”-


-Si, esatto, Andross. Il punto è che se proprio ci tieni a scoprire qualcosa sul tuo passato, potresti sempre venire con noi, no?-


-Io… con voi? Ma ne sei sicuro?-


-Sicurissimo. Fidati, se verrai con noi il divertimento non mancherà-


-Ma io non sono mai stata in un gruppo o in una ciurma pirata, hai qualche consiglio da darmi?-


-Sii semplicemente te stessa e il resto verrà da sé-


Ed era stato proprio quel momento che lei era entrata a far parte dei Wild Felis, rivelandosi fin dal primo momento una persona molto utile nonostante tutte le apparenze, come quando aveva trovato la mappa per la Grand Line che Bobo aveva lasciato per loro, oppure quando si era fatta coraggio e aveva deciso di affrontare Aster da sola allo scopo di difendere i suoi compagni che fino a quel momento si erano battuti per la sua incolumità. Tuttavia, nonostante l’importanza di quell’atto eroico, non poteva di certo nascondere che le parole di quel misterioso tizio che diceva di conoscerla echeggiavano ogni tanto nella sua mente…

-Proprio così… l’ho fatto per farti capire quanto è doloroso stringere qualsiasi tipo di legame con le persone che incontri… non importa se ti sembrano amichevoli o meno… sta di fatto che col tempo, questi legami sono destinati a sparire, e più tempo passerai con questa ciurma di poveri deboli, e più soffriranno, fino a morire uno dietro l’altro, fino a quando non rimarrai sola…-

-Tu non hai alcuna speranza di stare con loro, a meno che tu non decida di tornare con me e compiere il tuo destino-

-Quelle parole… che cosa avrà mai voluto dire?- si chiese, mentre cominciava a cambiarsi per andare a dormire –Se non sbaglio accennava al fatto che dovessi “compiere il mio destino”… ma a quale scopo, e poi perché proprio io?- aggiunse, dando un’occhiata al suo ciondolo, aprendolo e notando una foto di lei insieme al ragazzo dai capelli blu che le sorrideva “Aster Fatum… chi sei veramente?”

Ma proprio nel momento in cui si poneva questi interrogativi, all’improvviso nella sua mente scattò come qualcosa di strano, che oltre a provocarle un forte capogiro, fece anche riaffiorare in lei immagini molto confuse, probabilmente dei ricordi sopiti da tempo. In preda al dolore, la bionda si portò le mani alla testa, mentre quelle immagini le attraversavano violentemente la memoria… primo fra tutti ebbe un ricordo dove lei ed Aster, il quale indossava una sorta di veste cerimoniale e con in mano una spada, stavano celebrando una qualche sorta di rituale, fatto evidenziato dall’immagine di un inquietante pentacolo incisa sul pavimento.

-Aster, non sono sicura di volerlo fare… mi sembra troppo rischiosa come cosa… e se qualcosa andasse storto?- domandò la ragazza, sdraiata al centro esatto del disegno, timorosa per la sua sorte.

-Ormai è troppo tardi per esitare… hai fatto la tua scelta ed è giusto che ora si vada fino in fondo, perciò…- rispose lui, tenendo la spada ben tesa con entrambe le mani, pronto a procedere.


-Mi dispiace, Aster… ma io mi tiro fuori…- disse ad un tratto lei, alzandosi da terra e cominciando ad andarsene.


-Eh? Ma come? Non mi avevi detto che eri pronta a tutto pur di celebrare questo rito?-


-Perdonami, ma non voglio rischiare che l’invocazione di qualcosa di cui non comprendiamo il potere possa metterci in pericolo-


-Ma tu non capisci… senza “quell’arma”, non potremo mai prenderci la nostra rivincita sul mondo intero… ripensaci, sei ancora in tempo-


-Ma perché vuoi arrivare così a tanto pur di vendicarti?-


-Perché, dici? Ma è ovvio, mia cara… perché è Destino che accada… solo così potrò dimostrare quanto il nostro regno sia ancora potente nonostante i secoli passati…-


A quel punto, il ricordo svanì com’era arrivato, facendo posto ad un susseguirsi di tanti altri aneddoti più o meno importanti, i quali provocarono in Anis molto più stress mentale di quanto potesse immaginare, mentre lei stessa si chiedeva per quale motivo le stessero ritornando in mente adesso… non riuscendo a resistere, la bionda si lasciò andare emettendo urla di terrore, urla che misero in allarme gli altri obbligandoli ad andare a vedere cos’era successo. Appena arrivati, i ragazzi videro la loro compagna svenuta a terra, e subito un preoccupato Alex si mise all’opera per farla riprendere scuotendola per le spalle. Una volta ripresasi, Anis abbracciò istintivamente il giovane capitano, evidentemente sconvolta.

-Aster… quell’arma… non… evocarla…- farfugliò lei, ancora scossa.

-Anis, calmati, per favore- cercò di tranquillizzarla Alex, notando che stava anche tremando dalla paura.

-La mia memoria… ora ricordo…- continuò, per poi svenire di nuovo.

-“La mia memoria”… ma che vuol dire?- domandò Kym.

-Vedi, Kym… devi sapere che Anis, in circostanze che ancora non ci sono chiare, ha perso la memoria, e ora non ricorda quasi nulla del suo passato o del posto da dove proviene- spiegò Andross.

-Di conseguenza, l’abbiamo presa in ciurma allo scopo di aiutarla a recuperare la memoria… e forse è probabile che stia incominciando a ricordare qualcosa- aggiunse Marty, notando lo sguardo sconvolto della sua amica nonché allieva.

-Probabile, però non credo riusciremo a ricavarne molto, date le sue condizioni attuali- proferì Bobo –Propongo di lasciarla riposare e di provare a chiederle qualcosa domani mattina-

-Sai, Bobo? Mi sa che abbiamo avuto la stessa idea, perché anch’io stavo pensando di fare così- ammise Andross notando suo fratello mentre metteva a letto la bionda –Per il momento faremo così, e domani, nel caso Anis abbia ricordato qualcosa, a seconda di ciò che rivelerà potremo decidere il da farsi-

Accordatisi in questo modo, il resto dei Wild Felis ritornò a dormire, e il giorno dopo, una volta riunitisi tutti in camera della ragazza, Andross cominciò fin da subito a prendere in mano la situazione e prese la parola per primo come suo solito, guadagnandosi ancora più ammirazione da Kym, che lo guardava quasi estasiata.

-Allora, ragazzi- iniziò –Come saprete, la nostra compagna Anis soffre di una sorta di amnesia che le impedisce di ricordare gran parte del suo passato, eccezione fatta per un ciondolo che porta sempre con sé e un suo non ancora chiarito legame con il nostro presunto nemico, vale a dire Aster Fatum-

-Scusa, perché “presunto”?- lo interruppe Alex -Quel bellimbusto ha chiaramente fatto intendere che lo incontreremo ancora-

-Sì, ma dimentichi che per il momento non sappiamo quale sia il suo vero obbiettivo, perciò direi che faccio bene a definirlo così-

-Io credo di saperlo- disse Anis, mostrando uno sguardo parecchio serio e allo stesso tempo attirando la curiosità dei presenti.

-Davvero? Questa sì che è una sorpresa- commentò Bobo.

-E sentiamo, cosa avrebbe intenzione di fare?- domandò Marty.

-Da quello che ricordo, riportare agli antichi fasti il suo antico casato nobiliare e dimostrarne al mondo la superiorità-

-“Antico casato”? Non sarà mica un nobile?- chiese Kym.

-Indovinato…- annuì la bionda, continuando a spiegare –Per poterlo fare, però, ritiene di aver bisogno di invocare una sorta di incredibile potere sigillato in una certa arma, con la quale afferma addirittura di capovolgere il mondo ai suoi piedi-

-E allora perché dovrebbe aver bisogno di te?-

-Semplice, Alex… sembra che per poter invocare quell’arma e il suo potere vi è bisogno del sacrificio umano di una persona cara… e siccome pare che io per lui sia stata la persona più importante, mi pare ovvio che mi voglia a tutti i costi-

-Potresti dirci di più su quell’arma, per favore?-

-Vorrei poterlo fare, Andross, ma al momento ricordo solo ciò che vi ho appena detto, mi dispiace… e anche se dovrei essere contenta per i progressi che sto facendo nel ricordare, non posso nascondervi la mia paura per ciò che potrebbe accadere se mi uccidesse e riuscisse davvero ad ottenere quell’arma…-

-Non aggiungere altro!- le disse Alex –Se parti già dal presupposto che potrebbe riuscirci, sei in errore- aggiunse, alzandosi di scatto dalla sua sedia –Non dico che provare paura sia una brutta cosa, anzi, nel tuo caso sei più che giustificata, ma se continuerai a vederla in modo così negativo potremmo davvero rimetterci tutti-

-Ma Alex, non ricordi come eravate ridotti quando affrontaste Aster per la prima volta? Affrontarlo adesso sarebbe troppo rischioso-

-Come se non ne fossi consapevole… Senti, Anis, apprezzo che tu ti preoccupi per noi e vorresti non farci correre rischi inutili, ma dato che come dice Mr. Destino ormai siamo incappati nel loro territorio, non ci resta che continuare a viaggiare e vedere che cosa ci riserverà il futuro. E visto che siamo in tema… Andross, dove sta puntando il Log Pose adesso?-

-Verso est, e ciò vuol dire che ad occhio e croce la nostra prossima meta non è molto lontana da qui- rispose l’interpellato.

-Ed è anche probabile che visiteremo una o due isole autunnali, se la navigazione ci sarà favorevole- aggiunse Bobo, avviandosi per andare a governare il timone –Speriamo solo di non incappare nella grinfie di qualche mostro marino-

-Di questo non devi preoccuparti, amico. Basterà un semplice attacco della mia Tecnica a Due Spade e non ci saranno problemi-

-Sempre se non li ucciderò prima io con la mia ascia-

-Cos’è, vuoi forse sfidarmi, donna del Nord?-

-Non era mia intenzione, ma se proprio vuoi… accetto con piacere-

Fine Cap.23

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Capitolo 24
*** Alla ricerca delle Spade del Peccato ***


Cap.24:
Alla ricerca delle Spade del Peccato

Tempo più tardi, per tutta la durata della sua navigazione, la Linxer era incappata più volte in zone abitate da vari Re del Mare, e sia Marty che Kym si erano date alla pazza gioia nel fare gara a chi ne uccidesse di più, trovata che oltre a liberare la via dagli eventuali pericoli che si presentavano era servita anche a procurare provviste sufficienti per poter evitare che l’equipaggio morisse di fame. E poi, quando giunse l’ora di pranzo, tutti poterono gustare felici delle deliziose prelibatezze di mare preparate abilmente da Andross.

-Avanti, non fate complimenti- disse il vice tuttofare –Ce ne è abbastanza per tutti, e chi vuole può fare pure il bis-

-Io farei volentieri il tris- disse Alex, ricevendo come risposta un cazzotto in testa da Bobo –Ow, ma che ho detto di male?-

-Nulla, a parte mettere in mostra la tua ingordigia- spiegò, ritornando a mangiare –Anche se sei ancora un ragazzetto, non devi esagerare troppo col mangiare, altrimenti rischi di star male-

-Però non è colpa mia se sono una buona forchetta. Nella mia isola natia eravamo soliti banchettare con un sacco di leccornie, perciò si può dire che sia io che il fratellone siamo dei buongustai-

-Già, ma con la differenza che almeno lui sa controllarsi, mentre tu con l’appetito che hai mangeresti anche le pietre- lo canzonò Marty.

-Sono d’accordo… in tutti i miei anni di guerriera, mai visto un essere più affamato del nostro capitano- annuì Kym, per poi rivolgersi alla spadaccina seduta vicino a lei –Perciò, dato che abbiamo fatto fuori la stessa quantità di mostri marini, dovremo considerarci pari?-

-Sì, a me va bene comunque, tanto cose come questa sono di secondo piano se ripenso al mio sogno da realizzare-

-Ah, intendi quella serie di spade che vorresti a tutti i costi?-

-Esatto, e non ho intenzione di farmele fregare da Arslan-

-Chissà, magari nella prossima isola potremmo anche trovarne una, se saremo abbastanza fortunati- ipotizzò Anis –Ma è probabile che oltre alla spada troveremo anche il suo possessore, e ad essere sincera non so se la senpai potrebbe essere pronta a…-

-Vuoi scherzare, Anis? Quelle spade sono troppo importanti per me, e per conquistarle sono disposta a tutto-

-E se quei tipi fossero davvero pericolosi?-

-Fidati di me, saprò cavarmela-

Poco dopo, il tragitto della nave riprese senza intoppi, e il caso volle che la nave attraccasse e fece sbarcare i nostri in una vera e propria isola autunnale, caratterizzata da alberi le cui foglie cadevano ogni tanto dai rami, alcuni docili animaletti quali gli scoiattoli che raccoglievano noci e lunghi sentieri di terra battuta ovunque vi si posasse lo sguardo, sormontati ogni tanto da qualche collina nelle vicinanze colma di vigneti. L’aria che si respirava lì era come caratterizzata da un curioso odore di erbe aromatiche misto a quello di uva fresca e matura. In poche parole, era una di quelle isole, oltre ovviamente a quelle estive, in cui il relax era sovrano, e non per niente Alex aveva avuto la brillante idea di gettarsi nei mucchi di foglie appena cadute e sdraiarcisi sopra, non preoccupandosi neanche un po’ di rovinare la salopette di jeans e la maglietta gialla sottostante che aveva indossato per l’occasione.

-Da non credere…- disse Kym, che era rimasta con indosso la sua solita armatura e una lunga cappa color terra per nasconderla.

-Noi siamo in missione e lui pensa a divertirsi?- domandò Marty, pulendosi gli abiti dalle foglie che le erano cadute addosso.

-Beh, forse è la prima volta che viene in un’isola del genere, quindi per lui sembrava divertente- rispose Bobo, che come le due ragazze era rimasto anche lui con l’abbigliamento quasi invariato, fatta eccezione per una bandana rossa sul capo.

-Se è così, allora penso mi divertirò anch’io- disse invece Anis, seguendo l’esempio del capitano e gettandosi anche lei tra le foglie, non mancando di lasciarsi andare a qualche risata contenta.

-Forse non è stata una cattiva idea venire qui- concluse Andross, sistemandosi un po’ il completo e notando nelle vicinanze un cartello con scritto “Benvenuti a Wine Peak” –Almeno sappiamo che non è un’isola disabitata, altrimenti non si spiegherebbero tutti quei vigneti-

-Hai scoperto l’acqua calda, amico… yawn- attirò la sua attenzione una voce dal tono assonnato, appartenente ad una ragazzina di bassa statura, dai corti e scompigliati capelli argentati e un paio di occhi grigi quasi aperti, vestita con un largo pigiama bianco.

-E tu chi sei, e da dove salti fuori?- domandò Kym, ingelosendosi subito alla vista di quella piccoletta vicino ad Andross.

-Uh? Che domande, vengo dal villaggio qui vicino… yawn- rispose, stropicciandosi un po’ gli occhi –Comunque, mi chiamo Seraphine, piacere di conoscervi… yaaaaawn- aggiunse annoiata.

-E come mai sei qui in giro?- le chiese Andross –Ti sei forse persa?-

-Ecco… a dire il vero volevo fare una passeggiata prima di pranzo, ma a quanto pare non sono più riuscita a ritrovare la strada di casa, e anche se è un po’ una noia, non ho voglia di essere sgridata dai miei e andare a letto senza cena- spiegò lei –Non è che sareste così gentili da accompagnarmi a casa? In cambio posso ricompensarvi bene-

-Come, esattamente?- intervenne Marty, mostrando uno sguardo stranamente sospettoso nei confronti della ragazzina.

-Beh… ci sarebbe una spada che ci ha lasciato in dono un guerriero che era venuto qui molto tempo fa… potrebbe andare bene?-

-Una spada, eh?-

-Esatto, e pare sia una vera rarità, dato che nessuno prima d’ora ne aveva vista una del genere-

Nel sentire quelle parole, lo sguardo di Marty si fece subito interessato alla faccenda, e nello stesso momento, mentre il resto della ciurma discuteva sul da farsi, la spadaccina si chiuse subito nei suoi pensieri, cominciando a riflettere riguardo ciò che la ragazza aveva appena detto. Forse era probabile che la spada descritta fosse una di quelle che stava cercando, ma sembrava fin troppo facile che si trovasse in un luogo comune come un villaggio. A riportarla alla realtà fu un acuto fischio del capitano, la quale le fece cenno di incominciare ad incamminarsi, segno che era stato deciso ad unanimità di riaccompagnare Seraphine a casa, cosa che non piacque né alla spadaccina né a Kym, che da come fissava l’albina sembrava stesse pianificando di torturarla… o peggio.

***

-Capitano, terra in vista!- avvertì la vedetta al suo superiore, intento a fissare l’orizzonte con aria fiera.

-Perfetto, allora prepariamoci all’attracco- rispose Arslan, puntando la sua “Ancora da battaglia” in avanti e dando un’occhiata all’articolo di giornale che aveva con sé –Stando a questa fonte abbastanza attendibile, sembra che nell’isola in cui siamo diretti si siano verificati frequenti episodi di violenza immotivata, al punto che nemmeno i Marine sembrano riuscire a contenere le battaglie che vi hanno luogo…-

-Pensi sia opera di una Spada del Peccato?- domandò quello che doveva essere il suo vice, il cui volto era nascosto da una maschera raffigurante il volto di un Oni1, forse per preservarne l’identità.

-È un’ipotesi probabile, Rai, ma anche un po’ azzardata, quindi penso sia inutile dire abbiamo bisogno di prove per confermarla…- disse invece una voce femminile, appartenente ad una donna il cui volto, come quello di Rai, era coperto da una maschera, che a differenza del ragazzo raffigurava invece il viso di una Yuki’onna2 –Cosa consiglia, capitano?-

-Cosa consiglio? Mi pare ovvio, Fuu…- ribatté l’interessato, gettando via l’articolo di giornale –Andremo a controllare, e se è vero che lì si trova una Spada del Peccato, troveremo anche il suo proprietario, e una volta che l’avrò sconfitto con le mie incredibili arti di guerriero, aggiungerò quella preziosa arma alla mia collezione-

“Speriamo solo che non combini cazzate…” rifletté Rai.

“Conoscendolo, vorrà subito farsi notare…” aggiunse in quello stesso momento Fuu, ripensando all’eccentricità del suo capitano.

***

Ignari di ciò che stava accadendo, le due ciurme pirata non immaginavano che altrove, grazie ad una sfera di cristallo, una bellissima donna dai lunghi capelli rossi e gli occhi verdi, vestita con un lungo abito color del sangue, li stava osservando soddisfatta.

-A quanto pare, sembra che tutto proceda secondo i piani… non avrei mai pensato che quei pirati fossero così stupidi- disse lei, togliendosi il vestito e incamminandosi poi verso una vasca da bagno piena di petali di rosa, immergendovi a poco a poco la sua splendida figura –Se il tipo con la benda pensa che conquistare quella spada sarà facile, non sa cosa lo aspetta… e per quanto riguarda quell’altra ciurma, dubito sappiano la verità sulla piccola e dolce “Seraphine”…- aggiunse, lasciando che sul suo volto si dipingesse un ghigno diabolico –Vista la situazione, possiamo dire che anche questa volta chi vorrà le nostre preziose spade dovrà guadagnarsele… sempre se riuscirà a sopravvivere, cosa che dubito accadrà veramente… Lu uh uh uh uh uh-

Fine Cap.24

Note:
1. Il classico orco delle fiabe e del folklore giapponese.
2. Letteralmente “Donna delle Nevi”, secondo il folklore giapponese sarebbe lo spirito di una donna che è solito abitare in zone fredde quali montagne innevate.

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Capitolo 25
*** La prima spada - Parte prima ***


Cap.25:
La prima spada – Parte prima

La ciurma dei nostri, continuando a camminare, aveva finalmente raggiunto il presunto villaggio di Seraphine, ma da come si poteva notare dal silenzio che lo circondava, sembrava molto più simile ad una città fantasma che ad un luogo abitato. Marty non si sentiva affatto tranquilla, e continuava a pensare che fosse tutto troppo bello per essere vero… e che l’albina stava nascondendo qualcosa.

-E così sarebbe questo il posto dove sei cresciuta?- domandò Alex, notando la natura diroccata delle case –Forse un po’ troppo rustico, ma è già qualcosa, no?- aggiunse, guardandosi intorno.

-Non so perché, ma questo posto non mi piace- disse Anis, tenendosi ad un braccio del capitano –Mi mette una paura…-

-Su, su, non ti preoccupare- la consolò Bobo –Appena recuperiamo quella spada stai sicura che ce ne andremo da qui-

-Ben detto, amico- proferì Andross, per poi voltarsi verso l’assonnata ragazza e dirle –Prego, facci strada-

-Nessun problema, anche se non ne ho molta voglia…- rispose lei, iniziando ad incamminarsi “Sono proprio degli allocchi…” pensò, mentre non vista sorrideva in maniera assonnata, ma soddisfatta.

-Sarò paranoica io, ma quella non mi convince- disse Marty parlando sottovoce con Kym –Tu che ne pensi?-

-Che sono d’accordo con te- rispose la nordica –Non so perché, ma ho come una voglia di alzarle le mani…- aggiunse a denti stretti.

-Meglio se ti trattieni ancora dal farlo, per il momento. Non so cosa abbia in mente, ma per sicurezza teniamoci pronte a tutto-

-Nessun problema, anche se preferirei passare subito all’azione…-

-Abbi pazienza e magari si presenterà l’occasione-

***

-E così ci sono già due che sospettano qualcosa, eh?- intuì la rossa, osservando la scena nella sfera di cristallo mentre continuava il suo bagno in maniera rilassata –La cosa comincia a farsi interessante, ma conoscendo la mia piccola adepta, dubito manterrà la sceneggiata ancora per molto, svogliata com’è…- aggiunse, appoggiando le gambe sul bordo della vasca –Speriamo che diano vita ad uno spettacolo divertente, Lu uh uh uh…-

***

Tempo più tardi, Seraphine aveva portato la ciurma ad una sorta di santuario al centro del villaggio stesso, sul cui altare, ormai consumato da tempo, vi era una wakizashi lunga 60 cm circa, dal fodero e l’impugnatura lilla chiaro, decorata da una curiosa guardia dorata a forma di petali di papavero. Incuriosita, Marty si avvicinò ad essa, e dopo averla guardata attentamente e fatta mente locale nella sua memoria, capì che era quella la spada che cercava. Peccato che non appena cercò di prenderla dall’altare, Seraphine si mise in mezzo e la calciò via, per poi prendere la spada per sé.

-Non pensare che io te la lasci così facilmente, cara…- disse, mentre sul suo volto appariva un piccolo ghigno –Sono spiacente, ma anche se non ne avevo voglia, vi ho attirati nella mia trappola-

-Tu, piccola… Sapevo che non c’era da fidarsi di lei- disse una Kym piuttosto adirata, scagliandosi subito verso l’albina.

Per niente sorpresa da quell’attacco, la ragazzina sguainò la spada e scagliò un fendente verso la nordica, che purtroppo lo evitò agilmente e replicò con un calcio al fianco. Seraphine lo scansò facendo un balzo all’indietro, per poi tornare all’attacco con un affondo portato in corsa che fu efficace solo per metà, dato che era riuscita a colpire di striscio il fianco delle guerriera, la quale non ci pensò due volte a togliersi la cappa, mostrare la sua armatura e ripartire anche lei alla carica. Nella battaglia che seguì, Seraphine pareva essere in vantaggio, dato che riusciva a parare qualsiasi pugno di Kym proteggendosi col piatto della lama e, non appena la guerriera abbassava la guardia, procedeva a colpirla nelle zone delle gambe o delle braccia non coperte dalle corazza. Stranamente, man mano che continuava la lotta, Kym si sentiva chiudere gli occhi, e non ci volle molto prima che questo suo torpore la facesse diventare un facile bersaglio per i successivi attacchi da parte dell’albina, che approfittandone la liquidò in poche mosse senza neanche darle il tempo di reagire, il tutto sotto gli sguardi increduli dei presenti, soprattutto quello di Marty.

-Ma che cavolo…?- esclamò stupito Bobo -Kym è già a terra?-

-Impossibile!- aggiunse Alex –Lei non si fa battere così facilmente, perché di solito si rialza sempre più determinata di prima-

-Che sia opera di quella spada?- ipotizzò Anis.

-E anche se fosse?- rispose sarcastica l’albina, spostando via da sé l’inerme guerriera con il piede –Se volete un’altra prova di quanto è forte questa lama, perché non vi fate avanti?-

-Se è questo che vuoi, ti accontentiamo subito- concluse Andross, facendo cenno a Bobo e a suo fratello di attaccare –Andiamo!-

-No, fermi, potrebbe essere una trappola!- provò a bloccarli Marty.

Ma quando i tre erano già pronti all’assalto, Seraphine si mise già all’opera, facendo roteare la lama davanti a sé e liberando nell’aria come una sorta di polline, per poi contrattaccare e, nel giro di pochi secondi, colpire gli avversari con un solo attacco di spada.

-Urgh!- dissero all’unisono i due fratelli, totalmente spiazzati.

-Argh…- fece eco il carpentiere, finendo a terra.

-E ho appena iniziato… anche se non ne avevo voglia…- sentenziò invece lei, facendo sfoggio di una grande agilità e colpendo in modo alternato i malcapitati con una serie di fendenti non molto letali, ma abbastanza da farli inginocchiare a terra –Ecco, ora anche voi siete stati sistemati a dovere dalla mia “Papavero del sogno”…-

-Che nome curioso per una spada- disse un’incuriosita Anis, mentre correva per soccorrere gli altri, scoprendosi però ad un attacco a sorpresa dell’albina, che venne fortunatamente parato in extremis da parte di Marty -Cacchio, che spavento!-

-Mi ringrazierai più tardi, ma ora lascia che ci pensi io a lei-

-Nessun problema, senpai, si dia pure all’azione-

-Però, allora non solo la sola ad essere brava in velocità…-

-E non hai ancora visto cosa so fare con le spade, Fantasmina-

-Non so perché ma sento che per la prima volta mi è venuta voglia di fare sul serio, anche se il mio nome in codice, “Sloth”, può lasciar intendere il contrario…-

-Quanto è vero che mi chiamo Martine Bells, non penso ti lascerò vincere tanto facilmente… perché la tua spada sarà presto mia…-

-Prova a prendermela, se ci riesci…-

-Non me lo faccio ripetere due volte-

E scambiatesi le dovute presentazioni e provocazioni, le due spadaccine tacquero e cominciarono a combattere, lasciando che fossero le loro spade a confrontarsi al posto loro. Entrambe in un primo momento sembrarono in grado di battersi alla pari, ma non appena l’albina fece roteare nuovamente la lama, rilasciando nell’aria il polline di prima, Marty si preparò ad ogni evenienza.

-Tsk… se pensi di impietosirmi con cose come questa ti sbagli-

-Sicura di non essere tu quella che si sbaglia? Sai, questo polline non è esattamente ciò che sembra…-

-Che vuoi dire?-

-Oh, ma lo scoprirai molto presto… a tue spese-

Detto questo, le due ripresero a combattere, e Anis, tra una medicazione e l’altra, non poté fare a meno di notare quanto la sua amica e senpai fosse sempre più brava e in gamba in ogni lotta. Ogni qual volta che una di loro tentava l’attacco, l’altra replicava difendendosi ma allo stesso tempo attaccando. In parole povere, era una situazione di stallo bella e buona, e fu inutile dire che nonostante le dimensioni, la wakizashi di Seraphine era un’arma insidiosa, data la velocità dei colpi che scagliava, oltre al fatto che, per un motivo o l’altro, il polline che rilasciava la lama sembrava infittirsi sempre di più… e come se non bastasse, Marty sentiva i suoi riflessi venire meno, mentre la ragazza in pigiama pareva instancabile e sempre fresca di forze… com’era possibile?

-Che ti succede?- le domandò l’interessata, rinfoderando la spada mentre la osservava sarcastica –Qualcosa non va?-

-Anf, anf… Non ne ho idea…- rispose la mora, sentendosi già col fiatone in corpo nonostante fosse passato poco tempo dall’inizio dello scontro –Mi sento strana… come se il mio corpo non seguisse più i propri movimenti… Anf, anf…- aggiunse, mentre i suoi occhi faticavano per restare aperti e si lasciava andare ad uno sbadiglio.

-Sai, dovresti prendere in considerazione l’idea di riposarti un po’-

-Non dire cazzate… una vera spadaccina come me non dorme mai durante una lotta importante, né tantomeno accetta consigli dall’avversario che sta affrontando… avanti, continuiamo-

-Se proprio insisti…-

Ciò che successe in seguito fu un problema per la ragazza, e non per niente durante i vari scambi di colpi ricevette parecchi danni, anche se visto il modo di fare dell’albina furono più semplici taglietti innocui che veri e propri attacchi. Il vero pericolo però era la strana sonnolenza che si faceva sentire sempre di più, come ad invitarla a cedere le armi e farsi una dormita… doveva reagire, o era finita!

Fine Cap.25

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Capitolo 26
*** La prima spada - Parte seconda ***


Cap.26:
La prima spada – Parte seconda

-Come sospettavo…- disse Seraphine, contemplando annoiata la sua attuale avversaria –La stanchezza si fa sentire, eh?-

-Fai silenzio…- replicò Marty, portando le lame davanti a sé e preparandosi ad un altro attacco –Non sono ancora così sfiancata… posso ancora continuare, il tempo di levarti la spada e…-

-Non prefissarti obbiettivi che sai già di non raggiungere… ormai dovresti aver capito il potere della mia spada, no?-

-A dire il vero no, ma penso che centri il polline che ci circonda-

-Esatto… volendo, potrei anche spiegarti come funziona, ma dato che sarebbe un’inutile perdita di tempo, credo ti lascerò sulle spine ancora per un po’ e poi ti darò il colpo di grazia, così prima di ritornare dalla Nobile Lust potrò concedermi un pisolino-

-“La Nobile Lust”? e chi sarebbe?-

-Oh, nessuno che ti possa interessare, è solo la donna che è a capo del gruppo chiamato “Le Sette Peccatrici”, di cui faccio parte anch’io e di cui avrai sicuramente sentito parlare-

-A dire il vero, una mia conoscenza mi aveva informato di un gruppo di spadaccini conosciuto come “I Sette Peccatori”… il che è molto strano, a meno che non ci siano due spiegazioni: o il mio amico si è sbagliato, o in realtà voi sette siete dei travestiti-

-Ah… ah… ah… molto spiritoso… ma volendo dire la mia, anche se non ne ho voglia, penso sia la prima opzione che hai detto, a meno che tu non abbia intenzione di controllare personalmente ciò che nascondo sotto il mio pigiama…-

-Sai che ti dico? Lascia perdere e continuiamo lo scontro-

E detto questo, le due spadaccine ripresero a scambiarsi colpi senza alcuna interruzione, anche se la mora, per quanto fosse determinata, sentiva che non avrebbe resistito ancora per molto, e infatti, proprio nel momento in cui stava per difendersi, sentì i suoi sensi venire meno, e l’albina, approfittandone subito, la disarmò con due colpi di lama e poi la gettò a terra con una pedata.

“D-dannazione…” imprecò mentalmente, cadendo di schiena.

-A quanto pare, sembra che tu sia giunta al limite…- disse l’altra, sorridendo come soddisfatta mentre si avvicinava a lei –Di solito chi incappa nel polline di Papavero del Sogno si addormenta quasi subito, date le sue proprietà soporifere…-

-Proprietà soporifere? Questo vuol dire che…-

-Indovinato- rispose, indicando i compagni di Marty, in quel momento ancora privi di sensi, Anis compresa –Devi sapere che la mia spada ha la capacità di rilasciare dalla lama, ogni qual volta che viene usata, una piccola quantità di polline che se inalato rallenta le capacità sensoriali di chiunque si trovi nel suo raggio d’azione. Inoltre, col passare del tempo il malcapitato si sente molto più debole, fino a crollare a terra addormentato. Così facendo, abbassa la guardia di proposito e si rende un bersaglio facile per gli attacchi-

-Ma allora perché il polline non sembra avere effetto su di te?-

-Non è ovvio? Chi possiede una Spada del Peccato è immune agli effetti provocati dai poteri che rilascia, di conseguenza anche una gran pigra come me può rivelarsi un problema-

-Ma questa è scorrettezza!-

-No, è solo il fatto che nessuno può nulla contro queste spade…-

Continuando ad ascoltare le parole della ragazza che la stava tenendo ormai in scacco, Marty non poté non pensare quanto avesse pienamente ragione: il polline non lasciava scampo, ormai mancava poco che i suoi occhi cedessero al sonno e peggio ancora non aveva idea di come ribaltare la situazione… che la sua caccia alle rare Spade del Peccato fosse già giunta al termine ancora prima di incominciarla a tutti gli effetti? No, non poteva essere così… istintivamente, Marty cercò di fare appello alle sue ultime forze per rotolare in modo da avvicinarsi abbastanza alle spade, in quel momento lontane pochi centimetri da lei, recuperandole appena in tempo per bloccare l’attacco a sorpresa di Seraphine, che annoiata aveva pensato di lanciarle la spada a mo’ di pugnale.

-Però, hai ancora un po’ di riflessi a quanto vedo-

-Già… anf… così sembra…-

-Mi sorprendi, Bells… hai inalato una gran quantità di polline eppure sei l’unica della tua ciurma ad essere ancora sveglia… che sia segno che Papavero del Sogno voglia metterti alla prova?-

-Alla prova? Di che stai parlando?-

-Nulla, nulla… vogliamo continuare? Voglio vedere fino a quanto si prolungherà questa tua curiosa resistenza-

-Ok, ma se vinco mi spiegherai un po’ di cose…-

-Se proprio devo…-

E per l’ennesima volta, le due spadaccine ritornarono a battersi in un duello di spada senza esclusione di colpi, e incredibile ma vero, Marty riuscì più e più volte a ferire l’avversaria, nonostante il polline fosse ancora sparso nei dintorni. Ripensando anche alla spiegazione dell’albina riguardo il raggio d’azione del polline stesso, alla mora venne subito un’idea, un’idea che sicuramente le avrebbe portato ancora un po’ di vantaggio.

-Sai una cosa, Fantasmina? Devo ringraziarti- disse, portando le spade davanti a sé –Ora ho capito come contrastare il polline-

-Ah, davvero? E come?- domandò lei, sempre apatica.

-Spazzandolo via con le mie sole forze-

-Cosa? Starai scherzando, spero-

-Mai stata così seria… Tecnica a Due Spade… Vortici Gemelli!-

E come preannunciava il nome stesso di quella tecnica, Marty diede fondo alle sue energie e fece roteare in maniera rapida ed energica entrambe le spade, provocando così due vortici d’aria di medie dimensioni che non solo fecero volare via tutto il polline, ma sbalzarono via anche la piccola albina in pigiama, la quale si ritrovò stampata di schiena sulla parete di una casa vicina. La spada e il fodero, invece, scivolati via dalle mani della proprietaria a causa della forza del vento, rotolarono per terra, salvo poi essere raccolti con cura da Marty stessa a tecnica conclusa.

-Uff… e stata dura, ma alla fina la prima della sette spade è finalmente nelle mie mani, eh eh eh…-

-Da non credere… mi hai battuta... beh, d’altra parte se non fossi stata così pigra sarebbe andata diversamente…-

-E chi lo sa, sta di fatto che ora senza questa non sei più così pericolosa come affermavi, dico bene?-

-Sì… ma non cantare vittoria troppo presto, perché il resto delle mie compagne non sarà una passeggiata… yaaawn…-

E senza dire nient’altro, Seraphine tirò fuori dalla tasca una piccola gemma bianca e la strinse in mano, per poi farsi avvolgere dal fascio di luce che provocò e sparire via, come se non fosse esistita. Guardando la spada ora nelle sue mani, Marty non poté che essere sicura di una cosa: la sua caccia alle spade era solo all’inizio.

Fine Cap.26

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Capitolo 27
*** Uno sguardo al passato ***


Cap.27:
Uno sguardo al passato

Dopo la loro piccola avventura a Wine Peak, durante la quale Marty aveva conquistato una delle sette spade che cercava, i Wild Felis si erano ripresi come si deve dall’incontro con Seraphine e ora, come al solito, stavano navigando tranquilli in cerca della prossima isola da visitare, e come al solito, da un paio di giorni a quella parte, Alex non perdeva occasione di passare il tempo a bordo con i suoi soliti hobby che adorava, vale a dire il disegno, il riposarsi al sole, l’allenarsi di prima mattina, e soprattutto… divertirsi a fare scherzi per animare un po’ l’ambiente e rompere la monotonia.

-CHE TU SIA DANNATOOOO!- gli urlò contro Kym, rincorrendolo per il ponte della nave con l’ascia in mano –Come ti sei permesso di disegnarmi i baffi mentre dormivo?-

-Oh, andiamo, era uno scherzo di poco conto…- si giustificò lui, prendendola a ridere –E poi, che guerriera vichinga saresti senza un bel paio di baffoni posticci? Nya ah ah ah ah…-

-Sarai anche il capitano, ma giuro se riesco a prenderti una bella dose di mazzate non te la toglie nessuno, lille drittunge!1-

-Già che ci sei, picchialo anche da parte mia- si aggiunse Marty, uscendo dalla sua cabina –Quello scemo si è preso la libertà di scarabocchiare il volto del mio eroe!- aggiunse, mostrando un manifesto di taglia raffigurante un tipo dai capelli verdi rovinato da ghirigori vari, oltre che un paio di baffoni sul volto.

-E anche da parte mia- si intromise pure Bobo, con la faccia ricoperta da panna montata –Stavo lavorando ad alcuni progetti e all’improvviso… “Paf!”, il ragazzetto mi ha tirato una torta in faccia-

-Non vi preoccupate, appena lo acchiappo potremo punirlo come si deve tutti insieme, promesso!-

-Non ce ne sarà bisogno, faccio io- intervenne Andross, abbandonando la lettura del suo libro per bloccare il fuggiasco prima afferrandolo per la kefiah e poi lanciandolo fuori dalla nave.

-Oh, no, l’acqua no!-

-Scusami, fratellino… ma per oggi ti fai un bel bagno, eh eh eh-

E dopo un’ora passata ad essere recuperato e rianimato da Anis e un’altra a chiedere scusa ai suoi compagni dopo una ramanzina del fratello, l’atmosfera sulla Linxer ritornò serena, anche se qualche minuto più tardi la nave si fermò a causa di una secca improvvisa.

-Oh, ma bene, ora sì che siamo nei guai- sbuffò Andross.

-Era prevedibile, Andross. Se sei nella Grand Line, tutto è possibile, periodi di secca compresi, e te lo dice uno che ci ha navigato per quasi un anno, mica roba da nulla- provò a confortarlo Bobo, notando anche lui, a malincuore, quanto non tirasse vento.

-E ora? Come facciamo a proseguire?- domandò Anis, preoccupata.

-Potremmo metterci a remare- propose Kym, guardando rivolta verso il carpentiere –Non dovrebbe essere difficile per te costruirci dei remi su misura per trasportarci, vero?-

-Beh, è una buona idea, ma anche volendo a bordo non ho materiale a sufficienza per soddisfare questa richiesta-

-Ma come? Neanche per costruire una piccola barca nel caso voglia pescare mentre siamo in viaggio?-

-Per quella si potrebbe anche fare, ma per quanto riguarda i remi no, anche perché sarebbe una trovata un po’ bizzarra, specie per una nave come la nostra, che come ben sai, è molto più di un semplice guscio di noce… è una nave di tutto rispetto-

-Oh, fordømmelse2… e va bene, io almeno un’idea l’ho proposta-

-E se invece aspettassimo che si alzi il vento?- disse Marty, intenta a lucidare le sue spade attuali –Tanto prima o poi il vento ritornerà a soffiare, basta solo armarsi di pazienza e aspettare-

-E se al contrario il vento non si alzasse mai?- si intromise Alex, facendo assumere alla voce un tono preoccupato –Oddio, non oso pensare a cosa succederebbe se fossimo costretti a rimanere bloccati qui per sempre…-

“Per sempre? Con Andross? Beh, tutto sommato, la cosa non mi dispiacerebbe affatto, Kih ih ih ih” rifletté la nordica, che al solo sentire le parole “per sempre” aveva già ricominciato a stilare mentalmente il suo piano per ottenere il ragazzo tutto per lei.

-Non essere così drammatico- riprese il discorso proprio Andross, ignaro di ciò che succedeva nella mente della guerriera –Stai certo che in un modo o nell’altro ce la caveremo, vedrai. Nel frattempo, che ne dici se allietiamo l’attesa del vento favorevole raccontando ai nostri amici nonché cari compagni le nostre origini?-

-Vuoi dire i bei vecchi tempi quando non eravamo ancora pirati?-

-Esatto, e credo che tutti vogliano anche sapere nel dettaglio come siamo diventati ciò che siamo oggi-

-Di sicuro ne avrete passate tante…- azzardò Martine.

-Già, ma se tu e gli altri siete così curiosi…- disse il capitano.

-Allora mettetevi comodi, e prestate attenzione…- concluse il vice.

Tutto ebbe inizio in una modesta isola nel Mare Orientale di nome Scottish Yard3, caratterizzata in gran parte tanto per le vaste pianure e i larghi altopiani verdeggianti quanto per il grande lago d’acqua dolce che vi si trovava al centro. Non molto lontano, parecchi villaggi si stagliavano nel verde panorama. Nel giardino di una di quelle tante case, Alex e Andross, che a quel tempo avevano rispettivamente 7 e 10 anni, giocavano a rincorrersi.

-Rallenta, fratellone!- disse il minore –Se vai così veloce come faccio a prenderti?- aggiunse, tentando di avvicinarsi.

-Spiacente, fratellino- ribatté il maggiore –Ma non sei ancora in grado di starmi dietro, eh eh eh eh- continuò, per poi scattare in avanti e raggiungere l’albero di mele vicino casa –Tana, ho vinto!-


-Oh, non è giusto… ogni volta vinci sempre tu…- si intristì il piccolo, facendo una faccia imbronciata –Io mi impegno sempre per provare a vincere, e invece devo sempre bere dalla coppa della sconfitta…-


-Volevi dire “dal calice della sconfitta”- lo corresse l’altro.


-Quello che è… e comunque credevo che almeno oggi avrei potuto avere qualche vantaggio-


-Cosa vuoi che ti dica? Non è colpa mia se in fatto di forza e abilità la differenza tra noi due è molto ampia-


-Cos’è, sei in vena di litigare? Guarda che se solo volessi potrei rompere la roccia con un semplice pugno-


-Ci avevi già provato una volta, non ricordi? Con il risultato che ti sei rotto la mano, hai pianto come un poppante e hai portato la fasciatura per una settimana. Non prendertela, ma secondo me non hai ancora sviluppato una buona resistenza come il sottoscritto-


-Allora perché non mi fai vedere quanto resisti ai miei cazzotti?-


-Se proprio insisti, accomodati…-


E come era prevedibile anche a quei tempi, ogni volta che Andross provocava suo fratello minore, questi reagiva in malo modo e lo sfidava in una piccola lotta, e l’esito era sempre lo stesso: Andross vinceva senza alcuna fatica, Alex piangeva e i genitori, sentendolo, accorrevano per calmarlo e farlo smettere.

-Confermo, sei proprio un poppante senza speranza-

-Andross, non essere così duro con lui- lo riprese il padre, un uomo sui trent’anni dai corti capelli neri e vestito con dei pantaloni neri e una camicia bianca –Anche lui si impegna come può-


-Sarà, ma se un giorno dovrà affrontare una lotta vera non potrà permettersi di piangere per ogni ferita che gli faranno-


-Ma in quanto fratello maggiore non dovresti cercare di comprendere meglio come si sente?- gli chiese la madre, una bella donna bionda vestita con una blusa blu e una gonna verde.


-So già come si sente: un debole… e se non impara ad allenarsi come si deve dubito ci sarà qualche miglioramento-


-Ma fratellone, io…-


-Niente “ma”, o impari fin da ora come combattere o giuro sul mio nome che se dopo un mese frigni ancora come una femminuccia una volta cresciuto navigherò per mare senza di te, almeno così non correrò il rischio di farti da bambinaia-


-Andross!- lo richiamò ancora il padre.


-Che c’è? Ho detto solo la verità, e poi anche se si impegnasse davvero a fondo, dubito raggiungerà il mio livello-


-Ora però stai davvero esagerando!- intervenne la madre, mostrando uno sguardo severo –Pensi davvero che comportandoti in questo modo giungerai lontano?-


-Certo, perché per me la forza è tutto-


-Ah, è così? Allora se ti credi così forte perché non provi a misurarti con ”l’Eremita delle Highlands” e provi a batterlo?- propose Alex.


-Perché no, magari potrebbe essere una bella esperienza-


-Fossi in te non ci scherzerei troppo- lo avvertì il padre –Quello là ha la fama di essere il più forte della nostra isola, e un tempo era anche un pirata molto temuto. Forse dovresti ripensarci-


-Mi dispiace, ma ho già deciso. Domani andrò dall’Eremita, mi batterò con lui e lo sconfiggerò-


-Ma hai solo dieci anni!- si preoccupò subito la genitrice –Se quello ti alza le mani come minimo ti ammazza!-


-Non succederà, fidati… se giocherò bene le mie carte sono sicuro che non sarà difficile batterlo-


-Almeno prometti che sarai prudente?-


-La prudenza è per dilettanti… non penso mi servirà quella per battere questo presunto pirata, poco ma sicuro-


“Forse era meglio se stavo zitto…” pensò infine Alex.


Fine Cap.27

Note:
1. “Piccola peste” in norvegese
2. “Dannazione”, come sopra
3. Letteralmente “Cortile dello scozzese”, il nome è un ovvio richiamo alla Scozia

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Capitolo 28
*** L'Eremita delle Highlands ***


Cap.28:
L’Eremita delle Highlands

Il mattino seguente, armato di coraggio e buona volontà, Andross si era incamminato per gli altopiani dell’isola allo scopo di raggiungere il luogo dove viveva il tanto decantato Eremita, e con sua sorpresa, anche Alex era venuto con lui, nonostante il fratello maggiore gli avesse raccomandato più volte di restarsene a casa. Inutile dire che il cammino fu molto lungo del previsto, dato che Andross cercò in ogni modo di allontanarsi dal fratellino, col risultato che quest’ultimo insisteva e continuava sempre a comunque a seguirlo.

-Senti, te lo dico per l’ultima volta: tornatene-a-casa!-

-E io ti ripeto: col-cavolo-che-ti-lascio-solo-


-Ma non capisci che non voglio che tu mi sia d’impiccio? Se voglio battere l’Eremita, voglio farlo da solo-


-Sì, come no, secondo me quello là neanche accetterà la tua sfida-


-Vedrai che saprò come convincerlo, stanne certo-


-E come farai, sentiamo?-


-Semplice, appena me lo ritroverò davanti lo distrarrò con una scusa e poi lo colpirò non appena abbasserà la guardia-


-Oh, è carina come tattica, ma secondo me non suona come qualcosa di molto leale, sai?- intervenne una voce misteriosa.


Sentendola attentamente, i due bambini si guardarono intorno per capire da dove provenisse la voce, e voltando lo sguardo su una collinetta nei paraggi, videro seduto su di essa un uomo coperto da capo a piedi da una cappa color verde scuro, il quale li osservava incuriosito.

-Sei per caso tu “l’Eremita delle Highlands”?- domandò Andross.

-In carne e ossa, bimbo- rispose l’interpellato –A cosa devo l’onore di questa visita nel mio territorio? Cosa volete da me?-

-Vede, signor Eremita, il fatto è che mio fratello è venuto fin qui per poterla sfidare e diventarmi il più forte dell’isola- spiegò Alex.


-Sfidarmi? Ya ah ah ah ah ah… questa è proprio bella. Ne ho sentite di storielle divertenti, ma questa le batte tutte-


-Prendila pure a ridere, eremita da due soldi, ma sappi che io non sono mai stato più serio in vita mia- replicò Andross, evidentemente offeso e disturbato dalle risate dell’uomo.


-Certo, certo… in ogni caso, non penso accetterò, dato che uno come me non perde tempo prezioso con dei bimbetti come voi-


-Quindi non lotterà con mio fratello?-


-Esatto, anche perché se lo colpissi troppo forte, potrei fargli così male che gli aprirei la testa in due… o forse anche in quattro-


-Sarà, ma io vorrei comunque correre questo rischio, se a te ovviamente non dispiace…-


Sentendo quelle parole, l’eremita si alzò in piedi e si tolse la cappa di dosso, rivelando un giovane uomo dai capelli rossi, i profondi occhi verdi e un abbigliamento costituito da un kilt, una camicia blu, una kefiah bianconera al collo e dei comuni sandali. Lo sguardo che aveva era una via di mezzo tra il sicuro di sé e il curioso, e anche se sinceramente parlando non se la sentiva così tanto di alzare le mani su qualcuno più giovane di lui, forse era meglio se per il momento assecondava il desiderio del ragazzo, giusto per vedere che cosa sarebbe successo. Infatti, come fece cenno ad Andross di venire avanti per fare la prima mossa, il ragazzino non ci pensò due volte a correre spedito verso di lui, pronto a saltargli addosso… anche se poi quel tentativo andò a vuoto quando l’eremita stesso lo prese e lo fece rotolare giù dalla collinetta, prendendo in pieno anche il povero Alex, intento a fare da spettatore.

-Ohi, ohi, ohi, che botta- si lamentò il fratello minore.

-Non dirlo a me, mi gira la testa- aggiunse il maggiore, vedendo letteralmente le stelle girare intorno a lui.

-E questo era solo l’inizio- lo canzonò il rosso –Se vuoi battermi dovrai pensare a molto più che semplici assalti a testa bassa-


Subito dopo essersi ripreso, Andross tentò un’altra volta di attaccare l’uomo, ma questi si limitò semplicemente a ripetere la stessa tattica di prima. Ciò fece adirare molto il ragazzino, e convinto anche Alex, si lanciò insieme a lui una terza volta, ma con gran sorpresa, il rosso li prese entrambi e li mise K.O. facendogli cozzare le teste tra di loro. O meglio, solo Alex finì subito K.O., mentre Andross non volle ancora cedere e continuò con la sua tattica nella speranza di poter far stancare l’avversario, e in effetti l’eremita, stanco di tutto ciò, lo afferrò per una gamba e lo atterrò quasi malamente per terra, per poi fulminarlo con uno sguardo dall’aria parecchio intimidatoria, ma così tanto che Andross si era ritrovato con le lacrime agli occhi e i pantaloni “bagnati” dalla paura

-E quindi…? Tutto qui quello che sai fare?- disse l’uomo.

-E-ecco, io…- provò a rispondere il ragazzo, ancora scosso.


-Dimmi la verità, non ti sei mai impegnato in uno scontro serio come questo, non è vero?-


-Se le piccole risse che faccio con quel debole di mio fratello si considerano scontri seri… penso proprio di no, signore-


-Umpf, lo immaginavo… sai, non è la prima volta che mi capita di incontrare dei tipi come te?-


-“Tipi come me”? In che senso?-


-Nel senso di gente che arriva da me fiduciosa della propria forza e pronta a sfidarmi, ma che alla fine non si dimostrano così forti-


-Strano, io pensavo che essere forti significasse tanto… vuoi forse che mi stavo sbagliando?-


-Non del tutto, piccolo… vedi, ciò che conta per diventare forti come me non è mostrarsi superiori e pretendere di essere imbattibili, ma saper dimostrare di essere umili sia a sé stessi che agli altri. E poi, ad essere sincero, quando mi hai attaccato insieme a tuo fratello non mi è sembrato così “debole”… certo, sicuramente avrà ancora molto da imparare sul piano fisico, ma in quanto a determinazione sembrava molto fiducioso nel poterti aiutare a battermi, anche se alla fine non è stato così, Ya ah ah ah ah-


Ascoltando il discorso del rosso fino alla fine, Andros si sentì strano, come se ciò che avesse fatto fino ad ora fosse stato sbagliato, se non incredibilmente sbagliato, sia nei confronti del fratello che considerava una palla al piede che nei confronti dei genitori e dei vari abitanti dell’isola che lo vedevano sempre come una testa calda e un bambino arrogante e fin troppo spaccone per la sua età. Però come non compatirlo, quel povero bambino, che fin da piccolo era convinto in un ideale di forza che non guardava in faccia nessuno?

-Sai… credo di doverti delle scuse- disse con tono dispiaciuto, per poi voltare lo sguardo verso il fratellino ancora svenuto –Forse avrei dovuto rifletterci bene prima di venire a sfidarti così stupidamente-

-Non preoccuparti… tutti noi facciamo errori, è nella natura umana-


-Ma è da fin da quando è nato che considero male Alex, sia per il fatto che a volte fa stupidate e altre volte si comporta come un bambino piagnucoloso… e se un giorno arrivasse ad odiarmi?-


-Naaah, non mi sembra il tipo che serba rancore. Non se l’è neanche presa quando gli sei venuto addosso, Ya ah ah… ma se in ogni caso vuoi metterti il cuore in pace, prova a parlare con lui una volta tornati a casa… magari potreste conoscere cose di voi che neanche immaginavate da sapere-

-Uhm.. pensandoci bene potrebbe essere una cosa interessante… e magari potrei anche iniziare a vedere il suo impegno negli allenamenti sotto una luce un po’ più positiva… dici che farò bene?-

-Se fai delle premesse simili, di sicuro otterrai buoni risultati-


-Capisco… beh, è stato un piacere parlare con te, ma ora è meglio se torno a casa… è quasi ora di pranzo e non vorrei far attendere troppo i miei genitori, altrimenti si preoccuperanno- concluse il ragazzo, prendendo Alex in spalla


-Vai pure, ragazzo, e spera che sia tutto squisito, mi raccomando-


-Mia madre cucina sempre cose buone, eh eh eh. Ci vediamo!-


E una volta congedatosi dall’eremita, Andross ritornò a casa, e dopo un bagno rilassante, un pranzo sostanzioso e un dettagliato racconto ai genitori su ciò che era successo, il ragazzo passò il resto del pomeriggio in maniera abbastanza serena, cominciando anche a dedicare le sue attenzioni al fratellino, che nonostante l’iniziale sorpresa, fu davvero felice nel vedere il fratellone comportarsi in modo così gentile.

-Cavoli… non pensavo di doverlo dire, ma…-

-“Ma”?-


-Ci crederesti se ti dicessi che nonostante tutto, per me sei il fratellone più bravo del mondo?-


-Eh? Non… non credo di aver capito bene-


-Ma sì, tutta questa gentilezza, il tuo prenderti cura di me dopo tanto tempo passato solo ad urlarmi dietro… adoro quando fai così-


-Sul serio? Cioè, non mi odi neanche un po’ per quelle cose che ho sempre detto su di te?-


-No, perché ripensandoci, in parte avevi ragione a dire che se non mi impegno sul serio potresti lasciarmi indietro-


-Alex…-


-In ogni caso, sappi che non ho intenzione di cedere, e sono sicuro che in giorno riuscirò ad avvicinarmi, almeno in parte, al tuo livello-


-Come proposito è bello ma… hai già qualche idea su come fare?-

-Certo che sì, e penso di aver già pensato a chi potrebbe allenarci-

-Davvero? E chi?-


-Non è ovvio? Chiederemo aiuto al signor Eremita, Nya ah ah ah-


Fine Cap.28

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Capitolo 29
*** Il nuovo maestro e l'inizio della gavetta ***


Cap.29:
Il nuovo maestro e l’inizio della gavetta

Due giorni dopo l’incontro con quei due curiosi fratellini, l’Eremita, seduto sopra la sua solita collinetta ad ammirare il paesaggio, rifletteva su quanto era accaduto in quell’incontro, ripensando alle parole dette ad Andross e soppesando l’opportunità che forse non sarebbero bastate a fargli cambiare idea sul come essere forti. Infatti, neanche il tempo di finire il suo abituale tè del mattino che vide i due bambini avvicinarsi a lui salutandolo cordialmente.

-Buon giorno, signor eremita, come sta?- disse Alex, mostrando un sorriso allegro stampato in volto –Siamo venuti a trovarla-

-Spero non ti dispiaccia un po’ di compagnia- aggiunse Andross, sedendosi vicino a lui col fratello e porgendogli una mela –Tieni, è un piccolo dono da parte di nostra madre-


-Oh… grazie- rispose semplicemente l’uomo, sorpreso da così tanta gentilezza nei suoi confronti –Devo forse dedurre che abbiate parlato molto bene di me ai vostri genitori?-


-Sì, ma anche perché pensavamo che con questo dono potevamo convincerla a diventare nostro maestro… Ops!-


-Io… vostro maestro?-


-Bel lavoro, fratellino, ora hai rovinato tutto-


-Scusami, ma è stato più forte di me-


-Adesso quanto scommetti che non accetterà?-


-Ehi, non abbiamo alcuna garanzia che rifiuti-


-Ma neanche che accetti-


-Cos’è, vuoi litigare?-


-Se proprio vuoi…-


-Calma, calma…- li richiamò all’ordine il rosso, separandoli prima che potessero iniziare a darsele –Cos’e questa storia?-


-Vede, signor eremita…- iniziò il fratello minore –Il fatto è che io e mio fratello vorremmo che lei ci insegnasse quello che sa sull’arte del combattimento e su come diventare forti-


-Veramente è stata un’idea di Alex…- prosegui Andross -Però il punto è che uno forte come te non dovrebbe avere problemi ad allenarci per un po’ di tempo, non è vero?-


-I vostri genitori sono al corrente di questa cosa?-


-Sì- risposero all’unisono i due.


-E sono anche al corrente che uno come me non è adatto ad allevare due pulcini come voi? Voglio dire, sono un eremita ed un tempo ero anche un pirata… ho una certa reputazione da difendere-


-Di che si preoccupa, signor eremita? Noi vogliamo solo che ci faccia da maestro, non abbiamo mai parlato di convivere con lei-


-Ma chi ti dice che potreste chiedermi anche questo?-


-La prego, non abbiamo altre persone alle quali rivolgerci-


-Nemmeno vostro padre?-


-Lui è un pittore, e a parte le basi non ci ha insegnato molto-


-Ah, capisco… comunque non sono ancora convinto di accettare, anche se forse possiamo trovare un accordo-


-Accordo? Che genere di accordo?- domandò Alex.


-Aspetta e vedrai... per il momento, limitati a dirmi dove abitate, ho bisogno di disquisire un po’ con i vostri cari…-


-Non vorrai mica ucciderli, mi auguro- disse Andross.


-Affatto, devo solo chiedere loro un paio di cose-


-Questo vuol dire che ci farai da maestro?-


-Se i vostri genitori accetteranno le mie condizioni, credo di sì-


***

-Gnam, gnam… ed è per questo motivo che ho intenzione di prendermi cura dei vostri adorabili figli per un po’- disse il rosso, finendo di mangiare con gusto il cosciotto che aveva in mano.

-Capisco…- rispose il padre dei due fratelli, leggermente spiazzato nel vedere quanto fosse affamato l’eremita, che in quel momento aveva lasciato perdere il pollo per concentrarsi sul bere un’intera scodella di stufato di pecora –E quindi, signor…-


-Duncan Loneheart, ma tutti mi chiamano “L’Eremita”, e lei?-


-Edward McWilde-


-Ah, gran bel cognome… da vero abitante di Scottish Yard-


-Sì, me lo dicono in molti. Tornando però alla sua proposta…-


-Mi dica-


-Per quanto tempo ha deciso di occuparsi di loro?-


-Uhm… a occhio e croce… penso che tre anni possano bastare-


Sentendo quell’affermazione, la consorte di Edward, che in quel momento aveva appena finito di preparare una torta di mele dall’aria piuttosto invitante, in un primo momento si era come paralizzata, segno che era rimasta senza parole, ma una volta ripresasi, appoggiò il dolce sulla tavola, prese un bel respiro e…

-Tre anni!?!- esclamò –Starà scherzando, spero… non possono stare lontani da casa per così tanto!- aggiunse, ancora sorpresa.

-In effetti, mia dolce Diana…- concordò il marito –Forse tre anni sono un po’ troppi per loro, considerando che a lungo andare potrebbero avere nostalgia di casa…-


-Uh?- sentenziò l’eremita, un po’ confuso -Ma a dire il vero non ho mai detto che li avrei portati a vivere insieme a me-


-Ah, no?- domandarono all’unisono i due genitori


-No, cara la mia coppietta felice. La mia idea era sì quella di allenare i pupilli, ma a patto che voi mi concediate di vivere qui, se una bocca in più da sfamare non vi è di disturbo, Ya ah ah ah-


-Ecco… ci sarebbe una camera per gli ospiti, ma non so se…-


-Non preoccuparti, Ed, per me andrà benissimo. Ah, niente in contrario se ti chiamo “Ed”, vero?-


-No, no, si figuri. Di solito anche i miei amici mi chiamano così-


-Fiuuuu... per un momento ho temuto che mamma non accettasse le condizioni del signor eremita…- tirò un sospiro Alex.


-Già, posso essere d’accordo con te, fratellino- annuì Andross.


-Non adagiatevi già su gli allori, voi due- li interruppe l’uomo, che intanto stava incominciando a mangiare una fetta di torta che Diana gli aveva gentilmente servito su un piattino –Appena avremo finito di mangiare, cominceremo gli allenamenti da oggi stesso-


-Eh? Ma come, non facciamo neanche una pausa per il pisolino?-


-Spiacente, piccoletto, me se vorrai riposarti potrai farlo una volta che avremo finito tutto, hai la mia parola-


***

-Uhm… a quanto pare avevate ragione- disse Duncan, contemplando i due bambini già esausti –Conoscete i fondamentali, ma in fatto di tecnica siete ancora un po’ acerbi-

-Ohi, ohi, ohi… quante ne ho prese…- si lamentò il ragazzino, ancora accasciato a terra dolorante.


-E siamo appena all’inizio, pensa…- aggiunse suo fratello maggiore.


-Via, via, che sarà mai qualche pugno amichevole?-


-E ha il coraggio di chiamarlo “amichevole”? Per poco non ci rompevi le ossa, manco fossimo delle prede da cacciare!-


-Sul serio? Cavoli, e dire che mi ero pure trattenuto… comunque, spero che questi “preliminari”, se così possiamo chiamarli, vi abbiano dato una mezza idea di ciò che vi aspetta fuori da qui-


-Uh? Vuole forse dire che ci sono altri pirati forti come lei?-


-Ovvio, mio caro Alex… e ti assicuro che in 32 anni di vita ne ho visti e combattuti di tipi tosti… inoltre, ho visto cose che voi piccoletti non potete neanche lontanamente immaginare… mostri marini alti quanto una montagna, tempeste così potenti che ti spazzavano via persino i capelli dal cranio, isole di una meraviglia quasi onirica… potrei andare avanti all’infinito, ma dubito mi bastino tre anni per raccontarvi tutta una vita vissuta nella Grand Line…-


-Woooow… allora hai vissuto proprio una vita piena, non è vero?-


-Sì, Andross… direi proprio di sì. Comunque, tornando a parlare del vostro allenamento, spero non mi odierete nel dire che il mio primo giudizio su di voi è fortemente negativo. Ma non preoccupatevi, ho già in mente qualcosa che potrebbe esservi molto utile-


-E sarebbe?- domandarono insieme i due fratelli.


L’eremita non rispose, ma si limitò solamente a portare una mano sulla sacca che si era portato dietro e tirarvi fuori una piccola pergamena, che una volta srotolata si rivelò essere una lunga lista piena di incarichi ed esercizi da svolgere, cosa davanti alla quale entrambi i fratelli impallidirono vistosamente.

-Cos’è, uno scherzo?-

-Affatto, piccolo Andross… questa pergamena racchiude la prima parte del vostro allenamento. Come potete notare, gli esercizi riportati sono tutti incentrati sull’allenamento fisico, e infatti voglio che per i primi tre mesi lavoriate su questo frangente-


-Miseriaccia, sono così tanti… pensi che ce la faremo, fratellone?-


-Non ti preoccupare, se ci metteremo di impegno, sono sicuro che diventeremo molto più forti. E poi, nel caso ti serva aiuto, ricordati che puoi contare anche su di me, va bene?-


-Certo, sennò che fratello maggiore saresti se non aiutassi il minore in caso di bisogno? Nya ah ah ah ah-


E nei giorni seguenti, i due fratelli si impegnarono con tutta la loro buona volontà negli allenamenti, e incredibile ma vero, alla fine dei tre mesi soprattutto Alex sembrava essere parecchio migliorato dall’ultima volta, al punto che sia lui che il fratello parevano aver raggiunto lo stesso livello di abilità. Tuttavia, quello era solo l’inizio, e l’eremita aveva ancora molto da insegnare ai suoi due allievi.

Fine Cap.29

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Capitolo 30
*** Per divenire più forti ***


Cap.30:
Per divenire più forti

-Allora, siete pronti per la prossima fase?- domandò l’eremita.

-Più o meno…- disse Alex, con la faccia piena di punture –Non mi sono ancora ripreso dall’esperienza con le api-


-E io da quella con le capre- aggiunse Andross massaggiandosi il sederino ancora dolorante.


-Oh, ma andiamo… che volete che siano delle cose semplici come mungere una capretta o fregare un po’ di miele alle api? Certo, sono state imprese dolorose, ma almeno sono sicuro che avete sicuramente imparato qualcosa da ciò, dico bene?-


-In effetti… io ho imparato ad essere più agile, anche se poi quelle dannate a strisce mi hanno punto comunque-


-Ed io a farmi più furbo e cauto in caso di situazioni simili-


-In più, volete forse farmi credere che esercizi più “normali” come i dieci giri intorno al lago o gli addominali in equilibrio sui rami degli alberi non vi hanno fatto bene?-


-Ma no, certo che no, signor maestro-


-Solo che dovevi considerare quanto era largo il lago… voglio dire, a momenti a correre troppo vicini sui bordi ci cascavamo dentro-


-Se non altro ho avuto i miei motivi per sceglierlo, ovvero quello non solo di farvi aumentare la resistenza fisica, ma anche a farvi sviluppare un buon senso dell’equilibrio, e visto che siamo in tema, la parte di allenamento dei prossimi mesi sarà incentrata sulle strategie nei vari tipi di combattimento-


-In poche parole, ci stai dicendo che dovremo anche studiare?-


-Il tanto che basta per stare sempre un passo avanti al nemico-


-Posso chiederle una cosa, maestro eremita?-


-Dimmi, Alex-


-Vede, io non sono uno a cui piace tanto leggere come mio fratello, e di solito se mi fermo troppo a pensare mi fa male la testa…-


-Non preoccuparti, avevo già intuito che tu sei un bimbetto che apprende più col corpo che con la mente, perciò se a te sta bene puoi anche ripetere gli esercizi di tre mesi fa-


-Ok, ma prima vorrei chiederle un’altra cosa-


-Cioè?-


-Se riesco a migliorare ancora, in cambio mi darà quella sciarpa che porta sempre al collo? Mi piace tantissimo-


-Oh, intendi la mia kefiah?-


-Sì, proprio quella-


-Se proprio ci tieni, sarà tua, ma SOLO se concluderete il periodo di allenamento con il sottoscritto. D’accordo?-


-Certo-


Passarono così gli ultimi mesi di quel primo anno di allenamenti, e guidati sempre sotto l’occhio attento dell’eremita Loneheart, i due fratelli miglioravano a vista d’occhio, ma tuttavia non sembravano ancora soddisfatti dei risultati, cosa che li spinse, la notte prima dell’inizio del secondo anno di pratica, a consultarsi tra loro.

-E un anno è già passato…- notò Andross, fissando con fare pensieroso il soffitto della camera da letto.

-Già…- aggiunse Alex –Non male come inizio, vero? Sento che se continueremo per questa linea diventeremo imbattibili-


-Probabile… però non sappiamo se una volta che faremo il nostro viaggio saremo all’altezza dei nemici che affronteremo-


-Mai dire mai, fratellone. Sono certo che alla fine di tutto questo saremo dei ragazzi nuovi e dei pirati fantastici-


-Se è per questo sono d’accordo anch’io. Chissà cosa ci aspetta in questo secondo anno, sono proprio curioso. Tu non lo sei?-


-Zzzz…-


“Incredibile, si è già addormentato… Eh eh eh, sei proprio degno di essere mio fratello minore… sei imprevedibile”


***

-Dunque, miei giovani allievi, a partire da oggi e per tutto l’anno dovrete semplicemente ripassare tutto ciò che avete imparato l’anno scorso e migliorare i punti dove siete ancora carenti. Certo, apparentemente è una cavolata, ma dato che questa cosa varrà anche per l’anno prossimo, vorrei che vi impegnaste in modo da essere pronti per il mio personalissimo esame di valutazione-

-Esame? Non dovremo mica studiare?- intervenne Alex.


-Ma no, non credo. Vorrà solo metterci alla prova in qualche modo per controllare se abbiamo fatto progressi- ipotizzò Andross.


-Indovinato. Prima però di lasciarvi a questo “ripasso”, voglio ricordarvi che per diventare forti non vi basterà la sola forza bruta, ma dovrete anche sapere come usarla al meglio a seconda delle occasioni che vi si presenteranno davanti. Tutto chiaro?-


-Cristallino, maestro eremita- risposero all’unisono i due.


-Perfetto, allora via con il secondo anno!-


Annunciato questo, i due ragazzi cominciarono ad allenarsi, con la sola differenza che ora il numero degli esercizi era raddoppiato, e di conseguenza anche se li svolgevano in tempi minori, la stanchezza si faceva comunque sentire a fine giornata, spingendoli ad andare a letto molto presto e a fare ogni volta una colazione molto sostanziosa per recuperare le energie perse.

-Cavoli, certo che ne hanno di appetito- notò Edward.

-Che vuoi farci, caro- aggiunse Diana –Si vede che a furia di allenarsi così tanto stanno sviluppando un metabolismo incredibile-


-Oltre che parecchia resistenza- intervenne Duncan, osservando i due rifocillarsi con gusto –Allenarsi con me non significa solo imparare a menare le mani, ma anche a irrobustirsi sia di corpo che di spirito. In più, se hanno assunto questo ritmo vuole dire che sono davvero determinati ad andare fino in fondo-


Infatti, mese dopo mese sia Alex che Andross avevano raggiunto risultati a dir poco incredibili. Entrambi erano diventati agili e sciolti nei movimenti al punto di alternare sia corsa che acrobazie, così come erano divenuti così forti da rompere la pietra a mani nude. Inutile dire che sia il secondo che il terzo anno, grazie ai loro ritmi, erano passati quasi come se niente fosse. Ora però, ai due fratelli toccava la sfida più difficile di tutte: la prova dell’Eremita.

-Beh, ragazzi… sinceramente non so che dirvi…- esordì lui, passandosi una mano tra i capelli –Vi ho insegnato tutto ciò che mi è stato possibile insegnarvi, e di conseguenza questo sarà il nostro ultimo giorno come maestro e allievi- proseguì -In questi tre anni siete cresciuti, avete imparato un sacco di cose nuove, non vi siete mai tirati indietro. Ora, per fare in modo che questi tre anni non siano stati sprecati, voglio che mi sfidiate un‘ultima volta-

-Sfidarla?- esclamò uno sbigottito Alex –Non dirà sul serio-

-Meglio non contraddirlo, fratellino- lo riprese Andross, notando sul volto del Loneheart uno sguardo molto serio –Ho paura che voglia davvero combattere con noi- aggiunse, preparandosi alla lotta.


-Dici? Ma anche se accettassimo potrebbe finire come l’altra volta-


-Devo ricordarti che a quel tempo eravamo dei pivelli? Ora abbiamo più esperienza e siamo molto più forti. Vedrai che se tutto andrà secondo i miei piani, forse avremo qualche possibilità di vittoria-


-E se invece improvvisassimo?-


Purtroppo, il discorso dovette chiudersi prematuramente, dato che l’eremita, spiccando un lungo balzo in alto (ed eventualmente facendo attenzione che nessuno nei paraggi guardasse sotto il kilt) era arrivato già davanti a loro, pronto a colpire uno dei due con il suo pugno chiuso… o al meno era quello che voleva far credere, dato che quel pugno aveva invece colpito il terreno sotto di lui, provocando una crepa che si espanse fino a farlo esplodere in tanti piccoli pezzi aprendo un grosso cratere, nel mentre l’urto generatosi sbalzava via i due.

-Oh… mio… Dio…- disse un Andross quasi pietrificato da ciò che aveva appena visto –Mai vista una cosa del genere-

-Sono d’accordo…- aggiunse Alex, notando il cratere lasciato dal pugno dell’Eremita –Nemmeno impegnandoci a fondo potremmo emulare una roba come quella-


-Parole sante, mio giovane allievo- ribatté l’interessato, pulendosi dalla polvere che si era posata su di lui –Anche perché io possiedo un potere unico nel suo genere…-


-E da cosa deriverebbe quel potere?- domandò Andross.

-Semplicemente da un Frutto del Diavolo che mangiai tempo fa durante uno dei miei viaggi, il Kura Kura-

-Gura Gura? Vuol dire che sei una sorta di vibrazione vivente?-


-Errato, piccolo Alex…- si limitò a rispondere Duncan, raccogliendo un sasso da terra, comprimendolo poi nelle mani e infine polverizzandolo del tutto –Il mio potere consiste nel rompere i legami chimici di qualsiasi materiale con cui entro in contatto, causandone così la disintegrazione totale indipendentemente dalla durezza e dalla resistenza di quello stesso materiale-


-In poche parole, siamo nei guai, non è vero?-


-Esatto, Andross. Ma adesso basta con le chiacchiere, si comincia!-

Detto questo, l’Eremita ripartì alla carica contro i due fratelli, i quali non sapendo come comportarsi con un avversario così pericoloso, impiegarono sulla difensiva riparandosi dietro un masso, che sfortunatamente si frantumò una volta colpito dal pugno del rosso. Volendo fare un tentativo, Alex caricò una testata contro di lui, ottenendo solo l’essere preso di peso e poi sbattuto a terra. Andross invece, approfittando della distrazione da parte del fratello, prese la rincorsa e poi saltò verso il rosso cercando di colpirlo con un calcio a gambe unite diretto all’addome. Vedendolo arrivare, Duncan non si scompose, ma lo evitò agilmente spostandosi di lato e lo afferrò per le gambe, usandolo infine come “martello” per colpire Alex, che in quel momento si stava rialzando.

-Proprio come pensavo… passano gli anni, passano i mesi, ma voi due restate sempre i soliti, anche se devo dire che con la vostra piccola strategia avete già fatto un miglioramento-

Prendendo quell’osservazione come una provocazione, i due non risposero, ma dopo essersi scambiati un piccolo sguardo di intesa, si strinsero brevemente la mano e poi tornarono alla carica con un assalto in doppio, anche se questo venne fermato un istante dopo dallo stesso eremita, che non mancò di colpirli all’addome con i suoi “pugni distruttori”, i quali sebbene non ebbero l’effetto di lasciargli un buco in corpo (come aveva immaginato Alex), si rivelarono tremendamente potenti, al punto che entrambi ebbero come la sensazione che le loro ossa andassero in frantumi.

-AAAAAH!- urlarono insieme, atterrando malamente al suolo.

-Niente male come mossa, eh?- disse il rosso con tono fiero.


-Porcaccia di una… per poco non svenivo- imprecò Andross.


-Fratellone, temo di stare per andare incontro ad una… come si chiama… “commissione cereale”?- aggiunse Alex, mentre i suoi occhi giravano da una parte all’altra delle orbite


-Vorrai dire “commozione cerebrale”-


-Sì, proprio quella…-


-Meglio se te la tieni, per il momento, perché se non troviamo una via d’uscita alla svelta, questo ci massacra-


-Ma è troppo forte per noi, non lo batteremo mai!-


-E allora? Cosa importa se ci riusciremo o no? L’importante, almeno per noi, è continuare a tentare fino alla fine-


Impressionato da quelle parole, Alex sembrò ritrovare la motivazione, e una volta rialzatosi insieme al fratello, si scagliò nuovamente contro l’Eremita, anche se invano. Infatti, per il resto della lotta, non importava quante volte i due McWilde si rialzassero, il loro maestro riusciva sempre e comunque a colpirli, atterrarli e abbatterli, senza che i due riuscissero a portare a segno un solo attacco. Ad un certo punto però, il rosso notò che quei due non si erano ancora arresi, e se pur malconci per le botte subìte, erano ancora in piedi. Di fronte a quella cieca determinazione, Duncan sorrise, e dopo essersi avvicinato ai ragazzi, aprì le braccia davanti a loro e, con gran sorpresa, li abbracciò.

-Uh?-

-Ma cosa…?-


-Devo farvi i miei complimenti, ragazzi… avete superato la prova. Per tutta la durata di questo combattimento vi siete dimostrati degni di essere miei allievi, capendo la più importante delle lezioni: il vero segreto per diventare forti non sta tanto nel far mostra di quante abilità si ha appreso, ma quanto nel confidare in esse e nella costanza di non arrendersi mai-


-In poche parole… abbiamo vinto?-


-Esatto… non tanto nel senso fisico del termine, ma avete vinto-


***

-Perciò, ora hai intenzione di partire?- domandò Andross.

-Sì, diciamo che grazie a voi mi è ritornata la voglia di riprendere a fare il pirata ancora per un po’- rispose il rosso, per poi togliersi la kefiah e porgerla ad Alex –Tieni… ora la mia kefiah fortunata è tua. È un regalo molto importante, perciò abbine cura-


-Lo farò senz’altro, signor eremita, promesso- disse il ragazzetto, stringendo a sé il capo d’abbigliamento.


-Perfetto, allora direi che posso andare. Ci vediamo ragazzi, statemi bene e ricordatevi ciò che vi ho insegnato, mi raccomando-


-E una volta che l’Eremita partì per mare, io e Alex passammo gli ultimi anni sulla nostra isola ad allenarci…-

-Ma non prima di aver mangiato i Frutti del Diavolo che il maestro ci aveva lasciato come dono davanti casa nostra-

-Wow… che bella storia…- commentò Anis.

-Concordo, molto bella- aggiunse Bobo.

-A me ha commosso molto…- disse Kym con le lacrime agli occhi.

-Però, avete trascorso un’infanzia incredibile- proferì infine Marty.

-Perché ne avevi forse qualche dubbio? Nya ah ah ah ah-

Fine Cap. 30

Nota: Letteralmente, il nome del Frutto del Diavolo mangiato dall’Eremita nasce dalla pronuncia giapponese della parola onomatopeica “Crash”, e dato il fatto che “Kura” e “Gura” suonano quasi uguali (foneticamente parlando) è quasi naturale che Alex mal interpreti il nome del Frutto, scambiandolo per quello di Barbabianca, i cui poteri sono molto differenti.

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Capitolo 31
*** Ritratti e confidenze ***


Cap.31:
Ritratti e confidenze

Nel mentre si incamminava con i suoi vice per le strade di quella città ormai desolata e devastata, Arslan non sembrava affatto inquieto o spaventato. Durante i suoi anni di navigazione e di ricerca di tesori ne aveva visti di edifici distrutti e cose simili, perciò era naturale che si muovesse in quelle zone con così tanta disinvoltura, così come facevano a loro volta Fuu e Rai, mantenendo comunque la guardia alta in caso di eventuali attacchi nemici. Certo, la zona era deserta, ma ciò non voleva dire che non ci fosse qualcuno nei paraggi. Infatti, quel qualcuno non tardo a farsi avanti, lanciando un attacco a sorpresa verso i tre pirati, rappresentato da una scia di fiamme. Scansatisi in tempo, Arslan e i suoi compari si ritrovarono davanti ad una ragazza, dai ritti capelli arancioni e striati di rosso, gli occhi castano rossiccio e dall’aspetto molto battagliero, evidenziato anche da ciò che indossava: un paio di anfibi, dei comuni pantaloni in pelle rossa, un giubbotto in pelle nera aperto sul davanti, con il quale metteva in mostra il seno fasciato, e un paio di piercing in viso, uno sul sopracciglio destro e uno sotto il labbro inferiore. Tutto questo, unito anche alla nodachi che portava con sé, contribuiva a darle un aspetto da vera dura.

-Oh, ma cosa vedo… tu con quella benda dovresti essere l’ennesimo stronzetto che è venuto a fottermi la spada, dico bene?- esordì lei, facendo mostra di una parlata non molto educata.

-In persona- rispose il pirata, brandendo l’arma mentre si metteva nella sua solita posa Kabuki –Arslan dalla Grande Ancora, codesto è il mio nome di battaglia, e sono giunto fin qui per sfidarti e ricevere come premio la tua Spada del Peccato-

-Perciò se ce la consegnerai senza fiatare…- continuò Fuu.

-Ti risparmieremo un’umiliante sconfitta- concluse Rai.

-Ah, ma davvero? Io ho come l’impressione che sarete voi tre quelli che andranno incontro ad una sconfitta certa- ribatté la dura, sguainando la sua lunga spada, riposta in un fodero rosso decorato da delle fiamme e con la guardia anch’essa forma di fiamma.

-Ok, ragazzi, teniamoci pronti. Ora assisteremo alla forza di una autentica Spada del Peccato. Mi raccomando, niente errori-

-Da che pulpito… non è vero, Rai?-

-Già, hai proprio ragione, Fuu-

***

-Oh, non è giusto!- si lamentò Alex –Un solo giorno… è passato solo un dannato giorno e il vento ancora non arriva!-

-Rilassati, Alex- gli mise una mano sulla spalla Andross –Forse è il caso che aspettiamo ancora un po’, non si sa mai-

-Ma io mi annoio a stare fermo, e se non faccio qualcosa subito finisce che mi annoierò ancora di più-

-Allora perché non provi a disegnare qualcosa? Magari ti passa-

-Sì, ottima idea, anche se non ho molte idee al momento…-

-Mai pensato a dei ritratti?-

Nel sentire quella proposta uscire dalla bocca del fratello, sentì come se nella sua mente fosse scattato qualcosa, e dopo aver fatto la classica faccia da “non ci avevo pensato”, con tanto di pugno che batte sul palmo aperto e rivolto verso l’alto, cominciò a guardarsi intorno per cercare un soggetto da ritrarre. Un primo pensiero andò subito al fratello maggiore, ma lasciò subito perdere dato che senza volerlo l’avrebbe reso più bello di come apparisse normalmente; poi pensò a Bobo, ma scartò anche quest’idea dati i tratti somatici un po’ troppo rudi e spigolosi del carpentiere; scartò anche l’idea di poter ritrarre Kym o Marty, essendo due ragazze che, come lui, erano più portate al muoversi in battaglia che allo stare immobili. Alla fine, non sapendo più che pesci pigliare, decise di provare a chiedere ad Anis, nel frattempo intenta a osservare il cielo sereno. Deciso questo, il ragazzo, anche se timidamente, si avvicinò a lei.

-Ehm… ciao, Anis- esordì, salutandola.

-Oh, ciao, Alex- rispose lei, accogliendolo con sorriso –Oggi è proprio una bella giornata, non trovi?-

-G-già, anche se con un po’ di vento sarebbe perfetta-

-A me non piace molto il vento, specie se è tempestoso…-

-Neanche a me, però alcune volte è piacevole-

-Piacevole come i tuoi occhi, dici?-

-Come?-

-No, nulla… non farci caso-

-Comunque, mi stavo chiedendo…-

-Sì?-

-Ti piacerebbe se ti facessi un ritratto?-

-Un ritratto… per me?-

-Sì… sai, è un peccato non ritrarre una così carina come te, e poi, pensavo fosse l’idea migliore per ringraziarti di tutto il tempo che trascorri insieme a me… inoltre, se non faccio qualcosa finirò per annoiarmi a morte, e tu non vuoi che mi succeda, vero?-

-Ma certo che no-

-Quindi, accetti la mia proposta?-

-Ovvio che sì, anche perché non ti ho mai visto all’opera e volevo vedere che cosa riuscivi a fare nel campo del disegno-

-Allora vieni con me e non rimarrai delusa-

Poco dopo, i due si ritrovarono in camera di Alex, che come la ragazza poté notare, sembrò essere molto ordinata, con tanto di armadio, letto e materiale per il disegno sistemati con cura. Sopra il comodino vicino al letto vide anche che c’era due foto, una che ritraeva lui e Andross da bambini in compagnia di un uomo col kilt, sicuramente il loro vecchio maestro, e l’altra dove i due, cresciuti, erano insieme ai loro genitori e sorridevano felici. Nel vederle, Anis si sentì come angosciata, domandandosi se anche lei, da piccola, aveva avuto dei genitori amorevoli come quelli del suo capitano…

-Ehi, An… va tutto bene?- le domandò il ragazzo, riportandola in sé.

-Uh? Oh, sì, sì, non preoccuparti… ero un po’ sovrappensiero…-

-Capisco… allora, se sei pronta, possiamo cominciare?-

-Certo, dimmi cosa devo fare-

-Semplice, devi solo sederti vicino alla finestra e stare ferma, mentre nel frattempo io provvederò a fare del mio meglio per ritrarti come si deve e non fare errori. Tutto chiaro?-

-Certo, mi sembra una cosa facile da fare-

-Ok... solo il tempo di preparare il necessario e poi comincio-

E infatti, dopo alcuni minuti di preparativi, il giovane McWilde poté dedicare il suo tempo a disegnare Anis su uno dei tanti fogli che aveva nel blocco da disegno che teneva con la sinistra, mentre con la destra tracciava deciso le linee del volto con la matita. E mentre lui si concentrava al massimo per fare bene il ritratto, la ragazza ricominciò ad immergersi nei suoi pensieri, provando a rievocare anche lei qualche momento piacevole della sua infanzia, tuttavia senza alcun risultato… ancora una volta, i suoi ricordi erano confusi e apparentemente slegati tra loro, e come punto fisso c’era sempre e solo lui: Aster Fatum della Ciurma del Destino, colui che un tempo la adorava e ora invece voleva catturarla per i suoi oscuri scopi…

-Anis? Terra chiama Anis! Ehi, ci sei?- intervenne il ragazzo, riportando nuovamente la bionda alla realtà.

-Uh? Eh? Cosa?- scosse la testa lei, confusa –Che è successo?-

-Nulla, è solo che mi sembravi fin troppo rilassata e credevo avessi imparato a dormire con gli occhi aperti, eh eh eh- continuò lui, rimanendo comunque concentrato sul ritratto -A parte gli scherzi, è da un po’ che ti vedo parecchio distratta. Qualcosa non va?-

-No, no, tranquillo, è solo che… non so, non passa giorno che continui a ripensare ad Aster e ai suoi strani discorsi… e oltretutto, se proprio devo essere sincera, è come se gran parte dei miei ricordi fosse legata in qualche modo a lui…-

-E più cerchi di ricordare, più nella tua mente trovi vuoto, giusto?-

-Già…-

-Può essere che magari ciò che ti è accaduto in passato sia stato così scioccante da aver fatto in modo che tu cancellassi di tua spontanea volontà quei ricordi? Certo, è un’ipotesi un po’ azzardata, ma potrebbe anche essere la più probabile-

-…Alex! Non ti facevo così perspicace-

-Beh, di che ti sorprendi? Anch’io so usare bene la testa, se mi ci metto di impegno… e poi non è colpa mia se il fratellone una volta mi ha fatto leggere uno di quei suoi noiosi libri sulla psiche umana-

-In ogni caso, hai comunque espresso il tuo punto di vista riguardo ciò che sto passando con questa amnesia... se riuscissi a ricordare qualcosa di più forse potrei esservi più di aiuto, non credi?-

-Naaah, per il momento ciò che sai è più che sufficiente, e inoltre è stato Andross stesso a dire che non dobbiamo affrettarci troppo-

-Se lo dici tu… voglio solo sperare che tutto si risolva per il meglio-

-Un vecchio detto dice “A tutto c’è rimedio”. Chissà, magari continuando a viaggiare troveremo una soluzione anche per te-

Detto questo, il ragazzo posò la matita e, dopo aver staccato il foglio dall’album da disegno, sorrise contento, e dopo averlo mostrato ad Anis, che rimase letteralmente di sasso per la bravura con cui era riuscito a ritrarla in modo perfetto, prese un po’ di nastro adesivo e lo appiccicò vicino alla finestra.

-Che te ne pare, alla fine è venuto bene, no?-

-Già… e ancora una volta, Alex, ti sei dimostrato un vero portento-

Fine Cap.31

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Capitolo 32
*** Legami e sentimenti ***


Cap.32:
Legami e sentimenti

Il giorno seguente, nonostante le speranze, il vento non accennava ancora ad alzarsi e a smuovere la Linxer. Tuttavia, la soluzione venne svelata da Kym, la quale radunò tutti gli altri ciurmati ed espose a gran voce e in modo molto chiaro la sua geniale trovata.

-Trainare la nave?- domandò Andross, incuriosito dalla proposta.

-Esatto- rispose lei, sorridendo soddisfatta –In pratica, uno di noi si getta in acqua e, dopo essersi legato ben bene, si mette a nuotare come un dannato fino a quando non raggiungiamo la prossima isola o finché non si fa risentire il vento- spiegò poi.

-Non so se è tanto buona come idea, sai? Bisogna anche tenere conto della resistenza di chi si offrirà per l’impresa- disse Alex

-Non credo ti dovrai preoccupare di questo, dato che mi offro io-

-Tu? Ma… ne sei sicura?- disse uno stupito Bobo –Non voglio affatto mettere in dubbio la tua forza, ma corri un rischio enorme, lo sai?-

-Lo zietto Bobo ha ragione- aggiunse Anis –Le correnti marine non sono mai tranquille, e quelle della Grand Line non fanno eccezione-

-Secondo me vi preoccupate troppo- proferì pacatamente Marty, fino a quel momento rimasta in disparte appoggiata ad una parete con gli occhi chiusi e le braccia conserte –Kym è adulta e vaccinata, sa badare a sé stessa ed è anche una forte guerriera… vedrete che non ci saranno problemi se lasceremo tutto a lei- proseguì, per poi notare la nordica slacciarsi l’armatura –Ehi, ma che fai?-

-Non si vede? Mi alleggerisco- rispose l’interessata, togliendosi la corazza e rimanendo in topless davanti ai compagni –Così potrò evitare di affondare per il peso-

-Capirai… col seno che ti ritrovi vorrei vedere se non sei parecchio avvantaggiata nel galleggiare- scherzò Alex, salvo beccarsi un pugno di rimprovero da parte del fratello –Ahio, ma che ho detto?-

-Non è carino fare battute del genere- lo rimproverò lui, per poi rivolgersi alla nordica e legarle una cima in vita –Mi raccomando, fa attenzione e cerca di non strafare, ok?- aggiunse, non potendo evitare di vederle di sfuggita il “bel panorama”.

-Vai tranquillo, farò del mio meglio… e comunque, i miei occhi sono quassù, mio bel vice… va bene che sono bella, ma uno come te non dovrebbe distrarsi così facilmente-

-E io che posso farci? Sono pur sempre un maschio… e poi non è colpa mia se potevi almeno indossare un reggiseno-

-…Un “reggiseno”? E che sarebbe?-

-Lascia perdere, non importa… anche perché siamo in ritardo sulla tabella di marcia di ben tre giorni, quindi penso sia meglio sbrigarci prima che il Log Pose registri un’altra rotta, no?-

-Certo, certo… lascia che ci pensi io-

E fu così che, una volta sistemata l’altra estremità della cima con cui era legata ad una parte della polena della nave, Kym si tuffò in acqua in una maniera molto atletica, accattivandosi un applauso da parte degli altri, e poi si mise a nuotare senza alcuna fretta, facendo un paio bracciate alla volta. Inizialmente, la nave non sembrò dare segno di smuoversi, ma pian piano parve accadere il contrario, e seppur con ritmo lento, la navigazione poté proseguire in quel modo almeno fino all’arrivo di una leggera brezza marina, la quale fu il segnale che il vento favorevole si stava alzando. Contenta del suo operato, la ragazza del Nord poté ritornare tranquillamente a bordo per riposarsi, ma non prima che Marty le ricordasse di coprire le sue “forme generose” imprestandole, o ancora meglio, regalandole, una delle sue magliette.

-Beh, non è il massimo come vento, ma almeno adesso possiamo continuare senza problemi, giusto?- domandò poi lei al vicecapitano.

-Esatto- rispose semplicemente lui, per poi appoggiarle una mano su una spalla –E tutto questo lo dobbiamo in parte a te-

-Oh, Andross… non ho fatto nulla di speciale, alla fine-

-Però ci hai comunque aiutati, e questo mi basta-

-Puoi togliermi solo una curiosità?-

-Certo, dimmi ciò che vuoi sapere e io risponderò-

-Beh, ecco… stavo ripensando a quando tu e Alex ci avete raccontato della vostra infanzia, e volevo sapere come mai da piccolo, almeno all’inizio, eri così… come dire…-

-Arrogante?-

-Sì… voglio dire, guardandoti adesso sembri un’altra persona-

-Vuoi sapere la verità? Il fatto è che fin da piccolo ero un ragazzo fin troppo manesco, e ogni tanto mi capitava di attaccare briga con qualche mio coetaneo anche per motivi futili. Una volta sentii i miei parlare riguardo questo problema, e ipotizzarono che facevo così perché mi sentivo solo e trascurato pur essendo nel complesso un bimbo molto in gamba e con genitori fantastici. Quando poi nacque Alex, però, in qualche modo ebbi come la sensazione di sentirmi ancor più messo da parte, e per far valere la mia autorità, presi a trattare male pure lui, anche se in varie occasioni andavamo più o meno d’accordo, come quando ascoltavamo le storie di pirati che ci raccontava nostra madre prima di metterci a letto-

-Quindi fu così che nacque in voi l’idea di prendere il mare, vero?-

-Già, ma solo quando entrambi saremmo diventati abbastanza forti e preparati per affrontare ciò che ci aspettava in un viaggio. A parte questo, però, il mio giudizio su di lui non cambiava, e lo reputavo ancora fin troppo debole per poter fare il pirata. Dopo aver incontrato l’Eremita e aver sentito le sue parole, a poco a poco cominciai ad aprire gli occhi, comprendendo che l’amor proprio non basta a diventare una persona migliore, e penso sia inutile dire che grazie a quella lavata di testa avevo incominciato ad aprirmi un po’ di più con mio fratello e svilupparci un legame-

-Quindi, è grazie in parte al vostro maestro se ora voi due siete così legati l’uno all’altro… però, ora che ci penso, non vi ho mai visti scambiarvi gesti d’affetto, ma solo cazzotti e pedate-

-Perché è in questo modo che ci manifestiamo il nostro affetto, anche se di solito ci facciamo sempre molto male-

-Capisco… ma dimmi solo un’altra cosa: come mai sei sempre così tranquillo e controllato qualsiasi cosa succeda?-

-Vedi, Kym, il mio ruolo di vicecapitano non è cosa da poco… nel caso abbia bisogno di pensare ad una strategia o altro, devo sempre mantenere il sangue freddo, e cosa ancora più importante non devo lasciare che le emozioni abbiano il sopravvento, perché nella peggiore delle ipotesi potrei commettere gesti avventati-

-Quindi, mettendo caso che io o Alex morissimo… tu non faresti nulla per vendicarci, non è vero?-

-Ottima domanda… in effetti, se ciò accadesse, in un primo momento mi sentirei completamente devastato dal dolore, ma anziché vendicarvi, farei invece in modo di onorare il vostro sacrificio e sperare che non sia stato vano, e sai perché?-

-No, perché?-

-Perché anche se la situazione sarà disperata, ciascuno di noi, nessuno escluso, potrà contare sulla forza dei nostri legami-

Lasciandolo parlare, Kym rimase come incantata dal suo discorso, non potendo non annuire per dargli ragione, facendo allo stesso tempo aumentare i sentimenti che provava per lui. La nordica era persino tentata di farsi avanti e dichiararsi, ma…

-Nave in vista a ore tre!- esclamò Alex, che nel frattempo si era arrampicato sull’albero maestro per stare di vedetta –E dal poco che riesco a vedere non ha un’aria molto amichevole-

E infatti l’imbarcazione, man mano che si avvicinava, era molto più grande e più larga della Linxer, pareva armata di tutto punto e sul vessillo che faceva da bandiera era stampata una D stilizzata, circondata da un cerchio composto da sei stelle dorate. Inoltre, la polena raffigurava una donna vestita di toga e con gli occhi bendati, che reggeva su una spalla una cornucopia piena di ricchezze, e sul ponte di comando, in compagnia dei suoi sei seguaci, una figura molto familiare si stagliava con superiorità.

-Aster…- sibilò irritato il capitano, scendendo dall’albero e ritornando sul ponte, raggiungendo Kym e il fratello maggiore.

-A quanto pare ci stava aspettando- ipotizzò Andross.

-Perciò, sarebbe lui il tipo che terrorizza la pulcina bionda…-

-Proprio così, Kym- confermò Marty, tenendo una mano su una delle sue spade, pronta ad usarle in qualunque momento.

-Alex, ho paura…- disse Anis con un fil di voce, attaccandosi timorosa al braccio sinistro del giovane McWilde.

-Non ti preoccupare, in caso di pericolo ci penserò io a difenderti, qualsiasi cosa succeda- rispose l’interessato, accarezzandole dolcemente la testa con la mano destra, per poi voltarsi verso Bobo e fargli cenno di abbassare l’ancora –Hai la mia parola-

Nel frattempo, la nave della Ciurma del Destino continuò ad avvicinarsi, fermandosi poi davanti alla Linxer. Una volta fatto ciò, Aster e suoi si fecero avanti fino al bordo della prua, guardando letteralmente dall’alto verso il basso i loro avversari, i quali sembravano pronti a combattere. Il nobile decaduto però non diede molto peso alla cosa e, schiaritosi la voce, iniziò a parlare.

-I miei ossequi, plebei- esordì –A quanto vedo, vi siete oltre alla mia adorata vi siete trovati anche dei nuovi acquisti…-

-Risparmia le formalità, damerino!- lo interruppe Alex –Sappiamo benissimo che vuoi Anis per i tuoi scopi, quindi perché non ti sigilli la bocca seduta stante e lasci che siano i nostri pugni a parlare?-

Fine Cap.32

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Capitolo 33
*** Berserkrgang - Prima parte ***


Cap.33:
Berserkrgang – Prima parte

Erano passati solo pochi minuti da quando le orecchie di Aster avevano sentito la diretta provocazione di Alex, il quale ora attendeva una sua risposta. Voltandosi in modo altezzoso da un’altra parte, fece poi cenno a Shao di farsi avanti, ed egli, una volta fatto un breve inchino, spiccò un lungo balzo fino ad atterrare, levitando, sul ponte della nave avversaria.

-E tu che ci fai qui? È Aster quello che voglio sfidare- protestò Alex.

-Il maestro Aster non è solito sporcarsi le mani con avversari deboli come voi, perciò sarò io a sostituirlo- spiegò l’altro con tono piatto.

-Se le cose stanno così, allora mi va bene lo stesso, dato che ho un conto in sospeso pure con te, zucca pelata!-

Ma non appena Alex scattò per attaccare Shao, a questi bastò un semplice gesto per bloccarlo con la telecinesi e poi scacciarlo via, facendolo andare a sbattere contro una parete della nave, distruggendola durante l’impatto. Ripresosi, Alex tentò con un nuovo assalto, ma anche quello andò a vuoto per via dei poteri dell’individuo con la testa rasata, il quale l’aveva nuovamente bloccato a mezz’aria senza alcuna possibilità di reagire.

-Non impari mai, eh?- disse lui –Il mio Frutto del Diavolo mi consente delle capacità che vanno oltre la semplice forza, e dubito fortemente che attaccarmi a testa bassa come l’animale che sei serva davvero a qualcosa- aggiunse, facendo poi schiantare Alex sopra il pavimento del ponte, che si spezzò e lo fece finire sottocoperta.

-Povero Alex…- esclamò Anis, sperando che il ragazzo stesse bene.

-La mia povera nave…- proferì invece Bobo, in lacrime per i danni causati, almeno indirettamente, da Alex.

-Ti pare questo il momento di pensare alla nave?- lo riprese una già adirata Marty –Forse non lo hai notato, ma siamo sotto attacco!-

-Lo so benissimo!- ribatté il carpentiere, staccando dal pavimento una lunga asse di legno –E ora so su chi sfogare la mia ira per aver rovinato la mia bellissima nave!- aggiunse, pronto a prendere Shao “a legnate”… nel vero senso della parola!

-E pensi che non mi possa occupare anche di te?-

Infatti, al “monaco” bastò anche solo portare il palmo verso di sé per poter bloccare Bobo e successivamente scaraventarlo verso Marty, prendendo due piccioni con una fava senza alcuna fatica. Intanto Andross, rimasto a guardare insieme a Kym, era alquanto perplesso nel vedere con che facilità cadevano i suoi compagni e con quanta maestria Shao riuscisse a controllare i suoi poteri, ma anche dal fatto che la ragazza, stranamente, sembrava essersi come isolata dal resto del mondo, cosa evidenziata anche dallo sguardo vacuo che possedeva… tuttavia, il McWilde dovette interrompere bruscamente questi suoi pensieri, dato che Alex, riemerso dal ponte distrutto, era nuovamente ritornato alla carica, salvo poi essere bloccato e respinto un’altra volta.

-Abbiamo iniziato questa lotta solo da poco e già mi state facendo annoiare… e che diamine, siate più creativi con questi attacchi-

-Shao, direi che hai fatto abbastanza per il momento, e credo sia giusto se lasci il cambio a qualcun altro- gli disse Aster, mentre con un lieve cenno della mano dava ordine a Kane di intervenire.

-Nessun problema, maestro… tanto mi sarei stancato comunque-

E con tutta la naturalezza che gli era possibile, l’esper dalla testa rasata si fece da parte per lasciare che arrivasse anche il suo compagno con i dreadlock. Quasi contemporaneamente, Alex, Bobo e Marty si erano rialzati per combattere, mentre Kym, una volta visto Kane, aveva stranamente incominciato a fremere d’impazienza per potersi gettare anche lei nella mischia.

-Combattere… combattere…- cantilenava sottovoce, nel mentre le sue mani tremavano per la tensione –Kym… combattere…-

-Allora, chi di voi tre vuole essere il mio avversario?- esordì l’uomo, mettendo in mostra le sue braccia muscolose –Su, non siate timidi-

-Ammettendo che la voglia di pigliare a calci nel culo anche te equivale a quella di prendere a calci nel culo Aster…- rispose Alex, avanzando a fatica verso Anis –Penso che anch’io farò cambio, e lascerò che sia Bobo ad occuparsi dei tuoi pugni ferrosi-

-Pugni ferrosi?- domandò confuso il carpentiere –Ma che vuol dire?-

-Che quel tipo ha un Frutto del Diavolo che gli consente di diventare un vero e proprio uomo di ferro- gli spiegò Marty.

-Esatto- confermò l’altro, trasformando il suo pugno destro in una massa ferrosa con cinque dita –Perciò, vecchietto, faresti meglio a prepararti, perché ti aspetta uno scontro veramente pesante-

-Capirai… essendo un carpentiere ti confesso che sono molto bravo nel conoscere i materiali e ciò che serve per lavorarli, e il tuo ferro non farà di certo eccezione-

-Questo sarà da vedere…-

Bastarono solo pochi secondi che i due avversari, senza dirsi nulla, cominciassero a confrontarsi tra loro. Bobo, impugnando nuovamente l’asse di legno, iniziò la sua offensiva contro Kane, ma questi si portò subito in vantaggio trasformando non solo il pugno, ma anche l’intera parte destra del corpo, scagliando un colpo a spazzare che ruppe con estrema facilità sia “l’arma” del carpentiere che un paio delle costole dello stesso. Stringendo i denti, Bobo replicò con un manrovescio diretto al volto, facendo indietreggiare quell’ammasso di muscoli di almeno un paio di metri. Kane però non desistette, e ripartì all’attacco, sferrando una bracciata tesa verso il suo nemico e atterrandolo malamente.

-Urgh…- fu l’unica cosa che riuscì a dire Bobo, massaggiandosi il collo dolorante per l’impatto –Che potenza…-

-E ciò che hai appena provato era il Lariat di Ferro, che puoi considerare come la mia tecnica preferita- spiegò l’altro, mostrando con fierezza il suo braccio dominante –Finché posso contare sulla mia forza fisica e sul Frutto Tetsu Tetsu, niente e nessuno può anche solo pensare di ferirmi o resistere ai miei colpi-

-Già, e io ne so qualcosa…- commentò Alex, ancora intento a farsi fasciare con premura da Anis –Quel tipo è inattaccabile-

-E ora che vuoi fare… continui o ti arrendi?

-Tsk… abbiamo appena iniziato, mocciosetto… perciò fai pure del tuo peggio, io ti aspetto-

E detto questo, Bobo rimase in attesa di un altro Lariat di Ferro da parte di Kane, tenendosi pronto a bloccarlo. A sorpresa, il secondo colpo fu più pesante del precedente, tanto che il vecchio Bobo per poco non finiva sbalzato in mare, cosa che gli fu evitata grazie alla fiancata della nave che era riuscita a frenarlo in tempo, anche se Kane era subito ripartito alla carica tempestandolo di pugni. Volendo anche solo fare un tentativo, Bobo calciò via il seguace di Aster colpendolo sulla parte non ricoperta dal ferro, ottenendo ancora un po’ di tempo per poter pensare ad un’offensiva efficace.

-Ma bravo, hai già scoperto il mio punto debole, vecchiaccio-

-Più che scoperto, sembrava abbastanza evidente che non ti fossi coperto completamente di ferro, finendo per scoprirti incautamente-

-Beh, che vuoi che ti dica? A me piace usare così il mio Frutto, perché così facendo ho già la vittoria assicurata contro avversari di bassa fascia o fin troppo deboli per resistere ai miei attacchi-

-Ma se volevi affrontarmi al massimo, potevi già ricoprirti interamente portandoti in vantaggio, no?-

-Certo, ma con avversari del tuo calibro preferisco tenermi le mosse migliori per il momento opportuno, se sai cosa intendo-

Finito questo scambio di battute, Kane si rimise all’opera, avvicinandosi al carpentiere e mollandogli il suo pugno di ferro dritto sul volto. Pur ammettendo che faceva parecchio male, l’uomo non si scompose, anzi replicò dando un sinistro al suo nemico, che a sua volta rispose con un altro destro, ma sferrato all’addome. Bobo, a sua volta, reagì con un cazzotto dritto in faccia, e non contento, aggiunse anche un bel pugno in testa. A quel punto, cominciando a spazientirsi parecchio, l’uomo coi dreadlocks mutò anche la parte sinistra del suo corpo e iniziò a colpire Bobo con una nuova scarica di pugni, costringendolo a farsi scudo con le braccia. Vedendolo in difficoltà, Andross fu tentato di andare ad aiutarlo, ma notando che Shao era ancora sulla nave e intuendo che sarebbe intervenuto se qualcosa fosse andato storto, dovette desistere, anche perché al momento la ciurma non aveva ancora una soluzione adatta a contrastare i suoi poteri psichici. Al contrario, Kym era già entrata in azione, atterrando entrambi con un doppio calcio alla testa, suscitando lo stupore dei presenti.

-Ma che cavolo…? Oi, ma ti sembra questo il modo di trattare un tuo stesso compagno?- protestò Bobo, riprendendosi dalla botta.

-Faresti meglio a farti da parte…- si limitò a dire lei, per poi sfoggiare uno sguardo ancora più vacuo del precedente –…Se non vuoi che ti uccida con le mie stesse mani- aggiunse minacciosa

-Uh? Ma che stai dicendo, Kym?-

-Tsk… a me non importa se è un uomo o una donna ad affrontarmi, l’importante è il combattimento che ne viene fuori- disse Kane

-Allora non avrai nulla in contrario se, magari dopo averti battuto, mi prenderò la tua testa come omaggio, vero?- ribatté la guerriera, mentre un sorriso sadico le si dipingeva in volto –Kih ih ih…-

Fine Cap.33

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Capitolo 34
*** Berserkrgang - Seconda parte ***


Cap.34:
Berserkrgang - Seconda parte

Sulla Linxer era calato il silenzio… Kym, dopo aver espresso la sua sentenza di morte, se così si poteva chiamare, si era messa in posizione di offesa, e attendeva che Kane si facesse avanti e che cominciasse quindi il nuovo combattimento. L’uomo ovviamente non si fece pregare, e si scagliò subito contro la ragazza, certo che contro una simile avversaria avrebbe avuto una vittoria facile. Invece, a Kym bastò un sinistro sferrato allo sterno per frenare e quindi annullare la sua carica, facendolo indietreggiare.

-Tsk… forse non hai sentito bene ciò che ho detto, ma ti ricordo che il mio corpo è fatto di ferro, quindi l’unica che ci rimette qui sei tu, dato che con quella tua improvvisata ti sarai sicuramente rotta la mano insieme alle dita- esclamò Kane con rinnovata sicurezza, per poi ritornare all’attacco –E ora, assaggia il mio Pugno di Ferro!-

Vedendolo arrivare, Kym non evitò per nessun motivo il colpo, che data la sua potenza, l’aveva colpita duramente all’addome e fatta sbalzare via, andando poi a sbattere contro l’albero maestro. Rialzatasi, la guerriera non fece una piega, eccetto osservare con discreto interesse il sangue sulla mano rotta e leccarlo con gusto.

-Tutto qui quello che sai fare?- disse lei –Mi aspettavo un avversario più difficile da battere, ma a quanto pare…-

-Starai scherzando? Con il colpo che ti ho dato come minimo ti avrò devastato lo stomaco, e con una mano rotta dubito potrai provare nuovamente a colpirmi, perciò che ne dici se ti arrendi subito e…-

Purtroppo, Kane non riuscì a finire il suo discorso che Kym, approfittando della sua distrazione, gli aveva mollato un’orrenda testata sul petto, che però non ebbe gli effetti sperati data la scorza ferrosa che lo proteggeva. Non volendosi fermare con l’offensiva, la ragazza cominciò anche a tempestargli di pugni l’addome, del tutto indifferente alle ferite che pian piano gli si aprivano sulle mani. Neanche questo tentativo portò successo, e Kane poté ribattere colpendola con un tremendo pugno in testa, atterrandola di faccia.

-Che ti sia di lezione, ragazzina- disse –Così impari ad affrontare a testa bassa avversari più grossi di te- aggiunse con tono vittorioso.

-Kih ih ih ih ih…- si limitò a dire la guerriera, rialzandosi di nuovo nonostante la ferita alla testa –Mi dispiace per te… ma io non sono ancora del tutto sconfitta, come puoi vedere- aggiunse, tirando un bel respiro fare mostra di un altro sorriso sadico –E ti faccio notare che fino ad adesso, il mio era solo riscaldamento… e il mio vero divertimento… comincia ora!- concluse, mentre le pupille dei suoi occhi si restringevano quasi all’inverosimile.

-Ma allora sei dura di comprendonio… ti ho già detto che con il mio corpo di ferro sono praticamente invincibile- ribatté l’omaccione, annullando i suoi poteri e tornando normale –Se tuttavia vuoi uno scontro ad armi pari, allora fatti avanti, così anche senza la mia protezione di ferro ti dimostrerò chi è il migliore-

-Non me lo faccio ripetere due volte… Kih ih ih…-

-Ma è totalmente scema?- esclamò Marty –Così si farà ammazzare-

-Non è detto…- intervenne Andross –Penso che sia più probabile che la nostra Kym, ammesso che sia davvero lei, possa trarne un grosso vantaggio, anche se indirettamente-

-“Ammesso che sia davvero lei”? Che intendi dire?- gli chiese Alex.

-Che la ragazza ha qualcosa che non va- rispose per lui Bobo, appoggiandosi al bordo nave per rifiatare –Avete notato anche voi come mi ha risposto prima di andare a combattere e come si è comportata durante la lotta… sembrava un’altra persona!-

E in effetti, stando a guardare come proseguiva la lotta tra i due, che sostanzialmente era uno scambio continuo di colpi fisici, Kym sembrava combattere in un modo molto più rozzo, evidenziato anche dal fatto che la nordica stava ripetutamente colpendo Kane senza nemmeno dargli un attimo di respiro, anche se lei ogni tanto finiva col ricevere qualche pugno sui reni o sui fianchi.

-Andross, tu che ne pensi?- domandò il carpentiere.

-Ti dirò, Bobo… guardandola attentamente lottare ho come la sensazione che il suo stile di lotta mi sia molto familiare, non sei d’accordo anche tu, fratellino?-

-Puoi dirlo forte, mi sembra di rivedere Jurgen e Jonas in azione… con la differenza che Kym sembra valere per due, in quanto sta letteralmente prevalendo sul tipo coi dreadlock- rispose Alex.

-Appunto… e ciò cosa ci fa dedurre?-

-Che Kym ha le sue cose perciò è più forte?- tirò ad indovinare il ragazzino, ricevendo però un pugno in testa da parte di Bobo.

-No, piccolo idiota… vuol dire che molto probabilmente anche lei ha quella capacità che è propria dei Berserkr-

-E quale sarebbe questa capacità? Io mi ricordo solo che avevi letto riguardo ai guerrieri in sé, ma non avevi aggiunto molto, anche perché in quel frangente ci stavano ammazzando di botte-

-Vedi, devi sapere che i Berserkr non sono definiti così solo perché è un nome nordico che suona “fico” o cose del genere. Devono questo nome dal fatto che prima di combattere, erano soliti entrare in uno stato di trance, durante il quale si lasciavano andare ai loro più profondi istinti primari e diventando, di fatto, delle vere e proprie “bestie in forma umana”… e questa abilità, se così si può chiamare, è conosciuta col nome di “Berserkrgang”- spiegò lui.

-E come funziona, esattamente?- chiese Anis

-Dal poco che ho capito leggendo quel libro sulle leggende del nord, sembra che questa abilità sia un dono che gli Dei concedevano ai guerrieri più valorosi che combattevano per loro, ma a parte queste metafore puramente simboliche, è più verosimile che in realtà sia una sorta di tecnica segreta tramandata dai loro antenati, e come ho già detto, per metterla in atto basta che l’utilizzatore entri in una sorta di trance dentro il quale lascia da parte la ragione e si lascia totalmente dominare dall’istinto- proseguì il vicecapitano.

Quasi contemporaneamente a queste spiegazioni, infatti, Kym si stava scatenando come una vera furia, al punto che Kane ne era totalmente spiazzato e, in preda al timore, era prontamente ritornato a corazzarsi l’intero corpo di ferro, tentando poi un assalto su di lei con l’intento di schiacciarla. La ragazza, stanca di quella strategia così monotona, non poté far altro che afferrarlo e lanciarlo di peso verso Shao, che come suo solito si difese con i suoi poteri, bloccando il suo compagno con la telecinesi e lanciandogli un’occhiata gelida, come se fosse deluso da ciò che era successo.

-Kane…- pronunciò il rasato.

-Lo so… non serve che tu dica nulla- disse l’altro, abbassando umilmente lo sguardo.

-A quanto pare lasciar fare tutto a te non ha funzionato, dato che ti sei fatto massacrare da una femmina- intervenne Aster, creando una sorta di “passerella stellare” coi suoi poteri per raggiungere anche lui la Linxer –Poco male, tanto ho sempre il piano di riserva… Shao, riporta questo povero debole sulla Destiny e poi procediamo con la cattura… abbiamo perso fin troppo tempo qui-

-Sarà fatto- rispose semplicemente l’interessato, usando le sue capacità per lanciare in malo modo lo sconfitto sull’altra nave.

-Ma cosa vedo… a quanto pare sarai tu il mio prossimo avversario. Non vedo l’ora di farti fare la fine del tuo compagno- si intromise Kym, eccitata da quell’improvviso sviluppo.

Ma prima che la guerriera potesse fare qualcosa, Shao fece nuovamente ricorso ai suoi poteri per inglobare ciascun Wild Felis, tranne Anis, in una sorta di campo di forza, impedendo loro qualsiasi tipo di movimento. Sentendosi in trappola, la bionda cercò subito di scappare, ma all’improvviso una strana corda dorata, composta da luce e polvere di stelle, la bloccò e cominciò a cingergli il corpo, catturandola alla stessa maniera di una bestia selvaggia. Voltandosi, Anis vide che all’altro capo di quella corda c’era Aster, che sorrideva soddisfatto e pian piano le si stava avvicinando.

-Ora non puoi più fare nulla per sfuggirmi… con i tuoi “amici” sistemati a dovere e la mia Corda Stellare a legarti, ora non c’è più nulla che mi impedirà di averti…- proferì egli, pregustando con fierezza il suo trionfo, voltandosi poi verso i nemici –Se questa fosse una partita a scacchi, direi che questo può essere considerato un vero e proprio “scacco matto”, non credete? Uh uh uh uh…-

-Dannato bastardo…- sibilò tra i denti Alex, cercando di rompere la “bolla” in cui era finito –Giuro che se scopro come liberarmi…-

-È tutto inutile- lo interruppe prontamente Shao –Più cercherete di liberarvi da queste sfere e più esse si restringeranno su di voi, diminuendo l’ossigeno al loro interno- spiegò poi con tono piatto.

-In poche parole, più ci muoviamo e più diminuisce la nostra possibilità di sopravvivere?- domandò un adirato Bobo –Questo è veramente scorretto, persino per il più viscido dei guerrieri-

-Pensala come vuoi, tanto io e i miei Cavalieri del Destino siamo del tutto insofferenti a queste parole…- ribatté Aster –Non ci interessa minimamente se per raggiungere i nostri obiettivi ricorreremo a ciò che voi chiamate “scorrettezze”, perché se lo facciamo è solo perché è destino che l’ordine delle cose proceda in questo modo… così come ben presto la vostra compagna sarà destinata a guidarci al nostro glorioso futuro insieme al sottoscritto. Grazie a lei, diventerò il padrone incontrastato dei mari, e tutti si inchineranno davanti alla mia grandezza e alla mia magnificenza, che durerà e sarà tramandata nei secoli dei secoli…-

Ma proprio mentre il fatalista sembrava essere arrivato nel culmine del suo delirante discorso, Kym, non vedendoci più dalla rabbia sia per il fatto di essere intrappolata che per il fatto di starlo a sentire, prima interruppe e sorprese tutti emettendo un tremendo grido di guerra, e poi, dando sfogo a tutta la sua forza, prese colpire senza sosta la sfera telecinetica, incurante che ad ogni pugno sferrato questa si restringeva sempre di più grazie ai poteri di Shao, che sorpreso per la prima volta in vita sua, cercava di contenere invano la furia sempre crescente della nordica, a cui bastò un ultimo pugno per far cedere la sua “prigione” e liberarsi, provocando un lieve shock mentale al rasato, abbastanza forte da annullare anche il resto delle bolle che aveva creato e piegarlo in ginocchio.

“Incredibile…” pensò tra sé Andross, assistendo come tutti gli altri presenti a quella scena “Nonostante il pericolo di morire soffocata, Kym ha comunque continuato ad attaccare la sfera dall’interno fino a farla cedere del tutto... e a giudicare dalla reazione di Shao, sembra che se si fa “scoppiare” una bolla, i danni si ripercuotono sull’utilizzatore, costringendolo a interrompere la concentrazione”

-Evvai!- esultò Alex, contento di essere nuovamente libero e pronto a combattere nuovamente contro Aster –Hai visto? A quanto pare hai sottovalutato ancora una volta quanto possiamo essere forti, anche se ovviamente dobbiamo tutto alla nostra Kym-

-Niente ringraziamenti, piccoletto…- rispose freddamente lei, voltando lo sguardo dall’altra parte –Se l’ho fatto è solo perché non avevo alcun intenzione di restare a guardare, chiaro?-

-Non importa, l’importante è che ora possiamo riprenderci la nostra compagna senza altri impedimenti- ribatté Bobo.

-Tsk… ma allora non capite- proferì Aster –Lei non appartiene al vostro lurido mondo plebeo, lei è destinata a qualcosa di molto più importante che passare il tempo con voi…- proseguì con un tono vagamente intristito, per poi notare ancora una volta gli sguardi determinati dei Wild Felis e sciogliere, rassegnato, la sua corda di stelle dal corpo di Anis –E va bene… visto che voglio essere generoso, lascerò che la mia adorata trascorra ancora un po’ di tempo con voi… ma badate che la prossima volta non sarete così fortunati e di certo non ve la caverete con poco…- concluse, per poi dare cenno a Shao, ripresosi, di ritornare alla nave –Ci incontreremo di nuovo, statene certi… e quando accadrà, non avrò alcuna pietà-

Fine Cap.34

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Capitolo 35
*** Transizione ***


Cap.35:
Transizione

E una volta che la nave di Aster se ne andò per la sua strada, sparendo letteralmente dalla vista dei Wild Felis, i nostri poterono tirare un sospiro di sollievo e avere occasione di riposarsi, certi che ora sarebbero stati un po’ più tranquilli.

-Anf… anf… sì, bravi… che scappino pure…- disse Kym, che nonostante tutto pareva ancora fresca di forze –La prossima volta non avrà alcuna pietà? Allora non ne avremo nemmeno noi, se è per questo… occhio per occhio, dente per dente…- aggiunse, mentre ad un tratto le sue pupille ritornavano normali, spingendo la ragazza a guardarsi intorno con aria stranita –Uh? Ma che è successo alla nave? Dove sono finiti i nostri nemici? E perché ho le mani totalmente impregnate di sangue? Non avrò mica…-

-No, non hai ucciso nessuno, tranquilla. Diciamo che ci sei solo andata vicino… molto vicino- le rispose Andross, avvicinandosi a lei e mettendole una mano sulla spalla –Ma in ogni caso, grazie a te siamo riusciti a costringere i nemici alla ritirata-

-Eh? Ma di che cosa stai parlando?- domandò ancor più confusa lei.

-Ma come, non ricordi? Poco fa sei riuscita a mettere in crisi ben due dei tirapiedi di quel fanatico fatalista- esclamò Alex, ancora emozionato dall’aver vista in azione –Sei stata una vera forza-

-Io mi ricordo soltanto che ad un tratto erano arrivati quel tipo tutto altezzoso e i suoi che volevano rapire la pulcina… poi all’improvviso devo aver perso coscienza per qualche momento…- ribatté invece la nordica, iniziando a massaggiarsi le tempie con le dita –E come al solito, ogni volta che mi riprendo mi viene male alla testa…-

-Perciò, non ti ricordi proprio nulla?- le chiese Bobo.

-Nulla di nulla…- rispose ancora una volta lei, abbassando lo sguardo come dispiaciuta –E tra l’altro non è nemmeno la prima volta che mi succede… di solito, quando mi allenavo con mio padre, mi capitava di avere come una sorta di, come dire, svenimento… e ogni volta che mi svegliavo mi ritrovavo piena di sangue e con mio padre ferito gravemente davanti ai miei occhi…- proseguì, osservandosi il palmo della mano destra –La prima volta che mi successe ero sconvolta, e non riuscivo a capire come mai io, che a quel tempo ero ancora una semplice bambina di 10 anni, ero riuscita a tenere testa ad uno più esperto come mio padre…-

-E ti ha mai detto qualcosa a riguardo?- chiese Marty, incuriosita.

-No, ma in ogni caso mi diceva di non preoccuparmi e che una volta cresciuta avrei capito da sola il mio potenziale-

“Come immaginavo…” rifletté Andross “Evidentemente il signor Eric non le ha mai parlato della Berserkrgang, probabilmente perché nelle storie del Nord non si è mai sentito di Berserkr donne, e che quindi il caso di Kym sia più unico che raro…” proseguì, sorridendo in modo quasi impercettibile mentre gli altri acclamavano Kym come “eroina del giorno” nonostante tutto “Non c’è che dire, a quanto pare ho avuto proprio una buona idea a reclutarla nella nostra ciurma più per il suo spirito combattivo oltre che per la sua bellezza così rude ma allo stesso tempo così… come dire... femminile”

-Andross? Ehi, Andross?- lo richiamò alla realtà il fratellino, dandogli una leggera pacca sulla spalla –Ti vedo pensieroso- domandò poi, fissandolo negli occhi -Qualcosa non va?-

-Uh? Oh, no, nulla… non ti preoccupare- disse lui con un tono stranamente impacciato, girando dall’altra parte il suo viso, che intanto aveva incominciato lievemente ad imporporarsi.

-Sicuro? No, perché sei rimasto imbambolato a fissare Kym per all’incirca… uhm… due minuti- disse il giovane McWilde.

-Ehm, probabilmente ero sovrappensiero e non ho fatto molto caso a ciò che vedevo… sì, sarà stato per quello- provò a giustificarsi lui, notando solo poco dopo che stranamente gli tremava la voce.

-Ehi, tranquillo, guarda che non c’è niente di male- rincarò ingenuamente la dose l’altro –Dopotutto, Kym è una bella ragazza, no? E come direbbe il nostro maestro “Le cose belle meritano di essere guardate a lungo”, Nya ah ah ah ah-

-S-sì… sì, hai ragione- proferì convinto il vice –Comunque, bando alle ciance, penso sia ora che proseguiamo, non credi?-

-Hai detto bene, fratellone. La prossima isola ci aspetta-

E detto questo, una volta sistemati come meglio si poteva i danni causati dallo scontro precedente, la Linxer poté finalmente ripartire per mare in tutta tranquillità e senza intoppi di sorta.

***

Seduta sopra le macerie di una casa distrutta, la guerriera dai capelli color fiamma sorrideva fiera del suo operato, contemplando trionfante i corpi feriti dei tre che poco prima erano i suoi avversari. Rialzandosi a fatica usando come appoggio la sua arma, Arslan la squadrò con uno sguardo adirato, e senza pensarci due volte, le lanciò addosso un fendente di energia, ma la giovane donna replicò evitando il colpo all’ultimo e poi correndo verso di lui, atterrandolo con un forte calcio all’addome, che oltre a causargli dolore gli fece tossire un po’ di sangue fuori dalla bocca.

-Tsk… e sarebbe tutta qui la tua forza, “Grande Ancora”?- lo schernì lei con tono sadico, pestandogli il petto con un piede –Pensavo che tu e quelle due mezze seghe dei tuoi compagni mi avreste regalato un bello scontro, ma a quanto pare non siete sembrati così temibili-

-Anf… anf… dannata…- rispose lui, cercando invano di rialzarsi e liberarsi dal peso di lei che lo teneva a terra –Chi lo immaginava che tu e la tua spada foste così potenti?-

-Non sopravvalutarmi troppo, merdina…- ribatté la dura, puntandogli alla gola la lama della sua nodachi –Nel nostro gruppo io, Wrath, sono solo la terza tra le Peccatrici più forti, subito dopo quella lurida vanesia di Pride e la nobile Lust-

-Mi pare di capire che tale posizione non ti piaccia, vero?-

-Errato, caro il mio stronzetto dai capelli bianchi… perché si da il caso che il tre sia il mio numero preferito, così come tre saranno le vite che aggiungerò oggi alla mia collezione… a cominciare da te-

Infatti, una volta che ebbe finito di parlare, Wrath si preparò a scagliare il colpo di grazia al pirata cercatore di tesori, pronta a sgozzarlo o più che altro decapitarlo, ma non appena si mosse, Arslan si portò le dita alla bocca ed emise un fischio acuto, al quale risposero due redivivi Fuu e Rai, i quali nonostante le maschere incrinate e i corpi pieni di ferite, erano balzati all’attacco con le armi alla mano, rispettivamente un paio di Sai1 e una Kanabo2, e si erano preparati ad un attacco combinato.

-Mazzata Tonante dell’Orco!- ruggì Rai, scagliando un colpo a spazzare con la sua mazza.

-Carica delle Nevi!- gli fece eco Fuu, attaccando con un doppio affondo portato con i suoi pugnali.

-Tsk…- si limitò a dire Wrath, evitando l’offensiva con un salto mortale all’indietro, salvandosi così la pelle e vanificando gli sforzi dei due pirati, i quali dovettero bloccarsi in tempo per evitare di ferirsi a vicenda –Però, niente male per essere solo dei dilettanti, ma credo siate ancora lontani dal livello di una Peccatrice come me-

-Già, potresti avere ragione…- disse Arslan, rialzandosi da terra non senza un po’ di fatica –Ma ciò non toglie che quella spada presto sarà mia… in un modo o nell’altro-

-E vorresti farmi credere che saresti disposto a rischiare la tua unica vita pur di portarmi via la spada? Che illuso… hai visto molto chiaramente cosa può fare con un solo colpo-

-Ed è per questo che voglio che entri nella mia collezione, visto che il suo valore supera quello di qualunque altra spada normale-

-Spiacente di deluderti…- proferì lei, nel mentre la lama della nodachi incominciava a brillare di un bagliore rossastro –Ma questa lama non fa assolutamente per te- concluse, impugnando la spada con entrambe le mani e preparandosi a scagliare un fendente.

***

-Ma bene…- sorrise Lust, osservando soddisfatta la scena dal globo di cristallo -A quanto pare sembra che il pirata con la benda si sia rivelato una preda molto più facile di quello che pensavo…-

-Già- concordò Seraphine, anche lei ad assistere allo spettacolo con la testa appoggiata sulle gambe della rossa –Fossi stata al suo posto me ne sarei già scappata via… yaaawn- aggiunse con il suo solito tono assonnato –Mi dispiace ancora per non essere riuscita a portare a termine la mia missione, mia signora… ma quella Bells si è rivelata più ostica del previsto…-

-Non serve che ti scusi, piccola mia- replicò la rossa, accarezzando la candida testolina della pigra compagna –Ho già incaricato chi di dovere per potersi occupare di quella spadaccina…- proseguì, portando a sé il volto di Seraphine –Vedrai, nessuno tratta male una delle mie bambine e spera di passarla liscia-

-Sì, lei ha ragione, Nobile Lust…- annuì l’altra, arrossendo lievemente –Chi si mette contro noi Peccatrici va incontro solo ad una fine certa-

***

-Tsk… che razza di pirati- sibilò adirata Wrath, accendendosi una sigaretta e facendo un lungo tiro, osservando i suoi avversari ormai sconfitti per poi voltarsi e andarsene –Mi aspettavo fossero dei tipi con cui divertirmi, ma alla fine… Bah, erano solo degli idioti. Pazienza, vorrà dire che mi rifarò la prossima volta-

Fine Cap.35

Note:
1. I Sai sono ovviamente i famosi pugnali a tre punte, tipici dei guerrieri cinesi e, in alcuni casi, dei ninja
2. La Kanabo è invece una grossa mazza dalla forma esagonale e costellata di piccole punte affilate, e nel folklore giapponese era l'arma principale degli Oni

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Capitolo 36
*** Incontri inaspettati ***


Cap.36:
Incontri inaspettati

-Allora, è tutto chiaro ciò che devi fare, Gluttony?- disse Lust, rivolgendosi alla sua adepta, il cui aspetto era ricoperto da una cappa rosa con il cappuccio –Devi tendere un agguato a Martine Bells e recuperare la spada che ha sottratto a Sloth-

-Tutto chiaro, Nobile Lust, gnam… Lasci fare a me, gnam…- rispose l’interessata, mangiucchiando qualche biscotto al cioccolato da un sacchetto che aveva con sé –Non avrò alcuna pietà-


-Buon per te, anche perché un tuo fallimento non sarà tollerato-

Ed annuendo a quelle parole, la Peccatrice Gluttony si era subito messa in viaggio, spostandosi dalla base delle Peccatrici alla sua meta prestabilita tramite la piccola sfera di quarzo rosa che si era portata con sé, finendo così nel cuore di un’isola popolata da animali feroci di ogni genere, uno dei quali, una tigre gigante, per poco non se la pappava in un solo boccone. Scampata quasi per miracolo alla morte certa, la ragazza aveva poi raggiunto la scogliera dell’isola, attendendo che il suo target si facesse vivo.

-Sono sicura che quella Bells e i suoi compagni arriveranno da un momento all’altro- rifletté, osservando l’orizzonte -D’altro canto, la Nobile Lust ha detto chiaramente che la loro nave avrebbe sostato da queste parti, e io in quanto loro nemica li avrei aspettati in un punto preciso di quest’isola come pianificato…- aggiunse, frugando nella cappa e tirandovi fuori una bustina di orsetti gommosi, uno dei suoi tanti dolcetti preferiti, e mangiandone qualcuno –Spero non mi facciano aspettare troppo…- concluse, rimanendo dov’era.

***

-Uhm… che strano…- sentenziò Marty, osservando con attenzione Papavero del Sogno, che in quel momento aveva incominciato a brillare di uno strano bagliore bianco –Fino ad ora questa spada non aveva mai fatto cose del genere… a parte emettere polline-

-Cosa potrebbe voler dire quella luce?- gli chiese Alex.

-E secondo te come faccio a saperlo?- replicò la spadaccina stizzita.

-Pensavo la sapessi lunga su quelle spade- ribatté il capitano.

-E invece pensavi male, dato che purtroppo le conosco solo di fama e non ho la minima idea di ciò che potrebbero fare! Ah, se solo Arslan fosse qui… lui avrebbe di sicuro una risposta pronta…-

-Mi chiedo che fine abbia fatto…- disse Anis –Mi era sembrato un tipo così simpatico e divertente, alla fin fine… anche se forse era un po’ troppo stravagante come tipo-

-Per me vi preoccupate per nulla- proferì invece Kym –State certi che prima o poi lo rivedremo da qualche parte intento a far divertire la gente con quella sua strana danza-

-Già… uno come lui non si dimentica facilmente- aggiunse Andross, per poi fare cenno a Marty di passargli la spada e osservare con attenzione la lama –Ma tornando alla nostra questione principale… sembra che ci troviamo davanti ad un bel mistero-

-Mistero o no, l’importante è proseguire- disse prontamente Bobo, intento a manovrare il timone come suo solito –E penso che quell’isola possa fare al caso nostro come nuova tappa- aggiunse, indicando con il dito un’isola dall’aspetto totalmente verdeggiante, quasi come se fosse una giungla –Che ne dite, ci fermiamo?-

-Beh, se magari siamo così fortunati da trovare un tesoro durante il nostro cammino, perché non approfittarne?- rispose Alex, rimanendo letteralmente sbigottito dalla vegetazione che si presentava in quella zona –Bobo, a tutta dritta verso quell’isola!-

-Ha deciso senza esitare… tipico di lui- sentenziò Andross, lasciandosi andare ad un sospiro annoiato -Ma non importa… quel che conta è che non si faccia troppo male e che se tutto va bene troviamo davvero qualche bel tesoro da portare via, eh eh-

-E se ci fosse qualche animale feroce?- domandò Anis.

-Non ti preoccupare, piccola pulcina- le rispose Kym, scompigliandole un po’ la testolina bionda –Lascia fare alla sottoscritta e vedrai che nessun animale cattivo ti farà la bua-

-Non ti allargare, donna del Nord- si intromise Marty –Lei è la mia apprendista, perciò giù le mani, sono stata chiara?-

-Oh, andiamo, volevo solo fare amicizia- si spiegò l’altra –Cosa c’è, se così gelosa di lei che hai paura che te la porti via?-

-Peggio, temo che se provasse a frequentarti potrebbe diventare una selvaggia come te. Perciò, onde evitare questo e altri guai in cui potrebbe cacciarsi, lei resta sotto la mia protezione-

-Ma Senpai, non si ricorda che se non fosse stato per Kym a quest’ora sarei ancora nelle mani di Aster?-

-Certo che mi ricordo, ma…-

-Allora la pulcina ha ragione, dato che mi deve la vita ha tutte le ragioni per darmi confidenza-

-Ma Kym, noi due siamo rivali! Anche se volessi, non posso lasciare che una mia rivale frequenti una mia allieva!-

-E se diventasse l’allieva di entrambe? Pensaci, sarebbe già un bel compromesso per farci tutte contente-

-Spiacente, ma io non mi abbasso a compromessi con una che va in giro con un’armatura che le copre solo parte del corpo e alla prima occasione mostra le sue forme a tutti i maschi-

-Ah, sì? E allora tu, che non fai altro che pensare alle tue spade, che sembri trattare come se fossero delle amichette da coccolare?-

-Vuoi vedere come con una di queste mie “amichette” ti faccio la permanente a quei capelli selvaggi che ti ritrovi?-

-Azzardati a farlo e ti concio peggio di una pelliccia-

-Per favore, ragazze- cercò di calmare Alex, mentre Anis iniziava a nascondersi dietro di lui temendo il peggio –Non mi sembra il caso di azzannarsi a vicenda per delle cavolate… dopotutto, siamo comunque una ciurma formata da amici e compagni e…-

-Tu stanne fuori!- replicarono entrambe con uno sguardo adirato, facendo scappare via sia il giovane capitano con la kefiah che Anis.

-A quanto pare tra quelle due non scorre buon sangue- disse Bobo.

-Ma dai? Non ci ero arrivato- disse un ironico Andross, osservando le due litiganti scambiarsi occhiate al fulmicotone e prepararsi a mettere mano alle armi –Non sarà una giornata facile, me lo sento-

Tempo più tardi, i nostri ebbero modo di sbarcare sull’isola, anche se lo scendere a terra fu leggermente rallentato da Marty e Kym, in quel momento impegnate in una sorta di gara a “chi scendeva prima dell’altra”, obbligando Bobo a gettarle di peso dalla nave, anche se conscio del fatto che essendo un carpentiere il suo non si poteva definire in tutta franchezza un “tocco leggiadro”. A parte quel piccolo imprevisto, non appena la ciurma cominciò a muoversi per l’isola, più precisamente all’interno della fitta giungla, una serie di frecce acuminate, apparentemente apparse dal nulla, li prese di mira, obbligandoli a separarsi per evitare di essere colpiti.

-Ehi, ragazzi, tutto apposto?- domandò il vicecapitano, riparatosi dietro un albero insieme ad Alex per proteggersi.

-Affermativo- rispose per primo il carpentiere, che si era fatto scudo usando un pezzo di legno staccato da un albero –Io sono vivo-

-Anche noi tre- disse Marty, mentre ai suoi piedi giacevano i rimasugli delle frecce che erano destinate a lei, Kym e Anis.

-Ho paura che non sia ancora finita- esclamò infatti la nordica, vedendo altri dardi saettare verso di loro e respingendoli con la lama della sua ascia –Diamine, chiunque sia il tizio che ci ha teso questa trappola deve avere un’ottima mira e un buon tempismo, se riesce a lanciare così tante frecce in rapida successione-

-Già- annuì Anis, guardandosi intorno per cercare di individuare da dove partivano gli attacchi –E dato che gli alberi sono un buon nascondiglio per offensive del genere, questo nostro avversario ha capito tutto su come mettere in difficoltà i malcapitati-

-Indovinato, ragazzina- confermò una voce dietro di loro, che si rivelò appartenere ad un uomo coperto da una lunga cappa rossa, munito di un arco dalla forma molto elaborata e una faretra allacciata dietro la schiena, puntando verso le ragazze tre frecce dalla punta a forma di testa di rapace stilizzata –E ora, se non volete che vi tolga la vita in modo prematuro, consegnatemi subito, anzi, immediatamente la Spada del Peccato che avete con voi- intimò poi.

-E perché mai dovremmo farlo?- domandò Marty, irritata dal tono arrogante di quel tipo –Ma più che altro, come fai a sapere che io ne possiedo una, e soprattutto chi sei?-

-Il mio nome non ha importanza, vi basti solo sapere che mi chiamano “Fenice Vermiglia”, sono un pirata cacciatore di tesori… e per voi Peccatrici è finita se non mi date subito la spada-

-Ehm… mi sa che lei sia un po’ in errore, signore- lo interruppe giustamente Anis –Noi non siamo le Peccatrici-

-Ah, no?- disse stupito, abbassando l’arco -Strano, perché la Gilda mi aveva informato che una Spada del Peccato si trovava qui…-

-Certo che no, Cappuccetto rosso!- rispose la nordica, afferrandolo per la cappa e interrompendo le sue riflessioni –E poi, che diamine sarebbe una gilda? È un qualcosa simile ad una ciurma?-

-Beh, ecco…-

Ma prima che l’uomo potesse proseguire, Alex sbucò da dietro di lui e gli saltò addosso cominciando a riempirlo di mazzate e morsi, manco fosse un felino in calore… anche se visti i poteri del giovane capitano, un paragone del genere era più che meritato.

-L’ho preso, l’ho preso!- esultò il ragazzo, tenendosi aggrappato ben bene al tizio senza mollare la presa –Mi ci è voluto un po’ per individuarti, ma ora non fai più lo sbruffone, eh?-

-Levatemi questo coso di dosso!- disse invece l’altro, cercando invano di scrollarselo –Ma guarda cosa mi tocca sopportare…-

Ci volle quasi un’ora piena per spiegare ad Alex che l’uomo non era pericoloso come voleva far credere e che il suo agguato era stato tutto uno sbaglio. Per fortuna, una volta chiarito l’equivoco, l’uomo accetto di buon grado le scuse del giovane McWilde, e una volta fatta conoscenza col resto delle ciurma, egli poté finalmente spiegare con calma le sue vere intenzioni.

-Quindi, se ho capito bene, fai parte di una gilda- disse un incuriosito Alex –Ma non sono per caso quelle organizzazioni che accettano qualsiasi incarico in cambio di denaro?-

-Sì, una sorta- rispose l’interpellato, il quale si era abbassato il cappuccio e aveva rivelato dei capelli castano fulvo pettinati a spazzola e degli occhi verde smeraldo –Solo che nel nostro caso, lavoriamo per noi stessi e pensiamo solo a collezionare tesori rari-

-Perciò, siete come dei pirati- azzardò Andross.

-Ancora meglio, siamo pirati e cacciatori di tesori- ribatté lui, mostrando un sorriso divertito –E vi assicuro che non esiste nessuno che non ci conosca, essendo la Gilda dei Quattro Elementi, costituita da vari pirati che abbiamo accolto tra le nostre fila e, ovviamente, i membri più importanti, vale a dire i Quattro Sovrani Celesti-

-I Quattro Sovrano Celesti?- domandò Marty.

-Proprio così- continuò l’arciere –Sono quattro pirati i cui epiteti richiamano i Quattro Animali, nonché i più forti esponenti della Gilda stessa… e io, il qui presente Akaji Honoo, sono uno di essi-

-Wow… deve essere uno davvero forte, allora- disse Anis.

-Un momento!- li interruppe Kym –Capisco che questa tua cosa è molto bella da sentire e tutto il resto, ma non ci hai ancora detto che ci fai in un posto del genere-

-Mi pareva di averlo già detto… sono qui perché ho sentito che nei paraggi di quest’isola si trovava una Spada del Peccato, perciò una volta arrivato ho iniziato le ricerche rimanendo nascosto in mezzo alla vegetazione. Poi vi ho visti arrivare e non appena ho adocchiato la spada che aveva la vostra amica ho pensato foste dei nemici e… beh, il resto lo sapete. In ogni caso, che ne direste di continuare le ricerche insieme a me? Giusto per farmi perdonare il disturbo arrecatovi-

-Affare fatto!- concluse Marty, stringendogli la mano senza esitare.

Fine Cap.36

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Capitolo 37
*** Welcome to the jungle ***


Cap.37:
Welcome to the jungle

Tempo più tardi dopo aver fatto l’accordo con Akaji, segno che avevano suggellato una breve alleanza, i Wild Felis erano finalmente entrati nel vivo dell’esplorazione della giungla dell’isola, il cui nome, rivelato dal cacciatore di tesori, era Junglia, conosciuta anche come “l’Isola Selvaggia” data la natura della vegetazione e della fauna che vi si trovava in essa. Tuttavia, ad alcuni non sembrava piacere molto la presenza dell’arciere, e infatti…

-Non capisco ancora come tu abbia potuto accettare- disse Alex, sbuffando mentre scacciava via alcune mosche fastidiose.

-Già… chi ti dice che quello là non si prenderà la spada una volta che l’avremo trovata? Se mai la troveremo, ovvio- aggiunse Kym.

-Ti dirò, Martine… non credevo che avessi compagni così diffidenti, specialmente il tuo capitano- disse invece Akaji –E poi vi ho già spiegato che la faccenda dell’agguato era tutto un equivoco-

-Non è tanto per quello che sono irritati, ma per cosa farai una volta individuata la spada- intervenne la spadaccina.

-Ah, dici per quello? Beh, mi pare ovvio, la prenderò e la porterò come dono a uno dei miei compagni che ne ha bisogno-

-E chi sarebbe questo suo compagno?- domandò Anis.

-Uno degli altri tre che come me fanno parte dei Sovrani Celesti, per la precisione colui che possiede il comando nella Gilda dell’Est ed è conosciuto da tutti con il nome di “Dragone Azzurro”-

-E questo “Dragone” è uno di cui potersi fidare?- chiese Bobo.

-Ovvio che sì… certo, è un tipo un po’ eccentrico nei modi di fare ma quando vuole sa anche essere serio e combattere come un vero e proprio guerriero che si rispetti- rispose il rosso, proseguendo il cammino con i pirati –Tra tutti i tesori che si possono trovare in questo mondo, inoltre, lui preferisce senza dubbio le armi antiche o che possano avere qualche valore… e le Spade del Peccato, almeno per lui, ne sono un esempio più che valido-

“Non so perché ma la descrizione di questo Sovrano Celeste ha come un qualcosa di familiare” rifletté Marty, ascoltando attentamente le parole del ragazzo “A meno che non si tratti di… no, impossibile… non può essere lui”

-In ogni caso, fidatevi di me e presto potrò mettere le mani su quella spada e portarla al mio amico-

-Sempre se Marty non ci metta le mani per prima- scherzò Alex.

***

-Cavoli, ci stanno mettendo troppo…- constatò annoiata la giovane Peccatrice, che per tutto il tempo era rimasta seduta sulla scogliera e che a forza di aspettare aveva già finito gli orsetti gommosi, dovendo ripiegare su qualche pasticcino –Bah, forse sono già sbarcati e non me ne sono neanche accorta… sì, deve essere andata così- aggiunse, alzandosi in piedi e poi osservare la sua spada, una Tanto dal fodero rosa e una guardia rettangolare dai motivi zigrinati, illuminarsi di una tanto fioca quanto pallida luce rosata –Oh, bene… sembra che andare a cercarli non sarà tanto difficile, Gu uh uh uh…- disse, per poi iniziare ad incamminarsi seguendo la luce della spada.

Ma non appena l’incappucciata mosse un passo, uno stormo di uccelli tropicali le piombò addosso, forse perché attirati dall’odore di cibo che emanava. Non avendo tempo da perdere con quei volatili, a Gluttony bastarono solo un paio di fendenti per scacciarli via e iniziare ad avviarsi verso la giungla. La sua corsa venne però interrotta dall’arrivo improvviso della tigre gigante che aveva incontrato tempo prima, che non contenta aveva chiamato anche un paio di “amichetti”, vale a dire un elefante ed un gorilla, entrambi dall’aria molto affamata. A nulla valsero i tentativi della ragazza di ignorare le tre bestie, visto che in poco tempo si ritrovò circondata da altri scimmioni e pachidermi, fortunatamente di taglia un po’ più normale e nella media, che puntavano verso un solo e unico obbiettivo: lei… o meglio, le cibarie che portava con sé.

-Ah, quindi volete questi, eh?- disse sarcastica l’interpellata, tirando fuori dalla sua cappa sacchetti colmi di dolci –Allora… sono tutti vostri, strafogatevi pure!- aggiunse, lanciandoli in direzione degli animali, i quali furono felicissimi di quel dono “Spero proprio che vi piaccia la sorpresa che troverete nei dolci… Gu uh uh uh” pensò mentre si allontanava rapidamente dal campo visivo delle bestie, del tutto ignare dello strano ticchettio che le leccornie emettevano…

Pochi minuti dopo, dal punto in cui gli animali mangiavano si sentì un tremendo “BOOM!”, seguito da alcuni tonfi sordi. Sentendo ciò, Gluttony sorrise compiaciuta… se c’era un’arma che nessuno poteva aspettarsi da una come lei, quelle erano le sue Candy Bombs, utili per ogni situazione… anche per liberarsi di fastidiose bestie golose.

***

-Ma che…!?- esclamò Marty, notando che Papavero del Sogno aveva nuovamente iniziato a brillare di luce propria –Lo sta facendo di nuovo... e questa volta la luce sembra più forte-

-Fammi controllare…- disse Akaji, osservando la spada –Oh, questo sì che è un fenomeno interessante…- aggiunse.
-A cosa potrebbe essere dovuto?- domandò Anis.

-Non ne ho la completa certezza, ma è probabile che la spada stia cercando di comunicarci qualcosa- azzardò il cacciatore di tesori.

-Il problema è capire “cosa”, ovviamente- rifletté Andross, per poi notare la spada levitare via dalle mani di Akaji e posizionarsi davanti a tutta la comitiva con la lama rivolta verso est, un po’ come una sorta di ago da bussola –Ok, questo è strano-

-Io… non ho parole!- disse Alex, dopo aver visto tale scena.

-Quella spada si è mossa da sola…- disse invece Bobo, non credendo ai suoi occhi –Da non credere!-

-Beh, ma dovevamo comunque aspettarci una cosa del genere, dato che non sono spade comuni- concluse Kym, per niente toccata dall’evento appena accaduto –E tra l’altro, se ci sta dando un’indicazione, perché non seguirla? Magari potrebbe essere un indizio per cercare un’altra spada…-

Ma non appena la guerriera ebbe finito di parlare, la spada ricominciò a muoversi da sola, per poi volare nella direzione che aveva indicato e obbligando i nostri a seguirla, ignari del fatto che alcuni babbuini, nascosti abilmente sopra gli alberi, li avevano già adocchiati per bene ed erano già pronti ad assalirli… o meglio, la maggior parte di loro lo avrebbe fatto se non fosse stato per la prontezza dei pirati, che ne stesero alcuni, e per il rapido intervento del Sovrano Celeste, il quale ne inchiodò il resto agli alberi vicini grazie alle sue frecce.

-Tsk… animali…- disse l’arciere, per poi riprendere il cammino con gli altri –Ricordatevi, quando siete in un luogo come questo fate molta attenzione a non separarvi, altrimenti potreste finire male-

-Non preoccuparti- ribatté Alex –Non siamo mica degli sprovveduti-

-Meno chiacchiere, voi due- li riprese Marty –Se la spada ci scappa o la perdiamo di vista, siamo fregati!-

Fine Cap.37

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Capitolo 38
*** Scontro nella giungla ***


Cap.38:
Scontro nella giungla

Era passata circa un’oretta da quando la spada Papavero del Sogno si era come animata da sola ed era sfrecciata nel verde della natura selvaggia di Junglia. Tuttavia i Wild Felis e Akaji non si erano assolutamente fatti pregare, e nonostante un po’ di fatica, avevano seguito la pista consigliata dalla spada… salvo ritrovare la stessa conficcata nella corteccia di un albero, in compagnia di una figura incappucciata la cui cappa era bloccata proprio nel punto dove la lama aveva fermato la sua “corsa”.

-Beh, sembra proprio che abbiamo ritrovato la nostra spada… e anche qualcun altro- notò Alex.

-Per tutti i dolcetti!- esclamò la voce femminile proveniente dal cappuccio della figura, togliendo istintivamente la spada dall’albero e liberandosi dall’impiccio –Sentivo che la spada di Seraphine era sicuramente vicina… ma non credevo lo fosse così tanto!- aggiunse osservando l’arma per alcuni secondi, per poi voltarsi verso i nuovi venuti –Oh, chi si vede, Martine Bells con i suoi amici pirati e un tipo che non ho mai visto. Sei forse un loro nuovo acquisto?-

-Che?!- domandò Akaji, confuso da quella domanda.

-Ah, non importa, tanto ciò che dovevo fare è fatto, perciò posso anche andarmene. Bye bye!-

E senza dire altro, la figura girò i tacchi e cominciò ad incamminarsi lontano dai pirati con Papavero del Sogno in mano… la quale all’improvvisò si illuminò di una lieve luce bianca e sparì, per poi ricomparire all’improvviso tra le mani di una stupita Marty, obbligando l’incappucciata a fare dietro front, sedersi davanti a loro e iniziare a mangiucchiare dei marshmallow.

-Oh, andiamo bene- disse lei -A quanto pare sembra che alla fine Papavero del Sogno abbia accettato di stare al tuo fianco. Cavoletti, e adesso cosa racconterò a Seraphine e alla nobile Lust?-

-Stare al mio fianco? Che intendi dire?- le domandò Marty.

-Intendo dire che quando una Spada del Peccato viene conquistata in battaglia, la spada stessa forgia una sorta di legame con chi è riuscito ad ottenerla- spiegò l’interessata -E a meno che la spada non incontri una nuova persona che secondo lei sarà meritevole di impugnarla, difficilmente si separerà così facilmente dal suo proprietario-

-In pratica, stai dicendo che quelle spade sono veramente dotate di una volontà?- disse Alex.

-Proprio così, anche se la Nobile Lust non è ancora certa se Bells sia così meritevole di ottenere anche le spade mancanti- rispose con tono schietto l’incappucciata, continuando a mangiarsi i marshmallow –E io, Gluttony, concordo pienamente con la sua opinione-

-Rimane comunque il fatto che la senpai ha bisogno di collezionare quelle spade se vuole che il suo sogno si avveri- disse Anis.

-Quindi è meglio se non fai tante storie e gliela lasci, se non vuoi passare guai- aggiunse Kym.

-Ehi, ehi, state dimenticando una cosa importante!- si mise in mezzo Akaji –Anche se non mi interessa molto di tutta questa faccenda, anch’io ho bisogno di avere quella spada- aggiunse, puntando tre frecce verso l’incappucciata –E non intendo aspettare oltre-

-No, fermo!- provò a fermarlo Andross -Non sappiamo ancora che potere abbia la sua spada!-

-Ha ragione- concordò Bobo –Non puoi pensare di attaccare così alla cieca-

-Se la sua spada ha davvero un potere, allora non ci resta altro da fare che scoprirlo, no?-

Detto questo, il cercatore di tesori lasciò andare le tre frecce contro Gluttony, la quale si ritrovò per la seconda volta impigliata ad un albero, con le frecce che la tenevano ferma per la cappa, obbligandola a togliersela di dosso e rivelare così il suo aspetto, che era nient’altro che quello di una ragazza da gli occhi color miele e i capelli ricci e rosa, vestita con una camicetta e una gonna rosa chiaro e un paio di scarpe a strisce rosa e bianche. A tracolla portava una borsetta dalla quale fuoriuscivano alcuni pacchi di dolci, mentre ad un fianco portava legata la sua spada, una Tanto dal fodero rosa.

-Oh, miei Dei…- commentò Kym con tono schifato, coprendosi gli occhi –Ma che roba è? Non me ne intendo molto di abiti, ma quel tuo abbigliamento è un pugno in occhio per la mia povera vista-

-Se ciò ti consola, ho visto bambole più belle- aggiunse Marty, riponendo Papavero del Sogno e sfoderando entrambe le spade, tenendosi pronta alla lotta –Allora, Caramella ambulante, sei pronta alla lotta?-

-Veramente preferirei rimanere a finire i miei dolcetti- rispose la Peccatrice -Ma dato che la Nobile Lust vuole che recuperi la spada a qualunque costo, non posso di certo tirarmi indietro- aggiunse, sguainando la Tanto dal fodero e puntandola verso Marty, mentre con la mano libera poggiava a terra la borsetta.

-Non dimenticarti che ci sono anch’io, mia cara- esclamò Akaji, tirando fuori tre nuove frecce dalla sua faretra –Che ne dici, Martine? Facciamo a chi la sconfigge per primo?-

-Per me va bene qualsiasi cosa, se si tratta di una Spada del Peccato- replicò la spadaccina, per poi rivolgersi ai suoi compagni assumendo un tono serio -Ragazzi, è meglio se state indietro. Non vogliatemene, ma non me la sento di rivedervi messi K.O. da… beh, qualsiasi potere abbia il nemico-

-Certo, però non possiamo lasciare che te ne occupi solo tu- disse Andross.

-Siamo compagni, perciò dovremmo combattere tutti insieme- gli fece eco Alex.

-E poi, parliamoci chiaro: vorresti davvero goderti tutto il divertimento da sola?- aggiunse la nordica, schioccando le nocche –Avanti, andiamo a cambiare i connotati a questa mocciosa!-

-Ti do un consiglio: comincia a munirti fin da subito del tuo kit medico, non si sa mai- sussurrò Bobo ad Anis.

-Sono pronta ad usarlo in ogni caso- rispose lei.

Ma ancora prima che qualcuno potesse fare qualcosa, Gluttony tirò fuori da una tasca della gonna alcune praline al caramello, che senza pensarci due volte lanciò contro i suoi avversari, i quali non ebbero nemmeno il tempo di chiedersi se la ragazza facesse sul serio o meno che le delizie non appena toccarono terra iniziarono ad esplodere una dopo l’altra, obbligandoli ad indietreggiare.

-Ma che cavolo…!?- esclamò Alex.

-Dolci che esplodono?- commentò Kym.

-No, sono solo bombe di piccolo calibro mascherate da dolci- spiegò la Peccatrice -O come le chiamo io… Candy Bombs- aggiunse, tirando fuori altri dolcetti di vario genere e lanciandoli subito dopo.

-Tsk, niente che non si possa risolvere tranquillamente- replicò Akaji, prendendo alcune frecce e lanciandone contro i dolci, facendoli esplodere prima che si avvicinassero.

-Concordo- aggiunse Marty, seguendo l’esempio del cercatore di tesori –Ma passando a cose serie…- proseguì, per poi far roteare entrambe le spade e posizionarle in obliquo davanti a lei –Tecnica a Due Spade… Squarcio!- disse infine, portando le lame all’indietro da quella posizione per poi riabbassarle e scagliare così una coppia di fendenti d’energia in diagonale contro l’avversaria.

-Oh bene, è proprio ciò che stavo aspettando- rispose a sorpresa la ragazza in rosa, prendendo la spada e puntandola verso il colpo energetico, il quale venne come assorbito dalla lama –Ecco fatto. Forse non è stato un buon antipasto per la mia spada, ma è già qualcosa-

-La spada ha appena mangiato l’attacco della senpai?- esclamò Anis sbigottita.

-Ma come è possibile?- domandò Bobo –Una cosa del genere non dovrebbe essere possibile-

-Vi state dimenticando che si tratta pur sempre di spade che non hanno nulla di normale- rispose Andross, osservando con attenzione la spada della nemica –E scommetto che il potere che possiede è collegato al peccato che rappresenti, dico bene?-

-Proprio così, e il suo nome è Gola Insaziabile- annuì l’interpellata –Come dice il nome stesso, è costantemente “affamata”, e non credo che doo la dimostrazione di poco fa sia necessario dire altro su quale sia il suo “piatto preferito”-

-Fammi indovinare, i colpi basati sull’energia?-

-Esatto, Bells… qualsiasi cosa sia basata su colpi elementali ed energetici sono inutili contro di lei. Ma non pensare che sapere questo ti porterà a qualche tipo di vantaggio-

-Ne sei sicura? Tanto mi basterà utilizzare dei normali attacchi di spada e non avrò problemi-

Infatti, senza dire altro, Marty impugnò saldamente le spade e si scagliò a tutta velocità verso Gluttony, pronta a sferrarle un doppio affondo, ma la rosata evitò agilmente e replicò lanciandole altre Candy Bombs, ma non aveva fatto i conti con Akaji, che era ripartito alla carica scagliandole addosso altre frecce. Evitando con maestria anche quelle, la Peccatrice si distanziò un po’ da entrambi i suoi avversari, ma prima che potesse utilizzare ancora le sue “dolci bombe”, Akaji le tirò una nuova freccia che oltre a ferirla di striscio ad una gamba ebbe anche modo lacerarle la tasca del vestitino contenente tali “armi”, che non appena toccarono terra esplosero tutte insieme e la sbalzarono via, facendola poi finire a terra qualche metro più avanti dai suoi nemici. Nonostante l’abitino quasi malandato a causa dell’esplosione e il fatto di essersi fatta fregare in un modo così scemo, la rosata si rialzò in piedi e sembrò pronta a proseguire.

-Anf… anf… ok, forse vi ho un po’ sottovalutati…- disse, rinfoderando la lama –Tuttavia, mia cara Bells, ho paura che per Gola Insaziabile non sia ancora giunto il momento di cambiare proprietaria…-

-Ah, no? E allora per cosa mi hai sfidata a fare, a parte provare a riprenderti l’altra spada?- domandò Marty.

-Forse per mettere un po’ alla prova la tua forza, non è ovvio? Certo, sicuramente la Nobile Lust mi rimprovererà parecchio perché sono tornata a casa a mani vuote, però…-

-E no, eh! Questo non posso proprio permettertelo!- la interruppe Akaji, puntandole addosso l’ultima freccia che gli era rimasta –Non dopo tutta la fatica fatta per venire fin qui!- aggiunse, tendendo al massimo la corda dell’arco –Perciò, se non vuoi che questa freccia ti mandi all’altro mondo prematuramente, consegnami immediatamente quella spada!-

-Ma sentitelo, pensa di essere figo solo perché ha arco e frecce…- disse dal nulla una voce femminile dal tono adirato, voce che a Gluttony parve molto familiare –Il solo sentirlo mi fa già incazzare-

-Già, e crede che alzare la voce lo aiuterà a risolvere tutto… ma si sbaglia, dato che sono i soldi a fare ciò!- disse una seconda voce, apparentemente più decisa e convinta della precedente.

-Però ha anche fascino e carisma…- disse invece una terza, il cui tono sembrava più triste delle altre due –Oh… se solo potessi averle anch’io quelle qualità…-

-Eh? Ma da dove arrivano queste voci?- domandò Alex, guardandosi intorno.

-Non lo so e non lo voglio sapere, ma saranno sicuramente dei nemici…- ipotizzò Andross.

-Non abbassate la guardia, mi raccomando- aggiunse Bobo, incupitosi.

-Come se non lo sapessi…- ribatté Kym, con una mano intenta a stringere la sua ascia e con l’altra a tenere stretta a sé Anis –In ogni caso, se si azzarderanno a toccare la piccina, dovranno prima passare su di me-

“Cavoli, non pensavo di essere diventata così importante per Kym…” rifletté Anis, non sapendo cosa dire.

E nel giro di pochi minuti durante i quali l’aria sembrava essersi fatta mlto tesa, dal folto della vegetazione si fecero avanti tre nuove figure incappucciate, le cui cappe erano rispettivamente di colore rosso per la prima, verde per la seconda e grigia per la terza. Come le vide avvicinarsi, Gluttony andò subito da loro, ma non prima di aver recuperato la sua borsa piena di dolci.

-Però, non mi aspettavo arrivassero i rinforzi- disse la rosa, iniziando a mangiarsi un lecca lecca.

-Fai poco la spiritosa, Gluttony- la riprese la figura in rosso –Se siamo venute qui è solo perché ce lo ha chiesto la Nobile Lust dopo aver seguito ciò che stavi facendo-

-Lo sai che è molto delusa?- rincarò la figura in verde –Ma almeno sei riuscita a tenerti stretta la spada-

-Cavoli, non vorrei proprio essere nei tuoi panni quando torneremo alla base… anzi, anche a me piacerebbe essere punita…- concluse invece quella in grigio con tono molto triste, per poi rivolgersi al gruppo di pirati che le stavano ancora fissando –Oh, nel caso non lo aveste ancora capito, per il momento la nostra compagna si ritira, ma non preocupatevi, ben presto sentirere ancora parlare di noi…-

E detto questo, le tre incappucciate tirarono fuori anche loro quelle che dovevano essere delle gemme preziose e le strinsero nei palmi delle loro mani, sparendo nella luce che ne seguì e lasciando soli e con un palmo di naso sia i pirati che Akaji, il quale dovette abbassare l’arco e imprecare duramente per la sfortuna.

Fine Cap.38

Angolo dell'Autore: lo so, lo so... sono in ritardo mostruoso, lo ammetto. Certo, potevo anche avvertire che sarebbe stata interrotta causa mancanza di ispirazione/impegni scolastici/mancanza di tempo in generale, tuttavia per mia fortuna l'ispirazione è tornata e almeno per un po' chiunque mi segue e seguirà potrà tirare un sospiro di sollievo per il ritorno di questa bella storia xD Detto questo, vi do appuntamento al prossimo capitolo ^^

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Capitolo 39
*** Postfazione: Arrivederci, Pirati Wild Felis ***


Salve, cari lettori che siete riusciti a giungere fino a questo punto... per quanto mi duole ammetterlo, attualmente sembra che non abbia più molta ispirazione per questa fiction, e sebbene le idee ci siano, sembra che sia giunto ad una sorta di "punto morto" per quanto riguarda il buttarle giù per bene... quindi, dopo tanto pensare, ho deciso di concludere, almeno momentaneamente, questa storia. Oh, ma questo non sarà affatto un addio per i nostri protagonisti. Anzi, potete considerare ciò come una sorta di "arrivederci" temporaneo, una piccola calata di sipario che chiude, anche se in un modo molto "cliffhanger", la prima parte di questa mia saga. Certo, scommetto che la maggior parte di voi rimarrà un po' delusa che tutto venga "troncato" proprio sul più bello, ma non preoccupatevi. Abbiate solo pazienza e sperate che un giorno arrivi anche il seguito di questa bella storia ^^

Detto ciò, ringrazio con tutto il cuore chi ha seguito, letto e messo tra i preferiti questa storia, ma un grazie speciale va soprattutto all'utente Kymyit, la quale ha avuto il buon cuore di lasciare delle buone e sincere recensioni in tutti i capitoli.

E ora, sperando che un giorno i Wild Felis ritornino a rallegrare il mondo dei pirati, vi saluto e vi do appuntamento alla mia prossima fiction.

L'Autore, Franky9397

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