We need each other

di LadyCharl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La solitudine della principessa ***
Capitolo 2: *** Da Brooklyn con furore ***
Capitolo 3: *** Pretty Humphrey ***
Capitolo 4: *** Shall we drive? ***
Capitolo 5: *** Quello che le donne non dicono ***
Capitolo 6: *** Angeli e demoni ***



Capitolo 1
*** La solitudine della principessa ***


LA SOLITUDINE DELLA PRINCIPESSA


Erano ormai due mesi che Blair Waldorf si trovava nella lussuosa residenza dei Grimaldi a Monaco. Le prime settimane quella grande dimora barocca le era sembrata il luogo più adatto per lei ed era stata felice di poter nuovamente svolgere la sua vita con i piedi ben piantati sulla terra; anche se non aveva del tutto detestato il soggiorno sullo yacht pluriaccessoriato, la fastidiosa sensazione di precaria stabilità la infastidiva non poco.
Nonostante la dimestichezza della ragazza negli ambienti regali e la sua capacità nell'intrattenere brillanti conversazioni con la nobiltà, i giorni che prediliva maggiormente, contrariamente a quello che si possa credere, non erano le serate di gala o le visite ufficiali alle quali era introdotta come la futura principessa dei Monegaschi, come nei più ambiziosi dei suoi sogni, ma le sere che trascorreva al PC in contatto con l'unico amico dell'altra sponda dell'Atlantico che sembrava avere tempo da dedicarle e voglia di ascoltarla. Già il fatto di preferire agli eventi mondani semplici serate in contatto con vecchi amici meravigliava Blair, che da sempre aveva immaginato la sua vita perfetta come un'ininterrotta serie di cerimonie ed eventi solenni e prestigiosi, ma le risultava ancor più stravagante che quelle serate così piacevoli non erano lunghe chiacchierate al telefono con la sua bionda migliore amica, intenta a discutere e giudicare le ultime tendenze lanciate da Vouge,bensì con il suo non-amico di Brooklyn: Dan Humphrey.
Sin da quando era partita si erano accordati per stabilire delle date in cui dedicarsi alla visione di quei capolavori dell'età d'oro di Hollywood che piacevano tanto ad entrambi, attività alla quale si erano dedicati anche in passato, stupendosi dell'incredibile piacevolezza di quegli incontri; così il lundì sera era dedicato a vecchie pellicole, per la maggior parte in bianco e nero, con conseguente dibattito seguito da lunghe chiacchierate durante le quali Blair non faceva altro che assillare il povero ragazzo con i racconti dei preparativi dell'imminente cerimonia, della sua ultima apparizione al fianco del suo bel principe o, in alternativa, delle sue recenti macchinazioni diaboliche per conquistare l'intera nobiltà.
Quelle serate erano gli unici momenti in cui la ragazza aveva contatti con il suo vecchio mondo...Serena non aveva tempo per lei, troppo impegnata nel suo nuovo lavoro, ottenuto miracolosamente passeggiando per le vie di Los Angeles, per non parlare dei suoi ex storici Chuck e Nate, riuniti per uno dei loro perversi viaggi di perdizione in chissà quale zona del globo.
Con questo andazzo non ci volle molto per far diventare quelle ore trascorse difronte allo schermo di un computer impugnando un telefono intenta nel punzecchiare il ragazzo solitario una ricorrenza irrinunciabile per Blair che, per non mancare all'appuntamento settimanale, una sera d'agosto arrivò a simulare un malessere, così da poter giustificare la sua assenza ad una delle tante serate di beneficenza alla quale era attesa con impazienza.
Di fatto i suoi contatti con Dan erano diventati indispensabili in quanto, insieme ai pomeriggi dedicati allo shopping estremo durante i quli, ben camuffata e in compagnia della dell'inseparabile Dorota, razziava i più costosi negozi del principato, era l' unica situazione in cui si sentiva perfettamente a suo agio e, completamente libera da etichetta e protocollo, pienamente se stessa; inoltre, anche se non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, quando sentiva la voce del ragazzo, quel senso di solitudine, che la possedeva durante la sua permanenza a Monaco, dove era separata da Louis, inabissato da innumerevoli compiti da futuro monarca, e contornata da gente nuova e potenzialmente non schietta e leale, l'abbandonava del tutto, facendo ritrovare al suo cuore quel calore che si prova quando dopo essere stati lontani dalla propria casa ci si ritrova in famiglia; in sostanza la voce di Dan era diventata un faro nella buia solitudine di Blair, un faro così luminoso da dover essere tenuto nascosto.
Per una misteriosa ragione però, lo scorso lunedì Dan non rispondeva alle chiamate di B, tantomeno ai suoi messaggi intimidatori...
"Maledetto Humphrey..." iniziò a sbraitare tutta sola nella sua lussuosissima camera vuota contro il telefono "...mi auguro per te che Brooklyn sia in fiamme e pertanto tu sia impossibilitato a rispondermi perchè, se così non fosse, giuro sulla mia Hermés preferita che appiccherò io stessa il fuoco nel tuo sudicio loft...e per farlo userò i tuoi centinaia di racconti mediocri da tormentato scrittore sfigato!"
Dopo aver intasato con l'ennesimo messaggio la segreteria di Dan, si accorse di aver ricevuto un SMS:
"Avvistato! Ieri Dan Humphrey all'aereoporto...Daniel ci stupisci...perchè non raggiungere Los Angeles con il furgoncino dei Lincoln Hawk, tutti conosciamo la passione di S. per i mezzi di trasporto vintage..."
Maledizione, perchè, perchè la infastidiva tanto il fatto che quel falso intellettuale fuori moda non avesse rispettato il loro appuntamento settimanale e in aggiunta per raggiungere Serena?
Sprofondò nel suo morbido materasso del suo sontuoso letto e con voce flebile ammise a se stessa: "Forse perchè ne ho bisogno..."
"My lady di cosa necessita? Forse di un buo accendino firmato per dare fuoco alle mie bozze?"


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Capitolo 2
*** Da Brooklyn con furore ***


DA BROOKLYN CON FURORE


"My lady di cosa necessita? Forse di un buon accendino firmato per dare fuoco alle mie bozze da, com'era..."
La ragazza sobbalzò ed ebbe un tumulto di gioia alla vista dell'amico, era talmente immersa nei suoi pensieri da non accogersi che il ragazzo era entrato nella sua camera, avrebbe tanto voluto correre ad abbracciarlo e dirgli quanto era felice di vederlo lì e svelargli di essere profondamente sollevata che non si fosse dimenticato dei loro film e di lei, ma sedò l'entusiasmo...
"Tormentato scrittore sfigato..." suggerì Blair con un sorriso di gioia camuffato da ghigno malefico
"Si, esattamente!" commentò Dan sorridendo impugnando ancora il cellulare dal quale aveva ascoltato il pacifico messaggio
"Che ci fai qui?" rispose fredda la ragazza
"Sono felice che anche a te faccia piacere rivedermi, Waldorf!" ribattè sarcastico "Comunque visto che sua maestà richiede gentilmente una spiegazione il suo umile servo accontenterà i suoi regali desideri..."
"Humphrey smettila di blaterare e vieni al dunque"
"Ok..." e cambiando tono da canzoniero e buffo a ben impostato e serio scandì: "Mi mancavi."
Quest'ultima frase colpì nel profondo la ragazza che non riuscì più a mantenere la sua solita facciata da altera snob e di risposta, non distogliendo mai il suo sguardo da quello del ragazzo, ammise:"Già...mancavi anche a me Humphrey."
Dan non riusciva più a staccarle gli occhi di dosso...come sempre era perfetta; il suo coorpo era fasciato in  una splendida vestaglia champagne di seta che, nonostante fosse ben allacciata, lasciava intravedere dalla scollatura il pizzo della corta sottoveste e i suoi capelli erano, come sempre, splendidamente lucenti. Era bellissima, lo sapeva benissimo e da tempo aveva già accettato il fatto che fosse segretamente e follemente innamorato di quel concentrato di insicurezze e sensibilità coperto da uno spesso strato di sublime cattiveria e altezzosità profumato da una goccia di Chanel n.5° che rispondeva al nome di Blair Waldorf, una delle sue peggiori aguzzine al liceo, ma sapeva che ci che covava nel suo animo doveva continuare a rimanere celato, in special modo adesso che lei stava per sposarsi e per di più con un principe...che speranze poteva avere lui "tormentato scrittore sfigato"...quindi già da tempo era rassegnato ad ammirare tutto ciò che nel suo più profondo bramava pur possedendo la consapevolezza di non poterlo mai ottenere.
Del resto si era abituato a questa visione dei fatti, ma il suo cuore non era riuscito a resistere all'impulso di prenotare il prima possibile un volo per raggiungerla a Monaco quella sera che al telefono la ragazza gli aveva confessato di sentirsi sola in quella grande domora regale e di avere quasi la sensazione di essere stata abbandonata da tutti i suoi più cari amici.
I suoi flussi di pensieri furono troncati da Blair che, imbarazzata dai sentimenti che trasparivano, nonostante gli sforzi del ragazzo, dal suo sguardo fisso su di lei, distolse l'attenzione da lui e dedicandosi al telefono per scrivere un SMS di convocatura per la fida Dorota e riprese la coversazione:
"Bhe se devo essere sincera pensavo che il tuo volo fosse diretto a Los Angeles..."
"Nhaaaaaa i miei affari da quelle parti sono definitivamente chiusi...e poi da quando  ero piccolo ho sempre desiderato visitare l'antico continente...Ovviamente ho con me tutti i DVD dei film che non abbiamo ancora visto della nostra lista..." e indicò la sua vecchia solita consunta tracolla di cuoio "...e per la tua gioia ho aggiunto anche qualche film di Audrey..."
"Perfetto! Mmmm...senti..." la sua voce si fece carezzevole "Non potremmo variare il nostro programma?"
"L'avevo immaginato! Dimmi: Colazione da Tiffany o Vacanze romane?"
"Vacanze romane grazie!" affermò vittoriosa.
Mentre Dan frugava nella sua tracolla per cercare il DVD bussarono alla porta, Dorota era finelmente arrivata:
"Miss Blair al suo servizio!" disse immediatamente la domestica
"Oh salve Dorota...come va? E la piccola Anastasia si trova bene nella sua nuova casa?" la salutò Dan.
Dorota sorrise stupita  e compiaciuta, infondo il ragazzo le era sempre stato simpatico, aveva sempre riconosciuto in lui una persona con profondi valori e di buon cuore, anche se si era mostarta riluttante era rimasta piacevolmente sorpresa quella volta che trovò il suo New Yorkers nella camera della signoriana Blair.
"Signor Humphrey! Che sorpresa...la signorina Blair sarà felice di averla qui...sa non la smetteva di parlarmi delle vostra chiacchierate del lunedì e di quanto..."
"Dorota!" la interruppe la ragazza "Non sei qui per fare salotto, va subito ad informare la governante  della presenza di un mio ospite, fagli preparare la camera e fai venire qualcuno a prendere i suoi bag..." si bloccò notando che oltre alla tracolla il ragazzo non aveva nessun altra borsa con se...
"Humphrey dove sono i tuoi bagagli? Non dirmi che hai rubato la borsa a Mary Poppins..." gli chiese con uno sguardo d'accusa
"Tranquilla non farei mai del male a Mary Poppins...mentre la compagnia aerea non sembra avere la stessa premura nei miei confronti: hanno perso la mia valigia..."
"Il solito sfigato! Dorota ora puoi andare..." Blair si avvicinò alla sua domestica e accompagnandola verso la porta le sussurò:"Dorota assicurati che la sua camera sia sul piano della mia..." la polacca sorrise e annuì lasciando la camera.
Dopo di che la ragazza si rigettò sul letto e rivole nuovamente la parola al ragazzo solitario:"Allora?! L'hai trovato?"
"Voilà Madame" affermò teatralmente Dan dopo aver finalmente trovato il film
"Merçi beaucoup..."
Il ragazzo inserì il disco nel lerrore DVD e fece partire il film, allora Blair lo invitò a sedersi insieme  a lei battendo la sua mano sul letto, a questo gesto Dan non potè far a meno di commentare mentra si dirigeva verso di lei:
"Wow non provi più schifo verso gli abitanti di Brooklyn?" si sedette sul letto e si chinò per slacciarsi le scarpe attendendo la pungente risposta della ragazza
"Nhaaaa...solo qualche volta...sai un po' di ribrezzo. Ehmmm...Humphrey mi auguro che le tue calze siano pulite!"
"Candide mia cara"
"Bene! Ora TACI!"
Il film era già iniziato da un po' ma infondo importava perchè era conosciuto perfettamente da Blair e anche da Dan, che era stato costretto da lei a rivederlo più volte; così passarono la serata guardando quel vecchio film ma mai come le altre volta Dan era stato turbato da quest'ultimo e segretamente paragonò la sua situazione a quella del personaggio di Gregory Peck.
Alla fine del lungometraggio una Blair con gli occhi gonfi di pianto ruppe il lungo e rigido silenzio che regnava durante la visione del capolavoro e così con voce roca e rotta da singhiozzi esordì:"Dai commentiamolo...che ne pensi?"
"Blair non dirai sul serio, sarà minimo la quinta volta che lo guardiamo insieme!"
Allora Blair gli lanciò un'occhiataccia, ma Dan non cedette e rispondendo allo sguardo con altrettanta durezza aggiunse solamente:"E sai già benissimo come la penso...Anna sarebbe dovuta restare con Joe. Invece di ritornare a palazzo dai suoi doveri principeschi avrebbe dovuto scegliere la felicità!"
"Lo pensi veramente?" gli chiese lei visibilmente colpita nell'intimo e addolcita
"Si! Ne sono convinto" rispose Dan con sicurezza.
Blair distolse lo sguardo da lui e asciugandosi una lacrima si alzò e cambiò discorso:"Bene Humphrey visto che non sei in vena ti consiglio di ritirarti nei tuoi alloggi così da poter smaltire lo stress da fuso orario, chiedi a Dorota dove ti hanno sistemato, la sua camera e quella accanto la mia a destra."
Dan alzandosi e riinfilandosi le scarpe scacciò via i suoi pensieri e osservò:"Già....hai ragione."
La ragazza aprì la porta e aspettò l'uscita del ragazzo che passandole accanto le stampò un dolce bacio sulla guancia e le sussurò:"Notte Blair..." poi voltandosi una sola volta, sufficente a  far notare gli effetti che aveva provocato quell'innocente bacio, il ragazzo di diresse verso la camera di Dorota.
Blair, rimasta ammutolita, vide Dorota accompagnarlo nella camera accanto alla sua, a sinistra, e quando fu entrato chiuse la porta e con le spalle alla porta bisbigliò:"Buonanotte Dan."

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Capitolo 3
*** Pretty Humphrey ***


PRETTY HUMPHREY

"Uuuhhh questa deve essere la borsa di Blair, mmm vediamo che c'è dentro...oh il suo profumo...com'è buono...adoro Chanel n°5...già Chanel n°5 è proprio buonissimo..."
"Che fai frughi nella mia borsa? Humphrey...Humphrey...HUMPHREY..."
"Ok io non lo volevo fare ma tu proprio non mi lasci altra scelta..." la ragazza raccolse tutte le sue forze e sferrò uno schiaffo all'addormentato
"Auch" gridò Dan massaggiandosi la guancia colpita, ma dopo aver aperto gli occhi :"AAAAAAAHHHHHH e tu chi sei?" alla sua vista era apparsa una ragazza dai lunghi capelli dorati con dei Jeans e una camicietta svolazzante.
La bionda togliendosi gli occhiali da sole lo rassicurò :"Stupido non urlare...sono io, Blair..." ancora stordito il ragazzo le chiese :"Scusa ma che hai fatto ai capelli?"
"Bella addormentata è una parrucca...visto che la tua valigia è dispersa ti servono come minimo delle mutande e di certo io non posso farmi paparazzare intanta a fare shopping con te, primo perchè sono la futura principassa dei Monegaschi e secondo, anche se non lo fossi la mia vita sociale ne risentirebbe comunque!"
Il ragazzo si alzò e stropicciandosi gli occhi replicò :"Shopping eh? Sai, mi hai spaventato...e comunque la bella addormentata era risvegliata da un bacio non da uno schiaffo."
"Si, sogna Humph..." Blair si bloccò notando che il non-amico era in piedi ancora assonnato con solo i boxer addosso, e che si striracchiava tranquillo e placido in attesa della sua risposta; meravigliandosi di se stessa la ragazza provò dell'imbarazzo, le sue guance si colorarono di un leggero vermiglio, le sue mani iniziarono a sudare e inaspettatamente si ritrovò ad ammirare il ragazzo che a lungo aveva disprezzato e che ultimamente aveva imparato a conoscere. Osservandolo si accorse forse per la prima volta che era un tipo d'uomo desiderabile, certo non gli mancava niente, era fisicamente ben messo, se così si può dire, si soffermò sulla sua bruna capigliatura scompigliata tutta riccioli ribbelli e poi sui suoi occhi che non erano mai riusciti a mentirle.
"Blair?! Tutto ok?" si informò lui, che ora con le mani appoggiate dietro la nuca la squadrava con ingenuità, lei distolse lo sguardo e avvicinandosi alla poltrona sulla quale aveva poggiato la borsa disse :"Si va tutto alla perfezione...comunque tu dovresti ricomporti, abbiamo degli orari da rispettare!"
Dan si vestì in fretta e fu pronto nel giro di pochi minuti.
"Waldorf sono pronto a gettarmi nell'avventura dello shopping con te!" dichiarò allegro e si diressero entrambi verso l'uscita.
"Ma sai che mi fa propio uno strano effetto vederti bionda? E sinceramente anche vederti con i Jeans..." osservò mentre manteneva la porta aperta per farla passare
"Vero? A me invece fa uno strano effetto il fatto che nei tuoi sogni compaiano bocettine di Chanel n°5, te l'ho sentito nominare nel sonno...se vuoi te lo presto" rispose scherzosa uscendo, lui sorrise non fornendole alcuna spiegazione e chiudendo alle sue spalle la porta la seguì.
Nel giro di un'oretta, da trovarsi nel comodo letto della camera a lui assegnata, Dan fu catapultato in un'Odissea senza fine: rimaneva rinchiuso in un camerino ed a intervalli di cinque minuti gli venivano lanciati nuovi capi da Blair che come una trottola girovagava per il negozio selezionando fini camicie, eleganti giacche, sofisticate polo, raffinati pantaloni e pregiate scarpe italiane, e  dopo aver ovviamente rivolto al martire le sue pungenti critiche, si cambiava botique e ricominciava la tortura; ma infondo quella mattinata passata tra negozi di alta moda non infastidì tanto il ragazzo che a quegli ambienti non si era completamente abituato nonostante il nuovo status della sua famiglia, infatti sebbene non fosse impegnato in una delle sue attività preferite, vedere la ragazza, che raramente abbandonava il suo solito broncio, tanto allegra e spensierata lo rese felice, lui adorava la sua radiosa risata e l'avrebbe voluta vedere sempre così felice.
"Ti prego Blair, basta...sto per avere un calo di zuccheri...e no, non mi importa che è un comportamento poco virile..." supplicò il ragazzo camminando per le vie di Monaco con innumerevoli buste contenenti il suo nuovo guarda roba minuziosamente selezionato dalla ragazza
"Humphrey non dire così...hai resistito più di quanto avessi previsto e hai avuto il buon senso di non contraddirmi..."
"Sono un ragazzo saggio" affermò Dan
"Te lo riconosco...ti sei guadagnato la scelta del pranzo..."
"Veramente?!" chiese fermandosi e fissandola incredulo, lei si girò verso di lui e con deliziosa cattiveria gli rispose :"Ovviamente no!"
Lui rassegnato, con il sorriso stampato sulle labbra la seguì.
Si era già preparato psicologicamente ad affrontare camerieri snob e portate misere con altisonanti nomi quando il loro taxi, preferito alla limousine per non destar sospetti, si fermò all'entrata di una caratteristica trattoria.
"Blair ti prego dimmi che il tassista non ha sbagliato..." disse Dan speranzoso
"No no, mangeremo qui...oh il cibo è delizioso e sono tutti così gentili con me!" gli rispose con dolcezza  tenedo fissi gli occhi sull'insegna del locale.
Entrarono insime, e mentra Dan sovraccarico di pacchi si faceva strada tra i tavoli cercando di non disturbare il pranzo degli altri clienti, la donna che sedeva accanto la cassa, a cui si illuminarono i ridenti occhi verdi alla vista della ragazza, accolse calorosamente Blair.
"Oh Madamoiselle Cornelia! Come va?" chiese la donna, che sprizzava gioia da tutti i pori, con un forte accento francese
"Mia cara, oserei dire splendidamente" le rispose B. con teatralità
"Vorrei ben dire, con un simile giovanotto come accompagnatore quale donna al mondo non si sentirebbe al settimo cielo..." osservò l'altra lanciando un occhiata al ragazzo che cercava di raggiungerle con scarsi risultati e urtando tutti i commensali ai quali chiedeva ripetutamente di perdonarlo
"Chery non sarà per caso lui il non-amico di Brooklyn..." continuò
"Si! Ma te l'ho descritto  davvero così bene?" chiese la finta bionda guardando la sua interlocutrice con sguardo incredulo e un sorriso appena accennato
"Pasticinno, non facevi altro che parlarne...potrei riconoscere Daniel Humphrey tra tutti gli uomini del mondo!" spiegò senza distogliere la vista dal povero Dan che era rimasto bloccato, poi gli si avvicinò, mentre Blair si dirigeva al suo solito tavolo, per soccorerlo
"Bonjourn Monsier Humphrey..." lo salutò, il ragazzo sorpreso ricambiò il saluto :"Bonjour..." al che il sorriso della donna si trasformò in una divertita smorfia
"Oh tesoro! Per sua fortuna parlo l'inglese...ha una pessima pronuncia...o meglio non raggiunge la perfezione di quella di Madamoiselle Cornelia, sembra sia nata per vivere qui, non crede?"
"Madamoiselle Cornelia eh?" osservò Dan comprendendo che, oltre il colore dei capelli, durante le sue uscite informali Blair cambiava anche il suo nome, e soffermandosi sognante sulla ragazza che frugrava elegantemente nella sua borsa seduta ad un tavolo lontano da lui una decina di metri
"Esattamente! Madamoiselle Cornelia...che ora l'aspetta lì. Guardi è meglio che la raggiunge...lasci pure a me le borse..." gli consigliò la donna iniziando a togliere le buste al ragazzo che sorridendole le rispose :"Merçi Madame..."
"Josè" affermò lei "chiamami Josè...Madame mi fà sentire vecchia!"
"Oh d'accordo Josè, ma a patto che anche lei mi chiami Dan!" precisò il ragazzo
"Affare fatto" decretò infine la donna.
Dan raggiunse Blair e durante il pranzo risero e scherzarono, lui le racconto dello scambio avuto con la proprietaria della trattoria che li raggiunse per il dolce e si intrattenne con loro raccontando le sue prodezze giovanili, il tempo scappò via veloce e quando fu il momento dei saluti Blair abbracciò Josè che ricambiò con calore.
Mentre la futura principessa in incognito si incamminava verso l'uscita Josè accompagnò Dan prima a riprendere gli acquisti che le aveva lasciato e poi insieme si diressero verso l'uscita dove gli attendeva Blair.
Durante il breve tragitto Dan rivolgendosi alla donna le disse :"Josè io la trovo adorabile ma non concordo con lei su di un punto...Madamoiselle Cornelia non è fatta per vivere qui...lei appartinene a New York"
la proprietaria lo guardò compiaciuta e commentò :"Lo so Dan, e a mio modesto parere, per quello che ho visto e sentito, anche il suo cuore appartinene a New York!" detto ciò non concesse diritto di replica al ragazzo e  a passo svelto  raggiunse Blair.
Mantenendo la porta aperta aspettò che i due ragazzi uscissero; quando i due furono fuori si congedò dalla ragazza con un allegro e festoso :"Torni presto Madamoiselle Cornelia" poi aggiunse, rivolgendo questa volta uno sguardo d'inteda a Dan " E porti con lei il suo non-amico, è un bravo giovanotto!"









Spazio dell'autrice:
Ok questo è il primo spazio autrice che scrivo...prima di tutto vorrei ringraziare Drakina94 e Squaw per aver recensito e aprezzato questo mio lavoruccio...inoltre mi scuso per la lentezza con cui ho postato i primi capitoli ma essendo Agosto non sono stata molto tempo a casa e quindi non ho goduto di una connessione degna di tal nome, infine vorrei far notare che sto cercando di mantenere l'idea originale del telefilm dando ai capitoli un titolo simile a quello di un film modificato appositamente, in caso in cui non  gli abbiate individuati i film sono: La solitudine dei numeri primi, Dalla Cina con furore e Pretty Woman...ringraziando ancora i miei lettori e scusandomi in anticipo per eventuali errori vi saluto!
P.S. Ricordate che se siete dei fan della coppia Dan/Blair come me questa storia è per voi ;)

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Capitolo 4
*** Shall we drive? ***


SHALL WE DRIVE?

"Blair, mi hanno riferito che una camera della residenza è stata occupata da un tuo ospite...Di chi si tratta?"
Questa fu la prima frase che suscitò interesse nella ragazza; infatti era già da un'oretta che Blair conversava con il suo futuro sposo senza alcun coinvolgimento durante l'abbondante e intimo pranzo che stavano consumando sulla terrazza assolata dell'edificio. Louis le aveva descritto tutti i più piccoli dettagli del suo breve viaggio in Italia: aveva lodato la cucina, le opere d'arte e le bellezze naturali del bel paese, ma, nonostante il fascino che la penisola Italica esercitava su di lei, tutti i suoi racconti non l'avevano entusiasmata  minimamente e solo alla domanda riguardante il suo misterioso ospite la ragazza degnò il principe di una partecipazione adeguata alla conversazione
"Oh caro...ti ricoridi di quel mio..." si fermò un attimo, era assurdo ma maledettamente vero, continuò : "...amico...Daniel Humphrey..." fingendo indifferenza...
"Daniel! Certo che lo ricordo...ci aiutò a New York quando dovevamo convincere Loucien che non ci fosse nulla fra noi..." il francese prese un di vino poi continuò: "Simulaste un bacio, giusto?"
Blair senza alzare lo sguardo dalla sua macedonia fresca gli rispose con voce flebile:
"Si, simulammo un bacio..." poi cadde nel profondo dei suoi pensieri e ricordi, rivide le scale della casa di Serena, la cravatta che aveva scelto per lui, il viso di Dan avvicinarsi al suo, le loro labbra incontrarsi, risentì le braccia di lui cingerle la vita e la dolcezza della sua voce che con un celato affanno si informava se fosse abbastanza per convincere il collaboratore del principe, riesaminò la scena e comprese che quel bacio Dan non l'aveva affatto simulato, e lei? Non osò rispondere sinceramente a quell'interrogativo e ritornando alla realtà si rivolse a Louis:
"Riguardo ad Humphrey...credo che sia necessario invitarlo al gala di domani sera, trovo infatti inappropriato non presentare il mio ospite alla tua famiglia..."
"Ovviamente concordo completamente con te" affermò con tono gentile il principe, poi si alzò da tavola e si diresse verso Blair, le stampò un bacio sulla guancia e disse: "Ora perdonami, ma ho delle faccende di stato da sbrigare, provvedi tu ad avvisare Daniel?" la bruna annuì con grazia.
Dopo poco si diresse nella sua stanza, vi entrò, aprì un cassetto del comodino, prese un bastoncino di legno con cui, in un unico elegante gesto, raccolse i suoi boccoli in un approssimativo chignon e rivide quel manoscritto; di quel romanzo non sapeva nulla, fatta eccezione del titolo: "Inside"; le era arrivato circa un mesetto fa in un pacco che non portava scritto in mittente e l'aveva subito chiuso in quel cassetto non avendo ne tempo ne voglia di dedicarsi alla lettura.
Richiuse il cassetto e uscita dalla sua camera incontrò proprio chi desiderava vedere, ma lo sorprese in atteggiamenti sospetti: le dava le spalle e, gesticolando leggermente, confabulava con Dorota, il ragazzo non essendosi accorto della sua presenza continuava ad istruire la domestica:
"Allora Dorota ci siamo intesi, tra un po' tu entri in camera di Blair, la fai preparare..."
"Signor Humphrey..."
"insomma parrucca e cose varie...la porti sul retro con una scusa e allora io pass"
"Signor Humphrey..." ripetè la Polacca interrompendo Dan e indicandogli miss Blair  che sostava alle sue spalle , lui si girò e la vide, allora sbiancò in volto e iniziò a torturarsi le mani...
"Tu cosa?" chiese lei curiosa con un beffardo sorrisetto, indice della soddisfazione che stava provando per aver scoperto in fragrante il poveretto.
Ma Dan non cedette...si era impegnato tanto per farle quella sorpresa che tale sarebbe rimasta, non ci sarebbero stanti indizi quindi decise di agire immediatamente...indurì lo sguardo, afferrò il polso della ragazza e con un sorriso le disse: "Vieni, c'è un regalo per te!" e trascinandola dietro di se la condusse all'esterno...e la sorpresa fu svelata.
Lei che aveva borbottato durante tutto il breve tragitto arrancando sugli alti tacchi cercando di tenere il passo con quello di Dan, fattosi più svelto per via dell'entusiasmo che lo pervadeva, rimase stupidamente zittita alla vista della Mirror Mini 1000 bianca convertibile che aveva tanto gioiosamente criticato quel giorno che avevano unito le sue forze a quelle del ragazzo per il bene di Serena.
"L'ho fatta arrivare da New York via mare!" esclamò pieno d'orgoglio, poi continuò: "Dai Blair ci facciamo un giro!"
"Oh...mag..cioè no! Io su quel vecchio rottame non ci risalirò mai più! E poi non posso farmi vedere in pubblico senza il mio travestimento..."
"Miss Blair!" la chiamò Dorota che si era fermata all'inizio della grande scalinata, la domestica sventolava la parrucca, Blair la raggiunse lasciando solo Dan che proprio non riusciva a smettere di sorridere dalla felicità di avere davanti agli occhi quella macchina che per lui era il simbolo del loro rapporto, infondo tutto aveva avuto inizio durante quel viaggio, da quel momento in poi lei si era finalmente ricredura completamente ( ovviamente senza dimostrarlo più di tanto) su di lui e nelle settimane di vacanza seguenti erano perfino riusciti a stringere una non-amicizia, quella macchina per lui era speciale...almeno quanto la cravatta dalle sfumature rosee che aveva indossato al Pink Party che custodiva gelosamente e che per fortuna non era finita spersa come il resto dei suoi bagagli poichè ben nascosta in una delle tasche della sua vecchia tracolla.
Quando la ragazza ebbe finalmente raggiunto Dorota, ancora ansimante per la corsa, le intimò: "Su! Dorota sbrigati, mettimi questa parrucca..." poi ,recitando come solo lei sapeva fare, mentre la poveretta alle sue spalle  eseguiva i suoi ordini, continuò: "...uff non mi va proprio di risalire su quella carretta a quattro ruote...insomma io sono abituata alle limousine!"
la domestica esasperata dalle recite della sua adorata miss, finendole di aggiustare ka falsa chioma bionda, replicò: "Signorina Blair, il signor Humphrey ci teneva davvero tanto a questa sorpresa, la prego di non smorzare l'entusiasmo di quel ragazzo..." dopo una breve pausa con un tono di voce più basso, come se stesse parlando con se stessa aggiunse: "...che tra l'altro è stracotto di lei!"
Blair quando captò quelle parole era intanta nel fissare Dan che aveva smesso di contemplare la "caretta" e si era girato a guardarla con uno sguardo simile a quello di un bambino impaziente, lei gli sorrise e strappò gli occhiali da sole dalle mani di Dorota e ignorando la sua ultima frase, fingendo nuovamente stizza salutò la sua fidata governante e si diresse verso di lui.
Dan l'osservò scendere e scalino dopo scalino il suo brillante sorriso si trasformò in un sorriso differente, un sorriso fievole, un sorriso che si intonava ai suoi occhi sognati puntati sulla ragazza, un sorriso discreto dal retrogusto triste, poi quando l'elegante figura gli si parò davanti fu bruscamente riportato alla realtà da un delicato: "Humphrey ci vogliamo dare una mossa?! Prima che ci ripensi e ti pianti in asso!"
Allora il ragazzo si affrettò ad aprirle la portiera e con gesto galante farla accomodare sul sedile e dopo averla richiusa con attenzione fece il giro ed entrò in macchina, mise in moto e con gioia ritrovata esclamò: "Si parte!"
Blair non potè non lasciarsi scappare una risata che riscaldò il cuore del ragazzo.
Poco dopo con lo sguardo assente rivolto al paesaggio che adagio le scorreva davanti agli occhi con tono pacato si lasciò sfuggire: "Sai Humphrey...mi piacerebbe visitare l'Italia così..."
"Perchè? Non ci sei mai stata?" chiese lui incredulo
"Si, ma mai con un'auto..." rispose Blair irritata dal tono di Dan, poi si fece improvvisamente triste e continuò: "E poi...quella volta..." ripensò alle vacanze che anni fa aveva pianificato con Chuck in Toscana, lui l'aveva lasciata sola e lei si era sentita abbandonata, Dan capì di aver innavertitamente rievocato qualche doloroso ricordo dei tanti che quel maledetto Bass aveva lasciato nella ragazza, del resto dopo aver passato tanto tempo con lei sapeva quanta sofferenza le aveva causato quell'amore malato e provava rabbia e il suo rancore verso il ricco rampollo cresceva maggiormente ogni volta che gli capitava di cogliere  quella velata tristezza negli occhi di Blair o, peggio ancora, quando si trovava spettatore impotente difronte allo straziante spettacolo che erano per lui le lacrime della ragazza.
"Dai sono sicuro che il tuo principe ti porterà in Italia!" disse lui cercando di rincuorare Blair.
In quel momento la ragazza puntò i suoi occhi su Dan che continuava a fissare la strada, e a bassa voce ripetè: "Già...il mio principe"
"EH? Hai detto qualcosa?" disse lui rivolgendogli un breve sguardo...la ragazza scosse la testa come a voler svuotare la sua testa da quei pensieri tristi e confusi
"No...Anzi si!" esclamò ricordandosi della conversazione avuta con Louis :"Humphrey fatti stirare il completo Prada da Dorota...sei stato ufficialmente invitato al gala di domani sera!"





Spazio dell'autrice: OK..ecco il 4 capitolo, di cui non vado particolarmente fiera, comunque spero vi piaccia e vi spinga a recensire. Per la cronaca il titolo del capitolo è tratto dal film "Shall we dance? e l'idea della Mirror Mini 1000 mi affascinava e quindi ho accontentato me stessa...Ringrazio ancora i miei assidui recensori confessandovi che molto probabilmente con questo capitolo si inizia ad entrare nella vera e propria trama della storia. Scusandomi per la mediocrità della storia e possibili errori vi saluto...Au revoir.

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Capitolo 5
*** Quello che le donne non dicono ***


QUELLO CHE LE DONNE NON DICONO

Che enorme seccatura, non riusciva a pensare ad altro mentre invano cercava di aggiustarsi il nodo della cravatta; certo non era la prima volta che era stato costretto a partecipare ad una serata del genere, a New York ormai era abituato: scambiava due chiacchiere con Serena, conversva con Nate, dispensava consigli ad Eric e, sorseggiando un alcoolico non più forte di un bicchiere di prosecco, si sorprendeva spesso ad osservare le vicissitudini di Blair, che splendente nel suo abito da sera firmato, complottava con malvagità. Ma stavolta l'impresa era ben più ardua, in primis l'attendeva una distesa di gente sconosciuta che parlava una lingua a lui ostica come il Francese, in più si sarebbe ritrovato al cospetto di una famiglia reale e l'unica conoscenza che aveva era Blair Wardolf, futura principessa di Monaco che con il suo perfetto principino avrebbe parlato un perfetto Francese con tutti, cercando di rendere ancora più perfetta la sua favola trattandolo come un perfetto sconosciuto!
Dopo aver reso accettabile il nodo uscì dalla sua camera
"Certo che è dura la vita quando sei un Humphrey alla corte di Monaco..." si lasciò scappare rassegnato, mentre fermatosi difronte ad una specchiera barocca tentava di riportare al giusto posto un suo ricciolo ribelle...
"Dovresti vedere quanto è dura se sei una Grimaldi..." aggiunse una voce sconosciuta proveniente dall'angolo della fine del corridoio.
Dan si voltò di scatto e con passo lento gli si rivelò la sua misteriosa interlocutrice, una ragazza fascita in un tubino viola, dai capelli corvini raccolti in una coda.
"Quindi tu sei Daniel...L'amico di Blair..." esclamò lei porgendogli la mano.
Il ragazzo, leggermente impaurito dai grandi occhi verdi che con velato ghigno lo scrutavano, porse con riluttanza a sua volta la mano:
"Ehm...si...sono io. E tu sei?"
"Io sono Beatrice Grimaldi, la sorella di Louis."
"Ah bene, quindi sei la futura cognata di..."
"HUMPHREY!!!" gridò Blair dalla parte opposta del corridoio e raggiungendolo a grandi falcate, ignorendo la ragazza, continuò :"Si può sapere da quando sei diventato ritardatario?? Ehm?!? Cosa non ti è chiero del concetto di puntualità? Possibile che la futura principessa ti debba venire a prelevare e scortarti fino la sala..." lo afferrò per un braccio
"Blair calmati...ho avuto problemi con il nodo della cravatta e ora stavo per raggiungerti, poi ho incontrato lei..." e indicò la sorella del principe
"Bonsoire Blair..." fece lei, Blair lasciò immediatamente il braccio del ragazzo e cambiando tono rispose con falsa gentilezza al saluto :
"Bonsoire Beatrice..."
"Tesoro perdona il povero Daniel, l'ho trattenuto io...ma ora non preoccuparti, raggiungi mio fratello, accompagrerò io il tuo amico..." e lanciò un'occhiata da brividp a Dan, rimasto ancora interdetto dalla reazione di Blair, ben conosceva quella sua flessione di voce, quel tono di sfida e freddezza mascherate da semplice cordialità.
"Se fosse così gentile da porgermi io braccio..." pronunciò maliziosa Beatrice.
Il ragazzo non potè far altro che offrirle il braccio, poi la francese continuò :
"Blair vai pure...ci penso io a Daniel.2
La bruna inviperita rispose :"Come vuoi!" girò i tacchi e si diede indietro, ma, dopo pochi passi, si fermò e si voltò, il suo sguardo incontrò quello di Dan, che la fissava allontanarsi con tristezza. Sentì una strana sensazione, era delusa, era irritata, era furiosa e si sentiva terrebilmente ferita, perchè le importava così tanto di quel stipido residente di Brooklyn? Perchè la infastidiza tanto la vista di quella vipera francese al suo fianco? Non si rispose, ignorando nuovamente i sentimenti che nascevano in lei e interrompendo il suo contatto visivo con il ragazzo riprese a marciare verso io gaòa che l'attendeva.
Ma la sensazione si riaffacciò per tutta la serata. Blair non conversò brillantemente come tutte le altre volte con i suoi nobili ospiti, non corprese nessuno mostrandogli una piccola parte del suo genio macchiavellco e perfino con la futura suocera si dimostrò distratta e poco concentrata, di fatti non era affatto disposta a intrattenere discussioni accese ed  intelligenti quando davanti ai suoi occhi si consumava uno spettacolo tanto rivoltante, quella intrigante tesseva intorno a Dan la sua velenosa tela e non faceva altro che sorridere ed ammiccare al ragazzo non separandosi mai da lui.
"Blair tutto a posto?" chiese premuroso Louis, accortosi dell'espressione non particolarmente giuliva che la sua futura sposa aveva.
Blair abbassò lo sguardo cessando di infliggersi dolore osservando il suo amico trasformarsi in preda e rispose :"Si, è tutto perfetto...ma mi serve un po' d'aria fresca."
Lasciò Louis e si recò all'esterno dove sedutasi sul bordo della fontana rivolse lo sguardo al limpido cielo notturno e inevitabile una lacrima le sciese per la guancia, rimase lì sola senza che nessuno la venisse a consolare, avrebbe voluto qualcuno che la rincuorasse, che la rassicurasse e che stringendole la mano le infondesse coraggio e sapeva con esatezza a chi il suo cuore avrebbe voluto agrapparsi e sapeva altettanto bene quanto fosse sbagliato. Si asciugò le lacrime, inviò un SMS a Louis avvisandolo che sarebbe salita in camera poichè si era sentita poco bene e di non preoccuparsi e con passo lento entrò da una porta secondaria e si diresse verso l'ascensore, lo chiamò e con pazienza reggendosi lo strascico del bel vestito cobalto attese il suo arrivo. Quando le porte di aprirono la ragazza si ritrovò difronte la sua dolce congnatina che, uscendo dall'ascensore, con un sorriso beffardo commentò la vista della bruna:
"Oh! Guarda che c'è...Blair...che fai ti ritiri di già? Certo che voi americani proprio non riuscite a reggere una serata di gala...Anche Dan è voluto ritornare in camera sua, l'ho accompagnato io..." 
Blair , irritata dal pensiero della vipera sola in camera con Dan, girò la testa e iniziò a fissare un punto a caso alla sua sinistra, Beatrice continuò :" Abbiamo parlato nolto, è davvero un ragazzo simpatico, pensa mi ha invitata a guardare un film con voi lunedì sera!"
Sapere che quella francese era stata invitata da Dan a pertecipare al LORO appuntamento settimanale contribuì non poco a trasformare in ira nera l'irritazione di Blair, che, con questo nuovo sentimento in petto, troncò la pesante conversazione:
"Au revoir Beatrice" e si introfulò con fretta nell'ascensore
"Au revoir..." e mentre le porte di richiudevano la Grimaldi aggiunse :" Ah! Cara attenta alle sbavature del mascara."
Ma Blair non aveva la testa per pensare al make up, infatti tutte le sue facoltà mentali erano appannate dalla rabbia che la pervadeva. L'ascensore impigò poco tempo per raggiungere il piano desiderato e ancor meno impiegò la ragazza per raggiungere la porta del traditore che percosse con violenza.
"Eccomi..." esclamò con allegria il ragazzo aprendo la porta, poi, accortosi dello stato d'animo della ragazza tacque, aspettò che entrasse, richiuse piano la porta e attese paziente le parole di lei che non tardarono ad arrivare:
"Perchè mi hai fatto questo?"
"Prego? Di che stai parlando?" chiese Dan, stanito dalla domanda, avvicinandosi leggermente a lei con le braccia spalancate
"Non fare il finto tonto, sai benissimo a cosa mi riferisco...quella strega...sei stato tutta la sera con lei..."
"E allora? Che problema c'è?" iniziò ad irritarsi, che diritto aveva su di lui Blair per venire così infuriata nella sua camera e rimproverargli di aver trascorso del tempo con un'altra ragazza, stava passando  il periodo più triste della sua vita a causa sua, soffriva da morire a non poterle rivelare i propri sentimenti e a saperla promessa sposa di un altro, si girò dandole le spalle e continuò con tono triste :"Tu tra meno di un mese ti sposi, cosa ti importa di quello che faccio io..." poi si voltò nuovamente nella direzione della ragazza che singhiozzava
"Già...hai...hai...perfettamente ragione." esclamò e si catapultò verso la porta per poter uscire, ma fu permata da un braccio di lui che la prese per la vita avvicinandola pericolosamente al suo volto e le sussurrò :" Se hai un motivo per essere qui...ho il diritto di saperlo! Perchè?"
Blair aveva i suoi occhi gonfi incollati a quelli umidi di Dan e in se stessa sentiva crescere il desiderio di soddisfare il suo cuore e lasciarlo libero di agrapparsi a quello di lui :" Io...io.." abbassò lo sguardo e completò la sua frase :" Io sono molto stanca ora...scusami." si liberò dalla sua stretta e prima di chiudere la porta gli augurò :" Buona notte Humphrey" e se ne andò senza aspettare la risposta.
Il ragazzo appoggiò la schiena la muto e si lasciò scivolare fino al pavimento:
"Cosa potrebbe interessarmi di Beatrice...sono pazzo di te Blair Wardolf!" chiuse gli occhi e una lacrima gli rigò il volto.






SPAZIO DELL'AUTRICE
Allora siamo arrivati al 5 capitolo...come sempre non sono soddisfatta del mio lavoro, ma che ci posso fare queste sono le mie capacità e quindi vi tocca leggere questi scarabocchi da fan fanatica...Il titolo di questo capitolo riprende quello del film " Quello che gli uomi non dicono"....ringrazio i miei assidui recensori e coloro che trovano il coraggio di continuare a leggere il mio indegno lavoro. Sperando che nonostante tutto vi sia piaciuto e augurandomi di ricevere qualche recensione in più vi saluto...
Au revoir


P.S. Chiedo venia per i tempi lunghi, ma purtroppo la scuola è incominciata anche per me, e vi assicuro che sono ricoperta di compiti. -.-


 

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Capitolo 6
*** Angeli e demoni ***


ANGELI E DEMONI

Quella notte Blair Waldorf non riuscì a smettere di pensare a Dan Humphrey, alla sensazione del suo braccio sulla sua vita e al fiato caldo che l'aveva raggiunta quando il ragazzo a due dita di distanza dal suo viso le aveva richiesto una spiegazione, una spiegazione che lei non era capace o disposta a fornirgli e fornirsi perchè mai l'avrebbe ammesso, acnhe se forse era giunto il momento di smetterla di raccontare almeno a se stessa fandonie e affrontare e trovare una solizione alla realtà, lei aveva bisogno di Humphrey e l'idea di dividerlo con un'altra donna, che questa sia bionda e brillante come Serena o meschina e viscida come Beatrice, proprio non le andava a genio.
La notte passò lenta e proprio quando l'immagine di quegli occhi umidi, profondi e scuri che l'avevano fatta sentire così strana e le avevano impedito di dormire, la stava lentamente e solo parzialmente abbandonando, la porta della camera si spalancò e una più che mai allegra Serena, lasciata entrare da Dorota, la travolse come un uragano
"AAAHHH B....mi sei mancata da morire..." strillò la ragazza appena entrata, lanciandosi sul letto dell'amica per abbrecciarla
"Wow Serena...se qui! Aaaaahhh non posso crederci...MIO DIO..." affermò la bruna sinceramente felice di rivedere la sua migliore amica e poterla abbracciare, mentre l'aveva vicino poteva sentirsi invincibile, forte e indistruttibile, con Serena dalla sua parte tutti i suoi problemi sembravano più piccoli, anche se al suo fianco temeva sempre di risultare meno esuberante e simpatica e passare innosservata.
"B...non riuscivo più a starti lontana..."
"Ooooh finalmente sei qui...ho avuto e ho un immenso bisogno di te..." confidò Blair, e mentre indugiava tra le braccia dell'amica vide poco distante dal suo letto Nate Arcibald ben dritto che con un sorriso ebete le fissava compiaciuto, allora sciolse l'abbraccio e andò a salutarlo
"Nate che bello rivederti...e per di più hai un aspetto meraviglioso...sembri felicissimo..."
"Bhe...si...vedi..." cercò di spiegare impacciato
"Tutto merito mio!" disse entusiasta la bionda con uno splendido sorriso a 32 denti
 "RAGAZZI!Che bello siete...così..."
"Vomitevoli!" completò una voce alle loro spalle.
Blair si voltò e vide l'ultima persona che avrebbe voluto vedere, a passo lento e ondeggiante le si avvicinò un come sempre ben vestito Chuck Bass che le posò un bruciante bacio sulla guancia e le sussurrò "Da quanto tempo, non è vero Waldorf?!"
La ragazza si irrigidì visibilmente e un mix di tristezza, pensieri cupi, rimorsi e rimpianti la pervase, ricordava ancora quel Bar Mitzvah e sentì crescere in lei inspiegabilmente un senso di colpa, non nei confronti di Luis ma di Dan.
Serena, che si era perfettamente accorta del turbamento dell'amica, intervenne in suo soccorso
"Su! Ora voi due andate via..." si alzò e spinse i due ragazzi fuori dalla camera " Io e la mia amica abbiamo bisogno di una sessione intensiva di chiacchiere tra ragazze!" chiuse i due fuori e tirò un sospiro di sollievo, nel frattempo Blair si era rideduta riseduta sul suo letto nuovamente preda di sentimenti discordanti e confusi.
"Allora principessa! Ho così tante novità da raccontarti su me e Nate..." iniziò desiderosa di distrarre Blair da qualsiasi cosa stesse rimuginando, ma poi la vide ritrarre le ginocchia fino al petto e prendersi la testa fra le mani, allora sedendole accanto e cingendola con un braccio le chiese "Ehi B...Cosa ti succede?"
"S...non ho più nessuna certezza..."
"Per colpa di Chuck? Sei ancora in tempo per tornare da lui. Non ti nascondo che è qui con uno scopo ben preciso, Nate mi ha detto che si è dato dello stupido per averti lasciata andare e per non aver capito che per renderti felice non doveva affidarti al francese ma diventare un uomo degno di te. Ho visto il tuo turbamento...è chiaro che ti interessa ancora, voi avete sempre avuto questa chimica eccezionale, nemmeno paragonabile a quella che dimostri avere con Luis..."
"Serena non è Chuck il problema, o almeno non è il più importante..." l'interruppe Blair stufa dell'elegio di Chuck. di come fosse cambiato e di come fossero stati creati per stare insieme, quella notte lei era stata tormentata dal pensiero di qualcun'altro.
Serena assunse un espressione stupida e stranita
"Blair se non è a causa di Chuck, qual'è il motivo? Ti ho lasciata felice e fermamente convinta di quello che stavi per fare...forse il clima della corte? O la mancanza di New York?"
"No, no..." scosse la testa, poi riprese " Dio non posso crederci che lo stia per dire, Humphrey...è lui il problema..."
"COSA?"
"S...ho realizzato che...che..io non riesco a farne a meno, e di essere gelosa di lui..." crebbe in lei l'imbarazzo e le sue gote si arrossarono mentre raccontando tutte le vicende della sera precedente e dei mesi passati si ritrovò per la prima volta ad ammettere in presenza di qualcuno di provare qualcosa di non ben definito per Dan.
Dopo che la bruna ebbe raccontato tutto con maggior tranquillità dopo la recente scoperta del ritrovato amore di Serena per Nate, la sua interlocutrice spazzandole via una lacrima che non era riuscita a trattenere non potè fare a meno di commentare con un lieve e dolce sorriso "B...credo che tu..."
"No, non lo dire Serena, so cosa stai pensando, ma ti sbagli..."
"Già..." affermò l'altra riconoscendo  e non volendo combattere, almeno per adesso, la fase di negazione di Blair "Senti Blair sono felice che ci sia anche Dan qui, io e Nate avremmo da fare un annuncio a tutti voi, ci concederai un po' del tuo prezioso tempo?"
"Certo...a pranzo sono impegnata al fianco di Luis, ma stasera...cena tra amici?"
"Mi sembra perfetto!"

Dopo aver lasciato la camera della futura principessa, Serena si recò nella camere assegnata a lei e a Nate dove trovò il suo nuovo-vecchio ragazzo che disfava le valigie in modo puramente casuale e privo di logica, gli si avvicinò e lo abbracciò da dietro stampandogli un bacio umidiccio sulla guancia e accoccolando il suo volto nella curva tra la spalla e il collo del ragazzo che, lasciando gli indumenti che aveva in mano, assestò a sua volta un bacio sui profumati capelli dorati di lei e chiese incuriosito
"Allora...quanto dovremo aspettare per vedere un principe deluso e la coppia dei geni del male nuovamente insieme?"
Serena rimase per un po' silenziosa, poi sciolse l'abbraccio e sospirando si gettò su una poltrona "Sta volta non è come le altre..."
"Cioè?"
"Anche se Blair non lo ammetterà mai, è innamorata..."
"Di Chcuk..."
"No"
"Allora del principe?"
"NO"
Nate fece una delle sue solite faccie tra il "Non capisco", il "Mi sfugge qualcosa" e il "Cosa syai cercando di dirmi?"
Serena respirò profondamente, quella consapevolezza l'aveva lasciata stordita e si aspettava dal ragazzo la stessa reazione
"Blair Waldorf è innamorata di Daniel Humphrey." scandì lentamente e con enfasi
"COSA?" esclamò sorpreso con una risata Nate
"Prego?" chiese una voce rauca, i due biondi si voltarono in direzione della porta del bagno e Serena maledisse Nate per non averla avvisata della presenza di Chuck.
La ragazza si dimostrò incapace di approfondire l'argomento o semplicemente ripetere ciò che aveva appena detto, alla presenza del nuovo interlocutore che sconvolto scomparve.
Per tutto il pomeriggio Nate bussò alla porta di Chuck per confrontarsi con lui e farlo ragionare, ma quest'ultimo finse di non udire le preghiere dell'amico e bevve ogni tipologia di liquore che riuscì a trovare nella sua stanza. Saggiamente Serena decise di annullare la cena offrendo qualche stupida motivazione a Blair come la necessità di smaltire la stanchezza da cambio di fuso orario e sciocchezze del genere, mentre Dan, turbato dalla serata precedente non era praticamente raggiungibile da nessuno, aveva infatti richiesto con la sua gentilezza irresistibile a Dorota di mantenre almeno per quel giorno Blair lontano da lui e con lei qualsiasi altra persona, e Dorota, che ben aveva capito in che situazione si ritrovasse il povero giovane, si impegnò affinchè il suo desiderio fosse esaudito.
Dan approfittò di quel giorno per scrivere, infatti anche se era rimasto scosso tutti quegli avvenimenti gli donarono una straordinaria ispirazione, così rimase tutto il giorno chino sul suo taccuino finchè non si consumò un tragico evento.
Verso sera infatti, quando Nate, ormai rassegnato a dover aspettare il giorno successivo per parlare con l'amico, smise di bussare alla sua porta e si ritirò dalla sua compagna, Chuck sgattaiolò fuori dalla sua camera di Blair alla quale intimò con insistenza di aprirgli.
Blair ingenuamente aprì dopo non molto la porta
"Chuck...che ci fai qui...pensavo che tu, Serena e Nate foste stanchi..."
il ragazzo la scostò con un gesto violento ed entrò con prepotenza nella camera, la bruna riconobbe i sintomi della sbornia, richiuse con delicatezza la porta e aiutò l'altro a raggiungere un sostegno.
"Per fortuna che eri intenzionato a cambiare...non è veri Bass?!" commentò scherzosamente  Blair, ma proprio mentre stava per lasciarlo cadere sulla poltrona si sentì afferrare i polsi e spingere sul letto
"Blair...basta con tutte queste sciocchezze, noi siamo faatti l'uno per l'altra, basta con principi o peggio umili e noiosi scrittori da quattro soldi..."
"Lasciami Chuck"
"No...tu appartieni a me..." affermò con tono spaventoso e iniziò a baciarle il collo e a insinuarsi sotto i suoi vestiti
"SMETTILA!" strillò cercando di allontanarlo
"Mia...mia...solo mia..."
Lei continuava a dibattersi per scappare dalla sua presa ma il suo peso l'opprimeva, le lacrime iniziarono a scorrere, le ritornò in mente l'immagine di quegli occhi che l'avevano tormentata per tutta la notte e che l'avevano sempre osservata con dolcezza, comprensione e bontà, forse anche con desiderio ma mai con tanta violenza, lussuria e bramosia come quelli di Chuck facevano ora e dal cuore le venne spontaneo urlare un solo nome
"DAN...DAAAAAAN...DAN"
Il richiamo non tardò a raggiungere le orecchie dello scrittore che scattò in piedi e con velocità si precipitò alla porta di Blair per controllare se tutto fosse a posto, ma invece sentì la voce di Chuck
"FINISCILA DI URLARE! Tu non sei per lui, tu sei come me, sei meschina e calcolatrice come me, non sei fatta per stare con qualcuno così insulsamente buono, tu sei della mia stessa pasta!"
a questo punto Dan capì che la situazione era critica e sfondò a spallate la porta, allo scenario che gli si presentò non potè fare altro che lanciarsi su Chuck e strapparlo con la forza da Brair che gemente si raggomitolò in posizione fetale su di un lato. Dan riuscì a trascinare fuori dalla stanza Chuck e nel frattempo anche Dorota uscì dalla sua camera e, resasi immediatamente conto di ciò che stava per avvenire, corse da Bliair.
"HUMPHREY LASCIAMI!"
"Subito!" esclamò l'altro buttandolo per terra
"Stupido sciocco...Blair è una cagna..." ma non fece in tempo a continuare che il ragazzo lo sollevo per il colletto e gli sferrò un pugno in pieno viso, e stava per continuare se non fosse stato fermato da Dorota
"Mister Humphrey lo lasci! La supplico! Raggiunga Miss Blair...non fa altro che chiamarla..."
Allora Dan si avvicinò all'orecchio di Chuck e gli sussurrò "Sei stato fortunato sta volta...ma ripermettiti di chiamare così la donna che amo e farle di nuovo del male e ti giuro che non vedraì più la luce del sole!" e con questo lo lasciò a Dorota che, insultandolo in polacco, si comportò comunque magistrarlmente riportandolo nella sua camera e mendicandolo.
Con una mano dolorante e una spalla quasi sicuramente slogata entrò da Blair.
Lei era ancora racciolta su di un fianco, teneva le mani sul petto cercando di coprirsi visto che la parte superiore del suo abito era stata strappata via e continuava a piangere e tra i suoi lamenti era ancora distinguibile il nome del ragazzo. Dan le si avvicinò con calma, le posò una mano sulla spalla nuda e con dolcezza le disse "Blair, sono io, sono qui..." udendo la sua voce la ragazza scattò come una molla e si gettò tra le sue braccia intensificando il rumore del pianto e seppellendo il suo viso nel petto di lui.
"Sssshhhh è tutto finito, è tutto finito..." le ripetè accarezzandole i capelli, poi lei ci stacco da lui per poterlo guardare negli occhi
"Dan...non...non lasciarmi sola...stasera..." richiese tentando di far cessare i singhiozzi.
Il ragazzo le donò un sorriso, con un pollice le scacciò via una lacrima e sull'altra le posò un leggero bacio
"Rimarrò con te fino a quando vorrai"
Blair riuscì a restituire il sorriso, anche se debole e stanco e si riaccoccolò tra le sue braccia.


SPAZIO DELL'AUTRICE
Da quanto tempo miei cari...mi scuso per avervi fatto aspettare così tanto, se è rimasto ancora qualcuno interessato alla mia fanfiction. Comunque mi scuso con tutti i fan di Chuck, è vero gli ho fatto fre proprio una brutta parte...ma che volete dovevo pur far fare la parte del cattivo a qualcuno. Tanto per cambiare non sono affatto soddisfatta di quello che ho scritto, mi sa tanto di clichè...ma io ho un debole per i clichè...e mi sembra scritto veramente male...ma nell'assenza di soddisfazioni dalla serie devo pur sfogare i miei istinti Dair ^ ^
Il titolo sta volta è rimasto tale e quale: Angeli (Dan) e demoni (Chuck)...sperando che non vi siate completamente dimenticati di me e della mia storia che mi auguro sia stata piacevole da leggere vi saluto...Au revoir

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