Gli inquilini dell'interno D

di NikkiLu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'egoista e la cinica ***
Capitolo 2: *** La dura verità ***
Capitolo 3: *** I'll Stand by you ***



Capitolo 1
*** L'egoista e la cinica ***


 
Edward Cullen ed Isabella Swan erano vicini di casa, vivevano uno di fronte all’altro da quasi sei mesi. Lui era di Seattle, lei di Phoenix. Entrambi si erano trasferiti a New York per motivi di lavoro, lui era un aspirante avvocato, mentre lei lavorava al New York Times come segretaria di un pezzo grosso. Non si sopportavano. Edward era il classico donnaiolo ed egoista, le donne erano attratte da lui come calamite per il suo fascino (il classico bello ma dannato), mentre i ragazzi si innamoravano di Bella per la sua semplicità e la sua dolcezza, e naturalmente per la sua bellezza. Insomma, erano il giorno e la notte. La prima volta che si erano incontrati era scattata la scintilla. Lui era stato molto gentile, l’aveva aiutata a portare gli scatoloni si erano anche presi un caffè insieme. Poi però Bella non ci aveva messo tanto a capire com’era fatto, quando aveva visto uscire dal suo appartamento due ragazze che sembravano modelle e che dal modo in cui si strusciavano ad Edward, mentre lui le accompagnava all’ascensore, non potevano nemmeno essere sue sorelle o due semplici amiche. Così la delusione era stata così grossa da far diventare Bella scontrosa da un giorno all’altro.
 
Pov Edward
 
Le porte dell’ascensore si aprirono e mi ritrovai davanti Bella. Indossava un vestitino nero, molo corto e molto stretto, e dei tacchi vertiginosi. Teneva lo sguardo basso e quando alzò il viso puntò i suoi occhioni marroni nei miei, ed io deglutì. Aveva un trucco leggero, le guance lievemente arrossate: era bellissima. Rimasi immobile e con la bocca aperta come un ebete. Restammo in silenzio per alcuni secondi, guardandoci negli occhi.
“ti sposti? Mi stanno aspettando…” disse lei.
“chi ti sta aspettando?” chiesi senza muovermi.
“non che sia affar tuo...dei miei amici”
“da quando hai degli amici?!” dissi pungente, tenendo con una mano la porta dell’ascensore per evitare che si richiudesse.
“sai..- disse avvicinandosi e mettendosi a pochi centimetri dal mio viso- le persone come me hanno degli amici, le persone come te hanno sgualdrine e persone che si fingono sue amiche solo per entrare più facilmente nei locali e cose così…”
“ah si?”
“si…” rispose sempre vicinissima al mio volto.
“almeno io di tanto in tanto scopo…” lei era stata cattiva con me. Perché non potevo esserlo anche io?
“Edward, Edward…tu non mi consoci e poi a letto con te vengono solo galline stupide, io non sono stupida e tantomeno una gallina…perciò il fatto che non venga  a letto con te non significa che non abbia una vita sessuale...io punto più in alto” disse avvicinandosi ulteriormente. Potevo sentire il suo respiro sulla mia bocca, e Dio, mi stavo eccitando come un ragazzino alle prime armi.
“adesso scusami, ma mi stanno aspettando…” mi sussurrò all’orecchio.
Io mi mossi senza realmente capire quello che era appena successo, le porte dell’ascensore si chiusero e lei mi fece un cenno con la mano. Il bip dell’ascensore riuscì a riportarmi sulla terra. Quella non poteva essere Bella…non poteva! Rientrai in casa mia. Quella sera non avevo programmi, però avevo voglia di uscire così chiamai Emmett e decidemmo di incontrarci in un locale dove andavamo spesso e non lontano da dove abitavo.
Così alle 10.30 eravamo seduti ad un tavolo del privè con Tanya, Irina e Jasper il ragazzo di mia sorella che come al solito era in ritardo. Stranamente mi stavo annoiando. Improvvisamente il mio Iphone cominciò a suonare: era il mio capo. Uscì dal locale per rispondere a quel rompicoglioni del mio capo, che poi era anche un grande amico di mio padre.
Una volta all’esterno dell’edificio e lontano dalla musica risposi.
“pronto?”
“Edward, sono Aro. Scusa per l’ora,  ma è urgente, ho bisogno che domani pomeriggio tu vada all’ufficio di Jenks per ritirare dei fascicoli. È una faccenda delicata e ho bisogno che sia tu ad occupartene”
“D’accordo nessun problema”
“hai dato un’occhiata al caso che ti ho lasciato sulla scrivania?”
“si, l’ho letto questa mattina e..” non riuscì a finire la frase perché vidi scendere da un taxi e dirigersi proprio verso l’entrata del locale lei.
“Edward? Ci sei?”
“si scusa Aro, ma devo scappare…ne riparliamo domani” cominciai a camminare per avvicinarmi a lei.
“si, forse è meglio…buona serata!”
“altrettanto!” agganciai, mettendo in tasca il cellulare.
“Bella!”
“t-tu?- chiese incerta- cosa ci fa qui?”
“mmm mi diverto…”
“e non potevi andare a divertirti da un’altra parte?” disse acida
“io lo chiamo destino…” dissi sorridendo sornione.
“io lo chiamo stalking”
“come sei esagerata!”
Si limitò ad alzare gli occhi al cielo.
“sei sola?”
“le mie amiche mi aspettano dentro…”
Rimanemmo in silenzio per alcuni secondi, fino a quando i miei amici non uscirono dalla porta principale.
“Ed noi andiamo al Top’s…Alice ci aspetta là” mi informò Emmett
“d’accordo..”
Tanya si avvicinò.
“tu non vieni?” chiese con uno sguardo molto poco casto.
“no…non ne ho voglia” risposi.
Le si girò a fissare Bella con aria spocchiosa.
“vuoi che resti con te?”
“no no, vai pure...” dissi sorridendole.
“allora ci sentiamo” disse lasciandomi un bacio sulla guancia. Dopo che il gruppetto si fu allontanato Bella parlò.
“allora io vado…” disse iniziando a camminare lentamente.
Colsi l’occasione al volo.
“senti ti va di venire con me?”
“eh?”
“si, nel privè..”
“non credo sia il caso..”
“dai…ti offro da bere.”
“non lo so…”
“non farti pregare…che ti costa? Se non ti diverti o se non riesci proprio a sopportarmi vai dai tuoi amici..”
“Edward nemmeno due ore fa mi hai dato della frigida…”
“ho solo risposto ad una tua provocazione..”
“che altro non era la risposta ad una tua affermazione poco carina…”
“va bene, va bene. hai vinto- dissi alzando le braccia al cielo, divertito dalla situazione- allora diciamo che per farmi perdonare voglio offrirti qualcosa da bere”
Lei mi scrutò attentamente in volto, per poi inarcare un sopracciglio.
“solo da bere?” era scettica.
“solo da bere” confermai.
“mmm…d’accordo…” rispose anche se sembrava ancora incerta.
Non so perché la invitai. Forse avevo solamente voglia di passare una serata con lei visto che mi aveva sempre affascinato e incuriosito sin dalla prima volta che avevo incrociato il suo sguardo così…dolce. Forse volevo solamente portarmela a letto, perché, diciamocelo, era davvero uno schianto.
Estrasse il cellulare dalla sua borsetta e scrisse un messaggio. Probabilmente avvisò i suoi amici di non aspettarla.
Le poggiai una mano sulla schiena per indicarle la strada. Il bodyguard ci aprì la porta, e poi salimmo le scale che portavano nella sala illuminata solamente da delle luci soffuse e con una vetrata che si affacciava sul locale vero e proprio. La diressi verso il mio tavolo e la feci accomodare sul divanetto, per poi sedermi accanto a lei.
“carino qui…” disse guardandosi intorno.
“non c’eri mai stata?”
“no..”
“cosa vuoi da bere?”
“mmm…credo che un martini bianco andrà bene”
Fermai il primo cameriere che vidi passare e ordinai il martini per Bella ed un gin tonic per me, che arrivarono immediatamente.
“stasera sei bellissima…” le sussurrai all’orecchio.
“non ci provare…-disse sorridendo- o almeno se lo vuoi fare cerca di fare complimenti che non evidenzino il fatto che tutti gli altri giorni non sia bellissima” disse sorridendo.
“hey ma tu hai una risposta per tutto?” chiesi
“penso di si”
Le poggiai una mano sulla guancia.
“e se ti baciassi come risponderesti?”
“non risponderei o risponderei male- disse guardandomi seria- se lo farai più tardi vedremo…” concluse sorseggiando il suo martini e lanciandomi uno sguardo malizioso.
Le sorrisi.
Quella non poteva essere la Bella che avevo conosciuto durante tutti quei mesi, forse era la gemella cattiva e sexy, terribilmente sexy.
Forse era il luogo, le luci soffuse, il divanetto, l’alcol…ma era come se fossimo avvolti in una specie di bolla. C’era una sorta di tensione sessuale tra di noi che non c’era mai stata…era tutto così strano.
Il suo cellulare cominciò a squillare, rovinando l’atmosfera che si era creata intorno a noi.
“Pronto?”
Spalancò gli occhi, passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
“Jake ciao..”
“si tutto apposto…”
“si sono qui, cioè no…voglio dire sono qui ma non con Jess…” disse, sembrava in difficoltà.
“senti Jake scusa ma proprio non posso…”
“facciamo un’altra volta?”
Alzò gli occhi al cielo.
“mi dispiace, ma dovevi avvertire prima! Non ricominciare con questa storia per favore…non ti sento, aspetta.” si alzò dal divanetto e si diresse verso l’uscita “ torno subito”
“prego..”
Avrei tanto voluto sapere chi diavolo era questo Jake, doveva proprio chiamare in quel momento?
Aspettai 5, 10 minuti ma di lei neanche l’ombra. Finalmente dopo 20 minuti la vidi tornare.
“scusami tanto” disse tornando a sedersi accanto a me.
Riprese a sorseggiare il suo drink, ma dal suo sguardo riuscì a capire che c’era qualcosa che non andava.
“tutto apposto?”
“si, si…”
“sicura?”
Attese qualche secondo prima di parlare, probabilmente era indecisa se vuotare il sacco o meno.
“è il mio ex…ancora non riesce ad accettare che la nostra storia sia finita…eravamo amici sin da piccoli e capisco che per lui il fatto che abbia troncato del tutto i rapporti sia stato doloroso, ma ho dovuto farlo. Sul serio! Io non avrei mai voluto farlo…ma sono stata costretta! Dio, perché ti sto dicendo questo?!?!” disse rivolgendo la domanda più a se stessa che a me.
“e lui è qui adesso’”
“si, è di sotto con i miei amici… sei fortunato, anche se non mi diverto starò qui con te lo stesso…non andrei mai e poi mai giù”
“vuoi dire che non ti stai divertendo?”
“no, certo che no” disse sorridendo.
Iniziammo a parlare di tutto e di più, e sebbene fossimo completamente diversi, stranamente riuscimmo a parlare serenamente, come non eravamo mai riusciti a fare. Mi raccontò del lavoro, dei progetti futuri, della sua famiglia…e io feci altrettanto. Isabella Swan la vicina fredda e antipatica si era rivelata una sorpresa. Una piacevole sorpresa.
Verso le due di notte decidemmo di andare nella pista al piano di sotto per ballare. Non credevo accettasse l’invito visto che lì molto probabilmente non molto lontano da lei ci sarebbe stato quel Jake. Forse non le importava o forse non ci aveva proprio pensato. Fatto sta che arrivati in pista ci mischiammo tra la folla. Le poggiai le mani in vita, per evitare che qualche coglione la toccasse , mentre lei mi circondò il collo con le braccia. Eravamo davvero vicini, potevo sentire il suo respiro proprio sopra la mia bocca: ed era bellissimo. Improvvisamente fece combaciare i nostri bacini e cominciò a muoversi, o meglio, a strusciarsi su di me a ritmo di musica. Dio, cos’era. Quando fece scontare le nostre intimità con un colpo secco, non ci vidi più e la baciai. Fu un bacio passionale, spinsi la lingua all’interno della sua bocca e lei la lasciò entrare. Le nostre lingue cominciarono una danza frenetica, una alla ricerca dell’altra. Iniziai a far vagare le mie mani sul suo corpo, i pantaloni cominciavano a stringermi…
La presi per mano e la trascinai fuori dalla pista per evitare di dare spettacolo, notai la porta della toilette e dopo esserci scambiati un sorriso complice entrammo chiudendo la porta alle nostre spalle. La spinsi sulla porta, cominciando a baciarle il collo e sentendola ansimare, continuai a baciarla con ancora più passione.
“Cosa stiamo facendo?” disse improvvisamente.
“ancora niente” risposi ridendo sul suo collo.
Ormai ero completamente partito, andato…portai le mani sul suo sedere per spingerla contro la mia ormai evidente eccitazione.
“ah, ah..” gemette eccitata
“ti piace?”
Mi afferrò il volto e cominciò a baciarmi, spingendo con forza la lingua nella mia bocca.
Poi tirò giù la zip dei miei calzoni ed infilò la mano nei miei boxer.
“ah…” un gemito strozzato uscì dalla mia bocca.
“ti piace?” disse citando la mia battuta di pochi secondi prima.
Iniziò ad aumentare il ritmo, per poi diminuirlo quando ero vicino all’apice. Era una tortura, una bellissima tortura.
“mi farai morire così..” riuscì a dire tra un gemito e l’altro.
Aumentò il ritmo nuovamente, lasciando dolci baci sia sulla mascella e sul collo.
“sp-spostati…” dissi raggiungendo l’apice. Lei tolse la mano, guardandomi con sguardo soddisfatto.
Dopo qualche minuto, quando finalmente il respiro tornò regolare la guardai negli occhi sorridendo.
“questa proprio non me la sarei mai aspetta da te…”
“te l’avevo detto che non mi conosci..”
Le lascia un bacio a stampo sulle labbra, dolce.
“andiamo a casa?” le chiesi, richiudendo la zip.
“andiamo a casa” disse sorridendo.
Le afferrai la mano ed uscimmo dal bagno, trovandoci davanti un ragazzo dai capelli neri, che dapprima fissò Bella, poi me ed infine le nostre mani intrecciate.
“e questo cosa significa?”
“Jake! T-tu co-cosa ci fai qui?” disse Bella, in evidente difficoltà.
“No, io dovrei chiederlo a te!” disse guardandomi.
Quel tizio proprio non mi piaceva.
“allora? Che c’è ? te la fai con i figli di papà adesso?” continuò rivolgendosi a Bella.
“non sono affari che ti riguardano…- intervenni in aiuto di Bella- e adesso scusaci ma dobbiamo andare…sai il figlio di papà qui presente non vorrebbe spaccarti la faccia, sai ha di meglio da fare…” dissi aumentando la stretta sulla sua mano e incamminandomi verso l’uscita del locale a passo spedito.
“con permesso..”
Una volta fuori andai verso la mia macchina, parcheggiata a pochi metri dal locale. Strano, pensavo che quel Jake ci avesse seguito. Meglio così.
 Il viaggio in macchina fu silenzioso. Bella era assorta nei suoi pensieri, improvvisamente era nervosa. Lo capivo dal modo in cui si stava torturando i capelli.
“scusa per la scenata pietosa” disse all’improvviso.
“hey non fa niente, non importa. E poi non è neanche colpa tua…” la rassicurai sorridendo.
“stasera sei…diverso”
“anche tu…”
“già..” rispose, iniziando a fissare le sue scarpe.
Dopo neanche 10 minuti di viaggio (silenzioso) arrivammo a  casa e dopo aver lasciato la macchina nel parcheggio sotterraneo, prendemmo l’ascensore.
“allora…- disse davanti alla sua porta di casa-…buonanotte”.
È?
Era forse uno scherzo???
Mi avvicinai a lei, circondandole la vita con un braccio.
“hey…avevo capito che volessi passare il resto della serata con me”
Lei si staccò da me.
“senti Edward sono stata bene con te questa sera, sul serio. Solo che…non credo che sia una buona idea…”
“perché? Io invece credo che sia un ottima idea, e sinceramente pensavo che lo fosse anche per te, nel bagno…”
“ho fatto una cazzata, ho agito senza pensare”
“dimmi solo perché non vuoi che entri..”
 “Edward siamo diversi…cosa vuoi che faccia? Che venga a letto con te, che passiamo la notte insieme e poi domani torni ad essere quello di sempre? Torniamo ad ignorarci e a risponderci male? Scusa ma non fa per me, io non sono così, non lo sono mai stata e mai lo sarò. Sono sicura che sei io entrassi nel tuo appartamento, o tu nel mio, dopo sarà un casino totale, già lo so. Mi conosco abbastanza bene… mi sono sempre complicata la vita e adesso non he più voglia..”
“ma non è vero, non sarà così!”
“Edward per favore smettila. Sappiamo benissimo che sarà così! Andiamo lo sai anche tu…a te venire o non venire a letto con me non cambierà proprio un bel niente! quindi per favore ho la vita già abbastanza incasinata…non complicarmela ulteriormente”.
“Bella, non è assolutamente vero! Invece cambierebbe qualcosa se solo tu..”
“Edward io non voglio innamorarmi di te” mi interruppe bruscamente per poi guardarmi negli occhi.
“buonanotte” disse infine entrando in casa, lasciandomi solo come un idiota. Non ci potevo credere: ero andato in bianco. Per quanto la cosa potesse darmi fastidio, avevo una sensazione strana addosso. Quella sera mi ero veramente divertito con lei, ero stato bene….come non stavo da tanto. L’unica cosa a cui riuscivo a pensare era che non volevo assolutamente che le cose tra noi tornassero com’erano fino a poche ore prima. Rientrai in casa mia sbattendo la porta.
 
 
 

 
Pov Bella


Era circa passata un’ora da quando avevo cominciato ad infamare la parte più nobile di me. Dio come avevo potuto rifiutare di passare la notte con lui!
Ero stata una stupida, un’idiota, una cretina. Ero stata benissimo con lui al locale, e anche nel bagno del locale…
Cazzo! Mi ero pentita di quello che avevo detto un secondo dopo che avevo avuto il coraggio di pronunciare quelle fottutissime parole, anche se effettivamente la parte più nobile di me, aveva ragione. Lei sapeva che sei avessi passato la notte con lui, mi sarei inevitabilmente innamorata di lui…lo sapeva perché io non facevo sesso senza amore. Lo sapeva perché sarebbe andata per forza in quel modo! Io mi sarei innamorata perdutamente di lui, di lui che non andava mai a letto due volte con la stessa persona… e avrei dovuto cambiare appartamento. E io non volevo cambiare appartamento…mi piaceva da impazzire quello dove abitavo e l’affitto era anche ad un buon prezzo. Però…non era detto che mi sarei innamorata. Voglio dire…avevo 24 anni dopo tutto…cosa mi avrebbe fatto di male una bella scopata? Per una ora di fila continuai a fare discutere le due parti di me (quella nobile e quella no), non mi ricordo bene cosa si dissero. So solo che alle 4  del mattino mi ritrovai a bussare alla porta del suo appartamento, in intimo, con indosso solamente una striminzita vestaglia.
“hey..” era visibilmente sorpreso nel vedermi lì, lo avevo capito dal modo in cui aveva strabuzzato gli occhi.
Non sapevo bene quello che sarebbe stato più opportuno dire, così decisi di andare subito al sodo. Mi fiondai addosso a lui, baciandolo con passione. Lui rispose anche troppo prontamente al bacio, chiudendo la porta con un calcio e prendendomi in braccio, arpionando le sue mani nel mio fondoschiena. Mi distese nel letto, mettendosi sopra di me, stando sempre attento a non pesarmi troppo. Eravamo entrambi in intimo, il che ci facilitò molto. Mi tolse dapprima il reggiseno, cominciando a lambire ogni centimetro della mia pelle, con la lingua. Era dolce, delicato… non credevo fosse così, come dire, attento….
Poi fu la volta delle mutandine, e solo in quel momento riuscì a realizzare che mi trovavo sul serio nuda sotto il mio vicino, il mio insopportabile vicino!
Decisi di prendere un po’ in mano la situazione…così dopo aver ribaltato le posizioni, gli tolsi i boxer che finirono da qualche parte nel pavimento della sa camera.  Continuammo a baciarci, fino a quando Edward invertì nuovamente  le posizioni, e una volta messo il preservativo,  si posiziono meglio tra le mie gambe entrò in me, con una spinta decisa che mi fece emettere un gemito di piacere.
Iniziò a muoversi dentro di me, dapprima lentamente e poi sempre più veloce. Quando percepì dal formicolio al basso ventre che l’orgasmo era prossimo andai sopra di lui, continuando a muovermi. Arrivai all’apice del piacere emettendo un urletto alquanto imbarazzante. Edward con un colpo secco fece in modo che tornassi sotto di lui e dopo due spinte forti e decise raggiunse anche lui l’orgasmo.
Si distese sopra di me, respirando velocemente e nascondendo il volto tra l’incavo del collo e la spalla.  Dopo qualche minuto, quando i respiri si erano regolarizzati, mi lasciò un tenero bacio sulla guancia, distendendosi accanto a me e facendomi poggiare il volto sul suo petto. Iniziò carezzarmi i capelli, delicatamente.
“wow…ritiro tutto quello che ho detto in questi mesi: non sei affatto frigida”
“anche io ritiro quello che ho detto: non sei affatto egoista, almeno a letto…”
“sono contento di averti fatto cambiare, almeno in parte, l’opinione che hai su di me”
“si, anche io”
Non sapevo bene cosa fare. Sarei dovuta rimanere lì o sarei dovuta tornare in casa mia?
Dopotutto lui aveva ottenuto quello che voleva, cosa rimanevo a fare?
“bhè allora io vado…” dissi tirandomi su a sedere
“come?!? Perché?!” disse mettendosi seduto anche lui.
Non sapevo cosa rispondere.
“ecco, noi l’abbiamo già fatto, che senso….che senso ha..”
Mi interruppe bruscamente.
“io voglio che tu rimanga”
Ci fissammo negli occhi per quello che a me sembrò un tempo davvero lungo.
“sicuro?”
Si distese nuovamente, battendo la mano nel materasso. Tornai nella posizione di prima, poggiando il volto sul suo petto. Lui ci coprì entrambi con la coperta e riprese a carezzarmi i capelli.
“buonanotte”
“’notte”
Mi lasciò un tenero bacio tra i capelli, ed io sorrisi tra me e me.
 

 
 
 
Ok, ok, ok
Questa è un'altra mia uscita di testa. In questi giorni mi sentivo particolarmente creativa e così la mia testolina malata ha elaborato questa cosina qui.
Allora: non so se vale la pena continuarla o lasciarla così, con un finale aperto.
Fatemi sapere cosa ne pensate…per favore per me è importante! J
I personaggi vi piacciono? Volete qualche chiarimento??
 
Bacioni
NikkiLu
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  

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Capitolo 2
*** La dura verità ***


 
Pov Bella
 
 
Da circa cinque settimane io ed Edward ci vedevamo tutte le sere. Andavamo al cinema, a mangiare fuori, in giro per locali…
Edward si era rivelata una persona totalmente diversa da quella che mi aspettavo. Trascorrere il tempo con lui era diventato il mio passatempo preferito…ed il sesso con lui era qualcosa di indescrivibile. Senza contare il fatto che non frequentava altre persone. Stavamo effettivamente uscendo insieme.
Erano circa le sette di sera, ed ero ancora bloccata in ufficio.
“Isabella ho bisogno che questa sera tu ti trattenga fino a tardi…” disse il mio capo posando un plico di fogli sopra la mia scrivania.
“Come?”
“è un problema?” mi lanciò uno sguardo di disapprovazione. Capì che non ero nella posizione di poter rifiutare.
“assolutamente no”
Afferrai il cellulare e mandai un messaggio ad Edward.
Scusa ma sono ancora bloccata in ufficio…non credo di farcela per le otto.
Ci vediamo domani.
Dopo pochi secondi arrivò la sua risposta.
Non puoi farmi questo…ho una voglia matta di vederti.
Vuol dire che ti aspetterò…
Sorrisi tra me e me. Mai in vita mia ero stata più felice di essermi sbagliata su una persona.
 
Alle 23.30 circa scesi dal taxi. Ero esausta, sfinita. Quella carogna del mio capo mi aveva fatto impazzire. “Isabella qui”; “Isabella qua”…non ne potevo più. Era stata una giornata terribile…ma si sa non c’è mai fine al peggio e ne ebbi la conferma quando, uscendo dall’ascensore mi trovai davanti una bionda che aveva un aspetto familiare. Stava uscendo dall’appartamento di Edward.
“oh, buonasera..” disse guardandomi, facendo la finta stupita.
“ci conosciamo?”
“ci siamo viste fuori da quel locale…eri con Edward, giusto?”
“si, lo conosci?”
“se lo conosco?-disse ridendo- diciamo che la nostra è un amicizia molto intima…che dura da anni ormai” concluse lanciando un’occhiata alla porta di casa sua.
Cosa ci faceva quell’amica molto intima davanti la porta del mio…di Edward?
“tutto bene?” mi chiese con un falso sorriso quando notò la mia espressione allibita.
“si, si…” dissi
“tu cosa ci fai qui?”
“io ci abito” dissi indicando la porta di casa mia.
“oh, menomale che non eri in casa! Altrimenti ti avremmo disturbato..” disse facendomi l’occhiolino.
“cosa?”
“Niente, niente…”
“Adesso scusa…ma devo proprio scappare” disse finalmente.
“Arrivederci”
“è stato un piacere….”
“immagino”
Rimasi immobile a fissare la porta di casa sua per alcuni minuti. Non ci potevi credere: ci ero cascata, mi ero fatta fregare come un’idiota! Mi ero fatta portare a letto come, come…una delle sue solite sgualdrine che offendevo tanto!  Come potevo essere stata così stupida?
Mi fiondai all’interno del mio appartamento continuando a maledirmi. Era uno stronzo, un puttaniere! Mi ero fatta ingannare dalle sue belle parole e dai suoi bellissimi denti perfettamente bianchi! Stupida, stupida, stupida! Andai in camera da letto pronta per andare a dormire e notai sopra la poltrona che si trovava accanto alla finestra la sua maglietta, che mi aveva lasciato e che usavo per dormire. La rabbia arrivò  a livelli sovraumani. La presi tra le mani, andai in salotto e raccolsi tutti le cose di Edward: due Cd, una felpa, un libro, un bracciale (tutte stronzate che mi aveva regalato), il suo spazzolino, il suo dopobarba e gettai tutto all’interno di uno scatolone e andai a posizionarlo esattamente di fronte alla sua porta. Ero arrabbiata, frustrata, mi sentivo presa in giro. Tuttavia non piansi. La rabbia che avevo dentro era troppa.
 Basta, tutta quella pagliacciata era durata abbastanza.
 
Tre giorni dopo
 
Bella per favore rispondi! Cazzo sono tre giorni che mi eviti! Cosa significa quella scatola? Bella porca puttana rispondi!”
Ascoltai l’ennesimo messaggio lasciato in segreteria da Edward. Mi stava urtando il sistema nervoso. La mattina sgattaiolavo via dal mio appartamento ad un’ora indecente per non incontrarlo, e la sera invece correvo come una pazza, sperando di non incontrarlo nell’ascensore. Ero riuscita ad evitarlo per ben tre giorni, ma sapevo benissimo che non sarebbe potuta andare avanti così. Prima o poi avrei dovuto affrontarlo, meglio poi però. Ancora non ero psicologicamente pronta. Lui mi stava tartassando di messaggi. Quella mattina era venuto persino in ufficio ma per fortuna Angela, la receptionist gli aveva detto che ero in riunione. Alle 13 uscì dal mio ufficio per andare a pranzo. Quando uscì dall’edificio mi sentì chiamare. Merda. Sapevo che era lui, ma avrei voluto sbagliarmi così mi voltai e quando mi scontrai con quegli occhi freddi, iniziai a camminare a passo spedito.
(Suggerimento musicale:
http://www.youtube.com/watch?v=1Jc44jjFesQ&feature=related)
“Bella!”
Ignorai quella voce, e continuai a camminare velocemente, sperando di non cadere da quei tacchi altissimi. Cavolo, quel giorno avrebbe dovuto indossare un paio di jeans e scarpette, non tacchi e tubino. Cercai di farmi spazio tra la folla che camminava nel marciapiede. Urtai un sacco di persone che, molto probabilmente, mi mandarono a quel paese. Ma non le ascoltai. Il mio problema era un altro in quel momento. Così prosegui.
Mi sentì afferrare per un braccio.
“hey!”
“LASCIAMI!” dissi stizzita, ma lui non accennò a muoversi.
“tu ed io dobbiamo parlare”
“io non ho niente da dirti! E adesso lasciami!”
“Bella perché ti comporti così!” disse con tono stanco, guardandomi negli occhi.
“certo che hai proprio una bella faccia tosta!” risposi, liberandomi dalla sua stretta.
“Bella che diavolo ti prende? che è successo?”
“è incredibile! Continui a prendermi in giro! Sai cosa c’è? C’è che mi sono stancata…sono stufa di stare male! Io lo sapevo, sapevo che sarebbe andata a finire così! Sei uno stronzo! Anzi no, sei il più grande stronzo che abbia mai conosciuto…e credimi se ti dico che ne ho incontrati tanti! Per una volta, una fottutissima volta che mi affido al mio istinto, a quello che sento…speravo di, di aver fatto la cosa giusta! Invece no! Sai perché? Perché quelli come te non cambiano! A quelli come te non gliene frega niente degli altri! Hanno la loro bella macchina, il loro bel lavoro, il loro bel cappotto…l’importante è quello! No? vi divertite a prendere in giro la gente! Ma sì, spezziamo il cuore di Bella! Chi se ne frega! Portiamocela a letto! Io ti odio! Ti odio come non ho mai odiato nessuno in vita mia! Ti odio perché per la prima volta ero contenta di essermi sbagliata su una persona, perché per una fottutissima volta stavo bene e ti odio perché mie hai illuso! ” dissi sputandogli in faccia tutta la verità. Avevo gridato e me ne accorsi quando, terminata la mia arringa, notai la gente che passava guardarci in modo strano.
“Bella cazzo! Non capisco a cosa tu ti stia riferendo!”
“ah non lo capisci? Vallo a chiedere alla tua amica bionda che ti piace portarti a letto quando sono al lavoro! Quella che era a casa tua l’altro giorno!”
“non me la sono portata a letto!”
“oh certo come no…raccontala a qualcun altro” dissi avvicinandomi al bordo della strada per cercare un taxi.
“Bella te lo giuro! Fammi  spiegare!”
“NO! Non voglio sentirti parlare mai più! E non ti voglio nemmeno vedere!” fermai un taxi.
“Bella….” Sussurrò mentre entravo all’interno.
“non ho più niente da dirti…”
Il taxi partì e finalmente riuscì a piangere.

 
 
Pov Edward
 
“Cosa le hai detto?”
“Edward non capisco perché tu ti stia arrabbiando così tanto...io non le ho detto proprio niente!”
“Invece io so che tu le hai detto qualcosa!”
“senti stai facendo una tragedia per niente. L’ho incontrata nel pianerottolo di casa tua, mi sono presentata e…”
“vai avanti!”
“niente le ho lasciato capire che tra me e te ci fosse qualcosa- disse sorridendo- ho detto solo la verità” concluse avvicinandosi ulteriormente a me e cominciando ad accarezzare la mia gamba in modo molto provocante.
Mi alzai di scatto dal divano, furioso.
“non è la verità!”
“no? non è vero che andavamo a letto insieme?”
“andavamo! Usa il passato Tanya!”
“ecco, allora credo di non aver usato il passato” disse ridendo.
“sei una stronza!”
“andiamo Edward volevo solo divertirmi un po’! mi sono sentita rifiutata e lo sai che quando una donna si sente ferita nel suo orgoglio diventa…cattiva”
“vattene!”  le dissi indicando la porta del mio ufficio.
Si alzo ed uscì sculettando.
Era incredibile, quell’arpia era riuscita a rovinare tutto. Mi sedetti sulla poltrona del mio ufficio, coprendomi il volto con le mani. Dopo diversi minuti di
riflessione presi il telefono e digitai il numero di Bella.
 
Ciao sono Bella, evidentemente non posso rispondere, quindi lasciate un messaggio dopo il beep. Grazie”
 
“Bella sono ancora io. Per favore dammi l’opportunità di spiegare. Rispondi…”
Dopo aver atteso diversi secondi attaccai. Non aveva proprio intenzione di parlarmi. Decisi di tornare a casa tanto a lavoro ero inutile, non riuscivo a concludere niente: avevo la mente altrove. Erano già le sette e trenta quando raggiunsi casa. Riuscì a vedere  dall’esterno dell’edificio che la luce all’interno della casa di Bella era accesa. Entrai di corsa all’interno del palazzo. Una volta di fronte la porta di Bella cominciai a bussare. Niente.
“Bella sono io apri”
“no”
“dai Amore”
La porta improvvisamente si aprì, Bella mi venne incontro aveva lo sguardo incazzato, così indietreggiai automaticamente.
“Come mi hai chiamato?”
“Amore” risposi
E proprio in quel momento mi tirò un sonoro ceffone.
“Finché mi chiami cinica e frigida passi, tanto su sei semplicemente un idiota che colleziona slip come trofei...invece se c’è una cosa che mi fa veramente incazzare è l’ipocrisia. TU NON SAI COSA è IL RISPETTO! FIGURIAMOCI SE SAI COSA è L’AMORE! ADDIO!” disse rientrando in casa e sbattendola porta.
Rimasi per qualche secondo a fissare quella porta bianca. Non sapevo se fosse il casi di finirla lì o di insistere. Ma io ci tenevo a lei, non volevo che finisse tutto.
“hai ragione…io non so cos’è l’amore…perché non sono mai stato innamorato!! Bella è stato tutto un malinteso! Perché non mi vuoi credere? Io con Tanya non ci sono stato a letto…o meglio ci sono stato due, forse tre volte ma prima di incontrarti...l’altro giorno è venuta a casa mia per provarci, ma l’ho respinta. Le ho detto di te, di me, di noi… non deve averla presa bene e ti ha detto quelle cose…io non so più cosa fare per fartelo capire. È te che voglio. Bella tutto questo è così strano per me…io mi sto innamorando di te! Quando non sono con te mi manchi e quando sono con te vorrei che il tempo di fermasse, vorrei passare tutto il giorno con te a parlare, ridere, scherzare, fare l’amore…se questo non è amore, che cos’è? Dimmelo tu perché io non lo so..” conclusi infine.
“senti Bella io capisco che adesso tu non mi voglia vedere…però mi devi credere. Facciamo una cosa tra un’ora io sarò sul ponte di Brooklyn, ti aspetterò lì…”
 

 
 
Ciao a tutti!! allora per prima cosa un enorme grazie a tutti colore che hanno recensito o che hanno semplicemente letto. Ho deciso di fare una mini fan fiction…composta di 3 capitoli, quindi il prossimo sarà l’ultimo! J
Che dite Bella si presenterà all’appuntamento?? Mmm…. 

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Capitolo 3
*** I'll Stand by you ***


 
 
 
Suggerimento musicale per il Pov Edward! :D
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Pov Edward
 
 
Ero sul ponte di Brooklyn da circa venti minuti e di lei ancora nessun segno. Ormai avevo abbandonato ogni speranza: non si sarebbe presentata, ed io avrei perso praticamente tutto. Forse era quello il prezzo da pagare per essermi comportato male in passato, forse Dio era femmina e voleva farmela pagare per tutti i miei sbagli passati privandomi dell’unica ragazza di cui mi ero seriamente innamorato. Si, sicuramente era tutto causa della giustizia divina.
Passarono altri trentacinque minuti e di Bella neanche l’ombra. Il ponte era semi-deserto. C’eravamo solamente io, una coppia che si stava sbaciucchiando, due anziane signore che avevano impiegato venti minuti solo per arrivare a metà del ponte, un barbone e qualche matto in bicicletta. Mi guardai per l’ennesima volta intorno, con la speranza di trovarla di fronte a me, ma ciò non accadde. Ormai era troppo tardi…
Mi sentì malissimo. Io non ero pronto a perderla, non ora che avevo scoperto che persona fantastica fosse, non ora che mi ero irrimediabilmente innamorato di lei. Non avevo fatto niente…non l’avevo tradita e non l’avevo nemmeno presa in giro! Ma si sa, la vita è ingiusta.
Mi appoggiai al muretto che costeggiava la zona pedonale.
Ero talmente assorto nei miei pensieri da non accorgermi che qualcuno si era fermato accanto a me, iniziando a guardare il panorama.
“perché proprio il ponte di Brooklyn?” una voce, la sua voce, mi fece girare di scatto.
Ero talmente convinto che non si sarebbe presentata che pensai che era stato tutto frutto della mia immaginazione. Ma non era così. Lei era realmente lì. Mi stava fissando e con molte probabilità stava aspettando che le rispondessi.
“una volta mi hai detto che la prima volta che sei venuta a New York, era insieme a tuo padre, e ti sei subito innamorata di questo posto…- dissi cauto-durante il primo periodo, quando ti sentivi lontana da casa è qui che venivi, perché era come se sentissi la presenza di tuo padre. E ancora lo fai….intendo venire qui. Quando ti manca la tua famiglia… tu ti fermi qui, guardi il panorama e fingi di essere solo di passaggio, di essere venuta a visitare la città con tuo padre. E ti senti meglio…”
“sentirla dire da un’altra persona sembra una cosa stupida” disse imbarazzata, abbassando lo sguardo.
“non è una cosa stupida…niente che riguarda te è stupido, Bella” dissi facendole alzare il volto.
Rimanemmo in silenzio per alcuni secondi. Il cuore mi martellava nel petto come non aveva mai fatto prima
“io voglio innamorarmi di te, voglio fidarmi di te; ma per favore, per favore non spezzarmi il cuore..” disse e una lacrima le sfuggì.
“Bella io ti amo…e non ti spezzerò mai il cuore, mai. L’ultima cosa che voglio è vederti soffrire. Ti chiedo solo di fidarti di me…” le dissi guardandola negli occhi.  Avvicinai i nostri volti, e quando le nostre labbra si sfiorarono ed iniziammo a baciarci non avevo più dubbi: lei si fidava di me, ed io non l’avrei delusa. Quella sera rimanemmo lì praticamente tutta la notte, guardando il panorama.
 

 
2 anni dopo
 
Pov Bella
 
Casa mia era stata un casino totale per ben 3 mesi.
Sembrava che fosse passato l’uragano, e questo perché io ed Edward avevamo deciso di buttare giù il muro divisorio che appunto segnava il confine tra il mio e il suo appartamento. Praticamente abitavamo già insieme, per giorni io andavo da lui o lui veniva da me, solo che adesso volevamo viverci anche teoricamente. Così  avevamo deciso di andare a vivere insieme solo che nessuno dei due aveva voglia di lasciare il proprio appartamento o di cercare una nuova casa: il palazzo dove abitavamo era perfetto, era abbastanza vicino al suo ufficio e alla mia redazione ed era in un quartiere molto bello. Così una sera ad Edward venne l’idea geniale di abbattere quel dannato muro e risistemare tutto l’appartamento. Solo che qualcosa era andato storto e i lavori erano durati più del previsto. Così per tre interi mesi io e il mio fidanzato siamo stati costretti ad affittare un appartamento e vivere lì.
“amore prendi tutto questo come una sorta di prova…”
“Edward, credo sia un po’ tardi per fare le prove…la casa è quasi finita e per nulla al mondo farò alzare di nuovo quel dannato muro! Quindi no, non la prenderò come una ‘sorta di prova’!!” dissi stizzita.
“era solo una battuta…” disse, finendo di sistemare i vestiti all’interno dell’armadio.
“si lo so, scusa…è che sto andando al manicomio. Non credo che i miei nervi reggeranno ancora per molto. Tra i lavori che sono in ritardo, il mio capo che mi sta facendo impazzire sto uscendo di testa” dissi, mettendomi seduta sul letto.
“amore mi dispiace- disse mettendosi inginocchio di fronte a me- ma non ti devi preoccupare…andrà tutto bene. Pensa a quella bellissima casa che tra poche settimane sarà la nostra casa…e per il tuo capo, se vuoi che ci faccia due chiacchere io per me non c’è problema..”
E bastava che pronunciasse quelle semplici paroline per farmi calmare, per farmi sorridere.
Edward avrebbe voluto pagare tutto ma mi ero opposta. Quella casa doveva essere la nostra casa, non la sua. Così dopo una lunga notte di discussioni avevamo deciso che lui avrebbe pagato il 70 % ed io il 30%. Avrei voluto pagare la metà ma tutto quello che riuscì ad ottenere fu il 30%. Stupido 30 %! Quando entrai la prima volta nella nuova casa rimasi senza parole.
Era così…grande e luminosa. Era perfetta.  
 

Pov Edward
“Amore!!! Sei pronta?”
“si, si…due minuti”
“Bella- dissi guardando l’orologio- sono venti minuti che mi dici di essere pronta…”
“eccomi…”
La mia fidanzata uscì dalla nostra camera da letto, era bella da mozzare il fiato. Indossava un vestito nero che le stava divinamente e dei tacchi altissimi.
“sei bellissima…” le dissi avvicinandomi a lei.
“anche tu..” rispose squadrandomi da capo a piedi.
“tu di più…”
Sorrise. Sapeva che era inutile controbattere.
Quella sera ero nervoso, anzi, credo sia più corretto dire che da qualche giorno ero molto nervoso. Avevo riflettuto a lungo e avevo deciso di chiedere a Bella di sposarmi. Lo so che magari era prematuro, che era troppo presto e cazzate varie…ma io l’amavo davvero. Io, dipendevo da lei e sapevo perfettamente che non sarei mai stato in grado di starle lontano. Vivevamo già insieme, il matrimonio sarebbe stato un altro modo per legarmi a lei. Sarebbe diventata mia moglie, Bella Cullen: quel pensiero non poteva che causarmi una felicità immensa. L’idea di spendere il resto dei miei giorni con lei mi faceva sorridere come un ebete. Ma sfortunatamente non avevo mai trovato il momento giusto per farle la proposta, o meglio non avevo mai avuto il coraggio. Volevo farlo in un momento speciale, così nell’attesa del fatidico momento mi portavo sempre l’anello con me.
Quando si voltò per prendere il cappotto, mi risvegliai dal mio momento di catalessi perché notai che Bellaaveva la schiena completamente nuda.
“hey! Dove credi di andare?”
“come dove credo di andare? Al locale….sai dove i tuoi amici ci stanno aspettando..” rispose tranquillamente
“intendevo dove credi andare mezza nuda?”
Alzò gli occhi al cielo, sapeva che ero molto molto geloso.
“Dai non fare il pesante!”
“Bella stasera vorrei evitare di spaccare la faccia a qualche coglione che ti guarda”
Sorrise dolcemente, facendo finta di non avermi nemmeno sentito.
“andiamo?” disse aprendo la porta di casa. Sbuffai.
Uscimmo di casa diretti verso un pub dove Emmet e gli altri ci stavano aspettando. Montammo sul mio Suv e dopo ben 30 minuti di viaggio arrivammo a destinazione. Lasciai la macchina al posteggiatore Entrammo nel locale dove tutto era cominciato e raggiungemmo gli altri nel privé.
“ce l’avete fatta finalmente!!” disse Emmet
“si, finalmente” risposi lanciando un’occhiata a Bella, occupata ad abbracciare mia sorella. Quelle due andavamo maledettamente d’accordo. si erano trovate subito, e da un anno a questa parte si sentivamo praticamente tutti i giorni.
Dopo aver posato i cappotti sopra l’appendiabiti ci sedemmo ed ordinammo da bere.
Quella sera Em ci presentò la sua fidanzata, incredibile ma vero aveva deciso di mettere la testa apposto. Rosalie era l’unica donna in grado di tenergli testa, e quella sera lo dimostrò più di una volta.
Dopo circa due ore notai che Bella era strana.
 

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“Amore tutto apposto?”
“si…sono solo un po’ stanca” disse, con un sorriso forzato.
“sicura?”
“si...solo..” sembrava incerta, così la incoraggiai.
“solo?”
“possiamo uscire un attimo?”
“certo..” le sorrisi.
 
“facciamo due passi?” mi chiese sorridendo, una volta fuori dal locale.
“va bene” ci incamminammo mano nella mano per le strade di New York. Notai solo dopo alcuni minuti che Bella stava letteralmente tremando così, senza esitare, mi tolsi la giacca e gliela poggiai sulle spalle.
“grazie” disse, lasciandomi un tenero bacio sulle labbra e stringendo forte la mia mano.
Arrivammo al famoso ponte e guardandoci negli occhi sorridemmo, era da tanto che non ci facevamo un salto così la trascinai in direzione del Brooklyn Bridge.
“è troppo bello…” disse guardandosi intorno.
“si…ma non il più bello” dissi sorridendo.
“invece si!” disse convinta.
“se chiedi ad un turista quale sia il posto più bello di New York  dubito che dica il ponte di Brooklyn...”
“è proprio per questo che è bello…” disse voltandosi verso di me, non mie ro nemmeno accorto che ci eravamo fermati.
“sei strana…” le dissi.
“è per questo che mi ami, no?”
“assolutamente si..”
Quello era il momento giusto. Lo sapevo, nel mio cuore sentivo che dovevo farlo in quell’esatto istante…portai le mani sopra le tasche, slo che non trovai le tasche: mi ero completamente dimenticato di un piccolissimo particolare. Bella indossava la mia giacca, dove c’erano le mie tasche, con dentro il mio anello.
Merda. Merda. Merda.
Così l’abbracciai tentando i recuperare la piccola scatolina di velluto blu dall’interno della mia tasca e non so come ci riuscì.
Sciolsi l’abbraccio, e sospirai.
“Bella- iniziai incerto, lei mi guardava interrogativa- questi ultimi due anni sono stati i più belli della mia vita…non mi sono mai sentito così completo, così felice come in quest’ultimo periodo. Tu mi hai cambiato…nel profondo, mi hai fatto conoscere lati della mia personalità che nemmeno immaginavo di avere. Mi hai insegnato ad amare, a condividere, a chiedere scusa…io ti amo in un modo così totalizzante che mi spaventa, mi fa paura. Perché se tu un giorno dovessi stancarti di me, io non ce la farei a rinunciare a te. Già lo so. Per non parlare di quello che provo quando qualcuno osa anche solo guardarti da lontano…potrei ucciderlo. Vedi Bella, tu hai un potere su di me così assoluto e nemmeno te ne rendi conto…” presi una pausa, cercando di riorganizzare i pensieri e di capire se quello che avevo appena detto aveva una logica o era completamente privo di alcun senso.
“Edward, perché mi stai dicendo tutto questo?”
“Sposami”
Lei trattenne il respiro, spalancando gli occhi, stupita.
“cosa?”
Mi inginocchiai di fronte a lei, incurante delle persone che ci stavano fissando. Aprì la scatolina blu, mostrandole l’anello.
“Isabella Swan io prometto di amarti e onorarti in ogni istante della mia vita. Mi concederti lo straordinario onore di diventare mia moglie?”
Lei mi guardò. Respirando pesantemente. Il mio cuore batteva velocemente, stavo rischiando l’infarto.
“se mi dice di no giuro che mi butto di sotto”
Era tutto quello cui riuscivo a pensare in quel momento.
“si…” disse sorridendo, visibilmente emozionata.
Tolsi l’anello dalla scatolina e dopo averglielo messo al dito, la baciai sollevandola da terra. Dopo qualche minuto ci staccammo e notai come alcune persone di passaggio si erano fermate a guardare la scena, e Bella non riuscì a non diventare rossa.
“è davvero bellissimo” disse poi fissando l’anello.
“ti piace, sul serio?”
“Edward!- disse quasi sconvolta- come potrebbe non piacermi? È stupendo…”
Cavolo, con quanto mie era costato se mi avesse detto di noi, mi sarei davvero gettato giù dal ponte.
Ma per lei questo e altro.
“vuoi andare a casa?”
“no…restiamo un altro po’ qui, per favore”
“come vuoi..” dissi abbracciandola da dietro, facendo scontrare la sua schiena con il mio petto.
Immersi il viso nei suoi capelli, e no potei fare a meno di respirare quel profumo così familiare. Ci appoggiamo al muretto e guardammo il panorama, proprio come due anni prima.
 
 
 

Ehm ehm
Buonaseraaaaaaaa! ^^
Come prima cosa: GRAZIE,GRAZIE,GRAZIE!
A TUTTI COLORO CHE HANNO RECENSITO O SEMPLICEMENTE LETTO!
GRAZIE!
Con questo capitolo abbiamo concluso…
Cosa ne pensate? Vi è piaciuto?
Fatemi sapere..
La storia termina qui. Magari in futuro potrei fare una sorpresa e pubblicare qualche EXTRA…ditemi voi! Un bacione
NikkiLu
 
 
  

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