Forever a queen

di _eco
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sunset ***
Capitolo 2: *** Home ***
Capitolo 3: *** Fear ***
Capitolo 4: *** Faith ***
Capitolo 5: *** Free ***



Capitolo 1
*** Sunset ***


Read me!
Buonasera, cari utenti di Efp, nello specifico, utenti del fandom di Narnia.
Premetto che questa raccolta, in ogni suo singolo capitolo, è dedicata a TheGentle, perché è la fan più sfegatata di Susan che abbia mai conosciuto, e perché le voglio un gran bene. Spero che possa perdonare il mio ritardo nel recensire i suoi capolavori, ne approfitto per dirle che ho già letto due capitoli e mi appresto a terminare il terzo.
Bene, la raccolta, come avrete capito, comprende cinque frammenti della Susan che Lewis non ha avuto tempo o che non ci ha voluto raccontare.
E' così che io la immagino, in tutta la sua scetticità, in tutta la sua dolcezza che le ha fatto guadagnare l'appellativo di "La dolce" o "La gentile" che dir si voglia.
Spero che vi piaccia, e soprattutto, spero di ricevere molti pareri, perchè è un lavoro per il quale ho dato e sto dando il cuore.

01. Sunset

(Un anno dopo la morte dei Pevensie)

 

La corolla della rosa che ha acquistato è di un rosso acceso.
Rosso come i riflessi dei setosi capelli di Lucy.
Stesa lì, i petali rilassati e coperti da una sottile brina, fa un certo contrasto con il marmo della lapide.
E’ un’immagine tagliente, una distorsione troppo netta perché gli occhi vi si abituino subito.
La lapide è semplice, di un marmo candido e alle volte percorso da sottili venature bluastre.
Candido come il viso della piccola Lucy.
Come la neve di Narnia.
Susan scuote la testa, quasi a scacciare quel pensiero traditore prima ancora di poter immaginare una bianca distesa intorno a lei.
Il sole si abbatte sulle lettere di metallo incollate alla lapide, rinviando una luce accecante che la costringe a strizzare gli occhi trasparenti. Il sole sotto il cui nome è stata incoronata regina e che, questa volta, sembra stentare a sciogliere il ghiaccio incastonato nelle sue iridi.
Susan osserva il cielo per un frangente: è limpido, costellato da lievi e paffute nuvolette rosa e arancioni, dipinto da decise striature rosse e indaco; il sole si nasconde dietro i monti.
Il tramonto.
A Lucy sarebbe piaciuto.
Si allontana con passo lento ed elegante, la schiena diritta, i fianchi che oscillano lievemente, avvolti nell’abito dalle tonalità scure, i lunghi capelli corvini che si muovono in armoniose onde.
Susan non sa, o non vuole sapere, che, a Narnia, Lucy sta assistendo ad un tramonto ancora più spettacolare; perché Narnia è sbagliata, terribilmente sbagliata; perché Narnia è impossibile, logicamente impossibile.

 

Angolo autrice: Se vi è piaciuta questa flash...beh, vi aspetto al prossimo capitolo :D Ringrazio sin da adesso chiunque abbia letto in silenzio, chiunque abbia trovato il coraggio di criticare e apprezzare apertamente in una recensione.
_eco

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Capitolo 2
*** Home ***


Read me!
Prima di tutto, vorrei ringraziare calorosamente TheGentle, Simple, lovely e Adam per aver recensito il capitolo precedente.
Come ho avuto modo di dire anche nelle risposte alle recensioni, questo è il capitolo che preferisco, perché credo riesca a riassumere ciò di cui Susan ha deciso di vivere dopo la morte dei fratelli. Per lei ho immaginato un marito presente, un brav uomo, insomma, una famiglia come tante, un figlio vivace e curioso... Ma non è di ciò che tratterà il nostro capitolo. Ho deciso di narrare un momento ben preciso del matrimonio di Susan, non concentrandomi sullo sposo - quindi sulla sua somiglianza con Caspian o, comunque, paragonandolo a lui -, bensì sull'accompagnatore di Susan, che, come tutti noi sappiamo, non è nè Peter nè tantomeno Edmund.
Spero possa piacervi.



02. Home


Ha centinaia d’occhi puntati addosso, alcuni colmi di invidia, altri di ammirazione, altri ancora – e non sono pochi – disinteressati, presenti solo perché declinare l’invito ad un matrimonio è qualcosa di troppo disdicevole per rischiare di scheggiare l’immagine di cortesia e gentilezza che ci si è costruiti intorno.
Ma Susan è bella nel suo abito bianco che la fascia in eleganti balze, veli sovrapposti e delicate roselline ricamate sul corpetto; non lo si può negare.
Ma Susan ha l’aspetto di una regina con la coroncina di fiori incastrata fra i capelli, raccolti in una studiata crocchia che le lascia sciolte alcune ciocche ad incorniciarle il viso; non lo si può negare.
Sorride, sembra ringraziare con lo sguardo ciascuno dei presenti; come un’elegante signora dalle buone maniere.
Karl le tende la mano, rimanendo in piedi sull’altare. Annuisce, come per incoraggiarla.
Susan la sfiora con le dita e si sistema di fronte a lui, passando le mani sull’abito leggermente spiegazzato.
Si volta, alla ricerca del viso del suo accompagnatore, anche lui di un fascino notevole nel suo completo blu scuro.
Mille aghi che la pungono, mille schegge che s’infrangono, mille tintinnii assordanti.
E’ un bel ragazzo; Susan ha fatto la sua figura, sfilando per la chiesa in sua compagnia.
Ma non è Peter; e solo lei, in quella chiesa, sa quanto questa verità possa essere dolorosa.
Per questa volta, tutto il mondo di cristallo che si è costruita intorno, tutti gli amici che si è fatta per tentare di colmare il vuoto lasciato dalla sua famiglia, non bastano per farla sentire a casa.


Angolo autrice: Mi scuso per la pessima qualità dell'animazione, ma sono ancora alle prime armi. Ecco il mondo che ho immaginato per Susan: una realtà fragile - di cristallo - che può essere lineata facilmente, già soltanto con la consapevolezza di non aver Peter - o Edmund, o l'intera famiglia - al suo fianco.
Al prossimo aggiornamento.
_eco

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Capitolo 3
*** Fear ***


Read me!
Prima di cominciare la presentazione di questo terzo capitolo, ci tengo ad augurare a tutti un felice anno nuovo.
Inoltre vorrei ringraziare: Simple, Adam, TheGentle, soffio e lovely per aver recensito lo scorso capitolo, e anche coloro che hanno inserito la raccolta fra seguite e preferite.
Questo capitolo avrà protagonista per la prima volta  all'interno della raccolta il figlio di Susan: Charles "Charlie" Harris, il bambino presente anche nella gif qui sotto, e che, non a caso, è niente meno che Skandar Keynes - Edmund - da piccino. **
Buona lettura :D

03. Fear

Charlie ha insistito così tanto affinché lo accompagnasse allo zoo, che Susan non ha potuto desistere a lungo.
Adesso cammina qualche passo avanti a lei, ciondolando buffamente, la camicia uscita per metà dai pantaloni verde pistacchio, lo zucchero filato fra le mani e lo sguardo rapito dagli animali rinchiusi nelle gabbie circostanti.
« Mamma, un leoone », esclama, trotterellando verso Susan e trascinandola per il lembo della gonna.
Immagini sfocate si rincorrono nella sua mente: una ragazza dai capelli ancora umidi, la camicia bianca arrotolata sino ai gomiti, la faretra dietro la schiena; un leone, l’aspetto fiero e solenne, lo sguardo docile e mansueto.
« Sta’ attento, Charlie! », lo richiama lei, afferrandolo per un braccio prima che il bambino possa avvicinarsi troppo alla gabbia.
Eppure, nei fotogrammi che ha appena visto, il leone si mostra innocuo, incapace di aggredire chiunque. Perché, adesso, Susan sembra temerlo più del piccolo Charlie?
« Non mi fa male », borbotta il piccolo, divincolandosi dalla presa di Susan, « E poi io sono più forte di lui. Ascolta: wraaagh! », ruggisce goffamente, posizionando le dita come artigli e spalancando la bocca fingendo di possedere grosse fauci.
Susan ride. Già, anche lei, un tempo, ha creduto di essere più forte del leone; tanto più forte da averlo considerato inutile, alla fine, e da averlo dimenticato.*
Charlie è tutto ciò che un bambino di cinque anni possa essere; ma ha quell’innocenza dipinta negli occhi – tipica di ogni altro suo coetaneo, ma di questo lei non si accorge – e quella continua sete di curiosità che lo fa somigliare in maniera inquietante a Lucy; quei lineamenti così delicati – che, se solo Susan si guardasse intorno, ritroverebbe in molti altri bambini – che le ricordano il piccolo Edmund; e quel suo fare impacciato nel tentare di rassicurarla ogni volta – che lei vede solo e soltanto in lui – che lo portano a somigliare a Peter.
Susan ne è terrorizzata, perché perdere Charlie significherebbe perderli di nuovo.


Angolo autrice: Eccoci qua, dunque, giunti alla fine di questo terzo capitolo. Spero vi sia piaciuto almeno quanto i primi due.
*: con questa frase mi riferisco al fatto che, ad un certo punto della sua vita, Susan abbia pensato ad Aslan come ad una figura di sfondo, che, presente o meno, non faceva alcuna differenza. In questo modo, a lungo andare, lo ha dimenticato.
Al prossimo aggiornamento.
_eco

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Capitolo 4
*** Faith ***


Pronto per la pubblicazione:

Read me!
     Siamo giunti di già al quarto capitolo. Forse sto postando troppo velocemente, ma vorrei terminare prima che ricominci la scuola, perché - lo so già - non avrei tempo di dedicare alla raccolta il tempo e l'attenzione che vorrei. Eccoci dunque a questo quarto spaccato della vita di Susan.
Charlie è cresciuto: si è fatto un bel ragazzino vivace e iperattivo, intraprendente ma ancora lievemente infantile.
E poi, si sa, i ragazzi maturano più tardi delle ragazze...e, diciamo, non sopportano essere sconfitti in qualcosa, se poi, a sconfiggerli è...diciamo, la mamma.
Ho parlato troppo.
Ah, già, dimenticavo: ringrazio soffio, Simple, TheGentle, DreamerAngerl e lovely per aver recensito lo scorso capitolo, e le 7 persone che hanno aggiunto la raccolta a preferite e seguite.
Godetevi questo momento di puro fluff e spensieratezza, forse il più leggero e gradevole dell'intera raccolta.


 

04. Faith

Da quando era soltanto una ragazzina, il parco di Londra è diventato più grande, sono state progettate e costruite giostre più evolute, fondati club sportivi, istituite aree adibite al golf, alle biciclette e…
« Il tiro con l’arco! », esulta Charlie, alzando i pugni per aria.
E’ cresciuto dall’ultima volta che lo abbiamo incontrato: ha acquistato qualche centimetro d’altezza, ha spalle più robuste, un nuovo taglio di capelli, un modo di camminare meno buffo, che lo fa sembrare già un piccolo ometto.
Susan lo segue a passo sostenuto, accelerando quando anche il ragazzino comincia a correre.
Charlie sbuffa diverse volte, osservando la freccia che volteggia distante dal bersaglio, lo sguardo che si spegne ogni volta che commette uno sbaglio.
« Non ci riesco », borbotta con la stessa aria delusa di quando era più piccolo.
Susan è combattuta se raggiungerlo o no. Fissa la faretra di cuoio, le frecce di legno, l’arco nuovo, appena confezionato, che il figlio tiene fra le mani.
Anche a lei è stato regalato un arco con frecce dalla punta acuminata, quando giocavano a Narnia. Forse non era nemmeno vero, quell’arco, forse era solo l’immaginazione di una bambina a renderlo reale. Tutto filerebbe secondo la logica: una bambina non potrebbe mai centrare il bersaglio servendosi di un arco -  regalatole da…un tizio con la giacca rossa, forse? -. Eppure c’è una voce, un sibilo simile al più sottile soffio di vento, che le suggerisce che, forse, la bambina si fidava semplicemente del suo arco. E non c’erano logica né ragionamenti che tenessero, in quei particolari momenti.
« Devi solo fidarti del tuo arco », spiega con semplicità, avvicinandosi al ragazzino e sfilandogli l’oggetto dalle mani.
Un brivido le pervade il petto.
Socchiude l’occhio sinistro per prendere bene la mira, poi lascia che la freccia danzi rapidamente per l’aria, fendendola.
« Ma…ma…dove hai imparato? », farfuglia Charlie, gesticolando convulsamente, non poco amareggiato per aver fallito a differenza della madre.
« E’ tutta questione di fiducia, Charlie », ripete Susan, come se fosse un promemoria per se stessa, scompigliandogli la zazzera scura e sorridendogli furba.

Angolo autrice: Buondì, miei fedeli lettori, non vi lascio in pace nemmeno a fondo pagina!
Non chiedetemi da dove l'abbia tirata fuori, ok? E' solo che c'era troppa malinconia in questa raccolta. E io adoro Susan in versione "Regina dell'arco". Trovo che abbia un rapporto tutto suo, di fiducia, appunto, con l'arco. Susan, da come abbiamo potuto vedere, si discosta facilmente dagli altri, non regala fiducia a chiunque, insomma, e tende a fare tutto di testa sua, seguendo la sua logica. Maledetta logica! *borbotta* Susan sembra leggermente impazzita per come la descrivo io. Un momento ricorda, l'altro no...insomma, appare confusa. Credo che non sia un problema di amnesia, tranquilli! XD Ognuno di noi ha la capacità di premere il tasto "delete" ed eliminare alcuni particolari momenti che, però, riaffiorano anni dopo, si confondono con altri avvenimenti più recenti, si fondono a ciò che noi vogliamo ricordare e il risultato è un bel pasticcio di colori e fotogrammi. Susan, poi, per come la vedo io - povera pazza che crede nella sua redenzione - non ha dimenticato nel vero senso della parola, ma si è allontanata, il che è diverso.
Basta, siccome sono ossessionata dal mio avatar, ci ho fatto pure l'immagine di questo capitolo.
Mi sono dilungata abbastanza.
Baci.
_eco

Per la serie "Pubblicità sfacciata"
vorrei che faceste un salto dalle parti della mia drabble su Lucy. E' la prima volta che scrivo solo su lei, e sono un po' titubante. Eccola: Safe place 
Ora vi lascio vivere in pace XD

     
 

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Capitolo 5
*** Free ***


Read me!
Io lo so che da qui a poco mi metterò a piangere. Del resto, come i pochi che mi seguono sanno, ogni volta che ritorno nel fandom di Narnia lo faccio per mandar avanti raccolte e long o per scrivere melense shot che non hanno nè capo nè coda, e prima che ci ritorni potrebbero passare anche mesi. Bene, come promesso, la raccolta non si prolungherà troppo. Questo, infatti, è l'ultimo capitolo. Qualcuno - sì, cara Bon, dico proprio a te! - mi ha chiesto di allungarla con qualche altra flash, ma credo che il lavoro di base sia questo e non si debba stravolgerlo troppo. Susan è questa, o almeno è così che mi si è presentata, con questi pochi momenti che ho raccontato nei capitoli precedenti. Vogliate perdonare la mia malsana fissazione con la sua redenzione, ma proprio non riesco a darle un destino tanto tragico come molti, giustamente e razionalmente, fanno.
Che dire? Siete stati magnifici, cari Efpiani Narniani. Mi avete dato un sostegno che non immaginavo di ottenere. Mi dispiace solo che alcuni abbiano abbandonato la lettura a metà, ma di questo non posso che farmene una ragione. XD
Ringrazio quindi: soffio, Simple, TheGentle, Adam, lovely, Dreamer Angel e tutti coloro che hanno letto in silenzio.


05. Free

 

« Le mie condoglianze, signor Harris », recita un ometto dalle spalle gracili e gli occhi stretti, agitando con vigore il braccio di Charlie.
Il ragazzo risponde con un lieve sorriso, evitando di replicare a voce.
« Certo, povera donna, sembrava impazzita », borbotta con tono volutamente alto il gracile ometto, girandogli intorno, le mani nascoste nelle tasche della giacca scura.
« Oh, no, lei non…», tenta di contraddirlo Charlie, mentre scuote decisamente il capo, inclinandolo appena.
« Blaterava di un mondo al di fuori del nostro. Di cintauri, daini… », elenca l’altro, gesticolando in maniera quasi sprezzante, e inarcando un sopracciglio folto, di tanto in tanto.
« Credo si trattasse di centauri e fauni », lo corregge Charlie, piegando le labbra in un sorriso che lascia trapelare un sottile fastidio.
« Oh, povero me, povero me. Allora potrà capirmi anche lei, signor Harris. E’ un bene che se ne sia andata, la signora: ormai non ci stava più con la testa. Ah, sì, Narnia si chiamava quel…mondo – storce naso e labbra, portandosi una mano sotto il mento –. Che nome, poi! Ci vuole della fantasia, e anche molta », commenta l’ometto, ammiccando in direzione di Charlie e porgendogli il gomito in amichevoli pacche.
« Forse avrebbe fatto meglio ad ascoltare con più attenzione ciò che le diceva, dottor Williams, piuttosto che catalogarla come una povera pazza senza speranze », conclude il signor Harris in tono secco, che non ammette alcuna replica, stringendogli cordialmente la mano e passandogli davanti.
 

 
 

***


Un soffio simile al vento fa vibrare l’ovale dai contorni sfocati, attraverso il quale Susan ha assistito alla scena, sino a dissolverlo del tutto.
Si stringe nella sua vestaglia giallina, rannicchiandovi le ginocchia, per quanto una donna della sua età riesca a farlo.
Nonostante le rughe che le tessono il viso e i capelli ridotti a steli di neve, Susan ha conservato, nel suo intenso sguardo, tutta la dolcezza di quand’era ragazza.
 « Il tuo compito lì è finito », annuncia una voce.
Una voce piena, profonda, calma, ma solenne; tanto che, un momento le trasmette tranquillità, quello dopo la mette in soggezione.
Una voce così soffice e accogliente che Susan arriva al punto di chiedersi se non sia soltanto una fantasia.





 

«E’ solo una fantasia per bambini troppo cresciuti », sentenzia tagliente una ragazza dall’aspetto curato, i capelli scuri appuntati con un fermaglio di brillanti.
Lucy piange in silenzio.
Edmund digrigna i denti.
Peter alza un braccio verso l’alto: non ha perso quella sua abitudine di voler essere il capo.
Ma stavolta è lei il capo; lei che è troppo cresciuta, troppo donna, con i suoi abiti firmati e le creme per il viso; lei che li ha spiazzati, tutti, finalmente, con quelle uniche parole.





 

Non era lei quella ragazza, no. Susan soffoca una risata isterica; perché Narnia è vera, è tutta intorno a lei, e lei…lei è ancora una bambina, non è così?
Una bambina con la faccia da vecchia, ed è per colpa del suo aspetto che è stata chiamata pazza.
Eppure non capisce ancora se abbia visto quella scena nell’ovale dai contorni sfocati o semplicemente nella sua testa.
« Quale compito? ».
«  Raccontare », risponde in tono ovvio la figura massiccia che si sta facendo spazio fra i tronchi secolari.
Susan non crede di capire subito, ma poco importa, perché la sua attenzione è subito catturata dallo scrosciare dell’acqua contro i grossi sassi.
« Dio, Dio, Dio…», borbotta tra sé e sé, gesticolando come una folle, « devo essere…morta », pronuncia l’ultima parola strizzando gli occhi e scuotendo la testa, incredula.
Le tremano le labbra, così come le dita.
« Hai soltanto smesso di esistere, piccola Susan », la tranquillizza l’essere che si è posizionato di fronte a lei.
E’ un leone.






                                                                                                                                                                               « Sta’ attento, Charlie! ».* 
 



 

Piccola. La fa sorridere quell’appellativo: forse nemmeno suo padre l’ha mai chiamata così; era tutto riservato a Lucy, alla piccola e dolce Lucy, quell’affetto smisurato, non a lei, che aveva sul viso già l’espressione matura di una ragazza. Forse nemmeno gliel’hanno mai chiesto se gradiva quel genere di coccole, ma, ora come ora, Susan è sicura che, ai tempi, avrebbe risposto di sì.
Piccola. Lo è davvero, confrontata al leone dalla dorata criniera e dalle zampone che affondando nel prato fresco.
Anche Aslan è un leone. Ride. Chissà se è lui? Ma no, non può essere. Aslan è una fantasia di bambini con la faccia da vecchi. Pazzi, come l’hanno spesso definita, ma lei ci crede, in un suo modo, forse perverso, ma ci crede.
Il sole sorge alto, sorpassando le vette più imponenti; il ghiaccio – il ghiaccio incastonato nelle sue iridi** – si scioglie.
Susan può vedere; Susan è libera di vivere.
 
Angolo autrice: Eccomi qui, cari. Questa non è una flash, bensì una shot, ed è molto molto frammentaria.
Niente, spero che non vi abbia deluso troppo. Accetto critiche, pareri, punti di vista differenti, complimenti piccolini piccolini. Tutto quello che volete, ma in maniera garbata e civile.  Ringrazio nuovamente tutti coloro che hanno seguito la raccolta.
Arrivederci. :'D

S.

*: si riferisce alla terza flash, Fear.
**:
si riferisce alla prima flash, Sunset.

 

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