No Christmas without you

di Shannonwriter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** All I want for Christmas is you ***
Capitolo 2: *** Deck The Halls ***
Capitolo 3: *** Only gift that I need ***
Capitolo 4: *** Christmas (Baby please come home) ***
Capitolo 5: *** Christmas Presents ***
Capitolo 6: *** Under The Mistletoe ***



Capitolo 1
*** All I want for Christmas is you ***


Premessa: Hello! Come promesso mi sono spremuta le meningi per creare una storia natalizia sulle Gilmore, un seguito per quella sul Thanksgiving (poi giuro che mi fermo con le ricorrenze!). Spero vi piaccia. La dedico a _Luna_ che mi ha dato la motivazione per scrivere ♥ Merry Xmas

La valigia era pronta sul letto. Rory si sistemò il cappello blu in testa davanti allo specchio e si diede una controllata veloce. Stava per partire per Stars Hollow dove sua madre, Luke e il piccolo Denny la aspettavano per festeggiare le vacanze di Natale. La ragazza si girò e prese la valigia portandola con sé fuori dalla stanza. In soggiorno Jess era chino sul suo computer portatile, intento a scrivere. Un sorriso comparve sul viso di Rory. Era molto fiera di lui, di tutto quello che aveva ottenuto. Non solo i suoi primi due libri avevano avuto successo ma ne stava scrivendo anche un altro. Era bello che la sua casa editrice credesse tanto in lui.

La ragazza si avvicinò rapidamente a lui e lo abbracciò appoggiandosi sulla sua schiena, lasciando cadere per terra la valigia.

 “Pronta?” chiese lui senza staccare gli occhi dallo schermo del pc.

 “Pronta.”

 “Non provare a sbirciare.” La avvertì lui all’improvviso.

 “Non sto sbirciando!” l’argomento del nuovo libro di Jess era top secret, non perché non si fidasse di Rory ma perché semplicemente diceva che era una cosa sua. Non voleva opinioni fino alla fine del progetto.

 “Si, sbirci. Io mi distraggo e perdo la concentrazione.” Replicò Jess abbassando lo schermo del computer. “Visto?”

Rory alzò gli occhi al cielo e si staccò da lui per dargli modo di girarsi. Lui le prese le mani tra le sue. “Allora vai?” le chiese.

 “Sembra che tu non veda l’ora.” lo accusò sospettosa.

Jess ridacchiò e si alzò dalla sedia. “Non dire sciocchezze. Tanto poi ti raggiungo.”

 “Uff. Ricordami perché non vieni subito con me?” chiese Rory mettendo il muso.

 “Di nuovo?”

 “Ho la memoria corta.”

 “Devo assolutamente finire il libro entro la scadenza prestabilita altrimenti Kevin mi uccide.” Kevin era il manager di Jess. Il povero ragazzo passava gran parte del suo tempo rincorrendolo e pregandolo di rispettare le scadenze fissate. Ne aveva già perse due.

 “Ma è Natale…” contestò debolmente Rory.

 “Tecnicamente no, è il 20 dicembre.”

 “è lo stesso. Dovresti venire a Stars Hollow con me”

 “ma lo farò.”

 “Adesso.” E gli diede un bacio sperando di convincerlo.

 “Vorrei ma ho bisogno di tranquillità per finire.” Rispose lui calmo.

 “c’è tranquillità anche a Stars Hollow.” Disse Rory.

 “Anch’io lo pensavo quando mi ci sono trasferito. Troppa tranquillità. Poi mi sono ricreduto.” rispose Jess sapendo che stava vincendo quella discussione.

Rory lo baciò di nuovo. “Non riesco proprio a farti cambiare idea?” gli chiese quasi rassegnata.

 “Con la coercizione? Devi fare la brava sotto Natale lo sai? Santa Claus non ti porta i regali se no.” Scherzò Jess divertito dall’espressione abbattuta della sua ragazza.

“Più che altro mi interessa quello che mi hai fatto tu” rispose Rory.

“Cosa ti fa pensare che ti abbia comprato un regalo?” le chiese sfoderando la sua migliore faccia da poker. Ma Rory ci era abituata.

 “Così mi spezzi il cuore!” gli disse fingendosi offesa.

Jess rise e la baciò di nuovo, più a lungo. “Vai adesso” le disse quando il bacio finì. “Ti raggiungo il 24 e avrai il tuo regalo.”

“Ah! Sapevo che mi avresti preso qualcosa!” esclamò lei trionfante.

“Contenta?”

“Si, abbastanza. Ma lo sarei di più se potessi sbrigarti e raggiungermi il 23 o il 22…”

“Farò del mio meglio.” Le concesse lui.

Rory sorrise. “Così mi piaci. Vado, ci vediamo a Stars Hollow.”

Lui la baciò e la salutò a sua volta.

 

-

 

Quello stesso pomeriggio Rory arrivò a Stars Hollow. Scese dal taxi che l’aveva condotta fino a casa ed entrò dalla porta trascinando con sé la sua valigia.

 “Mammaaaa!” chiamò guardandosi attorno.

 “Rory!!” rispose Lorelai dal piano di sopra quando la sentì. Qualche secondo dopo comparve scendendo velocemente le scale fino a raggiungere Rory. Le due donne si abbracciarono forte.

 “Ciao piccola, com’è andato il viaggio?” chiese Lorelai alla figlia.

 “Bene, bene. Non vedevo l’ora di arrivare a casa. Sbaglio o quest’anno fa più freddo dello scorso inverno?”

 “Sai com’è, il surriscaldamento globale, l’effetto serra, per non parlare dello scioglimento dei ghiacciai.” Rispose Lorelai dandosi un tono.

 ”Mmh, qualcuno ha visto Una Scomoda Verità?” chiese Rory impressionata.

 “Solo il trailer, ma mi ha sconvolta a sufficienza.”

 “Vedo.”

Lorelai diede un’occhiata oltre la spalla di Rory, verso la porta. “Ehi, ma dov’è il figliol prodigo?”

 “Ti riferisci forse a Jess?” chiese Rory alzando un sopracciglio.

 “Proprio lui.” confermò la madre.

 “Ti stancherai mai di chiamarlo così?”

 “Non lo so, a lui sembra piacere tanto.”rispose Lorelai sarcastica.

 “Come no. Comunque è rimasto a New York a finire il suo libro. Ci raggiungerà alla Vigilia.” Spiegò Rory.

 “Ah, peccato. Ma non poteva scrivere anche qui? Esiste la mail” suggerì Lorelai.

 “Gli e l’ho fatto presente ma dice che nel mondo dell’editoria ci si può fidare solo di pochi e che la mail può essere attaccata dagli hacker.”

 “Un po’ paranoico.”

 “Forse, ma sta lavorando sodo e sarebbe un peccato se andasse tutto storto quindi preferisce passare tutto sulla chiavetta direttamente a Kevin.”

 “Santo ragazzo.” Disse Lorelai pensando ai tanti aneddoti raccontateli sul povero manager di Jess.

La conversazione venne interrotta dal pianto di un bambino.

Lorelai e Rory si voltarono verso la cucina, vicino alla quale si trovava la stanza del piccolo.

 “Questo è Danny?” chiese Rory piena di stupore.

 “Dio, spero proprio di si” disse sua madre prendendola in giro.

 “Dici che l’abbiamo svegliato?”

 “Decisamente. Ha il sonno molto leggero a quanto pare, pensa che abbiamo dovuto togliere le pile dell’orologio in cucina perché di notte il rumore delle lancette lo disturbava.” Raccontò Lorelai.

Quando entrarono nella cameretta di Danny, che una volta era stata di Rory, la ragazza si diede un’occhiata intorno. Ogni volta rimaneva un po’ sorpresa nel constatare il cambiamento. Non c’era più il suo letto a una pizza, i suoi poster erano stati staccati dalle pareti. Ora in mezzo alla stanza, circondata da mobili e scaffali alti ricolmi di pupazzi e giocattoli, troneggiava il lettino con le sbarre di Danny, il suo fratellino di dieci mesi. Lorelai si era avvicinata al piccolo e l’aveva preso in braccio. Lo cullava ritmicamente con fare esperto mentre gli sussurrava parole dolci per farlo stare calmo. Lo sguardo del bambino si spostò dal viso della mamma a quello di Rory che stava ancora ferma sulla soglia. Tese una manina verso di lei. “Royyy!” esclamò riconoscendola.

Lorelai fece un gran sorriso. “Si!! È Roy!!”.

La sorella gli andò in contro e gli prese la mano. “Ciao Danny! Ma lo sai che sei cresciuto ancora dal mese scorso? Sei proprio carino” gli disse addolcita dal quel visino adorabile. Assomigliava molto a sua madre, aveva preso i suoi occhi azzurri ma allo stesso tempo c’era tanto di Luke nella sua espressione concentrata su di lei. I ricci castani che gli crescevano sulla testolina poi lo rendevano ancora più carino.

 “Luke si assicura che mangi tutte cose sane.” Commentò Lorelai guardando la scena.

 “Fa bene. Dov’è adesso? Al locale?” chiese Rory ancora tutta presa dal suo fratellino.

 “Si, c’è il pienone in questo periodo ma il 24 terrà aperto solo mezza giornata mentre il 25 è chiuso. Staremo tutti insieme.” rispose contenta la madre.

 “Bene. Oh! Guarda!” disse Rory all’improvviso abbassando un po’ la voce. “Chiude gli occhi!”

 “è normale, sarà stanco. Te l’ho detto, a volte ci fa passare la notte in bianco. Mettilo giù, così si fa un po’ di nanna.”

Rory obbedì e lo rimise nel suo lettino, coprendolo con la sua copertina azzurra. In pochi secondi si addormentò tutto pacifico e le due donne si allontanarono dalla camera. Si sedettero al tavolo della cucina e, parlando più piano per non risvegliare subito Danny, si rimisero a chiacchierare.

 “Allora? Vuota il sacco.” Disse Lorelai di punto in bianco.

Rory non capì. “Riguardo?”

 “Il tuo regalo per Jess.” Rispose sporgendosi curiosa verso di lei.

 “Ah, quello. Beh è un segreto.” Disse semplicemente la ragazza.

Lorelai sfoderò un’espressione sconcertata. “Cosa?! Dai, mi sembra di parlare con due spie russe. L’argomento del libro è top secret, il regalo di Natale è top secret, non gli avrai mica comprato una pistola?” tirò a indovinare.

 “E la storia del libro è solo una copertura, in realtà è in missione per l’SD6 in questo momento.” Rispose candidamente Rory stando al gioco.

 “Quasi quasi ce lo vedo. Dai dimmi cosa gli hai preso!” chiese ancora Lorelai. Quando voleva sapere qualcosa era difficile farla desistere.

 “è una cosa che riguarda la nostra storia quindi non puoi capire, mi dispiace.” La informò la figlia, pensando che con qualche dettaglio in più sarebbe stata soddisfatta.

 “Però se provi a spiegarmelo…” suggerì la donna.

 “Niente da fare.” disse Rory ponendo fine a ogni altro suo tentativo di scoprire cosa aveva preso a Jess.

 “Uff. Come vuoi Sydney Bristow.” Si arrese Lorelai.

 “E tu cosa hai comprato per Luke?” chiese Rory spostando l’attenzione su di lei.

 “Ah, lo sai come si dice, All I want for Christmas is you.”

 “Quindi?”

 “Quindi per ora si dovrà accontentare di me. Non sono ancora riuscita ad avere una grande idea quindi sto aspettando l’illuminazione.” Spiegò Lorelai, per niente preoccupata.

 “Spero che ti arrivi in fretta, il tempo stringe…” le raccomandò la figlia.

 “Lo so, lo so. Mi inventerò qualcosa. La vuoi una cioccolata calda?”

 “Si, per favore.” Disse Rory felice. Le piaceva tornare a quella routine così familiare e sentiva che quell’anno sarebbe stato un Natale speciale. Niente poteva andare storto.



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Capitolo 2
*** Deck The Halls ***


New York, 21 Dicembre

Jess si era svegliato presto quella mattina. Scopo: scrivere. Voleva finire il libro il più in fretta possibile per poter partire per Stars Hollow e iniziare così le sue vacanze di Natale con Rory. Certo, fosse stato per lui avrebbe preferito rimanere a New York, lì c’erano molte più cose da fare rispetto alla piccola cittadina del Connecticut dove era cresciuta la sua ragazza ma, appunto, ci andava per lei. Poi c’era da considerare Luke. Visto che i rapporti con lui non erano così tesi come una volta non gli dispiaceva passare un po’ di tempo in famiglia. Sarebbe anche passato a trovare sua madre, dopo tutto Rory non era l’unica ad avere un piccolino in famiglia. Sembrava che a Dula piacesse molto Jess, curiosamente si metteva sempre a ridere quando c’era lui, anche se non diceva niente di particolarmente divertente. Liz diceva che l’aveva incantata. Era ancora tutto molto strano per lui, ma avere una famiglia, anche se un po’ stramba, era sempre meglio che non averne nessuna. Tutto sommato la sua vita non era brutta per niente.

Si fece sfuggire uno sbadiglio mentre si stirava, attraversando la cucina per farsi la colazione. Non solo si era svegliato presto quella mattina, ma aveva anche fatto tardi davanti al computer la notte prima; forse non era stata una buona idea, doveva starci con la testa se voleva scrivere qualcosa di decente. Voleva fare un bel lavoro. Dopo aver finito la sua tazza di cereali andò subito a mettersi davanti al computer. Scrisse giusto una pagina prima di sentire bussare alla porta. Chi diavolo poteva essere?

Andò alla porta di malavoglia e guardò dallo spioncino. “Accidenti!” disse a bassa voce.

 “L’ho sentito signor Mariano!” disse una voce maschile dall’altra parte.

Jess valutò le opzioni: poteva lasciarlo fuori, lo aveva fatto tante volte.

 “Signor Marianooo” lo chiamò ancora la voce.

Oppure poteva farlo entrare perché non se ne sarebbe stato buono e zitto lì, né se ne sarebbe andato tanto in fretta.

Aprì la porta. “Hai idea di che ore sono?” chiese Jess infastidito.

 “Le sette e ventotto precise, precise.” Rispose prontamente il ragazzo guardando il suo orologio da polso.

 “Bravo e come mai sei qui così presto?”

 “Ma come? La scadenza per la consegna del suo libro è pericolosamente vicina, non se lo ricorda? Sono venuto a darle il sostegno morale di cui ha bisogno!” disse allegro il ragazzo.

Jess si chiese che cosa aveva fatto di male per meritarsi quel tipo. Kevin, il suo manager era praticamente una piattola. Era al suo terzo incarico da quando aveva cominciato a lavorare nell’editoria, aveva solo un anno in meno di Jess, e non aveva ancora perso l’entusiasmo degli inizi. A volte il suo eccesso di zelo era seriamente irritante.

 “Beh, grazie del pensiero ma non sono esattamente una persona mattiniera..”

 “Ah lo so!” lo incalzò Kevin tirandosi su i grandi occhiali neri dal naso. “Ricorda il mese scorso quando mi ha buttato fuori casa mentre pioveva a dirotto? La signorina Rory è stata così gentile a tirarmi un ombrello!”

Jess scosse la testa. “Si, si, mi ricordo. Quindi magari per il tuo bene, è meglio che te ne vai a casa…” lo invitò neanche tanto gentilmente.

 “Oh, ma aspetti! Al contrario di lei al mattino do il meglio di me e sono sicuro di poterla aiutare ad essere più produttivo! Guardi, le ho portato la colazione! Dal locale dietro l’angolo, so che le piace!” disse tutto d’un fiato Kevin, concludendo con un gran sorriso. Mostrò al suo cliente una busta di carta col logo del locale.

Jess cercò di non scomporsi. Rory non c’era per salvare la situazione. “Ho già fatto colazione, grazie” e prese la busta. “Magari questi li mangio più tardi.” Infondo Jess adorava veramente quel posto.

Un leggero disappunto si dipinse sul volto del manager. “Oh, ma che peccato.” Il momento di sconforto non durò a lungo. “Beh, entrerò lo stesso. Il caffè comunque lo può bere ora, è davvero buono. L’ho bevuto anch’io poco fa.” E in un attimo aggirò Jess che non ebbe il tempo di agire per fermarlo. Non appena si trovò nel soggiorno, Kevin si sorprese nel trovare il computer già acceso sul tavolino davanti al divano. “Ma non mi dica! Già stava scrivendo?” chiese tutto speranzoso.

Jess chiuse la porta e andò a buttarsi sul divano. “è quello che stavo tentando di fare.” mormorò abbracciando un cuscino. Gli stava giusto tornando sonno.

 “Beh ma allora non dobbiamo mica far sparire tutta l’ispirazione! Su, su, si alzi da lì! Il mattino ha l’oro in bocca!” lo incitò con entusiasmo. Quante volte Jess gli e l’aveva sentito dire, ormai non lo sopportava più. Un altro motivo per finire il libro presto.

 “Quanti capitoli le mancano secondo lei?” chiese poi Kevin.

Jess si tirò su sbadigliando rumorosamente. “Uno, forse due. Dipende.” Rispose.

 “Dipende da cosa?”

Jess lo guardò in cagnesco. “Dall’ispirazione, da quello che mi esce.”

 “Ah certo, certo. Ha ragione. Bene, allora si può mettere a scrivere, io me ne sto qui buono buono.” Disse sedendosi su una sedia lì accanto. Certo, scrivere in tranquillità non sarebbe stato facile con lui appollaiato lì a fissarlo. Veramente incoraggiante

 “Ecco Kevin, però non è che mi aiuti così. Mi metti ansia.” Gli disse sinceramente Jess portandosi il computer sulle ginocchia.

 “Oh, non ci avevo pensato. Beh, immagino di doverla lasciare allora.” Grazie a Dio pensò Jess.

 “Ero solo venuto a ricordarle della scadenza, ma visto che è già alzato e non ha bisogno di me…”

 “No, appunto. Va benissimo così. Grazie per il caffè.” Lo interruppe Jess.

Kevin sembrava un po’ deluso. “D’accordo. Allora mi saluti la signorina Rory, per fortuna non l’ho svegliata.” Aggiunse Kevin alzandosi dalla sedia.

 “Oh, Rory non c’è.” Rispose distrattamente Jess passando la mano sul cursore del computer.

 “Ma davvero? è uscita così presto?” chiese Kevin.

 “No, è andata a casa per le vacanze. Ieri.”

 “Oh, capisco. Beh, mi dispiace di non averla potuta salutare di persona per farle gli auguri di Natale. Gli e li faccia lei da parte mia. Ma, se non sono indiscreto…” iniziò a chiedere il ragazzo un po’ a disagio.

 “Indiscreto? Tu? Mai!” sbottò sarcastico Jess.

 “è andata da sola? Lei non la raggiunge signor Mariano?” chiese Kevin dando sfogo alla sua curiosità.

Jess si passò una mano tra i capelli arruffati. “Si, si, vado anch’io. Non appena finisco qui” rispose annoiato, come se fosse la centesima volta che doveva raccontare quella storia.

 “Ma bravo!” esclamò Kevin all’improvviso. Jess sobbalzò. “Bravo, signor Mariano! Così si fa! Quando avrà finito il libro potrà andare dove vuole e fare quello che vuole! Ah, non dovrò più rincorrerla..”. Il ragazzo si perse euforico nelle sue fantasie.

 “Si, si, fantastico. Ora, se vuoi scusarmi dovrei lavorare” disse Jess indicando il computer.

 “Certo, certo! Non si scomodi, conosco la strada! Mi raccomando, mi aspetto molto da lei. La chiamo oggi pomeriggio per sapere come va.”

 “Non vedo l’ora” commentò Jess senza entusiasmo. Lo salutò con la mano e quello se ne andò. Rimasto da solo nell’appartamento, si ritrovò a pensare che se ci fosse stata Rory avrebbe gestito la situazione con Kevin molto meglio di lui. Spesso, mentre scriveva e soprattutto quando si avvicinavano le scadenze, tendeva ad essere nervoso e a perdere la pazienza, ma Rory era sempre capace di calmarlo, chissà come. Quando arrivava Kevin poi, capiva al volo che aria tirava e se lo portava a fare un giro per strada o lo distraeva mentre Jess finiva i suoi capitoli. Erano una bella squadra. Si, in fondo passare il Natale a Stars Hollow non sarebbe stato male.

-


Nel frattempo, al Dragonfly Inn, Rory si stava svegliando nel grande letto matrimoniale; infatti, dopo aver salutato sua madre il pomeriggio precedente, aveva portato il suo bagaglio all’albergo dove Lorelai aveva riservato la suite luna di miele per lei e per Jess*. Si, insomma, inutile negarlo: a casa sua non c’era spazio per una persona in più, figuriamoci per due. Ovviamente, la stanza non era stata scelta a caso e sebbene Lorelai si ostinasse a dire che sotto le feste fosse l’unica disponibile, Rory sapeva che ci godeva un sacco a dare loro proprio quella. Se la rideva sotto i baffi. Così la ragazza aveva passato la sua prima notte a Stars Hollow lì, da sola e doveva ammettere che il fatto di non avere Jess accanto era un po’ strano. Ormai stavano insieme da tanto, vivevano insieme nell’appartamento di Jess a New York di cui dividevano l’affitto e ormai non era più abituata a stare senza di lui di notte. Sapeva che sentire la sua mancanza così presto era una cosa stupida, l’avrebbe raggiunta presto, ma non riusciva a togliersi quel senso di malinconia di dosso. Ancora a letto, allungò un braccio verso il comodino per prendere il suo cellulare. Si disse che sicuramente Jess stava ancora dormendo, ma decise comunque di mandargli un messaggio di buon giorno. L’avrebbe visto quando si fosse alzato. Inaspettatamente dopo qualche minuto il suo cellulare squillò. Era arrivato un messaggio:

Buongiorno. Già sveglio, volevo scrivere un po’. Anche Kevin ci ha messo del suo.

Rory ridacchiò immaginando il giovane manager che importunava Jess. Probabilmente l’aveva fatto diventare matto. Gli scrisse di tenere duro e che presto si sarebbe potuto godere le vacanze. Dopodiché si alzò e dopo essersi lavata e vestita uscì di casa per andare a fare colazione da sua madre. Arrivò lì alle otto e mezza circa e come previsto trovò sua madre alzata. Mentre mangiavano i pancake che ovviamente aveva preparato Luke per loro prima di uscire di casa, parlarono un po’ di quello che avrebbero fatto durante la permanenza di Rory lì. Lorelai aveva aspettato la figlia per addobbare la casa e aveva già tirato fuori l’albero di Natale, le stelle filanti, le luci e le decorazioni varie che conservavano da anni nel solito ripostiglio. Per fortuna a Luke non importava granché di quelle cose quindi non gli era dispiaciuto aspettare per creare un’atmosfera natalizia in casa, tuttavia Lorelai non era riuscita a resistere del tutto al richiamo delle feste e aveva già addobbato il locale del marito con fiocchi di neve fatti di cartone appesi al soffitto e ghirlande che pendevano dagli scaffali. Era molto fiera del lavoro che aveva fatto. Sapendo quanto le piaceva quel periodo dell’anno Luke l’aveva lasciata fare, brontolando un po’. Danny poi era troppo piccolo per potersi divertire con l’albero e tutto il resto, quindi come al solito Lorelai aveva aspettato la sua figlia più grande per occuparsi della casa. Fu così che, dopo aver stilato una lista di cose da fare, Lorelai e Rory si misero all’opera per mettere le decorazioni sull’albero. La mattinata passò in fretta e quando stavano ormai finendo qualcuno suonò il campanello. Lorelai andò a vedere chi era e la figlia la seguì.

 “Salve, ho una consegna per Rory Gilmore. È una di voi?” chiese il fattorino leggendo dalla cartelletta che teneva tra le mani.

 “Si, si sono io!” rispose Rory prima che sua madre potesse dire qualcosa.

 “Bene, mi fa una firma qui, per favore?” chiese ancora il ragazzo porgendo penna e cartelletta a Rory che firmò subito.

Lorelai osservava la scena senza capire. “Che ti sei fatta mandare?”

Rory ignorò la domanda e aspettava ansiosa che il tipo le consegnasse il suo pacco.

 “Ecco qui.” Disse il fattorino mentre gli e lo passava. “Buon Natale” la salutò.

Rory portò in soggiorno lo scatolone tutta contenta mentre Lorelai seguitava a non capire cosa stesse succedendo.

 “Beh? Che cos’è?” domandò.

Rory lo appoggiò sul divano sorridendo. “Il regalo per Jess.”


*Ricordate l'ultimo episodio della quarta stagione, quando Lorelai inaugura la locanda e mette i suoi genitori in una stanza separata, fuori dal Dragonfly? ecco, quella lì.



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Capitolo 3
*** Only gift that I need ***


22 Dicembre

 

Il giorno dopo Rory si svegliò con una strana sensazione. Non sapeva cosa fosse ma non le piaceva per niente. Fuori c’era il sole ma nonostante ciò faceva veramente freddo. Si strinse forte nel suo cappotto quando uscì dalla sua stanza del Dragonfly e decise che si sarebbe tenuta impegnata il più possibile per non pensare a quella brutta sensazione. Decise di vedere Lane e le diede appuntamento in piazza per fare un giro e parlare un po’. Nonostante il passare degli anni e i cambiamenti delle loro vite erano rimaste comunque amiche e cercavano sempre di rimanere in contatto. Lane raccontò a Rory com’era la vita da mamma, tutti gli aneddoti più divertenti sui suoi gemelli e su suo marito. Per Natale aveva già scelto che cosa regalargli, un plettro appartenuto a Jim Morrison trovato su un sito di aste online. Ce l’aveva messa tutta per aggiudicarselo ed era molto contenta della sua idea. Rory per quanto cercasse di concentrarsi ascoltò solo in parte ciò che la sua amica aveva da dirle tanto che alla fine Lane se ne accorse.

 “Hey, Rory mi stai ascoltando?” le chiese per distoglierla dai suoi pensieri mentre si andavano a sedere alla panchina sotto il gazebo.

Rory sbatté le palpebre e la guardò subito. “Cosa?” chiese spaesata.

 “Va tutto bene? Sembri un po’ distratta.” notò preoccupata Lane.

 “Oh si, certo tutto bene.”

Lane la guardò bene negli occhi. “Rory, ho due bambini piccoli e sono abbastanza abituata a riconoscere le bugie. Spara.”

Rory si arrese. “Non è niente, davvero. è solo che mi sono svegliata con una strana sensazione e proprio non riesco a farmela passare.”

 “Una sensazione? Una cosa alla Medium?”

 “No, non proprio. Non so come descrivertela, ma è come se sapessi che qualcosa andrà storto.”

 “Cavoli, è una cosa seria.” Commentò Lane.

 “No, dai non esagerare. Sicuramente è una cosa passeggera, vedrai che mi passa.” La rassicurò Rory. Poi però si confidò. ”È che con il fatto che Jess è a New York a finire il libro sono un po’ preoccupata. Forse non avremmo dovuto separarci, dovevo rimanere per sostenerlo e poi venire qui con lui. Che fretta c’era? Alla fine potevo aspettare qualche giorno invece di mettergli ansia. Sono una pessima fidanzata!” disse lasciandosi prendere dallo sconforto.

 “Hey, hey Rory calmati. Ti stai agitando per niente. Jess non è un bambino e non ti avrebbe detto che ti avrebbe raggiunta se avesse saputo che era impossibile. Poi è al terzo libro, giusto? sa il fatto suo.” Cercò di calmarla l’amica.

Rory ci pensò su seria. Forse si era lasciata prendere un po’ troppo dall’agitazione, quella doveva essere di sicuro la sua giornata no. “Certo che sa il fatto suo, sono sicura che ce la farà però…ecco, negli ultimi tempi con tutta la faccenda del libro siamo diventati una specie di team.” Disse sorridendo alla parola. “Io gli portavo il caffè, tenevo lontano Kevin da lui quando gli stava troppo addosso…e lui era lì per me quando ero stressata per il mio lavoro. Ecco, forse è per questo che mi sento in colpa. Dovevo restare, questo era il regalo di Natale giusto, altro che quello che gli ho preso.” Concluse Rory triste guardando in basso.

Lane le appoggiò entrambe le mani sulle spalle e la girò verso di lei affinché alzasse la testa. “Il regalo che gli hai comprato è bellissimo, sicuramente molto più personale e speciale di quello che ho preso io a Zack. In questo momento stai solo uscendo di testa perché lui non è qui e visto che da un anno siete più o meno come Cip e Ciop non sei abituata a stargli lontano. Fidati, ci sono passata con mio marito. Ora, visto che oggi non sembra essere esattamente la tua giornata stai facendo la faccenda ancora più grande di quanto sia in realtà. Calmati, andrà tutto bene. Lui arriverà per la Vigilia come previsto e il suo libro sarà già in mano al manager. Hai capito bene?”. Il potere di convincimento di Lane era impressionante, si vedeva che era una mamma, sembrava la signora Kim quando voleva farsi sentire.

 “Non è vero che siamo come Cip e Ciop.” Obiettò debolmente Rory mettendo il broncio.

 “Oh davvero? preferisci Pongo e Peggy? Ti avverto che i cartoni Disney li conosco tutti, Steve ne va pazzo. Potrei andare avanti per ore.” Rispose Lane decisa.

Rory rise rilasciando la tensione. “Ok, ok ammetto di essermi lasciata trasportare un pochino.”

 “Si, giusto un pochino” concordò Lane sorridendo.

 “Non vedo l’ora che questa giornata finisca. Grazie per le parole d’incoraggiamento, ne avevo bisogno.”

 “Quando vuoi.” Rispose Lane soddisfatta abbracciandola.

-


Dopo aver lasciato Lane a casa sua, Rory si decise a tornare a casa di sua madre, stanca di scappare dai suoi tentativi di scoprire cosa ci fosse nello scatolone che aveva ricevuto la mattina e, più che altro, perché aveva esaurito le attività che potevano impegnarle la giornata. Non appena entrò sentì delle voci provenire dalla cucina. Quando vi entrò vide Danny seduto sul seggiolone che rideva mentre Lorelai accanto a lui faceva altrettanto.

 “Si può sapere che sta succedendo?” chiese Rory incuriosita da quella scena.

 “Oh, ben tornata! Hai deciso di smettere di nasconderti da me?” disse Lorelai ancora euforica.

 “Non so di cosa tu stia parlando. Allora, perché tutta questa felicità?” chiese ancora la ragazza togliendosi il cappotto e la sciarpa.

 “Beh, abbiamo appena visto le previsioni del tempo e indovina un po’?”

 “Neve?” tirò a indovinare Rory.

 “Siiii! Neve! e non lo so se Danny ha capito cos’è però sembra contento. Vero piccolo?” chiese al figlioletto che insisteva a ridere e a battere le manine.

Rory lo osservava con stupore. “Accidenti Danny, sei il degno figlio di Lorelai Gilmore.”

 “Tu non hai mai reagito così quando eri piccola e neanche da grande a dire il vero.” commentò la donna guardando storto Rory. “Ti fa perdere punti.”

 “Povera me.” replicò la figlia in tono neutro sedendosi al tavolo della cucina.

 “Ah prima che me lo dimentichi. Ha chiamato Hamingway.” Buttò lì Lorelai.

 “Caspita, è resuscitato e ha pensato di chiamare me? Mi sento importante.” rispose Rory ironica.

 “Divertente, ma parlavo del tuo ragazzo.” Disse Lorelai come se nulla fosse.

 “Cosa?!” chiese Rory sorpresa, una punta di panico nella sua voce. “ha chiamato qui? Come mai?” Eccola che ritornava la brutta sensazione, era successo qualcosa.

 “Ha detto che al cellulare non ti trovava e che quindi ha provato qui.” Le spiegò.

 “Molto strano.” Disse tra sé e sé la ragazza mettendosi a frugare nella sua borsa. Quando trovò il cellulare si accorse che era spento. Evidentemente doveva essersi scaricato senza che se ne accorgesse e così aveva perso due chiamate di Jess.

 “Cavoli, mi fai usare il tuo telefono?” chiese a sua madre.

 “Certo, fa pure.” Acconsentì passandole il cordless.

 “Grazie” e prendendolo si allontanò per poter telefonare.

Seduta sul divano del soggiorno compose il numero di Jess e aspettò di sentire la sua voce.

 “Pronto?” disse dopo il terzo squillo.

 “Jess, ciao sono io. Il mio cellulare è morto, che succede?” le parole uscivano tutte insieme.

 “Rory ho finito, circa un’ora fa!” le annunciò felice all’altro capo del telefono.

Rory sentì di nuovo la paura scivolare via, al suo posto solo tanta gioia. “Sul serio?!”

 “Non ti dico che notte ho fatto, a un certo punto il finale era chiarissimo e se fossi andato a dormire l’avrei perso quindi sono rimasto sveglio.” Le spiegò soddisfatto di sé. Rory non poté che condividere quel sentimento.

 “tutta la notte??”

 “Ne è valsa la pena.”

 “Oh Jess, è fantastico! Sapevo che ce l’avresti fatta! Non vedo l’ora di leggerlo!” si complimentò Rory felicissima.

 “Temo che prima Kevin me lo ruberà dalle mani. Sta venendo qui adesso. Lo sai com’è.”

 “è vero, peccato. Se fossi stata lì avrei potuto dargli un’occhiata.” Rispose Rory un po’ delusa. “Beh, pazienza. Allora adesso puoi venire qui?” gli chiese speranzosa.

 “Direi che non c’è più niente che può fermarmi.” Disse Jess tutto d’un fiato. Dalla sua voce sembrava che non avesse mai smesso di sorridere.

Rory tirò un sospiro di sollievo. “Ok, fammi sapere quando stai arrivando d’accordo?”

 “Certo. Oh, è arrivato Kevin.” Disse Jess sentendo bussare alla porta. “Ti amo” la salutò.

 “Ti amo anch’io” e riattaccarono.

Quella breve telefonata aveva trasformato la sua brutta giornata in una splendida. Il suo più grande timore riguardava la conclusione del libro, voleva che Jess si concentrasse e che facesse un lavoro grandioso e il suo desiderio si era avverato. Avrebbero passato il Natale insieme, un Natale da ricordare.

 

Note: Hello! No, la cosa della brutta sensazione non è stata messa lì a caso. Vedreteeee! XD

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Capitolo 4
*** Christmas (Baby please come home) ***


Quella sera sul tardi, iniziò a nevicare. Lorelai fu la prima a precipitarsi alla finestra alcuni minuti prima che il più piccolo fiocco di neve cominciasse a scendere ma, d'altronde, lei se lo sentiva e come al solito aveva ragione. Portò con sé Danny che inizialmente apparve spaesato senza sapere cosa stesse succedendo ma poi osservò anche lui rapito la neve che pian piano scendeva dal cielo. Anche Rory dovette ammettere che si trattava di uno spettacolo magico soprattutto perché il Natale era molto vicino e contribuiva a creare una certa atmosfera. Luke, ormai abituato all’amore della moglie per la neve, non rimase sorpreso nel constatare che anche al figlio piaceva. Scendeva finissima ma a Lorelai andava bene così. “Non è Natale senza neve” aveva detto. Fu così che quella sera andarono tutti a dormire contenti, pregustando le festività dei giorni a venire.

-

23 Dicembre

Rory stava ancora dormendo quando il suo cellulare prese a squillare. La sera prima era tornata alla locanda un po’ tardi, sua madre aveva insistito per farla rimanere con lei e Danny a vedere la neve attaccarsi visto che Luke si era opposto ed era andato a dormire. Decisamente non ci trovava niente di magico. Il problema era che la neve non ci pensava proprio ad attecchire visto che si ostinava a venir giù troppo, troppo fine. Così a un certo punto Rory si rifiutò di rimanere più a lungo e imitando Luke se ne andò a dormire. Il cellulare non accennava a smettere di suonare e Rory fu costretta a svegliarsi. Prese il telefonino e lesse il nome della persona che la stava chiamando sul display. Jess.

 “Ti ho mai forzato a svegliarti presto la mattina? Eh? No e allora perché tu lo fai con me?” gli chiese con gli occhi ancora chiusi e la voce impastata dal sonno rubato.

 “Stavi ancora dormendo? Sono le dieci” rispose lui.

 “Le dieci? Così tardi? Non dovevo rimanere a vedere la neve ieri sera.”  Si lamentò Rory ripensandoci.

 “Rory mi dispiace tanto.” le disse lui all’improvviso.

Rory aprì piano gli occhi. “Eh? Ti dispiace di cosa?”

 “Per la neve. volevo veramente essere lì e in più Kevin-“

 “Cosa cosa, aspetta!” lo interruppe Rory bruscamente cercando di capire di cosa stesse parlando. “Che c’entra la neve? Non ti seguo.”

 “Guarda fuori.” Le disse mesto.

Rory obbedì e si alzò dal letto diretta alla finestra. Con un gesto aprì le tende e ciò che vide la lasciò a bocca aperta. “No” mormorò dopo aver superato lo shock iniziale. Neve. Un sacco di neve. Centimetri e centimetri che ricoprivano ogni cosa davanti a lei. Le sembrò di non averne mai vista così tanta in tutta la sua vita.

 “Le strade sono bloccate e stanno avendo dei problemi anche alla stazione. Non ho proprio idea di come arrivare lì.” Riprese a dirle Jess seriamente dispiaciuto.

 “Ma, ma…ieri sera non si attaccava al terreno, si scioglieva subito” balbettò quasi Rory.

 “Lo so. Poi è aumentata però.”

 “Ma non si attaccava!” insistette lei sconvolta.

 “Rory respira.” Le disse Jess quasi preoccupato.

Lei lo ascoltò e cercò di ragionare. “Beh ma non è un problema. Oggi non puoi metterti in macchina ma domani magari migliora. O il 25. Si, puoi venire il 25 e nel frattempo avranno ripulito le strade e sistemato le ferrovie, non è impossibile!” disse presa dalla speranza nascente.

 “Non lo so, Rory. Le cose sembrano mettersi davvero male. Alla TV hanno detto che ricomincerà a nevicare fortissimo anche oggi pomeriggio e immagina di notte. Qui è tutto ghiacciato. Mai vista una cosa così.”

 “No, ti prego non dirmi questo.” Rispose Rory lasciando andare anche la sua piccola speranza.

 “Mi dispiace tanto, non sai quanto. Se l’avessi previsto sarei venuto subito con te.” si scusò Jess.

 “Ehi, non sei mica stato tu a far nevicare. Piuttosto incolperei mia madre e la sua danza della neve. è quasi una divinità in quel campo.”

 “Senti, nonostante le previsioni del meteo vedrò che si può fare, magari la situazione migliorerà davvero e riuscirò ad arrivare. Non durerà per sempre.” Cercò di rassicurarla. Non avrebbe mai voluto rovinarle il Natale.

Rory sbuffò triste. “Ok. Oh, che cosa stavi dicendo di Kevin?” si ricordò all’improvviso.

 “Ah si. Mi ha chiamato prima dicendomi che non dovevo essere dispiaciuto e che era un’opportunità per rivedere il libro…”

 “Insomma vuole che resti per forza. Ma lui non ce l’ha una famiglia, una ragazza…?” chiese Rory un po’ infastidita. Di solito sopportava Kevin di buon grado (qualcuno doveva pur farlo o ci sarebbe scappato il morto) ma in quella situazione proprio non riusciva a essere gentile.

 “Si, in Alaska.” Rispose Jess.

 “La sua ragazza è in Alaska??”

 “No, la famiglia. Credi che uno come lui possa avere la ragazza?” le chiese Jess scettico.

 “Ne ha una Sheldon Cooper, perché non lui?”

Jess ridacchiò per la prima volta da quando avevano iniziato la telefonata spezzando la tensione che si era creata.

 “Allora…fammi sapere se ci sono novità ok?” chiese Rory tornando all’argomento principale.

 “Certo. Non essere triste d’accordo? In qualche modo faremo.” La rassicurò con la sua voce calda.

 “Ci proverò.” Gli rispose. Si salutarono e Rory rimase sola in quella grande camera ora più che mai troppo grande per una persona sola, a guardare fuori dalla finestra.

 “Ti odio neve.” sussurrò guardando quella distesa bianca con aria minacciosa. Se l’avesse sentita sua madre…


-


Arrivata a fatica a casa ancora di umore nero, ciò che vide non l’aiutò a sentirsi meglio. Lo spazio riservato alle auto era stato completamente ripulito mentre tutto il resto del giardino era ancora ricoperto da neve. “la calda coperta” così la chiamava sua madre. Calda un corno pensò Rory arrabbiata. Ma non era finita: in mezzo a tutto quel bianco spuntava come se fosse stato lì da sempre un grande pupazzo di neve sorridente completo di cilindro nero, sciarpina rossa e bottoni sulla grande palla centrale che ne formava il petto.

 “Cosa diavolo hai da sorridere?” mormorò Rory quando gli fu vicino. Sperava che non avrebbe fatto la spia con sua madre, tutto era possibile a quel punto.

Infreddolita entrò subito in casa e trovò Luke sul divano del soggiorno con Danny sulle ginocchia, intenti a guardare un film alla tv.

 “Ehi Rory, buongiorno.” La salutò guardandola preoccupato non appena la vide. Evidentemente aveva visto il telegiornale.

 “Ciao Luke. Ciao Danny.” Rispose al saluto con scarsa energia.

 “Hai sentito Jess?” le chiese subito.

 “Si. A New York è un casino. Strade impraticabili, blocchi e quant’altro. Probabilmente non riuscirà a farcela per domani.” Lo informò.

 “Cavoli, ho visto alla tv che la situazione non era bella ma addirittura non può lasciare la città?” chiese Luke allarmato.

 “Pare di no.” Rispose Rory con una scrollata di spalle cercando di non sembrare troppo dispiaciuta.

 “è un peccato. Speravamo di averlo a casa per Natale. Anche sua madre. Tu come stai?”

 “Bene. Non è colpa di nessuno, è andata così. Vedremo come va.” Minimizzò la ragazza.

Luke riusciva a vedere che c’era di più ma non voleva essere invadente.

 “La mamma dov’è?” chiese Rory.

 “Alla locanda. è andata ad assicurarsi che sia tutto a posto. Con la neve…”

 “Già. Ha anche trovato il tempo di fare un pupazzo di neve.” commentò Rory capendo al volo di cosa parlava.

 “Sai quanto le piace la neve.” disse Luke accennando un sorriso.

 “Eccome. Che cosa state guardando tu e Danny?” chiese Rory cambiando argomento indicando il televisore.

 “Oh, Eloise a Natale. Lorelai dice che fa parte dell’educazione di Danny.” Rispose Luke alzando un sopracciglio.

Rory sorrise. “Si, è un film fantastico. Posso guardarlo con voi?” gli domandò.

 “Certo!” acconsentì subito Luke e lei si andò a sedere accanto a lui e al suo fratellino.

 

Note: Hello readers! Aggiorno solo oggi perchè tra i preparativi per il Natale e tutto il resto non ho avuto nè tempo nè voglia di forzarmi a scrivere (che poi se ti forzi esce tutto da schifo) quindi pubblico il quarto capitolo solo oggi. Sorry! Spero abbiate passato bene il Natale e che questo capitolo vi piaccia. Riuscirà il nostro Jess a fare il Xmas miracle? La situazione è proprio così critica a New York? Vedremoooo

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Capitolo 5
*** Christmas Presents ***


La mattinata trascorse tranquilla. Passare un po’ di tempo con Luke e Danny a guardare la tv era stato un buon modo per rilassarsi per Rory e per pensare ad altro invece che al suo ragazzo solo a New York. Beh, forse non proprio così solo visto che il suo manager a quanto pare non aveva niente di meglio da fare che stare lì a pressarlo. Il pomeriggio andò in modo un po’ diverso; Lorelai era tornata a casa dalla locanda piena di energie, felicissima per la neve, ma quando vide la faccia della figlia capì che qualcosa non andava e si fece raccontare che cosa era successo. Una volta saputo tutto la donna decise che non era disposta a lasciare che la figlia di deprimesse proprio a Natale, avrebbe rovinato tutta la magia di quel periodo, così tirò fuori una lista di film che (a parer suo) andavano assolutamente visti a Natale e si propose di distrarla con quelli. In fondo aveva funzionato con Eloise a Natale. Il primo film scelto fu The Holiday, adorato da Lorelai per il solo fatto che c’era Jude Law. Tuttavia non si rivelò una grande idea visto che Rory sembrava incupirsi sempre di più man mano che proseguiva. Una storia d’amore evidentemente non era la cosa migliore in quel momento. Tolsero il film e Lorelai capì che anche Serendipity non era un film da vedere e nascose il dvd tra i cuscini del divano prima che Rory lo potesse notare. Rimanevano altre due opzioni. Lorelai sfoderò il suo dvd in edizione speciale di Narnia e si sentì assolutamente sicura di averci preso. Come poteva rifiutare il leone, la strega e l’armadio? Ma soprattutto l’amico Fauno. Ancora una volta sbagliò.

 “Vuoi vedere Narnia? Davvero?” chiese Rory dubbiosa guardando il dvd.

 “Beh, si.” Rispose Lorelai delusa dalla sua reazione.

 “Un film pieno di neve, di ghiaccio e soprattutto..”

 “Soprattutto?”

Rory prese un respiro e la guardò fisso negli occhi. “Soprattutto a un certo punto del film ti lancerai in una accorata difesa della Regina Bianca perché secondo te è inconcepibile che i bambini e tutti gli abitanti di Narnia odino un personaggio che fa nevicare tutto l’anno. Quindi dirai che la Regina non dovrebbe essere considerato un personaggio cattivo, al contrario.”

Lorelai rimase interdetta per qualche secondo. “Beh così mi fai sentire una vecchia signora ripetitiva però” disse mettendo il broncio.

 “Ascolta mamma, non devi sforzarti di tenermi compagnia, è evidente che il mio umore non migliorerà, non posso farci niente.”

 “Ehi, no non lo permetterò. Non ti deprimerai solo per un ragazzo!” si oppose sua madre.

 “Non è solo un ragazzo…” rispose Rory un po’ offesa.

 “Ok, hai ragione, però il punto è che non ti voglio vedere così abbattuta e ho ancora un asso nella manica.”

Rory si incuriosì. “Un altro film? E cos’è? Il Principe Caspian?”

 “Nooo” rispose Lorelai prendendo l’ultimo dei dvd che aveva noleggiato, sul tavolino davanti a loro. Aprì di scatto la custodia di plastica per far vedere alla figlia il disco all’interno.

Rory sobbalzò sorpresa e sfoderò un gran sorriso. “Willy Wonka!!!!” esclamò gioiosa.

 “Siiiii! Lo guardiamo?” chiese Lorelai altrettanto entusiasta.

 “Certo! Perché non l’hai tirato fuori subito?” acconsentì Rory.

E per un’ora e mezza canticchiarono prendendo in giro gli Umpa Lumpa.

-

24 Dicembre

 

 “Si vede?” chiese Rory verso lo schermo del suo computer portatile.

 “Non tanto bene, prova a spostare un po’ la web cam.” Rispose Jess dalla schermata.

Rory fece come le aveva detto. “Adesso?”

 “Adesso si. Tu mi vedi?”

 “Si benissimo. Credo sia solo un problema di questa web cam.” Disse Rory. A mali estremi, estremi rimedi: non potevano passare il Natale insieme? si sarebbero visti comunque, via Skype. Il computer di Rory non aveva la videocamera incorporata e aveva lasciato la sua a casa così era andata a ripescare quella regalata a sua madre l’anno prima e mai utilizzata. Forse non era proprio l’ultimo gioiello della tecnologia.

 “Tutto questo è molto stupido.” Commentò Jess stringendosi nelle spalle, seduto sul divano del suo appartamento guardando lo schermo del suo pc.

  “La neve è stupida, le strade bloccate sono stupide, Skype è una grande invenzione.” Rispose Rory decisa.

Jess soffocò una risata. “Come no, intanto ci abbiamo messo mezz’ora a imparare a usarlo. Prima lo hai chiamato con nomi un po’ meno raffinati di una grande invenzione” disse Jess alzando un sopracciglio.

 “Neanche tu sei stato utilissimo nel farlo partire.”

 “Lo sai, preferisco la carta stampata al web.” Rispose lui con un sorriso.

Rory alzò gli occhi al cielo. “Allora stai facendo progressi per tornare?” gli chiese tornando alle questioni serie.

 “Spero Babbo Natale mi dia un passaggio sulla sua slitta.”

 “Questa non faceva ridere. È un modo per dire no?”

 “Mi dispiace.” Disse rassegnato.

Entrambi rimasero zitti per un po’, persi nei loro pensieri.

 “Hey, vuoi vedere il tuo regalo?” le domandò lui spezzando il silenzio.

 ”Cosa? No, vuoi farmi vedere il regalo su Skype??” reagì lei spalancando gli occhi azzurri.

Jess sogghignò. “Perché no?”

 “Primo perché non posso prenderlo, me lo mostri e poi chiudiamo la sessione e rimango a mani vuote.” Gli spiegò Rory.

 “Peggio per te. Ma quando torni lo trovi.” Si difese lui senza problemi.

 “Secondo, perché hai appena detto che tutto questo è stupido.” Continuò lei.

 “Ho cambiato idea.” Disse Jess sorridente. Adorava stuzzicarla.

 “Sei terribile. Si vede che ti sto guardando male dalla web cam?”

 “Direi di si. Aspetta, vado a prenderlo.” Disse spostandosi dalla visuale del computer prima che Rory potesse dire qualcosa per fermarlo.

La ragazza incrociò le braccia aspettando il suo ritorno.

Circa un minuto dopo Jess ricomparve con una scatolina e un’espressione tra il cauto e lo speranzoso. Aprì la scatola verso Rory e aspettò la sua reazione. Lei si avvicinò aguzzando la vista verso il computer.

 “Ehm, ho paura che tu debba avvicinarlo più di così.” Gli disse.

Lui ascoltò il suggerimento e mise la scatola davanti alla web cam. Si vedeva meglio. Rory spalancò la bocca sorpresa davanti a quel regalo. Era un gioiello, su quello non c’era dubbio. Una collanina d’argento o d’oro bianco, non era sicura perché non ce l’aveva tra le mani. O forse si sbagliava, stava saltando alle conclusioni ed era una comunissima collanina. Una lettera era attaccata alla catenina e, anche in quel caso, le sembrò di riconoscere un materiale prezioso: l’oro. Ma era possibile? “è una R?” gli chiese finalmente quando ritrovò la voce.

 “Si. E c’è anche un piccolo libro accanto, perché ti piace leggere.” Spiegò lui un po’ in imbarazzo. Si, insomma, l’idea di farle vedere il regalo via Skype gli era sembrata carina mentre gli e la proponeva visto che la vedeva così abbattuta, ma poi dovette fare i conti col suo carattere. Non era mai stato uno da gesti plateali.

Rory non smetteva di fissare la R e il piccolo ciondolo sporta più vicino possibile allo schermo del portatile. “Jess, toglimi una curiosità. Quello che vedo è…oro?” chiese titubante.

Jess si riprese la scatola e ricomparve nell’inquadratura. “Si.” Disse semplicemente.

Rory lo guardò decisamente incredula ma anche un po’ lusingata. “Come ti è venuto in mente di prendermi una cosa del genere? Ti sarà costato una fortuna!”

 “Ma ti piace almeno?” chiese lui osservando il suo viso meglio che poteva.

 “Beh, certo è meravigliosa! Ma come diavolo..?”

 “Ecco, non sono bravo coi regali” cominciò a spiegare lui con lo sguardo che vagava da una parte all’altra della stanza.

 “Tu dici??”

 “Fammi finire. Non sapevo cosa regalarti e volevo qualcosa di simbolico così quando mi hanno dato l’anticipo per il libro-“

 “Ci hai speso quei soldi?? Jess!” esclamò Rory sbalordita.

 “Non ci ho speso poi tanto, ok? Stai tranquilla.”

 “Se lo dici tu. È un regalo fantastico Jess. Potevi anche volare più basso sai? Mi accontento.” Gli disse sorridendo sinceramente grata.

Anche lui sorrise ma l’imbarazzo non se n’era ancora andato. “Meno male. Ora posso vedere il mio regalo?” chiese spostando l’attenzione su di lei.

 “Assolutamente no!” rispose di scatto Rory. “te lo darò di persona. In più non credo che entri nell’inquadratura.” Aggiunse.

 “E poi dici a me di volare basso? Cos’è, una statua?” le domandò divertito.

 “Come no, l’ho scolpita io stessa.” Rispose sarcastica.

 “Sono curioso, lo sai”

 “Eccome. Impegnati per venire qui e ce l’avrai. Oppure ci vedremo a New York.”

 “D’accordo. Credo che sia meglio che chiudiamo ora, comincio a vedere tutto a righe.” Disse Jess spostando leggermente la sua web cam.

 “Dannato aggeggio.” Replicò Rory riferendosi alla sua di web cam.

 “Ci vediamo presto spero. Grazie per il regalo.” Lo salutò sorridente.

 “Di niente.”


Note: Scusate il ritardo, sono un pò impegnata ma prometto che la finirò prima di Capodanno :P

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Capitolo 6
*** Under The Mistletoe ***


25 Dicembre

 

La mattina di Natale Rory si svegliò di buon umore. Il regalo di Jess le aveva decisamente migliorato quella Vigilia da sola e l’aveva aiutata a vedere le cose in prospettiva; era inutile lamentarsi perché Jess non ce l’avrebbe fatta a venire a Stars Hollow a Natale perché in fondo lei ce l’aveva tutto l’anno. Un giorno non poteva fare questa grande differenza. In più probabilmente avrebbe fatto un’altra imbranatissima sessione di Skype durante la giornata, giusto per fargli gli auguri guardandolo in faccia. Doveva anche considerare la sua famiglia, le persone che non vedeva tutti i giorni e che quindi non meritavano di sorbirsela di cattivo umore. Era stato stupido da parte sua girare con quel muso lungo degli ultimi giorni. Così decise di cominciare la giornata col piede giusto, indossò il suo nuovo maglioncino di cashmere rosso, leggermente scollato sul davanti, qualcosa che non aveva più in mente di mettere visto che Jess non ci sarebbe stato, ma decise che non era una ragione sufficiente per lasciarlo nella valigia. Si mise i jeans, gli stivali marroni e con il suo cappotto color crema uscì dalla sua stanza. Passò da Lane e Zack per fare loro gli auguri di persona e diede due piccoli regalini ai gemelli. Erano proprio una bella famiglia. Aveva la stessa impressione riguardo a sua madre e a Luke. Quando arrivò al locale del suo patrigno (chiuso per i clienti per quella giornata) trovò Lorelai in piedi su una sedia intenta ad attaccare il vischio accanto a uno dei grandi fiocchi di neve di cartone appesi al soffitto. Per un attimo Rory se la prese: come poteva pensare a una stupidaggine simile quando lei non avrebbe baciato nessuno sotto il vischio quel Natale? Ma era un pensiero idiota, non doveva rovinare il divertimento agli altri. Luke era impegnato in cucina ma le urlò i suoi auguri da lì, Danny invece osservava la sua mamma in cima alla sedia e rideva guardando i fiocchi di cartone muoversi di qua e di là. Rory andò a prenderlo in braccio e lui la lasciò fare senza protestare.

 “Oh, come siete carini! Aspetta devo farvi una foto” disse Lorelai entusiasta scendendo dalla sedia.

Prese la sua fotocamera dalla borsa e scattò subito la foto. Era il regalo di Rory e non vedeva l’ora di usarla. “Avremmo dovuto farlo prima e usarla come cartolina d’auguri!” disse la donna guardando il display della fotocamera.

 “Tipo come fanno Carlo e Camilla?” chiese Rory divertita.

 “Proprio come loro. Poi mandarne una ai principi. Te lo immagini? Mi vedo già Henry che la guarda e si chiede chi è questa graziosa signorina americana con quel bambino in braccio?” rispose sarcastica Lorelai simulando l’accento inglese.

Rory rise. “Certo, poi verrebbe fin qui per cercarmi come il principe azzurro.”

 “Io gli concederei subito la tua mano. Saresti la ragazza più invidiata d’America. Poi io, Luke e Danny verremmo a vivere in una modesta ma super glamour casa inglese proprio vicino alla vostra e vivremmo felici e contenti.” Disse Lorelai ormai persa nei meandri della sua sconfinata immaginazione.

 “E con la locanda come farai?” chiese Rory assecondando la sua follia.

Lorelai fece una faccia offesa. “Oh, beh le donne di una certa levatura non lavorano, stai scherzando? La farò gestire a Sookie e ne aprirò una uguale a Londra.”

 “Hai già pensato a tutto. E Jess dove lo mettiamo?”

 “Oh beh è molto semplice: durante il fidanzamento tuo e di Henry il mondo si chiederà se sceglierai di diventare una nobile oppure di restare con lo scrittore maledetto.” Spiegò come se nulla fosse sua madre.

 “Perché gli scrittori devono sempre essere descritti come maledetti? Non capisco.” Si chiese confusa Rory.

 “Chiedilo a Jess, ci esci tu.”

 “Lui non è maledetto. Me ne sarei accorta.”

Il cellulare di Lorelai squillò interrompendo la loro pazza conversazione. “Non ti preoccupare, se è il principe Henry te lo passo subito.” disse alla figlia prendendo il telefono dal tavolo.

Rory sorrise. “Mi raccomando.”

 “Pronto?” rispose al telefono. “Oh, davvero? Devo dire che hai più mezzi della CIA e dell’FBI messi insieme. Hai mai pensato a una carriera nello spionaggio?” chiese Lorelai al suo interlocutore.

Rory ascoltava interessata. Chi poteva essere?

 “Certo, certo, non ti preoccupare. Ma mi dici come hai fatto?” seguì un breve silenzio. “Però, forte! Ok, allora ti lascio. Buon Natale” e mise giù.

Rory la guardava in attesa. “Chi era?”

 “Tua nonna.” Rispose Lorelai.

 “Ah, ma perché non me l’hai passata? Volevo parlarle anch’io!” protestò Rory.

 “Puoi chiamarla dopo per ringraziarla.” Disse Lorelai.

 “Ringraziarla per cosa?”

 “per il tuo regalo.”

 “Ma non mi ha regalato niente.”

 “Stai scherzando? È Natale, secondo te Emily Gilmore non ha niente per te? Dice che arriverà in giornata. Tu aspetta.” Le spiegò misteriosa sua madre. Rory era molto confusa. Che cosa poteva essere? Doveva rimanere lì o andare a casa per ricevere il pacco? Era tutto molto strano. Comunque sicuramente sarebbe stato qualcosa di bello, sua nonna aveva gusto.

Più tardi arrivarono Liz e TJ insieme alla piccola Dula, alquanto delusa dall’assenza di Jess, per pranzare. Secondo la madre, la bimba aveva un sesto senso o comunque capiva molto di più dei bambini di due anni che si vedevano in giro visto che dal momento in cui avevano saputo che Jess non sarebbe venuto, la piccola l’aveva “percepito”. Luke ascoltò il racconto guardando sua sorella e il marito come se fossero dei matti da internare. A quanto pare Dula non sorrideva più e piangeva un sacco da quando aveva “capito” che suo fratello non si sarebbe visto a Natale. Nemmeno farle vedere una sua foto la tirava su, secondo TJ era perché una del liceo era troppo datata. A quel punto Lorelai si offrì di fare un intero servizio fotografico al fidanzato della figlia, per usare la sua nuova fotocamera e ovviamente perché lui odiava essere fotografato. Rory scosse la testa nascondendo un sorriso. Probabilmente a Jess fischiavano le orecchie in quel momento. Il pranzo procedette bene e quando finirono di mangiare anche il dolce arrivò il momento di aprire i regali.

 “Oh cavolo!” esclamò Lorelai all’improvviso. Tutti si voltarono a guardarla.

 “Rory posso parlarti un attimo?” chiese alla figlia sottovoce prendendola per un braccio.

 “Si, certo. Che c’è?”

Lorelai la fece alzare e si allontanarono dagli altri. “Ecco, avrei bisogno di un favore. Ho dimenticato il regalo di Luke a casa, prendi la mia macchina e vallo a prendere.” Le disse velocemente mettendole le chiavi dell’auto in mano.

 “L’hai dimenticato? Ma come-“

 “Si, si sono una sbadata però adesso tu prendi queste chiavi e a vai per favore. È sotto l’albero di Natale, un grosso pacco rosso.” La incalzò.

 “Ma perché non ci vai tu??”

Lorelai alzò gli occhi al cielo. “Perché se vado via io adesso si insospettiranno subito ma se ci vai tu che sei un angelo non diranno niente.” Spiegò.

 “Ma per favore! Penseranno che sono stata io a dimenticare qualcosa!” protestò Rory. Perché doveva occuparsi di una cosa di cui si era dimenticata sua madre?

 “Dai, fammi questo favore. È Natale, siamo tutti più buoni e blah blah blah. Ora vai” le disse spingendola verso la porta.

“Rory deve andare un attimo a casa, ha dimenticato una cosa.” Annunciò agli altri. “Torna subito!”

Rory sbuffò. “Come no” bofonchiò tra sé.

Ad ogni modo prese la macchina di sua madre e mise in moto. Poi gli e l’avrebbe spiegata tutta quella scena. Una volta arrivata nel vialetto scese dall’auto ed entrò in casa.

Andò subito a guardare sotto l’albero e rimase interdetta quando vide che non c’era nessun pacco rosso. Che si fosse sbagliata? Infondo era stata così sbadata da dimenticarselo a casa, poteva essere ovunque. Sbuffando ancora, andò in cucina. Come minimo l’aveva lasciato in bella vista sul tavolo. Quando stava per varcare la soglia di bloccò all’istante. Non era sola.

 “Hey” disse Jess, le mani dietro la schiena come se la stesse aspettando, un leggero sorriso che spuntava sul suo viso.

Rory lo guardava ancora shockata. “Sei qui” fu tutto quello che riuscì a dire.

Il sorriso di Jess si ampliò. “A quanto pare.”

Rory lo raggiunse a grandi passi e lo abbracciò stretto. “Oh mio Dio, ce l’hai fatta! Avevi detto di no, la neve..” gli disse tutto insieme, troppo emozionata e felice per formare dei pensieri del tutto coerenti.

Lui le accarezzò i capelli. “Ho avuto un piccolo aiuto. Un grande aiuto veramente.” Rispose lui.

Rory lo guardò. “Che vuoi dire?”

 “Diciamo che centrano due autisti e un jet privato.” Disse misterioso.

Rory non capiva. “Cosa?”

 “Tua nonna.”

Rory rimase a bocca aperta. “No!”. Ora era tutto chiaro.

 “Ebbene si, ha saputo tutto da tua madre e a quanto pare si è adoperata per farmi arrivare qui in tempo per Natale. Quella donna è influente sai?”

 “Immagino di si. Devo veramente ringraziarla.” Disse con un sorriso e poi diede un bacio a Jess. Le sembrava passato un secolo dall’ultima volta.

 “Buon Natale.” Gli disse.

 Buon Natale anche a te.” e di nuovo si baciarono. Non se n'erano accorti ma erano proprio sotto il vischio, appeso al lampadario. Lorelai pensava proprio a tutto.

 

-

 

Rory e Jess tornarono insieme al locale di Luke dove tutti li stavano aspettando per aprire i regali. Nel frattempo tutti quanti erano stati informati dell’imminente arrivo di Jess e soprattutto Dula non stava nella pelle. La piccola sgambettò verso di lui per farsi prendere e il fratello, tremendamente impacciato si limitò ad abbassarsi e fare una carezza sulla testa della bambina che reagì sorridendo. Rory ridacchiò davanti alla scena perché sapeva quanto poco Jess ci sapeva fare con le faccende di famiglia e con il dimostrare il suo affetto ma restava il fatto che anche lui era affezionato alla sorellina. Era comunque uno spettacolo buffissimo. Le aveva portato un libro per bambini, raccomandò a Liz di leggerglielo. Il famigerato pacco rosso di Lorelai esisteva ed era già nel locale, conteneva un’attrezzatura da pesca nuova di zecca, qualcosa che Luke voleva da un po’. Lui invece le aveva regalato il nuovo cd di Bjork, sperando ovviamente che la moglie l’ascoltasse con le cuffie. Non capiva Bjork granché. Lei fu felice e lo ringraziò. Alla fine Rory e Jess rimasero gli unici a non scambiarsi i regali poiché lui il suo l’aveva già mostrato a Rory via web cam (e anche se aveva la catenina nella tasca del giubbotto non l’avrebbe tirata fuori di fronte a tutti i parenti, troppo imbarazzante) e Rory non aveva il suo con sé. Così alla fine si salutarono tutti e i due ragazzi tornarono alla loro stanza al Dragonfly Inn.

Rimasti soli, Rory chiese di avere il suo regalo. Lui acconsentì e lo estrasse dal giubbotto.

 “è ancora più carino dal vivo che via Skype, lo sai?” disse Rory sorridendo.

 “Sono contento che ti piaccia.” E gli legò la catenina al collo.

 “è bellissima davvero. Ma non voglio che tu spenda più cifre pazze per me, ok? Andava bene qualsiasi cosa.”

 “Ok, ma ti ho detto che non ci ho speso poi tanto. Ora, questo regalo per me che non entra nell’inquadratura della web cam? Dov’è?” chiese lui curioso.

Rory rise. “Giusto. Chiudi gli occhi per favore. Mi serve un attimo di preparazione.” Disse Rory.

 “D’accordo.” La accontentò lui divertito chiudendo gli occhi.

Rory lo lasciò seduto sul letto e si allontanò per andare a prendere il regalo.

Passarono un paio di minuti e Jess cominciò a lagnarsi dell’attesa.

“porta pazienza, ancora un attimo.” gli disse Rory.

Tornò a sedersi accanto a lui e gli prese la mano. “Ok, puoi aprirli.”

Jess guardò davanti a sé e all’inizio non notò niente. Poi qualcosa catturò la sua attenzione. Appeso alla parete c’era un quadro che prima non c’era. Jess rimase sorpreso nel capire che cosa raffigurava. Era un dipinto del Washington Square Garden al tramonto. La luce rosso-arancione nel cielo, le panchine e le ombre delle piante lo rendevano perfetto, assolutamente perfetto. Era il posto che Jess amava di più a New York, forse al mondo e rappresentava un pezzo di storia sua e di Rory. “Wow” disse infine pieno di stupore.

 “Ti piace?” chiese Rory ansiosa di sapere se ci aveva visto giusto.

 “Rory, è stupendo! Dove l’hai trovato?” chiese voltandosi verso di lei.

 “C’è un pittore bravissimo qui a New York che fa ritratti e dipinti su commissione. Tutti lo vogliono ma spesso è impegnatissimo ed è stata un’impresa riuscire a farmi fare il dipinto. Gli ho promesso un’intervista sul giornale in cambio.” Spiegò Rory lieta di aver fatto felice Jess.

 “è una specie di regalo per entrambi. È fantastico, davvero, meglio di una collanina.”

 “Hey, io adoro il mio regalo! E sono felice che anche a te piaccia il tuo. Buon Natale di nuovo. Ti amo.” Gli disse lei sorridendogli.

 “Ti amo anch’io.” Rispose lui e con un bacio quel Natale diventò in tutto e per tutto perfetto.

 

Note:  fineee! Piaciuta? Spero non ci siano imprecisioni e che vi vada bene, l'ho fatta un pochino in fretta perchè ormai il Natale è passato e non volevo pubblicarla a Capodanno o a gennaio, però sono abbastanza soddisfatta. Commenti, opinioni? Fatemi sapere. Ringrazio Luna per avermi sostenuta e motivata a scrivere e continuare finora la storia. Alla prossima <3

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