Un piccolo marziano.

di Amelie Malfoy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Atterraggio in casa Leto. ***
Capitolo 2: *** -Complicazioni su Marte ***
Capitolo 3: *** Dormiglioni nevrotici. ***



Capitolo 1
*** -Atterraggio in casa Leto. ***


"OCCRISTOIDDIO!OCCRISTOIDDIO! SHANNON!"
Gridò Jared con una voce decisamente molto meno virile del solito.
Shannon apparve agli occhi del fratello con la dinamicità di un bradipo. Era in boxer, e indosso aveva delle buffissime pantofole stile nonnetto. Sopra aveva una vestaglia abbottonata alla meno peggio, i capelli scompigliati e lo sguardo di chi stava avendo dei sonni tranquilli.
Sorseggiava una tazza di tè fumante, e aveva un'aria non proprio sveglia.
"Spero tu abbia delle ragioni plausibili per farmi svegliare a quest'ora della mattina."
Ma Jared non rispondeva, aveva gli occhi sbarrati e inidicava il salone con aria scioccata. "J,non prendermi per il culo. Che succede?"
Il fratello minore gli prese il tè dalle mani, poi lo portò nell'altra stanza.
"Un bambino,Shannon...tu sai cosa mangiano i bambini?" Continuava a guardarlo con aria preoccupata. Shannon si morse le labbra pensante, poi parlò.
"Jared,sei ubriaco. Siediti. Avevi promesso di non b..." Ma proprio in quel momento notò un qualcosa di anomalo poggiato sul divano. Era una culla, con un lenzuolo azzurro che poggiava sopra quello che sembrava,anzi era, un marmocchio di un paio di mesi,che agitava le manine a vuoto. Jared porse poi al fratello una lettera.                                                          
"Sono un'echelon. Sono pazza di voi. Io non posso tenerlo, è il mio regalo per voi. Non ha un nome, voglio che glielo diate voi. Con amore." E poi disegnata una triad con un pennarello nero.
Shannon girò il biglietto, ma non c'era scritto altro. Lo buttò per terra,arrabbiato. "Questa è fuori di testa... questa è fuori di testa..." Ripeteva Jared,marciando avanti e indietro, con le mani dietro la schiena. "Jared...tu sai cosa mangiano, vero?"                                                                                                  
"No Shan, non ne ho la più pallida idea. Ma secondo me Tomo ne sa qualcosa."  
Poi Shannon andò verso il bambino e lo accolse tra le sue braccia.
"...Cosa facciamo?" domandò Jared, con la speranza che il fratello avesse la risposta proprio in testa.
Purtroppo la risposta era la stessa che si aspettava: "Non lo so. Io...io...BISOGNA TROVARE LA MADRE. Dobbiamo avvisare qualcuno...la polizia... Tomo.. qualcuno!" Esordì ad un tratto. Era confuso. Cose del genere non succedono mai. Ciò lo faceva pensare. Cosa voleva da lui,il fato,quella mattina di Dicembre? Doveva essere importante. Il destino maledetto lo aveva buttato già dal letto alle sette di mattina.
"Si,Shan, hai ragione,ma questa era una cosa abbastanza ovvia. Ma intanto,che si fa? Non lo possiamo mica buttare fuori. Insomma...guardalo. Oltre ad avere una mamma un po' strana è così assolutamente adorabile..."
Shannon guardò il bimbo negli occhi. "...Non possiamo buttarlo fuori,questo proprio no. Troveremo un modo." 
"Il più presto possibile?" 
"Ci impegneremo."




Angolo dell'autore: 

So che è cortisssssssima, ma è soltanto il primo capitolo...piano piano diventerà sempre più lunga u.u spero che qualcuno segua la mia storiella... se volete recensite, fatemi sapere cosa ne pensate come primo inizio :D 
Ossequi ossequiosi *scusatemi è l'ora ò.o* 
Amélie Malfoy

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Capitolo 2
*** -Complicazioni su Marte ***


"Tomo, quindi dici che dobbiamo dargli del latte,giusto?"
Domandò il minore dei Leto,  dopo che il chitarrista finì di parlare dell'adorabile discorso che è la maternità. Il bimbo,tra le braccia di Jared, non smetteva di piangere.
"Ovviamente. E' un bambino, non un elefante,caro J."
 "Ah no?" Sorrise poi lui, lanciandogli un cuscino,che gli scompigliò i Santi Capelli.
"Mi sono sempre piaciuti i bambini, infondo..."
"Certo Jay..." 'Già Shannon gli da alla testa, già è divah di suo, adesso con questo bambino in casa si rincoglionirà totalmente!' pensava intanto il povero Tomo.
"NON ABBIAMO LATTE" Annunciò Shannon gridando dalla cucina,distogliendo la testa dal frigo. Era quasi ora di pranzo, e adesso il batterista era bello sveglio,
dopo essersi pizzicato un paio di volte il braccio per assicurarsi che quello non fosse soltanto un'invenzione della sua testolina matta..e ci aveva sperato.
Diciamo che non è facile trovarsi tra i piedi un bimbo di pochi mesi così,da un giorno all'altro.
"Dobbiamo comprarlo." disse Jared, sottolineando l'ovvio.
"Chi...va?Io ho delle cose da fare."
"Va Shannon. Io ho da fare con Vicky."Si giustificò Tomo. In questo modo se ne sarebbe lavato le mani e avrebbe lasciato il casino ai fratelli Leto..
in quel momento si sentiva una persona malvagia,perciò si ripromise di aiutarli con il bambino a sera fatta.
"Iniziamo ad essere gelosi di Vicky!" Disse Shannon, tornando in salotto con un borsone in spalla. (*Shomo mode: on :3*) Tomo e Jared lo guardarono in interrogativo.
"Dove stai andando, muddafugga?"Chiese poi Tomo, che aveva preso in braccio il bambino, finalmente aveva smesso di piangere e si era addormentato.
"A comprare il cibo per il piccolo marmo...emh,marziano." Rispose Shannon. "E vuoi andarci in pigiama?"  Effettivamente era ancora in vestaglia e pantofole, era stato tutta la mattina a crogiolarsi qua e là rigorosamente con i vestiti da notte, e vederlo sbucare dalla cucina in giubbotto e boxer con tanto di borsone,era una scena esilarante,nonostante i suoi soliti abiti non fossero particolarmente diversi da come era "vestito" in quel momento.
"...Vado a rendermi..umh, presentabile." Borbottò Shannon distrattamente, e sparì al piano di sopra. 


 

**
Jared,per prima cosa dopo pranzo, si diresse in fretta e furia al distretto di polizia. Era andato a piedi, sotto consiglio di Tomo. Non sapeva a chi rivolgersi. Portò con sè la culla,ovviamente il bambino,e il biglietto della loro sfegatata-e soprattutto completamente fuori di senno- fan. Premette l'unico tasto che c'era sul citofono dorato.
"Salve, si identifichi." disse una voce femminile resa metallica dall'apparecchio per mezzo del quale parlava.
"Salve,sono Jared Leto...avrei una questione della quale parlarvi...piuttosto importante."
E mostrò i propri documenti alla telecamera. Ci furono dieci secondi di silenzio.
"Entri." Il portone si aprì, e ,appena varcata la soglia, una donna in divisa lo accolse con un gran sorriso.
"Signor Leto, cosa la porta qui da noi?..Oh,ma che bel bambino..."
Disse poi avvicinandosi a toccare i capelli  del bambino. Jared scansò la mano della donna,tentando di sembrare comunque infinitamente adorabile.
"A dire il vero è proprio lui il motivo per cui sono qui. Se possiamo parlarne in privato..."
La poliziotta aveva lunghi capelli biondi raccolti in una treccia, pelle chiara ed occhi scuri. Sorrise.
"Non aggiunga altro. Mi segua."  Si ritrovò seduto in un ufficio,di fronte alla donna con cui un attimo prima aveva parlato.
"Qualcosa da bere?" 
"Niente,grazie." 
"Il bambino?" 
"Ha...mangiato poco fa. Preferirei passare subito al dunque. E' una situazione particolarmente....insolita."
"Ok. Mi spieghi tutto,anche se immagino di sapere già che cosa succede."
Jared spiegò ,non tralasciando particolari, la situazione. Tirò fuori dallo zaino il biglietto,e posò sul tavolo la culla in cui aveva trovato il bambino. Tutto poteva essere utile per riuscire a risolvere la situazione. La donna, dopo aver finito di ascoltare,era seriamente impressionata. Si morse il labbro e poi disse: "Aspetti qui, ci vorrà mezzora massimo."
E lasciò l'uomo e il bimbo- che dormiva paciosamente tra le sue braccia- nell'ufficio. Fu di ritorno piuttosto in anticipo. 
"La donna che ha scritto questo biglietto si chiamava Catherine Crow. Era psicologicamente instabile,in seguito al trauma della perdita di suo marito.Abitava con il bambino dall'altro lato della città. E' stata portata però in una clinica,dove però è morta. Si è uccisa. La cosa buffa è che ha scritto una lettera,trovata affianco al suo corpo, dove ha detto che voleva assegnare la custodia del bambino a...voi.  Lei, suo fratello, e il suo collega. Nella lettera precisa che però aveva nascosto il bambino da qualche parte.
Oltretutto le calligrafie coincidono. Non ha parenti. Abbiamo perciò chiamato a casa sua, ma non c'è stata risposta.
Alcuni colleghi di un altro distretto sarebbero venuti a casa vostra a parlarvi di questo avvenimento soltanto nel tardo pomeriggio... ma a quanto pare non ce ne sarà bisogno... " 
La donna parlava,parlava,parlava,parlava,ma il povero Jared era rimasto completamente disorientato. Troppe informazioni. Sperava che non fosse successo nulla di realmente grave,invece... oh cavolocavolo se lo era.
Una donna completamente matta aveva affidato la custodia del suo bambino orfano a loro, in 30 Seconds to Mars,una rockband costantemente impegnata con il loro lavoro, con i loro fans,con la loro musica.
La preoccupazione lo invase fino alla punta del capello più lungo. Possibile che capitassero tutte a loro tre? 
"Cosa l'ha portata,secondo lei, ad affidare a lei il bambino?" 
"Beh, era un'echelon, cioè una nostra fan, penso che questo l'abbia portata a... insomma, non lo so, non la conoscevo, non conoscevo nessuna Catherine Crow. Nè tantomeno Shannon o Tomo, almeno credo. Non l'hanno mai nominata,non in mia presenza,almeno..."
Ci fu un attimo di vuoto, che venne squarciato da un verso gutturale del bimbo. 
"..Cosa dobbiamo fare?"
"Siete le uniche persone che ha nominato. Evidentemente si fidava di voi, anche se eravate soltanto i suoi idoli musicali. Perciò vedremo...se decidete di tenerlo bene, altrimenti andrà in un orfanotrofio. Naturalmente non dovete sentirvi obbligati."
"Mi sta dicendo che se non lo prenderemo in custodia noi...andrà in un orfanotrofio...? Non posso non sentirmi obbligato, porca puttana. Non so nemmeno come si chiama questa creatura e mi tocca educarla, crescerla?"
"Non si agiti. So che è una situazione difficile, ma il trucco è non perdere la calma.."
e posò la mano sulla spalla di Jared. Come se poi potesse essere facile non perdere la calma in un momento del genere. Non servivano parole di conforto, in quel momento serviva soltanto una fonte di salvezza,di qualunque tipo.
"Non dovete dirci subito cosa volete fare." Aggiunse poi. "Pensateci su, lei e la tua band. Avete una settimana di tempo,per questo arco di tempo terrete il bambino.Sempre se non è un problema." 
"Nessun problema. Grazie mille, a presto."
Si alzò dalla sedia, strinse la mano alla donna, e iniziò a camminare verso casa. Ma la strada gli sembrava diversa, la città più piccola, soffocante, invadente, con quel piccolo marziano in mano.
Quando tornò a casa trovò Shannon,Vicky e Tomo già a casa. Aspettavano trepidanti il suo arrivo. Salutò svogliatamente i tre, poi mise il bimbo tra le braccia di Vicky e si buttò letteralmente distrutto sul divano. 
"...Allora?" domandò Shannon, timidamente.
Spiegò per filo e per segno la situazione,ripetendo le stesse parole della poliziotta.
L'unica cosa che uscì dalla bocca del fratello fu "Cazzo."
Vicky,nervosa più che mai, era abbracciata con una stretta a Tomo, che era letteralmente senza parole. Cercò di buttarla sull'umoristico.
"Tutte a noi eh..."
Ma venne guardato male sia da Jared che da Shannon, perciò non disse più una parola a riguardo.
L'argomento venne sollevato soltanto dopo cena, quando il piccolo era già stato lavato e messo a dormire dalle pazienti mani di Vicky. Fu il batterista,a parlare.
"Prima sono stato in quel negozio per bambini in piazza... ho comprato dei vestiti e dei,umh, giocattoli..."
Jared sorrise, tuttavia domandò: "Perché l'hai fatto?"
"Perché so come sono fatti gli orfanotrofi, anche se non ci sono mai stato. E poi pensavo avrebbe potuto...non so, gradire..anche se è piccolo,umh,i vestiti servono..no?"
Ma sul suo volto si era formato un sorrisetto, il sorrisetto di chi ottiene quello che vuole.
Shannon-ci-riesce-sempre

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Capitolo 3
*** Dormiglioni nevrotici. ***


Se la notte è sacra in casa Leto,c'è un chiaro motivo, ed è perchè si dorme.
E' la regola d'oro, la più importante, quella che viene prima del "tira lo sciacquone quando finisci".
Che poi è risaputo... se i Leto non dormono, beh... è la fine.  Una gran complicazione per noi tutti, c'è bisogno di uno psicologo per chi dovrò star loro dietro.  
La stanchezza li rende più nervosi di un povero lupo solitario (che poi non è altro che un forever alone non dichiarato) che ha ricevuto un due di picche da un rinoceronte (si, da un rinoceronte).
Con un bambino in casa è piuttosto difficile dormire. Insomma,i marmocchi non fanno che piangere,lamentarsi, frignucolare e guaire come cani in cerca di attenzioni.
Ed era ciò a cui erano destinati,quella notte,i due fratelli. Shannon e Jared erano andati incontro ai loro letti come avrebbe fatto un pucciosissimo panda.
Era stata una giornata pesante, piena di confusione...assolutamente insolita.
Ma sembrava che avessero appena chiuso gli occhi per entrare nel fantastico mondo di Morfeo,destinato solo ai più faighi,
quando un lamento squarciò il dolcissimo silenzio che si era andato a posare,delicato, sopra le orecchie dei fratelli.
I fratelli si alzarono in contemporanea dai loro letti ed andarono a controllare nella stanza degli ospiti,  
dove avevano posizionato un'adorabile culletta che aveva regalato loro Vicky (Quel bambino era diventata la sua gioia in meno di dodici ore..che angelo di donna).
Il bambino era straiato nella culla e agitava le piccole mani e gambe verso il vuoto. La coperta era andata a finire per terra e quella creatura, come constatò Shannon, frignava.
E non la finiva più. Capiva che ce ne sarebbe stato per molto,perciò prese il bimbo in braccio e, sospirando, iniziò a cullarlo.  
Jared si mise a gambe incrociate sul pavimento e osservò il fratello. "Ma ti sembra giusto che ci spetti questo e nemmeno siamo sposati? Ahahah."
Ma Shannon non aveva molta voglia di ridere. Era stanco morto. Guardò l'ora. Le 5 e mezzo di mattina.
E il bimbo si era finalmente addormentato, perciò, con aria gloriosa, lo ripose nella culla e corse nel suo letto,mai stato così comodo.
Ma no, niente da fare. Quella sarebbe stata la notte più lunga della sua vita. I lamenti cominciarono un'altra volta, e fu a quel punto che prese il bimbo e lo portò a Jared.
"Da adesso fino alla mattina è tuo. T'oh." Chiuse la porta, ma, non appena fu in camera sua, sentì silenzio... e gli sembrò strano.
Perciò corse di nuovo dal fratello minore,spalancò la porta, e davanti a sè si estendeva la scena più coccolosa del mondo:
Un Jared addormentato,che stringeva tra le braccia un bambino senza una vera e propria identità, ma nel suo anonimato era così... innocente.
Tornò a letto,stupito del fatto che Jared fosse così capace con un bimbo. 

 
**

La mattina dopo erano entrambi in coma profondo. Tuttavia chiamarono Tomo e Vicky, per un "delizioso picnic al parco per far prendere aria al piccolo"
(parole di Jared... povero biscottino, che il Santissimo lo benedica).
Non si sentivano nervosi, ed era la prima volta che. in tutta la loro vita accadeva. Non dormire e sentirsi tranquillissimi.
Si avviarono verso il parco sotto casa, era una giornata davvero adorabile. Quando arrivarono la piccola,amabile,dolce, paziente Vicky aveva preparato i panini per tutti.
Non sarebbero dovuti rimanere a digiuno, sembrava. Si sedettero in cerchio sull'erba come un'orda di ragazzini in un gruppo di studio pomeridiano, o ,
se preferite, di alcolisti anonimi (i giovani non sono più quelli di una volta... cit.).
La prima questione di cui parlarono fu il nome da dare al bambino. "Anche se forse non lo terremo" disse Jared,e qui tutti e tre lo guardarono molto male,  "dobbiamo dargli un nome."  
Suggerirono nomi assolutamente idioti. "Che ne dite di Aaron? Ho sempre trovato questo nome così adorabile, assolutamente bellissimo..mh?"
Propose Tomo... ma venne guardato male anche lui. Shannon però ebbe l'idea più intelligente.
"E se lo chiamassimo Trevon? E' un bel nome. Figo, da tosto. No?" Tutti tacquero per un momento.
Poi Jared scoccò un'occhiata a Vicky e Tomo, si alzò in piedi, andò dal fratello maggiore e gli diede un bacio sulla fronte. "Shannon, ti abbiamo mai detto che ti amiamo?"
"No. Ma il piccolo Tré si, lui mi ha sempre amato. Allora aggiudicato? " I tre annuirono, poi si sorrisero.
Trevon Leto.  
Che nome da figo, voglio dire.  La questione più importante fu il "Lo teniamo?" Venne risolta a votazioni,dato che nessuno riusciva a trovare le parole per parlare.
"Chi vuole tenere il bambino alzi la mano." Disse ad un certo punto Tomo. Quattro mani si alzarono verso il cielo.
Era una giornata serena, ed era troppo bella per essere sprecata da un temporale in quel punto del parco. Inutile dire che sarebbe successo proprio questo.
Avevano un bambino, il bambino aveva un nome, aveva una stanza. "Come faremo quando saremo in tour?" Disse ad un certo punto Shannon. "Sarà un problema, voi che dite?"
Ma Vicky si intromise. "Shan, non trovare scuse, a Trevon" e qui le spuntò un sorriso "baderò io. E' anche un po' figlio mio, no?"
Tomo la strinse forte a sè,  e le sussurrò 'grazie' all'orecchio.
Erano troppo pucciosi quei due,ma i Leto erano, come già tutti sappiamo, degli insensibili senza un cuore (Just kidding, don't touch Jared and Shannon u.u),
fecero finta di vomitare nel sacchetto dove c'erano i panini. Calò la sera, e ritornarono a casa.Avrebbero passato un'altra notte esattamente uguale a quella della volta precedente.
Ma stavolta non erano arrabbiati, anzi, erano più che consapevoli del fatto che avrebbero avuto un'enorme responsabilità sulle spalle.  
Un bambino da crescere, educare, e amare. Un bambino che avrebbe avuto bisogno di costanti attenzioni, di una vita sociale, di sani principi e di una famiglia.
E di sano, sempre vivo e genuino rock 'n roll. 

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