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Lista capitoli: Capitolo 1: *** I preparativi! *** Capitolo 2: *** Cambiai sì, ma comunque gli stessi di sempre! *** Capitolo 3: *** Maledetto gallo!! *** Capitolo 4: *** Il gioco *** Capitolo 5: *** Un amaro tragitto *** Capitolo 6: *** Perchè le parole possono mentire, ma... *** Capitolo 7: *** Cardini saltati *** Capitolo 8: *** The ipnotic kiss *** Capitolo 9: *** Il mio nome è Chi Chi *** Capitolo 10: *** Quel che si dice di chi origlia... ***
Fuka abbandonò con un gesto poco
curato la rubrica telefonica sul comò e si sdraiò sfinita sul divano lì accanto.
-Uff!!!-
sbuffò facendosi aria con un ventaglio colorato.
L’estate era arrivata tutta d’un colpo nella prefettura del Tochigi, dove Fuka abitava ormai
da parecchi anni.
Nonostante la sua casa si trovasse lontano dalle città
principali, dove il clima era per natura più fresco e
l’afa più sopportabile, era sicura che quella fosse una delle estati più calde
che si fosse mai ricordata.
Continuò a sventolarsi mentre delle
goccioline di sudore le correvano lungo le tempie.
-Fuka! - un ragazzo sulla
30ina apparve sulla porta del soggiorno.
Aveva l’aria accaldata e respirava affannosamente.
-Ho sistemato un po’ la casetta di servizio per quando arriveranno i tuoi ospiti, a proposito…-
-Sisì, non preoccuparti ho già
chiamato tutti quanti!!!- esclamò la ragazza posando
il ventaglio e saltando in piedi velocissima.
-Beh fantastico! Ma come sei riuscita
a rintracciarli tutti?- chiese lui stupito ma felice.
-Beh…- disse lei facendo la finta modesta- ho chiamato
un po’ di numeri qua e là e alla fine sono riuscita a contattarli tutti!!! Certo, Sana è stata in assoluto la più complicata da
trovare, e non sono riuscita neanche a parlarle a voce, ma ho lasciato un
messaggio al suo vice manager che mi ha promesso di informarla.
-Beh, tesoro sei contenta adesso? Era da tanto che avevi
in mente di organizzare questa cosa!-
-Sono emozionantissima!! Hanno
promesso tutti di venire!- esclamò saltando al collo del ragazzo- Chissà come
sarà rivederli dopo così tanto tempo…tutti insieme…di
nuovo!
Il ragazzo fu contagiato dall’allegria
spumeggiante della ragazza, l’avvicinò sorridendola e la baciò con passione.
-Sei la ragazza più incredibile di
questa terra.- le disse con una voce dolcissima guardandola fissa negli occhi
per qualche secondo.
-E con te, Jeremy, sono anche
la più felice.- disse lei baciandolo nuovamente.
-A proposito, per quando gli hai detto di venire?-
-Gli ho invitati per il 13 pomeriggio, ovvero tra 6
giorni, abbiamo tutto il tempo di preparare le cose in grande!- esclamò
facendosi di nuovo aria con il ventaglio.
-Sembri un’altra persona quando
parli dei tuoi amici- disse Jeremy sorridendole.
-Ci credo!! Non li vedo dalla
scuola media!! Saranno passati circa 15 anni!!!- esclamò in fibrillazione.
-Bene, io allora vado a preparare le ultime cose nel
cottage, ci vediamo per cena.
Detto questo Jeremy
uscì dalla stanza. Fuka aveva ancora il sorriso
stampato sulle labbra.
Fece una piroetta e atterrò con
grazia sul divano.
Sospirò emozionata come se fosse
ancora un’adolescente.
“ Chissà che effetto farà rivedere
tutti dopo così tanto tempo…rivedere tutti i miei compagni di scuola…”
Fine primo capitolo! Mi raccomando commentateeeeeee
Capitolo 2 *** Cambiai sì, ma comunque gli stessi di sempre! ***
Capitolo 2- Cambiati sì, ma comunque gli stessi di sempre…
Capitolo 2- Cambiati sì, ma comunque gli stessi di sempre….
13 Giugno 20XX, prefettura del Tochigi,
al momento del tramonto.
Il paesaggio era immerso nella solita calma serale.
Il sole spariva lentamente all’orizzonte dando la buonanotte
alle colline inondando il cielo con i suoi caldi colori.
Gli alberi erano silenziosi, gli animali erano nelle loro
tane…una scenografia da favola, fatta eccezione per…
KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!
Un
grido improvviso e decisamente poco armonioso fece impazzire tutta la
prefettura, fu come un fulmine a ciel sereno che
aveva il suono di una sveglia impazzita!
-Sanachan, per favore! Devi per forza far così tutte le volte??- esclamò Rei spazientito e allo stesso tempo appesantito dalle
innumerevoli valigie che portava in spalla.
-Rei!!! Guarda che meraviglia di postoooooo!!!!!
Sembra di essere precipitati in una fiaba!!-
-Insomma
Sana…la mia schiena grida vendetta….AUCH!!!- bisbigliò
Rei accusando il dolore.
-Ahah, Rei ti stai facendo vecchio!!!-
disse lei iniziandolo a prendere in giro.
-Non
è colpa mia se la tua amica abitain cima a delle colline sperdute!!-
ribatté Rei.
-AHHHHH!!!- Sana urlò di nuovo, stavolta più piano però- REI!!! Sono
troppo emozionata!! Ma ci credi che rivedrò i miei amici dopo 15 anni?? Non è la cosa più bella che ci possa essere?!Fuka è stata grande ad
organizzare il tutto…chissà come sono diventati i miei compagni…non riesco
proprio ad immaginarmi Hayama da vecchio! Te lo
immagini?? Oddio sono così emozionataaaaaaa!!!!-
Rei, ormai ucciso dalle chiacchere di Sana e dalle valigie
pesantissime, pensò che fosse un miraggio la vista della villetta poco lontano
da loro e gli occhi gli si riempirono di gioia.
-Sana,
guarda! Quella è…- ma non fece in tempo a finire, perché
gli occhi di Sana erano così spalancati che pareva stessero per scoppiare, il
suo sorriso sfiorava le orecchie e una strana forza sembrava averla catturata…
-Sana
ti prego non farlo NOOOOOOO!!!-
Troppo tardi.
KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!
-L’avete
sentito?- chiese Tsuyoshi tendendo le orecchie.
-Sì…sembrava…il verso di un lupo!- esclamò Margharet spaventata.
-Ma
no, non ci sono lupi nella prefettura del Tochigi…sembrava
per lo più un grido…- disse Jeremy.
-Un
grido? E chi può aver gridato? A quest’ora poi!- disse Aya
confusa.
-Beh
di sicuro era il grido di qualcuno, forse non un qualcuno così generico…- disse
Fuka con il suo fare intuitivo.- Dire qualcuno
sarebbe infatti troppo generico per una persona come
lei…
-Che
vuoi dire?- chiese Tsuyoshi confuso dalle sue parole.
-Aspetta
e vedrai…- disse Fuka sorridendo divertita.
Improvvisamente la porta si spalancò, tutti si girarono
presi dallo spavento, mentre una sagoma appariva dall’oscurità delle colline.
-Ragazzi
sono io!!!-
La paura cessò appena i ragazzi sentirono quelle parole,
riconoscendo il timbro di voce e la contagiosa allegria che sprigionavano.
Ci misero davvero poco a capire che si trattava proprio di
lei…
-Sanachan!!!!!- urlarono tutti i presenti.
Sana si scaraventò su ognuno di loro abbracciandoli più
forte che poteva.
Fuka e Jeremy
furono i primi ad accoglierla.
Sana li abbracciò entrambi e li ringraziò dell’ospitalità,
intuendo che erano sicuramente fidanzati.
Notò che Fuka era rimasta quella
di sempre: bella, allegra, educata ma neanche troppo composta, era magnifica
anche da adulta.
Jeremy la teneva con leggerezza per
la vita, come se volesse mostrare a tutti il suo gioiello.
Erano proprio una bella coppia insieme
quei due.
-Siete
proprio una bella coppia insieme.- disse con sincerità suscitando le risate acconsenzienti
dei due.
Il suo sguardo volò un pochino più in là, precisamente sul
divanetto appoggiato alla parete, dove sedevano una coppia decisamente
conosciuta da secoli e secoli, e Sana fu contenta di poterli rivedere insieme
anche a quell’età.
Solo che loro, a differenza di Fuka
e Jeremy, sembravano una coppia decisamente più
anziana.
Sana non potè far a meno di
notare i chili di troppo di Aya, certo, con l’età si
ingrassa, ma la ragazza aveva una pancia prorompente anche da seduta!
Tsuyoshile si
avvicinò sorridendo. Anche lui di certo, mostrava le prime somiglianze
con il padre. I capelli gli stavano pian piano lasciando la fronte nuda, tra
poco sarebbe diventato come uno di quei vecchietti che hanno la fronte tagliata
a metà da una scia pelata. Alla sola idea Sana rabbrividì.
-Sana!
Ti trovo in gran forma!!! Certo…sei più adulta ormai,
però il tuo viso è rimasto quello da bambina di sempre.
-Sono
contenta di rivedervi Tsuyoshi!!-
disse lei abbracciandoli.
-Aya,
aspetta che ti aiuto ad alzarti…- disse Tsuyoshi nel
vedere che Aya si stava alzando dal divanetto.
Corse da lei e la prese per un braccio portandola su quasi
di peso. Sana non capiva il significato di quel gesto…
Improvvisamente notò che la pancia di Aya
aveva qualcosa di strano, era sin troppo rotondeggiante e gonfia per essere
solo qualche chilo di troppo. Era stranissima.
Improvvisamente però capì, ma quel pensiero la sconvolse
parecchio.
La sua bocca formò una “O” e quasi urlando esclamò:- Aya sei incinta????!!!!!-
Tutti scoppiarono a ridere per la scoperta ritardata di
Sana, che capì di averci visto proprio giusto.
-Oh
mio Dio…quindi…diventerete genitori?!- esclamò
completamente senza ragionare.
Quei due genitori…era magnifico però…cavolo
sembrava una cosa così affrettata!!!
-In
realtà…- disse Tsuyoshi diventando paonazzo ma
sorridendo.
Improvvisamente non ci fu bisogno delle sue parole. Un bambinetto di circa 5 anni sbucò dal corridoio tenendo in
mano un giocattolino robot.
Si avvinghiò alla gamba della madre appena vide Sana,
scrutandola con i suoi dolcissimi occhi nocciola:-
Mamma chi è questa?-
-Questa, tesoro, è Sanachan, l’amica di mamma e
papà, te ne abbiamo parlato tanto!!- disse Aya
accarezzandogli la fronte mentre lui era imbambolato a guardarla.
-Mio
Dio…- esclamò Sana incredula- questo è vostro figlio!-
In effetti guardandolo si coglievano
le somiglianze con i genitori: la faccina rotondeggiante, gli occhietti a
mandorla della madre, e delle guanciotte che
ricordavano parecchio quelle del vecchio Tsuyo.
-Amore,
dì alla zia Sana come ti chiami- gli disse Tsuyo, ma il bimbo si nascose dietro il suo polpaccio, imbarazzato.
-Chi
chi- rispose lui da dietro la gamba.
Tutti risero.
-Si
chiama Ichiro, solo che da sempre lo chiamiamo Chi-chi- spiegò la madre.
Sana era al settimo cielo: i suoi amici avevano un
figlioletto, anzi, due, quasi.
Era una vera e propria famiglia felice, e questo le
riempiva il cuore di gioia.
In piedi vicino a lei c’erano anche Margharet
e George, lei con i capelli non più legati a treccia
oramai, aveva un bel taglio a caschetto che
circondava perfettamente il suo viso dolce e armonioso. Lui aveva una barbetta
scura, che lo faceva sembrare un vero e proprio adulto.
“Del resto Sana, sono adulti! Anche
tu sei adulta!...perchè allora non riesco ancora a vederli
così, ma rivivo le loro facce ancora bambine?”
In quel momento i suoi pensieri furono interrotti da una
voce familiare, la conosceva bene sì, però aveva qualcosa di
diverso, ora era la voce di un uomo…oh mio Dio…
-Fuka mi puoi dire dove si trova il pepe nero per favore?-
Sana si girò di scatto, a pochi metri da lei c’era lui. AkitoHayama. Sana ci mise un po’
a mettere a fuoco. Lo guardava stupita, non sembrava lui, cioè sì, era di certo
lui, con quei capelli che gli scendevano sempre sulla fronte coprendogli un po’
gli occhi, già, gli occhi…cavoli che occhi che aveva quel ragazzo, di un colore
inspiegabile…di una profondità incredibile.
E poi, cavolo, quanto era alto!! E
che belle spalle larghe! Sana sentì un fremito in gola…non riusciva a credere
che fosse proprio davanti a lei. Era incredibile.
I loro occhi si incrociarono per un lungo attimo, entrambi
notavano le differenze e le caratteristiche di sempre dell’altro.
Ci volle un aiutino esterno per
farli parlare…
-Akito, guarda chi è arrivata!- disse Tsuyoshi
rompendo il ghiaccio.
Lo fece avvicinare a Sana di proposito. Entrambi però non
staccavano lo sguardo dagli occhi dell’altro.
Nessuno voleva intromettersi in quella scena quasi
commovente.
Nessuno tranne…
-Akito! Ma dove sei finito? Hai lasciato il riso sui fornelli!!-
Improvvisamente sulla porta del salotto comparve una
ragazza. Doveva avere sì e no 25 anni o giù di lì. Era piccolina però, non
molto alta di certo, un corpo esile quasi da bambola. I capelli le scendevano
con grazia sulle spalle formando delle ondine bionde.
Aveva un viso quasi di porcellana, la pelle candida e il
nasino all’insù, gli occhi da cerbiatta marroni e delle particolari labbra
sottili.
Era decisamente molto carina, pensò Sana.
Alla vista dell’attrice, la ragazza biondina rimase quasi
sbalordita, quasi, forse perché era stata già avvisata del suo arrivo.
Si avvicinò ai due ragazzi sempre guardando Sana con i suoi
occhi da cerbiatta.
-Piacere,
sono TomokoKiragaua.-
disse con una voce particolarmente femminile tendendo la mano a Sana.
-Io
invece sono Sana…-
-Kurata!- disse interrompendola di proposito- E chi non conosce l’attrice più famosa di tutto il giappone!
Sana rimase un attimo zitta, forse
era a causa dell’imbarazzo che provava davanti a quella ragazza così sicura di
sé.
La ragazza posò lo sguardo su Akito
e iniziò a sgridarlo scherzosamente:- Akito! Ma ti pare che mi devo presentare da sola alla tua
amica?! Sei proprio il solito…Comunque sono la sua
fidanzata.-
Fidanzata? Akito aveva una
fidanzata e lei non lo sapeva? Beh, naturale non si erano visti per più di 15
anni!! Però cavolo che notizia!
-Stiamo
insieme da 2 mesi vero Aki?- disse rivolgendosi ad Akito, che ancora non spiccicava parola.
-Sì…
lei è la mia ragazza.- disse con voce bassa ma concreta.
-Ah,
bene! Sono contenta Hayama! E comunque complimenti a
tutti e due siete proprio una bella coppia.- disse sorridendo con uno strano
fare da attrice.
Tomoko afferrò la mano di Akito e gli sorrise.
-Bene,
ora che ci siamo tutti è ora di un brindisi!- esclamò Fuka
portando dei bicchieri pieni di champagne su un vassoio.
Si spostarono tutti in giardino, dove era stato attrezzato un mini salotto con sedie, tavoli e aperitivi.
Dopo che presero un bicchiere Fuka
parlò:- Sono contenta che siete tutti qui oggi, è
fantastico rivedervi dopo così tanti anni, è stata un’emozione indescrivibile! Non
credo di essere stata mai così emozionata come i questi
giorni. Quindi facciamo un brindisi a noi, i compagni di scuola di sempre,
sperando di poter festeggiare molti altri giorni come questo! CinCin!!
-Cincin!!!- risposero tutti iniziando
a far scontrare i bicchieri.
-Cincin!- esclamarono Fuka e Jeremy iniziando a ridere e baciandosi.
-Cincin!- dissero Tsuyo e Aya accarezzando entrambi la pancia di lei.
Sana si girò e si trovò dietro Akito.
-Beh
allora…cincin!- disse lei facendo tintinnare il suo
bicchiere con quello di lui.
-Sana.-
disse con il suo solito sguardo profondo avvicinandosi al suo volto.
-Sì?...- chiese lei trattenendo il respiro per un attimo mentre
Akito le si avvicinava all’orecchio.
-Lo
sai che ti è cresciuto il seno?- disse beffardo ma con fare molto calmo
posandole una mano sul decolté.
Sana rimase un attimo sbalordita
dal gesto, ma non per così tanto tempo.
-BRUTTO
MASCALZONE!!!!- disse improvvisando un salto da ninja e colpendolo con l’eterno martello di gomma.
-Haiancora quel coso?!?-
chiese lui incredulo con un cerottone sulla fronte.
-CERTOOO!!! E VEDO CHE E’ ANCORA MOTLO UTILE!!!- rispose lei con gli
occhi iniettati di sangue.
Iniziarono a rincorrersi come facevano alle elementari
suscitando le risate dei compagni.
-Tuttavia
è consolante vedere che quei due non sono cambiati poi più di tanto!- disse Tsuyoshidivertito mentre una
martellata ben precisa colpiva in pieno Akito.
Mi raccomando
recensite come sempre! Questo capitolo dovete ammettere che era
un po’ più lungo! Eheh baci
La mattina seguente iniziò in modo piuttosto brusco.
La voce gracchiante di un gallo spennacchiato annunciò il
levar del sole, ma fu ricompensato dall’imminente martellata che ricevette da
Sana-chan, decisamente poco contenta di doversi
svegliare così presto.
Il povero gallo iniziò a correre spaventato intorno alla
casa gridando ancora più forte mentre Sana cercava di
tramortirlo con il martello.
Fuka aprì la porta curiosa di sapere da dove provenisse tanto fracasso.
Il gallo, come sua ultima speranza si infilò
tra le gambe di Fuka, mentre Sana, con gli occhi fuori dalle orbite e un
sorriso malefico da macellaio, andò a sbattere contro la povera ragazza che era
in piedi sulla porta.
Si ritrovarono entrambe a terra con un cerotto extralarge sulla fronte.
-Sana! Ma dove corri così di prima mattina?!- chiese un po’ scocciata Fuka rialzandosi a fatica.
Sana era rimasta a terra semi svenuta, con gli occhi che le
roteavano e con indosso ancor ala vestaglia da notte.
-Qui siamo in campagna, non puoi essere sempre così
rumorosa!!!- continuò Fuka aiutandola a rialzarsi.
-E’ tutta colpa sua…- disse
Sana con gli occhi ancora omicidi indicando il galletto che faceva il finto
santarellino nascosto tra le gambe della mora.
-Cosa? Colpa di chi? Di Jack?!Ma dai! E’ il suo lavoro
svegliare tutti presto! E’ il nostro galletto domestico!-
Sana non l’ascoltava
neanche. Quel galletto l’aveva buttata giù dal letto alle 6 di mattina, che era
l’ora in cui di solito lei si svegliava, solo che di pomeriggio!
Come faceva Fuka a condurre una
vita felice con quel pennuto che schiamazzava di qua e di là a
tutte le ora del giorno?
Ebbe una visione del galletto
arrostito su uno spiedo, ma si riprese presto scossa dalle parole dell’amica:- …capito quindi Sana? Non devi prendertela con lui!!-
-D’accordo…- disse con aria poco convincente. Ma era davvero lei l’attrice più brava del mondo? Nella vita
privata riusciva ben poco a nascondere i suoi veri istinti…
-Dai entra che ti preparo la colazione.-disse Fuka togliendo
dalla mente di Sana il polletto sostituendolo con una
torretta di omelette calde.
Non se lo fece ripetere due
volte.
Quella mattina Sana si accorse
del buon gusto che aveva Fuka nell’arredamento della casa.
Aveva uno stile particolare,
molto elegante ma allo stesso tempo ironico.
Le uniche già sveglie erano loro,
probabilmente il galletto non aveva fatto in tempo a completare il suo lavoro e
non vi sto a spiegare il perché!
-Allora Sana…- disse Fuka interrompendo il continuo
masticare di Sanachan per instaurare un discorso-
come va la tua vita?
Sana la guardò un attimo per
bene. In quel momento Fuka sembrava una giornalista, una di quelle persone che fanno le domande in modo piuttosto generico ma che alla fine
intendono sempre una cosa…
-Se vuoi sapere se ho un uomo
la risposta è no- rispose secca riprendendo a mangiare.
-Ma…e la tua relazione con Naozumi?-
chiese Fuka stupita dalla risposta della ragazza.
-Eh, Naozumi…il nostro rapporto dipende dal mio umore
ormai, il nostro è un tira e molla che non finisce mai…a
volte non ci sentiamo per mesi e poi però torniamo insieme…poi lui parte e io
giro un film, poi siamo di nuovo più affiatati che mai…poi…-
-Ok ok, hai
reso l’idea.- la fermò Fuka.
-Per il resto…beh lo sai. Ormai la mia vita è casa e
lavoro. Anzi, forse è solo lavoro. E’ stato un miracolo poter ottenere un
week-end libero per venire qui.-
-Immagino.- disse Fuka abbassando lo sguardo- Sai…avevo
paura che non saresti riuscita a venire…oppure che non
avessi più voglia di rivederci. Non sai che emozione fa sempre passare davanti a uno di quegli enormi cartelloni pubblicitari in cui tu sei
più bella che mai, o vederti in tv, sul grande schermo…fa un certo effetto, sai…che
tu sia qui adesso, in carne ed ossa, e non più soltanto un’immagine virtuale
sballata tra il cinema e gli spot.
-Sono contenta anch’io Fuka.- rispose
Sana intuendo la felicità della ragazza dalle sue parole.
Si sorrisero.
- E poi...-
disse Sana improvvisamente.- Hai visto come siamo cambiati in questi ultimi
anni?
Fuka rise di gusto:- Eh sì, incredibile vero? Siamo tutti così diversi…te però sei sempre la solita.-
Sana la guardò un attimo. Non
sapeva se prenderlo come un complimento o una critica.
-…lanci urla di gioia nel
rivedere i tuoi amici, ti metti a correre dietro un gallo di prima mattina,
mangi come se fossi a digiuno da settimane…insomma, la Sana di sempre!!
Sana sorrise.
-Sai, quando sono arrivati gli altri ieri, c’era un clima un po’ strano, freddo, imbarazzante, ognuno che
notava gli aspetti differenti degli altri…ci siamo salutati addirittura con una
stretta di mano e niente più. Poi…quando sei arrivata tu…è come se fosse sorto
il sole in piena notte. Non ho idea di come tu faccia
Sana, a trasmettere sempre così tanta felicità e gioia. Mi hai abbracciata come
se ci fossimo viste solo pochi giorni prima, mi hai fatto capire che non era stato un errore organizzare questo incontro…
Sana era quasi commossa dalle
parole dell’amica:- Fuka, non ho dormito per l’emozione.
Sai che non dormire per me è quasi impossibile, sono un ghiro nato. Ma pochi
giorni fa avevo lo stomaco sotto sopra, non riuscivo a
immaginarvi adulti. E’ stato bellissimo rivedervi. Non potevi organizzare cosa
migliore amica mia.
Rimasero un po’
in silenzio, Sana gustava le sue ultime omelette, mentre Fuka
sorseggiava con calma il suo caffè.
Improvvisamente Fuka disse una
cosa che fece quasi strozzare Sana con un pezzo di frittella:-
E Akito? Come l’hai trovato?-
Sana non sapeva
davvero cosa rispondere.
-Beh ecco…Akito…è…- balbettò
cercando di trovare le parole adatte.
-Ti ha fatto un certo effetto
rivederlo vero?- disse Fuka più schietta che mai guardandola da dietro
la tazzina.
-Oddio, certo fa un certo effetto rivederlo dopo così
tanto…-
Fuka le lanciò un’occhiata d’intesa.
Sana si spaventò.
-Perché…mi guardi così?- chiese
intimorita dagli occhi seri di Fuka.
-Oh niente, pensavo soltanto a quell’occhiata che vi
siete lanciati appena vi siete visti…era così intensa che mi ha fatto venire un
brivido. Non avevo mai visto una cosa del genere.- disse
mentre Sana avvampava.
-Fuka….ma-ma cosa dici…!- esclamò Sana.
-Che attrice patetica...- mormorò Fuka divertita.
Sana decise di reagire alla
faccia tosta della ragazza:- Ma insomma Fuka! Smettila
di dirmi così! Akito e io siamo solo amici, anzi,
siamo amici-nemici!! Da SEMPRE! E poi…lui è fidanzato…-
-AHAH!- eslcamò Fuka
soddisfatta puntandogli contro l’indice.- Visto? Il fatto che lui sia fidanzato
ti crea problemi!!! E’ ovvio, hai ancora qualcosa che
batte per lui…
-Fuka io…- esclamò Sana cercando di convincere l’amica,
ma improvvisamente sentì i passi di qualcuno dietro di lei.
-Buongiorno.- disse Akito già vestito sedendosi accanto
a Sana.- Di che parlate con così tanta passione?-
-OMLETTE!- esclamò Sana mentre
il cuore le batteva a mille per la paura.
Hayama la guardò torvo per un
attimo, poi spostò lo sguardo sulle omette sul suo
piatto, intimorendo anche loro.
Fuka li guardava divertita mentre Sana le lanciava occhiate omicide.
Quella imbarazzante
conversazione fu interrotta fortunatamente dall’arrivo degli altri.
Sana cercò di parlare
immediatamente d’altro.
-Allora Fuka, cosa hai organizzato per oggi?
Fuka sorrise compiaciuta della
domanda, e orgogliosa rispose:- Lo vedrete tra poco…
Per tutto il tragitto Sana non poté
fare a meno di notare come Hayama avesse mantenuto quell’aria tenebrosa di
sempre anche dopo tutti quegli anni.
Lo sguardo basso, i capelli biondo cenere
che gli coprivano completamente la fronte e quell’atteggiamento assente e
passivo che a lei dava leggermente fastidio. Non aveva spiccicato parola per
tutto il tempo, al massimo fischiettava ogni tanto, ma quello era l’unico segno
di vita che dava.
Tomoko camminava davanti a lui e
cercava il più possibile di ambientarsi facendo
conoscenza con gli altri.
Poi però tornò a guardare Akito, intensamente.
D’improvviso lui distolse lo sguardo dal suolo accorgendosi
degli occhi di Sana che lo scrutavano.
Sana sentì un gelo glaciale percorrerle la schiena e distolse
immediatamente gli occhi da lui, avvampando.
Per fortuna Tsuyoshi interruppe quel silenzio imbarazzante:- Fuka, saranno trenta minuti buoni che camminiamo si può
sapere dove ci stai portando?
Fuka si mise a ridere e lanciò un’occhiata d’intesa a Jeremy:- Siamo quasi arrivati.
Dovettero strabuzzare gli occhi un paio di volte prima di
realizzare cosa c’era davanti ai loro occhi.
-Non mi dirai che…- balbettò Margharet.
-Noo! Non è
possibile!- disse a sua volta Tsuyoshi.
-E invece sì…- disse Fuka
soddisfatta.
-E’…-
Davanti a loro c’era una lunga e
larga fossa scavata nel terreno, come il letto di un fiume prosciugato dal
tempo e sopra vi erano riposti in orizzontale dei tronchi d’albero.
In quel momento tutti capirono di
cosa si trattava…
Tutti si tapparono le orecchie assorditi dal grido di Sanachan.
-E’ FANTASTICOOOO FUKA E’ STUPENDOOOO!!!
PROPRIO COME AI VECCHI TEMPI!!- esclamò Sana emozionantissima.
Fuka aveva riprodotto uno dei
tanti giochi che facevano al tempo delle elementari. Quello però era
particolare! Sana ebbe un flash back improvviso, si ricordò che quella volta
venne addirittura Viva l’Allegria a filmare il tutto!
-Vi piace?- chiese Fuka.
Tutti annuirono entusiasti.
In poco tempo erano tutti pronti
per giocare: muniti di casco di protezione, di un mega
martello di gomma e di un partner. L’unica rimasta fuori
dalla gara era Aya, che essendo incinta non poteva di certo partecipare
ad un gioco così pericoloso, però si offrì per fare l’arbitro.
Jeremy,
George e Akito stavano in coppia con le loro
rispettive partner, quindi l’altra coppia fu formata da Tsuyoshi e Sana.
Il gioco iniziò.
Le coppie si disposero su un tronco ciascuna, con i due parteciparti posizionati alle
estremità opposte.
Lo scopo del gioco era buttare
giù il partner colpendolo a martellate, e fu quello che successe dopo pochi
secondi.
Aya diede il fischio d’inizio.
-Kyaaaaaa!!!!-
esclamò Sana già calata nel gioco fiondandosicontro il povero e impaurito Tsuyoshi.
Mentre lottava con il suo partner Sana lanciò un’occhiata veloce ad Akito e Tomoko.
Cavolo, la ragazza sapeva
muoversi!!
Una strana sensazione si impadronì del corpo di Sana…
Nella sua mente la figura di Tomoko prese il posto di Tsuyoshi. I suoi occhi si iniettarono immediatamente di sangue e con tutta la forza
che aveva in corpo sferrò un colpo micidiale a Tsuyoshi facendolo cadere dal
tronco alla rete protettiva che era stata messa sotto di loro.
Aya fischiò un po’ delusa:- Il mio gianduiotto è K.O.!
Il povero Tsuyoshi aveva gli
occhi a spirale per il dolore e un enorme cerotto in testa.
Sana si sentì un po’ in colpa…
“Scusa Tsuyoshi, ma quel colpo
non era destinato a te…”
Dopo il primo round erano rimaste solo 4 persone in gioco: Sana, che aveva steso
Tsuyo, George, che aveva anch’esso battuto la sua
partner , Fuka e poi Akito.
La lotta tra quest’ultimo e la sua partner era stata decisamente la più emozionante:
lei non era intenzionata ad arrendersi, ma lui, nonostante tutto, era riuscita
a batterla. Sana sapeva probabilmente la sua professione da karateka l’aveva aiutato parecchio.
Ad ogni modo l’ultimo round era
arrivato, ed era quello decisivo.
Sana ed Akito, Fuka e George.
Sana e Akito si guardarono profondamente mentre Aya scandiva il conto alla rovescia.
Al “via” il gioco si fece
emozionante. Sana e Akito combattevano arditamente.
-Ti ho battuta alle elementari- disse Akito difendendosi
dai colpi di Sana- preparati a rivivere quell’esperienza.
-Non ci contare Hayama…!- esclamò lei provando a colpirlo ma non riuscendoci.- Eri in difficoltà con la tua
ragazza prima, vi ho visti, con me non hai proprio possibilità.
Akito fu un attimo scosso da
quelle parole ed iniziò pian piano a difendersi sempre di meno, mentre le
martellate di Sana lo colpivano dappertutto.
-Visto! Visto! Batti la fiacca caro mio!!!Ahahah! Dillo, dai dillo che sono
io qui la campionessa indiscussa! Tu sei vecchio ormai caro Akki!
Lui le lanciò un’occhiata
glaciale e subito dopo fece un sorrisetto
spavaldo e malizioso, poi, di colpo, spostò lo sguardo sul decoltè di lei. Quest’ultima, accorgendosene, si avvelenò maggiormente:- Brutto porco cosa ti guardi?!-
Lui rise:-
Non vale però, tu puoi ancora darmi i vecchi soprannomi, te ormai non posso
neanche più chiamarti manico di scopa…ehhhmannaggia, mi piaceva quel soprannome, chissà se magari ti
sei fatta cancellare anche i tre nei sulla chiappa con la chirurgia plastica…
Sana non ci vide più dalla rabbia:- TUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!!!!!!!!!! GRRRRRRR
Provò a colpirlo con un lancio
decisivo, ma lui fu più veloce e, abbassandosi di colpo, le fece perdere l’equilibrio,
la povera Sana staccò i piedi dal tronco atterrando sulla rete protettiva.
Dopo un’iniziale
trauma aprì gli occhi e fu accecata dalla luce, poi qualcuno si
contrappose tra lei e il sole, ombreggiandole il viso. Akito la guardava dall’alto,
soddisfatto e sorridente. La differenza tra lui e il sole non c’era, entrambi la accecavano per la bellezza, l’unica
differenza era che Hayama era un demonio!!!!!!
I suoi pensieri furono scossi via
dal fischio di Aya che determinò la fine del gioco,
dato che sia Fuka che George erano caduti, e quindi la vittoria indiscussa di
quell’essere maligno.
- Io te l’avevo detto che avresti
vissuto la stessa esperienza delle elementari!- disse beffardo Akito
guardandola dall’alto con il suo sorrisino che dava davvero ai nervi.
E in quel
momento Sana provò un incredibile istinto omicida verso di lui…
Povera Sana! Che umiliazione!!! Dai comunque non vi anticiperò niente del prossimo
capitolo, non posso di certo dirvi che Sana ucciderà Akito!( :P Skerzo ovviamente…o forse no….:P) ihihih
recensite!!! Baci
Sana si sciacquò la faccia con dell’acqua fredda e si guardò
allo specchio: era stravolta!!!
Fuka e Jeremy avevano organizzato
così tante cose in quel giorno che a stento riusciva a
ricordarle!
Non era più abituata a faticare così, le gambe le dolevano
così tanto che si dovette sdraiare un attimo sul letto
per riprendere le forze.
Incredibilmente riuscì a rilassarsi, coccolata dai colori
caldi del cottage in cui soggiornava per quei giorni. Scoppiò immediatamente a
ridere ripensando alle parole di Fuka quando aveva
dato la disposizione delle camere! Nonostante lei fosse l’unica che non aveva
un partner, le era stato permesso di appropriarsi della
casetta in legno di fianco alla villa, di sicuro la sistemazione più larga e
spaziosa. Fuka le aveva detto che per quante valigie si era portata dietro
sarebbero state necessarie due camere distinte di cui una da riempire solo con
i vestiti!!!.
Raccolse i suoi raggianti capelli in una coda alta e si
diresse verso le valigie. Era stata la sua stilista personale a prepararle e
Sana non aveva proprio idea di cosa potesse averci
messo dentro.
Le prese quasi un colpo quando vide spuntare fuori dei
vestiti di alta moda che aveva messo a un gala a New
York e degli accessori super costosi che non erano di certo adatti a quel tipo
di vacanza.
“Ma cosa diamine ha pensato? Che
andassi a una sfilata a Parigi forse?!?!”
Per quanto si potesse impegnare a
ricercare in quelle valigie colme di vestiti da milioni di dollari qualcosa di
ADATTO alla vita campagnola, riuscì ad arrangiare soltanto una minigonna color
fucsia psichedelico e una maglietta piuttosto costosa e decisamente non poco appariscente.
Per non parlare delle scarpe!! Il
suo tallone non poteva stare ad altezza minore di 12 cm ed era un bel problema
dato che avrebbero cenato all’aperto, dove il terreno veniva
concimato con il letame.
Si guardò allo specchio. Fece una smorfia schifata, sembrava
una specie di Paris Hilton pronta per una festa all’ultimo
grido, e non una normale donna campagnola vestita in
modo adatto per un barbecue all’aperto.
Senza accorgersene si ritrovò ad essere, come suo solito, praticamente in ritardo imperdonabile!
Si slegò i capelli e li arruffò un po’, giusto per sembrareun minimo
disordinata, ma il risultato non cambiò.
Cercò allora di ridurre al minimo il
trucco, fece di tutto per apparire normale ma…
-Puoi spettinarti quanto vuoi, ma non riuscirai mai a
far sembrare banali quelle gambe lunghe che ti ritrovi con una minigonna del
genere Kurata…-
Sana si girò di scattò presa dallo
spavento, e per sua sfortuna lo vide. Era sulla porta che se la guardava
divertito, con le braccia incrociate e quel volto strafottente che conosceva
bene.
-Co…come hai fatto ad entrare,
tu? – chiese lei cercando disperatamente di far
allungare la gonna mentre lui sorrideva sotto i baffi.
-Sai, per evitare incidenti come questi, esistono
apposta le serrature… dovresti imparare ad usarle, sai!-
-Sì, e tu dovresti imparare a bussare! Sei un cafone!- gli rinfacciò lei dandogli le spalle e cercando di
sistemarsi il più possibile.
-Ma io lo dico per te, qui di notte girano molti orsi
bruni…figurati se non sono capaci di aprire una porta già aperta!- disse quasi
sorridendo lui mentre i loro sguardi si incrociavano
attraverso lo specchio.
-Sono sicura che gli orsi bruni conoscono le buone
maniere più di te!- disse avvicinandosi al ragazzo con
aria assassina.
-Ehi, ehi calma! Vengo in pace!
Ero semplicemente venuto a dirti di sbrigarti, la carne è
già pronta.
Sana gli lanciò un ultimo sguardo
fulmineo, poi prese le chiavi e fece per uscire, ma Herik continuava a bloccare
il passaggio.
-Senti, accumulo ritardi da una vita, ma se ti ci metti
anche tu che non ti sposti…-
-Non ho intenzione di farti accumulare un ulteriore ritardo, ma non ho capito bene…hai davvero intenzione
di venire vestita così? Pensavo stessi facendo un po’ di prove per una sfilata
a Londra!-
-Ti faccio presente che è l’unica cosa più o meno adatta
che possiedo in quella colonna di valigie, e ora andiamo per favore…
-Va bene come vuoi tu…
Finalmente uscirono dal cottage e Sana,
appena entrò a contatto con l’esterno, rabbrividì, era quasi estate, ma faceva
freddo come in una notte autunnale!
La strada dal cottage al cortile esterno era nera come la
pece, e Sana riusciva a malapena a riconoscere la sagoma di Herik in quell’oscurità,
se non fosse stato per il calore che emanava.
Si ritrovò involontariamente a fissarlo.
-Perché mi fissi?- chiese lui
perfetto come un orologio svizzero.
-Ma se non riesco neanche a
vederti con questo buio! Piuttosto sei sicuro che sia la strada giusta?- chiese
lei strofinando le mani cercando di scaldarsi.
-Io comunque mi sentivo
osservato.- concluse con un tono di voce che non ammetteva obiezioni.
-In realtà stavo pensando…da quando
in qua tu mi fai dei complimenti?- disse Sana cercando di distinguere la sua sagoma
nell’oscurità.
-Ti riferisci all’accenno alle gambe che ho fatto
prima?- chiese con nonchalance.
Sana tacque e lui continuò
imperterrito:- Beh…quello non era mica un complimento
infatti.
-E cos’era allora, eh?- rispose
lei.
-C’è una bella differenza tra fare un complimento e dire
la semplice verità…-
Sana rimase colpita da quelle
parole. Ci fu un lungo attimo di silenzio da parte di entrambi.
Improvvisamente lei alzò lo
sguardo verso il cielo nero e intravide una strana perla di luce.
-Herik! Herik! Guarda in alto!C’è una lucciola!!- esclamò entusiasta.
-Ma dove scusa…- chiese lui senza
intravedere alcuna traccia di lucciola in quella tavolozza di colori notturni.
-Ma sì, dai, eccola lì!!-
continuava lei indicando un punto poco preciso.
Herik si era
ormai rassegnato, Sana continuava a vedere ovunque lucciole.
Lui invece non era più molto
sicuro del sentiero che stavano percorrendo, ma del resto in quel passaggio
poco illuminato era impossibile dire dove stavano andando di preciso.
Improvvisamente entrambi sentirono di aver messo il piede nel punto sbagliato, perché
sotto di loro la ghiaia rivelò un improvviso precipizio, ma loro lo capirono
troppo tardi…
HELLOOOOOOO!!!! Oggi è giornata per Sana e
Herik eh! Ma non preoccupatevi, non voglio ucciderli (ihih) devo solo creare un’atmosfera giusta per x rivivere
le esperienze del passato…! (Nd
Sana e Herik- E non ce le puoi far rivivere in modo meno doloroso e
faticoso???!!!!GRRR)
(nd io-
Scusatemi…°///°)
Comunque! Posterò entro oggi anche l’altro capitolo perciò non
scollatevi dal pc e recensiteeeeeee
Capitolo 6 *** Perchè le parole possono mentire, ma... ***
Capitolo 6- Perché le parole possono mentire, ma…
Capitolo 6- Perché le parole possono
mentire, ma…
Si ritrovarono ben presto sul fondo del precipizio rotolati
giù come dei massi durante una valanga.
Avevano la schiena dolorante e una marea di uccellini che
gli ronzavano intorno alla testa a causa della botta.
-Ahia…- mormorò Sana cercando di alzarsi a fatica.
-Kurata, stai bene?- le chiese Herik intravedendola nel
buio.
-Sì…ma i poveri tacchi hanno fatto una brutta fine…-
disse sentendosi immediatamente più bassa senza le scarpe che aveva perso
durante la caduta.- E tu invece? Niente di rotto?
-Credo di n…-ma
fu subito interrotto dalla voce schiamazzante di Sana.
-Bah, ma io dico…E io ti chiedo anche come stai dopo che
ci hai fatto cadere nel precipizio!!! Te l’avevo detto che non stavamo andando
dalla parte giusta!...
Herik sogghignò e Sana si
interruppe:- Perché stai ridendo? Non mi sembra che sia una situazione
divertente.
-Ci siamo già passati Sana, ti ricordi? Ci è già
successo una volta…
Sana ebbe di colpo un flash
back…ma sì certo! La gita delle elementari! Anche quella volta erano caduti…
Anche tu… sei caduto? Che coincidenza!
Siamo entrambi sullo stesso pesce gatto!“ Sulla stessa barca” vorrai dire!
Temo che non ci sentano… Siamo davvero in una brutta situazione.
E poi…
Io penso che tu…sia brava a recitare… che a volte la tua allegria sia
solo finzione…
“Avevi pienamente ragione…Hayama…
Avevi ragione…”
…E’ raro che lui mostri i suoi sentimenti a qualcuno…
Se tu sei triste…vorrei poterti essere d’aiuto… Se ti viene voglia di
piangere…puoi venire da me…
-Cavolo Hayama…era la stessa situazione…di tempo fa…-
-Che ti ho detto io?- disse ironico sedendosi con la
schiena contro la salita.
Sentendo e percependo i suoi
gesti, anche Sana si sedette in silenzio.
La luna si stava pian piano
scoprendo dalle nuvole, illuminando la notte come una specie di faro. E in quel
momento centinaia, anzi no, migliaia di lucciole comparvero intorno a loro come
in un incantesimo.
Riuscirono finalmente a vedersi
in volto.
Sana sorrise spensierata:- Non
avevo tutti i torti…le lucciole c’erano davvero…
Herik annuì.
Sana godeva dello spettacolo di
luci e ombre che le si prostrava davanti agli occhi, lui invece poteva godere
di un altro spettacolo altrettanto bello…
-Ora però sei tu che mi fissi! Ti ho visto sai!- esclamò
Sana accorgendosi dei suoi occhi.
Herikdistolse subito lo sguardo con imbarazzo e si
guardò intorno.
-Piuttosto, come credi che riusciremo a risalire? L’altra
volta è successo per miracolo!- chiese Sana cercando di afferrare una lucciola.
-Non lo so…non ci resta che aspettare che qualcuno ci
venga a cercare.- rispose lui risoluto giocherellando con dei fili d’erba.
Sana rabbrividì improvvisamente
ed Herik se ne accorse.
-Hai freddo?- chiese immediatamente
-No…- ma non fece in tempo a rispondere che lui si era
già tolto la felpa e gliel’aveva data con un “Tieni” che non accettava
obiezioni.
Sana se la infilò e si sentì come
se Herik la stessa abbracciando: provò immediatamente calore e il suo profumo
la cullò per un istante bellissimo.
-Certo però che panorama…- disse Herik alludendo alle
lucciole.
-Mi spiace soltanto che quando la tua ragazza lo verrà a
sapere potrebbe pensare che ci siamo imboscati di proposito…dovrai darle
qualche spiegazione credo…-
-Non le devo spiegare nulla. – risposta breve ma
concreta.
Sana cambiò argomento, quella
risposta le era bastata:- Oggi mi hai battuta Hayama…ma mettiti bene in testa
che questa sarà la prima e l’ultima volta che succede una cosa del genere…
-Questa frase non ti porta fortuna credimi…anzi, contro
di me non fa effetto neanche la fortuna, sono un fenomeno della natura…
-Beh! Anch’io parlerei così se fossi un karateka
professionista come te, sai?-
Di colpo il viso di Herik diventò
grigio, e non per quel gioco di luci e ombre… c’era sicuramente qualcosa che lo
turbava, Sana glielo lesse negli occhi.
-Herik…va tutto bene?- chiese Sana cercando il suo
sguardo, ma lui fissava la terra, con un’aria assente ma triste.
-Ti ho offeso in qualche modo? Se è così devi scusarmi…-
-Ho dovuto mollare il karate…poco dopo la tua partenza.-
-Perché? Non capisco… Il tuo braccio era guarito, avevi
completato la riabilitazione…perché hai mollato?
-Non ho mollato di proposito. Sono stato costretto.-
disse secco strappando un mazzetto d’erba con violenza.
-Eh?- chiese Sana confusa.
-Ho continuato a praticare per altri due anni dopo la
tua partenza per l’Europa, per due anni avevo aspettato che tu tornassi in ogni
momento, come mi avevi promesso…poi però i giornali, le voci stavolta concrete
su te e Naozumi…e poco a poco mi sono rassegnato. Ho conosciuto Tomoko, era la
mia nuova vicina di casa. Ci siamo messi ed è stata la mia ragazza per tutto
questo tempo… Comunque con il karate andavo alla grande, sfogavo la mia rabbia
e davo sempre il meglio di me, ero a un passo da diventare cintura nera…un
passo…ma Tomoko ha interrotto tutto. Diceva che dedicavo più tempo a quello
sport che a lei, ero diventato la sua ossessione. Mi ha costretto a fermarmi
lì, a buttare al vento tutto ciò che avevo combinato di buono in quegli anni…e
da lì in poi non ho più neanche tirato un pugno ad un muro.
-Ma Herik non capisco…ti sei fatto costringere? E poi perché
quando mi sono presentata lei mi ha detto che stavate insieme da soli 2 mesi se
invece vi frequentavate da anni?
-Perché…beh ecco…ti ha detto così perché sono due mesi
che le ho dato un anello di fidanzamento…con la promessa di sposarla…-
Sana sentì il suolo franare sotto
di lei, una freccia avvelenata colpirle il cuore, un pegno violento fracassarle
lo stomaco…sensazioni che la facevano sentire come se stesse per morire da un
momento all’altro dopo aver sentito quelle parole.
Herik la guardò per capire la sua
reazione. Dentro di lei Sana soffriva come una matta, ma in qualche
straordinario modo riuscì a rimanere impassibile.
Alcune lucciole intorno a loro
scomparvero ed Herik non riuscì a vedere quella lacrima onesta che, proveniente
dal cuore, le rigava la guancia arrossata dal freddo.
-Tu…tu la ami vero?- chiese timorosa aspettando il colpo
finale che avrebbe messo fine al battito del suo cuore ormai tramortito…
Herik ci pensò un attimo, in quel
momento una lucciola dispettosa illuminò il viso di Sana, facendo brillare
quella goccia che scendeva lenta e amara fino alle sue labbra.
-No, io non la amo.-
No, io non la amo… No, io non la amo… No, io non la amo… No, io non la
amo… No, io non la amo… No, io non la amo… No, io non la amo… No, io non la amo…
-Bugiardo!- esclamò Sana mentre quella frase le girava
nel cervello come un trapano.
Herik le si avvicinò e la baciò a
fior di labbra, assaporando il gusto salato di quella lacrima dolcissima e
innocente.
Se ti viene voglia di piangere…puoi venire da me.
Sana chiuse gli occhi e altre
lacrime le rigarono in viso, scivolando sulle loro labbra.
In quel momento quella frase
assunse un suono più dolce, più veritiero…perché le parole possono mentire, ma
i baci non ne sono capaci…
AHAH!
Capitolo rivelazione!!!! Ma non credete che d’ora in poi sarà tutto stile “…e
vissero tutti felici e contenti” perché non sarà affatto così…assaporate anche
voi quegli ultimi residui salati che vi rimangono in bocca perché Surferfrancy
non vi assicura nulla…
Spero
a presto!!!
Recensite
mi raccomando, mi fa sempre molto piacere.
Continuò
imperterrita a battere i pugni sulla sua porta e a urlare come una matta:- Sana fammi entrare immediatamente o butto giù la porta ti
avviso!-
-Fuka sono le
6 di mattina lasciami in pace…non ho voglia di parlarne.-
Sana
si dovette improvvisamente ricredere quando si girò
verso l’ingresso e vide la porta della sua casetta scardinata e stesa sul
pavimento.
Fuka
era all’ingresso, appariva come una figura ombrosa contro
sole, con i gomiti poggiati sui fianchi in segno di sfida e le gambe
divaricate stile macho.
Sana
rimase con la bocca aperta e non riusciva quasi a credere ai suoi occhi.
-Ma…ma c-come hai fatto a…?-
-Sai quante
volte ho dovuto buttar giù questa vecchia porta! Ormai il legno è completamente
marcio che è quasi più fragile della cartapesta!!- La
rialzò con facilità e la infilò nei cardini, ma a Sana pareva comunque di avere
davanti una specie di Fuka versione Hulk.
Ed
essendo versione Hulk appariva anche nella versione incazzata.
Sana
si precipitò sotto le coperte arrivando a nascondere persino la testa.
Sentì
la presenza di Fuka sopra di lei e per un attimo le sembro di morire.
-Io e
te…dobbiamo parlare!!- Fuka le tolse di dosso le
coperte con abile mossa e Sana si aggomitolò su se stessa come un gatto.
-Sana insomma!
Ieri sera abbiamo dovuto chiamare la polizia per ritrovarvi quindi per l’amor
del cielo, vuoi almeno spiegarmi come ci siete finiti lì sotto?!?!? Non hai osato spiccicare parola
quando vi abbiamo ritrovati mezzi ibernati!!-
-E’ stato un
incidente Fuka, siamo caduti tutti e due per sbaglio…
-Sì certo,
comunque se devo dirti la verità non mi interessa sapere come ci siete arrivati
in quelle fratte…-Fuka improvvisamente sfoderò un sorriso malizioso- Voglio
sapere cosa è successo quando vi siete ritrovati tutti
e due soli soletti…!
-Non è
successo niente!!!
Sana
cercò di negare in tutti i modi, ma l’astuta e schietta amica era abituata alle
sue mille facce da attrice e non era per niente facile ingannarla.
-Sana sono tua
amica!!! Se non me lo dici a me cosa è successo la
cosa è davvero grave!!
-…
-Forza!
Parla!!-
-…ecco
beh…diciamo che abbiamo parlato…- iniziò a dire Sana quasi contorcendosi le
mani per l’ansia.
-Mhmhm…-
-E lui diciamo
che mi ha detto una cosa che non mi aspettavo e poi diciamo che …
-Mh?
-Mi ha baciata!
ma un bacio piccolissimo, impercettibile, quasi
invisibile anzi forse non era neanche un bacio forse ci siamo sfiorati le
labbra per sbaglio…
-…
-Cioè magari
me lo sono anche sognato, lui però e era così convinto io non ho saputo
oppormi…
-…
-Però era da
immaginarselo che è sempre lui a rubare i baci non è
stata una mia iniziativa era una cosa pacifica Fuka ti prego DI’ QUALCOSA!!!-
Sana aveva parlato a raffica e adesso aveva addirittura il fiatone, Fuka invece
era rimasta paralizzata in piedi accanto al letto e la guardava con due occhi
da pesce cane.
-Cioè…vi siete
dati un bacio?
-…
-AHAH!!! LO SAPEVO LO SAPEVO LO SAPEVO ahahaha
sapevo che era successo qualcosa!!!!-
-Fuka ti prego
smettila non c’è niente da ridere!-
-D’accordo
manteniamo la calma…ma non sarete andati anche oltre
vero??- sfoderò un altro sorriso ancor più malizioso mentre Sana quasi
scoppiava di imbarazzo.
-Ma che cosa diciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
-Okokok, Sana per adesso l’importante è che quella
Tomoko non scopra nulla e che tu magari parli con
Akito!-
-No, no e NO. Io con lui proprio non ci voglio parlare, anzi digli
che sono scomparsa e che non riuscite più a trovarmi! Ma perché quando serve
non si apre una fossa nel terreno e mi risucchia???-
Improvvisamente
qualcuno bussò alla porta.
Entrambe
si guardarono e ammutolirono.
-Sana? Sana ci
sei? Sono io…Akito!-
Sana
per poco non svenne, afferrò le coperte e ci si infilò sotto. Fuka invece imitò
la voce di Sana:- Un secondo arrivo!!!
-Ma sei matta?!- le sussurrò Sana con gli occhi fuori dalle orbite.
-Vai ad
aprire, io mi nascondo nell’armadio… sbrigati!!!- le
disse tra i denti Fuka schizzando via verso l’armadio e chiudendocisi dentro.
Akito
bussò nuovamente e Sana con il cuore in gola si diresse verso la porta, e aprendola
per poco non la scardinò di nuovo.
Se
lo ritrovò davanti, anche lui una figura ombrosa contro sole,
ma riusciva a vedere i suoi occhi profondi che preannunciavano l’inizio di un
lungo discorso.
-Sana devo
parlarti assolutamente.-
-Io credo
invece che non ci sia nulla da dire- stava per richiudergli la porta in faccia,
lui la bloccò con un braccio e la porta si scardinò nuovamente.
Akito
rimase un attimo perplesso.
-Ehm…è
rotta…succede… spesso…- beh in questo modo non poteva neanche più chiudergliela
in faccia, doveva affrontarlo.
-Posso
entrare?-
Sana
si mise da parte, c’era solo da affrontarlo ormai.
-Tomoko stamattina era nera di rabbia per quello
che è successo ieri…perciò…
-Già mettiamo
le cose in chiaro da subito, è questo che vuoi dirmi? Non preoccuparti, quel
bacio per me non significava proprio niente, anzi, già non ci pensavo più, non
dovevamo farlo e basta. Perciò è meglio chiudere subito qui la faccenda e
lasciar perdere. Bene sei soddisfatto adesso? Puoi
tornare da Tomoko e dirle di non preoccuparsi perché
la tua ex non si immischierà nel vostro rapporto.
Per
la seconda volta in neanche 10 minuti si ritrovò senza fiato, quello sì che era
un monologo!
Akito
rimase impalato davanti a lei, forse non si aspettava quella reazione
esagerata.
-Beh, pensa
che io ero venuto qui per dirti il contrario, sai?-
Sana
rimase immobile a quella risposta inaspettata. Non poteva significare qualcosa
per lui, era lui quello fidanzato, era lui che l’aveva dimenticata all’inizio,
non poteva dirle così!
-Grazie per il
chiarimento di idee comunque.- prese con forza la porta e stavolta saltarono
tutti i cardini.
La
lasciò stare per terra e si allontanò velocemente verso la casa.
Fuka
uscì lentamente dall’armadio e vide Sana in piedi sulla porta, quest’ultima
improvvisamente scoppiò a piangere
Fuka
l’abbracciò da dietro affondando il volto nei suoi capelli bagnati di lacrime:- Mi sento uno schifo Fuka…sono un mostro…
Ma salveeeeee
Oggi sono una vera e propria macchina da
scrivere per questo ho deciso di ricominciare anche qstfik lasciata in sopeso!!!
Fuka entrò in cucina e salutò gli amici
seduti al tavolo i quali, intenti a consumare una
colazione ipercalorica a base di cibi fritti, non si accorsero immediatamente di
lei.:- Ragazzi scusate il ritardo!
Si
girarono tutti verso di lei sorridendole a bocca piena.
-Fuka finalmente!!!
Stavamo iniziando a preoccuparci!!! Ma… aspetta un momento…dov’è Sana???-
chiese Aya
-Ehm
ecco…- balbettò Fuka dirigendosi
verso la sedia più vicina- Sana stamattina non si sentiva molto
bene…preferisce non venire a fare l’escursione oggi.
Al
tavolo, in due posti più distanziati possibile, erano seduti anche Akito e Tomoko e Fuka si accorse che non
poteva di certo parlare di ciò che era successo a Sana in loro presenza,
soprattutto in presenza di Akito, che udite le sue
parole le lanciò un’occhiataccia.
-Oh
davvero?- chiesero all’unisono Tsuyoshi e Aya- Quanto
ci dispiace! Povera Sana!- Tomoko,
che al contrario degli altri stava semplicemente bevendo un thè
e all’inizio sembrava non prestare granchè attenzione
al discorso, si intromise con prepotenza nella
conversazione:- Beh, la cosa non mi sorprende, ieri notte è rimasta in quel
burrone per più di 3 ore e quei vestiti non le coprivano neanche il 15% del suo
corpo. E’ stata fortunata a non essersi presa una bronco
polmonite!
Sei
paia di occhi in quella cucina si girarono verso di
lei con risentimento, ma questa fece finta di nulla e continuò imperterrita a
parlare:- Capisco che è un’attrice famosa debba essere elegante in ogni
situazione, ma trovo davvero bizzarro ciò che lei intenda per il concetto di
eleganza, quella gonna psichedelica era degna di Courtney
Love negli anni in cui faceva la prostituta nei sobborghi di Londra…-
In
quell’istante Akito sbattè le posate sul tavolo e,
alzandosi di scatto, si diresse verso la ragazza.
-BASTA
COSI’ TOMOKO! STAI ESAGERANDO!
In
un primo momento la ragazza non alzò neanche gli occhi dalla sua tazzina di
porcellana, ma poi improvvisamente anch’essa si alzò posizionandosi
davanti ad Akito con uno sguardo serio e imperterrito.
Poi,
lasciando tutti di stucco, il suo sguardo divenne malizioso e subdolo e
alzandosi in punta dei piedi fece il modo che le sue labbra toccassero
quelle del ragazzo.
Quest ultimo, impietrito dal gesto
inaspettato della ragazza cercò di divincolarsi, ma Tomoko
trasformò quel bacio a fior di labbra in qualcosa di audace e spinto.
Nella
cucina rimasero tutti a bocca aperta, spettatori di una scena decisamente inusuale, ma fu il comportamento di Akito che li
stupì maggiormente: infatti all’inizio aveva cercato di divincolarsi dalla
morsa della ragazza, che lo teneva ben stretto per i polsi, poi lentamente
aveva rilassato i muscoli e sciolto i pugni, lasciandosi avvolgere dal bacio
della ragazza, così potente che avrebbe potuto scatenare un terremoto.
In
pochi secondi Tomoko si staccò lentamente e aprì gli
occhi guardandosi intorno soddisfatta, senza togliersi dalle labbra un sorriso
malizioso.
Anche Akito aprì gli occhi lentamente,
ma tutta la sua rabbia era stata inspiegabilmente e misteriosamente succhiata
via da quel bacio, e nei suoi occhi adesso giaceva un’espressione strana e
rilassata.
Tutti
i presenti non riuscivano a credere ai loro occhi.
Tomoko prese per mano il suo ragazzo e lo
guardò negli occhi, poi si voltò nuovamente verso gli spettatori rivolgendosi
in particolare verso Fuka:-
Noi ce ne torniamo in camera. Vero Aki?
Gli
sguardi si spostarono su Akito che, senza staccare gli occhi dalla sua ragazza,
annuì senza espressione.
Lei
gli sorrise di nuovo:- Sapete…credo di non sentirmi
tanto bene…forse è meglio se oggi non venga con voi…Aki
mi farà compagnia vero?
Senza
attendere alcuna risposta si allontanò con lui verso il corridoio e in pochi secondi nessuno riuscì più a vederli.
I
ragazzi si guardarono sconvolti, con un velo di preoccupazione sui loro volti.
-
Ma avete visto che roba? Si è slinguazzata
Akito come una specie di iguana!!!!!!- esclamò Margharet poco dopo.- E’ stato davvero imbarazzante!!!
-
Suvvia Margharet perché dovremmo sorprenderci più di
tanto? Non sono più dei ragazzini, sono perlopiù fidanzati e hanno semplicemente
una relazione abbastanza spinta, ecco.- disse George suscitando
un’occhiataccia da parte di Margharet
Tsuyoshi però non la pensava allo stesso
modo:- Non è questa la cosa strana Gorge, ciò che è
strano davvero è il comportamento di Akito! Cinque secondi prima stava per dirgliene quattro a causa di quello che aveva
detto su Sana e poi BOOM! Improvvisamente lei lo bacia in modo decisamente non casto e lui si comporta come un cagnolino!!!-
-Tsuyoshi ha ragione- fu d’accordo Jeremy- Per
quanto io conosca Akito meno di voi non mi sembrava un
atteggiamento che si addicesse molto a lui.
-
Ma magari devono solo chiarirsi per il fatto di ieri
sera- continuò Gorge - La fidanzata non sarà stata molto contenta di trovare
Akito e Sana che, ancora inspiegabilmente, si erano imboscanti insieme…da soli…al
buio…
Mise
così tanta suspence in quella frase carica di
sottosensi che Margharet gli diede uno scappellotto.
-
Ok Gorge adesso falla finita!!- lo rimproverò lei.
Apparte Gorge, che più
che essere dalla parte di Tomoko era semplicemente
divertito per il fatto del bacio, tutti i presenti erano rimasti sbalorditi da
ciò che avevano visto poco prima, in particolare Fuka,
che in quel momento pensava solo a voler avvertire la sua amica Sana. Peccato che nessuno si accorse
che quest’ultima aveva osservato la scena ancor
meglio di loro, nascosta abilmente dietro la finestra.
Una
lacrima attraversò il viso di Sana, e in pochi secondi si ritrovò a correre
veloce come il vento verso una meta indefinita.
Allora non so da dove far incominciare le mie scuse
Allora
non so da dove far incominciare le mie scuse. Allora…
Nonostante l’aria abbastanza umida e il caldo torrido che (come avevano
annunciato i telegiornali nei giorni precedenti) aleggiava nell’aria impedendo
quasi di respirare, Sana rimase seduta sulle rive del lago per parecchie ore,
con le gambe ammollo nell
Capitolo 9-
Il mio nome è Chi Chi.
Nonostante l’aria abbastanza umida e il caldo
torrido che (come avevano annunciato i telegiornali nei giorni precedenti)
aleggiava nell’aria impedendo quasi di respirare, Sana rimase seduta sulle rive
del lago per parecchie ore, con le gambe ammollo nell’acqua dolciastra, con i
pensieri annebbiati non solo dal caldo, ma anche dallo spettacolo in cucina che
aveva visto poco prima.
Akito
la voleva solo prendere in giro quando le aveva detto
che ci teneva ancora a lei, ne era sicura.
E il bacio la notte prima (le
ricordava la sua coscienza)? Sempre un’idiozia, pensava, l’aveva fatto solo
perché aveva probabilmente preso una bella botta in testa, anche se Fuka era quasi riuscita a convincerla del contrario.
Ma, del resto, obbiettivamente, cosa
si aspettava? Che dopo tutto questo tempo sarebbe sbocciato finalmente l’amore
che lei aveva tanto sognato quando era un’adolescente?
Era
lei la ragazza in gamba che aveva sempre pensato di essere? Si era lasciata
abbindolare da un fantasma del passato, nonostante questo stupido demone
bugiardo avesse già proposto ad un’altra donna di prenderla in moglie!
E lei…una stupida donna bambina…si
ricordava ancora della promessa fatta a Naozumi prima di partire per casa di Fuka:
-Sana...- le aveva bisbigliato lui
prima che lei salisse in macchina con Rei- Io lo so bene che quest’esperienza ti segnerà, forse per sempre, io lo so che
non rimarrai impassibile alla vista di Akito dopo tutti questi anni…in fondo tu
lo hai amato davvero, e mi chiedo se qualche frammento di quel sentimento sia
rimasto ancora nel tuo cuore…ma ti prego, ti scongiuro,
pensa che lo stesso sentimento che tu provi per lui c’è anche nel mio cuore, ed
è tutto rivolto a te.-
Il
monologo nella sua testa si prolungò finché i raggi del sole riuscirono ad
infiltrarsi addirittura tra le foglie dell’albero che le avevano dato un po’ di sollievo in precedenza, e il caldo diventò
insopportabile.
Iniziò
a pensare che data l’ora probabilmente la stavano
cercando tutti quanti, beh, tutti tranne una persona.
Si
alzò di scatto e tornò verso la villa, quasi correndo sotto il sole di quel
primo pomeriggio.
Improvvisamente
le venne da ridere, in fondo tutta quella storia era
una stupidaggine! Doveva divertirsi con i suoi amici e per una volta oscurare
del tutto i suoi sentimenti che erano del tutto non ricambiati. Come aveva
potuto anche minimamente pensare anche solo per un secondo che Akito provasse
ancora qualcosa per lei?
A
pochi metri dalla sua casetta scorse improvvisamente una testolina bionda che
spuntava fuori da un cespuglio di more, e d’un tratto
uscì un bambino alto più o meno un metro e qualche gomma da masticare, che le
rivolse subito un sorriso a 24 dentini da latte incrostati di succo di mora.
-
Chi chi!- esclamò Sana avvicinandosi a lui e sorridendo.-
Che cosa fai qui tutto da solo?
-
GnamGnam!- rispose lui intendendo naturalmente che si
stava gustando una dozzina di more tutto da solo.
Sana
scoppiò a ridere e se lo prese in braccio facendogli fare
una piroetta.
-E
dove sono mamma e papà?- gli chiese mentre Chi Chi urlava di gioia.
Con
il suo ditino minuscolo indicò la villa, poi unì i palmi delle mani e ci
appoggiò sopra la guancia chiudendo gli occhi, per farle capire che stavano
dormendo.
Sana
iniziò a credere che quel bambino goloso avesse tentato la fuga
mentre i suoi genitori dormivano, decise quindi di dare ascolto alla sua
coscienza una volta tanto e disse al bimbo:- Senti Ichiro,
perché io e te non raccogliamo un po’ di more, poi le portiamo a Zia Fuka e ci facciamo fare una bella crostata?
Gli
occhi del bambino si accesero di felicità, così lui e Sana, dopo aver raccolto
un mucchio di more che avrebbe sfamato un esercito in
guerra, si avviarono verso la villa.
D’un
tratto, mentre Ichiro elencava a Sana tutti i nomi
dei suoi giocattolini robot con una specie di alfabeto morse, da una finestra aperta al piano terra, quest’ultima udì la voce di Akito che urlava contro Tomoko in modo spaventoso.
-…questa
cosa non può continuare Tomoko, hai
capito? Sono stufo di stare ai tuoi ricatti! Mi stai rovinando la vita!
-Senti
mio caro la vita tu te la sei rovinata da solo, io ti ho soltanto dato una mano a
ricostruirtela…
-L’errore
l’ho fatto io e ho deciso che è ora di ripagare i danni, non mi
importa la pena che dovrò scontare per tutto ciò, voglio soltanto che tu
sparisca una volta per tutte!!!
-Povero
Akito…questa Sana ti ha fatto proprio perdere di nuovo la testa eh?
-Cosa c’entra Sana adesso? Lei non deve
essere coinvolta in questa storia! Non è colpa sua se…
-Ma non capisci? Lei E’ la causa di tutto questo, devo rinfrescarti la memoria
per caso…? Devo ricordarti che è per colpa di quella poco di buono di Sana Kuratase stavi per passare dei guai seri in
passato? E indovina CHI è stata la persona che ha
impedito che tu passassi il resto della tua esistenza in una cella? Chi…CHI??- urlò a pieni polmoni Tomoko.
D’un
tratto, dopo aver udito quelle parole, il bambino affianco
a Sana iniziò a cantare come un pazzo:- Chi Chi! Il
mio nome è Chi Chi!! Un
bambino birichino e il mio dinosauro si chiama Dino!
Sana
sbiancò di colpo e guardò con gli occhi sgranati il piccolo Ichiro
che gridava come gorilla fuori dalla finestra di Tomoko e Akito, e repentinamente si buttò su di lui
tappagli la bocca.
-
Cos’è stato?!- gridò Tomoko,
e Sana udì chiaramente i passi di lei che si dirigevano verso la finestra.
Capitolo 10 *** Quel che si dice di chi origlia... ***
Tomoko si sporse allarmata dalla finestra, ma tutto ciò che vide furono
un paio di scoiattoli che la guardavano di sbieco sul ramo dell’albero davanti
la casa
Tomoko si sporse allarmata dalla
finestra, ma tutto ciò che vide furono un paio di scoiattoli che la guardavano
di sbieco sul ramo dell’albero davanti la casa.
-Tomoko non c’è nessuno lì fuori…- le disse Akito alzando gli occhi al cielo.
-Eppure…ero
convinta di aver sentito una strana voce…- bisbigliò fra sé e sé.
A
quel punto Akito avanzò verso la finestra, la prese
per le spalle e la girò in modo da poterla guardare negli occhi, e con voce fredda
e imperscrutabile le disse:- Te lo dico adesso, e non
te lo ripeterò un’altra volta. Sparisci dalla mia vita. Sparisci e non provare
a farti rivedere. Se mi sono dovuto abbassare a questo livello
è stato solo per colpa di…di quella stupida notte, e non di Sana. E che tu lo
voglia o no, io provo ancora qualcosa di fortissimo per lei. Un qualcosa che tu
non hai sicuramente mai provato, e che io di certo non
proverò mai per te. SparisciTomoko,
fallo adesso.-
Tomoko
soffocò una risata, e con il suo solito tono arrogante gli rispose:- E non hai paura Akito? Non hai paura che
io ti tradisca, raccontando a tutti quello che è accaduto quella notte in
quella casa?-
Akito
deglutì rumorosamente, ma fu ancora più deciso di prima:- Non ho paura di te, Tomoko.
-Come dimentichi
in fretta le cose Akito…- disse quasi sussurrando Tomoko- Eh già proprio così, sei riuscito a dimenticare
tutto quello che ho fatto per te, se non ci fossi stata io tu
non l’avresti neanche più rivista questa Sana Kurata…
Akito
rimase immobile mentre Tomoko gli si avvicinava con
le labbra all’orecchio, parlando comunque a voce abbastanza alta:- Sai, se
fossi stato in carcere in questo momento…l’avresti potuta vedere solo da uno
spesso vetro, con due guardie a sorvegliarti alle tue spalle, con qualcuno che
avrebbe ascoltato ogni singolo dettaglio della vostra conversazione…non avresti
potuto sentire il dolce profumo dei suoi capelli, né assaporare il gusto delle
sue labbra, né accarezzare le sue gambe da foto
modella…
Indietreggiò
lentamente verso la porta, sempre senza staccare gli occhi da lui.
-Pur di scopartela
sei disposto a dimenticare quello che ti ha fatto
passare in passato!! Soffrivi come un cane Akito.
Soffrivi per una sgualdrina!! Una sgualdrina a cui non importa tutt’ora niente di te. E, come se non
bastasse, hai dimenticato anche che sono stata io a salvarti!-
Appoggiò
la mano sul pomello della porta e gli lanciò un’ultima gelida occhiata:- Ma
sappi che io non dimenticherò ciò che ci siamo detti Akito,
tutta la tua ingratitudine verso di me. Perciò non lamentarti con me…quando la
polizia ti verràa
cercare.
L’ultima
cosa che Sana sentì di quel discorso fu la porta di legno che sbatteva
violentemente, e immediatamente dopo le nocche di Akito
che frantumavano chissà quale oggetto.
Sentì
gli occhi smarriti del piccolo Chi-Chi puntati su di lei, mentre, tutti
rannicchiati l’uno contro l’altro nella rientranza sotto il davanzale all’esterno,
lei gli indicò la sagoma lontana dei suoi genitori che erano usciti a cercarlo.
Senza
dire una parola il piccolo si allontanò nella
direzione indicata, lanciando a Sana un ultimo dolcissimo sguardo innocente. Lei
gli sorrise, e in quel momento i suoi occhi non
riuscirono più a trattenere le lacrime.
Non
riusciva a capire il senso di ciò che si erano detti,
ma in cuor suo sentiva un forte dolore per quelle parole.
Avrebbe
avuto l’istinto di correre via di nuovo, lontano, dove nessuno sarebbe venuto a
cercarla. Ma la trattennero i singhiozzi di Akito, quasi impercettibili. Fu quello che le squarciò il
cuore, e d’un tratto, capì che non doveva seguire l’istinto,
ma il suo cuore.
Si
alzò piano e si appoggiò alla finestra, e con un movimento rapido e deciso
saltò nella stanza di Akito.