Compagni di scuola

di surferfrancy01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I preparativi! ***
Capitolo 2: *** Cambiai sì, ma comunque gli stessi di sempre! ***
Capitolo 3: *** Maledetto gallo!! ***
Capitolo 4: *** Il gioco ***
Capitolo 5: *** Un amaro tragitto ***
Capitolo 6: *** Perchè le parole possono mentire, ma... ***
Capitolo 7: *** Cardini saltati ***
Capitolo 8: *** The ipnotic kiss ***
Capitolo 9: *** Il mio nome è Chi Chi ***
Capitolo 10: *** Quel che si dice di chi origlia... ***



Capitolo 1
*** I preparativi! ***


                          Compagni di scuola

 

Capitolo 1- I preparativi!

 

Fuka abbandonò con un gesto poco curato la rubrica telefonica sul comò e si sdraiò sfinita sul divano lì accanto.

-        Uff!!!- sbuffò facendosi aria con un ventaglio colorato.

L’estate era arrivata tutta d’un colpo nella prefettura del Tochigi, dove Fuka abitava ormai da parecchi anni.

Nonostante la sua casa si trovasse lontano dalle città principali, dove il clima era per natura più fresco e l’afa più sopportabile, era sicura che quella fosse una delle estati più calde che si fosse mai ricordata.

Continuò a sventolarsi mentre delle goccioline di sudore le correvano lungo le tempie.

-        Fuka! - un ragazzo sulla 30ina apparve sulla porta del soggiorno.

Aveva l’aria accaldata e respirava affannosamente.

-        Ho sistemato un po’ la casetta di servizio per quando arriveranno i tuoi ospiti, a proposito…-

-        Sisì, non preoccuparti ho già chiamato tutti quanti!!!- esclamò la ragazza posando il ventaglio e saltando in piedi velocissima.

-        Beh fantastico! Ma come sei riuscita a rintracciarli tutti?- chiese lui stupito ma felice.

-        Beh…- disse lei facendo la finta modesta- ho chiamato un po’ di numeri qua e là e alla fine sono riuscita a contattarli tutti!!! Certo, Sana è stata in assoluto la più complicata da trovare, e non sono riuscita neanche a parlarle a voce, ma ho lasciato un messaggio al suo vice manager che mi ha promesso di informarla.

-        Beh, tesoro sei contenta adesso? Era da tanto che avevi in mente di organizzare questa cosa!-

-        Sono emozionantissima!! Hanno promesso tutti di venire!- esclamò saltando al collo del ragazzo- Chissà come sarà rivederli dopo così tanto tempo…tutti insieme…di nuovo!

Il ragazzo fu contagiato dall’allegria spumeggiante della ragazza, l’avvicinò sorridendola e la baciò con passione.

-        Sei la ragazza più incredibile di questa terra.- le disse con una voce dolcissima guardandola fissa negli occhi per qualche secondo.

-        E con te, Jeremy, sono anche la più felice.- disse lei baciandolo nuovamente.

-        A proposito, per quando gli hai detto di venire?-

-        Gli ho invitati per il 13 pomeriggio, ovvero tra 6 giorni, abbiamo tutto il tempo di preparare le cose in grande!- esclamò facendosi di nuovo aria con il ventaglio.

-        Sembri un’altra persona quando parli dei tuoi amici- disse Jeremy sorridendole.

-        Ci credo!! Non li vedo dalla scuola media!! Saranno passati circa 15 anni!!!- esclamò in fibrillazione.

-        Bene, io allora vado a preparare le ultime cose nel cottage, ci vediamo per cena.

Detto questo Jeremy uscì dalla stanza. Fuka aveva ancora il sorriso stampato sulle labbra.

Fece una piroetta e atterrò con grazia sul divano.

Sospirò emozionata come se fosse ancora un’adolescente.

“ Chissà che effetto farà rivedere tutti dopo così tanto tempo…rivedere tutti i miei compagni di scuola…”

 

 

Fine primo capitolo! Mi raccomando commentateeeeeee

 

Xoxo Surferfrancy01

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Capitolo 2
*** Cambiai sì, ma comunque gli stessi di sempre! ***


Capitolo 2- Cambiati sì, ma comunque gli stessi di sempre…

Capitolo 2- Cambiati sì, ma comunque gli stessi di sempre….

 

13 Giugno 20XX, prefettura del Tochigi, al momento del tramonto.

 

Il paesaggio era immerso nella solita calma serale.

Il sole spariva lentamente all’orizzonte dando la buonanotte alle colline inondando il cielo con i suoi caldi colori.

Gli alberi erano silenziosi, gli animali erano nelle loro tane…una scenografia da favola, fatta eccezione per…

 

KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!

Un grido improvviso e decisamente poco armonioso fece impazzire tutta la prefettura, fu come un fulmine a ciel sereno che aveva il suono di una sveglia impazzita!

-        Sanachan, per favore! Devi per forza far così tutte le volte??- esclamò Rei spazientito e allo stesso tempo appesantito dalle innumerevoli valigie che portava in spalla.

-        Rei!!! Guarda che meraviglia di postoooooo!!!!! Sembra di essere precipitati in una fiaba!!-

-        Insomma Sana…la mia schiena grida vendetta….AUCH!!!- bisbigliò Rei accusando il dolore.

-        Ahah, Rei ti stai facendo vecchio!!!- disse lei iniziandolo a prendere in giro.

-        Non è colpa mia se la tua amica abita  in cima a delle colline sperdute!!- ribatté Rei.

-        AHHHHH!!!- Sana urlò di nuovo, stavolta più piano però- REI!!! Sono troppo emozionata!! Ma ci credi che rivedrò i miei amici dopo 15 anni?? Non è la cosa più bella che ci possa essere?! Fuka è stata grande ad organizzare il tutto…chissà come sono diventati i miei compagni…non riesco proprio ad immaginarmi Hayama da vecchio! Te lo immagini?? Oddio sono così emozionataaaaaaa!!!!-

Rei, ormai ucciso dalle chiacchere di Sana e dalle valigie pesantissime, pensò che fosse un miraggio la vista della villetta poco lontano da loro e gli occhi gli si riempirono di gioia.

-        Sana, guarda! Quella è…- ma non fece in tempo a finire, perché gli occhi di Sana erano così spalancati che pareva stessero per scoppiare, il suo sorriso sfiorava le orecchie e una strana forza sembrava averla catturata…

-        Sana ti prego non farlo NOOOOOOO!!!-

Troppo tardi.

KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!

 

-        L’avete sentito?- chiese Tsuyoshi tendendo le orecchie.

-        Sì…sembrava…il verso di un lupo!- esclamò Margharet spaventata.

-        Ma no, non ci sono lupi nella prefettura del Tochigi…sembrava per lo più un grido…- disse Jeremy.

-        Un grido? E chi può aver gridato? A quest’ora poi!- disse Aya confusa.

-        Beh di sicuro era il grido di qualcuno, forse non un qualcuno così generico…- disse Fuka con il suo fare intuitivo.- Dire qualcuno sarebbe infatti troppo generico per una persona come lei…

-        Che vuoi dire?- chiese Tsuyoshi confuso dalle sue parole.

-        Aspetta e vedrai…- disse Fuka sorridendo divertita.

Improvvisamente la porta si spalancò, tutti si girarono presi dallo spavento, mentre una sagoma appariva dall’oscurità delle colline.

-        Ragazzi sono io!!!-

La paura cessò appena i ragazzi sentirono quelle parole, riconoscendo il timbro di voce e la contagiosa allegria che sprigionavano.

Ci misero davvero poco a capire che si trattava proprio di lei…

-        Sanachan!!!!!- urlarono tutti i presenti.

Sana si scaraventò su ognuno di loro abbracciandoli più forte che poteva.

Fuka e Jeremy furono i primi ad accoglierla.

Sana li abbracciò entrambi e li ringraziò dell’ospitalità, intuendo che erano sicuramente fidanzati.

Notò che Fuka era rimasta quella di sempre: bella, allegra, educata ma neanche troppo composta, era magnifica anche da adulta.

Jeremy la teneva con leggerezza per la vita, come se volesse mostrare a tutti il suo gioiello.

Erano proprio una bella coppia insieme quei due.

-        Siete proprio una bella coppia insieme.- disse con sincerità suscitando le risate acconsenzienti dei due.

Il suo sguardo volò un pochino più in là, precisamente sul divanetto appoggiato alla parete, dove sedevano una coppia decisamente conosciuta da secoli e secoli, e Sana fu contenta di poterli rivedere insieme anche a quell’età.

Solo che loro, a differenza di Fuka e Jeremy, sembravano una coppia decisamente più anziana.

Sana non potè far a meno di notare i chili di troppo di Aya, certo, con l’età si ingrassa, ma la ragazza aveva una pancia prorompente anche da seduta!

Tsuyoshi le si avvicinò sorridendo. Anche lui di certo, mostrava le prime somiglianze con il padre. I capelli gli stavano pian piano lasciando la fronte nuda, tra poco sarebbe diventato come uno di quei vecchietti che hanno la fronte tagliata a metà da una scia pelata. Alla sola idea Sana rabbrividì.

-        Sana! Ti trovo in gran forma!!! Certo…sei più adulta ormai, però il tuo viso è rimasto quello da bambina di sempre.

-        Sono contenta di rivedervi Tsuyoshi!!- disse lei abbracciandoli.

-        Aya, aspetta che ti aiuto ad alzarti…- disse Tsuyoshi nel vedere che Aya si stava alzando dal divanetto.

Corse da lei e la prese per un braccio portandola su quasi di peso. Sana non capiva il significato di quel gesto…

Improvvisamente notò che la pancia di Aya aveva qualcosa di strano, era sin troppo rotondeggiante e gonfia per essere solo qualche chilo di troppo. Era stranissima.

Improvvisamente però capì, ma quel pensiero la sconvolse parecchio.

La sua bocca formò una “O” e quasi urlando esclamò:- Aya sei incinta????!!!!!-

Tutti scoppiarono a ridere per la scoperta ritardata di Sana, che capì di averci visto proprio giusto.

-        Oh mio Dio…quindi…diventerete genitori?!- esclamò completamente senza ragionare.

Quei due genitori…era magnifico però…cavolo sembrava una cosa così affrettata!!!

-        In realtà…- disse Tsuyoshi diventando paonazzo ma sorridendo.

Improvvisamente non ci fu bisogno delle sue parole. Un bambinetto di circa 5 anni sbucò dal corridoio tenendo in mano un giocattolino robot.

Si avvinghiò alla gamba della madre appena vide Sana, scrutandola con i suoi dolcissimi occhi nocciola:- Mamma chi è questa?-

-        Questa, tesoro, è Sanachan, l’amica di mamma e papà, te ne abbiamo parlato tanto!!- disse Aya accarezzandogli la fronte mentre lui era imbambolato a guardarla.

-        Mio Dio…- esclamò Sana incredula- questo è vostro figlio!-

In effetti guardandolo si coglievano le somiglianze con i genitori: la faccina rotondeggiante, gli occhietti a mandorla della madre, e delle guanciotte che ricordavano parecchio quelle del vecchio Tsuyo.

-        Amore, dì alla zia Sana come ti chiami- gli disse Tsuyo, ma il bimbo si nascose dietro il suo polpaccio, imbarazzato.

-        Chi chi- rispose lui da dietro la gamba.

Tutti risero.

-        Si chiama Ichiro, solo che da sempre lo chiamiamo Chi-chi- spiegò la madre.

Sana era al settimo cielo: i suoi amici avevano un figlioletto, anzi, due, quasi.

Era una vera e propria famiglia felice, e questo le riempiva il cuore di gioia.

In piedi vicino a lei c’erano anche Margharet e George, lei con i capelli non più legati a treccia oramai, aveva un bel taglio a caschetto che circondava perfettamente il suo viso dolce e armonioso. Lui aveva una barbetta scura, che lo faceva sembrare un vero e proprio adulto.

Del resto Sana, sono adulti! Anche tu sei adulta!...perchè allora non riesco ancora a vederli così, ma rivivo le loro facce ancora bambine?”

In quel momento i suoi pensieri furono interrotti da una voce familiare, la conosceva bene sì, però aveva qualcosa di diverso, ora era la voce di un uomo…oh mio Dio…

-        Fuka mi puoi dire dove si trova il pepe nero per favore?-

Sana si girò di scatto, a pochi metri da lei c’era lui. Akito Hayama. Sana ci mise un po’ a mettere a fuoco. Lo guardava stupita, non sembrava lui, cioè sì, era di certo lui, con quei capelli che gli scendevano sempre sulla fronte coprendogli un po’ gli occhi, già, gli occhi…cavoli che occhi che aveva quel ragazzo, di un colore inspiegabile…di una profondità incredibile.

E poi, cavolo, quanto era alto!! E che belle spalle larghe! Sana sentì un fremito in gola…non riusciva a credere che fosse proprio davanti a lei. Era incredibile.

I loro occhi si incrociarono per un lungo attimo, entrambi notavano le differenze e le caratteristiche di sempre dell’altro.

Ci volle un aiutino esterno per farli parlare…

-        Akito, guarda chi è arrivata!- disse Tsuyoshi rompendo il ghiaccio.

Lo fece avvicinare a Sana di proposito. Entrambi però non staccavano lo sguardo dagli occhi dell’altro.

Nessuno voleva intromettersi in quella scena quasi commovente.

Nessuno tranne…

-        Akito! Ma dove sei finito? Hai lasciato il riso sui fornelli!!-

Improvvisamente sulla porta del salotto comparve una ragazza. Doveva avere sì e no 25 anni o giù di lì. Era piccolina però, non molto alta di certo, un corpo esile quasi da bambola. I capelli le scendevano con grazia sulle spalle formando delle ondine bionde.

Aveva un viso quasi di porcellana, la pelle candida e il nasino all’insù, gli occhi da cerbiatta marroni e delle particolari labbra sottili.

Era decisamente molto carina, pensò Sana.

Alla vista dell’attrice, la ragazza biondina rimase quasi sbalordita, quasi, forse perché era stata già avvisata del suo arrivo.

Si avvicinò ai due ragazzi sempre guardando Sana con i suoi occhi da cerbiatta.

-        Piacere, sono Tomoko Kiragaua.- disse con una voce particolarmente femminile tendendo la mano a Sana.

-        Io invece sono Sana…-

-        Kurata!- disse interrompendola di proposito- E chi non conosce l’attrice più famosa di tutto il giappone!

Sana rimase un attimo zitta, forse era a causa dell’imbarazzo che provava davanti a quella ragazza così sicura di sé.

La ragazza posò lo sguardo su Akito e iniziò a sgridarlo scherzosamente:- Akito! Ma ti pare che mi devo presentare da sola alla tua amica?! Sei proprio il solito…Comunque sono la sua fidanzata.-

Fidanzata? Akito aveva una fidanzata e lei non lo sapeva? Beh, naturale non si erano visti per più di 15 anni!! Però cavolo che notizia!

-        Stiamo insieme da 2 mesi vero Aki?- disse rivolgendosi ad Akito, che ancora non spiccicava parola.

-        Sì… lei è la mia ragazza.- disse con voce bassa ma concreta.

-        Ah, bene! Sono contenta Hayama! E comunque complimenti a tutti e due siete proprio una bella coppia.- disse sorridendo con uno strano fare da attrice.

Tomoko afferrò la mano di Akito e gli sorrise.

-        Bene, ora che ci siamo tutti è ora di un brindisi!- esclamò Fuka portando dei bicchieri pieni di champagne su un vassoio.

Si spostarono tutti in giardino, dove era stato attrezzato un mini salotto con sedie, tavoli e aperitivi.

Dopo che presero un bicchiere Fuka parlò:- Sono contenta che siete tutti qui oggi, è fantastico rivedervi dopo così tanti anni, è stata un’emozione indescrivibile! Non credo di essere stata mai così emozionata come i questi giorni. Quindi facciamo un brindisi a noi, i compagni di scuola di sempre, sperando di poter festeggiare molti altri giorni come questo! Cin Cin!!

-        Cin cin!!!- risposero tutti iniziando a far scontrare i bicchieri.

-        Cin cin!- esclamarono Fuka e Jeremy iniziando a ridere e baciandosi.

-        Cin cin!- dissero Tsuyo e Aya accarezzando entrambi la pancia di lei.

Sana si girò e si trovò dietro Akito.

-        Beh allora…cin cin!- disse lei facendo tintinnare il suo bicchiere con quello di lui.

-        Sana.- disse con il suo solito sguardo profondo avvicinandosi al suo volto.

-        ?...- chiese lei trattenendo il respiro per un attimo mentre Akito le si avvicinava  all’orecchio.

-        Lo sai che ti è cresciuto il seno?- disse beffardo ma con fare molto calmo posandole una mano sul decolté.

Sana rimase un attimo sbalordita dal gesto, ma non per così tanto tempo.

-        BRUTTO MASCALZONE!!!!- disse improvvisando un salto da ninja e colpendolo con l’eterno martello di gomma.

-        Hai  ancora quel coso?!?- chiese lui incredulo con un cerottone sulla fronte.

-        CERTOOO!!! E VEDO CHE E’ ANCORA MOTLO UTILE!!!- rispose lei con gli occhi iniettati di sangue.

Iniziarono a rincorrersi come facevano alle elementari suscitando le risate dei compagni.

-        Tuttavia è consolante vedere che quei due non sono cambiati poi più di tanto!- disse Tsuyoshi divertito mentre una martellata ben precisa colpiva in pieno Akito.

 

Mi raccomando recensite come sempre! Questo capitolo dovete ammettere che era un po’ più lungo! Eheh baci

 francy

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Maledetto gallo!! ***


Capitolo 3- Maledetto gallo

Capitolo 3- Maledetto gallo!!

 

La mattina seguente iniziò in modo piuttosto brusco.

La voce gracchiante di un gallo spennacchiato annunciò il levar del sole, ma fu ricompensato dall’imminente martellata che ricevette da Sana-chan, decisamente poco contenta di doversi svegliare così presto.

Il povero gallo iniziò a correre spaventato intorno alla casa gridando ancora più forte mentre Sana cercava di tramortirlo con il martello.

Fuka aprì la porta curiosa di sapere da dove provenisse tanto fracasso.

Il gallo, come sua ultima speranza si infilò tra le gambe di Fuka, mentre Sana, con gli occhi fuori dalle orbite e un sorriso malefico da macellaio, andò a sbattere contro la povera ragazza che era in piedi sulla porta.

Si ritrovarono entrambe a terra con un cerotto extralarge sulla fronte.

-        Sana! Ma dove corri così di prima mattina?!- chiese un po’ scocciata Fuka rialzandosi a fatica.

Sana era rimasta a terra semi svenuta, con gli occhi che le roteavano e con indosso ancor ala vestaglia da notte.

-        Qui siamo in campagna, non puoi essere sempre così rumorosa!!!- continuò Fuka aiutandola a rialzarsi.

-        E’ tutta colpa sua…- disse Sana con gli occhi ancora omicidi indicando il galletto che faceva il finto santarellino nascosto tra le gambe della mora.

-        Cosa? Colpa di chi? Di Jack?! Ma dai! E’ il suo lavoro svegliare tutti presto! E’ il nostro galletto domestico!-

Sana non l’ascoltava neanche. Quel galletto l’aveva buttata giù dal letto alle 6 di mattina, che era l’ora in cui di solito lei si svegliava, solo che di pomeriggio!

Come faceva Fuka a condurre una vita felice con quel pennuto che schiamazzava di qua e di là a tutte le ora del giorno?

Ebbe una visione del galletto arrostito su uno spiedo, ma si riprese presto scossa dalle parole dell’amica:- …capito quindi Sana? Non devi prendertela con lui!!-

-        D’accordo…- disse con aria poco convincente. Ma era davvero lei l’attrice più brava del mondo? Nella vita privata riusciva ben poco a nascondere i suoi veri istinti…

-        Dai entra che ti preparo la colazione.-  disse Fuka togliendo dalla mente di Sana il polletto sostituendolo con una torretta di omelette calde.

Non se lo fece ripetere due volte.

 

Quella mattina Sana si accorse del buon gusto che aveva Fuka nell’arredamento della casa.

Aveva uno stile particolare, molto elegante ma allo stesso tempo ironico.

Le uniche già sveglie erano loro, probabilmente il galletto non aveva fatto in tempo a completare il suo lavoro e non vi sto a spiegare il perché!

-        Allora Sana…- disse Fuka interrompendo il continuo masticare di Sanachan per instaurare un discorso- come va la tua vita?

Sana la guardò un attimo per bene. In quel momento Fuka sembrava una giornalista, una di quelle persone che fanno le domande in modo piuttosto generico ma che alla fine intendono sempre una cosa…

-        Se vuoi sapere se ho un uomo la risposta è no- rispose secca riprendendo a mangiare.

-        Ma…e la tua relazione con Naozumi?- chiese Fuka stupita dalla risposta della ragazza.

-        Eh, Naozumi…il nostro rapporto dipende dal mio umore ormai, il nostro è un tira e molla che non finisce mai…a volte non ci sentiamo per mesi e poi però torniamo insieme…poi lui parte e io giro un film, poi siamo di nuovo più affiatati che mai…poi…-

-        Ok ok, hai reso l’idea.- la fermò Fuka.

-        Per il resto…beh lo sai. Ormai la mia vita è casa e lavoro. Anzi, forse è solo lavoro. E’ stato un miracolo poter ottenere un week-end libero per venire qui.-

-        Immagino.- disse Fuka abbassando lo sguardo- Sai…avevo paura che non saresti riuscita a venire…oppure che non avessi più voglia di rivederci. Non sai che emozione fa sempre passare davanti a uno di quegli enormi cartelloni pubblicitari in cui tu sei più bella che mai, o vederti in tv, sul grande schermo…fa un certo effetto, sai…che tu sia qui adesso, in carne ed ossa, e non più soltanto un’immagine virtuale sballata tra il cinema e gli spot.

-        Sono contenta anch’io Fuka.- rispose Sana intuendo la felicità della ragazza dalle sue parole.

Si sorrisero.

- E poi...- disse Sana improvvisamente.- Hai visto come siamo cambiati in questi ultimi anni?

Fuka rise di gusto:- Eh sì, incredibile vero? Siamo tutti così diversi…te però sei sempre la solita.-

Sana la guardò un attimo. Non sapeva se prenderlo come un complimento o una critica.

-…lanci urla di gioia nel rivedere i tuoi amici, ti metti a correre dietro un gallo di prima mattina, mangi come se fossi a digiuno da settimane…insomma, la Sana di sempre!!

Sana sorrise.

-        Sai, quando sono arrivati gli altri ieri, c’era un clima un po’ strano, freddo, imbarazzante, ognuno che notava gli aspetti differenti degli altri…ci siamo salutati addirittura con una stretta di mano e niente più. Poi…quando sei arrivata tu…è come se fosse sorto il sole in piena notte. Non ho idea di come tu faccia Sana, a trasmettere sempre così tanta felicità e gioia. Mi hai abbracciata come se ci fossimo viste solo pochi giorni prima, mi hai fatto capire che non era stato un errore organizzare questo incontro…

Sana era quasi commossa dalle parole dell’amica:- Fuka, non ho dormito per l’emozione. Sai che non dormire per me è quasi impossibile, sono un ghiro nato. Ma pochi giorni fa avevo lo stomaco sotto sopra, non riuscivo a immaginarvi adulti. E’ stato bellissimo rivedervi. Non potevi organizzare cosa migliore amica mia.

Rimasero un po’ in silenzio, Sana gustava le sue ultime omelette, mentre Fuka sorseggiava con calma il suo caffè.

Improvvisamente Fuka disse una cosa che fece quasi strozzare Sana con un pezzo di frittella:- E Akito? Come l’hai trovato?-

Sana non sapeva davvero cosa rispondere.

-        Beh ecco…Akito…è…- balbettò cercando di trovare le parole adatte.

-        Ti ha fatto un certo effetto rivederlo vero?- disse Fuka più schietta che mai guardandola da dietro la tazzina.

-        Oddio, certo fa un certo effetto rivederlo dopo così tanto…-

Fuka le lanciò un’occhiata d’intesa.

Sana si spaventò.

-        Perché…mi guardi così?- chiese intimorita dagli occhi seri di Fuka.

-        Oh niente, pensavo soltanto a quell’occhiata che vi siete lanciati appena vi siete visti…era così intensa che mi ha fatto venire un brivido. Non avevo mai visto una cosa del genere.- disse mentre Sana avvampava.

-        Fuka….ma-ma cosa dici…!- esclamò Sana.

-        Che attrice patetica...- mormorò Fuka divertita.

Sana decise di reagire alla faccia tosta della ragazza:- Ma insomma Fuka! Smettila di dirmi così! Akito e io siamo solo amici, anzi, siamo amici-nemici!! Da SEMPRE! E poi…lui è fidanzato…-

-        AHAH!- eslcamò Fuka soddisfatta puntandogli contro l’indice.- Visto? Il fatto che lui sia fidanzato ti crea problemi!!! E’ ovvio, hai ancora qualcosa che batte per lui…

-        Fuka io…- esclamò Sana cercando di convincere l’amica, ma improvvisamente sentì i passi di qualcuno dietro di lei.

-        Buongiorno.- disse Akito già vestito sedendosi accanto a Sana.- Di che parlate con così tanta passione?-

-        OMLETTE!- esclamò Sana mentre il cuore le batteva a mille per la paura.

Hayama la guardò torvo per un attimo, poi spostò lo sguardo sulle omette sul suo piatto, intimorendo anche loro.

Fuka li guardava divertita mentre Sana le lanciava occhiate omicide.

Quella imbarazzante conversazione fu interrotta fortunatamente dall’arrivo degli altri.

Sana cercò di parlare immediatamente d’altro.

-        Allora Fuka, cosa hai organizzato per oggi?

Fuka sorrise compiaciuta della domanda, e orgogliosa rispose:- Lo vedrete tra poco…

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Il gioco ***


Capitolo 4- il gioco

Capitolo 4- il gioco

 

Per tutto il tragitto Sana non poté fare a meno di notare come Hayama avesse mantenuto quell’aria tenebrosa di sempre anche dopo tutti quegli anni.

Lo sguardo basso, i capelli biondo cenere che gli coprivano completamente la fronte e quell’atteggiamento assente e passivo che a lei dava leggermente fastidio. Non aveva spiccicato parola per tutto il tempo, al massimo fischiettava ogni tanto, ma quello era l’unico segno di vita che dava.

Tomoko camminava davanti a lui e cercava il più possibile di ambientarsi facendo conoscenza con gli altri.

Poi però tornò a guardare Akito, intensamente.

D’improvviso lui distolse lo sguardo dal suolo accorgendosi degli occhi di Sana che lo scrutavano.

Sana sentì un gelo glaciale percorrerle la schiena e distolse immediatamente gli occhi da lui, avvampando.

Per fortuna Tsuyoshi interruppe quel silenzio imbarazzante:- Fuka, saranno trenta minuti buoni che camminiamo si può sapere dove ci stai portando?

Fuka si mise a ridere e lanciò un’occhiata d’intesa a Jeremy:- Siamo quasi arrivati.

 

 

Dovettero strabuzzare gli occhi un paio di volte prima di realizzare cosa c’era davanti ai loro occhi.

-        Non mi dirai che…- balbettò Margharet.

-        Noo! Non è possibile!- disse a sua volta Tsuyoshi.

-        E invece sì…- disse Fuka soddisfatta.

-        E’…-

Davanti a loro c’era una lunga e larga fossa scavata nel terreno, come il letto di un fiume prosciugato dal tempo e sopra vi erano riposti in orizzontale dei tronchi d’albero.

In quel momento tutti capirono di cosa si trattava…

 

KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

 

Tutti si tapparono le orecchie assorditi dal grido di Sanachan.

-        E’ FANTASTICOOOO FUKA E’ STUPENDOOOO!!! PROPRIO COME AI VECCHI TEMPI!!- esclamò Sana emozionantissima.

Fuka aveva riprodotto uno dei tanti giochi che facevano al tempo delle elementari. Quello però era particolare! Sana ebbe un flash back improvviso, si ricordò che quella volta venne addirittura Viva l’Allegria a filmare il tutto!

-        Vi piace?- chiese Fuka.

Tutti annuirono entusiasti.

 

In poco tempo erano tutti pronti per giocare: muniti di casco di protezione, di un mega martello di gomma e di un partner. L’unica rimasta fuori dalla gara era Aya, che essendo incinta non poteva di certo partecipare ad un gioco così pericoloso, però si offrì per fare l’arbitro.

Jeremy, George e Akito stavano in coppia con le loro rispettive partner, quindi l’altra coppia fu formata da Tsuyoshi e Sana.

Il gioco iniziò.

Le coppie si disposero su un tronco ciascuna, con i due parteciparti posizionati alle estremità opposte.

Lo scopo del gioco era buttare giù il partner colpendolo a martellate, e fu quello che successe dopo pochi secondi.

Aya diede il fischio d’inizio.

-        Kyaaaaaa!!!!- esclamò Sana già calata nel gioco fiondandosi  contro il povero e impaurito Tsuyoshi.

Mentre lottava con il suo partner Sana lanciò un’occhiata veloce ad Akito e Tomoko.

Cavolo, la ragazza sapeva muoversi!!

Una strana sensazione si impadronì del corpo di Sana…

Nella sua mente la figura di Tomoko prese il posto di Tsuyoshi. I suoi occhi si iniettarono immediatamente di sangue e con tutta la forza che aveva in corpo sferrò un colpo micidiale a Tsuyoshi facendolo cadere dal tronco alla rete protettiva che era stata messa sotto di loro.

 

Aya fischiò un po’ delusa:- Il mio gianduiotto è K.O.!

Il povero Tsuyoshi aveva gli occhi a spirale per il dolore e un enorme cerotto in testa.

Sana si sentì un po’ in colpa…

“Scusa Tsuyoshi, ma quel colpo non era destinato a te…”

 

Dopo il primo round erano rimaste solo 4 persone in gioco: Sana, che aveva steso Tsuyo, George, che aveva anch’esso battuto la sua partner , Fuka e poi Akito.

La lotta tra quest’ultimo e la sua partner era stata decisamente la più emozionante: lei non era intenzionata ad arrendersi, ma lui, nonostante tutto, era riuscita a batterla. Sana sapeva probabilmente la sua professione da karateka l’aveva aiutato parecchio.

Ad ogni modo l’ultimo round era arrivato, ed era quello decisivo.

Sana ed Akito, Fuka e George.

Sana e Akito si guardarono profondamente mentre Aya scandiva il conto alla rovescia.

Al “via” il gioco si fece emozionante. Sana e Akito combattevano arditamente.

-        Ti ho battuta alle elementari- disse Akito difendendosi dai colpi di Sana- preparati a rivivere quell’esperienza.

-        Non ci contare Hayama…!- esclamò lei provando a colpirlo ma non riuscendoci.- Eri in difficoltà con la tua ragazza prima, vi ho visti, con me non hai proprio possibilità.

Akito fu un attimo scosso da quelle parole ed iniziò pian piano a difendersi sempre di meno, mentre le martellate di Sana lo colpivano dappertutto.

-        Visto! Visto! Batti la fiacca caro mio!!! Ahahah! Dillo, dai dillo che sono io qui la campionessa indiscussa! Tu sei vecchio ormai caro Akki!

Lui le lanciò un’occhiata glaciale e subito dopo fece un sorrisetto spavaldo e malizioso, poi, di colpo, spostò lo sguardo sul decoltè di lei. Quest’ultima, accorgendosene, si avvelenò maggiormente:- Brutto porco cosa ti guardi?!-

Lui rise:- Non vale però, tu puoi ancora darmi i vecchi soprannomi, te ormai non posso neanche più chiamarti manico di scopa…ehhh mannaggia, mi piaceva quel soprannome, chissà se magari ti sei fatta cancellare anche i tre nei sulla chiappa con la chirurgia plastica…

Sana non ci vide più dalla rabbia:- TUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!!!!!!!!!! GRRRRRRR

Provò a colpirlo con un lancio decisivo, ma lui fu più veloce e, abbassandosi di colpo, le fece perdere l’equilibrio, la povera Sana staccò i piedi dal tronco atterrando sulla rete protettiva.

Dopo un’iniziale trauma aprì gli occhi e fu accecata dalla luce, poi qualcuno si contrappose tra lei e il sole, ombreggiandole il viso. Akito la guardava dall’alto, soddisfatto e sorridente. La differenza tra lui e il sole non c’era, entrambi la accecavano per la bellezza, l’unica differenza era che Hayama era un demonio!!!!!!

I suoi pensieri furono scossi via dal fischio di Aya che determinò la fine del gioco, dato che sia Fuka che George erano caduti, e quindi la vittoria indiscussa di quell’essere maligno.

- Io te l’avevo detto che avresti vissuto la stessa esperienza delle elementari!- disse beffardo Akito guardandola dall’alto con il suo sorrisino che dava davvero ai nervi.

E in quel momento Sana provò un incredibile istinto omicida verso di lui…

 

Povera Sana! Che umiliazione!!! Dai comunque non vi anticiperò niente del prossimo capitolo, non posso di certo dirvi che Sana ucciderà Akito!( :P Skerzo ovviamente…o forse no….:P) ihihih recensite!!! Baci

 

S.F.01

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Capitolo 5
*** Un amaro tragitto ***


Capitolo 5- L’amaro tragitto

Capitolo 5- L’amaro tragitto

 

Sana si sciacquò la faccia con dell’acqua fredda e si guardò allo specchio: era stravolta!!!

Fuka e Jeremy avevano organizzato così tante cose in quel giorno che a stento riusciva a ricordarle!

Non era più abituata a faticare così, le gambe le dolevano così tanto che si dovette sdraiare un attimo sul letto per riprendere le forze.

Incredibilmente riuscì a rilassarsi, coccolata dai colori caldi del cottage in cui soggiornava per quei giorni. Scoppiò immediatamente a ridere ripensando alle parole di Fuka quando aveva dato la disposizione delle camere! Nonostante lei fosse l’unica che non aveva un partner, le era stato permesso di appropriarsi della casetta in legno di fianco alla villa, di sicuro la sistemazione più larga e spaziosa. Fuka le aveva detto che per quante valigie si era portata dietro sarebbero state necessarie due camere distinte di cui una da riempire solo con i vestiti!!!.

Raccolse i suoi raggianti capelli in una coda alta e si diresse verso le valigie. Era stata la sua stilista personale a prepararle e Sana non aveva proprio idea di cosa potesse averci messo dentro.

Le prese quasi un colpo quando vide spuntare fuori dei vestiti di alta moda che aveva messo a un gala a New York e degli accessori super costosi che non erano di certo adatti a quel tipo di vacanza.

Ma cosa diamine ha pensato? Che andassi a una sfilata a Parigi forse?!?!”

Per quanto si potesse impegnare a ricercare in quelle valigie colme di vestiti da milioni di dollari qualcosa di ADATTO alla vita campagnola, riuscì ad arrangiare soltanto una minigonna color fucsia psichedelico e una maglietta piuttosto costosa e decisamente non poco appariscente.

Per non parlare delle scarpe!! Il suo tallone non poteva stare ad altezza minore di 12 cm ed era un bel problema dato che avrebbero cenato all’aperto, dove il terreno veniva concimato con il letame.

Si guardò allo specchio. Fece una smorfia schifata, sembrava una specie di Paris Hilton pronta per una festa all’ultimo grido, e non una normale donna campagnola vestita in modo adatto per un barbecue all’aperto.

Senza accorgersene si ritrovò ad essere, come suo solito, praticamente in ritardo imperdonabile!

Si slegò i capelli e li arruffò un po’, giusto per sembrare  un minimo disordinata, ma il risultato non cambiò.

Cercò allora di ridurre al minimo il trucco, fece di tutto per apparire normale ma…

-        Puoi spettinarti quanto vuoi, ma non riuscirai mai a far sembrare banali quelle gambe lunghe che ti ritrovi con una minigonna del genere Kurata-

Sana si girò di scattò presa dallo spavento, e per sua sfortuna lo vide. Era sulla porta che se la guardava divertito, con le braccia incrociate e quel volto strafottente che conosceva bene.

-        Co…come hai fatto ad entrare, tu? – chiese lei cercando disperatamente di far allungare la gonna mentre lui sorrideva sotto i baffi.

-        Sai, per evitare incidenti come questi, esistono apposta le serrature… dovresti imparare ad usarle, sai!-

-        Sì, e tu dovresti imparare a bussare! Sei un cafone!- gli rinfacciò lei dandogli le spalle e cercando di sistemarsi il più possibile.

-        Ma io lo dico per te, qui di notte girano molti orsi bruni…figurati se non sono capaci di aprire una porta già aperta!- disse quasi sorridendo lui mentre i loro sguardi si incrociavano attraverso lo specchio.

-        Sono sicura che gli orsi bruni conoscono le buone maniere più di te!- disse avvicinandosi al ragazzo con aria assassina.

-        Ehi, ehi calma! Vengo in pace! Ero semplicemente venuto a dirti di sbrigarti, la carne è già pronta.

Sana gli lanciò un ultimo sguardo fulmineo, poi prese le chiavi e fece per uscire, ma Herik continuava a bloccare il passaggio.

-        Senti, accumulo ritardi da una vita, ma se ti ci metti anche tu che non ti sposti…-

-        Non ho intenzione di farti accumulare un ulteriore ritardo, ma non ho capito bene…hai davvero intenzione di venire vestita così? Pensavo stessi facendo un po’ di prove per una sfilata a Londra!-

-        Ti faccio presente che è l’unica cosa più o meno adatta che possiedo in quella colonna di valigie, e ora andiamo per favore…

-        Va bene come vuoi tu…

 

Finalmente uscirono dal cottage e Sana, appena entrò a contatto con l’esterno, rabbrividì, era quasi estate, ma faceva freddo come in una notte autunnale!

La strada dal cottage al cortile esterno era nera come la pece, e Sana riusciva a malapena a riconoscere la sagoma di Herik in quell’oscurità, se non fosse stato per il calore che emanava.

Si ritrovò involontariamente a fissarlo.

-        Perché mi fissi?- chiese lui perfetto come un orologio svizzero.

-        Ma se non riesco neanche a vederti con questo buio! Piuttosto sei sicuro che sia la strada giusta?- chiese lei strofinando le mani cercando di scaldarsi.

-        Io comunque mi sentivo osservato.- concluse con un tono di voce che non ammetteva obiezioni.

-        In realtà stavo pensando…da quando in qua tu mi fai dei complimenti?- disse Sana cercando di distinguere la sua sagoma nell’oscurità.

-        Ti riferisci all’accenno alle gambe che ho fatto prima?- chiese con nonchalance.

Sana tacque e lui continuò imperterrito:- Beh…quello non era mica un complimento infatti.

-        E cos’era allora, eh?- rispose lei.

-        C’è una bella differenza tra fare un complimento e dire la semplice verità…-

Sana rimase colpita da quelle parole. Ci fu un lungo attimo di silenzio da parte di entrambi.

Improvvisamente lei alzò lo sguardo verso il cielo nero e intravide una strana perla di luce.

-        Herik! Herik! Guarda in alto!C’è una lucciola!!- esclamò entusiasta.

-        Ma dove scusa…- chiese lui senza intravedere alcuna traccia di lucciola in quella tavolozza di colori notturni.

-        Ma sì, dai, eccola lì!!- continuava lei indicando un punto poco preciso.

Herik si era ormai rassegnato, Sana continuava a vedere ovunque lucciole.

Lui invece non era più molto sicuro del sentiero che stavano percorrendo, ma del resto in quel passaggio poco illuminato era impossibile dire dove stavano andando di preciso.

Improvvisamente entrambi sentirono di aver messo il piede nel punto sbagliato, perché sotto di loro la ghiaia rivelò un improvviso precipizio, ma loro lo capirono troppo tardi…

 

 

HELLOOOOOOO!!!! Oggi è giornata per Sana e Herik eh! Ma non preoccupatevi, non voglio ucciderli (ihih) devo solo creare un’atmosfera giusta per x rivivere le esperienze del passato…! (Nd Sana e Herik- E non ce le puoi far rivivere in modo meno doloroso e faticoso???!!!!GRRR)

(nd io- Scusatemi…°///°)

Comunque! Posterò entro oggi anche l’altro capitolo perciò non scollatevi dal pc e recensiteeeeeee

 

Bacii

Francyuz

 

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Capitolo 6
*** Perchè le parole possono mentire, ma... ***


Capitolo 6- Perché le parole possono mentire, ma…

Capitolo 6- Perché le parole possono mentire, ma…

 

Si ritrovarono ben presto sul fondo del precipizio rotolati giù come dei massi durante una valanga.

Avevano la schiena dolorante e una marea di uccellini che gli ronzavano intorno alla testa a causa della botta.

-        Ahia…- mormorò Sana cercando di alzarsi a fatica.

-        Kurata, stai bene?- le chiese Herik intravedendola nel buio.

-        Sì…ma i poveri tacchi hanno fatto una brutta fine…- disse sentendosi immediatamente più bassa senza le scarpe che aveva perso durante la caduta.- E tu invece? Niente di rotto?

-        Credo di n…-  ma fu subito interrotto dalla voce schiamazzante di Sana.

-        Bah, ma io dico…E io ti chiedo anche come stai dopo che ci hai fatto cadere nel precipizio!!! Te l’avevo detto che non stavamo andando dalla parte giusta!...

Herik sogghignò e Sana si interruppe:- Perché stai ridendo? Non mi sembra che sia una situazione divertente.

-        Ci siamo già passati Sana, ti ricordi? Ci è già successo una volta…

Sana ebbe di colpo un flash back…ma sì certo! La gita delle elementari! Anche quella volta erano caduti…

 

Anche tu… sei caduto? Che coincidenza!

 

Siamo entrambi sullo stesso pesce gatto!         “ Sulla stessa barca” vorrai dire!

 

Temo che non ci sentano… Siamo davvero in una brutta situazione.

 

E poi…

 

Io penso che tu…sia brava a recitare… che a volte la tua allegria sia solo finzione…

 

“Avevi pienamente ragione…Hayama… Avevi ragione…”

 

…E’ raro che lui mostri i suoi sentimenti a qualcuno…

 

Se tu sei triste…vorrei poterti essere d’aiuto… Se ti viene voglia di piangere…puoi venire da me…

 

-        Cavolo Hayama…era la stessa situazione…di tempo fa…-

-        Che ti ho detto io?- disse ironico sedendosi con la schiena contro la salita.

Sentendo e percependo i suoi gesti, anche Sana si sedette in silenzio.

La luna si stava pian piano scoprendo dalle nuvole, illuminando la notte come una specie di faro. E in quel momento centinaia, anzi no, migliaia di lucciole comparvero intorno a loro come in un incantesimo.

Riuscirono finalmente a vedersi in volto.

Sana sorrise spensierata:- Non avevo tutti i torti…le lucciole c’erano davvero…

Herik annuì.

Sana godeva dello spettacolo di luci e ombre che le si prostrava davanti agli occhi, lui invece poteva godere di un altro spettacolo altrettanto bello…

-        Ora però sei tu che mi fissi! Ti ho visto sai!- esclamò Sana accorgendosi dei suoi occhi.

Herik  distolse subito lo sguardo con imbarazzo e si guardò intorno.

-        Piuttosto, come credi che riusciremo a risalire? L’altra volta è successo per miracolo!- chiese Sana cercando di afferrare una lucciola.

-        Non lo so…non ci resta che aspettare che qualcuno ci venga a cercare.- rispose lui risoluto giocherellando con dei fili d’erba.

Sana rabbrividì improvvisamente ed Herik se ne accorse.

-        Hai freddo?- chiese immediatamente

-        No…- ma non fece in tempo a rispondere che lui si era già tolto la felpa e gliel’aveva data con un “Tieni” che non accettava obiezioni.

Sana se la infilò e si sentì come se Herik la stessa abbracciando: provò immediatamente calore e il suo profumo la cullò per un istante bellissimo.

-        Certo però che panorama…- disse Herik alludendo alle lucciole.

-        Mi spiace soltanto che quando la tua ragazza lo verrà a sapere potrebbe pensare che ci siamo imboscati di proposito…dovrai darle qualche spiegazione credo…-

-        Non le devo spiegare nulla. – risposta breve ma concreta.

Sana cambiò argomento, quella risposta le era bastata:- Oggi mi hai battuta Hayama…ma mettiti bene in testa che questa sarà la prima e l’ultima volta che succede una cosa del genere…

-        Questa frase non ti porta fortuna credimi…anzi, contro di me non fa effetto neanche la fortuna, sono un fenomeno della natura…

-        Beh! Anch’io parlerei così se fossi un karateka professionista come te, sai?-

Di colpo il viso di Herik diventò grigio, e non per quel gioco di luci e ombre… c’era sicuramente qualcosa che lo turbava, Sana glielo lesse negli occhi.

-        Herik…va tutto bene?- chiese Sana cercando il suo sguardo, ma lui fissava la terra, con un’aria assente ma triste.

-        Ti ho offeso in qualche modo? Se è così devi scusarmi…-

-        Ho dovuto mollare il karate…poco dopo la tua partenza.-

 

-        Perché? Non capisco… Il tuo braccio era guarito, avevi completato la riabilitazione…perché hai mollato?

-        Non ho mollato di proposito. Sono stato costretto.- disse secco strappando un mazzetto d’erba con violenza.

-        Eh?- chiese Sana confusa.

-        Ho continuato a praticare per altri due anni dopo la tua partenza per l’Europa, per due anni avevo aspettato che tu tornassi in ogni momento, come mi avevi promesso…poi però i giornali, le voci stavolta concrete su te e Naozumi…e poco a poco mi sono rassegnato. Ho conosciuto Tomoko, era la mia nuova vicina di casa. Ci siamo messi ed è stata la mia ragazza per tutto questo tempo… Comunque con il karate andavo alla grande, sfogavo la mia rabbia e davo sempre il meglio di me, ero a un passo da diventare cintura nera…un passo…ma Tomoko ha interrotto tutto. Diceva che dedicavo più tempo a quello sport che a lei, ero diventato la sua ossessione. Mi ha costretto a fermarmi lì, a buttare al vento tutto ciò che avevo combinato di buono in quegli anni…e da lì in poi non ho più neanche tirato un pugno ad un muro.

-        Ma Herik non capisco…ti sei fatto costringere? E poi perché quando mi sono presentata lei mi ha detto che stavate insieme da soli 2 mesi se invece vi frequentavate da anni?

-        Perché…beh ecco…ti ha detto così perché sono due mesi che le ho dato un anello di fidanzamento…con la promessa di sposarla…-

Sana sentì il suolo franare sotto di lei, una freccia avvelenata colpirle il cuore, un pegno violento fracassarle lo stomaco…sensazioni che la facevano sentire come se stesse per morire da un momento all’altro dopo aver sentito quelle parole.

Herik la guardò per capire la sua reazione. Dentro di lei Sana soffriva come una matta, ma in qualche straordinario modo riuscì a rimanere impassibile.

Alcune lucciole intorno a loro scomparvero ed Herik non riuscì a vedere quella lacrima onesta che, proveniente dal cuore, le rigava la guancia arrossata dal freddo.

-        Tu…tu la ami vero?- chiese timorosa aspettando il colpo finale che avrebbe messo fine al battito del suo cuore ormai tramortito…

Herik ci pensò un attimo, in quel momento una lucciola dispettosa illuminò il viso di Sana, facendo brillare quella goccia che scendeva lenta e amara fino alle sue labbra.

 

-        No, io non la amo.-

 

No, io non la amo… No, io non la amo… No, io non la amo… No, io non la amo… No, io non la amo… No, io non la amo… No, io non la amo… No, io non la amo…

 

-        Bugiardo!- esclamò Sana mentre quella frase le girava nel cervello come un trapano.

Herik le si avvicinò e la baciò a fior di labbra, assaporando il gusto salato di quella lacrima dolcissima e innocente.

 

Se ti viene voglia di piangere…puoi venire da me.

 

Sana chiuse gli occhi e altre lacrime le rigarono in viso, scivolando sulle loro labbra.

In quel momento quella frase assunse un suono più dolce, più veritiero…perché le parole possono mentire, ma i baci non ne sono capaci…

 

AHAH! Capitolo rivelazione!!!! Ma non credete che d’ora in poi sarà tutto stile “…e vissero tutti felici e contenti” perché non sarà affatto così…assaporate anche voi quegli ultimi residui salati che vi rimangono in bocca perché Surferfrancy non vi assicura nulla…

Spero a presto!!!

 

Recensite mi raccomando, mi fa sempre molto piacere.

 

Franciux

 

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Capitolo 7
*** Cardini saltati ***


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Capitolo 7- Cardini saltati

-        Sana!!!!! Apri subito la porta!!!-

-        No!!!!!-

Fuka sbuffò indispettita dall’ostinazione dell’amica.

Continuò imperterrita a battere i pugni sulla sua porta e a urlare come una matta:- Sana fammi entrare immediatamente o butto giù la porta ti avviso!-

-        Fuka sono le 6 di mattina lasciami in pace…non ho voglia di parlarne.-

Sana si dovette improvvisamente ricredere quando si girò verso l’ingresso e vide la porta della sua casetta scardinata e stesa sul pavimento.

Fuka era all’ingresso, appariva come una figura ombrosa contro sole, con i gomiti poggiati sui fianchi in segno di sfida e le gambe divaricate stile macho.

Sana rimase con la bocca aperta e non riusciva quasi a credere ai suoi occhi.

-        Ma…ma c-come hai fatto a…?-

-        Sai quante volte ho dovuto buttar giù questa vecchia porta! Ormai il legno è completamente marcio che è quasi più fragile della cartapesta!!- La rialzò con facilità e la infilò nei cardini, ma a Sana pareva comunque di avere davanti una specie di Fuka versione Hulk.

Ed essendo versione Hulk appariva anche nella versione incazzata.

Sana si precipitò sotto le coperte arrivando a nascondere persino la testa.

Sentì la presenza di Fuka sopra di lei e per un attimo le sembro di morire.

-        Io e te…dobbiamo parlare!!- Fuka le tolse di dosso le coperte con abile mossa e Sana si aggomitolò su se stessa come un gatto.

-        Sana insomma! Ieri sera abbiamo dovuto chiamare la polizia per ritrovarvi quindi per l’amor del cielo, vuoi almeno spiegarmi come ci siete finiti lì sotto?!?!? Non hai osato spiccicare parola quando vi abbiamo ritrovati mezzi ibernati!!-

-        E’ stato un incidente Fuka, siamo caduti tutti e due per sbaglio…

-        Sì certo, comunque se devo dirti la verità non mi interessa sapere come ci siete arrivati in quelle fratte…-Fuka improvvisamente sfoderò un sorriso malizioso- Voglio sapere cosa è successo quando vi siete ritrovati tutti e due soli soletti…!

-        Non è successo niente!!!

Sana cercò di negare in tutti i modi, ma l’astuta e schietta amica era abituata alle sue mille facce da attrice e non era per niente facile ingannarla.

-        Sana sono tua amica!!! Se non me lo dici a me cosa è successo la cosa è davvero grave!!

-       

-        Forza! Parla!!-

-        …ecco beh…diciamo che abbiamo parlato…- iniziò a dire Sana quasi contorcendosi le mani per l’ansia.

-        Mhmhm…-

-        E lui diciamo che mi ha detto una cosa che non mi aspettavo e poi diciamo che …

-        Mh?

-        Mi ha baciata! ma un bacio piccolissimo, impercettibile, quasi invisibile anzi forse non era neanche un bacio forse ci siamo sfiorati le labbra per sbaglio…

-       

-        Cioè magari me lo sono anche sognato, lui però e era così convinto io non ho saputo oppormi…

-       

-        Però era da immaginarselo che è sempre lui a rubare i baci non è stata una mia iniziativa era una cosa pacifica Fuka ti prego DI’ QUALCOSA!!!- Sana aveva parlato a raffica e adesso aveva addirittura il fiatone, Fuka invece era rimasta paralizzata in piedi accanto al letto e la guardava con due occhi da pesce cane.

-        Cioè…vi siete dati un bacio?

-       

-        AHAH!!! LO SAPEVO LO SAPEVO LO SAPEVO ahahaha sapevo che era successo qualcosa!!!!-

-        Fuka ti prego smettila non c’è niente da ridere!-

-        D’accordo manteniamo la calma…ma non sarete andati anche oltre vero??- sfoderò un altro sorriso ancor più malizioso mentre Sana quasi scoppiava di imbarazzo.

-        Ma che cosa diciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

-        Okokok, Sana per adesso l’importante è che quella Tomoko non scopra nulla e che tu magari parli con Akito!-

-        No, no e NO. Io con lui proprio non ci voglio parlare, anzi digli che sono scomparsa e che non riuscite più a trovarmi! Ma perché quando serve non si apre una fossa nel terreno e mi risucchia???-

Improvvisamente qualcuno bussò alla porta.

Entrambe si guardarono e ammutolirono.

-        Sana? Sana ci sei? Sono io…Akito!-

Sana per poco non svenne, afferrò le coperte e ci si infilò sotto. Fuka invece imitò la voce di Sana:- Un secondo arrivo!!!

-        Ma sei matta?!- le sussurrò Sana con gli occhi fuori dalle orbite.

-        Vai ad aprire, io mi nascondo nell’armadio… sbrigati!!!- le disse tra i denti Fuka schizzando via verso l’armadio e chiudendocisi dentro.

Akito bussò nuovamente e Sana con il cuore in gola si diresse verso la porta, e aprendola per poco non la scardinò di nuovo.

Se lo ritrovò davanti, anche lui una figura ombrosa contro sole, ma riusciva a vedere i suoi occhi profondi che preannunciavano l’inizio di un lungo discorso.

-        Sana devo parlarti assolutamente.-

-        Io credo invece che non ci sia nulla da dire- stava per richiudergli la porta in faccia, lui la bloccò con un braccio e la porta si scardinò nuovamente.

Akito rimase un attimo perplesso.

-        Ehm…è rotta…succede… spesso…- beh in questo modo non poteva neanche più chiudergliela in faccia, doveva affrontarlo.

-        Posso entrare?-

Sana si mise da parte, c’era solo da affrontarlo ormai.

-        Tomoko stamattina era nera di rabbia per quello che è successo ieri…perciò…

-        Già mettiamo le cose in chiaro da subito, è questo che vuoi dirmi? Non preoccuparti, quel bacio per me non significava proprio niente, anzi, già non ci pensavo più, non dovevamo farlo e basta. Perciò è meglio chiudere subito qui la faccenda e lasciar perdere. Bene sei soddisfatto adesso? Puoi tornare da Tomoko e dirle di non preoccuparsi perché la tua ex non si immischierà nel vostro rapporto.

Per la seconda volta in neanche 10 minuti si ritrovò senza fiato, quello sì che era un monologo!

Akito rimase impalato davanti a lei, forse non si aspettava quella reazione esagerata.

-        Beh, pensa che io ero venuto qui per dirti il contrario, sai?-

Sana rimase immobile a quella risposta inaspettata. Non poteva significare qualcosa per lui, era lui quello fidanzato, era lui che l’aveva dimenticata all’inizio, non poteva dirle così!

-        Grazie per il chiarimento di idee comunque.- prese con forza la porta e stavolta saltarono tutti i cardini.

La lasciò stare per terra e si allontanò velocemente verso la casa.

Fuka uscì lentamente dall’armadio e vide Sana in piedi sulla porta, quest’ultima improvvisamente scoppiò a piangere

Fuka l’abbracciò da dietro affondando il volto nei suoi capelli bagnati di lacrime:- Mi sento uno schifo Fuka…sono un mostro…

 

Ma salveeeeee

Oggi sono una vera e propria macchina da scrivere per questo ho deciso di ricominciare anche qst fik lasciata in sopeso!!!

Mi raccomando fatemi sapere che ne pensateee!!!

 

Baci

 

=the surfer=

 

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Capitolo 8
*** The ipnotic kiss ***


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CAPITOLO 8- THE IPNOTIC KISS

Fuka entrò in cucina e salutò gli amici seduti al tavolo i quali, intenti a consumare una colazione ipercalorica a base di cibi fritti, non si accorsero immediatamente di lei.:- Ragazzi scusate il ritardo!

Si girarono tutti verso di lei sorridendole a bocca piena.

- Fuka finalmente!!! Stavamo iniziando a preoccuparci!!! Ma… aspetta un momento…dov’è Sana???- chiese Aya

- Ehm ecco…- balbettò Fuka dirigendosi verso la sedia più vicina- Sana stamattina non si sentiva molto bene…preferisce non venire a fare l’escursione oggi.

Al tavolo, in due posti più distanziati possibile, erano seduti anche Akito e Tomoko e Fuka si accorse che non poteva di certo parlare di ciò che era successo a Sana in loro presenza, soprattutto in presenza di Akito, che udite le sue parole le lanciò un’occhiataccia.

- Oh davvero?- chiesero all’unisono Tsuyoshi e Aya- Quanto ci dispiace! Povera Sana!- Tomoko, che al contrario degli altri stava semplicemente bevendo un thè e all’inizio sembrava non prestare granchè attenzione al discorso, si intromise con prepotenza nella conversazione:- Beh, la cosa non mi sorprende, ieri notte è rimasta in quel burrone per più di 3 ore e quei vestiti non le coprivano neanche il 15% del suo corpo. E’ stata fortunata a non essersi presa una bronco polmonite!

Sei paia di occhi in quella cucina si girarono verso di lei con risentimento, ma questa fece finta di nulla e continuò imperterrita a parlare:- Capisco che è un’attrice famosa debba essere elegante in ogni situazione, ma trovo davvero bizzarro ciò che lei intenda per il concetto di eleganza, quella gonna psichedelica era degna di Courtney Love negli anni in cui faceva la prostituta nei sobborghi di Londra…-

In quell’istante Akito sbattè le posate sul tavolo e, alzandosi di scatto, si diresse verso la ragazza.

- BASTA COSI’ TOMOKO! STAI ESAGERANDO!

In un primo momento la ragazza non alzò neanche gli occhi dalla sua tazzina di porcellana, ma poi improvvisamente anch’essa si alzò posizionandosi davanti ad Akito con uno sguardo serio e imperterrito.

Poi, lasciando tutti di stucco, il suo sguardo divenne malizioso e subdolo e alzandosi in punta dei piedi fece il modo che le sue labbra toccassero quelle del ragazzo.

Quest ultimo, impietrito dal gesto inaspettato della ragazza cercò di divincolarsi, ma Tomoko trasformò quel bacio a fior di labbra in qualcosa di audace e spinto.

Nella cucina rimasero tutti a bocca aperta, spettatori di una scena decisamente inusuale, ma fu il comportamento di Akito che li stupì maggiormente: infatti all’inizio aveva cercato di divincolarsi dalla morsa della ragazza, che lo teneva ben stretto per i polsi, poi lentamente aveva rilassato i muscoli e sciolto i pugni, lasciandosi avvolgere dal bacio della ragazza, così potente che avrebbe potuto scatenare un terremoto.

In pochi secondi Tomoko si staccò lentamente e aprì gli occhi guardandosi intorno soddisfatta, senza togliersi dalle labbra un sorriso malizioso.

Anche Akito aprì gli occhi lentamente, ma tutta la sua rabbia era stata inspiegabilmente e misteriosamente succhiata via da quel bacio, e nei suoi occhi adesso giaceva un’espressione strana e rilassata.

Tutti i presenti non riuscivano a credere ai loro occhi.

Tomoko prese per mano il suo ragazzo e lo guardò negli occhi, poi si voltò nuovamente verso gli spettatori rivolgendosi in particolare verso Fuka:- Noi ce ne torniamo in camera. Vero Aki?

Gli sguardi si spostarono su Akito che, senza staccare gli occhi dalla sua ragazza, annuì senza espressione.

Lei gli sorrise di nuovo:- Sapete…credo di non sentirmi tanto bene…forse è meglio se oggi non venga con voi…Aki mi farà compagnia vero?

Senza attendere alcuna risposta si allontanò con lui verso il corridoio e in pochi secondi nessuno riuscì più a vederli.

I ragazzi si guardarono sconvolti, con un velo di preoccupazione sui loro volti.

- Ma avete visto che roba? Si è slinguazzata Akito come una specie di iguana!!!!!!- esclamò Margharet poco dopo.- E’ stato davvero imbarazzante!!!

- Suvvia Margharet perché dovremmo sorprenderci più di tanto? Non sono più dei ragazzini, sono perlopiù fidanzati e hanno semplicemente una relazione abbastanza spinta, ecco.- disse George suscitando un’occhiataccia da parte di Margharet

Tsuyoshi però non la pensava allo stesso modo:- Non è questa la cosa strana Gorge, ciò che è strano davvero è il comportamento di Akito! Cinque secondi prima stava per dirgliene quattro a causa di quello che aveva detto su Sana e poi BOOM! Improvvisamente lei lo bacia in modo decisamente non casto e lui si comporta come un cagnolino!!!-

-Tsuyoshi ha ragione- fu d’accordo Jeremy- Per quanto io conosca Akito meno di voi non mi sembrava un atteggiamento che si addicesse molto a lui.

- Ma magari devono solo chiarirsi per il fatto di ieri sera- continuò Gorge - La fidanzata non sarà stata molto contenta di trovare Akito e Sana che, ancora inspiegabilmente, si erano imboscanti insieme…da soli…al buio…

Mise così tanta suspence in quella frase carica di sottosensi che Margharet gli diede uno scappellotto.

- Ok Gorge adesso falla finita!!- lo rimproverò lei.

Apparte Gorge, che più che essere dalla parte di Tomoko era semplicemente divertito per il fatto del bacio, tutti i presenti erano rimasti sbalorditi da ciò che avevano visto poco prima, in particolare Fuka, che in quel momento pensava solo a voler avvertire la sua amica Sana. Peccato che nessuno si accorse che quest’ultima aveva osservato la scena ancor meglio di loro, nascosta abilmente dietro la finestra.

Una lacrima attraversò il viso di Sana, e in pochi secondi si ritrovò a correre veloce come il vento verso una meta indefinita.

Allora non so da dove far incominciare le mie scuse

Allora non so da dove far incominciare le mie scuse. Allora…

SCUSATE SCUSATE SCUSATE SCUSATE SCUSATE SCUSATE SCUSATE

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E scusatemi ancora perché sono stata capace di lasciare incompleta questa storia che adoro a dir il vero per tutto questo tempo!!!!

Spero solo di non aver perso le mie fan, che hanno seguito gli scorsi 7 capitoli!!!! SORRY!!!!

Scriverò gli altri capitoli nei prossimi giorni, nel frattempo leggetevi quest’ultimo che ho scritto, spero sia di vostro gradimento.

Lasciate un commento come al solito se vi va!!! Mi siete mancate un casino amiche di EFP!

Bacioni

Surferfrancy

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Capitolo 9
*** Il mio nome è Chi Chi ***


Nonostante l’aria abbastanza umida e il caldo torrido che (come avevano annunciato i telegiornali nei giorni precedenti) aleggiava nell’aria impedendo quasi di respirare, Sana rimase seduta sulle rive del lago per parecchie ore, con le gambe ammollo nell

Capitolo 9- Il mio nome è Chi Chi.

Nonostante l’aria abbastanza umida e il caldo torrido che (come avevano annunciato i telegiornali nei giorni precedenti) aleggiava nell’aria impedendo quasi di respirare, Sana rimase seduta sulle rive del lago per parecchie ore, con le gambe ammollo nell’acqua dolciastra, con i pensieri annebbiati non solo dal caldo, ma anche dallo spettacolo in cucina che aveva visto poco prima.

Akito la voleva solo prendere in giro quando le aveva detto che ci teneva ancora a lei, ne era sicura.

E il bacio la notte prima (le ricordava la sua coscienza)? Sempre un’idiozia, pensava, l’aveva fatto solo perché aveva probabilmente preso una bella botta in testa, anche se Fuka era quasi riuscita a convincerla del contrario.

Ma, del resto, obbiettivamente, cosa si aspettava? Che dopo tutto questo tempo sarebbe sbocciato finalmente l’amore che lei aveva tanto sognato quando era un’adolescente?

Era lei la ragazza in gamba che aveva sempre pensato di essere? Si era lasciata abbindolare da un fantasma del passato, nonostante questo stupido demone bugiardo avesse già proposto ad un’altra donna di prenderla in moglie!

E lei…una stupida donna bambina…si ricordava ancora della promessa fatta a Naozumi prima di partire per casa di Fuka:

- Sana...- le aveva bisbigliato lui prima che lei salisse in macchina con Rei- Io lo so bene che quest’esperienza ti segnerà, forse per sempre, io lo so che non rimarrai impassibile alla vista di Akito dopo tutti questi anni…in fondo tu lo hai amato davvero, e mi chiedo se qualche frammento di quel sentimento sia rimasto ancora nel tuo cuore…ma ti prego, ti scongiuro, pensa che lo stesso sentimento che tu provi per lui c’è anche nel mio cuore, ed è tutto rivolto a te.-

Il monologo nella sua testa si prolungò finché i raggi del sole riuscirono ad infiltrarsi addirittura tra le foglie dell’albero che le avevano dato un po’ di sollievo in precedenza, e il caldo diventò insopportabile.

Iniziò a pensare che data l’ora probabilmente la stavano cercando tutti quanti, beh, tutti tranne una persona.

Si alzò di scatto e tornò verso la villa, quasi correndo sotto il sole di quel primo pomeriggio.

Improvvisamente le venne da ridere, in fondo tutta quella storia era una stupidaggine! Doveva divertirsi con i suoi amici e per una volta oscurare del tutto i suoi sentimenti che erano del tutto non ricambiati. Come aveva potuto anche minimamente pensare anche solo per un secondo che Akito provasse ancora qualcosa per lei?

A pochi metri dalla sua casetta scorse improvvisamente una testolina bionda che spuntava fuori da un cespuglio di more, e d’un tratto uscì un bambino alto più o meno un metro e qualche gomma da masticare, che le rivolse subito un sorriso a 24 dentini da latte incrostati di succo di mora.

- Chi chi!- esclamò Sana avvicinandosi a lui e sorridendo.- Che cosa fai qui tutto da solo?

- Gnam Gnam!- rispose lui intendendo naturalmente che si stava gustando una dozzina di more tutto da solo.

Sana scoppiò a ridere e se lo prese in braccio facendogli fare una piroetta.

- E dove sono mamma e papà?- gli chiese mentre Chi Chi urlava di gioia.

Con il suo ditino minuscolo indicò la villa, poi unì i palmi delle mani e ci appoggiò sopra la guancia chiudendo gli occhi, per farle capire che stavano dormendo.

Sana iniziò a credere che quel bambino goloso avesse tentato la fuga mentre i suoi genitori dormivano, decise quindi di dare ascolto alla sua coscienza una volta tanto e disse al bimbo:- Senti Ichiro, perché io e te non raccogliamo un po’ di more, poi le portiamo a Zia Fuka e ci facciamo fare una bella crostata?

Gli occhi del bambino si accesero di felicità, così lui e Sana, dopo aver raccolto un mucchio di more che avrebbe sfamato un esercito in guerra, si avviarono verso la villa.

D’un tratto, mentre Ichiro elencava a Sana tutti i nomi dei suoi giocattolini robot con una specie di alfabeto morse, da una finestra aperta al piano terra, quest’ultima udì la voce di Akito che urlava contro Tomoko in modo spaventoso.

- …questa cosa non può continuare Tomoko, hai capito? Sono stufo di stare ai tuoi ricatti! Mi stai rovinando la vita!

- Senti mio caro la vita tu te la sei rovinata da solo, io ti ho soltanto dato una mano a ricostruirtela…

- L’errore l’ho fatto io e ho deciso che è ora di ripagare i danni, non mi importa la pena che dovrò scontare per tutto ciò, voglio soltanto che tu sparisca una volta per tutte!!!

- Povero Akito…questa Sana ti ha fatto proprio perdere di nuovo la testa eh?

- Cosa c’entra Sana adesso? Lei non deve essere coinvolta in questa storia! Non è colpa sua se…

- Ma non capisci? Lei E’ la causa di tutto questo, devo rinfrescarti la memoria per caso…? Devo ricordarti che è per colpa di quella poco di buono di Sana Kurata se stavi per passare dei guai seri in passato? E indovina CHI è stata la persona che ha impedito che tu passassi il resto della tua esistenza in una cella? Chi…CHI??- urlò a pieni polmoni Tomoko.

D’un tratto, dopo aver udito quelle parole, il bambino affianco a Sana iniziò a cantare come un pazzo:- Chi Chi! Il mio nome è Chi Chi!! Un bambino birichino e il mio dinosauro si chiama Dino!

Sana sbiancò di colpo e guardò con gli occhi sgranati il piccolo Ichiro che gridava come gorilla fuori dalla finestra di Tomoko e Akito, e repentinamente si buttò su di lui tappagli la bocca.

- Cos’è stato?!- gridò Tomoko, e Sana udì chiaramente i passi di lei che si dirigevano verso la finestra.

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Capitolo 10
*** Quel che si dice di chi origlia... ***


Tomoko si sporse allarmata dalla finestra, ma tutto ciò che vide furono un paio di scoiattoli che la guardavano di sbieco sul ramo dell’albero davanti la casa

Tomoko si sporse allarmata dalla finestra, ma tutto ciò che vide furono un paio di scoiattoli che la guardavano di sbieco sul ramo dell’albero davanti la casa.

-          Tomoko non c’è nessuno lì fuori…- le disse Akito alzando gli occhi al cielo.

-          Eppure…ero convinta di aver sentito una strana voce…- bisbigliò fra sé e sé.

A quel punto Akito avanzò verso la finestra, la prese per le spalle e la girò in modo da poterla guardare negli occhi, e con voce fredda e imperscrutabile le disse:- Te lo dico adesso, e non te lo ripeterò un’altra volta. Sparisci dalla mia vita. Sparisci e non provare a farti rivedere. Se mi sono dovuto abbassare a questo livello è stato solo per colpa di…di quella stupida notte, e non di Sana. E che tu lo voglia o no, io provo ancora qualcosa di fortissimo per lei. Un qualcosa che tu non hai sicuramente mai provato, e che io di certo non proverò mai per te. Sparisci Tomoko, fallo adesso.-

Tomoko soffocò una risata, e con il suo solito tono arrogante gli rispose:- E non hai paura Akito? Non hai paura che io ti tradisca, raccontando a tutti quello che è accaduto quella notte in quella casa?-

Akito deglutì rumorosamente, ma fu ancora più deciso di prima:- Non ho paura di te, Tomoko.

-          Come dimentichi in fretta le cose Akito…- disse quasi sussurrando Tomoko- Eh già proprio così, sei riuscito a dimenticare tutto quello che ho fatto per te, se non ci fossi stata io tu non l’avresti neanche più rivista questa Sana Kurata

Akito rimase immobile mentre Tomoko gli si avvicinava con le labbra all’orecchio, parlando comunque a voce abbastanza alta:- Sai, se fossi stato in carcere in questo momento…l’avresti potuta vedere solo da uno spesso vetro, con due guardie a sorvegliarti alle tue spalle, con qualcuno che avrebbe ascoltato ogni singolo dettaglio della vostra conversazione…non avresti potuto sentire il dolce profumo dei suoi capelli, né assaporare il gusto delle sue labbra, né accarezzare le sue gambe da foto modella…

Indietreggiò lentamente verso la porta, sempre senza staccare gli occhi da lui.

-          Pur di scopartela sei disposto a dimenticare quello che ti ha fatto passare in passato!! Soffrivi come un cane Akito. Soffrivi per una sgualdrina!! Una sgualdrina a cui non importa tutt’ora niente di te. E, come se non bastasse, hai dimenticato anche che sono stata io a salvarti!-

Appoggiò la mano sul pomello della porta e gli lanciò un’ultima gelida occhiata:- Ma sappi che io non dimenticherò ciò che ci siamo detti Akito, tutta la tua ingratitudine verso di me. Perciò non lamentarti con me…quando la polizia ti verrà  a cercare.

 

L’ultima cosa che Sana sentì di quel discorso fu la porta di legno che sbatteva violentemente, e immediatamente dopo le nocche di Akito che frantumavano chissà quale oggetto.

Sentì gli occhi smarriti del piccolo Chi-Chi puntati su di lei, mentre, tutti rannicchiati l’uno contro l’altro nella rientranza sotto il davanzale all’esterno, lei gli indicò la sagoma lontana dei suoi genitori che erano usciti a cercarlo.

Senza dire una parola il piccolo si allontanò nella direzione indicata, lanciando a Sana un ultimo dolcissimo sguardo innocente. Lei gli sorrise, e in quel momento i suoi occhi non riuscirono più a trattenere le lacrime.

Non riusciva a capire il senso di ciò che si erano detti, ma in cuor suo sentiva un forte dolore per quelle parole.

Avrebbe avuto l’istinto di correre via di nuovo, lontano, dove nessuno sarebbe venuto a cercarla. Ma la trattennero i singhiozzi di Akito, quasi impercettibili. Fu quello che le squarciò il cuore, e d’un tratto, capì che non doveva seguire l’istinto, ma il suo cuore.

Si alzò piano e si appoggiò alla finestra, e con un movimento rapido e deciso saltò nella stanza di Akito.

 

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