Ciao! Eccomi di ritorno con un
nuovo capitolo!
Ringrazio Hinao85 e Gaara4Ever
per le recensioni ^_^ Sono
davvero contenta che questa fic vi piaccia!
Spero che questo capitolo non vi
deluda^^
A presto!^^
Titolo: “DICHIARARSI? UNA vera impresa!!”
Autrice: Mizuki
Parte: 4/?
Pairing:
HanaRu
Desclaimers:
I pg di Slam Dunk
appartengono a Takehiko Inoue.
Nota: I dialoghi sono tra "
" mentre i pensieri tra * *
Dediche: A Yukari ^___^ E ai
lettori più fedeli ^_-
episodio 4: -disavventura in casa akagi-
Quel giorno il cielo era
nuvoloso, e rispecchiava appieno l'animo dei due ragazzi che si apprestavano a
trascorrere un noioso pomeriggio immersi nello
studio...
Ma
Hanamichi e Kaede non avevano scelta: se volevano continuare a far parte del
club di basket dovevano recuperare le loro insufficienze.
Mentre
il rossino suonava il campanello di casa Akagi, arrivò anche Rukawa. Fu Haruko
ad aprire loro la porta.
Appena
vide il moro si agitò, e dopo averli lasciati entrare inciampò nel gradino
dell'ingresso.
Kaede prontamente la sorresse,
cingendola per la vita e impedendole di cadere.
Haruko arrossì,
e felice come una Pasqua per essere finita tra le sue braccia, ringraziò
il moro.
Hanamichi fece una faccia scura. Anche se il gesto di Kaede aveva evitato che la ragazza si
facesse male, quel contatto fisico tra i due non gli andò giù.
Rukawa vide il suo sguardo di
fuoco, e immaginò che fosse rivolto a lui perchè geloso di Haruko. La cosa lo
ferì, ma non poteva sapere che in realtà, la gelosia che provava il rossino,
era per lui, e non per la sorella di Akagi...
Prima che Kaede e gli altri riuscissero ad entrare nel salone, il campanello suonò di
nuovo. Ma mentre Haruko stava per andare ad aprire,
Sakuragi la bloccò con un braccio, dicendo, piuttosto infastidito, che l'avrebbe
fatto lui.
Sembrava volesse impedire un
altro eventuale, quanto improbabile, contatto fisico tra la sorella di Akagi e Rukawa.
Haruko guardò il rossino,
perplessa per la sua reazione. Kaede invece, credendo di essere la causa del suo gesto, si sentiva
sempre più triste...
- Ciao compagni di sventura! -
salutò allegro Miyagi dopo che Hanamichi gli ebbe aperto la porta.
Dopo la sua entrata in scena l'atmosfera si rilassò. Qualche minuto più tardi fece la sua comparsa anche Mitsui.
Una volta che il quartetto delle
insufficienze fu al completo, Akagi non perse tempo, e li riempì di libri da
memorizzare.
I ragazzi si fecero
coraggio e iniziarono la loro giornata di studio.
Il salone era
avvolto nel silenzio, ognuno cercava di concentrarsi a modo suo.
Rukawa giocherellava con la
matita, con la faccia spalmata sul libro di testo e poca voglia di applicarsi,
Hanamichi si metteva le mani tra i capelli disperato,
mentre tentava di risolvere un esercizio di matematica, Mitsui poggiava i piedi
sul tavolo, appollaiandosi comodamente sulla sedia, e Miyagi inviava
continuamente sms ad Ayako, con la scusa di chiederle
cose che non capiva...
Ma le urla di Akagi
riportavano subito l'ordine...
Dopo aver sgobbato diverso tempo
sui libri, Haruko, rimasta col fratello per aiutare i giocatori nello studio,
decise di preparare il thè per tutti e fare un break.
I ragazzi erano entusiasti.
Sembrava avessero vinto alla lotteria. Avrebbero fatto di tutto pur di smettere
di studiare, anche per soli cinque minuti.
Ma un
imprevisto era in agguato...
- Ragazzi, il thè
è finito - annunciò Haruko all'improvviso. - Vado a comprarlo! Torno subito. -
Prima che Akagi potesse aprire
bocca per farli tornare a studiare nell'attesa di sua sorella, per sottrarsi,
Miyagi disse:
- Ti accompagno! E' già sera! Per
una ragazza è pericoloso andare in giro da sola! -
Si vedeva lontano un miglio che
era un pretesto per uscire di casa e stare lontano dai
libri.
A Ryota si accodò anche Mitsui: -
Hai ragione! Vi seguo! -
Piuttosto irritato, Takenori
disse: - Vengo anch'io. Non lascio mia sorella da sola con due teppisti come
voi! -
- Ehi! Non lo sono più! - si
lamentò Hisashi.
- Mi raccomando Hanamichi, tu e
Rukawa non scannatevi! Akagi non gradirebbe se gli sfasciaste la casa! -
scherzò Miyagi prima di uscire insieme agli altri,
facendo strepitare il rossino.
Nel giro di pochi minuti Kaede e
Hanamichi si ritrovarono soli.
Calò improvvisamente un silenzio
che ben presto si fece opprimente.
* Non credevo che avrei avuto
occasione di restare solo con Rukawa. Potrei approfittarne per dichiararmi... Ma sarà il caso farlo qui? Dato che siamo a
casa di Akagi, Rukawa non dovrebbe reagire troppo
male. La situazione sarebbe a mio favore... Però devo
fare in fretta... Non vogliooo! Su Hanamichi! Via il
dente, via il dolore! *
Dopo aver valutato pro e contro,
deciso a confessare i suoi sentimenti, il rossino richiamò l'attenzione di
Kaede, che intanto, imbarazzato per il silenzio nella stanza, fingeva di
studiare.
- Rukawa, io sono
°DLIN DLON!°
Hanamichi non poteva crederci.
Era stato interrotto ancora. E per di più il
fastidioso suono del campanello non cessava.
Possibile che Akagi e gli altri
fossero già tornati, e che si fossero dimenticati le chiavi di casa?
Il rossino andò ad aprire la
porta, e si ritrovò davanti una vecchietta rompiscatole. Doveva essere la
vicina.
- Tu chi sei? - chiese la donna, trovandosi davanti uno sconosciuto.
- Sono un amico dei figli dei
signori Akagi. Al momento sono fuori. Vuole che riferisca loro qualcosa? -
rispose Hanamichi gentilmente.
L'anziana signora lo guardò con
sospetto, poi disse: - No, non importa. Passerò più tardi. -
Dopodichè se ne
andò.
Sakuragi fece spallucce e tornò
nel salone.
Appena lo vide ricomparire,
Kaede, impaziente di scoprire cosa volesse dirgli prima dell'interruzione, gli
chiese: - Di cosa dovevi parlarmi? Prima stavi dicendo qualcosa... -
Hanamichi si agitò all'istante,
si era quasi dimenticato della sua dichiarazione... Poi cercò di rispondere: -
Ecco... volevo dirti che
°DRIN DRIN!°
La sfortuna lo perseguitava.
Perchè avevano inventato il telefono?
Dopo venticinque squilli,
assordato ed esasperato da quel suono, Sakuragi rispose al telefono.
E se ne
fregava se era da maleducati farlo, perchè in casa d'altri.
- Pronto? No, ha sbagliato
numero. Le ho detto che ha sbagliato numero! Questo
non è un sexy shop! -
Dopo aver riagganciato con
rabbia, Hanamichi incontrò lo sguardo di Rukawa, che arrossì e abbassò gli
occhi.
Ricordando la parola che aveva
appena pronunciato, in men che non si dica, anche il rossino divenne color pomodoro.
A toglierli dall'imbarazzo fu una
seconda telefonata.
Sakuragi si fiondò a rispondere,
contento per quella chiamata provvidenziale.
Sperava che non fosse l'uomo di
poco prima però, quello che non riusciva a ordinare online i frustini.
- Pronto? -
- Lo sapevo che avresti risposto!
- esclamò l'interlocutore ridacchiando.
- Miyagi! Che vuoi?! - domandò Hanamichi irritato.
- Volevo assicurarmi che tu e
Rukawa non vi foste uccisi a vicenda! - scherzò Ryota
piuttosto divertito - A proposito, passamelo se è ancora vivo! -
- Molto spiritoso! Fa attenzione che Mitsui non ti rimandi all'ospedale! -
disse il rossino indispettito, per fargliela pagare.
- Ehi! - rispose Miyagi, preso in
contropiede.
- Ti saluto! - Detto questo Hanamichi gli chiuse il telefono in faccia.
Poi si voltò verso Kaede con
l'intento di dichiararsi. Risoluto disse:
- Rukawa, io dovevo parlarti dei miei
- POLIZIA! MANI IN ALTO! -
Hanamici
e Kaede si voltarono in direzione della voce che aveva parlato, spaesati. Che stava succendendo? Che ci faceva lì la polizia?
- Voi due! Mani sulla testa! -
aggiunse uno dei due agenti che aveva fatto irruzione
con una pistola puntata verso i due ragazzi in mano.
- Ehi, ma che significa tutto
questo? - chiese il rossino esterrefatto.
- Mani sulla testa ho detto! -
Hanamichi, a malincuore, eseguì
l'ordine. Lui e Rukawa si guardarono interrogativi.
- Di cosa siamo accusati? -
chiese poi il moro.
Il poliziotto scosse la testa, e
rise beffardo: - Due estranei si trovano in una casa i cui proprietari sono
fuori. Direi... furto! -
I due giocatori erano increduli. Ma finalmente capirono.
Doveva essere stata la vicina a
chiamare la polizia, scambiandoli per ladri!
- Il figlio del proprietario è
nostro amico! - cercò di spiegare il rossino all'agente.
- Si, certo, come no - disse il
poliziotto - A proposito Kaji - si rivolse poi al suo
partner - controlla che i proprietari non siano legati da qualche parte qui in
casa -
- Non c'è nessuno! Quello che ho
detto è vero! Se chiama il mio amico glielo
confermerà! - ribadì Hanamichi.
- E come
facciamo a sapere se è davvero lui? Su non fare storie, dovete seguirci in
centrale. -
- In casa non c'è nessun'altro. - confermò l'altro agente, di ritorno dal suo
giro di ispezione.
- Ora siete convinti? - domandò
il rossino in tono trionfante.
- Questo non prova niente. Adesso
dobbiamo perquisirvi. Kaji, io penserò al rosso. Tu
controlla l'altro -
- Cosa?
Non potete! Noi non abbiamo fatto niente! - si ribellò Hanamichi.
Ma non
riuscì a fare niente per impedire la perquisizione.
Rukawa cercava di mantenere il
sangue freddo, il rossino invece non pensava affatto a
mascherare la sua rabbia.
Mentre Kaede veniva
perquisito, il numero dieci dello Shohoku notò qualcosa che lo fece andare su
tutte le furie, e non lo tenne per sè:
- Ehi, il tuo amico sta
"toccando" il mio amico in modo strano -
disse a denti stretti al poliziotto che stava controllando lui. Stava per
esplodere.
Rukawa era visibilmente a
disagio, ma non aveva detto niente per evitare ripercussioni da parte degli
agenti.
- Dannazione Kaji!
Smettila di fare queste cose con quelli che ti piacciono, o dovrò arrestare
anche te! -
- Perchè la porta è aperta? -
domandò all'improvviso una voce nota.
Akagi e gli altri erano tornati!
- Che ci
fa qui la polizia? - chiese Takenori disorientato, vedendo degli agenti in casa
sua - Hanamichi, Rukawa, volete spiegarmi? - domandò furioso.
- Ecco Akagi - disse il rossino
rabbioso, rivolgendosi ai due poliziotti - Ora ci credete? -
- Lei è Takenori Akagi? - chiese
l'agente.
- Si -
rispose il capitano senza capire.
- Può farci vedere un documento?
-
Piuttosto infastidito, Akagi tirò
fuori dalla tasca il portafoglio e mostrò al
poliziotto la sua carta d'identità.
- Bene - disse l'agente
soddisfatto. - Conosce queste persone? - domandò poi, puntando il pollice alle
sue spalle, verso Rukawa e Sakuragi.
- Si, li
conosco. Ma cos'è successo?! Hanno fatto qualcosa? -
Takenori stava perdendo la pazienza.
- Credevo fossero qui per te -
bisbigliò Miyagi a Mitsui.
Lui lo guardò in cagnesco.
- Meno male - aggiunse Ryota tra sè e sè.
Hisashi lo guardò interrogativo. Cosa intendeva?
Intanto il poliziotto si decise a
dare delucidazioni ad Akagi:
- Una vostra vicina credeva che i
tuoi amici fossero ladri, e ci ha chiamati -
- Grazie a quella pettegola stavano
quasi per arrestarci! Ci hanno perfino perquisiti! -
sbottò Hanamichi.
- Avrei voluto vedervi! -
commentò Miyagi soffocando una risata. Ma lo sguardo
truce del numero undici dello Shohoku, gli fece passare la voglia di scherzare.
- Agenti - continuò poi il
rossino - Non credete di doverci delle scuse? -
Il poliziotto che lo aveva
perquisito disse:
- Ci dispiace per questo
malinteso. Beh, noi c'è ne andiamo. -
L'agente di nome Kaji, mise una mano sulla spalla di Kaede per scusarsi con
lui, seguendo l'esempio del collega; ma il suo comportarsi amichevolmente, era
solo un pretesto per poterlo toccare ancora.
Hanamichi se ne
accorse subito, e come un fulmine, prese Rukawa per un braccio e lo
allontanò dal poliziotto.
Il moro lo guardò sorpreso, anche
poco prima aveva preso le sue difese...
- Calma, non sapevo fossi il suo
ragazzo - disse l'agente.
Il rossino e Kaede avvamparono,
spiazzati.
Hanamichi mollò subito subito la presa dal braccio
di Rukawa. Quest'ultimo ritornò così alla dura
realtà: Sakuragi non era geloso di lui, probabilmente era stato il suo forte
senso di giustizia a spingerlo ad aiutarlo con quel poliziotto. Non che lui ne avesse bisogno, non si era difeso solo perchè era
successo tutto troppo velocemente, cogliendolo alla sprovvista.
Irritato per essere giunto a
quella conclusione, Kaede chiarì l'equivoco all'agente: - Non è il mio
fidanzato. E' innamorato della ragazza laggiù -
Con gli occhi indicò Haruko. Lei
però, non poteva sentire i loro discorsi, a causa della confusione creata dalle
chiacchiere di Mitsui, Miyagi e suo fratello, che faceva a
sua volta baccano per cercare di zittirli.
Il tono di voce brusco usato da
Rukawa, e l'ambiguità della sua frase, sorpresero sia
il rossino che il poliziotto.
* Questa è
chiaramente gelosia * pensò l'agente Kaji.
Hanamichi arrossì, Kaede aveva detto 'Non è il mio fidanzato',
come se non ci fosse stato nulla di male, nel fatto che un uomo stesse con un
altro uomo. Poi aveva aggiunto 'E' innamorato della ragazza laggiù',
ed era sembrato che la cosa lo infastidisse. Il cuore di Sakuragi iniziò a
battere forte.
Rendendosi improvvisamente conto
delle parole pronunciate, Rukawa sprofondò nell'imbarazzo. Ma se avesse cercato
di giustificarsi sarebbe stato peggio, così rimase in
silenzio, nella sua agitazione interiore...
Fu Hanamichi a parlare per primo
e a smorzare la tensione. Doveva far sapere a Kaede che Haruko non gli piaceva
più, forse aveva qualche speranza con lui...
- Rukawa, io non sono più
innamorato di Haruko - disse il rossino fissandolo intensamente negli occhi.
Sembrava che con quello sguardo volesse fargli capire che amasse lui...
Il poliziotto, che aveva
assistito alla scena, pensò: *Allora il rosso lo ricambia! Che dichiarazione
maldestra però... *
Solo Kaede non comprese il
messaggio di Hanamichi: * Ma se non le piace la Akagi,
di chi è innamorato? Quand'eravamo nell'ascensore mi ha detto
che amava qualcuno... *
- Ehi Kaji!
Ma ti sbrighi? Dobbiamo andare! Se gli devi chiedere
il numero di telefono fai in fretta! - lo richiamò il suo collega.
- No, è già impegnato! - esclamò
l'agente Kaji ad alta voce - Possiamo andare -
Alle urla dei
due poliziotto tutti si zittirono, e arrossendo, si chiesero se avessero
capito bene. L'agente Kaji voleva uscire con un uomo?!
Le facce di Rukawa e Sakuragi
divennero ancora più rosse di quelle dei loro amici. Poi, come se niente fosse,
i poliziotti andarono via, e tutto ritornò alla normalità.
Haruko preparò finalmente il thè, e lo servì ai giocatori dello Shohoku.
Dopo una pausa durata più del
previsto, i basket-men ricominciarono a studiare.
Non passarono neanche dieci
minuti, che il rumore di un oggetto infranto riecheggiò in tutta la stanza.
Tutti si voltarono nella
direzione da cui proveniva il suono, rimanendo a bocca aperta.
Haruko, aveva fatto cadere una
delle tazze in cui avevano preso il thè, e che stava raccogliendo per portarle in cucina e
lavarle.
Ma non
era questa la ragione che li aveva lasciati senza parole.
La ragazza aveva rotto la razza
alla vista di Rukawa a petto nudo!
Si era tolto tranquillamente il
maglione, e aveva detto: - Che caldo... -
Erano in pieno inverno.
Guardarono Kaede come se fosse
pazzo. Poi Akagi lo fece subito rivestire.
- Rukawa, forse hai la febbre -
ipotizzò Miyagi.
- Lebbre? Sono
sano come un rettile - rispose il moro sorridendo.
Tutti spalancarono gli occhi
scioccati. Le risate gli si bloccarono in gola. Rukawa... aveva sorriso! Stava
forse per arrivare la fine del mondo?!
Miyagi si mise a pregare: - Per
favore dei, non fatemi morire così giovane... Non l'ho
'ancora fatto', e Ayako non vuole neppure uscire con
me... Non conosco altre donne. Ovviamente Haruko è
off-limits, il gorilla mi ammazzerebbe...
Se non
voglio passare a miglior vita ancora vergine, credo che mi toccherà farlo con
un uomo... Mi accontenterò di te - disse a Mitsui, sorridendo.
Hisashi arrossì, e con un
grugnito imbarazzato, rispose: - Che cavolo dici?! -
Mentre Haruko
stava quasi per perdere i sensi, Kaede ricominciò a blaterare cose strane.
Così Ryota, disse qualcosa che illuminò tutti sul comportamento anomalo del
moro: - Rukawa, sembri ubriaco! Ma che cosa c'era in
quel thè? -
Cominciando a sospettare cos'era successo, Takenori domandò:
- Haruko, ma
cos'hai messo nel thè di Rukawa? -
- Il latte, perchè? - rispose la
sorella.
Akagi aprì il frigo, e controllò
la confezione del latte. Era intatta.
- Haruko, il cartone del latte
non è stato toccato. L'hai scambiato con quello del vino... -
Haruko sgranò gli occhi e si
portò una mano alla bocca - Oh no! Mi dispiace! -
- Ecco perchè il mio thè aveva un sapore così strano - disse
Mitsui, che come Kaede, aveva preso il thè con
il latte.
- Ma
come hai fatto a sbagliarti? - chiese Miyagi perplesso.
Haruko, un pò imbarazzata, distolse lo sguardo e rispose:
- Le confezioni del latte e del
vino erano vicine, e io non ci ho fatto caso -
In realtà le cose erano andate
diversamente...
°FLASHBACK°
Dopo aver messo l'acqua nel
bollitore, Haruko si perse nelle sue fantasie:
* Rukawa è a casa mia, a casa mia! Non ci posso credere! Pur di aiutarlo nello
studio, stanotte non ho chiuso occhio per ripassare tutte le materie! Non devo
perdere nemmeno un secondo di lui! *
Così, da un angolo nascosto della
cucina che dava sul salone, si mise a spiare Kaede.
* Presto, dov'è il cellulare?
Devo fargli una foto! * pensava Haruko agitata.
* Oh no, la memoria del
telefonino è già piena! * si disperò, dopo aver scattato
all'incirca mille foto di Rukawa.
Poi sentì fischiare il bollitore
e ritornò alle sue faccende. Dopo aver versato il thè
nelle tazze, riprese a osservare ogni movimento di Rukawa.
Distratta, aprì il frigo, e senza guardare, prese quel
che credeva il latte e lo aggiunse al thè di Kaede e
Hisashi...
°END FLASHBACK°
- Scusate, ma anche se Haruko ha
messo il vino invece del latte nel thè, come ha fatto
Rukawa a ubriacarsi? -
Tutti spalancarono gli occhi ed
esclamarono: - E' vero! E' strano! -
- Io ne ho messo solo un goccio -
dichiarò la ragazza.
- Rukawa non regge gli alcolici!
- gridò Miyagi, additandolo sconvolto.
Poi lui e Mitsui scoppiarono a ridere, tenendosi la pancia.
* Hanamichi sorrise, pensando: *
Che carino *
- Chi legge i manga
erotici? - chiese a scoppio ritardato Kaede, più serio che
mai, capendo male la frase di Ryota.
Hanamichi e Haruko diventarono
rossi, mentre Miyagi e Hisashi si scompisciarono ancora di più.
- Ahhhhhhh!
- urlò improvvisamente la sorella di Akagi, attirando
l'attenzione di tutti.
Kaede si stava sbottonando i
pantaloni, dicendo: - Fa proprio caldo qui -
- Sakuragi, portalo nella mia
stanza. Qui c'è una ragazza - ordinò Takenori.
- Non importa - disse Haruko.
Tutti la guardarono come se fosse
una maniaca. Così la ragazza cercò di giustificarsi: - C-cioè,
posso andare io di sopra... -
- Questi qui hanno bisogno che li
aiuti con lo studio - disse Takenori, indicando con il pollice Mitsui e Ryota.
- Ehi, noi abbiamo un nome! -
brontolò Miyagi.
- E poi
siamo suoi senpai! - aggiunse Hisashi offeso.
- Hanamichi, come mai non
protesti? Mi aspettavo una frase del tipo: 'Io non
faccio da balia alla kitsune!' - lo sfottè Ryota.
Tutti fissarono il rossino curiosi, in attesa di una risposta.
- Non potrei mai perdere
l'occasione di vedere Rukawa ubriaco! - mentì Hanamichi, dicendo quello che gli
altri si aspettavano di sentire.
Poi, anche se incontrando qualche
resistenza da parte di Kaede, spinse il moro verso le scale e lo portò in
camera di Akagi.
Una volta nella stanza, Sakuragi
mise le mani sulle spalle di Rukawa, e teatrale gli chiese: - Quanto ti senti
male? Puoi ascoltare quello che ho da dirti? -
Voleva riprovare a dichiararsi...
Il fatto che Kaede fosse brillo, e non potesse
respingerlo con freddezza, c'entrava giusto un pochino...
Invece di rispondere, Rukawa si
buttò inaspettatamente sul letto di Takenori, trascinandosi dietro il rossino,
ancora appoggiato a lui.
Hanamichi gli finì addosso. Il
suo cuore andò a mille.
- Che
buon profumo... - sussurrò Kaede a due millimetri dal suo collo.
Sakuragi lo guardò stupito,
mentre un brivido attraversava il suo corpo...
- Mi aiuteresti a togliere i
pantaloni? Ho caldo! - domandò poi il moro, rompendo
l'incanto.
Hanamichi divenne bordeaux.
- Va a sciacquarti la faccia in
bagno se hai caldo, invece di spogliarti in casa
altrui! - urlò il rossino, scosso per "l'invito" di Rukawa.
Kaede lo
prese in parola, e veloce, scattò in direzione del bagno. Ma
dopo qualche passo iniziò a barcollare, e Hanamichi prontamente lo sostenne.
Il moro gli cadde praticamente tra le braccia.
I due si guardarono intensamente,
poi Sakuragi mise tra loro una distanza di sicurezza e condusse Rukawa in
bagno.
Hanamichi si fermò un attimo
sulla soglia della porta del bagno per allacciarsi una scarpa, e quando alzò lo
sguardo vide Kaede... nella doccia! Completamente nudo!
Sgranò gli occhi, diventando un
tutt'uno coi suoi capelli.
- Se hai
caldo, vieni qui anche tu Sakuragi. La doccia è grande - disse il moro
candidamente.
Hanamichi, incredulo, arrossì, e
nel tono più arrabbiato che riuscì a usare urlò: - Ma
se siamo in pieno inverno! -
Poi, per sottrarsi a quella
situazione imbarazzante, aggiunse:
- Io vado di là -
Ma non
fece in tempo a muovere un passo, che sentì un tonfo. Rukawa era caduto nella
doccia.
Il rossuno
corse subito da lui, preoccupato che si fosse fatto male, ma Kaede se la
rideva, divertito per quello scivolone.
Così, anche se piuttosto
imbarazzato dalla nudità dell'altro, lo aiutò ad uscire dalla doccia, e gli
trovò un asciugamano.
Poi il moro, si lasciò cadere sul
pavimento, lamentando un'improvvisa stanchezza.
In quella sosta forzata,
Hanamichi vide un'opportunità per dichiararsi, e la colse al volo: - Rukawa...
devo dirti una cosa... Io...
Non riuscì a
terminare la frase, le parole gli morirono in gola.
Kaede si era alzato di scatto e
l'asciugamano che lo copriva gli era... scivolato di dosso!
Il rossino, a quella vista, dimenticò i suoi propositi, e iniziando a gesticolare agitato,
farfugliò: - R-Rukawa, rivestiti! Sei in casa
d'altri! E se ti vedesse Haruko? -
- Scommetto che le piacerebbe...
- rispose il moro, palesemente ubriaco, lasciando Hanamichi di sasso.
- Ma che
dici! Dai vestiti! - lo incitò il rossino.
Sotto le sue insistenze, Rukawa
infilò a malapena i boxer. Poi, lui e Hanamichi tornarono in camera di Akagi.
Il rossino, quel pomeriggio, non aveva intenzione di arrendersi tanto facilmente, così decise
di provare ancora una volta a dichiararsi:
- Rukawa, è da tanto che volevo
dirti una cosa. Io... Ahh, ma che fai?! -
Kaede aveva apeto
il balcone ed era uscito fuori in boxer!
- Ah, che bel vento fresco! -
esclamò Rukawa, ancora accaldato per l'alcol che aveva in circolo.
- Buongiorno! - salutò poi
allegro una signora che abitava di fronte, intenta a ritirare il bucato.
Questa lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite, diventando all'istante color pomodoro.
Poi alzò la mano per salutare timidamente Kaede, e una pioggia di vestiti volò
in tutte le direzioni. Il bucato venne portato via dal
vento.
Aveva completamente dimenticato
di averlo in mano...
Mentre la signora si disperava e
cercava di afferrarlo, Hanamichi fece rientrare in
casa il moro, prima che combinasse altri guai.
Una volta dentro, il rossino
obbligò Rukawa a rivestirsi. Poi Kaede, improvvisamente assonnato, si sdraiò
sul letto di Akagi e si addormentò.
Dopo circa mezz'ora si svegliò.
La prima cosa che vide fu il viso di Hanamichi, lo stava fissando.
Rukawa lo guardò
in modo strano, pensando: * No, non può essere successo davvero. Era
solo un sogno... *
I ricordi della sua sbronza non
potevano essere reali...
- Come ti senti? - gli chiese
Sakuragi.
- Ah... bene, grazie - rispose
Kaede, piacevolmente sorpreso per quell'interessamento.
- Allora andiamo
di sotto, ci staranno aspettando - disse Hanamichi.
Era troppo imbarazzato per restare solo con Rukawa, dopo quello che era successo
quando era ubriaco.
----------------
I due tornarono nel salone dagli
altri, che appena li videro, iniziarono a parlare concitatamente:
- Ehilà, bentornati! Potevate
mandare una cartolina! - fece ironia Miyagi.
- Ma dove eravate finiti?! Sono passate due ore! - li rimproverò Akagi.
- Un'ora - precisò Hanamichi,
seccato per la predica.
- Rukawa, vuoi che ti prepari un
caffè? Avrai mal di testa immagino... - chiese Haruko,
preoccupata per le condizioni del moro.
- No! Per carità! - esclamarono
tutti in coro, temendo che lo facesse ubriacare di nuovo.
- Rukawa,vorrei
proporti una sfida - disse poi Mitsui. Il suo tono era serio.
Kaede lo guardò interessato, e
curioso.
- Una gara... di bevute! - concluse la frase Hisashi scoppiando a ridere, seguito a
ruota da Miyagi.
Il moro lanciò un'occhiataccia
al numero quattordici. Aveva creduto che si stesse riferendo al
basket...
Non trascorsero nemmeno cinque
minuti che i signori Akagi rientrarono in casa , così,
essendosi ormai fatta ora di cena, tutti andarono via.
Sakuragi e Rukawa si ritrovarono
a camminare nella stessa direzione...
Mentre
erano persi nei loro pensieri, una signora che veniva dalla direzione opposta,
con due buste di spesa in mano, salutò Kaede e lo sorpassò.
Rukawa sgranò gli occhi, e
impallidendo si fermò in mezzo alla strada. Era la signora del bucato, quella
del suo sogno!
Allora era successo davvero!
Il suo viso andò in fiamme. Come
avrebbe fatto a guardare ancora Hanamichi negli occhi dopo ciò
che aveva combinato quel pomeriggio?
La risposta arrivò un attimo
dopo.
Chissà se ha ritrovato i vestiti
- ridacchiò il rossino, riferendosi al bucato della signora, volato via dal
vento.
Sentendo quelle parole, Kaede si
rilassò di nuovo, e immaginandosi la scena, si lasciò sfuggire un sorriso divertito.
Poi i due ripresero a camminare,
e svoltato un angolo si ritrovarono... in mezzo alla
festa del paese!
- Oh, è vero! Era oggi! - disse
Hanamichi guardandosi intorno - Mia madre mi ha chiesto di comprarle dei
dolcetti che vendono alle bancarelle! Devo fermarmi un attimo! - aggiunse
subito dopo rivolgendosi a Rukawa.
- Ah! Non ho portato le chiavi di
casa... E anche i miei sono qui alla festa! -
ricordò
all'improvviso il moro - Resterò qui anch'io - disse dopo aver riflettuto un pò.
Sakuragi lo guardò contento. Non
aveva osato sperare che Kaede rimanesse con lui... Poter passare la serata
insieme a Rukawa, fuori dalla scuola, da soli...
equivaleva quasi a un appuntamento!
Fine episodio quattro…
Continua…