Dichiararsi? Una vera impresa!!

di Mizuki
(/viewuser.php?uid=563)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'ascensore ***
Capitolo 2: *** Viaggio in metropolitana ***
Capitolo 3: *** Incontro in infermeria ***
Capitolo 4: *** Disavventura in casa Akagi ***



Capitolo 1
*** L'ascensore ***


Titolo: “DICHIARARSI

 

Titolo: “DICHIARARSI? UNA vera impresa!!” 

Autrice: Mizuki

Parte: 1/?

Pairing: HanaRu

Rating: Credo PG

Desclaimers: I pg di Slam appartengono tutti a Takehiko Inoue.

Dediche: Questa ficcina è per te, Ise-chan! Tanti auguri di buon compleanno friend!! ^___^

 

 

episodio 1: -l’ascensore-

 

 

Driiin…. Driiin….. Driiiiiiin…. Driiiiiiiiiiin…

 

Era notte fonda, e tutto era avvolto nel silenzio più assoluto, quando in casa Sakuragi prese a squillare insistentemente il telefono…

“Pronto? - andò a rispondere assonnato il rossino, svegliato dal suono acuto dell’apparecchio – Akagi? Yawwn…! Ma lo sai che ore sono?! – sbadigliò con gli occhi socchiusi – Il genio stava facendo un bellissimo sogno e tu lo hai… Uhn? Ehi, perché dovrei stare zitto brutto gorilla?! Guarda che non si disturba la gente a quest’ora di notte, e…Cosa?! Oh mio Dio!! In quale?? Dammi l’indirizzo!”– fece improvvisamente desto con un’espressione seria dipinta in volto.

Dopo aver appuntato qualcosa su un block-notes accanto al telefono ed aver strappato il foglietto da esso, prima di chiudere velocemente la comunicazione, disse agitato: “Arrivo subito!”.

Poi compose un numero, e chiamò un taxi. Il posto in cui doveva dirigersi era parecchio lontano dalla sua abitazione…

 

------------------------

 

 

Il veicolo arrivò dopo poco tempo. Hanamichi lo aveva aspettato in strada, stringendosi più volte nel cappotto nero che lo ricopriva solo fino a metà delle sue lunghe gambe per il freddo pungente di quell’inverno gelido.

Appena l’auto gialla si fermò davanti a lui, il rossino vi salì, e la macchina partì a razzo verso la sua destinazione, sollecitata dalla fretta del ragazzo…

 

--------------------------

 

Arrivato alla sua meta, l’ospedale Dokokano, e dopo aver pagato con foga il tassista, non curandosi minimamente del resto che gli aveva lasciato per via dell’ansia che gli attanagliava il cuore, Hanamichi entrò rapidamente all’interno dell’edificio sanitario.

Comparse all’improvviso davanti all’infermiera della reception, che fece come prevedibile spaventare, e con urgenza nella voce, le chiese: “Il signor Ryu Anzai è stato ricoverato qui per un malore poco fa. Sa dirmi in che reparto è stato portato e il numero della sua stanza?”

Dando un’occhiata svelta al computer, la giovane donna sulla trentina rispose: “Terapia intensiva, quarto piano. Stanza 401”.

- “Grazie” – Dopo aver pronuciato quest’unica parola, il rossino, corse come il vento verso l’ascensore, ma trovandolo occupato, optò per le scale.

Senza fiato per aver fatto di corsa quattro rampe di gradini, Sakuragi giunse nei pressi della camera del suo allenatore, e vide tutti i suoi compagni di squadra raggruppati lì intorno.

Si avvicinò a loro, e preoccupato, domandò ancora ansante: “Come sta?”

Con voce spenta e capo chino Ayako rispose: “Per ora è stazionario. Ma è stato veramente un brutto colpo da reggere per il suo cuore. I medici non sanno se ce la farà…”.

Il rossino, allarmato dall’ infausta notizia datogli dalla sua manager, si lasciò cadere a peso morto su una sedia poco distante.

Serrando gli occhi, e portandosi le mani giunte come in preghiera al centro della fronte con i pollici che sorreggevano le due gote, ripensò ai bei momenti passati col suo allenatore, e al giorno della morte di suo padre, attraversato da angoscia per quello che a breve sarebbe potuto accadere all’ex diavolo dai capelli bianchi, e sensi di colpa per quello che era già successo nel suo passato, che l’attacco di cuore di Anzai, gli aveva riportato alla memoria.

Kaede, un po’ in disparte dagli altri, fissava  Hanamichi pensieroso…

 

Lo Shohoku trascorse così le due ore seguenti in corridoio, in religioso silenzio, aspettando novità sulle condizioni del loro mister…

Il capitano della squadra era stato chiamato dalla moglie del coach, ora in camera con lui e dei dottori, perché suo marito le aveva sempre detto che prima di morire, se ce ne fosse stato il tempo, avrebbe voluto vedere per un’ultima volta i ragazzi che allenava e a cui tanto si era affezionato; e giacché il suo stato di salute fosse molto grave e le avevano dato poche speranze di ripresa del marito, la donna aveva deciso che fosse il caso di avvisarli.

 

------------------------------------------

 

Persi nelle proprie affliggenti riflessioni, Takenori e la sua squadra non si accorsero del medico che stava andando loro incontro, finché questi, ormai a pochi passi dal gruppo chiese: “Siete qui per il signor Anzai, vero?”

Tutti saltarono su come delle molle quasi contemporaneamente: “Si” – risposero poi all’unisono due o tre persone.

“Allora potete tranquillizzarvi ragazzi. Anche se la sua crisi cardiaca è stata dura da superare, adesso è fuori pericolo. Presto tornerà in forma. Naturalmente dovrà stare più attento alla sua alimentazione ed a non affaticarsi, ma si ristabilirà completamente”- affermò il dottore abbozzando un sorriso.

I ragazzi dello Shohoku tirarono un sospiro di sollievo, alcuni piansero di gioia per la buona ed insperata nuova, lasciando così emergere tutta la tensione accumulata fino a quel momento.

Hanamichi tra di loro fu quello che si rilassò e rallegrò più di tutti alla notizia del medico..  E Rukawa, che lo aveva osservato di sottecchi per tutto il tempo, domandandosi cosa potesse avere, poiché era strano vedere un tipo solare come lui non riuscire a reagire e tormentato, lo notò subito…

 

-------------------------------------------------

 

Dopo essere entrati due alla volta nella stanza del mister per non stancarlo, tutti, titolari e riserve, andarono via per riposare e tornare a trovarlo il giorno dopo.

Per ultimi, nella visita all’allenatore, rimasero solo Sakuragi ed il volpino.

I due, segretamente felici di poter passare un po’ di tempo insieme, dopo un cenno d’intesa entrarono nella camera di Anzai. E dopo averlo visto per qualche minuto, se ne andarono col cuore più leggero, avendolo trovato colorito e già sulla via della guarigione…

Uscirono dal reparto dove era ricoverato il loro coach, e si avviarono verso l’ascensore…

Il rossino, accortosi che Kaede camminava dietro di lui da un pezzo ormai, nonostante si fossero allontanati dalla camera di Anzai, si bloccò di colpo facendolo sbattere contro la sua schiena per la repentina fermata.

Il ragazzo moro lo guardò sorpreso, e col cuore a mille per essergli finito involontariamente addosso e averlo così sfiorato, si sentì domandare: “Kitsune, perché mi stai seguendo?”

Rukawa arrossì un attimo per la sua ‘accusa’, poi alzò un sopracciglio e sbuffò: “Doa’ho… devo prendere lo stesso ascensore anch’io”.

“Ah..” mormorò Hanamichi imbarazzato per la gaffe appena fatta, con gli occhi ridotti a due puntini e il viso di un rosso acceso.

“Ehi ma.. idiota a chi?!” si stizzì poi non appena recepì distintamente nel cervello ‘l’insulto’ del volpino.

“A te..rispose provocatorio guardando in un’altra direzione il numero undici dello Shohoku.

Il rossino lo afferrò per il colletto come in uno dei loro soliti battibecchi per fargli pagare ‘l’offesa’, ma nessuno dei due provò a sferrare un pugno come sempre.. Anzi, i due ragazzi si incantarono e persero l’uno nello sguardo dell’altro, incatenando i loro occhi…

I loro cuori battevano in petto furiosi per l’emozione…

Sakuragi però, resosi improvvisamente conto di quello che stava facendo, non continuando con le solite battute predefinite del suo copione, lasciandosi invece trasportare dai suoi sentimenti, mollò il lembo del giubotto grigio ghiaccio di Kaede, e sorridendo pacatamente inventò: “Non credo sia una buona idea picchiarci qui. E’ un ospedale…”.

Poi si girò in avanti e il suo volto divenne serio. Per l’agitazione goccie di sudore scendevano sul suo viso:

< Cosa stavo per combinare? Se non fossi ritornato in tempo in me, io... Non voglio nemmeno pensarci.. Rukawa deve essere rimasto molto sorpreso per come ho agito prima.. Avrà concluso che sono matto, o forse più semplicemente che so disporre anch'io del buonsenso di cui mi è stato fatto dono, anche se non è così… >.

Il moretto, tornato anche lui alla realtà, restò per qualche secondo immobile a guardare le spalle di Hanamichi che fingeva di camminare come se niente fosse. E deluso, perché credeva di avere come sempre ingrandito un semplice sguardo del rossino nei suoi confronti, lo raggiunse silenziosamente, restando però qualche passo distante da lui.

Dopo qualche istante, i due arrivarono all’ascensore e vi entrarono imbarazzati. Non sapevano cosa dire dopo lo strano fatto di prima.

Mentre Hanamichi era tutto preso ad ammirare ogni piccolo dettaglio tecnico dell’ascensore pur di non incrociare gli occhi di Rukawa, e quest’ultimo a contemplare il suolo e le sue scarpe per lo stesso motivo, un forte scossone li fece cadere a terra, uno sull’altro…

Il rossino, finito addosso a Kaede, non potè più evitare di guardarlo negli occhi come stava accuratamente cercando di fare, e rosso come un peperone, anche per essersi scontrato con i suoi splendidi zaffiri, gli chiese scusa e si alzò piuttosto scosso, lasciandolo lì in subbuglio per averlo toccato ancora accidentalmente..

Il volpino comunque anche se invaso da un'enorme emozione per quello appena accaduto, imitò il suo compagno di squadra. Si alzò, e si perse nei suoi pensieri…

Si risvegliò poco dopo, sentendo la voce di Hanamichi: “Ma che diavolo è successo prima? Perché siamo fermi? Non si sarà mica bloccato l’ascensore, vero? …………. Io voglio andare a casa a dormire! - aggiunse dopo una breve pausa - Sono stanco…! Cavoli!!”

A quella frase il moro spalancò gli occhi sbiancando. Si avvicinò subito alla porta del mezzo, e tentò di aprirla con i pulsanti forsennatamente sotto gli occhi stupiti del rossino per quella reazione, ma nulla, non funzionavano…

Rukawa socchiuse le palpebre e disse serio: “Maledizione.. deve esserci stato un guasto… Siamo costretti a passare il resto della notte qui…”

Ad Hana parve che il moretto fosse arrabbiato per il fatto di dover passare la notte lì in sua compagnia e se ne dispiacque, ma spossato, tanto per parlare, disse: “Ci mancava solo questa oggi!”

In verità, anche se era stremato, era contento di poter stare un po’ da solo con Kaede, e lo rendeva triste sapere che per lui era il contrario.

Il moro sembrava nervoso più che arrabbiato, iniziò a notare Sakuragi - < Cosa avrà? > si chiedeva nella sua mente.

Tra i due calò un pesante silenzio carico di tensione, ma anche di qualcos’altro da parte di Rukawa che il rossino non riusciva a comprendere…

Hanamichi, che si stava annoiando, poggiandosi con le spalle ad una parete dell’ascensore, cominciò a giocare con il portachiavi a cui erano attaccate le sue chiavi di casa, facendolo roteare con l’indice della sua mano destra…

Lanciando qualche sguardo di soppiatto a Kaede ogni tanto, lo vide aprire la cerniera del giubotto che indossava, e poi allentare il collo alto del suo maglione dopo averlo tolto…

“Ehi, ma come fai ad avere caldo? Qui dentro si gela!” commentò il rossino.

Ma non ebbe alcuna risposta. Il volpino continuava solo ad allentare il collo del pullover. Sembrava respirare a fatica, usava anche la bocca. Annaspava vistosamente

Osservandolo attentamente finalmente Sakuragi capì: “T- tu… soffri di claustrofobia!! Ecco perché sei così strano da quando siamo rimasti chiusi qui dentro!” constatò.

“Oddio, come ti senti??” gli si avvicinò, e mettendogli una mano sulla spalla chiese ancora: “Stai bene?”

“Uhmf… mi manca l’aria…” rispose flebilmente ansimando l'altro.

“Sediamoci. Forse aiuterà a rilassarti.. Vedrai che presto ci tireranno fuori di qui” cercò di rassicurarlo il rossino.

Rukawa seguì il consiglio, ma stava sempre peggio, cominciava a sudare freddo…

Hanamichi lo guardava sempre più preoccupato..

Anche se fino a quel momento non l’aveva fatto perché si vergognava, costretto dalla sua asfissia, il moretto tolse il maglione che portava davanti a Sakuragi, restando con solo una t-shirt bianca.. Si sentiva davvero malissimo..

Adesso gli si era persino annebbiata la vista…

“Rukawa? – chiamò il numero undici dello Shohoku seduto di fianco a lui con gli occhi chiusi il rossino – Ti senti un po’ meglio?”

“Uhmf.. uhmf.. No…” rispose il moro boccheggiando.

“Mi dispiace..disse il rossino triste per non sapere come aiutarlo. Non poteva nemmeno abbracciarlo e accarezzarlo per alleviare i disturbi provocatogli dalla sua fobia.

Kaede si stupì…

“Senti.. – aggiunse poi Hana avendo un’idea – se può aiutare a distrarti e a non pensare al tuo malessere, potremmo parlare… Ti va?”

“Uhn...” il moretto si mise la mano sinistra sulla tempia..  gli faceva male la testa…

Sakuragi prese quel suo sussurro per un si, e iniziò a parlare di tutto quello che gli veniva in mente..

Però a un certo punto, Rukawa, che cercava di concentrarsi sulle parole del rossino per non ricordare continuamente la sua indisposizione lo interruppe, e sorprendendolo gli domandò: “Come mai prima in sala d’aspetto eri così pensieroso?”

“Eh? … Beh.. – mentì in parte – Per Anzai, no? Del resto anche tu..

“E cos’altro?.. uhmf..” chiese il moro con un certo sforzo nella voce.

Cos’altro? Nulla!” disse in tono bugiardo  < Come ha fatto ad accorgersi che stavo male per altro? Non gli si può nascondere davvero niente… Cosa gli importerà poi? >

< So che sta mentendo. Ma se non vuole parlarmene non insisterò. Almeno non adesso. >.

Hanamichi cambiò così discorso, quello non era il momento più adatto per rattristrarsi e pensare negativamente, e senza rendersene conto finì a parlare con il moro di quello che sentiva per lui…

“Sai, io amo una persona, ma so già che questa non mi ricambierà mai.. E’ davvero deprimente sapere di non avere speranze fin dal principio…”

Il rossino disse questa frase guardando intensamente Kaede, che ora aveva gli occhi aperti e stava un pochino meglio, sperando che capisse, ma il volpino non voleva illudersi e scambiare fischi per fiaschi, e si convinse che si stesse per forza riferendo ad Haruko iniziando a provare tanta tristezza…

Dopo le sue parole Sakuragi non aveva ricevuto nessuna risposta da Rukawa.. < D’altronde cosa mi aspettavo? Non mi sono di certo sbilanciato, e poi lui non avrebbe alcun interesse lo stesso verso di me.. > ponderava nella sua mente.

Vedendolo con gli occhi di nuovo chiusi, frustrato poi pensò comunque più nascondere i miei sentimenti... Devo rivelarglieli! Ora che ho introdotto il discorso è il momento giusto... Ma come posso fare? Non ci riuscirò mai.. Mi manca il coraggio... Diamine, perchè la voce non vuol saperne di uscire?! Forse sarebbe meglio se prima di confessargli che lo amo lo baciassi.. Le parole poi mi verrebbero da sole, credo... ma d'altra parte... non posso rischiare di disgustarlo o essere respinto da lui in malo modo, compiendo un'azione tanto azzardata in un ascensore chiuso dal quale non potrei nemmeno scappare da Rukawa...

Ahh!! Ma se continuo di questo passo lui aprirà gli occhi e io finirò per non dirgli niente! Devo decidere alla svelta!! Lo bacio... oppure no? Parlo o lo bacio? ................. Credo sia meglio farlo.. Adesso come adesso non riuscirei proprio a spiccicare parola... Oddio, ho il cuore in gola... >

Tu-tum, tu-tum, tu-tum...

Hanamichi si piegò su Kaede, e con ancora gli occhi aperti stava pian piano arrivando alle sue labbra, quando...

- Tlin! -

La porta dell'ascensore si era aperta e Rukawa aveva spalancato gli occhi.

Trovandosi praticamente addosso il rossino, sbalordito e imbarazzato arrossì fino alla punta dei capelli.

Sakuragi non reagì molto diversamente, divenne color pomodoro in un nano secondo, e per giustificare quella strana posizione in cui era stato beccato, disse: "C-cercavo una delle mie lenti a contatto... Cre-credevo fosse finita sulla tua t-shirt.. Ehe.." sorrise nervoso.

Poi si alzò fingendo di cercare la lente che aveva detto di avere perduto per pochi attimi, e aggiunse: "Pazienza....! Ne comprerò un'altra! Comunque grazie al cielo hanno riparato l'ascensore! - dovevate farlo proprio ora?!> pensava in realtà-  Finalmente possiamo uscire! uccido!> V-vieni, andiamocene!"

Kaede sbigottito e confuso da tutto quello appena accaduto, e anche un pò intontito per via del suo malessere, si alzò da terra, e dopo aver preso la sua maglia e il suo giubotto lo seguì fuori dall'ascensore rimettendoseli stradafacendo.

Incamminatosi per le scale verso l'uscita dell'ospedale, Hana, ripresosi un pò dall'imbarazzo, chiese alla super matricola:

" Come stai ora? "

"Bene, grazie".

"Sicuro?"

"Si, ora va meglio. Sto male solo nei luoghi chiusi"

"Ok... - aggiunse il rossino sollevato per la risposta avuta - Beh, allora io vado alla stazione.. Sono già le otto e se non mi sbrigo rischio di perdere il treno che passa tra un quarto d'ora! ..... Ciao!"

Ormai fuori dall'ospedale, dopo aver salutato il volpino, Sakuragi si mise a correre verso la sua meta sbadigliando. Solo dopo un pò il moro si rese conto che anche lui doveva prendere un mezzo per andare a casa, dato che nella fretta non si era portato dietro abbastanza soldi per prendere di nuovo un taxi come la sera prima.

Velocemente iniziò a correre alla stazione, e arrivatoci in un lampo poichè vicina al Dokokano, vide Hana aspettare seduto su una panchina la metropolitana.

Lo guardò per degli attimi senza che lui se ne accorgesse e poi gli si avvicinò. Sentendo la presenza di qualcuno accanto a sè il rossino si voltò e lo vide. Sorpreso disse: "Che ci fai qui? Ma allora mi stai seguendo davvero!"

< Mi ha fatto prendere un colpo! Trovarmelo davanti mentre pensavo a lui è poco salutare per il mio cuore innamorato!>

Rukawa scambiò il suo tono e le sue parole scherzose per una frase che tradotta significava che non lo voleva avere più tra i piedi, per cui risentito rispose in modo un pò scontroso: "Non avevo abbastanza soldi per il taxi, tutto qui.."

Tiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.....!! Ta tran.........

I due si voltarono sentendo un rumore stridulo...

"Il mio treno è arrivato. Devo andare. Ciao" disse Kaede avviandosi verso il mezzo.

Hana lo seguì stupito, e affiancandolo gli disse: "E' lo stesso che devo prendere io. Strana coincidenza, vero?"

"Già" rispose felice e triste allo stesso tempo il moretto per il fatto di poter passare ancora del tempo con lui e per le parole di prima del rossino che aveva frainteso.

I ragazzi, scambiatosi uno sguardo carico di emozioni che non seppero però decifrare reciprocamente, salirono sul treno, che poco dopo partì...

 

Fine episodio uno…

CoNtinua…

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Viaggio in metropolitana ***


Titolo: “Dichiararsi

 

Titolo: “DICHIARARSI? UNA vera impresa!!”

Autrice: Mizuki

Parte: 2/?

Pairing: HanaRu

Rating: Credo PG

Desclaimers: I pg di Slam appartengono tutti a Takehiko Inoue.

Dediche: Questa ficcina è per te, Ise-chan! Tanti auguri di buon compleanno

friend!! ^___^

Ringraziamenti: A Naika e le mie amike Kira, Mary e Kadma x aver commentato! Thank you di averlo fatto, ragazze!!^^

 

 

   episodio 2: -viaggio in metropolitana-

 

 

Appena saliti sulla metro, Hanamichi e Kaede furono subito pressati come sardine in scatola.. Era un orario di punta quello in cui stavano viaggiando, e c'era una gran folla di studenti e lavoratori nel mezzo..

I posti in piedi del treno erano tutti occupati, e il volpino fu costretto addirittura a doversi poggiare al vetro di uno dei portelli d'apertura di esso per non essere sballottato durante il tragitto verso casa..

Certo questo lo innervosiva parecchio, ma era l'ultimo dei suoi problemi in quel momento.. Infatti, l'unica cosa a cui pensava, era trovare una soluzione per staccarsi dal rossino, che era praticamente incollato alla sua schiena e si teneva ad un anello di metallo della metro dietro di lui..

Rukawa era davvero a disagio in quella scomoda posizione forzata in cui si trovava..

L'imbarazzo che provava non aveva mai raggiunto picchi tanto alti..

Hanamichi dal canto suo aveva il cuore a mille.. Stare appiccicato a Kaede era devastante per i suoi sensi.. Gli sembrava quasi di avere le vertigini..

Mentre i due si perdevano nelle sensazioni che procuravano l'uno all'altro senza saperlo, d'un tratto ne furono distratti da una brusca fermata del treno su cui viaggiavano..

Prima che le porte del mezzo potessero aprirsi per lasciare scendere delle persone, il rossino tirò velocemente Kaede a sè prendendolo per le spalle..

Mentre alcuni passeggeri gli passavano accanto per imboccare l'uscita del treno e altri nuovi salivano nel mezzo, la super matricola si voltò verso Hanamichi con sguardo sorpreso e interrogativo..

Notandolo, l'altro rispose alla muta domanda: "E'.. è pericoloso poggiarsi ai portelli della metro quando si stanno per aprire.."

Kaede sgranò gli occhi, non ci aveva proprio pensato.. Poi arrossì, Sakuragi si era preoccupato per lui, e lo ringraziò per il gesto, contento dentro di sè..

La felicità che sentiva il volpino però fu presto sostituita da nuova irritazione.. Infatti, per parlare con Hanamichi, il moro non aveva preso uno dei posti in piedi che si erano liberati alla fermata dove avrebbe potuto afferrare uno dei sostegni per

tenersi, dimenticandosene completamente, e ora si ritrovava di nuovo schiacciato contro a una porta della metro nella stessa situazione di prima..

Anche Sakuragi si accorse di questa cosa, e frustrato pensò: < Cavoli! Non voglio che corra il rischio di farsi male ogni volta che questo affare si ferma! Vorrei tanto cedergli il mio posto per evitarlo, ma non posso farlo perchè si insospettirebbe.. Sembrerebbe strano infatti dato che è un maschio come me e non una donna.. Risulterebbe equivoco! Maledizione!!>

Ma qualcos'altro che avrebbe fatto tendere pericolosamente i suoi nervi era in agguato..

Infatti, fingendo di perdere l'equilibrio, data l'andatura stabile del treno in quel momento, un vecchio maniaco si gettò addosso a Kaede e gli toccò il sedere..

Successe tutto nel giro di un attimo, e il rossino, dietro la volpe e spettatore di tutta la scena, dovette faticare per non sferrargli un cazzotto.. Come diavolo aveva osato anche solo sfiorare Rukawa?!

Il moretto invece non si era scomposto più di tanto per l'accaduto, anche se la cosa lo aveva infastidito parecchio.. Aveva fatto allontanare da sè l'anziano signore che lo aveva toccato col suo solito metodo, ovvero lanciandogli un'occhiata gelida e minacciosa allo stesso tempo..

Comunque, le sfortune di Hanamichi e Kaede non erano ancora terminate.. Delle ragazzine infatti erano finite addosso al rossino, perchè alcune persone, stanche dello spazio ristretto in cui si trovavano, avevano preso a spintonare, con il risultato che il povero volpino, schiacciato sempre di più dal suo corpo al vetro di uno dei portelli della metro, riusciva a respirare a malapena..

"Ehi Rukawa, tutto ok?" gli chiese per questa ragione Hana..

"Si" rispose un pò affannato Kaede.. Stava soffocando, si.. ma non per il motivo che credeva Sakuragi.. Era la sua eccessiva vicinanza ad averlo ridotto senza fiato.. Il suo profumo lo inebriava.. La sua temperatura corporea era salita come minimo a quaranta gradi in quel momento..

Il rossino invece, sempre più emozionato dal contatto obbligato con Rukawa, iniziò a rattristarsi: < Quanto vorrei poter sentire il suo calore sempre.. Ma è inutile anche solo sperarlo, lo so già..  Forse però.. se gli confessassi i miei sentimenti ora..... Che idiota sono! Non cambierebbe niente lo stesso.. Però almeno mi metterei il cuore in pace una volta per tutte.. Per il mio bene ho deciso: lo farò! Lo devo fare! E adesso è proprio il momento giusto.. Se siamo in un luogo pubblico dovrà contenere il disprezzo che proverà per me.. Almeno questo andrà a mio vantaggio, no? Certo non è una consolazione, ma.. Coraggio Hanamichi, diglielo! Argh.. perchè mi è venuto d'improvviso mal di pancia? Il genio non deve aver paura di una semplice dichiarazione d'amore.. Già, ma perchè anche se cerco di convincermene il dolore allo stomaco e la fifa stanno aumentando? >

Dopo aver inspirato a fondo, espirato, deglutito e sospirato, il rossino si decise finalmente a parlare, anzi, balbettare: "R- Rukawa s-senti..... i-io...."

Kaede si girò verso di lui stupito mentre il suo cuore accellerava i battiti: "Cosa c'è?"

"B-beh... ecco... - iniziò Hanamichi, facendo poi una breve pausa per prendere fiato e rivelare al volpino di essere innamorato di lui senza esitare per la gola secca durante la frase fatidica.. Ma non riuscì a concludere la sua confessione, poichè in quell'istante, la metropolitana si era arrestata per l'ennesima volta e aveva dovuto afferrare Kaede per un braccio per allontanarlo dalle porte del mezzo, dato che il moro si era distratto per colpa sua, e rischiava di cadere all'indietro quando si sarebbero aperte..

"Gra-grazie" gli disse il volpino arrossendo.. Agli occhi del rossino nelle ultime ventiquattro ore era dovuto sembrare proprio uno sfigato e un imbranato, pensò imbarazzato.. Poi si accorse di una cosa: "Q-questa è la mia fermata, scendo qui. Devo cambiare linea dei treni.. Ciao".

Mentre camminava verso l'uscita della metro gliene venne in mente un'altra però, e si bloccò per un attimo: < Hanamichi mi stava dicendo qualcosa prima che mi tirasse.. E io ora me ne sono uscito con questa frase infelice e non saprò mai di cosa si trattasse! Che cretino! Mi picchierei! Solo che quando poco fa mi ha toccato il braccio non ho capito più niente.. >

Mogio, Kaede, aveva poi ripreso a camminare per raggiungere la porta del treno.. Ormai non poteva farci niente, meditava rassegnato.., quando qualcuno che si dirigeva nella parte opposta alla sua, poichè appena entrato nel mezzo, lo urtò e lo fece distrarre dai suoi pensieri..

Il volpino si insospettì.. La metro si era svuotata e quel ragazzo, con tanto spazio che aveva a disposizione per passare, gli era finito addosso?

Mise la mano nella tasca del suo giubotto e vi frugò dentro. Constatò che il portafoglio non c'era più, come aveva subito intuito.. Così inseguì quello che gliel'aveva sottratto e lo afferrò per una spalla, sotto gli occhi di un Hanamichi rimasto immobile per la troppa fretta con cui si erano svolte le ultime cose successe..

Il delinquente si voltò e con uno sguardo seccato chiese: "Che vuoi?"

"Il mio portafoglio. Ridammelo"

Il borseggiatore sgranò gli occhi cominciando a sudare, lui era un professionista nei furti.. Come aveva fatto ad accorgersene? Cercò comunque di mantenere il sangue freddo e fingendosi irritato disse: "Stai per caso insinuando che sarei un ladro?"

"Non lo insinuo, lo posso affermare con certezza"

"Ma guarda un pò che attaccabrighe! - rispose il delinquente divertito, poi con tono ironico aggiunse - Io non ti ho rubato proprio niente, mio caro!"

Mentre il treno ripartiva, Rukawa iniziò ad arrabbiarsi: "Non ho tempo da perdere con quelli come te. Dammi il portafoglio" ordinò.

Il ladro, offeso da quelle parole sprezzanti, si infuriò, e tirò fuori un coltello puntandoglielo contro..

Kaede sussultò impercettibilmente, spaventato.. non credeva fosse armato..

Gli altri passeggeri della metro invece, presi dal panico, di fronte a quella scena indietreggiarono, senza muovere un dito per aiutarlo..

Hanamichi intanto, che si trovava poco più in là, alle spalle del ladro ormai voltato di profilo, vedendo la reazione aggressiva di quest'ultimo nei confronti del moretto fu invaso da una paura folle..

Tentò comunque di restare lucido.. Doveva proteggerlo..

E così, mentre il delinquente stava per colpire Kaede, che sembrava come paralizzato di fronte alla lama del suo coltello, il rossino, cogliendo di sorpresa il ladro alle spalle, che non aveva proprio fatto caso a lui quando era salito sul treno, gli sfilò l'arma dalla mano, gettandola a terra lontano da lui, e gli mollò poi un potente destro nello stomaco facendolo accasciare al suolo..

Un poliziotto in borghese lì sul mezzo a quel punto intervenì, mise le manette al borserggiatore e lo arrestò..

Avrebbe voluto agire prima, ma Hanamichi era stato più veloce di lui..

Tranquillizzato per l'arresto del ladro, ormai innocuo, Sakuragi andò immediatamente da Rukawa, che era rimasto nello stesso punto in cui l'aveva lasciato poco prima, con gli occhi sbarrati..

Mettendogli le mani sulle spalle gli chiese preoccupatissimo: "Stai bene?"

Sentendo la sua voce Kaede si riscosse, e rispose mormorando un si..

"Grazie al cielo!" esclamò sollevato Hanamichi abbracciandolo forte, senza curarsi del significato che il volpino avrebbe potuto attribuire alle sue parole e alla sua stretta.. Era stato troppo in ansia per dare voce in capitolo alla sua razionalità in quel momento..

Rukawa sgranò gli occhi e rimase immobile non sapendo come comportarsi.. Il cuore gli tamburellava in petto..

Poi il rossino si staccò da lui, e imbarazzato, per via della ragione che aveva ripreso il sopravvento nella sua mente, cercò di giustificare il suo gesto affettuoso: " S-scusa.. ma quel pazzo mi ha fatto davvero spaventare prima.. Per un attimo ho temuto di perd.., cioè che ti.. che ci uccidesse tutti.."

Kaede rimase molto deluso da quel discorso.. Per un istante d'altronde aveva sperato fosse stato in pensiero per lui come ragazzo più che come persona, e invece..

Comunque gli aveva sempre salvato la vita, pensò emozionato, forse almeno come amico ci teneva a lui.. Ma subito si incupì, realizzando che per Sakuragi non era mai stato nemmeno quello, ma solo un semplice compagno di squadra con cui sfogare i nervi, e che probabilmente Hanamichi avrebbe aiutato chiunque si fosse trovato nella sua stessa situazione di prima..

Un pò triste per le sue considerazioni il volpino si decise comunque a continuare il suo dialogo con il rossino: "Grazie per prima. Mi hai salvato la vita" disse serio fissandolo intensamente.

Hanamichi arrossendo rispose: "B-beh, non devi ringraziarmi, in fondo..

"In fondo l'avresti fatto per chiunque, vero?" lo interruppe il moretto concludendo la sua frase per lui, dando voce al suo pensiero..

"S-si" rispose il rossino in un riflesso automatico, mentre nella mente si chiedeva perchè il tono di Rukawa fosse stato malinconico nel pronunciare quelle parole.. < Comunque la mia frase non finiva in quel modo, Kaede.. Se non mi avessi interrotto ti avrei detto che non c'era bisogno che mi ringraziassi perchè per me proteggerti è normale.. Mi viene naturale.. Forse è stato meglio che tu mi abbia fermato però.. Se mi fossi lasciato sfuggire queste parole di bocca non avrei più saputo cosa inventare per giustificare la verità.. Non mi sembra proprio il caso confessarti che ti amo dopo questa brutta esperienza.. >.

Intanto il moretto aveva distolto lo sguardo da quello di Hanamichi, e mentre i due ragazzi restavano zitti, si avvicinò loro il poliziotto in borghese che aveva lasciato ammanettato il ladro a un sostegno della metro, e porgendo il portafoglio di Rukawa al suo legittimo proprietario chiese: "E' tuo, vero? Stai bene ragazzo?"

Kaede afferrò il portafoglio e annuì.

Poi l'agente si rivolse al rossino: "Tu invece? Sei stato davvero in gamba poco fa! Hai agito con prontezza e molto coraggio.. Tra qualche anno potresti fare il mio mestiere.. Ci hai mai pensato?"

Hanamichi sorrise imbarazzato: "Beh, grazie.. ma a dire il vero non ho mai pensato di avere la vocazione da poliziotto.."

Il moretto pensò: < Meglio così.. Non riuscirei a stare tranquillo sapendo che potresti rischiare la vita per lavoro ogni giorno.. >

"Uhm.. peccato.. Saresti un ottimo agente.. - fece il poliziotto - Cmq ragazzo.. - riportò poi la sua attenzione su Kaede - dovresti passare in commissariato a fare la denuncia al tuo aggressore più tardi.. Il mio nome è Tetsuya Aso.. Chiedi di me, ok?"

"Va bene" rispose il volpino. Poi l'agente fece fermare il treno all'autista, nonostante questi dovesse farlo soltando quindici minuti più tardi, per poter portare il delinquente in polizia il più in fretta possibile, e scese col ladro dal mezzo sotto gli occhi sollevati di molti passeggeri lì presenti..

Dopo che il treno ripartì, Hanamichi e Rukawa, rimasti di nuovo soli, visti i numerosi posti liberi della metro, poterono finalmente sedere e rilassarsi un pò..

La loro giornata non era nemmeno cominciata e già ne avevano passate di tutti i colori.. Erano molto più spossati per quel viaggio che per la notte in bianco trascorsa in ospedale..

I due ragazzi comunque avevano preso posto l'uno accanto all'altro sui sedili del treno, però rimanevano in silenzio..

Ognuno di loro era distratto dai suoi pensieri e fissava, senza vederli realmente, vari punti del mezzo in cui si trovava..

Kaede si preoccupava di qualcosa nemmeno presa in considerazione un pò in anticipo:

< Spero che quell'agente non abbia messo in testa l'idea di diventare poliziotto ad Hanamichi.. Sarebbe troppo pericoloso.. >, mentre Hanamichi era triste per non essere riuscito a dichiararsi al volpino: < Ahh! Anche questa volta ho fallito e non sono riuscito a rivelare i miei sentimenti a Rukawa, dannazione! Però, aspetta un pò.. ora che nessuno potrebbe disturbarci sarebbe l'ideale per confessarglieli.. Adesso non è più sconvolto per quel bastardo di ladro.. Bene, sono determinato! Finalmente non mi interromperà niente e nessuno! >

Il rossino stava per aprire bocca, quando sentì qualcosa scivolargli su una spalla.. Si voltò e vide che era la testa di Kaede.. si era addormentato..

Hanamichi sorrise e lo guardò innamorato, dolcemente.. Era così tenero il suo dormiglione in quel momento..

Per un pò il numero dieci dello Shohoku si beò delle belle sensazioni che gli donava il lieve contatto col moretto, contemplandolo, ma poi d'un tratto si ricordò dei suoi propositi: < Oh no! Perchè si è messo a dormire proprio ora? Dovevo parlargli!

Uffa....... >

Mentre il rossino sospirava rassegnato però, Rukawa si svegliò, e proprio in quel momento la metro si fermò annunciando il nome della stazione in cui si trovavano: *Stazione Fujisawa- Stazione Fujisawa...*

Ancora un pò intontito dal sonno, dapprima Kaede non vi fece caso, poi però, messe a fuoco nel cervello, quelle parole lo fecero svegliare completamente e alzare di scatto: "Sarei dovuto scendere tre fermate fa!"

Così il volpino, affrettandosi, si avviò alle porte d'uscita del treno, e mentre queste si aprivano si voltò verso Hanamichi, un pò sorpreso dalla sua reazione e per questo rimasto imbambolato, e disse: "A domani, Sakuragi"

Poi scese dal mezzo, che pochi istanti dopo ripartì. Il rossino sgranò gli occhi, si alzò in piedi e si diresse ai portelli del treno, come se avesse voluto seguire Kaede, poi abbassando gli occhi e poggiandosi al loro vetro disse tra sè e sè:

"Accidenti.. Il destino è proprio contro di me.. Quando riuscirò a confessare a Rukawa che lo amo?"

 

  Fine episodio due…

  CoNtinua…

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Incontro in infermeria ***


Titolo: “DICHIARARSI

 

E’ davvero da tantiiiiiiiiissimo tempo che non continuavo questa fic! Troppo! Perdono!^^;;  Ringrazio tutte le persone che hanno recensito, nonostante la storia non proseguisse da un bel po’ e tutti coloro che continuano a leggerla, senza perdere la speranza di poterne vedere un giorno la conclusione^^;;

Spero che questo nuovo capitolo vi piacerà! ^_^

 

Titolo: “DICHIARARSI? UNA vera impresa!!” 

Autrice: Mizuki

Parte: 3/?

Pairing: HanaRu

Desclaimers: I pg di Slam Dunk appartengono a Takehiko Inoue.

Nota: I dialoghi sono tra " " mentre i pensieri tra * *

 

 

episodio 3: -Incontro in infermeria-

 

 

 

Erano passati due giorni dal viaggio in metropolitana con Kaede, e il rossino, nella sua classe, di malavoglia cercava di concentrarsi sulla lezione che il professore stava spiegando. Ma inutilmente, non riusciva proprio a seguirla con attenzione...

In quel momento aveva solo voglia di oziare. Così, decidendo di assecondare la sua pigrizia, si alzò dal suo banco e si avviò alla porta dell'aula in cui si trovava.

Prima di richiudersela alle spalle e uscire in corridoio, con tono annoiato disse all'insegnante che stava male ed andava in infermeria, attirandosi come prevedibile le sue ire...

Hanamichi però, ormai fuori dalla classe, ignorando lo sbraitare del professore contro di lui, si incamminò verso la sua meta...

Non aveva raccontato una bugia, sarebbe andato davvero in infermeria. Già si pregustava un bel sonnellino nel posto più confortevole e silenzioso della scuola...

Mentre percorreva un corridoio, però, il sorriso allegro del rossino scomparve dal suo volto...

Passando accanto ad una finestra, infatti, aveva visto degli studenti fare educazione fisica all'aperto, che gli avevano portato alla mente il basket, e fatto collegare il pensiero a Rukawa e alla sua seconda dichiarazione d'amore mancata...

Il morale di Hanamichi, così, era subito colato a picco...

Con nel cuore un pò di amarezza, Sakuragi raggiunse l'infermeria e vi entrò, guadagnando quasi un arresto cardiaco per quello che vide: Kaede era sdraiato nel letto dell'infermeria!

Il moro stava dormendo... Hanamichi si rilassò, per quanto riuscisse a farlo in presenza di Rukawa...

Restò immobile qualche istante, indeciso sul da farsi, poi fece qualche passo verso il moro...

Solo a guardarlo si sentiva tutto scombussolato...

Il suo stomaco non faceva che contrarsi per l'agitazione, e il battito del suo cuore diventava incontrollato...

Il rossino si avvicinò ulteriormente a Kaede, stando attento a non far rumore. Ma non gli bastava, era ancora troppo distante per poterlo guardare come voleva.

Così avanzò ancora, piegandosi in avanti, per poter osservare meglio il suo viso. Concentrato com'era a far piano non si accorse che c'era qualcosa sul pavimento, tra lui e il letto.

Inciampò. E accadde l'unica cosa che non sarebbe mai dovuta succedere.

Rukawa si svegliò!

La prima cosa che vide fu il volto di Hanamichi. Era sopra di lui e... lo stava baciando!

Il cuore di Kaede impazzì.

Distolse subito lo sguardo, mentre sentiva il viso accaldarsi, come tutto il suo corpo...

Non si sarebbe mai aspettato di vivere una situazione simile tanto presto, e non sapendo cosa fare si limitò a restare fermo...

Mentre il battito del suo cuore accellerava, agitato, chiuse gli occhi, colto dal timore di sembrare un imbranato al rossino. Più che chiuderli, però, li strizzò per pochi secondi. Poi, troppo imbarazzato per resistere in quella posizione, li riaprì subito. E fu allora che si accorse che gli occhi di Hanamichi lo stavano fissando.

Perchè anche lui che lo stava baciando li teneva aperti? Era un brutto segno.

Kaede iniziò a provare una sensazione di disagio...

Poco dopo però fu il rossino a venirgli in aiuto. Infatti si staccò subito da lui e con il fiato di uno che sembrava essere stato in apnea, con sguardo allucinato cominciò a balbettare:

"S- scusa... So-sono scivolato su qualcosa e... ecco, io... non l'ho fatto apposta..."

Rukawa capì subito che si riferiva al loro bacio, e profondamente deluso per quelle parole diede meccanicamente uno sguardo al pavimento, poi disse: "La cartella"

Hanamichi  non comprese e lo guardò interrogativo, cercando di apparire calmo, ma la tensione per quello che era appena successo non lo abbandonava...

Kaede si spiegò meglio, con voce atona: "Hai inciampato nella mia cartella..."

Parlava per riempire il vuoto che si era creato dentro di sè, ma in realtà non ne aveva affatto voglia...

Il rossino, ancora scosso,  riuscì a pronunciare solo un "ah", poi calò un pesante silenzio...

Rukawa si sentiva uno stupido per essersi illuso. Il suo primo bacio, per la persona che amava, era stato solo un errore... Quel pensiero faceva davvero male.

D'improvviso Kaede ricordò di aver chiuso per un attimo gli occhi durante il loro bacio! E il suo sangue freddo svanì all'istante, facendolo rimanere paralizzato.

Con sguardo smarrito, pensò preoccupato: *Avrà visto che ho chiuso gli occhi?! Io non lo stavo respingendo... Se ne sarà accorto?!*

Rukawa ebbe l'impulso di fuggire via, così si alzò di scatto dal letto, dicendo frettolosamente che doveva andare via, lasciando il rossino basito per quel comportamento improvviso.

La testa del moro tuttavia iniziò a girare e le sue gambe cedettero. Hanamichi prontamente lo sorresse e lo fece sedere sul letto. Poi, prendendolo per le spalle, un pò troppo in ansia solo per un compagno di squadra, gli chiese: "Rukawa cos'hai?! Ti senti male?!"

Kaede sgranò gli occhi, stupito da quella reazione. Hanamichi lo notò, e tolse subito le mani dalle sue spalle, distogliendo lo sguardo.

Rukawa, dopo qualche attimo di silenzio, rispose alla sua domanda: "Credo di avere la febbre. Sono venuto qui per questo".

"Devi aver preso freddo in ascensore, quando hai tolto la maglia. Ora stenditi e copriti". consigliò il rossino piuttosto disinvolto, mentre rimboccava le coperte a Kaede, che nel frattempo si era sdraiato.

Appena i due si accorsero di come fosse intimo quel gesto, Hanamichi lasciò cadere i lembi della coperta dalle mani, poi distolsero entrambi lo sguardo, imbarazzati, e si persero nei loro pensieri.

Tutto a un tratto il rossino realizzò la situazione:

Lui e Rukawa erano soli... Poteva dichiararsi...

E doveva farlo alla svelta, prima che qualcuno entrasse in infermeria...

D'improvviso gli venne una gran ansia. Non era psicologicamente pronto, ma non poteva sprecare altro tempo prezioso...

Così, Hanamichi, si girò in direzione di Kaede, e costringendo la sua voce a uscire disse: "Rukawa, devo dirti una cosa..."

Kaede gli diede subito la sua attenzione. Il suo cuore sussultò. Cosa doveva dirgli? L'attesa gli parve infinita...

Poi, il rossino, con uno scatto si sedette sul letto accanto a Rukawa, facendolo quasi sobbalzare per la sorpresa. Dopodichè iniziò a muovere le labbra per parlare. Stavolta era deciso, niente lo avrebbe fermato.

- Bleargh! -

O quasi. Kaede, infatti, gli vomitò addosso.

Il moro spalancò gli occhi quando vide quello che aveva fatto.

Non era riuscito proprio a trattenersi, stava male per via della febbre.

Mortificato e imbarazzato, si scusò con Hanamichi.

Ma quest'ultimo non era arrabbiato per la maglia che Rukawa gli aveva sporcato, anche se era stato sfortunato, dato che quel giorno non indossava la giacca della divisa. Bensì era incredulo, perchè ancora una volta non era riuscito a dichiararsi.

Dopo aver chiesto a Kaede come stava, Hanamichi si tolse la maglia, restando a petto nudo. Subito dopo starnutì. Era inverno, e faceva freddo...

Rukawa abbassò lo sguardo, si sentiva in colpa, e poi era un pò a disagio con il rossino mezzo nudo davanti a sè. Anche se era un piacevole disagio...

Poi fece la prima cosa che gli venne in mente. Si tolse la coperta di dosso e gliela porse: "Tieni".

Hanamichi lo guardò stupito, ma la afferrò e si avvolse con essa, sorridendogli e ringraziandolo. Quel gesto nei suoi confronti lo aveva fatto davvero contento.

Kaede guardò il sorriso di Sakuragi, emozionato. Era rivolto a lui...

L'idillio dei due però venne improvvisamente spezzato da uno starnuto di Rukawa. Stavolta era lui ad avere freddo.

Hanamichi d'istinto, si levò la coperta dalle spalle e la rimise addosso a Kaede, che però protestò e tentò di restituirgliela.

Il rossino, testardo, rifiutò di prenderla indietro, anche se naturalmente aveva freddo a petto nudo. Poi però, gettando un'occhiata veloce all'ambiente circostante, notò qualcosa poggiato alla sedia della scrivania del dottore dell'infermeria: il suo camice.

Prendendolo in mano, sorridendo disse a Rukawa: "Metterò questo, problema risolto".

Così Hanamichi indossò il camice. Kaede, che lo stava guardando, arrossì. Vestito da medico era veramente sexy...

*Ma cosa vado a pensare?! Smettila Kaede, smettila* si ripeteva il moro mentalmente, cercando di riprendere il suo autocontrollo.

La voce di Sakuragi lo riportò alla realtà.

"Senti Rukawa... Devo dirti una cosa" iniziò serio il rossino, per la seconda volta in quella giornata. Voleva provare di nuovo a dichiararsi.

Kaede restò in silenzio, aspettando che parlasse.

Hanamichi, agitato dal suo sguardo penetrante, appoggiò un braccio sulla scrivania del dottore dell'infermeria, come per trovare un appiglio, e mentre stava per aprire bocca...

- Crash! -

Una pila di riviste cadde a terra facendo una gran fracasso. Erano sulla scrivania, ma Sakuragi non se n'era accorto.

Rukawa si dovette trattenere per non ridere. Il rossino invece aveva i nervi a fior di pelle. Anche quell'occasione era sfumata...

Brontolando per quella seccatura, si mise a raccogliere i giornali da terra.

All'improvviso, gli balzò agli occhi la copertina di una delle riviste che stava mettendo a posto. Prima arrossì, poi la lanciò per aria, quasi come se si fosse scottato... Dopodichè si affrettò a nasconderla sotto la catasta di giornali che aveva già recuperato dal pavimento...

Kaede lo squadrò interrogativo, non capiva il perchè di quello strano comportamento, così chiese spiegazioni: "Qualcosa non va?"

Hanamichi guardò Rukawa, poi le riviste, poi di nuovo il moro. Abbassò gli occhi, indeciso se parlare o meno.

Kaede iniziò a spazientirsi: "Allora?!"

Hanamichi si avvicinò a Rukawa, e bisbigliando gli disse qualcosa.

Il numero undici dello Shohoku non riuscì a sentire, aveva parlato troppo piano, così gli chiese: "Come? Non ho capito".

Il rossino imbarazzatissimo ripetè la frase, ma Kaede non riuscì a sentire l'ultima parola stavolta.

Così Hanamichi, esasperato urlò: "Ho detto che ho trovato una rivista porno!"

Dopo aver pronunciato quelle parole, Sakuragi divenne rosso come un pomodoro, seguito a ruota da Kaede.

"Ma sei sicuro che fosse quel tipo di rivista?" domandò il moro facendosi coraggio dopo aver assimilato la notizia, cercando di evitare termini imbarazzanti nella sua frase.

Hanamichi, fermamente convinto di aver ragione, senza malizia, rispose a voce alta: "Certo che lo era! Sulla copertina c'era una donna nuda, e poi c'era scritto 'Posizione del dizionario pagina 43'!"

Rukawa abbassò lo sguardo e timidamente lo corresse: "... del missionario".

"Ah si! Quello!" rispose dapprima il rossino. Poi d'un tratto gli venne in mente qualcosa, e puntando il dito contro Kaede, in tono allarmato e accusatorio allo stesso tempo, domandò: "E tu come fai a saperlo?! Se conosci quella cosa, vuol dire che tu l'hai già 'fatto'!"

"No!" - chiarì subito il moro tirandosi su a sedere di scatto, avvampando - "Leggo le riviste e..."

Ma Sakuragi non lo lasciò finire: "Cosa?! Compri le riviste porno?!" gridò sconvolto. Non avrebbe mai pensato che un ragazzo dal volto angelico come Kaede, potesse fare acquisti di quel tipo...

"No! Non intendevo quel genere di riviste!" specificò Rukawa con il viso ancora in fiamme.

Dopo le spiegazioni, rompendo il silenzio sceso nella stanza, Hanamichi disse: "Ma te l'immagini il dottor Ando che guarda le riviste porno qui a scuola?". Poi scoppiò a ridere, contagiando con la sua allegria anche Kaede.

L'atmosfera sembrava essersi distesa. Il rossino si stupì nel vedere Rukawa divertito dalla sua battuta, e così parlò senza pensare: "Dovresti ridere più spesso. Quando lo fai sei cari..."

Hanamichi si bloccò appena in tempo, infatti stava per dirgli: 'Sei carino'.

Così cambiò subito aggettivo: "Sei cariSMATICO!" esclamò, facendo uno strano sorriso. Aveva detto la prima cosa che gli era venuta in mente...

Il moro lo guardò prima interrogativo e poi scettico. La sua frase non aveva senso. Lo stava prendendo in giro? Decise di sorvolare...

Sakuragi avrebbe tanto voluto dirgli quello che pensava davvero di lui, ma prima doveva dichiararsi. Così prese coraggio e iniziò il discorso che si era preparato: "Rukawa, io... TAKOYAKI! TAKOYAKI CALDI!"

Hanamichi non poteva crederci. Un'altra interruzione. Le urla provenienti dal chiosco accanto alla scuola... Anche il cibo era contro di lui...

Era la vendetta dei polipi! (Nota: I takoyaki sono delle polpette di polipo)

Doveva essere la punizione per averne mangiati troppi...!

Il rossino però non aveva intenzione di darsi per vinto. Quel giorno si sarebbe dichiarato! Deciso, disse: "Rukawa, io sono...

- CRASH! -

Un pallone aveva rotto il vetro della finestra dell'infermeria, e sarebbe finito dritto in faccia a Rukawa se non si fosse spostato...

Kaede si ritrovò improvvisamente schiacciato dal corpo di qualcuno, e finì sdraiato sul letto.

Hanamichi lo aveva protetto da una potente pallonata, facendogli da scudo.

Tante emozioni si agitavano nel suo cuore: era felice, ma non poteva fare a meno di domandarsi perchè lo avesse fatto...

Mentre lo teneva ancora tra le sue braccia, il rossino, si staccò leggermente da Rukawa per poterlo guardare in viso, e gli chiese: "Stai bene?"

Nonostante gli si fosse parato davanti, si preoccupava per lui...

Con il cuore in subbuglio, Kaede rispose: "Io sto bene, ma... tu?"

Vedendo dei pezzi di vetro accanto al pallone, Rukawa si allarmò, e gli toccò la schiena per controllare che non avesse schegge addosso: "Sei ferito?"

"N-no" balbettò Hanamichi un pò imbarazzato da quel contatto...

Kaede, tranquillizzatosi, avrebbe voluto chiedergli perchè lo avesse protetto, ma...

"Mi dispiace per la pallonata! Qualcuno si è fatto male?" Domandò preoccupato un ragazzo fuori dalla finestra dell'infermeria. Probabilmente era quello che aveva calciato il pallone assassino.

Sakuragi e Rukawa si voltarono verso di lui, ma non ebbero il tempo di rispondergli. Il ragazzo, infatti, arrossì di colpo e si allontanò dicendo: "Scusate il disturbo! Vedo che state bene, meglio così! Io vado!"

I due giocatori dello Shohoku non riuscirono a dire nulla, perchè improvvisamente...

- SBAM! -

La porta dell'infermeria si aprì, ed entrò il dottore della scuola. Trovandosi di fronte quella scena, il medico disse: "Ragazzi, questo non è il posto adatto per pomiciare. Qui viene chi sta male. Su, sloggiate se non volete che chiami un vostro insegnante!"

Kaede e Hanamichi si staccarono all'istante, balzando in piedi. Si resero conto solo in quel momento di essere in una posizione equivoca.

Ecco perchè lo studente di prima aveva avuto quella reazione!

I due divennero di tutte le tonalità esistenti...

Il moro, si era persino dimenticato delle sue mani ancora sulla schiena di Sakuragi...

Quest'ultimo si affrettò a dare spiegazioni al medico, che aveva frainteso la situazione: "Dottore, noi non stavamo facendo nulla! Eravamo sul letto a causa di...

Il medico lo interruppe: "Si, si. E credi che io me la beva? Su, andate in classe!"

Senza dire una parola, Kaede uscì dall'infermeria, ferito dal dialogo di Hanamichi con il dottore. Aveva insistito tanto per chiarire l'equivoco, perchè non sopportava l'idea che l'avessero visto insieme a lui e li avessero scambiati per qualcosa di più di due amici... Il moro ne era sicuro...

Prima che Sakuragi raggiungesse Rukawa in corridoio, il medico gli mise una mano sulla spalla e sorridendo sornione, disse: "Il camice".

Hanamichi, diventando rosso come i suoi capelli, si tolse velocemente il camice e lo restituì al proprietario. Poi, afferrò la sua maglietta dimenticata e fuggì dall'infermeria: *Adesso penserà anche che stavamo facendo dei giochetti!*

Il dottore, rimasto solo arrossì, dicendo tra sè e sè: "Erano due maschi... Avevo scambiato quello bruno per una ragazza quando era dietro all'altro...!"

Intanto, nel corridoio, Hanamichi e Kaede camminavano in silenzio l'uno accanto all'altro. Poi qualcuno li chiamò.

"Sakuragi, Rukawa!"

Era Akagi. "Il preside mi ha detto delle vostre insufficienze! Voi due, domani a casa mia! Dopo la scuola. Sempre se volete restare nella squadra..."

Il capitano dello Shohoku lanciò loro un'occhiataccia e se ne andò.

Hanamichi e Kaede, sconsolati, si prepararono mentalmente alla noiosa giornata di studio che li aspettava...

Ma per loro sarebbe stata anche un'occasione per passare un pò di tempo insieme...

   

 

 

Fine episodio tre…

Continua…

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Disavventura in casa Akagi ***


Eccomi di ritorno con un nuovo capitolo

 

Ciao! Eccomi di ritorno con un nuovo capitolo!

Ringrazio Hinao85 e Gaara4Ever per le recensioni ^_^  Sono davvero contenta che questa fic vi piaccia!

Spero che questo capitolo non vi deluda^^

A presto!^^

 

 

Titolo: “DICHIARARSI? UNA vera impresa!! 

Autrice: Mizuki

Parte: 4/?

Pairing: HanaRu

Desclaimers: I pg di Slam Dunk appartengono a Takehiko Inoue.

Nota: I dialoghi sono tra " " mentre i pensieri tra * *

Dediche: A Yukari ^___^ E ai lettori più fedeli ^_-

 

 

 

episodio 4: -disavventura in casa akagi-

 

 

 

Quel giorno il cielo era nuvoloso, e rispecchiava appieno l'animo dei due ragazzi che si apprestavano a trascorrere un noioso pomeriggio immersi nello studio...

Ma Hanamichi e Kaede non avevano scelta: se volevano continuare a far parte del club di basket dovevano recuperare le loro insufficienze.

Mentre il rossino suonava il campanello di casa Akagi, arrivò anche Rukawa. Fu Haruko ad aprire loro la porta.

Appena vide il moro si agitò, e dopo averli lasciati entrare inciampò nel gradino dell'ingresso.

Kaede prontamente la sorresse, cingendola per la vita e impedendole di cadere.

Haruko arrossì, e felice come una Pasqua per essere finita tra le sue braccia, ringraziò il moro.

Hanamichi fece una faccia scura. Anche se il gesto di Kaede aveva evitato che la ragazza si facesse male, quel contatto fisico tra i due non gli andò giù.

Rukawa vide il suo sguardo di fuoco, e immaginò che fosse rivolto a lui perchè geloso di Haruko. La cosa lo ferì, ma non poteva sapere che in realtà, la gelosia che provava il rossino, era per lui, e non per la sorella di Akagi...

Prima che Kaede e gli altri riuscissero ad entrare nel salone, il campanello suonò di nuovo. Ma mentre Haruko stava per andare ad aprire, Sakuragi la bloccò con un braccio, dicendo, piuttosto infastidito, che l'avrebbe fatto lui.

Sembrava volesse impedire un altro eventuale, quanto improbabile, contatto fisico tra la sorella di Akagi e Rukawa.

Haruko guardò il rossino, perplessa per la sua reazione. Kaede invece, credendo  di essere la causa del suo gesto, si sentiva sempre più triste...

- Ciao compagni di sventura! - salutò allegro Miyagi dopo che Hanamichi gli ebbe aperto la porta.

Dopo la sua entrata in scena l'atmosfera si rilassò. Qualche minuto più tardi fece la sua comparsa anche Mitsui.

Una volta che il quartetto delle insufficienze fu al completo, Akagi non perse tempo, e li riempì di libri da memorizzare.

I ragazzi si fecero coraggio e iniziarono la loro giornata di studio.

Il salone era avvolto nel silenzio, ognuno cercava di concentrarsi a modo suo.

Rukawa giocherellava con la matita, con la faccia spalmata sul libro di testo e poca voglia di applicarsi, Hanamichi si metteva le mani tra i capelli disperato, mentre tentava di risolvere un esercizio di matematica, Mitsui poggiava i piedi sul tavolo, appollaiandosi comodamente sulla sedia, e Miyagi inviava continuamente sms ad Ayako, con la scusa di chiederle cose che non capiva...

Ma le urla di Akagi riportavano subito l'ordine...

Dopo aver sgobbato diverso tempo sui libri, Haruko, rimasta col fratello per aiutare i giocatori nello studio, decise di preparare il thè per tutti e fare un break.

I ragazzi erano entusiasti. Sembrava avessero vinto alla lotteria. Avrebbero fatto di tutto pur di smettere di studiare, anche per soli cinque minuti.

Ma un imprevisto era in agguato...

- Ragazzi, il thè è finito - annunciò Haruko all'improvviso. - Vado a comprarlo! Torno subito. -

Prima che Akagi potesse aprire bocca per farli tornare a studiare nell'attesa di sua sorella, per sottrarsi, Miyagi disse:

- Ti accompagno! E' già sera! Per una ragazza è pericoloso andare in giro da sola! -

Si vedeva lontano un miglio che era un pretesto per uscire di casa e stare lontano dai libri.

A Ryota si accodò anche Mitsui: - Hai ragione! Vi seguo! -

Piuttosto irritato, Takenori disse: - Vengo anch'io. Non lascio mia sorella da sola con due teppisti come voi! -

- Ehi! Non lo sono più! - si lamentò Hisashi.

- Mi raccomando Hanamichi, tu e Rukawa non scannatevi! Akagi non gradirebbe se gli sfasciaste la casa! - scherzò Miyagi prima di uscire insieme agli altri, facendo strepitare il rossino.

Nel giro di pochi minuti Kaede e Hanamichi si ritrovarono soli.

Calò improvvisamente un silenzio che ben presto si fece opprimente.

* Non credevo che avrei avuto occasione di restare solo con Rukawa. Potrei approfittarne per dichiararmi... Ma sarà il caso farlo qui? Dato che siamo a casa di Akagi, Rukawa non dovrebbe reagire troppo male. La situazione sarebbe a mio favore... Però devo fare in fretta... Non vogliooo! Su Hanamichi! Via il dente, via il dolore! *

Dopo aver valutato pro e contro, deciso a confessare i suoi sentimenti, il rossino richiamò l'attenzione di Kaede, che intanto, imbarazzato per il silenzio nella stanza, fingeva di studiare.

- Rukawa, io sono

°DLIN DLON

Hanamichi non poteva crederci. Era stato interrotto ancora. E per di più il fastidioso suono del campanello non cessava.

Possibile che Akagi e gli altri fossero già tornati, e che si fossero dimenticati le chiavi di casa?

Il rossino andò ad aprire la porta, e si ritrovò davanti una vecchietta rompiscatole. Doveva essere la vicina.

- Tu chi sei? - chiese la donna, trovandosi davanti uno sconosciuto.

- Sono un amico dei figli dei signori Akagi. Al momento sono fuori. Vuole che riferisca loro qualcosa? - rispose Hanamichi gentilmente.

L'anziana signora lo guardò con sospetto, poi disse: - No, non importa. Passerò più tardi. -

Dopodichè se ne andò.

Sakuragi fece spallucce e tornò nel salone.

Appena lo vide ricomparire, Kaede, impaziente di scoprire cosa volesse dirgli prima dell'interruzione, gli chiese: - Di cosa dovevi parlarmi? Prima stavi dicendo qualcosa... -

Hanamichi si agitò all'istante, si era quasi dimenticato della sua dichiarazione... Poi cercò di rispondere: - Ecco... volevo dirti che

°DRIN DRIN

La sfortuna lo perseguitava. Perchè avevano inventato il telefono?

Dopo venticinque squilli, assordato ed esasperato da quel suono, Sakuragi rispose al telefono.

E se ne fregava se era da maleducati farlo, perchè in casa d'altri.

- Pronto? No, ha sbagliato numero. Le ho detto che ha sbagliato numero! Questo non è un sexy shop! -

Dopo aver riagganciato con rabbia, Hanamichi incontrò lo sguardo di Rukawa, che arrossì e abbassò gli occhi.

Ricordando la parola che aveva appena pronunciato, in men che non si dica, anche il rossino divenne color pomodoro.

A toglierli dall'imbarazzo fu una seconda telefonata.

Sakuragi si fiondò a rispondere, contento per quella chiamata provvidenziale.

Sperava che non fosse l'uomo di poco prima però, quello che non riusciva a ordinare online i frustini.

- Pronto? -

- Lo sapevo che avresti risposto! - esclamò l'interlocutore ridacchiando.

- Miyagi! Che vuoi?! - domandò Hanamichi irritato.

- Volevo assicurarmi che tu e Rukawa non vi foste uccisi a vicenda! - scherzò Ryota piuttosto divertito - A proposito, passamelo se è ancora vivo! -

- Molto spiritoso! Fa attenzione che Mitsui non ti rimandi all'ospedale! - disse il rossino indispettito, per fargliela pagare.

- Ehi! - rispose Miyagi, preso in contropiede.

- Ti saluto! - Detto questo Hanamichi gli chiuse il telefono in faccia.

Poi si voltò verso Kaede con l'intento di dichiararsi. Risoluto disse:

- Rukawa, io dovevo parlarti dei miei

- POLIZIA! MANI IN ALTO! -

Hanamici e Kaede si voltarono in direzione della voce che aveva parlato, spaesati. Che stava succendendo? Che ci faceva lì la polizia?

- Voi due! Mani sulla testa! - aggiunse uno dei due agenti che aveva fatto irruzione con una pistola puntata verso i due ragazzi in mano.

- Ehi, ma che significa tutto questo? - chiese il rossino esterrefatto.

- Mani sulla testa ho detto! -

Hanamichi, a malincuore, eseguì l'ordine. Lui e Rukawa si guardarono interrogativi.

- Di cosa siamo accusati? - chiese poi il moro.

Il poliziotto scosse la testa, e rise beffardo: - Due estranei si trovano in una casa i cui proprietari sono fuori. Direi... furto! -

I due giocatori erano increduli. Ma finalmente capirono.

Doveva essere stata la vicina a chiamare la polizia, scambiandoli per ladri!

- Il figlio del proprietario è nostro amico! - cercò di spiegare il rossino all'agente.

- Si, certo, come no - disse il poliziotto - A proposito Kaji - si rivolse poi al suo partner - controlla che i proprietari non siano legati da qualche parte qui in casa -

- Non c'è nessuno! Quello che ho detto è vero! Se chiama il mio amico glielo confermerà! - ribadì Hanamichi.

- E come facciamo a sapere se è davvero lui? Su non fare storie, dovete seguirci in centrale. -

- In casa non c'è nessun'altro. - confermò l'altro agente, di ritorno dal suo giro di ispezione.

- Ora siete convinti? - domandò il rossino in tono trionfante.

- Questo non prova niente. Adesso dobbiamo perquisirvi. Kaji, io penserò al rosso. Tu controlla l'altro -

- Cosa? Non potete! Noi non abbiamo fatto niente! - si ribellò Hanamichi.

Ma non riuscì a fare niente per impedire la perquisizione.

Rukawa cercava di mantenere il sangue freddo, il rossino invece non pensava affatto a mascherare la sua rabbia.

Mentre Kaede veniva perquisito, il numero dieci dello Shohoku notò qualcosa che lo fece andare su tutte le furie, e non lo tenne per :

- Ehi, il tuo amico sta "toccando" il mio amico in modo strano - disse a denti stretti al poliziotto che stava controllando lui. Stava per esplodere.

Rukawa era visibilmente a disagio, ma non aveva detto niente per evitare ripercussioni da parte degli agenti.

- Dannazione Kaji! Smettila di fare queste cose con quelli che ti piacciono, o dovrò arrestare anche te! -

- Perchè la porta è aperta? - domandò all'improvviso una voce nota.

Akagi e gli altri erano tornati!

- Che ci fa qui la polizia? - chiese Takenori disorientato, vedendo degli agenti in casa sua - Hanamichi, Rukawa, volete spiegarmi? - domandò furioso.

- Ecco Akagi - disse il rossino rabbioso, rivolgendosi ai due poliziotti - Ora ci credete? -

- Lei è Takenori Akagi? - chiese l'agente.

- Si - rispose il capitano senza capire.

- Può farci vedere un documento? -

Piuttosto infastidito, Akagi tirò fuori dalla tasca il portafoglio e mostrò al poliziotto la sua carta d'identità.

- Bene - disse l'agente soddisfatto. - Conosce queste persone? - domandò poi, puntando il pollice alle sue spalle, verso Rukawa e Sakuragi.

- Si, li conosco. Ma cos'è successo?! Hanno fatto qualcosa? - Takenori stava perdendo la pazienza.

- Credevo fossero qui per te - bisbigliò Miyagi a Mitsui.

Lui lo guardò in cagnesco.

- Meno male - aggiunse Ryota tra e .

Hisashi lo guardò interrogativo. Cosa intendeva?

Intanto il poliziotto si decise a dare delucidazioni ad Akagi:

- Una vostra vicina credeva che i tuoi amici fossero ladri, e ci ha chiamati -

- Grazie a quella pettegola stavano quasi per arrestarci! Ci hanno perfino perquisiti! - sbottò Hanamichi.

- Avrei voluto vedervi! - commentò Miyagi soffocando una risata. Ma lo sguardo truce del numero undici dello Shohoku, gli fece passare la voglia di scherzare.

- Agenti - continuò poi il rossino - Non credete di doverci delle scuse? -

Il poliziotto che lo aveva perquisito disse:

- Ci dispiace per questo malinteso. Beh, noi c'è ne andiamo. -

L'agente di nome Kaji, mise una mano sulla spalla di Kaede per scusarsi con lui, seguendo l'esempio del collega; ma il suo comportarsi amichevolmente, era solo un pretesto per poterlo toccare ancora.

Hanamichi se ne accorse subito, e come un fulmine, prese Rukawa per un braccio e lo allontanò dal poliziotto.

Il moro lo guardò sorpreso, anche poco prima aveva preso le sue difese...

- Calma, non sapevo fossi il suo ragazzo - disse l'agente.

Il rossino e Kaede avvamparono, spiazzati.

Hanamichi mollò subito subito la presa dal braccio di Rukawa. Quest'ultimo ritornò così alla dura realtà: Sakuragi non era geloso di lui, probabilmente era stato il suo forte senso di giustizia a spingerlo ad aiutarlo con quel poliziotto. Non che lui ne avesse bisogno, non si era difeso solo perchè era successo tutto troppo velocemente, cogliendolo alla sprovvista.

Irritato per essere giunto a quella conclusione, Kaede chiarì l'equivoco all'agente: - Non è il mio fidanzato. E' innamorato della ragazza laggiù -

Con gli occhi indicò Haruko. Lei però, non poteva sentire i loro discorsi, a causa della confusione creata dalle chiacchiere di Mitsui, Miyagi e suo fratello, che faceva a sua volta baccano per cercare di zittirli.

Il tono di voce brusco usato da Rukawa, e l'ambiguità della sua frase, sorpresero sia il rossino che il poliziotto.

* Questa è chiaramente gelosia * pensò l'agente Kaji.

Hanamichi arrossì, Kaede aveva detto 'Non è il mio fidanzato', come se non ci fosse stato nulla di male, nel fatto che un uomo stesse con un altro uomo. Poi aveva aggiunto 'E' innamorato della ragazza laggiù', ed era sembrato che la cosa lo infastidisse. Il cuore di Sakuragi iniziò a battere forte.

Rendendosi improvvisamente conto delle parole pronunciate, Rukawa sprofondò nell'imbarazzo. Ma se avesse cercato di giustificarsi sarebbe stato peggio, così rimase in silenzio, nella sua agitazione interiore...

Fu Hanamichi a parlare per primo e a smorzare la tensione. Doveva far sapere a Kaede che Haruko non gli piaceva più, forse aveva qualche speranza con lui...

- Rukawa, io non sono più innamorato di Haruko - disse il rossino fissandolo intensamente negli occhi. Sembrava che con quello sguardo volesse fargli capire che amasse lui...

Il poliziotto, che aveva assistito alla scena, pensò: *Allora il rosso lo ricambia! Che dichiarazione maldestra però... *

Solo Kaede non comprese il messaggio di Hanamichi: * Ma se non le piace la Akagi, di chi è innamorato? Quand'eravamo nell'ascensore mi ha detto che amava qualcuno... *

- Ehi Kaji! Ma ti sbrighi? Dobbiamo andare! Se gli devi chiedere il numero di telefono fai in fretta! - lo richiamò il suo collega.

- No, è già impegnato! - esclamò l'agente Kaji ad alta voce - Possiamo andare -

Alle urla dei due poliziotto tutti si zittirono, e arrossendo, si chiesero se avessero capito bene. L'agente Kaji voleva uscire con un uomo?!

Le facce di Rukawa e Sakuragi divennero ancora più rosse di quelle dei loro amici. Poi, come se niente fosse, i poliziotti andarono via, e tutto ritornò alla normalità.

Haruko preparò finalmente il thè, e lo servì ai giocatori dello Shohoku.

Dopo una pausa durata più del previsto, i basket-men ricominciarono a studiare.

Non passarono neanche dieci minuti, che il rumore di un oggetto infranto riecheggiò in tutta la stanza.

Tutti si voltarono nella direzione da cui proveniva il suono, rimanendo a bocca aperta.

Haruko, aveva fatto cadere una delle tazze in cui avevano preso il thè, e che stava raccogliendo per portarle in cucina e lavarle.

Ma non era questa la ragione che li aveva lasciati senza parole.

La ragazza aveva rotto la razza alla vista di Rukawa a petto nudo!

Si era tolto tranquillamente il maglione, e aveva detto: - Che caldo... -

Erano in pieno inverno.

Guardarono Kaede come se fosse pazzo. Poi Akagi lo fece subito rivestire.

- Rukawa, forse hai la febbre - ipotizzò Miyagi.

- Lebbre? Sono sano come un rettile - rispose il moro sorridendo.

Tutti spalancarono gli occhi scioccati. Le risate gli si bloccarono in gola. Rukawa... aveva sorriso! Stava forse per arrivare la fine del mondo?!

Miyagi si mise a pregare: - Per favore dei, non fatemi morire così giovane... Non l'ho 'ancora fatto', e Ayako non vuole neppure uscire con me... Non conosco altre donne. Ovviamente Haruko è off-limits, il gorilla mi ammazzerebbe...

Se non voglio passare a miglior vita ancora vergine, credo che mi toccherà farlo con un uomo... Mi accontenterò di te - disse a Mitsui, sorridendo.

Hisashi arrossì, e con un grugnito imbarazzato, rispose: - Che cavolo dici?! -

Mentre Haruko stava quasi per perdere i sensi, Kaede ricominciò a blaterare cose strane. Così Ryota, disse qualcosa che illuminò tutti sul comportamento anomalo del moro: - Rukawa, sembri ubriaco! Ma che cosa c'era in quel thè? -

Cominciando a sospettare cos'era successo, Takenori domandò:

- Haruko, ma cos'hai messo nel thè di Rukawa? -

- Il latte, perchè? - rispose la sorella.

Akagi aprì il frigo, e controllò la confezione del latte. Era intatta.

- Haruko, il cartone del latte non è stato toccato. L'hai scambiato con quello del vino... -

Haruko sgranò gli occhi e si portò una mano alla bocca - Oh no! Mi dispiace! -

- Ecco perchè il mio thè aveva un sapore così strano - disse Mitsui, che come Kaede, aveva preso il thè con il latte.

- Ma come hai fatto a sbagliarti? - chiese Miyagi perplesso.

Haruko, un imbarazzata, distolse lo sguardo e rispose:

- Le confezioni del latte e del vino erano vicine, e io non ci ho fatto caso -

In realtà le cose erano andate diversamente...

 

°FLASHBACK°

Dopo aver messo l'acqua nel bollitore, Haruko si perse nelle sue fantasie:

* Rukawa è a casa mia, a casa mia! Non ci posso credere! Pur di aiutarlo nello studio, stanotte non ho chiuso occhio per ripassare tutte le materie! Non devo perdere nemmeno un secondo di lui! *

Così, da un angolo nascosto della cucina che dava sul salone, si mise a spiare Kaede.

* Presto, dov'è il cellulare? Devo fargli una foto! * pensava Haruko agitata.

* Oh no, la memoria del telefonino è già piena! * si disperò, dopo aver scattato all'incirca mille foto di Rukawa.

Poi sentì fischiare il bollitore e ritornò alle sue faccende. Dopo aver versato il thè nelle tazze, riprese a osservare ogni movimento di Rukawa. Distratta, aprì il frigo, e senza guardare, prese quel che credeva il latte e lo aggiunse al thè di Kaede e Hisashi...

°END FLASHBACK°

 

- Scusate, ma anche se Haruko ha messo il vino invece del latte nel thè, come ha fatto Rukawa a ubriacarsi? -

Tutti spalancarono gli occhi ed esclamarono: - E' vero! E' strano! -

- Io ne ho messo solo un goccio - dichiarò la ragazza.

- Rukawa non regge gli alcolici! - gridò Miyagi, additandolo sconvolto.

Poi lui e Mitsui scoppiarono a ridere, tenendosi la pancia.

* Hanamichi sorrise, pensando: * Che carino *

- Chi legge i manga erotici? - chiese a scoppio ritardato Kaede, più serio che mai, capendo male la frase di Ryota.

Hanamichi e Haruko diventarono rossi, mentre Miyagi e Hisashi si scompisciarono ancora di più.

- Ahhhhhhh! - urlò improvvisamente la sorella di Akagi, attirando l'attenzione di tutti.

Kaede si stava sbottonando i pantaloni, dicendo: - Fa proprio caldo qui -

- Sakuragi, portalo nella mia stanza. Qui c'è una ragazza - ordinò Takenori.

- Non importa - disse Haruko.

Tutti la guardarono come se fosse una maniaca. Così la ragazza cercò di giustificarsi: - C-cioè, posso andare io di sopra... -

- Questi qui hanno bisogno che li aiuti con lo studio - disse Takenori, indicando con il pollice Mitsui e Ryota.

- Ehi, noi abbiamo un nome! - brontolò Miyagi.

- E poi siamo suoi senpai! - aggiunse Hisashi offeso.

- Hanamichi, come mai non protesti? Mi aspettavo una frase del tipo: 'Io non faccio da balia alla kitsune!' - lo sfottè Ryota.

Tutti fissarono il rossino curiosi, in attesa di una risposta.

- Non potrei mai perdere l'occasione di vedere Rukawa ubriaco! - mentì Hanamichi, dicendo quello che gli altri si aspettavano di sentire.

Poi, anche se incontrando qualche resistenza da parte di Kaede, spinse il moro verso le scale e lo portò in camera di Akagi.

Una volta nella stanza, Sakuragi mise le mani sulle spalle di Rukawa, e teatrale gli chiese: - Quanto ti senti male? Puoi ascoltare quello che ho da dirti? -

Voleva riprovare a dichiararsi... Il fatto che Kaede fosse brillo, e non potesse respingerlo con freddezza, c'entrava giusto un pochino...

Invece di rispondere, Rukawa si buttò inaspettatamente sul letto di Takenori, trascinandosi dietro il rossino, ancora appoggiato a lui.

Hanamichi gli finì addosso. Il suo cuore andò a mille.

- Che buon profumo... - sussurrò Kaede a due millimetri dal suo collo.

Sakuragi lo guardò stupito, mentre un brivido attraversava il suo corpo...

- Mi aiuteresti a togliere i pantaloni? Ho caldo! - domandò poi il moro, rompendo l'incanto.

Hanamichi divenne bordeaux.

- Va a sciacquarti la faccia in bagno se hai caldo, invece di spogliarti in casa altrui! - urlò il rossino, scosso per "l'invito" di Rukawa.

Kaede lo prese in parola, e veloce, scattò in direzione del bagno. Ma dopo qualche passo iniziò a barcollare, e Hanamichi prontamente lo sostenne.

Il moro gli cadde praticamente tra le braccia.

I due si guardarono intensamente, poi Sakuragi mise tra loro una distanza di sicurezza e condusse Rukawa in bagno.

Hanamichi si fermò un attimo sulla soglia della porta del bagno per allacciarsi una scarpa, e quando alzò lo sguardo vide Kaede... nella doccia! Completamente nudo!

Sgranò gli occhi, diventando un tutt'uno coi suoi capelli.

- Se hai caldo, vieni qui anche tu Sakuragi. La doccia è grande - disse il moro candidamente.

Hanamichi, incredulo, arrossì, e nel tono più arrabbiato che riuscì a usare urlò: - Ma se siamo in pieno inverno! -

Poi, per sottrarsi a quella situazione imbarazzante, aggiunse:

- Io vado di là -

Ma non fece in tempo a muovere un passo, che sentì un tonfo. Rukawa era caduto nella doccia.

Il rossuno corse subito da lui, preoccupato che si fosse fatto male, ma Kaede se la rideva, divertito per quello scivolone.

Così, anche se piuttosto imbarazzato dalla nudità dell'altro, lo aiutò ad uscire dalla doccia, e gli trovò un asciugamano.

Poi il moro, si lasciò cadere sul pavimento, lamentando un'improvvisa stanchezza.

In quella sosta forzata, Hanamichi vide un'opportunità per dichiararsi, e la colse al volo: - Rukawa... devo dirti una cosa... Io...

Non riuscì a terminare la frase, le parole gli morirono in gola.

Kaede si era alzato di scatto e l'asciugamano che lo copriva gli era... scivolato di dosso!

Il rossino, a quella vista, dimenticò i suoi propositi, e iniziando a gesticolare agitato, farfugliò: - R-Rukawa, rivestiti! Sei in casa d'altri! E se ti vedesse Haruko? -

- Scommetto che le piacerebbe... - rispose il moro, palesemente ubriaco, lasciando Hanamichi di sasso.

- Ma che dici! Dai vestiti! - lo incitò il rossino.

Sotto le sue insistenze, Rukawa infilò a malapena i boxer. Poi, lui e Hanamichi tornarono in camera di Akagi.

Il rossino, quel pomeriggio, non aveva intenzione di arrendersi tanto facilmente, così decise di provare ancora una volta a dichiararsi:

- Rukawa, è da tanto che volevo dirti una cosa. Io... Ahh, ma che fai?! -

Kaede aveva apeto il balcone ed era uscito fuori in boxer!

- Ah, che bel vento fresco! - esclamò Rukawa, ancora accaldato per l'alcol che aveva in circolo.

- Buongiorno! - salutò poi allegro una signora che abitava di fronte, intenta a ritirare il bucato.

Questa lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite, diventando all'istante color pomodoro. Poi alzò la mano per salutare timidamente Kaede, e una pioggia di vestiti volò in tutte le direzioni. Il bucato venne portato via dal vento.

Aveva completamente dimenticato di averlo in mano...

Mentre la signora si disperava e cercava di afferrarlo, Hanamichi fece rientrare in casa il moro, prima che combinasse altri guai.

Una volta dentro, il rossino obbligò Rukawa a rivestirsi. Poi Kaede, improvvisamente assonnato, si sdraiò sul letto di Akagi e si addormentò.

Dopo circa mezz'ora si svegliò. La prima cosa che vide fu il viso di Hanamichi, lo stava fissando.

Rukawa lo guardò in modo strano, pensando: * No, non può essere successo davvero. Era solo un sogno... *

I ricordi della sua sbronza non potevano essere reali...

- Come ti senti? - gli chiese Sakuragi.

- Ah... bene, grazie - rispose Kaede, piacevolmente sorpreso per quell'interessamento.

- Allora andiamo di sotto, ci staranno aspettando - disse Hanamichi.

Era troppo imbarazzato per restare solo con Rukawa, dopo quello che era successo quando era ubriaco.

                                

 

                                ----------------

 

I due tornarono nel salone dagli altri, che appena li videro, iniziarono a parlare concitatamente:

- Ehilà, bentornati! Potevate mandare una cartolina! - fece ironia Miyagi.

- Ma dove eravate finiti?! Sono passate due ore! - li rimproverò Akagi.

- Un'ora - precisò Hanamichi, seccato per la predica.

- Rukawa, vuoi che ti prepari un caffè? Avrai mal di testa immagino... - chiese Haruko, preoccupata per le condizioni del moro.

- No! Per carità! - esclamarono tutti in coro, temendo che lo facesse ubriacare di nuovo.

- Rukawa,vorrei proporti una sfida - disse poi Mitsui. Il suo tono era serio.

Kaede lo guardò interessato, e curioso.

- Una gara... di bevute! - concluse la frase Hisashi scoppiando a ridere, seguito a ruota da Miyagi.

Il moro lanciò un'occhiataccia al numero quattordici. Aveva creduto che si stesse riferendo al basket...

Non trascorsero nemmeno cinque minuti che i signori Akagi rientrarono in casa , così, essendosi ormai fatta ora di cena, tutti andarono via.

Sakuragi e Rukawa si ritrovarono a camminare nella stessa direzione...

Mentre erano persi nei loro pensieri, una signora che veniva dalla direzione opposta, con due buste di spesa in mano, salutò Kaede e lo sorpassò.

Rukawa sgranò gli occhi, e impallidendo si fermò in mezzo alla strada. Era la signora del bucato, quella del suo sogno!

Allora era successo davvero!

Il suo viso andò in fiamme. Come avrebbe fatto a guardare ancora Hanamichi negli occhi dopo ciò che aveva combinato quel pomeriggio?

La risposta arrivò un attimo dopo.

Chissà se ha ritrovato i vestiti - ridacchiò il rossino, riferendosi al bucato della signora, volato via dal vento.

Sentendo quelle parole, Kaede si rilassò di nuovo, e immaginandosi la scena, si lasciò sfuggire un sorriso divertito.

Poi i due ripresero a camminare, e svoltato un angolo si ritrovarono... in mezzo alla festa del paese!

- Oh, è vero! Era oggi! - disse Hanamichi guardandosi intorno - Mia madre mi ha chiesto di comprarle dei dolcetti che vendono alle bancarelle! Devo fermarmi un attimo! - aggiunse subito dopo rivolgendosi a Rukawa.

- Ah! Non ho portato le chiavi di casa... E anche i miei sono qui alla festa! -

ricordò all'improvviso il moro - Resterò qui anch'io - disse dopo aver riflettuto un .

Sakuragi lo guardò contento. Non aveva osato sperare che Kaede rimanesse con lui... Poter passare la serata insieme a Rukawa, fuori dalla scuola, da soli... equivaleva quasi a un appuntamento!

 

 

 

Fine episodio quattro…

Continua…

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=9111