One Vision (Revisited)

di Portos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il tormento dello Scarabeo ***
Capitolo 2: *** I casini dello sgabuzzino ***
Capitolo 3: *** Damma ***
Capitolo 4: *** Dramma 2 ***
Capitolo 5: *** Incubo (Nigthmare) ***
Capitolo 6: *** Studio ***
Capitolo 7: *** Ciò che nel buio deve restare... ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Ciò che nel buio deve restare...stile Matrix ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Momenti di pace o quasi ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Persi nelle tenebre ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Non i lasceremo tanto facilmente in pace ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Rapito! ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: Diablo ***



Capitolo 1
*** Il tormento dello Scarabeo ***


 

Studio di registrazione a Monaco 1985

 

Trip Kalafh e Mack Reinholdt erano filmomani a tutto andare.

Insomma se questi due tenevano una telecamera in mano, era finita: qualsiasi persona capitasse sotto le loro grinfie veniva inevitabilmente seguito e...filmato.

Naturalmente le loro vittime preferite erano i componenti dei Queen.

Per fortuna loro, si era presentata una ghiotta occasione.

Il gruppo si era radunato nello studio di registrazione di Monaco, per registrare nuove canzoni.

Così Trip e Mack si erano sfregati le mani, con tanto di ghigno stampato sulla faccia e in mentechissà quale assurdo piano.

 

Giorno 1: Il tormento dello Scarabeo

“Allora Mack siamo pronti?”

“Sì Trip”

“I due geni del male sono pronti a scatenarsi”

“Ehi ma la videocamera l’hai accesa Trip?”

“No”

“Porc!”

 

Era un giorno tranquilla, un po' noiosa di quelle che ti concedi, dopo aver lavorato duramente e preferisci startene in panciolle.

Brian May se ne stava imboscato in un angolo a giocare con il flipper, in cui po' vinceva e un po' perdeva (senza dire tutte le imprecazioni che seguivano).

Roger Taylor stravaccato sul divano sonnecchiava con gli immancabili occhiali da sole poggiati sul naso.

Freddie Mercury invece s'aggirava con la scatola di gioco di Scarabeo in cerca di una vittima da strapazzare, cioè il povero John Deacon.

“Oddio, Oddio adesso dove mi nascondo?”

John era nel panico più totale: Freddie era riuscito a scovarlo in tutti suoi nascondigli, nonostante fosse riuscito a sfuggirli più di una volta.

Adesso si era infilato sotto ad un tavolo. Se ne stava accucciato, in modo da nascondersi da occhi indiscreti.

Con sua somma sorpresa, scoprì di aver scelto un posto non esattamente sicuro, sentiva il russare di Roger.

Quindi se Roger, si fosse svegliato gli avrebbe potuto chiedere cosa ci facessi lì, Freddie lo avrebbe trovato e costretto a giocare.

Trip aveva acceso la telecamera e Mack stava facendo la telecronaca di tutto quello che stava succedendo intorno.

“Allora vediamo cosa stanno combinando i nostri Queen-ucci” annunciò Mack, con un sorriso sadico.

Così erano partiti, alla ricerca della loro prima vittima.

Lo trovarono infilato in un angolo a giocare con il flipper o meglio lanciare ogni sorta di maledizione contro il povero gioco.

Rimaneva un mistero come Brian May, alto un 1,88 e sottile come un giunco riuscisse a stare infilato in quel piccolo angolino.

“Flipper di (censura), ti rompo il (censura). E quella stupida pallina te la faccio ingoiare per tutti i buchi che hai! Maledetto (censura), figlio di un flipeer del cavolo!”

“Ed ecco la nostra educanda alla prese con il povero flipper” annunciò Trip.

“Le sue fans non saranno molto felici, di saperlo!” disse Mack.

“Non si può arrestarlo per maltrattamento al flipper?”

“No, mi dispiace Mack”

“Se esistesse tale reato, allora Brian verrebbe arrestato”

Brian fece scattare la testa riccioluta verso di loro.

“Oh a quanto ci ha scoperto! Trip hai ripreso tutto?” strillò Mack allarmato.

“Sì!”

“Cos...? Mettete via quella maledetta telecamera!” strillò Brian, imbarazzato.

“No! Eccovi uno scoop! Brian May maltratta il flipper” annunciò Trip.

Brian scattò fuori pronto a rincorrerli, mentre i due si diedero all'immediata fuga, per i lunghissimi corridoi, ridendo come pazzi.

 

Dopo aver recuperato fiato ed essere sfuggiti da Brian, si ritrovarono Freddie che gironzolava in giro.

 

Il suo sguardo sembrava quello di un invasato, con la scatola dello scarabeo sottobraccio.

“Dolcezzeee! Qualcuno ha visto Deaky?”

“No...”

Trip decise di spegnere la telecamera.

Mack sentì un brivido corrergli lungo la schiena, quando Freddie entrava in modalità, scarabeo-maniaco era meglio girargli alla larga.

“Be' qualcuno di voi due ci ha voglia di giocare con me?”

“No, ehm...siamo impegnati, a fare un filmato esclusivo...” rispose Trip.

“Oh, allora vado a cercarmi un'altra vittima...da dissanguare”

Mack scambiò uno sguardo con Trip.

“La prossima volta portiamoci aglio, crocefisso e paletto, ok?”

 

“Ehi ma che cavolo ci fai là sotto?”

John Deacon alzò gli occhi al cielo, per una volta tanto non poteva non essere scoperto da qualche rompiballe?

La principessa Roger, si era svegliato da suo sonno e malauguratamente nel farlo gli aveva schiacciato un piede sotto la scarpa. John aveva lanciato un'esclamazione di dolore e il batterista s'era accorto della sua presenza.

“Sto giocando a nascondino”

“Ma dai, così ti vai ad infilare sotto ai tavoli altrui?” lo prese in giro Roger.

“Roger, fatti gli affari tuoi”

“Allora?”

“Freddie è entrato in modalità maniaco-scarabeo” annunciò John, in tono grave.

“Oh mio Dio”

“Già, se ti trova vuole costringerti a giocare, fino alla fine”

“Quindi?”

“Da circa un'ora gli sto sfuggendo, ma resisterò ancora per molto”

“Scusami John, perché usi le battute da film di guerra?”

 

“Tesorooo dove sei scappato?”

Freddie fece la sua entrata. Cercava la sua vittima preferita, senza sosta.

Quindi entrò nel salotto, gettò una rapida occhiata e non trovando nessuno, andò via.

Ma perché, ogni volta, Deaky o gli altri trovavano sempre un modo di svignarsela?

 

“Allora al mio tre scappiamo!”

I nostri due eroi improvvisati quatti quatti sgattaiolarono fuori da sotto il tavolo, Roger aveva deciso di collaborare (?) a pieno titolo, pur di sfuggire a Freddie.

“Io ti copro le spalle, tu va avanti”

“John?”

“Mh?”

“Perché continui ad usare le battute da film polizieschi?”

“Senti, vuoi scappare da quel pazzoide o no?” replicò John in tono seccato.

 

Poco dopo...

“Ci sei?”

“Certo, nessuno alle ore dieci”

Roger fece finta di nulla. Queste battute gli facevano cadere le braccia puntualmente.

I due continuarono alla ricerca dell'ennesimo nascondiglio.

A rompere le scatole ci misero pure, Trip e Mack.

“Ciao cosa fate?”

“Niente, di male”

“Ciao, Trip metti via la telecamera”

“E perché?”

“Questi due sembrano in fuga, fate la parodia del film di 007?” chiese Mack.

“Non potete restare qui, Freddie ci troverà e saremo costretti...a giocare a quell'affare orrendo”

Trip alzò un sopracciglio.

“Deaky potresti darti per la recitazione, lo sai?”

“Per me si può dare all'ippica” rispose Roger, scuotendo la testa.

“Cretino...”

“Ehi bello non possiamo stare qui in eterno”

“Cominci a parlare come Freddie?” lo rimbeccò John.

“Oh, qualcuno mi ha chiamatooo?” disse quest'ultimo, o meglio cinguettò quest'ultimo.

Con l'effetto di sparizione immediata di tutti i componenti.

John, una volta agguantato Roger per un polso, lo aveva trascinato dentro allo sgabuzzino delle scope. Da lì filtrava pochissima luce, attraverso una piccola finestrella sporca.

“Ma dovevamo infilarci qui dentro?”

“Era l'unica possibilità di sopravvivenza!” sussurrò John

“Piantala di fare battute stupide!”

“Bah! E allora? Non posso fare battute stupide?”

“Accidenti si sta stretti, qui dentro!” si lamentò Roger. Certo, non un gran compagnia di uno scapestrato bassista, in più stretti in uno stanzino.

“Scusa, ma non c'era altro nascondiglio” disse John, con un'alzata di spalle.

“Uno sgabuzzino delle scope, dovrei darti il premio Nobel”

“Stai zitto, vuoi farti sentire?”

“No”

John e Roger non si stavano rendendo conto del pericolo che stavano per correre...

 

To be' continued...

 

Nota au: non ho molto da dire, a parte la ff ancora più stupida che sia mai capitata.

 


 

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Capitolo 2
*** I casini dello sgabuzzino ***


 

Capitolo 2: I casini dello stanzino delle scope

 

John e Roger erano ancora chiusi dentro da almeno mezz’ora.

Entrambi tacevano, ascoltando l'incessante passeggiare di qualsiasi persona, temendo che potesse trattarsi di Freddie.

 

“Psst! Deaky dobbiamo stare qui ancora per molto?” sussurrò Roger interrompendo il silenzio.

 

Non gli giunse risposta, solo silenzio.

 

“Deaky!”

 

“Quando usciamo di qui?”

“E io che ne so” rispose John scrollando le spalle.

 

“Scusa, ma sei diventato un esperto di sgabuzzini?”

 

“Cretino, Specialista per rompiballe”

 

“Perché non sei rimasto, a giocare con Freddie?”

“Non sono un marmocchio, Roger”

 

“Ma guarda di chi mi devo accontentare...di un bassista stralunato, ma almeno fosse una bella ragazza”

 

John alzò gli occhi al cielo. Doveva prendere in considerazione l'opzione: “Strozzamento?”

 

“Taci, Roger, taci una buona volta”

 

“Ma sta un po' zitto tu!” ribatté batterista piccato.

 

John non lo stava ascoltando, alzò una mano: il suo senso di pericolo, lo avvisò che Freddie stava nei paraggi.

 

“Cosa c'è?”

 

“Ssht! Freddie in arrivo” disse John, in tono serio.

 

“Non siamo mica in un...”

“Sshth!”

 

“Ma...”

“Tesoriiii! Dai, tanto lo sooo che siete qui da qualche parte” cinguettò Freddie allegramente, un'altra volta.

 

Roger sospirò.

 

In che razza di situazione si era cacciato? Veramente assurda.

 

Non riusciva, a credere che le persone con cui lavorava, potessero rivelare il loro lato più assurdo, insomma sembrava di essere capitati in una specie di incubo?

 

Il batterista voltò la testa, verso la finestrella. Sperava molto presto di uscire da lì...anzi subito.

 

Un motivo glielo diede un ragno, appeso per i fatti suoi, a testa in giù, illuminato dalla luce fioca.

 

Il mento di Roger cominciò a tremare.

 

I ragni, li detestava più di ogni altra cosa al mondo. Piccoli o grandi, con quelle zampette pelose e gli occhietti maligni.

 

“No...John c'è un ragno” riuscì a balbettare Roger, poi cominciò a tremare come una foglia.

 

John si girò, lo guardò per un secondo.

 

“Un semplice ragnetto per i fatti suoi” commentò sarcastico il bassista.

 

Roger non resistette più di un minuto, aprì la porta e corse via, come se avesse visto chissà quale mostro.

 

“No! Roger!” urlò John. Altro telefilm in poliziesco in corso, grazie.

 

Mack e Trip riuscirono a filmare la simpatica scena, avvenuta sotto i loro occhi. Inutile, dire si diedero soddisfatti il cinque.

 

Il bassista si sbatté una mano sulla fronte. Adesso era finito. Quante ore sarebbe stato costretto...a fare quella roba insulsa?

“Io...per favore, non voglio usare lo scarabeo” attaccò il bassista, agitando le mani e arretrando di qualche passo.

“John? Tesoro ma cosa diavolo è successo? Fare una partita di scarabeo?” domandò confusamente Freddie.

La mascella di John Deacon per poco non cadde a terra.

“Gesù, qui giriamo un film thriller” commentò Trip, alquanto stupefatto.

“Un film thriller?” fece eco Freddie, alzando entrambe le sopracciglia.

“Scusa, Freddie ma sei entrato in modalità maniaco-scarabeo, volevi costringere John e in seguito, Roger a giocare quindi sono stati costretti a fuggire, a gambe levate, nascondendosi nello sgabuzzino” raccontò Trip, nascondendo un ghigno.

“Oddio” fece Freddie impallidendo.

“Già...”

“No, dolcezze mi appare tutto piuttosto confuso...non ricordo molto bene. Scusatemi”

John sbatté le palpebre incredulo, Freddie appariva sinceramente imbarazzato e alquanto confuso.

Non riusciva a credere che certa gente, riuscisse a dare fuori di testa in quel modo...quali erano le cause?

“Senti...adesso stai bene?” indagò John.

Voleva essere ben sicuro, di non finire come prima.

“Sì, sì. A proposito Amore (Roger) dove diavolo è scappato?”

“Ragni”

“Oh, la fobia di Roger” disse Mack, che fino a quel momento non aveva spiaccicato parola.

“Adesso chissà dove sarà finito...” sospirò John.

“Sarà meglio andarlo a cercare. Quando si spaventa diventa introvabile” commentò Mack.

“Povero Amore” ridacchiò Freddie.

Il bassista stralunato, i due tecnici filmomani e il cantante con la doppia personalità (da scarabeo maniaco) si misero alla ricerca del batterista fifone.

 

Intanto Brian...

“Flipper idiota! É già la terza pallina che ti mangi! Figlio di...Ti mando al catafascio, stronzo!”

...era ancora rimasto a litigare con il flipper.

 

Fine capitolo 2.


 

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Capitolo 3
*** Damma ***


 

Capitolo 3: Dramma

 

“Amooree!” trillò Freddie.

Scatenando le risatine degli altri tre alle sue.

“Andate a fanculo, tesori” li liquidò il cantante.

“Be', dove potrebbe essere finito?” domandò John, con fare da detective.

“Scusate per lo cercate tanto?”

“Khalaf, devi sapere che quando Roger scappa dai ragni, comincia a correre, nel farlo travolge tutto quello...insomma una volta mi distrusse un basso”

“Senza contare che l'altra volta, ha sfasciato la batteria, perché ha visto uno di quei ragni schifosi” aggiunse Freddie

“E come ha fatto?”

“Prima gli ha tirato i piatti, poi le bacchette ed infine i suoi occhiali”

“Ma è terribile!” disse Freddie scandalizzato.

“Già. Poverino quanto si sarà spaventato?”

“Chi am...Roger?”

“No, Freddie. Il ragno” rispose John.

Il cantante rimase sconcertato, gli altri due ridevano a più non posso.

“Ti odio! Ti detesto! Non sai quanto di odio!”

Brian mollò un sonoro calcio al gioco, solo con il risultato di farsi male ad un piede, passando una bella mezz'ora a bestemmiare, inveire e maledire contro il povero flipper.

 

“Pucci! Pucci! Amore, Tesoro! Su, su salta fuori”

Gli altri trattenevano a stento una risata, chissà quanto avrebbero fischiato le povere orecchie del batterista...cioè almeno Freddie si fosse risparmiato tutti quei nomi, avrebbe fatto meglio, ma siccome aveva la strampalata abitudine di chiamare tutti quanti in quel modo e senza contare la mania di dare dei soprannomi, anagrammando le lettere del cognome e del nome dello sventurato, non esisteva alcun rimedio per farlo smettere!

“Ehi, batterista fifonee! Dove ti sei cacciato?”

“Amoree!”

“Rogeer esci immediatamente fuoori!”

“Nulla da fare. Ci serve qualcosa per trovarlo. La soluzione non è semplice”

“Non fare quelle battute, John”

“Io invece le faccio” rispose in tono petulante il bassista.

“Guarda che abbiamo il filmato dove ti stai scaccolando!” urlarono in coro Trip e Mack.

John e Freddie si scambiarono un'occhiata di puro stupore e intanto il batterista non saltò fuori.

“Dai altrimenti lo mostriamo a tutti quanti! Rogerininaaa su non fare i capricci!” disse Mack.

“Oh, Biondinoo salta fuori!” continuò Trip.

Niente, nulla da fare.

Svoltarono l’angolo.

 

Si trovarono Brian, con la scopa alzata, digrignando i denti.

“Brian!” esclamò Trip allarmato.

Il chitarrista non li ascoltò o forse non li vide nemmeno.

Calò con violenza il manico della scopa, sul flipper: una prima, poi una seconda volta, una terza…

“Questo è per tutto che mi hai fatto, flipper deficiente! Beccati questo e ancora questo! Bastardo!”

Il gruppo assistette in angoscioso silenzio alla distruzione di quel povero flipper.

“Te lo sei meritato!”

Il povero flipper, ora, presentava diverse ammaccature, una delle gambe era piegata malamente e il vetro era spaccato.

I quattro divennero color cencio all’istante.

“Il…il flipper….” mormorò Trip, allungando una mano, ma non ebbe il coraggio di andare ancora più vicino.

Brian si voltò di scatto.

“E voi che ci fate qua?”

“Che bisogno c’era di distruggere il flipper? Ma sei ammattito?”

“Ma se mi aveva fatto incazzare!” replicò Brian, posando la scopa in un angolo.

“Non dire cazzate!” esclamò Trip.

“Era solo un vecchio ed insulso flipper, di che lamenti?” ribatté Brian.

“Sarà stato anche solo un vecchio stupido coso, ma...io...mi piaceva...c'ero affezionato” confessò Trip, abbassando la testa.

Brian, in quel momento, comprese la boiata megalitica, che aveva fatto.

“Oh mio Dio! Mi dispiace...”

“E tu...tu...ti odio!”

Trip alzò i tacchi, correndo via.

“Aspetta!” disse Brian, seguendolo a ruota.

Inevitabilmente Freddie scoppiò in un pianto disperato, in effetti si stava svolgendo una vera e propria soap opera.

 

“Buaahh! Poverooo! Trip!” si lagnò Freddie.

Il cantante ultimamente si era appassionato di soap opera...e quindi se vedeva una scena come quella inevitabilmente scoppiava in un mare di lacrime...

“John?”

“Mmm?”

“I fazzoletti, giusto” disse John. Tirò fuori tutti i pacchetti di fazzoletti, che aveva nelle tasche.

“Ma poveroo Triip!”

“Va bene, adesso calmati Freddie! Vedrai Brian rimedierà” disse Mack.

“Ma non lo sooo! Buaaah!”

John gli batté una mano sulla spalla.

“Su, su! Smettila dai!” gli disse il collega, in tono secco.

Scena assurda...pensò Trip.

Freddie smise di piangere, tirò su con il naso poi prese i fazzoletti dal bassista.

“Grazie, sei un vero tesoro. Ti devo un favore”

“Non ti preoccupare, perché non cerchiamo Roger?”

“Già, prima che combini qualche disastro” disse Mack.

Freddie si soffiò rumorosamente il naso.

“Ti voglio bene, Deaky”

Al povero bassista non piaceva molto ricevere quel tipo di manifestazione d'affetto, ma sapeva che Freddie lo stava anche pigliando per i fondelli, quindi lo ignorò alla grande.

“Andiamo”

Santo Cielo, cosa succederà ancora? Pensò il tecnico, per la seconda fatale volta.

 

Nota au: non ho molto aggiungere paz! A presto Portos.

Comunque Freddie amava alla follia, dare soprannomi degeneri a chi gli capitava...sotto tiro.


 

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Capitolo 4
*** Dramma 2 ***


 

Capitolo 4: Dramma 2

 

“Roger dove cavolo sei finitoo?”

“John piantala con quelle urla da Tarzan!” disse Mack, tappandosi le orecchie.

“Ah, scusa...”

“Niente da fare. Non possiamo arrenderci così!”

Le teste di Trip e Freddie minacciarono di cadere sul pavimento. Questa volta era uscito con una frase alla “Top Gun”.

“Per favore non iniziare, ok?”

John sbuffò.

“Tesoro, le tue battute fanno schifo” disse Freddie, senza troppa delicatezza.

“E tu quei con “amore”, “tesoro” “Pucci”? Dove cazzo li trovi quei nomignoli idioti?”

Freddie gli lanciò un'occhiata assassina.

“Io chiamo vi chiamo come mi pare e piace”

“Non fare il bambino, Freddie”

“Primo non mi dare lezioni di bon ton e secondo, sono un uomo di xx anni!” strillò Freddie.

John fece una faccia stupita.

“Davvero?”

“Sei proprio un nonnetto!” rise Mack.

Freddie strinse le labbra stizzito.

“Stavo scherzando, cretino”

“Piuttosto, troviamo quel batterista fifone” disse Mack, interrompendo già i due gallinacci pronti a darsi battaglia.

Passarono altre due fottutissime ore a cercarlo.

Lo cercarono dappertutto, anche nei posti più improbabili. Persino dentro agli armadietti o nel bagno.

L'ultimo posto, rimaneva la sala del mixaggio.

“Cosa bisogna fare, per trovare un batterista con la fobia dei ragni?” disse Mack, agitando le mani per aria.

“Noi due non abbiamo niente da fare, ecco perché ci siamo messi a cercarlo” confessò Freddie, alzando le spalle.

“Già” concordò John.

Mack, oltre alla testa, perse anche le braccia.

“Ti ho detto di lasciarmi in pace!”

“Aspetta! Mi dispiace! Non credevo che ci tenessi tanto!”

Mack, Freddie e John assistettero alla seconda parte del dramma.

Brian da circa mezz'ora inseguiva Trip, chiedendogli scusa da altrettanto tempo.

“Non mi interessa! Assassino di flipper!”

Freddie sentì di nuovo gli occhi inumidirsi di lacrime.

“Mi dispiace”

Plic. Una prima lacrimuccia cominciò a cadere. Sino a scoppiare in un altro pianto disperato.

“Boooh! Povero Brian!”

John alzò gli occhi al soffitto, soffocando un' imprecazione.

Freddie si appoggiò sulla spalla, continuando a piangere come un disperato.

“Su, su adesso non piangere”

“Ma...ma perché...non l'ho perdona? Buaahh!”

“Non lo so, ma lo farà prima o poi...” lo rassicurò John.

Sigh! Sigh, sob! Tu credi?”

“Seee...Ho capito adesso potresti scollarti per favore?”

Un'altra passata di fazzoletti.

“Ti voglio bene, Deaky” disse Freddie, asciugandosi un occhio.

“Piantala Freddie” disse John a disagio.

Il cantante tirò su rumorosamente con il naso.

L'improbabile trio si diresse nell'ultimo posto possibile.

Lo trovarono (finalmente) nella cabina dove solitamente Roger suonava, semi accasciato, mentre russava sonoramente sulla batteria.

“Dorme come un angioletto” sussurrò Mack.

“Già, amore come un angioletto”

“Sgruuunfff! Vaff...Frieddie...Nooo! Perché non mi lascii in pace...” esclamò Roger, a voce un po' troppo alta nel sonno.

Freddie ci rimase di sale. Ma cosa gli aveva fatto di male? Aveva pure contribuito a cercarlo e lui mandava a fanculo?

John e Khalaf ridevano sotto i baffi.

“Che stronzo” sbottò il cantante.

“Lasciamolo in pace, dai” disse saggiamente Mack.

“Certo che fatto tanto casino, per un ragnetto poi dorme pazzesco”

“Santo Cielo è proprio vero, che questo è maledetto” mormorò John.

Freddie divenne pallido come un cencio.

“Davvero? Allora chiamiamo l'esorcista!”

“Be' almeno questo qui, lo abbiamo trovato almeno risolviamo quello di Brian e Trip” s'affrettò ad aggiungere John, prima che a Freddie pigliasse un attacco di panico.

Non si sa mai.

“Oggi saremo il trio aggiusta tutto, vero?” chiese Mack, in tono leggermente sarcastico.

“Non rubarmi le battute, grazie”

“Chiamiamo l'esorcista?” indagò Freddie sottovoce.

“No!”

“Eddai stavo solo chiedendo...”

“Una proposta stupida” tagliò corto John.

“Sentite, non vorrete svegliare costui?” ricordò Mack indicando il batterista.

L'ultima volta che era stato bruscamente svegliato, Roger era di pessimo e aveva attaccato lite, con tutti quanti per i motivi più insulsi.

“Buonanotte batterista fifone”

 

“Sa, dolcezze andiamo?”

 

“E non chiamarci “dolcezze”, dai!”

“Allora buonanotte amore” disse Freddie con uno sghignazzo, rivolgendosi a Roger.

Dio! Ma allora il suo è proprio un vizio! (Pensiero all'unisono di Mack e John)

I tre uscirono, con chissà quali idee per salvare Brian, il flipper assassinato e Trip.

 

Nota au: eccoci qui, un'altra scemenza, a tutto spiano. E va be'...a Presto Portos. 

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Capitolo 5
*** Incubo (Nigthmare) ***


 

Capitolo 5: Nightmare (Incubo)

“Allora prima abbiamo trovato Rojerì, adesso dobbiamo salvare, Trip, il Flipper e Brian”

(Sigla da film di guerra. Tatarratarataa)

“Tesoro saresti troppo figo, con un elmetto da soldato in testa!” trillò Freddie.

“Mettiti lo scolapasta!”

John li mandò a quel direttamente paese.

“Deaky non fare l’offeso”

“Invece sì, possibile, ogni qual volta faccio le mie battute così dovete sempre...criticarmi?”

“Ma tu volevi fare l'attore?”

“Una volta e invece sono finito a fare il cercatore di gente scomparsa!” disse John in tono sconsolato.

John tirò su col naso.

“Mi dispiace”

“Non importa”

“Stai bene?”

“Sì (sniff) sto bene”

John s'asciugò una lacrima.

“Povero tesoro!” esclamò Freddie.

“Oh! Mi stavo solo sfogando! Smettila!”

“Non credo proprio”

“Uh! Adesso si arrabbia” continuò a prenderlo in giro.

John afferrò per il collo il povero cantante, cominciando a scuoterlo come un sacco di patate.

“Stai un po' zitto!”

Gli occhi di Freddie giravano come bussolotti, a stento stava chiedendo a Deaky di piantarla.

“Basta! John lo ammazzi! E poi dove lo troviamo un altro maniaco dello scarabeo?” urlò Mack, allarmato.

John si rese conto. E lo lasciò andare.

Il povero Freddie si trovò con il collo segnato dai pollici del bassista.

“Oooh! La mia testaaa!”

Mack afferrò Freddie per le spalle.

“Stai bene?”

Freddie scosse la testa. Sentiva tutto girargli in tondo.

“Oddio scusa! Non volevo strozzarti!”

Passò un lungo momento di silenzio.

“Gesù, Fred ma ci sei?”

 

L'uomo teneva il capo reclinato all'indietro, il mento sul petto.

Non rispondeva.

“Oddio Freddie!” urlò John.

“Rispondi!”

Il cantante alzò la testa. Il suo sguardo era vacuo, la bocca sorrideva in un sorriso non suo.

“Qualcuno vuole giocare con me a Scarabeo?”

“AAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!”

Mack mollò Freddie all'improvviso.

“John! Cosa hai fatto? Hai di nuovo risvegliato la personalità del maniaco!”

“Scappiamo!”

“Dobbiamo anche salvare anche gli altri!”

“Ho capito! Ma non fare battute sceme da film disaster!

“Scarabeeeooo” disse Freddie.

“AAAAAAAHHH!”

Mack e John se la diedero a gambe.

Per primo andarono a cercare, Roger, il quale dormiva ancora semi sdraiato sulla batteria.

“Ma questo dorme ancora?!”

John lo scosse sulla spalla.

Roger emise un gemito di protesta.

“Vecchia strega! Non mi scassare!” disse Roger, alzando un braccio per scacciarlo.

“Ohi!”

“Sveglia razza di cretino, c'è di nuovo Freddie in modalità maniaco! E tu tene stai qui a dormire?!”

Roger si levò di colpo.

Rischiò quasi di finire col culo per terra, se non fosse stato per John, il quale lo afferrò saldamente per un braccio.

“Gesù! Cosa c'è?”borbottò ancora con aria assonnata.

“Freddie è di nuovo in modalità maniaco! Si è messo di nuovo a cercarci!”

Roger sbatté le palpebre incredulo.

“Di nuovo?”

Mack era riuscito a scovare Brian e Trip: stavano litigando ancora per via del flipper.

“Presto dobbiamo fuggire!”

“Ancora?”

“Trip non ci possiamo fare niente! Più che scappare non possiamo fare altro!”

“Gli altri dove sono?”

“John e Roger, sono in studio di registrazione” rispose Mack.

Sulla faccia di Brian si dipinse un'espressione allarmata.

“Merda! Quello è il primo posto dove andrebbe a cercarli” esclamò Brian.

Il gruppetto si mosse alla veloce, come un branco di bufali per i corridoi.

 

“Carucci! Dove siete?”

John e Roger cacciarono uno strillo.

Freddie li salutò con la mano e un sorriso assassino stampato sulle labbra.

Bassista e Batterista aprirono la porta dello studio, dandosi alla fuga.

“Ma tesori io volevo solo...giocaree a Scarabeo!” esclamò Freddie. A seguire una risata malvagia.

Finalmente Mack, Trip John, Brian e Roger si ritrovarono.

Si rifugiarono tutti quanti, nel primo posto sotto tiro: il cucinino.

Brian venne incaricato di fare la vedetta se per caso, Freddie fosse saltato fuori con la scatola, con o senza qualche vittima.

Passarono diversi minuti, non accadde nulla di strano.

“Sì, ma dobbiamo passare tutto il giorno qui dentro?” si lamentò Roger.

“Vuoi passare l'intera vita a giocare a quell'affare insulso?” lo rimbeccò Brian.

“Voi due piantatela di litigare! Se Freddie sarebbe la fine per tutti, noi” disse John, come se stesse

recitando in un thriller, con tanto di posa da duro!

“Johnny potresti vincere il Razzie Award” sghignazzò Mack.

“Sì, anzi due Razzie”

“Per ogni film, che cerca di interpretare il nostro bassista”

Risatine diaboliche, a seguire.

John scosse la testa.

Offeso dal profondo dell'animo si andò a rintanò in fondo al cucinino.

“John preparaci un po' di caffè!”

Il bassista rabbuiato continuò a tacere.

 

Due uomini stavano davanti alla porta del cucinino.

“Bene sei pronto?”

“Questo è il gran finale!”

Il primo dei due afferrò la maniglia, sottobraccio teneva la solita scatola.

Tirò un lungo respiro.

Ora era pronto.

 

La maniglia stava ruotando lentamente.

Tutti rimasero con il fiato sospeso.

La porta s'aprì e...

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!”

...un grido a 2600 decibel lo investì in pieno.

Il risultato? Freddie ci rimase di sale, con i capelli dritti come gli aculei di un riccio.

A sorpresa spuntò fuori, Crystal.

“Ehi gente!”

“Crystal che ci fai qui?” chiese Roger, credendo che si trattasse di una delle vittime di Freddie.

Crystal nascose un ghigno. Massa di sempliciotti, pensò subito dopo.

Freddie si riprese dalla sorpresa, dopo un buon minuto.

“Piaciuto lo scherzo?”

“EEEEEEEEEEHHH?!!!” esclamarono in coro tutti quanti (quelli del cucinino).

“Già piaciuto lo scherzetto?” fece eco Freddie, sbellicandosi.

“Tu...abbiamo fatto un casino tale, per niente?”

“E devo dire, che mi sono dimostrato un miglior attore di te, dolcezza” gongolò il cantante.

“Ti uccido!”

“E quindi la tua personalità da maniaco-scarabeica, tutta una finzione?”

Freddie annuì soddisfatto.

“Sono stato, io perdonami Rog” confessò Crystal.

“Non ci posso credere” fece John sconvolto.

“Ma nella storia del flipper noi non centriamo, nulla” si difese Crystal.

“Dio mio! Siete peggio di quanto pensassimo, ma perché avete coinvolto anche me e Trip?” chiese Mack.

“Già, voi due ci siete finiti per caso Scaraberooo!”

“Str...!”

“Ehi non offendete”

“Sì, comunque le vostre fughe erano da spettacolo, tra l'altro” commentò Crystal con un ghigno.

“Persino le vostre urla!”

“Comunque è stato divertente”

Quindi tutto il gruppo uscì fuori un po' alla volta dal cucinino. I poveretti erano ancora alquanto scocciati e sorpresi dallo scherzetto giocato da Crystal e Freddie.

“Ma amore, quanti eravate là dentro?” chiese Freddie a Roger.

“Be' tanti”

“Non chiamarmi Honey”

“Uff! Davvero io faccio così schifo, con le battute?”

“Non fai schifo, ma non sei adatto, tesoro”

“Ah be' grazie per i Razzie, Freddie”

“Però sei adatto alle fughe, tesoro”

“Qualche volta io ti ammazzo!” fece John, alzando una padella. Un ghigno diabolico gli deformò la faccia.

 

Tutti quanti fecero un passo indietro.

“Sono guai in corso...” disse Roger.

“No! Ehi cosa vuoi fare?”

“Freddie corri più veloce che puoi!”

“Datti alla fuga!”

“Andateee a fanculooo!” gridò Freddie.

John con la padella inseguì il cantante per tutti gli studio.

Ma domani sui giornali sarebbe comparso un titolo “Bassista dei Queen uccide a padellate Freddie Mercury, perché lo prendeva in giro”

Speriamo di no...

 

Nota au: Bene, per adesso anche questo capitolo è arrivato alla fine! Ma non finisce qui...

A pr. I razzie award sono gli oscar, per i film più brutti che hanno fatto flop, i più brutti ecc,


 

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Capitolo 6
*** Studio ***


 

Capitolo 6: Studio

 

Ci siamo di nuovo con i tormenti gente...

“Eddai...ti ho chiesto milleseicento volte scusa!” si lamentò Freddie, come un ragazzina petulante.

“Lasciami in pace” replicò in tono lapidario John, continuarlo ad ignorarlo.

Freddie gli fece la linguaccia.

John si voltò di scatto, guardandolo il tralice.

“Non farmi le smorfie!”
“Ma cosa vuoi, Deaks?” fece il cantante, con aria da primadonna.

L’altro lo ignorò.

“Adesso sono in modalità soap-opera” decretò Mack, cercando di rimanere serio, dopo aver assistito allo spettacolino.

“Già...” fece Trip, ancora triste per “l'omicidio del flipper”.

“Non lo sapevo” aggiunse Peter Hince, detto Ratty il capo dei rodies, alle loro spalle.

“Ratty” fece Trip, a mo’ di saluto.

Peter alzò entrambe lo sopracciglia, in un’espressione sorpresa.

“Santo Cielo, Trip ti è morto il gatto?”

“Brian mi ha distrutto il flipper con la scopa” annunciò in tono grave il tecnico ormai prossimo alle lacrime.

Peter lanciò un fischio.

“Già”

“Non da Brian, non me lo aspettavo. Forse da Roger ma non da lui”

Tutti quanti sapevano, che Ratty non provasse una gran simpatia nei confronti di Roger: lo trovava alquanto spocchioso e arrogante.

“Capisco”

“Perché lo avrebbe distrutto?” indagò Ratty, evitando di guardare Trip, rivolgendosi direttamente a Mack.

A Trip sfuggì un singhiozzo, il mento gli tremava con autentica espressione da cane bastonato.

“Sarà meglio rimandare la discussione” decise Khalaf frettolosamente.

Ratty comprese al volo.

“Ehm volete un caffè?”

“Sì”

“Questo posto è maledetto” decretò Peter mordendosi un labbro.

“E i ragazzi stanno dando di matto”

“Secondo me, sono matti loro” commentò Trip, tirando su con il naso.

Andarono nel cucinino dove si prepararono un buon caffè.

“A cosa ti riferisci?”
“Riferisco? Ebbene...”
Trip raccontò per filo e per segno, tutto l'accaduto, sotto lo sguardo meravigliato di Peter.

“Eddai! Non ci posso credere!”

“Puoi dirlo forte...” sospirò Trip.

“Dovrei rimanere più spesso qui”

“Solo una cosa, ma qui le ambulanze corrono più veloci che a Londra?”

“Sì, perché ci mettono meno tempo, visto che a Londra ci sono molto più strade!”

“Zucchero?” fece Mack.

 

“Lasciami in pace!”

“Si può sapere che ti ho fatto?”

“Cosa mi hai fatto? Tiri degli scherzi idioti!”

“Senti chi parla! Ma se ti ho già chiesto scusa, almeno...”

John ebbe voglia di tappargli la bocca, con un chilo di scotch, anche se non sapeva se sarebbe servito a qualcosa...

“Deaky possibile che...”
“Uffa!”
“Mi chiamo Freddie!”
“Il tuo vero nome è...”
“Lo so quale è il mio vero nome!” strillò Freddie.

“No! Non quello di battesimo, il secondo: Rompicoglioni!”

“E tu sei un pessimo attore!” gli urlò di rimando.

Il povero bassista spalancò gli occhi a quella rivelazione tragica.

“Io un pessimo attore?”
“Ti odio!”

“J-John aspetta!”

Quel posto era seriamente maledetto, pensò Freddie (alquanto assurdo, da pensare).

“Non sai quanto di detesto!”
“Ma perché io...mi dispiace!”
John gli fece una smorfia. Poi si mise a sghignazzare come un gusto, alla faccia del cantante.

“Ma...!”
“Vendetta”

“Che stronzo”

“Scusa...ma volevo solo una piccola vendetta” confessò canditamente John con un sospiro di sollievo.

“Sei proprio stronzo Deaks”

“Stronzo sei te, dolcezza” rispose John facendo le spallucce.

“Quindi adesso mi perdonerai?”
“See, adesso piantala...”

Freddie si lasciò prendere da uno dei suoi comportamenti, da sconcerto e gettò le braccia al collo del povero bassista, seguito da un “ti voglio bene, Deaks”
“E scollati!”
John si districò a fatica dalla presa di Freddie.

“Sei così adorabile John” ridacchiò il cantante.
“Piantala di prendermi in giro!”

“Ih, Ih!”

“Che risata scema” commentò John scuotendo la testa.

“Scarabeo!”

John-Deacon-fuga-mode-attivata.

“Io stavo solo scherzando...”

 

Finalmente a Roger venne qualche idea per scrivere una canzone, dopo aver ascoltato da qualche parte un discorso di Matin Luther King.

“Finalmente Roger ti sei deciso!” esclamò Freddie, battendo le mani.

“Già, che ma razza di scansafatiche sei?” commentò Brian.

“Quando si parla di principesse, ecco spuntare Roger...” sospirò John.

Roger tacque, per una volta, saggiamente.

 

In cabina di registrazione (leggete che combinano)

 

“Decisione difficile?”

“No!”

“Una decisione difficile!”

“Cantala”

Freddie canta il pezzo.
“Non ci sta”

“Sì”
“No”

“Fammi vedere che hai scritto, amore”
Freddie legge il pezzo. Diventa di tutti i colori

“Scusate censurato” commenta Brian.

“Ehi, stoppatevi un attimo! Perché l'avete censurato?”
(Rumore di stop)

“Scusa secondo te si può leggere?”
Il batterista legge il pezzo.

“Osp!”
“Te l'avevo detto di non leggere Palyboy la sera prima!”
Freddie e John fanno faccine scandalizzate

“Brian non sei mica mia madre tu!”
“Meno male, avessi un figlio come te, l'avrei fucilato all'alba”

“Senti mamy, non mi scassare i cosidetti!”
“Senti figlio disgraziato, continua a scrivere”

Freddie e John ridacchiano come due cretini.

 

Qui finalmente Mack e Trip filmano i Queen in studio

“Una rana, un gamberetto, un mollusco, un'insalata un pollo!”

Freddie fa lo scemo, mentre canta, Mack e Trip stanno pensando alle ambulanze.

“Qualcuno ha ordinato cinese?” strilla Roger di sottofondo.

 

“Una cacata, uno stronzo, due tette, John Deacon!”

John lo manda a quel paese, il Freddie che continua a fare lo scemo cantando

 

“One sex position!”

“Freddie legge Payboy anche lui!” annuncia Brian

“Fred! Perché leggi le mie riviste?” strilla Roger, uscendo dalla cabina di registrazione.

“Brian non fare il finto tonto, anche tu le leggi!” urla Freddie.

“Non è vero!” si difende (?) Brian.

John e Mack si guardano sconsolati

 

Roger fa una smorfia triste con il calice di champagne, poi si mette a piangere.

“Quel dannato ubriacone!” sospira Freddie.

“Senti chi parla! Quella volta...quando facemmo We are the champions, eri ciucco!” ribatté Brian, non riuscendo a smettere di ridere.

“Tesoro ti devo ricordare che quello è avvenuto negli anni 70!”

“Dicevo solo per dire, Freddie caro”

“...” (John tace)

Hic!”

Roger sospira.

“Ehi dovette sempre prendermi in giro?”
“Principessa Rog...”
“Non sono Princ” biascica il batterista.

“Invece sì”

Roger barcolla.

“Joohn dì a loro di non prendermi in giroo!” esclama Roger.

John si scosta di un passo.

“Ci devi pensare tu!”
“Deaks devi essere sempre di così gramo?”
Roger si avvicina troppo e...

“No! Roger! No!”
...gli schiocca un grosso bacione sulla guancia. (Bleah)

“Ti voglio bene, nonna!” ridacchia il biondo.
John rimane scioccato, così come Freddie e Brian.

“Razza di maniaco!” strilla John, poi gli tira un sonoro calcio in uno stinco.

“Ahio!”

Il povero Roger saltella su una gamba appena azzoppata.
“Non basta già l'altro? Maniaco!”

“Perché?”
Freddie diventa color rosso rapa. Brian solleva entrambe le sopracciglia.

Mack, Ratty e Trip rimangono basiti.

“Ecco ora sai, il perché” sospira Mack.

“Ora lo so, perché. Non avete ventilato l'idea di chiamare l'ambulanza, qualche volta?”

“Adesso la terremo presente” commentano Mack e Trip in coro.

 

Il gruppo lancia al trio Mack, Trip, Ratty una valanga d'occhiatacce.

Che diavolo capiterà ancora?

 

Fine capitolo 6.

 

Nota autore: eccoci un altro piccolo aggiornamento, nell'anno 2012 il quale farà sempre più schifo.

And I'm sorry se ho modificato la storia, a volte capita...e che ci possiamo fare, più che correggere?

(Pessimismo dilagante)

Pessimismo a parte...e cominciamo con le solite note:

 

Peter Hince è stato il capo dei roadies dei Queen, dal 1971 al 1986, a quanto pare non andava

d'accordo con Roger, poiché quest'ultimo aveva un carattere arrogante.

Pare che attualmente sia nel mondo grafico pubblicitario, ma non sono sicura a riguardo.

 

Freddie a quanto sembra nel 1977 quando girò i video di Champions e Rock you era ubriaco


 

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Capitolo 7
*** Ciò che nel buio deve restare... ***


 

Capitolo 7: Ciò che nel buio deve restare...

 

Luogo sconosciuto, ore 00.11

 

Ben arrivato”

Sì, molto bene non perdiamo tempo...”

Ok, facciamo così e così”

Mmm...facciamo così”

Seguì un coro di risate diaboliche.

 

“Che sonno!”

Freddie sbadigliò rumorosamente, mostrando i denti da splendido esemplare di tricheco al mondo.

“Oh che denti grandi che hai nonna Fred!” lo presero in giro John e Brian in coro.

“Oh tesorini andate un po' a fanculo”

Roger non ebbe alcun reazione perché era in completo stato catatonico: se ne stava appoggiato al muro, con le braccia incrociate, la testa reclinata in avanti.

“Questo è morto” decretò John, in tono da medico legale.

“Tesoro, non è morto” constatò Freddie, con un sorriso di leggera superiorità.

“Dorme!”
“Come fa uno a dormire...appoggiato al muro?”
“Non sto dormendo” ribatté con voce arrochita il biondo.

“E allora perché stai così?” indagò Freddie, alzando un sopracciglio.

“Se proprio volete saperlo, fatemi l'autopsia ma solo quando sono davvero stecchito” borbottò Roger, alzando la testa, rivelando due occhi rossi iniettati di sangue, gli occhi cerchiati e la bocca deformata in una smorfia. Un malditesta lancinante gli stava spaccando in due il cervello.

“Oddio!” esclamò Freddie, come se avesse visto chissà cosa.

Roger emise un gemito di dolore, portandosi le mani alla testa.

“Sintomi post-sbornia” commentò John, scuotendo la testa.

“Scusa, ma ti sei calato nella parte di un “medico”?”

“Telefilm medical thriller” disse Brian.

“Non sono il mio genere, grazie”

“Avete finito di dire scemenze? Non posso imitare chi mi pare?” sbuffò John.

“Yawn! Per me puoi fare quello che ti pare, Deaks”
“Sì, certo come la volta scorsa...che mi hai sbaciucchiato come se fossi tua nonna!”
“Che?”

Roger scosse la testa confuso.
“Gli hai dato un bacione, qui sulla guancia, scemo” rivelò Freddie.

“Bleah! Almeno fosse una bella donna, ma un bassista timido come te, non mi piaci proprio”
“Sono d'accordo, batterista ubriacone” rispose John piccato, della serie: beccati questa.

“Pessimo attore, pessimo cantante!” ridacchiò Roger.
“Oh senti chi parla! Fifone che non sopporta i ragni, noioso come pochi!”

“Deaky chiudi quella ciabatta”

“Princ, chiudi la bocca!”
“Old Mom!”

“Adesso voi due finitela! John tu smettila, Roger vatti a prendere un paio d'aspirine, sembri Dracula in persona, forza marmocchi!” intervenne Brian, ad un certo punto, John e Roger borbottando come pentole di fagioli, la smisero subito.

“Be' andiamo a lav...”

La frase di Brian s'interruppe a metà. Il riccio si voltò di scatto, lanciò un'occhiata ai compagni.

“C'è qualcosa di strano”

Di fatti, non appena pronunciate queste esatte parole, la luce...venne a mancare, per fortuna intervenne il salvavita.

“No, no, no” pregò Freddie.

Era la già la quarta volta che beccava un black-out e in quel frangente ne erano successe di tutti i colori. In realtà aveva una paura fottutissima del buio, perché aveva di cosa potesse nascondere, quindi se ritornava la luce era meglio!

“Oddio”
“Solo un dannato black out, cerchiamo solo di non separarci” disse Brian, strizzando gli occhi per cercare di abituarli alla forte penombra.

“Sissignore non ci penso nemmeno” commentò Freddie.

“Il vantaggio che sopporto meglio il malditesta” intervenne stupidamente Roger.
“Ok, cerchiamo di trovare una via di uscita da qui” disse John come se fosse capitato in un film dell'horror.

Passi. Passi pesanti.

Gli sguardi dei musicisti si voltarono contemporaneamente.

“Ma chi è?” mormorò Brian sgranando gli occhi.

“C'è qualcuno?” chiese Roger, quasi dimentico del malditesta.

Ancora dei passi. Una figura si stagliò nella penombra.

“Eddai piantala con sti' scherzi...” fece Brian, scuotendo la testa.

Peccato che non lo fosse affatto, uno scherzo.

Chi o cosa nell'ombra finalmente si rivelò: era altissimo, indossava una lacera tunica nera che sfiorava il pavimento, il cappuccio tirato in avanti senza rivelare alcun tratto del viso e in mano teneva una falce.

“No, ti prego!”
“La morte! Oh mio Dio!”

Brian diventò bianco come un cencio, compagni compresi.

Sono venuto a prendervi anime!” gridò la “Morte”. La sua voce era bassa e gutturale, minacciosa.

Ma noi siamo vivi!” strillò John.
“Sono venuto a prendervi anime!”

“S-Scappiamo!” urlò Brian.

“Maledizione John non dirmi che è un altro dei tuoi stupidi scherzi!”

“Roger! Pensa correre e a stare zitto!” rispose John al volo.

“Non voglio morire sono troppo giovane!”
“Venite anime derelitte!”

Ci taglia la testa! Ci taglia la testa!”

La “Morte” alzò la falce e si gettò all'inseguimento dei quattro.

Ma cosa ho fatto di male?”

Non lo so!” sospirò Brian.
“Nemmeno io!” si difese Roger.

No! Non ci penso nemmeno a moriree!”

Dal cucinino Ratty udì le urla da fuori di testa e tutto preoccupato uscì fuori dal cucinino.

Ma che diav...!”

Venne prontamente tirato indietro dai compagni prima che venisse travolto dai cinque e poi assistette alla scena più assurda della sua vita:

Anime derelitte! Io vi porterò all'infernooo!”

ALLA FUGAAAA!” (Urlo in coro dei quattro fuggitivi per il momento).

I musicisti che scappavano, inseguiti da uno pazzo o dalla Morte in persona (?) che urlava dietro frasi a sproposito....ma siamo finiti in un manicomio?

Aiuto! La morte ci corre dietro!” (John, il quale pensa di essere in un film di Dario Argento)

Johhn non fare battutee di merdaaa!” (Roger)

Correte!” (Brian)

Non parlate, scappate!” (Freddie)

Verrete con me all'inferno! Morirete anime!”

La Morte, peccato che per correre usi le scarpe da ginnastica...!

 

Fine prima parte

 

Nota autore: bene, benissimo. Sono arrivata fino a qui. Presto scopriremo chi sarà La morte, che sta inseguendo i nostri Queen...dirò solo che è alto 1.91, ed era una persona molto vicina a Freddie.

Chissà chi sarà?

Be' vi saluto, dopo le stronzate, che ho sparato...A presto Portos (dalle cantine) 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Ciò che nel buio deve restare...stile Matrix ***


Capitolo 8: Ciò che nel buio deve restare...stile Matrix (Part 2)

 

“Ma dobbiamo per forza stare tutti e quattro qui?”

I quattro si erano rinchiusi nell'ennesimo sgabuzzino delle scope, mentre il simpatico tizio fuori di testa li cercava ancora.

“Senti Brian non ti lamentare troppo!” sospirò Freddie.

“Ma per quanto ancora resisteremo qui dentro?” sussurrò John, spalancando gli occhi.

“Oddio questa dove l'hai presa? Dall'ennesimo film dell'orrore?” commentò in tono caustico Roger.

“Si sta un po' stretti” osservò Brian.

“Allora volete che vi prenda in braccio?” chiese Freddie, sbattendo in modo civettuolo le palpebre.

Gli altri tre divennero cominciarono a scuotere la testa.

“Fate come volete!”

Manco fossi la regina Elisabetta! Pensiero in coro di John Roger e Brian).

“Scarabeo”

L'ultima parola detta apposta da Freddie ebbe un effetto alquanto immediato: Roger alla velocità della luce andò a infilarsi sopra gli armadietti invece John ci si infilò dentro.

Brian si armò di uno spazzolone, pronto a calarlo sulla testa di qualcuno.

“Uh...Bri che ci vuoi fare?”

“Ripeti quello che hai detto e ti spiaccico Fred”

Il povero cantante divenne bianco come un panno lavato.

“Scusami starò zitto e muto come un pesce” balbettò Freddie.

“Sarà meglio!”

Come se non bastasse a rompere i coglioni ops le scatole, arrivò pure “Morte”, il quale aprì la porta di improvviso con la falce alzata.

Animeee! Tanto non mi sfuggirete! Vi porterò con me all'inferno! Tu imboscato sopra e tu dentro l'armadio, tu pallido e tu guerriero del Mocio Vileda! Verrete con me!”

“Guerriero del mocio?!” ribatté Brian rabbuiandosi.

Freddie, John e Rog trattennero a stento una risata.

Guerriero del Mocho Vileda io ti sfido...se perdi ti lascerò in pace tu e i tuoi compagni, ma se perderete verrete come all’inferno!”

“Brianna siamo tutti nelle tue mani!” trillò Freddie sbattendo le ciglia.

Brian lo ignorò: odiava a morte che qualcuno, specialmente quando storpiavano il suo nome...

“E va bene accetto”

La “Morte” si mise di combattimento.

“Preparati bastardo che ti faccio a pezzi!” ringhiò Brian.

“Wow! Bri non ti ho mai visto così incazzato!” esclamò John da dentro l'armadietto.

“Oh John ma in che mondo vivi? Brianna è sempre incazzata” intervenne Roger da sopra.

“Volete chiudere il becco?” urlò Brian.

Gli altri tre stettero zitti immediatamente e si prepararono a vedere lo scontro.

“Morte” ne approfittò per sferrare un colpo a Brian il quale lo parò alla velocità della luce.

“Maledetto!”

La falce e il mocio si scontrarono.

Non sai quanto mi sto divertendo, presto sarete tutti miei!” rise “Morte”.

“Non ci contare troppo”

“Morte” fece un affondo ma Brian lo parò per traverso.

“Sei bravo, anima derelitta chiamato Brianna”

“Io non mi chiamo così!” ululò Brian, i ricci divennero dritti come spaghetti.

Poi sferrò un violento colpo ma “Morte” lo schivò con un salto.

Brianna! B-r-i-a-n-n-a!” lo derise “Morte”

“Stronzo! Freddie dopo questa me la paghi, perché mi devi sempre chiamare in quel modo”

Freddie fece un'espressione da finto innocente.

“Oh scemo ma non lo vedi che ti vuole solo provocare!” urlò Roger.

“Lo so, cretino” rispose Brian, spostandosi all'indietro.

Ora basta! É venuto il momento di sfoderare il colpo segreto! Il distruttore di flipper!

Brian alzò il mocio facendolo roteare e poi le mani dell’avversario con violenza un secondo dopo.

Il povero tizio lanciò un ululato di dolore, lasciando cadere la falce per terra.

Il chitarrista ne approfittò per tirare via il cappuccio, con un gesto trionfante.

“Ouch, cacchio dovevi colpirmi in quel modo?” si lamentò Peter Freestone detto Phoebe, massaggiandosi le mani doloranti.

Freddie era rimasto impietrito.

John e Roger sgusciarono dai loro nascondigli.

“Ma perché…hai fatto tutta questa scena?” domandò Brian: non si aspettava che sotto i panni di “Morte” vi fosse proprio lui, Peter l'assistente personale di Freddie.

“Perché? Mi hanno fregato la chiave della camera d’albergo, sono stati Trip con la complicità di Mack, sono stato costretto a travestirmi, se no che avrei potuto fare? Mi dispiace…ma era l’ennesima vendetta dei miei stivali!” raccontò tutto d'un fiato il pover uomo.

Ratty, il quale saggiamente aveva deciso di tacere e i due diabolicissimi Trip e Mack con la telecamera accesa fecero la loro comparsata in corridoio.

“Vendetta tremenda vendetta!” rise Trip.

“Spegni quella telecamera!” strillò il povero chitarrista, che ora si sentiva in colpa pure nei confronti di Peter.

“No” ribatté Mack con un sorrisetto sardonico.

Brian gettò il mocio per terra.

“Io…io…oooohhh!” balbettò Freddie prima di perdere i sensi e di cascare in terra come un sacco di patate.

“Cazzo! Chiamate un’ambulanza!” esclamò John, come se stesse recitando nel telefilm di Er.

Tutti quanti guardarono il bassista come se gli fosse spuntate due teste.

 

Freddie riprese conoscenza, dopo qualche minuto.

“Oooh…cazzo…vedo tutto confuso…”

Si sentiva la bocca impastata e si sentiva come se stesse galleggiando per aria e faceva una certa fatica a mettere a fuoco le immagini.

“Santo Cielo” esclamò Phoebe, seduto su uno scomodo sgabello.

“Dove…sono…?”

“Sei in infermeria, Freddie” rispose Phoebe con un sorrisetto.

“Oh, devo essere svenuto”

“Sì, ti ho trasportato io in braccio, scusami” rispose Phoebe, con un certo imbarazzo.

“Ehm…grazie…”

“Di nulla, di nulla Freddie”

“Senti ti fanno ancora male le mani?”

“Un po'”

Phoebe le mostrò: erano ancora piuttosto arrossate e doloranti.

“Mi dispiace!”

“Non importa...però mi sono divertito a corrervi dietro lo sai? Freddie da quando in qua sei così pauroso?”
“Levati quel ghigno dalla faccia, dolcezza”
“E allora?”
“Be' mi sono trovato in situazioni poco piacevoli, non ne me la sento di raccontarlo ora”

Peter alzò le mani in segno di resa, ma sapeva che prima o poi glielo avrebbe confessato...

 

Trascorsa un’ora Freddie era di nuovo a zampettare allegramente per lo studio.

“Oh eccolo lì!” esclamò Roger.

“Non è successo niente, amore” sospirò Freddie.

“Non mi chiamo amore, coglione!” ribatté il batterista piccato.

“Ci risiamo…eccoli di nuovo…bella coppietta!” rise malignamente Brian.

John si mise fischiettare.

“Ricciastro dei miei stivali!” esclamò Freddie offeso.

Rog gli fece il dito.

“Brian posso parlarti?” intervenne Trip, appena apparso sulla porta.

“Senti…io ti volevo perdonare…” disse lì su due piedi il tecnico.

“Ah…”

“Certo, mi dispiace anche a me di averti distrutto il flipper”

“E io di essermi vendicato”

“Pace fatta?”
“Pace fatta”

Trip e Brian si strinsero la mano.

John e Roger si scambiarono un’occhiata, Freddie si asciugò gli occhi con l’ennesimo fazzoletto.

“Almeno mi prometti ti rifarmi vedere il video?”
“Sì certo”
“Ero troppo figo nel combattimento!” esultò Brian.

“Certo, certo ma almeno scusati con Peter!”

“Sì però mica vorrete mostrare i filmati in giro?” chiese John spalancando gli occhi.

“No, ma prometto che prima o poi li cancelleremo o forse mai?” sogghignò Trip.

“Ma non puoi…!” protestò Roger.

“Tch, tch invece sì che posso! La telecamera è di mia proprietà e ne faccio quello che voglio!”

John scosse la testa sconsolato.

“E va be’ poi ve li farò vedere!” promise Trip.

I quattro musicisti lanciarono un sospiro all’unisono e tra l’altro Mack, Trip e Brian dovettero delle scuse Peter e tra le altre cose gli restituirono anche le chiavi della stanza.

 

Fine capitolo 8.

Nota autore: Ed eccoci qui! Un altro simpatico capitolo concluso ma non è finita dovrò farli soffrire ancora un po’, poveretti. Ma in fondo perché no?

A presto, Portos.  

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Momenti di pace o quasi ***


Capitolo 9: Momenti di pace o quasi

Prologo: It's a kind of magic

 

Be' Phoebe hai avuto le tue scuse, che vuoi di più?”

Freddie si lasciò sfuggire una risatina.
L'assistente Phoebe non poté fare a meno di lasciarsi andare ad lungo sospiro.

Forse non avrei dovuto dirti nulla, Fred...la potresti smettere di ghignare? Grazie” rispose Phoebe, posando la forchetta sul bordo del piatto.

Freddie si passò la lingua fra i denti, senza smettere di fissarlo divertito.

La smetti?”
“Scusa, ma vederti nel panico perché ti hanno chiuso fuori dalla camera, è davvero strano vederlo!”
“Mi hanno rubato la chiave” gli ricordò il pover uomo.

Phoebe rigirò con la forchetta i chicchi di riso rimasti nel piatto, la conversazione cominciava a dargli un certo fastidio.

Scusa, solo che lo trovo divertente”
“Non prendermi in giro” gli intimò l'assistente.

Freddie sbuffò.

Scusa”

Va bene, sei perdonato”

Phoebe mise una mano sotto al mento, volgendo lo sguardo verso la finestra, senza guardarla veramente.

Aveva come il sospetto che Mack e Trip avessero qualcosa di grosso in mente, ma visto che per ora non possedeva né prove, ma solo sospetti aveva accuratamente evitato di parlarne con qualcuno.

Peter, va tutto bene?” domandò Freddie.

L'assistente sbatté le palpebre. Quando Freddie lo chiamava per nome, allora voleva dire che era preoccupato per lui.

Sì”
“Oh tesoro, sei così silenzioso!” trillò Freddie.

Phoebe si strinse nelle spalle.

Sarà una giornata così”

Phoebe sorrise brevemente.

Non gli sembrò il caso, di mettersi ad indagare su di loro. Altrimenti avrebbe potuto rovinare tutto e i colpevoli l'avrebbero fatta franca. Semplicemente avrebbe atteso.

Nel farlo inconsapevolmente strinse gli occhi.

Perché fai quelle espressioni? Ti prego, sembri a quel fesso di John!”

Phoebe aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse.

No, ho solo un po' di fastidio agli occhi...mi bruciano un po', ieri ho letto fino a tardi...” mentì Phoebe tirando fuori la prima scusa, capitatagli a tiro.

Scusami”

Di niente, di niente”

Phoebe sorrise.

Prima a che ti riferivi a John?”
“Si è convinto di essere un grande attore, il suo genere di film sono dal thriller all'horror. Senza offesa ma fa veramente schifo!” si lamentò Freddie.

Phoebe si lasciò sfuggire una risata.

 

Brian stirò le lunghe braccia, lasciandosi sfuggire un lungo sbadiglio, senza curarsi troppo di coprirsi la bocca con una mano.

Subito Roger ne approfittò per richiamare l'attenzione del compagno, tirandogli una manica della maglia.

John, John guarda gli si vedono le otturazioni che ha in bocca!” esclamò il batterista ridacchiando.

Il bassista allungò lo sguardo.

Vero, vero...ce ne sta una a sinistra”

Brian chiuse subito la bocca.

Ehi! Ma vi siete dati qualche colpo sulla testa?” borbottò Brian.

No, il dentista qui presente...ti ha solo notificato quanto otturazioni hai...” gli rispose John sorridendo.

Roger si stava spanciando dalle risate.

Non ho nessuna otturazione, rompicoglioni!”

Uh, Brian dice le parolacce! Non si dicono” lo prese in giro Roger.

Hai sentito? Princ...cioè la maestra-dentista Rog non vuole che si dicano parolacce”

Brian sospirò esasperato.

Voi due siete imparentati non è vero? Siete uguali nel rompere le balle!”

Brian si dice “scatole” non “balle”, secondo non siamo parenti...solo colleghi. Questo è troppo brutto per i miei gusti...l'ho ripeto se fosse una ragazza carina, allora sì”

John lo fulminò con un'occhiataccia in stile flash-style-homcide.

Roger gli fece un sorrisino, cominciando a sudare freddo e temendo seriamente per la propria incolumità.

Mmm...a quando vedo, sei in pericolo. Non ti salverò, Rog” osservò Brian con un certa soddisfazione.

Tzè! Ma cosa mi posso aspettare da uno come te?” rispose piccato il batterista, cercando di apparire spavaldo. In realtà aveva una gran paura di quello che gli poteva fare uno tranquillo come John.

Rogeeer se mi dici che sono brutto come una cozza, ti strappo le budella!” sibilò John, quasi digrignando i denti.

Mammina!” gorgogliò Roger, desiderando di nascondersi sotto al tavolo.

Brian li ignorò. Continuando a mangiare.

“E-Eddai stavo solo scherzando!”

“Non ne posso più di te!” esclamò esasperato John.

“Adesso attacchi con queste sceneggiate? Non siamo mica a teatro!” gli disse Roger, recuperando parte della sua spavalderia.

“Taci...”

“Teatro”

“Taci!” ripeté John balzando in piedi, anche Roger s'alzò ma per scappare...ovvio.

I due cominciarono ad inseguirsi introno al tavolo come cane e gatto sotto gli occhi attoniti degli altri commensali.

Brian li ignorò completamente continuando a mangiare.

 

“Wow” commentò Phoebe, guardandoli.

“Si amano molto devo dire” disse Freddie.

“Amano? Si detestano mi sembra di vedere...”

“Già bisognerebbe mettere la colonna sonora da thriller: ziiin ziiin ziin!” esclamò Freddie, scoppiando a ridere.

“Brian possiede un aplomb mica da poco...”

“Oh, ti sbagli mio caro, Brian sa rivelarsi estremamente meticoloso, noioso fino all'ultimo e non se gli va bene, pianta su dei casini incredibili...”

“Vi conoscete bene voi quattro” osservò Phoebe con un sorrisetto.

Freddie lo fulminò con un'occhiataccia.

“Dicevo solo per dire...”

Alla fine John afferrò per il collo Roger, intenzionato ad ammazzarlo.

Brian s' alzò dal tavolo.

“Aemh...voi due avete intenzione di finirla? Mi state rovinando il pranzo” disse semplicemente il chitarrista.

John sbuffò, lasciò andare il collo di Rog, con tutte le impronte rosse sopra.

Brian tornò a mangiare tranquillamente.

John si allontanò, deluso dall'aver perso il proprio intento omicida nei confronti del batterista.

Rog tornò al tavolo.

 

Verso l'una Roger e Freddie si decisero con la solita noiosa partita a scarabeo, John a bersi tazzine e tazzine di the e Brian a leggere riviste di musica.

“Spero solo che non sia il continuo di una giornata pessima” sbuffò Freddie.

“Hai ragione Freddie, ma hai perso” rispose Roger con un sorrisetto.

“No, tesoro sei tu che hai perso” ghignò Freddie rivelando la solita mossa.

Roger sbatté un pugno sul tavolo, ma Freddie fu più lesto e tolse la scatola prima che le pedine volassero via.

“Non devi farlo” lo bacchettò Freddie.
“Be' così perdevi” rise Roger.

Iniziarono la terza partita.

“Perché speri che non sia una brutta giornata” domandò Roger.

“Ma non lo hai visto da solo? Povero Phoebe...non si meritava quello, poi tutto quello che è successo?”

“E incredibile tu sei svenuto!” gli ricordò il biondo ridendo.

“Tu sei devi sempre essere il corvo Princ? E allora guardati tu che ti sei infilato sopra l'armadio? E poi dici di essere coraggioso, cosa penseranno le ragazze che ti corrono dietro?”

Per dispetto, Roger mollò un secondo pugno sul tavolo. Le pedine uscirono da loro posto.

“Ehi ma che fai?!” strillò Freddie allarmato.

“Così impari cretino, senza contare che hai detto “volete che vi prenda in braccio?” Non siamo mica fanciulle impaurite o polli senza testa?”

“Tu sei senza testa, Roger” decretò Freddie con fare da psico e qualcosa.

“Sì, sì certo allora se sono senza testa perché sono l'unico che riesce a sfidarti?” ribatté Roger inorgoglito.

“Adesso non gasarti troppo” lo reguardì Freddie.
“Certo, certo. E poi sei tu quello senza testa, cretino”
“Vaffanculo” gli rispose in tono soave il cantante.
“Povero me ma come ho fatto a sopportarti tutti questi anni?” domandò Roger sospirando.
“Questo dovrei dirlo io” rispose Freddie in tono acido.

“Ma daii...povero me”

“Senti vuoi continuare o no?” domandò seccato Freddie.

“Va bene, va bene...” s'arrese il biondo, alzando le mani.

“Per una volta tanto sii ragionevole, tesoro” disse Freddie sorridendo.

“Bisogna essere ubriachi...per essere ragionevoli con te” commentò Roger.

“Ha parlato quello sobrio...dimentichi quello che hai fatto a Deaky?”
“Perché cosa ho fatto a Deaky?” domandò Roger alzando un sopracciglio.
“Be'...in effetti è un po'...strano”

“Oh mio Dio...credo che andrò a lavarmi la bocca col sapone...” mormorò Roger, ma ebbe il sospetto che Freddie lo stesse prendendo in giro.

“Ottima idea. Così quando parlerai ti usciranno meno cavolate quando parlerai oltre che tante bolle di sapone...”

“Taci”

“Comunque lo smushi-smushi...”

“Cosa?” fece Roger non capendo un bel niente di quello che volesse dire Freddie.

“Niente”

“Ah...grazie non traumatizzarmi più tanto” fece Roger scuotendo la testa.

“Rog ti consiglio seriamente uno psichiatra” sospirò Freddie.

“Sì, ma che sia almeno carina...non un racchio come John” sbuffò Roger.

“Ma che è sta storia dei paragoni?” chiese Brian, alzando la testa riccioluta dalla rivista.

“Niente, Roger continua a sostenere paragoni assurdi con il povero John” disse Freddie ridendo.

L'oggetto dei loro discorsi interruppe la sua attività quando lanciò un'occhiataccia, per la precisione la seconda, flash-style-homicide al povero Roger.

Il biondo non ebbe coraggio di voltarsi.

“Mh, mi sa che John bisogna lasciarlo stare...” osservò tranquillamente Brian.

John sbuffò.

Poveretto, essere preso di mira da Roger, con quei paragoni stupidi di continui, avrebbe fatto arrabbiare chiunque.

“Roger qualche volta ti troveranno morto” sentenziò in tono minaccioso il bassista.

“Poi pensa a tutte le sue ragazze che ti correranno dietro, perché lo hai ucciso!” esclamò Freddie ridendo.

“Molto divertente!” disse il batterista acido.

“Pensa a giocare, dolcezza” gli ricordò Freddie.
“Sì e non sono il tuo amore o dolcezza”

“Amore attento a non perdere la partita”

“Certo, Freddina”

“Amore, io mi chiamo Freddie”

“E io sono non Amore” lo corresse per l'ennesima volta Rog.

“Lo so, tesoro...però per me sarai sempre il mio amoruccio da tormentare e per il resto penserò ad ammazzarti a dovere a Scarabeo”

“Vaffanculo Freddie, le spari grosse già dal mattino?” sbuffò il povero Roger, avendo quasi voglia di mollare la partita.

“Certo Princ. Ti spiace se ti faccio perdere?”

“Allora se io sarò il tuo amore per sempre, tu sarai sempre il mio tesoro baffuto”

“Crepa”

“Grazie, ma fallo tu prima!”
“Non ribattere sempre!”
“Certo Amore”
“Basta!”

“Oh amore della mia vita hai appena perso!” esclamò gongolante Freddie, nel vedere l'espressione di Roger tramutarsi da stupore a rabbia nel giro di un istante.

“Dannato imbroglione! Ma che ti vengano le emorroidi! Lo sai bene, che non sopporto di essere chiamato amore! Io mi chiamo Roger, non quel cazzo di amore!” sbraitò Roger diventando rosso in faccia.

“Wow alla fine sei scoppiato, dolcezza” rise Freddie.

“E deciditi a giocare seriamente cazzo!” esclamò Roger quasi senza fiato.

Freddie continuava a sorridere.

“Va meglio?”

“Sì, maledizione” rispose Roger rimettendosi a sedere.

“Uff...posso darti un consiglio spassionato? La prossima volta prenditi venti gocce di Valium, poi datti una bella calmata..ho perso io”

Roger abbassò lo sguardo.

“Ops...scusa...”

“Ah..sarà meglio ci facciamo un'altra partitina?”

“Ok, allora Freddina questa volta ti lascerò vincere”

Il cantante rimise a posto le pedine.

“Scusa ma i soprannomi o i nomgignoli, lasciali a me” arieggiò Freddie.

“Ecco”

“Perché ti diverti tanto?”

“Chi lo sa?” fece l'altro con un'alzata di spalla.

“Bah...”

“E perché? Ti dispiace se ti chiamo amore?”

Roger lo ignorò.

Freddie era deciso a non mollare, quella partita voleva vincerla solo lui, anche perché Rog era un formidabile giocatore di Scarabeo, non di meno trascorrevano ore ed ore a giocare.

“Posso confessarti una cosa?” sussurrò Freddie in tono cospiratorio.

Roger alzò un sopracciglio. Che diavolo stava tramando?

“Dimmi”

“Be' è già da un po' che penso..però mah...e allora....sai è da un po' che io...”

Roger spostò un pedina, Freddie sospirò.

“Non lo so, se dirtelo o no”

“E allora?”
“Be io...io...”

Freddie stette zitto apposta.

Roger lo guardò dritto negli occhi, Freddie li abbassò senza dire niente.

“Allora adesso vuoi dire, che c'è?”

“Lo so che non è facile, ma te lo devo confessare...” disse Freddie in tono melodrammatico.
Il biondo cominciò a dare segni di impazienza, proprio quello che si aspettava Fred.

“Be'...io...io...”

“E allora?” fece l'altro, alzando una pedina.

“Be' una volta...una volta, ti abbiamo fatto uno scherzetto crudele, sai la tipa...la massaggiatrice sexy con cui ci hai provato? Be' abbiamo acceso i microfoni...in pratica abbiamo sentito tutto...ma perché? Lo sai che mi fa rodere dalla gelosia, amore...” disse Freddie, in tono abbastanza alto da farsi sentire dagli altri.

Roger sgranò gli occhi e la sua mascella per poco non cadde sul tavolo. Naturalmente divenne bianco come un cencio...

...John sputò via la bevanda per fortuna tiepida (sprouuuut!) mentre Brian nascose la faccia dietro al giornale, ridendo incontrollabilmente.

Il biondo s'alzò in piedi.

Freddie attese in religioso silenzio.

Roger si umettò le labbra secche, ma la rabbia non ebbe la meglio sulla sorpresa.

“Tu...tu...”

“Sì?” trillò Freddie con un largo sorriso.

Roger scosse la testa. Non disse più nulla, semplicemente gli voltò le spalle e se andò.

Freddie fece una smorfia.

E anche John e Brian decisero saggiamente di congedarsi, sempre in silenzio.

 

“Credo che Freddie abbia veramente esagerato” sospirò John, non appena raggiunto la cabina di registrazione.

Brian alzò un sopracciglio.

“Sono esagerati tutti e due, per tutta una partita di quella roba lì?”

Il chitarrista evitò accuratamente di pronunciare la parola “Scarabeo”, poiché John si sarebbe gettato in qualche rocambolesca fuga.

“Dirgli quella roba che orrore! E qualcosa...so cosa cosa significa...cazzo ci è andato giù pesante” farfugliò John nascondendo l'imbarazzo.

“Quello che temo...insomma se Freddie non giocasse più con Roger, allora costringerebbe me e te a farlo a, insomma, capisci?” disse Brian.

“No! Mi rifiuto! No!” esclamò John angosciato, cominciando a sudare freddo a tale rivelazione.

Dovette sedersi su una seggiola, quasi le gambe gli cedettero, si strinse convulsamente le mani.

Ci sarebbe mancato il fascio di luce ad illuminarlo ad effetto drammatico, poi sarebbe andato alla grande.

“Io...io...non è possibile...” mormorò il bassista.

“John non se in uno dei tuoi film, per favore”

John lo guardò di sbieco.

“Possibile che mi dobbiate sempre rovinare le mie imitazione da film?” si lamentò John.

“Ma dove l'hai presa sta mania?” gli domandò Brian.

John non rispose.

Comparve Roger sulla soglia, l'espressione della sua faccia sembrava quella di un cane bastonato.

Ignorò i due colleghi e si rinchiuse nella cabina.

“Wow sembra che gli sia passato un camion sopra!”

“Di certo non è mica uno come te, che si dà a fughe spettacolari.”

“Ah be' io odio giocare a quel gioco...” sentenziò John con una smorfia.

“Questo lo so bene, anche a me non piace quell'affare”

“Certo che lo sai, hai distrutto un innocente flipper” gli ricordò John, in modo puramente casuale.

Il ricordo del flipper distrutto piombò, si fece spazio, prepotentemente nella mente di Brian.

Dapprima rivide se stesso mentre compiva il suo omicidio poi segni lasciati dall'arma del delitto: il terribile manico di scopa!

“Lo so, quello...io l'ho ammazzato. Non volevo farlo...sono un assassino di flipper. Era un po' vecchiotto, scassato qua e là. Povero flipper ma che colpa ha mai avuto?” disse Brian con gli occhi lucidi di lacrime.

“Niente, scusami è colpa mia. Non volevo...la mia solita boccaccia” si scusò John.

Il chitarrista si asciugò le lacrime.

“E poi aspetta, capisco che lo assas..ehm distrutto un po' ma credo che in qualche modo, si possa rimediare, no?” disse John, cercando di incoraggiare il compagno.

“Dici?” chiese Brian.

“Credo di sì...”

Qualcuno singhiozzò alle loro spalle, poi tirare su col naso.

I due si voltarono di scatto. Freddie, l'immancabile impiccione.

“Perché stai piangendo?”

Fred si soffiò rumorosamente il naso.

“Perché è una scena così commovente, sembrate usciti da uno di quei drammoni degli anni 50'!”

“Quali scemenze vai dicendo?”

“Piuttosto va a scusarti con Mr Batteria in Depressione” disse Brian.

“Non ci pensò nemmeno! Solo perché gli ho detto, insomma non farmelo ripetere...”

Brian fece una smorfia.

“Cosa diavolo ti è passato in mente di raccontarglielo? Tu sei uscito di testa! O meglio hai fatto uscire di testa anche quell'altro!”

John sospirò.

“Guardate che abbiamo un sacco di impegni, non ci possiamo permettere di avere Roger in quello stato, ma che cazzo...”

“Lo so”
“Solo perché...hai voluto giocare con quell'affare?”

“Fra un po' viene Dave non te lo ricordi?” intervenne Brian, pronto a sedare fuga e/o rissa insieme.

“Lo so che viene, tesoro...e adesso mi toccherà, scusarmi con lui, con Roger” sbuffò Freddie.

“E allora vai!”

Freddie entrò in cabina. Fece un lungo respiro, come quando uno deve compiere un'immersione.

Roger se ne stava semi-accasciato sulla batteria...dormendo profondamente.

“Ehm...amore sveglia!”

“Che vuoi?” bofonchiò Roger con la voce impastata dal sonno.

Aprì un occhio, scrutando di brutto il collega.

“Dai alzati c'è Dave che fra un po' ci aspetta”

“E allora?”

“Be' cosa fai non vieni ad assistere?”
“Certo. Posso solo sapere perché mi avete giocato un tiro simile?”

“Be' perché...i batteristi, amore, sono le vittime preferite degli scherzi” rispose Freddie in tono soave.

“Mi verrebbe voglia di prenderti a calci in culo, Fred. E tutti quelli che hanno organizzato quella stronzata megalitica...” sbuffò Rog.

“Oh amore, non te la prendere!”

“Vaf...non mi chiamare amore!”

“Eddai tesoro, non ho voglia lasciamo perdere” disse Freddie.

Roger si stirò le braccia. Sbadigliò con più maleducazione possibile e finalmente s'alzò dallo sgabello.

“Vuoi anche un sostegno?”

“No”

“E va be'...comunque complimenti per prima tu e John siete fantastici insieme”

“Fred?”
“Dimmi”
“Chiudi quella boccaccia”

Freddie fece finta di chiudersi la bocca con un lucchetto.

Roger emise una risatina, prima di tirargli uno spintone.

“Non parlare e se dici o sei fai qualcosa, sarai morto prima dell'alba...” lo minacciò il biondo.

 

Verso l'una e mezza del pomeriggio, il regista Dave Mallett si presentò agli studios, in perfetto orario.

La band aveva deciso di creare un video dalla canzone di A kind of magic.

Dave tamburellava le dita sul tavolo, ascoltando attentamente le idee di tutti quanti.

“A meno che...”

“Perché non ci mettiamo un palo da lap dance?” propose Freddie.

“Scusa?” disse Brian.

“Un palo...”

“Come da rapina?” lo prese in giro Dave.

“Ma va'! Abbiamo pure le due ballerine: Rojerì e Johnna”

“Ma sta' zitto! Solo tu hai quel tipo di fissazione!” esclamò Roger.

“Senti chi parla Suora-sempre-in-campo-Roger” rispose Freddie con non-chalance.

Roger si passò una mano sul collo.

“Ehi Rog che hai fatto? Una ragazza ti ha lasciato i succhiotti sul collo?” domandò Dave con un largo sorriso.

Roger divenne color melanzana.

“Non è vero! É tutta colpa di John ha cercato di strozzarmi, solo perché ho detto...l'ho preso in giro”

“Ooh povero Amore, ti hanno fatto la bua?” lo prese in giro Fred, guardandolo con tenerezza (?).

“Vaff...”

“John cosa gli fatto?” chiese Dave alzando un sopracciglio, finto scandalizzato.

“L'ho strozzato, non che mi dispiaccia...sono io l'autore delle impronte...” confessò John, stringendosi nelle spalle.

“Mmm...almeno sarà un'occasione per stare zitto” commentò Brian.

“Perché non stai zitto tu? Non appena sbadigli mostri le tue brutte otturazioni!” lo rimbeccò Roger, cercando di resistere alla tentazione di mollargli una gomitata.

“Ma che razza di passatempi avete voi altri?” chiese Dave sempre più perplesso.

“Lasciamo perdere...” iniziò John, ma questo non fece che aumentare la curiosità di Dave.

“Sono i miei adorati tesori” disse Freddie in tono da mamma chioccia.

“Piantala” disse Brian tirandogli uno spintone.

“Davvero piantala, sei davvero imbarazzante...” convenne John.

“Allora sto progetto?” convenne Roger impaziente.

“Bene, ho pensato a questo...ad un teatro” disse Dave.

“Teatro?”

“Sì. Ne ho trovato uno...”

Dave aprì la borsa, vi frugò dentro sino a trovare una cartina.

“Si tratta del “Playhouse” dovrebbe essere adatto alla vostra canzone, A Kind of Magic” spiegò Dave.

Indicò un punto a nord della mappa.

“Si trova in un posto abbandonato in periferia, è un posto tranquillo non dovrebbe esserci nessuno a disturbarci”

“Sarebbe interessante, sai qualcosa su questo teatro?”
“No, ma stavo giusto andando a documentarmi...non appena saremo tornati a Londra”

“Uffa, stavo tanto bene...qui” disse Freddie.

“Be' avete un sacco di materiale da finire...anche là, no?” fece Dave alzando le spalle.

“Sì”

“Comunque sono davvero curioso di vedere questo posto...”
Continuarono a discutere del progetto, scartando idee e aggiungendone altre...insomma si stavano gettando le basi per un lungo lavoro.

 

Già.

Peccato che non sapevano proprio a quale tragico evento stessero andando incontro.

 

Nota autore we will survivor: aah, bene.

Non voglio rovinare nessuna sorpresina per i prox capitoli, spero che non faccia schifissimo...ancora caffè grazie!

Se qualcuno sa qualcosa di questo teatro me lo dice per favore? non so se sia a Londra o a Monaco...grazie!

Lo sapevate che Jerry Stickell, il coordinatore dei Queen, è stato il raodies di Jimi Hendrix? Hendrix era molto amato da questi ultimi. Non so da John, perché lui amava di più Steve Wondere e sui generis, cioè funk, senon sbaglio ascoltava anche i Bee-Gees.

E, per favore, non immaginatevi Rog travestito da suora. Altro che Freddie Kruger! Grazie.

A presto Portos.  

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Persi nelle tenebre ***


 

Capitolo 10: Persi nelle tenebre

 

Quella mattina bisognava finire assolutamente terminare la canzone di John, la straziante One Year of love, con Steve Gregory, un famoso saxofonista per la parte di canzone.

“Freddie cos'è quel cumulo di fazzoletti?”

Bella domanda.

Ratty guardava meravigliato la pila di fazzoletti usati gettati nel cestino.

“No, solo che questa canzone...bohooo!”

Freddie si metteva a piangere, asciugarsi le lacrime e infine soffiarsi il naso.

John sbuffava.

“Scusa Deaky non potevi scrivere qualcosa d'altro?”

“Mi è venuta così...quella storia d'amore così tragica”

“Bah, a me sembra uno che abbia passato la notte in bianco con la fidanzata” commentò Freddie tirando su con il naso.

“Cretino! É una storia di amore non in quel senso!”

“Doppisensi, doppisensi”

“Bah”

“Ha ragione...dovresti usare meno doppisensi” intervenne Brian con un largo ghigno.

“Questo è uno di quei tipi che passa le notti sui terrazzi come i gatti a guardar la lunaaa!” cantilenò Freddie.

“Al lavoro!”

“A proposito Roger?”
“La suora? Sarà in giro...da qualche parte”

Freddie si immaginò Roger travestito da suora che ammiccava e sporgeva le labbra in un bacio.

“Perché la chiami la suora?”
“Gli è preso la mania delle barzellette sulle suore” rispose Brian.

“Secondo voi come starebbe vestito Roger da suora?”
Brian sentì i ricci diventare spaghetti, Steve sulla soglia rimase impietrito e John guardò Freddie come se fosse Alien in persona in procinto di staccargli la testa.

Per fortuna, il resto passò tutto liscio. O quasi.

Freddie perdeva il filo continuando ad immaginarsi Rog vestito da suora, John perdeva ogni secondo di più la pazienza, Brian oziava trascorrendo ore al bar e Rog non sospettava di essere una suora mancata.

 

Dopo un lungo viaggio in aereo, lasciata la tranquilla Monaco, per rivedere la nebbiosa Londra...

 

Freddie si stropicciò gli occhi.

Si stava quasi addormentando dalla noia, avrebbe potuto tranquillamente addormentarsi nella comoda limousine.

Diede un'occhiata a John il quale dormiva profondamente. Con la schiena rilassata contro il sedile, a braccia incrociate.

Tutto sommato era l'ideale come compagno di viaggio, era sempre così tranquillo, manco fosse cascato il mondo, lui non si sarebbe scomposto più di tanto.

Doveva ancora mancare ancora del tempo all'arrivo, pensò il cantante guardando fuori dal finestrino.

Il paesaggio scorreva via velocemente.

 

“Ma perché non potevo capitare con una biondona svedese, piuttosto che te?”

Brian accartocciò il foglio di carta, desiderando di cacciarlo in bocca a Roger, per farlo definitivamente tacere.

“Chiudi quel becco, ti prego”

“Ho detto solo della bionda tanto per parlare” rispose Roger con una stretta di spalle.

Brian si portò una mano alla fronte. Sperò che il viaggio durasse poco, così avrebbe scaricato quella

roba petulante bionda, peggio di una moglie.

“Uffa...”

Roger si mise una mano sotto al mento.

Brian lo ignorò. Sperando che il suo cattivo umore, passasse all'arrivo.

 

Trascorse ancora una lunga interminabile mezz'ora.

John si svegliò di soprassalto. Sbatté le palpebre, realizzando di essere ancora in viaggio.

“Freddie?”
“Sì, caro?” fece l'altro.

“Siamo in viaggio?”
“Siamo quasi arrivati, ancora dieci minuti” annunciò Derek l'autista, non appena sentì la domanda.

Deaks cacciò uno sbadiglio.

“Sonno, eh?”
“Figurati...sta notte uno dei bambini non è stato bene, io e Veronica siamo rimasti svegli per un bel po' di ore”

Freddie sorrise.

“E adesso?”
“Sta bene, sono ragazzi”

“Beato te, mio caro...”
“Scusa tu hai tutti quei gatti, Jim che ti tengono compagnia...che vuoi di più?” esclamò il bassista.
“John non sono un pensionato di 80 anni” disse Freddie laconico.

“Come non detto”

“Già, ti pare che un uomo di ottanta e passa, possa correre a destra e manca?”

“No” rise John.

Freddie si strinse nelle spalle.

“Come credi che sarà il posto?” domandò Freddie.
“Boh”

 

“E allora quella alza gli occhi al cielo e dice: “Porca put...”

“Davvero divertente, ma perché racconti quel tipo di barzellette, se prima ti hanno dato della suora?”

Roger lo fulminò con un'occhiataccia.

“Sappi che c'è anche una barzelletta sui chitarristi riccioluti come te, sai come fa..?”
“Non me ne frega un cazzo!” strillò Brian.

Roger la raccontò lo stesso, ma risulto talmente stupida, che non avrebbe fatto ridere neanche un pollo.

“Io non sono così! Cretino intergalattico!”

“Scemo a cespuglio!”

Il povero autista pensò che avrebbe fatto meglio a prendersi una bella vacanza, non dallo psichiatrica ma alle Bahamas, di corsa.

Di sicuro sentire due uomini adulti litigare come bambinetti delle elementari non era proprio giornata.

 

Arrivarono verso le dieci del mattino.

Il teatro, sorgeva in mezzo a vecchi edifici abbandonati, ma non molto distante dalle abitazioni.

Si trattava un edificio a due piani di forma circolare color bianco in stile vittoriano, dalle numerose finestre ad arco, una grossa “griglia” semi circolare faceva risaltare la scritta “Playhouse” dava un certo senso di inquietudine davanti ad una piccola piazzola composta da san pietrini. Un grosso portone di legno annunciava l'ingresso, ora aperto.

Per lo meno era piuttosto isolato così da permettere di girare il video senza troppe orecchie e occhi indiscreti.

Dave li stava aspettando.

Quasi tutta la troupe era radunata lì insieme ai roadies che stavano scaricando la roba, il regista che dava istruzioni.

Phoebe, anche lui lì guardava l'edificio pensieroso.

I quattro arrivarono, poco dopo.

“Ciao ragazzi” disse Dave raggiungendoli.
“Ciao”

“Il posto è lugubre, Dave caro...” disse Freddie deglutendo a vuoto.

“Un po'”
“Che figata! Sembra uno di quelli di Egdar Alla Poe” esclamò John entusiasta.

Freddie, Brian, Roger, Dave e Phoebe rabbrividirono a quelle parole.

Quali oscuri segreti custodiva il bassista?

“Ti piace un posto del genere Deaky?” domandò Roger spaventato.

“Guarda che spaventi il mio povero amore!” trillò Freddie, sbattendo le palpebre.

“Vaffanculo!” rispose o quasi urlò il poveretto.

“Che razza di passatempi avete?” domandò Dave di nuovo.

“Lascia perdere...”
“Scusa ma voi due...?”
“NOO!” urlarono Roger e Freddie in coro. Facendo voltare parecchie teste.

“Ma che avete capito?! Perché vi date dei soprannomi così stupidi?”

“Questo coglione, non fa altro che tormentarmi! Amore, qui amore là che palle!” si lamentò Roger all'ennesima volta.

“Eh be'”

“Povero amore” rise Freddie.

“Chiudi quella boccaccia!”

Brian e John si scambiarono un'occhiata divertita.

“Di sicuro Edgar, ci avrebbe scritto un romanzo” commentò un John, come un bambino con i giocattoli sotto l'albero di Natale. A parte occhiatine inquiete ovviamente.

“Di' ma non è chi ti stai gasando troppo?” lo stuzzicò Brian.

“Mi stai pigliando per il culo?”

“No”
“Sarà meglio per te...” lo minacciò John, alzando un sopracciglio.

Brian lo ignorò.

“Perché non entriamo?” fece Freddie annoiato. Non aveva fatto molti chilometri per sentire un sacco di scempiaggini.

L'aria prese a soffiare, sollevando le foglie secche del cortile lastricato di san pietrini e scompigliando i capelli dei presenti ed un qualcosa di simile, ad un lungo, straziante ululato si levò nel vento.

Ma non si seppe con chiarezza se provenisse da una delle finestre o fosse semplicemente l'aria...troppo forte?

Il silenzio calò. Solo dopo cinque minuti si riprese a lavorare.

Roger e Freddie si andarono a nascondere dietro a Brian, essendo il primo nascondiglio da trovare.

Phoebe lanciò un'occhiata di nascosto a Trip e Mack, poco lontano, che fissavano l'edificio e stavano mormorando qualcosa tra loro.

Per caso, non stavano progettando qualcosa?

Si potevano vagliare diverse possibilità, la prima si erano spaventati, secondo non stavano combinando nulla o terzo si stavano organizzando qualcosa lì sul posto?

Freddie e Roger si sporsero un po' per vedere, se era tutto finito.

“Che ste combinando là dietro?” chiese Dave ridacchiando.

“Ci siamo nascosti, cosa diavolo era?” domandò di rimando Roger tremando con una foglia.

“Ma voi due...?”
“Noo! Dave cosa diavolo stai pensando?” disse Freddie sinceramente scandalizzato.

“No! Siete due fifoni!”
“Infatti” convenne Brian scostandosi. E ai due non rimase che rimettersi in piedi.

John li osservava chiuso nel suo solito silenzio. Forse un po' troppo silenzioso.

“Ma cosa era quell'affare?” disse Fred, con il cuore a mille...non di sicuro un Cuor di leone!
“Urlo” lo corresse Roger.
“A me sembrava il vento...” disse John in tono tranquillo.

Freddie e Roger si scambiarono uno sguardo, quando John faceva così era più terrificante lui di un qualsiasi fantasma.

Brian, come al solito, faceva finta di niente.

“Non lo so...be' non perdiamo tempo gente al lavoro!” esclamò Dave sfregandosi le mani.

 

Nota autore: Bene. Siamo cattivi eh? A presto Portos...

Povero regista. Ne succederanno altre, spero che vi divertiate...eh, eh, eh...ora ci sarà qualche altra sorpresina...eh, eh...


 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: Non i lasceremo tanto facilmente in pace ***


 Capitolo 11: Non vi lasceremo in pace tanto facilmente


L'incidente del fantasma sembrava archiviato, così i ragazzi si misero all'opera per fare del loro meglio.
Cominciarono a girare alcune scene di A Kind of Magic di prima mattina, con qualche piccolo ritardo anche quella cosa normale.
Tutti quanti verso mezzogiorno decisero di fare una pausa, chi per mangiare e chi per fare una piccola esplorazione del posto.
L'immancabile Indiana Jones del momento, John per la precisione, insistette per voler visitare il posto, visto che prima non c'era tempo.
Dave mostrò la seconda sala, per fortuna loro dovevano girare in un altra.
Polvere, ragnatele, un caos incredibile regnava là dentro, oltre all'acre odore di chiuso.
“Che puzza!” esclamò Freddie tappandosi il naso.
“Sono preoccupazioni da casalinga?” chiese Dave.
“Sì, lo sono guarda: disordine ovunque, polvere e una gran puzza” disse Freddie con fare scandalizzato.
Gli altri non poterono a fare meno di alzare gli occhi al cielo.
“E qui che dovremmo suonare...basterebbe dare una ripulita” osservò Roger, guardandosi in giro.
“Allora dolcezza, passa l'aspirapolvere, spazza e mollaci litri di profumo”
“Piantala Fred, quando sei noioso!” esclamò Brian, occupato a guardarsi le unghie.
“Davvero” convenne John.
Il gruppo si mosse.
Con la coda dell'occhio, il bassista ebbe l'impressione che il sipario si fosse mosso leggermente. Ed ebbe il sospetto che ci fosse qualcuno lì dietro, a spiarli.
Decise di far finta di niente, sprofondò le mani nella tasca della giacca e proseguì.
“Ehi tesoro, ti sei documentato?” domandò Freddie.
David lo guardò di storto.
“Non ancora, mio caro non posso sdoppiarmi” rispose il regista.
“Pensate se ci fossero due Fred?” scherzò Bri, manco l'avesse detto.
“Argh! Sarebbe un incubo stratoferico! Aiutooo!” cominciò a urlare Roger, come un completo forsennato.
“Non vorrei mai...” sospirò John.
“Chiudete la vostre boccacce” sentenziò Freddie scocciato.
“Be' Brian tu l'altra volta ci hai difeso da Morte, in persona” commentò Roger, non riusciva mai a farsi i cavoli suoi.
“Cioè?” fece David incuriosito.
“Be' tutto iniziò...” cominciò Freddie.
Gli raccontò i fatti.
David rimase stupito. Soprattutto dal fatto del flipper distrutto da Brian.
“Brian perché l'hai fatto?” chiese Dave veramente stupito.
Brian strinse i pugni.
John incrociò le braccia al petto, perché notò con suo gran dispiacere che anche Dave riusciva molto bene come attore.
Freddie stava zitto, pentendosi amaramente. La prossima volta si sarebbe messo la lingua nel congelatore.
“Freddie, Santo Cielo vuoi stare zitto?” mormorò Brian. Con la manica della camicia s'asciugò una lacrima. Sentendo un dolore sordo al cuore, pensando all'omicidio flipperesco, avrebbe voluto scappare come si faceva nelle soap opera, ma non stava ad un chitarrista come lui.
“Scusa” mormorò Freddie imbarazzato.
“Non me lo ricordare più”
Uffa, ma perché tutti mi prendono in giro perché sono un pessimo attore? Persino Dave si sta dimostrando un attore più bravo di me? pensò John. Non era mica giusto!
“Wow si tratta di un evento rarissimo sentirti chiederti scusa!” intervenne Roger, al momento inopportuno.
“Roger chiudi quella bocca da cernia!” strillò il cantante.
“Per la cronaca con che cosa?” domandò Dave.
“Con una spillatrice”
“Che gusti sadici ti sei dato al...? Non sapevo che ti piacesse quel genere sempre di cose” lo prese in giro Brian.
Freddie continuava a guardarlo senza capire.
“Come non detto, vero Manetta?” mormorò Rog all'indirizzo di Brian.
“Chi è che gioca con le manette?” intervenne ingenuamente Dave.
“Devi sapere che Brian collezione manette di tutti i generi” rivelò Roger ridendo.
Freddie e John cominciarono a sghignazzare alle loro spalle.
“Ma fatti i cavoli tuoi mai, no?”
Roger scrollò le spalle.
“E devi sapere che devi Roger gioca con le macchinine!” strillò Brian.
“Suvvia Rog, sei un uomo adulto non puoi fare queste cose” lo riprese Freddie.
“Piantala Fred” sibilò Roger.
“Be...proseguiamo”
“Oh, Dave c'è per caso, qualche sotterraneo?” attaccò John saltellando da un piede all'altro.
“Sì, quelli ci sono ma sono pericolosi” rispose Dave.
“Peccato”
“John Dangerus Deacon” lo soprannominò Freddie, tre secondi dopo.
“Stronzo”
“Scarabeo” disse Freddie.
Con un perfetto swommme una gran nuvola di polvere dietro di sé, John scappò a gambe levate.
“Specialista della fuga”
“Cosa? Perché?” disse Dave, senza capirci un bel niente.
“Ooh oggi è più veloce del solito”
“Perché?” insistette Dave.
“Niente, prima o poi tornerà” disse Freddie alzando le spalle.
“Lasciamo stare” decretò Roger.
“Già, amore hai ragione”convenne Brian, senza perdere l'occasione di stuzzicarlo.
“Uè! Io non sono innamorato di te e non sono il tuo dannatissimo amore!” ululò Roger.
“Infatti, stai già con me non è vero?” chiocciò Freddie con sguardo carico d'affetto.
Dave li fissò meravigliato, non ci poteva credere!
“Non ti ricordi? Stiamo insieme da anni...”
Che stupido...pensò Brian, scuotendo la testa.
“Chiudi quella ciabatta!” esclamò Roger facendogli il dito medio.
“Oh come sono innamorati!” li prese in giro Brian.
Roger ringhiò a bassa voce, mormorando qualcosa di poco carino ai due colleghi.
Lo sapevo, passatempi strani per gente strana pensò Dave, poi lanciò un occhiata a John che continuava a correre per tutto il perimetro, senza un valido motivo.
John completò il giro e fece ritorno.
Dave sospirò.
Proseguirono per il giro.
“Adesso passiamo dalla parte di sopra”
Non era insolito che i Queen volessero visitare la location dove stavano girando un filmato, ma visitare un vecchio teatro, che c'era di tanto affascinante?
Salirono le scale ricoperte da una consunta moquette rossa, i vecchi gradini cigolarono sotto il loro peso.
“Non c'è molto qui da vedere”
Il corridoio era ampio mal illuminato da una nuda lampadina, rivelando la vernice scostata dei muri e porte che davano l'accesso ad altre stanze.
“Cosa c'erano qui?”
“Non lo so”
Freddie incrociò le dita dietro alla nuca.
“Niente fantasmi, peccato”
“Bel posto, ci dovrebbero girare un film dell'orrore” commentò Roger.
“Hai preso la malattia di Deaky?” indagò Freddie.
“No”
Brian e John presi dalla curiosità andarono ad aprire le porte, scoprirono solamente un vecchio deposito di abiti di scena, un bagno puzzolente e infestato dai topi, un vecchio studio.
“Bah, pensavo che ci fosse di meglio” commentò Brian, guardando il corridoio.
Una delle porte aperte da qualcuno di loro sbatté all'improvviso, facendo sussultare tutti quanti.
“Sarà stato solo un colpo di vento, andiamo” mormorò Dave
Freddie lanciò una timida occhiata dietro alle sue spalle. Sembrava tutto tranquillo.
“Ehi Freddie ti muovi o no?”
Solo quando gli altri si allontanarono, la porta si riaprì cigolando...una figura emerse dal buio.
Sorrise.
Nel frattempo il gruppo, si era fermato di sotto a mangiare qualcosa.
“Santo Cielo che schifezza di posto”
Dave desiderò che quel maledetto cantante si ficcasse quella maledetta lingua giù in quella dannata gola.
Possibile che non la smettesse di lamentarsi?
“Non è poi così brutto” convenne Brian.
“Noo! É mostruoso come Shining” ululò John mimando un fantasma.
Dave inghiottì a vuoto.
Santo Cielo, quel film era l'unico che riusciva a provocargli degli incubi per notti e notti!
“Tutto bene?”
“Sì, Roger”
Roger tornò a mangiare il suo hamburger.
“Ehi Dave hai paura di Shining?”
“No, solo non mi piace il genere horror” si giustificò Dave. In realtà ne provava un puro terrore, li odiava!
“Io lo guarderei benissimo” disse Rog.
“E già se hai paura ci sarebbe Freddie ad abbracciarti, non è vero amoree?”
Roger guardò i suoi due colleghi come se fossero dei perfetti imbecilli, invece Freddie li guardava con aria stralunata.
Dave alzò gli occhi al cielo continuando a mangiare. Di sicuro neanche a cinquant'anni suonati sarebbero cambiati.


Nota autore: ok, anche questa è fatta! Uffs che fatica...

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Rapito! ***


 Capitolo 12: Rapito!


“Ma lo guardiamo un'altra volta, ok?” disse Brian.
Dave tirò un sospiro di sollievo.
“Certo”
“Adesso bisognerà finire le prove” disse Freddie stringendosi nelle spalle.
“Che palle” sbuffò Roger. Voleva vedere un film che non fosse uno a luci rosse.
“Rog tu sei un tipo da spogliarelliste a go-go o di filmini a luci rosse?” disse John a mezza voce.
“Ma vaffanculo!” strillò il soggetto diventando di un color ravanello.
“Sembra che ti abbiano messo il culo sotto ad un fornello, Rog” commentò Brian con un tono calmo da monaco buddista.
“Wow”
“Ehi amo' non ti basta con tutte le ragazze che ti corrono dietro?”
“Embe? Non posso aver pollastre e groupies che mi corrono dietro?” disse Roger cominciando a sentirsi a disagio sotto quella luce.
“E fa un po' la suora!” scherzò Dave.
Freddie si ritrovò a pensare alla suora Roger che si metteva ad ancheggiare in maniera sensuale e a mandargli baci.
“Mi sa che te non sarai una suora, Rog, mai!”
Il sogno di Freddie sfumò in meno di un secondo.
“Be' in effetti”
“Ma che siete? Una branca di psicologia?”
“No” risposero in coro John e Brian.
“Cretini...”
“Senti Roger, per il prossimo, Halloween travestiti da Marilyn Monroe!”
Questo mise in moto l'immaginazione di Freddie: Roger travestito da suora che imitava la famosa attrice che cercava di coprirsi il vestito per via di un colpo di vento con espressione civettuola, anche se Roger non aveva nulla di quello!
Dave fece una smorfia, diventando verde da un'ondata di nausea che lo colse in pieno.
“Altro che padellino! Qui c'è un pentolone!” rise John.
“Filosofie da pentolone, John tu eri il guerriero dello scolapasta...” disse Brian.
“Il guerriero di che?”
“Dello scolapasta”
“Ah...”
Il manicomio? Grazie è da quella parte...pensò Dave.
“Se, se ma voi due fate la coppia criminale dell'anno?” domandò Roger con una punta di sarcasmo.
“Sì, siamo Bonnie e Clyde”
“No, amore, Brian l'assassino di flipper e John è il fobico di s..appiamo cosa” intervenne il caro Freddie che proprio a star zitto un secondo ci riusciva.
Negli occhi di Brian balenarono le immagini di lui che uccideva il flipper e il flipper assassinato.
E le parole, le lacrime di Trip...
Brian premette una mano sulla radice del naso, cercando di non mettersi a piangere per l'ennesima volta.
“Oddio scusa Brian, non volevo” esclamò Freddie. La coscienza gli disse che aveva fatto un grossa
stronzata.
Brian scosse la testa o meglio i ricci da pioppo.
S'alzò in piedi.
E come un eroe un po' sbilenco s'allontanò come se avesse percorrendo il viale del tramonto.
“Wow...è il re del melodramma!” sussurrò Roger stupito.
“Infatti”
“Uffs...come attore non è un granché...”
“A me sembra stupido” commentò Dave alzando un sopracciglio.
Freddie si morse il labbro.
Poi decise di raggiungere Brian, per scusarsi per la cinquantesima volta.
“Non ci si annoia mai, vero?”
Dave scosse la testa. Non ci si poteva mai annoiare con loro.
Un'ora e mezza più tardi continuarono le riprese.
I Queen vollero rivedere le riprese e correggere eventuali errori, questo prolungò ancora il lavoro dei tecnici, ma il resto procedette come liscio come l'olio.
“Bene per oggi è finita! Ci vediamo domani”
Dave, solo allora si accorse di aver perso la sua preziosa agendina rossa. Lì ci teneva tutti i suoi numeri di telefono, oltre a quelle delle ragazze con cui usciva spesso (dire che sei un regista di video rock funziona quasi sempre) oltre a qualche appunto di poco conto.
Quindi rimasto solo decise di cercarla: non si fidava di lasciarla là...e poi il teatro non era poi così grande!


Dave Mallett borbottò qualcosa di incomprensibile.
Doveva proprio aver dimenticato la sua stramaledetta agenda là al piano di sopra? Maledizione con tutti i posti disponibili di questo mondo, proprio là?
Dave percorse le scale.
Il teatro sembrava stranamente silenzioso, immerso nella penombra del tardo pomeriggio.
Tutti erano andati via dopo la solita lunga giornata di prove.
Il regista trovò la sua agenda lasciata sul davanzale della finestra.
Qualcosa baluginò nel riflesso del vetro, ma il regista era occupato a riprendere quello che aveva perso.


Crick...
I cardini della porta si aprirono lentamente.


Dave aggrottò la fronte.
Chi mai poteva essere a quell'ora?
Non ebbe tempo di darsi una valida risposta.
Il respiro gli si mozzò impedendogli di gridare.


Stava davanti alla sua prima vittima.
Lui sarebbe stato il primo, di quelli che avevano osato disturbare il suo riposo eterno.
Aprì la bocca in un largo ghigno, rivelando i denti gialli e marci.
Indossava una pesante tunica nera dalle larghe maniche da cui spuntavano da cui spuntavano mani adunche.
Quello che il cappuccio tirato sulla testa, poteva rivelare del viso erano abbastanza da suscitare ribrezzo e terrore.
La pelle era di un malsano colorito giallastro, tesa come quella di un tamburo e un reticolato di rughe percorreva il suo volto come una vecchia pergamena. Il che accentuava ancora di più il suo sguardo. Due onici neri che brillavano di malvagità. Il male.
Altro che Shining quello sembrava uscito direttamente da Arkham!
Ciao David, sei pronto a venire con me all'inferno?” disse l'essere ghignando.


Il cervello di Dave ebbe poco tempo di registrare, quello che stava per succedere.
Un urlo proruppe dalla sua gola.


“Ehilà Deaky sei puntuale come solito, eh?”
Ratty porse una tazza di caffè appena fatto al bassista.
Il roadies di Freddie si era alzato presto e non riuscendo a dormire oltre era andato direttamente al teatro, dove tanto bisognava dare una mano.
“Be' sai come sono, grazie”
Trip e Mack si aggiunsero al gruppo, con loro avevano una confezione di ciambelle.
“Oh ma che gentili”
John fregò loro una ciambella alla frutta.
“Émattina prestoche ci fai qui?” domandò Trip addentando la seconda ciambella, di fatti un occhio critico poteva osservare il girovita leggermente allargato.
“Niente mi piace essere puntuale” rispose John con la bocca piena.
“Dave a che ora dovrebbe arrivare?”
“Verso le nove, dobbiamo finire di sistemare”
“Uff che palle, questo posto mi mette i brividi” borbottò Ratty.
“Eh, eh ci credo...non è che per caso sei un fifone?” domandò Trip con un ghigno.
“No!”
“Fifone”
“Avanti Peter è solo un vecchio teatro!” disse John dando una pacca sulla spalla di Ratty.
“Se lo dici tu, Deaky”
Come si sbagliava, John come si sbagliava.


Più tardi...
“Yawn!”
“Ma che sei una foca al circo?” commentò Roger infastidito.
Brian gli fece un gestaccio con il dito medio.
“Senti chi parla mangia-sardine-e-vodka a tradimento”
“Chiudi quella bocca specie di giardiniere ad infrarossi!”
“I coniugi Maylor litigano di prima mattina!” esclamò Freddie fingendo di avere un microfono.
Phoebe, a pochi passi da loro, osservava la scena bevendo una tazza di caffè.
“Ehilà”
“Ciao Phoebe!” disse Freddie con un sorriso.
“Deduco che hai passato una bella serata, vero?”
“Sì, con il mio orsacchiotto, l'attacco del mostro coccoloso ha funzionato” rispose il cantante.
A Rog e Brian invece la serata era andata maluccio....davvero maluccio.
“Il tuo orsacchiotto?”
“Sì, Jim che c'è di male?”
Brian nascose una risata dietro ad un colpo di tosse.
“Niente” disse Roger facendo finta di niente.
Freddie se ne andò fischiando allegramente. Phoebe, Brian e Rog si scambiarono un'occhiata: non l'avevano mai visto che era così allegro.
Sul set li aspettavano John, Trip, Mack, Crystal (arrivato dieci minuti prima) e Ratty.
Scambiarono qualche chiacchierata fra loro, si rubarono le ciambelle a vicenda, tanto per perdere del tempo e comportarsi come all'asilo nido.


“Ehi qualcuno ha visto il regista?” domandò uno dei cameraman.
Erano da poco passate dieci, ma di Dave Mallett nessuna traccia.
Si fece un giro di chiamate, per vedere se avesse avuto qualche ritardo o gli fosse successo qualcosa, ma nessuno seppe dire dove fosse finito.
“Forse sarà rimasto qui?” mormorò John stingendosi nelle spalle.
“Qui?”
“E che ci faceva?”
“Non lo so!”


Non si sbagliava.
Se dovevano ritrovare il povero Dave Mallett vivo, dovevano rimanere là...
Con un fruscio tornò nella stanza buia.


Nota autore un altro piccolo aggiornamento scemissimo, stupido e il mio adorato Dave è stato rapito! Come regista di videoclip e live è ok...ma il resto non mi piace...
Ciao Portos.
 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: Diablo ***


 

Capitolo 13: Diablo

 

Ho trovato un...biglietto!”

Freddie fece sventolare il foglietto in mano, attirando l'attenzione.

Dove?”
“Sulla scala...vediamo: “
Voi avete violato il posto, la mia dimora, come avete osato? Quindi ho una sfida: se riuscirete a trovarmi e a sconfiggermi, riavrete il vostro amico Dave vivo ma se fallirete nell'impresa, sarete miei per sempre! Muah muah, muah! A proposito vi ho lasciato delle torce e una mappa su come orientarvi in una vecchia scatola sopra al palco! Buona caccia!”

Tutti i presenti rabbrividirono.

Rimasero per un attimo in silenzio, guardandosi con aria smarrita.

Qualcuno ha rapito Dave?”

Ma cos'è?”

Un'opera di qualche pazzo...forse abbiamo davvero violato questo posto?” esclamò John rabbuiandosi, assumendo l'espressione “Murder e Kelly in un caso davvero strano anche per X-Files”.

Ehi Indiana Jones, come pensi di risolvere la situazione?” lo smontò subito Ratty, in vena di litigare con qualcuno.

Ratty...”
“Piuttosto pensiamo a trovare Dave” sussurrò Mack. Ci sarebbe mancata anche una folata di vento per rendere il tutto drammatico e si era posto.

Hai ragione” concordò Trip.

Perché non chiamiamo la polizia?” suggerì Roger, come se fosse facile risolvere la questione.

Freddie fece sventolare il biglietto.

Amore...hai presente che potrebbe essere un pazzo e uccidere Dave”

Roger sollevò le sopracciglia.

Oh...non ci avevo pensato”

Allora gente, andiamo a cercare Dave!” annunciò Crystal in tono grave.

 

Trovarono ciò che era indicato nel biglietto, Roger e John, Freddie e Brian, Trip e Mack, Ratty e Crystal partirono con le torce, le mappe per salvare il povero Dave Mallett.

 

Sotterraneo 1: John e Rog

 

Non poteva esserci coppia più mal assortita di quella: un bassista con la sindrome da attore e un batterista gasato.

Non ti aspettare che ti salvi”

Chiudi il becco”

Stammi vicino, non ho voglia di perderti”

Certo”

Devo darti anche la mano?”

Smettila immediatamente o ti infilo la pila in gola, così sarà più facile illuminare la galleria” gli sibilò John.

Bene”

Roger si mise al fianco del bassista.

Credi che ne usciremo vivi?”

Non lo so, non lo so”

Speriamo davvero”

Non dirmi che hai paura!” rise John.

Non ci sei tu a proteggermi?”

Quel ruolo lascialo a Freddie, tu vai già bene così come sei...”

Uff...che palle stare in una situazione del genere...” sbuffò Roger.

A chi lo dici...sono stanco e voglio tornarmene a casa mia”

Senti John, ti posso dire una cosa?”

Dimmi”

Volevo chiederti scusa, ti dico sempre che sei brutto...e altre cavolate del genere” disse ad un certo punto Roger, come se fosse l'ultima volta che trascorresse del tempo su questa Terra.

John si girò di scatto.
Con il fasciò di luce abbagliò il compare.

Togli la torcia!” esclamò Roger annaspando nell'aria.

Oh...maledizione, non posso credere mi stai chiedendo scusa?” disse John con gli occhi spalancati per la sorpresa.

See!”

Ok...di vediamo di trovare Dave!”
“Cos'è tutta gasatura, eh?” fece l'altro indispettito.

É un raro (-issimo) evento di sentirti chiedere scusa!”

Roger scosse la testa.

Va all'inferno”

Ci sono già, in questo buco con te” disse John voltandosi a guardarlo, forse vagamente divertito.

Ehm...è una dichiarazione d'amore, per caso? Sono già felicemente sposato” lo prese in giro Roger.

Vuoi che ti infili la torcia in gola?” lo minacciò John di nuovo.

E poi Rog girava con la bocca aperta con il fascio di luce che gli usciva dalla gola, come uno struzzo? No, grazie.

Smettila...adesso dobbiamo uscire di qui...”

In che razza di posto siamo capitati?”
“Non lo so”

Il fatto del biglietto diceva che noi abbiamo violato questo posto, ma in che modo? Siamo solo venuti a girare un video...”
“Hai ragione. Ricordi l'urlo terrificante di recente?”
“Eccome!”

Ho paura che tutto sia collegato”

Roger si fermò un attimo.

Pensi che questo posto sia davvero maledetto?” esclamò Roger, alzando di un tono la voce.

Le loro orecchie si rizzarono. Sentirono un rumore indistinto, provenire da qualche parte.

John si voltò, puntò la torcia nella torcia nella direzione, ma non vide niente.

Sarà un topo”

Non ho visto nulla quelle robe”

Boh...”

Andiamo?”
I due percorsero ancora qualche metro.

John si girò di scatto. Roger seguì il suo stesso movimento.

C-Che c'è?”

Non lo so...temo che non sia nulla di buono”

Roger imprecò tra i denti. John deglutì a vuoto.

Tlonk.

Hai sentito?”

Tlonk.

No”

Tlonk.

Sst...ascolta”

Tlonk, tlonk.

John abbassò lo sguardo, qualcosa aveva urtato la punta della sua scarpa.

Il fascio di luce illuminò due ghignati orbite vuote di un teschio che lo fissavano in modo insistente.

Un teschio!” esclamò John spaventato.

Il cuore di Roger rischiò sul serio di prendersi un infarto.

Tlonk, tonk, tonk...

Mh?”

Ma che diav...looooo!”
“UAAAARGH!”

Tlonk...tlonk...

Altri teschi rotolarono, lungo il pavimento in un macabro spettacolo: tutte quelle bocche digrignanti, quelle orbite vuote che li fissavano in un grido silenzioso.

AAARGH!”

Teschi? Ma che cazz...”

I due si misero a correre.

Scappiamo!”

Cazzo! Questo posto è maledetto!” urlò John in preda alla disperazione.

Ma cosa dici? Non siamo mica in uno dei tuoi stupidi film dell'orrore!” esclamò Roger.

Non me ne frega niente!”

Usciamo di qui, oh maledizione! Se vedo ancora un altro coso o teschio quel che è, non sono più il batterista dei Queen!”

Corri!” strillò John.

Nell'affanno della fuga i due si persero, fra i corridoi, nella luce fioca delle lampadine.

 

John si addossò alla parete, ansimando.

Non riusciva a credere di essere incappato in una massa rotolante di teschi...avrebbe avuto incubi

per giorni!

Rog...?”

Non ricevette risposta. John si guardò intorno, accorgendosi solo allora di aver perso il biondo.

Maledizione!”

Roger! Dove cazzo sei finito?”
John si fermò di colpo. Aguzzò le orecchie e rimase in ascolto.

Nulla.

Roger! Rispondimi!” disse John.

Nessuna risposta.

Il bassista cominciò a preoccuparsi sul serio.

Tornò indietro nell'altro corridoio, ma non trovò traccia del batterista.

Un brivido gelido gli corse lungo la schiena.

Non era solo.

Chi è là?”
Una figura si disegnò nella penombra.

Oh mio Dio!” mormorò John con in cuore premuto contro le costole, nemmeno il suo cervello riusciva a registrare quello che stava vedendo.

Sembrava uscito da un pessimo film dell'orrore: mantello svolazzante alla Imperatore Palpatine di Star Wars insieme ad un'autentica espressione da maniaco omicida!

Voooi!” ululò il fantasma.

John arretrò di un passo, poi di due e di tre...sino a voltarsi e mettersi a correre a rotta di collo.

Non sarebbero dovuti andare lì.

Voi! Siate maledetti! Avete violato questo posto!” continuò ad urlare l'ectoplasma agitando un dito ossuto.

John continuò a correre alla cieca. Non riusciva a pensare a niente, senza sapere quanta strada percorse.

Si fermò solo quando rimase senza fiato: i polmoni gli bruciavano, avvertì una fitta dolorosa al fianco.

Due mani sbucarono dal nulla e lo trascinarono via in un anglo nascosto.

John mugugnò, lottando per liberarsi contro la mano che gli premeva la bocca.

Calmati idiota sono io!” sussurrò Roger. Assicurandosi che John si desse una calmata, lasciò andare la presa.

Che cazzo fai?”

Oh scus...sst!”

Il mostro passò loro vicino, borbottando incomprensibilmente guardando a destra e manca.

Dopo un minuto e cinquanta secondi, con il cuore semi-macellato dalla paura i due musicisti-versione Ghost-e-qualcosa sgattaiolarono via.

Ma non appena percorsero mezzo metro...

A-Ah! Venite fuori!” urlò il fantasma con un grido di esultanza.

Oh cazzo! Ma questo ha gli occhi anche dietro al culo?” urlò Roger trasalendo.

John non disse nulla. Strinse con forza la torcia, deglutendo a vista. Prese tutto il coraggio di bassista.

Ehi! Vattene via di qui questo non è un posto per te! Va via! Hai una tomba che ti aspetta!” urlò John, menando la torcia a destra e manca.

Ah! Ah! Ah! Pensi di spaventarmi con quell'affare?” ribatté l'Imperatore Palpatine Maniaco Omicida Con Gli Occhi dietro alle Chiappe con grande soddisfazione.

Oh cazzo! Questo non è fantasma vero! ”

Te accorgi solo ora, cretino?”

Quasi senza accorgersene Roger prese per mano il collega e si diede alla fuga.

 

Nota autore: non c'è altro da dire...  

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