Dolci per i fondatori

di MiaBlack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo della maledizione ***
Capitolo 2: *** in tutta la scuola proprio TU! ***
Capitolo 3: *** capitolo 3: Dolci e pozioni ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 - Sogni, abiti e regali ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 - Preveggenza e Disastri ***
Capitolo 6: *** 6 capitolo - Inizia la Festa! ***



Capitolo 1
*** L'arrivo della maledizione ***


Riassunto: Ogni anno si tiene il consueto ballo per la festa dei Fondatori; quest'anno però sarà il destino a scegliere le coppie. E mentre il fato muove le sue ignare vittime, c'è chi il destino se lo costruisce da solo, legando a sé una persona solo per il gusto perverso di vederne soffrire altre.
 

Questa storia ha partecipato al contest Dolci tentazioni è arrivata al 7° posto! :( buona lettura spero vi piaccia

 

Dolci per i Fondatori

 

Capitolo 1

L'arrivo della “maledizione”

 

Era una sera come tante nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Tutti gli studenti e i professori si trovavano nella Sala Grande, dove stavano consumando la loro cena: il rumore delle posate e le voci dei presenti riempivano la sala creando un piacevole caos.

Il preside, Silente, adorava vedere le quattro case andare d'accordo fra loro, soprattutto in quel periodo dell'anno; il vecchio sorrise alla donna seduta accanto a lui la vecchia, acida zitella McGranitt, così rinominata dai dolci e simpatici rampolli Serpeverde per il suo carattere intransigente verso le regole di condotta.

La donna batté la forchetta sul bicchiere, producendo un tintinnio come di campanelle.

A tale rumore, il brusio delle chiacchiere dei giovani commensali cessò quasi immediatamente.

Al tavolo rosso oro quattro teste si voltarono contemporaneamente verso il tavolo dei professori: erano rari gli annunci del preside durante l'anno.

- Che cosa barà buccesso? – Chiese un ragazzo dai capelli rossi mentre masticava una coscia di pollo, sputacchiando così la carne mentre parlava.

- Ronald sei disgustoso! - Commentò la ragazza seduta davanti a lui, spostandosi indietro per evitare di essere colpita da pezzetti di pollo volanti.

- Bellina te Ginny. – Rispose scortese il ragazzo; la giovane lo guardò e rispose subito, acida.

- Forse non sarò bellina, ma conosco l'educazione e madre natura mi ha dato della materia grigia, cosa che a te manca. -

- Adesso basta! Ginny ritira gli artigli! Ronald non parlare sputando quello che hai in bocca, è disgustoso! – Come sempre la saggia e molto “materna” Hermione Granger aveva dovuto infilare il suo graziosissimo naso in fatti che non la riguardavano.

- Okay Herm. – Disse subito il ragazzo per zittirla. Anche la ragazza annuì per la stessa identica ragione.

Il preside nel frattempo si era alzato e aveva iniziato a parlare.

- Questo è un anno molto speciale; ricorrono infatti i mille e cinquecento anni dalla fondazione della scuola. - Nella sala grande si sparpagliò un mormorio eccitato, soprattutto da parte degli studenti del primo anno.

- Odio questa ricorrenza. – Sibilò Ginevra.

- Mi associo Ginny! – Convenne Hermione.

- Ogni anno, come da tradizione, saranno estratte a sorte tre ragazze e tre ragazzi per ogni casa: le ragazze dovranno preparare un dolce, che sarà recapitato al ragazzo sorteggiato come segno di armonia e pace tra le quattro casate. – Un leggero applauso si alzò dalla sala.

Il preside fece segno di fare silenzio e quando l'applauso terminò riprese a parlare.

- Vista la particolarità di quest’anno, abbiamo deciso che la festa sarà diversa. I vestiti saranno di altri tempi, e dovrete indossare una maschera, ma non vi preoccupate, questi dettagli sono già stati comunicati ai negozi del villaggio: troverete tutto quello che vi occorre. La particolarità a cui accennavo prima non è nulla di tutto questo. Le coppie per questa festa saranno sorteggiate, sarà il destino a decidere. La mattina prima del ballo riceverete un biglietto che vi permetterà di farvi identificare in sala grande da quello che sarà il vostro accompagnatore o accompagnatrice. – La sala grande scese nel più assoluto silenzio, spiazzata dall'annuncio appena fatto.

- Bene, riprendete pure a cenare ragazzi. – I quattro si guardarono scioccati.

- E' una mia impressione o le idee del preside sono diventate vagamente folli? – Chiese Ginevra, cercando di suonare calma: quella idea non era solo folle, era malsana, da malati di mente: come si potevano sorteggiare le coppie?

Esistevano già delle coppie, e lei voleva andare al ballo con Harry; dopo tutto il tempo che aveva aspettato perché lui si accorgesse di lei, il preside doveva rovinare proprio la loro prima festa!

Lo faceva di proposito, ne era convinta, lo faceva per rovinare la sua vita.

Ginevra guardò i ragazzi in sala e sospirò frustrata: la metà dei presenti erano dei mostri, ad un terzo di quelli che non erano mostri aveva già dato il ben servito; rimanevano due terzi che erano i più fighi della scuola, i quali si dividevano per un terzo in strafighi da paura che però non la guardavano di striscio, e quel restante un terzo... beh erano troppo pochi per sperare in qualcosa di più che nella così detta botta di sedere.

Conclusione di tutto quel pensare, sarebbe finita al ballo con uno brutto e antipatico al quale aveva già dato un due di picche.

- Dai Ginny potrebbe sempre capitarti qualcuno di simpatico: conosci tante persone nelle varie case, potresti trovare un tuo amico, almeno la serata sarà piacevole. - Cercò di incoraggiarla la castana.

- Non mi consola molto, avrei voluto andarci con chi sceglievo io. – Fece sconsolata guardando il moro.

- Sbaglio o a noi non è mai capitata la cosa del dolce? – Intervenne Harry pensieroso.

- Meno male! – Risposero le due ragazze insieme, quella era la tradizione che più detestavano: preparare un dolce a un perfetto sconosciuto senza avere la minima idea di cosa potesse piacergli era troppo difficile, non volevano nemmeno pensarci.

Solitamente però era una tradizione che toccava a quelli dal terzo anno in giù, ed era raro che quelli del sesto o settimo anno fossero coinvolti.

- Io mangerei volentieri un dolce preparato da te Herm... – Commentò Ron guardando incantato la ragazza.

- Oh Ron come sei dolce. Quando torniamo a casa per le vacanze ti faccio tutti i dolci che vuoi. -

- Da diabete. –

Sibilò Ginny, sorseggiando il succo di zucca e facendo ridere il moro seduto accanto a lei.

- Sarebbe bellissimo se domani mattina ti svegliassi con la misteriosa busta blu e il tuo dolce fosse per me.. –

Continuò a sognare.

- E qui dimostri quanto madre natura sia stata avida di materia grigia Ron: le torte sono per ragazzi delle altre case! Nessuna ragazza farà mai un dolce per un ragazzo della stessa casa per la festa dei Fondatori. - Intervenne Ginevra, nauseata da quella scena.

 

 

 

*************

 

 

La mattina dopo, nel dormitorio femminile di Grifondoro del sesto anno, un urlo svegliò tutte le ragazze che erano ancora nel mondo dei sogni.

- Ginny tutto bene? – Chiese una compagna di stanza di quest'ultima, ancora assonnata.

- Magnificamente! Scusate, un brutto sogno. – Rispose; aveva appena aperto gli occhi dopo un bellissimo sogno: c'era lei che ballava in un bellissimo abito da sera d'altri tempi sotto il chiarore della luna, con un misterioso e affascinante ragazzo.

Il bel sogno era però scomparso, lasciando il posto ad un incubo chiamato realtà; sospesa, sopra il suo viso c'era la busta.

Seduta sul letto stringeva nella mano, in una morsa quasi omicida, quella piccola busta blu.

Per la prima volta in sei anni le era capitata la maledizione: quell'anno toccava a lei confezionare un dolce per un Fondatore.

Prese un profondo respiro e l'aprì, sperando di trovarci dentro alcune informazioni, ma con suo grande rammarico, il biglietto non le forniva alcuna informazione utile:

 

Signorina Weasley, è stata scelta come rappresentante della sua casa.

Il dolce dovrà essere confezionato entro e non oltre le due del pomeriggio di sabato 25 marzo.

Le ricordiamo in oltre di mantenere l'assoluto riservatezza su questo fatto.

Il dolce dovrà essere anonimo per poi essere consegnato ad un altrettanto anonimo destinatario.

 

I quattro Fondatori di Hogwarts

 

Cosetta Corvonero, Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Salazar Serpeverde

 

Dopo averlo letto, il biglietto si dissolse nel nulla senza lasciare tracce.

La maledizione della festa dei fondatori, era così che le ragazze dal secondo anno in su chiamavano quella ricorrenza, era ricaduta su di lei.

 

Scese a colazione con l'aria di una persona che si stava recando ad un funerale.

Per la sala c'era una insolita aria gioiosa: tutti chiacchieravano allegri e le risate divertite riempivano la stanza, cosa alquanto insolita se si pensava che era solo metà settimana ed erano le otto del mattino.

- Tesoro tutto bene? Hai una faccia! - Commentò Hermione non appena vide Ginevra sedersi al tavolo con loro.

- Si Herm, tutto a posto, ho solo dormito male. – Rispose lei, cercando di non essere acida: Hermione era la sua migliore amica e non si meritava le sue risposte acide.

- Stasera allora è meglio se vai a letto presto. -

- Sicuramente farò così. –

Rispose atona. Meglio seppellire i suo problemi sotto un soffice e caldo piumone.

 

*****************

 

Camminava per i corridoi, cercando di ignorare le ragazze che chiacchieravano della festa, dribblava in modo rapido ed efficace tutti i gruppetti che trovava fermi nel corridoio: non c'era ragazza in tutta la scuola che non parlasse di quella festa; anche durante le lezioni c'erano quelle più temerarie che continuavano a parlarne nonostante i professori stessero spiegando.

 

*****************

 

Ai piedi della botola che l'avrebbe condotta nell'aula di divinazione trovò una giovane ragazza bionda che, seduta a terra, aspettava il suo arrivo.

- Eccoti finalmente! - Commentò, non appena la vide arrivare con il suo nuvolone nero di rabbia.

- Ciao Luna. - Rispose lei.

Salirono le scale ed entrarono nell'aula: l'odore di chiuso e di incenso diede subito fastidio alle nuove arrivate, che si apprestarono a prendere posto in un angolino vicino alla finestra.

- Possibile che non possa aprire un po' la finestra? Tra il caldo e l'odore di incenso qui si muore! - Esclamò Ginevra mettendosi seduta su un pouf.

- Beh ammettiamolo: questa è la lezione più inutile che seguiamo. Non ricordo nemmeno perché continuiamo a seguirla. -

- O questa o cura delle creature magiche! – Le due rabbrividirono solo al pensiero.

- Gli animali di Hagrid ci avrebbero ammazzato... -

- Se proprio devo pensare alla morte, preferisco pensarci con le predizioni della Cooman. -

- Almeno sappiamo che sono tutte invenzioni. – La professoressa fece il suo ingresso avvolta da un alone di incenso.

- Buon giorno miei cari! Oggi è un grande giorno! -

- E perché mai? – Chiese sottovoce Ginevra alla compagna.

- Forse oggi non muore nessuno! – Le due ridacchiarono ignorando le occhiatacce di alcuni presenti, i quali credevano realmente alle predizioni della professoressa.

- Oggi impareremo a leggere il futuro nelle stelle! – Ginevra rise non riuscendo a trattenersi, ricevendo una gomitata dall'amica.

- Insomma Gin. - La riprese Luna, che anche lei non riusciva a trattenersi dal ridere.

- E sarebbe un grande giorno per questo? -

La lezione continuò normalmente: la professoressa continuava ad inventarsi improbabili eventi futuri e metà classe pendeva dalle sue labbra.

- Insomma Gin, oggi sei più acida del solito, mi dici che cosa è successo? – Chiese la bionda dopo l'ennesima battuta cattiva detta dalla compagna.

- Scusa Luna hai ragione, è che mi sono svegliata male. – Spiegò la rossa rimanendo sul vago.

La professoressa intanto si era avvicinata alle due.

- Io vedo... – Iniziò a dire con il suo solito tono da svampita; le due non le prestarono nemmeno particolare attenzione se non che, durante il suo delirio da finta veggente qualcosa cambiò.

- Signorina Weasley, il destino ha deciso di rivelare le sue carte, la porta dell'amore si è spalancata.

I suoi sforzi saranno vani: lui sarà il suo unico vero amore, ma sarà un amore oscuro e malato.

La strada si alternerà tra il dolce e l'amaro. Fate attenzione, diffidate o l'oscurità vi avvolgerà nelle sue nere ali di dolore e tristezza e vi porterà via... – La voce profonda diede i brividi a tutti i presenti, soprattutto alla ragazza, decretando il suo unico amore come qualcosa da cui era meglio scappare.

 

- Ginny? – La richiamò Luna, mentre uscivano dalla classe: la rossa era scesa come una furia travolgendo tutti quelli che le ostruivano il passaggio.

- Placa la tua furia Weasley! – Esclamò un ragazzo da un angolo del corridoio.

- Ecco ci mancavi solo tu per completare in bellezza la giornata! - Esclamò esasperata lei. Il ragazzo uscì dall'ombra e rivelò il suo sogghigno.

- Brutta giornata? – Chiese lui, cercando di infierire, facendo arrivare la sua pazienza al limite.

- No fantastica! Fantastica quanto fu per te il giorno che Malocchio ti trasformò in furetto! – Rispose la ragazza, e le guance bianche del ragazzo si tinsero di rosso.

Imbarazzato e ferito si avvicinò con l'intento di far del male alla ragazza.

- Weasley tieni a freno la tua lingua o potrebbe finire male. – Commentò, cercando di bloccarla contro il muro.

- Gin andiamo, lascialo perdere! Addio Malfoy! – Luna arrivò e l'afferrò per il braccio trascinandola via dal ragazzo, che sicuramente si sarebbe vendicato facendole molto male. Lasciarono Malfoy a guardarle scomparire lungo il corridoio.

- Ehi Draco, che ti prende? Come mai respira ancora? Non dirmi che ti piace la pezzente? – Una voce sarcastica e beffarda arrivò dallo stesso angolo dove fino a poco prima c'era anche il biondo.

- Nott perché dici queste stronzate? Ma l'hai vista? -

- Non è brutta, penso che sia una bella ragazza: ha le curve tutte al posto giusto e due labbra che... Beh questo lo lascio alla tua immaginazione. Peccato però che sia una pezzente filobabbana, traditrice del suo stesso sangue. –

- Appunto... però un caratterino niente male. -

- Se solo riuscissimo a portarla dalla nostra parte... -

- Bella idea! – Sorrise Draco malvagio, mentre il marchio nero bruciava sul suo braccio.

 

 

Quando quella sera si buttò sul letto per dormire.

Il suo umore non era migliorato nemmeno un po': quella giornata era stata detestabile dal primo momento in cui aveva aperto gli occhi, e continuava ad essere detestabile anche in quel momento. Stesa sul letto con le tende del baldacchino chiuse, sì perché le tende potevano proteggerla dal vedere oltre, ma non impedivano alle parole di arrivare fino a lei.

Le sue compagne di stanza stavano chiacchierando spensierate.

- Secondo me è toccata alla Parkinson la maledizione, hai visto che faccia aveva? – Le tre compagne risero divertite, continuando a spettegolare su chi potessero essere le vittime di quell'anno.

- Secondo te Ginny, chi potrebbe essere una delle vittime? - Chiese una delle ragazze.

La giovane rossa soffocò un urlo con il cuscino: doveva calmarsi, o avrebbe divorato le tre ragazze, che non potevano sapere che stavano buttando sale su una ferita aperta.

- Non lo so... E sinceramente non mi interessa! – Perché era toccato a lei? Perché quella disgrazia era dovuta succedere proprio a lei, con tutte le ragazze che frequentavano quella scuola?

Sospirò: doveva rassegnarsi, doveva solo scegliere un dolce a caso e prepararlo.

 

Continua...

 

Spero che vi sia piaciuto e sia risultato originale. A presto con il prossimo capitolo spero mi seguirete in tanti! ^.^

 

un bacione MiaBlack

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Capitolo 2
*** in tutta la scuola proprio TU! ***


Capitolo 2

In tutta la scuola proprio TU!

 

Ginevra si trovava nel parco della scuola, e camminava sulle pietre rese scivolose dal leggero strato di ghiaccio che vi si era creato: indossava un bellissimo vestito con la gonna larga e lunga fino ai piedi; il corpetto era rigido, e la scollatura ampia le lasciava in bella mostra il seno.

Le mani guantate stringevano la gonna e l'alzavano leggermente, evitando così che il bel tessuto strusciasse a terra.

Si guardò attorno: la luna piena era alta nel cielo, e illuminava il parco.

Al margine con la foresta proibita c'era qualcuno.

Con decisione lasciò il percorso di pietra e si avviò verso il ragazzo che le dava le spalle.

- Ehi, che stai facendo? – Il ragazzo si voltò e le sorrise: il viso era in ombra, vedeva solo le labbra fini che si muovevano come se stesse parlando, ma non riusciva a sentire quello che diceva.

Un momento dopo la mano io lui si posò sotto il suo mento e le alzò il viso, fino a che i loro occhi non furono fissi gli uni negli altri.

 

- GINEVRA! – L' urlò riportò la ragazza alla realtà.

Si guardò attorno e scorse le tende rosse del baldacchino: era solo un sogno, uno strano sogno con un misterioso e affascinante ragazzo.

Si ributtò giù assaporando la piacevole sensazione che le aveva lasciato.

Non sapeva bene perché ma c'era qualcosa che la tranquillizzava e la rendeva segretamente felice.

- Ginny Weasley non ti sarai mica addormentata vero! – Chiese la voce di Demelza.

- Elza la tua voce così soave non concilia il sonno! – Rispose sorridendo la giovane.

- Meno male! Perché sennò mi sarei messa a cantare per svegliarti! -

- NO! Ti prego risparmiamelo! Ora mi alzo. -

- Sarà meglio: oggi ci sono gli allenamenti! – Il mugolio frustrato fece ridere la mora che si stava infilando la divisa.

- Alzati e splendi tesoro: il sole è alto e il freddo è ancora pungente! -

- Non mi invogli a disseppellirmi da sotto il piumone. -

- E se il piumone diventasse improvvisamente di ghiaccio? – Le parole furono seguite dall'azione: dalla bacchetta uscì una luce bianca che andò a colpire il piumone rosso oro di Ginny.

- AHHHH!!!! Gelo! Ti odio! – Sibilò, uscendo dal letto ghiacciato.

- Quando esco dal bagno voglio che sia come era prima! – Esclamò, chiudendosi la porta alla spalle e facendo ridere la compagna.

 

********************

 

I giorni iniziarono a trascorrere uno dopo l'altro e senza che se ne rendesse conto ne erano già passati sei.

Ginevra stava ancora scegliendo il dolce: non credeva che ci potessero essere così tanti dolci diversi, e così tante varianti di un unico dolce.

Era in biblioteca, ed era tardi: il coprifuoco era già scattato e se qualcuno l'avesse trovata sarebbe finita sicuramente in punizione, ma quello era l'unico momento in cui poteva consultare i libri senza essere vista dai compagni.

Spulciava uno dopo l'altro le pagine dei libri: voleva un dolce semplice, ma allo stesso tempo con un aspetto bello e raffinato.

Ne aveva trovati alcuni di cui il solo vederli in foto le aveva messo l'acquolina in bocca, ma erano tutti troppo complicati per lei.

Sospirò e chiuse l'ennesimo libro: aveva visto un dolce al cioccolato da leccarsi i baffi, ma la preparazione era talmente lunga e il procedimento talmente complicato che per farlo anche solo vagamente somigliante alla foto ci avrebbe impiegato sei anni.

- Io gli preparo una torta margherita, tanto non saprà mai chi è che l'ha fatta!

Per non avvelenare qualcuno è meglio andare sul semplice. - Ripose il libro in borsa e uscì stando attenta a non essere vista da nessuno.

Percorse i corridoi, camminando velocemente e guardandosi costantemente attorno per essere sicura che nessuno la vedesse.

Una bella punizione non gliela avrebbe tolta nessuno e tutto per uno stupido libro di dolci.

Continuò il suo percorso senza fermarsi.

Una volta rischiò di scontrarsi con Pix, ma fortunatamente una colonna le aveva fornito un ottimo nascondiglio e lui l'aveva superata senza notarla.

Sicura di avere via libera riprese la sua fuga verso il dormitorio, ma proprio quando era ad un passo dal passaggio segreto che l'avrebbe condotta in modo sicuro e rapido alla torre, si scontrò contro qualcuno.

- Weasley, che diavolo ci fai ancora a giro? – La voce glaciale la spaventò tanto che fece un piccolo salto e un grido strozzato.

- Che fai stupida filobabbana, così ti farai sentire! - Esclamò il ragazzo, facendole segno di abbassare la voce.

- Malfoy! Ma sei un incubo! - - Dimmi un po', che ci fai a giro a quest'ora per il castello? Non dovresti essere già a nanna? –

Le chiese lui beffardo, avvicinandosi.

- Tu non dovresti essere a sbatterti la Parkinson? – Chiese lei acida: tra tutte le persona che poteva incontrare a quell'ora in giro per la scuola, proprio in quella serpe doveva imbattersi?!

- Sei gelosa, principessa delle toppe? -

- Gelosa? Per non essere il tuo giocattolino? No grazie, lascio questo onore a lei. -

- Se fossi in te non farei tanto la schizzinosa, non ci sono molti ragazzi disposti a metterti le mani a dosso. –

- Questo mi rincuora! – Il loro battibecco fu interrotto dal suono di alcune voci che provenivano dal corridoio. Con una mossa fulminea, il giovane afferrò il braccio della ragazza, trascinandola dietro una porta vicina.

- Ma che... –

- Shh! Ci sono i professori! – L'ammonì lui.

I due si trovarono appiccicati l'uno all'altra all'interno del ripostiglio, mentre i professori passavano parlando tra di loro.

- Sono uscite coppie davvero singolari. – Stava dicendo la professoressa McGranitt.

- Concordo con te Minerva, sono proprio curiosa di vedere cosa succederà. -

- Penso che il cappello quest'anno si sia divertito molto. -

- E ci divertiremo anche noi, sono proprio curioso di vedere il volto del giovane Sepeverde quando avrà il dolce della ragazza. – Commentò il preside.

- Fortunatamente sono anonimi Albus... -

- La signorina Weasley non metterebbe mai del veleno in un dolce. – Intervenne il preside.

- Non ne sarei così sicuro, se sapesse che il destinatario è il signor Malfoy potrebbe anche farci un pensierino. – Intervenne Piton.

- Certo che è proprio curiosa la cosa. -

- Le possibilità erano davvero scarse che capitassero insieme e invece... -

- Il destino è davvero imprevedibile... – Il gruppo di professori continuò a camminare lungo il corridoio, ignaro del fatto che i due soggetti della loro conversazione fossero a pochi passi da loro.

I due ragazzi rimasero immobili in quella scomoda posizione: il viso di Ginevra era premuto contro il torace del ragazzo che era appoggiato alla porta.

- Weasley, spostati! -

- Mi piacerebbe, ma non posso, c'è qualcosa che mi blocca. -

- Fai silenzio, se ci sentono è la fine. – Rimasero in quella posizione ancora per un po’, poi Draco aprì la porta e i due uscirono.

Il corridoio era deserto e silenzioso, segno che i professori si erano allontanati.

- Questa è davvero una rottura! Non solo dovrò mangiare un dolce, ma il dolce sarà fatto da te! Che schifo! -

- Concordo in pieno! Ma se vuoi posso mettere qualcosa nel dolce, così resterai in infermeria per qualche giorno se ti va bene, oppure potrei direttamente mandarti tre metri sotto terra! Il mondo me ne sarebbe grato. -

- Sì, e poi il mondo sarebbe grato a me perché tu finiresti ad Azkaban per omicidio. -

- Tu credi? – Gli occhi verdi di lei si incatenarono a quelli grigi di lui, determinazione contro determinazione.

Una luce brillò nel fondo degli occhi di lei: li chiuse per un attimo, e quando li aprì si erano trasformati, il verde si era fatto liquido e piccole lacrime uscivano lente.

- Preside io... Io non l'ho fatto apposta, è stato un incidente... Forse era allergico a qualcosa, io come potevo saperlo? Oh preside la prego, io sono innocente... – Era stata così convincente che anche il giovane stava per dirle che in fondo non era colpa sua.

Aveva quasi aperto bocca, quando le lacrime smisero di scendere e gli occhi tornarono freddi e immobili, e un sorrisetto da stronza si formò sulle labbra rosse.

- Che dici sono brava? Sei fratelli più maggiori e io la piccola di casa: si impara ogni trucco per uscirne vivi. – Si allontanò da lui e prese la strada per i dormitori.

- Complimenti Weasley! Ma non fregheresti il vecchio! – Le disse mentre la guardava allontanarsi.

- Ma ho fregato te! Notte Malfoy, ci vediamo! -

 

Continua....

 

Ecco qui il secondo capitolo, spero vi sia piaciuto.

Ho fatto un nuovo record personale 68 lettori e 0 recensioni! :(

possibile che nessuno dica nulla sulla storia? È così brutta?

Va beh bacio

MiaBlack

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Capitolo 3
*** capitolo 3: Dolci e pozioni ***


Capitolo 3

Dolci e pozioni

 

Terzo piano, ala ovest.

In quel corridoio c'è una porta che appare solo quando si ha bisogno di qualcosa.

In quel momento la stanza aveva assunto per metà la forma di una cucina babbana e per l'altra la forma di un salotto con il camino acceso e davanti ad esso una poltrona.

Seduta su di essa, una ragazza sfogliava annoiata un libro e sorseggiava un bicchiere di vino rosso.

- E che dolce piacerà mai a quel furetto platinato. – Sfogliava le pagine e sopra ognuna rifletteva attentamente: non conosceva i gusti del ragazzo, che sicuramente erano raffinati e delicati.

Se solo avesse potuto chiedere aiuto a qualcuno...

- È inutile che guardi quel dolce alla panna, a me non piace! – La rossa fece un salto sulla poltrona, rovesciando parte del vino sul tappeto, poi si voltò di scatto e trovò il giovane rampollo Malfoy dietro di lei, con la testa appoggiata alla spalliera della poltrona.

- Che diavolo ci fai qui? E quando sei entrato? – Chiese lei.

Lui la guardò con sufficienza e le sfilò il libro dalle mani, prendendo posto su una poltroncina appena comparsa, e sedutovi iniziò a sfogliare le pagine in assoluto silenzio.

- Ti degneresti di rispondermi? -

- Ti ho visto salire in modo furtivo e far comparire la porta, così ho pensato che stessi combinando qualcosa e sarebbe stato bello vederti finire in punizione.

Così ti ho seguito dentro. Non pensavo certo che tu fossi venuta qui solo per scegliere il dolce. - Rispose lui senza guardarla.

- Simpatico! Qui non c'è nessuno e posso fare le cose con calma e in tranquillità. - Rispose, mentre si sistemava meglio sulla poltrona.

Il bicchiere si riempì nuovamente del liquido rosso, e lei riprese a sorseggiarlo.

- Weasley non sapevo che tu bevessi. – Commentò alzando gli occhi dal libro per poter vedere la reazione della ragazza, che per tutta risposta alzò le spalle e sorseggiò ancora la bevanda.

- Bere il vino davanti al camino mentre leggo qualcosa mi rilassa. – Rispose tranquillamente: lo faceva spesso quando era a scuola, a casa il vino non glielo facevano nemmeno vedere: “era troppo piccola”, per bere una cosa del genere.

- Ecco! – Esclamò Draco soddisfatto, fermandosi a fissare una pagina del libro.

- Questa. – Continuò passando il libro a Ginny, che sospettosa lo prese ed esaminò il dolce.

- Charlotte? – Chiese, leggendo il nome del dolce.

- Charlotte al torrone e cioccolato. – La corresse lui soddisfatto.

Ginevra iniziò a leggere il procedimento: non sembrava particolarmente difficile, forse poteva riuscire a prepararla senza avvelenarlo.

- Che dici provi? – Chiese lui indicando il bancone, dove iniziavano a comparire gli ingredienti necessari.

- Okay Malfoy, proviamo. – Rispose lei, alzandosi dalla poltrona e dirigendosi al bancone.

La cucina comprendeva un ampio ripiano in marmo, un lavello, un forno, un frigo e tutti gli accessori che potevano servire.

Gli ingredienti erano già sul tavolo e nel mezzo c’era una bilancia elettronica per pesare.

- Perché non hai chiesto già gli ingredienti pesati? – Domandò Malfoy sedendosi sul ripiano, mentre Ginevra si lavava le mani.

- Perché li hai fatti apparire tu, non io. – Rispose subito lei.

- Renditi utile e leggimi gli ingredienti! – Continuò, piazzandogli il libro in mano.

- Mi hai scambiato per un elfo domestico per caso? Solo il fatto che io sia qui mi rende soggetto a possibili contagi da parte tua! -

- Malfoy, il fatto che tu sia qui rende me soggetta a contagi da parte tua e della tua stupidità.

Quindi o mi leggi gli ingredienti o esci di qui! – Rispose lei decisa, indicandogli la porta che era improvvisamente ricomparsa.

- Okay, dammi qua! – Sospirò: non aveva perso improvvisamente tutto il suo disgusto per la piccola pezzente, era solo che la sua mente malata aveva iniziato a pianificare un idea dannatamente cattiva.

- 300 grammi di torrone... – Iniziò ad elencare gli ingredienti.

Dopo un po' alzò il viso e vide la giovane concentrata sulla bilancia.

- Weasley, da quando porti gli occhiali? - Le domandò sorpreso: la giovane portava un paio di occhiali da vista di forma ovale, con la montatura in argento.

- Da qualche anno Malfoy, ma li porto solo quando sono stanca. - Draco continuò a elencarle gli ingredienti e a leggerle passo passo il procedimento.

Ginevra pesava e mischiava secondo le indicazioni che il biondo le dava, ma il risultato non fu dei più gratificanti.

- Weasley ne sei capace? – Chiese lui dubbioso: Ginevra stava immergendo i savoiardi nel latte, solo che i biscotti non volevano collaborare e prima di arrivare a prendere posto sulla teglia si spaccavano e cadevano con un sonoro “splash” sul tavolo di lavoro.

- Mia madre è bravissima a fare i dolci. – Rispose lei. Draco roteò gli occhi e li puntò al soffitto.

- Mi duole infrangere i tuoi sogni e portarti alla triste realtà, ma la capacità di fare dolci non è ereditabile con il DNA come possono essere i capelli rossi o le lentiggini. Qui o sei capace o no! -

- Davvero Malfoy? Non lo sapevo! Grazie per aver condiviso la tua intelligenza con me! –

- Non farei tanto la simpatica se fossi in te! Quel dolce ha un aspetto orribile! -

- Sei tu che vuoi questo dolce. Se fosse dipeso da me, cosa che in effetti è, ti avrei fatto una torta margherita. Ma tu vuoi per forza questa. -

- Pensavo che tua madre ti avesse insegnato a non avvelenare il tuo maritino Potter. -

- Non sei simpatico. -

- Se volessi essere simpatico non direi che è San-Potter-lo-sfregiato-con-il-complesso-da-super-eroe. Lo chiamerei semplicemente Potter, o come lo chiami tu Amoruccio! – Spiegò lui con noncuranza.

- Sei odioso! -

- Ovvio pezzente! E smetti di affogare i savoiardi nel latte! Li devi appena bagnare! – La corresse lui, osservando l'ennesimo biscotto spiaccicarsi sul marmo.

- Potevi dirmelo anche prima -

- Se tu fossi un po' più capace... - Il mestolo si mosse rapidamente verso il viso del giovane con fare minaccioso.

- Vuoi continuare? – Chiese puntandolo all'altezza degli occhi di ghiaccio.

- No. Penso che il tuo lavoro sia perfetto. -

- Non l'avrei mai detto, ma ci troviamo d'accordo su qualcosa. – Sorridendo posò il mestolo e tornò a dedicarsi all'impasto.

Dopo aver iniziato il dolce per la terza volta, Draco dovette fare una cosa che lo disgustò: si alzò e prese la mano di Ginevra, fermandola dall'immergere l'ennesimo biscotto nel latte.

- Okay Weasley, hai ucciso abbastanza savoiardi per oggi: hai gli occhi rossi e li tieni aperti con difficoltà, anche se sospetto sia colpa di tutto quel vino che hai bevuto. -

- Ne ho bevuti solo tre bicchieri! – Lo interruppe lei fissandolo in viso.

- Vai a riposarti, riproveremo un altra volta. – Finì lui, come se lei non avesse parlato.

Tutto lo sporco scomparve nel nulla, e lei raccattò tutte le sue cose e si diresse verso la porta per andarsene, mentre il biondo era rimasto a guardarla senza muoversi.

- Rimani qui? – Chiese con una mano sulla maniglia.

- Ancora un po'. Non voglio che qualcuno ci veda uscire insieme potrebbero pensare che sia così stupido da essermi divertito con te. -

- Oh accidenti, povera la mia reputazione! Hai ragione, è meglio se rimani qui. Sarebbe ancora meglio se tu non uscissi mai più da qui. Addio Malfoy! – Aprì la porta e uscì, sbattendola alle sue spalle.

Malfoy fissò ancora per un attimo la porta chiusa e aspettò che scomparisse.

Sorrise perfido: non poteva credere che la piccola Weasley fosse così ingenua.

La stanza cambiò immediatamente aspetto, modificandosi in base alle esigenze del ragazzo.

Il bancone di marmo fu sostituito da un tavolo di legno, un forno, un frigo; tutti gli utensili babbani scomparvero, e sul tavolo comparve un calderone con altri ingredienti che non avevano nulla a che vedere con la farina e biscotti.

- Come sarà divertente vederti tradire tutti i tuoi amici. - Sul banco, nascosti dalla sua mano, c’erano gli occhiali di Ginevra.

 

Dopo due ore chiuso in quella stanza, la porta si aprì.

Gli venne quasi un colpo: pensava che la rossa fosse tornata indietro per recuperare i suoi occhiali, ma invece entrò un ragazzo moro che lo guardava divertito.

- Che ci fai chiuso qui con il naso sopra un puzzolente calderone? –

- Metto in atto il mio piano Nott. -

- E quale sarebbe il piano del grande Malfoy? – Il ragazzo indicò il calderone dove bolliva un liquido giallo ocra.

- Sembra cerume di troll. – Commentò il ragazzo, sporgendosi per vedere il contenuto.

- E puzza anche come un troll. – Continuò, tappandosi il naso.

- Questo odore è sopportabile per il fine a cui voglio arrivare. -

- E quale sarebbe il fine che giustifica questo puzzolente mezzo? – Il moro fece comparire una sedia e si sedette al tavolo.

- Voglio divertirmi con la Weasley... -

- Draco sei sicuro che i fumi della pozione non ti abbiano dato alla testa. – Il biondo sogghignò perfidamente.

- No Theod, sto bene. Ha un carattere niente male, e se la rivesti fa la sua figura. Se poi consideri che è di sangue puro... -

- Peccato che sia filobabbana, amica dei mezzosangue e per di più se la fa con San Potter. -

- Tutto vero, ma non sarebbe bellissimo se lei mollasse Potter e la sua stupida famiglia e venisse via con me per unirsi al Lord? -

- Oh! Questo è mostruosamente perfido anche per i tuoi standard Draco... come mai questa decisione? -

- Sono annoiato. E poi non vedo perché Potter debba essere felice: mio padre è ad Azkaban per colpa sua. Lui mi ha tolto il padre io gli tolgo la ragazza, mi sembra equa la cosa. -

- Solo in un universo dove la perfidia e la cattiveria smisurata sono accettate dalla società. -

- Beh nella mia società sono accette. - I due risero, mentre la pozione bolliva.

- Dai butta l'ultimo ingrediente e andiamo che sta per iniziare la cena. – Draco si tagliò il palmo della mano, versando il suo sangue nel liquido, la pozione prese subito il colore finale verde smeraldo: solo poche gocce di quella potentissima e illegale pozione avrebbero permesso al ragazzo di soggiogare la vittima che ne entrava in contatto.

- E come pensi di fargliela assumere? –

Chiese il moro, guardando Draco inserire un contagocce dentro il calderone.

- Ne metterò qualche goccia sui suoi occhiali, così l'assorbirà in modo graduale senza che nessuno se ne accorga. -

- Sei perfidamente geniale! Il nostro Lord sarà molto soddisfatto di te quando ci chiamerà per servirlo. - I due risero in modo cattivo, mentre tre gocce color smeraldo cadevano sugli occhiali.

 

Continua...

 

ecco che i primi sviluppi arrivano, Ginny si è rivelata un po' ingenua, ma comunque determinata a non farsi fregare in modo plateale, chissà che succederà ora, il piano di Draco è proprio perfido, ma è per questo che noi AMIAMO Draco! XD

 

ringrazio

 

Ginny_ : una fan delle Harry/Ginny che legge una Draco/Ginny è uno spettacolo, io non sono poi troppo affezionata ad Harry, ma sono molto contenta che tu la legga un parete da parte opposta è sempre gradito! XD grazie mille per aver commentato è stato il primo e mi hai riempito di felicità! Grazie mille!

 

MrsMalfoy: Tesoro mio! Tu sei fenomenale, nonostanne non avessi molte idee è uscita discretamente bella, ma che sto a fare a dirlo a te, te l'hai già letta in anteprima! XD Sono molto soddisfatta di Draco è rimasto molto fedele, Ginny l'ho resa più interessante la zia l'ha fatta un po' piatta! Se c'ero io con Draco in quello stanzino non c'era bisogno di attendere tanto U.U a buon intenditore poche parole! XD beh spero che continuerai a commentare ogni capitolo che così mi fai felice anche se so che ti è piaciuta.

 

Near_ : Ciao! Si mi preoccupo che possa essere brutta anche perchè ultimamente le mie storie non sembrano piacere molto! ç.ç questa al contest è arrivata solo 7° e sinceramente visto l'impegno che ci avevo messo per scriverla speravo in qualcosa di meglio, ma l'importante è che abbia successo con voi lettrici!

Ti sei già appassionata? Sono proprio contenta allora! Le mie paure sono scomparse! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.

 

Bene ragazze io vi saluto dicendovi un ultima cosa in tutto i capitolo sono 6! quindi non è particolarmente lunga come storia

 

prima di chiudere faccio un po' di pubblicità alle mie vecchie storie:

 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=857289 → nemmeno a dirvi Draco/ginny perchè scontata! Se non l'avete letta fateci un salto l'ho pubblicata tempo addietro, ma poteva sfuggire visto che è solo di due capitoli! XD

 

cmq ci sono altre storie in fase di stesura e in fase di correzione quindi per ora avrete ancora qualcosa da leggere!

 

Un bacione

MiaBlack

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Capitolo 4
*** capitolo 4 - Sogni, abiti e regali ***


Capitolo 4

Sogni, abiti e regali

 

Il giorno seguente ci sarebbe stata l'uscita al Villaggio, dando modo ai ragazzi di comperare gli accessori per il ballo che ormai sarebbe stato a giorni.

Ginevra si stava dirigendo verso Luna che l'attendeva appoggiata alla parete.

- Scusami, non trovo più i miei occhiali. – Si lamentò la giovane rossa.

- Li avrai dimenticati in qualche aula, salteranno fuori... chi vuoi che te li rubi? -

- Hai ragione, sono anche vecchi e brutti... – Le due continuarono a chiacchierare mentre percorrevano il parco e si avviavano verso il Villaggio.

 

Per la ricorrenza dei Fondatori anche il villaggio si addobbava a festa: per le strade si respirava un allegria che caratterizzava il periodo di feste, e i negozi erano addobbati con i colori delle casate.

Ginevra e Luna camminavano per le vie chiacchierando del più e del meno.

- Allora Gin cerchiamo questo benedetto vestito: non ho per nulla voglia di perderci troppo tempo! - Commentò Luna, sbirciando tra le vetrine.

- Un abito vale l'altro, vista la brillante idea del preside. -

- Se ci fossi dovuta andare con Harry, scommetto che non avresti risposto così. -

- Poco ma sicuro. - Le due ragazze iniziarono ad entrare nei vari negozi del piccolo villaggio.

- E dire che avevamo detto che uno valeva l'altro. – Commentò Luna, dopo che furono uscite dal terzo negozio con ancora le mani vuote.

- Uno vale l'altro, ma non ho intenzione di sembrare una puttana d'altri tempi, ne una sguattera: c'è già chi mi chiama principessa stracciona senza quei vestiti, e io non voglio certo peggiorare la situazione. -

- Entriamo qui, altrimenti sai cosa? Andiamo alla festa in mutande e reggiseno... si usavano a quel tempo i reggiseni? -

- Non credo Luna, quindi andresti in giro solo in mutande e non mi sembra proprio il caso. – Le due entrarono in un piccolo negozio e girellarono un po' cercando qualcosa che attirasse la loro attenzione.

Luna fu la prima a trovare un abito che le piacesse particolarmente: era di un bel rosa antico, il corpetto rigido e la gonna lunga e larga con tante pietre che adornavano sia il bustino che la gonna.

- Gin, io l'ho trovato. -

- Anche io Luna! -

Ginevra teneva in mano un vestito verde: il bustino rigido era chiuso dietro da dei fili neri, la gonna era lunga, larga e crespa, con dei ricami neri sul bustino e sulla gonna.

- Proviamoli. – Entrarono nei camerini e si cambiarono velocemente, pregustando già la bella bevuta che si sarebbero fatte appena uscite da quel negozio.

- Vestita! – Esclamò Ginevra uscendo: il vestito le stava un po' largo in vita, ma per il resto le andava perfettamente.

Il colore poi riprendeva quello dei suoi occhi e creava un bel contrasto con i bei capelli color fuoco.

- Ginny sei magnifica. –

- Dici? Il verde non mi convince troppo. -

- Invece le sta molto bene, dovremmo stringerlo un po' in vita così le starà perfettamente: sembra fatto su misura per lei. – Commentò la commessa, mentre con un colpo di bacchetta stringeva l'abito per farlo cadere a pennello sul corpo della rossa.

- Gin, se non lo prendi ti giuro che mi arrabbierò a morte con te! -

- Okay lo prendo. Ma tu Luna, quel colore ti sta malissimo. -

- Il rosa antico non è proprio il mio colore. – Fece la bionda, storcendo il naso.

- Se vuole lo abbiamo anche nero o azzurro, forse l'azzurro le starebbe meglio.

Aspetti lo vado a prendere. – Con quelle parole la commessa si allontanò verso il retro del negozio.

- Sei mai entrata in questo negozio? – Chiese Luna, guardandosi attorno: il negozio era ben fornito, con molti abiti per il ballo dei Fondatori, vestiti da maghi e da streghe, ma c'erano anche molti abiti babbani.

- Sinceramente no, e speriamo che non costi troppo, sennò mia madre mi uccide. – Nel frattempo la commessa era tornata e aveva dato alla bionda un abito nero e uno azzurro pastello.

- Luna, io intanto faccio un giro. -

- Okay. – Rispose la ragazza da dentro il camerino. Si mise a girellare per il negozio guardando i vestiti.

- Cerchi qualcosa di preciso? – Chiese una commessa, facendo sobbalzare la rossa: era una bella ragazza.

- Niente di che, guardavo in giro. – Rispose imbarazzata Ginevra.

- So che vi serve anche la maschera, ne abbiamo una che si abbina perfettamente con l'abito.

Vieni, te la mostro. – Curiosa, la rossa seguì la commessa fino ad una vetrina dove erano esposte molte maschere.

La ragazza prese decisa una maschera bianca che le contornava solo gli occhi: su un lato c'era come un ala di farfalla con i disegni neri.

- E' bellissima! - Commentò, prendendola in mano e provandola sul viso.

- Ginny come sto? – Chiese Luna arrivando: indossava il vestito azzurro, e le stava divinamente.

- Affermativo! -

- Ho anche la maschera per quell'abito, aspetta ora la trovo. – La ragazza si voltò a cercare la maschera, poi gliela mostrò radiosa: era una maschera di coccio color avorio, con delle pietre a goccia sul bordo, che riprendevano la decorazione sull'abito.

- Ora sei perfetta! -

- Allora li prendiamo. -

- Perfetto, ve li preparo subito. – La commessa sorrise raggiante.

 

Quando uscirono dal negozio si diressero verso I Tre Manici di Scopa: avrebbero bevuto un bel boccale di burrobirra e avrebbero affogato li dentro i loro dispiaceri.

Mentre camminarono passarono davanti a Mielandia, il negozio di dolci più fornito del villaggio: in vetrina, posata su della stoffa verde c'era il dolce malefico di Ginevra.

La rossa si fermò a contemplarlo: a lei non sarebbe mai riuscito così bene.

Sospirò rassegnata a quella consapevolezza: Malfoy non l'avrebbe mai mangiato.

- Ginny ma ti sei incantata? – Le chiese Luna, che si era fermata qualche passo avanti a lei e ora stava tornando indietro.

- No pensavo, scusa Luna. -

- Vuoi comprare un dolce per Harry? – Si informò, sorridente.

- Per Harry? In effetti non sarebbe una cattiva idea: ultimamente non ci vediamo spesso, e lui è super sospettoso e non capisce che è l’unico per me. Magari un dolce gli farebbe tornare un po' di buon umore. -

- Allora compralo. -

- Non ho abbastanza soldi: si dovrà accontentare di qualche coccola stasera, e speriamo che non si arrabbi troppo, per fortuna il ballo è tra qualche giorno e finalmente si calmerà. -

- Un bel bicchiere di burrobirra è quello che ci vuole ora. -

- Decisamente! Andiamo e affoghiamo i nostri problemi! – Risero ed entrarono nel pub, senza accorgersi che all'interno del negozio qualcuno stava acquistando proprio il dolce su cui si era incantata la ragazza fino a qualche secondo prima.

 

 

Quella sera a tavola Ginevra stava cercando di convincere Harry a fare qualcosa loro due soli.

- Okay Ginny. -

- Ti amo Harry... – I due si stavano scambiando un bacio, quando uno sbattere di ali li costrinse a separarsi: un falchetto volava davanti a Ginevra con un pacco legato alle zampe.

Emise un verso acuto, come per incoraggiarla a sbrigarsi a togliere quel pacchetto che non doveva essere per nulla leggero.

Velocemente, Ginevra slegò il pacchetto e il falchetto se ne andò via.

- Che cos’è? – Chiese Hermione, cercando di sbirciare.

- Non ne ho proprio idea. – Sul pacchetto non c'erano biglietti così lo aprì con attenzione: dentro c'era un dolce, e non un dolce qualsiasi, bensì una Charlotte al torrone e cioccolato.

Su un lato c'era un piccolo serpente in zucchero, e accanto c'erano anche i suoi occhiali e una busta nera.

 

Carissima,

questo è per farti capire come dovrebbe risultare il dolce e ti pregherei di farlo almeno vagamente simile, non mi va di ingerire vomito di troll.

 

DLM

 

P.s:

Hai dimenticato gli occhiali nella stanza delle necessità.

 

La ragazza guardò il dolce a bocca aperta: non poteva credere che quel pazzo presuntuoso di un furetto le avesse regalato un intero dolce.

Aveva proprio soldi da buttare via quel furetto platinato.

- Chi ti manda il dolce Ginny? – Chiese Hermione, stupita dal contenuto del pacchetto.

Per un attimo la rossa si trovò ad arrancare per trovare una scusa valida poi, se ne uscì con quella più ovvia:

- L'avevo comprato per stasera per me ed Harry. – Rispose sorridendo, cercando di fare gli occhi da cerbiatta al ragazzo perché abboccasse a quella bugia: non le ci volle molto impegno, perché lui sorrise e le diede un bacio.

Quella sera, i due andarono nella stanza delle necessità per passare un po' di tempo soli senza essere disturbati.

Stavano guardando un film babbano, e mangiavano il dolce.

Ginevra si sentiva un po' in colpa per aver dato ad Harry il dolce del suo acerrimo nemico, ma almeno era riuscita a fermare quella folle gelosia che ultimamente aveva nei suoi confronti.

- È davvero buono questo dolce. -

- Già, me l'ha consigliato la commessa. – Rimasero per un po’ stesi su quel letto, a farsi le coccole a mangiare il dolce.

 

Ginevra si trovava nel parco della scuola, e camminava sulle pietre rese scivolose dal leggero strato di ghiaccio che vi si era creato: indossava un bellissimo vestito con la gonna larga e lunga fino ai piedi; il corpetto era rigido, e la scollatura ampia le lasciava in bella mostra il seno.

Le mani guantate stringevano la gonna e l'alzavano leggermente, evitando così che il bel tessuto strusciasse a terra.

Si guardò attorno: la luna piena era alta nel cielo, e illuminava il parco.

Al margine con la foresta proibita c'era qualcuno.

Con decisione lasciò il percorso di pietra e si avviò verso il ragazzo che le dava le spalle.

- Ehi, che stai facendo? – Il ragazzo si voltò e le sorrise: il viso era in ombra, vedeva solo le labbra fini che si muovevano come se stesse parlando, ma non riusciva a sentire quello che diceva.

Un momento dopo la mano io lui si posò sotto il suo mento e le alzò il viso, fino a che i loro occhi non furono fissi gli uni negli altri.

 

Quando si svegliò, si trovava nella Stanza delle Necessità.

Aveva rifatto lo stesso sogno di qualche giorno prima; non aveva sangue veggente nelle vene, ma non ne aveva bisogno per capire che qualcosa non andava.

Harry dormiva beatamente sul letto, ignaro di quello che vorticava nell'animo della giovane. Raccolse le sue cose a velocità supersonica e uscì altrettanto velocemente dalla stanza, alla ricerca dell'unica persona che non l'avrebbe ritenuta pazza.

 

 

Continua...

ecco il 4 capitolo spero vi sia piaciuto! Un bacione a tutti

 

http://www.maschere.it/img/farfalle/mezzafarbella2.jpg ← maschera Ginevra

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Capitolo 5
*** capitolo 5 - Preveggenza e Disastri ***


Capitolo 5

Preveggenza e disastri

 

Ginevra correva come una pazza verso la Sala Grande: era ancora presto, e se avesse avuto un po' di fortuna avrebbe trovato chi cercava intenta a fare colazione al suo tavolo, magari con la testa seppellita nel suo giornale preferito.

Entrò e individuò subito la testa bionda tutta spettinata china sul “cavallino”.

- Luna ho bisogno di parlarti! – Fece Ginny, fermandosi accanto a lei: lo sguardo svampito e molto assonnato che la bionda le rivolse la fece sorridere, ma non c'era tempo da perdere consigliandole di andare a letto prima, ora doveva capire se quel sogno era qualcosa di più di un sogno.

- Mi sembri agitata, vuoi una tazza di te? -

- No, ma voglio che la mia migliore amica si alzi da tavola e venga con me, perché penso di stare per impazzire. -

- Andiamo. – Le due corsero via, dirette fuori dalla scuola.

Se c'era un posto tranquillo dove parlare di cose segrete era sicuramente il parco in quel periodo: era troppo freddo e troppo presto perché qualcuno passeggiasse e si trovasse ad ascoltare la loro conversazione.

- Che succede? Cosa è successo di così grave? -

- Un sogno. -

- Tu mi trascini via dalla mia colazione... Per un sogno? -

- Ascolta... - E così iniziò a raccontarglielo, in ogni piccola sensazione che aveva provato: cercava le parole più adatte per far capire alla sua amica quanto quel sogno non sembrasse affatto un sogno.

Era reale. Luna ascoltava ogni parola pensando a come tranquillizzare l'amica.

- Forse la Cooman aveva ragione, il destino sta cercando di dirti che questo è il tuo amore. -

- Ti devo ricordare che ha descritto quell'amore come qualcosa di malato e pericoloso! Non voglio niente di tutto questo. – Si lamentò Ginevra, ricordando i brividi che aveva percepito dopo aver ascoltato la predizione della professoressa.

- Beh, ma ha anche detto che lui sarà l'unico che ti amerà per davvero, secondo me non è Harry, non è così pericoloso e malato. -

- Per fortuna allora ho fatto bene a scegliere lui. -

- Non ti viene in mente nessuno? – Per una frazione di secondo le venne in mente il sorriso beffardo di Malfoy, ma non poteva essere lui: quel ragazzo era incapace di amare, e poi non si sarebbe mai abbassato ad amare una pezzente come lei.

- No Luna, non ho proprio idea di chi potrebbe essere. -

- Se ne sei sicura.. – Commentò la bionda poco convinta.

C'era qualcosa nel comportamento di Ginevra che non le quadrava, era stranamente scostante ed evasiva.
- Merlino, devo andare! Non ne posso più! Non vedo l'ora che il mese finisca e io possa stare accoccolata tra le braccia di Harry. – Fece lei, dirigendosi verso il castello.
- Dove scappi? -
- Biblioteca! Devo ripassare: lunedì ho un interrogazione e domani non voglio fare assolutamente nulla! – Rispose, iniziando ad avviarsi verso il castello.

Il prossimo fine settimana ci sarebbe stata la festa, e quindi non avrebbe avuto tempo per studiare, quindi era meglio avvantaggiarsi.

Salì nella Sala Comune e trovò suo fratello e il suo uomo a giocare a scacchi.

Gli diede un bacio e poi recuperò i libri in camera sua.
- Dove vai Amore? – Le chiese Harry quando tornò giù.
- Devo studiare pozioni, volete darmi una mano voi? – Chiese, mostrando il libro ai due che la guardarono disgustati.
- Perché ti vuoi rovinare il sabato? – Le chiese Harry.
- Perché non voglio aprire nemmeno un libro domenica: voi fate come volete, ma io ozierò tutto il giorno! Ciao! – E uscì. Se Harry era in sala comune, la stanza delle necessità doveva essere vuota e quindi poteva andare lì e studiare in santa pace.
Quando entrò, la stanza prese la sua consueta forma: un camino, un tappeto e una poltrona davanti al fuoco.

Come si mise seduta e tirò fuori il libro, un bicchiere di vino comparve davanti al suo viso.
- Non credo sia il caso, a digiuno e di prima mattina! – Il bicchiere di vino sparì e fu sostituito da una tazza bianca con un liquido chiaro e fumante.
- Tea, decisamente più appropriato! – Prese a sorseggiare la bevanda calda, mentre leggeva attentamente il procedimento della pozione.
- Weasly, ma sei sempre qui? – La voce strascicata di Malfoy la fece sobbalzare.

Possibile che quel ragazzo fosse sempre in mezzo?

Avrebbe avuto un po' di pace, ma evidentemente era chiedere troppo, visto come il giovane si era accomodato sulla poltrona che lui stesso aveva fatto apparire poco distante da lei.
- Pozioni, vuoi avvelenarmi? – Le chiese, sbirciando la pagina che stava studiando.
- Così mi libererei dalla tua ingombrante e quanto mai fastidiosa presenza! – Rispose lei acida, scoccandogli un occhiata omicida, che come risultato ottenne solo un sopracciglio alzato e le risate del biondo.
- Le tue minaccia non mi fanno per niente paura anzi mi fanno ridere! – La rossa sbuffò.

Possibile che non incutesse nel ragazzo nemmeno un minimo di paura? Era così frustrante...
- Che ne pensi di riprovare a fare il dolce? – Chiese lui sfilandole il libro dalle mani e puntando lo sguardo di ghiaccio nei suoi occhi smeraldo.
- Non voglio morire avvelenato per mano tua, forza! – Accanto a loro apparve nuovamente il tavolo da lavoro con gli ingredienti.
- Tu leggi gli ingredienti! – Gli disse lei mentre si alzava e gli piazzava in mano il libro di cucina che era apparso dal nulla tra le sue mani.
- Iniziamo, e mi raccomando niente vomito di troll...- Precisò lui mentre si sedeva sul bancone.
- Ti odio! -
- Sopravvivrò, quindi muoviti! – Iniziarono a pesare gli ingredienti poi continuò immergendo i savoiardi nel latte.
- Weasley questa roba è immangiabile! Mi vengono i brividi al solo pensiero di dover mettere in bocca un pezzo di questa schifezza vomitosa! -
- Senti a te disgusta l'idea di mangiarlo, e a me ti fartelo! Quindi piantana di rompermi le scatole! - Rimasero in silenzio per un attimo, poi Ginevra parlò senza guardarlo: era concentrata sul non affogare i biscotti.
- Perché ieri mi hai mandato quel dolce? - Chiese curiosa: non capiva la ragione per cui lui avesse dovuto mandarle un dolce.
- Per farti capire come deve essere fatto, e a quanto pare è servito a qualcosa! Finalmente hai fatto la base di biscotti senza affogarne nemmeno tanti! – Rispose sorpreso lui, notando che per la prima volta la giovane era riuscita a mettere tutti i biscotti al loro posto.
- Malfoy, dove hai trovato i miei occhiali? Pensavo di averli persi. -
- Li avevi lasciati qui l'altro giorno. – Lo guardò sospettosa.
- È quasi sospetto un tuo gesto così carino, cosa c'è sotto Malfoy, qual è il tuo piano? – Chiese lei, fermandosi prima di versare il cioccolato sopra il composto.

Lui la fissò dritta negli occhi.
- Non ho alcun piano in mente, mi credi vero? – Ginevra annuì, come imbambolata.
- Non penserai più ad una cosa del genere, ci siamo capiti? – Annuì ancora, soggiogata dalle parole di lui.
- Metti gli occhiali e continua a preparare il dolce... – La ragazza fece esattamente come lui le aveva detto, come se fosse una cosa normalissima.

Draco sogghignò: il suo piano stava andando come voleva, e nessuno si sarebbe accorto di nulla.

- Ecco fatto! – Esultò lei quando fu finalmente finita: per la prima volta aveva un aspetto quasi decente, anche se non era proprio uguale a quella che lui le aveva mandato il giorno prima.

- Mmm, fammi assaggiare... – Il ragazzo ne tagliò con attenzione una fetta, la studiò con attenzione su tutti i lati poi l'annusò e infine ne assaggiò un pezzetto per poi rimettere la fetta sul piatto.

- E' disgustosa! – Sentenziò lui, sputando il pezzo masticato dentro un fazzoletto per poi cestinare il tutto.

- Uffa! Senti io chiudo qui okay? Non mi importa: quando ti arriverà lo butterai perché io mi sono stancata di fare questo dolce. Voglio studiare, lunedì ho un interrogazione e non so nulla! -

- Beh ti abbandono allora. Non ho voglia di vederti studiare né di saltare in aria per la tua incapacità in pozioni! Addio perdente! –

Draco uscì, diretto verso i sotterranei: la pezzente era migliorata notevolmente, quel dolce era buono, ma non le avrebbe mai dato tanta soddisfazione. Mentre si avviava verso la sua tana incontrò il magico trio di sfigati.

Sogghignò perfido: presto avrebbe rubato ai tre la loro piccola Ginevra, e avrebbe sottratto al grande Potter l'amore della sua vita, facendo sì che lei amasse solo lui e che per lui abbandonasse la sua amatissima famiglia.

- Cosa hai da sogghignare Malfoy? – Chiese Potter, avvicinandosi in modo sprezzante.

- Io? Nulla, pensavo a quanto sei patetico Potter, solo e senza nessuno che ti ami... –

- Io ho chi mi ama! – Rispose il moro, sicuro di sé.

- Ne sei sicuro Potter? -

- Sì! – I due si guardarono negli occhi per alcuni secondi.

- Tu sei un perdente Potter, e mi divertirò a vederti annientato! -

- Cosa vuoi dire? – Chiese Harry, sempre più infuriato.

- Nulla, dimentica quello che ho detto e sparisci dalla mia strada, sfregiato. – Il moro rimase per un attimo in silenzio a contemplare il vuoto, poi si voltò verso gli amici e fece loro cenno di andarsene.

Draco notò che qualcosa non andava: San Potter era stato troppo remissivo, così ascoltò un attimo la conversazione che seguì con i due compagni di sfiga.

- Che ti ha detto Harry? – Gli stava chiedendo Ron.

- Non me lo ricordo. - A quella risposta capì cosa non quadrava: quella stupida della Weasley aveva dato il dolce anche a Potter, quindi nel suo organismo c'erano ancora tracce della pozione, e avrebbe ubbidito ad ogni cosa che avesse detto.
Se solo lo avesse saputo prima, non avrebbe perso troppo tempo con la principessa delle toppe, ma sarebbe andato direttamente da lui a torturarlo per bene, tanto aveva tutta la vita per divertirsi con lei.

 

Continua...

 

e anche il quinto capitolo è finito non p successo nulla ti che lo so è un capitolo di transizione però almeno si spiega perchè Draco le ha comprato il dolce! XD

Ringrazio chi legge e soprattutto l'unico commento che mi hanno fatto! GRAZIE davvero!

 

un bacio

MiaBlack

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Capitolo 6
*** 6 capitolo - Inizia la Festa! ***


Capitolo 6

Inizia la Festa!

 

La mattina di sabato la scuola era più in subbuglio del solito: le decorazioni erano già appese, e ovunque cascasse l'occhio c'erano striscioni e coccarde dei colori delle quattro case.

In Sala Grande la festa era l'argomento sia delle ragazze che dei ragazzi, anche se con commenti diversi: i ragazzi, infatti, speravano in una compagna carina e possibilmente facile da conquistare, le ragazze invece erano curiose di scoprire chi sarebbe stato il cavaliere che le avrebbe fatte danzare per tutta la sera.

Ginevra era rimasta a letto per quasi tutta la mattinata, rifiutandosi di scendere a colazione: non voleva sentire le chiacchiere sulla festa e sui fantomatici dolci che le “fortunate” avrebbero fatto.

Quando si era decisa ad alzarsi aveva trovato un barbagianni della scuola appoggiato alla finestra che l'aspettava

- E tu da dove salti fuori? – Chiese aprendo la finestra e facendo così in modo che lui entrasse.

L’animale si fece slegare il pacchetto e volò via.

- E' tempo di regali... – Commentò aprendo il pacchetto, privo di biglietto.

All'interno c'era un ciondolo di smeraldo con una catenina in oro giallo.

- Carino.. – Commentò, prendendola in mano.

Sotto il ciondolo c'era un cartoncino con poche parole.

 

Un pensiero che non potrà mai competere con i tuoi occhi.

 

Arrossì leggendo quella frase, poi sorrise e mise al collo la pietra: era troppo bella per non metterla subito.

Con quel nuovo gioiello scese le scale dove incontrò Luna: quella ragazza era ovunque, nemmeno la stesse pedinando.

- Ehi Gin! Finalmente è arrivata la festa! Sarai contenta: da domani tutto sarà perfetto e potrei dedicarti ad Harry. Anche se non ho capito cosa avevi di tanto urgente da fare in questi giorni. -

- Lasciamo stare Luna. Stasera tutto sarà finito. Odio questa festa. -

- Dal tuo tono di vece deduco che stai per squagliartela di nuovo! -

- Deduci bene amica mia, ma per l'ultima volta! – Sorrise e se ne andò verso il secondo piano, dove il quadro con la frutta l'avrebbe condotta nelle cucine dove avrebbe dovuto fare il dolce.

Quando la porta della cucina si aprì, Ginevra entrò e un piccolo elfo le andò in contro.

- Signorina Weasley che ci fa lei qui? Oggi non può stare qui, ci sono le ragazze che devono preparare i dolci! – Squittì l'elfo, servizievole: la piccola creatura portava un buffo berretto di lana, una sciarpa e un paio di scarpe distrutte, e addosso uno straccio bianco tutto rovinato.

- Ciao Dobby, sono qui per fare il dolce. – Rispose lei: l'elfo sorrise alla notizia e la prese per mano, trascinandola verso un lato della cucina dove c'erano alcune tende che nascondevano la zona.

- Venga signorina, qui troverò tutto l'occorrente che le serve, e se vuole una mano la posso aiutare io! Sarei molto onorato di aiutare la fidanzata del signor Harry Potter! -

- Beh una mano mi piacerebbe averla, ma vorrei che mi supervisionassi: non sono molto brava, ma vorrei riuscirci da sola. -

- Certo vengo subito! - I due si chiusero dentro un quadrato dove gli elfi avevano allestito una specie di cucina improvvisata.

Con molta attenzione e precisione iniziò a immergere i biscotti nel latte: Dobby le dava paziente indicazioni per fare la torta al meglio.
- Sa signorina, quando ero a servizio dei Malfoy, la signora Narcissa la faceva spesso al signorino Draco. Ne era molto goloso, era l'unica cosa che la signora faceva con le sue mani. -
- E a Draco piaceva? – Chiese, non si rese nemmeno conto di aver chiamato il ragazzo per nome.
- Signorina, ma fra lei e il signorino c'è confidenza? – Chiese sorpreso il piccolo elfo, guardandola attento.
- Assolutamente no! Tra noi non c'è nulla: quel viscido serpente dovrebbe bruciare all'inferno! -
- Deve stare attenta! I Malfoy sono persone cattive, subdole, e non fanno nulla senza un secondo fine... – La mise in guardia Dobby: non voleva che una brava ragazza come lei finisse nelle grinfie di quel serpente velenoso, ma non poteva immaginare che ormai la piccola Weasley era già stata morsa, e il veleno era già in circolo.
- E' perfetto! – Sentenziò, vedendo il risultato.

Nessuna delle precedenti torte era venuta così bene: i biscotti erano appena umidi e tenevano perfettamente la loro forma, lo strato di torrone era perfetto e anche la cioccolata era pari.

Sul sapore non poteva pronunciarsi, ma l'aspetto era perfetto.
- Ora dove la metto? – Chiese lei, contemplando la perfezione di quel dolce.
- Lo dia pure a me, ci penso io a impacchettarla e a sistemarla al suo posto. -
- Allora io andrei, ti ringrazio Dobby, mi sei stato di grande aiuto. – Guardò l'elfo portare il suo dolce nell'altra stanza, poi uscì di soppiatto dalla cucina e andò alla ricerca di Hermione, che le aveva promesso a che si sarebbe preparata con lei.
- Gin ti ho cercato ovunque... dove sei stata? – Chiese Herm quando la vide comparire in Sala Grande.
- Un po' qua un po' là... -
- Amore prima di andare a cambiarti ti va un giro per il parco? – Le chiese Harry speranzoso.
- Certo Harry andiamo! - Passeggiarono nel parco, mano nella mano, parlando del più e del meno e godendosi quel momento che avevano per stare assieme.

La ragazza sorrideva felice, anche se nel profondo della sua mente c'era qualcun altro ad occupare i suoi pensieri, e non poteva farci nulla.

Una parte di lei non vedeva l'ora che lui ricevesse il dolce, voleva sorprenderlo fargli vedere che le era riuscito e che le era riuscito bene; se ci pensava in modo razionale non capiva perché ci tenesse tanto alla sua approvazione, non c'era motivo per cui lei volesse le sue malate attenzioni eppure in quella settimana si era ritrovata più volte rispetto al solito nella stanza delle necessità sperando nel suo fastidioso arrivo.

Era saccente, petulante e aveva un modo di fare da perfido bastardo viziato rampollo di ricca famiglia che le dava sui nervi, ma quando la fissava negli occhi il suo cuore batteva alla velocità della luce, doveva concentrarsi su qualcos'altro per non arrossire alle sue attenzioni: credeva di essere migliore di tutte quelle petulanti ragazzine che appestavano la scuola le quale sbavavano per il biondo serpe verde, e invece ci era cascata anche una parte di lei.
- Amore, a che pensi? – Chiese Harry, vedendola pensierosa.
- Ho paura per stasera. E se il mio accompagnatore fosse brutto o pericoloso? – Chiese lei; ovviamente non era questo a renderla inquieta, bensì quei sentimenti che le vorticavano dentro e quella speranza che si rifiutava di ammettere, la quale era invece scolpita nel suo cuore.

Doveva essere malata, dovevano chiamare il San Mungo, prenotare una camera nel reparto di psichiatria e chiudercela dentro per poi buttare la chiave, perché nessuna Weasley sana di mente avrebbe potuto desiderare un Malfoy come cavaliere per il Ballo dei Fondatori.
- Tranquilla, durerà poco, verrò io a salvarti. – Rispose lui premuroso, ignaro che lei avrebbe voluto che fosse un altro a correre in suo aiuto.

Rise al solo pensiero di quella scena assurda.
- Scusa Harry sei così dolce. Ti amo tantissimo! - Rimasero ancora fuori stesi sul prato a farsi le coccole e a sognare il loro futuro fuori dalla scuola.
- Ti sposerò e ci ameremo per sempre! – Predisse lui, sicuro che quello fosse davvero quello che sarebbe successo.
- Per sempre. Ora però rientriamo, ho freddo! -
- Va bene Amore, entriamo! – I due non si erano accorti di essere stati seguiti per tutto il pomeriggio: qualcuno li aveva osservati e aveva origliato le loro conversazioni, per nulla contento di quello che aveva sentito.

Ginevra Weasley doveva essere sua, avrebbe rovinato per sempre i piani romantici di quel fesso di Potter e se la sarebbe portata via per sempre solo per fare un dispetto.

 

- Ginevra finalmente! Ma quanto tempo sei rimasta con Harry? – Le chiese Hermione appena questa entrò in camera: la castana era già lavata e si stringeva un accappatoio addosso.

- Ultimamente non ci siamo visti spesso! -

- Sì, sì... Fila sotto la doccia! -

- Sì capo! – Rispose, facendole il saluto militare per poi correre dentro il bagno appena in tempo per evitare la spazzola che le era stata lanciata contro.

- E muoviti! -

- SI’! – Rispose dalla doccia la rossa.

I preparativi furono lunghi, ma divertenti: le due bisticciavano e si lanciavano dietro le cose come due bambine, e così facendo i preparativi si erano prolungati all'infinito.

- Herm le buste! – Urlò Ginevra, vedendo le buste rosa che erano appena comparse sui loro abiti appoggiati sul letto.

- E' così tardi? – Chiese Hermione, buttando un occhio al suo orologio da polso: le lettere dovevano arrivare nelle otto e alle otto e trenta sarebbe iniziata la festa, per poi cenare alle nove tutti insieme.

- Sono già le otto? Herm muoviamoci. – Ginevra buttò la busta sul letto e prese il vestito.

- Non sei nemmeno un po' curiosa di vedere chi sarà il tuo accompagnatore? -

- L'accompagnatore che voglio è solo uno! E ci saranno un milione di ragazzi e quindi le possibilità che io vada con quella persona è una su un milione. Perché guardare il biglietto, tanto non sarà mai lui. – Fece Ginevra, rassegnata e arrabbiata.

Hermione le sorrise compressiva, non sapendo però che la rabbia di lei non era per la situazione del biglietto, ma solo perché anche se aveva iniziato il discorso pensando ad Harry era finita a pensare a Malfoy.

- Vieni, ti chiudo il corpetto. – La incoraggiò Hermione, e facendola voltare, iniziò a tirare i lacci del bustino con forza per far aderire l'abito in modo perfetto.

- Ahi! Cavolo Herm io voglio respirare! – Esclamò Ginevra dopo l'ennesima strattonata.

- Vai, ora sei perfetta. Chiudi anche il mio per favore. – Hermione indossava un vestito di un blu notte, e come voleva lo stile dell'epoca anche il suo aveva un corpetto che si chiudeva dietro.

- Ecco fatto Herm: il blu ti sta davvero bene. – Commentò Ginevra, guardandola.

Hermione sorrise al complimento e si mise la maschera, una semplice maschera di pizzo blu che le copriva gli occhi.

- Tu sei una favola, la maschera poi è bellissima! Ma Gin, quello è un vero smeraldo? – Chiese la castana, vedendo solo in quel momento il ciondolo che l’amica portava al collo.

- Mmm. No ma che, è soltanto un gingillo che ho comprato al Villaggio l'altra settimana. –

Rispose lei: non aveva alcuna intenzione di dirle che era un regalo di chissà chi, ricordava bene cosa era successo con la scopa che Harry aveva ricevuto per il suo terzo anno a Natale. No, la pietra le piaceva e l'avrebbe indossata, incurante di quello che poteva pensare l'amica.

- Molto carino! Dai prendiamo le buste e andiamo. - Arrivate sulle scale le due si separarono.

Ginevra rimase un attimo indietro e guardò l'amica scendere e guardarsi attorno: aveva aperto la busta e con loro orrore avevano scoperto che non c'era scritto il nome, ma solo un modo per distinguere l'accompagnatore.

 

Riconoscerà il suo cavaliere quando il braccialetto si illuminerà.

 

La ragazza alzò un sopracciglio: dentro la busta c'era un braccialetto in perle bianche.

Lo mise al polso e con un sospiro entrò in Sala Grande.

La sala era completamente trasformata: non c'erano più i lunghi tavoli dove solitamente consumavano i pasti.

Ora c'erano tanti piccoli tavolini per due, con sopra una candela.

Ad alcuni c'erano già le coppie che parlavano tranquille, altri invece erano vuoti.

Le solite candele che illuminavano la sala erano sparite, sostituite da lanterne di carta che rendevano l’atmosfera più suggestiva. Girovagò per un po' fino a che qualcuno non le andò in contro.

- Scusi sono mortificata. – Fece lei imbarazzata: non solo dovevano vestire in quel modo, ma anche parlare e atteggiarsi come se fossero davvero al tempo dei Fondatori.

- Nessun problema, signorina. – Rispose con cortesia il ragazzo.

Le pietre si illuminarono, e la rosa che il ragazzo aveva in mano cambiò colore, da bianca divenne improvvisamente rossa.

- Quindi è lei la mia dama? – Chiese lui, dandole il braccio e porgendole la rosa.

- A quanto pare. Grazie. –

Ginevra gli prese il braccio e accettò con piacere la rosa che lui le porgeva, poi lo squadrò con attenzione: era più alto di lei di tutta la testa, non era grasso, ma nemmeno magro, e sembrava ben in forma.

I suoi occhi erano di un azzurro stranissimo, e i suoi capelli erano neri.

I lineamenti del viso erano delicati e sofisticati, e le labbra fini si stendevano in un sorriso sghembo ed estremamente sexy.

Sedettero ad un tavolo senza perdersi troppo in convenevoli, chiacchierarono per un po' del più e del meno, ma rimanendo sempre sul vago.

- Sai, non ho idea di chi tu sia. – Fece di punto in bianco Ginevra, mentre beveva un sorso di idromele.

Lui rise, guardandola attentamente negli occhi, la sua attenzione però scese alla scollatura del vestito.

- Bella pietra. -

- Grazie, me l'hanno regalata. – Sorrise ancora lui: c'era qualcosa di famigliare nel suo modo di sorridere, ma non riusciva proprio a capire chi fosse.

Lo guardava negli occhi e sentiva come se qualcosa le stesse sfuggendo, ma la serata era troppo piacevole per iniziare un qualsiasi interrogatorio o rovinarla scoprendo chi c'era sotto la maschera.

- Sai, concordo con te. -

- Su cosa? – Chiese, stupito da questo commento inaspettato.

- Non mi interessa chi sei, mi sto divertendo e non ho voglia di pensare ad altro. -

- Perfetto e la serata è solo all'inizio. –

Il ragazzo si alzò e le tese la mano, lei la prese e si lasciò guidare in pista.

Ballarono stretti l'uno a l'altra.

- Sei maledettamente bravo. – Commentò sorpresa lei: ricordava bene come tutti i suoi fratelli fossero tutti pessimi ballerini, ma lui, Merlino, lui era un ballerino provetto.

- L'etichetta vuole che si balli a questo tipo di festa, soprattutto se in compagnia di una dama come te... Stanno per servire la cena forse è meglio tornare a sederci. -

- Certo. -

 

Il tempo volò per la giovane ragazza, che non si accorse nemmeno del tempo che passava: mangiava e parlava tranquillamente, e tutto le sembrava strano, come se fosse perfetto.

- Assaggia l'aragosta è deliziosa. – Fece lui, portando la sua forchetta alle labbra della dama.

- Mhmm è deliziosa, ma non credo che ci stiamo comportando come all'epoca dei Fondatori.. - Constatò lei, intercettando lo sguardo disgustato del professor Piton.

- Non badare a lui, è solo geloso perché noi ci divertiamo e lui no.. –

Rise ancora, e Ginevra si sorprese di quanto fosse facile ridere con quel ragazzo.

Possibile che non l'avesse mai visto? Uno come lui doveva essere popolare tra le ragazze, perché allora non riusciva a capire chi fosse.

- Non spremere troppo quella testolina, non è arrivato ancora il momento per sapere chi sono. Torniamo in pista? –

La cena era finita, e i tavoli stavano scomparendo, lasciando libero lo spazio per ballare.

Mentre volteggiava tra le braccia del suo cavaliere, intravide suo fratello ed Harry che la guardavano in malo modo: non si stava comportando bene nei confronti di Harry, ma alla fine non stava nemmeno facendo chissà quale torto al suo ragazzo.

Per quella sera era lui il suo accompagnatore, ed erano ad una festa, quindi si sarebbe divertita.

Gli eventuali problemi erano destinati al giorno seguente.

- Ti vedo nervosa. -

- Beh, c'è il mio ragazzo che mi guarda male, è geloso. -

- Allora forse è meglio se ti lascio andare da lui, non vorrei che litigaste per colpa mia... Io vado a prendere una boccata d'aria in giardino. A tra poco. – La ragazza lo vide uscire poi, sospirando, si avviò verso il suo Amore.

- Ciao Harry... – Lo sguardo di lui non preannunciava niente di buono.

 

Il vento fresco che soffiava nel parco gli provocò un brivido lungo la schiena: in quella sala faceva un caldo tremendo.

Si sfilò la maschera, spezzando così l'incantesimo che aveva imposto su di essa.

I capelli tornarono biondi, e gli occhi assunsero la solita sfumatura di ghiaccio.

Draco Malfoy aveva appena gettato la maschera.

A passo veloce si avviò verso il bordo della Foresta Proibita: il braccio gli bruciava, segno che lo stavano chiamando, l'ora doveva essere vicina.

Le attenzioni di quel fesso di Potter erano arrivate al momento opportuno: aveva faticato non poco a condizionarlo, segno che l'effetto della pozione stava svanendo.

- Finalmente sei arrivato... -

- Gli studenti sono tutti in Sala Grande, a mezzanotte ci sarà il brindisi.

Vi consiglio di attaccare in quel momento. -

- Perfetto Draco, siamo tutti molto fieri di te, soprattutto il nostro Lord. -

- Grazie zia Bella... -

 

Nel frattempo in Sala , qualcosa non andava: non era tutto rose e fiori come si poteva immaginare. Anche in paradiso c'erano problemi, ed erano anche molto grossi.

- Harry sei completamente pazzo? Io non ci ho fatto nulla con lui. – Si difese lei, ma Harry non era capace di ascoltare, era troppo arrabbiato, e il fratello bolliva come una pentola a pressione per il suo comportamento da “puttana”, come lui l'aveva definita, non aiutava a sistemare quell'assurda situazione.

- Ti sei strusciata tutta la sera a lui! – Commentò Harry, acido.

- Ho solo ballato! E cenato tranquillamente con il mio cavaliere, non ho idea nemmeno di chi sia e nemmeno mi interessa. – Esclamò inviperita lei: Harry era diventato tremendamente ottuso e stupido e, in quel momento, la gelosia era davvero una cosa stupida e insensata.

- Eravamo rimasti d'accordo che ci avresti solo cenato poi saresti venuta da me! -

- Harry, non posso piantare il mio accompagnatore. L'avrei fatto se avessi avuto una scusa valida, ma è stato carino e la serata piacevole, perché vuoi rovinare la festa? Non ci ho fatto nulla, e tu sei qui con Cho! Secondo te io sono felice di questo? No, eppure io, al contrario di te, mi fido! – Con questa conclusione, la ragazza si allontanò e uscì dalla Sala.

Improvvisamente, la stanza era diventata troppo piccola per contenere sia lei che Harry.

Uscì nel parco, e una ventata gelida la investì: rabbrividì, ma non si lasciò abbattere, si guardò attorno alla ricerca del suo cavaliere.

Non era rientrato.

Aveva tenuto un occhio sulla porta per tutta la discussione con Harry, quindi doveva essere ancora fuori.

Afferrò la gonna e iniziò a camminare verso il lago.

Percorse con attenzione le pietre scivolose per colpa dello strato di ghiaccio.

Si guardò attorno, ma non scorse nessuno.

La luna piena illuminava il parco, rendendole facile vedere chi ci fosse.

Continuò a scendere verso il lago, e alla fine lo scorse o almeno, scorse una figura che immaginò fosse lui.

Nessuno era tanto pazzo da mettersi a passeggiare per il parco con quel freddo.

Ginevra si avvicinò velocemente.

- Ehi che ci fai qua? – Il ragazzo si voltò verso di lei: si era tolto la maschera e ora poteva vederlo in viso, ma la luce della luna gli metteva il volto in ombra, impedendole di vedere chi fosse.

- Come è andata con il tuo ragazzo? – Chiese lui, cercando di non farsi riconoscere.

- Male, abbiamo litigato.. – Rispose lei, facendo un passo avanti.

Aveva già vissuto quella situazione, erano giorni che sognava quel momento, e tutto le fu chiaro quando riuscì a vederlo in viso.

Il mondo sì congelò: il destino aveva agito, e lei nemmeno se ne era resa conto.

I sogni avrebbero dovuto metterla in guardia da quel fatto, e invece lei ci si era buttata di testa.

- Non è possibile, Malfoy... – I rintocchi dell'orologio in cima alla torre sud segnarono la mezzanotte.

In un attimo, lui le fu accanto, bloccando ogni suo movimento, mentre i Mangiamorte uscivano silenziosi dalla foresta.

- Molto bravo Draco, ci vediamo a casa... – Fece uno degli uomini incappucciati.

- Certo... – Ginevra contò almeno una trentina di uomini.

Cercò di allontanarsi e correre via da lui, ma non ci riuscì.

- Ah ah, dove credi di andare, piccola Weasley? Stai ferma. Immobile. – Il suo corpo si blocco come fosse una statua di pietra.

Inutili furono tutti i suoi sforzi per cercare di rompere l'incantesimo.

- Sei proprio ingenua, sei caduta nella mia trappola... gli occhiali, il dolce e pure la collana.

Ti facevo più furba, e invece sei solo una sciocca ragazzina. – Ginevra non capiva cosa stesse succedendo. Come faceva solo la sua voce ad avere un potere così forte su di lei?

- Tu sarai per sempre soggiogata al mio volere, e non potrai mai liberarti di me. Tu non mi tradirai mai, perché tu mi ami! – Fece lui, con voce pericolosa.

- Io non... – Cercò di dire lei, ma le parole le morirono in gola.

- Ah ah... non conosci questa pozione? Bastano solo poche gocce per farti fare quello che voglio io.

Molto ingenuo da parte tua indossare qualcosa che non sai da chi arriva. Non potrai mai toglierla. – Sibilò lui, toccando la pietra.

Ginevra poté solo maledirsi mentalmente, mentre lui le accarezzava i capelli.

- Sei quasi accettabile, e ti userò per divertirmi: sarai la mia schiavetta e accetterai di fare tutto quello che io vorrò, perché tu mi ami. Lascerai Potter e la tua famiglia, tradirai tutti e verrai via con me. -

- Io... Verrò via con te... – Mormorò lei, mentre lacrime amare rigavano il suo viso.

Guardò il castello esplodere e sentì le urla dei suoi compagni, ma non poteva farci nulla.

Qualcuno aveva cercato di metterla in guardia, e il destino le aveva dato la possibilità di non essere li in quel momento... quanto era stata stupida, quanto era stata ingenua.

E ora, proprio come la professoressa le aveva predetto, le ali nere delle tenebre la stavano avvolgendo.

- Andiamo, e l'ora di essere marchiata. – Ginevra annuì debolmente e sparì con il male in persona.

 

Il destino aveva aperto la sua porta e l'aveva condotta dal suo malato e pericoloso “Amore”.

 

 

Fine

 

FINE! Che ne dite? Lo so forse l'ultimo capitolo è stato un po' affrettato, ma non sono troppo brava a scrivere i finali soprattutto questo tipo di finali.

La storia è finita, proprio finita finita. Almeno quando l'ho scritta non avevo in mente di fare un seguito e tutt'ora non ho in mente nessun seguito quindi mi spiace ma è proprio finita.

Ho dato a Draco un ruolo che non gli avevo mai assegnato, lo stronzo bastardo che la Row gli ha dato mi dispiace, nemmeno a me piace troppo, ma per una volta può passare.

Un bacio

alla prossima storia.

 

VI PREGO COMMENTATE IN TANTI!!

 

MiaBlack

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