Amami perchè senza di te niente posso, niente sono.

di vampirellasperduta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** 1. the beating of my heart. ***
Capitolo 3: *** 2. your lips, my drug ***
Capitolo 4: *** 3. your red rose. ***
Capitolo 5: *** 4. I have always loved you. ***
Capitolo 6: *** 5. your precious blood. ***
Capitolo 7: *** 6. unique and valuable. ***
Capitolo 8: *** 7. all I need, all I have. ***
Capitolo 9: *** 8. wedding day ***
Capitolo 10: *** 9. never without you. ***
Capitolo 11: *** 10. a sweet surprise. ***
Capitolo 12: *** 11. unexpected reaction. ***
Capitolo 13: *** 12. I have always wanted to become a father. ***
Capitolo 14: *** 13. Torment, pain, sweetness. ***
Capitolo 15: *** 14. I need a moment of happiness. ***
Capitolo 16: *** 15. blue eyes, like yours. ***
Capitolo 17: *** 16. the stars are like guardian angels. ***
Capitolo 18: *** 17. my only wish is to be with you forever. ***
Capitolo 19: *** 18. bite me, Damon ***
Capitolo 20: *** 19. What would I do if I lost my baby? ***
Capitolo 21: *** 20.What will you do for the rest of your life? ***
Capitolo 22: *** 21. his wife for eternity to let others know who I belong. ***
Capitolo 23: *** 22. happy birthday, Elena ***
Capitolo 24: *** 23. run, Damon, run. ***
Capitolo 25: *** 24. welcome to the world, Nathan. ***
Capitolo 26: *** 25. Memories. ***
Capitolo 27: *** 26. like a real family. ***
Capitolo 28: *** 27. Life is beautiful. ***
Capitolo 29: *** 28. you want passion, adventure and even a little dangerous. ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


ciao a tutte! questa è la mia prima fan fiction in assoluto quindi per favore non odiatemi se non vi piace qualcsa che scrivo! anzi accetto tutti i vostri consigli!
 
Stefan e Elena si sono lasciati e la loro storia è durato pochi mesi e entrambi non erano innamorati persi. rimangono molto amici e Stefan è un secondo fratello per Elena. Dopo che Klaus è stato sconfitto Elena inizia a provare strani sentimenti verso Damon ma questo lo scoprirete se volete leggere la storia.
 
spero che vi piaccia e che commentiate!
 
baci.
 

Jessy




POV ELENA

Caro diario,
È passata una settimana da quando Klaus è stato sconfitto e soprattutto da quando Damon mi ha salvato la vita. Sottolineo questo perché in questo momento lui è sempre presente nella mia testa, non riesco a pensare a nient’altro che a lui. Siamo solo amici o almeno, la mia ragione mi dice questo ma il cuore mi induce ad altro, e non so ancora a cosa.

 

Chiusi il diario perché non volevo più scrivere su tutto quello che mi passava per la testa. Volevo vivermi la mia libertà dai vampiri come qualsiasi altra ragazza di 17 anni!
Andai in bagno e accesi l’acqua della doccia. L’ acqua calda della doccia mi fece sciogliere la tensione ed era proprio quello che mi serviva. Senti la porta d’ingresso sbattere e pensai che Alaric e mia zia Jenna fossero usciti. Usci dalla doccia, mi asciugai e indossai una tuta a pantaloncino grigio e una canottiera blu e con ancora i capelli bagnati scesi in cucina a mangiucchiare qualcosa.
Entrai in cucina e lanciai un urlo. Credevo che ero sola in casa ma al contrario di quello che credevo dopo che avevo sentito sbattere la porta d’ingresso mi sbagliavo.
Era arrivato un ospite.
Damon.
Proprio lui! No!
“faccio cosi paura Elena?” e scoppiò a ridere con il suo solito tono sarcastico.
Non riuscì a non sorridere. “ come mai qui Damon ?” gli domandai sedendomi sulla sedia della cucina.
“ volevo salutare il mio caro amico Alaric e poi anche la piccola Elena, non posso?” e con un bicchiere di qualcosa, molto probabilmente d’alcolico, si avvicinò a me, e a un soffio dal mio viso mi chiese come stavo.
Io , persa nei suoi occhi color ghiaccio e il suono dei battiti del mio cuore nelle orecchie non riuscivo a rispondere razionalmente. Solo dopo che entrò Alaric e dopo che Damon si allontanò da me riuscì a respirare e a rispondere.
“ sto bene Damon, non devi chiedermelo ogni volta che mi vedi” risposi in un sussurro.
“ buongiorno Damon!” Alaric salutò il suo amico .
“amico mio posso offrirti qualcosa dalla tua bottega di alcolici?” chiese Damon.
“ non sono come te che beve gia dalle otto del mattino Damon e dovresti smetterla tu amico”
“ mamma mia che rompiscatole che site tutti voi, tu, Stefan, Elena e tutti quanti, mi devo preparare psicologicamente per stasera ragazzi! Mi avete costretto a venire a quella stupida festa per festeggiare la nostra amata libertà e quindi dovete accettare un Damon ubriaco!”
”sta.. stasera?? No! Stasera ce la festa al Grill!” quasi strillai istericamente. Me ne ero completamente dimenticata. Caroline l’aveva organizzata qualche giorno prima perchè voleva fare un’uscita tra amici normali dopo che Klaus era stato sconfitto.
“ eh si piccola, stasera” mi rispose il vampiro. Lo guardai. Lui non sapeva come mi faceva sentire bene quando mi chiamava piccola o scricciolo come faceva solo lui.
La festa. Dovevo pensare alla festa.
“ mi sa allora che vado su a scegliere cosa indosserò stasera e vado anche a sistemare i capelli” dissi per non pensare solo e soltanto a lui, lui e i suoi occhi color ghiac…Basta!
“vuoi una mano a scegliere il vestito Elena?” mi chiese sarcasticamente la mia ossessione.
Si si!
“no Damon!” l’ammonì . rise,  forse si era accorto della mia isteria!
Corsi sopra e dopo che chiusi la porta appoggiai la schiena contro di essa e sospirai. Quel ragazzo era dannato. Si, proprio dannato! Mi faceva impazzire. In tutti i sensi.

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Capitolo 2
*** 1. the beating of my heart. ***


Mi guardai allo specchio, ero pronta per la festa di stasera. Vestito nero senza spalline e semplici paperine sempre dello stesso colore. Capelli mossi.
Scesi al piano di sotto dove trovai Alaric, zia Jenna e mio fratello Jeremy.
“ alleluia sei pronta!” sbuffò Jer.
“ mamma mia quanta fretta” gli risposi. “ andiamo dai” sorrisi mettendomi un golfino bianco e aprendo la porta.
In macchina, guidata da Alaric, non riuscivo a seguire i discorsi che la mia famiglia faceva poichè pensavo solamente al fatto che da li a poco avrei incontrato una persona. Lui.
Perché è rigorosamente e costantemente nei miei pensieri? Perché mi manca quando lui non è vicino a me? Perché il mio corpo e soprattutto il mio cuore reagisce come non dovrebbe agire quando lui è con me?

Lui è solo il mio migliore amico? O no?

Devo ammettere che dal primo momento mi ha colpito sia per la sua straordinaria bellezza, sia per il suo carattere ma poi dopo che si è rivelato come uno stronzo egoista ammazzando gente qua e la non lo sopportavo piu ma poi qualcosa è cambiato in lui. È diventato responsabile, gentile, altruista e ha fatto uscire dalla corazza la sua umanità, nascosta da troppo tempo ormai.
 Bonnie e Caroline ritengono che il suo cambiamento è dovuto alla mia presenza poiché sostengono fermamente che lui sia innamorato di me.
Solo quando la macchina si fermò mi resi conto che eravamo arrivati al Grill.
Scendemmo e ci dirigemmo verso gli altri nostri amici, Stefan, Matt, Tyler, Bonnie e Caroline e lui in disparte appoggiato al muro dietro di loro, Damon, serio che guardava verso la mia direzione.
Sorrisi istintivamente guardando quella massa di ragazzi che mi era stata accanto per combattere Klaus e tutti i vampiri che mi volevano molta prima di lui. Ero in debito con tutti loro e lo sarei stata per tutta la vita.
Bonnie e Caroline mi vennero incontro e mi abbracciarono insieme.
“ciao Elena! Sei uno schianto!” mi disse Caroline.
“ ciao ragazze! Mi siete mancate! Siete bellissime anche voi” ricambiai io.
Mi avviai verso gli altri e salutai i maschietti che nel frattempo si erano congiunti con Alaric e Jeremy.
“ciao Stef” e lo abbracciai
“come stai tesoro?” mi chiese.
“stefan dovete smetterla di chiedermi come sto! Sto – bene! Sono ritornata alla vita di un tempo e sono felicissima! Il tuo compito è soltanto di farmi ricordare com’è divertirsi con gli amici, ok?”
“ok Elena ma promettimi che se hai bisogno di parlare verrai da me ok?” accarezzandomi una guancia. Io la presi tra le mie e gli dissi che avrei mantenuto la promessa.
Diedi un occhiata verso un altro vampiro. Il vampiro che mi ossessionava ultimamente e lo vidi scherzare con il mio amico Alaric. Non so se avesse ascoltato la mia ormai finita conversazione con suo fratello ma appena lo fissai, lui si girò verso di me e mi sorrise e io ricambiai incamminandomi verso di lui.
“ ehi” lo salutai timidamente.
“ehi piccola pronta per festeggiare?”
“si come no!” e gli feci la linguaccia.
Tutti entrammo e ci sedemmo in un tavolo. Io e Damon ci sedemmo uno accanto all’altra. Il mio cuore inizio a battere piu forte a causa del suo profumo terribilmente inebriante.  Chiusi gli occhi pregando di far ritornare il battito normale visto che lui se ne sarebbe accorto sicuramente.
Come non detto mi guardò con fare sospettoso.
“come mai sei agitata piccola?” mi chiese serio. Nei suoi occhi leggevo dubbio.
“tutto a posto Damon.” ma non lo accontentai perché non smise di fissarmi fino a quando Alaric e Jeremy lo chiamarono per giocare a biliardo.
Quando si alzò per andare da loro io tirai un sospiro e mi posai una mano sul petto per essere sicura che il mio cuore fosse ritornato ai battiti normali.
“Elena”
alzai il viso verso quella voce maschile.
Stefan era di fronte a me e mi fissava con un sorriso come per dire noi due dobbiamo parlare.
“ Stef”
“Elena perché non lo ammetti a te stessa?”
non capivo a dove voleva arrivare ma un pensiero si fondò nella mia testa.
“di che cosa stai parlando Stefan ?” gli chiesi.
“ti sto osservando da un po di giorni e sento soprattutto il tuo povero cuore come reagisce quando c’è lui”
no! Non poteva parlare di lui. “sshhhh, Stef ti prego, può sentirci!” Gli dissi a bassa voce.
“tranquilla Elena è troppo concentrato a giocare per ascoltarci. Elena puoi parlare con me dei tuoi sentimenti lo sai” mi disse. Sospirai e mi alzai per sedermi accanto a lui.
“Stef ho una gran confusione, e non so come mai ma forse Damon non è solo un amico. Non so quali sono i miei sentimenti verso di lui, so solo che in sua presenza sono agitata ma sono felice, il mio cuore impazzisce ma non vedo l ora di vederlo ogni volta, mi sento imbarazzata ma…. Mi piace.” Non continuai più e abbassai lo sguardo. Stef mi mise la mano sotto il mento per guardalo in faccia e io quasi mi misi a piangere.
“Elena apri il tuo cuore. Ne hai passate cosi tante che hai il diritto di essere felice, di amare e di essere amata. Tu lo ami. E non vuoi ammetterlo a te stessa perché hai paura. E non capisco perché tesoro. E se hai paura dei suoi sentimenti fidati che lui ricambia pienamente. Ne sono certo.” E mi sorrise.
“ma come fai a esserne certo Stef? È ambiguo…” dissi  ma Stef mi interruppe.
“ Ha riscoperto la sua umanità grazie a te. Ricordatelo sempre. Sei la persona più importante della sua vita Elena.”
“ma non vuol dire che mi ama” mi intromisi.
Stef sorrise “ Elena non sono io che devo dirti quali sono i suoi sentimenti” poi si schiarì la voce e mi girai e vidi Damon e Caroline che avevano raggiunto il nostro tavolo e ci stavano chiedendo di andare a giocare a biliardo con loro.
“no no non se ne parla Car! Non so giocare e farei solo una gran figura!” esclamai io.
Damon fece qualcosa che non mi sarei mai aspettata da lui. Mi prese in braccio e mi porto al tavolo di biliardo.
“tu adesso giochi con me e gli altri” e avvicinandosi ancora di più al mio viso soffiò “ e non voglio scuse”.
Sospirai e giocai sotto le risate dei miei amici vedendomi impacciata. Damon sempre con il suo bicchiere pieno di liquore non sbagliava una buca mentre io non ne prendevo neanche una.
“uffa faccio davvero schifo ragazzi! Qualcuno vuole giocare al mio posto?” e guardai Stefan implorandolo con lo sguardo.
“eh no signorina” mi disse Damon facendo no con la testa. “ devi giocare fino alla fine!” e sorrise.
“ ma state gia vincendo! Non ce gusto Damon!”  mi lamentai.
Il vampiro rise beatamente “ oh si che c’è gusto Elena! Vedere te perdere non ha prezzo! Scherzò.
Passammo la serata cosi, tra una risata e l’altra e mi accorsi che mi mancava terribilmente vivere una vita tranquilla. Ora che tutti i guai erano finiti potevo pensare a essere felice. Dopo il Grill i fratelli Salvatore proposero di andare alla loro pensione per finire la serata. Tutti accettarono con entusiasmo.
Damon era venuto con la sua macchina mentre Stefan era andato a prendere Matt e Tyler e visto che c’era anche la macchina di Alaric con cui eravamo arrivati io e la mia famiglia abbondavano i posti delle tre macchine. Bonnie e mio fratello Jeremy, ormai fidanzatissimi andarono con Alaric e Jenna. Caroline e il suo fidanzato lupo andarono con Stefan e Matt.
Eravamo rimasti io e lui.
“ti va di venire con me piccola?” mi chiese Damon.
“ certo” E arrossì involontariamente. Lui se ne accorse e ne ero certa perché per la seconda volta nella serata lessi il dubbio nei suoi occhi color mare.
Mi prese per mano e ci incamminammo verso la sua auto. Mi aprì la porta e mi fece entrare. Mi sedetti e sentivo le gambe molli perché fino a poco fa la sua mano teneva la mia. Sorrisi e quando si posizionò al volante lo guardai e pensai a quello che mi aveva detto Stefan quella sera al tavolo.


Io lo amo. 
Si il mio cuore mi dava la conferma. Lo amavo. Forse lo sempre amato e nascondevo i sentimenti ma erano sempre li. Nel profondo del mio cuore.

Damon ricambiò il sorriso apertamente.
“mi spiegherai mai un giorno il perché ti agiti cosi tanto in mia presenza signorina?” mi chiese.
Risi istericamente “ probabilmente no!” e accesi la radio per sviare il discorso. C’era una canzone troppo rock per i miei gusti e cambiai per cercare una più dolce ma Damon mi spostò immediatamente la mano “ Elena ti ricordo che questa è la mia macchina e decido io le canzoni che ascoltiamo? Ok piccola peste?”
“no ! dai Damon fa schifo quella canzone!”
“come osi dire che fa schifo! Ci vuole rispetto!”
sporsi il labbro inferiore a mo’ di bambina capricciosa. Lo vidi alzare gli occhi al cielo.
“ok!” mi disse. E io cambiai soddisfatta.
Peccato che il viaggio dal Grill a casa Salvatore durò pochissimo perché era cosi bello poter restare con lui da sola e parlare e scherzare con quel ragazzo che mi faceva impazzire.
Avevo deciso che mi sarei fatta avanti o per lo meno volevo fargli capire che lo amavo perché il coraggio di dirgli in faccia dei miei sentimenti era davvero poco!
Arrivammo e parcheggiammo mentre gli altri stavano scendendo. Quando raggiungemmo gli altri intravidi due ragazze sconosciute che stavano parlando con Stefan e Matt.
“ ragazzi scusateci tanto il disturbo ma abbiamo trovato solo questa casa nelle vicinanze della nostra macchina! È rotta e non capiamo niente di motori! Ci potete dare una mano?” spiegò una delle due ragazze, quella con i capelli biondi lunghi e con dei tacchi vertiginosi.
“per favore?” chiese quell’altra, mora e più slanciata e anche sfacciata direi da come implorava con il viso.
“calma calma signore!” Damon che era al mio fianco si fiondò al loro fianco e accarezzando il braccio di quella gatta morta della mora disse “ ragazze è venerdi sera e non ci sono meccanici disponibili a quest’ora.” poi guardando Stefan “ che ne dite signore se dormite qui da noi e poi domani vi porto personalmente dal mio meccanico di fiducia?”
io rimasi a bocca aperta.
Damon aveva invitato due ragazze a casa sua.
Stava flirtando con una di loro, precisamente la gatta morta che già mi stava su.
Stefan e Caroline si girarono per vedere la mia espressione e dalle loro faccie ho capito che probabilmente ero scioccata, quanto loro come minimo.
E io che volevo dirgli che l’amo.
È Damon.
Ci prova con tutte. Non ti potrà mai amare Elena!
Senza ombra di dubbio quelle due sgradite ospiti accettarono con piacere e la mora si voltò verso Damon e si presentò.
“io sono Cassie e lei è Katy” indicando la sua amica bionda. “ sei stato molto gentile a ospitarci, ehm scusa non so il tuo nome” fece accarezzandogli la spalla.
“Damon, molto piacere” ricambiò il vampiro. E si incamminò verso la porta d’ingresso con la sua mano sulla schiena di quella gatta morta.
Io rimasi immobilizzata li dove ero. Caroline mi raggiunse immediatamente e mi guardò preoccupata. Stefan fece lo stesso.
“tesoro sembri sotto shock!” mi disse Caroline.
“ non, non ho niente Car tranquilla” e mi diressi verso quella casa enorme, lasciando quei due vampiri troppo preoccupati per la mia salute mentale, da soli.
Non avevo chance con lui. E io stupida che credevo che forse le mie amiche avevano ragione quando dicevano che lui mi amava. Tutte balle! 
Il guaio era che io mi ero innamorata di un vampiro stupido ed egoista! Accidenti a  me!
Di una cosa ero sicura: in quella casa, nella sua casa, l’ avrei evitato con tutte le mie forze. Ero troppo delusa e arrabbiata con me stessa.
 

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Capitolo 3
*** 2. your lips, my drug ***


 Ero a pezzi emotivamente. Avevo messo da parte la paura di essere respinta, la paura di mettermi in gioco, di dare il mio cuore in mano a una persona e guarda che fine ho fatto: costretta a guardare l’uomo che amo che ci prova con un’altra, conosciuta da pochi minuti.
Entrai in casa Salvatore e mi diressi, contro voglia, verso l’immenso salotto dove i miei amici si erano seduti e avevano iniziato a bere e a parlare con una buona musica di sotto fondo.
L’occhio mi cadde immediatamente su di Lui e su quella gatta morta seduti vicini, anzi molto vicini, con i loro visi ad un soffio l’uno d’altro. Damon si accorse della mia presenza e voltò il viso verso il mio ma appena i nostri sguardi si incrociarono lo guardai fulminandolo e poi distolsi lo sguardo.
Non me ne fregava di come la poteva prendere.
Probabilmente non se ne sarebbe manco accorto della mia tristezza.
Sospirai e mi sedetti accanto a Bonnie che parlava animatamente con mio fratello. Appena mi sedetti si voltò verso me.
“Elena dai non fare cosi..sai come è fatto” disse l’ultima parte della frase più silenziosamente.
“no Bonnie! Non so come è fatto! Perché pensavo che avevate ragione voi ma a quanto vedo non è cosi” alzai la voce e indicai la coppia che mi dava tanto fastidio.
Non mi resi conto che avevo alzato la voce un tantino in piu del dovuto poiché tutti si girarono verso me.
“scusate” e abbassai lo sguardo.
“Elena vieni qua che ti devo fare vedere una cosa!” sbraitò Caroline.
Mi incamminai di fretta verso lei e passai di fianco a Damon che mi trattenne per il polso e mi chiese come mai ero cosi agitata.
Non risposi neanche, liberai il mio polso dalla sua stretta e me ne andai lasciandolo dubbioso. Non lo senti nemmeno più conversare con la tipa.
Non mi doveva importare.
Appena raggiunsi Caroline le chiesi cosa mi doveva fare vedere.
“niente tesoro.” E mi sorrise. “ ti volevo salvare da quella situazione.. sai Bonnie nonostante tutto vede ancora Damon con i suoi strani pregiudizi e quindi non può capire come t senti ma io si Elena”
“Caroline” le risposi “ grazie! Sei davvero una gran bella amica!” e ci abbracciammo.
“che ne dici di andare su nella tua camera e stare un po’ da sole?” propose la mia amica vampiro.
Da quando Klaus entrò nelle nostre vite Stefan e Damon mi obbligarono a dormire quasi tutte le notti qui alla pensione e visto che io e Stef non stavamo più insieme non potevamo dormire nello stesso letto e perciò mi avevano lasciato una delle tante camere da letto che c’erano al piano di sopra.
Ci incamminammo per le scale e quando arrivammo nella mia camera sia io che Car ci buttammo sul grande letto .
“sai Car a volte mi mancano le questioni con i vampiri cattivi! Queste situazioni amorose mi fanno impazzire!” tutte e due scoppiammo a ridere.
“Elena lui si sente secondo a tutti ed è perciò che si comporta cosi. È più facile farsi odiare”
“io non potrò mai odiarlo. Credevo di poterlo fare soprattutto dopo che aveva ucciso Jeremy ma il mio cuore era li che mi induceva a non odiarlo anzi…” sospirai e mi girai verso Car e mi misi con la pacia rivolta sul lenzuolo di seta che era posato sul letto.
“che situazione” bofonchiò la vampira.
Sorrisi e gli diedi uno sbuffo sul braccio.
“grazie dell’incoraggiamento eh!” e mi misi a ridere.
Rimanemmo sole per più di mezzora fino a quando salì Alaric e ci chiese del perché eravamo li isolate.
Car gli rispose che erano questioni tra donne.
“capito signore. Comunque se scendete mi fareste un grande favore visto che dovrei fare una cosa” rispose vago e con un filo di imbarazzo.
“Rick tutto a posto? Cosa devi fare?” chiesi io.
“ se scendete lo vedrete” e sorrise mentre richiudeva la porta della stanza.
Noi due, come sempre molto curiose, scendemmo in fretta dal letto e ritornammo dai nostri amici. Alaric era vicino ai fratelli Salvatore, lui ancora più nervoso e imbarazzato di prima e Stefan con uno strano sorriso sul viso.
Caroline raggiunse Tyler e io mi sedetti vicino a Jenna che stava sorseggiando qualcosa dal suo bicchiere. Lei, mia zia, che si era presa la responsabilità di diventare tutore di due adolescenti che avevano appena perso i loro genitori, era diventata la mia seconda mamma.
Non ebbi il tempo neanche di rivolgere la parola a mia zia che Alaric battè sul suo bicchiere di liquore un cucchiaino e si schiarì la voce.
“grazie di esserci tutti quanti e anche se ci sono due ospiti non posso più aspettare.” Prese un grande respiro e vederlo cosi teso mi faceva tanta tenerezza. Sorrisi di rimando.
“ora che sembra che possiamo vivere le nostre vite come semplici persone devo fare una cosa” noi tutti, escluse due delle ragazze che involontariamente guardai, la sapevamo lunga su quello che voleva far capire Rick.
Ritornai a guardare il mio professore di Storia e mi accorsi che si era avvicinato a me, non capivo.
Poi mi resi conto che affianco a me c’era mia zia, la sua fidanzata!
“oddio!” eslamai io quando mi resi conto di quello che voleva proporre!.
Vidi Alaric inginocchiarsi davanti a Jenna, che nel frattempo rimase a bocca aperta.
“ signorina Jenna, mi vuole concedere l’onore di diventare mia moglie?” chiese a mia zia estraendo dalla tasca della sua giacca una scatoletta e aprendola mi sporsi per vedere anche io l’anello che era inserito dentro.
Era stupendo. un anello in oro bianco con tre pietre a mo’ di trilogy piazzate al centro.
“sei stata il mio passato, sei il mio presente e voglio con tutto me stesso che diventi il mio futuro” spiegò Alaric.
Rimasi senza parole.
Era un uomo eccezionale.
Pieno d’amore per mia zia.
Rimasi cosi incantata dalla sua frase dolcissima che mi venne da piangere e qualche lacrima non riuscì a non trattenerla. Mi asciugai immediatamente il viso e sentì dire da mia zia un caloroso “Si” con voce rotta dall’emozione.
Si diedero un bacio e poi rimasero abbracciati un po mentre io Bonnie e Caroline ci raggiungemmo ed emozionate ci abbracciammo!
“wow! Organizzeremo un matrimonio!”disse Caroline. Non aspettava altro!
Quando Jenna rimase da sola  andammo insieme da lei e l’abbracciammo.
“congratulazioni zia!” dissi io.
“congratulazioni” dissero le altre ragazze.
“vado da Alaric a congratularmi” dissi avviandomi verso quel mio futuro zio.
Damon era li con lui e si stavano abbracciando.
Li raggiunsi e abbracciai Alaric
“grande Rick! Sai che diventeremo parenti? Congratulazioni!” dissi con tutto l’affetto che provavo per quell’uomo che ormai era entrato nella mia vita.
“oh Elena! Sono contento che faremo parte della stessa famiglia anche se adesso gia siamo molto uniti.. ti voglio bene Elena”
“ti voglio tanto bene anche io Rick, gia ti considero come uno zio” e gli sorrisi apertamente.

Quando ci raggiunsero gli altri maschietti della congrega decisi di lasciarli da soli e appena mi girai per tornare dalle altre ragazze Damon mi fermò con il suo braccio.
Era in mezze maniche e si vedevano tutti i tendini del braccio tesi. Era bellissimo.
Non dovevo pensare a queste cose!.
Il mio cuore incominciò a galoppare.
“io e te dobbiamo parlare” disse e sempre con la presa sul mio braccio mi portò su nella sua stanza.
Erano inutili i miei tentativi nel dirgli che non volevo parlare con lui.
Arrivati nella sua stanza mi liberò della sua stretta. Mi aveva anche fatto male e infatti mi massaggiai il punto dove fino a poco prima c’era la sua mano possente che mi teneva stretta.
“mi hai fatto male scemo!” gli urlai contro.
Non volevo affrontarlo. Sentivo gia le lacrime della rabbia salirmi agli occhi. Non poteva vedermi piangere. Lui proprio no.
“Elena ti prego dimmi come mai mi stai evitando da tutta la sera!” mi chiese.
Non risposi. Se avessi aperto bocca sarei scoppiata a piangere.
“hai deciso di non parlarmi più eh piccola?”
“non – chiamarmi – piccola!” gli urlai e mi voltai verso la porta per andarmene.
Mi fermò bloccandomi con le mani sulle mie spalle.

Eravamo li. Con i nostri visi molto vicini. Il mio cuore che batteva fortissimo e con i miei occhi velati dalle lacrime.
Il suo respiro era irregolare. Mi fissava dubbioso e leggevo nei suoi occhi color mare qualcosa che non capii perché ero troppo concentrata a non piangere.
Una lacrima solcò il mio viso.
“Elena perché piangi?” e si avvicinò ancora di più. Era preoccupato per me.
Scoppiai a piangere. Mi abbracciò e appoggiai la testa sul suo petto. Il suo profumo era invitante.
“Elena ti prego rispondi. Perché ho qualcosa in mente ma non voglio illudermi. Ti prego Elena” sentire Damon implorare qualcuno era una soddisfazione segreta anche se in quel momento pensavo a tutt’altro. Io che non dovevo illudere lui? Lui mi ha illuso cavolo!
“Damon” provai.
“si dimmi piccola” mi incoraggiò lui.
Fissai i suoi occhi. Volevo dirgli tutto quello che provavo per lui. Mi faceva sentire cosi bene. I suoi abbracci erano la mia casa. La sua voce era una sinfonia per me.
I suoi occhi, il mio mare personale.
Gli presi una mano.
Si avvicinò ancora di più.
Sentivo il suo respiro fresco sul mio viso.
Quelle labbra che tanto avevo sognato di baciare erano a pochi passi dalle mie.
Le fissai e lui se ne accorse.
“Damon io ti devo dire una cosa..” cominciai.
Una delle mie mani era ancora intrecciata con la sua. L’altra l’appoggiai sul suo braccio sinistro.
Avevo tanto voglia di baciarlo. Di sentire le sue labbra sulle mie.

Mi avvicinai di più e sfiorai le sue labbra con le mie.

Ma mi spostai all’istante.
La porta si aprì e una persona entrò.
“Ehi Damon, mi chiedevo dove ti fossi cacciato” disse quella gatta morta mora di cui non ricordavo nemmeno il nome.
Chiusi gli occhi e la voglia di piangere ritornò. Lasciai la presa su Damon e me ne andai.
“oh scusa Elena se vi ho disturbato” disse quella poco di buono tanto altezzosa.
“Elena aspetta!” urlò lui.
Mi afferrò da dietro. Mi girai.
“tranquillo Damon, goditi il resto della serata con quella li” singhiozzai.
“Elena..”
“lasciami stare” dissi e lui mi liberò.
“ comunque io mi chiamo Cassie” mi rispose quella li che si avvicinò a Damon e lo invitò a farle vedere la sua camera.
Non riuscì a sentire il resto della conversazione perché stavo gia scendendo di corsa per le scale e l’unico mio obbiettivo era uscire da quella casa.
Presi le chiavi della macchina di Stefan e uscì di casa.
Guidai fino a casa piangendo.
Lo amavo cosi tanto. E l’avevo quasi baciato.
Era stato bellissimo.
Ma quando Cassie fece la sua entrata mi ricordai il perché ero arrabbiata quella sera. Lui ci aveva provato con lei.
Non poteva ricambiare i miei sentimenti.
Singhiozzai ancora più forte.
Sali in camera e la prima cosa che feci fu chiudere la finestra. Non volevo assolutamente che qualche vampiro soprattutto lui entrasse durante la notte chiedendomi perché fossi fuggita cosi dalla festa.
 
POV DAMON.
 
Elena, la mia piccola Elena stava piangendo.
L’avevo fatta piangere. Mi odiavo per questo. Quando entrò quella ragazzina capì il motivo del suo turbamento. Le dava fastidio la sua presenza.
Una sensazione si impossessò della mia mente. Ma non volevo illudermi. Non potevo soffrire, ancora.
Elena era gelosa…di me?
Elena provava qualcosa…per me?
Ogni volta che stavo con lei mi accorgevo del suo cambiamento: il battito accelerato, il diventare rossa in viso, l’imbarazzo e la timidezza.
Non illudermi Elena, ti prego.
 
 







Ciao ragazze.. spero che il capitolo vi sia piaciuto! Comunque ditemi cosa ne pensate perché accetterò qualsiasi vostro consiglio!
Ho inserito un breve ma, secondo me, significativo pov di Damon per far capire un po quello che sta passando il nostro amato vampiro dato che si è accorto del cambiamento di Elena. Damon chiama Cassie  ragazzina perchè per lui non conta niente,anzi era un modo per far ingelosire elena.
Nei prossimi capitoli ci saranno delle svolte significative nel loro rapporto, perché in fondo si amano entrambi!
 
A presto, un bacio.
Ringrazio JenSalvatore per le sue bellissime recensioni, ringrazio anche AriaSolis e tutti quelli che hanno messo la storia in quelle da seguire.
Jessy

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Capitolo 4
*** 3. your red rose. ***


Aprì gli occhi la mattina seguente a quella fatidica sera.

Avevo quasi baciato Damon , le nostre labbra si erano sfiorate e in quel momento il mio cuore perse un battito. Avevo sognato quel bacio da troppo tempo ormai ma non avrei mai immaginato che le nostre labbra si toccassero appena e basta.

Mi alzai dal letto ma la voglia di affrontare la giornata era davvero poca. Sapevo che avrei dovuto subire tutte le domande dei miei amici e al pensiero sospirai.
La mia attenzione cadde sul mio telefonino e cliccando il display notai le 31 chiamate che mi avevano fatto Stefan, Caroline e lui.
D’istinto riposi il cellulare sul comodino e andai in bagno. Avevo gli occhi rossi e gonfi per colpa del pianto che mi accompagnò tutta la scorsa notte. Mi sciacquai il viso ma il risultato era lo stesso.
Mi maledì mentalmente.
Sentì una gran confusione provenire dal piano di sotto e mi domandai quale fosse il motivo.
Scesi. Caroline era li seduta al tavolo con tanti fogli davanti e parlava animatamente al telefono. Mi mimò un ciao che io ricambiai e fui contenta che in casa c’eravamo solo io e lei e nessun’altro.
Presi una brioche alla nutella e inziai a sgranocchiarla.
Sapevo gia che appena Caroline smetteva di parlare al telefono mi spettava un terzo grado con i fiocchi e pregai che la conversazioni durasse il più a lungo possibile.
“Arrivederci e grazie Tom” salutò al telefono. Io feci finta di niente.
Car si girò verso di me. “ attendo un resoconto Elena, dettagliato” disse con voce autoritaria ma che nascondeva una grande curiosità.
“Car non ne voglio parlare ti prego” volevo assolutamente deviare il discorso.
“Elena almeno dimmi perché hai pianto tutta la notte. Ti ho sentito piangere… sei fuggita dalla pensione e mi sono preoccupata tantissimo, noi tutti ci siamo preoccupati.”
“Car lo quasi baciato” sussurrai.
“tu- cosa hai fatto!” esclamò allegra. “e piangi per questo?” forse le sfuggiva qualcosa.
“Ti ricordo che ha fatto dormire a casa sua due ragazze e con una ci ha anche provato… dovrei sprizzare gioia da tutti i pori secondo te?” le chiesi un po alterata.
“Elena, Elena quante volte ti devo dire che sei l’unica persona importante nella sua vita? Prova seri sentimenti verso te ma è cosi presuntuoso che non si farà mai e poi mai avanti per primo.”
Sospirai.
“non fate altro che ripetermelo! Ma io sono qui e se mi a…” e mi bloccai.
“so quello che pensi Elena ma prova a metterti nei suoi panni, non vuole illudersi per l’ennesima volta e perciò aspetta che tu sia la prima a dirgli che lo ami” mi spiegò.
Mi salì un dubbio.
“hai parlato con Damon?” le chiesi.
“no! Io? No no!” e si alzò prendendo i fogli e facendo finta di leggere qualche informazione.
“tu – hai – parlato- con lui! Cosa gli hai detto Car??” sbraitai.
“Elena non alterarti… mi ha chiesto di ascoltarlo, dovevi vederlo era cosi preoccupato, e io non sono riuscita a dirgli di no!”
“sai Car non voglio assolutamente ascoltare una sola parola in più” .
il campanello della porta suonò.
“vado ad aprire” e mi avviai verso il portone.
Stefan era li immobile, teso come una corda di violino.
“ciao Stef” lo salutai.
“Elena” e mi abbraccio come se fossi un cucciolo bastonato. Faticavo a respirare.
“Stef mi stai soffocando” gli dissi e appena mi liberò della sua stretta entrò e mi chiese come stavo.
“ti prego” misi le mani avanti. “ non incominciare anche tu! ti spiego in poche parole: lo baciato anche se è stato un bacio molto molto molto casto devo dire, poi Cassie è entrata e mi sono ricordata che lui l’aveva invitata a dormire e perciò me ne sono andata” gli spiegai tralasciando quasi tutta la storia.
“ e perché piangevi tesoro?” chiese Stefan ancora preoccupato.
“ perché quando sono arrabbiata piango e so che è una reazione assurda ma ero arrabbiata!” dissi istericamente. “ e poi ero li, in camera sua, io e lui, ci siamo quasi baciati…” confessai.
Stefan si avvicinò a me e mi abbracciò
“Stefan non riuscirò mai ad affrontarlo oggi uffa” sussurrai.
“Elena ma che dici?” mi chiese Caroline quando sciolsi l’abbraccio.
“guarda che Damon ha svegliato quelle due alle sette di stamattina, le ha accompagnate dal meccanico ed è ritornato subito a casa anzi lui voleva venire qui ma io gliel’ho vietato.” Spiegò Stef.
Sorrisi,  “ragazzi dirvi grazie è poco” i miei due amici si guardarono e poi risero.
“ma dov’è Jenna?” chiesi io notando che mia zia non era presente in casa.
“tranquilla Elena, lo mandata a fare colazione con Bonnie, dovevo assolutamente iniziare a organizzare questo matrimonio da sola e poi c’era la questione “Elena  - innamorata – di – Damon” e quindi ho pensato che se restavamo sole era meglio.”
“ok” dissi solamente.
“ragazzi vado a cambiarmi un attimo e poi scendo ok? E dopo il loro consenso ritornai in camera mia per vestirmi; tolsi il pigiama e mi misi dei pantaloncini color jeans e una canottiera bianca con un fiocco al centro, sotto il seno. Indossai le converse nere e scesi.
In cucina i miei amici erano immobili, Caroline aveva le lacrime agli occhi e su tutto il viso, Stefan era sconvolto.
“ragazzi cosa è successo?” chiesi allarmata.
“Matt” tentò di dirmi la vampira.
Mi avvicinai a loro e tentai di farmi dire di più.
“Matt è all’ospedale.. ha avuto un incidente!” Car scoppiò a piangere .
“oh mio dio! E come sta?” dissi rivolgendomi a Stefan.
“non lo so bene Elena, mi appena chiamato Tyler e mi ha detto che era all’ospedale perché Matt ha avuto un incidente con l’auto. Dai su andiamo”
e tutti e tre sconvolti uscimmo di casa e salimmo sulla macchina di Car.
Seduta sul sedile posteriore guardavo fuori dal finestrino con le lacrime che mi rigavano il viso. Matt aveva rischiato la vita per un incidente stradale. Come i miei genitori. Morti.
Non era finito all’ospedale per qualche cosa legata ai vampiri, no. Era finito li per un “banale” incidente stradale umano. Ma perché le persone a cui tengo muoiono attorno a me e rischiano la vita? Non ne avevo gia passate troppe?
Mi asciugai il viso quando Car parcheggiò. Scendemmo e di corsa entrammo all’ospedale. Stefan chiese all’infermiera dove fosse la stanza di Matt Donovan e appena ci diede il numero di essa ci incamminammo a passo svelto verso la stanza.
Nella sala d’attesa a pochi passi delle stanza c’erano gli altri nosti amici. Tyler abbracciò subito la sua fidanzata Car che scoppiò a piangere fra le sue braccia. Bonnie e mia zia Jenna erano sedute e appena mi videro mi vennero incontro e ci abbracciammo. Stefan chiese cosa avesse detto il dottore riguardo Matt a mio fratello Jeremy.
“il dottore ha detto di stare tranquilli, si è rotto un braccio ma non è in pericolo di vita.. adesso lo stanno visitando e poi possiamo andare da lui”disse guardando tutti i nostri visi più rilassati dato la notizia appena ricevuta.
Ero molto più rilassata. Mi guardai intorno e il mio cuore perse un battito. Damon era li, con le spalle appoggiate al muro, che mi fissava.
 
I suoi occhi color ghiaccio incatenarono i miei color cioccolato. Non riuscivo a distogliere lo sguardo su di lui.
Mi era mancato nonostante tutto. E in quel momento avrei tanto voluto un suo abbraccio.
Arrivò Alaric che subito andò da Jenna per abbracciarla e per farsi dire come stava Matt. Damon si diresse verso lui e parlando con lui mi dava le spalle.
Ripresi lucidità e chiesi a Stefan e agl’altri se volevano un caffè cosi potevo allontanarmi da lui.
Tyler e Jeremy acconsentirono cosi mi avviai verso l’altra sala d’attesa dove erano situate diverse macchinette. Inserì i soldi e aspettai che i caffè diventassero pronti.
“Elena”
mi girai spaventata.
“devi calmarti senno ti verrà un infarto un giorno di questi”
“divertente” dissi a lui.
Damon.
Mi aveva raggiunto.
Ritornai a fissare la macchinetta. Maledetto il mio cuore che ogni volta che c’era lui iniziava a battere forte.
Tentai di farlo ritornare normale, invano.
“Elena non credi che mi devi delle spiegazioni?” mi chiese appoggiando la schiena alla macchinetta. Le nostre braccia si sfiorarono e io ebbi la pelle d’oca.
Lo guardai negl’occhi. Pessima mossa.
“ Damon non ho niente da dirti” sussurrai.
Il primo caffè era gia pronto ma non potevo prenderlo in mano. Si sarebbe accorto sicuramente del tremore della mano che avevo in quel momento con lui accanto.
“sto – letteralmente – perdendo – la – pazienza” mi disse massaggiandosi le tempie. Era nervoso?
“Elena io ci tengo a te, molto, e vederti piangere non mi fa bene” mi disse incatenando i suoi occhi ai miei.
Avevo le gambe molli.
“io sono qui, per te, non so se l’hai capito bene… io sceglierò sempre te”. Mi ricordai immediatamente quel giorno in cui, in camera sua mi disse esattamente le stesse parole, io sceglierò sempre te.
Continuò “ voglio solo pregarti di non dirmi che sei pentita di quello che stavi per fare ieri sera. Non dirmelo per favore” aveva forse pensato che mi ero pentita di averlo quasi baciato? Se non fosse entrata quella Cassie molto probabilmente quel bacio poteva essere chiamato davvero bacio!
“Damon aspetta..” e gli misi una mano sul suo braccio.
“ non mi sono pentita” confessai senza pensarci un attimo. Solo lui riusciva a farmi destabilizzare in quel modo.
“bene” disse e se ne andò. Mi lasciò sola,li davanti alla macchinetta con il cuore che mi usciva dal petto e con la pelle che bruciava dato che ero arrossita.
Mi dovetti sedere su una delle sedie accanto alla macchinetta per riprendermi completamente.
Io sono qui per te. Le sue parole.
Dio, quanto l’amavo.
 
 
Quando i caffè furono pronti ritornai dai nostri amici.
“Elena possiamo andare da Matt, veloce!” mi fece Stefan.
Lasciai i caffe su una sedia e andammo nella stanza del nostro amico.
Aveva dei graffi sul viso ma nonostante il braccio ingessato sorrideva ed era tranquillo.
“Ci hai fatto prendere un bel spavento” disse Tyler all’amico.
Matt sorrise. “dai ragazzi sono qua e sono vivo, non ce niente da preoccuparsi” disse per tranquillizzarci.
Mi accorsi che Damon non c’era in stanza. Che ragazzo ambiguo.
“Alaric dov’è Damon?” chiesi al professore.
“ha detto che andava a spostare la macchina e poi ritornava” e sorrise.
“Ok rick” risposi.
Stammo li con Matt fino a quando un’infermiera entrò e ci disse di lasciarlo solo per farlo riposare.
Lo salutammo abbracciandolo.
L’infermiera ci disse che potevamo ritornare la sera per un’altra visita e cosi ognuno di noi si incamminò verso l’uscita.
Ma Damon dove si era cacciato?
Parli del diavolo e spuntano le corna.
Entrò dalla porta.
“allora Matt come sta? Non c’e un dannato posto libero qui…” si scusò del ritardo.
Alaric gli rispose che nonostante il braccio rotto era il solito Matt.
Lo guardai mentre parlava con Rick.
Possibile che non mi degnava di uno sguardo? Ne ero certa, indossava una delle sue maschere per non far trapelare le sue emozioni. Io gli avevo detto che non mi ero pentita di averlo quasi baciato e doveva provare delle emozioni. Ne ero certa.
 
Entrai in casa mia. Non mi aveva guardato nemmeno un istante. Possibile? Che ragazzo difficile!
Sali in camera per togliermi le scarpe, entrai e mi fermai.
 
Sul letto in mezzo la stanza spiccava qualcosa che prima non c’era.
Una rosa rossa. La più bella rosa che avessi mai visto.
Mi avvicinai e vidi che c’era anche un biglietto. Con mano tremolante e con un gran sorriso sul viso lo aprì.
 
D.
 
Semplicemente D.
Era stato lui a regalarmi quella rosa.
Ecco perché ci aveva messo cosi tanto in ospedale. Era venuto in camera mia.
Il mio cuore inizio a galoppare come sempre quando pensavo a lui.
Ti amo Damon pensai.
 
 
 
 
 
Ciao ragazze!
Cosa ne pensate del capitolo???
Vi prego recensite perché vorrei sapere cosa ne pensate! Comunque ringrazio chi segue la mia ff, chi recensisce e chi ha inserito la storia tra le preferite e nelle seguite.
Un ringraziamento  speciale a JenSalvatore!
Spero che seguirete ancora la mia storia!
Un bacio
Jessy
 
 

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Capitolo 5
*** 4. I have always loved you. ***


 POV DAMON
 
Entrai dalla finestra della sua camera.
Non si era pentita di volermi baciare, ed era la cosa più bella che potessi sentire.
Appoggiai la rosa sul suo letto ancora disfatto.
Sentivo il suo profumo ancora, ne andavo matto.
Quella notte volevo stare con lei ma aveva chiuso la finestra. E la sentivo piangere.
Appoggiai il biglietto accanto la rosa.
Ti amo Elena pensai.
 


POV ELENA
 
Ero lì, in camera mia, con il cuore che mi stava per uscire dal petto e con la sua rosa tra le mani.
Non sapevo se andare da lui o aspettare di vederlo.
“elena che fai?” mi chiese Jeremy aprendo la porta del bagno che avevamo in comune.
Mi girai e gli risposi “niente Jer, mi sa che esco un attimo” e mi avviai verso la porta.
Jeremy era distratto e poi da quando stava con la mia amica Bonnie pensava solo a lei e a nessun’altro. Scesi le scale e per un pelo non caddi per terra. Mi aggrappai al corrimano e scesi con più calma.
“Alaric io esco!” urlai per far capire al mio futuro zio che sarei uscita.
“capisco” rispose Rick sorridendo. La sapeva lunga pensai.
Aprì la porta e persi un battito.
Sorrisi.
“ehi” lo salutai.
Lui ricambiò. “dove andavi cosi di fretta?” mi chiese con il suo solito sorriso sghembo.
“avevo intenzione di ringraziare quel vampiro che mi ha regalato una splendida rosa” e arrossì.
“interessante”  e si avvicinò. “ e come pensi di ringraziarlo?” mi chiese incatenando i suoi occhi color ghiaccio ai miei color cioccolato. Mi persi e non riuscì a rispondere.
“Damon” sussurrai. Lui si avvicinò ancora di più. I nostri corpi erano come due calamite. La distanza era sempre troppa.
Non mi interessava se in cucina c’era Alaric e su in camera mio fratello.
Eravamo solo io e lui. E la mia gran voglia di baciarlo.
Misi le mie mani sul suo viso e mi avvicinai a lui.
Spostai i miei occhi dai suoi alla sua bocca carnosa e invitante.
Avvicinai la mia bocca alla sua e lo baciai. Il mio cuore esplose. Mi staccai quel tantino per guardarci e Damon mi attirò a se con il suo braccio attorno alla mia vita e continuò quel bacio, il nostro primo bacio, perfetto, pieno d’amore nascosto da troppo tempo. Damon mi accarezzava tutta la schiena mentre quel bacio durò un’eternità.
 
Il nostro primo bacio, carico di passione, di voglia, di attesa e soprattutto di amore.
“ti amo Damon” dissi staccandomi un po e soprattutto per riprendere fiato.
“ ti ho sempre amata Elena” mi sussurrò dandomi un altro bacio.
 
Rimanemmo li sul portico di casa mia, incatenati uno all’altra. I nostri occhi parlavano da soli. Gli accarezzai il viso più volte e lui fece lo stesso.
“ragazzi perdonatemi se interrompo il vostro momento ma se volete entrare…” ci interruppe Rick che con un gran sorriso sulla faccia ci apri la porta per farci entrare.
Damon intrecciò la sua mano nella mia, e entrammo in casa, io felice come non mai, con l’uomo che amo e che ho sempre amato al mio fianco.
Ci sedemmo sul divano. Damon mi fece appoggiare la testa sul suo petto e mi baciò i capelli.
Alzai il viso per guardalo negl’occhi e lo baciai.
“ ti ho sempre amato Damon, e scusami se ho tenuto nascosto per troppo tempo i miei sentimenti” gli dissi dolcemente.
“meglio tardi che mai no?” e sorrise. Lessi nei suoi occhi tranquillità, amore e consapevolezza.
“Damon ti vuoi fermare a mangiare qua?” chiese Rick che era ai fornelli.
Mi zia scese dalle scale e quando si accorse di me e di Damon abbracciati uno all’altro saltellò su se stessa e gridò “finalmente!”
“vedo che tutti quanti aspettavate questo momento” disse Damon con amarezza.
“oh si mio caro, sembravate Romeo e Giulietta!” rispose mia zia abbracciando il suo fidanzato.
“oh che carini” disse sarcasticamente il mio Damon.
io mi limitai a ridacchiare e a stringermi ancora di più a lui.
Ero finalmente felice.
Mangiammo tutti insieme, io e Damon, Alaric e Jenna e mio fratello Jeremy che abbracciò il vampiro quando ci vide insieme. Erano diventati molto complici da quando mio fratello venne a conoscenza dei vampiri e io ero molto contenta di questo.
Per Damon era più facile farsi odiare ma nonostante tutto aveva degli amici anche se lui, presuntuoso come sempre, non lo ammetteva.
Dopo aver sparecchiato Jeremy uscì. Andava da Bonnie, come sempre.
“Elena sai che Caroline vuole assolutamente organizzare il mio matrimonio?” mi chiese mia zia Jenna.
“ certo che lo so zia, non aspettava altro.” Confessai. Jenna sospirò.
“ non ne vuole sapere di quello che mi piacerebbe avere al mio e dico mio matrimonio. Non le si può dire niente!” disse istericamente.
“zia calmati” e le misi una mano sul braccio “ Caroline è molto brava a organizzare le feste e fidati che rimarrai soddisfatta del suo lavoro.. in fondo hai una wedding planner tutta tua! Cosa vuoi di meglio?” le chiesi teneramente. Si stava calmando.
“grazie Elena, dai vai dal tuo Damon su” e mi sorrise apertamente. Ricambiai e andai in salotto.
Il mio vampiro parlava con Alaric e quando mi avvicinai Damon mi abbracciò.
“scusa amico ma mi devo occupare di una certa persona adesso” disse il mio lui.
Io arrossì
Alaric senza rispondere si avviò verso mia zia. Anche loro non riuscivano a stare lontani l’uno dall’altra per troppo tempo.
“Ti va di andare in camera mia?” proposi io timidamente
“certo piccola”e mi baciò.
 
Entrati Damon prese il mio orsacchiotto come era solito fare da lui e si sdraiò sul mio letto ancora disfatto.
“stai attento alla rosa!” gli dissi e avvicinandomi la presi tra le mani e la riposi sulla scrivania.
“vieni qui”chiese. Lo guardai dallo specchio che avevo di fronte. Il mio cuore accelerò. Eravamo io e lui da soli nella mia camera e la timidezza si impossessò del mio corpo.
Vedendomi non reagire Damon, con la sua velocità vampiresca, si mise dietro di me. Sentivo il suo petto contro la mia schiena. Mi girai lentamente. Deglutì rumorosamente e lo baciai con tutta la passione che avevo in corpo. Lui ricambiò. Le sue possenti braccia mi tenevano stretta a lui come se aveva paura che fossi un sogno e che si sarebbe svegliato presto. Lo spinsi verso il mio letto e lo feci sdraiare. Mi appoggiai di fianco a lui e continuai a baciarlo perché non ne avevo mai abbastanza di lui.
“Elena hai il cuore a mille, cerca di calmarti piccola” mi disse teneramente ad un soffio dal mio viso.
“se ci sei tu non ritornerà mai normale Damon” sussurrai.
Sorrise e continuò a baciarmi. Nei suoi baci sentivo la voglia che aveva di me e ne fui lieta, ma allo stesso tempo timorosa perché nonostante avessi avuto un fidanzato non avevo mai fatto una cosa, quella cosa che ti rende unita per sempre con l’altra persona: non avevo mai fatto l’amore con nessuno. Con Damon era tutto diverso, sentivo la voglia crescere in me, ma nonostante questo ero insicura. Sapevo che in quell’istante il mio vampiro non pensava a quello perché mi rispettava, perché lui sapeva,  ma nel momento in cui mi baciò il collo, un brivido percorse la mia schiena e un gemito uscì dalla mia bocca.
“è meglio se mi fermo qua” disse staccandosi dal mio corpo ma facendomi appoggiare la testa sul suo petto.
“ti amo Damon” gli dissi.
“piccola mia”.
 
Passammo tutto il pomeriggio in camera a farci le coccole e a parlare. Damon era tremendamente dolce e unico e mi meravigliai del fatto che non facesse vedere quel suo lato umano anche agli altri.
“dovremmo dirlo agli altri no?” mi chiese tutto d’un tratto.
“dire cosa ?” gli chiesi innocentemente e sorridendo.
“che sei la mia piccola Elena ora.” Disse con fierezza.
Lo baciai ancora sorridendo.      
 
Verso sera andammo a salutare Matt all’ospedale con tutti gli altri. Non c’era bisogno di annunciare niente poiché quando arrivammo mano nella mano tutti ci vennero incontro e capì che avevano saputo gia tutto.
Erano felici di noi.
E per la prima volta potevo dire che c’era un noi.
Stefan non c’era e non era da lui. Damon era un po teso di questo e io lo percepivo.
“vuoi andare a casa a vedere se è li ?” gli chiesi.
Dopo che acconsentì ci dirigemmo a casa sua. Aprimmo la porta e ci dirigemmo verso il salotto. La macchina di Stefan era fuori quindi eravamo certi di trovarlo.
Si c’era. Con le spalle rivolte a noi.
Parlava con una ragazza.
Simile a me.
Identica.
“Katherine” disse sconvolto Damon stringendomi ancora di più.
“quanto mi sei mancato mio caro Damon” rispose lei avvicinandosi. L’ex dei vampiri Salvatore. La mia identica copia.
Il mio cuore perse un battito.
“che ci fai qui?” chiesi sconvolta.
Se era qui voleva qualcosa.
Che cosa?
 
 
 
 
Ciao ragazze!!!
Allora che ne pensate di questo capitolo? Cosa vorrà la nostra Katherine????
Damon e Elena stanno insieme… e di questo che ne pensate???
Un bacione grosso a tutti quelle che commentano! Grazie anche a chi segue la mia ff silenziosamente… spero che vi piaccia!
Jessy
 

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Capitolo 6
*** 5. your precious blood. ***


La speranza è l’ultima a morire.
Bè la mia speranza di vivere serenamente senza guai con altri vampiri era gia morta da un pezzo.
Mi erano stati concessi solo pochi giorni di serenità e basta.
Li, nel salotto di casa Salvatore era presente un altro guaio e io non potei che esserne sconvolta. Katherine era lì, egoista e presuntuosa come sempre, venuta a farci visite con qualche cosa in serbo per noi.
“Elena, che piacere rivederti. Vedo che ci siamo date da fare con Damon” lanciando lo sguardo sulla mia mano intrecciata in quella del vampiro.
“cosa vuoi da noi ancora Katherine?” le chiesi sperando di essere dura.
Stefan si girò verso di noi e lessi nei suoi occhi preoccupazione.
“vuole solo parlarci…” ci disse
“si come no! Come tutte le altre volte giusto?” Damon si stava alterando.
“davvero…” disse la vampira. “voglio solo parlare. Ho delle informazioni importanti per voi, anzi…” e si avvicino a me. Damon si posizione tra me e lei , come uno scudo.
“stalle – lontano” ringhiò.
“ok Damon niente paura” disse Katherine mettendosi le mani avanti e inclinando la testa.
“penso che Elena sarà molto interessata a quello che vi devo dire dato che riguarda lei.”aggiunse.
“parla allora” le dissi con più lucidità.
Prima parlava, prima capivamo cosa voleva e prima potevamo pianificare qualcosa per cacciarla definitivamente dalle nostre vita e ripeto definitivamente.
“alcuni vampiri stanno arrivando in città… per il tuo sangue Elena” iniziò.
“Il suo sangue?” chiese preoccupato il mio vampiro. Mi teneva stretta al suo fianco e ci avviammo verso il divano dove Stefan si era gia seduto. Mi accomodai di fianco a lui e Damon si mise accanto a me. Katherine, in piedi, rimase di fronte a noi.
“alcuni vampiri hanno scoperto che Klaus doveva bere il tuo sangue durante il suo rituale e si sono chiesti il perché proprio il tuo sangue… non siete gli unici che conoscono delle streghe e perciò hanno fatto delle ricerche ed bè hanno scoperto alcune cose” continuò la mia identica copia. Aveva dei morbidi ricci al contrario di me che portavo lunghi capelli lisci come la seta.
“Arriva al sodo Katherine” righiò per la seconda volta Damon, esasperato dall’assurda teatralità della vampira.
“proprio perché sei una doppelganger il tuo sangue è, diciamo, speciale. Si dice che sia il più buon sangue che ci sia al mondo e inoltre può far diventare più potenti i vampiri.”
“il mio sangue?” chiesi confusa “ Stefan una volta ha bevuto il mio sangue ma non ha avuto nessun potere speciale… ha solo avuto dei problemi ma solo perché lui non è abituato a bere sangue umano”cercai di ragionare.
“Elena ma io ne avevo bevuto molto poco, poi mi sono nutrito di sangue umano preso all’emoteca.”
Disse Stefan perso nei ricordi di quei giorni.
“gia, io parlo di molto sangue, il tuo sangue. E quindi questi vampiri sono attratti dalla famosa Elena, e stanno per farti visita e non sarà una visita cordiale mia cara. Perché vogliono dissanguarti. E poi i poteri” e fece con le mani le virgolette “ sono più che altro sensi ancora più estesi. Diventi invincibile più di quanto lo sei gia da vampiro”.
Il mio sangue poteva rendere dei vampiri ancora più forte. Confusa era dir poco.
“e tu cosa centri in tutto questo?” le chiesi. Perché in fondo e noi tutti lo sapevamo, la cara Katherine non faceva mai niente per niente.
“ non posso semplicemente aiutare dei vecchi amici?”
“amici?” chiese Stefan “dicci la verità!” urlò alzandosi.
“sembrerà strano ma non sono qui per qualche motivo nascosto. Voglio solo avvisarti. Posso gia andare via.”
“aspetta” la fermai alzandomi. “ come hai fatto a sapere tutte queste cose ehm?” le chiesi.
“lo sentito dire quando Klaus è morto, da alcuni vampiri, poi mi sono messa a indagare e ho scoperto tutto questo” disse e non sapevo se era vero ma nei suoi occhi leggevo un briciolo di sincerità e se è vero che gli occhi non mentono forse ci potevamo fidare un po’ di lei.
“se è vero quello che dici aspetteremo questi vampiri e li faremo fuori strappando i loro cuori dal petto” esclamò Damon. Gli strinsi la mano per cercare di calmarlo. Ci guardammo un attimo negli occhi. Era preoccupato per me, ancora per l’ennesima volta.
“ah e approposito di sentimenti, sono venuta a sapere che Elena può far uscire dai vampiri un lato umano che con gli altri umani non uscirebbe, ma non so altro mi dispiace” rivelò Katherine.
“io cosa riuscirei a fare scusa?”
“se lo chiedono anche gli altri Elena, ma sanno che puoi rendere i vampiri molto umani”
ero più che confusa. Di che cosa parlava?
“hai finito di illuminarci?” disse sprezzante Damon.
“si, ho finito.” E si avvicinò a lui con fare sensuale.
“sono venuta anche per dire una cosa a te e a Stefan…” si avvicinò e con la sua mano sfiorò il viso di Damon che all’istante la spostò con rabbia.
“Damon io ti ho amato cosi tanto.. con la stessa intensità con cui ho amato Stefan” e si avvicinò a Stefan. “ma tu Damon, con la tua passione stravolgente mi hai lasciato un segno che non dimenticherò mai.” Rivolgendosi ancora al mio Damon.
stavo ascoltando la confessione del proprio amore all’uomo che amo dannazione, e l’unica cosa che riuscivo a fare era rimanere immobile, seduta sul divano ipnotizzata da lei che guardava Damon, il mio Damon.
sentivo gli occhi pieni di lacrime. Quanto poteva essere meschina una persona? Ero lì dannazione! Un po di rispetto.
“bè, mi dispiace darti un dispiacere ma puoi anche andare all’inferno ora” disse Damon sprezzante come non mai e si girò verso me.
Katherine sospirò, “mi dispiace” disse.
“di cosa?” chiese Stefan.
“di questo” e vidi il viso di Katherine trasformarsi. Intorno agl’occhi le vene si vedevano molto bene, i canini erano li, in bella vista e tutto accadde molto velocemente.
Con la sua velocità straordinaria impalettò nello stomaco i fratelli Salvatore che si accasciarono per terra inermi, mi resi conto in quel brevissimo attimo che probabilmente la punta dei paletti era stata imbevuta di verbena.
Immobile e sotto shock mi ritrovai la mia identica copia ad un soffio dal mio viso.
“sono soltanto curiosa” disse.
Il mio cuore accellerò in un secondo.
Lanciai un urlo dovuto al dolore.
Katherine mi aveva conficcato un coltello nella pancia.
Mi accasciai a terra e vidi Katherine inginocchiarsi su di me.
Sul punto dove mi aveva colpito.
La sua bocca era li sulla ferita.
Stava bevendo il mio sangue, ecco perché era curiosa. Voleva testare quello che si diceva sulla sua stessa pelle.
I miei occhi diventarono molto pesanti, non sentivo più il mio corpo. Non potevo farmi risucchiare dal vortice, non ora che avevo trovato l’amore, non ora che avevo Damon che mi amava.
Ma il vortice era più forte di me e mi lasciai andare, con il viso di Damon nei miei pensieri.
Ero li sul tappeto di casa Salvatore, immobile, quasi incosciente con una gran voglia di aprire i miei maledetti occhi.
“Elena ti prego non lasciarmi, non ora” sentì in lontananza Damon, il mio Damon.
dovevo farmi forza, dovevo aprire gli occhi perché avrei incontrato i suoi.
Sentì un sapore strano ma famigliare sulla mia bocca. Dischiusi lentamente le labbra e capì che mi stava facendo bere il suo sangue. Dovevo trovare la forza di andare avanti e cosi bevvi ancora e ancora dal suo polso.
Goccia dopo goccia mi sentivo sempre meglio. Le gambe ripresero forza. La ferita si stava rimarginando. Gli occhi si aprirono.
Due pozze d’acqua erano li, velate dalle lacrime che non erano scese, che mi aspettavano.
“Damon” sussurai.
“Elena come ti senti?” mi stava sorreggendo la testa e mi baciava i capelli e mi cullava.
“sto… sto bene ” dissi stiracchiandomi.  Ero ancora molto debole ma stavo bene, perché ero li con lui.
“io l’ammazzo, io le stacco la testa” Damon sussurrava.
Mi sollevai per abbracciarlo.
“Damon sono qui, non pensare a queste cose. Non mi ha fatto niente” volevo essere convincente, ma Damon era troppo arrabbiato per convincerlo a calmarsi.
“Stefan” disse appena lo vidi entrare nel salotto.
“Elena come stai? Gli altri stanno arrivando.” Mi disse accarezzandomi i capelli, anche lui preoccupato.
“Damon fammi sedere sul divano per favore”. Appena mi ritrovai in piedi, persi l’equilibrio dovuto alla mia debolezza.
“Dannazione!”esclamò Damon tenendomi ben stretta a lui.
“tranquillo sto bene” e gli accarezzai una guancia. Era davvero arrabbiato.
Mi posizionò sul divano, con la mia schiena appoggiata a tanti grandi cuscini. Mi sollevò le gambe e si sedette appoggiandosi sulle sue cosce le mie.
“stefan perché hai chiamato tutti quanti?” chiesi debolmente “non voglio che siano in pericolo ancora per colpa mia” continuai.
Damon mi guardò in cagnesco. “ noi tutti ti staremo accanto. Ti proteggeremo al costo della propria vita. E non voglio sentirtelo dire mai più ok piccola?” l’ultima parte lo disse cosi dolcemente.
“ti prego abbracciami” gli chiesi implorante. Volevo sentirmi al sicuro e solo tra le sue braccia potevo provare quella sensazione.
Mi sollevò come se fossi un peluche e mi cullò come se fossi una bambina.
Scoppiai a piangere.
“e tutto passata piccola mia, sta tranquilla”
“perché non posso essere felice Damon? perché?” chiesi disperata.
“sarai molto presto felice, te lo garantisco” e capì che voleva far fuori Katherine con tutto se stesso.
 
Gli altri arrivarono, tutti molto preoccupati.
Tutti rimasero meravigliati dalle novità riguardanti i poteri che poteva dare il mio sangue. Bonnie decise che avrebbe guardato sul suo grimorio per vedere se c’era scritto qualcosa a riguardo.
Alaric e Jenna erano sconvolti per quello che mi aveva fatto Katherine. Ero come una figlia per loro.
Damon non mi staccava gli occhi da dosso e percepivo la sua tensione se si allontanava troppo da me. Mi aveva visto quasi morire, pensai. Io sarei andata nel panico se avessi visto lui tra le mie braccia morente.
Mangiai qualcosa per prendere altre forze.
“ehi piccola ti va di dormire qui stanotte?” mi chiese il mio vampiro accarezzandomi il viso “ starei in tormento se non ti ho vicino” e lessi nei suoi occhi preoccupazione, paura e gia il tormento.
“ certo” risposi dolcemente. “ e voglio cambiare camera” dissi con il sorriso sulle labbra. Stare con Damon significava dimenticare tutto ciò che era successo e tutto ciò che mi aspettava il giorno dopo.
“ e che camera vuoi eh scricciolo?” e mi riservò uno dei suoi sorrisi sghembi.
“la tua”.
Mi baciò con un’intensità travolgente, aveva bisogno, come io, di sentire le mie labbra sulle sue. Per essere sicuro che fossi li con lui.
Mi prese in braccio e mi portò su in camera, nella nostra camera.
 
Passammo la notte a coccolarci. Le lenzuola profumavano di lui.
Dormivo nel suo letto.
Mentre lo guardavo mi chiesi quale fosse il lato umano che solo io potevo far uscire dai vampiri. Non avevo proprio idea di quale fosse.
Ma adesso non mi importava.
Avevo di meglio a cui pensare.
Lui.
 
 
 
 
Ciao ragazze!
Questo capitolo è pieno di novità eh? Spero che vi sia piaciuto.
PENSATE A CIO CHE ELENA PUO FARE CON IL SUO SANGUE. QUALE SARà IL LATO UMANO CHE FARA’ USCIRE DAI VAMPIRI, ANZI DA UN VAMPIRO ESATTAMENTE.
Non possono fare una cosa, ma li piace provarci…. Cosa sarà mai?????
Recensite perché voglio tanto sapere che cosa ne pensate di tutto il capitolo e soprattutto delle vostre ipotesi su quel lato umano!
Ringrazio tantissimo che commenta! Mi date tanta soddisfazione!
Un bacio
Jessy
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** 6. unique and valuable. ***


Buongiorno ragazze!!! Ecco il prossimo capitolo! Ci sarà a un certo punto un link di una canzone e vi prego di ascoltarla perché sarà molto importante per la coppia Elena e Damon. nel video ce anche la traduzione della canzone quindi guardatelo che è anche molto bello!
Spero che vi piacerà il capitolo!
Baci
Jessy
 
 
 
 
Mi svegliai ancora indolenzita ma sorrisi all’istante. Avevo dormito per la prima volta con il mio amore. Si, con il mio Damon. mi faceva stare cosi bene, protetta e amata. Era semplicemente unico.
Ed anche li, appena svegliata, con il suo petto che toccava la mia schiena, con il suo braccio che cingeva la mia vita e con la mano che accarezzava la mia pancia, mi sentivo protetta e al sicuro. Mi girai lentamente per poterlo osservare mentre dormiva ma al mio primo movimento lo sentì irrigidirsi e aprire gli occhi.
“buongiorno piccola” mi salutò con voce roca causata dal sonno. Mi baciò i capelli.
Mi girai completamente e baciai quelle sue labbra cosi invitanti che la mattina erano ancora più carnose.
“buongiorno amore” dissi timidamente. Chiamare amore Damon era molto strano.
“mi piace”  e mi regalò un fantastico sorriso.
“che ti saluto?” chiesi ridacchiando.
“che mi chiami amore !” e mi prese con una mano il viso e mi diede un bacio intenso, che mi lasciò senza fiato. Mi ritrovai con la schiena sulle lenzuola e lui sopra di me che continuava a baciarmi con la stessa intensità di prima.
“ti amo Elena” sussurrò tra un bacio e l’altro.
“ ti amo anche io Damon”e gli presi i capelli tra le mie mani e glieli accarezzai tutti.
Con i suoi baci scese fino al collo e ogni suo bacio era per me un gemito.
Le mie gambe fecero spazio al suo corpo che si combaciò perfettamente con il mio.
“chiamami un’altra volta amore e vedrai cosa ti faccio” scherzò dolcemente lasciandomi un ultimo bacio sulle labbra.
Io ridacchiai, poi tornai seria e mi abbracciai a lui.
“Damon voglio che tutte le persone a cui tengo siano al sicuro. È l’unica cosa che desidero” gli confessai “ non mi interessa se ci sono altri vampiri che mi vogliono morta, ormai ci sono abituata, desidero soltanto stare con te e con la mia famiglia” e sospirai. Mi sentivo più forte dopo averlo detto a voce alta. Avremmo superato anche questo, insieme.
“piccola mia sarai al sicuro e con tutte le persone che vuoi, nessuno ti lascerà, mai più.” Disse e mi abbracciò.
“cosa ne pensi del fatto che posso far uscire un lato umano da voi?
“non lo so Elena, non lo so.” Rispose pensieroso.
“stefan ci vuole di sotto” disse, alzandosi “ come ti senti? Sei ancora molto debole Elena, riesci a camminare?” chiese tutto preoccupato.
Mi alzai per vedere se riuscivo a stare in piedi e dopo un piccolo capogiro capi che stavo meglio di ieri.
“si Damon sto meglio per fortuna” risposi sorridendogli.
Ci vestimmo e scendemmo da Stefan in cucina. Aveva fatto tanti toast con la marmellata e appena mi vide mi abbracciò, mi salutò e mi invitò a mangiare qualcosa.
“ieri non ho avuto l’occasione di congratularmi con voi ragazzi” sorridendo si avvicinò a Damon e l’abbracciò.
“grazie fratello” rispose Damon.
poi abbracciò me e lo ringraziai di essere un amico fantastico.
Mentre mangiammo mi venne un dubbio.
“secondo voi Katherine era sincera a dire che non aveva un doppio fine?” chiesi ai due fratelli vampiri.
“ha bevuto il tuo sangue Elena, eccolo il suo doppio fine” mi rispose Damon amareggiato.
“a parte quello.. pensate che ritornerà? Alla fine ha ottenuto ciò che voleva”
“non credo, e se ritornerà l’aspetterò con grande felicità e questa volta non ne uscirà viva.”
“Damon” l’ ammonì.
Avevo letto sincerità nei suoi occhi il giorno prima ma dopo quello che mi aveva fatto non potevo esserne sicura. si parlava di Katherine in fondo.
 
Alaric e zia Jenna vennero a trovarci quella stessa mattina.
Si dovevano sposare e visto che a breve avremmo di sicuro ricevuto delle visite sgradite proposi di anticipare la data.
“zia, Alaric che ne dite di sposarvi un po prima della data fissata? Mi costa molto chiedervi questo ma voi che potete avere un momento vostro che ricorderete per sempre, per favore non rinunciatevi”
alaric mi fermò all’istante. Guardò Jenna e parlò.
“Elena abbiamo deciso di non sposarci più, non perché non ci amiamo ma pensiamo che è giusto che affrontiamo prima questa faccenda” m disse con tenerezza.
“no! No, non posso permettere che i miei guai intralcino la vostra felicità.. per favore zia” e la guardai implorante. “sposatevi e renderete me molto felice.”
Riuscì a convincerli. Caroline avrebbe organizzato un matrimonio che si sarebbe celebrato nel giardino della pensione Salvatore esattamente tra otto giorni.
Damon sapeva quanto era importante per me rendere le persone importanti della mia vita, felici; e quando rimanemmo da soli mi disse che talmente ero altruista che alla fine non pensavo alla mia di felicità.
“sei tu la mia felicità” gli risposi.
 
Passarono qualche giorno e le uniche cose che scoprimmo furono date da Bonnie che, tramite il suo grimorio venne a conoscenza di tutta la storia del mio sangue. Esso infatti poteva estendere ogni senso gia sviluppato dei vampiri  ma questo lo sapevamo gia.
La cosa che ci fece nascere altri mille dubbi fu il breve testo che riguardava quel lato umano che solo io potevo far uscire:
 
il sangue della doppelganger è prezioso,
e mescolato con sangue di vampiro,
ne uscirà qualcosa di incantevolmente unico e prezioso.
Unico come il sangue che avrà,
unico per i poteri che avrà,
ma sarà accompagnato da una maledizione,
poiché  sarà fonte di desiderio di molte creature sovrannaturali.
 
 
Di che cosa parlava? E che cosa dovrebbe uscire? Unico? Maledizione??
Mille domande si impossessarono della mia mente.
Damon, più degl’altri, era sconvolto.
Mi avvicinai a lui e presi il suo viso tra le mie mani.
“Damon scopriremo cosa vuol dire questa cosa… supereremo anche a questa amore” e cercai con tutta me stessa di calmarlo. Non era il Damon egoista e presuntuoso in quel momento, ma solo un ragazzo con molta paura per la propria donna.
Stefan e Caroline erano disperati come Damon.
“ragazzi c’è solo scritto qualcosa.. non mi è ancora capitato niente… fatelo per me.. siate tranquilli” e sorrisi debolmente.
Presi Damon per mano e gli dissi di andare su in camera.
Era perso nei ricordi, lo notavo dal velo dei suoi occhi color ghiaccio.
“Damon” lo guardai
“No Elena… ho fallito… abbiamo ucciso Klaus e siamo sempre qui, con qualcosa che può farti del male e io ho fallito.” Ripetè guardandomi con un’intensità che mi mozzò il fiato.
“ti dovevo far vivere una vita tranquilla, senza problemi, felice…come lo desideri tu e non ci sono riuscito Elena e mi odio per questo!” mi disse prendendomi il viso tra le mani. Deglutì rumorosamente. Non doveva pensare queste cose! Lui proprio no!
“Damon ma che dici? Se non ci fossi tu io non saprei che fare amore…” e una lacrima scese dai miei occhi. “mi hai tenuta sempre al sicuro. Tu l’hai fatto… e ti amo cosi tanto Damon”
non rispose.
Mi baciò ardentemente. avvertivo il suo bisogno di sentirmi.
“Damon voglio farti sentire una canzone.. e lo so forse non è il momento esatto però voglio che pensiamo anche a noi visto che è successo tutto cosi in fretta…”
“fammela sentire” mi rispose dolcemente.
Accesi il cd che era sul comodino è partì la canzone che avevo scelto per noi.
I should go.
http://www.youtube.com/watch?v=LlxE13DAlP4&feature=channel_video_title
Iniziò la melodia e Damon sorrise osservandomi con quegl’occhi cosi chiari e cosi intensi da poterci perdere dentro.
“secondo me è perfetta per noi Damon… però promettimi che non te ne andrai mai e non mi lascerai mai e poi mai” gli chiesi implorante. Ormai il mondo senza di lui non aveva senso per me.
“mai Elena, non t lascerò mai piccola” e mi baciò le labbra con tanto amore.
Vedevo Damon un po’ più tranquillo adesso e questo tranquillizzava anche me.
Avevamo troppe domande e poche risposte e questo agitava tutti quanti, me compresa.
Scendemmo in salotto dove gli altri erano ancora impegnati a guardare tutti i grimori che aveva portato Bonnie per poter capire qualcosa in più ma dalle loro facce perplesse capì che eravamo a un punto cieco.
“Barbie qualcosa di nuovo?” chiese Damon alla vampira bionda che ormai chiamava Barbie.
“mi dispiace ma sembra che anche le streghe ne sapessero poco di questo Elena” rispose.
Annuì.
“Car come va l’organizzazione del matrimonio?” chiesi soprattutto per alleggerire l’atmosfera che era diventata troppo pesante.
“a meraviglia!” e vidi gli occhi della mia amica accendersi dall’entusiasmo. “sarà un matrimonio meraviglioso! Oddio Elena grazie per avermelo ricordato! Ho in macchina il vestito che devi indossare tu… adesso vado a prendertelo” e si avviò verso la porta d’ingresso con un sorriso smagliante sul viso e passando di fianco a me mi disse“vedrai che ti piacerà!”
Damon si versò del liquore nel bicchiere e iniziò a parlare con suo fratello.
Io aspettai Car e poi andammo su in camera mia e di Damon per provarmi in vestito.
“mmm….quindi questa è adesso la tua camera” commentò la vampira, come sempre molto curiosa.
“gia… dai passami il vestito!” le chiesi sorridendo.
“dai tesoro dimmi com’è…diciamo… a letto” bisbigliò completamente esaltata dalla curiosità.
“Car! Ti prego! Ti sembra il momento di parlare di queste cose?” le chiesi ma non riuscì a trattenere un sorriso. Car era adorabile anche per questo.
“comunque… non lo so…ancora..” le risposi aprendo la sacca che conteneva il vestito.
“Wow è bellissimo!” dissi guardandolo meglio. Era un vestito color blu notte stretto in vita che cadeva sottile come la seta fino a un po sopra le ginocchia, con piccole spalline ricoperte di brillantini.
“Bè modestamente lo scelto io quindi per forza è stupendo”sorrise “dai, provatelo” chiese.
Dopo aver provato il vestito che mi stava molto bene rimanemmo un po in camera mia sedute sull’enorme letto.
“sai Elena sei fortunata ad amare un vampiro” disse all’improvviso.
“perché Car?” le chiesi.
“perché se vorrai in un futuro ti può trasformare e potrete vivere per l’eternità… mentre io amo Tyler ed è un licantropo e non potrò mai trasformarlo perché altrimenti morirebbe.” Disse dispiaciuta.
Le andai molto vicino. Non sapevo come confortarla poiché quello che diceva era vero, purtroppo. Ma pensai a una cosa.
“Car, sono appena venuta a sapere che il mio sangue ha strani poteri, e sai cosa ho imparato da tutto questo? Niente è impossibile, c’è un mondo sovrannaturale che conosciamo a malapena… vedrai che potete vivere anche tu e Tyler per sempre. Ne sono sicura.” e sorridendole l’abbracciai.
“io voglio tanto sposarmi” mi rivelò.
“a chi lo dici!” risposi ridendo “ma con i fidanzati che ci ritroviamo passeranno secoli prima che pensino di proporcelo!” e scoppiammo a ridere. due semplici amiche che scherzavano sui propri ragazzi e per quell’istante ci eravamo dimenticate di tutto il resto.
 
 
 
Arrivati dopo cena Bonnie e Jeremy andarono a casa, cosi fece anche Caroline assieme a Stefan che voleva parlare con lo sceriffo Forbes per informarla che tra pochi giorni potevano arrivare dei vampiri.
Eravamo rimasti solo io e Damon sul divano abbracciati.
“vuoi fare qualcosa stasera piccola?” mi chiese.
“andiamo su” dissi con un leggero imbarazzo e girandomi verso lui lo baciai abbracciata a lui.
Mi guardò e vidi i suoi occhi accendersi. Avevo pensato per tutta la sera, alla conversazione che avevo avuto con Car il pomeriggio.
Mi sentivo pronta.
Volevo intensamente sentirmi sua in tutti i modi.
Volevo pensare a noi quella sera.
Volevo dimostrargli quanto l’amavo.
Volevo fare l’amore con lui.
 
 
 
 
Ragazzeeeeeeeeeee
Che ne dite di questo capitolo????? Mamma mia sono molto curiosa di quello che pensate..
Vi volevo dire che non so se riuscirò a aggiornare come faccio adesso ogni giorno e soprattutto di mattina poiché da domani ricomincio il corso di specializzazione che sto frequentando e quindi molto probabilmente riuscirò ad aggiornare solo di sera..
Vedrò come fare non preoccupatevi!
Un bacio!
Grazie delle bellissime recensioni che mi date! Sono felicissima!
Jessy
 
 

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Capitolo 8
*** 7. all I need, all I have. ***


ciao ragazze!!
ecco qui un altro capitolo!
diemi cosa ne pensate! un bacione!
Jessy




“andiamo su” gli dissi baciandolo sul divano. I suoi occhi mi fissavano intensamente. Mi prese in braccio e con la sua velocità vampiresca mi ritrovai al centro della nostra camera e, ancora tra le sue braccia, riprese a baciarmi ardentemente. Mi mise giù e con una tenerezza fuori dal comune mi spostò alcuni miei capelli che, per la velocità con cui eravamo arrivati nella stanza, si erano scompigliati sul viso.
Lo fissai e con i nostri occhi incatenati, ripresi io a baciarlo. Con una mano accarezzai il suo petto scolpito e con l’altra giocavo con i suoi capelli corvini.
Lui continuava ad accarezzarmi tutta la schiena e mise una sua mano sotto la canottiera che portavo.
Il battito del mio cuore accelerò ancora di più.
“fai l’amore con me Damon” sussurrai guardandolo negli occhi.
Non rispose a parole ma, attirandomi ancora di più a se e baciandomi in modo a dir poco illegale, capii che non aspettava altro.
Sempre baciandomi mi ritrovai vicino al letto, mi sdraiai e lo attirai su di me tirandolo per la maglietta.
Con i baci passò dalla bocca, al lobo delle orecchie, al mento, al collo…non avevo più paura di dimostrarmi vulnerabile, non con lui. Desideravo solo che mi sentisse sua, in tutti i modi possibili.
E per fargli capire che ero impaziente iniziai a tiragli via la maglietta. Damon comprese le mie intenzioni e se la sfilò lasciandomi senza fiato alla vista del suo petto muscoloso.
Mi ritrovai con un grande desiderio di baciarlo e averlo tutto per me e cosi mi sfilai la canottiera rimanendo solo in reggiseno. Damon scese a baciarmi sulle scapole e poi sempre più in giù, dove nessuno era mai arrivato prima d’ora, sui miei seni.
Ogni suo bacio lasciava una scia di fuoco sulla mia pelle.
Intrecciai le mie gambe attorno a lui e sentivo quanto mi stesse desiderando.
Sotto le sue mani esperte il mio desiderio cresceva sempre di più.
Damon iniziò a baciarmi la pancia. Lo presi per le spalle per attirarlo verso le mie labbra che chiedevano delle sue.
Lo volevo.
Con mano inesperta e tremolante iniziai a sbottonare i suoi pantaloni ma con scarso risultato.
“ehi piccola mia” mi disse bloccando tra le sue, le mie mani “ sei sicura?”
“sicurissima” risposi accarezzandogli una guancia.
E così, nudi, uno incatenato all’altra e le nostre intimità unite, facemmo l’amore. Dopo i primi dolori mi ritrovai a provare un piacere immenso e mi lasciai andare completamente a lui, all’uomo che amavo alla follia.
 
Ero diventata sua e lui era mio.Mio completamente.
 
Abbracciata a lui con la testa sul suo petto ripensavo a quanto fosse stato bello e a quanto fosse stato dolce il mio Damon, mi aveva trattata come una principessa.
“Ti amo così tanto Elena” mi disse dopo avermi baciato i capelli per l’ennesima volta.
Mi sollevai quel poco che bastava per guardarlo negl’occhi e per baciarlo, perché ormai i suoi baci erano la mia droga.
“è stato..bellissimo Damon” gli dissi arrossendo un pochino.
“bè ovviamente è stato fantastico Elena, stai parlando di Damon non te ne dimenticare piccola!” e mi riservò un sorriso splendente.
“modesto come sempre vedo” scherzai e riappoggiai la testa sul petto del mio vampiro che mi strinse ancora di più.
“sei stata fantastica anche tu principessa” mi sussurrò dolcemente.
“ma se hai fatto tutto tu!” risi arrossendo ancora di più.
Mi mise una mano sotto il mento per potermi guardare in viso.
“sei stata fantastica Elena, non sottovalutarti…” disse con fare ammiccante.
Abbracciati presi ad accarezzare il petto del mio vampiro e dopo pochi istanti sentii Damon sospirare.
“Elena non mi provocare” disse serio.
“io non provoco nessuno!” dissi innocentemente.
“ah no?” E mi prese per le mani e capovolse le posizioni e cosi mi ritrovai quel vampiro nudo sopra di me con un sottile lenzuolo tra i nostri corpi. Mi baciò intensamente e facemmo l’amore ancora una volta, con tanto desiderio e con tanto amore.
 
Stremati ci addormentammo abbracciati.
Fu la notte più bella della mia vita e non potei che pensare a quanto amavo Damon.
A me riservava quel suo lato umano che adoravo, un po’ anche perché ero l’unica a sapere che Damon poteva essere un uomo meraviglioso, pieno di attenzioni e con un amore stravolgente.
Durante la notte mi svegliai e mi accorsi che Damon non era li al mio fianco. Mi venne il panico anche se non ne sapevo il motivo, poi sentii dei rumori provenire dal piano di sotto cosi scesi dal letto e mi vestii di fretta per poter scendere.
Sulle scale cercai di chiamare Damon ma sentivo solo delle voci lontane.
“non ti muovere Elena, resta li!” gridò il mio vampiro.
Io, testarda come sempre, non diedi ascolto alle sue parole e mi diressi verso il salotto dove proveniva la sua voce.
Mi ritrovi a fissare tre persone.
Stefan, che era accanto a Damon, aveva in viso uno sguardo minaccioso ma che appena mi vide divenne preoccupato.
Damon, con sguardo pieno di rabbia, furore, preoccupazione e determinazione, aveva tra le mani Katherine.
Si proprio Katherine.
Spostandomi vidi che Damon stava torturando la vampira con un paletto.
“Se sposto il paletto di un centimetro trafiggo il cuore stronza” disse il vampiro pieno di rabbia alla vampira che gemeva dal dolore.
“Damon ti prego non farlo… voglio aiutarvi.. ti prego” rispose.
“aiutarci? Si?…. e questo l’hai pensato prima o dopo aver accoltellato Elena eh?” continuò Damon. era davvero arrabbiato.
“Damon ti prego” questa volta fui io a pregarlo. Non riuscivo a guardarlo mentre ammazzava una persona, anche se si trattava di Katherine. “non abbassarti al suo livello Damon” dissi implorandolo.
“Elena va – via” mi disse sprezzante “ ti voleva uccidere e non posso passarci sopra” continuò.
“Elena lo so che ho sbagliato ma volevo solo provare se quello che si diceva è vero…ho scoperto chi sta arrivando e so chi sono.. posso far in modo che sappiano che non sono vere le cose che si dicono in giro.. Elena posso aiutarti..”mi disse la vampira.
“Katherine come posso fidarmi di te? Eh? Mi hai quasi uccisa.. e adesso dici che vuoi aiutarmi..”
“Elena… ti prego”
mi avvicinai a Damon e gli misi una mano sul braccio.
“Damon lasciala andare… vediamo cosa vuole dirci” e poi guardai Katherine con determinatezza.
“e se proverai a tradirci o solo a provare a fare del male a chi amo ti impaletto io stessa, chiaro?” le dissi con fermezza.
Damon sapeva che dicevo sul serio e cosi tolte dal petto della vampira il paletto di legno.
Katherine gemette ma piano piano riprese le forze.
“Siediti e dicci” Stefan le parlò.
“stanno arrivando alcuni vampiri di Chicago che conosco e quindi come vi ho detto prima posso farli credere che sono solo idiozie le cose che si sentono in giro.”
“ma le streghe sanno del mio sangue e l’hanno anche scritto nei loro grimori…”intervenni io “vorranno vedere con i loro occhi se è vero..”
“e su questo cosa hai da dirci eh?” Damon era ancora arrabbiato con lei e non si fidava minimamente di lei.
“le streghe scrivono tante cose..” spiegò la vampira
“tutte vere però” interruppe il mio vampiro.
“se mi lasci finire Damon” si era un po’ alterata. Damon fece segno di andare avanti con la mano.
“l’obbiettivo delle streghe è mantenere l’equilibrio e quando si tratta di umani come te Elena” e si rivolse a me “possono decidere di aiutarti in modo straordinario… Bonnie, la streghetta vostra amica, può incanalare molto potere… e può fare un incantesimo su quei vampiri e far loro credere quello che vogliamo… l’unico problema che Bonnie prima di poter fare tutto ciò deve individuare i vampiri su cui fare l’incantesimo e ciò vuol dire che dobbiamo aspettare il loro arrivo…”
“bè però Elena può sempre rimanere al sicuro con qualcuno mentre io e gli altri andiamo a scovare questi vampiri” Damon si era tranquillizzato… pensai subito a lui e al fatto che lui conosceva molto bene Katherine e probabilmente era abbastanza sincera se lui si era calmato.
La conosceva perché era la sua ex.
Aveva fatto con lei tutto quello che io desideravo fare con lui.
La tristezza si impossessò di me.
“si Damon.. e quello che ho pensato anche io..” rispose lei a mio lui.
“va bene” dissi con poca convinzione.
Sentivo le lacrime agli occhi e non per quello ci era venuta a dire, ma sul fatto che se ci voleva aiutare avrebbe passato molto tempo qui, a casa Salvatore.
Con Damon.
E io ero gelosa.
Lui l’ha amata per più di un secolo.
E l’amore non si scorda mai.
“vado un attimo in bagno” dissi frettolosamente. Non riuscivo più a trattenere le lacrime.
Mi alzai dal divano e velocemente mi diressi al bagno. Aprii il rubinetto pr poter coprire la crisi di pianto e assieme all’acqua, scesero anche le lacrime dai miei occhi. Katherine era l’unica persona che destabilizzava Damon, l’ha sempre fatto.
E io avevo paura di perderlo. E non potevo.
Dopo che la crisi di pianto cessò mi lavai la faccia per far sparire un po’ il rossore degli occhi e aprii la porta.
Damon mi aspettava fuori.
“ehi tutto bene piccola?” mi chiese preoccupato.
“si si Damon..” e sperai che non notasse il rossore degl’occhi.
Mi prese per il mento e mi guardò intensamente
“hai pianto” disse e non lo chiese. Era una constatazione.
“no Damon” ma non ero brava a mentire.
“Elena perché hai pianto?” mi chiese agitato.
“Damon è una sciocchezza… abbiamo cose più importanti a cui pensare”
“rispondi alla mia domanda Elena” disse determinato.
Non avevo scampo, o gli raccontavo una bugia o gli dicevo la verità. Optai per quest’ultima.
Risi istericamente “tu e lei passerete molto tempo insieme adesso che vuole aiutarci” dissi con tormento.
Mi guardò con una dolcezza da togliere il fiato. I suoi occhi azzurri come il mare mi fissavano intensamente
“sei gelosa di lei?” mi chiese incredulo.
“non c’è da stupirsi Damon” sussurrai “ l’amavi”
“hai detto bene amore mio” mi disse abbracciando la mia vita con le sue mani calde.
“l’amavo” e marcò sul verbo al passato.
“ Elena adesso sei la persona più importante della mia esistenza. Tu e solo tu. e nessuno può cambiare ciò che sento. E non essere gelosa di lei” disse sprezzante l’ultima frase “ perché talmente la odio che non potrò mai e poi mai rimangiare quello che ti sto dicendo adesso. Ti amo con tutto me stesso Elena.” Confessò. Sorrisi debolmente.
“davvero?” chiesi
“Elena tu ti sottovaluti, te lo ripeto” rise e mi baciò. Mi arresi.
Mi amava.
E questo andava sopra ad ogni cosa.
“ti amo Damon” gli dissi abbracciandolo.
 
 
Tornammo in salotto dove Stefan e Katherine ci stavano aspettando.
Stefan mi guardò con tenerezza. Probabilmente aveva ascoltato la nostra conversazione. Guardai Katherine e capii dalla sua espressione contrariata e irritata, che anche lei aveva origliato con i suoi poteri da vampiro. Sperai che avesse ascoltato molto bene la parte in cui Damon dichiara di amarmi incondizionatamente; era una piccola vittoria per me.
“Katherine come ti sei sentita dopo aver bevuto il mio sangue?” chiesi curiosa. Averla trovata quella notte mi aveva fatto dimenticare che aveva bevuto il mio sangue.
Sorrise ammiccante “ti senti come un Dio,invincibile, unico e straordinario.” Nessun vampiro ti può distruggere.. ma non dura in eternità purtroppo. Solo il tempo in cui il tuo sangue circola in corpo.. poi scompare tutto…” rispose.
Ero rimasta senza parole. Ovviamente sentirsi dire che il proprio sangue ti fa sentire un Dio non è da tutti i giorni.
Damon non disse niente. Era pensiero come lo era anche Stefan.
Katherine era molto irritata e dopo qualche minuto disse  “i vampiri arriveranno la prossima settimana e quando saranno in città verrò qui a dirvelo” disse amareggiata. Era stata colpita e affondata dalle parole di Damon, pensai.
“d’accordo Katherine” disse Stefan.
“ci vediamo” e la vampira scomparve dai nostri occhi.
Quando rimanemmo solo io e i fratelli vampiri Damon si versò da bere
“secondo te è sincera Stefan?” chiese Damon al fratello.
“è Katherine.” Rispose.
“secondo me lo è… senno non ci rivelava tutte queste informazioni..” mi intromisi seria.
“lo penso anche io” Stefan mi guardò. “dobbiamo solo aspettare”
“no Stefan.. ti sei dimenticato dell’altro problema fratello” Damon si girò verso l’altro vampiro “dobbiamo scoprire qual è il lato umano che Elena può far uscire da noi” disse e percepivo la sua frustrazione nel non sapere quale fosse.
Mi ritornarono in mente le parole del grimorio di Bonnie.
Il mio sangue mescolato a quello di un vampiro.
Incantevolmente unico e prezioso.
Accompagnato da una maledizione.
Cosa potevo fare io?

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Capitolo 9
*** 8. wedding day ***


Mi svegliai durante la notte a causa di un dolore alla pancia.
Andai in bagno a fare la pipì e mentre mi lavavo le mani avvertii un colpo al basso ventre tanto forte che mi mancò il fiato e mi dovetti sostenere con la mano sul lavandino.
Damon appena mi sentii gemere dal dolore mi fu accanto all’istante e mi chiese cosa avevo.
“non so.. ho mal di pancia amore.. tranquillo” e mi girai, in effetti stavo già molto meglio, sembrava come se non fosse successo nulla.
“sul serio piccola?” mi chiese preoccupato.
“avrò mangiato qualcosa che mi ha fatto male Damon…” e lo baciai.
“tu mangi troppe schifezze e vedi poi cosa ti capita” rise e mi baciò ancora. “ dai ritorniamo a letto che domani è il gran giorno di Rick” disse il mio vampiro enfatizzando sarcasticamentel’ultima parte.
“che bello!” risposi battendo le mani. Il gran giorno era arrivato ed ero troppo felice per loro.
 
 
Mi svegliai la mattina dopo abbracciata al mio Damon.
Lui dormiva ancora ed era tremendamente bello. Gli baciai il collo.
“che bel buongiorno” mi disse con voce roca dal sonno.
Si sentii sbattere la porta.
“ve lo do io il buongiorno!” disse Caroline che era entrata e stava aprendo le tende “ su ragazzi dovete prepararvi” rise guardando l’espressione di Damon. La stava fulminando con gli occhi.
“Barbie – esci – immediatamente – dalla – mia – camera!” sibilò il mio vampiro. Io mi nascosi, ridendo, nell’incavo del suo collo.
“Damon non c’è bisogno di essere cosi asociale… su, ti devi vestire” disse tutta agitata, evidentemente aveva altre tremila cose a cui pensare.
“dai amore scendiamo cosi poi ci prepariamo” gli dissi.
“brava Elena” Caroline mi ringraziò con gli occhi.
Damon indossò una tuta leggera nera e una maglietta grigio topo mentre io misi dei pantalontici rosa e una maglietta bianca e scendemmo giù.
Aprimmo la porta e sembrava che ci fossimo catapultati in un'altra casa.
Le scale erano piene di addobbi formati da fiocchi bianchi e rose dello stesso colore e qua e la alcune di un intenso color rosa. Erano fantastiche.
“oh mio dio” fu la risposta di Damon con un sopracciglio alzato mentre io rimasi a bocca aperta mentre sognavo il giorno del mio matrimonio.
“ragazzi non vanno messi qua i petali ma lungo il corridoio!” caroline sbraitò verso un ragazzo sconosciuto, probabilmente mandato ad aiutare ad abbellire la casa.
Entrammo in cucina e trovammo Stefan, Alaric, mio fratello Jeremy e Bonnie, Tyler e Matt con il suo braccio ingessato.
Stefan era particolarmente assonnato.
“ti ha svegliato come ha fatto a noi?” gli chiesi teneramente dopo aver salutato tutti.
“se intendi aprire le tende e urlare come una pazza si, mi ha svegliato proprio cosi” disse con la testa tra le mani.
“ti ho sentito!” disse Caroline in lontananza che grazie al suo super udito aveva origliato tutto.
Tutti scoppiammo a ridere.
“Jenna dov’è?” chiesi.
“è su a preparsi… non me la fanno neanche vedere..” disse agitato Alaric.
“Rick ti stai per sposare e poi non puoi vedere il vestito prima della celebrazione, è una tradizione” gli spiegai. Tutti i maschietti sospirarono. Non potevano capire quanto ci tenevamo noi donne a queste tradizioni.
“ok allora io vado da lei un attimo..” dissi prendendo un cornetto alla crema e addentandolo.
Mi stavo dirigendo quando mi avvicinai a Caroline e le chiesi quale fosse la stanza dove si trovava mia zia.
“è quella dove dormivi tu prima di cambiare residenza” e mi strizzò un occhio. Alzai gli occhi al cielo e mi avviai verso mia zia.
Ogni stanza era stata abbellita meravigliosamente. Caroline ci sapeva fare accidenti.
Rose bianche.
Rose rosse.
Rose rose.
E un sacco di petali di rose d’ovunque.
Era tutto tremendamente perfetto. Ed ero felice che quel giorno fosse arrivato. Mia zia si sposava con una persona fantastica, Alaric.
Entrai nella stanza e notai mia zia seduta che si guardava allo specchio tutta agitata e con un sorriso dovuto all’emozione.
“zia” e l’abbracciai.
“Elena non sai quanto sono agitata!” mi disse ridendo.
“sei bellissima” dissi notando che si era gia truccata; mancava solo che indossasse il vestito, che non avevo nemmeno visto ancora. Caroline me lo aveva vietato.
“eh si Caroline mi ha truccato stamattina mentre tutti voi altri dormivate”
“mattiniera la ragazza” notai.
La guardai e fui cosi fiera di lei. Si era comportata cosi bene con me e con Jeremy, nonostante i nostri mille problemi.
“zia promettimi che ti godrai questa giornata perché oggi… è il tuo giorno, e te lo ricorderai per sempre” e la guardai commessa.
“Elena non farmi piangere… vieni qui” e mi abbracciò.
“zia sicuramente Car ha previsto le lacrime e avrà usato trucco resistente all’acqua.” Le risposi trattenendo le lacrime e questa volta erano lacrime di gioia, di felicità.
“posso ragazze?” chiese Bonnie che aveva bussato alla porta.
“entra cara” rispose mia zia alla mia amica.
Io e Bonnie ci abbracciammo e poi passammo un po’ di tempo con mia zia fino a quando Car entrò e ci ordinò di andarci a preparare visto che i ragazzi lo stavano già facendo.
“dai zia ci vediamo giù..” le dissi baciandola sulla guancia.
 
Io e Bonnie uscimmo e io mi avviai verso la mia camera dove mi aspettava Damon in boxer, dannatamente bello.
Gli andai vicino e lo abbracciai da dietro e gli baciai l’incavo del collo mettendomi in punta di piedi. Si girò e mi baciò con veemenza. Mi ritrovai con le spalle al muro e il suo petto contro il mio, il mio cuore impazzito, e le sue mani su tutto il mio corpo.
“Damon dobbiamo vestirci” disse sperando di essere convincente. Non fu quello il risultato.
“shhhh” mi rispose ammiccante. Risi. Dio quanto l’amavo.
Giocava pericolosamente con l’elastico dei miei pantaloncini per poi far salire la sua mano caldissima su per la schiena fino ad arrivare al gancetto del reggiseno che slacciò con molta facilità.
“Damon” sussultai.
“si Elena?” chiese innocentemente con quelle sue due pozze d’acqua.
Lo ripresi a baciare impossessandomi dei suoi capelli corvini e spettinati.
“ragazzi!!!” un voce femminile strillò.
Caroline era entrata in camera.
“fatelo stasera ma – non- adesso!” urlò la mia amica.
Damon si mise a ridere “agli ordini…ah Barbie ricordami che questa me la pagherai”
“non vedo l’ora!” rispose alterata e uscì. Sicuramente andava a controllare gli altri.
Risi. Era maniaca: tutto doveva essere perfetto.
Mi iniziai a fare i capelli mossi con la piastra, giusto per non farli rimanere lisci anche quel giorno di festa mentre Damon si stava vestendo. Completo rigorosamente nero con camicia blu con alcuni bottoni sbottonati.
Era tremendamente sexy e dannato.
Quando finii di vestirsi mi disse che andava giù per bere qualcosa gli altri. Mi baciò e poi scese.
Non avere quel corpo a pochi passi da me era solo una benedizione. Potevo concentrarmi realmente su quello che dovevo fare. Finii di acconciarmi i capelli con un fermaglio che mi raccoglieva alcuni capelli dietro la nuca. Mi truccai e mi vestii. Indossai i tacchi neri con un fiocco che mi legava le caviglie e mi guardai allo specchio.
Ero pronta.
Usci e trovai Caroline e Bonnie che mi aspettavano. La bionda indossava un vestito identico al mio ma di colore verde smeraldo mentre quello della mia amica strega era di un marroncino biscotto.
Indossavamo lo stesso vestito perché Jenna ci aveva scelte come sue damigelle.
Ed era una cosa meravigliosa condividere anche quella cosa insieme, noi tre amiche.
Jenna stava uscendo dalla sua camera.
Era stupenda.
Indossava un bellissimo vestito color avorio con corpetto con piccole spalline ricoperte di pizzo e un larga gonna con una rosa bianca appena sotto il corpetto che rendeva tutto perfetto.
Sembrava una principessa.
Respirai per non lacrimare di felicità  e scendemmo dalle scale.
Gli altri ci stavano aspettando in cortile.
“zia sei pronta?”
”sono sempre stata pronta per questo” rispose sorridendomi. Prese un respiro profondo e insieme, scendemmo verso il nostro futuro. Damon e Alaric.
Il portone che dava sul cortile era aperto e rigorosamente addobbato con fiocchi bianchi.
Jeremy che ci stava aspettando visto che avrebbe portato all’altare mia zia.
“Tocca a te Elena, devi andare per prima, poi io e Bonnie ti seguiamo” mi disse Car. Annuii, presi il piccolo mazzo di fiori che dovevo portare e mi diressi verso gli altri.
Mi incamminai ed ero meravigliata dalla bellezza del cortile enorme della pensione Salvatore, alzai lo sguardo verso il piccolo ma adorabile altare dove c’erano ad aspettare tutte le persone a cui tenevo. Alaric era davvero emozionato: si notava dal suo sguardo. Gli volevo bene. Tanto.
Di fianco al mio futuro zio c’era lui.  Dannatamente bello che mi guardava sorridendo. Leggevo nei suoi occhi tanto amore e, anche se non l’avrebbe mai ammesso, felicità per il suo amico che si stava per sposare. Matt e Tyler erano in piedi, un po’ piu lontani rispetto all’altare.
La musica nuziale partì e dopo aver dato un bacio sulla guancia ad Alaric mi misi di fianco e mi voltai verso le mie amiche che stavano anche loro camminando lentamente, a passo di musica verso di noi.
Eccola, a braccetto con mio fratello, splendida come sempre, mia zia.
Era radiosa e sorrideva come una bambina davanti ad un negozio di caramelle. Era fantastica.
Arrivò e diede un bacio al suo futuro marito.
Il prete, che Car aveva chiamato per celebrare le nozze iniziò a parlare.
Subito mi accorsi di come mi guardava il mio Damon. gli sorrisi con tutto l’amore che provavo per lui. Anche per noi era un giorno che non avremmo mai dimenticato, sarebbe stato un nostro ricordo.
Lui ricambiò e mi regalò il suo solito sorriso da far impazzire ogni donna: esultante e mozzafiato.
Si, era proprio l’uomo che avrei amato per tutta la vita. E dentro di me sapevo che con lui mi sarei voluta sposare e avere dei bambini, anche se era un’idea inconcepibile da parte sua, la prima perché si parlava di Damon e questo spiegava già tutto e la seconda cosa è perché essendo un vampiro Damon non poteva procreare.
Sarebbe stati i miei desideri per tutta la mia vita.
“ripetete insieme a me” disse il prete rivolgendosi a mia zia e a Alaric.
E seguendo le parole i due sposini dissero:
“io, Alaric, prendo te Jenna”
“nel bene e nel male”
“per amarti”
”e onorarti”
“finchè morte non ci separi”
 
“vi dichiaro marito e moglie” e rivolgendosi a mio zio disse “può baciare la sposa adesso”.
Si baciarono e tutti noi applaudimmo pieni di gioia.
Damon mi fu subito accanto e mi baciò sulle labbra.
“non ti ho ancora detto quanto sei bella oggi piccola” mi disse.
“ti amo Damon” e i nostri occhi si incatenarono l’uno all’altro.
Dopo le congratulazioni ci dirigemmo verso i tavoli per pranzare, rigorosamente bianchi con un mazzo di rose bianche come centro tavola. Eravamo in pochi. Jenna aveva invitato alcuni suoi compagni di università e poi c’eravamo noi, la loro famiglia.
Pranzammo in allegria con buona musica come sotto fondo.
Era tutto perfetto.
Stavamo mangiando la torta nuziale quando Alaric si alzò in piedi e richiamando l’attenzione colpendo un cucchiaino sul suo bicchiere, iniziò a parlare.
“ragazzi… volevo ringraziare ogni singola persona che è qui perché fa parte della mia anzi della nostra famiglia” guardando negl’occhi la sua amata che sorrideva “ne abbiamo passate tante e ci scommetto che ne passeremo ancora molte” continuò ridendo “ ma ogni singolo giorno mi accorgo di quanto tengo a voi e a quanto vi ritengo persone speciali… e senza di voi non avrei incontrato questa persona fantastica che oggi è diventata mia moglie. Ti amo Jenna. E a proposito…” prese per mano mia zia e continuò “ dobbiamo dirvi una cosa.. molto speciale… “
“aspettiamo un bambino!” esultò mia zia.
“cosa!?” chiesi incredula dalla felicità. Damon mi guardò, anche lui incedulo e poi si alzò per congratularsi con il suo amico. Tutti noi ci alzammo dai tavoli e abbracciammo i due sposini futuri genitori. Era una cosa bellissima. Avremmo avuto un pargolo da amare…e da proteggere ma mi ero promessa di non pensare a problemi con i vampiri. Quel giorno era speciale.
“come testimone di nozze privilegiato devo fare anche io un discorso o posso rimandare?” chiese il mio vampiro alzandosi in piedi. Si era tolto la giacca perché faceva caldo essendo in estate ed era rimasto in camicia. Era bellissimo.
“Alaric sei un amico “ disse serio. Leggevo dal suo viso che era sincero e sapevo anche quanto gli costava farsi vedere cosi vulnerabile e cosi umano davanti agli altri.
“e so che sarai un bravo padre per tuo figlio, ne sono certo… basta non voglio dire altro senno Rick si monterebbe la testa” scherzò bevendo dal bicchiere.
Finimmo di mangiare e cominciarono le danze.
Rick e Jenna danzarono il primo ballo e poi alcuni di noi li raggiunsero. Io mi sentivo stanca e cosi Damon mi fece sedere sulle sue gambe mentre mi accarezzava i capelli.
“sono cosi felice che Jenna è incinta…” dissi guardandolo negl’occhi.
“si sono contento anche io per Rick… però ci sarà una persona in più da proteggere e in più è un bambino da tenere a bada” rispose senza rendersi conto di quanto era bello poter avere un figlio.
“ma che dici Damon?” chiesi alterata. Non mi sarei aspettata una risposta simile da lui.
“proteggeremo quel bambino a qualunque costo. Fa parte della famiglia. E poi Damon diventare genitore è la cosa più bella che può succedere a una persona. Evita di fare il menefreghista per una volta” continuai arrabbiata e mi alzai dalle sue gambe e me ne andai dentro.
In salotto mi sedetti sul grande divano con le braccia incrociate sul petto. Possibile che non si rendesse conto di come poteva essere felice Rick? Ero cosi amareggiata.
Un colpo alla pancia mi fece gemere dal dolore. Mi alzai per prendere fiato ma un altro colpo mi colpì in pieno e mi mozzò il fiato. La stanza cominciò a girare. Le forze mi stavano abbandonando.
“Damon” sussurrai.
E poi vidi il buio.
Ero svenuta.
 
 
 
 
 
 
 
ciao ragazze! che ne pensate di questo capitolo?
povera Elena eh???? :)
grazie a chi commenta e a chi segue la mia ff. vi adoro tantissimo!
Jessy
 

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Capitolo 10
*** 9. never without you. ***


Aprii gli occhi confusa.
Presi un respiro profondo e misi a fuoco meglio quello che mi stava attorno.
“Elena come ti senti?” mi chiese Damon che mi stava accanto seduto sulle sue ginocchia. Nei suoi occhi leggevo tormento e preoccupazione.
“piccola mia…” e mi accarezzò i capelli.
“Damon mi ha fatto ancora male la pancia…ma non so come mai…poi credo di essere svenuta..” tentai di alzarmi. Stavo bene e sembrava come se non fosse successo nulla. Non capivo il perché di quei dolori alla pancia.
“riesci ad alzarti o ti porto su in camera piccola?” Damon non si era ancora tranquillizzato.
Gli sorrisi per calmarlo e gli accarezzai la guancia “no amore… sto bene adesso…davvero… e poi è il matrimonio di zia Jenna e non voglio rovinarglielo solo perché sono svenuta…ok Damon?”
Mi guardò con il suo tipico sguardo ammonitore ma mi prese sottobraccio e avvertendo che stavo realmente bene ci andammo a sedere ad un tavolo fuori nel giardino.
Seduti vicini mi abbracciò con un braccio e mi baciò i capelli. Era davvero preoccupato.
“Elena prima di tutto voglio chiederti scusa per quello che ho detto prima…sono felice per Rick…davvero…e secondo” e mi prese il mento per guardarmi in viso “ cosa ti sta succedendo piccola? Prima stanotte e adesso con gli stessi dolori, poi sei svenuta… sono preoccupato Elena”
“Damon non lo so… non ne ho la più pallida idea… sono solo due volte che ho questi dolori e mi capitano solo quando sono arrabbiata o agitata…domani vado a prenotare una visita dal dottore ok amore?”
mi baciò sulle labbra e annuì.
Non volevo che si preoccupasse.
Ma c’era qualcosa che non andava in me.
Lo sentivo.
Ma non volevo preoccuparlo ancora di più di quanto lo era già.
Sarei andata dal dottore.
 
 
Danzai davvero poco poiché Damon non voleva che mi stancassi ulteriormente.
Quella sera, andati via gli amici di mia zia,ci cambiammo i vestiti e restammo un po’ nel salotto, tutti stanchi ma felici di come avevamo passato quella splendida giornata.
Io ero sdraiata con la schiena appoggiata al petto di Damon e disegnavo ghirigori sulla sua mano mentre parlava con Rick e Stefan.
Jenna si alzò e si avviò verso la cucina.
“ho voglia di gelato” e toccandosi la pancia fece intendere che era una strana voglia dovuta alla gravidanza. Le sorrisi felice e l’ha raggiunsi.
“sai Elena quando ho capito che ero incinta non ci potevo credere, è una sensazione bellissima” e si toccò di nuovo la pancia.
“sai ogni tanto svengo oppure ho la nausea ma la sensazione che ho mio figlio dentro di me mi rende la persona più felice del mondo”
“immagino zia… non vedo già l’ora che nasca!”
“e poi Elena non sai quante voglie ho! Peccato che non vivi più a casa con me senno ti svegliavi a mezzanotte e mi vedevi in cucina a preparare qualcosa di strano solo perché mi è venuta voglia di mangiare quella cosa… è cosi strana questa cosa”
risi.
“sei bellissima quando pensi alla piccola creatura” dissi sorridendole.
“ne vuoi?” mi chiese passandomi il gelato.
“no zia…io ho voglia di Nutella” e cosi aprii lo sportello e presi il barattolo e immersi il dito dentro e me lo portai in bocca.
“Jenna che ne dici se andiamo a casa?” Alaric era entrato in cucina e avvicinandosi a mia zia la baciò teneramente
“si, andiamo”rispose sorridendogli, “Elena allora ci vediamo domani va bene tesoro?
“si si zia”
quando i miei zii furono andati a casa per passare la loro prima notte di notte io e Damon andammo nella nostra stanza. E abbracciati sull’enorme letto ci rilassammo un po’.
“sicura di stare bene piccola?” mi chiese il mio vampiro.
“si Damon” e appoggiando il mento sul suo petto nudo lo guardai nei suoi grandi occhi color ghiaccio e gli sorrisi. Mi avvicinai al suo viso e mentre lui mi guardava sghembo lo baciai con passione.
Avevo voglia di lui.
Quella mattina mi aveva lasciato desiderosa e impaziente,e non me lo ero dimenticata.
Mi sdraiai su di lui e circondai la sua vita con le mie gambe. Le nostre intimità erano separate solo dall’intimo che indossavamo. Sentii le mani esperte di Damon posizionarsi sui miei fianchi e mentre ci baciavamo ancora ribaltò le posizioni e sentii quanto mi desiderava.
Scese a baciarmi il collo mentre io gemevo dal piacere. Sapeva che era il mio punto debole.
Scese giù, sopra i seni e dopo avermi slacciato il reggiseno me li baciò.
Mi tolse le mutandine e io feci altrettanto su di lui. Mi aggrappai alle sue possenti spalle per attirarlo a me e alle mie labbra, poi entrò in me e io gemetti. Fare l’amore con Damon era estasiante. In quei momenti ero sua completamente. Ero solo sua e lo sarei stata per tutta la mia vita.
L’amavo incondizionatamente.
“ti amo Damon” sussurrai quando raggiungemmo il piacere massimo.
“non dirlo a me piccola mia” e dopo esserci coccolati un po’ il sonno ci prese con se.
 
Mi svegliai la mattina e non trovai Damon nel letto.
Mi vestii velocemente e scesi giù. Sicuramente era li con suo fratello.
“buongiorno Stefan” salutai il vampiro quando lo trovai sdraiato sul divano del suo soggiorno con un libro in mano.
“buongiorno Elena” e mi sorrise e si mise a sedere. Mi avvicinai a lui.
“Damon dov’è?” chiesi.
Mi guardava dubbioso e intimorito, e non sapevo perché.
“ehm.. mio fratello non te l’ha detto?
“cosa doveva dirmi Stef?” chiesi preoccupata.
“Katherine è venuta stamattina per dirci che i vampiri sono arrivati in città e Damon è andata con lei a vederli in faccia cosi da poterli riconoscere quando saremo in giro per la città.
La mia mente aveva ascoltato solo la parte iniziale e si era stoppata quando Stef ha detto che Damon, il mio Damon era andato via con Katherine, la sua ex.
“Damon è via con Katherine?” chiesi in un sussurro.  “e perché non mi ha svegliato? Continuai disperata. Forse era una reazione eccessiva ma dopo tutto sapevo l’effetto che Katherine aveva su Damon e poi, in fondo, ero gelosa del mio ragazzo!
“mi ha detto che dormivi e non voleva che ti svegliavi inutilmente Elena”
“inutilmente?” alzai la voce “ i vampiri sono in città che mi cercano, lui è andato via con lei! E riteneva che non dovevo essere informata! Parlai esasperata. Sentivo le lacrime agli occhi dalla rabbia.
Pensai ai dolori alla pancia e al fatto che mi venivano solo quando ero agitata e visto che non eras il momento giusto per avere quei dolori respirai a fondo per calmarmi; ma sentii qualcosa alla pancia lo stesso, ma questa volta non erano fitte ma semplicemente un leggero farfuglio come se avessi le farfalle nello stomaco.
“Elena non devi essere preoccupata del fatto che lui e con lei…” ma lo interruppi
“Stefan… Katherine è l’unica persona che riesce a destabilizzare Damon… e lui l’ha aspettata per più di un secolo e mezzo e tu mi stai dicendo che devo stare tranquilla? Lo guardai nei suoi occhi verdi.
“e poi non mi sono dimenticata quando è venuta qui e ha detto che continua ad amare Damon” i miei occhi si riempirono di lacrime.
E adesso lei è con lui.
“Elena” mi guardò teneramente. Cercai di non piangere.
“vado a farmi una doccia..” dissi alzandomi e dirigendomi su in camera. Aprii il rubinetto della doccia e mi svestii. La sensazione alla pancia di prima ritornò. Mi toccai la pancia con la mano e il farfuglio si fermò all’istante.
Che strano.
Mi feci la doccia e l’acqua calda mi rilassò ben poco. Ero sull’orlo di piangere quando mi venne un capogiro. No no ancora no! Mi aggrappai al rubinetto e per fortuna la stanza smise di girare. Respirai profondamente. Scoppiai a piangere. Non capivo di tutto quello che mi stava accadendo e poi Damon non c’era con me perché era andato via con lei! E io ero sola.
Chiusi il getto d’acqua quando finii di piangere. Indossai dei jeans e una maglietta a mezze maniche bianca e scesi già.
Aspettavo con ansia l’arrivo di Damon.
Mi sedetti sul divano e notai che Stefan non c’era. Mi guardai in torno e non era da nessuna parte. In quell’istante un idea si impossessò della mia testa. Potevo uscire e andare a cercare Damon. Se ci fosse stato Stefan me l’ho avrebbe vietato assolutamente. Non ci pensai due volte e presi la borsa e le chiavi della mia macchina e uscii  di casa.
Decisi di optare per il grill… sicuramente l’avrei trovato li.
Parcheggiai e entrai nel bar. Mi guardai attorno ma non intravidi ne Damon ne Katherine.
Cavolo.. dove possono essere andati? Pensai.
Mi avvicinai verso il bancone e mentre mi incamminavo sentii una mano sulla spalla.
“Elena! Che ci fai tu qui?”
mi girai verso quella voce femminile.
Caroline era agitata.
“Car sto cercando Damon…” mi sembrava ovvio.
“ci sono i vampiri in giro e tu giri per la città da sola?” mi chiese sotto voce ma esasperata.
“tu sai tutto e non mi avete detto niente??!” quasi gridai isterica.
“Damon voleva proteggerti”
”e da quando sei d’accordo con lui?” chiesi
“Elena dei stare al sicuro… io non so ancora chi sono quelli che ti stanno cercando quindi per favore Elena, fammi il favore di ritornare a casa”
“No”
“Elena”
“non prima di aver trovato Damon”
“ma lui non è in pericolo!”
“non puoi saperlo” risposi decisa.
Mi prese per il braccio e mi strattonò fuori dal Grill.
“Caroline Forbes lasciami!” gridai quando eravamo già all’aperto.
“Damon sarà molto felice di sapere che sei uscita di casa” mi disse arrabbiata.
“ma tu di chi sei amica?” le chiesi arrabbiata.
Si fermò e mi guardò negl’occhi. “tua Elena, ed è per questo che ti sto per accompagnare a casa. Per tenerti al sicuro… perché in questo momento la mia amica non è al sicuro…quindi entra” disse aprendo la portiera del passeggero della mia macchina. Mi sedetti senza dire una parola.
Sapevo che stare fuori casa da sola era rischioso ma ero uscita per trovare Damon, accidenti. Non mi tranquillizzavo fino a quando non ritornava a casa, da me.  Sentii le lacrime sgorgare, salate, amare, tristi.
“Elena non c’è niente da piangere” mi disse la vampira, che seduta al posto di guida, mi guardò teneramente.
Non dissi nulla. 
 
Arrivammo davanti al portone della pensione Salvatore e notai subito la figura di Stefan fuori dalla casa,  che guardava nella mia direzione.
Scesi molto lentamente.
“Damon non è ancora arrivato” mi mimò Car.
Tirai un sospiro di sollievo. Almeno non mi avrebbe mangiata viva in quell’istante.
Mi avvicinai a Stef e lo salutai come se non fosse successo nulla.
“divertente… se fossi ancora umano mi sarebbe venuto un infarto! Aspetta che arriva Damon!” mi disse arrabbiato.
“ma scusate solo voi potete uscire? Stavo andando da Damon!” ma perché non lo capivano??
mi sedetti in salotto con le mani incrociate al petto. Respiravo profondamente solo per non avere i dolori alla pancia.
Si sentì sbattere la porta.
“ma dico, vuoi fare la principessa guerriera adesso eh?” Damon mi fu davanti in un secondo. Era decisamente molto arrabbiato.
“ti stavo solo cercando, Damon” gli risposi fredda.
“Elena fuori ci sono dei vampiri che ti considerano come loro personale sacca di sangue! Se ti ho lasciato a casa è stato per proteggerti!”
“potevi svegliarmi e dirmelo!” mi alzai e gli urlai.
“dovevi rimanere in casa Elena. Questo è il punto.”
“oh… giusto.. perché tanto tu eri con lei..” risposi sprezzante con le lacrime agl’occhi. Vidi Damon che cambiò espressione: da duro e arrabbiato si addolcì e teneramente mi accarezzò il viso.
Io allontanai la mano con un gesto duro. Le lacrime mi bagnarono il viso. Erano salate.
“Elena, quante volte ti devo ripetere che non devi essere gelosa di lei?”
“e io quante volte devo pensare che hai passato cento cinquanta anni cercando lei? Eh?”
“Elena io  - amo  - te!.. ci sei solo tu nella mia vita adesso!” mi rispose come se fosse ovvietà la sua risposta.
“lei ti ama” dissi abbassando lo sguardo e scoppiando a piangere più intensamente. Era la verità quello che avevo detto.
“e chi se ne frega piccola mia” si avvicinò e mi tirò su il mento con la sua mano.
“se mi ama allora imparerà a soffrire d’amore, se ha sempre un cuore…” mi disse sorridendo “ perché il mio cuore sarà di una persona sola fino alla fine della mia esistenza” e incatenò i suoi occhi ai miei. Era sincero. Lo sapevo.
Lo baciai ardentemente. Avevo bisogno di sentirlo.
“non mi lasciare mai più!” gli dissi come una bambina capricciosa. Mi riservò un sorriso sghembo e mi baciò ancora.
“ mai… promesso” e appoggiò la mano sul cuore con fare solenne.
“vedo che ho creato dei problemi ai piccioncini..”
Katherine entrò nel salotto dove c’eravamo io e Damon e con il suo solito sorriso soddisfatto e arrogante si avvicinò a noi.
“Fottiti Katherine” le risposi dura. Per me poteva già andare al diavolo, lei e il suo aiuto.
Sapevo che lei era venuta anche per riavere indietro il mio Damon e questo mi terrorizzava ma mi rendeva ancora più forte.
 
 
 
 
 ciao ragazze!!!
cosa ne pensate d questo capitolo?
ringrazio con il cuore chi commenta e tutte le persone che seguono la mia ff silenziosamente.
un bacio
Jessy 

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Capitolo 11
*** 10. a sweet surprise. ***


Sospirai.
Ero sdraiata sul divano e pensavo a quello che era successo il giorno prima. I vampiri che mi davano la caccia erano arrivati in città e Katherine li ha fatti vedere a Damon. Erano tre uomini e una donna.
Katherine.
La donna che mi voleva rubare l’uomo. Chiusi gli occhi per non agitarmi.
La sera precedente avevamo passato un paio d’ore a progettare come far fare l’incantesimo alla mia amica Bonnie su questi vampiri e alla fine fu deciso che li avremmo attirati nel bosco la sera dopo e lì, Bonnie avrebbe fatto ciò che doveva fare.
Damon propose di ucciderli tutti ma Stefan, prontamente, spiegò che, se gli altri vampiri non avessero avuto più notizie di loro, sarebbero arrivati anche loro in città e quindi la scelta migliore era far credere loro che il mio sangue fosse uguale agl’altri e che andassero a raccontarlo anche agli altri.
Come era scontato Damon non mi voleva portare con sè nel bosco. Diceva che era troppo rischioso. Tutti gli altri diedero ragione a lui.
Tutti.
Non avevo dormito per niente bene. Ero agitata. Tutte le persone a me care avrebbero rischiato la vita quella sera mentre io rimanevo a casa con la baby sitter, la mia amica vampira Caroline.
Damon non sarebbe stato con me.
Mi tormentava questa cosa. Non averlo con me mi metteva ansia; in più andava a rischiare la vita, per me preziosissima.
“ehi piccola” sentii un bacio sulla guancia.
Damon si era inchinato su di me e mi aveva baciato. Mi spostai un po’ e si mise a sedere sul divano e io gli appoggiai la testa sul suo petto.
“Damon resta con me stasera” gli chiesi per l’ennesima volta.
“No Elena”. Era testardo. Come me.
“ti prego amore.” Mi girai per guardarlo in viso e mi persi nei suoi occhi incredibilmente blu.
“ti prego… non posso resistere all’idea che non sei con me” lo implorai.
“Elena con me non attacca. Vado. Devo essere sicuro che vada tutto come deve andare”
lo ammisi a me stessa. Era più testardo di me quel vampiro.
Mi rimisi con la testa appoggiata al suo petto e misi il broncio.
“non fare la capricciosa piccola mia. Vedrai che nel giro di un’ora sarò già a letto con te vicino”
“lo spero” risposi decisa.  Non potevo essere imbronciata con lui, era impossibile. Mi girai verso di lui e gli diedi un bacio sulle labbra.
“ti amo Damon” sussurrai.
“ti amo mia principessa guerriera”
 
 
Passammo tutta la giornata a pianificare ogni dettaglio.
Bonnie si esercitava con l’incantesimo. Doveva far credere a quei vampiri che il mio sangue non fosse poi cosi speciale. Damon, Stefan e Alaric discutevano di ogni possibile attacco e io,Caroline e mia zia  parlavamo anche se, con tutta questa storia era difficile prendere parte ad un discorso normale.
In più era venuta a farci visita la vampira che detestavo. Katherine.
Sarebbe andata anche lei con gli altri quella sera.
Damon mi diede tanti baci ardenti davanti a tutti, soprattutto a lei e fui contenta di questo. Voleva farle vedere che era mio. Era una vincita per me.
Dio quanto l’amavo.
 
I ragazzi erano andati giù in cantina per prelevare un po’ di verbena e così lasciai le ragazze per andare in cucina a mangiare qualcosa poiché mi era venuta tanta fame. Aprii il frigorifero e sentii una folata di vento. Dallo spavento mi girai e vidi che nella stanza era arrivata la mia identica copia.
Mi rigirai verso il frigorifero come se ci fossi solo io, senza degnarla di alcun che.
“Elena” mi chiamò Katherine.
“non ho niente da dirti” risposi
“allora ti prego di ascoltarmi” mi disse. Mi voltai verso di lei senza dire niente. Si spostò su e giù per la cucina mentre rifletteva, probabilmente su come iniziare quella assurda conversazione.
“lo so che mi odi e molto probabilmente mi odierei anche io se fossi  al tuo posto… ma vedi Elena.. devi capire una cosa” continuò seria. Non mi ero ancora abituata al fatto che era cosi uguale a me. Mi sembra impossibile.
“cosa devo capire?” le chiesi avvicinandomi a lei.
“devi capire che io lo amo. E sono disposta ad aiutare la donna che lui ama pur di vivere dei momenti con lui… perché solo con Damon riesco a sentirmi viva, come un tempo; umana”
rimasi pietrificata. “Sai Elena la debolezza più grande di un vampiro è l’amore. Per me è Damon. Se io ti sto aiutando è solo per lui. È solo per sentire la sua voca, il suo calore.” Sospirò.
“ ti invidio sai…perché lui ti ama alla follia… esisti davvero solo tu per lui… e io sarò costretta a reprimere questo sentimento e dover fare la parte della cattiva senza cuore”
non sapevo cosa dire. Katherine si era aperta con me. È stata per un attimo vulnerabile, come ogni umano è in fondo. Katherine ha un cuore. Ama Damon.
“mi dispiace” sussurrai. Non avevo la più pallida idea di cosa risponderle. Damon era tutto per me. Non potevo certo perderlo!
“ci sono abituata” mi guardò per un istante e uscì dalla cucina. La fame sparì nel momento che lei iniziò a parlare quindi richiusi il frigorifero che avevo lasciato aperto e mi sedetti sulla sedia. Ero sbalordita. Katherine, la sadica vampira aveva un cuore. Amava il mio Damon e questo mi terrorizzava. Il solito farfuglio che mi stava accompagnando negli ultimi giorni si impossessò della mia pancia. Misi una mano su di essa e subito sparì .
 
Un venticello leggero mi colpì in pieno viso. Ero fuori dalla terrazza della mia camera. Volevo rimanere un po’ da sola. Ero troppo agitata, rischiavo una crisi di pianto esagerata se non mi calmavo. Troppe cose erano ignote e il fatto di non sapere la risposta mi tormentava: Katherine ama il mio Damon e me l’ha appena dichiarato sfacciatamente, le persone a me care rischiavano per me, per l’ennesima volta, e poi lo strano dolore alla pancia, gli svenimenti e il quasi continuo farfuglio che sentivo dentro di me.
Chiusi gli occhi.
La porta della camera si aprì e si richiuse dopo pochi secondi.
“Elena” mi chiamò dolcemente il vampiro dagli occhi color ghiaccio. Mi voltai e me lo trovai davanti a me che mi osservava con il suo solito sguardo indagatore. I suoi occhi potevano ipnotizzare anche senza aiuto del soggiogamento!
“Damon” dissi. In quella singola parola c’era tutto il mio tormento, la mia preoccupazione, tutto il mio amore che provavo per quell’uomo.
Mi prese tra le sue braccia e mi strinse a se come se fossi un cucciolo smarrito.
“ho sentito tutto, piccola” mi rivelò mentre nascondevo il mio viso contro il suo petto. Alzai gli occhi verso i suoi per poterlo guardare in faccia.
“a quanto pare nasconde un cuore quella sadica” disse amaramente. “so quello che stai pensando piccola mia” disse sorridendomi e accarezzandomi i capelli “ ma non permetterti di dimenticare che io amo te.. solo te. I cento cinquant’anni che ho cercato di liberarla dalla cripta li ho dimenticati esattamente nel momento in cui ti ho incontrato, Elena. Non esiste più nessuna Katherine nella mia testa.” Rivelò. Sorrisi con un amore infinito. Gli saltai addosso e abbracciandolo con tutta la forza che possedevo.
“grazie di tutto Damon, ti amo da morire” e ci baciammo con passione e soprattutto amore. Quell’amore nascosto da entrambi per troppo tempo.
 
Eravamo davanti alla porta d’ingresso, con gli occhi mi soffermavo su ogni persona presente: Bonnie, Matt, Stefan, Tyler, Alaric e Damon. le persone che non mi avrebbero tenuta compagnia quella sera.
“Barbie prova a farla uscire da questa casa e ti impaletto” disse serio il mio vampiro a Car.
La bionda alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
“e tu, Elena non fare la principessa guerriera stanotte?” si avvicinò a me e mi baciò.
“sarò la damigella indifesa stasera”scherzai.
“sul serio piccola.. fammi stare tranquillo per un’ora…”  sussurrò a pochi passi dalle mie labbra. Potevo sentire il suo alito fresco sul mio viso.
“torna presto amore”
mi baciò. Quel bacio era un si, la sua promessa.
 
Dopo che se ne sono andati io e Caroline ci sedemmo sull’enorme divano nel salotto e accendemmo la televisione.
“mangiamo qualcosa?” chiesi dopo pochi minuti.
“Elena ma hai mangiato come un maiale neanche un’ora fa!” disse ridendo.
Storsi il naso “ ma io ho fame… vabbè vado a prendermi qualcosa” e mi alzai per andare in cucina. Dopo aver preso del pane e la mia nuova migliore amica Nutella m sistemai comoda affianco alla vampira e iniziai a mangiare.
“Stefan mi ha detto che non ti sei sentita molto bene ultimamente..come stai?” mi chiese seria.
“non lo so Car, ho dei strani dolori alla pancia quando sono agitata e poi sembra che ho le farfalle nello stomaco quasi sempre… sono anche svenuta un paio di volte…” la guardai mentre ingurgitavo un pezzo di pane.
“aggiungendo che mangi tantissimo in questi giorni direi che sei incinta se non fosse che vai a letto con un vampiro!” mi rispose ridendo sommessamente. Risi anche io.
Era impossibile.
I vampiri non potevano procreare.
Damon stesso me lo disse quando facemmo il viaggio ad Atlanta.
Smisi subito di ridere.
Con tutti quei pensieri non avevo pensato a una cosa.
Esattamente una settimana prima mi doveva venire il ciclo.
E non mi era venuto ed era molto strano essendo decisamente regolare.
Guardai in faccia la mia amica che mi osservava sbalordita.
“Car… ho un ritardo” sussurrai.
“è impossibile… o almeno credo…” rispose rimanendo immobile.
“questo spiegherebbe un po’ di cose” riflettei a voce a alta.
“ svengo, mangio tanto, i strani dolori alla pancia… poi se è un vampiro o mezzo vampiro può essere forte, ecco perché mi fa tanto male… ma non capisco come mai i dolori mi vengono solo quando sono agitata o arrabbiata”
“forse lo sente e si vuole far sentire” rispose la bionda sorridendo.
Mi misi una mano sulla pancia e sentii un colpetto esattamente sotto il palmo della mano.
“non vuole che io sia arrabbiata o agitata” dissi con una strana voce. Una voce piena d’amore. Consapevole che c’era un’ altra persona d’amare.
Un piccolino tutto mio e di Damon.
Aspettavo un figlio dall’uomo che amo.
Non c’era cosa più bella.
“Elena devi fare il test” mi consigliò Car. “adesso che non c’è Damon! sai cosa faccio? Corro in farmacia e compro il test e in due minuti sono qua”
“Car” volevo ammonirla ma sentii solo una folata di vento. Era andata via.
Dopo pochi minuti rientrò con una busta in mano. Andammo in bagno e Caroline tirò gli acquisti. Non ne aveva comprato uno di test ma bensì 4!
“bisogna esserne sicuri” rispose quando le domandai se non ne bastava solo uno.
 
L’attesa mi tormentava. Dentro di me c’era qualcosa. Ne ero certa ma quando avrei letto sui test quella fatidica parolina tutto diventava realtà.
E io aspettavo.
“Car come abbiamo potuto non pensarci prima?!” dissi mentre aspettavamo.
“ il lato umano che solo io posso far uscire dai vampiri! I vampiri non possono procreare e io invece posso rimanere incinta di uno di loro essendo una doppelganger!
“oh mio dio! Come abbiamo fatto a non arrivarci subito! Il tuo sangue con il sangue di un vampiro… nascerà un bimbo!”
quella notizia non ci terrorizzò, anzi, ci abbracciammo perché sia io che lei sapevamo che un mio desiderio nascosto era proprio avere un bambino da Damon.
andammo in bagno per leggere i test.
Presi un respiro profondo e anche Caroline lo fece. Era agitata e emozionata tanto quanto me.
Il primo: incinta.
Il secondo: incinta.
Il terzo: incinta.
Il quarto: incinta.
“congratulazioni mammina” mi disse sorridendo e con ancora in mano i test la mia amica.
“non vedo l’ora di vedere la reazione di Damon!” continuò la bionda scoppiando a ridere energicamente.
Damon.
Sarebbe diventato papà. Avremmo avuto un bimbo tutto nostro.
“sicuramente sarà felice” risposi guardandola con ovvietà.
“sicuro… dopo quasi 160 anni in cui ha creduto di non poter diventare padre… salterà dalla gioia!” ironizzò.
“Car” l’ammonì.
“dico solo che se rimarrà sbalordito nessuno potrà biasimarlo, Elena.”
“questo si..”
e se Damon non era felice della notizia?
No era impossibile.
Era nostro figlio.
 
 
Dopo due ora si sentirono delle macchine parcheggiare. Avevo preparato un discorso da fare al mio vampiro appena saremmo rimasti soli. Io e Car avevamo parlato solo di bambini e di tutine e tutto quello che riguardava i piccolini ma il mio cuore sapeva che fuori c’era Damon che stava rischiando la vita e perciò aspettavo con ansia il suo ritorno.
Ci dirigemmo immediatamente verso il portone, proprio nel momento in cui Stefan lo aprì.
“allora?” chiesi. “Damon?” chiesi non vedendolo subito.
Tra i miei amici vidi subito quelle due pozze d’acqua che spiccavano. Ma erano spente.
Si avvicinò a me e notai subito degli squarci nella maglietta nera che indossava. Era anche sporca di sangue.
“ i vampiri hanno fatto un po’ di resistenza e mi sono beccato qualche paletto ma sto bene Elena, devo solo bere un pò” disse Damon vedendomi paralizzata davanti a lui.
Era stato colpito.
Scoppiai a piangere e gli andai incontro.
“ah” mi toccai la pancia. Un altro colpo decisamente forte mi colpì.
“Elena!” urlò Damon.
 Piccolo tranquill,o sto bene. Pensai.
Ma la stanza cominciò a girarmi intorno e poi vidi il buio.
 
 
 
 
 ciao ragazze!
che ne pensate di questo capitolo??

un ringraziamento speciale a chi commenta la mia storia. mi stimolate a continuare!
un bacio.
Jessy
 

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Capitolo 12
*** 11. unexpected reaction. ***


Avevo ancora gli occhi chiusi ma ero cosciente. Sotto di me c’era qualcosa di soffice, probabilmente Damon mi aveva portata su nella nostra camera e mi aveva steso sul letto.
Cavolo, ero svenuta per l’ennesima volta.
Ma questa volta sapevo il perché.
Mi accarezzai la pancia e sorrisi, poi qualcosa catturò la mia attenzione. Delle urla provenire dal piano inferiore.
“Barbie se sai qualcosa devi dirmelo!” Damon aveva urlato esasperato; sicuramente era arrabbiato.
“Damon penso che sia Elena la persona giusta per dirti cos’ha, di certo non sono io!” rispose la mia amica irritata.
Ero certa che stessero litigando già da parecchio.
“Damon” sussurrai certa che lui avrebbe sentito. In pochi secondi il mio vampiro mi fu accanto con il volto ancora un po’ duro dovuto alla litigata ma con un sorriso tenero riservato a me.
“Elena come ti senti?”
gli sorrisi e lo invitai a stendere di fianco a me. Mi appoggiai al suo petto e Damon mi coccolò con una infinita dolcezza che riservava solo a me.
“non mi hai ancora risposto” disse dopo avermi baciato i capelli lisci che mi cadevano sulle spalle.
“chi c’è giù?” chiesi, volevo che Katherine non sapesse di questa cosa fin quando potevo nasconderla.
“ci sono Stefan e Caroline, gli altri sono andati a casa” mi rispose dolce.
“ok amore”
dopo qualche minuto parlai.
“amore ti devo dire una cosa” e lo guardai negl’occhi.
“sono tutte orecchie” e sorrise, anche se sapevo che era un po’ ansioso. Quando si trattava di me e della mia salute, si tormentava sempre.
Non sapevo come dirglielo accidenti. Non sapevo da dove iniziare. Lui mi avrebbe risposto parti dall’inizio.
“amore ho capito qual è la causa dei dolori alla pancia e degli svenimenti…” cominciai. Mi guardava dubbioso e preoccupato. Gli presi la sua mano sinistra e la posizionai sulla pancia. Damon si irrigidì.
“non capisco” sussurrò. Evidentemente non ci arrivava. Bè dopo centosesant’anni in cui sai che non puoi procreare non posso biasimarlo se non lo capisce immediatamente.
“aspetto un bambino, Damon” dissi tutto d’un fiato.
“è impossibile” fu la sua risposta e si irrigidì ancora di più e tolse con uno scatto la mano dalla mia pancia.
“ne sono certa Damon, c’e qualcosa dentro di me che si muove. E’ come se avessi delle farfalle nello stomaco, e penso proprio che il lato umano che solo io posso far venire fuori dai vampiri sia proprio questo, posso rimanere incinta di voi, di te.”
Non disse niente. Era solo sbalordito. Cosa diavolo pensava???
“Damon dì qualcosa, per favore” lo implorai.
“ti fa del male questa cosa, ti farà del male questo cosa” disse amaramente e duro. “ non penso che nessun bambino ti colpisce da togliere il fiato, o sbaglio? “ domandò severo e duro.
“non vuole che io sia agitata o arrabbiata e per questo che si agita pure il piccolino. Poi se ha preso da te magari è più forte di qualsiasi altro bimbo.”
“come fai a parlare con questo amore di questa cosa che ti fa solo stare male?!” mi chiese alterato.
Ero basita e sconvolta. Con le lacrime agl’occhi abbassai lo sguardo.
“come fai tu a parlare con questa amarezza di tuo figlio, di nostro figlio?” chiesi sull’orlo di una crisi di pianto.
Si alzò dal letto e girandosi verso di me mi guardò sconvolto.
“io non posso diventare padre perché sono un vampiro!”
“sono incinta Damon” risposi scandendo le parole.
Aprì la porta e se ne andò lasciandomi sola stesa sul letto. Scoppiai a piangere.
 
 
Avevo appena rivelato all’uomo che amo che aspettavo un bambino e la sua reazione fu totalmente il contrario di quella che aspettavo.
Non era felice di diventare padre.
Non voleva il piccolino.
Un’altra lacrima scese amara e salata sul mio volto. Ero rannicchiata in posizione feto e continuavo a piangere. Sentii un piccolo colpo al basso ventre. Accarezzai la pancia.
Piccolino mio papà è solo sconvolto perché non se lo aspettava, sta tranquillo. pensai. E sperai con tutta me stessa che era proprio così: ero solo sconvolto per il fatto che non si sarebbe mai aspettato che sarebbe diventato padre, non perché non vuole un bambino.
“ehi..” una voce femminile ruppe il silenzio della camera.
“Car” il mio fu un disperato bisogno di qualcuno che mi dicesse che sarebbe andato tutto bene, che Damon sarebbe ritornato da me e che non fosse arrabbiato per la notizia.
Caroline si avvicinò a me e si posizionò di fianco a me e mi accarezzò i capelli.
“Mi dispiace ma sono sicura che è traumatizzato perché non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere..” mi disse con poca convinzione.
“E se non fosse cosi?” ero dispetata.
Caroline sospirò. Prese il cellulare dalla tasca e fece un numero e lo portò all’orecchio.
“torna – immediatamente – a – casa – perché se non lo fai, ti impaletto in seduta stante!” gridò al telefono. Poi guardò me e disse che lui aveva messo la segreteria telefonica.
“Car lascialo stare, non deve essere obbligato a tornare…” singhiozzai.
 
 
POV DAMON
 
Bevvi un altro sorso di bourbon, l’ennesimo.
Ero sconvolto. Scioccato.
Non poteva essere. Non poteva succedere! Avevo rinunciato all’idea di diventare padre esattamente quando sono diventato un vampiro!
Quella cosa faceva del male alla mia Elena, anche se si trattava di semplici dolori non potevo permettere che le succedesse qualcosa.
Un bambino, che cosa ridicola. E sorrisi amaramente.
Avevo lasciato in camera un Elena disperata, e mi odiavo per questo ma avevo bisogno di bere su questa notizia.
Io padre?
Non mi ci sono mai visto come tale.
Elena, la donna che amavo, aspettava un figlio da me.
Ero sconvolto. Scioccato.
 
 
 
 
 
POV ELENA
 
Ero seduta in salotto con Stefan alterato davanti a me. E non perché gli avevo appena rivelato che aspettavo un bambino, ma perché suo fratello mi aveva lasciato sola e ne era andato.
“è un’idiota” concluse il vampiro.
“Stefan… non puoi biasimarlo, magari non desidera diventare padre.”conclusi e cercai di trattenere le lacrime. Ero stanca di piangere.
“no Elena, non posso … ha sbagliato… Elena sicuro che il bambino non ti farà del male?” mi chiese.
“secondo me ha preso da voi vampiri Stefan, sento che è più forte di un normale bambino e poi non credo che dopo solo un mese sia già capace di farmi sentire dei colpi cosi. Però sono sicura che non mi farà del male, anzi…” dissi. Quando parlavo del mio piccolino non riuscivo a non essere felice e piena d’amore.
“magari se fai una visita dal dottore vediamo cosa dice e da chi ha preso” e sorrise per il doppio senso.
Caroline saltò su “speriamo che non prenda il caratteraccio del padre perché la mia pazienza ha un limite!” rise.
Sorrisi anche io. Quei due vampiri riuscivano sempre a farmi tranquillizzare.
“ma se poi il dottore vede che c’è qualcosa di anormale dovuta al fatto che può essere mezzo vampiro?” chiesi.
“lo soggioghiamo se è cosi” rispose Car sorridendo.
Annuì accarezzandomi la pancia.
Damon non era ancora ritornato e io ero preoccupata e ansiosa. Suo fratello mi aveva spiegato che la sera prima era andato tutto come era pianificato ma che quando uno dei vampiri ha citato me offendendomi, Damon non ci ha visto più e gli era saltato addosso e si era beccato un paletto.
Quella questione era risolta.
Peccato che nel grimorio si specificava che il mio bambino correva dei rischi perché sarebbe stato unico e molte creature sovrannaturali lo avrebbero voluto una volta scoperto.
Mi terrorizzava questa cosa.
Nel giro di un giorno il mio piccolino era diventato la mia priorità, assieme a suo padre, Damon: la mia famiglia.
 
 
POV DAMON
 
Entrai in casa.
Elena era sotto la doccia, lo sentivo.
Mi fratello aveva appena sbuffato. Mi diressi verso lui.
“Damon” mi salutò
“mangiascoiattoli”
“non credo che sia il momento di scherzare fratello” disse Stefan alterato. Sospirai amareggiato.
“come hai potuto trattarla cosi eh? Ma che razza di uomo sei Damon? aspetta tuo figlio! Tuo! E non le farà del male, mettitelo in testa ! è molto protettivo verso la madre tutto qua.” Mi urlò in faccia.
Contrassi la mascella.
“esigo una risposta Damon” disse duro.
“cosa vuoi che ti risonda eh Stefan?” chiesi esasperato. “dopo centocinquant’anni non ho più pensato all’idea di diventare padre. Ma dico mi ci vedi con un bambino? Mi ci vedi come padre? Come un buon padre?” chiesi rivelando la mia paura. Odiavo il fatto di farmi vedere vulnerabile ma avevo assoluto bisogno di sfogarmi.
“è questo che ti turba Damon? se sarai un buon padre? Ti prendi cura di Elena in modo straordinario, e ne sono certo: sai un buon padre.”
“sei sicuro che non le farà del male?” chiesi.
“sicuro, Elena è sicura. domani la portiamo a fare una visita dal dottore per vedere come sta il bambino” mi rispose e capii che era sincero. Quella cosa, mio figlio, non avrebbe fatto del male a Elena. Questa era cosa più importante per me.
Elena doveva stare bene.
Me ne ero andato perché credevo che le avrebbe fatto del male. E non potevo sottostare a questo.
“devo fare una cosa” dissi. Dovevo scusarmi e avevo in mente di fare qualcosa. Lasciai la casa e mi diressi verso la mia macchina.
 
 
POV ELENA
 
Ero sotto la doccia da più di dieci minuti e non avevo nessuna intenzione di uscirne. L’acqua calda mi scioglieva la tensione dei muscoli e mi faceva sentire meglio.
Damon non era ancora ritornato.
Perché?
Non volevo pensare al peggio, al fatto che non sarebbe più ritornato perché non voleva il bambino. Conoscevo Damon, il mio Damon e non poteva farmi una cosa del genere. Mi amava.
Mi amava?
Chiusi il rubinetto con aggressività. Sbuffai.
Mi avvolsi nell’asciugamano, mi asciugai e mi vestii. I capelli erano legati in una coda disordinata.
Mi diressi verso il letto e mi fermai di colpo.
In mezzo al letto c’erano due cose che prima non c’erano.
Mi avvicinai lenta ma con un sorriso nuovo. Di consapevolezza.
Mi appoggiai sull’enorme letto mio e di Damon e raccolsi la rosa rossa che vi era appoggiata e me la portai al naso per odorarla. Era splendida.
La riposi vicino a me e raccolsi l’altro oggetto che si trovava sul letto.
Una tutina per neonati di color verde chiaro. Sorrisi toccando il tessuto morbido e delicato.
“è verde perché non so se è uno scricciolo maschietto o uno scricciolo femminuccia”  chiusi gli occhi, mi era mancato cosi tanto in quelle poche ore. La sua intensa voce mi rilassò all’istante. Mi girai verso di lui, mi alzai dal letto e gli saltai addosso abbracciandolo.
“ti amo Damon” gli sussurrai felice.
“Scusami piccola… ero, diciamo, scioccato dalla notizia.” Mi disse accarezzandomi i capelli per poi soffermarsi sul viso quando i nostri occhi si intrecciarono.
“non fa niente amore”
“Elena voglio essere chiaro su una cosa… devi essere sincera con me. Devi dirmi se ti farà del male.
“amore se posso rimanere incinta di te vuol dire che sono in grado di portare a termine la gravidanza… e te lo giuro Damon, non mi farà del male, lo so.”
“ok…” leggevo nei suoi occhi preoccupazione.
“Elena ma tu mi ci vedi come padre? Io con un bambino?”
ecco cosa lo turbava. Sorrisi perché era adorabile.
“Damon sarai un bravissimo papà” gli dissi baciandolo.
“non avevo mai pensato di collegare il nome di Damon Salvatore a quello di papà” rivelò sbigottito inarcando un sopracciglio.
“amore speriamo che prenda i tuoi bellissimi occhi color mare..” dissi.
Ci avevo pensato appena avevo saputo del bambino. Speravo che avrei avuto un piccolo Damon, un piccolo maschietto con quei suoi meravigliosi occhi blu ghiaccio. O una splendida bambina con gli stessi occhi.
“certamente prenderà da me!” disse con la sua solita modestia.
Eravamo felici, una famiglia.




ciao a tutte!
ecco il nuovo capitolo. che ne pensate?
un bacio.
Jessy

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Capitolo 13
*** 12. I have always wanted to become a father. ***


Mi svegliai la mattina dopo sdraiata sul letto. Subito mi accorsi che Damon mi cingeva con le sue braccia. Sentivo il suo petto appoggiato alla mia schiena delicatamente. Cercai di girarmi senza farlo svegliare. Quando mi voltai ammirai il suo volto. Splendido volto. Le labbra carnose leggermente socchiuse erano così invitanti che mi dovetti trattenere dal baciarle. Sorrisi. Ero così bello da mozzare il fiato. Non mi ci ero ancora abituata a tanta bellezza e forse non mi ci sarei mai abituata.
In quell’istante sperai che il nostro piccolino, maschio o femmina, avrebbe preso da Damon il più possibile. I suoi splendidi occhi e il suo caratteraccio, che nonostante tutto, segnava Damon tutto e per tutto.
Non riuscii a trattenermi. Posai le mie labbra sulle sue in bacio casto ma pieno di tenerezza.
Damon aprì gli occhi lentamente e sorrise.
“buongiorno piccola” e mi accarezzò i capelli scompigliati dal sonno.
“buongiorno amore”
“come stai?” m chiese alzandosi leggermente e appoggiando la schiena e prendendomi fra le sue braccia; appoggiai la testa sul suo petto nudo e caldo.
“benissimo amore”
“stamattina andiamo dal dottore Elena, dobbiamo saperne di più sul piccolo” rispose serio.
“Damon e se non è umano completamente e il dottore lo notasse?”
“tranquilla Elena, lo ammalieremo prima e poi dopo la visita”
annuii con il capo.
“Damon prima voglio dirlo agl’altri, almeno a zia Jenna e Alaric, anche a Jeremy e a Bonnie almeno”
“certo piccola, glielo diremo quando vuoi tu” mi alzò io viso con l’aiuto della sua mano e mi baciò. E fu un bacio per niente casto, molto passionale. Mi coccolò per un tempo che a me parve tantissimo.
La mia casa erano le sue braccia, di questo ne ero certa.
“Damon voglio che Katherine non sappia niente del bambino, ho paura di quello che potrebbe fare…” dissi preoccupata. Katherine era imprevedibile e se amava il mio Damon, molto probabilmente non prenderà bene la notizia.
“cosa dovrebbe fare Elena?” mi guardò interrogandomi anche con gli occhi. “se prova ad avvicinarsi a te, questa è la volta buona che le stacco la testa con le mie mani”
“io dico sul serio Damon, potrebbe prenderla male la storia del bambino”
“anche io parlo sul serio” e sorrise sghembo.
“Damon” l’ammonii.
“sarà all’oscuro fin quando non avrai un pancione come una palla da calcio ok piccola?” rise.
“Damon!” ma non riuscii a non trattenere una risata.
Mi aspettavano tanti mesi dove ogni giorno avrei visto crescere la mia pancia. E io non aspettavo altro che sentire il mio piccolino dentro di me.
 
Dopo aver fatto colazione, ovviamente con la mia migliore amica Nutella, aspettammo che Alaric, zia Jenna, mio fratello e la sua ragazza strega venissero a trovarci. Damon gli aveva chiamati dicendo loro che aveva qualcosa di dirgli.
Ero un po’ agitata.
Come l’avrebbero presa la notizia inaspettata?
Io e zia Jenna eravamo incinte entrambe ed era una cosa che mi emozionava tantissimo. Avremmo avuto due piccolini per casa. La mia mente già viaggiava.
Sospirai per calmarmi un po’.
“ ehi piccola tranquilla, se vuoi parlo io…”
lo guardai negl’occhi.
“tu che dici agl’altri che diventerai padre?” e sorrisi.
“Elena tu mi sottovaluti sempre” disse sarcasticamente “sono una persona molto diplomatica e pacifica” e alzò un sopracciglio.
“giusto” risposi ironica.
“ehi davvero” ritorno serio e incatenò i miei occhi ai suoi. “ glielo diremo insieme, non ti lascio sola” e mi bacio castamente sulle labbra.
 
Ero seduta sul divano del salotto della mia ormai dimora, agitata e un po’ rossa in viso. Il solito farfuglio alla pancia mi stava accompagnando da piu di un paio d’ore, evidentemente il piccolino si era accorto della mia ansia.
Damon parlava con Alaric del più e del meno bevendo del bourbon.
Zia Jenna era seduta di fianco a me e a Caroline che non mi aveva tolto gli occhi da dosso neanche per un secondo. Era emozionata quanto me.
Alzai gli occhi e incrociai quelli del mio vampiro. Volevo togliermi questo peso subito, senno sarei scoppiata.
Damon capì all’istante e si avvicinò a me e prendendomi per mano e alzandomi dal divano si schiarì la voce.
“ragazzi…io e Elena dobbiamo dirvi una cosa” disse impacciato. Anche lui, sotto sotto, era un po’ agitato. Decisi di intervenire.
Sorrisi ai miei amici. “ so che dovrebbe essere impossibile ma…” presi un respiro “aspetto un bambino” buttai li. Le facce dei miei amici mi rivelarono che era l’ultima notizia che si sarebbero aspettati.
“pensiamo che è proprio questo il lato che solo io posso far uscire dai vampiri.. posso renderli fertili”
zia Jenna era al settimo cielo, come Alaric che dopo un momento di sbigottimento abbracciò prima me e poi il suo amico Damon facendogli le congratulazioni.
Mio fratello mi abbracciò e mi baciò la guancia e poi diede una pacca sulla spalla al mio vampiro.
“quindi la profezia sul grimorio riguarda il bambino…” disse seria Bonnie.
Volevo pensare il meno possibile a quello che diceva il suo grimorio.
“penso proprio di si Bonnie” risposi anche io seria. Tutti sapevamo quello che c’era scritto e se diceva la verità, il piccolino diventerà fonte di desiderio di molte creature sovrannaturali. Questo voleva dire che la sua vita sarà in continuo pericolo e che il nostro compito sarà di proteggerlo.
“non sappiamo niente di questo bambino… e se ti farà del male?”
“non mi farà del male Bonnie” dissi decisa. Perché non poteva semplicemente abbracciarmi e congratularsi come una vera amica?
Damon contrasse la mascella. Non si aspettava questa reazione da Bonnie.
“oggi pomeriggio vado dal dottore a farmi fare una visita cosi sapremo se è completamente umano o per metà vampiro… anche se penso che ha preso molto dal padre” e sorrisi.
“Elena per qualsiasi cosa chiamami e ci sarò, ok cara?” mi disse teneramente mia zia.
Annuii felicissima del fatto che aveva preso benissimo la notizia.
“i nostri piccolini cresceranno insieme, zia”
“lo so.. che bello!” e ci abbracciammo.
 
 
il sangue della doppelganger è prezioso,
e mescolato con sangue di vampiro,
ne uscirà qualcosa di incantevolmente unico e prezioso.
Unico come il sangue che avrà,
unico per i poteri che avrà,
ma sarà accompagnato da una maledizione,
poiché  sarà fonte di desiderio di molte creature sovrannaturali.
 
 
Queste parole erano impresse nella mia mente. Solo al pensiero che il mio piccolino era accompagnato da una maledizione mi tormentava. Sentii un colpetto nella pancia, accarezzai la piccola rotondità che sporgeva dal mio grembo. Piccolino tu sei unico e prezioso lo sai? La mamma e il papà ti proteggeranno sempre e comunque. Pensai.
 
Ci stavamo dirigendo verso l’ospedale. Caroline era al mio fianco mentre Stefan era a lato di suo fratello.
Arrivati davanti l’ingresso la mia ansia crebbe ancora di più.
“piccola devi rilassarti.. non fa bene ne a te ne al piccoletto” disse intrecciando le sue dite tra le mie.
Gli sorrisi e ci dirigemmo al reparto ginecologia.
Damon ammaliò il dottore dicendogli di visitarmi subito, di essere chiaro su quello che avrebbe visto e di stare tranquillo qualunque cosa avrebbe visto dall’ecografia.
Non era il modo migliore dal mio punto di vista ma era pur sempre la miglior cosa da fare dato che il bambino non era completamente come me.
Caroline e Stefan rimasero fuori mentre Damon mi era accanto mentre il dottore mi spalmava i gel, decisamente freddo, sul basso ventre.
Damon era teso, si era irrigidito.
“vediamo signorina Gilbert… ha detto che è al primo mese giusto?”
“si dottore” e maneggiava uno strumento sulla mia pancia.
“mmmm… strano… sicura di non essersi sbagliata? Il bambino che vedo qui è di due mesi sicuro se non di più”
“sono sicura dottore.” Risposi decisa. Guardai Damon che mi fissava.
“questo vuol dire che si sviluppa con maggior velocità di un bambino normale” dissi al mio vampiro. Lui annuì confermando i miei pensieri.
“dall’ecografia si vede che è un bambino sano e forte, e questo è il battito di vostro figlio signori” disse alzando i volume e facendoci sentire un battito veloce e vivace, una melodia per le mie orecchie.
“uh” questa fu la risposta del vampiro.
Ero talmente emozionata che non trovavo le parole per rispondere al dottore.
“comunque signorina il bambino è di due mesi, ho fatto il calcolo sul cranio. Anche se… è più agile di un bambino di quei mesi…”
“probabilmente perché io non sono umano” rispose Damon ammaliando il dottore, che incantato rispose “si, giusto, potrebbe essere questo il motivo… volete vedere il vostro bambino?” chiese il dottore.
“certo” sorrisi. Ero pronta a tutto ma non a quello che il dottore mi fece vedere. Provai un’immensa gioia quando vidi quel piccolo corpicino già formato. Era mio figlio.
 


mi girai verso Damon e vidi che sorrideva compiaciuto.
Era sano e forte, il suo cuoricino batteva all’impazzata. L’unico dubbio che ci era venuto riguardava il fatto che il piccolo era più sviluppato di quanto dovrebbe essere in una gravidanza normale.
Ma non ci preoccupava molto poiché se era mezzo vampiro, poteva essere una normalità la crescita sviluppata. Il dottore ci informò che nonostante lo sviluppo strano il piccolino era normale.
Probabilmente le somiglianze ad un vampiro le avremmo viste quando sarebbe nato.
 
Damon decise di non ammaliare ulteriormente il dottore dato che l’esito era positivo e non lo aveva traumatizzato. Ringraziammo il dottore e uscimmo dalla stanza.
Caroline chiese subito notizie.
“sta benone lo scricciolo… l’unica cosa è che ha preso da noi Stefan ed è più sviluppato di un feto di un mese ma sembra che sia in ottimissima salate”
“quindi potrebbe durare meno di 9 mesi la gravidanza Elena?” mi chiese la mia amica.
“il dottore non lo sa… ha detto che alla prossima visita vedremo a che punto sta con lo sviluppo e lo terremo sotto controllo per poi stimare tra quanti mesi potrò partorire Car… volete vedere la sua prima foto?” chiesi emozionata.. dopo che mi avevano risposto calorosamente tirai fuori dalla borsa la foto dell’ecografia e la porsi ai due vampiri che, a bocca aperta, rimasero a guardare il piccolino nella foto.
“è bellissimo Elena”
“ha preso tutto da me” rispose il mio vampiro pavoneggiandosi.
Tutti scoppiammo a ridere, felici per le belle notizie.
 
 
Durante il viaggio di ritorno non facevo altro che pensare al battito del cuore del piccolo. Il dottore non ci aveva potuto dire se era un maschietto o una femminuccia, ma per me non importava il sesso. L’importante era che stava bene. E la mia piccola creatura stava bene.
 
Appena arrivati a casa chiamai mia zia e le spiegai cosa mi aveva detto il dottore. Era molto felice, come me d’altronde.
Ero sdraiata sul letto per riposarmi un po’ dato che il piccolino mi toglieva molte energie e Damon mi era accanto.
“sai Elena quando ero ancora umano avevo pensato all’idea di diventare padre. Mi vedevo in veranda con mia moglie e i miei figli, con mio padre e mio fratello… ma poi rinunciai a tutto questo quando mi trasformai. L’umanità mi è sempre mancata in questi centocinquant’anni e tu mi hai regalato la cosa più bella del mondo piccola”
“Damon” riposi. Era la prima volta che mi parlava in quel modo; vedere Damon cosi vulnerabile mi bruciava l’anima da quanto lo amavo. Riservava questo lato solo e soltanto a me.
“ti amo con tutta me stessa Damon” sussurrai baciando le sue labbra rosee.
“sei la mia principessa” mi rispose tirandosi su e chinandosi sulla mia pancia.
“ciao scricciolo… questa è la voce del tuo adorabile, fantastico e perfetto papà…” modesto come sempre pensai.
Damon si irrigidì, mi guardò.
“Katherine è appena arrivata” disse serio.
“ha sentito qualcosa Damon?” chiesi allarmata.
“no, ne sono sicuro… mettiti una maglia larga e scendi.. io vado subito” disse mentre si alzava.
Respirai per non cadere nel panico.
Damon scese e io indossai una sua felpa. Era molto larga ed era ideale per la situazione.
Scesi con calma per non far trasparire niente.
“buongiorno Elena, vedo che ti sei ripresa dallo svenimento… sicura  di stare bene adesso?” chiese con arroganza.
“sto benissimo Katherine”
“che ci fai ancora qua?” chiese Stefan.
“sono venuta a trovare i miei vecchi amici… in fondo vi ho aiutato… o no?” disse con il suo sorrisetto da far saltare i nervi anche alla persona più pacifica di questo mondo.
“noi non siamo in debito con nessuno mia cara” disse glaciale il mio vampiro.
Katherine non rispose. Si limitò a fissare uno per uno.
“Elena perché sei così agitata?” chiese dopo molti secondi  sorridendo malefica.
 

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Capitolo 14
*** 13. Torment, pain, sweetness. ***


Mi appoggiai sul divano dopo aver preso un cornetto e averlo farcito con la Nutella. Avevo lasciato Damon in camera, ancora che dormiva. Era estremamente bello mentre era tra le braccia di Morfeo. La giornata precedente mi aveva regalato delle emozioni uniche.
Avevo sentito il battito di mio figlio: la cosa più bella che ci può essere per una madre.
Madre.
Stavo per diventare una mamma e per di più di bambino molto speciale essendo metà umano e per metà vampiro.
Sospirai,qualcuno ci aveva rovinato quella fantastica giornata.
 Katherine ci aveva fatto visita. Avevo troppa paura di dirle che aspettavo un bambino. E quando mi aveva chiesto il perché ero agitata non sapevo come risponderle. Ero andata nel panico totale. Avrei messo la mano sul fuoco sul fatto che potesse sospettare qualcosa.
Era furba e non potevo negarlo.
Damon mi aveva protetto dicendole che avevo un po’ di influenza e che, dopo averlo visto pieno di ferite, ero svenuta dal panico. Suonava strano anche alle mie orecchie ma dovevo sperare che ci credesse.
Finii di mangiare il cornetto e mi avviai verso il bagno per lavarmi i denti. Un rumore di mobili spostati con violenza mi spaventò e catturò la mia attenzione. Proveniva dal piano di sopra. Feci di corsa le scale per poter raggiungere Damon. oh, Damon.
Si sentì un altro rumore stridulo e realizzai che proveniva dalla mia camera.
“Damon!” urlai in preda al panico. Aprii la porta e mi fermai di colpo e assieme a me, anche il mio cuore.
La camera era sotto sopra: mobili spostati qua e là, Damon che mi guardava preoccupato e con uno sguardo del tipo scusami; ma c’era una persona che catturò il mio sguardo all’istante.
La mia identica copia che indossava il mio pigiama. Katherine era nella mia stanza e solo Dio sapeva che diavolo aveva provato a fare.
“Elena, perdonami” Damon era sconvolto.
Sentivo gli occhi pungere ed erano velati di lacrime. No, ti prego, fa che non sia successo quello che penso che sia successo, ti prego. Pensai.
“piccola e insignificante Elena, vedi? Il tuo Damon non si nemmeno accorto che non stava baciando la sua donna… io ci rimarrei male” disse divertita e arrogante avvicinandosi a me e inclinando il viso.
Damon mi si parò davanti e prendendomi il viso con le sue mani calde, incatenò i suoi occhi ghiaccio ai miei.
“Elena, ero assonnato e non mi sono reso conto che non eri tu…” mi spiegò.
Non sapevo cosa dire. Il mio cuore aveva preso a galoppare frenetico e se avessi aperto la bocca per dire anche solo una parola, sarei scoppiata a piangere.
“Elena respira” mi ordinò il mio vampiro. Ero in apnea. Respirai profondamente e mi accorsi che mi mancava l’aria.
“come hai potuto non accorgerti che ero io?” chiesi in sussurro pieno di dolore.
“credevo che fossi tu, Elena…” rispose. La sua voce era anch’essa  piena di dolore.
Chiusi gli occhi e respirai.
“ti ha baciato Damon! vi siete baciati!” urlai istericamente. Le lacrime mi bagnarono il viso.
Singhiozzai e mi voltai verso la vampira più odiosa sulla faccia della terra.
“sei contenta adesso? Eh? L’hai baciato… mi hai fatto star male.. sei contenta adesso?” sbottai in preda alla rabbia.
Katherine l’aveva fatto per farmi star male: era il suo gioco preferito.
“diciamo che mi ha fatto rivivere bei momenti del passato… vero Damon?” chiese divertita.
“piantala Katherine!” disse esasperato il mio vampiro.
“vi lascio da soli signori.. credo che la insignificante Elena sia un po’ giu… non è vero?”disse facendo la finta commossa.
Non facevo nient’altro che piangere. Perché non riuscivo a impalettarla? Era proprio quello che volevo farle in quel momento!
Sparì uscendo dalla finestra aperta.
Acquistai un po’ più di lucidità e misi a fuoco il dolore che leggevo negli occhi dell’uomo che amo.
“Elena perdonami”
feci segno di no con la testa.
“lasciami stare Damon” e piangendo mi diressi verso le scale per poter uscire da quella casa.
Quando avevo quasi raggiunto il portone il mio vampiro mi fermò prendendomi la mano e facendomi voltare verso di lui.
“ho bisogno di stare da sola Damon” dissi in un sussurro.
“Elena resta qui con me, ho sbagliato… e mi sentirò in colpa per tutta la mia esistenza. Ma non ho baciato Katherine, pensavo di baciare te!” disse pregandomi con lo sguardo.
Gli presi la mano libera e l’appoggiai sulla rotondità della mia pancia.
“ecco perché ti dovevi accorgere subito che non ero io.” Gli risposi singhiozzando.
Lo lasciai immobile davanti al portone. Salii sulla macchina e mi diressi verso la casa di mia zia, la casa che fino a pochi mesi fa chiamavo “la mia dimora”.
 
Aprii il portone con le chiavi e ancora piangendo mi diressi verso la mia stanza.
“Elena? Ehi che ci fai qui? perché piangi tesoro?” mi chiese allarmata mia zia.
“niente zia… voglio restare da sola” ero in piena crisi di pianto. I miei occhi erano talmente pieni di lacrime che facevo fatica a vedere.
Entrata in camera mi buttai sul letto affogando i singhiozzi nel cuscino. Damon aveva baciato Katherine.
Ma non piangevo perché mi sentivo tradita da lui. No!
Piangevo perché quella donna non avrebbe mai lasciato in pace me e la mia famiglia, soprattutto il mio Damon.
La porta si aprii delicatamente.
Non avevo ne la forza di mandare via la persona che era entrata, ne la forza per alzare il viso e capire chi fosse.
Qualcuno si era sdraiato accanto a lei. Sollevò leggermente lo sguardo e vide che l’intruso era Damon che la guardava con un misto di tormento, dolore e dolcezza.
Mi catapultai tra le sue braccia, la mia casa e continuai a piangere.
“Damon” sussurrai tante volte mentre il vampiro mi spostava delicatamente i capelli incollati al mio viso dalle lacrime.
“Elena, amore mio, calmati… fallo per lo scricciolo” a quella parola sorrisi debolmente. Il mio piccolino stava tirando piccoli calci innocui, evidentemente perché percepiva lo stato d’animo che provavo in quel momento.
“Elena, l’obbiettivo di quella pazza egoista e egocentrica è di farci dividere. Non dobbiamo permetterla di farlo, promettilo piccola” mi disse ad un soffio dalla mia bocca.
Fece scontrare le sue labbra con le mie in un bacio dolcissimo, pieno d’amore. L’amore che ci teneva uniti da sempre.
“ti amo Elena” disse prima a me e  poi chinandosi sulla mia pancia diede un piccolo bacio su di essa
“ scricciolo non calciare troppo che la mamma non sta bene adesso ok?” disse. Sorrisi per la dolcezza infinita che ci aveva messo in quelle poche parole.
“siete la mia unica ragione di vita Damon” dissi avvicinandolo verso di me.
Lo baciai con veemenza. Avevo bisogno dei suoi baci e di lui. Mi aggrappai al suo bacino con le gambe e quando le nostre intimità si sfiorarono gemetti. Damon scese a baciarmi il collo e tirandomi giù la spallina della canottiera, scese ancora più giù.
“fai l’amore con me Damon” dissi con voce rotta dall’eccitazione.
“c’e Jenna e Alaric al piano di sotto” mi rispose ridendo.
Gli tolsi la maglietta nera che indossava per fargli capire che non me ne importava.
“ti facevo cosi intraprendente piccola” e sfoderò uno dei suoi più bei sorrisi sghembi. I suoi occhi color ghiaccio irradiavano felicità allo stato puro.
Accarezzai con entrambi le mani i suoi muscoli scolpiti e perfetti. Mi tolse in un secondo canottiera e pantaloni lasciandomi solo in intimo. Gli slacciai la cintura molto lentamente perché sapevo che mi desiderava arduamente e che ogni secondo che passava era una punta di dolore per lui.
Dopo aver slacciato la cintura si tolse i jeans e li fece cadere a lato del letto. Si posizionò in mezzo alle mie gambe e l’eccitazione di entrambi crebbe a vista d’occhio. I miei gemiti si facevano sempre di più. Damon giocava con l’elastico delle mie mutandine facendomi impazzire.
“Damon ti prego” sussurrai. Mi strappò letteralmente le mutandine e si tolse le sue e in un attimo fummo una cosa sola. Io, lui e il nostro appagamento.
I miei movimenti erano sincronizzati ai suoi. I nostri gemiti erano la melodia che ci accompagnava.
Raggiungemmo il massimo del piacere uno incatenato all’altro.





Il battito del mio cuore era impazzito.
Damon mi fece coccolare tra le sue braccia e mi coprì con un lenzuolo. Mi baciò i capelli sussurrando che mi amava alla follia.
 
 
Dopo qualche ora scendemmo giu in salotto dove mia zia Jenna e Alaric guardavano un film alla tv.
Appena mia zia sentì che ero scesa si alzò e si avvicinò a me
“Elena mi hai fatto prendere uno spavento! Come stai?”
“adesso sto benissimo zia…Katherine ci ha fatto visita.” Spiegai tralasciando tutta la storia.
“Katherine? Cosa vuole ancora quella pazza?” chiese agitandosi. Alaric ci aveva raggiunto e stava parlando con Damon.
“ zia non voglio parlare di lei… se permettiamo di farla entrare nelle nostre vite non ne uscirà mai più zia” spiegai accarezzandomi involontariamente la pancia.
Mia zia vide il gesto e sorrise.
“come sta il piccolino?”chiese dolcemente.
“sta benissimo il mio piccolo scricciolo” risposi pensando a quel soprannome che Damon gli aveva affidato. “e il tuo piccolo come sta zia?” chiesi .
rise, probabilmente perché era cosi bello aspettare un bambino, insieme.
“sta benone anche lei…” rispose.
“lei?” chiesi
“aspetto una femminuccia Elena, stamattina ho fatto l’ecografia del quarto mese e il dottore mi ha detto che è una femminuccia!” rispose allegramente. I suoi occhi erano pieni di felicità.
“che bello zia!”
si sentì bussare duramente la porta. Tutti e quattro ci girammo chiedendoci chi fosse. Damon aprì il portone e Bonnie entrò, il terrore stampato sul viso.
“Elena… ho scoperto delle cose sul bambino…. Elena…” disse in preda al panico.
Sbiancai.
Perché era terrorizzata?
Cosa aveva scoperto di cosi terribile?
Sul mio bambino.
Mi aggrappai alla mano di Damon, che la strinse forte.
 
 
















Ciao ragazze! Scusate del ritardo ma ho avuto una settimana piena!
Come vi sembra il capitolo? Pè un po’ più corto dei precedenti ma solo perché ho troppe idee nella testa e mi sa che devo organizzarle per metterle giù!
Grazie di cuore a chi segue la mia storia.
Commentate per favore perché i vostri commenti mi danno la forza di andare avanti a scrivere!
Che pensate se ogni tanto metto una foto nel capitolo? A me sembra un bel metodo per rappresentare al meglio certe scene. :)
Un bacione!
Jessy




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Capitolo 15
*** 14. I need a moment of happiness. ***


Bonnie era terrorizzata.
La mano di Damon stringeva forte la mia; solo quel contatto mi permise di non gridare disperata.
C’è Damon vicino a me. Pensai ripetutamente.
Mi voltai per guardare il viso del mio vampiro e notai che aveva la mascella contratta ed era serio e sotto quegl’occhi profondamente chiari nascondeva la paura e la preoccupazione per il suo piccolino.
“cos’hai scoperto Bonnie?” chiese duro Damon.
“ho trovato un altro libro dove spiega ancora meglio la questione del bambino” spiegò la strega.
“questione del bambino?” chiese amaramente il vampiro “stai parlando di mio figlio, strega.” Sputò duro. Non correva buon sangue tra di loro poiché Bonnie cercava sempre di mantenere l’equilibrio della natura e diciamo inoltre, che non guardava di buon occhio il mio vampiro. Per questo ci eravamo un po’ allontanate.
Vidi Bonnie deglutire. Avanzò nel salotto e prese un respiro lungo.
“il sangue di tuo figlio è più speciale di quello di Elena e quando si verrà a sapere del bambino i vampiri ritorneranno in città non per Elena ma per il bambino” spiegò guardandomi negl’occhi. Mi portai una mano sulla bocca per soffocare le urla che mi stavano salendo dall’anima.
Il mio bambino era in pericolo.
“puoi sempre fare quell’incantesimo che hai fatto ai vampiri che sono venuti per Elena tempo fa no?” chiese Alaric; era molto preoccupato.
Bonnie cominciò a piangere silenziosamente. Mi avvicinai, mi sedetti accanto a lei e le accarezzai le spalle per farla calmare.
“le streghe di Salem non vogliono che io faccia l’incantesimo” singhiozzò.
“perché?” chiesi debolmente. Se le streghe non volevano fare qualcosa significava solo per una cosa…
“il tuo bambino romperà l’equilibrio della natura Elena” mi disse coprendosi il viso con le mani.
Mi allontanai. Mi mancava l’ossigeno.
Il mio bambino non rompeva l’equilibro. Non rompeva un bel niente!
“come osano dire queste cose eh? Le solite streghe! Mio figlio non è un abominio capito strega?!” urlò Damon.
si avvicinò a me e tirandomi per le spalle mi portò alla sua altezza. Mi mise due dita sotto il mento per poterlo guardare negl’occhi.
“ehi tesoro, guardami” incatenò il suo mare nel mio cioccolato. “respira” scandì. Capii in quell’istante che avevo smesso di respirare. Presi un respiro profondo e notai che mi bruciavano i polmoni.
“Damon” e in quel nome c’era tutto il mio terrore.
“Bonnie ti prego fallo per il bambino di Elena” supplicò Alaric avvicinandosi alla strega.
“non posso” rispose continuando a piangere “le streghe mi hanno tolto i poteri” rivelò.
Calò un silenzio tombale. Io, Damon, Alaric e mia zia ci guardammo.
Bonnie aveva perso i poteri. Le streghe gliel’avevano tolto cosi che non poteva aiutarci a difendere il bambino.
Perché secondo loro il mio bambino non doveva venire al mondo.
“vorrà dire che lo proteggeremo noi Bonnie, non abbiamo bisogno del potere di una strega. Ammazzerò qualsiasi persona si voglia avvicinare a Elena e al piccolo” disse Damon con durezza e soprattutto amarezza.
Non ci saremmo mai aspettati questa decisione da parte delle streghe.
“Jenna porta Elena in camera e cerca di calmarla sennò il bambino inizia a calciare ed è l’ultima cosa che ci serve in questo momento, io chiamo Stefan e Caroline” sembrava solo lui in grado di pensare lucidamente. Anche Alaric era scombussolato.
“mi dispiace Elena” tentò di dirmi “ ma Emily mi ha rivelato che il tuo bambino romperà l’equilibrio tra vampiri e umani e non possono permetterlo”
“ed è per questo che sarebbe meglio che morisse vero?” chiesi amareggiata riferendomi al mio bambino. Nessuno poteva portarmi via la mia ragione di felicità in quel mondo pieno di tenebre. Nessuno.
 
 
Era sdraiata sul letto della mia stanza, con il viso rigato di lacrime amare. Zia Jenna mi cullava come se fossi una bambina sperduta.
“Elena calmati, ti prego..”bisbigliò dolcemente accarezzandomi i capelli.
Spalancai gli occhi dal dolore. Una fitta fortissima mi colpì il basso ventre. Urlai dal dolore stringendomi la pancia con le mani. Un’altra fitta e un’altra ancora.
Il bambino era agitato per via di quello che stavo provando e mi continuava a calciare in una maniera a dir poco disumana.
Respiravo a fatica.
“il bambino” tentai di spiegare a mia zia che mi guardava immobile terrorizzata.
“Damon!” urlò richiamando il mio vampiro e dopo pochi secondi sentii la porta sbattere e tre vampiri entrare. Damon mi fu subito vicino e cercò di calmarmi, invano.
Stefan e Caroline assistevano alla scena pietrificati.
“piccolo calmati, la mamma sta bene ok? Calmati perché le stai facendo male… ti prego scricciolo” supplicò il mio vampiro accarezzandomi il ventre. Un instante dopo aver finito la frase passò tutto il dolore. Il bambino non calciava più. Accarezzai anche io la rotondità che sporgeva dal mio corpo.
“ti piace la voce del papà?” chiesi dolcemente ma estremamente sfinita.
“penso che sia molto simile a me Elena” disse pensieroso il mio vampiro “odia vederti in questo stato” sorrise sghembo compiaciuto e un po’ orgoglioso, anche se non condivideva le conseguenze di tutto ciò.
“e per questo calcia?” Caroline ridendo si avvicinò a me. “mi sa che è altezzoso come il padre e vuole tutta l’attenzione su di se, il piccolino” rise ancora più forte.
“Barbie piantata”
“penso che hai ragione Damon” si intromise suo fratello Stefan “calcia solo quando Elena è agitata o è triste, evidentemente pensa di far sentire la sua presenza ma non sa che ti fa cosi male” riferendosi a me.
Sorrisi e guardai il mio ventre. Il mio piccolino mi voleva proteggere, come suo padre.
“ti voglio tanto bene piccolino mio” dissi colma di felicità.
“tesoro, Damon mi ha detto cosa hanno fatto le streghe a Bonnie” Caroline mi guardava dispiaciuta.
“il tuo bambino sarà il più bel bambino di questo mondo Elena, sarà forte come Damon e amorevole come te, e non è un abomino. Di questo ne sono certa.” Disse fiera di sé.
Sorrisi e l’abbracciai
“grazie Car, ti voglio davvero bene” e una lacrima solitaria scese sul mio volto.
 
 
 
Ritornammo alla pensione dopo aver pranzato a casa di mia zia e Alaric. Dopo quelle fitte era ritornato tutto normale e stavo bene come prima, almeno fisicamente; perché mentalmente ero distrutta. Il mio bambino, per le streghe, non doveva essere messo al mondo. Sospirai e mi accarezzai il ventre per l’ennesima volta. Mi dava la sicurezza che la mia piccola creatura c’era, era li, dentro di me.
“piccola tranquilla” e mi accarezzo una guancia “l’importante che state bene. Le streghe non toccheranno mai nostro figlio capito?” distolse lo sguardo dal mio per fissare un punto del salotto “dovranno passare sul mio corpo”
“no! No Damon! non dire queste cose ti prego!” risposi agitata. Solo il pensiero di perderlo mi faceva impazzire. “io ho bisogno di te! Noi abbiamo bisogno di te!” continuai.
Sorrise “Elena io starò sempre con te, te lo prometto” incastrò i suoi occhi cremisi nei miei.
Lo presi dal colletto della camicia e lo baciai violentemente. Lui ricambio dopo un attimo di esitazione. Avevo bisogno di lui. Era la mia quotidianità, ero la sua ombra e in quel bacio era resente tutto il mio bisogno di lui. La mia disperazione dopo le sue parole.
Dopo esserci staccati, entrambi sorridemmo.
“mi piaci quando fai cosi scricciolo” rise soddisfatto.
“sei sempre il solito” dissi unendomi alla sua risata. In sua presenza non esistevano altri problemi. C’eravamo solo io, lui e il nostro piccolino.
“ho bisogno di una doccia” disse maliziosamente. Alzai gli occhi capendo il suo doppio senso. Si avvicinò pericolosamente alle mie labbra “ vieni con me?” chiese in tutto il suo fascino. Il mio cuore galoppava felice nelle praterie dell’amore profondo. Annuii con la testa e in un lampo mi ritrovai in braccio a lui su, in camera nostra.
Mi mise giù piano e sapevo che mi osservava attentamente.
“sai che sei estremamente bella da quando sei incinta Elena?” mi chiese circondando la mia vita con le sue braccia. Guardai i tendini tendersi nel suo avambraccio e una certa voglia si impossessò del mio corpo.
Ci baciammo dolcemente, ma per ben poco, poiché quel bacio diventò sempre più passionale e rovente come un fuoco in piena estate. Mi ritrovai in intimo e in bagno. Mi prese per i fianchi e mi fece sedere sul lavandino. Lo circondai con le mie gambe per attirarlo ancora più vicino a me.
“non dovevamo fare la doccia?” chiesi innocentemente.
Passò a baciarmi tutto il mento con sensualità. Gemettii.
Con un solo braccio mi prese con se e si avviò verso la vasca. Aprì il rubinetto e ritornammo vicino al lavandino.
Quando la vasca fu riempita d’acqua ci immergemmo dentro e oltre a lavarci, facemmo ben altro. Molto più appagante.
 
A cena Damon invitò a mangiare alla pensione Alaric e mia zia Jenna, ovviamente c’era anche la mia amica Caroline che era un’ospite fissa oramai. E io non potevo che esserne felice.
“versamene uno anche a me Damon” chiese Alaric avvicinandosi al bancone degl’alcolici dove il mio vampiro già beveva un bicchiere di bourbon.
Stavo apparecchiando il grande tavolo assieme a mia zia e a Caroline. Quest’ultima era irrequieta e aveva sbuffato già parecchie volte da quando era entrata in casa.
“Car tutto bene?” chiesi.
“ho litigato con Tyler” rispose isterica.
“e perché?” chiesi. Di solito Car partiva a raffica spiegando tutto quello che le succedeva senza aver bisogno di domande altrue. Era strana.
“perché non sarà mai per sempre al mio fianco e per sempre intendo l’eternità Elena, e questo mi logora dentro” appoggiò la forchetta con tanta violenza che si piegò in due.
Cosa potevo dirle per assicurarla? In fondo è vero. Un licantropo non potrà mai vivere per sempre: morirebbe se Car provasse a trasformarlo.
Mi avvicinai e l’abbracciai.
“Car le cose vanno come devono andare e se ti dico che Tyler vivrà per l’eternità, ti mentirei e non voglio farlo. Caroline vivi le emozioni. Quando verrà il momento ci penseremo,insieme”
la mia amica vampira abbassò lo sguardo
“grazie Elena”
mangiammo tranquillamente e per un attimo mi dimenticai di quello che mi aspettava il giorno dopo e il giorno dopo ancora. Eravamo li, io e la mia famiglia, che ridavamo e scherzavamo come qualsiasi altra famiglia e quella sensazione di calore e di affetto mi invase ogni poro della mia pelle e mi fece sentire davvero bene.
Mi chiedevo quando potevo vivere in quella calorosità perenne, senza vampiri cattivi e streghe fissate con l’equilibro. In quel momento capii che nessuno poteva battermi giù, nessuno poteva togliermi quella felicità che tanto aspettavo.
Avevo l’uomo che amavo accanto a me, i miei amici che mi stavano vicino in ogni momento e mia zia e Alaric che mi facevano da genitori.
Avevo sofferto troppo nella mia breve vita e questo oltre a rendermi fragile, mi aveva reso più forte, anche se poteva suonare strano.  Non potevo negarmi di vivere la mia felicità.
“ragazze perché domani non andiamo a fare un po’ di shopping per i due piccolini?” propose Caroline entusiasta.
Risi. Non vedevo l’ora di poter iniziare a comprare qualcosa per il mio piccolino.
“Barbie non comprare cose rosa per il mio scricciolo che te le strappo davanti agl’occhi!” Damon sghignazzò.
“Damon!” l’ ammonii “ se è una femminuccia?”
storse il naso ma continuando a sorridere. “ speriamo che sia un bel maschietto come il padre” disse modesto come sempre. Anche dentro di me speravo che fosse un maschietto perché sarebbe somigliato a lui. Gli sorrisi con tutto l’amore che provavo per lui.
“non ascoltare Damon, Elena. Domani si fa a fare shopping. Ne abbiamo tutti bisogno” aggiunse. Sapevo che il suo tentativo era quello di farmi vivere la gravidanza come qualsiasi altra madre al mondo. E la ringraziai mentalmente. Tutti, in quella stanza, si stavano impegnando a farci vivere in serenità dimenticando per qualche ora tutto quello che ci aspettava.
E ci erano riusciti.
Ero felice.
 
 
 
 






Ciao ragazze! Ecco un altro capitolo.. che ne pensate??? Spero che vi piaccia.
Ringrazio chi segue la mia storia capitolo dopo capitolo.
Un ringraziamento speciale a:
Sophia850
Elen91
Iansom
JenSalvatore
Per avermi recensito ogni capitolo e di avermi seguita da sempre! Un bacione particolare per voi!
Invito anche chi sta seguendo silenziosamente la mia ff di lasciarmi anche un piccolo pensiero di quello che pensate della storia perché per me è davvero importante!
Un bacione!
Jessy

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Capitolo 16
*** 15. blue eyes, like yours. ***


L’acqua calda della doccia scivolò sul mio corpo. Respirai profondamente e chiusi gli occhi. Dovevo concentrarmi sulla mia felicità e su nient’altro. Ripensai ad ogni momento passato con l’uomo che amavo e che in quell’esatto momento era giù in salotto con suo fratello.
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Sorrisi al pensiero di quel pomeriggio e quei due occhi cremisi che mi folgorarono nel preciso momento in cui iniziò a parlarmi.  Tu devi essere Elena risi. Era cosi cinico, presuntuoso, pieno di sé ma estremamente affascinante e interessante.





Mi passai il bagnoschiuma su tutta la pelle soffermandomi sul mio ventre che ormai cresceva giorno dopo giorno.
Mi sciacquai e uscii dalla doccia. Damon si era rivelato cosi ambiguo col passare del tempo ma non riuscivo mai ad allontanarlo da me, probabilmente perché quel sentimento che tutti chiamano Amore era li presente nel mio cuore.
Mi avvolsi nell’asciugamano e mi asciugai. Mi diressi verso il letto per potermi vestire e notai che il mio vampiro era steso su di esso.
“ehi piccola”
mi avvicinai a lui ancora coperta solo con l’asciugamano e gli diedi un bacio su quelle labbra troppo invitanti.
“ti dai allo shopping oggi?” mi chiese alzando un sopracciglio.
“eh si Damon. Andrò a comprare qualche cosa per il piccolino” e sorrisi.
“mi raccomando non farti convincere da Barbie ok?” e sorrise sghembo. Io alzai gli occhi al cielo.
“possibile che vi dovete sempre stuzzicare?” e risi.
Alzò le mani in segno di resa “ io non faccio proprio niente” lo guardai e lo ammonì con lo sguardo.
Presi il vestito color rosa antico che avevo appoggiato su una poltrona e mi tolsi l’asciugamano con fare sensuale. Un sorriso malizioso si impossessò del mio viso.
Damon mi guardava sbalordito, ma durò ben poco poiché dopo pochi secondi mi inziò a guardare maliziosamente e leggevo, nei suoi occhi color ghiaccio, passione.
Indossai mutandine e reggiseno molto lentamente e sensualmente. Mi girai verso di lui e invece di trovarmelo ancora sdraiato sul letto, me lo trovai a due centimetri dal mio corpo.
“se continui così addio shopping” disse con voce rotta dall’eccitazione. Risi beatamente.
“io non faccio proprio niente”dissi imitandolo.
Mi fulminò con quegl’occhi che amavo tanto e poi mi baciò e mi lasciò senza fiato. Si allontanò lasciandomi lì ancora con le labbra socchiuse. Fece spallucce e si rimise esattamente dov’era prima.
Sorrisi e poi indossai il vestito.
 
“oddio questo devi prenderlo Elena! Anche tu Jenna!” urlò Caroline.
Eravamo da due ore in un negozio enorme di tre piani dedicato solo ai bambini e vendeva tutine, passeggini, box e tutto l’occorrente per i propri figli. Avevamo riempito due carrelli e Caroline era ancora su di giri mentre io e zia Jenna iniziammo a sentire la stanchezza a causa della gravidanza.

 
Osservai la tutina invernale color bianca che mi indicava la vampira. Aveva una scritta colorata nel mezzo: i love daddy. Sorrisi.
“questa devo prenderla per Damon. ne sarà felice” dissi.
Anche zia Jenna ne presa una per la piccolina.
“Jenna avete già pensato a qualche nome per la bambina?” chiese Caroline sorridente.
“non abbiamo ancora deciso ma ci piacciono un paio di nomi ma non vi dico niente ragazze!”rispose ridendo.
“e tu Elena?”
“Car non sappiamo nemmeno il sesso! Quando lo sapremo ci penseremo io e Damon” risposi. Non vedevo l’ora di farmi la seconda ecografia e scoprire il sesso del mio piccolino.
Comprammo qualche biberon e delle scarpette favolose per i primi mesi.
Alla cassa Caroline mi chiese come stava Stefan.
“sta bene.” Risposi dubbiosa “c’eri anche tu ieri sera. È successo qualcosa Car?” chiesi.
Afferrò le tutine dal carrello e provò a nascondere l’imbarazzo. Non me la raccontava giusta.
“no, ehm così.. ho chiesto così per sapere” rispose vaga.
“Car” la chiamai e la vampira si girò verso di me “cosa è successo?”
“niente! Elena non è successo niente” rispose e da lì in poi non disse una parola.
 
Parcheggiamo vicino al portone della pensione Salvatore e nemmeno scesi dall’auto che Damon mi aprì la portiera.
“piccola” e percepii la felicità di avermi di nuovo accanto. Sapevo che non avermi vicino gli provocava ansia e tensione.
“amore ho comprato un sacco di cose bellissime per il piccolo!” dissi contenta. Lui mi sorrise illuminandosi.
“spero che Caroline si è limitata” rispose fulminando la vampira.
“eh no mio caro. Mi dispiace” e fece la linguaccia nella direzione del mio vampiro.
Scesi dalla macchina e baciai Damon.
“mi sei mancato” gli sussurrai ad un soffio dalle labbra.
“anche tu piccola e non immagini quanto”
Damon e Caroline presero tutte le buste dello shopping e insieme entrammo in casa. Alaric e Stefan ci stavano aspettando.
“Damon mi sa che questa casa si trasformerà in questi mesi” disse Stefan sorridendo e avvicinandosi a noi. la mia mente già viaggiava nel tempo e mi vedevo nel salone di quell’enorme pensione con in ogni angolo qualche pupazzo, la carrozzina e i giochi per il bambino.
Sorrisi con una felicità immensa.
In quella mattinata non avevo pensato a tutto quello che il mio piccolino rischiava appena sarebbe nato. In quella mattinata ero solamente una mamma che era andata a fare compere per il proprio pargolo.
Sospirai e mi diressi verso il divano per sedermi un po’. Giorno dopo giorno la gravidanza si faceva sempre più sentire e la stanchezza era tanta, soprattutto se avevi appena girato un negozio per più di un paio d’ore.
Damon si sedette accanto a me e mi fece appoggiare la testa al suo petto coperto solo con una maglia rigorosamente nera.
“sei stanca piccola?”
“si amore. Il piccolo mi toglie tante energie” e mi accarezzai il ventre. Damon allungò la sua mano e la mise sulla mia e intrecciò le nostre dita. Sollevai il capo per guardarlo in viso e gli sorrisi piena d’amore.
“amore ho comprato una tutina con scritto io amo il mio papà” gli dissi sorridendo.
“brava il mio scricciolo. La indosserà praticamente sempre!” e mi sorrise sghembo. Mi alzai e gliela feci vedere. Quando mi risedetti sul divano mi girò un po’ la testa e lo dissi al mio vampiro.
“vuoi riposarti un po’ sul letto Elena?” mi chiese dolcemente. Feci cenno di si con la testa e ci dirigemmo su, lasciando gli altri a ridere e a scherzare osservando quello che avevamo comprato. Alaric e Stefan erano sbigottiti da quante cose potessero servire per un neonato.
 
Mi tolsi il vestitino e indossai una tuta grigia e una maglietta rossa. Mi stesi sul grande letto accanto a Damon che mi iniziò a toccare i capelli.
“Ti amo”mi sussurrò all’orecchio.
“sai Damon non vedo l’ora che nasca il piccolo” e gli sorrisi.
“anche io non vedo l’ora” mi rivelò e leggevo nei suoi occhi dolcezza e una consapevolezza nuova: quella di diventare padre.
Aspettando che il sonno mi prendesse riflettei al comportamento alquanto strano di Caroline.
“secondo me Caroline e Stefan non c’è la raccontano giusta. Come ti è sembrato Stefan stamattina? Car mi ha chiesto come stava e poi era diventata tutta rossa. Secondo me è successo qualcosa tra di loro”
“ehm in effetti Stefan era un po’ strano. Ma non pensavo che centrasse Barbie. Quei due scherzano e passano quasi tutto il giorno insieme. Sono semplicemente amici…ehm credo” e sorrise “ si dà da fare il mangia scoiattoli”
“Damon non so se è successo qualcosa di quel genere!” e l’ammonii con lo sguardo.
“beh io li vedrei bene insieme” e rise probabilmente pensando a qualche scherzo da fare a quei due vampiri.
Mi riappoggia sul suo petto e mi strinsi forte a lui e piano piano le braccia di Morfeo mi avvolsero con sé.
 

Aprii gli occhi ed era tutto buio. Quella non era la realtà. No, quello era un sogno.
Non riuscivo a vedere niente e cercai di spostarmi un po’. In quell’esatto momento la luce ritorno e riuscii a osservare meglio ciò che mi stava attorno.
Mi trovavo nella mia vecchia casa, nel soggiorno. Mi sentii un po’ più sollevata.
In un batter di ciglia tutto cambiò. I muri erano sporchi di qualcosa di rosso. Rosso che scendeva densa giù fino al pavimento. Oddio! Quello era sangue. Mi salii il panico e urlai ma non sentii niente. Mi toccai la pancia e per poco non cadetti sulle ginocchia per il terrore. Era piatto. Non ero incinta.
“Elena” una voce mi chiamava. Voce femminile che conoscevo fin troppo bene.
Katherine.
Mi voltai verso quella voce ma non riuscii a vederla.
“Elena sarai sola” eccola di nuovo che mi parlava. Con la sua tipica arroganza.
“mamma”una voce nuova mi chiamava.
Era dolce e probabilmente era un bambino che mi cercava.
Oddio! Mio figlio!
“mamma aiutami” chiese di nuovo quella voce, tremolante e impaurita.
“dove sei?” cercai di urlare ma, come prima, non uscii nemmeno una sillaba. Girovagai nel salotto ma era vuoto.
“mammina aiuto!” di nuovo.
Ci fu un tonfo dietro di me e mi girai tremando.
Due occhi blu mi fissavano sorridendo dolcemente. Sentivo le lacrime salate bagnarmi le labbra.
Era un’immagine sfuocata ma quei due occhi blu erano incantevoli, come quelli del padre.
Era mio figlio.
Cercai di avvicinarmi a quell’esserino stupendo ma, appena fatto un passo, trovai dietro al bambino la vampira che detestavo. Mi sorrideva maleficamente.
“no,no,no!” e cercai di proteggerlo ma qualcosa mi fece perdere le forze e caddi sulle ginocchia.
Katherine aveva impalettato il mio bambino e quei due occhi che già amavo cosi tanto persero felicità e si spensero davanti a me.
“NO!” urlai con le ultime forze rimaste.
“rimarrai da sola Elena”
“Elena!” una voce nuova mi chiamava.
“Elena svegliati!” la voce famigliare mi chiamò di nuovo.
Damon.
 

 

“no!” urlai e mi svegliai. Damon mi guardava terrorizzato. “oddio Damon!” e lo abbracciai piangendo.
“Elena, piccola mia, urlavi come una pazza. Cosa hai sognato?” mi chiese preoccupato e mi coccolò come se fossi un cucciolo di panda.
“Katherine…”singhiozzai “ho sognato che Katherine uccideva il nostro bambino” e mi persi in quella crisi di pianto assoluta.
Sentii Damon irrigidirsi “ non lo farà mai piccola, mai!” disse con amarezza. Mi sollevò il mento per guardarmi in viso. Asciugò con le dita qualche lacrima che scorrevano sulle guance.
“Elena era solo un incubo. Quella stronza egoista non toccherà mai nostro figlio”.
Quegl’occhi azzurri mi ricordarono gli occhi incantevoli del bambino del mio sogno.
“Damon nel mio incubo nostro figlio era un maschio e aveva i tuoi stessi occhi” e dopo aver rivelato quel dettaglio notai che sotto la preoccupazione nel viso del mio vampiro lessi un briciolo di orgoglio e un sorrisetto si impossessò delle sue labbra.
“Elena nostro figlio sarà bellissimo ma nessuno lo toccherà, prometti che non ci penserai mai all’incubo che hai appena avuto” mi disse serio.
Annuii con la testa e mi accomodai tra le sue braccia, la mia casa.
La porta si aprii e Stefan e Caroline entrarono preoccupati.
“cos’è successo?” mi chiese Stefan avvicinandosi.
“ho solo fatto un incubo” risposi debolmente.
Caroline si sedette vicino a me e mi accarezzò teneramente la spalla.
“vado un attimo in bagno” un senso di nausea si impossessò di me e temevo di vomitare. Mi alzai dal letto mentre i tre vampiri mi osservavano preoccupati.
Percorsi qualche passo accarezzandomi la pancia sto bene piccolino, la mamma sta bene pensai e cercai di essere il più possibile convincente poiché non volevo che iniziasse a calciare forte.
Sentii qualche colpetto leggero nel basso ventre e capii che il piccolino sapeva che non stavo bene e sapeva anche che i suoi calci forti mi provocavano dolore e per questo colpiva con meno forza. Sorrisi consapevole che il mio bambino era davvero intelligente.
Caroline mi seguì e si sedette sul bordo della vasca mentre io mi sciacquavo la faccia con acqua fresca.
“vuoi mangiare qualcosa Elena?” mi chiese.
Con quel senso di nausea la parola mangiare mi fece rivoltare lo stomaco ma allo stesso tempo una voglia di cibo si impossessò di me.
“si Car.. ehm forse un po’ di Nutella mi farebbe bene” entrambe sorridemmo.





Ciao mie adorate!
cosa ne pensate di questo capitolo? E del sogno? Avviso: non è premonitore! È solo la paura di Elena che gioca brutti scherzi.
Spero che vi sia piaciuto!
Ringrazio di cuore chi lascia sempre un commento alla mia ff. mi fate andare avanti!
Invito chi segue la mia storia silenziosamente di lasciare un piccolo pensiero.
Un bacione
Jessy

 
 
 

 

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Capitolo 17
*** 16. the stars are like guardian angels. ***






Era passata una settimana da quando avevo sognato Katherine e il mio bambino ed era una settimana che ero agitata e preoccupata al pensiero della vampira.
Katherine non sapeva ancora del bambino.
Cosa avrebbe potuto fare quando lo scoprirà? Questa domanda mi frullava nella testa da parecchi giorni e l’ansia mi stava distruggendo l’anima. Il mio bambino era la mia ancora di salvezza, il mio piccolo barlume di felicità oltre a Damon, in quel mondo pieno di creature sovrannaturali che cercavano di rovinarmi la vita.
Non potevo perdere quella mia speranza di vivere felice come una vera famiglia.
Sospirai. Non mi ero accorta che giravo e rigiravo la forchetta nell’insalata senza nemmeno averne dato un morso. Perdevo l’appetito al pensiero di Katherine.
“Elena dimmi che non stai pensando a Katherine?” mi chiese Damon guardandomi con fare ammonitore. Ogni volta che si accorgeva che mi perdevo fra le nuvole pensando a quella maledetta vampira, Damon si alterava poiché era convinto che avremmo superato qualunque cosa, insieme.
Alzai lo sguardo su di lui, dischiusi leggermente le labbra ma non riuscii a rispondere.
“lo prendo per un si” disse amaro e si alzò da tavola e uscì dalla stanza.
Abbandonai la forchetta sul piatto e mi presi il viso tra le mani. L’ultima cosa che volevo era far arrabbiare l’uomo che amavo.
“ehi Elena” mi voltai verso quella voce maschile famigliare. Stefan mi guardava preoccupato ma allo stesso tempo, in modo tenero
“tesoro ti stai distruggendo inutilmente pensando a quello che potrebbe fare Katherine. Nessuno e dico nessuno toccherà il piccolo. io, Damon, Caroline e tutte le persone che ti vogliono bene vi proteggeranno” continuò.
Una lacrima scese sul mio viso. Triste e solitaria.
Stefan si alzò e si posizionò vicino a me e mi prese tra le sue braccia.
“Stefan non posso perdere il bambino. Morirei.” Singhiozzai.
“tesoro” mi disse stringendomi ancora di più a sé “devi essere forte per te e per il piccolino. Me lo prometti?”
si dovevo esserlo. Dovevo essere forte. Io ero una persona forte e decisa ma da quando avevo scoperto che dentro di me portavo mio figlio, la determinazione si era sciolta come neve al sole. La paura per il mio angioletto mi rendeva fragile.
“si, te lo prometto Stefan” sussurrai.
“brava. Adesso vai da tuo vampiro. Sai come è fatto: si altera se ti vede così e per una volta in più di un secolo devo dargli ragione” mi disse con un sorriso. I suoi occhi verdi mi fissavano dolcemente. Gli sorrisi.
“ti voglio bene Stefan”
“ti voglio bene anche io Elena”
 
aprii la porta della mia camera. Volevo stare con Damon e non potevo averlo lontano da me: era la persona più importante che avevo al mondo e l’amavo alla follia.
Entrai lentamente e mi accorsi che era sotto la doccia, cosi decisi di uscire un po’ sul terrazzo dell’enorme camera per godermi quella splendida serata di fine agosto. Presi un plaid  e me lo misi sulle spalle e uscii dalla camera. L’aria era deliziosamente fresca e chiusi gli occhi per godermi il più possibile quella pace.
Li riaprii e guardai il cielo colmo di stelle. Era uno spettacolo incredibile. Amavo osservare il cielo e quelle meravigliose stelle che illuminavano la notte. Sorrisi. Mi venne in mente un bellissimo ricordo che portavo nel cuore da tanto tempo.
 
Flash back:
Stavo scrivendo sul mio diario quando un folata di vento mi fece drizzare i peli sulle braccia.
Un vampiro era entrato dalla finestra della mia camera.
“Damon nessuno ti ha mai detto che si entra dalla porta!” sbraitai.
Mi rivolse un sorriso sghembo che mandò in tilt tutti i miei neuroni. Mi lasciò senza fiato. Battei più volte le palpebre per riprendermi.
“scusa Elena. Non lo faccio piu” scherzò.
“si, come no” sapendo che l’avrebbe fatto altre centinaia di volte. “che ci fai qua?” chiesi sistemandomi meglio sul mio letto visto che il vampiro aveva deciso di sdraiarsi accanto a me con in grembo il mio orsacchiotto.
“sono la tua guardia del corpo stanotte” e si girò verso di me. Sospirai. Da quando Klaus mi voleva come suo sacrificio non potevo passere più di un ora da sola.
Però in fondo ero contenta che ci sarebbe stato Damon quella sera.
“non preferiresti un bel bicchiere di bourbon assieme una bella ragazza al bancone del grill?” chiesi aspra “non potete proteggermi per l’eternità” sbottai stufa.
“no Elena, preferisco stare qua, con te” mi disse colpendomi con quegl’occhi incredibilmente belli.
Mi morsi il labbro inferiore. Distolsi lo sguardo per non sembrare una cretina.
Damon sorrise e iniziò a giocherellare con il mio orsacchiotto.
“cosa vuoi fare stasera?” mi chiese.
“non lo so Damon, decidi te” risposi. Ogni volta che Damon doveva passera la notte con me mi proponeva le cose più assurde, ma rimanevano comunque le notti più belle che passavo.
“Vieni con me” e mi prese per mano per alzarmi dal letto. Quel contatto fu come una scarica elettrica. 
Prese una coperta e ci avvicinammo alla finestra.
“stringiti forte a me” mi disse. Mi avvicinai timida a lui.
“cosa vuoi fare?” chiesi e mi accorsi che avevo la voce isterica.
Mi prese il braccio e lo fece passare intorno alla sua vita. Il mio cuore galoppava felice. Mi sentivo bollente, probabilmente perché ero arrossita.
Mi aggrappai alle sue spalle possenti e mi strinsi a lui.
“chiudi gli occhi” mi disse soffiando al mio orecchio. Gli chiusi e in un baleno mi ritrovai sul tetto della mia casa.
“questa non me l’aspettavo” dissi sogghignando.
Mise giù la coperta e, tenendomi stretta, mi fece sdraiare su di essa. Damon si mise accanto a me.
L’elettricità che si creò era tanta. Distolsi lo sguardo da lui e lo alzai verso il cielo.
“wow..” dissi osservando quelle bellissime stelle nel cielo sereno.
“io amo  osservare il cielo…ma non dirlo a nessuno. Ho una reputazione da difendere” mi disse sarcastico. Risi.
“è bellissimo” dissi e rimanemmo lì sdraiati uno accanto all’altro per non so quanto tempo.
“sai Damon quando ero bambina pensavo che le stelle fossero gli angeli custodi. Ti osservano sempre e comunque. E quando ero sola mi sentivo protetta… ero proprio una bambina” dissi.
Lui si limitò a fissarmi con quello sguardo indagatore e ipnotico.




Ci guardammo negl’occhi senza dire niente, perché in quel momento non erano necessarie banali parole.
“tu sei il mio angelo custode Damon..” dissi tutti d’un fiato. E mi resi conto che mi erano uscite quelle parole senza nemmeno pensarci.
Il vampiro mi accarezzò la guancia delicatamente.
“ti voglio bene Damon”
lo so” disse amaramente.
 
Fine flash back
 
 
Damon era semplicemente fantastico, in tutto.
Due braccia forti e possenti mi strinsero e subito capii che Damon mi stava cullando.
“scusa amore. Ho solo paura Damon”
il vampiro mi fece voltare e guardandomi negl’occhi mi disse “piccola non devi avere paura, katherine non oserà toccare nostro figlio. Per favore Elena non voglio più vederti così, chiaro? Il bambino ha bisogno di sentirti felice. Non deve sentirti triste o preoccupata.”
Sorrisi.
Mi accarezzai la pancia che cresceva sempre di più.
“ti amo Elena” disse con un amore sconfinato.
lo so” e sorrisi apertamente.
 
 
POV CAROLINE
Quanto odiavo sentirmi così frastornata. Sbuffai. Stavo decidendo cosa mettermi per andare alla pensione dei Salvatore ma non riuscii a concentrarmi.
Ero su di giri da più di una settimana, esattamente da quando io e Stefan ci eravamo baciati.
Mi misi le mani nei capelli.
Oddio.
Oddio.
Oddio.
Oddio!.
Quella sera mi accarezzò la guancia, mi spostò delle ciocche dietro l’orecchio e poi mi baciò dolcemente. Io ero rimasta impietrita da quel gesto così dolce. Stefan era una delle persone più importanti della mia vita e passando giorni interni insieme a lui mi ero resa conto che provavo qualcosa per quel vampiro.
Quel vampiro che mi era rimasto accanto quando mi ero trasformata in vampiro, quel vampiro che rideva quando davo di matto.
Quel vampiro che aveva rubato il mio cuore.
 
Davanti all’immenso portone di quella reggia, presi un respiro profondo.
Bussai e in meno di tre secondi Stefan mi fu di fronte.
“buongiorno” disse sorridendomi.
“ciao Stefan” risposi arrossendo. Non era da me arrossire!
Entrai in casa senza incrociare il suo sguardo. La pelle mi formicolava da quanto ero agitata. Caroline Forbes non si agitava per i ragazzi! Mai! Nemmeno per Tyler mi ero mai sentita così.
Una mano calda mi prese la mia. Quel calore era così famigliare, santo cielo.
Mi voltai verso Stefan.
“noi due dobbiamo parlare, Car” mi disse serio.
I suoi occhi verdi erano bellissimi.
Non risposi e il vampiro cominciò a parlare “Caroline se ti ha dato fastidio il gesto che ho fatto qualche sera fa, mi dispiace, non volevo certo rovinare il nostro bel rapporto.” Prese fiato “ ma devi sapere una cosa. Io non ti voglio solo bene Car.” Disse a qualche centimetro dal mio viso.
Sorrisi involontariamente.
Non mi voleva solo bene. Il mio cuore batteva fortissimo.
“Stefan… non mi ha dato fastidio il nostro bacio. Per niente” dissi. Il viso del vampiro si rilassò. “e anche io non ti voglio solo bene Stefan” dissi abbassando lo sguardo.
Mi prese il mento con le sue dita e mi baciò passionalmente. Mi lasciai andare completamente a lui e al suo corpo perfetto.
In quel momento c’eravamo io, lui e la nostra eternità.
 
 
 
POV ELENA
 
“potremmo mettere due box qui amore, per il nostro piccolo e per quello di Alaric quando ci verranno a trovare” dissi in un angolo dell’immenso salotto della mia, ormai, casa.
Damon mi guardò scettico. Non gli andava bene niente di ciò che proponevo. Sbuffai.
“Damon per favore, dove vuoi tenere il bambino?” chiesi esasperata ma con il sorriso in volto.
“lo scricciolo sarà sempre in braccio a me, non c’è bisogno di nessun box Elena”
Era così protettivo nei confronti di suo figlio e io l’adoravo, mamma mia.
Mi avvicinai a lui. Damon mi osservava ipnotico con quegl’occhi cremisi. Mi tuffai nel suo abbraccio e mi lasciai coccolare da quel calore magnifico.
“domani ho la seconda ecografia amore, speriamo che il dottore ci dica il sesso” dissi accarezzandomi il ventre. Tanti piccoli calcietti si fecero sentire. Sorrisi. Il mio bambino.
“non vedo l’ora che nasci scricciolo” dissi a voce alta al mio bambino.
Suonarono al campanello energicamente.
“saranno Caroline e Stefan” dissi essendo soli.
Damon annuì e andò ad aprire.
Mi avvicinai a lui e stavo per salutare i vampiri quando mi accorsi del pallore del viso di Damon. Si era irrigidito e aveva la mascella contratta.
“chi è Damon?” chiesi in preda al panico. Nella mia mente sapevo già chi fosse l’ospite.
Damon, ancora con la mano sulla porta, voltò il viso verso di me.

No, non poteva essere, non adesso!

Ed eccola la mia fonte di paura davanti a me, Katherine.
“ciao anche a voi piccioncini” disse prima di soffermarsi sul gonfiore del mio corpo, coperto solo da una canottiera aderente.
Il suo solito sorriso strafottente sparì in un lampo. Rimase rigida davanti a me, con lo sbigottimento in viso, due occhi che minacciavano morte.
“non è possibile” disse meravigliata ma con un accenno di cattiveria.
Damon si posiziò davanti a me per proteggermi da quella vampira straordinariamente cattiva.
“aspetti un bambino?”ma sembrava che si era posta la domanda a se stessa.
“Katherine…si” sussurrai.
Si era avvicinata a me lentamente e sembrava fosse in uno stato di trance.
Cosa voleva fare?
Percepii un leggero luccichio nei suoi occhi incredibilmente uguali ai miei.
Possibile che fosse invidiosa?
 
 
 
 
Voilà ecco a voi questo capitolo!
Che ne pensate?
Dopo la puntata di giovedì sono rimasta scioccata ragazze! Mamma mia!
Ho iniziato a leggere una meravigliosa saga e ve la consiglio! Si chiama “la confraternità del pugnale nero”: ve la consiglio con il cuore.
Ringrazio tutte le persone che seguono la mia ff.
Siete grandi e speciali!
Un bacione!
Jessy.

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Capitolo 18
*** 17. my only wish is to be with you forever. ***




L’invidia è una brutta bestia. Questo si sa no?
Katherine mi guardava invidiosa? Era possibile?
In quegl’occhi marroni cioccolato, esattamente come i miei, percepivo invidia, sorpresa e un’incredibile barlume di rabbia.
“non è possibile!” sputò velenosa verso Damon, il quale era rigido e incredibilmente sulla difensiva. Certo, ci stava proteggendo da quella pazza. Sentii pungermi gli occhi ma cercai di trattenere quelle lacrime che non dovevo versare per lei. Certe persone non meritano neanche le mie preziose lacrime. Katherine mi aveva già abbastanza rovinato la vita e non dovevo permettere di mettersi in mezzo anche quella volta;
“è possibile invece, è questo il lato umano che posso far fiorire dai vampiri Katherine” risposi in un sussurro, la mia voce debole e distorta dalla paura.
La vampira contrasse le mascelle e  ci fissò negl’occhi, come se dovesse sostenersi mentalmente a quella sorpresa.
“avrai un figlio..” sussurro con voce strozzata. Mi resi conto che quella affermazione non era diretta a me, ma a Damon.
Damon, l’uomo che amava.
Strinsi forte la mano del vampiro davanti a me, per esser sicura che non fosse un sogno, perché in quel momento tutto mi pareva finzione. Katherine vulnerabile in quel modo? Katherine distrutta poiché l’uomo che amava aspettava un figlio da un’altra donna?
No! Non poteva essere realtà.
Damon mi ricambiò la stretta e si avvicinò con la schiena ancor di pù al mio petto.
Il mio piccolo angioletto si fece sentire con un colpetto abbastanza deciso. Mi accarezzai il ventre con la mano libera.
Piccolo mio tranquillo, sto bene scricciolo, pensai a quello che gli stavo facendo passare. Le lacrime erano forti, volevano sgorgare dagl’occhi.
“Katherine la tua presenza non è ben accetta in questa casa, in altre parole sparisci” disse velenoso il mio vampiro.
Eccola la rabbia che sfociava dal viso della vampira. Gli occhi che minacciavano morte pura.
“tu non hai il diritto di dirmi cosa fare Damon” disse lucida alzando un sopracciglio. Si mise a camminare su e giù per il salotto come un felino in piena caccia. L’angoscia e la paura percorrevano ogni limbo del mio corpo. Un altro colpo, questa volta più forte. Respirai profondamente.
Dio, aiutami.
“Elena,” disse sputando il mio nome “ non ti lascerò in pace, mai! Ti renderò la vita un inferno e pregherai di morire mocciosa! Tu, piccola puttanella, non avrai un figlio dal mio Damon! mai! Dovessi morire assieme a te.” 
Quelle parole, una lama affilata dentro in mio cuore, mi fece paralizzare gli arti, le palpebre erano pesanti, il cuore che galoppava dalla paura, il mio piccolo bambino che scalciava forte, fortissimo; ma ormai ero sotto shock e perciò non sentivo niente.
Damon, sentite quelle parole, scattò verso quella pazza e la spinse contro il muro. Corpo contro corpo, viso ad un centimetro dall’altro, i due vampiri ringhiavano pieni di rabbia. Sembravano due felini in piena rissa.
Lo shock mi teneva lì, immobile e gelida davanti a quella scena. Un colpo decisamente più forte degl’altri mi mozzò il fiato. Mi tenni il gonfiore del mio ventre con entrambe le mani.
No, no!
“no!” strillai dal dolore. La stanza iniziava a girarmi intorno e le ginocchia stavano diventando sempre più deboli.
Cercai di respirare regolarmente ma era difficile concentrarsi su qualcosa, il dolore era troppo forte.
Qualcosa di caldo e viscido mi scivolò tra le gambe. Abbassai lo sguardo in direzione dei miei pantaloncini e rimasi paralizzata più di quanto lo ero già; c’era del sangue che colava giù nell’interno cosce e scendeva veloce e fluido fino alle ginocchia.
Gemetti dalla paura.
Sangue.
Stavo perdendo sangue. Non era un buon segno, accidenti.
Il mio bambino!

Nooo!

E tutto accadde velocemente. Mi accasciai su me stessa in un batter d’occhio.
“Elena!” urlò il mio vampiro. Oh Damon.
“cosa sta succ..Elena!” una voce famigliare strillò dal panico.
Alaric.
Va via, ti prego, salvati zio.
Sentii due braccia forti che mi presero con sé e, dopo qualche secondo, mi ritrovai stesa sul divano.
“deve andare da un dottore cazzo!” urlò Alaric.
Qualcuno stava premendo qualcosa di duro vicino alla mia bocca, e sentii del liquido bagnarmi le labbra. Damon mi stava facendo bere il suo sangue. Concentrati Elena, bevi. Pensai.
Dischiusi le labbra e succhiai quel liquido dolciastro dal polso del mio vampiro. Il vortice divenne sempre meno esteso e ripresi possesso del mio corpo.
“oddio Elena” sussurrò Damon con voce strozzata. “rimani con me, ti prego”.
Aprii gli occhi lentamente e incrociai due pozze d’acqua così famigliari, la mia casa. Erano velati e le sopracciglia erano corrugate dall’ansia.
“Damon” singhiozzai.
“adesso ti porto dal dottore, piccola, resisti” disse prendendomi in braccio.
“sto bene.” Tentai di dire.
“non fare la principessa guerriera Elena!” mi ammonì Damon. Guardai Alaric al mio fianco e le sue mani apoggiate sulle mie.
“andrà tutto bene Elena” mi rassicurò.
 
Il mio bambino riprese a calciare dolcemente, se si poteva definire così.
Era vivo, era dentro di me.
Adesso potevo abbandonarmi al petto del mio uomo.
 
Presi un respiro profondo guardando il viso incantevole di Damon. Ero sdraiata sul lettino dello studio del ginecologo aspettando che il dottore entrasse per visitarmi.
Avevo appena rivelato al mio vampiro che sentivo ancora il mio piccolino dentro di me calciare. Damon si rilassò all’istante e mi baciò le mani, più volte.
“non posso perdervi piccola” mi disse baciandomi le labbra.
“oh Damon siamo qui, con te amore” risposi a quella dolcezza infinita.
“Katherine è..” ma non riuscii a continuare. Damon si irrigidì.
“è scappata quando mi sono accorto che perdevi sangue…ma ti giuro Elena..” i suoi occhi erano minacciosi “ appena la trovo, l’ammazzo.”
Cercai di ribattere ma la porta si aprì e il dottore entrò con la mia cartella in mano. Damon si avvicinò e l’ammaliò imponendogli di stare calmo e di verificare le mie condizioni di salute.
“buongiorno signorina Girlbert, mi ha detto Damon che l’emorragia è terminata, come si sente?”  mi chiese mentre trafficava con la macchina delle ecografie.
“adesso sto meglio dottore, e sento ancora il mio bambino muoversi quindi penso che sta bene… giusto?” chiesi in ansia.
Il dottore mi sorrise e preparò il gel per l’ecografia. “adesso controlliamo signorina, e a quanto vedo la pancia è cresciuta parecchio.. adesso verifichiamo il tutto, non si preoccupi”.
Mi alzai la canottiera e il dottore spalmò  il gel sul basso ventre.
Il cuore iniziò a battermi all’impazzata.
“eccolo qui il nostro birichino” disse il dottore, sorridendo. “sta bene,signorina, è sano e forte e cresce velocemente infatti da quello che vedo dai risultati è come se fossi entrata nel quarto mese di gestazione Elena”
esclamai dalla gioia e voltai il viso verso quello di Damon, che nel frattempo sciolse i muscoli delle spalle ormai rigide da ore. Ci sorridemmo pieni di gioia, amore e felicità.
“l’emorragia è stata causata dallo stress, signorina. Le devo consigliare di rimanere a riposo assoluto nei prossimi mesi” mi disse serio. Annuì.
“ehm, volete sapere il sesso?” ci domandò il dottore.
“si certo dottore” rispose sorridendo il mio vampiro.
“è un bel maschietto, sano e forte e da quello che mi avete detto prima, mi sa che è molto protettivo nei confronti della madre” ci rivelò.
Il mio bambino era un maschio.
“il mio campione” sussurrò Damon.
Piansi dalla gioia.
“spero che sarà uguale a te Damon” singhiozzai felice come una pasqua.
“guardate, ha il dito in bocca il vostro piccolo” e ci spostò il monitor nella nostra direzione.



 
Wow, era cosi innocente, dolce. E io ero la persona più felice di questo mondo e nessuno poteva dividermi da Damon e da nostro figlio. Nemmeno Katherine.
 
Alaric ci stava aspettando fuori agitato e quando io e Damon uscimmo dallo studio del dottore con il sorriso sulle labbra, si rilassò e ci abbracciò intensamente.
“allora tu e il bambino state bene vero?”mi domandò ancora legata a lui dall’abbraccio.
“si si stiamo benissimo Alaric, ehm mi stai strozzando” e gemetti.
Allontanandosi da me si scusò sorridendo. Diede una pacca sulla spalla al suo migliore amico.
“Alaric ci sarà altro testosterone in casa..” disse beffardo Damon.
mio zio spalancò gli occhi sorpreso; intuii che aveva compreso il senso della frase.
“congratulazione amico mio” e abbracciò fraternamente il vampiro, poi posò le sue attenzioni su di me, coccolandomi come se fossi sua figlia. Era una sensazione meravigliosa. Dopo aver perso i  miei quattro genitori Alaric e mia zia Jenna erano le persone più vicine alla parola genitori nella mia vita.
“speriamo che non prenda il tuo caratteraccio Damon” sghignazzò Alaric.
Il vampiro lo fulminò con lo sguardo.
“andiamo a casa ragazzi, ho un disperato bisogno di bourbon” disse prendendomi per mano e sorridendo beatamente; Alaric alzò gli occhi al cielo e ci seguì verso l’uscita.
 
Damon spense la Camaro davanti la pensione e dopo un secondo me lo trovai davanti a me con la portiera aperta che mi tendeva la mano per aiutarmi a uscire dall’auto.
Mi aggrappai a lui con le poche forze che mi erano rimaste, ero distrutta sia mentalmente che fisicamente ma la gioia per la scoperta del sesso del mio angioletto sovrastava tutto.
Quando mi ritrovai a pochi centimetri da quel viso splendido non riuscii a non trattenermi e quindi lo baciai dolcemente.
“ti amo Damon” gli sussurrai.
Mi accarezzò il viso sfiorandomi come se fossi un fiore raro e delicato e dopo mi baciò ancora.
La pensione era vuota, segno che Stefan e Caroline non erano ancora ritornati a casa. Damon mi ordinò di andare in camera a riposare e Alaric decise di fermarsi un altro po’ con noi per poi ritornare dalla sua Jenna.
Salii le scale assieme a Damon che non mi toglieva gli occhi a dosso. Gli sorrisi e strinsi la presa delle nostre mani intrecciate.
“ho bisogno di una doccia amore” dissi aprendo la porta della nostra camera.
“che ne dici di farti un bel bagno rilassante?” mi chiese ma pareva più un ordine.
Annuii avvicinandomi a lui e alzandomi sulle punte dei piedi gli diedi un bacio sulle labbra. Intrecciai le dita ai suoi capelli corvini mentre lui mi attirava a sé possessivamente.
“ho avuto tanta paura di perdere te e lo scricciolo, piccola mia” mi rivelò ancora tormentato dalla giornata pensante che avevamo passato.
“stiamo bene amore” gli dissi appoggiando le mani sulle sue braccia possenti.
Mi baciò il capo e mi condusse nell’enorme bagno, esattamente verso la Jacuzzi situata in mezzo ad esso.
Aprii il rubinetto e la vasca iniziò a riempirsi di acqua calda. Mi iniziai a togliere la canottiera per poi terminare con l’intimo. Nell’interno cosce ero tutta appiccicosa a causa del sangue che avevo perso. Mi accarezzai il ventre mentre Damon fissava ogni centimetro del mio corpo, desiderandomi.
Sorrisi, poiché anche io lo desideravo tanto. Mi avvicinai con fare sensuale ma Damon mi fermò stringendomi le spalle con le mani.
“non provocarmi Elena, perché in questo momento e nel tuo stato, non ti toccherò” disse con voce roca, tormentato dal desiderio e dalla consapevolezza che non voleva farmi male, non dopo che avevo perso del sangue proprio lì.
Mi prese in braccio e, con nessun sforzo, mi posizionò nella vasca. L’acqua calda mi rilassò all’istante.
Damon si inginocchiò accanto alla vasca mentre io iniziavo a insaponarmi con il bagnoschiuma alla vaniglia.
“siete la mia esistenza Elena” disse incatenando i suoi occhi color ghiaccio ai miei.
Mi accarezzai il ventre che non era coperto dall’acqua.


 
“promettimi che proteggerai nostro figlio anche se questo potrebbe implicare non salvare me Damon” dovevo esser sicura che le mie uniche ragioni di vita sarebbero state insieme, anche senza di me.
Damon mi  guardò furioso “non osare dirmi che potrei perderti,Elena, perché non lo sopporterei”
Lo guardai commossa, le sue parole erano piene di tormento e un’incredibile sincerità.
“Damon prima o poi dovremmo parlare del concetto di eternità” dissi abbassando lo sguardo e una lacrima colpita dall’amore di Damon scese sul mio viso.
Il vampiro aggrottò le sopracciglia.
Ci stavo pensando da giorni ormai, e io mi sentivo pronta. Appena sarebbe nato il mio fagottino sarei diventata come l’uomo che amavo, ovvero il vampiro che amavo.
“voglio che mi trasformi in vampiro Damon quando il bambino nascerà” dissi decisa.
Il vampiro dischiuse le labbra. Evidentemente era rimasto senza parole, e immaginavo la sua reazione poiché tutti sapevano che ero sempre stata restia al fatto di trasformarmi.
Ma ora avevo un buon motivo per vivere eternamente.
Sarei stata per sempre con Damon e il mio bambino.
 
 
 
 
 
 

 


ciao ragazze!
ecco un altro capitolo! che ne pensate? Katherine invidiosa ve l'immaginate?? 
aspetto con ansia i vostri commenti, e spero che siano tanti.
ringrazio con il cuore tutte le persone che seguono la mia ff :)
a presto,
Jessy


  
  

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Capitolo 19
*** 18. bite me, Damon ***







Il per sempre era diventato la mia priorità in quell’esatto momento della mia vita. Vivere con l’amore della mia vita e il frutto di quell’unione perfetta era tutto ciò che desideravo.
Seduta nella vasca guardavo il vampiro appoggiato sulle sue ginocchia, accanto a me. Era rimasto scioccato e lo dimostrava il fatto che, dopo aver dischiuso le labbra, non aveva proferito parola. Sorrisi leggermente vedendolo così sorpreso e mi misi alcune ciocche di capelli bagnati color cioccolato dietro l’orecchio.
“non posso essere così egoista, Elena” sussurrò trafiggendomi con quegl’occhi spettacolari. Affrontai quello sguardo tormentato con tutta la mia determinazione.
Gli accarezzai il viso delicatamente, dimostrandogli in quel piccolo gesto, tutto l’amore che provavo per lui.
“Damon, tu puoi vivere per sempre e io non posso starti lontana, quindi desidero con tutto il cuore diventare come te amore” dissi amorevolmente.
Mi fissava adorante mentre mi tirò su dalla vasca e con poco sforzo mi prese in braccio; mi avvolse in un asciugamano e mi fece stendere sull’enorme letto della stanza. Non capivo cosa avesse intenzione di fare ma poi iniziò a baciarmi ardentemente, con una passione indescrivibile. I miei capelli bagnati inzupparono il lenzuolo di seta, ma quello era il mio ultimo pensiero.
Mi aggrappai alle sue spalle, graffiandogli la pelle. Damon gemette ancora di più. Iniziò a baciarmi il collo succhiandomelo: stava lasciando il segno del suo passaggio, di quel momento così nostro.
“farò piano piccola, ma” e mi baciò sulle labbra mordicchiandomi il labbro inferiore “ ho bisogno di sentirti tutta mia” e riprese a baciarmi. Ridacchiai sotto quei baci infuocati.
Lo desideravo anche io, tanto.
Si tolse i pantaloni e rimase in box mentre io rimasi completamente nuda. La pancia stava diventando un piccolo ostacolo e così ribaltai la posizione e mi misi seduta sul bacino del mio vampiro. A quel contatto così perfetto gemetti e Damon si mise a sedere per potermi baciare.
“mordimi Damon” dissi inclinando la testa di lato “ fammi sentire tua in tutti i modi possibili” dissi eccitata.
Rimase immobile e poi iniziò a baciarmi il collo lentamente. Ogni suo tocco era una scossa elettrica per il mio corpo.
“no Elena” disse autoritario e accarezzò il mio ventre per farmi capire che non era proprio il caso, in quello stato.
Lo fulminai con lo sguardo. Potevo anche essere incosciente ma sapevo che, se mi avrebbe fatto bere il suo sangue dopo, non correvo alcun rischio.
Io volevo sentirmi sua anche in quel modo.
Sua.
Mi distaccai da lui senza dire niente, gli sfilai i box e mi accorsi che mi desiderava tanto, ma proprio tanto, e quello era a mio favore. Sorrisi spontaneamente.
Unii i nostri corpi immediatamente e entrambi gridammo estasiati. Ci muovemmo a sincrono, perfettamente insieme, fatti l’uno per l’altra e quando percepii che Damon stava raggiungendo il massimo piacere ne approfittai.
Si ero perfida.
“mordimi Damon” dissi ad un soffio dalle sue labbra leggermente gonfie.
Lui mi guardava eccitato e sapevo che era vulnerabile in quel momento.
tua Damon”
mi strinse di più a sé. Aveva le spalle tutte sudate e sembrava un dio.
Dio quanto lo amavo.
Mi guardò negl’occhi e tutto cambiò. Le vene intorno agl’occhi vennero fuori e gli occhi diventarono cremisi. Chiusi gli occhi abbandonandomi a lui e inclinai la testa lasciandogli via libera sul collo.
E in un attimo il vampiro affondò i canini nella mia pelle candida e accaldata.
Gemetti. Era una sensazione meravigliosa sentire il mio sangue defluire nel suo e diventare un tutt’uno. Il mio bambino calciava leggermente e percepivo che era solo felice di quell’unione, il suo papà e la sua mamma.
Damon spingeva sempre di più dentro di me e raggiungemmo l’amplesso insieme. Staccò la bocca dal mio collo e leccò il sangue che fuoriusciva dai due buchini sulla pelle.
Gli baciai la bocca e un attimo dopo si morse il polso e lo avvicinò alla mia di bocca. Succhiai avidamente, aveva un sapore dolciastro e quell’unione di sangue era tutto ciò che desideravo.
Ero sua davvero adesso.
“sei mia piccola” disse con voce rotta dall’eccitazione.
Lo baciai a fior di labbra.
“ti amo Damon”
“ti amerò per sempre piccola mia” e quella fu la risposta alla mia richiesta di vivere eternamente con lui.
 
Stesi sul letto, coperti solo da un leggero lenzuolo, Damon mi coccolava e mi accarezzava i miei capelli ormai divenuti un groviglio di paglia essendosi asciugati da soli.
Il tempo poteva anche fermasi in quell’esatto momento.

 
“Elena io ti dovrei dire una cosa” disse serio. Mi girai verso di lui e appoggiai il mento sul suo petto coperto da una leggera peluria.
“cosa amore?” chiesi dicendomi di stare tranquilla. Degluì agitato. “ehi Damon? tutto bene?” chiesi.
“Elena io una volta ti ho ammaliato” sputò in un sussurro. Si sentiva colpevole di ciò e lo percepivo dal tono della sua voce che in quel momento era stremante seria.
Damon mi aveva ammaliato. Perché? E quando?
Non volevo arrabbiarmi di ciò che aveva fatto, la mia unica volontà era capire il perché di quel gesto.
“quando è successo?” chiesi teneramente. Non osavo chiedermi cosa mi aveva nascosto.
“ti ricordi quando avevi perso il ciondolo Elena? Io te lo riportato” disse colpendomi con quegl’occhi color oceano.
Presi un respiro profondo. Ecco perché non mi ricordavo come era potuto succedere che da un momento all’altro mi fossi trovata con il ciondolo attaccato al mio collo. Accidenti, era stato lui.
“dovevo farlo Elena, oppure sarei impazzito.” Continuò in preda al terrore.
“cosa non ricordo Damon?” chiesi accarezzandolo sul petto. Odiavo vederlo in quello stato, anche se quello che mi aveva fatto poteva risultare sbagliato.
“ti ho detto che ti amavo Elena, e io te lo dovevo dire, dovevo Elena. Tu dovevi ascoltarlo e io dovevo dirlo ad alta voce.” Persi un battito.

 

L’amore della mia vita mi aveva nascosto che mi amava.
“perché me l’hai fatto dimenticare Damon?” chiesi sorridendo. Lui mi guardava incerto. Evidentemente non si aspettava che io sorridevo e la prendevo bene, tutto sommato. “Damon, se non mi ammaliavi forse stavamo insieme da molto più tempo. Dovevo capire solo che ti amavo anche io.” Gli risposi.
“Elena ti dissi che io non ti meritavo” e mi accarezzò la guancia.
“ti ho fatto soffrire così tanto amore” e quella fu una constatazione. Chiusi gli occhi dalla tristezza che mi invase.
“ adesso sei qui, no? Sono il vampiro più felice di questo mondo Elena”
 
Era stata una giornata importante poiché segnava l’unione ancora più forte tra me e Damon, e anche se mi aveva ammaliato una volta tanto tempo fa io non mi era arrabbiata.
Damon aveva sofferto troppo a causa mia. Non potevo biasimarlo.
Scendemmo dopo più di una nel salotto a causa della mia perenne fame oramai.
Damon continuava a guardarmi adorante e io non potevo che esserne onorata di tutto quell’amore così profondo da parte sua.
Caroline e Stefan erano seduti sul divano con le mani intrecciate.
“chi si vede. Barbie e Mangiascoiattoli” ironizzò Damon. I due vampiri ci furono subito accanto e ci chiesero come stavamo poiché Alaric gli aveva raccontato ogni cosa.
“stiamo bene Car” sorrisi accarezzandomi il ventre.
“quella stronza se la vedrà con me Elena!” disse arrabbiata.
“Barbie, Katherine lasciala a me” rispose Damon amaro.
“dobbiamo proteggere Elena da quella pazza, e dobbiamo trovarla prima noi” disse Stefan fissando il fratello.
“andiamo in cucina Stef, ti devo parlare” rispose il mio vampiro. Si voltò verso di me e mi diede un bacio sulle labbra. “ tu devi mangiare un bel po’ piccola, Barbie stai con lei ok e vedi di farla mangiare come si deve” ordinò alla vampira. Quei due si punzecchiavano di continuo.
Tutti e quattro ci dirigemmo verso la cucina enorme della pensione. Io e Car ci facemmo dei panini per poi andare in camera a chiacchierare mentre Damon e Stefan stavano già discutendo su Katherine.
 
 
Entrate in camera mia e di Damon, appoggiammo immediatamente tutti i panini e i succhi di frutta sul comò e iniziammo a sistemare il letto poiché aveva le lenzuola tutte stropicciate a causa del trambusto che era avvenuto poco prima.
Arrossii immediatamente.
“abbiamo sentito che avete fatto i fuochi d’artificio” ridacchiò Car.
“oddio!” e diventai un pomodoro vivente.
“tranquilla avevamo altro a cui pensare” e arrossì anche la vampira. Questo mi sembrava un comportamento alquanto bizzarro da Caroline.
“cosa sta succedendo tra te e Stefan?” chiesi sorridendo.
Sistemò il cuscino per bene e poi si sedette sul letto a gambe incrociate. Feci altrettanto anche io mentre aspettavo una sua risposta.
“oh niente di che, ci siamo solo messi insieme” disse come se niente fosse.
“cosa?” urlai al settimo cielo. Era ora che quei due si facessero avanti!
“lo so che sembra pazzesco ma io.. lo amo” disse imbarazzata.
Mi avvicinai a lei e ci abbracciammo. Ero così felice per lei. Si meritava una persona come Stefan al suo fianco. E con lui non c’era la preoccupazione dell’eternità essendo vampiri tutti e due.
“congratulazioni Car!” dissi staccandomi da quell’abbraccio. “  e Tyler?” chiesi.
“ti ricordi quando ti avevo detto che avevamo litigato l’ultima volta? Mi aveva lasciata Elena. E sai cosa ho realizzato? Che non mi ero innamorata di lui. C’era Stefan nel mio cuore.” Disse amorevolmente.
“siete perfetti insieme amica mia” e risi.
“e tu Elena non devi dirmi l’ultima novità?” disse guardandomi il pancione.
Sorrisi apertamente.
“mi sa che lo sai già.. comunque, aspetto un maschietto!” dissi felice come quando un bambino entra in un negozio di dolciumi.
“e immagino che speri che assomigli tutto a suo padre vero?” disse teneramente.
Annuii con la testa e non riuscii a non continuare a sorridere.
Prendemmo i panini e iniziammo a mangiare senza parlare. Appena finito il primo Car si schiarì la voce.
“tu l’hai salvato, Elena” e mi guardò in viso. “ hai salvato Damon dalle tenebre. Tu sei la sua luce. E nessuno deve distruggere questo legame tra di voi” disse riferendosi a Katherine.
“Car, Katherine è invidiosa perché io aspetto un figlio dall’uomo che ama” dissi triste.
“anche io non potrò mai avere un figlio tutto mio, vederlo crescere e volergli bene, ma non mi permetterei mai di far del male alle altre persone” disse come se fosse ovvio.
“ma qui si sta parlando di Katherine, e per lei tutto deve essere come vuole lei. E mio figlio è un ostacolo per lei” dissi avvilita.
Il mio fagottino era un abomino per le streghe e un ostacolo per la vampira più sadica del mondo.
Mi dissi di non piangere.
“Elena tu hai noi, io e Stefan, Alaric e Jenna, Matt e Bonnie e tuo fratello. E non dimentichiamoci di Damon, l’uomo che morirebbe per te. Saremo con te per sempre” sorrisi alla parola per sempre.
Car non sapeva ancora nulla sulla mia decisione.
“Caroline quando nascerà il bambino diventerò come te” rivelai decisa. La vampira sgranò gli occhi ma sorrise immediatamente.
“sapevo che prima o poi prendervi questa decisione. Non puoi perdere le persone che ami” disse con ovvietà.
Annuii sorridendo.
“ che bello Elena, pensa che possiamo andare a fare shopping per l’eternità!” e scoppiammo a ridere insieme.
Caroline era davvero la mia migliore amica.
 
 
 
 
 





ciao ragazze! ecco un capitolo davvero molto importante per la nostra amata coppia.
che pensate??
volevo ringraziare tutte le persone che, capitolo dopo capitolo, lasciano un commento. I commenti sono arrivati a quota 99  e sono troppo felice di questo. non mi sarei mai immaginata un risultato così quando iniziai questa storia.
Ringrazio con il cuore.
a presto e un bacione.
Jessy



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Capitolo 20
*** 19. What would I do if I lost my baby? ***


 



 

La felicità di alcuni momenti rimangono marchiati nel cuore per l’eternità, e quel momento era uno di quelli.
Io, Elena Gilbert e la mia migliore amica Caroline Forbes, sedute sull’immenso letto della mia stanza ridevamo e parlavamo come due amiche normali in una vita che di normale ne aveva ben poco.
Avevamo mangiato tutto il cibo che ci eravamo portate dalla cucina e senza parlare eravamo sdraiate una accanto all’altra, ognuna persa tra le proprie nuvole e i propri pensieri. E a noi andava bene così, in quel silenzio per niente imbarazzante.
Il mio bambino, dentro di me, continuava a girarsi e a rigirarsi, senza però provocarmi dolore. Il mio piccolo fagottino, figlio del vampiro che amavo, Damon.
“tra dieci giorni ricomincia la scuola Elena, ci andrai?” mi chiese Car girandosi su un fianco e appoggiandosi la testa sul palmo della mano.
La scuola. Bel problema.
“non lo so, sai? Credo che Damon non mi lascerebbe neanche un secondo sapendo che Katherine mi sta cercando e poi..” e mi toccai il pancione “sono al quarto mese ma cresce troppo in fretta il piccolino e non so come fare Car”
la vampira sospirò dandomi ragione su tutto.
“e poi Car francamente la scuola è l’ultimo dei miei pensieri in questo momento.” E sorrisi massaggiandomi il ventre. “adesso la mia vita gira intorno Damon e il piccolo” dissi adorante.
La mia amica sorrise teneramente. Si avvicinò a me e mi abbracciò con tanto affetto. Affetto di cui avevo proprio bisogno.
“non meriti tutto ciò che ti sta accadendo Elena” disse commossa.
“oh Car” e strinsi ancora più forte le braccia intorno alla sua vita.
Damon e Stefan entrarono in camera dopo aver bussato e ci girammo verso loro.
Preoccupazione. Questo leggevo sulle linee dei loro volti.
Era successo qualcosa, sicuro.
Damon si inginocchiò davanti a me e mi prese il viso tra le mani. I miei occhi si incatenarono subito ai suoi.
“prendi un respiro e ricordati di continuare a respirare ok piccola?” mi disse serissimo.
“è successo qualcosa?” chiese la vampira accanto a me.
“Jenna è all’ospedale, ha avuto una minaccia d’aborto” mi disse controllando come l’avrei presa da lì a pochi secondi.
Le lacrime non tardarono a solcarmi le guance ma rispettai l’ordine del vampiro. Respira regolarmente, fallo per il cucciolo. Mi accarezzai subito il pancione coperto da una maglietta di Damon. Mio figlio non stava calciando, era immobile. Subito pensai che era così intelligente da capire che era meglio per la sua mamma se non le provocava alcun dolore.
Le lacrime scendevano copiose e singhiozzai.
“ehi Elena adesso andiamo a trovarla, non preoccuparti che andrà tutto bene. Jenna è forte e anche la piccolina è forte” mi disse teneramente accarezzandomi la guancia. Dischiusi le labbra ma non riuscii a esprimere niente talmente era rimasta shockata da quella notizia.
Caroline si era rifugiata tra le braccia di Stefan che le stava accarezzando i capelli sussurrandole di stare tranquilla.
“Damon” sbiascicai e in quella singola parola c’era tutto il mio bisogno di lui. La mia ancora di salvezza. Mi sollevò le sue mani forti e mi cullò come se fossi una bambina in piena crisi di pianto. Beh la crisi di pianto c’era, peccato che non era affatto una bambina.
I fratelli Salvatore si guardarono e poi ci incamminammo verso il garage della pensione, verso la Camaro del mio vampiro. Damon mi sorreggeva, probabilmente perché aveva paura che crollassi fra le sue braccia da un momento all’altro.
Io e Damon ci sedemmo sui sedili posteriori mentre Stefan aveva avuto il permesso di guidare la macchina del vampiro e Car gli era seduto accanto.
Damon che lasciava guidare la sua auto a qualcun altro voleva dire solo una cosa: era troppo preoccupato per la mia salute, sia mentale che fisica.
Appoggiai la testa sul suo petto e continuai a piangere.
“Elena andrà tutto bene, Alaric mi ha detto che non aveva ancora perso la piccola, aveva perso solo molto sangue. Ti prego piccola tranquilla, non piangere” mi disse tormentato.
Jenna. Jenna. Jenna.
Lei non si meritava quello. Lei era una persona buona. Perché doveva soffrire? Lei no! Oddio non è che c’entrava una persona così egoista da arrecare dolore agl’altri?
“Damon non è che c’entra Katherine?” parlare mi era difficile, soprattutto nominare quella persona.
“non credo, Alaric mi ha detto che nel sonno ha iniziato a perdere sangue dopo pranzo cioè da poche ore e sembrava tutto umano diciamo”
annuii ritornando a rifugiarmi nel suo calore.
Il tragitto durò davvero poco anche se l’ospedale di Mystic Fall era abbastanza lontano da casa mia.
Entrammo dalla porta principale diretti al pronto soccorso, mentre io ero ancora aggrappata alla mia ancora di salvezza. Appena arrivati nella grande sala d’attesa notai Alaric appoggiato al muro, con un volto segnato dalla stanchezza e dalla preoccupazione per la sua donna.
Strinsi ancora di più la mano di Damon. Alaric si accorse di noi e si avvicinò a me.
“ragazzi” disse automa.
“come sta?” chiesi singhiozzando.
Si passò la mano sugl’occhi, serio.
“i dottori dicono che adesso è fuori pericolo ma ha perso troppo sangue. L’hanno ricoverata per tenerla sotto controllo per le prossime 48 ore.” Disse guardandomi preoccupato.
“Elena, tesoro, tranquilla ok? Devi essere serena per il bambino”
annuii anche se la tristezza era più forte di tutto il resto. Non potevo rasserenarmi da un momento all’altro.
“posso vederla?” chiesi trattenendo le lacrime.
“si, andiamo su.” Rispose mio zio avviandosi e facendoci strada tra i corridoi dell’ospedale.
Cosa avrei fatto se avessi perso il mio bambino? Se avessi perso il mio barlume di felicità?
Sarei morta. Magari non letteralmente, ma dentro di me, sicuramente. Sarebbe cambiato tutto.
Ormai ero dipendente da quel piccolo esserino dentro di me e non potevo rinunciare a lui.
Mi accorsi che eravamo entrati nel reparto ginecologia e subito incrociammo un infermiera; Alaric le chiese se potevamo entrare.
“uno alla volta signori” ci rispose.
Arrivammo davanti alla porta della stanza e presi un respiro profondo per calmarmi e per smettere di singhiozzare.
“entra tu  per prima Elena, così potrai rilassarti dopo averla vista.” Mi disse Rick preoccupato, come tutti, della mia salute e quella del bambino che portavo in grembo.
“grazie Rick” sussurrai, guardai Damon che mi accarezzò i capelli, così mi avviai dentro la stanza. Mi chiusi la porta alle mie spalle e mi voltai verso il letto in mezzo alla camera.
“zia” dissi trattenendo le lacrime e correndo da lei. Jenna, dopo essersi voltata verso di me, mi accolse tra le sue braccia mentre singhiozzavamo entrambe.

 

 

Nessuno meglio di me, capiva il terrore che stava passando. Rischiare di perdere il proprio figlio era un dolore assurdo per una madre.
“Elena, tesoro, calmati, stiamo bene” mi rassicurò. Mi calmai un po’, soprattutto per tranquillizzare anche la creatura che portavo dentro di me, che continuava a non muoversi, a differenza della sua normale routine. Dio, era così intelligente il mio bambino.
“zia, sicura che state bene? Cosa hanno detto i dottori?” chiesi in un soffio.
“ho perso molto sangue e mi hanno obbligato a restare a letto per il resto della gravidanza ma la bambina sta bene, sai Elena, è molto forte” disse fiera della propria figlia.
“sono così felice zia!” dissi e l’ultima lacrima scese sulla mia guancia diretta nel solco delle mie labbra.
 
 
 
Seduta su una scomoda sedia di fronte alla stanza di mia zia, accarezzavo la mano di Damon: un gesto involontario, dettato dall’amore sconfinato che provavo per quell’uomo.
“come ti senti Elena?” mi chiese. La preoccupazione si era via via spenta dopo che avevo smesso di piangere.
“meglio amore, davvero.” Volevo rassicurarlo perché sapevo che anche lui era tormentato quanto me. “il piccolo non ha nemmeno calciato, come se sapesse che i calci mi provocano dolore Damon. Si è immobilizzato nell’esatto momento in cui ho iniziato a piangere. È così intelligente amore” dissi amorevolmente e sorridendo.
“quanto sei bella quando sorrisi Elena” disse ipnotizzandomi dalla sua straordinaria bellezza. Non mi ci sarei mai abituata a tutto ciò.
Gli gettai le braccia intorno al collo e lo strinsi forte a me.
“ti amo Damon”
Alaric uscì dalla camera di sua moglie e si avvicinò a noi. Stefan e Caroline, che nel frattempo erano andati a prendere dei caffè, erano ritornati e si sedettero accanto a me.
Erano innamorati, si vedeva dalle occhiate splendenti che si riservavano l’uno all’altro.
In quel metro quadrato c’erano le persone più importanti della mia vita, come potevo rinunciare a loro?
“ehm Alaric, ho una proposta per te e Jenna. So che deve rimanere a riposo per il resto della gravidanza e mi chiedevo se non volevate trasferirvi a casa nostra. La pensione è abbastanza grande e con tutte le camere che ha non ci sono problemi se vi sistemate da noi” disse sorridendo e guardando suo fratello che subito acconsentì a tutto ciò. “Jenna e Elena saranno insieme e credo che questo le renderà molto felici e poi con la stronza egoista in giro, se so che sei con me, amico, non dovrò preoccuparmi anche di te” e sfoderò uno dei sorrisi ironici che servì davvero molto in quella giornata pesante da tutti i punti di vista.
Ero così felice della proposta del mio vampiro. Sapere che Jenna e Alaric potevano essere al sicuro mi rendeva estremamente rilassata. Mi accarezzai il pancione, il mio fagottino aveva ripreso a calciare come era suo solito fare; e faceva tutto ciò poiché aveva capito che la sua mamma non era più preoccupata come prima, anzi era anche felice.
Amore mio, pensai.
“penso che possa andare” rispose Rick avvicinandosi al suo migliore amico. Damon si alzò e si abbracciarono con rispetto e con amicizia. Sorrisi a quella splendida vista.
 
 
Seduta sul divano del salotto di casa Salvatore, continuavo a massaggiarmi il pancione. Alaric era rimasto con zia Jenna mentre Stefan e Caroline erano andati da Jeremy a prenderlo per portarlo qui. Avrebbe vissuto anche lui assieme a noi.
Damon si avvicinò a me con un bicchiere di Bourbon in mano, si sedette accanto a me, si chinò sul gonfiore del mio corpo e vi posò un bacio dolcissimo. Rimasi sorpresa di quel gesto così intimo, così dolce da parte di Damon.
“non so cosa avrei fatto se fossi stato nei panni di Alaric” sussurrò con voce roca. Lo guardai teneramente. Era così vulnerabile quando si trattava di suo figlio. “non posso perdervi Elena, ne morirei”.
“non ci perderai mai amore!” dissi gettandogli le braccia al collo e facendo cadere qualche goccia di liquore dal bicchiere. “mai e poi mai, non saremmo niente senza di te Damon” continuai.
Damon si staccò da me per avvicinarsi alla radio accesa sul mobile accanto al sofà. Era appena iniziata una canzone e il mio vampiro alzò il volume, evidentemente per farmela ascoltare bene.
 
http://www.youtube.com/watch?v=3OsSBw3DXnA


 

I've waited a hundred years
But I'd wait a million more for you
Nothing prepared me for the privilege of being yours
If I had only felt the warmth within your touch
If I had only seen how you smile when you blush
Or how you curl your lip when you concentrate enough
I would have known what I was living for

 

Your love is my turning page

Only the sweetest words remain
Every kiss is a cursive line
Every touch is a redefining phrase
I surrender who I've been for who you are
Nothing makes me stronger than your fragile heart
If I had only felt how it feels to be yours
I would have known what I've been living for all along

 
 

 Lo guardai commossa, e gli accarezzai dolcemente la guancia. La persona davanti a me era l’uomo con cui ero sicura di passare il resto della mia esistenza. Sicura al cento percento.

 






 

ciao ragazze!!!

ecco un altro capitolo! ringrazio tutte le persone che commentono ogni capitolo! spero che anche questo capitolo vi sia di vostro gradimento. un bacione!
a presto,
Jessy

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Capitolo 21
*** 20.What will you do for the rest of your life? ***







Due mesi.
Due mesi erano passati dal quella perdita di sangue che mi aveva provocato una paura bestiale, un terrore che bruciava dentro l’anima. Due mesi in cui il mio piccolo scricciolo cresceva giorno dopo giorno arrivando all’ottavo mese umano. Si, perché la mia gravidanza sarebbe durata quattro mesi e mezzo all’incirca e non i normali nove.
Avrei partorito prima di mia zia Jenna, anch’essa incinta. Sorrisi, alzando la testa in direzione di quella donna così meravigliosa che si era trasferita a casa mia esattamente due mesi prima. Diedi un altro morso alla mia colazione ovvero un cornetto con la Nutella, la mia nuova migliore amica.
Il mio cucciolo si muoveva sempre di più giorno dopo giorno e devo ammettere che le forze diminuivano sempre più poiché il vampirello che portavo dentro di me era tale e quale al suo magnifico padre, forte e prepotente, presuntuoso e vanitoso.
Damon.
Quel vampiro che mi aveva fatto perdere la testa era in salotto con suo fratello Stefan e mio zio, il suo migliore amico.
Stavano discutendo su K.
K. e basta.
Mi ero rifiutata di nominarla con il suo intero nome, non se lo meritava. Non meritava il fiato che avrei sprecato pronunciandolo.
Lei voleva farmi soffrire togliendomi il mio bambino; e questo era impensabile. Nessuno mi avrebbe portato via un pezzo della mia vita. Nessuno.
Jeremy entrò in cucina con passo svelto seguito da una Caroline tutt’altro che trattabile: erano sicuramente in ritardo per la scuola.
“questa casa è troppo affollata per i miei gusti, il bagno è sempre occupato” sbottò isterica la vampira.
“Car hai un bagno tutto tuo in camera tua e di Stefan, come può essere sempre occupato?” chiesi sorridendo.
Si fermò di botto e mi trafisse con lo sguardo. Quasi non scoppiai a ridere. Era cosi buffa.
“Jeremy è meglio se ci incamminiamo” poi mi rivolse uno dei suoi soliti sorrisi a 32 denti che riservi alla tua migliore amica.
Eh si, lei era la mia migliore amica. Mi alzai e portai il piatto sporco nel lavandino dove zia Jenna stava già riempiendo la lavastoviglie. Il vestito pre maman si aderiva perfettamente al suo corpo e soprattutto al pancione ormai grande.
“ho preparato la tisana alla verbena tesoro, è sul tavolo” disse porgendomi una tazza. Mi risedetti al tavolo mentre i fratelli Salvatore e Alaric entrarono.
Rick andò immediatamente dalla sua sposa e gli diede un bacio dolce come lo zucchero mentre Damon si avvicinò e si sedette accanto a me baciandomi la fronte.
“come state oggi?” mi chiese sorridendo sghembo. Non so come era possibile ma quel sorriso riusciva ogni volta a farmi dimenticare come respirare. Come si faceva? Quando riuscì a inspirare presi lucidità e risposi “ stiamo perfettamente bene amore” e gli diedi un bacio su quelle labbra carnose e adorabili.
“mi piaci quando indossi le mie magliette” disse malizioso ad un soffio dalle mia labbra. In effetti indossavo una sua maglietta rigorosamente nera e larga. Le indossavo quasi sempre poiché sentire il suo profumo inebriante mi mandava su di giri e poi perché adoravo che, una volta tolte, quel profumo rimaneva sulla mia pelle, come se lasciasse il suo marchio.
Gli sorrisi e poi versai un po’ di tisana nella tazza di fronte a me.
“ieri hai visto Bonnie?” mi chiese cauto. Damon sapeva che il mio rapporto con la ormai non strega era ai ferri corti e, questa cosa, non gli andava bene, per niente.
“oh si, la nostra conversazione è stata molto interessante se per interessante intendi ciao-ciao-come-stai-bene-e-tu?-bene-grazie-ciao-ciao” dissi triste. “ormai lo persa” continuai sconfitta.
Damon mi prese il mento con la mano e mi guardò serio negl’occhi.
”non l’hai persa Elena, nessuno ti abbandonerà capito?”
Annuii colpita da tanta determinazione nella sua voce perfetta. Con la testa fece segno di bere la tisana e così feci. Ma quello che capitò dopo non l’avevo per niente previsto.
Dopo solo un sorso iniziai a tossire ritmicamente, soffocando, incapace di respirare. Gemetti a tutto quel dolore così poco famigliare e cercai di chiamare, senza risultato, Damon in quale mi sorresse poiché senza forze mi ero alzata.
“che caz…” urlò sorpreso e terrorizzato. Stefan corse immediatamente accanto al fratello preoccupato, come d’altronde anche i miei zii.
Piano piano riuscii a respirare regolarmente anche se mi sentito profondamente stanca. Mi accarezzai il ventre, il mio cucciolo si stava movendo facendomi male. Gemetti.
“Elena, piccola, come stai?” mi chiese disperato il mio vampiro. Lo guardai non capendo cosa mi era appena accaduto.
“verbena” disse Stefan preoccupato. “la tisana è con la verbena e quella è la classica reazione alla pianta se sei vampiro, e… c’è solo una spiegazione e tutto ciò” disse guardando il fratello che continuava ad accarezzarmi i capelli e il pancione. Il bambino si era incredibilmente calmato a quel tocco. Quel fatto mi rese una donna meravigliosamente felice.
“il bambino è un vampiro e probabilmente ha innescato questa reazione alla verbena” continuò Damon. 
Mi accarezzai la pancia sorridendo “scusa amore mio, dovevo stare più attenta” poi guardai l’uomo che amavo che mi stava guardando ipnotizzato da quella scena.
“è come te amore” dissi adorante. Mi prese il volto tra le sue mani e mi baciò passionalmente. Ci staccammo e contemplai i suoi splendidi occhi color mare.
“devo.. devo fare una cosa” disse serio. “Alaric, Jenna rimanete con lei? Devo uscire per un paio d’ore” chiese e i miei zii annuirono sorridendo.
“dove devi andare?” chiesi attirandolo per la camicia che indossava.
“a sistemare una cosa piccola” rispose vago. Sospirai, sarei stata curiosa per tutto il tempo uffi!
Lo vidi dirigersi verso il portone e vagai con gli occhi sul suo splendido corpo di cui mi ero innamorata dal primo momento.
Mi accarezzai il pancione dove dentro portavo il frutto di quell’amore così indescrivibile.
 
POV DAMON
 
Dovevo fare una cosa estremamente importante, per me, per Elena e per il nostro futuro.
Seduto al tavolo del pub della città, con un bicchiere di Bourbon ormai vuoto;

aspettavo che una mia vecchia amica strega mi raggiungesse. Avevo guidato per due ore, ma lo scopo era troppo importante. Giocherellavo con l’oggetto in questione che si trovava nella tasca dei miei pantaloni.
Era giunta l’ora di dimostrare che ero uomo.
Mi serviva un incantesimo e non potendo chiedere all’ex strega Bonnie, ho dovuto chiamare una mia vecchia amica, strega da tanto tempo.
“non sei cambiato per niente eh? Sempre il solito ubriacone” disse una voce femminile. Mi girai verso la strega. I capelli biondi e ricci cadevano selvaggiamente sulle spalle. Le sorrisi alzando il bicchiere e proponendo di bere alla vecchia amicizia.
Erica non era cambiata per niente, in effetti. Sempre sorridente, sempre egoista, sempre estremamente intelligente.
“a cosa devo la tua chiamata Damon?” mi chiese dopo aver mandato giù il bicchiere di Bourbon tutto d’un fiato.
“devo chiederti un favore” dissi sorridendo.
“Damon Salvatore che chiede favori e per di più ammette di farlo?” rispose sghignazzando. “cosa mi sono persa in questi vent’anni?” continuò.
Eh si, ero cambiato e tutto grazie alla splendida donna che amavo e che aspettavo un figlio da me. Elena.
Evitai di rispondere “allora Erica, mi fai questo favore?”
“cosa dovrei fare di preciso Damon?”
“un incantesimo di protezione dal sole per vampiri”
“ e per chi è?” mi chiese dubbiosa ma curiosa.
“per la donna che amo” risposi serio.
“è estremamente fortunata allora” disse sorridendo. “su cosa devo farlo?”
“su questo” e tirai fuori la scatoletta dalla mia tasca.
 
 
POV ELENA
 
Uscii dalla doccia e mi avvolsi nell’accappatoio color rosa. Damon non era ancora rientrato e oltre alla curiosità stava crescendo dentro di me l’ansia e la preoccupazione. Cosa stava facendo? E perché ci stava mettendo così tanto tempo?
Con K. in giro era normale che mi preoccupavo per il vampiro che amavo accidenti.  Mi asciugai vigorosamente e velocemente, poiché ero davvero stanca sia perché la gravidanza mi toglieva tante forze, sia perché la verbena mi aveva ridotto ad uno straccio e non sapevo come porre rimedio a ciò. Il sangue non mi sembrava un giusto rimedio. Indossai l’intimo di pizzo nero, il preferito di Damon e mi misi una tuta grigia e una maglietta del mio vampiro. Damon, ti prego torna a casa presto, pensai.
Uscii dal bagno e accesi la tv della camera. Mi sdraia sul letto dove di solito dormiva il mio vampiro e inizia a cambiare canale, di continuo. Sospirai per l’ennesima volta. Presi il cellulare pe controllare se mi aveva chiamato ma niente: display normale. Avevo deciso di chiamarlo quando Damon entrò dalla porta della stanza.
Senza nemmeno pensare a ciò che stavo facendo, scesi dal letto e gli corsi incontro e saldandogli al collo. Damon mi strinse a sé in un abbraccio protettivo e dolcissimo.
“ti sono così mancato?” chiese ironico. Gongolava da far paura.
Annuii baciandolo vigorosamente.
“mmm, dovrei uscire più spesso se al mio ritorno ti trovo così passionale piccola”
lo guardai e subito mi incatenai ai suoi occhi, quegl’occhi che desideravo che anche il mio piccolino avesse.
“dai andiamo a stenderci un po’, sei stanca” disse serio. Odiavo il fatto che la mia stanchezza dovuta alla gravidanza si vedesse così tanto. Damon era troppo protettivo e vedermi in quello stato lo rendeva nervoso.
Mi sdraiai e appoggiai la testa sul petto nudo del vampiro che nel frattempo si era tolto la giacca di pelle e la camicia nera che indossava. Il pancione sfiorava il suo fianco. La mia mano disegnava ghirigori sulla sua pancia piatta e muscolosa. Damon mi accarezzava i capelli, gesto che ormai rientrava nella mia quotidianità.
Il vampiro si schiarì la voce, come se fosse nervoso. Gli diedi un bacio accanto al capezzolo roseo.
“ti amo Elena” disse tutto d’un tratto “ vi amo così tanto” continuò con un tono delizioso. Sorrisi stringendomi ancora di più al suo corpo.
Armeggiò con la tasca del suo pantalone e tirò fuori una scatolette quadrata di velluto blu notte e se la portò sul petto, accanto al mio viso.
Rimasta di sasso, non riuscivo a parlare. Oddio oddio!
cosa hai intenzione di fare per il resto della tua vita?” mi chiese con voce roca.
Con la bocca semiaperta mi misi a sedere e lo fissai felice come non mai.
“me lo stai chiedendo?” chiesi incapace di parlare da quanta emozione stavo provando in quel momento.
“vuoi sposarmi Elena?” mi chiese alzandosi anch’esso e respirando ad un soffio dalle mie labbra.
“si! Si!” gridai e mi gettai contro di lui. Avvicinai le labbra alle sue e diedi il primo bacio da fidanzati ufficialmente.
“aspetta piccola” si staccò quel tantino per poter aprire la scatoletta e estrarne un anello meraviglioso.


Enorme. Un anello fatto di lapislazzuli e diamanti.
L’anello di fidanzamento mio e di Damon.
Il vampiro prese delicatamente la mia mano sinistra e infilò l’anello nell’anulare. Calzava a pennello. Era fatto apposta per me.
Me lo guardai e riguardai un infinità di volte. Solo quando Damon mi asciugò la guancia mi accorsi che stavo piangendo dalla felicità.
“ti amo Damon” dissi guardandolo negl’occhi.
“sei la ragione della mia esistenza Elena” .
lo attirai a me prendendolo per le spalle robuste e lo baciai piena d’amore e tenerezza.
“ah una cosa” disse sorridendo. “questo sarà l’anello che ti proteggerà dal sole quando deciderai di diventare un vampiro” continuò fissandomi come solo lui sapeva fare.
Ero così emozionata che le parole non servivano a esprimere ciò che stava succedendo dentro di me. L’anello di fidanzamento mi avrebbe protetto dal sole, Damon mi avrebbe protetto da tutti e da tutto.
L’eternità ormai era diventata una cosa ovvia, per l’amore che provavo per quel vampiro.







Ciao ragazze!
Ecco un nuovo capitolo, che ne pensate?
L’ultimo capitolo ha avuto solo tre recensioni da tre ottime compagne di ff per altro! Vi ringrazio molto mie care ma sono un po’ giù. Nessun capitolo ha avuto soltanto tre commenti. Vabbe dai non mi butto giù!
Spero di sapere cosa ne pensate!
Un bacione e a presto
Jessy


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Capitolo 22
*** 21. his wife for eternity to let others know who I belong. ***









POV CAROLINE
 
L’amore è un buon motivo per vivere per sempre giusto? A me sembrava una ragione più che giusta e appropriata a ciò che stavo vivendo.
Stefan. Lui era la ragione per cui io mi alzavo la mattina, respiravo, ridevo, piangevo, e andavo a dormire, con lui accanto a me, per essere precisi;
e io non ero mai stata così felice. Il mio nuovo colore preferito era il verde. Verde come gli occhi splendidi del vampiro che amavo.
“buongiorno piccola” mi salutò Stefan. Il mio corpo reagiva sorprendentemente bene alla sua voce. Era energia pura per ogni poro della mia pelle. Mi girai e le lenzuola candide si aggrovigliarono attorno al mio corpo. Lo salutai dandogli un leggero bacio sulle sue labbra e accarezzai i tratti duri e squadrati del suo bellissimo volto.
La sua camera estremamente grande era diventata anche la mia e non ci allontanavamo l’uno dall’altra neanche per un’ora. Eravamo i poli di una calamita, si attraevano naturalmente.
Era così bello vivere con l’amore della propria esistenza, nella stessa casa dove abitavano la tua migliore amica con il suo fidanzato, incinta di otto mesi e mezzo circa, e altre tre persone, Jeremy, Alaric e Jenna, incinta anch’essa.
Sospirai eccitata. Quante feste avrei organizzato! Con due pargoletti che dovevano ancora nascere era il minimo!
“Damon e Elena si sono già alzati?” mi chiese dolce il vampiro accanto a me.
“si amore, tuo fratello è esasperato perché dice che abbiamo riempito la casa di cose per i bambini.” E risi ricordando quanto era stato buffo sentire i commenti acidi del maggiore dei fratelli Salvatore mentre la sua amata gli faceva vedere gli oggetti che avevamo comprato due giorni prima.
Damon era straordinariamente rompiscatole. Ma quando si trattava di Elena, diventata la guardia del corpo più temibile di tutto l’universo.
Qualcuno bussò la porta della stanza e subito dopo una voce femminile fin troppo famigliare chiese imbarazzata se poteva entrare. Elena.
Stefan si sistemò il lenzuolo sopra i boxer che indossava e io mi portai i capelli chiari come i raggi del sole dietro le orecchie.
“entra pure Elena!” dissi.
La mia amica aprì la porta titubante e dopo qualche secondo di imbarazzo ci rivelò un sorriso smagliante, uno di quelli che raramente porti. Era sicuramente successo qualcosa di importante. Molto importante per lei.
“ok ragazze, vi lascio sole, vado da Damon” disse Stefan alzandosi e andando in bagno con i pantaloni della tuta sotto braccio.
“tesoro cosa è successo?” chiesi sorridendo. Elena si misi seduta sul bordo del letto. Il pancione era decisamente enorme ma le donava tantissimo. La gravidanza rendeva la ragazza ancora più bella di quanto già lo fosse. La rotondità del corpo tipica delle donne gravide rallegrava ogni tratto del viso rendendola serena e felice, anche se i fatti attorno a lei non erano dei migliori.
Elena era agitata, evidentemente non sapeva da dove iniziare, ma poi prese un respiro profondo e dopo che Stefan fu uscito dalla camera per dirigersi giù in salotto, alzò la mano sinistra verso di me.
Mi avvicinai per vedere meglio e oggetto in particolare catturò la mia attenzione.
Un anello meraviglioso al dito della mia migliore amica.
“AH!!” urlai al settimo cielo. Damon le aveva chiesto di sposarlo. “che bello!” mi avvicinai e la strinsi forte a me, fino a quando non incontrai il pancione che si trovava in mezzo ai nostri corpi. Elena stava piangendo dalla gioia che stava provando e sorrideva maestosamente.
“Car sono così felice” mi disse. La voce rotta dall’emozione.
“ti meriti tutta questa felicità Elena, accidenti se te la meriti!” le rivelai accarezzandole la guancia. “quando avete deciso di sposarvi tesoro?”
“ dopo la nascita del piccolo, vogliamo che sia lui a portarci le fedi all’altare” mi rispose emozionata. Ero senza parole. Quella ragazza che aveva perso i suoi genitori addottivi, i suoi genitori biologici, quella ragazza che era crescita troppo in fretta prendendosi cura di un fratello più piccolo, doveva e dico doveva essere felice.
Ne aveva passate troppe.
“allora aspetterò ad organizzarlo!” dissi non vedendo l’ora di fare la wedding planner personale della mia migliore amica.
 
POV ELENA
 
Una buona amica è felice quando anche tu lo sei giusto?
Beh allora Caroline Forbes era la mia migliore amica. Commossa mi aveva augurato tutta la felicità di questo mondo e mi aveva abbracciato per minuti e minuti, minuti e minuti ancora.
Entrammo in soggiorno dove sul divano era stesa mia zia Jenna, con una mano sul pancione enorme, Jeremy era seduto accanto a lei, Damon, Stefan e zio Rick erano rigorosamente al tavolo degl’alcolici, anche se erano solo le nove del mattino. Tutti i volti della stanza si illuminarono e furono in pochi secondi accanto a me che si congratulavano per la lieta notizia del futuro matrimonio. Non mi sembrava ancora vero che Damon mi avesse chiesto di sposarlo. Era così assurdo che un vampiro della portata di Damon si abbassasse a tanta dolcezza, ma la risposta del vampiro mi riempii il cuore di tenerezza e un amore indescrivibile “voglio che Elena Gilbert sia mia moglie per l’eternità, per far sapere al mondo a chi appartieni”
Non c’era risposta più giusta che poteva scaldarmi il cuore. Io appartenevo a lui, e a lui soltanto.
Il vampiro mi fu subito accanto e con il suo solito sorriso sghembo mi accarezzò la guancia e dopo un attimo, anche il pancione. Il mio bambino reagì immediatamente a quel tocco come se sapesse che si trattava del padre.
Il mio piccolo Damon.
Il cucciolo che portavo dentro di me sarebbe nato nel giro di due settimane. Tra meno di due settimane avrei potuto prenderlo in braccio e coccolarlo come solo una madre può fare.
Dio, non vedevo l’ora.
Calcetti dolci mi fecero intendere che il mio fagottino percepiva la mia ansia di averlo tra le braccia. Sorrisi e mi accarezzai il ventre.
“calcia tanto eh?” disse il mio vampiro un po’ teso. Aveva sempre paura che soffrivo a quei piccoli doloretti.
“si amore, ci pensi che mancano due settimane?” gli chiesi emozionata. Damon mi mise dietro l’orecchio una ciocca ribelle e mi sorrise dolcemente.
“oh certo che ci penso, e penso anche che questa casa sarà un piccolo inferno quando sia lo scricciolo sia la cucciola nasceranno.” E con una smorfia divertita aggiunse “ mi sa che mi nasconderò nel seminterrato per poter dormire sonni tranquilli” e sghignazzò consapevole che mi aveva irritato un pochino. Gli diedi una gomitata in un fianco e il vampiro fece finta di torcersi dal dolore.
“sei poco divertente Damon Salvatore” dissi irritata anche se davanti a quella serenità dell’uomo che amavo non potei non trattenere un sorriso dolce e tenero.
“adoro quando mi chiami per nome e cognome” rispose malizioso e incredibilmente sexy avvicinandosi ad un soffio dalle mia labbra. Il suo respiro dolce e fresco scaturì subito una reazione da parte del mio corpo, il quale reclamava il tocco del vampiro.
 Abbracciata a lui mi voltai verso il resto della mia famiglia. E subito la mia attenzione fu colpita dalla parole dette da mio fratello.
“vado da Bonnie adesso e penso che pranzerò al Grill” disse rivolto a tutti noi.
Bonnie. La  ex strega che ormai non si degnava nemmeno di salutarmi da due mesi, non si faceva mai viva alla pensione Salvatore.
Secondo lei, il mio bambino era un abominio. Ma come poteva dire una cosa simile? Ogni volta che pensavo a quella dannata parola sentivo pungermi gli occhi. Le lacrime volevano scendere e marchiare le guance lasciando la tristezza e la consapevolezza che non avrei mai vissuto felice e serena come qualsiasi altra madre.
Perché le altre madri non dovevano fare i conti con le streghe e i loro pregiudizi.
Per le streghe il mio bambino, il frutto di un amore così intenso e magnifico, non doveva nascere.
Era meglio se non ci pensavo a tutto ciò. Ne sarei rimasta triste.
“sarebbe anche ora che la strega venisse a scusarsi con Elena” disse Damon duro e amaro, rivolto a mio fratello.
Jeremy sospirò. Sapevo che soffriva di questa situazione. “le parlerò. Per l’ennesima volta” disse sconfitto.
 
Il parto mi spaventava, e non poco.
Ultimamente non facevo altro che pensare a quel momento, così intenso da tutti i punti di vista. Ero agitata e ansiosa, preoccupata e terrorizzata dal dolore che avrei provato in quelle ore. Sospirai e raccolsi dei piccoli fiorellini blu nell’immenso giardino della pensione, esattamente dove molti mesi fa venne celebrato il matrimonio di mia zia e Alaric.
Indossavo un vestitino color rosa antico stretto in vita da un fiocco di raso bianco e che si apriva a palloncino mostrando in tutta la sua bellezza il pancione. Stavo aspettando Damon che, nel frattempo si stava vestendo e poi ci saremmo diretti verso il Grill.
Avevo tenuto il broncio per tutto il pomeriggio poiché desideravo uscire dalla casa e godermi della brezza di inizio ottobre. Il giorno dopo era il mio compleanno e avevo giocato su questa storia pregandogli di farmi un semplice regalo: uscire un pochino. Non ero masochista, certo: sapevo che in giro c’era Katherine e il suo unico scopo era togliermi di mezzo per poter stare con  il suo amato ma per una sera volevo scordarmi di lei.

Potevo?
Mi chinai e presi un altro fiorellino e lo misi accanto agl’altri già raccolti nella mano sinistra. Li avrei messi in un piccolo vaso appena sarei rientrata.
Una brutta sensazione mi colpì in pieno petto togliendomi il respiro. C’era qualcuno nel giardino e non era un componente della mia famiglia. Ne ero certa, percepivo il calore di un corpo. Accidenti, probabilmente i sensi sviluppati da vampiro del mio cucciolo si erano insediati anche nel mio corpo. Era così non famigliare. Il cuore accelerò in un batter di ciglia e mi mancava la forza di mettere un piede dietro l’altro e correre verso casa, mi mancava la forza di urlare, nemmeno un pochino. Ero sotto shock.
E tutto accadde velocemente.
Una mano esile ma forte e decisa mi tappò la bocca e un braccio, anch’esso esile molto simile al mio mi circondò la vita anche se risultò parecchio difficile dato che avevo un pancione enorme. Mi spinse con una velocità sorprendente, vampiresca, fuori dalla casa, ma non so come sia stato possibile. Era tutto così veloce che non riuscivo a percepire i dettagli.
Ma una cosa mi teneva aggrappata alla speranza.
I calcetti forti del mio fagottino.
Si, calciava tanto e forte, tipico di lui quando la sua mamma era in pericolo, e in quel momento io ero in pericolo.

No! No!

Presi un po’ di lucidità e iniziai a dimenarmi, nel tentativo, purtroppo invano, di riuscire a scappare e avvertire il mio Damon. un ghigno colpì le mie orecchie e capii subito che si trattava di un vampiro.
Vampiro.
Donna.
Katherine.
Mi voltai verso il viso del mio rapitore e fui colpita dallo sguardo pazzo e diabolico della vampira. I lunghi capelli ricci svolazzavano da tutte le parti sia per il vento sia perché io non mi calmavo.
“sta ferma lurida umana” sputò velenosa.
Le lacrime iniziarono a rigarmi il viso e scendere fino al solco del mio mento. Erano amare e sconfitte.
Dovevo aspettarmi che Katherine non si sarebbe mai rassegnata al fatto che portavo in grembo il figlio del vampiro che amava. Presi a singhiozzare sempre più forte fino a quando la vampira mi lasciò andare e caddi su me stessa sbattendo forte la testa contro il marciapiede.
Gemetti forte, sentivo dolore da tutte le parti del corpo. Il bambino continuava a calciare così forte che mi mancava il fiato e purtroppo sapevo che non potevo ne fare ne dire niente per riuscirlo a calmare: era troppo ansioso per smetterla. Tale e quale a Damon. la testa pulsava terribilmente e perdevo sangue copiosamente.
“Katherine così non otterrai niente!” urlai piangendo.
La vampira mi strattonò per un braccio e mi fece salire sul sedile posteriore di un suv di grossa cilindrata e, dopo essersi seduta al posto di guida si girò verso di me e con una risata malefica mi trafisse il cuore “ oh certo che otterrò qualcosa. Avrò un bel bambino e tu morirai.”
Era diventata pazza. Si. Nella sua voce percepivo pazzia. Conoscevo il tono di voce della vampira quando era felice di arrecare dolore al prossimo ma quella risata e quel tono mi fecero realizzare all’istante che era uscita fuori di senno per questa storia.
Non sopportava il fatto che io aspettavo un figlio da Damon.
E cosa voleva dire che avrà un bambino?
Dio, dimmi che non vuole tenersi con sé il mio cucciolo.
Ripresi a piangere copiosamente.






Ragazze, mie adorate ecco un nuovo capitolo. La nostra Elena starà per almeno un capitolo e mezzo senza il suo amato Damon.
Katherine ha perso il senno mie care e cosa potrà nascondere nella sua mente?

spero che vi sia piaciuto!, aspetto tante recensioni ragazze! fatevi sentire..:)
un bacione e a presto.
Jessy


 

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Capitolo 23
*** 22. happy birthday, Elena ***







POV ELENA

Sola.
Triste.
Angosciata.
Preoccupata.
Terrorizzata.
Sola.
Al buio, ero sola: sporca, dolorante con gli occhi che mi bruciavano dalle troppe lacrime versate. Raggomitolata in posizione feto cercavo di tranquillizzarmi solo per poter rilassare quel piccolo esserino che portavo dentro di me. Il mio bambino.
Katherine mi aveva sbattuta in quella topaia come se fossi stata un sacco di patate fuori uso e ridendo mi aveva chiuso dentro. La testa continuava a pulsare a causa della botta che avevo preso quando mi fece cadere sul marciapiede e il sangue si era tutto appiccicato ai capelli color cioccolato, ormai divenuti un groviglio di paglia.
Ricominciai a piangere realizzando che non sapevo da quanto tempo mi trovavo dentro a quella piccola stanza.
Katherine perché ci fai questo? Pensai. Avevo già sofferto così tanto nella mia breve vita e non mi meritavo anche questo.
Sobbalzai al rumore della serratura del portone. Il cuore iniziò a battermi forte e l’agitazione aumentò.
“Elena” salutò la sadica.
Deglutii rumorosamente. Si stava avvicinando alla piccola brandina dove ero sdraiata. Sorrideva.
“buon compleanno mia cara Elena” ironizzò.
 
POV DAMON
 
Solo.
Agitato.
Infuriato.
Preoccupato.
Incazzato nero.
Solo.
Nella mia camera ero solo. La mia Elena non era con me, al mio fianco, a rendere la mia esistenza vivibile. Quel ridicolo bigliettino lasciato da quella stronza egoista sadica vampira ci diceva che mio figlio non doveva nascere e il motivo di tale volontà insensata era perché non era il figlio di Katherine.
Katherine era così gelosa della gravidanza di Elena che era riuscita a rapirla e a portarla lontano da me.
“no!” urlai disperato. Mi passai una mano tra i capelli corvini con gesti bruschi e meccanici. Una parte di me mancava ed era un sentimento orribile, straziante, uno di quegli che ti toglie il fiato.
L’avrei trovata. A costo di morire.
Per Elena e il piccolino, questo è altro.
Stefan era dietro la porta e esitava ad entrare, preoccupato e infuriato anch’esso. Quando si decise ad entrare sospirò pensieroso.
“Damon…” sussurrò. Mi voltai infuriato. Volevo stare solo. Solo con il dolore che provavo.
“troveremo Elena, e ho pensato che potremmo chiedere alle streghe di far ritornare i poteri a Bonnie per un incantesimo di localizzazione”
Interruppi subito quel fiume di parole con un ruggito. “ non chiederò niente a quelle luride streghe Stefan! Per loro mio figlio è un abominio! Al diavolo loro e i loro poteri! Farò a meno di tutto questo. Troverò Elena da solo..” sbraitai.
“ehi Damon, io e Alaric non ti lasceremo. Non vi abbandoneremo mai capito?” disse serio e avvicinandosi.
Guardai dritto a quegl’occhi verde intenso e annuii.
Elena vi troverò, pensai.
 
 
POV ELENA
 
“Katherine lasciami andare, così non risolverai niente!” dissi decisa ma con voce tremolante.
Mi guardava con quegl’occhi marroni e intensi.
“il tuo bambino non deve nascere Elena. Ecco cosa devo risolvere” rispose velenosa.
Incapace di pensare alle conseguenze possibili a quelle brutte parole risposi in un sussurro “non puoi fare questo, il mio bambino non c’entra niente. Ti prego Katherine non farmi del male”
Si sedette su una sedia di legno posta in un angolo e mi guardò dritto negl’occhi.
Rimasi paralizzata da quello sguardo così penetrante e così minaccioso.
“nessuno deve dare un figlio a Damon se non io lurida umana, quindi devo eliminare ciò che porti dentro di te e se questo significa uccidere anche te non mi faccio alcun problema Elena”
mi morsi il labbro nel tentativo di reprimere le lacrime che volevano cadere dagl’occhi. Come era possibile? Oddio! Dovevo proteggere a tutti i costi il mio piccolino.
“Katherine una volta mi hai detto che eri rimasta incinta di una bambina e che i tuoi genitori te l’hanno portata via. Tu volevi quella bambina no? Cosa hai provato quando te l’hanno portata via? Tu l’amavi e non dirmi che non è vero. So che qualsiasi madre ama il proprio figlio. Perché allora fai tutto ciò a me?” chiesi.
La vampira di fronte a me contrasse la mascella, evidentemente persa tra i ricordi duri e tristi del suo passato.
“dovevo essere io a dar un figlio a Damon” mi rispose.
“perché non mi rispondi eh?” chiesi cercando un qualsiasi lato umano della vampira.
“hai provato cosa significa sentire una vita dentro di te, perché allora non mi lasci vivere la mia vita con mio figlio?” stavo implorando.
“Elena si, volevo quella bambina ma qui si parla di Damon che va sopra ad ogni cosa!” rivelò.

Raggelata da quella rivelazione mi toccai la pancia, per esser sicura che il mio bambino continuava a essere al sicuro e continuavo a dirmi che Damon amava solo me. Calci forti continuavano a togliermi il fiato, avevo tanta paura per il mio bambino. strani dolori colpirono il basso ventre facendomi gemere. Presi un respiro profondo ma niente, mi sentivo ancora strana, con quel dolore così poco famigliare.
“qualcosa non va?” mi chiese la vampira indifferente alzando un sopracciglio.
“niente” risposi “ voglio stare da sola Katherine” dissi e mi rimisi sdraiata su quella brandina sporca e poco comoda.
Damon dove sei?, pensai.
La vampira si alzò e se ne andò chiudendomi dentro.
Damon, ti prego, vieni a prenderci. Chiusi gli occhi e una lacrima amara scavò la tristezza nella mia guancia.
Tu devi essere Elena, io sono Damon, il fratello di Stefan quella voce così vivida e famigliare invase il mio corpo. Il ricordo del primo incontro era impresso nella mia mente. Mi aggrappai a quegl’occhi meravigliosi dell’uomo che amavo, così che non potevo sprofondare nell’oblio della tristezza. Io sceglierò sempre te, Elena la preoccupazione nel suo viso non posso perderti  e io che gli rispondevo che non mi avrebbe persa.
Non mi avrebbe persa.
Ti ho sempre amata Elena l’immagine del nostro primo bacio mi colpì come uno schiaffo. Dio quanto mi mancava. Damon trovami. Salvaci. Cosa hai intenzione di fare per il resto della tua vita? Il rispetto in quelle parole mi avevano segnato dentro. Damon mi amava alla follia.
“Damon!” urlai scoppiando a piangere.
 
POV DAMON
 
Damon! quella voce impaurita della donna che amavo mi perseguitava. Era così vivida che sembrava provenisse dalla camera accanto.
“Caroline le lacrime non servono a niente” sputai.
La vampira bionda mi guardò scioccata “Damon lo sai che potrebbe partorire da un momento all’altro vero?”
“non ho bisogno che tu me lo ricordi barbi” la guardai in cagnesco.
“bene”
“bene” e la bionda alzò i tacchi e se ne andò.
“Damon” una voce femminile mi chiamò. Mi voltai. Bonnie. Accanto a lei c’era Alaric che mi guardava preoccupato.
“strega o meglio ex strega” la salutai arrabbiato. Non avevo bisogno di lei, non avevo bisogno di nessuno!
“posso aiutarti Damon, le streghe mi hanno ridato i poteri ma solo per trovare Elena. Damon la troveremo, sarà il mio modo per scusarmi” sussurrò triste ma con determinazione.
Damon!” l’emicrania mi colpì e dovetti piegarmi dal dolore alla testa. “Damon!” Elena mi stava chiamando.
“papà!”
POV ELENA
 
Le forze mi stavano lasciando. Qualcosa non andava, ne ero certa. Il mio bambino non stava bene. Cercai di alzarmi da quella scomoda brandina e dopo qualche capogiro riuscii a rimanere in piedi. Strisciai verso la piccola finestra per poter prendere un po’ d’aria. Gemetti. I crampi al basso ventre non erano cessati, anzi continuavano ad aumentare. Mi appoggiai al muro per sostenermi. Gemetti.
Non riuscivo a respirare, accidenti. Cercai di ritornare alla brandina ma qualcosa di liquido catturò la mia attenzione.
Giù per l’interno cosce ero bagnata. Tirai su un po’ il vestito che indossavo e mi toccai vicino le mutandine e persi un battito.
Ero bagnata di acqua e sangue.
Mi si erano rotte le acque.

No, non qui!

 
 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Ciao ragazze. Ecco un nuovo capitolo, secondo me emozionante e significativo. Non lasciate nulla al caso. Ogni cosa che sente Damon non è frutto della sua immaginazione. Cosa ne pensate? Lo so, non è un capitolo molto lungo ma per me doveva finire così. Il prossimo sarà molto importante e sarà molto più lungo.
Aspetto con ansia una vostra recensione, ragazze e non fatevi pregare. Un commento, anche piccolo, mi fa assai felice e mi intristisce vedere che anche l’ultimo capitolo è stato recensito solo dalle tre mie adorate amiche di ff. un commentino non fa male a nessuno no?
Ringrazio con il cuore:
Sophia850
Elen91
IanSom!
VI ADORO!
A presto,
Jessy

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Capitolo 24
*** 23. run, Damon, run. ***





 

POV ELENA
 
Respira profondamente,Elena pensai.
Era impossibile accidenti! Le contrazioni mi facevano contorcere dal dolore. Un dolore allucinante, straziante, unico e pazzesco. Le contrazioni erano iniziate in quella topaia e non potevo permettere di mettere alla luce il mio piccolino lì, in quel lurido posto con Katherine e le sue continue visite. Ricominciai a piangere silenziosamente, con le lacrime che rigavano le mie guance e si fermavano sulla lurida brandina dove ero sdraiata. Non era possibile che il destino mi aveva riservato anche questo brutto episodio. Perché succedeva tutto a me? Perché non potevo vivere felice e grata dei doni che avevo ricevuto durante la mia vita, come tutte le persone a cui volevo bene, all’uomo che amavo alla follia e che in quell’esatto momento era l’unica cosa che mi avrebbe portato a galla dalla tempesta.
Eh si, perché mi stavo dirigendo sempre di più giù, sempre più in fondo verso l’ignoto e la perdita di tutto ciò che vale in una vita.
Damon era la mia unica salvezza in quel delirio.
E non era qui con me.
Respirai ma la contrazione che mi colpii al basso ventre era forte e anche se mi contorcevo nel tentativo di alleviare il dolore, era tutto inutile. La consapevolezza che ogni contrazione diventava sempre più frequente e duratura era un brutto segno. Si avvicinava il momento del parto e io non volevo partorire lì! Chiusi le gambe nel tentativo di rallentare la dilatazione anche se sapevo che era inutile. Di certo chiudere le gambe non serviva a niente.
La serratura del portone scattò e voltai immediatamente il volto verso la vampira che stava entrando. I capelli perfettamente acconciati e ricci ricadevano sulle esili spalle. Portava con se un vassoio con del cibo rivolto a me probabilmente.
 Cercai di controllare il respiro e mi sdraiai come se dentro di me non stava accadendo l’uragano.
“Elena, mangia” mi ordinò con il suo sorrisetto malefico.
“non ho fame” sussurrai.
“e come mai? Il travaglio è faticoso vero?” disse scoppiando a ridere. Terrorizzata, la guardai supplicando di non farmi niente.
“ pensavi che non me ne accorgessi che sei entrata in travaglio? Stai perdendo sangue Elena e sei esausta e si vede mia cara umana” disse come se parlasse della bontà di una qualità di vino.
“ti prego Katherine, fammi uscire, non posso partorire qui!” singhiozzai. “ti prego
“invece partorirai qui Elena e non vedrai neanche la cosa che porti dentro di te. E sai una cosa, io non ti aiuterò a partorire, non ci tengo proprio ad aiutare a far uscire il figlio di Damon e un'altra.” Disse con una smorfia. Si alzò e mi guardò come se fossi un barbone in un angolo di un vicolo della strada.
“sai Elena, con la quantità di sangue che stai perdendo probabilmente non c’è la farai. Che peccato” disse sorridendo.
Uscì e io scoppiai a piangere rumorosamente, ogni singhiozzo mi mozzava il fiato. Come poteva essere così malefica e senza cuore?
Sangue.
Puntellandomi sulle braccia mi alzai per vedere quanto sangue stavo perdendo.
Oddio.
Avevo imbrattato di sangue tutta la brandina sotto di me e non accennava a smettere di fuoriuscire. Era normale? Chiusi gli occhi per non cadere ancora di più nel baratro della mia vita sfortunata.
“Damon!” urlai in preda alla disperazione.
 
POV DAMON
 
Sdraiato in quel lettone troppo vuoto e freddo mi massaggiai le tempie. Il mal di testa e quelle voci non accennavano a smettere di martellarmi nella testa.
Damon! la voce di Elena era un continuo e tutta l’angoscia e la paura in quella piccola parola mi colpì proprio nel centro del petto, nel cuore.
Mi tolsi con gesti bruschi le lenzuola che avevo sulle gambe e mi alzai imprecando. Elena non era qui e non riuscivo a pensare a niente se non alla tristezza che stava provando mentre quella pazza egoista la teneva prigioniera.
“Damon” questa volta non era la mia Elena che mi stava chiamando. Mi girai verso Stefan e lo salutai in modo brusco.
“Bonnie non riesce a rintracciare Elena con l’incantesimo e non capiamo come mai” disse serio e preoccupato “ quell’incantesimo funziona sempre!” continuò esasperato.
Una consapevolezza si insinuò nella mia testa, tormentata dalle voci come Giovanna D’arco.
“Stefan cazzo!” dissi quando realizzai tutto. “ il bambino! il bambino è unico no? Il grimorio dice che mio figlio è unico e ha particolari poteri no? E se per proteggersi non è rintracciabile dalle streghe? E …” continuai dando vita a un’altra idea. “ e se le voci che sento dentro la mia testa sono un suo potere? Come se mi facesse sentire ciò che prova Elena.. devo uscire per provare a capire che riesco a trovarla con l’aiuto delle voci!” dissi movendomi come un automa in giro per la stanza, senza un apparente motivo. Perché non ci ero arrivato prima eh? Stupido vampiro! Pensai.
“aspetta Damon!” mi voltai verso mio fratello e lo trucidai con lo sguardo.
“tu senti delle voci?” continuò come se l’assenza di Elena mi aveva fatto diventare pazzo.
“non sono diventato pazzo fratellino, sento la voce di Elena ed è così vivida che mi sembra reale accidenti” mi soffermai a guardarlo nei suoi occhi verdi. Mio fratello si avvicinò a me e mi mise una mano sulla spalla nuda.
“tuo figlio è straordinario se è capace di ciò” disse fiero. “tu vestiti, io vado giù a vedere se nel grimorio c’è qualcosa su questo strano fenomeno ok?”
“Stefan non posso perdere tempo in ricerche! Elena è fuori con Katherine! Non posso prendermi il lusso di sfogliare pagine e pagine inutilmente. Io vado a cercarla.” Dissi determinato. Stefan annuii.
“ allora vengo con te fratello, non ti lascio solo”
“bene”
mi infilai una maglietta nera e il giubbotto di pelle.
scricciolo fammi capire dov’è la mamma, pensai. Il mal di testa ricominciò e le tempie iniziarono a pulsare disperatamente.
“andiamo” dissi.


POV ELENA
 
Le palpebre erano assai pesanti. Il corpo era assente. Le contrazioni sempre più forti erano l’unico segno che non ero ancora morta.
 
POV DAMON
 
Inspirai profondamente. Il profumo dolce tipico della mia Elena colpì ogni poro della mia pelle. La testa pulsava. Il formicolio alle mani mi tormentata.  Seguii la scia di quel meraviglioso profumo. Ci stavamo dirigendo verso la periferia della città e più ci avvicinavamo al nostro obbiettivo più il formicolio aumentava.
bravo scricciolo, continua così, pensai.
 
POV ELENA
 
Gemetti, tenendomi forte con le mani alla brandina. Espirare e inspirare. Non è difficile cavolo! Gemetti ancora, e ancora. E un’altra volta ancora.
La sensibilità del corpo era assente e piangevo copiosamente non so da quanto tempo. La tempesta era forte e mi trascinava con sé. Speravo che almeno il mio bambino c’è l’avrebbe fatta. La sua mamma era troppo debole per farcela, lo sapevo.
Damon ti amo, pensai.
 
POV DAMON
 

 

Damon ti amo quella voce così perfetta e vellutata ma allo stesso tempo tormentata e rassegnata mi colpì come un paletto in mezzo al cuore.

“no!” urlai, anche se di fianco a me c’era mio fratello. La mia Elena si stava lasciando andare e quelle tre parole erano come un addio.
“corri Stefan! Dai gas!” urlai brusco.
 
POV ELENA
 
Ho fallito, non ho protetto il mio fagottino nel modo giusto ed eccomi qui a partorire con, solo Dio sa quali, le intenzioni di Katherine.
La mente vagava e mi proiettava un bellissimo scenario davanti a me. Damon che mi guardava con il suo solito sorriso sghembo, quello che mi faceva togliere il fiato e che mi faceva rimanere impalata lì come una ragazzina alla sua prima cotta. Oh si, Damon era il mio primo e unico amore. Il vampiro si avvicinò a me e dietro di lui notai un bellissimo bambino che era intento a giocare con Caroline.         
Si, quello era sempre stato il mio desiderio: vivere come una grande famiglia a casa Salvatore con il mio bambino.
Una contrazione mi riportò alla realtà, alle lurida realtà. Sapevo che non mancava poco al parto. Ripensai alla vita trascorsa, alle troppe persone che avevo perso, ai vampiri che mi avevano dato la caccia, a Klaus, alle lacrime versate, alle gioie che avevo provato con Damon e la mia famiglia. Diciotto anni passati in fretta, in cui ero crescita in fretta, ma senza rimorsi. Se tornassi indietro avrei fatto le stesse cose, errori compresi.
Mi massaggiai il ventre contratto.
“hai un papà meraviglioso angioletto mio, sono sicura che ti troverà e si prenderà cura di te. Abbi cura di lui ok scricciolo?” sussurrai stremata.
Il dolore era forte e la perdita di sangue mi aveva tolto la maggior parte delle forze che mi erano rimaste. Chiusi gli occhi pregando che Damon ci trovasse il prima possibile. Con la mano ancora appoggiata sul pancione osservai l’anello straordinario che Damon mi aveva donato quando mi aveva chiesto di sposarlo, e sorrisi al ricordo. Incredibile aveva messo la testa a posto quel vampiro.
Un colpo seguito da altri ancora più forti catturarono la mia attenzione. Provenivano dall’esterno della mia topaia. Un barlume di speranza attraversò ogni vena e arteria del mio povero corpo. Dio, fa che sia Damon. Respirai profondamente perché era arrivata un'altra contrazione, anche questa ancora più forte.
Stremata, aspettavo che il mio angelo custode arrivasse.
 
POV DAMON
 
Ero arrivato, Elena era lì, dentro a quella stanza sporca e misera. Katherine era con le spalle al muro e Stefan la teneva stretta come se fosse un coniglio di cui sfamarsi.
“non ucciderla, le devo far passare le pene dell’inferno” dissi amaro e duro.
Papà quella voce così innocente piena di preoccupazione si insinuò nella mia testa e mi portò direttamente verso una porta di legno massiccio, in fondo al corridoio. Mi avviai di corsa inspirando profondamente quel profumo dolce della mia Elena. Con la forza tipica di un vampiro aprii la serratura e spalancai la porta.
“Elena” dissi sollevato per averla trovata ma preoccupato per le condizioni in cui era. Mi avvicinai immediatamente e osservai quell’esile corpo stremato e quei due occhi color nocciola che mi fissavano come se fossi stato un miraggio. Riportai lo sguardo sulla quantità enorme di sangue che aveva macchiato la brandina in cui era sdraiata.
“sto diventando pazza” disse, stranamente felice. Ai suoi occhi ero un miraggio. Dio, cosa aveva passato?
 
POV ELENA
 
La testa giocava brutti scherzi, seriamente.
Dopo avermi fatto vedere un bellissimo assaggio del futuro che avevo sognato per me, Damon e il mio bambino, la mia testa bacata mi aveva fatto credere che Damon fosse lì, a salvarmi.
“no, piccola non sei pazza” mi rispose sollevandomi in un soffio con le sue possenti braccia “ ti porto via da qui” continuò al mio orecchio.


 

Quel profumo invase le narici e tutto ritorno come doveva essere. Ogni legame del mio corpo si riposizionò nell’esatto posto in cui dovevano essere. Ogni speranza c’era ancora, ogni desiderio era desideroso di essere avverato. Adesso avevo un buon motivo per respirare.
Damon era qui, con me.
“Damon” dissi ricominciando a piangere. Gemetti per colpa dell’ennesima contrazione. Lo strattonai per il giubbotto che indossava. “Damon sto per partorire!” urlai in preda alla disperazione.
Il vampiro rimase immobile e mi fissava sbalordito.
“mmm…ok.. ti porto all’ospedale. Stefan chiudi Katherine nella cripta e vedi di farcela restare, chiedi a Bonnie ok?” disse frettoloso e preoccupato.
“hai perso troppo sangue Elena” disse, più a se stesso che alla sottoscritta.
Solo dopo aver toccato con la schiena il tessuto morbido e profumato dell’auto del mio vampiro realizzai che mi aveva portato via da quella trappola, dalla mia personale tempesta.
“bevi piccola” disse autoritario Damon avvicinando il suo polso già ferito alla mia bocca. Con le poche forze che mi erano rimaste incollai alle mia labbra la pelle liscia del vampiro e bevvi. Ogni sorso era un colpo di frusta al mio corpo, nel senso buono. I sensi ritornarono a essere quelli di prima. Gli occhi non erano più velati dalla debolezza.
Dopo non so quanto tempo, mi staccai e appoggiai all’indietro la testa. Damon mi guardava così intensamente da togliere il fiato.
“vendicherò ciò che ha fatto, te lo giuro Elena” disse amareggiato. Gli accarezzai la guancia e quel tocco fu solo un benessere al mio corpo. Mi era mancato così tanto.
“Damon, amore, se non mi porti all’ospedale subito , partorisco qui” dissi cercando di restare calma.
Damon soffermò il suo sguardo sul pancione e potrei giurare che, anche avevamo passato le ore più brutte delle nostre vita, nei suoi occhi notai un barlume di felicità e attesa.
Stavamo per diventare genitori, nonostante tutto.
“ok… devo guidare si.” Chiuse la portiera posteriore facendo attenzione al mio corpo e dopo aver realizzato che doveva mettersi al volante, girò attorno alla macchina e si mise al posto dell’autista.
“andiamo” disse.
Gemetti e anche se non volevo, iniziai a spingere automaticamente. Respirai.
corri Damon!”
il mio piccolino stava venendo al mondo, nonostante tutto.





Ragazze!
Ecco un nuovo capitolo, che ne pensate? Fatemi sapere cosa ne dite mi raccomando! Bastano poche parole e mi renderete una scrittrice felicissima!
Un Bacione a tutte le ragazze che costantemente lasciano commenti alla mia ff. siete speciali!
Ringrazio anche chi segue silenziosamente la storia.
Un bacione e a presto.
Jessy


 

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Capitolo 25
*** 24. welcome to the world, Nathan. ***








POV DAMON
 
Avevo un disperato bisogno di un bicchiere di Bourbon dopo quel tumulto di emozioni. Emozioni così forti da avermi mozzato il fiato. Emozioni che mi avevano riempito l’anima di gioie indescrivibili, uniche e folgoranti allo stesso tempo.
Fissai quel vetro sottile che mi divideva dalla nursery dell’ospedale.
Appoggiai le dita affusolate su quella superficie liscia e fredda.
La mia attenzione era tutta su un esserino piccolo e fragile in mezzo ad altri.
Mio figlio.
L’esserino che dormiva innocentemente con le labbra già carnose leggermente socchiuse e un espressione rilassata in viso.
Pochi capelli.
Corvini. Come i miei.
Pelle leggermente olivastra. Come quella di sua madre.
Sorrisi involontariamente a quell’amore sconfinato che già provavo per quel bambino. Avevo vissuto più di un secolo solo, dannatamente solo. E solamente grazie all’amore che mi teneva legato a Elena riuscii a realizzare quanto è importante avere una persona accanto con cui condividere tutte esperienze della vita, belle e brutte che siano.
E con l’arrivo di quel piccolo miracolo, ogni santa mattina mi domandavo come era possibile che un dono così stupendo era potuto accadere a una persona orribile come lo ero io.
Il mio bambino era un dono di Dio.
Contro voglia voltai la testa verso la vampira che mi stava raggiungendo, raggiante e solare come sempre. Caroline, a pochi centimetri da me, mi appoggiò una mano sulla spalla e mi sorrise teneramente. Ricambiai senza nascondere le emozioni che provavo in quel momento. Subito dopo sentii il bisogno di rivolgere l’attenzione all’esserino protetto da una copertina rigorosamente azzurra.
Caroline fece lo stesso e rimanemmo in quella posizione per secoli, a mio parere.
“benvenuto al mondo, Nathan”



 
POV ELENA
 
Giornata da ricordare e in parte da dimenticare. Eh si.
Con ancora le palpebre chiuse cercai di fare un resoconto di quella giornata così pazzesca.
Prima il rapimento da parte di Katherine, poi il travaglio doloroso e le perdite eccessive di sangue. Il salvataggio del mio Damon e poi il parto.
Sospirai al ricordo di quel dolore unico che avevo provato diverse ore prima e poi, dopo aver visto il mio piccolino, l’immensa gioia che copriva velocemente la stanchezza e il dolore.
Il mio bambino dormiva nella nursery dell’ospedale e il mio Damon vegliava su di lui. Subito dopo averlo allattato l’infermiera mi aveva ordinato un po’ di riposo che accettai volentieri dato le poche forze che mi erano rimaste e Damon mi promise che a Nathan ci avrebbe vegliato lui.
Nathan.
Dono di Dio: il significato del nome.
Il nome che io e Damon avevamo dato al fagottino che portavo dentro di me fino a poche ore prima e che avevamo scelto appena il nostro bambino ci aveva ipnotizzato con quegl’occhi color ghiaccio uguali in modo incredibile a quelli del padre.
Aprii gli occhi e sorrisi rilassata. Mi toccai il ventre leggermente rialzato e la sensazione di non avere più il mio fagottino che tirava calci mi lasciò un po’ spaventata ma tutto passò quando mi dissi che era con il padre e che stava bene.
Perché io e il mio bambino stavamo bene, lontano da quella pazza egoista Katherine.
Qualcuno bussò alla porta con un tocco leggero. Puntellandomi sulle braccia mi alzai e appoggiai meglio la schiena al cuscino posto dietro la mia schiena e invitai dentro il visitatore.
Una chioma bionda colpì immediatamente la mia attenzione e sorrisi apertamente. Caroline che sprizzava gioia da tutti i pori, entrò veloce e fu accanto ad abbracciarmi.
“tesoro ti sei svegliata! Come ti senti?” mi chiese teneramente.
Stretta ancora nel suo abbraccio le risposi “sto molto meglio Car, il sangue di Damon sta facendo effetto”.
La vampira allentò la presa e mi scrutò attentamente. Le stavo chiedendo di Damon e di Nathan quando lei rise “i tuoi uomini sono tutti e due nella nursery, tranquilla Elena. Damon non riesce a staccare gli occhi dal piccolo, che dolce” sorrisi con il cuore colmo di gioia. Mi portai una mano al cuore e quasi scoppiai a piangere dalla felicità e dalla consapevolezza che il mio piccolo scricciolo era nato e che era al sicuro con il suo papà.
Dalla porta della stanza sbucò il viso di Alaric che subito incrociò il mio e si fece avanti chiedendo se poteva entrare. Dietro di lui c’era zia Jenna con un pancione enorme e prossima al parto; Stefan e Jeremy erano dietro di lei.
“ciao ragazzi!” dissi sorridendo con voce rotta dall’emozione. Avere tutte le persone a cui volevo bene nella stessa stanza era una gioia unica.
Alaric e Stefan mi abbracciarono affettuosamente.
“è un bellissimo bambino, Elena, complimenti” mi disse Stefan appena sciolse l’abbraccio. Mi asciugai una lacrima ribelle che solcò la mia guancia e ringraziai tutti per l’amore che nutrivano nei miei confronti.
“toc toc” quella voce così famigliare colpì dritto al cuore innescando il motore della mia vita. Damon aprì piano la porta e in braccio portava Nathan avvolto nella copertina azzurra pastello che Caroline e Stefan avevano regalato. Molto attento, Damon non staccava gli occhi dal fagottino che dormiva innocentemente tra le sue braccia.
Quella scena venne ben impressa nella mia mente. L’uomo che amavo con in braccio il nostro piccolo dono dal cielo.
Nathan.
I miei amici si spostarono sorridendo e fecero accomodare Damon accanto a me e subito io mi accomodai per accoglierlo tra le mie braccia. Con le lacrime agl’occhi, presi delicatamente mio figlio e me lo portai al petto coccolandolo come solo una madre può fare.
“amore mio la tua mamma ti voglio tanto bene” bisbigliai all’orecchio delicato del piccolino e dopo aver alzato lo sguardo al vampiro seduto accanto a me continuai “ e il tuo papà è l’uomo più importante della mia vita cucciolo, e ti vuole tanto bene anche lui”.
Damon mi accarezzò la guancia bagnata dalle lacrime di gioia e avvicinò le labbra alle mie e mi baciò dolcemente.
“abbiamo fatto un bel lavoro, non ti pare?” scherzò riferendosi al nostro bambino. Scoppiai a ridere assieme agl’altri e dopo che Caroline disse “sei sempre il solito”, contemplammo la bellezza di quell’esserino che cullavo tra le mie braccia.
Dormiva teneramente con le labbra leggermente socchiuse. Avevo un desiderio sempre più crescente di vedere i suoi occhi color ghiaccio così belli.
I dottori erano rimasti scioccati positivamente davanti alla bellezza di quegl’occhi dal colore già così ben definito.
Jenna si stava cullando il pancione, ansiosa della imminente nascita della sua piccolina. Era felice e i suoi occhi brillavano. Alaric accarezzava la schiena su e giù alla sposa con amore e affetto.
Stefan baciò sulle labbra Caroline che l’abbracciò senza vergogna e affondò il viso nell’incavo del collo del fidanzato. Jeremy era incantato dal bambino.
Io e Damon ci guardammo con amore.
“sei bellissima piccola mia” disse serio il vampiro. Sorrisi e gli baciai la spalla a pochi centimetri da me.
“te lo detto che ti amo Damon?”
“poche volte, in effetti” scherzò.
“ti amo da impazzire Damon Salvatore”
“e io amo te Elena Gilbert “ e avvicinandosi al visino del piccolo che dormiva disse “e amo anche te Nathan Salvatore”.
Mi abbandonai al suo abbraccio caloroso e cullai quell’amore indescrivibile che provavo per gli uomini della mia vita.
Osservai ogni dettaglio del visino del mio angioletto, dalla pelle vellutata alla morbidezza delle guance, dalla tutina di cotone in felpato color azzurro mare che indossava alla rotondità causata dal pannolini, dai piedini piccoli e fragili coperti da calzini bianchi e verdi alla testolina delicata e coperta da capelli corvini.
Era il ritratto di Damon.
La somiglianza a Damon era stato il desiderio più grande e si era avverato.
Il fagottino tra le braccia agitò le mani e i piedini e aprì gli occhi e due pozze d’acqua colpirono i miei miseri occhi color cioccolato. Nathan sorrise come se mi avesse riconosciuto e si agitò ancora di più.
“ciao cucciolo” dissi amorevolmente. Damon gli prese un piedino e se lo portò alle labbra e lo baciò.
“Nathan, a mio parere, è molto intelligente” disse Stefan sorridendo, osservando i movimenti e l’intensità degl’occhi del piccolo che mi fissava. Con un dito accarezzai la guancia paffuta del piccolo e gli sorrisi.
“mi hai salvata assieme al tuo papà, ovvio che sei intelligente piccolo mio” dissi.
Cullai mio figlio e baciai sulle labbra l’uomo che amavo accanto a me. La mia vita era colma di felicità e nonostante tutto quello che avevo passato durante la mia vita non avevo rimpianti: avrei rifatto tutto, perché altrimenti non avrei incontrato Damon e in quell’esatto momento non cullavo mio figlio.
“posso tenerlo un po’ in braccio Elena?” mi chiese timorosa Caroline.
“certo!” e con una mano sotto la testolina del piccolino e con molta attenzione passai Nathan alle braccia calde del vampiro.
Dopo essermi accertata che non scoppiasse a piangere voltai l’attenzione su Jeremy, tutto solo, seduto sulla sedia di plastica accanto al mio letto.
“ehi Jer, Bonnie?” non avevo bisogno di continuare perchè tutte le persone in quella stanza sapevano che il rapporto con la strega era teso come una corda di violino. Damon si irrigidì al mio fianco e cominciai ad accarezzargli la gamba con gesti affettuosi. Si voltò verso di me e mi colpì con il color delle onde dell’oceano.
“le streghe le hanno ridato i poteri momentaneamente, per riuscire a trovarti” disse serio il vampiro.
Dischiusi le labbra dallo stupore. “ma è stato Nathan a farmi trovare no?” chiesi confusa.
Damon annuì “si, è tutto merito suo” disse fiero “ Bonnie non riusciva a identificare il luogo in cui ti trovavi. Io e Stefan pensiamo che un potere che possiede Nathan è proprio il non farsi trovare dalle streghe. Anche se non so se è un bene o un male” ammise con preoccupazione tipica di un genitore.
Damon era diventato genitore e dal primo istante si era comportato benissimo.
Damon era papà. Sorrisi. Mi voltai verso il fagottino che si agitava tra le braccia di Car e tesi le braccie per poterlo prendere in braccio di nuovo. Con cautela me lo portai di nuovo al tetto e baciai la testolina coperta da pochi capelli.
“tesoro sei davvero unico”
 
Unico come il sangue che avrà,
unico per i poteri che avrà,
unico. Ma ripensai immediatamente al continuo del grimorio e quelle parole mi colpirono come un coltello affilato in mezzo al cuore.
ma sarà accompagnato da una maledizione,
poiché  sarà fonte di desiderio di molte creature sovrannaturali.
Era giunta l’ora di affrontare questo ennesimo problema, sperando fosse l’ultimo.
Baciai le manine paffute di una delle tue mie ragioni di vita e continuai a chiacchierare con i miei amici, sperando di non farmi prendere dal panico.
 
 
 
 
 
 
 

 
 
ANGOLO AUTRICE:
ragazze! eccomi di nuovo con un altro capitolo, decisivo per la ff che sto scrivendo.
che ne pensate del nome? io lo trovo meraviglioso, spero che voi pensiate lo stesso :)
inoltre spero che non troviate Damon troppo sdolcinato: penso che anche un duro come lui possa cedere all'amore di un genitore!
il bambino della foto rispecchia esattamente la mia immagine del piccolino e spero che vi piaccia.
Ringrazio con il cuore tutte le persone che lasciano un commento, grazie grazie grazie!
un bacione e a presto,
Jessy

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Capitolo 26
*** 25. Memories. ***













 

POV ELENA
 
Poche ore e avrei abbandonato l’ospedale della città.
Poche ore era il tempo che mi divideva dalla vita che mi aspettava e che desideravo vivere.
Erano passati due giorni dalla nascita di Nathan, mio figlio. Il fagottino che già amavo alla follia. L’infermiera aveva posizionato una culla affianco al mio letto dopo poche ore dal parto e adesso, esattamente a pochi centimetri da me, giaceva il mio bambino, con gli occhietti chiusi e le labbra leggermente socchiuse.
Come può un esserino così piccolo rapirti il cuore in questo modo? Lo amavo con la stessa intensità in cui amavo il padre.
Damon.
Voltai il viso verso l’uomo che riposava sulla poltrona di tessuto marrone all’altro lato del mio letto ospedaliero. Riposava poiché non riusciva nemmeno per un oretta a staccare gli occhi da me o dal figlio. Dio, come era cambiato il mio Damon: da presuntuoso e egoista era riuscito a far uscire la sua vera umanità, il suo amore, la sua generosità, la sua preoccupazione per le persone che amava e adesso, non riusciva a staccare l’attenzione dalla sua famiglia.
Famiglia per niente normale, ma che si amava in un modo unico e irripetibile.
Un crampo al basso ventre mi fece gemere leggermente. Ogni tanto percepivo piccole contrazioni dovute al parto. I dottori dissero che sarebbe stato nomale che, nel primo mese dopo il parto, avrei percepito questi campretti.
Il parto.
Un esperienza unica, che solo una madre può comprendere. La mente iniziò a farmi rivivere quei momenti e mi rividi io stessa mentre percorrevo i corridoi dell’ospedale, con accanto Damon…
 

 

“Damon non lasciarmi! Ti prego!”urlai in preda al panico. Eravamo appena arrivati al pronto soccorso e i dottori, allarmati, mi fecero stendere su un lettino e mi attaccarono alla vena una flebo.
Piangevo e guardavo Damon implorando con lo sguardo. Gli occhi del vampiro erano velati dall’agitazione e dalla preoccupazione e potrei giurare su qualunque cosa, erano velati anche dalle lacrime che cercava di trattenere.
“sono qui Elena e non me ne andrò mai piccola” disse con convinzione. Un'altra contrazione mi indusse ad aprire le gambe maggiormente e con un piccolo urlo disperato iniziai a spingere involontariamente.
“portiamola direttamente in sala parto, subito!” sentii lontanamente. Probabilmente un dottore.
Non sentivo niente, a parte l’estremo e unico dolore delle contrazioni. Dentro di me stava accadendo di tutto e la mia attenzione era sul piccolo che portavo in grembo e che, a minuti, sarebbe nato.
Strinsi più forte ancora la mano calda del vampiro accanto a me. Damon mi accarezzò la fronte e successivamente i capelli.
“respira Elena” mi ordinò sussurrando a pochi centimetri dal mio orecchio. Obbedii all’istante. Le ruote del lettino cigolavano e divenne la colonna sonora di quel momento che avrebbe segnato la mia vita per sempre. All’improvviso ci fermammo e cercai di capire dove ci stavamo dirigendo quando l’infermiera chiese a Damon se era sicuro di voler entrare ad assistere al parto.
“certo che entro” rispose brusco il vampiro.
Con un colpetto al suo braccio cercai di catturare la sua attenzione. “Damon sei sicuro? Ci sarà tanto sangue” dissi. Damon era un vampiro e rischiava di crollare alla vista di tutto il sangue che avrebbe visto. La sua presenza per me era fondamentale ma rimaneva sempre un vampiro.
“Elena io non ti abbandonerò proprio adesso. Non ti preoccupare di me. Per una volta, ti chiedo di pensare a te stessa piccola” mi rispose dolcemente ma con determinazione.
Respirai profondamente a causa dell’ennesima contrazione.
“allora sarebbe meglio andare” e lanciai l’ennesimo urlo.
Ero pronta.
 

 

Damon si stiracchiò sulla poltrona e pochi secondi dopo aprì gli occhi posizionandoli su di me. I suoi occhi meraviglioso mi ipnotizzarono e sorrisi all’istante.
“buongiorno amore” lo salutai dolcemente. Si alzò e si avvicinò sempre più a me per poi sedersi al mio fianco. Mi guardava come se fossi il suo piccolo paradiso e quando si chinò a baciarmi fui lieta di concedermi a lui. Mi baciava dolcemente, come solo una donna e un uomo che si amano profondamente possono fare. Gli accarezzai il collo per poi passare alle guance per poi finire con le sue labbra estremamente carnose e invitanti.
“non vedo l’ora di portarti a casa” disse con voce roca. Ridacchiai silenziosamente.
“Damon non sono pronta per quello! Dovrai aspettare signor Salvatore” dissi. Mise il broncio e non riuscii a trattenere un sorriso a 32 denti.
“ti amo Damon” dissi aprendo il mio cuore.
 
 
POV DAMON
 
Vederla lì, sana e salva era tutto ciò che mi importava.
Vederla sorridente e con le guance in fiamme a causa della piega che aveva preso la conversazione, mi riempiva il cuore di gioia.
La baciai per l’ennesima volta sulle labbra e mi alzai dal letto.
“vado a prendermi un caffè piccola, ci metto un minuto al massimo” dissi riavvicinandomi alle sue labbra. La mia Elena rise di gioia.
“se vieni dopo un minuto e mezzo mi arrabbio” rise.



Era da tanto che non vedevo la mia piccola Elena felice come lo era in quel momento. Uscii dalla stanza e mi diressi verso la macchinetta del caffè nella sala d’attesa.
Selezionai il tipo di caffè che desideravo e aspettai che l’erogatore finisse. Peccato che non esistevano erogatori di Bourbon, me ne sarei comprato uno per la casa. Dopo un leggero bip capii che il caffè era pronto e iniziai a berlo lentamente. La gola mi bruciava leggermente poiché Era da tre giorni che non bevevo sangue.
Mi ricordai immediatamente la sensazione di stordimento che provai in sala parto davanti all’enorme quantità di sangue che ero costretto a vedere…
 

 

Le nocche mi facevano male, ma era la mia ultima preoccupazione in quel momento.
La prima era la mia Elena che stava partorendo, la seconda era la sete di sangue che sentivo e mi faceva bruciare l’anima.
Tenevo stretto il letto con una mano e con l’altra stringevo la mano fredda dell’umana che amavo. Elena urlava;
Elena soffriva;
Elena piangeva;
Elena stava perdendo troppo sangue.
“spingi Elena!” l’ostetrica ordinò alla sua paziente. Se avessi l’opportunità di poter soffrire al posto suo avrei accettato, subito. Odiavo e detestavo vederla così. La mia anima piangeva, oltre a bruciare per la sete.
“brava così, Elena adesso spingi ancora di  più ma non smettere di respirare. Dentro. Fuori. Dentro. Fuori. Non scordartelo.” La dottoressa era concentrata sul suo lavoro.
“Damon” singhiozzò la mia piccola umana. Le accarezzai la guancia accaldata.
“sono qui. puoi farcela Elena, sei forte. Spingi piccola e nascerà lo scricciolo” dissi cercando di calmarla. Vederla piangere dal dolore mi distruggeva.
La dottoressa iniziò a condurre il respiro di Elena ordinando di espirare e inspirare e io seguii i suoi ordini.
Elena iniziò a spingere.
“uno, due, tre, spingi Elena! Dai che vedo la testa”
Ero pronto.
Ero pronto?
“spingi e sarà l’ultima Elena”
trattenei il respiro.
Qualcuno si mise a piangere, ma non era semplicemente qualcuno.
Era il pianto di mio figlio.
“ciao” disse sorridendo la dottoressa prendendo il bambino. si avvicinò immediatamente a Elena e a me e rimasi sconvolto.
Quel  piccolo esserino era… bellissimo.
E l’amavo già.
Era possibile?
Elena sorrise immediatamente e se lo coccolò sul petto dopo che la dottoressa le porse il bambino.
Dio, come erano belli insieme.
Elena si girò verso di me e mi sorrise piangendo.
La mia anima si riscaldò nell’esatto momento in cui quel marrone cioccolato legò i miei occhi ai suoi.
La mia sete di sangue era sparita. Possibile?
 

 

Ero padre. Damon Salvatore era padre. Sorrisi al pensiero.
Buttai il bicchiere vuoto e ritornai nella stanza di Elena.
Ritornavo dalle mie due ragioni di vita.
 
 
POV ELENA
 
Nathan si era svegliato e lo stavo allattando. Le infermiere mi avevano insegnato il modo giusto di posizionare la testolina e farlo bere. Il legame che ci teneva uniti in quel piccolo gesto era indissolubile.
La sua manina accarezzava il mio seno e non riuscii a trattenere un sorriso. La porta si aprì lentamente e voltai subito il viso al mio Damon che stava entrando nella stanza.
Si sedette sulla poltrona e mi rivolse un sorriso mozzafiato che mi fece venire voglia di saltargli addosso.




Ci osservava scrupolosamente e felice come una pasqua. Era così bello, quando era felice.
“Damon…” lo chiamai “ Katherine è ancora nella cripta?” chiesi.
Il vampiro si irrigidì e contrasse la mascella. “si piccola, e ci rimarrà per sempre.” Disse brusco.
Deglutii perché avevo paura della  reazione che avrebbero innescato le mie future parole.
“Damon io voglio incontrarla. E voglio portare anche Nathan. Devo parlarle. Devo, Damon, dopo quello che mi ha fatto. “
”no!” sbraitò il vampiro che, dalla rabbia, si era alzato. Nathan sussultò ma poi riprese a succhiare tranquillamente.  Ammonii il vampiro con lo sguardo. Damon si avvicinò, respirò profondamente e si sedette accanto a noi.
“Damon, amore, non ci andrò da sola, verrai anche tu ovviamente. Ma devo farlo. Prendila come la mia personale vendetta” dissi cercando di calmarlo.
“non mi sembra una buona idea Elena, non voglio far vedere Nathan a quella pazza egoista”
“ho bisogno di questo amore, devo farle vedere cosa ha cercato di non far venire al mondo, cosa ha rischiato di farci perdere” dissi convinta.
La mia personale vendetta.
Dovevo incontrare la donna senza cuore.
Il vampiro annuì leggermente con la testa e poi mi baciò il capo.
Qualcuno bussò alla porta. Il dottore entrò con una cartella in mano.
“signorina Elena, signor Salvatore… pronti ad andare a casa?”
sorridemmo felici. “si dottore.”
 
 
 

 







spazio autrice:

eccomi qua dopo pochi giorni dall'ultimo aggiornamento. Ero troppo emozionata e ho deciso di inserire oggi questo capitolo! spero che vi piaccia. Ho tantissime idee per il continuo dela storia e non vedo l'ora di buttarle giù nero su bianco. :)
A presto mie care lettrici.
un bacio,
Jessy

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Capitolo 27
*** 26. like a real family. ***




Questo capitolo è dedicato alla stupenda puntata 3x19 che mi ha emozionata tantissimo!



 










Guardando fuori dal finestrino della Camaro dell’uomo che amavo, riflettevo sulla mia vita e su quanto avevo desiderato poter chiamare qualcuno famiglia. Damon e Nathan erano la mia famiglia e non potevo che esserne felice. Il sole era alto nel cielo e i miei occhi cercavano di catturare più calore possibile. Voltai il viso verso Damon, seduto al mio fianco, e di rimando il vampiro mi riservò un sorriso mozzafiato e straordinario. Perdendomi nei suoi occhi color dell’oceano non facevo altro che chiedermi come avevo potuto accorgermi dei miei sentimenti nei suoi confronti dopo più di un anno. Damon mi era stato vicino nascondendo i suoi sentimenti e soffrendo, prima perché stavo con Stefan e poi perché, non accorgendomi dell’amore che provavo per lui, non mi lasciavo andare a quell’amore con la A maiuscola. Mi sentivo così in colpa accidenti.
Tutti mi dicevano che l’avevo reso una persona migliore. Ero anche io convinta di questo.
Ma anche lui mi aveva cambiato. Damon mi aveva sfidato.
Damon mi aveva sorpeso.
Damon mi aveva costretto a mettere in discussione quello in cui credevo.
Damon era la cosa migliore per me.
“siamo arrivati piccola mia.” Mi disse sorridendo. Annuii e scesi dall’auto. Aprii la portiera posteriore e sollevai il fagottino che dormiva come un angioletto, dal seggiolino. Tra le braccia, l’appoggiai sul mio petto e gli diedi un bacino sulla testolina che profumava di neonato. Damon, che nel frattempo aveva prelevato dal baule le borse con l’occorrente dell’ospedale, mi fu accanto e insieme ci dirigemmo verso il portone della pensione Salvatore.
“ragazzi!!” Caroline sprizzava allegria da tutti i pori e, saltellando su se stessa, non vedeva l’ora che entravamo in casa. Stefan era al suo fianco e i suoi occhi verdi tradivano l’emozione che stava provando: era diventato zio ed era davvero felice di ciò.
Entrammo e con attenzione appoggiai Nathan, ancora dormiente, nel passeggino. Non averlo con me costantemente mi procurava molta agitazione e ansia ma cercavo sempre di non farlo a vedere. Nathan era al sicuro, con tre vampiri in casa e una mamma che sarebbe morta pur di difenderlo. Sospirai e raggiunsi Damon che stava parlando con Stefan. Il vampiro mi accarezzò la schiena con affettuosità e avvicinandosi all’orecchio mi sussurrò “ lo so che non riesci a stargli lontano, vale anche per me Elena”. Lo guardai adorante e con tutto l’amore che provavo per quel vampiro.
Caroline ci portò qualcosa da mangiare.
“oh, grazie Car, avevo proprio bisogno di un po’ di cibo sano!” scherzai riferendomi al cibo sgradevole dell’ospedale. Io e la vampira ci dirigemmo verso la cucina e sedendoci al tavolo enorme in mezzo alla stanza continuammo a mangiare. Damon e Stefan si dedicavano a Nathan e a un bel bicchiere di Bourbon.
“Stefan mi ha detto che vuoi incontrare Katherine… è vero Elena?” mi chiese senza indugiare troppo.  Annuii con la testa e, determinata le risposi. “ si Car, devo incontrarla e voglio portare Nathan per farle vedere cosa poteva togliermi. E se questa si può chiamare vendetta, bhè Car si, è la mia vendetta, per tutto il male che mi ha fatto. Caroline, ha provato a non far nascere Nathan.” Dissi come se fosse ovvio il mio ragionamento.
La vampira appoggiò sul bancone il toast farcito e mi guardò negl’occhi, seria e decisa.
“sai Elena… non vedevo l’ora di sentirmelo dire dalla tua bocca” e sorridendo rilassò i muscoli delle spalle “ se vuoi ci sarò anche io quando andrai alla cripta”
“mi farebbe molto piacere” risposi ringraziandola con lo sguardo. Più vampiri c’erano, più protezione avrebbe avuto il mio piccolo Nathan.
Damon entrò in cucina seguito da suo fratello e subito il vampiro si avvicinò a me accarezzandomi con il suo petto marmoreo, la mia schiena coperta da una mogliettina blu. Mi coccolò tra le sue braccia e rimasi perplessa da quell’azione, non perché non desideravo le sue coccole, ma perché Damon non era mai stato così vulnerabile di fronte ad altre persone. Mi voltai verso di lui accarezzandogli la guancia e, una volta fissati i suoi occhi meravigliosi tutto mi fu chiaro: era agitato e ansioso; e sapevo anche il perché.
Da lì a poco saremmo andati da Katherine e il mio Damon era preoccupato. Quanto era adorabile, pensai.
“Damon mi accompagni su che mi faccio una doccia?” gli chiesi dolcemente. Avevo bisogno di stare un po’ da sola con lui. Ne avevo assoluto bisogno. Il vampiro mi prese per mano, camminando uno affianco all’altra salimmo le scale. Nathan dormiva e Stef e Caroline, dalla cucina, si erano spostati a vegliare su di lui. Ero così contenta che quel piccolino era tanto amato da tutte le persone a cui tenevo.
Damon spalancò la porta e iniziò a camminare su e giù per la stanza, agitato come non mai.
“Damon vieni qui…” e spalancai le braccia per accoglierlo. Il vampiro non esitò per niente e subito si gettò su di me abbandonando il volto nell’incavo tra la spalla e il mento. L’abbracciai in vita abbandonandomi anche io a lui.
“non riesco Elena, è così strano provare così tanti sentimenti… non riesco a pensare una vita senza di te e Nathan e cazzo, pensare che quella stronza lo deve vedere…”
“Damon, lasciati andare… amore noi non ti lasceremo mai. Damon, Nathan e io saremo sempre con te…” ma non lasciò finire.
“Elena, prima del sacrificio ti ho fatto bere il mio sangue perché non osavo pensare di perderti… cosa potrei fare se un giorno accadesse qualcosa a te o a Nathan?” a quelle parole sentii gli occhi pungermi dalle lacrime che volevano scendere e bagnarmi le guancie.
“Damon….” ma ero rimasta senza parole.  Non posso perderti Elena, le parole che mi disse in camera sua, terrorizzato all’idea del sacrificio. In quel momento dentro di me scattò qualcosa che mi fece capire che forse Damon era qualcosa di più per me…
mi avvicinai al suo viso e lo baciai, ardentemente. Avevo un disperato bisogno di lui, della sua vicinanza, del suo amore e del suo calore. Damon ricambiò senza indugio e quando sentii che approfondiva il bacio sempre più, gemetti dal desiderio che provavo per quel vampiro.



Peccato che non si poteva fare niente per parecchi giorni.
Il vampiro, eccitato, si staccò da me come se mi avesse letto nel pensiero e aprendo gli occhi notai le vene rosse sulla superficie della pelle attorno agl’cchi. Subito capii.
“Damon da quanto non ti nutri, accidenti a te?” gli chiesi seria e con disapprovazione.
“da un po’.” Gli lanciai uno sguardo ammonitore. Non volevo che si distruggeva dalla fame solo per stare accanto a me perciò l’avrei sfamato, subito.
Avvicinai il polso alle labbra carnose e, occhi negl’occhi, gli dissi autoritaria “bevi.”
“no Elena, vado giù a prendere una sacca di sangue.”
“No Damon! Bevi”
Damon mi osservò scrupolosamente e quando notai le vene e i canini calare dalle gengive mi abbandonai a lui. Occhi negl’occhi, Damon trafisse la mia pelle e bevve da me. L’emozione di nutrirlo con il mio sangue era unica. Mi sentivo straordinariamente.
Quando Damon si staccò da me, si avvicinò a me e soffiando sulle mie labbra iniziò a baciarmi in modo illegale. Con un braccio intorno alla mia vita mi sollevò e lo circondai con le gambe. Avvinghiata a lui e abbandonata a suoi baci, mi ritrovai sul letto con Damon che torreggiava sul mio corpo.
“Dio, quanto ti desidero.” Sussurrò con voce rotta dall’eccitazione. Sospirai e gli baciai i bicipiti ai lati della mia testa. “Damon non vedo l’ora di poter ritornare a far l’amore con te” gli dissi sorridendo. Mi baciò castamente e si sollevò da me per poi aiutarmi a rimettermi in posizione verticale. Gli presi le mani nelle mie e incatenando i suoi occhi ai miei gli dissi “sei un padre fantastico Damon, e sono fiera di te amore.”
“andiamo a fare la tua vendetta, piccola principessa guerriera” disse amaro ma sempre con il suo tono scherzoso.
“andiamo.” E presi coraggio dal calore delle sua mani, ancora intrecciate alle sue.
 
Nathan era sveglio e si guardava attorno con i suoi occhioni blu come l’oceano. L’avevo cambiato prima di venire qui, alla cripta. Damon mi aveva costretto a mettergli la tutina bianca con scritto Io Amo il Mio Papà.
Gli diedi un bacio sulla guanciotta che sapeva di latte e lo strinsi ancora di più a me, senza però fargli del male. Damon era affianco a me. Caroline e Stefan erano al suo fianco.
“sei pronta Elena?” mi chiese Stefan prima di aprire la cripta.
Annuii leggermente ed ero molto contenta che assieme a me, erano venuti anche loro, a supportarmi.
“ti staremo vicino piccola” mi sussurrò Damon. il portone si aprii sotto la potenza di Stefan e mi colpii il buio che ci proveniva. I vampiri accanto a me si irrigidirono e si misero sulla difensiva, proteggendo me e il bambino che cullavo.
“siete venuti per liberarmi?” la voce femminile zoppicante e menefreghista mi colpii nelle viscere, facendomi immediatamente ricordare i tre giorni che mi aveva tenuta prigioniera. Il cuore palpitava e batteva forte. Sospirai cercando di tranquillizzarmi. Sei al sicuro adesso, pensai.
“no, stronza. Fatti vedere” sputò il mio vampiro.
La mia copia identica spuntò fuori dall’oscurità e notai con orrore lo stato di salute pietoso in cui era ridotta ma, stranamente, non provavo alcun senso di colpa.
“che cazz…” disse soffermandosi sul fagottino che tenevo in braccio. La sua faccia era un misto di orrore e rabbia. Come si può essere così cattivi?
 


“Katherine…” iniziai e subito mi schiarii la voce, leggermente inclinata dall’agitazione. “hai fallito… non sei riuscita a togliermi il diritto di diventare madre. Sai pensavo che un minimo di umanità riuscivo a tirarla fuori da te visto che anche tu hai avuto una figlia. Ma vedo da come sono andate le cose, che sei morta dentro Katherine. Non provi niente, neanche un briciolo di emozione pensando a tua figlia. Ecco cosa vuol dire provare ad amare un figlio Katherine, tenerlo tra le proprie braccia e sentire il suo calore. Hai provato a non farlo nascere e non te lo potrò mai perdonare Katherine. Mai” terminai con un leggero luccichio agl’occhi. Damon mi guardava fiero, come d’altronde i due vampiri affianco a lui.
“Elena, piccola insignificante umana… quello che tieni tra le braccia doveva essere il figlio mio e di Damon. ecco perché non puoi paragonarlo alla mia bambina.” Disse amara.
Katherine voleva, ancora, nonostante tutto, un figlio dal mio Damon. rimasi impietrita e solo il pianto di mio figlio mi fece riprendere lucidità. Damon si intromise sputando parole come se fosse veleno. “ stronza egoista che non sei altro, morirai con la voglia di avere un figlio da me! Esiste solo Elena nella mia esistenza e ora anche Nathan, ma tu… tu non mi hai mai fatto provare quello che Elena mi fa provare, anche solo sorridendomi. Illuditi, mia cara stronza… Stefan chiudi” ordinò al fratello.
“non morirò tanto facilmente…” disse faticando a parlare.
“lo spero… e vedrai cosa ti faccio appena ritornerò. Da solo.” Rispose incazzato il mio vampiro.
Nathan, che ero riuscita a tranquillizzare, si rimise a piangere, sentendo il padre alzare la voce e riprendendo a cullarlo, mi allontanai dalla cripta per avvicinarmi a Caroline. Stavo per scoppiare a piangere e non volevo assolutamente farlo davanti a Katherine.
Stefan chiuse il portone della cripta e sospirò. Ci guardò preoccupato e allo stesso tempo orgoglioso di me e di Damon.
Io mio vampiro mi abbracciò da dietro e mi baciò le spalle, una dopo l’altra e, insieme ci allontanammo.
“forse ho fatto male a venire…” dissi cercando di trattenere le lacrime.
“Elena volevi farlo e hai fatto bene. Adesso voltiamo pagina e dedichiamoci alla nostra famiglia, principessa mia.”
“sto per piangere Damon” singhiozzai.
Il vampiro prese tra le braccia Nathan  e lo posizionò con molta attenzione nel seggiolino dell’auto e poi, mi abbracciò con un’intensità sconvolgendo. Scoppiai a piangere tumultuosamente, senza freni, facendo uscire ogni sensazione brutta che avevo provato dal rapimento. Dovevo sfogarmi e quello era il momento buono, tra le braccia del vampiro che amavo alla follia.
“ti amo Elena” sussurrò.
“ti amo anche io Damon, non sai quanto.”
“andiamo a dedicarci a Nathan adesso, piccola.”
Si, il nostro compito era di dedicarci e proteggere il nostro piccolino.
La nostra famiglia.
 









ANGOLO AUTRICE:
ragazze, mie care... cosa ne pensate del capitolo? aspetto con ansia le vostre recensioni.
un bacione,
Jessy

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Capitolo 28
*** 27. Life is beautiful. ***




 





 



 

Come si chiamava il film di Benigni? Ah si, la vita è bella.
Avevo il permesso di dire che la mia vita era bella? Potevo? Mi era concesso?
Realizzai che la cosa migliore per me era non pensare alle mille domande che mi frullavano nella testa.
Strinsi più forte l’angioletto attaccato al mio seno sinistro e mi concentrai solo e soltanto sulle emozioni che stavo provando ormai dalla nascita di mio figlio. Nonostante le mille sventure che avevo affrontato nella mia vita non potevo chiedere di più di quello che stavo vivendo: l’uomo che amavo affianco a me che dormiva, mio figlio tra le mie braccia, mio fratello che dormiva in una delle tante stanze della pensione, mia zia Jenna e il mio ormai zio Alaric che dormivano anch’essi e che aspettavano una bambina, la mia migliore amica Caroline che aveva trovato l’amore nella stessa famiglia un po’ stramba che abitava nella pensione Salvatore.
Non potevo chiedere di più, nonostante tutto.
“Buongiorno dolcezza” mi salutò con la sua splendida voce roca dovuta al sonno il mio vampiro. Mi voltai verso di lui e lo salutai sorridendogli. Puntellandosi sulle braccia, Damon si avvicinò e mi schioccò un bacio sulle labbra per poi accarezzare la testolina di suo figlio.
“siete favolosi insieme, lo sai Elena? Dio, vi amo troppo.” L’emozione trapelava dalla sua voce ed ero così contenta che piano piano, soprattutto dalla nascita di Nathan, il mio vampiro era riuscito a far uscire il suo lato umano fatto di emozioni e sentimenti.
Entrambi eravamo incantati dalla bellezza di nostro figlio e rimanemmo in quelle posizioni per minuti.
“sai piccola, manca solo una cosa per rendere tutto perfetto…” mi disse Damon prendendomi nella sua, la mia mano sinistra. Delicatamente mi accarezzò l’anulare soffermandosi sull’anello di fidanzamento che mi aveva regalato. Sorrisi radiosa.
“non avevamo deciso di sposarci quando Nathan avrebbe imparato a camminare così ci avrebbe portato le fedi all’altare amore?” chiesi ridacchiando. Damon era insaziabile.
“mmmmm…e se non volessi aspettare? Voglio saperti mia moglie Elena.” Disse serio e trafiggendomi con le sue iridi bellissime. Il mio cuore prese a battere forte, come d’altronde succedeva sempre quando Damon mi guardava in quel modo. Non mi ero ancora abituata.
“oh amore. Ti sposerei anche oggi se fosse per me!” gli dissi avvicinandomi al suo petto nonostante avessi tra le braccia Nathan.
“mmm. Penso che però avremmo un problemino.”
“ovvero?” chiesi.
“dobbiamo dirlo a Barbie e non penso che sarà felice quando le diremo che deve organizzare un matrimonio in un solo giorno” risi all’idea di vedere Caroline alle prese con i preparativi.
“e se le diamo il tempo di organizzarlo senza distruggere i suoi nervi?
“sarebbe un peccato. E cosi bello prenderla in giro soprattutto quando è nervosa” e rise beato.
 
Le coccole erano i momenti che potevamo chiamare nostri. Viso a viso. Labbra a labbra. Occhi negl’occhi. Io e Damon.
Il mio vampiro andò in bagno e si vestì con l’obbligatoria maglietta nera attillata e jeans Armani, poi prese in braccio Nathan lasciandomi il tempo di fare una doccia. Indossai un vestitino autunnale premaman poiché avevo ancora un po’ di pancetta dato la gravidanza e volevo nasconderla il più possibile. Indossai delle paperine baige e ritornai in camera beandomi della vista dei miei occhi: Damon che mordicchiava teneramente le gambine paffute di nostro figlio. Gli aveva tolto il pigiamino e in quel momento Nathan aveva indosso solo il pannolino.
Sorrisi emozionata.
“ecco la mamma… adesso ti cambierà il pannolino eh? Il papà è impegnato…”disse allegro.
Alzai un sopracciglio accigliandomi.
“tu impegnato eh? Perché non gli cambi il pannolino Damon?” domandai maliziosa.
“mammina, io sono impegnato” disse guardandomi beffardo. Mi avvicinai e con un fianco l’allontanai dal letto. Diedi un bacino sulle labbra del mio piccolo angioletto e iniziai a togliergli il pannolino. Damon si mise dietro di me e con le sue mani possenti iniziò ad accarezzarmi su e giù sui fianchi. Sospirai cercando di concentrarmi il più possibile sul pannolino nuovo che dovevo far indossare al bambino che mi guardava innocentemente. Quando sentii l’inguine contro le natiche gemetti di piacere ma subito mi voltai verso il peccatore.
“Damon sto cambiando il pannolino a tuo figlio. E poi non possiamo fare niente di quello che ti sta passando dalla testa per almeno un mese… quindi…” e l’allontanai aiutandomi con una mano sul suo petto “cerca di trattenerti perché così mi fai morire dal desiderio” finii con fare sensuale. M baciò con amore senza replicare.
“hai ragione piccola… e che… non fa niente.. vado giù che Alaric si è alzato. Ti amo Elena” disse sorridendo. Era al settimo cielo e non potei che essere felice. Annuii con la testa e tornai a dedicarmi a Nathan. Presi una salvietta umida e pulii la pelle vellutata per poi spruzzare un po’ di talco. Presi il pannolino pulito, l’aprii e l’ho misi al mio fagottino. Chiusi i bottoni della tutina e infine gli feci indossare pantaloncini verdi e magliettina a strisce con scritto I love Daddy.

 

Diciamo che quando Damon va a fare shopping è molto egoista. Sorrisi.
“siamo pronti eh tesoro?” sussurrai prendendolo in braccio. Chiusi la porta della camera e iniziai scendere le scale. Percepivo già le chiassose chiacchiere provenire da Damon, mio fratello, Stefan e Alaric. Insieme formavano davvero una squadra favolosa e allo stesso tempo spartana.
“eccovi!” disse Alaric avvicinandosi e prendendo in braccio Nathan. Da quando era nato il piccolino Rick si sentiva un po’ nonno per non pensare che stava per diventare padre anche lui.
“Nathan come sei bello oggi?” e continuò a viziarlo con dolcissime parole. Ero senza parole. Il mio bambino aveva conquistato davvero tutti.
Mi avvicinai a Damon ma venni subito interrotta dalla vampira di casa.
“Elena io e Jenna pensavamo ad un pic nic… che ne dici? È una bella giornata e potremmo approfittarcene.”
“eh si Elena che ne dici?” entrò mia zia Jenna, con una mano sull’enorme pancione copera da una maglietta larga, probabilmente di Alaric.  Mi avvicinai e l’abbracciai calorosamente.
“certo zia. Prepariamo qualcosa da mangiare?” chiesi. Era un ottima idea e pensare una giornata tutti insieme mi esaltava. Dopo tutto quello che avevamo passato era come minimo accettabile una giornata come quella.
Io e Caroline, sotto gli occhi dei nostri vampiri, iniziammo a preparare panini e bevande per tutti. Presi l’occorrente per il mio piccolino in camera e ci dirigemmo verso le auto, fuori in giardino.
 
Klaus dov’era? Non era qua.
Katherine dov’era? Non era qua.
Stavamo trascorrendo una giornata come una semplice famiglia normale? Probabilmente nessuno mi avrebbe biasimata se ero scettica riguardo a tutta quella felicità. Ero sempre stata abituata a soffrire e tutta quella vita normale mi era estranea, purtroppo.
Mi sarei abituata molto velocemente, però. Poco ma sicuro.
“guarda Damon che truffatore che è! Usa la sua forza vampiresca per giocare!” urlò Jeremy, seduto sulla tovaglia che avevamo steso nel parco di Mystic Falls, accanto a me. Damon, Stefan, Alaric e Matt stavano giocando a football americano e si stavano davvero divertendo.
“Damon, se arrivo io ti batto sicuramente!” urlò Caroline, seduta accanto a me.

 

 

“ragazzi siete peggio dei bambini!” dissi ridendo. La mia attenzione era tutta su Nathan che si godeva le attenzioni di mia zia che lo coccolava dolcemente. Sedeva su un’altra tovaglia stesa e dagl’occhi illuminati, capii che non vedeva l’ora di partorire e poter coccolare sua figlia. Dio, si meritava tutta quella felicità, davvero.
Damon, sudato ma estremamente sexy si avvicinò e si sdraiò accanto a me prendendomi la mano delicatamente.
“basta, non gioco più… ho fame” disse respirando affannosamente. Si mise a sedere e prese un panino farcito che si trovava nel cesto che avevamo preparato io e Car. Era così bello, così umano.
Nel frattempo anche gli altri tre giocatori si misero a sedere e iniziarono a mangiare.
“Damon, Elena, alzatevi che vi faccio una foto con Nathan” Caroline, eccitata, si alzò e svolazzando la macchina fotografica ci incitò ad alzarci. Jenna mi passò mio figlio e Damon si mise dietro di me accarezzandomi il ventre. Sorridemmo e….cheese…. fotografia fatta.

 

 

“la faremo incorniciare piccola”mi sussurrò il mio Damon. gli sorrisi e baciai le sue labbra perfette in modo casto.
“ragazzi… ops…” tutti ci girammo verso mia zia Jenna che, con sguardo preoccupato, si guardava il pancione.
“tesoro che c’è?” chiese Alaric avvicinandosi premuroso.
“mi si sono rotte le acque!” disse con un misto di preoccupazione, ansia, dolore e attesa infinita.
“oddio!” Caroline era al settimo cielo e anche io ero così felice che mi avvicinai e diedi un bacio a mia zia.
“adesso andiamo subito in ospedale.” Le dissi confortandola.
La famiglia si stava allargando, prima con Nathan e adesso con la piccola.
Il futuro era nelle loro mani.
 
 





ANGOLO AUTRICE:
Ragazze eccomi qua e scusate il ritardo! tra impegni e poca immaginazione ho sempre rimandato ma stasera eccomi qui ad aggiornare. Questo è un capitolo di passaggio fatto di momenti dolci e tipici di una famiglia allargata normale. Jenna partorirà!
Dopo la puntata 3x20 ero rimasta così delusa perchè non accettavo la morte di Alaric ma poi, vedendo Bonnie arrivare, mi sono rallegrata ma sono un pò amareggiata. povero Alaric!
Adesso vi lascio! Spero che vi sia piaciuto il capitolo. Attendo molti commenti!
un bacione,
Jessy

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Capitolo 29
*** 28. you want passion, adventure and even a little dangerous. ***


questo capitolo è dedicato a IanSom: grazie della bellissima idea che mi hai concesso di utilizzare!
questo capitolo è tutto per te!


Ragazze,
prima di tutto devo scusarmi con tutte voi per il mostruoso ritardo che ho avuto per postare questo capitolo.
Sono imperdonabile, lo so.
Spero con tutto il cuore che non ho perso lettrici e commentatori perché ci rimarrei molto male ma potrei capire.
Inoltre spero che questo capitolo vi piaccia.
Vi devo informare che mancano pochi capitoli alla fine di questo lungo viaggio che mi ha fatto capire che scrivere è parte di me e che non rinuncerò a continuare a farlo.
Grazie a tutte voi che avete letto e commentato la mia storia.
Un bacione (spero di sentire molte di voi!)
Jessy
 



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“shh Nathan… fai il bravo amore..” sussurrai al mio bambino, cullandolo fra le braccia.
Eravamo in sala d’attesa da più di cinque ore, mentre zia Jenna si trovava in sala travaglio assieme a suo marito. Ogni attimo passato seduta su quella scomoda sedia, in mezzo al nulla era un rivivere della emozioni che provai quando ero io la ragazza che era sdraiata pronta per dare alla luce il suo primo figlio. Il mio cuore batteva mentre cullavo dolcemente mio figlio e il motivo era perché conoscevo cosa stava provando mia zia e volevo supportarla per quanto era possibile. Tutto ciò mi rendeva ansiosa.
“ehi piccola, ecco il thè.” Damon si sedette accanto a me e mi diede in mano il bicchiere bollente. Il vampiro prese in braccio Nathan e gli stampò un bacio sulla guanciotta paffuta. La mia vita erano quei due maschietti adorabili e che amavo alla follia. Bevvi un sorso di thè ripensando a quanta strada avevamo fatto io e Damon, dal primo incontro, al primo bacio fuori dal portone, indimenticabile; alla prima volta che avevamo fatto l’amore ai primi gesti di gelosia da parte mia; alla scoperta di aspettare Nathan al parto doloroso e spettacolare; dal primo “ti amo” al “mi vuoi sposare?”.
Damon e il bambino che teneva in braccio erano le mie due ragioni di vita.
Si proprio così, senza di loro non c’era vita.
Senza di loro non c’era ragione di respirare e alzarsi la mattina.
Sorridendo, mi avvicinai alle labbra invitanti del vampiro accanto a me e gli diedi un bacio molto casto ma bisognoso di essere ricambiato. Damon mi riservò un sorriso mozzafiato. Anche lui era molto ansioso di vedere la bambina appena nata.
Sospirai e cercai di abbandonare un po’ l’ansia che si era impossessata del mio corpo, ma non so come mai, continuavo a essere agitata e attenta a qualunque passo, uomo, gesto che i miei occhi percepivano.
Ero all’erta poiché avevo paura che, da un momento all’altro, sarebbe successo qualcosa di brutto.
“Elena tutto bene?”
“si si Damon, non vedo l’ora che la bambina nasca” dissi cercando di sorridere.
Damon mi accarezzò la guancia dolcemente e incatenò i miei occhi al suo profondo blu oceano “ non succederà niente piccola, te lo prometto”. Misi la mia mano sopra la sua e la strinsi forte. “grazie di essere sempre con me Damon; senza di te non saprei cosa fare, te lo giuro. Tu mi dai la forza di andare avanti e di non mollare.”
“no Elena, non devi dire così. Se dovesse succedere qualcosa a me, tu devi essere forte e determinata, e non devi farlo per me ma per nostro figlio.” Mi disse con una tale intensità da sconvolgermi.
“sono io a contraddirti questa volta Damon.”cercai di rispondergli trattenendo le lacrime “non provare a lasciarmi o a farmi ammazzare perché non posso farcela senza te. Ti amo troppo amore.” Sussurrai abbandonando la testa nell’incavo del suo collo.
Quello era il mio posto. Stare tra le braccia del mio vampiro era il mio paradiso personale.
Uno schiarirsi di voce ci riportò alla realtà e Stefan si accomodò accanto a suo fratello.
“questa attesa è snervante.” Sussurrò stremato. A quella affermazioni risi e ritornai, anche se per un solo attimo, alla spensieratezza che possedevo da un paio di settimane.
“piccola dovevi vederlo quando è nato Nathan! Camminava su e giù per la sala d’attesa e poi si arreso andando direttamente a casa. Sei proprio un coniglio, fratello!” lo prese in giro il mio Damon. Sorrisi a quella battuta e sperai dentro di me che tutta quella felicità sarebbe stata amica per tutta la nostra esistenza anche se l’ansia che provavo da quando mi ero seduta su quella sedia, mi diceva il contrario. Cercai di non pensarci troppo e di godermi quel senso di famigliarità che solo i fratelli Salvatore riuscivano a farmi provare.
Guardai il mio bambino stringere un dito della mano di suo padre e pensai a quanto può essere così strano quell’amore che solo la madre prova per suo figlio.
Nathan aveva cambiato completamente la mia vita, rendendola piena e soddisfacente; assieme a suo padre mi sentivo completa e amata.
Credo che una donna non può desiderare altro.
“Damon, forse dovrei portare Nathan a casa. Sono tante ore che siamo qui e forse ha bisogno della sua culla.” Dissi sorridendo al mio cucciolo.
“è in braccio a suo padre. Non gli serve nessuna culla piccola. Poi ha mangiato e ha dormito. Però Elena appena la bambina nasce ritorniamo a casa così ci riposiamo tutti e tre.”
“come sei diventato autoritario signor Salvatore.” Scherzai.
“non immagini quanto futura signora Salvatore” rispose folgorandomi con lo sguardo malizioso.
Dio, riusciva ancora a farmi battere il cuore come la prima volta. Damon era fantastico e io lo desideravo così tanto.
Mi avvicinai a lui con fare malizioso, senza però dimenticandomi che, accanto a lui, era seduto suo fratello. Ad un soffio dal suo orecchio gli sussurrai “allora spera che la bimba nasca il prima possibile.”
Mi guardò stralunato e sorpreso dalla mia audacia. Gli sorrisi con fare innocente. Un’idea mi era saltata in mente e speravo con tutto il cuore che avrebbe funzionato.
Come se l’avessimo chiamato, zio Alaric sbucò dalla porta della stanza con una brutta cera in faccia. Probabilmente stava per svenire a causa del parto di sua moglie.
“sta per nascere.” sussurrò con voce roca ma piena di attesa e curiosità. Rick appoggiò una mano al muro e prese un lungo respiro. Mi alzai e gli andai incontro e l’abbracciai senza parlare. Era come un padre per me e in quel momento avevo il bisogno di sentire il calore famigliare di Rick.
“stai per diventare padre, Alaric e…” cercai le parole giuste per esprimermi “ tu e Jenna meritate questa felicità, Rick. Io sono così contenta di poter condividere questa straordinaria esperienza assieme te… e corri dentro prima che ti perdi il primo strillo della tua bimba!” gli dissi commossa. Rick mi guardava con gli occhi lucidi e pieni di affetto.
“grazie Elena, ti voglio bene come una figlia.” Quella frase mi colpì dritto al cuore, riscaldandolo.
“vai Rick, e sostieni Jenna che ne ha bisogno!” gli risposi trattenendo lacrime di felicità.
 
Minuti.
Ecco cosa ci separava dalla nascita della piccola.
Io, Damon e Stefan, seduti uno accanto all’altro, guardavamo la porta della stanza di mia zia, trattenendo il fiato e aspettando di sentire piangere la bambina.
Un guaito catturò la nostra attenzione ma non preveniva dalla stanza ma bensì da Nathan che si muoveva frenetico tra le braccia di Damon.
“vuoi venire dalla mamma amore mio?” gli chiesi dolcemente, accarezzandogli la fronte liscia. Il suo secondo guaito lo interpretai come un si e quindi presi in braccio il mio fagottino e mi alzai cullandolo. Damon non mi staccava gli occhi da dosso e mi lusingava tutta questa sua attenzione.
Camminavo su e giù per il corridoio, quando uno strillo acuto catturò la mia attenzione.
E questa volta proveniva dalla stanza.
“credo che sia nata, ragazzi.” Disse neutro Stefan. Secondo me tutto questo aspettare e sapere cosa stava succedendo a mia zia lì dentro, rendeva Stefan ansioso e preoccupato.
Dopo circa dieci minuti la porta si aprì e spuntò Alaric con un fagottino tra le braccia. Sorrisi all’istante e cercai di non saltellare su me stessa per la felicità. Tutti e tre ci avvicinammo per ammirare la bambina e quando Rick spostò la copertina rosa sul suo visetto angelico, tutti e tre rimanemmo di stucco. La bambina, nonostante i pochi minuti di vita, era bellissima e la sua pelle era liscia e morbida.
“congratulazioni amico.” Damon gli diede una pacca sulla schiena in segno di rispetto.
Stefan era incantato, quanto me, dalla bambina.
“congratulazioni zio. Jenna sta bene?” chiesi quando mi ritornarono le parole.
“sta benone, Elena. I medici hanno detto che tra venti minuti possiamo entrare tutti. È bellissima, non è vero?” chiese tutto orgoglioso e emozionato.
“è meravigliosa Rick.” Rispose Stefan.
 
“Elena hai visto che è meravigliosa?”  zia Jenna non riusciva a stare più nella pelle. Sprizzava gioia da tutti i pori mentre stringeva al seno la sua piccola.
“non ci avete ancora detto come l’avete chiamata.” Disse il mio vampiro mentre accarezzava la mia schiena dolcemente.
I miei zii si guardarono negl’occhi e poi Alaric iniziò a parlare. “ ecco a voi Alice Elena Saltzman”
Rimasi a bocca aperta e mi portai la mano sul cuore.
“le avete dato il mio nome?” sussurrai commossa.
“sei come una figlia per noi Elena. E tu e Damon siete tanto per noi.” disse sorridendo mia zia.
“e non vedo l’ora che i nostri bimbi crescano insieme Elena.” Continuò radiosa.
“saranno bellissimi insieme zia.”
“eh si saranno bellissimi ma io e Elena dobbiamo andare a casa a far fare la ninna a Nathan.” Disse malizioso il mio vampiro interrompendo la magia di quel momento.
“si come no.” Rispose Rick sorridendo.
Arrossendo mi alzai dal letto dove era sdraiata mia zia e mi avvicinai al mio uomo.
“impaziente eh?” chiesi stizzita. Damon non sapeva aspettare.
“mai.” Rispose.
 
Avevamo salutato tutti e in quel preciso momento ero seduta accanto al mio vampiro, impegnato a guidare verso la pensione Salvatore.
Damon continuava a fischiettare tranquillo mentre io ero intenta a guardare il paesaggio fuori dal finestrino. Nathan dormiva tranquillamente nel seggiolone posto nei sedili posteriori ed ero contenta che, dopo un bel po’ di ore, potevamo ritornare a casa e tranquillizzarci tutti.
Quella strana idea che mi era venuta mentre aspettavamo la nascita della bimba mi ronzava in testa. Possibile che non ci avevo pensato prima? Eppure il sangue di vampiro guarisce qualunque cosa!
Non vedevo l’ora accidenti. Mi mancava l’intimità con Damon e quella sera potevamo…
“Elena siamo arrivati. Prendo io Nathan.” Disse spegnendo l’auto nel vialetto della casa.
Scendemmo insieme dall’auto e ci dirigemmo verso il portone. L’attesa era snervante e tutta quella voglia che avevo per Damon mi sorprendeva. Alla fine non ero mai stata così vogliosa!
“perché stai arrossendo piccola?” chiese malizioso Damon, chiudendo la porta alle sue spalle.
“andiamo su, Damon” sussurrai con voce roca.
Dio quanto lo volevo.
In un tempo che mi parve lunghissimo, salimmo le scale, uno accanto all’altro, senza sfiorarci ma con un’elettricità nell’aria tale che poteva illuminare tutta Mystic Falls.
Arrivati in camera, Damon stampò un leggero bacio sulla fronte di Nathan. Mi avvicinai, baciai le sue manine profumate, quindi Damon lo posizionò nella culla.
Non ero mai stata così vogliosa e agitata prima di quell’attimo e questo mi rendeva agitata ancora di più!
“adesso mi dici che cos’hai?” mi chiese avvicinandomi pericolosamente. Arretrai con fare lento e malizioso. Dovevo spiegarli la mia idea e quindi formulai una frase, anche se la mia mente era attratta dai muscoli che la maglietta nera nascondeva.
“il sangue di un vampiro può guarire qualunque cosa?” chiesi con voce roca. Mi schiarii la voce, arretrando, fino ad arrivare con le spalle al muro.
Damon mi guardava pensieroso ma non allentò la camminata verso di me. La preda e il cacciatore.
“mmmm…ho capito dove vuoi arrivare piccola principessa guerriera. E mi maledico per non averci pensato io prima!” disse riducendo a nulla le distanze tra il mio corpo e il suo. Torreggiava su di me e non vedevo l’ora che mi baciasse.
“ho voglia di te, Damon” dissi spingendomi verso di lui. Sentivo che anche lui mi voleva, altroché.
Mi prese in braccio e subito circondai la sua vita con le mie gambe. Quella vicinanza mi fece gemere e quando le nostre bocche si unirono, mi vennero i brividi lungo la schiena. Morivo dalla voglia di averlo dentro di me. Poco ma sicuro.
In un batter di ciglia mi ritrovai schiacciata dal suo possente corpo sul letto. La bocca di Damon raggiunse ogni minimo angolo del mio viso, baciandolo e succhiandolo avidamente.
Mi tolse la maglietta con estrema rapidità, risultato del suo desiderio nei miei confronti.
“oh Damon.” sussurrai gemendo sotto I suoi tocchi esperti. Dopo avermi slacciato il reggiseno con abilità si fermò. Avvicinò il suo polso alla bocca e trafiggendo i canini nella pelle, incise due buchi pronti per essere succhiati dalla sottoscritta.
Mi porse il polso e io, avida come non mai bevvi guardando negl’occhi il mio vampiro. Le vene intorno agl’occhi erano ancora rimaste, forse per il desiderio che aveva per me.
Smisi di succhiare e subito dopo mi ritrovai la sua bocca sulla mia, mentre leccava e succhiava il suo stesso sangue rimasto sulle mie labbra.
Gemetti, dimenandomi sotto di lui. Le mie mani cercarono di togliere la sua maglietta, invano. Damon si tolse da solo pantaloni e maglietta lasciando che io ammirassi tutto ciò che il suo corpo mi lasciava ammirare.
“vieni qua signor Salvatore” scherzai aprendo le gambe e invitandolo su di me. Non se lo fece dire due volte e, con estrema dolcezza, si sdraiò su di me lasciando baci su ogni parte di me non coperta dai jeans.
“questi non servono. E neanche questi.” Disse mentre mi toglieva jeans e mutandine. Ero gia pronta per lui, accidenti e non vedevo l’ora.
Cambiando posizione mi misi a cavalcioni su di lui e con estrema lentezza gli tolsi i boxer che intrappolavano tutta la voglia che aveva per me.
Sempre in quella posizione gli diedi un bacio per niente casto e piano piano scivolai sul suo membro facendo si che fossimo una cosa sola.
Gememmo insieme e i nostri respiri corti si unirono per creare la melodia che ci portò all’amplesso tanto atteso. Venni sotto le sue spinte per niente delicate e dopo aver gridato il suo nome, venne anch’egli, crollando sul mio corpo.
Mi mancava far l’amore con il mio Damon, accidenti. Ero proprio contenta che il sangue di vampiro guarisse ogni cosa.
Proprio ogni cosa.
Damon scivolò fuori dal mio corpo lentamente e dopo avermi sussurrato che mi amava alla follia mi fece appoggiare la testa sulla sua spalla.
“mi mancava fare l’amore con te, Damon. Non sai quanto.” Dissi baciandogli l’incavo del collo.
“non dirlo a me piccola. Sono moooolto contento!” disse scherzando e accarezzandomi i capelli.
Quella pace serena che stavo provando in quel momento era così giusto che non desideravo altro che il tempo si fermasse; proprio lì, in quel letto, coccolata dall’amore della mia vita, con, a pochi passi da me, mio figlio che dormiva con il sorriso sulle labbra.
Quando entrambi stavamo cadendo tra le braccia di Morfeo, dei strani rumori catturarono la nostra attenzione, mettendoci all’erta. Provenivano dal giardino interno della casa e non dall’ingresso e questo fece alzare di scatto il mio vampiro. Il cuore mi prese a battere fortissimo e subito andai verso la culla, dopo avermi messo una maglia di Damon, presa dal suo cassetto.
“resta qui, Elena e per favore non uscire. Per favore.” Disse serissimo.
“resta qui Damon, ho paura.”
I rumori si fecero più vicini e frequenti e non so per quale motivo, Nathan si svegliò iniziando a piangere sommessamente.
Damon si avvicinò immediatamente a noi e rivolgendosi al suo bambino disse “Nathan shh. Non piangere. Fallo per la mamma scricciolo.”
Mi guardò e trattenendo le lacrime cercai di non farlo andare trattenendolo per la maglietta si era infilato.
“ti prego. Chiama Stefan. Ti prego non andare da solo. Non ci lasciare per favore.” Singhiozzai liberando le lacrime che aspettavano di rigarmi il viso.
“sono un vampiro Elena. Nessuno mi può far male.” Mi rassicurò. Nessuno dei due però menzionò ai paletti conficcati al cuore, al fuoco e soprattutto ai licantropi.
Dio, sapevo che stava per succedere qualcosa.
Guardando andare via Damon, iniziai a pregare cullando il mio bambino tra le braccia sperando che nulla accadesse all’uomo che amavo.
Ti prego torna da noi, pensai.

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