Nuove conoscenze

di SimoHale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Girovagare ***
Capitolo 2: *** Il viaggio ***
Capitolo 3: *** Il bello deve ancora venire. ***
Capitolo 4: *** La svolta? ***



Capitolo 1
*** Girovagare ***


Salve :) Sono Simo e questa è la prima Fan Fiction che pubblico qui, è anche la prima storia che ho scritto tempo fa e che solo ora ho trovato il coraggio di pubblicare.
Sono molto gelosa di ciò che scrivo e niente mai mi convince ma adesso sono curiosa di sapere cosa ne pensate, questo è solo un piccolo primo capitolo ma se la storia vi piacerà sarò molto contenta di continuarla.
Non mi resta che dirvi... Buona lettura!
Aspetto le vostre recensioni.
S. 


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Capitolo 1.

Girovagare

 

Era ormai da parecchio tempo che girovagavo cacciando qua e là senza alcuna meta, eppure non me n'ero mai resa conto, forse ero estremamente presa dalla caccia da non riuscire a pensare a nient'altro oppure era sempre stato così e non me n'ero mai accorta.

Fino a questo momento non c'è mai stato niente di così emozionante durante la mia esistenza, ho vissuto questi primi 83 anni della mia nuova vita come una qualsiasi cacciatrice assetata, niente diversivi, nessuna novità, nessuna nuova conoscenza. Forse gli altri non mi capivano oppure c'è qualcosa in me che non funziona bene.

Ho conosciuto al massimo una decina di miei simili durante i miei lunghi viaggi.

Tutti nomadi selvaggi.

Nessuno che abbia mai colpito la mia attenzione o che mi abbia in qualche modo intrigato. Niente di niente.

Eppure non credo che non ci possa essere qualcosa di alternativo anche per noi, non credo che siamo condannati ad essere solo cacciatori; ci dev'essere un'altro modo.

Nel frattempo finii di dissanguare la mia ultima vittima e guardai il suo corpo esanime steso per terra. Quella ragazza aveva sicuramente qualcuno che l'aspettava a casa ma adesso era solo un corpo privo di vita e la sua unica colpa era stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Che diritto avevo io di interrompere così la sua vita per placare la mia sete?

Nonostante tutto la natura doveva fare il suo corso e per ora non vedevo alternative.

Sarei ripartita come sempre per un ennesimo viaggio, un viaggio alla scoperta del nulla, un viaggio per dissetarmi e stroncare la vita di qualche altro povero passante, chissà dove mi avrebbe portata...


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Capitolo 2
*** Il viaggio ***


Ecco qui il secondo capitolo della mia FF :) la storia resta ancora molto vaga ma c’è comunque un passo in avanti, preferisco comunque che lo scopriate voi leggendo.

Buona lettura!

S.



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Capitolo 2.

 

Il viaggio

 

Avevo ripreso a correre tra le foglie quando ebbi un'ispirazione.

La mia prossima meta sarebbe stata l'America! Ero nata da umana in Inghilterra, e mai avevo lasciato l'Europa, probabilmente ero 

ancora inconsciamente legata alle mie origini umane, fatto sta che questa volta avrei varcato l'Atlantico alla scoperta del Nuovo Mondo.

Speravo che questo viaggio portasse un cambiamento nella mia non vita, magari la conoscenza di nuove culture e nuove tradizioni mi avrebbe rigenerato o almeno avrebbe alleviato in parte il tormento che cresceva incessantemente dentro di me.

Decisi di partire subito, certe volte bisogna risollevarsi e prendere in mano le redini della propria vita ed è proprio quello che stavo facendo.

Quando mi tuffai nel grande oceano, al crepuscolo, mi sentii quasi nuova. Come se quell'acqua salata mi avesse battezzata. Non riuscivo a spiegarmi perchè non avevo mai deciso prima di fare questo passo, negli anni precedenti avevo vissuto accontentandomi di ciò che trovavo, senza grandi aspirazioni, ma adesso stavo cambiando il mio essere e il mio modo di fare... Ma perchè lo facevo?

Questo tormento mi stava schiacciando, dovevo risollevarmi e smetterla di tormentarmi. Non credevo che un vampiro potesse essere così inqiueto e angosciato come me adesso, ma alla fine non conoscevo poi così tanto di questo mondo tenebroso. Non ricordavo nulla della trasformazione o su chi mi avesse fatto diventare ciò che sono adesso; ero diventata un mostro senza rendermene conto.

Questa assenza d'informazioni mi aveva sempre provocato un moto d'angoscia, è fastidioso essere allo scuro su argomenti e vicende che ti riguardano così da vicino ma purtroppo non avevo mai conosciuto nessuno prima d'ora capace di aiutarmi a capire qualcosa in più o semplicemente qualcuno con cui potermi confidare. D'altronde anche i mostri sono stati umani, e anche i mostri hanno avuto, e forse continuamo a possedere anche dopo il loro cambiamento esteriore, una parte sensibile nel loro essere. Nessuno può giudicare qualcuno a priori o in base a preguidizi e credenze popolari; non si è malvagi per natura, ogniuno può scegliere cosa fare della propria vita.

Nel frattempo avevo abbandonato le coste europee, era un distacco angoscioso come ogni addio ma a volte le scelte difficili fanno crescere e maturare ed ero realmente stanca di una vita vuota. La paura però non mi aveva abbandonata, era sempre stata un tratto caratteristico del mio essere ed era così forte che l’avevo portato con me fin dopo la trasformazione; speravo davvero che questo viaggio mi avrebbe aiutato anche a superare questo ostacolo.

Il moto incessante del mio corpo provocava una sensazione piacevole anche se al mio passaggio ogni forma vivente sgattaiolava via per mettersi al riparo dal predatore in arrivo, però almeno mi faceva usufriure delle mie potenzialità a pieno. Potevo scivolare veloce sull'acqua e contemporaneamente ammirare lo spettacolo del mondo marino e man mano sentirmi libera e spensierata, dimenticare il mondo reale e perdermi in un universo tutto mio.

Stavo già meglio.

Se l'esperienza americana non avesse funzionato credo che sarei diventato un "vampiro marino". Questo nome mi suona anche bene, si trattava comunque di un‘ alternativa, qualcosa di diverso, come mi sentivo io d'altronde. Probabilmente vivere come un animale selvaggio può far dimenticare tutte le responsabilità.

Anche l'alba è uno spettacolo meraviglioso visto dal mare. Il maestoso alternarsi di colori fa sperare in un nuovo giorno migliore del precedente, fa cancellare l'ansia e la paura che ti assalgono durante la notte tenebrosa e porta un barlume di speranza in ogni animo. Prospetta un inizio migliore.


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Capitolo 3
*** Il bello deve ancora venire. ***


Capitolo 3.
Il bello deve ancora venire.

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Il mio strepitoso senso dell'orientamento mi stava guidando senza problemi verso l'America.
Non conoscevo il luogo e non ero mai stata nel Nuovo Continente eppure la sua fama lo precedeva. Già da umana avevo assaporato il sogno di visitare le più belle città americane e forse ora avevo finalmente l’occasione per farlo.
Mi sarei diretta verso la zona settentrionale.
Da sempre ero stata una persona curiosa e desiderosa d'imparare ma nell'ultimo periodo la mia fame di novità era cresciuta a dismisura quasi disorientandomi.
Forse era proprio questo che mi aveva dato la forza per apportare questo cambiamento nella mia vita.
La voglia e soprattutto l'esigenza di novità non può essere negativa ma può solo implicare il desiderio di rivalsa che accresceva dentro di me.
Ero vicina alla costa e mi mancava davvero poco per approdare in America, mancava poco al raggiungimento del mio obiettivo.
Ero così eccitata all’idea che qualcosa intorno a me stava cambiando e anche se si trattava solo di un viaggio era un’avventura completamente orientata verso l’ignoto.
Appena rimisi piede sulla terraferma, le uniche cose che riuscii a scorgere erano una catena di monti ininterrotta, una grande distesa di boschi e paesaggi deserti; certamente niente di allettante all'orizzonte.
Eppure non mi arresi, raccolsi tutte le forze e vagai incessantemente per boschi, boschi e ancora boschi, non avevo idea di dove fossi finita e il mio entusiasmo stava scemando ma nonostante questo è proprio nel momento in cui tutto sembra terribilmente assurdo ed impossibile che bisogna essere determinati, perchè è proprio in quel momento che può arrivare la svolta.


Erano passati un paio di giorni, la mia "quasi" rassegnazione mi aveva fatto perdere la cognizione del tempo, quando,  percorrendo un fitto tratto di boschi immersa fra alberi enormi, percepii uno strano odore.
Era qualcosa di terribilmente sgradevole, mi irritava e quasi mi spingeva a cambiare direzione, però inesorabilmente e contro la mia volontà non riuscivo a fermarmi o a cambiare direzione.
Le mie gambe proseguivano verso quella scia che secondo il mio istinto non mi avrebbe riservato niente di buono.
Avvicinandomi ulteriormente alla fonte l'odore s'intensificava e si amplificava, ma soprattutto aveva una variante ancora più strana; qualcosa di familiare mischiato a qualcosa di sconosciuto. Un mix micidiale.
Mi avvicinai ancora e l'odore diventava sempre più intenso, era come quando desideri una cosa più di ogni altra al mondo ma sai che ti farà solamente del male e per questo ci rinunci ma resterà sempre il tuo chiodo fisso. E poi... cosa c'era di così pericoloso per un vampiro? Siamo gli esseri immortali e più crudeli del mondo, i predatori per antonomasia, cosa ci può mai essere di più forte ed imbattibile di noi??

Ma all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno, mi ritrovai sdraiata per terra, senza sapere come ci fossi arrivata e praticamente costretta a restare a stretto contatto con il terreno.
Quando alzai gli occhi al cielo, l’azzurro del  cielo era oscurato da una presenza che incombeva su di me con fare minaccioso.
Ogni mio muscolo era in tensione e invano incitava il mio corpo a reagire, a difendermi, ma nulla si muoveva.
Era accaduto tutto in una frazione di secondo spiazzandomi completamente e cogliendomi assolutamente impreparata, facendomi restare immobile e ipnotizzata da ringhi che riempivano la mia testa fino... fino a che...
Mi parve di sentire una vocina in lontananza, o forse era vicina ma quasi inudibile a causa del crescente ringhio rabbioso che non sembrava finire mai.
Poi vidi una sagoma avvicinarsi frettolosamente, quasi in ansia per ciò che stava accadendo; era da quella sagoma indistinta che proveniva la voce, ne ero sicura.
Si avvicinò ulteriormente e parve avere le sembianze di una ragazza, una ragazza timorosa che poteva aiutarmi.
"Non farle del male!" disse "Non ci ha attaccati! Perchè hai reagito così?"
Era arrabbiata e delusa più che ansiosa adesso che era presa dal suo rimprovero.
Ma la cosa che più mi lasciò sconvolta e titubante fu il potere che quelle parole esercitarono sull'ombra che lentamente ma controvoglia mi lasciò libera.
Subito cercai di riacquistare il possesso della mia mente e di ricompormi, cercavo ad ogni costo una spiegazione ma ero incapace di parlare quando compresi cosa cosi mi aveva schiacciato contro il terreno.
La ragazza però non mi lasciò il tempo di riflettere e intervenne per cercare di giustificare l'accaduto in qualche modo.
"Mi dispiace davvero tanto," disse mortificata "non riesco davvero a spiegarmi come sia potuto accadere." concluse girando la testa verso la creatura che era al suo fianco.
Si aspettava certamente una mia risposta ma io ero ancora immobile e sconvolta e continuavo incredula a fissare quell'enorme esemplare di lupo che mi si era parato di fronte.
Era davvero enorme e disgustevole, il peggior nemico per la mia specie e fino a pochi istanti prima era stato sopra di me e tentava di sbranarmi.
Il solo pensiero mi avrebbe potuto provocare un moto di nausea.
Era davvero troppo sconvolgente per me adesso.
Desideravo vivere esperienze nuove ma non fino a questo punto.
Alla fine ripresi il controllo di me, o almeno cercai di farlo, e risposi a quella bellissima ragazza che mi fissava in attesa che io aprissi bocca.
"Sto... bene" fu l'unica cosa che riuscii a dire.
Lei mi si avvicinò e mi allungò una mano per aiutarmi a tornare in piedi mentre però il lupo continuava a ringhiare con visibile disappunto.
"Sei nuova di qui, vero? Non ti ho mai vista" mi disse mentre io continuavo a fissare intimorita il lupo.
Lei se ne accorse e si rivolse a me dicendo "Non ti farà del male adesso. Puoi starne certa."
Finalmente riuscii a distogliere lo sguardo dalla creatura per rivolgermi alla ragazza "Non mi hai mai vista perchè sono appena arrivata".
"Sul serio? In effetti mi sei sembrata diversa sin dall'inizio e m'incuriosisci parecchio. Mi piacerebbe davvero tanto conoscerti meglio, naturalmente se tu sei d'accordo."
Non sapevo se potevo fidarmi oppure no, però quella ragazza ,col suo sorriso dolce, m'incuteva sicurezza perciò anche se un pò titubante, anch'io volevo conoscerla meglio.
Poteva comunque trattarsi di una trappola eppure il mio istinto era veramente allettato dalla prospettiva di conoscerla.
Non solo quella creatura era strana, ma anche lei.
Non si trattava solo di un vampiro ma doveva conoscere bene il mondo delle tenebre.
C'era qualcosa di più, nascosto bene sotto la maschera di apparente sicurezza e determinazione che mostrava, per cui avrei indagato in ogni modo guidata dalla mia inesauribile fonte di curiosità che ormai sovrastava il mio animo.






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Capitolo 4
*** La svolta? ***


Ed eccoci di nuovo qui :)
Lo so è passato tanto tempo ed è scandaloso ma proprio non riuscivo a scrivere aualcosa di decente e poi all'improvviso ho buttato giù tutto questo in dieci minuti.

In questo capitolo qualcosa viene alla luce ma il velo di mistero che si è venuto a creare sulla protagonista mi piace da impazzire e credo sarà un tratto fondamentale della sua personalità.
Senza indugiare ancora vi lascio leggere e spero di  continuare a scrivere presto.
Aspetto le vostre recensioni naturalemnte :)
Un bacio<3
S.


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Capitolo 4.

 

La svolta?

 

 

Ci incamminammo lentamente verso una destinazione a me sconosciuta, la ragazza, della quale per il momento non conoscevo neanche il nome, mi aveva fatto cenno di seguirla ed io senza pensarci due volte l'accontentai specialmente dopo che il lupo, con evidente disappunto, ci aveva lasciate sole.

Ero molto più a mio agio adesso, anche solo la sua presenza mi metteva a disagio.

 

Giungemmo nei pressi di un piccola cascata, quell’acqua che sgorgava con una forza inesorabile era davvero affascinante tanto che non riuscivo a staccare i miei occhi da quei colori così splendenti poi ritornai all’improvviso alla realtà e mi accorsi che la ragazza si era seduta su una roccia sporgente vicino alla riva e giocava con quell’acqua limpida, così la imitai e mi sedetti li vicino.

L'atmosfera si stava facendo quasi imbarazzante poiché nessuna delle due iniziava a parlare, così presi l'iniziativa.

“Grazie per avermi aiutata... Prima.” dissi un po' imbarazzata.

“Figurati” mi rispose “Era la cosa giusta da fare, non avrei mai lasciato che ti sbranasse” aggiunse sorridente.

Seguii un altro lungo silenzio, forse più imbarazzante del primo ed io non sapevo davvero cosa dirle. Entrambe avevamo capito di avere qualcosa di sovrannaturale che ci univa ma nessuno aveva il coraggio di rilevarsi.

Per fortuna lei interruppe i miei pensieri.

“Non mi sono neanche presentata. Io sono Renesmee ma puoi chiamarmi Nessie.” e mi allungò la mano.

Nessie, che strano soprannome, chissà cosa significava, pensai mentre le stringevo la mano e le rispondevo “Io sono Ellen, ma puoi chiamarmi come vuoi.”

“Allora ti chiamerò El, se per te va bene”

“Va benissimo” le risposi sorridendo, questa ragazza mi trasmetteva una tranquillità assurda.

“Che cosa ci fai qui? Sei di passaggio?” mi chiese.

“In realtà è la prima volta che vengo qui e non so neanche dove mi trovo esattamente”. Era difficile per me parlare, non sapevo se fidarmi o meno di quel viso angelico, se rivelarmi a quella ragazza sconosciuta. C’era qualcosa di strano in lei, percepivo il suo cuore battere ma la sua bellezza disarmante non poteva essere completamente umana e la sua familiarità con il sovrannaturale era insolita.

Sembrava così piccola e indifesa ma i suoi occhi nascondevano un passato travagliato ed un’avvenire non tanto sereno all’orizzonte. Di questo ero certa.

“Ehi! Ci sei?”
La sua voce mi riportò alla realtà. Il mio solito vizio. Pensare, architettare, indagare, cercare le possibili soluzioni; tutto nella mia mente.

“Ehm scusami, non volevo essere scortese. Mi sono distratta un attimo” le risposi imbarazzata.

“A cosa pensavi?” mi chiese spontaneamente ed altrettanto spontaneamente uscirono quelle due parole dalla mia bocca: “Cosa sei?”
Non esisteva modo più sbagliato per porre quella domanda; rimase impietrita, sicuramente non si aspettava quelle parole, almeno non così su due piedi dopo così poco tempo, dopo solo quattro chiacchiere con una sconosciuta.

Ma io non riuscivo neanche a chiederle scusa per la mia curiosità fuori luogo, volevo sapere.

Allora lei decise di fidarsi di me e mi rispose: “I miei genitori ti direbbero che sono il frutto del loro amore smisurato” rispose sorridendo “Ma so che non è questo ciò che vuoi sapere. Una parte di me appartiene al mondo sovrannaturale ma sono anche un po’ umana.”
“Percepisco il battito del tuo cuore…” mormorai.
“Esatto. Il mio cuore, i miei occhi marroni come il cioccolato, i miei boccoli; niente di più umano.”
“Ma eri così a tuo agio con quel lupo prima.”
Le si illuminarono gli occhi: “Jake non mi farebbe mai del male, piuttosto morirebbe al posto mio. Lui è la persona più importante della mia vita.”
Mi raccontò tutta la sua storia. Il suo passato difficile, le mille volte in cui era stata sotto la lente d’ingrandimento e le sue paure per il futuro, il non poter sapere quanto sarebbe cresciuta nel giro di una settimana o per quanti anni ancora.
“Non voglio lasciare la mia famiglia per nessuna ragione al mondo, sono la mia ragione di vita.” Aveva detto.

Il suo non era un clan, erano una vera famiglia. Si amavano, si difendevano e rischiavano la vita l’uno per l’altro.
Non avevo avuto una famiglia neanche da umana e tutto ciò mi sembrava così irreale.
In più lei si fidava di me, si era aperta con me come nessuno altro prima d’ora e come neanche io sarei stata in grado di fare, era solare, dolce, simpatica. Bisognosa di affetto e di qualcuno che l’ascoltasse e mi sentivo la persona adatta a farlo.

Mi sentivo al posto giusto finalmente.

Quando concluse il suo racconto mi sembrava di essere una persona nuova, conoscevo le sue paure e i suoi timori, ma soprattutto avevo un’amica.
“Vieni” mi disse improvvisamente “ti porto in un posto che ti piacerà, El”.

Percorremmo qualche chilometro fra la vegetazione, alberi bellissimi, secolari, ci divertivamo tantissimo a correre senza tregua in quel paradiso e all’improvviso apparve quasi dal nulla un’enorme villa davanti ai miei occhi.
Si fermò e girandosi verso di me disse: “Benvenuta a casa Cullen, Ellen.”

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