Angelship Power.

di shemrscookie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La rottura del mio cuore. ***
Capitolo 2: *** Partenza per Madrid. ***
Capitolo 3: *** Dave, il ragazzo di NY. ***
Capitolo 4: *** La dichiarazione di Dave. ***
Capitolo 5: *** Mark Sean Fellington. ***
Capitolo 6: *** Ritorno a NY. ***
Capitolo 7: *** Novità per Lucinda e ritorno di Mark. ***
Capitolo 8: *** Gravidanza svelata e nuovo attacco di Mark. ***
Capitolo 9: *** Partenza 'improvvisata' per Miami. ***
Capitolo 10: *** Don't isolate yourself. ***
Capitolo 11: *** Thomas Bullivan, il fidanzato di Robyn. ***
Capitolo 12: *** Quattro mesi dopo... ***
Capitolo 13: *** For the love of a daughter. ***
Capitolo 14: *** Telefonata anonima. ***
Capitolo 15: *** Frederic Jones. ***
Capitolo 16: *** L'essenza dei miei giorni. ***
Capitolo 17: *** Don't say you're sorry, 'cause I'm not gonna listen. ***
Capitolo 18: *** Andrew Jonathan Maylor. ***
Capitolo 19: *** My love's like a star. ***
Capitolo 20: *** Shut up and kiss me. ***
Capitolo 21: *** Una semplice chiave di violino. ***
Capitolo 22: *** Noi, siamo ancora l'infinito ∞ ***
Capitolo 23: *** Sono la nona, tra dieci persone. ***
Capitolo 24: *** Angelship Power. ***
Capitolo 25: *** Chi sono gli altri? ***
Capitolo 26: *** Dreams come true. ***



Capitolo 1
*** La rottura del mio cuore. ***


Ero in un angolo della mia camera, isolata da tutto e da tutti. Il computer era spento. La porta era chiusa. Le mie lacrime continuavano a scendere. Avevo messo 'Ignorance' dei Paramore ad altissimo volume nelle mie orecchie. Non potevo sentire nessuno. Volevo isolarmi, dopo quello che era accaduto nel pomeriggio. Sentivo un nodo allo stomaco. Era brutto ricordare ciò che avevo sentito. Ciò che era successo. Ciò che pensavo non sarebbe accaduto mai.
Richard, questo era il suo nome. Era il ragazzo più stupendo di tutta la Terra. Era lui che mi aveva messo il sorriso sulle labbra, mi aveva fatto capire che cos'è l'amore, quello vero. Ed era l'unico che mi faceva stare bene. Ma bene per davvero. Era un tipo sveglio, non fumava, non beveva. Era uno di quelli diversi, non era come tutti gli altri. Non gli importava la discoteca e nemmeno le ragazze che ballavano la lap dance. A lui importava solo di me, dei suoi amici e della sua famiglia. Aveva i capelli castani, ricci, che mi piacevano tanto. Era alto 1.86, aveva quegli occhi verdi che mi facevano sognare, di quel verde smeraldo, che mi incantavano, mi ci perdevo dentro. Quelle labbra così morbide, che mi piaceva toccare con le mie labbra, per formare il bacio più dolce del mondo. Sentivo che era lui l'uomo perfetto per me, colui che poteva essere il padre dei miei futuri figli. 
Ma, quel pomeriggio, me lo avevano portato via, per sempre. Stava guidando la macchina, aveva già la patente da due anni. Stava venendo da me, per salutarci, visto che il giorno dopo sarei partita per una vacanza a Madrid. Era sull'autostrada, quando un uomo gli andò addosso con la macchina e uscì dalla strada, andando a sbattere contro un albero. Stava andando così veloce che la macchina, andando a sbattere, si ridusse in poltiglia. Quell'uomo non si fermò, andò per la sua strada. A chiamare l'ambulanza fu una donna che vide l'accaduto e si fermò. Disse che era cosparso di sangue sulla faccia e sulla camicetta bianca. Quella camicetta bianca che gli avevo regalato il giorno del suo compleanno. Chiamò subito il 118, ma quando provò a sentire il battito cardiaco, non c'era nessun segno. Lo portarono in rianimazione, ma dopo 20 minuti, lo dichiararono morto. Morto sul colpo. Lo scoprì un'ora più tardi. Mia madre all'inizio non riuscì a dirmelo. Ma poi venne in camera mia. Stavo parlando al telefono con una mia amica.
-Tesoro, metti giù quel telefono!
-Mamma, sto parlando con Jennifer un attimo!
-Lucinda, METTI GIU' SUBITO QUEL TELEFONO!
La sua voce si alzò, e mi fece paura. Mi faceva paura anche la sua faccia. Misi giù il telefono.
-Mamma, mi stai preoccupando. Che succede?
-Si tratta di Richard, Luce.
Stavo tremando.
-Mamma, che succede? Cos'è successo a Richard?
Si fece bianca in faccia.
-MAMMA!
-Ha... ha fatto un'incidente stradale, è andato a sbattere contro un albero e...
-E...?
-E' morto sul colpo. Mi dispiace, amore! Davvero, mi dispiace!
Diventai bianca come il latte. Richard... ERA MORTO? SERIAMENTE? Mi scesero le lacrime, rimasi immobile. Non riuscivo a parlare. Ero rimasta sconvolta. Corsi e andaii dritta in camera, chiusi la porta a chiave e mi misi in un angolo, a piangere. Mia madre che bussava alla porta.
-Luce, apri subito la porta.
-LASCIAMI STARE! - urlai con tutte le forze che mi erano rimaste.
Ero troppo spaventata, Richard non c'era più. Era morto. E ora non sapevo il motivo della mia esistenza. Era colpa mia se aveva fatto l'incidente, stava venendo da me. Non meritava di morire. 
Stetti in quell'angolo per ore. Senza parlare con nessuno. Arrivarono le 8 di sera.
-Amore.
Era la voce di mia madre.
-E' pronta la cena.
-Non ho fame, mamma.
-Amore, prima o poi dovrai uscire da...
Non le feci finire la frase.
-MAMMA NON VOGLIO USCIRE DI QUI MAI PIU'.
-Luce, non puoi stare lì per sempre.
-SI INVECE, TANTO ALLA FINE ADESSO QUAL E' IL MOTIVO DELLA MIA ESISTENZA? SONO L'ERRORE DEL MONDO. NON DOVEVO NASCERE. ADESSO NESSUNO POTRA' MAI ESSERE COME RICHARD, NESSUNO!
Non sentii più la voce di mia madre, e le lacrime continuavano a scendere. Non volevo l'aiuto di nessuno. Staccai persino il telefono.
Si fece l'una di notte. Decisi di sdraiarmi sul letto, ma non dormii per niente tutta la notte. Continuai a piangere ed a pensare che niente e nessuno mi avrebbe fatto ritornare quella di una volta.
 
Nessuno, poteva riparare il mio cuore.

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Capitolo 2
*** Partenza per Madrid. ***


Era mattina, avevo ancora lacrime che scendevano dai miei occhi. Era dal pomeriggio del giorno prima che non uscivo dalla mia camera. Erano le 6:30. Oramai avevo pagato per andare a Madrid, non potevo non andarci. Anche se non avrei mai voluto abbandonare camera mia. L'unico posto dove nessuno poteva vedermi piangere e vedere il mio crollo. Non avevo più un cuore. Sentivo che i miei sentimenti erano svaniti. Non volevo più nessuno. Amici, famiglia e amore erano momentaneamente fuori dalla mia vita. Volevo essere sola, dovevo ragionare su come potesse andare avanti la mia vita senza Richard, l'uomo della mia vita. E non ringrazierò mai quella persona lassù, nell'alto dei cieli. E io che ero persino credente, mai più! Mi aveva portato via la persona che tenevo più al mondo. Non avrei mai più pregato. Alla fine non ne avevo motivo. Decisi di non volermi più innamorare di nessuno. 
Cominciai a fare la valigia, visto che il giorno prima non avevo le forze necessarie per farlo. Avevo anche un sonno pazzesco. Non volevo fare tanto rumore, visto che mia madre ancora dormiva. Andavo a Madrid non solo per una piccola vacanza, ma per cercare mio padre, avevo scoperto che abitava a Madrid. Da quando lo scoprii, quindi 4 anni fa, decisi di studiare lo spagnolo e decisi che un giorno sarei andato a cercarlo e nessuno mi avrebbe fermato. Ovviamente mia madre non sapeva che sarei andata lì per quel motivo. Le dissi anche che andavo con le mie amiche, ma ovviamente mentii. Andavo solo io. Raccimolai tutti i soldi necessari per partire. Non so come sia mio padre. Ma sta di fatto che decise di tenere il mio stesso cognome, Fellington. Così era più facile da trovare, sicuramente. Misi nella valigia tutto ciò di cui avevo bisogno. Avevo preso il biglietto di sola andata. Il ritorno, non lo volevo prevedere. Non volevo abbandonare mia madre, io le volevo bene, e lei voleva sicuramente bene a me. Ma avevo bisogno di pensare, anche se non ci fosse stata la morte di Richard. Avevo troppi pensieri nella testa. A scuola ero vittima di bullismo, mi chiamavano tutti 'zoccola' o 'troia' solo perchè un giorno rimasi incinta di Richard, però mia madre decise di farmi abortire. Quanto vorrei non averlo fatto. Bè, diciamo che ci sarebbero state cose positive e negative. Non poteva crescere senza un padre accanto, e io non mi sentivo abbastanza pronta per essere madre. Ma, se non avessi abortito, almeno avrei rivisto in quel bellissimo bambino il mio Richard, avrebbe avuto un po' di lui nel fisico, e magari anche nel carattere. Chissà, magari avrebbe avuto gli stessi occhi splendidi di Rich. Ma quel pensieri mi stavano facendo solamente del male.
Okay, era tutto pronto. Avevo preso tutto quello che mi capitava fra le mani e lo mettevo nella valigia. Decisi di non truccarmi, tanto non sarebbe più servito. Tanto alla fine la matita avrebbe sbavato nuovamente per colpa delle lacrime che scendevano in continuazione.
Girai la chiave, aprii la porta e vidi mia madre davanti a me. Eravamo faccia a faccia. Non volevo dire niente.
-Amore, come ti senti?
La voce di mia madre, non so... mi mise tranquillità. Ma non c'era niente per cui essere tranquilli. Appoggiai la valigia per terra e la abbracciai. Le diedi un abbraccio molto forte, mi doveva bastare per tutti quei giorni che restavo a Madrid. Lei ricambiò l'abbraccio.
-Ti voglio bene, mamma.
Mi uscii questa frase con un filo di voce, ma mia madre la sentii lo stesso.
-Ti voglio bene anche io, Luce! E non immagini quanto.
Mia madre mi era sempre stata accanto, anche nei momenti difficili, come appunto la gravidanza. Non so se avrei resistito sufficientemente senza di lei in questo lungo viaggio. 
-Promettimi che mi chiamerai ogni giorno.
-Te lo prometto, mamma. Lo sai che senza di te non ce la farei.
-Stai attenta amore. Sempre!
-Lo so, mamma. Sono abbastanza grande.
-E ti prego, cerca di liberare la mente. Spero che il dolore sparisca presto. Non meriti di stare male, lo sai.
-Mamma, non voglio più essere credente.
-Ti posso capire amore.
Si fecero le 7. Avevo il volo alle 9. Quindi decisi di fare una colazione veloce.
-Amore, ti posso accompagnare io?
All'inizio avevo pensato a guidare io, da sola. Ma poi pensai che con tutto il dolore che provavo, non sarei riuscita. E poi almeno avrei passato ancora qualche minuto in più con lei.
-Si, mamma.
Mia madre mi aiutò a mettere le valigie in macchina. Amavo la sua macchina, era una Jeep. Aveva il baule più grande di tutte le altre macchine. Poteva contenere tantissima roba. Entrammo in macchina. Mia madre accese il motore, e partimmo.
-Allora tesoro, qual è in realtà il motivo per cui vai a Madrid?
Dovevo per forza mentire, non potevo dirle che andavo a cercare mio padre. Insomma, non so come l'avrebbe presa.
-Una piccola vacanza, mamma! Diciamo che poi voglio conoscere posti nuovi. Lo sai che amo viaggiare, no?
-Si, amore lo so!
Non so come, ma mia madre in quel momento non mi fece pensare alla morte dell'amore della mia vita. Mi stava facendo passare il dolore. Ma tanto, sapevo che poi il dolore sarebbe tornato. Comunque, sta di fatto che mia madre poteva essere il mio angelo, colei che mi tirava sempre su di morale, e non diceva mai niente di sbagliato.
Ci mettemmo circa 20 minuti per arrivare all'aeroporto.
-Amore, ma non mi hai detto quando torni.
-Tra una settimana, mamma...
Mentii ancora. Mia madre in quel momento non meritava le mie bugie. Stavo facendo del male non solo a lei, ma anche a me stessa. Speravo di non mettermi nei guai.
-Amore, mi raccomando! Stai attenta, e appena arrivi, chiamami e dimmi com'è il posto!
-Certo mamma! Come potrei non farlo?
-E... amore? 
-Si.
-Torni tra una settimana, giusto?
-Si, perchè?
-Tra una settimana c'è il funerale di Richard.
Oddio! Non ci avevo neanche pensato! E adesso che non avevo il biglietto di ritorno, come facevo? Non potevo mancare. Dovevo dare l'ultimo saluto all'amore della mia vita!
-Ehm........ ci sarò.
Speravo di trovare una soluzione durante la vacanza. Magari nel borsello avevo abbastanza soldi per un altro biglietto. Tirammo giù la valigia dalla macchina e io e mia madre ci abbracciammo.
-Scusa se lo ripeto, Luce, ma ti voglio bene!
-Anche io mamma. E grazie, per essermi stata vicina. Avrei voluto che in questo momento ci fosse stata anche una figura paterna.
Non so perchè dissi questa frase, ma sta di fatto che mia madre mi guardò un po' male, forse perchè aveva ripensato a lui, a quell'uomo che nella mia infanzia, e per questi 18 anni della mia vita, non c'era mai stato.
-Lo so amore. Lo so.
Sapevo che non avrebbe voluto parlare di quell'argomento. Non ne aveva voglia. Non mi aveva mai parlato di lui. Ma sapevo che in questi giorni di vacanza avrei trovato tutte le risposte di cui avevo bisogno.
Ci salutammo.
-Mi raccomando amore, chiamami!
-Si mamma!
Feci il check-in e tutto. Salimmo mezz'ora prima, visto che il volo era stato anticipato. Avevo preso un posto in prima fila perchè avevano fatto un piccolo sconto. Mi allacciai la cintura. L'aereo cominciò a decollare. Mi addormentai, visto che tutta la notte non dormii. E, ovviamente, ripensai a tutti i momenti con Richard. Quei baci così intensi, pieni di amore, quegli abbracci così caldi di cui avevo sempre bisogno e che solo lui sapeva dare, quell'attrazione fisica che c'era tra di noi, che non svaniva mai. Quando facevamo l'amore, mi faceva sentire sua, solo sua, in quei momenti eravamo una cosa sola. Sentii che mi stava scendendo una lacrima. Ma capii da quel momento che lui da lassù mi guardava, e non avrebbe voluto che io piangessi. Dovevo essere più forte.
 
Questo viaggio, avrebbe cambiato per sempre la mia vita?

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Capitolo 3
*** Dave, il ragazzo di NY. ***


Come potete aver capito, Fellington è un cognome straniero, precisamente americano. Infatti abitavo in America, precisamente a NY, e da lì avevo preso l'aereo per andare verso Madrid. Ci misi quasi 7 ore e mezza, e nonostante i pensieri che mi invadevano la mente, riuscii a dormire almeno 6 ore, quasi tutta la durata del viaggio. 
Atterrammo. Ero abbastanza emozionata, perchè potevo davvero conoscere una città che non avevo mai visto. E anche se non avevo portato con me nessun conoscente, potevo cercare di ritrovare me stessa, no?
Il mio orologio segnava le 4 e mezza del pomeriggio, ma contando che tra NY e Madrid c'erano sei ore di differenza, erano le 8 e mezza di sera. Quindi cominciai ad adattarmi all'orario.
Avevo anche pagato un tassista che mi accompagnasse almeno per una settimana in giro per la città. Mise le valigie sulla macchina, e ci dirigemmo verso l'hotel a tre stelle 'Best Western Hotel Villa De Barajas', che si trovava abbastanza vicino all'aeroporto. Avevo visto una bellissima offerta e decisi di prenotare lì il mio soggiorno, di almeno una settimana. In poche parole, dovevo tornare per forza il sabato dopo perchè se no, dove stavo? Quindi mi diedi una data di scadenza, e se entro quel giorno non trovavo mio padre, dovevo tornare a casa seriamente. E poi pensai al funerale di Rich. Ci dovevo per forza andare, se no lo avrei avuto sulla coscienza per tutta la mia intera vita. Io lo amavo, seriamente. Ecco, quindi anche se trovavo mio padre, dovevo comunque tornare. Avevo le idee abbastanza confuse. Avevo Richard, mio padre e il ritorno a casa tutte nella testa in una sola volta.
Arrivammo all'hotel.
-Si necesita un taxi, tienes que llamarme. (Se hai bisogno del taxi, devi chiamarmi).
-¡Por supuesto! ¡Muchas gracias! (Certamente! Grazie Mille!).
Tirò giù dalla macchina le valigie.
-¿Cuánto cuesta el viaje? (Quanto costa il viaggio?)
-Tranquila. Tù pagas cuando has hecho todos los viajes. (Tranquilla. Tu paghi quando hai fatto tutti i viaggi).
-¡De acuerdo! ¡Nos vemos! (D'accordo! Ci vediamo!)
Ero così tranquilla nel parlare lo spagnolo. Dopotutto lo avevo studiato molto duramente e concentrandomi al massimo, proprio per occasioni come queste. Ed ero contenta di essermi fatta capire e per aver capito tutto. Alla fine il mio studio aveva dato degli ottimi frutti!
La facciata dell'albergo era bianca, e all'entrata c'era un tappeto rosso. Non so, in quel momento mi sentivo un po' importante. Forse perchè sin da bambina avevo la passione per il canto e per la recitazione, e avevo sempre voluto camminare su un red carpet. Ma per il momento ero solo un sogno. Fino ad un anno fa andai a scuola di canto. Poi però non ebbi più tempo, ed abbandonai. Però avevo avuto qualche idea, tipo fare qualche provino. Ma non ci avevo pensato abbastanza. Comunque, tornando all'hotel, che già dalla facciata mi piaceva tanto... Appena entrai capii che avevo prenotato al posto giusto, era molto accogliente. Feci le scale dell'entrata e mi ritrovai alla reception, le pareti erano di un rosso carminio laccato lucido che mi piaceva tantissimo, il pavimento era formato da mattonelle di un marrone scuro, c'erano persino dei divanetti bianchi, con accanto un tavolino con una serie di giornali e dei tappeti con sopra dei fiori che riportavano il colore della parete. Cominciava a piacermi da morire questo hotel, avevo prenotato proprio nel posto giusto! Andai dal proprietario dell'hotel!
-Hola. ¿Ella es el dueño del hotel? (Salve, è lei il proprietario dell'hotel?).
-¡Sí! ¿Puedo ayudarla? (Si! Posso aiutarla?)
-Sí, he reservado una habitación para mí. (Si, ho prenotato una camera per me).
-¿Còmo se llama? (Come si chiama?)
-Lucinda Fellington.
-Ella tiene la habitación número 112. Por error, hemos reservado una habitación con cama de matrimonio, pero el precio es para el individual. Está bien? (Lei ha la camera numero 112. Per sbaglio, abbiamo prenotato una camera con letto matrimoniale, però il prezzo è di quello individuale. Va bene?).
-¡Sí, no hay problemas! Gracias. (Si, non ci sono problemi! Grazie.)
-De nada. ¡Buena estancia! (Di niente. Buon soggiorno!)
Andai verso l'ascensore. C'era un cartello.
'Primo piano: dalla 1 alle 50;
Secondo piano: dalla 51 alla 100;
Terzo piano: dalla 101 alla 150'.
Perfetto, dovevo andare al terzo piano. Chiamai l'ascensore. Vidi un uomo, aveva anche lui le valigie, e si vedeva che non era spagnolo. Era abbastanza bello, come uomo. Aveva i capelli castani, gli occhi color nocciola, era abbastanza alto e si poteva vedere che andava in palestra, aveva un bel fisico. Poteva avere tra i 20 e i 25 anni di età. Ci guardammo per un millesimo di secondo, sentivo che i suoi occhi erano su di me.
-Mi scusi, lei parla la mia lingua?
Aveva l'accento americano, ne ero sicura. Non era inglese.
-Si certo. E' americano?
-Si, sono di NY.
-Veramente? Anche io sono di NY!!
-Eppure non l'ho mai vista una donna bella come lei.
Mi sentii un po' in imbarazzo.
-Oh, mi perdoni, comunque mi chiamo David, ma mi chiami pure Dave.
-Piacere, Lucinda, ma può chiamarmi Luce. E non mi dia del lei, non ho mica 40 anni!
Ci mettemmo a ridere.
-Allora, diamoci pure del tu! A che stanza sei?
-Sono alla 112. Tu?
-Io sono alla 113! Che fortuna! Ho una donna splendida come vicina!
-Grazie mille! Anche tu sei un bel ragazzo.
Arrivò l'ascensore ed entrammo.
-Scusami, Dave, ma quanti anni hai?
-21 anni e tu?
-Io ne ho 18, quasi 19.
-Ah, non abbiamo tantissima differenza di età!
-Si infatti!
Arrivammo al terzo piano. C'era un altro cartello.
'Destra: dalla 101 alla 125'
Sinistra: dalla 126 alla 150'.
-Bene, dobbiamo andare tutti e due a destra! - disse Dave.
Avevo già in mano le chiavi. Vedevo che anche Dave le stava prendendo. Poi mi guardò.
-Che ne dici se tra 30 minuti ci facciamo una piccola passeggiata? C'è un bellissimo cielo stellato. E poi vorrei conoscerti meglio.
-Certo, con piacere!
Entrai nella stanza e chiusi la porta. Mi buttai sul letto. Poi ripensai a quello che era appena accaduto... MA CHE CAVOLO STAVO FACENDO? IO AVEVO APPENA PERSO L'UOMO DELLA MIA VITA! COLUI CHE MI FACEVA STARE BENE 24H SU 24, CHE MI ERA SEMPRE STATO ACCANTO! NON POTEVO GIA' RIMPIAZZARLO COSI'! ERA APPENA PASSATO UN GIORNO DALLA SUA MORTE! Però alla fine... Dave poteva essere mio amico, no? Non per forza il mio futuro ragazzo. Anche se non potevo nascondere il fatto che in lui c'era un certo fascino. Ma avevo capito che da quel momento avrei dovuto pensare di più alle mie azioni. E poi non ero ancora pronta ad avere una nuova relazione. 
Presi il telefono e chiamai mia madre.
-Ciao mamma, sono arrivata!
-Ciao amore! Allora, come ti sembra per adesso il posto?
-Devo dirti che per ora ho visto solo l'hotel, ed è stupendo!
-Sono contenta per te! Hai dormito sull'aereo?
-Si, quasi tutta la durata del viaggio. Sono riuscita a dormire, fortunatamente.
-Sono contenta anche del fatto che tu comunque ti sia rialzata. Ti sento più forte, amore. Che è successo?
-Sull'aereo ho capito che Richard da lassù mi vede e non vorrebbe vedermi piangere in continuazione. E vorrebbe solo la felicità per me.
Poi ovviamente dovetti raccontare a mia madre quello che era successo 10 minuti fa. E le dissi che avevo anche paura che potesse arrivare un innamoramento troppo vicino alla morte di Richard.
-Amore, devi stare tranquilla. Nessuno ti obbliga ad iniziare una relazione adesso. Magari questo ragazzo può piacerti. Ma può essere sempre un amico. Se pensi di piacergli, dovresti raccontargli di Richard, e secondo me capirà e ti starà accanto. E magari tra qualche anno potrai ricominciare ad amare.
-Ovviamente, mamma, non amerò mai nessuno come ho amato Rich. 
-Questo lo so amore. Hai preso la forza da me. Anche io quando mi separai da tuo padre...
Mi stava parlando di papà, cosa che non aveva mai fatto. Non vedevo l'ora di sentire cosa aveva da dire.
-... ero molto giù. Certo, era un brav'uomo, ma non andavamo sempre d'accordo. E non voleva avere un bambino. Quindi, decise di andare via. E non volevo crescerti senza un padre. Però alla fine andò così. E sono fiera di me stessa, perchè ho dato al mondo una donna meravigliosa. Quando tornerai a casa, voglio parlarti con calma di una cosa. Tu intanto cerca di capire com'è questo ragazzo. Poi domani mi dici cos'è successo, va bene?
-Certo mamma. Grazie mille. Grazie a te, sono più forte che mai. 
Quando finì la chiamata, decisi di farmi una doccia velocissima, mi raccolsi i capelli in una coda di cavallo, mi misi una bella t-shirt, un jeans, le converse, ed ero pronta. Ma... mi stavo facendo bella per Dave? Perchè lo stavo facendo? Lui si, mi piaceva, ma poco. Non lo conoscevo ancora. E amavo Richard. 
Era ora. Sentii qualcuno bussare alla porta. Aprii, era Dave.
-Allora, sei pronta?
-Si, certo!
-Sei vestita in modo sportivo. Mi piace!
-Se dobbiamo camminare, mica potevo mettere i tacchi.
-Ed hai completamente ragione.
Decidemmo di fare le scale, uscimmo dall'hotel e cominciammo a camminare.
-Allora Dave, perchè sei qui?
-Ho deciso di andare via dalla mia famiglia. Non riuscivo più a stare in quella casa. Sempre litigi. E la colpa è sempre mia. Infatti stavo fuori di casa il più possibile, e i miei se ne accorsero. Poi la mia ragazza mi mollò per un altro. Poi non avevo abbastanza soldi per una casa, ma avevo abbastanza soldi per stare una settimana in un hotel. 
Così mi raccontò un po' della sua vita.
-E tu, invece? Perchè sei qui, Luce?
-Diciamo che ci sono tantissimo motivi per cui io sia qui. 
Così gli raccontai tutto, della mia infanzia, di Richard, di mio padre... di tutto.
-Mi dispiace moltissimo per il tuo ragazzo. 
-Si, infatti penso di rimanere single finché non mi sentirò pronta ad avere una relazione.
-Bè, nessuno ti ha detto che devi per forza avere una relazione adesso. Però vedo che adesso stai abbastanza bene, nonostante tu abbia perso l'uomo della tua vita.
-Grazie a mia madre. E al fatto che so che Rich, anche se non lo vedo, c'è. E non vorrebbe vedermi triste. Me lo diceva sempre. Diceva 'qualsiasi cosa accada, tu non ti abbattere, perchè io ti voglio vedere felice. Sempre.'.
Mi scese una lacrima.
Sentii delle braccia che mi avvolgevano, erano quelle di Dave. Decisi di abbracciarlo anche io, così mi sfogai. 
-Stai tranquilla. Troveranno il colpevole, ne sono sicuro. A NY sono abbastanza bravi a risolvere i 'misteri'. 
-Si, è vero. 
Dave aveva un buon profumo maschile. Mi piaceva. Quando finì l'abbraccio, vidi che gli avevo bagnato la maglietta.
-Perdonami Dave, se ti ho bagnato la maglietta con le mie lacrime.
-Ma non ti preoccupare. Davvero! Sono comunque contento di aver aiutato una persona. Tu non meriti di stare male, lo sai vero?
-Me lo dice sempre mia madre. E forse è vero. Io alla fine faccio moltissimo per la gente.
-Comunque, sappi che io ci sono per te. Anche durante la notte, se ti viene in mente un dubbio o qualcosa del genere, vieni a bussare alla mia stanza, va bene?
Dave era così gentile e così dolce, mi stava piacendo.
-Grazie mille! E' gentile, da parte tua.
Ci stavamo guardando negli occhi. Si, non era proprio male. Ma al massimo lo volevo come amico, per adesso. Il dolore doveva passare velocemente, e fortunatamente riuscivo a nasconderlo. Ritornammo all'hotel, andammo nelle nostre camere.
-Buonanotte, Luce.
-Buonanotte, Dave. E grazie mille, io...
Si avvicinò e mi abbracciò.
-Di niente. Sono contento di averti aiutato.
Ci guardammo negli occhi, nuovamente. Sentii un brivido.
-Ci vediamo domani.
-Certo, Luce. Siccome conosco Madrid più di te, ti porto in un posto. Va bene?
-Certamente! 
Mi prese la mano, la aprii e ci mise dentro un foglietto.
-Tranquilla, è il mio numero di telefono.
Gli sorrisi.
Entrai in camera, la chiusi bene bene, mi misi sul letto e sorrisi. C'era lo specchio davanti a me e vedermi sorridere era strano. Richard non poteva essere scomparso così, dal nulla. Io lo amavo, ancora. Lo potevo sentire questo amore dentro di me. Eppure ero felice. Era tardi, spensi la luce, mi misi nel letto e pensai alla serata. Ripensai a quel momento che Dave mi consolò. Ripensai a quando ci guardammo negli occhi, a quel brivido che mi era venuto. 
 
Dave mi stava facendo dimenticare così in fretta Richard?

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Capitolo 4
*** La dichiarazione di Dave. ***


Mi svegliai, erano le 9 del mattino. C'era un sole che spaccava le pietre, e mi ero svegliata con un umore abbastanza buono. Era una cosa che mi mancava. Tutta la notte avevo pensato all'amore per Rich e a quello che stavo cominciando a provare per Dave. Stavo pensando che non poteva piacermi Dave così tanto. Con la morte di Rich, pensavo che tutte le mie emozioni sarebbero svanite per sempre, che il mio cuore non poteva essere riparato da nessuno, e questi pensieri volevano farmi credere che il mio amore per Rich non era vero. Ma era tutta follia, io lo amavo. Era stato il primo uomo per me. Perchè non avrei dovuto amarlo seriamente? Era stupendo! Solo lui sapeva fare determinate cose. Ma non so, è come se Rich si fosse reincarnato in questo Dave, ma mille molte meglio. Ma non potevano avere la stessa anima. 
Mandai via tutti quegli odiosi pensieri. Tanto poi ci avrei ripensato in un altro momento. Alle 10 c'era la colazione. Quindi decisi di mettermi comoda, soprattutto perchè oggi facevo la gita con Dave, ero abbastanza nervosa, non sapevo dove mi avrebbe portata. Andai in bagno e decisi di truccarmi leggermente. Sentii un fruscio, andai nella camera da letto, e vidi che vicino alla porta c'era un foglio.

'Ho chiesto al proprietario dell'hotel di mettere i nostri due tavoli assieme, quindi faremo colazione, pranzo e cena assieme questa settimana. Ci vediamo di sotto!
-Dave'

 
Sorrisi. Mi sarebbe piaciuto fare i pasti più importanti della giornata con lui, magari lo avrei conosciuto ancora meglio, e magari avrei conosciuto i suoi gusti, cosa gli piaceva o non gli piaceva mangiare.
Erano le 10 ed ero pronta. Bussai alla porta di Dave. Ma già era andato giù. Allora lo raggiunsi. Entrai nella sala, lo vidi. Era ancora più affascinante del giorno prima. Aveva una canottiera grigia, che faceva risaltare i muscoli delle sue braccia, dei pantaloni neri, delle scarpe da ginnastica bianche, i capelli erano spettinati e aveva un viso da persona piuttosto serena. Solo a guardarlo, mi venne caldo. Mi vide e mi sorrise. Gli andai incontro.
-Buongiorno, Dave.
-Buongiorno a te, Luce.
Ci demmo un bacio sulle guance. 
Il tavolo era quadrato e le due sedie erano una accanto all'altra, non una di fronte all'altra. Quindi, se mi sedevo accanto a lui, lo avrei sentito ancora più vicino. Mi sedetti. Cominciai ad avere ancora più caldo. Si girò verso di me, ci guardammo negli occhi per un po' di tempo.
-Hai messo un po' di trucco vero?
-Si, se no sembro una morta. Di prima mattina, sono davvero orribile.
-Secondo me no. Un giorno dovresti stare senza trucco. Scommetto che sei bella anche senza.
Diventai rossa come un peperone. Ecco il primo complimento della giornata.
-Stanotte non sei venuta da me. Quindi non hai avuto problemi, vero?
-Diciamo che ci sono stati certi pensieri che mi hanno messo dei dubbi. Al massimo stasera vengo in camera tua e ne parliamo. Ti va?
-Certo, sarò all'ascolto. Lo sai che mi piace aiutarti.
Mi venne un brivido, mi stava piacendo tanto. E lui si accorse del brivido.
-Hai freddo, Lu?
-No. Perchè questa domanda?
-Ho visto che ti è venuto un brivido.
-Ah si?... non ci ho fatto nemmeno caso!
-Stasera poi in camera vorrei parlarti di una cosa, molto importante. E spero che tu non la prenda male. 
Arrivò la nostra colazione. Nel vassoio c'era di tutto: marmellata di fragole e di albicocche, delle fette biscottate, il thè al limone, lo zucchero, il latte e il caffè.
-Luce, tu di solito cosa mangi a colazione?
-Diciamo che alla mattina di solito non ho mai tempo per fare colazione. Ma mi va bene anche il thè al limone zucherato con le fette biscottate. E magari un po' di marmellata di fragole.
-Certo, te li passo subito. Io invece sono tipo da caffè macchiato. Mi piace moltissimo. E... la marmellata di fragole è la mia preferita.
-Anche la mia! Vedi? Già qualcosa in comune!
Cominciammo a mangiare.
-Luce, ma quindi tu rimani esattamente una settimana, come me?
-Si.
-In che via abiti di NY?
-Io abito a Worth Street. E tu?
-Davvero? Allora non siamo lontani! Io abito a Barclay Street!
-Seriamente? Conosco quella via! Eppure non ti ho mai visto a NY!
-Nemmeno io ho visto te. Sai, con tutta la gente che c'è in quella città, compresi i turisti...
-Si infatti.
-Sabato prenderò l'aereo delle 9. 
-Dave, io ho un problema. Non ho il biglietto di ritorno.
-Sei fortunata. Pensa che dovevo venire qui con la mia ragazza e ho i suoi biglietti di andata e ritorno. Quindi se vuoi, possiamo tornare a NY assieme.
-Wow! Certo, accetto volentieri! 
Finimmo tutto in fretta.
-Guarda, se vuoi ti faccio io da guida questa settimana. Però dovremmo farcela a piedi.
-No, invece. Ho 'affittato' un taxi per una settimana. Io chiamo e il tassista mi viene a prendere e mi porta ovunque io voglia. Sabato poi gli pago tutti i viaggi. Ed è molto economico!
-Splendido! Allora chiamalo subito e chiedigli se può portarci al Parco Guell. E' un parco municipale, ci andai da bambino con mio nonno, lì mi piaceva parlare con lui ed era un posto rilassante. Ti va bene?
-Volentieri. Non vedo l'ora di sapere qualcosa ancora in più su di te.
Allora chiamai il tassista e gli chiesi di portarci a questo parco.
-Mi fa lo squillo quando è all'entrata.
Andammo sul divanetto all'entrata. Presi un giornale e cominciai a leggere. Lui invece si girò verso di me, mi sentivo osservata.
-Luce?
Mi girai. I nostri occhi si incontrarono.
-Si?
-Ti da fastidio se ti guardo?
Arrossii.
-No. Anche se non capisco perchè mi guardi.
-Perchè sto andando indietro nel tempo. Non è proprio possibile che io non abbia mai visto una donna affascinante e dolce come te.
-Smettila di farmi tutti sti complimenti. Mi fai arrossire!
Sentivo che si avvicinava un po'.
-Devo smettere di farti complimenti?
Lo disse con una voce così sexy e rauca, che mi venne la pelle d'oca. Lo guardai.
-E chi ha detto che non mi fanno piacere?
-Non lo so. 
Chiusi il giornale, lo misi sul tavolo e ci guardammo nuovamente.
-Penso di non riuscire ad aspettare fino a stasera per dirti quello che ho da dire.
Il mio cuore cominciò a battere a mille. Speravo in una cosa tipo 'mi piaci' o 'mi sto innamorando'. Ma non volevo illudermi. Non vedevo l'ora di sapere cosa voleva dirmi.
-Se vuoi dillo adesso.
Sentii lo squillo del tassista.
-Ecco, mi sa che dovrò aspettare stasera.
-Decisamente.
Uscimmo dall'hotel ed entrammo nel taxi.
-¿Cómo está, señorita? (Come sta, signorina?).
-Bien bien, gracias! (Bene bene, grazie!).
-¿El es su amigo? (Lui è un suo amico?).
-Si si, se llama Dave. El es americano, como yo. (Si si, si chiama Dave. Lui è americano, come me).
Dave mi guardava, scioccato.
-Una americana che parla spagnolo?
-Si, ho cominciato a studiarlo quattro anni fa, così non avrei avuto problemi venendo qui in Spagna.
-Lucinda, oddio, ma io sto rovinando tutto. Sto rovinando i tuoi progetti, il motivo per cui tu sei qui è tuo padre! 
-Dave, ho tutta la settimana per cercarlo.
-Vorrei darti una mano.
-Certo, accetto volentieri il tuo aiuto. Qualche voce mi ha detto che lui abita vicino all'università della città. Quindi penso che li sarà facile trovarlo. Dave, ma come fai di cognome?
-Maylor. Il mio nome intero è David John Maylor. John me l'hanno dato perchè si chiamava così mio nonno. E il tuo nome per intero è...
-Lucinda Katleen Fellington. Katleen era il nome della prima figlia che ha avuto mia madre. Al 70% poteva esserci un aborto spontaneo, mentre al 30% poteva nascere morto e mia madre poteva rischiare di morire. La bambina nacque, ma era già morta. Mia madre voleva chiamarla Katleen, che è poi diventato il mio secondo nome.
-Oddio, mi dispiace tanto per tua madre.
-Adesso mi conosci meglio di chiunque altro. Non ho mai raccontato, nemmeno alla mia migliore amica, di tutta la mia intera vita. Mi piace confidarmi con te. 
-E sono contento che sia così.
Pensai che nemmeno a Rich avevo raccontato di questa storia. Quindi per mia madre non ero la prima figlia. Però quella bambina l'aveva avuto quando era giovane, a 19 anni se non sbaglio. E l'uomo non era mio padre.
Arrivammo a questo parco che Dave voleva tanto vedere.
Uscimmo dal taxi e entrammo in questo parco. Me ne innamorai subito. Era stupendo, era del 1900 ed era il più bello che avessi mai visto in tutta la mia vita. In quel momento mi innamorai di tutto ciò che aveva fatto Antonio Gaudì. Avevo visto le opere di un architetto favoloso. Sembrava un sogno quel parco. 
Trovammo un posto in cui sederci, e parlammo del più e del meno.
-Vuoi parlarmi di quello che hai pensato stanotte o preferisci parlarmene adesso? Qui magari le idee diventano più chiare e comprensibili.
Allora parlammo di quei pensieri che dicevano che non amavo davvero Rich, e quei pensieri mi facevano venire l'ansia, come se non sapessi ancora che cos'era l'amore.
-Prova a pensarci, Luce. Non è che i tuoi pensieri ti stanno dicendo qualcosa? Forse cercano di aprirti gli occhi e di dirti che l'amore che provavi per lui era falso.
-Forse lo amavo di più per il suo fisico che per il suo carattere. Oddio... David, io non lo amavo proprio per davvero.
-Fammi capire.
-Cominciai a frequentarlo perchè le persone che lo conoscevano mi dissero che era uno dei più ricchi di NY. Aveva una casa enorme, e mi faceva sentire una principessa. 
-E' possibile che tu lo potessi amare per soldi?
-Io... Oddio, sono troppo stupida, porca miseria! Ecco perchè l'ho dimenticato subito. Poi non mi piaceva tanto la sua famiglia, però sapevo che se lo avessi sposato, non avrei mai avuto una crisi. Oddio, sono proprio una cretina! Mi sento uno schifo. Quindi non era amore vero. E lui stava con me... solo perchè gliela davo! 
-Sicuramente non è così, Luce. Secondo me c'era qualcosa che amava davvero di te. Non si è messo solo con te per la verginità. Se no non sarebbe stato con te per due anni e passa.
-E se non avesse avuto solo me come fidanzata? Se fosse stato un bugiardo? Sai che c'è? Lo scopriamo subito. Chiamo mia madre per indagare. Mi vengono dei sospetti. Infatti c'era qualche cosa che non andava.
Chiamai mia madre e le dissi di tutta questa faccenda. Poi mi allontanai un attimo di Dave per parlarle della sera prima e del momento della colazione.
-Amore, allora adesso contatto un paio di persone. Domani poi mi chiami e ti dico se ci sono novità, va bene? E divertiti con Dave. Scommetto che ti fa stare bene quel ragazzo.
-Mamma, lui non mi fa stare bene. Lui mi fa stare divinamente. Sento che il mio cuore si sta riparando, sento che è lui la medicina.
-Fai quello che ti senti giusto. Se dovesse nascere qualche cosa non è troppo presto. Alla fine l'amore e l'attrazione non la puoi fermare. Ma dimmi una cosa. Ti piace Dave solo perchè ti manca stare con qualcuno?
-No mamma. Mi piace Dave perchè mi fa sentire amata, mi fa sentire bene, poi mi sta trattando benissimo, è un gentiluomo. Poi quando torniamo a NY vorrei fartelo conoscere. Va bene?
-Certo tesoro. Però ti dico che sento positività nell'aria. Non fartelo scappare.
-Sicuramente mamma. Ci sentiamo. A domani. Ti voglio bene!
-Anche io tesoro. Che la fortuna sia con te!
-E con te!
Tornai da Dave.
-E' tutto sistemato. Domani la richiamo e mi dice se ci sono novità. Ma... parlami della tua ex ragazza.
-Siamo stati assieme cinque mesi. Sono anni che cerco una ragazza da relazione seria. Pensavo che lei lo fosse, e invece era tutta illusione. Lei stava con me perchè aveva bisogno di fare sesso con qualcuno. Si, hai sentito bene. Fare sesso, non fare l'amore. Sembravo quasi quasi un oggetto per lei. La nostra relazione sembrava basarsi solo su quello. Ma io la amavo, e non dicevo niente. Poi a capodanno dell'anno precedente uscimmo assieme, andammo con amici in una discoteca. Ci vado solamente a capodanno. Lei non so se era ubriaca o cosa, ma sta di fatto che si chiuse in una stanzetta con tre ragazzi e ci rimase lì ore. Quando uscì, era mezza nuda. E lo stesso giorno mi mollò, perchè aveva trovato qualcuno che la soddisfava di più.
-Come si chiamava questa ragazza?
-Nicole. Nicole Daniels.
-Mai sentito questo nome.
-Comunque sta di fatto che da quel momento sono stato alla ricerca della ragazza ideale.
-L'hai trovata?
-Ehm... si, credo di si. Oggi voglio pensarci ancora qualche momento.
Si fecero già le 13 e mezza. 
-Ti va bene se ti porto in un ristorante?
-Volentieri.
Andammo in un ristorante non molto lontano. Mangiammo molte cose buone. La carne era eccezionale! Mi innamorai di quel posto.
-Quasi quasi mi ci trasferisco a Barcellona!
-E' bellissima vero?
-Assolutamente si. Anche la gente, è molto cordiale!
Facemmo una passeggiata. 
-Dave, scusa. Vorrei tornare all'hotel per farmi una bella dormita, e una bella doccia.
-Sisi, stavo giusto per dirti la stessa cosa. Richiamammo il taxi e tornammo all'hotel.
-Luce, allora ci vediamo all'ora di cena.
-Certo.
Si avvicinò e mi baciò la guancia.
-Buon riposino.
-Anche a te!
Richiamai mia madre e le raccontai il resto della giornata.
-Ah, e quindi stasera sarete nella stessa camera?
-Si, mi ha detto che deve dirmi una cosa molto importante.
-Luce, penso si dichiarerà. Vorrebbe che fossi sua, me lo sento.
-Si mamma, me lo sento anche io, porca miseria!
-Devi stare calma. Non so se questo ragazzo vuole andare oltre. Cioè, al fare l'amore. Però se ti senti pronta ad avere un rapporto con lui, non voglio fermarti.
-Mamma non lo so. Dovrebbe arrivare il momento, e dovrei capire se fermarmi o no.
-Io non ti sforzo a fare una determinata cosa. Sei grande e sai prendere le giuste decisioni, lo so. 
-Certo mamma. Sicuramente.
-Dai amore, domani mattina fammi sapere.
-Grazie mamma.
-Grazie a te, amore!
Riuscii a farmi una dormita di qualche oretta. Si fecero le 7 di sera. Alle 8 c'era la cena. Mi vestii tutta bene, per fare colpo su Dave al 100%. Qualcuno bussò alla mia porta.
-Luce, sei pronta?
-Si Dave.
-Cavolo, sei... bellissima, stasera.
-Anche tu Dave.
Andammo giù e nella sala ci avevano servito tutto a base di pesce. E io amavo il pesce. E anche qui io e Dave parlammo un po' del più e del meno. Finimmo di mangiare in fretta.
-Stasera non mi va di uscire. Andiamo in camera mia, Lu?
-Va bene. Ti seguo.
Arrivammo alla camera. Dave aprii la porta, entrammo e la chiuse. Ci sedemmo sul letto.
-Ecco, Luce, io devo dirti una cosa.
-Si, anche io dovrei dirti una cosa.
-Luce, da quando sei arrivata... va bene, la faccio breve. Tu mi piaci da morire. Lo so, ci conosciamo da malapena un giorno, ma io non posso farci niente. Mi attrai da morire. Vorrei stare con te ogni secondo della mia vita. Ma tu devi ancora pensare a Rich, e ti aspetterò.
-Dave, tu mi piaci tantissimo. Lo so che pensi che io non sia pronta ad avere una relazione adesso. Ma ho capito che amavo Rich soprattutto per i soldi. Ma gli volevo comunque bene. Invece sento che con te potrei provare l'amore vero. 
-Ti voglio, Luce. Ma non vorrei fare passi sbagliati.
-Prova a farne uno.
Mi prese la mano, ci guardammo negli occhi. 
-Posso baciarti?
-Non me lo devi chiedere.
Dave si avvicinò e con le sue labbra toccò le mie. Era il bacio più dolce che avevo dato. Sentivo i brividi lungo la schiena, un brivido che con Rich non mi veniva spesso. Ci staccammo e aprii gli occhi.
-Luce, questa notte vorrei che fosse solo nostra. Vorrei che tu fossi mia per sempre. Sei tu la donna che ho sempre cercato. Ho bisogno di te. So che sei disposta a dare amore.
-Dave, sei stupendo. E si, sono disposta ad amare. Ma amare sul serio. E so che grazie a te, capirò il significato di questa parola. Sarai tu il mio primo vero amore.
-Luce, non voglio sembrarti un porco o cose del genere. Ma mi sento benissimo con te. E come ho già detto, vorrei che la notte fosse nostra.
-In poche parole?
-Vorresti fare l'amore con me?
A queste parole rimasi scioccata. Mia madre aveva ragione. Bè, lei ha sempre ragione. Su tutto. E anche io volevo che quella notte fosse nostra. Sentivo che c'era troppa attrazione fisica. E sapevo che avrei fatto la cosa più giusta. Non era presto. Non è mai presto, se si è pronti.
Non dissi niente, e cominciammo a baciarci, le nostre lingue si incontrarono continuamente, andando a fuoco. Andammo a fuoco anche noi. Ci sdraiammo sul letto, cominciò a slacciarmi la camicetta e gliela slacciai anche io, mi baciò il collo, il petto e poi tornò sulle mie labbra. Eravamo molto accaldati. Ci ritrovammo nudi, lui sopra di me, sotto le coperte bianche del suo letto.
-Devo fermarmi, Luce?
-Dave, non ho mai sentito così tanto amore per una persona. E ti posso assicurare che il mio amore adesso non mente. Ti prego, non fermarti. Fammi sentire tua.
Facemmo l'amore come non l'avevamo mai fatto. Mi faceva venire i brividi su tutto il corpo, il piacere che mi dava lui non era lo stesso che mi dava Rich. Era un piacere puro, che non avevo mai immaginato e provato, e mi sentivo bruciare. Quella sera fu la più bella che avessi mai passato. Sentivo che quello che avevo fatto era la cosa più giusta. Da quando lo avevo visto, sapevo che sarebbe successo. 
 
Mamma sarebbe stata orgogliosa di me? E Rich sarebbe stato felice per me?

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Capitolo 5
*** Mark Sean Fellington. ***


Mi svegliai. Vidi quella splendida luce del sole. Ero di buon umore. Pensai alla serata che avevo appena trascorso. Ripensai a quando Dave si dichiarò, a quando ci baciammo e alla nostra prima e non ultima (si spera) notte insieme. Mi era piaciuto tantissimo. Era un momento che volevo non finisse mai. Eravamo un corpo solo, avvolto da un sentimento chiamato amore. Vidi che Dave era ancora abbracciato a me. Aver dormito con lui tutta la notte con il suo profumo, è stato stupendo. Lo sapevo che era un uomo meraviglioso. Era lui che faceva la differenza in mezzo alla massa. Mi voltai, e vidi che mi stava guardando.
-E' da quasi un'ora che ti fisso, nella speranza di un tuo risveglio.
-Ecco, mi sono svegliata. Sei contento adesso?
-Assolutamente si. Buongiorno, luce dei miei occhi.
-Buongiorno a te. 
Si avvicinò e mi baciò sulle labbra con tutta la delicatezza che poteva darmi.
-Non ho dormito tanto stanotte.
-Perchè? Che è successo? Non ti sentivi bene?
-Stavo bene, tranquilla. Ho pensato moltissimo a quello che è successo ieri sera.
-Ah, ho capito.
-E... penso di aver fatto la cosa più giusta. E' stato meraviglioso, Lucinda. Non ho mai sentito così tanto amore in una relazione. Tra noi sento che c'è qualcosa di vero. Sento che quella che ho sempre cercato sei tu. E vorrei farti sentire mia, vorrei che lo fossi per tutta la mia intera vita. 
-Dave, io...
Mi baciò, un bacio che durò minuti. Durante il bacio, le nostre lingue si scaldavano. Sentii che mi stava accarezzando le gambe.
-Luce?
-Si, Dave?
-Vuoi essere la mia ragazza?
Lo guardai, con gli occhi pieni di gioia. Lo baciai.
-Era un sì?
-Certo che sì! Come posso rifiutarti? Sei stupendo. Per me la scorsa notte è stato magico. Con te era tutto diverso.
Ci prendemmo la mano.
-Rich non mi dava la stessa passione che mi davi tu. Tu sei molto meglio, e sentivo anche io che tra noi c'era amore puro.
-Voglio una relazione seria, lo sai bene. E so che con te, ci può essere.
-Certo, non sono una ragazza che va con il primo che capita. Sapevo che tu saresti stato un uomo eccezionale. 
-Ma Luce, se per te è presto, dimmelo, ti prego. Non voglio correre.
-Dave, non è presto. Ci siamo piaciuti da subito, è normale che abbiamo fatto tutto questo, ed è normale che adesso siamo qui. E sono pronta a vivere una nuova vita con te. Una vita sincera, senza segreti.
-Ma amore, se hai problemi, me lo devi dire. Anche se si trattano di Rich. Io capirò e ti supporterò, va bene?
Mi aveva chiamato amore. Sentivo che stava per scendere una lacrima di gioia, ma poi mi asciugai gli occhi. Mi fece commuovere quello che disse.
-Certo. Stessa cosa vale per te, va bene?
-Assolutamente sì. 
Mi prese il viso e lo avvicinò al suo. Le nostre fronti erano attaccate.
-Dave, perdonami se non ti dico subito quelle parole che fanno capire che sono davvero innamorata di te. Ma non sono una di quelle persone che lo dice al primo che passa. Ci ho messo 1 anno per dirlo a Rich, anche se poi ho capito che non era davvero un amore reale.
-Certo, Luce. Non c'è problema. Io non l'ho mai detto a nessuno. Nemmeno alla mia ex. 
Ci fu un momento di silenzio. Ci stavamo tenendo per mano, ancora sotto le coperte, uno di fronte all'altro. Lui mi stava ancora accarezzando le gambe, per poi arrivare alla mia vita. Io invece cominciai a toccargli gli addominali, che erano molto scolpiti, mi piacevano. Eravamo molto vicini. Cominciai a sentire il suo fiato sul mio collo e cominciò a baciarmi, sentii i brividi. I nostri petti erano attaccati, poi ci ritrovammo faccia a faccia. Ci guardavamo negli occhi, e mi spostò una ciocca di capelli.
-Sei bellissima, Lucinda.
-Guarda che il bello della coppia sei tu, mica io.
-Lo sai che mi attrai da morire?
Lo aveva detto con una voce così roca, che voletti saltargli addosso. Ma frenai questa mia voglia. Mi stava guardando con quegli occhi color nocciola irresistibili.
-E' meglio che ci alziamo, Dave. Tra mezz'ora dobbiamo fare colazione.
-Oramai la colazione, il pranzo e la cena non mi servono più. Ho te. Ho il nostro amore. 
-Smettila di essere così romantico. Mi vengono un casino di brividi e mi fai anche arrossire! Sei troppo dolce!
-Non ti piace che io sia dolce?
-No, non mi piace. Io amo quando fai il dolce.
Ci baciammo per altri 10 minuti. Metteva le sue dolci mani sul mio corpo, e io continuavo ad accarezzare i suoi addominali scolpiti. 
-Amore non possiamo stare sul letto tutto il giorno. Dai, vestiti che andiamo.
Si vedeva che Dave non voleva alzarsi, era proprio svogliato. 
-Luce, posso chiederti una cosa?
-Si amore, dimmi.
-La nostra relazione potrebbe continuare a NY?
-Pensi che durerà solo qui a Barcellona?
-Ho paura, Luce. Non voglio perderti per niente al mondo. E poi, non voglio tornare a NY perchè c'è la mia famiglia, e loro non mi piacciono. Non voglio più vivere con loro. Piuttosto cercherò di affittare una casa.
-Dave, stai scherzando? Fammi fare una telefonata un attimo.
-Si, devo farla anche io!
Non so a chi dovette telefonare, ma sta di fatto che io telefonai a mia madre. Bè, prima ovviamente le raccontai della nottata.
-Allora amore, cos'è successo ieri sera?
-Mamma, abbiamo fatto l'amore. Avevi ragione. 
-Quindi state assieme?
-Si. Ma lui ha paura che questa relazione non continui a NY. E poi non vuole neanche tornare.
Le raccontai tutto riguardo alla famiglia di Dave e al fatto che litigassero sempre.
-Tesoro, posso farti una proposta?
-Si certo!
-A te dispiacerebbe far dormire Dave a casa nostra, fino a quando le acque non si calmano?
-Davvero può dormire da noi? Ma dove?
-In camera tua, ricorda che hai un letto matrimoniale!
-Oddio, grazie mamma! Certo, glielo propongo! Ah mamma... Novità sui fatti di Rich?
-Mi dispiace, amore. Nessuna novità sulle fidanzate che lui potrebbe aver avuto.
-Non importa. Spero che un giorno ci siano dei risultati.
-Lo spero anche io per te, tesoro!
Andai da Dave. 
-Prima tu o prima io?
-Dai Luce, dimmi.
-Mia mamma mi ha proposto una cosa: dormire da noi fino a quando tu non riuscirai a trovare una soluzione con i tuoi.
-Davvero posso?
-Certo, non darai mai fastidio. Mia madre non vede l'ora di vederti.
-Oddio, io... non ho parole!! Grazie! Davvero!
Ci abbracciammo!
-Adesso tocca a me. Ho chiesto al proprietario dell'hotel di farti trasferire da me. Oggi riconsegnerai la chiave della stanza 112. Dormiremo assieme. A te da fastidio?
-Ma scherzi? Assolutamente no!
-Così possiamo stare un po' di più assieme...
Ci baciammo. Fu un bacio davvero intenso. Quei baci e quelle parole mi scioglievano. Dava dei baci dolcissimi, non era mai aggressivo nei miei confronti. Era l'uomo da sposare!
Ci vestimmo e andammo a fare colazione. Parlammo un po' del mio passato.
-Luce, posso farti una domanda?
-Si, certo.
-Hai mai voluto avere un figlio con Rich?
Gli dovetti spiegare la storia dell'aborto. 
-Vedi, diciamo che una sera io e Rich abbiamo fatto l'amore senza protezione. Tre settimane dopo scoprii di essere incinta. Avevo quasi 17 anni, ancora non ero pronta ad essere madre. Così lo dissi a mia madre, e mi fece abortire. Non ero molto d'accordo, ma voleva che io vivessi felice la mia adolescenza, e in effetti aveva ragione. Con il bambino, avrei avuto un po' una vita strana. Potevo anche diventare pazza.
-Non saprei come prenderla questa cosa... Io sono contro l'aborto. Potevi almeno farlo adottare.
-No, perchè poi mi dissero che ero così snella che forse non sarei riuscita a portare avanti la gravidanza. Quel peso poteva diventare troppo per me. Ma adesso ho messo su un po' di chili, e ho il peso giusto, nel caso volessi rimanere incinta.
-Mi piacerebbe in futuro diventare padre. Ma padre di tuo figlio. E credimi, ti giuro che, se dovesse succedere, non ti abbandonerò, per nessun motivo al mondo. Mi prenderei cura di te e del nostro bambino, o bambina che sia.
-Sono le parole più dolci che abbia mai sentito. Non vorrei davvero rimanere sola.
-Tranquilla, ci sono io. E non ti mollerò mai.
Mi aveva rassicurato. In futuro sapevo che, se fossi rimasta incinta, lui sarebbe rimasto con me e mi avrebbe aiutato. Quel ragazzo aveva fatto sparire ogni mia singola paura ed ogni mia singola insicurezza. Si vedeva che gli piacevo per quella che ero realmente.
Finimmo la colazione. 
-Luce, oggi ci dedichiamo interamente alla ricerca di tuo padre.
-Davvero faresti questo per me?
-Certamente. Dove hai detto che abita?
-Vicino all'università.
Chiamammo il taxi. Arrivò dopo 10 minuti e ci portò in quel posto. Cominciammo a cercare il cognome 'Fellington' sui campanelli.
-Trovato qualcosa, Dave?
-No, e tu?
-Non ancora. Non perdiamo le speranze.
Dopo 10 minuti, Dave mi chiamò. Andai verso di lui.
-Luce, è qui.
Vidi il campanello. C'era scritto Fellington. Oddio, avevo trovato l'abitazione di mio padre. Suonai.
-¿Quién eres tú? (Chi sei?)
-Lei è il Sig. Fellington?
-Si, ma... come fa a sapere che parlo americano? E cosa volete da me?
-Sono una persona che nella sua vita poteva essere importante. Per favore, ci faccia entrare.
-Mi prendete in giro?
-Assolutamente no! Sono venuta da NY per trovarla!
Silenzio.
-Ehm... va bene, entrate! 
Io e Dave entrammo in casa di mio padre.
-Prego, entrate.
Chiuse la porta.
-Accomodatevi.
-Grazie.
-Allora, cosa vi porta qui?
-Bè, vede... non voglio farla tanto lunga. Ma... 
-Aspetta, prima di cominciare, potresti presentarti, signorina?
-Si, mi chiamo Lucinda Katleen Fellington.
-Oh, abbiamo lo stesso cognome!
-... E non è un caso, papà.
Lo avevo chiamato papà. E lui mi guardò sbalordito.
-L...L...Lucinda! Ma come ti viene in mente di venire qui? 
-Papà, io volevo conoscerti.
-Ma se vi ho abbandonate c'è un motivo, non credi?
Aveva alzato la voce e si alzò dalla poltrona.
-Si, solo che noi non lo sappiamo. 
-Che cosa?
-Già, io e mamma non sappiamo perchè tu sei andato via. Lei ti amava, lo sai! E poi scommetto che non avete divorziato solo per le litigate.
-Non volevo una figlia con una persona che non amavo.
I miei occhi si spalancarono.
-Ma, che cosa stai dicendo, papà?
-Non voglio che mi chiami padre, punto primo. Perchè non voglio esserlo. Punto secondo, io amavo un'altra donna. Stavo con tua madre solo per farci sesso. 
-Punto primo, sei mio padre, visto che abbiamo lo stesso sangue, ma adesso evito di farlo perchè punto secondo, sei un porco! Mia madre ti amava per davvero! Hai commesso l'errore più grosso della tua vita.
-Lo so, lo so...
-E adesso dimmi, quella donna dov'è? Quella che amavi realmente?
-Non sono affari tuoi.
-Guarda, io sono proprio curiosa.
-Quella donna... è morta. Tempo fa. Morì di cancro al seno. Era la donna più bella che avessi mai conosciuto. 
-Mi dispiace per lei. Ma forse meritavi di perderla. Hai fatto del male ad un'altra donna, che non si meritava la sofferenza. Ho sbagliato a pagare soldi a palate per venire qui a Barcellona e conoscerti. Pensavo di avere un buon padre. Ma non ti è mai importato niente di me. Arrivederci, Sig. Fellington. A mai più.
Uscii dalla porta della casa e Dave mi seguii. Chiusi il cancello così forte, che lo spaccai.
Camminammo per un po', poi cominciai a piangere. Sentii delle braccia che mi avvolsero. Dave.
-Amore, mi dispiace per quello che è successo con tuo padre. Davvero. Non meriti di essere trattata così. Doveva darti importanza. Non te l'ha data? Basta, smettila di cercarlo. Non merita una figlia meravigliosa come te.
Lo baciai, con tutta me stessa.
-Dave, voglio partire domani mattina presto. Cambiamo i biglietti per il ritorno all'aeroporto e ci facciamo ridare i soldi dall'hotel.
-Tutto quello che vuoi Luce. Andiamo e mettiamo a posto le cose.
Ci passò la fame. Richiamammo il tassista, ci portò di nuovo all'hotel. Mettemmo tutto a posto per quanto riguarda i soldi. E l'hotel ci aveva aiutato anche con i biglietti. Vennero scambiati con quelli per il viaggio delle 9 del giorno dopo.
Andammo in camera. Mi misi sul letto, ero triste. Si sedette anche Dave, mi guardò.
-Si vede che non stai bene, Luce. Posso coccolarti e consolarti?
Annuii con la testa. Piansi ancora un po', per qualche minuto. Poi guardai Dave.
-Grazie.
Mi uscii con un filo di voce, avevo paura che Dave non avesse sentito.
-Non mi devi ringraziare. Lo sai che ci sono per te.
Mi asciugò le lacrime e mi baciò sulle guance. Me le accarezzò e sentii che stavo diventando rossa come un peperone. Vicino a lui bruciavo. Mi faceva venire caldo. Ci sdraiammo sul letto e facemmo un riposino pomeridiano.
Si fecero le 6 di sera. Dave stava ancora dormendo, ma io cominciai a mettere i vestiti nella valigia, avrei lasciato fuori solo le cose utili per il giorno dopo. 
Quando finii, sentii delle mani sulla mia vita. Era Dave, che mi stava abbracciando da dietro.
-Stai meglio, amore?
-Si, grazie a te.
Mi girai e cominciammo a baciarci. Finimmo sul letto, di nuovo, ma non facemmo l'amore. Certo, in quel momento l'attrazione era tanta, ma non avevo l'umore proprio giusto, e poi non volevamo farlo tutti i giorni. Non dovevamo dimenticare i nostri momenti di scherzi e di scemenze. Mi guardò negli occhi.
-Avevo ragione.
-Su cosa?
-Sul fatto che sei decisamente più bella senza trucco. Sei... splendida. Sei la luce dei miei occhi. Ti prego, non andare mai via.
-Rimarrò per sempre, David. Non andrò mai via, se tu non vorrai.
-Ti amo, Luce.
Mi aveva detto 'ti amo'. Era la cosa più bella di questo mondo! Me lo baciai bene bene quando me lo disse, mi sorprese moltissimo!
Ci alzammo dal letto e ci vestimmo per andare a cenare. Avevamo tanta fame, visto che avevamo saltato il pranzo, per colpa di quell'uomo che non voglio nominare. Stavolta i cibi erano a base di carne. Era una carne buonissima, molto tenera! 
Dopo cena, Dave decise di andare un po' in giro per la città. Ci stavamo tenendo per mano, era meraviglioso sentire che qualcuno mi voleva bene. Era una serata stupenda, c'erano tante stelle nel cielo e mi piaceva guardarle.
-Allora, sei sicura di voler ripartire domani?
-Si, Dave. Mi dispiace. Magari tu volevi rimanere di più.
-Ma no tranquilla. Dove vai tu, vado anche io. Non voglio perderti, lo sai.
Prendemmo un gelato. A lui piaceva il cioccolato e il pistacchio. A me la crema e la stracciatella.
-Proprio gusti diversi, nè?
-Cavolo seriamente! Mi fai sentire il cioccolato?
-Si certo.
Io assaggiai il suo gelato, e viceversa. Si sporcò tutta la bocca.
-Cavolo, mi ricordi troppo un bambino di 3 anni. Sembra che non sai mangiare il gelato.
-Brava, fai da mamma!
Lo pulii e mi baciò. Era un bacio con un mix di gusti. 
-Questo bacio mi è piaciuto.
-Anche a me. Luce, adesso sei tu la bambina! Ti sei fatta i baffi alla crema!
-L'ho fatto apposta io! Adesso tocca a te, fai il padre.
Mi pulii e lo baciai.
-Luce, mi piaci seriamente. E mi piace questa coppia.
-Dave, anche a me piace. E tu mi piaci da morire. Se solo ti avessi conosciuto prima, cavolo...
Passeggiammo ancora un po' e poi tornammo all'hotel. Ci cambiammo e tutto. Andammo nel letto. Dopo 20 minuti Dave cominciò a baciarmi la schiena. Mi voltai.
-Dave, che fai?
-Dormiamo abbracciati? Mi piace il tuo profumo! E mi piace quando i nostri battiti cardiaci si confondono e diventano uno solo.
Dopo che disse queste parole, lo baciai intensamente e lo abbracciai. Dormimmo così tutta la notte.
 
Questo incontro con mio padre avrebbe portato ad un altro cambiamento della mia vita? Se si fosse pentito delle sue dichiarazioni, sarebbe tornato a NY?

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Capitolo 6
*** Ritorno a NY. ***


Ci svegliammo, erano le 6 e mezza del mattino. Dave aveva messo la sveglia sul cellulare, perchè poi alle 9 avevamo l'aereo per tornare a casa. Avevo già avvisato mia madre, e non vedeva davvero l'ora di conoscere il mio nuovo ragazzo. Mi baciò sulla fronte.
-Dai, svegliati Luce. E' ora di alzarsi.
-Ma che ore sono?
-Le sei e mezza. Ti ricordo che dobbiamo tornare a NY.
-Ah già, giusto. Eh sono un po' stanca.
-Tranquilla, amore. Dormi in aereo con me.
-Si, è vero. Anche perchè è anche un viaggio lungo. 
-Già, il nostro primo viaggio assieme.
Dave si era già cambiato, doveva solo mettere a posto alcune cose nella valigia e sarebbe stato pronto. Io invece dovevo ancora alzarmi dal letto, anche se tanto l'hotel era poco distante dall'aeroporto. Mi alzai, feci bene il letto e mi vestii. Misi anche io a posto le ultime cose nella valigia.
-Luce, sei pronta?
-Si prontissima. Tu?
-Si, pronto. Chiama pure il taxi.
Lo chiamai e tra 10 minuti sarebbe stato lì.
-Perdonami ancora se voglio tornare adesso a casa.
-Tranquilla, Luce. Anche perchè so che non vedi l'ora di vedere tua madre. E io non vedo l'ora di conoscere quella splendida donna che ha messo al mondo la donna della mia vita.
-Pensi che potremmo stare assieme per sempre?
-Si. Alla fine so che non mi innamorerò mai più di nessuno, se non di te. Tu sei speciale per me. E' da tanto che ti cerco, e adesso sei qui, sei mia. Non so come io abbia fatto a conquistarti.
-Credimi, mi hai incantato sin dal primo momento. Mi guardavi negli occhi, e mi venivano i brividi. Erano emozioni che più forti di così non le avevo mai provate, accidenti. 
Ci baciammo e ci abbracciammo. Venni avvolta ancora nel suo profumo. Ricevetti lo squillo dal tassista. Scendemmo con l'ascensore, ringraziammo il proprietario dell'hotel per tutto quello che aveva fatto per noi e andammo verso il taxi. Mettemmo tutto nel baule e ci dirigemmo verso l'aeroporto. Pagammo il tassista e lo ringraziammo per tutto.
Facemmo il check-in e tutto. Si fecero le 8 e 45 e cominciarono a far salire i passeggeri. Ovviamente io e Dave ci sedemmo vicini. Poi si girò verso di me.
-Luce, questa è stata la vacanza più bella della mia vita.
-Anche per me lo è stato! E sono contenta di aver fatto questo viaggio.
-Anche io lo sono. Ti amo, seriamente.
-Sei dolcissimo, sai?
Ci baciammo ancora una volta. Era il nostro ultimo bacio a Barcellona. Spensi il cellulare, allacciai la cintura di sicurezza e l'aereo decollò. Mi addormentai subito, sulla spalla di Dave. Sentii che lui mise la sua testa sulla mia, e dormimmo assieme per tutte e sette e mezza le ore di viaggio. 
Arrivammo a NY che erano le 10 e 30 di sera. Chiamammo un taxi e andammo verso casa. Oh, casa dolce casa.
Aprii la porta, con molta calma.
-Mamma, sono a casa!
Sentii qualcuno correre. Era mia madre. 
-AMORE! SEI TORNATA! Come mai così presto?
-Sentivo la tua mancanza! 
-Oh, sono contenta che tu sia tornata. Mi mancavi così tanto.
-Ah, mamma, ti presento Dave.
-Dave, oddio, che piacere conoscerti. Luce mi ha parlato tanto di te.
Arrossii.
-E Luce mi ha parlato tanto di lei.
-Nah, non darmi del lei. Dammi del tu. Mi chiamo Robyn. 
-E' particolare come nome, mi piace.
-Ti ringrazio.
Andai a mettere a posto la valigia. Intanto Dave e mia madre parlarono un po' di tutto.
-Allora, ti piace mia figlia?
-Dire che mi piace è davvero poco. Sin dall'inizio mi sono innamorato. Amore a prima vista.
-Cosa ti piace di più di lei?
-Il fatto che non nasconde il suo dolore, che quando sta male riesce a parlarne tranquillamente, senza annoiare. E sono contento che ascolti i miei consigli.
-A me Richard piaceva, questo non posso nasconderlo. Ma tu non puoi capire che dolore provasse Luce appena scoprì l'accaduto. Io non riuscivo a dirglielo. Sapevo che le avrei fatto del male, ma dovevo. Prima o poi comunque lo avrebbe scoperto.
-Si infatti.
-Poi adesso sei arrivato tu. E grazie a te, mia figlia sta bene. Si vede che ha imparato ad amare di nuovo. Ma ovviamente Rich le ha portato via una parte del suo cuore. Tu sicuramente potrai ripararlo e curarne le ferite che lei porta. E tornerebbe un cuore nuovo.
-E' una frase che mi piace tanto quella che hai appena detto! Certo, le riparerò il cuore! 
-Ma dimmi Dave, che lavoro stai cercando?
-Aaaallllooraaaa, diciamo che non sono ancora deciso tanto. Mi piacerebbe fare il fotografo. Infatti ho fatto alcuni corsi di fotografia. Vorrei fotografare ai personaggi più importanti di Hollywood, andrebbe bene anche lavorare per un giornale. Non mi dispiacerebbe.
-Pensa che Luce vorrebbe diventare cantante. Sogna di esserlo da quando aveva sei anni. Ha fatto scuola di canto fino all'anno scorso. Adesso non sa se mandare avanti e seguire quel sogno.
-Io posso darle una mano.
-In che modo? Conosci qualche produttore discografico?
-Bè, conosco un amico che può mandare i demo alle case discografiche più famose di NY e vedere se qualcuno la prende. Luce scrive canzoni?
-Si, ne ha scritte più di 20. Suona anche la chitarra, quindi ha anche la base, diciamo.
-Dopo mi piacerebbe sentire una sua canzone. Magari domani.
-Si, se glielo chiedi, te la canta ben volentieri.
-Mi piacerebbe tantissimo aiutarla.
-Credimi, figliolo, riesco a vedere nei tuoi occhi l'amore che provi nei confronti di mia figlia. Mi piaci tanto come ragazzo. Spero che tra voi duri.
-Non voglio farla soffrire. Non lo merita.
Tornai in sala.
-Allora di cosa stavate parlando?
-Di niente, tranquilla tesoro. Ah, domani canti una tua canzone a Dave.
-Così, di punto in bianco?
-Bè, si. Vorrebbe sentirti cantare.
-Penso di non avere chance a realizzare il mio sogno.
-Ti sbagli, Luce. Dave è colui che può darti una mano.
Allora mi raccontarono tutto, di questo amico di Dave che mandava i demo alle case discografiche ecc ecc.
-Bè, sarebbe splendido! Domani ne parliamo meglio, dai! Adesso vado che sono stanca.
-Dai, vengo anche io.
-Buonanotte mamma.
-Buonanotte, ragazzi! Dormite bene!
Io e Dave andammo in camera mia.
-Cavolo, hai una camera splendida.
-Grazie mille!
-E che letto. Cavolo, ma è comodissimo! Scommetto che è il tuo preferito.
-Accidenti se lo è. Oh, come mi mancava questa morbidezza.
Silenzio.
-Dave?
-Si?
-Non sento positività nell'aria.
-Come?
-Non tra di noi. Intendo, per quanto riguarda mio padre.
-Cosa dici? 
-Penso che verrà qui, me lo sento, non lo so.
-Luce, non illuderti. Lo so che vorresti che fosse diverso. Ma a lui non importi, purtroppo. E' un cretino di uomo.
Annuii. In effetti Dave aveva ragione. Papà era stato uno stronzo con me, non meritavo di essere trattata così. Ero superiore a lui. 
Ci mettemmo il pigiama e andammo nel letto.
-Luce, ti ho già detto che mi piaci da morire?
-Si, Dave. 
-Posso mostrartelo ancora?
Non dissi niente. Ci baciammo, e facemmo di nuovo l'amore. Fu molto meglio della volta precedente. Le emozioni aumentavano in continuazione.
 
Luce poteva davvero sentire questa negatività nell'aria? E la madre, se avesse scoperto tutto? E se la negatività fosse per Dave?

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Capitolo 7
*** Novità per Lucinda e ritorno di Mark. ***


Corsi in bagno, erano le 5 del mattino. Cominciai ad avere la nausea. Andai avanti così fino alle 7 del mattino, continuando a fare avanti indietro. Camera-bagno, bagno-camera ecc. Mi sentivo davvero male. Non sapevo il motivo di questo dolore.
-Amore, tutto bene?
Era la voce di Dave. Si sentiva che era preoccupato.
-No, per niente.
Andai in camera. Dave era ancora sdraiato sul letto.
-Che cos'hai amore?
-Eh niente, ho la nausea da due ore.
-E come mai? 
-Non lo so amore.
-Avrai mangiato qualcosa che ti ha fatto male. Tranquilla, passerà presto.
-Si, lo spero. Adesso chiamo mamma e mi faccio dare qualche medicina.
Andai in camera di mia madre, ma lei non c'era. Andai in cucina, nessuna traccia di lei. Sentii le chiavi della porta di entrata. Andai verso il salone. Avevo paura che fosse un ladro o qualcosa del genere.
-Mamma, ma dove sei andata?
-Oddio, Luce. Cosa ci fai alzata a quest'ora?
-Mamma, ti ho fatto prima io una domanda. E adesso mi rispondi.
Sospirò. 
-Siediti, Luce.
Ci sedemmo sul divano.
-Luce, ti ricordi che ti avevo detto che appena tornavi dovevo dirti qualcosa di importante?
-Si, mamma. Dimmi.
-Non so come la prenderai.
-Non importa mamma. Tu dimmelo e basta.
-Ho trovato un uomo, ci conosciamo da 6 mesi e mi è piaciuto subito. Ecco, diciamo che ho una storia d'amore. Ha la mia stessa età. L'ho conosciuto al lavoro e ci siamo piaciuti da subito. Spero che tu non ce l'abbia con me.
La abbracciai. Ma così forte che mia madre si sentì stritolata!
-MAMMA! DOVEVI DIRMELO SUBITO!
-Sei contenta per me?
-Assolutamente si, mamma! MA SEI MATTA? Come potrei non esserlo? Tu meriti tutta la felicità di questo mondo.
Mi venne un crampo alla pancia. Passò subito e ricominciai a parlare.
-Davvero, mamma! Sono contenta! Voglio conoscere questo uomo.
-Amore, volevo giusto portarlo domani sera a cena. Ti dispiace?
E ME LO CHIEDI MAMMA?? ASSOLUTAMENTE NO! Mi terrò assolutamente libera.
Mi guardò un po' male.
-Amore, ma tu sei pallida!
-Eh mamma, è dalle 5 che continuo a vomitare in bagno. Non ce la faccio più. Infatti volevo chiederti se avevi qualcosa per...
Non finii la frase e svenni. Dave corse verso di me.
-Oddio Luce! Robyn, che è successo?
-Non lo so, mi stava parlando del fatto che vomita da due ore ed è svenuta.
Dave chiamò subito l'ambulanza. Mentre stava arrivando, mi svegliai.
-Mamma, che è successo?
-Luce, sei svenuta. Adesso abbiamo chiamato l'ambulanza. Vedrai, andrà tutto bene.
-Mamma sto bene, non c'è bisogno che venga l'ambulanza. 
-No Luce. Dobbiamo capire perchè sei svenuta.
Dave mi stava stringendo la mano.
-Dave, non sto morendo. Non serve che tu mi tenga la mano.
-Io ti sono sempre vicina amore. Sempre!
Arrivò l'ambulanza e dopo 10 minuti arrivammo in ospedale. Mi fecero un po' di controlli e tutto.
Il dottore andò da mia madre e da Dave.
-Salve. Siete la famiglia Fellington?
-Si, dottore. Come sta Luce?
-Luce si riprenderà, tranquilli. Ma questo tipo di situazioni potrebbe capitare anche nei prossimi mesi.
-Ma perchè? Ha una malattia?
-No no, non è una malattia. Ma penso che sia una cosa molto positiva. Tu sei il fidanzato?
-Si, sono io.
-Allora non posso fare altro che dirti auguri!
Mamma e Dave rimasero scioccati. Mia madre non riusciva più a parlare. E Dave aveva gli occhi spalancati. Io ancora non sapevo nulla sulla notizia.
-Volete che lo dica io a sua figlia, signora?
-No no, lo faremo noi.
-Va bene. Allora potete riportarla a casa.
Andammo da Luce.
-Ciao Luce. Come stai?
-Bene mamma, grazie. Allora, ti hanno detto che cosa avevo?
-Si. Bè, ecco... diciamo che...
Mia madre non finì la frase, perchè venne interrotta da Dave.
-Avevi mangiato qualcosa di cattivo ed è per questo che sei stata male.
-Ah, meno male! Adesso posso andare a casa?
-Luce, siamo venuti qui apposta. 
Io ero molto più avanti rispetto a mia madre e a Dave. Vedevo che stavano parlando. 
-Dave, ma cosa hai fatto? Deve sapere la verità!
-Si, lo so. Ma non adesso. Ho paura della sua reazione. Non era programmato, non era il momento, porca miseria! 
-Ma Dave, ti vuoi forse ritirare?
-No, assolutamente no. Io la amo, e le ho promesso che, se fosse accaduta una situazione simile, non l'avrei mai abbandonata.
Salimmo in macchina e andammo verso casa. C'era troppo silenzio. Dave era muto come un pesce. Persino mia madre.
-Ehm, tutto bene mamma?
-Sisi, Luce. Stavo pensando... ecco, stavo pensando a cosa cucinare domani.
-Ma come si chiama la tua nuova fiamma?
-Thomas!
-Uh, il nome già mi piace. Mi piacerebbe darlo al mio futuro figlio.
Per un momento, Dave e mia madre si lanciarono uno sguardo.
-Luce, tu vorresti figli?
-Si, assolutamente. Sento di essere pronta ad essere madre. E' vero, in passato non ero pronta. Ma adesso si.
-Ma non pensi che sia presto ora?
-Bè, mamma, se accade... cioè, se rimango incinta adesso, va bene lo stesso. Alla fine è un figlio che ho avuto con la persona che amo.
Arrivammo a casa. Anche in quel momento, silenzio totale. Avevo notato che ultimamente Dave e mamma erano diventati strani. Non so, come se nascondessero qualcosa.
Accendemmo la luce e vedemmo un uomo davanti alla finestra. Era in casa.
-Oddio! Chi è lei? Girati e alza le mani! - urlai.
Mia mamma aveva sempre tenuto in casa una pistola, non si sa mai...
-Ho detto che ti devi girare!
Si girò. Era... mio padre. 
-Oh santo cielo. Ma come cazzo hai fatto ad entrare?
Mia madre aveva gli occhi spalancati.
-MARK! OH MIO DIO. COME... COME HAI FATTO AD ENTRARE?
-Luce non ti ha detto nulla?
-STAI ZITTO. TU DEVI STARE SOLO ZITTO.
-Aaah, quindi non hai detto niente a tua madre.
Lo guardai, avevo una voglia di ucciderlo.
-Non le hai detto che sei venuta a Barcellona per venirmi a cercare. 
-No, non l'ho fatto. Ma tu non le hai detto che tu l'hai lasciata solo perchè amavi un'altra. Ah, e non le hai detto che tu con lei ci facevi solo del sesso. Che non era amore vero.
-Okay, siamo pari, Luce.
-Non ti voglio chiamare padre. Ma perchè sei qui?
-Pensa, ero venuto qui per vedere come stava questa famiglia. Per vedere se c'era ancora posto per un tipo come me. Del resto, il cognome qui è il mio. O sbaglio?
Volette rispondere mia madre.
-Mark, esci da questa casa.
-E se non volessi...?
-Chiamo la polizia. Credimi, lo faccio.
-Perchè non sgridi tua figlia? Hai visto cosa ha fatto? E' venuta da me senza chiedertelo. E adesso, per colpa sua, sarò il vostro tormento. 
-Tu sei drogato! Sei malato mentalmente.
-Sono solo un assetato di sesso. Amo mettere incinta le donne e mollarle così, di punto in bianco. Lasciarle sole, per sempre. E non farmi più rivedere. Far credere loro che qualcuno le ama, ma in realtà io so illudere. Stessa cosa è successa con te. Tu non hai idea di quante figlie possa avere nel mondo.
-SEI UN PORCO! SEI UN LURIDO BASTARDO. DOVRESTI ANDARE IN PRIGIONE. PER TUTTO QUELLO CHE HAI FATTO!
-Che strano, ancora non ci sono andato. E pensa che ogni donna con cui ho fatto sesso e voleva denunciarmi l'ho uccisa.
-HAI PERSINO UCCISO?
-Oh si. Amo uccidere. Amo vedere le persone morte. E assetarmi del loro sangue.
Mia madre aveva una paura tremenda. Potevo sentirla tremare. Dave era sconvolto. Ed era tutta colpa mia. Non dovevo andarlo a cercare. Ho sbagliato tutto. Era tutto troppo perfetto.
-Sapete, mi state annoiando. Per il momento vi lascio. Ma... sappiate che è la prima, ma non ultima, volta che vengo qui. Ricordatevelo.
Uscì dalla finestra. Mia madre posò la pistola e abbracciò me e Dave. Stava piangendo.
-Ragazzi, oddio! Dobbiamo trasferirci assolutamente.
-Mamma, tutto quello che vuoi.
-E cambiamo anche cognome.
-Si, ma Dave?
-Mi trasferisco con voi. Non c'è problema!
-Mi dispiace, mamma! Mi dispiace da morire!
-Amore, non è niente. Non potevi saperlo.
-Non dovevo andarlo a cercare a Barcellona! Ma non sapevo che fosse un pazzo!
-Nemmeno io tesoro. Nemmeno io.
Nessuno di noi mangiò. Eravamo tutti e tre sul divano. Muti. Tutto spento. Nessuno che aprì bocca. Anche perchè non c'era niente da dire. Le nostre facce erano da persone sconvolte, spaventate, tristi. Avevamo mille emozioni negative dentro di noi. Avrei avuto voglia di spaccare tutto. Ma mi fermai immediatamente. Non potevo farlo.
Cominciai a piangere. Dave venne a sedersi vicino a me e mi abbracciò.
-CAZZO, E' TUTTA COLPA MIA. NON DOVEVO ANDARE A BARCELLONA. NON DOVEVO CERCARLO. NON DOVEVO PARLARGLI. NON DOVEVO FARE NIENTE DI NIENTE. NON MERITO UNA FAMIGLIA SPLENDIDA COME QUESTA. NON LA MERITO, PER NIENTE. SONO UNA STRONZA. PER FAVORE, PERDONATEMI.
-Shhhh! Lucinda, non è vero.
Ci guardammo negli occhi. Dave cominciò a consolarmi. E mia madre che ci guardava.
-Luce, non è vero. Tu sei splendida. E credimi, non è colpa tua. Tu non hai fatto niente. E' lui quello che ha sbagliato tutto. Magari adesso ci ha spaventati. Ma davvero attaccherà ancora? E tu credi che non lo denunceremo? 
-Voi lo denuncerete?
-Eccerto!
-NO, NON FATELO! Vi ucciderà. E non voglio rimanere sola. Per favore. Non fatemi questo. Per favore. Io vi amo, con tutta me stessa. Senza di voi non ce la farei.
Le mie lacrime non smettevano di scendere. 
-Luce, ma dobbiamo farlo.
-Ma non abbiamo prove che abbia ucciso. E la polizia ce le chiederà subito. E scommetto che comunque pap... Mark ci fregherà. E farà di tutto per rovinare la famiglia.
-Credimi, avrei tanto voluto uccidere quel pazzo.
-Vorrei non avere il suo stesso sangue. Chissà quante sorelle e fratelli ho in giro per il mondo.
Non uscimmo più di casa quel giorno. Mia madre preparò la cena, ma nessuno di noi mangiò.
-Mamma mi dispiace, non ho fame. Voglio solo andare a dormire e cercare di non vomitare. Anche se non penso riuscirò a dormire, con quello che è accaduto oggi.
-Anche io vado, Robyn. E anche io sono nella stessa situazione di Luce.
-Si, anche io ragazzi. Non ce la faccio più. E' stata una giornata tremenda. Proprio da dimenticare.
Mia madre chiuse molto bene tutte le porte e le finestre. Mise l'allarme e potemmo andare a dormire tranquilli. Eravamo davvero al sicuro.
 
Mark era davvero un malato mentale? Luce come prenderà la nuova notizia dettata dal dottore? E soprattutto, Dave e Robyn riusciranno a dirglielo?

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Capitolo 8
*** Gravidanza svelata e nuovo attacco di Mark. ***


Stranamente mi svegliai alle 10 del mattino, tranquillamente. Non stavo male, non avevo la nausea, stavo bene. Meno male, allora il dolore era passato. Mi voltai, Dave stava ancora dormendo. Gli diedi un bacio sul naso. Aprì gli occhi, gli occhi più belli del mondo.
-Buongiorno Dave.
-Buongiorno a te, Luce. Vedo che stai bene.
-Assolutamente si. Stamattina non ho la nausea.
-Luce, ti devo parlare. Ma non essere arrabbiata con me.
-Dimmi, amore.
-Tu... tu sei stata in ospedale, giusto?
Cominciavo a spaventarmi. Non sapevo cosa volesse dirmi.
-Si, e quindi...? Non capisco.
-Non avevi mangiato niente che ti avesse fatto male.
-Ma come? Voi mi avete detto...?
-Mi dispiace, Luce. Ti ho mentito.
-E che cosa avevo?
-Sei incinta, Luce. Sei incinta di mio figlio. Anzi... di nostro figlio.
Lo guardai sbalordito.
-Mi... mi stai prendendo in giro, vero?
-No, Luce.
-E scusa, quando aspettavi a dirmelo, David?
-Oggi. Volevamo dirtelo io e Robyn ieri, appena tornati a casa. Ma poi... sai cos'è successo, no?
-Si, me lo ricordo ancora, purtroppo. Quindi... sono incinta?
-Si, Luce. Il nostro amore ha portato a questo.
Mi toccai la pancia. 
-E' la mia seconda possibilità...
Cominciai a sorridere.
-... e non ho intenzione di rovinare tutto di nuovo. Sono pronta ad essere madre. Soprattutto se il figlio è tuo.
Ci risdraiammo nel letto.
-Luce, io non andrò mai via. Perchè ti amo.
-Sentivo che sarebbe successo. 
-Per te è presto?
-Non lo so. Sono successe così tante cose così velocemente. Stiamo assieme da pochissimo e già abbiamo un figlio.
-Vuoi una pausa, Luce? A me va bene.
-Vorrei che oggi mi lasciassi pensare a tutto quello che mi sta capitando in questo ultimo periodo.
-Certamente.
Ci guardammo dolcemente.
-Posso......?
Capii che voleva toccare la mia pancia, ma si vedeva la paura che aveva, come se avesse paura di fare del male al piccolo. Presi la sua mano e la misi sopra. Cominciò ad accarezzarmi.
-Sarà un bambino splendido sai? Proprio come la madre.
-E se fosse femminuccia? E se avesse preso tutto da te?
-Non so. Ma... tu sei arrabbiata adesso?
-No amore. Perchè dovrei?
-Te lo dovevo dire subito, lo so. Ma non avevo tanto coraggio.
-Perchè?
-Avevo paura che non fossi pronta davvero. Di solito devi capire se sei pronta o no quando arriva il momento.
-Si è vero.
-Visto che vuoi pensare per un po', vado ad aiutare tua madre a fare la spesa, visto che ieri me lo aveva chiesto.
-Certo.
-Poi quando torniamo, facciamo colazione.
Ci baciammo.
Rimasi nel letto e con le mani toccai la pancia. Sentivo già un po' di istinto materno. Forse la prima volta non ero pronta. Ma adesso, lo sentivo: ero pronta più che mai. Dave sarebbe stato un ottimo padre, si poteva ben capire. Eppure sembrava che tutto andasse troppo velocemente. Pensavo ancora a Richard, a cosa avrebbe pensato di tutto questo. Lui non lo amavo veramente, ma certe volte mi tornava in mente. Quella notte lo avevo persino sognato. 
In questo sogno, eravamo io e Richard, sul divano di casa mia, che discutevamo di tutta questa situazione. Di solito quando avevamo problemi, ci sedevamo sul divano e parlavamo di tutto. Mi ricordo tutte le parole che mi disse nel sogno.
-Lucinda, ma tu ami Dave?
-Certamente.
-Ma sul serio? Sei sicura?
-Certo! Non ho assolutamente dubbi.
-Tu vorresti famiglia con lui?
-Si.
-E, se ti dovesse capitare di rimanere incinta di lui?
-Terrei il bambino.
-Perchè con me non l'hai fatto?
-Perchè non ero pronta ad essere madre.
-Ma potevamo aiutarci a vicenda.
-Poi avevo 16 anni, Richard. Avevo ancora anni di adolescenza da vivere. La mia vita sarebbe stata distrutta. E poi mia madre ha deciso di farmi abortire.
-Credimi, se fossi ancora il tuo ragazzo, ci riproverei. Riproverei a fare un figlio con te. Perchè ti amo, davvero. E dare al mondo un figlio nostro, sarebbe la cosa più splendida.
-Mi dispiace Rich. Ma io non ti amo più.
-Ho visto. Oramai il tuo cuore non appartiene più a me.
-Non ti è mai appartenuto. Il mio amore era un amore falso. E' vero, l'ho capito da pochissimo, mi dispiace. Amavo solo i tuoi soldi, che magari erano persino sporchi.
-QUEL DAVE TI HA PROPRIO FATTO IL LAVAGGIO DEL CERVELLO, LUCE! TU AMI ME. AMI. ME. CHIARO? NESSUN ALTRO! IL TUO E' AMORE VERO! SE NO NON TI SARESTI MAI MESSA CON ME. TU SEI MIA.
Dopo quelle parole mi svegliai, erano forse le 5, meno male che Dave non si svegliò. Forse non sarei riuscita a raccontargli questo incubo. Quindi tornai a dormire.
Ripensai al sogno, quando Dave uscii con mia madre. E pensai che... no, Dave mi aveva fatto capire tutto. Ero stata proprio cattiva con Richard, non mi meritava. Meritava qualcuno che lo amasse veramente. Non potevo essere io la sua vera donna, mi dispiaceva. Ero stata una stupida, lo amavo per la bellezza e per i soldi, non mi aveva mai dato poi così tante emozioni nei baci ecc. 
Pensai quasi tutto il tempo. Decisi il tutto, ero pronta a dire tutto quello che avevo da dire a Dave.
Tornarono a casa mamma e Dave.
-DAVE! SEI TU?
-Si, Luce. Che c'è?
-DEVO PARLARTI.
Sentivo che stava venendo verso camera mia. La chiuse a chiave.
-Dimmi tutto amore.
-Ho pensato molto. Moltissimo.
-E...?
Si vedeva dagli occhi che voleva che dicessi qualcosa di positivo.
-Ho capito che Richard non fa più parte di me, che adesso io voglio solo te. L'amore che provi nei miei confronti è splendido, e quello che provo per te è vero. Non ti mentirei mai. Quindi, ho deciso che sarai il padre di mio figlio. Ma dovrai aiutarmi in tutto. Devi mostrare sempre affetto nei miei confronti. Devi farmi sentire amata, come hai sempre fatto. Insomma, voglio rimanere con te. Fino alla fine dei miei giorni. Io ti amo, Dave.
Gli avevo detto 'ti amo'. Era un 'ti amo' vero, e quando lo dissi, mi vennero i brividi. E a lui scese una lacrima.
-Stai piangendo, Dave?
-Si, amore. Mi hai detto parole splendide. Soprattutto le ultime, sono quelle che sono entrate maggiormente nel mio cuore. Anche io ti amo, Luce. E con questo bambino, ti amo ancora di più. Sei speciale.
-Non abbandonarmi.
-Non lo farò mai, Luce dei miei occhi.
Ci baciammo appassionatamente. 
-RAGAAAAAZZI, la colazione è servita!
-Dai, andiamo, Dave. Prima che diventi isterica!
Ridemmo. Scendemmo le scale. Dave aveva detto tutto a mia madre. Del fatto che sapessi della gravidanza.
-Amore, come stai oggi?
-Benissimo, grazie. 
-Che bello, diventerò nonna.
-Si, infatti. E io madre! Sono felicissima. E non ho intenzione di abortire.
-Nessuno ha parlato di aborto, amore mio. Adesso tu sei pronta, nessuno te lo porterà via. Perchè è nato da un amore sincero. E credimi, Luce. Non è mai troppo presto, se ci si ama.
-Lo penso anche io mamma.
Squillò il telefono. Andò a rispondere mia madre.
-Pronto?
-Ah, allora ho fatto il numero giusto.
-Che cosa vuoi, Mark?
Appena io e Dave sentimmo il nome Mark, andammo verso di lei. Lei mise il vivavoce, così potevamo sentire tutto.
-Cosa voglio? Niente. Voglio solo essere felice. Avere una casa, avere una famiglia.
-Ma perchè vieni proprio da noi? Hai detto che hai fatto sesso anche con altre donne giusto?
-Si, ma di loro sono rimasti solo i figli, o quasi... tu sei l'unica donna che non ho ucciso. Perchè non sei ancora andata a denunciarmi?
Guardai mia madre. Lei non doveva farlo.
-...
-Vedo che non trovi risposta. Bè, comunque sappi che sto per colpire un'altra volta. Sto per uccidere un'altra donna, che ho messo incinta. Se vuoi avvertire la polizia, fai pure. Ma sappi che, se troverò poi un modo per evadere dal carcere, sarai la prima ad essere cercata dal sottoscritto.
Mia madre mise giù.
-NON CE LA FACCIO GIA' PIU'. QUANTO VORREI DENUNCIARE QUELL'OMICIDA!
-Mamma, non possiamo farlo. Tu rischi la vita, lo sai questo?
-Si, lo so.
-E noi abbiamo bisogno di te. Soprattutto io. Ho una splendida madre. Non fare cose stupide che possono rovinare ancora di più tutto.
-Luce, ma non possiamo andare avanti così tutto il tempo. Tutti i giorni la stessa rottura no!
-Subiamocela mamma, finché possiamo. Quando ci trasferiremo, cambieremo tutto.
-Si, ma non staremo per sempre a NY.
-E dove volevi andare, mamma?
-A Miami.
-Ma... Dave come farà con la sua famiglia?
Dave mi guardò.
-In queste settimane non mi hanno nemmeno chiamato. Per loro non esisto neanche più. E poi sono grande, ho 21 anni, e so prendermi le mie responsabilità. Quindi, vengo con voi.
-Sicuro?
-Assolutamente si. Non ti abbandono, Luce. Te l'ho detto.
Lo abbracciai molto forte e lui ricambiò.
-Siamo una splendida famiglia.
-Già, da quando sei entrato tu, è ancora meglio!
Ci fu un abbraccio di gruppo.
 
A Miami tutti questi problemi sarebbero svaniti? Mark avrebbe continuato a perseguitarli? 

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Capitolo 9
*** Partenza 'improvvisata' per Miami. ***


Alle 4 del mattino, sentii dei passi camminare vicino alla porta della camera. Dave non poteva essere, dormiva con me. Era mia madre, fortunatamente. Avevo già paura che fosse Mark.
-Ragazzi...
-Mamma, che succede? Sono le 4 del mattino!
-Dobbiamo fare le valigie!
-Le valigie? Ma come mamma? Partiamo subito?
-Si, ho prenotato l'aereo delle 7 e 30 per Miami. 
-Perchè non ci hai avvisati?
-Vi ho lasciato un foglio vicino al comodino ieri sera. Pensavo che voi lo aveste letto!
Guardai il comodino, ed infatti c'era un biglietto, che la sera prima non avevo proprio notato.
-Mi dispiace, mamma. Non l'avevo proprio visto! Sono sbadata, scusami. Adesso ci alziamo e facciamo le valigie. Ma... se poi ci scoprisse anche lì? Torniamo qui?
-Non lo so. Si vedrà.
Dave era mezzo addormentato.
-Amore?
-Si, dimmi.
-Dobbiamo alzarci, hai sentito?
-Sisi. Però sono stanco.
-Mi dispiace, seriamente. Ma... prendila come una vacanza.
-Vado ovunque, se ci sei tu con me.
Ci demmo un bacio del 'buongiorno'.
-Allora, facciamo le valigie?
-Si, certamente!
Tirai fuori la mia valigia ENORME, così almeno ci poteva stare tutto quello che c'era in camera. Persino le mie lenzuola, coperte ecc ecc. Ci doveva stare TUTTO! Avevo bisogno di tutto quello che c'era all'interno di quella stanza. 
-Luce, ma vuoi portare tutta sta roba?
-Eccerto!
-Bah, vedremo se ci sta tutto.
-Oh si, mi piacciono le sfide. Va bene! Scommettiamo... 10 dollari, va bene?
-E' poco ma... VA BENE!
Intanto mamma venne da noi.
-Ragazzi vi spiego come funzioneranno le cose.
-Dicci tutto, Robyn!
-Allora, questa casa non sarà venduta a nessuno. Sarà ancora nostra. Io e Luce abbiamo anche una casa a Miami da... circa due anni, ma la usavamo maggiormente per le vacanze natalizie. Adesso quella sarà la nostra nuova casa. E' una villa a due piani. Ma ultimamente ho fatto fare delle modifiche. Allora, tutto il primo piano è per me, mentre il secondo l'ho fatto fare apposta per voi. Come se fosse un condominio. Avete la vostra cucina, la vostra camera matrimoniale, il vostro bagno e tutto quello che vi può servire. Così potete cominciare la vostra vita di coppia. Poi in futuro faremo una stanza anche per il vostro bambino o bambina che sia, d'accordo?
-Mamma, ma è splendido! Grazie mille!
-Si davvero! Robyn, tu fai tantissime cose per noi. E ne siamo davvero grati. Si vede che ci tieni alla nostra relazione.
-E' perchè sento che Lucinda sta provando amore vero.
-E mamma, posso darti assolutamente conferma.
-Ah, e poi ovviamente andremo a fare qualche controllo per la tua pancia. D'accordo?
-Si, certamente. Spero stia andando tutto bene.
-Ultimamente senti dolore?
-No, ultimamente sto bene. Niente nausea, e niente dolori. 
-Adesso devi cercare di sforzarti il meno possibile. E' già tanto se ti abbiamo fatto fare la valigia. D'ora in poi, non ti muovi. Facciamo noi, chiaro?
-Va bene mamma! Comunque sappi che sto bene!
-Non importa. Adesso ti siedi sul divano, finisco la valigia e intanto Dave mette a posto le ultime cose.
-Vaaaa bene, mamma. Rimango qui io eh! Non scappo mica!
Si fecero le 5 e mezza.
-Robyn, ho finito la valigia. Sei pronta?
-Si, ma... posso parlarti un attimo?
-Certo. Dimmi pure.
-Sei sicuro di voler far parte di questa famiglia?
-Assolutamente si.
-Vuoi correre qualsiasi rischio? 
-Farei di tutto pur di stare con Luce. Lei ha bisogno di me ora più che mai. Voglio essere un padre splendido per mio figlio, e uno splendido marito, in futuro, per tua figlia.
-La ami vero?
-La amo più di quanto tu non possa immaginare. Lei mi ha risvegliato, ha illuminato la mia anima, la mia vita. Non potrei immaginare una mia vita senza di lei, non ce la faccio, ho bisogno di lei, ne sento proprio il bisogno. E' diventata la mia ragione di vita, e non mi fa sentire più come l'errore del mondo intero. E si, tra 7 miliardi di persone che esistono al mondo, non sceglierei altro che Lucinda Fellington.
-Mia figlia ha bisogno di essere felice. E so che tu puoi dare questa felicità che lei necessita di avere.
-Assolutamente. Non la farò soffrire per niente al mondo.
Andammo giù da Luce. 
-Aallorraaaa, siamo pronti? Abbiamo tutto? Valigie? Documenti? Tutto?
-Assolutamente si, amore mio. Adesso dammi la mano che ti aiuto ad alzarti. E' meglio che cominci ad abituarti a questo gesto. Tra qualche mese senza di me non ti alzerai proprio!
Gli diedi la mano e aiutò ad alzarmi, anche se in quel momento potevo farlo benissimo da sola. Ci mettemmo tutti il giubbotto, mettemmo le valigie in macchina ed andammo verso l'aeroporto.
-Mamma, sono contenta.
-Per cosa esattamente?
-Per tutto. E' la prima volta che accetti un mio fidanzato.
-In che senso?
-Ti ricordi di Richa... ODDIO! Mamma, ma domani c'è il funerale di Richard! Non possiamo partire!
-Mi hanno detto che non lo vogliono fare. Vogliono che sia una cosa privata, solo tra i genitori e parenti più stretti.
-E io?
-Bè, non ti hanno invitata?
-Ma, mamma io ero la sua ragazza.
-Eh.. okay, te lo dico. Per loro la ragazza di Rich era un'altra. Nel senso che... Rich ha fatto conoscere ai suoi una ragazza, che ha definito 'fidanzata'. L'ha fatto 6 mesi prima di morire. 
-Ma, era in Francia sei mesi fa. Mi aveva detto che era in Francia, e che stava lì per due settimane! E' uno stronzo. Lo so, non si offendono i morti.
-Quindi... tu non risulti come fidanzata.
-Ecco perchè non me li ha mai fatti conoscere. Eppure stavamo assieme da moltissimo tempo.
-Mi dispiace, Luce. Mi dispiace, tantissimo.
Ci rimasi un po' male. Rich aveva proprio nascosto bene questa sua 'seconda relazione'.
-Conosci questa ragazza?
-Se non sbaglio si chiama Nicole Daniels.
Io e Dave ci guardammo. Eravamo scioccati da quello che avevamo sentito!
-Robyn, sei proprio sicura?
-Si, mi ha detto così la madre di Rich. Perchè? La conoscete?
-E' la mia ex ragazza.
Mia madre rimase a bocca aperta.
-Seriamente? Oh mio dio! 
-E... io ci stavo ancora assieme! Luce, la mia ex e il tuo ex sembravano proprio d'accordo, cavolo!
-Ma seriamente! Guarda, io sono proprio... cioè, non so nemmeno cosa dire! E' pazzesco quello che sta accadendo... mi sembra strano al 100%!
Arrivammo all'aeroporto. Dopo ovviamente i vari controlli ecc. entrammo nell'aereo, allacciammo le cinture, ci sedemmo tutti vicini, così potevamo parlare ancora un po' di questa cosa, questo scoop che lasciò ognuno di noi a bocca aperta. Ci mettemmo 5 ore e mezza ad arrivare. Miami era una delle mie città preferite, mi mancavano ancora Parigi, Milano, Toronto e Lisbona, e ovviamente avevo ancora tutta la vita davanti per vedere città del genere!
-Ah, Luce?
-Che c'è, Dave?
-I miei 10 dollari grazie!
-Cretino! No, non te li do! Lo so, hai vinto. Ma era una scommessa stupida dai.
-Appena arriviamo a casa ti ribalto.
-Non vedo l'ora, ciccione!
Arrivammo a Miami. Chiamammo un taxi e ci dirigemmo verso casa, ci mettemmo un quarto d'ora circa. La casa era bellissima, come sempre del resto, e Dave rimase stupito.
-Ma è una casa splendida!
-E pensa che metà della casa è tutta vostra.
-Ma... avete anche una piscina e... oddio, che macchina splendida!
-Ti piace?
-Si, a me piacciono tanto le Jeep.
-Anche a me piacciono tanto! 
Entrammo in casa e appoggiammo le nostre belle valigie piene sul pavimento.
-Allora ragazzi. Ci dividiamo. Voi andate pure nella vostra casa, per qualsiasi cosa io sono a questo piano, mi raccomando. Ah, nel frigo ho mandato qualcuno a riempirlo. Quindi potete mangiare tranquillamente, Dave sei fortunato che ho insegnato a Luce a cucinare. Anche se non dovrebbe fare nulla lei eh!
-Eh mamma, al massimo insegno io a lui come cucinare!
-Mi sembra un'ottima idea.
Io e Dave andammo al piano di sopra. Era splendido, non avevo mai visto il secondo piano così dannatamente bello, prima era un po' in disordine. Adesso era proprio un appartamento luminoso, le pareti di un arancione splendido, il divano bianco, il televisore al plasma, la camera da letto con letto matrimoniale, il bagno ampio...
-CASPITA! CHISSA' QUANTO CAVOLO HA SPESO MIA MADRE!
-Non lo potrei nemmeno immaginare.
-Dai, mettiamo a posto la roba che abbiamo nella valigia.
Dave cominciò ad avvicinarsi.
-Ma come? Proprio adesso? Non mi va, Luce.
-Aaaah, vedo che vuoi provare subito il letto. Non è così?
-Leggi nel pensiero eh?!?
-Può darsi. Ma... amore, aspetta almeno stasera. Adesso dobbiamo mangiare e tutto.
-Eh lo so, amore ma... sento la necessità.
-Che porcellone.
-E' solo che ti amo, e non poco.
Mi toccò la pancia.
-Se no a quest'ora non ti avrei dato un essere vivente da crescere.
Ci baciammo. Lui cercò in tutti i modi di mettermi sul letto, ma io lo respinsi dolcemente.
-Amore, stasera ho detto...
-E uffa, che pizza... Sempre che io resista alla tua splendida bellezza.
-Aaaw amore, smettila di fare il dolce! Anche se è la cosa che amo di più di te.
Mettemmo a posto tutta la roba che avevamo nella valigia, e fortunatamente la valigia non scoppiò. Poi cominciai a cucinare qualcosa di semplice, una pasta al sugo.
-Amore, ma è troppo buona, cucini bene lo sai?
-Eeeeh lo so, io sono un genio incompreso.
-Ma scusa, adesso tua madre, con il lavoro?
-La sede del lavoro che ha è qui. E' qui che ha il suo ufficio. Però da quando ci siamo trasferiti, mia madre lavora alla sede di NY. Ma può tranquillamente tornare alla sede di Miami. Può vendere le case in entrambi gli Stati.
-Che forte! E vedo che tua madre guadagna anche moltissimo.
-Eh in effetti non è poco. Cioè, mantiene tutti e tre. E' splendida. E dovremmo cominciare a trovare un lavoro pure noi.
-Tu il lavoro di cantante ce l'hai, te l'ho detto.
-E tu, che farai?
-Io so fare il produttore. E poi ti ho detto che so fotografare, e quindi posso fare le foto alle star famose. Magari la prima puoi essere tu!
-Magari!
-Dai, un giorno registriamo una tua demo, d'accordo?
-Va bene, volentieri! Tanto ho portato dietro anche la mia chitarra, che ne ho proprio bisogno!
-Certo! Non vedo l'ora di sentirti.
Misi le posate e i piatti nella lavastoviglie, Dave mi sorprese da dietro e cominciò a baciarmi il collo e toccò ancora la mia pancia.
-Saremo una splendida famiglia.
-Lo spero tanto!
-Ti amo tanto, Luce. E spero di non perderti mai.
-Ho bisogno di te.
-E io ho bisogno di te, come l'aria.
Non riuscii a resistere a quel fascino, a quella voce rauca che a volte usciva dalla sua bocca e che mi faceva venire i brividi, quindi finimmo sul letto e... sapete, no? Avete capito, giusto? Eh ragazzi, quando ci si ama, non si può far niente. L'età non conta, e non importa se stiamo assieme da qualche settimana e ci siamo detti 'ti amo' e abbiamo già un figlio che tra 9 mesi nascerà. Per noi era il momento giusto. 
 
La vita a Miami diventerà più tranquilla? E adesso, Mark sa del loro spostamento?

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Capitolo 10
*** Don't isolate yourself. ***


Il giorno dopo mi svegliai un po' sul tardi, circa le 11, ma nel letto Dave non c'era. Mi chiedevo dove fosse andato. Mi misi le ciabatte, in bagno non c'era, in sala nemmeno, era in cucina che stava facendo la colazione.
-Ah, era ora che ti svegliassi, Luce. Dai muoviti, non abbiamo tempo da perdere.
Non capivo cosa voleva intendere.
-Dave, cosa stai dicendo? Dove dobbiamo andare?
-Bè, dobbiamo registrare il demo. Ricordi?
-Oggi? Seriamente?
-Si amore, ho prenotato la sala di registrazione dalle 13 alle 16. Così possiamo lavorare un po' sulla tua prima canzone. Che ne dici? 
Gli saltai addosso! Ero felicissima. Mi ricordo, quando avevo sette anni, che stavo guardando un programma di musica, e ascoltai una canzone delle Destiny's Child, si chiamava 'Survivor'. Mi piaceva tantissimo, e rimasi colpita dalla voce di Beyoncé, e da lì è diventata la mia fonte di ispirazione. Non riuscivo a smettere di cantare le sue canzoni, le amavo così tanto che decisi di imparare a suonare la chitarra, così potevo suonarle anche io. Mia madre scoprii che avevo talento nel canto, avevo una bella voce, così cominciai ad andare a scuola di canto, e la mia insegnante mi disse che ero la ragazza tra il gruppo con la voce piu' potente, sapevo fare benissimo sia le note alte, sia le note basse. Potevo diventare davvero una cantante ed avere successo. Amavo il fatto che i cantanti potessero raccontare attraverso delle canzoni e delle melodie, le loro storie, il loro passato, presente e futuro, le loro storie d'amore, che poi sono finite, raccontare il proprio dolore. Volevo farlo anche io.
Mi feci la doccia, mi vestii bene, preparai la chitarra, la accordai bene bene (avevo orecchio per l'accordare la chitarra), la rimisi nella sua borsa, scaldai un pochino la voce e fui pronta.
-Dave, sono pronta.
-Perfetto. Allora, andiamo! 
Scendemmo al piano di mia madre e ci vide.
-Buongiorno ragazzi, dove andate di bello?
-Mamma, Dave mi sta portando a registrare il demo!
-Ma è splendido tesoro! Sono contenta per te! Poi fatemi sapere!
-Certo, ci vediamo dopo!
Salimmo in macchina e ci avviammo. Ci mettemmo circa 20 minuti.
-Siamo arrivati! Lui è Fred, mio amico da una vita.
-Piacere di conoscerti Luce.
-Piacere mio!
-Bene, sei pronta per registrare?
-Certo! Quando cominciamo?
-Ma anche subito, non credi!
-Assolutamente si!
-Vedo che sei contenta.
-Non sono mai stata più felice. Spero che vi piacciano le canzoni che ho scritto.
-Ci piaceranno sicuramente. E poi vediamo che casa discografica potrebbe prenderti.
Mi mostrò tutto lo studio. Era enorme, tantissimi strumenti, microfoni, cuffie, era un mondo tutto diverso, il mondo della musica, quello che volevo conoscere da tutta una vita, ed era strano essere lì.
-Lo so, è splendido come posto.
-A.a.a.assolutamente. Lo penso anche io! E' magnifico.
-Ecco, questa sala serve per scaldarti meglio la voce. Se hai bisogno di una vocal coach, te la chiamiamo subito.
-No no tranquillo, sono capace!
Anche se avevo scaldato a casa la voce, la scaldai ancora meglio. Ero un po' agitata, ma dovevo mostrare a tutti quanto talento avessi dentro di me. Dovevo mostrare a tutti che io ero in grado di entrare nel mondo della musica e di stupire tutti. Amavo la mia voce, ero io stessa la mia prima fan, e anche loro potevano diventarlo. Mi scaldai per 10 minuti circa, poi tornai nello studio.
-Allora, sei pronta, Luce!
-Si, diamo inizio alla registrazione.
-Vedo che hai portato la chitarra.
-Si, ho già il ritmo per la canzone.
-Adesso ce la farai sentire con la chitarra. Poi vediamo se possiamo trovare il ritmo con batteria, basso, chitarra elettrica o cose così. E' una canzone che parla di...?
-Una persona, che durante la mia vita mi è stata molto a cuore, e ha sofferto un po' di depressione. Quindi, ho deciso di dedicare a questa persona una canzone. Si chiama 'Don't Isolate Yourself'.
-Okay, adesso vai nell'altra stanza, siediti sulla sedia con la chitarra, metti le cuffie, e facci sentire di cosa sei capace.
-Certo. Agli ordini.
Si vedeva che a Fred stavo simpatica! Dave aveva parlato molto di me a lui, e si vedeva che tra me e Fred poteva nascere una grande amicizia! A me stava simpaticissimo!
Cominciai a cantare.
 
You know, you are suffering
I know what you’re missing
You need some love
It’s the thing you pretend most
 
Vedevo Dave e Fred che erano scioccati, si vedeva che stavo piacendo. Poi rimasero a bocca e occhi aperti quando arrivai agli acuti del ritornello.
 
I have to give you help
Please, remember I’m always here
Don’t forget, I’m always near
 
Don’t isolate yourself
I want to kiss you so bad
You need someone next to you
If you ask, I’ll say ‘I do’
I won’t regret
Please, please do it for myself
Don’t isolate yourself
 
Poi cantai gli altri pezzi della canzone. Nella canzone, scrissi anche che quando si è depressi, non bisogna tagliarsi i polsi e cose così, e quando cantai quelle frasi mi scese una lacrima e, attraverso la voce, feci sentire le mie emozioni e la mia rabbia. Ci ero passata anche io, per anni rimasi depressa e mi tagliai ovunque, l'importante è che mi sentissi meglio, ma meglio proprio non stavo. Anzi, con quei tagli stavo ancora peggio.
Quando finii la canzone, Dave e Fred rimasero un minuto senza parlare, senza fiatare. Avevo paura, non sapevo cosa volessero dire con quelle facce. Ma sembrava qualcosa di positivo.
-TU. SEI. SPLENDIDA. Tu puoi essere la cantante con la voce più bella del mondo, tu superi le più grandi cantanti, come Mariah Carey, e persino Christina Aguilera. Ragazza mia, TU HAI LA STOFFA PER DIVENTARE UNA CANTANTE DI SUCCESSO. Mi hai fatto sentire le tue emozioni, la tua voce SPACCA DI BRUTTO! QUANTO VORREI ESSERE IL TUO PRODUTTORE! Ma purtroppo io sono solo l'addetto all'invio dei demo alle case discografiche. MA CREDIMI, SE POTESSI, TI TERREI!
Saltai di gioia! Saltai addosso a Dave e a Fred!
-ODDIO RAGAZZI DAVVERO? SONO COMMOSSA CAVOLO! GRAZIE INFINITE! IO.. NON SO COSA DIRE! SONO CONTENTA CHE VI SIA PIACIUTO! DAVVERO IO... WOOOW! MAMMA MIA, SONO SENZA PAROLE!
Dopo i complimenti, parlammo un po' della canzone.
-Okay, secondo me la dobbiamo tenere con la chitarra. Chitarra e voce sono splendidi! Non servono altri strumenti, secondo me! Poi da domani ti insegno a suonare il piano, che ne hai bisogno, ed invio la demo. Ragazza, tu sarai una grande artista, ne sono certo! NON SCORDARTI DI ME!
-Assolutamente no! GRAZIE MILLE!
Dave era felicissimo per me! Non sapeva cosa dire, era ancora scioccato per la canzone! Ero felice, avevo un sorriso a più di 32 denti!
 
Sarei diventata un'artista di successo? E se lo fossi diventata, la mia carriera avrebbe rovinato la mia relazione con Dave?

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Capitolo 11
*** Thomas Bullivan, il fidanzato di Robyn. ***


Ritornammo a casa, ero più felice che mai, come quando una bambina riceve la sua bambola nuova, da aggiungere alla sua collezione. Ecco, proprio così! Entrammo sul piano di mia madre e vedemmo lei con un uomo sul divano che si baciavano. Mamma si accorse di noi, e si girò.
-Oddio, amore! La prossima volta suona il campanello.
-Scusa, mamma! Ti prometto che d'ora in poi lo farò!
-Ragazzi ho un po' di cose da dirvi. Bè, prima di tutto, vorrei farvi conoscere il 'famoso' Thomas.
-Piacere Thomas, io sono Lucinda, ma mi chiami pure Luce, sono la figlia di Robyn.
-Piacere, io sono Thomas, chiamatemi Tom. Che bel nome, io lo trovo splendido, e non darmi del lei! Dammi pure del tu!
-Io invece sono David, ma lei può chiamarmi Dave! Sono il fidanzato di Lucinda.
-Piacere mio! Anche tu, non darmi del lei! 
-Ragazzi, per favore, sedetevi che devo parlarvi. 
-Certo mamma. Allora, che succede?
-Thomas ha deciso di trasferirsi qui, anche perchè gli hanno dato una promozione e ha il posto proprio a Miami. Alla fine ci frequentiamo da molto tempo, e credo che sia giusto che rimanga qui. Voi che dite?
-Mamma, non posso fare altro che dirti che è la cosa più giusta. Alla fine vi amate! Certo io sono d'accordo!
-Tu, Dave?
-Assolutamente si! Tom, puoi tranquillamente rimanere. Ci stai già simpatico, e pensiamo che tu sia giusto per Robyn! Vero, Luce?
-Assolutamente si! Mi sembri un uomo molto corretto e cordiale!
-Grazie mille, ragazzi! Ho imparato dai genitori migliori. Io adesso sono un direttore bancario, quindi ho un lavoro abbastanza importante. Mi piacerebbe a volte cenare con voi e conoscervi meglio. So che siete al piano di sopra, che voi vivete assieme.
-Eh si, proprio così! Hey, quando vuoi, di sera ci vieni a bussare, così ceniamo tutti assieme. 
-Luce, so che per te non è facile. Non hai avuto una bellissima infanzia, e so che non hai avuto un padre accanto a te.
-Assolutamente no. 
-Ci sono passato. Anche io non l'ho avuto. Fortunatamente mia madre ha trovato qualcuno che la ama! E mi sono molto affezionato a quell'uomo. Spero che possa accadere anche tra te e me. Cioè, vorrei cominciare ad essere il padre che ti è mancato.
Mi stavo commuovendo a quelle parole che diceva Thomas. Era davvero un uomo splendido, era dolce con me, non era uno di quegli antipatici ricconi, no! Lui era diverso, non mi sarebbe dispiaciuto averlo come padre.
-Grazie mille, Tom, sei molto dolce ed è davvero bello sentire queste parole. Pensa, diventerai mio padre e allo stesso tempo nonno!
-Come?
-Eh, io e Dave aspettiamo un figlio.
-Oh mio Dio! Congratulazioni! Sono contento per te! Ma da quanto tempo?
-Eh, una settimana, da poco!
-Credimi, non me ne sarei accorto. La pancia non si vede!
-Eh, tra qualche mese peggiorerò, quindi stiamo attenti!
Parlammo un po' del più e del meno.
-Luce, ti ho fissato un appuntamento tra due settimane per vedere se è tutto a posto.
-Ah, grazie mamma! E' stato un piacere, Tom! Ma adesso abbiamo un po' di lavoro da svolgere.
-Certo, tranquilli, andate pure! E' stato un piacere enorme per me!
Poi mia madre e Tom rimasero da soli, e cominciarono a parlare.
-Tua figlia è splendida. Davvero!
-Sono contenta che ti piaccia! Si vede che tu gli piaci tanto!
-Comunque mi piace molto questa famiglia. E vedevo il modo in cui Dave guardava Luce. Lo guardava con due occhi da innamorato perso.
-Già, lui la ama seriamente. Si può davvero capire, e pensa che non si conoscono neanche da molto tempo. Hanno cominciato tutto un mese fa. E hanno concepito il bambino una settimana fa, e sono pronti ad avere un figlio.
-Quanti anni hanno?
-Luce ha quasi 19 anni, li compie tra due mesi. Dave ne ha 21.
-Ah, non hanno neanche tanti anni di differenza.
-Bè, l'amore non ha età!
-Sono completamente d'accordo!
Intanto io e Dave eravamo saliti ed eravamo sul letto, sdraiati. Cominciò ad accarezzarmi la pancia e a baciarmela.
-Luce?
-Si?
-Ti amo, e sono contentissimo.
-Anche io! Tantissimo, grazie a te.
-Non ho fatto niente!
-Cosa stai dicendo? Grazie a te, posso realizzare il mio sogno di diventare qualcuno, e poi è grazie a te se stiamo per dare al mondo la creatura più bella.
Ci baciammo. Ogni volta mi baciava sempre più dolcemente, e mi piaceva. Si vedeva che non voleva farmi del male.
-Dave, ho paura!
-Di cosa?
-Di tante cose. Se divento famosa, ho paura di perderti. Ho paura di non riuscire a stare con la famiglia. Ho paura di rivedere mio padre. Ho paura di tutto.
-Amore, puoi anche cominciare a registrare dopo la gravidanza. Tranquilla, io ci sarò sempre con te. E con noi ci saranno anche il nostro bambino, tua madre e il tuo futuro padre. Saremo sempre insieme! Chiaro? Non ci perderemo mai di vista, puoi starne certa.
-Forse Fred dovrebbe mandare la demo più tardi, dopo la gravidanza. Al momento, penso di volermi dedicare a me stessa e al piano, visto che da domani vado a lezione.
-Ti accompagno io. Poi ti faccio anche qualche foto! A te dispiace?
-Assolutamente no, con piacere!
-Mi piace il fatto che tu ti sfoghi con me!
-Tu ci sei sempre. Sei sempre disposto ad ascoltarmi, di solito di alcune cose non riesco a parlarne con mia madre. E con te, è tutto così facile, perchè tu sai anche darmi splendidi consigli. Non so cosa farei senza di te, davvero. Io ti amo, seriamente. Non voglio perderti.
-Neanche io, Luce. Per niente al mondo. Tu sei mia! Io voglio vivere tutta la vita in questa famiglia, so che tutti assieme possiamo risolvere tutti i nostri problemi.
-E' vero. Sei splendido, e spero che quello che hai detto prima sul fatto di non avere quelle paure sia vero. Ho bisogno di voi.
-E noi abbiamo bisogno di te!
 
Thomas sarà un ottimo padre per Luce? Sarà anche un bravo nonno per il futuro membro della famiglia?

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Capitolo 12
*** Quattro mesi dopo... ***


Passarono quattro mesi, diventai 19enne. Cominciai a conoscere Tom meglio e sul serio, e cominciammo la nostra relazione padre-figlia. Era il padre migliore di questo universo. Oramai lui e mia madre si stavano frequentando da un anno, e lui un po’ di giorni fa le ha chiesto di sposarlo, e lei ovviamente non ha rifiutato. Quindi, entrerà a far parte della nostra famiglia. Si sposeranno tra sei mesi, e sono felicissima per loro, mamma se lo merita. Con Dave andava tutto alla grande, anche se provava gelosia verso Fred, perché pensava che a lui piacessi, e in effetti non aveva torto. Si poteva capire che gli piacevo, così chiarii subito la cosa con Fred, e siamo diventati migliori amici, adesso lui è fidanzato con un’altra futura cantante e, grazie a lui, sapevo suonare molto bene il piano. Mark non si era più fatto né vedere, né sentire, ed era una cosa positiva, anche se avevamo ogni giorno quella paura che potesse tornare, e avevamo paura che uccidesse altra gente. La mia pancia era diventata grossa, si potevano vedere moltissimo i cambiamenti. Quel giorno, sarei andata dal medico e avrei scoperto il sesso del mio bambino, cioè, del nostro bambino, e se stava bene, se era in salute. Io e Dave ci svegliammo nello stesso momento, mise subito la sua mano sulla pancia, quel gesto mi metteva sempre gioia.
-Buongiorno, Luce dei miei occhi. Come state tu e il piccolo, o piccola?
-Buongiorno, Dave. Stiamo bene, grazie. Tu come stai?
-Bene bene. Ho dormito benissimo stanotte. E ho sognato una cosa splendida.
-Sentiamo, che cosa hai sognato?
-Che nostro figlio era maschio e lo chiamavamo Andrew, e assomigliava tutto a te, era bellissimo, poi aveva gli occhioni enormi, questa scena era ambientata in ospedale, avevi appena partorito. Eravamo una famiglia splendida.
-Amore, ma… è un sogno splendido. Se è maschio, realizzeremo quel sogno che hai fatto stanotte. Lo chiameremo Andrew, è bellissimo come nome! E credimi, saremo sicuramente una bellissima famiglia. Tu sarai un padre splendido!
-E tu sarai la madre migliore di questo universo. Dai, non vedo l’ora di scoprire il sesso di questo amore.
-Non vedo l’ora anche io.
Ci guardammo molto intensamente, Dave era bellissimo, come sempre. Quegli occhi color nocciola mi incantavano sempre e non riuscivo a smettere di guardarlo, era la cosa più bella che mi potesse capitare.
-Ti amo, Lucinda Fellington.
-Ti amo, David Maylor.
Ci baciammo, sentivo quel bisogno di avere le sue labbra posate sulle mie.
Ci vestimmo, visto che tra due ore dovevo andare dal dottore. Mi vestii con un bellissimo vestitino a fiorellini, che mi era stato regalato da Dave. Ogni volta che lo mettevo, lui non resisteva mai al mio fascino.
-Sei bellissima, Luce. Come sempre!
-Anche tu lo sei.
Sentii le sue mani sulla mia pancia, era dietro di me. Cominciò a baciarmi il collo, per poi scendere sulla mia spalla, aveva abbassato la spallina del vestito, poi passò all’altra spalla e fece la stessa cosa, ma poi lo fermai.
-Amore, ti dispiace se facciamo l’amore stasera? Abbiamo un po’ di cose da fare oggi!
-Ma io ti amo, mi piace farti sentire mia e farti capire che il mio amore è vero.
-Anche io ti amo, e sei il ragazzo più dolce di questo mondo.
-Cavolo, devi smetterla di essere così splendida! E’ per colpa tua se provo attrazione fisica per te.
-E tu devi smetterla di essere così dolce, mi fai venire troppo brividi tu!
Scendemmo le scale e arrivammo al piano di mia madre, la incontrammo e ci salutammo.
-Buongiorno, ragazzi!
-Buongiorno mamma!
-Avete fatto colazione? Sapete, Tom l’ha preparata per tutti e vorrebbe parlarvi un po’.
-Veniamo subito, con piacere!
Già dal salone si poteva sentire quel buonissimo odore del caffè, ma io mi dovevo accontentare del the.
-Buongiorno ragazzi!
-Buongiorno Tom! Oddio, ma questa tavola è splendida!
-Grazie! Mi piace molto cucinare e avere una tavola ordinata quando mangio.
-Fai benissimo! Caspita, complimenti.
Ci sedemmo sulle sedie di legno. Cominciammo a chiacchierare un po’.
-Allora, Tom, ho saputo da mamma che ci devi parlare!
-Si, in effetti si!
-Dicci, allora. Siamo in ascolto!
-Io e vostra madre abbiamo deciso di comprarvi una villa tutta vostra quando vi sposerete.
Rimasi a bocca aperta.
-Cioè… mi state dicendo che, se io e Dave ci sposiamo, ci comprate la casa?
-Assolutamente si, avete capito bene!
-Ma voi siete assolutamente pazzi! Non dovete farlo, davvero! Faremo di tutto pur di tenere i soldi per la casa!
-No no, vogliamo comprarvela noi.
-E dove li trovate tutti i soldi che occorrono?
-Li abbiamo già. La casa ve l’abbiamo già trovata, costa la metà di quello che io e Tom abbiamo sul nostro conto bancario!
-Porca miseria, cosa siamo? Dei ricconi?
-Con i nostri lavori, guadagnamo abbastanza denaro.
-E’ una cosa splendida, ma… al momento non vogliamo sposarci, per quanto ne so. E non sono ancora pronta a vivere in una casa senza mia madre.
-Tesoro, questa casa e la vostra sono molto vicine. Per qualsiasi cosa, faccio un salto.
-Non importa, non sono ancora pronta. Ho 19 anni e finché non mi sentirò pronta, non mi sposerò e non mi trasferirò da qui.
-Come vuoi, amore. Comunque la casa è in sospeso, è come se l’avessimo già comprata. Aspettiamo soltanto che voi vi sposiate e la casa sarà vostra. Non è più in vendita.
-Quindi, quella casa in futuro sarà la nostra casa? Cioè, è la nostra, definitiva?
-Si, se vi piace! Vi facciamo vedere le foto!
Io e Dave guardammo le foto! Era… splendida, mamma sapeva perfettamente i miei gusti, era davvero bellissima, solo che non ero ancora pronta a vivere da sola con Dave. Non avevamo soldi per gli alimenti ecc. Dovevamo trovarci un lavoro, ma preferivamo stare a casa e aspettare che io partorissi, prima di cominciare il tutto.
-Mamma è meravigliosa. E non mi dispiacerebbe averla in futuro.
-Si, piace moltissimo anche a me, Robyn!
-Allora è come se fosse già vostra. In futuro vivrete qui!
-Io… non so davvero che cosa dire.
-Non devi dire niente, amore. Lo abbiamo deciso da un po’. Ti vogliamo molto bene, Luce. E anche a te Dave, ovviamente, e vogliamo solo il meglio per voi. Siamo una famiglia o no? Ci dobbiamo aiutare a vicenda!
-Si certo. Sono d’accordo con te!
-Luce, comunque quando sarai pronta per sposarti e per vivere in quella casa, voglio essere avvisata! Chiaro?
-Certo! Adesso prendo il cappotto e andiamo dal dottore. Quando torniamo, vi diciamo tutto, d’accordo?
-Sicuro, vi aspettiamo! Poi quando tornate, andiamo al lavoro. Tanto i nostri lavori cominciano alle 10, lo sapete no?
-Sisi!
Io andai a prendere il cappotto, ma Dave rimase in cucina a parlare con mia madre.
-Dave, quando Luce mi dirà che è pronta per sposarsi e per vivere con te, te lo diremo, così potrai chiederle di sposarti, e non sarà né troppo presto, né troppo tardi. Ti va bene se aiutiamo?
-Ci state aiutando tantissimo, e… si, in effetti avevo bisogno di questo aiuto. Pensate che tra qualche mese volevo chiederglielo anche io, diciamo tra sei mesi. Però se non è pronta, ritiro tutto. Anche io ho un conto bancario, ho su ancora dei soldi, che bastano per l’anello. Per il momento però non penso che lo comprerò. Grazie mille!
-Di niente, vi vogliamo bene!
-Anche noi ve ne vogliamo. Siete meravigliosi! Davvero, siete una famiglia splendida, quella che avrei sempre voluto, e che non ho potuto avere.
-Hai sentito qualche tuo parente ultimamente?
-Mia madre mi ha chiesto di tornare, ma ho rifiutato e le ho raccontato tutto, mi ha detto che è molto felice per me, ma vorrebbe rivedermi. Io al momento non voglio.
-Noi non ti costringiamo a fare niente, però secondo me un incontro si potrebbe fare. E anche un incontro tra famiglie. La tua famiglia potrebbe conoscere noi.
-Non vi piacerebbero.
-Non importa. E poi che ne sai, magari da quando sei andato via, sono cambiati. Che dici?
-Non lo so… è come se non li conoscessi più. Però… dai, ci penserò su e vi farò sapere.
-Dai, adesso vai che Luce ti aspetta, a dopo!
Dave arrivò in salone, si mise il cappotto, salimmo in macchina e andammo verso l’ospedale. Mi sentivo abbastanza agitata, e ovviamente Dave se ne accorse.
-Luce, stai bene?
-Io? Si si, certo. Sono solo…
-Agitata?
-Si.
-E perché, amore?
-Penso che sia normale, è che sono felice di avere questo bambino, ma allo stesso tempo ho paura che non stia bene qui dentro.
-Stai tranquilla, scommetto che sta bene. E se ci fossero problemi, faremo di tutto pur di risolverli. Ci stai?
-Si, certamente. Non voglio perderlo.
Ci fu un momento di silenzio e arrivammo al parcheggio dell’ospedale.
-Ti amo, Luce.
-Ti amo, Dave.
Ci baciammo in macchina, era un momento di affetto che mi piacque molto. Scese dalla macchina, aprii la mia portiera e mi aiutò ad alzarmi.
-Ci riesco ancora da sola.
-Ti ho detto che ti devi abituare al mio aiuto, prima o poi avrai bisogno di me.
-Io ho sempre bisogno di te.
Andammo dal nostro dottore, ci stava aspettando.
-Ciao, Luce. Ti stavo giusto aspettando. Lui chi è?
-Il mio ragazzo.
-Oh, piacere di conoscerti. Bravissimo, sicuramente avrai fatto un ottimo lavoro.
-Grazie mille!
-Dai, entriamo e vediamo come sta.
Mi alzò la maglietta, mi mise un gel molto freddo, e rabbrividii.
-Tutto bene, Luce?
-Si, Dave, è solo che è freddo il gel.
Mi stava tenendo la mano, in quel momento avevo proprio bisogno di lui. E il dottore cominciò a guardare lo schermo. Si poteva vedere che stava cominciando a formarsi il piccolo.
-Il bambino sta alla grande, ti stai comportanto bene Luce, molto brava… volete sapere il sesso?
-Si può già sapere, dottore?
-Si, certo! Allora, siete curiosi? Volete saperlo?
Io e Dave ci guardammo e facemmo di si con la testa.
-Ragazzi, avrete un maschietto.
Ci guardammo e sorridemmo. Il sogno di Dave si stava avverando, aveva sempre voluto avere un figlio maschio, con cui poteva parlare di calcio e cose varie. Pensavo al fatto che, se fossi rimasta incinta un’altra volta, avrei voluto una femminuccia, con cui parlare di ragazzi, di trucchi ecc. Io e Dave ci baciammo.
-Hai sentito amore? Un maschio. Il nostro Andrew, proprio come avevi sognato.
-Lo chiamerete Andrew? Mi piace molto come nome! Avete scelto proprio bene!
-Grazie mille!
-Okay, abbiamo finito. Adesso puoi pulirti, metterti a posto e puoi andare.
-Grazie infinite, dottore. Ci ha reso felici oggi.
-Mi fa molto piacere!
Mi misi a posto e vidi Dave molto felice.
-Luce, sono felicissimo.
-Anche io lo sono!
-Dai, andiamo a casa. Prendimi per mano.
Mi prese la mano e andammo verso casa. Entrammo in casa, mamma e Tom erano sul divano che ci stavano aspettando.
-MASCHIO! E’ MASCHIO!
Mamma saltò di gioia, e anche Tom lo fece, sembravano due pazzi scatenati!
-CONGRATULAZIONI RAGAZZI!
Ci fu un abbraccio di gruppo, era il primo, e fu un momento commovente ed emozionante allo stesso tempo.
-Luce, sono felicissimo per te. Sarai una grandissima madre, ne sono certo.
-Grazie… papà.
Tom si commosse e ci demmo il nostro primo abbraccio padre-figlia, e mamma rimase commossa, mentre Dave era felicissimo.
 
Per una volta, nella mia vita andava tutto benissimo. E non potevo fare altro che ringraziare mia madre, era grazie a lei se ero arrivata fino a qui. Grazie, mamma.

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Capitolo 13
*** For the love of a daughter. ***


Erano le nove di mattina, io mi svegliai prima di Dave, non sapeva che oggi sarei andata a registrare un secondo demo. In realtà, era una cosa che Fred ed io avevamo deciso per telefono. In quei giorni in cui venivamo sconvolti dalle azioni di Mark, avevo scritto una canzone che non vedevo l'ora di registrare, dopo aver studiato a fondo piano. Piano era diventato oramai il mio strumento preferito, lo sapevo suonare brillantemente, Fred mi aveva detto che avevo un talento eccezionale. Io e lui in quel periodo avevamo stretto una forte amicizia, infatti era diventato il mio migliore amico. Per messaggi lo sentivo tutti i giorni, soprattutto per parlare del mio futuro e della mia musica. 
Cominciai a fare la colazione per me e Dave. Quando Dave si svegliò, vide che nel letto non c'ero e cominciò a cercarmi per casa.
-Sento odore di caffè, scommetto che sei in cucina!
Cavolo! Con quello stupido odore di caffè, aveva scoperto dov'ero! Avrei dovuto fare di meglio per non farmi beccare. Arrivò in cucina, mi prese da dietro e mi baciò la guancia.
-Buoooongiorno, Luce dei miei occhi.
-Buongiorno a te!
-Come mai ti sei svegliata così presto?
-Dave, mi devi portare in sala registrazioni!
-Ma non avevi detto che le lezioni di piano erano finite?
-Si, ma... ultimamente ho scritto una canzone importante e... bè, ecco, volevo registrarla, suonando il piano.
-Una canzone importante? Di cosa parla?
-Bè, di una cosa seria che...
-E' su Mark, vero?
Era splendido il fatto che riuscisse a capire tutto anche solo guardandomi negli occhi, nei discorsi facilitava sempre le cose.
-Ecco, si. E' per Mark. 
-Pensi che la potrebbe ascoltare?
-Bè, perchè no? Capirebbe che sta facendo cose assolutamente sbagliate, così si rovina la vita da solo.
-Posso leggere la canzone?
-Si, certo. Ce l'ho giusto in tasca.
Dave prese la canzone dai miei pantaloni e mentre beveva il caffè, cominciò a leggerla.
-Luce, è... quali parole posso usare... ehm... è una canzone molto commovente, tra le righe io posso capire tutto il dolore che stai provando, vedo che avresti voluto avere un padre decisamente migliore in questi tuoi 19 anni della tua vita, un padre che non bevesse... bè, qui non vedo che parli di suicidio, e penso che sia comprensibile. Luce, mi piace da morire! E'... splendida, davvero. Voglio sentirtela cantare.
-Se mi porti in studio, te la canto volentieri. Ho anche un foglio con tutte le note per il piano, ma quello non te lo do.
-Ma si, tanto non capirei lo stesso! Non suono il piano! Dai, allora facciamo in fretta. Ma... scriverai anche una canzone su di noi e sul nostro bambino?
-Mah, non lo so. Vorrei che ci fosse privacy. Questa è la nostra vita, la viviamo noi, con i nostri occhi, e anche con gli occhi di nostro figlio.
-Bè, una canzone d'amore per me la scriverai no?
-Aaaaw, amore! Tu vuoi che scriva una canzone per te? Ci penso su... ti farò sapere!
-Dimmi che mi ami.
-Ti amo Dave! Adesso dimmi tu che mi ami.
-Se mi prometti che scriverai una canzone su di me!
-Te lo prometto, gelosone!
-Ti amo tanto. E amo tanto anche Andrew.
Ci baciammo, e dopo cominciammo a vestirci. Misi una maglietta lunga con dei pantaloncini e le scarpe, e ci avviammo verso lo studio. Ero un po' emozionata, io ci speravo ancora. Speravo che Mark la ascoltasse questa canzone, speravo nel mio futuro, speravo nella mia relazione con Dave, ero diventata molto positiva. 
Arrivammo allo studio e Fred ci stava aspettando fuori.
-Hey Luce! Hey Dave!
-Ciao Fred!
-Dai, andiamo Luce, abbiamo una canzone da registrare!
Entrai nella stanza che chiamai stanza-riscaldamento, dove potevo riscaldare la mia voce. Per il bambino non ci sarebbero stati problemi, potevo cantare tranquillamente. Ritornai dagli altri, il piano era stato posizionato nella sala registrazioni, misi le cuffie, il microfono a posto, vicino al piano, e quando Dave e Fred furono pronti, cominciai a suonare.
 
Four years old with my back to the door
All I could hear was the family war
You're selfish hands always expecting more
Am I your child or just a charity ward
 
A queste parole, vidi Dave che cominciò a commuoversi. Me lo aveva detto che la canzone per lui era commovente e che gli piaceva da morire. Le lacrime cominciarono a rigare il suo viso, ma soprattutto il mio.
 
Oh father, please father
I'd love to leave you alone
But I can't let you go
Oh father, please father
Put the bottle down
For the love of a daughter
 
A Fred piaceva la canzone, lo stavo capendo, e vedevo che era sorpreso per il fatto che stavo suonando molto bene il pianoforte. Era come se si sentisse soddisfatto, si sentiva un mito in quel momento. Aveva fatto un lavoro eccezionale con me!
 
Don't you remember
I'm your baby girl
How could you push me out of your world
Lie to your flesh and your blood
Put your hands on the ones that you swore you loved
 
Nelle prime frasi di questo pezzo mi misi a piangere ancora di più, lui si era completamente dimenticato che ero la sua bambina. La sua prima bambina, dopo di me aveva cominciato a mettere incinta altre donne, solo perchè non mi voleva. Io potevo essere davvero speciale per lui, io ci tenevo a lui, prima di scoprire come era diventato, era diventato il motivo per cui ero al mondo, cioè cercarlo e cercare di cambiarlo e farlo tornare quello di prima.
Finii la canzone. Dave e Fred cominciarono ad applaudire, Dave venne da me e continuai a piangere sulla sua spalla, lui si era già asciugato le lacrime che avevano rigato prima il suo viso, io non riuscivo. Troppo dolore era apparso dentro di me, e quel dolore bruciava, da troppo tempo. 
-Luce, adesso che ti sei sfogata un po', stai meglio?
-Si, Dave, grazie. Ho visto che ti sei commosso anche tu.
-Te l'ho detto, attraverso quelle parole, si capisce il tuo dolore. E se stai male tu, sto male anche io. Siamo una cosa sola, ricordatelo. Ti amo.
-Anche io!
-Luce, hai suonato e cantato divinamente. Sai già cosa penso di te, te l'ho detto migliaia di volte. 
-Grazie, Fred. Comunque queste canzoni devono essere inviate dopo la mia gravidanza, quando avrò passato anche un po' di tempo con Andrew.
-Non c'è problema. Quando vuoi, le canzoni sono qua. Complimenti davvero. Hai talento, non sprecarlo. Dai, grazie per aver passato queste ore con me, mi ha fatto piacere. Adesso devo far registrare Felicia.
-Aaaah, la tua ragazza! Allora andiamo subito, e vi lasciamo soli, piccioncini!
-Eeeeh si pigliamo pure per i fondelli!
-Dai, stiamo scherzando. Divertitevi!
-Anche voi! Oh Luce, noi ci sentiamo eh!
-Sisi, anche perchè poi avrò un'altra canzone importante da registrare, la devo ancora scrivere.
-Fammi sapere allora! Ciao!
-Ciao Fred! Grazie di tutto!
 
Mark sentirà quella canzone? O continuerà a fare tutto di testa sua?



NOTA AUTRICE
Si, ho usato come canzone quella di Demi Lovato 'For The Love Of A Daughter'. Ci voleva in questo capitolo ed era l'unica canzone che centrava qualcosa comunque! Grazie per aver letto! Sono contenta che a qualcuno questa storia interessi molto, ci sto mettendo impegno e passione! :)

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Capitolo 14
*** Telefonata anonima. ***


Ero sulla spiaggia, ero vestita con un costume e un pareo, il vento scompigliava tutti i miei capelli castani, era una giornata soleggiata, mi piaceva quel posto. Inciampai su un qualcosa, era un sasso, un sasso a forma di cuore. Era bellissimo, e la forma era proprio quella di un cuore, era così particolare, così dettagliato che decisi di tenerlo in mano, mi faceva sentire completa. Arrivò Mark, mi venne incontro, sembrava un'altra persona, sì, era un uomo diverso.
-Luce, sono ore che ti cerco!
-Mark... sembri diverso.
-Lo sono, infatti. Non sono più quello di prima, sono l'uomo che vuole chiederti perdono, che non c'è mai stato per te, ma che avrebbe voluto esserci in questi 19 anni della tua vita, mi dispiace Luce, mi dispiace da morire. E mi dispiace per tutte quelle donne che ho dovuto uccidere, violentare, ho fatto male a tante persone. L'unica che forse può ancora contare su di me sei tu. Ho smesso di bere, di fumare, ho smesso di fare tutto quello che avrebbe causato qualcosa di negativo in me. Voglio essere solo il marito di Robyn e il padre che hai sempre voluto.
-Sei davvero cambiato, Mark, lo posso vedere. Non sono scema, so che tu sei diverso, e ho intenzione di darti un'altra possibilità.
-Grazie Luce. Ma ho bisogno di una cosa.
-Cosa?
-Quel sasso a forma di cuore... Dammelo!
-Che cosa?
-Quel sasso... Ti prego, dammelo.
-Perchè? L'ho trovato io, è mio!
-LUCE, DAMMELO! NON TI SERVE.
Mi prese il braccio e cercò di aprire la mano e prendermi il sasso, io lo spintonavo, ma lui era troppo forte per me. Riuscì a prendere quel sasso, e da quel momento cominciai a sentirmi male, sentivo che mancava davvero qualcosa di importante dentro di me, mi sentii soffocare.
 
Quel sasso a forma di cuore era il mio bambino, e Mark me lo aveva tolto, ucciso per sempre.


 
Mi svegliai, ero tutta sudata, era stato un incubo, di quelli che ti tormentano per tutto il giorno, di quelli che ti chiedi il motivo di quelle scene. Andai in cucina a bere un bicchiere d'acqua, sentii Dave che mi inseguì.
-Luce, che succede? Tutto bene?
-Dave! Che spavento! Ehm... Sisi tutto bene.
-Luce, ma tu sei sudata.
-Ho fatto solo un incubo, tutto qui.
-Guardami Luce.
Lo guardai, era davvero preoccupato, e cercai di dirgli con gli occhi cosa avevo sognato.
-Hai fatto un incubo su tuo padre, non è vero?
-Si.
-Oh, vieni qui.
Mi abbracciò, non avrei più voluto staccarmi da lui, il suo abbraccio era uno di quelli caldi, in cui affondi la tua testa nel suo petto, ascoltando il battito del suo cuore. 
-Luce, quell'uomo non ti farà mai più niente, chiaro? Ci sono io!
-Dave, tu sai di cosa è capace quell'uomo.
-Si lo so. Ma... per te farei qualsiasi cosa, persino rischiare la vita. Perchè io ti amo.
-Anche io ti amo, ma sappi che senza di te, la mia vita non sarebbe più la stessa.
 
-LUCINDAAAAAAAAAAAAAA!
Era la voce di mia madre, stava urlando. Scendemmo le scale.
-Mamma, che è successo?
-Riunione di famiglia. ADESSO!
Non avevo mai visto mia madre così sconvolta, e aveva persino gli occhi spalancati. Mi sembrava strana quella mattina.
-Luce, grazie per essere venuta qui.
-Mamma, che succede?
-Ho ricevuto una telefonata anonima.
-Anonima?
-Si e... Luce, hanno trovato l'uomo che ha mandato fuori strada Richard.
Quelle parole mi entrarono nel cuore. Certo, Richard forse non lo avevo amato veramente, ma era sicuramente un mio amico, gli volevo davvero bene.
-Mamma, sono passati mesi. E solo adesso scoprono chi è stato?
-Eh, si. Le indagini hanno portato finalmente ad un risultato. Abbiamo saputo anche il nome del colpevole. Per noi, sarà una notizia sia brutta che bella.
-Mamma, dimmi il nome, ti prego, ho bisogno di saperlo.
-Richard è stato ucciso da Mark, Lucinda.
-MARK? QUELLO STRONZO DI 'MIO PADRE'? MA CHE CAZZO DI UOMO HAI CONOSCIUTO MAMMA? QUELL'UOMO E' DAVVERO UN COGLIONE, HA UCCISO UNA PERSONA CHE VOLEVO BENE CON TUTTA ME STESSA, PERCHE' LO HA FATTO? ALLORA CE L'HA CON ME! CAZZO, SE LO AVESSI DAVANTI QUI ADESSO, LO UCCIDEREI CON LE MIE STESSE MANI. NON ME NE FOTTE SE E' UN SERIAL KILLER, LO UCCIDERO' PRIMA O POI.
-Luce, so che adesso sei arrabbiata...
-ARRABBIATA? MAMMA, IO SONO SCONVOLTA! TU NON HAI IDEA DI QUELLO CHE HO SOGNATO STANOTTE! L'HO SOGNATO, QUEL BASTARDO. ARRABBIATA, IO? NO, IO MI VERGOGNO DI AVERE IL SUO STESSO COGNOME! CHISSA' PERCHE' ME LO HAI MESSO, SE NON MI VOLEVA!
-Luce, io lo amavo, per questo ti ho messo il suo cognome. Ma d'ora in poi, potrai chiamarti Lucinda Mite, o Lucinda Bullivan. Quando ci sposeremo io e Tom, ti cambieremo il cognome, sempre che si possa ovviamente. Comunque, Luce, non mi hai fatto finire la frase.
-Perdonami, mamma. Dimmi, che volevi dire.
-Guarda il lato positivo della cosa. Almeno adesso siamo tranquilli, non lo abbiamo più tra i piedi.
-Mamma, guarda il lato negativo della cosa. Adesso penserà che abbiamo parlato alla polizia di tutto quello che ha fatto, e penserà che per colpa nostra è in un carcere. Vedrai, mamma, quando troverà un modo per uscire, i primi ad essere colpiti saremo noi.
-Ma non sa che siamo a Miami.
-Bè, può sempre scoprirlo, secondo me.
-Luce, l'importante è che adesso lui non sia tra i piedi.
-Speriamo in bene.
Cominciavo a sentire la mancanza di Richard, dopotutto potevo definirlo il mio migliore amico, a lui dicevo tutto, ma adesso Dave aveva preso il suo posto, e non mi lamentavo.

Mark riuscirà ad uscire da quel carcere?

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Capitolo 15
*** Frederic Jones. ***


Nei capitoli precedenti, non avevo mai parlato bene di Frederic, o meglio... di Fred, il ragazzo che mi aiutava a registrare i demo per le case discografiche. Oramai avevo legato tantissimo con lui, era diventato il mio migliore amico, con lui parlavo dei problemi che magari potevo avere con Dave. Certo, io e Dave litigavamo, tra due persone è ovvio che si litiga, l'amore non è bello se non è litigarello. Fred ha avuto un'infanzia un po' particolare, ha dovuto vivere in parte da solo, suo padre era un produttore discografico e sua madre era diventata un'attrice. Suo padre dovette trasferirsi perchè aveva trovato qualcuno che poteva farlo diventare uno dei produttori più importanti di tutta l'America, e Fred non lo vide più, ma continuarono a sentirsi al telefono. Sua madre invece tornava a casa pochissime volte, ogni anno girava due film contemporaneamente e non aveva tempo per dedicarsi a Fred, e poi sicuramente, come mi aveva detto lui, lei aveva un'amante, se non sbaglio un altro attore che recitava con lei in uno dei suoi tantissimi film. Quindi, lui, non avendo nemmeno i nonni vicini (vivevano a Vancouver), decise di provare a vivere da solo, imparò da solo a cucinare, a fare il bucato, a farsi il letto, a lavarsi, a fare i compiti correttamente, a suonare piano, chitarra e batteria, tutto questo solamente all'età di 9 anni, era diventato lo studente modello alle elementari, medie e superiori, riusciva a fare tutto. A 18 anni cominciò a chiedere dei suggerimenti al padre su come fare a diventare un produttore di buoni livelli. Adesso, a 21 anni, è uno dei produttori più conosciuti di Miami, era tra i più giovani, era incredibile, del resto se lo meritava abbastanza. E registrando, aveva trovato una persona che lo faceva stare bene, Felicia. Ma ultimamente non andavano tanto bene le cose.
Ero al settimo mese di gravidanza, oramai la pancia era diventata enorme, e per me era difficile alzarmi da sola, infatti chiedevo sempre l'aiuto di Dave. Ma Dave, dopo aver trovato un lavoro come fotografo professionista, dovette partire due giorni, e io decisi di rimanere a casa, con i miei. Qualcuno suonò alla porta, ed era Fred. Sapevo che sarebbe venuto, mi aveva scritto un messaggio.
 
Luce, devo venire da te, devo parlarti.
 
Non sapevo se era una cosa grave, o una cosa che si poteva prendere alla leggera. Ma si vedeva in quelle parole che sicuramente c'era tristezza, e non se lo meritava. Lui era un ragazzo splendido, mi piaceva come amico, e avrei fatto di tutto pur di proteggerlo.
-Ciao, Luce.
-Ciao, Fred. Dai entra.
-Grazie mille per aver accettato di vedermi questo pomeriggio.
-Non ci sono problemi! Dai, sediamoci sul divano... Dimmi, che succede.
-Felicia mi ha mollato.
-C-che cosa? Ho sentito bene?
-Sì, Luce. Felicia mi ha mollato.
Cominciai a vedere le lacrime che gli rigavano il volto.
-E perchè?
-Perchè... ho mandato il suo demo ad una casa discografica che l'avrebbe sicuramente presa. Ieri mi è arrivata la conferma di registrazione dell'album, e lei era tutta contenta! Poi andò a casa e fece le valigie, e dopo mi inviò un messaggio, 'grazie, fred, ma adesso non mi servi più. è stato un onore conoscerti.'.
Mi salì la rabbia, Felicia lo aveva solamente usato.
-Ti ha usato, Fred. Ti rendi conto?
-Sì, è una stronza, io non la voglio più vedere, anche se mi risulterà impossibile.
-Credimi, Fred. Nel futuro farò di tutto pur di batterla nelle classifiche, sempre che io e lei diventiamo popolari.
-Oh, tu sicuramente lo diventerai. Hai un talento che nessuna persona ha! Lei ha la voce di gallina.
Cominciammo a dire cose negative su di lei, se lo meritava.
-Senti, dopo la chiamo e le chiedo perchè ti ha mollato.
-Luce?
-Sì...?
-Tu non stai facendo la stessa cosa, vero? Vero che tu registri solo perchè è la tua passione? Vero che non mi stai usando? Vero che ti ricorderai di me? Vero che ci sarai sempre per me, e che non andrai via?
-Fred, ti pare che io mi chiamo Felicia? NO! Io rimarrò sempre, anzi... tu partirai con me nei tour, caro mio! Tu sarai sempre al mio fianco, insieme a Dave.
-Davvero? Posso?
-Certamente, sei diventato importante per me!
-Anche tu lo sei diventata! Grazie, davvero! Grazie di tutto. Come sta il piccolo qui?
-Bene bene!
-Ah ricordati che devo fare io lo zio, eh!
-Sisi, certo caro! E' il tuo posto!
Ci avviammo verso la porta, mi baciò la guancia, vicino alla bocca, avevo paura che potesse innamorarsi ancora di me. E prima che attraversasse il cancello, disse una frase.
 
'Quando sei sola e hai bisogno di affetto, quello vero, divento io il tuo Dave.'
 
Non capii il senso di quella frase, voleva dire che... se Dave mi avesse mollato, lui ci sarebbe stato per me? Voleva dire che quando Dave non c'era, avrei potuto contare su di lui? Per quel momento lasciai perdere quella frase e chiamai Dave, il giorno dopo sarebbe tornato!
-Pronto?
-Ciao, Dave, amore!
-Luce! Ciao! Mi manchi da morire.
-Anche tu, amore!
-Come stai? E il piccolo?
-Sto bene, e anche il piccolo! Tu?
-Eh, sono stanco, ho già fatto molti servizi fotografici.
-A persone popolari?
-Di persone popolari oggi ho conosciuto solo Rihanna, che mi ha pure fatto l'autografo per te, perchè so che sei una sua fan da tantissimo tempo, e Francisco Lachowski.
-HAI FATTO LE FOTO A QUEL FIGO?
-Hey! Guarda che tu sei fidanzata con il sottoscritto!
-Ehm.... si, certo, lo so! GRAZIE MILLE PER L'AUTOGRAFO DI RIHANNA.
-Non vedo l'ora di tornare da te.
-Vorrei che fossi già qui, mi manchi tantissimo. Ah, oggi è venuto a trovarmi Fred!
-Devo preoccuparmi? Ti ha fatto qualcosa? So che è fidanzato, ma ho sempre paura che cerchi di... insomma, hai capito, no?
-Tranquillo! Comunque Felicia lo ha mollato!
-CHE COSA? STAI SCHERZANDO? UNO DEI MIEI MIGLIORI AMICI... MOLLATO?
-Si, purtroppo si!
-Adesso appena finisco la chiamata con te lo chiamo e gli chiedo cos'è successo!
-Ti racconterà tutto per bene! 
-Adesso lo chiamo! Ti amo, Luce. A domani, sei splendida!
-Ti amo anche io, Dave. Sei il mio fotografo preferito!

Misi giù e vidi un messaggio, era Fred.

 
Luce, c'è qualcosa che non sono riuscito a dirti oggi, quando sono venuto da te. Tu mi piaci ancora, mi dispiace. Spero di non rovinare niente tra te e Dave. Però non posso farci niente. Cercherò di rimanere solo il tuo migliore amico, con lui so che sei felice, state per avere anche il bambino più bello del mondo. Spero che tu non ce l'abbia con me dopo questo messaggio. Ti voglio un bene dell'anima, e lo sai.
 
Me lo sentivo. Sentivo che non mi aveva detto tutto. Quelle parole mi entrarono nel cuore. Si, a me Fred piaceva, ma solo come amico! Mi dispiaceva dirgli di no. Però cercai di dirgli parole più dolci possibili.
 
Sai, me lo sentivo che non mi avevi detto proprio tutto tutto tutto. Comunque non sono arrabbiata o triste, però mi dispiace dirti che io amo tantissimo Dave, e questo lo sai benissimo, e non voglio farti soffrire. Credimi, anche io ti voglio un bene dell'anima, ma non possiamo andare oltre, mi dispiace. Adesso ho paura che tu ce l'abbia con me. Spero di rimanerti amica, spero di rimanere per sempre la tua migliore amica. Non voglio perderti, lo sai che ho bisogno di un amico speciale come te. Non sei un ragazzo che si incontra per strada, sono rare le persone come te.
 
Sentii che era assolutamente giusto quello che gli avevo scritto. Aspettai due minuti e mi scrisse un messaggio.
 
Non mi perderai, se non vorrai. Per te ci sarò sempre, Luce.
 
Quelle parole mi riempirono il cuore di gioia, avevo ancora il mio migliore amico, colui che c'era sempre per me, lui era il mio primo vero migliore amico, e in questo bellissimo periodo, non volevo proprio perderlo. Era diventato come un fratello per me.




NOTE D'AUTORE

Per la prima volta, scrivo la mia nota d'autore!
Prima di tutto, volevo ringraziare ognuno di voi, che seguite la storia sin dall'inizio e che vi è sempre piaciuta!
Ho sempre ricevuto commenti positivi da voi, e vi ringrazio!
Volevo che questa storia fosse originale e trasmettesse emozioni, e credo di avercela fatta.
Spero che questa storia vi stia entrando nel cuore. 
Vi voglio bene!


-Cookie :)

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Capitolo 16
*** L'essenza dei miei giorni. ***


Mi svegliai molto presto quella mattina, ero agitata. Dave stava per tornare, e poi ripensai a quel messaggio che mi aveva scritto Fred il giorno precedente. Nella mia mente continuavo a pormi questa domanda:
ma dovrò dire tutto questo a Dave?
 
Bé, perchè avrei dovuto? Del resto, non era successo niente, nemmeno un bacio, quindi non era nulla di grave, era ancora tutto normale. Potevo fare finta che non fosse successo niente. Ma come potevo fare una cosa simile? Sapevo che vedendo Fred, avrei ripensato a tutto, dovevo parlarne per bene con lui, ma quel giorno avrei voluto solo pensare a stare con Dave, mi mancava tantissimo, nonostante fosse stato via solamente due giorni. 
 
Mi feci la colazione, e scesi per andare da mamma, con lei sapevo che potevo parlare di tutto. Quindi, con lei decisi di parlare di Fred.
-Mamma, posso parlarti?
-Certo, tesoro, dimmi tutto.
-Si tratta di Fred. Mamma, quel ragazzo è innamorato cotto di me, mi ha scritto un messaggio ieri, però lui non vuole rovinare tutto tra me e Dave, anche perchè tra poche settimane nascerà Andrew.
-Tu cosa pensi di Fred, Lucinda?
-Bè, ti posso dire che Fred è un ragazzo stupendo, è simpatico, molto dolce, e ha anche un certo fascino, mi piace, ma solamente come amico.
-Luce, ti conosco molto bene... e lo sai. E, penso che a te piaccia un pochino Fred, non come amico. Certo, penso che sia comprensibile, quando hai fatto l'amore con Dave lo conoscevi da malapena un giorno, ma ti eri subito innamorata di lui, pur non conoscendo bene il suo carattere. E con Fred invece hai avuto molto più tempo, per conoscerlo caratterialmente. E' per questo che ti possa piacere.
-Mamma... quindi, è possibile che io sia innamorata di Fred?
-Devi pensarci bene, Luce.
-Ma, mamma... lo sai che io amo alla follia Dave, e ho intenzione di sposarlo.
-Certo che lo so! Però comunque devi parlare con Fred di questa situazione. Non voglio essere cattiva, ma penso che lui possa rovinare tutto.
-Ma, me lo ha promesso... 
-Ma lui non può frenare quella voglia di baciarti. Luce, aspettati un qualcosa la prossima volta che lo vedrai, perchè non starà fermo immobile. Succederà qualcosa.
-Mamma, se mi bacia, ti do 10€ e ti nomino mia veggente.
-Ci sto.
 
Tremavo, pensavo al fatto che Fred potesse davvero baciarmi. Ma io non volevo, e se poi Dave mi mollasse, dopo aver scoperto tutto? No, con lui dovevo parlarne, lui sicuramente avrebbe capito.
Sentii delle mani che mi coprirono gli occhi. Le toccai, le riconoscevo, erano quelle di Dave. Le tolsi dagli occhi, e mi voltai.
-Dave, amore...
-Luce! Mi sei mancata da morire.
-Mai quanto tu sei mancato a me.
-Questa rosa... è per te. E' segno del mio amore.
-Non serviva! Sei splendido, ti amo.
-Anche io ti amo.
Ci baciammo per 10 minuti, davanti alla porta! Poi mi portò in braccio su per le scale fino ad arrivare al letto e facemmo subito l'amore. Sentivo tutto l'amore che mi era mancato in quei due giorni della sua assenza, sentivo che lui aveva bisogno di me e del mio corpo, e viceversa. Mi mancava il calore della sua pelle, le emozioni ogni volta erano sempre più forti, sapevo che con altri non avrei provato nulla di simile. Ci addormentammo per un'ora, poi mi svegliai abbracciata a lui e cominciò a baciarmi la fronte.
-Luce, torno subito.
-Certo, ti aspetto!
 
PDV Dave.
Scesi le scale ed andai verso la madre di Luce. 
-Dave, ciao! Sei tornato! Come stai?
-Bene, senti... Devo chiederti una cosa!
-Dimmi tutto.
-Per caso ultimamente tu e Luce avete parlato di matrimonio o cose simili?
-No... aspetta, adesso che ci penso, proprio stamattina. Perchè?
-Voglio sposarla!
-Dave, davvero? Ti senti pronto?
-Questi due giorni mi hanno fatto capire che voglio vivere con lei ogni secondo della mia intera vita, è lei l'essenza dei miei giorni!
-Anche lei è pronta per sposarti.
-Davvero? Benissimo!
Tirai fuori l'anello e lo feci vedere a Robyn.
-PORCA MISERIA! DAVE, TU SEI MATTO! Ti è costato una pacca di soldi sto anello!
-I soldi sono riuscito ad averli grazie alle foto che ho fatto in questi giorni a delle persone popolari!
-Si, è perfetto! Vai, corri! Vai a chiederglielo!
-Sono agitato!
-E' normale, sei innamorato!
-Grazie di tutto, Robyn!
-E di che? Dai, vai, scommetto che Luce ti sta aspettando!
 
PDV Luce.
Ero rimasta nel letto, nonostante lui non fosse lì, riuscivo ancora a sentire il suo profumo. Chissà dove era finito. Sentii che stava risalendo le scale e tornò nel letto.
-Amore, dove sei stato?
-Niente, tranquilla! 
Mi guardò intensamente negli occhi e cominciò a parlare con la voce rauca, quella che mi fa sempre venire i brividi e mi fa venire la voglia di saltargli addosso.
-Luce...
-Si?
Vedevo che cominciava a sudare freddo.
-Stai bene, Dave?
-Sisi, sto bene... ecco, il punto è che...
-Che...?
-Ti amo e... voglio che tu sia mia per sempre.
-Sei dolcissimo Dave.
-Non ho ancora detto tutto.
Mi prese la mano, e la sentivo tutta sudaticcia, e lo vedevo agitato.
-Dimmi, Dave...
-Luce...
-Si.....?
-Luce... io... oh cazzo, non riesco!
-Dai, con calma non ti preoccupare. Riuscirai a dire quello che vuoi dire.
-Ho paura di quello che dirai. Ho paura della tua reazione.
-Tranquillo, amore... dai dimmi, sono curiosa.
Scese dal letto e venne dalla mia parte e si inginocchiò, cominciai a piangere di gioia!
-Oh mio Dio... Dave...!
-Lucinda Fellington, vuoi sposarmi?
Quelle parole mi fecero battere il cuore a mille, ero rimasta senza parole. E quell'anello era... una cosa meravigliosa! Era... non saprei come definirlo, era un momento troppo magico, e non c'erano aggettivi per descriverlo, nemmeno perfetto andava bene.
-SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI SI! DAVE, VOGLIO SPOSARTI, ECCOME SE LO VOGLIO!
Ci abbracciammo fortissimamente, mi mise l'anello, mi stava DA DIO e poi mise la mano sul pancione.
-Saremo una famiglia splendida, me lo sento!
-Lo sento anche io. Adesso... pensi di riuscire a stare due mesi senza fare l'amore con me?
-Eh... penso di no. Però per il nostro bambino, questo ed altro! E anche perchè ti amo!
-Ti amo anche io!
 
Fred accetterà il fatto che Luce si sposi con Dave?

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Capitolo 17
*** Don't say you're sorry, 'cause I'm not gonna listen. ***


Non dormii la notte. Ogni 10 minuti mi svegliavo, nella mia mente c'era Fred, pensavo a come potesse prendere la notizia del mio futuro matrimonio. Alla fine sapevo cosa si provava ricevendo delle delusioni, ma questa sarebbe stata decisamente la più grossa delusione della sua vita, e io mi sarei sentita uno schifo. Non si meritava un'amica come me, e io non meritavo lui. Lui era troppo splendido di carattere, eppure mi voleva, e non capivo. Io non ero tutta sta bellezza, e il mio carattere non mi piaceva affatto. Eppure, Fred voleva solo me. Forse stava con Felicia solo per dimenticarmi, ci riuscì, ma quando lei lo mollò, ritornò tutto esattamente come prima. 
Andai a bere un po' d'acqua e presi un'aspirina, avevo un po' di mal di testa.
-Luce?
Mi voltai, era Dave.
-Dave! Cosa ci fai sveglio?
-E' la stessa domanda che potrei fare a te.
-Ho preso un'aspirina per il mal di testa.
-E perchè continui a svegliarti? Me ne sono accorto. Qualcosa non va?
-No no, tranquillo. Tutto bene.
-Luce, guardami...
A volte odiavo il fatto che riuscisse a capire che cosa c'era che non andava. Certe cose avrei voluto tenermele per me, ma capii che lui voleva solo aiutarmi, e voleva che fossi sempre felice.
-Luce... Non lo perderai.
-Che?
-Lo so che hai paura di perdere Fred dicendogli questa notizia. Lo ha detto anche a me...
-Che cosa? Cosa ti ha detto?
-Che è innamorato pazzo di te. 
-Che cosa? Te lo ha detto?
-Sisi, me lo ha detto.
-E tu? Che cosa hai risposto?
-Ma niente. Gli ho detto che comunque non posso farci niente, perchè tu mi ami, e Fred lo vuoi solamente come amico.
-Lo deluderò, e tanto...
-Penso che capirà. O almeno... lo spero tanto.
-Io so cosa vuol dire ricevere delle delusioni, e io mi sentirò una merda, davvero, me lo sento.
-E cosa vuoi fare? Non dirglielo?
-Non riuscirei, perchè comunque vedrebbe l'anello, e non potrei dirgli che l'ho comprato io.
-Lo so. 
-Lo sapevo... tra migliori amici, prima o poi uno dei due si innamora. 
-Ma a volte capita che anche l'altra persona si innamora.
-Che stai cercando di dirmi?
-Lui ti piace?
-Cavolo, sei come mia madre... pensate che a me un po' piaccia Fred.
-E dimmelo... a te un po' piace?
-Ma non lo so. Cioè, alla fine lo vedo solo come amico. 
-Luce, vuoi che ci prendiamo una pausa?
-Non lo so...
-Anzi, facciamo così... oggi ti lascio sola, come avevamo fatto una volta, così puoi pensare tranquillamente. Quando hai la risposta, dimmelo, okay?
-Ehm... si, va bene. Grazie.
-E di che? Dai, andiamo a letto.
-Non ho più sonno, penso che starò sul divano a pensare. Comincio da adesso. 
-Ehm... come vuoi. Buonanotte.
-Buonanotte.
Lo avevo deluso. Lo sentivo dal tono della sua voce, avevo deluso l'uomo della mia vita. Cominciai a piangere, silenziosamente, mentre lui andava verso il letto. Continuai, e un'ora dopo sentii dei passi, Dave mi aveva sentito. Si mise davanti a me, si inginocchiò e mi prese il viso tra le mani, asciugandomi le lacrime e mi baciò appassionatamente. Poi baciò il pancione tante volte, con delicatezza.
-D-Dave... che cosa stai...
-Shhh. Non dire niente. Sono io quello che deve parlare, adesso. Tu adesso devi solo stare in silenzio ad ascoltarmi chiaro?
-Si.
-Perdonami. Perdonami se ti ho fatto piangere adesso, perchè so di essere io il motivo per cui stai piangendo, sono stato uno stronzo. Mi sentivo un po' deluso, ma non è colpa tua. Luce, dalla prima volta che ti ho vista, sapevo che eri tu la donna della mia vita, e volevo che fossi solo mia, fino alla fine dei miei giorni. Ma ho paura che qualcuno ti porti via. Quel qualcuno è chiamato Fred. Si, potrà anche essere il mio amico di infanzia, ma non mi fido più di lui adesso. Ho sbagliato a portarti da lui, è colpa mia se siamo in crisi, ed è colpa mia se adesso lui non ti dimentica più. Non ti merito, forse è vero. Non merito di diventare padre, questo figlio non può essere mio, sarei un padre terribile, e apprenderebbe tutte le cose sbagliate da me. Vorrei che tu dessi un padre migliore ad Andrew. Io non ne sono all'altezza, me lo sento. Mi sento una merda, farti soffrire era l'ultima cosa che volevo, e invece ci sono pure riuscito. Mi dispiace, Luce. Mi dispiace... tanto. Forse con queste parole adesso non mi vorrai più... e infatti questi baci te li ho dati perchè potrebbero diventare gli ultimi che ti darò. Dipende da te.
Cominciò a piangere, appoggiando delicatamente la testa sul pancione, sentivo il suo dolore da quelle parole, si sentiva davvero uno schifo, ma io lo amavo, con tutta me stessa. 
-Dave... posso parlare adesso?
-Si... ho finito il mio discorso.
-Guardami negli occhi. Ti prego, guardami.
Ci guardammo negli occhi, entrambi piangevamo, mostrando tutto il nostro dolore che avevamo dentro.
-Non ho MAI trovato... e ripeto MAI trovato qualcuno come te. Tu sei... neanche l'aggettivo 'perfetto' ti descriverebbe. Piangevo perchè pensavo di averti deluso per sempre. Quando hai detto la parola 'pausa' pensavo che ti avrei perso per sempre, che non mi saresti più stato accanto, io non ho bisogno di pause per capire chi amo veramente. Nel mio cuore c'è inciso un nome solo. Quel nome è il tuo.
Si sedette sul divano assieme a me e ci abbracciammo, misi le gambe sulle sue, così il pancione era tra noi due, continuava ad accarezzarlo.
-Quindi... vuoi che sia ancora io il padre di Andrew?
-Assolutamente si. Nessuno può sostituirti. Capito? Nessuno!
-Posso ancora dirti che ti amo e che sei la Luce dei miei giorni?
-Dave, è tutto come prima.
-Ti amo, Luce.
-Anche io, ti amo tanto.
-Ti dispiace se domani vengo anche io con te da Fred, per dargli questa notizia?
-Vieni pure, così vediamo che succede.
-Grazie.
Ci baciammo dolcemente per alcuni minuti, non volevamo più staccarci l'uno dall'altro.
 
Ci svegliammo qualche oretta dopo, erano le 10 di mattina, finalmente riuscii a dormire. Tra le braccia di Dave, stavo sempre bene, era un ragazzo molto comodo, nonostante fosse muscoloso. Mi addormentai quando cominciò ad accarezzarmi i capelli, amavo quando lo faceva, sapeva che mi piaceva ed era uno dei tanti modi per calmarmi e farmi rilassare, fino a farmi persino addormentare. Lui mi conosceva decisamente più di altri.
-Luce, svegliati dai.
Mamma mia, quella voce rauca... La prossima volta che lo fa, gli salto addosso, lo giuro! Cominciò a baciarmi il collo.
-Luce... daaai, svegliati, sono le 10.
-Dave, adesso ti ammazzo.
-Ah, ma allora sei sveglia, piccola. Buongiorno!
-Che scemo che sei. Sei il mio scemo, e io ti amo tanto.
-Mi hai perdonato?
-Amore, non hai fatto niente. Sono io che devo chiedere perdono.
-No, sono io quello che deve chiedere perdono!
-Va bene, siamo entrambi colpevoli, va bene?
-Si va bene.
-Mi dispiace, Dave. Mi perdoni?
-Si, amore! Mi dispiace, Luce. Mi perdoni?
-Ma certo, gnoccolone mio!
-Mmm... che parolona! Ci trovo molta piccantezza in quella parola! Mmm... eccitante.
-Okay, sei il ragazzo più coglione che abbia mai conosciuto in tutta la mia vita.
-Però ti piaccio eh? Eh?
-Eccerto!
-Vieni qui, sexy-bomb!
-Ma Dave, non posso correre! Ho il bambino!
-Lo so, così almeno per me è più facile.
Riuscii a prendermi con molta facilità e cominciò a farmi il solletico sotto le braccia.
-Dave, smettila ti prego. SMETTILA!
-In cambio cosa mi dai?
-Cosa vuoi? Cosa vorresti che io facessi?
-Devi venire con me stasera a cena in uno dei ristoranti più costosi di Miami.
-Che cosa? Stai scherzando?
-Assolutamente no. Allora, ci vieni?
-Volentieri! Oddio Dave, sei proprio un gentiluomo.
-Per la mia bambola, questo ed altro.
Facemmo colazione e ci vestimmo in uno stile un po' sportivo. Avevamo deciso di andare ufficialmente da Fred a parlargli in modo serio e chiaro, senza ovviamente ferire i suoi sentimenti. 
-Sei pronta, Luce?
-Si, tu?
-Sisi. Mamma mia, Luce, sei sempre splendida.
-Grazie amore.
Mi prese la mano, mi aiutò a fare le scale con calma e mi aiutò a salire in macchina.
Da poco avevamo deciso la nostra canzone, Everything di Michael Bublé, ad entrambe piaceva quel cantante!
-Mamma mia Bublé... quanto lo amo. Se solo potessi incontrarlo!
-Anche io! Hey, che ne dici se stasera guardiamo sul sito ufficiale se ci sono biglietti per qualche concerto?
-Amore, lo faresti sul serio?
-Certo, te l'ho detto... tutto per la mia bambola.
-Siiiiii amore! Graziee!
-Io so tutte le canzoni a memoria!
-Pure io!
-Io di più!
-No no, io di più... E Bublé è mio!
-No, è mio!
-Ma... solo adesso mi dici di essere gay, Dave?
Continuammo a fare sta litigata demenziale per tutto il viaggio. Arrivammo alla sala di registrazione.
-Luce, sei pronta?
-Si, andiamo.
Scendemmo dalla macchina ed entrammo.
-Hey ragazzi! Ciao! Che ci fate qui?
-Volevamo parlarti, Fred.
-E' qualcosa di grave?
-Assolutamente no.
-Dai, venite, sediamoci nella sala relax.
-Fred, noi ci sposiamo.
-Davvero? Bè.... sono contento per voi... seriamente. Complimenti.
-Davvero sei felice?
-Si, Luce. Voglio dire... mi sembra giusto. State per avere un bambino... sarete un ottima famiglia...
-Dave ci lasci un attimo da soli?
-Si, va bene.
Dave non se ne andò via del tutto, rimase a spiare Fred, tanto non poteva vedere che lo stava spiando perchè si trovava dietro di lui.
-Perchè hai voluto che Dave se ne andasse?
-Così riusciamo a parlare meglio. Ammettilo, non sei contento.
-Bè, forse non del tutto.
-Perchè?
-Luce, come potrei essere felice? Io per te provo emozioni troppo forti, non credi? Io sono innamorato di te, non posso fare a meno di parlarti, di starti accanto. Perchè non ti piaccio?
-Ma Fred... il fatto è che io amo qualcun'altro. Il mio cuore appartiene già ad una persona.
-Quando vi sposerete?
-Ancora non lo sappiamo... me lo ha chiesto ieri.
-Non voglio rovinare tutto tra te e Dave. Ma... Luce, sento il bisogno di farlo.
-Fare che cosa, scusa?
-Adesso lo vedrai.
Si avvicinò a me e mi baciò sulla bocca. Rimasi con gli occhi spalancati, Dave aveva visto tutta la scena, e si vedeva che stava provando odio nei confronti di Fred.
-Adesso sto meglio.
-SI, MA IO NO! BRUTTO STRONZO, COME CAZZO TI PERMETTI DI BACIARE LA MIA RAGAZZA? PENSAVO CHE FOSSIMO AMICI, FRED! BASTA, CON TE NON VOGLIO PIU' AVERE NIENTE A CHE FARE!
-Luce, sapevi che ci stava spiando?
-Assolutamente si.
-Perchè non me lo hai detto?
-Fred, sapevo che mi avresti baciato!
-Luce, con te non voglio più parlare. E non chiedermi scusa, perchè non ti ascolto. Dave, tu te ne puoi anche andare a fare in culo.
-CHE CAZZO HAI DETTO, CHECCA? 
Cominciarono a picchiarsi, e cercai di fermarli, ma sentii qualcosa che si muoveva. Pensavo che mi si fossero rotte le acque.
-Dave... DAVE! CAZZO DAVE, MI SI SONO ROTTE LE ACQUE.
Entrambi si fermarono, e Dave vide che il bambino si stava muovendo.
-CHE COSA?
-DAVE, STO PER PARTORIRE.
-OH PORC... ANDIAMO, ANDIAMO SUBITO IN OSPEDALE. OH CAZZO, STO PER DIVENTARE PADRE. 
Mi prese per mano e corremmo verso la macchina, l'ospedale era vicinissimo alla sala registrazioni. Fred rimase lì, fermo. Sapeva che non mi avrebbe più rivisto.
-Ti amo, Luce. Ti aspetterò.
Quelle parole le sentii, ma era più importante in quel momento il mio bambino.
-Luce, ti prego... dimmi che stai bene!
-Si, ma AAAAAAH... ODDIO, CHE DOLORE!
-Luce, stai calma, stiamo andando in ospedale, andrà tutto bene. Te lo prometto.
-GUIDA CAZZO, GUIDA!
Arrivammo in ospedale e riuscimmo a vedere il nostro dottore.
-DOTTORE, LUCINDA STA PER PARTORIRE!
-Guardiamo subito.
La fecero stendere sul lettino.
-Eh si, si sono rotte le acque, anche se è presto. Ma il bambino è pronto per uscire. PRESTO, SALA PARTO!
-DAVE, VIENI CON ME NON MOLLARMI!
-Prima fammi chiamare Robyn e poi arrivo. Ti amo, ti prego aspettami.
-TI AMO, DAVE!
 
Quanto durerà questo travaglio, per dare alla luce questo splendido bambino?

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Capitolo 18
*** Andrew Jonathan Maylor. ***


-Spinga, signorina! Spinga! Okay, signorina, perfetto, continui così. La testa è uscita. Spinga! Spinga, ce la può fare! Si, continui! Manca poco, dia le ultime spinte! L'ultima spinta e il bambino è fuori! Ecco, è uscito, signorina, guardi che bel bambino. Ha dato al mondo una creatura splendida, forse la più bella che abbia mai visto.
 
Il travaglio durò 11 ore. Dave, mentre partorivo, aveva chiamato mamma e papà, e subito era venuto a stringermi la mano, per assistere con me alla nascita della nostra piccola creatura. Sentii i pianti di un bambino, non di un bambino qualsiasi, del mio bambino, o meglio... del nostro bambino. Oramai non avevo più forze, ero tutta sudata, e lo era anche Dave. Il dottore mi diede il bambino per pochissimo tempo, ma quel tempo bastò per farci capire che avevamo dato al mondo un essere vivente splendido, continuavo a sperare che diventasse un uomo come suo padre. 
-Benvenuto al mondo, Andrew Jonathan Maylor.
Aveva gli occhi enormi, di un color nocciola con un pizzico di verde smeraldo, erano sognanti, aveva la pelle come una pesca, era molto delicato, le sue mani erano minuscole, e strinse una delle mie dita della mano destra, rimasi immobile, era un gesto splendido, sapevo che mi sarebbe rimasto nel cuore per tutta la mia intera vita.
-Signorina, lo dobbiamo portare al lavaggio. Tra poco glielo riporteremo, più pulito che mai.
Una dottoressa mi prese Andrew e me lo portò via momentaneamente. Dave mi guardò negli occhi.
-Ti amo, è stata la cosa più giusta che io abbia mai fatto.
-Ti amo anche io. Si, finalmente siamo diventati genitori. Cavolo, sono stanchissima, ma voglio aspettare che torni Andrew. Mi sono innamorata di quella creatura.
-Guarda che qui scatta la gelosia.
-Amore, ma lo sai che sei tu l'uomo della mia vita.
-Adesso ne avrai due. Chi amerai di più?
-Amerò entrambi alla stessa maniera.
-Non puoi.
-Ti piace mettermi in difficoltà, eh?
-Ehm, si diciamo di si.
-Sei un cattivo bambino, ma guarda te. Approfittarsi della sottoscritta mentre è stanca, che cretino che sei!
-Non mi ami più?
-Adesso ti amo ancora di più.
 
Aspettammo un po', sentimmo bussare alla porta della nostra stanza.
-Signori, ecco a voi il vostro bambino.
-Grazie mille!
Tornò tra le mie braccia, era davvero bellissimo, mi veniva da piangere dalla gioia, e vedevo che anche Dave era commosso.
-Dave... tu stai piangendo!
-N-no...
-Si, Dave, si vede...
-Che cosa dici? Oh andiamo, non è vero.
-Daaave?
-Si, lo ammetto... sto piangendo, contenta? Ma solo perchè sono felice. Adesso siamo una famiglia, era da 9 mesi che aspettavo questo momento.
-Andrew, spero che tu possa diventare come tuo padre. Lui spero che diventi per te un esempio. 
-Andrew, spero che tu possa diventare come tua madre, dovrai trattarla come una principessa, e dovrai avere la sua stessa forza e il suo stesso talento artistico.
Baciai mio figlio sulla fronte, e qualcuno bussò alla porta.
-Avanti!
Erano mamma e Tom.
-Mamma, Tom! Che piacere vedervi!
-Luce, ma... oddio, è un bimbo bellissimo!
-Lo so! Ma tutto merito di Dave.
-Oddio, davvero è... oddio, sono nonna di questo splendido essere. Andrew, giusto?
-Si. In realtà è Andrew Jonathan Maylor.
-Jonathan? Perchè Jonathan?
-Ci piacevano entrambi i nomi, e così li abbiamo messi tutti e due. Ti dispiace?
-Assolutamente no, anzi... anche a me piacciono! Sono orgogliosa di voi!
-Grazie mille mamma. Scusate, ma adesso vorrei un po' riposare, vi dispiace?
-No no, tranquilla. Adesso torniamo al lavoro. Stasera ci vediamo, va bene?
-Si, certamente! Vi voglio bene!
-Anche noi.
Mamma e papà andarono via, mentre Dave rimase.
-Dave, guarda che puoi andare, tranquillo.
-No, voglio rimanere con te. Posso?
-Certamente. Vuoi che ti faccia un po' di spazio sul lettino?
-Se vuoi, volentieri. Fammi prima mettere Andrew nella sua culla.
Misi Andrew a dormire, poi ci mettemmo nel lettino assieme, e dormimmo un pochino. Dopo qualche ora, entrò una dottoressa.
-Allora sig. Fell... ops, scusate!
-Per cosa, dottoressa?
-Non sapevo che voi steste dormendo nel lettino assieme.
-Tranquilla, mi dica.
-Sta meglio?
-Sisi, sto molto bene, grazie. E vedo che anche il bambino sta bene.
-Sisi, sta assolutamente bene, pur essendo nato due mesi prima, ha le misure standard di un bambino appena nato dopo 9 mesi nel grembo, quindi stia tranquilla. Ah, può andare a casa, signorina. Adesso è tutto a posto.
-Davvero? Possiamo andare a casa?
-Certamente!
Mi vestii, presi Andrew in braccio, gli misi qualche vestitino che mi aveva portato mamma da casa e ci avviammo verso la macchina. Salimmo e ci avviamo verso casa. Arrivammo a casa dopo 10 minuti, salimmo le scale e trovammo la stanza che avevamo tenuto per il bambino tutta pronta. Mamma e papà avevano lavorato sodo mentre partorivo, a quanto pare ne avevano approfittato per mettere a posto la stanza per il bambino, ed era bellissima, la parete era azzurra con degli orsacchiotti bianchi, la culla era blu, c'erano anche i giocattoli, era bellissima. Fui molto orgogliosa dei miei genitori, non potetti chiedere di meglio. Diedi da mangiare ad Andrew, aveva fame, poi lo misi nel suo lettino e dormii ancora un pochettino.
Stavo preparando il pranzo per me e Dave.
-Lucinda Fellington.
Era dietro di me, e mi baciò il collo.
-Si, Dave?
-Il bambino non si sta lamentando.
-E...?
-Abbiamo l'intera casa tutta per noi.
-E...?
-Tu sei bellissima.
-Che dolce questo David, e...?
-E' da un po' che noi non... insomma, capisci, no?
-Si, lo so, amore...
-Quindi... vorresti, insomma... fare l'amore con me?
-Tu non devi nemmeno chiedermelo. Agisci e basta, lo sai che ti direi sempre di si.
-No, questo non lo sapevo.
-Bene adesso che lo sai, agisci e basta.
Mi prese la vita e mi avvicinò a lui 'violentemente' baciandomi con foga, sentivo che ne aveva voglia da molto tempo, sentivo che non ce la faceva più. Mi spogliò facilmente, mi prese in braccio e ci spostammo in camera da letto. Fu magico, non vivevo momenti così... da quando rimasi incinta. Adesso, avevamo la felicità nelle nostre mani.
Appena io e Dave finimmo tutto, mi arrivò un messaggio sul cellulare. Fred.
 
Mi dispiace per tutto quello che ho fatto. Ma tu lo sai che non voglio rovinare niente tra voi, no? Comunque, è l'ultima volta che ti mando un messaggio sensato. Ho deciso di cambiare vita. Ho capito che io sono nato per diventare un amante della droga, dell'eroina, del sesso con le prostitute. Insomma, voglio essere una persona diversa, essere normale non è da me, io sono nato per essere il cattivo, non il buono. Stammi bene, Lucinda Fellington, spero di vederti presto, puttana.
 
Lo chiamai.
-Pronto, Lucinda?
-MA CHE CAZZO DI MESSAGGI MI MANDI, MA CHI TI CREDI DI ESSERE? PRIMA DI TUTTO IO NON SONO UNA PUTTANA, PERCHE' IO NON FACCIO SESSO CON IL PRIMO CHE CAPITA, MA SOLO CON LA PERSONA CHE AMO. E TU NON SEI NATO PER DIVENTARE DROGATO E PER FARE SESSO CON LE PROSTITUTE. VUOI PRENDERTI DELLE MALATTIE?
-Tanto alla fine... non ho più niente. Non ho una famiglia, a malapena ho una casa, non ho una ragazza con cui passare il mio tempo, sono nato per soffrire? NO! Quindi la droga è l'unica soluzione per stare bene, per dimenticare i problemi. Addio Luce.
-TU SEI PAZZO! Mi stai prendendo in giro, vero? VERO?
-HO DETTO addio, Luce. Cancella il mio numero, a mai più. E per me, sarai SEMPRE una puttana, la MIA puttana. Se ti vedo, diventerai parte di me, e vivrai per sempre con me.
Mise giù. Cominciai a piangere, avevo messo il vivavoce, quindi anche Dave aveva sentito tutto, e rimase a bocca aperta. Sentii che il bambino cominciò a piangere, a causa mia. 
 
Perchè Fred si era fatto tutto questo progetto? Solo per aver ricevuto delle delusioni, da parte mia?



NOTE AUTORE
ciao a tutti, ragazzi! come state?
io ultimamente sono stata malata, ma adesso sto bene!
una mia amica mi aveva chiesto di scrivere il capitolo oggi invece di domani... E L'HO ACCONTENTATA!
spero che le piaccia il capitolo! e ovviamente, anche a tutti voi.
siete splendidi, davvero. le vostre recensioni sono meravigliose, mi fanno commuovere alcune :')
se volete, SUGGERITE la mia FF ad altre persone! ve ne sarei grata!

-Cookie :)

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Capitolo 19
*** My love's like a star. ***


Quel pomeriggio diedi da mangiare al piccolo Andrew. Era un bambino meraviglioso, e assomigliava tutto al papà. Non mi sembrava vero il fatto che avessi partorito. Quel bambino mio? Naaah, impossibile. E invece si, lo era eccome! A volte ero incredula, ripensandoci.
Mentre Andrew dormiva, mi ricordai che avevo promesso a Dave che gli avrei dedicato una canzone. In quel momento avevo il tempo di scriverla, perchè tanto non era a casa, era andato a trovare Fred, voleva salvargli la vita, non era quella la vita che doveva vivere. Ma poi ricordai quel messaggio che mi aveva inviato la mattina, e mi sentii un nodo allo stomaco. Alla fine, era diventato così per colpa mia, chissà cosa stava facendo adesso, e promisi a me stessa che avrei scritto una canzone anche per lui, come se fosse stata una lettera, nella speranza che lui un giorno la ascoltasse, come con mio padre. 
Quel giorno ero tanta ispirata, e Andrew mi dava tanta forza. Presi un foglio di carta, una penna blu, il mio colore preferito, e cominciai a scrivere la canzone per Dave. 
-Penso che 'My Love's Like A Star' sia il titolo adatto per questa canzone. Se scrivessi 'Dave, I Love You' sarebbe troppo banale. 'Dave, you're mine'? NAAAH! Mmm... 'Dave Dave Dave'? NO NO NO! Penso che metterò 'My Love's Like A Star', giusto Andrew?
Decisi di fare io la voce di Andrew.
-Giusto, mamma!
Mamma... così mi avrebbe chiamato tra qualche anno, e io non vedevo l'ora. Quando dissi quella parola, mi vennero i brividi, e sorrisi. Ero orgogliosa di me stessa e dell'amore che provavo per Dave.
-Dai, continuiamo a scrivere. Okay. Vediamo cosa può andare bene...
 

The space in between us
Starts the feel like we're worlds apart

In effetti quando non siamo assieme, mi manca incredibilmente. Questa frase ci sta tutta! Poi...
 

Like I'm going crazy
And you say it's raining in your heart
You're telling me nobody's there to dry up the flood
Oh, but that's just crazy
'Cause baby, I told ya I'm here for good

Si, si mi piace da morire! Okay, passiamo al ritornello!
 

My love's like a star, yeah
You can't always see me
But you know that I'm always there
When you see one shining
Take it as mine and remember I'm always near
If you see a comet, baby, I'm on it
Making my way back home
Just follow the glow, yeah
It won't be long just know that you're not alone

Sai, Andrew, per la prima volta riesco a scrivere una canzone di cui vado fiera! Bè, anche se Don't Isolate Yourself mi rimarrà comunque nel cuore!
Continuai a scrivere la canzone per tipo una mezz'oretta, poi presi la chitarra e cominciai a trovare il ritmo della canzone. Trovai un ritmo che mi piacque moltissimo, riuscii in 20 minuti a trovare tutte le note necessarie per la canzone. Ero una bravissima cantautrice, me lo dicevo persino da sola. Sentii degli applausi.
-Luce, è bellissima questa canzone.
-DAVE! Odd... che ci fai qui?
-Sono tornato. Perchè, non dovevo forse?
-Sisi, non... non ho detto questo.
-Hai scritto una nuova canzone?
-Si, avevo giusto l'ispirazione, quindi...
-Qualcosa non va...
-Era una sorpresa, Dave.
-... Oddio... cioè... quella canzone...?
-Si, era per te!
-Me la risuoni, amore? Ti prego, voglio risentirla!
-Avresti dovuto sentirla alla sala di reg...
Non finii quella frase. Quale sala di registrazione? Oramai non avevo più Fred che mi aiutava con le canzoni. Però pensai...
-Dave?
-Si?
-Tu sai usare la sala di registrazione vero?
-Si, assolutamente. Fred me lo ha fatto vedere tante di quelle volte!
-Ti va se domani andiamo a registrare questa canzone e te la faccio sentire lì?
-Ma più che volentieri, va benissimo per me!
-Ma... Fred? Lo hai trovato?
-Luce...
-Cosa, Dave? E' successo qualcosa?
-Luce... Fred è in ospedale.
-Perchè?
-Lo hanno trovato disteso sulla strada di casa, una signora ha chiamato l'ambulanza, ha preso una ricca dose di cocaina e... adesso è in coma.
-E... ehm... come fai a saperlo?
-Me lo ha detto sua madre! Ho trovato questo nella tasca della sua giacca. E' per te, Luce.
-Tienilo tu. Ti prego.
-Perchè? E' tuo, Luce. Lo ha scritto per te. Ti prego, leggilo.
-Va bene, adesso leggo.
Presi il foglio in mano, lo aprii, era un testo abbastanza lungo.
 
Cara Lucinda Fellington,
si, sono io, Fred. Come stai? Questa lettera l'ho scritta prima che cominciassi a diventare un drogato e un amante del sesso estremo. Voglio dirti che, se nel caso commettessi qualche errore in questo nuovo me, ti chiedo perdono. Sono stato stupido a dirti che non voglio più avere niente a che fare con te. Io non riesco a vivere senza di te, tu eri il motivo per cui mi svegliavo alla mattina, per cui sorridevo, e quando ti vedevo, per me eri una dea. Quei tuoi capelli rosso mogano, quegli occhi marrone scuro, e quelle tue labbra carnose che ho baciato... tu mi hai fatto sentire una persona nuova. E quando ti ho baciato, ho sentito tante emozioni, e sentivo che eri tu quella giusta per me, non volevo più staccarmi da te, non sai quante volte io ti abbia pensato in tutti questi giorni, tutte queste ore passate con te. Mi piaceva quando ti preoccupavi per me, ma mi dava fastidio il fatto che non potevamo essere più che amici. Lucinda, io ti amo, ti amo da morire, e spero un giorno di farti cadere tra le mie braccia, io sarò pronto ad esserci, per amarti ogni minuto della mia vita. Ti ho aspettato, ti aspetto e ti aspetterò per sempre. Il mio cuore adesso è nelle tue mani, non romperlo, è fragile. Con affetto, il tuo angelo custode.
 
-Dave, dobbiamo andare a trovarlo! Ti prego, dobbiamo andare!
-Sei sicura, Luce?
-Si, sono sicurissima! Penso che un giorno, quando si sveglierà, sarà lucido come prima. Quando sarò lì, ho intenzione di scrivergli una lettera come risposta. 
-Va bene Luce. Allora, andiamo. Ti accompagno.
-Grazie amore.
-Tutto per te, Lucinda.
 
Fred si sveglierà un giorno? O morirà per overdose? E Mark in questo ultimo periodo avrà capito come comportarsi?

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Capitolo 20
*** Shut up and kiss me. ***


Dave mi accompagnò in ospedale.
-Dave, voglio che tu vada a casa e ti prenda cura di Andrew adesso.
-Mi prendi in giro? Io vengo con te.
-No, Dave. Voglio rimanere sola con Fred.
-Sei sicura? Io non mi fido tanto.
-Tranquillo, al massimo se accade qualcosa ci sono i medici. Ma tanto è in coma.
-E se si svegliasse?
-Non ti preoccupare. Ti chiamo quando ho finito, d'accordo?
-Va bene... mi raccomando.
Chiusi la portiera e mi avviai verso la stanza in cui si trovava Fred. I medici mi fecero entrare, era un luogo molto grande quello in cui si trovava lui. Appoggiai la borsa sul tavolo, presi la sedia, la avvicinai al lettino e mi sedetti. Cominciai a parlare, anche se sapevo che Fred non mi avrebbe ascoltato, era tra la vita e la morte.
 
Ciao Fred. Sono venuta qui, per salutarti, non so se il tuo futuro sarà qui sulla Terra o lassù. Io spero tanto che tu rimanga qui. Ci sono cose che forse non sono mai riuscita a dire, nemmeno a mia madre, e ho intenzione di dirle a te, spero che tu mi stia ascoltando, perchè riguarda noi, io e te. La verità è che tu mi piaci davvero, quel bacio forse per me è significato qualcosa, ho sentito una forte emozione dentro di me, non sapevo all'inizio cosa fosse. Forse era... amore, ma tra noi non può accadere niente di tutto questo, sono innamorata di Dave, abbiamo un figlio e stiamo per sposarci, non posso tornare indietro. Non credere che con Dave io non sia felice, però se ti avessi conosciuto prima... forse avrei cambiato idea. Adesso la mia vita è questa, sposerò Dave e cresceremo assieme Andrew. Solo adesso sento che un po' ho sbagliato quando ero a Madrid, dovevo conoscere meglio Dave, darmi un po' più di tempo per capire se era lui quello giusto, ma me ne sono innamorata troppo presto, e tu sei arrivato troppo tardi. Io voglio soltanto che tu ti rimetta presto e che ritorni quello di prima. Potrai avermi sempre come migliore amica, e devi essere lo zietto di Andrew, quel posto appartiene ancora a te, non dimenticarlo! Ah, sto per scrivere una canzone per te, quanto vorrei che tu in futuro la sentissi, ho bisogno di sapere che cosa ne penserai. Ti prego, non te ne andare, qui abbiamo tutti bisogno di te, siamo noi la tua famiglia. Ogni sera ho intenzione di pregare per te, anche se non sono più credente. Lo farò solo per te, perchè ti voglio un bene dell'anima. Verrò qui tutti i giorni, fino a quando non guarirai, perchè tu GUARIRAI, lo so, DEVI guarire. Bé... credo di averti detto tutto. Rimarrò qui ancora per un po', poi vado via, ma non per sempre. Torno domani, non ti preoccupare. Lucinda Fellington non ti abbandona, ricorda.
 
Gli presi la mano e cominciai ad accarezzarla, notai dei piccoli tagli sulle dita e anche sui polsi. Capii che si tagliava, e forse una delle cause ero io.
 
Fred, hai dei tagli sulle dita e sui polsi. Quando ti svegli, voglio sapere perchè ci sono questi tagli, sono terribili. Lo sai che sono contro l'autolesionismo, non so perchè io non li abbia mai notati, forse li hai fatti ultimamente. Non farlo mai più, non ne hai bisogno e non ce n'è motivo.
 
Passarono 20 minuti, poi decisi di andare via. Aprii la porta per uscire da quella stanza.
-Luce...
Mi vennero i brividi, mi bloccai davanti alla porta, mi voltai, Fred si era svegliato. Corsi da lui e lo abbracciai.
-Fred! FRED, TU SEI... SEI... ODDIO, SEI SVEGLIO!
-Luce, io...
-Tu non devi dire niente. Sono io che mi devo scusare, per tutto e...
-Nemmeno tu devi parlare allora. Ho sentito tutto quello che hai detto.
-C-che cosa? Davvero...?
-Si... sono state le parole più belle che io abbia mai sentito.
-Avrei così tante cose da chiederti.

Ci fu un piccolo momento di silenzio, vedevo che voleva dirmi qualcosa. Poi finalmente riuscì a parlare.
-Io voglio chiederti una cosa sola, non rifiutare ti prego. E' una cosa a cui tengo.
-Dimmi, Fred.
-Tu lo sai che ti amo, vero?
-Ehm... si, lo so.
Avevo capito subito che cosa voleva. Vidi che i suoi occhi sognavano le mie labbra, continuava a guardarle. Mi avvicinai, piano, avevo paura di fargli male, e lo baciai delicatamente. Sentivo delle emozioni potenti, sapevo che quello sarebbe stato uno degli ultimi baci, perchè non saremmo mai stati più che amici. Non avevo intenzione di staccarmi, lui mi prese il viso tra le sue mani, erano fredde, doveva ancora scaldarsi per bene, e cominciò a baciarmi con più foga. Poi ci staccammo, quanto avrei voluto che il bacio non finisse mai.
-Ti amo, Lucinda.
-Sei dolcissimo, Fred.
-Tu mi ami?
Ci fu un momento di silenzio. Come potevo dirgli che lo amavo? Lo avevo detto solo a Dave.
-Luce, lo so che mi ami. Hai paura? Non devi avere paura di nulla, le parole che ci diciamo e le cose che succedono in questa stanza rimarranno solo tra me e te. Promesso.
-Si, ti amo Fred. Ti amo!
-Non hai idea di quante volte io abbia sognato questo momento. Quante volte io abbia sognato un nostro bacio vero. Farò di tutto per farti mia, credimi. Non rinuncio a te, tu sarai la mia donna, colei che sarà accanto a me fino alla fine dei miei giorni.
-Fred, è la prima volta che esprimo le emozioni che provo per te, e non sai quante volte avrei voluto dirti quelle parole. Ti ricordi quella volta che ti avevo rifiutato? E' stato l'errore più grosso della mia vita, avevo detto tutto il contrario di quello che pensavo.
-Luce, ti prego ripensaci. Hai ancora tempo, non sei ancora sua moglie.
-Ma abbiamo Andrew, è un qualcosa che comunque ci lega.
-Lo so, ma... credimi, lo tratterei come se fosse il mio vero figlio.
-Fred... non posso. Alla fine, io amo Dave. 
-Si, questo lo so. Quindi... non ci sarà mai un noi?
-Mi dispiace, io non voglio farti stare male, sul serio, ma... purtroppo non staremo mai assieme. Il destino è già stato scritto, e a quanto pare non ci vuole assieme.
-Tu puoi cambiare il tuo destino. Comunque voglio che ci pensi ancora, ti prego fallo.
-Ti prometto che ci penserò.
Squillò il telefono, era Dave che mi era venuto a prendere.
-Fred, devo andare. Ti prometto che domani ti vengo a trovare ancora.
-Grazie Luce.
-Fred... 
-Si, Luce?

Andai verso di lui e lo baciai con tutta me stessa, con le sue labbra posate sulle mie stavo bene, ma allo stesso tempo sentivo che stavo tradendo Dave. Ma non lo avrebbe mai scoperto, non gli avrei mai detto niente.
-Non hai idea di quanto io abbia amato questo bacio. Ti aspetto domani, sarai il motivo per cui mi sveglierò la mattina.
-Ciao Fred.
-Aspetta Luce... Puoi prendermi un attimo quel giubbotto laggiù?
-Certo.

Glielo portai e cercò qualcosa tra le tasche, tirò fuori un pacchetto regalo.
-Luce, questo regalo è per te. L'ho comprato dopo la prima lezione di piano che abbiamo fatto assieme. Ho sempre voluto dartelo, ma... non ne ho avuto il coraggio.
-Fred, non dovevi...
-Ti prego, nascondilo nella borsa e aprilo a casa, quando non sei con Dave. Domani, quando torni, vorrei sapere che ne pensi.
-Certo, volentieri. Dai, adesso vado, prima che Dave si arrabbi.
-Ciao Luce, ti amo.
-Ciao Fred. Mi mancherai.
-Ti penserò fino a quando non ritornerai qui.


Salii in macchina di Dave e mi guardò.
-Ehm... c'è qualcosa che non va?
-Racconta! Che cosa è successo là dentro?
-Niente, ho solo parlato.
-E che gli hai detto?
-Che mi manca e vorrei che stesse bene.
-Ma si è svegliato?

Cosa gli dovevo dire? Non potevo mentirgli, tanto avrebbe scoperto determinate cose.
-Si, Dave, si è svegliato.
-Ti ha vista?
-No, me ne sono andata prima che mi vedesse.
-Ah...
-Domani voglio tornare qui.
-Vuoi parlargli?
-Si. Ma solo io e lui. Ti prego, devo parlargli io, se ci sei tu lui non dice tutto quello che deve dire.
-Si, lo so, lui ha un po' paura di me. Va bene, ti accompagno.
-Grazie Dave.
-Tutto per te, Luce. Ah, comunque Andrew sta bene, adesso è con Robyn.
-Ah bene. Dai, torniamo a casa.
 
Luce e Dave si sposeranno? O Luce capirà che Fred è più importante? 

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Capitolo 21
*** Una semplice chiave di violino. ***


Io e Dave andammo a casa e ci dedicammo per la maggior parte del tempo ad Andrew. Mi piaceva il lato che aveva Dave, quel lato paterno, verso Andrew mostrava dolcezza, tenerezza, quel carattere che ha sempre dimostrato nei miei confronti. In quel momento capii che io non potevo lasciarlo, però i miei pensieri li sentivo particolarmente strani. Quando ero con Dave, pensavo che dovevo stare con lui, e quando ero con Fred, pensavo che dovevo stare con lui. Non capivo più niente, la mia mente si creava dei rompicapo da sola, e mi dava fastidio. Alla fine decisi di avere un pensiero solo: io amavo Dave, punto. Fred era solo un amico. Eppure... quando andavo da lui, mi veniva un colpo al cuore. Quando baciavo le sue labbra, mi sentivo come in un campo fiorito, sentivo quelle sue mani morbide sul mio viso. Il mio cuore però doveva appartenere ad una persona sola, e quel cuore era nelle mani di Dave da quasi un anno, e non me ne ero mai pentita. Se solo fossi divisa in due, da una parte starebbe con Dave, e una parte con Fred. 

-Dave, ti devo parlare.
Quelle parole uscirono da sole da quella bocca, non sapevo perchè. Io non volevo nemmeno parlare.
-Luce, da quando sei uscita da quell'ospedale, ti sento non so... strana. Luce, dimmi la verità.
-Non riesci a leggermela negli occhi, come fai di solito? Dov'è finito il tuo talento naturale?
-Che cosa stai dicendo?
-Non vuoi capire, Dave? E' successo qualcosa.
-Ti... ti ha baciata.
-Non l'ha proprio fatto lui.
-Lo hai baciato tu, di tua volontà?
-No no... me lo ha chiesto lui di baciarlo, ma io non potevo rifiutare.
-Tu lo volevi...
-Dave, mi dispiace, ma...
Non potevo dirgli proprio la verità, o mi avrebbe abbandonata, e ci sarei rimasta male.
-... credimi, l'ho fatto solo perchè me lo ha chiesto, volevo renderlo felice e liberarlo da tutti quei pensieri negativi che aveva nella testa. Penso che farlo diventare un drogato sia un'idea pessima.
-Si, ma adesso lo hai illuso, potrebbe pensare che tu provi qualcosa per lui.
-Gli ho detto che comunque tra noi non ci potrà essere mai niente, perchè io amo un ragazzo che mi è stato accanto per tutto questo tempo, e lo vorrei accanto per tutta la vita.
Ci fu un momento di silenzio, che durò per un paio d'ore, e intanto allattai Andrew, lo misi a letto e mangiai. Mi sedetti sul divano a fissare nel vuoto, nella speranza che Dave parlasse, ma alla fine mi feci avanti io.
-Dave, mi...
-Luce. Non dire niente, ti prego.
-Scusa.
Avevo paura che stesse pensando al fatto di lasciarmi, ma avevo bisogno di lui, lui aveva tutto quello di cui desideravo. Vidi che cominciò a piangere, lo sentivo. Lo guardai con un espressione da persona sconvolta. Non voleva mollarmi, aveva paura di perdermi, aveva paura che Fred avesse un qualcosa in più.
-Dave... perchè piangi?
-Non sono affari tuoi. Ti ho detto di non parlare.

Me ne andai a letto, mi misi sotto le coperte e cominciai a piangere anche io. Non volevo perderlo, ma quelle parole che mi disse in sala mi ferirono terribilmente, aveva un tono che nei miei confronti non avrei mai voluto sentire. Mi ricordai che Fred mi aveva dato un regalo, lo aprii, era una collana e il ciondolo era la chiave di violino, il mio simbolo preferito, rappresentava tutta la mia vita. Me la misi subito al collo.
-Vuoi ancora sposarmi?
Mi girai nel letto, Dave era alla porta, con le lacrime che continuavano a rigargli il viso.
-Che cosa?
-V-v-vuoi ancora sposarmi, essere mia per tutta la vita? Ma ma ma... tu stai piangendo, perchè?
-Dave, mi hai trattato male di là, e non mi è piaciuto affatto. Ci sono rimasta davvero male, pensavo che tu volessi lasciarmi. E così ho deciso di venire qui a sfogarmi, avevo troppo dolore dentro.
-Io... mollarti? MAI, Luce. Come potrei farlo? NESSUNO mi fa stare bene come mi fai stare tu. Tu sei splendida, sei speciale, sei una dea, è un miracolo se ti ho incontrata a Madrid, era destino se ci siamo incontrati. Mi dispiace per il tono che ho usato prima... non voglio perderti.
-Nemmeno io.
Si mise nel letto con me, eravamo faccia a faccia. Gli asciugai il viso, e lui fece lo stesso con me.
-Quindi... vuoi sposarmi?
-Dave, per caso ho tolto l'anello?
-No, ce l'hai ancora al dito.
-Non l'ho MAI tolto. Secondo te perchè?
-Perchè ti piace...?
-No, cretino! Perchè ti amo e ho ancora l'idea di sposarti. Non ho intenzione di cambiare idea.
Mentre piansi capii che perdendo Dave avrei perso anche me stessa, era lui quello che amavo davvero. Fred non aveva conquistato il mio cuore come aveva fatto lui. Tra me e Dave c'era stato amore a prima vista, invece con Fred ci misi molto per capire che mi piaceva.
-Mi ami ancora?
-E tu ami ancora me?
Nessuno dei due rispose, ci furono solo baci, che poi diventarono coccole, e ci mettemmo a fare l'amore ancora una volta, avevamo bisogno di sapere se ci amavamo come i mesi precedenti, e trovammo la risposta. Il fuoco che c'era nel nostro amore, nella nostra passione... non era mai cambiato. Appena finì il nostro momento di intimità, il bambino cominciò a piangere.
-Devo dire che Andrew ha un ottimo tempismo, eh?
-HAHAHAHAHA, hai proprio ragione.
-Cià, mi sa che devo dargli da mangiare.
-Ti aspetto qui, voglio ancora parlare con te.
-Certo, arrivo subito.
-Ti amo tantissimo, in questi minuti senza di te mi sentirò perso.
-Ma arrivo subito.

Diedi da mangiare a Drew (il suo soprannome), lo feci riaddormentare, gli baciai la fronte e ritornai da Dave. Vidi che si addormentò, così mi misi silenziosamente nel letto e appoggiai la sua testa sul mio petto.
-Ti amo.
-Anche io ti amo, David.

 
Il nostro amore era ancora intatto, come prima.
 
Luce capirà che Fred dovrà rimanere solo suo amico? O continuerà a sciogliersi guardando i suoi occhi?

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Capitolo 22
*** Noi, siamo ancora l'infinito ∞ ***


Mi svegliai presto, senza svegliare Dave, sentivo che di prima mattina dovevo andare a trovare Fred, dovevo dirgli che con lui non poteva esserci storia. Scrissi una lettera a Dave.
 
Dave, sono andata a trovare Fred, ci vediamo dopo, così andiamo a registrare la canzone per te. Ti amo. Con amore, Luce.
 
Mi vestii con una maglietta dei Paramore, nonché il mio gruppo preferito, che mi aveva aiutato nei momenti no, un jeans nero e la giacca nera di pelle, insomma... un po' da rockettara. Da sempre avevo amato uno stile dark, però sentivo che ero nata per fare una musica in stile R&B e pop, il rock non avrei voluto suonarlo o cantarlo. 
Mia madre era già sveglia e aveva una tazza di camomilla in mano.
-Mamma. Sei sveglia a quest'ora? Perchè?
-Potrei farti la stessa domanda.
-Io sto andando da Fred, vado a trovarlo, non riesco a dormire se i miei amici  non stanno bene.
-Luce... devo dirti una cosa molto importante.
Mi sedetti vicino a lei.
-Mamma è una cosa brutta?
-Assolutamente no, Luce. Anzi... forse è una delle cose più belle che potessero accadermi.
-Dimmi tutto, sono curiosa. Riguarda il lavoro?
-No, tutt'altro. Ma ti prego, vorrei che per adesso rimanesse tra noi. Capito?
-Certo. Dimmi dai!
Si avvicinò e parlò a bassa voce.
-Luce, aspetto un figlio da Thomas. Ieri ho fatto due test, e sono risultati entrambi positivi. Sono incinta da due settimane.
Avevo le lacrime agli occhi.
-Mamma, dimmi che non mi stai prendendo in giro.
-Assolutamente no. Aspetta...
Andò in bagno, aveva nascosto i test di gravidanza, me li mise in mano, erano davvero entrambi positivi.
-Mamma... oddio! Santo cielo... E' MERAVIGLIOSO!
-So che tu hai sempre voluto un fratello o sorella. E adesso il destino ha deciso di donarmene uno.
-E' fantastico mamma! SONO FELICISSIMA. Ma... quando lo dirai a Thomas?
-Solo quando comincerà a vedersi la pancia. Adesso non voglio dirglielo.
-Potresti dirglielo anche al matrimonio. Che dici?
-Si, può essere. Bé, ho ancora tempo per decidere. Ah, te l'ho detto che mi è arrivato il vestito da sposa?
-No! Dov'è?
-Sotto al letto, ma te lo faccio vedere quando siamo sole io e te in casa.
-Certo mamma. SONO ORGOGLIOSA DI TE. 
-E io di te, amore. Tanto. Meritiamo entrambe questa felicità, da tanto tempo. Non credi?
-Assolutamente.
-Un giorno facciamo shopping assieme?
-Volentieri. Dai, mamma. Ci vediamo dopo. Adesso vado a trovare Fred.
-Ti voglio bene, Luce.
-Anche io ti voglio bene, mamma. E voglio bene anche a papà.
-Sono contenta che Tom ti piaccia.
-Quell'uomo è il padre che ho sempre voluto accanto. Se solo tu lo avessi conosciuto prima...
Salutai mia mamma con due baci e la abbracciai forte. Salii in macchina e andai verso l'ospedale.
 
Arrivai nella stanza di Fred. Era vuota.
-Mi scusi, dottoressa? Dov'è Frederic Jones?
Vidi che la dottoressa diventò bianca come il latte e cominciò ad agitarsi.
-Dottoressa. Le ho fatto una domanda! Dov'è?
-Signorina, non sono mai riuscita a dare brutte notizie, ma... Mi dispiace tanto.
-Mi state prendendo in giro? E' MORTO?
-Si.
-DI COSA E' MORTO? DI COSA E' MORTO? DITEMELO!
Ero incazzata nera, nessuno mi aveva detto niente!
-Si è fatto un overdose. Nessun medico si è accorto che si era portato dietro un po' di droga.
-MI STATE PRENDENDO IN GIRO? CHE CAZZO DI DOTTORI SIETE? ANDATE A FARE IN CULO! HO PERSO IL MIO MIGLIORE AMICO, E NESSUNO MI AVVISA?
-Signorina, ma...
-MA UN CAZZO. SIETE SOLO DEGLI STRONZI, PENSATE SOLO A VOI STESSI. VAFFANCULO. 
Me ne andai piangendo. Avevo perso un'altra persona importante nella mia vita.
-Signorina, aspetti...
-CHE COSA DEVO ASPETTARE? ALTRE BUGIE?
-No, il signor Jones aveva lasciato una lettera. C'è scritto che è per Lucinda Fellington, immagino che sia lei. Giusto?
Rimasi di pietra.
-Si, s-s-sono io. ME LA DIA. 
Gliela presi con violenza dalle mani.
-Grazie. Addio, dottoressa.
-Mi dispiace ancora.
-Ma per favore. Lei non sa quello che sto provando, e lo so bene.
Andai in macchina, con gli occhi pieni di lacrime, mi sedetti sul sedile, e prima di accendere la macchina, lessi la lettera.
 
Luce, è possibile che questa siano le ultime parole che ti dico, quindi tieni questa lettera nel posto più sicuro del mondo. Sento che hai deciso di stare con Dave, ma ovviamente penso che sia comprensibile. Non pensare che mi stia uccidendo solo per te, ma anche per il fatto che volevo una famiglia al mio fianco, volevo crearne anche una mia, con te. Ma a quanto pare non sarà mai possibile, tu hai già una famiglia. Io ero nato per stare con te, un sogno irrealizzabile. Un obiettivo che non avrei mai potuto raggiungere, Dio aveva già deciso che sarei dovuto morire oggi. Mi sono iniettato molte cose nel sangue, tutte cose che tu definirai 'schifezze', ma era l'unico modo per uccidermi, e mi sono tagliato 8 volte. Quel numero non è un caso. Hai mai provato a girarlo? Quell'otto girato in orizzontale è l'infinito, io e te. Io e te eravamo quel segno, ma tu non te ne sei mai accorta. Eravamo un qualcosa che niente e nessuno poteva abbattere. Non hai idea di quante volte io abbia immaginato i nostri baci, le nostre carezze, non ho MAI amato nessuno come ho amato te, eri diversa da tutte le altre. Ti aspetto in paradiso.
PS: Hai capito perchè sei nata? Io si, e tu?
 
La lettera finiva così. Voleva che io capissi il motivo per cui ero al mondo. Alla fine, tutti avevamo un obiettivo nella vita, ma forse il mio non l'avevo ancora capito bene. Mi scese una lacrima, quella lettera significava molto per me. Mi aveva dato la forza, la forza di andare avanti, anche se allo stesso tempo stavo da schifo, perchè era colpa mia se si era suicidato. E quei 8 tagli? L'infinito. Dovevo ancora percepire bene quella lettera. Con il tempo avrei capito quelle parole, ognuna di loro aveva un significato preciso, Fred non sceglieva le parole a caso. Era come un rompicapo, per me.
-Fred, so che sei qui con me. Lo sento, tu adesso sei accanto a me, e con i tuoi occhi mi stai fissando, stai guardando i miei capelli che ti piacevano tanto, le mie labbra, che non avresti mai voluto lasciare, avresti sempre voluto posarle sulle mie. Noi siamo ancora l'infinito. Tu sei ancora vivo, dentro di me, dentro la mia mente, dentro il mio cuore. Sei come un fratello per me, e non ti abbandono. Aspettami in paradiso, potrei arrivare prima di quanto tu possa immaginare.
 
Accesi la macchina, e decisi di andare in campagna, conoscevo un fosso molto profondo, in quel fosso erano morte molte persone, ma per puro caso. Io non potevo vivere senza un migliore amico, era importante tanto quanto Dave. Così mi misi a 1 chilometro di distanza dal fosso, spensi la macchina, scesi e andai vicino al fosso. Era davvero molto profondo, cominciai ad incidere delle parole.
 
Fred, sto arrivando.
 
Salii di nuovo in macchina, la accesi, feci un respiro profondo, le mie mani sul volante erano sudate. Misi il piede sull'accelleratore, e cominciai ad andare veloce come il vento. Squillò il telefono, all'inizio pensai che niente e nessuno avrebbe dovuto fermarmi, ma poi feci una frenata, e mi fermai a pochissimi metri dal fosso. Presi il telefono. Era un messaggio, numero sconosciuto.
 
No, non è adesso il tuo momento.
 
Mi spaventai.
Non ebbi il coraggio di rispondere a quel messaggio e tornai a casa.
 
Chi aveva mandato quel messaggio? Possibile che fosse Fred a mandare i messaggi... dal cielo?

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Capitolo 23
*** Sono la nona, tra dieci persone. ***


Mi fermai in macchina, prima di rientrare in casa. Guardai quel messaggio ancora una volta, per capire se il messaggio fu una mia invenzione o meno. Era ancora nei messaggi ricevuti. 
 
No, non è adesso il tuo momento.
 
Non capivo chi potesse aver mandato una cosa del genere. Mi sembrava davvero strano come fatto, Fred era morto, non poteva aver pagato i medici per far raccontare una storia falsa, e poi mandarmi messaggi anonimi, non aveva alcun senso. Lui era morto per forza, e quella lettera era la prova. La rilessi, ma non c'era nessun collegamento tra la lettera e quel dannato messaggio. Era anche un numero abbastanza particolare, non era un numero americano, e poi quando mi trovai in campagna, non vidi nessuno spiarmi, quindi come faceva questa persona a sapere che ero lì, pronta a incontrare Fred in un mondo totalmente diverso? Ero abbastanza confusa, e non sapevo cosa dire tornando a casa. Avrei detto semplicemente che Fred era morto, non avrei detto niente di più.
 
-Ragazzi, sono t...
Erano tutti lì sul divano, Tom, mamma, Dave con il piccolo Andrew, si alzarono tutti e mi guardarono per sapere notizie su Fred.
-Che cosa c'è da guardare?
-Luce, come sta Fred?
Li guardavo continuamente, avevano cominciato ad avere ansia, ma dovevo per forza dire la verità. Mi scesero infinite lacrime dagli occhi.
-Scusate, vorrei che voi comprendeste il tutto con queste lacrime di dolore, è un momento difficile per me, quindi... vorrei rimanere sola in camera, vi dispiace?
-Oddio Luce...
-Si, è così... ho perso il mio migliore amico, colui che mi avrebbe aiutato nel mio futuro, colui che avrei sempre voluto avere accanto, gli volevo tanto bene, e voi lo sapete. Era diventato un fratello, un nuovo membro della famiglia, ma... tutto questo... perso. L'ho perso, per sempre. Io... mi sento in colpa... Mi dispiace.
Feci le scale di corsa, con le lacrime agli occhi ed andai a sdraiarmi sul letto, continuando a piangere di dolore, mi sentivo persa, avevo donato una parte del mio cuore a Fred, e adesso questa parte era rimasta nelle sue mani, mi sentivo mezza viva e mezza morta. Mi sentivo sulla Terra con Dave, ma allo stesso tempo con Fred in Paradiso. Il mio pianto continuò per diverse ore, quando arrivò Dave.
-Luce?
-Mi dispiace, Dave, non ho voglia di parlare con nessuno.
-Ma io non sono Dave.
Mi voltai, era Fred, in carne ed ossa.
-Fred... ma, tu sei vivo. 
-No, non sono vivo. Sono solo frutto della tua immaginazione purtroppo, solo tu puoi vedermi, e sai perchè?
-No, Fred, davvero... non è il momento di scherzare. 
Andai verso di lui e provai a toccargli il petto, ma la mia mano lo sorpassò.
-Oh santo cielo! Oh mamma...
-Si, Luce, lo so. Non puoi toccarmi, sono diventato un angelo.
-Ma io voglio toccarti, voglio abbracciarti.
-Solo se riuscirai a capire come funziona il tuo potere, Luce.
-Scusami... quale potere?
Arrivò Dave, e mi vide in piedi.
-Luce, scusami... con chi stai parlando?
Fred sparì, di punto in bianco.
-Come prego?
-Luce, stavi parlando... ti ho sentita. Ho sentito che hai detto Fred.
-Lui... lui era qui. L'ho visto, con i miei stessi occhi. 
-Luce...
-Si, te lo giuro, l'ho visto, stavamo parlando, ma non potevo toccarlo.
-Luce...
-Che c'è?
-So qualcosa che tu non sai.
-Che cosa? E che cosa non so?
-Tutti noi abbiamo un motivo per cui siamo al mondo. Per esempio, io sono nato per fare il fotografo. Ma... pochi di noi hanno un motivo particolare. Solo 10 in tutto il mondo hanno poteri speciali, e tu sei una di loro.
-Non riesco a seguirti.
-Lo so che non riesci a seguirmi, è complicato. Tu... tu hai un potere speciale, e io so qual è. Ma non posso dirtelo, devi scoprirlo da sola.
-Stai scherzando, spero. Io sono spaventata. Non capisco che cosa stia accadendo. Ma quindi tu sai perchè ho visto Fred?
-Certamente.
-Quindi... io sono un essere umano che ha un potere speciale?
-Si.
-Okay... è la cosa più stupida che io abbia mai sentito in tutta la mia vita.
-Luce, ti sembra che io stia scherzando?
-No, e in effetti è strano vederti serio mentre parli di questa cosa. 
-L'unica cosa che ti dico è: non ti devi preoccupare.
-Scusa... e tu come fai a sapere tutte queste cose?
-Tua madre non ti ha mai detto niente, perchè saresti impazzita. Ovviamente aspettava il momento giusto per dirtelo... ma alla fine ho deciso di dirtelo io, lei sa che io so spiegarmi meglio di chiunque altro.
-E tu come hai fatto a capire tutto?
-Ho fatto anche delle ricerche su internet, ho approfondito la mia conoscenza su questa cosa straordinaria. Luce, tu devi ancora capire chi sei veramente, la Luce che conosci tu è una maschera, nasconde qualcosa sotto. E' vero che oggi hai ricevuto un messaggio anonimo?
-E tu come fai a saperlo?
-Non sarà il primo. Non pensare che te li stia mandando io... prima o poi capirai chi è. Un consiglio che ti posso dare è questo: guarda il tuo cuore. GUARDA il tuo cuore. Spero che in futuro possa aiutarti questa parola chiave, non posso dirti nient'altro.
-Sono curiosissima... Oddio. Adesso ho più paura di prima, ma cercherò di stare attenta ogni giorno, per scoprire questo mistero che c'è in me da 19 anni. Grazie, Dave.
-Prego. E comunque... mi dispiace per Fred.
-Anche per me. Era un ragazzo splendido, eccezionale, tutte le ragazze amavano passare del tempo con lui.
-Tu compresa?
-Certamente! Perchè no? Dai, non dirmi che sei geloso.
-Ma lo sai che ero sempre in ansia ogni volta che eri con lui.
-Perchè dobbiamo ricordarci questi momenti? Ricordiamo Fred per il buon amico che era realmente, una persona di cui ci si poteva fidare. 
-Il funerale?
-Mi sa che lo dovremmo organizzare noi, non credi?
-Ma i genitori? Chi li avviserà?
-Non ne ho idea... tu li conosci?
-Diciamo che una volta quando sono andato a casa sua, c'era sua madre. Sbaglio o è attrice?
-Sarà sicuramente a Hollywood, dobbiamo andarla a cercare.
-Domani mattina presto, Luce. E' una cosa urgente.
-Certo.

Scesi giù da mia madre, era sul divano, triste, sembravo io. Io ero la copia perfetta di mia madre, una volta pensarono che io fossi sua sorella minore.
-Mamma...
-Luce, come ti senti?
-Ehm... meglio, diciamo.
-Hai parlato con Dave?
-Si, mamma... io davvero non capisco.
-Lo so, è un qualcosa di complicato. 
-Ma scusa, è una malattia? E' un qualcosa di grave? E' un qualcosa di ereditario?
-Luce, devono ancora studiare questo caso, visto che siete solo in 10.
-Tu quindi non hai mai avuto questa cosa?
-No, mai avuta. Ed è una cosa che succede ogni 10 anni.
-Quindi... vuol dire che io sono la nona.
-Si, ma tu sei l'unica che deve ancora capire che potere hai, e devi scoprirlo al più presto.
-Mamma, ma tu sai il mio potere.
-Si, ma io NON posso aiutarti. Devi capirlo da sola, davvero... se potessi lo farei.
-Ma perchè?
-Perchè... i dottori non vogliono. Gli studi, non so perchè lo dicono, ma dicono che è meglio scoprire tutto da soli. I dottori non sono sicuri di aver capito il tuo potere. Non sono sicuri che tu abbia quello. Magari è un altro, quindi appena lo scopri, lo devi dire assolutamente, aiuteremo i medici.
-Ma... dovranno fare qualcosa su di me?
-Penso proprio di no. Se avrò delle novità, ti farò sapere.


Non capivo più la situazione, mi sentivo un'estranea, un alieno. Nessuno che poteva aiutarmi... e chi erano le altre nove persone? Magari potevano darmi una mano con questa situazione. Ma dove vivevano? Come si chiamavano? Quanto tempo ci hanno messo per capire i loro poteri?
 
Che potere aveva Luce? E cosa intendeva Dave con 'GUARDA il tuo cuore'?

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Capitolo 24
*** Angelship Power. ***


Erano le tre di notte, cercai di fare il meno rumore possibile. Riuscii a non svegliare Dave e Andrew. Scesi le scale, un giorno mamma mi aveva detto dove teneva ogni singolo foglio che parlasse di me, della mia infanzia, aveva lì qualche mio documento. Erano tutti in un cassetto della cucina.
Scesi le scale molto piano, senza fare casino, stranamente i miei piedi non facevano il rumore come di un tonfo. Arrivai al corridoio, entrai in cucina e cercai il cassetto giusto. Ne aprii uno, c'erano le posate, nell'altro dei coperchi, in uno delle tovaglie, feci tutto con la massima cautela. Trovai un cassetto, c'erano molti fogli, album con fotografie, tirai fuori molte cose.
Trovai un album pieno di miei documenti.
 
Angelship Power.
 
Era il titolo di una delle bustine, e conteneva due documenti, ma erano scritti molto, parlava del fatto che io non avevo un cuore intero, avevo il cuore diviso a metà, la parte destra ce l'avevo io, la parte sinistra era appartenente al cuore di un'altra persona. C'era pure il nome della persona avente il mio cuore, era uno dei dieci aventi un potere.
-Oh mio Dio.
 
Sua figlia ha metà cuore, ma questo non vuol dire che non sia una persona come tutte le altre. Anzi, avrà meno rischi di infarto e malattie al cuore. Nel mondo c'è un ragazzo avente un cuore e mezzo. Nel caso volesse sapere il nome, si chiama Frederic Jones.

-Ma non è possibile! Fred è nato come Dave, è il caso avviene ogni 10 anni. C'è qualcosa che non quadra. 
Mi venivano tante domande in mente: Fred era più grande di Dave? Dave aveva mentito sulla sua età? Sapevo che quella giornata, sarebbe stata diversa da tutte le altre, quel giorno avrei scoperto la verità su tutto quanto.

Lucinda avrà la possibilità di parlare con questa persona quando morirà, lei potrà vivere la vita di lui in Paradiso, mentre Frederic potrebbe reincarnarsi in Sua figlia in qualsiasi momento. In futuro, è possibile che i due si incontrino. Se si incontreranno, lui può decidere se lasciare il mezzo cuore a Lucinda o meno.

Fred sapeva che aveva un cuore e mezzo? Avevo una confusione in testa, che non capii più nulla.
 
-LUCE. CHE COSA STAI...?
-M-mamma...
-Luce... io...
-Scusa, mamma... La curiosità mi stava uccidendo.
-Non dovevi scoprirlo con i documenti. Dovevi scoprirlo da sola.
-Ma ci avrei messo troppo tempo.
-NON IMPORTA. L'importante era scoprirlo da sola.
-Ho fatto da sola, i documenti li ho trovati io.
-Non dovevi aver bisogno di quei dannati documenti. Quelli servivano a me, nel caso tu avessi scoperto il tuo potere.
-E sapevi anche di Fred?
-Certamente, sono venuta a Miami anche per questo. Sapevo tutto su di lui e il suo caso.
-Mamma... però tu hai detto che questi poteri avvengono ogni 10 anni, lui ha la stessa età di Dave. 
-Mi dispiace ma... no, Fred era l'ottavo.
-Quindi... aveva 10 anni di più di me. Aveva 29 anni. Cavolo, però non si vedeva.
-Ha bevuto un elisir di lunga vita...
-... che a quanto pare non gli è servito.
-Luce, il destino voleva che voi vi metteste assieme. E io sapevo che tu lo amavi, tu lo amavi da morire, e so che lo ami ancora. Per te quei baci erano intensi.
-Come sai dei baci?
-Parlavo molto spesso con Fred. E lui ti amava tanto, e te lo ha detto tante volte. Conosco il suo caso da sempre, voi dovevate essere collegati. Aveva detto che se voi vi foste fidanzati, ti avrebbe donato il mezzo cuore. Ma adesso l'unica cosa che puoi fare è scoprire com'è il Paradiso, reincarnandoti in lui.
-E come posso farlo?
-In questo non posso aiutarti perchè il potere puoi sapere solo tu come funziona.

Rimanemmo un po' in silenzio.
-Mamma... sei arrabbiata con me?
-No, tesoro...
-Mi manca...
-Frederic?
-Si, mi manca molto. Sento la mancanza di qualcosa.
-Senti la mancanza di quel mezzo cuore.
-Voglio tornare indietro.
-Magari l'Angelship Power ha un lato nascosto: farti tornare indietro nel tempo. 
-Bo, non lo so...
-Ti consiglio di scoprire presto come funziona.
-Già... sono curiosissima. Mi sento troppo diversa.
-Mamma... è possibile che tuo figlio possa essere l'undicesimo?
-Si, può essere. Ma dipende... non sai quanti bambini nascano all'anno.
-Io lo spero tanto. E voglio conoscere anche le altre persone.
-Se vuoi andiamo dal medico, magari conosce gli altri casi.
-Si, voglio andarci.
-Va bene, dopo lo chiamiamo.
-Grazie mamma, fai troppo per me.

Dave sapeva che Fred aveva 10 anni più di Luce? E anche Dave aveva mentito sulla sua età? E Luce potrà tornare indietro, per amare diversamente?

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Capitolo 25
*** Chi sono gli altri? ***


Quel giorno mamma mi accompagnò dal dottore, e finalmente non vedevo l'ora di conoscere tutto alla perfezione, e scoprire soprattutto le persone che avevano poteri, magari diverso dal mio, o magari persone che sapevano come controllare questo mio potere.
Salii per le scale e mi vestii, erano circa le 9 di mattina, io e mamma rimanemmo sveglie tutta la notte a parlare a bassa voce e parlando del più e del meno, non so... mi mancava parlare con lei per ore. Sentivo che mi stavo allontanando da lei, cosa che non volevo affatto. E parlammo molto anche del suo bambino o bambina che verrà al mondo tra meno di nove mesi, eravamo ancora emozionate.
-Luce, d-dove stai andando?
-Oh, Dave, buongiorno. Come stai?
-Io bene... ma perchè sei sveglia? E perchè ti stai vestendo? Devi forse andare da qualche parte?
-Si, oggi vado a... fare shopping con mia madre. No, scherzo... sto andando dal medico per scoprire qualcosa di più sull'Angelship Power.
-Hai scoperto il tuo potere? E come?
-Stanotte mi sono svegliata e sono andata a curiosare nel cassetto dei miei documenti che mamma ha sempre avuto sin dalla mia nascita. So che non avrei dovuto farlo, ma ero curiosa. Troppo curiosa.
-Bè... almeno adesso sai un qualcosa, e oggi avrai un grande approfondimento. Posso venire con te?
-Oh no, tranquillo... non c'è problema! Oggi almeno puoi dedicarti a te stesso, e magari stai un po' con Andrew, prova a portarlo in giro, fagli vedere qualcosa che non ha mai visto.
-Certo, ben volentieri! Solo una cosa... tu con Andrew non ci passi più tanto tempo.
-E me ne sto pentendo amaramente. Tutto questo mi sta sconvolgendo un po' la vita, ma penso che prima o poi sarà tutto in equilibrio, ne sono certa. Ah... tu sapevi che Fred aveva un qualcosa di speciale?
-Ehm... si. E' per questo che stavo sempre con te quando eri con lui. Non volevo che ti portasse via. So che ti piaceva, lo sentivo nell'aria un grande amore tra di voi. Ma ti ho voluto portare via, non volevo perderti.
-Quindi sei tu che hai cambiato il mio destino, era già stato scritto, e tu hai cambiato la mia vita.
-Guardami Luce. Ti prego guardami, devo dirti una cosa.
-Su che cosa?
Mi guardò costantemente negli occhi, sospirò e poi cominciò a parlare.
-Sono il numero sette.
-Dave, ma che cosa stai dicendo? Non mostri per niente 41 anni, per favore. Non raccontarne più.
-Io ho il potere di reingiovanirmi di quanto voglio, ma posso farlo solo una volta nella vita. In Spagna, quando ho visto te al bancone per prendere la chiave, sono andato in bagno e mi sono reingiovanito, in modo tale che potessimo innamorarci l'uno dell'altro. Io ti amavo Luce, già dalla prima volta che ti ho vista, non potevo fare a meno di te, e sapevo che eri una delle dieci persone, avevo visto delle tue foto, avevo letto informazioni sul tuo conto da parte del mio dottore, ce ne sono pochi che conoscono questi casi. 
-Ma quindi tu adesso non hai un potere...
-Non esattamente. Certo, forse non posso reingiovanire me, ma posso reingiovanire gli altri, o di mia volontà o su richiesta, e posso produrre elisir di lunga vita.
-Quello che avevi dato a Fred.
-Si, esatto, proprio quello. Mi dispiace Luce...
-Per cosa? Penso che sia comprensibile tutto quello che hai fatto.
-Luce... ti prego, non lasciarmi. Io ti amo, tanto. Troppo. Amo te, quello che riesci a dimostrarmi, amo quello che riesci a trasmettere con la tua voce. Sei mia, di nessun altro. E sono ancora dell'idea di sposarti. Tu vuoi ancora sposarmi?
-Non lo so... Dave, sembra tutto così complicato. All'inizio mi sembrava tutto perfetto. Adesso, di punto in bianco, si è complicato tutto. Dave, non lo so... quando avrò la risposta, te lo dirò.
-Ti aspetto, allora.
-Devo andare, c'è mamma che mi aspetta.
Si avvicinò a me, mi prese il volto e mi baciò appassionatamente, come se fosse stato il nostro ultimo bacio, un bacio d'addio. I nostri corpi aderirono perfettamente, non aveva intenzione di mollarmi. Gli presi il viso e feci concludere il nostro bacio.
-Dave, ma che fai? Mica ci stiamo lasciando.
-E se lo stessimo facendo...?
-Scusa, chi lo starebbe facendo? Chi starebbe mollando chi?
-Tu stai mollando me.
-Come? Stai scherzando, spero.
-No.
-Ma cosa dici? Io ti amo tantissimo, come potrei non volerti?
-Non vuoi più sposarmi, vero?
-Non ho mai detto questo! Ho solo detto che devo pensarci nuovamente, ma solo perchè non ci sto capendo più niente.
-Ti amo, tu lo sai. E senza di te, non so che cosa farei.
-Dave! NON ci stiamo lasciando, chiaro?
-Si.
-Dai, ci vediamo stasera.
-Ti amo tanto, Luce dei miei occhi.
-Ti amo anch'io.
Andai in stanza da Andrew, stava stranamente dormendo, e gli baciai la fronte con tutta la delicatezza possibile ed immaginabile.
 
Io e mamma salimmo in macchina.
-Luce, tutto bene?
-Si, mamma. Tutto bene.
-Ti vedo un po' strana...
-Io e Dave abbiamo tipo avuto una discussione. Pensa che io non voglia sposarlo.
-E tu cosa pensi di fare?
-Oggi voglio pensarci ancora, ma penso di volerlo ancora. Io lo amo, mamma.
-Ma il destino...
-FANCULO IL DESTINO, MAMMA. Io voglio stare con Dave, a quanto pare Fred deve diventare acqua passata.
-Quindi, hai capito chi ami.
-Si, so chi amo, mamma. E l'unico che amo è Dave.
-Secondo me cambi idea, ancora.
-Vedi? Ho una confusione in testa, non capisco più niente. 
-Adesso vediamo cosa dice il dottore.
 
-Allora, Lucinda... cosa ti porta qui?
-Prima di tutto, vorrei sapere se lei sa come posso controllare il mio potere.
-Purtroppo no, puoi scoprirlo da sola, io so solo che tipo di potere hai, ma solo tu puoi scoprire come funziona, come controllarlo.
-Ah, capisco... E lei sa chi sono le altre persone?
-Certo, ho l'elenco da qualche parte. Eccolo qui, allora:
  • Frederic Jones sicuramente sai chi è;
  • Lara Kyu, sa prevedere il futuro, è una veggente, ma veggente per davvero, lei vive in Canada, ma come hai potuto capire dal cognome, ha origini giapponesi;
  • Hanna Koikovich, è una ragazza che può camminare sull'acqua, ma il lato negativo è che non può fare il bagno in mare o in piscina, non riesce ancora ad entrarci, vive in Svezia;
  • David Maylor, è un ragazzo che può reingiovanire gli altri e può produrre l'elisir di lunga vita, al momento si trova a Miami;
  • Morrison Faith, è un ragazzo capace di volare da una parte all'altra del mondo, le sue ali sono nascoste, vengono fuori quando ha bisogno solamente di usarle. Più che altro è un angelo. Vive a NY;
  • Michelle Girson, una donna che riesce ad avere ricordi di vite altrui, persino di persone decedute. Vive a Berlino;
  • Gordon Mikral, vive in Ecuador e ha il potere di tornare indietro nel tempo, senza che le persone se ne accorgano, può anche fermarlo;
  • Ci sei tu, Lucinda, con il potere di reincarnarti in Fred e vedere come si presenta il Paradiso e lui può fare viceversa, ma ovviamente non così d'improvviso, riceverai sicuramente un avviso, non so come... però vorrei studiare più a fondo il tuo caso;
  • Poppy Perry Majer, è una bambina che è capace di alzare le cose solamente con la forza del pensiero, vive in Francia;
  • Federica Manghetti, ha il potere di trasformarsi in qualsiasi cosa lei voglia, ma soprattutto in animali.
-E' possibile incontrarsi tutti, in modo da conoscersi meglio?
-Certo, potrebbe succedere, ma la bambina non ha ancora scoperto il suo potere. Finché non lo scoprirà, la riunione non si può fare.
-Grazie, dottore, davvero! 
-Ti lascio volentieri il foglio dei nomi, tanto ne ho un'altra copia.

Tornai a casa, salii le scale e trovai Dave che stava dormendo. Mi sedetti vicino a lui, gli presi la mano, vidi che la mosse.
-Luce... LUCE. Sei tornata. Ti ho aspettata tutto il giorno.
-Si, Dave.
-Cosa sì?
-Dave... voglio ancora sposarti.
-Davvero, Luce?
-Non ti mentirei mai su una cosa del genere! Ti amo troppo, e con te voglio vivere per sempre.
-Era quello che volevo sentire da tanto tempo. Ma adesso raccontami quello che ti ha detto il dottore.
...
-Quindi cosa pensi di fare?
-Voglio conoscere Lara Kyu, se sa prevedere il futuro, sicuramente mi dirà cosa devo fare.
-Quindi...?
-Prossima fermata Canada, baby!
 
Cosa le dirà Lara sul suo futuro? Cose positive o cose negative?

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Capitolo 26
*** Dreams come true. ***


Dave dormì in aereo per tutto il viaggio, non si accorse che il viaggio durò un po' più del previsto. Mamma e Tom tenevano in braccio Andrew a turno e se lo coccolavano bene bene. Io guardavo fuori dal finestrino, non riuscii ad addormentarmi, non potevo farlo. 

Atterrammo, prendemmo le nostre piccole valigie, io presi in braccio Andrew, scendemmo e uscimmo dall'aeroporto.
-Luce...?
-Dimmi, Dave.
-Ma... in Canada le persone hanno la pelle scura?
-No...
-Allora abbiamo sbagliato aereo.
-No, non l'abbiamo sbagliato, Dave...
-Luce... che cosa stai dicendo?
-Dave... benvenuto in Ecuador. Si, in Ecuador.
Prese un foglio dalla tasca.
-Vediamo...
-Dave, ma quella è la lista delle persone che hanno i poteri.
-Certo, la tengo per sicurezza.
Cominciai ad agitarmi tanto... Tremavo, e non faceva affatto freddo.
-Ecuador... Oddio.
Chiuse il foglio, lo rimise nei pantaloni e mi guardò.
-Luce... Tu... Tu ami Fred?
-Dave, io...
Ci guardammo negli occhi, gli scese una lacrima.
-Non potevi dirmelo prima?
-Ma cosa stai dicendo? Potevi capirlo da subito, lo sapevi che il destino prevedeva la unione tra me e Fred. Tu hai cambiato tutto...
-Ma è perchè ti amo... Tu mi piaci tanto Luce.
-Mi dispiace, Dave. Mi sono innamorata troppo in fretta di te. Invece con Fred ho avuto maggior tempo e l'ho conosciuto meglio... mi dispiace, seriamente. Tra noi è andato tutto troppo velocemente. 
-Quindi... vuoi tornare indietro nel tempo?
-Si, Dave. Mi dispiace. E' stato un piacere conoscerti. E Andrew sarà sempre il bambino più bello del mondo.
-Rimarrai sempre nel mio cuore... anche se non mi ricorderò di te.
-Tieni il mio anello di fidanzamento. Magari ti rimane nelle mani... chi lo sa.
-Ti amo, Luce. Addio.
-Addio. E' stato bello, davvero...

 
Corsi ed andai verso Gordon, ci eravamo conosciuti su internet qualche ora prima di partire e avevamo parlato di tutto quello che avrebbe dovuto fare.
-Hola Gordon. (Ciao Gordon).
-Hola chica! ¿Tù eres Lucinda? (Ciao ragazza! Sei tu Lucinda?)
-Si! Envía de vuelta el reloj, por favor! (Si! Manda indietro il tempo, per favore!)
-Por supuesto! (Certamente!)
Vidi che fece un segno con le mani, come per richiamare il potere, si formò una sfera molto luminosa, mi accecò.

...
 
Mi svegliai. Eravamo ancora nella casa di NY. Scoprii che giorno era. Era il giorno che dovetti partire per Madrid.
-Luce?
-Si, mamma?
-Sei pronta per partire?
Aprii la porta.
-Non voglio più partire, mamma. 
-Senti, lo so che è difficile, ma...
-Mamma, non lo amavo.
-Non amavi Richard? Ma ci sei stata assieme per tanto tempo.
-Ma la causa era sempre la stessa. Soldi.
-Luce, quello non era amare...
-Lo so... lo so. Ma a me piace un altro ragazzo, da tanto tempo.
-Chi, Luce?
-Si chiama Frederic Jones.
Vidi che mamma già conosceva il nome. 
-Ah... non conosco il nome.
-Si invece che lo conosci. Lo sai che abita a Miami ed ha una parte del mio cuore. Conosco il mio potere, l'Angelship Power.
-Come lo sai?
-Sono tornata indietro nel tempo.
Così raccontai tutto a mamma, di Mark, Dave, Andrew, Fred, Tom.
-Luce... Su Tom ti posso dire che stiamo assieme già da adesso. Volevo dirtelo in un momento più opportuno, ma... Si, stiamo assieme da un po' di settimane.
-E mi fa tanto piacere, mamma. Spero di conoscerlo, ancora una volta, visto che lui sicuramente non si ricorda di me.
-Eh sicuramente... Comunque, ho ricevuto una proposta di lavoro, quindi...
-... andremo a Miami, lo so.
 
Due anni dopo...

Ovviamente capii come doveva funzionare il mio potere, ma non avevo avuto il bisogno di usarlo in quegli anni. Sentivo che io e Fred saremmo morti assieme.
-Luce, dobbiamo vederci, ho una notizia meravigliosa per te.
-Arrivo, Fred. Ci vediamo alla sala di registrazione tra 10 minuti.
Corsi in macchina, oramai ero diventata bravissima a guidare e arrivammo allo stesso momento.
-Luce... sei pronta?
-Si, prontissima... dimmi tutto.
-REGISTRERAI UN ALBUM TUTTO TUO!
Lo abbracciai fortemente, tanto da non farlo più respirare.
-Seriamente? OH MIO DIO! GRAZIE FRED, GRAZIE MILLE! SEI UN ANGELO CADUTO DAL CIELO. Senza di te non ce l'avrei mai fatta!
-Tutto per te, Luce.
Ci guardammo intensamente negli occhi. In quegli anni trascorsi tra noi non accadde ancora niente, ma si vedeva che gli piacevo. E lui mi piaceva di più di prima. Mi fissava le labbra.
-Luce...
-Si, Fred?
-Devo dirti anche un'altra cosa.
-Dimmi, sono tutta ad orecchie.
Vidi che cominciò a tremare, sapevo quello che stava per dire.
-Tu mi piaci... tanto. Non sono mai riuscito a dirtelo perchè pensavo che tra noi non potesse accadere niente. Non voglio essermi illuso per tutto questo tempo. Ho bisogno di stare con te per tutta la mia vita. 
-Penso che tu non debba dire altro. Perchè anche tu mi piaci. 
-Era da tanto tempo che volevo sentirlo.
-Ed io era da tanto tempo che volevo dirtelo...
Ci guardammo per ancora un paio di secondi, poi ci avvicinammo lentamente e ci baciammo come non avevamo fatto mai, quel bacio potevo finalmente godermelo fino alla fine, senza nessuna paura, senza avere il terrore che Dave ci vedesse e si arrabbiasse. 
 
Alla fine, la colpa era solo mia...
 
 
NOTA AUTORE!!!
Ragazzi, volevo dirvi GRAZIE, per quelli che hanno seguito dall'inizio alla fine, per coloro che hanno letto i capitoli in fretta in modo da poter continuare a seguire la mia storia. SIETE SPLENDIDI. Le vostre recensioni erano MERAVIGLIOSE, ce ne sono alcune che mi hanno davvero commossa, e credetemi... abbandonare questa storia è una delle ultime cose che vorrei fare. Ma è arrivata alla fine, e vado fiera di tutto questo lavoro che ho fatto in tre mesi. Grazie mille ancora. 
Spero di sentirvi presto. Chissà, magari tra un mese scriverò un'altra storia. Dipende se trovo ispirazione.
Vi voglio bene, seriamente.
-Cookie :)

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