Il caso della collana di giada

di mary94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Omicidio a Londra - Tutto sta per cominciare ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Omicidio a Londra - Tutto sta per cominciare ***


Salve a tutti! Mi chiamo Marika ed è la prima volta che scrivo su Black Butler. Questo è il precapitolo della mia storia, solo per vedere se è interessante. Come detto nell'introduzione, la storia si svolge dopo gli ultimi capitoli del manga non ancora usciti, dapprima ci saranno vari accenni a ciò che accade però se molti lo credano opportuno metterò l'avvertimento spoiler. Ah è anche un crossover con Sherlock Holmes, ho notato che il periodo in cui sono vissuti coicide perciò ho voluto inserirli. Buona lettura, ci vediamo a fine capitolo.

Una ragazza correva sotto la pioggia tra le strade di Londra. Dietro di lei una bestia anormale la inseguiva; ad un la ragazza inciampò e cadde a terra. Con uno sguardo terrorizzato si girò per vedere la bestia che la sovrastava con la sua immensa mole. Un attimo prima che morisse la ragazza lanciò un ultimo raggelante urlo che si ruppe nel silenzio di Londra.

Il giorno dopo, durante una ronda, la polizia di Scotland Yard ritrovò il corpo della ragazza mutilato e fatto a pezzi. Era la quarta ragazza che veniva uccisa in quel modo e la polizia brancolava nel buio.

«Allora chi è?»

«Natalie Beauville, 17 anni, una delle prostitute della strada»

«Una così giovane ragazza che fa la prostituta, che peccato»

I due uomini si girarono verso colui che ha parlato intromettendosi, aveva l'aspetto di un ragazzo di circa 15 anni gli occhi nascosti da un cappello con visiera; sembrava il tipico ragazzo che lavorava come garzone. Sorrideva ai poliziotti in modo cortese.

«Non dovreste controllare le sue tasche in ricerca di qualche indizio?» fece notare cortesemente; i due poliziotti, imbarazzati, iniziarono a cercare tra le tasche fino a quando non trovarono un biglietto.

«Che c'è scritto?» chiese curioso il ragazzo.

«Non capisco la scrittura, sembra francese»

«Io parlo francese, potrei aiutarvi»

Il poliziotto diede al ragazzo il biglietto, era una lettera.

Ma petite soeur,

ne dis rien, mais cacher le trésor maudit à tout prix et courir plus loin que vous pouvez. Je t'aime tellement, Natalie

«Allora che c'è scritto?»

«Mia piccola sorellina, non dire niente, ma nascondi ad ogni costo quel maledetto tesoro e scappa più lontano che puoi. Ti amo tanto, Natalie» il ragazzo diede la lettera ai poliziotti che iniziarono a ipotizzare qualche idea. Quando lord Randall si precipitò a chiedere indizi sul caso i poliziotti gli dissero del ragazzo.

«E dov'è questo ragazzo che vi ha letto la lettera?» chiese il nobile.

I poliziotti si girarono per indicare la figura del ragazzo ma notarono che non c'era.

Poco lontano da lì il ragazzo correva tra le vie strette di Londra andando il più lontano possibile da quel luogo maledetto; si fermò solo per riprendere fiato poi iniziò a correre più forte di prima finché non arrivò nei sobborghi della grande città. Solo allora ripensò alla lettera e alle parole che aveva letto; seduto contro il muro di una casa si addormentò nascondendo il viso tra le braccia.

 

Una bestia sbrana le donne di Londra: quattro donne sono state dilianate” il giornale di Londra riportava questo articolo in prima pagina. Due uomini erano seduti accanto a un caminetto: uno stava mangiando una brioche, l'altro leggeva il giornale.

«Un serial killer sta uccidendo delle donne. Scotland Yard si sta rivelando nuovamente inutile. Lei cosa ne pensa?»

«Faccia vedere» lesse l'articolo «Il motivo per cui queste donne sono state uccise è ignoto, non hanno nessuna relazione tra loro se non che lo stesso modo di uccidere. Lei ne sa qualcosa in più riguardo i cadaveri?»

«Sembra che siano state uccise con dei profondi tagli che squartano il petto e una parte dell'addome. L'unica cosa che ho notato era che non erano da taglio»

«In che senso?»

«La distanza tra i tre tagli è regolare. Penso che il giornale abbia ragione a definirlo una bestia»

«Un caso interessante. Dall'articolo si può capire che le donne morte sono un'infermiera, una dama di compagnia, una lady e una prostituta. È il caso più interessante e degno di nota che mi sia capitato da due settimane. Sono certo di sapere chi si occuperà del caso. Conviene che anche noi investighiamo»

L'uomo si alzò come una molla dalla poltrona e iniziò a scendere per le scale.

«Dove va conciato in quel modo?» chiese l'altro notando l'abbigliamento dell'uomo degno di un barbone.

«A raccogliere indizi, notizie e tutto ciò che c'è da sapere sul caso» gli rispose mentre usciva. Anche il secondo uomo si preparò ad uscire.

«Dovrò avvisare Mary che per un po' non potrò essere a casa»

 

Contemporaneamente in un college di Londra, un professore di matematica leggeva il giornale con l'articolo.

«Che peccato. La contessa aveva alcuni dei miei progetti. Spero che li abbia nascosti prima di morire. Vada a recuperarli» disse rivolgendosi a una donna.

«Certamente»

«E porga le mie condoglianza alla famiglia della contessa»

 

«Padroncino, è appena arrivata una lettera da Sua Maestà»

Un maggiordomo in nero porse una busta al suo padrone, un bambino di 13 anni dai capelli blu scuro, gli occhi di un blu profondo e una benda nera sull'occhio destro. Il bambino con sguardo truce lesse la lettera di Sua Maestà.

«Abbiamo del lavoro. Prepara la carrozza, andremo a Scotland Yard per i dettagli»
 
Allora, che ve ne pare? Io non ne sono del tutto convinta, per di più è il primo capitolo.
Spero solo che sia di vostro gradimento. Buona notte!
P.S.: sono l'una meno dieci, non ho tutte le facoltà per intendere e volere perciò se la storia fa schifo ditemelo.
Lasciate un commento! Please!





 


AaA 



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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Alla stazione di polizia di Scotland Yard c'era molto fermento. Lord Randall dava i comandi per proseguire con le indagini prima che spuntasse fuori il cane da guardia della Regina.

«Chiamatemi Aberline e Lestrade. Subito!»

«Sì, signore»

I due ispettori si trovavano nell'archivio mentre tentavano di fermare tre persone dal prendere indizi senza il permesso del commissario.

«Vi prego Conte, aspetti prima che arrivi Lord Randall» Aberline cercava di fermare il Conte e il suo maggiordomo dal prendere i documenti relativi agli omicidi; nel frattempo Lestrade stava discutendo contro un uomo.

«Lei non può venire qui, prendere dei documenti, affermare di voler partecipare al caso solo perché è interessante»

L'uomo lo stava bellamente ignorando, cercava i fogli che gli servivano.

«Holmes, mi sta ascoltando?»

«Ma certo, Lestrade, ora, se non le dispiace, mi lasci lavorare in santa pace? Ho un caso da risolvere!»

Contemporaneamente sia Holmes sia il maggiordomo presero gli stessi fogli.

«Mi scusi, mr. Quei documenti mi servono»

Holmes guardò il maggiordomo davanti a lui; poi spostò lo sguardo al Conte.

«Guardi che coincidenza! Erano le carte che servono anche a me! Dagli abiti che indossa devo presumere che è un maggiordomo, anche molto ben pagato a notare dal tipo di tessuto di cui sono composti i suoi vestiti. Dalla spilla che porta posso affermare con certezza che lei è a capo della servitù. Le mie supposizione sono corrette immagino. Mentre lei dove essere il suo padrone» dopo aver esaminato il maggiordomo si spostò e si avvicinò al Conte.

«Vestiti adatti a un Conte, immagino. Dal vostro anello riesco a vedere lo stemma della vostra famiglia. Il Conte di Phantomhive, immagino. Lieta di conoscerla»

«Posso chiederle come ha fatto, mr?» il maggiordomo si mise di fianco al padrone che rimase fermo e sorpreso. Holmes fece per rispondere quando Clark si presentò di corsa nell'archivio spostando tutta l'attenzione su di lui.

«Clarkie a cosa dobbiamo la tua infelice visita?» Holmes si accese la pipa.

«Capo, Lord Randall vuole che lei e Aberline andiate subito nel suo ufficio» disse a Lestrade e a Aberline.

«Va bene. Tu rimani qui e assicurati che nessuno di loro - e indicò Holmes, il Conte e il suo maggiordomo - prenda questi fogli - diede a Clark un fascicolo - noi andiamo» disse Lestrade prima di uscire seguito dall'ispettore Aberline.

Clark guardò prima i fogli poi Holmes, il maggiordomo e il Conte. Era nei guai.

 

John Watson, felicemente fidanzato con miss Mary, era stato convocato dalla polizia per effettuare un'autopsia sul corpo di quella povera ragazza uccisa.

«Da questa parte dottore» e venne condotto davanti al corpo.

«Bene, come negli altri corpi anche questo è stato lacerato sul petto. È morta sul colpo, proprio come le altre vittime. Ha dei tagli sulle gambe e del sangue misto a pelle sotto le unghie. Ha dei segni sul collo» Watson spostò i capelli biondi della ragazza ed esaminò meglio i segni sul collo

«Sembrano i segni di una collana, se sono rimasti impressi vuol dire che è stata tirata via con forza, e questo?» esaminò la schiena della ragazza.

«È stata marchiata?» andò a prendere i referti delle altre autopsia.

«Anche le altre hanno questo marchio, avvenuto post mortem. L'assassino ha lasciato un segno sulle sue vittime» copiò i fogli e lasciò l'edificio.

 

Il ragazzo aprì i suoi occhi verdi e si sistemò meglio i capelli nascosti da una parrucca e da un cappello. Doveva tornare a casa e anche in fretta, ma prima doveva terminare la sua missione. Con un'innaturale calma si avviò verso la parte più nascosta del cimitero, dove sapeva che vi era una vanga per scavare. Entrò in una cripta abbandonata e iniziò a frugare tra ciò che restava. Alla fine la trovò: una collana di bellezza unica e ineguagliabile, composta da una catena d'oro e un pendente unico nel suo genere. Era tagliato come uno smeraldo ma tutti gli orefici sarebbero stati d'accordo nel dire che quella pietra preziosa era una giada di inestimabile valore. Prese la collana e un lampo gli attraversò gli occhi.

«No! Non devo cedere, devo compiere la mia missione!» dopodiché tirò dalla tasca un'altra collana, una copia perfetta. Mise l'originale in tasca e uscì nel cimitero. Iniziò a scavare sulla tomba di una donna.

«É l'ora che ti riprendi ciò che spetta!» disse non appena riuscì a raggiungere la bara. L'aprì. La donna al suo interno era di una bellezza stupefacente. Capelli neri con boccoli, viso ovale perfetto, ciglia lunghe e pelle bianca, diafana. Il ragazzo prese una delle due collane e la mise al collo della donna. Richiuse la bara e la sotterrò nuovamente con la terra. Solo a lavoro finito si asciugò il sudore dalla fronte. Ridando il ciondolo alla sua padrona tutto era finito. Ma si sbagliava. Non sapeva e non poteva immaginare che qualcuno lo stava spiando.

«Sarà interessante vedere come andrà finire» un uomo dai lunghi capelli biondi con alcune treccine, dei vestiti neri, gli occhi con doppia iride tra l'oro e il verde e una falce.

 

Uscendo dall'enorme villa di proprietà della contessa, Irene Adler si domandava interiormente che cosa avessero in comune il professore Moriarty e la contessa uccisa. Mentre saliva dentro la carrozza diede uno sguardo alla lettera che era riuscita a sottrarre.

«A Londra, dal professore Moriarty. Presto» ordinò al cocchiere e passò l'intero viaggio pensando in quanti e quali modi Moriarty la poteva usare.

 

 

Dopo averla riletta più e più volte penso di essere soddisfatta sia della lunghezza sia di come sto intessendo la mia trama. Abbiamo 4 scene.

Nella prima Holmes e Ciel si sono incontrati e sono rimasti soli con Clarkie, che, per chi non lo sapesse, è il poliziotto che è solito accompagnare Lestrade. Nella seconda il caro dottore fa il suo lavoro; tenetevi a mente il fatto che sono state marchiate, che poi vi faccio vedere il marchio. Nella terza appare nuovamente il ragazzo-senza-nome con due collane e un personaggio molto famoso in Black Butler, il primo che lo indovina ha diritto a uno spoiler sulla trama. Nella quarta e ultima scena fa la sua apparizione Irene Adler (la donna con cui parlava il professore nel precedente capitolo) che inizia ad avere i suoi dubbi su Moriarty. Bene spero che la storia vi interessi ancora di più e che ho dato ai personaggi il loro carattere. Se avete qualche critica scrivetela pure, sono bene accette. Se invece i vostri commenti sono positivi, sono ancora più accetti.xD

Bye Bye

 

p.s.: se non vi reca disturbo lasciate un commento, mi farà enormemente piacere! 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


 

 

Quando Lestrade ed Aberline ritornarono nell'archivio, trovarono il povero Clark legato e svenuto.
«Cosa diamine è successo qui?!» urlò di rabbia Lestrade. Aberline prese un foglio da terra.
«Ispettore Lestrade, questo è per voi» e gli porse un foglio.
«”Ispettori, in quanto mandato da Sua Maestà per trovare il misterioso assassino, ho preso sotto consegna i fogli relativi al caso. Riporterò i fascicoli non appena avrò finito di copiarli.Dove si è cacciato Holmes?!»


 

 

«Holmes! Dove è stato per tutto questo tempo? Se si ricorda bene, lei a pranzo doveva venire con me e Mary. E cosa sono tutti questi fogli?» Watson indicò i fogli che Holmes teneva in mano.
«Una domanda alla volta, mio caro dottore. Sono stato a Scotland Yard»
«Sì è fatto arrestare, per caso?»
«No, ero alla ricerca di indizi e dei fascicoli»
«E ha impiegato tutto questo tempo per prendere dei semplici fogli?»
«Ancora una volta risponderò con un no alla vostra domanda. Mentre cercavo i fogli interessati, ho avuto l'onore di conoscere il misterioso cane da guardia di Sua Maestà»
«E sarebbe?»
«Watson, mi lasci finire. Stavo dicendo che ho incontrato il Conte Phantomhive e il suo maggiordomo. Insieme siamo riusciti a prendere in prestito i fogli dalla polizia, dopodiché il Conte mi ha invitato alla sua dimora per il pranzo»
«Pranzo che avevamo deciso da giorni che avrebbe consumato insieme a me e Mary»
«Comunque, siamo riusciti a ottenere le nostre informazioni»
«Holmes, mi permetta di dirle che ha tralasciato qualcosa» Watson tirò via dal colletto di Holmes un fiocco rosa «e questo come me lo spiega?»

* flashback *

«Conte, le devo dire che la sua villa è qualcosa di maestoso»
Holmes fissò l'enorme villa appena prima di entrare, preceduto da Ciel e da Sebastian, il suo maggiordomo. Il Conte si diresse nello studio e, seguito dal suo fido maggiordomo, fece accomodare Holmes in una poltrona proprio davanti a lui.
«Mi dica, mr Holmes, cosa la portava a curiosare negli archivi di Scotland Yard?»
Lo sguardo del Conte, oltre ad essere freddo e crudele, era anche leggermente divertito dalla capacità di analisi di Holmes; anche il detective aveva nei suoi occhi una luce divertita, forse causata dalla consapevolezza di aver trovato una persona così enigmatica, quanto lo era il Conte.
Come in una partita a scacchi, il bianco muove per primo e la domanda di Ciel non era altro che un invito a iniziare una partita a scacchi con lui.
«Conte, le stavo per rivolgere la stessa domanda. Mi trovavo lì semplicemente per lavorare al caso del mostro che ha ucciso quattro donne. So personalmente quanto la polizia di Scotland Yard sia incompetente – basti vedere Lestrade – e volevo solo accertarmi dei loro nomi per poter svolgere le indagini a modo mio»
Ciel, vedendo anche lui la muta sfida che Holmes aveva rilanciato – a sfavore del Conte – replicò con noncuranza.
«Sua Maestà è molto preoccupata e mi ha chiesto molto gentilmente di risolvere la faccenda. Ogni fonte di preoccupazione per la regina è anche una mia preoccupazione»
«Allora, mi permetta di dirle, caro Conte, che è anche nei miei interessi alleviare questa preoccupazione da Sua Maestà»
«Visto che è in entrambi i nostri interessi risolvere il caso, mi dica, mr Holmes, quali sono le sue osservazioni in merito a questi omicidi»
Holmes parve rifletterci su, ma, all'improvviso,una serie di rumori molesti fecero perdere la concentrazione di Ciel che ordinò a Sebastian di vedere cosa stesse succedendo e di "non tornare finchè non hai sistemato tutto"
Il maggiordomo in nero aprì la porta dello studio ma non fece in tempo ad uscire che un turbinio di fiocchi e merletti fecero la comparsa andando ad abbracciare Cieli che capì chi fosse il responsabile di tutto quel chiasso.
Holmes alzò anche lui lo sguardo e vide una giovane lady sui 14-15 anni dai capelli biondi raccolti in due code vaporose e legati da due fiocchetti rossi. Indossava un abito di colore rosso non troppo acceso; le maniche erano lunghe e aderenti, aveva lo sbuffo nelle spalle; un fiocco teneva chiuso il colletto; l'ampia gonna era a due colori, bianco avorio sotto e rosso sopra. Delle scarpe col tacco basso completavano il tutto.
«Cieel!»
«Lizzy! Che ci fai qui?» domandò il Conte aggiungendo sotto voce di lasciarlo libero.
«Nulla, mi mancavi» la piccola lady sussurrò queste parole evitando di incrociare lo sguardo di Ciel.
«Lizzy, lui è mr Holmes»
«Piacere»
«Lei è Elizabeth Middleford, la mia fidanzata» Ciel finì di fare le presentazioni.
«Lieto di conoscerla, milady»
Sebastian controllò l'orologio, dopodiché annunciò con uno dei suoi sorrisi che era ora di pranzo.

Un paio di ore dopo....

«Grazie per il pranzo, Conte. Penso che sia ora di andare per me, devo dare al mio collega le informazioni che abbiamo raccolto per poter iniziare il caso. Spero di avere ancora l'onore di poter lavorare con lei»
«Lo stesso vale per me»
«Milady, è stato un onore trascorrere del tempo con lei»
«Aspetti» Lizzy entrò nella villa e ritornò con una cuffia rosa pieni di fiocchi che mise in testa a Holmes.
«Le sta veramente bene. Spero che torni presto»

* fine flashback*

Watson guardò Holmes mentre si accendeva la pipa.
«Mi dica Watson, cosa avete rinvenuto nel corpo della vittima?»
«È umanamente impossibile creare dei tagli così profondi con un coltello per poi lasciarla morire dissanguata»
«Sta escludendo la possibilità che sia stata assassinata?»
«Non sto escludendo, sto affermando. Qualunque cosa abbia ucciso questa ragazza e quelle donne non era una persona»
«Una bestia? In questo caso dovremmo avvisare l'ispettore Lestrade di chiamare un cacciatore»
I due uomini risero della battuta.
«Ah, c'è un'altra cosa. Tutte le donne avevano un marchio sotto la scapola»
«Che tipo di marchio?»
«Un emblema, credo»
«Si ricorda come è fatto?»
«Molto meglio»

 

Elizabeth Middleford stava fissando con un'aria truce la scacchiera che era posta tra lei e il suo amato Ciel.
«Lizzy ti decidi a muovere?»
«Non mettermi fretta, Ciel. Comunque la muova tu mi mangi l'alfiere»
Il Conte sorrise.
Da quando erano tornati da quella disastrosa crociera, Ciel iniziò ad apprezzare molto di più la compagnia della cugina, cosa che rese Lizzy molto felice. Entrambi prendevano le lezioni di scherma da parte della marchesa e spesso e volentieri Lizzy assisteva ai combattimenti tra sua madre e Ciel, entrambi orgogliosi e intenzionati a vincere. Quando la marchesa non accompagnava la figlia, Lizzy e Ciel passavano il tempo giocando a scacchi, gioco in cui Ciel eccelleva.
«Lizzy, perchè sei venuta oggi?» disse Ciel mentre la bionda muoveva uno dei pezzi.
«Tra una settimana ci sarà il compleanno di Edward e dobbiamo festeggiare, tu sei stato invitato, l'invito dovrebbe arrivare comunque ma io ci tenevo a dirtelo di persona»
«Gentile da parte vostra, lady Elizabeth di avvisarci di questo evento» Sebastian entrò con un carrello pieno di dolci e con il consueto thè.
«Ciel, hai già un vestito per la festa?»
Lizzy fissò il cugino.
«No, perchè?»
«Possiamo chiamare la sarta e farci fare dei vestiti abbinati. Saremmo carini insieme» la fantasia della marchesina volò lontano mentre si immaginava che ballava con Ciel.
«Sebastian fai chiamare la sarta, per favore»
«Yes, my lady»
«Cos-?»
Lizzy si era totalmente dimenticata della partita e Sebastian, divertito dalla possibilità di vedere il suo padroncino nuovamente in imbarazzo, aveva acconsentito all'ordine di Elizabeth. Ciel iniziò a borbottare riguardo a delle persone che non ascoltavano mai quando lui parlava.

 

Il ragazzo dagli occhi verdi correva tra i vicoli bui di Londra alla ricerca del negozio del becchino più famoso di Londra, il cui indirizzo era stato scritto su un foglietto stracciato e consegnato a lui attraverso un bambino di strada.
«É per te. Un signore mi ha detto che devi andare da lui»
Ora si trovava solo e impaurito davanti al locale. L'insegna non era stata affissa bene e l'intero luogo lasciava presagire un'aura di morte. Il ragazzo si stropicciò gli occhi cercando di mettere il tutto a fuoco. Con uno slancio di coraggio aprì la porta e un tanfo di morte, chiuso e polvere uscì dal negozio facendolo tossire. Entrato vide numerose bare, tutte vuote, meno una, che conteneva una ragazza. Palesemente morta. Gli venne in mente Natalie, la ragazza uccisa. Il pensiero che ci potesse essere lei su quella bara lo fece tremare. No, si disse, devo essere forte.
«Undertaker! Undertaker!» chiamò a gran voce il becchino ma di lui nessuna traccia. Il suo sguardo vagò nuovamente sulla bara con la ragazza. Vuota. Lo shock lo paralizzò, e solo dopo, girandosi, ebbe realmente paura. Il cadavere di quella ragazza era davanti a lui, le braccia tese e la bocca innaturalmente spalancata verso di lui. Non aveva neppure la forza di gridare.

 

Salve a tutti e bentrovati con un nuovo capitolo.

Mi scuso per il ritardo ma volevo una cosa decente, spero che questo possa essere definito tale. Sarò molto breve solo perché straordinariamente tardi e domani c'è scuola. Vorrei sapere cosa ne pensate e sopratutto se rendo bene i personaggi. Un ringraziamento a chi legge, a chi recensisce e a chi la segue (globalmente preferite, seguite e ricordate).

Notte notte ^^ 

 

 

 

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